Finalmente insieme

di Salsasoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una sorpresa inaspettata - prima parte ***
Capitolo 2: *** Una sorpresa inaspettata - seconda parte ***
Capitolo 3: *** Papà! ***
Capitolo 4: *** Il nostro posto ***
Capitolo 5: *** All'opera Tremotino! ***
Capitolo 6: *** Fratelli ***



Capitolo 1
*** Una sorpresa inaspettata - prima parte ***


Ormai mancavano pochi giorni al primo compleanno di Gideon e Belle era super indaffarata, voleva che fosse tutto perfetto. Per lei quest’ultimo anno era stato bellissimo e ricco di emozioni, come pure per Tremotino.

Non era stato facile all’inizio: dovevano abituarsi ai nuovi ritmi e ritrovare il loro equilibrio e affiatamento. C’erano cose non dette, fraintese, lasciate in sospeso ma questa volta non volevano segreti e si impegnarono a fare emergere tutti i timori e i risentimenti. Per Tremotino era sempre stato difficile parlare dei suoi sentimenti ma grazie alla pazienza ed alla dolcezza di Belle finalmente riuscì a liberarsi da tutto quello che aveva dentro. Ci furono lacrime, carezze, abbracci e alla fine si ritrovarono più uniti e innamorati di prima.

La cosa che adoravano di più era occuparsi del loro bambino; dopo tutto quello che era successo con la fata nera, erano consapevoli che crescere Gideon era il dono più prezioso che avessero mai avuto e cercavano di godersi ogni momento. Era risaputo che il piccolo Gold era uno dei bambini più coccolati e allegri di Storybrooke. Su Belle nessuno aveva mai avuto dubbi ma per molti fu una sorpresa vedere il signore oscuro così dolce e premuroso: quando prendeva in braccio Gideon si illuminava e di oscuro non aveva più niente. Belle spesso si incantava a guardarli.

Tuttavia c’era una cosa irrisolta: Maurice. Belle sapeva che non sarebbe stato facile con suo padre ma non vedeva l’ora di presentargli suo nipote e desiderava che facesse parte della sua famiglia. Un giorno andò a trovarlo ma le cose non andarono come sperava:
“Non ci posso credere Belle, con tutto quello che ha fatto sei tornata con lui?”
“Papà non è stata sempre colpa sua, comunque sono cambiate tante cose e lo sai…non sono qui per chiederti di perdonare Tremotino ma per parlarti di Gideon: tuo nipote. Vorrei che lo vedessi è un bambino fantastico e sono sicura che te ne innamoreresti.”
“Oh no Belle non chiedermi questo, è pur sempre figlio di quel…quella bestia!”
“E’ anche MIO figlio! E smettila di chiamare mio marito così! Non posso crederci davvero non vuoi essere suo nonno??!”
Maurice non rispose.
“Papà lo so che avresti voluto altro per me ma questa è la mia vita, l’ho scelta e sono felice…e vorrei che tu ne tornassi a farne parte.”
“Non credo di essere pronto, mi dispiace…”
Da quella volta non si erano più parlati. Belle si intristiva parecchio quando ci pensava e allora Tremotino l’abbracciava forte finchè non le tornava il sorriso.
Aveva comunque preparato l’invito per la festa di Gideon anche per Maurice ma non aveva avuto il coraggio di darglielo. Tremotino voleva fare qualcosa, non poteva vederla così triste per colpa sua, non di nuovo, ma non sapeva di preciso cosa. Decise di chiedere un consiglio a David, come aveva già fatto in passato, ma incontrò Hook:
“Ehi coccodrillo cosa ti turba?”
“Come se non lo sapessi già, la città è piccola e tua moglie è amica della mia quindi…”
“Mmm si tratta di French eh? Senti se c’è una cosa che ho imparato da Emma e dalla sua famiglia è che le cose si risolvono parlando.”
“Sapevo che avresti detto così…ormai parli come il principe e consorte.”
Hook lo guardò perplesso.
“Non guardarmi così pirata, so che sarebbe la cosa migliore da fare ma vedi mio suocero non è certo comprensivo e sdolcinato come il tuo.” Trattenendo una risatina Hook cercò di incoraggiarlo.
“Ok mi hai convinto amico…mmm è il caso che ti chiami così?”
“Beh non so se possiamo ancora definirci amici ma…mi sta bene.”
“Grazie.”
Così Tremotino si fece coraggio ed entrò nel negozio di fiori di Maurice. L’accoglienza non fu delle migliori.
“Cosa ci fai qui signore oscuro, cosa vuoi da me?”
“Ciao anche a te…sono venuto a portarti questo: è l’invito per il compleanno di Gideon, sarà tra due giorni…per Belle sarebbe molto importante se tu ci fossi.”
“E da quando ti importa? Va fuori da qui.”
Tremotino fece un respiro profondo per cercare di restare calmo. “Senti tu le manchi molto, e lei manca a te…mi sono accorto che ogni tanto ci guardi da lontano…perché non metti da parte l’orgoglio? Scommetto che ti affezioneresti subito a Gideon, assomiglia molto a Belle: è allegro, vivace e molto curioso. Qual è il problema?”
“Tu sei il problema!” urlò Maurice.
“Lo capisco benissimo, non posso biasimarti ma Belle e Gideon non c’entrano niente, non è giusto che debbano rimetterci…lo so che non ci credi ma io amo davvero tua figlia e mi sto impegnando per renderla felice come merita.”
Moe rimase in silenzio, era decisamente sorpreso; non solo per quello che aveva detto ma perché gli sembrava sincero.
Tremotino riprese a parlare con più determinazione: “Senti facciamo così: ogni volta che vorrai passare del tempo con Belle e Gideon io mi farò da parte, non dovrai sopportare la mia presenza…a parte alla festa ovviamente…basta che tu venga.”
“Altrimenti? Mi picchierai di nuovo col tuo bastone?”
Tremotino rimase allibito, credeva di essere sulla strada giusta ma Maurice era più testardo di quanto pensasse e non era il caso di continuare.
“Sai che ti dico? Arrangiati io ci ho provato.”
Detto questo se ne andò.

Dopo una passeggiata per tranquillizzarsi tornò a casa. Trovò Belle e Gideon sul tappeto a giocare, lei cercava di attirare la sua attenzione su vari giocattoli ma lui era rapito solo dal suo nuovo peluche che si muoveva e cantava. Ogni volta che partiva la musichetta (e la faceva partire di continuo) batteva le manine e rideva. La sua risata era così allegra e contagiosa che si ritrovarono tutti a ridere.
“Ehi guarda Gid è tornato papà!”
Il piccolo cominciò a gattonare verso di lui, Tremotino lo prese in braccio e lo riempì di baci.
“Allora Gideon non dirmi che hai giocato tutto il giorno con questo coso.”
“Beh quasi…mannaggia a me quando gliel’ho preso!” rise Belle.
“Oh povera mamma!” Si sedette vicino a lei e le diede un bacio. Ma qualcuno voleva l’attenzione su di se e tirò la cravatta di papà.
“Ok mi arrendo, sono tutto tuo.” Sorrise al piccolo.
“Direi, sei stato via tutto il pomeriggio…sei stato da Granny per gli ultimi dettagli?”
“Si certo Belle, tranquilla, sarà una festa bellissima.”
Si, lo sarebbe stata, anche se non era riuscito a convincere Maurice, Tremotino aveva in serbo una sorpresa per Belle: un nuovo libro, una nuova avventura.


Nota dell'autrice: Eccoci, questo è quello che mi sono immaginata come lieto inizio sia dopo aver visto la 7x04 sia fantasticando un pò. Mi sono spesso chiesta che fine ha fatto Maurice? Non si vede dalla quinta stagione...spero vi sia piaciuta e che leggiate anche la seconda parte :) Sono in arrivo tanti fluff per questa bellissima coppia un pò trascurata nelle varie serie! Sono aperta a consigli quindi spero che mi lasciate un commento :) 

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Capitolo 2
*** Una sorpresa inaspettata - seconda parte ***


“Che bello, non posso crederci che inizieremo a viaggiare! Ma non ci sono più problemi con il confine della città? Non rischiamo niente?”
“No, io e Regina abbiamo fatto i dovuti accertamenti, è tutto tranquillo.” La rassicurò Tremotino.
Belle sorrise e l’abbracciò.
“E dove vorresti portarci?”
Anche lui le cinse la vita. “Non lo so, non ci ho ancora pensato ma scommetto che hai già un sacco di idee.” Disse provocandola un po’.
“Mmm mi conosci troppo bene.”
Furono interrotti da colpetti di tosse imbarazzati, gli invitati erano arrivati: Emma, Hook, Biancaneve, David, Neal, Regina, Henry e Robin. Zelina aveva avuto il buon senso di non venire, per quanto cercassero di far finta di niente tra lei e Tremotino c’era inevitabilmente tensione.
Gideon era eccitato per tutte quelle attenzioni e dopo aver aperto i regali cominciarono a giocare con le famose bolle di sapone giganti. Ormai David era abilissimo a farle sempre più grandi. I bambini si divertivano molto…Granny un po’ meno dato che doveva pulire, ma in fondo le piaceva avere bambini che giravano per la tavola calda. Belle si sbizzarriva a fare fotografie.

“Sono ancora in tempo per la festa?”
Belle si voltò di scatto.
“Papà?!”
Rimasero a guardarsi per un momento, poi lei gli corse incontro e si abbracciarono.
“Sei venuto alla fine!”
“Belle io…mi dispiace tanto!”
“Shh l’importante è che tu sia qui.”

“Gold mi pareva di aver capito che il vostro ultimo incontro non fosse andato bene…” disse Hook sottovoce.
“Sono sorpreso quanto te, era andato decisamente male…beh sono contento che alla fine abbia cambiato idea.” Sorrise, adesso mancava solo una cosa: si chinò per prendere in braccio Gideon.
“Ehi Gid vieni, andiamo a conoscere il nonno.”
Belle e Maurice si avvicinarono, erano tutti emozionati…forse anche un po’ tesi.
“Eccolo papà, lui è Gideon, non è bellissimo?” disse Belle accarezzandogli la testolina.
“Si…ciao Gideon”
Il piccolo lo osservava ma non sembrava molto convinto infatti si girò verso suo papà e si aggrappò a lui.
“Ehi fai il timido? Dai fai ciao al nonno…bravo”.
Gideon iniziò ad aprire e chiudere la manina verso Moe imitando Tremotino.
“Ciao a te piccolo…e tanti auguri.”
Gideon stavolta gli sorrise…bene il nonno gli piaceva.
“E’ vero che ti assomiglia molto Belle” ammise Maurice mentre lei lo prendeva in braccio.
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto…come si fa a resistergli? Disse baciandogli la guancia.
“Già avevate ragione.”
“Avevate??” Belle non capiva.
“Tuo marito è venuto a trovarmi un paio di giorni fa, per convincermi a venire alla festa…”
Belle guardava Tremotino e suo padre con confusione e ammirazione. “Mi state dicendo che siete riusciti a stare nella stessa stanza e a parlarvi civilmente?"
Tremotino avrebbe avuto qualcosa da ridire su quel “civilmente” ma vedeva quanto Belle era contenta e di certo non avrebbe rovinato il momento.
“Mi tocca ammettere che il signore os…che Gold ha ragione: solo perché ce l’ho con lui non dovete rimetterci tu e mio nipote.”
“Beh sono colpita, non so cosa dire…Grazie.” Lo disse a entrambi ma si soffermò un po’ di più su suo marito.
“La torta è pronta!” Fu Granny ad interromperli e a farli rientrare nell’atmosfera della festa.
"Grazie arriviamo.”
“Belle posso tenerlo?”
“Certo”
Dopo aver passato Gideon a suo padre prese Tremotino in disparte.
“Rumple raccontami tutto, questa è una grande novità! Perché non me ne hai parlato?”
“Ti ho vista giù ultimamente per la questione di tuo padre e volevo fare qualcosa per te…nel modo giusto…se te lo avessi detto non sarebbe stata una sorpresa, e se fosse andata male non avresti avuto un altro dispiacere…sinceramente non credevo che andasse così bene!”
Belle gli gettò le braccia al collo. “Grazie, davvero. E’ stata una bellissima sorpresa, e so che non deve essere stato facile…”
“In effetti no, non c’è dubbio da chi tu abbia preso la tua testardaggine” risero.
“Quanti regali oggi…guarda che non è il mio compleanno!”
“Con tutto quello che ho combinato mi pare il minimo…e poi non ho certo bisogno che sia il tuo compleanno per farti un regalo.”
In tutta risposta gli diede un bacio.
“Ehi piccioncini? Qui c’è una festa! Urlò Biancaneve.
“Si e non esagerate, a questo devo ancora abituarmi!” aggiunse Maurice. Belle e Tremotino si misero a ridere e dopo essersi scambiati un altro bacio tornarono dagli invitati.
Belle aiutò Gideon a spegnere la candelina ma lui era più interessato alla torta, e infatti non fu facile evitare che ci immergesse le mani. Ma le fette di dolce arrivarono intatte nei piatti e anche Grannny si fermò con loro.
“Belle per favore ti vuoi sedere a mangiare la torta? Perfino Granny è più rilassata di te.” Quest’ultima tirò un’occhiataccia a Tremotino.
“Siediti tesoro altrimenti mi tocca dare ragione a Gold! Ah ma manca una sedia, ora vado a prenderla dentro.”
“No non serve starò comodissima” e detto questo si sedette sulle gambe di suo marito.
Maurice avrebbe preferito una sedia ma cercò di concentrarsi su suo nipote che teneva sulle ginocchia e stava finendo la sua fetta di torta.
“Ho visto che Gideon sa camminare, sa dire anche qualche parola?”
“Si dice mamma” rispose orgogliosa Belle.
“Solo mamma? Cioè va benissimo, sono contento ma in questo direi che non ti assomiglia, tu hai imparato prima a parlare e poi a camminare e la prima parola fu libro!” Tutti scoppiarono a ridere.
“Non è difficile da credere!” esclamò Regina.
“Grazie papà.”
“E tu Gold? Qual è stata la tua prima parola?” chiese Biancaneve.
“Beh io non lo so.”
“Come non lo sai?”
“Vi ricordate chi erano i miei genitori vero?” Belle gli strinse la mano, non era ancora facile parlare di queste cose.
“Già scusa.”
“Non importa, in compenso posso raccontare tutto su Baelfire…ehi Moe attento alla tort…troppo tardi.”
Il festeggiato distolse l’attenzione dal discorso perché era riuscito nel suo intento: si era impossessato della fetta di torta di suo nonno che ora era ovunque: sul viso, sui vestiti e sui vestiti di Maurice.
“Ok avrei dovuto aspettarmelo, in questo assomigli decisamente a tua mamma.”
“Oh andiamo, tutti i bambini mangiano con le mani! Perché mai dovrebbe aver preso da me?!”
“Amore tu lo fai ancora.” La prese in giro Tremotino.
“Non è vero!” Ma la torta di Granny era gustosa e si leccò le dita. Quando se ne rese conto tutti la guardavano cercando di non riderle in faccia.
“Ok mi avete beccato, mi arrendo!”
La giornata continuò in allegria e verso sera tutti tornarono a casa. Era rimasta solo la famiglia Gold con Maurice alla tavola calda.
“Quante belle foto abbiamo fatto oggi, e che ci hanno fatto. Tremotino guarda questa dove siamo tutti e tre!”
“Questa la incorniciamo.”
“Mam-ma”
“Sei stanco Gid vero? D’altronde è stata una giornatona.”
“E’ ora che io vada Belle…ci sentiamo.”
“Ci conto papà, dai ti accompagno un pezzo.” Detto questo passò il piccolo a Tremotino e si incamminarono…avevano bisogno di stare un po’ da soli.
Storybrooke non è una metropoli quindi fu presto di ritorno. Gideon dormiva profondamente in braccio al papà e Belle si rese conto che anche lei era stanca. Tremotino le fece segno di sedersi sulle sue ginocchia così poteva abbracciare entrambi, lei si rilassò appoggiando la testa sulla sua spalla. Rimasero accoccolati così per un po’. Per Tremotino questi erano i momenti migliori: senza confusione e senza commenti inopportuni, solo loro tre.

Maurice si era dimenticato una cosa da Granny e ritornò in quel momento. Decise di non farsi vedere per non rovinare l’atmosfera e li osservò per un attimo. Era una bella immagine: lui era affettuoso con entrambi, e se durante la giornata questo aveva messo Moe in imbarazzo o lo aveva infastidito, adesso gli dava una sensazione di tranquillità, serenità…forse Tremotino era davvero cambiato, forse non avrebbe più creato problemi e forse lui sarebbe stato disposto a deporre l’ascia di guerra…no non era ancora il momento…ma era un grande passo avanti.

Non molto più tardi in casa Gold…
“Sono riuscito a cambiarlo senza che si svegliasse, era proprio cotto! Credo che dormirà tutta la notte.”
“Ne sono convinta.” Belle si avvicinò a Tremotino e lo baciò…un bacio lento, intenso che ben presto divenne meno casto.
“Wow credevo che tu fossi stanca.” Le sussurrò all’orecchio.
“Sono troppo felice per dormire!” cominciò a sbottonargli la camicia a baciargli il collo, lui chiuse gli occhi godendosi quelle attenzioni.
“Tu hai sonno?” lo punzecchiò Belle.
“Non direi…” la prese in braccio e la portò sul letto.

Rimasero distesi vicini l’uno all’altro, guardandosi. Tremotino le accarezzava la schiena nuda e giocherellava con i suoi capelli. Fu Belle a rompere il silenzio:
“Amore stavo pensando a una cosa: vorrei che Gideon e mio padre legassero un po’, ti dispiace se non partiamo subito? In fondo è grazie a te se questo è possibile.”
“Si certo non abbiamo una data precisa.”
“Ok…ci sono così tanti luoghi che vorrei visitare, e non solo qui…è possibile tornare nella Foresta Incantata? Vorrei che nostro figlio vedesse da dove veniamo, dove ci siamo conosciuti…”
“Si è possibile, farebbe piacere anche a me…ti porto dove vuoi quando vuoi.”
Belle gli sorrise con immensa gratitudine, e si lasciò sfuggire un gemito quando Tremotino iniziò a lasciarle una scia di baci sulla schiena.
“Ti amo Rumple.”
“Ti amo Belle.”


Nota dell'autrice: Che ve ne pare? Questo è quello che mi sarebbbe piaciuto vedere alla festa di Gideon, Moe torna nella vita di Belle e finalmente sono felici tutti insieme...o almeno ci sono dei passi avanti ;)    

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Capitolo 3
*** Papà! ***


Un raggio di sole entrò nella stanza accompagnato da una leggera brezza estiva. Belle si svegliò raggiante, oggi avrebbero portato Gideon al mare per la prima volta.
Tremotino era sdraiato accanto a lei e l’avvolgeva con un braccio. Stranamente dormiva ancora, Belle si prese del tempo per osservarlo. Erano momenti rari, solitamente era lui a svegliarsi presto e a guardarla dormire (d’altronde a lui bastavano poche ore di sonno). Il respiro era regolare e il volto rilassato…finalmente dopo tanto tempo riusciva a fare sonni tranquilli. I capelli, ricresciuti in quest’ultimo anno, erano scompigliati sul cuscino. Belle si divertì a quella visione dato che a lui piaceva essere sempre curato e impeccabile; amava l’idea che solo lei potesse vederlo in una visione più “disordinata”. Con molta delicatezza passò le dita tra i ciuffi ribelli…un po’ le mancavano i suoi capelli lunghi ma lo trovava ugualmente affascinante. Era tentata di accarezzargli il viso ma decise di non muoversi per non svegliarlo.
“Mamma…mamma!”
Ecco chi l’avrebbe svegliato! Belle si alzò piano e andò in camera del piccolo. Gideon era in piedi nel suo lettino bello sveglio e voglioso di muoversi.
“Buongiorno Gid, sempre mattutino tu eh? Assomigli a papà!”
Lo prese in braccio e lo coccolò un po’. Ben presto volle scendere e a passi spediti si diresse verso la loro camera.
“Alt papà dorme, andiamo a fare colazione.”
Ma Gideon non ne voleva sapere di scendere le scale e tornò verso la camera dei suoi genitori. Belle si arrese, aveva capito cosa voleva.
“Ok ti porto nel lettone ma bisogna fare piano.” Gideon imitò la sua mamma mettendosi il dito davanti alla bocca.
“Esatto bravo.”
Sorrise e lo mise nel letto in mezzo a lei e Tremotino, ma rimase tranquillo per poco: aveva deciso che il papà doveva svegliarsi. Cominciò a farfugliare qualcosa che loro interpretavano come papà e ad accarezzargli il viso…non sempre delicatamente!
Tremotino sorrise e aprì gli occhi.
“Ma guarda chi c’è, ciao!” Gideon si mise a ridere.
“Mi dispiace non sono riuscita a distrarlo.”
“Non importa, questo è il miglior risveglio…” si fermò un attimo e la guardò “…beh uno dei migliori.” Le fece l’occhiolino e lei arrossì, poi risero insieme. Belle si chinò per dargli un bacio.
“Buongiorno…pronto per il mare?”
“Ah già è oggi”
“Dai hai promesso di non fare storie e di metterti anche in costume” lo prese in giro lei.
“Già ho promesso…e d’ora in poi manterrò ogni promessa” disse serio.
“Lo so” lo baciò di nuovo. “Bene è ora di alzarsi!”
Tremotino abbracciò Gideon e si alzò.
Fecero colazione e si prepararono con calma.
“BELLE! Cosa sarebbe questo??”
“Il tuo costume” rispose calma.
“Non ti aspetterai che lo indossi vero?”
“Uff, è il più sobrio che ho trovato, non fare il difficile non è così colorato.”
“E’ quasi tutto giallo-oro!”
“Beh ti chiami Gold no? Quindi è perfetto per te.”
Lui cercò di fare l’arrabbiato ma non ci riuscì e scoppiò a ridere. “Certo che sai sempre cosa dire, non finisci mai di stupirmi.”
“Meno male, ti annoieresti altrimenti…e ora muoviti.”
“Sissignora.”
“Ah e comunque anch’io ho il costume giallo.” Gli disse facendogli l’occhiolino.
Come si faceva a resisterle?

Arrivati in spiaggia cercarono un angolino isolato e tranquillo per non essere disturbati. Non che disdicessero stare in compagnia di Biancaneve e famiglia, anzi erano contenti che Gideon e Neal legassero, ma quel giorno volevano che fosse tutto per loro.
Come avevano immaginato Gideon si divertiva, una volta imparato che era meglio non mettere la sabbia in bocca giocarono a palla e fecero dei castelli col secchiello…e un pizzico di magia.
Più tardi si avvicinarono alla riva, Belle teneva Gideon per le mani mentre lui rideva e correva con i piedi nell’acqua. Tremotino li immortalava con la telecamera.
“Guarda come gli piace! Dobbiamo prendere in considerazione una meta marittima come primo viaggio!”
“Si dovremmo…basta scegliere una tra le centinaia che hai segnato…l’importante è che porti questo costume.”
“Rumple!”
Lui si mise a ridere. Intanto il piccolo si era seduto e stava riempiendo di schizzi sua mamma battendo le manine nell’acqua.
“Gideon guarda il papà che ci sta riprendendo! Fai ciao.”
“Ciao Gid”
Il piccolo distolse l’attenzione dal mare per guardare suo padre e tutti i gorgoglii e gridolini emessi finora si trasformarono in una parola vera e propria: “pa-pà”.
Tremotino si immobilizzò, per qualche secondo non fu in grado di dire e fare niente talmente era grande l’emozione. Belle si riprese per prima:
“Bravo tesoro hai detto papà!”
“Papà, papà!” ripetè Gideon protendendo le braccine verso di lui.
Tremotino ritornò in se e strinse tra le braccia suo figlio. In quell’istante non esisteva nient’altro, poteva scoppiare un’altra maledizione che non se ne sarebbe accorto. E la telecamera sarebbe finita in acqua se Belle non l’avesse presa al volo!
La spense, questo non era il momento di riprendere, si fermò a guardarli: erano contenti e facevano “naso contro naso” ...come poteva aver pensato che Tremotino fosse una minaccia per Gideon? Che sarebbe stato meglio senza di lui?
Ogni tanto riemergevano i sensi di colpa e le paure di quel periodo ma li scacciava subito perché in fin dei conti aveva reso tutto migliore. C’era stato davvero un nuovo inizio per tutti.
“Belle che ne dici di andare a fare il bagno tutti insieme? Senza andare troppo al largo ovviamente.”
“Certo!” rispose contenta abbandonando quei pensieri.



“E’ stata proprio una bella giornata, tutto sommato mi piace il mare” disse Tremotino.
“Ah si? Ti piace il mare?!” lo prese in giro Belle, poi lo guardò negli occhi “Sei felice vero?”
“Si…molto” disse lui appoggiando la fronte su quella di lei. Le diede una bacio sulla fronte e rise:
“Sai di sale”
“Guarda che tu non sei da meno, dovremmo fare la doccia…”
“Già dovremmo…mi fai compagnia signora Gold?”
“Con piacere, vado a prendere il baby-monitor e ti raggiungo.”
Quando Belle entrò nella doccia Tremotino le dava le spalle, lo abbracciò e si rilassarono sotto il getto d’acqua fresca. Dopo un po’ cominciò ad accarezzargli le braccia, il collo, la schiena lasciando qualche bacio di tanto in tanto. Lui assaporò quei momenti prima di girarsi verso di lei e baciarla: posò le labbra sulle sue, scese sul collo, sul petto, sul ventre…quella sera fecero una doccia lunga…molto lunga.


Nota dell'autrice: Non so voi, ma io avrei tanto voluto vedere più scene familiari soprattutto con Gideon bambino e sarebbe stato commuovente vedere Tremotino sciogliersi sentendosi chiamare papà per la prima volta. Ho unito questo con la mia passione per il mare e spero che il risultato vi sia piaciuto. Lasciate mi pure un'opinione :) ;)

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Capitolo 4
*** Il nostro posto ***


Tremotino era assorto nei suoi pensieri e non si accorse che Belle gli stava parlando.                                                            Erano seduti su una panchina al parco e lui giocherellava distrattamente con una ciocca dei suoi capelli. Belle teneva in braccio il piccolo Gideon avvolto nella sua copertina. Una copertina fatta apposta per lui dal suo papà: calda e soffice con un filo d’oro che componeva il suo nome.
“Rumple? Rumple!”
“Si?”
“Ti senti bene?”
“Si non preoccuparti…cosa stavi dicendo?”
“Guarda Gideon come ti sta osservando…che occhioni intensi…proprio come i tuoi.” Sorrise Belle.
Lui ricambiò il sorriso e accarezzò la manina di suo figlio, ma Belle lo conosceva bene e aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
“Tremotino cosa c’è? Non ti vedo tranquillo…è per stanotte vero? Senti può capitare che io ogni tanto abbia gli incubi dopo tutto quello che è successo, è passato poco più di un mese…non devi sentirti in colpa anche per questo! Anzi tu eri lì vicino a me: mi hai tranquillizzata e mi hai abbracciata tutta la notte.” Disse Belle sfiorandogli dolcemente una guancia. “Va tutto bene davvero”
“Si hai ragione…come sempre!” risero più rilassati.
“Belle verresti con me in un posto?”
“Dove?”
“Sorpresa” rispose stuzzicando la sua curiosità.
“Ok andiamo”

Si inoltrarono nel bosco e raggiunsero il pozzo.
“Wow il nostro posto! Mi mancava venire qui…” sospirò Belle sfiorandone la superficie ruvida.
“Già, il nostro posto…sono successe tante cose qui, ti ricordi?
“Si certo! Qui mi sono ricordata di te dopo la rottura del sortilegio, ci siamo detti “ti amo” per la prima volta…”
“…ci siamo sposati…” dissero insieme emozionandosi.
“…abbiamo avuto discussioni e infine ci siamo riavvicinati per proteggere Gideon.” Continuò lui.
Belle lo guardava con aria interrogativa, sembrava un po’ nervoso.
“Volevo che venissimo tutti insieme al pozzo per festeggiare il nostro lieto inizio e anche per chiederti scusa…scusa per tutto quello che ti ho fatto passare in questi anni.”
“Tremotino ne abbiamo parlato a lungo, non serve…” lui posò delicatamente le dita sulle sue labbra.
“Belle per favore fammi finire, non sono bravo in queste cose…non so come hai fatto a perdonarmi ancora una volta…sei davvero una persona speciale e meriteresti molto di più, ne sono consapevole.”
Belle voleva controbattere ma aveva promesso di non interromperlo quindi si limitò a prendergli una mano e stringerla nella sua.
“So quanto sia importante per te essere libera di fare le tue scelte e non posso che essere felice che tu abbia scelto me, anzi noi, la nostra famiglia. Prometto che questa volta mi impegnerò al massimo per meritarvi.”
“Siamo felici anche noi, non vorremmo essere da nessun’altra parte.” Disse lei con gli occhi lucidi.
Intrecciarono le dita e guardarono Gideon che si era addormentato nella carrozzina.

“Ho sbagliato così tante volte” proseguì lui “non volevo essere come i miei genitori e invece ho fatto i loro stessi errori.” Una lacrima gli rigò il volto.
“Tremotino guardami e ascoltami bene: tu NON sei come loro. Hai fatto tanti errori è vero, ma hai cercato di rimediare e ci hai salvati sia da Peter Pan che dalla Fata Nera…posso solo immaginare quanto dev’essere stato difficile, erano pur sempre i tuoi genitori.”
Belle si fermò un istante per accarezzargli il viso e asciugargli le lacrime che ormai non riusciva più a trattenere. Tremotino chiuse gli occhi e fece un respiro profondo…nessuno lo capiva meglio di lei…anzi Belle era l’unica che lo capiva davvero, che era andata oltre le apparenze e aveva superato il muro che lui aveva alzato con il resto del mondo.
“Non dimenticherò mai quanto hai lottato per Gideon, non ti sei mai arreso neanche quando sembrava tutto perduto,”
“Non ce l’avrei mai fatta se tu non fossi stata al mio fianco.”
Belle gli sorrise “Sai, noi siamo una bella squadra, solo che per troppo tempo ce ne siamo dimenticati…ma direi che abbiamo imparato la lezione.” Rabbrividirono entrambi ripensando ai giorni passati. “D’ora in avanti dobbiamo essere sempre uniti, senza segreti.”
“Te lo prometto.”
Gli credeva, sentiva che era sincero in ogni parte di se…e doveva esserlo anche lei:
“Tremotino anch’io devo farti delle scuse: mi dispiace tanto per quello che ti ho detto e per averti trattato come un nemico…”
Che stava succedendo? Non era lei che doveva scusarsi, non voleva vederla triste...
“Belle non preoccuparti…ammetto che è stata dura, ma non posso biasimarti visto come mi sono comportato, ti assicuro che non voglio più essere così.”
“Lo so, ho sempre visto che c’era un uomo buono e sensibile dietro la bestia, il problema è che eri tu a non vederlo. Adesso che l’hai capito non dimenticarlo più.”
“Non lo farò” promise baciandole la mano che era ancora sul suo volto.
Si strinsero in un forte abbraccio e si rilassarono godendosi la pace del bosco.

Fu nuovamente lui a rompere il silenzio: “Quando eravamo nell’Oltretomba ti ho detto che amavo il mio pugnale oltre a te e che mi piaceva l’oscurità perché mi faceva sentire forte e potente ma non è vero: è solo una dipendenza che mi ha portato a fare tante scelte sbagliate.”
Tremotino sciolse l’abbraccio e guardò Belle negli occhi, quei bellissimi occhi azzurri che adorava:
“TU sei la mia forza! Tu, Gideon, Bealfire e nessun altro e io vi amo più di ogni altra cosa! Il pugnale non c’entra niente.”
Ormai erano entrambi in lacrime…lacrime liberatorie, di gioia. Era la prima volta che Tremotino esprimeva i suoi sentimenti così intensamente, Belle aveva il cuore che batteva all’impazzata.
“Ti amo anch’io!” fu tutto quello che riuscì a dire prima di baciarlo dolcemente.
“Scusa se ci ho messo così tanto per capirlo.” Disse lui tra un bacio e l’altro. “Scusa per tutto quanto.”
“Scuse accettate, adesso siamo pronti per voltare pagina e scrivere un nuovo emozionante capitolo della nostra storia.”
Tremotino annuì felice, chi meglio di lei poteva paragonare la vita a un libro?
Si sentiva leggero, libero…era così felice che prese Belle in braccio e la fece volteggiare, e poi risero, risero forte mentre le sfumature del tramonto trasformarono quel piccolo angolo del bosco in un luogo ancora più magico.


Nota dell'autrice: Ciao a tutti!
Questa storia è molto importante per me, l'ho scritta numerose volte perchè volevo rendere al meglio tutte le emozioni e spero di esserci riuscita. I nostri Rumbelle hanno affrontato di tutto e di più soprattutto nella sesta serie e sebbene l'ultima puntata ci abbia regalato immagini molto dolci e bellissime, ho trovato il loro riavvicinamento un pò sbrigativo. Una scena di chiarimenti e scuse sarebbe stata emozionante e necessaria...l'ha detto lo stesso Robert Carlyle! 
Io questa scena l'ho immaginata così e spero di avervi fatto emozionare almeno un pò...se così è stato spero che me lo facciate sapere...vi ringrazierei di cuore. :)

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Capitolo 5
*** All'opera Tremotino! ***


“Papà cosa devo fare adesso?”
“Abbiamo quasi finito, prendi il cacciavite e giralo verso destra sulle viti grandi, poi io avvito quelle piccole…ti ricordi qual è la destra?”
“Mmm da questa parte?”
“No dall’altra…si così.”
Tremotino e Gideon erano seduti dietro il banco del negozio e si divertivano ad aggiustare un suo giocattolo. Gideon era seduto sulle ginocchia del suo papà e ascoltava attentamente i suoi insegnamenti.

Tra un viaggio e l’altro la famiglia Gold riprendeva le proprie abitudini a Storybrooke: Belle si occupava della biblioteca, che era sempre più ricca di libri che comprava in giro per il mondo, e Tremotino del suo negozio. Praticava sempre meno la magia, salvo rari casi non gli serviva…e ormai non era più così importante.
Gideon giocava con i suoi amici, Neal in particolare, occupava il tempo in compagnia del nonno o dei suoi genitori. Gli piaceva passare il tempo tra i libri con la mamma: sfogliare le pagine, guardare i disegni e soprattutto ascoltarla leggere. Belle gli aveva sempre letto molte storie fin da quando era piccolino trasmettendogli così la sua passione e, com’è facile immaginare, tra i libri preferiti di Gideon c’era “Her hadsome hero”. Adorava ascoltare le avventure dell’eroe di cui portava il nome.
Ma essendo un bambino molto curioso si divertiva anche a osservare suo papà mentre lavorava e adesso che aveva cinque anni voleva imparare. Tremotino gli aveva insegnato a usare gli attrezzi più semplici e sicuri e adesso si erano messi all’opera.
“Uffa papà non mi è venuto bene! E’ difficile.”
“Non importa, riprova…ecco così va meglio, bravo.” Lo incoraggiò Tremotino dandogli un bacio sulla testa.
Furono interrotti dall’arrivo di Emma:
“Ciao Gold, ciao Gideon, bentornati.”
“Ciao Emma!”
“Ciao Swan.”
“Non ci riesci proprio a chiamarmi Emma eh!?”
“Sarebbe strano non trovi?”
“Si ripensandoci è vero…però come sei cresciuto Gideon! Siete stati via parecchio questa volta.”
“Siii in Australia! Bella! La era estate non faceva freddo come qua! Abbiamo fatto tante cose: abbiamo visto i canguri, i koala e un animale strano l’onit…orno…come si chiama papà?”
Tremotino rispose divertito: “Ornitorinco. Tesoro so che sei entusiasta ma ci saranno altre occasioni per raccontarle le nostre avventure. Adesso ascoltiamo cosa deve dirci Emma, ho la sensazione che non sia venuta solo in visita di cortesia.”
“In effetti no, in questi giorni ho trovato una specie di anello molto particolare che secondo me è magico. Volevo una tua opinione per capire con cosa abbiamo a che fare.”
“Regina e gli altri non l’hanno capito?”
“Diciamo che hanno i miei stessi sospetti ma sai benissimo che tu sei il più esperto in materia.”
“Si è vero.” si gongolò compiaciuto “Vediamolo.”
Quando Emma si avvicinò al tavolo inciampò su qualcosa e per un pelo non finì faccia a terra.
“Swan tutto a posto? Cosa c’è per terra?...Gideon! Cosa ti avevo detto? Devi mettere in ordine i tuoi giochi quando non li usi più.”
“L’ho fatto ma mi sono dimenticato del trenino…scusa papà.”
“Non devi chiedere scusa a me.”
“Scusa Emma.”
“Non preoccuparti ragazzino, sono sopravvissuta a cose peggiori” disse Emma ridendo. “Ecco questo è l’anello”
“Papà voglio vedere anch’io!”
Tremotino lo prese in braccio prima ancora che terminasse la frase, conosceva bene il suo Gideon. Osservò l’anello con attenzione:
“Le decorazioni sono familiari…”
“Sembra quello del libro che ha la mamma in biblioteca…Le mille notti.”
“Le mille e una notte, esatto Gid che memoria!”
“Mi state dicendo che questo anello viene da Agrabah? Com’è arrivato qui? E che magia può avere?”
“Swan dimentichi che abbiamo avuto visitatori provenienti da là? Uno dei quali ha rubato nel mio negozio…è meglio che non ci pensi…tornando a noi secondo la storia, e anche secondo me, questo anello potrebbe contenere un genio.”
“Un genio? Come quello della lampada? Ok…le sorprese non sono mai finite…e potrebbe trattarsi di magia oscura?”
“Non è da escludere, ma non percepisco nessuna forza oscura e no non farò niente per scoprirlo.”
“Dai papà! Magari è un genio buono, puoi esprimere un desiderio!” si lamentò Gideon.
“Cosa ti ripeto sempre?”
“La magia ha sempre un prezzo.” Disse il piccolo.
“Esatto…un prezzo che non voglio più pagare…niente rischi.”
Tremotino restituì l’anello a Emma che lo guardò contenta ma ancora un po’ sorpresa per l’enorme cambiamento che lui aveva fatto in questi anni…era vero: l’amore è la magia più potente di tutte.
“Tra l’altro non saprei cosa chiedere al genio, dopo anni e anni finalmente ho qui tutto quello che desidero.” Sorrise a Gideon che ricambiò.
In quel momento entrò Belle.
“Letteralmente ho qui tutto quello che desidero.” Disse Tremotino abbracciando sua moglie.
“Ok prima che diventiate sdolcinati io vi saluto, per ora l’anello starà nella cripta di Regina. Ciao a tutti!” Si congedò Emma.
“Quale anello?” Chiese Belle ancora appoggiata a Tremotino.
“Dopo ti raccontiamo tutto…sei in anticipo ha già chiuso la biblioteca?”
“Si sono un po’ stanca, dev’essere ancora l’effetto del fuso orario…poi fa un freddo stasera!”
“Anch’io ho freddo mamma.”
“Davvero? La temperatura non è così bassa…”
“Tu non fai testo, non hai mai freddo!” Lo prese in giro Belle. “Probabilmente dobbiamo solo riabituarci al clima di Storybrooke.”
“Allora che ne dite di una cena da Granny?” Propose Tremotino.
“Siiii!”

La cena fu ottima ma Belle e Gideon sembravano particolarmente stanchi quindi tornarono a casa presto.
Quando Tremotino raggiunse Belle a letto lei era tutta imbacuccata sotto le coperte, le si vedeva a malapena il viso.
“Ehi hai ancora freddo?”
“Si, mi scaldi?”
Non se lo fece ripetere due volte, l’abbracciò stretta stretta massaggiandole la schiena per scaldarla. Belle si sentiva già meglio, stava sempre meglio tra le sue braccia. Si allungò e infilò i piedi in mezzo alle sue gambe e improvvisamente Tremotino sussultò.
“Caspita hai i piedi ghiacciati! Sembrano i ghiaccioli della Regina delle nevi!”
“Uff non prendermi in giro.” Rispose lei accoccolandosi ancora di più su di lui.
“Sei così buffa quando hai freddo!...comunque conosco un altro modo per scaldarti…” sussurrò tra i suoi capelli.
“Invitante, ma sono così stanca…”
“Belle è tutta la sera che sei strana, ti senti bene?”
“Mmm non tanto.”
Tremotino le diede dolcemente un bacio sulla fronte e scoprì il problema.
“Lo credo, scotti come il tè che hai bevuto prima!”
“Non ero un ghiacciolo fino a pochi minuti fa?” rise Belle.
“Ti sei presa l’influenza altro che fuso orario! Quindi anche Gideon…”
In quel momento sentirono dei piccoli passi, accompagnati da colpetti di tosse, avvicinarsi alla loro camera.
“Mamma, papà posso stare con voi nel lettone? Non mi sento bene.”
“Vieni tesoro, mi sa che ci siamo presi l’influenza.”
“Uffa, volevo giocare con Neal domani!” Brontolò Gideon stringendosi a sua mamma.
“Giocherai un altro giorno, la febbre passa presto.” Lo tranquillizzò Belle abbracciandolo.
“Adesso ci penso io, il rimedio della Foresta Incantata vi farà passare tutto in un baleno.” Disse Tremotino.
“Noooo” gridarono in coro Belle e Gideon.
“Papà fa schifo quella medicina!”
“Ma sapete benissimo che funziona, avanti niente storie.”
Così preparò in fretta l’infuso e tornò dai suoi pazienti ancora imbronciati.
“E’ inutile che facciate così, tanto ve lo faccio bere lo stesso…andiamo Belle che fine ha fatto la mia eroina preferita? Quella che non ha paura di niente?”
“Oh Rumple come sei scorretto!” Belle voleva fare l’arrabbiata ma non ci riusciva, si emozionava quando la chiamava “la mia eroina”…e Tremotino lo sapeva bene.
“E va bene, coraggio Gid beviamo insieme 1,2, 3 via!”
E così fecero…Tremotino si divertì un sacco a vedere le loro smorfie e lamenti, ma cercò di non farsi notare altrimenti gli sarebbe arrivata una cuscinata!
“Ora dovete dormire.”
“Ci leggi una storia papà? Ci vuole dopo la medicina cattiva.”
“Si va bene ma io non sono bravo come la mamma…”
Sorridendo Belle gli passò “Her hadsome hero” che teneva sempre sul comodino.
“Si che lo sei.”
Così cominciò: “Gideon era intrepido, estrasse la spada e si voltò verso il malvagio stregone pronto a salvare le persone che amava…”
Il tempo di leggere una pagina e si addormentarono. Tremotino li osservò per qualche minuto: Gideon era disteso su Belle e lei lo abbracciava, una posizione non proprio comoda ma da anni erano abituati a questo ed atro. E lo adoravano.
In seguito scese a preparare un’altra dose di infuso. Era un rimedio che gli avevano insegnato le sue zie molti anni prima e concordava che avesse un sapore disgustoso, ma niente rimetteva in forze più in fretta. Decise di passare la notte sul divano per non disturbare Belle e Gideon e iniziò a guardare le foto del loro ultimo viaggio. Ma rimase solo per poco tempo.
“Gid cosa ci fai qui?! Dovresti essere a letto al caldo.”
“Non riesco a dormire, posso stare con te?”
“Si certo.” Rispose teneramente. Lo prese in braccio e lo coprì con la coperta, con un gesto della mano accese il caminetto.
“Hai fatto un brutto sogno?”
“No…”
“Allora cosa c’è?”
“Papà cosa succede se non divento un eroe come il Gideon del libro? O come la mamma?”
Tremotino rimase sbigottito, non si aspettava una domanda del genere. Con un dito alzò il visino preoccupato di suo figlio e lo guardò negli occhi:
“Non succede niente, io e la mamma ti vorremo sempre tanto bene qualsiasi cosa deciderai di diventare…e comunque tu sei già il nostro eroe.”
“Perché?”
“Perché grazie a te siamo una famiglia e sono successe tante cose belle.”
Gideon sorrise e abbracciò Tremotino, che ricambiò contento di averlo tranquillizzato.
“Sei un eroe anche tu papà.”
“Non ne sono sicuro, ma grazie piccolo…Adesso cerca di dormire che è tardi.”
“Si…mi dici la poesia della buonanotte?”
“Va bene…
Riposa bene bimbo mio, riposa
La lunga notte si posa amorosa.
Al chiaro di luna giocano le fate
E le stelle brillano dorate.
I fantasmi stanno arrivando, gli spiritelli cadono danzando,
E il canto dei gufi dagli alberi in schiera giunge fin giù alla brughiera.
Riposa bene bimbo mio, riposa
La lunga notte si posa amorosa
Al chiaro di luna giocano le fate
E le stelle brillano dorate.”

Funzionava sempre, a breve si addormentò. Tremotino gli diede un bacio sulla fronte e poi decise di tornare in camera: alla fine dormirono tutti insieme.



Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Vi è piaciuta? Mi sono ispirata alla 6x21 quando Tremotino e Gideon lavorano insieme nel negozio e non ho resistito a fantasticare su come sarebbe stato con Gideon bambino. :) Il resto è venuto da se :)
La storia del genio nell'anello fa parte della storia di "Aladino" delle "MIlle e una notte". Il viaggio in Australia è un tributo a Emilie :)

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Capitolo 6
*** Fratelli ***


Il parco di Storybrooke era il luogo preferito per giocare da molti bambini, soprattutto con la bella stagione, in particolare per due amici molto vivaci.
“Trovato Gid! Troppo facile ti nascondi sempre negli stessi posti.”
“Sei bravo a nascondino Neal ma io corro più veloce e arriverò prima allo scivoloooo!”
Le loro madri erano sedute su una panchina poco più in là attente a cosa combinavano i loro fanciulli.
“Certo che sono pieni di energia! Anche a scuola fanno fatica a stare fermi!” disse Biancaneve.
“Non fatico a crederlo!” rise Belle.
“A proposito di scuola, Gideon ti ha raccontato che stiamo facendo dei lavoretti per la festa del papà? L’ho visto piuttosto serio oggi, è tutto a posto?”
“Si non ti preoccupare, credo che cominci a rendersi conto di alcune cose: vedi la festa del papà è certamente una giornata gioiosa per Tremotino ma anche malinconica: Bealfire gli manca molto e in queste occasioni ancora di più. Gideon ormai sa tutto: gli abbiamo raccontato chi era suo fratello e quello che gli è successo quindi si accorge quando suo papà è triste e gli dispiace…comunque grazie proverò ad indagare.”
“Figurati…mi dispiace…anche Henry sente la mancanza di suo padre, per fortuna hanno trovato un modo per sentirlo ancora vicino a loro.”
“Già e ha reso più vicini anche noi.”
Belle e Biancaneve si sorrisero. Negli ultimi anni Tremotino e Henry passavano dei pomeriggi assieme per parlare di Bealfire. Era stata un’idea di Henry e all’inizio non era stato semplice: Tremotino si era sempre tenuto tutto il dolore dentro e ogni volta che si entrava in argomento aveva paura che questo uscisse e che non riuscisse a controllarlo. Ma grazie al supporto di Belle e dello stesso Henry si rese conto che era giusto e bello parlare di Bea, era un modo per sentirlo ancora vivo e scoprì che lo faceva stare bene. Era suo figlio e si volevano bene, niente poteva cambiare questo. Tremotino era sempre stato felice di essere padre allora come adesso…e perché no anche nonno. Erano diventati una famiglia…c’era voluto tanto tempo e sofferenza per capirlo ma era proprio questo il suo desiderio più grande: essere amato dalle persone che amava.
Ciò non toglie che possano esserci momenti malinconici, ma per Gideon era decisamente troppo presto e Belle voleva capire fino in fondo cosa stava succedendo. Quando Neal e sua madre tornarono a casa chiamò Gideon sulla panchina vicino a lei.
“Ti sei divertito oggi tesoro?”
“Si mamma perché?”
“Biancaneve mi ha detto che oggi a scuola eri serio, mi dici come mai?”
“Ho fatto un disegno per la festa del papà ma se non basta? Non voglio che papà sia triste e in questi giorni lo è…”
Come previsto era questo il problema ma comunque Belle si sorprese nel vedere suo figlio così maturo per quella tenera età. Allora lo prese in braccio:
“Amore mio ascoltami: il papà sarà sempre un po’ triste quando penserà a Bea, è normale, gli mancherà sempre…ma questo non c’entra niente con te, è sempre felice quando sei insieme a lui...ti vuole un mondo di bene…come me!”
Gideon era di nuovo sorridente e abbracciò forte sua mamma.
“Non dimenticarlo mai ok?”
“Si mamma te lo prometto.”
Belle rispose con un sonoro bacio sulla guancia.
“Però voglio lo stesso fare un bel regalo a papà…mi aiuti?”
“Certo, pensiamo a qualcosa…”
“Possiamo fare un cartellone come quelli che ci sono a scuola e mettere delle foto.”
“Bravo Gid! Bella idea…e se ci va bene potremmo avere anche delle foto di Bealfire…”
“Davvero? E dove sono? Perché non le ho mai viste?”
“Noi non ce le abbiamo ma Emma forse si…come ho fatto a non pensarci prima? Vieni Gideon!”
Bussarono alla porta e aprì Henry.
“Ciao Belle, ciao zietto, come mai qui?”
“Ciao Henry cercavamo Emma ma se ci sei tu è ancora meglio.”
In breve spiegò il motivo della visita e per loro gioia avevano qualche fotografia di Bea. Gideon era emozionato, conosceva suo fratello attraverso le parole dei suoi genitori ma vedere una sua immagine era un’altra cosa.
“Eccole purtroppo ne ho solo tre.” disse Emma.
Henry le prese e si sedette vicino a Gideon per guardarle insieme. La prima ritraeva Emma e Bea nel periodo in cui si erano conosciuti mentre le altre erano state scattate durante la festa da Granny la sera in cui erano tornati dall’Isola che non c’è. In una c’era solo Bea e nell’altra era insieme a Henry.
“Ecco questo è il tuo fratellone e il mio papà.”
“E questo sei tu da piccolo Henry?”
“Si, anche se non ero proprio io li…ma questa è un’altra storia, ti piacciono?”
“Si, sono contento di avere visto com’era Bae…e mi piacciono anche le storie” Disse curioso.
Belle e Emma li guardavano divertite.
“Grazie davvero Emma, è una cosa molto importante per noi.”
“Figurati.”
“Farò una copia delle foto della festa, l’altra è giusto che rimanga solo tua.”
“Ti ringrazio, sono bei ricordi…comunque ci penso io a fare le copie.”
E con un rapido gesto della mano fece comparire le foto davanti a Belle.
“Voilà meglio dello scanner!”
“Fantastico mi hai risparmiato un viaggio. Henry adesso abbiamo bisogno del tuo aiuto: domani dovrai trattenere Tremotino il più possibile così possiamo fare il cartellone.”
“Oh e come faccio? E’ un compito difficile, si insospettirà subito e ci scoprirà. Ci riesce sempre.”
“E’ vero mamma mi scopre sempre quando combino un guaio.”
Belle si mise a ridere: “Ok ammetto che è un’impresa difficile ma ci provi lo stesso per favore? Dovete vedervi comunque domani, basterebbe che lo trattenessi un po’ di più del solito.”
“Va bene ci proverò.”
“Grazie Henry. Gid noi andremo dal nonno così siamo sicuri che non ci scoprirà.”

E così fecero. Il tavolo di Maurice era ricoperto di matite, forbici, colla e fotografie. Belle e Gideon si misero all’opera; Maurice per lo più gli osservava. Era bello vedere l’entusiasmo nei loro occhi…si assomigliavano molto.
“Voglio mettere questa foto mamma, e poi quella di quando ero piccolino…e anche questa!”
“Tesoro ma è la festa del papà non dovresti scegliere foto dove ci sono anch’io.”
“A papà piace tanto questa foto dove siamo tutti e tre…vero che è bella nonno?”
“Si molto, hai ragione Gideon…ma adesso che ne dici di fare merenda?”
“Un momento nonno prima dobbiamo attaccare le foto di mio fratello.”
Moe rimase di stucco e guardò Belle in cerca di chiarimenti e mentre Gideon faceva merenda si appartarono in cucina.
“Cosa c’è papà?”
“Non trovi che sia strano sentire Gideon parlare di un fratello?”
“No stai tranquillo non è strano, io e Tremotino abbiamo cominciato a raccontargli di Bealfire. E’ giusto cha sappia chi era…anche se purtroppo non l’ha potuto conoscere è e sarà sempre suo fratello.”
“Beh fratellastro…non è ancora piccolo per capire queste cose?”
“Papà facciamo parte di una famiglia piuttosto allargata, se ci pensi siamo tutti legati in qualche modo, non credo sia il caso di soffermarsi su questi particolari…e comunque Gideon ha la capacità di sorprenderci sempre, è un bambino molto sensibile e intelligente.” disse Belle sorridendo “E poi deve proprio capire tutto adesso? Ci sarà tempo per ogni cosa…per fortuna.”
Moe si addolcì e abbracciò sua figlia, è vero il tempo è prezioso e non era il caso di sprecarlo.
“Scusa Belle, hai ragione…lo so che ho il brutto vizio di criticare ma lo sai che sono fiero di te, se Gideon è così è merito tuo…beh vostro.”
Belle lo guardò sorpresa e divertita:
“Vostro? Ho sentito bene? Stai facendo un complimento a mio marito?”
“Si lo ammetto, sono duro con lui ma lo vedo quanto vi vuole bene…è cambiato davvero.”
Belle non poteva credere alle sue orecchie! Finalmente aveva capito…lo strinse forte, così anche lei festeggiò il suo papà.

Intanto Tremotino stava aspettando Henry al parco, gli era sembrato strano al telefono ma non ci aveva dato troppo peso…anche se era passato del tempo un po’ di emozione c’era sempre. Si ricordava il momento in cui Henry gli aveva chiesto di parlargli di Bealfire come se fosse adesso…
…La cena da Granny stava andando a gonfie vele, per la prima volta erano tutti insieme alla stessa tavola, sereni, senza più timori dopo aver sconfitto la Fata nera. Certo non si poteva dire che improvvisamente andassero tutti d’accordo ma quella sera avevano messo i risentimenti da parte, l’importante era stare insieme e festeggiare. Tremotino era seduto capotavola con Gideon in braccio e ad un certo punto Henry gli si avvicinò:
“Come va nonno?”
“Bene e tu? Ti diverti mi sembra.”
“Si è una serata speciale…e il mio zietto come sta?”
“Benone, dovrebbe dormire ma ci sono troppe distrazioni stasera vero Gid?” Sorrise guardandolo.
“Ehi mi sembra che mi stia guardando…che buffo! In senso buono ovviamente.”
Precisò Henry, non era sicuro di quanto potesse scherzare con Tremotino, ma si rilassò nel vederlo tranquillo e sorridente.
“Tuo padre aveva la stessa espressione…” stavolta il sorriso era più malinconico e Henry se ne accorse.
“Manca molto anche a me…” si guardarono per un momento e si compresero senza aggiungere altro.
“Vorrei conoscere altre cose su di lui e alcune puoi dirmele solo tu…che ne dici nonno? Ti va se ogni tanto ci vediamo e mi parli del mio papà?”
Tremotino rimase sorpreso:
“Beh non me l’aspettavo…si direi di si…sempre che vada bene a tutta la tua parentela…”
“E’ un nuovo inizio per tutti…nessuno escluso” detto ciò Henry si alzò per conversare con qualcun altro.
Tremotino era ancora un po’ sbigottito, guardò Gideon: si stava addormentando stringendogli un dito, non poté non intenerirsi a quella visione.
“Piccolo mio lui è Henry, sono sicuro che andrete d’accordo…è in gamba.”
E proprio l’arrivo di Henry interruppe questo vortice di pensieri immergendoli in altri.
Così passò il pomeriggio, ma le emozioni non erano finite: Tremotino entrò in casa e c’era un gran silenzio come se non ci fosse nessuno, ma quando entrò in salotto Gideon gli corse incontro gridando “Auguri papa!”
“Grazie Gid ma la festa del papà è domani.”
“Lo so ma si sarebbe rovinata la sorpresa, tu non dormi quasi mai e avresti visto il cartellone prima di domani mattina…”
Cartellone? Tremotino alzò lo sguardo e appeso al muro vide un cartellone pieno di foto. Belle era seduta sul divano, era il loro momento e si teneva un po’ in disparte. Lui si avvicinò per guardare meglio quel bellissimo regalo. In alto c’era scritto in grande “Auguri al mio papà”, al centro spiccava il disegno che Gideon aveva fatto a scuola: ritraeva Tremotino che lo teneva sulle spalle; infine in giro in giro le loro fotografie. Tremotino con in braccio Gideon piccolino, tutti e tre insieme al mare, frammenti dei loro viaggi, papà e figlio mascherati il giorno di Halloween (quanto ci aveva messo per convincerlo!), tanti momenti che avrebbero portato per sempre nel cuore. Poi arrivò la sorpresa più grande. Tremotino rimase a bocca aperta.
“Bea…come…come avete fatto?”
“Ce le ha date Emma…” rispose Gideon cercando di capire cosa provava il suo papà, gli sembrava strano.
“Ti piace?”
Tremotino si rese conto che era rimasto imbambolato davanti al cartellone per troppo tempo senza dire nulla, si inginocchiò per guardare suo figlio negli occhi:
“E’ il regalo più bello che abbia mai ricevuto, grazie piccolo mio.”
“Ma allora perché piangi?”
“Sai a volte si piange anche quando si è felici…e io lo sono.”
Gideon si rilassò, era proprio quello che sperava di sentire…si abbracciarono forte. Dopo un po’ anche Belle fu accolta in quell’abbraccio.
Calore, tenerezza, amore regnavano in quella stanza.
“Quindi è per questo che Henry non mi mollava più oggi.”
“L’avevi capito eh?” disse Belle.
Tremotino si limitò a fare spallucce come per dire “ovviamente”. Si misero a ridere. Il piccolo Gideon era contento e pieno di curiosità.
“Papà io assomiglio a Bealfire?”
“In certe cose si…per esempio in qualche espressione, e quando era piccolo era vivace come te.”
“Peccato che non c’è una foto di lui da bambino…”
“Tesoro non esistono le macchine fotografiche nella Foresta Incantata.” Precisò Belle. “Li si fanno i ritratti…sono dei disegni o dipinti.”
“Ah…e tu non ne hai?”
Tremotino era indeciso su cosa rispondere…non lo guardava da tempo…ma alla fine si fece coraggio:
“In realtà un piccolo ritratto di Bea ce l’ho…vuoi vederlo?”
“Si…perché non me l’hai mai detto?”
“Beh perché mi è difficile guardarlo senza pensare agli errori che ho fatto…sai la storia…ma sai cosa ti dico? Con te sarà tutto più facile”
Tremotino tirò fuori il ritratto dal suo comodino, gli tremavano le mani ma sapeva che era la cosa giusta, lo vedeva negli occhioni impazienti di Gideon e nello sguardo rassicurante di Belle. Con loro si sentiva più forte e avrebbe condiviso tutto.
Prese sulle ginocchia Gideon e srotolò la pergamena:
“Eccolo, qui Bea era un po’ più grande di te, vedi che un po’ gli assomigli?”
Gideon sorrise e cominciò a fargli molte domande, alle quali Tremotino rispose con pazienza e serenità. Passarono così la serata: una serata gioiosa ideale per concludere una giornata così piena di emozioni.
Quando Gideon si addormentò Belle e Tremotino si presero un po’ di tempo per loro, misero la loro canzone a basso volume e si abbracciarono. Rimasero stretti l’uno all’altro per un po’, senza parlare. Non c’era bisogno, uno sguardo era bastato per capire cosa provavano in quel momento.
“Bealfire sarebbe davvero fiero di te Rumple…” disse Belle spezzando il silenzio “…te lo ripeterò fino a quando ne sarai convinto anche tu.”
Lui le sorrise teneramente.
“Grazie” e poi fece apparire una rosa rossa da dietro la schiena
“Per te…giuro che è solo una rosa.”
Belle si mise a ridere:
“E’ bellissima grazie!”
E poi lo baciò con trasporto. A loro piaceva far rivivere i momenti passati al castello oscuro…anche perché ora finivano decisamente in un altro modo!




Nota dell'autrice: Ciao! Rieccomi dopo un pò di tempo...ho voluto ricordare il personaggio di Bealfire ma senza cadere sul drammatico...che ve ne pare?
Mi piace l'idea che lo ricordino con serenità...fatemi sapere ;) 

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