L'isola dove tutto si complica

di elelunare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bianco e nero ***
Capitolo 2: *** Estranei ***
Capitolo 3: *** Esaurito ***
Capitolo 4: *** Mostro ***
Capitolo 5: *** Appuntamento ***
Capitolo 6: *** Finalmente noi ***
Capitolo 7: *** Sospetto ***
Capitolo 8: *** Post-it ***
Capitolo 9: *** Tutto da rifare ***
Capitolo 10: *** Ancora quel sakè ***
Capitolo 11: *** Guaio ***
Capitolo 12: *** Idoli in bianco e nero ***
Capitolo 13: *** Cibo, donne e alcol ***
Capitolo 14: *** Stanze ***
Capitolo 15: *** Inatteso ***
Capitolo 16: *** Braccati ***
Capitolo 17: *** Non ci credo ***
Capitolo 18: *** Calda accoglienza ***
Capitolo 19: *** Tutti contro tutti ***
Capitolo 20: *** Un bel colpo ***
Capitolo 21: *** Reagire ***
Capitolo 22: *** Gioco oscuro ***
Capitolo 23: *** Terra nera ***
Capitolo 24: *** Ancora tenebre ***
Capitolo 25: *** Catapecchia ***
Capitolo 26: *** Tentato chiarimento ***
Capitolo 27: *** Sfida ***
Capitolo 28: *** Passo rosso ***
Capitolo 29: *** Riprese ***
Capitolo 30: *** Passo blu e passo verde ***
Capitolo 31: *** Una sfida molto seguita ***
Capitolo 32: *** Fine della conta ***
Capitolo 33: *** Il clou, voi due. ***
Capitolo 34: *** Puoi anche morire ***
Capitolo 35: *** Lasciate andare i numeri primi ***
Capitolo 36: *** Shade ***
Capitolo 37: *** Un incredibile aiuto ***
Capitolo 38: *** La cinta infrangibile ***
Capitolo 39: *** Oltre quel muro ***
Capitolo 40: *** Nascondiglio ***
Capitolo 41: *** Cuscinate e luci soffuse ***
Capitolo 42: *** E' andata così ***
Capitolo 43: *** Cucina per lei ***
Capitolo 44: *** Posseduta ***
Capitolo 45: *** Dolce d'addio ***
Capitolo 46: *** Colazione per quattro ***
Capitolo 47: *** Confessioni ***
Capitolo 48: *** Abiti da scena ***
Capitolo 49: *** C'era una volta nel paese dei numeri primi ***
Capitolo 50: *** Seguire il copione ***
Capitolo 51: *** Interferenze ***
Capitolo 52: *** Cenere ***
Capitolo 53: *** Sacrificio ***
Capitolo 54: *** Fine dei giochi ***
Capitolo 55: *** Addii ***
Capitolo 56: *** Accordo ***



Capitolo 1
*** Bianco e nero ***


Prologo

 

Faceva davvero caldo, era una giornata insopportabilmente afosa. La brezza leggera era l'unica cosa che le dava un po' di sollievo. Doveva legarsi quei capelli, sì.

Ma quanti vestiti c'erano ancora da mettere ad asciugare?! Nami era davvero esausta. Era da un ora che non faceva altro che stendere roba sul ponte della nave. Si sentiva una piccola Cenerentola.. altro che navigatrice! E nessuno le dava una mano!

Vide due cose pelose ad un certo punto dentro a quel casino e soffocò un urlo pensando che fossero due bestie morte. Poi le prese e le osservò.

Due..pellicce?? Una bianca e una nera.

Che fossero state di Robin? Non le aveva mai viste. Le stese al sole con tutta l'altra roba. Di certo con quel caldo avrebbero rischiato l'autocombustione! Ma se fossero andate a fuoco MEGLIO! Erano orribili!

La rossa se ne stava andando per andare a prendere l'ultimo carico quando vide lo spadaccino.

Era giù a prua, fermo in una posa strana. Nami si fermò ad osservarlo con la bacinella vuota in mano.

Zoro aveva lo guardo sulla roba stesa, non aveva visto la ragazza, o meglio, era troppo preso a fissare proprio quelle pellicce per notare qualunque altra cosa.

Nami realizzò che di sicuro quel pellame veniva dall'isola dove avevano recuperato lui e Robin e pensò che quello spadaccino era sempre più strano.. Sospetto?

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Capitolo 2
*** Estranei ***


Robin era appoggiata al parapetto, a poppa, guardava la scia di schiuma che la Thousand Sunny lasciava dietro di sé.

Non era riuscita affatto a concentrarsi sul suo libro quel giorno, aveva la testa da un'altra parte.

Era passata una settimana esatta dal loro salvataggio alla spiaggia, lei e Zoro avevano ripreso la loro vita da compagni di ciurma. Erano compagni d'avventura..e basta.

Era felice e al contempo triste..era possibile?

Non c'era stato un attimo dove lei non avesse pensato a lui, nemmeno uno. Era continuamente nella sua mente.

Era così purtroppo, più dura del previsto. Sospirava, e non era il caldo.

Le venne in mente il momento del rientro nell'equipaggio, il loro racconto ai compagni. Quante cose avevano raccontato! E molte altre ne avevano omesse..ovvio!

La sera stessa del ritrovo Rufy e gli altri avevano organizzato per loro una cena grandiosa, con vino e sakè a fiumi, Franky aveva fatto esplodere anche una specie di fuochi d'artificio e avevano festeggiato fino all'alba raccontandosi quello che era accaduto in quei giorni nei quali erano rimasti separati.

Aveva iniziato Zoro dicendo che lei lo aveva portato via a forza dal campo di battaglia, poi la marina aveva sparato delle cannonate ed erano precipitati in mare. In acqua erano stati attaccati da uno squalo (cosa che Robin neppure sapeva!). Zoro l'aveva messo fuori gioco ed erano riusciti ad arrivare in quell'isola.

Poi il nubifragio, il rifugio nell'altura, l'avvistamento della marina in arrivo, la tappa al bellissimo lago che avevano trovato in mezzo al bosco e ancora la disavventura con il serpente gigante nella foresta (Zoro aveva abilmente evitato di dire che in quell'occasione si era storta la caviglia e che per tutto il giorno l' aveva portata in braccio..).

La permanenza al villaggio. Quello che era successo lì l'aveva lasciato raccontare a lei, perchè ecco, era più brava a sviare le questioni complicate. E Robin aveva intuito che lui temeva probabilmente di fare qualche passo falso.

Lei allora aveva raccontato di quella strana ma generosa gente, di come li avevano accolti, della festa e i compagni si erano fatti una grassa risata nel sapere che Zoro aveva bevuto quell'insolito sakè e si era inaspettatamente ubriacato!

In seguito la marina aveva attaccato il villaggio e loro erano riusciti a sconfiggerli. Robin aveva raccontato di aver sprigionato un insolito potere e che dopo quell'avvenimento per giorni non era riuscita ad usare la sua abilità, per quel motivo ora i suoi capelli erano così.. era un effetto collaterale e neanche lei ne sapeva molto a riguardo. Era rimasta sul vago sul come e sul perchè il tutto si era scatenato.

I compagni la guardavano stupiti saettando gli sguardi da lei a Zoro e Sanji aveva commentato la cosa con un “Favolooosa la nostra Robin-chuuann!!”. Lei non gli aveva dato peso e aveva proseguito evitando anche di incrociare lo sguardo con lo spadaccino, l'avrebbe distratta di sicuro.

Dopo la battaglia l'archeologa raccontò che erano rimasti tutti e due feriti e la guaritrice del posto li aveva curati con un unguento a dir poco miracoloso. Per ringraziarli di aver liberato il villaggio dal nemico avevano donato loro un po' di quella soluzione curatrice e Chopper nel sentir quelle parole schizzò in piedi entusiasta con gli occhi a stella.

Robin non fu molto delicata nel dire che a Zoro era pure venuta una febbre da cavallo un giorno e che aveva dovuto ingoiare degli enormi bruchi bianchi che però l'avevano rimesso in sesto in poche ore. Scoppiarono altre risate e la renna pregò Robin di provare a fare un disegno di quegli animali, la mora annuì contenta dicendo che aveva cercato di memorizzarli per lui.

L'archeologa poi aveva portato l'attenzione di tutti su quello strano Poneglyph che c'era al villaggio e aveva svelato a tutti cosa diceva la scritta su quel monumento.

Nami era rimasta rapita, senza parole, come tutti gli altri del resto. Era stata un enorme fortuna incappare in quell'isola!

Per tutta la giornata successiva Robin non aveva fatto altro che descrivere tutti i dettagli alla ragazza e studiare con lei tutte le varie possibilità di soluzione.

Quando la neve cadrà in primavera, nel trentesimo anno del drago, il varco si aprirà per dieci anime”..

Ci stavano ancora rimuginando sopra tutte e due.

Ecco cosa doveva fare! Pensare solo a quello! A risolvere quell'enigma con Nami! Era l'unica cosa che al momento l'avrebbe aiutata a..a far cosa? Dimenticare Zoro? No, metterlo un po' da parte, in un angolino della sua mente.

Così Robin si scostò dal parapetto, si voltò con l'intenzione di andare dritta nella biblioteca della nave per riprendere in mano quel libro.

Girandosi si trovò ad un passo da lui.

La fissava severo con l'occhio socchiuso.

“Tutto bene? Sembri star male..” Iniziò a dirle ma lei non si fermò a parlare, anzi distolse subito lo sguardo da quel bel viso (era da sette giorni ormai che era tornato senza barba e lei avrebbe dato chissà cosa per fargli una carezza).

Proseguì scansandolo e dicendogli solo un impenetrabile “Tutto ok”.

Robin andò a chiudersi nella stanza dei libri senza mai voltarsi.

 

- - - - -

 

“Questa COSA... non so ancora per quanto potrò sopportarla! Anzi no, già non la tollero più..E' TROPPO!”.

La testa dello spadaccino frullava ma non lo dava a vedere, non doveva, non poteva. Cercava di respirare normalmente.

Quella donna era continuamente sfuggente, aveva detto di far finta di niente, non di evitarsi! Lei lo stava evitando e in modo assoluto. Magari non se ne rendeva neppure conto..

Sta di fatto che quelli non erano i patti!

Questo lo mandava fuori di testa, era diventato insopportabile per lo spadaccino. Era pure nero con sé stesso perchè stava realizzando sempre più questa cosa..

Le mancava tutto di lei. Come parlavano, come si guardavano, com'era stare in... Dio non poteva pensarci! Avrebbe dato di matto!

Si era ritrovato appoggiato al parapetto a maledire chissà chi nella stessa posizione dell'archeologa poco prima solo che stava stringendo quel legno troppo forte. Sentì un CRACK e mollò la presa asciugandosi un rigolo di sudore dalla fronte.

Pensò che quel caldo della madonna non aiutava affatto..

“EHI! Testa d'alga bacata! Invece di bighellonare vieni a darci una mano ad ammainare le vele! Ordini della mia rossa preferita..♥!” Sanji si era sporto dal piano superiore a urlargli quella frase del cazzo.

Zoro si girò e disse solo “Vengo..”.

Non notò la faccia stranita del biondo che si aspettava qualcosa di più, un qualche normale “insulto” in risposta. Sanji lo osservò inclinando la testa e pensò che quello spadaccino forse aveva ancora qualche segno della sbronza presa sull'isola.

 

- - - - -

 

Nami aveva appena preso in mano la sua matita quando esplose un baccano del demonio.

Non potevano essere quegli stolti con le corde..neppure Franky che ormeggiava con i suoi soliti macchinari..era un frastuono troppo potente!

MALEDIZIONE!! Per fare quel disegno aveva bisogno di concentrarsi! E così era impossibile!

Si alzò in piedi con uno scatto e notò che anche Robin aveva distolto gli occhi dal suo libro.

“E'..musica. Non è il genere di Brook” sentenziò l'archeologa guardando il vuoto.

La rossa le diede ragione e si fiondò fuori imbestialita sbraitando ad alta voce “QUESTA NON E' MUSICA! E' UN CASINO DEL DEMONIO!!” Sbattè la porta e Robin decise che forse era meglio andare a vedere..

Nami quasi si scontrò con Chopper che scappava via tenendosi le zampe alle orecchie e quando fu vicino all'albero maestro capì che quel frastuono proveniva dall'alto, dalla palestra della Sunny.

Anche Sanji era uscito dalla cucina con ancora un mestolo in mano, incrociò lo sguardo furibondo della rossa e battendosi l'indice sulla tempia le disse col labiale “Quello è ammattito”.

“OOOHII! ZOOROO!! SE ORGANIZZAVI UNA FESTA DOVEVI DIRMELOO!!”

Rufy era apparso ed era entusiasta, Nami lo sentì a malapena e notò che si stava arrampicando tra gli alberi della nave saltando di qua e di là. Poi il capitano raggiunse il foro del pavimento che portava alla palestra ed entrò.

Rufy uscì due secondi dopo con un aria delusa in faccia. Scese giù triste verso una Nami ancora con i nervi a fior di pelle.

“Si sta solo allenando, niente festa..” disse dissentendo con la testa.

La rossa esplose.

A grandi passi si avvicinò alla scaletta sotto gli sguardi attoniti degli altri (ormai erano tutti lì fuori a vedere cosa stava succedendo, tutti tranne il medico, era un suono troppo forte per il suo sensibile udito).

“Sfuriata tra tre..due..uno..” Usopp commentò restando a distanza mentre Nami si arrampicava furiosamente su per la scaletta e scompariva dentro al foro della sala ginnica.

L'ondata assordante di quella musica da discoteca la travolse, chiuse gli occhi e rimase immobile a tenersi le orecchie per qualche secondo intorpidita.

Vide poi Zoro a terra a torso nudo. Stava alzando uno dei suoi manubri giganti ed era grondante di sudore.

Nami si avvicinò prepotentemente allo stereo e abbassò il volume con uno scatto.

“TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO!?!” gli urlò con i denti aguzzi.

Zoro si fermò con il manubrio a mezz'aria, gli occhi ancora chiusi dallo sforzo.

“Alza ed esci” ordinò perentorio alla rossa.

“COoSA?! SEI FUORI?! STAI DISTURBANDO TUTTI LO SAI?! SEI DIVENTATO SORDO TUTTO D'UN TRATTO?? IO FORSE SI'!! ED E' COLPA TUA!!” gli urlò lei tutto d'un fiato fuori di sé.

Zoro la guardò noncurante. “Allora alza un po' e vattene” le rispose e tornò alle sue ripetizioni. Aveva perso il conto per colpa di quella lì.

Nami se ne andò senza rimettere la musica fiondandosi giù dal buco della palestra e per poco non cadde da quella scaletta. Sanji era già scattato in avanti per afferrarla, non ce ne fu bisogno.

La rossa era imbestialita, cos'aveva che non andava quel pazzoide?! Era più matto del solito.

Stava ancora scendendo da quella dannata scala e tutti la fissavano, il cuoco con gli occhi a cuore, volevano capire che succedeva.

“E...quindi?” le fece Usopp.

“E quindi quello è ammattito!” urlò lei non rendendosi conto di aver ripetuto la frase di Sanji.

 

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Quella sera Zoro si presentò a cena ma non mangiò molto, in compenso bevve più di una spugna. Era palesemente di malumore.

Robin lo teneva d'occhio di nascosto, contava i bicchieri che lui vuotava, era arrivata a 27 e la serata non era ancora finita. Stava bevendo molto di più del solito, stava ESAGERANDO.

Ad un certo punto Sanji tolse tutte le bottiglie dalla tavola e lo spadaccino lo fissò inferocito ma rimanendo a bocca serrata.

Lei notò anche che non disse mai una parola e poco più tardi si dileguò. Robin non poteva seguirlo, sarebbe stato sospetto, già lui lo era da solo con quell'atteggiamento, però sapeva che quell'uomo le stava chiaramente dimostrando il suo disagio.

La mora si sentiva inerme, non sapeva come comportarsi e qualunque cosa avesse fatto sarebbe stato peggio poi, aveva questa convinzione che la frenava.

Quella serata terminò così. Con una Robin seduta a tavola tranquilla e sorridente, che faceva finta che andasse tutto bene.

In realtà si sentiva dannatamente in colpa, si sentiva male, fisicamente male.

 

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Capitolo 3
*** Esaurito ***


Nei giorni successivi Zoro non diede proprio il meglio di sé.

Iniziò a non far altro che rinchiudersi in palestra, a volte con della musica rock assordante e più di una volta successe che Nami e altri andassero a protestare del volume troppo alto. Zoro abbassava lo stereo senza commenti, ma non di molto guardandoli in cagnesco.

“Ah! Quello è andato! PERSO! Ruufyy!! Cercati qualcun altro che sappia maneggiare la spada!” fu il commento di Sanji un giorno.

“Si è bevuto anche il cervello!!” Ecco Nami.

“Gli avrà fatto male quell'isola..” Franky dissentiva con la testa.

“DAAII!! Tutta sta musica e quando si mangia??!” Vabbè, Rufy era irrecuperabile, non si era minimamente accorto che lo spadaccino stava sbarellando, era l'unico non preoccupato della situazione.

L'archeologa ascoltava tutti questi commenti , vedeva le loro facce allarmate.. Usopp le aveva chiesto perfino se a Zoro fosse successo qualcosa di particolare sull'isola e lei gli aveva risposto di no, che magari lo spadaccino passava solo un momento di nervosismo.

“ROBIN! Vai a parlarci TU! Io non lo sopporto più! VADO LI' E LO AMMAZZO!!” Nami le aveva urlato questo una mattina. Avrebbe voluto rispondere a Nami “Perchè proprio io?” ma ubbidì. In fondo non era mai andata su a dirgli di abbassare, toccava a lei ora.

La mora stava prendendo un po' di sole in quel momento e la musica non le dava fastidio, era singolare a dir la verità.

L'uomo che cantava tra quel fracasso diceva “Ti voglio, non m'importa nient'altro..mi manchi, non mi importa degli altri”. Che fosse.. dedicata a lei?

Robin si alzò lentamente dalla sedia a sdraio, si mise un foulard a fiori per coprirsi un po' e salì la scaletta con indifferenza, sapeva di essere osservata dalla rossa.

Quel cantante ora urlava “Io ti amo, non lo capisci?!”. In continuazione.

Lei arrivò in alto e sparì dentro a quel buco, aveva ancora gli occhiali da sole addosso e non li avrebbe tolti.

Vide Zoro in fondo alla sala circolare, seduto che alzava un bilanciere con un braccio.

Robin rimase immobile e fece apparire una mano vicino allo stereo che pigiò il tasto OFF.

Quell'improvviso silenzio fece alzare la testa allo spadaccino.

Lui la vide e fece cadere il bilanciere. Un tonfo assurdo. I vetri vibrarono e sul pavimento metallico si creò un evidente ammaccatura. Lei osservò impassibile il danno e poi tornò su di lui.

Zoro fece la stessa cosa contemporaneamente, voltò la testa fissando a terra e poi la squadrò. Rimase un attimo immobile, in silenzio. Pensò che forse Robin non era mai entrata lì e.. che era più bella del solito. Però gli uscì altro dalla bocca.

“Riaccendi quell'affare e.. va via per favore”.

Lei non disse nulla, si avvicinò, si accovacciò proprio di fronte a lui e gli accarezzò la guancia.

Era morbida, “da quanto..” penso' e cercò di limitarsi a quel breve contatto. Zoro non mosse un muscolo, solo il suo occhio, fisso su di lei, si chiuse un poco.

“Ti stai facendo del male, spadaccino. E ricorda che così lo fai pure a me.”

Robin si rialzò pensando che quel gesto doveva bastare al momento e stava già allontanandosi in fretta. Sì, lo doveva fare prima di cambiare idea.

“Non andare!” sentì.

Ma come? Lui le aveva appena detto di andar via! L'archeologa pensò che quell'uomo dovesse essere proprio al limite. Così restò ad ascoltarlo nell'incertezza, non sapeva cosa era realmente meglio fare.

Zoro sussurrò dietro di lei. Si era alzato in piedi?

“Avevi detto di tornare alla nostra vita normale, non che mi avresti cancellato del tutto dalla tua! Hai.. tagliato i capelli..perchè? Non..possiamo parlare lo stesso? Come prima? O forse di più? Gli altri capirebbero. Cioè..siamo stati giorni e giorni da soli! Sarebbe normale che avessimo legato di più.. Tu mi stai evitando. NON.. NON E'..” Ma prima che Zoro finisse quello che voleva dirle Robin finì di percorrere la sala e saltò giù sulla scaletta scendendo poi velocemente guardando in basso. Le mani le tremavano, doveva star attenta a non cadere..

Nami da giù le urlò un “BEN FATTO!” e a lei venne voglia di piangere.

Si sentiva un mostro, no, un demone, come lui l'aveva soprannominata. Come solo loro due sapevano che lui la chiamasse. Le mancava pure quello!

Per fortuna aveva gli occhiali da sole.

 

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Nami e Usopp notarono che lo spadaccino iniziava a bere anche a colazione e fecero nascondere le scorte a Sanji. Inoltre, quella testa calda stava diventando assurdamente antipatico e aggressivo soprattutto col cuoco. Anzi no, di preciso Nami era certa ormai che lo spadaccino aveva delle reazioni esagerate quando il biondo si avvicinava a Robin.

Inoltre, si era accorta che da quell'unica volta che la mora era entrata nella palestra lui non aveva più messo la musica ad altissimo volume. Diciamo che ora era sopportabile.

Ma l'episodio lampante che aveva messo la pulce nell'orecchio a Nami fu sostanzialmente questo.

In un caldo pomeriggio Sanji si era avvicinato alle due ragazze col suo solito vassoio di cocktail alla frutta ma si era rivolto all'archeologa apostrofandola “Mio dolce tesoro..♥” con cuori a seguito.

Zoro era lì a pochi metri, stranamente non rinchiuso in palestra e sembrava dormire. Beh, quel giorno non si limitò a dargli dell'idiota.

Aspettò che il biondo si allontanasse e scagliò una katana come se fosse una lancia, la quale sfiorò la sommità del capo di Sanji conficcandosi sulla parete di legno di fronte a lui. Qualche chiaro capello volò mozzato a terra.

“La prossima volta mirerò più basso, ricordalo” gli disse cupo lo spadaccino e andò via.

A Nami si gelò il sangue a quella scena e il cuoco rimase interdetto per pochi attimi, poi espolse.

“BRUTTO STRONZO! COS'E' CHE HAI AVUTO IL CORAGGIO DI FARE??! VIENI QUI CHE LA FINIAMO UNA VOLTA PER TUTTE, CoxxxONE!!”

E stava per andarlo ad acciuffare quando proprio la navigatrice lo fermò afferrandogli il braccio.

“NO!! Fermo!” Urlò Nami rendendosi conto della situazione ad alta tensione. Se non lo avesse fermato sarebbe finita col sangue sul serio quella volta.

Lo spadaccino aveva davvero qualche problema! E grave anche! Oppure..

Oppure era solo geloso. Incredibilmente geloso.

Nami, aggrappata al biondo, osservò anche la reazione di Robin. Apparentemente lei non trapelava emozioni, però fissò per qualche secondo quell'arma conficcata nel legno. Subito dopo se ne andò dalla parte opposta da dove era sparito Zoro senza guardare né lei e né Sanji, ancora vicini e visibilmente scossi.

Sembrava che non gliene fregasse nulla.

Una reazione fredda...forse troppo fredda per essere vera?

La tensione del momento stava defluendo in lei e iniziò a ragionare..

E se invece lo spadaccino stesse combattendo una guerra persa? Che fosse per caso un.. innamorato non corrisposto? Oppure entrambi provavano interesse l'uno per l'altra ma..lei si ostinava nel fingere il contrario? Perchè mai??

Ah,Ah! Nami pensò che la questione andava assolutamente approfondita.. ma bisognava evitare spargimenti di sangue, ovvio!

Nami si accorse che il cuoco la stava fissando molto vicino alla sua faccia, non era più adirato anzi aveva uno sguardo estasiato. Ma che razza di idee si era messo in testa?! Lo spinse via e tornò al suo lettino.

 

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Lei non aveva progettato di evitarlo, le era venuto così in modo involontario. Forse era solo una sua forma di difesa e non le aveva dato troppo peso, egoisticamente parlando.

Però ora pensando a Zoro che beveva dal primo mattino, a quell'episodio con Sanji due giorni prima e al fatto che ormai era isolato da tutti, Robin stava realmente male per lui.

Si era resa conto di aver sbagliato. Era stata troppo crudele nei suoi confronti e di nuovo, anche non volendo.

Il fatto era che aveva cercato di tutelare lui ma soprattutto sé stessa.

Già quella carezza che gli aveva fatto pochi giorni prima l'aveva scossa, l'aveva fatta star male dopo.. perché non avrebbe voluto smettere. Avrebbe voluto ancora e sempre quel contatto. Aveva ricordato quanto bello era stare con lui in quel modo.

La dura realtà era che tutti e due stavano impazzendo in quella situazione ma lei era molto più brava a nasconderlo. Era stata davvero stupida nel pensare che potesse essere addirittura divertente. Lei si era chiusa a lui e non era giusto.

“..NON E'..” Sì.. lui stava per dire proprio quello in palestra! La stessa cosa che lei aveva pensato ora. Zoro aveva ragione, ancora una volta. Non era giusto.

Robin si tolse gli occhiali da sole e appoggiò il viso tra le mani. Era in biblioteca, appena tornata dalla stanza di Chopper che aveva voluto aggiornarla sulle ultime sue scoperte riguardo l'unguento dei selvaggi. Un mix di erbe e secrezioni di animali. Davvero entusiasmante.. La renna era su di giri.

L'archeologa era seduta sul suo posto preferito, la luce lì era perfetta per leggere. Si massaggiò le tempie e poi prese in mano il libro che ormai da più di una settimana cercava di studiare. Si stava documentando più possibile per risolvere quell'enigma anche se al momento non aveva trovato quel libro proprio d'aiuto.

Quante volte aveva riletto le stesse righe? Era troppo distratta! Si sentiva esaurita.

Sospirò e sollevò il libro che si aprì a metà rivelando un pezzo di carta al suo interno.

Robin rimase allibita. Prese quel foglietto sollevandolo a mezz'aria.

In quella piccola cartina c'era scritto “Vediamoci stanotte, sono di turno.” e poi c'erano due kanji che lei riconobbe subito perché Zoro li aveva scritti sulla sabbia, per lei.

Sorrise.

Da soli così non avevano senso, ma lei sapeva che significavano “Ti amo, demone”.

 

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Capitolo 4
*** Mostro ***


Robin guardava la pioggia cadere dalla finestra. Le era sempre piaciuta la pioggia.

Cadeva debole al momento ma i lampi in fondo non promettevano niente di buono.

Che ora era? Nami dormiva tranquillamente, il suo respiro era profondo, insieme a quei deboli tuoni in lontananza creavano davvero un sottofondo rilassante.

Le due, la sveglia segnava quell'ora. Lo spadaccino doveva essere sopra l'albero maestro e forse credeva che dato il tempo l'archeologa non sarebbe arrivata.

 

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Zoro era convinto di essere perseguitato da una dannata sfiga.

Pioveva, sempre di più. Robin non sarebbe venuta.

I lampi squarciavano il cielo. Lo spadaccino pensò che potevano andare a farsi fottere pure loro. Era seduto sulla sua postazione ed entro pochi minuti sarebbe stato fradicio.

Poi sentì dei passi. Comparve lei con un ombrello e si accucciò vicino a lui riparandolo.

“Ti prenderai qualcosa..sei troppo sconsiderato con te stesso”.

Lui la fissò un attimo e poi sorrise, dopo tanto tempo.

“Sei venuta!” gli disse compiaciuto. “Se vuoi possiamo spostarci in palestra almeno saremo all'asciutto e potrò comunque controllare la situazione da lì..”.

Zoro stava per caso provando a stare più.. in intimità con lei? Può darsi..

“Sono venuta a portarti l'ombrello e a dirti di stare più, diciamo, tranquillo. Credo che tu abbia sbagliato con Sanji l'altro giorno, sono sincera, hai esagerato. E lo so, ti sto evitando ma credimi non lo faccio intenzionalmente, cercherò di essere più naturale, ok?.. Buon lavoro samurai.”

Zoro aveva ascoltato l'archeologa dire questa fila di parole tutte insieme una dietro l'altra senza lasciarlo replicare. Lei gli aveva messo in mano l'ombrello stringendogli un poco la mano tra le sue e subito dopo lui cosa vide? Una cosa che lo lasciò stupito ed infastidito.

Quella che lui aveva creduto fosse Robin esplose in mille petali rosa lasciandolo lì come un idiota.

Cioè.. era una maledettissima copia?! ..

Zoro non riuscì a controllare la sua reazione. Gettò quell'ombrello giù dall'albero maestro, si udì uno schianto terribile. Sicuramente aveva svegliato qualcuno laggiù ma non gliene fregava nulla.

Era nero.

Tranquillo?! No, affatto! Non sarebbe più rimasto buono! Non era di certo il suo cagnolino! Avrebbe fatto capire a quella donna che non ne poteva più con le buone o con le cattive.. dopo quel giochetto poi! No, non gli era piaciuto PER NIENTE!

 

 

L'occhio sull'albero maestro creato da Robin sparì. Lo spadaccino non se n'era accorto ma lei aveva osservato la sua reazione e aveva capito che quell'uomo era furioso con lei ora. Aveva sbagliato di nuovo?

L'unica cosa certa era che non sapeva cosa fare per tranquillizzarlo.. Di sicuro non poteva palesare la loro relazione!

Presto Zoro sarebbe scoppiato, rischiando magari di fare qualche errore madornale..

Robin si mise a letto cercando di prender sonno e dicendosi che l'indomani avrebbe cercato di risolvere la situazione.. in qualche modo.

 

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Dopo poche ore l'archeologa venne svegliata da un movimento brusco della nave. Lei e Nami per poco non caddero dai loro letti. Zoro lì fuori urlava qualcosa.

“Vice” ?.. “Vortice” forse..e poi urlava il nome della navigatrice. La rossa lo sentì e corse fuori ancora in pigiama (un bel pigiama con i gattini blu, pensò Robin).

L'archeologa la seguì a ruota allacciandosi velocemente una leggera vestaglia bianca.

Il pavimento ondeggiava sotto i loro piedi, non era facile correre.

Fuori era ancora buio, diluviava e la nave iniziava a rollare paurosamente.

Robin vide che anche gli altri erano usciti fuori così com'erano e si tenevano a qualcosa per non cadere. Cercavano di capire che cosa stesse succedendo, Usopp e Chopper erano atterriti.

Zoro più avanti indicava a prua, in mare.

Nami corse subito al timone impartendo ordini di rotta e Robin non potè far altro che tenersi all'albero maestro e guardare l'enorme gorgo a poco più di un centinaio di metri da loro.

Era notte, pioveva ma si capiva, quello non era un normale vortice.. era una bocca gigantesca di un qualche mostro marino e loro ci stavano proprio finendo dentro. Le enormi fauci sbucavano dall'acqua, il gigante stava per inghiottirli.

I compagni correvano di qua e di là agitati cercando di seguire le indicazioni della navigatrice ma la nave si inclinava e sbandava rendendo il tutto quasi impossibile.

Ormai erano a pochi metri da quell'enorme bocca.

Robin d'istinto scattò e iniziò ad arrampicarsi sopra l'albero maestro. Doveva arrivare in cima , il prima possibile. Solo Chopper si accorse di cosa lei stesse facendo e urlò “Roobiin!! DOVE VAI??!” La nave stava ormai cadendo dentro, nel vuoto di quel mastodontico buco d'acqua.

Robin arrivò sulla piccola postazione in alto e legò la cintura della sua vestaglia ad una corda dell'albero per non cadere e incrociò le braccia. Due enormi ali di braccia apparvero ai lati della Thousand Sunny e questa si librò in volo.

“Graandee!!!” Le urlò la rossa da sotto.

La nave prese quota e dal vortice sotto di loro si levò un urlo animalesco di rabbia. Quel mostro marino non era affatto felice che il boccone gli stesse sfuggendo.

“Attenzione!!” gridò pochi attimi dopo Franky indicando a poppa. Dietro di loro infatti stava lentamente emergendo quella che sembrava un enorme coda uncinata. Era incredibilmente grande. All'improvviso l'enorme uncino divenne rossastro e dopo poco scagliò contro di loro qualcosa.

Erano degli aghi spropositati, grandi come delle lance.

Una sfiorò l'albero maestro dove c'era Robin, altre tre danneggiarono la nave mancando di poco Brook e Usopp. Lo scheletro commentò che non era un problema tanto lui era già morto e il nasone si fece il segno della croce e svenne.

“Maledetto bestione!!” Urlò Rufy e allungandosi tirò un pugno a quell'enorme coda.

Questa, prima sembrò cadere all'indietro spinta dalla forza del colpo ma poi caracollò in avanti puntando su di loro.

“Arrivaa!!” Avvisò Sanji subito dopo e tutti fissarono quell'enorme coda avvicinarsi, temendo il peggio. Il biondo stava incredibilmente cercando di andargli incontro, voleva forse intercettarla?!

“Naamii!! Usiamo il Coup??!” Sbraitò Franky ma la rossa non lo sentì, quell'urlo venne coperto da un tuono potente.

Robin, lì in alto, stava ancora controllando le ali cercando di far allontanare la nave il più possibile ma il vento la contrastava parecchio. Stava portando al limite il suo potere, non avrebbe resistito ancora per molto.

La coda, in caduta su di loro, divenne di nuovo rossa e tutti corsero al riparo sapendo cosa stava per accadere. Robin era di schiena ed era troppo occupata per accorgersene.

“Roobin!! GIUU'!!” Le urlò la rossa mentre l'uncino sputava altri enormi aghi.

Ma in un lampo apparve Zoro alle spalle della mora.

Con un fendente spazzò via le tre lance che altrimenti avrebbero colpito la donna e la nave.

Nami, che vide la scena, si chiese come avesse fatto quello spadaccino ad arrampicarsi così velocemente lì sopra..magari si stava già arrampicando da prima e lei non se n'era accorta! Nel frattempo anche gli altri avevano notato lo scampato pericolo anche se non avevano ben capito cosa fosse successo. La coda però non si era fermata. Incombeva su di loro.

“HAI ROTTO LE PALLE!!” Urlò Zoro, così guardarono tutti in alto, e lui sferzò un colpo impressionante con le katane che fece esplodere letteralmente quell'immenso codone. Finalmente lo spadaccino aveva avuto l'occasione di sfogarsi un po'.

Sanji da sotto lo guardò allibito e seccato, lo aveva battuto sul tempo.

Si creò una potente onda d'urto e la nave si impennò. Le ali create da Robin scomparvero, la vestaglia si slacciò e lei iniziò a cadere all'indietro. Zoro la afferrò e la tirò a sé cercando di tenersi all'albero maestro. Finirono seduti l'una stretta all'altro e per poco non caddero di sotto. Gli altri giù avevano fatto la stessa fine, rotolati o caduti a terra, sorpresi dall'improvviso e brusco spostamento della nave.

Erano ancora in volo quando lui le urlò “Tutto ok?!” guardandola con la coda dell'occhio. Lei annuì ma si sentiva esausta e lui lo percepì chiaramente.

“Hai fatto un buon lavoro, strega!”.

Robin non potè non fare un debole sorriso.

Ad un tratto la nave piombò in acqua violentemente e Zoro la strinse di più. Lei si aggrappò a lui d'istinto.

Quando la nave si stabilizzò lei lo fissò negli occhi seria. “Vai giù ora..e grazie” gli mormorò.

Lo spadaccino si staccò da lei e si accorse che la mora era fradicia come lui del resto e che quella vestaglia era diventata praticamente trasparente.

“Non vorrai mica scendere così?.. Anzi, non alzarti neppure!”

Cos'era, un ordine? Robin si guardò e si coprì il seno con un leggero imbarazzo.

“Dirò a Nami di portarmi qualcosa..”

Con un “Mm!” Zoro si accinse a scendere la scaletta. Robin lo percepì, quell'uomo era ancora arrabbiato con lei.

Lo spadaccino scese con gli occhi di tutti puntati addosso.

“Zoroo!! Ma che roba era QUELLA??!” Rufy era entusiasta.

“Aah! E' così FORTEE!! VAII ZOROO!!” Chopper era il suo ammiratore numero uno.

“E' stato.. incredibile! Mai vista una cosa del genere... SUUPEEER!” Franky era nella sua posa plastica mentre Brook commentava che gli erano usciti gli occhi dalle orbite a vedere quel colpo ma tanto non aveva importanza perchè lui gli occhi non li aveva.

Usopp invece era ancora nel mondo dei sogni.

Sanji, a poppa, fissava il punto dove prima c'era il gorgo con un sopracciglio alzato. Era stupito ma non voleva farlo vedere. Lì non c'era più nulla, tutto sparito, il mostro si era dileguato o era morto, chi lo sa!

L'unica non stupita era Nami, non perchè quella mossa non l'avesse colpita, ma perchè stava rimuginando su ciò che aveva visto.

Non era la prima volta che Zoro accorreva in aiuto dell'archeologa no.. ma questa volta, lei non sapeva spiegarlo, le era sembrato diverso, gli occhi di quell'uomo.. non ci aveva mai fatto caso forse.. erano furiosi, intensi.

La rossa allargò un sorriso furbo. Sarebbe andata a fondo su quella vicenda.. lui nascondeva qualcosa, ne era quasi certa.

“Namii!” Era lei che la chiamava, Robin!. Vedeva solo la sua testa lì in alto. “Portami un asciugamano grande per favore! Sono impossibilitata a.. scendere!”

La navigatrice rimase un po' interdetta ma le urlò un “Ok!”. Poi andò a prendere un asciugamano e salì dalla mora.

Capì subito il perchè di quella richiesta e le venne in mente Zoro, lassù con lei poco prima.

Lui di sicuro l'aveva vista in quello stato ed era sceso non sembrando minimamente turbato, né imbarazzato. Cioè! Robin era praticamente nuda! Si vedeva TUTTO! E lui, conoscendolo, si sarebbe fiondato giù da quell'albero con un salto pur di evitare una situazione del genere! Si dava sempre arie da uomo d'onore, eccetera..!

L'unica spiegazione poteva essere che.. lui, Robin così svestita, beh, beh.. l' avesse già vista!

Erano stati una decina di giorni circa insieme..chissà che cosa era realmente accaduto! Non la raccontavano giusta! Per nulla!

La testa di Nami frullava mentre vedeva Robin coprirsi e tentare un po' di asciugarsi con la solita aria indifferente.

 

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Capitolo 5
*** Appuntamento ***


“Non vorrai mica scendere così?..Anzi, non alzarti neppure!”.

Robin ricordava che Zoro le aveva detto quelle parole quasi come un rimprovero, come se fosse colpa sua! La verità era che sapeva che lui era in collera con lei e la mora questo non lo tollerava.

Era tornata a letto dopo una doccia calda e lui era ancora lì fuori sotto quel diluvio.

Le sembrava di essere tornata ai giorni dell'arrivo all'isola dei selvaggi quando Zoro sembrava non sopportarla. Non riuscì più a dormire, stette semplicemente per un po' di ore a letto riposando le membra e all'alba si tirò su in piedi, si vestì e andò dritta a bere una tazza di caffè.

Fuori non pioveva più ma il tempo non era dei migliori. Era sola in quella cucina e c'era ancora un piacevole silenzio.

Incrociò le braccia. Fece sbocciare un occhio sul parapetto a prua.

Zoro, seduto, sembrava sveglio, ma non ne era sicura. Di certo quella nottata era stata dura.

Preparò il caffè, almeno quello in cucina lo sapeva fare! D'altronde voleva occuparsi di tutto sempre Sanji.. lei e Nami erano fortunate, lui le viziava proprio, doveva ammetterlo! E guai a chi toccava la sua cucina! A lei era stato dato un permesso speciale solo per farsi il caffè..!

Quando fu pronto se ne versò una tazza e poi ne preparò un altra su un piattino dove mise anche qualche biscotto trovato curiosando nella dispensa.

Aprì piano la porta della cucina e spiò fuori. No, non c'era proprio nessuno.

Fece apparire una fila di mani che pian piano, in silenzio, si passarono il piattino portandolo in direzione dello spadaccino a prua.

Doveva fare attenzione a non fare un disastro.. Ci mise un po'.

 

..

“Sei.. sveglio?”

Zoro trasalì e aprì di più l'occhio. No, non si sentiva proprio sveglio.

Vide una bocca a terra, era un altro trucchetto di quella donna.

“NO.” rispose secco.

“La vuoi una tazza di caffè?.. Mancano poche ore alla fine del tuo turno, ce la puoi fare” disse ancora la bocca con un sorriso e lui vide che qualcosa si muoveva alla sua destra.

Girò la testa. Delle mani che sbucavano dal pavimento di legno gli stavano porgendo qualcosa. Una tazza di caffè con dei biscotti?!

Accennò un sorriso stupito, forse quella donna si stava rendendo conto?

Lo spadaccino prese il piattino e tuffò in bocca un biscotto.

“Forse preferivi del sakè..ma non è l'ideale di prima mattina..” continuarono le labbra sul pavimento.

“Non ascolterò di certo la predica di una bocca parlante” rispose lui a bocca piena. Era ancora seccato ma meno di cattivo umore. “Dovrai venire di persona a dirmelo, demone!”.

“Il demone è d'accordo” disse la bocca “ed è di turno stanotte. Se a Grande Tigre va bene ci si potrebbe trovare su in palestra, ovviamente mostri notturni permettendo..”.

A Zoro quasi andò di traverso quel caffè.

Quella ' che era una buona notizia!

“Vedremo..” Rispose distaccato dopo un colpo di tosse, ma non fu convincente.

“Mfu! Fuh!” ridacchiarono le labbra e poi sparirono in petali rosa.

Zoro pensò che finalmente quella sarebbe stata un ottima giornata. L'avrebbe passata dormendo, mangiando, bevendo e aspettando la prossima notte.

 

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“Il bell'addormentato si è svegliaato, finalmente!”

Sanji lo prendeva per il culo. Niente di nuovo.

“Dammi qualcosa da mangiare, cretino” gli rispose lui seduto in cucina ancora mezzo intorpidito.

Zoro non aveva neppure l'idea di che ora fosse, sapeva solo che il sole stava per andarsene. Lo stava controllando dalla finestra, sì, fra poco sarebbe tramontato.

“Non c'è proprio NULLA di pronto, carino! Sto iniziando ORA a preparare qualcosa per cena, quindi smamma!” ribattè acido il cuoco, troppo indaffarato per girarsi.

“Okkei okkei.. allora quando è pronto fa un fischio! Ah!Ah! Buon lavoro!”. Detto questo Zoro si alzò e uscì dalla cucina ancora malfermo sulle gambe e sbadigliando sonoramente.

Sanji girò solo la testa in sua direzione continuando a rigirare il riso. Il biondo aveva gli occhi fuori dalle orbite. Che quello fosse realmente lo spadaccino?! Se era lui era assurdamente più squilibrato del solito.. Cos'era ora? Di BUON UMORE?? E perchè MAI?!

Il cuoco non voleva saperlo, non gliene fregava nulla delle turbe psichiche di quel pazzo, la cosa importante era che non gli rompesse le scatole.

 

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Due ore dopo erano tutti a tavola e Nami se ne accorse subito, anche perchè ormai la sua attenzione era tutta per i due ex naufraghi..

Zoro era raggiante.

Che cosa poteva esser successo?! Stava di nuovo mangiando parecchio (gli era tornato l'appetito?! pure!?), bevendo come una spugna (come sempre).. ma la cosa strana era che non la finiva di avere quel sorriso stampato sulla faccia!

Non era l'unica che se n'era accorta visti gli ultimi dieci giorni di chiaro e forte malumore che lui aveva avuto, Usopp infatti le sussurrò: “Gli sarà passata?!..”

La rossa guardò Robin che si era seduta quasi vicino a lui. In mezzo a loro c'era Chopper che stava informando lo spadaccino delle sue ultime scoperte riguardo quei vermi bianchi dell'isola..Bleach!! Che schifo! Lei non voleva nemmeno pensarci! Zoro seguiva il discorso della renna leggermente sorpreso e con un perenne sorriso.

Robin durante la giornata non aveva fatto nulla di insolito, non che la rossa avesse notato, però era una furbona questo era certo e sì, nascondeva qualcosa, lei lo sentiva.. Non contando poi la sua particolare abilità! Poteva benissimo inventarsi chissà che cosa con quel potere..

Nami sapeva solo che la mora aveva fatto un lungo bagno prima di cena, si era preparata con cura e aveva scelto un vestito molto carino per quella sera. Era blu oltremare, il colore dei suoi occhi. Ah,sì! Era di turno quella notte! Vabbeh, questo non centrava nulla.. e poi Robin faceva il bagno tutti i giorni. BOH! A dire il vero non degnava neppure di uno sguardo lo spadaccino durante quella serata!

Anzi.. osservandola bene sembrava proprio che EVITASSE ogni suo sguardo.

Oh!Oh! Nami pensò che questo SI' che era sospetto..

Ed eccola lì di nuovo! Lui aveva parlato con Chopper e poi aveva alzato lo sguardo verso di lei e Robin aveva guardato da un altra parte sorridendo con la sua solita aria sufficiente.

Altro che navigatrice! Poteva fare la psicologa eh?!

Sì, Nami sentiva di essere sulla pista giusta. Doveva solo monitorare la situazione..e avrebbero fatto un passo falso prima o poi!

“Nami?! Tesoro, mangi ancora?..♥”

Quel dannato cuoco! Sempre a disturbare!

“Sì, ora finisco!” Gli rispose lei troppo di malo modo mettendosi poi una forchettata in bocca.

“Ehi cuoco! Non vedi che è finito il vino?! Devo andare io a prenderlo?!” Zoro se n'era accorto subito.

“Dai dai! Sanji prendine ancora, solo per stasera!” incalzò Rufy, come sempre in vena di far festa. Il biondo pareva seccato ora.

“Ti aiuto!” Robin con queste due parole si alzò dal suo posto e Nami notò prima la reazione di Sanji estasiato con gli occhi a cuore, poi quella di Zoro. Lui seguiva i movimenti dell'archeologa con aria vagamente circospetta continuando a mangiare.

Dopo pochi minuti i due tornarono con tre bottiglie e il biondo ringraziò Robin che non lo badò di striscio andandosi a sedere al suo posto.

Durante il resto della serata Nami non colse altri particolari interessanti e quando decisero che era ora di andare a dormire lei era davvero stanca, inoltre aveva bevuto un po' troppo anche lei.

Robin era già andata nella sua postazione di guardia e lei aveva tutta la camera per sé.

Eh sì, si sarebbe fatta una bella dormita! E al diavolo i possibili “intrighi amorosi”, ci avrebbe pensato l'indomani!

 

-----

 

Per fortuna che per tutto il giorno aveva riposato! Dopo una mangiata del genere di sicuro Zoro non sarebbe riuscito a far finta di dormire! Sarebbe crollato e stop!

In camera i ragazzi fecero un altro po' di baccano e poi si addormentarono, alcuni come Rufy, che ci avevano dato dentro con l'alcol, stramazzarono proprio.

Lo spadaccino aspettò un ora o forse più e poi in silenzio si alzò e uscì dallo stanzone dei ragazzi. Erano le due circa.

Si diresse alla scaletta che dava alla palestra guardandosi attorno e sentendosi un ladro.

Si arrampicò e quando fu dentro sospirò sollevato. Non accese le luci della stanza circolare, era una notte tersa, la luce della luna sarebbe dovuta bastare.

Guardò fuori dalla finestrella che dava a prua, Robin doveva essere da qualche parte, non la vedeva..

 

“Buonasera samurai”.

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Capitolo 6
*** Finalmente noi ***


“Buonasera samurai”.

Zoro si girò un po' sorpreso. Allargò un sorriso.

Robin, in piedi vicino all'entrata con la scaletta, reggeva in mano una bottiglia in una posa elegante. Era sakè e da quello che riusciva a scorgere, uno dei suoi preferiti. Si disse che questo non era niente male come inizio serata.

“Sei realmente.. tu ?” Le chiese un po' sospettoso, visto il passato trucchetto della copia..

“Beh, la bottiglia è vera per forza.. per il resto devi venire a controllare” disse lei maliziosa.

Zoro le si avvicinò lentamente con l'aria di chi non aspettava altro.

Si fermò ad un passo dall'archeologa. Le mise una mano tra i capelli, le accarezzò il viso e poi le tirò piano una piccola ciocca corvina.

“Ahi!” Fece lei sorpresa ma divertita.

“Mm..sembri tu, strega” le disse guardandola negli occhi.

“Certo che sono io” fece lei sorridendo.

Al diavolo! Non resisteva più! Aveva atteso troppo per quel momento. C'era una marea di cose che Zoro voleva dirle ma il suo corpo fu più veloce della sua mente, la baciò.

E continuò per un tempo che parve infinito, d'altronde lei rispondeva con trasporto, perchè fermarsi? ..Pensava: “Lo sai quanto mi sei mancata?..Il mio demone...Questo profumo, mi fa impazzire!..E' passato troppo tempo dall'ultima volta che siamo stati così..”.

Ma non le disse nulla. Fu lei che ad un certo punto si fermò e con un sospiro pronunciò un “Mi mancavi tanto..”.

In risposta Zoro la prese in braccio e la portò in un punto della palestra dove c'erano dei tappetini sedendosi poi sopra con lei.

“La vuoi bere ora?” gli fece lui accennando alla bottiglia che lei reggeva.

Robin la posò a terra dissentendo con la testa e affermando che era per lui e di nasconderla.

“Ora ho capito perchè sei andata con quel rincitrullito a prender da bere! Hai sgraffignato quella, eh?”.

“Non solo,” le rispose lei con un sorriso furbo e cingendogli il collo con le braccia, “ho fatto di meglio..ora so la combinazione della serratura del magazzino dove tiene le bevande”.

Lo spadaccino si fece una risata e Robin gli chiuse dolcemente la bocca con un dito. Dovevano evitare di far rumore anche se erano lassù.

“Stasera non farai il tuo dovere mi sa..” le sussurrò lui ad una spanna dal suo viso. “Cioè..io non te lo lascerò fare”. E finendo questa frase lo spadaccino la spinse giù distesa sul tappetino. Era sopra di lei ora.

“In realtà ho lasciato qualche vedetta per sicurezza ma..se mi distraggo, o meglio, se mi distrai, faccio fatica a..mantenerle. Comunque, caro samurai, terrò d'occhio la situazione, non preoccuparti..”

“Ah, sì? Ne sei convinta?” disse lui avvicinandosi e iniziando a baciarle il collo, “Vedremo se ci riuscirai..”. La stava sfidando.

La mora sorrise e chiuse gli occhi.

Zoro si sentì stringere in un abbraccio e pensò che sicuramente quella donna non sarebbe riuscita nelle sue buone intenzioni perchè quella notte lui avrebbe dato a lei il meglio di sé. Era da troppo che non stavano così e lui non vedeva l'ora di toglierle quel vestito.

La stava baciando tutta e contemporaneamente stava cercando di capire come sfilarlo senza fare danni. Ogni tanto la mora sussultava leggermente.

“Aspetta..” gli disse lei cogliendo la sua difficoltà. Robin fece apparire delle mani che la alzarono un poco e sfilarono via il vestito in un batter d'occhio.

“Diavolo! Questo sì che è utile! Maa che..” Ma la frase di Zoro rimase a metà. Però nella sua testa la terminò..

”..cos'è questa roba?! Vuole farmi andare VIA DI TESTA?!”. Rimase immobile per qualche istante sbattendo l'occhio spalancato.

Robin si accorse subito della reazione di lui e gli chiese divertita se gli piaceva.

La mora indossava un completo intimo nero, di pizzo, tutto finemente traforato. Zoro pensò che era una favola ma si scosse e gli uscì un meccanico “Beh..Direi. Proprio. Di. Sì.” e la mora soffocò una risata.

Quando erano all'isola Robin aveva sempre indossato cose semplicissime e i vestiti dati dai selvaggi lui li aveva pure strappati! Era piacevolmente sorpreso da quella visione e di certo quello non l'avrebbe fatto a pezzi.. anche se l'idea comunque lo stuzzicava.

“Ok demone, uno a zero per te..ma è solo l'inizio” sentenziò ironico.

Continuò da dove si era fermato. La luce della luna, che entrava dalla finestrella, si rifletteva sulla pelle di quella splendida donna, decise che l'avrebbe seguita. Baciandola e scendendo sempre più giù, si stupì di nuovo della morbidezza e del profumo di quella pelle.

Quando arrivò proprio lì, sotto a quel perfetto ombelico, si chiese se era il caso. La guardò, lei teneva gli occhi chiusi e respirava con la bocca.

Al diavolo! L'avrebbe fatto e basta! Le sfilò via delicatamente quell'indumento intimo facendolo volare via e lei sbuffò divertita chiudendo le gambe e guardandolo in attesa.

L'espressione di Robin era palese, si stava chiedendo che intenzioni lui avesse.

“Stai ancora controllando la situazione, archeologa?” le disse e le baciò un ginocchio.

“Sì..e no” Quella voce era incerta.

Zoro ammiccò alzando un sopracciglio e le prese le gambe. Iniziò a baciargliele facendole capire, scendendo lentamente, quale sarebbe stata la sua meta. Colse l'espressione concentrata di lei, era di nuovo ad occhi chiusi e si mordeva un labbro con mezzo sorriso.

Quando lo spadaccino arrivò quasi a destinazione sentì Robin iniziare a respirare più forte.

La tirò verso di sé e non pensò più a niente, seguì solo il suo istinto e come lei gli rispondeva.

I suoi respiri, i suoi gemiti e le carezze di lei.. Ad un certo punto Zoro si sentì proprio afferrare dalla mora, sulle spalle, sulla testa.. Gli piaceva da morire quella cosa che le stava facendo perdere il controllo. Ma non la voleva accontentare, non ancora.

Risalì mordendole piano di qua e di là e le sussurrò un “Sfilalo via” riferendosi a quel reggiseno troppo complicato per lui.

Lei sganciò subito il pezzo sopra infilando le mani dietro la schiena e lasciando fare il resto a lui. Ovvio che volò via anche quel pezzo finendo in un angolo buio della palestra.

Lo spadaccino si dedicò anche a quella bellissima parte finora trascurata e lei in primo momento ansimò continuando ad accarezzare ogni muscolo della sua poderosa schiena, poi fece qualcosa che lo spiazzò piacevolmente.

Zoro sentì che qualcosa stava slacciando i suoi pantaloncini. Pensò di essere realmente fortunato ad avere una donna così particolare. La lasciò fare e lei non si limitò solo a togliere quegli indumenti.. lo accarezzò e lo strinse un poco e le cose per lui si fecero più difficoltose da gestire. Cercò di andare avanti a baciarla ma si trovò presto al limite.

Ad un tratto Robin pronunciò il suo nome, quelle mani lì sotto sparirono e lo tirò a sé. La mora lo baciò con impeto facendogli capire che voleva di più.

Zoro la accontentò trepidante.

Non fu facile trattenersi nel far rumore né per lui né per lei e quando finirono si ritrovarono a ridacchiare sommessamente. Erano madidi di sudore, lui sopra di lei, e ancora stavano appiccicati a baciarsi.

“Hai vinto” gli disse lei respirando ancora a fatica. Non controllava giù da un pezzo ormai.

“No, hai vinto tu” le disse lui, “perchè ti amo troppo”.

Lei si fermò a scrutarlo a pochi centimetri dal suo viso. “Davvero?..” gli chiese spalancando un po' gli occhi. Lui annuì debolmente con la testa, era come se stesse ammettendo un amara verità. Poi se ne accorse, la guardò strano..

“Perchè..piangi?” Che reazione era mai quella?! Zoro era confuso.

Lei dissentì con il capo e gli prese il viso tra le mani.“Boh..” disse piano sorridendo.

“Ho fatto qualcosa che..” Iniziò a dire lui ma Robin gli parlò sopra.

“Sono felice e basta, credimi”. Un altro lacrimone scivolò dal suo viso e lui ci appoggiò le labbra sopra prontamente leccando via quell'acqua salata.

La prima volta che l'aveva incontrata non avrebbe mai pensato che lei potesse essere così..sensibile, tenera.

“Smettila..” le disse piano all'orecchio, “..altrimenti mi costringi a ricominciare”.

“Mfu! Fuh! Bella come scusa, samurai!”

“Vedi? Già funziona!”. Con queste parole Zoro ricominciò a baciarle il collo, era troppo irresistibile per lui.. Così passarono ancora un po' di tempo a fare l'amore.

 

-----

 

“E' già quasi l'alba?!” disse Robin ad un tratto. Zoro aprì piano l'occhio.

Dalla finestrella filtrava una luce più forte. La mora controllò con la sua abilità la situazione sulla nave, nessun movimento strano, all'orizzonte niente di nuovo e sì, fra poco avrebbe albeggiato.

“Tutto ok, strega? Hai tutto sotto controllo adesso?” Zoro era appiccicato a lei, erano distesi di lato, l'uno di fronte all'altra. Pareva divertito e molto assonnato ora. Forse perchè lei aveva passato l'ultimo quarto d'ora accarezzandogli i capelli e a giocherellare con i suoi tre orecchini?

“Niente di strano sembra..di certo il mio lavoro non l'ho fatto bene stanotte”

“Colpa mia” fece lui stringendola “..credi sia meglio che vada?”

“Sarebbe prudente, sì..” L'archeologa sperava che non finisse affatto quel momento.

“Mm. Hai ragione. Allora vado” disse lui. Ma Zoro rimase lì fermo senza muovere un muscolo e lei non fece nulla che godersi quegli ultimi attimi con lui.

 

Quando Zoro si decise ad alzarsi la sala era ancora più illuminata.

Si alzò anche lei e si vestirono in fretta guardandosi di soppiatto. Robin pensò che fosse meglio che scendesse lei per prima, si salutarono con un bacio e lui le disse di non tagliarsi più i capelli.

“Usopp me li ha tagliati solo di poco!” protestò piano lei scendendo già la scaletta.

“Gli affetterò il naso allora!” Scherzò lui.

“Ci vediamo oggi! Quando sono giù ti faccio sapere se è tutto ok! Se dormono tutti!”

“Cioè..che intendi fare?? Non vorrai mica spiare dentro la camera dei ragazzi!?” le sussurrò lui mettendo la testa dentro al varco sul pavimento. Robin scendeva, non si era fermata e sbuffava una risata.

“No, tranquillo..guardo in giro e dentro la camera dove c'è Nami..”.

Robin vide solo il viso dello spadaccino annuire, poi sparire dentro e in fretta raggiunse la sua postazione.

Mancava davvero poco al sorgere del sole, quanto tempo avevano passato insieme? Tre, quattro ore? Erano volate! Un peccato..

Robin ricontrollò tutto. Nessuno in giro, nessun rumore vicino alle camere..dovevano dormire ancora tutti. Nami era nel suo letto.. Perfetto!

Pensò al petto muscoloso dello spadaccino e fece apparire una bocca proprio lì. Zoro, lassù, fece un colpo.

“Via libera spadaccino, se non mi senti vuol dire che puoi proseguire senza problemi, fai piano, buon riposo!”.

“Mm. Notte..” pronunciò lui non proprio sicuro che lei potesse sentire.

Con un sonoro schiocco la bocca sparì. Prima di andarsene quelle labbra si erano strette in un bacio esplodendo poi in petali rosa.

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Capitolo 7
*** Sospetto ***


“Roobiin?? Iuuhu??!..”

Era la terza volta che la navigatrice chiamava quella donna e lei pareva in un altro mondo.

“Si?! Dicevi, Nami?..” Si scosse finalmente e la guardò.

Ora aveva la sua attenzione. Nami pensò che le cose potevano essere solo due. O quel libro era troppo interessante o lei stava decisamente pensando a qualcosa che aveva la capacità di distoglierla dalla realtà.

Robin aveva appoggiato il libro sulle gambe e la fissava in attesa.

“Dicevo.. i log pose hanno individuato un isola interessante, volevo informarti che Rufy ha deciso che quella sarà la nostra prossima meta e pare non sia distante, pochi giorni di navigazione..”.

“Mm..bene” Fu il suo commento e riprese in mano subito il suo libro isolandosi di nuovo da tutto.

Ok, Robin si era svegliata da poco più di un ora, aveva bevuto il suo solito caffè e d'accordo, aveva fatto il turno di notte quindi era normale che fosse un po' stralunata...ma a Nami pareva davvero troppo con la testa fra le nuvole! E ora che la scrutava meglio sembrava di buon umore, cioè aveva un vago sorrisetto dietro quel libro..BOH!

“Speriamo di trovare dell'oro! Non è che siamo proprio ricchi al momento!” continuò la rossa, poi volle vedere se l'archeologa la stava ascoltando..”E..magari lì c'è una bella S.P.A.! Oppure una grande biblioteca! Si potrebbe indagare meglio su quell'enigma...che diceva?”.

Zero, nessuna risposta. Robin rimase sulla sdraio immobile con davanti alla faccia il suo libro..

Aspetta, aspetta!! Ma ..che diavolo stava succedendo?!!

Questa era proprio bella! Ma bella da far paura però! Robin teneva quel libro STORTO!

Era surreale...troppo illogico, non da lei! Perchè mai stava in quello stato?! Che era successo?? Forse qualcosa in quella notte appena trascorsa?

Nami non le disse nulla, si alzò e andò a controllare la rotta decidendo che avrebbe tenuto di più sott'occhio la mora. Tutto ciò era preoccupante.

Dopo pochi minuti la navigatrice era al secondo piano della nave quando sentì Usopp parlottare con Rufy e Sanji di sotto, appena usciti dalla stanza dei ragazzi.

“Che sia diventato sensibile all'alcol? Dopo l'isola chissà.. è incredibile come riesca a dormire ancora!”

“Che sia morto?” Sparò Sanji.

“Ah! Ah! Ma RUSSA!” Fece Rufy ridendo.

“Peccato..” disse il cuoco sparendo giù dalle scale.

Rufy poi si sporse dal parapetto urlando la sua solita frase “Sanjiii!! Dove vai?! Ho fameee!!”

Rispuntò la testa del biondo dal basso. “E dove vuoi che vada?! Sei un pozzo senza fondo!!” rispose inalberato “Tra te che mangi e l'altro bacato che beve abbiamo quasi finito le scorte!!..OOH! Nami cara! Ci sei pure tu? Desideri qualcosa dalla cucina?..”

Il cuoco aveva improvvisamente gli occhi a cuore.

Lei gli rispose di no senza tanto calcolarlo, stava pensando allo spadaccino.. Dormiva ancora! Cioè..se era andato a letto come gli altri, erano più o meno sedici ore di fila che dormiva..un record anche per lui. No, vabbè, non era umanamente possibile! Anche se non poteva mettere la mano sul fuoco che quell'uomo fosse umano.

Zoro aveva sempre avuto “problemi” con il sonno ma se andava male al massimo faceva dei pisolini seduto fuori per tutto il giorno, non dormiva come un sasso per tutte quelle ore!

L'unica spiegazione possibile era che lo spadaccino fosse andato a letto dopo..e di parecchie ore.

Un flash. La rossa si illuminò. Aveva collegato Zoro...e Robin.

Sì.. doveva essere così. Ora non restava che averne una prova.

Annuì da sola fissando l'orizzonte con un sorriso diabolico e Chopper che passava di lì la vide e spaventato si girò verso il punto in cui Nami guardava dicendo “Che c'é?!..Fai paura!”.

 

-----

 

Robin volle prepararsi davvero bene quella sera. Scelse un abito lungo, nero e scollato.

Aveva solo una spallina e una cordicella argentea le passava i fianchi. Si raccolse i capelli in una lunga treccia (sì, voleva ricordare allo spadaccino qualcosa..) e truccò più marcatamente gli occhi di nero.

“Waaoo! Ti sta proprio bene! L'avevi mai messo?” Nami era arrivata in stanza e la guardava sorridente e stupita.

“Ehm..forse una volta, sì. Dai, fammi vedere cosa ti metti tu!” Le rispose l'archeologa. Nami iniziò a farle vedere degli abiti, uno più corto dell'altro e alla fine ne scelse uno azzurro con un buco sulla pancia, cortissimo e la mora le raccolse i capelli in una grossa coda lasciandole una ciocca davanti che le pendeva da un lato del viso.

“Magnifico! Sei perfetta!” le disse Robin.

Si sentiva proprio felice quella sera e non vedeva l'ora di rivedere Zoro. Chissà se si era ripreso da quella notte..aveva sentito che si era svegliato da poco. Lei aveva fantasticato tutto il giorno su cosa era successo non riuscendo a pensare ad altro. Era ancora sovrappensiero quando Nami la chiamò per andare a mangiare.

Di sicuro la rossa si era accorta del suo strano comportamento, era sveglia. Però era più forte di lei, quel sorriso sulla faccia non le andava via!

Scesero in sala da pranzo, videro che erano già tutti lì.

Rufy le accolse con un “Ooh! Eccole qui finalmente!” Sputacchiando qua e là, aveva la bocca piena. Brook fischiò alle due apprezzando quella visione.

Sanji si girò con i piatti in mano dicendo “Vi stavamo aspe...!” ma si bloccò e quasi gli cadde tutto. Solo i suoi ottimi riflessi lo salvarono. Riuscì a riprendere tutto in tempo prima che cadesse a terra e finì quella frase con un “..MERAVIGLIE dei miei occhi!! Sedetevi per carità! Potrei morire..”.

Si sentì un debole “Magari” da in fondo, da chi si sapeva.

La rossa e la mora si sedettero e Sanji continuò a portare le pietanze malfermo sulle gambe, visibilmente distratto. Gli altri, più che le due donne, guardavano lui: era ridicolo.

Robin cercò Zoro con lo sguardo. La stava fissando con un espressione indecifrabile, era evidente che non voleva tradire nulla ma non ci stava proprio riuscendo.. Era leggermente corrucciato e sorridente al tempo stesso. Sembrava compiaciuto. Lui indossava una camicia scura, pareva che si fossero messi d'accordo con i colori.

L'archeologa vide che, senza distogliere lo sguardo dal suo vestito, lui prendeva il suo bicchiere colmo di sakè e lo beveva in sciata vuotandolo completamente. Sì, gli era piaciuto quell'abito e probabilmente la provocazione della mora funzionò perchè per tutta la serata ogni volta che lo spadaccino le metteva gli occhi addosso poi vuotava anche il bicchiere. Lo stava torturando? Può darsi..e vabbè lei si divertiva.

“Quindi quanto manca ancora per la nostra nuova isola, Nami?” Fece Rufy a fine pasto. Stava scoppiando, aveva una grossa panciona.

Ma si intromise Sanji che usciva costernato dalla dispensa.

“Io non so quanto manchi a quella benedetta isola Rufy, spero POCO, perchè se continui così ci toccherà pescare e mangiare solo pesce! Non c'è più NULLA in dispensa! E già che ci sono avverto l'alcolizzato di turno che le scorte sono praticamente FINITE! Non ti resta che berti l'acqua di mare testa muschiata! Scusa Nami..prego!”

Sembrava che il cuoco non ne potesse più, era proprio frustrato. Quando alla fine si concentrò sul viso di Nami tornò calmo e con aria estasiata si sedette ad ammirarla. Robin pensò che quel biondo fosse sul serio strano, ma d'altra parte chi era normale tra di loro?

“Come COME?? Non c'è PIU' CARNE??!” gridò Rufy “NAMI! Dobbiamo arrivare al PIU' PRESTO in quell'isola!!”.

La rossa che fino ad ora non aveva stranamente parlato sbottò al capitano un “E' QUELLO CHE STO FACENDO!! QUESTA NAVE NON PUO' MICA TELETRASPORTARSI!”.

“Però sarebbe COOL!” Commentò Franky.

“Siii avvero FORTE!!” disse Chopper estasiato.

“Che significa TELETRASPORTARSI??” chiese Brook che non aveva mai sentito quella parola.

Robin seguiva quella conversazione e ogni tanto buttava l'occhio allo spadaccino quasi di fronte a lei non riuscendo a non sorridergli in automatico, lui di rimando socchiudeva l'occhio e..beveva.

La serata proseguì piacevolmente ed era tutto squisito, il cuoco si superava ogni volta, ogni piatto fu vuotato.

“Roobin caara..vuoi del caffè?”

Il biondo le si era avvicinato ciondolando, sembrava ubriaco da come camminava ma non lo era.

“No, grazie Sanji. Credo che andrò a dormire fra poco” gli rispose lei guardandolo di sfuggita.

“Ooh..Se desidera l'accompagno..♥” continuò il cuoco restando incantato sulla mora.

“Non desidera.” pronunciò duro Zoro fulminandolo con un occhiata. Poi vuotò l'ultimo bicchiere schiantandolo sulla tavola (si crepò) e si alzò annunciando “Vado a dormire và..”.

Lo sentirono sbadigliare esageratamente andando via e chiudere un po' troppo forte la porta dietro di lui. Avevano tutti seguito la scena un po' perplessi. Poi scoppiarono a ridere come al solito.

“Quel cretino vuole distruggere pure i bicchieri ora?!” Sanji stava già iniziando a sparecchiare brontolando. “Quel completo idiota! Domani lo ammazzo.. Ma che ha in testa? Cimici verdi?! Più dorme e più stupido diventa..”

Mentre il biondo andava avanti a maledirlo, Robin si alzò e salutò tutti, fu la seconda ad uscire dalla sala da pranzo, qualche minuto dopo lo spadaccino.

Sanji si accorse alla fine che stava uscendo e commentò la scena con un “Poverina..ha fatto la notte e noi che facciamo? La stressiamo così! Sì, domani lo faccio nero quello! Vero che posso Nami cara?!.. Naami?..Ehi tesooro??”.

La rossa non lo badava proprio, aveva seguito i movimenti di Robin e ora aveva lo sguardo fisso sulla porta della cucina. Sanji si chiese a cosa stesse pensando la sua bella ed intelligente testolina.

 

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“Non dovevi andare a letto, dormiglione?”

L'aveva trovato subito, uno dei suoi occhi l'aveva visto a prua.

Zoro si girò verso Robin.

“Non dovevo dire quello che ho detto piuttosto. D'altronde o gli dicevo qualcosa o gli spaccavo la faccia. Gli è andata bene..” Alzò le sopracciglia ammiccando.

“Mfu! Fuh!” ridacchiò lei “Dovresti rilassarti, samurai”.

“E tu dovresti.. non vestirti così” ribattè lui perentorio “..e magari tornare dentro” finì.

Zoro tornò a guardare il mare nero. La luce della luna faceva brillare un poco la superficie.

“Lo spadaccino non mi vuole stasera.. Bene, credo proprio che andrò a riposare..sono proprio stanca..”

L'archeologa si era voltata piano con un vago e furbo sorriso in viso accennando ad andar via. Stava facendo il conto alla rovescia.

Due secondi dopo si sentì bloccare da dietro, afferrata dalle mani calde di lui sui suoi fianchi.

“Dimmi, perchè cado sempre nei tuoi giochetti?”

Robin sentì il suo respiro sulla sua spalla.

Zoro teneva lo sguardo basso sulla schiena di quella donna, non aveva notato prima quel particolare..il vestito della mora aveva una spacco vertiginoso lì dietro. Non potè fare a meno di riempirsi la testa di quel suo buon profumo. Lei restò immobile, girò solo lievemente il capo di lato, cercandolo.

“Ora sì che è pericoloso..” continuò lui.

Robin sentiva che quelle mani la stringevano e salivano piano esplorandola. Si sentì sfiorare e baciare il collo.

Quando rabbrividì la mora si mise anche in allarme. Lo spadaccino pensò che quel sussulto era merito suo ma lei l'aveva vista, o meglio, il suo occhio di vedetta l'aveva vista.

“Zoro, arriva Nami” gli sussurrò.

Sentì quell'uomo svanire quasi come un ninja dietro di lei, fu veloce e silenzioso, caspita! Ma non si voltò per guardare dov'era finito, doveva agire in fretta, la rossa si avvicinava con fare sospetto, l'archeologa la stava ancora spiando.

Fece apparire una sua copia al ponte superiore che chiamò Nami comunicandole che avrebbe fatto un bagno e poi sarebbe andata a dormire, la fece pure sbadigliare.

La rossa si bloccò a guardare la copia che entrava nella stanza delle ragazze. Stette lì ferma un poco e a Robin vennero un po' i sudori freddi. Sapeva che Nami era molto scaltra.

Poi la navigatrice rientrò fortunatamente in sala da pranzo richiamata da Rufy che voleva non si sa bene cosa.

L'archeologa, accucciata nell'oscurità, tirò un sospiro di sollievo e si affrettò a raggiungere la sua camera chiedendosi se Zoro si fosse buttato in mare.

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Capitolo 8
*** Post-it ***


Quella mattina Zoro si sentiva proprio in forma. Sarebbe andato dritto in palestra e così fece.

Uscì dalla stanza dei ragazzi e un sole cocente lo travolse.

“Oh! Buongiorno!” Franky che passava con un macchinario strambo tra le braccia lo salutò.

“Alla buonora!” Usopp, il solito.

Disse un “Mm” a tutti e due proseguendo e lanciando un occhiata per vedere chi c'era a prua. Robin e Nami stavano sotto l'ombrellone, una leggeva e l'altra parlava animatamente da sola pareva, ah no, c'era pure quello stupido cuoco lì attorno. Una zanzara fastidiosa.

Zoro si arrampicò sulla scaletta buttando un ultima occhiata alla mora. “Costume verde oggi, non male..” decretò.

Entrò nella sala e si avvicinò ai pesi. Lì dietro, ben nascosta, trovò una bottiglia. La guardò sorpreso. Il demone ne aveva sgraffignata un altra! Ma c'era anche un piccolo biglietto. Lo spadaccino si accucciò e lo rigirò tra le dita.

C'era disegnata una piccola bottiglia con una freccia che indicava “-10” e una faccetta triste, poi sotto un disegno ancora più piccolo..un cuore. Anch'esso con una freccia indicante “-7”, di seguito una faccetta ancora più triste con una lacrima. Alla fine vi erano due frecce che facevano un circolo e un punto di domanda finale.

“Ma che è questo?! Un messaggio criptato??” Pensò Zoro. Diamine! Lui non era bravo in quelle cose!

Apparve all'improvviso una bocca su quella bottiglia. Lo spadaccino la guardò e basta, ormai non si stupiva più della cosa.

“Dai, non è difficile da capire..prova ad indovinare!” gli fece la bocca divertita.

Robin era giù con il libro in mano in quel momento, pensò lo spadaccino, come faceva?..era diabolica come al solito!.. e da qualche parte doveva esserci anche un orecchio sennò come avrebbe sentito la sua risposta? Zoro si guardò attorno ma non lo vide. Mah, che importava!

Ok, a quella donna piaceva giocare, quindi lui avrebbe giocato.

“Va bene.. La bottiglia. Direi che vuol dire che in dispensa ce ne sono solo dieci, no?”.

“Sì, giusto!” pronunciò la bocca.

“Mm..poi c'è quello con un meno sette.. e una faccia triste......BOoH!” commentò lui confuso grattandosi la testa. Non sapeva che pesci pigliare.

“Vaa bene samurai, ti darò un indizio.. quello è un cuore giusto? E il numero che vedi si riferisce al giorno...cioè, OPS! Devo andare!”. La bocca sparì. Robin era stata probabilmente disturbata.

Zoro stette lì fermo a rimuginare su quel meno sette, voleva dire meno sette giorni? ..

Meno sette giorni al cuore? Perchè diavolo...?? Cosa sarebbe accaduto fra sette giorni?

Ma certo! A lui sarebbe toccato il turno di notte! Robin aveva fatto un cuore..voleva dire che intendeva incontrarsi con lui quella notte? Ma c'era la faccia triste dopo.. e delle frecce in circolo con un punto interrogativo.

Era triste perchè? Forse per la stessa cosa che aveva realizzato lui ora..CIOE'! Dovevano passare SETTE GIORNI per stare ancora un po' insieme?! Una gran rottura! Ecco perchè aveva poi fatto la faccia molto triste!

Quelle due frecce in circolo..si scambiavano di posto..MASSI'!! Un CAMBIO! Col punto di domanda infatti!! Robin gli chiedeva se poteva fare cambio turno con qualcuno per anticipare il loro incontro.. Era chiaro ora!

Ah! Ah! Non credeva seriamente che sarebbe riuscito a decifrarlo invece c'era riuscito! Certo che se quella donna non gli avesse dato una piccola mano lui non avrebbe capito una mazza!

Zoro nascose bene la bottiglia e quel biglietto. Subito dopo iniziò a preparare il bilanciere mettendo un peso dietro l'altro e riflettendo già a chi sarebbe stato opportuno chiedere quel cambio.

 

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Nami era seduta in biblioteca, cercava di risolvere l'enigma del Poneglyph ma la sua testa andava lì. Quella cosa era troppo eccitante. Era curiosa, voleva sapere la verità.

Se quel dannato mangia-carne non l'avesse disturbata l'altra sera magari lei avrebbe scoperto qualcosa, cioè magari li avrebbe scoperti! Oppure avrebbe ottenuto qualche prova.

Ma Rufy l'aveva richiamata dentro ed era sfumata l'occasione. Sì perchè Nami non era convinta al cento per cento che quella che l'aveva chiamata lì fuori fosse stata realmente Robin.. Insomma! Poteva benissimo essere una sua copia apparsa proprio per distorglierla dalla pista giusta! Robin l'aveva fatta apparire per ingannarla..magari lei e Zoro stavano parlando poco più in là a prua, nel buio.

Ma queste erano tutte supposizioni..fantasie! Lei non ne aveva alcuna certezza e questo la spingeva ad indagare ancora di più.

La rossa decise di fare finta di nulla con l'archeologa e non dire niente a nessuno. Avrebbe agito da sola, la mora era abile e lei lo sapeva, ma in qualche modo avrebbe scoperto la verità, a costo di seguirla giorno e notte! D'altronde lo spadaccino era diventato davvero troppo prevedibile ultimamente, non riusciva a trattenersi quando c'era di mezzo Robin..

Chissà se quei due in fondo in fondo si fossero sempre piaciuti.. Nami aveva sempre creduto che fossero molto simili anche se per certe cose decisamente all'opposto.

Fantasticava così, seduta con la testa appoggiata su un gomito e la matita in bocca..AH! Stava perdendo tempo utile per la sua ricerca! Doveva mettersi sotto subito!

Guardò di fronte a sé. Più in là, sopra al tavolino nel posto dove Robin si sedeva sempre, c'erano due libri. Magari quei tomi potevano darle qualche sorta di aiuto..

Nami si alzò, andò verso quei libri con una strana sensazione. Forse non doveva prenderli, li stava visionando l'archeologa dopotutto..se ci fosse stata qualche informazione utile sarebbe venuta a saperlo.

Ma prese il primo tomo tra le mani, qualcosa le diceva di farlo. Aprì quel libro, era proprio quello che Robin stava visionando ultimamente.

Lo aprì in una pagina imprecisata e cadde a terra un piccolo foglietto.

Nami e lo raccolse e mentre lo leggeva istintivamente mise una mano alla bocca, alla sua bocca spalancata. Il cuore le batteva a mille.

Vediamoci stanotte, sono di turno” questo diceva quel biglietto e poi c'erano due kanji..il kanji “amore” e successivamente quello che poteva significare “demonio”. Alla rossa vennero i brividi.

Ok, Robin aveva gusti strani ma che centrava il diavolo?! E comunque quei due grafemi insieme così non avevano senso logico! Massì! Chissenefrega di quello! Ributtò il foglietto in fretta dentro al libro e lo rimise dov'era. Nami tornò alla sua postazione buttandosi sulla sedia.

Aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, qualcosa di personale. Chiuse gli occhi prendendo respiri profondi. Era agitata. Doveva CALMARSI.

Quel biglietto parlava di turni, cioè turni di notte, ovvio! La cosa però che l'aveva interdetta era quel pezzo di carta. Sì, perchè l'aveva riconosciuto subito. Quello era un post-it della cucina.

Nami sentiva che doveva uscire da lì e prendere una boccata d'aria. Così fece, uscì dalla biblioteca e andò a poppa, all'ombra, dove poté riflettere un po' con calma. Si sedette per terra.

Sanji.. No, non poteva esser stato lui a scrivere a Robin. Però quello era un biglietto suo, ci scriveva sempre le liste della spesa.. Perchè cavolo si sentiva così inquieta ora?! La cosa la irritava.

Comunque , in ogni caso, la rossa pensò che non poteva essere sua quella scritta perchè... perchè il cuoco non era fatto così! Non era una cosa da lui!

Insomma! Lui sarebbe andato diretto dall'archeologa a dirglielo, avvicinandosi a lei come sempre faceva! Chiunque avesse scritto quel biglietto era qualcuno che voleva rimanere celato e l'unica persona possibile era lo spadaccino. Più che riservato, quello era una tomba!

A Nami tornò il sorriso furbo in faccia.

Pensò: “Dai! Diciamola tutta! Franky non ce lo vedo proprio con Robin, lei l'ha sempre puntualmente snobbato per i suoi gusti strambi. Usopp è ridicolo con lei..e poi non è già occupato?.. Brook è un morto che cammina (però Robin è attirata dal macabro..). Rufy nemmeno sa cosa siano le donne! Non glien' è mai fregato nulla! E Sanji.. Il cuoco riempie sempre la mora di complimenti (lo fa con TUTTE) ma Robin non gli ha mai dato alcuna soddisfazione e poi proprio insieme non ce li vedo! Zero assoluto! Eh, eh..”.

Allora, la cosa era OVVIA no? Rimaneva quel taciturno, scontroso e alcolizzato spadaccino.

“AH! Ah! Ah!” Nami rise da sola come una matta e poi si accorse che alla sua sinistra era spuntato Chopper. La renna lo guardava stranito.

“N..Nami?..Tutto bene? Cioè..” Iniziò preoccupato.

“Sì, sì, caro il mio Chopper! Alla grande!” Gli fece lei sorridendo e il dottore si allontanò non molto convinto con un “Ok..”.

Nami realizzò di aver escluso inconsapevolmente quella renna dalla sua lista e scoppiò a ridere di nuovo, da sola. La renna e l'archeologa...vabbè! Quello sì che era assurdo!

Poi tornò seria.

I turni di notte..

L'umore dello spadaccino che era “miracolosamente” cambiato..

Una Robin che “leggeva” con il libro al contrario..

CHE SCEMA! Non ci aveva pensato prima, era stata distratta da quel dannato post-it.

Quei due si erano comportati stranamente PROPRIO dopo i loro turni di notte. Se quella non era una prova, che cos'era? Però a Nami non bastava, li avrebbe dovuti vedere con i propri occhi. Solo allora ne sarebbe stata certa.

Sì, certa e soddisfatta!

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Capitolo 9
*** Tutto da rifare ***


Robin non si dava pace, almeno interiormente. Dall'esterno infatti pareva tranquilla, come al solito, ma dentro si stava rimproverando severamente.

Ma come aveva potuto commettere una leggerezza simile?! Doveva sul serio essere maledettamente sulle nuvole!

Aveva lasciato quel libro, cioè quel biglietto, alla mercè di tutti! E quello che l'aveva agitata così tanto era il fatto che era SICURA che qualcuno l'aveva visto quel bigliettino. Sì, perchè lei l'aveva lasciato a pagina 72 (non a caso) e se l'era ritrovato a pagina 85.

Era stata proprio stupida.

Dopo che se n'era accorta aveva subito nascosto in camera il biglietto e aveva lasciato lì in biblioteca il libro nella stessa posizione. Era altamente probabile che la persona che aveva letto quel messaggio fosse Nami, era lei che frequentava maggiormente quel posto dopo l'archeologa. E forse era proprio la persona peggiore che potesse leggere quel messaggio.

Lei e Zoro ora erano in un bel pasticcio.

Robin sentiva che doveva muoversi in fretta, doveva avvisare lo spadaccino che i suoi turni di notte erano off-limits e probabilmente anche quelli della mora, era troppo rischioso.

Al momento lei era sola in cucina, ancora con il copricostume, stava bevendo un caffè per rilassarsi e pensare più lucidamente.

Nami ormai doveva avere dei sospetti assurdi, avendo visto poi le reazioni di Zoro negli ultimi giorni..! Ma non le aveva mai chiesto nulla a riguardo. Robin sentiva che doveva prepararsi a qualche prevedibile domanda della rossa.. Ah! Le cose si stavano complicando in modo assurdo..e lei che stava iniziando a divertirsi! Tutto per un suo piccolo errore! Poteva anche prevedere che Nami andasse a curiosare tra le sue cose no?! Ma era inutile perdere tempo a darsi la colpa ormai..

Incrociò le braccia e fuori apparve un occhio sull'albero maestro.

Eccolo lì. Zoro era seduto a prua con le gambe incrociate, stava dormendo appoggiato alla solita balaustra.

Pensò al suo petto e fece apparire lì una bocca.

 

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“Ehi! Samurai!”

L'occhio di Zoro lentamente si aprì. Lo sapeva, era di nuovo quella bocca, sentiva che si era mossa piano sotto la sua veste scura. Intorno a lui non c'era nessuno.

“Non rispondermi” Sussurrò ancora “Senti.. Ho fatto un errore. Credo che Nami ci aspetti al varco quindi non possiamo più vederci durante i nostri turni. Dobbiamo pensare ad una alternativa. Mi spiace..” e la poi bocca sparì.

L'umore dello spadaccino cambiò drasticamente. Zoro iniziò a maledire quella rossa in tutte le maniere possibili. ..Nami! Quella rompiscatole! Che diamine significava che li stava aspettando al varco?! Lo spadaccino era ancora lì immobile con aria impassibile a mascella serrata ma stava tirando giù tutti i santi, se davvero esistevano poi.

Robin aveva detto di aver fatto un errore..non era possibile che lei avesse confessato quindi Nami doveva aver capito o scoperto qualcosa da sola.

Al diavolo! Era troppo scocciato per rimanere lì seduto. Avrebbe trovato Robin e avrebbero parlato a quattrocchi della cosa, era stufo di quei sotterfugi! Parlare non avrebbe compromesso nessuno!

Quindi sbuffando si alzò e iniziò a girovagare con indifferenza. Lei lì fuori non c'era, avrebbe provato in biblioteca, poi in cucina e poi..cazzo! Quella nave non era poi così grande, l'avrebbe trovata!

Così Zoro gironzolò un po', si perse pure e alla fine si trovò davanti l'entrata della cucina. Aprì la porta e vide la mora lì seduta con una tazzina in mano. Che sguardo indecifrabile! Peccato che non era sola, c'era anche quella ficcanaso della navigatrice. Lei era in piedi vicino a Robin. Quando lo vide allargò un sorriso esagerato.

“Oh, Zoro!” gli disse subito con slancio “Qual buon vento! Come mai in cucina?”

Quella domanda pareva una provocazione bella e buona, lo spadaccino l'avvertiva decisamente. Gli dava sui nervi l'atteggiamento della rossa ma si sforzò con tutto sé stesso di rimanere calmo.

“Non si può neanche bere acqua, adesso?” disse non riuscendo a non lanciarle un occhiataccia e iniziando ad aprire le ante della cucina alla ricerca di un bicchiere.

“Oh, certo! Fai pure!” e così dicendo Nami si avvicinò alla porta “..E comunque io vado, ci vediamo dopo Robin ok? Vi lascioo..!” Salutò con la mano la mora in modo esaltato e per fortuna Zoro non la vide. Però percepì il tono della sua voce e gli bastò.

Quel “vi lascio” quasi cantato sembrò proprio una presa per il culo.

Nami sapeva?! Se sì come diavolo aveva fatto?!

La porta si chiuse, lui aveva trovato il bicchiere quindi in silenzio lo riempì sotto il rubinetto e se lo scolò tutto e poi lo riempì di nuovo dando le spalle alla mora.

Si girò verso Robin. Lo stava guardando con un debole sorriso, era un po' preoccupata, si capiva. Pensò che una cosa bella di quella loro relazione era che lei non riusciva più a fingere quando era sola con lui, era un libro aperto. Zoro riusciva a leggere sul suo viso quell'ansia.

Lo spadaccino non sapeva se parlare, magari Nami era lì dietro la porta ad origliare. Ma neanche stare in silenzio era normale, giusto? Optò per un discorso vago tanto per non rischiare.

“Quindi.. avete risolto l'enigma del pietrone?” Inizò con tono indifferente.

Robin allargò quel sorriso.

“Non ancora..ci stiamo lavorando” rispose lei e poi gli fece un cenno con la mano come per dirgli di avvicinarsi e sedersi. Lo spadaccino fece qualche passo verso di lei ma rimase in piedi.

“Nami non è oltre quella porta” disse piano con ancora in mano mezza tazza di caffè da bere. “Lei..probabilmente ha visto il tuo biglietto. E' stata..una mia leggerezza purtroppo.. Sei riuscito a fare il cambio turno?”

Zoro le rispose con un cenno d'assenso e dicendo a bassa voce “Con Usopp, domani sera”.

“Mm, ok. Allora farai il tuo turno normalmente domani e..ci vedremo la notte dopo, nella sala da bagno, sopra la biblioteca”. Robin guardava quel caffè rimasto, sembrava decisa.

Allo spadaccino balenò in testa la grande vasca ..poi ritornò alla realta.

“Ma..sei sicura?” sussurrò lui avvicinandosi di più a lei “Sarà molto rischioso.. e se non sbaglio di vedetta ci sarà Chopper..”

“Nami veglierà tutta la notte quando farai tu il turno aspettandosi di trovarci insieme quindi la notte dopo sarà stanchissima e noi ne approfitteremo. Ti guiderò io..diciamo verso le due. Ho pensato anche al dottore, non preoccuparti.. Ti fidi?”

L'archeologa alzò lo sguardo fissandolo in viso. Zoro non potè far altro che annuire, si fidava ciecamente di quella donna, dannazione. Si sorrisero.

“Te l'avevo detto che poteva essere anche divertente..” gli disse lei alzando le sopracciglia.

Ma se un attimo fa quella donna era evidentemente in ansia??

“Questo non è divertente, è un gran casino!” gli disse lui sorridendole in modo malefico e avvicinandosi sempre di più al viso di lei.

Zoro appoggiò il bicchiere d'acqua sul tavolo e si diresse verso la porta borbottando un “Strega diabolica”.

Perchè diavolo era piacevolmente eccitato ora?

 

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Quel giorno passò e anche quello dopo.

Robin era in biblioteca quando Usopp urlò dall'alto a squarciagola “ISOLAA!!”.

Lei stava giusto pensando alla notte prima. Zoro aveva fatto il turno e si era accorta che Nami ad un ora imprecisata si era alzata e non era tornata in camera, era rimasta fuori per un bel pezzo, come previsto. Di sicuro pensando che quella in camera fosse la copia dell'archeologa ed era uscita di soppiatto. Robin non era rimasta sveglia per capire cosa stesse combinando, dopo un po' si era riaddormentata con il sorriso sulle labbra.

Quel giorno invece avrebbero dovuto trovarsi lei e Zoro, o meglio, quella notte. Invece la mora aveva paura che ora sarebbe saltato tutto.

L'isola era stata avvistata..magari già quella sera sarebbero sbarcati e chissà cosa poi avrebbero fatto! I loro piani sembravano davvero fossero sfumati.. Un gran peccato. E lei che aveva pensato a tutto!

Robin si alzò e uscì per vedere quanto fosse distante quell'isola.

Appena arrivata al ponte superiore esterno incrociò Zoro. Stava guardando l'orizzonte a braccia incrociate, saettò un occhiata verso la mora e quello sguardo diceva proprio “Non se ne fa più niente,eh?”.

Non le restò che fargli un sorriso incerto e guardare il punto che stava fissando anche lui.

Sì, c'era l'isola, ma c'era anche qualcos'altro all'orizzonte.

Qualcosa, anzi due cose, avanzavano verso di loro. Sembravano due pescioni enormi.

Poco dopo furono più vicini, erano proprio due grandi pesci che nuotavano a pelo d'acqua. Uno bianco e l'altro nero. Entrambi portavano in groppa due persone, due guardie sembravano. Erano equipaggiate di tutto punto!. All'inizio non le aveva notate nessuno perché erano totalmente vestite in bianco e nero..si confondevano con quei pesci.

“Chi diavolo sono questi??” Fece Usopp dall'alto in vedetta, li stava osservando col canocchiale.

Le due strane guardie arrivarono a circa una decina di metri dalla nave e si fermarono, l'uno di fianco all'altro. L'intero equipaggio li guardava curioso chiedendosi cosa diavolo volessero.

Parlò solo l'uomo in bianco sul suo pescione candido.

“Saalve Signori! Vi abbiamo visti dalla nostra torre di avvistamento! Con enorme stupore abbiamo capito che eravate Voi, pirati del Cappello Di Paglia! Siamo onorati e questo è un invito ufficiale alla nostra piccola ma particolare isola! Il vostro arrivo è davvero un piacevole e inaspettato evento e vogliamo accogliervi in grande stile! Da veri vostri ammiratori quali siamo! Quindi spero non sia un problema per voi attendere domani mattina per lo sbarco. Vi aspetteremo al porto a nord-est, al Faro Bianco. Vi salutiamo! Vi aspetteremo con impazienza!”.

Con un inchino esagerato i due fecero fare dietro front ai grandi pesci e se ne andarono senza attendere alcuna risposta dai pirati e i compagni si guardarono allibiti.

“OOEeee!!” gridò Rufy a quegli uomini che si stavano allontanando di fretta “MA DA VOI C'E' CARNE??! PERCHE' ALTRIMENTI NOI CE NE ANDIAMOO!!”

Ma i due non si voltarono nè si fermarono. E arrivò da dietro Nami che gli diede una botta in testa.

“Cretino! Certo che ce l'avranno no?? Hanno detto che sono nostri ammiratori.. magari ci copriranno d'oro!” La rossa, su di giri, aveva gli occhi a berry.

“Mah.. perchè mai aspettare fino a domani?! è una seccatura! E poi cosa mangiamo stasera??!” disse il capitano imbronciato.

“Vorranno farci una sorpresa, no? Meglio non rovinargliela..” Intervenne Chopper eccitato.

“Che cambia aspettare fino a domani?” irruppe nella conversazione Zoro “E' questione di poche ore”. Robin evitò accuratamente di guardarlo.

“Sì, si..lasciamoli fare! Sbarcheremo domani! E poi avete visto che faccia aveva quello in nero?? Non pareva 'amichevole'..” Usopp non aveva affatto voglia di lasciare la nave. Il solito fifone.

“Ok allora vedete di pescare qualcosa per stasera perché siamo a secco con tutto” puntualizzò Sanji con le mani sui fianchi e la solita sigaretta in bocca.

“Non c'è problema cuochetto, ci penso io a quello” disse Zoro schernendolo e togliendosi già la veste. Robin girò i tacchi e se ne andò con aria indifferente. Fu difficile per lei non guardare quel corpo ben scolpito.

“Prendine uno bello grosso Zoroo!!” gli urlò Rufy, gli era passata ed era tutto eccitato ora.

“Scusa, testa d'alga...CUOCHETTO a chi, EH!?” Al biondo non era sfuggito quel nomignolo.

“Ma stai zitto..” replicò l'altro.

E i due iniziarono a battibeccare.

“Non sto zitto CAPRONE!”

“Torna in cucina IDIOTA!”

“Tornatene tra le alghe marine CITRULLO!”

“Vai a darti FUOCO!!”

Erano alle solite.

“A TE do fuoco se non la smetti!!”

“Ancora avanti vai? Ma non dovevi..lavare i piatti?! Senti senti! Ti chiamano!”

“Brutto STRONZO vieni qua! Farò TE stasera come piatto principale!”

“Prega che non venga lì ad affettare TE invece! Hai proprio rotto le palle ora!”

Gli sguardi dei compagni saettavano dall'uno all'altro per nulla sorpresi.

“Ah ah ah! Non fai paura a nessuno! Buttati e annega! Mi risparmierai la fatica, babbeo!”

“Perchè TU credi di far paura a qualcuno con quel forchettone in mano?! Lo scemo del villaggio..”

“E allora verrò io a buttarti giù dalla nave, bello! Farai un salto della morte!”

“Devo RIDERE?! Dai vieni qua! Vediamo se ci riesci! Gran cretino dalle sopracciglia imbarazzanti!”

“Vuoi MORIRE davvero?!”

“Ma cuciti la bocca!”

“Se ti prendo sei morto!!”

“E piantala!!”

Ma i due non si erano mossi dalle loro postazioni, erano finalmente tornati ad insultarsi e basta, come al solito. Gli altri ragazzi iniziarono a ridere.

“Hai finito il repertorio alga marina?”

“Zittoo!!”

“Che pena! Povero cervellino limitato!”

“Ti scuoio..!”

“Oh oh! Bella! Questa è nuova!”

“Ma vai a farti fottere!”

“Cactus marcito!”

“Cuoco pervertito!”

“ESAURITO!”

“DEMENTE!”

“DEFICIENTE!”

“TESTA DI CAXXO!”

“MUORII! ”
“CREPAA!!” ..

E continuarono così finché, tra gli sghignazzi generali, Nami non tirò un urlo isterico intimando i due di finirla immediatamente.

Zoro si buttò in acqua, Sanji tornò in cucina come se nulla fosse e la rossa andò a stendersi sul lettino dichiarando di avere un gran mal di testa.

Robin era l'unica rimasta ad osservare tutta la scena impassibile, gli altri erano ancora piegati in due dalle risate.

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Capitolo 10
*** Ancora quel sakè ***


Di pesce ce n'era in abbondanza quella sera. O meglio, in realtà era stato catturato solo un pesce ma era talmente enorme che avrebbe sfamato una legione.

Zoro aveva impiegato pochi minuti per tramortirlo e poi era stato affettato a dovere.

Robin era in camera, si stava preparando per la cena (ma soprattutto per il dopo cena..) e stava ancora pensando a lui.

Poco prima, dopo aver aiutato i compagni a tirare su parte del pescione, lo spadaccino era tornato sulla nave ancora tutto bagnato e sporco di sangue e le aveva saettato un occhiata carica di doppi sensi, era sul serio.. invitante. Alla mora veniva in mente solo quella parola.

“Roobin?..Ehi!” Nami la stava fissando.

“Sì,' dimmi!” fece lei un po' spaesata. Si accorse che la rossa la guardava un po' stranita e con uno strano sorriso tra le labbra.

“Secondo te va bene per stasera?”

Nami indossava un vestito bianco, scollato, corto, uno dei suoi soliti insomma.

“Pensavo di tenere i capelli sciolti, li ho appena lavati..”

“Sì, sì, stai bene” le disse l'archeologa distrattamente chiedendosi perché mai farsi tutti questi problemi per vestirsi..ultimamente Nami le chiedeva spesso consigli in merito.

“Sanji mi ha detto che sono finite tutte le scorte di sakè, pure il vino! Non c'è più nulla! Mangiare pesce bevendo acqua non è il massimo.. E sai cosa? Mi ha detto che i conti non gli tornano, in senso che per lui qualcuno ha messo mano alle scorte.. Tu ne sai niente?”

La rossa parlava in modo vago, troppo vago per i gusti dell'archeologa.

“No. Chiedete a Rufy o a Zoro visto che è di cibo e alcol che si parla, no? Comunque c'è sempre il sakè che abbiamo portato dall'isola.. è buono ma bisogna berne poco”.

Robin, Robin...le era venuta in mente un idea diabolica, una delle sue insomma!

“Sul serio?! E dov'è?” Fece Nami interessata (anche a lei l'alcol non dispiaceva e lo reggeva anche abbastanza bene).

“In cucina da qualche parte credo, Sanji saprà..” rispose noncurante la mora truccandosi allo specchio.

“Allora se non ti dispiace, berremo quello stasera no?! Vado ad avvisare il cuoco!”.

Nami uscì canticchiando e Robin, che stava per terminare col rossetto, sorrise alla sua immagine, sapeva che quel sakè prima o poi sarebbe tornato utile.

 

-----

 

Quando Robin arrivò in sala per la cena lo sguardò di Zoro la carpì subito. Come una calamita. La stava studiando.

Lui aveva una camicia viola, lasciata aperta e sorrideva deciso, troppo deciso. Le parve una belva che bramava la sua preda.

La mora aveva messo un vestito scuro, sobrio, con un collo a “v”, niente di provocante o che attirasse l'attenzione. Con la sua solita nonchalance si sedette vicino a lui avendo cura di non guardarlo.

Rufy era seduto dopo Zoro ed era molto impaziente.

“AH! Dove sono finiti Usopp e Franky?? SANJII voglio mangiare!!”

“Arriverranno! Dagli un attimo no?! Ah! Eccoli qua!”

La porta si spalancò a quelle ultime parole di Nami e gli ultimi arrivati si sedettero a tavola.

“Ehm..scusate! Stavamo finendo di sistemare un affare..” esordì il cyborg.

Sanji apparve reggendo un vassoio smisurato.

“Bene, bene! Visto che ci siete tutti vi presento il piatto speciale della serata! Intitolato..”

“Il piatto del cretino?” lo interruppe Zoro.

“CHE?!?” Il cuoco lo mirò furioso.

“AH! Non iniziate! Sono stanchissima stasera e non ho nessuna pazienza! Non ho voglia di sentire che sbraitate ok??!” Ma Nami non si era resa conto di urlare lei per prima.

Lo spadaccino fece mezzo sorriso e un Sanji affranto e dagli occhi a cuore proseguì.

“Certo Nami cara, scusa. Dicevo.. questo piatto l'ho chiamato ''Dernier Dîner Poisson'', cioè 'pesce dell'ultima cena', perché domani sbarcheremo e perché con questo la cucina è completamente vuota...capito Rufy? Ah, si! Berremo il sakè dell'isola vero Robin, cara? Ce n'è poco quindi dividiamocelo bene d'accordo?!” E con questo Sanji lanciò un occhiataccia a Zoro.

“Ma..ma..ma..è l'alcol che ha ubriacato il qui presente?? Dev'essere forte..” fece Usopp accennando allo spadaccino di fronte a lui.

“Sì” intervenne Robin “ma Zoro quella volta bevve spropositatamente..io dopo due bicchieri ero alticcia..insomma non ce n'è molto, non dovrebbe far male a nessuno se ce lo dividiamo equamente”.

“EVVIVA!! Dai mangiamo! E Sanji!! Dammene subito un bicchiere! Voglio assaggiarlo!” Rufy era esaltato e anche gli altri pian piano si convinsero.

Dopo dieci minuti avevano già bevuto tutti il primo bicchiere commentando che era davvero buono.

Eh, peccato che i bicchieri dei selvaggi dell'isola erano grandi circa un terzo di quelli che loro stavano usando e Robin se n'era di certo accorta..

Continuarono a mangiare e bere, il pesce di Sanji era davvero eccezionale, tutti lo riempirono di complimenti tranne lo spadaccino che non gli dava mai soddisfazione però ne mangiava in quantità. Come aveva fatto a preparare una pietanza squisita come quella con pochissimi ingredienti? Era pazzesco.

Più mangiavano e più sorseggiavano quel sakè con un brindisi dietro l'altro, tutti tranne Robin, che ne bevve solo metà bicchiere e già ne sentiva gli effetti seppur blandi. Del suo ber poco comunque non se ne accorse nessuno.

Dopo un po' qualcuno già sragionava avventurandosi in discorsi assurdi, ad altri iniziò a girare la testa ed era chiaro che non riuscivano bene a mettere a fuoco quello che vedevano. C'era chi non riusciva a non smettere di ridere come la rossa e il nasone.. Ormai avevano tutti bevuto la loro parte e ora non restava che l'acqua.

Zoro aveva finito da un pezzo la sua misera razione di due bicchieri e non si sentiva affatto alterato, era perfetto, quasi insoddisfatto, d'altronde ce ne voleva ben altro ancora per farlo sbarellare.

Dopo due ore di cibo e chiacchiere la ciurma era ko, Robin li vedeva, biascicavano ancora e fra non molto sarebbero andati nel mondo dei sogni, proprio lì seduti a quel tavolo. Qualcuno faceva pena all'archeologa.

Nami ad un certo punto si alzò da tavola e con un “Ragazzi..vado a letto..non ce la posso fare” barcollò verso la porta per poi uscire malferma sulle gambe. Era tosta la ragazza! Aveva ancora la forza di reggersi in piedi!

C'era chi non l'aveva proprio sentita. Usopp, Franky e Chopper stavano già dormendo sulla tavola. Il dottore scalciava vicino a Robin, chissà che sogno agitato stava facendo, si chiese lei.

Venne il turno di Robin di alzarsi dalla sedia non prima di aver bisbigliato allo spadaccino “Aspetta cinque minuti”. Dichiarò di dover prendere una boccata d'aria per poi ritirarsi e in risposta Rufy con la testa sul tavolo alzò la mano farfugliando un “..otteh”.

Zoro lasciò quella stanza esattamente dieci minuti più tardi lasciando un Sanji barcollante e non proprio in sé tentare disperatamente di sparecchiare la tavola (non ce l'avrebbe mai fatta decretò lo spadaccino), un Rufy che russava sonoramente disteso a terra e un Brook con il teschio all'indietro che dormiva e cantava a tempo stesso a mascella spalancata.

Zoro chiuse dietro di sé la porta della cucina pensando “Ko generale ragazzi, buon sonnellino” e si avviò al suo appuntamento clandestino.

 

-----

 

Bussavano da fuori. Una mano apparve e aprì la porta chiusa a chiave dall'interno.

Lo spadaccino entrò e quella mano richiuse la serratura con un colpo secco e sparì.

Lì dentro la sala da bagno c'era una fitta nebbiolina, a Zoro ricordò subito la caverna termale dei selvaggi. Però c'era un buon profumo fruttato nell'aria.

“Ci sei..o ti sei addormentata, demone?”

Faceva un caldo assurdo lì dentro e non si vedeva nulla, quindi lui si spogliò del tutto.

“Ci sono..anche se mi gira un po' la testa” la voce dell'archeologa arrivava da in fondo e Zoro la seguì. Ben presto intravide che Robin era dentro la grande vasca piena di schiuma. Un bel po' di candele intorno illuminavano quel poco per vederci qualcosa. Zoro rimase qualche attimo lì in piedi ad ammirare quello spettacolo.

“Bello..Se tutto questo è per farmi capire che devo lavarmi di più, beh potevi dirmelo!” fece lui sorridendo, in realtà non sapeva che dire, aveva sparato la prima puttanata che gli era venuta in mente. No, lui non poteva essere in imbarazzo.

“Mfu! Fuh! Che dici?! Dai entra spiritoso”.

Lui entrò con calma e si sedette al lato opposto, l'acqua della vasca salì, riusciva a malapena a vedere il viso di quella donna, era tutto offuscato lì dentro! Però creava una certa intimità.

“Li ho lasciati che erano all'altro mondo. E' stata un ottima idea, archeologa! Lei non si smentisce mai e non smette mai di stupirmi davvero..”. Zoro stava iniziando a rilassarsi, si stava divinamente dentro quell'acqua calda. Appoggiò la testa sul bordo della vasca iniziando a distendere la tensione di ogni muscolo.

“Dovevi vedere quello scheletro!..diavolo, ho fatto fatica a non ridergli in faccia!”

“Mmh.. Smettila di parlare, samurai e vieni qua” gli fece lei.

Lo spadaccino tirò su la testa. “Come, scusa?” disse, avendo invece capito benissimo le parole di lei.

Scattò in avanti e un ondata di schiuma prese in pieno Robin che tossì.

Lo sentì vicino a lei, rideva sommessamente e stava andando a tentoni con le mani per capire la sua posizione sott'acqua. Trovò il fianco di lei.

“Tutto apposto?..Sai che reagisco alle tue provocazioni, quindi perché lo fai?” le sussurrò sull'orecchio.

Una mano stava percorrendo la sua gamba destra. Robin non gli rispose, sarebbe bastato quello che avrebbe fatto. Gli prese il viso tra le mani e con trasporto lo baciò.

..

 

“Perchè mi diverto” fu la risposta poi, alla fine, quando tutti e due furono soddisfatti da quella passione un po' sfogata.

“Non ti pare..un po'..troppo caldo qui dentro?” le disse Zoro ancora a fiato corto.

“Sì, hai ragione”

Robin fece sbocciare una mano e aprì la finestrella del bagno per far passare l'aria. La nuvola densa di vapore che li avvolgeva pian piano iniziò a sparire.

Rimasero un bel po' nella vasca rilassati, la mora appoggiata al petto di lui, un po' rimanendo in silenzio e un po' parlando.

Era da un bel pezzo che non si sentivano liberi di stare un po' tranquilli senza aver l'ansia di essere scoperti. Si stavano davvero godendo a pieno quel momento.

Ormai tutte le candele intorno a loro si erano consumate, erano spente ed alcune avevano colato la propria cera dentro il bordo vasca. L'acqua aveva ormai la temperatura dei loro corpi.

“Diventeremo due pesci..” spezzò il silenzio lui ad un certo punto.

“Sì, lessi..” puntualizzò Robin “Così Sanji potrà cucinarci, chissà che piatto farebbe con le nostre carni..magari siamo gustosi”.

“Ah ah! Smettila! e poi non nominarlo neanche, quello. Non mi piace proprio sentire quel nome dalla tua bocca..”

“Mm..Grande Tigre è di nuovo geloso..” disse lei accarezzandogli la cicatrice sul petto.

“Cioè! Geloso di quel tizio?! Sei matta?”

“Lo sei e basta” insisté lei e gli baciò quella parte che stava accarezzando.

“Pfffh!” sbuffò lui “Sciocchezze.. Piuttosto dai un occhiata giù se non ti dispiace. Chopper doveva fare il turno stasera ma sta dormendo, non c'è nessuno a guardia della nave..”.

Era stato bravo, aveva cambiato argomento e poi non aveva tutti i torti, con nessuno di vedetta non era proprio il massimo.

“Se proprio devo..” rispose lei fintamente imbronciata e incrociò le braccia iniziando a controllare.

Lo spadaccino guardava quel bel viso molto vicino a lui, le palpebre della mora si muovevano leggermente, stava osservando la situazione lì sotto. Era ancora appoggiata al suo petto, non si era mossa, dopo poco la abbracciò perché si accorse che stava lentamente scivolando giù, pareva un cucciolo indifeso.

Robin aprì gli occhi.

“E' tutto ok, in cucina dormono tutti..però manca il cuoco”.

“Sarà stecchito in dispensa.. Yuhuu! Finalmente ce lo siamo tolto dalle scatole!” scherzò Zoro ma lei si tirò su a sedere. Il suo sesto senso si era attivato, c'era qualcosa che non andava.

Lo spadaccino non potè non perdersi quella vista. I capelli le ricadevano lunghi e bagnati lungo il viso e sopra i seni nascondendoli un poco, altri galleggiavano a pelo d'acqua, era meglio dell'allucinazione che aveva avuto al lago quella volta.. Gli venne una voglia assurda di saltarle addosso di nuovo.

“No, ho guardato, non c'è.. Controllo le camere!”. Robin lo disse con una vaga inquietudine che lui carpì chiaramente. Lei si scostò una ciocca bagnata dalla faccia.

“Avevi detto che non controllavi la camera dei ragazzi..” Fece lui ridestandosi a quelle parole e rizzandosi a sedere imitandola.

“ Direi che ora è il caso di farlo”.

Robin non aspettò il consenso dello spadaccino. Attivò la sua abilità e guardò dentro quella camera, il suo occhio scrutò ogni angolo, il biondo non c'era. Per scrupolo ricontrollò fuori, all'esterno era buio e non c'era anima viva, Robin notò anche che fra poco avrebbe albeggiato, c'era un debole alone chiaro all'orizzonte.

Quando riaprì gli occhi la mora incrociò lo sguardo concentrato dello spadaccino.

“Che c'è?! L'hai trovato?” Zoro era serio ora. La scrutava in attesa.

“No..non è da nessuna parte”

“Com'è possibile? Ti sarà sfuggito, dai! O..si sarà buttato in mare, può sempre essere! Diamine! Dovremo brindare a quel sakè..” Zoro era di nuovo compiaciuto ma Robin non ascoltò quell'ultima frase, le era venuto in mente di non aver controllato ancora Nami. Incrociò di nuovo le braccia mentre lo spadaccino stava ancora parlando.

L'archeologa sbiancò, ad occhi chiusi spalancò la bocca e Zoro, che vide quella reazione, le prese le spalle spaventato.

“Robin cosa C'E'?! Cosa vedi?..Dimmelo!”

Ma la mora era rigida, immobile.

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Capitolo 11
*** Guaio ***


Robin aprì gli occhi lentamente. A Zoro pareva in stato di shock.

Respirava a fatica e guardava in basso, sembrava guardare quell'acqua ancora un po' schiumata ma il suo sguardo era vuoto. Lo spadaccino le scostò i capelli dal viso un poco con un isolita delicatezza.

CHE DIAVOLO AVEVA VISTO PER ESSERE IN QUELLO STATO?! Aveva chiuso le mani a pugno ora tenendosele strette ed incrociate davanti al petto.

Zoro cercò di parlare in modo più calmo possibile ma dentro era dannatamente agitato.

“Robin..dimmi quello che hai visto, mi stai..spaventando” disse quella parola perché era la verità.

La mora mosse la bocca un poco ma non ne uscì alcun suono.

Lo spadaccino pensò che poteva aver visto solo qualcosa di brutto..magari il cuoco era stato aggredito? Trucidato? Una scena di sangue e di tortura? Brandelli della sua pelle ovunque...o gli avevano sparato.. oppure era stato colpito con una mazzata? Che cavolo! Stava ragionando come l'archeologa adesso?! Però la cosa non lo divertiva più ora..

“Robin! Per..Favore..” Zoro le stava ancora tenendo le spalle scrutando ogni suo minimo e impercettibile movimento.

Lei deglutì.

“E'..è tutta colpa mia” riuscì a dire lei fissando sempre quell'acqua con sguardo assente.

“Che significa? Che vuol dire?!” lo spadaccino si sentiva sempre più agitato.

Robin lo guardò in viso finalmente.

“Lei non mi perdonerà, è colpa mia..io devo andare. Subito!

E con questo Robin si alzò in piedi divincolandosi dalla presa di lui. Scavalcò il bordo della vasca velocemente diretta alla porta.

“Ma.. DOVE VAI?! Spiegati meglio! Non ho capito un cazzo! Cosa succede?!”

Zoro la seguì tempestivamente e solo al secondo tentativo riuscì ad afferrarle il braccio. Robin si era già coperta con l'asciugamano grande, i capelli le gocciolavano sul viso. Quella presa forte la rinsavì un poco.

“Lasciami Zoro! Ho fatto un errore madornale e devo riparare..cioè, loro non ricorderanno quindi devo..coprire le tracce, sarà come se non fosse successo nulla!” L'archeologa si guardava intorno allarmata annuendo a sé stessa e lo spadaccino era sempre più confuso.

“Loro CHI?! Coprire le tracce?! Ma che stai dicendo??”

“INSOMMA ZORO!” Robin stava urlando a lui?! Zoro si irrigidì e mollò la presa guardandola allibito.

“Devo fare subito quello che va fatto. Sanji è.. nella camera delle ragazze con Nami ed è..inequivocabile quello che è successo e io..”

“PPFFHH!! COOSA?!” esclamò lui spalancando l'occhio vagamente divertito. “COSA hai appena detto?! Io non ho capito bene..dai!”. Scuoteva la testa sorridendo, non ci credeva proprio a quello che aveva sentito.

Hai inteso! E' successo di nuovo, lo capisci?! Caspita, Zoro! Loro sono lì da basso nudi sul letto di Nami e tu..ridi?!” Robin era sul serio incavolata ora.

“Scusami ma è più forte di me, lo so, non è divertente..è..è un gran casino!..” Zoro si sforzò di tornare serio coprendosi la bocca. “..Ma dalla tua faccia di prima sembrava che la cosa fosse più grave..”.

Questo non migliorò la situazione perché lei lo guardò ancora più severamente.

“Più grave di così! Sono stata troppo superficiale, è colpa mia.. Dovevamo monitorarli..” L'archeologa non finì quella frase perché lui la afferrò di nuovo fissandola dritta negli occhi.

“Ehi! Non è colpa tua. Hanno fatto tutto loro! Sì, loro e quel sakè del diavolo! E non potevamo prevederlo ok?! Insomma.. Nami era in camera sua quando sono andato via dalla cucina no? Credevamo dormisse. E quell'idiota era in cucina e ti giuro, avrei messo le mie katane sul fuoco che sarebbe crollato per terra con quei dannati piatti in giro di pochi secondi..lo scemo non si reggeva in piedi! Cosa dovevamo fare? Chiudere a chiave tutte le porte?! Dai!”

Robin lo guardava poco convinta ma pareva più calma.

“E' un guaio. Un grosso guaio, Zoro. Devo andare giù a..mettere a posto lei e..portare fuori lui sperando che non si sveglino..”

Ma lo spadaccino si accalorò subito a quelle parole.

“COS'E' che vuoi fare?! No, no..di Sanji mi occupo io, vengo con te, scherziamo! E se si sveglia sarà peggio per lui di certo! Cazzo! Per una volta che eravamo tranquilli!” Zoro si era allontanato dalla mora iniziando ad asciugarsi e vestirsi imprecando. “Deve pregare di non svegliarsi quello! Tra lui e lei, che due gran rompiballe!! Sai che ti dico? Non li vedrei affatto male insieme!. E, Robin! Non ti azzardare minimamente a sentirti in colpa! E' ovvio che il fattaccio è colpa sua! Quel pervertito...”

Nel frattempo la mora si era vestita velocemente e lo guardava ancora confusa. Avrebbe poi pensato a sistemare quel bagno, ora la cosa urgente da fare era giù. Colpa di Sanji, aveva detto lo spadaccino..

“Non puoi dire che è colpa sua Zoro, non puoi” Parlò piano lei. “Quella cosa ha fatto perdere il controllo pure a te..e non mi ricordo che poi tu ne fossi molto felice di quello che avevi fatto. Te lo sei scordato forse?..”

“Io non sono lui..e loro non hanno il rapporto che avevamo noi..cioè..”

“Non puoi saperlo!” lo interruppe lei capendo cosa voleva dire. “Né io e né te siamo nella loro testa per comprenderlo..”. Robin stava solo tentando di farlo ragionare, per quanto lui ce l'avesse con quel biondo non poteva non mettersi nei suoi panni perché lo spadaccino c'era passato per primo.

“Io voglio solo dire che..beh, credo che il cuoco ci tenga davvero tanto a Nami..” commentò infine convinta.

“Bah! OK, ok! Andiamo e facciamo quello che dobbiamo così non ci pensiamo più, daccordo?” Sbottò lui. Poi agguantò la porta e la aprì, così scesero in assoluto silenzio.

 

 

Si fermarono davanti all'entrata della camera delle ragazze indecisi su chi dovesse varcare la soglia. La porta era socchiusa, non si sentivano rumori all'interno. Robin stava per afferrare la maniglia quando lui le sussurrò piano prendendole la spalla.

“E se..li lasciassimo lì? Massì! Che se la sbrighino tra di loro! Vado a prendere un materasso comodo e ce ne andiamo in palestra a dormire! E che sia finita! Um?”.

Robin prima si voltò e gli sorrise commentando con un “Allettante”, poi negò categoricamente la proposta di Zoro scuotendo la testa.

Alla fine entrò lei.

Quella faceva parte di una delle situazioni in cui non avrebbe mai voluto trovarsi, doveva fare in fretta così sarebbe finita velocemente.

Sanji era prono, nulla addosso e totalmente scoperto, in parte sopra la rossa, una mano del cuoco copriva dolcemente un seno di lei. E Nami dormiva beatamente a braccia aperte.. L'archeologa si mise una mano sulla faccia. Accidenti! La rossa aveva una viso disteso con un accenno di sorriso..sembrava stesse facendo un bellissimo sogno.

Robin si stava pentendo di non aver accettato la proposta dello spadaccino.

“Non guardare” gli fece Zoro da fuori. Robin trasalì.

Ma come poteva non guardare se doveva..?! Al diavolo! Prese coraggio e fece apparire delle braccia intorno al cuoco che lo sollevarono piano e lo spostarono lentamente fino a terra. Poi le stesse coprirono velocemente Nami col lenzuolo.

Fatto questo Robin sospirò profondamente.

“Puoi entrare” sussurrò allo spadaccino ancora fuori.

Zoro entrò di soppiatto come un ladro e dapprima si bloccò a quella visione, poi il suo sguardo diventò torvo e maledicendo a bassa voce il biondo se lo caricò in spalla senza tanti complimenti non mancando di dire alla mora di girarsi. Lei l'avrebbe fatto comunque.

Zoro se ne andò diretto alla camera dei ragazzi e Robin lanciò fuori i vestiti del cuoco richiamandolo e indicando a terra col viso rivolto da un altra parte.

Così lo spadaccino, sempre più adirato, tornò indietro e raccolse pure quelli.

Lei chiuse finalmente la porta della stanza e si affrettò a cercare di vestire Nami col minimo indispensabile. La rossa ad un tratto si lamentò leggermente quindi Robin evitò di metterle anche il pigiama..la coprì e basta.

La mora si coricò a letto con i capelli ancora umidi..inutile dire che non chiuse occhio.

 

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Aahh..l'iddiosantononnepossopiùù!...”

Sanji entrò in cucina lamentandosi con una mano alla testa quella mattina e Chopper lo guardò con gli occhioni spalancati.

“Eccoti qua! Stai male eh? Anche io avevo un mal di testa prima! Ma ho bevuto questo, vedrai ti sentirai meglio poi!”

Sanji mise a fuoco prima cosa indicava la renna sopra il tavolo e poi i compagni. Rufy ancora a terra che dormiva e gli altri stramazzati sulla sedia o ancora lì sul tavolo in stato comatoso.

“Bevilo..cuoco..bevilo..” Gli fece Brook con la testa penzolante.

Era stato male anche quello scheletro?! Incredibile! Sanji pensò che non avrebbe più toccato quella bevanda, neanche sotto tortura! Ah, già! Era finita..

Si sentiva uno schifo, la testa gli pulsava paurosamente, sperava solo che il rimedio del medico funzionasse. Bevve in un solo sorso il bicchiere sul tavolo, una soluzione nerastra.

Una tale schifezza..! Ci voleva un buon tè adesso! Sì, tè o caffè..le uniche cose rimaste in quella dannata nave.

“Nami e Robin..? Sono le 11..Le hai già viste per caso? Che non stiano male..” proseguì il cuoco appoggiato al tavolo. Diamine! Gli mancavano pure le forze! E dannazione si era accorto che la cucina era in uno stato tremendo, doveva assolutamente sistemarla. Lavare i piatti..(ma non li aveva lavati la sera prima? Non aveva neppure sparecchiato??). Ah! Doveva buttar fuori quei quattro malmessi e dare una pulita al più presto!

Chopper lo studiava.

Certo, il cuoco non era in forma ma la cosa che lo stupì fu il suo odore. Sanji aveva stranamente l'odore simile.. simile a Nami. Ecco, proprio così.

Ci stava pensando su da quando lui era entrato in cucina in realtà, ma non aveva ben capito, ora il cuoco era vicino e quello che la renna percepiva era il miscuglio tra il profumo della navigatrice e l'odore solito della pelle di quel biondo. Aveva chiesto della navigatrice, quindi non l'aveva vista..era davvero strano.

Chopper, ancora confuso, rispose alla domanda del cuoco.

“Robin l'ho vista prima, fuori, dev'essere ancora lì. Nami no.. Sei sicuro di non averla incrociata venendo qua?” gli fece ingenuamente.

“No, l'unico che ho visto è..AH! Che male del ca..! ..è quell'alga troglodita in camera. Dorme ancora e quando si sveglierà..me la pagherà”.

La renna lo guardò stranito inclinando la testa, non aveva capito cosa intendesse ma si offrì di dare una mano al cuoco a riordinare la cucina. E continuò a pensare che era davvero insolito che Sanji non sapesse nulla della rossa, ma non ci badò più e non gli chiese altro.

 

-----

 

Dopo una decina di minuti la cucina finalmente fu sgombra, i compagni erano stati collocati in camera e premurosamente visitati dalla renna che fece bere la medicina a tutti e consigliò loro di dormire un altro po'.

Il dottore e il cuoco poi tornarono a mettere ordine in cucina e iniziarono dai piatti.

“Waaaoon!! Che dormita!”.

Zoro era entrato con un rumoroso sbadiglio stendendo i muscoli come se dovesse scaldarsi prima di tirare su pesi.

“Sbaglio o tu stai BENE, alga marina?” gli disse acido il cuoco con le mani nella schiuma.

“A-hà! Perchè? Dovrei star male? Ah, giusto..in preda ai postumi eh?..Era una quantità irrisoria per me, per uno smidollato come te invece..evidentemente no!”.

Lo spadaccino si fermò in centro cucina con le mani sui fianchi, in attesa. Voleva punzecchiarlo quel tanto per capire se quel cretino ricordava qualcosa della passata notte.

“Ringrazia che la cucina è già abbastanza malridotta e ho una valanga di cose da sistemare, non desidero pulire anche il sangue! Dioo, la testa..”. Il biondo appoggiò il capo sullo stipite della cucina continuando ad insaponare i piatti.

“Beh..se quel sangue che pulirai sarà il tuo..” ribattè Zoro sfidandolo.

“Dopo ricordami che abbiamo una questione da sistemare, idiota..non mi è piaciuto affatto il tuo scherzetto..” pronunciò Sanji socchiudendo gli occhi, era furioso.

“Quale scherzetto? Non so di che parli stupido cuoco!”

“Sei un pervertito..”

“Chi?! IO?? Ma senti chi parla! Sei impazzito! Qui il maniaco sei solo TU!!” Zoro era basito, iniziava ad inquietarsi.

“Se non sei stato tu a spogliarmi CHI E' STATO, EH?! Ah! Non posso urlare..”

“AVRAI FATTO DA SOLO! Che schifo! Io non penso MINIMAMENTE a TOCCARTI! Pensavo che ti piacessero le donne depravato!!” Sbraitò Zoro.

“Diamine! Fallo smettere di urlare prima che lo..” Sanji era al limite..

“Zoro, non vedi che sta male? Ha un forte mal di testa..non farlo arrabbiare, peggiorerà!” Chopper, che fino ad allora era rimasto stranamente zitto (non aveva neppure salutato lo spadaccino!) intervenne con aria severa e si avvicinò circospetto a Zoro.

Lui non capì cosa stesse facendo la renna, sembrava esaminarlo..annusarlo forse?! Boh!

“Ok, ok..bevo solo un po' di caffè e vi lascio al vostro gran daffare, um?”.

Detto questo lo spadaccino prese la caffettiera ancora sul tavolo e se la scolò così. Ne era rimasto poco di quel dannato caffè! Pazienza. Poi fece dietro front dando un ultima occhiata sospetta a Chopper. Lo stava ancora fissando?! Ma che aveva quella renna che non andava quella mattina??

Zoro uscì e Sanji sbuffò infastidito.

“Che cafone!..un cavernicolo!” il cuoco aveva capito cosa aveva fatto quel tizio anche senza vederlo.

Il dottore non lo ascoltò, era preoccupato.

Il suo olfatto doveva avere qualche problema, forse era temporaneamente compromesso dagli effetti collaterali di quella bevanda, era possibile! Sì..era così per forza. Doveva recuperarne un goccio e andare nella sua stanza per studiarne gli ingredienti! Perchè mai sennò Zoro aveva addosso quell'intenso profumo di mora selvatica?! Era una fragranza che sentiva solo quando era con Robin e Chopper era sicuro che fosse un bagnoschiuma, perché su di lei era intenso alla sera e lui conosceva le sue abitudini.. Lo teneva in alto, nella sala da bagno grande, il suo naso sapeva tutto.

Era alquanto improbabile che lo spadaccino l'avesse usato, era già tanto che si facesse una doccia! Aveva sempre pensato che fosse allergico al sapone..

“Per piacere..mi passeresti il resto sul tavolo Chopper?”

La renna tornò alla realtà, era meglio dare una mano al cuoco ora, doveva star proprio male per chiedere a qualcuno di dargli una mano in cucina!

In alto, ben nascosto in un angolino sulla parete, un orecchio che aveva ascoltato tutto, si volatilizzò in danzanti petali rosa.

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Capitolo 12
*** Idoli in bianco e nero ***


“Non ricorda nulla”.

La brezza gli scompigliava quei singolari capelli, “Affascinante”, pensò lei.

“Mfu! Fuh! Lo so, spadaccino pervertito!”

Zoro capì che lei sapeva tutto, aveva origliato, era ovvio.

“Cioè..io lo salvo da una situazione abominevole e ne ricavo questo! Beh, è la prima e l'ultima volta che lo faccio, sia chiaro!”.

I due erano a prua, appoggiati al parapetto a due metri l'uno dall'altra, una..distanza di sicurezza.

“Devo..andare a svegliare Nami, vedere come si sente..” disse Robin staccandosi da quell'appoggio. “E speriamo bene..”.

Era inquieta, aveva ancora la faccia di chi si sentiva in colpa.

Tu come stai?” Era una frase di circostanza, lo spadaccino cercava di trattenerla?

“Bene, non ho chiuso occhio ma tutto ok..” No, lei non sorrise.

Zoro fece una smorfia e seguì con lo sguardo la mora allontanarsi diretta alla camera delle ragazze. Anche lui sperava che Nami non ricordasse nulla, lo sperava per lei e per l'archeologa.

Robin sparì dietro quella porta e Zoro tornò a guardare il mare e quell'isola vicino. Avrebbero dovuto sbarcare quella mattina ma i compagni non erano proprio in forma.. Sarebbe saltato tutto? Forse sarebbe stato meglio, pensò.

 

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“Nami..? E' tardi, forse è meglio alzarsi..”

Robin era entrata portando un po' di luce dentro quella stanza, aveva anche aperto la finestrella e aveva cercato di parlare piano.

“Mmh.. Perchè?!..che ore sono?..” rispose la rossa da sotto il lenzuolo con voce impastata dal sonno.

“Beh, è quasi mezzogiorno e ..”

“COOSAA??!” Nami si rizzò a sedere all'istante stupita facendo volare il lenzuolo in parte. “Dovevi svegliarmi prima e aah! Oddioo.....checosèquestomalditesta..?!”

La sua furia si placò subito, era anche lei evidentemente frastornata da quel potente postumo..si teneva tutte e due le mani alla testa ora.

“Vado a chiamare il dottore, ok? Ti farà bere una cosa..” disse l'archeologa che stava già aprendo la porta.

“Aspetta, mah..ero così ieri sera? Cioè..non avevo il pigiama? Ahh CHISSENEFREGA! Oh, mi sta uccidendo! Fai presto Robin, grazie! Io non riesco a muovermi..” Nami si ributtò giù ricoprendosi faticosamente.

Così la mora si affrettò ad uscire e avvisò Chopper che fece il suo possibile.

Sanji venne a sapere che la rossa stava male e volle vederla preoccupatissimo ma la renna si trasformò e si parò davanti alla porta della stanza dicendogli che non era il caso, la navigatrice doveva solo riposare.

 

Dopo un ora Nami si alzò dal letto, non era proprio in forma ma doveva fare il suo lavoro, far arrivare la nave al porto nord-est dell'isola, il capitano aveva deciso che dovevano sbarcare quindi sarebbero dovuti scendere e stop (in realtà la rossa sapeva che l'unico pensiero di quella testa di rapa era MANGIARE QUELLA DANNATA CARNE e lei non era proprio in forze per menarlo..).

Si vestì più velocemente possibile e stava per andar fuori quando per terra vide una cosa, una cosa che non doveva essere lì. Si bloccò un attimo lì in piedi e poi nella sua testa trovò una enorme, grande scusa celata da spiegazione. Perchè altro non poteva essere, assolutamente! Quindi non ci pensò più. Stava abbastanza male anche per aver altri pensieri.

 

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“Caspita! E' quello il faro bianco che il tizio diceva?? Ma è enorme!” Usopp commentava guardando a bocca aperta quella costruzione.

Era totalmente di un bianco candido, pareva splendere, come tutte le strutture lì intorno del resto. Più la nave si avvicinava all'isola e più la ciurma era sbalordita. La luce diurna si rifletteva su quelle costruzioni, il tutto dava fastidio agli occhi.

“Che posto magnifico! Ma quei mezzi non hanno ruote!!..come fanno..”

“Incredibile!..se mi tolgo i vestiti manco mi vedono!”

“Maaa..è tutto uguale??! Che noiaaaaaa!”

Furono rispettivamente i commenti di Franky, Brook e Rufy.

La Thousand Sunny era ormai prossima al porto. Era evidente ora che ogni cosa creata da quegli uomini su quell'isola era di un solo colore. Case, strade, installazioni e strani mezzi di trasporto erano candidi, il tutto da lontano si confondeva ma ora che erano abbastanza vicini notarono un bel gruppetto di persone che li stavano aspettando. Ovviamente vestiti di bianco. E c'era chi aveva pure i capelli di quel colore!

“Va meglio adesso?” Robin era salita al ponte superiore dov'era Nami, cercava di capire altro in realtà.

“Sì..sto bene, mi sento un po' confusa ma il male alla testa sta passando. Chissà cosa ci attende, eh?”

Robin fu contenta di quel sorriso. “Mm! Sembra un posto interessante!”. La mora poi ricambiò quel sorriso e insieme osservarono il comitato d'accoglienza riunito al porto.

“Opperbaccoo! Cos'è quello?!” Brook era esterrefatto.

“E' un ologramma! Ne ho già sentito parlare, certo che vederlo è un altra cosa. E' una proiezione, non è reale, cioè..” spiegò Franky entusiasta.

“E' tipo una specie di miraggio come quelli creati dal mio bastone! Straordinario..” dedusse Nami.

“AH! Ma c'è una scritta su quel OLOCOSO...HEHEHEHEH!!” Rufy aveva ritrovato l'entusiasmo.

Il grande cartello intangibile che era apparso a mezz'aria sopra la testa dei candidi isolani recitava: “BENVENUTI PIRATI DEL CAPPELLO DI PAGLIA! E' UN ONORE AVERVI FRA NOI! QUI OGNI VOSTRO DESIDERIO DIVERRA' REALTA'!” Poi il messaggio spariva e ne appariva un altro, si alternavano. Il secondo diceva: “SIAMO VOSTRI SEGUACI! VI AMIAMO! GRAZIE PER ESSERE QUI!!”

Intanto la gente riunita iniziò a cantare, non si capiva bene che dicevano ma stavano proprio facendo festa, ballavano, cantavano e urlavano “Mu Gi Wa Raa! Mu Gi Wa Raa!”..e santo cielo! Erano sul serio tanti! Sembravano moltiplicarsi a vista d'occhio!

La ciurma rimase allibita, per un minuto non volò una mosca a bordo.

“Esagerati...” Sentenziò Zoro, snobbando quell'accoglienza calorosa. Gli altri lo riempirono subito di critiche dicendogli che era un insensibile, cinico senza cuore. “Loro ci vogliono bene!” concluse la renna per ultimo. Lui non ci badò molto ma si mise a poppa seguendo le manovre di approdo silenziosamente.

Notò che Robin gli lanciò una breve occhiata divertita e il broncio magicamente gli sparì.

I compagni intanto ridevano gasati, Rufy saltellava gridando “Carnee!!!”, Franky e Usopp salutavano gli isolani estasiati all'arrivo della nave e dei loro idoli, Chopper era imbarazzato e si muoveva in modo buffo e Brook aveva preso una chitarra e la stava strimpellando.

“Quanto entusiasmo..” commentò Sanji avvicinandosi alle due ragazze “..forse troppo, non credete? Sarà, ma io starò allerta..”.

Lo disse buttando fuori un po' di fumo di sigaretta dalle labbra e guardando con vago sospetto quelle persone ormai a pochi metri da loro. Poi comparve un gruppetto di ragazze urlanti, sembravano arrivate all'improvviso, forse si erano accorte del biondo solo ora.

“SAANJII!!!”, “ECCOLOO!!!”, “IL MIO CUOCO PREFERITOO♥!!”, “OH! TI AMO SANJII!!♥” A quelle urla il biondo cambiò espressione all'istante, comparvero due cuori al posto degli occhi e si gettò letteralmente al piano inferiore urlando “ECCOMI QUI ADORATE!! SONO VOSTRO!!”.

Nami e Robin si guardarono inespressive ma intendendosi chiaramente, cosa aveva appena detto quell'uomo?..

 

La ciurma scese accompagnata addirittura da una fanfara alla quale si era voluto aggiungere Brook con la sua chitarra. I musicisti sfilavano facendo strada e una grande folla festante si apriva al loro avanzare. C'era chi gridava i loro nomi, chi sventolava cartelli con foto e cuori, chi sveniva proprio nel vederli!

“Sono vagamente inquietanti..” Pensò a voce alta Robin noncurante che quelle persone potessero sentirla. Di fatto, in quel caos, la sentì solo Usopp e Zoro. Quest'ultimo fece mezzo sorriso per poi tornare alla sua solita aria annoiata.

“Roobin! Perchè dici così?!” Il nasone stava fissando raggiante un gruppetto con un cartello recitante “DIO USOPP! IL MIGLIORE!”.

I pirati vennero invitati a salire su due strani mezzi di trasporto, ovviamente bianchi e senza ruote, fluttuavano sospesi a mezzo metro da terra. La ciurma si divise in due gruppi e tutti salirono eccitati: Sanji, Nami, Rufy e Franky in uno e Brook, Zoro, Chopper, Robin e Usopp nell'altro.

Quelle navicelle fischiarono e partirono verso l'alto dirigendosi poi nell'entroterra. Dall'alto notarono che quell'isola era piccola ma sembrava perfettamente circolare e la cosa che davvero li sorprese era che visivamente si divideva in due. Una metà (quella che stavano sorvolando loro) appariva sostanzialmente carica di luce, tutte le costruzioni super moderne erano candide, l'altra metà invece in lontananza, sembrava buia, oscura, dava addirirttura l'impressione che fosse notte lì in fondo!

Proprio in mezzo all'isola, tra queste due metà, si scorgeva un enorme palazzo a base circolare. Era tutto bianco e nero, questi due colori erano presenti in ogni dettaglio di quelle mura in un perfetto gioco d'armonia, facendolo sembrare un enorme opera d'arte.

“Questo posto è da far girare la testa! Guardate come gira!! Yohoho!” Brook stava davvero facendo ruotare il suo teschio afro ma erano tutti fissi su quell'incredibile panorama.

La ciurma a bordo era incredula, strabiliata, nessuno parlava nelle due navicelle, guardavano solo a bocca aperta lì sotto e ben presto capirono che la loro destinazione era proprio quella.

Dopo qualche minuto arrivarono in una piazzola sopra le mura di quel grande palazzo e scesero dalle due navicelle. Anche lì una folla festosa, ma più contenuta, li accolse e vennero invitati all'interno del palazzo da dei tizi in bianco e nero, dovevano essere le guardie del palazzo. Erano le uniche persone serie e impettite che avevano incontrato al momento.

“Quando si mangia, quando si mangia, ehh?? Io ho fame! Secondo voi ci daranno qualcosaaa?!” chiedeva Rufy ogni minuto agli strani accompagnatori e ai suoi compagni. I primi sembravano muti e gli amici facevano finta di non sentirlo a parte Nami che gli lanciava puntualmente delle occhiatacce.

Dopo alcuni corridoi incredibili, dove l'alternanza di quei colori ubriacava gli occhi, arrivarono in una grande sala buia.

“Benvenuti Pirati del Cappello di Paglia!” tuonò una voce rimbombando nel salone. “Seguiamo le vostre gesta da tempo, siamo vostri grandi fan e oggi servitori! Ogni richiesta sarà un ordine per noi! Anche se in quest'isola, siamo sicuri, troverete già tutto quello che desiderate! Buona permanenza nel Paese del Sole e della Luna!”.

Le luci della grande sala si accesero su di loro e una grande folla intorno inziò ad applaudirli e sparare coriandoli e stelle filanti. Erano già lì nell'oscurità ad attenderli? Nessuno se n'era accorto! Erano singolari, chi vestito di bianco, chi di nero.

Tra applausi, musica e incitamenti la piccola folla si divise in nove gruppetti e ogni gruppo invitò un pirata a seguirlo portandolo in una specie di piccolo camerino posto ai margini della sala. Ce n'erano nove di quelle piccole cabine, il numero esatto dei componenti della ciurma.

“Ma ma ma..che fanno?!” esclamò Usopp un po' spaventato vedendo invece Rufy seguire quella gente divertito. Il capitano gli fece pure un “Ok”!

La voce tuonò ancora nella sala spiegando che gli invitati si sarebbero dovuti preparare per il grande pranzo e che quello era solo il primo regalo che avevano in serbo per loro.

Quindi seguirono tutti quelle direttive. Ci fu chi come Zoro e Sanji protestò alla vestizione, sì perché quella gente pretendeva di spogliarli e vestirli! Loro in teoria non dovevano fare nulla che essere serviti. Altri invece si lasciarono fare.

Da fuori si sentivano le loro voci, anche di protesta..

“Ehi! Ehi! Ma anche a Nami e a Robin state mettendo le mani..??!” il cuoco si stava preoccupando.

“Ooi! Faccio io! Non toccare le katane!..” ma Zoro non capiva nemmeno da che parte iniziare per mettere quella roba.

“Ooh! Mi piace!! Queste perle mi donano” e le erano spuntati gli occhi a berry..

“SUUPEER!! Anche la mutanda è perfetta!”

“Sembra che conoscano alla perfezione le nostre taglie e misure..sempre più inquietante..”

“Come mi sta bene! Non per niente anche qui mi trattano da dio! Ha ha!”

“OK, ma io ho una TREMENDA fame ora!!”

“Elegantemente tetro..sì, s'intona bene con le mie ossa! Yohohoo!”

“Oh! Che imbarazzo....siete troppo gentili..”

 

Quando furono pronti la strana gente li sistemò in due file con al centro Rufy che apriva la processione.

“Che vogliono? Una foto ricordo?..” fece Sanji e intanto si squadrarono tra di loro.

Alcuni erano stati vestiti di bianco, altri di nero e così sistemati sembravano pronti per una partita a calcio. Una fila bianca accanto ad una nera con al centro Rufy che pareva uno strampalato arbitro bicolore.

“Eh Eh Eh!” Rideva trionfante Rufy con le mani sui fianchi “La mia ciurma è la migliore, si sa!”. Era sul serio bizzarro, aveva una camicia aperta con pantaloni abbinati di una fantasia zebrata bianca e nera, un fascione rosso alla pancia che si intonava col suo cappello di paglia e indossava un mantello esagerato, sfumato dal bianco al nero, che ricadeva lungo a terra. Dulcis in fundo, aveva una ciabatta candida e un altra color pece.

Dietro di lui alla sua sinistra, Zoro, era il primo della fila dei pirati in nero. Vestito totalmente con quella che sembrava pelle color pece, bandana in testa, gilet chiodato semi chiuso da fibbie argento e petto in vista, pantaloni aderenti e strappati, una botta di cinture borchiate che legavano le tre katane alla vita, bracciali con spuntoni e guanti neri.

“Questi sono pazzi” fu il suo commento, sembrava uscito da un concerto punk rock.

Dietro e alla destra di Rufy invece, avevano messo Sanji, in contrasto assurdo con lo spadaccino accanto. Il primo della fila bianca pareva un principe. Doppiopetto candido e camicia ricamata chiusa fino al collo, stivali e pantaloni bianchi e perfino un boa di pelliccia chiara sulle spalle. Il biondo non proferì più parola perché era a bocca spalancata in ammirazione delle ragazze dietro di loro.

Robin, dietro a Zoro, aveva addosso un abito lungo e nero, lucido con un ampio spacco, che più mostrava la sua pelle che la stoffa, era tutto un apertura di intrecci argentati. Poi tacchi a spillo e un boa di piume nere che le cingeva le spalle. Decisamente provocante. A Zoro, che le balenò una singola e sfuggente occhiata, prese male e guardò altrove. Le avevano anche raccolto i capelli in un grande chignon e messo degli orecchini pendenti con delle lune nere luccicanti.

L'archeologa studiò tutti rimanendo in silenzio e decretando nella sua testa che stavano proprio tutti bene così, poi tornò a guardare davanti a sé. Quel fondoschiena.. quello sì che era uno spettacolo!

Nami era di fianco a lei, vestita tutta di bianco e pareva una ballerina che aveva appena finito la sua esibizione. Aveva una gonna di tulle ampia e cortissima, tutta svolazzante, scarpe con la zeppa e lacci che partivano dalle caviglie e arrivavano intrecciati fino alle ginocchia, un top che arrivava a malapena sotto il seno e a collo alto, per finire una quantità esagerata di collane perlate e braccialetti coordinati. Le avevano sciolto i capelli e messo una coroncina di brillanti e perle raffigurante un sole splendente.

“Saranno vere queste perle?..” sussurrò a Robin che rispose con un espressione dubbiosa.

Uuh! L'aveva beccata! Nami era sicura che la mora un attimo prima stesse fissando proprio il sedere dello spadaccino. In effetti con quei pantaloni di pelle...

“DIOSANTOO!” Riuscì a dire il biondo intorpidito fissando le due e poi si girò un attimo verso quella gente. “GRAZIE! GRAZIE!” gli urlò per poi tornare su Nami.

“Eee..oh, pasticcino! Spero non ti abbiano messo troppo le mani addosso..”

“Erano DONNE, stupido!” lo informò la rossa.

“Asciugati il naso, cuoco. Sei imbarazzante..” gli borbottò Zoro. Lo disse guardando davanti a sé abbozzando un sorriso di circostanza. Non servì perché arrivò una ragazza con un fazzoletto e Sanji-occhi a cuore fu celermente sistemato.

“Ma ti sei visto tu piuttosto?! Certo che c'hanno azzeccato, buzzurro di un samurai!” Anche il cuoco pronunciò quelle frasi sorridendo alle donne lì vicino.

“Finitela..” ringhiò Nami a denti stretti con un sorriso tirato e finto. Accanto a lei Robin si mise a ridere.

Dietro all'archeologa c'era Usopp, anche lui vestito di nero, salopette con luccicosi bottoni argento e pantaloni larghi, stivaloni scuri, copricapo nero con occhiali da aviatore in testa.

A chiudere la fila della “fazione scura” un Brook in frac nero e ricamato munito di bastone color argento.

“Ragazzii, tutto ciò è commovente, mi si spezza il cuore..ah! Ma io il cuore non ce l'ho! Yohohoho!”.

Di fianco a lui Franky, in camiciona bianca a fantasia stellata e mutandoni candidi (con una stella argento proprio lì), se la rise e Chopper, tra lui e Nami, era tutto eccitato da tutte quelle attenzioni. Anche la renna aveva un completino chiaro con un grande e peloso copricapo bianco perlato. Gli avevano messo al collo uno stetoscopio d'argento ed era tutto felice per quel regalo.

“Bene, bene! Vedo che siete pronti!” Fece ancora la voce tuonando dal nulla. La ciurma non aveva ancora capito da dove arrivasse. Poi una luce forte in fondo alla sala illuminò un ometto, basso, tutto vestito di bianco con una bombetta chiara e un microfono in mano.

“Mi presento, il mio nome è Mr. Bright Sun e sono il governatore incaricato della Città Bianca, sono a capo dell'isola durante il giorno, è per questo che siete stati accolti così calorosamente.. Eh! Eh!”.

“Ma.. di notte??” chiese circospetto Usopp a bassa voce, lo sentirono solo i compagni.

“Prego, avanzate! Il gran banchetto vi attende oltre questa sala, vi scorteremo e..non vi dispiace se registriamo l'evento, no?.. Potrete seguire le riprese dalle visuali in alto”

I pirati alzarono la testa e ammirarono le loro grandi facce dentro a degli ologrammi cubici..era una trasmissione in 3D!

“Ma che cavolo di tecnologia è questa?!” Franky era strabiliato. “A chi la faranno vedere questa roba?! Ce l'hanno solo loro!”

Rufy, Chopper e Usopp avevano gli occhi stellati, erano rapiti da quello che vedevano lassù.

“..E chissà di che cos'altro dispongono!” aggiunse Sanji “Questo fa perfino concorrenza alla Germa..”

“La tua folle famiglia..non avevi detto che non l'avresti più nominata?” si intromise Zoro.

La rossa li interruppe subito prima che cominciassero a punzecchiarsi.

“Ragazzi, ci stanno riprendendo..ponderiamo quello che diciamo e facciamo per favore, altrimenti..” stava per dire chissà quale trucida fine avrebbero fatto ma sorrise al suo volto lì in alto facendo l'occhiolino, la rossa era in primo piano ora.

“Guarda che gran bel viso angelico ha la mia Nami swwann!! ahh!!” Quella ripresa non inquadrava proprio solo il suo viso.. Il naso del biondo perse un fiotto di sangue e due ragazze accorsero subito ad asciugargli la faccia appena in tempo.

 

Le guardie bicolori scortarono i pirati fino ad un corridoio enorme dove si imbatterono in un altro bagno di folla festante che li attendeva in trepidazione. Quella gente era difficile da trattenere, alcuni volevano assolutamente toccarli e venivano respinti da chi di dovere.

Ad un certo punto due donne riuscirono a sfuggire da quegli omoni e corsero verso lo spadaccino urlando il suo nome e riuscendo ad abbracciarlo tutte su di giri. Vennero portate via all'istante in malo modo. Lui non si scompose ma si irrigidì un attimo sussultando leggermente a quell'impatto inaspettato, sembrava sconcertato. Poi continuando a camminare mise una mano alla katana e non la mollò più.

Nami osservò divertita la cosa e poi guardò Robin, stava fissando con un occhiata tetra quelle donne che venivano portate via. Più avanti Rufy se la rideva alla grande.

“Caspitaa! Zoro è pieno di ammiratrici, eh?!” le fece la navigatrice, ma la mora non reagì né disse nulla.

“NAMI SAMAA!! SONO RICOO!! SPOSAMII!” Un bel ragazzotto urlava lì vicino con un mazzo di rose bianche in mano. Poi fece volare quelle rose in sua direzione e lei prese il mazzo al volo, era senza parole, stupefatta.

QUANTO RICCO?!” gli urlò la rossa riprendendosi da quel gesto e Sanji contemporaneamente lo trapassò con un occhiata indiavolata e poi gli gridò “NON LO SEI QUANTO ME, POVERO STOLTO SBIADITO!”. Ma quel tale era solo vestito di bianco, proprio come quel geloso di un cuoco.

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Capitolo 13
*** Cibo, donne e alcol ***


La ciurma venne acclamata dalle voci dei fan fino a quando non arrivarono a destinazione in un grande salone e le porte si chiusero dietro di loro, finalmente regnò un po' si silenzio.

Le enormi pareti circolari erano affrescate da un incredibile mosaico di pietre con i due colori dominanti nel quale erano raffigurati sul soffitto la luna e il sole e il magnifico salone era addobbato a dovere da drappi neri e candidi fiori.

Al centro vi era un enorme tavolata circolare e vuota all'interno. Era un enorme cerchio perfettamente diviso a metà, un grande semicerchio bianco congiunto ad un altro nero pece.

Dalla parte opposta del salone da dove erano entrati i pirati, un gruppo di scuri personaggi attendevano immobili. Scrutavano i nuovi arrivati e stranamente non sorridevano.

“Buongiorno, siete in ritardo” li accolse così una suadente voce femminile.

Il gruppetto, vestito completamente di nero, si allargò dando spazio all'avanzare di una donna, alta e molto bella, aveva un abito coprente e aderente, capelli corti e scuri e occhi di ghiaccio.

“Sarò breve. Sono la persona a capo della Città Nera, il mio nome è Black Rose. Abbiamo un lauto pranzo di benvenuto per voi, in cambio ci aspettiamo che la Vostra visita sia piacevolmente breve. Sapete, non gradiamo la marina tra i piedi”

La donna fece un sorriso ma non si poteva dire che fosse davvero amichevole.

“Accidenti....simpatica!” Commentò Nami piano e davanti a lei un Sanji estasiato emanava cuori da tutti i pori.

Si fece avanti anche il piccolo governatore in bianco con un gruppetto a seguito e gli strani commensali presero posto nelle rispettive sezioni.

La ciurma venne invitata a sedersi in mezzo tra le due colori. Sanji, Nami, Chopper e Franky sulla parte di tavolata bianca e Zoro, Robin, Usopp e Brook occupavano la parte di tavola nera libera. Rufy si sedette in mezzo al suo gruppo, come linea divisoria vivente, in corrispondenza del limite bianconero. Aveva già forchetta e coltello in mano, furente di mangiare qualcosa.

I governatori erano seduti alla parte opposta della tavolata, vicino il confine che divideva i due colori e non si degnavano di uno sguardo. Quell'ometto candido vicino a quella donna alta e oscura era davvero comico.

Sopra le loro teste apparvero due ologrammi cubici, le riprese erano ripartite e mostravano la ciurma a tavola.

“Ehm..” si schiarì la voce Bright Sun. “Prima del pasto volevamo brindare a Voi con il nostro spumante speciale e informarvi che poi, per la notte, abbiamo preparato per ognuno delle stanze speciali..diciamo personalizzate

“Non doveva essere una sorpresa, signor governatore?..” lo interruppe la donna alta acidamente.

“Ah! Ah! Sì..e vabbè non importa.. Allora diamo inizio ai festeggiamenti con il brindisi!!” Quell'uomo pareva un po' nervoso, forse era la vicinanza con quella fredda donna.

Con lo stupore dei pirati il pavimento in mezzo alla grande tavola circolare si illuminò di un luce accecante e comparvero dal nulla cinque ragazze vestite con una fantasia a scacchi che reggevano dei vassoi con dei calici bicolore.

“Yohohoho! Chissà se anche le loro mutandine sono bicolore!”. Ma Brook non lo ascoltò nessuno, erano tutti interdetti da quella comparsa inaspettata.

“Sono...apparse così, dal niente!..Non sono ologrammi, cos'è magia?? teletrasporto?!” Franky aveva di nuovo gli occhi fuori dalle orbite, Usopp, Rufy e Chopper lo sguardo stellato a quelle parole, Sanji il sangue dal naso (d'altra parte quelle donne erano davvero poco vestite), Nami, Robin e Zoro invece osservavano lo strano vino che veniva distribuito.

Quello spumante era per metà paglierino e per metà nero.. I due liquidi all'interno non sembravano volersi mescolare.

“Odio dirlo, ma ho un dannato 'dre ja viu'..” sussurrò Zoro all'archeologa seduta vicino.

“Mfu! Fuh! 'Déjà vu'!..Ti capisco, però potrebbero offendersi se non lo beviamo..”

Robin non aveva neanche finito quella frase che Rufy esclamò “BUONISSSIMO!! Ora passiamo al resto!” con in mano il calice già vuoto. Così glielo riempirono di nuovo e tutti insieme alzarono i calici, brindarono e bevvero quello strano spumante. Nel berlo i due colori si mescolavano in bocca, si sentiva che era alcolico e non era niente male, fruttato e frizzante, solo alla vista non convinceva. Lo bevvero tutti quindi anche lo spadaccino alla fine lo buttò giù e subito dopo averlo finito chiamò con un “Oi!” la ragazza più vicina per farsi riempire di nuovo il bicchiere.

'Ma come? Non era restio nel berlo un attimo fa?..' pensò la mora guardandolo con vago rimprovero.

“Non vedevo l'ora di servirla di nuovo signor Roronoa!♥” fece quella ragazza appoggiandosi al tavolo in modo provocante e Robin non si trattenne nel lanciarle un occhiataccia.

Zoro non si accorse di nulla, guardava solamente quello che gli interessava, quel bicchiere che si riempiva, ovvio. Poi chiese a quella signorina se poteva lasciargli la bottiglia con un mezzo sorriso. La ragazza ubbidì mandandogli un baciò soffiato e se ne andò.

Non si notava per nulla da fuori ma l'archeologa era realmente seccata ora.

Le ragazze scomparvero con un altro bagliore per poi ricomparire pochi secondi dopo con quelli che parevano degli antipasti.

“AAHH!! Pancia mia fatti capannaaa!!” esclamò il capitano. “EEHH???!” fece poi. Quell'antipasto era sul serio insolito! Sembravano delle palline di riso con qualcosa sopra, un piatto totalmente bianco e nero.

“Wow..bello alla vista..” commentò Sanji e assaggiò. “Mm! Niente male, c'è del salmone dentro! Ma come avranno fatto a renderlo bianco?!”

Nami lo guardava curiosa mentre mangiava concentrato ad occhi chiusi.

“Bella combinazione.. Riso, piovra, nero di seppia..aneto, anacardi, aglio, timo..” il biondo continuava a elencarne gli ingredienti.

“Bah! La carne dov'è??!” Rufy nel frattempo aveva quasi divorato anche il piatto, non c'era neanche un chicco di riso lì sopra, era davvero impaziente ora!

 

Presto fu accontentato. Subito dopo venne servita una quantità enorme di cibo.

Le affascinanti cameriere apparvero reggendo un gran vassoio con la portata principale ed incredibilmente anche quella pietanza era totalmente bianca e nera. Quella carne era color pece (sembrava tutta bruciata!) e le verdure di accompagnamento erano candide.. perlate! Il tutto faceva impressione più che appetito. Però, appena quel vassoio apparve, un delizioso profumo di carne alla griglia pervase la grande sala, dall'odore doveva essere delizioso!

Infatti quel piatto si rivelò solo insolito alla vista ma squisito al palato e dopo le prime incertezze i pirati iniziarono a mangiare con gusto e Rufy si fece servire per ben dieci volte prima di dichiararsi quasi sazio.

Sanji stava di nuovo analizzando il piatto.. per lui quel cibo non era stato semplicemente “colorato”, doveva essere il risultato di qualche loro avanzata tecnologia, era sorprendente.

Dopo il dolce, una buonissima torta candida, venne distribuito un digestivo alcolico nero come il buio più profondo.

Robin lo assaggiò e poi decretò che era troppo forte per i suoi gusti. Neanche a dirlo, Zoro mandò giù il primo bicchiere tutto in una volta. Quando la solita cameriera passò per il secondo giro mostrò allo spadaccino la bottiglia ammiccando, come dire “La vuoi?..”.

Lui rimase impassibile, alzò solo un sopracciglio..e il calice. Quel giochetto tra i due non piacque per nulla all'archeologa che gli sussurrò “Fermati. E se fosse drogato?..”.

“Se sarà così verrò da te..” bisbigliò di risposta lui sorridendo alla donna con la bottiglia.

Robin era interdetta. Quando c'era di mezzo l'alcol quell'uomo non ragionava più. Venire da lei! Ma se si perdeva in un corridoio dritto anche da sobrio?!

 

“Bene bene, Signori! Il pranzo è finito!” disse a gran voce l'ometto in bianco “Ma la festa no! Quindi vogliate trattenervi ancora con noi, abbiamo molti omaggi per voi!”

A queste parole il gran tavolo circolare con ancora piatti e stoviglie sopra sparì in un gran bagliore. Le grandi piastrelle sotto di loro si mossero allargando quel cerchio di sedie dov'erano seduti (i pirati sussultarono tutti su quelle sedie) e riposizionandoli in due file opposte.

Forti luci illuminarono il centro sala e apparve un orchestrina che iniziò a suonare e ballerini che danzavano, alcuni erano degli ologrammi! Si notava difficilmente però la differenza con quelli reali, erano realizzati davvero bene. Ormai la ciurma non sapeva più che commentare a quello che vedeva, rimasero tutti attoniti a godersi quello spettacolo. Franky ancora pensando a come si erano mosse quelle piastrelle sotto di lui.

Le cameriere continuavano ad apparire e scomparire tutte sorridenti e a girare tra i commensali per riempire i calici offrendo anche piccole porzioni di frutta bicolore. Ma non avevano detto che il pranzo era finito?!

Quella frutta tutta bianca e nera faceva davvero senso! Quasi nessuno la toccò, (tranne Rufy!) anche perché ormai erano tutti stra-sazi.

Neanche Sanji volle aver a che fare con quella frutta. No, lui era troppo intento a seguire ogni movimento di quelle ballerine, alcune gli giravano intorno e sembrava che ce l'avessero proprio con lui (gli sventolavano in faccia perfino dei fazzoletti per il suo sangue dal naso!).

Rufy intanto aveva mangiato anche tutta la frutta in circolazione e ora era enorme, tutto pancia, e continuava a ridere. La sedia nella quale era seduto minacciava di cedere da un momento all'altro sotto quel peso.

La solita cameriera che aveva riempito più volte il calice a Zoro invece, gli stava sempre vicino, premurosa di fare il suo dovere e ad un certo punto si sedette su un ginocchio dello spadaccino con la bottiglia di digestivo e qualcos'altro in bella mostra.

Lui non fece assolutamente nulla se non che squadrarla un attimo e alzare il bicchiere meccanicamente per farselo riempire guardando altrove. Quest'ultimo veniva puntualmente riempito, ancora, e ancora, e ancora..

A Robin non era sfuggito nulla ed era furibonda, ma non da fuori, dall'esterno sembrava impassibile. Però non sapeva ancora per quanto si sarebbe trattenuta.. Diamine! Ma quella bottiglia non finiva MAI?! E lui lasciava che lei rimanesse lì, così, senza far nulla?! Magari Zoro sperava che la bottiglia finisse così quella ragazza si sarebbe tolta da lì?..

Ohh, le sarebbe piaciuto stritolarla, quella maledetta! Ma non poteva, non così davanti a tutti. Non dopo quel caloroso benvenuto e quel buonissimo pranzo, no. Sconveniente, si sarebbe stato da maleducati.

Allora Robin, al limite, fece qualcos'altro. Creò una mano che apparve solo per qualche decimo di secondo la quale fece scivolar via la bottiglia dalle mani della ragazza che esclamò un “Oh!” stupita. Quella bottiglia cadde a terra e con uno schianto andò in mille pezzi ma pochi se ne accorsero in quella confusione.

Robin aveva un mezzo sorriso in faccia quando quei resti sparirono e ricomparve al loro posto una bottiglia nuova dal nulla.

La mora rimase sbigottita, il suo intervento era stato inutile e la cameriera con un sorriso seducente recuperò la bottiglia e si risedette sul ginocchio dell'immobile spadaccino (non si era neppure accorto del tentativo di Robin!). E quella donna, imperterrita, continuò a riempirgli il bicchiere.

Dall'altro lato della pista da ballo Sanji ormai non capiva più niente. Due ragazze erano sedute sulle sue ginocchia, una intenta ad arrotolargli i fazzoletti su per il naso per bene, l'altra lo accarezzava rassicurandolo e altre due gli ballavano attorno mostrando le loro, diciamo, più che ottime qualità. Quella stanza poteva anche esplodere, lui non se ne sarebbe accorto.

 

“OH! Questa sì che mi piace! È un ballo di gruppo!!” Nami ad un certo punto si alzò festante dalla sedia, pronta a ballare.

“Yahoo! Vengo anch'io!” fece Usopp e lo seguì a ruota anche Franky e pure un Chopper saltellante.

“ROBIIN! Dai, vieni!!” la rossa chiamava l'archeologa ancora attenta a cosa succedeva a pochi metri da lei.

Guardava con la coda dell'occhio lo spadaccino, era arrivato a diciassette bicchieri di digestivo..quella bottiglia era stregata?! Forse il liquido lì dentro appariva dal nulla come tutte le altre cose.. Non se lo sapeva spiegare! Era arrabbiata sì, ma anche preoccupata ora.

La mora si alzò dalla sedia, forse c'era un altro modo per far smettere Zoro di bere. Nami le era stata d'aiuto.

Si fiondò in mezzo alla piccola folla e iniziò a ballare vicino a Nami e agli altri ballerini. Alcuni erano finti, solo ologrammi, erano leggermente trasparenti da vicino, ora sì che riusciva bene a distinguere chi era “vero” e chi no. Tutto sommato era quasi divertente!

Ballavano tutti alla stessa maniera, un ologramma davanti mostrava cosa fare, Nami sembrava divertirsi un mondo ma la mora doveva sforzarsi, non era proprio appassionata di balli di gruppo. Dietro a lei Chopper e Franky se la ridevano proprio.

Robin era troppo concentrata sulle mosse da fare per vedere se Zoro avesse notato che lei era lì in mezzo. Poi tutto d'un colpo finì, la musica cambiò drasticamente, ora era calma e d'atmosfera. Era salito sul palco Brook e si era messo al pianoforte dell'orchestrina iniziando a suonare e cantare un suo famoso pezzo romantico.

Incredibilmente gli ologrammi cambiarono d'abito in vestiti molto eleganti e i figuranti maschili invitarono le ragazze a ballare insieme con un inchino.

“Ah! Ah! Robin! Questa poi! E' pure carino il mio!” le urlò Nami divertita “Gli chiederò se è anche benestante! Ah! Ah!”

La mora le sorrise e guardando il suo finto bell'umano pensò “Perfetto! Ciò che ci voleva!”. Caspita però! Se quell'uomo fosse stato VERO qualcuna ci avrebbe sul serio perso la testa! L'ologramma le cinse i fianchi e lei fece finta di appoggiargli le braccia al collo, così iniziarono a ballare. Se non fosse stato per lo sforzo di dover tenere le braccia così avrebbe detto che fosse tutto reale, lo trovava spassoso dopotutto. Dopo il primo minuto di incertezza dove non sapeva in che direzione muoversi, tutto fu chiaro. Era lei che doveva direzionare quel ballo e lui l'avrebbe semplicemente seguita.

“Maa..come si fa?!” le chiese Nami lì vicino e lei con poche parole glielo spiegò tra un volteggio e l'altro. La rossa capì al volo.

MA! MA!..Che fa la mia Nami-chan??! ECHICAZZOE'QUELL'UOMO?!

Sulla pista da ballo si sentì a malapena la voce di Sanji. Robin osservò una Nami rapita dal suo avvenente ologramma non dare minimamente peso al biondo sconcertato però ancora attorniato dalle ballerine che cercavano di calmarlo e distrarlo. Erano davvero insistenti col cuoco! Quella gente di certo conosceva tutte le loro preferenze e debolezze..

Con questo pensiero, l'archeologa guardò verso Zoro.. e quindi lo vide, cioè vide la scena e si trattenne a fatica dallo scoppiare a ridere.

Robin vide lo spadaccino alzarsi in piedi con uno scatto buttando letteralmente a terra quella cameriera che era sopra di lui (che bel volo che fece!). Poi lo spadaccino fissò infuriato la mora per un breve ma terribile attimo e subito dopo, resosi conto di quello che aveva fatto, aiutò la sventurata ad alzarsi e scusandosi si allontanò uscendo dalla sala per andare chissà dove.

Rufy, che aveva visto la scena rise talmente tanto che la sua sedia cedette e finì a terra rotolandosi dalle risate. Rotolava davvero, era praticamente una palla!

 

La festa continuò ancora per un paio d'ore tra balli, risate e scambi di convenevoli tra i commensali e arrivò sera. I pirati erano stremati da tutto quel cibo e movimento. D'altra parte erano stati invitati e perfino pregati di rimanere lì con loro che fino a tarda sera non si mossero da quel salone. Sì, tutti tranne Zoro.

Lo spadaccino era tornato solo mezzora prima dei saluti finali chiudendo dietro di sé in tutta fretta una delle porte del salone. Ci rimase attaccato di schiena assicurandosi che nessuno entrasse con sguardo sconvolto. Aveva il fiatone e la bandana in testa era sparita. Al di fuori di quella porta si sentivano urla di donne..evidentemente di delusione. Aveva probabilmente appena fatto in tempo a scampare alle loro grinfie, era via da non sapeva neanche lui quanto, si era solo perso tra quei corridoi e poi aveva incontrato quelle ragazze..ed era stato FATALE.

In affanno, cercò con lo sguardo l'archeologa (stava bevendo un cocktail biancastro e parlando con un tizio in nero). Zoro notò che la mora si accorgeva di lui, lo squadrava solo un secondo socchiudendo gli occhi e poi guardava da un altra parte..

Era arrabbiata? LEI?! E lui cosa doveva pensare dopo quello che aveva visto?! Chissà cosa aveva fatto lei poi in quelle ore in cui lui aveva solo cercato di seminare quelle donne isteriche! Una serata da incubo! Non vedeva l'ora che finisse e basta.

E presto fu accontentato infatti. La musica cessò e con un inchino tutti i camerieri, ballerini e orchestra iniziarono a sparire. Le luci tornarono normali e la pista da ballo sparì.

“Hm! Hm! Ottimo! Speriamo sia stato tutto di vostro gradimento, ospiti” Iniziò questa volta, la donna in nero.

Egregi ospiti!” la volle correggere il signor Bright Sun.

“Sì..” riprese lei fulminandolo con lo sguardo. “Ora vi scorteremo verso il nostro omaggio finale, la sorpresa è già stata, come dire, rovinata..ma sono sicura che ne rimarrete incantati lo stesso. Prego, vogliate seguire i nostri collaboratori e.. magnifica notte a tutti voi!” Detto questo la signora oscura si defilò per prima. Nell'aria c'era una strana atmosfera, sembrava un invito nefasto invece che un augurio così pronunciato da quella donna! Nessuno comunque se ne preoccupò, c'è chi era troppo allegro dall'acol, chi era stremato da tutto quel movimento e da cosa aveva visto.. erano tutti troppo stanchi per farsi troppe domande. Dopotutto era stata davvero una piacevole serata.

Seguirono gli accompagnatori che li guidarono ad un enorme corridoio circolare dove si trovavano le stanze dei ragazzi, le donne invece vennero portate al piano superiore, le loro camere si trovavano lì.

“Bye! Bye!” Nami salutò gli altri facendo “ciao ciao” con la mano prima di sparire su per le scale. Era un po' alticcia e Robin, dietro di lei, fu attenta che non cadesse.. Con quelle zeppe poi!

Zoro vide l'archeologa dileguarsi dietro l'ingresso della scala, la porta della camera dello spadaccino, fortunatamente, era proprio lì vicino. Mise una mano alla maniglia bianca e guardò verso la sua destra, Sanji in fondo al corridoio stava per entrare.

“OI! Ce l'hai, vero?” gli fece. Il biondo annuì ed entrò nella sua stanza.

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Capitolo 14
*** Stanze ***


“San..ji..”..

Nami si teneva a quel tavolo. Girava tutto intorno a lei. Quelle cartine geografiche, quelle belle matite, quelle collane, il tavolo e la sedia davanti a lei..non riusciva a tenere gli occhi aperti. Sapeva solo che era ancora in piedi e aveva in mano quel lumacofono.

Stava tentando di chiamarlo.. Perchè lui non rispondeva?! Doveva sentirlo! Cosa stava facendo?!

Niente..quella dannata lumaca non apriva gli occhi!

Nami lo sentiva, non avrebbe resistito ancora per molto. Era entrata in quella stanza e si era sentita subito male..aveva probabilmente bevuto troppo. Ma l'alcol di solito lei lo reggeva! Aveva subito ricordato di avere quel lumacofono incastrato nella gonna. Non sapeva perché invece di uscire da lì e andare da Robin aveva optato per chiedere aiuto a Sanji.. forse perché sapeva che non sarebbe arrivata neanche alla porta?

Si stava facendo questa domanda quando le gambe le cedettero, quel pavimento inaspettatamente arancione si avvicinò di colpo al suo viso e venne buio.

 

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Quando Zoro spalancò la porta della sua stanza rimase interdetto.

Quella non era una camera da letto, quella era una dannatissima distilleria! Vino, sakè, alcol in ogni angolo, dovunque lui guardasse, centinaia di bottiglie ben ordinate ma tutte diverse. Sembravano una più pregiata dell'altra.

Nella parete di fronte a lui, dove c'era anche un letto circolare, vi erano appese una quindicina di katane e coltelli diversi, sembravano preziosi, e sul tavolo vicino all'entrata un set di arnesi per la pulizia delle armi da taglio e ancora, libri di pesistica, vesti da samurai e bandane di ogni genere nell'armadio aperto..

CASPITA! Ma cos'era?! Aveva ragione Robin.. quella gente era spaventosa! Conosceva ogni cosa dei loro gusti e preferenze?! Erano proprio ossessionati! Diosanto...dopo tutto quel bianco e nero vedere una stanza quasi completamente verde gli pareva pure da pazzi!

Doveva sentirsi al settimo cielo con tutto quel bendidio invece era rimasto lì impalato a bocca aperta, vagamente inquietato.

Forse era tutta un allucinazione.. Sì, chissà che diavolo c'era dentro quell'alcol che aveva bevuto oppure dentro a quello strano cibo, di sicuro quelle bottiglie non potevano essere vere, non potevano essere tutte lì!

Fece qualche passò e allungò una mano. Toccò una bottiglia di sakè.

Eh no, dannazione, era tutto reale lì dentro.

OH.MIO.DIOOooo!!!” ...

Zoro si bloccò di nuovo. Quella era la voce di Sanji e non era neppure suo vicino di stanza, l'aveva visto entrare un po' di porte più in là.

Allo spadaccino balenò alla mente cosa poteva esserci dentro la stanza di quel bacato e pervertito di un cuoco, poi gli venne in mente cosa era successo la notte prima con Nami e scacciò via tutti quei pensieri. Ringraziò il fatto che lui fosse appassionato solo di katane e alcol e stappò la bottiglia di sakè dicendosi “Al diavolo! Affari loro!”.

 

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L'archeologa rigirava quel libro tra e mani.. non era possibile, pensava. Quel libro raccontava della sua isola natale, l'isola di Ohara. C'erano pure le foto delle persone più famose dell'isola e dei rinomati custodi della grande biblioteca. C'era Clover.. e c'era sua madre.

Robin si sedette sulla sedia, le veniva voglia di piangere, sì, forse doveva lasciarsi andare un po', tanto era sola.

Strinse al petto quel libro aperto sulla foto di Nico Olvia e con un espressione indecifrabile si mise ad osservare quella stanza, una lacrima sola riuscì a scendere dal suo viso, le altre le ricacciò indietro.

Quella stanza aveva le pareti color glicine, c'era una vasca idromassaggio nera, già pronta con l'acqua calda, dei bagnoschiuma profumati, un armadio di vestiti..e poi tutti quegli eleganti scaffali di libri con un solo argomento: la storia. All'inizio era rimasta piacevolmente colpita, era curiosa di capire se erano interessanti quei tomi, se davvero quella gente conosceva in profondità le loro inclinazioni.. ora che la risposta sembrava positiva era quasi spaventata.

Un libro su Ohara! L'isola dove era nata era un tabù, non si poteva nemmeno nominare, ogni documento in circolazione era stato distrutto e di quel popolo non si doveva assolutamente parlare! Lei non aveva nemmeno una foto di sua madre.. non le era rimasto niente, tranne qualche ricordo. Il libro l'aveva trovato sopra quel tavolino, vicino al letto, sembrava solo lì in attesa di essere aperto. Accanto al libro c'era anche una costosa bottiglia di vino rosso, già stappata, e un calice che voleva essere solo riempito. Boh, non sapeva dire come si sentiva, era confusa, questo sì.

Riguardò l'immagine sorridente di sua madre e chiuse il libro, forse un bagno caldo era quello che ci voleva, anzi senza il forse. Però prima non poteva non assaggiare quel vino, perché, dannazione, era proprio ciò che ci voleva in quel momento.

Ne bevve un sorso, era sul serio gradevole, in realtà la rincuorava un po'.

Finì quel bicchiere passeggiando davanti alla bella libreria e notò un libro molto interessante, incredibilmente, parlava dell'anno del drago!

Si spogliò del tutto, e con quel libro entrò nella vasca.

 

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“Direi che stanno apprezzando i vostri regali signor tal Bright qualcosa!” disse una voce canzonatoria dietro di lui.

L'ometto in bianco si girò, era alterato.

“Beh, beh sì! Ma questo non era previsto! Cioè...spiarli?? Ma come vi è saltato in mente?! Se ci scoprono...se ci scoprono andranno in escandescenza! Peggio ancora, ci odieranno! No..io non lo permetterò. So chi è stato, è un idea di Rose vero?! Dov'è? Devo parlarle!”

“La vedrà al momento opportuno, ora è la nostra Signora a capo, no? Si è scordato come funziona qui?..Ha un gran daffare in questo momento..ma verrà da lei appena possibile. Intanto si goda lo spettacolo”

L'uomo oscuro se ne andò ghignando e chiuse la porta della stanzetta circolare lasciando Bright Sun guardare un po' sconvolto quei nove monitor che seguivano cosa stava accadendo nelle stanze degli ospiti. Sperava almeno che quelle riprese non fossero collegate anche con l'esterno.

 

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Il biondo non cadde a terra no. Fu preso celermente da tre ragazze in bikini blu appena in tempo. Sì, quelle tre ragazze che lo attendevano dentro la stanza che era stata preparata per lui.

Aveva aperto la porta e la prima cosa che aveva visto era una bellissima donna dai capelli argento sopra quel grande letto blu notte, non aveva nulla addosso..solo una vestaglietta sembrava, tutta bucherellata, una vestaglia inutile insomma! Dopo aver urlato (nemmeno se n'era reso conto!), era svenuto e sei braccia lo avevano acciuffato e avevano pulito l'ennesimo fiotto di sangue uscito dal suo naso. Realizzò che erano tre ragazze, altre ragazze dentro quella stanza! , una più bella dell'altra. Una era bionda, una mora e l'altra rossa, erano in costume da bagno.. No, non si era accorto che il lumacofono dentro la sua camicia suonava, e come diavolo poteva? Era all'altro mondo!

Quando si svegliò le tre ragazze gli fecero subito bere un bicchierino strano...molto dolce, dicendo che era un coagulante, così non avrebbe più perso il sangue dal naso e si sarebbe potuto divertire un po' con loro.

Lo sistemarono direttamente sopra il letto assieme all'altra donna mezza nuda che iniziò a dirgli che lei era appassionata di cucina e che le sarebbe piaciuto se lui le insegnasse qualche buona ricetta, a casa sua aveva una cucina grande e se voleva era a sua disposizione. Dal tono della signorina tuttavia, non era solo la sua cucina ad essere a disposizione del cuoco.

Nel frattempo che quella magnifica donna le raccontava la sua vita le tre ragazze in bikini avevano improvvisato uno strano karaoke cantando e ballando in centro stanza aiutate da un grande ologramma che evidenziava le parole da cantare. Sanji sul serio non sapeva chi seguire, se loro e cosa stavano combinando oppure stare attento a cosa diceva quello schianto di femmina vicino a lui. Era frastornato, non aveva mai visto tante donne tutte per lui come in quella giornata..forse forse solo nell'isola degli uomini pesce, con le sirene, sì però quelle avevano la coda! Queste, più le guardava e più gli si incrociavano gli occhi!

Non seppe neppure quanto durò quella confusione però, ad un certo punto, le tre ragazze in costume si dileguarono con una scusa e lui rimase solo nella stanza blu notte con la donna dai capelli argento. Una musica rilassante, romantica, dominava la stanza ora.

Si ritrovò disteso con lei sopra, i suoi grandi occhi scuri lo fissavano, il biondo non aveva neanche capito come c'era finita quella donna in quella posizione dominante.

“Finalmente...se ne sono andate!” gli fece lei sensuale, accarezzandogli il petto. Quando aveva aperto la sua camicia?! Perchè era aperta, sicuro! Il cuoco non rispose, non fece nulla, era in uno stato catatonico, completamente rapito da lei.

“Che ti va di fare?..Farò ciò che desideri..” Continuò. “Non farti alcun problema, io sono qui solo per te..” Però quella sua mano non si era fermata, stava sganciando qualcosa lì sotto.

Sanji non si chiedeva che fare, aveva la mente talmente annebbiata che a malapena capiva le parole di quella signorina. Però ad un certo punto riuscì a prenderle il viso con le mani, ci riuscì e la tirò lentamente vicino al suo viso.

 

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“E' sul serio uno sballo!!! SUPEEEERR!!”

Franky era davvero gasato, quel videogioco in 3D era divertentissimo! E chi avrebbe più dormito ora? AH! Avrebbe giocato fino a che gli occhi non si fossero cristallizzati! Mai vista una roba simile! Stava cercando di costruire un enorme grattacielo e fare più punti possibile...nell'altra stanza Usopp era collegato con lui e da mirabile cecchino com'era, con una fionda-ologramma stava tentando di colpire la sua costruzione nei punti più deboli per farla crollare. Era una sfida tra di loro, nessuno tra i due voleva perdere, si stavano impegnando al massimo e stavano facendo un gran baccano nelle loro stanze.

 

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Chopper, nella sua stanza dal pavimento rosa confetto, stava cercando di leggere tre libri contemporaneamente e si chiedeva eccitato se ci fosse stata una possibilità di portarseli via, erano troppo interessanti! Parlavano di rimedi curativi e aveva perfino trovato un immagine con i bruchi descritti da Robin! Erano proprio loro! Aveva avuto la conferma che le scoperte da lui fatte si erano avvicinate alla realtà.

Ce l'avrebbe fatta a visionare tutti quei tomi di medicina nella notte? No, forse era un impresa impossibile! C'era pure un grande monitor che stava trasmettendo un programma sul corpo umano, sulle caratteristiche e specie di uomini pesce, ecc.. Ah! Avrebbe dovuto fare una selezione! In fondo dovevano stare lì solo quella sera..Chissà, magari l'indomani avrebbe pregato il capitano di chiedere se potevano fermarsi lì almeno un altra notte! Sì, non ci sarebbero dovuti essere problemi, in fondo quella gente voleva loro talmente bene che avrebbero di sicuro detto di sì!

 

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Rufy, nella sua camera rossa fuoco, stava ancora rimpinzandosi. Eppure aveva finito di mangiare da solo due ore! Ma quella carne col suo colore “normale”, marroncina e un po' al sangue, croccante al punto giusto al palato..beh! era troppo invitante!! Era squisitamente grigliata come piaceva a lui. Ormai il capitano era talmente grosso che sicuramente non sarebbe passato dalla porta e ad un certo punto crollò a terra sfinito...Se ne rendeva conto pure lui, aveva esagerato questa volta.

Prese sonno all'istante.

 

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Lo scheletro era seduto sul grande divano letto scuro e si stava godendo lo spettacolo. Era sul serio commosso, un po' si asciugava il naso e un po' beveva dal bicchiere quel vino frizzantino. Gli avevano preparato perfino i pop-corn, ma era davvero troppo sazio per mangiarli, anche se lui uno stomaco non ce l'aveva.

“Ohh..ragazzii! Questo è troppo per il mio povero cuoree..non reggerà a lungo! L'ho già detto no? Si spezzerà! E' troppo bello....!!”

Brook non aveva concluso quella frase con una battuta, neanche con la sua classica risata finale, era davvero colpito nel profondo da quel regalo. Stava guardando un gigantesco monitor che prendeva tutta la stanza. Quel filmato faceva vedere i migliori momenti dei suoi concerti e tutte le interviste ai suoi fan sparsi per il mondo. Più andava avanti quella lunga ripresa e più piangeva, presto quella stanza dalle pareti argentee si sarebbe allagata.

 

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Sanji aveva quel bel viso tra le mani...quelle labbra! Erano perfette. Non si spiegava come le sue mani avevano preso il viso di quella donna, stavano agendo in automatico, forse era solo quello che lui voleva no? E CERTO che era così!

Un flash! Un flash assurdo nella sua mente, così, ad occhi aperti.

Aveva visto per un folle attimo il viso di Nami al posto di quello di..ah! non sapeva neppure il nome di quella donna! Fu una scossa talmente forte per il biondo che riacquistò la sua volontà d'azione e d'istinto, ma dolcemente, spinse di lato quella signorina invertendo le loro posizioni. Lei rise divertita non capendo che in realtà il cuoco era a disagio. Respirava affannosamente.

“Potevi dirmelo che..ti piaceva di più così..” gli disse sorridendo maliziosa.

Sanji guardò la donna e un altro flash incredibile irruppe prepotentemente nella sua testa. Questa volta era stato più chiaro, più vivido di prima.. “Nami!..” esclamò e si prese la testa tra le mani.

Ancora lei, ancora la rossa. Aveva visto ancora la navigatrice. Era sotto di lui, completamente nuda che allungava le braccia verso il suo viso con un sorriso adorabile in volto. Adorabile...

Di nuovo non se lo spiegò ma iniziò a cercare qualcosa dentro quella camicia ricamata, doveva ancora esserci per forza.

Lo trovò, trovò quel lumacofono e con sgomento si accorse che aveva una chiamata senza risposta.

 

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“Allora, con il suo permesso Signora, diamo inizio alla fase 1: Knock out.” La mano destra del governatore Black Rose stava per premere un interessante pulsante.

Aspetta!..Che ha detto quello stordito nella stanza blu?? Ah! Ah! Mio caro Jako, mi è venuto in mente qualcosa di meglio! I bianchi vogliono lo spettacolo giusto? Credono di sapere tutto dei loro idoli! Poveri idioti!! Ho trovato una soluzione che accontenterà tutti, daremo a loro il teatrino che vogliono e noi.. noi ci divertiremo da morire! Faremo una piccola variazione alla fase 1..”

“Che intende fare di preciso, Signora?..”

“EHI!! Ma che fa quello?! Dove va?! Dobbiamo intervenire subito..” Un altro tizio in nero che stava controllando quei monitor si mise subito in allarme.

Black Rose si avvicinò a quello schermo.

“Ah! Ah! Che vi avevo detto?! Qualcuno nasconde qualcosa di interessante.. Lasciamoli fare e rendiamo mansueti gli altri. Ahahah! Signor Roronoa...ma dove intende andare? Ma lei non è.. uno che si perde?..”

“Sta andando...sta andando su dalle ragazze, Signora! E' sicura che non dobbiamo fermarlo?”

“E lei è sicuro che sta registrando tutto?”

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Capitolo 15
*** Inatteso ***


“E' alla tua destra..la seconda. No, quella è la sinistra..Sì più avanti. FERMO. Davanti a te..”

Solo con le istruzioni di quella donna ci sarebbe arrivato, ovvio. Meno male che lei l'aveva contattato, sennò si sarebbe dovuto avventurare tra quei corridoi e magari avrebbe fatto la stupida fine di prima.

Con un “clock” la serratura della porta numero 5 si aprì, Zoro entrò e la bocca sul suo petto sparì.

“Vuoi favorire? E' molto buono..” Robin, dentro una vasca nera e piena di schiuma, stava indicando un calice sopra un tavolino, ah ecco, c'era del vino lì.

“Com'è andata la tua serata, demone? Mi è parso più che bene..” fece lui togliendosi le scarpe, Robin notò il suo tono seccato. Certo, era ancora infastidito da quel ballo..

“Anche la tua non è andata male, eh? C'era da bere, c'era quella cameriera tutta per te..”

Zoro la fissò un attimo con un sorriso enigmatico. Fece scivolare giù a terra le katane senza toglierle gli occhi di dosso. “E' gelosa, signora strega? E' per questo che poi ha ballato con quel...tizio? E' così!..” Si avvicinò con fare trionfante alla vasca.

“Quei pantaloni ti stanno sul serio bene sai?” Neanche Robin riusciva a distogliere lo sguardo da lui, era troppo attraente quell'uomo, poi con quei vestiti! Il nero gli donava da morire. Lui abbozzò uno di quei sorrisi che a lei piacevano un sacco.

“Ammettilo e basta” le comandò e si inginocchiò vicino al bordo vasca.

“Non ho alcun problema ad ammettere che sono gelosa, spadaccino, al contrario..di te!” Robin gli schizzò in faccia un po' d'acqua schiumata.

“Ehi! Pfuh!” Sbuffò via dalla bocca la schiuma mentre lei rideva sommessamente. “Buono, però..preferisco il tuo di profumo” Zoro si allungò verso di lei dandole un bacio bagnato, un bacio alla schiuma, e lei gli prese la nuca con le mani tirandolo più verso di sé.

“Non ho voglia di fare un bagno...” disse lui in equilibrio precario.

“Mfu! Fuh! Allora dovrò uscire io..”

Robin non aspettò che lui si togliesse da lì, semplicemente si tirò su in piedi con la sua solita nonchalance, questa volta provocatoria.

“Mi passi quell'asciugamano? Non ci arrivo..” disse fintamente.

“Certo.....che no!

“Perchè?..” fece lei tranquillamente coprendosi un po' con le mani.

“Perchè hai ballato con quel citrullo. Vai sempre in cerca di punizioni, eh?” Zoro ora era in piedi, pericolosamente vicino alla mora, il suo sguardo era proprio così, pericoloso.

“Come fai ad essere geloso di un...ologramma, sciocco di un samurai?” disse la mora incrociando le braccia con fare superiore.

“Non lo era! ..O sì?” Lo spadaccino spalancò l'occhio con una faccia buffa e lei ritornò a guardarlo dritto in faccia.

“Si che lo era! E ora dammi l'asciugamano, ho fr..” Ma Robin venne presa in braccio da lui così com'era e Zoro ridendo si buttò sul letto con lei.

“Mfu! Che cosa fai..??” disse Robin divertita e un po' infreddolita.

“Ci mettiamo qui sotto se hai freddo no? Non si deve preoccupare archeologa, ora la scaldo io..” Zoro aveva preso i due lembi ai lati di quella coperta violetta e aveva premurosamente avvolto Robin, ancora tutta bagnata. La stava fasciando tutta per poi tringerla a sé. Così facendo si era avvolto pure lui, le sue gambe ora erano bloccate.

“Ottimo! e adesso che siamo impachettati per bene, che vuole fare danzatrice tra gli olocosi?

“Mfu! Fuh! Finiscila!..Mm, vediamo.. Così non riesco proprio a muovermi ma puoi farlo tu. In realtà ti ho detto di venire qui per una ragione..”

“E non è quello che penso, giusto?” Fece lui ironico.

“Non proprio, no..” Le rispose la mora ridendo. ”Guarda sopra al tavolino lì, c'è un libro..ci arrivi?”. Robin accennò dietro di sè girando un po' la testa.

“Diamine!..Non lo so, ci provo!”

Zoro si allungò un po' con il braccio a mezz'aria, poi, dopo il primo tentativo fallito, ci riprovò e si sbilanciò troppo, così facendo cadde di lato trascinando giù anche l'archeologa. Tra una risata e l'altra ce la fece ad acchiappare quel libro. Così distesi, lui guardò lei ancora sorridente, si inebetì un po', era troppo bella, se pensava poi che sotto quella leggera coperta non c'era che il suo corpo..

“Vai a pagina 70” gli disse lei.

Zoro si passò il libro da una mano all'altra e si tirò su su un fianco, era incastrato dalle coperte come lei, appoggiò quel libro sullo sterno della mora e lo aprì iniziando a sfogliarlo con una mano, non aveva neppure fatto caso alla copertina e al titolo.

“Dovevi vedere la mia stanza!..solo alcolici e qualche arma, evidentemente ho proprio una reputazione da alcolizzato..” Robin lo guardava sfogliare in attesa.. sì, era quasi arrivato a quella pagina.

La vide. “Oh! Ti assomiglia!..ma..chescemochesono! E' tua madre questa, vero?”

Robin annuì sorridendo un poco, evidentemente aveva letto il nome sotto la foto. “Volevo mostrartela.. L'uomo della pagina dopo invece è colui che mi ha insegnato quasi tutto quello che so” disse ma non era proprio sicura che lui stesse seguendo quello che lei stava dicendo ora, non aveva girato pagina.

Zoro si avvicinò al suo viso e prima di baciarle la guancia le disse che quella donna nel libro aveva il suo stesso bellissimo sorriso.

Quel libro finì in parte e i due iniziarono a baciarsi con sempre più foga cercando di divincolarsi dalle coperte che li avvolgevano stretti, stavano pure ridacchiando cercando di riuscire in quell'impresa quando sentirono la voce di Sanji. Veniva fuori dalla porta, in corridoio. Zoro e Robin si bloccarono all'istante. Il sorriso sparì dai loro visi.

Si guardarono stupiti. Cosa faceva quell'uomo lì fuori?! Perchè urlava il nome di Nami?!

“E' chiusa a chiave la porta, vero?..Che CACCHIO ci fa qua?!” Sussurrò lui fissando l'entrata della stanza.

Robin, sotto di lui, ascoltava in silenzio. Il cuoco urlava proprio il nome della navigatrice, la stava cercando, sembrava in ansia, spaventato?!..

“Mi vesto! Vado a vedere io! Tu nasconditi” gli disse lei.

“A-hà! Però..”

Zoro si era scostato da lei liberandola un po' dalle coperte e appena fu in grado di alzarsi Robin si vestì in fretta mettendosi poi il primo vestito preso dentro l'armadio. Era un tubino nero un po' pizzato, assomigliava a quello che aveva messo a Thriller Bark, quegli isolani conoscevano bene i loro gusti, fin troppo.

“Uno più corto, no?!”

Robin non badò a quel commento, uscì dalla porta lasciandola socchiusa.

 

 

Sanji stava ancora urlando lì in fondo a quel corridoio bianco e nero.

“Ehi!” gli gridò lei “Qualcosa non va, Sanji?” Lui la guardò allarmato e corse verso di lei.

“Nami mi ha chiamato..io non ho risposto, l'ho richiamata ma nulla..e uscendo dalla stanza ho visto...Al diavolo! Qual'è la sua stanza?!” Il biondo era davvero agitato, la mora notò anche che aveva la camicia aperta e su quel petto c'erano evidenti segni di rossetto. Si trattenne, nessun sorriso apparve sulla sua faccia.

“E' quella..” Robin indicò la porta quasi di fronte alla sua e il cuoco si precipitò.

“NAMI! RISPONDI! SE NON LO FAI SFONDO LA PORTA! SE PUOI TOGLITI!” La mora lo fissava stranita, certo era strano che la navigatrice non rispondesse, qualcosa non andava..

“CONTO FINO A TRE! UNO!.....DUE!.....TRE!!!” Come annunciato, senza esitare, con un calcio netto e un gran botto la porta crollò a terra e dopo un respiro profondo Sanji entrò nella stanza di Nami.

 

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“SIGNORA! Ha sfondato la porta! E ora anche quei due verranno a sapere che gli altri..Ah! come agiamo?!” Il ragazzo in abito scuro era molto agitato, quei pirati erano pericolosi, lui lo sapeva, come tutti del resto.

“Intanto stai calmo Jo..altrimenti ti farò sostituire. E' tutto sotto controllo. Voi altri! Pensate ai pirati al piano di sotto! Comunicate che devono fare più in fretta, devono portarli via immediatamente, i tempi stringono..poi quando quei quattro andranno a cercarli ci penseremo. E mi raccomando, non perdeteli neanche un secondo, registrate tutto, dopotutto..siamo in diretta”.

Black Rose osservava quel monitor con un sorriso tra le labbra. “Nasconditi” aveva detto quella mora a quello spadaccino, quindi era una relazione segreta la loro..sempre più interessante! La donna in nero era sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta. Quella era roba che scottava! Quanto avrebbero sborsato per vedere quel filmato quei bianchi?..e il resto del mondo?! Questa volta avrebbe trionfato lei, sì, avrebbero riconosciuto tutti che spettava a lei il comando di quell'isola.

!SBAM!

La porta nera del piccolo ufficetto tappezzato di monitor si spalancò. Entrò un elemento candido in quella stanza oscura. Il signor Bright era davvero infuriato, era rosso in viso.

“ROSE! Ti ho trovato finalmente! E' tua questa folle idea vero?? Ma sei conscia che lo stai anche trasmettendo??! Sei impazzita?!”

“Come sei arrivato qui?! VOI!..manipolo di incompetenti..! Comunque sì, lo so, ma è un anteprima solo per la città nera..e per chi ha abbastanza soldi per vederlo ovviamente, quindi non ti scaldare”

“Stai delirando! Questi non erano gli accordi! Dovevamo accoglierli, poi li avrei lasciati a te ma non avresti dovuto arrivare a tanto! E neanche far venire qui la marina!

“La marina?! E chi l'ha chiamata?!!”

 

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“Nami!! Nami, cavolo..rispondi! Dobbiamo chiamare immediatamente Chopper...”

Robin entrò dopo qualche secondo dentro la stanza della rossa. Sanji era a terra, chino accanto alla navigatrice, lei era distesa a terra a pancia in giù su quel pavimento arancione, sembrava non rispondere al richiamo del biondo. Le stava battendo piano una guancia. Corse anche lei lì vicino e si inginocchiò vicino ragazza prendendole il polso.

“E' viva, tranquillo..il polso è debole..magari è svenuta, era un po' alticcia quando l'ho vista entrare prima..forse ha solo bevuto troppo, proviamo a ..bagnarle il viso, ok?”

Sanji annuì debolmente con uno sguardo fisso e preoccupato su Nami e la mora si alzò andando verso il piccolo bagno arancio.

“OI!! Cos'è sto casino?!...NAMI?!” Zoro era apparso davanti la porta divelta e Sanji si girò verso di lui con fare un po' spaesato.

“Che fai qua? Cioè..come ci sei arrivato?!

“IO?!..Cioè, ti ho seguito! Urlavi come un pazzo!..che succede?” 'Mammamia', pensò Zoro, si era salvato in corner. Si avvicinò in tempo per vedere Robin avanzare con un asciugamano bagnato.

“E' svenuta credo..” Lo informò lei con aria indifferente “..magari il suo corpo era già debilitato e aver bevuto ancora non le ha fatto bene. Vediamo se così si riprende..”.

Il cuoco e lo spadaccino, in silenzio, osservarono l'archeologa bagnare la fronte a Nami ripetutamente, dopo mezzo minuto di apprensione la rossa mosse un po' le sopracciglia e le palpebre.

Nami aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu un ginocchio del biondo, poi il resto dei suoi pantaloni bianchi, il petto e il suo viso sorridente. “Sei di nuovo qui allora!” le diceva sollevato.

La rossa lo afferrò di colpo, prese la sua camicia con la mano più vicina e lo tirò verso di sé.

“Dove CAVOLO eri, EH?!..non rispondevi, perché??” Nami era furibonda e non pareva proprio in sé, non era sobria insomma. “Cosa..cosa facevi?! Ah..ma è chiaro! Sempre donne..il tuo unico pensiero, uno chef pervertito...Vattene VIA!!”

Nami spinse violentemente lontano il biondo mentre Zoro si girava e scoppiava a ridere. Sanji era stordito da quella reazione, si riavvicinò alla rossa gattonando e iniziando a scusarsi. “Ma Nami cara..non l'ho fatto apposta..adesso sono qui! Perdonami cuore mio...♥”

ma Nami continuava ad urlargli contro, era furiosa, Robin li guardava ancora inginocchiata, non sapendo se intervenire. La rossa non sembrava essere in grado di alzarsi, si sbracciava e basta per far allontanare il cuoco da lei.

“Va viaa! Ecco! VEDI?!” Nami, fuori di sé, indicava il rossetto sul petto di Sanji “ Sei il solito!! uno schifoso....traditore!! Non voglio più...più..” Ora Sanji la fissava allucinato, ma cosa aveva bevuto?! Traditore a lui?! Si guardò e capì. Cavolo! Non se n'era accorto di quel segno rosso! Nami alla fine svenne di nuovo.

“Ehi! E vabbè..comunque era troppo debole, mettiamola a letto, si riposerà..” cominciò a dire la mora.

“No!! Non mettiamola a letto, no! Dobbiamo..andare via!” Sanji era di nuovo vicino a Nami ed era serio ora “Giù, appena fuori dal corridoio, ho visto Brook, veniva portato via da degli uomini in nero, era dentro ad una vasca di acqua di mare credo, visto che era privo di sensi..Non sono intervenuto perché sono corso qui credendo che Nami avesse fatto la stessa fine e..”

“Che vuoi dire cuoco?!” Zoro lo stava fissando serio con l'occhio spalancato.

“Ehi, ma tu non hai visto niente?! Hai detto di avermi seguito!”

“Facevi troppo casino e ho pensato ad andarti dietro e basta..”

“AH?! Ma guarda te! Tu che potevi intervenire, idiota!!”

“NON ME NE SONO ACCORTO E BASTA OK?!”

“Cosa facciamo?” Robin guardò Zoro facendogli capire con un occhiata che non era proprio il momento di litigare con quel biondo.

“Andiamo giù io e lui, voi rimanete qui e se succede..” iniziò Zoro ma Sanji lo interruppe.

“No, è meglio che rimaniamo uniti, qui c'è qualcosa che non va..andiamo al piano inferiore tutti e quattro, è meglio non separarci..la prendo io Nami, ok?” Sanji balenò un occhiata alla mora che era pronta ad attivare la sua abilità per trasportare via la navigatrice.

“Mm, andiamo a controllare” confermò Zoro e Robin osservò il biondo caricarsi in spalla la rossa, non aveva gli occhi a cuore, era proprio serio. La prese con delicatezza, premurosamente, come se fosse una fragile bambola di porcellana, lo fece sembrare pure facile, eppure la povera ragazza era a peso morto! Un mezzo sorriso apparve tra le labbra della mora.

“Ok, andiamo!” fece Zoro e insieme uscirono dalla stanza arancio diretti verso le scale.

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Capitolo 16
*** Braccati ***


I pirati arrivarono giù, al piano inferiore, all'inizio di quel corridoio bicolore. Regnava un silenzio totale.

Sanji, con in spalla Nami, dissentiva con la testa. “C'è troppo silenzio qui”.

“Dai, non fare il melodrammatico ora! Staranno dormendo no?” disse Zoro e bussò senza nemmeno pensarci alla prima porta. “Oii! Apri! Chiunque tu sia!” urlò.

Non ci fu alcuna risposta dall'altra parte, quindi lo spadaccino prese la maniglia e provò a spingere, la porta si spalancò.

“Sei un citrullo!” Gli fece dietro di lui Sanji. “Questa è la tua stanza!”

“Bada a come parli..” rispose Zoro un po' irritato e imbarazzato, quando ci si doveva orientare faceva sempre figure di merda plateali.

I tre osservarono la stanza verde, più un bar molto fornito che una camera da letto! Robin passò davanti per ultima e sbirciò dentro nascondendo un sorriso divertito.

“Ecco, questa dovrebbe essere la stanza di Franky..” disse il biondo vicino alla porta di fronte.

Lo spadaccino si avvicinò anche a quella porta con fare deciso.

“OII! Franky! Ci sei?! Scusa ma questo cuoco vuole sapere se è tutto ok!” gridò di nuovo mettendo già la mano alla maniglia “Ah, troppe donne danno alla testa..io l'ho sempre detto” brontolò e provò a spingere la porta senza aspettare risposta. Questa, inaspettatamente si aprì.

I tre videro una supermoderna camera da letto azzurra, zeppa di modellini di automezzi e costruzioni strane, un monitor gigante e altri affari che non capirono a che cosa servissero, un letto che sembrava sospeso...ma del cyborg nessuna traccia.

“Lo sospettavo..” iniziò il biondo.

“Sarà in bagno” sdrammatizzò Zoro ma non lo disse convinto, una certa inquietudine stava contagiando pure lui. Si avvicinò al piccolo bagno e sbirciò dentro mentre Robin, Sanji e una Nami ancora svenuta, rimanevano sulla porta. Nulla, Franky non c'era proprio.

“Controlliamo tutte le stanze e ..facciamo attenzione” disse lo spadaccino fissando ancora quella piccola toilette blu, pareva inviolata.

I tre iniziarono a bussare alle porte delle stanze, non ebbero nessuna risposta, nessun movimento all'interno e ben presto capirono che quelle camere colorate erano tutte deserte, non c'era più nessuno in quel corridoio. Anzi, il palazzo intero sembrava deserto, c'era davvero un silenzio assoluto, preoccupante.

“Vaa bene, c'è sul serio qualcosa che non va..”

“Ah! Te ne sei accorto alga marina! Finamente!..”

“Saranno stati catturati e ora li staranno torturando...chissà che cose atroci gli staranno facendo..” parlò tra sé e sé Robin.

I tre riuniti in mezzo al corridoio non continuarono per molto a scambiarsi commenti di disappunto perché il forte suono di una sirena riempì i corridoi di quel palazzo. Era un frastuono assurdo accompagnato da una voce registrata che indicava la causa di quel forte allarme.

“ALLARME EVACUAZIONE! ALLARME SGOMBERO IMMEDIATO DELL'AREA!!”

I tre compagni si guardarono sorpresi tenendosi le mani alle orecchie.

“Che cazzo succede adesso?!!” fece Zoro.

“ALLARME EVACUAZIONE! RISCHIO ANNEGAMENTO! EVACUARE L'AREA IMMEDIATAMENTE!”

“Che vuol dire..?!?” disse il cuoco girandosi da una parte all'altra, ma non riuscì a dire ne a far altro perché dal fondo del corridoio arrivò un ondata d'acqua potente. I tre fecero solo in tempo a vederla arrivare per un secondo.

La massa d'acqua con una forza poderosa li trascinò via lungo tutto il corridoio, non ebbero modo di reagire e non si resero neppure conto che quell'androne alla fine si aprì scaraventandoli fuori dall'edificio.

Il getto enorme d'acqua creò una piccola cascata che finiva nel laghetto di sotto.

 

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Robin tossì. Sputò un po' d'acqua e riprese a respirare normalmente. Aprì gli occhi. Buio, sì erano all'esterno ed era notte, un brivido le percorse la schiena. Era fradicia.

“Tutto bene, archeologa?” Zoro era seduto per terra a due metri da lei, inzuppato come lei, lo vedeva a malapena.

“Mah..devo dire che prima stavo meglio, siamo stati..scaraventati fuori?..” gli chiese lei. Però sentì la voce di Nami e quella del biondo avvicinarsi, si tirò su a sedere.

“Adesso sono apposto! Non ho bisogno di una mano per camminare! E poi..sono sicura, ero arrabbiata con te per qualcosa, giusto?! Vedrai, mi verrà in mente..” disse la rossa.

“Chissà dove sono finiti quei due....Ah! Eccovi qua!” Sanji li aveva visti alla fine. I due si riunirono allo spadaccinoe all'archeologa.

“Robin! Ma che è successo?!” inziò a dire Nami correndole incontro, sembrava essersi ripresa con quel bagno inaspettato “E' colpa di Sanji, vero? Io so che….Aspetta! Adesso ricordo! IO STAVO MALE BACATO DI UN CUOCO E TU NON HAI RISPOSTO! AHAH! Visto?! Ora me la pagherai!!” Il biondo iniziò a indietreggiare con le mani alzate..

“AHH!” fece la rossa.

Una potente luce, all'improvviso, le aveva accecato gli occhi. Tutta l'area attorno al lago venne illuminata da numerosi fari. Una forte voce piombò su di loro.

“Bene, ricercati numeri uno! Siete in quattro ma al momento ci bastate! Qui è la marina, se non mi avete riconosciuto sono il vostro caro viceammiraglio Smoker! Devo proprio catturarvi questa volta, comandi dall'alto, e poi sarete daccordo con me nel dire che ne avete combinate fin troppe.. e diavolo! Bei vestiti! Ah ah!”

“Loro, qui?! Come ci hanno trovato?!” esclamò Sanji mentre Zoro e Robin si alzavano in piedi pronti a rispondere ad eventuali attacchi, Zoro impugnava già l'elsa e Robin aveva incrociato le braccia.

Nami, già furibonda con il biondo, non aspettò neppure un secondo e attaccò.

“ANCHE. VOI!!!. Mi avete fatto tutti perdere la pazienzaa!!! Clima Takt! Fulmini!!” Allungò il suo bastone e generò una nuvola temporalesca che colpì tutte le luci puntate su di loro, l'area limitrofa e qualche marines. Il buio ripiombò sui quattro e il cuoco si complimentò con lei. Ma in risposta ebbe solo un occhiataccia e uno sberleffo. I quattro ne aproffittarono per scappare ma lo spadaccino iniziò a correre dalla parte sbagliata e Robin se ne accorse e con una smorfia lo seguì.

Così facendo il gruppetto si divise, con i marines alle calcagna.

Smoker si girò guardando la donna col mantello accanto a lui. “Vai te dal tuo amichetto?” gli fece.

 

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“Ah! Ci stanno ancora inseguendo! Dobbiamo seminarli!” gridò Nami correndo. Nonostante il buio quei marines riuscivano comunque a stargli dietro. Avevano degli strani oggetti luminosi che puntavano contro di loro. “Ma Robin e Zoro dove sono finiti?!”

“Non ne ho idea! Siamo noi due soli soletti, mon amour..!” rispose Sanji avanzando veloce però ad un tratto si fermò di botto. Si voltò in direzione dei nemici.

“Ah! Mi avete scocciato! Buonanotte!” Il biondo con questa frase colpì il terreno sotto di lui con un gamba. L'urto forte provocò una voragine che si aprì e numerosi marines ci sprofondarono dentro.

“Ahh..dunque..ora siamo davvero soli, mon amour..♥” si girò con gli occhi a cuore verso la rossa.

“ Andiamocene cretino! Prima che ne vengano altri! E poi dobbiamo trovare quei due!”.

Nami e un Sanji-spargi cuori si dileguarono nell'oscurità.

 

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L'archeologa e lo spadaccino erano accerchiati, c'erano marines ovunque. Era ovvio che la strada che quell'uomo aveva preso era stata la peggiore, e Robin non era riuscita a fargli cambiare direzione in tempo. Le luci dei marines accecavano la vista della mora. Non sapeva se sarebbe stata in grado di usare la sua abilità al meglio, non riusciva a vederci nulla così!

“A quanto pare, ci si rivede, Roronoa Zoro!”

Quando Robin sentì quelle parole si irritò in modo che neanche lei poteva immaginare. Era ancora quella donna! Quella donna che aveva quasi fatto fuori ad Alabasta, quella donna che lui aveva trasportato sulla spalla a Punk Hazard..una donna che usava la katana.

“Toglietevi di mezzo, io vi ho avvertiti..” disse tranquillamente Zoro sfoderando le spade. Qualcuno mormorò qualcosa tra le fila bianche, Tashigi li sentì e li guardò molto male.

“Uomini! Non ci faremo intimorire! All'attacco!!”

I marines gridarono rinvigoriti da quelle parole e iniziarono ad avanzare veloci, Zoro disse a Robin di stare giù e ferma.

Poche mosse, pochi attimi e tutti quegli uomini erano a terra. Qualcuno era immobile, altri si lamentavano dal dolore. Il gioco era durato poco. Era rimasta in piedi solo Tashigi che brandiva ancora la katana in mano.

“Li ho storditi..” disse noncurante Zoro alla mora porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi in piedi.

Robin non prese quel palmo, si alzò da sola fissando l'altra donna lì, a pochi metri.

“Mm. Non serve che me lo dici. Direi che però hai dimenticato qualcuno..” pronunciò seria e poi guardò lo spadaccino “Devo farlo io?” gli disse scrutandolo e lui lo sentì assurdamente che c'era qualcosa che la infastidiva. E quella cosa era quella donna-capitano.

Zoro fece a Robin un mezzo sorriso restando immobile e prendendo tempo. Si chiedeva che cosa avrebbe dovuto fare.. Meglio stordire anche quella donna oppure lasciarla nelle mani di Robin?..Non era una decisione facile da prendere, e poi cosa doveva farle lui? Era pur sempre una donna, non gli era mai piaciuto prendersela con i più deboli, andava contro i suoi principi.

Pensava così lo spadaccino quando la mora non aspettò oltre e attivò la sua abilità facendo volar via la spada di mano a Tashigi. Fu repentino e il capitano rimase di stucco. “Maledetta!” urlò mentre apparivano intorno a lei numerose braccia che la tenevano ferma e la immobilizzavano.

“AHH!” urlò ancora mentre Robin si avvicinava a lei con uno sguardo privo di pietà. Zoro seguiva la scena con un punto di domanda in faccia.

“Robin.. andiamocene, dobbiamo recuperare gli altri due e capire cosa fare per..”

“Va avanti tu, la strada giusta è quella, farò presto, vedrai..” gli disse lei dandogli le spalle e indicando la direzione alla sua sinistra.

Zoro si chiese se Robin avesse intenzione di farla fuori.. Non poteva essere, non era da lei agire così. Quell'occhiata che gli aveva tirato però.. era chiaramente molto arrabbiata. Zoro rimase lì fermo, senza muovere un passo. Più che altro ipnotizzato da quell'insolito comportamento.

“Ahh!” gridò ancora il capitano e Robin le chiuse la bocca con una delle tante mani sbocciate. Le si avvicinò quasi fino a sfiorarla conscia che lo spadaccino era ancora lì, a pochi metri, non era affatto andato via. Aveva paura che lei l'avrebbe uccisa? Forse temeva per la sorte di quella donna? E perché?..

“Questa è la seconda volta che ti lascio vivere. Non credo che ce ne sarà una terza..” le sussurrò pianissimo scrutandola da vicino e strinse quel tanto che bastava per farla svenire.

Le braccia sparirono lasciando cadere a terra quel capitano e lentamente Robin si incamminò verso lo spadaccino, non lontano si sentivano le urla di altri marines che stavano accorrendo sul posto.

“L'ho..stordita, tranquillo..” gli fece torva quando gli passò accanto. Lo fulminò con un occhiataccia e lui si chiese che diavolo avesse fatto per meritarsela. E poi pensò anche che era dannatamente bella quando si incavolava.

 

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Correvano. Correvano nell'oscurità cercando di raggiungere le luci della città bianca. I marines non li inseguivano più a quanto sembrava. Nami e Sanji erano riusciti a raggiungere una altura e ad un tratto la rossa si fermò per prendere fiato.

“Aspetta un attimo! Uffh! Non ho...di certo...il tuo ritmo..ah!” Urlò al cuoco che si fermò di colpo, lui era fresco come una rosa.

“Ehi! Io mi sono offerto di portarti! Ma se sei ancora arrabbiata, tesoro, non è colpa mia.."

“Ah! Ah! CERTO che lo sono...uffh!”

Ora che erano fermi iniziarono a sentire chiaramente che sotto di loro c'era un bel trambusto, le voci e i rumori di passi si facevano sempre più distinti, i due si misero dietro ad un groviglio di arbusti a cercare di capire che cosa accadeva lì sotto. Apparvero prima due piccole figure che correvano, l'uno vicino all'altra. Quei due poi si arrestarono e una massa di altri uomini li accerchiò.

“Sono Robin e l'alga??! Che fanno? Si fanno mettere sotto così?..” commentò Sanji.

“SHHh! Si..dicono qualcosa..” lo zittì la rossa.

Sì, quei due erano proprio l'archeologa e lo spadaccino e sembrava si stessero dicendo qualcosa ad alta voce.. Ma si erano accorti di esser accerchiati?! Che stavano facendo? Rischiavano di essere catturati così! Nami guardava stupita e capì vagamente che cosa i due si stessero dicendo. Ascoltava concentratissima con la bocca socchiusa.

Sanji la fissava e dissentiva, mah..lui non riusciva a capirci proprio nulla. Parlavano del capitano forse..e perchè, poi? Il biondo ne approffittò per accendersi una sigaretta osservando più che altro le belle forme della rossa invece di prestare attenzione a quello che accadeva lì sotto. Sarebbe stata una pausa interessante, decretò.

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Capitolo 17
*** Non ci credo ***


“Dimmi che non li hai persi, Jako..”

“No, signora...eccoli! Ci vuole ben altro per depistare le nostre numerose sentinelle!”

“Ottimo, ottimo lavoro davvero!”

La signora Black osservava compiaciuta il monitor che era puntato su quelle due persone, l'immagine dall'alto era in bianco e nero, data dall'infrarosso, ma si vedeva bene e si sentiva ogni cosa. Spostò il suo sguardo anche sull'altra visuale. Quegli altri due erano stati bravi, avevano seminato quei marines molto velocemente. Sì, proprio quello che lei sperava!

Quando aveva saputo da quell'ominide bianco che nell'isola era approdata la marina si era irritata un sacco. Di certo quella gente non l'aveva chiamata lei! Non aveva fatto altro che dargli campo libero, non aveva potuto impedire loro di cercare i pirati. Così aveva optato di farli incontrare subito sperando che quei quattro sarebbero stati in grado di fare il lavoro sporco per loro. Stava funzionando, quei filibustieri, anche se solo in pochi, erano molto forti.. forse i suoi piani non sarebbero stati rovinati dopotutto.

Black Rose sapeva che però prima o poi doveva venire a patti con quei dannati marines, altrimenti sarebbero stati guai seri per quell'isola. Per ora doveva solo cercare di guadagnare tempo, sì tempo per le sue riprese, ovvio! Ci sarebbe riuscita, anche usando le maniere forti con quei marinai. Un capro espiatorio ce l'avevano, dovevano solo sfruttarlo.

“Jo! Jan!.. Andate a vedere se il signor Bright desidera una merenda di mezzanotte.. trattiamolo bene, dopotutto non abbiamo ancora il comando totale qua! Ah! Ah!..Non ancora. E ricordatevi di farvi dare quei maledetti codici, sapete cosa fare.”

 

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Robin guardava Zoro, era sul serio infastidita, non immaginava che si sarebbe irritata così tanto. Erano accerchiati di nuovo dai marines, lo sapeva, lo sapevano tutti e due e fra poco sarebbero stati attaccati. Erano l'uno di fronte all'altra, pareva che di quei nemici non fregasse niente a nessuno dei due.

“Qual'è il problema?! Non sopporto che mi guardi così ok?.. PARLA!” fece lui alzando la voce e guardandosi attorno, Zoro stava perdendo la pazienza. Ok, il gioco era bello però se durava poco! Robin stava ritornando muta come quella volta sulla spiaggia...lui aveva fatto qualcosa che l'aveva irritata.. poteva solo sospettarlo quel qualcosa ma voleva sentirselo dire.

Niente, nessuna risposta dalla mora, solo uno sguardo torvo per poi guardare altrove..e quei diavolo di marines avanzavano. Non gli importava granchè, voleva che lei rispondesse e basta. Zoro allora, preso dall'ansia, disse qualcosa di troppo.

“OH! OKKEI! Non ho voluto attaccare quel capitano perché è una DONNA!.. Lo sai come sono fatto e..” i marines ormai erano troppo vicini e lei era immobile, non si sarebbe difesa?..Lo spadaccino continuò veloce. “E mi ricorda una persona a me cara, una mia amica morta molto tempo fa! E' a lei che ho promesso che sarei diventato il migliore! Contenta!? Ti ho detto TUTTO!”

Robin spalancò un po' gli occhi per poi tornare su di lui più furiosa che mai, i marines iniziarono a correre verso di loro brandendo le spade con urla concitate. Zoro in quell'attimo si chiese perché lei lo stava guardando così..in modo così sconvolto.

Agirono contemporaneamente.

Robin si sbarazzò degli uomini dietro a Zoro e lo spadaccino corse verso di lei e la cinse con le braccia tenendo le due katane nelle mani, la baciò a forza stringendosela addosso per poi riaprire le braccia sferzando un colpo che fece volar via i marines dietro la mora. E anche quel gruppo di soldati era fuori gioco.

Robin, che aveva ancora la braccia incrociate, rimase al momento inerte in quel contatto, sorpresa da quel gesto, qualche secondo dopo poi spinse via lo spadaccino senza neppure guardarlo in faccia e iniziò a correre.

“DANNAZIONE!” urlò frustrato Zoro e prese a rincorrerla sparendo anche lui nella boscaglia oscura.

 

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Nell'attimo in cui lo spadaccino abbracciò e baciò con passione l'archeologa Nami ispirò sonoramente l'aria nei polmoni spalancando la bocca e afferrò il biondo vicino a lei.

Lo scosse assurdamente. “Gu..GUARDA!” gli fece impressionata con gli occhi spalancati.

Sanji, preso alla sprovvista da quel gesto girò prontamente la testa verso il punto osservato dalla rossa giusto in tempo per vederli.

Si bloccò. Una leggera smorfia apparve sul suo volto e la sigaretta che teneva in bocca cadde a terra.

“Io...lo sapevo!!” disse Nami allargando un folle sorriso, si sentiva stralunata comunque. Era stata folgorata da una botta di adrenalina che l'aveva travolta tutta in un secondo. Un conto era sospettarlo e un conto era vederlo con i propri occhi! Zoro stava baciando Robin, lo stava realmente facendo! Poi vide però che lei lo scostava e correva via e lui urlava qualcosa per poi rincorrerla e sparire.. Erano arrabbiati tra di loro?..Ah! Ma che importava! Era così! Quei due erano..erano.. Diosanto! Da non credere! Nami guardò Sanji, o meglio, si ricordò del biondo accanto a lei.

Era in uno stato catatonico, una statua con la bocca spalancata e gli occhi aperti assurdamente. Sotto shock.

“S..Sanji-kun? ..hei?..” gli fece muovendo un palmo tremante davanti ai suoi occhi. “HEI?!” gli urlò poi in tono più deciso.

Sanji mosse un braccio verso quel palmo, le prese quella mano a mezz'aria.

“Tu...Tu ci sei, ti sento. Si..ma non è detto che questo sia reale. Ah! è' un sogno..” Il biondo fece un sorriso preoccupante iniziando a parlare velocemente.. “Undannatosognoeiomisveglieròora.. Diamine,Namidimmicheèunincuboquesto!Fammimale!Sì,èquellochevuoino?Fammimale!DAMMIUNPIZZICOTTOORA!!” urlò scattando.

Era evidente che il cuoco era rimasto sconvolto più di lei da quello che aveva visto. La rossa soffocò una risata e, ancora con le mani che le tremavano, prese la guancia di Sanji e la strinse forte.

“AAOoouuhh!!! Dioochedoloreee! Potevi fare anche più piano eh??!! E..e..Ah! Oddio non può essere VERO! NON CI CREDO! Hai visto anche te quella COSA?!..” Respirava affannosamente quel biondo, era scombussolato sul serio, lei annuì e basta. Nami non lo biasimava, era turbata pure lei. Sanji iniziò a urlare andando avanti e indietro nell'oscurità. Era fuori di sé.

“Cazzo di spadaccino fuori di testa!! Come si permette??!! Hai visto quello che ha fatto!! L'ha presa con la forza! Come..come si fa a cadere così in basso?! SE AVEVO ANCHE UN MINIMO, UN BRICIOLO DI STIMA PER QUELL'UOMO, ORA....ORA..LO UCCIDERO'! Non può passarla liscia...è pazzo!! un FOLLE e bastaa!”

“Ehi ehi!! Abbassa la voce!” gli disse Nami “Possono esserci altri soldati in giro..Seguiamo la direzione che ha preso Robin, magari riusciamo a raggiungerli!”

“Per ammazzarlo?! SI!! CERTO!! Avanti ti porto io, dimmi dove andare!”

Alla rossa veniva pure da ridere ma era ancora troppo scossa per farlo.

“Gran calma, gentil'uomo! Non ti è passato per la testa che forse Robin, come dire, approvasse un minimo la cosa?..”

“Ma..fuuh! Sì, figurati!! Ma non hai visto che l'ha spinto via?! Poverina...”

“Maah..Non ne sarei tanto sicura..” fece lei prendendogli le spalle da dietro. Il biondo si abbassò per farla salire.

“Stai scherzando spero..Non può essere.” Quell'opzione era impensabile per lui.

“Andiamo dai” gli disse Nami in groppa al biondo, era insolito, a quest'ora sarebbe già andato fuori di testa sparando cuori in ogni dove per quel contatto e invece era incredibilmente in sé. Girò pure la testa verso di lei trovandosela a pochi centimetri restando impassibile.

“Dove si va?” disse serio.

 

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Robin correva. Non sapeva neanche lei cosa pensare, non era neppure in grado di dire perché aveva agito così. L'aveva spinto via in malo modo, sì forse aveva esagerato un po' ma..era sul serio infastidita, nervosa, sentiva che aveva bisogno di stare sola. Però lui era dietro di lei, sentiva i suoi passi scricchiolare veloci sul terreno, la priorità era trovare un posto sicuro al momento e non avere quei pensieri per la testa..

Quindi corse cercando di raggiungere le luci della città bianca, in fondo non erano poi così lontane, ancora pochi minuti e i sarebbero arrivati..Avrebbero chiesto aiuto a qualcuno. Se davvero quella gente li sosteneva non sarebbe stato un problema trovare un posto, almeno per la notte. E poi era ancora fradicia, iniziava a sentire sul serio freddo.

“Robin! Fermati!” gli urlò Zoro dietro di lei “Parliamone, ok?”

Mancava poco quindi la mora non si fermò, corse un altro po' e poi, trovato uno spiazzo in penombra rallentò fino a fermarsi. Poco più avanti c'era una stradina bianca e iniziava una bella fila di casette candide, lievemente illuminate da dei faretti che spuntavano dal terreno.

C'era un grosso tronco d'albero a terra, Robin ne aprofittò e si sedette a prender fiato. Notò le scarpe nere di lui a poco più di un metro da lei. Zoro era in piedi lì di fronte, aspettava una risposta? Beh, non sarebbe arrivata.

La sua mente tornò a quella donna. Lui aveva detto che le ricordava una sua amica d'infanzia.. Non se lo sarebbe mai immaginato un risvolto del genere! Ecco perché non aveva mai torto un capello a quel capitano, eppure era della marina! Però aveva detto che quella bimba era anche morta..quindi non poteva essere lei. Perchè allora farsi tanti problemi?! Cosa significava ancora quella bambina per lui? Ne era ancora legato così tanto..? Le aveva anche fatto una promessa, aveva detto..e questa sembrava valida ancor oggi. Zoro stava forse vivendo la sua vita in base ad una promessa fatta a una bambina morta? Si sentiva pure sciocca Robin pensando in questo modo, non poteva essere gelosa di una persona deceduta. Però si sentiva sul serio triste, delusa.. Nel cuore di quell'uomo non era l'unica, era questa la sua paura. Non poteva far finta che quella cosa non la turbasse.

Si trovò davanti la sua faccia, Zoro le prese le spalle, si era accovacciato davanti a lei.

La guardava preoccupato, il suo sguardo andava da un punto all'altro, cercava di leggere quello che lei stava pensando?

“Non..non lo fare più. Non allontanarmi. Non ho fatto nulla per meritarlo” disse deciso.

Robin si sentiva bloccata, non sapeva cosa rispondere, forse erano troppe le cose che voleva dirgli..Lei gli aveva mostrato la foto di sua madre e lui aveva detto che quel capitano assomigliava a quella bambina! Era in confusione, amareggiata, abbassò la testa, non potè far altro.

Poi i due sentirono dei passi, veloci, sempre più vicini. Zoro si alzò in fretta afferrando l'elsa di una katana. Chi poteva essere? Ancora i marines?!

I passi rallentarono e il cespuglio di fronte si mosse violentemente. Spuntò la testa bionda di Sanji. Stava mettendo giù Nami che uscì dal cespuglio e esordì con un “Eccovi qua! Meno male che vi abbiamo trovati!”.

Zoro si rilassò mettendosi le mani ai fianchi “Dannazione, pensavo fossero ancora quei soldati!”

“E sarebbe stato meglio, mio caro!” fece il biondo fulminandolo. La rossa gli diede una gomitata e balenò un occhiata a Robin, era seduta e li guardava un po' assente.

“Bene! Cioè...male. Che fine hanno fatto gli altri?? Insomma, non ho capito ancora niente! Sono stati buttati fuori come noi dal palazzo? Perchè nessuno mi spiega nulla, eh?!” Nami era brava a fare l'attrice, però quella era una cosa che sul serio voleva sapere, non aveva ancora capito perché loro quattro si trovassero lì al buio e tutti bagnati mentre poco fa erano tutti a festeggiare con quella gente bicolore che li osannava quasi come fossero degli dei.

“Gli altri..sono nelle mani di quella gente stramba, credo li abbiano storditi con qualcosa, ho visto solo Brook dentro ad una vasca che veniva portato via ma sono venuto su da te, mi ero accorto della chiamata.. Sono entrato nella tua camera, abbiamo cercato di svegliarti, poi noi quattro insieme siamo scesi alle camere dei ragazzi e non c'era più nessuno. Infine è arrivata quell'ondata d'acqua che ci ha scaraventati fuori e il resto lo sai” gli disse il biondo.

“Tu sei venuto da me..con Zoro? O Zoro era già su da noi? Zoro, tu non hai visto nulla di strano??” Un po' era una domanda e un po' era una provocazione, Nami era certa che quell'uomo fosse già in camera da Robin, era più che ovvio.

“Io ho seguito il cuoco perché costui urlava come un pazzo in corridoio! E comunque non ho visto niente!” rispose lo spadaccino in fretta e furia.

“Non è un cazzo vero, alga degenerata!! Mi sono messo ad urlare solo arrivato al corridoio delle donne! Altrimenti quegli uomini in nero mi avrebbero SCOPERTO!” Urlò furioso Sanji, non sapeva nemmeno lui come stesse riuscendo a trattenersi ancora..

“Aspetta! Hai detto uomini in nero? Erano solo uomini in nero? Cioè..potrebbe essere che..Andiamo a chiedere! Sì! Bussiamo alla prima casa! Voglio capire una cosa!!” Nami era tutta presa dai suoi ragionamenti e stava già uscendo dalla zona buia diretta al vialetto della prima casa candida vicina.

“Un attimo! Dove vai!?” gli gridò il biondo inseguendola. Zoro e Robin dapprima li seguirono con lo sguardo e poi senza dirsi nulla si incamminarono a debita distanza l'uno dall'altra.

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Capitolo 18
*** Calda accoglienza ***


“Allora, che mi dici Jo? Te li ha dati?..”

“Non ancora signora..ma non si preoccup..”

“Ah! Razza di...! Senza quei codici non abbiamo il controllo sulla zona bianca! Ci servono ORA! Prendi il mio posto, andrò io giù da quello stupido! Voi continuate a fare il vostro dovere e poi quando tornerò mi aggiornerete sugli sviluppi! Proprio adesso che le cose si facevano interessanti..! Probabilmente quei pirati entreranno lì dentro! Assicuratevi di introdurre in tempo una sentinella per registrare TUTTO, altrimenti...altrimenti a qualcuno di voi salterà la testa”

“Sì signora!” rispose prontamente l'assistente in nero e iniziò a seguire la scena sul monitor, quei quattro erano davanti ad una casa bianca.

La signora oscura si affrettò ad uscire dalla stanzetta dei monitor visibilmente seccata. Quell'ometto bianco era sul serio una spina nel fianco, ma gli avrebbe estorto quell'informazione in un modo o nell'altro, questo era poco ma sicuro.

 

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ToC-Toc!!

Nami bussò piano a quella porta candida, si rendeva conto che era notte inotrata. Gli altri tre attendevano sul vialetto, iniziava realmente a far freddo lì fuori così bagnati.

“Che C'E'??!” fece Zoro al cuoco, si era accorto che lo guardava più in cagnesco del solito. In risposta gli occhi del biondo diventarono due fessure, Robin era tra di loro, quindi Sanji non mosse un muscolo. La porta bianca si aprì.

Apparve una piccola signora in vestaglia candida con i capelli argentei raccolti in una visibile e spettinata crocchia, era stata evidentemente svegliata. Spalancò subito gli occhi appena vide Nami.

“Buonasera, signora, ehm..noi..” iniziò la rossa ma la reazione della signora fu sorprendente.

“OOOHH SANTI NUMIII!! NAMI SAMA E' QUI DAVANTI A ME! DARY! Vieni a VEDERE! Non è possibile...questo è un sogno! DARY! PER PIACERE VIENI QUAA!!”

La donna era esaltata, era passata dall'essere assonnata ad uno stato di euforia assoluta, stava chiamando qualcuno, forse il marito? Nami la guardava esterrefatta e ad un certo punto le disse di non urlare e che erano lì perché avevano bisogno di un aiuto. La signora quindi si rese conto che c'erano anche gli altri quattro pirati dietro alla navigatrice e si bloccò di botto sbattendo gli occhi in modo impressionante. Il suo sguardo andava dall'uno all'altro.

“Sanji...Robin...Zoro...sono qui da noi! Sanji, Robin, Zoro QUI da noi! SANJIROBINZOROQUIDANOIIII!!!SANJIROBINZOROQUIDANOIIII!!!DARYYY DOVE SEI??!! HO BISOGNO DI AIUTO STO IMPAZZENDOO!!OSSIGNORECHEMERAVIGLIAA!!” La donna riprese a saltare e ad urlare così forte che rischiava di svegliare tutto il circondario, per fortuna apparve un uomo alto dietro di lei che la trattenne per le spalle intimandole di calmarsi.

“ODDIO! Ma che fai stupida donna?!” Le urlò osservando esterrefatto i pirati “Non li fai entrare?! Non vedi che sono fradici?!! Signori, prego! Non badate a mia moglie, è..sorpresa. Entrate pure con le scarpe, tanto lei sarà molto felice di pulire..”

“Noi non vorremo disturbare..volevamo solo un informazione..” cercò di continuare Nami.

“D-disturbare?! Impossibile! Insisto, entrate! Vi daremo tutte le informazioni che desiderate e qualcosa di caldo...Avanti, donna! In cucina!” L'uomo scosse la moglie ancora estasiata su Nami, lei si riprese e annuì meccanimente filando via.

Robin trattenne una risata e Zoro la guardò incerto, non c'era stato tempo di chiarirsi e quella cosa non gli andava giù.

I quattro entrarono, si tolsero le scarpe e vennero invitati ad accomodarsi nel grande salotto bianco. Il divano era davvero grande, ci stavano tutti e quattro comodamente, in verità quella casa da fuori sembrava più piccola, dentro invece era enorme. Davvero insolito, pensò l'archeologa. Un globo di luce fluttuava in alto illuminando la stanza.

L'uomo digitò sul muro qualcosa in tutta fretta e subito dopo apparve un robottino che teneva degli asciugamani impilati l'uno sull'altro. Passò davanti ad ognuno di loro per consegnarli dicendo “Prego!”. Nami lo prese e veloce se lo mise addosso, stava tremando. Quell'asciugamano era piacevolmente caldo.

“Ho aumentato di un po' la temperatura all'interno così vi scalderete prima, vado un attimo a vedere cosa combina la mia signora in cucina..sapete, dato il suo stato d'animo non so cosa potrebbe combinare! Ah! Ah!” fece nervoso il marito e Sanji si alzò in piedi.

“Signore, le do una mano io in cucina, non si preoccupi!” gli disse.

“No, no, scherza?! Non la farò di certo lavorare in casa mia signor Sanji..” il signor Dary mise le mani avanti.

“Insisto! Sono curioso di vedere la cucina e ..al momento è meglio che non rimanga qui” disse il biondo con un sorriso finto.

L'uomo lo guardò stranito non capendo a cosa si riferisse e data l'insistenza accompagnò Sanji dalla moglie.

 

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Il cuoco assisteva incredulo a quello che accadeva in cucina, la donna in realtà non faceva nulla, controllava solo se quei robot stavano facendo un buon lavoro. E ora che era arrivato lui, a dire la verità, la signora non stava facendo neppure quello, era troppo distratta dal biondo.

C'era un robottino che tagliava finemente le verdure bianche in modo velocissimo, un altro a forma di grande pentola con delle zampette robotiche si stava posizionando sul fuoco e in men che non si dica l'acqua all'interno già bolliva! Un terzo robot raccoglieva le verdure sminuzzate facendole, non si sa come, planare dentro la pentola in ebollizione. Un timer-ologramma scandiva il tempo restante alla fine della preparazione del piatto. Pochi minuti a quanto pareva.

“Il miglior cuoco del mondo, e anche il più bello, nella mia cucina! Da non credere, ah! ah!” disse la donna fra sé e sé ma lui la sentì benissimo.

 

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“E quindi..da quand'è che avete la passione per noi pirati?” incalzò Nami avvolta nell'asciugamano. Vestiti e capelli erano già quasi asciutti.. Quello non era un normale asciugamano!

“Mah, da sempre! Credo dalle vicende di Enies Lobby. Insomma..mettersi contro l'intero governo mondiale per una compagna! Non dovrei dirlo ma..è stato portentoso, incredibile! Degno di nota!” Il signor Dary, un po' esaltato, guardò un attimo Robin, e sembrò subito intimidito. Eppure, lei avvolta così nell'asciugamano sembrava proprio un essere indifeso, la mora gli sorrise vagamente e lui distolse lo sguardo subito.

“E poi..le ultime imprese a Whole Cake Island e all'isola di Wano!..beh, sono ripetitivo ma sono state qualcosa di eccezionale!! Io non credo che voi siate solamente dei pirati! Cioè.. avete un cuore grande, generoso! Il nome di 'pirati' non vi si addice, no. Ah! Come mi piacerebbe incontrare il signor Rufy..!” Dary ci stava proprio prendendo gusto, era estasiato nel dire loro tutto quello che provava, poi si rese conto che stava un po' esagerando e si diede un contegno.

“Ehm..vado a vedere in cucina che combina quella donna! Dovrebbe esser già qui..”

Ma non servì che quell'uomo si alzasse perché comparvero tre piccoli robottini che trasportavano dei piatti fumanti di quella che sembrava una zuppa bianca. Aveva un profumo delizioso. Dal corridoio arrivò anche Sanji seguito dalla quasi saltellante signora.

“Ho detto che bastava qualcosa di caldo, ci siamo rimpinzati alla grande fino a poco fa..l'importante ora è scaldarsi” disse il biondo sedendosi vicino alla rossa. Lei annuì.

“Siamo in stato di shock per quello che vi è successo..ma prego, mangiate! Oh, che scema! Il tavolino!” fece la signora pigiando un tasto sul muro subito dopo. Apparve una lunga mensola a mezz'aria davanti al divano e all'altezza giusta per mangiare, i robottini appoggiarono piatti e stoviglie lì sopra.

I pirati guardarono la cosa estrerrefatti e poi iniziarono ad assaggiare la zuppa.

“Stavo dicendo..” proseguì la donna accomodandosi vicino al marito “Abbiamo capito che vi è successo qualcosa di inaspettato, un incidente, no? Tutto questo è inconcepibile! Non doveva assolutamente succedere! Credevamo foste ospitati al Grande Palazzo con tutte le cerimonie che vi spettano..”

“E' stato così..” le rispose Robin. L'uomo in bianco girò la testa in sua direzione, non si aspettava che lei parlasse? “Però poi è successo un inconveniente, e ..grazie è davvero ottima!” La mora accennava alla zuppa, allargò un sorriso e l'uomo arrossì assurdamente tornando a guardare per terra. Era chiaro che aveva un debole per lei.

“Mm! Sì è proprio quello che ci voleva!” commentò Nami. “Poi, come diceva Robin, abbiamo avuto un..incidente. Insomma..l'edificio è stato evacuato e ci siamo divisi..non sapevamo dove andare, ci siamo ritrovati qui.” Nami stava sul vago e faceva bene, chissà se, informandoli di essere braccati dalla marina, quella gente avrebbe ancora voluto ospitarli..

“Però..abbiamo visto una cosa durante questa evacuazione..” continuò con noncuranza “E' stata diretta solamente da delle persone in nero..ecco, ci chiedevamo se erano tipi apposto queste persone..a dire la verità non abbiamo avuto una bella impressione..” la rossa stava proprio improvvisando, sperando di fare centro. Al massimo si sarebbero offesi un po' no?

“Quei NERI! Certo che sarà stata colpa loro! Noi li detestiamo, vero Dary?!” la signora si era alzata perfino in piedi in stato alteranto e il marito la prese per un braccio tirandola giù.

“Sta calma..e non..dire sciocchezze, Mavy” le disse piano sorridendo fintamente.

“Ma Dary! Hai visto come sono..conciati! E' opera di quella gente!”

“Sta zitta..” le ribadì lui più serio.

“NO!” La donna si alzò di nuovo divincolandosi dall'uomo, andò dritta alla finestra e guardò fuori, sembrava che stesse controllando se c'era qualcuno o meno.

“Diffidate da quelle persone in nero, pirati..” Sussurrò girandosi poi verso di loro, era esageratamente seria. Aveva tutti gli occhi puntati su di lei. “Ve ne prego, non fidatevi di loro..Quella è gente che vi odia.”

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Capitolo 19
*** Tutti contro tutti ***


Il signor Dary disse subito che sua moglie stava esagerando ma ormai la cosa era chiara ai pirati. Quella bella fazione bianca d'isola, quella gente candida, era ovviamente in adorazione dei pirati del cappello di paglia mentre gli abitanti dell'altra metà dove sembrava regnare la notte beh, semplicemente li detestavano. Era questa la realtà. Inoltre, capirono che i due popoli si odiavano, proprio per questa differenza di idee, erano assurdamente schierati l'uno contro l'altro e nessuno voleva aver a che fare con la parte contrastante.

Allora perché le persone a capo di quelle fazioni avevano organizzato insieme quel grande banchetto per i pirati? I festeggiamenti, le stanze personalizzate...era stata tutta una farsa? Quella gente vestita in nero era stata costretta a comportarsi così? Oppure erano venuti a patti con i bianchi in cambio di altro? Era tutto un bel casino.

Nami e gli altri non informarono i signori di quella casa che in realtà i compagni erano stati fatti prigionieri da quella gente oscura, di certo non volevano creare una sommossa.

Il signor Dary e la signora Mavy insistettero nell'ospitare i pirati anche per la notte e i quattro si sentirono costretti ad accettare. Dopotutto dove sarebbero andati? La cosa migliore da fare era riposare un po' e organizzare un piano per andare a riprendere gli amici, la loro sensazione era che quei cinque erano ancora da qualche parte, dentro a quel palazzo.

“Se non vi dispiace vi chiedo di alzarvi un attimo, organizziamo la stanza per la notte” disse la signora iniziando a digitare sul muro “Vediamo..quattro letti, quattro luci..coperte..e ah! Vi faremo sentire un po' a casa..dopotutto ve lo meritate dopo questa disavventura!”

Detto questo tutta la stanza cambiò in un attimo. Il divano e gli altri oggetti sparirono, apparve un pavimento di legno chiaro, quattro letti di colore diverso, uno ad ogni angolo della stanza, quattro comodini, uno specchio, delle “normali” luci alle pareti e qualche sedia comoda. I pirati osservarono il tutto bloccati, sorpresi.

“Tesoro..hai usato colore?!” gli fece Dary.

“Sì..per farli sentire a loro agio! Non c'è nulla di male no? Solo per una notte..”

“Ok..ok..ormai è fatta” gli rispose lui.

“Ah! Se vi serve il bagno è qui nel corridoio..ehm, lo rendo visibile” la signora stava ancora pigiando qualche tasto sulla parete e Nami, vicino all'androne vide una porta colorarsi di marroncino, quella doveva essere la toilette.

“Non sappiamo come ringraziarvi..” disse Robin.

“Ma figuratevi!! E' un piacere! Buonanotte cari! Domani mattina vi preparerò una colazione con i fiocchi!” e cantando questa ultima frase la signora Mavy si congedò chiudendo la porta di quello che era il salotto e lasciando tutti un po' in imbarazzo.

 

“Che..strana gente, eh? Comunque hanno confermato quello che sospettavo. Solo quelle persone in nero sono pericolose..ce l'hanno con noi, chissà poi perchè” disse Nami sedendosi su un letto. Poi guardò gli altri tre e realizzò.

Dovevano dormire tutti nella stessa stanza?!! Zoro si era seduto sul letto opposto al suo, Robin era ancora in piedi, non si era mossa ancora e Sanji esordì con un “Io non ci dormo qui con quello”.

La rossa pensò che presto sarebbe scoppiato un bel casino, ma dopotutto era giusto, era arrivato il momento di fare un po' di chiarezza. Era pure eccitata, era la prima volta che sperava che quei due si punzecchiassero..la verità sarebbe venuta a galla.

'Quello'....sarei io?! Perchè, di solito dove dormi tu? In dispensa?..” Zoro si accorse in ritardo di quella strana frase. Sbuffò schernendolo.

“Non mi piace dividere lo spazio con gente che non ha il mio rispetto, però devo convenire che non potrei mai lasciare queste due ragazze sole con te..” disse Sanji guardando fuori dalla finestra, gli dava fastidio perfino guardarlo.

Zoro, che nel frattempo si era disteso si rizzò a sedere di nuovo, infastidito.

“Ma che diamine blateri?! Hai sbattuto la testa?!”

“Mi sa che l'unico che si è bevuto il cervello qui sei tu, non sei stabile, per non dire folle. Starò sveglio, voi riposate ragazze, io non ho sonno.” Sanji era serio, Nami era sicura che si stava trattenendo con tutto sé stesso. Si accese una sigaretta guardando ancora fuori mentre lo spadaccino iniziava a mandarlo a quel paese.

“Non sarei stabile?? IO?! Ma che cazzo stai cercando di dire?!.. qua il depravato puoi essere solo tu medesimo! E' sempre stato così! TU SEI COSI'! E va a farti fottere, mi hai stancato ora! Buonanotte!”

Zoro non lo vide neanche arrivare. Nessuno dei tre lo vide.

Sanji si mosse in modo talmente veloce che parve sul serio svanire e riapparire vicino allo spadaccino, come avevano fatto le cameriere in quella sala bicolore. Colpì con un calcio in faccia Zoro che si piegò all'indietro. Le due ragazze trattennero un urlo, anche Robin rimase spiazzata, si coprì la bocca con una mano.

“S-Sanji, calma..” intervenne Nami alzandosi in piedi, le era passata quella voglia di vederli litigare e non immaginava affatto che il biondo potesse colpire così, da un momento all'altro, lo spadaccino.

“TU...non sai quello che hai fatto gran pezzo di merda..” disse piano Zoro tirandosi su lentamente e tenendosi una mano alla faccia, sanguinava dalla bocca.

“CERTO che LO SO quello che FACCIO, STRONZO!” gli sbraitò lui “E' il minimo dopo quello che hai FATTO! Anzi, è solo l'inizio..”

Zoro lo guardò furioso. “Se vuoi morire, morirai..ma prima voglio capire perché ti stai scavando la fossa da solo, con le tue mani..” Sibilò.

“Ah! AH! Ma SENTILO! L'uomo tutto d'un pezzo! L'uomo d'onore! Sì, quello che fai CREDERE!”

In quel momento vennero disturbati dalla signora in bianco. Bussò e aprì la porta piano, era un po' spaventata.

“R-Ragazzi..tutto bene? Sentivamo delle urla e..”

“Signora non si preoccupi, è tutto ok! Sa che ogni tanto loro due litigano no?! E' tutto nella norma...abbasseremo le voci, ci scusi tanto” sdrammatizzò subito Nami avvicinandosi sorridente alla donna.

“Ok..bene. Sì, lo sappiamo eh! eh! Cercate di non fare danni però..ah! Cosa utile! Insonorizzerò la stanza...così se vorrete potrete urlare, non vi sentiremo..”.

Nami salutò con la mano la signora e chiuse la porta del salotto tenendosi la testa. Avevano fatto di nuovo una pessima figura.

Zoro si alzò in piedi con uno scatto e prese per la camicia il cuoco.

“Allora cosa avrei fatto, cretino? Dillo, prima che ti faccia fuori!” sussurrò, era livido di rabbia, sarebbe esploso da un momento all'altro, l'ecchimosi sulla sua guancia si stava già arrossando. Robin vedendo la scena si avvicinò ai due e Nami seguì quella sua mossa..la mora voleva per la prima volta, intervenire? Quello sì che era spiazzante!

“Tu hai preso.. a forza quella donna! Ti ho visto. Hai perso ogni cognizione di quello che deve essere un UOMO! L'hai fatto..senza il suo consenso e lei ti ha spinto via, come si farebbe con della feccia schifosa..ed è quello che meritavi” pronunciò Sanji più nero che mai.

Zoro cambiò repentinamente espressione allentando la presa sul biondo. Quindi il cuoco aveva visto quella scena, pensò. Ora si spiegava tutto. Lo spadaccino si chiuse in un espressione indecifrabile mollando poi definitivamente il cuoco.

“Ah! Te ne rendi conto quindi!!” Sanji poi guardò Robin seriamente “Mi dispiace tesoro, ma non proccuparti, non lascerò che lo rifaccia, tranquilla”.

Robin lo guardava preoccupata e un po' dubbiosa, una strana espressione, decretò Nami.

Il biondo afferrò per il gilet di pelle Zoro che rimase immobile e che, inaspettatamente, iniziò a sorridere. “Colpiscimi, idiota” gli disse. Sanji la prese come una sfida e si preparò a colpire.

 

“Sanji..”

 

Robin aveva appoggiato la sua mano sul braccio che afferrava Zoro. Guardava il cuoco con vaga pietà dissentendo lievemente con la testa. Bastò questo gesto per far crollare ogni convinzione al biondo. Mollò la presa sullo spadaccino. Iniziò a squadrare l'uomo davanti a lui (che aveva una faccia quasi trionfante ora), poi l'archeologa vicino che guardava a terra massaggiandosi il collo a disagio, infine si girò verso Nami quasi come per chiedere aiuto.

La rossa, a braccia incrociate, annuiva da sola.

Sanji non sapeva più a cosa credere, in realtà aveva capito qual'era la verità ma non l'avrebbe mai accettata, no, non era possibile per lui, era fuori questione! Mosse qualche passo indietro e crollò sulla prima sedia vicina. Era tutto uno scherzo del diavolo, solo questo era ammissibile nella sua testa.

“Okkeei ragazzi, è finito il match! Ora che siamo più calmi, direi che è venuto il momento di dire come stanno le cose..senza problemi, um?” iniziò Nami.

Si avvicinò un po' ai due con fare indifferente. “Sia io che Sanji abbiamo visto quella scena..e se c'è qualcosa che volete dirci, beh, siamo qui tutto orecchi” finì con un bel sorriso.

Robin guardava un punto indefinito della stanza non tradendo alcuna emozione, non aprì bocca. Zoro osservò un secondo la rossa con ancora mezzo sorriso sulle labbra, poi si leccò via il sangue dal labbro e prese a massaggiarsi la mandibola guardando il soffitto. Per dei secondi infiniti ci fu un silenzio assoluto in quella stanza.

..Quindi?” fece ancora Nami.

“Quindi che vuoi?! Ha finito lui e ora inizi TU? Cos'è?! Un dannato interrogatorio?! Quindi NULLA! Non c'è niente che dobbiamo dirvi!” sbottò Zoro.

“Ah..certo. Da te no, non potrò MAI sapere nulla.. Quindi ora lo chiederò solo a lei, alla mia amica.. Robin, vuoi che questi due se ne vadano un attimo e così ne possiamo parlare insieme? Tu ed io..”

Nami ce la stava mettendo proprio tutta, anche facendo finta di fare la santarellina, peccato che non ci credeva nessuno lì dentro.

“Quello che avete visto è stato un incidente. Tutto qua. Abbiamo già risolto tra di noi.” disse finalmente la mora. Zoro lì a fianco approvò con la testa guardando Nami come per dirle 'Hai visto? Cosa vuoi ancora?'.

“Pfhh!! Ha ! Ha!” Nami si stava realmente divertendo “Questa è BELLA! Un incidente! Quindi..anche il post-it che ho trovato nel tuo libro, quel foglietto che parlava di turni di notte..era un incidente? Scusami Robin ma è meglio che mi dici la verità perché..ho altri indizi contro di voi” A quelle parole Sanji alzò la testa stralunato. Che aveva detto Nami?! Un post-it? Dei messaggi tra di loro?! SUL SERIO?? Non riuscì a far altro che guardare quei tre esterrefatto.

Zoro balenò un occhiata furtiva a Robin, le parve sul serio in imbarazzo. Era davvero incazzato con quella rossa. Lo spadaccino non aveva altre carte da giocare se non il negare davanti l'evidenza, ma sarebbe stato ridicolo a questo punto. Però, pensandoci bene, un altra cosa ce l'aveva. Occhio per occhio, dente per dente.

“D'accordo navigatrice..vuoi sentirti dire la verità, giusto? Bene..allora dovrai ascoltarne anche un altra che non riguarda certo né me e né Robin, ma le altre due persone di questa stanza”.

Robin girò la testa e lo guardò con gli occhi spalancati, il messaggio era chiaro, stava pregando Zoro di non dire una parola di più. E a Nami non sfuggì di certo la cosa.

“Che vuoi dire?..” disse la rossa confusa.

“Sì, che cazzo vuoi dire, adesso?” Il cuoco si destò dal suo stato catatonico scuotendo la testa.

“Forse è meglio che non dica nulla, no? Nessuna verità, nessuno che si fa male. Ognuno..semplicemente, si faccia i fatti propri. Andiamocene a dormire e pensiamo a Rufy e agli altri, è questo che dovremo fare ora.” Zoro lo disse in tono fermo e molto convincente ma quei due ormai erano stati stuzzicati, non c'era via di ritorno. Robin si allontanò e si sedette su un letto libero, si chinò appoggiando la testa fra le mani, già immaginava cosa sarebbe successo, era inutile fingere indifferenza. Aspettò in silenzio che quella bomba scoppiasse.

“Stai insinuando qualcosa tra me e Sanji forse?!..Non è una cosa da poco, Zoro! Nessuno ti crede! E' ridicolo! Perchè ti stai inventando una cosa del genere?!” Nami aggredì lo spadaccino urlando.

“Perchè vuole un altro calcio in bocca! E, diamine, è quello che farò! Non vedo l'ora!” Il biondo era di nuovo in piedi, di nuovo alterato.

“Facciamola finita.”

Zoro non ne poteva più. Volevano sapere quindi avrebbero saputo, al diavolo, meglio così! Niente più sotterfugi, distanze, bugie..solo la libertà di essere quello che lui e Robin erano. In fondo lui era per la verità, per le cose chiare, lo era sempre stato.

Guardò i due davanti a lui, erano in agitazione, presto sarebbero stati sconvolti. Se la sono cercata, pensò lui. Robin era seduta in disparte, no, non stava bene affatto. Era tutta colpa loro in fondo, avrebbe fatto presto con le spiegazioni, era meglio non tergiversare.

“Il sakè. Alla fine il colpevole è sempre stato lui..”

“Non sai dove aggrapparti..” lo interruppe il biondo.

“Sta zitto!” gli fece e continuò “L'altra sera abbiamo bevuto il sakè dei selvaggi perché non c'era altro, ricordate? E vi siete ubriacati tutti, tutti tranne il sottoscritto, come era prevedibile, e..Robin, perché ne aveva bevuto molto poco. Noi..” lo spadaccino si fermò un attimo qui, guardò basso e proseguì.

“Noi, dopo cena, siamo stati insieme, credendo per tutta la notte che tutti voi dormiste.”

“Quindi è così?!” commentò la rossa un po' sbalordita.

Zoro continuò. “Nami era nella sua camera e tutti gli altri, quando ho lasciato quella cucina, erano già ko e credevo che anche questo cuoco crollasse di lì a poco. Non si reggeva in piedi. Beh..arrivata quasi l'alba Robin ha controllato giù..”

“Dove avete passato tutta la notte?!..” A Nami sfuggì questa domanda ma lo spadaccino, di nuovo, non ci badò. Sanji nel frattempo era diventato una maschera paurosa, tra il l'innorridito e l'incredulo.

“Robin ha controllato giù con la sua abilità e guardando in giro ha scoperto che.. Non è facile da dire.. Insomma! Sanji era da te, Nami. E non specifico altro. Abbiamo fatto il possibile per..non farvi capire che cosa era successo, abbiamo coperto la cosa ma è giusto che ora lo sappiate.”

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Capitolo 20
*** Un bel colpo ***


“STAI DELIRANDO!!”

La voce di Sanji tuonò in quella stanza. Era una maschera di rabbia. Si avvicinò paurosamente allo spadaccino tremando dalla collera.

“SCUSATI IMMEDIATAMENTE PER QUELLO CHE HAI DETTO!! Poi faremo i conti!! Dio santo, PERCHE' non ti ho finito prima?!!”

Zoro non reagì assolutamente a quell'aggressione verbale, lo guardò dritto negli occhi inespressivo, sapeva che per quel biondo sarebbe stata dura da accettare, parlò solo con una calma disarmante.

“Puoi colpirmi se vuoi, la realtà non cambierà. I fatti sono andati esattamente così e..”

“TACI, STRONZO!! NON E' VERO! Sono menzogne per distogliere l'attenzione da voi due! Credi che non l'abbia capito?!..” Dopo aver detto quel “voi due” al cuoco venne la nausea.

“E' andata così...Robin?” pronunciò infine Nami e Sanji si bloccò. La rossa era rimasta ferma come un sasso a testa bassa, girò solo un po' il capo verso l'amica, i suoi occhi imploravano una risposta negativa.

Robin, seduta sul letto vicino, alzò la testa, lentamente il suo sguardo si posò sul volto della navigatrice. Già il modo in cui la guardava era una risposta. Annuì tristemente.

“Mi spiace..” disse la mora, ma Nami non la sentì.

Dalla sua bocca uscirono due parole, “Quella sigaretta..” e corse alla porta uscendo dalla stanza in tutta fretta. Si sentì una porta sbattere in corridoio, era probabile che la rossa si fosse chiusa in bagno.

Sanji caracollò e fermò la sua caduta appoggiandosi al letto vicino con una mano. Iniziò a parlare piano tra sé e sé.

“Questo è un incubo..un fottuto incubo..non è possibile..io non potrei mai e poi mai..Voi siete d'accordo, sì lo siete.. Ci state prendendo per il culo..uno scherzo di pessimo gusto”. Il biondo era in affanno e teneva gli occhi chiusi, Robin si alzò e andò dritta da lui. Zoro seguì le sue mosse stranito.

La mora non fece altro che appoggiare la sua mano sulla spalla del cuoco in ginocchio. Parlò in modo lento e talmente dolce che a Zoro vennero i nervi.

“Sanji, mi dispiace, ma devo confermarti che è tutto vero. Non potremmo mai dire una cosa del genere per prendervi in giro. Ora vado da Nami, ok?”

Detto questo Robin si girò saettando un occhiata di fuoco allo spadaccino. “Non peggiorare la situazione, paladino della giustizia..” Non fu ironia, la mora era proprio adirata.

Se ne andò dando un ultima occhiata al cuoco e lentamente chiuse la porta dietro di sé lasciando Zoro allibito.

Diamine! Lui aveva solamente detto la verità! Cosa avrebbero dovuto fare? Tenergliela nascosta per sempre?! Prima o poi avrebbero dovuto sapere! Era giusto così. Nami gli aveva dato una perfetta occasione e lui l'aveva colta. Meglio prima che dopo! Questo pensava lui ed era dannatamente convinto di aver fatto la cosa giusta. No, non si sarebbe davvero sentito in colpa per questo.

“Io...devo uscire, mi manca l'aria.”

Sanji si alzò faticosamente in piedi e si diresse alla finestra sotto gli occhi dell'unico rimasto nella stanza. “Tu non mi seguire, non ho.. bisogno di nessuno..men che meno..di te” disse. Sembrava ubriaco da come camminava e gesticolava, era sotto shock, in uno stato confusionale. Zoro seguì i suoi movimenti a braccia incrociate pensando che, in modo più che assoluto, non sarebbe corso in aiuto di quel degenerato.

Sanji aprì la finestra e la scavalcò in modo imbranato, lo padaccino lo vide cadere e sparire oltre quell'apertura, seguì la sua sagoma che avanzava e scompariva poi nell'oscurità.

Zoro sospirò. Và a chiarirti le idee, pensò e si buttò a sedere sul letto sbuffando via la tensione.

 

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“Ah! Ah! Ah! Ah! Scusate..non riesco a fermarmi, signora.. Ah, questo è davvero un bel colpo!”

“Mm sì, ridi pure Jo, hai ragione. Siamo davvero fortunati! Queste riprese varranno una fortuna e..il nostro totale potere decisionale d'ora in poi s'intende!”

La signora Black era tornata trionfante dalla stanza dove era tenuto sotto sorveglianza il signor Bright Sun, era riuscita ad avere i codici necessari per controllare l'area bianca. Era stato facile dopotutto, era bastato nominare l'incolumità dei pirati e quell'ometto aveva ceduto immediatamente. Era arrivata nella stanzetta dei monitor giusto in tempo per seguire le riprese dentro quella casa bianca. Era talmente soddisfatta da quello che aveva appena visto e sentito che ordinò ai suoi di stappare una bottiglia di un vino pregiato, e così fecero.

“Corri, corri, povero cuocuccio.. Chissà se quella donna infuocata mai ti perdonerà..Apriamo le scommesse, ragazzi?! Ah! Ah!” Black Rose alzò il calice e trangugiò in sciata quel liquido nero. Era una maledettissima fantastica nottata quella.

 

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“Nami..?”

Robin era in quel corridoio bianco ormai da un pezzo. Ogni tanto la chiamava piano ma lei non aveva mai risposto. Non poteva usare la sua abilità per vedere se la rossa stesse bene, non c'era mai entrata in quel bagno. Era evidente che Nami aveva solo voglia di stare da sola e forse era arrabbiata anche con lei, non l'avrebbe biasimata per questo. La mora decretò che forse era meglio lasciarla stare ma non prima di averle fatto capire che era realmente dispiaciuta.

“Nami, mi dispiace. E mi scuso anche da parte di Zoro.. Io mi sento in colpa per quello che è successo. Non dovevo farvi assolutamente bere quel sakè, dovevamo buttarlo, tutto questo non sarebbe successo. Te lo dico perché...perchè è successo anche a noi due in quell'isola. Mi spiace tanto, non potevo immaginare che finisse così...non avrei mai voluto che finisse così. Se vuoi dare la colpa a qualcuno dalla a me, Sanji non è responsabile di un liquore che ha fatto perdere il controllo anche a Zoro. E' normale che tu sia sconvolta, ti lascio sola, però quando vorrai ne parleremo. Vado di là..sarebbe meglio che provassi a dormire anche tu..”

Detto questo la mora staccò le mani dalla porta, le lasciò cadere con aria decisamente afflitta e si accinse a tornare alla stanza. La porta del bagno di aprì un poco.

“Nami?..” disse piano la mora girandosi stupita, poi si avvicinò e spiò dentro.

La rossa era in piedi al buio a testa bassa, teneva ancora la maniglia con una mano. “Hai detto..che è successo anche a voi..” Robin vide una lacrima cadere giù a terra, brillò giusto un attimo per poi sparire.

L'archeologa aprì del tutto la porta piano e la abbracciò forte, non l'aveva mai fatto di sua spontanea volontà con la rossa, fu da subito una bella sensazione, si sentì lei per prima rincuorata. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare quell'amicizia.

“Sì..è per questo che ti prego di perdonarmi”.

 

Zoro era disteso sul letto con le mani dietro la nuca. E chi avrebbe più dormito dopo quella tranvata? Era sempre più sicuro che non ci sarebbe riuscito.

Ormai era fatta, le cose non sarebbero più state le stesse, lui e Robin erano stati scoperti e per colpa sua, come era prevedibile immaginare. Di certo non poteva sapere però che quei due stavano osservando la scena! La verità era che aveva di nuovo perso il controllo..Robin aveva quell'effetto su di lui, ormai ci conviveva con questa cosa. Quel bacio forzato.. Lui gliel'aveva dato per farle capire che qualsiasi cosa pensasse in quel momento era in errore, voleva dimostrare a quella donna che lei era più importante di quelle idiozie, lui aveva capito che era solo gelosa e basta. La sua reazione poi non l'aveva capita..perchè scappare via? Forse si era resa conto di aver esagerato? Oppure c'era dell'altro? Ma che le diceva la testa?! Dopo quello che lo spadaccino poi aveva rivelato, sembrava furiosa con lui ancor di più..

Stava guardando il soffitto e spaccandosi la testa di domande quando le due ragazze entrarono abbracciate. Le seguì avanzare guardandole con un leggero broncio e le sopracciglia alzate, vide più che altro che Robin sosteneva un po' Nami (non si reggeva in piedi?), la aiutava a sedersi e poi, con suo stupore, Nami faceva posto alla mora e si mettevano tutte e due distese sullo stesso letto. Di lato, l'una di fronte all'altra. Zoro vedeva solo la mora di schiena ora, con un braccio circondava le spalle dell'altra. Che cavolo, pensò, ma da che parte stai, archeologa?

Lo spadaccino fissò la finestra ancora aperta, chissà dove diavolo s'era andato a cacciare quel dannato cuoco, l'aveva visto sul serio male. Per la seconda volta pensò che certamente non sarebbe andato a cercarlo.

 

 

Passata un ora lo spadaccino era ancora sveglio. No, non c'era verso di chiudere occhio. Perchè diavolo non riusciva a prender sonno? Era imbestialito con sé stesso e sapeva il perché.

In quella maledetta ora la sua mente non aveva fatto altro che fargli ripercorrere le vicende passate sull'isola di quei dannati selvaggi. Lui che si era ubriacato, il risveglio da incubo in quella stanza che sembrava stata pitturata da un artista folle, Robin che gli aveva mentito nascondendo la dura realtà delle cose, poi lui che l'aveva messa alle strette e alla fine quando aveva scoperto che i suoi sospetti erano giustificati..no, non l'avrebbe mai dimenticata quella sensazione, si era sentito una lurida feccia. Esatto, proprio le stesse parole del cuoco, dette poche ore prima. Una feccia immane. Se ci pensava davvero si sentiva ancora male. Doveva ringraziare solamente il fatto che quella donna che lui amava, in realtà, lo ricambiava..e per questo l'aveva perdonato. Pensò che, molto probabilmente, per Sanji non sarebbe stata la stessa cosa. Nami...Nami quando ci si metteva faceva davvero paura! Quante volte l'aveva e li aveva menati?! Anche per niente a volte..

Zoro era stufo di stare lì a rimuginare. Si alzò a sedere e ascoltò i respiri delle due donne di fronte. Rivide la schiena della mora, sì, sembravano proprio dormire di sasso. Robin, pensò, altro che demone..hai un cuore proprio tenero.

Di nuovo fissò la finestra e prese una decisione.

Andò in bagno, la porta era scura, impossibile bagliare. Fatto quello che doveva fare uscì e prese la direzione sbagliata trovandosi in cucina. Tornò indietro imprecando ed entrò in una stanza con un tavolo, no, non era dove voleva essere. Uscì anche da lì e ritrovò la porta del bagno. Destra, si disse, e ritrovò la stanza con le due ragazze che dormivano (in realtà quella era la sinistra ma poco importava). Ok, non sarebbe più andato in bagno.

Recuperò le katane e guardò fuori dalla finestra, la spalancò del tutto. Se fosse uscito di lì si sarebbe perso, questo era ovvio. Però c'era qualcosa, qualcosa che lui detestava qualunque cosa fosse, che gli diceva di andare a recuperare quel bacato di un biondo. Sbuffò sonoramente e poi con una smorfia teatrale si girò a vedere se aveva svegliato le due addormentate. Nessun danno, dormivano.

Con un balzo scavalcò la finestra e si ritrovò in giardino. Si guardò attorno. Nulla, nessuno, solo buio, silenzio e qualche debole luce. Si avviò neanche lui sapendo dove.

 

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La signora oscura diede uno scossone all'uomo in nero che controllava la stanza dove le due donne stavano dormendo, si stava addormentando pure quello stolto.

“Ehi, sveglia! E' arrivato il momento di testarli! Vediamo se funzionano..cioè devono funzionare per forza! Lascia stare quelle due e vai un attimo da quello spadaccino impazzito! Non avrei mai immaginato che si muovesse da lì! E invece che fa? Va a perdersi! Che gli dice la testa a quel...! Eppure mi sta anche simpatico! Avanti, inserite i codici nel sistema, tutti quanti! Non possiamo permettere che quei quattro si dividano..non ancora per lo meno. Ora mi servono insieme, per la fase 2: l' Escape! E..JAN! La marina? La stai monitorando, vero?”

“Signora, al momento si stanno riorganizzando nell'area bianca a nord-est, non credo che staranno buoni ancora per molto..”

“Ah! Ah! Ora che abbiamo libero accesso a TUTTO li sistemeremo per le feste se ci intralceranno, non sanno neppure di cosa siamo capaci! Gli passerà la voglia di venire qua a rovinarci la festa!”

 

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Zoro dapprima camminò per quel vialetto bianco guardando di qua e di là, in ogni giardinetto, in ogni viale, poi iniziò a correre. Più correva e più gli sembrava tutto uguale, di certo la cosa che lì era tutto bianco non aiutava. Anche le luci, le case, i palazzi enormi, pareva sempre di tornare al punto di partenza (e non ci avrebbe messo la mano sul fuoco che non fosse davvero così). Le strade erano deserte, ovviamente dormivano tutti, non c'era proprio nessuno a cui chiedere informazioni.

Da quanto correva? Una decina di minuti? Mezz'ora? Un'ora? Aveva perso la cognizione del tempo. Bella merda, si disse, ora c'erano cinque compagni detenuti chissà dove e un idiota perso nel nulla. Non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.

Ah, ecco, “non peggiorare la situazione, paladino della giustizia” le aveva detto lei. Dannazione! Era proprio quello che aveva fatto! Magari quel cretino di un cuoco aveva già fatto ritorno e anche se avesse voluto verificare la cosa non sapeva neppure da che parte iniziare per tornare a quella casa.

Cercò di respirare normalmente rallentando e poi camminando, guardandosi bene intorno. Ad un tratto vide una luce accendersi, si avvicinò dubbioso a quella luce, era la luce di una vetrina. Quando arrivò davanti a quel vetro vide che era un negozio di vini e liquori. Rimase lì fermo interdetto. Perchè quella luce si era accesa? E, ironia della sorte, quello era una rivendita di alcol?! Era troppo strano..rimase stupito lì davanti e dopo pochi secondi una luce assurdamente potente lo travolse. Non riuscì a muovere nemmeno un muscolo, nemmeno a chiudere l'occhio, né a respirare e nè a emettere alcun suono. Per qualche secondo rimase immobilizzato dentro a quella fonte di luce incredibile. Poi svanì.

Zoro scomparve nel nulla e la luce della vetrina si spense.

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Capitolo 21
*** Reagire ***


Sanji era su quella panchina da un bel po' di ore ormai, fumava due sigarette alla volta, presto avrebbe finito il pacchetto e sulla nave chissà quando mai ci sarebbe tornato. Si era riempito la testa di strane idee, disperate idee, drastiche era la parola giusta. Il fatto era che più ci rimuginava sopra e più quella situazione gli sembrava senza ritorno.

Proprio quando si convinse che la soluzione a cui era arrivato era l'unica possibile, sentì dei passi dietro di lui. Si girò lentamente.

Che cazzo è successo?! Comunque, eccoti qua! Anche se non so proprio come ho fatto a trovarti..”

Zoro era spaesato, si grattava la testa e avanzava verso Sanji. Non sapeva spiegarsi come era finito dal cuoco. Sembrava una specie di magia. Era davanti ad una vetrina qualche istante fa e poi, in un battito di ciglia, si era trovato, in quello che sembrava un parco giochi per bambini e davanti a lui, seduto su una panchina bianca, c'era quel rincretinito di un cuoco. Qualcosa davvero non tornava, ma l'importante era averlo trovato. Sanji gli aveva dato di nuovo le spalle, come se il suo arrivo non l'avesse minimamente toccato. Guardava a terra e, non sfuggì allo spadaccino, teneva tra le dita due sigarette accese.

Quando Zoro arrivò vicino a lui si sentì esageratamente spossato, gli venne uno strano capogiro. Afferrò lo schienale della panchina e crollò seduto di fianco al biondo.

“Che cavolo..mi succede?...Non può esser stata la corsa” disse fra sé e sé.

Sentiva ogni muscolo indolenzito, anche le braccia sembravano aver appena tirato su cinquecento kili, era inspiegabile la cosa, forse si stava ammalando? Oppure..oppure quel malessere era legato al fatto che si era trovato lì da un momento all'altro? Forse era stata quella luce?

Lo spadaccino si accorse che respirava in affanno, sperò che quella sgradevole sensazione passasse al più presto. Tra un respiro e l'altro girò la testa verso il biondo a poche spanne da lui. Non gli aveva detto ancora nulla quel cretino, teneva la testa bassa, non lo vedeva in faccia.

“OI! ..Uff..Non sono qui per.. pregarti o..beh..fanculo! Torniamo indietro e basta, cuoco!..se ce la faccio ovviamente” Zoro non riusciva nemmeno a parlare, non voleva dirgli che era lì perché lo riteneva giusto, perché mai poi ritenerlo giusto?! Non riusciva nemmeno a ragionare in quel momento. Aveva detto al cuoco che dovevano tornare a quella casa, era tutto, era più che abbastanza.

Sanji non rispose, né diede la minima impressione di voler alzarsi da quella panchina. Fumava lentamente nell'indifferenza più totale.

Zoro iniziò a guardarlo sul serio male.

“Ho detto!...che dobbiamo tornare a quella dannata..casa!.. Robin e Nami..” sbottò a fatica.

“Lascio la ciurma” pronunciò il biondo.

A Zoro si fermò il fiato. Cosa aveva detto quello stupido?! Non sapeva se ridere o tagliarlo in due. O tutte e due contemporaneamente.

“Lo sai..in un altra situazione..avrei pagato per sentire..queste parole” iniziò a dire con un vago sorriso. “Ma ora siamo nella merda..quindi ci servi e dobbiamo far ritorno..Avanti, andiamo! Tu lo sai che io non..” Zoro voleva dirgli che lui non ci sarebbe arrivato a quella casa da solo, non entro l'anno per lo meno.

Sanji non disse altro, dava l'impressione di essere da qualche altra lontana parte dell'universo. Passarono dei minuti di silenzio assoluto tra i due dove Zoro cercò di recuperare un po' le forze.

Lo spadaccino infine si alzò, si sentiva leggermente meglio di prima, il malessere strano stava lentamente passando.

“Muoviti!!” urlò spazientito al cuoco ma quello ancora non reagì, aveva alzato un po' la testa, il suo sguardo era perso chissà dove, sbuffava a rallentatore il fumo dalla bocca, era assente. Zoro pensò che di sicuro era ancora in stato di shock.

“Maledetto deficiente! Cosa sei?? Diventato un vegetale?! Beh, non te lo puoi permettere! Siamo in una cazzo di isola sconosciuta e i nostri compagni sono in pericolo! E non possiamo lasciar da sole..” Zoro non finì quella frase, aveva capito cosa doveva fare, gli insulti non sarebbero serviti a smuoverlo.

Gli assestò un pugno dritto in faccia e pensò che ora erano pari.

Sanji cadde di lato, disteso sulla panchina, poi si tirò su senza lamenti, non era neppure sorpreso. Qualche goccia del suo sangue rimase su quel legno bianco. Si scostò i capelli e Zoro vide che quel biondo sorrideva.

“Ti ringrazio, avevo bisogno di qualcuno che mi desse una lezione. Sei arrivato al momento giusto, continua..” disse poi guardandolo finalmente dritto in faccia.

“Se lo faccio sul serio, ti ammazzo.. e non sono qua per questo” gli disse Zoro.

“Allora vattene, qui sei inutile” gli rispose il biondo tornando a guardare davanti a sé con aria spenta.

Zoro si abbassò velocemente, lo afferrò per la camicia e lo tirò su in piedi a forza, ormai lo spadaccino aveva riacquisato tutte le energie. Iniziò a scuoterlo. “Stammi a sentire! Ora noi andremo via e tu reagirai a questa cosa altrimenti ti finirò qua, su questa cazzo di panchina. BRUTTO STRONZO, datti una SVEGLIATA! Tu devi REAGIRE! L'HO FATTO PURE IO! HAI CAPITO?! Ebbene SI'! Ora te lo DICO! E' SUCCESSO ANCHE A ME! E MI SENTIVO UNA MERDA, MA POI HO REAGITO! HAI COMPRESO, RAZZA DI BIONDO DEMENTE?!!”

Ok, aveva sbroccato di nuovo e aveva detto qualcosa di troppo, di nuovo. Ma aveva totalmente perso la pazienza, non sapeva più che fare per far riacquistare un po' di cervello a quel cretino. Sanji in tutta risposta iniziò a ridergli in faccia. Rideva, rideva sempre più forte, sembrava impazzito. Forse, pensò lo spadaccino, l'aveva scosso troppo?

“AHAHAH!! Ma cosa ti stai inventando?! Se credi che con questo io...io..AHAH!”

“SI! STUPIDO! E' COME PRIMA! E' TUTTO VERO, DANNAZIONE!!” Zoro lo spinse via e Sanji finì scaraventato su quella panchina di nuovo.

Lo spadaccino era un fascio di nervi. Guardò fisso il cuoco, quel biondo non rideva più. Lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite.

“E' quello che è successo su quell'isola con quel liquore..” pronunciò con un sibilo “é successo anche a me e a Robin..e..e ricordo perfettamente come mi sono sentito quando ho capito quello che avevo fatto..è iniziato tutto con dei flash..poi Robin ha cercato di nascondermelo..ma c'erano dei dannati indizi che confermavano i miei sospetti..e alla fine le ho fatto dire la verità..e..”

Sanji ricordò i flash assurdi che aveva avuto in camera con quella donna..

“Quindi..” fece il biondo stralunato “é stato l'effetto di quel sakè..e voi ce l'avete dato lo stesso?! E Robin, dopo quello, ti ha perdonato?! No cazzo..a lei tu piacevi già! E' per questo che ha lasciato perdere! Per voi è stato così ma per me e …” Sanji ora era sul serio alterato, si alzò in piedi mettendosi ad una spanna dallo spadaccino. “IO TI CAVERO' ANCHE L'ALTRO OCCHIO DOPO QUELLO CHE HAI DETTO! Voi ci avete fatto bere quella cosa PER STARE INSIEME IERI NOTTE! Per..per..”

“NO CARO MIO!” gli urlò Zoro “NOI NON POTEVAMO SAPERE CHE LE COSE SAREBBERO ANDATE A FINIRE COSI'!! IO E ROBIN ERAVAMO NELLA STESSA STANZA, CI HANNO PORTATO A FORZA NELLO STESSO POSTO! ED E' SUCCESSO L'IRREPARABILE! MENTRE TU ERI IN CUCINA E NAMI IN CAMERA SUA!! COME CAZZO POTEVAMO PREVEDERE UNA COSA SIMILE??! DIMMI! SAI ALMENO COME CI SEI ARRIVATO??!”

Almeno, pensò lo spadaccino, mi sono sfogato e, per la miseria, almeno in qualche modo quel demente si era destato. Zoro aveva perfino il fiatone e Sanji era ancora a pochi centimetri dalla sua faccia contratto dalla rabbia.

Poi cambiò espressione, i suoi lineamenti si rilassarono un poco.

“Io..non so come ci sono arrivato..” si scostò dallo spadaccino accendendosi un'altra sigaretta e rabbrividì. Quel livido che aveva in faccia sanguinava. “Non ne ho idea..forse volevo sapere come stava. Non ricordo un cazzo di niente in realtà..tranne..tranne dei flash, ne ho avuti due questa sera..Ma che serve parlarne? Quello che è successo non si può sistemare..io non posso perdonarmi..”

“E tu pensi che io mi sia perdonato?!” intervenne Zoro nel discorso del biondo che parlava quasi tra sé e sé. “Robin è andata oltre sì..ma io non lo dimentico. Ma abbandonare adesso..quello sì che sarebbe ancora più deplorevole da parte tua! Quindi..”

“Non ho detto che vi abbandonerò ora. Vi darò una mano a recuperare gli altri e poi mi lascerete qui. Ho deciso. Non so neppure con che faccia tornare da..” Ma Zoro gli si parò di nuovo davanti urlandogli contro.

“E TU CREDI CHE RUFY TI LASCEREBBE QUI DOPO QUELLO CHE HA PASSATO A WHOLE CAKE ISLAND?! Dopo quello che hanno passato tutti?! Quello che ha passato Nami?!..”

“NAMI STARA' MEGLIO SENZA DI ME!” urlò Sanji.

I due si stavano guardando in modo intenso e indecifrabile quando sentirono un suono forte, acuto e il biondo poi vide una luce potente a qualche isolato di distanza.

“E' dove ci sono loro..” disse.

Zoro si girò e vide anche lui quella luce. Senza dirsi nulla i due iniziarono a correre verso quella fonte luminosa che a poco a poco diventò sempre più flebile. Quando arrivarono nei pressi della casa regnava di nuovo il buio ma scorsero uno strano movimento di piccole luci a terra, un movimento insolito.

Notarono che la casa era..diversa, le pareti esterne e il tetto erano scomparsi e le due ragazze si erano parate davanti ai due coniugi che parevano spaventati a morte.

“E' un provvedimento C07! Sulla nostra casa! Cosa abbiamo fatto di così grave?!” urlava la donna abbracciata al marito. “Non lo so cara..forse è perché abbiamo usato il colore?! E' pur sempre esagerato!”. La donna continuava ad urlare al cielo. “Noi li abbiamo accolti e voi ci trattate così?! NON HA SENSO!”

Zoro e Sanji oltrepassarono il perimetro illuminato da quelle piccole luci semoventi e raggiunsero le due ragazze che si guardavano ancora attorno spaesate.

“Che è successo?!” chiese Zoro alla mora e lei guardando oltre gli rispose che non lo sapeva, teneva le braccia incrociate e fissava davanti a sé.

“Si muovono...” disse e i due ragazzi si girarono notando che quei faretti stavano stringendosi attorno a loro avanzando con delle piccole zampette robotiche.

Ad un tratto produssero all'uninsono una fastidiosa vibrazione e tutte le luci divennero accecanti. Si udì un 'Noo!' della signora disperata e poi i quattro pirati non sentirono né videro più niente. Immobilizzati in quel chiarore, svanirono nel nulla.

Tornò il buio in quell'isolato.

“Perchè...perchè li trattano così?! Dove li avranno portati?!” la signora Mavy inizìò a piangere e il marito cercò di consolarla. “Magari al Palazzo..chissà. Si vorranno scusare per l'incidente..dai, non preoccuparti”.

Tra i singhiozzi della signora, i faretti tornarono zampettando al loro posto, le pareti della casa lentamente ritornarono ad esistere, alla fine apparve pure il tetto e poco dopo il sole sorse su quell'isola.

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Capitolo 22
*** Gioco oscuro ***


“Diosanto...CHeCAxzo!..di nuovo?!

“R-Robin..ci sei?”

“Sono qui.. Sanji, tu?”

“Ci sono, siamo tutti...ma che cavolo c'è qua dietro che??”

“Io non vedo nulla...e voi?”

“Mi gira la testa..siete a terra pure voi?”

“Siamo in due Nami..non..mi sento in forze”

“Ma è buio o.. abbiamo perso la vista tutti quanti?!”

“Non riesco a respirare..non mi piace questo buio..Robin cerco.. di venire da te”

“No Nami..non muoverti, non sappiamo cosa ci sia..ee ...”

“Robin?”

“ROBIN! Rispondi! OI!?

“Ah, non riesco a parlare...scusate mi gira..la testa”

“Ok, state calmi...passerà. Prima, in strada, mi è successa...la stessa cosa..ora va leggermente meglio di prima..ma poco fa...è stato un malessere..assurdo. Respirate profondamente..passerà. Credo siano..quelle luci del demonio”

Passarono dei minuti in cui, nella completa oscurità, si sentirono solo i loro respiri, nessun altro rumore, niente di niente. Poi nacque una luce rossa, a terra, diventava sempre più intensa. Tutti la videro, era l'unica fonte luminosa lì dov'erano. Qualcuno le andò vicino e la osservò, si videro dei capelli lunghi, un po' mossi, illuminati di rosso e una mano, anch'essa rossa, sopra quella luce che ora brillava ad intermittenza.

“Che faccio? Schiaccio? è.. un pulsante” disse Nami.

“Aspetta! É quello che vogliono loro”

“Che intendi dire, Zoro?”

“Prima in strada..stavo cercando il cuoco, ad un certo punto si è illuminata una vetrina e ci sono andato davanti per capire perché era successo e cosa c'era lì..insomma, una luce potente come quella che ci ha appena accecato, mi ha come paralizzato..e io me la ricordo bene quella sensazione..”

“Sì..mi sentivo immobilizzata pure io..”

“..Beh! Dopo neanche un secondo mi sono ritrovato davanti a Sanji, cioè..qualcuno o qualcosa mi ci ha portato lì!

“Quindi..ora è successa la stessa cosa..ci hanno portato qui e ora vogliono.. che noi schiacciamo questo affare? È questo che intendi?”

“Sì Nami..qualcuno sta tentando di controllarci”

“Ma se non lo schiacceremo temo che.. resteremo qui, al buio, le cose non cambieranno..” intervenne Robin.

“Lo faccio io” disse Sanji e si avvicinò a carponi al pulsante. Nami indietreggiò sparendo nell'oscurità e apparve la mano del cuoco illuminata di rosso sopra quella luce.

Sanji schiacciò quel bottone luminoso e tutto intorno a loro apparve leggermente più chiaro.

Ora si vedeva qualcosa, almeno si vedevano tra di loro, erano tutti seduti a terra e delle piccole flebili luci viola illuminavano quella angusta stanza. Parevano fluttuare tutte intorno a loro.

Appena ci fu quella fioca luce Sanji si ritrovò davanti alla rossa e immediatamente guardò da un altra parte. Lei fece la stessa cosa girandosi del tutto e tirò poi un urlo assurdo.

“AAAaaahhh!!! Ma cos'èè??!! uno scheletro??!!” gridò schizzando vicino a Robin che seguì impassibile il teschio luminoso a terra, stava rotolando.

Aguzzando bene la vista se ne potevano scorgere molti di teschi lì dentro, ed anche ossa, quella stanza sembrava un antica prigione oppure la stanza dove una vecchia strega rinchiudeva i malcapitati di turno. Non c'era alcuna finestra e il soffitto era molto basso. Di sicuro non potevano alzarsi in piedi.

“Quello..non è Brook, vero?” disse Zoro con una vaga inquitudine.

“No, Brook è diverso e..non gli si illumina il cranio” rispose l'archeologa, come ipnotizzata dal teschio. Andò verso quel cranio gattonando e lo prese tra le mani. Sì, c'era qualcosa dentro.

“Cavolo..che fai, Robin?!” disse Nami spaventata anche dalla mora. Si stava abbracciando da sola.

“Bisogna aprirlo..”

“CHE?!” disse lei.

“Guardati attorno..è l'unica fonte di luce verde qui..tutte le altre sono viola..bisogna aprirlo e molto probabilmente dentro ci sarà un altro pulsante luminoso da attivare oppure chissà..” La mora sembrava pure divertita ora, sorrideva.

“Porca miseria...” commentò lo spadaccino “Che cos'è questo?! Un giochetto del cavolo??”

“Ho paura di sì” disse Sanji “Stanno giocando con noi”.

“Non c'è modo di aprirlo mi sa..se non con la forza, non ci sono meccanismi, aperture..” Robin stava studiando a fondo quell'oggetto “e comunque non è un teschio vero questo..anche se è fatto molto bene..”

“Ah Robin, chissenefrega, spacchiamolo!” Gridò Nami “Voglio uscire di qui al più presto!!”

“Dammi qua!” fece Zoro avvicinandosi all'archeologa e lei glielo porse indifferente. Lo spadaccino le balenò un occhiata corrucciata e prese il teschio tra le mani. Quella donna era ancora fredda nei suoi confronti e chissà quando poi le sarebbe passata.

Zoro strinse fra le mani con forza l'oggetto, facendo sempre più pressione e dopo poco si sentì un leggero 'crack'. Del teschio non rimasero che pezzi e lo spadaccino se ne disfò, gli rimase in mano quella che sembrava una gemma perfettamente sferica. Irradiava una strana luce verde.

“ODDIO!! E' vera??!!” fece Nami, che sembrava essersi dimenticata dov'era.

“Ne dubito..” disse Zoro “Ha una strana..” Ma un urlo spaventoso, acutissimo, coprì la sua voce. Fecero tutti un salto dallo spavento, anche l'archeologa, più per quel suono forte e inaspettato che per altro.

Le urla continuavano, sembravano non umane, Nami si tappò le orecchie e iniziò ad urlare rannicchiata a terra.

“BASTA!! Smettetela per la miseria!!” urlò incazzato lo spadaccino ma a malapena si sentiva lui stesso. Robin gli si avvicinò e gli prese la gemma studiandola da vicino con la faccia contratta dal fastidio di quel fracasso, la sfera aveva una crepa all'interno, che sembrava dividerla perfettamente a metà. Quelle urla erano devastanti, non smettevano e le luci viola stavano lentamente perdendo la loro luminosità.

“Non ...ulsante! Ha ...glio!!” urlò la mora a Zoro ma lui non capì, scuotè la testa frastornato.

Vide che la faccia della mora si illuminava un poco, poi gli si avvicinava ancor di più e gli afferrava una katana. “..AGLIA!!” gli urlò sull'orecchio e lui capì. Capì cosa doveva fare.

Sanji e Nami osservarono la scena a debita distanza mentre Zoro impugnava la spada e Robin faceva apparire due mani che tenevano la gemma a terra.

La luce violacea alla fine sparì del tutto e nel buio più totale, in quelle urla che spaccavano i timpani, Zoro vibrò un colpo secco. Nel momento in cui la pietra si ruppe esattamente a metà perse la sua luminescenza, nessuno la vide aprirsi in due in quell'oscurità.

Le urla cessarono di colpo, i pirati sospirano di sollievo e un varco si aprì lentamente dietro a Sanji, sembrava illuminato dalla luce danzante di qualche candela.

“Andiamo” fece lui di mala voglia, poi si calò in quell'apertura e aprì la fila scendendo piano le scale. Lo seguì Robin, subito dopo, appiccicata a lei, una terrorizzata Nami e poi Zoro chiuse il gruppo.

 

Arrivarono al piano di sotto, in una sala completamente vuota con al centro solo un piedistallo e una grossa candela. Si guardarono attorno e non notarono nulla di particolare, nulla con cui interagire. Almeno in quella stanza si poteva stare in piedi.

“Al diavolo! Qui non c'è niente! Nessuna uscita! Nessuna finestra, niente di niente!” Lo spadaccino, impaziente, sfoderò di nuovo la katana e provò a colpire la parete. Una scossa tremenda lo trapassò e finì a terra.

“Zoro!” esclamò la mora e gli andò vicino, lui fece solo una smorfia e si tirò su a sedere con una mano alzata come a dire 'non è niente'.

“Pessima idea, alga..” commentò Sanji, si era di nuovo acceso una sigaretta.

“L'unica cosa che c'è qui è questa candela, io credo che..dobbiamo spegnerla” disse Nami, sembrava rapita da quella fiammella.

“Così rimarremo al buio..” disse Zoro tenendosi la testa, ancora seduto.

“Al massimo c'è il mio accendino..” puntualizzò il cuoco avvicinandosi alla rossa e alla candela, guardava accuratamente da un altra parte, non di certo Nami di fronte a lui.

“E perché cacchio non l'hai tirato fuori prima?!” gli urlò Zoro ma l'altro non gli badò.

“Ok..” fece la rossa a sé stessa e soffiò su quella fiamma.

Per qualche secondo regnò il buio più totale poi iniziò a vedersi uno strano bagliore blu. Proveniva dal cero spento. Dentro celava qualcosa.

Sanji prese il cero sfilandolo dal piedistallo, lo mise a terra e con una pedata lo spezzò. Ne uscì fuori una gemma blu, era a forma piramidale, luminescente, di un blu elettrico. Proprio quando la prese in mano, nella stanza apparvero tantissime candele e i quattro si guardarono attorno stupiti. Alcune fluttuavano nel nulla.

“Stregoneria?!..o tecnologia talmente avanzata che noi non possiamo comprendere??” disse il biondo.

Miodioo...” Nami era sempre più terrorizzata.

“Sarebbe bello fosse stregoneria. Mh, magia nera..” commentò Robin sorridendo, era l'unica che lo faceva, lo spadaccino la guardò dal basso un po' rapito, poi dissentì con la testa.

“Esatto..Cioè no! Macchè stregoneria! Questi stronzi vogliono solo spaventarci!” disse Zoro alzandosi “Queste cose non sono reali! Non avevate parlato di olocosi, prima?!”

“Ologrammi” puntualizzò Nami calmandosi un po' “ e comunque quella scarica non mi pareva frutto dell'immaginazione..neppure questa candela lo era..scaldava, e ora è cambiata così, davanti ai miei occhi”

“Queste candele bruciano, non sono illusioni...e prima non c'erano” intervenne l'archeologa passandoci una mano sopra a quelle fiammelle e rincarando la dose allo spadaccino.

“Mmh, quindi?!” fece lui impaziente sentendosi un po' cretino.

“Quindi spostati da lì, sta prendendo fuoco!” gli urlò il biondo e tutti e quattro si mossero in centro stanza guardando attoniti le pareti di legno che piano piano iniziavano a bruciare.

“Cuoco! La gemma! Cosa cazzo facciamo?!”

Sanji la guardò bene e osservò intorno a lui. Cosa poteva fare? L'unica cosa che sapeva era che probabilmente andava in qualche modo distrutta..forse. La mise davanti alla faccia di Nami senza dirle una parola e lei la prese iniziando a guardarla bene. Ora che nella stanza c'era più luce, la superficie di quella gemma piramidale sembrava ondulata... 'Fiamme?' si disse la rossa.

“Moriremo bruciati..la nostra pelle si staccherà dai nostri corpi..è una brutta morte..ma ce n'è di peggiori, tipo..” iniziò a dire la mora ma cominciò a tossire.

“Smettila Robin!! Non dire più nulla!..” gridò Nami terrorizzata. Ormai erano tutti e quattro appiccicati spalla con spalla, le fiamme e il fumo stavano invadendo la stanza.

“Forse ho capito..diamogli fuoco!” disse Nami buttando la piramide tra le fiamme.

Non successe nulla, anzi le fiamme aumentarono di vigore e la piramide rimbalzò nel rogo rimanendo intatta.

“C'erano chiaramente delle fiammelle disegnate lì sopra! Doveva funzionare!! Perchè...” ma Nami al suo 'perché' diede subito una risposta. Era chiaro! Perchè non c'era arrivata prima?

“Sanji! Devi darle fuoco con l'accendino!” urlò guardandolo solo di sfuggita.

“CI PROVO!” rispose il cuoco fiondandosi in avanti e buttando un piede tra le fiamme, recuperò velocemente la pietra blu calciandola in mezzo alla stanza e accese il suo accendino. Avvicinò la fiammella e vide celermente svanire la gemma in una nuvola di cenere.

“E' ANDATA!” urlò soddisfatto e in quel momento il pavimento si aprì sotto di loro facendoli cadere al piano inferiore.

 

“Ouh! Che dolore..” Sanji alzò la testa e si accorse che Nami era caduta sopra di lui, gli stava schiacciando pure una parte molto delicata..

Inspiegabilmente il cuoco non reagì in nessun modo a quella cosa. La rossa si alzò indenne, il biondo aveva attutito perfettamente la sua caduta.

“Bastardi schifosi..quando esco da qui.. Oh, tutto ok??” Lo spadaccino si tirò velocemente su, era caduto sopra la mora, le porse una mano ma lei sembrò non notarlo e senza lamentarsi si mise in piedi da sola.

“Sshh! Cos'è questo?” fece Sanji tirandosi su a sedere.

La stanza dov'erano ora era debolmente illuminata da delle luci rosse posizionate nel perimetro della stessa, a terra, e si sentiva uno strano sciacquio, come se qualcosa defluisse lì vicino a loro.

“No! No no! Non è possibile! Basta!” fece Nami e indicò la parete tenendosi una mano alla bocca.

“Che mi venga un colpo...” commentò Sanji.

“Eh..proprio!” disse Zoro ma poi guardando anche lui quel muro aggiuse “..COOSA?!

“E'...sangue. Ed è tutto intorno a noi” fece l'archeologa guardando rapita tutte e quattro le pareti di quella stanza, rigoli di quel liquido che sembrava proprio essere sangue colavano dalle pareti, sempre più copiosi.

“Perchè..perchè vogliono torturarci così? Aveva ragione quella donna! Sono le persone in nero! Sono loro di sicuro! Oddiovogliouscirediquii!!” Nami era di nuovo allarmata e il cuoco la guardava inerme, non se la sentiva di rincuorarla, si girò dall'altra parte, forse così gli sarebbe passata quella voglia.

“Nami, può anche essere che non lo sia” disse la mora studiando le pareti “in fondo sono le luci ad esser rosse e..mm, mi sa che ho trovato la terza gemma” finì col dire.

Gli altri tre si girarono in sua direzione e videro una strana luminescenza arancione dietro quel liquido rossastro che colava. La gemma doveva essere incastrata alla parete e per prenderla bisognava sporcarsi le mani.

L'archeologa attivò la sua abilità e fece apparire una fila di braccia che treminava con una mano. Il palmo toccò quel liquido e si ritrasse. Sì, sembrava proprio che non fosse acqua quella. La mano tornò sotto quella che ormai era una piccola cascata di sangue, tirò fuori la gemma e la mora la prese e la rigirò tra e mani. Ora si era sporcata anche lei con quel liquido rosso ma sembrava l'ultimo dei suoi pensieri.

Lo sciacquio divenne uno scroscio e quel sangue iniziò ad invadere anche il pavimento.

“No..no..Ti prego, no!” si mise a dire Nami nel panico e di nuovo, come prima, i quattro indietreggiarono fino a finire l'uno alle spalle dell'altro. Il liquido rossastro bagnò completamente il pavimento della stanza e ben presto iniziò a salire di livello. Strane sfere biancastre apparvero in superficie, sempre più numerose.

“Che..che?? OCCHI?!” fece Zoro stupito.

“Ehi! Magari te ne serve uno, algaccia..” rifacendosi della battutaccia dello spadaccino poco prima.

Il sangue saliva, saliva, era arrivato alle loro ginocchia ed era caldo.

“Nami?” Robin la chiamava con una tranquillità disarmante, la rossa aprì gli occhi e vide la gemma arancio davanti al suo viso. Brillava ed era a forma cilindrica, sulla superficie piana aveva inciso un strano segno zigzagato. “Io penso che tocchi a te” le disse la mora sorridendole.

Nami si destò un po' da quello stato di terrore e prese la gemma. Guardandola fece un lieve sorriso.

“HO CAPITO! Tocca a me distruggerla!” disse e i due ragazzi si girarono confusi, loro non avevano capito una mazza. Le due ragazze erano molto più sveglie di loro.

“Ma è chiaro! Zoro prima ha rotto la sfera verde con la sua katana, Sanji ha bruciato la piramide blu con l'accendino...l'arancio è il mio colore preferito, quindi ora tocca a me distruggere questa pietra..anche se mi piace...chissà magari vale qualcosa!”

“Nami! Sbrigati!” Fece lo spadaccino e lei si accorse che il liquido rossastro con annessi occhi galleggianti le arrivava alla vita.

“DIOCHESCHIFOO!! OK, dov'è?! Eccolo!” La rossa tirò fuori dalla gonna il suo clima takt e cercò di posizionare sopra l'estremità la gemma sul lato piano. Era tutta sporca di quel sangue, cercava di non pensarci ma le girava la testa.

Non fu facile perché quel cilindretto arancio cadde parecchie volte e quel liquido le stava arrivando ormai alle spalle.

“Ce la farai” le disse Sanji e lei guardò il suo profilo giusto un secondo per poi tornare a quello che doveva fare. Quel biondo non le rivolgeva un occhiata neanche a pagarlo.

“Sì, ma fallo presto!” aggiunse lo spadaccino e Robin gli rifilò l'ennesima occhiataccia.

Quando quel sangue ormai le arrivava alla gola Nami ci riuscì e attivò il suo bastone che produsse un fulmine mandando in frantumi quella gemma.

Si sentì un gorgoglìo inquietante e quel liquido iniziò a defluire. Quando la stanza fu vuota scorsero un passaggio a terra, dovevano calarsi giù di nuovo.

“Non è ancora finita? Io non ne posso più..” si lamentò Nami, poi vide le sue mani, le braccia e il vestito. Nulla era rosso, non era sporca affatto, non era neppure bagnata. E nemmeno i suoi compagni, che si osservavano anche loro stupiti. Quel sangue era stato un illusione? Oppure si era volatilizzato in qualche modo? Era inspiegabile.

 

Scivolarono uno ad uno giù dal piccolo scivolo e appena furono tra quelle quattro mura sentirono un odore molto sgradevole. Era buio, com'era prevedibile. La rossa fece qualche passo e Sanji gli parò una mano davanti. Senza dire nulla accese il suo accendino.

Miriadi di serpenti e insetti di ogni genere brulicavano a terra.

Nami ebbe un capogiro e Robin dietro di lei la tenne in piedi afferrandola in tempo.

“Nami?!” la chiamò ma lei disse piano che stava bene. Ma rimase appiccicata all'archeologa.

“Quindi se non erro, ora tocca a Robin..” fece Zoro “Cuoco! Illumina di più! Qua non si vede nulla! Bah, che schifo! Si arrampicano questi!”.

“Ehi! Non sono un accendino umano! E qui non c'è nulla da incendiare per..” ma Sanji vide la mora indicargli qualcosa. Proprio davanti a loro c'erano due fiaccole, pronte per esser accese. “Mm, bene!” disse facendo finta di nulla e diede fuoco alle due torce.

Appena la stanza fu illuminata si pentirono amaramente di aver voluto vedere cosa c'era lì dentro. Gli insetti avevano invaso anche le pareti, soffitto compreso e al lato opposto di quella stanza vi era un ragno enorme. Li fissava immobile con i suoi numerosi occhi. Parevano fiammeggianti alla luce delle fiaccole.

“AARRGHHH!!!!” urlò per l'ennesima volta Nami e si nascose dietro alla mora, nel frattempo Zoro sfoderò la spada.

“Gran calma, ci penso io..voi state indietro” fece lui. Il ragno sembrò intuire quello che voleva fare quell'uomo e tentò di saltargli addosso. Lo spadaccino con un colpo lo tagliò in due tra le urla schifate della rossa. Nell'addome del ragno c'era la gemma viola.

“Dannazione, che mi tocca fare...dio che tanfo! Era lui che puzzava cosi!” disse lo spadaccino tappandosi il naso.

“Per una volta non sei tu!” gli fece il biondo e lui lo mandò a quel paese.

Brontolando e avanzando schiacciando qualche insetto, Zoro ficcò la mano dentro quella pancia gelatinosa e ne tirò fuori un cubo che riluceva. Tornando indietro lo pulì sui suoi pantaloni e lo diede in mano a Robin dicendole “Prego, con questo il cerchio si chiude”. Le sorrise ma lei non ricambiò quel sorriso. Lo spadaccino sbuffò infastidito e fece dietro front dandole le spalle fregandosene altamente di quello che potevano pensare gli altri due. Non sopportava più l'atteggiamento dell'archeologa, per lui stava esagerando alla grande.

Si aprì una botola dall'alto e cascò una piccola montagna di nuovi coinquilini, dei colorati millepiedi. La rossa ritornò ad urlare, Robin si avvicinò alla luce della fiaccola e comunicò agli altri che c'era un iscrizione strana in quel cubo violaceo, era una frase in anagramma e ci avrebbe messo un po' a decifrare la cosa.

Si aprirono così altre due botole dall'alto scaricando nella stanza altri insetti, Nami ormai era sull'orlo di una crisi di nervi, si teneva vicino all'archeologa saltando di qua e di là e i ragazzi cercavano di sterminare più bestie striscianti possibili, ma più ne facevano fuori e più ne arrivavano.

“Ci sono!” disse ad un tratto la mora “Dovete cercare un incastro nella parete..un incastro a forma di cubo, naturalmente”

“Bella roba!” le disse di malo modo Zoro “Con tutte quelle bestie che ci strisciano sopra come la mettiamo??”

Lei lo fulminò con lo sguardo e gli disse con aria superiore “Ci sono due torce. Usatele!” e poi non lo guardò più badando a tranquillizzare Nami.

I due ragazzi presero le torce e avanzarono nella stanza. Sanji si avvicinò a Zoro giusto per infastidirlo ancor di più spifferandogli un “Ehi! Mi sbaglio, o ti odia?..”. Lo spadaccino era talmente alterato che neanche lo badò, se la prese con gli insetti alle pareti iniziando a bruciare tutto quello che vedeva muoversi.

Dopo un po' di minuti Sanji disse ad alta voce di aver trovato qualcosa e l'archeologa si avvicinò al biondo. Un millepiedi le stava risalendo la gamba ma con indifferenza lo prese e lo buttò lontano. Si fermò davanti al foro. “Esatto, eccolo qui!” disse e incastrò la gemma.

Robin e Sanji si scambiarono un debole sorriso, quell'avventura agghiacciante sarebbe presto finita, così un passaggio si aprì dietro a Zoro. I due si girarono ancora sorridenti giusto in tempo per vedere Nami correre impaziente verso quella chiara apertura e lo spadaccino folgorarli con lo sguardo. Era imbestialito.

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Capitolo 23
*** Terra nera ***


Zoro stava oltrepassando quel varco ma non gliene fregava nulla. Era troppo incazzato. Cioè! A lui nemmeno rivolgeva uno sguardo e a quell'idiota.. gli sorrideva?! Si stava chiedendo se sarebbe bastata come scusa per ammazzarlo. Sbuffava, doveva calmarsi. Respirare a fondo ad occhio serrato, ecco, quello avrebbe aiutato a non staccargli la testa, forse.

Lo spadaccino arrivò per primo dentro quella nuova stanza, seguito subito dopo da Nami che aveva fatto in modo di non fare da aprifila. Appena arrivato sbottò di brutto ed imprecò.

“Ma per tutte le miserie dell'inferno! Questa cosa non doveva finire??! NON SO SE MI VEDETE O MI SENTITE! IN OGNI CASO AVETE ROTTO LE PALLE!!” urlò alzando un dito medio con sguardo folle. Sperò sul serio che qualcuno lo stesse vedendo quel gesto perché era fortemente dedicato a chi aveva orchestrato tutto quanto. Poi si fermò in centro sala aspettando gli altri con le mani ai fianchi..e continuando a sbuffare.

Nami arrivò dentro per seconda, non sapeva più che pensare, era in preda all'ansia. “Doveva essere l'ultima gemma..! Doveva terminare così, no? Ma forse sarà questa l'ultima stanza..! Speriamo!

“Eh, spero anche io, altrimenti..farò un macello!” commentò Zoro serrando con forza le mascelle.

Alla fine arrivarrono anche Robin e Sanji per ultimo, pure il cuoco parve un po' spazientito.

“Il gioco è bello finché dura poco..” disse in tono piatto “e questo è durato anche abbastanza per i miei gusti”. Un impassibile Robin invece, inziò subito a studiare la stanza.

Nella sala dove si trovavano svettava, proprio al centro, un lastrone oblungo che dava tutta l'impressione di essere una pietra tombale, tanto che vi erano incise delle scritte sopra ed un cerchio di candele lo delimitava. Le pareti e il soffitto di quell'ambiente erano neri e il pavimento pareva mancare, i pirati stavano calpestando la terra, nera e fresca terra. Alla sommità di quel pietrone si potevano notare due gemme già note, una verde e l'altra arancione, tutte e due si trovavano dentro a due cilindri trasparenti.

“Ancora ste pietre del demonio!” brontolò di nuovo Zoro, seguendo con sguardo corrucciato i movimenti dell'archeologa che si avvicinava alla pietra. Sbuffava ancora, ne aveva le scatole piene.

 

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“Diciamo che sono stati bravi..oppure noi siamo stati troppo buoni” commentò Black Rose osservando il monitor e facendo una smorfia.

“E' da vedere signora, sono nell'ultima stanza..” fece Jako in tono poco rassicurante.

“Mm..chissà. Jess! Come vanno gli ascolti?”

“Direi, davvero sorprendenti! Siamo al 50% di share e continua a salire..inoltre ci sono svariate richieste di download e di repliche delle riprese perse..”

“E nella zona bianca?”

“Abbiamo mandato lo spot, ma è una cosa recente, ci sono molte richieste anche da quella parte ovviamente e per ora lo stanno vedendo il 20% delle persone che hanno la 3DVision accesa.”

“Quei bianchi di certo non saranno molto contenti ora! Ah! Ah!” commentò Jo e la Black gli si avvicinò con voce suadente.

“Ah, caro Jo, hai ancora molto da imparare.. La gente che ama ed è attratta da qualcosa vuole conoscere tutto su quell'argomento, anche il particolare più abbietto, anche se non lo dichiarerebbe mai. La gente è gente...è attratta dal bello ma anche dallo scabroso. Quei bianchi adoreranno vedere i propri eroi vincere ma è certo che pagheranno anche per vederli perdere e soffrire..perchè, perché le persone sono così alla fine. La natura umana è attratta dall'oscurità e non ne può far a meno.. Piuttosto! La marina?..”

“Stanno perquisendo l'area bianca, non ci pensano minimamente ad entrare nella città nera..almeno per ora. Credono che i pirati si siano nascosti” rispose lui prontamente.

“Benone..dobbiamo guadagnare tempo. Se intralceranno i nostri piani li sistemeremo, intanto godiamoci lo spettacolo..guardate! Quell'archeologa sta decifrando la scritta con quella faccia imperturbabile..mi piacerebbe proprio vederla sfigurata da una bella espressione di..che ne so? Dolore?..Terrore..?”

 

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“Che c'è scritto?” chiese Nami.

“Ah, nulla di interessante, vogliono solo spaventarci, come disse qualcuno..” fece Robin. Zoro la guardò inespressivo alzando le sopracciglia, accennava a lui. Voleva pure punzecchiarlo ora?!

“CHE. C'E'. SCRITTO?!” La rossa ormai aveva esaurito ogni pazienza.

Terra eravate e alla terra tornerete” le disse terminando con un sorriso di circostanza.

“OMIODIO..” fece la rossa coprendosi la bocca. In quel momento si udì un 'TOC!' e la mora si girò di nuovo verso quella specie di lapide.

Sopra la pietra verde era caduta, dentro al cilindro, la gemma viola. La verde si era crepata un po' in quell'impatto. Gli altri tre si avvicinarono per vedere meglio che era successo e in quel momento Zoro iniziò ad allarmarsi. Era riuscito a fare solamente un passo in avanti.

“EHI! Non riesco a muovermi! Qualcosa..qualcosa mi ha bloccato! e mi tira...giù?!!” Lo spadaccino stava lentamente sprofondando nel terreno. I tre si girarono a guardarlo senza capirci niente.

“Ah...solo tu potevi cadere dentro una buca!..non si smentisce mai” commentò Sanji.

“Tu! Stupido di un lavapiatti! Se mi libero...VEDRAI! Aspettavo solo, solo..!” gli sbraitò contro lui. Aveva i polpacci bloccati ormai, più tentava di liberarsi e più sfrofondava.

“No ragazzi, aspettate...è il gioco” fece l'archeloga pensierosa. Robin fissò di nuovo le gemme. “Pietra viola sopra pietra verde...che significherà? Può darsi...può darsi..”

“Che loro abbiano visto che voi due..? beh, che ve la intendete! E forse vogliono qualcosa da voi, è ovvio che quelle due pietre rappresentino voi due!” disse Nami con impazienza.

Robin ora guardava Zoro sprofondare nella terra e non sapeva che fare, era già dentro fino alla vita. Cercava di divincolarsi con la forza ma non stava funzionando.

“Qualcosa..mi afferra le gambe..!” disse tra un imprecazione e l'altra.

Robin deglutì e velocemente andò ad inginochiarsi davanti allo spadaccino. Lui la vide e si bloccò, cessò di dimenarsi e si chiese che cosa lei avesse intenzione di fare. La mora lo fissò con la faccia un po' contratta e poi si convinse. Così lo baciò.

Gli prese il viso e avvicinò le labbra alle sue baciandolo a stampo, pudicamente, per un po' di secondi, poi si staccò da lui. Era visibilmente arrosita, la presenza dei compagni vicino la imbarazzava non poco. Zoro era rimasto fermo con l'occhio spalancato non capendo che diamine volesse fare quella donna. E ora non aveva il coraggio di girare la testa per vedere l'espressione di quegli altri due dopo quel gesto. Comunque nella sua testa aveva decretato quel bacio non proprio soddisfacente, Robin gliene aveva dati decisamente di migliori.

“Non..ha funzionato..stai ancora sprofondando” gli disse lei a testa bassa e lui si destò un attimo rendendosene conto.

Sanji e Nami intanto, erano concentrati assurdamente in quella scenetta, erano pietrificati. Due statue stordite.

“Ma certo! Loro non vogliono vedere questo! Che sciocca..” disse ancora l'archeologa che ormai se la stava raccontando da sola. Zoro, che a questo punto era sprofondato fino al petto, la guardò ancora più perplesso. E poi gli arrivò un ceffone.

Sì, la mora gli aveva tirato un bello schiaffo in faccia con tanto di rumore pieno e lui aprì la bocca stupito. “Ma..che fai?!” le disse frastornato tenendosi la guancia.

“Blocco la tua discesa..vedi? Ha funzionato!” disse compiaciuta. Gli altri due erano ancora lì a pochi passi che fissavano il tutto pietrificati.

“Io..non mi abbituerò a questa cosa” disse il cuoco incredulo.

“E'..scioccante, sì” confermò la rossa.

“Però...lo schiaffo l'ho quasi gradito” disse ancora Sanji stizzito.

Sentirono un altro 'TOC!', Sanji e Nami si voltarono allo stesso momento con un senso di inquietudine. Sopra la gemma arancione era caduta quella blu e quella arancio si era scheggiata.

Nami guardò a terra. “Avanti, Sanji, è chiaro no?” gli disse.

“Non esiste. Non ti sfiorerò nemmeno con un dito, possono andare a farsi benedire” le rispose fissando deciso quelle due pietre.

Dopo che quella frase venne pronunciata le pareti di quella stanza mutarono. Spuntarono da esse degli aculei e quelle facciate iniziarono ad avanzare restringendo a poco a poco la stanza.

Robin, accorgendosi della cosa e vedendo che lo spadaccino era rimasto bloccato nel terreno, attivò la sua abilità e decine di braccia cercarono di tirarlo fuori da lì. Fu una mossa non da lei, dettata dall'ansia, ovviamente non funzionò e la mora, che era ancora in ginocchio, iniziò a sprofondare pure lei.

“Mi hanno punito mi sa..” disse con un triste sorriso allo spadaccino.

“Non dovevi farlo..” la rimproverò poco convinto Zoro, che a poche spanne da lei la guardava affondare senza poter fare nulla. Poco dopo ricominciò ad essere inghiottito dalla terra pure lui. Era frustrato, non sopportava quella situazione, quell'impotenza, il non poter aiutare la donna che amava. Come se non bastasse, quelle pareti appuntite erano molto vicine, le teneva d'occhio.

“SANJI! FA QUALCOSA!” gridò ad un certo punto al cuoco e non gli costò poco.

Sanji chiese a Nami il clima takt e lei glielo porse guardandolo in modo confuso. Il biondo lo allungò e cercò in quel modo di bloccare l'avanzata delle pareti. Ricevette una scarica potente e barcollò a terra. Quella soluzione non era fattibile, non rimanendo vivi per lo meno.

Il clima takt rimase così incastrato fra le due pareti e il biondo si tirò su in piedi imperterrito nel suo intento. Le due facciate avevano solamente rallentato di un po' la loro avanzata.

“Sanji!” gli gridò la rossa “Non funzionerà! Devi colpirmi! Fallo, sennò..SENNO' ROBIN E ZORO..!” ma il biondo non la ascoltava. Aveva afferrato di nuovo il bastone restando folgorato di nuovo.

Finì a terra e ancora tentò di tirarsi su. Nami guardò Zoro e Robin che si tenevano per le mani, lui era ormai dentro fino al collo e lei fra poco sarebbe stata nella stessa situazione, la mora pareva molto spaventata ora. Aveva un espressione che raramente le aveva visto in viso.

Alla rossa venne un idea disperata.

Nami fu più veloce del biondo, afferrò lei per prima il bastone e quella scossa la trapassò dalla mano ai piedi, urlò dal dolore ma continuò a stringere imperterrita il clima takt. Sanji, vedendo quella scena, si alzò in piedi celermente e la staccò da quell'asta spingendola via con un piede. La rossa finì distesa a terra.

Sanji aveva compiuto, non volendo, quello che andava fatto e le pareti iniziarono a tornare alla stessa posizione di prima ritirando gli aculei, però, appena toccata terra, anche Nami iniziò a sprofondare, era semi svenuta. Sanji se ne accorse, tentò di arrivare da lei a carponi ma iniziò ad andare giù pure lui.

Ormai tutti e quattro scendevano risucchiati dalla terra e non c'era verso di arrestare quella discesa. Quel terreno sembrava attrarli come una calamita.

“Mi dispiace per prima..non so cosa ho detto che ti ha..” disse Zoro alla mora cercando di imprimersi nella mente quell'ultima visione del suo viso. Gli era rimasta solo la faccia fuori.

“No, chiudi la bocca” gli fece lei scavando un po' con la mano attorno al suo volto, Robin era assolutamente nel panico ora. “Lascia stare, ok? Sono una stupida...mi perdoni?”

“Assolutamente..sì” gli fece lui e sprofondò del tutto. Le teneva ancora le mani, rimaste lì fuori.

Sanji sentì solo un singhiozzo dall'altra parte della stanza e vide davanti a sé con orrore che Nami stava svanendo dentro quella terra. Incredibilmente, non riuscì a muovere di un centimetro le gambe e se ne andò giù anche lui, lentamente, inghiottito da essa. “Spero che in un altra vita mi perdonerai, Nami..” pensò, sentendosi un incapace. Serrò gli occhi e la bocca. Quella terra era calda dopotutto.

Robin, con la faccia ormai a pochi centimetri dal terreno, teneva ancora le mani allo spadaccino sotto terra, la stringevano, aveva l'impressione che fosse Zoro a volerla trascinare giù con lui.

Ironia della sorte pensò, l'amore che vuole la tua morte.

“E' una bella fine, dopotutto” decretò e lasciò che quel destino la travolgesse.

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Capitolo 24
*** Ancora tenebre ***


“GAME OVER, pirati! Ah! Ah! Divertente..però mi si è stretto un po' il cuore..”

“Oh! Oh! Ma dai, raccontalo a qualcun'altro..e poi non dirlo neanche per scherzo, Jo! Se ti sentisse la Black..” Jako non finì quella frase.

“Ok ok, sta calmo..però, che dannato culo ha quello spadaccino, ah? Una bomba di donna come quella per le mani..! Hai visto prima in camera?? DIO! Tanta roba..”

“Mm..chiudi la bocca e fai il tuo dovere và..cosa ha detto la Signora Black?”

“Di far evacuare la zona D6...”

“E allora MUOVITI! Se torna e non hai ancora inizializzato il processo sai cosa succede..”

“Ok capo! Però scommetto che tu hai un debole per la rossiccia eh?! Ho visto quando è inquadrata che espressione stupida fai...”

“Chiudi il becco, idiota! E datti da fare!!”

 

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“Coufh!Coufh!”

Nami, tra un colpo di tosse e l'altro, iniziò lentamente a riprendere conoscenza. Aprì gli occhi e cercò di toccarsi il viso, capì che era sporca di qualcosa sul volto e sulle mani. Guardò quella mano davanti alla sua faccia cercando di metterla a fuoco, era tutto buio intorno a lei, non vedeva bene, comunque quella mano sembrava proprio sporca di terra. Sopra di lei c'era uno strano cielo grigio-viola e qualche chioma d'albero.

Come si sentiva debole! Si girò faticosamente su un fianco e tossì di nuovo, qualcosa le solleticava la gola. Sputò, con ribrezzo realizzò che quell'amaro in bocca era terriccio e il suo sguardo si posò sulle sue gambe. Poco più in là scorse la testa del cuoco. Era prono, con la faccia sulla nuda terra e aveva le braccia protese verso di lei come se stesse tentando di raggiungerla, in una mano teneva il suo clima takt. Alla rossa venne male a vederlo così, fu colta dal panico, poi subito dopo, si accorse che lui respirava. Quel dorso andava su e giù piano. Nami, con un respiro profondo, si rilassò un poco in quella posizione, appoggiando la testa a terra, si sentiva spossata.

Che cosa era successo? Si sforzò di ricordare. Le balenò in mente la stanza con la lapide, quelle stupide pietre colorate, Robin che baciava e poi tirava uno schiaffo a Zoro, Sanji che le aveva chiesto il clima takt e poi la scossa, Nami si ricordò che aveva afferrato quel bastone e che il biondo l'aveva spinta via.. Non ne era sicura ma doveva esser andata proprio così. Poi più nulla, doveva aver perso conoscenza.

Subito dopo, poco più in là tra quelli che sembravano degli alti pini, mise a fuoco anche Zoro e Robin. Erano a pochi metri di distanza in realtà, ma in quell'oscurità si confondevano un poco.

Nami lì vide e senza rendersene conto sorrise. Robin era distesa sopra lo spadaccino, appoggiava la testa sopra il suo torace, quasi rannicchiata su di lui. Erano talmente immobili che la rossa si chiese se fossero vivi. Nel momento in cui Zoro fece il primo colpo di tosse, Nami socchiuse gli occhi e fece finta di essere ancora svenuta.

 

Al terzo colpo di tosse Zoro rinsavì del tutto e il primo suo pensiero furono le sue mani. Quelle mani stringevano qualcosa poco prima, anzi no, erano strette da qualcosa. Da altre mani, le mani di Robin.

Spalancò l'occhio e prese una sonora boccata d'aria. Non vide un granchè ma percepì subito un peso sopra di lui. Girò la testa e sputò un po' di terra, si pulì la faccia con il dorso di una mano ma i pezzi di quella roba finirono dappertutto e l'occhio iniziò fastidiosamente a prudere. Se si fosse toccato ancora avrebbe fatto solo peggio.

Con l'altra mano capì subito che c'era un corpo caldo sopra di lui. Alzò la testa un po' e vide la chioma della mora. La abbracciò forte e cingendola tentò di capire se respirasse.

Sì, c'era quel movimento che sperava, la cinse di nuovo contraendo la faccia in una smorfia. Era enormemente sollevato.

“Robin?” fece espirando con voce roca ma non ottenne risposta.

“Ehi..demone?” chiamandola ancora piano, le accarezzò la testa e il viso e poi tornò a stringerla un po'. Sentì che la mora faceva un respiro più profondo.

“Mmh..Zoro?..Siamo vivi?” disse alla fine. “O è l'inferno..? E' buio” L'archeologa aveva sentito quell'ultimo abbraccio e aveva aperto gli occhi ma qualcosa le dava fastidio, anche lei si toccò la faccia e cercò di levare via quel qualcosa, le sembravano proprio ragnatele. Pensò che dopo quello che era successo, doveva essere tremendamente sporca..ma comunque incredibilmente viva.

“Sai, prima mi è parso che mi tirassi giù..” disse ancora l'archeologa debolmente, ancora appoggiata a quel corpo rassicurante.

“Beh, in effetti, ad un certo punto, ho sentito le gambe libere e ho intuito che quella in realtà era la via d'uscita..ho cercato di affrettare le cose tirandoti un po' verso di me ma, di fatto, non è stata poi così veloce la cosa e...devo aver ingoiato un po' di terra”

“Mfu!..” sbuffò lei divertita alzando la testa in cerca del suo viso, “Spadaccino, lei sa sempre essere buffo! Ed è sporco dappertutto..”

L'archeologa si tirò su un po' trascinandosi verso il viso di lui. “Aspetta..hai una cosa qui..stai fermo” gli disse tirandogli via delicatamente un frammento di terriccio dalle ciglia.

“Bravo bambino.. Sono contenta di essere ancora viva e di esserlo qui con te, Grande Tigre” gli disse ancora accennando un sorriso, mentre lui si era perso a guardarla, era così sporca e così dolce, lo faceva andar via di testa di nuovo.

“Mm..per me è la stessa cosa e..non sono un bambino” disse Zoro e noncurante delle loro condizioni, le prese il capo tirandola a sé e le loro labbra si appiccicarono in un bacio rovente. Le loro bocche iniziarono a rispondersi, affamate l'una dell'altra.

HHEMH!!... NOI saremo QUI ! E fortunatamente siamo tutti interi, non preoccupatevi, eh! Ma comunque, PREGO! Continuate! Noi andiamo AVANTI intanto..” disse Sanji tuonando in quel silenzio e i due si irrigidirono non avendo neppure il coraggio di respirare.

Il cuoco nel frattempo si alzò, cercò di togliersi lo sporco dai pantaloni e dalla camicia battendosi un po' con le mani e in modo irritato si allontanò velocemente senza neanche guardare più nè loro due e né Nami, ancora seduta a terra, inebetita dalla scena appena vista. Alla fine la rossa, sentendo il biondo parlare, si era messa seduta continuando a guardare ipnotizzata i due piccioncini (che nomignoli strani si erano dati?!). Poi, quando Sanji si era alzato in piedi e l'aveva guardata giusto un secondo, nella sua testa aveva creduto che quel biondo le offrisse una mano per aiutarla ma questo non era accaduto. Il cuoco le aveva dato la schiena ed era partito poi per chissà quale meta!

Nami pensò che di sicuro quell'uomo era altamente a disagio con lei ora e non lo biasimava perché anche Nami si sentiva così nei suoi confronti. Da quando aveva saputo cosa era successo quella notte, aveva cercato in ogni modo di evitarlo, non aveva avuto neppure il “coraggio” di arrabbiarsi con lui anche perché Robin, in quel bagno, le aveva spiegato che era stato l'effetto dell'alcol, la mora aveva addirittura cercato di difendere il cuoco! Nami si sentiva davvero bloccata e poi si vergognava da morire, capiva che per lui era la stessa cosa ma allo stesso tempo si chiedeva ancora perché quel biondo non le avesse dato una mano ad alzarsi, era cambiato così drasticamente nei suoi riguardi! Era una cosa surreale..Sanji era incredibilmente freddo.

La rossa si tirò su in piedi riflettendo ancora sulla strana sensazione che stava provando, strofinò via un po' di sporco dalla gonna (quel vestito era un disastro ora) e poi saettò un occhiata fugace ai due per terra.

Robin era seduta e guardava di lato in completo ed incredibile imbarazzo e Zoro, anch'esso ancora seduto, dava la schiena alla rossa, pareva guardarsi attorno, nell'atteggiamento di chi è appena caduto dalle nuvole. Per un istante, un secondo soltanto, mentre li spiava poco prima, Nami aveva pensato che erano davvero belli insieme. E, qualsiasi cosa fosse successa prima fra i due, era contenta che ora avessero fatto pace. Ma questi pensieri durarono solo qualche attimo.

La rossa si affrettò a raccogliere il clima takt lasciato abbandonato a terra e a raggiungere il cuoco, mentre Zoro dava una mano a Robin ad alzarsi scambiandosi un sorriso nervoso.

 

“Ma dove siamo? Chiaramente all'esterno..” disse lo spadaccino.

“Sì, ma dovrebbe esser sorto il sole ormai..invece qui pare l'imbrunire..” le rispose l'archeologa guardandosi attorno.

“Più passa il tempo e più sono convinto che siamo nella zona di quegli squilibrati in nero, la metà dell'isola al buio per intenderci..” disse Zoro e lei le rispose che era quasi certa che fosse così.

“Allunghiamo il passo altrimenti li perdiamo!” gli fece Robin.

“Eh..non sarebbe una brutta idea!” osservò lo spadaccino e lei gli sorrise e lo prese per mano portandolo nella direzione giusta. Non si sentiva più arrabbiata con quell'uomo, quel secondo in cui aveva temuto di perderlo aveva cancellato ogni suo inutile dubbio e astio.

“Dobbiamo rimanere uniti per recuperare i nostri compagni..” disse l'archeologa.

“A-hà! Ok, vicecapitano, agli ordini!”

Lei girò la testa verso di lui con un espressione divertita e Zoro le fece uno dei suoi sorrisi a tutti denti che lei adorava.

 

Quando Robin e Zoro raggiunsero Nami e Sanji, questi ultimi due erano in religioso silenzio. La rossa seguiva il biondo a qualche metro di distanza.

Stavano attraversando da venti minuti ormai quello che sembrava un bosco ombroso, era scuro lì, ogni tanto sentivano strani rumori animaleschi, sempre che fossero stati animali quelli. Quando Nami avvertì degli scricchiolii dietro di lei, si girò spaventata, poi vide che erano l'archeologa e lo spadaccino e si rilassò. Con un espressione accigliata tornò a guardare avanti e proseguì in silenzio dietro al cuoco.

I quattro camminarono in fila per un po', senza parlare, Zoro chiudendo il gruppo e ogni tanto Robin si girava per capire se lui c'era ancora, se non si fosse perso.

“Fermati, cuoco!” urlò ad un certo punto lo spadaccino “Sai almeno dove stiamo andando?!”

“No, alga appiccicosa, non lo so, ma è sempre meglio che vada avanti io invece che TU!” gli rispose acido Sanji.

“Perchè mai adesso sarei anche appiccicoso?! Stupido def..!” Però dopo Zoro si rese subito conto di quello che intendeva quel cuoco e non proseguì oltre in quel battibecco. Sanji doveva aver ancora in testa la scena di prima.

Camminarono ancora senza dirsi più niente, intorno a loro c'erano sempre e solo alberi, cespugli e vegetazione. Ognuno immerso nei propri pensieri, avrebbero dovuto pensare a come trovare gli altri componenti della ciurma ma nelle loro teste frullava altro.

Sanji passava dal pensare a quella scena allucinante appena vista tra il cactus assatanato con la mora e il cosa dire a Nami..(sapeva che prima o poi avrebbe dovuto rivolgerle la parola, doveva scusarsi, supplicare qualche specie di perdono, tentare per lo meno!). Più rimuginava e più non ne trovava il modo.

Nami aveva realizzato di essere in una posizione altamente scomoda con tutti, soprattutto con la persona che stava seguendo, ma per assurdo, non era arrabbiata con lui e la cosa la turbava..perchè lei doveva essere incavolata a morte per quello che era successo! Era stato lui a venire da lei! E poi pensava a quei due dietro che poco prima avevano fatto quella cosa...dannazione! L'avevano messa doppiamente in imbarazzo! Aveva collegato subito loro a quello che era successo tra lei e il cuoco.. In realtà pareva tutto un brutto sogno! Era irreale..e lei si sentiva sempre più a disagio, sempre più sola.

Robin aveva il pensiero dello spadaccino (ogni minuto si girava a controllarlo) e poi pensava a Nami e a Sanji che ormai, era lampante come il sole, si ignoravano completamente. Stava cercando di escogitare un modo per farli chiarire, loro dovevano assolutamente parlarsi, non potevano andare avanti così anche perché l'archeologa si sentiva ancora responsabile di quel fattaccio.. E poi lei e Zoro dovevano cercare di stare più attenti, di contenersi..non sembrava affatto che la navigatrice e il cuoco avessero minimamente iniziato ad accettare la cosa..

Zoro invece, ce l'aveva con quel bosco del demonio, lì non c'era nulla! Non c'era anima viva! Pensava che era incredibile come fosse ancora così buio! E doveva essere anche pieno di bestiacce schifose.. Poi la sua mente gli ricordava la figura di merda che aveva appena fatto con gli altri due e cercava di cancellarla dalla sua testa e di tornare al pensiero di quello stupido bosco e a seguire Robin e basta. Era meglio concentrarsi su quella schiena e lo spacco su quella gamba. Sì, era dannatamente meglio.

Era passata un ora quando il cielo scuro iniziò a tuonare, in pochi minuti iniziò a piovere.

All'inizio quegli alberi si rivelarono un riparo, poi l'acqua cadde più copiosa e non ci fu verso di ripararsi. I pirati iniziarono a camminare più spediti in cerca di un qualsiasi posto per sfuggire a quel nubifragio. I lampi laceravano il cielo, non era il masimo stare sotto quegli alti alberi ora.

“Guardate lì!” fece Nami ad un certo punto indicando una fioca luce tra la vegetazione. I compagni fissarono stupiti quel punto e Sanji iniziò ad addentrarsi tra i cespugli in quella direzione. Venne seguito a ruota dagli altri tre, ormai erano tutti fradici e infreddoliti.

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Capitolo 25
*** Catapecchia ***


Quando Sanji si bloccò di botto, gli altri dietro frenarono la loro avanzata spiaccicandosi uno dopo l'altro addosso a lui, erano troppo intenti a guardare dove mettevano i piedi (si scivolava alla grande su quella fanghiglia!).

“Cazzo! E dillo che ti fermi no?!” fece Zoro attaccato alla mora, la cosa sotto sotto però non gli dispiaceva. Poi si misero ad osservare tutti e quattro la cosa davanti a loro.

Era una catapecchia, una casetta di legno che sembrava crollare da un momento all'altro. E le sue finestre erano illuminate da una luce traballante.

“C'è qualcuno di sicuro lì dentro! Che aspettiamo! Andiamo no?!” fece ancora lo spadaccino e insieme si avvicinarono con fare un po' sospetto alla porta sgangherata.

Un fulmine assurdo piombò a pochi passi da loro e i quattro sobbalzarono dallo spavento. Zoro non attese e non bussò, spalancò la porta ed entrò. “Ehilà??!” fece e iniziò ad perlustrare il piano terra in modo furtivo. Entrò anche Sanji con Robin e Nami dietro di lui ed in silenzio si guardarono attorno fermi ancora sull'ingresso. Le luci che avevano visto erano prodotte dalle candele accese, molte candele, sparse un po' qua e là. La casa aveva molte infiltrazioni, si sentivano gocciolii, strani scricchiolii, e il bagliore dei lampi entrava prepotente dalle finestre decrepite e prive di tende.

“Beh, almeno ci siamo un po' lavati via quella terra..” pronunciò un'inzuppata Robin, preoccupata ancora di essere sporca.

“Non c'è nessuno qui...così sembra” disse Zoro tornando dalla stanza accanto all'ingresso “Provo a vedere su..sempre che quelle scale reggano”.

Sanji, nel frattempo, era entrato nella stanza a sinistra, quella che aveva di fronte era una rozza cucina, degli insetti avevano invaso il lavabo e la zona dei fuochi, non era davvero consigliabile aprire quelle ante per capire se ci fosse stato qualcosa di commestibile. C'erano un tavolo e delle sedie dal legno marcio e poi dei quadretti appesi, insoliti quadri.

Erano foto a mezzo busto, delle persone vestite in nero su un fondo bianco, il cuoco si avvicinò per vederle meglio. Tutti quanti avevano gli occhi chiusi, c'era una ragazza tatuata dai capelli viola, poi una donna più matura con i capelli bianchi e lunghi (chissà perché gli ricordò subito Robin!) e un signore con i capelli neri e un paio d'occhiali tondi. Parevano tutti dormire. Quando arrivò all'ultimo quadro Sanji sentì una fitta allo stomaco. Un altro tuono molto forte rombò da fuori.

Quella era sua sorella, lì vestita in nero con gli occhi chiusi. “Reiju?..” disse e tornò sconvolto al primo quadro. Quella donna dai capeli viola assomigliava a …

Sanji capì subito che in alcun modo le ragazze dovevano entrare in quella stanza e si parò davanti alla porta appena in tempo.

“Ehm..qua non c'è nulla di interessante..anzi, è pericoloso, cade tutto a pezzi!” disse frettolosamente. “Il cretino?.. È tornato oppure si è perso al piano superiore?” improvvisò poi e guardò le due ragazze, erano fradicie come lui e tenevano le braccia incrociate ben strette, dovevano avere freddo. Nami gli diede lentamente le spalle. Quel top bianco doveva essere quasi trasparente.

“Ci si potrebbe scaldare con un fuoco, no? O è messa così male la cucina?” gli disse Robin studiandolo, aveva visto in che condizioni era Nami e si sorprese della mancata reazione da maniaco di quell'uomo. Sanji era impassibile, anzi ora guardava solo il soffitto e pareva proprio che nascondesse qualcosa.

DIOSANTO!!..” esclamò Zoro scivolando giù dalle scale, per poco non cadde giù rotolando. Poi scese gli ultimi scalini con fare indifferente. “Non c'è nulla su, se non un bagno putrido, qualche cero acceso e una camera in cui i topi hanno fatto un bel nido...Quindi, una domanda sorge spontanea: chi diavolo ha accesso tutte queste candele?”

“Il demonio” gli rispose la mora saettandogli un occhiata ammiccante e lui annuì serio come se quella fosse la verità.

“Ehi, cuoco da quattro soldi! Non vedi che siamo zuppi?! Credevo fossi già all'opera per fare, che ne so, un fuoco..qualcosa!” fece lo spadaccino avvicinandosi al biondo, di sicuro aveva sentito la frase di Robin di poco prima. Lo spadaccino si stava passando una mano fra i capelli bagnati, rendendoli ancora più scombinati.

“Ehi, stronzo! Ho già guardato e non se ne fa niente! Non credo proprio che ci sia...EHII!” Sanji venne interrotto da una spallata di Zoro che entrò di prepotenza dentro a quella stanza per verificarne lo stato. “BAH! E' uno schifo!” sentenziò subito dopo.

Così, alla fine, le ragazze entrarono in cucina e dopo pochi minuti si ammutolirono davanti a quei quadri. Sanji guardò a terra, “Volevo risparmiarvelo..” disse dopo uno sbuffo.

“Mia sorella...questa è mia sorella..” disse la rossa davanti alla parete, iniziò a tremare più vistosamente.

“Sono dei quadri funerari...si usavano un tempo in alcuni paesi per ricordare i defunti nel loro ultimo istante..Hanno fatto un bel lavoro, sembrano veri” commentò l'archeologa per nulla turbata davanti alla foto della madre. In effetti lei era sul serio già morta.

Zoro si avvicinò incredulo, quello davanti a lui era il suo maestro Koshiro, senza alcun dubbio. “Ma come fanno a sapere..?! Questi maledetti bifolchi..si divertono a prenderci per il culo! E questa chi sarebbe?? Dalle sopracciglia...” lo spadaccino accennava alla donna dai capelli rosa.

“Mia sorella” disse il biondo “Divertente eh? Ok..ora vedo di trovare un modo per scaldarci..” Ma non pareva affatto divertito.

Nel momento in cui il biondo diede le spalle ai compagni sentì uno schianto tremendo. Si voltò veloce, vedendo così una finestra in mille pezzi e Nami che correva via dalla cucina con una mano in faccia. Gli altri due erano immobili, Zoro con uno sguardo stranito.

Il cuoco capì che era successo guardando la parete alla quale mancava il primo quadro. La rossa doveva aver lanciato fuori dalla finestra il ritratto, con i nervi a fior di pelle. Da quella finestra ora pioveva dentro, la pioggia sembrava non accennare a smettere.

Robin, senza dir niente, uscì dalla stanza.

 

 

“Che cavolo vogliono da noi eh?! Non si devono permettere di toccare mia sorella! Ci stanno spiando di sicuro! E ci seguono! Diamine..sanno tutto! E che fine hanno fatto gli altri?! Non ne posso più Robin! E' un incubo...un incubo! Dobbiamo trovare Rufy...perchè Rufy è vivo, giusto?! LO E'..”

“Ma certo che lo è.. e sta tranquilla che quando lo libereremo se ne pentiranno. Ora Sanji troverà un modo per permetterci di asciugarci un po' e penseremo bene a cosa fare..tranquillizzati ora, mh?”

Erano chiuse nella stanza di fronte alla cucina, sedute su una cassapanca, Robin abbracciava Nami e la dondolava piano, stava tremando e non era solo il freddo. La rossa era sull'orlo di una crisi di nervi e la mora lo poteva capire. Tutta quella situazione e come se non bastasse quello che era venuta a sapere riguardo lei e il cuoco..era troppo da sopportare anche per la forte Nami. Era crollata, si era messa a piangere appena aveva sentito quell'abbraccio, la mora era sollevata, era un bene che si sfogasse un po', doveva smaltire tutta quella tensione.

Accarezzandole piano i capelli ancora molto umidi, Robin si accorse che dopo poco la rossa cominciava a respirare più lentamente. Restarono per un pochino così, in silenzio, non si sentiva nulla, solo qualche rumore dalla cucina, lo scrosciare della pioggia e qualche scricchiolio del legno.

 

Dopo un po' Robin si decise a dirle qualcosa.

“Senti Nami.. La situazione è quella che è, critica. Probabilmente è come hai detto tu, ci spiano e controllano i nostri movimenti..anche se non sappiamo sul serio cosa vogliono da noi, il perché lo fanno. La nostra priorità però resta la stessa: dobbiamo recuperare gli altri e io credo che ci riusciremo solo se ..resteremo uniti, e sul serio, dico. Dobbiamo superare questa cosa, io credo che tu debba parlare con Sanji. Se non collaboriamo davvero tra di noi va a finire..”

“No, non parlerò con..quello” le disse la rossa scostandosi lentamente da lei. “Non ne ho alcuna intenzione e non lo farò. Non ho nulla da dirgli”

Nami si alzò in piedi e si mise a camminare per la stanza, sembrava essersi innervosita di nuovo, di certo Robin non desiderava quella reazione.

“E se non mi parlerà e non mi guarderà mai più, sarà meglio.” finì col dire fissando fuori dalla finestra. La luce dei lampi illuminava per brevi istanti il suo viso.

“Non puoi dire sul serio..” le disse la mora osservandola, quella ragazza non pareva arrabbiata però, sembrava quasi..triste? Infatti, le sue parole non risultavano convincenti a Robin.

“OI! Siete qua??”

Era la voce di Zoro, fuori dalla porta. Si mise a bussare, due colpi di preciso, ma evidente troppo forti per quella porta malridotta che cadde di peso con un fragore incredibile e la rossa sobbalzò girandosi di scatto. Robin, rimasta impassibile, pensò che lo spadaccino era il solito irruente. Però era anche spassoso, se fossero stati in una situazione diversa si sarebbe fatta pure una risata.

“Scusate..ma qua casca tutto a pezzi..” fece lo spadaccino con un sorriso nervoso e poi risistemò in piedi quell'anta marcia cercando di incastrarla nei cardini malmessi. Ci riuscì e iniziò a pulirsi le mani sui pantaloni nel silenzio generale.

“Cazzo...una scheggia..” e imprecò cercando di togliersela con i denti, poi continuò. “Ehm! Sanji ha fatto quel maledetto fuoco..abbiamo rotto qualche sedia...e..vi aspettiamo di là, quando volete..” disse poi guardandosi attorno come se stesse parlando al muro, aveva lo stesso atteggiamento del cuoco poco prima, osservò Robin. Era in imbarazzo, era ovvio che si rendeva conto dello stato pietoso delle ragazze, quei vestiti bagnati erano aderenti in modo assurdo. Però era esagerato, non guardava nemmeno la mora.

“Zoro, puoi benissimo evitare di fare qualsiasi sceneggiata..abbiamo capito benissimo come stanno le cose tra te e Robin..quindi comportati normalmente” disse Nami guardandolo con la coda dell'occhio in modo seccato.

“Che intendi dire?! E comunque non dirmi come devo comportarmi!.. Al diavolo! Io vado a scaldarmi di là!” così lo spadaccino fece dietro front e se ne andò sbattendo la porta che solo per miracolo non crollò di nuovo.

“Vado anch'io..” disse l'archeologa alzandosi dalla cassapanca.

“Questo vale anche per te, Robin. E poi dovrete raccontarci tutta la verità riguardo quell'isola..mi pare più che giusto!” la rimbeccò Nami prima che lei se ne andasse e aggiunse “Io di là non ci vengo. Mi asciugherò lo stesso.”

Robin uscì dalla stanza buttando un ultima occhiata alla rossa davanti alla finestra. Era una gran testarda, pensò. Era ancora lì impalata e tremava.

 

Quando Robin entrò in cucina trovò Zoro seduto a terra a torso nudo che guardava quel fuocherello con un espressione assente e Sanji ancora con tutto addosso e in piedi a braccia incrociate, sembrava perso nei suoi pensieri. Avevano fatto quel fuoco dentro ad una grande padella e avevano rotto le finestre per far passare l'aria, rimaneva comunque il rischio di intossicarsi lì dentro.

“E' meglio asciugarsi in fretta...prima di morire soffocati, intendo” disse l'archeologa e poi le balenò un idea. “Sanji..” gli disse piano passando vicino a lui “Nami vuole parlarti un attimo”. Lei accennò alla stanza vicina.

Il biondo girò la testa con gli occhi spalancati e dopo un meccanico 'sì' con la testa al pavimento, lentamente, se ne andò. Sembrava rassegnato, alla mora ricordò un condannato diretto al patibolo. Aveva tirato fuori subito la scatola di sigarette. Un ultimo desiderio?

Zoro aveva alzato la testa osservando i movimenti del cuoco per poi tornare su Robin. Lei si sedette in ginocchio vicino a lui e al fuoco.

“Tzè..Ti conosco, che trami?” le fece. Aveva capito che era una balla? Incredibile..

Robin non rispose ma seguì con lo sguardo il cuoco che entrava nella stanza di fronte e quando quel biondo richiuse la porta dietro di sé la mora fece apparire decine di braccia. Quegli arti bloccarono la porta dall'esterno e apparve poi, lì dentro, un orecchio nell'angolo nascosto della cassapanca.

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Capitolo 26
*** Tentato chiarimento ***


“Che c'è ora?!” fece Nami girandosi in direzione della porta.

Con vago stupore la navigatrice si accorse che quella a pochi passi da lei era l'ultima persona che avrebbe immaginato e si voltò all'istante rifissando la finestra. “Cosa..vuoi?” disse dura.

Sanji, fermo accanto alla porta, rimase con lo sguardo fisso a terra, a quel tappeto logoro sul pavimento. “Robin mi ha detto che volevi parlarmi” pronunciò tirando una boccata dalla sigaretta appena accesa.

“Non è vero” disse lei velocemente maledicendo la mora nella sua testa. Ci mancava pure questa, pensò.

“Bene, allora torno di là”. Sanji si girò e prese in mano la maniglia spingendo un poco però questa parve bloccata, ci riprovò e questa rimase inchiodata ancora, mollò la presa. Capì che erano stati tratti in inganno dall'archeologa e non disse nulla per non innervosire di più la rossa. Perchè Robin aveva escogitato una cosa del genere? Era chiaro, se ci pensava un attimo. Voleva che si parlassero. Sì, era giusto, pensò lui, ma contemporaneamente non capiva come agire, che dire. Era stato preso alla sprovvista. Rimase lì bloccato a guardare quell'anta serrata, si assomigliavano in fondo, lui e quella porta.

 

--

 

“Non funzionerà, strega..”

Zoro fissava quel fuoco con un sorriso divertito. Guardò Robin dissentendo con una smorfia e schernendola un poco e lei distolse lo sguardo da quella faccia. Come faceva ad essere buffo e allo stesso modo così sexy? Caspita, la stava distraendo.

E continuò, avvicinandosi un poco.

“Che si dicono? Io scommetto che fra poco lei lo manderà al diavolo...e tu?”

 

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“Non..dovevi andare?” le fece la rossa rimarcando l'ultima parola.

“Sì..” le rispose lui rimanendo immobile con le mani in tasca.

“Quella porta è bloccata eh?..” iniziò Nami sempre più irritata. “Robin me la pagherà quando usciremo da qui..comunque non c'è nulla da dire, sia chiaro”

“Non è proprio così, ma è logico che tu non voglia..che io stia qui” rispose calmo il biondo.

“ESATTO! Quindi vai! Sfonda la porta! Puoi farlo benissimo se vuoi! Non c'è NULLA DA CHIARIRE! Io non intendo dirti altro! Non c'è niente che tu possa dirmi per farti perdonare! Quindi non tentare nemmeno! Voglio solo che tu te ne vada! Hai capito?! VATTENE!!”

Nami era esplosa, era furiosa e aveva urlato le prime cose che le erano balenate in testa, era ancora fissa e furiosa su quella finestra, però, non accennava a voltarsi verso il biondo.

Proprio quando Sanji si preparava ad aprire quella diamine di porta con la forza bruta tutte le candele di quella stanza si spensero.

Nami sobbalzò dalla paura e finalmente si girò guardandosi intorno atterrita e adirata.

“ROBIN, DIAVOLO! NON E' DIVERTENTE!! FALLA FINITA!!” urlò.

 

--

 

“Ce l'ha con te! Ah! Ah! Io ti avevo avvertito...era meglio lasciar stare” le disse Zoro sentendo la rossa sbraitare nell'altra stanza. Se la stava spassando di brutto lui! La mora lo guardò giusto un secondo, solo per vedere quel sorriso e poi si concentrò a far apparire un occhio in quella stanza, per capire il motivo di tanta agitazione.

Robin rimase basita.

“Le candele..si sono spente tutte” disse.

“Cosa?!” fece lo spadaccino.

“Sì...Nami pensa che sia stata io..è molto arrabbiata” commentò ancora l'archeologa in modo indifferente. Zoro pensò che quella donna ad occhi chiusi ed illuminata da quella luce giallastra traballante era davvero irresistibile, un incantatrice assurda.

“Se non sei stata tu..chi è stato?” le disse quasi sussurrandole all'orecchio.

“Il demonio”

“Allora siete in due”

 

--

 

“Diamine!!” Esclamò Sanji spaurito, sul dorso della sua mano era apparsa una bocca. E quella bocca parlò, parlò sussurrando.

“Sanji...tranquillo, sono Robin. Non ho spento io le candele, sia chiaro! Per il resto...parlaci! Capito? Se sfonderai la porta..beh, mi farai del male, sappilo” e la bocca sparì. Il biondo rimase incredulo, era la prima volta che la mora faceva una cosa simile con lui però quella cosa gli diede una sorta di coraggio, a parte quel fatto di avergli detto che non era stata lei a spegnere tutte le candele, quello era inquietante. E dimostrava che forse lui e Nami lì dentro, non erano proprio al sicuro..

“S-Sanji..? Sei ancora qua? O sei sparito?..” sentì dire dalla rossa, la sua voce tremava. Tentò di guardare nella sua direzione, la luce che filtrava dalla finestra era davvero debole, doveva attendere il balenare dei fulmini per capirci qualcosa.

“Sono qui..” le fece e si accorse che lei era in ginocchio, a terra con le mani alla testa. Le si avvicinò e si sedette per terra, proprio di fronte alla rossa, a gambe incrociate, aveva deciso che qualcosa andava detto, era il momento giusto.

In quell'istante la cassapanca della sala si aprì, i due se ne accorsero dal rumore. Un sinistro cigolio in fondo alla stanza.

“ROBIN! Basta!...Non servirà..” iniziò ad urlare Nami sempre più forte ma il cuoco la interruppe e così lei si accorse che era lì vicino. “Non è colpa sua, me l'ha..riferito” disse.

“Certo che lo è!! Sennò chi diavolo avrebbe aperto..?! ODDIOOO!!!!!!!!”

Nami guardava sconvolta alla sua sinistra, iniziò ad indietreggiare strisciando a terra, i suoi occhi rilucevano di una luce verde, così il biondo guardò anche lui verso la cassapanca.

Da dentro veniva una luce verdastra, sempre più forte. Alla fine questo barlume si condensò fino a formare una figura semiumana, pareva danzare nelle tenebre.

“Un..f-fantasma??” farfugliò Nami sconvolta e il cuoco si parò senza paura davanti a lei.

Da quell'entità si sprigionò una voce che si amplificò in tutta quella catapecchia traballante, anche Robin e Zoro la sentirono distintamente, pareva un alitata dall'inferno.

“Bieche creature...ignobili pirati! Lasciate quest'isola al più presto! Per i vostri compagni non c'è più nulla da fare...Se volete vivere, scappate e non guardatevi più indietro. Se non lo farete, due di voi spariranno”

Detto questo l'apparizione verdognola scomparve e la stanza ritornò nelle tenebre. Sanji poteva sentire chiaramente il respiro affannato della rossa dietro di lui.

 

--

 

CHI diavolo ERA?? Hai sentito quante cazzate??! Ma proveniva da dove!? Hai visto qualcosa??” Zoro stava riempiendo di domande la mora e lei in fretta gli rispose che aveva visto quella specie di spettro parlare in quella stanza e che poi era anche sparito.

“Ma non è meglio farli uscire da lì adesso?..Non che io non sia felice se Nami decida di staccare la testa a quel rincretinito!..” fece lui.

“No...è proprio adesso che viene il bello..” disse lei con mezzo sorriso sulle labbra.

 

--

 

“Era un ologramma...sì...non poteva essere sul serio un...ERA un OLOGRAMMA..” Nami stava parlando a sé stessa ormai e Sanji si scostò un poco da lei.

“Lo penso anche io..” le disse “e ha detto un mare di cavolate. Comunque..questa è la prova che vogliono metterci paura, è opera di quella gente in nero, è scontato. E se hanno nominato i nostri compagni vuol dire che sono vivi e...NOI NON SCAPPEREMO, CAPITO BASTARDI?!” urlò alla fine il cuoco all'oscurità.

“Sì..è così..” annuì Nami mentre un altro tuono molto forte rombava da fuori. La pioggia non cadeva copiosa come prima. Quelle sue ultime parole a Sanji sembrarono venire da lontano, si girò a guardarla, si stava tenendo la faccia con le mani, non lo ammetteva ma era ancora terrorizzata.

Allungò una mano verso di lei ma poi, subito, la ritrasse. Che gli diceva la testa?! Di certo non poteva! Anzi, non avrebbe più potuto sfiorarla! Ed era giusto così. Doveva dirle quello che doveva in fretta, anche se quella ragazza non voleva sentirlo, glielo doveva e basta. Non gli importava della risposta, tanto aveva già sentito abbastanza prima. Era sicuro poi, che subito dopo averlo fatto, quella donna diabolica in cucina l'avrebbe fatto uscire di lì.

Dannazione, non aveva più nulla da perdere. Aspirò l'ennesima boccata di fumo dalla sigaretta ed espirò.

“Nami, io..non ti chiedo di perdonarmi, perché...perchè è una richiesta troppo grande. Però voglio dirti che mi dispiace. Mi dispiace profondamente.”

Nami si era bloccata, pareva neanche respirare. Sanji cercò di non pensarci, cercando solo di tenere in piedi un discorso logico.

“Io non ho scusanti e non sono da scusare, lo so. Però..credimi che non ricordo assolutamente il perché io mi sia recato da te quella sera..e sono sincero, ho solo dei brevi flash di quello che è successo..ma ti prego di credermi che, se fossi stato lucido, non avrei mai voluto...”

“Ma.. ti senti?? TU non avresti mai voluto??” disse lei riprendendo forza, di nuovo. Le era venuta troppo di getto quell'osservazione. Non aveva più le mani in faccia ora. Stava rannicchiata alla parete tenendosi stretta con le braccia incrociate.

“Non sono mai andato oltre..nè con te né con altre..non prima dell'altra sera, ovvio. Questo non lo puoi negare ma non mi giustifica.. Se fossi stato lucido, ti ripeto, non l'avrei mai fatto. Perchè so che tu non.. che tu non lo vuoi.” disse serio.

“Beh, è certo che non lo voglio!” gli sputò in faccia lei e lui si alzò piano annuendo.

“Perfetto, un ultima cosa. Farò tutto il possibile per liberare gli altri, navigatrice, puoi star tranquilla.” Nami si chiese se davvero fosse lui quell'uomo che aveva davanti, era troppo distaccato. “Poi, le nostre strade si divideranno. Ho preso questa decisione e sono irremovibile.” Lo disse con uno strano sorriso.

Nami si tirò su in piedi con uno scattò che stupì pure lei. Lo guardò fisso ad occhi spalancati. Era paurosa.

“Che diavolo vuoi dire?..” sibilò con ancora le mani serrate sulle braccia, si stava facendo male da sola. Quelle unghie affondavano nella carne.

“Che me ne andrò” fece lui guardandola dritto in faccia, però sembrava perso nei suoi pensieri.

“Sei...uno stupido VIGLIACCO!” gli urlò lei in preda ad una rabbia incontrollata.

E subito dopo gli tirò un sonoro e potente ceffone e la sigaretta che teneva in bocca volò su quel sudicio tappeto.

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Capitolo 27
*** Sfida ***


“Ammazza..che belva! Non me la farei mai per nemico quella!” disse Jo divertito. “E che fa quest'altro? Se la ride?! Ma non sono amici?!

Jo guardava il monitor che inquadrava uno Zoro fuori dalla porta serrata da decine di mani, stava trattenendo a stento una risata premendosi la bocca con un palmo. Stava origliando e se la stava spassando alla grande.

“Ma..non sai la storia di questi pirati? Come mai la Black ti ha assunto? Continuo a chiedermelo!” gli fece Jako “Quei due tizi si odiano da sempre, è logico che lo spadaccino rida in quella situazione...sono come cane e gatto, non si sopportano”

“Ma davvero?? E perché cavolo stanno ancora nella stessa ciurma allora?!” gli rispose Jo.

“Tu non sei qui per fare domande, sei qui per eseguire gli ordini” ribattè Jako, lui sì che meritava quel posto.

“Lo so, lo so..è venuto bene comunque lo scherzetto del fantasma eh?! Ehi! Non mi guardare con quella faccia! Apriamo le danze per la fase 3??”

“CERTAMENTE caro Jo!” la voce della signora Black piombò tra i due e Jo non potè non sussultare sulla sedia stupito, non si era minimamente accorto dell'arrivo di quella donna. “Ti stai divertendo vedo.. Ho seguito un po' i movimenti della marina, per questo ho ritardato..Non c'è da preoccuparsi, sono ancora in alto mare, con i codici a nostra disposizione poi è tamente facile confonderli..uno scherzo da ragazzi! Beh, che aspettate?! La zona D6 è stata evacuata?”

“Sì, signora!”

“Perfetto...anche le postazioni di accoglienza lo sono, ho verificato personalmente. Avete sentito cosa ha detto quel cuochetto, no? Ci ha sfidato..peccato che anche a noi piaccia giocare con il fuoco quanto piace a lui..”

 

-----

 

Nami respirava in affanno. Cosa aveva avuto il coraggio di dire quello stupido? Era l'ultima cosa che avrebbe dovuto pronunciare quella sua maledetta bocca. Dopo quello che avevano fatto per recuperarlo in quella dannata isola di dolciumi..! La rossa era furibonda, e più se ne rendeva conto, più si chiedeva il perché lo fosse. Non era forse quella la soluzione più ragionevole? Sì, lasciarlo andare e mandarlo al diavolo! Dopo quello che aveva combinato! Sarebbe stata una liberazione! Certo, una liberazione... E allora perché l'aveva schiaffeggiato? Perchè si sentiva così delusa? Perchè ora ce l'aveva irrimediabilmente a morte con quell'uomo? Perchè aveva voglia di picchiarlo come non mai?! Perchè desiderava dirgli che era solamente un idiota, che non capiva nulla, non aveva MAI capito nulla e perché aveva una voglia irrefrenabile di piangere?!

Nami lasciò il cuoco ancora immobile e corse via verso la porta, questa si spalancò. La mora aveva fatto sparire tutte le mani e Zoro si tolse appena in tempo, prima che quell'anta marcia gli arrivasse giusto dritto in faccia.

Con una smorfia stupita lo spadaccino vide la rossa precipitarsi su per scale e lui se ne andò in cucina esordendo con un “Butta male!” all'archeologa. Lei lo guardò impassibile, ancora seduta vicino al fuocherello.

Poi, non contento, Zoro si avvicinò a Robin e accarezzandole i capelli ancora umidi, da dietro, le disse : “Ho un 'dre jà vu' signora strega...mi sa che lei dovrà, come dire, andare a riacciuffare di nuovo quella ragazza, ma stia attenta a quello che fa, mi pareva molto alterata..” e finì ridendosela.

Robin si alzò in piedi e fece per uscire senza dire una parola, poi all'ultimo si girò un attimo verso lo spadaccino ancora sorridente.

“Non prevedevo che avrebbero fatto pace, almeno non subito, sia chiaro. Vado..e torno” gli disse con un sorriso incerto e sparì dietro la parete.

“Buona fortuna!..caspita, se ne hai bisogno!” le disse ma lei era già andata via.

 

Nel frattempo Sanji era ancora impalato nell'altra stanza, con la testa girata nella direzione dello schiaffo. Era frastornato dal colpo ma ancor di più dal comportamento della rossa. Era corsa via piangendo.. Di sicuro era stata una reazione data dallo stress del momento e nulla più. Lei non poteva che desiderare di non vederlo e basta.

Mosse un piede. Spense quel mozzicone sul tappeto che minacciava di far prender fuoco a tutto e sbuffò stremato. Si passò una mano sulla faccia, preoccupato.

Gli stava venendo un gran mal di testa.

 

 

Dopo qualche minuto uno strano “Bip bip” iniziò a risuonare dentro quella casa decrepita. Era tipo una sveglia, decretò Zoro.

Si alzò dalla sua postazione vicino al fuoco e uscì nel corridoio, venne raggiunto in un istante anche da Sanji che aveva una guancia incredibilmente arrossata. Lo spadaccino si trattenne dal ridergli in faccia e si chiese più che altro da dove venisse quel suono fastidioso.

Sembrava dal piano superiore, dove c'erano pure le ragazze.

“Non mi sembrava di aver visto una sveglia in quella putrida camera..” disse e iniziò a far le scale seccato, il cuoco lo seguiva solo con lo sguardo, lui rimase lì fermo al piano inferiore a braccia incrociate e uno sguardo spento.

Sanji stava ancora pensando a quello che gli aveva detto quella rossa, non poteva farne a meno e malediceva in ogni modo quella situazione in cui si erano cacciati, non sapeva più con che faccia andare avanti. Lei ora lo odiava, ed era giustificato. Doveva solamente stringere i denti e sperare che tutto quel casino con i compagni si risolvesse il più presto possibile, stava diventando tutto troppo insopportabile da sostenere..

CAXXO!...

Il cuoco sentì quell'esclamazione al piano superiore, era lo spadaccino ovviamente. Si fece coraggio sperando di non incrociare di nuovo Nami e salì le scale anche lui, quel “Bip bip” non si era fermato.

Giunto sul pianerottolo lo vide subito. Zoro era davanti all'entrata del bagno e sul grande vetro scheggiato, di fronte a lui, illuminato di rosso, brillava un conto alla rovescia, era da lì che proveniva quel segnale acuto. Si leggeva 00:32...00:31...

“Che..che significa?!” fece Sanji dietro di lui notando che lo spadaccino era impalato e guardava in basso, non quei numeri che apparivano e scomparivano.

“Le ho detto io di venire qui...” disse debolmente e il cuoco non ci capì nulla ma lo scostò e guardò a terra pure lui.

Sul pavimento, illuminati un poco dalle luci delle poche candele, c'erano un orecchino nero dalla luna luccicante e un bracciale di perle.

“Non può essere....” disse il biondo capendo tutto “le...le hanno fatte sparire?! Le hanno PRESE?!”. Anche il cuoco si bloccò un attimo sbigottito, era lampante che era proprio così ma non ci credeva, la cosa l'aveva sconcertato.

“!! I numeri!” fece Zoro subito dopo guardando quel conteggio arrivato a 00:09.

I due si guardarono per un decimo di secondo e senza dire nulla si fiondarono giù dalle scale e poi fuori da quella casa in rovina, se c'era un conto alla rovescia di solito era per...

 

Un boato assurdo squarciò l'aria.

 

Zoro e Sanji vennero catapultati via di qualche metro ma fortunatamente erano riusciti ad uscire in tempo da quella catapecchia. Si sfracellarono al suolo mentre i pezzi di legno volavano in ogni direzione sfiorando le loro teste.

Restarono a terra frastornati per un po' nella fanghiglia, non ci sentivano più dalle orecchie. Quel botto li aveva temporaneamente assordati. C'erano macerie ovunque e al posto della casa un bel cratere.

Zoro si tirò su a fatica sputando il fango che gli era entrato nella bocca. Sentiva la spalla bruciare, girò la testa ancora a carponi e notò che il giubbino chiodato era lacerato e la sua pelle aveva qualche graffio lì sotto quello strappo. Meno male che l'aveva rimesso addosso, si disse. Era completamente coperto di fango, almeno davanti.

Sanji fece qualche colpo di tosse e si girò su un fianco, i suoi capelli non erano più biondi, erano marrone melma, era caduto di schiena, non sapeva nemmeno lui come e sentiva un dolore acuto all'osso sacro. Si ritrovò a respirare a fatica in preda a quella fitta e aspettò un poco fermo, in attesa che passasse. A qualche metro notò lo spadaccino seduto a terra, guardava in direzione dell'esplosione, aveva i pantaloni strappati ma sembrava intero..e livido di rabbia. “Ce l'ho spedita io là..” sentì che diceva “PORCA MISERIA!!” Zoro con un imprecazione tirò un pugno a terra e il fango schizzò in tutte le direzioni, anche in faccia al cuoco.

“EHI!! Cretino!! Piantala! Che stai blaterando..??” gli fece Sanji cercando di tirarsi su un poco con una smorfia, sentiva ancora parecchio dolore.

“Ho detto io a Robin che doveva andare da Nami di nuovo...magari l'avrebbe comunque fatto, però...però è anche vero che sei stato TU a maledirli, stupido cuoco! E loro ora sono ANDATE!” gli sbraitò dietro Zoro.

Stava ricominciando a piovere forte, come se non bastasse.

“Sì..esatto, avevano detto che due di noi sarebbero spariti..sono stati di parola. Dai pure la colpa A ME, TANTO NON CAMBIA NULLA ORMAI! Piuttosto, sei sicuro che lì dentro loro non c'erano?! Hai guardato BENE?! Col tuo senso dell'orient..” insinuò il cuoco.

“CERTO CHE NON C'ERANO SCEMUNITO!! VAI AL DIAVOLO TU E CHE VADANO A FARSI FOTTERE ANCHE QUEGLI STRONZI! Ne ho piene le scatole di questa storia!” urlò lo spadaccino e si alzò in piedi diretto alla voragine a terra. “DOVE..dove cazzo le avranno portate adesso, ah?! Come diavolo le troviamo?!” Pioveva a dirotto ormai, sembrava che quella pioggia andasse a pari passo con la sua ira.

Zoppicando un poco, anche il biondo si avvicinò a quel cratere, quel buco si stava già riempiendo d'acqua, guardava a terra, quella devastazione. Non era proprio rimasto nulla di quella casa, se qualcuno ci fosse sfortunatamente rimasto dentro..

Un barlume accecante esplose dalla voragine e si materializzò un grande cubo, un ologramma. I due si misero una mano agli occhi a quel bagliore e poi, subito dopo, videro lì dentro il viso di quella donna oscura, era il governatore della città nera. Aveva un sorriso fiero in viso. Iniziò a parlare..

“Buongiorno signori, o dovrei dire, buonasera? Ah! Ah! Come avrete notato qui è sempre piacevolmente notte! Come state? Vi è piaciuta la nostra accoglienza? Vi piace la nostra pioggia? Qui piove spesso..”

“Siete un branco di DELINQUENTI BASTARDI!!” urlò Sanji e la donna in nero si fece una grassa ed elegante risata.

“AHHAHAhah! NOI?! Ma non siete VOI i pirati qui?? Che vi aspettavate? Che vi accogliessimo a braccia aperte? Con la reputazione che avete poi..”

“Dove sono i nostri compagni? E' meglio che ce lo diciate in fretta..” disse Zoro trattenendo a stento la rabbia. Metà della sua faccia era una maschera di fango. La pioggia stava lavando via a poco poco quel pantano.

“Dio che bello sguardo minaccioso!...Peccato che non siate proprio nella posizione per intimidire alcunchè né per impartire ordini” disse la donna alzando una mano, fece dondolare un orecchino familiare tra le dita. Lo sguardo dello spadaccino diventò più torvo che mai. E quella donna continuò dopo un diabolico sorriso.

“Quindi non sprecherò altro tempo. Sono qui per lanciarvi una sfida. Le ragazze sono vive, non ancora per molto comunque”

“Non vi conviene torcergli nemmeno un capello..” sussurrò lo spadaccino con un aura spaventosa. La donna non lo sentì e proseguì.

“..mentre gli altri vostri compagni...non so come dirvelo, beh, non siamo in grado di capire se lo siano ancora, vivi intendo. Avrete tre possibili mete: passo rosso, vi porterà dalle fanciulle, passo blu, dai vostri altri compagni e passo verde..a morte assicurata (non vi consiglio un suicidio, sarebbe disonorevole!). Io...vi suggerirei di dividervi, magari riuscirete prima nell'impresa! Buona fortuna! E caspita! Fate un sorriso! Siete in diretta se non lo sapete! Non immaginate quante persone vi stiano seguendo in questo momento!...Sono vostri fan! Meritano almeno un sorriso, no? Anche perché stanno sborsando fior fior di berry! Ah! Ah! Ah! Un ultima cosa, dovrete arrivare in tempo per...salvare chi avete deciso di salvare, ovviamente non vi è dato sapere quanto ne avrete, di certo sarà un tempo limitato..”

Così, senza dare tempo di replica, l'ologramma con quella donna sparì.

“Avete già perso, stronzi...e non ne siete ancora consapevoli” disse Zoro fissando lo spazio ora buio e un folle sorriso nacque sul suo volto. Era fradicio di nuovo, come il suo compagno.

“Quella donna...è un demonio. Siamo rimasti io e te in questo folle gioco allora..” fece Sanji.

“A-hà! Peggio di così..”

“Peggio di così per loro, vorrai dire.” disse il biondo e Zoro lo guardò interessato, il cuoco continuò, pareva ridestato all'improvviso, più carico che mai. Aveva i capelli bagnati attaccati al viso, era in uno stato pietoso e ribolliva di vendetta.

“Ha detto che ci sono tre 'passi'..ma non credo ci abbia detto gli abbinamenti giusti. Che senso avrebbe aiutarci così tanto? E' logico che eviteremo subito il verde...e forse è proprio quello che dobbiamo intraprendere, no? O forse..”

“Forse è quello pericoloso sul serio, invece!” disse Zoro “Magari loro prevedono questo nostro ragionamento, ci hanno riferito che il verde è quello da evitare per farci andare proprio lì! E poi ci finiremo dentro a quella trappola sul serio!..Non so se capisci..” fece poi gesticolando.

“Certo che capisco! Non sono come TE!” gli fece il biondo (che con tutta quell'acqua era sul serio tornato color paglia). “Inoltre l'arpia ci ha detto di dividerci..niente di più sbagliato per me, per quanto non desideri vedere la tua faccia s'intende!”

“La cosa è reciproca, cuoco! Ma, strano ma vero, concordo con te su questa cosa, è un tentativo per farci perdere..” disse lo spadaccino incrociando le braccia. “Quindi?”

“Quindi che?! Cerchiamo questi caspita di 'passi' intanto! Che poi non mi è ancora chiaro cosa...” disse il biondo iniziando a camminare e proprio in quel momento, davanti a sé, per terra, iniziarono ad illuminarsi delle lucine, erano blu.

“Guarda qua!” fece allo spadaccino che iniziò a muoversi. Dopo pochi passi anche di fronte a lui iniziò a comparire una fila di luci a terra, quelle erano rosse, più si muoveva verso di loro e più quella fila di luci si allungava mostrando la direzione da percorrere.

“Che diavolo....Ehi! Qui c'è il percorso rosso!” urlò.

“Ah bene..e quindi quale prendiamo? Qua c'è il passo blu...” fece il biondo impaziente.

“ E che ne so io! Dobbiamo provare! Non c'è certezza di nulla. Io direi di provare questo!”

“Io invece dico che è meglio questo blu..”

“E certo! Ovvio!...adesso capisco perché quella ci ha detto di separarci!..Perdiamo un sacco di tempo insieme! E io non ho voglia di perdere nemmeno un secondo!”

“Perchè ti aspetta la tua bella eh?” lo punzecchiò il cuoco.

“Che hai detto, idiota?!”

“Huuh! Guardalo come si agita! Quello che snobbava il sottoscritto! 'Che pena..sempre dietro alle gonne! Che debole! Una vergogna!'...E ORA C'E' DENTRO FINO AL COLLO! Potrei pure ridere ma la situazione non lo consente!” fece canzonandolo.

“Finiscila!! Chiuditi quella fogna razza di mentecatto!”

“La finisco solo perché neanche io ho voglia di perder tempo, stronzetto! Quindi facciamo a morra cinese! Non daremo colpa a nessuno così se...”

“Certo che daremo la colpa a qualcuno! Perchè io avevo detto di andare di qua!” insistè Zoro.

“Guarda, solo per questo dovremo prendere il tragitto blu! Solo perché hai insistito col rosso!!”

“AH! AL DIAVOLO!! FACCIAMOLO!” sbraitò Zoro e abbandonò il percorso che iniziò a spegnersi.

I due fecero a morra cinese guardandosi in cagnesco e vinse Zoro. Soddisfatto, lo spadaccino tornò sui suoi passi e il percorso rosso si riattivò.

Lo spadaccino e il cuoco iniziarono ad andatura moderata a seguire le luci rosse che via via si accendevano davanti a loro. Nel frattempo pioveva, tuonava e quel bosco sembrava non avere una fine.

 

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Capitolo 28
*** Passo rosso ***


Zoro e Sanji camminavano uno di fianco all'altro, ogni tanto si scambiavano truci sguardi di tensione. Il cuoco sembrava proprio volergli dire vediamo allora se avevi ragione ad insistere su questo dannato percorso” e quella tetra boscaglia era sempre più fitta. L'unica cosa positiva era che quella dannata pioggia aveva cessato di cadere.

“Mah...è sempre più buio di qua..non mi convince per niente” fece il biondo dopo dieci minuti che camminavano in silenzio.

“Non interessa a nessuno la tua opinione..” lo rimbeccò lo spadaccino.

“Ha ha! Approposito, l'arpia ha detto che siamo in diretta..sarà vero? E se ci stanno riprendendo sul serio, dove sarebbero queste telecamere?! Sono invisibili?”

“Sono tutte cazzate, caro bacato di un cuoco! E te ci credi!

“Ma pensa per un attimo se fosse vero...tutti saprebbero” gli fece il biondo ammiccando con sguardo losco. Provocava, si riferiva alla tresca segreta tra lui e la mora ovviamente.

“Non converrebbe neppure a te che fosse vero!” lo zittì acidamente lo spadaccino e al cuoco non restò che ammettere che aveva ragione. Dopotutto erano tutti e due nella stessa barca.

“Però quella donna non avrebbe motivo di mentire su questo...” continuò a ragionare ad alta voce Sanji.

“Ah! Smettila! Non me ne frega NULLA!”

“Mm..io invece da un lato spero che sia proprio così. Perchè quando faremo il culo quadrato a questa gente dovranno vederlo tutti”

“Quando IO farò il culo quadrato a questi qui, intendi” lo corresse Zoro.

“Puffh! RICOMINCI, stupida alga?!”

Stavano ritornando a battibeccare quando tutti e due, senza accorgersene, finirono dentro un baratro.

 

Stavano proprio camminando scambiandosi insulti quando il terreno cedette sotto di loro, così i due precipitarono. Dopo i primi attimi di smarrimento Zoro impugnò le katane e cercò, nella caduta, qualcosa che assomigliasse ad una parete, tra una capriola e l'altra la trovò e conficcò le sue katane. La sua discesa si arrestò di botto e lui si spalmò su quel terreno verticale di faccia.

“Oee! Tutto regolare, cactus?” gli gridò Sanji, che con la forza delle sue potenti gambe stava tentando di risalire quella voragine. Niente di più facile per lui, se non fosse che, quasi giunto in cima, dei massi gli piombarono addosso e finì sullo spadaccino facendolo caracollare giù con lui.

“Seei unn idiootaah!!!” gli urlò Zoro piombando giù e si accorse che quel volo sarebbe finito ancora peggio. In basso infatti, li attendeva una bocca enorme, dotata di dentelli aguzzi, le fauci di quello che sembrava un verme gigantesco. Anche il cuoco se ne accorse e accellerò la sua caduta terminando con una possente pedata proprio sulla bella dentiera di quel mostro strisciante.

I dentelli andarono in pezzi ma i due pirati vi finirono comunque dentro a quella enorme bocca, anzi, finirono direttamente all'interno dello stomaco della bestia.

 

C'era un odore nauseabondo lì dentro, a Sanji veniva da vomitare e lo spadaccino ridestandosi trattenne un conato. Collegò subito la cosa a certi bruchi bianchi che tempo addietro dovette a forza ingoiare in quella benedetta isola.. Ironia della sorte, ora era il bruco che aveva ingoiato loro.

“Se non ce ne andiamo in fretta verremo digeriti...” disse il cuoco tenendosi la bocca con una mano. Con l'altra aveva acceso l'accendino. Era zuppo di quella sostanza appiccicosa e guardava lo spadaccino che era in uno stato orripilante come lui.

“Ho un idea per uscire di qui...ma è tremenda” disse ancora il biondo.

“Non so cosa tu abbia in mente ma..ti do carta bianca” fece Zoro al limite della nausea “Fallo e basta”.

“Oh! Oh! Ora che ho il suo permesso, gran capo, sono tranquillo!..Ma quante arie si dà..” disse Sanji scocciato e lo spadaccino non ebbe neanche la forza di rispondergli, era verde pure in faccia. “Vedremo se dopo questo avrai ancora la voglia di fare lo spaccone eh?..”

Detto questo Sanji avvicinò l'accendino alla parete molliccia del grande stomaco e in poco tempo avvertirono degli scossoni violenti. La bestia stava soffrendo e sì, sentiva proprio un gran bruciore allo stomaco.

“Siamo indigesti, caro mio vermone..” fece Sanji.

“Che cavolo?!..Non avrai mica l'intenzione di.....” disse Zoro sempre più nauseato e inquietato.

“Come dici tu: 'Aaaa-hà!'...Preparati” gli rispose con sguardo folle il cuoco, tenendo ancora in alto l'accendino “Non vedo l'ora di uscire di qui..”.

Zoro lo fissò sconcertato e dissentendo, ormai aveva tutte e due le mani premute in bocca.

Dopo l'ennesimo scossone, quella sostanza liquida e appiccicosa sotto i loro piedi, iniziò ad aumentare di livello, molto, ma molto velocemente.

DIOMIO. Nooo!!” mugugnò lo spadaccino e poi lui e il cuoco in men che non si dica, vennero sparati fuori dalla bocca di quel verme, in mezzo a quel liquame putrido e ad altri pezzi di carcasse che quel bestione aveva precedentemente ingoiato.

I due, dopo esser schizzati in aria per un cinquantina di metri, finirono di nuovo sfracellati sulla parete e nel bello di aver capito di esser finamente fuori, l'enorme verme ruggì iroso scagliando, dalle fauci spalancate, una serie di nuovi denti.

Zoro, che era in equilibribrio precario lì arpionato con una katana, vide il cuoco librarsi veloce sul pendio verticale e precipitarsi verso di lui, capì subito che intenzioni avesse.

“NO! Non ho bisogno che...!” fece Zoro chiedendosi il perché di quell'aiuto.

Sanji prese lo spadaccino per un piede senza tanti complimenti e iniziò a risalire la parete a forza con le sue gambe mentre lo spadaccino cercava di coprirgli le spalle parando con le katane i corpi contundenti che gli arrivavano addosso. Se quei dentelli volanti avessero fatto centro..

“Cavolo! Ma quanto pesi!!?” gli urlò stremato il cuoco, era già quasi arrivato in cima.

“Sei già il secondo che lo dice! Ed è perché non sono una femminuccia come te!” fece lui riducendo in pezzi l'ennesimo dente volante.

“AH! Mi chiedo perché non ti abbia lasciato giù...Uffh! Stupida alga marina..” Sanji era arrivato alla meta, trascinò lo spadaccino e si buttò a sedere a terra, sfinito.

“Perchè...perchè non saresti mai arrivato fin qui intero senza il sottoscritto, cuoco!” gli fece lo spadaccino disteso, stava prendendo fiato, gli girava la testa con tutto quello stare sottosopra, per non parlare del senso di nausea che ancora aveva..

Erano ancora sull'orlo di quella voragine e si sentiva ancora la bestia sotto di loro muoversi infastidita, però erano in salvo, sporchi e maleodoranti ma in salvo. Anche Zoro si tirò su a sedere di mala voglia e mise al loro posto le katane.

“Credo di aver vomitato prima...”

 

 

“Dovrei pure ringraziarti ora?..” disse Zoro, erano ancora seduti a terra frastornati.

“No, per carità. Anche perché poi dovrei farlo pure io..” fece Sanji e i due si scambiarono un brevissima occhiata quasi divertita.

“Comunque ce l'avrei fatta anche da solo..” disse lo spadaccino cambiando subito espressione e cercando di sputare via quell'amaro dalla bocca.

“Tu sei ufficialmente l'ultimo Mugiwara in gioco..ricordatelo. E' solo per questo che ti ho aiutato” fece Sanji e Zoro rimase stupito, quel cuoco era proprio convinto della sua scelta. Cambiò discorso, era una perdita di tempo discuterne.

“Quindi..questo era il passo che portava a morte certa eh? Mm..” disse Zoro.

“Che genio! Ci sei arrivato!..” commentò il cuoco cambiando atteggiamento, e terminò la frase con un “Ma per la miseria!..che ci troverà Robin in te??!”

Zoro, dopo averlo guardato malissimo, gli allargò un sorriso perfido.

“Chiedilo a lei” gli rispose ammiccando e alzandosi in piedi.

“Fai schifo!!” gli urlò scandalizzato Sanji, alzandosi pure lui. Lo spadaccino lo fissò stranito.

“Scusa..ma non sono responsabile di ciò che capisce la tua testa malata!!”

 

-----

 

“Robin!..Roobin!!” La rossa chiamava l'archeologa ma lei sembrava priva di sensi. Erano tutte e due a terra a mani legate in una stanzetta oscura e spoglia, senza finestre, la mora era appena stata riportata lì dentro e non era cosciente. Nami si chiedeva che diavolo le avessero fatto e poi pensava allo spadaccino..chissà come avrebbe reagito nel vedere come la stavano trattando. Quella gente aveva innescato una folle bomba ad orologeria..

La porta si riaprì e apparve la donna che era stata a cena con i pirati quella sera, quel governatore della città nera, almeno così si era presentata. Guardò la rossa facendole un sorriso sinistro.

“Mi spiace per la tua compagna ma era necessario, sai, con i suoi 'poteri'..non possiamo rischiare tanto” inizìò a dire.

“Non ho la più pallida idea di cosa vogliate da noi ma è meglio che ci lasciate andare..e sarebbe saggio da parte vostra non fare del male a nessuno di noi due” disse Nami. La rossa cercò di apparire minacciosa ma in realtà era terrorizzata.

“Mm..dipende da come vi comporterete e..se collaborerete con noi” le rispose squadrandola la signora Black.

Poi con un cenno chiamò due uomini che entrarono e presero a forza Nami tirandola su in piedi e intimandole di camminare.

“Ora tocca a te, ragazza di fuoco! Sta tranquilla, non farà troppo male..” le disse uno degli uomini in nero che la teneva. La fissava in modo maniacale.

Lei cercò con tutte le forze di divincolarsi da quella presa ma quella gente era forte, forse troppo anche per essere umana.

 

Nami si svegliò dopo un po', si ritrovò in una stanza circolare molto grande, illuminata da fiochi globi di luce in alto, furono le prime cose che vide. Si ricordò subito cosa era accaduto poco tempo prima.

Si ricordava di essere stata portata via e strascinata in un altra stanza strana, l'avevano messa seduta e legata su una sedia. Quella gente le aveva stretto qualcosa intorno al collo per farla star ferma, lei si era divincolata non ubbidendo a quella richiesta, le era arrivato un ceffone, non ricordava più da chi e da dove fosse arrivato, quella cosa l'aveva stortita un poco ma poi, subito, aveva sentito una fitta assurda dietro al collo. Le era sembrato come se un ago le fosse penetrato nella carne. Era svenuta, non ricordava più niente dopo quel dolore.

La rossa, a terra, girò la testa e vide Robin a pochi metri da lei, era rannicchiata su un lato su quel pavimento scuro, pareva dormire ancora. Cercò di tirarsi su, sentiva il collo indolenzito ma non riusciva a toccarsi in quel punto con le mani e i piedi così legati.

“Buongiorno signorina!”

Nami sussultò sentendo una voce rimbombare in quello stanzone ma non riuscì a vedere nessuno, a dirla tutta non riusciva neanche a girare molto la testa, era frastornata.

“Mi hanno riferito che non è stata proprio accondiscendente...male, male” continuò la voce e lei capì subito che si trattava sempre di quella donna. “VA AL DIAVOLO!” le gridò e lei si fece una bella risata.

Nami sentì la mora lamentarsi lievemente, era sollevata, probabilmente sentendo quella voce forte si era destata. Robin aprì un poco gli occhi infatti, sembrava dolorante.

“Oh..bene, ora che siete tutte e due più o meno sveglie vi intratterremo con dei bei filmati..”

disse ancora e nel bel mezzo dello stanzone apparve un enorme cubo a mezz'aria, iniziarono a vedersi delle immagini in 3D del pranzo e della festa tenuti quella sera. C'erano i pirati che sorridevano e ballavano, il cuoco inebriato dalle fanciulle danzanti, un Rufy che rideva fino a cadere a terra..

“Sapete, il signor cuoco e il signor spadaccino stanno cercando di venire a liberarvi...poveri idioti, pensano pure di aver loro in mano le redini del gioco! Mentre la facoltà di decidere sta tutta a noi, ovviamente..Comunque, bando alle ciance! Abbiamo fatto un piccolo sondaggio e a grande richiesta abbiamo deciso di farvi vedere delle cosette, potete considerarlo l'ennesimo regalo da parte nostra se volete, così, tanto per intrattenervi un po'. Ee..cercate di apprezzare il regalo per piacere, se non l'avete ancora capito dal vostro arrivo fino a questo momento non abbiamo mai smesso di riprendervi, quindi, ora che ne siete a conoscenza, comportatevi come conviene a delle star! Ah! Ah!”

“Avevamo capito di esser controllati! Che credete!” urlò Nami anche se non se l'aspettava affatto che quella gente avesse ripreso tutto fino a quel momento. Quella donna aveva parlato di un sondaggio..questo voleva dire che probabilmente c'erano già molte persone che stavano seguendo quelle riprese. La rossa pensò che fossero tutti un branco di maledetti maniaci, in reatà era sempre più spaventata da quella gente.

Avevano visto tutto quindi.. Quindi sapevano di Robin e Zoro? E, dannazione, sapevano di quello che era accaduto tra lei e ...?! Non era possibile..quello era un bel casino! Quei filmati riguardavano cose private! Quelle persone andavano fermate e quelle riprese distrutte...prima che, prima che tutti venissero a sapere, prima che Rufy e gli altri venissero a saperlo!

Pensava così Nami quando nell'ologramma cubico iniziarono a vedersi le riprese dello spadaccino che vagava per i corridoi bicolore, sembrava molto alterato, parlava da solo nominando Robin e uno strano tizio.. Veniva avvistato poi da dalle ragazze che, urlanti, inizivano ad inseguirlo e lui scappava a gambe levate atterrito.

La rossa girò la testa in direzione dell'archeologa ancora a terra, di lato, stava guardando anche lei quel filmato ma non pareva impressionata, sembrava sovrappensiero. Di sicuro aveva sentito le parole di quella donna in nero e forse ci stava riflettendo sopra.

Zoro continuava a correre con le ragazze alle calcagna, ad un certo punto inciampava e cadeva a terra e una donna urlante riusciva sfilargli la bandana dalla testa..era quasi comico. Lui si rialzava ma un altra nel frattempo era riuscita ad aggrapparglisi addosso e poi le mostrava un pennarello. Gli diceva qualcosa all'orecchio ma lui negava assolutamente con la testa. Nami si accorse che Robin stava tirandosi su a sedere, fissa in quelle immagini, ora pareva più concentrata in quello che stava vedendo.

Zoro era accerchiato da quelle donne, parevano una decina, era immobile e continuavava a negare vistosamente con la testa. All'ennesimo “NO” urlato la donna più vicina prese ad abbracciarlo con più trasporto, lui prese l'elsa di una katana cercando di essere intimidatorio, ma a quelle ragazze non fregava proprio nulla della cosa. Anche la seconda e la terza iniziarono ad avvicinarsi e ad accarezzarlo e lui ad un certo punto chiuse l'occhio urlando un “SI OKKEI!”. Si capì solo questo in mezzo a quel civettare di donne in visibilio.

Riapparve quel pennarello a mezz'aria e lo spadaccino lo prese, intimò a tutte di stare più lontano da lui. Le donne un po' ubbidirono e un po' fecero quello che gli pareva e davanti a Zoro si parò la donna che gli aveva dato il pennarello.

Si aprì la camicetta bianca e lo spadaccino guardò da un altra parte, la donna gli afferrò la mano con il pennarello puntandolo proprio sul suo seno. Lui doveva firmare, fare la sua firma proprio lì.

Dopo alcuni secondi dove Zoro pareva immobile, la sua mano si mosse.

Il filmato continuò un po', ogni donna voleva l'autografo di Zoro in una precisa parte del suo corpo, chi sulla pancia, chi sulla spalla, chi su parti ben nascoste dai vestiti ed era l'unico modo per farle andar via. Zoro firmò tutto ad occhio chiuso, cercando di non guardare nulla ma di certo il suo occhio aveva visto anche troppo. Purtoppo per lui non finì tutto così, perché alcune avevano fatto solo finta di andarsene e, quando Zoro crollò in ginocchio psicologicamente provato da quella cosa, alcune ripiombarono su di lui più fameliche che mai e il povero spadaccino ritornò a scappare via.

Nami aveva guardato tutto a bocca aperta, ma non era il caso di sorridere..

Degenerate..” sibilò Robin lì vicino alla rossa, lei la guardò, era furiosa, ora faceva realmente paura. Ben poche volte le aveva visto un espressione così arrabbiata in viso. Come la chiamava Zoro? Ah, sì, 'demone'! Altrochè, lo era proprio adesso!

Nami tornò a guardare le riprese.

Il filmato cambiò, ora si vedeva Sanji di schiena, intento ad entrare nella sua stanza.

Lentamente, stava aprendo quella porta.

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Capitolo 29
*** Riprese ***


Appena rialzati in piedi, i due pirati individuarono subito il passo blu, del percorso verde invece non c'era traccia.

“Per me ci hanno presi per il culo, è chiaro. Ci manovrano..ci stanno portando solamente dove vogliono loro. Ma non abbiamo molta scelta, dobbiamo seguire queste caspita di luci blu..” commentò il cuoco incamminandosi. Lo spadaccino iniziò a seguirlo.

“Mm” fece Zoro “Chissà dove ci porteranno..magari in un altro buco dell'inferno”

“Mi auguro di no..altrimenti dovrei di nuovo tirarti su, pesi più di un magigno..” fece Sanji tirandosi indietro i capelli, erano bagnati e appiccicosi, decise di accendersi una sigaretta per non pensarci.

“E' lei che ti ha trasportato? Cioè..hai detto che ero il secondo a notarlo..” azzardò il cuoco trafficando con l'accendino.

“Sei più curioso di una scimmia! Comunque sì e l'ha fatto senza il mio consenso”

“Non è che sia curioso...cazzo! più che altro, non me lo spiego! Insomma, quella povera donna deve aver sbattuto la testa fortemente per..cedere a te!

“Vuoi fare a pugni di nuovo?!” gli urlò lo spadaccino mostrando i denti ma il cuoco non si girò. “E poi direi che è successo esattamente il contrario!” si lasciò sfuggire.

“Quindi...sei stato tu ad arrenderti alle sue avances in quell'isola..?!”

“A-hà..cioè! Non sono cazzi tuoi!! E direi che più che 'avances' sono stati dei giochetti ben architettati!”

“Sai..pensandoci bene, qualcosa avevo già notato.. diciamo da subito, da quando lei mise piede sulla nostra nave”

“Che diavolo blateri, adesso?!”

“Sì...ti aveva puntato, ma all'inizio pensavo che fosse perché si era accorta che eri l'unico molto diffidente nei suoi confronti..”

“Falla finita” pronunciò lo spadaccino a denti stretti ma il biondo continuò.

“Mm, ti ha salvato parecchie volte quella donna.. Poi settimane fa si è buttata dalla nave in volo. E da chi poteva andare? Da Rufy o da te. Ma sapevamo già tutti l'unica opzione possibile, anche se proprio non ce lo spiegavamo, s'intende.” Sanji ormai ragionava da solo. “Ebbene sì, ho pensato subito che sarebbe andata in quell'altura a cercare di recuperarti in qualche modo.. Una cosa da pazzi. Una cosa insolita per lei. Quindi..conoscendoti, sì, ci sta che sei stato tu a cedere a lei. E deve averci messo anche un bel po' d'impegno... Poverina! Che donna dai gusti strani....” concluse marcando quell'ultima parola.

“VUOI SMETTERLA DI PARLARE O VUOI ESSERE SMINUZZATO?!” gli urlò dietro lo spadaccino e Sanji si girò un secondo il tanto che bastava per vederlo paonazzo.

“Vuoi sapere come la penso fino in fondo, amico?” disse il biondo guardando avanti a sé quelle luci accendersi.

“NO, sei solo uno stronzo invidioso!” gli fece Zoro. Sanji non lo ascoltò, ormai doveva dirglielo e basta, si sarebbe liberato, tanto sarebbe stato fuori dalla ciurma dopo quella disavventura.

“Tu..hai sempre avuto un debole per Robin. Io queste cose le percepisco. E non l'hai mai ammesso.. Figurati! Tu che cedi ad una donna..Sia mai, è disonorevole! Sì sì..proprio un uomo al di sopra di tutto! Come no.. E intanto provavi anche a fare l'indifferente! Anzi, intimavi di abbandonarla a Skypiea, cercavi in tutti i modi di allontanarla da te perché la ritenevi una minaccia alla tua ingrità.. Ma. Per. Carità! Era solo questione di tempo, marcia di un alga marina, solo questione di tempo..”

“Hai. Finito?” gli fece minaccioso Zoro da dietro.

“No, l'altra notte ho sentito che nel sonno sussurravi il suo nome, devi stare attento..potrebbero venirlo a sapere anche gli altri” il biondo sbuffò una risata di scherno.

“COOSAa??!”

“Sì..e la prossima volta cerca di non ammazzare nessuno, intendo quando hai carenza..d' 'affetto', per così dire”

“MA COME CAZZO TI PERMETTI IDIOTA DI UN CUOCO??!!” gli sbraitò ancora furioso, aveva proprio detto qualcosa di troppo adesso. Sanji non ci badò minimamente, non rispose, era in pace con sé stesso.

“Spero tu abbia finito di dire idiozie ora!”

“Sì..forse”

“Perfetto, perché ora inizio io”

“Ah?!”

 

-----

 

Robin era furiosa. Pregava di non aver la possibilità di incontrare mai quelle donne, le aveva memorizzate tutte nella sua testa. Nel caso, avrebbe fatto una carneficina. Sì, proprio così pensava mentre quel filmato terminava. Poi respirò profondamente e la sua mente tornò alle parole di quella donna. Se era veramente così, se veramente erano stati sempre ripresi, Rufy e gli altri li avrebbero dati in pasto agli squali, o forse il capitano avrebbe mangiato lei e lo spadaccino così, crudi..e vivi.

Scuotè la testa, era chiaro, era in uno stato confusionale, stava vaneggiando, la sua testa non riusciva a ragionare lucidamente. Cosa le avevano fatto bere in quella stanza? Si sentiva tremendamente debole, già stare così seduta era una fatica incredibile, voleva dormire..solo dormire. Si sentiva come se fosse a contatto con l'agalmatolite, e magari quella sostanza aveva a che fare con quello. Poi si ricordava di aver sentito una fitta dietro al collo, quella gente le aveva fatto qualcosa ma lei non ricordava bene, era svenuta.

Il filmato era cambiato, ora era Sanji il protagonista.

Lui apriva la porta della sua stanza in quel corridoio ipnotizzante. E quello che vide Robin poi, nella sua testa, lo denominò come scandaloso.

C'era una donna, in fondo, sul letto blu. Era praticamente senza nulla! Con una specie di rete addosso?! Che gusti assurdi! E poi altre tre ragazze lì dentro che presero al volo il cuoco che stava già svenendo a quella visione, era troppo anche per lui insomma..

Sanji veniva buttato nel letto con quella donna e le altre tre facevano di tutto per distrarlo da lei...una cosa quasi oscena e il cuoco aveva una faccia! Una faccia stralunata! Era chiaro che non ci stava capendo più niente.. Robin guardò un attimo Nami. Era attonita, con gli occhi sbarrati..un'espressione schifata? Poteva essere.

Quando quel pandemonio finì arrivò la parte peggiore. Le tre donne sparirono dalla visuale e venne inquadrato il cuoco e la donna dai capelli argento sul letto, una terribile ripresa da vicino. Robin rabbrividì, le era venuto in mente cosa aveva fatto lei dopo che lo spadaccino era entrato nella sua camera..le venne male. Si mise una mano alla bocca e si accasciò a terra dalla vergogna, l'aveva realizzato solo ora. Lei si era tirata su da quella vasca e....diomio, dovevano pure rigraziare l'arrivo di Sanji, altrimenti..

Robin ebbe il coraggio di vedere ancora quelle riprese. Sanji era disteso e quella donna, sopra di lui, gli stava aprendo la camicia. Sanji la guardava completamente perso..e lei gli diceva che avrebbe fatto qualsiasi cosa lui volesse. Poi il biondo prendeva il viso di quella donna tra le sue mani e la tirava lentamente a sé.

Il filmato ebbe un sussulto ma proseguì. Si vedeva molto da vicino una parte del volto di Sanji, era coperto dai capelli. Appiccicava la sua bocca a quella della donna sotto di lui e lei lo abbracciava prepotentemente stringendoselo addosso. Quel bacio, per nulla casto ed innocente, non finiva mai, quella donna lo cingeva anche con le gambe e gli diceva che lo voleva. Era tutto un po' indecente, ma la mora non riusciva a non osservare quella scena..era come se qualcosa la spingesse a guardare, non riusciva a staccare gli occhi da quel cubo. Nel momento in cui Robin si chiese fino a che punto quel cuoco fosse arrivato, sentì dei singhiozzi.

Era Nami, lì vicino. Non serviva guardarla per capire, ma Robin lo fece lo stesso e dopo averla vista ebbe la conferma a tutti i suoi sospetti.

La rossa si teneva tutte e due le mani alla bocca soffocando un pianto nervoso, era sull'orlo di un altra crisi ma non staccava gli occhi da quel filmato. “Sei..un bastardo” disse ad un certo punto, coprendosi finalmente gli occhi. La mora pensò che non l'aveva mai vista così disperata, nemmeno prima in quella stamberga, quelle riprese dovevano sul serio averla ferita profondamente, ed era quello che quella gente degenere voleva. Avevano fatto centro.

Robin tornò al filmato, vagamente a disagio. La donna aveva tolto la camicia al cuoco, che era di schiena e lui iniziva a baciarla sul collo e a strappare quella rete che lei aveva addosso tra un ansimo di piacere e l'altro della medesima.

Era troppo, era indecente, dovevano bloccarlo. Nè lei e né Nami, di sicuro, volevano vedere altro...tanto si era già capito come sarebbe andata a finire, no?

“Fermatelo!” urlò Robin sforzandosi, non ce la faceva nemmeno a parlare, si sentiva troppo debole, mentre la navigatrice di fianco a lei ormai si teneva le orecchie, china in un pianto disperato.

“Basta, fermatelo..” pregò di nuovo l'archeologa colpita dal dolore della compagna, ma quel filmato non si fermò. La mora non guardò più, gli bastava sentire quelle urla sconce per capire quello che stava accadendo, quando poi si disse che non ne poteva più quella tortura ebbe fine. Il cubo sparì lasciandole finalmente in una placida penombra, ma non per molto.

“Oohh! Bellezze...mi spiace che il filmato non sia stato di vostro gradimento, sono sicura che ci rifaremo con il prossimo” la voce della signora Black rituonò in quello stanzone oscuro “Questo è preso direttamente dalla diretta, vedrete, ora vi divertirete da morire

Il cubo si illuminò di nuovo e apparve l'immagine di un bosco tetro, due persone stavano camminando, due pirati molto familiari.

 

-----

 

“Cosa vuoi dire?” disse il cuoco fumando la sigaretta, quel percorso non portava a nulla. Ancora alberi in vista e basta.

“Rufy. Lui non ti lascerà andar via come se niente fosse. Lui ti affronterà e tu perderai, la vita probabilmente”

“Temi per la mia incolumità? Che strano, sei proprio cambiato..”

“Stai farneticando! Dico solo come andranno le cose e tu lo sai. Nè lui e nemmeno gli altri, tranne me, accetteranno la tua dipartita.”

“Meglio morire sotto i colpi di un amico che di un nemico. Mi sta bene, sono pronto anche a questo, tranquillo”

“Vorrà sapere il perché lo fai..”

“Mi inventerò qualcosa”

“Ma ti senti quando parli?! Tu butteresti all'aria tutto per.. per un errore? Un errore fatto quando non eri neppure consapevole di farlo?! Cazzo! Risolvi la cosa con Nami! Io e Robin terremo la bocca chiusa! Nessuno lo saprà! Chiedi scusa umilmente, renditi disponibile a vita con lei..pensa a qualcosa! Ma diavolo, non puoi scappare! Perchè è quello che hai deciso di fare! Fuggire dalla realtà! Beh, la realtà, se resterai vivo, ti perseguiterà anche dopo.”

“Non sei ubriaco...stai ragionando, quindi sei proprio cambiato..

“No, non sono cambiato affatto, stupido! Ti sto dicendo solo ciò che penso.. Quando eravamo in quell'isola e io venni a sapere da Robin quello che avevo combinato..beh, sai che mi disse lei dopo? Che avrebbe lasciato la ciurma”

“CHE?! Semmai eri tu che dovevi mollare...” Sanji si girò un attimo indietro allibito.

“Lei voleva lasciarci per colpa mia e io le dissi che non se ne parlava proprio, piuttosto avrei preferito che mi odiasse ma non avrei accettato che buttasse via tutto quello a cui teneva per un mio errore. Robin credeva..di essere diventata un peso per me, temeva di non essere più benvoluta credo..e questo sempre per colpa mia, perché non le avevo mai dimostrato nulla.”
Sanji era in uno strano silenzio ora.

“Quello che voglio dire è che devi chiederti cosa vuoi e cosa lei è per te. E solo quando avrai quella risposta dovrai prendere una decisione. Io non ti so dire se mai Nami sarà in grado di perdonarti però...però l'ho vista parecchio disperata quel giorno che ci ha comunicato che eri andato via con gli scagnozzi di Big Mum. Non so dire se significhi qualcosa.. e non voglio saperne. Di certo il tuo sbavare davanti a qualsiasi essere vivente femminile con tanto di svenimenti non ti aiuta..insomma, hai capito! E non entrerò più in argomento.”

“E per la miseria! Adesso fai paura..!” fece Sanji e pensò che però quel mentecatto questa volta avesse ragione. Dopotutto lo sapeva anche lui cosa era meglio fare ma la via che voleva intraprendere era la più facile ed anche quella che avrebbe dato giustizia a quella ragazza. Insomma, voleva punirsi in qualche modo e quello era il sistema migliore che gli era venuto in mente. Sarebbe morto sotto i colpi di Rufy? Beh, sarebbe stata una giusta fine. E poi lui aveva provato a scusarsi, non era servito a nulla. Ed era sicuro che altri tentativi avrebbero fruttato lo stesso risultato. Daltronde Nami aveva tutte le ragioni di questo mondo per non perdonarlo.

Pensava così il cuoco quando sentì l'uomo dietro di lui imprecare.

“Ma porco cane!...ancora?!” disse Zoro.

Sanji alzò lo sguardo e vide che quel percorso di lucine blu terminava all'entrata di una casetta, proprio davanti l'uscio. Non c'erano luci alle finestre però questa volta.

“E' un altra trappola del demonio, sicuro” commentò il biondo e avvicinandosi aggiunse “Quindi entrerò io”.

“HEI! Nessuno ti ha detto di immolarti come un animale sacrificale! Quindi entro io! E poi chi pensi di essere?!” Lo spadaccino gli diede uno spintone e con un calcio abbattè la porta della casa sfoderando le katane.

Era assurdamente buio lì dentro, non volava una mosca.

“Avanti! Sono pronto! Più perdo tempo e più perdo la pazienza, sappiatelo! E se ci state sentendo andatevene a fanxxxo!!” urlò all'ingresso.

Sanji si avvicinò da dietro allo spadaccino. “Hai finito? Ti sei sfogato?..” gli disse e lui sobbalzò.

“TACI, cretino!”

“Vedo che sei tornato in te...ti preferisco così, non sei 'inquietante', come direbbe qualcuna..” disse il biondo ancora spiando dentro, non si vedeva nulla.

“Odioso di un cuoco, renditi utile! Non avevi un accendino?!” Zoro stava tastando con i piedi il pavimento, neanche quello riusciva a vedere.

“Oui...e luce fu!” fece Sanji e accese l'affare puntandolo avanti. Balenò lì dentro la faccia tetra di una bambina.

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Capitolo 30
*** Passo blu e passo verde ***


“AAAHHhh!!!!” “AAHHHHhh!!!”

 

Sanji e Zoro urlarono terrorizzati e fecero un balzo incredibile all'indietro. L'accendino volò dalle mani del cuoco che a tentoni poi cercò di rintracciarlo a terra guardando fisso in avanti, nel punto in cui aveva scorto quel viso.

“Dio santo..dio..mio..l'hai vista, vero?!” disse.

“S-Sì cazzo, sì che l'ho vista!” gli rispose lo spadaccino scaturito, che stringeva con forza esagerata le katane sguainate.

Una lucina si accese dentro quella casa, così dal nulla, era un lume, una candela a mezz'aria pareva. Poi i due rividero quel viso dietro a quella luce e si irrigidirono. La bambina dai capelli lunghi e violacei, che quasi le coprivano completamente il viso, sbattè l'occhio. Era inespressiva, pareva finta.

Poi piano, con una manina, si scostò un po' di capelli dal viso rivelando l'altro piccolo occhio e i due la guardarono attoniti, era una bambina davvero graziosa dopotutto, reggeva quella candela come se fosse l'unica sua ancora di salvezza.

“Male del fatemi non prego vi..pirati dei paura ho io..” pronunciò con una voce adorabile e la fiammella vibrò a quelle parole. Era vestita di scuro, le si vedevano a malapena mani e piedi nudi.

“C-CHE?! Che ha detto? Hai capito tu?” fece Zoro al biondo vicino che rispose con balbettato “Q-qualcosa”.

Lo spadaccino volle capire se quella davanti fosse una bambina in carne ed ossa e non uno spirito, così con la parte piatta di una lama le toccò una spalla. La bambina si accasciò per terra e iniziò a piangere dalla paura. Lasciò a terra la candela sul piccolo piattino coprendosi il viso con le mani e Zoro si sentì subito in colpa.

“No! Che cavolo.. Non volevo spaventarti!” disse rinfoderando le katane mentre Sanji gli dava del buzzurro insensibile.

Zoro si avvicinò alla bambina e si guardò un po' attorno. Quella era sul serio una strana casa..non vedeva bene, ma sembrava ci fosse solo quella stanza. “Guarda, ho messo via le spade, ok?” le fece mostrandogli le mani libere.

“Capisco..non” disse la bambina alzando gli occhi sullo spadaccino e Zoro studiandola pensò che erano stati davvero due idioti a spaventarsi per una bimba indifesa.

“Parla al contrario..e ha detto che non ti capisce..” disse il cuoco vicino alla porta, aveva le braccia incrociate e non era proprio sicuro di entrare, nella sua testa quella era ancora una trappola.

“Oh..benone! Quindi..cacchio! Non è facile..” disse Zoro rimuginando una frase semplice da dirle.

“Ma sei scemo?! Adesso vuoi parlare come lei? Lasciala in pace e basta! Comunque se vuoi ti aiuto! Dille 'idiota grande un sono, scusa' ” lo prese in giro il cuoco con un sorriso beffardo.

“AHH?” Zoro si girò a guardare male quel biondo e la bambina iniziò a ridere un poco coprendosi la bocca.

“Che hai detto?!!” fece ancora stranito e si rese conto che sia il cuoco che la bambina ridevano di lui. Si mise seduto a braccia incrociate con un espressione offesa e la bambina, vedendo la sua reazione, ritornò subito seria.

“Sola sei?” azzardò lo spadaccino poi alla bambina e lei gli sorrise, aveva sul serio dei denti perfetti!

“Amico mio il c'è, no” disse lei un po' titubante.

“Ah..adesso ti voglio alga, dai, traduci!” lo schernì ancora Sanji da dietro.

“Ha detto di no..” rispose lo spadaccino a denti stretti.

“OHH!! Applausii! Bravo! Ce l'ha fatta!!” quel biondo continuava a prenderlo per il culo.

“Invece di stare lì a cagarti addosso sulla porta, entra stupido!” gli fece Zoro alterato.

“Non sto qui di sicuro perché ho paura, decerebrato!”

“Nulla fanno ti non, vieni.. Chaky!” disse la bimba e da un angolino si mosse qualcosa.

Era un cucciolo di cane, scuro, si avvicinò alla bimba con occhi impauriti e dolci e gli si accoccolò vicino tenendo d'occhio i due umani vicino.

“Cavolo! Ma perché se ne stanno qui da soli? Mamma tua la andata dov'è?” disse Sanji facendo un passo dentro la casa e chinandosi verso di lei. Zoro si girò verso il biondo con una faccia schifata. Ma come, pensò, prima critichi e poi provi anche tu a fare la stessa cosa?!

La bambina non rispose ma si mise a tremare, prese in braccio il cane e pronunciò solo due parole serrando gli occhi.

“Dispiace..mi”

Sanji non ebbe nemmeno il tempo di finire nella sua testa la domanda del perché quella bambina avesse avuto quella reazione, che la candela appoggiata a terra si spense da sola e ripiombò il buio più totale.

Sanji e Zoro sentirono solo una dolorosa fitta dietro al collo, poi più nulla, persero i sensi per un paio di minuti.

 

--

 

L'erba in faccia era fresca, solleticava un po'.

Ma era sul serio erba?

Zoro aprì l'occhio e contemporaneamente anche Sanji riprese conoscenza.

Lo spadaccino si ritrovò a terra di schiena, qualcosa gli pizzicava il viso e proprio quando si toccò la faccia per grattar via quel prurito sentì il cuoco urlare “Formiche!! cazzoo! che schifo! Pungono, ste bastarde!!

Con una mossa fulminea Zoro si rizzò a sedere e iniziò a darsi degli schiaffoni per mandarle via dalla sua faccia e vide che Sanji sembrava stesse improvvisando un ballo tribale tanta la furia di scacciarle via di dosso.

“Siamo! Sopra! Ad un! Dannato! Formicaio!!” fece, balzando di qua e di là e lo spadaccino lo imitò saltando in piedi e iniziando a battersi anche lui dappertutto. Sentiva che sotto i pantaloni l'avevano punto in più punti, aveva un prurito esagerato.

I due si fiondarono via da quel posto come se avessero delle vespe alle calcagna per fermarsi poi in una radura oscura a prender fiato.

“Diosanto..mi prude la schiena in un modo assurdo!!”

“Che diavolo è successo?? E la bambina?! La casa?!”

“Era una cazzo di trappola e io lo sapevo!! E sono entrato lo stesso senza rendermene conto! Che idiotaa!!” ringhiò il cuoco maledicendosi da solo.

“Dannazione! Ci hanno dato un colpo in testa?! Ho un dolore allucinante a ...” disse Zoro ma poi si bloccò. Si era toccato la nuca avvertendo una cosa insolita.

Lo spadaccino passò di nuovo le dita sulla sua pelle individuando con sgomento un punto duro, troppo duro per essere qualche specie di neo, sembrava metallico e liscio come uno dei suoi orecchini. Con inquietudine, nella sua mente, lo associò alla punta di uno spillo conficcato nella sua carne. Provò a schiacciarlo un po' e sentì una fitta leggera.

 

“Io non lo toccherei oltre se fossi in te, signor Roronoa..”

 

Col suono di quella voce si materializzò anche un ologramma cubico in mezzo alla radura.

Era ancora quella donna della malora. Sanji e Zoro fissarono quell'immagine in cagnesco e lei, con molta tranquillità, continuò la comunicazione.

“Noi lo chiamiamo cip dell'espiazione. Non vi svelo le sue innumerevoli potenzialità, sarebbe un peccato. Però! Però..vi consiglio vivamente di non provare a 'manometterlo' né a toglierlo in nessun modo. C'è solo un metodo per farlo e solo noi sappiamo come. Pena..la morte. Non vogliamo assolutamente un decesso in diretta, non così per lo meno, ne andrebbe della reputazione del programma che sta andando assolutamente in modo strabiliante per merito vostro! Bene! Detto questo, vi lascio all'ultimo passo, l'ultimo e l'unico percorribile per recuperare i vostri compagni e ..oltre ai nostri isolani, vi faccio sapere che vi stanno seguendo anche due donzelle di vostra conoscenza, una non sta molto bene, ma vabbè..” A quelle ultime parole lo spadaccino impugnò l'elsa con tanta forza da farsi male e il cuoco sibilò un 'maledetta bastarda' a quel cubo.

“Ultima cosa, caro Roronoa.. Noi c'eravamo quando è entrato di soppiatto nella stanza di quell'archeologa, ecco qua.” Nel cubo apparirono le immagini di lui che avanzava tutto trionfante nella camera viola dove Robin si stava facendo il bagno. Zoro rimase a bocca aperta, allucinato. Riapparve la donna, annuiva soddisfatta.

“Quindi non dica più che non è vero, le nostre sentinelle ci sono, solo che non sono visibili ai vostri occhi, altro dettaglio che rimarca il fatto che il nostro popolo è superiore a voi ingenui e arretrati pirati..

Terminò così la comunicazione, con quell'ultima parola pronunciata in modo quasi schifato.

Il cubo sparì lasciando uno spadaccino adirato che si morsicava un labbro fino a sentirne il sangue e un cuoco che lo fissava in modo allucinato.

“Sei...sei stupefacente!gli fece Sanji sdegnato “Non pensavo sul serio che fossi... Sembravi proprio un maniaco pronto a saltare addosso..”

“ARGH!! MA CHE CAZZO DICI?!!” sbottò lui al cuoco “Se vuoi proprio saperlo E' STATA LEI A CHIAMARMI! OK?! Ma per l'iddio....hanno ripreso tutto!”. Zoro, furioso, iniziò poi a collegare.. “Quindi hanno registrato anche quello che è successo dopo...”

“CHE cacchio avete combinato DOPO?!!” urlò Sanji alterato, non voleva chiederglielo ma gli era uscito dalla bocca. Zoro si stava imbestialendo, la sua faccia sfigurata faceva paura.

“Non sono cazzi tuoi!! E NEANCHE CAZZI LORO!! Maledetti...Maledetti bastardi, mi sentite?! Oh, farete tutti una brutta fine” decise, facendosi schioccare le dita con un espressione spaventosa. “E' ironico ma...devo ringraziarti di nuovo cuoco. Se tu non fossi arrivato in quel corridoio esattamente in quel momento...” ma lo spadaccino non finì la frase. Scacciò via quell'idea tremenda con un sorriso folle. Sembrava impazzito.

“CHE?! Che cosa?!..” gli chiese il biondo stralunato.

“Ah, lascia stare!...Eccolo qui! Il sentiero verde!” disse lo spadaccino fuori di sé, aveva notato una lucina accendersi mentre andava avanti e indietro imprecando.

Zoro iniziò a camminare spedito seguendo quelle luci che man a mano si accendevano sul terreno davanti ai suoi piedi e Sanji iniziò a seguirlo.

“Sai cosa?! Non lo voglio sapere! Non voglio sapere più nulla di te e di Robin! Basta! Stop! Zero! Il mio cervello ha annullato ogni informazione e d'ora in poi sarà come se non avessi mai saputo nulla! AH! Che liberazione!” Sanji poi guardò in alto, come se ci fosse qualcuno appollaiato su quegli alberi, si accese l'ennesima sigaretta. “Scusami eh, Robin! Tu e questo decerebrato..Cioè! Anche NO!..”

“Stai straparlando, cretino! E poi non avevi appena detto di avere cancellato??! Sei un povero idiota..”

“CERTO! Quando terminerà questa sigaretta avrò scordato ogni cosa!.. E ti ricordi quello che ho detto prima, no?” gli disse il cuoco.

“No, pazzo furioso”

“Che da un lato ero molto contento che riprendessero tutto..”

“A-hà..E con quel cip sul collo come la metti? Non hanno anticipato nulla ma non possiamo aspettarci niente di buono”

“Cip o no, come ho detto prima, gli faremo un culo immane”

 

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“Non sai in che guai enormi tu ti stia mettendo Rose! Fermati! Puoi ancora farlo!”

“No, non credo proprio sia la mossa migliore da fare ora... mio caro marito

“Hai contravvenuto ai patti, mi hai relegato in una stanza contro il mio volere senza contare che è giorno e non è mai accaduto che prendessi il mio posto con la luce diurna! Stai facendo delle cose abominevoli a quei poveri ragazzi e sai cosa ne ricaverai? Nulla, se non dolore”

“Esatto! E' quello che voglio”

Black Rose guardava dalle sbarre quel povero ometto, una volta erano stati molto affiatati, ora non comprendeva minimamente come avesse potuto solo avvicinarsi un tempo a quell'essere.

“Ma non ricordi?! E' già accaduto! E com' è finita quella volta?! Con una sommossa! Non ne abbiamo ricavato nulla nessuno dei due. Quest'isola si basa sull'equilibrio, l'equilibrio delle parti, non l'hai ancora capito?! Andrà a finire...andrà a finire, Rose, che lei si sveglierà! Si sveglierà di nuovo e sarà il caos più totale! E ci sono tutti i presupposti che accadrà qualcosa di assurdo questa volta! Tu ti puoi ancora fermare...io prenderò il comando, sistemerò tutto, libererò i pirati e li manderò via e ricominceremo daccapo.. Cosa avevi detto? Dolce contro salato? ..o amaro?..SI! Proprio così! Se vorrai sarà esattamente così e nessuno verrà sacrificato inutilmente..” Era a mani giunte quell'uomo, la stava pregando. Un tale smidollato, pensò lei.

“Sei pazzo...”

“NO! Tu lo sei se andrai avanti! Ti prego, pensaci bene, ti prego..”

“Mi spiace che tu la pensi così, alla tua gente piacciono molto queste riprese, non sai quanto, abbiamo ascolti incredibili, vanno a pari passo a quelli della nostra zona.. Da non credere eh? Dai, non fare quella faccia ora! Presto, molto presto, quei bianchi non avranno più bisogno di te..”

La donna se ne andò mentre il signor Bright la stava ancora chiamando. Lei non aveva tempo da perdere, doveva andare a controllare anche lei, doveva cercare di capire se si era accorta di qualcosa.

 

-----

 

L'ambiente intorno a loro cambiò, quella foresta oscura lasciò spazio a palazzi diroccati. Zoro e Sanji camminavano svelti buttando occhiate qua e là. Quelle costruzioni sembravano esser state bombardate da delle cannonate e pareva potessero crollare da un momento all'altro. Ogni tanto scorgevano qualcuno all'interno che si affacciava e poi spariva dentro. Alberi dai tronchi spezzati, macerie e detriti dovunque, strade con buche enormi, sterpaglie e rampicanti.. La natura si stava riprendendo quel luogo a poco a poco, eppure quella città era evidentemente ancora abitata. Quella gente li teneva d'occhio stando ben nascosta, potevano sentire anche delle voci, un parlottare concitato al loro passaggio. Ma a loro importava solamente seguire quel sentiero illuminato.

“JURO-ZORO!!” sentìrono ad un certo punto e lo spadaccino si bloccò. Si voltò verso la direzione di quella voce.

Una ragazza giovane, vestita di nero e dai capelli corti e blu, lo guardava a mani giunte. Si sporgeva pericolosamente dal terzo piano di quella palazzina pendente.

“Te con sono io, forza!!” gli urlò, sembrava in estasi.

Subito dopo una mano la tirò dentro a forza ma lei si divincolò riapparendo nel terrazzino. Proprio mentre Sanji commentava allibito di non essersi mai accorto che lo spadaccino avesse quel diavolo di effetto sulle donne, la ragazza venne illuminata da una luce potente, non si capì molto, fu veloce. La ragazza sparì celermente nel nulla.

“L'hanno portata via..”

“Sì...in effetti mi chiedevo perché avesse detto quella cosa, cioè, loro dovrebbero odiarci, no?”

“Ci sono dei ribelli...evidentemente, e forse, dico forse, questa è la loro zona” disse Zoro ancora fisso su quella terrazza.

“Ti ha chiamato come ti nominasti a Wano, evidentemente l'hai conquistata con quell'impresa..” Sanji lo superò ricominciando a camminare e lo spadaccino lo seguì sempre più confuso.

“Bah! Gente così...gente colì..io non ci capisco più niente! Ma diamine! Non possono tutti quanti farsi i cavoli propri e lasciarci stare??! Perchè cazzo siamo finiti proprio in quest'isola di fissati?!! Ci siamo dati solamente una mazzata sulle palle da soli a venire in questo posto!”

“Lo sai che ti stanno sentendo anche i popolani dell'altra parte vero? La donna ha parlato di tutti indistintamente..”

“Certo che l'ho capito! Appunto!” Zoro iniziò a parlare al vuoto davanti a lui come se ci fosse della gente lì ad ascoltarlo, e non la schiena del biondo che stava seguendo.

“Quindi! E' un bene che mi ascoltiate! Bianchi, neri...blu! A me non interessa! Io mi rivolgo a tutti voi, amorevoli stronzi! Io vengo per caso a casa vostra a spiarvi per vedere ciò che fate, oppure ascolto di nascosto le vostre conversazioni?! NO! Registro quante volte andate in bagno?! Cosa dite a vostra moglie o ai vostri figli?! NO! E senza il vostro consenso?! DANNAZIONE, NO! Perchè queste sono delle diavolo di COSE PRIVATE! Quindi se avete un minimo di decenza spegnete quell'affare cubico e mandate a cagare da parte mia quella donna! Fatelo ADESSO!”

“Attenzione! E' un comando di, quel che si crede, il vicecapitano! Agli ordini!” lo schernì il cuoco facendo un finto megafono con la mano. “Mfu..Fai il loro gioco, stupido..e con questo ti sei inimicato anche quelli buoni”

“AAAOOoouuhh!!! Subdola stronza! Ho sentito una fitta incredibile!” urlò lo spadaccino prendendosi il collo. “Cavolo, c'era da immaginarselo!.. Comunque, non credo. Qualcuno ci sarà tra questa o quella gente che avrà ancora un minimo di cervello funzionante..lo capiranno

“Mm..la curiosità non è né buona, né cattiva e né comprensiva, è curiosità. Quindi non spegneranno quel cubo solo perché gliel'hai detto tu e... Perildemonio!

“Che?!”

Zoro, allarmato, superò Sanji mettendosi al suo fianco e vide anche lui quello che si prospettava davanti a loro. Il tutto non gli piacque.

“PORCA puxxana! Prendono per il culo?!¿...” disse lo spadaccino allibito.

“No, direi che conoscono bene i loro polli..” fece il cuoco schiacciando a terra il mozzicone della sigaretta, l'aveva terminata e quella era l'ultima.

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Capitolo 31
*** Una sfida molto seguita ***


Quello che si parava davanti allo spadaccino e al cuoco era un enorme, mastodontico labirinto. Erano sopra una collinetta e potevano scorgere che al centro di quest'ultimo vi era un castelletto oscuro, in lontananza, a qualche chilometro in linea d'aria. Era incredibile, quel labirinto era talmente grande che non vi si vedeva la fine di quei percorsi tortuosi di pietra e quei muri divisori dovevano essere alti qualche decina di metri. Inoltre il percorso di lucine verdi davanti a loro, prendeva varie diramazioni, una per ogni varco d'entrata del labirinto.

“Ha. Ha. Fai strada tu, alga marina?”

“Fai poco lo spiritoso, scemunito!”

“Beh, dico solo che quest'opera l'hanno dedicata a te, non c'è dubbio! Quindi, prego! Avanti, ti seguo!” disse il biondo facendo un cenno con le mani.

Zoro dissentì con la testa facendo un “Tzè” al cuoco che lo fissava con un sorriso forzato stampato in faccia. Lo spadaccino si diresse verso le prime mura del labirinto tenendo a mente la posizione del castello nel centro.

“Direi che allora, per i prossimi dieci anni, saremo occupati eh?!” gli urlò dietro Sanji ancora.

“TACI, cretino!”

“Che culo...dieci anni con te! Un incubo.. Momenti indimenticabili girovagando come poveri pazzi senza meta, sperando per lo meno di morire di fame.. Credo che il mio hobby preferito sarà quello di prendere a testate i muri, sì, per non prendere a testate te!”

Sanji mormorava ancora tra sé e sé facendo qualche passo in avanti senza accorgersi che lo spadaccino aveva sfoderato le katane. Poi alzò lo sguardo e vedendolo annuì, incrociò le braccia in attesa.

“Dieci anni hai detto, cuoco? E in linea d'aria?..” ma Sanji rimase in silenzio.

Zoro si preparò a colpire. Chiuse gli occhi e si isolò dal mondo per qualche istante. Aveva bisogno di tutte le energie possibili per fare ciò che aveva in mente. E l'avrebbe fatto.

Sentì un energia potente fluire dentro di sé, nella sua mente balenarono le immagini di tutto quello che era successo fino a quel momento, a lui, a Robin, ai compagni.. Rivide tutto in un istante e poi il vuoto più assoluto, c'era solo un obiettivo nella sua testa, quei muri che lo dividevano dalla sua meta. Sferzò un colpo doppio in un lampo, dritto davanti a sé e urlò la sua mossa scaricando quei fendenti. Un secondo dopo, con un boato, quei muri si aprirono liberando la strada e formandone così una perfettamente dritta, che terminava poco più di un chilometro dopo, ai cancelli della costruzione al centro, la quale venne leggermente scalfita dai detriti volati in aria. Zoro, finalmente, si era un po' sfogato. Non rinfoderò le spade, ora che si era scaldato ne voleva ancora e non ne vedeva l'ora.

Il biondo lo raggiunse per nulla sorpreso ma con un atteggiamento forzatamente indifferente.

“Direi che ora, correndo in linea retta, basteranno due minuti”

“E' per questo che mi hai fatto andare avanti, no? Beh, non servivano suggerimenti..

“Esatto, quindi ora tu seguirai me”

“Come, scusa?!”

 

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“Diosanto, signora! Ha visto?! Ha tirato giù tutti quei muri spessi un metro, così! Senza un minimo di fatica! E' un mostro! Questi non sono esseri umani..!”

“E' tutto calcolato, Jo.. Se questo ti spaventa sei libero di andartene”

“No, no! Mi scusi sul serio! E' che..”

“Segui solo quello che ti dice di fare Jako, e poi noi siamo in sicurezza..non siamo lì dentro a quel castello, quindi rilassati”

“Sì, signora”

“Jan! Gli ascolti come vanno? Dopo la ricaduta per colpa di quello stupido verde mezzo cieco, intendo..” la signora Black più ci pensava e più si alterava ancora.

“Sono tornati molto alti, non si preoccupi! La sua idea di trasmettere come bonus-fedeltà anche il filmato della rossa che vede il video del cuoco in camera è stata fantastica! Gli ascolti dopo quella pubblicità sono raddoppiati come un esplosione!”

“Ah! Ah! Molto bene. Molto. Bene..”

Rose si avvicinò al collaboratore nell'altro lato della piccola stanza buia e Jo ne approfittò per spifferare al vicino.

“Phss! Scusa Jako..ma, toglimi un dubbio, come diavolo hanno fatto a trovare un tizio identico a quel cuoco?! E' incredibile come ci assomigliasse!”

“Sei un completo rimbambito e non sai proprio nulla! E' stato il sistema..dopo l'interruzione, il salto che hai visto no? Ecco..abbiamo fatto in modo che il sistema ricostruisse un seguito, è l'ultima delle nostre scoperte in fatto scientifico e io non mi spiego ancora come tu non lo sappia! Praticamente è impossibile distinguere il vero dal falso in un filmato in questo modo..”

“Cazzo! È una roba incredibile!”

“HEMH!! Ragazzi! Tenetevi pronti!” La Black richiamò all'attenzione tutti i suoi assistenti in nero davanti a quei monitor “Fra poco quei due avanzeranno nell'area D6..non permetteremo loro di arrivarci tanto facilmente, daccordo? Sapete quello che dovete fare!”

“Signora, c'è un altro problema! Quella ragazza...vede? Io le ho inviato delle scosse..e le giuro, non mi sono risparmiato, ma..”

La donna si affrettò ad andare a guardare. Vide con sdegno, quella rossa che cercava di liberare la compagna vicina ancora debole e a terra.

“E' un fastidio incredibile, si è pure slegata! Come diavolo ha fatto?! Beh, occupatene, non dovrebbe essere un problema, no?”

“Quindi, mi autorizza a ..?”

“E' più che ovvio, muoviti!

 

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“Ok, ok...Allora faremo a chi arriva prima, ah?”

“No..troppo facile, vinco io. Comunque, ti precedo, ciao ciao perdente!”

Sanji schizzò letteralmente in avanti passando in men che non si dica i primi muri ridotti a detriti e Zoro iniziò a inseguirlo a katane spiegate.

“IO NON CORREREI COSI' SE FOSSI IN TE!! E SE CI FOSSE QUALCHE TRAPPOLA?!” gli urlò dietro.

“NON RALLENTERO' PER NON FARTI FARE UNA FIGURACCIA, ALGACCIA!”

Il cuoco, appena finito di dire quella frase, venne travolto da una marea di detriti che sfrecciava in aria, sembrava che quei muri volessero tornare nella stessa posizione di prima. Il cuoco iniziò così a prenderli a calci uno ad uno e a ridurli in frantumi. Venne raggiunto dallo spadaccino poco dopo che gli diede man forte, così per una decina di minuti non fecero altro che sminuzzare pietre che minacciavano di seppellirli.

“IO.. NON.. TI.. STO.. DANDO.. UNA.. MANO.. SAPPILO!!” Gridava Zoro al biondo e ogni parola era un fendente che partiva e colpiva.

“SIA.. MAI.. CHE..IO..ABBIA.. BISOGNO.. DI.. TE.. PER.. QUALCOSA.. GRANDE.. IDIOTA.. DI.. UNA.. TIGRE!!” Gli rispose Sanji mentre impartiva calci a destra e a manca in modo elegantemente letale.

“FARO'.. FINTA.. DI.. NON.. AVER.. CAPITO..DEMENTE!!” Zoro prima si distrasse a quelle parole rischiando di farsi colpire (quel biondo degenere lo stava prendendo per i fondelli credendo che quello fosse un soprannome che le aveva dato lei...ma non ne sapeva proprio nulla invece). Poi continuò a colpire con sempre più forza, i suoi colpi aprivano quelle mura creando altre stradine, sembravano vie secondarie in mezzo a tutto quel caos.

“GRAN.. ALGA.. MARCIA.. DOVEVA..CHIAMARTI!”

“FINISCILA.. FULMINATO.. DI.. UN.. CUOCO!”

“ALTRIMENTI?!”

“FARO'.. A.. PEZZI.. PURE.. TE.. E SPOSTATI!!”

“NON.. PROVOCARE.. SENNO'.. CON.. UN CALCIO.. TI.. RISPEDISCO.. IN.. QUELL'ISOLA.. MA.. STAVOLTA.. DA SOLO!!” L'ultimo calcio di Sanji riaprì la strada davanti a loro frantumando l'ultimo pietrone che gli era piombato addosso.

“Ehm.. Tutto qui?!” Fece ad un certo punto Zoro guardandosi attorno. I massi non si muovevano più e loro erano comunque avanzati di un bel po' nel frattempo.

“Che delusione..proseguiamo, va” disse il cuoco.

Dopo pochi metri gli si pararono davanti alcuni energumeni, sembravano spuntati dal nulla. In pochi attimi il loro numero aumentò, in modo esponenziale. Puntavano loro contro delle strane armi, mai viste.

Al primo passo avanti dello spadaccino il tizio in mezzo attivò l'arma che sparò un fascio di luce, Zoro la schivò per un soffio e quel chiarore bucò il gilet nero che aveva addosso mancandolo di striscio. Lo spadaccino guardò il buco e poi fissò quella gente davanti a loro in modo truce.

“Quindi, se sei daccordo, ora faremo a chi ne fa fuori di più, brutto stupido di un cuoco”

“Mi piace l'idea che tu sia pronto a perdere, daccordo!” rispose il biondo sfidandolo.

I due si fiondarono sui tizi armati e iniziarono ad abbatterli uno ad uno.

 

--

In quel momento si creò un gran pandemonio e anche le sentinelle che erano vigili e attente a seguire ogni mossa dei protagonisti di quel programma vennero messe a dura prova.

Si alzò un gran polverone e per un po' non si vide granchè nei cubi 3D nelle case dei cittadini di quell'isola, in compenso si udivano le voci di quei due pirati che dichiaravano ad alta voce quanti uomini stavano mettendo ko. Una conta che non aveva fine, sembrava stessero giocando a tombola e non combattendo a sangue.

Tutti aspettavano il vincitore di quella sfida. C'era chi, tra quelle mura domestiche, scommetteva per l'uno, chi per l'altro..e chi sperava che morissero tutte e due perché non ne poteva proprio più di quella gente.

Per gli abitanti della sezione nera quella doveva essere una notte come le altre (durante il giorno lì si dormiva), mentre era a tutti gli effetti, diventata una festa a sorpresa, una inaspettata nottata di bagordi ed eccessi e molti si erano organizzati per vedere insieme quei pirati cadere l'uno dopo l'altro, tra risate e festeggiamenti. Era come se stessero tutti vincendo un mondiale di calcio.

Gli spettatori bianchi invece, seguivano il tutto sempre più inquietati. Erano sempre più incollati a quella diretta, divisi tra la curiosità e l'orrore. Loro non potevano non seguire le gesta dei loro eroi sperando ne uscissero sani e salvi e anche loro in fondo in fondo avevano un preferito da tifare ed erano troppo curiosi di sapere come sarebbe andata a finire. Quasi tutti erano certi comunque che fosse tutta una macchinazione, un programma bello e stabilito nei minimi dettagli, pensavano che i pirati fossero davvero bravi attori. Però più seguivano quelle immagini in diretta e più nasceva in loro un dubbio atroce, soprattutto ora che i loro eroi erano in quella zona buia. Erano sempre più interdetti. Molti di loro avevano saltato il pranzo, scombussolati da quello che stava accadendo e si erano dati per malati a lavoro, perché non potevano proprio registrare l'evento e non potevano in modo più che assoluto perderselo. In quella strana “giornata bianca” molti esercizi erano chiusi, molte aziende avevano preso un giorno di vacanza e chi era costretto a fare il proprio dovere aveva comunque le cuffiette per seguire almeno la cronaca di quello che stava accadendo ai pirati. Le linee telefoniche erano intasate, molti chiamavano i conoscenti per scambiarsi opinioni su quello che stavano vedendo.

I signori Cloud, cioè Dary e Mavy, erano gli unici a sapere qual'era la verità.

Guardavano la loro 3Dvision seduti sul candido divano bianco con un senso di colpa allucinante, senza però riuscire a cambiar canale. Erano lì incollati da ore ormai, l'avevano spenta solo per cinque minuti, dopo che lo spadaccino aveva intimato di farlo. L'avevano fatto subito sì..ma poi la curiosità era stata troppa e sentivano di dover esser vicini a quei pirati in quella sventura, magari le loro preghiere li avrebbero aiutati, chissà! Erano davvero sconvolti e trovavano deplorevole tutta la faccenda, si sentivano arrabbiati ed inermi.

“E' ingiusto...è tremendo! Perchè il governatore lo permette ancora? Perchè nessuno ferma quella donna?!”

“Mav..io credo che il signor Bright si sia accordato con loro, lo sai no come funzionano queste cose..Potrebbe anche essere che sia tutto finto, tutto orchestrato per bene per spillarci solo soldi..”

“MA CHE STAI DICENDO DARY?! Tu li hai visti! Come io ho visto com'erano conciati quando sono arrivati qui! Non è una farsa! E' tutto vero!! Li stanno...torturando. E tutto per cosa? Per soldi? Per POTERE?!”

“OK, ok, sì hai ragione, sono così sconvolto che sto straparlando. E' ovvio che in questo caso hai ragione..e noi stiamo dando man forte a questa cosa guardando questa stupida diretta. Ma..che potremo fare noi? Siamo solo della gente semplice..”

“Esatto! Che possiamo fare!” la signora Mavy rinsavì un po' da tutta quella tristezza “Noi possiamo fare qualcosa e tu lo sai!”

“No Mav..no. Ti ricordi com'è finita l'ultima volta?”

“SI' e HANNO PERSO LORO! QUELLA GENTE SCHIFOSA!”

“Ci sono stati centinaia di morti..e punizioni d'ogni tipo e potrebbe succedere a noi questa volta”

“Rischieremo, perché ora ne vale la pena, Dary” Mavy fissava quelle riprese in modo deciso, aveva finito le lacrime.

Dary guardò la moglie staccando finalmente gli occhi dal cubo luminescente. Dissentì con la testa mestamente e la strinse a sé.

--

 

 

“83!”

“89! Bello!

“97! Cuoco da strapazzo!”

“101! Ti ho raggiunto in fretta!”

“113! Superato di gran lunga, direi!”

“127! Ti friggerò in padella col centoventottesimo!”

“Ah sì?! AHh!!.. 137!! Vediamo se sai fare meglio!”

“TU BARI, alga ubriaca! Comunque, 149!”

“E poi sarei io a barare?! FARNETICHI!! 157!”

“TU dai i numeri da un pezzo!..173!”

“Fanculo! 181!”

“Ci vedi doppio?! 199!”

“Me ne basta uno di occhio, ci vedo meglio di te! E sono a 211!”

“Sono a 223, cocco! La vedo dura per te!”

“Ma chiudi quella fogna e senti qua!..233!”

“Lo sai no, di non avere speranza! 241!”

I due continuarono fino ad arrivare fradici di sudore, con i vestiti a brandelli e qualche graffio sanguinolento alla soglia del duecentocinquantunesimo uomo abbattuto a testa, in perfetta pari. Si guardarono attorno, non c'erano altri uomini in vista, avevano finito, così pareva. Poi comparse un anima in piedi a poco più di dieci metri dai due. C'era un polverone assurdo, non si vedeva granchè ma sembrava proprio un uomo quello in fondo.

I due si fissarono in modo spaventoso e poi schizzarono contemporaneamente verso quel “povero” tizio, ognuno con l'intento di farlo fuori per primo. Arrivò Sanji prima di Zoro, daltronde correva più veloce, non servì a molto la faccia implorante di pietà di quell'uomo perché il cuoco con un calcio lo stese.

“CaxxO!” urlò Zoro frustrato. Lo spadaccino stava tirando giù qualche santo quando poi vide, oltre il sorriso trionfante del cuoco, che c'era altra gente lì, oltre quel polverone che lentamente si stava diradando.

“Sbaglio, o quelli sono marines?!” disse fissando quel punto da dove sembravano apparire e moltiplicarsi a vista d'occhio.

“Diamine, sì! Ma che ci fanno qua?!” rispose il cuoco spiazzato.

Lo spadaccino allargò un sorriso terribile.

“Io dico che sono qui perché sanno che ho bisogno di una rivincita!” disse leccandosi le labbra “Dove eravamo rimasti?”.

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Capitolo 32
*** Fine della conta ***


“MA DOVE DIAVOLO SONO FINITI QUEI CAGASOTTO?! Sembrano spariti! TASHIGI! Tu ne sai qualcosa?!” Il viceammiraglio Smoker era sul serio alterato e la donna-capitano accorse da lui col fiatone. Faceva davvero caldo ora in quella cittadina tutta bianca ed era incredibile ma pareva quasi deserta, sembravano tutti essersi chiusi in casa. Forse temevano la presenza insolita della marina, pensò il viceammiraglio.

“Signore! Ho fatto un giro dell'isolato! Sembrano scomparsi! Non me lo spiego! Eravamo tutti lì riuniti pronti ad esplorare il prossimo quartiere, ci eravamo già divisi per zone e poi 'puff!' sono scomparsi alla mia vista! Io mi sono girata un attimo e dopo non c'erano più! E' inspiegabile!” la donna era rossa in viso, si vergognava per i suoi sottoposti.

“Ma che razza di uomini si arruolano ultimamente?! Sono delle piattole schifose! Farò rapporto a chi di dovere! Mi sentiranno! D'ora in poi sceglierò io personalmente i miei uomini! Deplorevoli vigliacchi! Li troverò e li punirò uno ad uno, se ne pentiranno!.. E poi li lasceremo in questa dannata isola! TUTTI! Io non dividerò la mia nave con quella marmaglia di femminucce!”

“Come desidera lei, certamente! E' troppo increscioso...” disse Tashigi sistemandosi gli occhiali, la sua mente già era al momento del ritorno..cioè, lei e il viceammiraglio soli in quella nave.. No! Era troppo imbarazzante! Però chissà perché le piaceva come idea.

“Oh, è molto più uomo lei di sicuro di tutti quanti loro messi insieme!” sparò ad alta voce ancora il bianco non riuscendo a contenere la rabbia, era inferocito.

“Era una specie di complimento?” gli fece lei girandosi poco compiaciuta.

“Ah?! Mal riuscito, sì!” Smoker si rese conto dello strafalcione appena pronunciato e corse ai ripari in qualche modo. “Bah! Lasci perdere quello che ho detto e andiamo a prendere qualcosa da bere, così penseremo più lucidamente a cosa fare, forza, offro io!” disse.

Così i due si avviarono lungo la strada candida quasi deserta e giunsero dopo un quarto d'ora ad un piccolo bar miracolosamente aperto. Non c'erano clienti, il locale era vuoto.

“Buongiorno! E' aperto?” chiese il viceammiraglio spazientito e accaldato, sbucò una testa dal bancone che dapprima lo guardò in modo indifferente e subito dopo spalancò la bocca.

“Voi! Voi siete dei marines?!” disse spaurito.

“Ha davanti il viceammiraglio, di preciso” disse lui.

“Ehm! Sissignore! Cosa le posso servire?!” quell'ometto si rizzò in piedi così velocemente che gli scivolò il mini 3Dvision dalle mani. Il cubo, che di lato misurava poco più di dieci centimetri, rotolò sul bancone e sia Smoker che Tashigi osservarono quell'oggetto luminoso e sconosciuto con molto interesse. Poi, subito dopo, sbarrarono gli occhi increduli.

“Che diavoleria è mai questa?! E come diamine ci sono finiti i miei uomini lì dentro?!” tuonò il bianco. I bicchieri sulla mensola tremarono.

Smoker prese per il grembiule l'uomo dietro a quel bancone “Ora lei me lo dirà. E. IN. FRETTA!”

 

-----

 

“271! E sto contando solo quelli veri, intesi!” puntualizzò Zoro stordendo un marines dietro l'altro. I due avevano subito notato che, mescolati a quei soldati, c'erano pure degli ologrammi, ricostruiti perfettamente con le loro sembianze, tanto per cercare di ingannarli.

“Sicuro?! Io non ti credo, sbarellato! 281!” gridò il cuoco, che con un salto e un calcio doppio ne aveva fatto schiantare sette su una volta.

“Vola più basso e preparati a perdere! Sono a 293 e mi sto solo scaldando, cuoco!”

“Perchè tu credi che io stia facendo sul serio?! Sei un illuso! 317!”

“Davvero?! Ma dai! Vai a mescolare il brodo, pesce lesso! 331!”

“Sei uno sbruffone! 347! Te lo farò ingoiare quel mestolo!”

“Sadico stronzo! Vuoi proprio la guerra! Ti aprirò in due prima ancora che tu possa toccare quell'affare! 359!”

“Ah! Ah! Ah!”

“Che cazzo ridi?! 367!”

“Non ci entrerò più in quella cucina! Ironico, no?! 373!”

“Magari da morto! Ah! Ah! 383!”

“Ah! Ah! Ti piacerebbe! 397!”

“AH! Cavolo..sì! 409!”

I due, alla fine della giostra, se la stavano pure spassando, si stavano sfidando ed impegnando non poco e questo era sicuro, ma erano spronati l'uno dall'altro a fare sempre meglio e sotto sotto il tutto era pure eccitante. Non sentivano affatto la fatica, né le ferite.

Il polverone si era rialzato ed era davvero un problema per quelle sentinelle seguire le mosse dei pirati. Era da una mezzora ormai che non facevano altro che abbattere uomini ma presto questi sarebbero terminati, inoltre erano arrivati ai due terzi del percorso che li portava al piccolo castelletto.

“Ridendo e bastonando siamo quasi arrivati alla meta, cuocaccio! 457!”

“Guarda, se non mi avessi ostacolato sarei già lì! 463!”

“Non mi dire che stanno già finendo! 479!”

“Eh, qui non hanno ancora capito con chi hanno a che fare, alga! 487!”

“Ultimo gruppo! Ed è MIO!” Zoro con un fendente micidiale buttò gambe all'aria una decina di uomini mentre il cuoco si occupava degli ultimi tre rimasti con un solo e potente calcio rotante.

“Che cavolo..peccato!” Zoro dissentiva insoddisfatto.

“Dai dai! A quanto sei arrivato allora?” gli fece il cuoco avvicinandosi con fare fintamente non interessato.

“Dimmielo tu..”

“Te l'ho chiesto prima io e non barare!!” Sanji gli mostrò perfino i denti.

“ANCORA! IO NON BARO MAI, DEMENTE!..Diciamolo insieme così ognuno dirà il numero totale e stop!”

“Vaa bene,..3...2...1..” Gli occhi di Sanji si ridussero a due fessure.

 

“601!!!” , “601!!!” Si urlarono a pochi centimetri l'uno dall'altro.

 

Ci rimasero talmente male che si girarono di colpo da un altra parte, tutti e due sbuffando.

“AARRGH!! Datemi altra gente da abbattere!! Mi sentite, decerebrati davanti a quei cubi!?” fece Zoro alterato.

“Tu hai mentito spudoratamente! Ma chi ti crede?! 601!..sì sì, vorresti! Io sono molto più veloce di te!” sbottò incavolato il cuoco.

“STA ZITTO! Io sono molto più letale di te, se voglio!!”
“Cosa vuoi dire che non hai fatto sul serio?! Ma BASTA!”

“NO, mollami tu! Sennò arriverò a 602!”

I due stavano ancora, per l'ennesima volta, battibeccando e contemporaneamente avanzando verso la struttura centrale guardandosi in cagnesco, volavano solo insulti e imprecazioni da quelle bocche. Così apparvero sei energumeni davanti a loro e nessuno dei due li vide.

Si sentirono solamente colpire dritto in viso e volare via per qualche decina di metri. Sanji e Zoro poi, si schiantarono contro i muri rimasti in piedi ai lati di quel varco aperto dallo spadaccino e finirono a terra di peso.

Ora sì, che erano messi male.

Si misero tutti e due faticosamente in piedi scuotendo la testa frastornati e guardarono avanti, la causa di quel colpo. Erano sei comunissimi uomini, un bel po' alti e muscolosi ok, ma comunque non eccezionali.

“Mi hai distratto, stupido cuoco, me la pagherai..” disse lo spadaccino mirando però con le katane ai nuovi nemici.

“Quando vuoi, non vedo l'ora..” rispose il biondo non staccando gli occhi dagli energumeni davanti a lui.

E i due attaccarono. Corsero verso quei tizi ben cresciuti e subito dopo accadde qualcosa che li spiazzò. Due sparirono in un lampo di luce e al posto loro apparvero un gigantesco orso nero e un lupo bianco enorme.

Le bestie attaccarono subito i due pirati che al primo momento si fermarono, stupiti e impalati, poi reagirono e misero ko le due bestie. Quando quest'ultime furono a terra tramortite, con un baleno tornarono i due uomini, interi e senza nemmeno un graffio che subito passarono al contrattacco con un sorriso di scherno sulla faccia.

Continuò così per un po' tra lo stupore dei due pirati. Quando gli energumeni erano in difficoltà venivano in pratica “sostituiti” da degli animali inusuali, molto pericolosi e poi quegli uomini tornavano ringalluzziti e più incazzati che mai.

Ad un certo punto apparve dietro a Zoro una grande anaconda bianca che lo avvolse celermente tra le sue spire, lo spadaccino era completamente bloccato e stava per essere stritolato, solo un calcio del cuoco in pieno muso a quell'animale, gli ridiede il respiro e in pochi attimi quel serpente fu ridotto a tocchetti.

“Ho detto..che...non devi intralciarmi!!” urlò furioso Zoro al biondo, prendendo fiato.

“L'ho fatto solo perché è la nostra ultima battaglia insieme e tu devi arrivare intero, l'ho fatto per lei e non per te” disse Sanji stordendo il malcapitato con un calcio in testa.

“Tu mi sottovaluti troppo, merdaccia di uno chef!” fece lo spadaccino e si accorse che dietro al biondo era apparso uno scorpione nero dalle dimensioni pazzesche ed era pronto a colpire. Zoro non ci pensò proprio, il suo braccio partì senza volerlo e sferzò la spada in aria. L'uncino di quella bestia si staccò dal suo corpo finendo chissà dove e la bestia sparì.

Il cuoco si girò non capendo cos'era successo mentre Zoro, facendo finta di nulla, faceva fuori l'ultimo energumeno davanti a lui. Almeno ora si era sdebitato, pensò e non c'era altro da dire. E così anche quel gruppo di nemici era fuori gioco.

“Vabbeh..io qui ho perso il conto, cuoco. Non ci ho capito nulla..e poi non sapevo se contare anche quelle bestiacce..” Zoro si asciugò il sudore dalla fronte.

“Siamo in due...un gran casino, pazienza” disse Sanji sbottonandosi un po' la camicia e soffiandoci dentro, aveva un caldo pazzesco.

“Comunque, direi che abbiamo perso anche troppo tempo”. Lo spadaccino guardava il cancello d'entrata del castello davanti a loro. Erano arrivati finalmente alla meta. Era stato un po' più incasinato del previsto ma ora erano lì, non erano proprio freschi (a chiunque sarebbero parsi come due disperati usciti male da una rissa) ma a nessuno dei due pareva importare granchè. Che cos'erano mai un po' di rivoli di sangue qua e là, qualche livido, il fango e l'appicicaticcio del rigetto maleodorante di un mostro per due tipi come loro! Solo ordinaria amministrazione.

“Chi dici che ci sia lì dentro? Loro due? O gli altri, intendo?” chiese lo spadaccino.

“'Castello'..vuol dire 'principi' e 'principesse'...quindi direi che ci hanno messo le ragazze..”

“Tu vivi proprio nel mondo delle fiabe, ah?..” Zoro si voltò a guardarlo schifato.

“Sì...però mi sono svegliato” rispose il biondo fissando serio quell'entrata.

“Heh..male, direi”

“Cazzo, se hai ragione” al cuoco sfuggì proprio quel commento ad alta voce, ormai l'aveva detto comunque.

Zoro annuì studiandolo. Sorrise.

“Entriamo, principe dei miei stivali”

 

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“Eccezionali...” pronunciò senza rendersene conto Jo.

“SCUSA?!” Jako si girò esterrefatto verso il collega. Non aveva parole, l'avrebbe preso a calci. “Sai, quasi quasi ti registro e poi lo faccio sentire alla Black..”

“Hehm! Stavo parlando delle bestie! Non ho mai visto animali così..così grandi e feroci, dico!”

“Sì..sì..” Jako scuoteva la testa davvero irritato “Piuttosto, hai rimandato quelle schiappe di marines dov'erano? Zona bianca A4, di specifico, se non lo rammenti..”

“Certo, già fatto! Guarda..”

Jo attivò la visuale della sentinella che seguiva il gruppo di marines e nel monitor però notò qualcosa di strano. Anche Jako, che verificava che fosse tutto regolare, osservò quello schermo e si rese subito conto del dettaglio incredibilmente obsoleto.

Su quello schermo, che inquadrava una strada della zona bianca pattugliata dagli ora storditi marines, un negozio aveva le pareti colorate. Quella facciata, quel muro, era azzurro e spiccava in quell'isolato come una mosca bianca dentro ad un formicaio.

“Perchè cavolo hanno dipinto la parete di quel colore, eh?!” fece Jo divertito.

“Tu non sai proprio un cazzo, dannato stupido!” urlò Jako e il collega si irrigidì, non l'aveva mai visto così alterato, di solito era un tizio tranquillo quello.

Jako si alzò e penetrò con lo sguardo il collega. “TU sta qua. Io vado dalla Black perché devo avvisarla, è grave la cosa. Controlla tutto, assicurati che il piano vada avanti, se hai dubbi chiedi a Jan e Jess. Torno più presto possibile. Non fare cazzate sennò la pagherai.”

Jo annuì vigorosamente, girò di colpo la sedia e si mise a controllare subito le due postazioni contemporaneamente. Guardò l'inquadratura sul castelletto. I due pirati sarebbero entrati lì dentro a momenti. Prese un profondo respiro.

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Capitolo 33
*** Il clou, voi due. ***


“Sbrighiamoci!” pronunciò il cuoco.

“Se ti togli di mezzo...” gli fece lo spadaccino, poi si posizionò di fronte al portone principale. Con le due katane vibrò nell'aria una grande 'X' tagliando quel legno scuro come se fosse carta. Il passaggio fu libero.

“Magari se avessimo bussato educatamente, chissà, avrebbero aperto, no?”

“Dinne un altra e aprirò te!”

“Stavo i-ro-niz-zan-do, gran-stupido..!” gli disse il biondo con una smorfia.

“Ha. Ha. Non ho voglia di ridere..Ohi! Aspettami!”

Sanji si era fiondato dentro e stava già perlustrando la strana area dov'era ora, entrò anche Zoro. Era una stanza circolare oscura, bella grande, con un gran portone al lato opposto. Era vuota, non c'era proprio nulla lì dentro, conveniva proseguire oltre e varcare l'altro unico ingresso.

“Proseguiamo..” disse quindi lo spadaccino preparandosi a sferzare un altro colpo, questa volta avrebbe dovuto usare più forza, quel portone sembrava più grosso e resistente.

Si avvicinò un poco a spade ancora sguainate, piegò le gambe, prese un bel respiro e poi chiuse l'occhio..

“Che diavolo...ma cosa??!

Lo spadaccino sentì il cuoco pronunciare queste parole e un poco si allarmò. Zoro volle girarsi, volle aprire l'occhio per vedere cosa stesse succedendo dietro di lui ma non ci riuscì, l'unica cosa che riuscì a fare fu parlare, per il resto, rimase inspiegabilmente immobile, non riuscendo a comandare un singolo muscolo del suo corpo, nemmeno ad aprire la palpebra dell'occhio buono. Sentiva quella specie di ago, infilzato nella sua nuca, pizzicare. Se l'era pure scordato che aveva quella cosa lì dietro!

“SANJI! CHE SUCCEDE?! Non riesco a muovermi! Credo sia quello che ci hanno messo...”

“B-BLOCCATO!! Sono bloccato! Pure io! E..ROBIN! Questa è la sua abilità!” disse il biondo allarmato. Lui aveva gli occhi aperti e vedeva bene cosa stava accadendo intorno a lui.

“Ma..ma CHE COSA DICI?! Non vedo nulla, ho gli occhi chiusi! Robin?! Che..” Zoro non finì quella frase perché sentì delle mani toccargli le gambe, risalivano come giocherellando sempre più su, dischiuse la bocca incredulo. Dapprima ne contò tre di mani, poi furono cinque e sette.. Poi altri palmi presero ad afferrarlo proprio, alle braccia e alle caviglie, in modo forte e violento. Quelle mani non erano proprio delicate! Rimase interdetto.

“AH!! Robin-chan, per...?!”

Zoro sentì queste parole soffocate del cuoco poi più nulla, sembrava che una mano gli avesse tappato la bocca o chissà, era tutto sempre più inquietante.

“OI ! CUOCO!? Ah..! Perchè sta succedendo questo?!

“Perchè, dici...”

Lo spadaccino sentì la voce di quella donna a lui tanto preziosa. L'eco rimbombò in quel salone. Robin pareva dappertutto, dappertutto e da nessuna parte. Lei continuò.

“Perchè divertirsi con uno..se posso farlo con due? Sarà più interessante, non credete anche voi?”

Zoro era in affanno, quelle mani e quelle braccia si erano moltiplicate e lo stringevano sempre di più e quello che aveva sentito poi era il colmo! No.. Quella non poteva essere lei, non poteva dire quella cosa, no davvero!

“SMETTETELA, STRONZI!” riuscì ad urlare ancora lui “Non ci caschiamo a questo! Siete dei vermi schifosi..E' facile vincere così, vero? Ci state controllando! Siete solo degli emeriti vigliacchi..Io.. ”

Una mano gli prese la gola e a Zoro iniziò a mancare il respiro. Voleva urlare dalla rabbia ma non ci riusciva proprio, non sentiva più alcun movimento dietro a lui, quel cuoco che fine aveva fatto? Sarebbe finita così?! No, non poteva essere, non l'avrebbe permesso, in nessunissimo modo l'avrebbe permesso! Così Zoro si preparò a fare una mossa azzardata, un a mossa che nemmeno i compagni mai avevano visto, l'aveva imparata a Wano da quei samurai ma gli era riuscita solo in parte e una volta soltanto.

Era una tecnica particolare, un offensiva dove solo la volontà di chi la attivava era indispensabile, una tecnica dove non c'era bisogno di muovere nemmeno un muscolo per far fuori l'avversario, solo volerlo, appunto. Lo spadaccino avrebbe tentato di annientere quelle mani finte, era certo che non potevano essere dell'archeologa.

Zoro stava cercando di recuparare abbastanza lucidità per mettere in pratica quella mossa quando sentì la voce della navigatrice, di Nami.

“LA STANNO USANDO!! ROBIN NON...Ahh!

Quelle parole, urlate in preda alla disperazione, furono troncate da un un suono inequivocabile e si sentì un lamento flebile che confermò il pensiero dello spadaccino.

Nami aveva cercato di avvisarli che quella sotto specie di persone stavano, non so come, usando Robin contro di loro e la rossa era stata evidentemente colpita poi per essere zittita all'istante.

Lo spadaccino quindi capì che quelle mani su di lui erano proprio della persona a cui teneva, se le avesse colpite avrebbe di sicuro fatto del male anche a lei e probabilmente era quello che voleva quella gente, che si annientassero a vicenda, fisicamente e moralmente. Era stretto dalla morsa di quelle mani e quella sulla gola iniziò a stringere sempre di più.

Lui non poteva farlo, no, aveva di colpo perso tutta la sua determinazione, non poteva rischiare di ferire lei, piuttosto sarebbe morto. Sarebbe morto sotto quella stretta di quelle mani, mani che fino a quel giorno gli avevano donato solamente carezze e amore, l'avevano salvato e avevano fatto sì che scampasse dalla morte..sì, fino a quel momento.

Stava pensando esattamente a questo lo spadaccino quando tutte quelle braccia e quei palmi, inaspettatamente e incredibilmente, svanirono.

 

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“Che cosa.. Che cavolo succede?!?” esclamò Jo rizzandosi in piedi. “Perchè sono sparite?! Cosa ho fatto di sbagliato?!”

I monitor, su cui era fisso lo sguardo allarmato di Jo, avevano degli sbalzi. Le immagini andavano e venivano a singhiozzi. Il ragazzo si girò per chiedere aiuto agli altri due ma notò subito che anche Jess e Jan si scambiavano sguardi confusi e anche quegli schermi davanti a loro ballavano.

“Io non controllo più nulla ragazzi! E' un casino..e qualcuno mi ucciderà!” gli urlò il ragazzo rifissando i suoi monitor. A tratti si poteva scorgere l'archeologa che era crollata a terra e la rossa che, in quello stato, aveva ancora la forza di urlarle qualcosa e cercava di strisciare da lei ma fortunatamente era ancora legata. Nell'altra visuale i due pirati, anch'essi a terra, si stavano lentamente riprendendo.

“No...non può essere! Ecco! Ecco perché!! Lo vedi?!..”

Jo si voltò alle parole di Jess, indicava qualcosa nel suo monitor. Fregandosene di tutto, il ragazzo abbandonò la sua postazione per andare a vedere cosa c'era di così allarmante.

Nell'inquadratura, che procedeva a sobbalzi, vi era il cuoco visto dal basso che boccheggiava e sullo sfondo si poteva benissimo vedere la grande cupola che sovrastava quella sala. Aveva cambiato colore, ora era di un rosso brillante.

“Diomio...non dirmi che si è svegliata?!” fece ancora lei.

“Non lo dire neanche, Jess! Speriamo solo che sia un black out temporaneo del sistema..Cioè! Può essere! Visto che le connessioni sono intasate per via della diretta straseguita..” commentò Jan senza però credere neanche lui a quello che diceva “E comunque, fai inquadrare a quella sentinella qualcos'altro! Subito!”

“Ma che vuol dire?! Svegliata?! Chi si deve svegliare?!! C'è un caspita di tetto circolare rosso lì e quindi?!?”

Jo si intromise in quella conversazione con un punto di domanda in faccia e i due si girarono a guardarlo come se fosse un alieno.

“Che razza di domanda è questa?! Non vorrà mica dire che tu non lo sai?!...”

 

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Zoro tossiva e sentiva anche il cuoco fare lo stesso, quindi per lo meno era vivo. E lo era inspiegabilmente anche lui.

Stava cercando di tornare a respirare normalmente e nel frattempo pensava alla sensazione di quelle pressioni sul suo corpo che svanivano, le mani era scomparse all'improvviso ed anche quell'immobilità che l'aveva bloccato se n'era andata. Era piombato a terra, non aspettandosi affatto quel risvolto.

“Nami...Robin...Cosa hanno fatto..” fece il biondo a voce roca.

Lo spadaccino si voltò a guardare il cuoco, era già in piedi con un espressione pericolosa in faccia. Doveva aver sentito tutto fino all'ultimo quindi! E Zoro che lo credeva svenuto o andato..!

“L'hanno colpita...Se la vedranno con me” diceva ancora tra sé e sé Sanji, visilbilmente alterato mentre lo spadaccino si alzava in piedi e si preparava a radere al suolo anche quel portone.

“OH! OH! Eccovi qui!” Tuonò nella sala circolare una voce non gradita. “Scusate! Abbiamo avuto delle..interferenze! Che fortunati questi pirati! Però ora, mi spiace dirvelo, ci riprenderemo tutto con gli interessi.. Guardate qua”

Davanti al portone che Zoro si stava preparando ad abbattere, apparve uno schermo a mezz'aria, nella ripresa c'era l'archeologa.

“Robin..” pronunciò piano lo spadaccino, il suo cuore aveva precisamente perso un battito a quella visione. La mora era distesa a terra, di lato, sembrava svenuta, addosso aveva una miriade di fili che le partivano dal capo e dalle dita delle mani, sembravano delle spesse ragnatele e non si vedeva dove andassero a finire. Quelle sue mani erano intrise di sangue e aveva qualche livido qua e là.

Quel muscolo che pompava all'interno del suo petto aveva fatto tremendamente male allo spadaccino e ora quel cuore stava battendo all'impazzata. Zoro era furioso, avrebbe annientato tutto, avrebbe fatto sul serio una strage adesso. La sua mascella tremava dalla rabbia.

“Sarà.. l'ultima cosa che avrete fatto” pronunciò con un aura spaventosa “Raderò al suolo ogni cosa, questa maledetta isola non esisterà più”.

“Ohhh!.. Frena i tuoi bollenti spiriti, signor Roronoa! Ti conviene, sai? Anzi, puoi fare di meglio. Puoi salvare la tua bella, tutti e due potrete farlo.. Il clou di questo programma è finalmente arrivato e siete voi due. Lo scontroso spadaccino e l'infuocato cuoco di bordo! Due uomini incredibilmente forti, l'uno contro l'altro. Eh sì, il destino ha deciso che ora dovrete proprio scontrarvi, ma non è questo che in fondo desiderate da tempo immemore? Noi vi abbiamo regalato l'occasione perfetta per realizzare questo sogno! E con questo, pensate, riuscirete a dare la libertà anche a quelle due donzelle! Vi faccio notare che anche a loro è stato innestato il meraviglioso cip di cui andiamo molto fieri, quindi state attenti a ciò che fate, non siamo così sprovveduti! Rammentate, noi vi abbiamo in pugno, vi conviene ubbidire.” La Black finì di dire quelle parole e sparì, le immagini tornarono all'arceologa incosciente. Zoro si sentì davvero perso, gli tremavano le mani dal livore che provava ma non sapeva sul serio cosa fosse meglio dire o fare. Lo spadaccino si voltò verso il biondo che lo fissava cupo, l'ultima cosa che avrebbe voluto era assecondare quella donna disumana ma temeva che alla sua donna venisse fatto ancora del male.

 

Passarono attimi indescrivibili tra i due che rimasero fissi l'uno sull'altro in un silenzio che presagiva solo qualcosa di catastrofico, poi il cuoco parlò.

“Colpiscimi Zoro, cacciatore di pirati. Pensa a Robin-chan. E poi, è quello che aspetto da sempre...batterti, intendo”

Sanji pareva molto determinato, distaccato e non l'aveva mai chiamato in quel modo, non che lo spadaccino se lo ricordasse. Gli fece un effetto stranissimo. Era come se lui fosse già un estraneo, un nemico come gli altri, qualcuno da abbattere per passare oltre.

Zoro esitò prendendo tempo, poi sia lui che Sanji sentirono distintamente e di nuovo la voce di Nami. Forse fu un commento ad alta voce, guardarono l'ologramma, che inquadrava però solamente la mora distesa a terra.

“Attaccalo..Zoro, colpiscilo!” la navigatrice lo disse a fatica, ma pronunciò proprio quelle parole.

Il biondo e il verde tornarono a guardarsi per un secondo e Sanji abbassò la testa. “Difenditi!” disse al pavimento e corse verso Zoro dando inizio allo scontro.

Sanji provò a tirare un calcio in piena faccia allo spadaccino che lo schivò e contrattaccò con un fendente che però finì lacerando una parete. I due iniziarono a duellare, all'inizio ponderando ognuno le proprie mosse, poi agendo sempre più velocemente e d'istinto, difficilmente si riusciva a capire se i colpi andavano a buon fine anche perché nessuno dei due dava segno di soffrire il colpo dell'altro. Era un continuo colpire, parare e schivare studiandosi a vicenda, una danza folle tra i due che continuò per un po' in perfetta parità di offesa.

“HEHM! Scusate, se interrompo..” tuonò ancora la voce della Black “ma non mi pare che abbiate compreso fino in fondo quello che ho detto. Vogliamo essere più onesti possibile con tutte le persone che ci stanno seguendo, e voi dovete fare altrettanto. C'è chi si gioca delle belle somme scommettendo su di voi, sapete! Quindi ora capirete in modo chiaro che dovrete fare sul serio, perché è proprio quello che a me pare...che non vi stiate impegnando

 

AAAaaaaahhh!!!..”

 

Le urla acute della navigatrice risuonarono in quel salone buio e i due pirati si girarono lesti e sgomenti a guardare lo schermo luminoso. L'inquadratura insisteva sempre e solo sull'archeologa che aveva sbarrato occhi e bocca senza però emettere alcun suono, solo per pochi attimi. In una smorfia di dolore poi sembrava riperdere i sensi.

Zoro si sentì talmente frustrato e inalberato da provare una forte nausea, era in subbuglio, rischiava di perdere lucidità. La rabbia stava prendendo il sopravvento sulla sua ragione.

Fu così che non se ne accorse e gli arrivò un calcio in pieno petto. Una katana gli volò perfino dalle mani.

Sanji non aveva aspettato un secondo e si era fiondato su di lui. Lo spadaccino si rialzò subito più covinto che mai ora a rispondere a quell'attacco e così fece. I pirati ricominciarono a battersi scambiandosi occhiate di fuoco, sembravano più decisi di prima e i colpi, che per la maggior parte andavano a vuoto, erano devastanti, quella struttura non avrebbe retto ancora per molto.

Ben presto i due si ricoprirono di ferite e lividi, ora si vedeva chiaramente che tutto quel movimento di calci e fendenti dava i suoi sanguinosi frutti. Ansimavano dalla fatica ed erano grondanti di sudore ma nessuno dei due accennava a rallentare i propri attacchi. Zoro pensava a destreggiarsi con le katane e a parare quei colpi sì, ma allo stesso tempo anche a trovare una soluzione a quella situazione. Perchè non era dannatamente giusto che andasse in quella maniera. Ci pensava, ma non era lucido abbastanza per trovare uno straccio di quella che poteva essere una via d'uscita. E poi pensava in continuazione a come avevano ridotto Robin..e quello lo deconcentrava in modo pericoloso.

“Molto bene! Così si fa!” il commento di quella donna fece eco ancora lì dentro. “Vi informo che nelle scommesse attuali siete quasi alla pari, vi faccio i miei complimenti! Quindi date il meglio di voi! Oh, una cosa importante che non vi ho detto! Le ragazze saranno libere solo e quando uno dei due morirà”.

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Capitolo 34
*** Puoi anche morire ***


Più Zoro combatteva con il cuoco e più capiva che quell'uomo non stava facendo proprio sul serio. Sì, i calci gli arrivavano e se facevano centro li sentiva eccome, quel biondo stava picchiando duro e lui aveva sputato più di una volta il sangue su quel pavimento. Però, se solo Sanji avesse dato davvero dimostrazione di quello che sapeva fare, e se lui avesse fatto lo stesso, beh, sarebbe finita presto. Però il cuoco non faceva quel passo in più e lo spadaccino iniziò a capire che cosa lui avesse in mente. Pensandoci bene era più che ovvio.

Sanji voleva che lui lo togliesse di mezzo. Era chiaro. Così loro avrebbero avuto un vincitore, il cuoco sarebbe uscito di scena perfino con onore e le compagne sarebbero state salve. Quel dannato rincitrullito voleva ancora sacrificarsi e aveva trovato pure la giusta causa ora! No, Zoro non gliel'avrebbe permesso! Non perché temeva per la sorte di quel biondo ma più che altro perché così era troppo facile! Una facile uscita di scena.. E di certo il codice d'onore dello spadaccino non includeva il battersi con avversari che si davano già per vinti, anzi, che volevano essere vinti.

Lo spadaccino voleva evitare di parlare ad alta voce, aspettò il momento giusto per scambiare fugacemente due parole con il cuoco da vicino. Nel frattempo i calci colpivano, i fendenti facevano centro e il sangue scorreva.

 

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“Signora, sono spiacente, non riesco a ripristinarlo..eseguo la procedura ma il sistema è ancora out. L'unica cosa che riusciamo ancora a controllare sono le telecamere e i cyborg nell'altra stanza..”

Black Rose guardò un attimo il suo collaboratore più fidato e poi cercò di recuperare la calma.

“Jako, devo tornare sai dove. Ti dico solo di fare l'impossibile affinché loro non se ne accorgano. Dovranno continuare a lottare e dovranno morire, possibilmente tutti e due. Noi avremo vinto e il vostro lavoro sarà ben ricompensato”

Detto questo la signora oscura se ne andò da quella piccola stanza e ognuno tornò concentrato alla propria postazione. Erano uno più teso dell'altro e Jo, dopo quello che era venuto a sapere poco prima da Jan, era il più preoccupato e agitato di tutti.

“Noi...s-se loro...se loro capiscono..siamo fottuti. E poi la signora..lei è andata da..??” iniziò a balbettare al collega anziano.

“Chiuditi la bocca e fai il tuo, basterà.” disse perentorio Jako, voleva apparire tranquillo e in parte ci riuscì.

“Se lei si è sul serio svegliata come quella volta..e se davvero sta interferendo..” continuò Jo imperterrito “Se davvero Sh..”

“SMETTILA, IDIOTA!” Jako perse le staffe e lo prese per la giacca nera, anche gli altri due lì dentro fecero un balzo sulle sedie. “Non nominarla, non dire nulla! Lei potrebbe sentire..” disse a voce bassa, rabbioso.

“E che lo senta!!” Jo si divincolò energicamente da quella presa alzandosi in piedi, smosso da un insolita energia ribelle. L'uomo di fronte a lui lo guardò stupito e sdegnato al tempo stesso.

“Io non saprò nulla, niente di quest'isola a vostro confronto!..ma i miei genitori sono sempre stati devoti alla Prima Famiglia e a lei..Io non sapevo di certi particolari, ne sono venuto a conoscenza oggi.. Ma io vi dico..Se lei davvero sta interferendo, ci sta comunicando il suo volere! E io nel dubbio non posso continuare..Non posso continuare rischiando di tradirla!

“Esci da quella porta, mi assumo io la responsabilità delle tue dimissioni” gli disse solamente Jako con l'aria di chi non aveva altro da dire né tempo da perdere.

“Certo..” rispose Jo con un sorriso forzato “spero solamente che non ricada su di voi anche la colpa di un alto tradimento.. Pensateci”.

Jo uscì da quella stanza circolare dicendosi che doveva andarsene il più in fretta possibile, non sapeva di preciso quale sarebbe stata la sua meta, l'importante era allontanarsi, allontanarsi da quelle persone con le quali non aveva proprio nulla con cui spartire.

 

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Zoro riuscì ad afferrare saldamente una gamba del cuoco e ad immobilizzarlo. Era quasi ustionante quella gamba, doveva far in fretta. I loro sguardi si incrociarono per pochi attimi.

Non voglio vincere contro..un avversario che non aspetta altro che morire” gli disse sussurrando.

Quella gamba si incendiò e lo spadaccino fu costretto a mollare la presa. Sanji non disse nulla ma iniziò a tirare calci sempre più veloci e potenti, però questo non servì. Non portò a niente perché i microfoni di quelle sentinelle erano molto sensibili e riuscirono a captare quello che lo spadaccino spifferò al cuoco.

Jako, dalla sua postazione, attivò di nuovo quel cyborg nell'altra stanza.

Le urla strazianti delle due ragazze riecheggiarono nell'atrio d'entrata di quel castelletto, ancora. Con sgomento i due si girarono a guardare quello schermo e dopo una sofferente Robin, finalmente venne inquadrata Nami, o meglio quella che pareva la navigatrice.

Era a terra, legata quasi come un salame ed era piena di ecchimosi, metà della sua faccia era incredibilmente gonfia, sembrava esser stata punta da qualche insetto ma era chiaro che era stata solamente picchiata e a sangue. Doveva aver lottato fino all'ultimo per liberarsi da lì, di sicuro non era stata per niente accondiscendente.

Nell'istante in cui Zoro, fissando turbato quell'immagine, pensò “Diosanto..”, il grande portone davanti a lui schizzò via dai suoi cardini percorrendo in volo la stanza successiva. Quel mastodontico portale poi si schiantò, andandandosi a conficcare nella parete opposta con boato assordante.

Sanji non era più in sé, doveva aver dato un calcio portententoso a quell'ingresso sbarrato. Lo spadaccino lo vide davanti a lui, di schiena, al posto di quello schermo. Perchè l'ologramma era sparito, ora c'era il cuoco lì in mezzo a quel varco appena aperto. Era di spalle ma era palese che quell'uomo era in preda ad una collera incontrollata, tremava ed era come se fosse circondato dalle fiamme e quella sua gamba, letteralmente, bolliva. Zoro fece un passo indietro ad occhio sbarrato, sentiva un calore incredibile provenire da quel biondo dai capelli fluttuanti. Era impossibile stargli vicino.

Lo sguardo dello spadaccino poi andò oltre il cuoco e così le vide. C'erano Robin e Nami lì in fondo e tra le due una specie di palla gigante a mezzaria. A qualche metro in alto, sopra proprio quello che sembrava un robot sferico con due braccia robotiche, c'era il portone incastrato e in bilico su quel muro.

Il robot, attraverso gli arti artificiali, diede una scarica alle due ragazze, di nuovo. Le due urlarono, anche Robin. Sanji sparì nel nulla, così sembrò allo spadaccino, non lo vide più e Zoro corse velocemente in avanti diretto verso il cyborg, avrebbe tagliato a metà quella macchina della tortura, era questione di pochi secondi.

Poi però lo spadaccino frenò di colpo la sua corsa in mezzo alla sala. Il cuoco era arrivato prima di lui e con un calcio rovente aveva fatto volare quella sfera d'acciaio per aria ad una velocità inimmaginabile.

Il cyborg sfondò con un botto terribile il tetto della struttura e non fermò la sua corsa, procedette in alto, sempre più in alto. Il cuoco, dominato dalla collera, lo guardava salire e diventare un puntino in quel cielo scuro.

Zoro si fiondò da Robin e tagliò quegli strani filamenti trasparenti che partivano dalle sue mani e dalla testa e che finivano a gruppi in strani buchi sul pavimento.

“Robin?!..ROBIN!!” la richiamò spaventato, alzandola piano e appoggiandola a sé senza però riscontro, fortunatamente notò che la mora respirava debolmente, a fatica. Quelle sue dita affusolate..erano tutte una lacerazione e sul pavimento era rimasta una piccola pozza di sangue. Rimase come ipnotizzato da quel rosso a terra, quell'entità feroce dentro di lui ricominciava a destarsi.

E poi si sentì un altro boato, veniva dall'esterno, pareva proprio proveniente dal cielo. Zoro, dapprima si chinò sulla mora d'istinto come per proteggerla con il suo corpo, poi alzò la testa e vide un chiarore. Socchiuse l'occhio. Oltre il tetto sfondato si stava diffondendo una luce, sempre più viva sopra le loro teste, la guardò un po' spiazzato e poi capì.

Quel cyborg, volato per aria, doveva essersi scontrato con qualcosa lassù, magari una qualche specie di barriera e l'aveva infranta. La luce diurna stava filtrando da quella breccia che si stava lentamente allargando, la barriera oscura che regalava a quella metà d'isola la notte eterna, si stava lentamente ma inesorabilmente sgretolando.

Zoro tornò ad osservare il cuoco, la sua gamba era quasi normalmente incandescente, lui guardava ancora in alto prendendo visibilmente fiato. Lo spadaccino era stupito di quello che aveva visto? Sì, doveva ammetterlo.

 

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Nel momento in cui la barriera nel cielo andò in frantumi nella metà bianca esplosero urla di gioia e rivincita. Erano sempre stati tutti incollati a quelle immagini e da quando era iniziato lo scontro tra i due ragazzi era piombato un silenzio totale in quella cittadina candida.

Ora i due erano riusciti incredibilmente a ribellarsi a quella situazione e in pochissimi attimi avevano compiuto una cosa senza precedenti. Il cuoco dei pirati del Cappello di Paglia aveva distrutto la mezza cupola nel cielo della sezione nera ed ora anche quella metà d'isola era illuminata dal sole, dalla luce. Ora era chiaro a tutti che quel programma televisivo non era una farsa, una recita, era tutto vero. Si leggeva nei loro occhi che quello che dicevano e provavano quei pirati era reale, era sentito e che da quelle ferite sgorgava sul serio il loro vivo sangue. I bianchi si stavano destando da quel torpore dato dall'assuefazione da quei cubi, dove tutto sembrava sempre così finto.

I cittadini passarono da uno stato di incredulità all'essere sconvolti e frustrati vedendo quelle immagini, iniziarono a coltivare sentimenti di protesta e a voler far sentire la propria voce, la propria volontà, volevano prendere in mano la situazione e fare qualcosa per bloccare quelle atrocità. Inoltre alcuni, si erano accorti di insoliti dettagli apparsi e scomparsi in città. Edifici e strutture che si coloravano, mezzi che non funzionavano correttamente, anche il video di quel programma a tratti aveva ballato e perfino in quel filmato qualcuno aveva notato particolari di strani colori, colori che non dovevano esserci.

Molte di quelle persone iniziavano a collegare le disavventure dei Mugiwara a quei strani fenomeni, perché per i più perspicaci era ovvio che c'era una connessione, era già successo qualcosa di simile in passato. Loro già sospettavano quale era la causa di tutti quegli eventi inusuali, o meglio di chi era la responsabilità.

Il colore in città, quella cupola che si frantumava, tutti i bianchi presero questi fatti come dei segnali. Segnali per dare inizio ad una svolta.

Ed era solo questione di tempo ormai.

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Smoker e Tashigi avevano ritrovato i propri commilitoni e stavano raccogliendo le versioni dei militari. Cosa avevano visto, cosa era successo...più ne venivano a sapere e più tutto si complicava, non ci capivano nulla, molte dichiarazioni erano senza alcuna logica. Quel barista poi aveva dato una spiegazione assurda a quell'affare che aveva tra le mani. Aveva detto che quel cubo trasmetteva un programma al quale i marines stavano partecipando e in quel filmato, si vedeva, venivano battuti uno dietro l'altro da due pirati ben noti al viceammiraglio. Lui si era fatto una grassa risata e l'aveva mandato al diavolo andando via da quel locale senza pagare nemmeno le bibite.

Come poteva credere ad una cazzata del genere?! I suoi soldati che, invece di fare il proprio lavoro, giocavano a fare gli attori in un programma dove venivano presi a mazzate proprio da chi dovevano catturare nella realtà?? Doveva essere un isola di squilibrati quella!

 

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Sanji respirava ancora a grandi boccate con gli occhi chiusi, la tensione creata da quella rabbia in lui stava defluendo lentamente. Non aveva il coraggio di guardare in basso però doveva liberarla, doveva vedere per forza che cosa le avevano fatto, come era ridotta Nami.

Abbassò la testa e mise a fuoco quel corpo legato. Si chinò verso di lei e si concentrò solamente nello slegare quei nodi che la stringevano facendo il più delicatamente possibile.

A Nami non era sfuggito nulla di quello che era successo, di sbiego guardava quella luce filtrare dall'alto, distesa prona. Poi vide che lui si chinava su di lei.

“Non mi toccare..” pronunciò furente ma esausta “Mi fai schifo.. Puoi..anche morire”. La navigatrice poi chiuse gli occhi, era troppo stremata, si rilassò non avendo più la forza di dire o fare altro in un vago torpore.

Quelle parole al cuoco fecero più male di qualsiasi colpo mai incassato ma non fermò le sue mani che continuarono a slegare quei nodi, anche se, terribilmente, tremavano.

Finito il lavoro, la girò piano e la prese tra le sue braccia con estremo riguardo, la sentì lamentarsi leggermente ad ogni sua manovra, la rossa era davvero piena di lividi. E Sanji non riusciva a guardarla in viso. Le aveva dato un occhiata molto fugace quando l'aveva girata e quella rabbia devastante che aveva provato aveva minacciato di riaffiorare...sapeva solo che avevano bisogno di un medico, e presto.

Zoro ormai era già in piedi con la mora in braccio a peso morto, lo sguardo fisso su di lei, su quelle mani insanguinate e quel respiro affaticato. Stava aspettando solo che quel biondo fosse pronto ad filar via e ogni istante che passava era sempre più furente e imbestialito, guardava quella donna e nella sua testa chiamava vendetta.

Poi arrivarono. Zoro non li vide ma lì percepì ugualmente. Erano otto, grandi come quello volato in aria prima, e venivano da tutte le direzioni. Erano sbucati dal nulla, ormai non c'era da sorprendersi.

Otto grandi cyborg con le braccia robotiche volavano celermente verso di loro pronti a saettargli altre scariche elettriche e sia lui che Sanji ora avevano le mani occupate.

Zoro non avrebbe messo giù Robin, no, per niente al mondo l'avrebbe più lasciata. La guardò intensamente, come se fosse lei la fonte di ogni sua energia e poi chiuse l'occhio stringendola di più. Fu facile per lui ora richiamare quella volontà, quella determinazione.

Lo spadaccino rimase immobile ed espirando mise in atto quella mossa. La mossa che poco prima, grazie a Nami, non aveva eseguito.

Defluì da Zoro un onda d'urto poderosa che annientò tutto, evitando solo i compagni vicini. I robot vennero scaraventati via come sassolini in un tornado, sfondando le pareti della struttura che si aprì materialmente come fa un fiore alla luce del sole.

Ed è proprio così che sembrò anche a chi stava guardando quelle immagini a casa propria. Uno squarciarsi di pietroni illuminati da un insolita luce diurna che filtrava perpendicolare, proprio da lì sopra. Solo per qualche istante comunque. Perchè quel colpo devastante distrusse anche tutte le piccole ed invisibili sentinelle che riprendevano le scene da vicino e da fuori il castello. Non esisteva più nulla nel raggio di un centinaio di metri. L'ultima cosa che gli abitanti di quell'isola videro, registrato da una sentinella panoramica, fu il labirinto dall'alto su cui sembrava essersi disegnata al centro un enorme stella ad otto punte.

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Capitolo 35
*** Lasciate andare i numeri primi ***


“Eccolo lì!! Non lo vedi?! QUI!!

“E l'altro?! DIAVOLO! Corre come un matto! DOVE CAZZO SI E' CACCIATO??”
“Jan, ECCOLO! Fa veloce! FA VELOCE!!!”

Jako e Jan erano al lavoro sulle stesse immagini, ormai era rimasta in ballo una sola sentinella ma era talmente malridotta da inquadrare a sbalzi e in modo offuscato, inoltre le trasmissioni si erano interrotte, il programma era stato momentaneamente messo in pausa sostituito da lunghi spot pubblicitari.

Dovevano cercare di fermare in qualche modo quei pirati, non potevano lasciarli scappare così. Ma ormai tutti i cyborg erano ko, le sentinelle dovevano essere ripristinate e per quello ci voleva tempo. L'unica cosa che restava di fare era utilizzare quei cip, ma anch'essi si trovavano inspiegabilmente in parte fuori uso.

“Che si fa? Che si fa??!” diceva agitato Jan e a Jako balenò in mente solo una cosa, l'unica fattibile. Quella forse li avrebbe rallentati, avrebbe confuso quei tizi per lo meno e costretti a stare insieme, di sicuro.

Quindi procedette alla sua mossa.

 

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Zoro correva, cercava di stare al passo del cuoco ma non era molto facile e non era di certo il peso di Robin il problema e neanche le numerose ferite.

“RALLENTA! STUPIDO CUOCO!!” gli urlò dopo poco. Di certo non era il caso di perdersi o dividersi in quelle condizioni! Robin non era cosciente e Nami era presa talmente male da far paura, dovevano unire le forze rimanenti e cercare di darsi una mano, era una scocciatura per lo spadaccino ma doveva per forza esser così, doveva far affidamento in quel biondo e collaborare.

Sanji lo sentì e rallentò giusto un poco. Ora che la barriera scura della cittadina nera era stata infranta era tutto più chiaro intorno a loro, il dubbio comunque rimaneva..Che fare? Dove era meglio andare? L'ideale sarebbe stato trovare qualcuno disponibile seriamente ad aiutarli, almeno a curare le ferite alle ragazze e per esser sicuri di far ciò dovevano andare alla città bianca, era la cosa più logica. Lo spadaccino non era sicuro che il cuoco stesse dirigendosi proprio lì ma di certo la cosa più sensata era fidarsi sperando che prendesse la direzione giusta.

Zoro lo vedeva, era ad una ventina di metri da lui e correva spedito, fra poco avrebbe raggiunto la città in rovina che avevano passato poco prima. Poi lo spadaccino iniziò a vedere una strana luce proveniente dal basso, sotto il suo mento, così guardò giù.

Quel chiarore veniva da lei, da Robin. Il suo corpo era come se fosse illuminato da dentro, la sua pelle era sempre più opalescente..quasi traslucida?? Lo spadaccino se ne accorse subito. La mora stava velocemente...svanendo.

Zoro rallentò la sua corsa senza nemmeno rendersene conto, ipnotizzato da quello che accadeva, era esterrefatto, rimase immobile mentre Robin scompariva sotto i suoi occhi. Gli si bloccò il respiro dallo stupore, riuscì solo a sbottare un “Ah?!” e poi quella luce fu così accecante da dover chiudere l'occhio. Sentì le sue braccia alleggerirsi solo per qualche istante, poi ritornarono a sentire qualcosa, un peso un po' più leggero.

La luce si affievolì e iniziarono ad intravedersi delle forme, un altro corpo, fu tutto molto veloce. Quando la luce scomparve, tra le braccia ora lo spadaccino reggeva Nami.

Cosa?!...” esclamò, mentre faceva leggermente più pressione con le dita verificando se era proprio reale quello che vedeva. E non c'erano dubbi che quella fosse proprio la povera navigatrice.

Zoro quindi allungò lo sguardo sul biondo più avanti, temendo di averlo perso. Era fermo, immobile pure lui a capo chino. E lo spadaccino scorse subito vicino a quella schiena anche delle gambe sporgenti e dei familiari capelli scuri che ondeggiavano. Sanji si voltò indietro quasi di scatto con Robin tra le braccia, aveva una faccia stravolta! Anche per lui non era stato uno bello scherzo.. I due si guardarono a vicenda per due secondi soltanto confutando quello che era accaduto e poi iniziarono anch'essi, insieme alle ragazze, ad emanare quel bagliore.

Zoro e Sanji si resero conto di quello che stava accadendo di nuovo, la nuca pizzicava a tutti e due per via di quei maledetti cip e presto sarebbero spariti con quelle donne che reggevano a seguito. Entrambi ebbero questa inquietante deduzione e perciò si scambiarono sguardi molto eloquenti prima di svanire del tutto con quelle donne tra le braccia.

“Stai attento a quello che fai cactus, trattala bene..”

“Se le capita qualcosa, sei morto dannato cuoco!”

Ecco, più o meno, fu proprio questo che quei due, fino all'ultimo istante, si dissero solo con gli occhi. Poi sparirono.

 

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Jako era incredulo. E non per l'immagine statica del monitor (l'ultima malridotta sentinella aveva smesso di funzionare) ma per quello che era riuscito a vedere poco prima.

Quei due pirati erano svaniti e non era di certo colpa o merito suo. Insomma, lui non l'aveva ordinato! Aveva fatto sì che le due ragazze si scambiassero di posto sempre grazie a quei cip ed era stato perché aveva intuito che così i due tipi si sarebbero sorpresi, avrebbero rallentato, comunque sarebbero rimasti uniti.. ma non aveva fatto altro, quello che era successo poi era opera di qualche malfunzionamento del sistema oppure opera di qualcun'altro. E l'ultima opzione era troppo inquietante per essere considerata.

“Quei quattro sono spariti..chissà dove si trovano ora. Le sentinelle sono tutte fuori uso...direi che siamo messi bene!” disse sarcastico Jan guardando il fermo immagine e tirandosi indietro i capelli, si poteva vedere solamente una strada dissestata vista dall'alto, deserta.

“Non ci rimane che scovare la loro posizione tramite i cip..” commentò Jako sbuffando.

“Ho una brutta notizia in merito..”

“Cioè?”

“Cioè ci ho già provato poco fa...Nulla, sembra che ora non rispondano più nemmeno quelli. Quei pirati non sono rintracciabili al momento, in pratica, li abbiamo persi

“Ok, continua con il break pubblicitario e.. facciamoci un caffè” rispose Jako alzandosi dalla sedia fintamente tranquillo “Gustiamocelo perché probabilmente sarà l'ultimo”.

L'uomo alto e scuro stava per abbandonare incredibilmente quell'ufficetto sotto gli sguardi stupiti dei colleghi quando tutti i monitor di quella stanza si illuminarono di colori. Ognuno ballò di un colore diverso, ognuno ad un ritmo diverso con un alternanza di toni vivaci e contemporaneamente successe una cosa ancor più sconvolgente.

Jako, Jess e Jan sentirono una voce. Era indubbiamente una voce femminile, soave e trascendentale, pareva scaturirsi da quei bagliori colorati e risuonava da ogni direzione. Disse solo poche parole, un intimidazione.. di pace.

Fermatevi...Lasciate andare i numeri primi!..”

 

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Fermatevi...Lasciate andare i numeri primi!..”

Jo sentì quella strana voce e si bloccò all'istante. Era ancora all'interno del Grande Palazzo, tra quei corridoi bicolore, stava cercando una via d'uscita ma a dire il vero un po' si era perso. Era un labirinto lì dentro! Si sentiva un po' come quello spadaccino nei filmati.

Quella voce...sembrava di ragazza e pareva proprio venire da destra, in fondo a quel corridoio che risaliva in leggera pendenza. Strano, quel passaggio c'era prima? Al ragazzo pareva proprio di no ma non poteva esserne certo, in fondo era tutto uguale lì dentro.

Jo iniziò a camminare lungo quello stretto corridoio e si accorse subito che quella corsia insolita proseguiva salendo sempre più e continuava curvandosi, come una grande spirale infinita.

Ma perché cavolo stava andando da quella parte? Cosa gli diceva la testa?.. Doveva solamente andarsene al più presto e quella non sembrava proprio una via d'uscita. Le sue gambe però non gli davano ascolto e nemmeno la sua testa. Pensava a quella voce, solo a quella bellissima voce che aveva sentito. Aveva detto una cosa incomprensibile, illogica, lui non aveva proprio capito il senso di quella frase ma non gli importava. L'unica cosa che voleva era scoprire a chi appartenesse.

 

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Fermatevi...Lasciate andare i numeri primi!..”

Era la voce di una fanciulla quella dentro la testa di Sanji. Nonostante il suo malandato stato psicofisico, il cuoco decretò che fosse una delle voci più belle mai sentite. Si guardò attorno debolmente ma non vide nessuno..si chiese se fosse stato solo uno scherzo della sua testa confusa.

Era in ginocchio con Robin tra le braccia, erano appena apparsi dal nulla e intorno a loro si vedevano solo alti pini, faceva freddo, dovevano essere sopra una qualche altura, la luce diurna filtrava debole da quelle fronde. Il biondo si sentiva frastornato, come l'ultima volta nella stanza buia quando erano stati portati nella catapecchia, realizzò che doveva essere proprio come aveva detto lo spadaccino, era quella cosa che li indeboliva così, quel teletrasporto.

Quando la voce femminile finì di rimbombare nella sua testa il biondo vide che gli occhi della mora si aprivano un poco. Aveva il capo appoggiato al suo braccio, Sanji a malapena riusciva a tenerla così in quel momento. Si sentiva davvero debole ma per nulla al mondo l'avrebbe lasciata a terra su quella fanghiglia, piuttosto si sarebbe seduto lui per terra. E così fece.

Robin riuscì a guardarlo in viso e il suo volto tradì una sorta di stupore (fu chiaro che non si aspettasse il cuoco), aprì leggermente la bocca per poi pronunciare piano al biondo solo una breve frase.

“L'hai.. l'hai sentita anche tu?”

“Se intendi.. quella voce di donna di poco fa, sì..” le disse faticosamente e aggiunse un “Come ti senti?” preoccupato. Robin chiuse un poco gli occhi e non ebbe la forza di rispondere, abbozzò solo un incerto sorriso. Il cuoco pensò che non andava affatto bene e abbassò lo sguardo sulle mani della mora. Erano completamente color rubino, sembravano lacerate in più punti, il suo sangue colorava la camicia del biondo, lei teneva le mani giunte sullo sterno ma sanguinavano ancora, dovevano darle parecchio fastidio.

Tornò al suo viso, niente, Robin aveva ripreso a dormire sembrava..

“Riposati” le disse piano e sentì che faceva un leggero mugugno. “Non so chi fosse comunque..qui non c'è nessuno. Di certo è tutto sempre più strano...parlava di numeri, boh” Il biondo si guardò ancora attorno un po' più lucido di prima.

“Mmh..” disse ancora la mora annuendo piano.

“Ok..allora aspetta, vediamo se ce la faccio..!” a Sanji non andava proprio di vedere quelle ferite sanguinanti così scoperte, pensò di fasciarle con qualcosa e l'unica cosa che aveva era la sua camicia. Se la tolse renstando a torso nudo, sfilandola prima da un lato e poi dall'altro, tirando la donna un po' su e appoggiandola al tuo torace. Scelse la parte più pulita di quella stoffa, ne strappò un pezzo e fasciò insieme come meglio poteva le mani dell'archeologa. Lei non si lamentò, corrugò solo un poco le sopracciglia. Finita questa operazione Sanji si sentì sfinito, come se avesse scalato dieci montagne.

“Grazie..” sentì dire a fatica dalla mora che era praticamente seduta sopra di lui con la testa appoggiata alla sua spalla, non aveva la forza di tirarla su e nemmeno di aprire gli occhi. Il biondo si chiese di nuovo che diavolo le avessero fatto per ridurla così..aveva visto Nami in uno stato fisico peggiore rispetto a lei ma la rossa era stata molto più reattiva, eccome! Quello che gli aveva detto poi...

Sanji scacciò via quel pensiero, il suo cervello rifiutava di crederlo, pensò che fosse un bene concentrarsi solo sul presente, sul trovare qualcuno che potesse aiutarli.

Così aspettò qualche minuto e poi quando si sentì pronto si alzò in piedi tenendo Robin in braccio in quella posizione. In fondo se si appoggiava così a lui era meglio, non rischiava di cadere all'indietro con la testa.

Aveva sul serio un buon profumo quell'archeologa..! Forse Zoro era stato ammaliato da lei anche per questo..e come poteva dargli torto? Sanji fece un sorriso amaro annuendo da solo.

“Andiamo.. Vediamo se troviamo qualcuno, ok? Magari siamo fortunati, Nami e Zoro sono anche loro da queste parti..” disse, ma la mora non diede alcun cenno di risposta.

 

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Fermatevi...Lasciate andare i numeri primi!..”

Zoro stava arrancando nell'acqua, era a pochi passi da quella spiaggia quando sentì la voce nella sua testa. Teneva in braccio Nami, erano appena piombati in mare e per fortuna solo a qualche metro dal bagnasciuga, le gambe non gli tenevano più. Lo spadaccino imprecò tra sé e sé sentendosi sfinito a causa di quel teletrasporto e contemporaneamente si chiese chi diavolo avesse parlato, guardò a destra e a sinistra ma senza riscontro. Nello stesso momento Nami si svegliò e non fu proprio un bel momento per Zoro.

“Chi è??!..E TU..BASTARDO!! Mettimi giù! HAI CAPITO!!??” gli urlò lei dimenandosi da quelle braccia. In quel momento lo spadaccino non le diede ascolto, mancavano pochi passi alla riva, la trattenne più saldamente e quando fu alla meta si buttò letteralmente a sedere con lei sopra ancora furiosa.

“NON DEVI TOCCARMI!! Brutto STRON..!!” gli disse prendendolo a pugni sul petto debolmente (era troppo messa male per averne la forza) e poi finalmente lo guardò in faccia con l'unico occhio che riusciva ad aprire.

Nami si bloccò stupita, quello non era il cuoco ma Zoro e la fissava come si guardano i pazzi, quelli senza speranza.

“Io direi.. che è meglio non agitarsi così...nelle tue condizioni dico” le disse lui respirando in affanno e con uno sforzo incredibile la tolse da sé spostandola e sedendola sulla sabbia asciutta. Poi la coricò piano e con un altro sforzo immane si rimise seduto. Lei guardò da un altra parte in imbarazzo. Aveva fatto una figuraccia, pensò la rossa, ma non poteva di certo aspettarsi che quello che la teneva fosse lo spadaccino! Ricordava bene chi l'aveva presa in braccio poco prima anche se era in uno stato confusionale.

“Non..non era riferito a te” pronunciò sentendo finalmente tutto il peso e il dolore di quei colpi subiti, era strano ma si stava finalmente rilassando.

“Lo so bene, non preoccuparti..” Zoro le aveva guardato un attimo la faccia e il resto, aveva fatto fatica a trattenere lo stupore e l'indignazione, era incredibile come l'avessero conciata..quelle dovevano essere delle bestie, non esseri umani. E ancora più sorprendente era la vivacità di Nami, dato il suo stato! Doveva essere proprio incazzata a morte con quel cuoco..

“Chi ha parlato poco fa? Ha detto...'numeri primi' se non..sbaglio” disse lei guardando sempre da un altra parte, in fondo si vergognava pure del suo aspetto disastrato.

“Non ne ho idea, non c'è nessun altro qui, pare..”

“Come mai..”

“Come mai ti portavo io?” cercò di anticipare lui “Perchè vi hanno scambiato. Cioè ad un certo punto Robin è sparita e sei apparsa tu al posto suo... E' stato uno scherzo di quegli stronzi, ovvio”

“Non intendevo quello Zoro, non mi interessa..a parte sapere che fine ha fatto la mia amica, s'intende” e Zoro pensò 'dal male al peggio', era chiaro che la navigatrice stava cercando di sottolineare che della sorte del cuoco non le importava affatto. Zoro sorrise, quella ragazza si stava sforzando troppo per i suoi gusti e non era credibile.

“Ti senti intera? Cioè..da come ti dimenavi non credo tu abbia qualcosa di rotto però se trovassimo un medico sarebbe meglio..” gli disse lui sentendosi più in forze, stava passando quel dannato malessere.

“Numeri primi..numeri primi.. Quella voce diceva di lasciarli andare..come se fossero esseri viventi...ma sono cifre!” Era evidente che Nami non l'aveva ascoltato, pensava a quella frase criptica. Continuò a parlare da sola e lo spadaccino iniziò a guardarla in modo strano.

“Ho visto dei colori intensi nella mia testa, così all'improvviso, mentre sentivo quella voce..Che sia stata solo nella nostra mente? Ho visto dei colori come se fossero tutti intorno a me”

“Ti avranno dato una botta in testa, Nami...”

Ma Zoro, di nuovo, venne ignorato dalla rossa che ora fissava in alto, il cielo azzurro. Quell'occhio sinistro era sempre più gonfio e scuro.

“I colori..e i numeri primi..c'è un collegamento, lo so! Lasciate andare i numeri primi, lasciateli andare...E se fossero delle persone? In questa situazione quelli che dovrebbero essere lasciati andare siamo solo noi..ma perché ...”

La rossa si bloccò per alcuni secondi e poi fece un sorriso pauroso, ci era arrivata finalmente.

“Siamo noi quattro i numeri primi! Ah! Ah! Siamo NOI!” disse più forte ridendo anche se a fatica.

“Caspita, te l'hanno dato forte sto colpo alla testa!” commentò lo spadaccino che aveva continuato a fissarla stranito.

“Ah! Ah! Ouhh.. Ignorante che non sei altro! Ovvio che non capisci! Qualcuno sta tentando di aiutarci e dev'essere qualcuno di speciale!”

“Ehi! Guarda che so quali sono i numeri primi! 1..2...3...il 5 credo, 8?..No, l'otto no..” Zoro stava già iniziando a scervellarsi.

“I numeri primi sono solo quelli divisibili per sé stessi e per uno, caro somaro! L'1 non lo è perché è speciale. Quindi, in ordine, lo sono il 2, il 3, il 5, il 7 e mi fermo qui perché degli altri non ci interessa.. Ora CAPISCI?”

“Non ci capisco un cavolo ma ok. E comunque questo cosa centra con NOI?!” Lo spadaccino stava iniziando a spazientirsi, non gli andava di passare da ignorante.

Nami prese un bel respiro e rispose a quel ragazzo vicino, un po' duro di comprendonio.

“I numeri primi siamo noi quattro se pensi all'ordine di arrivo nella ciurma di Rufy. Io sono arrivata per terza, tu per...”

Lo spadaccino la interruppe allibito.

“Io per secondo! Il numero 2! Robin per settima! Il 7! E il cuoco depravato per quinto! Che disgrazia.. Il 5!! Nami sei...sei..” Zoro era strabiliato, guardava la navigatrice come se fosse un alieno appena sceso dal cielo, lei girò la testa, lo guardò e gli sorrise, la sua faccia era paurosa.

“Il sei non c'è nella lista, te l'ho detto...”

“Volevo dire...sei incredibile” gli fece lui con l'occhio sgranato.

“Ovvio!” gli fece lei facendogli il gesto della pistola, come dire 'l'hai detto!'.

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Capitolo 36
*** Shade ***


Avvicinati...avvicinati ti prego”

Quella voce risuonava nella sua testa, piena e morbida.. Una voce può essere morbida? Jo se lo chiedeva. Le sue gambe andavano avanti da sole e si fermarono solo quando quel corridoio a spirale terminò.

Davanti a lui c'era una porta strana, spiccava col suo colore oro e celava un bagliore all'interno. Il ragazzo rimase in attesa, sapeva che lei sarebbe tornata a parlargli, ne era certo.

E' aperta, ora posso tutto..entra”

Jo allungò una mano e appoggiò il palmo su quell'anta dorata, quella ruotò come se fosse fissa ad un perno invisibile e lui fece un passo all'interno della stanza.

Mentre varcava quella soglia Jo si era immaginato di trovare chissà cosa lì dentro, quando invece fu nella stanza rimase spiazzato. Lì infatti non c'era nulla, era una camera bianca, circolare, con uno strano parallelepipedo bianco in mezzo, lungo un metro e poco più. Nessuna finestra, nessuna altra porta, unica fonte di luce era quel pavimento stranamente luminoso.

Conosci la storia della bella addormentata, diciassette?”

 

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“Che cosa vuol dire che se n'è andato?! Lui non se ne può andare..NON PUO'!!”

Tutti e tre i sottoposti fecero un sobbalzo sulle sedie, la signora Black era davvero adirata. Jess, Jan e Jako la fissavano atterriti, sì pure quell'uomo senza sentimenti grande e grosso.

“Signora..l'ho fatto uscire perché comunque se ne sarebbe andato in qualsiasi caso..se mi avesse detto di trattener..” iniziò Jako.

“Dannazione dobbiamo recuperarlo!! Non può uscire da qui senza il mio permesso! Sa troppo! Jan vieni con me! Lo staneremo! Tu e Jess rimarrete qui e cercherete di ripristinare il possibile! Mandate delle repliche nel frattempo!”

Ad un tratto un fastidioso cicalino interruppe quel momento di tensione. Era il cellulare della Black.

“Sì..che c'è ora?!...................COOSA?!”

La signora oscura crollò quasi sulla sedia, Jako fece un balzo in avanti pronto ad afferrarla ma non ce ne fu bisogno. Si riprese immediatamente e tornò retta sulle proprie gambe, era furiosa. I tre la fissavano attoniti, c'era qualche altra novità e non doveva essere bella.

“Va bene..allora prima che sia troppo tardi la ripristineremo, andrò personalmente” e con queste parole la donna concluse quella chiamata.

Jan deglutì e in quel silenzio si sentì chiaramente.

“Quegli stolti bianchi si stanno organizzando, vogliono colpirci, assediarci..come l'ultima volta”

“Ma come?! Così?? Dal niente?! Mi pareva seguissero alla grande la trasmissione! La stavano gradendo!

“CHIUDITI LA BOCCA JAKO!” lo redarguì lei.

“Quindi, Jan vieni con me! Cercherai quel ragazzino fino a farti perdere gli occhi e le gambe! Io andrò ad attivare il sistema di emergenza e poi..”

“La cinta infrangibile?!” esclamo Jess incredula.

“Esatto, prima che sia troppo tardi”

 

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“Sì, la conosco, mia madre me l'ha letta un paio di volte..”

Jo aveva fatto due passi dentro a quella stanzetta, gli occhi già gli dolevano, era sul serio fastidiosa quella luce dal basso. Stava pensando che quella voce gli aveva fatto sul serio una domanda insolita quando lei apparve sopra quel parallelepipedo.

Jo la vide comparire come un fantasma che pian piano tornava alla vita. Il suo profilo inizialmente traslucido divenne più netto e quel corpo, steso sopra quel piano bianco, si manifestò in tutta la sua perfetta integrità.

Pareva bianco anche quel corpicino, come un foglio incontaminato, il ragazzo distolse subito lo sguardo, quella era una bambina ed era senza vestiti. Jo si girò dalla parte opposta come se dovesse uscire da quella stanza.

Non andare via! Ti prego..” gli disse la voce ancora nella sua testa e Jo notò che la porta d'uscita davanti a lui si tingeva di rosso.

Lui ormai aveva capito chi aveva davanti ed era stupito di sé stesso perché non era minimamente in ansia per quel fatto, anzi, si sentiva bene, era felice e no, non voleva andarsene assolutamente da lì, non ne aveva alcuna intenzione, qualcosa dentro di lui gli diceva che era proprio nel posto giusto ora. Jo quindi fece qualcosa.

Si tolse la giacca nera e si girò di nuovo, non guardando in basso coprì quel corpo e d'istinto i suoi occhi si posarono sul viso di quella ragazzina. I capelli lunghissimi parevano d'argento e quella pelle color della luna quasi brillava. Non aveva mai visto lineamenti più perfetti, il suo cuore iniziò a battere più velocemente.

Sei gentile, diciassette..” gli disse lei senza aprir bocca e con gli occhi chiusi, sembrava riposare serenamente. Intanto, quel parallelepipedo sotto di lei divenne azzurro.

“Perchè...perchè mi chiami così?” Jo era come ipnotizzato, ammaliato e stupito da tutta quella incredibile situazione.

Scusa, dovrei chiamarti Jo, vero? Sai, a me piacciono i numeri primi..” Alle parole della ragazzina il pavimento mutò in un giallo vivo, con esso anche la luce della stanza. Jo pensò che quasi sicuramente lei lo chiamava così perché lui aveva diciassette anni.. ma come faceva a saperlo?

“Tu...sei Shade, vero?”

La voce non rispose, il ragazzo si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.

“Scusa se..” iniziò Jo un po' smarrito, non riusciva a distogliere gli occhi da quel visino. Si chinò un po' su di lei con gli occhi sbarrati come a comunicargli la sua sincerità.

Io non posso vivere come Shade..ma posso essere la tua bella addormentata se vuoi, prima però ho bisogno che tu mi dia una dimostrazione della tua lealtà..”

La parete circolare tutta intorno a loro divenne lentamente di un verde menta. Quella stanza, che prima era anonima, ora era un tripudio di colori.

“Tutto quello che vuoi”

Aiutami a salvare i numeri primi”

“Dimmi come posso fare”

Il pavimento su cui poggiava i piedi Jo sfumò in un rosa perla ma lui non se ne accorse, era troppo attento a quello che quella voce gli stava comunicando e quel viso angelico era l'unica cosa che volevano vedere i suoi occhi.

Devi...darmi un bacio”

 

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“Couffh!..Couffh!

Nami si guardò la mano, c'era del sangue sul suo palmo. Cercò di nascondenderla ma Zoro ormai l'aveva vista.

Si sentì prendere e tirare su in fretta dalla sabbia, con uno sbuffo leggero lo spadaccino l'aveva ripresa in braccio e stava camminando velocemente dando le spalle alla spiaggia rovente.

“Zoro...posso camminare” gli disse faticosamente.

“No che non puoi” rispose lui immediatamente e lei non potè che dargli ragione.

La rossa si sentiva stremata, ogni parte del suo corpo le doleva e ora che quell'uomo l'aveva afferrata di nuovo quelle ferite e quelle ecchimosi facevano ancora più male. Stringeva i denti ma era al corrente di essere in gravi condizioni. Reggeva a malapena la testa da sola.

“Andiamo all'ombra..qui si scoppia dal caldo” le disse lui ma giunti sotto quella frescura Zoro non si fermò, proseguì addentrandosi nella vegetazione.

Lo spadaccino aveva in mente solo di cercare aiuto, credeva sì che la navigatrice stesse male ma non fino a quel punto. L'aveva vista sputare sangue quindi si era immaginato un emorragia interna, un polmone perforato..insomma qualcosa di grosso, di grave. Doveva fare in fretta, la vita di Nami dipendeva da lui.

“Non fare la donna indistruttibile, so che sei forte, appoggiati e basta” gli disse Zoro guardando avanti, aveva notato che lei insisteva nel tenere la testa su con la faccia contratta e sofferente di chi stava sopportando l'insopportabile.

Nami, riluttante, si appoggiò al suo petto, quella giacca chiodata, fortunatamente, lui l'aveva lasciata sulla spiaggia. Appena posò la testa si sentì meglio, cercò di rilassarsi e chiuse gli occhi. La rossa pensò che era buffo, stava cercando di stare tranquilla mentre lo spadaccino vagava perdendosi sempre più in quel verdeggiare, nel frattempo lei probabilmente sarebbe schiattata in quel bosco, mentre lui ancora cercava una via d'uscita.

“Voglio dirtelo, Zoro..”

“Dirmi che?”

“Couffh!..Che state bene insieme, sul serio”

“Non dovresti parlare ancora

Zoro aumentò il passo e serrò la mascella.

“E.. se sopravvivo a questo, dovrete raccontarmi tutto...di quello che è successo sull'isola”

Nami lo sentiva, faceva sempre più fatica a respirare e ad un certo punto iniziò a percepire sempre di meno quel suo corpo dolente.

 

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Sanji avanzava nella neve, non c'era stato modo di raggirarla, era maledettamente freddo su quella montagna. Stava cercando di trovare qualcosa, una qualsiasi traccia o indizio per capire la direzione da prendere per scendere da lì. Nemmeno il contatto ancora caldo della mora gli permetteva di scaldarsi un po', la temperatura era calata troppo e in fretta, forse anche perchè la luce diurna stava perdendo vigore, doveva essere ormai pomeriggio inoltrato.

Calcolò che erano quasi due giorni che si trovavano su quell'isola, due giorni infernali dopotutto...e loro che pensavano di aver trovato il paese della cuccagna lì! Una bella fregatura! Non si erano mai trovati in una situazione peggiore. Non aveva mai visto le ragazze in quelle condizioni (pensava continuamente a Nami e non smetteva di chiedersi come stava), i compagni erano stati rapiti da quelle persone e non avevano idea né di come stessero né di dove fossero e lui e Zoro..beh, non erano presi proprio bene. Avevano combattuto con un infinità di nemici e poi l'uno contro l'altro ferendosi a vicenda. Essere nella merda? Sì, ora sapeva sul serio che cosa si provava nell'esserlo.

Ogni tanto sentiva Robin sussultare un poco, doveva avere i brividi pure lei, negli ultimi minuti le aveva rivolto domande semplici, tipo “come stai?”, “hai freddo?” ma lei non aveva mai risposto. Quello doveva essere un sonno davvero strano per non riuscire a svegliarsi..forse Robin era troppo stanca per rispondere o forse, come lui sempre più sospettava, l'avevano drogata con qualcosa. Sanji controllava il suo respiro, leggeri sbuffi biancastri uscivano da lì sotto, erano deboli ma c'erano. Il cuoco si sforzò di rimanere tranquillo mentre le dita delle sue mani iniziavano a diventare insensibili per il freddo.

Dopo un po' gli alti pini attorno a loro si diradarono e il cuoco notò qualcosa. A pochi passi vi era la riva di un lago, in parte ghiacciato.

Sanji deviò il suo percorso arrivando vicino all'acqua e seguendo le rive ghiacciate, magari il bacino sfociava in qualche ruscello e quello gli avrebbe indicato una via di discesa.

Il freddo rallentava i suoi movimenti, batteva i denti e iniziava a non sentire più nemmeno i piedi.

 

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Sutemaru?”

Zoro sentì quella voce nel fitto bosco e si fermò con un sussulto, anche la rossa tra le sue braccia ebbe uno scossone ma non si destò. L'aveva riconosciuta subito, era la voce di prima, impossibile sbagliarsi, era stata come sparata di nuovo nel suo cervello di prepotenza. Lo spadaccino si girò verso sinistra notando un movimento strano.

A pochi passi da lui notò una bambina, era proprio una ragazzina nel bosco e vestita splendidimente con un lungo kimono arancio e verde, i suoi capelli avevano lo stesso colore di quelli di Nami ed erano raccolti in un intreccio di fiori. Lo guardava con aria indifferente, come se lo spadaccino l'avesse interrotta durante i suoi giochi.

Ma come era possibile che una bambina giocasse tutta sola lì nel nulla? E come mai era in kimono? Non si trovavano di certo a Wano! Allo spadaccino venne qualche dubbio serio in merito, maledì di nuovo quel teletrasporto del demonio e la cosa lo mandò ancora di più in confusione.

Poi lei gli sorrise e si avvicinò. Quando fu a pochi passi dai due, la bambina mostrò qualcosa a Zoro, era una farfalla, la teneva tra le mani gentilmente, come per proteggerla. Una grande farfalla arancione.

L'animale battè lentamente le ali e poi prese il volo sfiorando la testa dello spadaccino che rimase impassibile balenando un occhiata furtiva alla farfalla per poi tornare sulla bambina.

Aveva due occhioni verdi davvero incredibili, Zoro si stava chiedendo ancora se fosse vera, poteva essere benissimo un allucinazione, magari data da un colpo di calore, vista l'arsura.

Poi lei parlò, ma non aprendo la bocca.

Lo so..non sei Sutemaru, sei Due. Sono felice di avervi incontrato e sono qui per aiutarvi, Due e Tre”

“CHEe?! Ti sbagli, io sono Zoro e lei è Nami!”

Zoro la guardava con occhi spalancati, aveva una faccia talmente contratta e bizzarra che la bambina si mise a ridere sommessamente. La risata risuonò nella sua testa, era contagiosa. Lo spadaccino continuò a guardarla attonito, si ricordava della cosa dei numeri primi e menate varie ma era troppo strano che quella ragazzina li chiamasse così! E poi lei comunicava direttamente alla sua mente senza muovere le labbra! Cos'era? Un fantasma?!

Permettimi di chiamarvi così..a me piace! E poi ora siete dentro alla mia fiaba..” disse lei tornando seria.

“Ok, mettiamo che tu ci voglia aiutare..non voglio sottovalutarti ma sei una bambina, cosa potresti fare? Sei per caso un medico?” gli disse lui sentendo proprio di perdere tempo prezioso rimanendo lì.

No..ma posso aiutare” gli comunicò avvicinandosi ancora e mostrando i suoi palmi come se stesse aspettando di ricevere Nami.

Zoro la squadrò attentamente non distogliendo lo sguardo da ogni suo movimento, quando arrivò al suo viso lei gli sorrise di nuovo, quella bambina non aveva minimamente paura di lui.

“Noi siamo pirati.. perchè vuoi aiutare gente come noi? Per via di quei numeri e basta?”

Non solo...è per il vostro cuore”

“Tzè..il cuore! Che ne sa una ragazzina come te?..”

Zoro voleva metterla alla prova, non si fidava di quella bambina-fantasma barra allucinazione da colpo di calore. Lei cambiò espressione e lui ebbe l'impressione che lo stesse implorando con quello sguardo.

Io ho sentito molto su di voi..da questa e l'altra gente. Ho sentito il vostro dolore, le lacrime e le emozioni che provate l'uno per l'altro e tutto questo ha scosso il mio popolo e mi ha destato.. non posso ignorare il tumulto che è nei vostri cuori, voi siete numeri primi come me, voi siete dei prescelti. E poi.. AVETE GRIDATO AL VENTO I MIEI NUMERI ,è stato un inconsapevole grido d'aiuto il vostro e io l'ho colto! I numeri primi vanno protetti e io vi proteggerò”

A quelle parole lo spadaccino decretò che quella davanti a lui era una bambina con le rotelle fuori posto, se ne stava andando quando si sentì afferrare una katana.

Tu...farai grandi cose con queste tre spade, io lo so, è perché sono tre..”

“Lasciami andare, devo cercare un vero aiuto” le disse lui guardandola di sbiego, non aveva altro tempo da perdere.

Ma non capisci? Io posso, io posso TUTTO ora! Permettimi di aiutarla, di aiutare Tre...altrimenti la perderete..e con lei sparirà anche Cinque e..”

Aveva gli occhi lucidi, era sincera e pareva quasi spaventata. Zoro iniziò a pensare alle parole di Nami, lei aveva detto che qualcuno di speciale voleva aiutarli, forse era lui che stava sbagliando. Decise di dare una veloce possibilità alla ragazzina, dopotutto anche Nami avrebbe fatto lo stesso.

Si voltò di nuovo verso di lei con la navigatrice tra le braccia e la bambina annuì facendo cenno di adagiarla a terra. Zoro lo fece, appoggiò piano la rossa a terra che continuava a rimanere a peso morto, era al limite, non era più cosciente.

Zoro rimase in ginocchio osservando attentamente cosa si apprestava a fare la bambina.

Loro vi hanno controllato con questo..e io con questo stesso strumento vi salverò”

Zoro pensava che ogni volta che quella bambina comunicava con lui non ci capiva un cazzo ma più passava il tempo e più lei gli pareva inspiegabilmente credibile.

Lei infilò una mano dietro la nuca della navigatrice, una luce balenò dal corpo della rossa e dopo pochi attimi lei aprì gli occhi.

Quegli occhi ruotarono lentamente mettendo a fuoco il viso della bambina lì vicino.

Ciao numero Tre, piacere! Sono la Principessa Splendente! Oppure chiamami col mio vero nome, Shade”

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Capitolo 37
*** Un incredibile aiuto ***


Mentre il corpo di Nami sprigionava una stranissima e brulicante luce, lo sguardo di Zoro andava da lei alla bambina come un flipper impazzito, continuando incredulo a controllare quelle ferite sulle gambe della navigatrice.

Stavano svanendo, sparendo in quella luce e la pelle martoriata della rossa stava tornando normale, i lividi si stavano riassorbendo, dopo poco quel chiarore si attenuò e Nami allargò un sorriso alla bambina.

Nel silenzio generale la rossa si tirò su a sedere, da sola. Si toccò braccia e gambe e incrociò lo sguardo strabiliato dello spadaccino. Era in ginocchio e immobile come una roccia, si accorse che lei lo stava guardando e inspirò destandosi da quel torpore con uno scossone.

“Non posso crederci..” disse solo.

“Ha! Ha! Neanche io Zoro! Caspita! Sto da dio! Mai sentita meglio! Ed è stata lei, non è così?”

Lo spadaccino dissentì e poi annuì confuso, con una faccia assurda e i due poi guardarono la ragazzina in piedi. Aspettava in silenzio in una posa elegante e dimessa, sorrideva dolcemente a loro, sembrava realmente una principessa delle favole, una principessa magica.

“Grazie! Grazie davvero chiunque tu sia!” le fece Nami colpita e la bambina socchiuse gli occhi apprezzando quel ringraziamento sincero.

Ve l'ho detto, sono Shade. Ormai sono sveglia e ho deciso di aiutarvi a tornare liberi, ho risposto al vostro richiamo perché ho capito che voi siete nel giusto. Voglio fare di voi i protagonisti della mia storia.. Sarete i miei eroi?” Nami non sembrò sorpresa nel vedere che lei non muoveva la bocca, aveva già capito in precedenza che quella era una bambina particolare.

“Ma..quale richiamo?” fece la rossa confusa.

Due e Cinque hanno urlato i miei numeri...mentre si difendevano dai cattivi, l'hanno fatto inconsapevolmente.. Tutti i numeri che hanno pronunciato erano numeri primi..”

“Cosacacchio..?! Non mi dire che mentre ci stavamo sfidando nel labirinto..! Pazzesco!!” pensò ad alta voce Zoro e Nami gli saettò un occhiata allibita.

“Beh..sì! Ma certo!” rispose la rossa decidendo di dare corda alla bambina. “Tu ci aiuterai e noi ricambieremo, stanne certa!”

Siamo daccordo allora! Perfetto..ora quindi tocca a Due. Farò di più che il solo guarirgli le ferite.. Poi dovrete percorrere la parte oscura dell'isola dove vi trovate per congiungervi a Cinque e a Sette, che attualmente sono nelle alture della città bianca. Questa è la mia fiaba e così deve andare”

Zoro spifferò a Nami velocemente due parole, si sentiva un po' nervoso.

“Sette e cinque sono Robin e Sanji, giusto?! E a me che vuole fare?! C'è da fidarsi per te?!”

“Hai paura di una bambina, Zoro?” le sussurrò lei facendo un sorriso tirato alla ragazzina.

“Ma che cazzo dici?! Hai visto quello che ha fatto?! Chi ti dice che può fare anche il contrario, ah?!”

Shade iniziò ad avvicinarsi a lui, aveva tutta l'aria di aver sentito tutto ma continuava a sorridere..era divertita? Lo squadrò con aria un po furbetta.

Vediamo...Due è un vero guerriero, forte e fiero come un animale feroce ed anche leale e coraggioso. Chinati Due e chiudi il tuo sospettoso occhio, quando giungerai dalla tua metà ritroverai il tuo corpo”

“In che senso?!” pensò Zoro fissandola a disagio e Nami gli fece segno di farlo senza discutere. Zoro le lanciò un occhiataccia, si chinò verso la bambina e poi si sentì toccare dietro al collo, su quel metallo fissato alla sua carne. Sentì un incredibile formicolio dappertutto e poi il suo corpo, in un chiarore, mutò.

Ci fu proprio una specie di lampo e con quello il corpo solito dello spadaccino sparì lasciando posto ad un altra figura, più grande e poderosa, era la corporatura smisurata di un felino.

Quando la luce se ne andò e Nami riuscì a vederlo per bene rimase senza parole, ed era davvero inconsueto per lei! Sbattè gli occhi incredula, a bocca aperta, non riuscendo a pronunciare alcunchè. Quel micione lungo quattro metri e alto quasi due aveva tutto l'aspetto di una pantera. Il pelo lucido e verde scuro riluceva alla luce del pomeriggio. Il grande felino aveva una cicatrice all'occhio sinistro e tre lunghe code, ruggì come infastidito...impossibile non comprendere che quello era proprio Zoro!

Due capisce tutto ma non riuscirà a comunicare normalmente con te, Tre” disse la ragazzina guardando compiaciuta la pantera “Lo aiuterai a seguire la direzione giusta e arriverete presto..”

Nami annuì ancora interdetta alla bambina e lei le indicò con il braccio la direzione.

Ora devo andare..non ho un tempo infinito, ci risentiremo presto”

Dopo queste ultime parole Shade svanì nel nulla e la rossa fece un grande respiro. Quello non era uno strano sogno, era tutto reale! Si voltò verso la grande pantera a pochi metri da lei e per un attimo ebbe il terrore di esserne divorata. Nami restò immobile dov'era. Quel felino la fissò socchiudendo l'occhio per qualche secondo e poi guardò basso, alle sue zampe, poi scosse un poco la testa. Povero Zoro! Chissà cosa pensava in quel momento! Nami si ripetè che quello era lo spadaccino non una bestia feroce qualsiasi e non le avrebbe mai fatto del male.

Quindi la rossa si avvicinò all'animale ed esso la seguì con la coda dell'occhio. Zoro controllava le sue mosse, sì era proprio da lui! Quando fu vicina Nami non potè resistere nel trattenersi ad accarezzare quel pelo, era talmente folto e lucente! Passò una mano su quella liscia pelliccia e sorrise, era davvero morbida..più di un pelouche!

“Non avrei mai detto che tu avessi un lato così dolce, Zoro!” scherzò lei e la pantera sbuffò infastidita.

“Ah! Ahaha! Dai, non prendertela! Insomma...mi fai salire?!” gli disse ancora cercando il suo muso (la pantera si era messa a fissare altrove ignorandola). Dopo alcuni secondi decise di abbassarsi e Nami salì in groppa, era una bellissima sensazione stare là sopra!

“Okkei, allora dobbiamo andare di là!” gli fece assicurandosi che la bestia vedesse la direzione che indicava la sua mano “Se sbagli ti tirerò le orecchie così capirai dove deviare la rotta, ok?”

Il felino ruggì debolmente e iniziò a scaldare i muscoli delle zampe stiracchiandosi un poco, Zoro stava prendendo confidenza col suo nuovo corpo evidentemente. In seguito quel micione ruggì forte torcendo il collo in cerca di lei. La rossa sobbalzò dalla paura.

AH! Sei matto?! Ok, ok, mi aggrappo! Andiamo” disse e la pantera sbuffò di nuovo ma in maniera diversa, Zoro era contento di averle fatto prendere un colpo? Probabile.

Appena lo spadaccino diventato felino sentì la rossa cingerlo forte al possente collo, scattò in avanti e prese a correre svelto nella boscaglia.

Mentre sfrecciava tra la vegetazione si stupì della sua stessa velocità e poi realizzò che si sentiva davvero bene, più energico che mai, in gran forma, era fantastico riuscire a muoversi così in fretta!

 

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“Ahh...d-diavolo che freddo! E non si v-vedono sbocchi...dannazione!”

Sanji sbottò spazientito liberando dalla bocca delle nuvolette biancastre. Era come se le sue mani fossero martoriate da centinaia di aghi e al posto dei piedi gli sembrava di avere due cubi di ghiaccio, per non parlare della donna che teneva tra le braccia, era certo che stesse perdendo calore e respirava troppo debolmente.

Era da un bel po' che Robin non gli rispondeva più ormai, persa nel suo strano stato di sonno, Sanji non sapeva più che strada prendere, stava seguendo quelle rive di ghiaccio ma senza risultato, ma una cosa era certa, lui non avrebbe mollato.

Buon pomeriggio”

Sanji sentì quella bella voce e si guardò attorno intirizzito, si sentiva ghiacciato fino alle ossa. La individuò quasi subito.

In mezzo al lago, a pochi metri dalla riva c'era una figura mezza umana sopra una roccia che emergeva dalle acque. Una sirena. Anzi, no. Una piccola sirena! Era una ragazzina.

Il cuoco aveva riconosciuto quella voce, era la stessa di poco prima, quindi doveva essere di quella creatura...ma una sirena?! Chi se lo sarebbe mai aspettato! Lì poi, in quel lago gelido?!

Ti si è ghiacciata la lingua, Cinque?” gli disse ancora non aprendo bocca.

In compenso fu il biondo a spalancarla incredulo. Quella piccola sirena aveva una coda luccicante a squame blu, un reggiseno viola che raccoglieva le sue modeste forme, capelli lunghi e lilla che terminavano in bellissimi riccioli e una coroncina argento in testa. Sorrideva, così sembrava.

Il cuoco rimase immobile a tremare, aspettando che quella creatura parlasse ancora, solo così avrebbe avuto la prova che quella non era un allucinazione, forse.

Non abbiamo molto tempo..prima vi ho teletrasportato via dai cattivi ma non è andata proprio come pensavo.. Devo rimettervi in sesto per permettervi di raggiungere Due e Tre, i vostri compagni..”

Il cuoco piegò la testa leggermente da un lato spalancando gli occhi. Non riuscì a dir nulla, era troppo sorpreso e confuso, riusciva a chiedersi solo chi diavolo fosse quella ragazzina-pesce. Lei comprese tutti i dubbi di quell'uomo e decise di passare all'azione senza perdere tempo. Si tuffò in acqua e nuotò fino a riva.

Quando l'acqua fu bassa, si alzò in piedi, al posto della coda ora aveva un lungo pareo blu che ricordava il colore della sua perduta coda, avanzò verso il cuoco con le sue nuove gambe, camminava a piedi nudi su quel terreno ghiacciato. Si fermò a due passi dal cuoco e la mora.

“Chi-c-chi sei tu?” balbettò dal freddo lui.

La sirenetta, non vedi?” disse lei spalancando le braccia e facendo un giro su sé stessa.

“Ah..u-una d-dannata vi-visione..” il biondo concluse che i neuroni del suo cervello erano andati e poi era assurda quella cosa che lei gli parlava tramite il pensiero!

Ahah ah! Scherzo! Io sono Shade e ti basta sapere che voglio aiutarvi, fidati di me Cinque!” se la rise la ragazzina. Sanji si chiese come mai non si lamentasse per il freddo così bagnata con quella temperatura, balbettò ancora.

“A-aiutare?..Come?”

Avvicinami Sette, quella donna che tieni premurosamente, so che sei un uomo gentile”

“S-s-sette?!”

AVANTI! Non c'è molto tempo! Dammi una possibilità! Come ha fatto Due, il tuo amico-nemico.. Io voglio aiutarvi, numeri primi, solo aiutarvi a scappare da qui”

Sanji non sapeva se credere a quella ragazzina-pesce lì davanti, stava guardando i suoi intensi occhi blu oltremare, un colore assurdo, mai visto prima sul viso di qualcuno, era tutto come un sogno ma quell'espressione e quella voce erano molto convincenti. Volle piegare le gambe per abbassarsi ma quelle gli cedettero e crollò praticamente a terra, in ginocchio, i suoi muscoli erano seriamenete provati da quel freddo. Riuscì però a tenere stretta Robin e a non farla cadere.

Lo vedi anche tu che non c'è tempo da perdere..ecco, guarda, basterà che tocchi qui..” pronunciò lei direttamente dentro la sua testa e lui guardò quelle mani dalle unghiette sgargianti e viola che si avvicinavano al capo di Robin. La bambina mise una mano dietro la nuca all'archeologa e all'istante il corpo della donna che il cuoco teneva tra le braccia si illuminò, come se una luce le nascesse da dentro. Sanji sentì uno splendido tepore e chiuse gli occhi con un brivido, sperando di aver preso la decisione giusta.

Dopo pochi secondi sentì la mora parlare, il cuoco riaprì gli occhi all'istante.

“Chi..chi sei tu, bambina?” pronunciò Robin.

Sanji abbassò subito lo sguardo vedendo che la donna era sveglia e guardava il viso della ragazzina felice vicino a lei, poi la sua attenzione si concentrò su quello che stava facendo Robin. Lei stava muovendo le mani e cercando di liberarle dalla camicia insanguinata e gelata. Quando uscirono allo scoperto quei palmi erano completamente guariti, non c'era nessun segno di abrasione, nessuna ferita, nulla, anche il sangue era sparito. La mora fissò un attimo le sue dita ad occhi sbarrati e poi si concentrò su Sanji, era come se una scarica elettrica lo attraversasse ogni tanto, sobbalzava.

“Sei completamente gelato, potresti morire in questo stato, lo sai? Non è una bella morte..e io che credevo di averti ucciso”

Robin lo disse con una calma disarmante, sembrava quasi un rimprovero il suo e la bambina ridacchiò mentre il cuoco rimaneva ancora muto non credendo ai propri occhi, a quello che aveva visto succedere in pochi attimi.

Sette ha ragione, ora penserò a te, Cinque”

“Come dici? Credo di non capirti..perchè ci chiami con dei numeri?” chiese la mora scostandosi dal cuoco lentamente (aveva paura di spezzarlo, tanto le sembrava ghiacciato), rimase seduta vicino a lui e alla bambina.

Scusami, Sette. Io mi chiamo Shade e vi sto aiutando perché siete dei numeri primi e a me piacciono molto.. Delle persone in quest'isola vi stanno facendo del male e io sto dalla vostra parte, ormai ho scelto cosa fare e voi quattro in cambio sarete gli eroi della mia storia. Sapete a me piacciono molto anche le fiabe...praticamente sono la mia vita”

“Hai chiamato me 'sette' e Sanji 'cinque'...Zoro e Nami come..?”

Per me sono Due e Tre” la anticipò Shade e Robin annuì.

“Se Zoro è due...allora è inevitabile che stai parlando della nostra ciurma..cioè del nostro ordine di arrivo nella ciurma....incredibile, è vero! I numeri primi siamo noi quattro e noi soltanto..”

L'archeologa stava ancora parlando tra sé e sé tutta presa da quella rivelazione quando sentì un tonfo. Il biondo era crollato di lato a peso morto, la sua pelle aveva quasi il colore di quella neve.

“Sanji!!” esclamò l'archeologa avvicinandosi e prendendogli il viso. Era freddo, non rispose in alcun modo al tocco di quella donna, doveva essersi proprio abbandonato a quel gelo. Robin lo chiamò ancora, gli diede dei leggeri schiaffi sul viso ma nulla, poi giunse subito vicino la ragazzina che con un semplice segno della mano e un debole sorriso invitò Robin ad allontanarsi un poco.

“Aiuta anche lui, fai in fretta, per favore..” le disse la mora insolitamente agitata e la ragazzina dai capelli color glicine li sorrise.

E' quello che intendo fare, tranquilla.. Lo metterò in forze e diventerà forte, talmente tanto che riuscirà a portarti velocemente dove dovrete essere..”

Robin era ancora un po' spiazzata da quella bambina prodigiosa che parlava direttamente alla sua mente e che, aveva capito fin da subito, l'aveva guarita dalle sue ferite e dal malessere dato da quella specie di droga che gli avevano fatto ingerire le persone in nero. Si allontanò ancora un poco dal cuoco a terra e aspettò con ansia che la bambina facesse quello che aveva annunciato. Rimase in ginocchio, osservandola.

Shade prese semplicemente la testa di Sanji tra le mani scostandogli il ciuffo biondo e gelato dal viso e disse piano poche parole.

Cinque è un gentiluomo.. a volte un po' folle e cedevole alle tentazioni. Ma pur sempre fedele e di morale.. Bello e dai calci letali.. Sì, direi che ho deciso”

La ragazzina sorrise di nuovo e il corpo del biondo iniziò ad illuminarsi di una forte luce, Robin dapprima spalancò gli occhi sorpresa e poi distolse lo sguardo, era impossibile fissare ancora da quella parte, era troppo fastidioso.

Subito dopo la luce sparì ma ancor prima di avere il tempo di aprire gli occhi e capire cos'era accaduto, la mora sentì un verso di animale proprio vicino a lei, un inconfondibile nitrito.

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Capitolo 38
*** La cinta infrangibile ***


Robin girò la testa di scatto e non potè credere ai propri occhi. Il cuoco era sparito e al posto suo, lì davanti a lei, c'era un fiero e bellissimo cavallo, o meglio, dalla sua fluente criniera blu spiccava lucente un grande corno a spirale. L'archeologa realizzò che quello era un unicorno, una creatura che esisteva solo nelle favole. Dischiuse la bocca e continuò ad ammirare il favoloso animale. Era più grande di un comune cavallo e il suo manto era di un blu elettrico, quando si muoveva sembrava luccicare tutto.

E' Cinque” spiegò la bambina nella sua testa e Robin la guardò esterrefatta.

La mora si alzò in piedi, l'animale era alto quasi il doppio di lei, fissò il muso dell'unicorno, quel corno fatto a spirale e quella criniera più chiara che copriva l'occhio destro ricordavano incredibilmente il cuoco di bordo.

“Ah! Sanji-kun..” fece scuotendo il capo ancora incredula “Caspita, sei tu! Ma come..?!”

Io posso tutto Sette, anche se non ho tempo illimitato..Ripeto, vi aiuterò e voi dovrete fare quello che vi comunicherò fino alla fine, realizzerete il mio desiderio FINO ALLA FINE?”

L'archeologa guardò quella bambina dallo sguardo supplichevole e intenso e annuì, dopotutto era l'unica via possibile per avere una speranza d' uscita da tutta quella situazione, altro non c'era da fare.

Grazie, allora sarà quella la vostra direzione al momento..Troverete Due e Tre molto presto, al confine tra luce e ombra” disse ancora fissando alla sua sinistra, poi sparì.

“Eri un ologramma allora...ahh, spero proprio che tu non sia un altro inganno di quella gente” pronunciò la mora al lago ghiacciato. Robin poi si sentì spingere piano ad una spalla, si voltò ritrovandosi il nasone dell'unicorno a pochi centimetri dal viso.

“Andiamo, lo so..” disse all'animale e poi realizzò “Ehi! Ma come faccio a parlare con te?..Tu mi comprendi?!”. Il destriero abbassò il capo di scatto con uno sbuffo e la criniera scintillò.

“Ah! Ah! Sul serio! Questo è inaspettato! Però..se rimanessi così non ti andrebbe male, sai? Sei affascinante..chissà come trasformerebbe me quella bambina, forse meglio non chiederselo..” La mora era davvero divertita, stava facendo un giro attorno all'animale per osservarlo meglio ma quel destriero un po' cresciuto non sembrò della stessa opinione. Finito il giro, Robin accarezzò la morbida criniera e l'unicorno la fissò.

“Sanji, mi dispiace per prima, non ho potuto controllare..” iniziò a dire ma il cavallo le diede un leggero buffetto sulla testa e poi con uno scatto indicò col muso, a suo modo, la direzione che aveva osservato anche Shade poco prima.

“Sì..ho capito, hai fretta. Anche io” disse lei e fece apparire delle gambe sul ventre dell'animale per potersi arrampicare e poi sedere su di lui..certo che quel tubino logoro non era proprio adatto ad una cavalcata! Robin si disse che quella era una situazione di emergenza e non era il caso di badare a certe cose. Salì, si posizionò e afferrò saldamente la lunga criniera e l'unicorno nitrì deciso. Sanji le stava comunicando che avrebbe iniziato a muoversi.

 

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Jo sentì Shade che lo invitava a staccarsi da lei. Le loro labbra si allontanarono le une dalle altre e piano, il ragazzo aprì gli occhi. Vide una lacrima rigare il viso di quella bambina dormiente e si tirò su in piedi del tutto.

Inspirò col naso e si accorse che era leggermente tappato ma non fu l'unica cosa. Si toccò la faccia e capì. Aveva il viso bagnato, lui aveva pianto e quella lacrima che aveva visto scendere dal volto della ragazzina in realtà era la sua. Quella stanza balenava di colori, era come esser dentro ad un arcobaleno rotante.

Diciassette, ora capisci da che parte stare. Avevo bisogno della tua forza per rivelarmi a loro e con questo hai capito anche molte cose.. Hai sentito le loro emozioni, i loro turbamenti e le loro paure, come le ho sentite io. Ti devi sentire stanco, riposati per ora, avrò ancora bisogno di te”

“Io..ho sbagliato tutto, lo so.. Quelle persone potevano.. sul serio morire.. Secondo te, sono ancora in tempo per farmi perdonare?” disse Jo angosciato e prendendo fiato, si sentiva spossato sul serio. Si riavvicinò a lei, era sempre immobile ad occhi chiusi, il ragazzo si chiese se mai avrebbe visto il colore di quegli occhi.

Perdonare da chi? Da loro?”

“No..da te”

Lo stai già facendo”

 

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I bianchi e tutta la cittadina candida ormai era in tumulto. Gli abitanti si erano organizzati in marce nelle quali spiccavano ologrammi di protesta, avanzavano ormai da ore verso la fazione nera a gruppi ben disposti e urlavano il proprio volere ai quattro venti. Presto sarebbero arrivati al confine e avrebbero, come era già successo in passato, invaso la zona nera, c'era chi era pure armato. Decisamente, quella non era una protesta pacifica, avrebbero fatto valere i diritti dei pirati con le buone o con cattive se necessario, sapevano che un grande potere era dalla loro parte, che quella bambina si era manifestata e l'unico motivo poteva solo essere perché lei non era d'accordo.

Molti palazzi della cittadina candida erano invasi dai colori, nessuno aveva agito in merito e ognuno sapeva che quelle tonalità erano messaggi, dei segnali che lei c'era, lei era con loro. Si sentivano forti quei paesani e marciavano fieri, in una delle prime file vi erano anche i consorti Mavy e Dary, anche loro, come tutti, dopo aver visto la spettacolare risposta dello spadaccino e del cuoco in quel labirinto si erano decisi, erano scesi nella piazzetta del paese e si erano seriamente messi in gioco per primi, organizzando una vera e propria manifestazione. Si erano divisi per zone per arrecare il maggior scompiglio possibile e in molti miravano anche al grande palazzo principale, pur sapendo che lì le guardie del castelletto bicolore erano ben armate e che quella struttura era considerata inespugnabile.

Il viceammiraglio Smoker e il suo gruppo di soldati si ritrovarono in mezzo a quel subbuglio cittadino non sapendo né che pensare né come agire, daltronde loro erano della marina e non i responsabili dell'ordine cittadino di quell'isola. Erano soprattutto spiazzati nel sentire che quella gente gridava i nomi dei pirati, sembrava che stessero proprio tutti dalla loro parte e questo era inaudito. Smoker si chiedeva che fare..di certo non poteva arrestarli! Non ci sarebbero entrati tutti nella loro nave! Forse l'unica cosa che rimaneva da fare era segnalare quell'isola e tenerli d'occhio ma più rimaneva in quella terra stramba e più il bianco era convinto che fossero solamente tutti un branco di squilibrati.

“TASHIGI!!” urlò ad un certo punto in mezzo alla folla (stava per esserne travolto ma con uno spintone si fece largo tra la gente).

“SSI'!! SIGNORE?!”

“ANDIAMOCENE!! Qui è un casino!! Raduna tutti e andiamo alla nave! Farò rapporto a chi di dovere e torneremo in massa ad ispezionare questo posto di balordi!”

“MUGIWARA! MUGIWARAA! LASCIATE ANDARE! I MUGIWARA!!” gli urlò in faccia un cittadino esaltato e Smoker gli fumò in faccia dissentendo schifato. Poi sbottò di brutto.

“SONO PAZZI! SONO PROPRIO TUTTI PAZZI! Credo impazziremo anche noi restando qui...sì magari c'è uno strano virus nell'aria..ALLA MALORA! ANDIAMOCENE!” Dopo quelle parole il bianco si accorse che la donna-capitano stava per essere trascinata via dalla folla inferocita, con uno scatto la trattenne e se la caricò sulle spalle come un fagotto e iniziò ad andare contro corrente cercando di uscire da quella bolgia, era più nero che mai.

 

Così la marina momentaneamente si ritirò, o meglio, cercarono di ritirarsi, alcuni soldati vennero accerchiati dalla gente su di giri ormai presa da una foga di superpotenza e i più codardi vennero pure derubati delle armi, altri scapparono poiché avevano sentito le parole del viceammiraglio e avevano paura di questo fantomatico virus, fu un bel parapiglia e non tutti tornarono alla nave.

 

I bianchi marciarono, avanzarono fino ad arrivare al confine tra la città bianca e quella nera e giunti finalmente alla meta restarono poi di stucco.

Non potevano proseguire, la loro strada era sbarrata, proprio come successe l'ultima volta, durante l'ultima sommossa. Sì, solo che quella volta erano riusciti nell'intento di oltrepassare quella metà, quell'ostacolo artificiale era stato attivato dopo l'invasione.

Invece quel giorno era lì, già lì, bello e attivo e loro sapevano che non c'era più nulla da fare, loro non sarebbero riusciti ad andare oltre.

Non potevano oltrepassare la cinta infrangibile.

 

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“ZORO! ZOROO!! CACCHIO FERMATIII BESTIONEE!!!”

Nami urlava ma quella bestia che stava andando ad una velocità infernale non l'ascoltava. Lei doveva andare in bagno, non ce la faceva più, era così e basta. Era ridicolo ma era la realtà. Lei allora iniziò a battere con forza la mano sul collo della pantera ma questa non rispose, poi la rossa ebbe un idea. Solletico, forse avrebbe funzionato!

Nami scivolò giù con la mano, sul grande fianco dell'animale e con le dita iniziò a pungolarlo prima piano poi sempre con più vigore. Ad un certo punto il felino ebbe uno scossone e lei rischiò di venire catapultata in aria, prima che accadesse però la pantera si fermò e la navigatrice ricadde sulla morbida pelliccia.

La pantera si girò rabbiosa indietro, verso di lei, ancora sopra e aggrappata, come per chiederle come mai di quella mossa azzardata.

“Io...devo scendere, ho un urgenza” disse lei evitando lo sguardo truce di quella bestia. Faceva finta di niente, ma le costava un sacco dirgli quella cosa.

La pantera sbuffò sonoramente e si abbassò facendola scendere, poi iniziò a studiarsi le zampe, le code.. Lei si allontanò un poco e il felino iniziò a girare su sé stesso come a rincorrere quelle sue tre code (Zoro stava cercando di riprendersi le spade in qualche modo?). La rossa prima pensò che era ridicolo e poi gli fece un po' pena.

“Ehi! Non ti muovere! Capito?! Se ti perdi...” Gli fece lei e in risposta la pantera ruggì, Zoro era evidentemente molto seccato di tutta quella situazione.

 

Quando tornò, Nami trovò quel grosso felino intento ad annusare l'aria. Per lo meno non si era mosso da lì, l'aveva ascoltata. Lei si avvicinò dichiarandosi a voce alta e la grande pantera verde scuro non badò alle sue parole, era troppo concentrata nel suo “nuovo” olfatto..chissà cosa avvertiva di così interessante Zoro ora!

Nami gli si parò davanti esclamandogli un “Sono qui!” e l'animale col muso la spinse via.

“HHEII! Ma che c'è adesso?!” gli fece arrabbiata e la pantera iniziò a muoversi.

“Zoro, non mi fai salire?..OH! Guarda che quella non è la direzione giusta..noi dobbiamo andare..” disse lei ma il felino ruggì ancora più forte e con il capo indicò proprio la direzione intrapresa. Nami non se la sentì proprio di protestare ancora, quell'animale le faceva impressione e anche un po' paura, anche se sapeva che in fondo era lo spadaccino.

La pantera continuava ad annusare l'aria, a volte si fermava ma poi riprendeva ad avanzare decisa nella vegetazione, Nami doveva quasi correre per stargli dietro. Perchè poi non l'aveva fatta salire? Se dovevano proseguire, perché lei doveva affaticarsi per stargli dietro?!

Nami stava ancora pensando che quella non era la direzione giusta e che era una pessima cosa seguire quello spadaccino senza alcun orientamento quando gli alberi si diradarono all'improvviso e apparve una piccola radura. La pantera si fermò e davanti ad essa la navigatrice vide qualcosa che i suoi occhi non avevano mai osservato, qualcosa di sconosciuto.

 

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A Robin pareva di volare, proprio la stessa sensazione di quando metteva su le ali e planava nell'aria. In groppa a quell'unicorno il terreno schizzava via come una forte corrente marina e quel vento frizzante le rinfrescava il viso.

Ormai avevano lasciato alle spalle la montagna, in men che non si dica stavano attraversando delle radure, il clima era gradevolmente mite e l'area abitata si faceva sempre più vicina. Avrebbero evitato sicuramente occhi indiscreti, avrebbero dovuto deviare un po' il loro percorso ma non sarebe stato un problema. Quell'unicorno andava davvero ad un andatura incredibile e balzava leggiadro, il viaggio era sorprendemente piacevole, la mora era rimasta salda alla criniera del grande destriero guardando avanti e godendosi quel momento. Aveva avuto un attimo di esitazione solo quando, all'improvviso, si erano trovati davanti ad un fiume e quell'animale non aveva esitato un secondo e non aveva fermato la sua corsa. L'unicorno aveva compiuto un balzo portentoso e in baleno si erano trovati dall'altra parte, sull'altra sponda. Lei aveva riso incredula e divertita e aveva sentito quel cavallone sbuffare, di sicuro Sanji si stava beando delle sue gesta.

Per evitare le abitazioni, si addentrarono celermente in un parco ricco d'alberi e di cespugli che confinava con una specie di boschetto, l'unicorno iniziò a rallentare un poco e Robin si chiese se non fossero già arrivati a destinazione.

Poi vide una cosa strana, all'inizio pensò di non vederci bene, sbattè le palpebre e cercò di mettere a fuoco il meglio possibile ma nulla cambiava.

“Fermati, Sanji! Scendo a vedere una cosa..” gli disse dandogli qualche pacca sul dorso e il destriero si fermò. Da gentil-cavallo com'era diventato, si chinò per abbassarsi il più possibile e Robin con un balzo agile scese da lui.

“E' stata sul serio una piacevole corsa!” gli fece sorridendogli prima di partire in esplorazione del particolare insolito che aveva avvistato e il cavallo socchiuse l'occhio come se fosse compiaciuto della cosa, sembrava voler dire “niente di che!”.

L'archeologa si incamminò tra la vegetazione e l'unicorno la seguì, non servì camminare a lungo per scoprire cosa celava sul serio quel folto bosco. Robin fu sollevata da una parte, i suoi occhi non avevano nulla che non andava, là davanti a lei c'era solamente una specie di barriera, un muro spesso, incolore, simile ad un vetro opaco e non faceva altro che offuscare la veduta di quello che c'era oltre.

Quel muro, che si confondeva benissimo tra tutto quel verde, era molto alto, forse altissimo, era dura capire quanto proseguiva in altezza e pareva anche di una lunghezza infinita, ogni tanto riluceva, come se fosse percorso da qualche aliena tensione.

Robin volle avvicinarsi di più e osservare meglio quella parete opaca, al di là di essa si potevano scorgere solamente delle sagome verdeggianti ma non si capiva nulla del paesaggio che nascondeva. Era quello il posto al quale dovevano giungere? Quella bambina, Shade, non aveva detto che avrebbero incontrato i loro compagni? Forse avrebbero dovuto proseguire, cercando di oltrepassare quell'ostacolo. Robin avrebbe voluto toccarlo ma pensò che molto probabilmente non sarebbe stat una buona idea..

Si avvicinò ancora di più a quello strano muro e poi sentì l'unicorno nitrire forte. Sanji aveva capito il suo intento ed era contrario a quello che lei voleva fare. Robin non ci badò e incrociò le braccia. Non fece in tempo a far apparire alcunchè perché l'unicorno calciò un sasso che colpì la parete con un secco “Toc” e si propagarono su di essa delle potenti scariche elettriche.

L'archeologa inditreggiò un poco e tutti e due capirono che quel muro era di certo un grosso problema.

“Potrei volare.. per capire se è possibile oltrepassarlo ma è meglio non farsi notare..” comunicò lei al cavallo blu.

 

Decisero quindi di proseguire verso sinistra, seguendo l'estendersi di quell'infinito muro ma dopo pochi passi l'archeologa notò un ombra scura, che spiccava oltre quella parete. Si fermò proprio davanti, ad osservarla e provò una strana sensazione.

Quell'ombra era grande e nera e di certo quello che c'era lì dietro non era un uomo. Sembrava muoversi un poco, a qualsiasi altra persona avrebbe trasmesso un senso di inquietudine ma Robin non provò paura. Non se lo spiegò bene, non seppe mai neppure come ci arrivò a quell'intuizione.

“Siamo arrivati” disse a Sanji e il destriero rimase in silenzio.

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Capitolo 39
*** Oltre quel muro ***


Nami osservava quella bestia che continuava ad annusare l'aria, lì davanti a quel muro strano, un po' trasparente e opaco, una cosa mai vista prima. Pareva non avere fine.

Zoro si era seduto, o meglio, la pantera a tre code si era seduta e pareva proprio aspettare qualcosa, allungando il muso in alto e alla sua destra, la navigatrice si chiedeva che diavolo sentisse di così interessante per insistere a rimanere in quel posto. Era rimasta indietro con le mani sui fianchi ad osservare la cosa enorme che era apparsa davanti a loro per alcuni minuti assecondando il volere dello spadaccino, ma ora iniziava a scocciarsi. E lui non la badava minimamente.

“Zoro! Non credi anche tu che sia meglio...” riiniziò a dire ma poi vide qualcosa muoversi dietro quel muro opaco. Sembrava una figura umana che camminava. Quella che era solo un ombra longilinea poi si fermò, proprio davanti alla pantera e quest'ultima scattò su quattro zampe avanzando un poco e bloccandosi col muso a pochi centimetri dalla barriera. Nami la seguì, rimanendo però sempre a debita distanza, aveva la sensazione che quel muro fosse pericoloso.

“Zoro, è meglio non toccare quella cosa secondo me..” gli disse ma il felino sembrava in un mondo tutto suo, troppo intento a fissare l'ombra oltre la parete, emettè poi un lamento più che un ruggito, uno strano verso che la rossa non seppe come interpretare, pareva triste.

Nami si fece coraggio e avanzò un poco e dopo pochi istanti capì tutto. Osservò quell'ombra alta un po' più di lei e poco dopo vide apparire distintamente un palmo sfocato. Le venne da piangere.

“Robin..?” disse la rossa e la pantera finalmente si girò a guardarla un attimo emettendo un ruggito come dire, “avevo ragione io stavolta”. Poi l'animale tornò a fissare quella mano.

Nami rimase sbalordita, probabilmente lo spadaccino con quell'olfatto aveva sentito il profumo della mora e l'aveva seguito compiendo un impresa impossibile per lui, che era solito perdersi nei percorsi più semplici. Con quel potente senso invece, aveva sentito in modo chiaro la direzione da prendere ed era riuscito nel suo intento, anche se ora lo spadaccino-felino e l'archeologa erano divisi da un muro. Incredibile ma vero, quella feroce pantera a Nami faceva una tenerezza enorme ora.

 

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“E' lui..” disse Robin con la mano a mezz'aria, era ben attenta a non toccare quella parete.

Il cuore le batteva forte, quell'ombra grande non aveva nulla della corporatura solita dello spadaccino ma lei aveva intuito lo stesso che si trattava di lui, lo sentiva dentro di lei che era così. Vedeva sfocatamente ora anche qualcosa di grande e tondeggiante in primo piano, ma era tutto oscuro, davvero non si capiva cosa ci fosse al di là di quel muro. Intuì che Shade aveva probabilmente trasformato anche Zoro in qualcosa, come aveva fatto con il cuoco.

Il destriero, dietro di lei, era rimasto immobile, in silenzio, quasi a contemplare la veridicità di quell'affermazione, poi si avvicinò anche lui a studiare quell'ombra e tutti e due notarono una macchia chiara aprirsi per un attimo in quella sagoma nerastra.

 

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La pantera ringhiò all'improvviso mostrando i denti aguzzi e Nami, che si era un attimo persa nei suoi pensieri, sussultò.

“Che c'è ora, eh?!” esclamò e osservò il felino scuotere il musone e cominciare ad andare a destra e a sinistra in agitazione. La rossa guardò anche l'ombra della probabile Robin e notò qualcosa di strano. Quell'ombra era cambiata, aveva mutato forma e si muoveva in modo inconsueto, in realtà non sembrava più una corporatura umana quella. C'era qualcosa che non andava..oppure Robin non era sola. Nami pensò che molto probabilmente nei paraggi doveva esserci anche quel farabutto di un cuoco ma quella sagoma che era davanti a loro non aveva minimamente le sembianze di due corpi umani, neanche se fossero stati molto vicini e sovrapposti.

La rossa stava ragionando su questo e quello quando Zoro, evidentemente esasperato, si scagliò contro la parete.

La pantera fece un balzo e tentò di affondare gli artigli su quel muro, un onda elettrica si propagò su tutta quella superficie verticale e il gattone venne catapultato via. Zoro si sfracellò a terra con un tonfo sordo e la rossa gli corse vicino gridando il suo nome. Era stato davvero avventato ma per fortuna il felino tirò su subito la testa scuotendola energicamente, sembrava non essersi fatto poi tanto male.

“Sei impazzito?! Ma che ti è preso??” gli urlò la rossa rimproverandolo e la bestia scattò di nuovo su quattro zampe sbuffando infastidita.

 

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“Se l'è presa mi sa...e poi dice di non esser geloso” fece la mora con le braccia sui fianchi. Aveva visto che quella ombra era sparita e poi era riapparsa all'improvviso attivando la tensione della barriera. Quello era di sicuro Zoro, probabilmente aveva percepito la presenza di Sanji vicino a lei e si era inferocito agendo d'impulso. Robin aveva visto che le due ombre dietro quella barriera si muovevano ancora, quindi era abbastanza tranquilla. L'altra piccola macchia più chiara doveva essere Nami. Non poteva sentire nulla di quel che diceva la rossa e neanche sentire alcun rumore, quella barriera fungeva anche da perfetto isolante sonoro.

L'unicorno si scostò in silenzio e Robin lo seguì con lo sguardo, un po' sospettosa. Il destriero si era allontanato di un bel po' e dopo poco prese a mirare la barriera raspando la terra con gli zoccoli lucenti. Che aveva intenzione di fare il cuoco? Che non avesse per caso anche lui intenzione di scagliarsi contro quell'ostacolo elettrico! Aveva di certo visto cosa si rischiava! La mora gli si parò davanti aprendo le braccia, avanzando un po' e dicendogli un secco “NO” ma l'unicorno sbuffò e prese a correre in direzione del muro.

Il destriero blu con un salto superò Robin e cozzò prepotentemente con quella parete cercando di infrangerla con il suo lungo corno.

Il risultato fu lo stesso, dopo la potente scarica il destriero venne spinto via da quella tensione e finì con un botto sinistro a terra e lì vi rimase per qualche secondo.

“Lo sapevi che andava a finire così! Perchè...” gli disse preoccupata la mora avvicinandosi e il cavallo tirò su il testone un po' confuso.

Poi, a fatica, si alzò sulle zampe e ancora, elegantemente, tornò al punto di prima mirando la parete.

“No! Perchè insisti?!” gli fece lei ancora in ginocchio “Non c'è verso di scalfirlo!”

Ma poi Robin si accorse che anche dall'altra parte stava succedendo qualcosa, anzi, la stessa cosa.

 

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“BASTA!! Non lo vuoi capire?! Vuoi crepare?! Smettila!” urlava Nami alla pantera inferocita che continuava imperterrita ad attaccare quel muro con il solo risultato di stordirsi sempre di più. Era la terza volta che Zoro prendeva la rincorsa andando poi ad artigli spiegati contro quella parete e non accennava a cambiare idea. La rossa si chiese se gli fosse andato di volta il cervello. Seguì quel micione adirato prendere la rincorsa per l'ennesima volta e attese sconvolta l'impatto sulla barriera opaca con le mani sulla fronte. Il felino sì, andò a sbattere contro il muro ma la navigatrice notò che nello stesso istante anche quacos'altro, al di là della barriera, aveva impattato contro essa, un qualcosa di grande e blu, forse.

Quella specie di danza suicida si ripetè ancora per un paio di volte, ormai era chiaro che lo spadaccino e quella cosa oltre il muro stavano agendo insieme per cercare di unire le forze e fare breccia in quella parete divisoria in qualche modo. Peccato che però quello sforzo non stava dando alcun risultato positivo.

Nami si sentiva inerme, gridava alla pantera di smettere, che non serviva a nulla continuare ma lui non si fermava..

 

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Robin, dall'altra parte, seguiva sgomenta le gesta del cuoco-unicorno e dello spadaccino-chissàchecosa. Era incredula soprattutto perché aveva realizzato che i due stavano collaborando e non era neanche servito che si parlassero per arrivare a tanto! L'avevano fatto punto e basta, lo stavano facendo e non c'era niente e nessuno che potesse fermarli. Era incredibile ma tutti e due erano arrivati alla stessa conclusione e ce la stavano mettendo tutta per arrivare al loro obbiettivo unendo le forze dei loro nuovi corpi.

Il fatto era che non sembrava che fosse abbastanza, per ora stavano solamente stordendosi sempre di più, quella barriera non aveva nemmeno una crepa.

 

Scusate numeri primi, questo non era previsto! Quella che vedete è la cinta infrangibile, eretta per dividere la città bianca da quella nera.. Cercherò di indebolirla..”

 

La voce di Shade rimbombò nella testa dell'archeologa, la quale notò anche che l'unicorno prendeva un attimo di pausa, probabilmente quella voce era entrata anche nella sua testa. Quando il messaggio terminò, la cinta diventò di un rosso vivo, fu qualcosa di impressionante. Il destriero tornò a raspare il terreno e poi a prendere la rincorsa per tornare a fare quello che sentiva di fare più convinto di prima.

Sanji si scontrò di nuovo su quel muro quasi allo stesso tempo dello spadaccino e, finalmente, iniziò a crearsi una screpolatura sulla sua superficie.

La parete cambiò colore diventando gialla e con il secondo tentativo dei due insieme quella spaccatura si allargò. Il destriero si tirò su su quattro zampe ancora barcollando un po' e il muro sfumò in un verde brillante, la mora inditreggiò un poco in attesa, si era alzata in piedi speranzosa. L'unicorno nitrì forte e prese a correre veloce e deciso, puntando allo stesso punto.

Fece quel balzo e quando impattò nella barriera smeraldo questa esplose nel punto del contatto in piccoli pezzi che schizzarono dappertutto diffondendo nell'aria scariche elettriche.

 

Il cavallo oltrepassò il varco saltando nel buco che si era creato ma Robin vide che qualcosa percorreva lo stesso passaggio frastagliato nello stesso attimo..qualcosa di grande e scuro che passò sotto all'unicorno e in un lampo fu davanti alla mora.

Piombò a pochi passi da lei e l'archeologa ne rimase spiazzata, paralizzata dallo stupore..

Quella pantera di un verde buio aveva una stazza spropositata e mostrava tutti i denti, furiosa. Poi l'animale mise subito a fuoco la mora e la sua espressione cambiò drasticamente, perse ogni atteggiamento aggressivo. Anche l'archeologa esaminò l'animale e lo riconobbe subito, da quella cicatrice o non seppe neppure lei da cosa, ma ne ebbe la certezza che fosse lui e gli sorrise.

Robin allungò una mano tranquillamente come a volergli accarezzare il muso e la pantera rizzò le tre code e fece qualche passo avvicinandosi a lei. L'animale ora stava facendo le fusa ad una bassa intensità, quasi impercettibile, sempre più vicino alla donna, procedendo come a rallentatore.

Il felino annusò il palmo e chiuse piano l'occhio, poi tornò a fissare oltre a quelle dita umane, erano come ipnotizzati l'uno dall'altra.

“Sei una meraviglia..” gli disse lei, c'era quasi arrivata a quel contatto desiderato, non vedeva l'ora di sentire quella morbidezza e quel calore, tutto gli ricordava lui e pensò che quel felino rispecchiava proprio la natura dello spadaccino. Robin stava per dirgli qualcos'altro ma non riuscì, non fece in tempo.

Tutto cambiò in un attimo, i due non riuscirono nemmeno a toccarsi perché successe una cosa imprevista, che nessuno dei due si aspettava.

 

Il corpo di Robin balenò di luce e lei percepì un pizzicore dietro la nuca. La mora si sentì stranissima e ad un tratto non riuscì più a vedere il suo braccio proteso in avanti, era sparito. Perse il contatto con la realtà per qualche istante e poi si ritrovò come a fluttaure nell'aria, davanti a lei vide Zoro, in forma umana, egli aveva riaquistato il suo aspetto normale.

“Che cavolo!.. di..scherzo è questo?! Quella bambina....” disse lo spadaccino fissando prima le sue braccia tornate normali, le sue spade legate ai pantaloni sgualciti e poi davanti a lui, era stupefatto di nuovo, per l'ennesima volta. La sua pupilla seguiva i movimenti di quella cosa che ora aveva preso posto dell'archeologa, il suo occhio andava su e poi giù, poi un po' a destra e un po in diagonale, ballava, cambiava sempre direzione.

“Quella ragazzina, perché ci fa questo? Io non ci sto a sta cazzata..” disse ancora ma le sue parole stonavano con il suo atteggiamento, non pareva affatto convinto, ammirava affascinato quel piccolo animale fluttuare davanti a lui.

Era una farfalla, un po' più grande delle comuni farfalle, quelle ali iridescenti sembravano celare una miriade di colori quando si muovevano ma il colore dominante ed incredibile era quel viola.

Il lepidottero fece un giro attorno a lui e lo spadaccino lo seguì facendo anch'egli un giro su sé stesso, quasi ubriaco, Zoro si sentiva bene fisicamente ma quel risvolto inaspettato l'aveva leggermente frastornato, era tutto troppo surreale. Il suo occhio attento poi si imbattè nella cinta, perse un attimo di vista quella farfalla. Il muro si era ricomposto, non c'era traccia della breccia appena creata, quindi gli altri due erano bloccati al di là di quel muro, non avevano risolto un granchè in fin dei conti. Notò anche che su quella parete scorreva come un onda colorata, un arcobaleno, passava veloce ripercorrendo la stessa direzione.

“Robin?..dove..” fece allora, girandosi cercando la farfalla ma non la trovò. Poi vide un movimento sulla sua spalla nuda e fece una smorfia quasi divertita. “Ah, ecco dove ti eri cacciata” le disse, il lepidottero si era semplicemente appoggiato sulla sua spalla, apriva e chiudeva piano le ali tranquillamente, come se quel posto fosse il suo consueto luogo di sosta. Lui la ammirò un poco da vicino e si chiese perché quella bambina aveva scelto di trasformare l'archeologa in un essere così debole e fragile.

Poi la farfalla con una piccola spinta delle ali prese il volo leggiadra dirigendosi verso la cinta opaca. “Oi!.. dove vai?” le chiese lui seguendola e notò che l'animale si fermava fluttuante davanti alla strana parete e poi iniziava a seguire quell'onda colorata che percorreva la superficie orizzontalmente. Lo spadaccino si chiese al momento il perché di quel comportamento ma poi capì che probabilmente quella ragazzina stava cercando di indicare loro la strada da intraprendere e Robin aveva subito colto questo particolare. Quindi con un mezzo sorriso iniziò a seguirla ammonenendola dopo poco.

“Ehi! Non ti avvicinare troppo a quella cosa, è pericolosa..” le fece ancora. Scuotè la testa, ma come poteva comunicare con un essere tanto diverso..con una farfalla?

 

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Dall'altra parte di quel muro, il cuoco guardava in basso con un punto di domanda in faccia. Davanti a lui c'era un animale carino, di un arancio vivo, il suo folto e bellissimo pelo riluceva quasi dorato al fioco chiarore di quel pomeriggio inoltrato. Sanji poi si osservò sollevato, le sue preziose mani erano ritornate e si sentiva carico come non mai, pieno d'energia, eppure se le ricordava bene quelle testate che aveva dato alla parete elettrica poco prima, l'avevano stordito non poco!

Si ricordava di esser riuscito a saltare dall'altra parte e la prima cosa che aveva visto quando aveva toccato il suolo era stata la navigatrice, a terra e in ginocchio, che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Di certo trovarsi davanti all'improvviso un animale di quella stazza l'aveva colta di sorpresa, se non terrorizzata e poi lui aveva avuto solo il tempo di accorgersi che lei cambiava espressione. Nami aveva come aguzzato la vista, concentrata, forse stava cercando di capire chi fosse davvero quell'animale delle favole davanti a lei ma poi era cambiato tutto all'improvviso. Il cuoco, dopo un attimo di smarrimento, si era ritrovato subito nel suo corpo originale e quando era tornato a vedere, davanti a sé c'era una piccola volpe.

Sì, era proprio un animale dagli occhietti dolci, con una pelliccia arancione e una grande coda pelosa. Studiò l'essere umano davanti a lei con impercettibili movimenti e poi si girò di scatto da un altra parte, dandogli la coda.

“Phh!..” sbuffò lui “E' toccato a te ora, eh?” le disse ma la volpe non lo badò avvicinandosi al muro che sembrava ondeggiare per via di quell'arcobaleno che lo attraversava. Sanji si disse che quella doveva essere proprio Nami, lo stava evitando come al solito e per una ragione ancora a lui incomprensibile ora sembrava anche odiarlo a morte.

A conferma di ciò, infatti, il cuoco notò che la volpe iniziò a correre via e attribuì quel comportamento al fatto che la rossa stesse cercando di andarsene per i fatti suoi, cercando di allontarsi il più possibile da lui. Sanji la seguì urlandole dietro.

“Nami-san! Dove vai?! Fermati! Non..non mi avvicinerò più a te! Ehi!! Non scappare! Troviamo gli altri!”

Il biondo ritrovò subito l'animale, la volpe si era fermata e lo fissava con la coda dell'occhio, avvolta nella sua grossa coda, lo stava aspettando rimanendo vicino alla cinta. In seguito guardò la parete come snobbandolo e ricominciò ad avanzare camminando e balzando agilmente, proseguendo nella stessa direzione in cui pulsava quella barriera.

“Anche trasforamata in un piccolo animale resti la più intelligente di tutti..” pronunciò lui tra sé e sé capendo quello che stava facendo lei. Sanji era stato talmente distratto da quella trasformazione che non aveva badato al muro e a quell'evidente segnale. Così continuò a seguire in silenzio la volpe tra la vegetazione, presto avrebbe fatto buio.

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Capitolo 40
*** Nascondiglio ***


Ci stanno arrivando...ho di nuovo bisogno di te, diciassette”

“Sono qui” rispose lui e si avvicinò ancora al suo candido e perfetto viso.

 

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Lo spadaccino continuò a seguire la farfalla e il balenare di quei colori sulla superficie elettrica, ormai la luce diurna stava sparendo, il sole sarebbe calato a momenti, l'enorme parete opaca rifletteva ora anche i colori caldi del tramonto, si poteva notare bene adesso quanto era incredibilmente vasta.

Zoro aveva perso il conto di quanto tempo ormai era passato dallo sbarco su quell'isola, due giorni circa calcolò a mente. Pensò a tutto quello che era successo constatando che più si andava avanti e più il tutto risultava incasinato e senza senso.. Cioè, lui ora stava seguendo una farfalla che in realtà era l'archeologa trasformata da una bambina evanescente che parlava di numeri primi e spariva e veniva nella sua testa quando voleva.. Chopper, o qualsiasi altro bravo dottore, avrebbe dato una sola spiegazione a tutto questo: follia. Lo spadaccino pensando a questo e a quello non si accorse che la farfalla fermò la sua avanzata e quasi la calpestò.

Porcamiseria! Robin!!...” esclamò facendo un balzo per evitarla e finendo sfracellato a terra.

Il lepidottero aveva tutte le ragioni per essersi bloccato in quel posto. Zoro si mise a sedere, si grattò la testa e notò che l'onda colorata che si propagava lungo il muro finiva la sua corsa concentrandosi in un punto basso della parete, formando dei vivaci cerchi concentrici. La farfalla si era appoggiata su un filo d'erba e pareva ammirare la piccola breccia su quel muro. Lo spadaccino si avvicinò un poco gattonando e potè constatare che quel varco era grande solo pochi centimetri, poi vide uno sfavillio provenire dalla farfalla e sussultò. L'animale risultava ora più piccolo, la farfalla si era velocemente rimpicciolita!

“Non mi dire che...” disse lo spadaccino seguendo i movimenti del lepidottero che si era librato in volo e si approssimava all'entrata del buco. Ora poteva perfettamente entrarci, era piccolo due centimetri o poco più.

La farfallina non temporeggiò, entrò nell'apertura e Zoro si accovacciò allarmato, tentando con l'occhio buono di scorgere qualcosa dentro a quel passaggio.

“Ehi! Sarà sicuro?!.. Io però non ci passo!” le urlò sentendosi un po' stupido. Vide un movimento all'interno di quel buco, poi più nulla, si rialzò restando seduto a gambe incrociate e sbuffò frustrato.

Avrebbe aspettato il suo ritorno, che altro c'era da fare?

 

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La volpe zampettò arrivando vicino allo strano buco evidenziato dai variopinti cerchi concentrici. Annusò un poco sospettosa e aspettò che anche il cuoco giungesse vicino ad ammirare la scoperta.

Il biondo arrivò e si mise a contemplare il piccolo varco. “Mm...chissà se arriva dall'altra parte..peccato che però sia così piccolo...” disse ben sapendo di dire un ovvietà. La verità era che, anche se era trasformata in una volpe, quella rimaneva la navigatrice e lui non sapeva bene come comportarsi con lei in quel momento.

Il cuoco vide che la volpe ebbe come un fremito e fece in tempo a vedere una strana farfallina viola uscire dal piccolo buco. Essa si mise a volare poi in alto, più su ancora e subito dopo accadde un evento che paralizzò di sorpresa sia il cuoco che la volpe.

Quella farfalla si ingrandì, sempre più. Ad un certo punto sovrastò i due atterriti e d'istinto Sanji si accucciò circondando con le braccia la piccola volpe.

Poi il biondo capì, guardandosi un secondo attorno. Non era stata la farfalla a diventare enorme ma bensì loro a restringersi! Il mega lepidottero continuò a volare sopra le loro teste mentre lui osservava l'ambiente incredulo. L'erba era diventata come un enorme foresta di bambù e si sentivano strani rumori provenire da ogni parte..dovevano essere diventati piccoli come formiche! La volpe pareva agitata ma non si era divincolata a quella vicinanza, Sanji ora la teneva tra le braccia, era morbidissima e sentiva quel suo cuoricino in tumulto a contatto con il suo petto.

“E' un incubo questo...vero?” gli disse fissandola da vicino e l'animale lo guardò con due luccicanti occhetti neri, Nami era spaventata da morire, tremava.

Come se non bastasse il cuoco si sentì sollevare all'improvviso. Qualcosa l'aveva afferrato da sotto le ascelle e lo trasportava librandolo sempre più in alto. L'uomo vide sgomento che la cosa che li aveva sollevati era l'enorme farfalla.

“Mettici giù! Lasciaci stare!” gli urlò dal basso ma poi si accorse che si stavano avvicinando all'apertura sulla cinta e pensò che quella doveva essere tutta opera della strana bambina che avevano incontrato.. e se era davvero così, allora, quel lepidottero viola poteva essere probabilmente...nient'altro che Robin! Realizzato questo, il biondo si accorse del buon profumo che allietava l'aria, era proprio così dunque! Quella era l'archeologa.

“Caspita, ora sì che è meglio svegliarsi..” disse dissentendo, il dubbio comunque gli rimaneva.

La farfalla, il cuoco e la volpe sfiorarono la tensione elettrica della parete ed entrarono nella breccia. Percorsero il tunnel color latte e dopo poco la farfalla si fiondò giù, deviando il percorso verso il basso. Vi era un altro passaggio che andava in profondità e questo terminava in un luogo poco illuminato. La farfalla appoggiò a terra delicatamente ciò che trasportava e ripartì subito verso l'alto lasciando Sanji e la volpe soli.

 

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Zoro stava per prendere sonno quando qualcosa gli sfiorò il naso, aprì l'occhio piano e vide uno sfarfallio violetto, sorrise e si grattò il naso.

“Mm..sei tornata, bene..” le disse vedendola volare vicino e poi sostare su una foglia verde, molto grande.

“Scoperto qualcosa?”

 

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La signora Black aveva sguinzagliato altri suoi collaboratori per tutto il palazzo ma senza risultato alcuno, quel ragazzo sembrava essersi volatilizzato. La donna oscura si imbattè nella stanza dove era rinchiuso il signor Bright e frustrata, entrò per ispezionare anche quel luogo.

“Eccoti qua! Come va, maritino?” disse acida e lui alzò lo sguardo su di lei “Non è che per caso quel ragazzino che stiamo cercando sia tuo alleato vero? Perchè se scopro che è così...”

“Non so di che parli Rose..” rispose lui seduto a terra, il cibo che gli era stato portato era intatto. La donna chiuse la porta dietro di sé.

“Si chiama Jo..e sa troppe cose, non ci sfuggirà.. In ogni caso, lo troveremo..” Rose sembrava parlare a sé stessa, stava tentando di convincersene? Il signore in bianco non badò alle sue parole e la interruppe.

“Ti si sta ritorcendo contro.. come previsto daltronde. Lei mi ha parlato, Shade è sveglia ormai e mi ha detto che questa sarà la sua ultima grande favola..”

“Come come?! Perchè a me non ha detto nulla? Perchè non comunica con me!? Io sono sua madre..Ti stai inventando tutto!” La Black sembrava davvero in agitazione ora.

“Non desidera parlare con te per via di ciò che hai fatto ai suoi numeri primi..”

“Ancora quella fissazione...” commentò la donna chiudendo gli occhi e l'uomo continuò.

“So che la gente è in tumulto, so delle trasmissioni interrotte, so che la marina si è al momento ritirata, so che volevate ucciderli e ci stavate quasi riuscendo..ma Rose, loro ora hanno un aiuto incredibile, sono troppo forti..saranno troppo forti e lo sai. Arrenditi ora, è l'unica cosa che puoi fare.. Non rischiare ..ti prego non rischiare di farla arrabbiare, lo sai che quest'isola si regge su un equilibrio precario e noi esistiamo per questo, non per mandare all'aria tutto..So che non troverai quel ragazzo..”

“Allora tu sai dov'è!! Dimmelo, maledetto!” gli urlò lei puntandogli una piccola arma contro. “Anzi, portami da lui!” aggiunse poi facendo scattare una leva alla parete.

L'ometto in bianco fu libero.

 

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“Oo-oh! Ehi! Ma dove diavolo mi..”

Sanji sentì provenire dall'alto una voce molto familiare. “Zoro?!” esclamò, guardando in su e fece in tempo a vederlo planare sorretto dalla farfalla spropositata. Gli venne da ridere, con quelle ali lo spadaccino sembrava una fatina delle favole che accorreva in loro aiuto.

“Ah ah! Ma guardalo come gli donano quelle ali! Che mirabili magie sai fare, alga volante?”

Zoro maledisse il cuoco ancor prima di atterrare facendogli un gestaccio e il biondo continuò a prenderlo in giro chiedendosi come mai una fata fosse così maleducata. Lo spadaccino venne adagiato a terra con cura e anche la farfalla appoggiò le sue fragili zampette a terra, era sempre enorme confronto a loro.

Zoro stava studiando la volpe e Sanji ancora quel lepidottero enorme quando tutti udirono un sonoro “CLANK”, il passaggio sul soffitto si chiuse ermeticamente e i quattro rimasero al buio.

Non per molto comunque perché i corpi della volpe e della farfalla iniziarono ad illuminarsi e poi con flash le due donne riaquistarono le loro sembianze originali (seppur rimanendo sempre piccole come formiche come i ragazzi). Il pavimento bianco e tutte le pareti di quell'ambiente presero luce, come illuminate dall'esterno da un chiarore naturale e in mezzo a loro comparve dal nulla la bambina.

Non mi dite che non conoscete la storia di Pollicino!” disse nelle loro teste “E' originale.. mi è sempre piaciuta sia la matematica che le scienze..vedere tutto da un altra prospettiva è interessante..se non che molto utile, come ora”

La bambina era vestita con un aderente tuta argento e aveva i lunghi capelli raccolti in colorate treccine, i ragazzi prima balerono un occhiata fugace alle donne tornate normali, Zoro sembrava molto sollevato mentre Sanji prese un profondo respiro, poi si concentrarono tutti ad osservare la ragazzina. A piedi nudi, iniziò a balzare più che a camminare, sembrando un astronauta in assenza di gravità. Spiegò loro dove si trovavano.

Questo è il vostro nascondiglio, starete qui stanotte, posso dare a questo luogo la forma e il colore che desiderate ma essendo la mia favola..lo deciderò io per questa volta..vi basterà pensare a qualcosa e questo si materializzerà perché io sentirò i vostri desideri..”

“Ci hai chiusi dentro..e se volessimo uscire?” fece lo spadaccino sospettoso.

E' solo per questa notte..domani organizzeremo il piano..la storia si svolgerà e avrà un gran bel finale..io lo so di che cosa avete bisogno ora.. Ci sono questioni che vanno risolte e cuori lacerati che hanno bisogno di cure, per far trionfare Il Bene dovrete essere una vera squadra, come disse Sette qualche giorno fa...vero, Tre?” la rossa si sentì nominata e fissò confusa la ragazzina, però annuì.

Qui sarete soli, non arriverà alcuna sentinella a spiarvi e i vostri cip sono isolati..finchè avrò la forza vi proteggerò” continuò la bambina balzando sul soffitto, ora era a testa in giù e proseguiva saltellando con aria serena e indifferente.

Quando uscirete da questo rifugio sarete pronti, nella notte organizzerò i nostri alleati e insieme libereremo i vostri nakama...Oh, sul serio, Sette?” la bambina guardò con occhi stupiti Robin “D'accordo, mi pare logico che dopo tutto quel movimento tu abbia appetito...”

La mora sussultò lievemente e spalancò gli occhi, le sue guance un poco arrossirono, quella bambina aveva captato il suo pensiero. Così, quasi al centro di quella stanza hi-tech apparve un tavolo bianco con sopra sette tipi di pietanze diverse. Spaghetti in brodo, carne lessa, verdure gratinate e perfino dei dessert molto invitanti accompagnati da vino e buon sakè.

“Sto ancora decidendo se questo sia un incubo o un bellissimo sogno...” parlottò a bassa voce il cuoco mentre deliziosi profumi si diffondevano nell'aria.

La vita può essere sia un magnifico sogno che un folle incubo, Cinque.. Devi decidere tu con coraggio a cosa vuoi credere.. Però io direi di non perdere tempo e anche..di non sprecarlo..” la bambina ora si era seduta su quel soffitto a gambe e braccia incrociate e li guardava dall'alto come se fosse un pipistrello argentato. “Finchè non risulterete uniti starete divisi”

“Aah?!” fece Zoro non capendo affatto quell'ultima frase. Videro la bambina sparire e dal nulla comparve una parete biancastra che divise perfettamente a metà l'ambiente in cui si trovavano. Non fecero in tempo a dirsi nient'altro, fu veloce, furono separati. Robin, Zoro e il tavolo con le pietanze da una parte, Sanji e Nami dall'altra. Non vi era alcuna porta o breccia su quella facciata divisoria, erano come delle coppie di formiche chiuse in due scatole diverse.

 

“E' buffo..ci eravamo appena ritrovati...ma so perfettamente perché quella bambina sta agendo così, ci ho provato pure io..” disse Robin guardando a terra, era preoccupata.

Zoro le si avvicinò e dopo aver osservato da vicino che sulla sua pelle non c'era alcun graffio le prese una mano e la tirò a sé. La strinse forte, affondando il naso tra i suoi capelli e annusando quel buon profumo. Robin si lasciò un po' andare in quella stretta e appoggiò la testa di lato, su quella di lui.

“Sapevo che c'eri tu là dietro..” le sussurrò “Ero preoccupato”

“Lo so..” gli disse piano lei abbracciandolo a sua volta “Ora sto bene, samurai”

Mentre quel lungo abbraccio proseguiva sentirono delle urla dall'altra parte della parete bianca.

“Nami ...” pronunciò la mora.

“Perchè ce l'ha a morte col cretino adesso? Cioè, non la biasimo..ma mi pare più incazzata di prima, come se fosse possibile poi!” disse Zoro ghignando tra quei capelli color pece.

“Ha visto qualcosa che non le è piaciuto...” rispose Robin ad occhi chiusi, sentendo che lo spadaccino scostava i suoi capelli e iniziava a baciarle il collo. Lo fermò a malincuore.

“Non è meglio mangiare, prima che si raffreddi..?”

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Capitolo 41
*** Cuscinate e luci soffuse ***


Sei pronto diciassette? Non devi aver paura..”

“Non ne ho, mi fido di te”

Jo era sempre all'interno di quella stanzetta circolare con quella bambina dormiente coperta a malapena dalla sua giacca nera aperta. Dopo quell'ennesimo bacio si era staccato da lei sententendosi di nuovo spossato, quella era l'unica maniera per aiutare Shade a comunicare con i pirati, aveva bisogno della sua energia vitale e lui non si sarebbe certamente tirato indietro. Però ora lei gli aveva proposto altro e lui non sapeva come reagire a quella richiesta. Un contatto fisico più profondo, per così dire.

Ne ho bisogno, ne hanno bisogno...è l'unico modo, l'unico possibile perché io abbia la forza...nessuno entrerà da quella porta..qui siamo solo io e te..”

La voce finì di rimbombare dentro alla testa del ragazzo e lui lentamente sfilò via quella giacca dal suo corpo lasciandola cadere a terra.

 

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Nami era seduta su una soffice poltrona bianca, era apparso pure un piccolo tavolino vicino che reggeva una tazza di the fumante, almeno così pareva. Lei aveva pensato che le sarebbe servito un calmante, anzi un sonnifero in quella situazione e dal niente era apparso quel tavolo e il recipiente. Stava per afferrarlo, quando il cuoco ricominciò a parlare.

“So che l'ultima cosa che vorresti è stare qui rinchiusa con me..” disse, dandole le spalle e quell'unica frase detta in tono piatto e assente le fece saltare i nervi.

Nami scagliò la tazza con il suo contenuto bollente addosso al cuoco gridandogli di sparire. Quella ceramica sfiorò la schiena nuda del biondo andando poi a schiantarsi contro la parete e frantumandosi all'impatto, però il the caldo fece centro e lui trasalì, si girò sorpreso e sofferente tenendosi il fianco. Sanji non disse nulla, fece solo una smorfia incrociando lo sguardo truce della rossa solo per un secondo, non voleva darle alcuna soddisfazione.

Si sentiva come in gabbia, in compagnia di un animale feroce, era di nuovo troppo..troppo per lui. Le scuse non erano bastate e poteva comprenderlo ma qualcosa gli diceva che Nami era diversa, era troppo adirata, c'era qualcosa che lui ancora non sapeva?

“Ne voglio un altra!” urlò lei riferendosi alla tazza e non staccando gli occhi infuocati dal cuoco. Il biondo in quel momento pensò di esser fritto.

Non apparve nulla però, non subito. Dopo alcuni secondi dove la rossa sembrava smarrita, comparvero numerosi cuscini color pastello, grandi, piccoli, giganti..tutti sparsi per la stanza, il pavimento ne fu inondato.

Sanji tirò un sospiro di sollievo benedicendo quella bambina e poi all'ultimo momento scansò un cuscino giallo che gli era già stato scagliato contro.

“TU! SEI! UN! MALEDETTO BASTARDO!!” urlò ancora isterica la rossa e altri tre cuscini volarono in direzione del cuoco che per evitarli inciampò nel morbido e finì a terra malamente. Appena si tirò su, un quarto cuscino grande e verde lo prese in pieno ributtandolo a faccia a terra.

“UNO! SCHIFOSO, NAUSEANTE! DEPRAVATO!!” continuava a ribadire Nami più convinta che mai, fuori di sé. Non gli importava minimamente che gli altri due, al di là di quella stanza, potessero sentire.

 

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“Però...è inviperita! Chissà che combinano..”

“Questo pollo è davvero buono...”

Zoro e Robin erano seduti al tavolo e stavano cenando. L'archeologa aveva assaggiato subito il piatto di bollito e Zoro si era fiondato sugli spaghetti in brodo, era tutto delizioso. Appena si erano seduti la luce della stanza si era indebolita ed erano apparse delle lucine soffuse un po' tremolanti, quasi a simulare il lume di tante candele. Lo spadaccino aveva chiesto alla mora se era stata lei a pensare quella cosa ma lei aveva negato, non voleva farsi passare da inguaribile romantica, però era sicura che lui non le aveva creduto.

“Dicevi..di Nami...” lo spadaccino parlava masticando “Che cosa..ha visto?”

“Una cosa spiacevole” rispose Robin pulendosi elegantemente la bocca “Come ne ho vista una anche io..”

“A che ti riferisci? Parla, strega, o meglio dovrei chiamarti streghetta..visto che ora siamo come degli insetti”. Ghignò, poi Zoro prese la ciotola e trangugiò tutto il brodo in una sola volta.

“Ho visto che hai messo il tuo nome su quelle donne.. me l'hanno fatto vedere le persone in nero”

Lo spadaccino si bloccò e schiantò il recipiente sul tavolo, poi si schiarì la voce sonoramente guardando di lato in estremo imbarazzo. Tossì, si stava pure soffocando.

“Tu mi daresti il consenso per...eliminarle velocemente se mai le incontrerò? Sai, me le ricordo tutte quelle zotiche..

Zoro sentì quelle sinistre parole e alzò lo sguardo, quella donna sembrava molto adirata, si chiese se davvero potesse arrivare a tanto.

“Io..non ho avuto scelta, credimi” disse deciso guardandola negli occhi.

“Un altra possibilità c'è sempre, Zoro. Su dai, ti conviene bere...e berrò anch'io per dimenticare questa faccenda”.

Una mano apparve vicino allo spadaccino e gli porse un bicchiere con del sakè. Lui fissò il bicchiere e lo prese lentamente, in modo incerto, poi osservò lei, sorrideva.

“Diavolo...mi hai fatto prendere un colpo!”

“Lo so” disse lei, divertita.

“Sto ancora cercando di dimenticarli quegli orribili dieci minuti.. E' stato tremendo

“Lo so..”

“L'unica su cui vorrei firmare il mio nome in modo indelebile, sei tu”

“...”

 

--

E arrivò un altro potente cuscino lanciato ad una velocità infernale.

Sanji, che ormai aveva adottato una tattica di difesa proteggendosi con un cuscinone rosa davanti alla faccia, incassò il colpo ma il grande guanciale non sopportò l'ennesimo tremendo urto e si sfasciò scoppiando in una nuvola di piume.

La rossa si mise a ridere, sembrava impazzita e il biondo non aveva molti dubbi che lo fosse davvero.

“E ora come farai EH?! FARABUTTO!!!” Nami cambiò espressione all'istante e prese a scagliare due cuscini alla volta con una faccia terribile, spaventosa.

Il cuoco cercò di ripararsi il viso con le braccia ma quei cuscini sembravano macigni e finì per schiaffeggiarsi da solo. Era da un quarto d'ora ormai che incassava un colpo dietro l'altro e lei sembrava sempre più agguerrita. Ad un certo punto, non potendone più, il cuoco sbottò.

“LA VUOI FINIRE??!” le urlò, non riconoscendosi più.

Insomma, stava sgridando Nami?? Sul serio?! Però non aveva avuto scelta.. Sanji si rimise subito in careggiata, era stato troppo scortese. Sgusciò da dietro i cuscini e mostrò i palmi, come a dire “mi arrendo”.

“Nami, scusa!..Io non so perché tu sia così ...arrabbiata! A parte quello che già so..”

Lei, che si era arrestata a quella reazione aggressiva del biondo, prima si sentì ancora più offesa e poi ricominciò a colpire con tutta la forza che aveva in corpo, non aprendo più bocca, si concentrò solamente nel colpirlo.

Azzurro, rosa, bianco, giallo, verdino, violetto...i cuscini volavano e si schiantavano addosso al cuoco, alcuni rompendosi e finendo in esplosioni bianche. Le scuse non servivano, parlare con calma neppure, Nami non aveva voglia di ragionare, in quel momento non c'era proprio con la testa, voleva sfogarsi e basta e quella adorata bambina le aveva dato l'opportunità per farlo. Voleva fargli male. Almeno quanto lui ne aveva fatto a lei.

Così Sanji, ad un certo punto fu al limite, decise di fare una cosa assurda, imperdonabile per come era fatto lui. Decise di contrastarla, di contrattaccare.

Sputò l'ennesima piuma che gli era finita in bocca, ormai aveva i capelli arruffati e pieni di quelle bianche piume, sembrava un pulcino spennato. Prese un cuscino implorando nella mente la rossa di perdonarlo. Un cuscino viola lo colpì in pieno ma lui riuscì, nello stesso momento, a lanciare quello che aveva afferrato.

Il guanciale fece centro e Nami, spiazzata, perse l'equilibrio, barcollò un istante ma non cadde.

“Sei tu che l'hai voluto..” sibilò il biondo serio e inferocito e la rossa lo fissò con gli occhi ridotti a due fessure, prendendo fiato.

“Te ne pentirai..” gli disse solo, scannandolo con gli occhi, e ricominciò a scagliare quei pochi cuscini intatti che erano rimasti intorno a lei.

 

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“Senti questo...è squisito” gli disse l'archeologa avvicinandogli la forchetta sulla quale era appoggiato un pezzo di torta al cioccolato fondente e rum. Zoro la fissò un attimo prima di aprir bocca.

“Lo sai che le cose dolci non mi piacciono..”

“Non te ne pentirai, non è così dolce..” gli disse lei ammiccando.

Quindi lo spadaccino aprì la bocca e quasi si mangiò pure la forchetta constatando poi che quel dessert non era per niente male. Ne prese poi pure una fetta mentre la sua testa andava a quello che sarebbe stato il dopocena. Poi sentì delle urla dall'altra stanza.

“Quei due..stanno facendo un casino infernale...qualcuno non ne uscirà vivo secondo me” disse poi addentando la porzione di torta scura.

“Nami ha tutte le ragioni per avere il cuore spezzato, le servirebbe un po' di questo dolce..” commentò Robin chiudendo gli occhi in quell'ultimo boccone. Lo assaporò e deglutì. “Dicono che il cioccolato tiri su di morale”

Zoro che l'aveva osservata fino a quel momento sbarrò l'occhio. “Perchè mai dovrebbe avere..quello che hai detto?!” chiese con una faccia contratta e buffa.

La mora ridacchiò e poi tornò seria. “Sanji è andato a letto con una donna, dopo il banchetto di benvenuto intendo. Abbiamo..visto e sentito tutto e non è stato affatto divertente, soprattutto per la navigatrice”

“Stai scherzando!” fece Zoro allibito “Vi hanno fatto vedere..! No, tu stai scherzando!”

“Lo vorrei davvero” rispose lei e lui lo capì chiaramente quanto fosse sincera.

 

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La battaglia di cuscinate andava avanti imperterrita, ogni due cuscini che lanciava lei ne volava uno di lui e ben presto i lanci della navigatrice persero di potenza, ora era intenta a schivare oltre che ad attaccare.

Ne erano apparsi altri di quei guanciali colorati e la stanza ormai era un mare di piume, la rossa affondava fino ai polpacci in quel morbido che era pure scivoloso. Continuava a mirare Sanji alla testa, in realtà sperava di staccargliela e lui l'aveva spesso colpita alle braccia e alle gambe, solo una volta in faccia e poi si era pure scusato. Lei si era infuriata da morire e aveva strappato un cuscino dalla rabbia per poi prenderne uno grosso e scagliarglielo contro.

Ad un certo punto il cuoco le colpì il sedere e lei finì a terra. Nami alzò la testa e lo trapassò con gli occhi, furiosa.

“Sei pure SCORRETTO! Massì! Che posso aspettarmi da te! Da UN TRADITORE! Tu..”

“Mpuh!” Sanji sputò ancora qualcosa di bianco dalla bocca “Scorretto?! Traditore?! Ma mi vuoi dire COSA HO FATTO??!!” sbottò di nuovo, iniziò a tossire, qualcosa gli solleticava la gola, probabilmente un altra piuma, aveva la sensazione di soffocarsi da un momento all'altro.

“Tu non te ne rendi nemmeno conto...Non ne dai importanza..” Nami restò a terra, iniziò a singhiozzare, era l'ultima cosa che voleva fare ma non fu capace di sfogare la sua rabbia e delusione in un altro modo. “Una donna vale l'altra.. è sempre stato così”

“Couffh! Ma che cosa dici?!..Ti sei fatta male?” il cuoco la fissava tossendo e dissentendo confuso.

“Sei un bugiardo...tutte quelle attenzioni, dovevo accorgermene..che erano fasulle..sono stata una stupida, un idiota..una CRETINA!” Nami urlò quell'ultima parola e gli lanciò una cuscinata in malo modo che lo colpì al petto facendogli sputare finalmente quel pezzo di piuma che stava per strozzarlo. Sanji tossì di nuovo e gattonò un po' verso di lei, non era possibile camminare lì dentro, era troppo scivoloso.

“Non capisco..non sei chiara..” le disse guardando preoccupato quelle lacrime. Era troppo vicino, in una posizione pericolosa, se ne accorse in ritardo.

“AH NO?!” fece lei tirando su con il naso e lanciandogli un altra cuscinata in piena faccia.

Il cuoco rimase impassibile guardandola con l'unico occhio visibile spalancato, un espressione decisa, ne aveva abbastanza di subire.

Vide che lei prendeva un altro cuscino e allungando la mano di scatto la intercettò bloccandole il polso, Nami in risposta, con l'altra mano, gli diede uno schiaffo potente.

Il biondo non ebbe alcuna reazione, la sua testa rimase fissa in avanti, stette immobile un secondo e poi andò a tentoni recuperando un guanciale con la mano libera prevedendo già la mossa successiva della rossa.

Nami infatti, era pronta a colpirlo di nuovo. Quel suo palmo letale arretrò e poi tornò a piombare su di lui ma il cuoco fu più veloce. Deviò quel braccio colpendolo con una cuscinata e la rossa perse l'equilibrio caracollando sul biondo. Sanji la fece rotolare sotto di lui, in quel mare di piume bloccandole tutti e due i polsi.

Nami teneva gli occhi chiusi e tirava ancora su con il naso, le lacrime non finivano di scorrerle dal viso.

“Adesso ti calmi e mi dici tutto..” gli disse lui con tono fermo, davvero ora non si riconosceva più, però era lei che l'aveva costretto ad arrivare a tanto.

“Mi fai male, verme...schifoso!

“Non è vero e lo sai”

“L'hai già fatto!”

“Spiegati..”

Il biondo mollò la presa rimproverandosi di nuovo per il suo comportamento e Nami ne approfittò per spingerlo via per poi coprirsi il viso con le mani, il cuoco finì col sedere a terra, in uno sbuffo di piume, e rimase lì in attesa di una risposta. Ma non servì che la rossa aprisse bocca, la parete divisoria divenne un enorme schermo su cui si poteva vedere già uno scorrere di immagini.

Era quel filmato, che iniziava proprio con l'entrata del biondo in quella camera blu.

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Capitolo 42
*** E' andata così ***


“E' una cosa ripugnante! Non pensavo esistessero individui più depravati dell'idiota dietro questa parete! Ma come cazzo hanno solo pensato di farvi vedere una cosa del genere?!”

“Volevano metterci l'uno contro l'altro..”

Zoro era davvero furioso. Robin, con gli occhi, lo seguiva andare su e giù in quella stanza con una bottiglia di sakè in mano, ogni tanto ne buttava giù un sorso e imprecava. Aveva buttato in parte anche le katane in un gesto di rabbia, in quel momento pensava solo a quello che aveva dovuto vedere e sentire lei, la sua donna, era incavolato nero.

Poi i due udirono uno “Sciaff” molto familiare provenire dall'altra stanza.

“OH! Brava! Dagliene un altro a quel...quel..! Oh ragazzina, faresti meglio a rinfonzare questa parete!!” gridò e quindi successe una cosa strana. Prima la parete avanzò di qualche centimetro, era evidentemente aumentata di spessore, e poi apparve in rilievo un grande rettangolo bianco dove iniziarono a vedersi delle immagini.

Robin, sentendo dei rumori, si girò sulla sedia verso quello schermo, un po' stupita.

“E' quello che ci hanno fatto vedere, iniziava così, con il cuoco che entrava nella sua stanza..”

“COSA?!....ma dico, siamo pazzi?!! Io non voglio vederla quella cosa! Hai capito Shadi?! O come ti chiami!? Spegnilo!!” gridò ancora lo spadaccino a denti aguzzi verso il soffitto.

Ma il filmato continuò, non si arrestò affatto, Zoro si morse il labbro respirando in affanno.

“Ti conviene sederti.. c'è ancora del vino in quella bottiglia” le disse lei con una calma surreale, Zoro sapeva che stava fingendo, era a braccia incrociate, a disagio.

 

--

Nami aveva tolto le mani dalla sua faccia arrossata e guardava con orrore quelle immagini. Di nuovo, avrebbe dovuto sorbirsi quel filmato ancora. Si chiese perché, perché quella bambina fosse diventata così crudele tutto ad un tratto. Intanto la parete mostrava il cuoco che entrava e veniva accolto dalle ragazze in bikini e poi sveniva.

“Beh, non le ho messe dentro io, quelle donne...c'erano già” disse lui con una faccia interdetta, sperando che non gli sanguinasse il naso.

“Ma sta zitto..” sibilò lei.

La rossa si tirò su e scivolò un po' via da lui allontanandosi, non sopportava l'idea di stargli vicino. Poi guardò il filmato dissentendo con un espressione rabbiosa e disperata e il cuoco non mancò di cogliere quell'atteggiamento, si chiese se fosse quello il problema, se fosse quello a cui lei si riferiva, il motivo per il quale era tanto sconvolta. Quella ragazza aveva tutta l'aria di sapere già che cosa avrebbe visto.

Sanji tornò a guardare le immagini, lui ora era sul letto con la donna mezza nuda, o meglio, ora che la vedeva da fuori più lucidamente, quella donna era nuda. E sì, quel biondo nel filmato aveva proprio una faccia da pesce lesso, era completamente perso in quello che ammirava.

Il cuoco rimase un po convolto da quelle immagini, non credeva che da fuori risultasse un uomo così assurdo e debole, per la prima volta veniva messo davanti alle sue fragilità, era un boccone un po amaro da buttar giù ma era così, quello era lui.

Si mise una mano davanti alla bocca senza nemmeno accorgersene e continuò a guardare, chissà perché quelle curve e quel corpo perfetto ora non avevano alcun effetto su di lui.

Nami invece, smise di guardare, sapeva come andava a finire quella maledetta ripresa, però osservava a tratti la reazione del cuoco e rifletteva già su cosa dire e fare poi, quando quel filmato sarebbe terminato. Aveva anche provato ad implorare nella sua mente con tutta sé stessa quella bambina, pregandola di bloccare quel video ma non era servito, la ragazzina non le aveva dato ascolto.

Ora la bella donna dai capelli argento era sopra il cuoco e lo informava che avrebbe fatto tutto quello che lui voleva, alla rossa quella voce diede sui nervi come non mai, strinse i denti e si girò dall'altra parte, non voleva nemmeno rischiare di incrociare lo sguardo né con quello schermo né con Sanji.

“Forse ho capito..” disse lui allora “Tu sei furiosa perché non ho risposto alla tua chiamata.. Tu stavi male e io nel frattempo cosa facevo?.. Ah, ti posso capire, ma mi ero già scusato per quello no? Diamine, non ho sentito quel maledetto cicalino! Forse mi hai chiamato proprio quando ho perso i sensi? Potrebbe essere..”

Il cuoco disse tutto questo non staccando gli occhi dalle riprese, ora era lui sopra quella donna e si stava avvicinando a lei lentamente..

“Non hai capito assolutamente NIENTE!!” gli urlò lei esplodendo di nuovo “GUARDA QUELLO CHE SUCCEDE POI! SEI STUPIDO FORSE?!! NON SAI QUELLO CHE HAI COMBINATO?!” Il biondo si girò a guardarla con una faccia stralunata. “ERI UBRIACO?!! ERI UBRIACO ANCHE QUESTA VOLTA??! NON TI E' BASTATO APPROFITTARTI DI ME??! DOVEVI...”

 

Nami!..”

 

La rossa si bloccò all'istante e, attonita, tornò a guardare il filmato. Aveva sentito chiaramente che lui, in quello schermo, aveva gridato il suo nome.. com'era possibile?

Il video mostrava un Sanji seduto sopra quella donna nuda ma la cosa strana era che si teneva la testa tra le mani ed era agitato, sembrava stesse male. Poi si mise a cercare qualcosa furiosamente dentro la camicia bianca quasi del tutto aperta, lo trovò. Il biondo stava fissando quel lumacofono che si illuminava ad intermittenza, il segnale di una chiamata senza risposta.

“Non è così...non..” disse Nami ad alta voce mentre vedeva il cuoco alzarsi di fretta da quel letto blu e correre verso la porta, poi ancora, spiare un attimo fuori e correre via abbandonando lì da sola la donna dall'aria insoddisfatta.

Nami era incredula, battè le palpebre una volta sola e sgorgarono altre lacrime, rimase immobile.

Il filmato terminò con una schermata azzurra con una scritta bianca. Diceva:“In verità, è andata così”.

 

--

“In verità, è andata così” lesse ad alta voce Robin e fece un sospiro. “Beh, è un sollievo!” disse poi sorridendo mentre il led spariva e tornavano le lucine soffuse.

“E' stata una porcata comunque!” fece lo spadaccino che nel frattempo si era scolato tutte e tre le bottiglie di vino e sakè sul tavolo. Alla fine, nell'esasperazione, si era seduto.

“Dici che anche loro di là l'abbiano visto? Insomma, Nami deve sapere..”

“Perchè farlo vedere a noi e non a loro? Non avrebbe senso..”

“Ben detto, samurai!” Robin scoccò un occhiata d'intesa al suo compagno di fronte, era sollevata, ora aveva una speranza che i due nell'altra stanza potessero in qualche modo riappacificarsi. E con questo pensiero bevve un ultimo sorso del suo vino.

“E se quella bambina invece...abbia, come posso dire, manomesso quel filmato? Chi può dire quale sia la verità..”

“Io credo che questa sia la verità” gli disse lei alzandosi dal tavolo e avvicinandosi a lui. Posò una mano sulla sua forte spalla. “Quella gente ha fatto un bel lavoro con quel filmato, ci siamo cascate tutte e due, pareva davvero reale..”

Robin fece scivolare la sua mano sul collo di lui e poi passò ad accarezzare l'altra spalla andandogli dietro. “Ora che è tutto chiaro andrò a farmi una doccia..” gli sussurrò chinandosi e lo spadaccino fece un sorriso sghembo, compiaciuto.

“O forse..sarà meglio un bagno caldo, visto quello che ci aspetta domani” continuò lei.

“Io non affretterei così i tempi” disse alla fine lui.

La mano dell'archeologa scivolò via dalla sua schiena e in un angolo di quell'ambiente iniziò a materializzarsi una piccola stanza, un bagno contenuto ma fornito di ogni necessità.

 

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Nami era attonita, non ci poteva credere a quello che aveva visto, continuò a fissare per degli attimi interminabili quella scritta senza proferir parola.

“Che...che cosa ti aspettavi da quel filmato?” le chiese lui osservandola, le pareva paralizzata. “Hai detto che ho combinato qualcosa..non capisco, cioè, sì..dovevo rispondere prima e ti chiedo di nuovo scusa per questo ma non l'ho sentito..io dopo sono corso da te..”

“Smettila!!” gli urlò lei, destandosi “Ci hanno ingannate....”

“Chi?”

“Quella gente..ci ha fatto credere....altro

“Cosa avete visto?” gli chiese lui voltandosi completamente verso di lei tra un fluttuare di piume, quella risposta ora la esigeva.

“Non ha importanza” rispose Nami guardando da un altra parte, era furibonda con quelle persone e arrabbiatissima pure con sé stessa.

Non ha importanza??! Certo che ne ha! Mi hai quasi staccato la testa! Voglio sapere! Qualsiasi cosa tu e Robin abbiate visto, voglio esserne a conoscenza!” Sanji prese pure ad avanzare verso di lei, sempre tra quel morbido, sempre gattonando.

“Sta lontano!!” gli fece la rossa indicandolo “Sta lontano, ok?..” Non era più sicura di nulla la povera Nami, neanche di come doveva comportarsi con quel cuoco, non voleva parlare, non desiderava dirgli più nulla, non gli avrebbe raccontato quello che aveva visto perché sarebbe stata di nuovo vulnerabile e lui avrebbe capito i suoi sentimenti, perché era di questo che si trattava in fondo. E lei non era ancora pronta ad ammetterlo a nessuno, neanche a sé stessa. Stette immersa tra quei pensieri, i suoi occhi erano persi nel vuoto.

 

 

Sanji rimase seduto a poco più di un metro da lei pensando la strategia migliore per avere quella risposta. Cosa era meglio dire? E cosa era meglio fare? La studiava con la coda dell'occhio, aveva appena iniziato a togliersi con finta indifferenza qualche piuma dai capelli, ora che la osservava bene ne era piena dappertutto e aveva ancora gli occhi lucidi.

Lei aveva pianto. Doveva aver visto qualcosa di importante, qualcosa di grave ed era stato lui a farlo, a compiere quella cosa.

NON TI E' BASTATO APPROFITTARTI DI ME??!” A Sanji venne in mente quello che gli aveva urlato poco prima, la navigatrice accennava a quella notte ma non era affatto giusto che lei usasse quella parola. Approfittarne...non gli era mai balenato per la mente di farlo! Che uomo sarebbe diventato altrimenti? Si sarebbe dato la nausea da solo, questo è certo. Cercò di ricordare nella sua testa tutto quello che le aveva urlato.

“TRADITORE!”... “Tutte quelle attenzioni erano fasulle..”..

“Ubriaco...”...“ERI UBRIACO ANCHE QUESTA VOLTA??!”..

“Anche questa volta...” ...

 

Non ti è bastato approfittarti di me..eri ubriaco..anche questa volta”

 

Sanji realizzò che la risposta Nami gliel'aveva già data, forse inconsapevolmente. Doveva essere così, era inspiegabile ma doveva essere andata in quel modo, la rossa doveva aver visto proprio quello. Lui doveva accertarsene.

 

 

Spezzò quel silenzio. “Non me lo dirai giusto? Quindi proverò ad indovinare..

A quelle parole la rossa non reagì, o meglio, non fece trapelare alcuna emozione. Sanji prese coraggio e parlò.

“Loro vi hanno fatto vedere.. non so come ma.. che io facevo l'amore con quella donna”

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Capitolo 43
*** Cucina per lei ***


Jo sentiva il corpo di Shade a contatto con il suo ed era una sensazione mai provata, nuova ed incredibile.

Si era spogliato in fretta perché la ragazzina gli aveva comunicato che non c'era più tempo e lui si era disteso sopra di lei. Se l'immaginava caldo quel corpo, invece aveva subito avvertito quella pelle stranamente fresca, quasi fredda, come se Shade fosse in realtà appena uscita da un frigo.

Si era coricato su di lei con estrema cautela e non proprio sopra, aveva paura di farle male, di soffocarla, le aveva appoggiato una mano su una guancia e l'aveva baciata e ora quella strana sensazione che prima sentiva solo sulle labbra, la avvertiva su tutto il corpo, soprattutto sulle le parti a contatto con lei.

Ora i loro corpi stavano prendendo la stessa temperatura, la ragazzina si stava lentamente scaldando, stava assorbendo il suo calore.

Lui poteva sentire i suoi pensieri, poteva cogliere i dialoghi, i sentimenti e le emozioni di quei pirati dentro quel nascondiglio sotto terra. Poteva leggere i loro cuori come faceva quella ragazzina. Era bellissimo, lui stava regalando la sua forza a lei e Shade stava aiutando quelle persone. E in cambio, lui stava vivendo uno dei momenti più belli della sua vita.

 

-----

 

“Loro vi hanno fatto vedere.. non so come ma.. che io facevo l'amore con quella donna”

 

Per qualche secondo quelle parole risuonarono nella testa della navigatrice come uno spaventoso eco e il suo cervello frullò vorticosamente. Nami cercò in quegli istanti di trovare una soluzione per salvarsi, doveva far capire a quell'uomo vicino che non era affatto quello che pensava.. ma sapeva che era troppo tardi, lei stessa aveva detto troppo. Non poteva negare, che cosa si sarebbe inventata altrimenti? Era troppo confusa e agitata, la sua mente era insolitamente vuota d'idee. Non poteva annuire, sarebbe caduta in un baratro senza fine, lui avrebbe capito quello che lei provava. L'unica cosa che le venne in mente di fare era di chiudersi in un maledetto silenzio, lui prima o poi si serebbe stancato. Ignorarlo, sì, ignorare le sue parole e magari confonderlo con altri discorsi, confondergli le idee..

 

“E' così, giusto?”

Sanji vide solo un imperturbabile Nami che si ostinava a togliere un pezzettino di piuma incastrata tra i capelli. Sembrava non importarle più della cosa.

“Deve essere così..la loro tecnologia è a un livello estremamente superiore..sono pericolosi, possono ingannarci facilmente. Hanno manomesso quel filmato e voi avete visto quella cosa, altro non non mi viene in mente. Sono stati spietati e sapevano di tutti nostri problemi perché ci hanno sempre spiato...non mi meraviglio che quei farabutti vi abbiano fatto vedere una cosa del genere”

La rossa era passata a mettersi in ordine la gonna, quella gonna consunta, logora, sporca. Di certo era irrilevante cercare di pulirla da due o tre piume d'oca!

“Nami, non devi raccontarmi quello che hai visto..non te lo chiederei mai. Dimmi solo se è così. Se lo sarà, mi occuperò personalmente di spaccare la faccia al tizio che ha architettato tutto questo scherzo..non la passerà liscia, ti puoi fidare di me”

“Io non mi fido più di te”

Una frase secca, fredda, probabilmente onesta, così decretò il cuoco.

“Comprendo..” replicò lui celando dentro di sé una grande tristezza.

“No, non puoi comprendere” Nami si mise in piedi alzando una nuvola di piume, con quell'ultima parola l'aveva perfino schernito. “Puoi comprendere quanto ti odio? Puoi capire cosa sento quando ti vedo? Non credo proprio”

Dopo aver trucemente fissato quei cuscini sfasciati a terra, Nami girò le spalle al cuoco e si allontanò per buttarsi di peso sopra l'unica poltrona bianca lì dentro. Gli avrebbe sputato in faccia tutto il suo rancore e l'avrebbe fatto con una calma disarmante, forse era l'unico modo per coprire la sua verità e per farlo star zitto.

Nello stesso momento, vicino al biondo, comparve a terra un pacchetto di sigarette. Lui non aveva minimamente pensato di voler fumare, anche se in quella situazione, ripensandoci, ne aveva dannatamente bisogno. Era un regalo di quella bambina? Sanji prese il pacchetto e lo aprì mentre Nami appoggiava la testa indietro, su quella poltrona e sorrideva fintamente.

“Sai, non vedo l'ora che tu te ne vada, sì.. che te ne vada al diavolo” Sorrise più decisa lei e lui si accese una sigaretta con lo sguardo fisso sulle sue caviglie perfette e quei lacci, sfilacciati, lisi. Quanto ci avrebbe messo il cuoco a finire quel pacchetto? Probabilmente avrebbe battuto ogni record.

Nami accavallò le gambe e un altra nuvola bianca esplose nell'aria.

“Zoro ha ragione.. Ohh, ha sempre avuto ragione! Ragione su quanto tu sia stupido, maniaco, incoerente...ma soprattutto ha avuto ragione nel dirti che Rufy probabilmente ti ucciderà. Sì perché lo farà quando saprà che tu te ne vuoi andare. Non lo sapete ma...noi abbiamo sentito anche delle vostre conversazioni..”

Nami continuò, sempre col sorriso sulle labbra, il cuoco senza rendersene conto, aveva acceso la seconda sigaretta senza nemmeno finire la prima. Fu solo allora che si accorse che all'interno di quel pacchetto di sigarette aperto c'era una scritta: “MENTE”.

“Qualche ora fa avevo pensato anche di intercedere per te, di dire al capitano di lasciarti andare, che era tempo sprecato, uno spreco di energie...così ti saresti tolto di mezzo più velocemente. Poteva essere una buona idea... Ma sai ora cosa penso?”

Sanji non replicò, attese la risposta. Nami affondò le unghie sulla poltrona.

“Penso che ti meriti di soffrire, sarebbe troppo facile abbandonare e salutarsi solo con uno 'Scusa, ho sbagliato'...La devi pagare e Rufy accontenterà alla perfezione questo mio desiderio”.

“La penso esattamente come te, in qualcosa siamo daccordo” disse il cuoco, spiazzando totalmente la rossa.

Nami pensò che quello fosse realmente un osso duro. Diavolo! Dopo quella risposta così fredda e distaccata aveva guadagnato pure dei punti! La rossa fece passare alcuni secondi e poi cercò di replicare più calma che mai.

“Bene! Direi che non abbiamo più nulla da dire o condividere...tranne ovviamente organizzarci per uscire da tutta questa situazione e salvare gli altri Mugiwara, i miei compagni. Concentriamoci nel collaborare al meglio e tutto filerà liscio” Nami poi tirò su la testa e si rivolse a Shade, sapeva che ascoltava e vedeva tutto.

“Posso parlare a te, Shade? Ci sei?.. Volevo chiedere se posso avere una stanza, anche piccola, per me.. ormai io e il cuoco abbiamo capito le tue intenzioni..e, vedi? Ora siamo della stessa opinione, è tutto ok, siamo daccordo! Oh, te ne sarei profondamente grata!”

Sorrideva Nami, con le mani giunte al petto e un aria implorante e angelica, ma dentro, in realtà, stava male da morire. Era in una confusione tale da essere terrorizzata di tradirsi da un momento all'altro, pensava che la cosa migliore fosse stare da sola in quel momento.

Sanji la guardava e annuiva ma non era sicuro di nulla, sapeva solo che non voleva più ascoltare, ogni parola che usciva dalla bocca di lei era un pugno nello stomaco, un agonia, era un incubo sentire quelle parole dette da quella ragazza. La bambina le aveva comunicato che lei stava mentendo..ma poteva essere davvero così? Doveva crederle?

Il cuoco realizzava sempre di più quanto Nami fosse importante per lui e più passava il tempo, più temeva che quell'istante in sua compagnia fosse l'ultimo. Però era anche vero che non si riteneva più degno di stare al suo fianco, nella stessa ciurma, dopo quello che le aveva fatto. Doveva solo cercare di andarsene con una certa dignità, accettare l'inacettabile con un sorriso e poi sparire. Questo è quello che avrebbe fatto, questa era l'unica soluzione, qualsiasi cosa lei pensasse davvero.

Dopo la richiesta di Nami passarono dei minuti nei quali non successe niente. Poi iniziarono a sparire cuscini e piume, il pavimento fu totalmente sgombro. Successivamente, sotto lo sguardo incredulo di Nami, apparve dietro a Sanji un grande letto circolare color panna, potevano benissimo dormirci quattro persone lì! Il cuoco vedendo la faccia perplessa della rossa si girò a guardarlo e pensò che quella bambina avesse solo voglia di scherzare.

Poi, alla sinistra del letto, si materializzò una stanzetta minuscola e Nami si alzò per andare a vedere cosa c'era lì dentro ringraziando a voce alta la ragazzina, immaginava già un piccolo letto pure lì dentro.

Con suo sgomento invece, quella stanza celava un bagno ridottissimo con una doccia però molto spaziosa. Non vi erano porte ne separè da usare però, chiunque fosse passato lì davanti avrebbe visto tutto.

“Non è divertente..sul serio” pronunciò la navigatrice ma dentro di lei maledisse proprio quella bambina e in quel momento non le importava un ficco secco se lei potesse in qualche modo captarlo. Il cuoco fece due passi e, a debita distanza, spiò anche lui dentro.

“Una bella doccia.. Usala, Nami. Starò con la schiena attaccata alla parete opposta” le comunicò serio, allontanandosi già a grandi passi.

La rossa pensò che dopo tutto quello che lei gli aveva detto molto probabilmente lui sarebbe stato di parola quindi entrò nella stanzetta e iniziò a togliersi quei vestiti sporchi.

Dopo un minuto il cuoco sentì la doccia scrosciare e si sforzò di non immaginare nulla, appoggiò la testa alla parete e si concentrò nell'assaporare solamente la sigaretta. Chiuse gli occhi per qualche secondo e poi li riaprì e quello che vide lo bloccò un attimo. Scosse la testa ma nulla cambiò.

Sulla parete più grande, era apparsa una cucina, completa in ogni sua parte, bianca e modernissima. Il cuoco spalancò occhi e bocca nel vederla.

Sanji si scordò che doveva rimanere appiccicato a quella parete e si alzò in piedi, si avvicinò incredulo a quell'arredo familiare. La sua mano d'istinto aprì un anta di quel mobile.

Era pieno, stipato di ogni cosa. Pasta, sughi, preparati per dolci e panificati, te, biscotti, spezie e scatolame..per non parlare del frigo che lui spalancò curioso subito dopo. Sembrava che qualcuno avesse preparato quella cucina in vista di una catastrofe mondiale, c'era cibo per qualche mese lì dentro.

Chiudendo il frigo, finalmente lo vide. C'era un post-it un po' nascosto vicino alla moka per il caffè. Un altro messaggio da quella bambina.

“CUCINA PER LEI” diceva.

 

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“Bevi ancora?” gli disse lui uscendo dal bagno e strofinandosi i capelli verdi con un asciugamano. Ne aveva anche uno avvolto ai fianchi, corto, giusto per coprire quello che andava coperto. “Caspita..ci voleva proprio questa doccia!”

Robin, che era seduta ancora vicino al tavolo ora sgombro, era avvolta in una vestaglia nera e lo squadrò per un po di secondi.

“Ti stavo aspettando..stavo solo ammazzando il tempo. Comunque, basta che tu pensi a qualcosa e ciò che vuoi si materializza.. per esempio, ora ti servirebbero un paio di pantaloncini” Lo disse guardandolo di sbiego e reggendo elegantemente il calice quasi vuoto.

Zoro buttò a terra l'asciugamano con il quale aveva asciugato i capelli e sorrise, un sorriso dalle molteplici interpretazioni.

“Mi spiace contraddirla, strega volante..lo vedrà ciò di cui ho bisogno” Detto questo incrociò le braccia e si mise a fissare corrucciato un angolo della stanza sotto lo sguardo divertito di lei. Perchè sforzarsi così? Non era necessaria tutta quella concentrazione!

Quasi subito dopo Zoro fece un “Mm” compiaciuto e la mora si voltò a vedere cos'era apparso.

Era da immaginarselo dopotutto. Un letto, basso ma ampio, dallo stile orientale, le lenzuola e le coperte erano di un viola particolare. Annuendo soddisfatto, lo spadaccino avanzò verso il letto, fece volare via anche l'asciugamano sotto (Robin alzò solo le sopracciglia) e si mise sotto le coperte lasciando scoperto il torso nudo. L'archeologa appoggiò il calice sul tavolo e Zoro sistemò le mani dietro la nuca, nella posizione che assumeva solitamente per rilassarsi.

“Questa roba è da non credere...cioè, pensi a qualcosa e dopo un secondo è davanti a te concretamente..è un sogno! Robin, magari mi sveglio e scopro che è davvero tutto un sogno! Potrebbe essere, no?”

“Lei dice, samurai?” Zoro abbassò l'occhio e incontrò la sua figura slanciata, in piedi davanti a letto, la mora si stava slacciando la vestaglia, i capelli sciolti erano evidentemente ancora umidi. Continuò.

“Potrebbe essere un sogno, oppure un incubo..” La vestaglia le scivolò via e Zoro spalancò talmente l'occhio che l'archeologa credette che gli schizzasse via.

“Sì...un incubo” disse a fiato corto lui e la mora si chinò su quel letto iniziando a gattonare lentamente verso di lui. Le luci soffuse della stanza si smorzarono ancora un po.

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Capitolo 44
*** Posseduta ***


Quelle lenzuola di ciniglia viola erano cangianti e morbide, le ricordavano le ali dell'animale nel quale era stata trasformata precedentemente. Forse allo spadaccino era venuto in mente il tono di quelle ali quando aveva pensato ad un colore per le coperte.

L'archeologa gattonò sinuosa sul letto, gli si mise a fianco e poi, con finta indifferenza, gli si sedette sopra, a cavalcioni. Zoro corrucciò solo un poco il labbro inferiore e studiò quel completo che lei aveva addosso, non sapeva minimamente come potesse denominarsi ma senza dubbio lo stava apprezzando. Non aprì bocca, contemplò intensamente quell'indumento. La mora indossava un babydoll maculato, la stoffa che ricadeva sotto il reggiseno era un po trasparente, nulla di eccessivo, piuttosto di classe, come lei era.

“Sai, ero sinceramente indecisa, magari avresti preferito qualcosa, non so...tipo questo” disse Robin e chiuse gli occhi un attimo. In un bagliore veloce il babydoll sparì lasciando posto ad un completo intimo classico ma di un colore decisamente intrigante, rosso bordeaux.

Zoro socchiuse le labbra e tolse le mani dalla nuca, lentamente.

“Mm..sapevo di aver sbagliato” disse lei controllando con la coda dell'occhio l'avvicinarsi di quelle mani.

“Questa giornata è stata abbastanza difficile..” replicò lo spadaccino mentre i suoi palmi venivano a contatto con i fianchi di lei e scorrevano più su “Perchè vuoi torturarmi anche tu?”

Robin sentì un pulsare sotto alle coperte, nel frattempo le mani di Zoro erano arrivate ai suoi seni e salendo ancora, giunsero alle spalline del reggiseno. Lui poi infilò le dita sotto e gliele abbassò. La mora chiuse gli occhi avvertendo una carezza scendere lungo le braccia e poi quella pressione ripresentarsi sui suoi seni, si ritrovò già a respirare più profondamente.

Zoro strappò quel reggiseno nel mezzo, dove le due coppe si incontravano, e lei commentò divertita che era stato brutale.

“Ne puoi sempre far apparire un altro..” fece lui, nel frattempo quelle mani un po callose la percorrevano tutta e la mora si perdeva in quel contatto.

Poi lui volle tirarsi su ma fu bloccato, Robin fece apparire delle braccia che lo trattennero ributtandolo giù e lei poi si chinò su di lui. Lo spadaccino si ritrovò con il viso tra i suoi seni così li agguantò iniziando a baciarli e succhiarli, prima delicamente e poi con più decisione. Probabilmente era quello che desiderava lei in quel momento, decretò. La mora ansimò a quelle fitte piacevoli e poi sentì della musica propagarsi nella stanza, era quella canzone rock che aveva sentito anche sulla nave, era opera dello spadaccino? Doveva essere così.

“Non voglio che gli altri due...hai capito” le disse. Zoro, quindi, aveva pensato a quella canzone per cercare di camuffare le loro effusioni. La mora soffocò una risatina e lui continuò con più vigore quello che aveva iniziato.

Poi ad un tratto si bloccò proprio, inspirò sonoramente, gli era balenata in mente una cosa.

“Mah..non è che quella bambina..? Possa vedere?” disse con una faccia buffa e Robin scivolò un po' giù verso il suo viso e lo baciò. Poi apparvero tante mani intorno al letto che afferrarono le coperte da ogni lato e coprirono del tutto i due con quel plaid viola, rimasero al buio là sotto.

“Adesso è più a suo agio, samurai? Lei non ci vedrà..” La mora in realtà non ci aveva neanche pensato a quella cosa, era stata totalmente concentrata nel godersi quel momento. Zoro non rispose, non con le parole. La cinse con le braccia e la mora gli si appiccicò addosso, crollando su di lui, i loro corpi vennero totalmente a contatto, le loro labbra si cercarono e si trovarono, unendosi bramose.

 

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“ Shade...ci sei?”

Jo era ancora perso in quel contatto, con le labbra perennemente attaccate alle sue, però aveva avvertito come dei fremiti in quel corpicino. Il ragazzo tentava di richiamarla col pensiero, come era già successo, sapeva che lei lo percepiva perfettamente. Aveva deciso di invocarla anche per un altro fatto. La verità era che si sentiva un po in imbarazzo. Quelle persone nel nascondiglio stavano vivendo un momento intimo e lei pareva proprio concentrata nel seguirli, in quel momento aveva perso anche il contatto con gli altri due, quel pirata biondo e la ragazza rossa e lui se n'era accorto.

Forse quella ragazzina non aveva idea di cosa stesse succedendo tra quelle persone ed era semplicemente.. curiosa? O forse lo sapeva e ne era attratta?

Poi lei gli rispose.

Va tutto bene, diciassette. Rilassati..il tuo cuore va troppo veloce” disse dopo un po e lui non le rispose, percepiva che lei gli stava per comunicare ancora dell'altro, ormai erano come una persona sola. Infatti, gli parlò ancora.

Posso desiderare...Anzi, desidero..che tu mi POSSIEDA. Lo potresti fare?..No, LO FARAI.”

 

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Robin si sentiva più desiderosa del solito, non ne diede importanza comunque, lo spadaccino aveva sempre avuto quell'effetto su di lei. Mentre lo baciava immaginava già cosa sarebbe accaduto dopo, però voleva temporeggiare, stuzzicarlo un po, non aveva mai provato a fare certe cose e chissà perché ora ne aveva una tremenda voglia. Voleva sperimentarlo, voleva vedere come avrebbe reagito lui, anche se erano completamente al buio lì sotto l'avrebbe avvertita comunque la sua reazione.

Fallo adesso”

Robin sentì nella testa la voce di quella bambina e si fermò di colpo, le sue labbra sfioravano immobili quelle socchiuse di Zoro in quell'oscurità.

“Che c'è?” gli chiese lui con uno sbuffo e la mora capì che lui non aveva sentito nulla. Poi il suo corpo prese a muoversi. Sì, prese a muoversi come se fosse guidato da un marionettista. Robin si tirò un po su e cominciò a scendere su di lui, percorrendo con le labbra quel collo e quel petto, muscolo dopo muscolo.

E' quello che vuoi fare no? Non aspettare, Sette...fallo” le disse ancora quella voce, e lei realizzò con stupore e un po di paura che quella bambina la stava manovrando. Quella ragazzina non li vedeva ma non aveva mai smesso di captare le loro emozioni, pensieri e desideri, la mora lo capiva perché era come dentro la sua testa, erano come un essere unico in quel momento, quello che Robin desiderava era amplificato nella testa di Shade e lei rispondeva controllando i suoi movimenti. Mentre l'archeologa esplorava il corpo dello spadaccino con la lingua, pensava che tutto ciò non andava affatto bene, non era capace di riprendere il comando del suo corpo, era quasi spaventata da questo fatto. Quella ragazzina aveva qualcosa che non andava, così iniziò a pensare.

La mora continuò a percorrere lo sterno e poi gli addominali scolpiti di lui, accarezzandolo con le labbra e Zoro la lasciò fare, compiaciuto. Sentiva quei baci ma anche il contatto dei seni di lei con la sua parte bassa ormai turgida era estremamente eccitante. Ma quando la mora iniziò a scendere sempre più oltrepassando il suo ombelico e arrivando vicino all'inguine, si stupì sul serio. Robin non aveva mai fatto una cosa del genere! Lo spadaccino non ebbe molto tempo per rimuginare su questo perché lei iniziò ad afferrare quella parte e a stimolarla con le mani e subito dopo sentì pure un contatto tiepido e bagnato e non ci capì più nulla.

Robin aveva intenzione di fare quello che stava facendo ma le sarebbe piaciuto avere il controllo delle sue azioni! Invece, era in balia di quella bambina e non era neppure capace di comunicare a Zoro quello che stava accadendo. Si ritrovò a succhiare avidamente quella parte gonfia e carnosa, in bilico tra l'eccitazione e il terrore, era davvero confusa, non sapeva cosa provare in quel momento.

Ad un certo punto avvertì lo spadaccino addirittura ansimare e poi lui con impeto, per fortuna, la afferrò malamente sotto la spalla e la tirò su verso di sé, evidentemente era al limite. Due mani, che lei non aveva pensato minimamente di far apparire, le sfilarono via le mutande bordeaux e sparirono velocemente in petali rosa. Poi la mora ritornò a cavalcioni su di lui e affondò il bacino sul suo membro, con una furia non da lei, riuscendo solamente a liberare un urlo di piacere e ad avvertire un “Ah!” roco e meravigliato di lui.

Sucbito dopo la mora iniziò a muoversi, andando su e giù, continuando ad esser governata da una volontà non sua.

 

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Nami era appena uscita dal bagno con addosso un pigiama scuro e largo, aveva pensato ad una cosa comoda che nascondesse le sue forme, un indumento che la facesse sentire il più possibile a suo agio in quella situazione di reclusione. Perchè era così che si sentiva, reclusa e costretta a far i conti con lui e con sé stessa. “Va tutto bene” aveva detto a quella bambina ma non era affatto così e forse anche quella Shade lo sapeva, per questo erano ancora lì insieme, obbligati a stare insieme.

La rossa stava leggendo una rivista del paese, seduta sul letto morbido, cercando di stare tranquilla e osservando ogni tanto di sfuggita il biondo che sembrava incredibilmente indaffarato. Quando era uscita dal bagno era rimasta un po stupita nel vedere la grande cucina e Sanji, senza nemmeno voltarsi, le aveva comunicato che stava preparando qualcosa di veloce, tanto per non andare a dormire senza cena. Lei gli aveva risposto solo con un “Mm” e si era seduta su quel letto, vagamente a disagio. Aveva notato che il ragazzo aveva addosso una camicia azzurra e dei nuovi pantaloni bianchi a righette, pareva appena uscito da una rivista di moda.. Quando si era lavato e cambiato? Forse lei era rimasta sul serio troppo sotto quella doccia! Oppure Shade aveva, come dire, esaudito qualche sua richiesta al volo..

 

Erano in completo silenzio, si sentiva solo la carne sfrigolare un po' sul fuoco, qualche tintinnio della posata che il cuoco stava usando e quella canzone rock dall'altra stanza, in sottofondo. Quindi, quando la mora urlò al di là della parete, lo sentirono distintamente entrambi. E capirono, perché fu un lamento inequivocabile.

Sanji si bloccò di colpo e il forchettone che teneva nella mano gli cadde a terra con un frastuono fastidioso. Nami si irrigidì un attimo e poi alzò lo sguardo su di lui e lo vide, impacciato, pulire il pavimento in fretta e furia e poi tornare ai fornelli sbuffando nervoso.

“Beh, sono felice che se la intendano così bene.. in fondo se lo meritano tutti e due di essere felici” disse la rossa sfogliando il giornale con troppa veemenza e cercando di sdrammatizzare tutta quella situazione imbarazzante. Però sul serio quelle cose le pensava e pensò pure che almeno loro, nell'altra stanza, erano davvero sereni. In verità anche lei avrebbe desiderato quella felicità ma pareva ci fossero ostacoli insormontabili. Sfogliò ancora quel giornale come se quelle pagine fossero tutti quei problemi da superare e cercò di cacciare via ogni pensiero mentre l'elegante cuoco era chiuso in mutismo assoluto.

Sanji, dopo pochi minuti, iniziò ad impiattare ma in realtà nessuno dei due aveva minimamente fame.

 

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Jo era stato costretto a farlo, cercava di non pensarci, cercava di dirsi che quella era la volontà di quella ragazzina particolare, che era lei che lo desiderava ma un altra parte di se stesso gli diceva che stava facendo qualcosa di assurdo, di sbagliato.

Il ragazzo l'aveva assecondata, non si era staccato nemmeno un attimo da lei, si era accomodato meglio e aveva insinuato la sua virilità dentro di lei allargandole leggermente le gambe. Era immobile e in quel momento era in completa confusione, di sensazioni ed emozioni. Vedeva colori, toni di ogni sfumatura sparati direttamente dentro il suo cervello.

“Shade! Stai bene? Dimmi che stai bene.. Dove sei?”

..

Dovunque”

 

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Quella canzone rock aumentò di volume e tutti e due attribuirono erroneamente all'altro la responsabilità di quella cosa.

Robin, sotto il controllo di Shade, continuò a muoversi sempre più velocemente, l'aveva sì desiderato quel momento, ma se fosse stata in lei l'avrebbe gestito in modo diverso e il tutto sarebbe stato di certo meno impetuoso e violento. Non poteva in alcun modo smettere nè reagire, cavalcava Zoro con sempre più impeto, sentendo quel membro affondare continuamente e completamente in lei. Sentiva lo spadaccino afferrarle i fianchi bramoso e sfogare qualche gemito ma non lo guardava negli occhi, non ce la faceva. Aveva scorto la sua espressione solo per istante e poi aveva guardato il soffitto, sembrava non essersi accorto di nulla anche se la sua faccia un po di stupore lo aveva rivelato, le era parso sbalordito e confuso da quel piacere così intenso e prepotente.

I due ben presto si ritrovarono all'apice di quell'amplesso e terminato quel momento un poco sconvolgente la mora precipitò letteralmente su di lui, esausta. I loro corpi, in quell'impatto, fecero addirittura un leggero sciaff!” e Zoro buttò di lato una parte di coperte, non riusciva più a respirare, era maledettamente caldo lì sotto. Pensò pure di spegnere quella dannata musica e quella si arrestò.

“Accidenti, archeologa!” fece lui dopo qualche boccata affaticata “..che roba grandiosa!

Robin non rispose, stava cercando di riprendersi sia fisicamente che mentalmente da quella cosa. Tentò poi di capire se fosse tornata ad essere padrona del proprio corpo e provò a muovere le braccia. Ci riuscì e ansimò sollevata, appoggiò quindi le mani sul petto di lui stringendosi tutta, chiuse gli occhi, volendo dimenticare quegli ultimi dieci minuti.

“Mi dispiace..” pronunciò poi e lo spadaccino, che vagava ancora in quel magico torpore, cascò dalle nuvole.

“Dispiacerti...di che?!..sei stata favolosa!”

La mora, a quelle parole entusiaste, non seppe che rispondere, si fece ancora più piccola su di lui abbassando la testa e piegandosi in posizione fetale, in realtà più pensava a quello che aveva fatto e più se ne vergognava.

Zoro captò quell'atteggiamento insolito e pensò che lei si stava comportando in modo strano.

“Che hai?” le chiese appoggiandole una mano sulla testa e scostandole i capelli “Ti vergogni adesso?..E' così?!” Lo spadaccino non sapeva se ridere, si trattenne, non gli pareva il caso di rischiare sapendo quanto lei fosse permalosa.. Attese quella risposta con un sorriso furbo e la strinse un po a sé come se quel gesto potesse farle uscire una risposta.

Lei tremò un attimo e fece apparire delle mani che la coprirono quasi completamente con le coperte viola.

“Non è nulla..” disse solo, decidendo di non dirgli oltre, si sentiva sfinita e poi a lui era piaciuto dopotutto, magari gli avrebbe accennato qualcosa l'indomani o chissà. E poi si sentiva talmente rincuorata e protetta in quell'abbraccio! Da un parte non voleva proprio rovinare quel momento.

Anche Zoro era troppo stanco per qualsiasi discussione, decretò che quella risposta era un celato sì e chiuse l'occhio.

Le luci della stanza si spensero del tutto al volere di Robin e calò il buio tra quelle quattro mura.

Si addormentarono così, dopo poco, caddero tutti e due in sonno profondo, nel piacevole tepore dei loro corpi.

 

 

 

 

 

 

PS dell'autrice: Oggi è il compleanno di Zoro! Auguri!! Questo capitolo è dedicato a lui ♥

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Capitolo 45
*** Dolce d'addio ***


Sanji posò i piatti con le pietanze sul lungo tavolo argentato che era apparso in mezzo alla stanza. Da soli, comparirono anche tovaglioli, posate e poi bicchieri e pane caldo, sembrava appena fatto, era fumante. Il cuoco fece mezzo sorriso compiaciuto e girò i tacchi andando ad aprire il frigo. Ne tirò fuori una bottiglia di vino rosso e dell'acqua fresca, tornò al tavolo appoggiandoli al centro.

Pensò pure per un attimo di far apparire una candela lì in mezzo ma non voleva essere frainteso, quindi lasciò il tutto così, anonimo.

Nami chiuse la rivista e sospirò. Poteva farcela, avrebbe mangiato e poi si sarebbe presa una parte di quel letto e avrebbe dormito alla grande, ignorando tutto e tutti. Magari avrebbe diviso quel letto con dei bei cuscinoni, costruendo una specie di barriera, la bambina non sarebbe stata contraria nel farne apparire qualcuno in più, aveva trovato questa soluzione.

“Possiamo mangiare, se vuoi” sentì il biondo dire, in modo spento. Così la rossa si tirò su e si diresse al tavolo imbandito, sedendosi poi ad una estremità con una faccia assolutamente inespressiva. Sentì il fracasso di quella musica nell'altra stanza arrestarsi di colpo, i due rimasero nel più totale silenzio.

Lui, dalla parte opposta del tavolo, aveva già iniziato tranquillamente a mangiare, non l'aveva neppure aspettata.

Dopo aver pensato un Da non credere..alzando le sopracciglia, la rossa fissò quel piatto davanti a lei. Sanji probabilmente era tornato quell'insolito uomo freddo e distaccato che aveva conosciuto solo in quell'isola, dopo la rivelazione dello spadaccino. Annuì da sola come una pazza e ammirò ancora quella pietanza così perfettamente disposta. Lui non aveva neppure accennato a cosa aveva preparato e lo faceva sempre. C'era della carne accompagnata con quella che sembrava una salsina agli agrumi e in parte c'erano delle verdure grigliate in modo perfetto, leggeri riccioli gialli e arancioni ornavano il piatto, bucce di arance e limoni. Non seppe perché ma Nami pensò a quei due colori e li attribuì subito proprio a loro due, addentando il primo boccone.

La carne si sciolse nella sua bocca, quel sapore dolce e amaro le esplose perfino nel cervello, intenso e superbo..era un secondo a dir poco eccezionale! Lui aveva mai cucinato una cosa simile? La ragazza restò nel dubbio.

Mandò giù quel primo boccone e poi inspirò incredula. Nami si dimenticò di non aver fame e addentò la seconda forchettata rituffandosi in quei due sapori contrastanti ma così perfetti insieme. Sanji aveva detto di aver cucinato qualcosa di veloce ma non sembrava affatto un piatto affrettato quello..

Dolce e amaro, calzava a pennello anche per descrivere tutta quella situazione. Chissà, magari quel biondo l'aveva fatto pure apposta! Ne sarebbe stato capace, non sembrava ma era molto sveglio...intelligente e sensibile. Si ritrovò a pensare proprio questo di lui e con uno scossone si ripigliò dandosi della stupida, terminò quel secondo piatto però senza nemmeno accorgersene.

Quando lo finì si rese conto di volerne ancora, sì ne voleva assolutamente un altra porzione.

Sanji si alzò per ritirare i piatti e passò da lei prendendo anche il suo, la informò che se desiderava ce n'era ancora ma lei si ritrovò a dirgli un secco “no”. Quando il biondo gli diede la schiena, si maledì da sola chiedendosi perché fosse così idiota, era troppo orgogliosa e testarda, se ne rese conto chiaramente in quel momento.

Si morse un labbro osservando di sottecchi cosa combinava ancora quell'uomo tra i fornelli. Bevve un bicchiere di vino per disperazione, anche quello era molto buono ma nulla a confronto di quella carne con quella salsa, non aveva mai mangiato niente di paragonabile.

 

Poi il biondo portò il dessert.

Era una torta completamente bianca, adagiata su un'alzatina di vetro arancione, non si capiva con cosa fosse farcita all'interno ma sulla sommità era finemente decorata con spicchi di mandarini, panna e ondine di cioccolato bianco. Anche questo pareva una portata assolutamente curata in ogni dettaglio, decisamente non una cosetta veloce e facile da preparare. Nami incrociò un attimo lo sguardo con quel biondo e lui rimase impassibile, però la rossa notò poi qualcosa di incredibilmente inverosimile in lui. Abbassò lo sguardo sulle sue mani che si apprestavano a tagliare quella torta con un coltello spesso, apposito. Beh, quella mano tremava, leggermente, ma era così.

Nami fissò subito il bicchiere davanti a sé e se lo riempì d'acqua tanto per distrarsi e soprattutto non far intendere a lui che aveva notato la cosa e poi Sanji le porse un piattino bianco con una fetta di quella torta. Sprigionava un profumo unico, forse perché c'erano i mandarini che lei adorava. E quella era un altra prova che quel biondo non aveva fatto nulla a caso quella sera, ora ne era certa.

Lo seguì vagamente con lo sguardo mentre con il suo piatto tornava a sedersi e senza perder tempo iniziava a mangiare il primo boccone. Poi lui socchiuse gli occhi tenendo lo sguardo basso e serio, si stava dando un voto? Chi lo poteva sapere! E comunque neanche questa volta le disse il nome di quel dolce. Le venne voglia di chiederglielo anche perché, realizzò, che quella probabilmente sarebbe stata l'ultima sua pietanza che avrebbe mai mangiato.

“Come si chiama questa torta?” chiese allora Nami senza pensarci troppo su, era stata lei alla fine a rompere quel silenzio.

Lui alzò di scatto il sopracciglio riccioluto e mandò giù quel boccone. Assunse un espressione un po pensierosa e le diede una risposta inaspettata, senza guardarla direttamente.

“Non le ho dato un nome” disse e poi tornò a mangiare e fissare un punto imprecisato.

Nami fu sconcertata da quelle parole ma non lo diede a vedere, la sua mano afferrò meccanicamente la forchettina da dessert e il metallo affondò su quella panna scivolando giù fino alla fine e raccogliendo quel primo dolce boccone. Bianco, arancione, giallo e marroncino si alternavano all'interno di quella torta, era bellissima anche agli occhi e il profumo di mandarini era ancora più intenso da così vicino.

Nami fece il primo boccone e quella crema al mandarino, il cioccolato bianco, la panna e quella soffice base alla vaniglia riempirono il palato della rossa facendole perdere in quel momento ogni cognizione del tempo e dello spazio. Chiuse gli occhi in piena contemplazione di quella bontà indescrivibile. Appena quel paradiso si fu dissolto nel suo palato se ne riempì la bocca di nuovo, senza tergiversare, non credeva alle sue papille gustative!.. Non pensava nemmeno si potesse provare una cosa del genere solo mangiando! Si sentì all'improvviso incredibilmente felice. Quel dolce cancellò tutti gli avvenimenti spiacevoli di quei giorni confortandola pienamente, fu quasi un miracolo, sulla sua bocca si allargò perfino un sorriso.

Era chiaro, quella torta al mandarino conteneva tutto l'amore che quel biondo sentiva per lei, ora lo avvertiva concretamente quel suo messaggio, quello che sotto quel silenzio forzato stava cercando di dirle, forse in modo disperato.

Panna...la morbidezza, l'accortezza di certi suoi gesti..

Mandarino...il penetrante e il dolce del suo essere quando la sigaretta e la fragranza che solitamente aveva addosso si mescolavano..

Vaniglia...il ciuffo biondo e quel sorriso sfacciato quando sfidava il mondo per lei.

Cioccolato bianco...Amore? Era quello allora l'amore? Era dolce..ma faceva anche male.

 

Al terzo boccone Nami si sentì persa, sì, talmente era buono quel dolce per Nami che la rossa non riuscì più ad andare avanti, venne travolta da un senso d'angoscia. Mollò la forchetta sul piatto e con l'altra mano si coprì il viso chinandosi un poco, come per nascondersi. Era in preda ad una forte emozione, era enormemente commossa.

Sanji, che dall'altra parte del tavolo aveva già finito da un pezzo e guardava con un espressione vuota il suo piatto con le braccia incrociate, vide un movimento strano, saettò un occhiata verso di lei e si preoccupò non poco, pensando che magari le era andato di traverso un boccone. Si alzò di scatto e corse verso la rossa d'istinto, senza pensarci un attimo.

“Nami-san!” la chiamò e le si inginocchiò accanto tentando di capire se respirasse.

Nami respirava, anche se molto velocemente, quindi non stava per soffocare, il biondo tirò un sospiro di sollievo e rimase immobile vicino a lei, che non gli aveva minimamente risposto, aveva gli occhi serrati come se fosse stata accecata da qualcosa e poi teneva quella mano premuta alla bocca.. Tremava.

Dal nulla, quel ragazzo, vide una lacrima scendere dal viso della rossa, socchiuse la bocca e cominciò a scuotere piano la testa incredulo.

No, quella non era la reazione che avrebbe voluto vedere sul suo viso! Quel dolce l'aveva fatto per lei e solo per lei! Con gli ingredienti che più le piacevano.. Era un regalo, sì, esatto! Un semplice regalo d'addio.

Nami non aveva ingoiato, perché assolutamente non voleva farlo. Voleva trattenere con sé quell' incredibile sapore il più possibile, come voleva trattenere lui disperatamente. Ora lo sapeva, ora ne era certa. Quel dolce aveva fatto crollare in lei tutte le sue false convizioni, ora capiva che non ne sarebbe stata capace, non sarebbe stata mai in grado di dire addio a quell'uomo.

Avvertendolo vicino a lei, si fece ancora più piccola. Sentiva quell'emozione ingigantirsi dentro, mandò giù quel boccone in un singulto, senza volerlo, e si coprì la faccia anche con l'altra mano nel disperato tentativo di trattenersi ancora. Ma gli tornarono in mente solo i bei momenti passati con quel cuoco, quando erano riusciti a riportarlo nella ciurma, tutte le volte che le serviva un frullato alla frutta con quel sorriso stupido, le innumerevoli volte in cui l'aveva salvata senza pensarci nemmeno un secondo a quello che rischiava, l'espressione furiosa di poche ore prima quando aveva visto come l'avevano conciata..

Le lacrime uscivano e scorrevano lungo il suo viso, le sue mani non erano in grado di arrestarle. Singhiozzò sempre di più, fu tutto più forte di lei, iniziò a piangere disperatamente con in mente solo una cosa.

Lei non voleva che lui se ne andasse. Non l'avrebbe sopportato.

Sentì qualcosa sfiorarle la spalla e fu quello che la smosse dal suo guscio.

Spiò di lato, tra quelle dita, e vide da molto vicino la faccia preoccupata di lui, tremò un attimo singhiozzando ancora.

Sanji, dopo quello sguardo disperato, non riuscì più a fingere e non volle più fingere. Fece quello che sentiva di fare e basta. Voleva proteggerla, anche da quell'emozione, anche se in realtà non capiva davvero perché fosse in quello stato.

Le sue braccia la circondarono e la strinsero, prima debolmente e poi con più trasporto, Nami si appoggiò totalmente a lui sfogando quel pianto dirotto, rimanendo immobile, con le mani premute al viso.

Quel suo abbraccio..non si era mai accorta davvero che fosse la cosa che più desiderava al mondo, ora lo sapeva, ora lo ammetteva.

“P...per..donami! Perdonami per..come ti ho trattato!” farfugliò tra le lacrime e il biondo appoggiò leggermente il mento sul capo di lei e annuì facendo capire così la sua risposta. La accarezzò piano, strusciando delicatamente il pizzetto e affondando poi il naso tra quei capelli che sapevano di vaniglia chiedendosi perché venisse da piangere pure a lui.

Nami continuò a gemere, pervasa da forti scossoni, Sanji la strinse ancora più forte e rimase fermo ad aspettare che quel suo sfogo terminasse.. e stette lì parecchio.

 

Dopo un bel po' la rossa si calmò e contemporaneamente si addormentò sfinita tra le braccia del cuoco. Sanji era in ginocchio ormai da un pezzo, le sue gambe si erano anchilosate ma non ne dava importanza.

Lei aveva abbandonato le braccia, era ormai a peso morto su di lui, sembrava un cucciolo appisolato e stremato. Il biondo passò una mano sotto le sue ginocchia e con uno sforzo immane la tirò su da quella sedia sentendo tutto l'indolenzimento delle gambe.

Così, in braccio, la portò verso il letto, dove la adagiò piano, di lato, coprendola poi con la coperta color panna.

Si accinse a sistemare la pietanze avanzate in frigo ma non sparecchiò la tavola, temeva di far troppo rumore. Sbuffò passandosi una mano fra i capelli, si sentiva davvero stanco, sfinito, come Nami. Si sedette sul letto lentamente, temendo di svegliarla e si distese di lato anche lui, di fronte a lei.

Nami dormiva beatamente, perse un po di tempo a guardarla e poi gli venne in mente che lei non avrebbe apprezzato..pensò poi a quella dannata notte dove non sapeva neanche cosa avesse combinato con lei, si maledisse e poi decise di spegnere quella luce.

Così venne buio anche il quella stanza, il biondo si chiese per l'ennesima volta se mai un giorno fosse stato in grado di perdonarsi e poi non pensò più a nulla, prese sonno velocemente.

 

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Il signor Bright si fermò in mezzo al corridoio bianco e sentì l'estremità di quell'arma sulla schiena.

“Non pensare che io non abbia capito che cosa stai facendo..” disse la signora Black minacciosa, dietro di lui. “Mi stai solo facendo perdere tempo, non è così?”

Era da un bel pezzo che giravano a vuoto per quel gran palazzo e l'ometto aveva tirato fuori ogni volta una scusa diversa..

“Ti sbagli” disse lui ma la sua voce non fu convincente.

“Ero convinta che tu sapessi dove si trovava quel ragazzo ma ora lo so che non è così”

“Ti sbagli di nuovo, Rose, io lo so” fece lui più convinto.

“Ma non mi ci porterai..giusto?” Rose strinse l'arma nella mano e schiacciò un pulsante pericoloso..

“Lo sai che non lo puoi fare, se mi ucciderai lei lo avvertirà e sarà la fine e se mi farai del male, forse sarà ancora peggio”

“Sai che ti dico, caro? Ormai non mi importa più, anzi, ti dirò, sono veramente stufa di tutta questa storia! Non ho potuto fare nulla per anni, non quello che davvero desideravo..tutto a causa sua..anche tu dovresti essere della mia stessa opinione...in fondo quella non è realmente nostra figlia, l'abbiamo cresciuta come se lo fosse e poi le cose si sono complicate..Abbiamo fatto in modo che almeno desse un senso alla nostra esistenza, all'esistenza dell'isola..ma lei non è come noi, non lo sarà mai”

Il signor Bright iniziò a tremare, poi si voltò di scatto verso di lei trovandosi quell'arma in faccia, era livido di rabbia.

“COME FAI A DIRE QUESTO DELLA NOSTRA BAMBINA?!” urlò e schiacciò con il piede una piastrella speciale sul pavimento. In realtà si era girato verso quella donna rischiando tutto proprio quel motivo.

L'arma di Black Rose schizzò in aria come se attratta da una gravità contraria e i suoi piedi vennero bloccati a terra, immobilizzati.

“Che cos'è?! Che hai fatto?!” sbraitò all'uomo esagitata.

“Questo è un corridoio d'emergenza, un corridoio totalmente bianco e tu ci sei entrata senza nemmeno accorgertene. Ora prenderò io il comando Rose, anche se è notte adesso.. Dirò che non sei disponibile e che siamo venuti a patti.. Quello che hai detto è deplorevole, vergognoso! Shade è la nostra bambina, la nostra piccola e indifesa...”

“SEI PAZZO!! QUELLA E' TUTTO TRANNE CHE INDIFESA!! Non per niente l'abbiamo chiusa nella camera ovale! E...” Rose si bloccò all'istante, un idea le fulminò nella testa. “Lui...lui è lì!! Non è vero?! Quel ragazzo è lì con lei e tu lo sapevi!! Dimmi che è vero!! Dimmelo, bastardo!!”

La donna oscura si dimenava senza però riuscire a sfuggire da quella morsa a terra e l'uomo nel frattempo si allontanò senza badare più alle parole della sua ex signora. Fece dieci passi e poi cliccò un altro pulsante nascosto nel muro. Il corridoio venne totalmente isolato, chiunque passasse ora da quelle parti si sarebbe trovato davanti ad un corridoio cieco.

Il signor Bright iniziò a camminare, non sapeva nemmeno lui da dove iniziare per risistemare tutto quel caos che si era creato.

“So dove li tieni, so dove sono i Mugiwara, Shade...sono nel nostro posto magico, dove giocavo con te...prima che quella malattia ti portasse via da noi.. So che ce l'hai con la mamma e con me per non esser stati capaci di andare daccordo.. Mi senti, bambina mia? Ora papà metterà le cose a posto, sta tranquilla..ti prego”

 

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Con le prime luci dell'alba si accesero lentamente anche le pareti del miscoscopico nascondiglio sotto la cinta infrangibile. Quel chiarore si diffuse discreto tra quelle pareti, era pari dapprima alla luce flebile di tanti ceri, poi si fece più decisa diventando, lentamente, fastidiosa.

Il primo dei quattro a svegliarsi fu Sanji, forse per i troppi pensieri o forse semplicemente perché era abbituato a svegliarsi presto per preparare la colazione alla ciurma.

Il ciuffo biondo gli copriva gli occhi, se lo scostò piano con una mano, ancora con fare assonnato e aprì gli occhi. Lei era lì, con il viso a una spanna da lui, con un espressione rilassata, dormiva ancora profondamente. Ancora una volta pensò che fosse la donna più bella al mondo, ovviamente quando non era infuriata..anche se a lui piaceva da morire anche quando sembrava un diavolo dell'inferno! Allargò un sorriso stupido e la fissò ancora un pochino prima di rimproverarsi e dirsi che era sbagliato.

Dopo si accorse di un buonissimo profumo nell'aria, si disse che non poteva essere lei, conosceva bene l'odore della sua pelle, quindi si alzò a sedere sul letto, facendo piano.

Guardò verso il tavolo argentato e rimase basito. I piatti della sera prima erano spariti e al loro posto, sopra lì, c'era ben altro. Riuscì a vedere che la tavola era apparecchiata per quattro con tazze da colazione, cucchiaini e forchettine. Poi c'era del caffè già pronto e fumante, del latte, del succo di frutta..delle crostate e del pane dolce, biscotti, marmellate e perfino...sakè! Il biondo, ancora intorpidito, si chiese perché mai dell'alcol per colazione, che era un idea assurda, e poi guardò a lato e finalmente se ne accorse.

La parete divisoria del rifugio era sparita.

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Capitolo 46
*** Colazione per quattro ***


Zoro si stiracchiò facendo pure un verso strano e poi si girò di lato, cercandola, ancora ad occhi serrati dal sonno. Voltandosi, si scoprì quasi del tutto dalle coperte viola. Trovò la mora e se la appiccicò addosso tirandola verso di sé senza tanta delicatezza, così come aveva iniziato a fare anche quando avevano avuto l'opportunità di dormire insieme nell'isola dei selvaggi. Era un gesto che gli veniva in automatico, spontaneo, non se rendeva del tutto conto essendo ancora intontito dal sonno, come a dire “eccoti qua, sei mia!”.

Lei, che era mezza sveglia, si accocolò su di lui, sentendo il dorso e il fondoschiena a pieno contatto con l'uomo. Com'era caldo..le piaceva da morire quella posizione! Sorrise serena, quello era davvero un bel risveglio. Da quanto lo desiderava..!

“Ah! Demone..che sogno strano che ho fatto!” biascicò lui tra i suoi capelli ora asciutti “Mi saltavi addosso e avevi pure le ali!...Eppure, sono io la pantera, dovrei farlo io!”

“Mfu! Fuh! Dimentica quello che ho fatto ieri sera..ok?” gli sussurrò lei.

“Dimenticarlo?! Ma neanche per scherzo! Voglio un bis! Assolutamente... Anche adesso se vuoi”. Quell'ultima frase gliela aveva spifferata direttamente sull'orecchio e lei sentiva già che lì sotto era già quasi pronto sul serio.

Poi Robin, girando la testa verso di lui per dargli un primo bacio, si accorse con la coda dell'occhio del particolare, della parete mancante, e di quello che c'era oltre alla parete mancante.

Fece davvero un colpo! Ma spalancò solo gli occhi.

Sanji li fissava attonito e dopo un attimo di smarrimento, vedendo che anche l'archeologa si era accorta della cosa, pronunciò un impacciato “B-buongiorno” distogliendo lo sguardo e fissando la parete opposta con la stessa aria interdetta, nel frattempo anche Nami si stava svegliando da quel sonno ristoratore.

“Ah, buongiorno..” rispose la mora e Zoro, si destò da tutti i suoi peccaminosi pensieri. Spalancò l'occhio e si tirò su, su un gomito, coprendosi il sedere quasi scoperto con uno scatto fulmineo e controllando com'era messa lei, che però era coperta fino al mento. Lo spadaccino si guardò attorno con un aria talmente stupita che Robin, nel vederlo, si mise a ridere coprendosi la bocca con la coperta.

“Porcaccia la miseria! Ancora quella ragazzina e i suoi scherzi!” imprecò, cambiando umore drasticamente. Aveva pure capito che quel degenere di un cuoco e la navigatrice avevano probabilmente dormito insieme, però tutti e due parevano vestiti, quindi...

“Ah...questo è Zoro...allora siamo tutti nella stessa stanza ora..” commentò la rossa tirandosi su a fatica e sbadigliando, aveva i capelli gonfi e spettinati. La prima cosa che vide lei fu il cuoco che seccato e a braccia incrociate guardava fisso la cucina e poi girò lo sguardo sull'altra metà di stanza che non era accessibile la sera prima e li vide. Quei due erano ancora a letto e di sicuro lì sotto erano....!!

Come aveva fatto il biondo precedentemente, girò di scatto la testa e disse un buffo “Ciao!” alla parete, saltò fuori dal letto e poi si diresse in fretta al bagno. Fece comparire una porta (questa volta apparve senza problemi) e la richiuse avendo così un momentaneo “rifugio” e un po di privacy.

Zoro, guardandola in cagnesco, la vide sparire sbattendo la porta del bagno, non aveva intenzione di salutare nessuno lui, non dopo quel seccante risvolto!

Sembrava che l'unica che si stesse divertendo in quel momento fosse Robin. Non la finiva di sghignazzare sotto le coperte, le era tornata la risata facile come sull'isola. Forse era solamente felice. Zoro guardò male anche lei per un attimo e poi le fece mezzo ghigno, dissentendo e sbuffando.

“E' meglio che ti metti qualcosa addosso..” le sussurrò pianissimo e lei gli rispose con un “Pensa per te” altrettanto bisbigliato ma divertito.

 

 

Mentre Zoro e Robin si sistemavano come potevano, Nami uscì dal bagno e fece un sorriso a Sanji, che preso alla sprovvista da quel cambio repentino d'umore, ricambiò meccanicamente. La rossa si avvicinò al tavolo e il cuoco spiegò subito che quella non era opera sua, così Nami gli chiese a bassa voce se c'era ancora della torta al mandarino, versandosi distrattamente del tè nella sua tazza e balenandogli uno sguardo apparentemente indifferente. Il cuoco sorrise e annuì e si diresse verso il frigo.

La rossa era ancora nella sua tuta scura e aveva addocchiato il biondo un attimo: aveva quella camicia azzurrina della sera prima tutta stropicciata, ma anche così, un poco trasandato, quell'uomo faceva lo stesso la sua figura. Si accorse di fare di nuovo questi pensieri e prese la tazza di tè bevendone un sorso. Che ci doveva fare? Ormai lo sapeva, lo sapeva che le piaceva quel diamine di cuoco, non poteva che berci sopra.

Si poteva guarire dall'amore? Forse sì, forse no...se era amore, ovviamente! Di certo quel suo sorriso di poco prima le aveva fatto un certo effetto ed era innegabile.

Quindi prese il sakè e ne aggiunse un po al suo tè, ne aveva di certo bisogno.

Arrivarono poi gli altri due al tavolo imbandito per la colazione. Nami squadrò pure loro. Robin aveva le gote un po' rosse, chissà cosa avevano combinato la sera prima, pensò la navigatrice (non che ci volesse un genio per arrivarci!). L'archeologa era avvolta in una vestaglia nera, di seta pareva, e lui, Zoro, non si spiegava come mai, era come fasciato in una coperta viola, pareva un involtino, a Nami ricordò gli involtini d'alga fritti che faceva Sanji ogni tanto..e com'erano buoni!

Ancora, lei si accorse di pensare a quel biondo in modo esageratamente positivo..lo stava riempiendo di complimenti nella sua testa e questo non andava affatto bene, o forse sì? Si sentiva un po strana, confusa. Ritornò ai due appena arrivati, non sapeva il perché ma le veniva da ridere, era stranamente anche di buon umore.

“Dormito bene?” fece ridacchiando a Zoro e Robin e poi le apparve un piatto davanti agli occhi, era quella torta.

Nami non sentì il “sì” un po' imbarazzato della mora, né vide la faccia buffa dello spadaccino che in quel momento pensava di farle la stessa domanda. La rossa era troppo intenta a rivivere quella magica sensazione di quella torta, era già al terzo boccone quando Sanji finalmente si unì al quartetto sedendosi a tavola.

“Ma come sei messo?” esordì verso Zoro, snobbandolo.

“Sta zitto, damerino! Non ti sei accorto che non appaiono più vestiti qua dentro!?” gli rispose acidamente lui e l'archeologa aggiunse un “Sì, chissà come mai..” e con questo il cuoco si accorse che la mora era in vestaglia. La sua mente volò veloce a quello che lì sotto poteva esserci e il suo lato pervertito minacciò di uscire. Si morsicò un labbro violentemente, sentendo un male cane. No, non poteva permetterselo! Se aveva recuperato in qualche modo qualche punto con Nami, adesso non poteva rischiare di perderlo! Guardò la tazza e decise che non avrebbe alzato oltre il suo sguardo.

“Questa colazione abbondante è opera di Shade..” iniziò a dire il biondo cercando di indirizzare il suo cervello ad altro e con un “Beh, buon appetito!” Zoro si fiondò su una fetta di torta al limone recuperando pure un bicchiere di sakè. Robin prese qualche biscotto alla vaniglia e iniziò a mangiare lentamente, pensava a quella corta vestaglia e non era proprio a suo agio.

Mentre il cuoco dava del maleducato sottovoce allo spadaccino, Nami era tornata nel mondo dei mortali (aveva finito la sua fetta di torta) e se non avesse avuto le maniere di una ragazza per bene avrebbe leccato perfino il piatto. Guardò la portata vuota tristemente, ci pensò su e poi cedette, doveva farlo, doveva chiederne ancora, anche se c'erano lì anche gli altri due.

“Potrei un altra fetta.. Sanji-kun?”

Robin e Zoro, nello stesso attimo, saettarono su di lei un occhiata fermando pure le masticanti mascelle e il cuoco roteò gli occhi lentamente verso di lei, incredulo.

SANJI-KUN?? Non pensava affatto di sentire ancora quell'espressione dalla sua bocca, quel modo di chiamarlo così confidenziale e.. come lo stava guardando poi! Cos'era quell'aria quasi implorante? Con quella meravigliosa e incerta espressione? Nami battè le palpebre e gli sorrise di nuovo e gli occhi del cuoco diventarono due grossi cuori, sparati dalle sue orbite e, con un “Sì” patetico e smielato, partì alla volta del frigo quasi danzando e lei ridacchiò perfino felice della cosa.

Nami non si accorse degli sguardi stupiti che l'archeologa e lo spadaccino si scambiarono e nemmeno dell'aria schifata del verde e della risata soffocata della mora subito dopo.

Sanji, quindi, portò a tavola la torta al mandarino rimasta e ne porse una seconda fetta alla rossa che ringraziò il biondo con un ennesimo sorriso e un occhiata sinceramente troppo dolce, non da lei.

Ma poi il cuoco fece un errore. Chiese a Robin se ne desiderava una fetta, così, perché era abituato a servire le due donne insieme e a non far differenze, ma Nami non gradì e se ne accorsero tutti. Tirò al biondo una pedata sotto il tavolo e lui con un “Ouch!” strozzato si sedette lanciandole un occhiata impaurita.

Nami era incavolata nera. Quella torta era sua e solamente sua, lui l'aveva fatta per lei e nessun'altro..non l'avrebbe divisa con nessuno e poi non ne rimaneva molta! Se la sarebbe spazzolata tutta lei e stop!

Sanji, vedendo quegli occhi iniettati di sangue, restò basito di nuovo e si chiese se lei fosse in qualche modo...gelosa di lui. Ma non era davvero probabile! No, non era possibile per il biondo, quindi scacciò quella folle idea e le avvicinò solamente l'alzata con aria timorosa; era comunque molto contento della cosa, Nami sembrava avere apprezzato davvero molto quel dolce.

Infatti, ricominciando a mangiare, la rossa ritrovò il sorriso e Robin non fece altro che imitarla, ormai aveva capito tutto. Si versò una tazza di caffè e poi, prima di berne il primo sorso, commentò a voce alta.

“Sembra che vi siate un po chiariti, eh?”

“Sì, è tutto ok” fece la rossa tranquillamente, stupendo tutti (anche sé stessa) e gustandosi la torta, confermando così i pensieri della mora. Nami pareva essere in un altro mondo, Robin pensò se non fosse in qualche modo drogato quel dolce, doveva essere dannatamente buono, ebbe la curiosità di assaggiarne un pezzo ma decretò che non fosse proprio il caso di chiederne. Immaginava già le sua testa volare in quella stanza e il pavimento macchiarsi di sangue al suo schianto..

L'archeologa dichiarò solamente che era contenta di quella riappacificazione mentre lo spadaccino rimaneva con l'espressione di chi non ci stava capendo più niente e neppure voleva capirle certe cose. Era passato dalla torta al limone al latte sfumato col sakè, poi al caffè e di nuovo all'alcol per distrarsi da quel quadretto da brividi.

“Benone!” dichiarò allora fintamente “Ora possiamo passare alle cose serie! Shadi si è fatta sentire ancora a voi? Vorrei capire perché non ci permette di coprirci...”

“Oh, no, Shade non l'abbiamo più sentita..” rispose la rossa, correggendolo “E comunque prima dovreste dedicarci un momento per essere..beh, sinceri, mi pare più che lecito che vogliamo delle risposte, no?” sparò lei. Dannazione, aveva finito la torta, tutta la torta, si sentiva scoppiare!

“Sinceri di che?” strabuzzò l'occhio Zoro “Se ti riferisci a noi..quello che c'era da nascondere è stato scoperto, non dirò altro quindi vedi di non rompere oltre

“Tu vedi di scusarti immediatamente, invece” fece subito il cuoco, fissandolo con sguardo assassino “Non è così che ci si rivolge ad una donna”

Zoro ricambiò truce. “Sta zitto, fatti gli affari tuoi”

“Scu. Sa. Ti!”

“Enne. O..”

Robin, che era seduta davanti a Sanji, vide che la rossa appoggiava una mano sopra quella del cuoco facendogli capire di star buono. Sollevò le sopracciglia stupita e compiaciuta della cosa. Sanji fissò quella mano sulla sua e si zittì incredibilmente, incapace di far assolutamente nulla, nemmeno di sparar cuori dagli occhi, gli si era fermato il fiato. Era come congelato.

“Beh, se non parlerete a noi dovrete farlo.. all'intera ciurma. Forse sarà peggio, non credete?” disse con fare ingenuo la navigatrice, come se stesse facendo un opera buona.

“Cos'è? Una minaccia?” fece ancora lo spadaccino, ora era davvero seccato.

“No, assolutamente. Anzi! Io e Sanji staremo zitti..non diremo proprio nulla, se voi ci racconterete come realmente sono andate le cose..”

“Io la chiamo 'minaccia' e...” iniziò torvo Zoro ma Robin lo interruppe.

“Cosa vuoi sapere?” disse l'archeologa calmissima e lo spadaccino pensò di essere fottuto, anche lei gli andava contro? Perchè?! Non lo capiva!

“Tutto! Ovvio!” fece lei sorridendole e la mora annuì per poi guardare quell'uomo avvolto grossolanamente dalla coperta.

“Direi che siamo con le spalle al muro, Zoro” gli fece fissandolo e accennando un sorriso, e lui sbuffò di nuovo. “Io non aprirò bocca!” disse, mettendo poi il muso.

“Ah! Ah! Ok, mi fido di Robin! Allora, avanti! Racconta!” fece su di giri lei con occhi sbarluccicanti e mollando la presa sul cuoco, si rese finalmente conto di non aver tolto ancora la mano da lì.

“Mah, non so da cosa iniziare” disse l'archeologa versandosi altro caffè “Diciamo che il nostro racconto è stato abbastanza veritiero..”

“Maa..?? Non del tutto scommetto..!” la incalzò la rossa “Su su daai!! E non mi frega nulla di quei selvaggi, sia chiaro! Voglio sapere di VOI!” Nami non vedeva l'ora, scattava sulla sedia, mentre Sanji fissava catatonico ancora la sua mano ora libera, lui era rimasto cinque minuti indietro nel tempo.

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Capitolo 47
*** Confessioni ***


Robin balenò a Nami un occhiata un po imbarazzata poi iniziò a raccontare, fissando la sua tazza ricolma di caffè bollente.

“Beh, all'inizio non è stato come pensate.. cioè, Zoro ce l'aveva proprio con me per averlo portato via dal campo di battaglia..su quell'isola aveva addirittura smesso di rivolgermi la parola, era diventato muto come un pesce”

Esagerata..” la interruppe lui, non aveva appena detto che non avrebbe proferito parola?

“Vuoi negarlo?” le fece Robin girandosi a fissarlo mentre lui sbuffava innervosito. “Costui qui presente, per due interi giorni, non ha proprio quasi aperto bocca, pensavo mi odiasse sul serio, tanto che..quando io poi inciampai nel bosco e lui corse verso di me con la spada sguainata..beh, credevo che volesse togliermi di mezzo!”

“Ma STAI SCHERZANDO?!” esclamò allucinato Zoro all'archeologa, mentre lo sguardo di Nami andava da lui a lei, sprizzando un aria furbetta e divertita.

“No, non sto scherzando, spadaccino...visto il tuo atteggiamento! Comunque poi ho capito subito che quello che volevi ammazzare era il serpente di cui io proprio non mi ero accorta...perchè stavo pensando ad altro, diciamo”

“E a che pensavi per essere così distratta, si può sapere?” chiese la rossa maliziosa.

“Io e Zoro avevamo appena avuto una discussione..ma niente di che”

“Discussione?? Voi?! E per cosa?” Quella Nami era più curiosa di un furetto curioso!

“Mah..solo uno scambio di opinioni su come affrontare le situazioni difficili..e io ci stavo ancora rimuginando sopra, così non sono stata accorta e sono caduta e...mi sono pure storta una caviglia in quell'occasione”. Robin voleva andare avanti con i discorsi, voleva sviare l'attenzione da quella “discussione”, non avrebbe detto alla navigatrice quello che aveva compiuto lo spadaccino a Thriller Bark..

“Zoro se n'è accorto subito della cosa e mi ha aiutato..mi ha portato lui per tutto il giorno in quel bosco..ma ovviamente abbiamo continuato a non parlarci ed io ero convinta che non mi avrebbe mai perdonato”

“Ma che razza d'uomo sei?!” sbottò il cuoco destandosi dal suo intorpidimento “Una meravigliosa donna ti salva la vita e tu che fai, il troglodita offeso?! Che vergogna..” disse sdegnato.

“Ma sta ZITTO!!” gli urlò lui inviperito e un po' rosso in faccia, di sicuro, mai e poi mai avrebbe confessato che non era così, lui in realtà era rimasto chiuso in sé stesso perché era dannatamente nervoso e provato dalla presenza di Robin che l'aveva mandato assurdamente in confusione..

La mora ridacchiò al nervosismo del compagno e proseguì.

“Comunque quella sera arrivammo al villaggio e fu come un miracolo, davvero. Eravamo congelati quando giungemmo lì ed era sera..non so come sarebbe finita se non avessimo trovato quei selvaggi! Io riconobbi subito la lingua antica che parlava il vecchio capo e così iniziai a chiedere aiuto almeno per sfamarci e soprattutto chiesi un posto per dormire. Beh, fummo fortunati fino ad un certo punto perché quella sera, quella gente, festeggiava la Dea Luna e i protagonisti di questa ricorrenza erano i nuovi nati e le nuove coppie formatesi al villaggio”

“Che culo..” sfuggì allo spadaccino che già si mordeva il labbro. Nami soffocò una risatina.

“Beh, non dissi a Zoro che ci avevano scambiato per marito e moglie e neanche che saremo stati al centro dell'evento, gli dissi solo di non protestare e stare alle loro regole, non era poi male in cambio di vitto e alloggio, no?”

“E invece fu delirante!” la interruppe Zoro “Perchè mi presero e mi pitturarono dappertutto, come se fossi una tela bianca! Perfino i capelli! E quando arrivammo a quella dannata sala delle cerimonie di non so che, sembrava di essere ad un ritrovo di camaleonti psicopatici! Una follia!

Nami scoppiò in una sonora risata e anche Sanji esclamò un divertito “Ben ti sta!” ridendosela sotto i baffi.

“Beh, non rideresti se fosse capitato A TE!” fece seccato il verde al biondo.

“AH Ah! Hanno fatto anche a te la stessa cosa, Robin?” chiese la rossa.

“NO, ovviamente” rispose lo spadaccino al posto suo “Lei fu più fortunata, la acconciarono decentemente..anche se le toccò piroettare mezza nuda davanti a tutti!” finì per lasciarsi sfuggire con fare irritato. Nami e Sanji spalancarono la bocca.

“Mfu! Fuh! Sì, fu imbarazzante, lo ammetto! Ma il clou arrivò dopo l'esibizione delle donne” continuò a raccontare lei.

“Iniziammo a mangiare e bere quella specie di sakè, che poi si scoprì essere alcol mescolato a sostanze tranquillanti, almeno così mi spiegarono. Beh, poi iniziarono ad entrare gli uomini e ognuno fece la sua esibizione, fu davvero uno spasso! Finchè non entrò Zoro, completamente ubriaco, e io lì davvero ebbi il terrore che facesse qualcosa di avventato perché non l'avevo mai visto in quello stato”

“Non l'ho più toccata quella cosa...” commentò lui versandosi altro sakè nella tazza, il suo pensiero già volava a quello successe poi, gli stavano venendo i sudori freddi..

“Sì beh, incredibile! Ma quanto ne avevi bevuto??” chiese divertita Nami.

“Io dico che ne aveva bevuto in modo esagerato per colpa di una certa donna seminuda..ma poi quell'alcol l'ha fregato” sparò il biondo accendendosi una sigaretta e lo spadaccino lo fissò tra lo stupito e l'incazzato, come aveva fatto a capirlo?!

Robin studiò un attimo Zoro e comprese all'istante che il cuoco aveva fatto centro, si meravigliò, non aveva mai collegato la cosa! Lo spadaccino si era ubriacato anche per colpa sua, quindi. Sanji era come al solito molto veglio in queste cose, la sapeva lunga.

“Vai avanti, Robin!” la incalzò Nami.

“Ok.. Beh, Zoro stupì tutti, me compresa. Gli avevo detto che avrebbe dovuto esibirsi in qualcosa che solo lui sapeva fare senza esagerare e in quello stanzone c'era pure il Poneglyph.. Lui era ubriaco ma ancora, diciamo, c'era. Andò barcollando verso quella grande pietra e la sollevò con facilità con una mano, e tutti rimasero senza parole.. Dovevate vedere che facce avevano! Era certo che non avevano mai visto nulla del genere e lui con una tranquillità incredibile poi se ne andò, sempre storto, intesi! Mfu! Fuh!”

“Dovevano essere scioccati! Zoro non si smentisce mai! Ah!AH!”

“Sì, Nami e io non avevo la forza di ridere anche perché iniziavo anche io a sentirmi poco bene, mi girava la testa.. L'avevo bevuto pure io quel liquore anche perché era l'unica cosa che c'era da bere quella sera!” disse sorridendo Robin. “Da quella notte iniziarono tutti a chiamare Zoro 'Grande Tigre' perché avevano notato la sua forza.. e non solo per la pelliccia tigrata che gli avevano donato!”

Dopo altre risatine generali, Robin fece una pausa e si versò altro caffè nella tazza, sentiva che ne aveva bisogno, ora sarebbe arrivata la parte più complicata da raccontare.. Nami la fissava pendendo dalle sue labbra, capì che la mora stava temporeggiando quindi tornò a incalzarla.

“Quindi eravate tutti e due ubriachi no?..”

“Sì..e no, Nami.” disse lei incrociando le braccia. “Cioè, io rividi ancora Zoro in quello stanzone, la cerimonia non era finita. Due uomini lo portarono di peso in quel salone e lo sedettero vicino a me.. Mi preoccupai seriamente, vedevo che stava male, non teneva gli occhi aperti. Dopo un po' il tutto si concluse e lo presero e lo portarono via, e una donna mi aiutò ad alzarmi, non mi reggevo in piedi. Questa donna molto forte mi portò in una specie di casupola rupestre dicendomi che avrei dormito lì. Mi chiuse quasi la porta in faccia e rimasi al buio lì dentro. Poi...quando riuscii a distendermi in quel giaciglio, capii non ero sola”

La mora bevve un sorso del suo caffè, era tiepido ormai. La rossa la fissava ad occhi sgranati, immobile, concentratissima. Mentre i due ragazzi guardavano basso, parevano pensare ad altro ma era solo un atteggiamento di facciata il loro. Uno fumava troppo lentamente e l'altro aveva ricominciato a mordersi il labbro.

“Sentii la sua voce e capii che ci avevano messi nella stessa casupola. Daltronde pensavano che fossimo una coppia, era normale, dovevo aspettarmelo.. Zoro iniziò a parlarmi ma io non credevo si rivolgesse a me..cioè, diceva delle cose ma pensavo delirasse, che sognasse, parlava di demoni.. Io stavo davvero male, ma mi rendevo ancora conto di tutto, o meglio.. rimasi lucida per qualche minuto.” Robin abbassò la testa, indecisa su cosa dire, nel silenzio tombale della stanza.

“Ho capito cosa stava accadendo quando lui iniziò ad avvicinarsi..” tentò di sorridere a quello strano pavimento luminescente.

“Quindi tu l'avevi capito..” fece Nami strabiliata.

“Sì, ma non avevo le energie necessarie per fare nulla e..” ..Cosa doveva dire? La verità? Che non le dispiaceva il pensiero del suo contatto? Che da una parte era spaventata e dall'altra.. che lo desiderava? Che voleva che accadesse? Si sentì smarrita dapprima ma poi ritrovò la forza di parlare, perché mentire in fondo? Ormai erano chiari a tutti i sentimenti che provavano l'uno per l'altra.

“Non ci ho provato davvero a reagire” pronunciò “Magari non ce l'avrei comunque fatta a contrastarlo o magari Zoro chissà..si sarebbe farmato...resta il fatto che io non ricordo molto, poco dopo quegli attimi confusi ho perso i sensi credo..non lo so, so che mi sono svegliata la mattina dopo e quella casetta era un disastro” finì l'archeologa accennando un debole sorriso.

“Ah! Lui era stato pitturato! E' vero!” fece la rossa sveglia come non mai. “E...Zoro? Tu non ricordi per niente quel momento?” chiese senza esitare, senza pensarci.

Lo spadaccino ormai sentiva il sapore metallico del sangue in bocca da tanto si era morso l'interno della bocca, pronunciò un secco “NO” al pavimento e chiuse l'occhio volendo essere da qualsiasi altra parte del pianeta.

“Se fosse stato minimamente in lui...non l'avrebbe fatto” intervenne Sanji e Zoro lo fissò negli occhi, quel cuoco poteva capirlo appieno riguardo quella vicenda, annuì debolmente a quel suo rivale sentendosi come non mai vicino a lui. Che assurda sensazione, pensò.

“Io mi svegliai per prima” continuò l'archeologa, dopo aver finito la sua seconda tazza di caffè “Vidi in che stato era la stanza, com'era ridotto lui e mi guardai: ero nel suo stesso stato...D'istinto scappai fuori, nella neve, non volevo nel modo più assoluto che lui capisse cos'era successo”. La mora teneva la tazza ancora tiepida tra le mani, come se quell'oggetto la confortasse un po in quel suo racconto.

“Volevi nasconderglielo?!” le chiese la rossa incredula, anche il cuoco la fissava con vago stupore tra quel fumo e quella falsa tranquillità.

“Sì, ma non ce l'ha fatta” intervenne Zoro sempre fissando giù, quasi incantato. “Ha tentato di farlo ma l'ho scoperta in fretta..da un particolare, diciamo, inequivocabile”

Nami studiò lo spadaccino, quello doveva esser stato un colpo incredibile per lui, anche a risentirlo e raccontarlo ora, si vedeva che faceva fatica. Parlava, ma sembrava esser da un altra parte, chissà quali e quante colpe ancora si dava quell'uomo! In fondo era Zoro, e quello che aveva compiuto era la cosa più lontana dal suo proclamato essere, si notava chiaramente che ne era ancora disturbato. La navigatrice, per un attimo, pensò che anche il biondo doveva sentirsi in qualche modo così ora, non riuscì però a guardarlo.

Robin rimase in silenzio, aspettò il compagno, magari aveva una lontana intenzione di andare avanti lui, gli avrebbe fatto bene parlarne, e infatti lo spadaccino disse ancora qualcosa. Si allontanò dal tavolo strisciando indietro la sedia rumorosamente e si appoggiò con i gomiti alle ginocchia massaggiandosi la faccia. Sbuffò, lo spadaccino non ne poteva più di quella situazione. Fissò il pavimento tenendosi la testa tra le mani.

“L'ho messa alle strette e me ne pento, non sono stato cortese. Robin però non mi avrebbe mai detto la verità, mai. Continuò per un bel po a negare...poi, poi mi fece capire che era andata come dicevo, e ...”

Zoro non riuscì ad andare avanti, Robin lo vide mordersi il labbro con forza, ogni muscolo di quella schiena nuda era in tensione, in un fascio di nervi, e senza pensarci su, si alzò e andò da lui.

L'archeologa gli si accucciò vicino, tra gli sguardi colmi di stupore e ansia degli altri due, e se lo abbracciò come se fosse una fragile creatura, prendendogli con una mano il viso e portandeselo al petto. La rossa e il biondo rimasero senza fiato a quella scena, non erano ancora abituati a vedere quei due così intimi.

“Non.. me lo perdonerò mai” sussurrò lo spadaccino alla mora, che lo strinse di più e gli disse piano un “basta”, che solo lui sentì.

Sanji si alzò dalla sua sedia, non ce la faceva più a stare seduto, tutto quello che vedeva e sentiva era fin troppo. Andò alla cucina e poi tornò indietro, tanto per spezzare quel momento imbarazzante e surreale, si accese due sigarette e iniziò a fumarle nervoso, fino a che la mora non si staccò dal verde e si risedette al suo posto. Zoro pareva più rilassato ora ma non accennava ad alzare la testa.

Nami era invece in uno stato catatonico, seguiva i movimenti della sua amica con un vago sorriso, più osservava quei due insieme e più le piacevano. Robin aveva fatto un gesto che l'aveva colpita, era stata così dolce.. Era incredibile come le cose si fossero capovolte! Erano dannatamente perfetti insieme! Quasi li invidiava? E come mai era così sensibile a certe cose adesso?

“Dopo che confessai a Zoro com'era andata, fugii” la mora interruppe i pensieri della rossa. “Corsi per il villaggio e mi imbattei nel Poneglyph, feci in tempo a decifrarlo che, subito dopo, il villaggio fu attaccato dalla marina..quei marines ci avevano seguito fin lì. Scoppiò una battaglia cruenta”

“Oddio mio..” fece la navigatrice tornando seria.

“Cercai di contrastarli come meglio potevo, poi vidi Zoro affrontare un viceammiraglio molto pericoloso, aveva mangiato un frutto del diavolo ed era in grado di far sentire il dolore fisico con un solo sguardo.. Tentai di avvertirlo, ma non mi ascoltò”

“Classico..” commentò la rossa con una smorfia.

“Zoro finì a terra più volte sotto i colpi di quell'uomo, intervenni ma in quel caos si mise in mezzo un ragazzino e alla fine quel viceammiraglio scagliò il suo colpo prepotentemente contro di lui e il bambino e...non riflettei più. Mi misi in mezzo perché volevo a tutti i costi proteggerli e quello strano potere si scatenò.. ricordo solo di essere stata molto, molto arrabbiata”

“I capelli, mh?” ricordò Sanji, che era tornato a sedersi ma restando un po più distante dal tavolo.

“E' stato indescrivibile” pronunciò Zoro, si tirò su sistemandosi la coperta con un brivido, pareva ancora scosso. “Erano dovunque. Aprii gli occhi ed era buio, non ci capii niente al momento..ero dentro a una bolla di lunghissimi capelli e quando capii cos'erano, mi creai un passaggio e uscii da quella cosa.. Robin era lì, avvolta da quella massa nera e tutto intorno si vedeva solo un mare di quei capelli che ricoprivano tutto per non so quanto. I marines, compreso quel capitano del demonio, erano tutti morti, annientati da quel colpo..”

“E poi sparirono??” fece Nami non capendo bene.

“Sentii che lei chiedeva aiuto...tagliai quell'enormità con una katana e così la liberai, e sì, poi sparirono. Ma.. ma lei era ferita, quella feccia l'aveva colpita, erano dei colpi d'arma da fuoco” Zoro tornò a incupirsi, mentre tutti seguivano quel suo discorso senza fiatare.

“Capii che non avrei potuto fare nulla, lei era davvero grave.. Chiesi aiuto ai paesani e per miracolo capirono e ci aiutarono..in fondo Robin aveva salvato quel bambino, era anche lui incolume, dentro a quella sfera di capelli.. Loro la portarono via e nel frattempo arrivò un altra ondata di quei bastardi. In quello stato, con quella rabbia, volli andare da solo ad affrontarli..e non erano pochi. Comunque li sterminai, quei bastardi”

“Robin-chan ha rischiato la vita..” ripetè il cuoco ancora incredulo.

“Se non era per quei selvaggi sarebbe morta, sì. E probabilmente pure io, visto che poi sempre per colpa sua, mi sono preso una broncopolmonite!”

“Mfu! Fuh! Non ti ho detto io di uscire tutto bagnato da quella caverna!” fece lei ridendo e lui accennò un sorriso, ora ne potevano parlarne con tranquillità ma quella era stata una situazione davvero drammatica.

“Ehi! Ehi! Io non ci sto capendo niente! Caverna?? Broncopolmonite?? Spiegate meglio!!”

“Vediamo, Nami. Dopo l'attacco, Robin è stata curata da una megera rossa che per giorni la rinchiuse dentro ad una montagna” fece Zoro un po più vivacemente.

“Una guaritrice molto esperta” lo corresse lei.

“L'aveva quasi mummificata con un unguento nauseabondo ma fu quello che la salvò..da quello che capii”

“E' quella sostanza schifosa che avete dato a Chopper, no?” chiese il cuoco con una faccia schifata.

“Esatto” rispose l'archeologa “Io la definirei quasi miracolosa, sul serio! Comunque da quello che ho saputo da Zoro, sono stata seguita premurosamente da questa donna..”

“Vecchia decrepita, direi” commentò lui ma Robin non gli badò.

“Dormii per giorni e quando mi svegliai mi ritrovai nella casupola con Zoro” gli occhi dell'archeologa tornarono a guardare basso, celava un vago sorriso. “Mi sentivo molto debole, ma la sua presenza vicino a me mi confortava. Al momento, pensai di non farcela e a fatica gli comunicai che lui avrebbe dovuto proseguire, e senza di me”

“Che?! Sul serio?” fece la rossa mentre il cuoco seguiva concentrato.

“Sì, mi sentivo troppo male..volevo comunicargli il contenuto del Poneglyph e Zoro sarebbe andato poi alla costa opposta, ad aspettarvi..magari poi, se ancora avesse voluto, mi sareste venuti a prendere...avevo pensato questo”

“Perchè non avrebbe voluto..??” le chiese Nami.

“Dopo quello che era successo tra di noi, e conoscendolo.. pensavo che non mi volesse più tra i piedi. Invece a quelle mie parole si arrabbiò tantissimo e fece una cosa che mi spiazzò”

Zoro guardò da un altra parte e Nami tornò a saltare sulla sedia. “Cosa??” fece.

“Posso indovinare?” interruppe calmo il biondo, versandosi del sakè sulla sua tazza vuota. Nami si chiese se fosse impazzito, non aveva mai bevuto alcolici di mattina! “Vediamo...Il rozzo spadaccino.. ti baciò, Robin-chan”

“Mfu! Fuh!” Robin annuì e continuò, Nami era a bocca spalancata. “Poi uscì con una scusa e per un po non lo vidi”

“Probabilmente era andato a tirare giù qualche albero a testate, maledicendosi”

“Ehi! FINISCILA!” gli urlò lo spadaccino in imbarazzo, mentre Sanji e Robin si scambiavano sguardi d'intesa. Il cuoco bevve un sorso dal recipiente e poi posò la tazza, fece una faccia disgustata, di nuovo. “Bah, è forte” commentò.

“Comunque poi ritornò e fece proprio finta di nulla, e lo stesso feci anche io perché non me lo spiegavo davvero. Parlammo di quello che era accaduto la notte fatidica e lui si scusò profondamente, mi chiese di rimanere nella ciurma e io accettai. Ci accordammo nel dimenticare tutto quello che era successo e andare avanti...però, però rimaneva il fatto del bacio..quindi io volli andare a fondo della cosa” disse la mora con un espressione furba.

“Ossignoreeh.. Cosa hai fatto, Robin??” Nami aveva tutte e due le mani in faccia, sapeva quanto quella donna potesse essere diabolica, mentre Zoro emetteva uno dei suoi “Tzè” dissentendo e Sanji finiva a forza la tazza di sakè.

“Beh, ammetto di esser stata un poco cattiva...Tentai di ricambiare a tradimento quel suo bacio, anche se non mi riuscì bene perché non ero in grado di muovermi ancora..in risposta, la mattina dopo, lui sparì”

Sanji allargò un sorriso beffardo, quell'alcol l'aveva sciolto un po', e la rossa trattenne a stento una risatina.

“Io mi recai con la guaritrice alle terme del posto, dentro una caverna, per le ultime medicazioni, e dopo un po' che ero lì da sola, nell'acqua calda, mi scontrai con qualcosa....beh, era LUI! Si era perso e l'unico posto che aveva trovato per ripararsi dal gelo era stata proprio quella caverna, peccato che quell'area era per sole donne..aveva praticamente preso sonno a pelo d'acqua”

“Ah! Ah! Ah! Che scemo!” scoppiò a ridere Sanji e Nami lo seguì a ruota, mentre

lo spadaccino minacciava di farlo sparire dalla faccia della terra. I due tornarono a fatica seri.

Robin continuò.

“Comunque riuscì a nascondersi e poi fuggire via senza farsi scoprire..e probabilmente fu per questo che poi si ammalò. Non tentai di far nulla in quella caverna, mi aveva colto di sorpresa.. Invece poi, venni a sapere che quei selvaggi organizzavano un altra festa per omaggiarci perchè avevamo liberato il villaggio dalla marina, e lì escogitai un piccolo piano..”

“Ohi..Ohi” commentò il cuoco, versandosi ancora sakè, nel frattempo Zoro era a braccia incrociate, gambe incrociate, guardava di traverso, in posizione di assoluta chiusura verso tutti. Nami guardò il cuoco e si chiese se fosse già brillo.

“I paesani ci avevano divisi..io passai un po' di tempo con delle donne e lui trascorse una giornata a cacciare e fare cose da uomini con quelle persone con le quali neppure riusciva a scambiare due parole..”

“Il 'No' l'avevano capito, comunque..” disse a muso duro il verde.

“Mfuh! Fuh! Immagino!..E poi arrivò la festa, per la quale diedi delle disposizioni in accordo con loro..”

Nami la fissava tutt'occhi e Sanji, era l'acol o chissà cosa, seguiva il suo racconto con un sorriso sbiego, di chi si aspettava un finale da barzelletta.

“Insomma, mi presentai con un completo davvero disinibito e feci in modo che ci mettessero lontano l'uno dall'altra. Poi, quando lui entrò nella sala, non lo badai di striscio, e per tutta la serata. Ad un certo punto dovetti mettermi in mezzo alla salone per ricevere il mio omaggio e quindi arrivò un uomo alto e decisamente gradevole..

“Un troglodita” la interruppe lui, tra le risatine di Nami e un “Come te” di Sanji.

“Avevo detto a quella gente che le usanze del nostro paese, in quelle circostanze, prevedevano di solito un accompagnatore e doveva essere il miglior uomo del villaggio, s'intende! E anche per Zoro avevo pensato alla stessa cosa. Quindi arrivò Khor..”

“E ti ricordi pure il nome??!” gli urlò Zoro infercito e Nami scoppiò in una risata. Robin continuò tranquillamente, tra le occhiatacce del compagno.

“Quell'uomo ballò con me e poi lo trattenni e gli feci capire che doveva starmi seduto vicino, così lui, che sapeva che doveva obbedire ad ogni mia richiesta, lo fece. Per un po parlai con lui e feci anche finta di bere quel tremendo sakè sotto gli occhi di Zoro..facendo come se lui non esistesse”

“Strega malefica” borbottò lo spadaccino immusonito.

Povero Zoro..” lo prese in giro la rossa che se la stava spassando.

“Arrivò anche una ragazza molto bella per lui, ma io passai alla fase due del mio piano. Quindi mi alzai e con quell'uomo sparii dalla sala. Andammo alla casupola, e scambiammo due parole lì. Parlammo e basta, sia chiaro, e nel frattempo, aspettai...volevo vedere se Zoro sarebbe caduto nella mia trappola”

“Astuta.. Era l'unico posto che conosceva! Non si sarebbe perso...forse” ragionò Sanji un po' inquietato da tutta quella macchinazione.

“E arrivò??!” chiese Nami impaziente cercando di estorcerle con gli occhi la risposta analizzando la sua enigmatica espressione.

Robin allargò un sorriso e abbassò la testa coprendosi la bocca.

“Glielo dici tu?” chiese con aria furba allo spadaccino e in risposta lui sbuffò guardando da un altra parte.

Gli sguardi tornarono su di lei e la mora inspirò.

“Arrivò come una furia, quasi abbattè la porta..al momento mi fece sul serio paura. E per i primi attimi credevo che ci avrebbe ammazzato..” disse l'archeologa mentre la rossa si portava una mano alla bocca, rapita. “Io non l'avevo mai visto così, in quel momento capii di aver esagerato e compresi anche che lui non stava bene affatto (infatti il giorno dopo si svegliò con un febbrone da cavallo).. Urlò a quel povero ragazzo di andarsene e questo si dileguò molto velocemente e poi me ne disse di tutti i colori..”

“Beh, avevi esagerato, eccome!” fece torvo Zoro alla mora.

“E invece ha fatto bene!” s'intromise Nami “Se fosse stato per te, ora non saresti insieme a lei! Testardo musone!” gli urlò, poi si rese conto di quello che aveva detto e fece finta di nulla dicendo a Robin di andare avanti.

“Ad un certo punto cercò di uscire minacciando di ammazzare quei paesani per la bella pensata che avevano avuto, e io tentai di fermarlo attivando la mia abilità ma non funzionò, mi resi conto che avevo perso il mio potere, così per bloccarlo gli dissi la verità, che era stata una mia idea”

“Mammamia...si salvi chi può” la rossa era allucinata.

“Sì, davvero.. Zoro si adirò all'inverosimile. Era fuori di sé, mi disse delle cose tremende ma in fondo me le meritavo, sapevo che era giustificata quella reazione. Capì tutto e mi chiese perché mai avessi organizzato una cosa simile e io gli dissi che volevo capire cosa significassi per lui”

“OoOooooohhh....” fece Nami mettendosi le mani in faccia.

“Povera Robin..cosa ti è toccato fare per tirar fuori qualcosa di buono da quella testa bacata” disse il cuoco dissentendo.

“Beh, gli dissi che era solo geloso e andò su tutte le furie. Poi non mi restò che dirgli cosa provavo..lo feci ma lui non mi credette, era logico”

Robin fece una pausa, Nami guardò Zoro che si massaggiava nervosamente la faccia e poi tornò alla mora, che si mordeva il labbro. La rossa notò che il cuoco era alle prese di nuovo con quel sakè e gli prese la tazza dalle mani, sequestrandogliela in malo modo. Era matto? Ma che gli prendeva?! Gli lanciò un occhiata di rimprovero e il biondo tornò per disperazione a fumare.

“Continuai a ripetergli che era così, che..lo amavo e guardandomi lui si calmò e capì che era vero..e poi lui si dichiarò, finalmente” Robin si prese le braccia, guardando in basso mentre Zoro tamburellava con il piede non sapendo più che fare ormai, con il volto arrosato.

“E poi?!” fece la rossa non soddisfatta di quel finale. Seguì un altro momento di silenzio totale e imbarazzante che fu spezzato dopo poco dallo sbuffare del biondo.

“Va bene, ok, abbiamo capito come va a finire, non servono i particolari..” fece Sanji dentro una nuvoletta biancastra, stava fumando davvero troppo!

“Eh, no! CERTO che li vogliamo!” protestò Nami.

“MA MANCO PER SOGNO!!” sbottò Zoro alla rossa.

“E va bene, tanto Robin mi spiegherà ogni cosa in privato, caro mio!!” gli disse con aria superiore.

“Non senza il mio consenso!!” continuò ad urlarle.

“Vuoi scommettere, tiranno di uno spadaccino?!” lo sfidò.

“Non provocarmi..” sibilò lui, e Nami si fece una grassa risata, poi si tirò su in piedi appoggiandosi minacciosa al tavolo.

“Quando salperemo da questa maledetta isola, Robin mi descriverà TUTTO, per filo e per segno.. perché io vi ho in pugno, miei cari!” fece e si ributtò sulla sedia guardando lo spadaccino con uno sguardo fintamente angelico.

“Vuoi uscire indenne da questo bunker, navigatrice? Rispondi!” gli disse lui con l'occhio ridotto ad una fessura, non stava più scherzando ora.

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Capitolo 48
*** Abiti da scena ***


“Ah! Non mi interessano certi discorsi” li interruppe Sanji, aspirò ancora una boccata di fumo. “Piuttosto vorrei capire il fatto dei tuoi poteri, Robin-chan”

L'archeologa ringraziò tra sé e sé il cuoco per aver cambiato argomento e spiegò che, dopo lo sprigionarsi di quell'insolito potere, non fu in grado di usare la sua abilità per giorni e che, al tempo, era seriamente preoccupata. E poi spiegò il fatto che Zoro, nel liberarla da quella chioma enorme, le aveva tagliato parte dei suoi capelli, e che più passavano i giorni e più quella parte mozzata cresceva.

“Poi una mattina -eravamo in spiaggia dove ci avete trovati- mi svegliai con dei capelli lunghissimi e mi sentii subito diversa, in forma, diciamo” continuò a raccontare l'archeologa. “Provai subito e scoprii che la mia abilità era tornata. Probabilmente, come diceva Zoro, quel potere si stava solo rigenerando, era questione di tempo”

“Sì, mi fece un bello scherzo..la strega” disse lo spadaccino e Nami tornò a chiedere dettagli che la mora non voleva proprio tirar fuori, così, davanti a tutti.

“Scommetto che in quei giorni hai aprofittato del fatto che lei fosse molto più debole di te, eh?” fece allora la rossa al verde, spudoratamente. Qualcosa di piccante doveva pur trapelare prima o poi, pensò.

“Eh? CHEe?!!” fece lui paonazzo e Nami si mise di nuovo a ridere senza freno. Anche Sanji la guardò incredulo, pareva essersi dimenticata di ogni casino nato su quell'isola.

“Comunque” disse Robin, dopo che gli animi si furono un po calmati “Zoro mi ha sempre ribadito di allenare questa mia nuova abilità, che potrebbe essere una specie di Haki..ma io anche provandoci seriamente non sono più riuscita a..scatenarla

“Non ci hai provato davvero” la contraddì lui.

“Beh, forse hai ragione ma non ho avuto molte occasioni e poi comunque...non è niente di gradevole” disse lei abbassando gli occhi.

“Robin-chan forse ne teme solo le conseguenze.. Avevi detto che non eri stata capace di controllarlo, no?”

“Sì, Sanji, è così. Non ne sono stata capace” disse lei, come se fosse una colpa.

“E' proprio per questo che ti ho detto mille volte di provarci..” Zoro fissò intensamente Robin che alzò lo sguardo su di lui, in modo incerto e dubbioso. “Se tu riuscissi a.. controllare un colpo del genere.., beh, è inutile dire che ci farebbe molto comodo e..”

“Non preoccuparti Robin-chan” lo interruppe il cuoco “Nessuno ti costringerà a fare qualcosa che non vuoi”

Sanji diede un occhiataccia allo spadaccino, che lo fulminò in risposta. Zoro si chiese perché quel deficiente non si facesse i cavoli propri, poi finì quello che voleva dire.

E!..” il verde continuò la sua frase a denti stretti, rimarcando il fatto di esser stato interrotto, poi la sua espressione si addolcì reincontrando lo sguardo di lei. “..Riusciresti a ottenere una tattica difensiva molto forte. I nostri nemici saranno sempre più potenti, non puoi negare che questo sia utile soprattutto a te stessa.. visto anche quello che hai rischiato a Wano”

“Mm..” fece la rossa mentre la mora guardava di nuovo basso “Zoro non ha tutti i torti, Robin è un ambita preda visto che solo lei sa leggere quei Poinegriffe, e nel paese dei samurai si è messa sul serio in pericolo.. Ma poi arrivò il nostro ronin e.. cacchio! Dovevo capirlo in quell'occasione che voi due..eh?! Che scema!”

Nami continuò tra sé e sé a rimproverarsi mentre la mora tornava a sorridere e Zoro sbuffava di nuovo innervosito. Robin sapeva quanto lo spadaccino avesse ragione ma dentro di sé ammetteva anche di avere un certo timore di quel suo stesso potere.

 

Nel silenzio di quei pensieri, il tavolo sparì all'improvviso e la voce della bambina rimbombò nelle teste dei quattro reclusi.

Buongiorno! Il momento è giunto, numeri primi! Il nostro piccolo esercito è pronto e vi aspetta fuori!”

“AH! Finalmente!” esclamò lo spadaccino tirandosi su in piedi e quasi gli cadde la coperta che aveva addosso, se la tirò su veloce come un razzo, prima di rimanere nudo di fronte a tutti, poi fece pure finta di nulla.

“Non sei salvo! Non è finita bello mio, e lo sai...” gli fece la rossa alludendo non di certo alla battaglia che li attendeva, lui in cambio arricciò il labbro mostrandole i denti.

Oh, però noto che non siete pronti! Qui ci vuole un cambio d'abito per tutti!” fece ancora la voce e anche gli altri tre si alzarono in piedi, in attesa.

In un attimo i quattro vennero illuminati da un chiarore accecante, tutti chiusero gli occhi e quando li riaprirono si guardarono stupiti, squadrandosi l'un l'altro.

“OH oh! Questo sì che è alla moda eh? Niente male neanche il tuo Robin!”

“Dici? Il colore è bello”

“Che due bocconcini!!♥” Non riuscì a trattenersi il cuoco.

“E' troppo corto” fu il commento di Zoro, fisso sulla gonna dell'archeologa.

I quattro sembravano uscire da un film di fantascienza, quei vestiti erano fascianti e diversi l'uno dall'altro. Nami indossava una tuta attillata arancione metallizzato, una gamba era coperta totalmente mentre l'altra sfoggiava un pantaloncino cortissimo, lo stesso valeva per le maniche delle braccia, i capelli raccolti in una coda altissima. Robin, in un vestito viola metallizzato dal collo alto, aveva degli stivaloni lucidi e un paio di guanti altrettanto lunghi e sì, quella gonna era davvero troppo corta ma sotto aveva un paio di calze nere totalmente coprenti, in più quei suoi capelli sembravano stati appena stirati da una piastra, erano drittissimi. Zoro aveva una veste che assomigliava molto ad un kimono ma era più rigido e di un verde metallo con una fusciacca argento che legava ai fianchi le sue tre spade che, magicamente, ritrovò al loro posto. Sanji, infine, indossava un completo stiloso, blu metalizzato a righette argento, la chiusura della giacca che indossava ricordava la tenuta da cuoco accompagnata dai classici bottoni color argento.

Bene! Siete pronti! E' ora di andare a respirare un po' d'aria fresca!” fece ancora Shade e in men che non si dica tutto fu bianco, di nuovo accecante.

 

 

Zoro, Sanji, Nami e Robin aprirono gli occhi e si ritrovarono in una piccola radura di fronte alla cinta infrangibile. La luce debole del mattino illuminava e riscaldava piacevolmente l'aria. I pirati, uscendo dal nasconscondiglio, riacquistarono automaticamente le loro dimensioni.

Quando i loro corpi apparvero in quello spiazzo, la piccola folla che si era radunata esplose in esclamazioni di stupore e gioia, i quattro si guardarono attorno e poterono riconoscere delle facce familiari. Lì vicino c'erano i coniugi Cloud che li salutavano commossi, lui alzando timidamente un palmo e lei stringendosi le mani al petto, poi c'era la ragazza dai capelli blu che aveva incoraggiato Zoro nella sezione nera e che era stata portata via, lei aveva portato una mano alla bocca, in visibilio. C'era pure la piccola bambina con il suo cane che, dentro alla casa diroccata, era stata costretta ad addescare i due ragazzi, pareva molto intimorita e si nascondeva dietro ad un uomo dall'aria preoccupata. C'erano una trentina di persone lì, tutti erano vestiti con abiti di colore diverso, abiti dal colore metallizzato, simili a quelli dei pirati. Se facevano parte della sezione nera o bianca non aveva più importanza, loro erano lì insieme e formavano una stretta alleanza, la più fidata, la più determinata. Era stata Shade a sceglierli uno per uno, personalmente, e si capiva non serviva spiegarlo. Alcuni parevano tesi, come se già pensassero a quello che doveva accadere, altri erano solamente sollevati e felici nel rivedere i propri eroi.

“Ragazzi cari, spero stiate bene!” disse Mavy sull'orlo delle lacrime, ma venne interrotta dal piombare impetuoso di una carrozza che assomigliava tantissimo ad una grande zucca con delle ruote. I due cavalli bianchi che la trascinavano nitrirono forte e la carrozza si arrestò, proprio di fronte ai quattro, che stupiti fissavano la scena.

La porticina dorata si aprì lentamente e da essa fuoriuscì una vaporosa massa azzurra, si vide un piede con una scarpetta luccicante e trasparente e poi un braccio nudo, e alla fine la bambina uscì dall'insolito abitacolo e tutti gli abitanti dell'isola si inginocchiarono chinando il capo.

Buongiorno, miei numeri primi! Oggi, solo per voi, sarò la vostra Fata Turchina!” esclamò Shade nella testa di tutti i presenti allargando un sorriso luminoso. Il vestito che indossava aveva un corpetto azzurro tutto luccicante accompagnato da una gonna esagerata che ondeggiava ad ogni suo movimento; i capelli, ora color argento, erano raccolti in un grosso chinon stretto in una retina di stelle, in mano reggeva una lunga, troppo lunga bacchetta, in cui torreggiava una luminosa stella argentata.

“Avevi detto sogno o incubo, cuoco. Io direi decisamente incubo” spifferò lo spadaccino al biondo che non mancò di fare un mezzo sorriso, lo trovò divertente e non seppe lui nemmeno perché.

“SHH!!” Nami zittì Zoro all'istante, la bambina stava avanzando verso di loro e tutti gli abitanti dell'isola erano in assoluto silenzio, ancora col capo chino.

Alzatevi pure, abitanti! Guardate i personaggi principali della nostra storia, della mia storia! Voi sapete già cosa dovrete fare ma loro devono ancora esserne informati..ma prima di tutto devo dare forma ai miei protagonisti..”

Shade passò davanti ad ognuno di loro, fintamente pensierosa, e poi si fermò di fronte a Nami, la fissò sorridendo più convinta e la rossa potè notare uno scintillare inverosimile in quegli occhi, pareva che racchiudessero un intero universo. Si inquietò un poco ma non lo fece vedere, invece, ricambiò nervosamente il sorriso.

La bambina le prese una mano e la tirò verso di sé allontanandola dagli altri.

Tre sarà il fulcro della mia storia, il mio personaggio buono.. pura, ingenua e di morale” disse guardandola dritta negli occhi, come se fosse un comando più che una descrizione del suo personaggio.

“Si vede che non la conosce” fece Zoro, non potendo trattenersi e Robin tossì cercando di coprire la sua frase.

Sarà la mia dolce principessa..” comunicò ancora e, tenendole ancora la mano, la trasformò.

Una scia di luce percorse la navigatrice dalla mano protesa alla punta dei piedi e, dopo quel bagliore, si scorse una graziosissima ragazza, che al primo momento non sembrava affatto Nami. Un “Ooohh!..” stupito delle persone attorno aleggiò nell'aria. Quella fanciulla aveva un vestito lungo da classica principessa, di un giallo chiaro e brillante, l'ampia gonna non faceva trapelare nemmeno i piedi. Il bustino stretto e luccicoso aveva due voluminose spalline, e i lunghi capelli, raccolti in una trecciona, erano color rosa confetto, tutti ornati di fiorellini bianchi.

Ti vuoi vedere?” le chiese la bambina ma non attese la risposta, indicò la cinta infrangibile dietro ai suoi compagni, quella diventò in un attimo un enorme specchio.

Nami seguì la direzione di quel piccolo dito e si girò verso i pirati che rimasero a bocca aperta, il cuoco barcollò un momento e poi gli spuntarono dei cuori al posto degli occhi, successivamente, si diede un pizzicotto da solo e tornò normale.

La navigatrice avanzò verso quello che ora era uno specchio gigante, quasi in ipnosi, poi si guardò allibita. Sì, quella era lei, con un abito assurdo e dei capelli da bambola, ma era proprio lei. Notò che era pure truccata con un ombretto esageratamente glitterato. Sorrise incredula sussurrando un “Sorprendente..”. Si stupì ancora, anche la sua voce aveva qualcosa di più angelico.

Adesso mi dedicherò alla figura maschile di punta” fece Shade poi, avvicinandosi ai due ragazzi che si scambiarono un occhiata fugace ma carica di tensione.

No... non sei tu, Due” fece balenando uno sguardo sufficiente allo spadaccino che, sollevato, ringraziò il cielo. “A me serve il bel Cinque”

Sanji si allontanò un po a disagio con la bambina che lo invitò a fare qualche passo avanti. Poi Shade volteggiò un po' attorno a lui squadrandolo e facendo roteare in aria la bacchetta. Il cuoco seguì i suoi movimenti in una posizione irrigidita, si sentiva davvero nervoso e per niente fortunato ad esser stato scelto.

Bene...sei pronto?” gli chiese con un dolce sorriso e dopo un dissenso impercettibile del biondo si sprigionò una luce dalla grande stella sopra quella bacchetta. Una scia luminosa circondò il cuoco che ne venne interamente avvolto, poi, quando questo bozzolo di luce sparì, Sanji aveva fatto un cambiamento quasi totale. L'unica che era rimasta invariata era la sigaretta che teneva in bocca.

Aveva addosso un completo interamente azzurro cielo, con stivali bianchi e mantello lungo e candido. Il cuoco non aveva più il suo ciuffo biondo no, aveva ondeggianti capelli blu, lunghi fino alle spalle, e sul suo viso il pizzetto e i baffetti erano spariti, era pure armato di spada!

E fu così che apparve il principe!” esclamò la bambina, ma qualcosa nella sua espressione diceva che non era pienamente soddisfatta. Infatti, puntò con la bacchetta il biondo e con un altro tocco grazioso fece sparire la sigaretta fumante dalla sua bocca. “I principi non fumano!” lo rimproverò severa e lui annuì confuso.

“Lo è pure nella realtà, anche se fa il pirata!” commentò divertita Robin, e Zoro attese curioso che il cuoco si girasse per poi ridergli in faccia. Sanji tornò al suo posto ma non andò a specchiarsi, non ne aveva il coraggio, si accorse solo che Nami lo stava osservando con due occhi spalancati, tra lo stupore e l'orrore, pareva. Si girò da un altra parte per evitare il suo sguardo, completamente a disagio.

Venne il turno di Robin, l'archeologa vide la bambina puntarle la bacchetta, indicandola, e con un sorriso strano, fare cenno di avvicinarsi. La mora aveva ancora in testa la notte passata e quello che quella innocente, così sembrava, bambina, le aveva fatto fare. Cercò di non pensare a nulla mentre Shade le afferrava il braccio e la posizionava in centro, poi la faceva girare in modo che tutti potessero vedere in che cosa sarebbe stata trasformata. Sul volto di quella ragazzina lesse una determinazione e uno sguardo quasi di sfida che la spiazzò un poco, ma non lo diede a vedere.

Sette...sette..sembra glaciale questa sette, ma in verità non lo è. Non sarò carina con te, mi spiace, ma sei PERFETTA per quello che ho in mente. Sai, nelle belle favole c'è sempre un personaggio cattivo..e di solito non ha un bell'aspetto” disse e si allontanò da Robin, lasciandola da sola.

Dopo dieci passi, si voltò di colpo e scagliò una sfera di luce addosso all'archeologa, la luce venne assorbita dal suo corpo e poi esplose tutta intorno alla mora, coprendola di luce prima, e lasciando poi una nube oscura al suo posto.

Sembrava solo una nebbiolina nerastra all'inizio, però poi si materializzò un corpo coperto di stracci, dei vestiti scuri e lisi, quella figura che sembrava umana si teneva le mani in faccia, come se si volesse proteggere. Poi, lentamente, tolse le mani dal viso, quelle mani rugose e dalle unghie lunghe, rosso sangue.

I capelli rossicci e scompigliati al momento coprirono l'orribile visione, ma poi, quel volto rugoso e brutalmente rovinato, si rivelò all'attenzione di tutti. Qualcuno coprì anche un urlo di terrore, la bambina con il cane gridò terrorizzata. Quella vecchiaccia non aveva proprio nulla a che fare con Robin!

“Che diavolo..!” fece lo spadaccino stravolto, mentre Robin si guardava come rapita le mani trasformate, il vestito e quell'oscuro alone che la circondava, c'erano pure delle fiammelle violacee per terra! Provò a fare qualche passo e quelle fiamme la seguirono.

“Oh, povera Robin-chan!” si sentì dire dal cuoco, mentre in fondo la rossa era rimasta paralizzata dall'orrore.

L'archeologa però, stupendo tutti, allargò un sorriso. “E' evidente che sono davvero brutta!” disse guardando le facce esterrefatte dei compagni che al suo sorriso sghembo, terrificante e a quella voce gracchiante, ebbero perfino un brivido. Lei però si stava sul serio divertendo.

Mm...ti manca qualcosa, tutte le grandi streghe ce l'hanno!” fece una Shade pensierosa e poi le bastò un occhiata per far apparire davanti alla strega un bastone tutto attorcigliato che ad una estremità aveva incastonata una gemma grande e verdastra.

Prendilo!” ordinò a Robin “Ti servirà per fare la tua prima magia” disse e ridacchiò con fare furbetto. Così l'archeologa afferrò il bastone e la gemma verde brillò sinistra, Robin rise un poco ma dalla sua bocca non uscì il suo classico “Mfu! Fuh!” bensì un “Hrah hrah!!” da film dell'orrore.

La strega si sta divertendo, lo sapevo che sarebbe andata così! E ora si divertirà ancora di più mi sa..è ora che arrivi il suo fido compagno!” fece Shade fissando con uno sguardo ingenuo e innocente Zoro. Quella bambina si stava prendendo gioco di lui, ne era certo.

Lo spadaccino pensò che era arrivata la sua ora, tutto quello che aveva visto e tutta quell'attesa l'avevano esaurito.

“Ok, facciamola finita!” disse chiudendo l'occhio e sbuffando. Avanzò verso la bambina sfidandola con le mani ai fianchi, in realtà stava coprendo solo la sua tensione.

Shade lo fissò e poi dissentì, indicò la strega appena apparsa.

Non sarò io a trasformarti...ma lei!” disse, inespressiva, senza muovere le labbra “Sarai il suo servitore...quindi lei deciderà il tuo destino” finì con un occhiolino, sorridendo furba.

“CHE?!” fece Zoro e guardò la Robin sfigurata con una faccia preoccupata, lei aveva ancora quel ghigno terribile in faccia.

Ma dai! Scherzo! E' ovvio che ho già deciso in cosa trasformarti! Prendila come una prova di recitazione! La strega ora ti trasformerà...cioè” La bambina si avvicinò allo spadaccino come a spifferargli qualcosa “..facciamoglielo credere” sussurrò.

Zoro la osservò con aria sempre più sospetta e poi tornò a guardare quella che fino a pochi minuti fa era la sua bellissima donna, si sforzò di pensare che era una cosa temporanea e chiuse l'occhio. Era destino, alla fine era diventata davvero una megera!

“Fallo, strega. Muoviamoci” ordinò e prese un grosso respiro.

Allontanatevi tutti! Diciamo...diciassette passi indietro!..Ehi! Ma non te, Due!” urlò la voce della bambina e tutte le persone, anche lei, lo fecero, compresa la strega-Robin. Sanji e Nami si trovarono appicciacati alla cinta-specchio, erano carichi di aspettativa, come tutti i presenti.

Quando lo spadaccino fu isolato, Shade diede un cenno d'assenso all'archeologa.

La strega puntò il bastone verso l'uomo e la gemma verde balenò di una luce sinistra. Un fumo verdastro, e ben presto si scoprì anche puzzolente, avvolse lo spadaccino che non mancò di tapparsi il naso schifato e fare un ultimo “bah!” stizzito. Poi la nube si ingigantì, arrivò finò alle chiome degli alberi più alti, inondò tutto ed infine si dissolse, lentamente.

Si sentiva gente tossire, Nami era perfino nauseata, alcuni si lamentavano dell'odore, altri cercavano di far andar via quella puzza agitando e mani.

“Che amore!” si sentì dire da una voce roca e agghiacciante, era stata la strega ovviamente a parlare. Tutti ora tornarono all'attenzione, la nebbiolina era quasi del tutto sparita e si notava già quella cosa enorme che era apparsa, anche se non si poteva capire bene cosa fosse perché era verdastra come quel fumo. Si capiva che era grande, grossa e alta una ventina di metri almeno.

Una folata di vento portò via gli ultimi rimasugli della nebbiolina nauseabonda e quello che vi era celato si rivelò in tutto il suo spaventoso essere. Tutte le persone ammutolirono, estrerrefatte.

Era apparso davanti a loro un grande drago, dai mille toni di verde, dava loro la poderosa schiena. Squamoso, terrificante, dalle ali a pipistrello, con unghioni letali e con occhio feroce e giallastro (l'altro era ovviamente chiuso in una visibile cicatrice, l'unico dettaglio che poteva ricordare lontanamente lo spadaccino).

Il mostro girò il testone verde e grugnì, la gente urlò di paura: dalla bocca spaventosa pendevano tre lunghe lame aguzze (erano lame, più che denti quelli!), altro dettaglio che rimandava a Zoro..

Le persone attorno erano sempre più in agitazione, Nami si era aggrappata al principe-Sanji senza neanche accorgersene, stringendogli il braccio con troppa forza, e lui andava da lei alla bestia non sapendo chi guardare né come reagire a tutto quello che vedeva.

ALT! ALT! State calmi!” fece la bambina “é tutto sotto controllo! O meglio, la strega ha tutto sotto controllo, vero Sette?”

La fattucchiera allargò il ghigno e annuì iniziando ad accarezzare la zampa gigantesca del drago che non sembrava affatto calmo in quel momento, si agitava, guardava le sue zampe, la coda lunga e spinosa e ruotava il testone in cerca di vedere bene le sue nuove ali.

Devi chiamarlo per nome!” ordinò Shade a Robin (glielo suggerì nella mente) “Vedrai, si calmerà e soprattutto ti consiglio di fargli chiudere la bocca, ha.. un potere speciale”

La strega annuì di nuovo e parlò al drago che dopo poco iniziò a fissarla.

“Ah...Quindi..Stai buono Due... e non aprire la tua splendida bocca, non ho nessuna voglia di punirti

Zoro pensò che, se anche l'archeologa ci si metteva, sarebbe stata davvero dura quella giornata, non aveva nessuna intenzione né di perdere tempo né di giocare al bravo attore. Volle sbuffare ma non ci riuscì, la sua bocca, o meglio quel mostruoso ammasso di denti aguzzi, rimase serrata, si sentì come paralizzato. Era stato l'effetto della voce della strega? Oppure la bambina centrava qualcosa? Sentiva un pizzicore dietro l'enorme testa...quindi di sicuro quella Shade era l'artefice di tutto. Lo spadaccino però, così trasformato, non poteva comunicare quel disagio a nessuno, quindi rimase buono, il drago stette fermo e tranquillo come un cagnolino, e la strega sorrise soddisfatta, credendo che il suo fedele compagno la stesse ascoltando.

Bene, bene!” esclamò divertita la bambina “Ora abbiamo tutti i nostri costumi da scena! L'unica cosa che posso dirvi ora è che comunicherò ad ognuno di voi mano a mano cosa dovrete dire e fare, quindi state tranquilli! Al momento giusto libereremo anche i vostri compagni ma tutto a tempo debito! Pensate a recitare al meglio la vostra parte e io cambierò il vostro favore portandovi tutti in salvo! Un ultima cosa molto importante: recitate e non badate alle persone che vi staranno vicino..guardie...amici e nemici...fate finta che non esistano e andrà tutto bene! E...date il meglio di voi!”

 

 

Shade fece sparire tutti gli abitanti radunati nella radura, non spiegò ai quattro il loro ruolo né in che cosa sarebbero stati trasformati, ma si capì, dalle parole che lei rivolse loro, che sarebbero state delle comparse..degli attori secondari o chissà.

Andiamo, principessa Tredisse, girandosi poi verso Nami “Tu entri in scena quasi subito”

La principessa si avvicinò e lei le strinse la mano, sorridendole. Poi, alzandole quella stessa mano disse agli altri tre un ultima cosa.

Tutto quello che sta attorno a voi sta per cambiare. Non temete nulla..fa tutto parte della mia storia”
Poi quella bambina sparì in un lampo di luce e sulla mano a mezz'aria della principessa dai capelli rosa, apparve un uccellino giallo e verde. Nami balenò un occhiata preoccupata alla strega e l'uccellino cinguettò dolcemente, la rosa fece in tempo a tornare con lo sguardo su di lui e poi tutti e due sparirono nel nulla.

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Capitolo 49
*** C'era una volta nel paese dei numeri primi ***


Era una tranquilla giornata nel paese dei Numeri Primi...il sole splendeva, gli uccellini cantavano felici al tepore della primavera, e la natura era un tripudio di vivaci colori. Al Gran Castello la piccola principessa giocava serena, correva con il suo più amato amico a quattro zampe, nel bellissimo giardino ricolmo di fiori”

 

La voce fuori campo di Shade rieccheggiò in ogni mente di ogni abitante di quell'isola e allo stesso tempo il paese intero cambiò. Non ci fu più né la zona bianca né la zona nera, bensì un isola rigogliosa dove si potevano notare piccoli paesini di un tempo, e poi laghi, fiumi, verdi pianure e montagne innevate. Solo un elemento non cambiò, il castello al centro di quella terra. La fortezza mutò solo un po' di colore e forma, divenne totalmente color avorio e rosa, un vero castello da favola!

Alle parole della bambina tutti si fermarono, chi dormiva si svegliò e ogni essere vivente vide il mondo attorno a lui cambiare drasticamente. Tutto era più vivace, colorato...più naturale e selvaggio. Quasi tutti sapevano cosa stava accadendo, non era la prima volta che succedeva in quell'isola.

Quella era Shade. Shade che aveva preso forza e che stava dando vita ad un sogno reale.

Gli abitanti, e soprattutto le autorità del paese, pensarono all'istante che fosse meglio così, quella bambina in grado di stravolgere la realtà, si era rimessa a fantasticare, si era chiusa di nuovo nel suo mondo immaginario.. quindi, in quella condizione, era ancora controllabile. E, soprattutto, cosa più importante, non avrebbe più interferito nella questione “Mugiwara”. Almeno così tutti credevano, credevano che “dormisse”.

Nessuno immaginava che Shade, quella potente bambina, stesse in realtà architettando la fuga dei pirati e che in verità quel sogno...era un sogno ben orchestrato e ad occhi aperti.

 

Una bambina con un abitino violetto e lunghi capelli rosa correva sul prato del castello e assieme a lei c'era il suo amato cagnolino. In realtà era la bambina “spaventosa” della catapecchia poi esplosa, ma nessuno poteva notarlo così trasformata..

Era un giardino magnifico: alberi dalla folta chioma, aiuole fiorite che si estendevano in ogni direzione, c'era perfino un laghetto con delle carpe colorate. L'unica cosa che stonava era la presenza delle guardie in bianco e nero, loro erano rimaste al loro posto di lavoro e si guardavano con un punto interrogativo in faccia. Che fare?.. Di solito avevano l'ordine di ignorare i sogni reali di Shade e dovevano cercare di non intervenire, rimaneva comunque una cosa un po spiazzante per tutti, anche per loro che erano sempre integerrimi! E poi questa volta era stato stravolto anche l'intero castello!

Dietro ad una colonna avorio c'era pure Black Rose. Spiava quella bambina che correva con quel sorriso stupidamente felice in viso. Era seccata, ma da una parte anche sollevata; quello stravolgimento aveva cambiato le carte in tavola e a suo favore, era riuscita a liberarsi dal corridoio dove il suo odiato ex marito l'aveva intrappolata.

Anche la bimba aveva notato le guardie ma continuava ad ignorarle, proseguendo con la sua recita come da istruzioni, e il cane abbaiava e seguiva la padroncina, non si poteva non dire che fosse anche lui un bravo attore!

“Dai, Diciassette!..Avanti, prendilo!!” fece la principessina tirando il bastone al cane che prontamente iniziò a correre nella direzione del lancio.

La voce fuori campo continuò il racconto e apparve un altro personaggio.

 

Era davvero una giornata splendida..il re e la regina erano felici, la loro figlia era felice..ma tutto, presto, sarebbe cambiato. Tutto sarebbe stato stravolto dall'arrivo di una bellissima donna...che in realtà era una malvagia e potente strega”

 

Il cancello argentato si spalancò ed entrò una donna incappucciata, aveva un rosso e lungo mantello, avanzava leggera e suadente nel viale alberato. Poi si fermò, aveva notato la bambina.

La donna fece una deviazione camminando nell'erba e, togliendosi il cappuccio, chiamò a sé la bambina.

“Oh! Tu devi essere la principessina Tre! Che meraviglioso onore!fece la bella donna con un sorriso abbagliante e una voce splendida, avvolgente. La bimba le si avvicinò curiosa.

La donna (che in verità era una ragazza della sezione bianca stra-innamorata del cuoco) porse alla bambina una caramella profumata, presentandosi come una fabbricante di dolciumi in visita al castello per affari.

“Tieni! Questa è per te! Ma mi raccomando, mangiala solo dopo aver cenato, non vorrei mai che i tuoi genitori ti sgridassero per colpa mia. Buona giornata!” disse con aria innocente e si allontanò in direzione della grande entrata al castello.

La bimba la guardò sparire dietro il portone e poi, in un attimo, scartò la caramella e se la cacciò in bocca. Il cane abbaiò, come se sapesse che la bambina stava commettendo un fatale errore, ma non servì a nulla quell'avviso, la caramella era già stata ingoiata.

Alle nuove parole di Shade tutto il castello e quello che vi era dentro si illuminò intensamente, la scena stava cambiando.

 

Tre mangiò la caramella e cadde nell'inganno della strega. Mangiando quel dolciume, perse la sua voce, non fu più in grado di parlare. Il tempo passò e con il tempo tante cose cambiarono, e non in meglio per la povera principessa..”

 

Il castello da favola diventò una fortezza abbandonata, come se il tempo l'avesse messo a dura prova. La natura aveva invaso il giardino, ora ormai incolto e selvaggio, i muri lindi erano pervasi dall'edera e la struttura era fatiscente. Shade continuò il suo racconto.

 

Dopo quel fatale evento, la regina morì dal dolore per la disgrazia successa alla figlia, e dopo qualche anno, Sette, la strega ammaliatrice, riuscì a sposare il re grazie ai suoi sortilegi. Infine, lo uccise, facendo passare il fatto come un terribile incidente. Così ereditò tutto, il castello, il regno...e dovette prendersi cura della piccola principessa.

La strega, che odiava i bambini, la relegò nella stanza più alta del castello, facendola scendere ogni tanto solamente per portare a termine qualche lavoro faticoso.

Il tempo passò e la principessa crebbe, Tre adesso era una bellissima fanciulla ma era molto sola e triste..anche Diciassette l'aveva lasciata. Gli unici amici che aveva erano i ratti che giravano per il castello ormai in rovina, e gli uccellini che le facevano visita al suo balcone, al quale non si sporgeva mai perché soffriva di vertigini.

Un giorno però il fato le diede un opportunità...”

 

La Nami-principessa apparve dal nulla nella spoglia stanza sulla torretta del castello ormai in rovina. Era vestita di stracci, non c'era traccia del bel vestito giallo di poco prima e poi i capelli erano un disastro, si specchiò un attimo sul vetro rotto davanti al piccolo letto. La rossa pensò che quella bimba era davvero una fonte di continue sorprese e iniziò a recitare la sua parte, suggerita direttamente da Shade nella sua mente.

Quindi iniziò a piangere, buttandosi in ginocchio, anche se nessuna lacrima uscì da quegli occhi coperti. Poi un uccellino tichettò alla finestrella della stanza sudicia e lei finse stupita di accorgersene, si asciugò le mancanti lacrime e andò verso l'animale sorridendo debolmente.

Ma qualcosa interruppe quel sorriso. Bussarono alla porta della stanzina, l'uccello volò via spaventato e la principessa si girò con aria vagamente impaurita. La porta si aprì e apparve Robin trasformata in terrificante strega, entrarono soffiando anche due gatti neri e spelacchiati, sembravano molto adirati, con le code dritte, in tensione.

“Sono qui per informarti che sto per uscire...e che Settantatre e Settantanove ti terranno d'occhio. Quindi fa la brava, piccola Tre” disse la vecchia strega ghignando e alzando il bastone luminoso, sparì subito dopo in una nuvola di fumo verdastro lasciando sola la ragazza con i due felini.

Tre era appiccicata al muro, quei gatti sembravano davvero spaventarla, e stette lì un poco a prender fiato. La voce di Shade interruppe la scena.

 

Quel giorno fortunato, infatti, il capo dei ratti, Cinquantanove, e tutti i suoi sottoposti, vollero aiutare la principessa a fuggire dal castello..”

 

Una moltitudine di piccoli colpi si infransero sulla porta della stanza e questa dopo poco si spalancò. Entrarono decine di topi dentro la stanza e Nami si sforzò di allargare un sorriso stupito, in verità voleva urlare, quelle bestiacce le facevano davvero ribrezzo.

 

I topi, amici della principessa, riuscirono nel loro intento e lei corse via da quella stanza dove era reclusa ormai da anni..”

 

Mentre i topi attaccavano i gatti, Nami fuggì facendo di corsa le scale e incrociò pure il signor Bright ma, come aveva richiesto Shade, fece finta di non vederlo. L'ometto in bianco si scostò in tempo per farla passare e non la riconobbe, vide solo per un attimo una bella ragazza dai capelli rosa passargli accanto e poi sparire prendendo il corridoio di sinistra. L'ometto pensò che sicuramente quella era la protagonista del nuovo sogno reale della sua bambina e continuò a cercare la sala con i Mugiwara, chissà dove erano finiti ora che Shade aveva stravolto anche il castello!

Poco dopo la voce fuori campo si fece risentire e Nami sparì di nuovo per ripiombare in un bosco lì vicino. Era un po' frastornata da tutti quegli appari-e-scompari ma non doveva farlo notare, anzi, doveva continuare a fare quello che Shade stava raccontando..

 

Tre scappò, fuggì via. Corse fino ad arrivare ad una casetta isolata, in mezzo al bosco. Bussò alla porta della casa. Era sporca, affamata e i suoi vestiti erano ancora più sporchi di prima. La donnina che aprì l'uscio era piccola, una gnoma. Tre venne accolta e rifocillata dalla gentile Quarantuno che la ospitò per cinque giorni nella sua piccola dimora. Tre fece amicizia anche con i suoi figli, anch'essi piccoli nani: Sessantuno, Settantuno e Novantuno. Il primo aveva un casco scompigliato di capelli neri, il secondo li aveva corti e verdi e il terzo portava una coda bionda, per il resto erano uguali, tre gemelli”

Attorno a Nami erano apparsi la piccola casa, la gnoma e i tre piccoli figli, e lei si sforzò seriamente di non ridere: quelli sembravano davvero Rufy, Zoro e Sanji in miniatura! I tre iniziarono a correrle intorno e la rosa non riuscì più a trattenersi scoppiando in una risata. Poi si ricordò che non doveva emettere alcun suono.

 

Tre si divertì un mondo con loro e, per ringraziare Quarantuno dell'ospitalità, tutti i giorni si impegnò nelle varie faccende domestiche..”

 

Attorno a Nami apparvero anche secchio, straccio e scopa e gli gnometti la invitarono subito al lavoro. La spingevano di qua e di là, a fare questo e quello e lei con un sorriso annuiva anche se dentro di lei li mandava al diavolo. La gnoma Quarantuno seguiva la scena con aria felice e con una torta di mele in mano, dando continue istruzioni ai quattro.

Poi, ad un certo punto, si fece buio velocemente e i tre gnometti spinsero la principessa stracciona dentro la casa gridando “Dai che si mangia! Dai!” (Nami entrò a fatica dentro la porta e i ragazzini sghignazzarono nel spingerla dentro toccandole pure il sedere).

Shade continuò il racconto e venne la luce di nuovo in quel boschetto, accompagnata da una pioggerellina fine.

 

Nel frattempo, la strega Sette, adirata dalla sua scomparsa, la cercò in tutto il paese sguinzagliando tutti i suoi servitori ma non riuscì a trovarla. Al quinto giorno di ricerche, la fattucchiera fu così furibonda da scatenare un terribile temporale su tutto il Paese.

Tre, in quella giornata piovosa, doveva recarsi al pozzo lì vicino..”

 

Una brontolante principessa venne spinta fuori dalla casetta. Aveva già secchio e ombrellino in mano (troppo piccolo per lei). La gnoma le aveva appena detto di andare a prendere dell'acqua e se fosse stata la vita reale le avrebbe dato una testata, non mancando di dirle che bastava mettere il secchio sotto quel diluvio per riempirlo.

Ma la gentile principessa non poteva parlare e doveva essere, in quella scena, sorridente e gentile, appunto.

Quindi Nami avanzò sotto la pioggia scrosciante in direzione del pozzo, seguita da qualche uccellino fradicio e qualche altro grazioso animale del bosco, come si addiceva ad una vera principessa sfigata delle favole. Sentì pure Shade suggerirle di sorridere di più. In fondo doveva interpretare una ragazza che era stata relegata per anni in una torre..quindi ora doveva essere felice solamente per esser di nuovo all'aperto!.. Ma quale persona sana di mente sorriderebbe in una situazione del genere, comunque?! Pioveva a dirotto e il fango le arrivava alle caviglie ormai, per giunta quel dannato pozzo non si vedeva.

Poi all'improvviso, ecco che apparve dal nulla. Sembrava un pozzo da film horror. Un brivido reale percorse la schiena di Nami, iniziava a sentirsi inquieta.

La pioggia aumentava sempre più e quando lei arrivò vicino a quel piccolo muretto circolare, guardando dentro, le venne un capogiro (vere vertigini, altrochè!).

 

La ragazza, per prendere l'acqua calando il secchio, si sporse troppo e...sfortuntamente cadde dentro al pozzo..”

 

A Nami si gelò il sangue. Che doveva fare? Aveva capito bene?! Doveva buttarsi nel vuoto?! O far finta o..che?! Non riusciva nemmeno a vedere la fine di quel baratro!

Stette ferma guardando a fatica giù, indecisa.

Poi i suoi piedi si mossero da soli. Si, proprio così. Una forza misteriosa mosse i suoi piedi, sentì pizzicare dietro la nuca e non se ne rese nemmeno conto, in un attimo stava già precipitando giù in quel buco.

Quando toccò terra sentì un dolore lancinante. Provò ad urlare ma dalla sua bocca non ne uscì alcun suono. Si spaventò ancora di più.

Il dolore...

Un dolore forte, fortissimo alla gamba. Con l'unica forza della sua disperazione si tirò su a sedere scivolando con le mani sulla parete bagnata e putrida. Non vedeva nulla, era nel buio più totale e nel panico più intenso, non aveva mai provato tanta paura prima. Era certa, sicura: la sua gamba era rotta e probabilmente in più punti.

Nami apriva la bocca ma l'unica cosa che riusciva ad udire era la pioggia e il suo respiro affannato, lo scroscio d'acqua che cadeva nel pozzo pareva una cascata su di lei. Era completamente fradicia, tremava. Tremava dal freddo e dal dolore. Pensò che qualcosa di sicuro era andato storto. Quella bambina aveva detto che loro erano al sicuro, che dovevano stare al gioco e tutto sarebbe andato bene ma ora era sola, al buio, in preda ai dolori più acuti e quello che sentiva nella sua testa....

ERA UNA RISATA.

Quella bambina stava ridendo. Ridendo di lei? Di quella scena?.. Perchè? Perchè?!...Perchè le aveva fatto del male davvero?! Perchè le aveva tolto realmente la voce?!

Passarono pochi ma lunghissimi minuti per Nami dove la ragazza temè di non farcela, di svenire, era in uno stato di shock. Poi quella voce si risentì, solenne.

 

Nella sventura più nera, nello sconforto più totale, la principessa soffrì in silenzio senza poter neppure gridare aiuto. Ma il fato, di nuovo, girò in suo favore..”

 

Si sentì un nitrito di un cavallo, un galoppare sempre più vicino. Un gruppo di persone su dei destrieri era comparso, gli animali correvano nella pioggia.

Poi, il primo della fila si fermò, e tutti dietro di lui arrestarono la loro corsa.

 

Era il principe del paese vicino, lontano parente della famiglia reale. Cinque, si chiamava.

Era famoso per la sua fluente capigliatura blu e per il suo animo nobile. Era a caccia quel giorno e in quel momento stava rincasando, ma si fermò nei pressi del pozzo perché un particolare aveva attirato la sua attenzione..”

 

“Ohh! Fermo, bello!” disse il cavaliere-Sanji al cavallo bianco (era vestito di tutto punto, in perfetta tenuta da caccia). Si sorprese un po in realtà..pure la sua voce pareva diversa!.

“Signore! Qualcosa non va?” gli chiese un uomo grosso, a cavallo, dietro di lui.

“No, Ottantanove.. ma scendo un attimo”

“Ma signore..si infangherà tutto! E stiamo già ritardando abbastanza e..”

“Farò celermente. disse secco lui scendendo già da cavallo, e l'accompagnatore non aprì più bocca.

Il principe aveva notato degli animali, nulla di particolare alla prima occhiata. Però poi si era soffermato un secondo e aveva notato che quelle bestiole parevano come messe in circolo..era insolito davvero! Avvicinandosi a passi incerti e lenti nel fango, notò che ce n'erano davvero tante e di molte specie. Sembravano tutte riunite per una qualche sorta di assemblea animalesca!

“Bizzarro..” sussurrò lui nel buio e un lampo squarciò il cielo.

Neanche quel frastuono fece scappare quegli animali da lì! C'erano uccelli, topi, volpi, conigli..perfino qualche scoiattolo e due cerbiatti! Tutti sopra quello che ora aveva capito essere un vecchio pozzo.

E come se non bastasse, tutti quegli animali fissavano giù. Sanji spalancò la bocca (come da spifferato copione) e fece una faccia assurda. Doveva immedesimarsi in quel balordo del principe che vedeva quella scena stramba, e sì, se fosse stato tutto vero avrebbe fatto proprio quella faccia, dannazione!

 

Il principe Cinque era come ipnotizzato da quello spettacolo singolare. Si avvicinò, troppo curioso di capire che cosa aveva attirato l'attenzione di tutti quegli animali..”

 

Dopo aver sentito le parole di Shade, Sanji fece qualche passo in avanti fino ad arrivare al pozzo. Le bestiole non corsero via ma si scostarono solo per farlo passare, qualcuno scappò ma la maggior parte restò lì ad osservare che cosa avrebbe fatto quell'uomo.

Il principe si appoggiò al pozzo e, nell'attimo in cui guardò dentro al baratro, un fulmine illuminò quel buio profondo.

Sanji vide una faccia, una faccia con occhi e bocca spalancati, i capelli in parte la nascondevano, quasi come fossero spesse ragnatele.

Fece un colpo.

Il principe urlò. Gridò terrorizzato e tutti gli animali lo fissarono come scandalizzati.

Che razza di principe era quello?!

Vabbè, non era proprio così che doveva andare.

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Capitolo 50
*** Seguire il copione ***


Nel momento esatto in cui Nami vide una testa dai capelli blu sporgersi nel baratro, tutto il suo dolore sparì.

E in quello stesso momento il cuoco sentì una fitta lancinante dietro la nuca.

Fu come se il dolore della navigatrice si fosse trasferito a lui..

Il principe-Sanji strinse i denti e si sbrigò a dire la sua battuta. Pensò solamente che quella simpatica bambina l'avesse punito per aver urlato...di certo però non era stata delicata!

“Ottantanove! Centocinquantuno! Duecentoundici! C'è una fanciulla qui sotto!” gridò il principe sbracciandosi, era già fradicio “Orsù!.. Datemi una mano!”

I cavalieri scesero da cavallo e di corsa si affrettarono con corde e forza bruta a tirar su la ragazza da dentro quel baratro oscuro. La issarono malamente poi sopra un cavallo, come un fagotto, e partirono al galoppo. Sanji non condivise il modo in cui quegli uomini trattarono la sua Nami, ma non potè intervenire in alcun modo.

La rosa non sentiva più alcun dolore (si stava chiedendo addirittura se se lo fosse solo immaginato!), in compenso era tornata a maledire quella bambina. Era zuppa, e maledettamente scomoda in quella posizione.. ma soprattutto, aveva talmente freddo da tremare, c'era il rischio serio di beccarsi una broncopolmonite!

 

Mentre i cavalieri galoppavano noncuranti tra i boschi nel diluvio universale, nelle alture dell'isola apparve un poderoso castello di ghiaccio.

La voce di Shade risuonò nelle menti di tutti, ancora una volta.

 

La principessa Tre venne portata al castello di ghiaccio, residenza del principe Cinque e di suo padre, il re Undici. La ragazza venne soccorsa e accolta a corte, nessuno la riconobbe poiché nessun essere umano l'aveva mai vista e poi lei non riusciva a parlare, né a scrivere per l'effetto della maledizione della strega. Venne quindi scambiata semplicemente per una fanciulla speciale e sfortunata, la servitù iniziò a istruirla a dovere riguardo le varie mansioni e faccende da eseguire a palazzo, poiché sembrava una ragazza molto graziosa e ben educata dopotutto. Tre accettò tutto con un sorriso, era pronta a fare qualsiasi cosa pur di rimanere lontana dalla strega cattiva..”

 

Nel tempo in cui la bambina raccontava la storia, Nami era stata catapultata di nuovo in un altro ambiente. Si trovò dentro al grande salone di ghiaccio, sopra una scalinata, stranamente, lì dentro, non faceva freddo (e lei era incredibilmente asciutta!). Era vestita con un lungo abito coprente da cameriera, bianco e blu, e i suoi capelli erano raccolti dentro ad una cuffietta. Aveva già in mano uno spolverino e si ritrovò dietro una donnona grassoccia, che la guardava non proprio bene, vestita come lei.

“Che fai? Sbrigati!” le disse e poi girò i tacchi sparendo giù per le scale luccicanti.

La rosa scese piano e sentì Shade spifferarle di guardare di nascosto il principe che sarebbe entrato di lì a poco.

 

Dopo due giorni di convalescenza e cinque di istruzioni sui lavori, Tre iniziò a frequentare le stanze del castello e sovente incontrava il principe. Un giorno, di nascosto, lo spiò pure, mentre parlava con suo padre Undici..”

 

Ed ecco il portone di ghiaccio aprirsi, il principe venne annunciato e, dopo un secondo, Sanji entrò. Aveva fatto anche lui un nuovo cambio d'abito. Era vestito in argento e blu, un abito superelegante, entrò guardandosi noncurante i bottoni luccicanti della manica. I suoi tacchetti intonsi risuonavano nello stanzone vuoto.

Il principe si tolse la lunga giacca camminando, allungò il braccio con la veste e una cameriera bionda corse ad afferrarla prima che lui la lasciasse cadere a terra. Il blu si passò una mano tra i capelli, e sempre avanzando andò verso il padre che era comparso anche lui nella sala di ghiaccio. Il ragazzo chinò la testa salutando il vecchio re e Nami pensò che il cuoco se la stava cavando davvero bene con la sua parte.. e poi cosa non era con quel vestito! Peccato per quell'assurdo colore di capelli.

La rosa spiò un po' il principe e poi tornò a spolverare il corrimano gelato di quelle stravaganti e pericolose scale ghiacciate, mentre ancora, tornava la voce della bambina.

 

Nel momento in cui Cinque e il re Undici parlavano di strani fatti successi al paese, Tre scese le scale, ed era ancora intenta ad ascoltare i loro discorsi quando...ahimè, scivolò giù dalle scale”

 

Nami non fece neanche in tempo a stupirsi di quelle parole che già stava ruzzolando giù dalla scalinata. Nell'ultimo tratto volò proprio, ma poi atterrò su qualcosa di morbido, profumato e..argentato.

La rosa alzò lo sguardo e si trovò a qualche centimentro dalla faccia del principe. Nami sospirò sollevata, almeno questa volta era andata bene!

Sanji invece, si sforzò di accennare un sorriso, in realtà stava sentendo di nuovo quell'ago premere sulla sua nuca. Faceva male, e tanto. Anche questa volta non aveva seguito il copione. Però non aveva resistito nel soccorrere subito la sua Nami.

 

Il principe aiutò...ehm, prese al volo la ragazza, e i loro sguardi si incrociarono. Cinque riconobbe che quella era la fanciulla che aveva trovato nel pozzo, non l'aveva più incrociata da quel giorno. Guardando i suoi grandi e spaventati occhi, si dimenticò del discorso che stava facendo al padre, in realtà si dimenticò quasi di tutto perché se ne innamorò all'istante. Da quel giorno non fece altro che osservarla..e cercare di conoscerla meglio”

 

Finita la frase di Shade, tutto cambiò di nuovo attorno ai due protagonisti.

Nami si ritrovò nel giardino reale, tra le statue di ghiaccio, con un secchio di acqua calda e uno straccio tra le mani. Ora sì che faceva freddo! E nevicava!

Sentì dei passi vicino a lei ma fece finta di non sentirli, iniziò a fare il suo lavoro. Doveva lucidare le statue mentre il principe, nascosto dietro al suo destriero bianco, la osservava nel suo affacendarsi.

Trascorsero pochi minuti e poi, di nuovo, tutto cambiò. Sanji e Nami iniziarono ad essere teletrasportati da una scena all'altra, in successione sempre più veloce. La cosa li disturbava non poco ma quella bambina aveva fatto in modo di attutire il malessere dato da quell'appari e scompari. Era comunque una cosa da pazzi recitare in quella situazione!

 

Ah!..gli piaceva sempre di più quella misteriosa ragazza! Dopo un po' di giorni che la osservava, Cinque si decise a parlarle..”

 

Si ritrovarono nella grande biblioteca del castello. La rosa davanti ad uno scaffale infinito con spolverino in mano, e il blu sulla soglia della grande sala con una rosa di ghiaccio nascosta dietro la schiena. Sanji si punse pure, con una spina ghiacciata, e mentalmente iniziò a maledire pure lui quella bambina..

“Hem!..” fece il principe, un po' maldestro, cercando di attirare l'attenzione. Tre si girò fin troppo celermente verso di lui. “Avrebbe un attimo da dedicarmi?”

Una Nami con occhioni sgranati nascose velocemente lo spolverino dietro alla schiena facendo un esagerato inchino.

“La prego non servono queste cerimonie..Tenga, questa è per lei, per tutto..l'impegno che impiega nella mia dimora” disse il principe con un sorriso ampio e luminoso.

Tre guardò la rosa di ghiaccio e si bloccò quasi ipnotizzata, Nami in realtà stava pensando che se quella rosa fosse stata in cristallo sarebbe stata valutata un bella montagnola di berry..

“E' una rosa della mia tenuta..non ne ha mai viste?” Sanji sembrò davvero deluso, aspettò la risposta di Nami che non sarebbe ovviamente arrivata e poi continuò.

“Non le farà male..la accetti per favore” disse, avvicinandogliela di più.

La rosa guardò in basso intimidita e poi scappò via, buttando a terra lo spolverino. Dopodiche tutto si illuminò di nuovo.

 

Il principe, dopo quel primo deludente approccio, però non si arrese. Indagò per conto suo chiedendo alla servitù informazioni riguardo la fanciulla e alla fine venne a conoscenza del fatto che lei non poteva parlare e non sapeva neppure scrivere. Attribuì il suo imbarazzo a quella cosa e da allora fu ancora più motivato”

 

Nami riapparve dentro la grande cucina del palazzo, tra pentole e fuochi blu. Si sentì un 'TOC TOC' all'uscio della stanza e poi, con stupore di un anziana cameriera, il principe entrò facendo una faccia buffa, troppo buffa per Shade, che infatti gli fece sentire di nuovo il suo disappunto.

Il cuoco questa volta era rimasto troppo senza parole...cioè, la sua Nami-san che cucina?? Era troppo bello! Quanto gli sarebbe piaciuto se nella realtà lei gli avesse chiesto qualche lezione! Magari privatamente...♥

Sanji si ripigliò un attimo e ritornò serio. Fece cenno alle altre donne all'interno della stanza di andare e fermò la rosa, che stava sgattaiolando via anche lei ( pensò che quel grembiule bianco le stava divinamente, magari se avesse indossato solo quello..).

“Dal profumo..la pietanza che oggi verrà servita deve essere squisita” esordì alla ragazza.”E' merito tuo..nevvero?”

Tre si affrettò a continuare il suo lavoro e si gira un po' intimita, dando le spalle al principe (in realtà Nami stava bruciando tutto dentro quella pentola!). Cinque spalancò la bocca incredulo...quella era una fanciulla davvero insolita! E anche da un bel caratterino sembrava! E lui che aveva messo perfino piede dentro quelle cucine per lei! Ormai tutti i servitori del castello pensavano che fosse impazzito!

Sanji sentì un fastidio dentro la giacca e poi capì...

Il principe fece uscire dalla sua candida giacca una nuova rosa, questa volta vera, di un colore rosso vivo. Fece alcuni passi avvicinandosi a lei mostrando il fiore. La rosa girò la testa stupita, annusò prima un po il fiore, poi lo prese di fretta e lo buttò dentro alla pentola, con gambo e tutto. Nella storia lei non conosceva il significato di quel dono, non poteva saperlo. Aveva creduto che lui le stesse porgendo un ingrediente speciale, tutto qui.

Nami si graffiò di brutto la mano con le spine, ma si sforzò di non lamentarsi, però Sanji se ne accorse.

Di nuovo, il ragazzo, non seguì il copione.

Prese la mano della rosa e la tamponò con uno strofinaccio pulito, lei rimase bloccata non sapendo come reagire.. improvvisò, dopo poco tolse la mano e corse via lasciando la cucina e sentì poi un dolore lancinante dietro la nuca.

Nami iniziò a non poterne più di quella farsa, venne catapultata di nuovo in un altro scenario. E con lei anche lui.

 

Dopo quell'episodio, Cinque ordinò di far recapitare a Tre un mazzo di cinquantatre rose multicolore, direttamente nella sua stanza. Ormai la notizia dell'innamoramento del principe giunse anche al padre, che non fu proprio contento di sapere che il figlio si era infatuato di una serva..”

 

Nami si ritrovò nella stanza della servitù. Era abbastanza spoglia, c'erano solo pochi letti singoli e qualche semplice comodino. Non capì subito qual'era il suo letto, ma poi girandosi, vide un enorme mazzo di rose colorate e andò di corsa a vedere quello spettacolo. Erano adagiate sul lettino e quasi lo coprivano tutto da quanto spazio occupavano!

Tre sorrise a quella meraviglia e poi recuperò un secchio d'acqua e, a fatica, prese il grande mazzo e lo adagiò sopra (non aveva un altro contenitore adatto ad accoglierle tutte).

Nami fece solo in tempo a sbuffare dopo quella faticaccia e a buttarsi nel letto per ammirare quei fiori che ancora poi, tutto sparì. La voce tornò.

Nami si ritrovò seduta davanti una lunga tavolata dove già molti commensali stavano gustando un lauto pranzo. Era vestita con il primo abito che le aveva fatto indossare la bambina prima di tutta quella commedia..

 

Il principe Cinque convinse addirittura il padre ad indire una festa a palazzo dove fu invitata anche la servitù. Quella sera Tre ricevette in regalo dal principe un bellissimo abito principesco, di un giallo scintillante. Tutti la guardavano straniti e un po' scandalizzati quella sera..Tutti tranne il principe, ovviamente...”

 

La rosa alzò gli occhi dal piatto di minestra di ghiaccio (sì, sembrava proprio gelata quella brodaglia, come tutto il resto di quel banchetto! In pratica una cena surgelata!) e incontrò gli sguardi d'invidia delle sue “colleghe domestiche” e poi ancora, più in là da un tavolo rialzato e ornato di tutto punto, gli occhi dolci del Sanji-principesco.

Il cuoco aveva gli occhi a cuore, forse stava esagerando adesso! Nami gli fece d'istinto un sorriso divertito, che non era previsto, e ricevette una scarica alla nuca. Imbestialita, fece con il labbiale un muto “piccola maledetta..” e la scossa tornò.

Poi la sua mano destra si mosse da sola prendendo col cucchiaio d'argento un ghiacciolo nella minestra. Quella mano le portò alla bocca un boccone indesiderato e lei non potè reagire nè protestare. Si mangiò quel ghiaccio salato sentendo le stelle in bocca, era troppo gelato! Fastidiosissimo! Perchè poi una cena ghiacciata? Quella bambina stava bene di testa?! Nami iniziava ad avere seri dubbi! Prima in cucina quel fuoco blu sembrava emanare vero calore.. tanto che, era sicura, aveva bruciato quello che c'era dentro la pentola! ..Mah! C'erano troppe cose strambe in quella storia per i suoi gusti.

Nami stava imprecando ancora contro Shade quando vide il blu avvicinarsi al tavolo della servitù. Deboli “Ah!” eccheggiarono nello stanzone e pefino la musica soave in sottofondo si fermò (da dove proveniva poi quella musica?).

Il principe fece il giro fino ad arrivare dietro di lei e i commensali, tutti, si guardarono straniti. Sanji si chinò su di lei.

“Ne ho abbastanza di questa storia. Andiamo” le sussurrò con gli occhi serrati. Non c'era da ribadirlo, il ragazzo stava sentendo un male cane al collo.

Nami realizzò che quella gente intorno a lei era realmente stupita, il ragazzo non stava minimamente seguendo il copione e loro non sapevano come reagire.. Nami si alzò, il principe le offrì la mano e lei lo seguì...lo seguì fino ad un'ampia terrazza dalla quale si poteva scorgere un fitto e scuro bosco e un cielo terso e trapuntato di stelle. Sanji si fermò vicino al parapetto, solo ora Nami notò che era vestito come la prima apparizione, totalmente in azzurro e con un mantello bianco.

La rosa ebbe un brivido e Sanji si tolse in mantello avvolgendo poi la rosa con esso. A Shade probabilmente piacque quella scena perché attenuò la fitta sulla sua nuca. Sanji la abbracciò.

Che fai?!” fece lei. Nami non emise suono, parlò come un pesce.

“Tranquilla, anticipo quello che dovrà accadere” disse, stringendo la mascella, di sicuro stava sentendo quella puntura.. L'aveva stretta per non far troppo capire alla bambina quello che voleva dire a Nami, ma sapeva che era inutile, lei sentiva comunque tutto.

No...” Nami sgranò gli occhi allarmata. “Lei..non vuole, ti farà del male”. Meno male che il cuoco guardava il movimento delle sue labbra e capiva! “Lei mi ha tolto davvero la voce...in quel pozzo, lei..”

Sanji la strinse proprio a sé e le sussurrò sull'orecchio.

“Ti ha fatto del male!”

Quell'uomo..come aveva fatto a capirlo?

“Non lo posso accettare. Resisti..questa farsa finirà presto. Le senti anche tu le scosse, no?”

Lei abbozzò un 'sì' impercettibile con la testa.

“Allora stai al copione! Al resto penserò io”

Nami fece un “no” dissentendo e sentì una fitta, ancora, assurda. Si aggrappò al principe e poi lo mollò subito dopo. Shade le stava ripetendo la sua scena, sembrava alterata, la voce a tratti non era neppure riconoscibile...qualcosa non andava, era forse arrabbiata?

Nami guardò quel Sanji dai capelli blu, lui teneva gli occhi chiusi, doveva sentire un male da morire.

Poi, dopo lunghi attimi, lui sospirò, annuì a Nami come per incoraggiarla e tornò a recitare. Però lei non si sentiva più tranquilla, anzi, aveva una brutta sensazione..

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Capitolo 51
*** Interferenze ***


“Scusami per il mio comportamento inqualificabile.. Però era l'unico modo per poterti conoscere meglio. Non so nemmeno il tuo nome..so che, sfortunatamente, non puoi dirmelo fece lui gentilmente guardandola negli occhi e staccandosi da lei.

Anche la rosa tornò nella parte e lo guardò timidamente con il capo un po abbassato, doveva risultare molto intimidita.

“Lo so...un principe non dovrebbe comportarsi così. Non dovrebbe..neppure parlare con la servitù. Ma tu.. mi hai davvero colpito”

Nami girò la testa sforzandosi di apparire imbarazzata, in realtà voleva sorridere. Sì, era vero...l'aveva colpito un mucchio di volte (pugni, schiaffi, cuscinate..).

“Io..credo di amarti, fanciulla senza nome”

Nami avrebbe voluto replicare con un “come ami tutte” ma se ne stette zitta nel suo mutismo reale. Perchè, all'improvviso, era triste, adesso?? Bah! Non doveva pensarci! Pensare a lui adesso! Doveva solo continuare quella farsa!

Quindi lei alzò la mano e, con degli occhi stranamente coraggiosi, mostrò tre dita al principe. Il blu vide quel palmo con tre dita alzate e lo fissò con aria stravagante, di chi non capiva proprio quel messaggio.

Il principe quindi fraintese, prese quella mano nella sua e con l'altra le cinse il fianco. Iniziò a condurla in un volteggio. Magari quella ragazza voleva ballare un po, a tutte piaceva! Tre non dissentì ma lasciò stare e si fece condurre dal principe. I due ballarono per qualche minuto, Nami era decisamente impacciata, non era avezza a quel ballo, pestava di continuo i piedi a lui che non sembrava neppure sentirli quei pestoni!. Contemporaneamente, si chiedeva dove il cuoco avesse imparato così bene a portare una dama.. era da non credere!

In realtà Sanji era bravo sì, ma con l'aiuto di Shade che in quel momento lo stava letteralmente manovrando, era diventato un ballerino provetto! Un vero galantuomo d'altri tempi! Come facessero i due poi a non scivolare in quella lastra di ghiaccio, era inspiegabile!

 

Dopo due giri ondeggianti della terrazza, nell'aria si propagò un suono sinistro, un ruggito dal cielo.

I due si bloccarono e guardarono in alto, nel blu oscuro. Qualcosa volava lassù, qualcosa di grosso, e puntava proprio al castello di ghiaccio.

“Quello è... Non è possibile! Ancora quel drago!” fece il principe sguainando la spada, si voltò poi verso Tre e con fare sicuro “Vai dentro! E' pericoloso! Avverti tutti! Il castello è sotto attacco!”

La ragazza era terrorizzata dalla paura, le sue gambe non le davano ascolto, era immobile (Nami era realmente terrorizzata da quella bestia in arrivo, e ancor più perché Shade le aveva già comunicato quello che le sarebbe accaduto a momenti ed era sembrata pure divertita!).

 

Il momento magico tra i due venne interrotto dall'arrivo di Due, il fido compagno di Sette. La strega, aveva spedito il drago in perlustrazione alla ricerca della principessa..”

 

Zoro stava volando. Non era stato proprio semplice per lui immedesimarsi in un drago volante. In un drago dall'aspetto feroce poteva anche vedersi...ma era stato il “volante” che non l'aveva proprio entusiasmato. Poi quelle alone da pipistrello si erano mosse da sole e lui si era alzato. La strega aveva ghignato e l'aveva salutato perfino con la mano..come a dire “arrivederci e non perderti!”. Robin si stava divertentendo, ne era sicuro.

Beh, lui invece no. Dannazione.

E poi nessuno mai gli aveva dato lezioni di volo, non sapeva neppure come ci sarebbe atterrato in quella diamine di terrazza! (che poi non pareva neppure abbastanza grande per atterrarci!).

E vabbeh, si sarebbe schiantato...e al massimo avrebbe abbattuto il castello. Sarebbero schiattati tutti e fine della storia. Sarebbe stato veloce e indolore, quello pensava. Una piccola variazione sul copione, che sarebbe stato mai?! E schiattarono felici e contenti e stop!

L'unica cosa che gli piaceva era il verso che faceva. La prima volta si era spaventato lui stesso, sul serio. Adesso non vedeva l'ora di vedere la faccia atterrita di quel cuoco bluastro. Ma lui, data la sua parte, non avrebbe dovuto avere paura... In ogni caso ce l'avrebbe messa tutta per fargliela fare sotto, era da scommetterci!

Bravo Due” nella sua mente, la bambina si complimentò con lui e continuò a descrivergli cosa doveva fare“Ora atterra e poi........”

Il drago sbuffò e fece uno scatto ancora in volo. Zoro era scaturito, si stava chiedendo se davvero avesse capito bene. Che doveva fare?! Davvero doveva...!? Quella bambina si era bevuta il cervello??

Ma non ebbe il tempo di pensare, era già lì, era arrivato al castello!

 

Il drago si schiantò sulla parete aggrappandosi con le unghie enormi sulla terrazza (l'atterraggio improvvisato era andato fin troppo bene), il castello vibrò tutto spaventosamente. Si issò faticosamente su, facendo crollare gran parte di quella terrazza.

L'animale sbuffò del fumo dalle narici e poi, puntando il principe Cinque, Zoro ruggì più forte che potè.

Il blu si irrigidì e i suoi capelli volarono a quella folata puzzolente e poi puntò la sua spada sfidando la bestia. Sanji in realtà voleva vomitare, e poi non ci sentiva più. Quello spadaccino era impazzito?! L'unica cosa che riusciva a capire ora erano i suggerimenti di quella bambina per il resto, un silenzio assordante!

Il principe stordito avanzò di qualche passo brandendo la spada, impavido, l'occhio della bestia balenò furioso. Essa aprì poi le fauci, inspirò sonoramente ed emise un alitata diversa, uscì qualcosa di biancastro..

Era fredda, così fredda quell'aria che uscì da quella mostruosa bocca, che Cinque si immobilizzò e subito dopo...si congelò proprio. Zoro si stupì, era grato a quella bambina! Era fantastico! Lo spadaccino sperò che quel cretino rimanesse così, come un cubo di ghiaccio, per sempre. Ma poi si ricordò di quello che doveva fare e sbuffò seccato.

Pregò che andasse tutto come doveva andare. Del resto non aveva scelta.. come ce l'avrebbe portata quella ragazza al castello sennò??

Il drago si avvicinò alla spaventatissima principessa Tre, che era rimasta come di sasso, bloccata dalla paura. Nel mentre, si affacciarono anche altri sudditi e qualche guardia armata dalle finestre del castello. Tutti urlavano Al mostro! Al mostro! indicando la bestia alata.

Nami si coprì gli occhi e si accucciò un poco, sarebbe stata la sua fine, era sicura di questo.

Avvertì prima un alone freddo in tutto il corpo, poi qualcosa sfiorarle i fianchi, la sua testa pestò leggermente su qualcosa di umido e appiccicoso e poi si sentì sollevare da sotto.

Perse l'equilibrio e bloccò la sua caduta mettendo una mano in qualcosa che scoprì essere freddo e viscido. Se avesse potuto urlare si sarebbe sgolata.

Era dentro la bocca del drago, era freddo e nauseante lì dentro. Avrebbe preferito morire a questo punto, venire ingoiata. Poteva vedere anche fuori, tra un dente aguzzo e l'altro. Un Sanji congelato la fissava vitreo, delle persone urlavano e si agitavano ..e poi il drago, con una spinta prese il volo. Lei iniziò a scivolare lì dentro, iniziò a bagnarsi tutta di quella saliva nauseabonda.

Zoro non aveva seguito letteralmente il copione, la bambina gli aveva detto di mangiare la principessa, cioè mandarla proprio giù. Ma lui non l'aveva fatto, cioè non poteva, era troppo, a parte che quella era Nami! ..ma sarebbe anche stato come diventare un cannibale tutto ad un tratto! Impensabile! Così aveva optato di tenerla tra le sue fauci come se fosse un cucciolo di drago..

La bestia prese il volo e le guardie iniziarono a lanciare frecce acuminate. Alcune fecero centro e Zoro sentì come degli aghi passargli nella carne.

Sussultò e rischiò sul serio, dalla sorpresa, di ingoiare Nami. In tutta quella favola del cacchio era prevista anche la tortura? Quella ragazzina non aveva detto che era tutto finto?! Quindi poteva esserci una possibilità che quel cuoco si fosse gelato sul serio... Zoro, dopo quel pensiero non sapeva davvero se rallegrarsi o iniziare a preoccuparsi. Ma non per la sorte del cuoco, no, ma di tutti i suoi compagni. Al momento sarebbe stato comunque sufficiente concentrarsi nel non ingoiare la navigatrice.

Era ancora in volo quando la voce di Shade tornò nella sua testa, gli stava ordinando di cibarsi della principessa, era insistente, incredibilmente insistente. Urlava nella sua mente e quella voce non era più come prima, aveva qualcosa che non andava..pareva distorta.

Zoro strinse i denti, non ascoltò Shade e lei, presto, gli fece sentire la sua disapprovazione.

Le ali del drago iniziarono a lacerarsi, piccoli squarci si allargarono in quelle che lo spadaccino sentiva come le sue scapole, sembrava come se qualcuno stesse divertendosi a tagliuzzarlo qua e là, il dolore era sempre più intenso. Ruggì, non riuscendo a trattenersi e Nami, all'interno della bocca dentata, si coprì le orecchie, ormai era accucciata in uno stato di shock.

 

Il drago arrivò a destinanzione e si sfracellò nel giadino del castello abbandonato, ormai quelle ali erano a brandelli e non reggevano più il suo peso.. Piombò di schiena e, quando si fermò, spalancò la bocca facendo rotolare fuori la rosa. Nami era tutta inzuppata della sua saliva ma, appena si rese conto di essere a terra, fece un sorriso sollevato, non credeva davvero che avrebbe rivisto la luce!

 

Il drago consegnò a Sette la principessa, anche se non erano proprio quelli gli ordini della strega... ..”

 

Le parole di Shade risuonarono tutto intorno ma quella voce apparve di nuovo strana, disturbata, come se ci fosse stata un interferenza in quella comunicazione, poi, dopo l'ultima parola “strega” si udì come un sussurro di qualcos'altro, come se la bambina volesse dire ancora qualcosa ma nessuno capì nulla.

Apparve nel giardino la strega Sette, in una nube verdastra. Brandiva il bastone in mano e sembrava molto seria. Nami la guardò sollevata, quello doveva essere il suo nemico numero uno ma in realtà era Robin, no? Sentì un dolore dietro la nuca, ecco, lo sapeva, doveva tornare nella sua parte velocemente. Quindi fece una faccia spaventata.

“Vieni, mia Tre!” fece la strega e Nami venne sollevata da terra da una forza invisibile e catapultata in un gabbione circolare in malo modo, chiuso poi da un grande lucchetto. Sembrava una gigantesca gabbia per uccelli quella!

La principessa Tre si alzò e osservò i movimenti dell'orribile vecchia, perché ora stava puntando quel bastone magico sul drago?

Robin si stupì, per la seconda volta il suo corpo sembrava essere comandato da qualcosa di potente, di più forte di lei. Il suo braccio era puntato sul drago e quel bastone stava illuminandosi tutto. Shade non le stava dicendo nulla.. e allora cosa significava quello che stava per accadere? Che diavolo voleva che facesse la strega? Perchè non le diceva che fare ma aveva optato di manovrarla come un burattino?.. Robin capì il perché ma non potè far nulla per cambiare gli eventi.

Il bastone lanciò una scia di luce viola verso il gigantesco animale che si era appena messo seduto (Zoro era ancora un po frastornato dall'atterraggio) e questa lo colpì in pieno. Il drago ruggì e all'archeologa sembrò proprio un urlo di dolore quello che sentì.

Spaventata, Robin afferrò il bastone con due mani ma non riuscì a deviare il flusso violetto che continuò a fuoriuscire dal bastone contorto.

Il drago ruggiva e scalpitava, sì, era certo, stava soffrendo proprio. Ed era lei che lo stava torturando.

Nami guardava la scena, si era accorta della reazione strana della strega, capì che qualcosa non andava. Vide Robin cercare di staccare le mani dal bastone, divincolarsi e non riuscire minimamente nell'impresa, poi, tutto d'un colpo, la vide stramazzare al suolo con bastone e tutto. Shade l'aveva mollata. La strega ora era a terra e il drago pure, era inerme, al suolo..

 

La strega impazzì di rabbia...Ah!Ah! Era furibonda con il drago che aveva aveva avuto l'ordine di mangiare la principessa ma aveva disobbedito.. Ah! Ah! Lo punì severamente ma, contemporaneamente, senza neppure rendersene conto, gli donò un nuovo potere..”

 

Robin aprì gli occhi e il suo sguardo andò subito sul drago. Shade si fece sentire, suggerendole cosa fare, ma lei rimase in attesa di capire se quella bestia dava cenni di vita. La bambina si fece risentire.

FAI...FAI QUELLO CHE TI DICO! Capito?!” Quella voce distorta si ripeteva all'infinito nella sua testa...sembrava un eco ora. VAI AVANTI, SETTE! ALTRIMENTI LO RIFARO'..

L'archeologa era davvero arrabbiata con quella bambina, sembrava tutto d'un tratto matta da legare e forse lo era davvero. Però aveva lei in pugno la situazione, erano tutti nelle sue mani quindi, dopo aver visto un debole tremito sulla schiena ispida del drago, la strega girò le spalle alla bestia e puntò il suo bastone verso la gabbia che conteneva la principessa Tre.

Una luce rossa si sprigionò dalla punta contorta del bastone e la gabbia iniziò ad alzarsi in aria.

“Su, andiamocene piccola mia..devo pensare ad una punizione anche per tedisse la fattucchiera varcando la soglia del castello in rovina seguita dalla gabbia che la seguiva volando a mezz'aria.

 

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Basta così, Diciassette!! Non voglio...non posso permetterlo! Ti stai portando troppo al limite! Io ti ordino, ti scongiuro, staccati da me!”

“Hai detto che sarà l'ultimo sogno che farai...e io l'ho capito, Shade. Ho capito quello che intendi. Ti aiuterò fino alla fine”

No! Ho sbagliato! Tu non avresti dovuto entrare in questa stanza.. Ho..ho sbagliato persona!! Sì, è così! Io non ho più bisogno di te! Ce la posso fare anche da sola!”
“No che non ce la puoi fare...lo sento, ormai siamo come una cosa sola. Sento che qualcosa cerca di deviare la tua volontà, voglio capire cos'è e contrastarla.”

Non puoi. Non puoi, Diciassette! Ti prego, ascoltami! Ne tu e ne io possiamo a questo punto...Cercherò da sola di combatterla... Lei fa parte di me. Tu non puoi rischiare”

“Te l'ho già detto. Voglio riscattarmi da ogni mio errore passato. Ho fatto troppe scelte sbagliate, questa è la mia opportunità, ti darò tutte le energie di cui hai bisogno perché so che le tue intenzioni sono buone..sono pure”

Diciassette, no..”

 

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La strega Sette entrò in uno stanzone oscuro. Aveva percorso scalinate buie, andando giù, sempre più giù, seguita dalla gabbiona svolazzante con dentro una dubbiosa principassa che si guardava attorno stranita.

Giunta al centro dell'ambiente, la strega roteò il bastone e la gabbia venne scaraventata in un angolo della sala, tra scheletri e ragnatele.

Storonk!!” fece la gabbia piombndo giù e Nami andò col sedere per terra. Si tirò su dolorante e un po troppo incavolata per essere una magnanima principessa.

Robin alzò il bastone verso l'alto e da esso fuoriuscirono delle saette che schizzarono ad ogni angolo del salone. Undici torce di fuoco si illuminarono tutto attorno e l'area lugubre venne illuminata.

Sia la vecchia che la principessa dai capelli rosa spalancarono la bocca e di certo non era previsto nella storia..

Era una stanza enorme, con un soffitto altissimo ma neanche una finestra. Conteneva ogni sorta di arnese e macchinario arcaico da tortura. Strutture in legno con lame, aculei di ferro, seghe dentate, catene e altro ancora. Alcune sembravano pure intrise dal sangue di qualche sventurato. Sventurato, di cui i resti giacevano ancora a terra, c'erano crani e qualche ossa fratturata qua e là.

Ma le due donne non furono sorprese da questi particolari, no. Ormai in quell'avventura ne avevano viste di cotte e di crude, e anche il macabro ormai era cosa passata (anche se alla navigatrice comunque faceva sempre effetto). Robin e Nami erano rimaste sorprese da altro.

Nella stanza c'erano delle teche, delle grandi vasche piene d'acqua, ed erano trasparenti.

Erano cinque e si vedeva bene cosa contenevano, ognuna racchiudeva un inerme mugiwara. Rufy, Chopper, Franky, Usopp e Brook parevano come addormentati lì dentro.

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Capitolo 52
*** Cenere ***


A Nami veniva da piangere dal sollievo. Quello era Rufy! E poi c'erano anche tutti gli altri! Finalmente li avevano trovati! La rosa si aggrappò alla gabbia e iniziò a strattonare invano le sbarre arrugginite. Una fitta le ricordò la sua parte, strinse i denti, fuori di sé. Non ne poteva più di quella storiella del cavolo, se mai fosse uscita da lì avrebbe pensato solo a liberare i suoi compagni da quelle bare d'acqua! E avrebbe stritolato quella bambina prima o poi!

Robin stava cercando di riprendere un respiro normale, stava seguendo i suggerimenti di Shade ma anche, contemporaneamente, stava studiando un sistema per liberare i suoi amici. Sembravano esanimi, non davano alcun segno di vita. Ma di certo non poteva perder le speranze così, ora che, dopo tanto, li avevano lì a pochi metri! Aveva subito pensato a come i loro corpi le sembravano innoque alghe marine che fluttuavano, erano biancastri, cadaveri con nemmeno una goccia di sangue all'interno, sì, cadaveri fatiscenti..

Una fitta trapassò anche la sua nuca, la bambina voleva che si proseguisse senza interruzioni..senza altri pensieri o tentennamenti.

“Vediamo...vediamo...dove potrei metterti, cara Tre” fece la strega fissando la principessa con aria di nuovo maligna. “Qui?.. Questa ti triturerà ogni ossicino delle tue belle manine... Oppure qui! Uscirai tutta buchi, come un pezzo di formaggio! E poi ti darò in pasto ai tuoi amichetti ratti..! AH! AH!”

Mentre la strega rideva (Robin si era davvero sforzata per rientrare nella parte), la gabbia dove era rinchiusa Nami si aprì e lei si catapultò letteralmente fuori, era inferocita.

Nami se ne fregò delle richieste di Shade e corse verso le teche, con un dolore lancinante che ormai le stava facendo esplodere il cervello. Robin restò un attimo incerta, poi la bambina minacciò l'irreparabile..

Fallo, Sette, subito! Altrimenti sarà la fine per la tua amica. Ricorda, io posso tutto

Quindi la strega puntò il suo bastone sulla principessa impazzita e questa venne racchiusa in una bolla, bloccandosi immediatamente, paralizzata come un fermo-immagine. La rosa iniziò a fluttuare, Nami era a mezz'aria ed era completamente impotente, non poteva nemmeno muovere un muscolo della faccia, la sua espressione rimase quindi irosa e folle.

La strega la portò a sé e la posizionò vicino ad una macchina delle torture. La mente di Robin pareva offuscata ora, non sapeva cosa era meglio fare, era in balia di quella dannata bambina. Se non avesse fatto quello che voleva, Nami avrebbe pagato, e comunque, se avesse ascoltato i suoi suggerimenti...per la navigatrice non sarebbe andata meglio!

Decise di non agire più, non fare nulla. Era sempre più frastornata. La fitta sulla nuca ampliò la sua potenza e lei scambiò un occhiata con Nami. Lei la stava implorando con quegli occhi seppur bloccati.. Il terrore lo trasmetteva comunque bene.

Quado il corpo di Robin iniziò a muoversi di nuovo in balia di un volere non suo (stava per infilare le mani della rosa in un arnese arcaico molto pericoloso..), un fragore rimbombò nella stanza e poi una parete andò in frantumi. Il muro esplose e qualcosa di molto grosso e verdastro irruppe nel salone: era Zoro.

Il drago stava indietreggiando, poi ruggì a qualcosa e andò a cozzare contro una teca (la teca dove c'era Brook per la precisione). Voltò quindi il testone, per capire cosa gli aveva punto il sedere e rimase sbigottito (se un drago può sembrare sbigottito, ovviamente!).

Robin, nel frattempo, aveva riaquistato il dominio del suo corpo mollando la presa su Nami, probabilmente Shade era stata distratta da quell'entrata in scena non prevista.

L'archeologa guardava stupita il drago e sotto sotto era molto sollevata, sembrava che lo spadaccino stesse bene dopotutto.

Dalla breccia sulla parete entrarono dei chiassosi uomini armati, tra i quali c'era pure il principe Cinque. Il drago gli ruggì contro, più forte che mai, e con una codata mandò a terra tre dei suoi compagni cavalieri.

“Maledetta bestiaccia! Io ti sconfiggerò!” gridò Sanji, sembrando molto convinto, e balenò intanto un occhiata fugace alle due donne lì vicino. Stavano bene sembrava, ne fu sollevato.

Però il drago spalancò la bocca e dalle fauci schizzarono fuori fiamme nerastre. Il principe le schivò ma gli altri cavalieri dietro di lui furono colpiti in pieno e finirono a terra.

Ora che si era spostato e il drago non occupava più la sua visuale, anche Sanji notò i compagni intrappolati dentro quelle che parevano scatole d'acqua. Restò talmente sconvolto da quella visione da non vedere la codona del drago piombare su di lui, facendolo poi finire vicino alle due donne nel salone. Zoro ci stava mettendo un po troppo impegno in quella farsa!

Il principe si scosse e continuò la sua parte, alzandosi da terra e puntando la spada sulla strega seguendo le indicazioni della bambina che era entrata prepotentemente nel suo cervello, era alterata.

“Ci sei tu dietro a tutto questo! Dietro alle sventure di questo paese! Sei tu che controlli quel drago! Allora sarai tu a morire per prima!” disse, facendo uno sforzo immane. A Robin non avrebbe mai detto quelle cose, e men che meno le avrebbe fatto del male, neanche ora che era trasformata in una megera orribile.

La strega indietreggiò e, afferrando la principessa, si fece poi scudo con essa. Nami era realmente terrorizzata, non sapeva se Robin era in sé o no...non poteva saperlo! Aveva capito che Shade la manovrava, come manovrava tutti del resto.

“Vuoi usare la tua spada? Allora usala! Usala contro la principessa Tre!” disse ghignando la vecchia, puntando alla gola della rosa il bastone, che balenava la sua luce sinistra.

“Come? Lei sarebbe la famosa principessa dispersa?!” fece il principe un po' stralunato.

“Sì, e come l'hai ritrovata, ora.. sparirà!” disse la strega e con un colpo di luce Nami sparì sul serio, ma apparve subito dopo dentro alla teca piena d'acqua, accanto ad un immobile Chopper.

Sanji vide con sgomento prima Nami scuotere inutilmente la renna e poi battere i pugni dietro quel vetro, realizzò che la ragazza era davvero in pericolo, se non faceva qualcosa sarebbe annegata. “Vai avanti con la tua parte, sennò..sennò.. sentì dire da Shade nella sua testa, ripetutamente.

“Questo ha decretato la tua morte, maledetta!” urlò quindi alla strega (ma in verità avrebbe voluto dirlo a quella dannata bambina). Sanji pregò che lei evitasse il colpo della sua lama.

Robin la schivò facilmente e puntò il bastone su di lui, Shade aveva ripreso il controllo dei suoi movimenti e dopo un cenno della sua arma magica, il principe volò schizzando in aria. Sanji precipitò proprio sopra la teca dove era rinchiuso Usopp. Si accorse della sua traiettoria in volo e ne approfittò. Schiantò un calcio precipitando, e quella si infranse esplodendo. L'acqua si sparse ovunque e subito il nasone, libero dall'acqua, aggrottò le sopracciglia, come un addormentato che è in procinto di svegliarsi.

A pochi metri dalla rinchiusa Nami, Sanji corse a spada sguainata, fregandosene di quello che gli veniva suggerito e del dolore, con l'intento di liberarla. Era lì vicino, sarebbe bastato un calcio o un fendente ben assestato..
Qualcosa di nero e bruciante però si mise tra lui e il suo obiettivo. Fiamme. Fiamme nere. Lanciate direttamente dalle fauci del drago che era vicinissimo a lui. Gli ruggì anche contro con un espressione molto più feroce del solito. Sanji pensò che lo spadaccino fosse ammattito, lo mandò davvero al diavolo in quel momento, poi sentì il bestione fare uno strano verso, sembrava un lamento..

"GRRAAOOOOUURRHH...!"

Tu non hai speranze, Due...sono IO a comandare qui, tu non puoi NULLA. Smetti di sforzarti, è inutile”

Zoro sentiva queste parole e non poteva che guardare i risultati delle proprie azioni. Quel corpo mostruoso che aveva si muoveva da solo e lui davvero non poteva farci nulla, ogni tentativo di reazione era andato a farsi benedire. Era imprigionato in un corpo bestiale ma l'unica cosa che stava facendo era fare del male ai suoi amici. Capiva...capiva il perché Robin poco prima non si era fermata. Era perché non poteva. Shade li stava controllando e se non eseguivano quello che lei diceva, li puniva con il dolore o peggio ancora, li manovrava a proprio piacimento scagliandoli l'uno contro l'altro.

Perchè quella bambina stava agendo in quel modo? Non era dalla loro parte? Perchè diavolo si erano fidati così tanto di lei?!

Esatto verdino..esatto. Quindi hai capito? Hai capito che voi non potete rifiutarvi? Che non potete fuggire dalla mia storia? Rimarrete qui, sì, qui per SEMPRE.. E' da tanto, da troppo, che sono sola..

“Va al diavolo, stronza!” gli rispose Zoro, che nella realtà ruggì e basta.

Ti pentirai di questo tuo atteggiamento...te ne pentirai amaramente. Io posso farvi soffrire, posso farvi morire e rinascere all'infinito, io posso tutto. Voi siete MIEI

 

Il drago iniziò a sputare fuoco nero, contro le teche, contro il principe, che iniziò a schivare le scie incandescenti, e anche verso la strega. Ogni cosa era un buon obiettivo. Ben presto nella stanza iniziarono ad avvampare dei roghi, sempre più vigorosi. Ed era fuoco vero, quello che bruciava e quello che era letale.

Sanji, tra un balzo e l'altro, acciuffò Usopp e questo lentamente si destò e aprì gli occhi.

Il Sanji dai capelli blu lo portò in un angolo della sala che pareva un po protetto, e il cecchino lo fissò con una faccia buffissima.

“E tu...chi saresti,uh? E quello non è un drago, giusto?! Ma che strano sogno! Peggio del precedente! Sai, assomigli un po' ad un mio amico..Scusa, devo vomitare!” Disse tutto di seguito, e poi il nasone, che era ancora un po frastornato, si girò e vomitò dell'acqua.

Sanji gli girò le spalle sbuffando un sorriso ma quell'espressione sul suo viso cambiò immediatamente. Vide il drago scattare con furia e afferrare subito dopo, tra e sue unghie affilate, la strega. La voce di Shade si propagò nella stanza e in tutto il Paese.

 

AH! Ah! Ah!...Il drago in realtà era più crudele della strega! Si vendicò per bene per la punizione subita!”

 

Lo vedi Due, che devi portarmi rispetto? Sei stato cattivo con me...molto cattivo..comunicò la bambina a Zoro. Lo spadaccino era sconcertato, vedeva e sentiva la strega nella sua grande zampa (che era la sua mano trasformata), e quel palmo stringeva la vecchia donnina sempre di più..

“LASCIALA! HAI CAPITO?!” gli urlò contro frustrato, in un ruggito potente.

La strega chiuse gli occhi..la mora aveva capito con sconcerto che lo spadaccino era manovrato.

Ah! Ah! No, mi sa che non hai capito nulla allora..” gli disse la bambina in modo maligno.

Il drago spalancò la bocca e dalle fauci uscì una lingua di fuoco nero che colpì in pieno la strega. Robin sentì un caldo infernale e, in pochi attimi, più niente.

Zoro contemporaneamente urlò. Urlò di orrore e dolore. Un ruggito tremendo scosse i muri dell'intero castello.

Sanji non aveva fatto in tempo ad intervenire, era stato tutto troppo veloce.. non potè che guardare incredulo la scena.

La strega non c'era più, tra le dita unghiate della bestia era rimasta solo cenere.

 

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Capitolo 53
*** Sacrificio ***


“Ma che diavolo ho mangiato per..?! AH, SI'!! Ora ricordo! Il banchetto! Quel cibo tutto bianco e nero doveva essere avariato...” Usopp parlava da solo guardando il drago che aveva appena polverizzato una vecchia, e poi c'era quel cavaliere bianco con quei capelli assurdi che assomigliava tantissimo al cuoco. Sì, doveva essere l'effetto malsano di quel cibo, il cecchino pensò subito di esser stato drogato o chissà.. (le teche non le aveva neppure notate in tutto quel trambusto).

 

Sanji dava le spalle al nasone ed era annichilito, respirava in affanno, mancava l'aria lì dentro, e non era solo per il fuoco che ardeva un po dovunque.. Pensava a Robin e all'orribile fine che aveva fatto, (non poteva essere morta così, cioè, non era davvero possibile, non era vero, si diceva di continuo).

Ora aveva capito che quello spadaccino non aveva affatto il controllo di sé, capì finalmente anche lui che quella bambina era un enorme pericolo per tutti. Guardò verso Nami, stava cercando di aspirare l'aria in superficie, forse aveva trovato una piccola bolla d'aria, in ogni caso non aveva molto tempo. La rosa poi tornò ad immergersi e guardò verso il drago e il cavaliere con un aria indecifrabile.

 

Zoro..

Lo spadaccino non riusciva più a pensare a nulla, a formare un pensiero logico.

Era vuoto.

Il drago era rimasto immobile com'era, a guardare la sua zampa a mezz'aria. Era rimasta sola adesso, era svuotata, come lui. Passarono secondi terribili dove pareva paralizzato, poi la bestia parve scossa da un brivido.

Due...ora come ti senti? Cosa provi ora che te l'ho tolta per sempre?gli chiese Shade.

Non ebbe risposta, di alcun tipo.

Ah! Ah! Ora sì che ragioniamo!commentò soddisfatta ancora, e aspettò una reazione dal verde. Non arrivò, lui non sembrava più in contatto con quel mondo.

Zoro non ebbe alcuna reazione nemmeno quando dalla sua mano si sprigionò una luce bianca, non battè nemmeno l'occhio.

Solo quando da quella luminescenza apparve Robin in tenuta viola, l'occhio vitreo del drago ritornò ad animarsi di vita. Strinse un po tra le ditone unghiate quella donna, di sua volontà, per verificare che non fosse uno scherzo del suo cervello, e poi sbuffò un poco. La mora aprì gli occhi stupita e accarezzò l'interno della grande zampa come per capire dove fosse seduta. Guardò l'animale un po frastornata.

“Non pensavo che il Diavolo fosse così bello” disse l'archeologa tornata inespressiva, e il drago con delicatezza la mise giù. La bestia poi si accasciò a terra, fissando ancora la donna attraverso il suo occhio provato.

Lo spadaccino non credeva ancora ai propri occhi, nemmeno ora che la bambina gli stava comunicando che si era solo presa gioco di lui. “Te l'avevo detto! Te l'avevo detto!lo canzonava Te l'avevo detto che io potevo farvi soffrire...e morire!”. In verità, a lui non fregava di quello che la bambina diceva, era troppo occupato a tornare a respirare normalmente, l'importante era quello che vedeva.. Robin stava bene, e non era neppure una megera, era tornata la Robin di sempre, la sua Robin.

 

ROBIN?! Anche tu nel mio sogno?!” fece nel frattempo il nasone stranito, e Sanji prese un profondo respiro rivedendo la mora sana e salva, aveva perso qualche anno in pochi secondi per quel colpo!

Sanji ritrovò tutte le sue forze e la sua volontà in quell'istante. Non c'era altro tempo da perdere. Spiccò un salto poderoso e iniziò poi a precipitare verso la teca di Nami. Un dolore lancinante alla nuca lo travolse ma lui si preparò comunque a caricare il suo colpo.

Sfortunatamente qualcosa si parò tra lui e la teca nell'ultimo istante. Era la coda del drago, probabilmente Zoro era tornato ad essere comandato da quella dannata bambina!

Il calcio del blu colpì quindi il codone che, di rimando, si infranse sulle teche dove erano rinchiusi Franky e Brook. Sanji capì quello che aveva fatto Zoro: si era fatto comandare apposta ed era andata bene. Avevano ottenuto il risvolto sperato. Quel muschio gonfiato non era poi tanto rincitrullito a volte..

L'acqua inondò la stanza, qualche fuocherello venne spento e il drago iniziò a ruggire e tentare di colpire anche le altre teche. Si bloccò poi subito dopo, in preda ad una forza più potente. Zoro stava tentando di riprendere il comando delle sue azioni evidentemente..ma con scarsi risultati. Sembrò pure ruggire al principe in malo modo.

Sanji aveva intuito anche che doveva approfittarne del fatto che Shade fosse impegnata a tentare di tenere a freno Zoro, quindi sfruttò l'occasione e agì in fretta.

Il blu corse ancora verso la teca di Chopper (dove ormai Nami stava quasi perdendo i sensi) e lanciò un calcio che la infranse in un attimo. La renna rotolò con un ondata a terra, mentre la rosa, liberata dall'acqua, iniziò a tossire e respirare a grandi boccate in contemporanea. La stanza fu inondata dall'acqua che iniziò a defluire dalla breccia creata precedentemente dal drago. Qualche altro rogo fu spento e l'aria tornò respirabile.

Sanji guardò il drago e sorrise. Rimaneva la teca di Rufy da mandare in pezzi.

Una voce orribile, irriconoscibile, si propagò dappertutto. La terra tremò come fosse scossa da un lieve terremoto.

 

Maledetti!! Avete rovinato la mia storia!!! Pensate di potervi liberare di me?! Spiacenti!La pagherete!! RESTERETE QUI PER SEMPRE!! Ora mi occuperò anche dei vostri compagni! L'intera ciurma del Cappello Di Paglia SARA' MIA!!

 

Aaaahh!!”

Kyaaahhh!!”....

 

Robin e Nami urlarono, la mora cadde a terra tenendosi la nuca. Le sembrò come se il suo collo si spezzasse, quel dolore non le fece sentire più alcun suono, i suoi sensi erano annebbiati. Anche la navigatrice, che nel frattempo aveva ripreso le sue sembianze normali e le erano tornati addosso i vestiti arancioni, liberò un urlo.

“Ma c'è pure Namiii??!!! Ma che cav..” si sentì dire da in fondo e poi il nasone si girò di nuovo a vomitare.

Sanji si girò stupito dall'urlo contemporaneo delle due donne, non vide così la zampata del drago che subito dopo lo colpì e lo sfracellò al muro.

 

VOI NON POTETE COMPETERE CON ME!! TOGLIETEVELO DALLA TESTA!!!

...invece...

 

Il cuoco cadde a terra e, all'impatto, i suoi abiti sparirono, ricomparve la tenuta blu metallizzata donata da Shade nel rifugio. I suoi capelli tornarono color oro.

 

Tu non puoi...fare nulla! SEI DEBOLE! Tu, bastarda, tu e il tuo amichetto NON POTETE!...

Numeri primi...mi dispiace..

STA ZITTAAAaa!!

 

Shade non sembrava solo alterata ora...era in conflitto con qualcuno, con sé stessa? Con chi stava parlando? Nessuno ci capiva nulla lì dentro. L'unica cosa certa era che nessuno era al sicuro e tutto era fuori controllo..

Mentre Sanji si riprendeva scuotendo la testa frastornato e le ragazze continuavano ad urlare, la voce continuò.

 

E' un INSIGNIFICANTE RAGAZZO e morirà! E sarà colpa tua! AH AH!! Sei PATETICA!..

IO devo fermarti! Loro non centrano nulla!

 

Il cuoco si alzò di nuovo in piedi e con fare disperato si fiondò sul drago che stava per schiacciare con la sua pericolosa zampa la navigatrice, ancora dolorante a terra. Nami non se n'era neppure accorta che la bestia le si era avvicinata tanto..

 

E invece centrano perché HANNO ACCETTATO la parte! Sono NEL MIO MONDO E QUI COMANDO IO!..

Noooo, maledetta, noo...! Lasciali stare! Lascia stare DICIASSETTEEEEeeeee!!!!!

 

Shade urlò disperata nelle teste di ogni abitante del paese, la sua voce era colma di rabbia a dolore e in quel preciso istante Sanji affondò la lama nel braccio mostruoso del drago evitando l'irreparabile.

“SVEGLIA MARIMOO!” urlò, e poi cadde a terra trafitto da una fitta incredibile che gli annebbiò la vista. Il drago ruggì forte all'affondo, ma fermò la sua zampa. A scatti, come se fosse percorso da delle scosse intermittenti, la ritrasse grugnando, stava sicuramente facendo una fatica enorme. La spada gli rimase conficcata nel braccio.

Intanto quella voce crudele si alternava ad un altra disperata, dentro la testa di tutti..

 

Cinque...Due...Sette...Tre...Mi dispiace tanto..Io volevo solo aiutarvi....

E ORA NON PUOI NULLA CONTRO DI ME! Tu lo sapevi che IO C'ERO, hai fatto male i tuoi calcoli! Cosa VOLEVI?! LIBERARTI DI ME?! NON POTRAI MAI! PERCHE' IO E TE SIAMO LA STESSA COSA!

Lasciali stare! Lasciali vivere liberi.. Lascia a loro ciò che noi possiamo solo sognare..Il mio Diciassette....Non ti perdonerò per quello che hai fatto!!

NON CONTRASTARMI BAMBINA! L'ERRORE E' STATO IL TUO! TU L'HAI COINVOLTO!”

 

Zoro cercò di approfittarne avvicinandosi alla teca di Rufy ma Shade se ne accorse e lo bloccò ancora, non contenta poi, prese possesso del corpo di Sanji.

Il cuoco iniziò ad avvicinarsi alla rossa e alla mora che stavano ancora a terra, lottando per sopportare quel dolore alla nuca che non le aveva mollate un attimo.

Il biondo arrivò dalla navigatrice e allungò le mani verso il suo collo. Lei si girò giusto il tempo per vedere la sua faccia folle.

Voleva strangolarla?! Era in preda alla pazzia di quella bambina!

Lo schiaffeggiò ma l'uomo dopo la bloccò facilmente. Il biondo aveva una forza sovraumana. Per quanto lei lottasse non c'era nulla da fare per contrastarlo, l'aveva afferrata e le aveva torto il braccio dietro la schiena. L'altra grande mano, quella che era sempre stata gentile, premurosa, si avvicinava minacciosa al suo collo..

 

QUESTA E' LA FORZA CHE MI E' STATA DONATA DAL TUO AMICHETTO! Che ragazzino INSOLENTE! LA SUA MORTE E' SERVITA A QUALCOSA!

Basta! Ti prego smettila!!

SEI PRONTO Cinque? ORA TOCCA A TE.. FARA' MALE.. FARA' MOLTO MALE VEDERE Tre MORIRE PER COLPA TUA”

 

Nami guardava il cuoco terrorizzata, aveva un viso stravolto, non era proprio lui! La rossa respirava in affanno senza poter far nulla.. e si accorse che anche il respiro dell'uomo che aveva davanti era agitato. Si rese conto che il cuoco stava evidentemente lottando con tutte le sue forze per non farle del male..

“S- Sanji!” pronunciò, ma non aggiunse altro perché le dita del cuoco raggiunsero la sua carotide.

Robin, ancora dolorante, alzò lo sguardo sulla scena. Niente, non poteva muoversi, gli era negato ogni movimento, e Zoro, più in là, era nella stessa situazione, il drago era immobile con un espressione furiosa in quel muso bestiale.

“FE..FERMA-MI!! ZORO!!!” urlò il biondo riuscendo a muovere un po con la forza della disperazione la mandibola..

 

Io...mi farò perdonare! IO VOLEVO AIUTARVI!! IO DEVO FARLOO!!”

 

Passarono ancora attimi di terrore e poi Zoro sentì all'improvviso di potersi muovere, magari quella parte “buona” di quella caspita di bambina ce l'aveva fatta, anche se non ci aveva capito sul serio nulla di cosa stesse succedendo! Si mosse veloce e alzò una zampata destinata al biondo ma.. nel bello in cui quell arto spaventoso stava piombando verso la sua meta, Zoro si trasformò in un lampo di luce. Lo spadaccino riprese le sue sembianze ritrovandosi con la veste verde metallo e una spada conficcata nel braccio, una risata sinistra rieccheggiò.

 

BEL TENTATIVO! PECCATO CHE SEI AL LIMITE PICCOLA! Ah! Ah!

Io ti fermerò...Darò a TUTTI LA LIBERTA' MERITATA!

Sì, saranno liberi. LIBERI DI FARE CIO' CHE DECIDO IO!! IO VI PIEGHERO' STUPIDI PIRATI! E POI DIVENTERETE DELLE BELLISSIME MARIONETTE NELLE MIE MANI..

NOOO...!

 

La stretta sulla gola si fece più marcata, Nami sentiva che le rimaneva poco tempo ancora. Cercò di lottare, affondò le unghie della mano libera sul palmo troppo forte del biondo ma quella presa non demordè. Cercò di guardarlo negli occhi e infondergli tutta la forza necessaria in quell'ultimo sguardo ma nulla cambiò.

Nella mente di Sanji la bambina gridava vendetta e si prendeva gioco di lui.

Ma dai, così la ucciderai, fermati biondino! Non vedi che la stai facendo fuori? Che principe sei? Ah, no. Ora sei solo Cinque.. Ma non avevate fatto anche pace tu e questa qui?.. Non era amore quello che avevo assaggiato in quel rifugio? Mi ero sbagliata allora. E' solo follia! Sì...sei folle quanto me ormai! Ah! AH! AH!!”

Le forze del cuoco erano tutte concentrate nel non stringere fatalmente il povero collo della rossa, le parole della bambina erano solo un sottofondo inquietante in quel momento. Sentiva che non le avrebbe potuto resistere ancora, pensò e ripensò ad un modo per uscire da quella situazione e poi, nella frustrazione e rabbia più totali, la sua mano che stringeva quella di Nami dietro la schiena, toccò il clima takt.

Lo azionò, con la sola forza della disperazione, ripetendosi che non poteva in nessun modo finire così.

Il bastone era volto verso di loro. Una scarica percorse i due, fortunatamente non fu troppo potente. In quel momento, affiorarono nella mente di Sanji le parole di Black Rose, così, chiare e limpide.

Noi lo chiamiamo cip dell'espiazione. Non vi svelo le sue innumerevoli potenzialità, sarebbe un peccato. Però! Però..vi consiglio vivamente di non provare a 'manometterlo' né a toglierlo in nessun modo. C'è solo un metodo per farlo e solo noi sappiamo come. Pena..la morte.”

Sanji sentì la bambina lasciarlo..cadde sulla rossa e insieme finirono a terra. Si trovò a carponi su di lei. Forse quella scossa aveva mandato temporaneamente in tilt il cip? Il cuoco pensò che non ci sarebbe stata altra occasione, non poteva permettere a quella bambina di fare del male alla sua Nami.

La rossa, supina, aprì gli occhi giusto il tempo di vedere il biondo guardarla troppo intensamente, come non aveva mai fatto, e portarsi una mano dietro la nuca.

Spalancò lentamente gli occhi e lui le fece un dolce sorriso.

Il biondo si portò una mano dietro la nuca e afferrò il cip affondando le unghie sulla carne. Tirò.

Rovesciò gli occhi, crollando sulla rossa privo di sensi.

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Capitolo 54
*** Fine dei giochi ***


Cosa aveva fatto? Cos'era successo?! Nami si chiedeva questo mentre sentiva il peso del corpo del cuoco su di lei.

“Sanji..” pronunciò mentre cercava di capire se l'uomo respirasse, tastandogli il collo e il viso. Quando notò che le sue mani erano sporche di sangue, si agitò ancor di più. Si era pure accorta che il cuoco non sembrava dare segni di vita.

“Sanji, no..” La rossa ritrovò il cip insanguinato tra i suoi seni, lo sollevò inorridendo, capì cosa aveva fatto il ragazzo e l'angoscia la travolse.

“SANJIII!!!” urlò, stringendoselo addosso, e iniziò a piangere. Aveva ricordato le parole che quella maledetta donna in nero le aveva detto su quel cip. Toglierselo equivaleva a perdere la vita. Ma lui se n'era fregato, e l'aveva fatto per lei, per non farle del male.

“Sanji...non puoi farmi questo! Disgraziato...Maledetto...Ti odio!...Non puoi MORIRE COSì!!!” gridò sfogando la sua disperazione.

Robin e Zoro sentendola urlare guardarono finalmente verso di lei. Avevano passato gli ultimi minuti a scambiarsi occhiate di conforto dopo che lo spadaccino aveva ripreso le sue sembianze e si era sfilato la spada conficcata nel braccio con non poco dolore.

Lo spadaccino e l'archeologa guardarono dapprima dubbiosi la scena e poi capirono immediatamente cosa aveva fatto il cuoco. Notando il suo collo insanguinato non ci si poteva sbagliare.

Robin si mise una mano alla bocca, sinceramente sconcertata.

“Razza di idiota...che cazzo hai combinato?” pronunciò impressionato lui.

In quel momento nessuno dei tre notò che, lentamente, Franky, Brook e Chopper stavano iniziando a svegliarsi. Non contando Usopp, che era sveglio da un pezzo ma aveva talmente tanta nausea da non capire se tutto fosse un sogno o la tremenda realtà.

“Sanji...rispondimi...” continuava a dire la rossa ancora per terra “Tu non puoi lasciarci, non puoi.....lasciarmi! Questo è un ordine!... Tu...non avevi detto di essere il mio schiavo per sempre?! Beh, sei un bugiardo! Un vile bugiardo!! Non ti perdonerò per questo! Verrò a trovarti all'inferno e te la farò pagare!!”

Ma quella che stava liberando Nami non poteva essere rabbia o rancore, era solo dolore, afflizione, angoscia, sconforto.. Robin non potè che mettersi nei panni della sua compagna e i suoi occhi le si riempirono di lacrime.

La voce odiosa di Shade fece sobbalzare tutti.

 

HA FATTO LA SUA SCELTA. CHE DIRE? CHI SARA' IL PROSSIMO? C' è qualcun altro che desidera SACRIFICARSI? MEGLIO MORIRE O VIVERE NELLA MIA STORIA? A voi la scelta! AH! AH!”

 

“Lui non si è piegato. E non lo faremo neppure noi” disse lo spadaccino guardando in alto, quell'occhio traboccava di rabbia. Si teneva il braccio destro, dal quale usciva parecchio sangue.

 

Davvero? ANCHE DOPO QUELLO CHE HAI VISTO? Mi sembravi in preda al PANICO poco fa quando hai dato fuoco a Sette.. AH, E' STATO MOLTO DIVERTENTE!”

 

Zoro arricciò il labbro furioso ma non disse più nulla.

Nel mentre, Nami, sentì un tremito. All'inizio pensò di essere stata lei, era talmente confusa e agitata in quel momento da non capire bene cosa le succedeva intorno, e neanche le importava più nulla in verità. Singhiozzava ancora molto forte, l'unica cosa che vedeva era il volto di Sanji, nella sua mente. Lui sorrideva.

“E'.. morbido”..

La rossa sentì queste parole e guardò a bocca aperta in basso. Sanji, tra i suoi seni, aveva un espressione tra l'estasiato e il distrutto, gli occhi semiaperti.

“Non..pensavo di..” fece ancora, ma lei lo interruppe stringendolo di più.

“SANJI!!” Le lacrime le tornarono agli occhi, prepotenti.

“Pio..nci?!..” commentò il biondo stretto nella morsa della sue braccia (aveva provato a dire “piangi?”).

La rossa mollò la presa mettendosi le mani in faccia, la testa le stava scoppiando dallo stress. Era vivo, era vivo, era vivo....solo questo si ripeteva. Il biondo si tirò su, tra lo stupore e il sollievo di Robin, e anche Zoro non trattenne un sorriso.

 

Come DIAVOLO e' POSSIBILE?! TU DOVEVI ESSERE MORTO!!! Cosa vuol dire questo?? Perchè tutti mi dicono SOLO BUGIE??!”

Esclamò la bambina, urlandogli nella mente, era arrabbiatissima. Sanji fece finta di nulla e si alzò lentamente mettendosi in ginocchio. Ora lei poteva ancora parlargli in quel modo ma non poteva più controllarlo né trasformarlo.

Il biondo si sentiva ancora un poco frastornato ma in complesso stava bene. Tese le mani a Nami, lei tirò su col naso e le afferrò.

Shade lesse i pensieri del cuoco.

 

NO!! NON LO FARAI! MALEDETTO STUPIDOO!!

Sì che ci riuscirà! Perchè io sono ancora qui! Forza Cinque! LIBERALA!!!

No! NON CI RIUSCIRA'!!!

TU HAI UCCISO DICIASSETTE!! CON TUTTA ME STESSA TI SCACCERO'!! COME SEI USCITA, RIENTRERAI!!!

NOOOOoooo..

 

Le due voci erano tornate, in contrasto..inquietanti. La parte di quella bambina che ancora ragionava correttamente riafforò, più forte che mai, cercando di contrastare quella negativa. Il cuoco potè agire indisturbato. Ma prima di fare qualsiasi cosa lanciò un occhiata allo spadaccino, che annuì.

Zoro fissò Robin. “Fallo prima tu!” le disse, accennando al proprio collo. Anche la mora annuì, senza tentennare. “Siediti, semmai dovessi svenire..” gli consigliò. Zoro si abbassò, in ginocchio, e lei lo seguì mettendosi dietro di lui.

Nel mentre, il cuoco si mise dietro a Nami, seduta per terra. “Farà un po male” disse e poi appoggiò la punta delle dita sulla nuca di lei.

Cercò di fare più delicatamente e velocemente possibile. Schiacciò e tirò via quell'ago metallico e un piccolo fiotto di sangue schizzò via. Nami cadde in avanti e lui la afferrò, girandola poi e riappoggiandola a terra supina. Si accorse che il suo viso era ancora bagnato di lacrime, con una carezza le asciugò le guance e poi si alzò dirigendosi verso la sua prossima meta, senza perdere nemmeno un secondo.

 

Zoro perse i sensi e Robin lo trattenne a fatica con il suo corpo, poi fece apparire alcune braccia che lo tennero fermo e aspettò.

Un attimo dopo l'archeologa sentì un gran botto. Girò la testa per vedere che il biondo aveva appena mandato in mille pezzi la teca di Rufy.

Finalmente anche il capitano era libero.

Lo vide correre verso di lui e iniziare a schiacciargli la pancia per fargli uscire l'acqua salmastra. Sorrise debolmente, rincuorata.

“Ehi, sono tornato.. tocca a te adesso!” Zoro si svegliò e lei fece sparire le braccia che lo tenevano. La mora poi si girò, dandogli le spalle. Lui le scostò i capelli.

“Pronta?”

 

 

“RUFY! EHI, SVEGLIA RUFYY!!

Il cuoco aveva finito di “sgonfiare” il capitano ed ora lo stava scuotendo in modo vigoroso per farlo riprendere.

Dopo un mezzo minuto di schiaffi, Rufy aprì gli occhi, stralunato. Il biondo lo mollò e gli sorrise crollando sulle ginocchia, annuendo sfinito.

“Sanji?! Che c'è? Stavo facendo un sogno grandiooso!” disse guardando il soffitto “C'era una collina fatta di salsicce..dei grandi polli arrosto mi rincorrevano ma io li stendevo con un pugno e me li mangiavo! Hi! Hi! Sembrava reale! Maa....dove siamo? Ah?!”

Rufy si guardò dapprima intorno, vide lo strano e angusto ambiente, notò in fondo Zoro, ferito, che reggeva quella che sembrava una svenuta Robin, Nami distesa a terra che lo fissava sull'orlo delle lacrime e poi tornò a guardare il cuoco, sembrava stravolto e non aveva aperto ancora bocca.

“... Che è successo? Dove siamo? Cos'ha ROBIN? CHE DIAVOLO E' SUCCESSO?” urlò agitandosi e tirandosi su. Il suo volto si deformò paurosamente in un espressione minacciosa. “CHI CAVOLO VI HA FATTO QUESTOO?!!”

“Yohoooo...” una voce conosciuta lo distrasse. “Credo di aver vomitato. Anche se in realtà non ho uno stomaco!” Era Brook, lo scheletro avanzava barcollante verso il capitano e il cuoco. Aggiunse ancora qualcosa prima di caracollare a terra, troppo debole per far altro. “Franky ha bisogno di aiuto...i suoi circuiti sono in tilt. Troppa acqua salata direi”.

Dal fondo, un Chopper agitato, corse verso Zoro e Robin. Quest'ultima si era appena svegliata, lo spadaccino l'aveva tirata su e le stava reggendo la schiena con una mano.

“Robin! Robin! Tutto bene?! Stai male? E' arrivato un dottore?! Ah sì, sono io!” esclamò come al suo solito ma poi ebbe un capogiro “Ma..ah! Il dottore non si sente bene..ho un po di nausea..” fece fermandosi e vomitò subito dopo qualcosa di giallastro. Zoro l'aveva guardato un attimo, sorridendo, e poi era tornato a controllare l'archeologa. Le sussurrò un “Tutto ok?” e lei annuì debolmente. Si staccò da lei, lasciandola seduta per terra, e andò verso Rufy.

“RAGAZZI!! Siete tutti qui?! Ma allora non è un sogno!” urlò dalle macerie un Usopp dalla faccia verde (era ancora messo male).

“Usopp!...” fece la rossa tirandosi su finalmente da terra. Non disse altro perché le venne un capogiro. Lei le sussurrò qualcosa nella mente, poi parlò a tutti.

 

Non riuscirò a tenerla a bada per molto....vi prego fate presto! Venite da me! Solo voi potete dare una fine a questa storia! Ora che siete uniti....ora che c'è anche Uno con voi...nulla può fermarvi!”

 

Questa volta la voce limpida della bambina la sentirono tutti i Mugiwara. I quattro si guardarono un attimo un po' indecisi mentre Rufy chiese a gran voce chi diavolo parlasse nel suo cervello.

“Mi ha detto dove” disse Robin, giunta anche lei con la rossa vicino al capitano.

“Dobbiamo andare” fece Nami ai tre uomini, il capitano la fissò stravolto.

“Andare dove?! Di chi è questa voce?! Insomma! Parlate!!” fece Rufy squadrandoli sorpreso.

“E' una lunga storia..Uno” gli fece la rossa facendogli un caldo sorriso. In risposta il capitano fece una faccia ancora più strana e barcollò un po. Li fissò tutti, a fatica, cercando risposte, poi portò subito una mano alla bocca e corse via, vomitando anche lui un po piu in là.

“Andremo io e Nami” fece l'archeologa al verde e al biondo. “Lei vuole noi e basta” disse rivolgendosi poi alla rossa.

“Sì, dobbiamo sbrigarci” fece lei.

“No, aspettate!” Zoro fermò Robin trattenendola per un braccio. “Non so cosa vi ha detto, ma non ci andrete da sole”. I due si fissarono per alcuni attimi come per convincersi l'un l'altro, poi Nami interruppe quel momento.

“Non abbiamo più i cip, nè lei né nessun altro in questo paese può più controllarci. Sappiamo difenderci e..faremo presto”. Robin annuì a Zoro e lui mollò il suo braccio dissentendo, non sembrava convinto. Sanji fissava solamente a terra, pareva assente.

La mora si voltò verso la rossa. “Dobbiamo salire di là” le disse e iniziarono ad avviarsi. Però una voce familiare irruppe nello stanzone ormai fatiscente.

“ALT! Mi sembra che abbiate troppa fretta! Non andrete da nessuna parte!”

Si voltarono tutti verso la fonte di quella voce, tutti videro Black Rose e uno squadrone bianco e nero spuntare dalla breccia nel muro, tutti con armi alle mani puntate su di loro.

Nami e Robin si bloccarono.

“Uuhh...che begli abitini! E' stata la nostra Shade a donarveli vero? Una stilista mancata! Se li avete ancora addosso vuol dire che è ancora con noi...anche se non mi pare che stia facendo la brava. Eh sì, ha un piccolo disturbo di personalità, soprattutto quando inizia a divertirsi troppo, ah! ah! Questa volta però ha superato ogni limite..voleva farvi scappare e questo è inacettabile”

Entrarono anche una ventina di robot sferici, armati di tutto punto e con loro delle guardie che tenevano sott'occhio un preoccupato signor Bright. Gli puntavano delle strane armi contro.

“Hai visto maritino? Stanno bene! Cosa vuoi che sia un po' d'acqua salmastra e qualche dose di tranquillante V-7? Al massimo daranno di stomaco! Ora potremo anche accordarci con loro...ma cavoli, sanno troppe cose! Non credi anche tu?” fece ancora lei maligna.

“Rose...Shade è ancora sveglia. E poi cosa vorresti fare? La marina sa che sono tutti qui...e vedrai, prima o poi torneranno..”

“Ma chiudi la bocca, va! Mi fai solo perdere tempo! I Mugiwara vanno eliminati, fine dei giochi. Sanno pure dei cip ora! Chi si sarebbe mai immaginato che esistesse un tizio così folle da tentare di toglierselo via? Roba da matti sul serio! No...voi finirete la vostra avventura qui, in quest'isola”

Finite queste parole, un aura terrificante si propagò dalle macerie in mezzo allo stanzone. Fu come una folata d'aria, polvere e cenere vennero spazzate via dalla rabbia del capitano che si era fatta concreta. Rufy si tirò finalmente su, pulendosi la bocca e lanciando poi un occhiata infernale alla donna. Black Rose sgranò gli occhi, come tutte le persone lì dentro, tutti tranne i suoi compagni di ciurma che rimasero impassibili. Zoro allargò un mezzo sorriso.

“Voi volete ucciderci? Voi volete FAR DEL MALE AI MIEI COMPAGNI?! CI AVETE SOLO PRESO IN GIRO!!” urlò alterato. “PERCHE'???!!!!”

Rose non aprì bocca, o meglio, restò solamente a bocca spalancata. Quello sguardo furioso l'aveva come ipnotizzata. Era quello allora il vero Rufy, il pirata che si diceva fosse l'erede di Gold Roger, ora capiva il perché di tutta quella fama.

Parlò Bright Sun per lei, tremando.

“E'....è solo un problema tra di noi...cioè..Rose si sentiva o-oppressa..Non volevamo farvi del male..”

“Stai zitto, imbecille! Io ho il diritto di pretendere questo paese! E me lo prenderò!” lo zittì lei continuando però a puntare la pistola verso i pirati. “E' solo colpa di quella bambina, capitano! La riaddormenteremo e le cose torneranno come prima, ovviamente con me al comando.. Non succederanno più cose così spiacevoli, vedrete. Non è nulla di personale, non lo è mai stato, però voi siete già troppo dentro a tutto questo.. I tuoi compagni, signor Rufy, sanno e hanno visto troppo”

Il viso del capitano si fece sempre più furioso e una voce piagnucolante si diffuse..

 

La mamma è cattiva...è bugiarda...la mamma non mi vuole bene..

La mamma va PUNITA

 

“E' ancora instabile...ti avevo detto...” fece Bright ma la voce falsa di Rose sormontò la sua.

“Oohh, piccola! Ma no, la mamma è ovvio che ti ama! E' solo un po severa con te perché hai fatto la biricchina! Non ti preoccupare...calmati tesoro”

“E'....è proprio così!” si agganciò al discorso Bright Sun “Andrà tutto bene, i pirati non rischiano nulla...se ne andranno vedrai, stai tranquilla. Ti ricordi il nostro rifugio?”

 

Papà...sì. E' lì che lo ho portati...

Che bel quadretto nauseante! Siete tutti dei FALSI BUGIARDI!

Papà ho paura...Promettimi che saranno salvi, che li libererai..

NON LO FARA' STUPIDA CREDULONA!”

 

“Non la ascoltare! Combattila! Fallo come l'ultima volta! Tu ce la puoi fare piccola mia!” disse Bright sull'orlo delle lacrime con fare disperato, la donna oscura rise sotto i baffi a quella scena per lei patetica.

 

NO....IO HO RAGIONE PAPARINO...IO HO SEMPRE RAGIONE... NON MI FERMERETE QUESTA VOLTA. SPAZZERO' VIA QUEST'ISOLA..così sarò FINALMENTE LIBERA!! LIBERA DI FARE CIO' CHE VOGLIO DI QUESTO POSTO!

SIETE SOLO TUTTI DEI MALEDETTI BUGIARDIIII!!!!!

 

In quell'ultimo potente grido di Shade il castello e l'isola tutta iniziò ad alterarsi. Ogni parete ancora in piedi si deformò, il pavimento fu scosso da un terremoto e voragini si aprirono, sempre più profonde. Poi le pareti, tutti gli elementi della stanza, si mossero come animati da una forza superiore. Si assemblarono formando arti, dita pericolose pronte ad afferrarli o schiacciarli. Tutti erano in pericolo, i pirati e gli abitanti dell'isola, perfino il signor Bright e Black Rose.

Tutti i Mugiwara cercarono di mettersi in salvo mentre il castello sembrava contorcersi e piomabare su di loro. E mentre regnava il caos una voce risuonò solo nella testa del capitano, di Rufy...

Uno...ascoltami. Ti prego..non è colpa mia, non credere alla mia mamma..!”

“UNO?!” fece lui a alta voce, non capendo. Si guardò attorno.

Tu sei speciale...è un onore per me conoscerti! Ma ora..non c'è più tempo...Non riesco a resisterle, non ho più energie.. Aiutami, ti prego. Io desideravo salvare i tuoi amici..Ma ora non ho più le forze. Lei vincerà...la nostra sola speranza sei tu, la vostra sola speranza..è il tuo potere speciale. Lo so, tu la puoi fermare. Io ti ringrazio...so che lo farai, lo farai per i tuoi compagni ai quali, io sento, vuoi davvero molto bene. Mi sarebbe davvero piaciuto avere una famiglia come voi..”

Era così dolce e afflitta quella voce che Rufy non riuscì più a trattenersi. Esplose in un urlo di rabbia che fece tremare ogni cosa, fu più forte del terremoto che stava scuotendo l'isola in quel momento.
Era la sua Ambizione, l'Haki del Re.

"HHAAAAAAAAAAAaaaaaaaaarrrrrrrrhhhhhhhhhh!!!!!!!!" gridò inalberato.

Perfino i massi che stavano piombando su di loro si frantumarono e schizzarono nella direzione opposta, ogni persona nel raggio di qualche kilometro perse i sensi finendo a terra.

I compagni, pian piano, si voltarono verso di lui, scambiandosi sguardi sollevati.

Era finita. Era tutto immobile ora, silenzioso, non ronzava una mosca, si sentiva solo il capitano prender fiato.

Shade era andata, probabilmente quell'haki incredibile aveva spazzato via anche la sua volontà, così sembrava al momento. Quel mondo di fiaba però era rimasto..

 

“ZORO! SANJI! Spiegatemi che cacchio è successo!! VOGLIO SAPERE TUTTO! Adesso!” disse Rufy dopo qualche minuto. Era evidentemente ancora arrabbiato e confuso..

Lo spadaccino fece qualche passo verso l'amico, ma si intromise Nami tra i due.

“Rufy! Ti spiegheremo! Però ora io e Robin dobbiamo andare da una certa parte...e ti prometto che quando torneremo ti racconteremo ogni cosa!”

Rufy la studiò un attimo (com'era vestita?!) e poi annuì. “Va bene, andate a tornate presto...che ho fame” disse tornato tranquillo.

“Che?! FAME?! Dopo tutto quello che ti sei mangiato e quella faccia tra il verde e giallo?! AH! Sei il solito!” fece lei furiosa, poi prese il braccio della mora e la trascinò letteralmente via prendendo la direzione delle scale in fondo allo stanzone. Magicamente, erano ancora in piedi.

 

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Capitolo 55
*** Addii ***


Le due donne percorsero le scale scambiandosi poche parole, e giunsero ad una strana porta dorata. Nami ci appoggiò una mano sopra e questa girò su se stessa, la mora e la rossa entrarono.

Robin pensò subito di essere dentro ad un sogno, tutte le pareti, il soffitto e il pavimento di quella camera, balenavano e pulsavano di colori arcobaleno, era talmente caotico e luminoso lì dentro che le due non si accorsero subito della bambina distesa sul parallelepipedo a mezz'aria.

Si guardarono attorno un po spaesate e poi la bambina parlò.

La sua voce palesava un enorme fatica.

 

T..Tre...Sette..”

 

Nami e Robin individuarono subito quel corpo sopra quella lastra opalescente. Era il corpo nudo di una bambina di circa tredici anni, era pallidissima, sembrava svanire e si confondeva molto bene lì dentro, dato il suo corpo che riluceva di quei colori, e i suoi lunghi capelli che erano di un bianco candido.

“Shade?” chiese ad alta voce Nami avvicinandosi un po. Anche la mora fece qualche passo verso il parallelepipedo e notò qualcosa per terra. Avvicinandosi di più, notò che quella a terra era una giacca nera.
 

Sono felice...che siate venute..

Lei è al momento fuori gioco...ma non...avete molto tempo”

 

“Per fare cosa?” chiese la rossa un po in ansia. Guardava il vero corpo di quella bambina, sembrava molto fragile e non sembrava sul serio in vita, non muoveva neppure le labbra e neppure si percepiva un movimento dietro quelle palpebre..

 

Voglio...scusarmi con voi, voglio ricominciare..salvare questo popolo..dare un messaggio di speranza.. ricominciare e vivere davvero”

 

“Abbiamo capito che non è stata colpa tua..” fece Nami ma la bambina proseguì, come se stesse dedicando tutte le ultime sue energie in quelle parole.

 

Ringraziate Uno...ringraziate Rufy..da parte mia.. Avvicinatevi”

 

Un minuto passò poi, senza riscontro, le due si guardarono preoccupate.

“Shade? Sei ancora qui?” chiese l'archeologa. Altri secondi interminabili passarono.

 

Sta tornando. Dovete fare presto... Sono sul mio collo.. Due..due cip. Dovete toglierli e tutto terminerà”

 

Che cosa?! Tu ci stai chiedendo..?!” fece Nami stupita guardando poi la mora. Robin corrucciò le sopracciglia annuendo all'amica.

 

Voi mi aiuterete a trovare la mia libertà.. Potrò rinascere e vivere una vita vera, più fortunata..con emozioni vere...con persone reali. Lei è nata perché mi sentivo sola..l'ho creata inconsciamente e poi è diventata talmente potente da divenire reale..almeno quanto me. Ora è così forte da dominare la mia volontà..io non posso permetterlo..Mi ricongiungerò a lui...magari lo rivedrò, il mio Diciassette”

 

Le due si guardarono ancora dubbiose ma si avvicinarono al capo della bambina. Notarono i cip, si misero l'una da un lato e l'altra all'opposto. Sia la mora che la rossa si chiesero se davvero fosse quella la cosa giusta da fare, avrebbero dovuto sul serio loro dare fine a...?

 

Sono sicura di quello che voglio..Non temete..

Sbrigatevi! Non...non ho molto..”

 

Dopo uno scambio di sguardi di incoraggiamento, le due allungarono le braccia e toccarono il collo della bambina. Ognuna toccò il pezzo metallico conficcato in quel piccolo collo.

 

Nami...Robin...grazie.

Volevo salvarvi...ma alla fine..siete state voi...a salvare me”

 

Era la prima volta che le chiamava con il loro vero nome, alle due donne fece uno strano effetto. Robin sospirò e poi fece segno a Nami di proseguire. La rossa afferrò il cip e iniziò un muto conto alla rovescia..

Le sue labbra formarono un “Tre”.

 

Salutatemi tanto il bel Cinque e il forte Due..”

 

Robin tenne più saldamente il cip. Nami pronunciò un silenzioso “Due”.

 

Vi lascio....un piccolo regalo”

 

Il respiro dell'archeologa si fece più veloce, mentre la rossa, con gli occhi lucidi, sussurrava un deciso “Uno”.

 

..Addio, miei amati numeri primi”

 

Il secondo passò e i cip vennero sfilati via. Un attimo dopo si fece buio totale dentro quella stanza, fu come un lampo nero, tanto che tutte e due pensarono di aver perso la vista.. (che quella strana bambina avesse fatto loro un brutto scherzo?!)

Dopo un secondo la luce tornò ma fu talmente accecante che le due chiusero all'istante gli occhi.

Così, né Nami e né Robin videro cosa accadde intorno a loro in quell'istante. La stanza letteralmente esplose di colori, i vestiti regalati da Shade sparirono, e furono inondate da una luce dai mille toni che poi si rivelò vero colore, come pittura. Fu come se un artista pazzo avesse buttato addosso a loro secchi di pittura.

Le due sentirono solo un ondata calda sulla pelle, tenendo gli occhi chiusi, impossibilitate nel vedere qualsiasi cosa.

 

--

Fuori, il mondo cambiò drasticamente. L'essenza di Shade pervase tutta l'isola, fu come una bomba di colore, prepotente, inarrestabile.

L'onda colorata si propagò ovunque, contemporaneamente il mondo fiabesco sparì e il paese tornò come prima.

Tornarono i grattacieli, le strutture moderne , le case hi-tech e la zona più arretrata e selvaggia di quella che era prima la zona nera. Però nulla ora pareva come prima. L'onda arcobaleno aveva stravolto ogni cosa, colorando ogni elemento artificiale di quell'isola.

Non era più un paese in bianco e nero, piatto e tutto uguale. Sprizzava vivacità e gioia solo a guardarlo!

Gli abitanti pian pianino si ripresero e iniziarono ad osservare con stupore quel cambiamento, molti ne furono subito entusiasti. Perfino i loro vestiti e i loro capelli avevano mutato il colore! Ora non erano più divisi, non potevano sentirsi più in rivalità...erano tutti uguali, uguali nelle loro diversità. Non avrebbero più accettato di essere separati in base ad un criterio, si sentirono subito più felici e liberi. E sapevano, che quello era stato un dono di quella bambina.

Anche la fortezza in mezzo all'isola ritornò alla sua forma originaria, anche se era in pessime condizioni. Sfoggiava sul serio un tripudio esagerato di colori! Ora pareva una grande torta colorata multistrato morsicata da un gigante goloso.

Anche i Mugiwara si guardarono attorno stupiti, poi il nasone notò un particolare..

“EHI! ZORO! Ma perché ti sei tolto i vestiti?!!” esclamò, e tutti si misero a fissarlo allucinati. Dopo due secondi qualcosa piombò in faccia allo spiazzato spadaccino. Afferrò la stoffa che gli era arrivata in faccia con un grugnito e la rigirò tra le mani, per capire che erano un paio di pantaloni blu e una giacca gialla.

“Muschio!” lo chiamò il biondo. “Mettiteli e andiamo! Le ragazze saranno nella stessa situazione, non credi?”

“Ma a chi li hai rubati?!” fece lui vestendosi in fretta e osservando lo strano abbinamento che aveva addosso anche lui (maglietta rosa e pantaloni verde acido).

“Beh, a loro non servono! ..e muoviti!!” fece indicando le persone svenute a terra lì vicino. Aveva in mano anche altra roba, di sicuro dei vestiti per le due donzelle che doveva andare a recuperare..

“Ok...ma dove saranno andate?” disse Zoro correndo verso di lui e il cuoco gli rispose che avevano preso le scale.

“Tu preoccupati di seguirmi e basta” gli disse infine, sparendo dietro il muro con lui al seguito.

“Mah....mi sembra tutto così strano” Fece Brook che aveva osservato la scena “Un attimo fa stavamo mangiando tutti insieme a quel banchetto bianco e nero...e adesso ..”

“Ehi! Ma dov'è sparito Zoro??” si agitò la renna “Dovevo fasciargli quel braccio! Ah! Fa sempre di testa sua!!”

“Ragazzi....io non ci ho capito nulla, perché siamo qui?” finalmente Franky era riuscito in parte a muoversi e tirarsi su a sedere almeno. Era il più confuso di tutti.

“Ah..ne so quanto te, Franky!” gli rispose il capitano “So solo che quando i nostri compagni torneranno, ce ne andremo immediatamente da quest'isola! Secondo me si mangia molto male qui! E vedi che conseguenze?! AH! Meno male che noi abbiamo il miglior cuoco del mondo a bordo!” fece poi con gli occhi stellati.

Neanche il discorso di Rufy aveva senso, ma in fondo come poteva capire o intuire minimamente tutto quello che era accaduto?

 

 

--

Nami aprì gli occhi lentamente e d'istinto si coprì il seno, aveva avvertito immediatamente che i suoi vestiti non c'erano più.

“Nami? Tutto bene?” chiese Robin all'amica. Anche lei era nella sua stessa posizione di difesa, aprì gli occhi ma vide solo ocurità intorno a lei.

“Sì, è che sono nuda e poi....è buio” fece la rossa.

“Aspetta! Questa dev'essere un interruttore di emergenza” L'archeologa aveva notato una lucetta verde lampeggiante sulla parete. Si avvicinò lentamente ad essa e schiacciò il pulsante, una luce abbastanza potente illuminò subito la stanza.

“AH! Cavoli!....” Questo fu l'unico commento della navigatrice guardandosi attorno.

Era come se fosse esplosa una bomba di vernice variopinta lì dentro, le pareti circolari erano talmente intrise dal colore da essere scure e gocciolanti. Il parallelepipedo in mezzo alla sala pareva un opera d'arte di un artista visionario. Il corpo della bambina era svanito.

L'una osservò l'altra, dapprima con stupore, poi allargando un vago sorriso. Non c'era un centimetro della loro pelle che non fosse schizzato di colore.

“Davvero un bel regalo” commentò l'archeologa riferendosi allo stato in cui erano tutte e due, e Nami si mise a ridere.

 

                        “EHI! SIETE QUI?! RISPONDETE!!”

                                         “NAMI SAN!! ROBIN CHAAAN!!”

 

Le voci familari dei due uomini fuori dalla porta le riportarono all'imbarazzante realtà.

Si guardarono di nuovo con gli occhi spalancati e poi la navigatrice rispose.

“SIII!!!!! SIAMO QUI!!! ManontiavvicinareallaportaSanji,sennòtiammazzo!” Aggiunse in fretta la rossa, correndo verso la porta, cercando di bloccarla con una mano. Però, dalla furia, si scordò che quella dannata porta funzionava in modo diverso dalle altre, che ruotava, così, appoggiando il suo palmo, la fece involontariamente muovere. Ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto che accadesse. Davanti all'uscio c'erano i due pirati che cambiarono drammaticamente espressione a quella vista.

“Nami!” urlò la mora e lei tirò un urlo accucciandosi a terra.

Zoro guardò subito da un altra parte ma ormai aveva già visto tutto, e Sanji , dopo un “Ma cosa vi è success...??!” svenne immediatamente, perdendo sangue dal naso, era troppo quella visione per lui.

Robin, con la sua abilità, recuperò i vestiti caduti sul pavimento e se li mise in fretta (un paio di pantaloni viola troppo larghi e una camicia azzurra anch'essa enorme per lei). Nami, invece alzò lentamente lo sguardo vedendo il biondo ko e lo spadaccino che le dava la schiena, così studiò i vestiti a terra e se li mise anche lei in fretta e furia (una maglietta rossa e dei pantaloni arancioni).

“Dio mio...adesso sì che sembriamo due saltimbanco..!” commentò alla fine, quando fu coperta. “Ah..questo colore è già asciutto! Ci vuole una doccia..” disse ancora, girandosi verso l'archeologa per vedere com'era conciata.

Ma Robin non era sola, anzi. Era abbracciata a Zoro e i due si stavano baciando. Si girò immediatamente da un altra parte, sentendosi di troppo (sentì lui sussurrarle qualcosa che la rossa non capì, e lei rispondergli un “mm” sommesso).

Il suo sguardo andò a terra, e si fermò sul viso rilassato e comico del biondo. La navigatrice sorrise, doveva rinsavirlo prima o poi, quel cuoco troppo impressionabile.

 

 

--

“Tutto questo mi ricorda qualcosa, strega” gli fece Zoro accennando al suo colorito variopinto “Questa volta è toccato a te!”

Robin, vedendo quel suo sorriso furbo che tanto adorava, sorrise a sua volta. “Quindi, visto come sono andate le cose allora...ora dovrei saltarti addosso io” gli disse ammiccando.

“Uh...sì. Però prima dovresti ubriacarti!” rispose lo spadaccino, aggiungendo poi un “Io ci sto! Quando vuoi iniziamo a bere!”.

Ridacchiando, la mora si girò. Niente, quei due dovevano essere rimasti indietro.

Erano ritornati da Rufy e gli altri, e stavano tornando finalmente alla Thousand Sunny insieme a loro. Tutti quanti non vedevano davvero l'ora di dimenticare quella lunga disavventura.

“Si saranno persi? E' un ottima notizia!” fece Zoro a Robin, anche lui si era appena girato a verificare.

“Mm..credo si siano fermati a parlare” disse lei.

“Mah... spero solo che quel rincitrullito non pensi di svignarsela” fece lo spadaccino.

“Ti dispiacerebbe? Questa sì che è una novità!” lo punzecchiò Robin.

“CHE?? No! Cioè...può fare ciò che gli pare per me.. è Rufy che non gradirebbe! Io farei festa per una settimana di seguito, ma figurati!” rispose scandalizzato.

L'archeologa continuò a scrutarlo sorridendo, non era poi sicura al cento per cento di quelle affermazioni.

“Oh!” fece poi, notando qualcosa sulla nuca del ragazzo. “Che...cos'hai qui?” disse curiosa, avvicinando una mano al collo di lui. I due si fermarono un attimo.

“Uhm?! Che? Che cos'ho?!” si agitò Zoro, ma stette immobile al suo tocco.

“E' proprio...carino

“Robin?..”

 

 

---

“Cos'hai detto?!”

Nami aveva un espressione indecifracibile, però comunque pericolosa, pensò lui. Sanji le balenò un occhiata ancora, guardò altrove, e poi tornò a forza di nuovo su di lei. Doveva spiegarle meglio la sua posizione, però non avrebbe cambiato idea, quello no. Si girò completamente verso Nami, avvicinandosi fino a due passi. Scrutò il suo viso e la guardò negli occhi parlando più apertamente possibile. Mise le mani in tasca, stava inconsciamente cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

“Nami san, tu devi comprendere la mia posizione. Mettiti un secondo nei miei panni, io non riesco così..a passare oltre. Non ci riesco e non ci riuscirò mai. E' giusto così, è dannatamente giusto che mi ripudi, è giusto che me ne vada, che mi tolga dai piedi. Non riuscirei più a guardarti, a guardarmi allo specchio...e comunque non so se mai lo farò di nuovo come prima. Va bene così, credimi. Non c'è nulla che Rufy possa dire o fare.. o che altri possano fare. Non cambierò idea.. Vuoi picchiarmi? Picchiami. Uccidermi a bastonate? Sarebbe giusto! Me lo merito. Quindi se vuoi fallo, questa è la tua occasione. La tua ultima, perché io rimarrò su quest'isola. E' deciso, e non sai quanto mi dispiace ma...questo è un annunciato addio.”

Il cuoco vide distintamente la rossa socchiudere gli occhi, senza smettere di fissarlo. Aveva ancora quell'espressione dalle mille interpretazioni. Passarono secondi lunghissimi..

“Siamo daccordo, quindi preparati.” disse solo lei e Sanji vide con la coda dell'occhio che stringeva i pugni. Ooh sì, avrebbe fatto parecchio male, il biondo chiuse gli occhi preparandosi al peggio. Non aveva intenzione di dire più nulla, era tutto palese ormai.

Sentì il respiro della ragazza farsi più forte, era sicuramente inviperita, pensò che di certo si era trattenuta fino ad allora, ma che era pronta a scoppiare da un momento all'altro. La conosceva, eccome!

Il cuoco attese un mezzo minuto, invano. Stette immobile, sicuro che quel primo colpo sarebbe arrivato. Subito dopo, però, sentì un calore sulle guance, dapprima impercettibile, poi distinto, infine avvertì che quel qualcosa di tiepido gli sfiorava il viso. Che insana tortura aveva in mente per lui quella donna? Sanji si immaginò già folgorato dal clima tact o qualcosa di simile. Però poi si rese conto che quelle che avvertiva sulla sua faccia erano in realtà un' altra cosa. Erano semplicemente le mani di Nami. Ora le sentiva chiaramente, erano calde e delicate..

Pensò che di sicuro ci doveva essere qualcosa sotto..che cosa stava architettando? Di schiacciargli la faccia e renderlo irriconoscibile poteva essere una delle risposte plausibili!

Era così concentrato in quell' insolito contatto, che quando le sue labbra incontrarono quelle della rossa non se ne rese immediatamente conto.

Era qualcosa di così morbido... ma di certo non potevano essere labbra, e poi non quelle della navigatrice, non poteva essere vero..

Qualche secondo passò e poi lui spalancò gli occhi.

Cazzo, ma Nami.. cosa stava facendo?! Era reale? Era un sogno?!

Sbattè un paio di volte gli occhi, incredulo. Sì, lei era lì, con la bocca spiaccicata sulla sua, in un lungo bacio a stampo, anzi, lunghissimo. A Sanji si fermò il respiro. E il suo cervello, letteralmente, si inceppò.

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Capitolo 56
*** Accordo ***


“Quindi era questo il regalo” fece l'archeologa.

“Scommetto che sotto tutto quel colore ne hai uno anche tu. ..Diavolo! Non vedo l'ora di scoprirlo!” disse furbo lo spadaccino, tenendo d'occhio gli altri più avanti a loro. Ogni tanto Rufy si girava per controllare se c'erano tutti e puntualmente i due facevano finta di nulla e guardavano da un altra parte. Il capitano aveva una gran fretta di salpare.

“Sarà nello stesso posto...dove c'era il cip. Peccato, sarei curiosa di sapere cos'è” spifferò la mora al verde, con un occhiata vagamente delusa.

Zoro controllò il gruppetto avanti e poi di scatto, senza preavviso, le prese un braccio e la trascinò dietro ad un alto cespuglio. Robin ridacchiò piano, ad un centimetro dal viso serio di lui.

“Scopriamolo” disse Zoro, e si leccò un dito.

La mora si morse un labbro, incuriosita.

 

 

--

“......Sanji?”

Era da un pezzo che la rossa si era staccata dal biondo e lui era rimasto impalato, irrigidito, con gli occhi spalancati e la mascella serrata. Nemmeno la mano che Nami gli agitava davanti agli occhi lo smuoveva.

“EHI SANJI?!?!?” si mise ad urlare lei, non sapeva se ridere o iniziare a preoccuparsi. In tutti i casi era una situazione assurda. E la cosa sorprendente era che non gli era neppure uscita una goccia di sangue dal naso. Il cuoco era semplicemente fermo in quell'istante in cui lei l'aveva baciato. Stop.

La rossa si mise davvero a ridere, in seguito cambiò tono non vedendo alcuna evoluzione di quella situazione.

“Ehi! Mi stai facendo preoccupare! SVEGLIA! Hai capito?! SVEGLIAAAAAAA!!!”

gli urlò sull'occhio probabilmente assordandolo. La situazione era ridicola sul serio!

“Sanji!! Adesso basta! Rispondimi!” si inalberò e gli tirò uno schiaffo. Uno schizzo di sangue finalmente fuoriuscì da quel naso ma il cuoco rimase rigido.

Nami gli asciugò il naso con la maglietta. Sorrise, quell'uomo era in uno stato pietoso!

Nel mentre, la mandibola del biondo si scosse un poco, e lui pronunciò qualcosa.

“Non posso...TORNARE” pronunciò, sempre vitreo.

Nami dapprima si accigliò, poi tornò tranquilla e sorridente. Gli passò una mano fra i capelli, provocando un brivido profondo al biondo, che però rivelò solo impercettibilmente.

“Sicuro sicuro..di non voler restare con noi?” gli chiese suadente, passando poi ad accarezzargli il viso di nuovo “Non ti facevo così duro di comprendonio mio caro Sanji... forse hai solo bisogno di essere convinto maggiormente

Così Nami gli circondò le braccia intorno al collo e quello che provò a dargli non fu proprio un bacio a stampo. Congiunse le loro labbra e lo strinse a sé, i loro corpi vennero totalmente a contatto. Nel sentire quella meravigliosa unione, il corpo del cuoco scattò in automatico, la abbracciò anche lui e socchiuse le labbra lasciandola entrare. Un secondo dopo si rese conto di cosa stava facendo...ma ormai era troppo tardi, non era in grado di contrastare quella cosa, non voleva contrastarla, era troppo bella.

Lei aveva vinto, lui sarebbe tornato, e sarebbe stato suo.

Quella era la donna che aveva sempre desiderato, ora che lei lo ricambiava non poteva andarsene! Non poteva in alcun modo separarsi più da lei, mai e poi mai.

Fine dei ragionamenti.

 

 

--

“Cosa mi dai se te lo dico?” Zoro, dietro a Robin, aveva appena finito il suo lavoro..

“Zoro, si accorgeranno che manchiamo”

“Ok, allora non te lo dico”

“Oh..cosa vuoi?!” l'archeologa alzò gli occhi al cielo, spazientita ma anche divertita.

“Non so..ci sto pensando” fece lui, ma nel frattempo un occhio blu spuntò dal nulla sulla sua fronte. Roteò, puntando il collo della donna.

“Ah, lo sapevo! Che meraviglia!” fece lei, che con la sua tecnica aveva trovato il modo per sbirciare il disegno dietro alla sua nuca.

“Ohi! Non è valido così!” Zoro si spiaccicò una mano sulla fronte, ma l'occhio sparì prima. “Vieni qua!” le fece irritato, sempre a voce bassa, cercando di afferrarla. Robin era già sgattaiolata fuori dal cespuglio e lui non aveva più la possibilità di riacciuffarla lì fuori. Nah, troppo pericoloso.

Attese un po, e poi con nonchalance uscì allo scoperto seguendo a distanza la mora.

 

 

 

 

--

“OOOOHHIII!!!!! SANJI!! NAMII!!! Finalmenteee!! Ma dove vi eravate cacciati??!!”

Il capitano urlava inviperito dal ponte della nave, aveva appena visto i due fare capolino dalla strada. Era da un pezzo che li stavano aspettando al porto.

“Siamo quaa!! Sta calmooo!!” le fece lei sbraitando, non capiva proprio perché quel pazzoide avesse tutta quella fretta.

“HOOO UNAA STRAMALEDETTAAA FAAAAAAAAAAMMMMMMMEEEEEE!!!!!!!!!!!!” urlò. La rossa sbuffò e basta, stranamente, non si adirò come al solito.

“E' fortunato, no?” disse al biondo vicino.

“Mm?” fece lui, ritornando alla realtà (stava ancora pensando a quello che era successo poco prima).

“Ha una navigatrice esperta che è riuscita a convincere il miglior cuoco in piazza a rimanere tra le sue fila. Sì...quel Rufy dallo stomaco senza fondo è davvero fortunato” gli fece sorridendogli e lui le rispose con un altrettanto caloroso sorriso.

“Sei...ancora sporco” gli disse poi, notando del colore blu vicino al suo labbro inferiore.

Il biondo cercò di pulirsi per l'ennesima volta, bagnandosi con la saliva.

“Caspita! Non vedo l'ora di fare una doccia!!” fece lei, mascherando un po di imbarazzo, ormai erano arrivati alla nave. Nami incrociò lo sguardo di Robin, che dall'alto, ammiccò maliziosa all'amica.

 

 

“Quindi.. non se ne va, il farabutto” commentò Zoro, apparendo dietro alla mora “Che sia maledetto, mi ha dato false speranze”

“Mfu! Fuh! Si vede che Nami è riuscita...a persuaderlo” disse lei, girandosi e lanciandogli un occhiata ricca di significato con quell'ultima parola.

Zoro la studiò un attimo, si era fatta la doccia in tempi record, la sua pelle era nuovamente candida e quel profumo fruttato che aveva addosso era una terribile tentazione.. Lui era ancora sporco e vestito come un buzzurro, Chopper l'aveva praticamente rapito e portato in infermeria per via di quel braccio, e comunque non era nulla di che, si agitava sempre per delle sciocchezze quel dottore! Dopo quei pensieri lo spadaccino realizzò il messaggio celato della mora..

“Hum? Che intendi dire con quell'espressione??”.

“Nulla” disse lei sistemandosi i capelli, aveva visto la rossa passare in fretta, diretta verso il bagno.

“Vuoi dirmi che..” continuò lui, sussurrando “quei due se la intendono davvero?! Ma dai!! Questa è una tua tecnica per distrarmi e non farmi ricordare che prima non hai giocato affatto pulito con me.. e vedrai, penserò a qualcosa” sottolineò, alzando le sopracciglia.

“Uh, sto tremando” fece ironica lei, e lo spadaccino si accigliò guardando da un altra parte.

“Ringrazia che questa nave è troppo affollata, archeologa” si incupì, incrociando le braccia. Robin si scostò dal parapetto e gli passò vicino.

“Non vedo l'ora di vederti sfoderare le spade, samurai” disse e se ne andò con una tranquillità spaventosa.

Zoro rimase un po senza parole, chi stava torturando chi adesso?! Sbuffò, nascondendo un sorriso mentre osservava per l'ultima volta il porto.

La Thousand Sunny stava già lasciando quelle rive. Zoro rimase ad osservare l'arenile, che si allontanava sempre più. Nulla aveva l'aspetto di quando erano arrivati, incredibile come un po di colore poteva stravolgere un paesaggio!

“Beh, è meglio così” commentò.

 

 

 

--

In mezzo al mare..

 

 

 

“L'hai notato?”

“Che cosa?”

“Il regalo di Shade...il tatuaggio

“EH?!”

“Sì, Nami. Beh, è normale che tu non te ne sia accorta, visto che è dietro al tuo collo.. Certo che con questa coda alta se qualcuno dovesse..arrivare da dietro..non so, ad esempio un noto cuoco, beh..lo noterebbe”

Nami si girò verso l'amica con un punto di domanda in faccia. Robin era seduta sul suo letto con le gambe accavallate, la guardava con un sorriso soddisfatto.

“Uno: di che tatuaggio stai parlando?! Due: io e Sanji siamo buoni amici e basta! Daccordo?!”

La navigatrice era evidentemente agitata e un poco pure arrossita, Robin non le credeva affatto.

“Sanji ha deciso di rimanere solo perché TU l'hai convinto e non devono essere state solo belle parole. Comunque non serve che tu me lo descriva...posso immaginarmelo.” Finì di dire con un caldo sorriso.

Nami si voltò in fretta verso lo specchio e prese un piccolo specchietto per cercare di vedere cosa aveva dietro al collo. Quando lo vide, rimase un po a bocca aperta.

“Ah, meno male che è qualcosa di accettabile! Comunque...daccordo! Sarebbe da idoti negarlo.. Lo ammetto, quel cretino mi piace”

“Ed anche molto, direi” disse la mora ridacchiando.

“Eh? Bah..non lo so!” la rossa si girò di nuovo verso l'amica, sempre più rossa in viso “E quindi...visto che ti ho detto la verità, anche tu dovrai raccontarmi tutto di te e Zoro! Okkei?!”

 

RAGAZZEEEE!!! DAI VENITE A MANGIAAREE!! IL PESCE E' PRONTOOO!!”

 

Rufy, che le stava chiamando a squarciagola, salvò Robin da una scomoda risposta. Era da due ore che avevano lasciato l'isola ormai e la nave era ripartita senza fare alcun rifornimento. Avevano pescato del pesce in mare (solo uno molto grosso a dir la verità) e il cuoco si era subito messo al lavoro per cucinarlo data la fame mostruosa del capitano..

“Mm..ci sarà l'occasione” disse solo la mora e uscì dalla stanza delle ragazze con dietro una sbuffante Nami.

 

 

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“Ah! Ah! Ah! Ma daiiii!!! Siete stati vomitati da un vermone gigante??!! VOI DUE??!! Ahahahah! avrei voluto vederlo!!!”

Rufy aveva voluto che gli fosse raccontata l'intera storia di com'era andata su quell'isola ed ora mangiava e rideva contemporaneamente, Nami lo guardò schifata.

“Rufy!!! Stai sputando dappertuttoo!! Smettila!!” urlò con gli occhi indiavolati.

“Sì, se non gli davo fuoco saremmo ancora lì..” disse il cuoco passando con l'ennesimo vassoio con grossi pezzi di pesce grigliati.

“Tzè! Ma figurati..” commentò il verde a bocca piena.

“Lo neghi? Muschio dallo stomaco delicato?!..” lo provocò il biondo.

“Vuoi vedere quanto sono delicato?!?” rispose Zoro a denti aguzzi.

“Ehi! Ehi! Finitela subito!” fece la rossa alzandosi dalla sedia “E..Sanji-kun! Siediti! Mangia tranquillo.. Porto io il resto al capitano”

Chopper, Brook e Usopp si guardarono stupiti, Nami non si era mai offerta di aiutare il cuoco in cucina, manco si sognava di sparecchiare! Di solito se la svignava appena aveva terminato. Un Sanji dagli occhi a cuore, intanto, obbedì e si sedette vicino a lei.

“Non vedo Franky..” disse subito dopo la rossa, accorgendosi della strana atmosfera al tavolo.

“Oh!...ha detto che era meglio che rimanesse a digiuno. Si sta mettendo in sesto un po. I suoi circuiti hanno preso troppa acqua ed era troppo indaffarato per unirsi a noi...a dire il vero era impresentabile, tutto così smontato..” disse Usopp con una faccia impressionata.

“Aah...anche le mie ossa avrebbero bisogno di un bel trattamento ricostituente! Dopo tutto quell'acqua salata! Chi delle due donzelle è disponibile a farmi un massaggio?? Magari avete una crema al latte! Il latte mi fa molto bene....” disse Brook, chinandosi mieloso verso le due donne.

Due uomini della tavola scattarono verso lo scheletro.

“QUALE OSSO TI FA MALE CHE TE LO FRANTUMO?!”

“QUALE OSSO TI FA MALE CHE TE LO FRANTUMO?!”

Zoro e Sanji gli urlarono dietro in coro, poi si guardarono in cagnesco anche fra di loro tra le risate del capitano, e non si dissero più nulla per tutto il tempo. Ora era Zoro quello che veniva guardato di sottecchi..perchè mai si agitava così adesso?! Perchè copiava il cuoco?!

“Ah, Nami” parlò l'archeologa “Nella mia stanza, quella predisposta al castello per intenderci, ho trovato un libro molto interessante che parlava dell'anno del Drago. Credo che dobbiamo discutere di alcuni evidenti indizi che ho colto tra le righe di quel testo..”

Tutti gli occhi scattarono su di lei e Rufy commentò con un “DAVVEROO?!?” eccitato. Era ovvio che l'aveva detto in quel momento apposta, l'argomento “Raftel e il One Piece” era molto più interessante della strana reazione dello spadaccino.

 

 

 

 

--

“Non è necessario, davvero”. Sanji le sorrise ma la rossa continuò a fare quello che stava facendo.

“Ecco, ho finito” disse poi, portandogli l'ultima pila di piatti sporchi. Il biondo, che stava lavando i piatti, le saettò un occhiata e un sorriso.

“Ti do una mano così finisci prima e vai a riposare anche tu, in fondo è stata una giornata molto pesante per tutti”. La rossa gli andò dietro, appoggiò una mano sulla sua schiena e il biondo si irrigidì, lo sentì vivamente.

“Immaginavo che fosse quello..” disse lei.

“C-cosa?” chiese il cuoco, in difficoltà anche a sciaquare il piatto che aveva tra le mani.

Sentì poi che quacosa di morbido toccava la sua nuca. Il piatto gli scivolò drasticamente dalle mani finendo a terra.

“Cazz..” disse solo sentendolo frantumarsi nell'impatto e la rossa commentò che era solo colpa sua. Ridacchiando, Nami si mise a raccogliere i pezzi a terra.

“Stai attenta a non..” incominciò a dirle lui, premuroso, ma lei lo interruppe, continuando a cercare i resti del piatto sul pavimento.

“Ah, non sono una bambina sbadata, Sanji! Scusa, ero solo curiosa di vedere il tuo tatuaggio, è molto bello ed è quello che pensavo”

“Ah? Tatuaggio?! Non capisco..” il cuoco la osservò stranito con la coda dell'occhio.

“E' davvero di un bel blu poi...è il regalo di Shade. Sai, prima di sparire ci ha detto che ci avrebbe lasciato un presente e intendeva per noi quattro”

La rossa alzò lo sguardo verso il biondo e sorrise. “E' perfetto per te”.

Il cuoco arrossì paurosamente e si nascose dietro la nuvola di schiuma che si era lazata dal lavello, stava davvero sfogandosi con i piatti ora?

La rossa ridacchiò di nuovo, andò alla porta della cucina e la chiuse a chiave, mentre il biondo si chiedeva che intenzioni avesse e perché faceva così tremendamente caldo lì dentro.

“Vuoi...vedere il mio? E' nello stesso tuo posto, però il soggetto è diverso..pure il colore” disse, avanzando verso di lui. Si abbassò poi e si intrufolò tra lui e il lavello ed emerse in mezzo alle sue braccia. Sanji si bloccò, era a pochi centimetri da lui e quella camicetta che aveva, da quella posizione, regalava una bella vista, troppo bella a dire il vero. Il cuoco si sforzò di non guardare più verso il basso, non voleva rovinare quel momento..

“Prima però..devi dirmi se hai pensato ad un nome per quella torta. Sai, se dovessi rivolerla...almeno saprei cosa richiederti..era davvero buona”. Nami lo guardò con gli occhioni spalancati e lui pensò che in quel momento era davvero impossibile che il suo cervello partorisse qualcosa di buono. Ci pensò un attimo ma gli uscì solo un balbettio.

“N-n..noh” pronunciò, un po inebetito.

“Umm? Non capisco” fece lei aggrappandosi al suo collo. Il cuoco prese un grosso respiro dal naso ed espirò.

“Nami” disse solo, (era l'unica cosa che gli veniva in mente in quell'istante) e lei arrossì.

“Davvero? Ha il mio nome?..Beh, ne sono onorata. Ora ti mostro il mio...”

Ma Nami non riuscì a girarsi perché il biondo avanzò quel poco da costringerla in quel poco di spazio che aveva bloccandola, e la cinse dolcemente con le braccia, stando attento a non bagnarla con le mani. Le diede un bacio dolce al quale lei rispose appassionatamente.

 

“L'ho fatta pensando a te, è giusto che abbia il tuo nome. La rifarò quando vorrai...non hai che da chiederlo, Nami san”

 

 

 

--

Era sera ormai, Robin guardava la luce della luna riflettersi nel mare. Sarebbe stata una notte tersa, molto silenziosa, il mare era quasi piatto. Qualcuno era già andato a dormire, stremato dalla giornata.

“Pensi a cosa diceva quel libro?”

L'archeologa si girò, Zoro era seduto a due metri da lei, nell'oscurità. Non l'aveva minimamente sentito arrivare.

“No, in realtà. Tocca a te la guardia stanotte?” gli chiese.

“Mm! Che seccatura”

“Beh, almeno sembra una notte tranquilla. Il braccio come va?”

“Da fastidio e basta, non è nulla di che”

“Se una spada mi passasse il braccio da parte a parte io non parlerei così.. ma tu sei diverso, samurai” Robin sorrise e lo guardò intensamente. Zoro ricambiò e lei colse un qualcosa di vagamente triste nel suo viso, chissà, magari era solo l'effetto dell'oscurità. Fu lei a distogliere il contatto per prima, stettero un po in silenzio a godere di quella riconquistata serenità, osservando il movimento delicato delle onde.

“Quando...potremo stare ancora insieme noi due? Intendo..”

Zoro, dopo qualche minuto, spezzò il silenzio e lei tornò su di lui.

“Ci penseremo..” fu la risposta della mora, sul serio non ci aveva ancora pensato a quello. Aveva capito ora perché quell'uomo le sembrava un po giù di morale. Avrebbe voluto stringerlo e rassicurarlo ma non poteva farlo.. anche se era buio era troppo azzardato.

“Sto pensando...” continuò lui “Che non so se mi importa ancora nasconderlo, Robin”

L'archeologa lo fissò con gli occhi leggermente spalancati, stava dicendo sul serio?

“Tu che ne pensi?” le chiese poi.

Robin non sapeva proprio che dire, continuò a osservarlo un po stupita.

“Ho rischiato...no, ho creduto, di perderti davvero in quell'isola, e adesso...siamo costretti a nasconderci di nuovo, come se facessimo qualcosa di male poi. Mfh! E' da stupidi, non credi? E poi ora anche Nami e quello scemo del cuoco ne sono al corrente.. Boh, è un pensiero che mi passava per la testa”

“Ne sei sicuro?” gli chiese lei.

 

“Sì, ne sei sicuro, Zoro?”

 

Nami comparve alle sue spalle e lui fece un balzo dallo stupore.

“Nessuno ti ha mai detto che è maleducato introdursi in una discussione privata, diavolessa??!” gli fece lui incazzato. Nami rispose solo con un sorriso furbetto.

Dietro di lei apparve anche il cuoco con le mani in tasca e una sigaretta in bocca, il tabacco era una delle poche cose che ancora c'era in quella nave!

“Porca miseria! Che volete?!”

“Non dovresti parlare di queste cose così liberamente, sai! Qualcuno che non sa potrebbe sentire e..puff! Il vostro segreto sarebbe sfumato!” gli fece la rossa sussurrandogli vicino all'orecchio. Zoro, ormai adirato, si tirò su in piedi.

Che vuoi?” sibilò a braccia conserte.

“Bada a come parli” fece il biondo fissandolo di sbiego.

“Perchè? Ora c'è qualcosa che dovrei sapere? Beh, lo so già! Quindi se è per quello che siete qua potete anche andarvene!” Ribattè secco il verde a tutti e due, Robin gli posò una mano sulla schiena come per dirgli di stare buono.

Nami arrossì un poco ma con quel buio si notò solo vagamente. “Stavi davvero pensando di dire a Rufy e agli altri della vostra relazione, Zoro?” insistè lei a bassa voce.

“SI'! Cioè NO! Era solo un'idea! E comunque non sono cazzi tuoi, capito?! E che non venga fuori dalla tua bocca questa cosa!” sussurrò con gli occhi di fuoco alla ragazza.

“Se vuoi te la do io una calmata, stronzo” fece Sanji torvo, i due si scambiarono un occhiata peggio dell'altra avvicinandosi l'uno all'altro minacciosamente.

“EHI!” Nami si mise in mezzo fra i due, allontanandoli “Non facciamoci sentire, ok?!”

Il biondo si calmò subito, mentre il verde sbuffò infastidito.

“Cosa vuoi proporre, Nami? Ti ascoltiamo” disse Robin, che aveva già capito le intenzioni della rossa.

Nami lasciò i due a scambiarsi altre occhiate in cagnesco e si avvicinò alla mora, parlò piano.

“Io e Sanji stavamo pensando...a come gestire al meglio tutta la faccenda. Dato.. che abbiamo lo stesso vostro problema e voi volete che rimanga un segreto e noi pure...beh, pensavamo che potremo accordarci. E' incredibile ma capisco Zoro..non è semplice da gestire la cosa...volevamo capire se eravate daccordo su un idea che mi era venuta in mente”

Ora lo spadaccino la stava guardando con una faccia incredula, quindi era vero che lei e il cuoco se la intendevano! L'aveva appena ammesso! E con che facilità..! Balenò un occhiataccia al biondo che però fissava un punto imprecisato del pavimento.. Da non credere! Cos'era..imbarazzato? Lo spadaccino iniziò a guardare i due come se fossero degli alieni.

“Di certo, se Zoro vuole confessare...beh non saremo noi a fermarlo. Sicuramente sarebbe la soluzione più veloce a tutto, però... Però se volete, io ho la soluzione ai vostri problemi” continuò la rossa convinta. Ora aveva l'aria anche saccente! Roba da matti, pensò Zoro.

“Sputa il rospo, Nami, ma attenta. Noi non accetteremo ricatti di alcun tipo” disse lo spadaccino che non si fidava per nulla.

“Non è quella la mia intenzione, tranquillo!” fece lei con uno sberleffo “Tutto sta nel coprirci adeguatamente sfruttando i nostri turni di notte. Statemi bene a sentire...”

 

 

 

--

Robin e Zoro ascoltarono attentamente il piano d'azione di Nami e Sanji e alla fine convennero che non era niente male. Tutti e quattro avevano gli stessi interessi, nessuno si sarebbe azzardato a tradire nessuno e tutto quadrava in perfetta pari. Era ovvio che qualche emergeza poteva capitare, come il naso acutissimo della renna..le fami notturne di Rufy, oppure l'esagerato sospetto per ogni minimo rumore del buon Usopp. Però era una gran bella pensata e anche Zoro alla fine accettò. Si poteva provare, non restava che farne un rodaggio..

“Hai capito, quella rossa?” fece sussurrando il verde alla mora. Erano ancora sul ponte della nave, a poppa, nel buio. “Ci ha proposto la cosa e poi ha detto 'ecco, quindi tocherebbe a noi, adesso!' ...ma che faccia tosta!”

“Mfu! Fuh! Non ti facevo così bravo con le imitazioni!”

“Non sono affatto bravo, demone” negò lo spadaccino ridendo. Si vedeva, non aveva più il muso lungo di prima. “Dio mio in che gran casino ci siamo messi..! Comunque ho accettato solo perché conviene anche a noi..speriamo”

“Nami ha una bella testa, non mi stupisco che sia nata da lei l'idea” fece la mora.

“Oh sì, però come te lo spieghi...quel cuoco?!” Zoro fece una faccia talmente buffa che la mora si mise a ridere.

“Mfu! Fuh! Fuh! Mah..quello non si può spiegare sai! Quando c'è di mezzo il cuore..la testa non ragiona più, Grande Tigre”

“Questa è una verità assoluta..” commentò Zoro, e vide quella, che era in realtà una copia di Robin, svanire. La vera Robin era nella sua stanza, da sola, visto che Nami era con Sanji.

Lo spadaccino sentì poi qualcosa toccargli il braccio, e lentamente girò la testa. La copia era ricomparsa seduta vicino a lui.

“Non hai sonno?” gli fece alzando un sopracciglio. Il clone appoggiò la testa sulla sua spalla.

“Sì, sono molto stanca..forse troppo, non riesco a dormire. Sto pensando a quello che stavi dicendo prima. So che non sopporti il fatto di nascondere le cose, di nasconderle a Rufy.. Quando hai detto che volevi dirlo a tutti.. mi hai reso davvero felice. Comunque, prima o poi lo saprà, non preoccuparti, magari quando saremo tutti pronti glielo diremo”

“Mm, quindi la tua risposta era affermativa”

“Beh...suppongo, ma hai anche detto che era solo un idea..”

“Mm” Zoro mugugnò solo questo, ma appoggiò la testa all'albero maestro e sorrise un poco guardando la luna.

“C'è un altra cosa che volevo dirti.. così forse riuscirò a prender sonno..”

“Cosa?”

“Avrei potuto prevedere che Shade avrebbe tentato di manovrarci”

“E perché mai scusa?” Zoro alzò la testa cercando di capire la sua espressione, ma non riusciva a vederla in viso, era ancora appoggiata a lui.

“Nel rifugio, quella notte, è stata lei a ..comportarsi così. Cioè a farmi fare quella cosa. Lo so perché la sentivo, lei mi diceva cosa fare”

“COOSA?! Tu intendi...?!” lo spadaccino alzò la voce e poi si mise una mano in bocca guardandosi attorno.

“Sì, quello. O meglio, io avevo quell'intenzione..però lei ha anticipato le mie mosse, mi ha letto nella mente e mi ha manovrato...le cose non sono andate proprio come volevo ed è stato un po...spiazzante. Quella bambina...io dovevo capirlo in quel momento che c'era qualcosa di fortemente sbagliato in lei”

“O—ddio...Tu mi stai dicendo che...l'abbiamo fatto in tre?! Con quella lì?!”

“Mfu! Fuh! In un certo senso...” la copia di Robin alzò la testa, pareva un po in imbarazzo, un espressione rara sul suo volto.

“Non potevi prevedere che era completamente matta, dai! Cioè posseduta...o quello che era! Però..però potevi dirmelo subito”

“Lo so”

“E perché non l'hai fatto?”

“Perchè...mi parevi molto soddisfatto” disse lei abbassando gli occhi e facendo un sorriso che celava poco il suo senso di colpa.

“Per la miseria!..Dimentichiamo tutta sta storia in fretta, ok?” disse Zoro prendendole il viso con una mano. “Vai a dormire, daccordo?”

“Mi perdoni?” Lo sguardo della copia si fece più intenso.

“Non c'è nulla da perdonare, e anzi! Presto dovrai farmi vedere concretamente come intendevi gestire la cosa..sono molto curioso, archeologa!” disse lui con un espressione furba.

“Ti amo, Zoro”

Lo spadaccino la studiò avidamente. “Anche io, demone” disse, prima di baciarla.

Dopo il contatto, il viso della copia svanì, insieme poi a tutto l'intero corpo, in una nuvoletta di petali. Zoro scosse la testa. Caspita, si era scordato che quella era solo un fantasma creato da lei. Quando si trattava di Robin, spesso andava in confusione.

Quando c'è di mezzo il cuore..la testa non ragiona più, Grande Tigre” Cavoli, se quella donna aveva ragione!

Zoro ritornò ad appoggiarsi all'albero maestro. Sarebbe stata una nottata tranquilla, non c'era neppure un alito di vento, nessuna nuvola, vi era una falce di luna nel cielo nero e solo il leggero sciaquio delle onde...una notte perfetta.

E anche questa è andata, pensò.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie per aver seguito la mia fanfiction! Spero vi sia piaciuta! La sciatemi un commento se vi va! :)

Un regalo per voi..

Non potevo lasciarvi senza farvi VEDERE il regalo di Shade...

 

https://i.postimg.cc/44FQ8G1d/zorobsana.jpg

 

Baci,

elelunare

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