US: Secret Empire

di MeinfridBlackforest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preludio ***
Capitolo 2: *** Revelations ***
Capitolo 3: *** The last of US (parte 1) ***
Capitolo 4: *** The last of US (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Preludio ***


(Qualche mese prima a Las Vegas)

US e Xavin, partner sul lavoro e nella vita, avevano appena risolto l’ennesimo caso per le strade della città.

Finito il lavoro, era il momento di tornare a casa.

L’agenzia oramai era stata completamente restaurata e US fu molto felice di poter riutilizzare il garage dello Star Rig.

“Mai più, capito, mai più un caso del genere.”

“Che dici? Siamo riusciti a smantellare quell’organizzazione criminale in un lampo.”

“Se sapevi già tutto perché mi hai fatto vestire da danzatrice del ventre?”

“Perché volevo aiutarti a realizzare una tua vecchia fantasia.”

“Io non ho mai avuto fantasie del genere.”

“Esatto.”

Mentre continuavano a discutere, Al il bidello li interruppe per dargli una notizia:

“Signor US, abbiamo ospiti.”

“Ospiti? Di che tipo?”

“È molto importante.”

“Quanto potrà essere…”

US entrò nel salotto è vide una figura leggendaria seduta sul divano.

“Importante.”

La sua uniforme blu, il suo scudo triangolare e la gigantesca A sulla fronte.

“Salve, è lei il proprietario di questo posto?”

“Si.” Disse US con gli occhi spalancati.

“Molto bene, piacere di conoscerla, io sono Steve Rogers, Captain America.”

US era sorpreso, cosa poteva mai volere una persona come Captain America da lui.

“Rogers…è…davvero…un privilegio accoglierla, un onore conoscervi signor Rogers, signore, Capitano.” US era visivamente emozionato.

“Anche per me Ulysses, anzi, ero ansioso di incontrare il protettore ufficiale di Las Vegas” disse sorridendo.

“Mi chiami pure US e poi mi sono dato da solo questo titolo, non si disturbi.”

“Ma è vero.”

“Mi onora così.”

“Perciò, che cosa posso fare per lei?”

“Sono qui perché devo farle un paio di domande.”

“Sono cose molto importanti e vorrei la massima privacy.”

“Ok, Xavin e io possiamo…”

“No, io voglio parlare solo con lei.”

“Oh…ma certo, andiamo pure nel mio ufficio, chiudiamo la porta.”

“Bene.”

I due si diressero nell’ufficio, mentre Xavin e Al rimasero fuori.

“C’è qualcosa che non mi convince.”

“Dice signorina?”

“Non lo so, mi ha guardato in un modo strano.”

“In che senso scusi?”

“Nel senso che mi guardava male, ma non capisco il perché.”

“Sarà stata solo una sua impressione signorina.”

“Già, forse.”

Intanto dentro l’ufficio, US e Cap discutevano.

“Cominciamo dal principio signor Archer, di cosa si occupa di preciso la sua agenzia?”

“L’agenzia Odyssey è una agenzia investigativa che io stesso ho creato.”

“Il team generalmente è composto da due membri e in casi speciali da tre.”

“Ci occupiamo principalmente di investigazione privata e di sicurezza personale, sia nella comunità umana che in quella superumana.”

“Notevole.”

“So che lei è molto ricco signor Archer.”

“Un pochino.”

“Ed è anche molto intelligente.”

“Per quello che so, la sua agenzia conta ben sei piani, con strutture all’avanguardia costruite da lei stesso.”

“Si è informato.”

“Già, ma adesso arriva la mia domanda: dove è che ha preso la maggior parte dei soldi che l’hanno aiutato a costruire questo posto?”

“Ho giocato una buona somma di denaro in borsa.”

“Sul serio?”

“Che intende dire?”

Cap tirò fuori un fascicolo dello S.H.I.E.L.D. e quella scena gli fece tornare in mente il giorno in cui incontro Maria Hill.

Cap lo appoggiò sul tavolo e lo aprì.

“Da come può vedere da tutte queste carte, lo S.H.I.E.L.D. ha continuato a tenerla d’occhio anche dopo la sua partenza, signor Archer.”

“Ho personalmente fatto ricerche approfondite e so anche dei suoi passati con la ex direttrice Hill.”

“E devo riconoscere che ha talento, ingannare tutti e distruggere la politica di un intero paese solo per completare una vendetta.”

US rimase in silenzio.

“Tranquillo Archer, non sono qua per arrestarla o per fare l’esattore delle tasse.”

“Meno male.” Rispose US

“Però devo fare dei controlli, lo S.H.I.E.L.D. sta perdendo colpi e devo assicurarmi di un paio di cose.”

“Tipo…quale è il suo rapporto con l’aliena.”

“Xavin?”

“È la mia collega.”

“Solo?”

“Da quello che dicono i fascicoli, lei è anche il suo tutore legale sulla terra, è per questo che non si trova in una delle prigioni della Alpha Flight.”

“Xavin non è cattiva, è una normalissima ragazza, provvista di poteri, che vuole fare del bene.”

“Si, capisco che dice queste cose perché ha un rapporto molto intimo con lei.”

“E questo cosa c’entra?”

“C’entra eccome.”

“Le ho già detto lo S.H.I.E.L.D. sta perdendo colpi, la sicurezza sulla costa est è garantita, ma quella ad ovest rimane comunque sprovvista.”

“E secondo le mie idee, con la giusta autorizzazione e mezzi lei potrebbe facilmente diventare il Captain America di Las Vegas.”

“Arrivi al dunque.”

“Voglio che la sua agenzia diventi una filiale dello S.H.I.E.L.D.”

“Cosa?”

“Ha sentito bene, voglio che vi alleiate con noi.”

“In modo da garantire maggior sicurezza nell’area Ovest degli Stati Uniti.”

“Se accetta sarò ben felice di concederle il titolo di direttore della costa Ovest, che ne dice?”

US poggiò il viso sulle mani incrociate, rimase immobile per un minuto buono e alla fine rispose:

“E se io le dicessi…di no?”

“La convinceremmo.”

“E come?”

“Svelerò i suoi lavori passati con la direttrice Hill”

“Come scusi?”

“Mi ha sentito bene.”

“E una volta fatto quello, manderò la signorina Xavin in una prigione speciale e lei signor Archer verrà braccato come un criminale.”

“Non può farlo!”

“Certo che posso, sono Captain America.”

“E cosa vorresti fare se accetto, annettermi?”

“Pensavo che Captain America simboleggiasse l’unità, non l’imperialismo forzato tra società.”

“Con tutti i nemici che stanno venendo fuori non ho tempo di occuparmi di questo.”

“Perciò ti d’ho un ultimatum Archer, o sei con me o contro di me.”

US si alzò dalla sedia e prese lentamente la Route 1, poi si rivolse a Cap con uno sguardo minaccioso.

“Mi dica Capitano, quando è che l’incarnazione del sogno ha barattato la ragione per la pazzia?”

“Bada a come parli Archer, non sono tuo nonno!”

“No, nemmeno mio nonno è così stupido!”

“Le persone che mi possono dare dello stupido si contano sulle dita di una mano.”

“E nessuna di loro è presente in questa stanza.”

“Forse è il caso di aggiornare quella lista.”

Il loro sguardo incrociato generava vere e proprie scintille, entrambi erano pronti a combattere.

“Vuoi davvero farlo Archer?”

“Spada contro scudo…per me non ci sono problemi.”

Proprio mentre stavano per scontrarsi, Xavin si intromise.

“US, abbiamo un nuovo caso, stavolta la paga è dopp…”

“Ho…ho interrotto qualcosa?”

“No, tranquilla, anzi avevo appena finito di parlare con il tuo capo.”

Cap si avviò verso la porta.

“Non voglio farvi perdere altro tempo signor Archer.”

“Molto bene.”

“Allora ci risentiamo, buona giornata.”

“Si, buona giornata.” Rispose Archer.

Cap uscì dall’ufficio e sotto voce aggiunse: “Non torni più.”

Quella sera, mentre era a letto, US non riusciva a prendere sonno.

“Merda…in che guaio mi sono cacciato?” continuava a ripetersi.

Xavin però sentiva che c’era qualcosa che non andava e lo abbracciò.

“Ehi.” Disse US

“Ehi.” Rispose Xavin.

“Ancora sveglia?”

“Potrei farti la stessa domanda.”

“US, ti sento molto ansioso, cosa è successo?”

“Nulla è solo…non importa.”

“Hai discusso con Captain America?”

“Sarebbe un nuovo record per te.” Disse sorridendo.

“Non ho discusso è solo che…ho un brutto presentimento.”

US si girò verso Xavin e la guardò dritto negli occhi.

“Xavin.”

“Si?”

“Da quando ho scelto di diventare il difensore di Las Vegas, ho anche scelto di non abbandonare mai questa città al suo destino, qualunque cosa sarebbe successo.”

“Te però non hai questo peso, non sei obbligata a rimanere.”

“Ma che stupidaggini vai a dire?”

“Io voglio rimanere con te.”

“Lo capisco, lo dici così perché fino ad ora siamo riusciti a superare tutto, ma ti prego, ti prego, cerca di ragionare.”

“Un giorno potremmo affrontare qualcosa di molto più pericoloso, qualcosa che non riusciremmo a gestire.”

“Se rimarremmo, moriremo e se scapperemo, Las Vegas cadrà.”

“No, noi non lo permetteremo.”

US sorrise e disse: “Xavin…se mai dovesse succedere, voglio che tu però faccia una cosa per me.”

“Cosa?”

“Dovrai andare ad Amarillo, in Texas.”

“Dovrai cercare una persona molto importante al Texas Steak, il suo nome è Taryn O’Connell.”

“La tua ex?”

“Ma perché dovrei…”

“Xavin…promettimelo, ti prego.”

Xavin vedeva una grande paura negli occhi azzurri di US, sapeva che l’unica cosa da fare era accontentarlo, sentiva di dover togliere un po’ di paura dal suo cuore.

“Io…lo farò, te lo giuro US.”

US le sorrise e le appoggiò delicatamente la mano sulla guancia.

“D’rhk Xavin.” (Ti amo Xavin.)

“D’ rhk US.” (Ti amo US.)

E la baciò.

I due rimasero abbracciati per tutta la notte.

La mattina successiva, Xavin uscì prima per andare a sentire del nuovo caso, mentre US rimase in ufficio per sistemare una cosa insieme ad Al.

“Al.”

“Si signore?”

“Prepara i soldi, facciamo una bella spesa.”

“Di che tipo signore?”

“Imprenditoriale, l’agenzia si allargherà di un paio di piani.”

“Vuole comprare altri piani?”

“E quanti di preciso?”

“Tutti quanti.”

(L’inizio di Secret Empire)

US, Al e Xavin erano in salotto a vedere la televisione e i peggiori incubi del camionista si realizzarono, Captain America si era rivelato essere L’Hydra Supremo.

Passarono un paio di giorni prima che una squadra militare dell’Hydra si posizionasse sotto casa.

“Il tempo è giunto.” Disse US

“Xavin sai cosa fare.”

“US, sei…veramente sicuro di quello che dici?”

“Me lo hai promesso Xavin, ricordati.”

“Lo so, ma io…”

“Vai Xavin, fai come ti ho detto.”

Xavin corse verso il garage per prendere il volo, prima di partire disse:

“Tornerò il prima possibile.”

US gli sorrise, dopodiché Xavin prese fuoco e volò via dalla città.

Ora rimanevano solamente US e Al.

“Al, la tua famiglia è già andata via?”

“Sono partiti una settimana fa, in questo momento sono in Messico.”

“Bene, il piano te lo ricordi?”

“Perfettamente.”

“Bene.”

US indossò una nuova tuta da combattimento, prese il suo cappotto rosso, la sua spada e si diresse verso l’uscita.

“Ehi Al.”

“Si.”

“Se non ci dovessimo mai più rivedere…ti ringrazio, sono onorato di aver avuto un amico come te.”

Il vecchio gli sorrise.

“Io invece ringrazio te US, di tutto e per sempre.”

US gli sorrise e poco prima di uscire disse: “Mi raccomando, tieni pulita la casa mentre sono via, ok?”

“Si signore.” Rispose il bidello.

US scese giù fino al piano terra, mentre i soldati dell’Hydra lo attendevano per un agguato.

Il camionista si liberò facilmente delle due guardie e le spedì contro la vetrata della porta.

Gli altri soldati rimasero sorpresi, mentre US uscì con nonchalance, rivolgendosi ai soldati con un tono pacato.

“Salve ragazzi.”

US sguainò la spada verso il cielo e si avvicinò lentamente, Il loro capo diede l’ordine di attaccare al pilota del carro armato.

“Vuole procedere signore?”

“Si.”

“Malgrado dovessimo solo catturarlo?”

“Ha già firmato la sua condanna a morte qualche mese fa.”

La torretta del carro armato si preparò a sparare, ma US fu molto più veloce e scattò verso il nemico.

Aprirono il fuoco su di lui, ma fu tutto inutile, i proiettili non lo sfiorarono.

US affettò sia la torretta che il pilota e la stessa sorte capitò alla maggior parte dell’unità.

“Rinforzi, ci servono rinforzi!” gridò uno dei soldati prima di essere ucciso da US.

Ma il camionista era ben deciso a eliminare chiunque avesse cercato di mettersi sulla sua strada e usando la radio del soldato, mandò un messaggio a tutta l’organizzazione:

 “Rogers, sono US.”

“Ti chiamo solo per dirti che sei solo uno stupido, spregevole e indegno traditore.”

“Davvero pensavi di fermarmi con questo ciarpame?”

“Con chi cazzo pensi di avere a che fare?!”

“Io sono US, il fottutissimo guardiano di Las Vegas.”

“Manda pure tutto quello che vuoi, lo affetterò comunque!”

“E per la prossima volta, mi raccomando, se vuoi uccidermi, mandane mille, non venti!”

“Hai capito?!”

“Stronzo!”

Tutti nella sala comunicazioni rimasero immobili, tranne Captain America che disse:

“Peccato, a ripensarci…poteva essermi utile, peccato abbia scelto lo schieramento sbagliato.”

E poco prima di uscire dalla sala, diede un ultimo ordine: “Uccidetelo.”

Le guardie non si fecero attendere e arrivarono sul posto, pronte a eliminare US.

Il camionista si tolse il cappotto e mostrò la sua nuova tuta, nera e adamantina, più forte, più resistente e più avanzata, la US 4.

E imbracciando la spada si rivolse ai soldati dell’Hydra: “Bene, balliamo!”

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Capitolo 2
*** Revelations ***


Mentre US combatteva a Las Vegas, Xavin stava volando a tutta velocità verso la città di Amarillo, in Texas.

Appena arrivata, notò che il luogo che US le aveva indicato era stato già preso dai soldati dell’HYDRA.

Dall’alto analizzò la situazione.

Calcolò il numero di soldati che potevano esserci dentro il locale insieme agli ostaggi e alla fine discese per attaccare.

Spalancò le porte del locale pronta ad abbattere una ventina di soldati, ma trovò il locale vuoto con i soldato dell’HYDRA a terra.

“Ok…che cosa è che può aver fatto questo a un intero plotone?”

La risposta arrivò poco dopo con il cigolio di una pistola puntata verso di lei.

“Ehi tu!”

Xavin si girò e vide una donna incinta dai capelli rossi, era Taryn O’Connell.

“Chi sei? Chi ti manda?”

“Chi mi manda è una persona che te conosci molto bene.”

“Mi chiamo Xavin, lavoro con US.”

“US?”

“Lui dove è?”

“Si trova a Las Vegas insieme a un altro amico, sta combattendo contro le truppe dell’HYDRA.”

“Mi ha ordinato di raggiungerti e proteggerti.”

“Molto gentile da parte sua, ma fai attenzione, abbiamo compagnia.”

Taryn indicò la finestra e Xavin si girò, vedendo che stavano arrivando altre truppe in massa.

“Merda, dobbiamo andarcene Taryn.”

“Tu vai pure, io rimango.”

“Ma sei impazzita?!”

“Quei soldati non avranno pietà di te.”

“Ma ora sei qui, perciò vedi di aiutarmi a proteggere questo buco.”

Taryn si avviò verso il bancone e iniziò a premere una serie di tasti sotto il registro di cassa.

“Come pensi di difenderti?”

“Nonostante i miei poteri, sei armata solo di pistola.”

Xavin non fece in tempo a finire un'altra frase che i muri del locale si rigirarono per scoprire un intero arsenale.

L’aliena chiese stupita: “Come? Quando? Perché?”

 “Diciamo solo che come ex agente dello S.H.I.E.L.D., mi hanno insegnato a nascondere armi nella necessità di utilizzarle in situazioni particolari e come proprietaria di un ristorante frequentato anche da criminali, armarsi fino ai denti è prassi comune.”

Taryn prese un fucile e si appostò alla finestra.

“Allora, mi vuoi aiutare o no?”

Xavin un po’ riluttante rispose: “Si.”

“Bene, allora genera uno scudo intorno al locale e aprilo solo quando sono io a dirti di farlo.”

Xavin attivò i suoi poteri su tutta la proprietà e si preparò a combattere.

“US, fai presto.”

Intanto a Las Vegas, US stava dando del filo da torcere alle truppe HYDRA.

Ogni soldato che incontrava veniva lacerato dalla Route1, dimostrando ancora una volta che con le sue capacità fisiche, il suo intelletto e le sue abilità, Ulysses Solomon Archer era più che degno di essere il difensore della città.

Ma anche nell’HYDRA conoscevano il detto “Un gioco è bello quando dura poco.”

Il capo di quella sezione stava osservando attentamente i movimenti di US.

“È molto migliorato da quando l’ho incontrato la prima volta.”

Mentre i suoi sottoposti richiedevano istruzioni.

“Generale Gorgon, abbiamo pessime notizie!”

“I dettagli sulla vostra incompetenza non mi interessano.”

“Ma signore, quel uomo laggiù ha già sterminato cinque squadre senza subire nemmeno un graffio!”

Gorgon sospirò e si alzò dalla sua sedia.

“Me ne occuperò personalmente.”

Tomi aveva già afferrato la spada, ma a interrompere il suo cammino fu una chiamata dell’HYDRA supremo, Steve Rogers.

“HYDRA supremo!”

“Gorgon, dove pensi di andare?”

“La conquista di Las Vegas si sta rivelando più difficoltosa del previsto.”

“Lascia perdere la conquista generale, facciamo Tabula rasa.”

“Come scusi?”

“Tabula rasa, Las Vegas per un po’ sparirà dalle mappe.”

Gorgon sorrise.

“Hail HYDRA.”

Il generale si rimise a sedere e diede l’ordine di radere al suolo Las Vegas.

US notò che le guardie rimaste erano scappate, forse scappavano perché impauriti, ma il camionista ci mise mezzo secondo a capire che scappavano dalle Aereonavi dell’HYDRA.

“Merda…è la fine.”

US capì che non ce l’avrebbe fatta questa volta a difendere Las Vegas e così attivò il piano B.

“Al!”

“Si signore?!”

“Attiva il protocollo Black Skin!”

“Subito signore!”

“Resisti, tornerò il prima possibile.”

US aprì un buco nel terreno e scappò nelle fogne, allontanandosi dalla città, mentre le Aereonavi attaccarono in massa la città.

Allontanandosi dalla città, US rivolse i suoi pensieri alla città e ai cittadini.

“Las Vegas, cittadini…perdonatemi, non pensavo sarebbero arrivati a tanto.”

Las Vegas, la città del peccato, era caduta.

US incanalò tutta la rabbia e la tristezza nelle sue gambe, correndo a tutta velocità verso Amarillo.

Intanto Xavin e Taryn stavano dando filo da torcere a i soldati dell’HYDRA.

Sembrava che potessero vincere, ma a un certo punto i soldati smisero di sparare.

Uno di loro prese un megafono e cominciò a parlare con Xavin.

“Ehi tu, aliena!”

Xavin si avvicino ai limiti del suo scudo e gli rispose.

“Si?”

“Abbiamo saggiamente abbassato il fuoco su di voi per comunicarvi una notizia importante.”

“Sarebbe?”

L’uomo mostrò il monitor alla ragazza e con gli occhi spalancati, vide Las Vegas distrutta.

“Las Vegas è caduta e tra le vittime accertate c’è anche il suo collega, Ulysses Archer.”

“Dato che il maggior pericolo è morto, siamo pronti a negoziare insieme a voi per una resa più che equa.”

“L’HYDRA supremo ci ha ordinato di catturare vivo almeno uno dei membri dell’agenzia Odyssey e visto che lei è l’unica rimasta…le chiedo gentilmente di arrendersi.”

Gli occhi di Xavin divennero rossi come il sangue e con le lacrime che le scendevano sul viso gridò:

“Datemi una buona ragione per cui non dovrei bruciare le vostre misere carcasse in questo istante!”

“Perché la sua amica ha già firmato la resa e ha deciso di venire con noi.”

Xavin si accorse troppo tardi della cosa, mentre Taryn le sparò con un Taser ad alta tensione.

 

Xavin venne sedata e messa su un camion per essere trasportata insieme a Taryn in una base HYDRA.

US raggiunse la città, ma oramai era troppo tardi.

Cerco di avere delle informazioni dai soldati HYDRA rimasti in zona, ma nessuno sapeva dove le avessero trasferite e nessuno rimase vivo per poter mandare una richiesta di aiuto.

“Maledizione…questo complicherà un po’ le cose.”

US cominciò ad armeggiare con la sua nuova tuta e attivò un nuovo gadget, il rivelatore di DNA.

Sul monitor comparvero due obbiettivi a qualche kilometro di distanza dalla sua posizione, così il camionista ripartì al salvataggio.

Intanto nella prigione dell’HYDRA, Xavin si risvegliava dal suo sonno vicino a Taryn.

“Ehi.”

“Ehi.”

“Dove siamo?”

“In prigione, l’HYDRA è riuscita a prenderci.”

“Merda…ho fallito.”

“Non dire così.”

“Si invece, avevo promesso a US che ti avrei protetta…e non ci sono riuscita.”

“Xavin…”

“Tranquilla Taryn, vedrai che ti farò uscire di qui, fosse l’ultima cosa che faccio.”

Xavin si alzò pronta a sfondare la parete con un pugno, ma Trayn la bloccò in tempo.

“Non credo che ci riuscirai così presto, questa prigione è a prova di poteri.”

“Non ci credo.”

“Da quando sono al comando, l’HYDRA ha tutto il meglio che lo S.H.I.E.L.D. possa offrire.”

Xavin tirò un pugno di roccia contro il muro e si beccò una scarica corrispondente alla forza che aveva usato.

“Merda!”

Xavin sospirò e si rimise a sedere.

“Ok, odio ammetterlo ma…non ci rimane che aspettare che US arrivi.”

“US?”

“Si.”

“Xavin…US è morto.”

“E tu gli credi?!”

“Vedrai che da un momento all’altro si presenterà e disintegrerà questo posto.”

“Xavin, perdonami, ma non credo che per US noi siamo delle priorità.”

“Scherzi?!”

“Lui mi ha mandato da te, lui aveva predetto che sarebbe successo tutto questo è solo grazie a lui se sei ancora viva.”

“Xavin, calmati, adesso siamo dei prigionieri, se ci comportiamo bene, ci faranno un piccolo processo e ci tratteranno con tutti i riguardi, soprattutto se gli diciamo…”

“Se gli diciamo cosa?”

“Dove…si trova US.”

“Aspetta…ora ricordo…tu mi hai colpita, tu vuoi vendere US?!”

“Stai aspettando il processo per venderlo!”

“Xavin, ti prego, non è così brutto come pensi.”

“A no?”

“E allora come dovrebbe essere?!”

“Dico solo che…”

“US mi ha mandato per difenderti perché sei importante per lui, anzi, lui ti ama e invece tu…tu stai aspettando di venderlo a questi bastardi!”

“E allora?!” gridò Taryn

“Per quello che mi riguardo la nostra storia è finita nel momento stesso in cui è andato a Las Vegas per aprire la sua stupida agenzia!”

 “Perché il suo modello di vita è sempre stato quello di dimenticare e ignorare il passato per concentrarsi sullo stupidissimo presente!”

“Lui per continuare a seguire la sua strada ha abbandonato tutti!”

“Ha abbandonato i suoi amici dopo averli ingannati, ha abbandonato me per andare a Las Vegas!”

“E se non ti fosse chiaro Xavin ha abbandonato anche te!”

Per quanto odiasse ciò che aveva detto, Xavin riconosceva che nelle parole di Taryn c’era un po’ di verità, ma non abbastanza per travolgerla.

“Verrà a salvarci, vedrai.”

Intanto US si era infiltrato nella prigione.

Usando l’uniforme di un soldato morto, si diresse verso la sala comandi e si avvicinò abbastanza per origliare una conversazione.

“Ehi, hai sentito di quello che c’è a Las Vegas?” disse una guardia al suo collega.

“Parli della torre nera? Si, l’ho sentito.”

“Dicono che sia l’unico edificio rimasto in piedi dopo il bombardamento.”

“Il colore non mi spaventa, ma è quello che c’è dentro che mi preoccupo, ho sentito che hanno mandato due interi plotoni dentro l’edificio…nessuno è tornato.”

“Che ti aspettavi?”

“È il covo di un terrorista, di sicuro prima di morire ha rilasciato una creatura assetata di sangue in casa.”

US si avvicinò alle due guardie.

“Hail HYDRA.”

E le uccise in un sol colpo, per poi usare i suoi poteri per cancellare i dati delle telecamere che lo avevano inquadrato.

Con fare innocente si avvicinò al gestore della sala.

“Hail HYDRA.”

“Hail HYDRA.”

“Scusi…che ci fa qui, questa sala è riservata a un personale ristretto.”

“Il mio generale mi ha mandato qui per degli accertamenti, ha bisogno di sapere come siamo messi con il numero di prigionieri, vuole una lista delle aree con meno individui.”

“Nel braccio nord ci sono solo due donne, ma…”

“Perfetto.”

US, con un rapido fendente, tagliò la testa al tecnico, poi attaccò un dispositivo alla piattaforma di controllo e uscì dalla stanza, cancellando le registrazioni.

“Cancella gli ultimi cinque minuti.” Disse alla telecamera.

Intanto Xavin e Taryn vennero portate fuori dalla prigione per il processo.

“Se lo farai non ti perdonerò mai.”

“Xavin, ti prego.”

L’aliena rivoltò il capo per non parlare, mentre Taryn disse:

“Fatti dare un consiglio da chi ha deciso di vivere con i piedi per terra Xavin, sogna in piccolo e non provare a mischiarti con i giganti, soprattutto se sei un semplice umano, perché in confronto a loro siamo niente.”

Xavin non rispose.

Entrarono nella sala grande per subire il processo, a giudicarle ci sarebbero stati dei membri minori dello Squadrone Del Male.

Vennero messe al centro della stanza con accanto un membro dell’Hydra a fare da “Difensore.”

“Hail HYDRA!”

“Salve, mi chiamo Bob.”

“Piacere.” Rispose Taryn.

Dopo le presentazione, il processo ebbe inizio.

“Voi sapete perché vi trovate qui, signora Taryn e signorina Xavin?”

Entrambe non risposero.

“Presumo di no.”

“Di seguito, vi leggo i crimini di cui siete accusate.”

“Appartenenza a un regime ribelle, residenza non consentita sul suolo terrestre, detenzione di armi di alto livello e ostacolo alla giustizia.”

“In più aiutando l’ormai defunto Ulysses Solomon Archer, lei Xavin è anche accusata di terrorismo.”

“Come vi dichiarate?”

Taryn parlò per prima.

“Questo processo non è assolutamente equo, abbiamo dei diritti, insomma, il nostro difensore è Bob agente dell’HYDRA!”

“Salve.”

Uno dei giudici rispose:

“Non è equo, voi non avete diritti e lui non è un difensore né un agente, lo teniamo con noi solamente perché è buffo.”

“Grazie signori.”

“Ok, perciò, Xavin la Skrull, hai qualcosa da dichiarare?”

“Io dico andate tutti a fanculo!”

“US era il mio eroe e so perché avete attaccato pesantemente Las Vegas, volevate ucciderlo perché avevate paura che ritornasse dalla tomba per aprirvi il culo.”

“Fate di me ciò che volete, ma lasciate stare Taryn, lei è incinta e come se non bastasse ha già rinnegato da tempo US.”

“Molto bene, Taryn O’Connell, come si dichiara?”

Bob le si avvicinò all’orecchio e gli bisbigliò qualcosa.

“Come?”

“No…senti, non voglio vedere le foto dei tuoi figli.”

Taryn poi si rivolse alla corte.

“Io non ho rinnegato US, non l’ho fatto in passato e non lo farò mai, stavo solamente cercando di proteggere nostro figlio.”

Xavin spalancò gli occhi per la sorpresa.

“Vo…Vostro?”

“Si Xavin.” Rispose Taryn con un sorriso dolce.

“Questo mondo è pieno di meraviglie, talmente grandi e pericolose che è impossibile non incrociare il loro cammino.”

“Io ci sono finita con lo SHIELD, ma non voglio che capiti anche a lui.”

“Voglio che il bambino che porto in grembo abbia una vita il più normale possibile ed è una cosa che non potrà mai permettersi se c’è US.”

“Il vero diventa falso, lo sbagliato diventa giusto, sai solo che tu non sai nulla mentre lui sa tutto.”

“Questo è il vero motivo per cui l’ho mollato.”

Xavin allora capì le frustrazioni di Taryn.

“Insomma…non è cattivo Xavin, ma…non dovrebbe essere il tuo eroe.”

“È più una specie di…Buckaroo Banzai ubriaco o un Doc Savage con problemi di rabbia.”

I membri della corte interruppero Taryn.

“Vediamo di non leccare troppo in suo culo fantasma.”

“Era un terrorista e ora è morto!”

“A sì?!”

“Voi credete veramente di aver ucciso Ulysses Solomon Archer?!”

“Ma lui è vivo e sta venendo a prendervi!” gridò Taryn con rabbia.

“Ci sta minacciando signorina Taryn?”

In quel momento, esplosero vari dispositivi in giro per la base, uccidendo molti soldati e distruggendo buona parte della struttura.

Tutti si allarmarono, i membri della corte si alzarono per andare a vedere, mentre Bob, agente dell’HYDRA si limitò a dire: “Addio, io me ne ritorno nello sgabuzzino!”

I membri della corte raggiunsero la porta ma vennero bloccati da un soldato.

“Qualcuno si è infiltrato nella base e ci ha decimati!”

“Chi soldato?!”

“E perché porti una sp…”

I membri del consiglio se ne accorsero troppo tardi, ma erano già morti.

“Salve signorine.”

“US!” dissero le ragazze all’unisono.

Dopo gli abbracci e i saluti a Xavin, US si accorse della pancia di Taryn.

“Ehi.”

“Ehi.”

“Stai…stai bene?”

“Adesso si.”

US abbracciò Taryn, stringendola tra le sue braccia e Taryn ricambiò con tutta la sua forza.

“Bene, adesso andiamocene da qui.”

“E come?” chiese Xavin

“Las Vegas è stata distrutta e con lei la nostra casa.”

US tastò il suo avanbraccio e mandò un messaggio alla base.

“Qui ti sbagli mia cara, guarda come torniamo a Las Vegas tra 10…9…”

Dalla “Torre nera” di Las Vegas uscì dal tetto lo Star Rig e partendo a velocità luce, raggiunse la posizione di US.

“3…2…1… eccolo!”

Lo Star Rig sfondò il tetto della sala e i tre si imbarcarono, pronti a tornare a Las Vegas.

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Capitolo 3
*** The last of US (parte 1) ***


US, Xavin e Taryn stavano sfrecciando verso Las Vegas a bordo dello Star Rig, pronti a combattere e a riprendersi Las Vegas.

“Questo coso non può andare più veloce?” chiese Taryn.

“Visto che stiamo trasportando una donna incinta, ho ritenuto giusto abbassare la velocità.”

“E comunque che fretta hai? Tanto non combatterai.” Rispose US

“Prova pure a ferm…” Taryn si bloccò per un attimo e chiese:

“Avete un bagno qua a bordo o un secchio?”

“Nell’ angolo a destra.”

Taryn si alzò e si fiondò dentro.

“Ok, direi che questo è un buon espediente per tenerla fuori dal campo di battaglia.”

“Già…allora…come ti senti?”

“Bè, diventerò padre a quanto pare.”

“Lo sapevi da tempo, vero?”

“Ne ero abbastanza sicuro.”

“Pensavo che dopo quello che le avevo detto, si sarebbe sbarazzata di tutto quello che le avrebbe ricordato me.”

“Ringrazio un qualunque dio a caso per non averlo fatto.”

Mentre si trovano ai posti di comando, US e Xavin captarono un messaggio su rete nazionale.

A trasmetterlo c’era Sam Wilson a.k.a Falcon/Captain America.

US, Xavin e Taryn ascoltarono il suo discorso.

Potente, deciso e pieno di carica, quelle parole avrebbero convinto anche un dio.

Dopo aver udito: “…Ora è il momento di unirsi!”

 US era più che deciso a riprendersi la città.

Lasciò i comandi a Xavin e iniziò ad aggeggiare con un altro computer.

“Che stai facendo?” chiese Taryn

“Mando un messaggio a un amico.”

La chiamata partì e in un secondo arrivò la risposta.

“Pronto?”

“Al, sono US.”

“Signor US, ce l’ha fatta!”

“Certo che ce l’ho fatta, che ti aspettavi?”

“La signorina Xavin e la signorina O’Connell sono salve?”

“Sane e salve.”

“Al, credo che sia arrivato il momento di avviare l’ultima fase del piano, ci riprendiamo Las Vegas.”

“Perfetto signore, deve solo dare l’ordine vocale.”

“Al, attiva il programma “Party in the U.S”, ogni singolo livello.”

“Subito.”

Al rilasciò il suo potere dalla torre mentre le truppe HYDRA che si trovavano all’esterno si sbalordirono vedendo la torre nera perdere il suo colore d’Ebano.

Intanto, sul tavolino del salotto principale, Al cliccò un paio di tasti e usò l’autorizzazione di US per attivare il programma “Party in the U.S”.

Le pareti di tutto l’edificio cominciarono a smuoversi dall’esterno e poco dopo, uscirono un centinaio di robot forniti di tute US dà battaglia.

Tutti quanti partirono alla carica, diretti verso ogni angolo di Las Vegas.

I soldati dell’HYDRA si trovarono spiazzati dall’arrivo dei bot.

 “E quello che cavolo è?”

“Sembrano la versione povera delle armature di Iron Man.”

“Protocollo “Party in the U.S”: Attivato”

“Bersaglio: Individuato.”

“Modalità assassinio: Attivata.”

“Quella cosa ha appena detto modalità assassinio?!”

“Musica adatta al massacro: Attivata.”

Le tute partirono alla carica a suon di “Shoot To Thrill” degli AC/DC.

Intanto Al stava osservando i primi risultati dall’agenzia.

“Signor US, I bot della serie US sono partiti con il piede giusto.”

“Perfetto.”

“E comunque…perché stai battendo la fiacca?”

US sorrise e disse: “Al…fatti una passeggiata.”

Quello era il suo segnale e un gigantesco sorriso si manifestò sotto i baffi del bidello.

Si tolse la camicia, afferrò il suo bastone e dal fisico gracile passò a uno erculeo, attivando anche il potere della Mano Nera.

“Ho un appuntamento con un paio di amici, non mi aspetti alzato signor US.”

Al si gettò dalla finestra e cadendo, generò un impatto che spazzò via due mezzi corrazzati e una ventina di soldati.

Quelli che erano rimasti, avrebbero fatto presto la conoscenza di Al “Il bidello”.

“Chi è quel tipo?!”

“Salve a tutti voi, signori.”

“Mi chiamo Allen L. Milgrom, ma potete chiamarmi Al.”

“Sono la guardia personale del signor US e sono anche il suo fidato bidello.”

“Spazzo per terra, pulisco i vetri, porto fuori la spazzatura e nel tempo libero mi diletto a uccidere fighette auto dichiarate come voi.”

I soldati rimasero spaventati dall’aura di Al e prima che potessero sparare, Al sì fiondò su di loro.

Il primo soldato, morì con il collo spezzato dalla semplice pressione della mano di Al.

Il secondo soldato sparò sul bidello, ma Al usando il suo bastone riuscì a deviare tutti i proiettili.

Poi quando stava per arrivare l’ultimo proiettile, lo rispedì al mittente con un colpo, uccidendo altri tre soldati, dopodiché si diresse verso gli altri pronto a eliminarli tutti.

 “Come amo il mio lavoro!” pensò il bidello

Intanto US, Xavin e Taryn erano appena arrivati a Las Vegas, pronti a unirsi alla lotta.

“Pronta Xavin?”

“Si.”

“Andiamo.”

“E io? Cosa dovrei fare?” chiese Taryn.

“Tu rimani qui sullo Star Rig, tieniti alta, evita i problemi e tieniti pronta a scappare se mai ci fossero dei problemi.”

“Tu non puoi mettermi…”

“Taryn, vuoi veramente discutere?”

“Sei incinta maledizione, non capisci che sei troppo importante?!”

“Lo so, ma…”

“Smettila Taryn, fai come ti ho chiesto.”

Taryn lo guardò preoccupata, poi lo afferrò per il colletto della tuta e lo baciò.

“Cerca di non fare cazzate, capito?”

“Va bene.” Rispose US sorridendo.

“E tu Xavin, coprigli le spalle.”

“Ricevuto.”

Dopo quel bacio seguito da una lacrima, US e Xavin si lasciarono cadere verso il suolo, nel preciso punto dove stava combattendo Al.

“Pronta ad entrare in scena?”

“Sono nata pronta.”

Xavin creò un percorso con la telecinesi, facendo guadagnare velocità a US e spendendolo contro un blindato dell’HYDRA.

Roteando su se stesso e impugnando la Route1, US tagliò a metà il veicolo, lasciando a Xavin il compito di arrostire i rimanenti soldati.

“Signor US, signorina Xavin, siete arrivati.” Disse Al

“Siamo qua per dare calci in culo e per guidare Truck.” Disse Xavin

“E abbiamo appena finito di guidare un Truck.”

 “Le tute bot stanno facendo il loro lavoro, ma non è sufficiente.”

“Per vincere, dobbiamo mandarli fuori non solo dalla Strip, ma da tutto il circondario, ciò include anche North Vegas e Henderson.”

“E le forze nemiche Al?” chiese US

“Al momento non hanno mandato nessun logo tenente, non so se sia perché sono impegnati altrove o perché non gli interessa la città.”

“Se le cose stanno così, allora direi che il loro caos può essere la nostra opportunità.”

“Ci divideremo una zona ciascuno.” Disse US

“Sicuro che sia una buona idea?” chiese Xavin

“No, ma è la più veloce per togliere l’immondizia.”

“Al, tu ti occuperai di North Vegas.”

“Sarò rapido come il vento.”

“Bene, allora…”

Al era già corso via.

“Bravo Al.”

“Xavin, tu puoi facilmente raggiungere Henderson in volo, fai un sopraluogo ed elimina più nemici possibili.”

“Scordatelo, io vengo insieme a te, l’ho promesso a Taryn.”

“So come cavarmela.”

“US…”

“Xavin, ti prometto che se ci sarà di qualcosa di troppo grande per me, scapperò e chiederò aiuto, ma adesso dobbiamo riprenderci la città.”

“Perciò attieniti al piano, ok?”

“Ok.”

US si abbassò e l’avvicinò a se per un ultimo bacio.

“Vai e vinci.”

Xavin annuì e volò via mentre US cominciò a fare pulizia per le strade di Las Vegas.

“Fermatelo!”

“Uccidetelo!” gridavano i soldati dell’HYDRA.

La velocità e l’abilità che US dimostrava erano impressionanti, ma un angelo della morte poteva essere notato solo da un altro angelo della morte.

Colui che aveva ucciso un dio, sentendo le richieste di aiuto dei soldati, decise che era arrivato il momento di scendere sul campo di battaglia.

Gorgon era pronto a combattere.

Intanto US, combatteva imperterrito sulla Strip, decimando senza problemi le truppe dell’HYDRA.

Fino ad allora si era limitato ad affrontare uomini e pallottole, ma dal polverone generale, all’improvviso, sbucò fuori un tentacolo meccanico.

US riuscì a schivarlo appena in tempo.

“Finalmente l’Hydra manda qualcuno di un po’ più decente, mostrati e combattimi lealmente!”

Dalla polvere uscì Gorgon, l’immortale.

“Ulysses Solomon Archer, ci rincontriamo.”

“Alto, vestito bianco, spada senza guardia…Gorgon!”

“Già, ti faccio i miei complimenti, sei molto cambiato dalla prima volta che ci siamo incontrati.”

“Se ben ricordo l’ultima volta ti ho preso a calci nel culo sulle sponde di un fiume mentre commerciavi schiavi cinesi.”

“Quella volta eri in coppia con Wade, stavolta non uscirai vivo, te lo posso garantire.”

“Si certo, senti, ti dico subito che voglio liberarmi di un impiccio che non sei tu.”

“Hai per caso visto qualcuno con dei tentacoli robot? Sai, visto che sei giapponese pensavo fosse di tua competenza.”

“Quello che ti ha attaccato mi appartiene.”

“Makro!” gridò Gorgon.

Nel fumo delle macerie, si accesero due luci rosse e balzarono fuori dalla polvere fino a raggiungere il cielo.

Una volta a terra, l’arma di Gorgon si rivelò.

Una donna, seminuda e con alcune parti del corpo sostituite da macchine.

“Ulysses, lei e Makro, una delle assassine del gruppo speciale della Mano.”

“Dimmi Makro, quale è il tuo lavoro?”

“Uccidere.” Rispose la donna con voce metallica.

“E non è tutto.” Aggiunse Gorgon “Ho mandato altre due di loro contro i tuoi amici.”

“Posso assicurarti che non avranno l’ombra di una possibilità.” Disse Gorgon sorridendo.

“Quindi hai mandato due delle tue assassine migliori contro Al e Xavin?”

“Esatto.”

US sorrise e rispose: “Mossa del cazzo mia cara Geisha.”

“Quindi…possiamo iniziare a ucciderci a vicenda o devo per forza combattere contro la tua fantasia erotica.”

“Sembravi più educato quando eri un agente dello S.H.I.E.L.D.”

Gorgon schiccò le dita e ordinò a Makro di attaccare US.

Lei si gettò su di lui con furia omicida mentre US si nascose nel fumo.

Poco prima che Makro potesse entrare nel polverone, si bloccò a mezz’aria e scivolò dentro il fumo come se si fosse spenta all’improvviso.

Gorgon non riusciva a crederci.

“Ma che gli è preso?”

“E dove è finito quell’idiota?”

Gorgon percepì che qualcosa stava per arrivargli addosso e con un rapido fendente, tagliò il corpo in due.

“Che idiota, era davvero convinto che bastasse del fumo per ingannarmi.”

Ma dopo essersi girato per vedere il corpo, Gorgon vide che il corpo che aveva tagliato era quello di Makro e poco dopo US lo colpì con un calcio in piena faccia.

“Fregato, ti ricordavo più sveglio di cosi Gorgon.”

Dopo essersi ripreso dal colpo, Gorgon gli rispose: “Come hai…”

“Prima che tu possa completare la domanda, TLDR, Tecnopatia.”

“Inconcepibile!” gridò Gorgon poco prima di calmarsi.

 “Perciò…vogliamo combattere?” chiese US

“Si, direi di sì.”

Gorgon scattò rapidamente verso US, sicuro di vincere tutto con un solo fendente, ma a bilanciare la velocità di Gorgon, ci pensò lo sparo dello US Ace.

“Bella parata.” Disse Gorgon.

Le loro spade si incrociarono nuovamente e l’impatto delle spade li spedì lontano l’uno dall’altro.

“Hai messo a frutto il tuo talento, ma sei ancora un ragazzo e hai ancora molta strada da fare.”

“In questo caso la tua morte mi aiuterà a crescere.”

“Pensavo che gli eroi non uccidessero.”

US gli sorrise e rispose: “Io non sono mai stato un eroe.”

Dopodiché si gettò di nuovo all’attacco.

Intanto nella zona di North Vegas, Al si stava divertendo a massacrare le truppe HYDRA in zona, ma la sua festa venne interrotta quando vide per terra due bot US.

Erano stati distrutti a mani nude.

“Ok, questo è strano, queste mammolette non sono così forti, chi è fra loro che può fare questo a dei bot?”

Davanti ad Al, comparve una donna asiatica, vestita con abiti tradizionali giapponesi color verde smeraldo e con i capelli raccolti in una crocchia.

“Ehi tu, vecchio!”

“Si?”

“Sei tu Al Milgrom?”

“Cosa?”

“Io sono Black Lotus.”

“Non mi interessa.”

“Il mio maestro mi ha avvertita che pur essendo un rimbambito sei comunque una macchina di morte.”

“Signorinella, se sei qui per ricevere la mia eredità, ti conviene sbrigarti, potrei morire da un momento all’altro.” Rispose Al con tono placido.

“Come volevasi dimostrare.” E aggiunse.

“Ora rimani fermo…e muori!”

 “Fatti sotto piccola.” Disse Al sorridendo.

Lotus si scagliò su Al con una velocità impressionante e il pugno che sferrò sarebbe stato sufficiente per uccidere una persona normale, ma Al non era per niente una persona normale.

Si limitò a schivare quel pugno proiettile e a dire: “Troppo lenta.”

Lotus continuò a rispondere con vari attacchi ma ognuno di questi finiva sempre per colpire l’aria.

“Ti addestri fin da quando eri una bambina, sei una professionista e punti sempre all’uccidere.”

“Percepisco che la cosa ti diverte.” Aggiunse Al

Lotus fece un salto all’indietro per allontanarsi e preparare un nuovo attacco.

“Non lo faccio per divertimento, io servo la Mano e il gruppo delle Nail, è questo il mio scopo!”

Lotus si andò a rifugiare tra le macerie per tendere un agguato.

Al però cominciò a sorridere.

“Non è vero, tu lo fai solamente per provare la tua forza, lo si capisce da quel lieve sorrisetto che viene fuori ogni volta che sferri un colpo.”

Lotus si lasciò scappare una risata e rispose: “Forse sì, ma al momento il mio compito è ucciderti, il maestro Gorgon me lo ha ordinato.”

“Gorgon?”

“In questo momento il mio maestro sta affrontando il tuo padrone, non ha alcuna possibilità.”

“Sarà, ma ti voglio far notare una cosa signorinella.”

“Anche con tutti i tuoi attacchi, non mi sono ancora mai mosso da questa posizione.”

“Forse sono io che sono troppo bravo o sei tu che sei troppo scarsa.”

Lotus uscì dalle macerie e si posizionò davanti ad Al.

Con velocità fulminea, cominciò trivellarlo di colpi, sul petto, sulle braccia e sulla faccia.

Tutti quei colpi fecero spostare Al dalla sua posizione.

“1000 petali.”

Lotus era stanca, sentiva come se avesse colpito un muro d’acciaio e il dolore alle mani e alle gambe non fecero altro che confermare la sua sensazione.

E provò una scossa di paura quando vide che Al si era spostato, ma solo di mezzo metro.

“Questo vecchio…davvero un essere umano?” pensò la ragazza spaventata.

Al, con gli occhiali spaccati e un labbro sanguinante, si rivolse a Lotus sorridendo:

“Ti faccio i miei complimenti Lotus, ancora un miliardo di questi colpi e forse quando tornerò a casa da mia moglie avrò bisogno di un’aspirina.”

La paura cresceva in Lotus.

“Ascolta mia cara, quando combatti e usi uno stile di combattimento prevalentemente omicida, non devi usare le tue tecniche per mostrarti.”

“È come quando schiacci gli scarafaggi, ogni colpo che sferri deve puntare all’uccidere.”

Lotus si riprese abbastanza a lungo per rispondere ad Al.

“Lo so bene vecchio, sono un’assassina professionista!”

Al si spostò rapidamente vicino a lei e Lotus rispose sfoderando un calcio, ma ancora una volta colpì l’aria.

Il bidello ricomparve dietro di lei e dopo essersi girata, Lotus si beccò un centinaio di calci su tutto il corpo, per poi riceverne un ultimo così forte da farla finire scaraventata contro alcune macerie.

“Vedi Lotus, quello che ho appena fatto è stato imitarti, se avessi voluto ucciderti…saresti morta dopo appena due calci.”

“Hai capito?”

Dalle macerie non arrivò nessuna risposta.

“Bene, ora torniamo a ripulire.”

Ma all’improvviso, Black Lotus si rialzò.

“Fermo!”

Al si girò e vide la ragazza coperta di lividi e sangue camminare barcollando verso di lui.

“Dove…dove pensi di andare?”

“In tutta onesta a finire il mio lavoro.” Rispose Al

“Guarda…che…non abbiamo…ancora finito.”

“Io invece direi di sì.”

Lotus, barcollando e affannando, sferrò un pugno al petto di Al, ma era così debole e lento che poteva essere paragonato a una carezza.

“Hai…cercato di darmi un pugno?” chiese Al

“Io…sono…Black Lotus…assassina professionista…e…non…non tollero di essere umiliata dà…un vecchio stronzo baffuto…come te!”

“Vecchio baffuto?”

“Affrontami e…e mettiamo fine a questa cosa.”

Al la squadrò dall’alto in basso e le sorrise.

“No, mi dispiace, mi rifiuto.”

“Non accetterò mai…la tua pietà.”

“E invece ti conviene signorinella, se sei ancora viva e solo perché te l’ho concesso.”

Lotus spalancò gli occhi.

“È per questo semplice motivo che respiri ancora.”

“Io…ti…ti ucciderò…qui e ora.”

Al gli sferrò un pugno nero dritto nello stomaco, mandandola a un centinaio di metri più in là.

Poco dopo andò a vedere se Lotus fosse ancora viva e dopo aver verificato che respirasse ancora, gli parlo:

“Hai avvertito la mia forza, vero?”

“Sarò onesto Lotus, al momento non sei in condizione di affrontarmi, non perché non sei degna, ma perché non sei ancora a un buon punto.”

“Se un giorno tornerai da me e mi darai un pugno con la stessa identica forza che ho usato io, allora ti considererò come un’avversaria di livello…per lo meno sufficiente, fino a quel giorno, ti lascerò vivere.”

“Comunque…devo ammettere che sei una donna interessante, ottime capacità fisiche, conoscenza del combattimento, uso del terreno di battaglia, la tua debolezza…non è nella tecnica.”

A fatica Lotus gli rispose: “Vai…a farti…fottere.”

“Detto questo…continua ad allenarti, assassina.”

Al lasciò Lotus a terra e tornò a combattere nei territori di North Vegas.

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Capitolo 4
*** The last of US (parte 2) ***


Il duello fra US e Gorgon continuava.

Le abilità del mutante e del camionista si equivalevano e nessuno dei due era disposto a lasciare campo libero all’altro.

Per un breve momento, Gorgon controllò il suo bracciale e notò che due delle tre luci verdi erano diventate improvvisamente rosse.

“Black Lotus ha fallito.” Pensò Gorgon

Poco dopo anche US, accorgendosi della strana calma di Gorgon, notò la cosa.

“Che succede Tomi, sei stanco?”

“Per niente, controllavo solamente come stavano andando i miei affari in giro per la città.”

“Mi sembri di cattivo umore.”

“I tuoi “affari” chi hanno incontrato? Al o Xavin?”

“Il tuo bidello ha massacrato una delle mie migliori assassine.”

“Non mi sembri sorpreso.”

“Black Lotus è molto abile, ma non mi aspettavo di certo che fosse in grado di sconfiggere il tuo cane da guardia, sarebbe stato troppo bello.”

“E allora perché l’hai mandata verso la morte?”

“Perché devi stare zitto.”

 “E comunque ho ancora un asso nella manica.”

Gorgon tornò all’attacco.

Intanto Xavin stava volando nei territori di Henderson, colpendo tutto ciò che si trovava sotto di lei.

“Direi che ho quasi finito, ancora un ultimo giro di controllo e poi…”

Xavin si accorse con un secondo di anticipo che un gigantesco fiocco di neve roteante le stava per arrivare addosso.

Alzò uno scudo invisibile per difendersi e subito dopo, altri cinque fiocchi di neve giganti le arrivarono addosso.

“Belli grossi e resistenti, sarei morta se non avessi alzato le difese.”

L’aliena individuò il punto da dove stavano arrivando e si gettò a capo fitto come una meteora.

L’impatto distrusse l’edificio e dopo essere uscita illesa dalle macerie, vide che l’ambiente in torno a lei stava cominciando piano piano a gelarsi.

Davanti a lei, comparve una donna, vestita con abiti bianchi e con indosso una maschera dello stesso colore con le labbra blu.

“Hai cercato di uccidermi con dei fiocchi di neve?”

Xavin poi prese un respiro profondo e chiese: “Ok, chi sei e che cosa vuoi?”

“Ho sentito parlare molto di te, Xavin.”

“Piacere, il mio nome è Yuki, dea incarnata delle nevi.”

“E io invece sono Carmen Sandiego, indovina dove sono!”

“Io sono la dea incarnata delle nevi e ho sentito molto parlare di te Xavin la Skrull.”

“Davvero?”

“Si.”

“Il principe rinnegato, il gender bender, la dominatrice degli elementi fantastici, l’aliena che è tutto e niente...”

“Mmmmm, brava così, succhiamelo.”

“Cosa?”

“Oh scusa e solo che mi piace dire le parolacce quando mi seducono.”

“Sarà per questo che quel camionista ha un debole per te?”

“Ovvio.”

“Appena ti avrò ucciso, trasformerò il tuo amichetto in una statua di ghiaccio, starà così bene nella mia collezione.”

“Tu devi essere una di quelle che adora il ghiaccio sui capezzoli.”

“Ok, che stai facendo?” chiese Yuki

“Nulla e solo che mi irrito facilmente quando la brutta copia di Elsa mi si para davanti, cerca di uccidermi con dei colpi ridicoli, minaccia di morte me e le persone che amo e poi comincia ad adularmi come se fossi il ragazzo più figo del liceo.”

Yuki scattò in avanti cercando di colpire Xavin.

L’aliena scansò il colpo e mise davanti alla faccia di Yuki l’indice e il medio simulando una pistola.

Xavin sparò un proiettile di fuoco, ma la dea si spostò in tempo.

“Fai la babysitter stasera?” chiese Xavin.

Yuki generò in un secondo più di mille frecce di ghiaccio, tutte puntate verso Xavin, che le sciolse facilmente usando i poteri di fuoco della Torcia umana.

“Seriamente, perché ti hanno mandato contro di me se sapevano che potevo annullare i tuoi poteri?”

“Vedrai, fa tutto parte del piano del mio maestro.”

Yuki generò due lame di ghiaccio, una nella mano destra e l’altra sul gomito sinistro.

“Che strana forma.” Disse Xavin

Sfruttando la sua velocità, Yuki si avvicinò pericolosamente a Xavin e cominciò a roteare su se stessa, usando le lame di ghiaccio per cercare di colpire Xavin.

Ma lo Skrull si limitò a generare i pugni della Cosa e a distruggere le lame.

“Penoso.”

Ma era una trappola.

Yuki afferrò il braccio di Xavin e cominciò a gelarlo.

“Ora mi prenderò il tuo braccio.”

Xavin attivò di nuovo il potere della Torcia e rispose:

“Te lo lascio.”

Yuki si ritirò velocemente per evitare le fiamme.

“Se sei veramente una dea, non dovrebbe essere difficile per te generare un “Vero” attacco di ghiaccio, non credi?”

Yuki, sentendosi offesa, raccolse tutte le sue forze e creò una gigantesca stalattite, la fece roteare su se stessa e la scagliò verso Xavin.

“Muori!”

Xavin però non era per niente preoccupata.

“Se questo è il tuo attaccò finale, allora anche io userò il mio.”

Xavin alzò la mano e generò una piccola sfera di fuoco, che si ingrandì vertiginosamente fino a diventare un sole in miniatura.

L’aliena lo scagliò contro la stalattite e in tutta l’area si creò un’immensa distesa di vapore.

In mezzo a tutto quel casino, Yuki era sicura di aver vinto, ma la voce di Xavin smentì i suoi pensieri.

“Noioso.” Gridò Xavin.

“Sul serio, perché ti hanno mandato contro di me?”

“Ci annulliamo a vicenda è una…”

Xavin allora capì.

“Perdita di tempo.”

Yuki stava sorridendo sotto la maschera e utilizzando il vapore acque presente nell’area, generò una gigantesca cupola di ghiaccio, intrappolando al suo interno Xavin.

“Ehi stronza, fammi uscire!”

“Non credo sia possibile, dato che il tuo amico sta per morire.”

Gorgon vide da lontano la cupola.

“Il momento è giunto.” Pensò Gorgon.

L’immortale parò l’ultimo fendente di US e lo colpì con un calcio, spedendolo a una paio di metri di distanza.

US riuscì ad arrestare la caduta con la Route 1.

“Ehi US!”

“L’HYDRA supremo ti manda i suoi saluti!”

Gorgon tirò fuori una granata con timer e la lanciò verso US.

Il camionista pensò bene di schivarla, ma il computer della US4 rivelò qualcosa di insolito.

“Pericolo!”

“Possibili danni strutturali/Funzionali: 99%”

US non aveva mai visto una probabilità così alta e lanciò in aria lo US Ace insieme alla Route 1.

Poco dopo la grana esplose, rilasciando una strana vibrazione.

US non ricevette alcun danno, ma alcune parti della US4 cominciarono a sciogliersi e l’unica possibilità per salvarsi era l’espulsione forzata.

“Non ci credo…Vibranio Antartico.” Disse US

“Avere accesso alle risorse dello S.H.I.E.L.D. non è mica roba da poco.”

Lo US Ace ricadde a terra.

“Adesso arriva la parte interessante.”

“Eri al mio livello con quella tuta, senza che cosa sei?”

“Un genio, camionista, agente segreto, samurai, riccone e anche un detective.”

Gorgon partì all’attacco sperando di avere vita facile, ma US riuscì comunque a respingerlo, impressionando il mutante.

“Non usavi solo la tuta…la tua è veramente abilità!”

“Quando ti alleni con un bidello assassino, un paio di cose le impari per forza.”

“Forse, ma non resisterai a lungo.”

Intanto Xavin stava ancora discutendo con Yuki.

“Fammi uscire brutta strega o giuro che appena lo farò da sola ti prenderò a calci nel sedere!”

“Stai zitta sgorbio, anche con tutti i tuoi poteri nemmeno tu puoi distruggere il mio ghiaccio rigenerante.”

“Non c’è modo di uscire dalla cupola.”

Usando i suoi poteri elastici e i pugni di roccia, Xavin cerco di colpire in più punti la cupola, ma ogni volta il ghiaccio si rigenerava.

Xavin avvertiva il freddo raggelante che la stringeva, non sapeva come uscire, fino a quando non notò una cosa.

Dentro la cupola, alcune parti si rigeneravano più lentamente.

Xavin sorrise “Ho già vinto.”

La Skrull si avvicinò alla parete più lenta e cominciò a riscaldarla con il fuoco nova.

Dopo aver consumato il primo strato, Xavin scagliò una serie di pugni di roccia infuocata contro il muro, distruggendolo e uscendo.

Dall’altra parte Yuki pensava di avere ancora Xavin sotto scacco.

“A quest’ora sarà già morta.”

Questo era quello che pensava, fino a quando non si ritrovò Xavin alle spalle.

Yuki si beccò un pugno nello stomaco, così forte da gettarla contro la cupola e distruggerla.

Xavin riprese il volo per raggiungere US.

Ma il suo volo vennero interrotte da delle gigantesche punte di ghiaccio che sbucavano dal terreno, Xavin scese a terra per andare ad affrontare definitivamente il problema.

“Ora basta!” gridò Yuki.

Xavin intanto si stava incamminando lentamente verso di lei.

“Tu sei inferiori a me! “

“Io sono una dea, creatura schifosa! Non subirò angherie da parte...”

Xavin gli afferrò la faccia con la mano rocciosa e la stritolò.

Poi la lanciò a mezz’aria e l’afferrò per una gamba, sbattendola sull’asfalto a destra e a sinistra, fino a quando la rilanciò in aria e la colpì con un una vampata, lasciandola cadere a terra, svenuta e in preda alle fiamme.

“Una dea gracile.” Rispose Xavin prima di riprendere il volo.

US dall’altra parte della città stava ancora combattendo contro Gorgon.

Mentre il metallo delle spade si scontrava e si sfregava, US riuscì a fermare Gorgon in uno stallo.

“Non puoi uccidermi US, sono morto molte volte, la morte non mi preoccupa e non mi fa paura, io tornerò, sempre!” diceva altisonante Gorgon.

“Tutte cazzate, se ti uccido finirai nel dimenticatoio come Rick Mason!”

Gorgon riuscì ad avere un vantaggio su US, colpendolo con un manrovescio e facendolo finire a terra.

Il mutante gli saltò addosso cercando di impalarlo, ma prima che potesse farlo, la punta della spada venne respinta da un campo di energia invisibile.

“Xavin” pensò US

Gorgon si guardò intorno cercando di capire cosa stesse succedendo e per poco non venne colpito da uno dei proiettili fiammeggianti di Xavin.

L’aliena atterrò accanto al camionista e cominciarono a discutere di una strategia.

“Hai ripulito la zona che ti avevo assegnato?”

“Adesso non importa, dimmi solo il modo migliore per uccidere quel tipo.”

“Decapitarlo sembra il modo più veloce.”

“Perfetto.”

Xavin e US andarono all’attacco.

Gorgon adesso doveva confrontarsi con i fendenti di US e i vari poteri di Xavin.

Per quanto fosse abile e veloce, Gorgon non poteva continuare ad andare avanti in quel modo.

Riuscì a trovare una breccia nella difesa di US e puntò a lui fino a romperla, ma quando stava per dare il colpo finale, Xavin distrusse la sua spada con un pugno di roccia.

Fece un salto all’indietro per allontanarsi il più possibile, ma venne inseguito da US e con un colpo dello US Ace, il camionista riuscì a sfregiare il volto del mutante.

Per Gorgon non era un problema riparare il danno, ma adesso si ritrovava senza una lama buona, così decise di passare al piano B.

“Sai US, io questo non lo volevo fare, avrei preferito macchiarmi del tuo sangue piuttosto che fare quello che sto per fare.”

“Ma visto come stanno andando le cose…”

Gorgon scattò rapido verso Xavin e la infilzò quello che rimaneva della spada.

US non riuscì a colpire il mutante e prese tra le sue braccia Xavin prima che cadesse a terra.

“Xavin!”

“Addio.” Disse Gorgon sorridendo.

Il mutante attivò un dispositivo di teletrasporto e si traferì su una delle aeronavi dell’HYDRA.

“Annullare la modalità specchio e puntare i cannoni sul bersaglio!”

Intanto a terra, US cercava di aiutare Xavin a riprendersi.

“Xavin.”

“Oh…cazzo che male.”

“Stai tranquilla, adesso ti…ti aiuto a guarire, non è profonda come ferita, sopravvivrai, te lo giuro.”

“Beh…potrebbe andare peggio.”

In quel preciso momento, l’aeronave dell’HYDRA si rivelò e i cannoni laser era già puntati su di loro.

“Perché parlo?”

A North Vegas, Al aveva appena finito di ripulire la zona e vide in cielo la macchina di morte pronta a colpire.

“E quella quando è arrivata?”

“Fuoco!” gridò Gorgon.

I cannoni spararono e US capì che non poteva salvare entrambi dai colpi, così prese una decisione.

Prese tra le sue braccia Xavin e la lanciò, lontana dal colpo.

Il boato del colpo e la sua evidente esplosione, erano giunti anche agli occhi di Al.

“Quella è la Strip…oh no…US!”

Il bidello partì, correndo quanto più velocemente possibile.

Xavin intanto si ritrovava tra le macerie e la polvere, ancora ferita e sanguinante.

“Ok…questo farà male…”

Xavin diede fuoco a due dita e tra il sudore e il dolore, cominciò a cicatrizzare le ferite.

“Ok…è passata…credo.”

L’aliena si alzò e cominciò a cercare e a chiamare US.

Fino a quando non lo vide, ferito e sporco in una pozza di sangue.

I suoi occhi si spalancarono e per un momento le mancò il fiato.

“US!”

L’aliena si avvicinò, era in preda al panico e alla disperazione.

“No, no, no, no, no, no!”

“US!”

“Ti prego…rispondi!”

Xavin era disperata.

Riprese fuoco, pensando di cauterizzare le ferite, ma la debole voce di US la bloccò.

“Xavin…no.”

“Lascia…lascia stare…non serve a niente.”

“Non dire cazzate!”

“Tu vivrai, mi hai sentito?! Tu vivrai!”

US le sorrise amaramente.

“Si…certo, ho solo perso un braccio…le gambe…un occhio e… buona parte delle capacità respiratorie e motorie, tutte cose di cui posso fare comodamente a meno.”

“Tu…”

“Xavin…mi dispiace, ma credo…che sia giunta la mia ora.”

Al arrivò poco dopo.

“US!”

Rimase lì in piedi, scioccato e impotente, vicino al corpo del suo amico.

“Ehi Al…hai…completato il tuo incarico.”

“Si…si signore.”

“Bene.”

Al si girò di spalle per non farsi vedere poi con le lacrime agli occhi disse: “Non…non è giusto.”

“US!”

“US…perché?!” chiese Xavin.

“è…responsabilità di un capo…tenere al sicuro i suoi familiari…i suoi amici…la sua casa…e i simpatici idioti come voi.”

Il bidello e l’aliena sorrisero insieme al camionista, prima che la tosse lo bloccasse.

“Porca troia…fa male ridere.”

La tristezza riprese il sopravvento, facendo inchinare Xavin e facendole sfondare il terreno con un pugno.

“Maledizione!”

“è tutta colpa mia!”

“Se fosse stata più attenta e ti fossi rimasta vicino…saresti ancora…e tutto questo non sarebbe successo!”

“Ho deluso Al, Taryn…e anche te.”

US appoggiò la mano che gli rimaneva sulla testa di Xavin, accarezzandola.

“Ehi Xavin…Al.”

Il bidello e l’aliena gli prestarono attenzione.

“La mia cintura…ha ancora la fibbia con le mie iniziali?”

“Si.” Rispose Al

“Bene…allora…state a sentire, ho bisogno…del vostro aiuto per un’ultima volta.”

“Ho bisogno… che attiriate Gorgon qui e… che lo distraiate per cinque minuti.”

“Pensate di…riuscirci?”

“Ci puoi contare US.” Rispose Al e anche Xavin annui.

“Bene…andate…ci rivediamo tra…cinque minuti.”

“Andiamo Xavin!”

Al partì mentre Xavin ci mise un po’ prima di lasciare la mano del camionista.

Gorgon si godeva il suo successo, fino a quando negli schermi non vide un gigantesco dito medio di fuoco e una scritta che recitava: “Sono ancora vivo, figlio di puttana.”

Il mutante prese con se due spade e si teletrasportò a terra.

Tra la polvere e le macerie, Gorgon cominciò a gridare:

“Dove sei?!”

“Dove ti nascondi brutto saccente, insopportabile, pezzo di merda!”

Dietro di lui sentì una voce femminile: “Qui.”

Gorgon si beccò un pugno di roccia dritto in faccia, finendo a un paio di metri di distanza.

Il mutante si riprese in fretta, ma dietro di se, avvertì qualcosa di strano e misterioso, qualcosa di oscuro e mortale.

Quel qualcosa, gli sferrò un calcio dritto in faccia.

Il calciò lo scagliò verso le macerie e quando si riprese, lo vide.

“Gorgon!”

“Tu…devi essere Al il bidello.” Rispose il mutante mentre si alzava.

“Mi hanno detto che sei forte, molto più di US…e di chiunque altro.”

“Vuoi combattermi, vero?”

“Di sicuro sarai un avversario migliore di quello stupido sacco d’immondizia.”

“Bene, allora preparati.”

“Ti conviene non fare troppo il gradasso vecchio, la rabbia potrebbe accecarti.”

“Rabbia?”

“Mi spiace, ma tutto ciò che sento è pietà.”

“Come?”

“Semplice…non posso provare rabbia per le creature inferiori.”

US aveva attivato il segnale sulla sua cintura.

Quel segnale, sbloccò una parte nascosta della US Tower, dove era contenuta il prototipo per la tuta medica US5.

La tuta partì alla ricerca del suo proprietario e mentre si trovava in volo, calcolò i danni del suo padrone.

“Occhio sinistro danneggiato, braccio destro mancante, gambe assenti e sistema spinale gravemente danneggiato.”

La tuta si spezzettò in vari pezzi e cominciarono a innestarsi su US con dolore.

Braccio e gambe meccaniche, scanner per sostituire l’occhio, spina dorsale meccanica per collegare a livello spinale e neurale tutte le nuove parti e farle adattare all’istante al nuovo corpo.

“Non resisterò…ma me lo farò bastare.”

US, anche se con grande fatica, era pronto.

Gorgon scattò verso il bidello con tutta la sua furia, ma venne respinto da un centinaio di colpi devastanti.

Il mutante perse le sue spade e pensò di bloccare le braccia del vecchio per poterlo uccidere, ma era una trappola e Al sfrutto il momento per assestarli una ginocchiata in piena faccia.

Il bidello gli afferrò un orecchio e lo fece volteggiare su se stesso, colpendolo successivamente con un potentissimo calcio.

Al gli saltò addosso e cominciò a trivellarlo di colpi fino a creare un cratere nel terreno.

“Ma…chi cazzo è questo tipo?!” pensò Gorgon.

“Sono morto molte volte, ma questa sarebbe la prima volta che muoio per un pestaggio.”

“È una bestia!”

Al si alzò per sferrare il colpo di grazia, ma Gorgon lo evitò, scappando e correndo verso Xavin.

Prima che potesse colpirla, Xavin gli incenerì la faccia e lo colpì con tutta la sua forza.

Al lo raggiunse e ricominciò a pestarlo senza sosta.

“Ti farò provare lo stesso identico dolore che hai inflitto a US!” gridò il bidello.

E con l’ultimo pugno nero in faccia, Gorgon volò dritto verso un edificio in rovina, demolendolo.

Xavin rimase ferma a guardare la scena e da dietro di lei, arrivò US.

“Xavin.” Disse con voce robotica.

“US!”

“Come procede?”

“Ehm…Gorgon stava combattendo contro Al, adesso sembra che le cose si siano calmate.”

“Bene…direi che è arrivato il momento.”

US si abbassò e baciò Xavin, stringendola tra le sue braccia.

Dopo l’atto, la guardò negli occhi, voleva essere sincero fino infondo con lei.

“Xavin…ho bisogno di un ultimo favore.”

“Che cosa?”

“Voglio che tu ti perdoni.”

“Come dici?”

US, con la sua mano bionica, rilasciò una scossa elettrica talmente forte da far svenire Xavin.

Dopodiché si incamminò verso Al.

Gorgon intanto era tornato nelle vicinanze, pieno di sangue e lividi, con un sorriso beffardo sul volto.

Al prese una lamiera dal terreno e la condizionò con il potere della mano nera.

“Cosa vuoi fare vecchio? Tirarmela addosso?”

“No, non addosso a te.”

Gorgon capì.

“No…no”

“Addosso alla tua nave.”

In mano ad Al, la lamiera sembrava leggerissima e quando il bidello si girò, la scaglio a una velocità talmente elevata da rompere il muro del suono.

La lamiera nera foro l’aereo nave e la fece esplodere.

Gorgon rimase a bocca aperta.

“Allora, che te ne pare, giovane?”

Anche se Al faceva lo spaccone, in realtà era esausto, aveva usato tutto il potere della mano nera per distruggere l’aeronave.

“Questo tipo…è un umano?” pensò Gorgon.

Gorgon riprese coscienza di se e cominciò a sghignazzare.

“Cosa c’è da ridere?”

Gorgon mostrò un comunicatore.

“Ho invitato altri luogotenenti a portare qui i loro uomini.”

“Sarete anche forti, ma non potete combattere contro gli eserciti di tutto il mondo!”

“Questo è da vedere.”

“Davvero? Guarda un po’ in alto.”

Al si girò e vide che erano comparse altre cinque aeronavi.

Con lo sguardo serio e fisso sul cielo, disse la prima cosa che gli venne in mente.

“…”

“Mi prendi per il culo?”

Abbassando lo sguardo, vide davanti a se US.

“US.”

“Al, prendi Xavin e ripartite sullo Star Rig.”

Il camionista consegno un dispositivo di localizzazione al bidello e si incamminò verso Gorgon

“Cosa?!”

“Ma US, che cosa stai…”

“Al…questo è un ordine!”

Al rimase sconvolto, fu costretto ad accettare.

“D’accordo signore.”

Al si avviò verso Xavin, ma venne fermato temporaneamente dalle parole di US.

“Al…grazie per tutto ciò che hai fatto, sei stato una delle cose migliori che potessero capitarmi…grazie per avermi assistito fino alla fine, amico mio.”

Al rimase immobile e sorrise, anche se con malinconia.

“Grazie…amico mio.”

Il bidello corse verso Xavin e la portò via.

“Che scenetta commovente, ciò non toglie che sei destinato a morire.”

“E tu verrai con me.”

“Scherzi? Guardati, a malapena riesci a reggerti in piedi, quelli innesti sono solo prototipi, non puoi vincere e non puoi rimanere in vita a lungo.”

US si piegò, mise la mano sulla manica della Route 1 e si mise in posizione.

“Vuoi concluderla così?” chiese Gorgon.

US rimase immobile e non rispose.

“Allora muori!”

Gorgon corse più veloce che poteva verso US e poco prima che potesse sferrargli un pugno, US fece scattare per l’ultima volta lo US Ace.

La Route 1 partì in un lampo e tagliò la testa di Gorgon.

“Così te ne rimani un po’ zitto.” Disse US.

Intanto Al era riuscito a richiamare Taryn.

“Dove è US?!”

“Parti Taryn!”

“Ti ho chiesto dove è US!”

“E io ti ho detto di partire!”

Taryn si sganciò la cintura e tentò di uscire dallo Star Rig, ma venne fermata dà Al che l’addormentò con un colpo al collo, dopodiché prese i comandi e portò le due ragazze lontane da Las Vegas.

Xavin si riprese dalla scossa.

“Ma cosa…US!”

“Al, torna indietro!”

“Non posso Xavin.”

“Sei una macchina di morte e ti spaventa un esercito?!”

“Non è per quello.”

“Hai abbandonato US.”

“Mi ha ordinato lui di andarcene.”

“Al!”

Il bidello si girò verso di lei e la prese per le spalle.

“Xavin…sono quello che sono, ma non sono instancabile…non sarei mai riuscito a distruggere altre cinque di quelle cose, né tanto meno ad affrontare interi eserciti da solo.”

“Non poteva combattere Gorgon, difendere me e combattere l’HYDRA nelle condizioni in cui si trovava.”

“US lo sapeva bene…non sarebbe cambiato nulla neanche con il tuo aiuto.”

“Per questo ti ha colpita.”

Xavin scoppiò a piangere e andò verso il finestrino.

“US!”

Il suo gridò fu così forte che lo stesso US, rimasto a terra, riuscì a sentirlo.

“Taryn, Xavin, Al…Perdonatemi.”

Un intero esercito HYDRA arrivò infine a Las Vegas, armato e pronto a far fuori la minaccia di US.

Il camionista li vide arrivare, lasciò andare lo US Ace a terra e strinse tra le sue mani la Route 1.

“Alla fine…è così che me ne andrò.”

“Forse potevo gestire meglio le cose, a Las Vegas e nella mia vita.”

“Ho perso tutta la mia famiglia, ho tradito i miei amici, ho lasciato Taryn…e ora non potrò nemmeno essere un buon padre.”

“Non ho mai creduto in Dio, ma di una cosa sono sicuro.”

“Forse morirò appena apriranno il fuoco o forse per le ferite che si sono riaperte, ma non vedo alcuna ragione per cui non dovrei portare alcuni di questi figli di puttana con me.”

 

Da quel evento passarono un paio di giorni.

E alla fine, il Secret Empire dell’HYDRA supremo, Steve Rogers, fu fermato dagli eroi e Captain America, il vero Steve Rogers.

Appena ne ebbe la possibilità, Xavin tornò a Las Vegas per trovare US.

Tornò nel esatto punto dove lo aveva visto l’ultima volta e lo ritrovò lì, in cima a una pila di cadaveri ammassati.

Xavin lo riconobbe e gli andò incontro.

“Cazzo…gli hai cotti a puntino.”

US non rispose.

“Immagino che tu sia molto stanco, infondo e da una settimana che non ci vediamo e te sei rimasto qua a combattere da solo…sei un presuntuoso, un presuntuoso e un idiota.”

US rimase immobile e con lo sguardo fisso su di lei.

“Che c’è?”

“Ti hanno sparato alla lingua?”

“Perché non rispondi US?”

Xavin si avvicinò e lo punzecchiò.

“Ehi US, ma ci sei?”

“US…US!”

Ma per quanto cercasse di negarlo, Xavin non poteva ignorare la realtà.

“US…”

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