La Strega Blu- Le origini

di shinigami di fiori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1-Strega Blu ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2-Evangeline Toousaka ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Eroe ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Vacillare ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- Allenamento ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Test ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- La cosa giusta ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Ricaduta ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Malattia ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- Errore ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 -Conseguenze ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Padre ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- Stelle ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14- Possibilità ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15- Carro ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16- Strega ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17- Vilesangue ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18- Belva ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19-Odore intenso ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20- Riacquista la ragione ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21- Verità ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22- Richiesta ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23- Tornare indietro ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24- Il sogno del cacciatore ***
Capitolo 25: *** 25- Trascendere l'istinto ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26- Sangue acre, parte 1 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27- Sangue acre, parte 2 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28- Sangue acre, parte 3 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29- Mostri ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30- Presagio ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31- Yuei ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32- Triade ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33- Cooperazione forzata ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34- Esame in coppia ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35- Partenza ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36- Odio ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37- Scambio ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38- Si alza il sipario ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39- Comprensione ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40- Abbandono ***
Capitolo 41: *** Rinuncio ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42- Brillare ancora ***
Capitolo 43: *** Finale- Che cos'è un eroe? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1-Strega Blu ***


Creature, secondo cui alcune leggende, uccidevano gli uomini per amore. Si innamoravano e poi impazzivano. Amavano e poi uccidevano. Si facevano amare e poi venivano temute. Alla fine, è solo una leggenda. Questa è una Strega Blu.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2-Evangeline Toousaka ***


Non aveva un'unicità…
Non era speciale...Sapeva solo utilizzare bene il cervello quando voleva.


In quell'epoca nascere senza unicità era davvero raro, anzi...Davvero penoso.
Se non avevi un'unicità, allora a cosa servivi?
Gli eroi avevano un Quirk, i cattivi...Persino i cassieri dei supermercati.
Lei no...Non aveva nessuna unicità.
Era perfettamente normale.


Fin da piccola, in quell'asilo, mentre tutti i bambini cominciavano a dimostrare le loro potenzialità già dai loro quattro anni, tutto quella che faceva lei era semplicemente starsene in un angolo a disegnare.
Quando i suoi genitori l'avevano portata a fare la visita specializzata delle unicità, alle parole del medico lei aveva risposto con un semplice “peccato”.
Circa tre settimane dopo la visita, alla piccola venne diagnosticata una malattia cardiaca in stadio minimo...Ma comunque una malattia.
Non le aveva dato problemi, solo un piccolo dolorino ogni tanto.
Ma a questo lei non importava...Non aveva davvero idea di cosa potesse significare avere una malattia cardiaca.
Almeno fino al giorno in cui sua sorella maggiore morì.
Lei era ancora piccola...Molto piccola.
Sua sorella venne aggredita da alcuni malfattori che, inizialmente, volevano solamente impaurirla con una pistola per farsi consegnare i suoi averi.
Ma alla fine scappò il colpo, dritto al cuore.
Per lei non ci fu niente da fare e i soccorsi potere solo stringere i denti, frustrati.
Fu con quell'episodio che la piccola comprese la parola “Morte”
Fu in quell'episodio che la madre, fuori di senno, uccise quegli stessi malfattori.
Non era qualcosa di cui andare fieri...Ma la piccola divenne, con gli anni, la figlia di uno dei peggiori cattivi della città...Poi della nazione...E infine uno dei criminali più ricercati al mondo.
La madre, dopo aver ucciso i ladri che le avevano portato via la figlia...Capì qual'era il suo posto.
A quegli omicidi se ne susseguirono altri, e atri ancora.
Avrebbe spazzato via il genere umano? Probabile.
Divenne così famosa da scontrarsi persino con il grande All Might, l'eroe numero uno al mondo, uscendone ovviamente sconfitta.
Non fu abbastanza per arrestarla, però.
La vita della piccola non era più solo normale...Era difficile, cupa.
Non riusciva a parlare con nessuno a causa del suo essere figlia della “Blue Witch”...Così cominciarono a chiamarla i mass media.
Non riuscì nemmeno a farsi un amico...Nemmeno uno.
Ogni volta che stava male, o voleva piangere c'era solo suo padre.
Ma anche egli, una volta ceduto lo spirito, si abbandonò sempre di più all'alcol e al gioco d'azzardo.
Cercò sempre di essere presente per la bambina...Ma avrebbe ceduto molto, molto presto.
Di conseguenza, la piccola non avrebbe potuto resistere a lungo.
Riuscì a passare l'ultimo anno all'asilo grazie all'ignoranza dei bambini e al comportamento comprensivo delle maestre che, dopo quell'anno, non l'avrebbero più rivista e, di conseguenza, non saprebbe più stato un loro problema.
Alle elementari fu davvero difficile difendersi: i bambini erano più svegli di quanto avesse immaginato.
Divenne lo zimbello della scuola e non poteva difendersi contro le loro unicità.
Ogni volta, durante la pausa pranzo, la ragazzina si rifugiava nel “bagno della strega”, così soprannominato per la sua continua presenza.
Si sedeva dentro uno dei gabinetti e piangeva.
Capitava spesso che qualche ragazzino prendesse la cosa come una prova di coraggio e, seguito dalla sua banda, andasse nel bagno per fare dispetti alla discendente della Strega Blu.
-La strega sta piangendo-
-Che fai? Chiami la tua mammina e ci fai fare tutti a fette-?

La piccola non rispondeva mai, rimaneva con il suo viso nascosto tra i lunghi capelli neri e le ginocchia.
Rimaneva ferma, accumulando tutti quegli insulti dentro di sé per poi bruciarli tutti con una grande fiammata di pianto.
Usciva dal bagno solo pochi secondi prima che suonasse la campana.
I suoi occhi color nocciola erano rossi e gonfi ogni volta.
-Bene bambini...Cosa vorreste fare da grandi-? Aveva chiesto la maestra con un sorriso.
-Io sarò un poliziotto- aveva detto un bambino dagli aguzzi capelli neri.
-Io una panettiera- Disse una ragazzina dai biondi capelli e dagli enormi occhioni blu.
-Una panettiera? Patetico- Aveva detto un'altra, scostandosi i capelli dalle spalle con aria altezzosa.
-Che c'è di male scusa-? Chiese la biondina, triste.
-Una panettiera è solo una panettiera...Io sarò un'importante donna d'affari- Sorrise la biondina.
-Su, su bambini….E tu, Eva-chan? Cosa vorresti fare da grande-? Le chiese la donna.
-Le streghe sono streghe dopo tutto...Diventerà una cattiva proprio come sua madre- Disse un ragazzino comodamente sdraiato con e gambe sul banco.
-Ehi, Kyota- Lo rimproverò la maestra.
-Ma è la verità, cosa mai potrà fare lei, che non ha nemmeno un'unicità-? Ribattè.
-Un eroe…- Sussurrò una vocina.
-Eh…-?
-Ah…-?
-Io...Voglio diventare un eroe- Aveva sussurrato.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Eroe ***


Sono tornata in un fandom del tutto nuovo, quello di Boku no hero Academia….Era da parecchio che non pubblicavo qualcosa e infatti ho fatto un pasticcio con l'HTML e altro...Ottimo direi XD.
Ho deciso di pubblicare subito i primi due capitoli...Bhe, non vi trattengo oltre, buona lettura e ci vediamo sotto :D






-Il mio nome è Evangeline Toousaka…-
-Witch...Evangeline Blue Witch- Scoppiò a ridere qualcuno nella Hall.
La ragazza abbassò maggiormente lo sguardo.
Era il primo giorno delle medie e la giovane era stata chiamata sul palco come tutti gli altri per presentarsi.
Le classi non erano ancora decise e la cerimonia di presentazione stava per finire.
-Piacere di conoscervi- Si chinò, ingoiando l'ennesimo insulto.
Il brusio si levò dalla folla.
-Quella è la Strega Blu-
-è proprio lei...Che sfiga siamo nella stessa scuola-
La giovane scese dal palco e si sistemò all'ultimo posto, seguita da tantissimi  sguardi.
-E con questo si conclude la cerimonia di apertura...Fate del vostro meglio nei prossimi tre anni-
Tutti si alzarono e fecero un un inchino.
Gli occhi più vuoti della stanza erano i suoi.

…………………………………………………………………………………………………

Un ragazzo dai capelli verdi correva con uno zaino giallo sulle spalle.
Aveva un enorme sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di ammirazione.
-Non ci credo, guardate- Seguì le voci della folla.
-Ma è gigantesco...Davvero? Uno scippatore con un potere simile-?
Un uomo dalle fattezze di un gigante stava lottando contro numerosi eroi.
Erano tutti dei professionisti e questo affascinò il ragazzino.
-Ehi, è Mountain Lady, ci penserà lei- Indicò un civile.
Un ammasso di capelli color panna si avvicinò al nemico e poi un violente calcio lo spedì al tappeto.
La ragazza era enorme: aveva un costume chiaro con alcuni disegni blu scuro e una maschera che gli incorniciavano gli occhi del medesimo colore.
-Io sono mountain Lady, Piancere di fare la vostra culo-scenza- Disse, sculettando in vista dei fotografi.
Il giovane Midoriya prese il suo taccuino frettolosamente e segnò tutte le caratteristiche del nuovo eroe professionista emergente.
-Davvero fantastico- Sorrise, osservando tutti gli altri eroi accorrere.
Quello...Era un mondo che lo affascinava.
…………………………………………………………………………………………………

Erano passati tre anni in quella classe...Non aveva stretto un vero rapporto con qualcuno, sopratutto da quando si scoprì che era priva di unicità.

Bhè, forse quasi con nessuno.

-Ah, Eva-san- Midoriya la chiamò, riconoscendo quella lunga chioma di capelli neri inconfondibile.
La ragazza ebbe un sobbalzo, poi si girò.
-Midoriya-kun- sussurrò, vedendolo correre verso di lei con il braccio sollevato.
Erano sempre stati nella stessa classe ed Izuku era l'unico che non sembrava essere spaventato da lei.
-Stai andando a casa-? Le chiese il giovane, sorridendo.
La ragazza annuì.
-Se vuoi possiamo tornare a casa insie…-
-No, grazie-
-Eh-?
La ragazza fece un lieve sorriso.
-Se stai con me verresti riconosciuto come l'aiutante della Strega Blu, ricordi-? Sussurrò, riprendendo a camminare.
Izuku rimase di sasso...Del resto era quello che succedeva sempre negli ultimi tre anni.
Il giovane si era come sentito sollevato nel vedere qualcun altro senza unicità come lui...Non era l'unico.
Ma a causa del carattere della ragazza non era riuscito ad avvicinarsi come avrebbe voluto.
Ogni volta le chiedeva se le servisse aiuto...Ma prontamente lei rifiutava cortesemente.
La Strega Blu tornava sempre a casa da sola.
-P...Per caso ti hanno fatto qualcosa di male-? Gli urlò in fine, prima che scomparisse dietro l'angolo.
La ragazza si bloccò, stringendo il quaderno tra le sue braccia.
-Kacchan e gli altri intendo...Ti hanno fatto qualcosa-? Chiese Izuku.
Eva si girò, sorridendo lievemente.
-No-
Se ne andò, lasciando il giovane da solo e perplesso.
-Lo spero tanto- Sussurrò.
Dopo tutto sapeva bene le conseguenze di essere nato senza unicità...Ma forse era proprio vero...Forse nemmeno Kacchan avrebbe fatto qualcosa di male ad una ragazza.
Il giorno seguente, quando entrò in classe, Eva era già seduta al suo posto, intenta a disegnare qualcosa su un foglio.
-Buongiorno- Sorrise Izuku.
La ragazza lo guardò e, sorridendo, abbassò il capo ricambiandolo.
-Tutti seduti, coraggio...Oggi vorrei usare la mia ora per parlare di qualcosa di molto importante- Disse il docente.
-Visto che siete già al terzo anno dovete iniziare a pensare seriamente al vostro futuro- Disse.
-Ora vi distribuirò un questionario con le prospettive di carriera, compilatelo per favore-
Tutti gli alunni sollevarono lo sguardo verso il professore.
L'uomo prese i fogli in mano e...Li buttò a terra.
-Bhè tanto volete fare tutti i super eroi- Disse, sorridendo.
Tutti i ragazzi esultarono, utilizzando le loro unicità per fare baldoria.
-Dopo tutto avete tutti delle ottime unicità...Anche se a scuola sarebbe vietato utilizzarle-Disse, osservando gli alunni prendersi in giro ed urlare esaltati.
-Sensei…-Una voce ruppe il silenzio, azzittendo tutti.
Evangeline guardò nella direzione di quella voce, riconoscendola bene.
Proveniva da un ragazzo dai biondi capelli, comodamente sistemato con le gambe stese banco e le mani nella tasca della sua uniforme nera.
-Non mi metta sullo stesso piano di questi qua...Non rimarrò allo stesso livello di queste schiappe, sa-?
La testa rivolta indietro in un'aria annoiata.
La classe rimase un attimo in silenzio, poi scoppiò in insulti verso il giovane.
-Come ti permetti Katsuki-? Urlarono, ragazzi e ragazze.
-Ma state zitti voi, che siete solo comparse- rise lui, indicandoli.
Il professore zittì gli alunni.
-In effetti tu...Punti alla Yuei giusto-? Chiese.
Tutti rimasero a bocca aperta.
-Cosa? Quella scuola con quel test di ingresso assurdo-?
-Ho sentito che la percentuale degli ammessi è incredibilmente bassa-
Midorya si accasciò sul banco, afflitto.
Eva chiuse gli occhi, voltando lo sguardo verso la finestra.
-è proprio perché dite cose del genere che siete delle comparse- Disse e, con un balzo, atterrò in piedi sul banco, con aria altezzosa.
-Nella simulazione d'esame ho preso una A, sono l'unico in questa scuola che può entrare alla Yuei- Disse, indicandosi con aria di superiorità.
“...L'unico” Pensò Eva, tenendo lo sguardo sulle rondini sull'albero.
-Supererò perfino All Might…-
Strinse le mani a pugno.
-Diventerò l'eroe migliore di sempre, statene certi...Aggiungerò il mio nome all'elenco dei grandi contribuenti- Urlò.
Il docente diede un colpo di tosse.
-In effetti...Anche Midoriya e Toousaka vogliono entrare alla Yuei-
Subito Katsuki si pietrificò, mentre Midoriya, dietro di lui, lo osservò con un occhio, terrorizzato.
Eva, si mise una mano con il palmo aperto contro la guancia, senza però cambiare la sua espressione neutrale.
Tutte la classe scoppiò a ridere fragorosamente.
-Midoriya? Ma è impossibile-
-Per entrare in una scuola di eroi non basta mica studiare-
Subito il ragazzo dai capelli verdi si sollevò, imbarazzato e frustrato.
-N-Non c'è nessuna regola in merito, solo non ci sono precedenti-
Subito Katsuki, infuriato, distrusse il banco del compagno con un palmo esplosivo, scaraventandolo per terra.
-Sentimi bene Deku…-
Il ragazzo lo fissò impaurito.
Eva voltò lentamente lo sguardo, osservando i due compagni.
-Voi non avete unicità, quindi siete inferiori persino alle schiappe...E ciononostante vorreste scendere in campo con me-? Urlò, mostrando i denti aguzzi in un'espressione infuriata e piena di disprezzo.
-Asp...No ti sbagli Kacchan...Non voglio assolutamente competere con te...Lo giuro- Aveva singhiozzato il giovane, indietreggiando il più possibile da quella bomba ad orologeria.
La schiena incontrò il muro.
-Solo che...è ciò che ho sempre desiderato fin da quando ero piccolo...Per questo mi sono detto che non c'è niente di sbagliato nel provare- Disse, intimorito.
-AAAAH? Vorresti provare a dare l'esame così tanto per?  Cosa potrebbero fare dei pezzenti senza unicità come voi-? Urlò, con le mani pronte a esplodere.
Improvvisamente, qualcosa stupì la classe.
-Va tutto bene-?
Una mano era tesa verso Izuku, esattamente in mezzo ai due.
Katsuki era stato bellamente superato e ignorato.
-Riesci ad alzarti-? Chiese ancora,quella voce.
Izuku osservò il viso di Eva dal basso, vedendo in contemporanea quello di Kacchan infuriato nero dietro.
-La stessa cosa vale per te, Strega- Urlò Bakugo, facendo fumare le mani.
La ragazza aiutò Izuku ad alzarsi tirandolo da una mano.
-Lo so già…- Rispose al ragazzo, sostenendo il suo sguardo pieno di astio.
Katsuki non disse più nulla, semplicemente osservò la ragazza andare al suo posto.
La classe rimase allibita...La Strega aveva davvero interagito così tanto con qualcuno?
Al suono della campanella, Evangeline passò di fianco a Izuku, pronta ad andare a casa.
Katsuki la osservò con odio.
-Ah, Eva-san…-La chiamò.
Era strano...Lui era l'unico che la chiamava con il suo nome...Strega ormai era all'ordine del giorno.
-Grazie per prima- Sorrise, grattandosi la nuca.
-No, figurati- Rispose, senza però l'ombra di un sorriso.
Izuku la osservò.
-Sapevo che da questo sogno non sarebbe nato nulla di buono-
Eva annuì, incamminandosi.
Izuku le aveva tolto le parole di bocca.
La giovane sparì, uscendo dalla classe.
Mentre tutti si preparavano, Midoriya stava per prendere il suo quaderno degli appunti per metterlo in cartella, ma qualcuno lo strappò via dalle sue mani.
Un Katsuki incredibilmente irritato, osservò il giovane dai capelli verdi, accerchiato da altri tre ragazzi.
-Non abbiamo ancora finito io e te...Deku-
Gli ringhiò.
-E dopo mi divorerò anche quella tua amichetta rompi palle- Sputò.

…………………………………………………………………………………………………
-Ti ringrazio, Evangeline-chan-
-Si figuri...Grazie a lei- Sorrise la ragazza, inchinandosi.
Evangeline era in un piccolo negozio di fiori, fuori dalla città vicino alla sua casa.
-Vai a trovare Lia-? Chiese il vecchietto, con due simpatici baffoni grigi.
-Si- Sorrise Eva, con un enorme mazzo di fiori tra le braccia.
Erano di tutti i colori: rossi, blu, rosa e viola.
La ragazza stava per uscire dal negozio quando la voce del vecchio la fermò.
-Deve essere difficile, Evangeline-chan...Ti prego, fa del tuo meglio- fece un un chino.
-Si, la ringrazio molto- Sorrise, uscendo e facendo si che la campanella del negozio suonasse.
Camminò per circa dieci minuti...Ormai era tardo pomeriggio e il sole era prossimo a tramontare.
Entrò in un piccolo cimitero...Uno di quelli fatti per poche persone.
I sassolini della ghiaia facevano un rumore piacevole da ascoltare...E poi quella musica si fermò.
Davanti ad una lapide.
-Ciao, Lia…-Sorrise Eva.
Posò il mazzo di fiori sulla lapide e tolse quello vecchio, buttandolo in un cestino lì vicino.
-Sono venuta a cambiarti i fiori...E a raccontarti una cosa-
Il vento mosse i suoi capelli scuri verso la lapide...Come un incitamento a continuare.
-Pare che nessuno prenda sul serio il mio desiderio di diventare un eroe…- Sussurrò, tirando fuori dalla borsa un panno e cominciando a togliere la polvere dalla foto di sua sorella.
-Per colpa della mam...Della Strega Blu…- passò lo straccio con movimenti circolari.
-Daltronde non hanno torto...Non so nemmeno io come poter superare un test di ingresso sviluppato per mettere in difficoltà le migliori unicità…-
Un corvo spiccò il volo da un albero sopra la sua testa.
-Tutto ciò che mi hai lasciato è la bravura nel maneggiare le note di un violino e come usare una vecchia katana d'acciaio…-
Le scritte incise sulla pietra erano perfettamente pulite.
-Non credo di poter gestire qualcuno con un'unicità- Sussurrò.
Sollevò le braccia e si diede due leggeri schiaffi sulle guance.
-Non dovrei darmi noia...Dopotutto è già un po' di tempo che me la cavo da sola...Scusami se sono venuta qui solo a lamentarmi- Sorrise.
Fece un ultimo saluto alla lapide ed uscì lentamente dal cimitero.
Era quasi buio, si strinse maggiormente la sciarpa e si avviò verso casa.
Fece un passo fuori dal cimitero e venne fermata da una voce.
-Ohi, parlo con te, stronzetta- Aveva sentito.
Eva si girò verso la fonte di quella sgarbatezza, riconoscendo la figura del giovane Bakugo appoggiata ad un palo della luce.
-Stronzetta…- Sussurrò la giovane, un po' delusa.
-Avete davvero le palle per dire che andrete alla Yuei pur non avendo nemmeno un fottuto potere...Cos'è, volete farvi vedere fighi-? Chiese, avvicinandosi con le mani nelle tasche.
La ragazza capì dove il ragazzo volesse andare a parare...Non aveva nulla con cui ribattere.
Lo guardò per qualche secondo, alzò i tacchi e se ne andò.
-Ohi, bastarda torna qui...Non ignorarmi quando ti parlo-! Urlò Katsuki, cominciando a inseguirla.
-Non ho niente da dirti…- Disse la giovane, senza mentire.
Questo fece ribollire il sangue al giovane.
-Ora ascoltami, una strega come te e un nerd come Deku non potranno mai entrare alla Yuei...Quindi perché non mi facilitate la vita e vi buttate dal sesto piano-? Domandò, parecchio brusco.
-Non capisco...Se sei così sicuro del nostro fallimento perché semplicemente non rimani a guardarci mentre veniamo umiliati dalla realtà? È quello che vuoi no-? Sussurrò, stringendosi la borsa...Completamente contraria a quello che stava dicendo...Ma era l'unico modo per mandarlo via.
-Quelli come voi che inseguono sogni impossibili...Mi fanno davvero incazzare- Sussurrò, con la voce rotta dai ringhi di ira.
-Una strega non potrà mai diventare un eroe...Cosa diavolo credi di fare eh? Perchè non segui la tua stupida madre e sparisci dalla mia vista-? Urlò, convinto di aver colto nel segno.
Ed aveva ragione.
Gli occhi della giovane erano come sempre…Come erano sempre stati in classe.
Katsuki divenne leggermente sorpreso...C'era voluto davvero poco.
La ragazza aveva le lacrime lungo le guance, ma lo sguardo di una ferma serietà.
Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo.
-NON SONO COME LEI-! Urlò, sorprendendo il giovane davanti a lei.
Il suo grido rimbombò nelle vicinanze.
Le lacrime ancora agli angoli degli occhi, ma lo sguardo di una fierezza assoluta.
-Sono un po' stanca ora…-Si voltò, lasciando Katsuki ancora confuso.
-O-Ohi, ma che diavolo…-
-Io ce la farò…-
Si fermò, mentre il vento faceva volare i suoi lunghi capelli neri.
-Diventerò un grande eroe…- Aveva aggiunto, avviandosi verso casa.


Questa...è la storia di come divenni il Villain numero uno al mondo.



-Angolo Autrice-
SPOILER!...Naaaah non è vero XD
Chiedo a tutti coloro che sono passati di lasciare un commentino per farmi sapere cosa ne pesa :D
Grazie anche a tutti coloro che leggono e basta ovviamente.
Al prossimo aggiornamento, un abbraccione.
-Shinigami di fiori-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Vacillare ***


Il giorno seguente, Katsuki ed Eva non si guardarono nemmeno in faccia...Bhe, non che solitamente si guardassero, ma c'era qualcosa di diverso in loro.
Quando la giovane arrivò in casa, notò un biglietto lasciatogli da suo padre sul tavolo.
“Mi allontano da casa per un po'...In cassaforte ci sono i soldi che ho messo da parte per l'iscrizione alla Yuei. So che puoi farcela, un bacio. Papà”
-Deve aver trovato un lavoro- Sussurrò la giovane, prendendo una fetta di pane e mangiandola.
In camera sua trovò steso sul letto il suo fedele violino con inciso il nome di sua sorella.
“River”
Le corde erano tesissime...Era in ottime condizioni considerato il fatto che non lo aveva toccato da anni.
Dalla morte di River.
Sua sorella le aveva insegnato ogni cosa che sapeva sul violino...Lei adorava suonarlo e, di conseguenza, fece appassionare anche la sorellina.
L'altra cose che River le aveva insegnato era sguainare e utilizzare una spada.
River era una bravissima spadaccina, maestra di un corso.
-Usare una spada...Non credo di esserne capace come lo era lei- Sussurrò, prendendola e sfoderandola.
Era una Katana nera lucente, di un acciaio robusto ed affilato.
-Se veramente affronterò l'esame per entrare alla Yuei...Non ho scelta se non usare questa- Disse, lanciando un fendente.
Accese la televisione e sintonizzò il telegiornale.
-Terribile incidente qui nel cuore della città...Un giovane è stato preso in ostaggio da un cattivo…-
La ragazza era abituata a quelle notizie, ma quando riconobbe il luogo della faccenda si avvicinò al televisore.
-Ma quello…-Disse, alzando il volume.
Una figura a lei molto nota si dimenava nella fauci di quel criminale fangoso, impedendogli di respirare.
Alla giovane venne il batticuore...Di starsene ferma in casa non se ne parlava...Non poteva.
Una scossa elettrica le percorse l'intero corpo, afferrò la Katana e corse fuori di casa.
“Eh?...Perchè lo sto facendo?”
………………………………………………………………………………………………
-Mi dispiace ma dirti “puoi farcela” pur non avendo un'unicità sarebbe impossibile...Questo non è un futuro per chi non possiede un Quirk-.
Gli occhi di Izuku tremavano:
Il suo idolo, All Might, si era dimostrato tutto il contrario di ciò che tanto ammirava.
-Se davvero vuoi salvare le persone, puoi sempre entrare nel corpo di polizia. Li chiameranno anche raccatta cattivi ma il loro lavoro è notevole-
-Inseguire i sogni non è sbagliato...Ma devi anche guardare in faccia alla realtà, ragazzo- Gli aveva detto.
…………………………………………………………………………………………………
-Deku, che diavolo stai facendo-?
-Non lo so, le mie gambe si sono mosse da sole...Prima ancora che me ne accorgessi ero già qui- Urlava izuku, mentre cercava di afferrare il compagno per tirarlo fuori.
-Avevi l'espressione di qualcuno in cerca di aiuto- Gli sussurrò, con le lacrime agli occhi.
-Stupidaggini- Il mostro inglobò di nuovo Katsuki, impedendogli di nuovo di respirare.


-Imperdonabile-


-Kacchan-! Midoriya era nel panico..Non riusciva a tirarlo fuori.
-Ucciderò anche te se non te ne stai al tuo posto- Aveva urlato il nemico, cominciando ad avvolgere Izuku.

-Sono imperdonabile-


Izuku sollevò lo sguardo e, dall'alto di un palazzo, vide Evangeline.
Si era buttata.
-Cos...a-?
Aveva la Katana sguainata e la puntava verso il basso...Esattamente sulla testa del cattivo.
“Le mie gambe...Si sono mosse da sole...Sono saltata giù senza nemmeno pesare” i suoi occhi erano spalancati e fissi sul bersaglio.
-Se lo prendo...Morirò cadendo- Sussurrò.
Qualcosa di velocissimo afferrò la ragazza.
Si sentì stretta in una ferrea presa e, subito dopo sentì una sommossa risata.
-Cari cittadini, non dovete avere paura...E sapete perché? Perché ci sono io-! Aveva urlato, afferrando Midoriya e un braccio di Bakugo.
La ragazza rimase imprigionata nella stretta muscolosa dell'eroe.
Una scintilla verde nei suoi occhi, caricò un pugno all'indietro.
-Detroit….Smaaaaaaash- Colpì il cattivo, trattenendo Bakugo dal braccio.
Il nemico volò via, sbattendo contro un palazzo.
La scia del pugno distrusse le strade e le costruzioni intorno.
-P-Pressione dell'aria-?
-Sul serio-?

Tutti gli eroi che erano presenti rimasero allibiti dalla potenza del numero uno All Might,
Vederlo in azione era davvero difficile.
Izuku e Katsuki vennero tratti in salvo e, mentre tutti elogiavano Bakugo per la sua resistenza e il suo coraggio nel resistere, rimproverarono Midoriya per non aver lasciato fare ai professionisti.
Quasi nessuno aveva notato la folle aura di Eva, essendo arrivata dall'alto.
Si era lanciata senza pensarci due volte, ma se anche fosse riuscita a colpire il bersaglio lei sarebbe morta spiaccicata.
Cosa le era saltato in mente?
 Aveva rinfoderato la spada…
“Avrei davvero ucciso una persona? Lo avrei davvero fatto?”
Ricordò i suoi occhi perfettamente vigili e fermi in quel momento.
Strinse la katana e sé e legò la spada con il legaccio dei suoi capelli, così da non sfoderarla così facilmente.
“Se non altro, è salvo” Sospirò, avviandosi verso casa, guardando con la coda dell'occhio All Might mentre parlava con i giornalisti.
“Mi ha salvata”
Sorrise.
…………………………………………………………………………………………………
Eva era nel parco che aveva trovato per tornare a casa sua.
Era davvero un bel posto, vicino alla riserva naturale del paese.
Se tendevi le orecchie potevi sentire gli ululati dei lupi.
Era così grande e verde...Vi erano un sacco di farfalle e lucciole.
Il sole stava tramontando e il cielo si stava colorando di tanti fantastici colori.
Prese saldamente la spada, ancora nel fodero, e cominciò ad allenarsi.
Affondi, fendenti, parate...Cercò di immaginarsi sua sorella al suo fianco con un sorriso sulle labbra che le diceva “Ottimo lavoro” oppure “Usa di più il bacino”.
“Mi sono lanciata senza esitare...Se non fosse stato per All Might….Sarei morta” Pensò, mentre respirava affannosamente per lo sforzo.
Si rimise in posizione.
“Ma sono ancora qui...Devo semplicemente essere meno impulsiva”.
-Stai a vedere...Strega- Sussurrò, riprendendo l'allenamento.
-Hey, Hey ,Hey...Buonasera a te-
Una voce la fece riprendere dal suo allenamento.
Le sue guance si colorarono di rosa.
-All...Might- Sussurrò.
L'uomo era a parecchi metri da lei e si avvicinava con un sorriso sulle labbra.
-Ti stavo cercando...Sei scappata via subito e non ho fatto in tempo a ringraziarti- Disse, arrivando davanti a lei.
-Ringraziarmi? E per cosa-? Chiese stupita, guardandolo con ammirazione.
All Might sudò.
“Il mio tempo sta per finire...Non posso mostrare il mio aspetto a troppe persone”
-Ah, ecco, perché è bello vedere tanti giovani promettenti...Ciò mi motiva sempre di più a compiere il mio lavoro ah ah ah- Rise, portandosi una mano alla testa in modo teatrale.
-Capisco…- Sussurrò la ragazza, stringendo la katana a sé.
-Però ti voglio dire...Che hai talento, ragazza mia-
La giovane ridacchiò, mortificata.
-Non ho nessuna unicità- Mise subito le cose in chiaro.
“Cosa?”
-Cosa-!!
Sia la sua mente che le sue parole.
La giovane rimase ad osservare l'eroe.
-Capisco...Sai, ho incontrato un altro ragazzino come te...Senza poteri ma desideroso di combattere per la giustizia come eroe...Sarà dura, lo sai vero-?
“Anche questa ragazza…Pur essendo priva di unicità, si è gettata nel pericolo...Verso morte certa”
-Ragazza mia...I migliori eroi sono sempre motivati da affermazioni come “le mie gambe si sono mosse da sole”...Sei coraggiosa...E anche tu…-
Il vento soffiò, muovendo i capelli scuri di Eva.
-Puoi diventare un eroe-
“Può essere che...Questa ragazza...Potrebbe essere lei la persona giusta” Pensò All Might.
Il super eroe allargò il suo sorriso, soddisfatto.
L sole illuminò con i suoi ultimi raggi i due, avvolgendoli-
La bocca della giovane si aprì appena.

-Io, ucciderò la Strega Blu- Sorrise.
Ad All Might gelò il sangue nelle vene.
“Strega….Blu?”
-Cosa-? Sussurrò, mentre le sue aspettative crollavano.
-Ucciderò la Strega...Con le mie stesse mani- Disse la giovane, osservandosi la mano.
-Dopotutto...Sembro essere abbastanza preparata ad uccidere qualcuno- Sussurrò.
I suoi occhi erano vuoti...Incredibilmente inespressivi.
-Ragazza..Tu…-All Might non rimosse il sorriso...Ma era paralizzato.
“Mi sono sbagliato?...Non può essere...Questa giovane...”
-Ragazza mia…- La chiamò All Might, posizionando le sue grandi mani sulle sue piccole spalle.
-Tu puoi diventare un eroe...Un eroe, capito-? Disse l'uomo, scuotendola delicatamente.
-Certo...Un eroe- Sorrise la giovane, di nuovo in sé.
-Molto bene...Allora ti saluto, ho molte cose da fare e continua a fare il tifo per me- Disse, sparendo con un grande balzo.
-Certamente...Un eroe, che altro scusa-? Sorrise la ragazza, determinata.
…………………………………………………………………………………………………

All Might volava nel cielo grazie ai suoi enormi balzi.
“Shit...Non va bene, quella ragazza vacilla...Chi ha certi pensieri di vendetta...”
Cominciava a sentirsi debole, non aveva molto tempo.
“Non è lei...Non può essere lei la persona che cerco”
In un batter d'occhio atterrò sulla terra ferma, vedendo, in lontananza, il ragazzo dai verdi capelli.
Corse velocissimo verso di lui.
-Buonasera Ragazzo- Urlò, tagliandogli la strada con un enorme sorriso.
-A-All Might? Come hai fatto a seminare i paparazzi-? Chiese Izuku, contentissimo di vederlo.
-Per chi mi hai preso? È stato un gioco da ragazz…-Si trasformò nella sua forma originale, sputando sangue.
L'uomo si riprese.
-Ci ho pensato…-
Midoriya lo guardò.
-Ti ho fatto la predica, e poi non ho messo in pratica le mie parole…-
Ad izuku vennero gli occhi lucidi.
-Molti eroi sentono di doversi muovere...Molti dicono “le mie gambe si sono mosse da sole”-
“Anche se alcuni...Ancora vacillano tra l'eroismo e le emozioni personali”
Midoriya si strinse il petto, abbassando la testa.
-è la stessa cosa che è successa a te, vero-? Gli chiese All Might, comprensivo.
Izuku cominciò a piangere.
“Cosa mai potrebbe fare un pezzente come te”?
-Si…-Rispose il ragazzo in mezzo alle lacrime.

“Ti sbagli mamma...Quello che volevo sentire quella volta…
Le parole che volevo mi dicessi...”

“Mi dispiace Izuku...Mi dispiace”


 All Might guardò il ragazzo...Lo aveva trovato.
“La reazione di un vero eroe...”
-Tu...Puoi diventare un eroe-
Aveva detto, mentre una pioggia di petali di ciliegio cadeva sopra di loro.
Izuku si accasciò a terra, piangendo...Liberandosi di quel peso nel petto.

“I sogni possono diventare realtà…
Forse non lo sapete...Ma questa è la storia di come Midoriya Izuku sia diventato il più grande degli eroi”



-Angolo Autrice-
Rieccomi con un altro capitolo :D
Avviso che da martedì darò al mare per un po' di meritato riposo XD quindi pubblicherò un altro capitolo domani se riesco e poi sarò in pausa fino a domenica.
Ovviamente concluderò questa storia...Le idee continuano ad affollarmi la testa quindi non smetterò di scrivere tanto facilmente XD.
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono, adoro sapere la vostra opinione :D
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- Allenamento ***


-Tu sei idoneo...Ragazzo-
-Eh…-?
-Intendo a ricevere il mio potere- Sputò sangue All Might, indicando il ragazzo con foga.
-…..Eh-?
…………………………………………………………………………………………………

-Mancano dieci mesi all'esame di ammissione della Yuei...Devo trovare un modo di allenarmi con la spada come di deve- Sussurrò Eva.
Come suo solito, dopo la scuola si portò i libri al parco per finire i compiti, mangiò qualcosa e si mise ad allenarsi con la spada nel fodero.
“I miei movimenti sono buoni...Ma non basta allenarsi a vuoto”
Il parco, oltre che essere molto spazioso era anche arieggiato e ricco di alberi con cui fare pratica.
Stava prendendo la spada quando un rumore la fece voltare.
Era un latrato.
-Ma che…-La ragazza subito indietreggiò a quella vista.
Era un lupo…
-Un lupo? Che sia scappato dalla riserva-? Si chiese, accarezzando la spada.
L'animale ringhiò, abbassando le orecchie.
Fece per sciogliere il nodo della katana...Era spaventata, doveva ammetterlo.
“Devo muovermi lentamente...Se si scaglia addosso a me alla massima velocità non riuscirei a fermarlo…”
Il grosso cane cominciò ad avvicinarsi.
“Non va bene, non va bene..”
Il lupo ringhiò ancora, ululando.
“Aspetta...”
Gli occhi tremanti della ragazza si posarono sulla riserva alle spalle del lupo.
Le sue pupille si rimpicciolirono, si portò un unghia alle labbra, pensierosa.
Era diversa...Quando pensava seriamente.
-Ci sono…-
Afferrò più saldamente la spada, osservando il pelo del lupo rizzarsi per il movimento improvviso.
L'animale caricò, correndo velocemente verso di lei.
La giovane aveva richiuso la katana nel fodero, poi piantò la punta violentemente nel terreno, balzando in aria grazie alla forza delle gambe.
Il lupo la osservò, ringhiandole dal basso.
Eva Atterrò sulla schiena dell'animale, stringendo le gambe contro al corpo della bestia e  fece passare la katana sotto alla gola ricca di pelo del lupo.
L'animale si agitò inizialmente, poi si buttò a terra di schiena, facendo cadere la giovane.
Eva si alzò subito con un colpo di reni, poi gettò un occhio alla belva per vedere dove fosse finita.
Le girava intorno, con il capo chino.
-Coraggio...fatti sotto- Sussurrò Eva, piena di tagli su braccia, gambe e viso.
I vestiti stracciati e sporchi...Ma gli occhi...I suoi occhi era calcolatori.
Era una cosa che le avevano sempre fatto notare da bambina, durante la scuola.
Pensava sempre lucidamente quando si concentrava...Risolveva sempre i problemi più difficili.
Il lupo attaccò di nuovo.
La ragazza si abbassò e con un calcio lanciò la terra in faccia al lupo che, infastidito si bloccò.
Con una zampa cercava di togliersi la terra dagli occhi, e questo diede il tempo necessario a Toousaka per pensare ancora.
Il cervello funzionava benissimo.
Quando il lupo riprese la vista, la ragazza era in piedi vicino all'alberi di nespolo sotto il quale aveva mangiato.
L'animale corse subito verso di lei, irritato.
-Questo fodero è di un legno speciale…-sussurrò, avvicinando katana al tronco dell'albero.
L'animale balzò, aprendo le fauci.
La strega sfregò con forza il fodero contro la corteccia, creando così una forte fiammata sull'arma.
La copertura infiammata durò quanto bastasse per colpire il lupo una volta dritto in muso e allontanarlo.
Il fuoco si spense e l'animale cominciò a guaire, con il muso ustionato.
Eva osservò la sua arma con il fiatone...Fumava, ma non bruciava più.
“Lo sapevo...Una fiammata momentanea ma efficace...Proprio come mi hai spiegato, Lia”
Il lupo si mise seduto, leccandosi la zampa e portandola al muso.
Eva vide le condizione della bestia e, lentamente di avviò verso lo zaino per prendere la borraccia dell'acqua.
Riempì la piccola ciotola che aveva usato per portare il pranzo le avvicinò l'animale.
Non poteva più aver intenzioni bellicose...Inoltre osservandolo da vicino, potè constatare che fosse un esemplare giovane.
L'animale annusò l'aria ed Eva tirò un sospiro di sollievo: non era ustionato, era solo il pelo ad essersi bruciato.
-Non l'ho preso in pieno, grazie al cielo- Sussurrò, chiamando l'animale.
Il bestione si avvicinò piano, abbassando le orecchie, ma fidandosi di lei.
-Coraggio, non ti farò niente- Sorrise, con il viso pieno di graffi a causa della caduta e della fiammata.
Il lupo finalmente raggiunse la ciotola, cominciando a bere.
La strega rimase ad osservarlo bere e sciacquarsi il muso, visibilmente più rilassato.
La giovane prese dallo zaino un panino alla yakisoba, porgendola al muso del lupo.
-Se avevi fame, posso rimediare per il fatto di non essermi fatta mangiare- Sorrise, lasciando il panino accanto all'acqua.
Venne mangiato con gusto dal lupo, che subito chiese qualcos'altro.
-Ancora? Vediamo…- frugò nello zaino e tirò fuori una confezione di salumi.
-Avevo intenzione di farmi un panino...Ma ne hai molto più bisogno di me- Sorrise, aprendola e mettendola sul prato.
Venne spazzolata via dal lupo in pochi secondi.
Osservò l'animale tornare nella riserva, attraversando il piccolo ruscello e tornando nella buca che aveva usato per passare il confine.
-Si è fatto tardi...Però…-
Osservò il fodero della spada, ancora caldo.
-Dieci mesi...In una riserva che vanta trenta kilometri di spazio…- Sussurrò.
Prese il suo zaino e tornò a casa, speranzosa.

…………………………………………………………………………………………………

-Hey hey hey…- Questo frigorifero è davvero comodo- Disse All Mihgt, seduto sull'elettrodomestico.
Izuku, dal canto suo, cercava di trascinarselo dietro con solo l'aiuto di una corda.
Cadde a terra senza spostare l'oggetto di un centimetro.
-Certo che se si fosse mosso, sarebbe stato ancora più comodo- lo prese in giro, osservando il mare alla sua destra.
-Però, All Might, sono duecentosettantaquattra chili- Piagnucolò Midoriya.
-Ma va, guarda che sono dimagrito, ora sono solo duecentocinquantaquattro chili, in questa forma intendo- Sorrise.
Izuku sospirò, dando un'occhiata alla spiaggia intorno a lui.
-Comunque sia, perché devo ripulire questa spiaggia da rifiuti ed elettrodomestici-? Chiese, osservando quella spiaggia simile ad una discarica.
-Ah Ah Ah perché non vai bene per il mio potere- rise l'uomo, tirando fuori il cellulare e scattando varie foto al giovane ancora a terra.
-Cosa? È esattamente l'opposto di quello che mi hai detto- Pianse il ragazzo, accasciandosi a  terra disperato.
-Parlo del tuo corpo, il tuo corpo- rispose con tranquillità l'eroe.
-eh-?
-L'One for All è l'insieme della forza sovraumana di tutti i suoi predecessori...Se un corpo impreparato dovesse riceverlo, i suoi arti esploderebbero- Disse, serio.
-GLI ARTI-! Urlò Izuku spaventato.
Scosse la testa, massaggiandosi le braccia.
-Quindi per irrobustire il mio corpo devo portare via tutta questa spazzatura-? Chiese, confuso.
All Might lo fissò con un grande sorriso.
-YES! Ma non è tutto qui...Oggigiorno i supereroi pensano solo a mettersi in mostra, ma in passato noi facevamo volontariato- Disse, posando una mano sul frigorifero e schiacciandolo fino a farlo diventare una tavoletta piatta.
-Coraggio...Riportiamo il tramonto su questo posto- Sorrise, osservando il ragazzo.
-Si signore- Disse Izuku determinato.
All Might gli allungò un foglio.
-Questo è l'American Plan costruito in base al tuo fisico-
Il giovane controllò la carta.
-Wow, ci sono anche le mie ore di sonno- Disse, leggermente preoccupato.
All Might si chinò per sussurrargli all'orecchio.
-Detto fra noi, è un programma super Hard...Credi di farcela-? Chiese.
Midoriya sorrise, impaziente.
-Bhè, ormai è ovvio che devo darmi da fare più degli altri-
E così, iniziarono i dieci mesi di inferno anche per il giovane dai capelli verdi.


Evangeline aveva il fiatone, e sanguinava dalla fronte.
-Cavolo...Forse vi ho sottovalutato un po'- Sussurrò, pulendosi il sudore e il sangue dalla fronte.
Tre lupi la fissavano, ringhiando e latrando.
“Non possiedo un'unicità...Però so valutare le situazioni...Posso vincere...” Pensò.
I grossi cani cominciarono ad avvicinarsi a lei, ringhiando.
La ragazza sfoderò la spada, posizionandola in modo che il sole riflettesse contro l'occhio di uno dei lupi.
La bestia impazzì e urtò gli alti due lupi, facendogli perdere la concentrazione.
La giovane rinfoderò l'arma e corse verso il lupo più esposto.
Lo attaccò con la spada rinfoderata, colpendolo al fianco.
Il guaito richiamò l'altro lupo, pronto a balzare.
-Come per gli umani…- Urlò, schivando con una delle tecniche si sua sorella l'attacco dell'animale.
-Anche a voi questa presa fa effetto- Disse, rialzandosi subito dopo e afferrando il lupo per le scapole.
L'animale cominciò a ringhiare e a muoversi istericamente.
“scapola, trapezio...Trovato”
Spinse le dita in modo violento nel nervo nell'animale, che subito cadde paralizzato.
Si voltò subito, passando all'animale dolorante al fianco.
La ragazza puntò la katana a terra, balzando come la scorsa volta.
Mentre lo faceva, caricò un calcio contro al mento del lupo.
-Colpendo il mento con un colpo violento, non sarai in grado di muoverti come vorresti- Sussurrò, riatterrando e pulendosi il sangue da una guancia.
In quei pochi secondi, l'ultimo lupo si era ripreso dalla luce.
Era il più anziano, il più forte.
-Forza...Ho un esame che in confronto, voi, siete solo un passatempo- Sussurrò, esausta.
L'animale ringhiò ferocemente, iniziando a correre.
-Bene- La giovane fece ruotare la katana e si mise vicino ad un sasso.
“Cercherò di non colpire il lupo...Ma la fiamma deve essere più forte”
Non appena la bestia fu abbastanza vicina, la ragazza sfregò violentemente il fodero sulla roccia, creando una fiammata enorme sulla copertura.
Lanciò un paio di fendenti, allontanando la bestia.
-Capisco...Quindi devo sfregarla in diagonale- Sorrise.
All'improvviso il lupo mise la coda tra le gambe e scappò via.
La ragazza ne approfittò per riprendere fiato e allontanarsi di un po' dai due lupi storditi.
-Che strano…-
Ormai l'odore dei lupi l'ho capito...Ma questo…-
Un ruggito molto più forte fece spaventare la giovane.
-Ah..Ecco…-
Un orso bruno la stava fissando, con i suoi piccoli occhi scuri.
La ragazza respirò profondamente, poi prese la katana e si mise in posizione.
-Forza, vediamo...Che sai fare-? Sorrise, posizionando la spada davanti a lei.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Test ***


E così...Lo stesso giorno dell'esame, dieci mesi dopo.

Un urlo si espande per l'intera costa.
All Might scese dalla macchina e si avviò verso il mare udendo quell'urlo.
I suoi occhi azzurri tremarono appena a quella visione.
Midorya aveva ammucchiato tutti i rifiuti della spiaggia, e ora stava gridando…
-Non ci credo…-Sussurrò l'uomo, osservando la spiaggia completamente pulita.
Il vento smosse i capelli biondi di All Might.
-Ha finito appena in tempo...E ha fatto anche di più- Osservando la costa completamente ripulita...Con il sole che finalmente splendeva.
-Oh my….Oh my….-
La sua forma muscolosa prese il sopravvento.
-GODNESS-! Urlò.
La stanchezza fece cadere il ragazzo dalla pila di rifiuti, che venne prontamente preso da All Might.
Lo tenne in braccio, sorridendogli e vedendo i segni della fatica sul suo viso.
-Ottimo lavoro- Gli disse.
Izuku gli sorrise, con gli occhi socchiusi.
-All Might...Ce l'ho fatta...Ci sono riuscito- Sussurrò.
-Puoi dirlo forte...Sei un o spettacolo. Ah, che cosa bella la gioventù- Sorrise l'uomo, mettendolo a terra.
-Ecco, guarda- Gli mise il cellulare con le vecchie foto sotto al naso.
-Quello…-
-Sei tu dieci mesi fa...Hai fatto davvero un buon lavoro- Sorrise l'eroe, osservando quanto il corpo del ragazzo fosse molto più scolpito e in forma grazie a tutti quegli esercizi.
-Mi sento come se ti avessi imbrogliato...Ricevere questo dono da te, mi sento fin troppo onorato…-Sussurrò il giovane, piangendo.
“Ma di che parli? È tutto merito tuo”
-Ah, Ah, Ah...Però devi smetterla di essere così piagnucolone- Gli diede una pacca sulla spalla.
All Might si staccò un capello.
-Sei pronto a ricevere questo potere...Ma tieni a mente una cosa- Disse.
Izuku divenne serio.
-Un potere che hai ottenuto per pura fortuna e uno ottenuto per aver lavorato duramente sono due cose completamente diverse- Disse l'uomo.
-Si- Rispose il ragazzo.
“Il potere...Di All Might”
-Mangia…-Sussurrò All Might, mettendogli il capello dorato davanti al viso.
-….Prego-?
-Bhè, devi assumere il mio DNA, quindi qualunque modo va bene...Coraggio o faremo tardi...Mangialo, su, su , su-!

…………………………………………………………………………………………………

La scuola era enorme...Era un palazzo gigantesco.
-Questa...è la Yuei…-Izuku si strinse le bratelle dello zaino.
-Ohi Deku…-! Sentì una voce roca.
Il verdino subito sobbalzò.
Katsuki stava avanzando e aveva uno sguardo furioso; o meglio, il suo solito sguardo.
Aveva una sciarpa intorno al collo e la solita divisa nera.
-Levati dalla mia strada o ti faccio fuori- gli aveva sputato.
-Ah, K-Kacchan, facciamo del nostro meglio- Aveva gesticolato il ragazzo, vendendo bellamente superato ed ignorato.
Lanciò un sospiro di sollievo nell'averla passata liscia come l'olio.
Sentì altri passi dietro di lui.
La riconobbe.
-E...Eva...san- Sorrise felice, ma subito il sorriso scomparve.
Era sempre stato occupato con gli allenamenti di All Might e in classe era troppo occupato a riposarsi per notarla...Ma solo ora si rendeva conto di quanto la ragazza fosse cambiata.
-Midoriya-kun- Sussurrò lei.
I lunghi capelli corvini non c'erano più...Adesso le arrivavano alle spalle.
 Il viso pieno di piccole cicatrici e una lunga sul collo, arrivandole fino alla scollatura della maglietta.
Aveva uno sguardo più spento del solito.
Al suo fianco, la katana rinfoderata con la copertura tutta sfregiata e rovinata.
Le mani erano fasciate, ma si potevano intravedere anche li delle cicatrici chiare.
Indossava uno strano cappotto nero, sembrava fatto di uno strano materiale...Molto simile al fodero della spada.
La gonna nera e le lunghe calze del medesimo colore mostravano anche le gambe piene di ematomi e cicatrici.
Sui polsi vi erano delle vecchie ferite enormi...Come se fosse stata morsa.
-Eva-san...Ne è passato di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato- Sussurrò, sorridendo malinconico.
La giovane annuì.
Le mani erano ferme ai lati del suo corpo.
-Allora…- Iniziò lei, avanzando verso di lui.
Gli posò un leggero pugno sulla spalla, spingendolo appena.
Il ragazzo riuscì a vedere le braccia muscolose della ragazza...Insomma, quanto bastasse per combattere.
-Facciamo del nostro meglio…-Sorrise.
Izuku rimase a bocca aperta, osservandola da dietro avanzare verso l'entrata.
-Eva-san…-
“I suoi capelli...Il suo viso…”
Scosse la testa.
-Anche io non posso essere da meno...Il primo passo per diventare un eroe...Inizia ora- disse, inciampando e volando in aria.
“Il primo passo...” Pensò, mentre osservava il pavimento avvicinarsi sempre di più.
Qualcosa lo trattenne...Come se si fosse fermato da solo.
Si ritrovò di nuovo in piedi, notando alla sua destra la figura di una ragazza più bassa di lui.
-Cadere è un cattivo auspicio non trovi-? Chiese sorridente, giungendo le mani.
Il ragazzo arrossì appena.
Era carina: Aveva una pettinatura strana, ma le risaltava il faccino rotondo.
Aveva delle guance paffutelle e rosee, un dolce sorriso.
-Scusa per averla usata...La mia unicità...Facciamo del nostro meglio- Sorrise, avanzando e salutandolo con la mano.
Il ragazzo rimase allibito.
-Ho…-
-Ho parlato con una nuova ragazza-!
…………………………………………………………………………………………………
Il famoso eroe Present Mic spiegò ai candidati come funzionasse l'esame.
Erano tutti riuniti in un'aula buia ad ascoltare la spiegazione.
-Come on Guys...Voglio sentire un “Oh YEEEAAH” Put your hands up-!! Gridò l'eroe, ottenendo solo un mucchio di occhi scettici.
Evangeline era seduta in silenzio ed osservava con occhi scrutatori tutti.
Molti candidati la riconobbero...Cominciarono a volare bisbigli dentro alla sala.
-Strega Blu-
-La figlia della Strega Blu-
Oramai la sua fama stava diffondendosi.
La giovane abbassò la testa, stringendo la katana al suo fianco.
“Se dovessi mai entrare alla Yuei...il mio background potrebbe diventare una questione nazionale”
Le regole erano semplici...Abbattere tutti i nemici robotici e accumulare il maggior numero di punti possibili. Era anche possibile incontrare un nemico molto più potente e forte degli altri...Ma non si ottenevano punti dalla sconfitta di quest'ultimo.
Era dura...Sarebbe stata dura per qualcuno privo di unicità come lei.
Aprì piano i suoi occhi scuri...Accogliendo la sfida a braccia aperte.
…………………………………………………………………………………………………

Si ritrovarono tutti all'aperto, davanti ad un enorme cancello di metallo ad aspettare il via.
Sarebbero stati all'interno di una città simulata, senza nessuno in giro a parte i nemici.
Eva si osservò la mano.
“è la figlia della strega”
“Sarà meglio starle alla larga”
“Oppure togliersela dai piedi”
“Che diavolo ci fa la figlia della Strega Blu alla Yuei? Non crederà davvero di avere qualche speranza?”
Strinse il pugno fissando il cielo.
-Che l'esame di ammissione…-
“Ce la farò...”
-ABBIA INIZIO-!
“Diventerò un eroe”
Le porte si spalancarono e tutti i concorrenti uscirono correndo, euforici.
Tutti tranne Evangeline...Che rimase ad osservare le spalle di tutti correre via.
La sua mano tremava, ma con una stretta decisa la bloccò.
Cominciò a camminare, entrando a sua volta nella città fantasma.
…………………………………………………………………………………………………

Il giovane Katsuki faceva esplodere i robot ad una velocità sorprendente: distrutto uno, sputava insulti a tutti quelli sulla sua strada e passava al successivo.
Tutti sembravano aver trovato la strategia giusta per abbattere i bersagli senza farsi colpire.
La giovane sttava camminando per la città deserta.
-Solo dieci minuti…- Sussurrò, prendendo la katana in mano.
Un rumore meccanico la fece bloccare.
Zampe metalliche, luci luminose e placche di latta.
Era un bersaglio.
A grande velocità la macchina si mise a correre verso la ragazza che, prontamente, scappò via, facendosi inseguire.
I capelli le sfioravano il collo, solleticandolo.
Arrivò nella piazza centrale, dove altri due robot si voltarono, grazie ai loro sensori.
La giovane, con la coda dell'occhio, vide gli altri robottoni correrle subito incontro.
Aumentò la velocità, non prestando attenzione al numero di nemici dietro di lei.
Si girò appena, osservandoli.
Eccoli di nuovo...Quegli occhi calcolatori capaci di analizzare qualsiasi soluzione e fare la scelta giusta.
Li osservò bene, da cima a fondo...Poi lo vide.
“Bene”
Riprese a correre.
“Sono controllati...Ho visto un rilevatore di movimento su di loro”
Corse verso un palazzo, entrandoci.
“I loro movimenti sono autonomi, ma rispondono tutti ad un'unica fonte di controllo”
I robottoni si bloccarono davanti al palazzo e uno di loro caricò un colpo.
“NO”
La katana infiammata volò dal balcone del primo piano, conficcandosi nel motore aperto del bersaglio, facendolo andare in corto.
La ragazza aveva il fiatone ed osservava il nemico immobile e ricoperto di scintille.
“Lo sapevo...Il loro motore è come il punto debole dopotutto”
Salì ancora più su, al terzo piano.
Uno dei robot era più alto degli altri, arrivando quasi al secondo piano.
Il mostro di metallo caricò un colpo a fuco, puntando il palazzo dove la giovane si era riparata.
In quel momento la strega saltò giù dal terzo piano, atterrando sul robot, facendosi tre metri di salto nel vuoto.
Il nemico annullò il colpo, avvertendo grazie ai sensori di contatto la giovane sopra di sé.
Mentre il robot ruotava le canne per mirare la ragazza sul suo dorso, il rimanente mostro meccanico scaricò una raffica di proiettili al bersaglio meccanico, avvertendo il calore del sensore termico.
Eva si riparò con le piccoli ali di metallo di cui era dotato il robot, sopportando il forte rumore e gli sbalzi provocati dai colpi.
Si graffiò, perdendo sangue.
Finalmente un colpo colpì il motore scoperto, rendendo anche quel mostro fuori uso.
La ragazza si coprì dalle mille scintille, aspettando che il robot cadesse sull'asfalto per scendere ad una distanza sicura.
Staccò dall'ammasso di metallo il rilevatore di posizione e lo mise in tasca.
Perdeva sangue dai vari tagli delle braccia...si tenne il braccio destro ed osservò il rimanente robot.
Aveva il respiro affannoso e, con fatica, si chinò per raccogliere la katana ancora fumante.
-Solo tu, bestione…- Sorrise, stanca.
Il tempo stava scadendo...Doveva sbrigarsi.
Riprese a correre, facendosi seguire dal mostro.
Guardò il rilevatore.
“Perfetto...è vicino”
Arrivò fino al limite della città finta, circondata da mura.
Posò una mano sul muro caldo dal sole.
-è qui…-
Il robot caricò un colpo, ancora dietro di lei.
Vide il nemico di metallo mirarla.
La ragazza si piegò, posandosi le mani sulle ginocchia.
-Coraggio…-
Uno sparo...La giovane vide il rosso del proiettile e avvertì un forte odore di polvere da sparo.
Saltò di poco, all'ultimo momento.
Lo sparo colpì il muro, perforandolo ed aprendo un buco.
-Ma che diavolo? Che è successo-?
-Un'esplosione? Qui-?
-Cosa-?

Il buco aveva preso lo studio di controllo della sessione d'esame.
L'intera base di controllo...Era ora alla luce del sole.
La giovane era stata presa alla gamba..Sanguinava e sembrava una ferita molto dolorosa.
Zoppicò dentro...Sotto lo sguardo di tutti.
All Might la fissò, assumendo subito la forma muscolosa.
-G-giovane Evangeline…-Sussurrò, osservandola avanzare con fatica.
La ragazza perdeva sangue e camminava barcollando, in mezzo alla polvere.
All'interno vi erano tutti i docenti e i Pro Hero della Yuei, chiamati ad assistere all'esame per la votazione finale degli studenti.
L'addetto all'attivazione dei robto la fissò avanzare verso di lui.
Posò una mano sul bancone, sporcandolo di sangue.
Il respiro era pesante, la stanchezza insopportabile.
-Io…- Tutti la osservarono...Non potevano intervenire.
Non vi era nessuna regola in merito.
-Non sono speciale…-
Sollevò la mano, fasciata e sporca di sangue.
-Però questo…- Sussurrò, osservando il pulsante di disattivazione dei Robot.
-è tutto quello che posso fare…- Disse con decisione, premendo il pulsante rosso con una manata.
Tutti i robot illuminarono la loro luce superiore di un giallo lampeggiante, poi si spensero.
Caddero per terra, si fermarono qualunque cosa stessero facendo.
Il silenzio cadde nella sala..Tutti rimasero allibiti.
Eva si tenne il braccio destro, sanguinante, poi lanciò il rilevatore sporco di liquido scarlatto ad uno degli eroi che, prontamente, lo afferrò al volo.
-Non dovevate esporlo così tanto…-Sussurrò, stanca e con due pesanti occhiaie sotto gli occhi.
Aveva perso molto sangue.

In quel momento….Midoriya stava precipitando dal cielo con un braccio e due gambe rotti.
-Devo sferrare il colpo al momento giusto...Altrimenti morirò-  sussurrò, caricando il colpo sinistro….L'unico rimasto.
A pochi istanti dal terreno...La ragazza gentile Uraraka lo salvò, facendolo fluttuare.
Una volta a terra, si sollevò con il busto, preoccupato.
-Devo fare almeno un punto...Altrimenti…-

-TEMPO SCADUTO- Una voce all'altoparlante fece interrompere ogni mossa dei candidati, che si guardarono intorno.
Midoriya rimase allibito…
-scaduto…-?

…………………………………………………………………………………………………
La ragazza si svegliò in un letto di infermeria.
Aprì gli occhi a fatica...Sentendo la testa rimbombare.
Si osservò le braccia e la gamba completamente fasciate.
Alcuni cerotti in viso e una stanchezza fuori dal comune.
Si allarmò improvvisamente, calmandosi subito dopo aver visto la sua katana appoggiata sulla sedia vicina al letto.
-Grazie al cielo…- Sussurrò.
-Ohia, Ohia...Ti sei svegliata, io sono RecoveryGirl, molto piacere-Chiese una voce acuta.
La ragazza di voltò, trovandosi una simpatica vecchietta con un due simpatici occhiali azzurri in stile mascherina.
Completamente vestita di bianco...Doveva essere l'infermiera.
-Si, la ringrazio infinitamente, piacere mio- Abbassò il capo la ragazza educatamente.
-Oh Oh Oh, non devi ringraziarmi...è il mio lavoro...Comunque sia, le mie più sincere congratulazioni- Sorrise, cordiale.
-Eh? Congratulazioni-? Chiese la giovane.
-Credo di aver parlato troppo...Ancora complimenti per aver affrontato l'esame, per favore ora pensa a riposare e a ristorarti come si deve- Disse, osservando la ragazzina.
-L-La ringrazio- Rispose Eva, confusa.
Dopo qualche ora, Recovey permise alla giovane di tornare a casa.
Dopo un inchino, la giovane si avviò verso l'uscita.
Riconobbe una figura in lontananza...Era forse...Present Mic, l'eroe?
-Ah eccola, eccola- Urlò, raggiungendola e mettendole una mano sulla spalla.
-Sono tutti andati a casa sai? Congratulazioni per aver affrontato l'esame, ti faremo sapere tramite lettera il tuo risultato- Disse, accompagnandola fuori.
-Oh, guarda se non è la giovane Evangeline- Disse la voce di un uomo.
All Might la stava aspettando fuori dalla Yuei, al cancello principale.
-Salve a lei- Si inchinò la ragazza, rispettosa.
-Sono felice di vedere che sei tutta intera, ragazza mia- Disse, posandole una mano sulla spalla.
-Si...Grazie mille- Sorrise la giovane.
-Comunque sia...Giovane Evangeline…- sussurrò-
La ragazza sentì la presa sulla sua spalla farsi leggermente più intensa.
-Te la sei vista brutta eh? Proprio come il giovane Midoriya- Sussurrò.
Eva abbassò la testa.
-Questo...Non è un ambiente per gente senza unicità…-Disse ancora.
-Però siete stati davvero grandi- Sorrise poi, mettendole una grossa mano sulla, a confronto, piccola testolina bruna.
-La ringrazio…- Sussurrò.
Si avviò verso casa, salutando da lontano All Might.
Era ormai buio...La giornata alla Yuei l'aveva stremata.
Tornando verso il parco per arrivare a casa sua, vide una sagoma sotto la luce del lampione che precedeva l'entrata al parco.
-Katsuki Bakugo- Sussurrò, fermandosi.
La sciarpa che aveva al collo volava con la brezza notturna.
Il ragazzo la fissò con il suo solito sguardo truce.
-Non montarti la testa solo perché hai affrontato l'esame...I risultati ti faranno aprire gli occhi- Le disse, caricandosi la borsa meglio in spalla.
-Si…-sussurrò lei, ricominciando a camminare e superandolo.
Ormai...Non si poteva tornare indietro.







-Angolo autrice-
Sono tornata carica come non mai :D
Ringrazio tutti coloro che leggono e che trovano il tempo di lasciare una recensione.
Alla prossima e grazie ancora!
-Shinigami di fiori-

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- La cosa giusta ***


-è stato davvero incredibile…-
-Davvero volete dargliela buona-?
-è davvero inaccettabile-
-Anche disattivare i robot è un modo per sconfiggerli..Non vi era una regola precisa su questo-
-Inoltre...ha anche limitato i danno degli edifici al minimo-
-Non c'è che dire, tutto rispecchia nel pieno le regole-
Un eroe sbattè la mano sulla scrivania.
-Si ma non aveva assolutamente lo stile di combattimento di un eroe no-?
In fondo all'aula buia...Un uomo dai lunghi capelli neri e dall'aria trasandata ascoltava le conversazioni.

-Vogliamo parlare dell'unità di fuga? Avevo visto qualcuno così pazzo da lottarci contro, ma non lo avevo mai visto finire in pezzi-
-I candidati di quest'anno ce la stanno mettendo tutta, eh-?

…………………………………………………………………………………………………

La giovane strega si abbassò a raccogliere la posta, notando una lettera con i bordi rossi.
“è da parte della Yuei”
L'aprì con il tremore nelle mani…
Stese bene il foglio e socchiuse gli occhi, leggendo le piccole lettere.
Dopo qualche secondo chiuse gli occhi.
Un sospiro.
-...Sono passata- sussurrò.
Sorrise leggermente, scuotendo le spalle.
-Sono passata...Lia…-

…………………………………………………………………………………………………

-Sarebbe davvero stupido non promuovere chi ha fatto la cosa giusta-
-Quel ragazzo mi ha salvata- Urlò Uraraka, ricordandosi di come Izuku l'avesse salvata dall'unità di fuga all'esame di ammissione.
Midoriya osservò la televisione, stupefatto.
-Non contiamo solo i punteggi dei nemici...Signori e Signore ecco a voi...I punti di salvataggio-
Il ragazzo dai capelli verdi iniziò a piangere, felice.
-Che assurdità- sorrise, con le lacrime agli occhi.
-Vieni, giovane Midoriya...questa è la tua Hero Academia- All Might gli tese una mano, anche se dall'altra parte dello schermo.
-Si- Urlò Izuku, osservando determinato lo schermo.
…………………………………………………………………………………………………

La ragazza entrò in classe, ancora coperta di fasciature.
Tutti la osservarono: chi spaventato, chi disgustato.
Eva fece un leggero inchino...Aveva capito che se voleva diventare un eroe, non doveva assolutamente passare dalla parte del torto.
-Piacere di conoscervi...Il mio nome è Evangeline Toousaka- Disse, prima di dirigersi verso il suo banco.
Si sentiva un sacco di occhi addosso e cercò di non farci caso.
Fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi.
Vide Midoriya entrare in classe.
-E...va-san- Sorrise felice.
La ragazza fece un cenno con il capo...Avrebbe finito per coinvolgere anche lui, se lo sentiva.
Izuku la osservò...Era felice che fosse passata.
“Io ho ricevuto il potere da All Might...Ma lei...Ha fatto tutto da sola?” Si chiese, osservandola.
-Hei tu…- disse una voce autoritaria.
-Ah, sisi, ti ho sentito prima- Mise le mani avanti Modoryia.
Era una ragazzo dai capelli scuri con gli occhiali.
-Ti eri accorto di come fosse strutturato l'esame? Io non me ne ero accorto per niente quindi, anche se fa male ammetterlo, mi hai battuto- Disse, sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso con movimenti frustrati.
“No...Non lo avevo notato”
-Ah, capelli spettinati...Sei tu-! Disse Uraraka, entrando in classe.
Midoriya divenne rosso come un pomodoro.
“è...è la ragazza gentile...Sta benissimo con la divisa scolastica” Pensò, mentre la ragazza gli ricordava quanto potente fosse stato il suo pugno contro il robot.
-Se dovete fare amicizia fatelo da un'altra parte- disse una voce assonnata.
La ragazzina si voltò piano, notando ai suoi piedi un sacco a pelo giallo...Con qualcuno intento a riposarvisi dentro.
-Questo è il corso per gli eroi- Disse con voce stanca un uomo all'interno del sacco a pelo, da cui uscivano i folti capelli neri.
-E questo chi è-? Si chiesero i presenti, con facce sconvolte.
“Un professore…?” Si chiese Izuku.
“Quindi un Pro Hero? Ma ha un aspetto così trasandato...Non sembra”
-Io sono Aizawa Shouta, il vostro responsabile...Piacere- Si trascinò dietro le parole.
“Un professionista”! Tutta la classe sembrò in fermento.
Dal suo sacco a pelo il professore tirò fuori una divisa blu con dei disegni rossi e bianchi.
-Forza, mettetevi queste...Si va all'esterno- Disse, assonnato.

-Un test dimostrativo delle unicità-? Chiesero in coro gli studenti.
-Li avrete fatti alle medie no? Dei test in cui è vietato usare le vostre unicità…-
“Non va bene...” Eva alzò gli occhi al cielo, cercando di calmarsi.
-Aspetti… che ne sarà della cerimonia-? Chiese Uraraka, dispiaciuta.
-Se siete eroi non potete perdere tempo in eventi frivoli...La Yuei è famosa per essere una scuola libera e, ovviamente, questo vale anche per noi professori- Spiegò alla ragazza.
-Bakugo, tu sei arrivato primo al lancio della palla da Soft ball alle medie giusto? Quanto avevi fatto-? Chiese il professore.
Tutti gli occhi si posarono sul ragazzo in questione.
-Sessantasette metri- Rispose.
-Bene, ora provaci usando la tua unicità-
Si spostarono in un campo apposito per il lancio della palla.
-Fin quando rimani nel cerchio va tutto bene, forza, scatenati pure- Disse, con le mani in tasca.
Il ragazzo si riscaldò una spalla.
-Bene, allora…- Sussurrò, lanciando il braccio all'indietro e spedendolo in avanti subito dopo, facendo esplodere le sue mani.
-Crepaaaaaaa- Urlò, mentre la palla volava lontana.
“Crepa”? Eva piegò la testa.
-Crepa-? Sussurrò Izuku, con gli occhi spalancati.
-Vediamo un po' qual'è il tuo limite- Disse il professore, osservando la palla cadere a terra.
Non appena toccò il terriccio, il palmare del professore squillò.
705.2
-Ecco, questo è un punteggio che possiamo prendere come base- Disse tranquillamente, mentre tutti gli studenti si allarmavano.
-Stiamo scherzando-? disse un ragazzo biondo, ridendo nervosamente.
-Pazzesco…-
-Fantastico-!
-Sembra divertente-! Disse una ragazza dai capelli rosa.
“Un punteggio del genere...” Eva divenne un tremore unico.
Si portò il pollice alle labbra, pensando.
“Cosa fare...cosa fare...” I suoi occhi stavano per rimpicciolirsi di nuovo quando il professore parlò, interrompendola.
-è naturale...Che tra voi, c'è chi dovrà darsi maggiormente da fare- Disse, senza nemmeno osservare la ragazza.
La giovane abbassò lo sguardo, stringendo le mani a pugno.
I test cominciarono.
Salto in lungo, scatto di velocità, lancio della palla da soft ball, corsa ad ostacoli...Era difficile arrivare agli stessi punteggi degli alunni con le unicità.
Era riuscita a battere alcuni ragazzi nello scatto, grazie alla sua velocità e qualche trucco ideato dalla mente.
Nella palla da soft ball era riuscita a far afferrare la palla da un uccello in volo, permettendole di fare molti metri di distanza.
Era visibilmente più stanca di tutti gli altri, ma non era una cosa che le importava.
Lei e Midoriya se la stavano davvero vedendo brutta.
Una sola cosa spingeva quei due a dare il massimo:
“L'ultimo in classifica verrà punito con l'espulsione”
Eva assottigliò lo sguardo.
Si tirò su con l'aiuto della katana.
“Mancano solo la corsa ad ostacoli e il salto in lungo”
Si posizionò, abbassandosi sulla linea di partenza.
Di fianco a lei, Bakugo.
-Partite- Disse Aizawa, sparando un colpo a salve e avviando il cronometro.
-SPARISCI STREGA- gridò, partendo come un razzo grazie alle sue esplosioni.
La ragazza cadde a terra a causa del bruciore.
-Che diavolo fa? È sleale-! Urlò un ragazzo dai capelli rossi, irritato.
La ragazza sorrise, balzando subito in piedi e ringraziando mentalmente il giovane per aver preso le sue difese.
-Cosa-? Il ragazzo biondo notò di avere una corda legata alla caviglia e un modesto peso alle spalle.
Eva aveva il braccio nero come la pece a causa della mossa del giovane, ma riusciva a stargli dietro grazie al pezzo di corda che li univa.
Saltava a meraviglia tutti gli ostacoli sfruttando la velocità di Katsuki, cosa che lo fece irritare non poco.
-LEVATI DI MEZZO-! Urlò, facendo esplodere la corda.
La giovane evitò di cadere e, con una salto alla cavallina per evitare il ragazzo, lo superò.
Aveva spinto con le gambe quel poco che bastava per raggiungerlo e poi, posando le mani sulle sue spalle, lo aveva bellamente “saltato”.
La giovane, con un ultimo scatto, arrivò al traguardo.
Aveva non solo tenuto testa a dei futuri eroi, ma aveva anche fatto un tempo niente male.
Katsuki le lanciò un'occhiata fulminante, che fu prontamente gestita con un abbassamento di sguardo.
-Tu e i tuoi trucchetti del cazzo- Le disse, avvicinandosi.
La strega si girò appena, stringendosi il braccio bruciato.
-Pensi che gli eroi utilizzino metodi così patetici, eh-? Le aveva urlato, preparando le sue esplosioni nelle mani.
-Io….-Eva stava per dire qualcosa.
-ZITTA, SOLO SENTIRE LA TUA VOCE MI FA INCAZZARE- Urlò, correndo verso di lei.
La giovane parò l'esplosione con il braccio sano, ormai inutilizzabile, poi con quello bruciato precedentemente strinse il braccio di Bakugo e, spingendo il fondo schiena contro il ventre del ragazzo, lo catapultò a terra con una efficace proiezione.
Il giovane era ancora più irritato ora che vedeva la giovane dal basso verso l'alto.
-TU STRONZA-! L'attacco di Katsuki venne fermato dal professore, che lo aveva avvolto con le sue bende.
-Che diavolo state combinando? La prova non è ancora finita- Disse pacatamente.
La ragazza lo osservò, poi strizzò gli occhi per il dolore delle due braccia, completamente nere.
-Toousaka, va in inferm….-
-No- Sussurrò.
Il professore la osservò, interrompendo il permesso d'uscita che stava scrivendo.
-Non lascerò questa prova a metà…-Sussurrò, trovando la forza di muovere le braccia e afferrare la katana, cercando di ignorare il dolore.
Scattò, afferrando la spada e dirigendosi verso la sabbia per il salto in lungo.
Piantò la punta rinfoderata prima della linea di partenza e si diede una grande spinta con le gambe, saltando per più di tre metri.
La katana si piegò leggermente, permettendole una maggiore spinta.
Atterrò sulla sabbia, piegandosi sule ginocchia.
-10 m e 34 cm- Sussurrò Aizawa.
Non era un record da eroe...Però era impressionante per un essere umano normale.
“Maledizione...Le gambe mi fanno male e il dolore alle braccia mi impedisce di pensare lucidamente” Sussurrò, colpendo forte la sabbia con un pugno, frustrata.
Il suo sguardo era ricolmo di odio...Si odiava per non essere riuscita a fare di più.
Intanto, anche Midoriya dava il suo massimo nella sua ultima prova...Il lancio della palla da soft ball.
Midoriya era già stato bloccato dal professore quando aveva provato a lanciare la palla con il One For All, ricevendo in cambio solo un “Non puoi essere un eroe con quel potere”
Il giovane, dunque, concentrò il potere solo nell'indice della mano, raggiungendo la distanza  di oltre settecento metri.
Il suo dito era in pessime condizioni, ma il professore rimase comunque sorpreso.
-Preofessore…Io posso ancora muovermi- Disse, ignorando il dolore al dito e sorridendo determinato al docente.
Aizawa sorrise.
-Questo ragazzino…-
“Midoriya-kun…” Eva lo osservò, sorridendo.
Subito dopo si strinse nelle spalle, dolorante.
-Ecco i risultati- Disse assonnato il professore.
Midoriya ed Eva osservarono il tabellone proiettato del professore.
Evangeline osservò Izuku spaventata.
“Sono ultimo...” Pensò il ragazzino, allibito.
La giovane era arrivata penultima solo grazie alle sue doti atletiche.
-Midoriya-kun…-Stava per posare la mano sulla spalla del giovane.
-Comunque l'espulsione era una balla- Disse il professore, come se nulla fosse.
Il silenzio calò tra gli studenti.
-Era un metodo efficace per spingervi a dare il massimo- Sorrise il professore, divertito.
Izuku sbiancò, gridando felice.
-Andiamo, era ovvio che mentisse- Disse una ragazza dai lunghi capelli raccolti in una coda, osservando la reazione esagerata del ragazzo.
-Voi due, andate in infermeria- disse Aizawa, osservando i due giovani.
-Toousaka…-
La ragazza si girò.
-Dovrai fare molto più di così d'ora in avanti, intesi-? Chiese, incamminandosi.
-Si, professore- Sussurrò la ragazza, inchinandosi.
-Le lezioni sono finite-

…………………………………………………………………………………………………
La ragazza stava camminando verso casa.
Le bende alle braccia erano fastidiose e incredibilmente strette.
Si fermò, ritenendo giusto fare una certa cosa.
Il sole era ormai calato...Ma lei continuò a camminare fino ad arrivare ad una certa casa.
Con un po' di timore suonò il campanello.
Una goccia d'acqua cadde sul suo naso, quindi sollevò lo sguardo e osservò il cielo scuro.
“Avrei dovuto prendere un ombrello”
-Katsuki, vai ad aprire- Urlò una voce, dalla cucina.
-Vacci tu vecchia, non vedi che sono impegnato a diventare il migliore eroe del mondo-?
Le grida arrivavano fino alla porta di ingresso.
-NON OSARE CHIAMARMI VECCHIA PICCOLO PUNK IDIOTA-!
I rumori delle padelle e dei piatti rotti rimbombavano dall'interno.
Eva rimase sull'attenti.
-Ah, che sorpresa- La porta si aprì e rivelò la sagoma di una bellissima donna dai corti capelli biondi e molto simili a quelli del figlio.
Aveva uno sguardo gentile e un non so che di materno.
-Ah, ecco...Buonasera signora, sono un'ami...Una compagna di classe di Katsuki Bakugo- Disse la giovane, inchinandosi.
-Ma guarda...KATSUKI! VIENI SUBITO QUI! UNA RAGAZZA ALLA PORTA DI CASA CHE DICE DI ESSERE UNA TUA COMPAGNA- Urlò, in modo violento.
-E CHE DIAVOLO VUOLE A QUEST'ORA? DILLE DI ANDARE AL DIAVOLO-! Aveva urlato in risposta.
-COME HAI DETTO? TI SPEZZO SUBITO LE GAMBE IDIOTA-! La donna si sollevò le maniche.
-N-No, la prego, non serve…Davvero- Sorrise ferita la giovane.
-Davvero, non so come gestire quel maleducato d'un figlio...Ti chiedo perdono da parte sua- Sorrise la donna, gentile.
Katsuki, dalla finestra, riconobbe perfettamente la giovane.
Scese giù per le scale e si appostò in modo da non farsi vedere ma da udire perfettamente.
-Prego, entra pure in casa...Ti preparo una tazza di tè- Sorrise la donna, tendendole una mano.
-N-No, non si disturbi…- Evangeline cercava di rifiutare nel modo più gentile possibile...Non sapeva come trattare con una mamma.
-Coraggio...Non ti preoccupare per Bakugo, quel cretino non può competere con me- Sorrise.
Katsuki si scrocchiò le nocche a quell'affermazione.
-No...No davvero...Sono solo passata per dire una cosa a Bakugo...Ma se lui non vuole ascoltarmi...Potrebbe farlo lei-? Chiese, rossa in viso.
-Oh cielo…-Sorrise la donna, con lo sguardo intenerito.
La prima cosa a cui pensò fu subito una dichiarazione, ma poi la giovane abbassò la testa.
-Mi dispiace...- Sussurrò, tenendo bassa la testa.
-Ma che stai...Alza la testa ragazza…- La donna cominciò a preoccuparsi.
-Mi dispiace per aver utilizzato degli sporchi trucchi per vincere...E sono venuta a dirti che molto probabilmente ne utilizzerò altri per andare avanti-
-Tu…- La donna la fissò triste.
-Perchè io non sono speciale...E sono la figlia della Strega Blu- Si sollevò, sorridendo appena.
-Qual'è il tuo nome-? Chiese poi, la donna.
-Evangeline…- Disse.
La donna abbracciò la ragazzina, che spalancò gli occhi sorpresa.
-Deve essere difficile…-sussurrò, accarezzando la testa della giovane.
-I...Io non….- La ragazza cominciò a piangere in silenzio, confusa.
-Va tutto bene...è a questo che servono le mamme- Sorrise, posando la testa su quella della strega.
Rimasero così...Abbracciate per minuti intensi.
-Non ti curar di loro…La cosa più importante è che tu non perda di vista il tuo obbiettivo- Sussurrò, tenendosi la ragazza stretta stretta.

Evangeline si inchinò.
-La ringrazio di tutto- Sorrise, molto più rilassata.
-Non fare complimenti...E passa da me ogni tanto- La donna arrossì, salutandola con la mano.
-Sei un imbecille...Un vero idiota- La donna sorrise, osservando il figlio, intento a guardare altrove.
-stà zitta- Ringhiò.
La ragazzina rimase in piedi davanti alla porta mentre veniva bagnata dalla pioggia.
-Il mio obbiettivo…-Si osservò il palmo della mano.
-La ucciderò...Costi quel costi- Sorrise, quasi in maniera maniacale…
-Perchè questa è la cosa giusta da fare...Vero, Lia-?






 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- Ricaduta ***


Quell'incontro le aveva scaldato il cuore...Non si ricordava l'affetto di una madre.
Stava camminando verso casa sua...Aveva ancora un po' di strada da fare.
“Oggi non sono riuscita ad allenarmi alla riserva...Domani dovrò raddoppiare”
Si fermò, sentendo la pioggia sui suoi capelli farsi leggermente più forte.
“Piove...”
Aprì le braccia, rivolgendo i palmi delle mani al cielo.
L'abbraccio della signora Katsuki le tornò alla mente, facendola sorridere.
La pioggia cominciò a cadere a dirotto, ma lei sembrava distratta dai suoi ricordi.
-H-Hei-! Una voce in mezzo al temporale sembrò risvegliarla.
-Tu sei…Evangeline, vero-? Le disse una voce.
La giovane si voltò verso quella figura sotto l'ombrello e assottigliò gli occhi per riconoscerla.
Vide dei capelli rossi sparati e due simpatici occhi del medesimo colore.
Aveva un grande sorriso sulla bocca che gli esaltava i denti appuntiti...Lo riconobbe subito; era un suo compagno di classe.
-Evangeline…-? Si chiese la giovane.
Kirishima in un primo momento pensò di aver sbagliato persona ma poi la riconobbe in tutto e per tutto.
-Il tuo nome, no-? Sorrise, piegando la testa confuso.
La giovane abbassò la testa e sorrise lievemente.
-Scusa...Nessuno mi chiama più così ormai- Sussurrò.
“Strega blu”
“è la figlia della Strega blu”
“Strega”
Il ragazzo divenne serio.
-Kirishima-san...Vero-? Chiese, un po' incerta.
-Ah, esattamente- Sorrise lui.
Subito il giovane corse verso di lei, sorprendendola.
-Ti prenderai un bel raffreddore se rimani sotto quest'acqua- Disse, coprendo entrambi con l'ombrello.
-N-Non preoccuparti, sono abbastanza resistente sai-? Disse la giovane, gesticolando mortificata.
-Eeh? Ma sei comunque una ragazza no-? Le sorrise, arrossendo leggermente sulle gote.
Eva spalancò gli occhi...Si sentiva leggera….Felice?
Annuì, sorridendo leggermente e accostandosi al ragazzo.
Il giovane sorrise, sospirando rilassato...Forse era convinto che parlarle sarebbe stato più complicato.
Percorsero la strada in silenzio, ma sereni.
-Che….- Fu lei a smorzare il silenzio.
-Hm-?
La giovane arrossì, gesticolando.
-No...intendo….Sembro…Una strega-? Sussurrò, abbassando lo sguardo.
Kirishima la osservò, diventando serio all'improvviso.
-A dire la verità…- Kirishima sussurrò.
La giovane chiuse gli occhi, ansiosa.
-Per niente- Sorrise, mostrando i bianchi denti e le gote arrossate.
Eva sorrise lievemente.
-Meno male, eh-? Si grattò la nuca, imbarazzata.
Arrivò davanti alla sua piccola ma accogliente casa.
-Ti ringrazio tanto per avermi accompagnata- Sorrise, ancora fradicia.
-Ma no figurati, è stato un piacere- Sorrise, imbarazzato.
-Allora, a domani- Disse la giovane, facendo un lieve inchino e avviandosi verso la porta d'ingresso.
-Ah, Eva-chan- Sorrise.
“-Chan?” Eva arrossì appena.
-Non arrabbiarti con Bakugo...è una persona arrogante, è vero...Ma non giudicarlo solo per questo- Sorrise, un po' mortificato.
-Io...Non lo giudico- Sorrise.
-N-Non sei arrabbiata-? Chiese, incredulo.
-No...Io lo ammiro tanto, davvero- Sorrise, piegando leggermente la testa.
Gli occhi di Kirishima si rilassarono.
-Meno male...Sono davvero felice che tu sia una persona gentile, Eva-chan- Sorrise, stringendo i pugni e alzandoli verso l'alto.
Eva sorrise, salutandolo prima di entrare di nuovo.
Si chiuse la porta alle spalle, sorridendo.
Si lasciò scivolare a terra.
-Lo merito davvero….Merito davvero tutta questa gentilezza-? Sorrise tristemente.
…………………………………………………………………………………………………

-Buongiorno ragazzi….Sono una normale persona che fa un ingresso normale- Entrò All Might, in un modo per niente normale.
-Il più grande eroe di tutti i tempi-
-All Might-!!
I ragazzi erano tutti elettrizzati all'idea del loro nuovo professore.
-Allora insegnerà davvero alla Yuei-? Chiese Kirishima, entusiasta.
-Certamente ragazzi miei- Sorrise, arrivando alla cattedra.
Osservò la ragazza e il giovane Midoryia...Dopotutto erano loro quelli che se la stavano vedendo brutta.
-Oggi sarò io il vostro professore e, pertanto, oggi è il turno della mia lezione speciale- Disse, indicandosi con il pollice.
-Ma prima di questo…-Disse.
Un uomo entrò in aula, seguito da un enorme carrello di pacchi di cartone.
-Eroi ed eroine presenti...I vostri personali costumi sono arrivati, costruiti secondo i vostri progetti e le vostre indicazioni- Disse, assumendo una posa vittoriosa.
-Evviva-!
-Che figata-!
Eva rimase con la testa appoggiata al palmo della mano, sorridendo alla situazione.
-Cambiatevi pure e raggiungetemi al settore C3…Forza, miei giovani embrioni- Sorrise, porgendo la mano davanti a tutti gli studenti.
…………………………………………………………………………………………………

La ragazza si tolse la divisa scolastica, rimanendo in biancheria intima.
Lo spogliatoio delle ragazze era piccolo e le voci acute delle eroine rieccheggiavano persino nel corridoio.
-Che costume originale, Uraraka-chan- Disse Tsuyo pensierosa.
-Ehehe, ti ringrazio Tsu-chan- Sorrise imbarazzata Ochako.
Eva indossò le lunghe calze nere e i pantaloncini del medesimo colore.
La maglia era pesante e scura come la pece.
In un movimento elegante prese il lungo mantello rosso e se lo legò intorno al collo, lasciandolo poi cadere leggero a sfiorare il terreno.
Diede un'ultima stretta al nodo e infilò la fedele Katana rinfoderata nella cintola dei pantaloncini.
“Comodo...Riesco a muovermi e hanno usato i progetti che ho richiesto” Sorrise, accarezzando l'arma.
Per ultimi, si infilò un paio di guanti neri.
-F-Fantastico Eva-chan…Che bellissimo Design- Urlò una ragazza dai capelli rosa.
-Davvero-! Urlò Uraraka, giungendo le mani.
-G-Grazie- sussurrò Eva, imbarazzata.
“Eva...” Arrossì sulle guance, felice.
-Forza, andiamo- Disse Ochako, saltellando felice.
Evangeline tirò fuori dal mantello il tocco finale di quel costume.
“Andiamo”
Si mise la maschera in viso.
Era di freddo ferro bianco con rifiniture nere.
Era un viso umano ed elegante con due corna chiare che si estendevano ai lati della fronte.
Era pronta…

………………………………………………………………………………………………

-Così ragazzi miei...Anche la scena fa la sua parte, sapete-? Disse All Might, soddisfatto della presentazione che avevano i ragazzi con i loro costumi.
Gli scappò un risolino nel notare quanto il costume di Midoryia assomigliasse a lui.
Gli occhi di Eva risplendevano da dietro la maschera.
-Giovani eroi, questo è l'edificio dove si svolgerà la prova- Disse, avvicinandosi la palazzo.
-Vi accoppierò due a due, eroi e super cattivi.
-Cosa? Dovremmo fare anche i cattivi-? Uraraka sembrò preoccuparsi.
-Va tutto bene, sarà solo un'identità simbolica...Voi tutti vi state allenando per un solo fine, non dimenticatevelo mai, giovani- Disse, mettendosi le mani sui fianchi.
-I due super cattivi dovranno difendere il detonatore in una delle stanze dell'edificio sconosciuta agli eroi che, dal loro canto, dovranno trovarla e toccarla...Basterà questo per vincere la sfida- Spiegò, con un dito puntato verso l'alto.
-Quindi gli eroi non potranno prevedere né gli attacchi dei nemici né sapere dove si trova la bomba...Saranno svantaggiati- Disse una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una bellissima coda alta, con una mano sotto al mento.
-Esatto, gli eroi si trovano molto spesso in situazioni come questa...L'importante è collaborare- Sorrise l'insegnante.
Tutti divennero seri...Quella era la prima vera lezione della Yuei.
-Coraggio giovani, fatevi avanti e lasciate che scelga i team- Sorrise l'eroe.
Dopo qualche tempo, Eva si ritrovò affiancata a Midoryia nella parte degli eroi.
-Eva-san- Sorrise Izuku, raggiungendola subito.
Vide che la mano della giovane era stretta a pugno e tremava.
Il ragazzo, con la coda dell'occhio, vide i suoi avversari.
-Giovane Bakugo e giovane Iida...Voi sarete a guardia del detonatore...Vi prego di fare del vostro meglio- Sorrise All Mihgt, mettendo una mano sulla spalla al ragazzo con gli occhiali.
-C-Cosa? Il cattivo? Com'è potuto succedere-? Si incupì, sistemandosi gli occhiali nervosamente sul ponte del naso.
-E sta zitto- ringhiò Bakugo, osservando nervoso i suoi avversari.
La maschera nascondeva lo sguardo preoccupato della giovane.
Con un movimento lento si tolse la maschera e si osservò la mano destra.
Con il dito della mano sinistra disegnò sul palmo della mano la sagoma immaginaria di un omino stilizzato e poi lo portò alla bocca, simulando di mangiarlo e ingoiarlo.
Fece un respiro profondo, battendosi due volte al petto.
Midoriya la osservò confuso.
-Un vecchio trucco della strega per tranquillizzarsi…- Osservò Izuku con sguardo freddo.
Poi sorrise improvvisamente.
Midoriya rimase spiazzato, arrossendo leggermente.
-Scherzo, è un vecchio trucco che mi insegnò mia madre per addormentarmi quando ero agitata...Da allora lo faccio sempre- Disse, rimettendosi la maschera.
“Non sembra essere agitazione...Non capisco...Che sia solo spaventata?”
La giovane si tenne il petto, all'altezza del cuore.
“Che strano...”
…………………………………………………………………………………………….
-Il ruolo del cattivo avrebbe dovuto farlo quella strega del cazzo- Ringhiò Bakugo, stringendo le mani.
-Per quanto mi riguarda...Vai benissimo anche tu- Rispose il ragazzo in squadra con lui, sospirando.
Izuku osservò Kacchan spaventato, notando la sua espressione già ai massimi livelli del nervosismo.
Strizzò gli occhi per  poi lanciare uno sguardo determinato al rivale che, in tutta risposta, ringhiò nero di rabbia.
-Forza, iniziate pure...Entrare nell'edificio, sparpagliatevi e aspettate il mio segnale- disse l'insegnante, consegnando un foglio di carta a Lida.
-Questo vi servirà per individuare la bomba nel palazzo- sussurrò.
Eva li osservò con la coda dell'occhio scoperto.
-Buona fortuna a tutti-
E con questo, i giovani si chiusero nel palazzo deserto.
…………………………………………………………………………………………………

-Credo...Sia normale esseri nervosi...Soprattutto se il nemico è Kacchan- Izuku cercava di tranquillizzarla, vedendola molto rigida.
-Non preoccuparti, Kacchan non è imbattibile…Dobbiamo solo impegnarci al massimo- Sorrise Izuku, emozionato.
-Sto bene…Io…- Evangeline frugò nella tasca nei pantaloncini neri, tirando fuori un pezzo di carta.
-Io...So dove si trova la bomba- Disse, mostrando all'amico il foglio che poco prima All Might aveva dato a Lida.
-C-Come hai fatto-?
-L'ho rubato- Disse seria.
-Non intendevo questo-!
Izuku fece un enorme sospiro.
-Oltre questo, Eva-san…-
la giovane si voltò.
-Potresti raccontarmi...Cos'è successo esattamente-? Chiese il ragazzo, serio.
Evangeline sorrise stanca.
-Non credevo ti piacessero le storie di questo tipo- Riprese a camminare.

…………………………………………………………………………………………………
-Sei stato davvero un deficiente ad aver perso la mappa per trovare la bomba- Sbraitò il ragazzo biondo.
-Non capisco, ero sicuro di averlo in tasca...Ma non importa, tanto la bomba l'abbiamo
trovata no-? Disse il giovane, indicando l'enorme missile dietro di loro.
Era così realistica.
-Se dovessero trovare loro il foglio ci raggiungerebbero, cretino- Urlò Bakugo.
-Tanto prima o poi l'avrebbero scoperto comunque- Iniziò a ribattere Iida.
A Bakugo si illuminarono gli occhi.
“E ne utilizzerò ancora, di quei trucchetti”
Una vena pulsante sulla fronte rischiò di esplodere.
-Quella puttanella…-
Girò i tacchi e si incamminò velocemente verso la porta d'uscita.
-D-Dove credi di andare, Bakugo-? Urlo Iida.
-Ohi, Deku ha un'unicità vero-? Chiese al suo compagno.
Lida lo fissò per qualche secondo.
-Hai visto il lancio della palla no-?
Bakugo sorrise selvaggiamente, mentre le sue mani emettevano fumo.
-Vado a sistemare quei pezzi di merda- Ringhiò, uscendo dalla stanza infuriato.

…………………………………………………………………………………………………
-Capisco…-
Izuku non sapeva cosa dire…Gli aveva raccontato tutto, per filo e per segno.
Si sentiva così triste...Così vuoto.
-Non fare quella faccia ora...Se ti avesse permesso di distrarti non l'avrei mai raccontata- Sorrise.
-Scusa...Hai ragione- Sorrise a sua volta.
Non appena misero piede all'incrocio, la ragazza saltò all'indietro, portando Izuku a terra sotto di lei.
-Stai giù- Disse, sovrastando Midoriya in quella che in un altro momento sarebbe stata una posizione imbarazzante.
Izuku rimase spiazzato e imbarazzato.
-E-E-va…-san-? Chiese Izuku rosso come un pomodoro.
-Ohi strega…..-
Il fumo scomparve lentamente, rivelando un Bakugo piuttosto arrabbiato.
-Non schivarmi…- Sussurrò, sadicamente.
-Kacchan…- Izuku si sollevò, rimanendo in ginocchio.
-Bakugo ohi, mi ricevi? Dove sei andato-? La cuffia nell'orecchio di katsuki strillava.
-Sta zitto e pensa a difendere il posto...Ora sono davvero fuori di me dalla rabbia- Rispose il biondo.
-Non ti ho chiesto com'è il tuo umore...Ohi, mi senti-? Iida si lamentò, venendo ignorato.
-Ho un conto in sospeso con quella puttana, ti distruggerò più tardi, Deku-! Disse, lanciandosi contro Evangeline.
La giovane lasciò cadere il pezzo di carta vicino ad Izuku, sorridendogli subito dopo dietro alla maschera.
Con un gesto veloce delle gambe lanciò i cocci di pietra della parete distrutta verso Katsuki.
-Bastarda-! Urlò, facendoli esplodere ed inseguendo la giovane.
-Eva-san-! Urlò Izuku, vedendola scappare dietro l'angolo ormai lontano.
“Resisti...Troverò la bomba e vinceremo questa sfida” Midoriya si sollevò e strinse il foglietto nella mano coperta dal guanto.
…………………………………………………………………………………………………

-Fermati-! Katsuki faceva esplodere tutto al suo passaggio, lasciando solo una scia di macerie.
-All Might sensei, di questo passo la farà fuori se dovesse prenderla- Disse un ragazzo dai capelli biondi, osservando le video camere come tutti gli altri.
Vi erano molte telecamere installate in quel palazzo, quindi era facile vedere tutti i partecipanti ovunque fossero.
“Katsuki Bakugo...è proprio come lo ha descritto il giovane Midoriya...Un ammasso di arroganza e orgoglio”
Tutti gli alunni osservavano i video in quella stanza buia.
“Non posso colpirlo adesso...è troppo arrabbiato” Pensò Eva, continuando a correre.
-Ti ho detto di fermarti-! Urlò, colpendo il terreno e facendolo dondolare sotto i loro piedi.
Evangeline perse l'equilibrio, rallentando.
Il ragazzo allungò la mano ricoperta dall'enorme guantone esplosivo a forma di granata e fece esplodere il terreno sotto Eva.
La ragazza saltò prontamente, arrivando dove il terreno fosse stabile.
Subito Katsuki portò la braccia indietro e attivò le sue esplosioni, venendo letteralmente sbalzato contro la giovane strega.
La ragazza tirò fuori la katana nel fodere e bloccò il pugno del ragazzo.
-Levati di mezzo- Urlò il biondo, gettando esplosioni anche sul fodero.
Eva si abbassò di colpo e con una spazzata colpì la gamba d'appoggio di Bakugo, facendolo cadere.
La forza di Evangeline era pari a quella di un ragazzo della stazza di katsuki grazie ai suoi allenamenti.
-C-Cos…-? Katsuki vide tutto sotto sopra, fino a quando un dolore alla schiena gli fece capire di essere atterrato.
Eva respirò velocemente, riprendendo a correre.
“Mi sento strana...”
-Ti ho detto…- Si sollevò piano, barcollando ricolmo di rabbia e frustrazione.
Allungò il braccio destro e mirò la ragazza.
-GIOVANE BAKUGO, FERMATI-! All Mgiht gridò dai microfoni.
-DI STARE FERMA- Tolse un piccolo gancino dal suo guantone, sprigionando un'enorme esplosione ad ampio raggio.
Evangeline si voltò, vedendo quell'enorme energia bollente ancora lontana, ma che l'avrebbe raggiunta a breve.
Si spaventò…
La paura crebbe così tanto che divenne persino difficile respirare.
Era vicina ormai….L'avrebbe davvero presa in pieno?
Le sue pupille si rimpicciolirono...Si sarebbe di nuovo affidata alla sua abilità di valutare le situazioni.
Vide un passo nel muro alla sua sinistra, doveva averlo rotto quella furia mentre la stava cercando.
Si diede la spinta con la gamba talmente forte da slogarsi la caviglia, riuscendo a raggiungere il passaggio.
-Pres…-
Un'enorme esplosione fece tremare tutto il palazzo, terrorizzando gli studenti.
-E-Eva-san…- Sussurrò Izuku, intento a spiare Iida farneticare da solo accanto alla bomba.
-Cos'era quello-?
-Non è possibile che sia sopravvissuta, no-?
-All Might sensei- Urlò la ragazza dai corti capelli rosa, spaventata.
-Giovane Evangeline! Riesci a sentirmi-? La voce di All Might rieccheggiava in quell'enorme corridoio distrutto e pieno di fumo.
Katsuki respirava affannosamente, alzando e abbassando le spalle.
Eva era di fronte a lui, solo sporca di fuliggine e calcinaccio...Ma niente di più.
Si appoggiava con la gamba sinistra a causa della slogatura alla caviglia, ma niente di più.
I suoi occhi erano spalancati, impauriti...Ma niente di più...O così sembrava.
Tremavano...
In un primo momento Katsuki sorrise sadicamente, facendo un passo verso di lei.
Gli occhi della giovane erano vuoti, il suo corpo rigido...Stava sudando freddo.
“Questa è paura?...No...Questa è...”
Un colpo di tosse sembrò risvegliare entrambi.
Un altro….Un altro ancora.
Un terzo ed Evangeline dovette premersi la mano sulle labbra per scoprire poi, con grande sorpresa, un'ingente quantità di liquido caldo e scarlatto.
-C-Cos...Qu-Questa…- La vista le andava via, vedeva doppio, scuro.
Sentì il suo cuore vacillare e fare male...Una fitta intensa.
Il luccichio nei suoi occhi si spense, mentre dell'altro sangue usciva dalla sua bocca.
Riuscì ad afferrare la propria maglia e stringerla all'altezza del cuore, cercando di raggiungerlo in qualche modo.
Le labbra si aprirono e, come se fosse successo tutto molto lentamente, cadde a terra con un tonfo assordante.
Bakugo aveva visto ogni cosa, ogni singolo movimento, ogni espressione della giovane ed ora giaceva lì, a terra , in un bagno di sangue.
Rimase ad osservarla, non sapendo nemmeno cosa pensare.
-La squadra degli eroi, VINCE-! Urlò All Might, non appena Izuku riuscì a toccare la bomba.
Ma questa notizia non creò alcun effetto perché la figlia della Strega Blu era a terra.
Allungò la mano insanguinata e barcollante verso Katsuki.
Gli occhi del ragazzo, a quella visione, si riempirono di preoccupazione e sudò freddo.
Quello che sembrò un sussurrò strozzato in gola, morto ancora prima di nascere, alle orecchie di Katsuki suonò come la più assordante delle torture.
-Non voglio morire-.











 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Malattia ***


All Might corse verso l'entrata dell'area da combattimento, ma si bloccò non appena vide qualcosa arrivare davanti a sé.
-EVA-SAN- Urlò Izuku, riconoscendola.
-Eva...chan…-? Anche Kirishima sembrò allarmato.
Tutti i compagni di classe si avvicinarono, spaventati e preoccupati.
Bakugo avanzava lentamente, sporco di sangue.
-Bakugo, che diavolo ti è successo? Che cos'è tutto quel sangue-? Urlò Kaminari, allarmato.
Il biondo strinse i denti, facendo forza su quello che stava tenendo sulle spalle.
-Non è il mio sangue, idioti-! Urlò, sull'orlo di un pianto isterico.
All Mihght scrutò dietro la figura di Katsuki ed intravide una chioma scura macchiata di sangue.
-GIOVANE EVANGELINE- Corse verso lei, togliendola dalle spalle di Katsuki.
Il giovane era sporco di sangue fino ai piedi ed aveva un'espressione incredibilmente turbata in viso.
“Non voglio morire”
All Might temette il peggio.
Stava per premere le dita sul collo della ragazza per sentirne il battito, ma le piccole mani insanguinate della ragazzina presero con decisione quella del Professore.
All Might si stupì.
-Io…Non…- Tossì del sangue.
-Voglio….- Sussurrò.
A Midoriya vennero le lacrime agli occhi.
Katsuki si voltò lentamente verso di lei, sudando freddo.
-….Morire- Concluse, con le lacrime agli angoli degli occhi.
All Might strinse forte la mano della ragazza.
-Non morirai, giovane Evangeline...Diventerai una grande eroina- Disse, sollevandola e tremando.
La paura di perdere uno studente sfiorò il cuore di All Might come un pugnale impregnato del peggior veleno.
La ragazza fu portata in infermeria con urgenza.
………………………………………………………………………………………….
-è una malattia cardiaca…- Disse semplicemente Recovery girl, scrivendo qualcosa su un cartella.
-Cardiaca…-? Chiese All Might, nella sua vera forma.
Eva era stesa sul lettino dell'infermeria, con la maschera dell'ossigeno legata al viso.
-è stabile e la malattia non è in stadio così avanzato...Sembra si sia spaventata- Sorrise gentile la donna anziana, osservando la ragazza respirare lentamente.
-Chiunque si sarebbe spaventato, immagino...Figuriamoci una ragazza- Sussurrò All Might, portandosi una mano in viso.
-Vado ad informare Aizawa-kun...La ringrazio per il suo duro lavoro- Disse All Might, inchinandosi ed uscendo.
Passarono alcune ore e la giovane non accennava a svegliarsi.
-Hm-?
Katsuki rimase ad osservare altrove, imbarazzato.
-Certo certo, prego entra pure- Sorrise la vecchina, chiudendo il giornale che stava leggendo.
Katsuki si chiuse la porta alle spalle; nella stanza solo il rumore del misuratore del battito cardiaco.
Era come se fosse in un ospedale vero...La Yuei non si smentiva mai.
Il ragazzo si mise comodo sulla sedia accanto al letto.
Eva sembrava rilassata e intenta a dormire normalmente, ma l'immagine di lei che pregava di non voler morire lo turbava non poco.
-Perchè non entri-?
-Stai scherzando vero? C'è Bakugo, vuoi morire-?
I compagni di classe dei due erano tutti accatastati contro alla porta.
-Resteremo ad aspettarla qui, dopotutto è Bakugo quello che sembra voler stare con lei- Disse Tsuyu, portandosi l'indice al mento.
Izuku era seduto sulle sedie d'attesa affianco alla porta, demoralizzato.
“Eva-san...”
-Deku….- Ochako lo chiamò, riportandolo alla realtà.
-Ah, s-si-? Chiese, arrossendo a causa della vicinanza.
-Vedrai che andrà tutto bene, credi in lei, va bene-? Disse, sedendosi accanto a lui ed osservando la porta.
Izuku annuì, stringendo le mani a pugno.

………………………………………………………………………………………….
 Gli occhi della strega si aprirono lentamente per abituarsi alla luce della stanza.
Era ormai il tramonto e lo capì subito dai colori del cielo.
Si sollevò piano, avvertendo la fresca aria della stanzetta.
Vide Katsuki addormentato con le braccia conserte e la testa appoggiata sulla spalla,
vicino al letto.
Lo osservò per due minuti buoni.
I suoi capelli erano scompigliati e gli occhi stanchi….Si toccò il cuore, ricordandosi perfettamente il dolore di poche ore prima.
Bakugo aprì gli occhi, vedendola tenersi il torace.
-O-Ohi, ancora-? Chiese, sollevandosi in fretta e facendo cadere la sedia.
Eva lo osservò, sorpresa.
-No…- Sussurrò, posando le mani sulle coperte bianche.
Katsuki rimase ad osservarla, non sapendo cosa fare.
-Non farmi perdere tempo allora…Va al diavolo- Disse sbraitando e avvicinandosi alla porta intento ad uscire.
-Sembra che….- Sussurrò la ragazza.
Bakugo si bloccò.
-Mi sia proprio spaventata- Ridacchiò, portandosi la mano alle labbra per soffocare le risate.
Bakugo rimase ad osservarla ridacchiare, non sapendo come reagire.
Era stanca...Le occhiaie sotto i suoi occhi erano evidenti.
-Permesso…-? Chiese una voce anziana.
La giovane strega abbassò leggermente il capo.
Katsuki si allontanò dalla porta di ingresso una volta fuori, accostandosi al muro per udire meglio.
-Signorina Toousaka...Sai della tua malattia-? Chiese Recovery, sedendosi sul letto accanto alle sue gambe con un goffo saltello.
Alla parola malattia, gli occhi di Katsuki si abbassarono al suolo, strinse le mani all'interno delle tasche.
-Si- Rispose solo la giovane.
L'anziana sospirò.
-Tu e tuo padre sapete le medicine adatte no-? Chiese, quasi come un rimprovero.
Eva volse lo sguardo fuori dalla finestra.
-Si- Rispose ancora.
-Dovresti davvero prenderle con cura-
La ragazza si portò una mano agli occhi.
-Ha idea…-
Sorrise.
Recovery la fissò sorpresa.
-Ha idea del prezzo di quelle stupide pillole-? Sorrise ancora.
-Signorina Toousaka…-
-Io...Non posso contare su mio padre per questo...Lui sta facendo il possibile per dimenticare- Frustrata, strinse le lenzuola.
-Sia io che mio padre...Cerchiamo di andare avanti in questo mondo dove l'odio per la Strega Blu ha preso il sopravvento-
Katsuki rimase fermo, ad ascoltare.
-Può sembrarle assurdo...Ma anche trovare un medico disposto a visitarmi non è facile; e questo è frustrante- Il suo tono stava cominciando a diventare rotto da singhiozzi imminenti.
Si calmò.
-Va tutto bene...Non mi spaventerò più-. Sorrise.
L'anziana signora sospirò, posando la mano su quella delle giovane.
-Spaventarsi è naturale per gli esseri umani...Non esiste persona al mondo che non abbia paura di qualcosa-.
Evangeline la osservò.
-Un tuono, un ragno, lo scherzo di un amico...Ti capiterà tante volte di spaventarti sai-?
Eva abbassò il capo...Era vero.
-Cosa dovrei fare…-? Sussurrò, toccandosi il cuore.
-Non capisco...Eppure ero riuscita a gestirla così bene…-Sorrise tristemente.
-Una malattia è pur sempre una malattia...Devi conviverci con responsabilità- Sorrise Recovery.
La giovane fece un grande sospiro, calmandosi.
-Mi troverò un lavoro...Lavorerò part-time- Sorrise alla dottoressa.
Recovery si stupì.
“Il fatto che sia la figlia della Strega Blu sarà un problema, ma non sarà impossibile...E per gli allenamenti potrei spostarli alla notte...Posso farcela, se lo voglio”
-Signorina Toousaka…- Recovery sembrava dispiaciuta.
La porta dell'infermeria si aprì di botto.
-Non reggeresti...Il tuo cuore non è imbattibile e ora lo sai meglio di chiunque altro-
Eva osservò l'uomo davanti a sé.
-Professor Aizawa…- Si incupì, abbassando lo sguardo.
-La tua è una malattia cardiaca, non dovresti sforzare il corpo oltre le tue capacità- Disse ancora, avvicinandosi al letto con le mani in tasca.
La ragazzina rimase in silenzio.
-Si signore- Rispose tristemente, non sapendo più cosa fare.
Aizawa sospirò, sedendosi sull'altro lato del letto, accanto alla ragazza.
-Evangeline...Hai già sforzato il tuo corpo a sufficienza...Forse essere un eroe non è quello a cui devi ambire- Disse, osservando serio la ragazzina.
La giovane sgranò gli occhi, puntandoli in quelli scuri dell'uomo.
-NO! Io...Io devo diventare un eroe-! Alzò la voce, scusandosi subito dopo.
-Io devo farcela...Perchè ho fatto una promessa...Non diventare un eroe, significherebbe firmarmi semplicemente come la figlia della Strega Blu- Sussurrò, stringendo le lenzuola tra le mani.
-Quindi, se necessario, non prenderò nemmeno le pillole...Continuerò ad andare avanti fin dove mi porterà questo corpo- Disse, potandosi una mano vicino al cuore.
Aizawa sapeva che per essere così abile e dotata doveva aver affrontato un allenamento arduo, inoltre aveva notato il grande numero di cicatrici sul suo corpo.
L'uomo mise una mano sulla spalla di Eva.
-Te lo richiedo...Hai davvero intenzione di diventare un eroe-? La presa sulla spalla della ragazza era decisa.
Lei divenne seria.
-Si- Rispose secca.
L'uomo chiuse gli occhi, sospirando.
-GOOD ANSWER, GOOD ANSWER- Le porte si spalancarono di nuovo.
Eva fissò il medesimo uomo davanti a sé.
-Professor Mic…-Sussurrò.
Il pro Hero teneva in mano una grande scatola di cartone sigillata.
-Se questo è quello che vuole una nostra alunna...Allora non ci possiamo fare niente- Disse sorridendo.
-Comunque sia...Svolgeremo le lezioni con responsabilità e in maniera adeguata d'ora in poi- Disse Aizawa, serio.
La giovane assottigliò gli occhi, cercando di capire che cosa ci fosse dentro la scatola.
-Aizawa, ho bisogno del tuo aiuto per portare anche quelle fuori- Disse Mic, posando lo scatolone a terra.
Eva sgranò gli occhi, scendendo dal letto.
-Non sarà…-Si alzò, tenendosi il petto.
-OH YES, abbiamo pensato che per questo primo semestre sarebbero potute bastare- Disse Mic, mentre Aizawa portava nella stanza un carrellino con moltissime altre scatole.
Evangeline si portò le mani agli occhi, sedendosi sul letto.
-Per una sola...Per una sola confezione lo stipendio di mio padre non bastava…- Sussurrò.
-Sette confezioni da dodici barattoli...No need to thank us- Disse, facendo un lieve inchino.
La giovane strega aveva cominciato a piangere, senza togliere le mani dal viso.
-Non sarò in grado...Di restituirvi questi soldi- Disse.
Recovery sorrise teneramente.
-Ed è qui l'importante, giovane Evangeline- Disse una voce calda.
La ragazzina osservò la porta, trovando All Might in piedi.
Teneva una scatola di medicine sotto il braccio sinistro e un barattolo nel destro.
-Questa è la tua Hero Academia...Questa è la Yuei- Disse, porgendo il barattolo nelle mani della ragazzina.
Eva in un gesto quasi istintivo si portò le pillole in fronte, piangendoci sopra.
-Vi ringrazio...Vi ringrazio- Sussurrò, piangendo in silenzio circondata dai suoi docenti.
………………………………………………………………………………………….
-Siamo d'accordo allora-? Chiese la donna anziana.
-Si, una al mattino e una alla sera...E se avrò degli attacchi aumenterò la dose di una- Sorrise.
-I professori si sono preoccupati di portare le scatole al tuo indirizzo- Disse l'infermiera.
-E vi sarò sempre immensamente grata- Si inchinò Eva.
Fece per uscire dalla stanza, quando la dolce voce di Recovery la fermò.
-Signorina Toousaka...Sei una brava ragazza-
Eva sorrise, arrossendo sulle guance.
………………………………………………………………………………………
Una volta uscita dall'ospedale si accorse di quanto la brezza serale le piacesse.
Era calda e profumava di erba tagliata e fiori.
Camminava piano e ogni tanto zoppicava...Sentiva tutto il corpo intorpidito, ma era felice di essere uscita dall'ospedale.
Si toccò il cuore, stringendo la maglietta.
“Non posso lasciare che mi fermi...”
Ma fu in quel momento che…
-Ohi…-
Eva si fermò sui propri passi, alzando lo sguardo.
-Eh…-?
-Parlo con te...Strega-
Evangeline sospirò, riabbassando lo sguardo.
Katsuki l'aveva aspettata appoggiato ad un palo della luce, con le mani in tasca.
La giovane fece per parlare ma il ragazzo si sollevò, abbandonando il lampione e osservando la ragazza con la coda dell'occhio.
-Bhe…-?
Eva inclinò la testa.
-Bhe cosa-? Chiese semplicemente.
-Vuoi tornare a casa si o no? Che sia una cosa veloce- Sputò il giovane, sistemandosi la borsa scolastica sulla spalla.
La strega lo osservò...Osservò la sua schiena.
“Che forse...Mi abbia rivalutata un pochino?”
Sorrise, nella penombra del crepuscolo.
-Grazie…-Sussurrò, affiancandosi al giovane ma venendo immediatamente superata.
Camminava dietro Katsuki, in silenzio.
Percorsero tutta la strada principale quando…
Eva si voltò verso il cimitero in cui sua sorella riposava.
“Non ho avuto modo di andare a trovarla oggi...”
Il vento le accarezzava i corti capelli, mentre il suo sguardo si faceva più cupo.
Bakugo si voltò, avvertendo l'assenza della ragazza dietro di sé.
-Ehi…-Disse, osservandola.
Eva si riscosse, osservando il giovane.
-Ah, no, tranquillo, torna pure senza di me...Scusa per averti fatto perdere tempo- Sorrise, indicando il cimitero e facendo intendere il volerci entrare.
Katsuki osservò la giovane e poi sospirò, caricandosi meglio la borsa sulle spalle.
-Muoviamoci e non perdiamo tempo- Disse, superandola ed entrando nel cimitero.
Eva si sentì il cuore scaldare...Era davvero Katsuki Bakugo?
Il rumore dei sassolini bianchi li accompagnarono fino alla tomba della sorella di Evangeline…
“River Toousaka”
Katsuki rimase ad osservare la foto della ragazza.
Le assomigliava davvero molto...Il sorriso era radioso e i capelli lunghi di un nero pece le arrivavano oltre il seno.
Gli occhi chiusi in un'espressione così felice e genuina.
Eva appoggiò i fiori bianchi che aveva acquistato poco prima e passò la manica sulla foto per pulirla.
La figlia della strega blu battè due volte le mani e poi le unì, pregando silenziosamente.
Katsuki sobbalzò appena allo schiocco, posando lo sguardo sulla ragazza piegata sulle ginocchia con gli occhi chiusi.
Dopo un paio di minuti la ragazza si sollevò, sistemandosi la borsa sulla spalla.
-Com'è successo-? Chiese Katsuki, con una strana voce.
Eva non lo guardò.
-Un criminale...Ma sarebbe morta comuque a causa di una malattia…-
Bakugo si voltò verso di lei, nervoso.
-Stai dicendo che potresti morire anche tu-? Chiese, con arroganza.
Eva lo guardò calma.
-Io non ne ho alcuna intenzione…Tuttavia…- La voce della ragazza si spezzò.
-Ne sono molto spaventata…- Confessò, toccandosi il cuore.
Evangeline si sentì afferrare la camicia all'altezza del petto, per poi trovarsi Katsuki infuriato ad un palmo dal naso.
Mostrava i denti come una bestia arrabbiata, stringeva la stoffa della camicetta di Eva senza farsi problemi, tirandola con forza.
Gli occhi della figlia della strega blu si assottigliarono...Volle mettersi alla prova.
-Quale sarebbe il problema-? Chiese, con voce fredda.
Katsuki si riprese, osservandola con uno sguardo che solitamente riservava a Deku...Nero di rabbia.
-Anche se dovessi morire...Io sono la figlia della Strega Blu-.
Sentì la presa farsi più stretta...Sorrise.
-Una Strega non può diventare un eroe...Me lo ha detto tu- Sussurrò, osservando il giovane con due occhi ormai spenti.
Pensava davvero quello che aveva detto? Non lo pensava? Non lo sapeva con certezza.
-In fondo anche se dovessi morire ora...Andrebbe bene, no-?
Era sempre stata convinta del contrario...Allora perché?
Nei suoi occhi qualcosa era cambiato….
-STA ZITTA-! L'uro arrabbiato del giovane la fece tornare in sé.
Eva si riprese, sbattendo più volte le palpebre.
Katsuki l'aveva afferrata per le spalle, stringendole fino a farle male.
La ragazza lo osservò in silenzio.
-Vuoi davvero morire-? Aveva urlato poi, scuotendola.
La ragazza lo osservava meravigliata.
-Tu…-Sussurrò poi.
Katsuki spalancò gli occhi, assumendo un'espressione meravigliata.
-Tu vuoi che io viva-? Chiese la ragazza, con le lacrime agli occhi.
Erano lacrime di stupore...Non vi era tristezza.
-Pensi davvero...Che io debba vivere-?
Karsuki l'allontanò, tenendo le mani sulle sue spalle.
Spostò le braccia e si mise le mani in tasca, schioccando la lingua.
-Idiota…-
Eva si afferrò il cuore con entrambe le mani, accasciandosi.
Katsuki subito la guardò spaventato.
Le lacrime della giovane caddero a terra, bagnando i sassi chiari.
-Lo voglio anche io…Io voglio vivere davvero….- Pianse la ragazza, urlando al terreno.
Si strinse ancora di più la maglia, odiando dal profondo del cuore quella malattia.
-Non morirai…-sussurrò Katsuki stringendo i denti e osservandola piangere.
-Non morirai…-
Evangeline pianse, pianse come da tanto non faceva.
-Non importa quanto possa essere dura….-
-Combatti…-
“Vivrò...”
-Combatti….-
“Voglio vivere”
-COMBATTI-!

-DIENTERÒ UN EROE-!
L'urlo raggiunse ogni parte nascosta del cimitero.







 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- Errore ***


Entrarono nella palestra C, quella attrezzata per allenarsi contro i disastri naturali.
Gli studenti rimasero a bocca aperta...Era davvero grande.
-Sembra di stare in un parco divertimenti- Disse Sorridente Kirishima, allargando il suo sorriso sotto la maschera.
-C'è anche un sacco di acqua- Disse Tsuyu, piegando la testa.
“è enorme...Quindi...Questa sarà la lezione contro le calamità naturali” Pensò Eva.
Bakugo passò di fianco a lei, ignorandola.

“Non morirai, idiota”

Eva sorrise.
“Immagino sia stato un duro colpo per il suo orgoglio, dire quelle cose a qualcuno che disprezza”
Immersa nei suoi pensieri, la giovane non notò l'arrivo di un altro professore.
-Piacere ragazzi, io sono n. 13, il supervisore insieme al professore Aizawa di questa importante lezione, lieto di avervi con noi- Disse, molto gentilmente.
Aveva l'aspetto di un uomo vestito con una tuta spaziale: non si riuscivano a vedere gli occhi, o il viso in generale.
-Ma certo, anche n. 13 è un professionista...Che bello avere anche lui in questa scuola- Sorrise Midoriya.
-Quindi…- Il professor interruppe i pensieri di tutti con la sua solita voce assonnata.
-Che la lezione cominci- Si grattò la nuca, scostando i lunghi capelli corvini.
I sorrisi emozionati di tutti si bloccarono...L'atmosfera si fece pesante...E qualcosa ghiacciò il sangue nelle vene di tutti.
Eva avvertì qualcosa dentro di lei muoversi…Tossì.
Aizawa voltò piano lo sguardo verso la parte opposta della palestra.
Un buco nero apparve, e da esso uscirono…
-VILLIANS- Urlò Aizawa, avvertendo gli studenti.
-Cosa-? Uraraka si portò una mano al mento, spaventata.
-Villian...Ha detto-? Chiese Todoroki.
-Non è possibile…- La ragazza dalle fatture di un insetto indietreggiò.
-N.13 porta al sicuro gli studenti- Ordinò il professore.
Midoriya fissò spaventato la scena.
Aizawa si mise sugli occhi la maschera, preoccupato, ma senza esitare a lanciarsi all'attacco.
Con un veloce balzò si lanciò, fino ad atterrare nella grande area per allenarsi.
-è veloce- Disse Todoroki, osservandolo.
In men che non si dica, il professore fissò tutti i nemici che aveva davanti.
-Sono tantissimi...Che diavolo di unicità hanno utilizzato per rompere i sistemi di sicurezza della Yuei-? Sussurrò, osservando i nemici correre verso di lui.
Iniziarono a combattere immediatamente.
Il professore utilizzava le bende che solitamente gli avvolgevano il collo come arma, unendo il suo potere e annullando le unicità dei nemici.
I suoi capelli si sollevavano e abbassavano in continuazione.
I ragazzi non fecero in tempo a seguire con gli occhi il professore che una sostanza nera e gassosa si rivelò davanti a loro.
Due perfidi e sottili occhi gialli tra tutto quel fumo oscuro fecero sotto intendere un ghigno poco rassicurante.
-Che diavolo è-? Chiese la ragazza dai capelli rosa.
-Sembra fatto della stessa sostanza del buco nero da cui sono usciti i Villians- fece notare la ragazza dalla folta coda.
N.13 si mise tra lui e gli studenti.
-State indietro- Urlò, con la sua voce metallica.
Il nemico li osservava compiaciuto.
Il professore stava per usare la sua unicità quando Kirishima e Bakugo attaccarono l'enorme massa gassosa.
-Sparisci- Urlò Katsuki, sollevando un enorme polverone con le sue esplosioni.
Eva si coprì gli occhi, così come tutti gli studenti.
Non si vedeva nulla, era come stare in mezzo ad una tempesta di sabbia.
Il nemico allargò la sua massa, circondando tutti i presenti in una grande cupola nera.
Iida riuscì a mettere in salvo la ragazza della gravità e quella dai rosa capelli, evitando di essere circondati.
Gli occhi del giovane eroe velocista tremarono.
-Che diavolo...è quella cosa-? Sussurrò, osservando l'enorme cupola nera dall'esterno, mentre i suoi capelli venivano violentemente spettinati dalla forte aria.
Tutti gli studenti all'interno vennero separati, sparsi per tutta la palestra C.
Midoriya comparve a mezz'aria in una zona completamente diversa, cadendo in acqua.
Quando aprì gli occhi, l'unica cosa che vide fu la profondità di quella piscina artificiale.
“Deve essere uno dei campi di esercitazione” Pensò.
Non appena voltò lo sguardo, vide un nemico nuotare velocemente verso di lui.
Aveva un'unicità particolare che gli aveva fatto assumere le sembianze di uno squalo...Quindi era molto veloce e in vantaggio in acqua.
“Maledizione” Pensò il giovane, vedendolo spalancare le fauci, ormai a pochi metro.
Un tonfo
Quando Midoriya aprì gli occhi vide la sua compagna Tsuyu con i piedi contro lo squalo, dopo essere piombata su di lui con forza.
-Midoriya-chan- Disse, prima di aprire la bocca e afferrare il giovane con la lingua e nuotare via.
Sotto il braccio destro teneva l'altro loro compagno di classe Mineta, in lacrime per lo spavento della situazione.
Uscirono dall'acqua con un balzo e salirono sulla nave lasciata lì vicino.
Erano esausti e fradici.
Si nascosero sul ponte della nave.
-Deve essere la sezione maremoti e tsunami- fece notare la ragazza-rana, con un indice sotto al mento.
-Si, siamo stati fortunati ad essere venuti qui con te, Tsuyu- Sorrise Midoriya.
-Ghiro, chiamami pure Tsuyu-chan…-Rispose lei.
-Siamo sicuramente circondati...Dobbiamo pensare a qualcosa, o non ne usciremo più-
………………………………………………………………………………………….
-Tu rimani pure qui, io vado a spaccare il culo al nemico che apre i portali- Aveva sputato Bakugo, lasciando cadere a terra il nemico che aveva appena fatto saltare in aria.
Kirishima lo guardò ammirato.
-Aspetta Bakugo...Questo è molto virile da parte tua, spacchiamoli insieme- Aveva detto il ragazzo dai capelli rossi, indurendo le proprie braccia e facendole cozzare tra loro.
Katsuki osservò il compagno per un po', poi si avviarono fuori dall'edificio in cui erano atterrati.
………………………………………………………………………………………….
Eva aprì gli occhi, avvertendo un forte dolore alla testa.
Si osservò la mano e vide del sangue.
Dalla sua fronte colava una sostanza color cremisi e dovette chiudere un occhio a causa del suo continuo sgorgare incessante.
“Maledizione”
Cercò di asciugarsi, alzandosi e sollevando anche la sua fedele katana.
-Meno male...Non l'ho lasciata cadere- Sussurrò, accarezzando il fodero.
Si nascose dietro una roccia.
“Sono arrivata qui  da sola…”Pensò.
-Ho sentito qualcuno atterrare qui- Urlò la voce che la giovane subito associò ad un Villian.
“Sono in tanti...”
-Non vedo nulla, magari se l'è già data a gambe- Disse uno, cercando ovunque.
-Potrebbe essere poss…- Uno dei tanti notò ne tracce di sangue sul terreno e si ammutolì, seguendole.
Arrivò esattamente alle spalle della giovane ansimante, ghignando.
-L'ho….- Urlò.
La ragazzina si voltò velocemente ma non fece in tempo a fare niente.
Le braccia muscolose del cattivo la strinsero forte, sollevandola da terra.
Eva gridò, avvertendo la stretta potente.
-Trovata-!!! Urlò, con ormai la ragazza imprigionata.
“Merda”
Con la mano stringeva ancora la katana.
“Posso ancora...”
-Ben fatto, ora non può andare da nessuna parte- Risero gli altri.
Con la coda dell'occhio la ragazza osservò il terreno ruvido.
Con un movimento veloce del polso sfregò la katana a terra, facendola incendiare e dando fuoco al nemico.
-F-fuoco...Brucia maledizione- Disse quello, cercando di spegnere il braccio in fiamme.
La ragazza respirava affannosamente, con la katana ancora in fiamme in mano.
“Non riuscirò mai a batterli tutti...Meldizione, un conto è lottare contro tre lupi normali, un altro è combattere contro un'orda di super cattivi con i quirk sconosciuti”
L'attaccarono in due.
Con delle eleganti mosse e grazie al fastidio provocato dal fuoco della katana riuscì a tenerli lontani.
“Non riuscirò a sconfiggerli tutti...”
Stava pensando...Incessantemente.
Era così concentrata da fare paura...Quando era in quello stato, difficilmente non raggiungeva il suo obbiettivo.
-Ti faremo a pezzi mocciosa- Urlò uno di loro, scagliandosi su di lei.
Evangeline riuscì a schivare tutti i suoi colpi, atterrando stanca sulla roccia che faceva parte del territorio d'addestramento.
Improvvisamente si sentì la testa scoppiare...Un dolore lancinante.
Un nemico l'aveva colpita da dietro, esattamente sulla testa.
Le venne la nausea, poi vide tutto scuro e infine cadde a terra.
“I...l…Il mio...Corpo...” Pensò, muovendo le pupille ad una velocità sorprendente.
-Non scappi più eh-? Sentì la voce rimbombare da tutte le parti...Era doloroso e spaventoso.
-Merda…- Sussurrò.
Quando il nemico fece per allungare la mano su di lei, Eva cominciò a roteare sul terreno, sfregando i suoi abiti sulla terra ruvida.
-Che diavolo fai-? Urlò il nemico, coprendosi il viso per ripararsi dalla terra smossa.
Delle piccole scintille si fecero largo sul costume della giovane strega, sprigionando una fiammata imponente che allontanò i nemici.
-Che diavolo era? Fuoco? Utilizza il fuoco-? Chiese uno, coprendosi dal fumo caldo.
Non si vedeva nulla, solo la terra volare nell'aria e troppa polvere nera.
-Merda...Non fatela scappare- Urlò un altro, gettandosi nel fumo.
Evangeline era già scappata a parecchi metri, correndo e rischiando di cadere più volte.
“Merda...La vista...La testa fa male...” Pensò, correndo mentre si teneva una mano dietro la nuca sanguinante.
Cadde con poca grazia sul retro di un edificio riprodotto.
“Questo dev'essere...Per gli incendi” Pensò, respirando affannosamente e osservando l'edificio.
Vi era anche un camion dei pompieri per riprodurre la vera scena...La Yuei era spettacolare.
Si tenne l'occhio sinistro...Non riuscendo a tenerlo aperto.
-Devo riunirmi con gli altri in fretta...Se dovessero trovarmi qui…Non riuscirei a scappare- Sussurrò, sollevandosi ma cadendo a terra di nuovo.
Sentiva il sangue caldo scivolarle lungo la schiena e un dolore pungente al cervello.
“Non posso pensare in queste condizioni” Strinse i denti.
Si calmò, facendo respiri lunghi e lenti.
“Comunque sia...Siamo veramente stati attaccati dai Villains? Non posso ancora crederci” Pensò, strappandosi un pezzo di mantello e iniziando a tamponare il sangue dove poteva.
I suoi occhi si spalancarono…
“Se questi sono nemici...Allora è probabile che ci sia...” Il suo occhio destro non era coperto di sangue...La sua iride ebbe un fremito.
“Se questi sono Villains...”
Un sorriso le si dipinse in volto.
-Strega Blu...Sei qui-? Sussurrò, portandosi la mano a slegare il laccio con cui teneva rinfoderata la katana.
Improvvisamente sbucarono tre nemici dietro di lei.
-Muori- Avevano urlato.
Uno trasformò il suo braccio in una spada, pronto a colpire.
La giovane si voltò, mostrando uno strano sorriso maniacale in volto.
“Cosa?” Si chiese il nemico.
Stava per estrarre la spada quando una voce…
-MUORI-
La giovani osservò la scena davanti a sé.
Katsuki aveva letteralmente afferrato la faccia del nemico e l'aveva fatta esplodere, facendolo cadere a terra privo di sensi.
-Katsuki Bakugo- Sussurrò la giovane, annaspando.
-Ehi, Eva-chan...Tutto bene? Sei ferita-? Chiese Kirishima, oltrepassando Katsuki e aiutando Eva ad alzarsi.
-Si, grazie...Credo di aver battuto la testa- Disse, con un sussurro tenendosi la fronte sanguinante.
-è una brutta botta...Devi andare subito da Recov…-Kirishima venne interrotto da un colpo alla schiena di un altro cattivo.
-Kirishima-san- Urlò Eva, vedendolo a terra.
Il Villain si sedette su di lui, bloccandolo a terra e afferrandogli i capelli con una mano.
-I mocciosi dovrebbero ascoltare quello che dicono gli adulti- Urlò il nemico, sbattendo la faccia di Kirishima a terra, facendo crepare il pavimento.
Katsuki vide la situzione e si precipitò ringhiando dal compagno, ma venne trattenuto da un altro quirk.
-Queste sono...Radici-? Chiese, notando le sue gambe bloccate da qualcosa al terreno.
-Un altro Villain si fece avanti, puntando la pistola alla tempia di Katuki.
“Merda, non posso usare le esplosioni con le braccia conciate così” Pensò, notando le radici ormai su tutto il proprio corpo.
Si strinsero intorno alla gola, senza però soffocarlo.
-Dunque, dunque...Avete finito di giocare-? Chiese il nemico, spingendo ulteriormente la pistola contro la chioma dorata del giovane.
-Baku...go- Lo chiamò Kirishima, con il sanuge che gli colava dal labbro spaccato e dal naso.
Il suo indurirsi lo aveva salvato come minimo da una commozione cerebrale.
-Ora...Per dimostrare a voi mocciosi che noi facciamo sul serio...Farò fuori il più rumoroso- Sorrise, spostando la pisola sotto al mento di Katsuki.
-COSA DICI BASTARDO? LIBERAMI E VEDIAMO CHI SAREBBE LA MEZZA SEGA-! Sputò, insultando il suo aguzzino.
Il nemico si mise a ridere.
-Credo di averlo già trovato, il più rumoroso- Si leccò le labbra, accarezzando il grilletto.
-Anche se siete ragazzini...Pagherete per esservi messi in mezzo- Allargò il suo macabro sorriso.
Dalle labbra uscivano le stesse radici che imprigionavano Katsuki...Era pauroso.
Forse per la prima volta i due ragazzi temettero per la propria vita.
Katsuki aveva la sua solita espressione arrogante in viso...Ma era palesemente spaventato.
Kirishima era frustrato per essersi distratto così facilmente e si accollò la responsabilità della vita di Bakugo e di Evangeline.
Mentre la giovane…
Eva si era alzata lentamente e ora era faccia a faccia con l'uomo delle radici.
Il suo occhio sinistro chiuso a causa del sangue e del mal di testa, il suo occhio destro spalancato e dalla pupilla minuscola.
-Ci sarà anche tempo per te, mocciosa...Ti riunirai al tuo amico tra non molto- Aveva sibilato, velenoso.
Il nemico a terra aveva la bocca spalancata.
-C...Capo- Sussurrò uno dei due, indicando il corpo del suo superiore.
-Eh-? Chiese il nemico, cominciando a sentire freddo.
Abbassò lo sguardo spaventato, sentendosi il ventre caldo.
La katana della ragazzina era conficcata nel suo stomaco e fuoriusciva dalla schiena.
Il sangue cadeva a fiotti, scuro e bollente.
-C...Cos…- Si accasciò, affogando nel suo stesso liquido scarlatto.
Le radici che imprigionavano Katsuki morirono lentamente, liberandolo.
Ma di questo Bakugo nemmeno si accorse.
-Voi...Voi dovreste essere eroi...Non...Gli eroi non...Uccidono...Le…- Non ruscì a terminare la frase perchè Eva piantò la sua spada nel cranio dell'uomo dopo averla estratta in malo modo.
Un rumore crudo e straziante disturbò i due ragazzi presenti.
Il silenzio avvolse la zona.
Il nemico che stava costringendo a terra Kirisima scappò in preda al panico.
Katsuki osservò il volto della giovane sporco di sangue scuro...E lo fece con quello che sembrava terrore.
Nemmeno i Pro Hero avevano mai ucciso un criminale...Non era così che gli eroi lavoravano.
Non uccidevano.
Ma la figlia della Strega Blu aveva appena spento una vita.
-Eva...Chan…-Sussrrò Kirishima, osservando il cadavere a terra.
Evangeline lanciò un fendente per schizzare via il sangue dalla spada.
-Dobbiamo riunirci agli altri- sussurrò, senza voltarsi.
-O...Ohi...-? Domandò Bakugo con tono grave.
-E-Ehy, Bakugo...è stato un incidente...è successo tutto troppo velocemente- Gli mise una mano sulla spalla il rosso, cercando di calmarlo.
-Anche io...Non riesco ancora a crederci- Sussurrò, sudando freddo, aumentando la presa sulla spalla del compagno.
-Hai ucciso una persona...Lo hai ucciso, idiota- sputò ancora Katsuki, stringendo il pugno all'interno del grande guantone verde militare.
-...L'ho fatto-? Si voltò Evangeline, con un'espressione scioccata in volto.
-Se me ne fossi stata ferma...Ti avrebbe ucciso- Disse ancora.
La guancia sporca di sangue le dava un'aria minacciosa, attenuata dal grande occhio destro aperto e per niente ostile.
-Gli eroi...Non uccidono….Gli eroi…-Katsuki sembrava confuso…
-Non l'ho fatto come eroe…- La voce della ragazza tremò.
Kirishima la osservò preoccupato.
-Io sono la figlia della Strega Blu...E come tale, ne pagherò in seguito le conseguenze...Solo…-
Si toccò il petto, sollevata.
-Sono felice che tu stia bene...Bakugo- Sorrise, osservando i suoi compagni che intanto la guardavano con terrore.



-Angolo Autrice-
Ed ecco uno dei punti salienti di questa storia...L'uccisione di un criminale da parte di Eva.
Sarà molto importante per il completo sviluppo del personaggio ;)
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che vi abbia colpito.
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono...Siete meravigliosi
 <3
Aggiorno prima entrambe le storie che sto scrivendo perché domani parto...Di nuovo XD e non ci sarò per due settimane...Mi sembrava il minimo. (Tornerò il 19)
Spero possiate sopportare questa assenza fastidiosa.
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 -Conseguenze ***


-M...Morto-?
-Non respira…-
Evangeline era rimasta ferma, sporca di sangue in viso e sui vestiti...Tremava.
Bakugo la guardava allibito, poi si pulì la guancia con il dorso della mano.
-Torniamo dagli altri...Evangeline- Aveva detto Kirishima, a testa bassa.
Fu quando Eva sentì il suo nome pronunciato con tutta quella freddezza che capì la gravità della situazione.
Aveva ucciso una persona.
“Io...Ho…”
Si tenne la testa con la mano sporca del medesimo liquido scarlatto che le imbrattava il costume nero e il mantello.
I suoi occhi tremavano e le pupille danzavano...Era in stato di shock.
Bakugo l'afferrò per la manica e la strattonò.
-Alla stronzata che hai fatto ci penseremo dopo...Dobbiamo andare- Le urlò in faccia, osservandola in quel viso pietrificato.
In quel momento udirono un' esplosione proveniente dalla direzione opposta.
-Ora va tutto bene...E sapete perché? Perché ci sono io-
Gli studenti piansero dal sollievo nel vedere la figura del numero uno varcare l'enorme buco ancora coperto dalla polvere.
-Ghiro…. - Sussurrò Tsuyu vicina al professor Aizawa che, dopo aver combattuto per proteggere i suoi studenti, si ritrovava in situazioni critiche insieme al professore n. 13
………………………………………………………………………………………

“Che sia un'unicità?...No...Qualcosa non quadra con questo tizio”
Davanti ad All Might un essere dall'aspetto stravagante lo guardava con occhi vuoti.
Era di un colore bluastro e il cervello scoperto gli dava le sembianze di un vero e proprio mostro.
Aveva un becco al posto della bocca e non sembrava capace parlare o comprendere.
-Siamo davvero stati attaccati da dei Villains…-Sussurrò l'eroe.
Poco lontano, colui che sembrava il capo si cominciò a grattare nervosamente la base del collo.
Era anche lui un uomo dall'aspetto tutt'altro che normale: Era molto magro, il viso coperto da una mano grigia che gli lasciava scoperto solo un occhio, del colore del sangue e altre svariate mani su varie parti del corpo.
Era esile e aveva mostrato la sua unicità solamente per ferire il professor Aizawa, sgretolandogli la pelle del braccio.
Aveva lanciato quello che lui chiamava “Nomu” contro All Might nella speranza di levarlo di torno.
Era difficile comprendere la situazione.
Evangeline, Bakugo e Kirishima stavano correndo verso la voragine aperta da All Might, esattamente verso l'entrata della grande palestra.
Evangeline aveva teso le orecchie e ristretto le pupille...Stava valutando la situazione e aveva bisogno di assoluta concentrazione.
Aveva più o meno compreso cosa stava succedendo solo dai rumori che udiva e dalle voci dei nemici che urlavano.
-Dobbiamo stare vicini...C'è un mostro non identificato con un 'unicità sconosciuta vicino a quello che sembra essere il capo- Aveva detto Evangeline, dopo aver visto All Might combattere strizzando gli occhi al massimo.
La sua adrenalina era ai massimi livelli dopo quello che era accaduto e sentiva di poter comprendere ogni cosa...Era più un animale che una persona in quel momento.
-Cosa-?
-Cosa intendi per mostro-? Chiese Kirishima, mantenendo un certo distacco da lei.
Era spaventato...Era deluso forse.
Scosse la testa...Cercò di convincersi che la ragazza aveva agito d'istinto, spaventata in una situazione in cui vi era in gioco la vita.
Ed effettivamente era  stato così.
-Non lo so...All Might sta combattendo contro un essere mostruoso- Disse lei, senza smettere di correre.
Bakugo e Kirishima si scambiarono un'occhiata complice.
Se la strega avesse fatto anche solo una mossa falsa, l'avrebbero tramortita.
-Neh...Uccidilo Nomu...Fai fuori quello schifoso numero uno- Aveva mormorato il nemico con voce tremante, grattandosi violentemente il collo fino a farsi uscire sangue.
Nomu ruggì, caricando colpi dall'incredibile potenza contro un All Might ormai indebolito da tempo.
“Dannazione...Il mio tempo limite...”
La strega riuscì a vedere Midoriya intromettersi nel combattimento dell'eroe, cercando di fermare il mostro ma senza successo.
Sembrava tutto perduto...Shigaraki Tomura, l'esile demonio, allungò la mano al viso di Izuku pronto a sferrare la sua unicità.
Ma fu in quel momento che una vocetta stridula e dolce penetrò le mura del campo d'addestramento.
-Scusate se ci abbiamo messo tanto...Sono arrivati i rinforzi-
Tutti gli studenti sollevarono gli sguardi spaventati e videro molti eroi professionisti intervenire contro i Villains.
Iida era riuscito a raggiungere l'esterno.
-Proteggete gli studenti- Aveva detto il Preside, comodamente sistemato sulla spalla di un professionista.
Gli eroi entrarono in azione.
-Tsk…- Present Mic si innervosì di colpo dopo aver visto le condizioni di Aizawa ed intervenne contro i nemici con furia, scatenando contro di loro il potere della sua voce.
Spararono alle gambe di Shigaraki che, tuttavia, riuscì fuggire.
All Might riuscì a vedere il suo occhio ricolmo di odio scomparire all'interno della nube nera con cui era arrivato.
-La prossima volta...Ti ammazzerò, All Might- Gli aveva sussurrato mentre scompariva e i suoi capelli grigi danzavano con il vento.
All Might rimase ad ascoltare la minaccia, troppo stanco e ferito per poter ribattere.
Si pulì il sangue dalla bocca e si accasciò.
-Grazie...Se non fossi arrivato tu, non so cosa sarebbe potuto succedermi-
Il ragazzino dai capelli verdi lo osservò con ammirazione.
Il biondo gli sorrise dolcemente mentre il fumo fuoriusciva dal suo corpo e portava via le sue ultime forze.
-Mi hai salvato ancora una volta- Sorrise.
Izuku sorrise, piangendo.
-Sono così felice che tu stia bene-

………………………………………………………………………………………….
I criminali erano stati feriti alle gambe o immobilizzati per rendere possibile l'arresto e impedire loro la fuga.
Quando gli eroi arrivarono vicino al luogo per l'esercitazione agli incendi videro qualcosa di sconcertante.
-Questo….Cosa significa-?
-Un cadavere-?
Un uomo sentì il battito dal collo facendo pressione con le dita, poi negò con la testa.
Gli eroi coprirono il corpo con un mantello e si guardarono tra di loro convinti che la polizia non potesse rimanere fuori da questa faccenda.
Se davvero era stato un pulcino ad uccidere quella persona, la Yuei non l'avrebbe passata liscia.
Chiamarono un'ambulanza e la polizia.
Alcuni eroi si avvicinarono ai professori della Yuei che non rimasero coinvolti per spiegare loro la situazione.
-Capisco…-Annuì il preside, pensieroso.
-Mi dispiace...Ma sono le procedure-
-La scuola se ne assumerà la piena responsabilità, ha la mia parola- Aveva aggiunto il furetto, rizzando il pelo a causa del nervoso.
Evangeline era seduta, isolata da tutti gli altri studenti.
Aveva le mani ai capelli e un'espressione sconvolta.
Un eroe professionista si avvicinò a lei, vedendola ferma immobile.
Si allarmò quando vide il sangue sparso su tutto il suo corpo.
-Ehi, tutto bene? Tranquilla, quei criminali se ne sono andati- Le aveva detto, posandole la propria giacca sulle spalle.
La ragazza tornò in sé, mostrando il viso sporco di sangue e i vestiti imbrattati.
-Ma...Sei ferita-? Le aveva chiesto gentilmente, inginocchiandosi.
Eva tremava...Cosa avrebbe dovuto fare?
Sentì il preside parlare con gli eroi e con chi di diritto della situazione.
Spostò lo sguardo sulle sue mani ancora sporche di sangue incrostato.
-Andiamo, ci spostiamo all'esterno e l'ambulanza ti darà un'occhiata- Le sorrise, aiutandola ad alzarsi.
Tutti uscirono dall'edificio, lasciando all'interno solamente i detective e il personale autorizzato alle indagini.
La polizia spiegò la situazione che la Yuei avrebbe dovuto affrontare da li a breve mentre l'ambulanza trasportava il professor Aizawa e n. 13 in ospedale, mentre Izuku e All Might da Recovery Girl, nella scuola stessa.
Era tutto così caotico.
Era tutto così spaventoso.
Era come se fossero ancora in mezzo ai Villains.
-La scuola potrebbe passare guai seri-
-Una persona è morta, dovrete pagarne le conseguenze-
-Un vostro studente ha ucciso un criminale...Sapete che gli eroi non possono ferire gravemente o ancora peggio uccidere delle persone-
-Voi della scuola di eroi avreste dovuto insegnare questo ai vostri studenti-
Le cose che dicevano erano così ingiuste...Così sbagliate.
Insegnare?
Conseguenze?
Non potevano uccidere?
La scuola avrebbe dovuto?
Guai seri?
La giovane si portò le mani alle labbra, trattenendo dei conati di vomito.
Le scene le passavano davanti crude e nude.
Si sentiva malissimo, avrebbe voluto vomitare anche la sua anima.
Non si sentiva in colpa...E questi pensieri contrastanti non fecero altro che accrescere il suo malessere.
Prese fiato.
-Sono stata io…-
I poliziotti smisero di scrivere.
-Sono stata io…-
-Eva-san…-Sussurrò Izuku mentre la osservava con il braccio ingessato.
Non aveva ancora compreso la situazione...
Bakugo la osservò con disprezzo...O almeno così parve ad Evangeline.
Uraraka la osservò sconvolta.
-Sono stata…- La ragazza si avvicinò ad un poliziotto e gli strinse una manica.
-Io sono…-
Il poliziotto provò un senso di disgusto nel vedere il viso sporco di sangue della giovane.
-Io sono la figlia...Della…-
Il poliziotto si scambiò un'occhiata con i suoi colleghi che, con un cenno, acconsentirono a far salire la giovane sul furgone.
I poliziotti appoggiarono le mani sulle spalle della ragazza, guidandola nel furgone nero.
-Sono la figlia della Strega Blu- Aveva sussurrato, osservando la portiera del veicolo aperto davanti a lei.
-Fatemi passare per favore- Aveva squittito il preside, raggiungendo la ragazza.
La giovane si voltò con uno sguardo spento in viso.
Il roditore era seguito da Present Mic e altri eroi da lei conosciuti.
-Signorina Toousaka, stai tranquilla...Penseremo a tutto noi- Le sorrise, posandole una zampetta morbida sullo stinco.
Present Mic le appoggiò delicatamente la mano sui capelli incrostati di liquido scarlatto.
-Don't worry my little princess...Stai tranquilla e segui i signori per il momento. Dopo tutto...Eri così spaventata che non hai visto quello che facevi- le sorrise, cercando di non pensare al fatto che la ragazzina davanti a sé avesse da poco spento una vita.
La giovane rivolse un'ultima occhiata ai suoi compagni e quello che vide le riempì il cuore di tristezza.
Avevano uno sguardo di consapevolezza…
La giovane salì sul furgone senza più fiatare.
Non appena il veicolo partì, gli studenti cominciarono a bisbigliare qualcosa.
-Eva-chan ha davvero fatto una cosa così terribile-? Chiese Tsuyu, con un dito sotto al mento.
-Però...Era una situazione disperata no-? Chiese spaventata Uraraka.
-Nonostante questo, ha davvero ucciso una persona...Che paura- Disse kaminari stringendosi nelle spalle.
Izuku non credette alle parole che uscivano dalla bocca dei suoi compagni...Possibile che Evangeline avesse fatto una cosa del genere?
-Pare che...Alla fine lei sia davvero la figlia della Strega Blu- Disse Todoroki, serio.
-Aaah-? Ruggì Bakugo, con le mani nelle tasche.

“Sono felice che tu stia bene”

A Katsuki vennero i nervi a fior di pelle, sentì l'acido in bocca...Sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.
-Quella fottuta strega mi ha salvato la vita..Se non avesse ucciso quel bastardo, sarei morto io- Aveva urlato il biondo.
-Non è questo che sto dicendo, Bakugo- Lo interruppe Todoroki.
-AAAH-?
-Siamo tutti contenti che siate usciti sani e salvi, ma Evangeline ha reagito in maniera differente da noi contro i Villains-
Midoriya si scosse, prestando attenzione a quello che il giovane diceva.
-Noi abbiamo localizzato i nemici e ci siamo dati da fare in squadra per sopraffarli...Il suo obbiettivo è stato semplicemente quello di eliminare la minaccia- Disse, abbassando lo sguardo.
-Quello che sta cercando di dire Todoroki-san è che Evangeline non ha reagito come un eroe avrebbe dovuto, e la società ne terrà conto essendo la Yuei una scuola prodigiosa- Intervenne la ragazza dalla lunga coda di cavallo.
-Non scherzate...Ohi-! Aveva urlato.
Nessuno osò ribattere...Aveva ragione.
Non sapevano quale fosse la cosa giusta...Sapevano solo che la loro compagna era qualcosa di molto vicino ad un assassino.
………………………………………………………………………………………

La ragazzina era seduta in una stanza chiusa e stretta.
Un tavolino di ferro la separava da n poliziotto baffuto dall'aria ricolma di disprezzo.
Era un interrogatorio.
-Allora, signorina…-
-Toousaka...Toousaka Evangeline- Si affrettò lei.
-Molto bene...Primo anno alla Yuei eh-? Chiese, sorseggiando le caffè.
La giovane annuì.
Era riuscita a darsi una ripulita, ma gli abiti ancora sprigionavano un pungente odore di sangue e non potè fare a meno di sentirsi sporca dentro.
-Veniamo subito al dunque...Hai ucciso quel criminale-? Domandò l'uomo.
Eva strinse i denti...Sentirselo ripetere accresceva soltanto la disperazione che sentiva dentro.
-Si…-Sussurrò.
-Il motivo-? Chiese l'uomo.
-I...Il motivo-? Chiese incredula la giovane.
-Voi siete eroi giusto? Gli eroi non ammazzano la gente o forse mi sbaglio, signorina Toousaka-? Le chiese con freddezza.
Alla strega morirono le parole in gola…
-A-Aveva preso in ostaggio un mio compagno di classe...Stava per sparargli e non sapevo cosa fare…-
Il poliziotto rimase ad ascoltarla.
-Sembra che oltre alla ferita all'addome, anche il cranio abbia subito una perforazione fatale…- Osservò la giovane sconvolta.
-Il mio corpo...Si è mosso da solo- Aggiunse ancora poi.
L'uomo fece un sospiro pesante.
-Dovrò chiamare i tuoi genitori per questo...Purtroppo la notizia si spargerà- Aveva detto, con un tono per niente preoccupato.
-I miei...Genitori-? Chiese la ragazza.
-Certo...Mi dia un numero, o sua madre o suo padre- Aveva detto l'uomo.
La ragazza aveva sollevato piano lo sguardo.
-Mia madre è la Blue…-
L'uomo si portò la mano al viso, costernato.
-Chiedo scusa...Il numero di suo padre andrà bene- Aveva aggiunto, accortosi di aver commesso un errore difficilmente perdonabile.
Eva dettò il numero all'uomo, rimanendo in silenzio subito dopo.
-Ecco…-
L'uomo smise di scrivere e sollevò lo sguardo.
-Mio padre è fuori città per lavoro...Non so quando potrà recarsi qui per gestire le cose- Aveva sussurrato.
Stava tremando, aveva freddo, fame, sete...Aveva la nausea e doveva ancora prendere la pillola per sua malattia.
-Capisco...Allora lo chiamerò seduta stante-.
Alla giovane venne un colpo.
Da quanto non lo sentiva? Da quanto non sentiva la sua voce?
Le vennero i brividi e per un momento pensò a quanto volesse abbracciare suo padre, parlargli, confidargli tutto ciò che sentiva, che provava.
-Allora se mi vuole scusare- Disse l'uomo grassoccio, uscendo dalla stanza.
-Papà...Cosa sto facendo-? Sussurrò, portandosi le mani al viso.
“Papà...Aiutami”
………………………………………………………………………………………….
Dopo aver parlato dell'attacco nemico e aver fatto la conoscenza del migliore amico di All Might, il detective Naomasa Tsukauchi, Izuku ruppe quel silenzio che si era creato tra loro.
-All Might…è vero quello che dicono-?
Il biondo spostò lo sguardo sul giovane che giaceva nel letto dell'infermeria accanto a lui.
-Evangeline ha davvero ucciso una persona-?
All Might sospirò.
-Si-
Izuku chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime.
“Giovane Evangeline...Da quella volta tu...”

“Io ucciderò la Strega Blu”

“Avevo subito capito che persona eri...Tuttavia...”

“Allora facciamo del nostro meglio, Izuku”
“Io non voglio morire”
“Non potrò mai restituirvi questi soldi”
“Grazie...Grazie a tutti di cuore”

All Might strinse gli occhi, portandosi una mano sulle palpebre per coprire la lacrime imminenti.
“Non sei una persona cattiva...Sei una persona dal cuore dolce, giovane Evangeline”
………………………………………………………………………………………….

-Signorina Evangeline…-
Una voce la risvegliò dallo stato di dormiveglia in cui si trovava.
-Tuo padre desidera parlarti- Aveva detto con tono grave.
-Il telefono è infondo al corridoio- Aveva aggiunto.
Alla giovane vennero gli occhi lucidi.
“Papà...”
La sedia cadde a terra a causa della violenza con cui la ragazzina si alzò, correndo oltre quella fredda porta di metallo da cui entrava quell'unico spiraglio di luce viva.



-Angolo Autrice-
Tornata abbronzata (non è vero mai)
Rieccomi con questa folle storia...Eh...Si!
POLIZIOTTI? OMMIODDIO esistono in Boku no hero Academia? XD
Scherzo, scherzo...Anche se li chiamano raccatta criminali il loro lavoro è esemplare
Cit- Toshinori/All Might/ Oro Maitooo.
Okay ciancio alle bande...Questo è un altro capitolo importante per capire l'ambiente in cui è cresciuta Eva...Per comprendere alcuni suoi comportamenti e il perché lei sia diversa dagli altri “pulcini di eroi”.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio come sempre sia chi legge sia chi recensisce...Siete Petalosi :3
No scherzo...Siete sempre fantastici <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-








 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12- Padre ***


-Papà...Sei tu-? Aveva chiesto, con le lacrime agli occhi ma mantenendo il tono pacato.
-Evangeline…-? Chiese una voce dall'altro capo del telefono.
La giovane sentì il cuore scaldato in una dolce presa nell'udire la voce di suo padre.
Era così tanto tempo che desiderava sentirla.
Gli mancava così tanto.
Adesso aveva bisogno di lui più di qualsiasi altra cosa.
Aveva bisogno che lui le dicesse che sarebbe andato tutto bene.
Voleva averlo davanti per abbracciarlo, per parlargli, per farsi ascoltare.
-Papà...Papà mi dispiace così tanto...Io...Io non…-









-Evangeline...Perchè-?








La ragazza frenò il suo pianto, udendo la voce di suo padre tremante e maledettamente strana.
-….Eh-?
Dei singhiozzi cominciarono ad arrivare alle orecchie della giovane.
-Come hai potuto fare una cosa del genere? Perchè Eva? Perchè hai ucciso una persona-? Chiedeva con tono di supplica.
-L..Lascia che ti spieghi, papà...Io non volevo…- Sorrise la giovane.
“Ma certo...Una notizia del genere detta tutta d'un fiato lo avrà spaventato...Devo solo spiegargli chiaramente com'è andata”
-La polizia mi ha raccontato tutto...Hai ucciso una persona, Eva-
I pianti diventavano sempre più potenti.
Evangeline stava per entrare in crisi...Doveva prendere il controllo della situazione.
Doveva riconquistare suo padre.
-Papà...Il nemico avrebbe ucciso un mio compagno di classe...Se non avessi fatto qualcosa allora lui sarebbe…-
-Perchè…- Un sussurro.
La giovane smise di parlare.
-Perchè sei diventata come lei, Eva-?
La ragazza fece scivolare il braccio lungo il suo fianco.
Come lei…
Tutto ma non questo…
“Ma certo...Papà ha sempre avuto paura che diventassi come la Strega Blu...Ha sempre avuto il terrore che il sangue che scorre nelle mie vene potesse essere sporco”
-Sei come lei...Sei come Iri...Sei come la Strega Blu-! Aveva urlato.
La ragazzina si sentì immensamente ferita.
-TI SBAGLI...IO…-
Dal telefono la giovane sentì l'uomo ansimare pesantemente...Lo sentì annaspare, sentiva oggetti in vetro che andavano in pezzi.
La sua capacitò di giudizio venne di nuovo a galla.
“Sta delirando...Del vetro...Possibile che…”
-Papà...Stai ancora bevendo-? Aveva urlato, afferrando meglio il telefono con entrambe le mani.
-Come è potuto succedere? Prima River….Poi Iri...Ora questo…-urlava, lo sentiva delirare in maniere quasi spaventosa.
-Papà...Le cose non stanno andando male-
Doveva cercare di fargli capire che lei era una persona affidabile e buona...Che era stato soltanto un incidente.
-I professori mi hanno dato le medicine sai? Starò bene...La malattia non mi uccider…-
-La malattia-? Aveva chiesto il padre, con tono inquietante.
-Si papà...Va tutto bene…-Aveva sorriso la giovane, ancora in lacrime.
-La malattia...Sarebbe meglio che ti fermasse…-Aveva aggiunto poi.
Il mondo le crollò addosso.
-...Papà...Sei ubriaco…-Aveva sussurrato, ormai al limite.
-Il lavoro è una merda...L'alcool mi fa sentire meglio nei momenti in cui il mondo è mio nemico...Ho perso tutto con il gioco d'azzardo...La mia bambina era l'unica cosa che mi permetteva di tirare avanti...Non potevo permettermi di ferirla- Piangeva.
-Papà…Allora non te ne sei andato perché avevi trovato un lavoro...- Sussurrò, più a sé stessa dato che non ricevette nessuna risposta.
“Ultimamente era diventato un po' strano...Ma non pensavo che si fosse allontanato perché sentiva di essere più violento”
-Papà…-Cercò di parlare ancora.
-Ora basta...è finita…-
la giovane spalancò gli occhi.
-La mia bambina non c'è più...La mia vita...Non c'è più…-
Sentì un trafficare di cassetti dall'altra parte del telefono.
Si concentrò e cercò di collegare tutte le scelte possibili che suo padre poteva fare in quel momento, conciato a causa dell'alcool, della droga e dallo stress.
“Fuga o...”
-Papà, non fare assurdità-! Aveva urlato non appena udito il rumore di qualcosa che veniva caricato.
“Non avevo idea che fosse così traumatizzato...Perdonami papà...Scusami” Pensava mentre urlava di fermarsi.
-Che sta succedendo-? Chiese il poliziotto.
-Per favore, avvisate la polizia di questa città di fermare mio padre...è ubriaco e credo che stia tentando di suicidarsi-! Aveva urlato.
-C-Cosa? A tutti, rintracciate la telefonata e scoprite da dove arriva- aveva urlato il commissario.
“Devo guadagnare un po' di tempo...”
-Papà, va tutto bene...Io sono qui...Non sono andata via...La tu bambina, è ancora qui-Piangeva, sentendo il rumore metallico fermarsi.
-Evangeline….Evangeline non c'è più…-Aveva sussurrato l'uomo.
Non sentiva più il tintinnio delle pallottole...Tirò un sospirò di sollievo.
-Papà non lasciarmi anche tu...Siamo una famiglia- Aveva sussurrato.
 Era allo stremo, il suo cuore non poteva reggere un colpo tanto duro.
Voleva solo sentire la voce rassicurante di suo padre...Ora si trovava a impedirgli di togliersi la vita.
-Io non ho più una famiglia...Iri è un'assassina...Tu sei un'assassina...Io sono solo un uomo stanco di provare a fingere che vada tutto bene-
Sentì il rumore di una bottiglia stappata e l'ingurgitare del liquido all'interno.
-Ti prego...Papà...Possiamo rimediare…- Sorrise, in mezzo alle lacrime.
Silenzio.
“Ancora un po'...Ancora un po', papà”
-Possiamo risolvere tutto…-
il Commissario annuì, segno che era riuscito a rintracciare il telefono del padre.
-Chiamate la polizia di questa città e ditegli di andare immediatamente a questo indirizzo...Si tratta di un codice rosso- Ordinò, consegnando un foglietto con tutte le informazioni.
L'uomo fissò la ragazzina al telefono.
-Non possiamo più essere una famiglia...Ormai...Io non possiedo più qualcosa del genere-
-Non dire così papà...Sai bene che non è così…-
-Tutto questo finirà...Tutto questo finirà...Aspettami River, papà arriva subito- Aveva urlato improvvisamente, caricando la pistola.
Sapeva che avrebbe sparato...Non era in sé, era nel bel mezzo di una crisi di panico.
Evangeline ebbe quasi la sensazione di averlo davanti a sé, vedeva chiaramente la pistola puntata alla tempia.
-NO, NON FARLO TI PREGO...HO BISOGNO DI TE-!
L'urlo della ragazzina lo aveva gelato…
Secondi di silenzio che sembrarono interi minuti.
-E...Evangeline-? Aveva chiesto con un sussurro.
La giovane riprese fiato, sorridendo e tremando dallo spavento.
Si mise una mano sul cuore.
-Si, si papà sono io...Sono la tua Evangeline, va tutto bene, va tutto bene- Sorrideva.
-Evangeline…Evangeline…La mia bambina- Pianse l'uomo, facendo cadere a terra la pistola.
La ragazzina respirava in modo irregolare a causa dei singhiozzi, poi una voce la fece rilassare del tutto.
-Polizia...Buttiamo giù la porta-
-Ti voglio bene, Evangeline- Udì come ultime parole prima che la telefonata si interrompesse.
La giovane riattaccò, tremando ancora di adrenalina.
Si accasciò davanti al muro...Sentiva il cuore fare male.
-Anche io...Papà-.
Rimase accasciata davanti al telefono.
-Ragazzina…-
Gli occhi stanchi e inespressivi di Eva si voltarono.
-Il colonnello vorrebbe parlare un po' con te, ti va-? Le chiese il commissario grassoccio di prima.
Al suo fianco un uomo dall'incredibile altezza e il viso di un cane si ergeva impettito.
-Evangeline...Che ne dici di una tazza di latte caldo-?
Si sollevò, rischiando di cadere.
La giovane trascorse la notte in commissariato senza chiudere occhio.
…………………………………………………………………………………………

-Ohi, capelli di merda...Sicuro che sia da questa parte-? Aveva urlato Katsuki.
-Capelli di merda...Si, il commissariato è da questa parte- Disse Kirishima, intento a correre.
-Credevo ci fossi stato molte volte in verità- Disse Kirishima seriamente convinto.
-AAAH? COME TI PERMETTI STRONZO-?
Era passata una notte dall'interrogatorio della ragazza e avevano ricevuto la notizia del suo rilascio.
-Corri Deku-kun, Eva-chan sarà sicuramente molto scossa- Aveva suggerito Uraraka, correndo più che poteva.
Insieme a loro c'erano anche Ida e Tsuyu.
Non erano riusciti ad andare tutti, molti erano rimasti trattenuti dai professori.
-Senti Bakugo…- Aveva sussurrato Kirishima.
Izuku lo osservò.
-Sono stato terribile con Eva-chan dopo l'accaduto…- Aveva detto.
Katsuki lo osservò con il solito sguardo truce.
-Tsk...Quella non si smuove nemmeno se la insulti per tre ore di fila...Chiedile solo scusa e chiudi la bocca- Disse, superandolo.
Kirishima sorrise.
-Hai ragione…- Si asciugò gli occhi, leggermente lucidi.
-Non sei l'unico che deve scusarsi con lei…-Aveva aggiunto poi.
Izuku sorrise, scambiandosi un'occhiata contenta con Uraraka e Ida,
-Kacchan…-Sussurrò Deku.
Quando arrivarono videro l'enorme cancello chiuso.
-Merda…- Katsuki afferrò le sbarre, forzandole.
-Calamti Bakugo...Non puoi certo buttare giù il cancello della polizia- Gli aveva messo una mano sulla spalla Kirishima, sorridendogli.
-MA DOBBIAMO…- Si bloccò quando vide qualcosa all'interno dell'edificio.
Le vetrate permettevano di vedere cosa succeda all'interno della grande Hall.
La giovane era in piedi in mezzo alla sala...Aveva un aspetto orribile, stanco e sciupato.
-Eccola- Aveva urlato, indicandola.
Si nascosero dietro i cespugli, osservando la scena.
-Sembra che stia parlando con qualcuno...Ma non riesco a vedere davanti a lei- Aveva sussurrato Izuku.
Katsuki osservò attentamente il volto della giovane mentre parlava.
Sorrideva debolmente e guardava negli occhi qualcuno.
“Che diavolo succede?” Si chiese il biondo.
Poi, il punto cieco venne vinto.
L'uomo misterioso si fece avanti.
Tutti allungarono il collo per capire di chi si trattasse.
-Chi sarà-?
-Non saprei- Disse Uraraka.
L'uomo avanzava come uno zombie...Barcollava ed era sorvegliato da tre poliziotti.
Allungò le mani verso la giovane come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Poi l'abbraccio con foga, piangendo e gridando il suo nome.
La giovane non stava ricambiando il suo abbraccio, si era limitata ad appoggiare la testa nell'incavo del suo collo, chiudendo gli occhi.
Poi timidamente abbraccio l'uomo.
Era alto dai capelli scuri come i suoi.
Aveva alcuni lineamenti che assomigliavano alla figlia della strega, ma gli occhi erano del tutto diversi...D'altronde quelli li aveva presi dalla madre.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace….-Continuava a ripetere.
-Va tutto bene- Aveva risposto lei, accarezzandogli i capelli.
-Dove andrai ti aiuteranno...Ti verrò a trovare tutte le volte che vorrai- Aveva aggiunto, abbracciandolo a sua volta con decisione.
Rimasero così…
Katsuki riuscì a scorgere l'espressione triste negli occhi della ragazza esausta.
-Se fosse un parente-? Chiese Izuku, con una mano sotto al mento.
-Potrebbe essere...Eva-chan non hai mai parlato della sua famiglia- Aggiunse Tsuyu, piegando la testa di lato.
I due si separarono.
L'uomo ancora in lacrime si era coperto gli occhi.
-Vi prego, abbiate cura di lui- Si era inchinata Evangeline.
Videro un uomo dalla divisa bianca parlare con la giovane.
Portarono via l'uomo, rilasciarono dei documenti alla ragazza e l'accompagnarono fuori.
I suoi compagni le corsero tutti in contro tranne Bakuogo che la raggiunse camminando e con le mani in tasca.
Kirishima le posò una mano sulla spalla, asciugandosi le lacrime con l'avambraccio.
-Sono così felice che ti abbiano lasciata andare Eva-chan...Perdonami...Sono stato un amico terribile- Le aveva detto.
Izuku si avvicinò.
-Eva-san...cosa succederà adesso-? Chiese, preoccupato.
La ragazza li fissò.
-Se la Yuei non riuscirà a difendermi...Dovrò lasciare il corso per eroi- Aveva sussurrato.
-Cosa-? Uraraka sembrò preoccuparsi sul serio, seguita dalla ragazza-rana.
-Non posso crederci...Tutto questo per aver salvato una vita-? Chiese Kirishima, scrocchiandosi le nocche.
-Non possiamo farci niente...Non voglio che il nome della Yuei venga infangato per causa mia...Se sarà necessario me ne andrò- Sorrise, stanca.
Katsuki si avvicinò a lei, sovrastandola in altezza.
La ragazza gli sorrise.
-Sono felice che tu stia b…-
Il ragazzo l'afferrò per il colletto della maglia.
Alla giovane venne un potente svarione...Erano ore che non mangiava o beveva qualcosa.
-Ohi, Bakugo, lasciala stare...è già piuttosto stressata anche senza di te- Gli aveva detto Kirishima cercando di calmarlo.
-Perchè mi hai salvato-? Le chiese, lasciando la presa.
Stranamente calmo.
La ragazza sorrise.
-Perchè questo è quello che fanno gli eroi- Azzardò.
-Non avresti dovuto...Ora non saresti in questa situazione di merda- Le aveva detto, serio.
La giovane si portò una mano al cuore.
-Gli eroi si trovano sempre in situazioni spiacevoli- Rise.
Katsuki frugò nelle tasche e tirò fuori una piccola scatolina di plastica.
-Prendi- Le aveva ordinato, piazzandogliela in mano.
La ragazza, confusa, fece scattare il marchingegno di metallo che la chiudeva.
-Ah, questa…-
-Ieri non hai avuto modo di prenderla- disse, con le mani in tasca.
-Ti, ti ringrazio- Disse la ragazza osservando la pillola bianca all'interno della scatolina.
Il biondo si era mosso in direzione di una macchinetta automatica di bibite, comprando un'acqua naturale.
-Tieni- Aveva detto, porgendola alla giovane in malo modo.
-G-Grazie- Sorrise.
-Con tutto quello che è successo, mi sono proprio dimenticata di prenderla- Disse, mettendola in bocca e stappando la bottiglia.
La lingua accarezzò il primo strato amaro della medicina, facendole fare una smorfia.
Poi bevve un grande sorso d'acqua, mandandola giù senza problemi.
-Grazie a tutti per essere venuti...Non ve ne era bisogno- Sorrise.
-Stai scherzando? Era ovvio che saremmo venuti- Sorrise Kirishima.
-I professori...Come stanno-? Chiese la ragazza, stringendo la bottiglia d'acqua tra le mani.
Izuku divenne serio.
-Aizawa-sensei e n.13 hanno riportato ferite piuttosto gravi ma non sono in pericolo di vita...Io e All Might abbiamo ricevuto solo ferite superficiali e ora stiamo benone- Sorrise.
-Capisco...meno male- fece un sospiro di sollievo la giovane.
Improvvisamente si udì una voce in lontananza dire frasi poco comprensibili.
I giovani si girarono per capire da dove venisse.
-ORA VA TUTTO BENE- Udirono.
Dall'alto qualcosa brillò, prima di schiantarsi al suolo e sollevare un mare di polvere.
-Perchè sono qui, ahahahaha- Rise All Might in mezzo a tutti gli studenti intenti a tossire.
-A-All Might-! Urlò Kirishima sorpreso.
-Giovane Evangeline, sono contento di vederti- Aveva detto, avvicinandosi a lei.
La ragazza annuì.
-Professor All Might...è vero che Eva-chan potrebbe venire espulsa dal corso per eroi-? Chiese triste Uraraka.
Il super eroe incrociò le braccia muscolose al petto, annuendo.
-Purtroppo queste sono le procedure...Chi infrange un simile codice non può sperare di continuare a frequentare una scuola per eroi- Aveva detto.
Tutti abbassarono lo sguardo, delusi.
-TUTTAVIA…-
Eva si risollevò, sorpresa.
-Questa...è la tua Hero Academia...E ci penseremo noi a sistemare le cose- Disse, con un sorriso in volto.
La giovane assottigliò gli occhi.
-Non capisco…-
Tutti si voltarono verso di lei.
-Non credete che quello che abbia fatto sia sbagliato? Perchè mai dovreste difendere un'assassina-? Chiese, abbassando lo sguardo.
-Eva-chan…- sussurrò Uraraka.
Katsuki si voltò dall'altra parte.
-Tsk…-
All Might la raggiunse, si chinò appena e l'abbracciò stretta.
La giovane rimase spiazzata.
-Giovane Evangeline...Sai perché la Yuei si sta dando così tanto da fare per te-? Chiese, dandole gentili pacche sulla schiena.
La ragazza non rispose.
-è perché hai il potenziale, ragazza mia...Hai le qualità per diventare un'ottima eroina- Le sussurrò.
-Però io...Ho ucciso una persona…-Disse, frustrata.
All Might la strinse ancora più a sé.
-Non lo hai fatto per il piacere di farlo...Lo hai fatto per salvare un amico. Lo hai fatto per salvare una vita...Le tue intenzioni sono buone- Le aveva detto ancora.
-Non aver paura...Noi siamo qui per insegnarti a camminare sulla giusta strada, ti insegneremo a combattere come un eroe-!
 Le aveva detto, allontanandosi e aprendo le braccia con fare teatrale.


“Perchè sei diventata come lei?”



-Come un eroe...Eh-?




-Angolo autrice-
Eh...Riecco la Poliiiiice!
Ma che fa?? un cavolo come suo solito in questo anime XD
Sapete adesso che arco narrativo si apre vero? VERO?
FESTIVAL!
E sono molto contenta di come stia venendo la storia…Spero anche voi :3
Un immenso ringraziamento a tutti coloro che recensiscono sempre la storia, siete fantastici.
Un grazie immenso anche a tutti coloro che leggono, siete meravigliosi anche voi <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-








 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13- Stelle ***


La giornata alla Yuei era stata intensa nonostante la sospensione delle lezioni.
Eva aveva dovuto rispondere a tutte le domande dei professori, aveva parlato con il preside e infine aveva compilato alcuni documenti rilasciati dalla polizia per quanto riguardava suo padre.
I professori erano riusciti a darle un grande aiuto e anche il preside si era dimostrato affidabile e molto disponibile.
Poi si era ritirata nella sua classe dove un supplente aveva spiegato ai ragazzi dove e come avrebbero svolto le lezioni in assenza del loro coordinatore Aizawa.
Eva non aveva testa.
Non riusciva a seguire le parole del supplente, non capiva nemmeno come diavolo potesse essere così calma.
“Mi domando se la mamm...Se la Strega Blu abbia saputo in qualche modo di papà” La pioggia bagnava il vetro che stava fissando intensamente ormai da un quarto d'ora.
Izuku e i suoi compagni di banco le lanciavano spesso occhiate per tenerla d'occhio e verificare le sue condizioni.
“Eva-san...” Izuku sembrava seriamente preoccupato.
Katsuki non lo avrebbe mai ammesso, ma ogni volta che la ragazza si toccava il cuore la fissava per controllare che fosse tutto a posto.
Quando aveva iniziato a rivalutarla? Non lo sapeva nemmeno lui.
Forse non la stava nemmeno rivalutando...Forse le faceva solo pena.
Forse gli dava fastidio il modo in cui si impegnava nonostante fosse senza unicità e figlia di un pericoloso criminale.
Forse in fondo...Un po' provava compassione per lei.
Sua sorella.
La sua malattia.
Forse trovava ingiusto che una singola ragazzina dovesse gestire tutto questo da sola.
-Ne, Deku-kun...Stasera inizia il Festival del paese...Andiamo insieme-? Chiese tutta entusiasta Uraraka, agitando i pugni.
-Il festival eh, sarebbe bello andare- Sorrise Kaminari, voltandosi indietro.
-Festival di paese? Le ragazze vengono in Kimono vero-? Urlò Mineta, sbracciando.
-Maledizione Mineta-kun…-Sussurrò Ojiro, con un sospiro, colpendolo in testa con la coda.
-In effetti sarebbe bello...Potremmo approfittarne finché non sistemeranno le cose qui alla Yuei- Sorrise Izuku.
-Allora è deciso- Urlò Uraraka, saltellando e giungendo le punte delle dita.
Era una cosa che faceva spesso.
-Però…-Izuku si rattristì di colpo, sollevandosi e dirigendosi verso Eva.
-Eva-san- Sorrise, aspettando che si voltasse.
-Sai...Questa sera inizia il Festiva del paesino fuori città...Ti va di venire con noi-? Domandò con le gote leggermente arrossate.
“Maledizione...Così sembra un appuntamento” Si disse, dandosi del cretino.
Eva sorrise.
-Mi piacerebbe...Ma ci sono cose che devo sbrigare con la polizia una volta a casa...Andate pure senza di me- Sorrise, sollevandosi al suono della campanella.
-Non puoi proprio? Sarebbe un peccato! Il primo giorno fanno i fuochi d'artificio- Disse triste la ragazzina della gravità, affiancandosi a Deku.
-Proprio non posso...Mi dispiace- Sussurrò mortificata, sorridendo il più gentilmente che poteva.
-Capisco…-Uraraka sembrava giù di morale.
-E tu Bakugo...Ti va di venire al Festival con noi-? Chiese Kirishima circondandogli il collo con fare amichevole.
Un'aura di fuoco si sprigionò intorno al biondo che, infuriato, squadrò la sagoma tremante di Kirishima.
-O-Okay ho capito, non vuoi non vuoi- Sorrise nervosamente il biondo, grattandosi la nuca.
Si ricompose, facendo un sorriso sincero.
-Però potresti venire a fare un salto comunque...Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante per me stare insieme a tutti voi- Sorrise, mostrando i suoi denti aguzzi.
Jiro si voltò verso Kaminari simulando di mettersi un dito in gola e vomitare, facendo ridere l'amico di gusto.
Kirishima sorrise imbarazzato.
Eva a quella scena sorrise...Era bello stare in mezzo a tante persone non comuni.
Si avvicinò all'uscio della porta per uscire dalla classe...Era tentata di voltarsi e salutare tutti con un gioioso “ci vediamo domani”.
Ma lei chi era per poterlo fare?
Poteva veramente essere così arrogante da considerarsi una di loro?
Non se la sentiva…
Si voltò ancora per uscire quando una voce arrogante la fece bloccare sui proprio passi.
-Perchè diavolo li fissi tutti in quel modo...Li vedrai anche domani no-? Domandò, con la mano appoggiata alla guancia e la testa voltata altrove.
Eva a quelle parole sorrise senza farsi notare.
Chiuse gli occhi, beandosi di quel momento.
Li avrebbe rivisti anche domani...E il giorno dopo ancora e quello ancora dopo.
-Hai ragione...Allora…- Sussurrò, voltandosi verso tutti.
Prese fiato ma…
-Ah Eva-chan vai via? Allora ci vediamo domani-! Sorrise Kirishima, salutandola con la mano.
-A domani Eva-chan- Sorrise Uraraka, giungendo le mani.
-A domani-Ghiro...E non stancarti troppo- Disse Tsuyu.
-A domani, Toousaka-san- Si sistemò gli occhiali sul ponte del naso Iida.
Jiro la salutò sollevando la mano e sorridendole.
Tutti la salutarono come una normale compagna di classe.
La giovane rimase con le labbra paralizzate.
-A domani...Eva-san- Sorrise Izuku, sollevando una mano.
Eva sorrise a tutti...Le sue guance si tinsero di un rosa pallido.
-A domani…Allora-
Katsuki voltò la testa di lato, fissando la pioggia contro al vetro
………………………………………………………………………………………….

Aveva terminato gli interrogatori in commissariato.
Tre giorni più tardi si sarebbero visti con i professionisti della Yuei per accordare le procedure e vedere il da farsi.
Era molto più tranquilla...Anche i poliziotti si erano dimostrati molto più tranquilli e disposti ad ascoltare tutta la sua storia.
Si sentiva decisamente meglio.
Avevano terminato un'oretta prima, così decise di tornare a casa.
“Si staranno tutti preparando per andare al Festival” Sorrise, osservando la luna alta nel cielo.

“E quella?”
“Quella è Andromeda”
“Oh, oh….E quell'altra?”
“Quella è l'ala di Pegaso”
“Pegaso?”
“Il cavallo alato degli Dei”

La strega sorrise.
“Potrei andare fuori a guardare le stelle come facevo da piccola”
La giovane fece per aprire la porta di casa quando.
“Aspetta...”
Corse fino al piano superiore e aprì il suo guardaroba.
Si sollevò in punta di piedi e afferrò una vecchia custodia nera.
Ci soffiò sopra e l'aprì, sorridendo nostalgica.
Inciso sul legno di quello strumento musicale vi era River...Il violino di sua sorella.
-Chissà se mi ricordo ancora come si fa…-Sorrise.
Uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Si sistemò nel piccolo parchetto davanti a casa sua...Era notte fonda e non vi era anima viva in giro.
-Tanto meglio…-Aprì la custodia e si sistemò il posizione.
Le mani tremavano...Non sapeva perché, ma aveva sempre tenuto accordato il violino anche senza suonarlo.
Era un'abitudine...La piccola Eva accordava sempre il violino della sorella prima di lasciarla suonare.
Lo faceva a casa e anche in ospedale quando veniva ricoverata a causa della malattia al cuore.
Ma River riusciva sempre a cullare tutta la famiglia con quel violino e le sue canzoni.
Era come se note di paradiso uscissero con forza da quel corpo quasi al limite.
Eva sorrise, stringendo l'archetto con decisione e poggiandolo sulle corde tese.
Chiuse gli occhi e cominciò a suonare, cullata e guidata dal vento della sera in una piacevole operetta solista.
Si era posizionata in piedi su una panchina verde e scrostata dalla maggior parte della vernice.
I capelli danzavano sulle note di quella musica rilassante.
Alcune persone tirarono su le tapparelle per udire meglio quella melodia sconosciuta, rimanendo anche a guardarla per una buona manciata di minuti.
Eva si lasciò presto trasportare dalla musica, fondendosi con essa.
Era come se suonando quel violino tornasse indietro nel tempo.
In un passato in cui non esistevano malattie, Streghe Blu o criminali arroganti.
Pianse.
Pianse mentre suonava.
Le lacrime le accarezzavano le guance ma sul suo volto non vi era segno di tristezza, rammarico o quant'altro.
Era in pace.
Due ultimi tocchi alle corde e la melodia si perse nella notte.
L'unica cosa che la giovane sentiva erano i suoi respiri pesanti e il suo cuore affaticato.
Respirava in modo affannoso...Aveva il viso rivolto al cielo.
Le stelle si vedevano benissimo quella sera.
Sentiva i corti capelli appiccicati alla fronte a causa del sudore.
Abbassò il violino, facendo riposare braccio e spalla.
-Tch….-Una voce interruppe i suoi pensieri.
Si voltò molto lentamente, scorgendo quella figura nel buio.
Eva piegò di lato la testa.
-E così sai fare qualcosa, dopotutto- Disse Katsuki, avvicinandosi alla panchina su cui la giovane si era sistemata.
-Cosa ci fai qui-? Chiese Eva, scendendo e posando il violino sulla custodia nera.
-Quei cretini hanno insistito talmente tanto che per fargli chiudere quella fogna ho dovuto dire loro che sarei andato al Festival...Pezzi di merda- Ruggì, mettendosi le mani in tasca.
Era vestito in modo elegante...Giacca e pantaloni bianchi con una cravatta bordeau che spiccava sotto al collo.
Dal canto suo Eva era ancora vestita con la divisa scolastica.
-Tu non avevi cazzate da sbrigare con la polizia-? Chiese, avvicinandosi.
-Abbiamo finito prima...Per questo ho deciso di tirare fuori questo vecchio aggeggio e provarlo- Sorrise, fissando il violino.
Katsuki si sistemò in modo per niente elegante sulla panchina, accavallando le gambe e allargando le braccia, buttando indietro la testa.
“Ha occupato tutto lo spazio” Piegò la testa la giovane, rimasta in piedi.
-Perchè diavolo allora non sei andata al Festival-? Domandò lui.
-Non…Me la sentivo...Credo- Sussurrò, chiudendo la custodia.
Prima che lo strumento scomparisse Katsuki vide il nome inciso sopra.
-Quindi non è tuo-? Chiese con tono brusco, indicando il sacco nero con il movimento della testa.
-Questo? No...Era di mia sorella...Però ha detto che le sarebbe piaciuto regalarlo a me in modo da poter suonare le sue canzoni- Sorrise.
Katsuki la fissò, per poi rivolgere lo sguardo al cielo.
-Saresti dovuta andare...Al diavolo di Festival- Ribattè.
-Non sono un'amante delle folle…- Sussurrò, osservando il cielo a sua volta e incrociando le mani dietro alla schiena.
Poi sorrise a Katsuki.
-Nemmeno tu-?
Il biondo si sistemò meglio sulla panchina, incurvando la schiena e giungendo le mani.
Tutto quell'astio che aveva provato per lei i primi giorni era sparito, trascinato via dalla musica del violino e dalla brezza della sera.
La ragazzina approfittò del momento per sedersi, occupando il minor spazio possibile.
-Però il cielo stasera è meglio di qualsiasi spettacolo di fuochi d'artificio- Sorrise Eva, guardando verso l'alto.
Katsuki assottigliò gli occhi cremisi.
-L'orsa è sempre fottutamente coperta- Ringhiò.
Eva lo fissò.
-Minore o maggiore-?
Bakugo si stupì leggermente...Non credeva ci fosse un'altra persona interessata alle stelle in quella classe stramba.
-Maggiore...è così dannatamente grande che viene sempre coperta da qualcosa- Sputò.
Eva scrutò ancora il cielo.
-E quella-? Chiese indicando un punto nel cielo infinito.
-Ah? Quella è il Cav…-
-Il Cavallino- Sorrise lei.
Katsuki si innervosì non poco.
-Se la sapevi perché cazzo me l'hai chiesta-?
Eva rimase un po' delusa.
-Scusa...Volevo vedere se conoscevi anche quelle un po' più remote-
Calò il silenzio.
-Ecco…-Parlò lei.
Katsuki rimase a guardare il cielo.
-In realtà ce n'è una che non riesco a trovare-.
Katsuki continuò a scrutare il cielo.
Il giovane rimase in silenzio con un'espressione molto concentrata.
Eva sorrise.
-Puoi indicarmi la Corona Boreale? Non riesco proprio a vederla- Sussurrò.
Il biondo rimase a fissare il cielo per un po'… Poi sospirò.
Sollevò un braccio molto lentamente, puntando il cielo scuro con un dito.
-Segui Andromeda…- Aveva detto.
Poi spostò il dito lentamente.
-Poi raggiungi Eredano e la prima stelle del Cigno…-
Eva chiuse gli occhi…Sapeva benissimo dove si trovasse la costellazione.
Decise di farsi cullare dalle sue indicazioni.
-Ci sono-
-è esattamente lì...Vicina a Idra- Abbassò il dito.
Eva sorrise.
-La vedo…- Sorrise.
Passarono parecchi minuti in silenzio.
-Non credevo ti interessassero le stelle-
-Non mi interessano...Ma fin da bambino quella vecchiaccia di mia madre mi portava in campeggio e quell'altro ritardato di mio padre mi spiegava le stelle al cannocchiale- Sbraitò.
Eva lo fissò, poi si concentrò ancora sul cielo.
-Vuoi vederne una nuova-? Chiese, sorridendo.
Katsuki rimase un attimo in silenzio.
Eva sollevò il braccio.
-Segui Venere...Poi raggiungi Orione-
Gli occhi di Katsuki lavoravano veloci.
-Adesso mischia la terza stella con quel piccolo esagono lì vicino- Disse ancora.
Katsuki cercava di collegare tutte le stelle.
-E poi concentrati sulla cosa più grande…-Aveva detto, abbassando il braccio ma non lo sguardo.
-Ah? Mi prendi per il culo-? Chiese Katsuki, allungando ancora di più il collo per scorgere la stella più grande.
Ma come poteva trovarla?
-Pensa in grande…-Sussurrò ancora la giovane.
Bakugo assottigliò gli occhi.
-Mi stai davvero prendendo per il culo-? Ringhiò poi, voltandosi verso la ragazza, ancora con gli occhi a riflettere le stelle.
Eva lo fissò.
-La cosa più grande nel cielo- Sorrise, puntando l'indice in alto ma non lo sguardo.
Bakugo spalancò gli occhi, tornando a fissare il cielo lentamente.
Gli occhi cremisi del giovane riflettevano la grande sfera bianca, circondata da piccole stelline.
-La vedo…-Disse lui.
Eva tornò a sorridere.
-La vedi tutta-?
Katsuki collegò tutte quelle stelle infinite.
-Una donna...Una donna con un cappello chinata con un grande bastone in mando.
Eva sorrise.
-C'è ancora qualcosa-
-Ha anche un mantello...E...La luna è la pietra preziosa sul suo scettro- Aveva detto.
Eva si sollevò, mettendosi la custodia del violino sulla schiena.
-La chiamo la Costellazione della Strega...Peccato non ci sia nelle mappe astronomiche- Sorrise.
Bakugo si grattò la nuca.
-Sono solo fottuti ammassi di stelle- Disse, sollevandosi e mettendosi le mani in tasca.
Eva si incamminò.
-Dirlo così non le rende meno belle- Rivolese un'ultima occhiata a Katsuki.
-Puoi salutare tutti da parte mia?...Li raggiungerò al prossimo Festival- Sorrise salutandolo mentre si incamminava verso casa.
Bakugo sollevò lo sguardo verso il cielo...Ma gli venne difficile ritrovare quella costellazione.
Era come se la strega...Se ne fosse andata con lei.
-Che cazzata…-Sbottò, prima di alzarsi e incamminarsi verso il Festival.



-Angolino dell'autrice malata fuori di testa
Con il prossimo capitolo si aprirà ufficialmente l'arco narrativo del festival sportivo...Ho voluto aggiungere questo capitoletto come pausa e come ristoro per la povera mente di Eva.
Spero che lo abbiate apprezzato per quello che è <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-






 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14- Possibilità ***


Passarono due mesi dall'incidente con i Villains.
La sentenza della Yuei si concluse in maniera impeccabile: riuscirono a gestire l'incidente come solo dei professionisti potrebbero fare.
Forse la parola di Eva contro quella della polizia poteva non significare nulla...Ma la spiegazione dei professori davanti alle autorità si era rivelata un successo.
La responsabilità era caduta sulla scuola ovviamente, ma la prestigiosa Yuei se l'era cavata solo con qualche lavata di capo e svariate lamentele da parte di alcuni genitori.
L'uccisione di un criminale era stata classificata come autodifesa.
Certo le cose rimasero in ballo per un po'...Ma tutto si era sistemato per il meglio.
Da li a poco...Sarebbe iniziato il Festival Sportivo della Yuei.
Era un evento incredibilmente condizionante, così prestigioso da aver sostituito le attesissime Olimpiadi che si tenevano una volta ogni quattro anni in giro per il mondo nelle città più prestigiose.
Era una grande opportunità per farsi riconoscere in quanto Embrioni Eroi della Yuei.
-Buongiorno a tutti- Una voce assonnata fece capolinea in classe.
Tutti i ragazzi si voltarono sorridenti.
-Aizawa-sensei-! urlarono contenti.
Il professore era ricoperto di bende su tutto il visto, compresi gli occhi.
Aveva un braccio ingessato e la sua solita aria stanca ad accompagnarlo.
-è sicuro di poter affrontare le lezioni, professore-? Chiese Tsuyu preoccupata.
-Non dovete preoccuparvi...Le lezioni si svolgeranno regolarmente...Ora- Si sistemò davanti alla cattedra.
Tutti lo fissarono seri.
-Il Festival sportivo si avvicina...Questa è la nostra scuola ragazzi e ragazze- Assottigliò gli occhi, al di sotto delle bende.
Tutti urlarono felici, entusiasti ed eccitati.
-IL FESTIVAL, NON VEDO L'ORA- Urlò eccitato Kirishima.
-Sarà una grande opportunità per noi- Aggiunse saggiamente Tokoyami, incrociando le braccia al petto.
-Waaaa non vedo l'ora- Strillò Mina.
Eva fissò il poster del festival che il professore aveva attaccato al muro.
“Un Festival di fama internazionale per fare vedere al mondo quanto valiamo...Se verrà davvero trasmesso in mondovisione...Allora probabilmente anche la Strega Blu lo vedrà...”
-Eva-chan-? La chiamò Uraraka.
-Eh-?
-Ti eri persa nei tuoi pensieri-? Domandò, sorridendole.
Eva fece un grande respiro.
“Che assurdità...Perchè mai dovrebbe interessarle una cosa del genere?”
-Mi ero incantata- Sorrise.
Uraraka la scrutò meglio.
Eva la fissò, piegando di lato la testa.
-Come pensavo...I capelli ti stanno proprio ricrescendo eh-? Disse, incrociando le mani dietro alla schiena.
-...Dici-? Si domandò Eva, prendendo una ciocca tra le dita.
“In effetti...ormai raggiungono metà schiena”
-Il festival si terrà tra due settimane...Approfittate di questo momento per allenarvi al massimo delle vostre forze- Aveva detto il professore, rivolgendo poi un'occhiata ad Eva.
-Senza esagerare-
…………………………………………………………………………………………
Eva trascorse le due settimane ad allenarsi nella riserva come faceva sempre, migliorando velocità, tecnica e combattimento corpo a corpo.
-Non potrò utilizzare né la spada né il mio costume al festival...Non avendo un'unicità sarò parecchio svantaggiata- Sorrise, osservandosi le mani.
-Bhe...Non che io mi aspetti di vincere o cose del genere…- Strinse le mani a pugno.
-Voglio solo...Dimostrare a tutti che in questo corpo non vive soltanto la figlia della Strega Blu…-
Il vento mosse i suoi capelli scuri.
-Chissà...Se l'unicità della mamma…- Si diede due leggeri schiaffetti sulle guance.
-No...Quell'unicità l'ha solamente portata su una strada sbagliata-
Ricominciò a correre, facendo tutto il giro del bosco.
Mentre correva si mise una mano sul cuore, sentendone i battiti regolari.
“Forse...Sarebbe stato bello avere un'unicità” Pensò, continuando a correre.
Tutti gli studenti si prepararono per il grande e attesissimo festival, allenandosi come meglio potevano.
Izuku con All Might, Eva nella riserva, Kirishima cercò di allungare i tempi e aumentare la solidità del proprio corpo, Katsuki faceva esplodere tutto come suo solito, Uraraka cercava di superare il proprio limite di peso.
Erano tutti molto presi.
Così….La mattina del Festival Sportivo.

La giovane Eva si sistemò meglio il colletto della divisa.
Sorrise.
-Vado a fare del mio meglio….Lia- Sorrise.
Le aveva affidato quel nomignolo fin da piccola...Non riuscendo mai a pronunciare la parola River.
“Vuol dire fiume in inglese sai?”
“….LIA..!”
“...F-Fa niente...Lia va benissimo”

Sorrise a quel ricordo, poi si lasciò la tomba alle spalle.
………………………………………………………………………………………….

La giovane stava camminando verso la scuola quando.
-Toousaka Evangeline- L'aveva chiamata una voce assonnata.
-Professore…- Si fermò lei, andandogli incontro.
Aizawa era sempre coperto dalle sue bende.
-Volevo augurarti buona fortuna...Ma soprattutto sono venuto a dirti di non strafare...Intesi-? Le disse, serio.
Eva sorrise.
-Si, certo...La ringrazio molto-.
-Se avverti anche solo il minimo dolore ferm…-
-NON VOGLIAMO CERTO CHE QUESTO FESTIVAL SI TRASFORMI IN QUALCOSA DI SPIACEVOLE...OF COURSE NOT- Aveva detto Present Mic, apparendo dietro ad Aizawa, prendendolo per le spalle e spostandolo in malo modo.
-Ohi, Mic- Si innervosì il moro, sospirando subito dopo.
-Evanegline-kun...Sarà anche scontroso e imbronciato, ma ascolta questo professore malconcio- Sorrise il biondo, tirando piccole gomitate all'amico.
-Falla finita…-
-Certo...Grazie mille per la preoccupazione- Si inchinò.
………………………………………………………………………………………….

-Voglio che tu vada a dire a tutti…- All Might si voltò improvvisamente verso il suo allievo prediletto.
-CHE SEI ARRIVATO- Disse, sputando sangue.
Izuku tremò appena.
-A...All Might…- Sussurrò.
“Devo dire a tutti...Che sono arrivato”! Strinse le mani  a pugno.
…………………………………………………………………………………………
I preparativi erano ultimati...I ragazzi del corso per eroi si stavano cambiando nei loro rispettivi spogliatoi.
Quando furono nella grande Hall Eva si chiuse la tuta da ginnastica e sentì un brivido lungo la schiena.
Si voltò piano.
-Per quanto ancora hai intenzione di osservarmi, Todoroki-san-? Chiese, con tono irritato.
Tutti si voltarono.
Era strano per lei essere sgarbata con qualcuno, ma la pressione e la tensione la stavano consumando...La notizia che lei era la studentessa che aveva ucciso un criminale “per sbaglio” era volata alle orecchie di tutti...E quei “tutti” l'avrebbero vista combattere a quel Festival in mondo visione.
-Evangeline Toousaka...Se dovesse capitare uno scontro contro di te sappi che non ci andrò leggero- Aveva detto, con voce minacciosa.
La giovane abbassò lo sguardo, indietreggiando.
-Come ti pare...Non azzardarti a sottovalutarmi solo perché non ho un'unicità- Aveva risposto a tono.
Shouto aggrottò le sopracciglia.
-Sconfiggerti definitivamente significherebbe accrescere la mio posizione come eroe...Se riesco a battere sia te che Midoriya ora come ora- Strinse la mano a pugno.
-Allora quello stronzo non avrebbe nulla da ridire- Sussurrò.
Eva lo osservò.
-Allora io ti batterò...Cosicché la gente capisca che non sono come la Strega Blu- disse decisa.
Katsuki aveva la testa appoggiata alla mano destra e si voltò non appena udì quelle dichiarazioni di guerra.
Sorrise al giovane.
-Abbiamo tutti i nostri motivi...Facciamo del nostro meglio- Aggiunse.
Izuku fissò Todoroki deciso.
-Anche io mi impegnerò al massimo- Disse.
La ragazza sorrise all'avanzare del compagno...Era incredibile quanto fosse cambiato dalle medie.
-Ti sconfiggerò e proverò a tutti che posso diventare un eroe- Disse la ragazza prima di sorpassare il giovane dai capelli bianchi e rossi.
Era stata molto glaciale...Non che solitamente fosse calorosa e affettuosa, ma la pressione per il festival la stava facendo uscire pazza.
“Devo calmarmi...Ho già ricevuto una dichiarazione di guerra” Sospirò.
Si fermò appena...Portandosi una mano sul viso afflitta.
“Sono un'idiota...Certo ho parlato nella foga del momento, ma non c'è possibilità di vittoria contro di lui”
Riprese a camminare, dandosi della scema ad ogni passo.
Mentre rimuginava urtò qualcuno nel corridoio.
-Ah, mi spiace…-Sussurrò.
Un ragazzo biondo dall'aria furba ghignò, avvicinandosi al viso della giovane veloce come un fulmine.
-Eeeeh, così è questa la Strega della Yuei-? Sussurrò.
La ragazza spalancò gli occhi, indietreggiando di colpo per allontanarsi.
-Dire qualcosa di così sgarbato a prima vista- Sussurrò la ragazza, ricomponendosi.
Il ragazzo si grattò la nuca, avvicinandosi lentamente.
-Aaah chiedo scusa...Non credevo che ad un assassina importasse qualcosa delle buone maniere- Disse, aprendo i suoi sottili occhi da volpe.
-Sempre più sgradevole- Sussurrò la giovane, aggrottando le sopracciglia.
-Ah perdonami...Non mi sono presentato- Disse, allargando le braccia con fare teatrale.
-Risparmia il tuo fiato per il Festival...Quando mi avrai dimostrato di essere dignitoso abbastanza da poterti permettere tanta scortesia mi dirai il tuo nome- Gli aveva detto, accarezzandosi il fianco e ricordandosi solo in seguito di non avere la katana.
-Sono proprio le parole di una strega- Sorrise, sospirando e facendo segno di resa con le mani.
Eva era arrabbiata...Ma sopratutto insicura.
-Se non hai altro da dire…-Disse la giovane, voltandosi per andarsene.
-Pensi davvero…-
La ragazza si bloccò.
-...Che una strega possa diventare un eroe-?
Quell'unica domanda era la sola che continuava a rimbombarle in testa da quando sua madre se ne andò.
Poteva?
Non lo sapeva.
-Risolveremo la questione al Festival...Preparati a rimangiare tutto quello che hai detto-
Eva se ne andò, non dopo aver dato un'ultima carezza al suo cuore agitato.
………………………………………………………………………………………….

-Signori e signore, l'eroina professionista Midnight- Presentò Mic, dall'alto dello stadio affiancato da un assonnato Aizawa che avrebbe fatto da commentatore con lui.
-Il Festival Sportivo della Yuei è ufficialmente iniziato...Ereased Head, hai qualcosa da dire al riguardo-?
-Fa il tuo lavoro e basta-.
L'immenso stadio pullulava di persone agitate ed eccitate.
I ragazzi entrarono in campo intimiditi dalla grande massa.
-Aaaaaah, comincio a sentirmi nervosa- Disse felice Mina, agitandosi.
-Anche io...Mi sento molto nervoso- Sussurrò Izuku.
“Tuttuavia….è una grande occasione” Pensò, osservò All Might sugli spalti che gli infondeva coraggio con lo sguardo acceso.
Doveva essere molto agitato anche lui.
“Dirò a tutti che sono arrivato”
Eva si osservò la mano, disegnò sopra l'omino stilizzato e simulò di ingoiarlo...Diede due battiti al torace e respirò profondamente.

-BENE SIGNORI E SIGNORE...CHE IL FESTIVAL SPORTIVO DELLA YUEI ABBIA INIZIO- urlò Midnight.
Aveva dei lunghi capelli color notte e un completo accattivante in lattice.
Portava degli stivali lunghi con il tacco e reggeva un frustino in mano.
Mineta cominciò a sbavare.
-Sei proprio incorreggibile, Mineta-kun- Sussurrò Ojiro, muovendo la coda a destra e a sinistra.
-Ma prima di iniziare...Katsuki Bakugo...Tu che hai ottenuto il punteggio di entrata più alto vieni qui su palco- Aveva detto, agitando il frustino.
Eva lo fissò salire con le mani in tasca e l'andatura scocciata.
Si avvicinò al microfono.
-Io...Arriverò primo- Aveva detto semplicemente, scatenando la furia tra tutti i ragazzi di tutte le classi.
Corso per eroi, supporto e attrezzatura...Le classi della Yuei avrebbero combattuto tra loro, tutti contro tutti.
-Ora gireremo questa ruota per vedere quale sfida vi toccherà- Aveva annunciato la donna, girando la ruota.
-E LA PRIMA SFIDA CONSISTE….-Urlò Mic seguito da uno sbuffo stanco di Aizawa.
-Corsa ad ostacoli- Annunciò Midnight, indicando con il frustino lo schermo.
-Non vi sono regole...Solo quella di utilizzare i vostri Quirk per farvi largo fino al traguardo. In aggiuntasi è vietato infierire su un avversario con la propria unicità- Disse sorridente.
-Tch…-Replicò il biondo esplosivo.
-Bene, tutti in posizione- Disse Midnight.
“Ci sono così tante persone con unicità diverse...Come farò a concorrere con tutti loro?”
-PARTENZAAAA….EEEEEE…- Mic prese un lungo respiro.
-VIAAAAAAA- Urlò con foga mentre il suo amico si tappava le orecchie, infastidito.
Tutti gli studenti partirono entusiasti.
-M-Ma che diavolo…-? La maggior parte dei partecipanti era rimasta incollata al suolo congelata con le gambe immobili.
-Quello studente del corso di eroi...Maledizione- Disse un ragazzo, cercando di staccare la gamba dal suolo.
Todoroki era già in testa.
-Perdonatemi- Sussurrò, continuando a correre.
-Chi ti credi di essere eh, stronzo a metà-!? Urlò Bakugo.
Quando il giovane si voltò vide tutti i suoi compagni di classe correre dietro di lui.
Bakugou volava grazie alle sue esplosioni.
-Siamo i tuoi compagni…Ci aspettavamo una cosa del genere- Sorrise Momo, affiancata da Kirishima.
“Hanno previsto la mia mossa?”
improvvisamente il ragazzo sentì una presenza al suo fianco.
“è...è velocissima” Sudò freddo, osservando la giovane correre al suo fianco.
Aveva gli occhi spalancati e si poteva palpare la sua concentrazione.
Aizawa portò il busto in avanti, cercando di osservare le condizioni della giovane.
Mic sorrise, coprendo il microfono con il palmo della mano.
-Sei preoccupato, Aizawa-? Gli chiese.
-Potrebbe avere un attacco di cuore con tutto quello sforzo...Le pillole non sono magiche- Aveva sussurrato.
Present mic sospirò, poi gli diede una pacca sulla schiena, smuovendolo.
-Andrà tutto bene- Gli aveva detto sorridente.
Il moro fissò l'amico per un po', poi sospirò.
Shouta si rilassò e Mic si sentì sollevato.
-SHOUTO RIMANE IN TESTA MA TOOUSAKA GLI STA DANDO DEL FILO DA TORCERE- Urlò al microfono.
Shouto era più lento di Evangeline...Anche se di poco, la ragazza lo batteva in velocità.
“Posso solo correre...Correre alla massima velocità per tutta la durata della prova...Posso solo mettere in pratica i miei allentamenti”
-Quelli sono...I robot del test d'ingresso-?
La voce spaventata di Sero la fece tornare alla realtà.
“Non può essere...” pensò, osservando tutti i grandissimi robot davanti a lei.
“Avevo la katana l'ultima volta...Come posso fare?”
Chiuse gli occhi.
Nella sua mente stabilì una veloce mappa del percorso più veloce e più libero oltre i robot.
“Si...Così dovrebbe andare”
Aprì gli occhi di scatto e accellerò tanto da superare Todoroki, ma solo per correre al lato dei bestioni meccanici.
-Di qua bestioni, seguitemi- Urlò, facendosi inseguire da uno.
Tutti mantennero le distanze da lei visto il grande mostro che la seguiva.
-Attenzione..Sembra che Toousaka Evangeline abbia in mente qualcosa- Strillò Present Mic.
La ragazza correva senza sosta, ma le sue gambe non sembravano risentirne.
Si tenne vicinissima a Todoroki senza però superarlo.
-Che diavolo-? Sussurrò il ragazzo, vedendo l'enorme robot che, di conseguenza, stava inseguendo anche lui.
Todoroki continuò a correre.
La giovane si arrampicò in cima al robot ora che i suoi sensori puntavano sul piccolo eroe raccomandato.
-e adesso corri- Sorrise, sistemandosi sul robot e sorridendo, pronta a saltare via per ogni evenienza.
-Cosa-? Tutti i ragazzi dietro di lei si stupirono.
-Sta…-
La folla urlò.
-Sta cavalcando un'unità d'attacco-? Urlò Mic, facendo ballare i propri occhiali sul ponte del naso.
Il Robot correva dietro Todoroki, lo avrebbe raggiunto subito.
-Meledizione- sussurrò il giovane, congelando il terreno ai suoi piedi.
La ragazza vide il ghiaccio arrivare vicinissimo ai pedi del robot.
Sollevò il viso, assottigliando il suo sguardo calcolatore.
-TI HO TROVATA, STRONZETTA- Sorrise Bakugo dall'alto delle sue esplosioni.
La ragazza si sollevò, senza muoversi dal robot.
Il biondo subito si scagliò sul bestione di metallo, facendolo saltare in aria.
L'ultima cosa che vide prima di venir accecato dal suo stesso fumo furono le labbra della giovane muoversi.
-E ne userò ancora...Di trucchetti-
Il mostro andò in mille pezzi, scagliando una lastra di metallo dritta su per la rampa di ghiaccio che aveva creato Todoroki poco prima spaventato dalla vicinanza del robot.
I ragazzi aprirono lentamente gli occhi e non credettero a quello che videro:
Evangeline era schizzata sulla rampa di ghiaccio a bordo di un rimasuglio di metallo a forma di lastra...Finì in prima posizione e guadagnò terreno.
Bakugo stava ancora cadendo...Fissava la scena sbalordito e nervoso...Molto nervoso.
-Cazzo…- Strinse i denti, ripartendo più furioso che mai.

La ragazza saltò giù non appena si ritrovò davanti un crepaccio con delle funi per arrivare sull'altra sponda.
“Sul serio...”
Si voltò indietro...Sentiva in lontananza le grida di Bakugo.
Sorrise nervosa.
“Ho guadagnato terreno, ma devo sbrigarmi”
Prese un respiro profondo…
Cominciò a correre.
“Sarà come correre sul sottile ramo di un grande albero della riserva”
“Non pensare...Rimani concentrata su quello che fai”
Il piede toccò la corda...Sentì tutta la sua instabilità.
Una piccola spinta e stava già correndo...In bilico su un burrone.
-E-Ehy….Ereased Head...Che diavolo dai da mangiare ai tuoi studenti-? Chiese stupito Mic, osservando la giovane correre sulle corde.
Aizawa non rispose, tenne gli occhi incollati alla ragazza.
Il piede scivolò e, per un attimo, la giovane rischiò di cadere.
Mic si sollevò dalla sedia per istinto, così come tutti i professori della Yuei seduti sugli spalti.
La giovane si fermò, lanciando un gridolino spaventato.
Si bloccò, incurvandosi con la schiena e reggendosi il petto.
Aveva un equilibrio incredibile, molti più naturale che sviluppato con gli allenamenti.
Era immobile su quelle corde oscillanti...Il cuore le stava per esplodere.
-Concentrati, concentrati…-Sussurrava, cercando di riprendere l'equilibrio.
Si raddrizzò lentamente con la schiena, facendo un profondo respiro.
-Toousaka Evangeline sta per cadere? È pericoloso- Disse dal microfono l'eroe biondo.
-Va tutto bene…-Sussurrò Aizawa.
-Eh-? Mic si voltò verso il moro per poi osservare Eva.
Stava respirando lentamente sospesa nel vuoto.
Gli ormai lunghi capelli neri la accarezzavano, la incitavano ad andare avanti.
“Avanti...”
Un piede superò l'altro.
“Va avanti...”
Un altro passo, più deciso.
-Avanti- Sussurrò, riprendendo a correre.
Le pupille ridotte a due puntini…
-I-Incredibile, Toousaka si è riprese con maestria- Urlò Mic, accompagnato da tutta la folla.
-Quella sarebbe la figlia della Strega Blu-?
-Incredibile-
-Ma non ha ancora usato la sua unicità, no-?
Gli eroi la guardavano con scetticismo con le braccia incrociate.
Riconoscevano il suo talento...Ma non erano per niente convinti.
Non appena la giovane toccò la terra ferma si voltò indietro e vide tutti i suoi compagni e anche i ragazzi degli altri corsi alle prese con i primi passi sulle funi.
La giovane li osservò ansimando, con le gocce di sudore che le colavano dal mento.
Si asciugò con il dorso della mano e fece lunghi respiri.
Si voltò appena per riprendere la corsa.
-Un…-Si bloccò.
-Un campo minato- Sussurrò, notando l'enorme area davanti a lei.
“Che fare? Ormai mi hanno quasi raggiunta”
La giovane si portò il pollice alle labbra.
“Con le loro unicità arriveranno qui in un batter d'occhio”
-METTI IL FRENO STREGA- Sentì a distanza.
-Bakugo…-Sussurrò nervosa.
Il biondo seguito da tutti i suoi compagni era ormai a metà del precipizio...Doveva fare qualcosa.
Subito la ragazza prese alcune pietre e cominciò a lanciarle davanti a sé.
Esplodevano e volavano aria, liberando la strada.
-Così può andare...Ma è troppo lento come metodo- Sussurrò, avanzando.
Toccò con il piede una bomba e si fece non poco male.
-Nh…- Sollevò la gamba dolorante.
“Non posso permettermi di rallentare...Però…”
-PRESA-! Urlò Bakugo, alle sue spalle.
La ragazza si voltò, sorpresa.
“Che velocità”
Con un colpo di avambraccio il biondo la scansò, gettandola fuori dalla traiettoria del campo che aveva liberato con i sassolini.
“Merda...Non ho fatto in tempo ad afferlarlo”  Si portò gli avambracci a coprire il viso, appallotolandosi su sé stessa più che poteva.
La ragazza cadde a terra su svariate bombe, facendole saltare una dopo l'altra.
Todoroki la sorpassò rivolgendole solo un'occhiata veloce.
-Pare che la giovane Evangeline se la stia vedendo brutta- Commentò Mic, un po' preoccupato.
-Non sono bombe potenti...Ma fanno comunque abbastanza male- Aggiunse poi con un filo di voce.
La giovane era per terra, piena di lividi e bruciature.
-No…-Si sollevò a fatica, ricadendo subito dopo.
“Il mio corpo...Mi fa male ovunque...Non riesco...A pensare…”
Vedeva tutti i concorrenti passarle davanti , correre e superarla come niente fosse.
I suoi compagni la superarono a malincuore, abbassando lo sguardo.
“Aspettate...No...No io..Non posso...Perdere...Non così...”
Allungò una mano verso i partecipanti che si allontanavano, coprendola di polvere.
-Devo dimostrare…-Strisciò appena, intimorita da altre possibili bombe.
-Che...Devo dimostrare che la figlia della Strega Blu…-
Il braccio cedette, facendola cadere di faccia sul terreno ruvido.
Strinse la mano bruciata a pugno.
-Anche io posso...Diventare un eroe…- Disse decisa, afferrando la terra tra le dita.
Fu quando vide Midoriya volare su una lastra di ferro sopra di lei.
Fu quando udì il rumore delle tante bombe con cui il ragazzo aveva creato l'enorme spinta.
Fu quando lo vide così vicino...Che decise di aggrapparsi con le ultime forze che aveva alla sua gamba.
Fu un riflesso incondizionato, come l'istinto di sopravvivenza.
-Cosa...Eva-san-? Chiese Izuku, faticando a parlare a causa della forte velocità.
Stavano volando ad una velocità sorprendente.
Raggiunsero Bakugo e Todoroki che, fino a quel momento, si stavano contendendo il primo posto.
Passarono esattamente in mezzo ai due.
Gli occhi della strega incrociarono quelli rossi e indignati del re esplosivo.
Stavano entrambi dando il massimo...E lo capirono da quello scambio di sguardi.
Il discendente di All Might colpì violentemente il terreno con la grande lastra, impedendo a Todoroki e a Katsuki di proseguire immediatamente.
Izuku riprese a correre con tutte le sue forze, seguito dalla giovane strega.
-NON OSERAI-! Aveva urlato il biondo.
La ragazza stava correndo talmente concentrata che non sentì nemmeno il dolore delle gambe...Era carica di adrenalina.
-CHE SVOLTA SENZAZIONALE...IL VINCITORE DELLA PROVA AD OSTACOLI…- Mic colpì violentemente la scrivania con entrambe le mani, sorprendendo Aizawa che sobbalzò lievemente.
Izuku tagliò il traguardo per primo.
-MIDORIYA IZUKU- Urlò.
Evangeline arrivò dieci secondi e dodici millesimi dopo, seguita e superata immediatamente da Bakugo e Todoroki.
Frenò appena passato il grande Gate...Rallentò fino a fermarsi completamente.
La gambe tramavano...Le braccia erano come in preda a piccoli spasmi.
Fissava il tabellone che dichiarava il suo essere arrivata seconda.
Respirava affannosamente.
Cadde in ginocchio, con lo sguardo perso nel vuoto.
Bakugo aveva ancora le mani fumanti, si voltò e rivolse uno sguardo pieno di astio verso Izuku e la ragazza.
Quando però vide i segni sulle sue braccia, sulle sue gambe e...E il suo sorriso sereno...Decise di lasciare perdere per il momento.
“Ho ancora una possibilità...Per dimostrare chi sono”











-Angolo autrice-
Ecco la corsa ostacoli...Povera Eva XD
Bakugo sempre molto simpatico e Todoroki vince il premio come pezzo di mmmmmaschio più antipatico. (Ma tanto poi lo amiamo).
Grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono, mi rendete sempre felice.
Alla prossima prova! (Battaglia sulla schiena ;3)
-Shinigami di fiori-










 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15- Carro ***


-La seconda prova sarà…-
Midnight colpì con il frustino nero lo schermo.
-La lotta sulle spalle-
Tutti i ragazzi si fissarono negli occhi.
-Lotta sulle spalle-?
-Quindi...Non dovremo lavorare individualmente-? Chiese Momo, pensierosa.
“Capisco...Metteranno alla prova anche la capacità i lavorare in squadra” Pensò Izuku.
Il suo sguardo si posò sulla giovane strega, di ritorno da Recovery Girl.
-Eva-san- La chiamò, avvicinandosi.
La giovane si voltò, incamminandosi verso di lui velocemente.
Il ragazzo non fece in tempo a parlare che la ragazza si era inchinata davanti a lui.
-Mi dispiace...Mi ero già rassegnata a perdere ma appena ti ho visto il mio corpo ha agito per conto suo...Scusami per avere sfruttato la tua idea- Disse, risollevandosi costernata.
Midoriya arrossì fino alle punte dei capelli, gesticolando nervoso a causa della vicinanza della giovane.
-M-Ma no...è stato merito tuo per avere sfruttato l'occasione...Non c'è motivo di scusarti, Eva-san- Gesticolò ancora.
Eva sorrise sollevata.
-Meno male...Sarebbe stato terribile se finissi con l'odiarmi…-Sussurrò.
-Cosa, Eva-san-? Chiese, non avendo sentito l'ultima parola.
-No...Lascia stare, non fa niente- Sorrise.
Uraraka li osservò dal fondo mentre un arrabbiato Iida se la prendeva con sé stesso.
-Come ha potuto uno con un'unicità come la mia essere così mediocre-? Si chiese, sistemandosi nervosamente gli occhiali sul ponte del naso.
“Deku sembra molto interessato a Eva-chan...” Uraraka gonfiò le guance, un po' infastidita.
-Ed ora…- Midnight riottenne l'attenzione di tutti.
-L'ordine in cui sono arrivati i quaranta candidati che hanno tagliato il traguardo determinerà il numero di punti che avrete in questa seconda prova, dal più basso al più alto- Sorrise, assottigliando lo sguardo.
Izuku sbiancò e lo stesso fece All Might dagli spalti.
-Q-Questo vuol dire che…-Sussurrò Deku.
-Izuku Midoriya otterrà il massimo dei punti, rappresentati dalle bandane che porterete dal collo in su- L'eroina si posò una mano sul fianco, assumendo una posa poco raccomandabile.
-Il gioco vedrà voi quaranta fortunati divisi in squadre da quattro per rubarvi le bandane a vicenda…Utilizzando i vostri Quirk ovviamente-
Tutti si voltarono verso Midoriya con un ghigno poco rassicurante per il giovane.
-Se cadrete a terra verrete squalificati...Bene...ora avete quindici minuti per formare le squadre- Sorrise, salutando i partecipanti.
I sorrisi sadici sulle persone che fissavano Izuku si ampliarono.
-M-Maledizione…-
Evangeline prestò attenzione a ciò che le stava intorno.
Riuscì a captare qualche bisbiglio.
-La strega è arrivata seconda...Anche lei avrà dei bei punti-
-Liberiamocene una volta per tutte-
Sospirò.
“Ora sono anche un bersaglio...Nessuno vorrà fare squadra con me e Izuku” Pensò, osservano il giovane parlare con Uraraka.
-Deku-kun...Vuoi fare squadra-?
La ragazza venne prontamente innaffiata dal pianto del giovane che, dopo l'ennesimo rifiuto, aveva cominciato a perdere la speranza.
-URARAKA-SAN- Pianse.
Eva sorrise, contenta.
“Sono felice che abbia trovato qualcuno” Pensò, vedendo avvicinarsi al giovane anche una ragazza del corso di supporto tecnico.
Iida rifiutò di collaborare con Midoriya con la sorpresa di quest'ultimo che, invece, ricevette un'altra dichiarazione di guerra dall'amico velocista.
-Scusa...Ma se voglio andare avanti e dimostrare di poter stare al tuo passo devo diventare forte...Todoroki-kun non è l'unico che vuole batterti, Midoriya-kun- aveva detto, allontanandosi.
Alla fine, l'erede del One For All fece squadra con Uraraka, Tokoyami e la ragazza del supporto tecnico.
Eva camminò a lungo tra i candidati che, prontamente, si scansavano.
“Non è perché sono arrivata seconda che si scansano”
-Possiamo liberarci della Strega…-
-Ce ne sbarazzeremo in questa prova-
La ragazza abbassò lo sguardo.
“Non approvano la mia presenza qui, come immaginavo”
-Ohi…-
Una voce la fece riprendere dai suoi pensieri.
Si voltò.
Bakugo la guardava con le mani in tasca e un'aria strafottente in viso.
Dietro di lui c'erano Kirishima e Sero.
-Un altro trucco del cazzo, vedo- Sputò.
Eva si sentì come colpita da una freccia nel fianco.
“Crudele...”
-Hai sentito no? Che ne avrei usati altri di trucchi per vincere- Disse la ragazza, senza fissare il biondo.
-Perchè sei una fottuta strega-
-Perchè non ho un'unicità- Ribatté lei, a tono.
Ci fu un breve silenzio.
-Bhe? Non vedi che manca una fottuta persona-? Chiese poi.
Eva chiuse gli occhi un paio di volte, battendo le palpebre.
-Eh-?
-Non fare “Eh”, cazzo- Si avvicinò Katsuki.
Kirishima cercò di calmare il compagno.
-Bakugo sta solo cercando di dire che le tue capacità di giudizio potranno aiutarci a vincere- Sorrise, facendole l'ok con il pollice.
Eva li fissò seria.
-Perchè proprio io-?
Katsuki schioccò la lingua infastidito.
-La tua concentrazione…-
Eva piegò la testa.
-La tua concentrazione, cazzo...Sto dicendo che potrebbe essere utile- Disse, voltandosi dall'altra parte e incamminandosi.
Eva s'incamminò con Kirishima e Sero, ancora confusa.
-Non badarci, è un modo suo di dire che ha piacere averti in squadra- Sussurrò Kirishima, posandole una mano sulla spalla.
-C...Capisco...Credo…-Sussurrò ancora lei, seguendo i due.
Katsuki si bloccò...Lanciando un'occhiataccia a un ragazzo biondo dalla faccia furba dell'altro corso.
-Ehi, ehi...Cos'è questo sguardo? Non l'avrei certo mangiata se le avessi chiesto di unirsi alla mia squadra- Disse in risposta a quell'occhiataccia in cagnesco.
-Per poi torturarla psicologicamente e sfinirla per la prossima sfida? Li conosco i bastardi con strategie del genere- Disse, con voce rauca e nervosa.
-Woaaa, tu fai paura sai-? Ridacchiò, assottigliando lo sguardo da volpe.
-Preparati a farti spaccare il culo- Ghignò Bakugo, provocando nell'altro ragazzo i brividi lungo la schiena.
“Che tipo spaventoso...” Sospirò.
Eva e gli altri raggiunsero Bakugo.
-Chi fa il cavaliere-? Chiese Sero.
Eva si portò una mano al mento.
-Credo che debba farlo Bakug…-
-Lo farà la Strega-
-Eh-?
-Eh-?
-Eh-?

Il silenzio avvolse il quartetto.
-Vuoi...Vuoi farlo fare ad Eva-chan-? Chiese Kirishima, rosso come i suoi capelli.
-S-Sarebbe imbarazzante- Sospirò Sero, rosso sulle gote.
-Coglioni, è la più leggera e dall'alto avrà una visione chiara della situazione delle altre squadre- Disse calmo il biondo.
-Però anche se dici così…-Sussurrò Sero.
-Portare una ragazza sulle spalle…- Kirishima strinse le mani a pugno.
-è davvero una cosa virile- Sorrise il ragazzo dai denti a punta, completamente arrossito.
Eva si portò una mano alle labbra, coprendosi le guance.
Anche se i ragazzi non lo notarono, arrossì.

-Ragazzi...Conto su di voi- Disse Modoriya in cima al cavallo formato dai suoi compagni.
Si strinse la fascia in fronte, determinato.

-Se cadi giuro che ti ammazzo- Aveva ringhiato Bakugo, reggendo saldamente la ragazza dal basso.
Eva in risposta sollevò lo sguardo, sospirando.
-No...è davvero troppo imbarazzante- Sero si coprì il volto con una mano.
-Calmati amico…- Sussurrò Kirishima, nello stesso identico stato.
-Scusatemi…-sussurrò Eva, dispiaciuta che si sentissero a disagio.
-Basta stronzate...Qui si vince- Ringhiò Bakugo.
-Bene, i quindici minuti sono passati…- Midnight fece la sua comparsa di nuovo sul piccolo palco.
Tutti i partecipanti erano schierati in cavalli, con il re sulle spalle di tutti i membri della squadra.
-Che la sfida…-
-Senti, Katsuki Bakugo…-Sussurrò la ragazza, facendo maggiore presa sulla spalla di  Kirishima.
-Perchè...Hai voluto fare squadra con me-?
Il biondo non rispose.
-Avresti potuto rubarmi la bandana facilmente...sarebbero stati dei punti facili- Disse la giovane, senza guardarlo negli occhi.
-Quei punti sono già nella nostra squadra...Molto più comodo che starti dietro tutto il tempo ed evitare i tuoi trucchetti del cazzo- Disse semplicemente.
-Però…-
-Zitta, fa sono quello che devi fare Strega- Gli ringhiò.
Eva rimase in silenzio, poi annuì.
-ABBIA INIZIO-!
Le squadre cominciarono a muoversi determinate.
Alcune bandane vennero rubate subito.
Eva si tenne il più possibile ai suoi compagni, sebbene un po' imbarazzata.
Non appena un'altra squadra si avvicinò a loro la giovane aguzzò lo sguardo.
Si sollevò in piedi e, con una velocità sorprendente rubò la bandana al giovane davanti a lei.
-Ma...Ma quando..-?
-Grande Eva-chan-! Urlò Kirishiima, contento.
-Zitti imbecilli...Il prossimo è Deku-!
Eva si legò l'altra bandana intorno al collo.
Ma in quel momento.
Dei rami spinati avvolsero il piccolo collo della ragazza.
-Cosa…-?
-Eva-chan-! Urlò Kirishima.
La giovane si tenne con le mani le piante appuntite, cercando di allontanarle dal collo ma ferendosi ugualmente.
-Perfetto, adesso tirala verso il basso...Le strapperemo entrambe le bandane- urlò il ragazzo dell'altra squadra.
-Mi dispiace…-sussurrò la giovane con il potere dei rovi.
Le piante intensificarono la stretta, tirando verso il terreno per far cadere Evangeline.
“Maledizione...”
-Ohi, Strega...Cadi e giuro che ti faccio saltare in aria- Urlò Bakugo, stringendo così forte le gambe di Eva da farle male.
La ragazza aveva le mani sanguinanti e il collo dolorante.
“Pensa...Pensa...”
Le pupille strette...Il respiro corto.
“Ci sono”
-Sero-kun..-Disse con tutta la voce che aveva.
Il ragazzo dai capelli neri sorrise.
-Subito-! Lanciò il suo nastro e lo legò alla gamba destra della ragazza.
Evangeline si liberò dalla presa di Katsuki e saltò fuori dalla postazione.
I suoi occhi si assottigliarono come quelli dei gatti.
Saltò sul cavallo nemico, legata al suo dal nastro di Sero.
Le piante al collo non tiravano più nonostante fossero ancora attaccate a lei e la giovane, con un calcio improvvisato, fece cadere a terra il cavaliere del gruppo.
La ragazza dal potere dei rovi ritirò il suo potere, spaventata dalla vicinanza della giovane dai capelli scuri.
-Bel potere- sorrise la ragazza dai capelli neri, gli occhi glaciali e calcolatori ancor sul suo viso.
Con un balzò tornò sul suo cavallo, risistemandosi.
Si tenne il collo ferito.
-Tutto bene, Eva-chan-? Chiese Kirishima preoccupato.
-Sei stata grande- Sorrise Sero.
Eva sorrise.
-Sto bene e…- alzò il la mano che reggeva l'altra bandana rubata.
-Abbiamo altri punti-! Urlò Kirishima, felice.
Eva fece una smorfia di dolore...Poi si toccò il cuore come suo solito. Ormai era diventata un'abitudine.
Katsuki la fissò dal basso.
-Ti fa male-? Chiese serio.
Eva sobbalzò, poi si toccò il collo.
-No...è solo fastidioso sentire il sangue macchiare la tuta- Disse lei.
-Intendo il cuore…-Precisò il biondo.
Eva abbassò lo sguardo per guardarlo.
-No, è solo che...Era da tanto che non batteva così forte- Sussurrò.
Si legò l'altra bandana, sporcandola di sangue caldo.
-è come se debba scoppiare da un momento all'altro- Sorrise lievemente.
Katsuki la fissò ancora per un momento, poi ripresero la sfida.
Dopo aver raccimolato alcuni punti il gruppo di Eva puntò Izuku.
-Voli alto eh, stronzetto-? Gli aveva urlato Bakugo, vedendo Midoriya acciuffare punti a destra e a manca.
-K-Kacchan- Urlò Izuku, cercando di scappare grazie ai razzi di invenzioni della giovane del gruppo di supporto.
-Uraraka-san- Urlò.
-Ho capito- Subito la giovane fece levitare l'intero gruppo, permettendo loro di scappare più velocemente.
Subito però la ragazzina della gravità si sentì costretta da una presa sulla spalla.
-Ch-Che cosa-?
Eva si era slanciata, facendo molto affidamento su Bakugo per non cadere a terra.
-Sero….San- Sussurrò, cercando di non badare alla fatica per rimanere in equilibrio.
-Aaaah, zitta e afferra quella dannata cosa! Ti reggo io- Ruggì il biondo, stringendo forte sulla caviglia della ragazza.
Eva strizzò un occhio per il dolore.
Subito la giovane dai capelli neri scese con la mano, afferrando la gamba di Uraraka e stringendo la caviglia.
Bakugo ghignò e lasciò la presa.
Eva fece così una verticale di pura forza di braccia, eseguendo una capovolta per arrivare da Izuku.
Lo colpì con un calcio per fargli perdere l'equilibrio.
Era accovacciata davanti a lui, con il suo sguardo glaciale.
-Eva-san...Perdonami ma non ti permetterò di farmi perdere questa sfida- Sorrise Izuku.
Eva sorrise.
-Tokoyami-san-! Urlò il verde, vedendo Eva intenta ad allungare la mano per afferrare la bandane avversaria.
-Proteggici Dark shadow- Urlò il ragazzo corvo, sprigionando il suo incredibile potere.
La giovane schivò la prima volta il corvo nero, ma la mancanza di spazio rendeva tutto molto più difficile.
“Prima o poi cadrò”
La ragazza si ritrovò le dita di Izuku ad un palmo da naso, pronte a sprigionare quella piccola parte di One For All che gli era permessa.
-Perdonami, Eva-san-
“Tsk...”
Eva abbassò la testa, schivando e spostando le braccia di Izuku con un calcio.
“è veloce” Pensò Izuku.
La giovane si risollevò subito ma Dark shadow la colpì in pieno facendola precipitare.
Sero lanciò il nastro e l'afferrò al volto, impedendo la squalificazione.
-Scusate, non ci sono riuscita…- Disse la giovane, sistemandosi meglio sul carro.
-Ohi Deku-! Katsuki cominciò a correre come non mai, assumendo la posizione dominante del carro.
Kirishima e Sero furono costretti a correre nella direzione in cui il biondo si stava spingendo.
-LA STREGA NON HA ANCORA FINITO CON VOI- Urlò e, inaspettatamente, afferrò la giovane dal braccio.
-Bakug…- La ragazza si voltò verso il carro di Izuku, intravedendone un altro vicino.
Le sue pupille si fecero ancora piccole.
-MUORIIIIII- Urlò il ragazzo, lanciando la giovane con tutta la sua forza aiutandosi anche con le sue esplosioni per farla arrivare più lontano.
Dal fumo emerse la giovane che atterrò ancora sul carro di Izuku, in piedi, davanti al verde che in un primo momento arrossì terribilmente.
Poi vide  suoi occhi concentrati e assottigliò lo sguardo, determinato.
-Bakugo katsuki…- Urlò Eva.
-LO SO-! Urlò, lanciando altre esplosioni in maniera casuale.
Il fumo impedì ai due team di vedere chiaramente.
Izuku cominciò a tossire.
-Tokoyami-san-! Urlò il verde.
Ma qualcosa gli fece spalancare gli occhi…
Si sentì la fascia sfilare lentamente dalla sua fronte.
Sentì il poco calore che emanava svanire.
Eva stringeva quel pezzo di stoffa con una forza incredibile.
Dark Shadow crebbe enormemente grazie al fumo che copriva il sole.
Eva allacciò la fascia in modo spartano al collo.
-VIENI- Gridò determinata, intravedendo gli occhi gialli di Dark Shadow nel fumo nero.
La strega si voltò e intravide l'altro team cercare di scacciare il fumo con un unicità legata al vento.
Tirò appena il nastro che la univa al suo carro, facendo intendere la direzione in cui il suo team avrebbe dovuto assisterla.
Sero sorrise; fuori dal campo di fumo vedeva solo il nastro muoversi.
-Seguirò la sua direzione e le darò supporto- Sorrise.
Il carro di Bakugo corse alle spalle del team avversario e, con uno strattone, aiutarono Eva a balzare anche sopra di loro.
-L-La Strega? Ma quando-? Il cavaliere non fece in tempo a capire la situazione che Evangeline aveva già strappato la bandana dalla sua fronte.
Dark Shadow attaccò violento, sbalzando via il team a cui Eva aveva sottratto i punti e facendo, contemporaneamente, sparire il fumo, diradandolo.
L'ombra tornò ad essere innocua, tremando e avvicinandosi al suo padrone.
Eva era atterrata di nuovo sul suo carro, stanca ma orgogliosamente in piedi.
Reggeva l'ultima fascia rubata.
-E-Eva-chan...Hai preso la…-Kirishima la osservava dal basso.
-IL TEAM DI EVANGELINE TOOUSAKA POSSIEDE I DIECI MILIONI E ORA SI TROVA IN TESTA- Urlò Mic, spiaccicandosi contro al vetro.
-Non è possibile…-sussurrò Midoriya osservandosi la mano.
“Per un attimo...”
La scena della giovane che aveva davanti, avvolta dal fumo, gli fece venire la pelle d'oca e un senso di inquietudine.
“Non nemmeno visto come abbia fatto a strapparmela...Non l'ho nemmeno vista muoversi”
-Midoriya, dobbiamo riprenderci i punti- Esclamò il ragazzo corvo.
-Chiedo scusa…-Piagnucolò Dark Shadow.
-Deku-kun, possiamo ancora farcela- Sorrise Uraraka.
-Oh cielo, dovrò dare una spintarella a questi piccolini- disse contenta la ragazza del supporto tecnico, accarezzando i razzi ai suoi piedi.
Eva ansimava felice, osservando la fascia che teneva in mano.
-Bene- Ruggì Bakugo, ghignando.
Eva sorrise, stringendo la fascia.
-Adesso ci basta aspettare che scada il tempo- Sorrise contento Sero.
-Cerchiamo di raccimolare altri punti- Disse Kirishima.
-Kirish….-Qualcosa scosse Eva.
Sentì la testa tendere di lato.
La fascia da un milione sfilò via con una lentezza che le parve infinita.
Si voltò nel senso da cui la forza stava tirando senza però riuscire a fare nulla.
-Merda- Katsuki si innervosì parecchio.
-Cosa…- Eva si stupì.
Un ghigno sulla faccia molto familiare stava immobile davanti a loro
-Cosa? Prima dici di voler vincere e poi ti fai fregare da una cosa così banale? La Yuei è davvero sopravvalutata- Sorrise.
Il ragazzo biondo dell'altra classe li squadrava con aria altezzosa, facendo girare la fascia intorno all'indice.
-Siete voi ad averci istigato, dopotutto- Aggiunse poi.
-Non è possibile- Sero vide il loro punteggio diminuire drasticamente.
Il team di Izuku si riprese del tutto dal furto di poco prima.
-Non ci voleva, si avvicina anche il cavallo di Todoroki...Dobbiamo riprenderci subito la fascia- Disse Midoriya ai suoi compagni.
-Bene bene bene...Sembra che abbia fatto bene a non prenderti nella mia squadra, dopotutto- Ghignò.
Ad Eva si rizzarono i capelli, ma rimase composta.
-Ora che dici? Sono degno di poterti dire il mio nome, strega-?
Eva strinse i denti.
-CHE SVOLTAAAAA-! Urlò Mic, infastidendo nuovamente il povero Aizawa.
-CHE DIAVOLO FAI BASTARDO PEZZO DI MERDA? RIDAMMELA SUBITO- Urlò Bakugo in preda alla rabbia.
Eva sentì le voci sfumare...Il tempo stava scadendo.
I suoi occhi vedevano solo la soluzione migliore.












-Angolo Autrice-
Ecco la lotta sulle spalle...Ho sempre desiderato farla XD
Comunque sia, scusate se risulterà tirata per le lunghe ma il festival volevo farlo il più dettagliato possibile...Voglio formare bene il personaggio di Eva in questo evento importante.
Dopotutto la parte interessante deve ancora arrivare ;)
Un grazie a chi legge e a chi recensisce, vi adoro <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16- Strega ***


-Ora, ora...Se mi guardi con quello sguardo...Potrei quasi spaventarmi- Sussurrò il biondino, sudando  e ridendo nervosamente.
Eva aveva gli occhi spalancati e si mordeva con insistenza il pollice, senza togliere lo sguardo di dosso all'avversario che reggeva la sua benda.
“Spaventosa” Pensò Sero, osservandola.
“Lo attacco? No, non posso scendere dal carro...Salto? No, non arriverei mai così lontano senza una rincorsa…Chiedo loro di farmi avvicinare? No, non ancora...Ci sono troppi gruppi qui vicino...Attacco prima Todoroki? Mi libero di Izuku?...Pensa, pensa, pensa, pensa, pensa, pensa”
Allontanò il pollice dai denti, mentre i capelli le accarezzavano gli occhi puntati nelle iridi dell'avversario.
“é agghiacciante...” Pensò l'alunno dell'altra classe.
-La cosa giusta….-Sussurrò.
Si sollevò in piedi, mettendosi in posizione di partenza.
-O-Ohi, Eva-chan...Cosa pensi di fare-? Chiese Kirishima, osservandola pompare i muscoli delle gambe.
-La cosa giusta da fare...è annientarli- Sorrise, spiccando un salto.
Non era un salto formidabile, ma raggiunse i quattro metri in altezza.
Bakugo attivò le sue esplosioni, permettendole si salire ancora più in alto, ferendola ma senza provocarle ustioni gravi.
Sero sorrise lanciando il nastro adesivo contro la ragazza dai capelli arancioni in squadra con Monoma.
-C-Cosa-? Si chiese, osservandosi il braccio legato.
Kirishima ghignò.
-Oraaaaaaaaa- gridò, tirando con tutte le sue forze aiutato da Katsuki.
-Ohi, dove vai-? Chiese il terzo compagno, vedendo come la ragazza venisse trascinata a forza.
-N-Non è colpa mia...Sono forti- Urlò, trasformando la sua mano in un enorme arto.
-Prendi questo- Urlò...Ma Eva era già atterrata.
Era caduta esattamente davanti a Monoma...Piegata sulle ginocchia e che lo osservava come un avvoltoio.
Il giovane se la ritrovò talmente vicina che agì d'istinto.
-Non ci voleva...Ci penso io- Urlò la ragazza, preparando un grande schiaffo imminente.
-Non così in fretta- Sero l'afferrò con il nastro, sbilanciando l'attacco.
Monoma ghignò, allungando la mano verso la strega e posizionandogliela in faccia con poca grazia.
Eva assottigliò gli occhi.
-Userò il tuo potere per batterti, stupida strega- Rise isterico.
La strega rimase immobile.
Passarono due secondi di silenzio.
-Tu…-
Eva aprì piano gli occhi, sollevandosi e allungando la mano verso la sua fronte.
-Non hai...Non hai un'…-
La fascia venne sfilata mentre il ragazzo ancora blaterava.
-No-. Sussurrò la ragazza osservandolo dall'alto verso il basso.
Monoma sentì come di trovarsi davanti ad una vera strega.
-Sei...Sei un mostro…-Sorrise, fissandola negli occhi glaciali e portandosi una mano ai capellil
-Sempre a dire cose sgradevoli...Il tuo nome-? Chiese, sorridendo.
-Mph...Monoma...Faresti meglio a ricordartelo- Sorrise.
Eva tornò sul suo carro grazie a Sero.
-Ottimo- Sussurrò Katsuki, volgendo lo sguardo altrove.
Eva sorrise, legandosi le bandane al collo.
Ma in quel momento…
-Tokoyami-san- Il corvo nero spedì l'ombra nera dritta verso il carro di Bakugo.
Todoroki sparse il suo ghiaccio ovunque, creando stalattiti appuntite verso Kirishima.
-Accidenti...Non va bene- Gridò Kirishima, notando il fuoco nemico da tutte le parti.
Il Carro di Izuku iniziò a fluttuare.
-Prendi la fascia da dieci milioni, Dark Shadow- Gridò Il ragazzo corvo.
-Agli ordini- Ghignò l'ombra.
-Perdonami, Eva-san- Izuki incastrò l'indice con il pollice, pronto a sferrare quel piccolo cinque per cento contro il carro di Eva.
“Sono ovunque...”
Eva si fissò le fasce...La sua, quella di Izuku e un'altra di un carro dell'altra sezione.
Le strinse forte in un pugno...Poi fissò determinata quella mitragliatrice di attacchi.
Un muro di fumo coprì i concorrenti, seguito da una potente folata di vento
-UN CONTRATTACCO IMPRESSIONANTE-! Urlò Mic, aspettando che si diradasse la terra nell'aria.

…………………………………………………………………………………………

-State bene-? Chiese Kirishima tossendo.
Senza essersene accorto, Kirishima stava reggendo le gambe della giovane mentre il busto era retto da Bakugo, che la stringeva per non farla cadere.
Eva era sporca di terra, graffi e lividi.
La ragazza aveva gli occhi socchiusi rivolti verso al cielo, a godersi quella pace, quella quiete dopo la tempesta.
-O…Ohi, Eva-chan tutto bene-? Chiese Kirishima, rosso sulle gote.
Erano tutti messi male, pieni di graffi e sangue.
Erano stati martoriati.
Todoroki reggeva incredulo una fascia, con il fiatone.
Il becco di Dark Shadow reggeva una bandana a sua volta…
Eva chiuse gli occhi, reggendo nel pugno l'ennesima bandana risparmiata.
Bakugo teneva ancora lo sguardo basso mentre Sero si reggeva il braccio ferito.
Il tabellone mostrava i punteggi.
-TEMPO SCADUTO- Urlò Present.
-Ne...Kirishima...Non voglio guardare- Sorrise Sero, esausto.
Eva era cullata dall'odore di bruciato con cui Katsuki aveva cercato di respingere gli attacchi.
-Vorrei…- Sussurrò la ragazza.
Katsuki la fissò, seguito a ruota da Kirishima.
- La ragazza sollevò il braccio, posizionando la fascia sporca e strappata contro il sole, coprendolo.
-Vorresti…-? Kirishima la fissò.
Il riflesso del sole faceva intravedere delle cifre scritte sulla stoffa rovinata.
10.000.000
-Una vacanza…-Sussurrò.
Kirishima spalancò gli occhi, seguito da Sero.
-Eh-?
-IL TEAM DI EVANGELINE TOOUSAKA VINCE LA SFIDA CON DIECI MILIONI DI PUNTI- Gridò Mic, saltando giù dalla sedia.
Izuku, respirando affannosamente, sorrise, notando che Dark Shadow era riuscito a prendere la fascia del gruppo che Toousaka aveva attaccato.
Un consistente numero di punti.
-Ci è andata bene, dopo tutto- Sorrise Tokoyami, osservando il povero Dark Shadow con ancora la fascia in bocca.
-Ce l'abbiamo fatta, Deku-kun- Sorrise Uraraka, giungendo i polpastrelli.
Anche la giovane del gruppo di supporto sorrise, annuendo.
Todoroki aprì la mano, rivelando quella che era la fascia di Evangeline.
“Sapeva che avevo notato la posizione della fascia...Così l'ha scambiata” Pensò, vedendo la ragazza rimettere i piedi per terra.
-Siamo passati, Deku-kun- Sorrise Uraraka, agitando il pugno all'aria e facendo arrossire il verdino.
-G-Grazie a voi ovviamente- Gesticolò, cercando di allontanarsi.
Dagli spalti...Un super eroe fissava la giovane esausta.
Andava a fuoco, era alto e muscoloso...Un certo eterno numero due.
Aveva visto il modo in cui aveva ingannato Shouto, sostituendo la fascia non appena il giovane aveva abbassato la guardia.
“Dannata figlia di una Strega...”
………………………………………………………………………………………….

La giovane strega si era data una ripulita dopo essersi beccata l'ennesima strigliata da Recovery Girl.
Si era sciacquata e voleva prendere la pillola prima che la prossima fase del festival glielo potesse impedire.
Solo quindici minuti e poi sarebbero stati informati riguardo la terza prova.
Frugò nella zaino, non trovando la scatolina.
-Ma dove…-?
Era rimasta con i pantaloni della tuta e il reggiseno, ma ciò non le impedì di correre fuori alla ricerca della medicina, dimenticandosi del suo vestiario.
Non appena uscì dalla porta, una figura le si parò davanti.
La giovane reggeva un asciugamano nella mano destra e gli occhi erano puntati su dei capelli biondo cenere a lei molto famigliari.
Il ragazzo reggeva la piccola scatola di metallo in mano, ma lo sguardo cadde sul corpo della ragazza.
Eva spalancò piano la bocca, impallidendo.
Katsuki prese uno strano colorito...Un colore roseo tendente al rosso.
La ragazza rimase immobile.
-M…..-
Eva piegò la testa.
-METTITI QUALCOSA ADDOSSO IMBECILLE-! Gridò, voltandosi di schiena e lottando per non balbettare.
-Mi dispiace...Non ho trovato la medicina e sono entrata nel panico- Rispose, portandosi l'asciugamano al petto.
Katsuki allungò la mano all'indietro, ancora parecchio irritato e imbarazzato.
La giovane prese l'oggetto di metallo e fece per aprirlo ma il biondo, tenendo sempre la testa girata, prese a spintonare la ragazza per le spalle fino a ributtarla nello spogliatoio.
-NON QUI, VATTENE DENTRO CAZZO-! Urlò, appoggiandosi poi al muro e cercando di calmarsi.
Evangeline rimase a fissare la porta per un po' prima di prendere la medicina.
-Grazie- Disse da dentro.
-NON RINGRAZIARMI IDIOTA...ANDARE IN GIRO CONCIATA IN QUEL MODO...SEI PROPRIO UNA CRETINA, STREGA- Urlava e, poteva dirlo per certo, era ancora rosso come un peperone.
Bakugo rimase con la mano sul viso arrossato per qualche minuto.
Era riuscito a vedere molte cicatrici...Forse troppe.
Non avendo un'unicità...Si doveva dar da fare molto più degli altri.
E lei lo stava facendo.
Katsuki rimase appoggiato al muro con le mani in tasca, sentendo l'acqua scorrere e il fruscio di vestiti all'interno.
-Ohi…-
Dallo spogliatoio arrivò un verso interrogativo.
-Mh…-?
-Perchè arrivare a tanto-?
Eva non rispose.
-Farsi quasi ammazzare per un test, farsi quasi ammazzare da un festival...Farsi quasi ammazzare per diventare un eroe in cui nessuno crede...Che senso ha questa buffonata-?
Eva chiuse l'ultimo bottone della camicia, sospirando.
-Sai…-
Katsuki sobbalzò...Era una voce dannatamente triste.
-Quello in caserma, l'altra volta...Era mio padre-.
Bakugo non rispose, incitando le pareti di quel muro a parlare per lei.
-Usciva da una crisi nervosa e da un'ingente quantità di alcool...Aveva tentato il suicidio e al telefono sono riuscita a fermarlo…-
-Cosa-? Chiese stupido, voltandosi verso la porta, consapevole di non poter osservare la giovane in viso.
-Ricordo ancora la prima cosa che mi disse mia madre prima di andarsene...Quando la vidi per l'ultima volta lei mi disse…-
La ragazza strinse le mani a pugno.
-Un giorno...Tu capirai-.
Il silenzio avvolse i due, raggelando il biondo.
-Io non voglio...Non voglio capire...Perchè semmai dovessi farlo…-.
Katsuki tolse le mani dalle tasche, rimanendo appoggiato alla parete e non staccando gli occhi dalla porta.
-Potrei non poter tornare indietro…-
Non era facile essere Evangeline Toousaka.
-Potrà anche essere una buffonata...Ma sento che in me, debba esserci un eroe-




-Ne ho bisogno…-


………………………………………………………………………………………….


-Mamma-? Sussurrò la piccola, accendendo le luci e notando l'ora tarda.
Una mano sporca di sangue si posò sugli scuri capelli della bimba.
-Iri ma che...Che diavolo è successo-? Chiese una voce maschile allarmata.
La donna si inginocchiò davanti alla piccola assonnata.
-Perchè sei sporca di sangue, Iri-? Chiese Seiju, rimanendo ad osservare come sua moglie si chinava sulla piccola.
Il piccolo altare eretto per River ancora fumava di incenso estinto da poco.
Il suo sorriso cristallino spariva tra il fumo profumato.
-Un giorno, tu capirai...Evangeline-
Si alzò, aprendo la porta e dando le spalle alla sua casa, alla sua famiglia.
Il vento muoveva i suoi lunghi capelli corvini, lucenti e spettrali.
-Un giorno capirai perché il mondo non meriti la pietà di nessuno...Poiché persino un eroe altri non è che una vittima dell'ingiustizia-
L'ultima cosa che la piccola vide fu un vortice di piume e peli neri.









Angolo autrice
Et voìlaaaaaa.
Lotta sulle spalle finita (Grazie al cielo starete dicendo) si lo so lo so di averla tirata per le lunghe ma...Ma è il festival daiii XD
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Iniziano i tornei ora...OOOOOH YESSSS
Ed è qui che Eva sarà davvero nella merd...Cacca.
Piccolo scorcio del passato...Finalmente scorgiamo la figura della Strega Blu.
Sporca di sangue dopo aver ucciso i criminali che hanno ferito a morte River, la sorella di Eva.
Un episodio importantissimo per lo sviluppo di Eva che, in fondo al cuore, ha solo bisogno di sentire che qualcuno la consideri una persona gentile e di buon cuore quale è anche se, purtroppo, il suo cuore ha una brutta tendenza.
Vuole solo essere un eroe per suo padre, il mondo e River…


Ma un eroe che vacilla può essere il peggiore dei criminali.
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17- Vilesangue ***


Eva uscì dallo spogliatoio.
Indossava una maglietta nera a maniche corte e dei semplici pantaloni di tuta grigia.
Era ricoperta da cerotti e piccole fasciature bianche, ma sembrava in forma dopo aver preso la solita medicina.
Katsuki la osservò, ancora stupito.
Eva sollevò piano gli occhi socchiusi, sorridendo appena.
-Non sei costretto a credere alle parole di una strega-.
Bakugo si mise di nuovo le mani in tasca.
-Era davvero tuo padre-? Chiese con un filo di voce roca.
Evangeline non rispose.
Fosse stato per lui, se ne sarebbe fregato come faceva di solito...Le avrebbe detto di andare al diavolo e che le avrebbe spaccato il culo nella prossima prova.
Ma non ci riuscì.
Eva decise di tranciare quell'atmosfera imbarazzante ed evitare che il giovane potesse sentirsi a disagio e sbottare come suo solito.
Non aveva voglia di iniziare un dibattito.
-Allora, ci vediamo alla prossima sfida...Buona fortuna- Disse, salutandolo con una mano.
Stava per girarsi.
-Ohi…-
Eva si fermò sui suoi passi, consapevole che l'avrebbe fermata.
-Se dovessimo scontrarci...Non avrei alcuna pietà- Le sputò addosso.
Però...Un po' si sentì lo stomaco stringere.
Eva sorrise appena.
-Certamente...Nemmeno io- Disse, guardandolo saggia.
Katsuki la fissò sparire dietro l'angolo.

“Un giorno...Tu capirai”
Non riusciva a togliersi di dosso le parole che la strega gli aveva rivolto.
Si arruffò i capelli.
-Merda…- Decise di allontanarsi.

………………………………………………………………………………………….

Eva camminava nervosa per i corridoi...Non si sentiva per niente pronta per un'altra di quelle strambe prove.
La corsa ad ostacoli per un colpo di fortuna e il carro grazie ai suoi compagni di squadra...Se fosse stata una battaglia individuale non avrebbe avuto speranze.
Sospirò.
“Bhe...è molto probabile che se ne usciranno fuori con una specie di torneo” Si mise la mano sotto al mento, pensierosa.
“Non avrò speranze...Perderò in questa prova”.
Svoltò all'angolo.
“Aaah, che peccato però...Essere arrivata fino a qui”.
Sorrise.
“Ma che fossi destinata a perdere era più che scontato”
Andò a sbattere contro qualcosa.
Qualcuno?
Si tenne la testa.
-Ah, chiedo scusa, ero immersa nei miei pensi…-Si bloccò, notando l'enorme figura davanti a lei.
I suoi occhi tremarono appena riflettendo quelle fiamme roventi intorno ai suoi occhi dall'aria adirata.
Era suggestivo e incuteva timore...Non era affatto quella la sensazione che avrebbe dovuto trasmetterle un Pro-Hero.
-E-Endevoar- Sussurrò, indietreggiando appena per osservarlo completamente.
L'eterno numero due abbassò lo sguardo, come se solo in quel momento si fosse accorto di essersi scontrato con un'altra persona.
-Oh, eccoti eccoti- Disse, con tono pacato e tranquillo.
“Mi cercava….?”
Endevoar si avvicinò a lei, non sembrava voler fare niente di male.
-Sei Evangeline Toousaka, vero-? Chiese, serio.
La giovane si ricompose, cercando di non fissare intensamente il fuoco che danzava sul suo viso.
-Si, signore...Sono io- Disse, composta.
-Sei la figlia di quella Toousaka? La Strega Blu-? Chiese ancora.
Gli occhi della giovane si assottigliarono.
“Cosa vuole?”
-Si, signore…-
Endevoar sospirò, incrociando le braccia al petto.
-Perchè una come te è qui-? Chiese poi, osservandola.
Eva piegò la testa.
-Cosa intende? Sono qui per il festival come tutti gli altri studenti- Sorrise.
“So dove vuoi andare a parare...”
-Non intendevo questo...Perchè la figlia della Strega Blu sta cercando di diventare un eroe-? Chiese, severo.
Eva sembrò innervosirsi...Odiava toccare quell'argomento.
-Non necessariamente i figli seguono le orme dei genitori…-Sussurrò.
“Se sconfiggerò sia te che Izuku ora come ora...Quello stronzo dovrà solo stare zitto”
Le parole di Todoroki le tornarono in mente.
-Ed è una cosa che dovrebbe capire anche lei- disse, sollevando la testa e fissandolo negli occhi.
Endevoar ruggì piano, accogliendo la provocazione.
-Ragazzina...Bada bene a come usi la lingua- Le disse, portandosi una mano al fianco.
Eva rimase in silenzio.
-Mi scusi...Sono solo agitata per la prossima prova- Cercò di rimediare...Non voleva proprio discutere con il secondo eroe più forte.
-Non hai motivo di essere preoccupata...Se dovessi capitare contro Shouto non avresti possibilità di vittoria. Ti consiglio di metterti l'anima in pace, ragazzina-. Le disse.
-Non avrei possibilità né con lui né con chiunque altro...La smetta di pensare di Shouto in questa maniera per favore...Lui non è lei- Disse.
-Non immischiarti in faccende che non ti riguardano...Non è il tuo posto qui- Le disse, avanzando ancora verso di lei.
-Il mio posto-?
-Ti ho osservata a lungo durante le prove...Ho visto la velocità con cui hai scambiato le fasce nella prova del carro, ho visto come le hai sfilate al pupillo di All Might e, non da meno, ho visto il tuo sguardo- Disse, aggravando il tono di voce.
“Il mio sguardo? Di cosa sta parlando?”
-Era così terribile…-? Chiese semplicemente, sorridendo cordiale.
-Ho già visto quello sguardo, in lei-.
In quel momento, gli occhi di Eva si spalancarono, i suoi capelli si rizzarono.
Era stanca di essere paragonata ad un mostro del genere.
-Io non sono lei...Smettetela, tutti- Sussurrò.
Endevoar ghignò.
-Proprio quello...Lo sguardo di una pazza assetata di sangue-.
Erano parole dure e inaspettate...Evidentemente il Pro aveva un conto in sospeso con la Strega Blu.
Eva si ricompose, cercando di mostrarsi calma.
-Non è vero...Non è assolutamente vero- Alzò la voce, Evangeline.
-Non so che idea tu abbia della Strega Blu...Ma sappi che è una persona talmente pericolosa da farmi temere le intenzioni della figlia. È questione di sangue-.
-Il sangue non c'entra un bel niente...Io non ho nessun legame con la Strega Blu...Non da quando è diventata tale, almeno- Sussurrò.
-Io l'ho vista...L'ho combattuta…-Sussurrò.
“Eh…?”
-Io e All Might combattemmo fianco a fianco contro di lei una notte...Riuscimmo a sconfiggerla, ma ne abbiamo perse le tracce da allora- Iniziò a raccontare.
-Ricordo lo scontro tra la Strega Blu e All Might...Non sapevo che avesse partecipato anche lei- Sussurrò Eva con un filo di voce.
-Sono ben consapevole del pericolo di quella donna, non è un Villain da prendere sotto gamba-.
Evangeline si sentiva a disagio...Tremendamente a disagio.
-Desidererei andarmene...La terza prova è alle porte- Sorrise in modo forzato, inchinandosi leggermente.
Superò l'eroe con titubanza, consapevole che una conversazione del genere non poteva terminare in quel modo.
-Quando riuscimmo a immobilizzarla…-Sussurrò con voce roca, bloccando la ragazza sui propri passi.
-Davvero, signore...Non credo di volerne parlare- Disse la giovane, portandosi una mano sugli occhi.
Endevoar si voltò, notando i capelli scuri della strega scendere sulla sua schiena come un mantello.
Katsuki si fermò dietro l'angolo, sentendo una voce sconosciuta e il bruciare di fiamme roventi.
-Pronunciò poche parole…-Continuò.
Gli occhi di Eva tremarono, temendo il peggio.



-Lei arriverà...E ve la farà pagare-.




“Cosa?”



-Lei che ha patito il mio stesso dolore...Vi ammazzerà-.



“Non è vero..”


-Furono le sue esatte parole- Concluse l'uomo, incrociando le braccia muscolose al petto.
Il cuore di Eva ebbe un mancamento e lo sentì pulsare sangue a velocità spietata.
Katsuki non collegò le cose immediatamente, preferì aspettare che il Pro continuasse la spiegazione.
-Non diedi molto peso alle sue parole...Le ragioni di una criminale sono solo feccia- Ruggì.
Eva si strinse la maglia all'altezza del cuore.
-Ma quando venni a sapere che la Strega Blu aveva ancora una figlia in circolazione...Compresi appieno il significato di quelle parole-.
-Adesso basta...La prego, questo non significa nulla- Eva si voltò, cercando di mantenere la calma.
-Sembra proprio che la Strega stia aspettando qualcosa, dopotutto-.
-La prego…-.
-Si riferiva a te-? Chiese, non aspettandosi veramente una risposta dalla giovane.
-Io...Io…- Eva si coprì gli occhi con il viso, piegando appena le ginocchia.
Voleva solo scomparire.


-SIGNORE E SIGNORI...LA TERZA PROVA STA PER ESSERE ANNUNCIATA, SIETE PRONTI? ARE YOU READY-?
-Present Mic, limitati a commentare le prove-
-SEI NOIOSO EREASED HEAD-
-Fa il tuo lavoro come si deve, per favore-.

L'annuncio dell'ultima prova si perdeva nei corridoi della struttura coperta.
-N-no...Non è possibile- Sorrise nervosamente, stringendo le mani a pugno.
Katsuki fissò il pavimento, incredulo.
Tutti i partecipanti erano sicuramente fuori riuniti ad ascoltare gli urli di Mic.
-La Strega Blu, conosci la sua unicità-?
-Io...Io non…-.
-è quella che noi chiamiamo “Vilesangue”-A Endevoar non importava del disagio della giovane davanti a lui.
-V-Vile...Sangue? Ma...Ma cosa-?
“Cosa sta succedendo? Lui ha combattuto contro la Strega Blu? Lei gli ha parlato di...Di me?”
-Quando le unicità si svilupparono nei primi uomini non fecero altro che risvegliare i primitivi istinti scomparsi...Portandoli alla follia riservata alle bestie-.
“No, no, no, no”
-Questi uomini ebbero un' enorme difficoltà nel controllare questa nuova unicità; la sete di sangue li portava a compiere violenze in pubblico, crisi di astinenza da qualsiasi sostanza e la perdita momentanea del senno ma, nonostante questo, riuscirono a domarla nella maggior parte dei casi.
Vennero sempre macchiati a causa del loro essere bestie assetate di sangue...Ed è per questo che da alcune organizzazioni criminali venne prodotto e tramandato un siero particolarmente efficace sulla repressione del Quirk. Oggigiorno la sua produzione è un reato grave-.
-Un siero…-? Chiese la ragazza, lasciando che le braccia le dondolassero ai fianchi.
I Vilesangue cominciarono a iniettare il siero ai loro figli, contrastando il Quirk con risultati relativamente positivi...Tuttavia…-

Evangeline osservava Endevoar incredula.
Cos'erano tutte quelle rivelazioni?
Perchè lei?
Perchè la Strega Blu parlava di lei?
Lei ve la farà pagare?
No.
No, no.
Era sbagliato.
Lei stava scappando da quella cosa...Lei stava scappando da qualcosa che l'aveva già afferrata.
-L'antidoto provocava l'indebolimento di organi e tessuti, regredendo il volontario desiderio del corpo di evolversi-.
Gli occhi di Eva si rimpicciolirono.
-E provocarono malattie cardiache, polmonari, alle ossa e seri problemi cerebrali-.
Il vuoto negli occhi della strega si fece evidente tanto quanto il suo stato di shock.
-Abbiamo fatto profonde ricerche sui pazienti  afflitti dalle malattie provocate dal siero-.
-Questo non è possibile…-
-Ho controllato i reperti dopo l'accaduto con la Strega Blu...Lei non accettò il siero per sé stessa, ma per le sue due figlie-.
Bakugo aggrottò le sopracciglia.
-Ma...Ma che cosa sta dicendo? Io non...Io non so niente di tutto questo...Perchè-? Chiese, con un filo di voce.
-Lia...River non...Non aveva un'unicità, e nemmeno io- Sussurrò.
-Dalle mie ricerche non risulta che la vostra malattia cardiaca sia una questione di genetica...è come se fosse spuntata dal nulla- Assottigliò gli occhi Endevoar.
E fu in quel momento che Eva preferì esplodere.
-Sta forse insinuando che mia madre avrebbe praticato una sorta di cura per impedire alla nostra unicità di destarsi-? Chiese adirata.
Il Pro cercò di domarla con lo sguardo.
-Eppure vedo che qualcosa della tua unicità ti è rimasto- Ringhiò, ripensando al modo in cui aveva scambiato la fascia quando era alle prese con Todoroki.
-Se riesci a concentrarti puoi fare grandi cose...E questo è incredibile- La lodò, senza l'intenzione di farlo volontariamente.
-Non le credo...Io sono malata per pura casualità come lo era anche mia sorella River- Disse, non credendo molto alle sue parole.
Ma sua madre non era mai stata malata e nemmeno suo padre.
Non aveva mai visto il quirk della Strega Blu perché quest'ultima aveva deciso di non utilizzarlo fin da quando le due erano solo delle piccole bimbe.
Ed Eva non si era mai posta nessuna domanda...Nella loro famiglia, per non farle sentire diverse, i genitori preferirono non utilizzare le loro unicità.
E ora le arrivava tutto in faccia come un fiume in piena.
Un tornado di verità assurde che la trascinavano via.
-Se tutto questo fosse vero...Perchè dirmelo ora-? Sussurrò, coprendosi il viso con una mano.
Il numero due sospirò , emettendo piccole scintille luminose.
-Perchè la Strega Blu...è tornata in circolazione-.


Eva sollevò piano il viso, coperto da lunghi capelli neri.
Katsuki rimaneva immobile, non credendo alle sue orecchie.
“Ohi, ohi...Non scherziamo”
-Non può essere...Tutto questo non ha niente a che vedere con me...Io voglio solo…-
Endevoar colpì violentemente la parete al suo fianco, sciogliendo la vernice del muro con il calore sprigionato dal calore delle mani.
Eva sobbalzò, coprendosi le orecchie.
-Non è possibile che tu possa diventare un eroe-


-Eh-?



-Sei figlia di un Vilesangue e una Strega criminale...Quante possibilità ci sono che tu possa diventare un eroe-?
Eva non lo stava più nemmeno ascoltando.
“Capisco...All Might quindi lo sapeva...Sapeva che la Strega Blu si aspettava qualcosa da me…Però...-



“-Tu puoi diventare un eroe...Un eroe, capito-?”
“-Un eroe...Certamente...Cos'altro altrimenti-?”


“Però aveva preferito non dirle nulla”



-Apri gli occhi...Sappi che nessuno si fiderà mai in quanto eroe...Nessuno riporrà in te la propria fiducia-.



-E CON QUESTO GLI ABBINAMENTI DEL TORNEO FINALE SONO CONCLUSI...A SFIDARSI NEL PRIMO INCONTRO SARANNO…-
La voce di Mic le entrava nelle orecchie senza trovare spazio per soffermarsi.


-Cosa dovrei fare-? Chiese, con un sussurro quasi strozzato da una tristezza repressa.
Bakugo stava per uscire allo scoperto...Udire quella voce così rotta lo infastidì parecchio.
Ma la tuonante voce del Pro lo bloccò.
-Guarda in faccia alla realtà...E smetti di credere che il mondo sia così buono da accettare qualcuno come te in quanto eroe-
-TOOUSAKA EVANGELINE VS TODOROKI SHOUTO-!!

Le lacrime scendevano copiose dal viso della ragazza che, impietrita, osservava con due gemme lucide l'uomo che le aveva appena fatto perdere l'ultimo barlume di speranza.






-Angolino dell'autrice-
Ecco il più grande PLOT TWIST che la mia mente bacata abbia mai concepito.
La verità di Eva.
La verità della Strega Blu.
Endevoar pezzo di mer….Ehm eterno numero due che ha combattuto con la Strega si era ripromesso di trovare l'erede del Sangue della Strega e questo è successo.
I Vilesangue, la sua malattia...Che ne pensate? :D
Fatemi sapere attraverso una piccooooooola recensione se volete.
Eva non è mentalmente pronta per affrontare Todoroki...Prima il padre verbalmente e poi il figlio a suon di cazzotti...Come andrà a finire?
Grazie a tutti voi che leggete e recensite...Siete fantastici <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-












 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18- Belva ***


-EVANGELINE TOOUSAKA VS TODOROKI SHOUTO-

La voce ancora le rimbombava nella mente.

Non sentiva nulla.

Il Pro la osservava quasi con disprezzo...O almeno così parve alla giovane strega.

-Adesso capirai la differenza...Vedrai come si comporta un vero eroe-.

E in quelle poche parole riuscì addirittura a sentire il disprezzo per il fatto che avesse ucciso un uomo.

Il Pro le stava gettando la verità in faccia con la stessa grazia di un secchio di acqua ghiacciata appena svegli.

Le stava facendo inghiottire tutti i suoi errori.

L’essere figlia di una Strega.

Essere un Vilesangue.

Aver spento una vita.

Non era così che un eroe avrebbe dovuto comportarsi.

Un eroe...Non era così.

Bakugo rimase basito...Non sapeva nemmeno cosa pensare della giovane.

Vilesangue? Non poteva sapere nulla di questa storia, nessuno dei suoi parenti o conoscenti aveva sperimentato qualcosa di simile.

Il tempo sembrò riprendere a scorrere quando la giovane mise lentamente un piede davanti all’altro.

Il peso di quelle rivelazioni le stava attanagliando il cuore, che ora cominciava a fare male.

Superò il Pro e si diresse verso la luce alla fine del corridoio...Verso l’arena.

Le sue lacrime non smettevano di scendere dai suoi occhi ancora pietrifcati.

Endevoar si portò le braccia al petto....Era suo dovere, come eroe, prevenire l’attacco di futuri Villain.

Perchè lui era il grande numero due, secondo solo ad All Might.

Eva barcollava piano, reggendosi la testa mentre udiva già la folla urlare estasiata e impaziente.

“E se fosse solo una bugia? E se stesse cercando di distrarmi dal combattimento...?”
I suoi passi non rallentavano.

“No...Un tipo come Endevoar non credo lo farebbe mai”.

Il rumore delle sue scarpe sul terreno rimbombava nel corridoio ormai vuoto.

Ormai il numero due si era avviato sugli spalti con un ghigno sulle labbra.

Quando La giovane venne inghiottita dalla luce, Katsuki uscì allo scoperto.

Rimase immobile ad osservare il corridoio vuote di fronte a lui, ascoltando il rumore fastidioso delle urla della folla eccitata.

L’immagine del viso di Eva che piangeva quelle lacrime ingiuste gli fece ribollire il sangue di rabbia.

Eppure anche lui l’aveva insultata...L’aveva accusata di essere una Strega, di non poter diventare un eroe e di essere inferiore a lui essendo priva di unicità.

Ma adesso era arrabbiato in un modo diverso.

Sentiva le vene pulsargli sulla fronte in maniera fastidiosa.

Le lacrime miste a quegli occhi confusi, delusi da sé stessa e impauriti di non riuscire a fare la cosa giusta per dimostrare tutto il contrario di ciò che aveva detto Endevoar.

Schioccò la lingua, infastidito.

-Se non si darà una calmata, perderà-. Tirando un pugno contro al muro e crendo un buco fumante di cui però nessuno udì il tonfo.

 

 

 

 

 

 

-ECCO A VOI I DUE PRIMI CONCORRENTI DI QUESTULTIMA SFIDA, TODOROKI SHOUTO VS EVANGELINE TOOUSAKA-

 

La voce di Present Mic copriva gli urli della folla che, impaziente, sbracciava e si dimenava.

Il ragazzo era immobile e fissava la giovane con quello che lei definì, nella sua mente, puro astio.

Se la sconfiggo...Allora quel bastardo se ne starà zittoAbbassò lo sguardo, sfidando la giovane.

Ma niente aveva senso in quel momento.

Dagli spalti qualcuno ghignava con le braccia comodamente sistemate al petto.

 

Eva fissava il pavimento sotto di lei.

Non sapeva nulla, non sapeva cosa fare..Se quello che le aveva detto Endevoar era vero, cosa ci faceva lì, in quel campo?

Non lo sapeva.

-CHE LO SCONTRO DELLE MERAVIGLIE, ABBIA INIZIO-! Urlò il Pro, sbracciandosi come poteva, costretto in sala.

Aizawa sospirò...Lasciò che Mic si divertisse, almeno in quell’occasione.

Ma qualcosa turbò la sua tranquillità.

Ereased si sporse in avanti per vedere meglio; quelle bende erano una gran bella seccatura.

Mic posò una mano sul microfono, notando l’amico agitato.

-Qualcosa non va-? Chiese.

Aizawa aggrottò le sopracciglia, anche se il biondo non riuscì a notarlo a causa del viso coperto.

-C’è qualcosa di strano in Toousaka-. Disse solo, a bassa voce.

-Cosa-? Chiese Mic, osservando la studentessa.

 

L’incontro era iniziato, ma la giovane non si muoveva.

-Che succede? Forza, combatti-! Todoroki l’aggredì a parole.

-Andiamo-!
-Se ti farai sconfiggere perderai una bella occasione-!

Le voci le penetravano in testa senza tregua.

Eva si portò le mani alle orecchie, coprendole e incurvandosi leggermente con la schiena in avanti.

“Cosa faccio...Cosa devo fare? Qualcuno, qualcuno mi aiuti”.

Chiuse gli occhi, cercando disperatamente di svegliarsi da un incubo del genere.

 

“Sono malata? Sono un mostro? Cos’è un Vilesangue? Non lo so, non lo so”.

Sentiva Todoroki preparare il suo ghiaccio affilato, lo sentiva avvicinarsi.

Immediatamente si portò una mano al cuore, stringendo la tuta in quel punto.

“Lia...Cosa siamo?”

 

-Aspettate, Evangeline Toousaka non è mica il nome della figlia della Blue Witch-?

-Ah, la Strega Blu? Si, la ragazza che ha ucciso il criminale durante l’incidente della Yuei-.

-Non credo possa vincere contro un futuro eroe brillante come Todoroki.

-Sarebbe una vergogna per Endevoar se suo figlio perdesse contro la figlia di una criminale-.

-Come ci è finita una come lei qui-?

-Non saprei-.

-Come abbiano potuto farla anche solo entrare, vorrai dire-.

-Cosa intendi-?

-Ovviamente che la figlia di una criminale non è tagliata per essere un eroe...E se decidesse di seguire le orme della madre-?

-La figlia della Strega Blu potrebbe essere pericolosa-.

-Non la vorrei mai come apprendista nella mia agenzia-.

-Non riuscirei a fidarmi di una persona che non mostra la propria unicità-.

 

 

-Forse, non è il suo posto qui alla Yuei-.

 

 

 

La voce dei Pro hero sugli spalti le arrivarono come coltellate sulla schiena.

Non era il suo posto? Cominciava a pensarlo anche lei.

 

 

-Cosa stai facendo? Muoviti e affrontami- Le aveva urlato Shouto, emettendo condensa dalle labbra e mostrando parte del suo corpo in parte coperto di ghiaccio.

Eva non aveva fatto altro che schivare, senza nemmeno riuscirci del tutto.

Aveva già riportato delle ferite su entrambe le braccia e alla gamba destra.

 

Il non pensare lucidamente la stava condannando.

-Attaccami-! Urlò Todoroki, fiondandosi su di lei.

Eva si coprì il viso con entrambi gli avambracci, attenuando il colpo e strisciando con i piedi di parecchi metri all’indietro.

-Che diavolo sta facendo? Così si farà solo del male-. Commentò Aizawa, stringendo il pugno ingessato e provocandosi una piccola fitta di dolore.

 

-Giovane Evangeline...Cosa ti è preso? Perchè non combatti con tutta quella grinta che hai tirato fuori nelle sfide precedenti-? Sussurrò All Might, con un pollice sotto al mento.

 

 

 

-Eva-chan...- Ochako pareva molto dispiaciuta; riusciva a percepire una grande tristezza provenire dalla giovane che non stava facendo altro che incassare colpi e ferirsi.

-Eva-san, perchè-? Sussurrò Midoriya, al fianco della ragazza della gravità.

Eva non aveva alcuna intenzione di combattere, ed era evidente.

-Ci stai rendendo ridicoli entrambi, combatti, Evangeline Toousaka- Urlò Shouto, creando del ghiaccio appuntito sui palmi delle sue mani.

Con un veloce scatto il ragazzo si fiondò sulla giovane, facendola cadere a terra e sedendosi sopra di lei, pronto ad attaccare con il suo ghiaccio.

-Reagisci-!Urlò ancora osservandola dall’alto verso il basso.

 

 

“Così Shouto...Una vittoria che ti porterà ancora più in alto come colui che ha sconfitto la figlia della Strega Blu”
Un sorriso maniacale su quelle labbra di fuoco.

 

 

-Eva-san- Si sollevò Izuku, correndo e afferrando le sbarre degli spalti.

-è terribile- Disse Jirou, assumendo uno sguardo serio e sentendo, anche senza i suoi Jack, il battito nervoso del suo cuore.

-Così la farà a pezzi- Piagnucolò Mina, stringendo senza ritegno la mano di Kaminari.

 

 

 

 

Il silenzio calò nel campo mentre la polvere si abbassava e depositava lentamente.

-E tu vorresti diventare un eroe? Non hai fatto altro che scappare. Preparati, questo farà male- Sussurrò Todoroki, congelandosi anche le punte delle dita.

-Voglio essere un eroe...Lo voglio davvero-! Disse Eva a denti stretti, con il sangue che scorreva da un labbro ferito.

Shouto la guardava con disprezzio, come se stesse sprecando il suo tempo.

 

-Ma sento...Che il mondo stia lottando per impedirmelo-.

-Che sciocchezze, ognuno deve combattere le proprie battaglie da solo...-

 

“Ma tu vuoi diventare un eroe, vero?”

L’immagine di una bellissima donna dai tratti gentili gli comparve nella mente, sotto una cascata di capelli bianchi e cristallini.

 

-Tutti devono fare i conti con la sfortuna- Aggiunse in fine Todoroki.

Eva piegò le labbra in un sorriso.

Un sorriso che di buono, non aveva nulla.

 

 

 

 

 

 

-Sfortuna-?

 

 

 

 

 

 

Iniziò a ridere nervosamente.

Come una Strega.

 

 

 

 

 

 

 

Shouto la fissava senza abbassare la guardia.

-Credi davvero che possa essere chiamata sfortuna-? Chiese ridendo.

I suoi occhi erano spalancati e ospitavano delle pupille scure e piccolissime.

Il sorriso maniacale di chi ha perso tutto.

-Cosa ne vuoi sapere...Cosa ne vuole sapere il figlio di un grande eroe ammirato da tutti-? Sussurrò, sempre con un sorriso sulle labbra.

Todoroki la costrinse a terra, spingendole la testa contro al terreno e provocandole una botta dolorosa e dei giramenti.

-Silenzio...L’erosmo non è automatico, mi sono allenato molto per arrivare fin quì-!

-Quindi la criminalità può essere definita automatica? Non farmi ridere, sei ridicolo. Tu e tuo padre siete solo due schiocchi- Rideva, sfottendo il ragazzo davanti a lei.

 

-Che sta succedendo? Eva-chan non hai mai parlato in questo modo- Si spaventò Uraraka, raggiungendo Deku.

-Cosa può essere successo-? Si chiese l’erede del One for All, ad alta voce.

Bakugo osservava l’incontro con gli occhi fissi sullo schermo.

Quella era Eva?

 

 

 

 

-Non ti permetto di offendere il mestiere di mio padre; per quanto sia un pezzo di merda, è un eroe leale e lodevole- Disse fuorì di sè Shouto.

-Lodevole-? Rise, mostrando i denti.

Todoroki osservò i canini appuntiti della giovane, poi la fissò negli occhi.

-Adesso sono stanca di sentire tutti questi commenti spiacevoli su di me, sono stanca di essere giudicata per quello che non sono...Se la cosa vi fa piacere, diventerò io stessa il mostro che tanto desiderate così da farvi aprire gli occhi-! Il tono della sua voce cresceva man mano, facendo rabbrividire il giovane.

 

“è totalmente fuori controllo, questa non è l’Evangeline Toousaka che tutti conosciamo”
Il suo occhio azzurro si spalancò piano poco dopo...

I capelli della ragazza danzavano piano, come mossi da una corrente di vento; le pupille scure di Eva erano sottili e piccole come quando si concentrava e, i piccoli canini, si erano appuntiti improvvisamente.

 

 

“C’è qualcosa che non va”

 

Gli occhi della giovane erano esattamente quelli che aveva quando si immergeva in una concentrazione profonda...Li aveva riconosciuti.

Ma c’era qualcos’altro.

“Non riesce a concentrarsi in queste condizioni...Troppo agitata, il suo corpo sta gettando fuori qualcos’altro”. Todoroki osservava il viso della ragazza completamente impazzita.

 

 

-Vi dimostrerò cos’è un vero mostro-! Aveva urlato infine la ragazza, in una maniacale e nervosa risata.

La giovane respirava affannosamente, i suoni le raschiavano la gola.

Shouto si congelò per un attimo, ma senza l’aiuto del suo Quirk.

Quello che vide improvvisamente...Non gli piacque per niente.

Di istinto abbassò il braccio e, scontrandolo contro il pavimento, fece partire una grande esplosione ghiacciata, ricoprendo di stalattiti tutto il ring polveroso.

“Maledizione...Ho esagerato”.

 

Persino gli spettatori dovettero proteggersi dalle particelle appuntite fredde come la neve.

-C-CHE COSA...NON RIESCO A VEDERE NULLA CON TUTTO QUEL GHIACCIO-! Urlò Mic, cercando di sporgersi per controllare meglio l’area.

Tutti gli studenti della Yuei rimasero con il fiato sospeso.

-Giovane Evangeline...- All MIght stava sudando freddo:

Aveva udito la folle conversazione e aveva sentito ogni singola parola di Eva.
Come temeva, lei era...
Si portò una mano sul viso, coprendolo affranto.

 

 

 

 

-NON POSSO CREDERCI-!

La voce del Pro radiofonico fece riprendere l’attenzione a tutti coloro che l’avevano persa, incollando nuovamente i loro sguardi sul ring.

-E-E-E-EVANGELINE TOOUSAKA-!

 

Tutti spalancarono piano le bocche, pallidi.

 

 

La giovane era con le spalle contro il muro che sorreggeva gli spalti, priva di sensi.

Il sangue colorava la parete azzurra e la ragazza, ormai fuori di molti metri dal ring, era rimasta in piedi di schiena contro il muro, sorretta dalla forza delle sole gabe.

Shouto fissò prima il grande monte di ghiaccio che aveva creato e poi volse lo sguardo verso la giovane, sconfitta.

Aveva il fiatone, ma non per la fatica.

 

 

 

 

 

 

-Vi mostrerò il mostro che tanto desiderate-

 

 

 

 

Ma per lo spavento di poco prima.
-Eva-san-. Izuku strinse forte i duri pali d’acciaio.

Persino Mic fece fatica a commentare.

 

 

 

-IL VINCITORE DEL PRIMO ROUND...TODOROKI SHOUTO-!

Il giovane continuò ad osservare la ragazza, respirando affannosamente.

“è un mostro”! Pensò, osservandosi il braccio destro completamente insanguinato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Angolo dell’autrice-

Parappappappapappapaaaaa!

Primo scontro ed è stata una cosa molto veloce, povera Eva T.T.

Non poteva certo combattere in quelle condizioni...Ma sembra che le parole di Endevoar abbiano risvegliato anche qualc’saltro, maaaaah.

Shouto ha vinto...Ma sembrava un pò scosso...Cosa mai avrà combinato la strega?

Aaaah questi Vilesangue (adoro il nome, non c’è niente da fare XD)

Grazie a tutti come sempre e un grazie speciale a coloro che spendono il loro tempo a lasciarmi una recensione quotidianamente, vi adoro <3

Alla prossima!

-Shinigami di fiori-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19-Odore intenso ***


Non sapeva quanto tempo fosse passato, forse l’incontro successivo al suo era già terminato.

Sentiva il rumore della folla in lontantananza...Ma non le importava nulla.

-Ecco fatto, abbiamo finito mia cara- Disse Recovery, avvolgendole il braccio con l’ultimo tratto di bende sterilizzate.

-Hai già preso le tue pillole-? Chiese poi gentile, firmando dei fogli.

Eva aveva i capelli scompinati e un’aria sconvolta in viso.

Voleva solo andare a casa.

-Evangeline-chan-? La richiamò la vecchina, interrompendo i suoi muti e tristi pensieri.

-Ah, ecco...No, non ho ancora avuto modo- Rispose lei, stringendo la presa sul braccio fasciato.

-Fa in modo di prenderle a dovere, intesi-? Le disse, congedandola.

Preferì non toccare il tasto dolente della sconfitta appena ricevuta e decise di lasciarla sola con i suoi pensieri.

La ragazza raggiunse i suoi compagni sugli spalti, nel campo, al centro dell’attenzione, Izuku combratteva contro Shinsou.

“Eva-cha, mi chiedo se stia bene” Pensò la giovane Ochako, notando la ragazza avanzare con sguardo spento.

La giovane strega si soffermò ad osservare una possente figura che la osservava ghignando da poco lontano.

Aveva perso.

Quegli occhi di fuoco le stavano dicendo “Te l’avevo detto”.

Eva lo osservò con occhi stanchi e poi lo ignorò, sedendosi di peso su una sedia isolata.

Quella parte di Stadio era ombrosa e difficilmente si vedeva cosa stessero combinando i combattenti; per questo era piuttosto vuota.

Kirishima la osservò camminare con passo lento, sentendo un enorme dispiacere per lei.

Era stata sconfitta in maniera clamorosa davanti a tutti, aveva perso il controllo davanti ai Pro che non si fidavano di lei e sentiva scorrere nelle sue vene il sangue più sporco che potesse esistere.

Si portò le mani a coprire il viso, abbattuta.

-Cosa dovrei fare, ora-? Sussurrò, sperando di ottenere una risposta da qualcuno.

Il piccolo telefono prese a squillare incessantemente, spaventandola.

Non riceveva mai messaggi, figurarsi telefonate.

Restia controllò la schermata.

 

 

 

 

-Papà-.

 

 

 

 

 

Portò il pollice sull’icona verde della cornetta, tremando.

Non lo vedeva da allora.

“Avrà visto l’incontro?”

“Penserà che sono una fallita?”

“Mi riterrà ancora un mostro?”

Ingoiò tutte quelle preoccupazioni e si fece coraggio.

La folla esultò.

 

-Pronto-? Chiese, insicura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-INCREDIBILE! IZUKU SI RIPRENDE-! Gridò Mic, sorridendo.

Dopottutto essendo il suo professore tifava per lui anche se non poteva esplicitarlo a parole (o grida nel suo caso).

Aizawa sospirò, sereno ora che il verdino sembrava essersi ripreso a dovere.

Poi pensò alla ragazza del precedente turno.

-Mic-.

Il biondo si voltò verso di lui, serio.

Si conoscevano bene, sapeva quando il bruno assumeva un tono serio.

-Evangeline Toousaka, non hai notato nulla di strano durante il suo incontro-? Chiese, senza togliere gli occhi dal combattimento.

Mic sollevò i suoi occhiali arancio con il pollice, portandoli alla fronte e facendoceli rimanere.

-Sembra proprio che la ragazza abbia un piccolo segreto- Disse, voltando gli occhi verso l’amico e mostrando le sue iridi a spirale, di un verde erba misto ad un giallo opaco.

-Persino Todoroki Shouto se n’è accorto, quella ragazza ha qualcosa che non va-.

Mic sollevò un sopracciglio.

-Io so benissimo cosa sembrava e lo sai anche tu-.

Aizawa distolse lo sguardo dal combattimento, pensieroso.

-Non credevo ci fossero altri Vilesangue in giro- Disse poi.

 

-Ti sbagli, caro Ereased Head, ghignò Mic-.

Si tolse gli occhiali, giocherellando passandoseli dall’indice al medio.

-Forse intendevi dire, altri Vilesangue “attivi”- Disse.

Aizawa piegò di lato la testa.

 

 

-Quel potere è pericoloso-.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Evangeline-?

-La giovane abbassò lo sguardo, imbarazzata.

Non sapeva come comportarsi con lui...Quello che era successo era ancora troppo vivido.

-Ciao, papà...-Sussurrò, afferrando il telefono con entrambe le mani.

Il silenzio si era fatto pesante...Bisognava rompere immediatamente il ghiaccio.

Fortuna che il padre aveva giò immaginato questo tipo di situazione.

-Ecco, ho visto il combattimento in televisione...Sei molto agile, quando hai imparato a batterti così-? Chiese, con tono scherzoso e leggermente allegro.

Eva tirò un sospriro di sollievo...Forse non sarebbe stato così impossibile.

-Ma che dici? Sono stata davvero deludente- Sorrise amareggiata la ragazza.

-Per niente, hai fatto davvero un ottimo lavoro sai-? La stava incoraggiando ed Eva non poteva essergli più grata.

-Tu come stai? Come vanno le cose lì-? Chiese, con un piccolo sorriso sulle labbra.

-Va tutto benone...Abbiao addirittura un club di scacchi qui- Sorrise la voce maschile, ridendo nervosamente.

-Che bellezza! Tu sei molto bravo a scacchi-.

-Nah non direi...Abbiamo anche delle serate a tema, sai? E il cibo non è così male come dicono gli altri pazienti...Inoltre il giardino pullula di rose e...E...-.

Eva smise di sorridere, sentendo il padre cambiare tono.

-Mi dispiace tanto, Eva...Sono stato un pessimo padre- Disse, con un singhiozzo.

-Non dirlo nemmeno per scherzo...La colpa non è assolutamente tua- Sorrise Eva, addolcendo lo sguardo.

-Ho fatto una cosa orribile e non mi perdonerò mai per questo...Ma tu sei stata fantastica, Eva...Davvero-.

Il cuore della giovane cominciò a pompare più sangue.

-Eheh, non dire così...O mi farai commuovere- Sorrise, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi.

Passò un intero minuto in completo silenzio.

-Quindi tu...- Ora era la giovane ad avere una voce spezzata dai singhiozzi.

In quel preciso istante Todoroki udì il suo pianto e accostò piano l’orecchio alla piccola colonna che la nascondeva.

-Non credi che io sia un mostro...Vero-? Chiese, portandosi una mano sugli occhi bagnati da grandi lacrime.

Shouto socchiuse gli occhi, pensieroso.

Si osservò il braccio fasciato...

 

 

“-Giovanotto cosa sono questi segni? Non mi pare tu abbia lottato con un leone o un orso- Scherzò Recoverì, disinfettandogli il braccio segnato da enormi graffi.

Parevano segni di artigli.

-No, infatti...-Sussurrò Shouto”

 

 

 

 

 

 

 

 

-Non azzardarti a dire una cosa del genere, Evangeline-.

La voce autoritaria del padre la fece singhiozzare ancora di più.

Era felice di sentire quelle parole da lui.

Dal suo papà.

-Tu sei una persona gentile, Eva- Le disse poi, e la giovane ne era sicura...Stava sorridendo per lei.

La ragazza cercò di asciugarsi le lacrime, invano.

-Quindi...Quindi posso ancora...Diventare un eroe, vero-? Chiese.

-Certo che puoi...- Le sussurrò gentile, accarezzandola con la voce.

La giovane annuì, passandosi un avambraccio sugli occhi.

 

Shouto sospirò e si allontanò...Si era impegnato anche troppo per quella giornata.

 

 

-Senti papà...Tu sai qualcosa riguardo...- Chiese titubante.

-Mh-?

-Riguardo i Vilesangue-?

Shouto di bloccò, voltandosi verso la colonna che la nascondeva.

-...Come sai dei Vilesangue-?

-Mi è stato detto...Esaminando la mia malattia-.

Un sospito dall’altra parte della cornetta.

-Tua madre è un Vilesangue...- Disse semplicemente.

-Si...Sapevo anche questo-.

-Sai qualcos’altro-? il tono del padre si era fatto serio.

-Un siero...Che indeboliva il processo di evoluzione dell’unicità-Dise Eva.

-Eva...Ti va di vederci? Ti spiegherò ogni cosa...Ho bisogno di dirtelo faccia a faicca, va bene-? Chiese, rimanendo gentile.

Eva assottigliò gli occhi, accettando.

-Va bene...Ci metteremo d’accordo non appena sarà finito il Festival, d’accordo-?

-Certo...-.

La conversazione di era trasformata in un attimo.

Era diventato tutto più cupo.

Suo padre sapeva.

 

Un urlo la fece tornare al mondo reale.

-IL VINCITORE DI QUESTO MATCH....IZUKU MIDORIYAAAAAAA-

 La folla strillò.

-Forza Deku-kun-! Applause Ochako, contenta che il suo amico avesse vinto.

Eva si lasciò sfuggire un sorriso triste...Si era persa il combattimento di Midoriya.

Fece per alzarsi e andarsene quando...

 

 

 

-Oh cielo...Non riesco a trovarla-! Una voce femminile arrivò alle orecchie della giovane.

Shouto si era allontanato pensieroso con un nuovo interrogativo in mente...Vilesangue.

Chissà...Forse quel bastardo di suo padre ne sapeva qualcosa.

Ma ora doveva concentrarsi sul Festiva.

 

-Mi scusi...Tutto bene-? Chiese Eva, avvicinandosi a quella stravagante figura.

-Cosa faccio? Non riesco proprio a trovarla- Disse la donna, portandosi una mano alle labbra e guardandosi intorno.

Eva notò immediatamente uno strano particolare: aveva una tiaria che le copriva entrambi gli occhi e una lunga e folta treccia dal colore della cenere che le scendeva fino al fondo schiena.

La lunga veste blu scuro le copriva l’esile corpo e trascinava la polvere del terreno.

Eva azzardò.

-Ha perso qualcosa, signora-? Le chiese, facendo sparire i residui del pianto avvenuto poco prima.

-Oh cielo...Non trovo il negozio delle cartoline, eppure avrei giurato che fosse qui da qualche parte-.

-Ecco...Questo è lo stadio del festival sportivo, signora- Cercò di spiegarle Eva.

Solo ora notava l’incredibile altezza della donna.

-Sul serio? Ah che sbadata...Oh mamma...Intendevo raggiungere lo stadio dopo aver spedito la cartolina- Si agitò, facendo piegare la testa ad Eva, confusa.

Si calmò immediatamente, assumendo una posizione pacata e formale.

-Le mie più sincere scuse, il mio olfatto mi ha portata nel luogo sbagliato...Devo aver sbadatamente seguito l’odore del cibo dei baracchini- Sorrise gentile.

Eva non riusciva a scrutarne gli occhi coperti dalla tiaria luccicante.

-Ecco...Lei è...-

-Aaaaaah, ma tu devi essere una studentessa della Yuei vero? Ti riconosco subito- Sorrise, avvicinandosi a lei e piegandosi leggermente in avanti.

-S-Si, ecco...Come fa a saperlo-? Chiese sorridendo.

-Riconoscerei ovunque l’odore di un pulcino della Yuei...Profumate di carriera- Alzò l’indice al cielo, scoprendo la pallide mani dalle maniche blu notte.

“Che diavolo....”

-E soprattutto....- Il suo sorriso svanì improvvisamente ed Eva riuscì a scorgere il piccolo e perfetto naso della donna andare su e giù.

-Qualcosa non va-?

La donna piegò la testa verso la ragazza.

-Ragazza...Qual’è la tua unicità-? Chiese seria, così tanto da mettere in soggezione la giovane Strega.

-La mia...La mia unici-

-Scherzo, scherzo ti sto solo punzecchiando un pò...Oh cielo, guarda che ore si sono fatte...Comincerò ad avviarmi verso il mio posto, credo di essermi persa già gran parte del torneo- Sorrise, avvolgendosi meglio nello scuro mantello e avviandosi verso gli spalti più avanti.

“Che strana donna...” Pensò Eva, osservando i suoi lunghissimi capelli intrecciati da dietro.

-Ah....Eva-chan-! Urlò Izuku, vedendola osservare un punto nel vuoto.

La strega sorrise nel vedere il biondino raggiungerla correndo con una mano intenta a salutarla.

Evangeline sorrise, andandogli incontro.

Preferì non pensare a nulla...Almeno per il momento.

-Congratulazioni, Izuku- Sorrise.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Cielo, cielo...Cosa mi sono persa-? Chiese la donna daglio occhi coperti, raggiungendo i Pro Heroes seduti sugli spalti in prima fila.

-Ah? Phantom Snow-san? Che cosa ci fai qui-? Chiese un eroe professionista.

-Sono venuta a vedere il festival come voi- Sorrise la donna, accomodandosi su una sedia e osservando l’uomo da sotto la tiaria spessa.

-Tu-? Chiese una voce alle sue spalle.

-Endevoar-san! Anche lei qui per vedere il festival-? Chiese, sorridendo senza lasciar scoprire la vera espressione dei suoi occhi, totalmente coperti.

-Cosa ci fa una bestia come te qui-? chiese rude l’uomo.

-Bestia? Non sia così sgarbato- Sorrise la donna, grattandosi la nuca imbarazzata.

I suoi occhi coperti le regalavano un’aria anonima e misteriosa.

-Cosa credi di fare qui-? Le ringhiò l’uomo mentre l’odio alimentava il fuco intorno ai suoi occhi.

La donna sorrise, mostrando i suoi canini appuntiti.

-è ancora arrabbiato? Lo sa che non deve...Le verranno le rughe sulla fronte infuocata- Gli sorrise, toccandosi la fronte scerzosa.

“Cagna” Ringhiò Endevoar nella sua mente.

-Phantom Snow-san...Le serve la telecronaca-? Rise un eroe al suo fianco: aveva due corna scure che partivano dalle tempie.

-Ahahaha, no sapete che non ne ho bisogno...Credo di aver memorizzato l’odore di metà persone presenti in questo stadio- Sorrise, portandosi un dito sotto mento.

Il vento accarezzò la sua lunga treccia chiara.

-Ho sentito parecchi odori interessanti- sorrise, giungendo entrambe le mani sotto al mento.

Endevoar rabbrividì, notando il sorriso sinistro sul viso della donna.

 

 

 

 

-Sento odore di Vilensague...Un profumo davvero intenso di belva- Sussurrò, piegando la testa e facendo tintinnare le piccole gemme che addobbavano la tiaria d’acciaio.

 

 

-Interessante...Cominciavo a sentirmi abbandonata- Aggiunse poi, volgendo lo sguardo spento in direzione della giovane strega che parlava con Midoriya.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Angolo autrice-

 

Eccomi di Domenica, perdonatemi ma l’università è stato un pugno in faccia XD.

Ecco qui il nostro nuovo personaggio...Phantom Snow.

Chi sarà?

Un eroe? Maaaah

Fatemi sapere cosa ne pensate e un grande grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono :D

Alla prossima!

P.S; Perdonate eventuali errori di battitura...Il mio programma segna tutto rosso XD

-Shinigami di fiori-

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Capitolo 20
*** Capitolo 20- Riacquista la ragione ***


Ne erano passati di scontri:
Iida era riuscito a vincere contro la ragazza dai capelli spinosi dell’altra classe e Shouto aveva sconfitto Momo senza fatica.
Era rimasta ad osservare tutti gli incontri con la testa fra le nuvole.
Sapeva che, a breve, la sua amica Ochako avrebbe dovuto lottare contro Bakugo...E lei sapeva quanto poteva essere terrificante.
Era rimasta sugli spalti e, ogni tanto, lanciava occhiate curiose alla donna in lontananza con cui aveva parlato poco prima.
La incuriosiva, in un certo senso.
Endevoar non le parlò più e nemmeno All Might venne a dirle qualcosa riguardo lo scontro con Shouto.
Un pò ci rimase male.
Con uno sguardo perso ingoiò la sua medicina, cercando di scacciare via il gusto amaro quanto prima.
Ma prendere quela pillola ora voleva dire cominciare di nuovo a tormentardi di domande: non sapeva il motivo per cui le stava prendendo, tanto per cominciare.
Voleva che il festival finisse in quello stesso istante...Voleva andare da suo padre per scoprire la verità.
Tanto non le importava nulla delle opinioni dei Pro...Nessuno avrebbe messo una buona parola su di lei. Decise che ne avrebbe trovata un’altra, di occasione.
Stava facendo lavorare gli ingranaggi del cervello quando...
-Eva-san...Tutto bene-? chiese una voce gentile, come preoccupata di interrompere i suoi pensieri.
-Izuku...-Sorrise lei, rilassandosi e girando il busto verso di lui.
Vide ancora le ferite sulle sue braccia muscolose e sulle dite...Quei colpi lo avrebbe ridotto in poltiglia prima o poi.
-Dovresti stare più attento...Hai bisogno di un’altra strategia se vuoi utilizzare quell’unicità- disse, per spezzare il silenzio che si era creato tra i due.
La folla strillava, ma era come se tra loro si fosse creato un muro insonorizzato.
Izuku sorrise imbarazzato.
-Ehehe...Lo so lo so...Me lo dice spesso Recovey Girl, e poi finisce sempre per prendersela con All Might- si grattò la nuca, sorridendo genuinamente.
-Le cose...Vanno alla grande tra di voi-? sorrise Eva, posando il mento sul palmo della mano e osservando il biondino con sguardo sognatore.
Midoriya immediatamente indietreggiò, coprendosi il viso arrossato con le braccia piene di cerotti.
“Che sguardo carino” pensò.
-V-Va tutto alla grande...Presto mi concentrerò su un nuovo allenamento e...E All Mihgt ha detto che questa volta riuscirò a...-
-Ti invidio-
-Eh-?
Eva si portò le mani in grembo, allunganfo lo sguardo verso l’orizzonte, oltre l’arena rumorosa.
-Vedere come il tuo corpo cresca con la tua unicità...Vedere che All Might ti segue ad ogni passo...Camminare lentamente sulla strada che ti condurrà ad essere un eroe...-Si voltò verso di lui, con le gote leggermente arrossate.
-Sembra fantastico- sorrise, teneramente.
-Eva-san...-Izuku la osservò triste.
-Dopo il festival, sai...Andrò a stare un pò da mio padre- sorrise, volgendo di nuovo lo sguardo altrove.
-Da tuo padre-? si chiese, cercando di ricordarsi l’alta figura che abbraccia la giovane alla stazione di polizia.
-Devo fare luce su una certa faccenda...Credo che tornerò entro una settimana- disse un pò malinconica.
-Una...Una settimana? Ma così facendo non riuscirai a rientrare nello Stage con i professionisti! Aizawa-sensei ha detto di tenersi assolutamente liberi dopo il festival- disse allarmato l’erede di One For All.
-Non c’è problema...-sorrise.
-Non c’è...Problema-?
-Nessun eroe sarà di disposto a prendermi con sé, anche se solo per un banale tirocinio di formazione- si alzò, scrocchiandosi il collo e stiracchiandosi.
-Cosa? Perchè mai-? Si incupì il giovane, assumendo un tono serio.
-Non ho dimostrato alcuna abilità...Ho solamente dato i numeri- la sua voce era triste, molto triste.
-Starai scherzado spero? Hai fato un lavoro splendido sia nella prima che nella seconda prova...Sei stata formidabile, incredibile...Sei...Sei stata...-Il suo sguardo si spense lentamente quando il ricordo della fascia che gli veniva strappata via dalla fronte lo fece rabbrividire.
Solo una marea di capelli e due occhi glaciali...Non ricordava nient’altro.
L’immagine del cadavere ricoperto di sangue e il viso scarlatto della ragazza che lo osservava con disprezzo.
Si scosse la testa, dandosi dello stupido.
-Sei stata incredibile, Eva-san- concluse poi, stringendo le mani a pugno.
 
Credo che andrò a riposare un pò...Verrò a vadere l’incontro di Uraraka più tardi.
Izuku si rattristì un pò, ma pensò che doveva avere già abbastanza problemi in testa così lasciò che si congedasse.
-Certo, allora a dopo- sorrise, salutandola con la mano.
Izuku si pentì da lì a poco di non aver approfondito quella discussione.
 
 
“Incredibilmente spaventosa” Eva si portò una mano a coprire il viso.
Aveva freddo...Decise che avrebbe preso il suo mantello rosso.
 
 
 
 
-Ohi, capelli di merda...Dov’è andata la strega-? Chiese Bakugo con le mani in tasca.
-Eva-chan? Non la vedo dal suo incontro, sembrava parecchio demoralizzata così ho deciso di lasciarla sbollire da sola- disse Kirishima, avviandosi verso il compagno.
-Per questo te lo chiedo, cazzo...Hai la minima idea di dove possa essere-? Bakugo cominciò a guardarsi in giro, cercandola.
Kirishima sorvolò sulla volgarità...Avere Bakugo come compagno di classe ti abituava a certi tipi di raffinatezza.
-Solitamente quando si sentono tristi le ragazze vanno in bagno...Che sia lì-? Si chiese serio, con le guance leggermente rosse.
-Lei è una strega...Non è una fighetta qualunque, cretino- ruggì il biondò, allontandandosi.
-Se dovessi vederla fammi un fischio, Kirishima- disse, osservandosi la mano.
-Roger-! sorrise il ragazzo dai capelli rossi.
“Bakugo...Ti preoccupi per Eva-chan finalmente” Sorrise, tornando a guardare gli incontri con il buon umore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eva uscì dallo spogliatoio con il mantello posato sempicemente sulle spalle.
Aveva sciolto i capelli e finalmente poteva rilassarsi senza dover dare conto a nessuno.
-Eccoti, maledizione-!
O così credeva.
-Katsuki Bakugo...-Sussurrò lei, osservandolo arrivare dal fondo del corridoio che conduceva agli spalti.
Aveva una canotta nera attillata, due pantaloni larghi e un asciugamano intorno al collo.
-Che seccatura, chiamami semplicemente Katsuki- disse raggiungendola.
“Deve aver ricevuto una qualche buona notizia di recente...Non ha ancora urlato” sorrise Eva.
-Ecco...Buona fortuna per il prossimo incontro- sorrise Eva, cercando di essere cordiale.
-Non me ne frega una cazzo dell’incontro...Spero solo di non fare troppo male a quella faccina d’angelo- ringhiò, sicuro di sé.
-Non dovresti sottovalutarla- disse Eva.
-Infatti non la sto affatto sottovalutando...Sto dicendo che darò tutto me stesso- disse, sorridendo sadicamente e osservandosi le scintille nelle mani.
-Così facendo attirerai molti sguardi su di te, lo sai- disse lei, ammirandolo.
-Credo che anche tu te ne sia attirati parecchi, strega- disse poi, rimettendosi le mani in tasca.
-Ehehe, non direi...Sono stata pessima, davvero- sorrise imbarazzata, ma aveva in quella piccola risata un qualcosa di incredibilmente saggio e composto.
-Se la metti così...Allora cos’era tutta quella merda che usciva dalla bocca di Endevoar-? Chiese poi, scioccando entrambi.
-Cosa-? Chiese Eva, stringendo la presa sul mantello.
-Ha parlato di Vilesangue...Che diavolo dovrebbero essere-? Chiese, il suo tono si stava facendo rude.
Eva non ne voleva parlare...Non aveva il coraggio per farlo.
Era qualcosa che sfuggiva anche dalle sue mani e non sapeva come gestirlo.
Ebbe la stessa reazione anche con Endevoar.
Si spaventò e si sentì attaccata di nuovo.
-Non sono cose che ti riguardano- disse con tono severo.
A Katsuki vennero dei leggeri brividi sul collo...Non era un tono che Eva era solita utilizzare, anzi...Non lo utilizzava mai anche se aveva tutti motivi del mondo per farlo.
-AH-? Bakugo sorrise, scrocchiandosi le nocche.
Sentirla usare quel tono con lui l’aveva offeso profondamente.
-Stai forse dicendo che non mi dirai nulla-? Allargò il suo ghigno.
Era pur sempre Bakugo, ma era come se davanti alla giovane ci fosse Endevoar.
-Sei sordo per caso? Ho detto che non sono affari che ti riguardano- Disse, affilando ulteriormente le parole.
Eva riuscì a vedere la vena di irritazione pulsare sulla fronte del giovane che, con veloci falciate si accingeva ad avvicinarsi.
-Ho sentito la conversazione con Endevoar...Ha detto che sei un Vilesangue- ruggì, fermandosi a pochi metri da lei.
Quella parola aveva un brutto effetto su di lei.
-Zitto...Non sono cose che ti devono riguardare...Ha a che fare con me e basta- la voce di un grado più alto di Eva era tremante, per niente sicura.
Bakugo lo notò e capì che forse la situazione era più seria di quanto avesse immaginato.
-ALLORA DIMMELO! Così potrò aiutarti-! Urlò, afferrandola in un attimo dal colletto del mantello rosso.
Aiutarla...Aveva detto aiutarla ma Eva non riusciva a sentire nulla.
La strega sollevò gli occhi adirati ma contenuti, scansando la mano del ragazzo con una spallata.
Livello di irritazione di Katsuki al limite.
-Come posso dirti qualcosa che nemmeno io so-? Disse poi, avvolgendosi nel suo mantello.
Bakugo notò la rigidezza della ragazza...Non era solito adattarsi alle situazione, solitamente era il contrario.
Però vederla così agitata non era qualcosa a cui era abituato...Era solito caratterizzare la giovane come persona tranquilla, saggia e sempre con il controllo della situazione.
Non era quello che aveva davanti agli occhi.
-Hai sentito no? Cos’ha detto quel bastardo-! Sputò poi.
Bakugo osservò il suo viso trasmormarsi in puro odio.
-Che mia madre avrebbe volontariamente soppresso le nostre unicità perchè considerate pericolose...-Sussurrò.
-La Strega Blu...-Sussurrò katsuki.
Eva in un puro gesto istintivo si coprì le orecchie con le mani.
Non ce la faceva più a sentire quel nome.
Ne portava il fardello da quindici anni ormai...Era stufa.
-Non dire quel nome...Non dirlo...-Sussurrò, piegando leggermente la schiena in avanti e facendo maggiore pressione sulle orecchie.
Katsuki si maledisse subito.
-O-Ohi...Va tutto bene...-? chiese avvicinandosi a lei cautamente.
Si bloccò...
Eva stava sorridendo...Sorriendo felicemente.
-Ma va tutto bene...- Sussurrò, sollevando piano lo sguardo su di Katsuki.
Si accovacciò, posando poi il mento sul palmo della mano e osservando Bakugo dal basso verso l’alto con un sorriso genuino.
“I suoi occhi sono...Sembrano gli occhi di quella sua strana modalità concentrata del cazzo”
-Un giorno...Sicuramente io...-
Sorrise.
-Ucciderò quella stronza-! disse, sollevandosi di scatto.
Bakugo rimase paralizzato...Aveva sentito bene?
E con questa erano due volte che Eva si abbandonava al desiderio di uccidere sua madre.
Bakugo aveva gli occhi oscurati dai capelli biondo cenere.
Si avvicinò lentamente a lei, stringendola al muro.
-Mh? Non ti piace la mia idea? Sarei sicuramente più felice se...-
Un sonoro schiaffo rimbombò nel mezzo del corridoio.
Un dolore pungente arrivò fin al cervello della giovane e la sensazione di bruciore le inondò la guancia.
“Cosa?”
Era stato parecchio violento e non sembrava si fosse sforzato a trattenersi.
Eva aveva la guancia destra in fiamme, ma i suoi occhi puntavano le iridi di Katsuki.
-Che cazzo vorresti dire-? Ruggì il ragazzo.
Eva era rimasta immobile.
Le braccia di Katsuki si posizionarono ai lati del viso allibito della ragazza, scontrandosi sul muro violentemente e crepandolo.
-Perchè cazzo parli come una fottuta criminale-? Le urlò in faccia.
Le immagini della giovane sporca di sangue gli passarono davanti come un nastro cinematografico.
-Se ti abbandonassi al desiderio di ucciderla...Cosa ci sarebbe di diverso tra te e lei, EH-? Urlò ancora, respirando affannosamente.
“Ha ragione...Non ho fatto altro che comportarmi come lei tutto il tempo”.
-Non ci sarebbe nulla...Di diverso...-Sussurrò, mentre una lacrima le provocava dolore scendendo sulla parte lesa.
-ESATTO, NON CI SAREBBE! Quindi ora ascoltami...Vai fuori, dai un calcio in culo ad Endevoar e torni sulla tua strada...MI HAI CAPITO, FOTTUTA EVANGELINE-? Gridò, scuotendola violentemente sulle spalle.
-Sono un mostro...Lo hai visto anche tu, vero-? Chiese Eva, ricordandosi lo scontro contro Shouto.
Non erano segni di artigli, non erano graffi.
La ragazza aveva letteralmente morso il braccio di Todoroki, strisciando via la carne e la pelle.
Quando Recovery l’aveva curata, a causa di tutto quel sangue intorno alla bocca, pensò che la ragazza si fosse rotta un dente durante lo scontro...Ma la dentatura era perfettamente normale.
Katsuki l’aveva vista eccome...E non aveva potuto credere a propri occhi.
Quelli non erano denti umani.
-Lo hai visto vero-? Chiese, sentendo la presa di Katsuki farsi più forte sulle sue spalle.
-SI L’HO VISTO ED HA FATTO FOTTUTAMENTE PAURA- Urlò, non potendo mentire.
-Allora io...cos..-
-MA CHE CAZZO CAMBIA-?
Gli occhi di Eva si spalancarono lentamente.
Bakugo prese l’asciugamano che aveva dietro il collo e lo posò sulla testa della ragazza, sicuro che stesse piangendo.
-Vorrà solo dire che sarai un eroe incredibilmente mostruoso- disse, tenendo la mano posata sull’asciugamano morbido.
Eva intanto singhiozzava piano in quell’asciugamano; non mentì pensando che in parte fosse per il dolore dello schiaffo.
-Tch...-Fece poi Bakugo.
Eva sollevò lo sguardo in lacrime, osserandolo.
-CHE CAZZO FAI? TI FAI COLPIRE COME SE NULLA FOSSE, POI-? Urlò, indietreggiando parecchio e coprendosi il viso con una mano.
Eva in un primo momento lo osservò interedetta...Poi iniziò a ridere teneramente con una mano a asciugarsi le lacrime.
-Ti chiedo perdono...Non so cosa mi sia successo- sorrise, ritrovando il buon umore (almeno per il momento).
Katsuki ghignò.
Quella era l’Evangeline che voleva vedere...Non solo lui ma il mondo intero.
-SE HAI FINITO DI FARE CAZZATE POSSIAMO ANCHE TORNARE SUGLI SPALTI- disse, mettendosi le mani nelle tasche e andandosene nervosamente con una camminanta stravagante.
“Ti ringrazio, Katsuki” si asciugò le lacrime, sorridendo.
Seguì il ragazzo quando il suo telefoninò le fece vibrare l’intera gamba coperta dalla tuta.
-Mh...Che sia papà-? si chiese, osservando lo schermo.
“No...Questo è...Un MMS?” si chiese, aprendo il messaggio.
La foto richiese qualche secondo di caricamento.
Gli occhi della giovane da sereni e privati di peso si riempirono di paura e timore.
 
 
 
 
 
 
“La Strega Blu...è tornata in circolazione”
 
 
 
 
 
 
Si portò una mano a coprire la bocca.
Il telefonino cadde a terra.
Una foto e un messaggio.
La foto era lei...Evangeline Toousaka che combatteva contro Shouto Todoroki.
Ma non un momento qualsiasi dell’incontro perchè tra la bassa risoluzione ela foto mossa riuscì a scorgere la sua risata maniacale accompangata dai lunghi canini appuntiti.
 
 
-La mamma ti osserva-
 
 
 
-Ohi, strega...Tu vuoi muovere-? la chiamò il biondo, voltandosi.
Eva raccolse il telefono, ponendolo in malo modo in tasca.
-Arrivo...Subito...-
Era lì...Da qualche parte in quello stadio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Alloraaaaaaa ve la faccio menare con sto festival eh? Dai che è quasi finito, DAJEEE XD
Che dire...La Strega Blu fa le sue mosse...Tra poco comincia il bello.
E Phanom Snow? Che cosa farà?
Stare nello stesso stadio della Strega? Pauraaaa XD
Katsuki ti vogliamo bene lo stesso.
Eh si... qua non esiste l’INTERNET, Eva usa ancora gli MMS XD
E poi ecco quello che volevo dire...
 
“Cof Cof” * si schiarisce la gola *
Prego prego prendete i vostri posti perchè quello che sto per mostrarvi è qualcosa di incredibilmente sensazionale.
Abbiamo finalmente un ritratto di Evangeline Toousaka nel suo completo da eroina.
Autrice: Grazie grazie molto gentili, basta con gli applausi vi prego.
Aizawa: * Carica un colpo e glielo tira in testa * Che stai facendo? Cosa aspetti a dire a tutti che non è affatto opera tua?
Autrice: Aahaha, stai calmo Ereased Head, era ovvio che lo avrei detto, era solo uno scherzetto. * con le lacrime a causa del bernoccolo *
Aizawa: Fà il tuo lavoro con diligenza per favore.
 
E un grandissimo ringraziamente a nekomata04 per questo incredibile capolavoro! Davvero non so come ringraziarti per aver speso tempo e fatica a disegnare il personaggio di Evangeline.
Eva: Ti ringrazio infinitamente...Se mi avesse disegnata l’autrice mi sarei licenziata da questa FF.
Autrice: Eva!! Tornatene da Bakugo, qui abbiamo da fare.
 
Un grazie immenso, incredibile e caloroso! Ti mando un abbraccio e...Aspetta...Aspetta Eva stavo solo scherzado...Che fai? No, metti giù la Katana...Dai...Ehi, anche tu Bakugo? Cosa? Noooooo.....
 
-Problemi tecnici...Qua sotto il bellissimo disegno di Eva...Ci vediamo al prossimo capitolo-!
 
-Shinigami di fiori-
 
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Capitolo 21
*** Capitolo 21- Verità ***


Aveva deciso di allontanarsi dal festival.
Seguiva gli scontri dalla radio grazie alla voce di Mic e aveva accettato, con dispiacere, la sconfitta di Izuku contro Todoroki.
 
“Nonostante tutto...è il tuo potere no?”
 
Era davvero forte, il figlio di Endevoar.
E izuku era gentile come sempre.
Sospirò, posando la testa sul palmo della mano ed osservando il paesaggio che sfumava alla velocità del treno.
Avrebbe potuto prendere uno shinkansen, ma preferì spendere il meno possibile...Suo padre era solo a due ore di viaggio dopotutto..
“Riuscirò a parlargli normalmente?”
Strinse i pugni, nervosa.
“Dalla voce, sembrava tutto a posto” Sorrise.
Poi si toccò la guancia lesa da Bakugo...Se si concentrava riusciva ancora a sentire il dolore.
Scosse la testa.
Andare via durante il festival era stata una proposta di Aizawa:
“-Visto che dopo il festival dovrete essere presenti per le selezioni agli stage con i pro heros, che ne dici di andare ora da tuo padre? Ti accompagnerò io alla stazione durante la pausa e torneresti in tempo-”
 
E allora aveva accettato.
Il treno stava rallentando ad una nuova fermata.
-Ci siamo quasi...Papà...-Sussurrò.
Sapere di essere così vicina alla verità la spaventava un pò.
Socchiudeva gli occhi e poi, di colpo, si guardava intorno.
Quella stupida foto nel suo telefono le si stampava davanti agli occhi ogni volta che cercava di rilassarsi.
“E se mi stesse seguendo?”
“Dovrei dire anche questo a papà?”
La testa le faceva male...Avrebbe dormito per il momento.
.....................................................................................................................
 
-Hey, Bakugo...-Chiamò Kirishima, vedendolo con la testa altrove.
-AH-? Rispose lui, con una faccia mostruosa.
Kirishima giurò di aver visto i canini appuntiti risaltare dalle labbra.
-Non devi essere così nervoso...Vedrai che tornerà con delle buone notizie- Sorrise l’amico, sedendosi accanto al biondo.
Bakugo corrugò la fronte.
 
 
 
-AAAAH? Partire ora-?
-Esatto...Così facendo potrei essere presente per quella storia della classfica degli stage... Anche se non ci spero per niente- Sorrise Eva, grattandosi la nuca.
-Vorresti andare da tuo padre ora-? Chiese poi in tono più serio il biondo.
-Si...Io...Io credo di voler davvero sapere- Disse Eva, assottigliando gli occhi.
E a quell’espressione Bakugo non riuscì a ribattere.
-Ti prego, avvisa gli altri per me- Si inchinò, correndo dalla parte opposta.
-AAAAAH-??
 
 
 
 
 
 
Improvvisamente il nome di Katsuki venne chiamato alla radio e la sua immagine venne trasmessa su tutti i grandi schermi nelle vicinanze.
-Bene...Ora è il mio turno di fare il culo a quel damerino- Sorrise sadicamente mentre sentiva le mani prudere.
 
.....................................................................................................................
 
-Phantom Snow-san....Ohi, Phantom Snow-san, si svegli-!
La donna dagli occhi coperti si svegliò da quello strano stato di catalessi in cui si trovava: stava dormendo perfettamente dritta con la schiena nonostante fosse seduta e aveva le mani elegantemente posate una sopra l’altra.
-Oh cielo...Mi sono addormentata? Che sbadata- Sorrise teneramente.
-Ti sei persa parecchi scontri niente male sai-? Le fece notare un pro hero, seduto accanto a lei.
-Credo che andrò a sgranchirmi un pò le gambe...- Disse, sollevandosi e sistamandosi la lunga veste blu notte.
-Eh? Ma così ti perderai lo scontro di due stelle della Yuei-!
-Mmmm...Allora conto su di voi...Fatemi un bel riassunto dopo, va bene-? Chiese gentilemente, accarezzandosi i denti a punta con la lingua.
 
-Che le prende ultimamente-?
-Non saprei...Da quando è scesa alla terza posizone in classifica come Hero più forte sembra aver perso la voglia di fare l’eroe-.
-Chissà se Endevoar è ancora arrabbiato...-
-Starai scherzando? Sarà furibondo! Hai idea di quante volte l’abbia sfidata per ottenere il titolo di secondo eroe più forte? E poi lei si è dichiarata sconfitta da Endevoar nonostante non ci sia stato nessun incontro...Quell’uomo non accetterà una simile condizione-.
-Credo tu abbia ragione-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Aaaah, che brezza piacevole- Sorrise la donna dai lunghi capelli chiari.
Stava osservando lo stadio vuoto a causa della pausa.
Il naso della donna si mosse elegantemente per catturare le fragranze nell’aria.
-Ah, sei la ragazza di prima-? Chiese, voltandosi verso il sotto delle scale che conducevano negli spogliatoi.
Erano quelli più lontani dall’entrata allo stadio quindi era strano che ci fossero degli studenti.
-Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a far il tifo per il tuoi compagni-?
Non ottenne risposta.
Il naso si mosse ancora.
-Ah...Perdonami...Devo aver sbagliato persona...- Sorrise mortificata.
Uno strano silenzio avvolse i presenti.
-Si figuri...è normale che mi abbia confuso- Disse una voce.
Era una voce elegante, calda e rassicurante.
Phanom Snow non smetteva di muovere il naso...Era attratta da qualcosa.
-è una sua parente, per caso-? Chiese Phantom, osservando il cielo.
Non aveva bisogno di guardare nella sua direzione...Non l’avrebbe vista comunque.
Non ottenne una risposta immediata.
-Lei ha una famiglia-? Le chiese la voce.
Phantom rise, intenerendo lo sguardo da sotto la tiaria.
-Si, tre bellissime bambine e un marito perfetto- Sorrise.
Sentì come la figura dietro di sé sobbalzare...Come se fosse rimasta stupita da qualcosa.
-Cosa le prende? Non penserà che mi lasci fermare da questa stupida natura vero-? Chiese, ridendo materna.
Ancora una volta, silenzio.
-E lei...Ha famiglia-? Chiese poi.
Ma non sentiva più la sua presenza...Era andata via.
-Sembra che se ne sia andata...Peccato- Sussurrò.
Si erano studiate a lungo come due animali selvatici...Ma poi Phantom aveva avuto la meglio.
Con un movimento lento ed elegante la donna tirò fuori dalla veste il ciondolo che le adornava il collo.
Era un piccolo regalo della sua figlia più grande che ritraeva tutta la sua famiglia in quella piccola foto rotonda.
Era un ciondolo piccolo e di oro bianco...Lo tenenva sempre con sé.
-Non posso dire che non sia difficile...Però loro, rendono tutto davvero molto più semplice- Sorrise, osservando il ciondolo con il cuore.
-Quindi non essere stupida- Sorrise, mentre ascoltava il fischio che annunciava l’imminente inizio dello scontro più atteso.
.....................................................................................................................
 
-E così il tuo amico ha vinto il festival sportivo? Incredibile- Sorrise l’uomo, grattandosi la nuca imbarazzato.
-Si...Anche se non sono sicura di come siano andate le cose- Sorrise a sua volta Eva.
Erano in un piccolo bar tranquillo a sorseggiare una bibita fresca.
Erano passate due ore e il festival si era concluso con Katsuki Bakugo come vincitore.
-Mi hanno chiamata per darmi la notiza ma...I versi di sottofondo di Katsuki Bakugo mi hanno dato da pensare- Sorrise nervosamente.
-Capisco...Mi spiace averti fatta venire fin qui- Rispose a sua volta il padre.
Aveva un aspetto del tutto migliore: i capelli neri sistemati all’indietro, gli occhi gentili ed era vestito in maniera piuttosto elegante.
Eva sorrise al pensiero...Suo padre era davvero un bell’uomo.
-Figurati...Mi fa piacere trovarti così bene, papà- Arrossì all’ultima parola e riuscì a scorgere la felicità dell’uomo scaturire da quella poche parole.
Ma il sorriso venne rimpiazzato da un’espressione seria.
-Quindi...Vuoi sapere-?
Eva strinse il bicchiere fra le mani.
-Si, per favore-.
-Ti dirò tutto quello che so...-
Eva deglutì determinata.
-Si...-.
 
 
-Io ero a conoscenza della natura di Iri, sapevo dei Vilensangue. All’epoca era pericoloso dire di esserlo perchè considerati pericolosi e dannosi per la società-. Sorrise.
-Ma questo a noi non importava...Amavo Iri e con lei ebbi due splendide bambine-.
Gli occh si assottigliarono in un’espressione triste.
-Però vedi...Iri per qualche strana ragione, cominciò a perdere il senno più volte del normale-.
-Del normale-? Chiese Eva.
-Vedi, all’epoca gli istinti dei Vilesangue erano più sensibili ai fattori esterni, ecco perchè impazzivano e scatenavano la loro unicità anche senza motivi apparenti- Spiegò.
Eva annuì, incitandolo a continuare.
-Anche se di solo una generazione, sembra che l’unicità dei Vilesangue si evolva quattro volte più velocemente dei normali Quirk-.
-Sembra davvero un’unicità legata all’essere vivente per eccellenza-. Sussurrò Eva.
-Iri era instabile e le continue visite in ospedale sembravano solo peggiorare la sua condizione...Fu in quel periodo che tua madre attaccò un agente di polizia in un momento di follia-.
-Cosa? Attaccò un agente-? Chiese Eva.
-Si, l’uomo si salvò per miracolo ma la notizia fece il giro della città e poi del mondo-.
-Inutile dire che questo episodio non fece altro che accrescere l’odio della gente nei confronti dei Vilesangue e, con il passare del tempo, vennero completamente emarginati-.
L’uomo sollevò lo sguardo.
-Ovviamente non era un’emarginazione legale...Erano semplicemente comportamenti consuetudinari...La gente evitava i Vilesangue perchè ritenuti pericolosi-.
-Io cercai di rimanere accanto a lei sempre...Però alla fine mi chiese un favore-.
-Ovvero-? Chiese titubante la ragazza.
-Mi chiese di procurarmi quello che nel mercato nero era conosciuto come “Sangue di luna”...E da quel momento cominciai a prendere contatto con il mondo criminale- Sussurrò, aumentando la presa sul suo bicchiere.
-Un siero contenente un potente medicinale capace di arrestare l’evoluzione del corpo...Inutile dire che sulle unicità avesse un effetto anche maggiore. Molto vollero usarlo anche contro particolari malattie, ma non sembrava avere lo stesso effetto-.
-Papà...-Sussurrò la giovane.
-Non volle utilizzarlo per lei...Disse che doveva essere destinato a voi fino all’ultima goccia in modo da potervi salvare da quell’incubo-.
Aprì piano gli occhi stanchi.
-Ma scoprimmo troppo tardi i terribili effetti che il siero aveva sull’organismo...E vi rovinammo la vita con quella maledetta malattia- Si coprì gli occhi.
-Papà...Ti prego, non devi sforzarti così- Disse Eva, alzandosi e accarezzando la schiena dell’uomo.
Lo sentiva singhiozzare.
-Lei non voleva che il mondo emarginasse voi come aveva fatto con lei...Era l’unica cosa che voleva- Singhiozzò piano.
Eva continuò ad accarezzarlo.
“Erano disperati...Volevano sopprimere questa maledizione dei Vilesangue”.
-è risaputo che nella prima generazione delle unicità i Vilesangue erano noti per essere come animali selvatici...Sembra che attaccassero le persone per cibarsene- L’uomo osservò la ragazzina per vedere la sua reazione.
-Dei veri mostri...Eh-? Sorrise Eva.
L’uomo inspirò.
-Credo che si possa definire Vilesangue la parte selvaggia, primordiale e indomabile dell’Unicità...- Congiunse la mani davanti al viso.
Eva rimase in silenzio.
-E quando River venne a sapere di tutto questo...Fu la fine della nostra famiglia-.
Eva spalancò gli occhi.
-River? Cosa c’entra tutto questo con lei-?
L’uomo strinse i denti.
-Mi feci sfuggire il nome del covo in cui mi procuravo il “Sangue di luna”...E River andò su tutte le furie quando lo scoprì-.
Eva cominciò a collegare le poche informazioni che aveva.
-La pregai di restarne fuori e di accettare la cosa...Ma una sera sparì di casa-.
-Lia...-.
-Pregai che non avesse fatto sciocchezze...Ma le mie preghiere non vennero esaudite-.
-Il mattino dopo venne ritrovato il suo corpo in un vicolo fuori città...Vicino a quello di altri due uomini-.
Eva si sollevò, facendo cadere la sedia a terra.
-River ha...-.
-Tua sorella cercò il covo forse in un impeto di rabbia...Ma venne uccisa da due criminali-.
“Quindi non fu un borseggiamento finito male...”
-Su tutte le furie Iri agì nello stesso identico modo di River...Uccidendo i criminali-.
Evangeline si portò le mani al viso.
-Iri fece due cose quella notte...-
L’uomo si sollevò, mettendosi le mani in tasca.
-Vendicò River e firmò la sua condanna-.
Eva lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
-Papà...Tu...Sei un Vilesangue-?
L’uomo sorrise.
-No, non lo sono...Ma vorrei tanto esserlo per poter condividere il dolore di questa famiglia. È come se la parte più dura fosse toccata ai miei tesori più preziosi, ed è una cosa che non posso sopportare-.
Eva sorrise...Almeno suo padre era fuori da questo limbo.
-Quando poi Iri si scontrò con gli eroi numero uno, All Might, e Endevoar venne riconosciuta come criminale mondiale.
 
 
 
Eva ricordò le mani sporche si sangue che le accarezzavano la testolina confusa.
-Un giorno...Tu capirai-.
 
 
 
-Questo è tutto quello che so...Immagino ci siano risposte a cui solo Iri, la Strega Blu, possa rispondere- Sussurrò.
Kant Toousaka aveva detto tutto ciò che sapeva...Eva accettò a cuore aperto quella verità maledetta.
Tuttavia...
 
 
 
Per qualche motivo.
Per qualche oscuro motivo.
L’odio che provava per la Strega Blu non scomparve.
Crebbe...Crebbe ad una velocità smisurata.
Era colpa sua...Se non fosse stato per quel siero allora River non sarebbe morta.
Erano malate per colpa sua.
Suo padre era solo una vittima, come loro.
Vederlo ridotto in quel modo...
Ricollegare il fatto che avesse tentato il suicidio solo perchè lei le assomigliava.
 
Non accettò quella verità come giustificazione.
La sua risposta....Fu no.
 
 
“Cos’è...Questa sensazione?”
Eva si osservò la mano.
“Che questo sia...Odio?”
 
 
 
 
 
-Evangeline...-? Toousaka la riportò con i piedi per terra.
-Tu...Vuoi ancora diventare un’eroina...Vero? La migliore di tutte...- Sorrise, mentre il vento scompigliava i capelli di entrambi.
Eva sorrise, addolcendo lo sguardo.
 
 
-Ora devo andare papà...Grazie di tutto-.
 
 
 
 
 
Quel giorno qualcosa nel mio cuore malato cambiò...Riuscii a sentire un pezzo di oscurità divorare qualcosa che credevo intoccabile.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino autrice-
Scusate il ritardo, non sono stata per niente bene in questa settimana e ho avuto molto da fare con l’università e...Si è stata una batosta.
Ma Eva è tornata Yeeee....Povera stella XD.
Ecco il passato della nostra povera sfigat...Della nostra protagonista...O quasi tutto?
Bhooooo
Chiediamolo alla Strega Blu magari lei sa qualcosa...Signora Strega?
Strega Blu: ...
Autrice: Niente? Bene grazie comunque. * scappa tantissimo *
Ringrazio tutti colore che leggono e recensiscono...Adorooooo <3
Scusate ancora il ritardo, spero non risucceda ma nel caso dovesse aspettatolo la settimana prossima tranquillamente :D
Adios.
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22- Richiesta ***


-Ehi, ehi...Questa mano non si tocca...-
L’uomo assottigliò gli occhi da sotto la benda, balzando all’indietro dopo che la sua lama venne sbriciolata all’istante.
-Credo che sia per All Might....- Sussurrò una voce treamante e folle.
L’uomo strinse l’elsa delle sue lame.
-Voglio davvero spazzare via una società in cui merda del genere viene acclamata-.
Kurogiri sospirò, osservando il più giovane cercare di terminare quella strana trattativa.
-Sembra che i nostri obbiettivi siano opposti tra loro...Ma almeno siamo d’accordo sulla cosa da distruggere-.
Il loro ghigni così simili ma, nello stesso tempo, così differenti si scontrarono.
-Basta sparare stronzate. Vattene, Sparisci, muori. Sono il tipo di persona che più odi no-? Chiese l’albino, dondolandosi su un piede.
-Stavo testando le tue vere motivazioni- Sussurrò l’uomo di fronte a lui, leccandosi le labbra e rinfoderando le lame rotte.
-Le persone dimostrano la loro vera natura quando sono al confine con la morte-.
Shigaraki piegò la testa.
-Certo, è differente...Ma sento un desiderio...Un deforme germoglio di convinzione dentro di te-.
Shigaraki impiantò il suo iride rosso in quelli scuri dell’ammazza-eroi.
-Come germoglierai? Immagino non sia troppo tardi per vederlo e utilizzarti- Disse, con uno sguardo tale da sostenere quello di Tomura.
-Hai intenzione di utilizzarmi-? Chiese nervoso Shigaraki, aggravando il tono.
Kurogiri si mise sull’attenti...Badare al giovane capo era davvero un’impresa ardua.
-Kurogiri...Non voglio un pazzo del genere come membro dell’organizzazione- Ringhiò, come un bambino viziato.
Eccolo che ricominciava.
-Shigaraki Tomura...Sarebbe davvero un prezioso alleato se si unisse a noi-. Cercò di farlo ragionare.
-Le negoziazioni sono concluse-.
-Ora riportatemi a Hosu...Ci sono delle cose che devo ancora sbrigare- Disse l’uomo vestito dello stesso colore del sangue, leccandosi le labbra.
 
 
In quel momento, il soffito del covo cadde a pezzi, provocando una pioggia di calcinaggi e schegge.
-Che succede-? Chiese Stain, riparandosi con l’avambraccio dalla polvere.
Tomura scattò agilmente, accovacciandosi sul bancone del bar abbandonato.
-KUROGIRI...Sono stufo di ospiti a sorpresa del cazzo- Ansimò, grattandosi il collo nervosamente.
Immediatamente l’uomo dagli occhi coperti dalla benda rossa estrasse altri pugnali, sistemandosi in posizione di difesa.
-Shigaraki Tomura, stia indieto...- Disse l’uomo dagli occhi gialli, sprigionando la sua ombra violacea per tutto il locale buio.
 
-Tsk...Ancora tu...Stronza- Shigaraki spalancò l’occhio cremisi.
Una pioggia di capelli neri e piume invase il nascondiglio segreto: le lunghe ciocche si legarono agli angoli, alle pareti, ai poster strappati del simbolo della pace e ai pochi mobili presenti.
Le piume nere rimasero a gallegiare nell’aria.
-Prenditela con il Maestro per le questioni che non mi riguardano...Maledetta Strega-! Gridò il ragazzo dall’aria sciupata, scrocchiandosi le nocche.
-La Strega Blu? Cosa ci fa una come lei quì-? Chiese Stain, incrociando le lame.
Kurogiri immediatamente aprì i suoi portali.
-Le chiedo perdono per questa interruzione...Spero che la nostra associazione possa ancora contare sul suo aiuto- Disse l’uomo dagli occhi gialli saetta.
Stain schioccò la lingua lanciando un’occhiataccia alla figura sopra la sua testa.
Tomura subito balzò per toccare quella massa di capelli neri.
“Un criminale del genere...Una potenza spaventosa creata da una società completamente sbagliata, e tu non fai altro che alimentarla...Maledetto Simbolo della pace” Stain strinse le else con così tanta forza da danneggiarle.
Delle grandi ali nere fecero il loro ingresso dall’alto, scaraventando per aria tutti i piccoli oggetti rimasti intatti poco prima.
Un ruggito sottile, simile al verso di un uccello rimbombò nei timpani dei presenti.
-Tomura, andiamocene per ora...Non sembra essere nelle condizioni di parlare- Gridò l’uomo gassoso, cercando di far ragionare il più piccolo.
-Oh no...Mi sono rotto le palle delle sue intrusioni...L’ammazzerò una volta per tutte- Rise, osservando le iridi di quella che era una bellissima donna dal viso segnato da strane righe nere.
 
-SHIGARAKI TOMURA... Cerchi di ricordare cosa le ha detto il maestro...Per ora allontaniamoci- Disse l’assistente, afferrando Tomura che, per qualche strano motivo, rimase docile alla parola “maestro”.
-Quella stronza mi fa davvero incazzare...L’ammazzo- Sussurrò, lasciandosi trasportare via.
Anche l’altro ospite, intanto, si ara allontanato con molte domande in testa.
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-Quindi i due più votati sono stati Bakugo e Todoroki...Eh-? Chiese con un filo di voce Sero.
Izuku però aveva la testa altrove.
Essere stato informato della partenza di Eva così su due piedi lo aveva reso nervoso.
Inoltre anche il fatto del fratello di Iida lo aveva parecchio sconvolto.
-Credi che Iida-kun stia bene? Da quando è tornato dalla visita a suo fratello non ci ha nemmeno rivolto la parola- Fece notare preoccupata la ragazza della gravità.
-Effettivamente...-Izuku rimase con la testa tra le nuvole.
Improvvisamente la porta della classe si aprì.
La figura di una giovane affaticata e spettinata faceva capolinea dalla porta dell’aula.
-Chiedo scusa per il ritardo...Il treno non ha fatto la mia fermata eh...-La giovane si piegò sulle ginocchia.
-Eva-san-?
-Eva-chan-!
Izuku e Uraraka subito si rallegrarono di rivederla.
-Ehi, Eva-chan...Sei sparita senza dirci nulla, è stato crudele da parte tua- Sorrise Kirishima, grattandosi la nuca imbarazzato.
Eva in risposta sorrise, fissando poi il professore.
Era vero che doveva rimanere soltanto una giornata, ma suo padre l’aveva invitata a trascorrere il week end da lui nel suo appartamento per passare un pò di tempo insieme...Sarebbero passati minimo altri due mesi di scuola prima di poterlo rivedere.
Aizawa annuì e la fece entrare velocemente, aspettando che si fosse seduta per continuare a spiegare come funzionassero i pareri dei professionisti.
Eva si sistemò e, osservando il cielo, capì di non aver dato una risposta chiara a suo padre.
 
 
“Vuoi ancora diventare un’eroina, vero? La più forte di tutti”
 
 
La campanella la riportò alla realtà.
-Eva-chan, Eva-chan- Uraraka la raggiunse subito.
-Uraraka-san...-
-Sei andata a trovare tuo padre? Com’è andata-? Chiese Uraraka, sorridendo allegra.
-Molto bene...Mi ha fatto molto piacere rivederlo- Sussurrò Eva, accarezzandosi il dorso della mano.
Lo faceva quando era imbarazzata...Riuscì a riconoscerlo.
-Siamo contenti...Eva-san- Sorrise Izuku, spostando immediatamente lo sguardo su Iida.
-Qualcosa non va-? Chiese la strega.
-Ecco...-
-Un criminale ha attacato il fratello maggiore di Iida durante il festiva sportivo e purtroppo...Un attacco del genere alla colonna vertebrale lo ha paralizzato- Sussurrò Izuku.
-Cosa...-? Chiese Eva, volgendo lo sguardo al compagno.
-è il famoso eroe professionista Ingenium...Quando l’ho sentito in televisione non riuscivo a crederci- Izuku cercò di darle un quadro generale della situazione.
Non aveva mai parlato molto con lui...Però capiva le sofferenze legate alla famiglia più di chiunque altro.
-Ora che mi ci fai pensare...-Evangeline si portò una mano al mento.
-Non è nemmeno il primo attacco a degli eroi professionisti che sento...-Assottigliò gli occhi.
-Si...è quello che ho pensato anche io. I telegiornali hanno cominciato a parlarne di recente- Disse il verdino.
-Davvero-? Chiese la ragazzina della gravità, giungendo i polpastrelli.
Eva annuì.
-Lo chiamano lo Stermina-Eroi...Ma non credevo fosse una questione che potesse arrivare a toccare persone a noi vicine- Disse Eva.
-Povero Iida...-.
 
 
 
 
 
-Evangeline Toousaka- Aizawa chiamò la ragazza alla fine della lezione.
-Professore-?
Aizawa ricordava bene il suo scontro...Ma decise di lasciare alla ragazzina un pò di sollievo.
-Congratulazioni per il festival sportivo...Hai gestito molto bene la tua condizione- Disse serio il professore.
-Sono stata pessima...Non dica così- Sospirò Eva, sorridendo.
-Non è importante il risultato quanto l’obbiettivo a cui stai lavorando, quindi hai fatto un ottimo lavoro...Sei riuscita a vedere tuo padre-? Le chiese, avvicinandosi a lei tenendo i registri in mano con la sua solita aria assonnata.
La cicatrice sotto l’occhio destro lo avrebbe accompagnato per sempre...Avrebbe voluto vedere le facce dei suoi compagni appena tolte le bende di Recovery.
Le era mancato il viso del suo professore ed era contenta che stesse bene.
Dopotutto all’inizio erano addirittura tutti propensi a pensare che avrebbe potuto perdere la vista e, di conseguenza, la capacità di essere un eroe...Grazie al cielo le cose si erano risolte per il meglio.
-Si, grazie per il disturbo del passaggio- Si inchinò leggermente.
-Nessun problema...Piuttosto, vieni qui- Le fece cenno di seguirlo.
Le porse una busta gialla tra le mani.
-Questa...-?
-è una richiesta-.
Eva sollevò gli occhi.
-Eh-?
Aizawa sorrise in quel suo modo simpatico e allo stesso tempo inquietante.
-Un eroe professionista ti ha scelta come tirocinante-.
Le guance di Evangeline si tinsero di rosso.
Era strano vederla emozionata, ma il professore capiva la sua posizione così non le fece notare nulla.
-L-La ringrazio infinitamente...Io farò del mio meglio-.
 
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Il vento accarezzava il monitor rotto che, a intervalli, lanciava piccole scintille.
-Cielo, cielo, Strega Blu...Potresti smetterla di distruggere il covo di Shigaraki? Sai che è molto suscettibile al riguardo- Una voce corrotta e modificata fuoriusciva dalle casse dello schermo televisivo del bar, completamente a pezzi.
La figura dalla lunga chioma nera era circondata dalle sue stesse grandi ali scure come la pece.
L’ala destra sembrava come sbriciolata all’altezza dell’articolazione...Sanguinava ma non sembrava arrecare disturbo alla sua proprietaria.
Con passo aggraziato si avvicinò al televisore e lo perforò con la mano artigliata e ricoperta di penne scure.
-Allora porta il culo fuori dal tuo nascondiglio...Sono stanca di giocare a nascondino-.
 
Una risata sommossa ma del tutto corrotta dal mal funzionamento raggiunse le orecchie della donna.
 
-Io non ho tempo per giocare con te...Capisco le tue ragioni ma ho un grande progetto in mente...Ti sarei grato se potessi non starmi tra i piedi...Strega Blu...-
 
Estrasse velocemente il braccio dai cavi del monitor, prendendosi una bella scossa ma sopportando senza problemi il dolore.
 
-All For One...Non mi piace ripetere le cose più volte...O vieni fuori, oppure ucciderò tutto il tuo piccolo gruppo di super criminali- Disse con voce decisamente più rilassata, mentre le sue ali spazzavano il grande polverone che si era creato sul pavimento come un pesante mantello.
 
-Che paura, che paura...In queste cose sei proprio come il mio giovane Shigaraki. Invece di sparare idiozie, che ne diresti di unirti alla sua causa?
Ma certo, potresti uccidere tutti quegli sporchi criminali che stai cercando per...-
Con un colpo d’ali la Strega spezzò il monitor in due, devastandolo completamente.
-Vai al diavolo...Non parlare come se non ne facessi parte-Sussurrò, scoprendo i lunghi canini a punta.
 
 
 
 
-Che caratterino...Spero che il piccolo Shigaraki riesca a gestire questo mio piccolo errore di percorso...-
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Quando Eva girò la chiava nella serratura si sentì in pace: anche se buio e piccolo, il suo appartamento era pur sempre casa sua.
Suo padre le disse che avrebbe fatto qualcosa a riguardo e di non preoccuparsi...Ma a lei infondo non dispiaceva quella strana tranquillità.
Si sistemò nella piccola sala, inginocchiandosi e accendendo la televisione.
I colori delle immagini illuminavano completamente la sala e l’anticamera...Non aveva intenzione di accendere le luci.
-Un altro caso dell’Ammazza-eroi...La cosa sta davvero sfuggendo di mano- Sussurrò, posando il telecomando a terra.
Nell’accarezzarsi i capelli si sfiorò la parte del cuore.
I suoi occhi si socchiusero piano...
-Dovrei prendere la medicina...-Strinse la stoffa tra le dita.
-Dovrei...-.
 
 
 
 
 
 
“-E le medicine che sto prendendo ora-?” Aveva chiesto a suo padre, da sotto le coperte.
L’uomo sorrise, accarezzandole la fronte.
-Sono normali medicine per malattie cardio-muscolari...Non aver paura, non ti faranno alcun male-.
Eva chiuse gli occhi, abbandonandosi al profumo delle lenzuola pulite e a quello di suo padre, accanto a lei”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sorrise e, con un sospiro, si alzò diretta dal suo zaino.
Stava frugando tra i libri di scuola quando il campanello la fece sobbalzare.
Immediatamente riuscì a sentire il cuore battere all’impazzata e l’adrenalina salire alle stelle.
“Chi può essere? A quest’ora così tarda!”
Il suo cervello collegò immediatamente il messaggio della Strega al festival, la verità riguardante la sua malattia, riguardante River.
Le pupille si comportarono come sempre: si rimpicciolirono nonostante la mancanza di luce.
Spense la televisione e si avvicinò con passo felpato alla porta, sudando freddo.
“Che sia...No, è impossibile...Perchè mai dovrebbe...”.
Afferrò la fedele Katana che aveva abbandonato per il festival sportivo e che riposava vicino all’ingresso.
Lo scintillio della lama sguainata brillò nel buio.
Afferrò la maniglia...Sentiva i suoi capelli muoversi per conto loro come in balia della brezza.
Gli occhi sgranati...Tutti i suoi sensi erano attivi al cento per cento.
Respirò piano, soffiando come un gatto.
 
 
 
-Evangeline-chan! Sei in casa? Sono la signora Bakugo-!
 
Immediatamente la tensione sparì come vapore nell’aria.
I suoi occhi immediatamente si addolcirono.
Accese per istinto tutte le luci.
-A-ah...Arrivo subito-! Cercò di nascondere la katana dopo averla riposta nel fodero nero.
Aprì la porta con un’espressione confusa che però non venne notata dalla donna che le stava davanti.
Aveva un coprispalle nero su un vestito rosa carne, il solito viso gentile e quei famigliarissimi capelli biondo cenere.
-Signora Bakugo...Cosa...Cosa ci fa qui-? Chiese sorridente la ragazza, uscendo e cingendosi le braccia a causa del venticello fresco della sera.
-Oh cielo...Quanto tempo è passato, va tutto bene-? Le chiese la donna, posandole una mano sulla spalla.
Eva rimase spiazzata...Non si aspettava certo una simile visita.
-Insomma, visto che non sei più passata a trovarci ho pensato di venire io- Le disse la donna, posizionandosi le mani sui fianchi.
-Ah, mi perdoni per questo- Eva si inchinò mortificata; dopo tutto quello che era successo le era proprio passato di mente.
La donna bionda sorrise.
-Guarda che stavo scherzando...A proposito, ti ho portato questi- Le sorrise, mettendole in mano una borsa.
-Cosa? No, non doveva affatto disturbarsi- Arrossì la giovane, notando la confezione di una pasticceria che conosceva molto bene.
-Ma figurati lo abbiamo fatto volentieri...Eravamo di strada e ne abbiamo approfittato-.
 
“...Abbiamo?”
-KATSUKI, VIENI SUBITO QUI TESTONE D’UN FIGLIO-. Ruggì poi, allungando la mano oltre la sfera visiva di Eva.
Quando la donna tirò con forza l’orecchio del giovane che non faceva altro che sbraitare la ragazzina sorrise.
Era vestito come un normalissimo ragazzo della sua età: un paio di jeans, maglia rossa e un giubbotto di pelle nera.
-OHI VECCHIA BACUCCA, MI FAI MALE MALEDETTA-!
Eva ridacchiò.
-Siete venuti in compagnia-? Sorrise, leggermente arrossita.
-Mah, a dire la verità quest’ometto non voleva che la sua cara mamma uscisse da sola di notte così ha deciso di accompagnarmi- Sorrise fiera la donna.
-NON DIRE FESSERIE! MI HAI OBBLIGATO CON LA FORZA BRUTA, MALEDETTO MOSTRO- Urlò il ragazzo mentre la la madre gli accarezzava innocentemente i capelli.
-NON PARLARE A TUA MADRE IN QUESTO MODO PUNK IDIOTA-!
 
Eva rise della loro lite famigliare, scordandosi del tutto della Katana che aveva lasciato nell’ingresso, inghiottita dall’oscurità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Helloooooooooooo everybodyyyyyyy, WHAT DO YOU THINK ABOUT IT? WHAT DO YOU THINK THE BLUE WITCH’S GONNA....-
 
Grazie Mic...Grazie, ora SHHHHHH!!!
Eccola...Forse la prima vera apparizione della Strega più odiata (Dopo EVA AH AH, BADUM TSSSS) al mondo.
Addiruttura avercela con All For One? OMMIODDIOOOOOO CHE FA QUESTA?
Personalmente adoro sia Stein che Shigaraki...Mi piacciono quei due tipi psicopatici.
Vediamo un povero Face-palm man sempre incazzato (Bakugo: benvenuto al club, abbiamo le tessere) e un povero Kurogiri che deve sempre sistemare le cose...Pover’uomo.
Chi adora la mamma di Bakugo alzi la mano grazie...Potrei immaginarmi scenette tra di loro tutto il giorno...Sono una coppia sacra come madre e figlio <3
Nuovo arco narrativo...Arriva Stein, l’Ammazza-Eroi.
Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a tutti voi che leggete e recensite.
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23- Tornare indietro ***


-Non sto più nella pelle- Sorrise Kirishima, agitando le braccia verso l’alto.
-Non vedo l’ora di incontrare il Pro Hero! Finalmente faremo qualcosa da eroe- Strillò Mina, saltellando ovunque.
Izuku, però, era pensieroso.
 
 
 
 
 
-GIOVANE MIDORIYA! SONO QUI IN UNA POSIZIONE BIZZARRA- All Might si era fatto trovare piegato a novanta gradi rivolto verso di lui non appena il giovane aveva aperto la porta della sala di studio.
-A-All Might-?
-Devo parlarti, giovane Midoriya-.
 
-Gran Torino-?
-Si, il mio precedente maestro...Ha insegnato solamente per un anno alla Yuei e sa tutto su One For All...Lui ha...Ha chiesto di te come stagista-
-Q-Qualcuno di così fantastico...- Midoriya fremeva di impazienza ed eccitazione.
Ma il numero uno rimase voltato di spalle...Cominciò a tremare.
-è perchè gli ho scritto di te nella mia lettera? O forse perchè non poteva più sopportare di guardare i miei terribili metodi di insegnamento? Se ha utilizzato il suo vecchio nome arrivando fino a quì....Spaventoso...è spaventoso...Gambe smettetela di tremare- Sussurrò tutto d’un fiato, assestandosi colpi sulle gambe per farle smetterle di tremare.
“Sta seriamente tremando...Quanto sarà spaventoso questo tizio?” Pensò Deku, osservandolo incredulo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eva camminava al fianco dei suoi compagni della classe A...Aveva lo sguardo basso e la mente altrove.
 
 
 
 
“-Eva-chan...Davvero tu...-? Uraraka la osservò dal suo banco preoccupata.
-Non dovresti spingerti così oltre...Non complicarti le cose, Eva-chan- Aggiunse Kirishima, premuroso.
“Evangeline-san...- Izuku non era per nulla convinto di quella scelta, ma era una decisione che la ragazza era intenzionata a portare a termine fino in fondo.
La giovane sollevò gli occhi dalla scritta che stava osservando: la sua calligrafia era sempre stata molto elegante e precisa, tondeggiante e chiara.
Scriveva sempre in corsivo perchè dava un effetto di classe femminile secondo lei.
-Va tutto bene...Questo è il nome che utilizzerò- Sorrise la ragazza, stringendo il cartello tra le sue mani.
La professoressa Midnight si scambiò un’occhiata con Aizawa e, dopo il consenso di quest’ultimo con un cenno del capo, la donna sorrise e approvò la faccenda.
-Perfetto, un nome impegnativo, signorina Evangeline Toousaka- Disse, sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso.
Eva sostenne lo sguardo, sorridendo determinata.
-Si, lo so-.
Bakugo schioccò la lingua...Non se lo aspettava di certo.
-Fa in modo che quel nome assuma tutt’altro significato e che, in futuro, la gente non lo tema...Ma lo ami- Aggiunse il coordinatore di classe, seriamente.
Eva faceva fatica a sostenere lo sguardo di Ereased Head a differenza degli altri professori...Ma decise che quell’abitudine avrebbe dovuto affievolirsi.
-Certamente...Il mio obbiettivo è farlo rivivere-.
 
-Giovane Evangeline-!
La ragazza riconobbe quella voce familiare.
-All Might- Sussurrò.
Era da prima del festival sportivo che non si parlavano...Pensava di averlo deluso in qualche modo.
-Perdonami per non averti fatto le congratulazioni per il festival- Le disse, raggiungendola e posizionandosi le mani sui fianchi.
La giovane sorrise tristemente.
-Si figuri...Sono stata pessima- si grattò la nuca, imbarazzata.
All Might stava sorridendo, ma una goccia di sudore stava scivolando dalla tempia.
 
 
 
“Vi mostrerò cos’è un vero mostro”
 
 
All Might si rocordava quelle parole...Ne aveva parlato con i professori della Yuei per capirci qualcosa.
Il combattimento tra lei e Shouto si era rivelato molto importante per stabilire un’altrettanto fondamentale elemento...Shouto sarebbe stato in pericolo seriamente?
I professori notarono l’anomalia di quel combattimento che la folla sembrava non aver notato e decisero che avrebbero fatto meglio a tenere d’occhio la giovane strega.
-Ci sarebbe un Pro Hero che potremmo contattare...-Aveva suggerito Aizawa.
-Sappiamo tutti chi potrebbe fare un pò di luce su questa faccenda...Se davvero è un Vilesangue allora la cosa giusta è che le sia insegnato a domare questa cosa da chi ne ha la competenza in materia- Aveva aggiunto Midnight.
-Non abbiamo altra scelta...Un Vilesangue può essere addestrato solo da un altro Vilesangue- Aveva aggiunto Nezu, il preside, uscendo dal calduccio delle bende di Ereased Head.
La piccola zampetta scostò i lunghi capelli di Aizawa e, con l’agilità della sua vera natura, balzò sul tavolo della riunione.
-è per il suo bene...Deve imparare a controllare un tale potere- Disse, sorridente come al solito.
-Possiamo solo affidarla a lei...-Concluse la donna soporifera.
 
 
 
 
 
-Ho saputo che andrai da un Pro Hero niente male...Fa del tuo meglio, giovane Evangeline- Le sorrise, facendole l’ “OK” con il pollice.
-Certamente...-Abbassò lo sguardo.
-Qualcosa non va-? Chiese l’eroe, chinandosi leggermente verso di lei.
-Lei...Lei lo ha visto-? Chiese, ricordandosi il suo scontro con Todoroki.
Ad All Might gelò il sangue nelle vene.
-AHAHAHAHAHAHAHA certamente che l’ho visto...Uno scontro da paura- Le disse, sbracciandosi.
Lui era il numero uno...Come poteva farsi chiamare tale se non riusciva nemmeno a ricondurre un pulcino sulla strada giusta?
-Ma sai...Quel potere ha davvero bisogno di essere regolato e utilizzato nel modo giusto, giovane eroina- Le disse, posandole una mano sulla spalla.
Eva annuì piano.
-Te l’ho già detto no? La Yuei ti insegnerà ad essere un vero eroe- Le disse, sorridendo determinato.
 
 
 
 
 
-Ci separiamo qui, ragazzi- Sorrise Kirishima. Era davvero emozionato e i suoi capelli, solitamente sparati da tutte le parti, erano pettinati e lascaiti cadere morbidamente sulle spalle.
-Si, facciamo del nostro meglio- Sorrise Momo, sorridendo a Todoroki che sorrise in risposta.
-Finalmente potremo spassarcela- Urlò Kaminari.
-Datti un contegno- Lo sgridò Jirou, vestita più femminile del solito.
-Finalmente vedere da vicino le poppe delle super eroine professioniste- Gridò Mineta mentre del fumo usciva da suo naso violentemente.
-Non ti smentisci mai tu, eh-? Disse Ojiro, agitando la sua coda.
Shouto sospirò.
Eva osservò il ragazzo dai doppi poteri: si era fatta raccontare cos’era accaduto al festival e sapeva che ora il cuore di Shouto aveva un peso in meno grazie ad Izuku.
“Buon per lui...Endevoar ti ha davvero sottovalutato dopotutto”.
Ad Eva stava simpatico...Era una brava persona.
-Allora...Io vado- Iida prese la sua valigia e si incamminò verso la stazione.
-Ah, Iida-kun...- Chiamò Deku, non sapendo cos’altro aggiungere.
Deku sapeva...Sapeva che l’amico stava andando nella città in cui l’ammazza-eroi aveva attaccato e rovinato la vita di suo fratello...Non voleva nemmeno pensare alla possibilità che il giovane stesse pianificando una vendetta.
Aveva fatto richiesta ad un pro hero di pattuglia esattamente ad Hosu.
Iida non era il tipo da perdere la calma...O forse si?
Il giovane con gli occhiali si voltò, la luce nei suo occhi era spenta.
-Ecco...Se hai bisogno di parlare, non esitare va bene?...Noi siamo amici ricordi-? Sorrise Izuku, insicuro delle sue stesse parole.
Uraraka annuì alle spalle del predecessore di One For All.
-Si, vi ringrazio- E con queste parole, il giovane velocista sparì tra la folla della stazione, diretto ad Hosu.
Le pupille di Eva si restrinsero in un chiaro stimolo di intervenire.
“Si pentiranno di questa esitazione...” Pensò, osservando l’insicurezza di Deku.
Osservò l’ora sul suo telefono.
-Anche io farei meglio a darmi una mossa...Vi auguro buona fortuna- Sorrise la ragazza dai giovani capelli neri.
Bakugo la osservò con le mani in tasca.
-Si, dacci dentro, Eva-chan- Sorrise Uraraka.
-Osu, buona fortuna a tutti- sorrise Kirishima, salutandoli con un cenno della mano.
Katsuki osservò Eva e, non appena questa incrociò il suo sguardo, questo lo spostò di nuovo.
-Vedi di non fare stronzate- Sputò Katsuki, allontanandosi verso la sua meta.
Evangeline cercò in interpretarlo come un “Stai attenta” o qualcosa di carino.
Lentamente i giovani si dispersero.
Eva si ritrovò a camminare da sola verso la fermata di un autobus sconosciuto.
“Mi ha dato questo indirizzo via e-mai...Però non ho la minima idea di dove sia” Pensò, salendo sul bus e sistemandosi su uno dei sedili sul fondo.
Sarebbe stata solo una settimana...La sua valigia non era ingombrante ed era accompagnata solo da un piccolo zainetto nero che portava sulle spalle.
Avrebbe dormito in un alloggio offertole dall’eroina; bene o male si sarebbe ambientata.
Si era abbandonata alla vista del paesaggio in movimento.
Il cellulare le vibrò.
 
 
-Buona fortuna per il tuo stage, poi vorrei che mi raccontassi tutto quanto.
Un abbraccio, papà.-
 
 
 
Sorrise, rispondendo al messaggio.
Non appena volse lo sguardo fuori dal finestrino le parve di vedere qualcosa...Qualcosa di strano.
-Ma che....- Sussurrò, allarmata.
Per un momento le parve di vedere una figura bianca correre alla stessa velocità del treno, fianco a fianco.
Ma poi stropicciò gli occhi, dando la colpa alla stanchezza.
Scese alla quattordicesima fermata, completamente sperduta.
“E adesso...”?
 Cercò di ambientarsi il più possibile con la cartina della zona appiccicata alla fermata in cui era scesa ma erano davvero informazioni limitate.
Improvvisamente udì un suono...Una melodia?
-Una canzone-? Si chiese, cercando di isolare nella sua mente il luogo da cui potesse venire.
Iniziò a camminare seguendo i suoi timpani.
-Che strano...Questa non è una zona urbana- Si guardò intorno ed effettivamente vi era solo un piccolo gruppetto di case rispettive alla fermata ma, avanzando, la natura prendeva il sopravvento offrendo solamente panorami di alberi e sentieri.
-Che sia scesa alla fermata sbagliata-? Si chiese, bloccandosi.
La melodia divenne più forte.
“Che graziosa ninna nanna” Pensò, riprendendo a camminare in direzione della musica.
Quando arrivò nel punto in cui la melodia sembrava più forte, questa cessò.
Si trovava ai piedi di un grande albero di canfora secolare...Era enorme e i suoi immensi rami ne oscuravano la cima.
-Ce l’hai fatto ad arrivare...Credevo ti fossi persa- Le disse una voce.
-Eh?...Ecco...Phantom Snow-san-? Chiese Eva, guardandosi intorno.
Qualcosa le cadde in testa.
“Una foglia?” Si chiese, tastandosi i capelli con le mani.
Quello che si ritrovò tra le dita fu una meravigliosa piuma bianca, simie a quelle utilizzate in passato per scrivere i romanzi.
Alle sue spalle un sonoro battito di ali la costrinse a girarsi e si ritrovò, come se nulla fosse, la donna del festival davanti a sé.
-Benvenuta- Sorrise l’eroina, inchinandosi scherzosamente.
Eva si inchinò.
-Il mio nome è Evangeline Toousaka, piacere di conoscerla...Non avrei mai pensato che lei potesse essere un Pro hero- Sorrise Eva.
La donna dagli occhi coperti sorrise.
La tiara questa volta era bianca con rifiniture in acciaio alle estremità, il mantello blu notte e i capelli chiari elegantemente costretti in una lunghissima treccia morbida.
-Oh cielo, non preoccuparti...- Disse, avvicinandosi.
Era altissima e le sue gambe, anche se coperte dal mantello pesante, sembravano forti e robuste.
-Qual’è il tuo nome-? chiese, sorridendo e mostrando i caninin appuntiti.
“Cosa?”
-Oh...Strega Blu- Disse poi, con un attimo di esitazione.
Vide la donna sorridere lievemente.
Si allontanò, volgendo lo sguardo verso il piccolo paesino in lontananza.
-Strega Blu...Sei un Vilesangue-? Chiese poi, con tono gentile.
Eva non sapeva bene come gestire quella domanda...Le avevano detto di esserlo, ma cosa significava esattamente?
-Io...Credo di si...-Disse, accarezzandosi il palmo della mano destra.
-Direi che possiamo iniziare da questo allora- Sorrise, estraendo dalla tasca del mantello blu una piccola scatolina.
Eva allungò lo sguardo.
Le dita pallide della donna aprirono la piccola scatola e questa, come per magia, iniziò a suonare una melodia dolce e ipnotica.
-è stata questa ninna ninna a portarmi qui...-Sorrise Eva, avvicinandosi alla donna che, ne era sicura, aveva chiuso gli occhi per ascoltare quella musica.
-Hai buon orecchio...Hai riconosciuto che si tratta di una ninna ninna- La donna accarezzò il piccolo carrillon.
-Si tratta di un regalo della mia figlia più piccola...Cantavo questa melodia alle ragazze per farle addormentare-.
Il vento mosse i suoi capelli.
-Questo...Strega Blu...è il primo insegnamento- Si sollevò, reggendo il piccolo strumento in una mano.
Eva deglutì, rigida e nervosa.
La musica si perdeva nel vento.
-Essere un Vilesangue significa che devi essere in grado di fare una cosa indispensabile...-.
Il vento spingeva Eva in direzione della donna.
L’eroina la osservava dall’alto di quella piccola collina.
 
 
 
 
-Tornare indietro...- La musica cessò.
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino autrice-
Ecchimeeeeeeee
Quindi è stata Phantom a selezionare Eva...Vilesangue squad.
Cosa vorranno dire le parole dell’eroina? Perchè tornare indietro?
Bhooooooo
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e recensiscono, perdonate la cortezza di questo capitolo ma doveva essere una specie di “annuncio” allo stage di Eva.
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24- Il sogno del cacciatore ***


-Tornare...Indietro-?
Una folata di vento falciò le due figure oscurate dall’enorne albero.
La donna dai lunghi capelli chiari sorrise appena, scoppiando in una tenera risata poco dopo.
Eva la osservò mentre cercava di riprendere fiato, aiutandosi con l’appoggio del grande fusto: la corteccia era ruvida e fastidiosa al tatto, ma aveva anche un non so che di piacevole.
Phantom si sistemò la tiaria sugli occhi, ricomponendosi.
-Deve sembrare tutto assurdo ai tuoi occhi, in questo momento- Sussurrò.
Eva sobbalzò appena...Era come se con quella frase la donna le avesse letto i suoi anni di vita.
-Si, lo definirei assurdo- Sorrise Eva.
Le mani si accarezzavano timidamente.
Phantom si avvolse di più nel mantello.
-Tornare indietro...Sarà la cosa più difficile che tu abbia mai provato a fare- Sorrise, osservando il sole scomparire tra le verdi foglie.
-Una cosa che sembra tanto semplice...Davvero sarà così difficile-? Chiese Eva, non capendo veramente dove volesse arrivare la terza in cassifica.
-Semplice? Il solo essere un Vilesangue non ha nulla di semplice...è giusto che tu lo sappia a priori- Le disse, seria.
-Questo...Credo di averlo capito- Disse Eva mortificata.
Immediatamente Snow spezzò quella terribile atmosfera di disagio creatasi.
Sorrise mostrando i denti a punta.
-Ma non esserne così triste...Insomma, io ho marito e figlie...La vita mi sta sorridendo alla grande...-
Eva notò un briciolo di titubanza nelle sue parole.
-Anche se non posso vederla- Concluse poi, sorridendo.
Eva percepì quel tasto dolente come se si fosse trattato della sua vista.
-Non riesci più a vedere...-? Chiese, insicura.
Snow si portò una mano agli occhi coperti.
-I primi esperimenti furono terribili sai? Quel siero ha fatto danni diversi a persone diverse...E io mi sono beccata in pieno gli effetti collaterali della sostanza dell’epoca- Disse, accarezzandosi la parte degli occhi e poi lasciando cadere la mano sul morbido mantello blu notte.
“Il siero...”
-Ma da una parte...Credo che vada bene così-.
Eva sollevò lo sguardo.
-Ti sta bene non vedere-? Chiese.
L’eroe strinse il carillon che teneva in mano.
-Si...Preferisco non vedermi-.
Evangeline sentì il sangue congelare nelle vene...Cosa celava ancora questa sua natura?
-A tal proposito...-
Fu un attimo e la donna comparva di fronte alla ragazza.
Lo spostamento dell’aria arrivò in ritardo, trasformando il tutto in una scena a rallentatore.
Poteva non sembrare, ma Snow era davvero una donna alta e possente: doveva piegarsi con la schiena per poter percepire lo sguardo di Eva sul proprio viso.
La giovane riuscì a scorgere della condensa accarezzare le labbra di Phantom.
-Vuoi che cavi anche i tuoi, di occhi-? Chiese, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-C-Cosa-? Eva indietreggiò di poco.
La donna appariva come un vero e proprio fantasma: il mantello le copriva gambe e braccia, il vento le spettinava i capelli scappati da una debole treccia e la schiena curva, in attesa di una risposta.
-La mia è stata solo una coincidenza...Ma la maggior parte dei Vilesangue ha deciso di togliersi la vista per evitare di guardarsi- Spiegò.
Eva si ricompose capendo che, nonostante fossero inquietanti, le intenzioni della donna non erano cattive.
-Perchè me lo chiedi ora-? Chiese Eva, seria.
Snow si sollevò, sovrastandola in altezza.
-Entrare in questo mondo ora potrebbe essere la cosa pià dolorosa che esista-.
-Anche se mi dice così...Io non voglio rinunciare ai miei occhi, rifiuto l’offerta- Si inchinò.
Snow si portò una mano alle labbra, sorridendo.
-Capisco...Se la malattia non mi avesse preso gli occhi probabilmente mi sarei accecata ugualmente- Confessò, grattandosi la nuca.
-Perchè mai-?
Phantom ridacchiò.
-Non sono una persona così forte...Evangeline Toousaka-.
Il silenzio che calò in quel momento fece tornare Eva con i piedi per terra.
-Ad ogni modo...Cosa intende dire con “tornare indietro”-? Chiese Eva.
Snow sembrò ridestarsi da una visione.
-Al festival sportivo...Come ti sei sentita-? Chiese, conoscendo benissimo la risposta.
Eva aprì piano le labbra.
-Un mostro...Vero-?
La giovane ammutolì.
-Bhè...è esattamente quello che sei...Prima lo accetti e più facile sarà- Le disse freddamente.
Eva non si lasciò scoraggiare e strinse i pugni.
-Quindi anche lei è un mostro-? Chiese, assottigliando gli occhi.
Si aspettava una risposta matura, degna di una saggia Vilesangue con il controllo completo della situazione...E invece ottenne parole che la fecero stare male.
-Ed è proprio per questo motivo...Che combattere senza vedere che razza di mostro sia mi aiuta a vincere...-.
Evangeline immediatamente si avvicinò alla donna, gesticolando scuse.
-M-Mi dispiace...è che sono nervosa e...E non sapevo come...- Si accarezzò il dorso della mano.
Snow lanciò il carrillon alla giovane che, con un colpo di fortuna, lo vide arrivare e lo prese al volo.
-Attenzione...Sarebbe un bel guaio se dovesse rompersi-.
-Il carrillon-? Chiese Eva, osservandolo e rigirandoselo tra le mani.
-Quello...-
La strega sollevò lo sguardo.
-Quello è lo strumento che utilizzo per tornare indietro-.
Eva assottigliò gli occhi...Forse stava iniziando a capirci qualcosa.
-Quando i Vilesangue entrano nella loro forma istinto perdono lentamente la concezione del mondo come lo conoscono e la follia prende il sopravvento sulla mente-. Spiegò semplicemente.
Eva accarezzò il piccolo oggetto.
-Sono riuscita a distinguere quattro stadi fino ad ora, ma rimane pur sempre un mio metodo personale...A mio parere,forse, il più sicuro-.
-Quattro stadi...-Sussurrò Eva.
Phantom strinse la mano a pugno...Con frustrazione e rabbia.
Eva riuscì a scorgere delle gocce di sangue.
La donna rise nervosamente; era pur sempre un’eroina...Non poteva perdere i controllo davanti a quella che sarebbe stata la sua allieva.
-Purtroppo io ho quasi superato il quinto...Rimane un metodo poco attendibile e difficile da mantenere...Però credo che sia quello meno pericoloso per corpo e mente-.
-Quinto?...Ma allora tu...-?
-Dopo mi sono ritirata di una posizione in classifica...Non potevo permettere che l’eroe seconda solo ad All Might portasse nel cuore della gente un’immagine così spaventosa. Sto addirittura pensando di abbandonare il mestirere...Dopotutto scalare la classifica alla rovescia si sta dimostrando più difficile che percorrerla normalmente-.
Eva piegò la testa.
-Endevoar ha tirato giù un casino...Non voglio percorrere la stessa procedura per tutte le posizioni che dovrò favorire con il mio abbandono...Meglio mettere le cose in chiaro una volta per tutte, mi sono detta-.
 
-Tuttavia...Gli sguardi delle mie figlie quando sentono una notizia che riguarda me in televisione...-
Eva sorrise.
-Mio marito li descrive sempre così magnifici e incantevoli che...Certe volte mi chiedo, perchè doveva essere proprio la vista-? Chiese, nostalgica.
 
-Ma quel giorno...-
Eva vide il volto della donna incupirsi.
-Mi era capitato di arrivare allo stremo del quarto stadio...Ma mai di superarlo così in fretta-.
Il carrillon partì e la melodia iniziò a giocare ad acchiapparella con il vento umido.
-Non voglio mai più dimenticare tutto ciò che è importante per me...Non voglio più sentirmi urlare i nomi delle mie figlie per farmi riprendere il controllo...-.
La melodia risuonava.
Poi la donna fece un sorriso dolce.
 
 
-E poi, quando vennero a trovarmi in ospedale mi regalarono quel carrillon. La più grande delle mie figlie me lo mise tra le mani stanche e pallide sorridendomi e dicendomi che sarebbe andato tutto bene.
La più piccola mi afferrò la mano dicendomi che l’oggetto avrebbe suonato la mia melodia preferita, quella che utilizzavo per farle addormentare quando erano piccole.
La figlia del mezzo, la più saggia, mi disse che ogni volta che la mamma si fosse dimenticata di loro avrebbe dovuto aprire quel carrillon...Così da poter ricordare e tornare indietro-.
 
Eva non osava fermare quella melodia...Non in quel momento.
-Non era un metodo attendibile...Non lo era per nulla. Però funzionò in un paio di casi. Ormai è come se fosse parte dell’aria che respiro, e ascoltarla ancora mi provoca solo un gran mal di testa...Però...Però ne ho bisogno per tornare da loro quando il mondo crolla e il tempo si sgretola.
 
 
 
“Papà, vai a cercare la mamma e dalle il carrillon...è stata sciocca ad uscire senza. Suona una delle sue canzoni preferite. Quando la mamma si dimentica di noi qualcuno deve aprire il carrillon, in modo che possa ricordare.
Ti riconoscerà sicuramente...La tua spilla d’oro è così grande e bella, non potrà confondersi”
 
 
 
-Mio marito perse un braccio nel tentativo i farsi riconoscere da me...Ma per fortuna riuscì ad aprire il carrillon in tempo-.
Eva ascoltava quelle parole incredula...
-Un Vilesangue...è colui che si discosta più di tutti dall’essere un eroe. E poi ci sono i Vilesangue consci...Che ci vedono anche fin troppo bene-. Sorrise.
-La Strega Blu...-Sussurrò Eva.
Snow la osservò.
-Ecco...Io non credo che La Strega Blu abbia qualcosa che le permetta di tornare indietro-.
Phantom le posò una mano sui morbidi capelli, accarezzandoli piano.
-è perchè chi non vuole tornare non ha bisogno di qualcosa del genere...-
Improvvisamente la donna sentì la ragazzina treamare.
-Oh cara...Perdonami, non avrei dovuto- Le disse,accarezzandole la testa ripetutamente.
Eva si ricompose quasi immediatamente.
-Phantom-san...Sei una madre quindi-? Chiese sorridendo, con ancora delle lacrime agli angoli degli occhi.
Snow piegò la testa.
-Allora perchè...Perchè la Strega Blu non ha niente a che vedere con te? Anche lei ha due figlie no?...Perchè lei...Perchè...-.
-Evangeline...-
Fu un secondo.
 
Il mondo si fermò.
Tre corvi urlarono e spiccarono il volo dai rami prima tranquilli dell’albero.
La melodia del carillon vacillò a causa della botta che prese cadendo a terra, bagnandosi con l’erba umida.
Le gambe di Eva la trascinarono indietro.
Le sue pupille si rimpicciolirono...Iniziò a sudare.
La figura della giovane venne oscurata da una gigantesca ombra e una danza di piume bianche le venne offerta come spettacolo.
Sentiva solo rumori disgustosi, simili a quelli delle ossa quando cozzano tra loro o si frantumano.
Vide del sangue colare da quella cosa, formando una piccola pozza scura dove prima c’erano i piedi della donna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“E questo...Cosa significa...?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il vento non aveva smesso di fare compagnia ai Vilesangue.
Eva cadde a terra, posando le mani sul terriccio bagnato.
Gli occhi le tramavano violentemente mentre i capelli spettinati le accarezzavano la fronte.
E come tutto era successo in un istante, ci vollero solo pochi secondi perchè tutto tornasse come prima.
Come se non fosse successo nulla.
La donna era in piedi davanti a lei come se nulla fosse...Solo la pozzanghera di sangue scarlatto le dava la prova di non essere una folle.
Con un movimento elegante Phantom Snow si portò la tiaria a coprire gli occhi, nascondendoli di nuovo.
Eva non si era mossa di un centimetro.
 
 
 
 
“...Uno scherzo...”
 
 
 
 
-Evangeline...-
La ragazzina si riprese e smise di fossare il vuoto, spostando lo sguardo sulla donna.
Degli ultimi spasmi provenirono dalla schiena di Snow che si scrocchiò il collo subito dopo.
Una scia di sangue colò dall’orecchio del Vilesangue più grande.
-Io non so che cosa possa passare per la testa della Strega Blu...-Sussurrò, raccogliendo il carillon da terra.
“Una cosa del genere...Una cosa del genere non potrà mai essere un eroe...” Eva non stava ascoltando.
-Rientra senz’altro ne Vilensague consci della propria pericolosità...E i suoi occhi vedono perfettamente-.
Evangeline non aveva la forza di alzarsi.
-Questa...Immagino che anche tu preferisca chiamarla maledizione invece che Quirk- Sorrise.
Evangeline sentì il mondo crollarle addosso...Ancora e per l’ennesima volta.
“Nel modo più assoluto...Non c’è nessuna possibilità che io possa...”
Improvvisamente il carrilon riprese a suonare.
Gli occhi di Evangeline tornarono alla loro naturale brillantezza.
-Oh cielo...Mi farà anche venire un grande mal di testa...Però è davvero bella vero-? Chiese candidamente la donna, portandosi una mano sulla guancia.
Eva strinse i ciuffi di erba che le accarezzavano le dita e poi si sollevò piano.
Non aveva nemmeno le parole per descrivere quello che aveva visto...Non sapeva nemmeno come descriverlo.
-Questo...Questo sarebbe un Vilesangue...-? I suoi occhi erano oscurati.
-Bello eh-? Chiese la donna, mostrando i canini aguzzi.
-Come può una cosa del genere essere sempre stata dentro di me-? Si chiese, portandosi una mano al cuore.
Phantom sorrise al tramonto.
-Ho ricevuto parecchie informazioni dai docenti della Yuei...Mi hanno raccontato ogni cosa-.
Eva non reagì.
-è stato tutto ibernato nel tuo corpo...Come i bambini per sviluppare le loro unicità, il tuo corpo sta continuando a rigettare il muro per recuperare il tempo perso. Sei sempre riuscita in imprese incredibili per dei semplici esseri umani, sia fisicamente che intellettualmente...Sembra proprio che il siero non funzionasse al cento per cento, alla fine- Sorrise, accarezzandosi la tiaria.
Eva sollevò piano la testa.
-Esistono anche dei Vilesangue che vivono una vita tranquilla sai? Pensavi che tu e tua sorella foste le uniche ad essere vittime del siero? Quasi tutti i Vilesangue ne riportano i danni collaterali...All’ora era il metodo più semplice per non venire arresati o discriminati per quello che eravamo-.
-Lei no...-.
La donna voltò la testa verso di lei.
-La Strega Blu non lo utilizzò...- Strinse i pugni.
-Quali siano le sue intenzioni...Non credo potremmo venire alla luce di qualcosa senza chiedere a lei direttamente...-.
Toousaka assottigliò gli occhi.
-Vuoi incontrarla, vero-? Chiese.
-Voglio distruggerla...Voglio annientarla...Voglio ammazzarla....-Sussurrò Eva.
La donna ricordò quello che le avevano raccontato alla Yuei.
“Ha ucciso una persona”.
-Però...-
Le orecchie della donna si mossero.
-Però forse...Potrei provare a parlarci- Si osservò la mano.
Snow fece un sospiro di sollievo...Era già una grande differenza tra lei e la Strega Blu.
-Quindi...Sicura di voler continuare a tenere quegli occhi-? Chiese la donna, ridacchiando.
 
 
 
Eva sollevò lo sguardo, finalmente puntato in quello coperto della donna.
-Certamente-.
 
 
 
 
 
 
 
 
La ragazzina aveva gli occhi chiusi, persa in un mare di silenzio e serenità chiara.
Era come se Phantom Snow le avesse rivelato un pezzo mancante della sua vita che ora avrebbe dovuto prendere in mano da sola.
“Proverò a parlare con lei...Se dovessi mai incontrarla...”
La giovane sollevò lo sguardo e si sporse in avanti, con per udire qualcosa.
“Cosa le dirò?...Ancora non ci ho pensato”.
“Però...Vorrei parlarle, anche se per poco” si osservò la mano.
I suoi occhi si addolcirono.
 
 
 
 
Qualcosa le afferrò la mano immobile davanti al viso.
Era una presa scortese, bagnata di rosso e scura.
La giovane alzò piano lo sguardo, consapevole di quello che le stava davanti.
Era come osservarsi riflessi in uno specchio:
La figura si distingueva solo per la quantità di sangue sul corpo e sugli abiti; era come avvolta dall’abbraccio di un’ombra scura.
Uno sguardo dalle pupille minuscole e i capelli che fluttuavano come onde in un mare di cielo.
Eva rimase ad osservarsi...La presa scivolosa stretta intorno al suo polso.
-Non dovrei..-? Sussurrò, sentendo la presa farsi ferrea.
La voce che uscì da quelle labbra le fece spalancare gli occhi.
Era leggermente stridula, sovrapposta ad un’altra lievemente più grave.
 
 
 
-Parlarle...Infondo tu...-
 
 
 
 
Eva aprì gli occhi, ritrovandosi la figura della donna davanti a lei.
-Da domani incominceremo l’addestramento...Preparati, Strega Blu- Le aveva sorriso.
La giovane sorrise, stringendo i pugni.
-Certo-.
 
 
 
 
 
 
-La vuoi morta, no-?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino autrice-
 
 
Peeeeeeerdono!!!!! Chiedo venia!!!! Sono stata molto presa con lo studio e ho deciso di rimandare l’aggiornamento per rielaborare bene questo capitolo molto molto importante.
Phantom Snow porta con sé un dolce e triste destino maledetto a causa della sua unicità...Anzi...Maledizione come piace definirla lei.
Ho aggiornato pure a questa bellissima ora...Perdonatemi...T.T
Appuntamento al prossimo sabato (spero T.T) ma nel caso dovessi tardare aspettate pure il capitolo il week end dopo ;D
Alla prossima e grazie a tutti.
-Shinigami di fiori-
 

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Capitolo 25
*** 25- Trascendere l'istinto ***


Prima di iniziare questa lettura, vi prego di scusarmi...Ho avuto un terribile problema al computer e ho dovuto recuperare pezzi della storia che credevo fossero andate perdute.
Vi do appuntamento al prossimo sabato in modo che io possa sistemare tutti i documenti.
Scusate per questo immenso ritardo, buona lettura <3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Phantom annuì.
-Si, è una bellissima canzone- Sorrise la donna, giungendo le mani.
Eva si asciugò il sudore dalla fronte, posando il violino sulla custodia aperta.
-Credi che possa andare-? Chiese poi.
Snow piegò la testa.
-é una canzone importante per te, no-?
Evangeline sorrise, ricordandosi di quando la suonò al parco la sera del festival della perifieria.
-A dire la verità è una canzone che scrisse mia madre- Disse seria.
Le servirono due secondi per riprendere il proprio controllo.
-Però è una canzone speciale che Lia...Mia sorella River suonava per me nelle notti in cui non riuscivo a prendere sonno- Sorrise, accarezzando il violino.
-Credi possa aiutarti a tornare indietro-?
Il sorriso di Eva si spense.
-Non credo...-
La donna la guardò confusa, senza scomporsi.
-Se ascoltassi questa melodia così com’è ho paura che l’immagine di Lia possa venire sostituita con quella di mia madre...E non è quello che voglio-.
Snow la osservava.
-Deve essere suonata da Lia...Si, è così- Eva si sollevò, abandonando il violino nella sua scatola.
-L’unica cosa che possa farmi tornare indietro...Credo sia la melodia di quella canzone suonata da River- Sorrise.
Snow addolcì la sua espressione con un sorriso tenero.
-Hai qualcosa del genere-?
-Dovrei aver conservato una registrazione sul portatile di mio padre-.
-Capisco...Allora fanne il tuo tesoro- Disse Snow, abbassando quello che doveva essere il suo sguardo sul vecchio carillon graffiato che teneva in mano.
....................................................
 
-Mi scuso per il terribile benvenuto della scorsa volta, Strega Blu- Kurogiri si inchinò, tenendo a bada con lo sguardo il giovane Shigaraki seduto al bancone come suo solito.
-Non siamo noi a doverci scusare, è lei che ha dato di matto come una pazza- Aggiunse il giovane leader con voce seccata, facendo tintinnare il bicchiere tra le sue mani.
La donna era seduta dalla parte opposta del bancone, con le gambe accavallate e un lungo mantello di capelli a coprirle la schiena.
Una mano reggeva il viso serio e glaciale mentre gli occhi puntavano dritti sui due villains presenti con lei.
-Dove si trova All For One-? Chiese semplicemente.
“Ancora con questa storia”
-Strega...Ne abbiamo già parlato...Non saresti invece interessata ad unirti alla nostra causa-? Chiese il villain dall’aspetto gassoso e scuro.
I suoi scuri capelli improvvisamente si levarono verso l’alto come colpiti da un’improvvisa folata di vento.
Kurogiri sudò freddo ma mantenne la calma.
Shigaraki colpì violentemente il bancone con il bicchiere di vetro, scheggiandolo.
-Nè, Kurogiri...Ora chiudi la bocca e lascia parlare me- Disse, alzandosi dallo sgabello rialzato.
Osservava la donna con sguardo maniacale.
-Ohi, stronza- sputò velenoso.
Kurosgiri immediatamente si irrigidì, pronto ad intervenire.
-Vuoi incontrare il maestro? Allora fa quello che ti dico- Disse serio, accarezzando il bancone con una mano.
La Strega Blu si voltò lentamente, incatenando i suoi occhi scuri in quelli semi coperti dalla mano di Tomura.
L’aria all’interno del locale si fece pesente.
Uno strano odore di sangue infestò il piccolo bar.
“Questo odore pungente...” Kurogiri assottigliò gli occhi.
Lla schiena della donna parve muoversi: la veste si deformava, si allungava e sembrava che qualcosa, proprio sotto il vestito color notte, si stesse agitando.
Tomura rimase ad osservare quello strano spettacolo accompagnato da un rumore di carne cruda maneggiata.
Improvvisamente qualcosa bucò la maglia con un rumore crudo, fuoriuscendo insieme a del luquido scarlatto e caldo che schizzò su tutte le pareti del locale.
L’espressione della donna non cambiò e continuò a giocherellare con il bicchiere.
Due immense ali nere e sporche di sangue ora ingombravano il locale, così grandi che il Vilesangue dovette ripiegarle per far in modo che assumessero una posizione comoda.
Il liquido scarlatto colava dalle piume scure creando piccole pozze a terra.
-E sia...- Sussurrò, posando il bicchiere sul bancone sporco di sangue senza lasciare la presa.
Kurogiri tirò un sospiro di sollievo, ancora teso come una corda di violino.
-Abbiate però coscienza del fatto che non appena vedrò All For One...-
In una stretta potente ruppe il bicchiere facendo volare decine di schiegge.
I denti appuntiti le sfiorarono le labbra.
Tomura si mise in posizione di difesa.
La donna continuò ad osservarli nella sua elegante posizione con le gambe accavallate sullo sgabello rialzato e la testa appoggiata ad una mano.
-Lo ucciderò...-.
 
..............................................................
 
Eva cadde a terra...
-Non ci riesco...-Sussurrò, tenendosi la spalla destra.
Immediatamente Phantom le fu vicina, abbassandosi alla sua altezza e posandole una mano sulla schiena.
La sua mano dalle lunghe unghie aguzze si tinse di rosso.
-è il primo passo...Il più difficile e doloroso- Sorrise.
La ragazzina ricambiò.
-Tutti i Vilesangue hanno le ali-? Chiese, ridacchiando.
Snow si sollevò, aiutando la giovane.
-La maggior parte...Ma la procedura è dolorosa la prima volta-.
Eva sospirò, sentendo la schiena bruciare e fare male.
-La procedura naturale è quella di far crescere prima le ali, poi gli artigli e i denti, e infine l’istinto...Ma alcuni scelgono di attivare prima l’ultimo elemento, rendendo più doloroso tutto il resto- Sussurrò.
La giovane abbassò lo sguardo.
-Quando un Vilesangue decidie di subordinare la trasformazione all’istinto è perchè brama così tanto la potenza da non badare al dolore...Solitamente chi è consumato dall’odio e dalla rabbia tralascia la trasformazione esterna, concentrandosi su quella cerebrale e istintiva-.
Aveva senso: accompagnare l’istinto ad un corpo giò posseduto dalla bestialità avrebbe reso tutto più semplice.
Non ci volle molto alla giovane per capire che lei, da autodidatta, stava compiendo esattamente il procedimento inverso senza nemmeno rendersene conto.
-Non te ne devi preocuppare, Evangeline Toousaka- Le disse la donna, come se avesse appena letto i suoi pensieri.
-Eh-?
-Certo, al festival sportivo hai tentato di far crescere denti e artigli...Ma l’istinto di cui ti parlo è l’essenza del Vilesangue-.
Il braccio di eva gocciolava sangue caldo e le spalle pizzicavano a contatto con la maglietta.
Subito Snow prese delle bende dalla borsa che aveva lasciato attaccata al ramo del grande albero.
-La tua modalità di concentrazione è solo un piccolo assaggio di quello che può davvero fare l’essenza di un Vilesangue sulla mente- Sorrise, mostrando i canini appuntiti.
Eva li osservò, notando come la lingua li accarezzasse piano.
-Oh, sai, dopo un pò diventa un’abitudine tenerli così- Sorrise.
La giovane si osservò le mani...Le strinse in una stretta potente e determinata.
-Phantom Snow-san..-
La donna la osservò.
-Per favore...Aiutami a far crescere le ali- Sorrise.
Snow annuì e, mentre ascoltava le parole della donna, era sicura che la Strega Blu avesse cominciato a trasformarsi con il procedimento inverso.
 
.................................
 
-Tenya....-
 
La voce debole di Ingenium gli perforava i pensieri.
-Tutto bene-? Gli chiese il Pro Hero con cui stava svolgendo il proprio stage.
-Certamente, perdoni la distrazioni- Sussurrò Iida, abbassando il capo coperto dal suo professionalissimo costume.
Pensare a suo fratello in quel letto d’ospedale lo faceva stare male, molto male.
 
-Perdonami, Tenya...Tuo fratello, ha perso...-
 
 
La sua voce così debole e gli occhi puntati al soffitto bianco dell’ospedale erano un ricordo terribile da mandare giù: ricordava lo sguardo triste di sua madre e il fatto che, nella migliore delle ipotesi, sarebbe stato privato solo delle gambe.
La ferita era stata quasi fatale, avevano detto i medici.
La schiena era un punto molto delicato...Non sapevano ancora quali parti del corpo non avrebbe mai più potuto utilizzare.
Il giovane strinse i denti, frustrato, arrabbiato con sé stesso per non aver potuto fare nulla davanti alle condizioni di Ingenium, del suo fratellone.
 
 
-Se è la vendetta che cerchi...Ti prego di rinunciare- Aveva detto una voce.
Il giovane si bloccò, vedendo il suo superiore arrestarsi sui propri passi.
-Mi sembrava strano che un ragazzo eccellente come te avesse scelto un eroe di pattuglia mediocre come me...Hai scelto questa città per via dell’ammazza-eroi, vero-? Chiese l’hero, con un sorriso triste dipinto in volto.
Tenya rimase allibito sotto la meschera.
Non sapeva cosa rispondere...Trovava difficile affrontare la verità a viso così aperto.
Rimasero ad osservarsi a lungo, uno di fronte all’altro.
 
...........................................
 
 
-Permesso...? è possibile entr...- Midoriya varcò la soglia della piccola casa che aveva raggiunto.
La sagoma di un vecchio a terra in un lago scarlatto lo fece sobbalzare.
-ODDIO, M-MORTO-! urlò, gesticolando senza sapere come agire.
Improvvisamente il vecchino sollevò la testa, sorridendo da sotto la meschera tipica del suo costume.
-Sono vivo- Disse con una simpatica vocina acuta.
-VIVO-!!! urlò Izuku, osservandolo senza muoversi.
 
..........................
 
-Mike...Hai notizie degli studenti-? Chiese Aizawa con un tono assonnato.
-Aaah-? Il pro hero camminava al fianco dell’amico tenendo svogliatamente le mani in tasca.
Era stata l’ennesima gioranta dura alla Yuei...Pur non dovendo fare lezioni le questioni burocratiche della scuola richiedevano un impegno senza pari.
Erano entrambi stanchi.
-So che sono riusciti tutti a raggiungere i loro rispettivi eroi...Anche se alcuni hanno fatto delle scelte strane- Sussurrò, portandosi le mani dietro la testa e cercando di rilassarsi.
Avrebbe voluto gridare tutta la stanchezza che aveva in corpo ma non aveva alcuna voglia di risarcire la rottura dei timpani di tutta la città.
Ereased head si voltò non appena udì un miagolio.
-Si...So che Tenya Iida ha scelto un eroe piuttosto mediocre nonostante la grande quantità di richieste notevoli- Sussurrò il corvino, abbassandosi sulle ginocchia e allungando una mano verso un vicolo buio poco lontano.
-Sarà a causa dell’incidente che ha visto coinvolto suo fratello Ingenium- Disse Mike, osservando un micio uscire da dietro alcuni bidoni della spazzatura.
-E hai notizie di Evangeline Toousaka-? Chiese ancora Aizawa.
-Phantom Snow in persona si sta occupando di lei- Si mise le mani sui fianchi l’amico.
Immediatamente il gattino dal pelo color caramello si strusciò contro la mano di Shouta, iniziando a fare delle fusa rumorose.
-Non poteva occuparsene nessun altro...-
Il micio si strusciava contro le ginocchia dell’uomo.
Mike osservò il cielo.
-A te...-
Aizawa tenne gli occhi fissi sul felino.
-Piacciono davvero tanto i gatti, eh-?
 
........................
 
Eva stava riposando nella piccola baita di Snow...La donna era solita utilizzare la piccola costruzione in legno d’acero durante gli allenamenti, quando non rimaneva con la sua famiglia.
Aveva le gambe accavallate e guardava fuori dalla finestra il sole tramontare.
Era solamente il secondo giorno per Eva, ma la giovane aveva da subito dimostrato le sue enormi capacità.
“è un peccato che le sua toccata la sorte del Vilesangue” sospirò.
La ragazzina era stesa sul letto, rannicchiata e sembrava parecchio infastidita dalle pesanti fasciature dietro la schiena.
“è riuscita a far uscire fuori le ali senza problemi...Però...”
Evangeline fece una smorfia infastidita sentendo il sangue colare da dentro le bende.
“Non so per quanto riuscirà a tenere questo ritmo...La strada è lunga e dolorosa”.
Nonostante la maggior parte dei Vilesangue avesse le ali, non tutti erano in grado di volare: era una struttuta genetica che semplicemente tirava fuori la bestialità delle unicità primordiali sviluppate nell’uomo...Non necessariamente tutti coloro che venivano marchiati con il nome di Vilesangue erano in grado di utilizzarle.
Si tolse piano la tiaria, posandosi una mano sul viso.
Quel pezzo di metallo poteva essere molto pesante alcuni giorni.
Immeditamente il suo telefono fisso squillò.
Rispose immediatamente, tenendosi una mano sul viso.
Era sempre nervose quando squilava il suo telefono...
Le sue labbra si piegarono in un sorriso.
-Mamma-!
 
 
...........
 
 
Midoriya era sullo Shinkansen insieme a Gran Torino.
La notizia di alcuni villain in città era stata un pretesto per spronare il ragazzo ad utilizzare la nuova e importante scoperta fatta.
 
 
Successe tutto così in fretta.
Qualcosa sfondò la parete dello Shinkansen, provocando panico e urla.
Gran Torino immediatamente squadrò la situazione e constatò con sorpresa che la cosa che aveva provocato il buco al mezzo di trasporto era un eroe privo di sensi.
Non si muovava, sperò vivamente che fosse ancora vivo.
Udì degli urli disumani provenire da fuori.
-Gran Torino-san, cosa sta succedendo-? Chiese Izuku, urlando per poter coprire le urla di donne e bambini.
Il treno frenò di colpo subito dopo, bloccandosi nel bel mezzo dei binari.
L’enorme buco fece entrare la grande quantità di fumo causata dall’impatto all’interno del treno, riempendo l’aria di un odore assai sgradevole.
Midoriya si coprì la bocca con la mano coperta dal grande guanto bianco.
-Rimani seduto, ragazzo- Gli aveva detto il vecchio eroe.
-Però...-! Cercò di ribattere.
Ma si bloccò non appena vide entrare dal buco qualcosa di terribile.
Riuscì a distinguere un grande paio di ali prive di piume, un grande cervello scoperto e due occhi vuoti.
Un urlo strozzato fece trasalire tutti i presenti.
“Quello...Quella assimiglia a...”
Gran Torino, con un balzo e la spinta della sua unicità, si gettò di potenza contro al mostro, scaraventando entrambi all’esterno dal buco.
-Gran Torino-san-! Gridò per l’ultima volta Izuku.
 
 
 
 
-Così...Fate casino, miei carissimi Nomu- Ghignava Shigaraki, assottigliando gli occhi nascosti tra le dita delle mani che gli nascondevano il viso.
-Shigaraki Tomura...Dovevamo colaborare con Stain- Gli suggerì Kurogiri, con le braccia intrecciate dietro alla schiena.
Tomura prese a grattarsi il collo nervosamente.
-Che crepi anche lui...Non mi è mai piaciuto fin dall’inizio...Che sparisca insieme a tutta questa massa di stolti- Allargò le braccia in modo teatrale, chiudendo gli occhi e ascoltando gli urli che i suoi Nomu stavano spargendo per la città.
-Quanti Nomu hai richiesto-?
Tomura si voltò piano verso il compagno.
-Ne avevo chiesti cinque...Ma il maestro me ne ha concessi solamente tre-.
Kurogiri mosse gli occhi gialli velocemente.
-Ne conto soloamente due...-.
 
 
 
 
........................
-Phantom Snow-san....Che succed....- Eva si bloccò.
La schiena le duoleva ancora, ma in uno sforzo era riuscita ad alzarsi dal letto.
Aveva sentito un terribile urlo crudo e disumano.
Quando aveva aperto la porta, tutto quello che aveva trovato davanti a sé era la donna completamente sporca di sangue che osservava qualcosa stesa a terra.
Gli occhi spalancati della belva erano rimasti immobili mentre la testa scoperta era adagiata su un letto di erba rossa.
La tiara di Snow era sudicia, le sue mani completamente sporche.
La donna volse lo sguardo verso una città in lontananza...Era facile vederla quando la nebbia si diradava.
-Sembra che ci siano dei problemi ad Hosu...- Sussurrò, pulendosi con un gesto veloce il sangue dalla guancia.
Eva rimase ad ossrvare quella scena con i brividi lungo la schiena:
Non sapeva cosa fosse successo...Se non fosse stato per quel grido probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorta.
Era come vedere una bestia davanti ad una carcassa.
 
-Che seccatura...-Susurrò Snow, osservando quella strana creatura davanti a lei, morta ai suoi piedi.
 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26- Sangue acre, parte 1 ***


Eva era nervosa:
 
 
 
Dopo essersi liberata di quel mostro, Snow aveva semplicemente chiamato le forze dell’ordine facendosi comunicare i luoghi di avvistamento dei Nomu a Hosu.
Ovviamente la giovane la seguì senza fiatare.
Phantom non era certo una donna stupida...Sapeva che la ragazza non avrebbe potuto combattere al pieno delle sue forze in quelle condizioni.
Ma il bisogno chiamava e lei era un eroe...Un Vilesangue, certo, ma pur sempre la terza in classifica.
Erano in treno...da lì avrebbero preso un autobus e sarebbero subito state a Hosu.
La giovane era spaventata e tesa.
Phanotm sollevò il viso, la luce scontillò contro la lucente tiara.
Allungò una mano e la posò sulla spalla della giovane.
Erano sedute una di fronte all’altra su quel piccolo treno locale.
-Va tutto bene...Non hai niente da temere- Le sorrise, cercando di tranquillizzarla.
-No...è che...-
-Non ti esporrò a nessun pericolo- Le sorrise.
Eva ricambiò e, per la prima volta da quando era con lei, si chiese di che colore sarebbero stati suoi occhi.
Scacciò a malincuore quel dolce pensiero.
-Quel mostro...Era molto simile a quello che attaccò la Yuei qualche mese fa- Sussurrò poi.
La donna annuì.
-Lo so...Me ne hanno parlato alcuni professori-.
-Come verrà gestita la situazione-? Chiese Eva, assottigliando lo sguardo.
-Sul posto sono già presenti alcuni eroi professionisti, tra cui il famoso Gran Torino-. disse Snow, posando la testa sul pugno della mano.
-Gran Torino-? Chiese Eva.
“Ora che ci penso...Izuku ha già pronunciato questo nome” Pensò, portandosi la mano al mento.
Il telefono di Snow squillò.
-Perdonami...- Sorrise, alzandosi e dirigendosi verso l’altro vagone.
-Si figuri...-Sussurrò Eva, osservandola già lontata.
 
Chiuse la porta dietro di sé con forza, sucitando del sospetto in Eva.
“C-Che violenza” Rabbrividì.
Fissò l’ombra della donna sparire.
-F-Forse è stata una mia impressione- Sussurrò, posando le braccia sul tavolino e poi posandovi a sua volta la testa.
 
 
 
 
 
 
 
Il telefono nella mano di Snow aveva una leggera crepa sulla parte posteriore.
Lo aveva stretto troppo.
-Cosa vuoi-? Chiese con tono freddo, scoprendo i denti come farebbe un cane furioso.
-Sempre antipatica, Phantom Snow- Le disse una voce profonda, quasi a volerla deridere.
-Sono in viaggio verso Hosu come mi hanno riferito...Non ho tempo da perdere dietro le tue provocazioni- Disse velenosa.
Snow era una donna gentile...Era un tono che non le si addiceva.
Un sospiro dall’altra parte del telefono.
-Sa che il misuratore è indespensabile per le sue missioni...Così è stato accordato dalla sentenza-.
Snow ringhiò a voce bassa.
-Non ho bisogno del misuratore...Il giudice emesse quella sentenza ma credevo fosse ovvio che..-
-Lei è pericolosa, Phantom Snow-.
La voce sembrava come fuoriuscire da un paio di labbra piegate in un ghigno.
-Tch...-
-Quello che successe a suo marito potrebbe succedere a tutti coloro che potrebbero trovarsi accidentalmente sulla sua strada, e noi non vogliamo questo, non è vero-? Chiese.
I lunghi capelli di Snow si sollevarono piano, della condensa usciva sotto forma di ringhio dalle sue labbra.
-Cerchi di capire...Così facendo ci permette di fidarci di lei-.
-Eheh...Volete sbattermi in galera, signor Iindie-? Chiese Snow, sisitemandosi la tiara.
Silenzio.
-Abbiamo stimato la pericolosità dei Villains in questione...Pare che Stain l’ammazza eroi si sia finalmente fatto vivo in uno scontro frontale-.
-Cosa...-?
-Poco fa abbiamo ricevuto delle telefonate da parte di agenti che lo avrebbero visto scappare in alcuni vicoli della città di Hosu...Di questo passo non ci metterà molto a mietere le sue prossime vittime-.
-è stato avvistato ad Hosu? Insieme s quelle strane creature chiamate “Nomu”-? Chiese.
-La concentrazione dei disastri è tutta compatta nella città di Hosu in questo momento...Alcuni Pro Heroes credono che sia Stain che i Nomu stiano lavorando per l’associazione dei super cattivi...Ma non sappiamo dirle se siano effettivamente due comparse collegate-.
Snow strinse la mano a pugno...Era un bel casino Hosu.
-Devo entrare in azione subito...Mi dia quel dannato indicatore- Sputò acida.
-Come desidera...- Un sorriso astuto.
 
 
-Avendo analizzato la potenza dei Nomu in base al campione ottenuto dalla polizia e la forza di Stain....Stimiamo il raggiungimento della sua terza fase-.
I canini cozzarono con i bianchi denti della donna.
-Brutto figlio di...-
-Le mandiamo immediatamente due Pro Heroes di pattuglia come stabilito dalla sentenza...Che peccato, se solo fosse stata la seconda fase non ci sarebbero stati problemi, Phantom-.
-Ti stai prendendo gioco di...-
-Endevoar, il numero due, forse non è di suo gradimento-?
La tiara cadde a terra con un fastidioso tintinnio.
Snow si portò le mani ora coperte di peluria e dalle lunghe unghie aguzze al viso, coprendosi il volto.
I suoi lunghi capelli chiari nuotavano nell’aria mentre un vortice di piume bianche la incorniciava.
La conversazione era finita...Non vi era più nessuno dall’altra parte del telefono.
-Smettetela...Di farmi sentire un mostro...- La sua voce era sdoppiata, distorta e sembrava rotta dai singhiozzi.
Il suo viso pareva leggermente allungato, i denti più aguzzi...Doveva calmarsi.
-Io non lo sono...- Sussurrò, recuperando l’autocontrollo.
I capelli caddero morbidi sulla sua schiena.
Raccolse la tiara e si diresse al suo vagone, da Eva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Shouto, oggi andiamo fuori- Disse emozionato il numero due in classifica.
Il ragazzo lo osservò con un’espressione neutrale.
Non aveva certo rivalutato quell’individuo...Ma sentiva che, dopo aver parlato finalmente con sua madre, potesse aprire la sua mente a nuove possibilità per sfruttare qualcunque cosa per migliorarsi come eroe.
Certo, suo padre era uno stronzo, ma era un eroe impeccabile.
-Dove-? Chiese.
-Seguimi e non fare domande...Metti il tuo costume- Gli disse, superandolo.
Le fiamme che cirocndavano il suo viso ardevano di eccitazione.
-Oggi ti mostrerò...Come si abbattono dei mostri- Disse, allargando il suo ghigno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Iida aveva sentito la notizia che accertava la presenza di Stain in quella città.
Strinse i pugni all’interno dei grandi guantoni di ferro, nervoso.
Doveva tenere gli occhi aperti.
La giorntata di pattuglia stava svolgendosi come sempre, passando per il teatro, raggiungendo la scuola elementare e terminando alla discarica della città, in periferia.
Sembrava tutto normale.
Quando Tenya superò un piccolo vicolo, intravide con la coda dell’occhio qualcosa.
Voltò il viso come per istinto e gli occhi caddero su qualcosa per terra...Qualcuno.
Immediatamente il cervello collegò anche quelle pozze di liquido scuro sotto quello che pareva essere un corpo.
L’adrenalina salì a mille, facendo in modo che il cuore potesse pompare sangue alla velocità della luce.
Le gambe del giovane si mossero da sole e, non appena entrò in quel vicolo buio capì che non vi era solo quella persona ferita inglobata dall’ombra.
C’era qualcun’altro, in piedi ad osservare quella scena.
Il giovane si bloccò, incapace persino di parlare.
Una lunga sciarpa del colore del sangue sventolava con il vento, la sagoma di lunghi capelli neri che danzavano un duetto con la stoffa scarlatta e due lame, tese e puntate verso il terreno, salde in due ferree prese.
Poteva vedere i vistosi e contratti muscoli, poteva sentire l’odore di sangue, poteva percepire la paura.
Iida per la prima volta...Ebbe paura di morire.
Ma non era un desiderio abbastanza intenso da poter cancellare la rabbia che bolliva dentro di lui.
Mentre l’ammazza eroi stava per falciare con la sua lama il povero uomo a terra, il fratello di Ingenium, con uno scatto, deviò la punta della spada con un calcio, provocando un tintinnio lungo quel corridoio all’aperto.
Non appena si tolse il casco, vide gli occhi di quel folle di Stain: vuoti, paurosi e tremendamente assetati di sangue.
Aveva ucciso, aveva ferito eroi gravemente...E ora lo stava facendo sotto i suoi occhi.
-Ehi, Ammazza eroi...-Disse Tenya, con voce affannata da fatica e rabbia.
Stain lo osservò senza fiatare.
-Io sono il fratello dell’eroe che hai ferito, Ingenium- Disse, stringendo i denti.
-Mio fratello...Non potrà mai più essere l’eroe acclamato da tutti che era, non potrà mai più salvare le persone come faceva...Ed è tutta colpa tua- Prese fiato, posizionandosi, pronto ad attaccare.
-Vattene a casa, ragazzino, questo non è posto per te- Aveva sussurrato Stain, facendo tintinnare le lame sul terreno ruvido.
Tenya strinse forte i denti.
-IO SONO VENUTO A VENDICARLO, AMMAZZA EROI-! Urlò, con le lacrime agli occhi.
Stain sorrise, piegando la testa.
-Eroe? Fammi il piacere...C’è solo un unico vero eroe in questo mondo...E questa feccia non fa altro che invocare eroi fasulli da tutte le parti...Se sei il fratello di quell’eroe fallito...Allora dovrò uccidere anche te...Pulcino della Yuei- Stain si leccò le labbra, impugnando meglio le due spade.
Tenya Iida urlò, azionando i dispositivi che permettevano al gas di uscire da dietro le sue ginocchia, sprigioando la sua unicità a tutta potenza.
 
“Devo vendicarlo...Devo vendicare mio fratello...E lo farò...Uccidendo Stain!!”
 
 
 
 
 
 
Eva aprì gli occhi...Si era addormentata velocemente.
La frenata era stata brusca, la donna dagli occhi coperti si era seduta accanto a lei.
-Ecco...-
Snow le sorrise, composta come al solito.
-Tutto bene-? Chiese Eva, ricambiando il sorriso.
-Si, chiamata di lavoro- Disse, osservando il paesaggio rallentare fuori dal treno.
-Siamo arrivate- Disse, alzandosi dal suo posto.
La stazione non era così piena come aveva immaginato...Probabilmente era perchè tutti si teneva lontai da Hosu ultimamente.
Arrivarono alla discarica indisturbate e sull’attenti.
-è tutto tranquillo...-Sussurrò Eva.
-Stai tranquilla...Non ti succederà nulla finché starai al mio fianco- La rassicurò.
Era compito e priorità assoluta del pro hero assicurare l’incolumità e l’apprendimento dello stagista.
La donna si bloccò, percependo strane vibrazioni sul terreno.
-Che succede...Phantom Snow-san-? Chiese Eva, guardandosi intorno.
Tutto divenne silenzioso.
Una foglia si tagliò a metà nell’aria.
Snow diede una piccola spinta ad Eva, facendola indietreggiare di qualche passo.
 
 
Qualcosa afferrò il pro hero per una spalla.
Qualcosa in volo.
Eva vide come tutta la scena davanti a sé a rallentatore e cercò di allungare la mano verso l’eroina.
Quel mostro che l’aveva afferrata alla spalla destra con le fauci, con un colpo d’ali, sollevò Snow in volo.
-Snow-san- Urlò Eva, osservando la creatura portare via la donna.
Il sangue colava dalla spalla lacerata.
-Tch....-
 
 
 
 
“Che rottura...”

 
 
Snow spalancò le fauci con un rumore animalesco, rivelando i lunghi canini aguzzi.
Dei rivoli di saliva collegavano i bianchi denti affilati.
Della condensa uscì dalla sua bocca.
Le pupille vuote del Nomu seguivano quelle fauci mentre si aprivano  cercando di diventare sempre più grandi.
Eva osservava la scena sopra di sé, incapace di fare qualcosa.
Il dolce viso della donna era diventato quello di una belva feroce.
Nomu strinse le fauci fino a far penetrare i lunghi denti nelle carni della donna.
La creatura osservò un’ultima volta quei denti vogliosi di sangue con occhi vuoti.
Fu un attimo e la bocca di Snow si chiuse con forza sul viso di Nomu.
Un grido crudo e animalesco arrivò alle orecchie della giovane.
La belva si dimenava disperatamente mentre una pioggia di sangue bagnava l’asfalto sotto di loro.
Un’ultima stretta decisa e il cranio di Nomu si ruppe a metà, facendo cessare il suo triste urlo.
Le ali smisero di battere e la carcassa cadde con un tonfo a terra mentre un lago di sangue si espandeva sotto di essa.
 
Eva dovette mettersi le mani sul viso, coprendosi gli occhi: era vero che anche lei aveva ucciso un uomo...Ma per il suo cuore quella visione e quell’urlo furono strazianti.
Sentiva l’odore pungente del sangue.
Una mano gentile le si posò sulla spalla, stringendola piano.
Essere un Vilesangue...Anche lei sarebbe stata così? Anche lei avrebbe ucciso così?
Gli occhi di Eva, da sotto le mani, tremarono...Non riusciva ad affrontare l’aspetto di Snow in quel momento.
 
-Mi dispiace...Snow-san...Ho bisogno di tempo- Sussurrò, sentendo la presa farsi leggermente più forte.
 
 
 
 
 
La donna era chinata con il busto in avanti...
Sovrastava Eva.
Dal suo mantello colava del sangue denso...Le sue ali bianche sporche di liquido scarlatto.
I denti di Snow sporchi del medesimo colore e gli artigli lunghi sulla spalla della giovane.
Eva sentiva il respiro di quella “cosa” dietro di lei...Qualcosa di spaventoso.
Immediatamente il carillon prese a suonare, tranquillizzando entrambe.
La dolce melodia fece smettere di tremare Eva che, anche se debole, riuscì a sentire il respiro della donna farsi regolare e più umano.
Persino il cuore della Strega prese a battere più lentamente mentre sentva il leggero dolore sparire.
Poteva ancora sentire la presenza di due ali sporche di sangue circondarla.
 
 
 
-Ah, Evangeline Toousaka...-
La donna sussurrò stancamente poche parole.
Eva tolse le proprie mani dagli occhi, ma quelle della donna le sostituirono dolcemente.
I suoi artigli ancora lunghi e affilati.
Il carillon ancora nel mezzo della sua melodia.
 
 
-Prenditit tutto il tempo che ti serve per abituarti a questa visione...-Sussurrò.
 
“C-Cosa?”
 
-Poichè noi Vilesangue nasciamo dal sangue, viviamo nel sangue e moriamo nel sangue...Questa è una cosa che non possiamo cambiare-.
 
 
Eva capì che non esisteva nessun Vilesangue in grado controllare la propria unicità...Non esisteva nessun Vilesangue in grado di trascendere il sangue.
 
-Poiché questa...è la nostra maledizione-
La tiara della donna era storta sul suo viso sfregiato: i lunghi capelli chiari sporchi di sangue le coprivano il mantello.
Eva toccò piano le mani di Snow.
-Phantom-san...Andiamo a cercare quei villains- Sussurrò.
 
 
 
-E sia...- Un rumore di ali e carne si fece largo.
Poi Eva aprì gli occhi e osservò la donna che, di fuori posto, aveva solo la lunga veste sporca di rosso scuro.
Si avviarono in silenzio nel cuore della città.
 
 
“Poiché questa...è la nostra maledizione”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Iida chiuse gli occhi pieni di lacrime di frustrazione, bloccato a terra dall’unicità di Stain.
La lama dell’ammazza-eroi era trapassata nella sua mano, da parte a parte.
-Morirai, moccioso...-Aveva sussurrato il nemico, osservandolo dall’alto in basso.
-F-Fermati...Non ferire quel ragazzo- Riuscì a urlare l’eroe ferito da Stain, dal fondo del vicolo.
-Maledizione...-Strinse i denti il rappresentante di classe.
Ma improvvisamente un calcio inaspettato fece indietreggiare l’ammazza-eroe che, con pochi passi, si allontanò di parecchi metri.
 
-Mmh...-?
Iida aprì piano gli occhi, non sentendo il colpo arrivare.
Le sue lacrime di frustrazione e rabbia si trasformarono in lacrime di gioia inconsciamente.
Un giovane dal verde costume e dalle bizzarre scarpe rosse era atterrato in ginocchio di fronte al compagno a terra.
 
La potenza della sua unicità era sparsa in tutto il suo corpo...Segni rossi e luminosi percorrevano le sue gambe e il suo viso.
-Sono venuto a salvarti...Iida-kun- Urlò, fissando determinato il suo primo, vero avversario.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrcie-
Vigiliaaaaaaaaaaaaa che belloooooo non vedo l’ora *-*
Il mio regalo di Natale è questo capitolo puntuale anche se un pò in serata XD.
Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e apprezzano la storia, arigatouuuu.
Snow...Aaaaaah quanto l’adoro XD spero piaccia anche a voi questa Vilesangue tosta tosta.
Io vi faccio un augurio di buona vigilia e buon NATALEEEE, passate buone vacanze e mangiate tanti pandori (perchè nel panettone c’è l’uvetta...Bleeeh).
Un abbraccio natalizio e alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27- Sangue acre, parte 2 ***


-Midoriya...Tu...- Sussurrò Iida, osservando l’amico incredulo.
“è venuto fin qui? Solo per aiutarmi?”
-Sapevo che ti avrei trovato ad Hosu...Mi dispiace...Avrei dovuto essere più diretto, alla stazione- Sussurrò il verdino, abbassanso lo sguardo e dimenticandosi, solo per qualche istante, che Stain lo stava osservando con due occhi freddi e minacciosi.
Le luci della città non raggiungevano quel vicolo buio e dimenticato...Erano in una posizione svantaggiata e nessuno avrebbe potuto vederli.
-R-Ragazzo...Porta via il tuo amico, è pericoloso- Urlò l’eroe a terra, stringendo i pugni frustrato.
-Non abbandonerò nessuno...-Sussurrò Izuku, osservando il telefono che teneva stretto nella mano destra.
“Non posso sicuramente farcela da solo...Devo mandare la mia posizione e sperare che qualcuno venga ad aiutarmi” Una goccia di sudore cadde dalla sua fronte.
Lo avrebbe trattenuto...Ma cos’altro avrebbe potuto fare?
Doveva salvare due persone e capire il potere di Stain contemporaneamente.
Il compagno era a terra, immobile.
-Un altro moccioso? Vi eliminerò uno ad uno se ciò contribuisse a ripulire la società da questi eroi fasulli...- Disse Stain con voce strozzata, portandosi la lama alle labbra e leccando il freddo metallo seghettato.
Il giovane riuscì ad inviare la sua posizione e, con il dito ancora tremante, mise via il cellulare in fretta e furia.
“Devo guadagnare tempo...” pensò, fulminando con terrore lo sguardo pazzo dell’ammazza-eroi.
-Fatti sotto...-Ghignò Stain.
Dopo qualche istante di silenzio izuku partì alla carica.
Sentiva il potere crescere ed espandersi in tutto in corpo invece che concentrarsi in un unico pugno come aveva sempre fatto...L’allenamento con Gran Torino lo aveva fatto migliorare molto.
“Devo colpirlo con il 5% della forza...E focalizzarmi sull’immagine dell’uomo...Senza farlo esplodere” pensò, senza staccare gli occhi dal nemico davanti a lui.
Con un ghigno dipinto sulle labbra l’uomo era già pronto a scagliare un fendente laterale contro il ragazzo.
Modoriya, con uno scatto, si portò esattamente sotto il suo naso, uscendo dalla sua portata e da quella della spada.
“Avvicinarsi e uscire dal campo della sua spada...Stargli vicino e non farsi colpire” pensò.
Stain sorrise, volgendo la punta della spada verso il basso.
-No, se ti dovesse colpire...- Urlò Iida, a terra.
“Non so come funzioni questo potere...Ma sono sicuro che possa essere attivato solo dopo che abbia colpito il suo avversario” Pensò il fratello di Ingenium.
Un taglio dell’aria e il giovane era riuscito a passargli in mezzo alle gambe, superandolo del tutto.
-Brutto piccolo...-Ringhiò Stain, voltandosi con un fendente già pronto e caricato.
“Non c’è...” Pensò, vedendo dietro di sè solo l’oscurità del vicolo cieco.
-5%...Detroit Smash-! urlò il giovane, caricando il pugno.
“Dall’alto?” Pensò il Villain, sollevando lo sguardo e vedendo un colpo caricato dirigersi proprio in mezzo ai suoi occhi.
Non riuscì a scansarlo e il colpo riuscì a piegarlo, facendolo accasciare a terra.
-Incredibile...-Sussurrò Iida, ancora incapace di muoversi.
La spalla era conciata male e anche la mano aveva subito danni non meno gravi: l’ammazza-eroi era riuscitò a trapassargli il palmo con la lama per costringerlo a terra...Non riusciva a muovere le dita.
Izuku respirò a fatica, portandosi vicino a Iida.
-Va tutto bene, Iida-kun-? Chiese, inginocchiandosi accanto all’amico.
Improvvisamente un giramento fece perdere l’orientamento al ragazzino dai capelli verdi, facendogli appoggiare una mano sul terreno per potersi reggere.
-Merda...Midoriya...-Urlò Iida.
Il corpo del giovane divenne stranamente pesante, cadde a terra con un sonoro tonfo.
“Q-Quando mi ha...” si fissò il braccio e notò, con non poca sorpresa, un piccolo taglio da cui sgorgava qualche goccia di sangue scarlatta.
Stain si sollevò, sorridendo e leccandosi le labbra ancora sporche.
“Quindi...è così...Immobilizza le vittime leccandone il sangue” Pensò Iida, osservandolo avvicinarsi.
“Maledizione...Che unicità spaventosa” Pensò il verdino, tremante e costretto al suolo.
-Non male...Moccioso-. Si congratulò.
Izuku strinse i denti.
-Mi piaci...Tu hai il potenziale per diventare un vero eroe, sarebbe un peccato ammazzarti qui- Sorrise, superandolo e ignorandolo.
-Fermo...-! Cercò di urlare e muoversi, ma senza successo.
-Invece...Sentir parlare solo di vendetta e vendetta....- Sguainò la spada con un sibilo, fulminando Iida.
-Questi due...Inizierò con l’elimiarli entrambi- Disse, facendo roteare la sua spada e rivolgendo la punta verso la testa di Iida, sfiorandone appena i capelli color blu notte.
-Merda...-Strinse i denti il rappresentante di classe.
-Addio...-Sussurrò, permettendo alla luce di posarsi sulla sua katana seghettata.
 
 
Un improvviso fischio, seguito da un latrato.
-Hn-?
Stain, in una chiara sensazione e un richiamo d’istinto, sollevò il braccio per pararsi da una minaccia incombente.
La sua spada volò via, rimbalzando sulle pareti del vicolo e cadendo a terra con un fastidioso tintinnio.
Una grande quantità di sangue sgorgò dal braccio di Stain che, con un balzo, si portò a parecchi metri di distanza.
La seconda spada che reggeva nell’altra mano cadde a terra, spezata a metà.
Gli occhi seccati del Villain si portarono verso l’alto.
 
Un sospiro di sollievo.
 
 
-Ci sono riuscita in tempo...- Sussurrò una voce femminile.
Izuku cercò di sollevare lo sguardo, ma la testa sembrava pesare quintali.
Improvvisamente delle gocce di sangue formarono una piccola pozzanghera davanti al suo viso coperto di lentiggini.
Riuscì con grande sforzo a sollevare appena il mento.
I suoi occhi verdi si spalancarono lentamente.
 
Una figura rimaneva appollaiata sull’unico palo presente nel vicolo, rotto e senza illuminazione.
I capelli volavano con il vento e qualcosa si agitava sulla sua schiena, senza trovare pace.
 
 
 
-EVA-SAN-! Urlò Izuku.
Dal palo della luce colò altro sangue che colorò il pavimento di un rosso scuro.
-Comincio a stancarmi di tutti questi ospiti indesiderati...- Sussurrò Stain, tenendosi il braccio ferito.
Ghignò e poi si leccò la ferita.
La giovane si lasciò cadere leggiadramente, atterrando però senza utilizzare le ali.
Non appena si sollevò dell’altro sangue cadde dalla sua schiena, proprio sotto le piume scure.
-E-Evangeline....Toousaka...- Sussurrò Iida.
Subito Izuku si allarmò.
“Merda...Con tutto questo sangue sarà un bersaglio facile per lui...”
Midoriya lanciò un’occhiata a Stain che, però, continuava a tenere gli occhi incollati alla giovane.
“Forse...Forse non ha notato il sangue...” Pensò.
Eva mosse piano le ali, gemendo piano.
“Dannazione...Le ferite...”

Il Villain fissò il sangue sulla sua mano.
-Mocciosa...Con cosa mi hai colpito-? Chiese, con tono per niente curioso; piuttosto era alquanto seccato dalla situazione.
Le piume nere scoprirono la lucente lama della sua katana, sistemata e nascosta pronta a colpire.
-Mhm...Capisco...Niente male- Sussurrò Stain, sorridendo.
 
-Non sei l’unico in grado di utilizzare una spada...-Sorrise Eva, chiudendo le ali e sfilando la katana dalla gentile presa delle piume.
“E ora...”
 
.....................................................................................................................
 
Mentre Iida e Stain erano bloccati nel vicolo...Prima che arrivasse Izuku
 
 
 
-Eccoci arrivati ad Hosu...Ora cerchiamo quei Villains- Sorrise Phantom, aspettando il passo lento di Eva.
La giovane era ancora turbata, ma cercò di riprendersi.
Snow cercò di cambiare argomento.
-La tua malattia...Come va-? Le chiese in tono gentile.
-Eh-?
E fu in quel momento che Eva si rese conto non solo di aver diminuito la dose delle pillole, ma anche di aver dimenticato il dolore degli attacchi.
-Il petto non mi fa male da un bel pò- Sussurrò, toccandosi in prossimità del cuore.
-è una buonissima cosa, Evangeline- Sorrise Snow, posandole una mano sulla spalla.
Eva cercò di dimenticare che quella donna avesse appena ucciso una creatura in maniera cruenta.
Quel sorriso gentile era parte della stessa bocca che aveva azzannato quella cosa...Quel Nomu.
-è perchè hai smesso di porre restrizioni al tuo corpo...Già per il solo fatto di aver rilasciato le ali lo stress deve essersi ridotto di molto- Sorrise.
-Davvero-? Chiese la strega, stupefatta.
-Bhe...Non posso assicurarti che non ne soffrirari in futuro...Ma è stata davvero la cosa migliore per il tuo corpo-.
Ad Eva si illuminarono gli occhi.
-Ma...Allora lei...- Sussurrò.
Snow sorrise dolcemente, accarezzandosi la tiara.
-Purtroppo i miei occhi furono il primo stadio...Pur avendo risposto positivamente al richiamo dei Vilesangue era troppo tardi...-.
-Capisco...-Sussurrò Eva tristemente.
-Comunque sia tieniti sempre sotto controllo con un medico fidato...è impossibile per una malattia sparire come per magia, anche se causata da questo tipo di stress corporale-.
-Si, certamente- Sorrise Eva, molto più sollevata.
Si affiancò a Snow...Ormai aveva superato quella strana e sgradevole sensazione.
Snow era una donna gentile...Non vi erano dubbi.
La ragazza sorrise tra sé e sé, arrossendo.
“Papà sarebbe felice di sapere questa bella notizia...Anche tutti gli altri...Non vedo l’ora di raccontarla a Izuku, Uraraka...E il povero Katsuki non dovrà più rincorrermi per ricordarmi la medicina”.
Improvvisamente il braccio di Snow la fermò, impedendole di continuare.
-Phantom Snow-san...-? Chiese.
Le labbra della donna erano serrate e serie.
-Molto divertente...Hai per caso paura che mi metta ad azzannare gente a caso-? Chiese con voce severa.
Eva guardò prima Snow e poi intorno a sé.
Una risata sommossa fece venire i brividi alla ragazza che, istintivamente, si strinse al mantello scuro della donna.
-Ah, chiedo perdono...Non è questo che fate voi belve-? Una voce profonda uscì da un viottolo poco lontano, accompagnata da un paio di fiamme roventi.
Una figura possente e muscolosa si fece largo, in mezzo alla strada.
-Tch...-Snow schioccò la lingua nervosamente, e ad Eva questo non sfuggì.
Ma doveva rimanere calma e pacata...Soprattutto con un soggetto del genere.
-è un piacere vederti, Endevoar-san...Credevo avessi messo il muso da quando sono scalata di una posione più in basso- Sorrise, velenosa.
Nessuno la vide, ma sia Eva che Snow erano sicure che una vena stesse pulsando furiosa sulla fronte del numero due.
-Mpf...Non credere che io mi diverta- Disse, incrociando le braccia al petto muscoloso.
-Eh allora? Non dovreste entrare in azione solo quando la mia bestialità entri in possesso della mia mente e tutto il resto-? Chiese, sistemandosi la tiara.
Le fiamme sbuffarono.
-Devo sempre essere all’erta...Come se mi facessi battere da una sporca belva-.
Eva ringhiò a bassa voce, mordendosi le labbra.
I suoi occhi si assottigliarono.
-Che uomo sgradevole...A nessuno piace un uomo così rude, sai-? Sorrise Snow.
In quel momento il naso della donna fece su e giù.
Girò la testa.
-Endevoar-san...Non abbiamo tempo, Stain è qui intorno- Alzò la voce.
-Ah? Non dire idiozie, abbiamo setacciato la città più volte- Ruggì.
-Allora non lo avete fatto con diligenza...L’ammazza-eroi è qui da qualche parte- Disse, continuando a fiutare.
-Andiamo, Evangeline- Le disse, posandole una mano sulla spalla per farsi seguire.
Un raggio di fiamme le sbarrò la strada, tracciando una linea incandescente sull’asfalto.
La donna indietreggiò piano.
-Dove credi di andare? Non ti è permesso allontanarti da noi- Sussurrò, con voce profonda e con aria di sfida.
-Endevoar-san...Non c’è traccia dell’ammazza-eroi- disse l’altro eroe della supervisione accoppiato con Todoroki.
Era un uomo magro e snello, si arrampicava sui muri come un ragno.
Le sue lunghe quattro braccia lo aiutavano a scalare le pareti dela città.
-Com’era logico...-Sussurrò.
-Tch...-
La ragazzina si concentrò e, cercando di annusare l’aria, intercettò uno strano odore.
I suoi occhi si illuminarono.
-Lo hai sentito, vero-? Chiese Snow, sorridendo.
-Credo di si...-
-Impressionante...I tuoi istinti stanno già venendo a galla, e dire che bastava così poco-.
Eva osservò l’uomo davanti a loro, pronto e inamovibile come un macigno.
-Andrò io....- Disse la giovane.
Afferrò la sua fidata katana, come per accertarsi che fosse lì con lei.
- Scoverò Stain, l’ammazza- eroi, e dimostrerò che Phantom Snow aveva ragione...In quel caso potrà intervenire, seppur sotto la vostra supervisione-.
-Mocciosa...-Sussurrò, senza farsi sentire.
-Ci sono molti eroi in servizio in questo momento...Sono tutti diretti contro l’ammazza-eroi...Non ti immischiare-.
-Ma nessuno lo ha ancora catturato, o sbaglio-? Domandò Eva, a tono.
Snow si voltò verso la sua allieva.
-Non farti venire in mente strane idee...Cosa credi di fare con quelle ferite-? Chiese severa.
-Non ho solo sentito l’odore di sangue...Ne sento uno vagamente familiare...E sono molto preoccupata- Disse, con tono soprendentemente deciso.
-Andrò a vedere...E poi chiamerò i rinforzi, davvero- Disse risoluta.
Snow era davvero seria.
-Non appena li avrai trovati torna immediatamente qui...-
Scoprì i denti e puntò Endevoar con lo sguardo.
-Quando questi due non avranno più niente da dire verrò a sistemarlo come si deve-. Sorrise.
 
Eva guardò il numero due e poi corse verso la fonte di quello strano odore.
Endevoar le lanciò un’ultima occhiata feroce, tranciandola in due con lo sguardo.
-Queste belve...Cominciano a darmi sui nervi-.
“Stai attenta, Evangeline...Non strafare” Snow era abbastanza nervosa.
Forse avrebbe dovuto trattenenerla...Non poteva ancora utilizzare le ali per scappare, non poteva fronteggiare Stain.
Però...Che qulche suo amico si trovasse in difficoltà?
Non appena fosse tornate ci avrebbe pensato lei.
-Ehi, ho finito il giro di perlustrazione...- Disse una voce dietro Todoroki.
-Ah? Ottimo lavoro- Si voltò il numero due, sorridendo soddisfatto.
L’immagine di un giovane dai campelli bianchi e rossi fece capolinea dalla piccola stradina opposta.
Il suo occhio azzurro incontrò la figura di Phantom Snow.
La donna lo fissò da lontano e, con grazia, gli indicò la direzione in cui era scappata Eva.
Shouto non capì in un primo momento, ma poi un messaggio lo risvegliò da quello strano stato di confusione in cui si trovava.
Osservò lo schermo e vide un messaggio contenente...
-Una posizione? Ma di chi potrebbe mai ess...- i suoi occhi si spalancarono.
-Maledizione...-
Con uno scatto corse verso la direzione in cui era scappata la ragazza.
-Ohi, Shouto...Dove stai andando-? Urlò il padre, seguendolo con lo sguardo.
-Mi dispiace...C’è una cosa che devo fare...Non appena sarò arrivato potreste servirmi da supporto- Gli gridò in risposta.
In un primo momento il secondo il classifica ringhiò, alimentando le fiamme per l’irritazione.
-Credo che un mio caro amico sia in pericolo- Aggiunse poi, facendo immediatamente calmare il padre.
Le sue fiamme tornarono immediatamente della loro grandezza naturale.
Snow sorrise.
-è un bravo ragazzo, tuo figlio- Disse, con una voce così dolce da impressionare persino l’uomo davanti a lei.
 
..............................
 
 Vicolo, ore 16.03
 
 
“Non so come abbia fatto a trovarmi...Ma il messaggio che ho inviato al gruppo non è stato visualizzato da Eva-san...Però sono davvero felice che sia arrivato qualcuno”.
Izuku giaceva a terra, immobile.
La ragazza era faccia a faccia con Stain, sola.
-Un’altra marmocchia con in testa lo stupido ideale di diventare eroe? Posso rimediare immediatamente- Stain sembrava seriamente seccato.
Evangeline cercò di ignorare il battito furioso del cuore che le diceva solo di tornare da Phantom.
Ma gli altri tre non ce l’avrebbero fatta...Stain li avrebbe di sicuro uccisi.
Le ali di Eva si mossero in uno spasmo, spalmando altro sangue sul terreno.
-Oh-? Stain si leccò le labbra.
-Attenta, Eva-san! Se lecca il tuo sangue riuscirà ad immobilizzare anche te-! Urlò Izuku, in un immenso sforzo.
Eva osservò il proprio sangue a terra.
“Capisco...Gli ho creato un vantaggio incredibile senza volerlo”.
Sentì un rumore di passi veloci mentre era immersa nei suoi ragionamenti.
Stain raccolse in corsa la spada che Eva era riuscita a fargli volare via, e la leccò in un sadico gesto.
-Muori anche tu-! Urlò.
Nel panico più totale Eva portò le ali davanti a sé, cercando di proteggersi.
L’uomo fece un profondo affondo.
Le piume schivarono abilmente la punta, rallentandola nello stesso momento.
“L’ho fermata...?”
Un dolore lancinante allo stomaco, e qualcosa di veloce e pesante la fece volare contro al muro dietro di lei.
Stain osservava il cumulo di polvere creato dall’impatto, con la gamba ancora sollevata in un’elegante posizione.
-Non fatemi perdere tempo...State solo ritardando la vostra morte- Sussurrò.
-Toousaka...- Sussurrò Iida.
-EVA-SAN-! Gridò preoccupato Izuku.
Nessuna risposta.
-E ora...- Sussurrò Stain, osservando la piccola pozza di sangue vicino ad Izuku.
-Questo sangue...è caduto dalle tue ali, vero-? Ghignò, inginocchiandosi vicino al liquido scarlatto.
-Fermo...-Sussurrò Deku, cercando di muoversi.
L’indice era ormai quasi a contatto con il sangue.
-Così potrò ammazzarvi senza più problemi- Rise.
 
 
Qualcosa tagliò l’aria notturna.
 
 
Stain spalancò gli occhi mentre del sangue volava davanti a lui.
Il suo sangue.
-C-Cosa-? Chiese, voltando lo sguardo verso il cumulo di polvere quasi del tutto depositato tra gli scatoloni e i cassonetti dei rifiuti.
La sua mano era impiantata a terra da una katana nera infuocata, il sangue bruciava e rifletteva le rosse lingue di fuoco.
Eva era in piedi, le ali spalancate e del sangue le colava dalla nuca in una sottile linea.
Il braccio ancora teso per il lancio dell’arma.
Izuki sorrise, sollevato.
Eva si sollevò completamente, reggendosi lo stomaco dolente.
“Squadra che vince non si cambia...Sapevo che la mia idea del fuoco sarebbe tornata utile”
-Dannata...-Gli occhi di Stain parevano uscire dalle orbite mentre il dolore lacinante gli consumava la ragione.
 
 
-Non so quanto ti convenga...- Eva scattò in avanti.
Veloce come un fulmine.
-è...è veloce-! Disse Izuku.
“Non...Non l’ho nemmeno vista”L’ammazza-eroi espose il lato destro del corpo per difendersi.
Si ritrovò la ragazzina davanti al viso e potè osservarla meglio.
Gli occhi ospitavano delle pupille molto piccole, i canini le uscivano dalle labbra.
 
“Merda” Stain fece per pararsi con la mano libera.
Eva, girando goffamente su sé stessa, diede potenza e pesantezza alle ali per poi scaraventarle di peso contro l’uomo.
Stain venne scaraventato alla fine del vicolo, contro il muro che ne chiudeva l’uscita.
-...assaggiare il sangue di un Vilesangue...- Sussurrò, mentre dalle sue ali, il liquido ancora scorreva.
La ragazza strinse i pugni.
Si sarebbe controllata, avrebbe concentrato tutta quella confusione, tutta quella rabbia per affrontare questo nemico.
“Posso farcela...Devo solo mantenere la concentrazione”.
I suoi occhi si calmarono.
“E questo lo so fare già da tempo”.
 
-I-Incredibile...- Sussurrò Izuku.
 
 
Stain era steso di schiena sopra il cassonetto della spazzatura.
I suoi occhi rivolti verso l’alto.
Sentì del sangue sul suo viso, dove le ali della giovane lo avevano colpito.
Aprì la bocca e allungò la lingua verso una goccia invitante.
Chiuse la bocca, assaporò e sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino mioooooo-
Pensavate che non aggiornassi eh? E invece si, KONO DIO DA! (Jojo’s reference).
Cof- Cof- Ecco quaaaaa la seconda parte di sangue acre.
Sono molto molto emozionata *--*
Credo che questa e la saga del ritiro nei boschi siano i più belli....Infatti non vedo l’ora di scrivere di quello *-*....Mamma miaaaaaaaaaa!!!
Ebbene...La vediamo bella convinta Evangeluccia contro Stain...Vacci piano tigre XD
Snow ha avuto un contrattempo...Speriamo torni presto.
Non avete idea di quando mi manchi scrivere di Bakugo XD...Amo quel ragazzaccio XD
Bhe, alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28- Sangue acre, parte 3 ***


“Quelle ali...Assomiglia molto alla Strega Blu...Che sia in qualche modo collegata con lei?”
Stain assottigliò gli occhi.
Sorrise.
-Mah, non ha più importanza ormai-.
Eva gemette piano, sentendo come un improvviso peso costringerla a terra.
-Meldizione- Urlò Izuku.
“Ngh...”
La giovane caddea terra, incapace di muoversi.
Le sue ali le coprivano il corpo.
-Non...Non riesco a muovermi...-Sussurrò, osservando Stain avvicinarsi a lei.
Appena le fu abbastanza vicino, con il pesante stivale, le spostò delicatamente la grande ala nera per ispezionarla meglio.
Non appena la radice dell’arto alato venne spostato appena, altro sangue prese a sgorgare.
Eva spinse il mento contro il terreno per soffocare il dolore.
-Eva-san-! Izuku urlò, cercando di muoversi inutilmente.
-Hai in qualche modo a che fare con la Strega Blu-? Chiese gelido.
Eva spalancò gli occhi.
-Tu...Come fai a sapere della Strega Blu-? Chiese.
Improvvisamente il colpo sulle sue ali la fece urlare di dolore.
Era come se il peso del grande scarpone nero del villan le stesse strappando l’ala dalla schiena.
Izuku improvvisamente mosse una mano.
“Posso...Sto ricominciando a muovermi” Pensò.
-Sono io che faccio le domande...- Disse con voce grave Stain, facendo maggiore forza.
Eva distolse lo sguardo, spaventata.
Non avrebbe detto nulla a quel criminale.
-Tch...-.
La strega si spaventò non poco nel sentire il rumore della spada strisciare sul terreno e poi sollevarsi al cielo.
-Un simile mostro...Non è possibile che un simile soggetto diventi un eroe...Fermerò tutto questo, fermerò questa follia- Sibilò, ricordandosi gli occhi furiosi della Strega Blu al bar.
Quegli occhi.
Qualcunque cosa vicina a quel mostro non posteva essere un eroe.
Eva posò il mento a terra, con sguardo spento.
“Sto venendo a salvarti, Eva-san” Izuku si sollevò piano, cercando di non farsi vedere.
-Muori, feccia-!
Evangeline chiuse gli occhi, spaventata.
 
 
 
“Poiché questa...è la nostra maledizione”
 
 
 
Un’ondata di fuco investì il villain che, prontamente, saltò ai lati del vicolo e atterrò elegantemente su un cassonetto.
Una vena prese a pulsargli sulla fronte.
-Ora ho esaurito tutta la pazienza che avevo...Non sono bravo con i mocciosi, vi ammazzerò uno ad uno- Il suo tono era diventato grave e ancora più minacciso.
Izuku si sollevò completamente, notando che Iida fosse ancora incapace di muoversi.
“Come mai io sono riuscito a muovermi?...Che abbia a che fare con...?”
-Todoroki-san-! gridò felice il verde.
Il ragazzo dai capelli rossi e bianchi ansimava.
-Maledizione, Midoriya...Cerca di essere più dettagliato quando mandi una cosa del genere...Ho addirittura rischiato di perdermi- Sussurrò, rasserenandosi di vedere la ragazza illesa.
Nella mano destra reggeva ancora il cellulare con la posizione inviatagli da Izuku.
-Todoroki-san...- Sussurrò Eva.
Con un tonfo, Stain si lasciò cadere, atterrando piegato sulle ginocchia.
-Facciamola finita...E ripuliamo questa città tutta in una volta- Ghignò, lanciandosi nella direzione di Todoroki.
-Midoriya-! Urlò il ragazzo, riscaldando la sua parte sinistra.
I suoi capelli si sollevavano piano.
-D’accordo- Rispose l’erede di One For All mentre degli strani simboli comparivano sul suo corpo.
 
Eva rimase a terra immobile, a fissarli.
Risplendevano di una strana lucentezza...Era davvero bella.
Li sentiva così vicini, eppure così lontani.
I suoi occhi risplendevano di ammirazione; l’immagine dei due giovani eroi era riflessa nelle sue iridi spente.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Che stai facendo?”
 
 
 
 
 
 
 
 
Era come se qualcuno fosse lì, accovacciato vicino a lei.
Le sembrò di vedere dei capelli scuri, identici ai suoi.
Anche la voce...Sembrò essere davvero la sua.
Stava diventando pazza?
Quella voce sdoppiata e sinistra.
La sentiva tremendamente vicina al suo orecchio.
Iniziò a sudare.
 
 
 
 
 
 
 
“La maledizione non ti ha abbandonato”
 
 
 
 
 
-ATTENTA EVA-SAN-!
Quell’urlo la risvegliò immediatamente, le sue pupille si fecero sottili.
Si solevò in maniera strana:
Fece muovere prima le gambe e poi, con un movimento circolare, fece reagire tutto il resto del corpo.
Si sollevò con un balzo sgraziato, riatterrando goffamente e vedendo la lama piantata dove prima era comodamente sistemata la sua testa.
-L’effetto è già finito...Davvero poco duraturo- Sussurrò Stain, staccando la lama con forza dal terreno.
Eva si sollevò, raggiungendo i due amici con lentezza.
-è perchè il mio sangue è il peggiore che ci sia...-Sussurrò, recuperando la katana e puntandola al nemico.
-Cosa...-? Chiese il villain.
Shouto osservò la ragazza da dietro.
-La tua unicità dipende dal gruppo sanguigno non è così-?
Stain assottigliò gli occhi.
-Allora il mio sangue contaminato dal “Sangue di luna” è perfetto per indebolire le unicità altrui...Nel mio sangue è rimasto parte di quel veleno...-Sussurrò.
“Ecco perchè abbiamo tempi di recupero diversi...Allora la mia intuizione era giusta” Izuku si sollevò , mettendosi in posizione di difesa.
-Todoroki-san...-Sussurrò Eva, sorridendo tristemente.
Shouto cercò di spronarla a continuare...Non avevano tempo.
-Al festival ti dissi delle cose davvero spiacevoli e non mi scusai mai come avrei dovuto...Mi dispiace- Sussurrò, strofinando la katana a terra e accendendola come un fiammifero.
-Lascia perdere...Ora concentriamoci su questa situazione- Rispose il giovane.
“Anche se...” Il suo sguardo si spostò sul viso neutrale della giovane.
“Non so se ora come ora...Sarei riuscito a batterti”.
-ANDIAMO, PROTEGGIAMOLI- Urlò Shouto.
Izuku ed Eva avanzarono con lui.
 
“Ragazzi...Io...Io...Mi dispiace...Mi dispiace tanto...” Dagli zaffiri di Iida cominciarono a scendere copiose lacrime.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un’esplosione allarmò i pro heroes presenti.
-E adesso cosa sta succednedo-? Chiese Gran Torino, in volo.
Il naso fece su e giù.
-C’è qualcosa di strano...Sento un’altra presenza- Sussurrò Snow.
-Ancora? Stanno facendo danni a non finire- Disse Endevoar, stringendo la petto la donna che aveva appena salvato.
-Non possiao stare fermi...Dobbiamo salvare più gente possibile- Disse determinata Phantom.
Le urla dei due Nomu ancora in libertà stavano seminando il panico.
-Allora muoviamoci...Maledizione- RInghiò il secondo in classifica.
La donna ridacchiò.
-Cosa ci trovi di così divertente-? Urlò l’uomo.
-Non ti arrabbiare...è che dopotutto sei davvero un eroe esemplare- Sorrise, con i suoi occhi indecifrabili a causa della tiara.
 
 
 
“Sono venuta a dirti...Che ora sei tu il secondo in classifica”
I suoi occhi erano visibili, erano all’aria aperta.
Li teneva chiusi in un’espressione serena.
Fu l’unica volta che Endevoar riuscì a vedere il suo volto per intero.
 
 
 
 
Endevoar schioccò la lingua.
-Muoviamoci-.
I denti di Phantom si scoprirono.
“Questo odore...”.
Snow annusò l’aria ancora una volta.
-Endevoar-san...Cerchi di scoprire dove sono i ragazzi...Ho una bruttissima sensazione, io devo andare assolutamente in un posto-Disse, con tono autoritario.
-Brutta sensazione-?
-Chiamalo istinto animale...-
 
 
 
 
 
 
 
-Dobbiamo attaccarlo tutti insieme, o sarà tutto inutile- Disse Todoroki mentre il suo braccio destro bruciava.
Eva sanguinava terribilmente dalla schiena.
“Comincio a sentirmi...Un pò stanca”.
“Eva-san ha perso troppo sangue” Izuku si distrasse solo un momento.
Todoroki aveva già scagliato il suo attacco ghiacciato contro Stain.
-Siete diventati prevedibili- Ghignò, schivando e avvicinandosi pericolosamente a Shouto con la lama pronta.
-TODOROKI-KUN- Izuku urlò.
Un rumore metallico di caricamento e, in men che non si dica, Stain si ritrovò con un calcio in pieno addome.
-Non lascerò...Che qualcuno ferisca ancora le persone a cui voglio bene- Sussurrò IIda, sollevandosi e tenendosi la mano ferita.
-Iida...- Shouto indietreggiò, ringraziandolo con gli occhi.
 
Eva tirò un respiro di sollievo...Qualcosa le diceva di lasciarsi andare, di liberare quella bestialità che sentiva sopita nel profondo.
Ma la situazione la terrorizzava: se non fosse riuscita a tornare indietro?
“Non so nemmeno come si faccia...Non sono sicura di voler rischiare così tanto...”
Stain, con un calcio, fece schiantare Izuku contro la parete, facendolo cadere inerme al suolo.
Il suo grido di dolore arrivò alle sue orecchie.
-I-Izuku...-Sussurrò la strega, precipitandosi verso di lui.
-Attenta, Evangeline- L’avvertì Todoroki, creandole una barriera di ghiaccio alle spalle.
Nello stesso momento la giovane udì il suono della lama scontrarsi con il ghiaccio resistente.
“Così non va...Stiamo perdendo potenza” Shouto ansimò, liberando il suo respiro gelido.
Stain ruppe con facilità il ghiaccio e, con stupore di tutti, allungò la sua katana quel tanto che bastava.
Iida, Izuku e Todoroki spalancarono lentamente gli occhi.
Una lama trapassava la spalla di Eva da parte a parte.
La ragazza riuscì a sentire il gelido metallo nelle sue carni.
-C-Cos...- Del sangue le uscì a fiotti dalla ferita e, quando Stain sfilò violentemente la spada, la giovane cadde a terra.
-EVA-SAN-!
-EVANGELINE-
-EVANGELINE TOOUSAKA-
I tre gridarono il suo nome a squarciagola.
“No, no, no, no, no” Il giovane dai capelli verdi, colpito dall’adrenalina e dalla situazione, si fiondò con il suo potere addosso a Stain, senza curarsi dei pericoli.
Il suo corpo sprigionava una strana aura verde, scintille di potenza e forza pura.
Ma non era concentrato...L’immagine dell’uovo nel micro-onde nella sua testa non faceva che esplodere.
Todoroki creò un muro di lingue di fuco tra il ragazzo e il Villain, impedendo loro di scontrarsi.
-Che diavolo fai? Vuoi farti ammazzare? Rifletti, Midoriya-! Gridò saggiamente.
Non appena il fuco scomparve, il nemico era già pronto all’azione.
“Merda...” Todoroki balzò all’indietro giusto in tempo per schivare il veloce attacco di un coltello del nemico.
Un piccolo taglio sulla guancia gli fece temere, per un momento, il peggio.
“Forse non è finito sulla lama” Pensò, vedendo il nemico correre nella sua direzione.
Quando fu abbastanza vicino Stain lanciò la sua katana, che fu prontamente oggetto dello sguardo di Shouto, verso l’alto.
“In aria?”
Il nemico afferrò la maglia del giovane e, con uno strattone, cercò di portarselo vicino alle labbra, spalancando la bocca per raggiungere il taglio con la lingua.
Todoroki si scansò immediatamente dalla saliva del Villain, allontanandolo con un altro attacco.
-è un pazzo...- Sussurrò, pulendosi il viso con l’avambraccio.
Continuarono a scambiarsi colpi rischiosi...Non potevano andare avanti ancora per molto.
 
Eva, a terra, aveva le convulsioni.
Si sentiva male, sentiva il suo corpo freddo e rigido.
La sua pelle perdeva colore...Si stava addormentando.
-Devo...Fare...Qualcosa...-.
Non riusciva a muoversi...Non riusciva nemmeno a respirare come avrebbe dovuto.
Sentiva il calore del sangue sotto di lei...Lo sentiva abbandonare il suo corpo.
Chiuse piano gli occhi.
 
 
“Perdonami, Snow-san”
 
 
-Mi-Midoriya- Lo chiamò Todoroki, reggendosi il braccio, esausto.
-Che...Che succede-?
Iida cercò di aguzzare la vista affievolita dalla mancanza degli occhiali.
Una delle due grandi ali si aprì lentamente, facendo sgocciolare e colare tutto il sangue che le piume avevano assorbito.
Gli occhi di Eva erano socchiusi ma spenti...
-MERDA- Quando izuku vide il viso spento di Eva si precipitò verso di lei, ignorando Stian.
Concentrò il One For All nelle gambe, facendo uno scatto in avanti.
Stain si preparò ad accoglierlo con la sua lama puntata in avanti.
Shouto creò un altro muro di ghiaccio nel tentativo di tenere Stain lontano da Izuku.
-Moccioso...-Ruggì Stain, lanciando un’occhiata a Todoroki ed incontrando un bellissimo sguardo determinato.
-Eva-san- Izuku cercò di voltarla a pancia in su, ma le grandi ali lo impedivano.
La tuta di Izuku si tinse di rosso.
Non sapeva cosa fare.
Era pallida e fredda, gli occhi semi aperti.
“Ohi, ohi, ohi, ohi...Non scherziamo”.
-EVA-SAN, TI PRGO- Izuku la strinse a sé in un gesto istintivo.
Un sibilo fuoriuscì dalle labbra della giovane.
Modoriya si sentì tirare all’indietro e, voltandosi piano, vide che Iida lo stava trascinando via grazie alla sua velocità, tenendolo per il colletto della tuta.
-CHE DIAVOLO FAI? IIDA-KUN-? Domandò Izuku, con ancora le lacrime agli occhi.
-TI SALVO- Rispose.
 
 
 
-Eh-?
 
 
 
Quando il giovane girò lo sguardo nuovamente verso la ragazza vide che aveva un braccio artigliato sollevato, come se avesse avuto l’intenzione di colpire qualcuno.
Il corpo della giovane si sollevò piano, perdendo sangue dalla spalla.
Stava curva e con le ginocchia piegate, il collo proteso in cerca di odori nell’aria.
Si voltò verso Iida, ancora in movimento.
“Merda, i propulsori...Si sono surriscaldati” Disse, rallentando improvvisamente.
La bocca di Eva si spalancò, rivelando delle fauci molto più grandi di quelle di un comune umano.
Improvvisamente si prese la testa tra le mani, gemendo come un animale ferito.
Si agitava mentre le mani si trasformavano in artigli, le ali si contorcevano.
Dalla bocca iniziò a colarle dell’altro sangue, come se le stessero spuntando nuovi denti per la prima volta.
Anche la schiena cresceva, sotto le ali, con rumori crudi e sanguinolenti, mentre ogni modifica sul suo corpo le strappava la pelle, facendola ringhiare dal dolore.
Posò le mani, ormai simili a quelle di un mostro, a terra, gridando al cielo con un lamento di dolore.
 
-Ma che diavolo...-? Stain la fissò.
-Sarà meglio fare fuori prima quella cosa- Si diede una spinta sulla parete del vicolo per raggiungerla.
La bestia annusò l’aria: era ancora un viso umano, ma terribilmente allungato e simile a quello di un canide.
Era buio, non si riusciva a distinguere in cosa si fosse tramutata.
Immediatamente, con un colpo dela braccio ingrossato, colpì Stain mentre era ancora in volo.
“Cos...”
Lo scaraventò contro il muro alla fine del vicolo, posizionandosi a quattro zampe e riprendendosi la testa tra le mani poco dopo.
-Siamo nei guai...-Sussurrò Todoroki.
“Ricordo quegli artigli...Mi hanno sfasciato il braccio al festival sportivo...E anche quelle fauci...”
-Ma...Ma cosa sta succedendo-? Chiese Iida, barcollando.
Stain si sollevò velocemente, caricando un affondo e balzando in avanti.
 
-TI HO PRESA-! Urlò, arrivando dietro alla creatura.
Con un movimento veloce da bestia si voltò e afferrò la katana di Stain tra le fauci, forzandole e facendo cadere l’arma a terra in mille pezzi.
-Im-Impossibile...-Sussurrò Stain, con l’elsa ancora in mano.
In un ulteriore grido di dolore, alla base della schiena, Evangeline buttò fuori dal corpo una lunga coda folta, imbrattando di altro sangue il vicolo.
Colpì il villain con la coda, scaraventandolo a terra con violenza.
-Midoriya, so che è una follia...Ma dobbiamo fermarla prima che ammazzi Stain...E noi stessi- Disse Todoroki.
Con un ruggito la belva sollevò una zampa su Stain, pronta ad inchiodarlo al terreno.
Todoroki si posiziono davanti all’uomo a terra, sprigionando forti fiammate.
La belva sembrò ritirarsi afflitta, tenendosi le zampe sul viso.
-Il fuoco non le piace per niente- Disse Izuku, raggiungendo l’amico.
Stain prese la katana e cercò immediatamente di attaccare Shouto.
Izuku, con un pugno alla cassa toracica, deviò il suo attacco.
L’ammazza eroi sputò sangue e, barcollando, saltò ancora su uno dei muri del vialottolo, portandosi ad un’altezza notevole.
-Non abbiamo scelta- Sussurrò Izuku.
 
Iida era il più vicino a Stain...Esattamente sotto di lui.
-Lo sistemerò io...-Sussurrò il velocista, caricando i suoi propilsori.
-Todoroki, raffredda le mie gambe con del ghiaccio, ti prego-! Urlò.
-Detroit....- Il corpo di Izuku si illuminò, mentre i suoi occhi sprigionavano scintille verdi smeraldo.
Iida partì verso l’alto, fronteggiando Stain a viso aperto.
-SMASH- Izukui partì, caricando un pugno con tutta la concentrazione possibile per non superare il suo limite.
-ANDATE-!! Shouto creò un cerchio di fuoco per tenere la belva lontana.
Il suo sguardo si sposò sui sui compagni.
 
 
Stain si accorse troppo tardi del pugno di Midoriya sul fianco, il suo sguardo vide come ultima cosa lo sguardo determinato dell’erede del One For All.
Lo sguardo di un eroe.
Il pugno lo colpì in pieno viso mentre il calcio di Iida gli sfondò l’addome.
I due giovani si sentirono improvvisamente sollevati...
Il corpo del Villain cadde a terra come un meteorite, privo di sensi.
 
 
 
-MIDORIYA, IIDA-! Urlò Shouto, notando come Eva fosse uscita dal cerchio di fuco.
Mentre i due cadevano, la bestia stava andando loro in contro con gli artigli e le fauci pronti.
-Merda...I miei propulsori sono al limite- Iida strizzò gli occhi, sentendo le sue gambe singhiozzare.
-D-Detroit...- Cercò di ricomporsi e di concentrare nuovamente il potere nel suo corpo adeguatamente.
Ma era successo troppo velocemente.
 
 
-EVANGELINE, SIAMO NOI-! Cercò di urlare Izuku, strizando gli occhi.
Sentirono solo il ruggito di una belva feroce avvicinarsi a loro.
 
 
 
 
 
 
 
Qualcosa fece perdere a Eva l’equilibrio...Un colpo assestato in pieno.
La belva cadde con un sonoro tonfo e un minaccioso ringhio.
Nessuno vide cosa la colpì.
I due ragazzi caddero illesi, rifugiandosi subito verso il pro hero svenuto a causa della ferita.
-Cos’è successo, Todoroki-san-? Chiese Izuku.
-Non lo so...Non ho visto nulla eppure...Qualcosa l’ha colpita- Sussurrò, osservando il corpo della loro compagna a terra.
In cima al palazzo più basso che formava il vicolo, una tunica blu notte fece la sua apparizione.
Evangeline si mise di nuova a quattro zampe, ruggendo nella sua direzione.
 
 
-Che visione squallida...Così sembri davvero un mostro- Sussurrò la donna.
I suoi capelli albini e chiari come pallida vaniglia danzavano al vento di sangue di quella zona.
-Se continui così farai solo sprofondare il nome dei Vilesague ancora più in basso- Le disse severa.
Non aveva nemmeno bisogno delle ali...Era semplicemente lei, Phantom Snow.
Con grazia si lasciò cadere nel vicolo.
-Q-Quella...Quella è l’eroina numero tre, Phantom Snow- Disse Izuku, osservando la sua bellezza e imponenza.
-Ora va tutto bene...Scuate il ritardo- Disse, avanzando verso la belva.
Il viso della bestia perdeva sangue, così la sua schiena e la profonda ferita alla spalla.
-Cosa stai combinando, Evangeline-? Chiese.
Non appena Eva fece per spalancare la bocca, immediatamente si calmò.
Una piacevole melodia iniziò a sprigionarsi dell’aria.
Era dolce.
Era delicata.
 
 
 
Era qualcuno che cantava.
Gli occhi della belva luccicarono...Erano gli occhi di Evangeline.
Sotto quel mostro...C’era Evangeline.
La belva si sistemò seduta davanti alla donna, allungando il collo verso quella melodia.
Snow sospirò, tirando fuori il telefono che aveva con sé.
Il lettore musicale suonava il dolce suono di un violino.
E poi una voce accompagnò la melodia.
 
Il naso di Eva annusò la mano che reggeva il telefono.
Delle lacrime scescero dagli occhi di quel mostro.
 
 
-L...I...A-.
 
Izuku rimase a bocca aperta.
Shouto strinse maggiormente la presa sul braccio ferito.
IIda sentì dei passi avvicinarsi e delle voci.
-Arriva qualcuno...-
 
 
-Coraggio...Torna indietro...Evangeline- Con lentezza appoggiò la mano sul muso di Evangeline. Vide le sue ali muoversi in uno spasmo al tocco, e la sentì come sospirare tranquilla.
Era come trattare con un cane selvatico.
-LI...A...-
-Coraggio Evangeline...Coraggio...- Le sussurrava, avvicinando la fronte al muso di Eva.
 
 
La statura cominciava a tornare normale.
Con dolore.
Con fatica.
Eva gemeva, urlava cercando di rimediare subito a quell’errore.
-Coraggio...Coraggio...- Le sussurrava dolcemente.
Eva respirava affannosamente, i vestiti erano tutti strappati, lei era coperta di sangue.
Stava soffrendo.
Ma doveva tornare.
Doveva tornare indietro.
Piegava la testa e si accasciava a terra, strofinando la fronte contro il terreno.
-Eva-san- Izuku si avvicinò a Snow.
I denti di Eva erano ancora lunghi e sporgenti, ma lo sguardo era tornato quello della giovane che tutti conoscevano.
 
 
 
 
Il respiro affannoso della ragazza era l’unico rumore che cingeva il vicolo in quell’abbraccio raccappricciante.
I vestiti erano ormai inutilizzabili.
Phantom si tolse l’enorme veste blu notte, rimanendo a torso nudo: era muscolosa e il suo corpo ospitava molte cicatrici ormai sbiadite.
Il reggiseno color pece metteva in risalto il fisico formato della donna.
-Le stia vicino...Per favore-. Sorrise, consegnando la tunica all’uomo vicino a lei.
La giovane si sentì la lunga stoffa soffice sulle spalle e un abbraccio delicato subito dopo.
Il respiro si era regolarizzato, posò il capo sulla spalla dell’uomo.
-Va tutto bene...Papà è quì- Sussurrò, accarezzandole i capelli.
Izuku sorrise, volgendo poi lo sguardo a Stain, privo di sensi.
-Stanno arrivando gli eroi..Questo...Lo teniamo segreto, va bene-? sussurrò Snow, portandosi l’indice alle labbra.
 
 
Sapeva cosa sarebbe potuto succedere ad Eva...E non voleva che una ragazza così giovane affrontasse una simile esperienza.
 
 
-Ci penserò io a lei...Vedrete che riusciremo a trascendere questo sangue acre-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


-Angolino autrice-
Aaaaaah i capitoli quelli belli.
Devo ammetterlo...è stato difficile cercare di descrivere una Evangeline così: voglio dire...Sempre pacata e calma, e poi ti vedi sta’bbbestia qua XD.
Inoltre non sono scesa molto nei dettagli nella sua descrizione proprio perchè non è una bestia definita: è semplicemente una belva.
Volevo mettere in chiaro che i Vilesangue sono semplicemente, come ci ha spiegato il padre di Eva, la parte selvaggia, primordiale e bestiale delle Unicità.
Spero di aver reso questa idea insomma.
Povero Stain, quante mazzate XD.
Nemmeno Izuku si è rotto così tanto XD.
Bhe, ho anche aggiornato prima...Mi sento quasi una brava persona XD.
Alla prossima e spero che questa piccola raccolta -Sangue Acre- vi sia piaciuta.
Ciaoooo.
-Shinigami di fiori-
 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29- Mostri ***


La giovane aprì gli occhi con fatica.
La luce di quella stanza era fortissima.
Si sollevò piano, avvertendo dolori su tutto il corpo.
Un’improvvisa fitta al cuore la fece piegare.
Strizzò gli occhi, reaspirando piano.
Qualcosa le finì sulle ginocchia coperte dal lenzuolo bianco.
Era in quello che sembrava un letto d’ospedale...Ma non riuscì a focalizzare su quello la sua attenzione.
Aveva le braccia fasciate, sentiva tirare la schiena e l’addome.
-Prendile-. Le disse una voce autoritaria.
La ragazzina si voltò a vide un lungo mantello blu notte famigliare.
Vedeva solo una cascata di capelli sciolti rilassati su una larga schiena.
Sembrava intenta a scrivere qualcosa.
-Phantom Snow-san...-Sussurrò Eva, osservando le pillole nel piccolo barattolo di vetro che ora teneva in mano.
Capì in quel momento di aver fatto una sciocchezza, di aver messo in pericolo la vita di tutti e la sua.
Lo sapeva...Non aveva bisogno di qualcuno che glielo dicesse.
Ma in quel vicolo...Le sembrò la cosa migliore da fare.
 
La porta della piccola stanza si aprì piano, rilevando l’esile corpo di una dolce infermiera.
Aveva dei capelli biondi come grano e pieni di simpatici riccioli.
-Ecco a lei...Lo faccia avere al dottore per favore- Disse Snow, sorridendole.
La donna le sorrise, inchiandosi. Uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Snow si sollevò e raggiunse il letto di Eva.
Evangeline non osava nemmeno guardarla in faccia, e questo il Pro lo sapeva bene.
Con un movimento veloce prese una pillola e la ingoiò, prendendosi di prepotenza un paio di minuti di silenzio.
Snow rimase con il volto perso nel vuoto...Senza vedere i suoi occhi era difficile capire a cosa stesse pensando.
Anche se una vaga idea ce l’aveva eccome.
 
-Mio padre...-? Azzarò Eva, senza osservarla.
 
-é tornato in centro...Sai, le regole di quel posto sono molto rigide per garantire un’adeguata riabilitazione- Disse.
Eva strinse il barattolo che teneva nelle mani.
Era nervosa.
Poi improvvisamente i ricordi le tornarono alla mente velocemente.
-Izuku...? Todoroki-san, Iida-san...Stanno bene-? Chiese, posando su di lei il suo sguardo.
Snow sospirò.
-Li hai feriti gravemente...Non sanno se riusciranno a cavarsela- Rispose.
Gli occhi di Eva si spalancarono piano, sentì un’improvvisa forza misteriosa trascianarla fuori dal letto.
Mise a terra le gambe, spostando le coperte bianche.
Con fatica si diede la spinta per sollevarsi, cercando di non pensare alle fitte.
Una mano artigliata le si posizionò sul petto, impedendole di avanzare oltre.
Con un’altra decisa spinta la donna la fece ricadere sul letto seduta.
Gli occhi di Eva scintillavano di preoccupazione...
Snow sospirò di nuovo.
-Cosa faresti se ti rispondessi così-? Domandò poi la donna, sedendosi sul letto accanto a lei.
Eva sembrò riprendere a respirare...Il suo colorito tornò rosa.
Fece un lungo sospiro...
-Stanno bene, nessuno si è ferito gravemente...Ma ciò non toglie il fatto che tu abbia provato ad attaccarli- Le disse.
La ragazza si voltò verso di lei, costernata.
-Volevo tornare a chiamarti come mi aveva detto...Ma la lotta era così caotica che sarebbe sicuramente successo qualcosa di grave con la mia assenza...-Sussurrò.
Snow ascoltava attenta.
-Non me la sentivo di abbandonarli...Mi sono sentita come se in tre avessimo potuto fare qualcosa, ma poi è riuscito a colpirmi- Disse, toccandosi la benda che le copriva la ferita dell’affondo.
-E sono stata impulsiva...- Terminò.
 
Snow le portò un braccio intorno alle spalle, invitandola gentilmente a posare il capo sulla sua spalla.
-Gli eroi sono sempre obbligati a fare scelte difficili...- Sussurrò.
-Avrei potuto ucciderli-? Chiese Eva, socchiudendo gli occhi.
-Avresti potuto...- Ricevette come risposta.
 
 
 
 
 
Passarono diversi minuti in silenzio.
-Evangeline...Termineresti l’allenamento-? Chiese.
Eva si scostò, osservandosi le braccia fasciate.
-Ecco...Snow-san...- Sussurrò.
-Mh-?
-Anche lei...Può diventare così-? Chiese Eva.
Snow si alzò dal letto, sistemandosi le mani nelle maniche.
-Ogni Vilesangue può...Ed è per questo che voglio far si che non accada più una cosa del genere-.
La ragazza annuì.
-Sei esplosa nella terza fase...è un bene che i Pro non ti abbiano vista- Sussurrò.
-Terza-? Chiese spaventata.
“Snow-san superò il quinto una volta...C’è ancora qualcosa di peggio”.
-Noi dobbiamo fare si che le caratteristiche dei Vilesangue tornino a nostro favore...Non dobbiamo farci divorare da esse. Inutile dire che più ci si avvicini alla forma bestiale e più cose si stiano sbagliando-.
-Evangeline...-
-Si-?
-Ora vuoi che ti cavi gli occhi, per caso-? La prese in giro.
Eva sorrise amaramente.
-No...-.
-Termineremo l’addestramento...abbiam ancora parecchi giorni di Stage da sfruttare-.
Eva annuì.
“Spero davvero...Di essere in grado di domare una cosa del genere”.
 
 
-Ho fatto costruire questo mentre stavi riposando-.
Consegnò alla giovane un piccolo carillon: era pratico e comodo, piccolo e tascabile.
-Il falegname della strada qui accanto è stato così gentile da fabbricarmene uno...Per la musica invece dovresti ringraziare tuo padre-. Le sorrise mentre la ragazza squadrava il nuovo oggetto.
-Papà..-?
-Si...Vedi, era a Hosu per delle commissioni e ne ho riconosciuto l’odore. Sono riuscita a farti tornare indietro grazie alla canzone cantata da tua
sorella che teneva nel lettore musicale del suo cellulare-.
 
-Capisco...
 
Snow le sorrise.
-Dammi questi ultimi giorni, Evangeline...E ti prometto che non ti accadrà più nulla del genere-.
 
.......................
 
 
-Quindi sta dicendo che....-
-Esatto, non potrete predervi il merito per questa cattura-.
I tre gioavani erano afflitti e feriti, seduti sui lettini bianchi di quella stanza d’ospedale.
Il commissario di polizia, un simpatico individuo alto più di due metri con la testa da segugio, stava illustrando loro la situazione.
-Per degli studenti, ferire gravemente un uomo è inammissibile, inoltre sarebbe la seconda volta che si verifica un incidente legato a pesanti lesioni fisiche da parte degli studenti della Yuei-.
Midoriya abbassoò lo sguardo.
-Stain...Ha riportato ferite gravi-?
 
-Ha un polmone perforato e non si è ancora svegliato dal coma...Dovrebbe farcela, ma non è comuque fuori pericolo- Rispose.
Izuku sembrava davvero giù di morale.
Prima l’ammazza-eroi aveva cercato di faro fuori, poi lo aveva salvato dal Nomu pronunciando poche parole.
 
 
 
-Solo un vero eroe può uccidermi....Solo All Might-!
E poi era rimasto in piedi, privo di sensi.
Gli occhi pieni di qualcosa che riuscì a bloccare non sono Gran Torino, ma anche Endevoar.
Una terribile sete di sangue, una voglia di uccidere traboccante.
Non riuscì a fare meno di paragonare quella sete di sangue con la paura che provò davanti ad Eva, in quel vicolo.
Era sicuro che anche gli altri la pensassero così.
Era stato come trovarsi davanti ad un mostro...Ad un Vilain.
Scosse la testa...Forse era più stanco di quanto pensasse.
 
 
 
 
-Anche se siete minorenni...Le conseguenze potrebbero essere gravi, sia per voi che per la scuola-. Aggiunse poi, notando lo sguardo perso del giovane dai capelli verdi.
-Midoriya...-Sussurrò Todoroki, osservando l’amico preoccupato.
Iida era seduto sul lettino, silenzioso.
-Credo sia la cosa migliore...Lasciare che siano i pro a prendersi il merito- Sussurrò Izuku.
Shouto sorrise, sospirando.
Lo stesso sembrò fare il commissario, visibilmente più rilassato.
Iida si osservò la mano ferita...I suoi tendini ne avrebbero risentito per un tempo che avevano diagnosticato “Indeterminato”.
L’uomo cane fece un grande “ok” con il pollice.
-Ottimo lavoro, ragazzi...Lasciate fare a noi- si leccò il naso.
-Ah, signore...- Lo fermò Izuku.
Il cane alzò le orecchie, riabbassandole subito dopo.
-Che ne è stato di Evangeline-?
L’uomo mosse il naso.
-Sta bene, non preoccupatevi-.
Tutti e tre sospirarono.
-Devo delle spiegazioni a Gran Torino...E a All Might- Sussurrò Deku, sorridendo piano.
Erano distrutti e mancava ancora qualche giorno per la fine degli Stage.
Sarebbe stato bello rivedere tutti e tornare alla normalità.
-Voglio completare il mio addestramento...E lo farò in questi ultimi giorni-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Una sottimana dopo...
 
 
 
-Davvero, Tsuyu-chan-? Chiese Mina, portandosi la mani davanti alle labbra.
La ragazzina rana annuì.
-Si, siamo stati chiamati a combattere dei clandestini, niente di che- Disse, portandosi l’indice sotto al mento come era solita fare.
-è grandioso, Tsu-chan- Sorrise Uraraka, giungendo le mani.
-Ragazzi...E pensare che alcuni hanno davvero fatto esperienza inestimabile sul campo- Sorrise amaramente Kirishima, portandosi una mano alla tempia.
-Davvero...-Aggiunse Kaminari.
-Voi....Voi...Voi...Non avete idea....- Una voce balbettante fece voltare entrambi.
Mineta se ne stava rannicchiato sotto al banco...Sudava freddo.
-Sembra davvero turbato...-Sussurrò il rosso, avvicinanosi all’orecchio di Kaminari per non farsi sentire.
-Ho sentito che è stato assegnato a Mountain Lady no? Sarebbe dovuto tornare più felice che mai-.
-LE DONNE SONO DEMONI- Urlò il ragazzino dai capelli a grappolo, portandosi le mani tra i boccoli viola.
-Sei rumoroso...Mineta-kun- Sussurrò Ojiro, muovendo piano la coda.
-BUAHAHAHA, che ti è successo ai capelli, Bakugo-? Rise Sero, seguito da Kirishima subito dopo.
-STATE ZITTI! Anche se li lavo non tornano normali- Ruggì il biondo, perfettamente impacchettato in quella nuova e strana capigliatura.
Era troppo ordinata e piatta...Esplosero in un sonoro “Boom” insieme alla sua poca pazienza.
Izuku osservò il banco vuoto di Evangeline...Da dopo l’incidente non era più riucito a vederla ma Snow gli aveva detto che stava andando tutto bene.
Decise di fidarsi della donna...Dopotutto era una professionista.
Dopo aver salutato tutti i suoi compagni ed essersi preso i soliti insulti da Kacchan, si sistemò per iniziare la lezione.
Eva non venne a scuola quel giorno.
Katsuki seguiva la mano di Present Mic che scriveva parole ingelsi alla lavagna ma i suoi occhi cadevano sempre sul banco di Eva.
Aveve saputo le notizie...Più o meno, a dire la verità gli mancavano una grande quantità di dettaglli.
Era a conoscenza del fatto che il nerd di merda, lo stronzo a metà, il tipo con gli occhiali e la Strega si fossero scontrati con Stain, l’ammazza-eroi.
Ma aveva anche sentito parlare di un certo “incidente” da parte di Todoroki.
Odiava non sapere le cose.
Certo, avrebbe potuto tormentare Deku o Shouto per farsi raccontare tutto...Ma sapeva già a chi chiedere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Il tuo corpo risponderà al cambiamento...Ti sentirai male, come presa da un’indigestione o un’influenza”
 
 
 
 
Eva tirò con fatica lo sciacquone del water, allungandosi più che poteva ma senza alzarsi.
Il rumore dell’acqua la fece sentire meglio per qualche secondo...Poi tornò con la testa posata sulla tavoletta, respirando a fatica.
Si sentiva malissimo, una fortissima nausea e un mal di testa fulminante la stavano consumando.
Sudava freddo e sentiva delle fitte tremende nel punto della schiena in cui era più fragile, lì dove le bende abbracciavano le ferite delle ali.
“Merda....”
Un conato di vomito la fece ripiegare su se stessa e sputò anche l’anima, reggendosi il ventre e facendo versi piuttosto grotteschi.
Sentiva un sapore terribile in gola...Sentiva la fronte bruciare e lo stomaco sotto sopra.
Un’altra fitta alla testa.
Era come se un trapano le stesse aprendo una galleria nel cervello.
Dopo essersi liberata prese più aria pulita possibile nei suoi polmoni, ignorando la sensazione di vomito imminente.
“Devo stendermi...” Tirò lo sciacquone e si diresse in cucina, tenendosi l’avambraccio premuto sulle labbra.
Aveva un aspetto orribile: i capelli annodati ancora da pettinare, le occhiaie pesanti e la sua pelle era bianca come la porcellana.
Portava una semplice maglia a maniche corte e dei pantaloni da tuta...Non sarebbe potuta andare a scuola anche se avesse voluto.
Si sistemò in cucina e bevve un sorso d’acqua, reggendosi la testa.
“Non credevo che gli effetti collaterali di controllare il potere dei Vilesangue potesse essere così...” Si tenne la mano contro le labbra avvertendo un conato.
“Terribile....”.
Per fortuna passò subito...Accese la televisione e spense le luci a causa del mal di testa.
“A detta di Snow-san...Il mio corpo sta cercando di abituarsi...è una fase di rigetto”.
Osservò le pillole ferme sulla credenza.
Dato che ora il suo corpo era in grado di svilupparsi, la dose che le era stata presritta era diminuita...Ma doveva teneresi comunque sotto controllo.
Le notizie non facevano altro che parlare di Stain e della sua cattura, di come il grande Endevoar lo aveva fermato e di come loro erano stati salvati dalla pericolosa situazione.
Eva aprì il carillon che le aveva regalato Snow, chiuse gli occhi e si fece cullare dalla voce di River.
Era solo tardo pomeriggio ma il cielo stava già cominciando a scurirsi.
Ad ogni respiro sentiva le bende tirare e fare male...Ma non se ne preoccupava più tanto.
Era solo uno stato temporaneo...Presto sarebbe stata bene.
 
 
Qualcuno bussò alla porta.
 
 
La giovane aprì piano gli occhi, sollevando la testa dalle braccia.
Si era addormentata sul tavolo della cucina e il carillon aveva smesso di suonare da un pezzo.
Il rumore dei colpi si fece più spazientito.
Si sollevò piano, cercando di trovare equilibrio.
Si mise una felpa sulle spalle senza infilare le maniche e si avviò alla porta.
“Credo che sia Izuku...Gli ho chiesto di portarmi il materiale di scuola”
Posò la mano sul pomello.
“Giusto...Non sono riuscita a vederlo nemmeno dopo l’incidente”.
-Izuku...-? Chiese debolmente.
-AH? IL NERD DI MERDA-? Sentì ruggire.
 
Si mise le mani sulle orecchie, sospirando.
“No...No, lui no...Non ora...” La sua testa era già un caso disperato, ci mancavano solo i suoi gridi.
-Apri, non ho tutto il pomeriggio- Urlò, con un ulteriore pugno alla porta.
Evangeline aprì la porta, ogni urlo risparmiato era una gioia per le sue povere tempie.
Katsuki immediatamente addolcì, se così si può dire, la sua espressione: non aveva più le sopraccigia corrugate e non mostrava i denti come un cane selvtico...Semplicemente se ne stava serio.
-Che succede-? Chiese, con un tono serio.
Evangeline lo osservò con gli occhi socchiusi: il biondo aveva in mano un sacchetto bianco e la felpa sulla spalla.
Eva sorrise.
-Quanto tempo...Posso aiutarti in qualche modo-?
Ecco che la poco pazienza accumulata si dissolveva come fumo nell’aria.
-AH? Sono veuto fino a qui sono per portarti quello che avrebbe dovuto fare quel Deku di merda-! Urlò.
Eva chiuse gli occhi, infastidita.
-Capisco..Ha avuto un incontrattempo-? Chiese, stringendosi nella felpa.
-E che cazzo ne so? Tieni-! Disse, allungando il sacchetto alla ragazza.
Sembrava tornato tutto come prima...Era sempre il solito, come se quella settimana avesse reciso il piccolo rapporto che si era creato tra loro.
Non che si potesse chiamare rapporto, ma almeno non si parlavano urlando; almeno fino ad una settimana fa.
-Grazie...-Sussurrò.
Poi mortificata si guardò intorno.
-Oh, posso offrire? Vuoi entrare per un...Un té, o qualcosa-? Chiese, faticando persino a stare in piedi.
Katsuki si avvicinò alla ragazza, notando le grandi occhiaie.
Era alto, più alto di lei.
Improvvisamente colpì la fronte di Eva con la propria, chiudendo gli occhi subito dopo.
-Mi hai fatto male- Disse lei.
-Zitta-. Rispose, senza aprire gli occhi.
Con uno scatto il ragazzo afferrò il polso di Eva e la trascinò in casa.
-CHE STAI COMBINANDO? HAI LA FEBBRE ALTISSIMA, CRETINA-!
La ragazza si portò la mano alla fronte.
-Davvero? Lo hai capito da quello-? Chiese, stupita.
-VAI A LETTO CAZZO, VUOI MORIRE-?
Eva lo guardò, piegando la testa.
-Sto bene, davvero...è solo un effetto collaterale- Sorrise, sedendosi al tavolo in cucina e invitando Katsuki a fare lo stesso.
-Effetto collaterale-? Chiese, sedendosi.
-Mi dispiace...Bakugo...Io non...- Si portò una mano alla bocca.
-Non mi sento molto bene...-Con un tonfo improvviso cadde dalla sedia
-O-Ohi...-! Immediatamente il ragazzo le fu vicino, sorreggendola.
Si sentì come quando la giovane si accasciò a causa della malattia al loro primo addestramento.
Quando l’aveva vista sputare sangue.
Eva aprì la bocca e vomitò.
Gli occhi cominciarono a lacrimare e, istintivamente, Eva cercò di portarsi lontanta da Katsuki.
-Ehi...Ehi sta’ tranquilla- Cercò di rassicurarla.
-Scusa...Vai a casa...Io...- Eva era per terra e parlava con la mano davanti alla bocca.
Il giovane rimase ad osservarla...Leggeva una grande stanchezza e fatica solo dal suo fisico.
-è stato uno Stage duro...-Sussurrò Bakugo, sentendo le spalle della giovane tremare.
Eva non rispose, cercando di riprendersi.
Katsuki sospirò, issandola sulle spalle.
-A-aspetta...-Sussurrò Eva.
-Ti porto a casa mia- Rispose Bakugo, stringendo la presa sulle sue gambe.
Gli occhi scarlatti del giovane si rilassarono.
“è calda...”
 
 
-Casa tua? No, non serve, non disturbarti- Disse Eva.
-Sei sola a casa...Mia madre ti preparerà qualcosa-.
Gli occhi di Eva luccicarono in un barlume di gioia.
Poi, improvvisamente, si spalancarono.
 
Sotto il suo petto non vi era la grande schiena di Katsuki, ma una lunga cascata di capelli neri.
Assottigliò gli occhi...Strinse quelle esili spalle che la sorreggevano.
Il suo cuore iniziò ad agitarsi.
Un ghignò arrivò alle sue orecchie.
Con un sonoro “crack” la testa della persona che la stava sorreggendo si piegò in maniera innaturale verso di lei, i suoi capelli ondeggiarono.
 
 
 
 
 
 
-Tra la colpevolezza e la paura...Cosa scegli-?
 
 
 
 
 
Era sempre lì...Quella bestialità che cercava di domare alla fine la faceva sempre sentire così.
Era un mostro...E il suo corpo e la sua mente non facevano altro che ricordarglielo.
Eva iniziò a scalciare.
“Vattene...Via...”
 
-OHI, FERMA DANNAZIONE- Bakugo la tenne ferma stringendole le gambe.
La sentiva dimenarsi, la sentiva agitarsi...Ma non di rabbia.
Era paura.
Allora si fermò, allentando la presa sulle sue cosce.
Attese.
Quando la giovane si calmò, la sentì portarsi una mano in viso, mortificata.
Qualche singhiozzo silenzioso vibrava sulla sua grande schiena.
Non ci volle molto a Bakugo per capire che tutta quella situazione derivasse dal famoso “incidente” di cui aveva parlato Shouto.
Si ripromise di chiederle i dettagli più tardi...E se non se la fosse sentita di parlare, allora non avrebbe chiesto nulla.
Sentì la presa della giovane sulla sua maglia farsi prepotente.
-Rimango un mostro...-Sussurrò a denti stretti.
-Mostro?...- Chiese, issandosela meglio sulle spalle e dirigendosi verso la porta.
Se la chiuse alle spale, osservando il cielo già scuro e coperto di stelle.
La brezza scosse i capelli di entrambi.
-A me sembri solo una dannata ragazza spavenata...- Sussurrò.
Sentiva il calore del respiro di Eva sul collo, il suo tepore sulla schiena.
-Andiamo...Prima che cambi idea-.
Sentì la ragazza allentare la presa sulla sua maglia.
Una risata stanca...
-Hai intenzione di colpirmi ancora-? Chiese con un sussurro.
-Ma chiudi la bocca...-.
 
 
 
“Come puoi tu essere un mostro?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Sa in che situazione si trova-? Gli chiese un medico, scrutandolo attraverso le lenti.
L’uomo interpellato era sdraiato su un lettino...Ma non sembrava essere la stanza di un ospedale.
Aveva la mascherina dell’ossigeno e faticava persino a muovere gli occhi.
Si era svegliato da qualche ore e gli era impossibile alzarsi per mettersi seduto.
-Chizome Akaguro, conosciuto come Stain, l’ammazza-eroi...Sa in che situazione si trova-? Chiese nuovamente il dottore, sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso.
Gli occhi dell’uomo erano persi nel soffitto...A fissare quei quadrati terribilmente monotoni.
Era stato sconfitto...Probabilmente si trovava in qualche tipo di struttura di riabilitazione che faceva da ponte a qualche carcere.
Nella sua mente un grido disumano si faceva largo ormai da quando si era svegliato.
-Non può essere...Non potrà mai diventare un eroe...-
Gli occhi gelidi della Strega Blu, nel bar di Shigaraki, si sovrapponevano nei suoi ricordi senza che potesse fare nulla per impedirlo.
Le sue grandi ali nere erano così simili a quelle sporche di sangue che aveva visto in quel vicolo.
-Sono mostri...- Sussurrò, con voce roca, mentre gli occhi scuri della Blue Witch lo perforavano dai suoi ricordi.
Aveva la gola secca, avrebbe voluto bere dell’acqua.
Il medico si tolse gi occhiali.
 
-Prendere mostri del genere come eroi...Questo mondo si distruggerà da solo di questo passo...-
 
 
 
-Quello non era umano...Quello era...-
Le fauci spalancate i ruggiti che ne seguirono erano le uniche cose a cui riusciva a pensare lucidamente.
 
 
-Un mostro...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Perdonatemi.
Ma aspettate, prima di tirarmi pomodori e piedi di porco lasciatemi finire.
Purtroppo mi sono trovata incastrata con la sessione d’esmai e mi è stato impossibile scrivere i capitoli e pubblicarli...Chiedo davvero perdono per questo immenso ritardo.
Da sabato prossimo in poi non dovrebbero esserci problemi di puntualità...Martedì finisco questo flusso di esami stancanti.
Mi scuso ancora per questo ritardo imperdonabile...Gomen T.T.
-Shinigami di fiori-
 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30- Presagio ***


-Guarda quante stelle, Evangeline...-
Una mano lasciava delicate carezze sui capelli corvini della bimba, intenta ad osservare il cielo con gli occhi sorpresi.
-Sono così tante...-Sussurrò la piccola, piegando la testa per poterne vedere sempre di più.
La loro casa era la più vicina alla riserva naturale...La scarsa illuminazione era tipica di quella zona e le stelle spuntavano come margherite in una valle scura.
Il rumore del vento avvolgeva la piccola in un abbraccio delicato e fresco, cullandola con la melodia prodotta dalle foglie agitate.
Le carezze si bloccarono di colpo, la mano di donna rimase sulla sua testolina.
-Sono davvero tantissime stelle...-
Anche se la piccola preferì tenere il visino incollato alle stelle, percepiva chiaramente la presa di quella mano aumentare leggermente.
Solo un attento osservatore avrebbe potuto accorgersi di un così lieve cambiamento.
Lei ci riuscì.
Sentiva le dita terminare in lunghe unghie taglienti, sentiva un’aura tutt’altro che positiva alle sue spalle.
Ma la voce.
 
-Sono bellissime, vero...Evangeline-?
Era sempre la voce calda e rassicurante di sua madre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eva aprì piano gli occhi, osservando un soffitto che non collegò come suo.
Si sollevò piano, rimandendo seduta in quel letto sconosiuto.
Aveva ancora una terribile stanchezza su tutto il corpo martoriato, le grandi occhiaie sotto gli occhi e un peso al petto che non riuscva a togliere.
Si diede due leggeri schiaffi sulle guance, cercando di svegliarsi del tutto.
Aveva ancora una forte nausea, ma sarebbe riuscita a gestirla grazie alle medicine che aveva preso.
Aveva già preso le pillole per la sua malattia...Il dolore al petto era ormai una cosa che capitava di rado, ma non poteva permettersi di sottovalutarlo.
Si ricordò improvvisamente di essere nella camera degli ospiti di casa Bakugo e ciò non le fece fare altro che sorridere.
Se chiudeva gli occhi e si concentrava riusciva addirittura a percepire di nuovo il calore e l’affetto con cui l’aveva abbracciata la signora Bakugo, gli urli che si erano scambiati lei e il suo rumoroso figlio mentre lei era sul divano con la fascia bagnata sulla fronte...Riusciva a percepire il calore di una famiglia vera.
Collegò tutto questo con suo padre; adesso avrebbe davvero voluto rivederlo.
Era una situazione deifficile, e pensò che la cosa migliore da fare era coinvolgere il meno possibile suo padre e lasciarlo riprendere totalmente.
Ripensò a Lia e alle sue canzoni, al modo in cui suonava il suo violino e al modo in cui lei la guardava mentre componeva le sue canzoni.
Eva sorrise...Forse la figura di River che più si ricordava era quella seduta di spalle sulla scrivania, intenta a scrivere e cancellare note.
TIrò fuori dal taschino dei pantaloni appoggiati sulla sedia della scrivania il piccolo carillon.
Se River era da qualche parte con lei in quel mondo, era di sicuro lì dentro.
Lo aprì piano, idendo le prime note.
La porta era chiusa, pensò, non avrebbe disturbato ascoltare quelle ninna nanna per due o tre minuti.
Continuò ad osservare il carillon mentre sentiva le palpebre farsi pesanti e, finalmente, si addormentò.
Quando la donna di casa aprì piano la porta per verificare che fosse tutto a posto con la febbre, tutto quello che vide fu un sonno profondo e un sereno sorriso sulle labbra.
“La solitudine fa male...Ma guarirne è una rinascita”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Buongiorno a tutti- Sorrise Eva.
-Ah, buongiorno Evangeline! Hai dormito bene? Come ti senti? Vuoi davvero andare a scuola-? Chiese la donna, abbandonando i fornelli e posando una mano sulla spalla della ragazza.
Aveva un aspetto del tutto migliore: i lunghi capelli erano lisci e ordinati, le occhiaie praticamente sparite e l’espressione rispecchiava la sua energia.
-Si, davvero, non ci sono problemi...Vi ringrazio per la vostra incredibile disponibilità- Sorrise di nuovo.
-Non dire sciocchezze...Potrà sembrare strano ma manca davvero un’aria femminile in questa casa. Ah se solo avessi avuto anche una bambina- Si portò una mano al viso.
Eva sorrise al pensiero.
-...Giorno...Vecchiaccia, hai già fatto la colazione-? Si sentì una voce roca dal corridoio e, improvvisamente, un braccio nudo e muscoloso si appoggiò con violenza allo stipite della porta.
-AH? Sono sempre queste le parole con cui ti rivolgi a tua madre la mattina-?
Katsuki aveva i capelli ancora più esplosivi del solito, l’aria stanca e irritata e indossava soltanto i pantaloni di una tuta...Il torso era completamente nudo.
Se il carillon aveva avuto le conseguenze di un sonno ristoratore per Eva, per Katsuki era stato l’opposto: dalla sua stanza non si sentiva molto, ma il fatto che la giovane avesse avviato quella melodia significava che stava pensando, e quando Eva pensava anche Bakugo si ritrovava a farlo...Senza un motivo o una ragione particolare.
Quando sollevò gli occhi, la vista di Eva più sorpresa del solito gli fece fare una smorfia confusa.
La ragazza azzardò, chinando lo sguardo.
-Buongiorno...-
A seguire ci fu il primo urlo di Bakugo della giornata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Sei davvero sicura? Bakugo può accompagarti a casa se non ti senti bene- Sorrise la madre del biondo dopo averli accompagnati alla porta.
-Sto bene, davvero...Mi ha davvero salvata, la ringrazio infinitamente- Si inchinò con un sorriso.
-Non dirlo nemmeno per scherzo...Sarai sempre la benvenuta in questa casa- Le sorrise.
La donna si era affezionata incredibilmente, sin dalla prima sera che la giovane si era presentata alla sua porta.
Sin dal suo primo inchino cordiale e dalla prima parola che le aveva rivolto.
Bakugo grugniva di lato, ancora assonnato.
Aveva lasciato la casa e, per il grande imbarazzo del biondo, non potevano fare altro che la strada insieme.
Eva teneva lo sguardo basso camminavano uno di fianco all’altra.
Di solito Katsuki accellerava sempre il passo per rimanere avanti, ma sembrava tranquillo.
-Quel carillon...-
-Eh-?
-è qualcosa di particolare-? Chiese la voce del biondo.
Non la stava guardando negli occhi.
Eva annuì, abbassando a sua volta lo sguardo.
-è un regalo del Pro Hero con cui mi sono allenata...-.
-Quindi niente più scherzi? Controllerai la tua unicità-? Chiese senza fermarsi.
Eva non sapeva come rispondere...
-Devo farlo...Sono obbligata a farlo- Sussurrò.
Bakugo si fermò e la osservò con il suo solito sguardo truce.
-Non so cosa sia successo con l’Ammazza-eroi o come diavolo si chiama...Ma se continui con questa stronzata...-. Le disse.
Il suo sguardo era serio...
Eva si bloccò a sua volta e strinse la cinghia dela borsa.
Sentiva ancora le fasciature stringere la sua schiena.
-Quando ancora non sapevo di possedere un’unicità...-Sussurrò.
Katsuki stava in silenzio una volta tanto.
-Mi chiesi come sarebbe stata averne una...Mi sentivo così fuori posto, ho sforzato il mio corpo oltre ogni immaginazione...-.
-Però...-
-Sono stata semplicemente ripagata con una maledizione- Sorrise la ragazza.
Katsuki abbassò lo sguardo...
Lui era nato con un’unicità forte ed efficace, perfetta per un eroe.
Lei era nata con una bugia tramutatasi in sortilegio.
Un’unicità terribile, mostruosa.
Ma poi il sorriso di Snow le tornò in mente, le tornarono in mente le sue mani delicate e artigliate come quelle di sua madre, i suoi denti aguzzi che regalavano i sorrisi più smaglianti e...E la storia della sua famiglia che le permetteva di credere che anche per lei, forse, era riservato un puzzico di felicità.
-Non sono molti gli eroi maledetti da un sortilegio- Sorrise, toccandosi il petto.
 
-Ohi, Katsuk...- Kirishima li vide da lontano ma frenò la sua corsa.
Vide il sorriso sulle labbra della ragazza.
Vide come i due erano fermi a parlare.
Sorrise dolcemente, arrossendo sulle gote.
“Meglio lasciarli da soli” Si allontanò, ancora rosso come i suoi capelli.
 
 
 
 
 
-Buongiorno a tutti...- Salutò Aizawa.
Era ancora strano vederlo senza bende in viso...Quella cicatrice sotto l’occhio era difficile da mandare giù per tutti loro.
-Ora che anche gli Stage si sono conclusi....- si portò una mano a coprire il viso stanco.
Gli alunni trattennero il fiato.
-Spero stiate studiando a dovere per gli esami- Sorrise in maniera glaciale, scostandosi i lunghi capelli corvini.
-Che brutta parola-! Gridò Mina, tappandosi le orecchie.
-Che seccatura...-Jirou si portò il palmo in faccia, sospirando.
-Aaaaah Jirou, ti prego devi aiutrami a studiare, sono spacciato senza il tuo aiuto- Kaminari implorò la ragazza dal banco dietro, giungendo le mani.
Il Jack della ragazza colpì in pieno l’occhio del biondo, zittendolo.
-Cosa vorresti dire con “il mio aiuto”? Non sono così studiosa come credi- Gli rispose, sentendolo piagnucolare.
-Momo-chan è molto brava nello studio- Disse Tsuyu, piegando di lato la testa.
-Vero, vero, non ci avevo pensato-! Si battè il pugno sul palmo Kaminari.
La giovane presa in causa rise nervosamente.
-Cielo, se vi serve una mano...-.
Aizawa piegò di lato la testa.
-Silenzio-! Alzò la voce.
-Gli scritti sono importanti, certo, ma non dimenticatevi che siete alla Yuei...Ci sarà anche un esame pratico-.
Izuku aggrottò le sopracciglia; era nervoso ma anche contento di poter mettere in pratica ciò che aveva imparato con Gran Torino.
-Ma vi assicuro che la pagherete cara se solo vi azzarderete a trascurare gli esami scolastici scritti...Formulerò io stesso alcune domande e credetemi, non ci sarà spazio per la fortuna-.
“Si, Present Mic aveva detto che Aizawa-sensei avrebbe tirato fuori questo lato sadico negli scritti” Pensò Izuku mentre una goccia di sudore colava dalla sua fronte.
Eva sospirò.
-Inoltre...-Aggiunse il professore.
I giovani rimasero sull’attenti.
-Chi non dovesse passare questo esame...Non parteciperà al ritiro tradizionale nei boschi della Yuei- Concluse glacialmente.
-COSA-!!!! Urlò Mineta.
-Queto è ingiusto- Protestà Mina, sollevando il pugno.
-LE RAGAZZE IN COSTUME, LE TERME, I BAGNI PUBBLICI CONDIVISI...DEVO PASSARE QUESTO ESAME A QUALSIASI COSTO-!!
-Davvero...A volte sei inquietante, Mineta-kun- Si sollevò gli occhiali IIda.
Il ragazzo dai capelli blu si osservò la mano fasciata...Era stata una sua decisione affrontare Stain e non si pentiva di averci provato.
Ora poteva rendere suo fratello orgoglioso di lui.
Le lezioni terminarono e i ragazzi cominciarono a sistemare le proprie cose.
-Passiamo dal Karaoke prima di tornare a casa-? Chiese Kaminari.
-Scemo, ti se dimenticato forse che dobbiamo studiare-? Rispose fredda Jirou.
-Dai, solo per qualche minuto-!
-Deku-kun, torniamo a casa insieme-? Chiese Ochako, raggiungendo Izuku insieme ad Iida.
-Certo- Sorrise.
Poi volse lo sguardo verso Evangeline che stava sistemando le sue cose.
-Torni con noi, Eva-san-? Chiese Deku, sorridendole.
-Mi piacerebbe ma devo discutere con il professor Aizawa di una questione importante- Rispose cordiale.
Uraraka osservò triste Izuku e quest’ultimo assottigliò gli occhi.
-C’è qualcosa che non va-? Chiese preoccupato.
-Eh? No, no davvero...Mi ha solo chiesto di passare da lui dopo le lezioni- Mise le mani avanti, gesticolando.
-Capisco...Allora a domani- Sorrise salutandola.
 
La scuola era deserta, Evangeline si incamminò nell’aula professori.
Non appena aprì la porta, una paura si impossessò del suo corpo.
C’erano tutti...Tutti i professori della Yuei la stavano aspettando lì dentro.
Per qualche strano motivo, si sentì braccata e non era per niente una sensazione piacevole.
Aizawa era in piedi con le mani in tasca e al suo fianco, nonché in mezzo alla stanza, vi era All Might nella sua forma da eroe.
“Cosa succede...?”
-Evangeline Toousaka- Il sorriso di All Might era forzato...Molto forzato, faceva quasi venire i brividi.
Le venne in mente una cosa buffa che sentì in televisione la sera in cui tornò a casa dallo Stage...
“Solo i vilans trovano il sorriso di All Might spaventoso”.
-Buonasera a tutti...-Si inchinò.
Sentire il suo nome uscire dalle labbra di All Might dopo così tanto tempo.
A dire la verità il numero uno non le aveva più parlato...
Forse a causa del suo essere la figlia della Strega Blu?
O forse semplicemente per la questione dei Vilesangue?
Magari si era deciso e aveva capito che permetterle di entrare in questa scuola si era rivelato un errore madornale.
La giovane cominciò a sudare freddo, tutti quegli sguardi erano lì per giudicarla...Se lo sentiva.
-Toousaka-kun...Dobbiamo parlare di una questione molto seria- Aveva detto Mic, poggiandosi con i gomiti alla finestra.
Gli occhi di Eva cambiarono improvvisamente.
Non si sentiva al sicuro.
-Abbiamo saputo dell’incidente avvenuto con Stain l’ammazza-eroi...Qualcosa che ha dell’incredibile- Aizawa abbassò lo sguardo mentre pronunciava le poche parole che bastavano ad introdurre il discorso.
-Stain? Si, è stato un improvviso errore di percorso- Completò Eva, fredda e con occhi distaccati.
-Abbiamo saputo da un Pro Hero cos’è successo in quel vicolo, ogni cosa- Disse All Might, facendo un passo verso di lei.
Eva indietreggiò appena, di poco, ma lo fece.
 
Indietreggiare davanti al miglior super eroe del mondo è solo cattivo presagio.
 
-Posso sapere il nome del Pro Hero-? Chiese Eva, con lo sguardo nascosto dalla penombra.
-Phanotm Snow, la numero tre in classifica- Rispose Aizawa.
Eva si sentì come tradita, sentì una grande rabbia e una grande tristezza.
Ma con tutti quegli occhi puntati su di lei non riuscì a concentrarsi troppo su quel sentimento.
-Ci ha raccontato di come siete riusciti a sconfiggere Stain e di come tu abbia perso il controllo...Ovviamente ci ha chiesto di non dire nulla alla polizia e di risolvere la questione tra eroi. Certo qualcuno si era insospettito, ma ho una caro amico nelle forze dell’ordine e mi ha assicurato che le cose non si espanderanno all’interno della polizia- Concluse All Might.
-Evangeline...La tua unicità è pericolosa- Aizawa si affiancò al numero uno.
-Credevo di saperlo meglio di chiunque altro- Eva stava cambiando atteggiamento.
-Non ti agitare, siamo qui per aiutarti- Si affrettò a concludere Aizawa, vedendola tentennare e dubitare di loro.
-Aiutarmi? Io ho appena concluso un addestrameto che mi è costato il deturpamento del corpo per poter affinare la mia unicità...Siete voi che state dubitando della persona sbagliata- Alzò la voce.
-Evangeline...A proprosito del tuo addestramento...- All Might abassò lo sguardo.
-è stata dura! Lo sapete quanto? Sono senza dubbio migliorata...Certo, ho ancora tanto da imparare e sono siciura di dover rafforzare tutto ciò che ho imparato...Ma...-
-Non hai fatto alcun progresso...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-...Cosa-?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Phantom Snow ci ha riferito ogni cosa del vostro tempo insieme...Ha detto che nonostante le procedure, non sei riuscita a tornare nella tua forma umana-.
“Cosa?”
-Qusta è una bugia...è vero, durante l’addestramento sono rientrara in una delle fasi della belva però...Però Snow-san mi ha detto che sono riuscita a tornare indietro senza problemi esattamente com’era successo con Stain...Voglio dire...Lei mi ha detto che...- Eva si prese la testa tra le mani.
 
 
“Merda...Non me lo ricordo...”
 
 
-Non hai alcun ricordo dopo esserti trasformata in belva...Molto probabilmente ti ha mentito- Suggerì Mic.
-No, no, perchè avrebbe dovuto...Io...Io ero convinta di essere tornata normale....-.
-Questo è quello che Phantom Snow non è riuscita a nasconderci...- Disse una vocina.
Aizawa sospirò, cercando di scosatere un poco la testa.
Le sue bende iniziarono a muoversi e, in un lampo, un piccolo animale bianco saltò fuori.
-Signor Preside...- Sussurrò Sniper.
Il piccolo animale scese a terra con l’aiuto di Ereased Head.
-Durante il tuo allenamento dopo la questione di Stain hai attaccato un civile-.
Eva spalancò gli occhi.
-No, no, no...Questo è assurdo...Io credevo che la trasformazione fose durata solo alcuni minuti-.
-Fortunatamente Snow è intervenuta in tempo per salvarlo, quindi non è ferito gravemente- Disse il Preside, gesticolando e muovendo la coda.
-Snow ci ha detto anche questo...Le sono servite tre ore per farti tornare come prima- Aizawa chiuse gli occhi.
Eva non riusciva a credere alle sue orecchie....
“Snow-san...Perchè...?”
-Era addolorata della cosa...Ma ci ha chiesto di esserti il più vicino possibile-.
-Non solo, ha detto ti aiuterà di nuovo...-Disse Mic, gesticolando per rassicurare la giovane.
-Cosa? Di nuovo-? Chiese turbata la ragazza.
-In questo momento Snow sta sperimentando delle tecniche nuove per poterti aiutare...Sta spingendo il suo corpo al limite-.
-Ma lei...Lei è...-
-è vero che Phantom Snow è una Vilesangue come te...Ma le vostre situazioni sono diverse; lei ha sempre temprato il suo potere, il tuo sta uscenso tutto in una volta sola-.
-Sembra che anche lei faccia fatica a capire come controllarti- Aggiunse All Might.
Il numero uno non nascondeva il terrore che provava nel collegare le parole della Strega Blu con l’esistenza di Evangeline.
“Lei che ha patito il mio stesso dolore...Vi ammazzerà”.
Il silenzio seguì ed Eva si sentì malissimo.
-Tutto questo è ridicolo...- Sussurrò.
-Giovane Evangeline...Se ci permetterai di guidarti, noi saremo dalla tua parte sempre- Le disse All Might.
-Per questo, finché Snow non avrà risolto questo caso...- Aizawa si avvicinò al Preside, che ascoltava con gli occhi chiusi.
 
 
 
 
 
-Ti è proibito utilizzare la tua unicità, ovunque ti trovi-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Papà...Perchè la mamma non torna-? Chiese la piccola.
L’uomo accarezzò la sua testolina con l’unica mano che gli era rimasta.
-Stai tranquilla...La mamma tornerà sicuramente...-
 
 
 
 
Un urlo animalesco fece volare via tutti i corvi appollaiati sul grande albero.
Una creatura dal pelo lungo e macchiato di sangue se ne stava alle radici dell’arbusto secolare.
Respirava rumorosamente, perdeva saliva e ringhiava.
-La mamma è un super eroe, no-? La calda voce del padre cullava la piccola per tranquillizzarla.
 
Gli artigli si allungavano, le ali treamavano.
 
-Lei salva le persone...-
 
L’occhio perdeva sangue e il respiro condensato usciva dalle fauci.
 
 
 
 
 
-Perchè è questo che fanno gli eroi-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Della serie Mai una gioia.
Eccomi qui con un altro capitolo importante.
Anche la Yuei è preoccupata e non sanno come gestire questa situazine.
Phantom Snow e il suo addestramento non sono andati a buon fine, ma la donna non ha avuto il coraggio di dire la verità ad Eva, così ha chiesto aiuto ai suoi insegnanti.
Ahi ahi ahi...Evangelilne la prenderà molto male.
Grazie a tutti coloro che leggono e che recensiscono ovviamente, vi mando un grande abbraccio da Vilesangue!
All prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31- Yuei ***


-Ti è proibito utilizzare la tua unicità...Ovunque ti trovi-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un luccichio nei suoi occhi abbracciò le scure pupille.
Era una rivelazione dolorosa, certo, ma al loro posto che cosa avrebbe fatto?
Snipe abbassò la testa, sospirando.
All Might, conosciuto per la sua gentilezza e il suo cuore comprensivo, le aveva appena detto quella corta ma affilata frase.
L giovane era come pietrificata; le sue labbra si aprirono per dire qualcosa...Ma subito si serrarono.
“...Immagino, vada bene così”.
Vedeva i suoi insegnanti parlare, ma non sentiva nulla.
Il Preside si era arrampicato sulla spalla di Aizawa, cingendogli piano il collo con la sua coda per non scivolare; gesticolava con le zampe mentre parlava.
Ma ,ancora, lei non seniva nulla.
“é una cosa troppo pericolosa per loro...Immagino lo sia stato anche per Phantom Snow-san...”.
Eva si portò una mano al viso, una ciocca le cadde disordinatamente davanti agli occhi.
Le persone che le stavano davanti le sembravano così diverse dai professori che le avevano procurato le medicine.
“Non avrebbero potuto fare altrimenti...”.
Mic aveva incrociato le braccia al petto e fissava Ectoplasm e Cementos parlarle.
Anche All Might si era fatto da parte.
Eva attese.
Aspettò che tutte quelle bocche si chiudessero.
Non voleva rimanere in quella stanza un secondo di più.
Sapeva che era giusto...Ma si sentiva incredibilmente male.
Forse era la nausea causata dall’assestamento del suo corpo...O forse era il duro colpo appena incassato.
Vide tutti i professori osservarla.
“Probabilmente...La loro porssima mossa...”
 
 
 
-Avete ragione...E capisco...-Sussurrò, sforzandosi di sorridere.
“Sarà espllermi dalla Yuei”.
Cercò di trattenenere il sorriso cordiale.
-Chiedo veramente scusa...Sembra che io vi abbia causato un sacco di problemi da quando sono quì-. Si inchinò, osservndo il suo riflesso sulle piastrelle scure dell’aula.
L’unica professoressa donna, Midnight, sembrava davvero dispiaciuta per lei.
-Ci dispiace tanto...Giovane Evangeline...Ti chiediamo di aspettare finché non troveremo una soluzione-. Aggiunse il numero uno.
Eva continuò ad osservarlo con un triste sorriso.
Tutta la rabbia che aveva sentito poco prima era svanita.
Dissolta.
-No, no...Sono io che chiedo scusa per essermi posta in maniera così rude. Capisco perfettamente e credo davvero che sia la cosa giusta...Dopotutto...Dopotutto è vero, è un potere pericoloso-. Cercava di mostrarsi il più disponibile possibile.
L’idea che potessero cacciarla dalla scuola la fece rabbrividire...
Avrebbe voluto dire tornare ad essere solamente la figlia della Strega Blu, come in passato.
Non poter essere un eroe...Cosa l’avrebbe resa?
Come l’avrebbero giudicata? Troppo pericolosa? Cacciata dalla scuola per eroi più prestigiosa del mondo perchè troppo pericolosa per sè stessa e per gli altri.
Scosse la testa.
-Non c’è problema...Davvero...Io continuerò ad allenarmi per conto mio-.
I professori la guardarono tristemente.
“No...No vi prego...Tutto ma non questo...”.
 
 
-Puoi andare...Evangeline Toousaka...-. Sussurrò All Might, con sguardo basso.
Eva sentì un dolore intenso alla bocca dello stomaco.
L’avrebbero cacciata.
-C-Certo...Grazie, a domani-. Si inchinò nuovamente, congedandosi.
Aizawa la fermò, lanciando poi un’occhiata severa al numero uno.
Vide il dolore negli occhi coperti dall’ombra di All Might, così decise di parlare per lui, in nome di coordiatore di classe.
-Toousaka, sei sospesa dagli allenamenti...No c’è problema per le lezioni teoriche, ma per quanto riguarda le lezioni pratiche...-.
-Eh-?
-Sono lezioni che presuppongono l’utilizzo di un’unicità, molto più serie di quelle di inizio anno-. Assottigliò gli occhi l’uomo.
 
Un’altra pugnalata.
 
-Ah, si, certamente...In un certo senso lo avevo dato per scontato, professore-. Si portò una mano sui capelli, imbarazzata.
Quella carezza si trasformò in una presa dolorosa di frustrazione.
-Ora..Con permesso...-. Fece un cenno con il capo per salutare i presenti, uscendo dall’aula e chiudendosi la porta alle spalle.
Il silenzio calò tra i professori.
-Povera piccola...-Sussurrò Mic.
Aizawa osservò la porta chiusa...
Come poteva una ragazza dall’animo così essere la persona più lontana dal diventare un eroe?
-Giovane Evangeline...-All Might strinse i pugni...Il più addolorato, forse, era proprio colui che aveva detto la frase più tagliente.
 
 
La ragazza uscì dalla scuola.
Non c’era più nessuno...Certo, dopotutto era stata lei a dire agli altri di andare senza di lei.
Mentre camminava, con l’avambraccio, si asciugava qualche lacrima che ogni tanto le solleticava la guancia.
Si bloccò, stringendo la borsa.
Osservò il cielo, notando la costellazione della Strega, quella che aveva mostrato a Bakugo il giorno del festival della periferia.
“Se dovessero allontanarmi dalla Yuei...Cosa farei?”
Inziò a camminare non appena una folata di vento le fece ricordare quanto freddo facesse quella sera.
“Dovrò iscrivermi in un’altra scuola...Una normale...Ho le conoscenze per poter entrare in un liceo...Dopotutto, grazie a River, ho sempre avuto buoni voti a scuola”.
I suoi passi erano veloci.
“Certo...Vorrebbe dire venire disgustata un’altra volta...Però è l’unica cosa che possa fare”.
Il suo sguardo si posò all’orizzonte; riusciva a vedere il grande albero di canfora della riserva.
“Forse dalle parti di papà...Potrò trovare una buona scuola”.
Un’altra lacrima scese dai suoi occhi scuri, constringendola a fermarsi.
Strinse i denti.
“è strano...Anche se ho accettato la cosa...”.
Si strinse la felpa all’altezza del petto.
-Perchè fa cosi male...-? Sussurrò.
“La promessa...Mi dispiace, Lia”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Uraraka:
-Ehi, tutto bene? Cosa voleva il professore Aizawa?
Momo:
-Ti ha tenuta fino a tardi?
Tsuyu:
-Quando arrivi a casa rispondici, mi raccomando.
 
 
 
 
Eva guardò il cellulare pieno di messaggi dal gruppo delle ragazze.
Avevano insistuto così tanto che si era trovata costretta ad accettare la cosa.
Era stesa sul tavolo della cucina, i capelli sciolti e il viso premuto su legno.
Aveva preso la pastiglia...Quella sera il petto le doleva più del solito.
 
Voleva spegnere il telefono...Non aveva proprio voglia di parlarne.
-Ah, quasi dimenticavo...-.
Digitò il numero di suo padre.
Voleva parlargli...Voleva sfogarsi un pochino e magari sentirsi libera di versare qualche altra lacrima.
Era più forte di lei...Quando parlava di qualcosa di frustrante finiva sempre col piangere come una fontana.
Era sempre stata così... Quella forte era sempre stata River.
 
 
-uh? Non risponde...-.
Digitò un messaggio.
 
Eva:
-Ciao papà...Scusami, ma è successa una cosa abbastanza brutta con la scuola.
Volevo solo dirti, hai presente il ritiro nei boschi della Yuei che ti avevo accennato? Non ti preoccupare per i soldi, non ce ne sarà più bisogno, non credo che parteciperò.
Inoltre...Credo che cambierò scuola...Forse non è questione di giorni, però volevo solo avvisarti.
Appena puoi, per favore, potresti chiamarmi?
 
 
Chiuse lo schermo e allontanò il telefono.
Sotto le sue braccia vi era un foglio con alcuni nomi scritti in matita.
Aveva sempre avuto una calligrafia molto piccola e rotonda.
Erano nomi di licei poco costosi...Strutture istituzionali economiche che non avrebbero intoccato le condizioni di vita di suo padre.
-Se trovassi un lavoretto...Un part-time...-. Aveva porato la matita alla bocca.
La Yuei era stata clemente con i costi dell’iscrizione e delle attività...Ma era una scuola prestigiosa gestita da professori con il cuore d’oro.
Non avrebbe trovato altre scuole così disponibili.
Doveva tenere conto anche del costo delle medicine; certo era diminuita la dose, ma costavano davvero un occhio dalla testa.
Inoltre suo padre stava lavorando, è vero, ma si trovava pur sempre all’interno di una comunità.
Doveva darsi da fare...Non poteva più contare sulla generosità della Yuei.
Stropicciò il foglio e lo buttò nella direzione del cestino, senza centrarlo.
Sbuffò, portando la testa sulla braccia.
Improvvisamente il campanello della porta suonò.
Questa volta il pensiero che potesse trattarsi della Strega Blu non la sfiorò nemmeno...
Si asciugò gli occhi e si mise una felpa sulle spalle.
“Che sia la signora Bakugo?” Si chiese.
Le faceva piacere che la venisse a trovare, ogni tanto.
Le aveva addiruttura portato un cartoccio di dolci l’ultima volta.
Sarebbe dovuta andare anche lei, qualche volta.
Toccò la maniglia.
-Chi è-? Chiese, con voce debole.
Si aspettava la dolce voce della donna bionda, o la voce gentile di Izuku accompaganto da Uraraka...Si immaginò anche la voce di Phantom Snow.
Sorrise nel pensare ad una visita di Katsuki e alle sue grida scurrili.
Anche Kirishima ultimamente le parlava poco...Ma forse era a causa degli impegni della scuola.
-Evangeline Toousaka? Sono Aizawa Shouta-.
“Cosa?”

 
 
 
Aprì la porta, vide il suo professore...E non era solo.
All Might era con lui.
Il corvino aveva pettinato e legato i capelli all’indietro, mettendo in risalto il viso e la cicatrice sotto l’occhio destro.
All Might aveva la sua divisa gialla a strisce e il pappillon blu legato al petto.
-Aizawa sensee...All Might sensee...-. Sussurrò.
Aizawa sembrava intenzionato a prendere in mano la situazione...All Might, sebbene fosse il numero uno degli eroi, non aveva mai trattato uno studento come aveva fatto con Eva...Era scosso e dispiaciuto.
Dall’altro lato, Shouta sembrava possedere un sangue freddo e un’esperienza come insegnate che al collega mancavano.
-Mi chiedevo se potevamo parlare un pochino, se ti va-. Disse gentilmente Ereased, accennando un inchino.
La Strega lo guardò intensamente e per istinto abbassò il capo...
Non aveva voglia di parlarne, proprio per niente.
Però cacciarli non le passò nemmeno per l’anticamera del cervello.
Eva sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti.
-M-Ma certamente, prego entrate pure...-. Disse agitata, facendosi da parte.
La casa di Eva era piccola e isolata...Era la casa di una famiglia ormai separata e distrutta.
I professori giurarono di aver avvertito più freddo lì dentro che fuori in strada.
 
 
 
 
 
-Posso offrirvi qualcosa? Un caffè-? Chiese la ragazza, invitandoli a sedersi al tavolo in cucina dove prima si stava deprimendo lei.
Il divano in sala era fuori discussione: pieno di vestiti da mettere a posto, giornali e vecchi album.
Solitamente si occupava della casa durante il fine settimana, ma ultimamente le condizioni l’avevano costretta a tralasciare la sua piccola dimora.
Per lo meno la cucina era ordinata.
-Se non è un disturbo...- Azzardò il corvino.
Eva sapeva che il professore tendeva ad addormentarsi ovunque, per quresto aveva offerto il caffè.
-Nessun disturbo, torno subito-. Sorrise Eva, sparendo il cucina.
-Aizawa-kun...Io...-. All Might strinse i suoi pantaloni con forza.
-Lascia fare a me...è una questione delicata e grazie al cielo Evangeline è una studentessa forte-.
All might sudò freddo...
-Dobbiamo mettere in chiaro le cose...- Aizawa incrociò le braccia al petto.
All Might annuì.
Ereased sentì la giovane trafficare con le tazze e con il caffè...Evidentemente non era abituata ad avere ospiti.
-è una brava ragazza...- Sorrise poi, allentando la tensione del numero uno al suo fianco.
I suoi occhi caddero sul foglio stropicciato caduto fuori dal cestino poco distante.
Con l’aiuto di una sua benda lo portò sul tavolo e, dopo averlo aperto con cura, lesse la calligrafia della ragazza.
 
 
 
 
 
-Scusate l’attesa-. Eva si ripresentò con un vassoietto d’argento e due tazzine fumanti.
-Non sapevo quale avreste preferito così ho...-. La giovane si interruppe non appena vide l’uomo dai lunghi capelli neri leggere il foglio che credeva di aver buttato.
I suoi occhi si spensero di nuovo e posò il vassoio sul tavolo, sedendosi subito dopo di fronte ai due adulti.
-Ti ringrazio-. Sorrise All Might.
-Toousaka...Questa...-. Aizawa mostrò la lista alla giovane.
-Si, sono i nomi di alcuni licei nei pressi della struttura di cura di mio padre-. Disse seria la giovane.
-C-Cosa? Non vuoi più frequentare i corsi della Yuei-? Chiese All Might sollevandosi di colpo e sbattendo le mani sul tavolo, preoccupato.
L’intero mobile traballò, facendo danzare il caffè nelle tazzine.
Eva lo osservò allabita.
“Questo tizio...Sarà anche l’eroe numero uno ma quando affronta situazioni del genere ha la mentalità di un bambino” Pensò Aizawa.
-All Might-san, calmati per favore-, Shouta gli posò una mano sulla spalla e lo costrinse a risedersi di nuovo.
-Cosa intende? Voi...Voi non avevate intenzione di...-. Eva cercò la risposta in Ereased, vedendolo calmo.
-Ancora una volta hai pensato troppo-. Aizawa si portò una mano al viso, sospirando.
-Cosa-? Eva li guardò entrambi.
-Credevi che ti avremmo espulso dalla Yuei-? Chiese il coordinatore, con tono gentile.
Eva posò la schiena contro la sedia, portandosi una mano alla tempia.
-Non ne avevate l’intenzione...-? Chiese.
All Might comprese tutto in quel momento.
-Credevi davvero che noi...-.
Eva tenne lo sguardo basso.
L’eroe più forte del mondo scoppiò in una sonora risata, talmente possente che i persino i capelli di un infastidito Shouta si mossero come scossi dal vento.
Eva sollevò lo sguardo...
-Sei alla Yuei, giovane Evangeline! Te lo abbiamo già detto...Lascia fare a noi-! Si sollevò, seguito da Aizawa.
-Eh-?
 
Il più alto si inchinò.
Un inchino profondo, seguito da quello elegante del collega dai capelli neri come la pece.
-Ci dispiace Evangeline...Ci dispiace davvero tanto. Tutto questo sta succedendo perchè noi non troviamo una soluzione-. La voce di Aizawa era profonda e realmente dispiaciuta.
-Ti assicuro che faremo tutto il possibile perchè tu diventi una splendida eroina...Potrai utilizzare la tua unicità per salvare le persone e per fare del bene-. All Might non aveva molta esperienza come insegnate, ma sapeva arrivare al cuore delle persone in maniera diretta.
Evangeline si portò una mano sulla labbra mentre sentiva le calde lacrime scaldarle le guance.
-Evangeline...Vogliamo che tu ti fidi di noi-. Aizawa solevò lo sguardo, interrompendo l’inchino.
La ragazza annuì.
-Non dovrò...Cercare un’altra scuola-? Chiese singhiozzando, cercando di asciugarsi le lacrime con le mani.
All Might sospirò...Davvero restare in quella stanza con tutti i suoi professori l’aveva fatta sentire così?
Aizawa si diresse verso di lei.
-Non dovrai cercarla né ora né in futuro...Tu sei una stidentessa della Yuei, non scordarlo mai-. Il corvino le posò una mano sulla testa, sentendola finalmente calmarsi e abbattere i muri che le impedivano di fidarsi.
All Might tirò un sospiro di sollievo.
-Per questo abbiamo deciso, insieme al preside, che a te basterà superare gli esami scritti per partecipare al ritiro nei boschi-. Aggiunse Aizawa serio, chiudendo gli occhi e sorseggiando il suo caffè.
Evangeline sorrise sollevata.
-Non hai mai avuto problemi nello studio e i tuoi voti sono stati tra i migliori nello scorso trimestre...Dovrai solamente impegnarti come hai sempre fatto-. Susurrò Aizawa con la sua solita voce assonnata mentre osservava il suo riflesso nel liquido scuro.
-Ma questo...Non sarebbe scorretto nei confronti degli altri studenti-? Chiese coridale Eva.
All Might e Aizawa si scambiarono un’occhiata.
Era come parlare con una persona adulta nel corpo di una ragazzina di quattoridici anni.
-All Might sensee, e anche lei Aizawa sensee...Mi avete detto che per poter rimaere in questa scuola avrei dovuto darmi da fare-. Strinse le mani, posate sul tavolo, a pugno.
-Ed è quello che voglio fare...Anche al test per l’ammissione, o alla prima lezione pratica con lei Aizawa-sensee...Allora non credevo di possedere un’unicità del genere-.
Il corvino sospirò...Sapeva che non avrebbe accettato un così evidente favoritismo.
-Vorrei che sottoponeste anche me al test pratico...Senza usare la mia unicità, farò come quando sono arrivata alla Yuei-. Chiese.
Ereased posò la tazzina vuota sul tavolo, incrociando le braccia.
-Vorresti rinuniciare alla clemenza della Yuei-? Chiese, osservando la giovane negli occhi.
-Si, per favore...Non lo trovo corretto nei confronti di tutti gli altri-. Rispose a tono.
“Dopotutto...Ha ottenuto un grande successo al festival pur non usando la sua unicità. Passi per l’incontro contro Todoroki, ha semplicemente utilizzato quel poco di potere che, stando a quello che ha detto Phantom, il suo corpo poteva secernere naturalmente senza nemmeno sapere che si trattasse di un Quirk”.
-Hai dimostrato fin dal tuo arrivo un’incredibile determinazione...-. Shouta si alzò, sistemandosi meglio i capelli che cominciavano a lamentarsi per la scomoda pettinatura.
-Per me questa rimarrà sempre la tua vera unicità-. Sorrise.
-La ringrazio-. Sorrise Eva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Aizawa-kun...Sei un bugiardo-. Scherzò All Might, nella sua forma gracile e stanca osservando fuori dal finestrino dell’auto.
Il corvino guidava silenzioso.
-Avevi detto che non le avresti permesso di fare nessuna lezione finché Snow non ci avesse contattati o finché non avessimo trovato una soluzione...Invece ora la farai addirittura partecipare all’esame pratico-.
Il coordinatore frenò al semaforo rosso.
-Credo di essere debole a questo tipo di determinazione...Non mi ha lasciato altra scelta-. Sussurrò Aizawa, con ancora gli occhi seri della giovane in mente.
-Sempre che il fatto di non far partecipare al ritiro coloro che non riusciranno a passare i test sia vero come dici...Tendo a non fidarmi molto di queste tue decisioni, vecchio amico-. Sorrise Toshinori, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del collega.
-Farebbe meglio a concentrarsi sui suoi, di problemi-. Rispose acido Shouta.
-Q-Questo è crudele, Aizawa-kun-.
Ma, nel buio della machina, All Might non vide il sorriso furbo di Ereased.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli esami sarebbero stati tra tre settimane...Tutti erano impegnati e nessuno avrebbe osato ficcare il naso fuori di casa se non per allenarsi.
Eva passò il suo primo giorno alla riserva, allenandosi come aveva fatto per il test di ammissione.
Non doveva fare sforzi che non potesse contenere, dopotutto era l’allenamento che era riuscita a gesitre quando la sua malattia minacciava seriamente di bloccarla per sempre.
Non temeva un’improvvisa trasformazione in belva: le uniche volte erano avvenute in cause estreme e una volta con il solo aiuto di Snow.
“All Might-sensee e Aizawa-sensee sono stati molto gentili ieri sera”.
-Questa sera chiamerò papà e gli spiegherò la situazione...Spero che non prenda quel messaggio così sul serio.”
Si diede due leggeri schiaffi sulle guance.
-Forse sono stata troppo avventata nello scrivergli quelle cose, sono un’idiota...-Sospirò affranta.
Si scompigliò nervosamente i capelli.
-Non c’è modo che non prenda sul serio un simile messaggio-!
Il telefono della ragazza squillò, ma senza prolungare la chiamata.
-Uh-?
Lesse il messaggio che le arrivò subito dopo.
-Vieni fuori dalla riserva-. Lesse ad alta voce.
Una folata di vento la spinse verso l’uscita.
Eva lesse il mittente...
-Katsuki...-.
Si avviò verso il sentiero e osservò lo schermo che mostrava il testo.
-Cosa vorrà...-?
Oltre il grande cancello vide un ragazzo appoggiato di schiena ad un lampione.
-Bakugo...Cosa ci fai qui-? Sorrise Eva, cercando di avvicinarsi.
Lo sguardo del biondo era coperto dai capelli e dall’ombra del lampione.
Senza farla avvicinare oltre il giovane lanciò alla ragazza un giornale che venne prontamente afferrato.
-Ma che...-?
La ragazza non lo lesse nemmeno, sbalordita.
-Qualcosa non va-? Chiese poi, non ricevendo risposta.
I suoi occhi caddero sulle pagine giallastre.
In un’angolo della pagina, vi era riportata la notizia di un’attacco da parte di un vilain.
Eva assottigliò gli occhi in un primo momento, non capendo.
-Ohi Strega...-.
La sua voce era fredda, tagliente e per niente amichevole...Ancora meno del solito, almeno.
Eva si infastidì non poco a sentirsi chiamare così con quel tono, ma decise di pazientare.
-Sai perchè quando sei venuta a casa mia non c’era mio padre-? Chiese, con le mani nelle tasche.
La Strega piegò la testa.
-Quel vecchio è in ospedale già da un pezzo...Hanno detto che non è grave, ma lo stanno trattenenendo per degli accertamenti-.
“Cosa...”.
-Era ad Hosu per dei motivi di lavoro...Ed è stato attaccato improvvisamente-.
La sua voce era sempre più cupa.
Ad Eva si illuminarono gli occhi.
“No...Non è possibile che si tratti dello stesso civile...Al Might mi ha assicurato che la notizia non sarebbe arrivata alla massa”.
-Ho fatto le mie ricerche...E ho scoperto che è stato salvato da Phantom Snow, la terza in classifica che aveva scelto te per il tuo tirocinio-.
-Cosa stai cercando di dirmi...-? Sussurrò Eva, stringendo il giornale.
-Questa stronzata...Ha per caso a che fare con la tua merda di potere-? Gridò, mentre le mani già iniziavano ad emettere scintille.
-Non so in cosa constista quella merda di quirk che ti ritrovi, così ho approfondito la questione dei Vilensague-.
-Cosa-? Indietreggiò Eva.
-Non ho scoperto molto, solo che si tratta di un potere del cazzo-.
-Non capisco...Ti dispiace essere più dett...-.
-TI STO CHIEDENDO SE IL TUO CAZZO DI POTERE HA FERITO MIO PADRE-!? Gridò, avanzando verso di lei.
Com’era potuto accadere? Era davvero l’ultima delle cose che sarebbe dovuta succedere.
-Non dire assurdità, credi davvero che...-. Fece una pausa e si prese il suo tempo per mentire.
-Credi davvero che io possa aver fatto una cosa simile-? Chiese, portandosi la mano al petto.
-HAI FERITO IL NERD DI MERDA, LO STRONZO CHE SPARA GHIACCIO E FUCO E IL TIPO CON GLI OCCHIALI...-. Gridò ancora.
- è stato un incidente...Per caso le tue ricerche funzionano solo quando ti fa comodo-? Alzò la voce Eva in risposta.
Katsuki strinse i denti, nervoso, poi ghignò accettando la sfida.
-Se scopro che sei stata tu...Ti faccio fuori-! Le ringhiò, con voce roca.
Eva sentì un brivido correrle lungo tutta la schiena.
-Bhe allora provaci, non sarebbe la prima volta idiota-! Sputò.
“E io che pensavo che avesse accettato anche questa parte di me...Non ha esitato un istante a voltarmi le spalle non appena ho ferito qualcuno a lui caro.”.
Spalancò gli occhi, sentendo la crudeltà di quel pensiero.
Non stava forse facendo la stessa cosa? Non stava dando la caccia alla Strega Blu perchè aveva ferito la sua stessa famiglia?
-Faresti meglio a non mentirmi, Strega...-.
La ragazza assottigliò gli occhi.
 
Fu l’ultima frase che riuscì a sentire.
Eva rimase lì, confusa e infreddolita.
 
 
 
 
Katsuki stava camminando velocemente, ignorando tutti quello che superava.
Suo padre era ricoverato in ospedale, ma non era in pericolo.
Ovviamente non aveva preso bene la notizia e scoprire che forse era stata proprio la Strega di sua conoscenza gli fece ribollire ancora di più il sangue.
Sapeva che la sua unicità poteva essere problematica...Sapeva che era pericolosa.
Ma forse a causa di quella sensazione di pericolo così vicina a lui, non si sentiva più tranquillo con lei.
Se non riusciva nemmeno a controllare la sua unicità come poteva anche solo sperare di diventare un eroe?
Inoltre...Non gli era piaciuto per niente lo sguardo con cui l’aveva guardato.
Le avrebbe fatto vedere chi comandava.
Oh si.
Lui era determinato a diventare un eroe, e glielo avrebbe dimostrato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Toshinori, sono io...-!
-Ah, Naomasa,vecchio amico, a cosa devo la tua chiamata-?
Il detective assunse immediatamente un tono serio.
-Credo che qualcuno abbia manomesso le informazioni in nostro possesso...Le notizie riguardanti Evangeline Toousaka potrebbero essere sfuggite-.
-Cosa-?
-Vedrò quello che posso fare...Ma credo che qualcuno abbia giocato con la polizia e ci abbia ingannato-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-.
Ops ho ferito il padre di Katsuki.
Allora, che dire?
Mi sono molto affezionata al personaggio di Aizawa...Non ci posso fare nulla, lo vedo proprio come un professore iper protettivo: certo è serio, diligente e non sorride quasi mai...Però credo sia un Pro hero e un insegnante coi fiocchi *--*
Ho affidato a lui la conversazione con Eva e ce lo vedevo a mettere i piedi in testa al povero Toshinori per quanto riguarda il lavoro di insegnante.
Severo, puntiglioso e a volte molto diretto...Ma non ti lascia mai nei guai.
E ce lo vedo anche a cedere di fronte alla determinazione dei suoi alunni, un pò come ha fatto con Momo all’esame.
Eh si, alla fine quell’uomo è un tenerone.
Cit- Recivery Girl.
Poi che altro?...Ah si!
BANG, Katsuki è furioso...Nero...Inca**ato come una bestia XD.
E la notizia sul giornale? Qualcuno ha tradito la polizia?
OOOOOh Esami YES!
Non vedo l’ora di scriverli...Sono molto molto gasata XD
E dopo sapete cosa c’è? Esatto! Il ritiro nei boschi!!
Proprio come nel manga originale sarà una svolta per questa storia...Ma per altri motivi ;D
Strega Blu preparati per bene...Perchè tra poco sarà il tuo momento!
E non solo lei...Shigaraki, All For One...A incipriarsi il naso, di corsa!
Alla prossima e grazie a tutti!

-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32- Triade ***


Gli esami scritti erano alle porte e nessuno degli studenri della classe A aveva intenzine di tralasciare lo studio.
Aizawa aveva esplicitamente detto che avrebbe egli stesso formulato alcuni quesiti e che non sarebbe stato d’animo gentile.
Mentre procedeva con gli studi, Eva stava seriamente riflettendo sul suo stile di combattimento: non avrebbe potuto utilizzare la sua unicità, nemmeno lievemente, i professori erano stati molto chiari al riguardo.
E anche lei, d’altronde, non se la sentiva di utilizzarla senza essere assistita da qualcuno.
Aveva paura di poter perdere il controllo di nuovo.
Ne aveva discusso con Aizawa e le era stato concesso di utilizzare la sua katana...Era parte integrale del costume dopotutto.
Certo, al festival sportivo non erano concesse armi a meno che non fossero construite dall’utilizzatore stesso, ecco perchè i partecipanti della classe di sostegno tecnico si erano trovati avvantaggiati grazie alle loro stesse invenzioni.
C’era addiruttra chi aveva partecipato al festival solamente per sponsorizzare i propri attrezzi.
Ma con la sua arma si sentiva un pò più sicura.
Aveva ancora due settimane per prepararsi agli esami scritti, ma non tralasciava certo di allenarsi alla riserva.
Katsuki non le aveva più rivolto la parola e durante le lezioni tutti sembravano più concentrati e silenziosi del solito.
Finite le ore scolastische tutti si ritiravano in casa oppure in qualche parco per allenarsi.
Kaminari e Mina semravano gli unici con ancora un pò di vivacità in corpo ma, prontamente, Aizawa la soffocava; era molto esigente, ormai era noto a tutti.
Accarezzò la lama nera, posando la testa contro il tronco dell’albero sotto il quale stava riposando.
Non aveva tempo per pensare a Katsuki, e ai castelli mentali che poteva essersi fatto.
-Io...Devo devo andare avanti-. Sussurrò, osservando le nuvole sparse nel cielo sereno.
“E così era suo padre...”. Abbassò il capo tristemente.
Scosse la testa...Non poteva vacillare adesso.
Avrebbe controllato la sua unicità prima o poi...Doveva credere in questo.
Prese il libro di inglese e cominciò a ripetere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Momo sei grande-! Urlò Mina, contenta di essere riuscita a risolvere un esercizio.
-Davvero, ci hai salvati-. Sorrise Kaminari.
Il piccolo gruppo di studio si era ritrovato nella lussuosa villa di Momo per studiare dato che la ragazza aveva davvero dei bellissimi voti.
Inoltre, la giovane, dopo la sconfitta contro Todoroki al torneo si sentiva un pò giù di morale...Era contenta di poter essere utile ai suoi compagni.
-Per così poco, non preoccupatevi...Cercherò di insegnarvi il maggior numero di cose in breve tempo-. Sorrse la ragazza: portava i lunghi capelli sciolti, una camicetta bianca e una gonna classica.
-Sei un angelo-! Urlò Kaminari, portando le mani al cielo.
-Idiota...-. Borbottò Jiro, portandosi la penna alle labbra.
Chiacchieravano e, tra un esrcizio e l’altro, gustavano focaccine e dolcetti sfornati dalla proprietaria della casa in persona.
-Supereremo questo esame, non è vero ragazzi-? Urlò Kaminari, rimboccandosi le maniche.
Momo ridacchiò intenerita.
-Però il risultato è -5-.
-Woooa, è vero...Devo darmi molto da fare...Dov’è che sbaglio, Momo-chan-? Piagnucolò.
-E io che pensavo fossi stupido solo dopo una violenta scarica elettrica-.
-Hai detto qualcosa, Jiro-?
-No, niente di niente-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-QUANTE VOLTE TE LO DEVO RIPETERE-? Urlò Bakugo, indicando il quaderno sul tavolo.
-DEVI PRIMA TROVARE LA X...ALTRIMENTI COME DIAVOLO CREDI TROVARE LA Y-? Gridò, attirando l’attenzione di tutti nel piccolo locale.
Bakugo si era reso disponibile per aiutare il rosso con la matematica...E se ne stava già pentendo.
-Non mi avevi detto di usare questo metodo-. Mormorò il rosso, con gli occhi incollati sull’esercizio.
- è fottutamente OVVIO-!
-Fatto...Il risultato-? Gli occhi di Kirishima brillarono di una genuinità tale da impedire a Katsuki di farlo esplodere seduta stante.
-Cinque-.
-Ah...-.
I palmi del biondo cominciarono a sudare...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Midoriya si allenava con All Might ogni giorno dopo la scuola, studiando fino a tardi la sera e rafforzando ancora di più il suo fisico.
-Questi esami saranno più difficili del test d’ingresso...Chissà in cosa consiste la prova pratica...-. Sussurrò, osservando il soffitto della sua camera.
-Izuku, la cena è pronta-!
-Arrivo subito-! Urlò, posando sulla scrivania lo strumento con cui allenava la presa di entrambe le mani.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Una scia di fuoco tracciò una riga scura nel prato verde della riserva.
Eva respirava affannata.
Si asciugò il sudore della fronte con una mano e sorrise.
Prese il quaderno e scrisse degli appunti.
“Quindi...Il massimo della fiamma è di quindici secondi...”.
Chiuse il quaderno, sospirando.
Non si era più interessata della sua abilità con la spada da quando aveva scoperto di essere dotata di un’unicità.
Sentiva i lupi ringhiare in lontananza, ma non erano soliti avvicinarsi come in passato; la stagione permetteva loro di trovare del cibo quindi non avevano motivo di raggiungere l’estremintà della riserva.
Ed Eva non osava certo corrergli incontro nel cuore della foresta.
Sarebbe rimasta vicino all’entrata concessa ai pedoni, divisa da una rete elettrica da pochi volt.
Pensò alla prima volta in quella riserva...Era talmente eccitata ed entusiasta da aver apositamente avvicinato dei lupi.
Mentre si metteve le mani in tasca toccò qualcosa di duro tra il cotone della sua felpa.
Ne estrasse il piccolo carillon di legno e lo guardò nostalgica.
-Phantom-san...-.
Dopo averci riflettuto aveva perdonato la Vilesangue in men che non si dica.
La donna aveva solo pregato i professori di trattenerla dall’utilizzare il suo potere per poter sperimentare un nuovo metodo per aiutarla.
Inoltre, le perdonò anche la bugia della forma bestiale...Se le avesse detto del suo attacco a quel civile era molto probabile che la giovane si sarebbe bloccata emotivamente.
Eva si conosceva bene...Almeno la parte che non era governata dalla bestia; se avesse saputo di aver attaccato un civile si sarebbe distrutta e, forse, avrebbe rinunciato per sempre a voler controllare il suo Quirk.
Vi erano notti in cui pensava all’incidente avvenuto contro i Villain il primo semestre, e al fatto di aver spento una vita.
Non l’aveva presa bene...Proprio per niente.
Però la ragazza si era dimostrata capace di uccidere una persona a sangue freddo, senza vacillare o ripensare.
Era consapevole di questo suo lato incredibilemente simile ad una “bestia”...Ma era anche consapevole del fatto che la questione sarebbe stata completamente diversa con un civile.
Non avrebbe mai attaccato degli innocenti.
Lei voleva diventare un eroe...E stava lottando con le unghie, con i denti, contro il suo stesso corpo per poter avverrare questa sua utopia.
La figlia della Strega Blu che cerca di diventare un eroe?
A volte questo pensiero faceva ridere anche lei.
Il suo nome da eroe, “Strega Blu”, significava una riunascita per lei, una rinascita che nessuno ancora vedeva, ma che avrebbe presto mostrato a tutti.
“La Strega Blu” sarebbe stata sostituita da un’altra “Strega Blu”...Quella che faceva la parte dell’eroe e che salvava le persone.
Questo era l’unica Strega che Eva vedeva.
Non le importava niente dei soprannomi che le davano, o di quello che pensavano tutti...Eva avrebbe lavato via il sangie da quel nome.
Riprese ad allenarsi, maneggiando con abilità la spada nera.
Sarebbe sempre stata grata a River per quelle lezioni di Kendo private che le faceva nel piccolo parco davanti alla loro casa...Ora, quell’arma, era la sola e unica cosa che rispecchiasse il suo desiderio di diventare un eore.
E mentre si esercitava ad applicare velocemente la fiamma sulla lama venne colpita da una tenerezza in pieno cuore.
Avrebbe voluto ringraziare Phantom per averla aiutata a sbloccare la sua vita, suo padre per il grande sostegno e l’amore che le dava, Izuku e le ragazze della classe che le infondevano coraggio, la signora Bakugo per la gentilezza con cui ascoltava le sue parole, Katsuki per lo schiaffo che l’aveva risvegliata, All Might per averla incitata la prima volta, Aizawa per averla rassicurata, River per averle insegnato e sua madre...
Ringraziava la Strega Blu per averla resa più forte.
Sorrise, ricordandosi di non essere più sola.
E nonostante la sua vita fosse piena di sorprese ad ogni angolo, lo era anche la sua anima, scura nel più profondo...Dove nessuno sarebbe riuscito a guardare perchè, mentre si allenava con la più lucente e calda delle luci, un’ombra cupa e gelida rallentava i suoi movimenti in un elegante e letale abbraccio materno.
 
 
 
-Vuole differenziare il mio esame-? Chiese Eva, seduta di fronte alla scivania di Aizawa.
-Esattamente...Non posso sottoporti ad un normale test, non potendo utilizzare la tua unicità-.
-Capisco...-.
Aizawa sospirò, posandole una mano sulla spalla.
-Non esserne triste, ti assicuro che sarà un vero e proprio esame comunque, quindi scordati di poter passare facilmente-.
-Si-. La giovane annuì.
-Anche senza analizzare l’utilizzo dell’unicità possiamo comuque valutari su molti altri aspetti, riflessione, intuito, lavoro di squadra...Prepareremo appositamente in consiglio un esame che non avrà nulla da invidiare a quello regolare-. Le disse, sistemando dei fogli sulla scrivania.
-Ho capito, la ringrazio-.
 
 
 
-Aaaaaaaaah, mi fa incazzare-. Shigaraki si grattava con impeto il collo.
Kurogiri sembrava del suo stesso umore, ma non poteva permettersi di esternarlo così.
Il capo era ancora un bambino dopotutto.
-Stain è stato completamente inutile, i Nomu sono stati eliminati da quel seccatore di Endevoar e quella stronza della Strega non si è nemmno fatta viva...Non va bene, non va bene...-. Il collo iniziò a sanguinare.
Il soffitto era stato riparato dall’ultima intrusione della Strega e il locale ora era ancora più cupo a causa di quella pesante e soffocante atmosfera.
-Voglio darle una lezione...Portami da lei, Kurogiri-. Ordinò Tomura, sorridendo da sotto il palmo della mano.
-Ma capo...Non sarebbe prudente...-.
-Entrare nel covo di quella stronza? Lei non si è fatta problemi a demolire il nostro...Ho bisogni di farle capire chi comanda-.
Sospirando, Kurogiri aprì un varco d’ombra che si ritorceva su sé stesso.
Dopotutto la Strega aveva così tante volte ordinato a All For One di farsi vivo che non si era fatta problemi a lasciara all’organizzazione un modo per localizzarla, poche semplici istruzioni.
Sparirono attraverso il vortice.
Quando toccarono terra si trovarono in un terribile postaccio maleodorante.
Era buio, gocciolava dal soffitto e si sentiva il lento scorrere di un corso d’acqua.
-Si è rifugiata nelle fognature della città-. Osservò Kurogiri, sempre attento a non perdere Shigaraki con lo sguardo.
-Un posto di merda per una donna di merda-. sospirò, sollevando un piede disgustato dal terreno umido.
 
 
-Non sei gentile per essere nella dimora di altri-.
Una voce li fece sobbalzare entrambi.
Si voltarono e, illuminata da una lampadina che pendeva dal soffitto, in cima a delle scale, vi era la donna con aria annoiata.
Le sue grandi ali nere le formavano un comodo trono che impediva alle sue gambe scoperte di toccare terra.
-Sta zitta, muori....Siamo venuti quì per fare un paio di chiacchiere con te-. Le sputò Shigaraki, intenzionato a salire le scale.
Venne fermato dalla gentile ma decisa presa di Kurogiri...Non poteva giocare nella tana del lupo.
La donna appoggiò la mano sulla guancia, sospirando.
-E io che che pensavo che All For One si fosse deciso...Devo dedurre che non sia con voi-.
Elegantemente le ali si aprirono, adagiandola per terra con gentilezza per poi chiudersi dietro la schiena e scivolare a terra come un lungo mantello scuro.
-A cosa devo la visita-?
L’albino si sentì provocato.
-Noi non appreziamo i pezzi di merda che non colaborano...Stain si è fatto sconfiggere come un idiota ma tu non ti sei presentata all’attacco ad Hosu...Ci stai prendendo per il culo-?
-Ohi, Shigaraki Tomura...-. Cercò di frenarlo il tutore.
-Mi state dicendo di essere così ritardati da non aver notato il mio operato-? Chiese la donna, glaciale.
Tomura piegò la testa.
-Il tuo operato-?
-Certo, non mi allettava per niente l’idea di combattere, ma...-.
La donna prese a scendere gli scalini con un’elegante lentezza, imbrattando la parte finale delle ali di acqua putrida.
-Il giorno seguente alla battaglia con Stain, dopo l’attacco dei Nomu, una piccola squadra di pattuglia insieme a tre eroi professionisti stavano per imbucarsi nel vostro covo-.
-Cosa? Non è possibile-! Si affrettò Kurogiri.
-Pare che alcuni dei vostri piccoli scagnozi non fossero così tanto devoti...Ma non c’è alcun paericolo, ho già sistemato i due malviventi traditori-.
Kurogiri assottigliò gli occhi gialli.
“Ho tralasciato il reclutamente delle forze minori per stare dietro a Tomura, permettendo loro di agire come meglio credevano...Come ho potuto compiere un errore tanto stupido”.
-Ma non dovete preoccuparvi, è stato facile infiltrarsi nella polizia e scoprire chi fossero gli informatori, quindi...Non c’è di che-.
Kurogiri osservò Shigaraki grattarsi insistemente.
-Ti ringrazio....-. Si inchinò appena Kurogiri.
-Che cazzo fai-? Gridò Tomura.
Il più grande si avvicinò al suo viso per sussurrargli qualcosa.
-Se fossero riusciti ad entrare, avrebbero potuto scoprire dove il maestro sta recuperando le forze e comunicarlo agli eroi...Erano comunque subordinati, conoscevano i dati per accedere alle fonti-. Sussurrò.
-Ammazzerò All For One quando scoprirò dove si trova...Dopotutto sono qui per questo...Mi avvicinerò sempre più a lui-.
-Cagna...-. Ringhiò il più giovane.
-Avrei potuto torturare quei traditori e scoprire da sola dove fosse All For One ma, quando ci ho pensato, erano già morti-.
-Che ne hai fatto degli eroi e dei poliziotti-? Chiese il più grande.
-Li ho ammazzati ovviamente...-.
Kurogiri piegò la testa di lato.
-Non sono stati riportati morti dalla polizia-.
La donna li osservò seria, poi scrollò le ali.
 
 
-Cosa se ne fa una bestia dei cadaveri-?
 
 
In quel momento l’uomo ombra si portò una mano sulla bocca, trattenendo un conato di vomito.
Shigaraki non fece una piega.
La donna li osservava.
-Dovrebbero già averli dati per dispersi ormai , ma vedete, come ho già detto, infiltrarsi nella polizia è stato parecchio facile.
“Mostro...”.
-Ovviamente non tutti...Alcuni cadaveri sono a marcire sul letto del fiume di Hozu-. Disse, maledettamente calma.
-Quindi...Hai manomesso le informazioni della polizia-? Chiese Kuro, riprendendosi.
La donna incrociò le braccia al petto.
-Non posso negare di aver avuto cose più divertenti da fare quel giorno...- Sorrise.
-Cosa intendi dire-?
-Mi sono trovata a lottare contro un eroe professionista...Credo fosse la terza in classifica-.
-Ti sei messa a combinare casini nella città? Lo sai che non dobbiamo dare nell’occhio-. La rimproverò l’adulto.
-Ma loro non sanno che la Strega Blu e l’organizzazione dei super cattivi lavorano insieme, no? Inoltre non ho combinato assolutamente nulla...-.
-Ho letto di un attacco a un civile...è opera tua-? Chiese ancora.
La donna rise nervosamente.
-Non era previsto, si era solo trovato sulla mia traiettoria mentre cercavo di colpire Phantom Snow-. Si grattò la testa bruna.
-Phantom...-?
-L’eroina contro cui mi sono trovata a lottare...Però non c’è nessun pericolo...-.
A causa della conversazione Shigaraki e Kurogiri non si erano accorti della vicinanza della donna.
-C’è chi si è preso la colpa per me...C’è un piccolo pulcino malvagio che sta cercando di sbocciare come la più velenosa delle serpi-.
 
 
Sorrise, scoprendo le zanne appuntite.
I suoi occhi si rivoltarono, dandole un aspetto estasiato.
-Ah...Una triade di Vilesangue...Meraviglioso, vero...Piccola River-?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo Autrice-
OOOOOOOOOOOOOOOPLà
Ce l’ho fatta a pubblicare questo capitolo...Che parto!
Ci sono stati vari problemi tecnici, chiedo venia.
Ma EHI, LA STREGA BLU FA COSE!
O meglio...Ha fatto cose.
Ma, se è stata lei ad attaccare il padre di Katsuki...Cos’è realmente successo con Phantom quel giorno?
Aaaaah, la poliza...Facile da raggirare dal 1902.
E in cosa consisterà l'esame pratico di Eva? Bho, Mah...Who knows?
No no...Qua la cosa si fa seria...Vi aspetto alla prossima con gli ESAMI!!!
BYEEEE.
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33- Cooperazione forzata ***


-Tch...-.
Le ali della donna tremarono, lasciando che qualche piuma si staccasse e scivolasse a terra cullata dalla brezza.
Un’ala era leggermente più goffa dell’altra e presentava una forma piuttosto insolita.
La donna era solita nasconderla nel grosso delle piume, ma quando si accarezzava le ali per sistemersele dietro alla schiena quella forma fastidiosa le si presentava davanti agli occhi.
-è in giornate piovose come questa che tornano i dolori delle vecchie battaglie-. Sorrise, accarezzando l’ala lesa.
-All Might...Endevoar...-.Sussurrò, ricordando echi di quella battaglia ormai lontana.
Le avevano dato del filo da torcere...No, sbagliato.
Fu una disfatta totale.
La donna, costretta a nascondersi per recuperare le forze, era riuscita ad evitare la cattura, e si era ritrovata con l’ala sinistra completamente a pezzi.
Era stata dura curarsi, ma il potere dei Vilesangue può essere davvero sbalorditivo...Il suo sangue aiutava il suo corpo a guarire a patto che non si muovesse.
Era stata una brutta esperienza...Una brutta e dolorora esperienza.
Ricordava ancora l’odore pungente di sangue che stagnava nella fognatura e il dolore che le tirava l’intero corpo martoriato.
Probabilmente non le era stata concessa una sorte migliore di quella riservata a All For One.
Ma dopo essere riuscita a riprendersi si costrinse a trattenere la trasformazione al minimo, sforzandosi non poco.
Ormai la Strega Blu era inglobata dalla sua unicità.
Ormai era una bestia, e lo dimostrava la strana voglia di sangue che sentiva fin dentro la gola.
 
 
 
-All Might...eh-? Si osservò il palmo della mano.
Sorrise in maniera innaturale, completamente persa in quel suo momento di follia.
La Strega Blu aveva visto qualcosa, in quello scontro.
Aveva visto un eroe che lottava per evitare che il suo corpo cedesse alla limitazione a cui era costretto.
-Quanto durerà ancora questo tuo mascheramento...Eroe numero uno-? Sussurrò, cingendosi le spalle in un folle abbraccio.
-è solo questione di tempo...Devo solo aspettare un altro pò...-.
Appoggiò la testa contro il muro umido della fognatura, arrotondando le ali e permettendo alle piume di accoglierla con tutto il corpo.
Sedersi sulle sue ali la rendeva orgogliosa di aver dominato il sangue acre che scorreva nelle sue vene.
Oppure la rendeva conscia del fatto che la sua unicità l’avesse completamente divorata.
 
-Pare che ognuno, a modo suo, sia colpito da una maledizione...Evangeline-.
 
 
 
 
 
 
Eva non riusciva a dormire...
Continuava a rigirarsi nel letto, sentendo l’ansia crescere.
Non era da lei andare nel panico per dei banali esami scritti...Ma erano quelli pratici che la preoccupavano.
Se in un primo momento si era sentita costretta a rifiutare la cortesia della Yuei, ora la rimpiangeva.
Se la giovane aveva chiesto ad Aizawa di giudicarla anche sul piano pratico, poteva stare certa che l’uomo l’avrebbe fatto, e in maniera efficiente.
Si sentiva pronta, ma nello stesso tempo non lo era.
-Devo riprendermi...-. Sussurrò, rigirandosi per l’ennesima volta.
Avvicinò il carillon sul comodino e lo accese.
Rimase ad osservare le piccole rotelle girare al ritmo delle note e, lentamente, si addormentò.
 
 
 
 
 
 
 
-L’esame inizia...Ora-! Aizawa fece partire un cronometro e tutti gli studenti iniziarono a scrivere forsennatamente sul foglio di carta.
Kaminari e Mina erano i più vivaci...Dopo tanto studio con Mom la fatica finalmente dava i suoi frutti.
Eva era tranquilla e concentrata, muoveva la penna con maestria e precisione.
Aizawa tirò un sospiro di sollievo nel vederla così sicura di sé...
Era preoccupato che gli ultimi eventi potessero averla scossa.
Ma dovette ricredersi non appena vide l’espressione calma della giovane davanti a quel foglio di carta.
Izuku ogni tanto si fermava a pensare e borbottare ragionamenti tutti suoi mentre Iida, tra una risposta e l’altra, si osservava la mano fasciata rievocando la spiacevole esperienza con Stain; era riuscito a sentire la voce di suo fratello al telefono e, pur avendo rinuciato alla sua carriera da eroe, era contento che stesse bene.
Ingenium non era ancora morto...Lui sarebbe stato pronto a succederlo.
 
 
-Il tempo è scaduto, girate il foglio-. Disse Ereased Head.
Tutti seguirono le istruzioni in silenzio.
-Sono stata grande-! Urlò Mina, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del professore.
-Puoi ben dirlo, ho risposto a tutte le domande-. Le diede il cinque Kaminari.
Eva girò il foglio e poi tirò un sospiro di sollievo.
“Se solo la prova pratica potesse essere così...”.
-Toousaka-.
-Si-?
Aizawa la chiamò, facendola avvicinare alla scrivania.
-Abbiamo deciso il tuo esame pratico...Pensa soltanto a svuotare la mente e a comportarti come hai sempre fatto, intesi-? Le disse, senza togliere gli occhi dalle schede che stava sistemando.
-Certamente...La ringrazion molto-. Si inchinò, sorridendo.
Era evidente che l’uomo cercava di alleviarle il maggior peso possibile, ma non poteva rivelare altro, come per tutti gli altri studenti.
-Molto bene, le lezione saranno sospese per questa settimana in occasione degli esami pratici...Mi raccomando, sfruttate al massimo il poco tempo che avete a disposizione-.
-Si, signore-. Risposero gli alunni.
Eva stava raccogliendo le sue cose nella borsa quando un’occhiataccia glaciale le fece venire i brividi lungo tutta la spina dorsale.
Vide gli occhi scarlatti di Bakugo fulminarla prima di sparire oltre la porta.
Anche quel giorno non le aveva rivolto la parola.
Un pò, dovette ammetterlo, si sentì profondamente ferita.
Sapeva che l’errore era stato suo, e che era lei ad essere nel torto per quello che aveva fatto...Ma si sentiva male.
-Eva-chan...Tutto bene-? Chiese Uraraka, vedendola con lo sguardo perso.
-Si, tutto bene-. Non si accorse di aver risposto tristemente e senza nemmeno guardare in faccia l’amica.
-Cosa c’è che non va...-? Chiese gentilmente Uraraka.
Gli occhi di Eva incontrarono quelli di Uravity e la giovane non riuscì a mantenere le parole al loro posto.
La ragazzina castana giunse le mani, facendo combaciare i polpastrelli.
-Passiamo per il parco mentre torniamo, va bene-? Chiese.
 
 
 
 
 
-Quindi è così che è andata...- Sussurrò Uraraka, seduta sulla panchina del piccolo parco.
Eva annuì, silenziosa.
Non sapeva nemmeno lei perchè si fosse confidata.
-Bakugo-kun non è una cattiva persona...è solo molto irascibile e orgoglioso...Sono sicura che ti perdonerà-. Le sorrise.
Eva abbassò la testa, sospirando.
-Se non dovesse farlo...Lo capirei-. Sussurrò.
-Eva-chan...-. Uraraka le posò una mano sulla spalla.
-Al festival sportivo, sai...è in quel momento che l’ho rivalutato-. Sorrise Uraraka.
“Giusto...Lei...”.
Gli occhi di Eva luccicarono.
Uraraka sorrise, stringendosi le mani.
-In quel momento ero così spaventata che ogni respiro faceva male...”Non farò mai una bella figura contro uno forte come lui” mi dicevo, e invece sono addirittura stata scelta da un pro hero per il mio tirocinio-.
Eva si accarezzò il dorso della mano.
-Mentre combattevo contro di lui ho sentito qualcosa...Era la voce rabbiosa di qualcuno che rifiuta di arrendersi e che voleva arrivare in cima-. Sorrise, alzando lo sguardo verso il cielo.
-Ma non era una voce cattiva...-.
Eva abbassò lo sguardo.
-Immagino...Di no-.
 
 
 
 
“Volete vedere un vero mostro? Ve lo mostrerò, così che possiate temere il vero”.
 
 
 
“Sono spregievole...”.
Eva assottigliò gli occhi...No, non era la voce di Bakugo ad essere cattiva.
-Io credo davvero...Credo davvero che Bakugo-kun sia una persona gentile-. Sorrise Uravity,  arrossendo leggermente sulle gote.
Evangeline la osservò a lungo, poi distolse lo sguardo.
-Io...Io non credo che sia una cattiva persona...Non lo penso per niente-.
Eva parlava piano, come se avesse la testa altrove.
-Eva-chan...-.
-Però...Credo che la persona destinata ad accumulare il suo odio sia proprio io-. Sorrise tristemente.
Uraraka si alzò di colpo.
-Non è assolutamente vero-!
 
In quel momento Katsuki frenò i suoi passi, udendo la voce femminile di Uraraka lanciare un grido.
Il muretto impediva al biondo di vedere all’interno del parco, ma non aveva fatto fatica a riconoscere la voce della “faccina d’angelo”.
Ma la domanda era...Con chi stava parlando?
Appoggiò le larghe spalle al muretto e attese una risposta.
-Ho detto che ho sentito una voce determinata e vogliosa di arrivare in cima...Non potrebbe odiare una persona che crede nello stesso principio...Non si arrenderà con te-. La vocina di Uraraka stava acquisendo spessore.
Eva strinse i denti, sentendo con la lingua il canino appuntito.
-Io...L’ho ferito...-. Sussurrò, portandosi le mani in viso.
Gli occhi di Katsuki si aprirono lentamente, riconoscendo la voce sussurrata della ragazza.
-Ma non eri in te, vero? È colpa della tua unicità-! Le gridò Uraraka.
Eva la fissò incredula.
Immediatamente Ochako si coprì le labbra con le mani.
Katsuki abbassò lo sguardo.
-Io...Io non volevo...Eva-chan...Intendevo...-. Uraraka gesticolò mortificata.
-No...è la verità-.
-Eh-?
-Il professor Aizawa mi ha tassativamente proibito di utilizzare la mia unicità...Affronterò un esame a parte-. Disse.
Bakugo si portò una mano alle labbra, pensieroso.
Alla fine, c’erano davvero tante cose di lei che ignorava per colpa della sua cocciutaggine.
-Questo non è...-. Uraraka la fissava dispiaciuta.
-E io non ho intenzione di deludere nessuno...Non utilizzerò più la mia unicità-.
-Cosa-?
-A patto che il pro hero che mi ha allenata trovi un metodo per contenere il potere del Vilesangue io non posso utilizzare il mio potere...Però...-.
Stava stringendo i pugni con forza, ma poi si rilassò.
-Non ho più intenzione di utilizzare il quirk-.
Katsuki si morse le labbra nervoso.
-Se tutto va bene...Forse la malattia potrebbe anche rimanere in questo satdio...-.
-Ma così...Sarà molto più difficile diventare un eroe, Eva-chan-.
-L’importante è che non sia impossibile, e so che non lo è-.
Si sollevò, stiracchiandosi la schiena e osservando Uraraka molto più sollevata.
-Ti ringrazio Uravity, mi sento molto meglio-. Eva arrossì sulle gote.
-Ma figurati, io...-. Ochako si portò una mano dietro la nuca, imbarazzata.
-Ti va se torniamo a casa insieme-? Sorrise Eva, tendendole una mano.
-Si, certamente-.!
 
 
 
-Tch...-. Il biondo scomparve dalla parte opposta.
 
 
 
 
 
 
La settimana era volata e il giorno dell’esame pratico era finalmente arrivato.
Tra le varie teorie, quella maggiormente fondata era che l’esame prevedesse una prcedura simile al test di ingresso della Yuei: combattimento per accaparrare punti sconfiggendo i robots.
-SPACCARE ROBOT GIGANTI? UNA PASSEGGIATA-! Urlò Kaminari.
-RITIRO NEI BOSCHI, CURRY, STIAMO ARRIVANDO-! Lo accompagnò Mina.
Ma una volta che si furono riuniti tutti davanti al grande gate...
-Che peccato, da quest’anno l’esame seguirà una procedura diversa-! Nedzu, il preside, era sbucato fuori dalle bende di Aizawa, spostandogli con una zampina bianca la testa.
Nessuno sapeva il perchè, ma il preside si trovava particolarmente a suo agio tra le bende di Ereased Head; infatti, quando il professore non aveva lezione, il piccolo animaletto tendeva a riposarsi al calduccio nella stoffa soffice.
Aizawa, grande amante dei gatti, non era affatto infastidito della cosa, e accettava sempre volentieri la piccola palla di pelo.
Scese dalla spalla dell’uomo a quattro zampe come un furetto e arrivò fino al terreno, ricomponendosi.
-A causa dei recenti avvenimenti abbiamo ritenuto necessario modificare l’esame, spero facciate tutti del vostro meglio-. Sorrise il piccolo roditore, giungendo le mani.
Tutti i ragazzi indossavano i loro costumi e tutti, grazie ai loro allenamenti, conoscevano sia i loro punti di forza che quelli di debolezza.
Mina e Kaminari, che si erano pietrificati a quella rivelazione, per esempio, erano molto forti per quanto riguardava il combattere con delle enormi macchine, ma fronteggiare delle persone era complicato a causa della facile perdita di controllo del loro quirk.
-Inizieremo subito saltando le cerimonie...In coppia, affronterete i vostri insegnanti-. Aizawa fece un passo avanti, osservando Momo.
-Per esempio...Todoroki e Yaoyorozu con me-. Ghignò, osservando i due ragazzi.
Momo si portò una mano al petto, riconoscendo la pericolosità del loro avversario.
I giovani erano stati divisi in coppie e, a cisacuna coppia, era stato assegnato un insegante da sconfiggere.
-Non è un pò troppo...I nostri insegnanti sono...-. Jirou piegò la testa, osservando Present Mic, il suo avversario.
Persino il preside era coinvolto.
-Certo, non senza un handicap...-. Alzò la zampa il roditore.
I professori estrassero dei pesantissimi bracciali d’acciaio.
-Per darvi una mano porteremo questi...Cavolo, sono più pesanti di quanto pensassi-. All Might, nella sua forma muscolosa, si agganciò i pesanti collari ai polsi.
-Non dovrete necessariamente sconfiggerci...Potrete o passare il Gate oppure attaccarci...Se riuscirete a metterci queste manette avrete passato direttamente la prova-. Disse Midnight, allacciandosi i bracciali di metallo e sistemandosi i capelli subito dopo.
Reggeva delle manette di ferro tra le dita coperte di smalto.
-Scappare o combattere...Eh-? Todoroki lanciò un’occhiata a Momo che, però, non rispose.
-A-Aspettate un attimo...-. Uraraka si guardò intorno, ignorò il suo compagno spara-laser-dallo-stomaco che gli fece il segno della vittoria e poi fissò i professori.
-è rimasto fuori uno studente...Eva-chan non è accoppiata con nessuno-.
A quelle parole Katsuki, che non aveva ancora smesso di ringhiare contro Deku per essere stato messo in coppia con lui, voltò lo sguardo di istinto.
La ragazza era appoggiata con le spalle al muro, lontana da tutti.
Aveva le braccia incrociate e un’espressione incredibilmente concentrata in viso.
Teneva gli occhi chiusi da sotto la maschera bianca...Respirava in modo regolare.
-Toousaka Evangeline affronterà un esame a parte a causa degli ultimi avvenimenti avvenuti ad Hozu...Mi dispiace ma quando sarà il momento, se vorrà, sarà lei a spiegarvi i dettagli-. Disse Ereased Head, piegando appena la testa e mettendosi del collirio idratante in un occhio.
Scosse la testa come un gatto e si abbassò gli occhiali gialli.
-Ma...Eva-chan...-. Uraraka fece per raggiungerla ma Aizawa, posandole dolcemente una mano sulla spalla, la fermò.
-Professore...-.
-L’esame che dovrà affrontare Evangeline sarà duro...Non potrà contare sulla sua unicità...Lasciala concentrata-. Le spiegò, invitandola a concentrarsi sul suo, di esame.
Uravity, da sotto la visierina rosa, salutò la ragazza con lo sguardo.
Eva sorrise, tenendo gli occhi chiusi e salutandola con la mano ricoperta dal guanto nero vellutato.
 
“Andrà tutto bene...”.
 
 
 
 
 
 
 
Tsuyu e Tokoyami erano riusciti a passare a avevano avuto la meglio contro Ectoplasm.
Mina e Kaminarim, contro il sadismo nasconsto di Nedzu, non poterono fare nulla.
Anche Kirishima e Sato se l’erano vista brutta.
Uraraka e Aoyama erano riusciti a sconfiggere N.13.
Jirou e Koda avevano messo in scena una spettacolare battaglia di suoni e insetti, costringendo il povero Mic ad odiare ancora di più la foresta e tutti i suoi abitanti.
Anche Shoji e Hagakure avevano fatto un bellissimo gioco di squadra.
Mineta era riuscito a superare la sua fissazione delle donne mentre Sero si era lasciato sconfiggere da Midnight.
Erano passati anche Iida e Ojiro mentre Katsuki e Deku...Contro All Might fu davvero una dura lotta.
Il biondo non voleva saperne di collaborare con Izuku...Ma All Might era di un diverso parere.
Furono forzati a collaborare e lavorare in coppia, cosa che li portò alla promozione entrambi.
Forse qualcosa era cresciuto dentro di loro da quella collaborazione.
Ne uscirono malconci e per niente di buon umore...Ma passarono l’esame.
Anche Todoroki e Momo riuscirono a lavorare bene in coppia e, grazie all’intelletto della ragazza, erano riusciti a catturare Aizawa.
Il coordinatore rimase profondamente colpito dal cambiamento della giovane che, dal festival sportivo, aveva perso la fiducia in sé stessa.
Con ancora le manette ai polsi, l’uomo dai capelli corvini aveva sospirato di sollievo...Era contento che avessero passato l’esame e che l’allieva si fosse ripresa.
 
 
 
Erano finiti.
Ed Eva aveva ascoltato tutto il commentary dal corridoio della sala comandi dove Recovery Girl e gli altri studenti osservavano gli scontri degli altri.
Era rimasta tutto il tempo con le braccia incrociate al petto, guadagnandosi ogni tanto un’occhiata da parte della vecchina.
Gli esami erano ormai finiti...Lei era l’ultima rimasta.
“Rimani calma...”.
-Toousaka-kun...-. La chiamò una voce gentile.
Eva spalancò gli occhi di colpo da sotto la maschera.
Si ritrovò Recovery Girl con un bicchiere di succo in mano.
-Cielo, cielo...Sotto tutta quell’apparente calma c’è una gran paura, vero-? Chiese, porgendole in bicchiere sulla punta de piedi.
Eva immediatamente si abbassò al suo livello e prese il bicchiere di vetro tra le mani.
Non le andava, ma non lo rifiutò.
-La ringrazio...-. Rimase piegata sulle gambe, osservando il contenuto nel bicchiere.
-Ho paura...-. Disse semplicemente.
Recovery fece un sospiro.
-Non utilizzerai la tua unicità...Hai affrontato pericoli molto più grandi di un banale esame pratico-. Sorrise.
-Lo so, ma...-. Strinse il bicchiere.
-Sento che...E se per caso...-.
Recovery le mise una mano sulla spalla.
Il mantello rosso lasciato cadere a terra si mosse appena.
-Andrà tutto bene...Vedrai-. Le disse.
Eva sorrise da sotto la maschera, sollevandosi e inchiandosi.
-Toousaka...Le procedure-.
-Arrivo subito...-. Disse Eva, voltandosi di scatto.
Si bloccò e bevve il succo, lasciando il bicchiere vuoto sul tavolo.
-Grazie mille, era molto buono-. Sorrise alla vecchina.
“Una così brava ragazza...Con un fardello così grande”.
 
 
 
 
 
-Scusami se non ti abbiamo avvisata prima, ma dovevamo aspettare che qualcuno si rimettesse in forma per avviare il tuo esame-. Spiegò Aizawa, mentre camminavano per i corridoi.
-Cosa-? Chiese Eva.
-Ovviamente lavorerai anche tu in coppia con qualcuno-.
-Capisco-.
-Né tu, né il tuo partner potrete utilizzare la vostra unicità...Mentre il nemico ne avrà tutta la libertà-.
“Accidenti...”.
-Ovviamente anche il tuo avversario avrà i bracciali di metallo-.
Eva ascoltava ma non stava realmente realizzando.
Afferrò la Katana con una mano, stringendo l’elsa.
Uscirono dalla struttura e si presentarono davanti al grande cancello che precedeva la città fittizia.
-Siamo pronti per iniziare...Siamo intesi? Niente unicità per nessun motivo, se solo le telecamere catturassero una prova verrai subito squalificata-.
-Si, signore-. Disse prontamente la ragazza.
-E vale anche per te...Certo, hai passato l’esame ma possiamo ancora penalizzarti-. Disse Shouta.
Eva voltò lo sguardo.
La figura di un giovane dai biondi capelli stava appoggiata alla parete vicino al gate.
Il suo costume gli metteva in risalto le braccia muscolose e il fisico allenato.
Era molto più intimidatorio in quel modo...Ancora più del solito.
Eva, del resto, da sotto la maschera aveva un’espressione illeggibile e solo gli occhi e le labbra erano esposte.
-Facciamo questa cazzata-. Borbottò, avvicinandosi ad Eva.
Immediatamente gli occhi della ragazza si assottigliarono.
-Con che criterio avete scelto, posso sapere-?
-Ho i miei criteri-. Rispose severamente Aizawa.
Eva accarezzò la Katana.
Era nervosa e lo sguardo di Bakugo non migliorava la situazione.
-Potevi anche toglierti il costume, tanto non puoi usare il tuo quirk-. Disse Eva.
-Fatti i cazzi tuoi...-.
“Parte male, molto male”.
La ragazza si osservò in giro, poi volse lo sguardo verso l’alto.
Qualcosa stava cadendo dal cielo a grande velocità.
Non appena toccò il terreno un grande polverone coprì a tutti la visuale.
“Il solito esagerato” Aizawa si sfregò gli occhi, assonnato.
La figura imponente di All Might si fece largo tra la polvere, arrivando davanti ai giovani con le mani in vita.
-Ah Ah Ah, giovane Bakugo, che bello rivederti così presto, ma ricordati che questa è una battaglia totalmente diversa, niente botti o esplosioni intesi-? Lo puntò con il dito, come si fa con i bambini.
“STA ZITTO” Voltò la testa di lato il biondo, infastidito.
-Ed Evangeline...-. Si avvicinò alla giovane.
-Non ho nessuna intenzione di trattenermi...Farò sul serio come ho fatto con il giovane Midoriya e il giovane Bakugo-. Disse, sempre con quel suo sorriso smagliante.
-Certamente...Nemmeno io ne ho l’intenzione...Non ho bisogno dell’unicità per questo esame- La ragazza scoprì i denti, leggermente appuntiti.
Non c’èra niente da fare, per le piccole cose come i denti, i riflessi e i sensi non si poteva tornare indietro.
E doveva appoggiarsi a quel cambiamento nel suo corpo per vincere...Come aveva fatto all’inizio.
-Allora vieni da me con tutto quello che hai-! Disse il numero uno, chiudendo la mano a pugno.
Izuku osservava insieme a Uraraka il monitor.
-Eva-san...Buona fortuna-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Che l’esame speciale, abbia inizio-!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino dell’autrice-
Esameeeeeee PLUUUUUS ULTRAAAAA
Preferirei mangiare uno scorpionoe che collaborare con Katsuki...Anche te, vero Eva?
Eva: ...
Katsuki: AH!?
 
Permettetemi di prendere due capitoli per l’esame...Ci tengo molto alla loro “cooperazione”.
Katsuki: Cooperazione? Cos’è? si mangia?
Appuntamento con l’esame, alla prossima!!!
Bye Bye
-Shinigiami di fiori-
 
 
 
 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34- Esame in coppia ***


Katsuki camminava davanti a lei in maniera nervosa e con falciate veloci.
Eva era tremendamente agitata...Aveva disegnato l’uomo stilizzato sulla mano ma questa volta non era bastato.
Sentire la katana al suo fianco le metteva una grande sicurezza.
Frenò i suoi passi, notando come il giovane davanti a lei non la considerasse affatto.
-Che intenzioni hai-? Gli chiese.
-Voglio spaccare il culo a All Might...Sono già fuggito una volta con quel nerd di merda, non lo farò di nuovo-.
“Questo tipo...”.
-Come speri di avere la meglio su di lui senza usare l’unicità? Ci conviene passare il Gate-. Disse seria Eva, cercando la direzione giusta con lo sguardo.
“Non sento l’odore di All Might...Che cosa starà tramando?”.
-Non prendermi per il culo...Anche nel tuo esame c’è l’opzione della cattura con le manette no? Si tratta solo di mettergliele a forza-.
-Non essere ridicolo...Non ci siete riusciti in due utilizzando i vostri quirk...Cosa ti fa pensare che...-.
Immediatamente Katsuki si voltò e le rivolse un’occhiata velenosa e dolorosa.
La maschera nascose l’espressione scioccata della giovane.
-Non farò la figura dell’idiota a causa tua-.
Eva si morse le labbra.
-Qual’è il tuo problema....-? Sputò, abbassando lo sguardo.
-Ah-? Ringhiò il biondo.
Quando Eva sollevò gli occhi, questi emanavano un’onda glaciale di nervosismo e preoccupazione.
-Questo è il mio esame...Agiremo come voglio io-. Disse, con voe profonda.
Katsuki ringhiò, avvicinandosi minaccioso.
-Davvero? E cosa vorresti fare tu, senza unicità-?
Eva non si mosse, lo guardò avvicinarsi in silenzio.
-Non so davvero il perchè, ma più penso a tutto quello che ti riguarda e più mi fai inzaccare-. Sorrise, stringendo le mani a pugno.
Eva accarezzò la katana.
-Magari dovresti darti una calmata, montato-. Soffiò come un gatto Eva.
Katsuki si sentì improvvisamente minacciato, come se un serpente velenoso gli si fosse attorcigliato attorno al collo pronto, a morderlo.
-BASTARDA-!
Il biondo stava per fiondarsi su di lei quando un rumore lo costrinse ad osservare il cielo.
“Arriva...”.
Immediatamente la ragazza estrasse la katana, accucciandosi a terra.
Katsuki si mise in guardia, ingoiando l’odio che provava per la giovane in quel momento.
Eva chiuse gli occhi.
“è il suo odore...Sento persino la terra vibrare alla sua potenza”.
Eva senti una minaccia sopra di sé così, dopo aver atteso il più possibile, sfregò la lama contro al pavimento, avvolgendosi nelle fiamme in una grande sfera dalle lingue rosse e arancioni.
All Might dovette cambiare traiettoria, schivando all’ultimo.
-Notevole, giovane Evangeline, davvero notevole-. Si congratulò, cercando di capire la situazione.
“A giudicare dall’espressione del giovane Bakugo non sembre che questi due stiano collaborando come dovrebbero...Aizawa-kun, a cosa stavi pensando quando hai chiesto la collaborazione di questo toro infuriato?”.
-Bhè, che tattica utilizzerete? La fuga? Oppure lo scontro-? Chiese con sorriso smagliante.
Era davvero spaventoso in quel momento...Eva non avrebbe mai voluto trovarsi davanti un nemico del calibro di All MIght.
-Perchè non lo scopre da solo-? Domandò Eva, pulendo con un fendente la lama dalla cenere.
Il numero uno si fiondò su Evangeline che, sfregando la katana a terra ancora una volta, tenne lontano l’eroe.
“Non gli piace il fuoco?” Sorrise.
Ma tra le fiamme una grande mano sorpassò il fuoco.
“Cosa-?
La mano del numero uno era così grande e possente che riuscì a catturare il viso della ragazza in una presa salda.
-Credi di potermi fregare con un pò di fuoco-? Sorrise All Might.
La sollevò e la lanciò violentemente contro al terreno, tenendola ferma con la sola forza del braccio.
Eva sentì il sangue colarle dalla fronte e un pungente bruciore alla nuca.
-Ngh....-. La ragazza strinse forte la katana.
-Se pensi di potermi battere con certi trucchetti hai molto da rivedere, giovane Evangeline-. Disse, spingendo la testa della ragazza contro l’asfalto sporco di sangue.
“è forte...”.
Eva sorrise da sotto la grande presa.
-Fossi in lei mi concentrerei su quello che le succede intorno...-.Sussurrò.
Un violento calcio colpì il collo di All Might, che barcollò appena, giusto il tempo di permettere ad Eva di liberarsi.
Fece un elegante spazzata con le gambe, sfregando le scarpe sul terreno ed infuocandole.
Katsuki atterrò a terra e, prima che All Might potesse prendersela con lui, un altro pesante calcio infuocato lo colpì esattamente dove lo aveva colpito Bakugo.
Per un attimo, Eva riuscì a scorgere il luccichio color smeraldo negli occhi di All Might.
Con un movimento rapido e fuori dal campo visivo di Evangeline All Might afferrò la gamba della ragazza, sollevandola e lasciandola a testa in giù.
“Che velocità!”
Caricò un pugno e lo direzionò verso lo stomaco della ragazza.
-Trattieni gli addominali, giovane-! Sorrise.
Eva intercettò il colpo con la katana, ferendo la mano dell’eroe che cominciò a tingere di sangue la lama e il viso della ragazza.
Ma il pugno andò a segno, anche se leggermente indebolito.
La ragazza tossì, deviando la traiettoria del pugno con grande fatica.
All Might scansò il pugno per caricarlo di nuovo.
-Non potrai pararlo due volte-! Disse con voce possente.
La ragazza tentennò , sballottata come una bambola.
“L’ho ferito appena...Mentre la mia katana rischia di spezzarsi. Se mi colpisce ancora finirà con lo spezzarmi le costole...Come posso combatterlo? Non posso! Devo liberarmi e cercare il Gate”.
La strega lasciò cadere a terra la katana.
-Cosa credi di fare senza la spada-? Rise All Might, avvicinandosi con il colpo.
Eva sbatté le mani ricoperte dai guanti, creando scintille e fuco.
Un applauso ricco di scintille.
-Questa...Queasta è polvere da sparo-! Disse Al Might, notando le scintille luccicanti sui palmi dei guanti.
Eva sorrise.
 
 
 
 
Il rombo di un’esplosione fece saltare in aria i vetri dei palazzi vicini, sollevando una grande polvere scura-.
La ragazza cadde a terra, improvvisamente libera, e corse via.
Raccolse la katana e uscì dall’ammasso di ceneri e fumo.
Katsuki la vide e la rincorse, sparendo con lei.
Non le urlò dietro solo per paura di farsi scoprire da All Might e rovinare il lavoro delle ceneri.
L’eroe numero uno tossì, poi ghignò.
-Notevole davvero...Tuttavia, se credi di poter solo contare su quel corpo ben allenato e due scintille non supererai mai questo esame-. Sussurrò, scrocchiandosi il collo e uscendo a sua volta dalla nube polverosa.
 
 
 
 
 
 
 
Eva respirava a fatica...Aveva inalato le prime ceneri dell’esplosione e ora sentiva un forte mal di testa e una gran nausea.
-Che cazzo credi di fare? Prima dici di voler scappare e poi lo affronti così-?
-è caduto dal cielo, non avevo scelta. Non fraintendere, ho intenzione di trovare il Gate e passare questo esame-. Disse, aiutandosi a stare in piedi con la lama ancora fumante.
-AAAAH? Non dire scemenze, gli metteremo le manette e passerai questo esame come un vero eroe-. Le urlò in faccia.
Il biondo notò una vena pulsante sulla fronte di lei.
-Non sono quì per giocare con la sorte...Devo passare questo esame e voglio farlo in modo sicuro-. Disse, ricadendo senduta.
Era già stanca.
Katsuki la osservò...Avrebbe voluto gridarle in faccia così tante cose ma vederla stanca e confusa lo confondeva a sua volta.
-Non faresti tutta questa fatica se sapessi controllare il tuo cazzo di potere-.
Eva lo guardò e si tolse la maschera, posandosela in grembo.
-Dimmi...In una scala da uno a dieci, quanto credi che ci abbia provato? A domare l’unicità, intendo-. Disse seria.
Katsuki non rispose, semplicemente abbassò gli occhi.
-Dieci...Questa è la risposta esatta-.
Si osservò i guanti sporchi di fuliggine.
-Ma Phantom Snow mi ha detto che dieci, come risultato, non basta...Che la scala di un Vilesangue è di trenta-.
-Non mi interessa un esempio in numeri...Tutto quello che devi fare è controllare quella stupida unicità, no-?
-Davvero...Non capisci-.
-Cosa cazzo c’è da capire-?
Eva si sollevò di scatto, ignorando un pesante svarione.
-Perchè credi che tuo padre sia rimasto ferito-? Gli chiese, toccando un argomento delicato.
O l’avrebbe aiutata o l’avrebbe odiata...Era una conversazione a due finali.
-Cosa-? Chiese ringhiando il biondo.
-Esatto, è finito in ospedale proprio perchè io ho tentato come una stupida...Ho cercato di controllare la mia unicità...-.
Si portò una mano al viso.
-Io non la utilizzerò più...Non usero mai più questo potere maledetto-. Disse.
-Stai rinunciando alla tua unicità-?
-Sono stanca...-. Si sistemò nuovamente seduta.
-Allora...Non diventerai mai un eroe-!
A quelle parole gli occhi di Eva si sgranarono e fissarono quelli scarlatti del giovane.
-NO...io...IO POSSO-! Urlò, sfidandolo con lo sguardo.
Bakugo sembrava piuttosto calmo...Forse troppo.
Katsuki non era abituato a vederla così indecisa e vacillante...Era sempre saggia e calma.
-Mmh? Puoi, dici? Allora proviamo-. E, sussurrando queste parole, si mise in posizione: teneva le braccia in avanti e i muscoli contratti.
Eva era sconcertata.
-Attaccami...Se persino io riuscissi a sconfiggerti senza utilizzare la mia unicità...Non potrai mai diventare un eroe-.
Eva strinse i denti aguzzi e, con un grido, si lanciò verso il biondo.
Non era concentrata, era stanca, era nervose, era agitata...Non ragionava.
Non aveva nemmeno pensato di utilizzare la katana.
Non poteva vincere.
Con un movimento elegante Bakugo la proiettò, facendole schiantare la
schiena a terra.
La strega rimase a terra, ignorando il dolore lancinante.
Bakugo si accucciò per guardarla in faccia, posando i gomiti sulle gambe.
-Visto? Senza unicità, non puoi diventare un eroe-.
Immediatamente Eva provò a tirargli un pugno che, però, venne prontamente bloccato.
Il suo sguardo era iracondo...Era triste....Era consapevole.
-Se non sei pronta a impegnare tutto nel tuo obbiettivo, allora è davvero meglio che tu la smetta di rincorrerlo-.
Gli occhi della ragazza si spalancarono di nuovo, le pupille diventarono sottili e quasi inesistenti.
I capelli si sollevarono e, con un colpo secco, colpì violentemente il terreno per la frustrazione.
Le sue mani erano artigliate, i canini più sporgenti...
Poi, subito, ritrasse la forma bestiale, sperando di non essere stata vista.
-Maledizione...-. Sussurrò frustrata.
Bakugo la osservava serio, poi indico il punto che aveva colpito.
-Se utilizzassi quella forza...Allora non ci sarebbero problemi-.
Il terreno era rotto, cocci di cemento era blazati fuori dalla loro postazione.
La giovane si tirò a sedere, tenendosi il braccio, ora tornato alla normalità.
-Allora...Forse la cosa migliore da fare sarebbe mollare questa stupida follia-. Disse.
-Io non ci sono riuscita...-.
Bakugo la fissava serio.
-Tua madre ci è riuscita, però...-.
Gli occhi di Eva si illumiarono di nuovo.
-Quell’altra eroina anche...Snow, o come si chiama-.
Eva si voltò piano.
-Il tuo potere è un pò più complicato perchè si è sviluppato tutto in una volta? E allora? Tutta qui la tua determinazione per diventare un eroe-?
Evangeline piegò la testa di lato.
-E a te perchè dovrebbe interessare una cosa del genere? È un mio problema...-. Sussurrò ancora.
Katsuki si sollevò piano.
-Sento che sono le parole giuste...Per una cretina come te-.
Eva sorrise senza farsi vedere.
 
 
 
-Avete finito-?
 
 
 
Una voce li fece subito tornare alla mente che fossero nel bel mezzo dell’esame.
-Dall’alto-! Gridò Eva.
Bakugo si scansò, posizionandosi davanti alla giovane.
-Vattene a cercare il Gate...Lo trattengo io-.
-Oooooh? Mi tratterrai, giovane Bakugo-?
Con uno scatto, All Might tirò una violenta ginocchiata a Katsuki, facendolo piegare di dolore e sbattendolo a terra.
-Katsuki-! Gridò la giovane, afferrando la katana.
-Non preoccuparti, ragazza mia...Ne ho anche per te-! All Might si avvicinò pericolosamente con un pugno sollevato.
Il colpo era troppo vicino.
Caricò le gambe e, sforzando i muscoli fino a farsi male, fece un balzo abbastanza alto da superare All Might in altezza.
Rinfoderò la katana davanti ai suoi occhi e, caricando i muscoli delle spalle lanciò un violento colpo per colpirgli il viso.
Non voleva colpirlo con la lama...Anche se era convinta che schivarla, per uno come All Might, non sarebbe stato difficile.
-Mi perdoni, ma si tolga di mezzo- Gridò.
La possente presa di All Might afferrò la katana della ragazza.
-Mi sembrava di averti detto...-.
Una stretta più forte e i muscoli di All Might si tesero, disegnandosi sul costume.
La katana si spezzò.
La ragazza vide la sua arma rotta in due, la vide distrutta davanti ai suoi occhi.
Katsuki, da terra, cercò di sollevarsi.
-Ohi, Strega, concentrati-. Sputò, respirando a fatica a causa del colpo.
Ma Eva non sentiva più niente...Vedeva solo uno dei suoi più grandi ricordi polverizzato.
 
 
 
-Lia...-.
 
 
 
 
 
“-Ma io non ne sono capace...-.
-Non dire così...L’arte della spada è una pratica antica e potente sai-?
-Ma tu come hai fatto ad imparare-?
River ammiccò.
-La mamma mi ha insegnato qualche trucchetto...Dopotutto lei è molto più brava di me-.
-Ma è pesante...E non mi piace, mi riempe le mani di schegge-.
Una gentile pressione si posò sulla sua testolina.
-Ma sarà solamente finché non avrai la tua vera spada...Per imparare ne basterà una di legno-. Le sorrise.
-Ma la tua è così bella e, e luccicante-.
-E la tua sarà altrettanto meravigliosa, credimi-.
 
 
 
 
-Non ci riesco, Lia...è troppo difficile-.
La sorella le mise una mano sulla spalla, inclinandosi leggermente verso di lei.
-è perchè tu stai cercando di imitarmi, Evangeline-.
-E non è giusto-?
La ragazza fece girare la spada elegantemente intorno al polso per poi riafferrarla con la mano.
-L’arte viene dal cuore...Muoviti come ti suggerisce lo spirito, Eva-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La giovane rimase con le due estremità appuntite della spada nelle mani guantate di nero velluto.
Le schegge della sua lama nera le passarano davanti agli occhi.
Eva sorrise teneramente, ripensando a Lia.
“Hai ragione...Non devo imitarti...”
Strinse con forza le due lame, tagliandosi e squarciandosi i guanti.
Quando toccò di nuovo il terreno con i piedi, con un’altra poderosa spinta, era nuovamente in aria, davanti al viso di All Might.
“Cosa? Ero sicuro che sarebbe rimasta disorientata dalla distruzione della sua arma perchè non ha altro su cui contare”.
Con due veloci fendenti Evangeline utilizzò le due piccole spade come doppie lame letali, disegnando una “x” di sangue sul petto di All Might.
-C-Cosa-?
Il numero uno indietreggò, reggendosi la parte lesa.
Non era una ferita profonda, ma se fosse stata ben eseguita sarebbe anche potuta essere letale.
All Might era stato abile a schivare non appena percepito il freddo delle lame.
Era il numero uno dopotutto.
Ma Evangeline ce l’aveva messa tutta per trattenere il colpo...Non voleva essere considerata pericolosa, solo idonea a diventare un’eroina.
Eva osservò le due lame nelle sue mani, finalmente aveva un pò di respiro.
Raggiunse il ragazzo a terra e gli toccò la spalla per aiutarlo ad alzarsi.
-Ho un’idea...Per vincere la sfida-. Disse la ragazza.
-Hai idea di dove si trovi il Gate-? Chiese Katsuki, con un colpo di tosse.
-No...Ma non abbiamo più tempo-.
Il biondo assottigliò gli occhi, sospettoso.
Si scambiarono due parole...Poi la ragazza si voltò di colpo verso il numero uno.
 
 
All Might camminò verso di loro con il solito sorriso smagliante e qualche piccola pacca sul costume per spolverare i calcinacci e la cenere.
-Se avete finito di giocare potreste concentrarvi? Non avete più molto tempo...Se non volete fallire questo esame vi conviene sbrigarvi e pensare a qualcosa-.
Eva si mise a correre improvvisamente, superando Katsuki, rimasto con lo sguardo basso.
“Cosa? Ha intenzione di correre da sola verso il Gate senza il giovane Bakugo?”
-Giovane Evangeline-! La chiamò quasi per istinto il professore.
La ragazza, in risposta, alzò la voce.
-Mi dispiace, ma supererò questa prova senza l’aiuto di nessuno. Se non è d’accordo con le mie scelte che stia pure a farsi picchiare come un idiota-. Disse.
Katsuki si morse un labbro.
-Tch...-.
 
All Might prese a rincorrerla immediatamente; non gli era piaciuta per nulla quella risposta...Doveva raddrizzarla subito.
-Se è così che la pensi, allora sarò io personalmente a farti fallire questo esame-.! Il bagliore verde nei suoi occhi simboleggiava rabbia e delusione.
 
 
 
 
-Che cosa sta facendo-? Chiese Kirishima, guardando gli schermi.
-Eva-chan...Ha davvero intenzione di scappare-? Chiese triste Ochako.
-Kero...-. Tsuyu piegò la testa di lato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-GIOVANE EVANGELINE-!
All Might, a grandi falciate, rincorreva la giovane per tutta la finta città.
Eva si bloccò di colpo, sollevando della polvere dalle scarpe scure.
Si voltò piano verso il numero uno, lo sguardo coperto dalla frangia.
-Finalmente ti sei decisa; pagherai le conseguenze delle tue azioni-. Disse l’eroe, avvicinandosi e camminando più lentamente.
La ragazza lasciò cadere a terra le due lame spezzate, riproducendo un fastidioso e penetrante tintinnio metallico.
Si accasciò al suolo.
Si strinse il petto.
La giovane iniziò un piccolo e gentile gemito di dolore, appena percettibile.
 
 
La rabbia e la delusione di All Might scomparvero.
 
 
 
 
-Maledizione...Recovery Girl-san, per favore-. Aizawa si sollevò dalla sedia.
-Lo so benissimo-. Rispose l’anziana.
I ragazzi cominciarono ad allarmarsi.
-Di nuovo-? Chiese Kirishima, ricordandosi la ricadura della ragazza.
-Eva-san...-! Izuku osservò preccupato Ochako, nelle medesime condizioni.
 
 
 
 
 
 
 
 
-GIOVANE EVANGELINE, RAGAZZA MIA-! All Might si precipitò a grande velocità verso di lei, accogliendola in un caldo e protettivo abbraccio per reggerla.
-Si tratta del cuore? È la tua malattia-? Chiese, con voce estremamente gentile.
Ed Eva, bloccata in quella presa accogliente, per un attimo smise di pensare.
Smise di pensare a tutto quello che la stava tormentando.
Tolse le mani dal petto e rimase ad osservare il cielo.
“All Might è davvero gentile...”.
Chiuse gli occhi, e la pace si ruppe come uno specchio.
Un urlo simile a quello di un vichingo si fece largo, squarciando le preoccupazioni dei presenti.
Con un movimento veloce Katsuki circondò il collo di All Might con le gambe,stringendolo con le braccia muscolose subito dopo.
-Ma cosa? Giovane Bakugo, non è il momento ragazzo mio...La giovane è...-.
Il suo tono era spaventato, preoccupato.
Ma il numero uno ebbe appena il tempo di capire cosa stava succedendo che le sue mani si ritriovarono circondate da un paio di splendide manette d’acciaio, pulite e immacolate.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Cosa?”
 
 
 
 
 
Eva gli stava sorridendo, in maniera genuina e per niente furba o dispregiativa.
Semplicemente era contenta.
-All Might-san...Grazie per essersi preoccupato per me-. Sorrise Eva, osservando il numero uno ancora piegato sulle ginocchia e completamente sconfitto.
Le sue mani ancora avevano il tepore del gracile ma allenato corpo che stava stringendo pochi secondi prima.
-Giovane Evangeline...Il cuore...-?
Eva si toccò il petto.
-Va tutto bene...Ho mentito-.
 
 
 
Aizawa si portò un palmo sul viso, sollevato.
Recovery gli offrì una tazza fumante di caffè nel tentativo di calmarlo.
 
 
 
-Non potevo usare la mia unicità...La mia spada è rotta...-.
All Might la osservava in silenzio, il grande sorriso solo appena accennato.
-Così ho utilizzato le debolezze del mio avversario, in modo da poterlo sopraffare-.
Katsuki osservava la scena seduto esausto sull’asfalto.
-La sua più grande debolezza, in questo momento, sono i suoi studenti-.
All Might abbassò lo sguardo.
-Siamo davvero in buone mani, la ringrazion infinitamente per quello che fa per noi-. Eva si inchinò, dimostrando profondo rispetto.
 
 
 
-Sono così felice...Che sia stata una bugia-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice.
 
The End...L’esame è conclusoooooooo.
Sapete cosa vuol dire?
Si daiii
Ditelo con me...Uno, due, tre...RITIRO NEI BOSCHI!
Ringrazion tutti voi che leggete e chi commenta sempre con devozione...Adoro chiacchierare con voi :3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35- Partenza ***


Premessa: Ricordo a tutti coloro che leggono che questa storia andrà oltre, anche se non di molto, alla seconda stagione animata. Seguirà la prima parte del primo arco narrativo del manga dopo la seconda stagione...Quindi avviso SPOILER.
Buona lettura <3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Shopping-?
Mina lanciò le braccia all’aria.
-Gli esami sono finiti, è tempo di divertirsi prima del ritiro-!
Kirishima sospirò triste.
-Si...Non voglio nemmeno pensare agli esami di riparazione-.
-Forza, forza, Mina-chan ha ragione...Andiamo tutti al centro commerciale-! Kaminari afferrò delicatamente il braccio di Jirou, tirandola appena.
-Idiota-. La ragazza mosse nervosamente i suoi Jack, voltando lo sguardo.
-Sembra una magnifica idea-. Uraraka si rivolse a Tsuyu che, contenta, rispose con uno sguardo contento.
-Bakugo, vieni anche tu-? Chiese Kirishima, posandogli una mano sulla spalla.
-Ma crepate-! Ringhiò, allontanandosi.
-Immagino sia un no-. Sero piegò la testa, offeso ma non sorpreso.
-Todoroki-san...Vieni anche tu-? Chiese Momo, con sguardo gentile.
Shouto la osservò, poi sorrise, annuendo.
-Deku-kun, andiamo, andiamo-! Uraraka lo aveva afferrato per la spalla, agitandolo leggermente.
“Troppo vicina...” Arrossì di colpo, coprendosi il viso con gli avambracci.
-S-Si, perchè no?...-.
-Eva-san...Ti va di venire con noi-? Chiese Izuku, sostenuto da Uravity.
La giovane si voltò, sorridendo cordiale.
-Io passo, preferisco andare a sistemare un pò la casa-. Rispose
imbrarazzara.
-Eeeeh? Ma sarebbe un peccato-! Gridò Mina.
-Ma io...-.
Uraraka le prese la mano, stringendola.
-Andiamo, Eva-chan...Ci divertiremo-. Le sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Che ne dici di questa-? Chiese Momo a Uraraka.
Portava i lunghi capelli sciolti, lisci come un mantello.
I ragazzi si erano diretti al negozio di scarpe e le ragazze, ovviamente, ne avevano approfittato per farsi il guardaroba.
-è davvero carina-! Uraraka toccò la maglietta che l’amica le stava porgendo.
Momo notò lo sguardo preoccupato di Uraraka.
-Non preoccuparti, è già tanto che sia venuta...Non mi sembra proprio una ragazza da shopping-. Sorrise.
-Però...-.
-Compriamo questa e poi andiamo a mangiarci un gelato tutte insieme, che ne dici-?
Jirou, vestita con pantaloncini corti e canotta dei Kiss, le raggiunse.
-Ottima idea-! Sorrise.
-Mettiamoci subito in fila allora, non vorrei farla aspettare troppo-. Uravity sorrise e si diresse alla cassa.
Quando le ragazze uscirono, Eva se ne stava a chiacchierare con Izuku.
-Scusate l’attesa, la coda non finiva più-! Uraraka li raggiunse correndo, piegandosi per riprendere fiato e posando a terra i sacchetti.
Eva le sorrise.
-Ma no, non preoccupatevi-.
Momo si avvicinò ad Eva e le diede un sacchetto...Portava il nome dell’insegna del negozio.
-Questo...-!
-Un piccolo pensiero...da parte di tutte- Sorrise.
-Ma...No, non posso accettare-. Eva fece per restituire il pacchetto ma la mano gentile di Momo la bloccò.
-Accettalo per favore...Almeno tutte abbiamo comprato qualcosa-.
Eva osservò il pacchettino, notando le firme delle ragazze...Persino quella di Jirou.
-Grazie a tutte, davvero-.
 
 
 
 
 
 
Si erano separati, Momo e Jirou erano andate al negozio di bigiotteria per trovare un qualche anello per la ragazza amante del rock.
Uraraka, dopo un commento imbarazzante riguardante Deku, era scappata via imbarazzata.
Alla fine, Eva e Izuku si erano trovati soli in mezzo alla piazza principale del centro commerciale.
-Sono spariti, eh-? Sussurrò Eva.
-Già...-.
Si sistemarono sulla panchina vicino alla fontana, osservando le famiglie felici e i bambini che avevano apena manifestato le loro unicità.
Rimasero in silenzio a godersi quella tranquillità che tanto agognavano.
-Quindi...Andremo tutti al ritiro eh-? Chiese Izuku.
-Aizawa-sensee dovrebbe smetterla di mentirci in questo modo...Ha ragione Iida, se continua così finiremmo davvero per perdere fiducia-. Sorrise simpaticamente Eva.
-Però sono felice che abbiano permesso a tutti di venire...Anche se chi non è passato dovrà darsi da fare con gli esami di preparazione-. Izuku sorrise, grattandosi la nuca.
Gli piaceva parlare con Eva...Gli era sempre piaciuto, anche quando andavano alle medie.
Ma la ragazza era riservata e spaventata allora...Non si era avvicinato per paura di un rigetto.
-Sarà un’ottima occasione per allenare le nostre unicità-. Disse il ragazzo possessore di One for All, determinato.
Eva sorrise...Continuava a pensarlo, Izuku era davvero cambiato.
-E forse, Eva-san, riuscirai anche tu a padroneggiare la tua-. Gli sorrise, stringedo il pugno.
La ragazza annuì..Era vero.
La restrizione di non utilizzare la sua unicità poteva spezzarsi solo nel ritiro...Solo lì avrebbe potuto riprovare a usarla di nuovo.
Ma lei era restia, indecisa...Non voleva utilizzarla.
-Io...Non sono sicura di volerla usara di nuovo...Però...-.
Deku si sollevò, porgendole una mano.
-Ci riuscirai...Noi ti aiuteremo-. Sorrise.
Eva sospirò, sorridendo.
-La Yuei è dalla tua parte-. Izuku arrossì leggermente sulle gote.
Incoraggiarla gli trasmetteva una tenerezza infinita in petto.
-Immagino...-.
La ragazza posò le mani in mezzo alle sue gambe, piegando la testa come una bambina.
-Che io possa provare un’altra volta...Solo un’altra...-.
Izuku era molto più rilassato...
Improvvisamente il telefono della giovane squillò.
Iuzuku piegò la testa di lato.
-è mio padre...Scusami-. Sorrise.
-No figurati, fai pure...farò un giro qui intorno-. Gesticolò imbarazzato.
Eva si sollevò, i lunghi capelli scuri le ricaddero sulla schiena.
Si era allontanata dall piazzetta, vicino al negozio di abbigliamento dove Uraraka e le altre avevano comprato la maglia.
-Pronto, papà-?
Ma nessuna voce le venne in risposta.
-Papà..-? Chiese ancora, posandosi una mano a coprire l’orecchio nascosto dai capelli, quello che non era schiacciato contro il freddo schermo del cellulare.
“Che strano...Che abbia sbagliato?” Pensò, osservando lo schermo e notando la cornetta verde ancora pulsante.
La chiamata cessò e, subito dopo, un messaggio fece vibrare nuovamente il telefonino.
 
 
-Vieni nel corridoio dei bagni, ti aspetto lì-
 
 
-Papà...-? Chiese felice.
“è venuto a trovarmi?” Sorrise, mettendo via il telefono nella tasca nei jeans.
Con una piccola corsa raggiunse il corridoio dei bagni del centro commerciale: profumava di vaniglia e non c’era nessuno nei dintorni.
-Papà-? Chiamò, guardandosi intorno.
Ma nessuno rispose.
-Che sia un altro posto-? Fece per voltarsi e tornare indietro ma, nuovamente, il telelfono squillò.
L’emittente era ancora suo padre.
-Papà, dove sei-? Chiese sorridendo e osservandosi ancora intorno.
Un rumore in sottofondo la bloccò...Cercava di capire cosa diavolo stesse succedendo.
-Eeeeeeeh? Quindi sei tu la strega? Fantastico, fantastico...Mi piaci da impazzire sai-?
Gli occhi di Eva si sbarrarono mentre le sue pupille si rimpicciolivano.
Il cuore pompò velocemente, un brivido le corse lungo tutta la schiena.
-C-Cos...-?
-Sei così bella...Dai, Dai, fatti dare un’occhiata da vicino-.
Solo in quel momento Eva notò di non avere più il telefono vicino all’orecchio...La voce era lì con lei, in quel corridoio.
-Chi c’è-? Chiese, guardandosi in giro.
Un rumore di passi le fece voltare in direzione dei bagni femminili...Passi mischiati a quelli che sembravano gemiti eccitati.
-Fatti vedere immediatamente-.! Urlò Eva toccandosi il fianco ma senza trovare la fedele Katana, ovviamente.
Dal fondo del corridoio una figura esile e barcollante iniziò a muoversi.
Riusciva a distinguere dei capelli raccolti in due stravaganti codini, un maglione lungo e una mini-gonna.
Inoltre riuscì a intravedere il telefono della misteriosa figura, ancora posato vicino all’orecchio.
La luce delle deboli lampadine finalmente rivelarono l’anonima figura femminile.
Il suo sorriso dagli appuntiti canini si allargò e le gote della ragazza misteriosa si arrossarono incredibilmente.
Fece cadere il telefono a terra, portandosi le mano alle labbra e congiugentdo le ginocchia, visibilmente eccitata.
-Sei tu? La figlia di Iri-san? La figlia della Strega Blu-? Chiese, dondolandosi a destra e sinistra.
-Iri...-. Sussurrò Eva.
La giovane stravagante si avvicinò, scossa da brividi.
-Nè, nè...Fammi assaggiare il tuo sangue...è buono no-?
Eva indietreggiò...Le sarebbe bastato uscire dal corridoio per scappare, ma il nome di sua madre l’aveva bloccata.
-Come conosci la Strega Blu-? Chiese Eva, sulla difensiva.
“No...Devo andarmene...Avvertire la polizia...Devo chiamare un eroe...”.
-è come il sangue di Iri-san? Il vostro sangue acre, bestiale...Aaaaah deve essere squisito-. Nel dirlo, si sera avvicinata di più.
“Che sia dell’Associazione dei Villains? Consoce la Strega Blu...Quindi...Può essere che sia dalla loro parte?”
La giovane aveva estratto un coltello dalla manica, i suoi occhi gialli fremevano.
“Quella stronza...”.
Veloce come un lampo...
Eva si era abbassata, inarcando la schiena e sforzandosi di non cadere.
Vide le sue ciocche nere volare in aria, e il sorriso della ragazza folle davanti a sé.
-Dai, fatti colpire...Non avrò altre occasioni per disobbedire a Shigaraki-kun e andarmene a zonzo dove mi pare-. Disse, mentre agitava il coltello per colpire Eva.
“è completamente pazza!”
-Shigaraki...-? Sussurrò, assottgiliando gli occhi.
I suoi occhi assunsero un’aria tagliente...Stava ragionando, finalmente dopo tanto tempo.
“Che sia...Il capo di quell’attcco alla Yuei? Il tizio con tutte quelle mani sul volto”?
Un altro fendente schivato.
“E quello che manovrava Stain, l’ammazza-eroi-?”
Il suo istinto la faceva muovere come un animale selvatico...Riusciva a pensare e valutare la situazione nello stesso momento.
-Meravigliosa...Sei davvero figa-! Urlò la ragazza, scattando velocemente verso la strega, uscendo dal suo campo visivo.
“Veloce...”.
La punta del coltello puntata al cuore.
-Leccherò via tutto quel sangue dalla lama-! Strillò.
Eva afferrò la lama con la mano nuda...Il sangue prese a tagliarla e lacerarla.
Il dolore era pungente, intenso e terribilmente insopportatbile.
-Sei noiosa...Fatti accoltellare da brava bambina-. La ragazza biondo cenere assottigliò gli occhi, sorridendo in maniera maniacala.
Eva sudava freddo...Non poteva allentare la presa sulla lama o le sarebbe finita dritta nel cuore, ma il coltello si ritirò, con grande sorpresa e sollievo di Eva.
Subito la giovane si afferrò la mano insanguinata, portandosela al petto.
-Vorrei rimanere qui a giocare con te...-. So portò un dito alle labbra.
-Ma Shigaraki-kun mi sgriderebbe se facessi tardi...Mi starà già cercando...-.
Eva la osservò allarmata...
-Il capo ha posato gli occhi su voi due...Ma tu mi piaci molto di più di quell’altro-. Sorrise ancora, godendosi con lo sguardo tutto quel sangue sulla lama luccicante.
“Cosa?” Ma il dolore la costrinse a concentrarsi su altro.
-Aaah non guardarmi così...Mi fai eccitare-! La giovane si leccò le labbra, beandosi di quel suo sguardo completamente disperato.
-....Stai dicendo...Che lui si trova quì... In questo momento-? Sussurrò.
Ottenne solo un ghigno come risposta.
 
 
 
 
 
 
-Non è un tuo amico...Vero-?
Izuku sbarrò gli occhi, notando il sorriso del suo aguzzino allargarsi alla vista della giovane.
-Lascialo...Andare-? Sussurrò spaventata Uraraka.
-VA TUTTO BENE, QUINDI NON AVVICINARTI URARAKA-SAN-! Urlò Izuku, con ancora le lacrime agli occhi per la mancanza di aria.
-Oooops, non credevo fossi in compagnia...Chiedo scusa-!
 
 
-Alla fine...Ha tutto a che fare con All Might- Il sorriso maniacale del Villain...Era solo un presagio della calamità.
 
 
 
 
 
 
 
 
Eva si piegò sulle ginccchia, cercando di prendere fiato.
Era riuscita a sbloccarsi e correre via dal vicolo, ma quella ragazza non sembrava interessata a rincorrerla.
-Che cos’ha quella-?
-Starà bene-?
-è sangue quello che ha sui vestiti-?
 
Eva sentiva tutte quelle voci intorno a sé mentre calmava l’adrenalina e riprendeva fiato.
Sudava freddo...Era confusa.
Sentiva chiaramente il dolore lanciante della mano che sgorgava sagnue caldo e scarlatto, ma non sapeva nemmeno a cosa pensare con priorità.
-Ohi...-.
Una voce la richiamò sull’attenti.
La ragaza aveva un aspetto orribile...Era pallida e respirava a fatica.
Davanti a lei si ergeva il ragazzo esplosivo con un sacchetto in spalla e un’ aria annoiata.
-Che stai...-?
Ma fu quando vide il rosso del sangue che Bakugo si avvicinò a lei, cercando di sostenerla per istinto.
Eva cadde a terra, tenendosi la mano ferita stretta al petto.
-Che diavolo è successo-? Chiese, posandole una mano sulla spalla.
In quel preciso momento, la voce delle autorità che rimbombarono in tutto il centro commerciale annunciarono la presenza di Villains all’interno della struttura risvegliò la giovane.
-Cos’è successo, ohi-!!!
Eva si volto spaventata verso Katsuki, afferrando la sua maglia blu con la mano insanguinata.
-Era di papà...Il telelfono con cui mi ha chiamata...-. Pronunciò poche parole sconnesse.
Ma gli occhi di Katsuki si incendiarono, osservando nel vicolo buio, ormai deserto.
-Il telefono con cui mi ha attirata lì dentro...è quello di papà-!? Alzò la voce, cercando di coprire tutte le voci allarmate dei presenti, intenti ad abbandonare l’edificio.
Katsuki le afferrò la mano ricoperta di sangue, staccandola dalla sua maglia e stringendola forte.
-Datti una calmata...Ora usciamo di quì-!
 
 
 
 
 
 
Qualche giorno dopo, alla partenza per il ritiro...
 
 
 
 
La questione del centro commerciale si era rivelata un buco nell’acqua.
Non erano riusciti a scoprire nulla...Niente di niente.
Due studenti avevano subito un’aggressione...Ma la polizia non era riuscita a fare nulla al riguardo.
Così, lentamente, si era tornati alla solita routine.
Izuku ed Eva erano stati medicati e interrogati poco dopo l’aggressione e, fortunatamente, nessuno si era ferito gravemente.
I due ragazzi presero la cosa ovviamente come un segno premonitore...Sarebbe successo qualcosa da lì a poco, ne erano certi.
Eva era riuscita a contattare suo padre, ed effettivamente era stato derubato qualche ora prima.
Nulla di grave, qualcuno lo aveva tramortito per rubargli il portafogli e il telefono.
Eva capì subito il collegamento...Era ovvio che qualcuno avesse scoperto qualcosa sul suo conto.
Non poteva essere solo una coincidenza, no?
La stavano monitorando.
Inoltre...
“Il capo ha messo gli occhi su voi due...”
Cosa voleva dire esattamente? Che qualcuno la stava cercando?
Avevano anche contatti con la Strega Blu...Che fossero collegate le due cose?
 
Si trovavano davanti all’autobus che li avrebbe condotti alla baita nella foresta.
Purtroppo non sarebbe stato il calssico ritiro nelle montagne tadizionale della Yuei, ma questo non indebolì lo spirito dei ragazzi.
E non solo la classe A, anche le rimanenti classi si erano riunite.
-Forza classe A, mettetevi in fila e salite sul pulman-. Disse efficente il rappresentante di classe, sistemandosi gli occhali sul ponte del naso e facendo da apri fila.
Avevano un pulman solo per loro...Sarebbe stato un viaggio divertente.
Le ragazze si appropriarono dell’angolino nel fondo mentre i ragazzi avevano già tirato fuori le console per passare il tempo e le casse per la musica.
Eva era appoggiata con la testa contro il finestrino, in attesa della partenza.
La mano fasciata le pizzicava ancora, ma non era pià un dolore così intenso.
Fece mente locale e si ricordò di aver preso con sé le cose fondamentali per quei giorno al ritiro: le pillole, il costume e il carillon.
Preferì non pensare allo spiacevole incontro nei bagni...Non era nemmeno così sorpresa di aver sentito il nome della madre provenire dalla bocca di un Villain; certo, si era bloccata, ma solo perchè solitamente la Strega Blu agiva da sola, e non in gruppo.
Inoltre sentire il nome di sua madre le faceva uno strano effeto ormai...
Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi.
Improvvisamente il sedile traballò, facendole aprire gli occhi di scatto.
Chi si era seduto in maniera così burbera vicino a lei?
-Katsuki...-? Chiese, vedendolo seduto in malo modo e con le gambe una sopra l’altra.
La testa girata verso il corridoio del pulman.
Non ottenne risposta...Sorrise e tornò a fissare gli studenti salire sui rimanti pulman.
-Avresti dovuto spaccargli il culo-. Sentì.
Eva non staccò lo sguardo dai ragazzi felici e spensierati dell’altra classe.
-Sai che non avrei potuto farlo...-. Rispose.
-Anche a costo di traformarti...Avresti dovuto massacrare quel Villain-.
Eva sorrise di nuovo...Sembrava tutto così facile quando parlava lui mentre invece, quando era lei a farlo, tutto sembrava impossibile.
-Quindi? Hai ancora intenzione di non utilizzare la tua dannata unicità-? Chiese, quasi con un ringhio.
Eva si voltò, osservandosi poi la mano fasciata.
-Un’altra volta...-.
Bakugo spostò le pupille scarlatte verso di lei.
-Ci proverò ancora una volta...Al ritiro...-.Sorrise, stringendo le mani a pugno.
Quando sentirono il rumore del motore lavorare, capirono di essere finalmente in viaggio.
Sarebbe stata dura...Ma forse, sarebbe davvero riuscita a controllare la sua forma bestiale.
Katsuki posò il viso sul pugno, abbandonandosi agli schiamazzi e alla musica che ormai invadeva quel piccolo spazio.
Persino Aizawa si era rassegnato a quel baccano, accoccolandosi meglio sul sedile e cercando di dormire un pò.
-Allora vedi di non fare cazzate questa volta...Anche perchè ora ci sarò anche io presente, quindi potrò darti tutti i pugni in faccia che voglio-. Sputò arrogante, come al solito.
Il biondo sentì una gentile pressione sulla spalla.
Si voltò di scatto, intento a gridarle contro...Ma non lo fece.
Decise di rimettersi nella stessa posizione di prima con il minimo dei movimenti.
L’avrebbe lasciata riposare sulla sua spalla...Perchè il suo volto intento a riposare con quello che sembrava un lieve sorriso sereno sulle labbra non lo faceva poi così incazzare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino autrice-
Ma quanto è pazza quella tipa? Mamma mia, calmati amica mia XD
È andata, ormai sono in partenza :D
E quindi...Ovviamente, sapete tutti che cosa arriva adesso <3
Ringrazio tutti come al solito, magiciii <3
Vi avviso che non so se riuscirò ad aggiornare il prossimo sabato...Farò del mio meglio per portarmi avanti :D
Alla prossima e grazie!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36- Odio ***


-Cosa-? Chiesero in coro tutti gli studenti, sfrattati dal comodo autobus con la scusa di una sosta.
-Avete capito bene...Al rifugio, ci arriverete a piedi-. Disse una giovane ragazza dai corti capelli neri: era vestita con una larga gonna,delle simpatiche orecchie feline sulla testa, una lunga coda e, alle mani, portava due grandi guantoni a forma di zampona di gatto.
-Ora siete ufficialmente nelle loro mani...Il campo d’addestramento è già iniziato-. Sussurrò Aizawa grattandosi la nuca, ancora assonnato.
-Ma...Ma il rifugio è...-. Kirishima indicò la montagna davanti a loro, notando con non poco stupore che una grande foresta li separava dalla grande parete rocciosa.
-Proprio così, si trova oltre quella montagna-. Sorrise, giungendo le zampe paffute.
-Coooooosa-? Kaminari spalancò la bocca, portandosi le mani nei capelli.
-Oh andiamo, non è così lontano, vedete? Due ore dovrebbe essere più che sufficienti-.Incrociò le braccia la petto.
Un’altra ragazza, castana e vestita nel medesimo modo, fece partire un piccolo applauso.
-Susu, non c’è tempo da perdere o non arriverete mai in tempo per la cena-. Sorrise, seguita dalla terza e ultima componente della squadra.
-Noi siamo, i Pussy Cats...E ci penseremo noi a rendere questo soggiorno per niente noiso-! Dissero in coro, mettendosi in posa.
-Se si tratta solo di attraversare la foresta, allora...- Izuku osservò la montagna.
La più giovane delle tre ghignò.
-Allora dovreste sbrigarvi...Su, partite immediatamente-.
Aizawa seguì le ragazze...Erano amici da molto tempo, anche lui era felice di trovarle in forma.
-Le vostre cose rimarranno sul pulman, le troverete al rifugiu quando arriverete-. E quella fu l’ultima cosa che gli studenti udirono dalla bocca del loro professore.
Mentre tutti si dirigevano titubanti verso il bosco, Eva si voltò di scatto verso le ragazze e il pulman, notando qualcuno.
-Un...Bambino-? Chiese con un sussurrò, notando un piccolo cappello con due piccole corna alla sommità.
-Eva-chan, faremmo meglio a sbrigarci prima che faccia buio-. Disse Uraraka, chiamandola alla soglia del bosco oscuro.
Non ne era sicura, ma le era parso di sentire un’aura incredibilmente gelida provenire da quella piccola figura, come se l’avesse squadrata con astio.
Decise di non pensarci e raggiunse gli altri.
L’addestramento era iniziato.
 
 
Aizawa sorseggiava un cappuccino con la schiena appoggiata al caldo metallo dell’autobus. Avrebbero fatto il giro lungo per passare dietro alla montagna, ma sarebbero comunque arrivati prima dei ragazzi.
-Mandalay...Non si tratta solo di passare attraverso il bosco vero-? Chiese, osservando la tazzina piena a metà.
La ragazza, che teneva la testa appoggiata sulle mani giunte, gli sorrise.
Lei era seduta su un piccolo tavolino pieghevole, si erano concessi una pausa, poi sarebbero partiti immediatamente.
-Nossignore...Ci sono tutti i tipi di ostacoli lì dentro, ricordi-?
Shouta sospirò, bevendo un altro sorso.
-Esperimenti meccanici, trappole, animali unici e ostacoli creati con l’unicità della mia squadra...Siamo quì per allenarli no-?
-La foresta delle bestie demoniache, eh-?
La ragazza si incupì, facendo sparire il sorriso.
-Ora che quei Villains stanno puntando i novellini...Avranno bisogno di difendersi-.
Ereased non poteva essere più d’accordo.
-Supereranno i loro limiti in questa settimana, non temere...Abbiamo anche l’ospite speciale che ci avevi chiesto-. Sorrise.
-Ne sono felice...Ci sta aspettando alla baita-? Chiese.
-Miao, esatto...Sarà lei ad accoglierli-! Saltò in piedi la super eroina.
Aizawa seguì il gruppo sul pulman.
“Conoscendola...Si sarà portata il carillon dietro...”.
Incrociò le braccia al petto e poi strinse maggiormente la presa sull’avambraccio, nervoso.
“Ancora un pò Evangeline...Non dovrai usarla solo per un altro pò”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Ci avete messo....-.
I giovani erano stanchi, affaticati e feriti.
Respiravano sulle ginocchia e avevano uno sguardo diffidente.
-Molto più tempo del previsto-. Una voce per niente gentile li accolse.
-Sono esausto...-. Sussurrò Izuku, piegato dalla fatica.
Ormai era buio...Altro che due ore.
Con la fatica negli occhi i giovani riuscirono a scorgere una figura seduta davanti alla baia, ma il buio impediva loro di osservarla nel dettaglio.
Era palesemente sistemata su una sedia, a una ventina di metri dalla struttura di alloggio, le gambe accavalatte e un lungo mantello che volava sotto la sedia con il vento freddo della sera.
I capelli erano lunghissimi e sembravano riflettere la luce della luna; non erano legati, ma lasciati liberi come foglie al vento.
Qualcuno provò ad assottigliare lo sguardo per vederne gli occhi, per poi scoprire con orrore solamente una tiaria di metallo calata in viso, come una benda.
Si sollevò, mostrandosi in tutta la sua imponente altezza.
Evangeline, affaticata e sangunante da una ferita da morso sulla caviglia, zoppicò il più vicino possibile.
-Lei è...-. Izuku si asciugò il sudore dalla fronte.
-Phantom Snow, la terza eroina in calssifica mondiale-. Completò Eva.
-T-T-Terza-? Chiese blabettante Kaminari, osservando l’alta figura.
La donna chiuse con un sonoro “Tack” l’orologio da taschino che portava appeso al suo papillon con una catenella.
-Dovrete fare meglio di così, se volete davvero diventare più forti-.
“Snow-san...”
Non vi era nulla nella donna che le ricrodasse la Vilesangue che l’aveva allenata.
Eva chiuse gli occhi...Però era la sua voce.
“Non so dire il pechè ma in qualche modo...”.
La donna si voltò, nascondendo la sua grande schiena nel mantello scuro e avviandosi verso la baita; solo il rumore dei suoi tacchi sotto gli stivali che graffiava la roccia.
“Mi sembra diversa...”.
Persino Bakugo era ammutolito, con il solo dolore delle mani tramanti a cui pensare; anche il biondo si era sentito intimorito davanti a quella figura draculiana davanti a sé.
Certo, avesse dovuto, l’avrebbe attaccata senza pensarci due volte...Ma qualcosa gli aveva detto di stare calmo.
-Ah, ben arrivati, ben arrivati-. Li accolse una dei Pussy Cats, quella con la fretta di trovare marito e che aveva tartassato Aizawa con proposte indecenti per tutti il viaggio.
Snow si abbassò per poter entrare nella baita senza sbattere la testa e sparì nel buio.
-Non sembra che siate proprio in orario per la cena-.
Eva si abbassò, tenendosi la caviglia sanguinante.
Ancora un brivido.
Quando alzò gli occhi vide il bambino di qualche ora prima lì, intento a fissarla con le sopracciglia corrugate.
-Ecco...-. Sussurrò, indicando il piccolo.
Subito il ragazzino inasprì il visino, piegando la testa.
Izuko raggiunse la ragazza, guardando le ragazze in costume da gatto con aria interrogativa.
-Me lo chiedo da un pò...Da quando l’ho visto alla sosta, quel bambino è per caso il figlio di una di voi-? Chiese.
La bruna osservò il piccolo, poi sorrise.
-Ah Kouta? No, lui è mio nipote-. Sorrise, facendo segno al piccolo di avvicinarsi e presentarsi.
-Mh, ecco, noi siamo del dipartimento erosimo della Yuei, è un piacere conoscert...-.
Non fece in tempo a finire che il piccolo gli aveva già assestato una bella mazzata nello stomaco, facendo cadere Izuku che si era chinato per arrivare alla sua altezza.
-Non voglio farmela con degli eroi nabbi, levatevi dalle palle-! Aveva sputato.
Dal fondo della parte più luminosa della foresta si sentì un “Fartela? Ma quanti anni hai?”
Eva si sorprese, ma la sua espressione era stanca e affaticata.
-Piccola peste...-. Ghignò Katsuki.
-Non ti ricorda qualcuno-? Sussurrò Todoroki, fermo al suo fianco.
-AH? COS’HAI DETTO STRONZO-?!!
Aizawa si portò una mano alla tempia.
-Finitila con questa commedia e scaricate le vostre cose dal pulman...Appena entrati troverete la cena, il vero campo di addestramento comincia domani-. Disse con tono severo.
-Ho una fame che non ci vedo...-. Si lamentò Kirishima, accarezzandosi lo stomaco.
Eva fissò il piccolo con curiosità, cosa che venne ricambiata con un’occhiataccia.
 
 
 
 
 
La tavola era qualcosa di bellissimo e terribilmente invitante.
I ragazzi si fiondarono diretti su riso, carne, pesce e verdure bollite.
-é buonissimo, signorina-! Urlò Kirishima, spaventando Sero a causa del tono.
Eva si era scostata da tutti...Aveva preso una ciotola di riso e una piccola fetta di pane.
Si era anche concessa il lusso di sparmarci sopra della marmellata di mirtilli...Viveva nel risparmio, dopotutto.
Suo padre le passava la maggior parte dei soldi, ma lei era abbastanza saggia da tenerli da parte e vivere in condizioni umili piuttosto che sperperarli ai quattro venti.
Ma dato che c’era...Ne avrebbe approfittato un pochino.
Si era seduta sui gradini all’entrata della baita, il vento fresco della sera le metteva tranquillità.
Portò una pallina di riso che reggeva con le bacchette alle labbra, sentendone il sapore aromarizzato.
Si guardò intorno...Ma non vide più Phantom Snow per quella serata.
Era confusa...La donna non le aveva nemmeno rivolto uno sguardo, nemmeno una parola.
Continuò a mangiare, masticando piano e beandosi delle urla che sentiva dal salone principale.
Non era stata Snow a dire che l’avrebbe allenata di nuovo? Non era forse sparita per trovare una soluzione?
Non le aveva forse mentito per questo?
Forse era arabbiata a causa dell’attacco al padre di Katsuki, o forse si era offesa perchè dopo il tirocinio non le aveva scritto nemmeno una lettera di ringraziamenti.
Si sentì terribilmente in colpa, ma la voce delle ragazze la fece riprendere.
-Andiamo alle terme, alle terme...C’è una sorgente termale solo per noi-! Strillò Mina intenta a togliersi la maglietta e lottando con Momo che cercava di impedirglielo.
-Fantastico, ci voleva un pò di relax-. Si stiracchiò Jirou.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo e decisero di fare lo stesso.
 
 
 
 
 
 
 
-Aaaaaaah, si sta così bene-! Urlò Mina, senza vestiti e completamente esposta su una roccia, inondata dal vapore.
-Mina, ti supplico, questo luogo è pieno di punti esposti...Ti prego, almeno entra in acqua-. Arrossì Momo.
-Stai scherzando? Per una sbirciatina dovrei rovinarmi quest’ atmosfera rilassante-? Si stiracchiò, mettendosi ancora più esposta.
Uraraka era immersa fino alla pancia e si nascondeva il petto timidamente con le braccia.
-Dov’è Eva-chan-? Chiese, guardando Tsuyu, immersa fino al naso intenta a fare bollcine.
-Gyro, l’ho vista lavarsi i capelli dietro quella roccia-.
 
 
-Eva-chan...-. Chiamò piano Uraraka.
La sorgente era grande per essere solo delle ragazze...Sembrava quasi un’enorme piscina con rocce decorative-.
Sentì una melodia...Ma non prodotta da uno strumento, bensì da una voce.
Appoggiò le mani sulla roccia più grande, sporgendosi per sbirciare.
Uravity si ritrovò ad arrossire per lo stupore...Le sembrava di essere in una favola.
Evangeline era girata di spalle, immersa fino alle costole.
I lunghi capelli neri erano un manto umido e liscio galleggiante sullo specchio limpido e bollente d’acqua.
Si accarezzava i capelli corvini con precisione.
“é bellissima...”. Si ritrovò a pensare.
In effetti non avevano mai visto il lato femminile di Evangeline...Era così seria e forte che le ragazze si erano trovate problemi addirittura a scegliere il suo regalo, quel giorno al centro commerciale.
La ragazzina dai corti capelli castani rimase ad osservarla, come incantata.
Stava cantando...Stava intonando una melodia.
Ma l’espressione di Ochako si fece seria quando scorse tutti quei segni pallidi sulla pelle dell’amica.
“Sono così tante...”.
Improvvisamente la strega lasciò i capelli a mollo, seguiti dalle braccia, e osservò il vapore disperdersi in cielo.
Uraraka sorrise e decise di lasciarla sola...Finalmente si stava rilassando, non voleva rovinarle un momento così tranquillo.
 
Eva si osservò le braccia piene di cictrici, morsi ormai disegnati sulla sua pelle e segni che non sarebbero mai andati via.
Ma le andava bene così...Se con quegli sforzi sarebbe riuscita a diventare un eroe.
La grande parete di bambù le fornì il supporto per posare la fronte...Era fresca.
 
 
 
-Hai smesso di cantare-?
Una voce oltre lo spesso muro le fece aprire gli occhi stanchi.
La giovane riconobbe subito quel timbro volgare.
Sorrise.
 
 
 
 
Dall’altra parte, nella sorgente maschile, i ragazzi erano rimasti ipnotizzati da un canto, una melodia senza parole.
Kirishima era arrossito, assumendo il colore dei suoi capelli, ora lisci a causa dell’acqua e del vapore.
-Che bella voce...Chi sarà-? Chiese, voltandosi verso Kaminari.
Izuku rimase ad ascoltare...Conosceva quella melodia, l’aveva già sentita da qualche parte.
Katsuku rimase immobile e chiuse gli occhi.
La sua fronte non stava ospitando rughe di frustrazione o rabbia.
Riconobbe la musica...L’aveva ascoltata per una notte intera, dopotutto.
Persino Mineta avea smesso di cercare spiragli per sbirciare e si era abbandonato a quella dolce ninna nanna.
-Che sia una delle ragazze vestite da gatto-? Chiese Kaminari, rosso in viso.
Katsuki aprì gli occhi lentamente, avvicinandosi alla parete e posandovi una mano sopra.
Izuku ebbe un’ulliminazione...
Stain, e l’urlo terrificate di Evangeline fermato da un dolce carillon.
 
-è la strega-. Sussurrò il biondo, semplicemente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo il bagno, nessuno dei maschi riusciva togliersi la melodia dalla mente...Erano rimasti tutti incantati come fossero stati sotto l’effetto del canto di una sirena.
-Possiamo passare un pò di tempo tutti insieme questa sera, prima di andare a letto...Andiamo tutti nella Hall-. Aveva suggerito Momo, avvolta in un kimono bianco e con il capelli sciolti.
-Sarebbe fantastico-. Jirou stava bevendo un succo e indossava un semplice completo di tuta grigia, sulla maglia sotto la felpa una rock band in voga in quel momento.
Sulla piccola veranda, Uraraka pettinava una lunga chioma.
-Sono davvero cresciuti, Eva-chan-. Sorrise, facendo passare il pettine dolcemente tra quei fili scuri.
Evangeline sembrava una persona completamente diversa: Avvolta in un Kimono nero come la pece, i lunghi capelli lasciati lungo la schiena e il volto sereno.
-Dici...-? Sussurrò, afferrando una ciocca e osservandola.
-Forza andiamo, i ragazzi ci stanno aspettando-! Urlò Mina, avvolta in un soffice completo rosa confetto.
 
 
 
 
 
 
Le ragazze erano scese al piano di sotto nella Hall mentre Eva riponeva il carillon con cura nel suo zaino.
I capelli le ricaddero davanti al viso.
Chiuse la porta scorrevole e si avviò per il corridoio all’aperto, buio e illuminato solo dalle lampade del giardino interno.
Due lucciole passarono davanti al suo viso, iluminando una figura davanti a lei.
-Ah-?
-Eh-?
 
 
Katsuki era vestito con uno Yukata blu notte con rifiniture bianche, le braccia sistemate nelle maniche.
-Katsuki...-? Chiese, piegando la testa per assicurarsi che fosse lui.
-Sei cieca, per caso-? Chiese, avvicinandosi e illuminandosi con quella poca luce.
Eva piegò ancora di più la testa.
-Vogliamo andare-? Chiese gentilmente, ignorando la scortese domanda.
Katsuki girò malamente il viso...Non riuscì a inveirle contro dopo aver sentito quella voce, la stessa delle terme.
Camminarono uno di fianco all’altro lungo il corridoio.
Eva si sentiva in pace, finalmente.
-Sempre che non avremo questi momenti di pace, nei prossimi giorno-. Sorrise.
Katsuki non rispose, si limitò a continuare a cammiare.
Una piccola ombra fece fermare Eva, che si arrestò immediatamente sui propri passi.
-Mh-? Katsuki fissò davanti a loro, strizzando gli occhi.
La giovane strega riconobbe il piccolo cappello con le graziose corna e due occhi ricchi di astio.
Ora ne era sicura...Aveva qualcosa a che fare con lei per qualche strana ragione.
Eva si avvivcinò lentamente al bambino, che se ne stava con le mani in tasca a osservarli.
Si inginocchiò davanti a lui, i suoi capelli le sfiorarono le cosce e subito il piccolo venne invaso da un piacevole profumo di oli essenziali e fiori di ogni genere.
Ma subito gli occhi del piccolo cambiarono.
Eva avrebbe potuto fermarlo, sapeva cosa stava per fare...Lo capiva dal suo sguardo.
Lo sapveva, ma rimase immobile.
Si udì un tonfo, e la ragazza cadde a terra in ginocchio; il rumore di un liquido che picchietta contro il pavimento.
Con una mano si premeva la testa e con l’altra toccava le pulite e lucide travi di legno per sorreggersi.
Kouta respirava affannosamente...
La mano che premeva i capelli cominciò a tingersi di rosso, sporcando il kimono scuro e colando tra le dita.
“Merda, forse ho esagerato”.
-O-Ohi, piccola merda-! Gridò Katsuki, per poi avvicinarsi ad Eva.
I capelli si imbrattavano piano piano mentre il dolore aumentava.
Nella mano del piccolo, un sasso sporco di liquido scarlatto che al buio avrebbe potuto essere scambiato per acqua limpida senza troppi problemi.
-è colpa sua-! Gridò solo il bambino.
-Tch-! Bakugo si inginocchiò accanto ad Eva, senza togliere gli occhi dal ragazzino.
Una striscia di sangue bagnò in mezzo agli occhi della ragazza che, con fatica, li aprì.
-è...è solo colpa sua...-. Il ragazzino strinse i pugni, agitato ma per nulla pentito.
-Maledetto...-. Le mani di Katsuki già sprigionavano scintile, ma il braccio di Eva gli si piazzò davanti, bloccandolo gentilmente.
-Tu...-. Bakugo si calmò, cercando il bambino con lo sguardo.
Kouta fece per correre via ma una mano sporca di sangue gli afferrò con delicatezza il piccolo braccio, bloccandolo.
Il ragazzino strinse i denti.
Evangeline era inginocchiata e si sporgeva verso il piccolo per poterlo tenere saldamente senza fargli del male.
Teneva un occhio chiuso a causa del sangue che sgorgava dalla testa...Ci avrebbe pensato dopo.
-Ti sei calmato-? Chiese, senza spaventarlo ulteriormente.
Kouta inziò a tremare...Non sapeva bene per cosa esattamente.
Il ragazzino si voltò verso di lei, con sguardo decisamente più calmo.
-Pensavo urlassi e mi inseguissi...-. Sussurrò.
Eva sorrise, alzandosi da terra e rimanendo piegata sulle ginocchia per guardarlo in viso.
Katsuki rimase ad osservare la scena.
-Ti va di parlare con me un pochino-? Chiese, cercando di ignorare gli svarioni e il senso di nausea.
Kouta ingoiò quel dispiacere che sentiva per la ragazza, ricordandosi il perchè delle sue azioni.
-è per colpa di mostri come te che mamma e papà non ci sono più-! Gridò.
Gli occhi di Eva si spalancarono piano mentre Kouta, con uno strattone, si allontanava dalla giovane.
-Cos’è questo baccano-?
-Kouta, tesoro, ma che...Cosa-?
-Quello è...Sangue-?
-Che succede-?
I Pussy Cats uscirono dalle loro stanze sentendo le urla del ragazzino.
-Santo cielo, va tutto bene-? Chiese Mandalay, avvcinandosi alla ragazza.
Shouta, svegliato da tutto quel baccano si precitò al piano terreno.
Nella corsa la sua coda di cavallo si sciolse, lasciandolo nuovamente con i capelli arruffati.
-Toousaka, va tutto bene-? Chiese, inginocchiandosi e sollevando la testa della strega con due dita sotto al mento.
-Non riesco a vedere la ferita con questa luce, andiamo dentro-. Disse, allarmato ma composto come sempre.
Eva si tenne la testa a causa di un giramento.
-Kouta, santo cielo, cos’hai fatto-? Chiese la ragazza bionda, allarmata da tutto il sangue sul pavimento.
Il ragazzino esplose, facendo concorrenza persino al re delle esplosioni lì presente.
-è colpa loro se la mamma e il papà sono morti...Perchè gente simile deve diventare un eroe-? Urlò.
Aizawa sollevò la ragazza, passandosi un suo braccio intorno alla spalla per sorreggerla.
-Non sembra profonda, ma dobbiamo agire subito...Bakugo, corri in infermeria e prepara una scodella di acqua calda e del disinfettante per favore-. Disse il coordinatore, ma sentì i piedi della giovane impiantarsi a terra, irremovibili.
-è stato un Vilesangue-? Chiese semplicemente Eva, ferma nella ferrea presa del professore.
-Toousaka...-. Sussurrò Ereased.
La zia del piccolo rattristò lo sguardo, posandolo sul nipotino.
Le venne in mente quello che aveva raccontato all’erede di One For All dopo che quest’ultimo le aveva chiesto del piccolo.
 
“I suoi genitori sono morti con onore facendo il loro mestiere...”.
 
 
-é colpa di quelli come me? Se è così, allora puoi odiarmi con tutto il cuore...Però...-. Eva socchiuse quell’unico occhio scuro che teneva aperto con fatica.
-Non odiare gli eroi...-. Disse semplicemente, abbassando lo sguardo mentre il sangue colava sul pavimento di legno di ciliegio.
Ereased osservò la ragazza, poi il piccolo.
 
 
 
 
 
“Avendolo abbandonato a questa tenera età...Lui...kouta considera gli eroi la cosa peggiore che esista. Anche se è quì, sono sicura che nemmeno noi gli piaciamo particolarmente, ma non ha nessun altro da cui andare.
Izuku osservò il piccolo steso sul divano, svenuto a causa di un colpo di calore delle terme.
La zia gli accarezzò la fronte con fare affettuoso.
Ma i suoi genitori sono morti da eroi contro un Vilesangue...Sai di cosa sto parlando?
Izuku preferì tenere nasconsta l’identità di Eva.
Pensò immediatamente alla sua compagna, provando un grande dispiacere per Kouta.
-Si, ne sono a conoscenza...-. Rispose.
La super eroina sospirò, posando una pezza bagnata sulla fronte del piccolo.
-Questo bambino deve avere dentro di sé una tale quantità di odio...Da non sapere nemmeno cosa detestare di più-. Sussurrò Izuku tristemente.
-Lui...Odia tutto quello che è connesso agli eroi...Quindi scusami per questo pomeriggio-.”
 
 
 
 
 
 
In una stanza buia, un’ombra dai lunghi capelli del colore della luna rifletteva nel piccolo attico privato.
Tra le mani artigliate teneva il ciondolo di una famiglia felice...Di tre bambine splendide, così fortunate da non aver ereditato nessuna maledizione.
Un sospiro dall’acutezza dei canini...Un sapore di malinconia.
-Cosa devo fare...-? Sussurrò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolino della pazza sclerotica-
 
Sono riuscita ad aggiornare nonostante i grandi impegni, sono fiera di me.
È stato difficile scrivere questo capitolo, devo ammetterlo...Ma poi Kouta...Chi altri si è sentito terribilmente triste per la sua storia?
E poi il ritorno di una Phantom Snow piuttosto preoccupata...Cosa sta succedendo, di grazia?
E al loro risveglio, il campo d’addestramento avrà inizio!
Grazie a tutti voi che seguite e recensite <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37- Scambio ***


Era solamente il primo giorno, solo il primo ma...
 
 
 
-Rgh...Ho la nausea...-. Uraraka si teneva premuta una mano sulle labbra mentre una grande roccia volava sopra la sua tesa spettinata.
-Resisti, Uraraka-san- Sorrise Momo, asciugandosi il sudore dalla fronte -Se riuscissimo a superare anche di poco il nostro limite sarebbe un risultato magnifico-.
Bakugo soffriva, con la mani immerse in quello che sembrava un grande barile pieno di liquido.
-é davvero molto virile, Bakugo- Sorrise Kirishima facendo cozzare le braccia muscolose e indurite dal suo Quirk. -Sei un vero uomo-.
-Non vorrete distrarvi in questo modo, vero-?
Improvvisamente un colpo violento colpì Izuku in pieno volto, facendolo volare di parecchi metri.
-Lui è...- Il ragazzino si sollevò a fatica, tenendosi i capelli arruffati.
Il quarto ed ultimo membro dei Wild Wild Pussy Cats era un uomo alto e muscoloso...Vestito come le sue colleghe.
-Dovrete fare molto meglio di così, lo sapete vero-?
Todoroki strinse le sue mani a pugno mentre un delicato velo di fuoco li avvolgeva.
Il campo di addestramento era grande e pratico, protetto dalla foresta che formava un cerchio perfetto.
La grande area piana era ricca di macigni e strumenti per allenarsi, vi era spazio in abbondanza e l’assenza di alberi rendeva gli scottanti raggi solari davvero insopportabili.
-Se solo...Potessimo fare una pausa...-. Jirou era a terra, in ginocchio.
-Il crimine, miei cari...- una delle Pussy Cats, con un elegante salto, caricò il calcio contro la ragazza -Non va mai in pausa-. Sorrise, frustando l’aria con la coda.
Jirou, collegando i suoi jack a terra ed espanendo il suono del suo cuore riuscì a scansare l’eroina, facendola barcollare.
-Grande Jirou-. Sorrise Kaminari, con i capelli dritti a causa dell’elettricità.
-Zitto e aiutami-.
Katsuki si sollevò, esausto.
Con un movimento veloce si asciugò il sudore dalla fronte, osservando tutti gli altri intenti ad allenarsi.
-Ohi, Katsuki, ti sei imbambolato-? Sorrise Sero, piegato sulle ginocchia.
-Non vedo la strega...- Disse solo.
Kirishima si avvicinò a lui, cercando di coprirsi dal sole.
-Eva-chan? Ora che me lo dici...Non la vedo da ieri sera-.
I sottili occhi di Bakugo si fecero più stretti.
 
 
 
 
Eva stava respirando a fatica, con le ginocchia a terra.
Il cuore della foresta era il posto adatto...O così le aveva detto la maestra che ora la guardava riprendere fiato.
Le sue ali scure toccavano terra, raccogliendo piccoli sassolini.
Le faceva male...Non si era pià allenata.
-Qualcosa non va? Eri riuscita a sviluppare le ali senza problemi o sbaglio-? Chiese una voce autoritaria.
Gli occhi di Eva erano stanchi...
-Mi dispiace...Non ho più...- strinse il terriccio tra le mani.
Avanzò davanti alla ragazza la donna dai lunghi capelli color cenere, coperta dal suo solito mantello.
-Non ho più trovato la forza di utilizzare la mia uncità- disse senza mentire.
Snow sospirò, schioccando le dita e incitandola ad alzarsi velocemente.
-Immagino sia stata anche colpa mia...Ma ora non è il momento di parlarne, coraggio, alzati-.
Eva la vedeva diversa...
Le aveva sempre spiegato ogni cosa, l’aveva sempre aiutata dandole il tempo di abituarsi a quella nuova vita, a quel nuovo potere di cui ancora non sapeva molte cose.
Ma ora...Si comportava in maniera differente.
-Alzati, ho detto- disse ancora.
Eva fece come le era stato detto, barcollando e cercando di rimanere in equilibrio.
“Cosa diavolo ti prende...Phantom Snow-san?”
-Ricominciamo-.
 
 
 
 
La sera arrivò velocemente.
Tutti erano esausti, non avevano nemmeno la forza di muoversi.
-Ragazzi ragazzi, cosa credete che sia, un albergo? Se vorrete mangiare del buon cibo dovrete prepararvelo voi stessi- ammiccò Mandalay, indicando un tavolo pieno di verdure, carne, riso e paste varie pronte per essere cucinate.
-Vi abbiamo viziato solamente il primo giorno- continuò la mora, sistemandosi meglio la visiera.
-Bhe, immagino non ci sia niente da fare- sorrise Momo.
-Io faccio schifo a cucinare- si mise le mani tra i capelli Kaminari.
Snow era appoggiata con la schiena contro lo stipide della porta e teneva lo sguardo puntato sugli alunni mentre cucinavano la cena.
Li sentiva chiaramente.
Poi si avviò all’esterno, sparendo nelle tenebre come la sera scorsa.
Spariva di notte e tornava di giorno...Nessuno sapeva dove andasse a finire quando le stelle comparivano in cielo.
Eva entrò mentre tutti stavano già mangiando o litigando per una determinata porzione di curry.
-Ah, Eva-chan, di qui, di qui-! Urlò Uraraka, facendole segno di sedersi vicino a lei.
-Non ti abbiamo vista al campo...Va tutto bene-? Chiese Tsuyu.
Eva si sistemò al tavolo e osservò anche la ciotola di riso e verdure che le avevano preparato le sue compagne.
-Seriamente, va tutto bene? Ah, volevamo tenerti un poò di curry da parte ma i ragazzi se lo sono finito tutto- sorrise imbarazzata Ochako.
-Sto bene...Ho solo...-.
Iida osservò la giovane dal tavolo di fianco, sospettoso.
-Ho solo bisogno...Di una doccia- sorrise, sollevandosi ancora, intenzionata ad andare in camera.
-Cosa? Ma devi mangiare qualcosa...Magari che non sia stata toccata da Kaminari o Sero-. Sussurrò infine, sorridendo.
Ma Eva sembrò irremovibile...
-Non ho molta fame...Preferisco farmi una doccia e andare a dormire-
Era molto seria, molto più del solito.
Il suo atteggiamento attirò l’attenzione di tutti tantoché, non appena la ragazza somparse sulle scale, i ragazzi iniziarono a bisbigliare.
-Secondo voi dove cavolo era finita-? Chiese Mina.
-Da quello che ho capito i professori hanno ingaggiato Phantom Snow per allenarla qui al campo- rispose Tsuyu, sempre molto informata.
-Non era la stessa con cui aveva fatto il tirocinio-? Chiese Todoroki.
-Però non sono sicuro che stia bene...- si preoccupò Kirishima, mentre sgusciava un gambero.
-Forse si è solo stancata...- rispose Momo, osservando le scale in fondo alla mensa, pensierosa.
-Ragazzi, non è educato sparlare alle spalle delle persone- li bloccò Iida, sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso.
-Ma sentitelo...Fare il rappresentante di classe anche al ritiro estivo- disse Mineta, mangiando un unvoltino di pesce.
-Mineta-kun, il rappresentante di classe non ha pause- gli rispose a tono il giovane dai capelli blu.
-Secondo me stai prendendo questa cosa un pò troppo seriamente, rilassati bro- gli sorrise il ragazzino dagli strani capelli viola.
-Che linguaggio poco consono ad un eroe...-
In men che non si dica la sala si riempì nuovamente di allegria e buon umore.
 
 
“Non odiare gli eroi...”
 
-Però...Rimango preoccupato per Eva-san...- disse Izuku ad Uraraka, che lo supportò con un’occhiata altrettanto preoccupata.
Katsuki addentò un pezzo di pane, chiudendo gli occhi.
Era turbata, pensò.
-Vorrà essere lasciata da sola- disse il biondo, senza aggiungere altro.
Izuku si scambò un’occhiata con Uraraka e poi continuò a mangiare.
“Non è una persona solita chiedere aiuto quando ne ha bisogno...” pensò tristemente il possesore di One For All.
 
 
Dopo essersi fatta una lunga doccia, la ragazza dai lunghi capelli corvini si era seduta sui gradini della stanza delle ragazze, ancora vuota.
Si affacciava sul bellissimo giardino interno della baita ed era bellissimo farsi accarezzare dalla brezza notturna dopo una doccia bollente.
Solo in quel moento sentì il dolore della botta ricevuta la sera prima dal piccolo Kouta.
Eva si accarezzò la parte lesa, sentendo la ferita cicatrizzata.
Un rumore di foglie le fece posare lo sguardo sul giardino illuminato solo dai pallidi lampioni bassi e rotondi.
Non le ci volle molto per capire che quei suoni goffi provenissero da un fallito tentativo di nascondersi e spiare qualcuno.
-Non avere paura di me...Non ti farò niente anche se sono un Vilesangue- aveva detto, senza staccare gli occhi dal cielo stellato.
Uno sbotto di ira portò allo scoperto il piccolo intruso.
-Non ho affatto paura di te, cosa credi-? Urlò una voe scontrosa.
Era il piccolo Kouta, il bambino che l’aveva colpita.
Eva non lo guardò in faccia...Non voleva spaventarlo, così aspettò che fosse lui a fare le domande, urlarle in faccia, qualsiasi cosa.
-Non ho intenzione di scusarmi, se è questo che ti aspetti-! Le disse, ancora con più astio.
Eva si sollevò e fece per tornare in camera.
-Allora buona notte- disse, mettendosi le mani nelle maniche, lasciando che i lunghi capelli corvini le accarezzassero il soffice kimono bianco.
Il piccolo arrossì all’improvviso, voltando la testa di scatto dalla’altro lato.
Eva gli lanciò un’ultima occhiata, poi decise di ritirarsi e chiudere la porta che conduceva al giardino.
Le sarebbe piaciuto conquistare la fiducia del bambino, e lo avrebbe fatto un pò alla volta.
Kouta rimase a fissare la porta chiusa per qualche minuto.
La zia del piccolo, dal fondo della corridoio esterno, ascoltò la conversazione.
-...Kouta...- sussurrò tristemente.
 
 
 
 
 
-Alzati...Abbiamo appena iniziato-
“Perchè...Perchè si comporta così?” Eva era sfinita e confusa.
Le sue ali sporche di sangue a causa della fretta con cui era costretta a richiamarle dal suo corpo e la fatica la stavano sfiancando più velocemente del previsto.
-Devi imparare a tirarle fuori senza esitazioni e come se fosse naturale- alzò la voce la donna. -Hai già dimenticato tutto quello che abbiano fatto durante quella settimana-?.
-No...Ma io...-
-Allora impegnati-.
-Phantom Snow-san...Io...-
Eva finì a terra a causa di un colpo in pieno ventre.
Quando si rialzò, ignorando il dolore delle ali su tutta la schiena, vide la donna davanti a lei con le braccia incrociate al petto.
Due meravigliose e gigantesche ali bianche le circondavano il corpo come fossero un caldo abbraccio.
-Se solo riuscissi a controllarle in questo modo potresti utilizzarle come arma-.
-Snow-san...- Eva cercò ancora di parlare, ma la donna si fiondò sulla giovane con un balzo.
Roteò su sé stessa e, con un calcio, scaraventò la ragazza contro un albero di canfora lì vicino; erano le uniche ad esercitarsi nel cuore della foresta.
-Almeno potresti aprirle- continuò, avvicinandosi.
Eva teneva le ali avvolte intorno a sé...Attutire il colpo era stato parecchio difficile.
“Ora basta...”.
La ragazza si sollevò, spolverandosi il costume.
La botta le provocò uno svarione notevole, ma cercò di focalizzare la sua attenzione sull’alta figura davanti a lei.
-Immagino...Che non mi darà ascolto finché non mi impegnerò seriamente- disse, muovendo piano le ali sulla sua schiena.
A sua volta Snow muoveva le sue in un movimento ipnotico, erano troppo grandi per poter rimanere chiuse sulla sua schiena.
-Se riesco a colpirla...Mi potrebbe spiegare cosa sta succedendo-? Chiese, cercando di aprire le ali.
Snow non rispose, la tiara sui suoi occhi era ferma come la sua espressione assente.
Eva piegò leggermente la schiena, incurvandosi per permettere agli arti piumati maggiore libertà di movimento.
Faceva male, ma se non si fosse abituata a muoverle non sarebbe mai riuscita a migliorare.
“E io che non volevo nemmeno più utilizzarla, questa stupida unicità”.
Con un colpo secco di chi toglie un cerotto, la giovane spalancò le grandi ali; non erano della stessa grandezza di quelle di Snow, ma erano comunque pesanti e ingombranti.
Erano completamente aperte e tiravano la pelle della schiena.
Eva cercava di mantenere il dolore e pensare solo a colpire la donna davanti a lei.
-Sto arrivando- disse, facendo un balzo e spingendosi con la sola forza delle gambe.
Vide immediatamente il volto di Snow cambiare.
Vide le sue labbra schiudersi.
 
 
 
 
 
-Non sono le stesse...-
 
 
 
Eva si fermò a pochi centimetri dalla donna, sollevando un polverone di terra e polline.
Snow aveva una parte della ormai spezzata katana della ragazza puntata alla gola, ma non vi era aria di timore sul viso della donna.
Ormai l'arma, rotta in due, risultava molto più comoda da utilizzare. Evangeline abbassò la lama, osservando Phantom con aria interrogativa.
-Cosa intende-?
Snow si toccò la tiara, pensierosa.
Tenne un palmo fermo sulla fredda forma che le copriva gli occhi.
-Non sono le stesse ali che ho visto ad Hosu-.
Il cuore di Eva perse un battito.
-Cosa-?
Phantom si avvicinò alla ragazza, accarezzando le sue ali e scrutandole silenziosamente.
L’atmosfera creatasi era insopportabile, Eva rimase immobile e lasciò che il Vilesangue più anziano la studiasse.
-Evangeline...Che ricordi hai di quell’allenamento-? Chiese Snow.
-Intende quello dopo i fatti successi con Stain-?
Il Vilesangue annuì -quello in cui hai attaccato il civile-.
-Non ricordo nulla...Come se, come se ad un tratto avessi perso i sensi- disse, sfornzandosi di ricordare.
Snow si portò una mano artigliata al mento.
-Avrebbe senso...-.
-Cosa, avrebbe senso-? Chiese Eva, impaziente.
-Quando ho fermato quella creatura, ad Hosu, era in forma bestiale quindi non avrei potuto riconoscerti dall’aspetto- le confessò la donna.
Eva assottigliò gli occhi.
-Vedi, effettivamente perdesti il controllo della tua unicità, quel giorno-.
-Questo lo so-.
-Ciononostante, quel pomeriggio...Non credo di aver lottato contro di te-.
Eva si sentì più confusa che mai.
-Com’è possibile-?
-Ti persi di vista solo per pochi minuti...Ma la creatura contro cui mi scontrai dopo...-.
-Snow-san...Tutto questo non ha senso, se lo sta dicendo per farmi sentire meglio, io...-.
-Le tue ali sono perfette, Evangeline-.
-Le mie ali-?
-Si, vedi, la creatura che ho affrontato in quella città aveva un’ala deformata...Credevo fosse una malformazione che al nostro primo allenamento avevo ignorato, ma ora che ti guardo da vicino...Non c’è traccia di quella malformazione su di te-.
-Mi sta dicendo che...Non sono stata io-?
-Dopo aver combattuto contro la belva ed averle inferto una ferita notevole, quella è scappata. Poi ti ho ritrovata priva di sensi in un vicolo-.
Eva si portò una mano in viso.
-Quindi mi sta dicendo che dopo aver perso il controllo...-
-Credo tu sia durata al massimo cinque minuti, giusto il tempo di sparire dal mio campo di percezione; e poi devi aver perso conoscenza a causa dello sforzo, in quel vicolo-.
-E poi...-
Snow ghignò, un ghigno che Eva non aveva mai visto prima su quella donna dall’aria tanto gentile.
-E poi io devo aver ingaggiato briga con qualche simpaticone, credendo che fossi tu-.
Ma Eva non era per niente convinta.
-Mettiamo caso che sia così...- disse la giovane.
Snow tornò seria anche se, nel profondo, era molto divertita dalla situazione.
-I Vilesangue hanno i sensi molto sviluppati, in particolare tu hai un olfatto pari a quello di un segugio...Come hai fatto a non accorgerti-? Chiese.
Snow divenne improvvisamente seria...
-Perchè l’odore...Era innegabilmente il tuo, Eva- la osservò.
Eva pensò che la donna fosse nuovamente pronta ad incolparla.
-Però...-.
-Tuttavia...- la interruppe Snow.
Snow si ricordò perfettamente di quella volta allo stadio, quando confuse l’odore di Eva con quello di qualcun altro.
-Non si trattava di te...Ma di qualcuno che ti è molto vicino-.
Gli occhi di Eva si spalancarono lentamente, le sue mani si strinsero a pugno.
Snow rimase ad osservare la ragazza davanti a lei apprendere quella che, per la prima volta, le veniva sbattuta in faccia come la verità più assoluta.
-La strega blu...è davvero tornata in circolazione- sussurrò la donna, osservando le fronde delle palme danzare con il vento.
 
 
 
 
 
 
 
-Allora, andiamo, andiamo-? Chiese una voce estasiata.
-Silenzio, è ancora presto-.
-Voglio solo dare un segnale, tutto qua-.
Su una roccia, in cima alla foresta cupa e avvolta dall’uscurità della notte, un gruppo di ombre vegliava come avvoltoi.
-I valorosi eroi rivestiti di nullità ricadranno sulla terra...Il tutto per il bene di un futuro migliore-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Scusate il ritardo, scusate tanto ma sono entrata nella sessione d’esami...Odio dirlo, ma credo che ci saranno anche altri ritardi T.T
Però niente paura, ormai la storia è nel suo arco finale (e capirete perchè questa sarà la saga finale).
Ringrazio tutti i lettori e il mio recensore di fiducia <3
Grazie e alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38- Si alza il sipario ***


-Ah-?
 
-Avete sentito bene, ragazzini- Tora si posizionò le mani sui fianchi.
 
-Questa sera faremo un bellissimo test di coraggio, per tutte le classi- cantinellò Pixie-Bob, saltellando sulle punte e facendo dondolare la coda.
-Un test di coraggio? Troppo figo-! Urlò Mina, scrocchiandosi le nocche.
 
-Ricomponetevi per favore, la giornata è ancora lunga e il vostro allenamento quotidiano finisce solamente nel tardo pomeriggio- rispose a tono Aizawa mentre si accarezzava svogliatamente i capelli.
 
-A volte ho come la sensazione che quest’uomo voglia distruggere la nostra vivacità- sussurrò Mineta, con le lacrime agli occhi al solo pensiero di cominciare un nuovo giorno di addestramento.
 
-Bhe, è il nostro compito potenziare le nostre unicità- sorrise Momo, finendo di bere il suo succo di frutta.
Erano nel salone principale e stavano tutti finendo la loro colazione...Mangiare in abbondanza la mattina era l’unica garanzia che avevano di non svenire durante tutta la giornata, sotto il sole cocente.
Evangeline osservava la sua tazza, ancora piena di latte freddo.
 
“La Strega Blu è davvero tornata in circolazine”
 
La giovane strinseil manico della tazza, nervosa.
“Sentirmelo dire fa più paura della sola immaginazione”.
 
-Eva-chan? Tutto bene-? Chiese preoccupata Uraraka con un pezzo di toast tra le labbra.
La giovane dai lunghi capelli neri strinse un’ultima volta il piccolo manico in porcellana, cercando di scacciare quei brutti pensieri.
 
-No, sto bene...- sorrise.
 
-Forza, forza, ora che avete mangiato, di corsa al campo, tutti quanti-! Gridò Mandalay, alzando al cielo le mani paffute rivestite dal costume.
 
-Davvero...Non credo che il mio corpo reggerà ancora per molto- Jirou lasciò cadere la testa sul tavolo, schivando la crostata di mele che avevano avanzato la sera prima.
 
 
 
 
 
 
Il sole stava lentamente distruggendo la stamina di tutti, colpendoli con i suoi potenti raggi senza nessuna pietà.
 
-Ora che ci penso, Aizawa-sensee- Izuku si spostò verso il professore, cominciando a ruotargli intorno mentre si portava una mano ai capelli, pensieroso.
 
-Non gironzolarmi intorno mentre pensi- disse a disagio il professore.
 
-Ecco, so che ormai siamo quasi a metà della prima settimana...Mi chiedevo dove fosse, ecco, dove fosse All Might- disse timidamente.
Il cordinatore si aspettava una domanda del genere, non era mai impreparato.
 
-Ora sappiamo che i Villain sono in grado di rintracciarci in qualche modo, All Might avrebbe attirato troppo l’attenzione, così come lo avrebbe fatto una sua improvvisa scomparsa dalla scena-
 
Izuku si portò una mano al mento.
 
-Capisco...-.
 
-Il vostro obbiettivo è rafforzarvi e lo stiamo facendo solo con lo stretto necessario. Per questo motivo siete con noi, ora. Sappiamo che All Might, inoltre, è un obbiettivo dei cattivi e, nel bene o nel male, purtroppo risalta all’occhio...Non potevamo farlo venire con noi-
 
Il giovane possesore di One For All abbassò la testa...Era ovvio.
Dalla baita, un ragazzino osservava tutti quegli aspiranti eroi allenarsi.
La cosa non faceva altro che infastidirlo.
 
-Phantom Snow-san- Eva aveva raggiunto la donna, nel cuore della foresta.
La Vilesangue era in piedi e intenta ad osservare il piccolo nido abbandonato di una quaglia.
 
-Ci ho riflettuto...Questa notte-.
 
La tiaria di Snow brillava, riflettendo quei pochi raggi di sole che riuscivano a penetrare nelle fitte fronde degli alti alberi.
 
-Lei...Lei non sa come aiut...-
 
-Pare che questi uccellini abbiano deciso di trasferirsi in un altro nido- sorrise Snow, voltandosi verso Eva.
La strega piegò la testa di lato, senza però rimanere infastidita dalla brusca interruzione.
Snowe era sempre criptica e misteriosa, celeva una saggezza antica e il potere di chi ha vissuto tutto sulla propria pelle.
Eva la ammirava, tutti avrebbero dovuto ammirarla.
E poi era forte...Molto forte, anche se l’eroina lo negava puntualmente.
 
-Solitamente gli uccelli migrano fuori stagione quando percepiscono un pericolo...-
 
La ragazza mosse istintivamente lo sguardo verso il nido vuoto, riconoscendo solo dopo pochi istanti di essere caduta nella trappola di Snow.
Improvvsamente, con la coda dell’occhio, vide la grande massa del mantello scuro pericolosamente vicina.
Una gamba muscolosa e veloce tranciò l’aria, diretta all’addome della giovane.
Eva saltò incredibilmente in alto...Troppo in alto per qualcuno senza ali.
Atterrò elegantemente su un robusto ramo di un albero, reggendosi con la mano contro alla corteccia del nespolo.
L’odore del polline era soffocante e bruciava agli occhi.
Le lunghe ali della ragazza pendevano oltre la sua schiena.
Non era riuscita ad utilizzarle per contrattaccare o difendersi, ma almeno era riuscita a scappare.
-Non male, Evangeline, vedo che ora riesci a estrarle a tuo piacimento- sorrise Snow, alzando la testa e osservando la giovane appollaiata sull’abero.
 
-Se devo essere sincera fa ancora piuttosto male- rispose, atterrando a terra con un sonoro tonfo.
 
-E il cuore? Come va la malattia-?
 
Evangeline sorrise.
 
-Va molto bene...Non credo potrà darmi alcun fastidio ormai-.
 
-Faresti meglio a...-
 
-A non sottovalutarla, lo so, lo so- sorrise, toccandosi il petto all’altezza del cuore.
 
Il silenzio avvolse le due, che si lasciarono cullare dal fruscio delle foglie mosse dal vento.
 
-Snow-san...Lei non ha la minima idea di come controllare questa unicità ,vero-? Chiese tristemente la ragazza.
 
Snow fece un passo avanti verso di lei, questa volta senza l’intento di attaccarla.
 
-Da quando sono arrivata in questo campo, non ha fatto altro che spronarmi a controllare in fretta le ali, non ha fatto che continuare ad attaccarmi per farmi imparare a difendermi...Tutto questo perchè non sa come farmi controllare...Non sa...-
 
-Evangeline, nemmeno io ne sono in grado, credimi-.
 
La ragazza sollevò lo sguardo, persino le ali riflettevano il suo umore a terra, flosce e molli.
 
-La mia capacità di rimanere in un misero terzo stadio con piena lucidità ha della falle nel sistema che hanno dell’incredibile...Se non voglio rischi, devo evitare di superare quella frontiera maledetta-.
-Non ci si può davvero fare niente-? Chiese triestemente la ragazza.
 
Snow le posò una mano sulla spalla, cercando di darle conforto.
 
-Purtroppo per noi, abbiamo ereditato la parte primordiale dei Quirk, non è un’unicità fatta per essere controllata, ahimè-.
 
-Ma tu non hai paura di perdere il controllo-? Chiese la più giovane.
 
Snow piegò la testa.
 
-Ho sempre paura, Evangeline-.
 
Eva si ritrovò con un muro davanti alla sua vita: se fosse tornata indietro non sarebbe potuta diventrare un eroe, davanti solo una misera strada sbarrata da una verità insormontabile.
Snow si portò le braccia al petto, per niente contenta di vedere quello sguardo su una ragazzina così giovane.
Su un così splendido futuro eroe.
 
-Ma fino al secondo stadio...Ti ci accompagno volentieri- sorrise, mostrando i suoi canini appuntiti.
Gli occhi di Eva si illuminarono.
 
-Secondo stadio-?
 
-Certo non sarà il quinto...Ma meglio essere meno forti che rischiare di perdere il controllo per sempre. Fidati di me, farò in modo che tu possa sempre tornare indietro, Evangeline-.
 
La giovane ravvivò le ali, ora con le piume ordinate e pronte per aprirsi.
 
-Allora cosa stiamo aspettando? Mi insegni tutto quello che sa- sorrise Eva.
 
-Quasi tutti Evangeline..- la donna spalancò la grandi ali bianche, molto più ampie di quelle della ragazzina davanti a sé.
Era come vedere una bestia insegnare al proprio cucciolo.
 
-Certo, quasi tutto- sorrise la giovane strega, arrossendo sulle gote per l’emozione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Evvivaaaa, che il test di coraggio abbia inizio-! Mina strillò, sbracciandosi come una bambina in un negozio di caramelle.
 
-Certo, il test può iniziare ma...- i capelli del coordinatore di classe si sollevarono, iniziando a fluttuare insieme alle bende che portava al collo.
 
Mina, Sero, Kirishima e gli altri bocciati all’esame vennero imprigionati nelle soffici corde di stoffa di Ereased Head.
 
-Chi non ha passato l’esame dovrà venire con me per affrontare i corsi di riparazione, non voglio sentire scuse- disse serio il professore, trascinandosi dietro gli studenti.
 
-Nooooo, test di coraggio-! Gridò Mina, legata come un salame.
 
-Non ci possiamo fare niente, eh-? Sero si era già rassegnato senza opporre resistenza.
 
Izuku li osservò con fare affranto, stringendo un pungo.
 
-Ragazzi, tenete duro- li incoraggiò teatralmente, provando un profondo dispiacere per la loro sorte.
 
-Bene ragazzi miei, le squadre saranno formate seguendo due criteri, chi spaventa e a chi dovrà essere spaventato...I punti verranno assegnati in base a quanto una squadra farà cagare addosso l’altra- urlò Pixie.
 
-Gradirei non sentire questo tipo di linguaggio- scosse la testa Jirou.
“Un test di coraggio? Bhe immagino che una pausa del genere ogni tanto vada bene” Pensò Eva, osservando i suoi compagni nervosi.
 
-Non potevo aspettarmi niente di meno dalla Yuei...Un test con l’intento di fortificare i nostri riflessi e le nostre abilità...MERAVIGLIOSO-! Iida si portava nervosamente gli occhiali sul ponte del naso nel tentativo di farli stare fermi.
 
-Iida-kun...Non sarà che in fondo sei preoccupato anche tu-? Fece notare Momo, sorridendo.
 
 
Eva voltò lo sguardo verso la baita, notando il piccolo Kouta intento ad osservarla.
La giovane non sapeva cosa fare davanti a quel viso arrabbiato.
Sorrise genuinamente.
Il piccolo arrossì terribilmente, incrociando le braccia al petto e allontanandosi.
 
“Dannazione...é una di loro...é una...”

-Bene piccoli miei...Avete formato i vostri team...Partenza tra tre, due, uno...Viaaaaa-! Urlò la ragazza mora vestita da gatta, abbassando le piccole bandierine che teneva in mano.
 
 
 
 
-Nè, tsuyu...Ho sentito urlare...- Uraraka prese a braccetto la ragazza rana, visibilmente spaventata.
 
Il sole era calato da un pezzo, la foresta era buia e deserta, solo alcune grida e rumori di passi spezzavano la quiete notturna.
 
-è solo il team spaventatore che cerca di metterci in soggezione, prendiamoci per mano e andiamo tranquille, non ho paura- La giovane dai lunghi capelli lunghi prese Uravity per mano, cercando di calmarla.
 
-Sei molto coraggiosa, Tsuyu- Sorrise Eva che agiva da chiudi fila.
 
Le ragazze erano state scelte per andare insieme e ad Eva non dispiaceva la formazione...Andava molto d’accordo con le compagne.
 
-Io odio i test di coraggio-! Alzò la voce Uraraka, spaventata dall’improvviso volo di un corvo da un ramo.
 
Eva sorrise, incrociando le braccia dietro la schiena; si sarebbe goduta quel momento di tranquillità finalmente.
Inoltre, Uraraka e Tsuyu erano molto curiose di vedere la giovane strega spaventata...Non mostrava mai il suo lato debole e l’avevano sempre vista composta e seria.
 
Uraraka strinse i pugni con un sorrisetto furbo in volto.
 
“Ti prego, Todoroki-kun, Bakugo-kun...Fate smuovera la sua psiche” Sorrise, guadagnandosi un’occhiata interrogativa di Tsuyu al suo fianco.
 
-H-Ho letto da qualche parte che un sano sapvento, ogni tanto, può fare solo che bene- disse la ragazza della gravità.
 
-Si-? sorrise Eva, affiancandosi alle ragazze.
 
-kero...Preferisco i rimedi alimentari e naturali per il benessere del corpo- ragionò la bruna.
 
-Oh no, è un rilascio di adrenalina che libera il corpo dallo stress della vita quitidiana- Uraraka cominciò parlottare per smorzare l’atmosfera...Il bosco le pareva sempre più scuro e spaventoso.
 
Eva si bloccò.
 
-E-Eva-san...-? Chiese sapventata la ragazza dai capelli castani.
 
La giovane aveva lo sguardo perso all’orizzonte, nella scura fine del sentiero celata dalla notte.
 
-Tutto bene, Eva-chan-? Chiese Tsuyu, piegando la testa.
 
Gli occhi della ragazza si socchiusero e con titubanza si portò una mano a coprire naso e bocca.
-Cos’è...Questa puzza tremenda-? Chiese.
 
-Puzza-?
 
-Io non sento nulla, kero-.
 
Eva fece un altro respiro, seguito da un’ulteriore espressione disgustata.
 
-è soffocante, e brucia agli occhi- disse, coprendosi il viso con tuto l’avambraccio.
 
Urarvity e Froppy si scambiarono uno sguardo interrogativo.
 
-Stai cercando di spaventarci, Eva-chan-? Chiese Ochako, sorridendo nervosa.
 
Eva si guardò intorno.
 
“Che strano...”
 
-Kero...- Tsuyu mosse piano il naso, leggermente infastidita da qualcosa nell’aria.
 
-Potresti descrivermi l’odore, Eva-chan-? Chiese poi.
 
-Anche tu, Tsuyu-? Ochako iniziò a spaventarsi.
 
La ragazza dalle sembianze di una rana aveva sempre dimostrato una grande intelligenza, specialmente in campo pratico.
 
-Non si tratta di qualcosa di oragnico...Sembra quasi...- Eva sussurrò parole distratte a causa del malessere che sentiva perforargli fin nel cervello.
 
Uraraka, improvvisamente, si premette la mano contro la bocca, tossendo violentemente.
 
-Gas-? Chiese la ragazza dai lunghi capelli verde foresta, affiancandosi all’amica.
 
Il naso di Eva si mosse.
Su e giù, su e giù.
 
-No...-!
 
Dei passi fecero capolinea alle spalle delle ragazze.
 
-VELENO-! Urlò.
 
Due piccole lame volaron in direzione della giovane accasciata, venendo però intercettate.
 
-Eva...Chan...- Uravity sussurrò, bloccata da un ennesimo colpo di tosse.
 
L’aria aveva assunto un terribile colorito violaceo, respirare era diventato faticoso.
 
La giovane strega si era posizionata davanti alle compagne, le due lame seghettate estratte e puntate contro la notte buia.
 
-Cosa succere-? Chiese Uraraka con sforzo.
 
-Kero, che sia un attacco nemico-?
 
-Probabile...- rispose la strega.
 
 
 
-Aaaaaaaah, sei sempre perfetta, ti voglio, ti voglio fare a pezzi- una voce si fece largo tra gli alberi.
 
Le ragazze si strinsero vicine, all’erta.
 
Un lampo di genio attraversò la mente di Evangeline a quella frase.
 
-Tu sei...Fatti vedere-! Urlò, stringendo le lame in un chiaro impulso di paura.
 
Ecco che dai tenebrosi arbusti la figura esile di una ragazza fece la sua comparsa.
Una figura che Eva conosceva benissimo.
L’aveva riconosciuta subito nonostante l’ingombrante maschera anti-gas che portava in viso.
 
-Ecco qui, la figlia di Iri-san...Finalmente posso metterti le mani addosso senza alcuna restrizione- sussurrò impaziente la strana figura, estraendo un coltello dalla manica color panna.
 
-è un Villain, uno di quelli presenti al centro commerciale quella volta- Eva cercò di far capire subito alle amiche la gravità della situazione.
 
-Ci troviamo davvero in mezzo ad un attacco nemico da parte dei Villain-? Chiese Tsuyu, intenta a sorreggere Uraraka.
 
Una goccia di sudore accarezzò la guancia di Eva.
 
-Questa tipa...è forte...Molto forte-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Shinigami di fiori-
Mi scuso nuovamente ma non ho più un giorno in cui sono sicura di aggiornare XD
Ormai sono nella sessione di esami quindi...Quindi aggornerò non appena riuscirò a scrivere e rileggere i capitoli.
Ormai siamo qua, dajeeee XD
Ringrazio i miei recensori di fiducia <3 e chi legge silenziosamente.
Siamo nel vivo ormai...Da ora in avanti solo botte e...E colpi di scena (?)
Tranquilli, si parla sempre di un capitolo a settimana o poco più, niente di tragico, spero <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 

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Capitolo 39
*** Capitolo 39- Comprensione ***


-C’èra un micetto sulla mia strada...Così ho dovuto levarlo di mezzo-!
 
Pixiebob era stesa a terra, una terribile ferita alla testa le colorava di sangue i capelli scuri.
 
-State indietro-! Tiger, il grande compagno dei Pussy Cats, fece stare indietro gli studenti, cercando di far mantenere loro la calma.
 
-Perchè...- Mineta si mise le mani nei capelli viola.
 
-Percè i cattivi sono qui-? Chiese in lacrime.
 
Mondalay si voltò di scatto verso la scogliera, seguita a ruota da Izuku.
 
-Kouta-! Urlarono.
 
 
 
 
 
 
-Da brava, fatti colpire- la ragazza dai biondi capelli si sistemò meglio la maschera in viso; il veleno aveva ormai coperto tutta quella zona della foresta.
 
-Maledetta...- Eva scoprì la guardia quando Uraraka tossì un’ulteriore volta, più violentemente.
 
-Dobbiamo andarcene di quì...Tsuyu-san, tu stai bene-? Chiese la giovane strega, dopo aver messo una mano sulla spalla alla giovane indebolita.
 
-Kero, chiamami Tsuyu-chan...- detto questo la ragazza avvolse l’amica con entrmabe le braccia e se la caricò sulle spalle.
 
-Perdonami, Tsuyu-chan...-
 
-Kero, non pensarci nemmeno, vedrai che Aizawa-sensee e gli altri verranno presto ad aiutarci- le rispose, mentre il veleno provvedeva ad inbebolire anche lei.
 
La giovane ragazza rana era sempre così rassicurante, anche in una situazione del genere.
Eva sorrise, voltandosi verso la giovane nemica, pronta con i suoi coltelli nelle mani.
 
-Mi sto annoiando, se non ti fai avanti potrei anche ammazzarti sul serio- il suo tono si era irrigidito improvvisamente.
 
Eva deglutì, impugnanod saldamente le due lame tremanti a causa della sua insicurezza.
 
“Devo farle andare via di qui...”
 
Fece un profondo sospiro, aprì gli occhi scuri e cercò di mantenere alta la concentrazione.
Puntò la lama verso l’avversario.
 
-Qual’è il tuo nome-? Chiese con determinazione la giovane.
 
-Eeeeh? Ti interessa sul serio? Yaaaa che gioia-! Iniziò a saltellare felice, portandosi le mani vicine alle guance e arrossendo.
 
Eva sorrise mentre il veleno penetrava nel suo corpo, sentiva i muscoli cedere, le gambe tremare.
Un rivolo di sangue scese dalle sue labbra piegate in quel sorriso così calcolato e tremante.
 
-Mia sorella mi ha insegnato a chiedere sempre i nomi dei miei avversari, che siano in combattimento o in una competizione di violino non fa alcuna differenza- rispose, alzando e abbassando violentemente le spalle.
Respirare non era mai stato così difficile.
 
-TOGA, TOGA HIMIKO- i suoi occhi gialli brillarono d’eccitazione.
 
Eva incrociò le lame tra loro, creando una grande “X” e facendole appena sfiorare.
 
-Non credo ci sia bisogno di dirti il mio...Sembri conoscermi già abbastanza bene, Toga-san-.
-Aaaaaaah, se mi chiami così finirò per eccitarmi davvero-!

Il sorriso di Eva sparì e, facendo forza sulle lame, le fece scorrere una contro l’altra.
I suoi muscoli delle braccia si tesero, il rumore che uscì da quel contatto forzato le perforò il cervello.
Una grande quantità di scintille si creò dalle due lame nere e, quando queste finalmente si staccarono, il piccolo rumore di una miccia arrivò sia alle orecchie della strega che a quelle del villain.
Eva ghignò.
 
Una potente esplosione riempì di fumo la foresta, facendo perdere di vista a Toga le tre giovani.
 
-Aaaaa, me l’ha fatta...MERDA-! Urlò, cercando di scorgere oltre il fumo.
 
 
 
 
 
 
 
Uraraka si svegliò, aprendo gli occhi con fatica e lentezza.
Sentiva solo la morbidezza dell’erba sulle guance e il rumore di un respiro affannato.
Sentiva la testa esplodere.
Si sollevò lentamente, mettendo a fuoco quello che vedeva.
 
-E-Eva-chan...- Sussurrò, con occhi tremanti a causa di quello che aveva davanti.
Strinse con le mani l’erba sotto di sé.
-Kero...-
 
Eva, stremata, stava purificando l’aria di quella piccola zona nascosta dagli alti cespugli con violenti battiti di ali.
Le piume nere volavano ovunque, ma l’aria era tornata finalmente pulita, permettendo alla giovane ragazza della gravità di riprendersi.
Gli occhi di Eva erano determinati, la sua schiena insanguinata, ma era felice di essere riuscita a controllare le ali, anche se solo per un compito semplice.
Sbatteva gli arti piumati con violenza per smuovere la densa nube di gas velenoso che aveva abbracciato la foresta, ma almeno in quella piccola zona gli alberi ne avrebbero ostacolato la concentrazione per un pò.
La giovane respirava affonnosamente, era come essersi sbracciati violentemente per un quarto d’ora.
 
Si bloccò, aguzzando tutti i sui sensi.
Cercò di percepire se qualcuno le avesse seguite, se qualcuno fosse sulle loro tracce.
 
-Sembra che non ci sia nessuno nei paraggi- disse, chiudendo in malo modo le ali dietro alla propria schiena, sporcandole ancora più di sangue.
 
-Eva-chan...La tua schiena...- disse Ochako, sollevandosi in piedi e avvicinandosi all’amica.
 
-Va tutto bene- sorrise Eva.
 
-Kero, se hanno attaccato noi vuol dire che anche tutti gli altri saranno in pericolo...Che sia un vero attacco da parte dei cattivi-? chiese Tsuyu, guardandosi intorno a sua volta.
 
-Non vedo altre possibilità...Come avranno fatto a trovarci? E cosa vorranno-? si chiese Eva, muovendo le ali come in piccoli spasmi per abituarsi al dolore e abituare il corpo.
 
-Vuoi dire che ci sono altri nemici in giro-? Chiese spaventata Uraraka.
 
Eva assottigliò gli occhi, li chiuse e alzò la punta del naso al cielo.
Su, giù, giù, su.
Come una mappa, la posizione di tutti i suoi compagni di classe le si disegnò nella mente, sfocata ma piuttosto chiara.
 
“Ci sono due...No, tre persone sulla scogliera...Chi potranno mai essere? Sento le urla di qualcuno e il forte odore di sangue di Tokoyami-san...Ma ...”
 
-Senti qualcosa, Eva-chan-?
 
-Ci sono degli intrusi, poco ma sicuro, tuttavia questo veleno ha cancellato le loro tracce, non capisco chi possa essere dove- disse allarmata, sentendo il naso bruciare.
 
I denti di Eva si sporsero fuori dalle labbra, gli occhi ospitarono delle sottili pupille scure.
Le ali tremarono.
 
“Non riesco a capire quanti sono...”

-Qualcuno sta combattendo sulla scogliera, credo possa essere Izuku dall’odore...Non so quali siano dell’altra classe e quali siano dei villains...- i capelli della giovane fluttuavano mentre si portava il pollice accanto ai denti, concentrata al massimo.
Tsuyu assottigliò gli occhi.
 
-Deku-kun-? Chiese spaventata Uraraka.
 
-Eva-chan, cerca di calmarti...Dobbiamo mantenere la calma- le disse Tsuyu.
 
-Hai ragione...è che sono preoccup...- il rumore di un ramo secco spezzato.
 
Immediatamente Evangeline scattò dietro le due ragazze, arrivando con mani e piedi incollati al terreno.
Se avesse avuto della pelliccia, si sarebbe arrufata come quella dei gatti.
 
-Eccoti, eccoti, eccoti- disse una voce alle ragazze ormai ben nota.
 
-Ancora lei? Come fa a seguirci ovunque-? Chiese spaventata Ochako.
 
Evangeline si sollevò, leggermente curvata con la shiena a causa della pesantezza delle ali.
Ma questa volta era più determinata, più concentrata.
-Levati di mezzo, siamo di fretta- aveva detto, glaciale, mentre le pupille si assestavano e diventavano due sottili linee nere.
 
-Mi fai...IMPAZZIRE-!
 
 
 
 
 
“Attenzione, attenzione, sono io Mandalady, vi mando un messaggio importante, ascoltatemi per favore”
 
-È la telepatia di Mandalady-? chiese Kirishima, costretto con i suoi compagni alle lezioni di recupero.
-Waaaaw, quando lo fa mi vengono i brividi, lo adoro-! Sorrise Mina.
Aizawa assottigliò gli occhi per ascoltare meglio quella voce allaramta.
 
“Due cattivi hanno attaccato gli studenti nella foresta ed è possibile che ce ne siano altri”.
Chi ne è in grado ritorni immediatamente alla baita ed evitate lo scontro a qualunque costo, sono stata chiara? Evitate ogni scontro.
Kouta, mi hai sentita? Mi dispice, ma non ho la minima idea di dove tu ti trova in questo momento, torna subito alla baita, capito? Torna immediatamente alla baita!”
 
Gli occhi di Shouta si riempirono di immensa preoccupazione.
 
-Brad, occupati degli studenti, devo andare a proteggere quelli che sono rimasti nel bosco- si precitò il preofessore, senza pensarci due volte.
Non fece in tempo a mettere piede fuori dalla struttua che, distratto dalla luce della luna e da un forte odore di gas...
 
-La tua ansia di ha tradito, Ereasedhead...Lascia fuori i tuoi amici eroi, non siamo quì per voi stanotte-
 
Una forte esplosione di fiamme blu allarmò gli studenti ancora bloccati sui banchi.
 
 
 
 
 
 
Aizawa aprì piano gli occhi, dandosi dello stupido per essersi fatto prendere alla sprovvista.
Ma non aveva subito danni.
Le uniche cose che vide furono solo due grandi ali bianche davanti a lui, così grandi da oscurare persino la luna.
 
-Ereasedhead, raggiungi gli studenti nel bosco, a questo ci penso io e poi ti raggiungo- disse la voce di una donna, quasi divertita.
Le sue braccia erano ustionate, ancora fumanti.
 
Shouta diede un’ultima occhiata alla piccola struttura alle sue spalle; doveva salvare gli studenti nel bosco, ma anche quelli nella piccola construzione sarebbero potuti essere in pericolo.
 
-Hai la mia parola...Che non succederà niente a nessuno di loro- disse ancora quella voce, agitando le grandi ali bianche.
 
-Ho capito, ti chiedo perdono per questo coinvolgimento inopportuno, Phantom Snow-san, ma conto su di te- le disse, schizzando a grande velocità oltre l’alta figura della donna.
-Bene, bene, bene...Chi abbiamo qui...Dabi, giusto? Non sei cambiato per ninete...Forse qualche segnetto in più sul viso- disse Snow, portandosi una mano artigliata alle labbra.
Il diretto interessato si portò una mano ai capelli, strofinandoseli svogliatamente.
 
-Sembra che abbia incontrato...il Vilesangue sbagliato- sorrise, mettendo in risalto quei tratti del volto scuri, quasi senza pelle e pieni di quelle che sembravano cuciture.
 
-Un obbiettivo interessante...Ma vedi...- sorrise, arrivando a grande velocità davanti al villain, specchiandosi nei suoi occhi.
 
-Io non sono clemente come gli altri eroi...Togliere la vita a qualcuno non rappresenta un fattore di indecisione per me-.
 
Dabi si grattò svogliatamente i capelli.
 
-Come se per noi fosse un problema-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Dai dai, fatti colpire-!
 
-Smettila...- Eva schivò un affondo del coltello e, in un impeto di rabbia, morse forte il braccio della ragazza, tingendo il suo maglione limone di rosso intenso.
 
-Yaaaaa, che violenza. Se hai fatto scappare quelle due vuol dire che ti credi abbastanza forte da affrontarmi da sola- disse Toga, sacrificando la manica del maglione e tenendosi il braccio leso con l’altra mano.
Eva si chinò immediatamente a quattro zampe.
 
“Uraraka-san, Tsuyu-san...Spero che arriviate alla baita sane e salve”
 
-Sei davvero uguale a Iri-san...- piegò la testa, studiando la giovane strega.
La bionda piegò la testa, portandosi una mano sotto al mento.
 
-Iri...-san-? Chiese con un sussurro Evangeline.
 
“Anche quella volta...Al centro commerciale...”
 
-Va tutto bene, quando ti prenderemo con noi e riuscirai ad incontrarla vedrai che andrete d’accordo- sorrise.
“Cosa?”
Eva si sollevò, spalancando le ali dolenti.
 
-è questo il vostro obbiettivo? Portarmi con voi-? Chiese, stranamente per nulla impaurita della possibile risposta.
 
-Siii, tu sei uno degli obbiettivi e ho insistito tanto con Shigaraki-kun per poterti fare assegnare a me....Dell’altro la cosa non mi interessa- Sbuffò, come una bimba capricciosa.
 
-Uno...Degli obbiettivi-? Sussurrò Eva.
 
-Mustard ha fatto un ottimo lavoro con il veleno- pensò a voce alta la ragazza, giocherellando con il coltello affilato che teneva in mano.
 
-Chi è l’altro, rispondimi-! Urlò la giovane strega.
 
Il sorriso della villain sparì.
 
-Come sei noiosa- si voltò seria, barcollando verso Eva.
 
Un latrato uscì dalla bocca di Eva -rispondimi se non vuoi che ti ammazzi qui e subito-.
 
-Vedi? È proprio per questa tua aura assassina che il capo ha insistito tanto con te...Quell’altro è, sai no? Lo conosci? Quel biondino pazzo tutto esplosivo-.
 
-Katsuki...-? Sussurrò.
 
-Lo abbiamo notato al festival della Yuei...Quel pazzo ha un lato oscuro dentro di sé...Mah, per quel che mi interessa...-.
 
La ragazza dai lunghi capelli neri fece un passo indietro.
 
“Non va bene...Sono venuti quì con l’intenzione di rapire degli studenti...Devo avvertire tutti del loro piano”.
 
-Però sai...Iri-san vorrebbe tanto incontrarti- sussrrò la biondina, assottigliando gli occhi.
 
I tratti di Eva si fecero attenti, ruppe la sua posizione di difesa...Semplicemente rimase ad ascoltare quello che la stramboide che aveva davanti aveva da dirle.
 
“Possibile che il fatto di volermi rapire e la Strega Blu...Siano collegati? Che voglia davvero vedermi? Ma anche se così fosse, cosa spero che mi dica?”
 
-Per Iri-san...Intendi la Strega Blu-? Chiese, abbassando lo sguardo.
 
Non avrebbe mai dovuto distrarsi...Ma non poteva farci niente, sentire il nome di sua madre le faceva sempre uno strano effetto.
 
La ragazza abbassò le lame ai lati del proprio corpo.
-Lei è...Davvero con voi-? Chiese, con voce spenta.
 
-Ma certamente, ti sta aspettando...Ha detto che vorrebbe davvero tanto tanto tanto parlarti- sorrise, nascondendo il coltello dietro la schiena e facendo piccoli saltelli, emozionata.
 
Eva strinse le lame con forza, frustrata...
Era così vicina...
 
“Piuttosto che venire di persona...Piuttosto che mostrare la sua faccia tosta...Manda una pazza a ripescarmi”
 
-Io la odio...La odio con tutto il mio cuore, che sia chiaro- susurrò la giovane strega, procurandosi lo sguardo confuso della cattiva davanti a sé.
 
 
 
 
 
 
 
“Le stelle sono bellissime, vero...Evangeline?”
 
 
 
 
 
 
 
Le iridi della giovane strega si aprirono piano.
 
-Puoi davvero...Portarmi da lei-? Chiese con un sussurro.
 
I denti aguzzi della ragazzina bionda si scoprirono, rivelando un maniacale sorriso.
Si portò le mani alle labbra, gemendo piano.
 
-Sarò più che felice di...-
 
Improvvisamente una ciocca bionda volò davanti agli occhi dorati di Toga.
Un profondo taglio si aprì sulla sua guancia candida.
 
-Eh-?
 
Eva le puntava la lama davanti agli occhi.
Le sue iridi piccole e sottili.
Le ali insangunate alla base.
I canini lunghi e e capelli come sospesi dal vento.
 
-Non fatevi un’idea sbagliata...Voglio solo parlarle, solo dirle tutto quello che non può sapere...Tutto quello che ha rovinato- disse fredda, facendo risplendere il riflesso della cattiva sulla superficie.
 
Toga mise via il coltello, incorociando le braccia dietro la testa subito dopo, assumendo un’aria completamente diversa.
 
-Certamente, se vieni senza fare storie renderai tutto più facile- leccò via il sangue che le sgorgava dal taglio sulla guancia e le colava sulle labbra.
 
-Aspetta...- disse Eva, decisa.
 
“é una follia...Una follia...Però...”
 
 
 
 
 
 
 
Un giorno...Tu capirai”.
 
 
 
 
 
La ragazza aprì piano gli occhi...Il vento non le era mai sembrato così piacevole.
Sorrise piano, assumendo un’aria tranquilla.
 
-Per favore...Smettete di fare del male agli studenti della Yuei...Verrò con voi, quindi per favore...- disse, gentile ma severa.
 
-Mmmmm, su questo non so proprio cosa risponderti...Ma credo che ormai sia finita- sorrise, osservando il cielo.
 
-Finita...-?
 
La testa le fece male all’improvviso, avvertì una voce allarmata parlarle.
 
Hanno rapito uno studente, a tutti, vi prego, tornate alla baita ed evitate qualsiasi scontro”
 
-Mandalay-san...Avete rapito Katsuki-? alzò la voce Eva.
 
Stava vacillando...Potevano fare quello che volevano con lei, ma il solo fatto che potessere disporre dei suoi compagni in quel modo le fee rimangiare tutto quello che aveva appena detto.
 
-Bhè, ti avevo detto che anche lui era un nostro obbiettivo- disse, con aria innocente.
 
Lo sguardo preoccupato e nervoso della giovane strega non le piacque per niente.
 
-Ah, tanto per la cronaca...Non è che hai intenzione di scappare o giocarci un brutto scherzo, vero-? Sorrise ancora Toga.
 
Eva iniziò a irrigidirsi...
 
-Se non farete del male a nessuno...- cercò di mantenere la calma.
 
“Cos’è questa paura improvvisa che sento?...Non capisco...”
 
-Nè Eva-chan...Non è che non mi fidi di te, però...- la ragazzina sembrò abbassare lo sguardo improvvisamente.
 
Il cuore di Eva iniziò a pulsare velocemente ingenti quantità di sangue.
Sudò freddo.
 
“S-sta per succedere qualcosa...Qualcosa...Qualcosa sta arrivando”
 
Si guardò intorno, annusò l’aria, agitata.
 
“Ma non capisco...Non capisco cosa sia...Che cos’è, questa sensazione terribile? Cosa devo fare...?”
 
-T-Tu...Cosa sta...-!
 
Con la coda dell’occhio la giovane vide del sangue alla sua destra, il tempo sembrò rallentare per alcuni secondi.
I colori smisero di brillare, non sentì più niente.
Un piccolo solletico divenne immediatamente un dolore lancinante.
Ma non riuscì nemmeno a cocentrarsi su quello che sentiva...Riuscì solo a senitre il suo corpo sbilanciato.
Qualcosa...Non era più dove doveva essere.
 
-Missione...La...La...Missione...Finita...Terminata...- un uomo coperto di lacci, bende e cinture da capo a piedi apriva la bocca per parlare con grande fatica.
Bocca che ora abbondava di sangue.
-Abbiamo finito...Il ragazzino è nelle nostre mani-
 
Eva cadde a terra, con gli occhi spalancati.
 
“Non può essere vero...”
 
Vedeva solo quel gruppo di villain parlare tra loro e lanciarle un’occhiataccia ogni tanto.
 
-Aaaah, Moonfish-san! Così l’ammazzi- piagnucolò Toga, nascondendosi dietro Dabi per paura della reazione dell’interpellato.
 
-Bhe, l’importante è che non muoia...Il sangue possiamo fermarlo in qualche modo. Meglio assicurarci che non le vengano in testa stupide idee- disse l’uomo dalle ustioni sul viso, osservando la giovane a terra.
 
-Uhm? Dabi-san? Cosa ti è successo alla gamba-? Chiese la biondina.
 
-Ah? Questa? Ho incontrato un’avversaria piuttosto problematica, sono dovuto ricorrere ai metodi estremi- disse, osservandosi la gamba sanguinante e segnata da profondi segni di artigli.
 
-Se Muscolar non è ancora arrivato deve essere stato sconfitto da qualcuno, quell’idiota- sputò, avvicinandosi ad Eva e immergendo i piedi nella pozza di sangue sotto la ragazzina.
 
Le sue ali tremavano e affogavano nel liquido scarlatto.
Ma ciò che Eva notò immediatamente dopo il dolore...Fu il suo braccio davanti a suoi occhi.
 
“Questo sangue...è tutto mio?” si chiese, impallidendo sempre di più.
 
Gli occhi le si chiudevano piano, come se si stesse addormentando.
Piccoli spasmi scuotevano il suo corpo, ricco di adrenalina.
Dabi si piegò con un ginocchio a terra vicino a lei, prendendola per il colletto della maglia e sollevandola, facendo sgorgare ancora più sangue.
 
-Questa mocciosa...- sussurrò, notando il tremolio delle sue ali.
 
Eva respirava a fatica, era pallida, pareva fatta di porcellana.
 
“Non sono nemmeno...Riuscita a sentirli...è questo...Il loro livello di...Forza?”
 
Sollevò piano la mano per afferrare il polso di Dabi, ma si arrese immediatamente, sentendo il dolore crescere ogni secondo di più.
 
-Andiamo, togliamo il disturbo- disse il villain, gettandosi la ragazza sulle spalle.
 
Come ultima cosa Eva vide il suo braccio artigliato a terra, immerso in una pozza di sangue scarlatto.
 
 
 
 
 
“Mi uccideranno...Morirò...Morirò così?”
 
 
 
 
Non aveva più il braccio destro.
Quando guardava, a ritmo dei passi del villain, la sua spalla, ancora stentava a crederci.
“Quello era, il mio braccio...Non ho più il braccio...Mi uccideranno...Di questo passo, mi uccideranno...”
Non aveva più un braccio.
 
 
 
“Diventerò un eroe”
”Diventerò un eroe, Lia”
“Io...Io riuscirò a diventare un eroe”
”Pensi davvero che io debba vivere?”
“Allora non dovrò cercare un’altra scuola?”
”Diventerai un eroe...Un eroe, capito?”
 
 
 
Gli occhi della giovane si spalancarono di scatto.
Una strana aura nera avvolse l’intero corpo della ragazzina, ormai allo stremo.
Qualcosa, qualcosa sembrava intenzionato a crescere in lei.
Ma non stava cambiando aspetto, non stata diventando una belva: capelli, occhi, artigli e sensi non si intensificarono come erano soliti fare durante i suoi tentativi di controllare la sua unicità.
Era qualcos’altro.
Qualcosa crebbe in lei...Qualcosa mise radici.
In quel preciso momento.
 
 
 
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
”Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”
“Sopravvivere...”

 
 
 
“Sopravvivere...Anche se significa uccidere...”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Kacchan....- Izuku, stremato dallo scontro con Muscolar, cadde in ginocchio, affiancato da Todoroki.
-Lo hanno portato via...- sussurrò Shouto, osservando il nulla che poco prima aveva ospitato il portale del villain.
 
Phantom Snow era in ginocchio, tossiva violentemente.
Aizawa, avvicinandosi, le mise gentilmente una mano sulla grande spalla.
-Va tutto bene, Phantom Snow-san-?
La donna sorrise con un rivolo di sangue sulle labbra.
 
-Si sono attrezzati, contro i Vilesangue- sussurrò, stringendo i pugni.
 
Anche i Pussy cats avevano subito seri danni.
 
-Aizawa-! chiamò allarmata Mandalady, correndo verso i due Pro-heroes.
 
-Che succede-? Chiese Aizawa, senza allontanarsi dalla Vilesangue per assisterla.
 
-Non hanno risposto alla mia chiamata due alunni...Credo che possano essere davvero stati rapiti...- disse preoccupata.
 
Il piccolo Kouta si strinse a Ereasedhead, spaventato.
 
-Cosa-?! Urlò il Pro.
 
-Kacchan...Loro volevano Kacchan e...Sono riusciti a prenderlo- disse Izuku, frustrato per come l’amico di infanzia aveva rifiutato il suo aiuto, preferendo venire inglobato dal portale oscuro.
 
-Non è l’unico a essere scomparso- disse la giovane.
 
Tiger, dalla boscaglia, raggiunse gli studenti radunati intorno ai Pro reggendo una ferita Pixiebob tra le braccia.
-Radunatevi tutti nella baita, potrebbe esserci ancora qualcuno nei pareggi- urlò l’uomo muscoloso, ferito in viso.
 
-Dov’è Eva-chan-? Chiese Kirishima, guardandosi intorno.
 
Kaminari e Jirou fecero lo stesso.
Ojiro mosse piano la coda, tenendosi il braccio ferito.
Tokiyami, aiutato da Todoroki, a malapena riusciva a reggersi sulle gambe.
 
Mandalady si morse le labbra, mettendosi le mani paffute da gatto tra i capelli.
 
-L’hanno portata via...Hanno rapito Toousaka e Bakugo-!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le orecchie di Irisviel si mossero.
 
-Ospiti...-?
 
Shigaraki schioccò la lingua.
 
-Zitta-!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Shinigami di fiori-
Ehila, ehila, ehilaaaaa
Salve a tutti!!
Come previsto non sono riuscita ad aggiornare prima, ma tra una pagina di studio e l’altra questo capitolo è venuto fuori...Ed è anche uno di quelli importanti quindi non potevo pubblicare una porcheria (a meno che lo sia e in quel caso migro via dalla vita).
Comuque...Ecco qua il mio ritiro nei boschi, due cose: avrete notato che mi sono contrata molto solo su quello che Eva ha dovuto passare, mettendo qualche chicca quà e là per far capire comuque cosa stava sucedendo agli altri nel frattempo.
Spero lo abbiate apprezzato, altrimenti sarebbero potuti venir fuori anche due o tre capitoli...E non me la sentivo di annoiare voi lettori con cose che già si conoscevano.
Avrei voluto mettere lo scontro di Izuku e Muscolar...Ma ho preferito di no...Il piccolo Kouta mi fa tanta tenerezza T.T
Ovviamente il villain che ha avvicinato Eva non poteva essere altri che Toga...Dai, veramente, io la adoro XD.
Mi sembrava quella più adatta per lei, così ce l’ho buttata.
Secondo: già da subito, questa saga, si è rivelata abbastanza diversa per me...Ma in particolare dall’apparizione di Moonfish...Si quel coso con solo la bocca scoperta.
Mi è sembrata una saga davvero crudele, il pericolo era reale tra gli studenti e, anche se poi le ha prese XD, al primo attacco dei Villain c’era Aizawa da subito (oh, e anche n.13). Quì gli studenti si sono trovati da soli già dall’inizio e... Quella scena non me la dimenticherò mai, c’èra Moonfish che stava davanti ad una mano mozzata!! (Ora mi sfugge di chi fosse, ma era una cavolo di mano mozzata)!!
Credo che, insieme alla scena del fratello di Iida in ospedale, Ingenium, sia stata una delle più crude (Si...Si me lo ricordo Nomu che fracassa la testa di Shouta, povero sant’uomo T.T).
Quindi mi sono detta, e me lo chiedevo già da un pò quando pensavo a questo capitolo...”Glielo faccio tagliare il braccio?”
E la risposta è stata si...Perchè a causa di quel dolore e a quella paura...Eva farà quel che farà.
Non vedo l’ora di poter pubblicare i prossimi capitoli, davvero <3
Ringrazio tutti coloro che non si arrendono e continuano ad attendere la storia, siete fantastici <3
Ringrazio tantissimo i miei recensori di fiducia e i lettori <3
Irisviel...Eva sta arrivando...Con un braccio in meno, ma sta arrivando.
Scusate per la nota kilometrica, alla prossima e grazie ancora a tutti!
 
P.s Commenti sempre ben graditi ovviamente <3
 
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 40
*** Capitolo 40- Abbandono ***


Sentiva la testa pulsare...Non si era mai sentita così male prima d’ora.
Un bruciore lancinante la costrinse ad aprire gli occhi.
Era difficile mettere a fuoco, ma capì di trovarsi su una sedia...Niente corde, o catene.
I capelli le caddero disordinatamente sul viso esausto e calcato dalla fatica.
Una dolce melodia, bassa, molto bassa, la spronava a tenere gli occhi aperti.
Ma per quello che le riguardava...Poteva benissimo essere solo un dolce sogno.
Era pallida, pareva fatta di latte.
I pochi ricordi rimasti nella sua mente erano proprio quelli che aveva tanto sperato di perdere...
Il dolore lancinante della sua ferita permanente.
Con la coda dell’occhio riuscì a vedere che qualcosa mancava al suo lato destro.
Una medicazione spartana sporca di sangue e...Non aveva più un braccio.
Quando i suoi occhi smisero di tremare vide chiaramente quel grande vuoto sotto la spalla...
Non aveva più un braccio.
Non sentiva dolore...Non quanto si sarebbe aspettata...Ma non aveva più un braccio.
Fissava...Fissava quel qualcosa che ormai non sarebbe mai più tornato al su posto.
Non aveva il coraggio di muoversi...
Cosa sarebbe stata senza il suo braccio destro? Davvero lo aveva perso per sempre?
Ci sarebbero state tante cose a cui avrebbe potuto pensare...
Come avrebbe usato la sua lama spezzata? Pensare che la giovane aveva anche intenzione di tramutare quell’arma rotta in una vera e popria lama doppia, in futuro.
Come avrebbe potuto utilizzare ancora il trucco del costume infiammabile? Aveva lavorato giorno e notte a disegnare il progetto su cui la Yuei avrebbe basato il prodotto finito.
Non sarebbe più riuscita a fare peso con il braccio, a fare perno...Non sarebbe più riuscita a migliorare e addestrarsi con i suoi compagni.
Compagni...Chissà se li avrebbe rivisti.
E suo padre? Avrebbe retto anche alla sua perdita?
Non voleva rovinare ancora di più quella piccola, ormai rotta, famiglia.
Sarebbe riuscito a guarire dalla sua ansia? Anche se lei non ci fosse più stata?
 
 
 
Ma il primo pensiero a cui dedicò attenzione non fu nessuno di questi.
 
 
 
 
Le labbra della ragazza si mossero da sole.
I suoi occhi luccicarono, brillarono di rugiada e tristezza.
 
 
 
 
-Ri..ver...- sussurrò.
 
 
 
 
 
Pensò alle sue recite al piccolo teatro, pensò ai suoi piccoli concerti...Pensò alla giovane River ricoverata in ospedale, intenta a suonare il violino con un sorriso sulle labbra.
Anche se dopo la morte della sorella maggiore aveva smesso di suonare il violino come era solita fare...La melodia dolce di River non l’aveva mai abbandonata.
Avrebbe sempre amato sentire la sorella suonare per lei.
Non avrebbe mai rinunciato alla sua musica.
Al suo amore.
Quella melodia in sottofondo finalmente si colorò, restituendo un pizzico di umanità agli occhi spenti e scuri di Eva.
Quella musica...L’aveva suonata la sera nel parco vicino a casa sua, una serata in cui le stelle e la costellazione della strega offrivano una vista stupenda, in cui lo scettro rappresentatao dalla luna brillava come quando era bambina.
Quella musica era il suo abbonamento per poter tornare indietro.
River lo era...E tutto ciò che le aveva insegnato.
 
 
Ridotta in quello stato...
Quella melodia fin troppo debole per coprire quello che provava.
Capì che, come River, la forza emanata da quella melodia...Era morta.
Non vi era più nulla che potesse fare per sistemare le cose...Non vi era più nulla da sistemare.
Probabilmente sarebbe morta da lì a poco...L’avrebbero uccisa.
Non poteva tornare indietro...Non questa volta.
Non aveva più un braccio e, nel pensare a tutto quello che il suo corpo stava accumulando, si ritrovò a piangere.
Piangeva silenziosamente, come era solita fare ormai da tempo.
Perchè piangere ad alta volce quando nessuno può sentirti?
Tanto vale piangere dentro, ed evitare di sentirsi un idiota.
Ancora, le sue labbra si schiusero in un muto sospiro.
Le labbra secche e rotte...Avrebbe tanto voluto bere qualcosa.
Era riuscita a piangere rumorosamente, però.
Avrebbe voluto tirarsi un pugno, quel giorno.
Katsuki l’aveva afferrata per il colletto della camicia, come si fa con i gatti.
L’aveva strattonata e insultata...Ma non si era fatta scrupoli a piangere in sua comagnia.
Aveva pianto...Aveva pianto in modo così sincero quando aveva scoperto di poter vivere come una persona, e non come figlia di un criminale.
Poter vivere così era stata la cosa più bella da accettare.
Non le importava della malattia...La gente si ammala tutti i giorni, la gente muore tutti i giorni.
Con lei non sarebbe stato differente.
 
Credeva di star trasportando un peso sulle spalle, il peso di una maledizione.
Ma solo in quel momento la ragazza si rese conto di avere sulla schiena un intero mondo collassato.
E la sua, di schiena, non era così forte come pensava.
Non aveva più un braccio...Non avrebbe potuto trasportare nemmeno un sacchetto della spesa, figurarsi un’intera esistenza distorta.
I vivaci volti dei suoi compagni scomparirono dalla sua vista.
L’incubo si contorce vorticosamente, senza fine.
Sollevò con fatica la testa e, con labbra tremanti, parlò alla figura davanti a lei.
Seduta su una grande scatola di legno.
 
 
Quella che uscì dalla bocca della giovane strega non fu una risata colma di odio, solo un singhiozzo colmo di comprensione e lacrime.
 
-Non potrò più suonare il violino...- sorrise, mentre una lacrima scendeva lungo il suo naso.
 
La melodia, nelle mani di quella persona sconosciuta, si fece sempre più debole.
Si stava spegnendo.
Stava morendo.
Eva temeva quel momento...Il silenzio più totale.
Le note smisero di danzare nell’aria, si fermarono e si ritirarono chissà dove.
Era come se tutto nella sua vita, fosse destinato a spegnersi troppo presto.
Elegantemente, quella figura si fermò davanti alla ragazza distrutta, nel corpo e nell’anima.
 
-Si è rotto...Ma ho voluto ascoltarla fino alla fine- sussurrò quella voce.
 
Eva non sentiva più il dolce sottofondo che la spronava, che la pregava di tornare indietro, che la tratteneva in un dolce abbraccio.
Solo il freddo silenzio di un luogo straniero.
 
-Era bella, eh-? sussurrò Eva.
 
La donna davanti a lei non rispose, si limitò a posare la piccola scatola musicale su un tavolo polveroso che vi era lì vicino.
 
-Ho imparato a suonarla anche io...Ma non sono brava come lei...-
 
-Storpi ancora le note-?
 
-Un pochino...-
 
-E la manutenzione del’archetto-?
 
-...Lo sai che non sono mai stata capace-
-Alla fine ne hai fabbricato uno tuo-?
 
-Ci ho provato, ma sono troppo impacciata-.
 
-...Allora, ne hai comprato uno-?
 
-Non voglio chiedere troppi soldi a papà per questo-.
 
-...Stai usando ancora il suo-?
 
-Ha le corde rovinate, e la polvere che c’è dentro ha ancora l’odore dell’ospedale-.
 
 
La donna rimase in silenzio, osservando la grave ferita di Eva.
Non potendo focalizzare la gravità di quella nell’animo, si concentrò su quella del corpo.
 
-Evangeline, mi dispice per...Ho espressamente detto loro di non farti del
male...Me ne sono già occup...-
 
 
 
 
 
 
-Cosa vuoi da me-?
 
 
 
 
 
 
 
La donna schiuse appena le labbra.
Era una domanda tirata fuori con le pinze, era una domanda stanca, esausta.
La sua espressione era saggia, ma incredibilmente rotta e distorta.
 
-Voglio che tu stia con me, Evangeline...-
La giovane sospirò.
 
-Perchè proprio ora...-?
 
La donna le posò una fredda mano sulla guancia, carezzandola piano.
 
-Perchè ho visto come sei cresiciuta...Ho visto quello che sei diventata, ho visto il tuo ardore...Il tuo coraggio-.
 
-Questo...Tu lo chiami coraggio? Ardore-? Sussurrò, senza scansare la mano.
 
La donna si inginocchiò davanti a lei, posandole la fronte sulla sua.
 
-Evangeline...Fa del mondo il tuo nemico, come me-.
 
-Il mondo...Non è il mio nemico-.
 
-Lo è...A causa di quello che è successo il mondo ci considera spazzatura, senza chiedersi il perchè delle nostre azioni, semplicemente giudicando da quello che vede-.
 
-Il mondo non è il mio nemico- disse di nuovo Eva, senza staccare gli occhi dal terreno.
 
Un rumore crudo occupò la stanza, prese il posto di quella melodia tanto dolce che, piano piano, si era spenta.
Due grandi ali spuntarono dalla schiena di Evangeline, costringendo la donna a indietreggiare e pararsi con le sue, grandi e nere, e deformi.
 
Le enormi ali scure sfregarono sul pavimento per aiutare la donna a frenare, facendola inginocchiare subito dopo.
 
-...Tu, invece...- sussurrò, mentre gli arti piumati aumentavano, avvolgevano la sua schiena, le sue gambe.
 
Lo spazio riservato al suo braccio destro si sivestì di piume scure come la pece, i suoi capelli si alzavano e fluttuavano, gli occhi ridotti a due fessure.
Lo sguardo della giovane si posò sulla grande ala deforme davanti a lei.
Chiuse gli occhi piano, ormai comprensiva.
 
-Non ne hai fatta una giusta...- sussurrò, mettendo in mostra i lunghi canini.
 
Le grandi ali della Strega Blu ondeggiarono piano.
 
-Ne sei sicura? Come speri di tornare indietro ora-? sussurrò, osservando la propria figlia tramutarsi in qualcosa di mostruoso.
 
-E tu-?
 
-Io non ho...-
 
-Bisogno di tornare indietro, giusto-? Chiese, mentre le piume arrivavano anche in viso, le coprivaano le guance, le contornavano gli occhi.
 
Iri la fissò...Era come guardarsi in uno specchio.
 
-Non ho più bisogno di tornare indietro...- sussurrò Eva, con un sorriso sulle labbra, dipinto dalla più totale amarezza.
 
 
“Bugia bianca...” sorrise la donna, forse con un sorriso che, di malavagio, non aveva nulla.
 
 
-Tutta la vita ho sognato...Poter sistemare questa faccenda a modo mio...- disse Eva, sollevandosi dalla sedia, finalmente.
Barcollava, ed era dolorante....
 
-E credi di poterlo fare, Eva-? chiese la donna.
 
-Ho sempre creduto di poterlo fare...-
 
-Vuoi uccidermi...Evangeline-?
 
Le grandi ali della ragazza si aprirono, come un fiore a primavera.
 
-Credo...Di volerlo-.
 
 
Aizawa si teneva la tempia con una mano.
Davanti a lui, un uomo con davanti una tazza di caffè fumante.
 
-Capisco...Grazie per avermi contattato- disse, sorridendo tristemente e osservando il proprio riflesso nel caffè.
 
-Mi creda...La cosa mi addolora moltissimo, la ragazza era sotto la nostra responsabilità, sarebbe dovuta essere al sicuro- disse Ereased, assottgiliando gli occhi stanchi.
 
Era rimasto tutta la notte insieme alla polizia e ai signori Katsuki che, grazie al loro carattere forte, era certo avrebbero reagito positivamente.
E ci aveva azzeccato.
 
-Il mio ragazzo è forte, sono sicura che starà bene- aveva sorriso con occhi lucidi la signora Bakugo, con lo sguardo determinato di suo marito e la sua grande mano sulla spalla a sorreggerla.
Shouta si era inchinato profondamente e scusato dal profondo del cuore.
In quanto insegnante era rimasto profondamente deluso da sé stesso.
 
L’uomo davanti a sé sorrise tristemente.
 
-Evangeline è forte, non è come me...Lei è coraggiosa, io non lo sono per niente- aveva detto.
 
Aizawa lo osservò, conosceva benissimo la situazione di Evangeline, quella di suo padre.
 
-La troveremo...Stia pure tranquillo che la riporteremo da lei...Quindi...-
 
L’uomo alzò lo sguardo spento verso l’insegnante.
 
-Faccia del suo meglio per rimanere in buona salute fino al suo ritorno, per favore- sorrise stanco il professore.
 
Gli occh spenti dell’uomo ispitarono un piccolo luccichio di speranza.
 
-La ringrazio...- sussurrò, posandosi le mani in viso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le due mostruose creature erano ferme a fissarsi.
Iri osservava sua figlia, la contemplava e solo in quel momento si rese conto di quanto fosse cresciuta.
Dall’altra parte, la figlia era ricoperta di scure piume nere e sangue, gli occhi ridotti a due fessure puntati sulla donna davanti a lei.
 
 
-Sei sempre stata sola-? chiese la donna, spezzando il silenzio.
 
Eva non rispose, solo un leggero ringhio in sottofondo.
 
-...Mi dispiace di non essere stata la madre che avrei dovuto...-
 
Lo sguardo di Evangeline non aveva intenzione di cambiare, nemmeno un pò.
 
Cominciò a camminare, trascinandosi dietro quelle grandi ali come fossero stati l’incredibile peso della sua vita.
 
-...Volevo solo proteggervi..-
 
Eva si morse il labbro, ringhiando basso come un gatto.
 
-...Volevamo solo che tu stessi con noi...- disse a voce bassa, continuando a camminare.
 
Iri la osservò comprensiva.
La giovane arrivò davanti alla madre.
Grazie alle ali era diventata più alta e queste ultime minacciavano di chiudersi pesantemente su loro stesse, crollando sul Vilesangue davanti a lei.
 
La Strega Blu si era ritirata quasi d’istinto, abbassando la testa e tirandosi indietro con la schiena.
 
Eva puntava il viso e guardava la donna dall’alto al basso.
 
Era come vedere la lotta per il potere tra due leoni, lo spodestamento del capobranco anziano in favore di quello più giovane.
 
-E invece hai rovinato tutto...River è morta per colpa tua- ringhiò.
 
Iri la osservava senza dire una parola.
 
-E io...Io avrei fatto la sua stessa fine...E anche papà..-
 
La Strega Blu schiuse le labbra, ma alla fine non disse nulla.
 
Il cuore le si scaldò in una dolce presa...Era suo marito, dopo tutto.
 
-Ha rischiato di ammazzarsi...Non mi importa se sia giusto o sbagliato...- sussurrò ancora, i canini lunghi e affilati tra le labbra.
 
Iri scosse le ali, pronta a difendersi.
 
-Sono tua madre, Evangeline...- sussurrò Iri, indietreggiando.
 
Eva schioccò la lingua, cercando di ignorare il dolore al cuore.
 
Era un dolore strano...Non sembrava essere collegato alla sua malattia.
 
-No...Non lo sei...- spalancò le ali.
 
Lo scontro era imminente...E la strega più giovane non si sarebbe arresa senza aver prima visto il sangue della donna versato a terra.
 
 
 
 
 
 
 
 
-OHI, STREGA-! si sentì.
 
Gli occhi di Eva si sollevarono verso il soffitto, poi verso le pareti luride.
 
 
-CHE CAZZO CREDI DI FARE?-! continuò quella voce.
 
Iri assottigliò gli occhi, abbassando la guardia solo dopo che Eva avesse posto attenzione altrove.
 
-APRI I TUOI FOTTUTI OCCHI-!
 
La Strega Blu incrociò le braccia al petto.
 
-Quel ragazzino....- sussurrò.
 
-GLI EROI NON UCCIDONO LE PERSONE...FICCATELO IN QUELLA DANNATA TESTA-!
 
 
 
 
 
 
Le ali di Eva si ammosciarono sul terreno.
I suoi occhi ripresero a brillare, anche se debolmente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
 
Salve, sono ufficialmente uscita dalla sessione (con successi e non XD) fino a metà giugno, quindi perdonatemi per l’attesa, ma ora è ufficialmente finita!
Vorrei noleggiare un Present Mic per poterlo urlare a tutti, ma credo che qui vada comunque bene.
Ringrazio chi ha pazientato e spero che siate ancora qui, a leggere <3
Vi mado un enorme abraccio e vi saluto <3
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 41
*** Rinuncio ***


-Un amico tuo-? Chiese la Strega, sorridendo in direzione della porta spalancata.
Si intravedeva solamente il lungo corridoio buio.
 
La ragazzina si portò una mano in viso, imprecando a bassa voce.
 
-Ci tiene tanto a te, sai-? Si voltò, osservando la figlia.
 
Eva teneva gli occhi chiusi e la schiena incurvata.
 
Le ali erano dannatamente pesanti e tiravano la schiena in maniera dolorosa.
 
Ma i suoi occhi erano rimasti vigili...La voce irritante e possente di Bakugo, in quella struttura, le era arrivata...L’aveva raggiunta.
 
-Si è agitato molto quando ti ha vista...- Continuò a bassa voce.
 
Gli occhi di Eva tremarono, si toccò il moncherino che partiva dalla spalla sentendo...Bhe, sentendo niente.
 
-Sei riuscita a farti molti amici, Evangeline-?
 
“Bakugo...Hanno preso anche lui...Quindi era vero”
 
-Evangeli...-
 
-Cosa avete intenzione di fargli-? Chiese violenta.
 
La Strega si portò le braccia al petto, incrociandole.
 
-Il suo potenziale e, da quel che ho capito anche il suo carattere, lo renderebbero un ottimo membro di questa organizzazione-.
 
-Questo non è vero...Lui non farebbe mai...-
 
-Lo stesso vale per te-.
 
Eva si bloccò.
 
-Vi hanno catturati con il solo scopo di farvi entrare in questa banda di pazzi...Dopotutto, non capita tutti i giorni di trovare due pulcini di eroi così compatibili con questi squilibrati-.
 
-Bastarda...- ringhiò Eva.
 
-Tu potrai anche avermi rinnegato come madre, ma io non l’ho fatto con te come figlia...è l’occasione perfetta per uniriti a me...Così potremo prenderci la nostra vendetta...Potremo vendicare River- le disse, stringendo una mano a pugno.
 
Eva la osservò, squadrandola e poi fissandola dritta negli occhi.
 
-Tu...Stai puntatndo a qualcos’altro, vero? Questa organizzazione...La stai solo usando...-
 
-Non lascerò impuniti coloro che hanno fatto del male a te e tua sorella-.
 
Eva si portò la mano destra a coprirsi un orecchio, sporcandosi i capelli scuri di sangue.
 
-Piantala, smettila di parlare come se tu fossi innocente...-
 
“Io non ci capisco più niente, maledizione”.
 
La donna afferrò la mano di Eva improvvisamente.
 
-Aiutami, Evangeline...E chi ha ucciso River la pagherà cara, tutti coloro che hanno rovinato la nostra famiglia pagheranno-.
 
-Tutti...-? Sussurrò Eva.
 
La donna strinse ancora di più la mano della ragazzina.
 
La giovane strega chiuse gli occhi nervosa...Poi li aprì lentamente.
 
Con uno scossone scansò la mano della donna.
 
Le sue ali si raddrizzarono, pronte ad aprirsi come un fiore.
 
 
 
-Evangeline...-
 
La ragazzina fece un lungo passo verso la porta, intenta ad attraversarla.
 
-Adesso andrò a salvare il mio compagno...Poi farò i conti con te- disse, volgendo uno spietato sguardo alla madre.
 
La Strega non rispose.
 
Un dolore immenso...Il rumore delle ossa che si incrinavano.
 
Evangeline si ritrovò contro al muro crepato, completamente schiacciata contro la parete.
 
L’urlo che partì dalla sua gola assomigliò più al ruggito di un leone ferito.
 
Cadde a terra, aiutata a sostenersi con le ali.
 
Del sague le colò dalle labbra, dovette premersi la mano sulla bocca per contenere la tosse.
 
“Merda...”
 
La donna aveva una gamba sollevata, il suo era stato un calcio potente.
 
-Sei mia figlia...Farai come ti dico-
 
Eva tossì sangue, probabilmente un’emorragia interna.
 
-S-Stronza...- Eva sputò del sangue sul pavimento, pulendosi le labbra subito dopo.
 
La donna si inginocchiò davanti a lei, le prese violentemente il mento con la mano.
 
-Evangeline...Aiutami a battere All Fon One-.
 
Eva scansò il viso.
 
-Cosa...-?
 
-Lui è la causa di tutto questo...Se battiamo lui, River riposerà in pace. Hai la forza per farlo, per aiutarmi-.
 
Eva battè violentemente il pugno a terra, crepandolo grazie alla forza dei Vilesangue.
Ma la ferita alla spalla cominciò a sanguinare di nuovo e sentì improvvisamente un freddo avvolgerla come in un abbraccio.
L’effetto dell’antidolorifico sarebbe terminato molto presto.
 
Nell’altra sala si udì un’esplosione e, come un gatto selvatico, la donna voltò lo sguardo verso il buio del corridoio.
-Sembra che il tuo amico sia difficile da convincere...Non credevo- sorrideva.
 
Eva si sollevò, tenendosi la spalla ferita, sentendo la fasciatura logora e zuppa di sangue caldo.
 
-Vieni da me, figlia mia- la mano tesa verso di lei non le era mai sembrata così sudicia, così falsa.
 
-All For One? River riposerà in pace? Io non ho la minima idea di quello che tu stia dicendo- sussurrò, con un sibilo.
 
La donna ritirò appena la mano.
 
-Non so chi diavolo sia questo tizio, non mi interessa minimamente...River? Lei sta riposando tranquilla, non c’è motivo per te di preoccuparti-.
 
Barcollò e si appoggiò con la mano sporca di sangue al muro, tracciando una scia.
 
-Sta bene...Ho vegliato su di lei per tutto questo tempo...Ho vegliato sulla nostra famiglia, papà mi ha aiutato tanto...-.
 
Si portò il braccio sano a pulirsi il sangue dalle guance.
 
-Noi stiamo benissimo così...Strega Blu, declino l’offerta- rispose Eva.
 
La donna ritirò definitivamente la mano, lasciandola dondolare lungo il prorpio fianco.
 
-Adesso levati di mezzo...- sputò.
 
 
Ma due grandi ali nere si spalancarono davanti a lei.
La giovane era ridotta uno straccio, la Strega fresca come una rosa.
Eva non aveva un braccio, la Strega adoperava brillantemente quattro arti.
Eva era forte, ma la Strega lo era di più.
 
-Allora rimarrai quì dentro finché non cambierai idea, sarò io a fartelo fare-.
 
Eva sorrise, dando un ultimo sguardo al carillon rotto, sopra al tavolo coperto di polvere.
 
-Provaci allora...Strega Blu-.
 
 
 
.....................................................................................................................
 
 
-Signor Ereased Head, lei ha spronato gli studenti ad attaccare giusto? Ci spieghi quali erano le sue intenzioni-.
 
La conferenza era incredibilmente affollata, i pro-heroes erano stati chiamati, ovviamente, a spiegare l’attacco avvenuto al ritiro nei boschi.
 
-Ho dato quell’ordine al fine di evitare il peggio- Aizawa era vestito elegantemente, i capelli pettinati all’indetro, giacca e cravatta.
 
-26 feriti e due rapiti...Non è questo il peggio-? Chiese un giornalista, con aria disgustata.
 
-Il peggio sarebbe stato vedere gli studenti inermi vittime di un massacro-.
Erano parole dure, ma per convincere i mass media era necessario lasciare il segno.
 
Il Preside della Yuei annuì silenziosamente, prendendo la parola e dando man forte all’insegnante.
 
-Il danno maggiore è stato causato dal gas, grazie ai pronti intereventi dei nostri addetti nessuno studente ha riportati ferite gravi, anche per quanto riguarda la stabilità mentali dei ragazzi non sembra esserci nessuno che abbia subito traumi o simili- disse il piccolo animale, allungando il musino al microfono.
 
-E cosa può dirci dei soggetti rapiti? Bakugo Katsuki, il vincitore del festival sportivo...Ovviamente tutti, e con tutti intendo anche i villains, hanno notato il suo comportamento violento e una spiccata instabilità della persona...Avranno pensato che potrebbe trattarsi di un perfetto alleato. Mentre Evangelie Toousaka, figlia della nota criminale, la Strega Blu, potrebbe benissimo seguire il medesimo ragionamento...Se dovesse riconciliarsi con la madre potrebbe davvero cambiare atteggiamento-?
 
Ereased strinse i pugni...Sapere che i genitori di quei ragazzi erano sicuramente intenti ad ascoltare tutti quei commenti crudeli lo faceva ribollire di rabbia.
 
Il pro-hero seduto accanto a Ereased, un omone squadrato e muscoloso, notò il nervosismo del collega, intento ad aggrottare le sopracciglia e sbuffare.
 
“Merda, sono a conoscenza dell’odio di Ereased per i media...Lo stanno provocando appositamente, non cascarci, ti prego...” lo implorò con gli occhi, sudando freddo.
 
Ma Shouta si inchinò con rispetto, sorprendendo tutti i presenti.
 
Dal grande televisore che dava sulla piazza principale della città cinque ragazzi intenzionati a salvare i compagni rapiti ascoltarono il discorso del coordinatore.
Izuku, travestito insieme a coloro che avevano deciso di accompagnarlo, si fermarono ad ascoltare.
 
“Aizawa-sensee...”
 
Momo, Izuku, Kirishima, Todoroki e Iida si inchinarono leggermente per rispetto.
Era stato un duro colpo per Izuku venire respinto dall’amico di infanzia così duramente...Ma Iida e i suoi compagni avevano deciso di stargli vicino.
 
 
 
“Stai indietro...Deku”
 
 
 
 
Si erano trovati in cinque a infrangere le regole; non potevano certo mettere in pericolo tutta la classe...Si sarebbero fatti loro carico delle loro responsabilità.
Katsuki ed Eva dovevano essere assolutamente salvati e, per paura che il mondo, i media e chissà cos’altro avessero trattenuto i Pro, avevano deciso di intervenire prima che fosse stato troppo tardi...Tenendolo ovviamente segreto ai loro compagni.
 
 
 
Aizawa parlò alla conferenza.
-Quello che è successo è stata una mia mancanza...Tuttavia...-
 
I giornalisti smisero di scrivere, sollevando lo sguardo verso l’eroe.
 
-Non c’è nessun altro che punti più di quei due ad essere dei pro-heroes...Se i nemici hanno preso questo come loro punto debole, devono essere solo dei poveri pazzi-.
 
E nella mente di Aizawa, per quanto non avesse voluto pensarlo, una domanda si fece largo.
 
 
“Questo vale sicuramente per Bakugo...Ma per Evangeline?”
 
 
 
 
 
.....................................................................................................................
 
 
La stanza odorava di sangue.
Evangeline era stesa a terra immobile, le ali le coprivano il corpo martoriato.
 
La donna si teneva svogliatamente un braccio gonfio...Era rotto.
-Che figlia stupida...- Sussurrò.
 
Con un calcio voltò la ragazzina a pancia in su.
 
-Stupida, egoista...Senza uno scopo nella vita...Forse...Forse è meglio così- si voltò e fece per andarsene.
 
Qualcosa le bloccò la caviglia, qualcosa di debole ma tremendamente insistente.
La debola presa della ragazzina tremava, ma non era per niente intenzionata a mollare.
 
La donna la osservò con sguardo freddo.
Con un calcio la scaraventò a parecchi metri di distanza, lasciando una lunga scia di sangue al suo passaggio.
 
-Ridicolo...- sussurrò, incamminandosi verso l’uscita.
 
Con un ringhio, richiamò l’attenzione della madre.
 
Eva si stava sollevando da terra e ringhiava, faceva fatica a mantenere il peso delle ali senza il braccio sinistro per reggersi.
I denti erano apuntiti, il suo fiato gelido, gli occhi ridotti a due fessure.
 
“Se solo avessi le lame della mia katana potrei...”
Poi osservò la donna davanti a lei, con astio.
“No...Non con quelle...Se voglio farlo, lo farò come il mio corpo preferisce”.
 
-Tutto...Tutto quì? Questo è il massimo a cui sei disposta ad arrivare per farmi passare dalla tua parte-? il sorriso della giovane non prometteva nulla di buono.
 
I suoi capelli iniziarono a fluttuare, le ali si mossero come toccate dal vento.
Dalla sia schiena si fece largo una strana pelliccia, o forse erano piume? Non si riusciva a distiguere a causa dell’oscurità della stanza.
 
-Tu...Cosa diavolo hai intenzione di fare-? La donna si posiziono davanti alla ragazza, allargando le sue ali nere.
 
Eva si osservò l'unica mano rimasta, allungata e dalle dita sottili...Lunghe unghie simili ad artigli.
I suoi occhi si socchiusero...Sapeva a cosa stava andando in contro.
Si toccò il petto con quella mostruosa mano, mentre sentiva anche la strana peluria raggiungerle il viso.
Abbassò il capo, lasciando che i capelli le coprissero gli occhi vigili .
L’aria nella stanza stava cambiando...
 
La Strega Blu si coprì dalla corrente d’aria causata dalla forza schiacciante della giovane.
Le ali si aprirono a dismisura, avvolgendo il corpo della creatura come un caloroso abbraccio.
Il viso allungato, come quello di un canide, la lunga coda nera e folta abbandonata sulle mattonelle scure.
 
-Sei folle...- sussurrò la Strega Blu, mentre anche sul suo viso la pelliccia si faceva largo, incorniciandole gli occhi a mandorla.
I suoi occhi divennero come quelli di una felino, le unghie artigli, i denti aguzzi.
 
-Se ti lasci andare, morirai per mano tua-.
 
Ma la ragazza non stava più ascoltando...Non lei almeno.
La sua attenzione era concentrata su qualcos’altro.
 
Sollevò il viso, che ancora conservava un pizzico di umanità.
I suoi occhi ostacolati dai lunghi capelli che le danzavano davanti al viso salutarono un’ultima volta il piccolo carillon rotto, abbandonato.
Mosse le labbra lentamente.
 
 
-Evangeline, non fare follie...Torna indiet...-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Rinuncio...-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Una forte esplosione costrinse Shigaraki Tomura a ripararsi dietro al bancone.
Katsuki che fino a un attimo prima cercava di mettere in atto un’azione offensiva, si voltò esterrefatto verso il muro distrutto.
Erano stati così sciocchi da liberarlo, dopotutto.
Tra le macerie e i cocci, la sagoma familiare più rassicurante del mondo si fece avanti.
Possente e difensiva.
 
-Ora va tutto bene...-
 
I pro-heroes più famosi entrarono in scena con lui, immobilizzando i villains.
Gran Torino atterrò con un tonfo, cercando Shigaraki con lo sguardo coperto dalla maschera.
 
-Perchè ci sono io-!
 
Kurogiri, immobilizzato, non potè utilizzare la sua unicità.
 
-Merda...Che scocciatori- sussurrò Toga, immobilizzata nei rami di un eroe professionista.
 
Bakugo fissò il suo professore che, nonostante l’ampio sorriso, nascondeva una rabbia e un’aria furibonda.
 
-Giovane Bakugo , stai bene? Devi aver avuto una gran paura, sei stato bravissimo a tenere duro così a lungo- disse il grande eroe, mettendogli una mano sulla spalla.
 
-AHH-? Urlò il ragazzo.
 
-SHIGARAKI TOMURA...LUI...DOVE SI TROVA-? Chiese Gran Torino, raggiungendo il giovane immobilizzato.
 
Il ragazzo con la mano posata sul viso iniziò a tremare istericamente.
 
-Perchè, perchè, perchè, perchè...Io...Io...- sussurrava.
 
 
 
“Va tutto bene...
Io sono qui”.
 
 
 
 
-NON HAI FATTO NIENTE DI MALE...IO...IO TI ODIO-! Urlò il ragazzo albino, mentre dei Nobu si materializzavano da due portali neri dietro di lui.
-Ma che....Cosa sta...-?
-Ma Kurogiri non è...-
-Non è lui, c’è qualcos’altro-!
-Contattate la squadra di Endevoar...Subito-!
 
In quell’istante un urlo raggelò il sangue di tutti gli eroi presenti nella stanza.
Un urlo femminile.
-Cos’era...-? Chiese Gran Torino.
-L’altra studentessa non si trova quì...Che sia lei-?
-Merda, dobbiamo raggiungerla subito-!
-Noi ci occupiamo di quegli affari, raggiungete la ragazza-!
 
-Quella strega idiota...- Katsuki si mise in posizione di difesa e sfidò i Nomu senza paura...Tuttavia...
 
 
-Hm-?
Il biondo venne improvvisamente ricoperto di una sostanza nera.
-Merda...-!
 
“Questa è...Abilità di teletrasporto!”
 
All Might allungò la mano per afferrare il giovane, ma questo scomparve senza lasciare traccia.
 
-NO! BAKUGO, RAGAZZO MIO-!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“-Qualunque cosa sia...Fatela smettere...-
Evangeline era circondata dal buio totale...Si teneva il viso contro le ginocchia, premendo con la mano destra l'orecchio...Voleva sparire.
Un terribile sottofondo di urla e pianti le stava facendo perdere la ragione.
Aveva il busto e il viso sporchi di sangue, lo sguardo pietrificato e sgranato.
Tremava e respirava in modo affannoso, cercava di rannicchiarsi il più possibile, voleva nascondersi da quell’atmosfera soffocante.
-Cosa devo fare per farli smettere di urlare? Cosa devo fare? Basta, vi prego...Non ce la faccio più...-
I pianti si fecero più forti...Più strazianti.
-Basta...Smettela...O giuro che vi ammazzerò tutti, state zitti-!
 
 
 
 
-Quelle sono le tue urla...Sono le tue sofferenze-.
 
 
 
Improvvisamente si fece tutti silenzioso, così tanto da risultare inquietante.
Quando la ragazza sollevò lo sguardo, i suo occhi iniziarono a lacrimare.
-River...-.
 
L’immagine calma della sorella maggiore le comparve davanti, placando la sua paura.
Si inginocchiò dolcemente, posando la mano sulla capigliatura della sorellina, in lacrime e in preda ai tremori.
 
-River...Io...Ho dovuto farlo, ho dovuto passare il limite, lei, lei era qui capisci? Non ce l’ho fatta e ho finito per...-.
 
Lo sguardo della ragazza dai tratti genitli e saggi mutò.
Si allontanò allarmata e inziò a gridare, mettendosi le mani nei capelli.
 
-R-River che...Che cosa....-
 
 
 
Improvvsiamente la ragazza aprì gli occhi: la testa tremava e aveva la sensazione di non essere sola in quella stanza buia.
Non sapeva cosa stesse succedendo...Mise a fuoco la vista e quello che vide cambiò per sempre la sua vita.
 
 
 
-Dobbiamo chiamare i soccorsi-?
-No...Ormai...-
-Non c’è più niente da fare, portiamola via di qui-.
-So che era una criminale...Però...-
 
 
Eva sollevò la testa, e il suo cuore prese a fare male.
 
La Strega Blu giaceva a terra, pallida e immobile in un lago di sangue.
La cassa toracica completamente squartata, gli occhi spalancati.
Le sue grandi ali nere erano sudice, coperte di liquido scarlatto e appiccicate al terreno.
Alcune piume volteggiavano ancora nella stanza a causa degli spifferi.
 
-Giovane..Evangeline...- il sussurro di All Might fece sparire il suo sorriso.
 
Improvvisamente un eroe si portò la mano a coprire la bocca, trattene ndo un potente conato di vomito.
 
 
“Non può essere stata lei...Di sicuro, è successo qualcosa”
 Toshinori era seriamente preoccupato, fece un passo verso la ragazza che, tremando, si abbracciava le ginocchia al petto: era sporca di sangue fin sui capelli, l’aria sconvolta e i grandi occhi scuri spalancati.
 
-Ragazza mia...Cos’è successo-? Chiese con tono gentile per evitare che la giovane impazzisse.
 
Non appena allungò le mani per potersi avvicinare senza spaventarla, una risata simile ad uno squittio allertò i presenti, raggelando loro il sangue nelle vene.
 
-Giovane...Cos...-
 
La ragazzina posò la testa contro il muro, chiudendo gli occhi in in quella che sembrava...
 
“Quella...Quella è...Un’espressione...Serena?” Gli occhi verde smeraldo di All Might tremarono
 
Evangeline fissava la piccola lampadina rotta sul soffitto.
Poi iniziò a ridere serena, pietrificando tutti i presenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il viso della ragazza così vicino a quello della Strega, sotto di sé e completamente immobilizzata.
Ringhiava, non la riconosceva nemmeno.
Le aveva strappato una gamba a morsi.
La stava osservando negi occhi...La stava guardando per l’ultima volta.
 
 
 
-Sei cresciuta molto...Evangeline...-.
 
Sugli occhi le cadde della saliva, ma non li chiuse...Rimase vigile fino alla fine.
 
 
-Ho sbagliato tutto...-
 
Un suono crudo riempì la stanza...Ma nessuno poteva sentirlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Perdonami...-!
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Ops, ho ammazzato qualcuno e gliel’ho fatto anche piacere.
Eccomi qui, puntuale per la prima volta dopo parecchio tempo, devo dire.
Ma niente può fermarmi, non ora che manca così poco.
Devo ammetterlo, mi è dispiaciuto molto scrivere questo capitolo...E...E no, perchè non è questo quello più doloroso XD (dal mio punto di vista eh U.U).
Però insomma...Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fino a quì, chi legge e chi spende minuti preziosi con le recensioni <3.
Vi saluto e vi mando un abbraccio, alla prossima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 42
*** Capitolo 42- Brillare ancora ***


-Tu...La tua unicità non è compatibile con la personalità di Tomura-
 
Una voce calma e cauta si disperse per la landa desolata di quella parte isolata dela città completamente distrutta.
Il pro hero vestito completamente in jeans cadde a terra lentamente con sguardo fisso all’uomo che lo aveva sconfitto.
Mountain Lady e molti altri pro heroes che si erano offerti di partecipare al salvataggio degi studenti rapiti giacevano a terra, privi di sensi e feriti, chi lievemente e chi in maniera molto più seria.
 
 
 
 
 
“Nascosto...Il mio corpo tremava e non potevo fare nulla, pietrificato dalla paura”.
 
Midoriya, Momo, Kirishima, Ishida e Todoroki sudarono freddo, immobili, nascosti dietro le macerie di un palazzo in pezzi.
 
Izuku sollevò il viso, sudato a causa dello stress.
 
“Cos’è questo tanfo?” Si tappò il naso.
 I cinque alunni sbirciarono dalla crepa del loro rifugio.
 
Da una terribile e maleodorante melma nera comparve, tossendo, Bakugo.
 
“Katsuki!” ai cinque amici si illuminarono gli occhi.
“Kacchan!” Izuku si morse il labbro, nervoso.
Lo sguardo severo di Iida gli ricordò di mantenere la calma e seguire il loro piano.
Il velocista gli aveva afferrato il braccio, stringendolo con forza.
I suoi occhi imploravano di non fare nulla.
 
“Io vi proteggerò tutti”
Il giovane dai capelli blu era cresciuto molto...E lo doveva sia a Izuku che a suo fratello.
 
Mentre Bakugo si sollevava, i villains scomparsi dal rifugio segreto lo raggiunsero a ruota, avvolti dalla melmosa sostanza oscura.
 
-Hai fallito ancora, Tomura- disse la voce dell’uomo, protagonista indiscusso di quella scena.
 
-Ma va tutto bene...Devi solo continuare a riprovarci-.
 
I villains si sollevarono, trattenendo nauseati il vomito.
 
-Ho portato i tuoi compagni con te...-.
 
Katsuki voltò lo sguardo verso i nemici, sull’attenti.
 
-...è tutto per il tuo bene, Tomura-.
 
Il ragazzo osservò il suo mentore...Il suo salvatore con occhi raggianti da sotto quella mano appiccicata al suo viso.
 
Quella maschera nera nascondeva il volto di All For One, la sua mano testa verso il ragazzo che aveva salvato.
 
 
 
 
 
 
 
Improvvismente una folata di vento accecò i subordinti di Shigaraki.
 
All Might si era scagliato contro il suo acerrimo nemico, dopo tanto tempo.
 
-All Might...Il bar non è nemmeno a cinque kilometri da qui, ti sei rammollito-? Chiese, da sotto quella maschera nera.
I suoi muscoli, potenti e tesi, stava tenendo testa alla forza dell’eroe numero uno.
 
Semplicemente sollevando il braccio e muovendo verso il terreno, una potenza simile a quella di una tempesta investì il pro hero, scagliandolo lontano, schiacciato dalla forza dell’aria.
 
-ALL MIGHT-! Urlò Bakugo.
 
Izuku fremeva...Voleva intervenire, voleva aiutarli.
 
-Compressione atmosferica, più locomotiva cavatappi, più esplosività X4 ed estensione muscolare...Questa combo è divertente, penso che porenderò altre specialità di potenziamento- sussurrò, fissandosi la mano, compiaciuto.
 
Qualcosa lo colpì, lo tagliò, sfregiandogli il casco nero e facendolo vacillare.
 
Atterrò elegantemente a terra, posando i piedi in modo leggero, senza fare rumore.
 
All For One si toccò il casco, sentendo il profondo solco.
 
-Tomura...Va via di qui...Tu puoi ancora crescere molto- disse voltandosi verso il ragazzo e posizionandosi davanti a lui, coprendolo.
 
-E porta con te il ragazzo della Yuei- disse, rivolgendosi a Kurogiri.
 
Katsuki indietreggiò, cercando di scorgere i tratti del nuovo arrivato sul campo di battaglia.
 
-Un altro ospite...E uno importante oserei dire- sussurrò l’uomo dall’abito nero, pulendosi la maschera dalla polvere, cercando di non intoccare i tubi di ferro che ne componevano la parte anteriore.
 
Dei lunghi capelli chiari sotto la luce del sole, quasi albini, invece che rimanere intrappolati in una treccia volavano liberi con il vento.
Non vi era una tunica blu notte ad avvolgere il suo corpo, solamente una maglia nera che metteva in risalto le sue braccia muscolose ed allenate, due forti gambe fasciate solamente da un paio di pantaloni corti.
La gamba destra era abbrcciata da un anello d’acciaio, in modo da potenziare i suoi calci.
I suoi occhi erano coperti dalla solita tiaria d’acciaio.
Gambe e braccia erano coperte di cicatrici...Ma non vi erano tracce di bestialità sul suo corpo.
 
-Phantom Snow...- Disse All Might, raggiungendo la donna e pulsendosi il sudore dal mento.
 
 -Perdona il ritardi, All Might- sussurrò la donna, con sguardo basso.
 
Izuku rabbrividì...La sete di sangue che si percepiva tra quei tre soggetti non aveva eguali...Ma forse era provocata solo da due dei presenti.
 
-Aulica-san....Io...-.
 
Snow sorrise, senza togliere gli occhi di dosso all’uomo che avevano davanti.
 
-Quella ragazzina non è l’unica ad essere acaduta vittima di questa maledizione...Molti si sono persi davanti a lei- sussurrò, osservandosi la mano, quella di una normale donna, senza aritgli o piume.
 
All Might osservava il suo sorriso sincero e saggio.
Ne rimase quasi abbagliato.
 
-Mia madre credeva che un nome del genere potesse andare bene, lei sai, pensava che nascondendomi dietro qualcosa di aulico potessi sentirmi meglio-.
 
-Alla fine l’ho accettato solo perchè pronunciato dalle mie figlie suonava come il più bello di tutti- sorrise all’uomo, osservandolo dal basso a causa della sua immensa altezza.
 
-La giovane Evangeline...Lei...-
 
 
 
 
-Avete finito? Possiamo passare alle cose importanti-? Disse l’uomo davanti a loro, applaudendo teatralmente.
 
Snow fece un passo avanti, affiancandosi al numero uno.
 
-All For One...Dico bene-? chiese la donna.
 
-Oh, Phantom Snow? E così finalmente riesco a vederti- disse galante.
 
I capelli della donna fluttuavano nel vento...L’atmosfera si stava facendo pesante.
 
“Phantom Snow-san...All Might...” Izuko non riusciva più a stare con le mani in mano...Era quasi ora di mettere in atto il loro piano.
 
-Tu...Tu sei...- Katsuki si sollevòl da terra, osservando l’eroina in lontananza.
Dovette però concentrarsi di nuovo a causa degli attacchi nemici.
 
“Questi bastardi sembrano più agitati...Ora cercano di prendermi con la froza”.
 
 
 
 
 
 
 
-Dimmi, Snow...Hai intenzione di combattermi in quell condizioni? Non credo potrai arrivare molto lontano senza la tua forma bestiale-.
 
Snow sembrava più calma, era come se fosse possibile intravedere i suoi occhi da sotto la tiara d’acciaio, tranquilli e per nulla preoccupati.
 
-Senza la tua forma da Vilesangue sei solamente un’umana- aggiunse poi.
 
Snow sorrise leggermente.
 
-Ho visto una ragazzina combattere duramente recentemente...Una persona straordinaria-.
 
Toshinori strinse le mani a pugno.
 
-Non è riuscita a contrastare la sua maledizione...E così facendo è stata divorata dall’odio che l’alimentava.
Ne sai molto vero? Di Vilesangue.
La sostanza che vendetti ad una giovane Strega Blu ha condannato innumerevoli famiglie...Come puoi perdonarti per questo-?
 
-Ah? Quel siero di Luna? Vecchi esperimenti e vecchi progetti...Infondo il mio scopo è sempre stato quello di capirne di più sulle Unicità.
Necessitavo di approfindire i miei studi sui cosiddetti Quirk primordiali...I Vilesangue sono stati molto utili alle mie ricerche-.
 
-Hai condannato a morte un sacco di persone-.
 
-Tutti agiscono in base al loro ideale di giustizia, non ne sei al corrente-?
 
-Che cosa ne hai tratto? A cosa è servito fare ammalare e morire così tante persone...-?
 
-Bloccare l’avanzata della formazione del sangue acre di voi Vilesangue aveva un effetto di potenziamento, sarebbe stato divertente rubare il potere del Vilesangue perfetto...Tuttavia alcuni dei miei calcoli si rivelarono sbagliati e dovetti abbandonare il progetto-.
 
-Quel siero ha...-
 
-Ha continuato a fare vittime? Ne sono desolato-.
 
-Dannato...- All Might strinse i denti, avanzando ma venendo bloccato dal braccio di Snow.
 
-Aulica, dico bene? Che nome affascinante, forse sprecato per un mostro del genere-.
 
Le vene sulla fronte di Snow pulsarono.
 
-E io che credevo di essermi cavata gli occhi per non vedere il io aspetto...-.
 
Uno scatto fulmineo, e la donna era faccia a faccia con l’uomo dal volto coperto di nero.
 
-Solo ora mi rendo conto che è grandioso non vedere feccia come te-.
 
Immediatamente All Might si precipitò da lei, dandole man forte.
Contrastare i potenti attacchi di All For One era quasi impossbile, così optarono per la diminuzione della sua resistenza...Se loro lo colpivano, lui non colpiva loro.
 
-Fate un bel duetto, non c’è che dire- diceva il nemico, schivando i loro colpi.
 
All Might osservò la donna che combatteva al suo fianco...Non vi era ombra di ali o artigli, zanne o piume.
Pura forza fisica e istinto...
Si sentì il cuore stringere in una gentile presa...Era come vedere la giovane Evangeline appena entrata alla Yuei.
 
 
 
 
 
 
“Le sue condizioni?”
 
“Non riconosce nemmeno me...Credo che la giovane Evangeline sia in uno stato di shock emotivo”.
 
“Abbiate cura di lei...Io devo raggiungere All For One a qualunque costo”.
 
All Might si bloccò sull’uscio della porta, le grida di Evangeline lo aveva fermato.
 
“Si rimetterà...?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Che ti succede, Aulica-san? Perchè non utilizzi la tua unicità?” Le chiese con gli occhi All Might.
 
Me lei non poteva vederlo...Solo sentirlo.
Era difficile combattere con soli i sensi attivati al massimo...Ma il suo era un corpo addestrato.
Un violento colpo di vento scaraventò Snow verso Katsuki, ma riuscì a frenare con la forza delle gambe, sfregando il terreno.
Posò le mani a terra, tirò su le gambe in un’elegante verticale e comicniò a girare, colpendo tutti i nemici che avevano circondato Bakugo.
Le sue braccia muscolose si tesero, sostenendo l’intero peso del corpo.
Le vene sporgevano e il sudore scendeva copioso sulle braccia.
Si staccò e si rimise in piedi, tamponando le dita che avevano perforato il terreno sulla propria maglia; si erano tagliate e sfregiate.
I suoi capelli si alzarono appena, fluttuando in una strana energia.
Ma subito si calmo, i lugnhi fili albini si afflosciarono lungo tutta la sua schiena.
 
-Tu sei...Phantom Snow...-? Chiese Katsuki, asciugandosi il sudore.
 
La donna annuì, tenendo d’occhio i nemici a terra.
 
-Ti ringrazio, ma vai ad aiutre All Might, ne ha bisogno- le disse, scrocchiandosi le nocche e facendo esplodere piccole fiammelle nelle sue mani.
 
-Vedi di allontanarti da qui-! disse lei, cercando di coprire il ragazzo con il suo corpo, in posizione di difesa, a gambe e braccia larghe.
 
-Una cosa...Lei...Dov’é? Cos’è successo alla Strega-? Chiese, appoggiandosi con la schiena contro quella coperta di capelli in pessime condizione della donna.
Schiena contro schiena a monitorare la situazione.
 
-A quale ti riferisci-? Chiese tristemente l’eroina.
 
-Eva, la ragazza- disse scocciato lui con respiro affannoso.
 
La donna fece una lunga pausa.
 
-Io ho scoperto troppo tardi...Che non potevo aiutarla- sussurrò.
 
Katsuki sentì la grande schiena dietro di lui tremare.
 
-Ho cercato di insegnarle tutto quello che sapevo...Ho cercato di...-
 
Il biondo non disse nulla...Non la conosceva molto bene, ma rispettava quella donna.
Si era rivelata un’eroina coi fiocchi, professionale e, inoltre, era il secondo Vilesangue che incontrava nella sua vita.
 
-Ho raggiunto All Might e i pro-heroes sul luogo del rapimento e, dopo che ti hanno teletrasportato via...-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“è morta...”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Katsukki si voltò appena, osservando con la coda dell’occhio la grande schiena tremante dietro di sé.
 
-Evangeline ha ucciso la Strega Blu...-
 
Glio occhi di Bakugo si spalancarono lentamente...Il sorriso della ragazza, le sue lacrime e i suoi urli gli tornarono in mente.
 
-In questo momento lei...Non riesce e non può tornare indietro-.
 
I nemici si precipitarono su di loro ancora una volta.
 
Snow prese a calci Toga che, con un gemito, cadde a terra.
 
Bakugo posò i palmi a terra, sollevando i cocci e il terriccio con le sue esplosioni.
 
-Vedendola così io...Non riesco più a utilizzare la mia unicità...Semplicemente, la temo più di ogni altra cosa-.
 
 
 
 
 
 
-Dimmi che stai scherzando...- le parone di Baguko morirono sulle sue labbra.
Strinse le mani mentre il vento caldo gli scompigliava i capelli.
 
-Mi dispiace...Non sono riuscita a salvarla-.
 
I pugni di Katsuki erano finiti sul terreno, crepandolo, e solo un urlo riempiva l’area desolata sorvegliata dagli elicotteri dei giornalisti e della polizia.
 
-MALEDIZIONE-!
 
In quel momento, qualcosa volò sopra le loro teste.
Gli occhi rossi di Katsuki misero a fuoco con fatica quello che sembrava...
 
-Credo sia il tuo autobus, ragazzo...Ora va e lascia fare a noi eroi....- Sussurrò Snow sorridendo mentre una ciocca lunga le cadeva sulla tiara.
 
-DAMMI LA MANO-! Aveva urlato Kirishima, porgendola all’amico.
 
Iida faceva da motore, Todoroki e Izuku lo sostenevano e, in volo, avevano raggiunto il loro obbiettivo.
 
“Ora deve solo afferrarla...Coraggio, Kacchan!”
 
Bakugo guardò per un’ultima volta la donna.
Non ne era sicuro...Ma qualcosa dentro di lei si era affievolito.
 
-Lascia il resto...A noi-! Gli aveva sorriso.
 
 
Una potente esplosione, il fumo accecò i nemici rimasti a terra e, dalle nuvole grige, il biondo fece la sua comparsa allungando il braccio più che poteva.
Strinse forte la mano di Kirishima.
 
-idioti-! Disse a denti stretti, in un sorriso.
 
 
 
 
Snow percepì i ragazzi allontanarsi, l’unicità di IIda era rumorosa dopotutto.
Aspettò che il fumo si diradasse.
 
“Un’ultima volta...Posso trovare il coraggio per un’ultima volta...Per fare quello che un eroe dovrebbe fare”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Non si stabilizza-.
-Di questo passo rimarrà in questo stato-.
 
-Le apparecchiature non dureranno...Sta spaccando i cavi-.
-Datele degli altri sedativi, non fatela agitare-.
 
Aizawa osservava quella cosa davanti ai suoi occhi.
Osservava quell’enorme gabbia con occhi spalancati.
Le mani lasciate lungo i fianchi.
Non riusciva nemmeno a concepire che, quella cosa, fosse uno studente.
Si muoveva nascosta nell’ombra della gigantesca gabbia d’acciaio, ringhiava, il suo fiato disegnava delle nuvolette fredde.
 
-Non è umano...-.
 
 
Clank!
 
 
-è un mostro-!
 
 
Clank! Clank!
 
 
-Dobbiamo andarcene di quì...O moriremo tutti-!
 
 
Aizawa si mise gli occhiali gialli sugli occhi, risvegliandosi da quello strano stato di trans.
 
-Non andate nel panico, la tratterremo fino all’arrivo dei rinforzi- disse, mentre le sue bende si scioglievano dal suo collo, fluttuando tutto intorno.
 
-Sedatela, la priorità assoluta...è tenerla chiusa quì dentro- urlò Ereased, facendo passare le sue bende attraverso la gabbia e avvolgendo quella cosa in una salda presa.
 
Intravide dei denti affilati...Brividi.
Silenzio.
 
 
 
Clank! Clank! Clank!
 
 
 
 
 
 
 
 
Dall’autoparlante del piano terra, la voce di una guardia...
-Il mostro è...Uscito-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In città, il grande schermo trasmetteva quello che nessuno si sarebe mai aspettato.
Izuku e Katsuki, uno di fianco all’altro, osservavano il grande monitor con occhi vuoti e smarriti.
 
-O mio Dio, chi è quello-?
-è magrissimo-
-Sembra uno scheletro-
-All Might-?
 
L’espressione della gente mutò di colpo.
Mormorii, fino ad arrivare a vere e proprie urla di disgusto e disapprovazione..
Le lacrime scesero sulle guance di Izuku...
Non sapeva più cosa pensare...
 
-All...Might...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Che scena pietosa...All Might, Phantom Snow...- sussurrò All For One, scheggiato ma incolume.
Toshinori aveva esaurito il suo tempo...La sua forma eroica lo aveva abbandonato e giaceva a terra, con la schiena contro le macerie di un palazzo.
 
Snow era poco distante; i capelli sparsi sul marmo e il capo chino.
Una pozza di sangue si allargava sotto di lei..
Sulla sua schiena vi era una sola grande e pesante ala, sporca di sangue.
Dell’altra non vi era traccia
 
-Tutto quì quello che avete da offrire? Credo che gli eroi siano davvero calati di qualità, dopotutto- sputò All.
 
 
Snow rise piano, attirando l’attenzione di All Might, ormai al limite.
-Un gran bel guaio, eh-? sussurrò.
 
La tiara cadde dai suoi occhi, provocando un tintinnio metallico.
Aveva un’espressione serena, come se si stesse rilassando su un prato, sotto ad un grande albero.
Le palpebre chiuse in quello che pareva un viso di porcellana.
 
-Perchè non hai utilizzato la tua unicità? Saresti almeno riuscita a scappare- disse con fatica il biondo, sputando sangue.
 
Snow posò la testa contro la superfice che le reggeva la schiena.
 
-...Ho visto lo stato di Evangeline e, come una mocciosa, ne ho avuto paura. Come conseguenza, non sono più riuscita a vedere la mia unicità come ero solita fare-.
 
Toshinori osservò All For One dal basso...La vista era sfocata.
 
-Altro che eroe numero due in classifica...Alla fine non conosco veramente nulla della mia unicità-
 
All Might chiuse gli occhi, sospirando esausto.
 
-Quella ragazzina...Si è dimostrata pià forte di me, fino all’ultimo-.
 
-Non ha niente a che vedere con me...All Might, tu sei ancora il numero uno...-.
 
L’uomo tossì.
 
-No...Non più ormai...Il tempo di All Might è...-
 
 
 
 
 
 
-Aiuto...-
 
 
 
 
Gli occhi dell’eroe si mossero verso quella voce sottile e rotta dai singhiozzi.
Una mano era tesa verso di lui...La vedeva in lontananza.
Sentiva chiaramente un pianto...Il pianto di qualcuno in pericolo.
 
 
-All Might...Non ti arrendere...Ti prego....Salvaci...All Might-
 
 
Una giovane donna, incastrata sotto delle pesanti macerie chiamava aiuto.
Aveva sicuramente qualcosa di rotto e stava sicuramente soffrendo...Però...
Non aveva detto nulla sul suo aspetto...Non si era chiesta nulla.
I suoi occhi semplicemente imploravano aiuto.
 
 
 
 
 
 
Snow sorrise, drizzando le orecchie.
Si sollevò a fatica, barcollando verso l’unica ala che le era rimasta, mentre sgorgava sangue dal moncherino rimasto.
Gli occhi verdi di Toshinori brillarono in un desiderio ardente...
 
 
 
“Non avete niente da temere...Perchè ora ci sono io”.
 
 
 
 
-Sentito? Sembra che la gloria ti appartenga ancora per un pò...Non sprecarla...All Might- sorrise Snow.
 
All Might sorrise, sollevandosi da terra con fatica, piazzando un pugno sull’asfalto.
Le sue braccia si pomparono ancora, per un’ultima volta.
Il suo torace crebbe ancora, per un’ultima volta.
Avrebbe mostrato al mondo chi era...Per un’ultima volta.
 
 
 
 
-Stammi dietro, ti aprirò una bellissima occasione per brillare...Un’ultima volta- disse Snow, osservando All For One con un grande sorriso.
 
 
 
 
 
 
-Non si preoccupi, signorina...Metterò le cose a posto...- sussurrò, mentre l’aura circondava il suo corpo esausto.
Il suo pugno non era mai stato così brillante, così carico di speranza.
La giovane annuì con le lacrime agli occhi.
 
 
-Ci sono io-! aveva detto, pronto a scagliare il suo ultimo attacco contro la sua nemesi.
 
Gli occhi della gente...Non avevano mai visto niente di così smagliante.
 
 
 
 
 
 
La stella di un eroe brilla per indicare la strada a coloro che ne hanno bisogno...Fino alla fine, sarà la scia più lumiosa di tutte.
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
 
Ma vedi te questi aggiornamenti Windows che mi sputt....Ehm, “impegnano” il computer e non mi fanno aggiornare giusto.
Allora...Cose importanti?
Ah si, allora la fine...La fine, la fine...Sapete che non so se mi occuperò uno o due capitoli ancora?
Si vedrà XD.
Scusate se sono di poche parole...Sono triste per questa storia T.T
È durata tanto, lo so...Ma mi ci sono affezionata T.T
Bhe, lasciatemi un messaggino per farmi sapere cosa ne pensate e...E questo mercoledi partirò fino a domenica quindiiiii...Non so quando saranno pronti i prossimi capitoli...Ma saranno gli ultimi signore e signori T.T
Grazie a tutti, ho un appuntamento con la mia morte XD
Un abbraccio e alla prossima!
-Shinigami di fiori-

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Capitolo 43
*** Finale- Che cos'è un eroe? ***


-Ti aprirò la strada per brillare...Un’ultima volta-.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Tu...Sarai il prossimo...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Quì in diretta sull’elticottero della polizia che sta raggiungendo i due eroi coinvolti in questa violenta battaglia, i soccorsi sono nelle vicinanze- disse la voce agitata della ragazza sul grande schermo che compariva sul grattacielo WestMall.
 
La folla che si era ammassata nella piazza era rimasta a bocca aperta, tra il fumo che si era alzato e la telecamera che continuava a muoversi non era possibile capire cosa stesse succedendo di preciso.
 
Tra il fumo si levò la snella figura di All Might, barcollante e con i dorati capelli in disordine.
Le gambe gli tremavano, le vesti lacerate e il viso coperto dalle ombre polverose.
Gli occhi di Izuku si riempirono di lacrime alla vista del suo mentore.
L’indice puntato verso la telecamera dell’elicottero, puntato verso il suo allievo attraverso il grande schermo.
 
Il giovane possessore di All For One si portò le mani in viso piangendo silenziosamente tra tutti i sussurri e i bisbigli della gente.
Katsuki lo osservò con quello che pareva uno sguardo afflitto...Capì che quello che aveva appena perso doveva essere qualcosa di speciale.
Il biondo girò nuovamente lo sguardo sul grande monitor, notando i movimenti della videocameta farsi pià bruschi.
 
-Abbiamo appena ricevuto una notizia terribile, riprendi, riprendi per favore- disse agitata la voce della ragazza.
 
-No, non posso...Mostrare una cosa del genere in pubblico- rispose il cameraman.
 
Un’imprecazione da parte della giornalista che quindi decise di fare da sola, afferrando il grande apparecchio delle registrazioni.
 
 
Tre bambine si mossero tra la folla, facendosi strada a gomitate.
Arrivarono davanti a Katsuki e ad Izuku, rimanendo con il fiato sospeso.
La più grande si strinse la mano al petto, stropicciando il piccolo fiocchetto bianco.
 
-Ehi, ferme-! la voce di un uomo.
 
 
 
-Ci arrivano notizie terribili, l’eroina Phantom Snow è stata trovata in fin di vita nella zona della battaglia...Mi stanno comunicando l’immediato arresto di All For One...Eccoli, i soccorsi stanno scendendo in questo momento- la giovane teneva la telecamera storta a causa del’abbandono del suo partner.
 
La bimba più piccola stava per dire qualcosa e indicare lo schermo, ma la più grande le coprì gli occhi, abbassando lo sguardo.
La grande mano dell’uomo dietro di lei si posò sulla sua chioma chiara, tendente al biondo cenere.
 
Con un’inquadratura azzeccata, la videocamere riprese tutto...Tutto il sangue che colorava il pavimento.
All Might reggeva tra le braccia un corpo immobile, riversato sulle sue gambe tremanti a causa della grande ala ripiegata e sporca di sangue.
 
-Quella è una persona-?
-Phantom Snow-?
-Oddio, è sangue-?
 
 
Dalla folla si levò un’incredibile brusio, fino a trasformarsi in vere e proprie urla.
 
-Phantom Snow-san-? Chiese Izuku, sollevando lo sguardo sullo schermo.
 
I suoi occhi caddero sulla piccola figura al suo fianco, immobile.
Percepì un lungi brivido lungo la schiena e le sue iridi smeraldo si rimpicciolirono tutto d’un tratto.
 
Quella piccola dai capelli chiari stava piangendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Bisogna stabilizzarla...Di questo passo non andremo da nessuna parte-
-La perderemo...Somministrate altro sangue-
-Non è possibile, è una Vilesangue-
-La compatibilità-?
-Il suo corpo sembra rigettarlo anche se è del gruppo sanguigno adeguato...-
-Non mollate, tenete duro...La salveremo, costi quel che costi-
 
 
La donna entrò in coma poco dopo l’arrivo in ospedale.
Il tempo passava...E del suo miglioramento nemmeno l’ombra.
I due mesi che passarono furono duri per tutti coloro che la conoscevano...Fu dura per la sua famiglia.
Izuku e il resto della classe venivano a trovarla in settimana, cercando di rallegrare le sue tre figliolette.
Si affezionarono in particolar modo a Uraraka e Tsuyu dato che quest’ultima era abituata ai bambini grazie ai suoi fratelli minori.
Le facevano giocare e, la notte, rimanevano sole in ospedale con il loro papà, sconvolto e stanco.
 
 
 
Una ragazzina dai folti capelli chiari come l’alba si alzò sulle punte dei piedi per inserire una monetina nel distributore automatico; era piena notte nel reparto rianimazione dell’ospedale della città, solo la luce della hall rendeva quel posto meno spaventoso.
Per quanto si sforzasse...Peonia non riuscì a raggiungere la piccola entrata dedicata alle monete.
 
-Uffa...- mormorò, grattandosi la gamba con il piede destro.
 
 Una mano inserì una monetina, oscurando la visuale della bambina.
 
-Cosa desideri-? chiese una voce assonnata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Peonia ci sta mettendo un pò...Si sarà persa-? Chiese una bellissima signorina di tredici anni, la più grande.
 
-Avrà fatto una sosta al bagno- scherzò l’uomo accanto a lei, scompigliandole i capelli.
 
La ragazzina abbassò lo sguardo, finendo di bere il suo succo alla pesca.
 
-Dormi pure se vuoi, farò io la guardia a tutte e tre- sorrise l’uomo, allentandosi lo strappo che sorreggeva la protesi, attaccata alla spalla.
 
-Non ho sonno...E invece Angelica dov’è-? Chiese ancora la piccola.
 
L’uomo si portò una mano agli occhi, asciugandosi una lacrima senza farsi vedere, poi posò nuovamente la mano sulla chioma della figlia.
 
-Va tutto bene, Dianora...Va tutto bene...- sussurrò, trascinandosela al petto e stringendola forte.
 
-Papà...-?
 
-La mamma se la caverà...Vedrai...Perchè lei è la più forte di tutti- sorrise, affondando il viso nel collo della piccola, bagnandolo con le sue lacrime.
 
La piccola Dianora gli accarezzò i capelli, iniziando a piangere a sua volta.
 
-Tranquillo papà, andrà tutto bene- piangeva...Perchè non sapeva come nascondere una tale paura.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Capisco...Quindi il tuo papà e le tue sorelle sono con te- disse un uomo.
 
Si erano sistemati sulle sedie della hall, proprio di fianco alla macchinetta.
 
La piccola annuì, bevendo il suo latte alla fragola con la cannuccia.
 
I lunghi capelli neri dell’uomo gli furono complici in quanto non permisero alla piccola di notatare che i suoi occhi la stessero studiando.
 
“La figlia di un Vilesangue? Mi sembra solo una comune bambina”
 
-Lei ha detto di chiamarsi Aizava-? Chiese senza nemmeno guardarlo negli occhi.
 
-Aizawa Shouta- disse semplicemente il pro-hero, correggendola.
 
La piccola staccò le labbra dal lungo tubicino di plastica.
 
-Perchè è qui? Ha qualcosa a che fare con la mamma-? Chiese la ragazzina.
 
Shouta non rispose subito, si limitò a giungere le mani, con i gomiti posati sulle ginocchia.
 
-è una mia cara amica, la tua mamma-.
 
-Davvero-?
 
-Si-
 
La piccola sorrise, osservando l’uomo con le sue grandi guance rosee.
 
-è forte vero? La mamma intendo-
 
Shouta strinse le mani, nervoso.
 
Poi un sorriso si formò sulle sue labbra.
 
-Si...è molto forte- disse, mettendole una mano sulla testolina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si sciacquò la faccia, rimanendo davanti allo specchio per qualche minuto.
I suoi capelli chiari, molti simili a quelli della madre e delle sue sorelle.
Dato che in quell’ospedale faceva caldo decise di comprarsi una lattina di succo...Aveva delle monete con sé.
La ragazzina si bloccò non appena una strana figura le si presentò davanti.
 
-Lei è...Posso aiutarla-? Chiese molto educatamente mentre faceva tintinnare le monete che teneva in mano.
 
Non ottenne subito risposta.
 
-Non dovrebbe essere quì...Le sue condizione potrebbero peggiorare, All Might-san- disse ancora, avvicinandosi all’uomo.
 
Magro, i lunghi capelli dorati non rimanevano alzati come loro solito, una lunga tunica d’ospedale, il gesso sul braccio destro e un’aria distrutta.
 
-Tu sei la piccola Angelica, vero? La figlia di Aulica-san- disse Toshinori, avanzando mentre le gambe gli tremavano come ramoscelli.
 
La ragazzina aveva dodici anni, portava i capelli raccolti in una corta ma corposa treccia decorata con un fiocco bianco alla fine.
 
L’uomo fece un passo verso di lei ma le forze lo abbandonarono velocemente, facendolo barcollare e perdere l’equilibrio.
Angelica fu subito pronta a sorreggerlo, passandogli una mano dietro la schiena e l’altra sul petto.
Riusciva a sentire il battito debole del suo cuore.
 
-Ti ringrazio...Ora non sono altro che un rottame- ridacchiò l’uomo, abbassando lo sguardo.
 
-Questo non è vero...- sussurrò debolmente la piccola.
 
Il biondo sospirò appena mentre un sorriso stanco si dipingeva sul suo volto.
-Vorrei parlare un pochino con te...Ci facciamo un bel té-? sorrise gentile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angelica, Peonia e Dianora? Sono dei bellissimi nomi- Disse Shouta, strofinandosi un occhio mentre la bimba giocava a saltare le righe nere delle piastrelle.
 
-Anche il suo è bello- rispose la ragazzina.
 
Aizawa la osservò tranquillo...Era sicuro che sarebbe riuscito a vedere la famiglia di Snow, ma non si aspettava certo tutta questa spensieratezza.
 
La piccola fece un saltello, poi si bloccò.
 
-Signor eroe...- sussurrò.
 
Aizawa sforzò gli occhi pesanti.
 
-è vero che...La mamma non ce la farà...-
 
Ereased strinse i denti...
Le sue bambine...Stavano soffrendo più di chiunque altro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Io so che la mamma...Non ce la farà...- sussurrò Angelica seduta sulla sedia accanto al letto di All Might.
 
Teneva una tazza azzurra piena di tè bollente...Era al limone e, anche se non ne andava pazza, aveva accettato senza storie la gentilezza dell’uomo.
 
-Piccola Angelica...Non dovresti dire così...Tua madre sta lottando con tutte le sue forze...- rispose l’uomo.
 
Sapeva che Angelica, la figlia di mezzo, era la più saggia e sveglia di tutte.
Era stata proprio Snow a parlargliene durante un’uscita di svago, davanti ad un cappuccino.
 
-Ma lei non fa altro che lottare...Vorrei che la smettesse...-disse, egosticamente.
 
-Ma, piccola Angeline...Lei è...-
 
-Un eroe...Lo so...Lo so...Però...Io...-
All MIght la osservò stringere nervosamente la tazza tra le mani.
 
-Io so che gli eori salvano le persone...Io lo so...Però...Però se loro dovessero mai trovarsi nei guai...Se...-
 
 
 
 
 
 
 
“Uno spiraglio...Per poterti fare brillare un’ultima volta”
 
 
 
 
 
 
 
 
-Se sono gli eroi ad essere nei guai...A chi spetterà il compito di salvarli-?
disse, singhiozzando debolmente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La mamma è un’eroina...Lei è fortissima, ma questa volta...-disse Peonia, seduta nuovamente accanto all’eroe.
 
-Le sue condizioni sono critiche...- disse Shouta, dandosi mentalmente del cretino ad utilizzare certi termini con una bimba così piccola.
Non era certo bravo con i bambini...Ma sentiva che parlare con quella ragazzina fosse la cosa giusta.
 
-La tua mamma...- riprovò -Ha combattuto bene...Lei è un’eroina con i fiocchi- disse, soffiando sul suo caffè bollente.
 
-signor eroe...Lei è mai stato salvato da qualcuno-? chiese Peonia, facendo dondolare le gambe.
 
-Immagino di si...- rispose lui.
 
-Chi è che salva gli eroi? Se si trovano in pericolo, esistono degli eroi che salvano gli eroi-? Chiese innocentemente, intricandosi con la stessa parola.
 
Aizawa aprì piano gli occhi, ricordandosi di una cosa.
 
-Peonia, chi ha salvato la tua mamma quando non riusciva a tornare indietro-?
 
La piccola piegò di lato la testa.
Si ricordava fin troppo bene di quell’evento.
 
-Papà-!
 
-E chi le ha regalato il carillon per poterlo fare-?
 
-L’idea è stata di Angelica, però io e Dianora abbiamo aiutato papà a colorarlo-
 
Aizawa le mise un inidice davanti agli occhi, sorridendo appena.
 
-Ecco chi è stato...A salvarla, siete stati voi...La sua famiglia-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La ringrazio tanto...Mi sento molto meglio- disse Angelica, inchinandosi davanti al letto dell’uomo con rispetto.
 
-Non dirlo nemmeno, sono felice di vederti finalmente con un sorriso- rispose l’uomo, sorridendo a sua volta.
 
-Allora le auguro una buona notte...- disse cordialmente.
 
-Ah, piccola Angelica...-?
 
La bimba si voltò.
 
-Sono davvero dei bellissimi nomi, lo sai? Peonia, Dianora e Angelica...- disse.
 
Angelica arrossì sulle guance paffute, dondolandosi sulle gambe.
 
-La mamma, sai...Lei ha voluto darci dei bellissimi nomi per separarci dalla sua unicità...Noi continuavamo a dirle che non ce n’era bisogno, ma...-.
 
Intrecciò le mani dietro alla schiena, sporgendosi in avanti.
 
-Però, Aulica...Anche il suo nome è bellissimo...vero-? Chiese sorridente.
 
 
 
 
 
 
 
Le due ragazzine si incontrarono non appena furono davanti a loro padre, profondamente addormentato con Dianora sulle gambe e appoggiata al suo petto.
-Sorellona, ho parlato con un super eroe, oltre alla mamma...- disse Peonia, sedendosi accando al padre.
 
Angelica sorrise, raggiungendola.
 
-Anche io...-.
 
L’infermiera del turno notturno uscì dall’ascensore, salutando i presenti ed entrando nella camera di Aulica.
La lucina sopra la porta si accese, era l’ora delle medicazioni e delle iniezioni.
Angelica osservò la porta per ore e rimase l’unica sveglia.
Quando vide la giovane infermiera uscire con le lacrime agli occhi la piccola le si avvicinò, afferrandole il camice rosa.
 
-Signorina...Posso entrare a vedere la mamma-? chiese, con occhi lucidi.
 
La ragazza si abassò alla sua altezza e la strinse forte, accarezzandole la piccola testolina.
 
-La vostra mamma vuole vedervi...Per favore, entrate-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un violino venne adagiato contro una lapide ricca di sterpi e piante rampicanti.
L’edera aveva invaso il marmo chiaro, raggiungendo anche la foto della ragazza dai capelli scuri.
Una mano strappò via alcune erbacce, scansando poi la polvere con il palmo.
Poi la figura si tirò su in piedi, lasciandosi accarezzare dal vento notturno.
I suoi lunghissimi capelli neri, le grandi ala divenute scure a causa del sangue stagnato e dello sporco...La spalla leggermente abbassata a causa della perdita del braccio.
Il viso spento e il lungo mantello logoro del suo vecchio costume da eroe.
Delle lame non vi era traccia...La sua unica arma sembrò essere il braccio rimasto, muscoloso e dalle lunghe unghie aguzze.
Le vene marcate sull’avambraccio, sulle gambe scoperte e sul collo, le iridi ridotte a due fessure feline e glaciali.
 
 
 
 
 
 
-Hai una bella faccia tosta- disse una voce dietro di lei.
 
La ragazza non si voltò nemmeno...Rimase ad osservare la tomba trascurata.
 
-Che diavolo ci fai qui-? continuò la voce, per niente amichevole.
 
-é stata una battaglia terribile...- sussurrò poi la ragazza, voltandosi verso il suo compagno di classe.
 
-Come stanno tutti-? Chiese, senza ricevere risposta dal giovane.
 
Sorrise appena nel vederlo illuminato dal piccolo lampione del cimitero.
 
-Sei sparita senza dire nulla...Tutti i deficenti erano preoccupati per te- le sputò, mettendosi le mani in tasca.
 
Osservava con attenzione le grandi ali che andavano su e giù lentamente, a ritmo dei respiri della proprietaria.
 
-Ce ne hai messo di tempo, cretina...Ora andiamo a casa- disse, voltandosi appena per spronare la giovane a fare lo stesso.
 
Solo in quel momento Bakugo notò la venature sul collo della ragazza, il braccio segnato e le nervature delle gambe simili alle radici di un albero.
Le sue lunghe unghie e...E la mancanza del suo braccio.
 
Evangeline sorrise, sollevando lo sguardo verso le stelle...Verso una costellazione particolare.
 
-Hai sentito, no? Come mi chiamano, intendo- sussurrò.
 
Katsuki rimase fermo ad osservarla.
 
-Strega Blu...Ma credevo che mi avrebbero chiamata così una volta diventata un eroe...Invece...-
Il corpo della vera Strega Blu non era più riconoscibile ed è stata classificata come vittima ignota...Del resto, della Strega Blu, il mondo ha sempre visto solo le sue grandi ali sulla cima di un palazzo...Niente più-.
 
-Cosa diavolo stai blaterando-?
 
-Persino mio padre, davanti al suo corpo al riconoscimento...Ha detto di non averla mai vista...Che lo abbia detto onestamente o per qualche altro fine, mi sfugge...Sta di fatto che, anche lui, ha perso completamente la testa- sorrise triste.
 
-Dalla mia ultima trasformazione sono diventata instabile...Sono riuscita a tornare indietro per miracolo...Non so come abbia fatto...Ma...-
 
La giovane si toccò il la spalla sfregiata.
 
-Sento che il mio corpo ha accettato questa unicità...Ormai sono completamente fusa con lei...Non esistono più stadi, dolori, incontrattempi...Solo io conosco il mio corpo- disse.
 
-Ora al mondo c’è solamente una Strega Blu..- concluse, muovendo le ali.
 
-Non dire stronzate, ohi...Smettila con questa storia e sbrighiamoci a tornare a casa- disse il biondo, iniziando a preoccuparsi seriamente.
 
La ragazza sollevò piano il viso, osservò Bakugo e, sorridendo, scosse la testa lentamente.
 
-Anche se tornassi indietro...No...Non posso farlo...Io sono la Strega Blu per il mondo...-
 
-Cosa-?
 
-Queste ali...Non posso più nemmeno ritirarle, davvero, non so più come si faccia. Il sangue nelle mie vene è più scuro e pesante, ma la mia vista, il mio olfatto...Sono tutti migliorati-.
 
-Basterà spiegare tutto alla...-
 
-Polizia? No...Quante persone ho ucciso? La mia anima è sporca come il mio sangue...-
 
Katsuki tolse le mani dalle tasche mentre i suoi occhi si spalancavano piano.
 
Eva gli rivolse le spalle, voltandosi verso la tomba.
 
-Ho scoperto che ci sono altri produttori del Siero Lunare...Qualcuno sta ancora svolgendo degli studi- aggiunse improvvisamente.
 
-Siero-?
 
La ragazza sbattè la ali con forza, sollevando un grande polverone.
 
Katsuki si coprì gli occhi con gli avambracci.
 
-Ma che diavolo...-?
 
La Strega stava volando senza fatica...Non ci era mai riuscita prima, ma ora le sembrava naturale come respirare.
 
-Vorrei ringraziarti di tutto...E che riferissi a tutti che sto bene- sorrise.
 
Bakugo la osservò fluttuare in aria.
 
-Tutto questo...Sembra una grande stronzata...-
 
La Strega Blu curvò le labbra dolemente.
 
-Non avrete più niente a che fare con me...Quello che farò da ora in poi, sarà soltanto affare mio...-
 
-Aspetta-!

-Sai cosa credo mi abbia fatto tornare indietro, Katsuki-? Chiese.
 
Le iridi rosse del ragazzo si piantarono in quelle scure di lei.
 
 
 
 
-Le tue parole...Ogni volta che mi hai parlato...Quando non capivo cosa stesse succedendo nella mia testa credo di aver sentito...”Vedi di svegliarti, deficente”- Arrossì leggermente.
 
La giovane sparì in un vortice di piume nere, lasciando Bakugo solo nel buio della notte.
Osservò la lapide e, inginocchiandosi davanti al sorriso della ragazza sul marmo, si portò una mano sugli occhi.
 
 
-Maledizione...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La mamma si è svegliata-!
-Tesoro...-
-Mamma-!
-La mamma sta bene-!
 
 
Le piccole si erano buttate intorno al letto, tirando le lenzuola con forza.
 
Aulica aveva gli occhi ridotti a due fessure, non poteva parlare, non sentiva niente.
Ma era sveglia.
 
Dopo che riuscirono a stare un pò con lei, dopo vari e deboli sorrisi per comunicare, dopo i racconti delle bambine, Dianora, Peonia e il loro papà decisero di lasciare riposare la donna, visibilmente debole.
 
-Angelica...- un sussurro.
 
La bimba, l’ultima rimasta nella stanza, si avvicinò piano al lettino.
 
-Mamma...-?
 
La donna alzò il braccio tremante costretto dalla flebo sulla guance della piccola.
 
Subito il labbro inferiore di Angelica prese a tremare.
 
-Il carillon...è bellissimo, lo sai? Volevo ringraziarvi di tutto...Voi mi avete salvata così tante volte...- era debolissima e non sempre la piccola riusciva a cogliere tutte le parole della madre.
 
-Avervi come famiglia...è sempre stata la mia gioia più grande...Per cui, ti prego...-
 
Angelica deglutì.
 
-Anche se con questo aspetto debole e distrutto...Vi prego...Ricordatemi così...Dimenticatevi quell’altro aspetto brutto e cattivo, va bene-? chiese, con un filo di voce.
 
Il tubo che le passava sotto al naso luccicò sotto la fioca luce della lampadina.
 
-Certo mamma- sorrise la ragazzina, cercando di non piangere.
 
Un sospiro di sollievo.
La tiara riposava sul comodino vicino al letto, risplendeva di mille colori.
 
-Angie...Ho sete...Potresti portarmi un bicchiere d’acqua-? Chiese gentilmente.
 
Angelica subito si agitò.
 
-Ah, c-certamente, torno subito-! disse, precipitandosi fuori.
 
Snow osservò la lampadina sul soffitto con un sorriso sulle labbra...Un sorriso sincero e rilassato.
Essendo ricoverata d’urgenza non poteva bere nulla...Ma questo la piccola Angelica non poteva saperlo.
Decise di spegnersi così...Tranquilla, consapevole di essere amata dalla sua famigla.
Consapevole di aver aiutato All Might a sconfiggere un villain dalla potenza pericolosa.
Consapevole di aver contribuito alle origini della Strega Blu.
 
Consapevole...Eppure...Non si era mai sentita così umana in tutta la sua vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In quello scuro magazzino, un fastidioso brusio si levò tra tutte quelle persone ammassate nel buio.
 
-Si può sapere quanto ha intenzine di farci aspettare-? Disse una ragazza con due appuntite corna sulla testa.
 
-Dannazione...Effettivamente se la sta prendendo comoda- disse un uomo muscoloso con una possente coda intrecciata intorno al suo collo come una sciarpa invernale.
 
Le luci si accesero, due grandi ali nere si spalancarono sulla cima di quelle scale...In cui una volta stava la precedente Strega Blu.
 
Le voci si ammutolirono, stupefatte da quella figura dai lunghi cappelli neri e dal lungo mantello.
 
 
 
 
-Buonasera signori, io sono la Strega Blu e se avete intenzione di ascoltarmi sappiate un paio di cose sul mio conto...-.
 
Le numerose persone schioccarono la lingua infastidite, altre incrociarono le braccia al petto.
 
 
-Ho un obbiettivo che voglio raggiungere a qualunque costo...Per questo ho radunato quì tutti coloro che, in qualche modo, hanno a che fare con i Vilesangue- disse seria, mostrando i lunghi canini appuntiti.
 
I presi in causa direttamente rizzarono le orecchie...Non erano molti, ma vi erano dei Vilesangue presenti in quella stanza, persone che erano state rigettate dalla società, altri avevano perso qualcuno di caro a causa della malattia manifestata.
 
-Io vi sto offrendo la vendetta nei confronti di coloro che vi hano rovinato la vita attraverso il Serio Lunare- continuò.
 
Una ragazza con le braccia conserte si strinse il braccio, nervosa.
Un altro giovane strinse i denti.
Oltre che criminali in quel magazzino vi erano anche vittime di un’intera vita.
 
-Posso farlo se mi cederete la vostra fiducia e la vostra collaborazione. Posso guidarvi e farvi raggiungere la meta...-
 
Una giovane, un Vilesangue con le braccia coperte di piume azzurre si fece avanti, puntando il dito verso la Strega con sguardo aggressivo.
 
-Come possiamo fidarci di te...La Strega Blu è solita lavorare da sola e perseguire solo i suoi di obbiettivi...Chi sei? Dovresti dirci qualcosa di più sul tuo conto- le disse, mettendosi le mani sui fianchi.
 
La Strega chiuse piano gli occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Tu puoi diventare un eroe...Un eroe, capito...Giovane Evangeline?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Aprì gli occhi dalle iridi sottili.
 
-Io sono la Strega Blu, ebbene posso rivelarvi solo due cose-.
 
Scese i gradini con fare deciso e per niente titubante, bastò quella lenta camminata a conquistare la fiducia di tutti i presenti.
 
-le mie origini...-
 
Si bloccò, pensando alla notizia della morte dell’eorina numero tre in classifica, Phatom Snow.
 
 
 
 
 
 
River.
 
 
 
 
 
 
 
-E il fatto che un villain...Non puù mantenere le promesse-.
 
I presenti la osservarono in silenzio mentre la giovane portava il mantello a coprire la spalla ferita, in un’elegante posa.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Allora...Iniziamo-?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
 
Santo Dio che depressione...Riesco a coglierla nell’aria.
Eccomi, tornata con l’ultimo capitolo di questa storia a cui mi sono affezionata parecchio T.T
Dovevano essere due capitoli divisi rispettivamente con le conversazioni di Angelica, Dianora e Peonia in un uno e tutto il resto nell’altro ma...Oh, bhe!
Non era una storia e lieto fine...Non le è mai stata XD.
Evange...La Strega Blu è nata, e sappiamo che al suo obbiettivo ci è arrivata...Bene XD
Non c’è stato molto spazio per Katsuki o per i suoi compagni...I Vielsangue e l’ingiustizia sono il fulcro di questa storia.
Spero vi sia piaciuta, è venuta bella lunga, non pensavo XD...
 
P.s...Phantom Snow...T.T
 
 
Grazie a tutti voi che siete arrivati fin quì, siete stati fantastici e incredibilmente gentili, tutti quanti <3
 
Un abbraccio a tutti, spero di sentirvi ancora quì, nel’ultimo capitolo :3
All prossima!
-Shinigami di fiori-
 

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