Cento foto e mezzo

di alexx1907
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'album ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***



Capitolo 1
*** L'album ***


Il fruscio della seta che scorreva fra le sue dita. Un sospiro, un rintocco, il battito del cuore. Qualsiasi rumore era una distrazione dalla scatola che teneva in mano da più di mezz’ora. Riprese da terra la lettera di poche righe che aveva trovato allegata e la lesse ancora, sebbene l’avesse già imparata a memoria.
 
Cara Evelyn,
Perdonami se non ho mai trovato il coraggio di dartelo. Anzi, perdonami tutto e basta.
Ho distrutto ogni cosa che avevamo creato, ma questo è rimasto intatto.
Per favore, abbine cura.
Caleb
 
Il pacco proveniva dall’Inghilterra, non poteva che essere lui. Frustrazione, nostalgia, tristezza, ma soprattutto rabbia, stavano combattendo dentro di lei. Ma non ci sarebbe stato nessun vincitore e questo lo sapeva bene, perché per lungo tempo aveva vissuto queste battaglie dalle quali non era uscita ancora completamente indenne.
Puoi farcela, pensò. Sfilò il nastro di seta che lo avvolgeva. Era un album al cui interno erano custodite cento foto scattate da Caleb durante il suo primo anno di collage in Inghilterra.
 

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Capitolo 2
*** 1 ***


La prima foto dell’album ritraeva Evelyn in una giornata di fine Agosto nell’attimo prima di attraversare la strada. Era appena arrivata dall’America per iniziare il suo primo anno di college in Inghilterra dopo aver vinto una borsa di studio. Aveva lasciato le valigie nel dormitorio e stava passeggiando nei dintorni. Notò un bar dall’altra parte della strada e, senza riflettere troppo, l’attraversò. Poi sentì solo il rumore di un clacson e il braccio di qualcuno che la tirò indietro. Quando si voltò si trovò davanti un ragazzo con in mano una macchina fotografica.
 
Le sorrise: «Non sei di qua, o sbaglio?»
 
«Come…»
 
«Dovresti guardare prima a destra.»
 
A questo punto Evelyn capì e sorrise anche lei. «Penso di doverti ringraziare» fu tutto quello che riuscì a dire.
 
«Tutto qua?»
 
«Cos’altro dovrei dirti?»
 
«Un bellissimo ragazzo ti ha appena salvato la vita, potresti essere più riconoscente.»
 
«Non ti darò nessun bacio, se è per questo» continuò lei inclinando il capo e guardandolo sorridendo.
 
«Non è questo che voglio,» abbassò lo sguardo sulla macchina fotografica e subito dopo lo fissò negli occhi di Evelyn, «vorrei farti una foto.»
 
Lo guardò perplessa. Stava parlando sul serio?
 
Le lesse come nel pensiero: «Non sto scherzando.»
 
Nessun ragazzo l’aveva mai presa tanto alla sprovvista come questo sconosciuto.
 
«Non so nemmeno chi sei» obiettò Evelyn, «potresti essere un maniaco.»
 
Il ragazzo scoppiò a ridere: «Solo una mentre attraversi la strada.»
 
Sbuffò e mimando il numero uno, ripeté le parole dello sconosciuto: «Solo una!»
 
«Hai la mia parola» si mise una mano sul cuore in modo teatrale.
 
Evelyn stava per attraversare di nuovo la strada, ma si voltò di nuovo verso di lui, che esclamò: «Cosa c’è adesso?»
 
«A patto che me la fai vedere» cantilenò lei.
 
«A patto che ti siedi con me in quel bar» proseguì malizioso.
 
«A patto che mi offri una cioccolata.»
 
«Ci sto.»
 
Questa volta Evelyn si girò verso la strada, controllò a destra e poi a sinistra. Camminò con disinvoltura fino al bar. Entrò e si sedette in un tavolino di fianco alla vetrina, ma quando cercò con lo sguardo dall’altra parte era troppo tardi. Il ragazzo se n’era andato.

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Capitolo 3
*** 2 ***


La seconda foto: un semplice ritratto di due amiche che furono.
 
Quando Evelyn entrò nella sua camera non vi trovò nessuno. Era l’occasione perfetta per smettere di pensare a quello sconosciuto e dedicarsi alle sue valigie. Non passò però più di mezz’ora che sentì delle risate fuori dalla porta. Incuriosita, la aprì.
 
Ed eccolo lì, in piedi davanti a lei stava il ragazzo con la macchina fotografica, insieme ad una bionda. Evelyn lo trafisse con la forza dello sguardo, ma lui la colse di nuovo alla sprovvista. Non perse tempo ad immortalare i volti delle due ragazze, che non potevano avere un’espressione più simile, sebbene l’una per motivi diversi dall’altra.
 
Non appena si riprese si avvicinò a lui: «La smetti?»
 
«Di fare cosa?» chiese di rimando senza nemmeno degnarla del suo sguardo: stava analizzando la foto che aveva appena scattato.
 
«Di farmi foto» rispose secca.
 
Il ragazzo sorrise e alzò gli occhi al cielo. Non fece caso alle sue parole, ma le ignorò di nuovo.
 
Si accostò all’altra ragazza per sussurrarle qualcosa che non giunse alle orecchie di Evelyn. La bionda rise coprendosi la bocca con una mano e annuì alla richiesta. Evelyn era curiosa, ma immaginava che qualsiasi cosa le stesse dicendo riguardasse lei. Si salutarono con un semplice bacio sulla guancia e poi lui se ne andò, senza voltarsi. Che fosse il suo ragazzo?
 
Restarono in due. Evelyn era contrariata, mentre l’altra non poteva essere più serena. E fu proprio l’espressione pacifica che dipingeva il volto di quella ragazza ad aumentare la stizza in Evelyn. Entrò nella sua camera perché non avrebbe resistito in quel silenzio tanto a lungo. La bionda, però, la seguì, portando con sé delle valigie che Evelyn non aveva notato.
 
«Non dirmi che…»
 
«Vivremo insieme. Piacere, Sandra» sorrise e tese la mano.
 
«Evelyn» disse senza convenevoli.
 
«Ascoltami, Evelyn» parola su cui Sandra si soffermò molto «mi dispiace per quello che è appena successo, Caleb a volte è un po’ strano. Non si capisce mai quali siano le sue intenzioni.» Tese di nuovo la mano: «Tra noi tutto risolto?»
 
Evelyn dovette stringerle la mano: non poteva odiare questa ragazza solo per essere amica del fotografo, Caleb.
 
«Quindi lui studia qui?»
 
«Si, è al secondo anno, però non abita nei dormitori, ha un appartamento suo.»
 
Si tratta bene, pensò spontaneamente.
 
«So che non sei di qua» proseguì Sandra, che si guadagnò una seconda occhiata.
 
«Infatti. Vengo dal Maine.»
 
«Nient’altro?»
 
Perché qua nessuno si accontenta delle mie risposte? Si domandò.
«Non c’è molto da sapere su di me. Ho vinto una borsa di studio e ho deciso di non sprecare questa occasione.»
 
«Quindi nessun dramma familiare? Nessun precedente?» Il suo tono era incalzante. «Una storia d’amore finita male?» Sandra era molto interessata all’argomento. Evelyn scoprì solo dopo la sua ossessione per i drammi che colpivano le vite delle persone intorno a lei. Sandra era una scrittrice e si nutriva del passato di tutti. Le confessò di essere alla ricerca di una persona con un passato difficile per poterne stendere una biografia. C’era una sola spiegazione: Sandra doveva essere così annoiata della sua vita da preferire quella egli altri. Aveva però trovato la ragazza sbagliata, o almeno era quello che Evelyn aveva intenzione di farle credere. Non era ancora pronta per condividere una parte della sua vita con il resto del mondo, quella parte che lei per prima non era ancora riuscita ad accettare e dalla quale, in verità, stava proprio scappando.

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