A chance for us

di GabrielQuietMihawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti al bar J ***
Capitolo 2: *** Peter Hale in scena ***
Capitolo 3: *** Sorrisi e tensioni ***
Capitolo 4: *** Un invito inaspettato ***
Capitolo 5: *** Il mio passato Parte 1 ***
Capitolo 6: *** Il mio passato Parte 2 ***
Capitolo 7: *** Una serata movimentata ***
Capitolo 8: *** Contatto ***



Capitolo 1
*** Benvenuti al bar J ***


A CHANCE FOR US
 
Benvenuti al Bar J


Il sole si stava alzando sulla cittadina di Beacon Hills dando il buongiorno a tutti i suoi cittadini, che ben presto avrebbero iniziato la loro giornata: chi andando a lavoro, chi prestando attenzione alle lezioni a scuola o a chi avrebbe speso la mattinata in completo relax o a far semplicemente nulla per la troppa pigrizzia. Ma non sempre per tutti è una buona giornata, iniziando dal doversi svegliare presto e abbandonare l'amatissimo letto.

Qualla mattina Daryl non era infatti in vena di uscire di casa per via della stanchezza della giornata prima, ma se voleva tenersi il suo lavoro, per quanto non fosse il massimo gli permetteva di dargli lo stretto indispensabile per sopravvivere, si è trovato costretto a doversi alzare alle 7:20 del mattino per prepararsi alla fatidica giornata.
 
Dirigendosi in bagno per sciacquarsi il viso non potè che notare allo specchio del bagno il suo aspetto post sveglia mattutina. I suoi riccioli castani che gli coprivano un po la fronte erano più incasinati del solito, e sotto i suoi occhi celesti si formarono delle occhiaie date dalla stanchezza delle serate precendenti.

Notando il suo aspetto non potè che sfuggirgli dalle labbra "Non guardarmi così..." e subito dopo "... ci aspetta un'altra giornata del cavolo...". Detto questo iniziò a lavarsi i denti per poi farsi una doccia veloce e indossare dei vestiti puliti per dirigersi fuori dal suo appartemento, diretto per andare a lavoro.

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Camminando per le vie già piene di persone, Daryl molte volte soffermava il suo sgrado su tutti coloro che incontrava per la sua strada, su coloro che erano al volante delle loro auto, o sui ragazzi che correvano per raggiungere il più veloce possibile il pulmino della scuola alla fermata, o anche chi passeggiava il proprio cane per fargli fare loro i propri bisogni mattutini. Così immaginava come potesse essere la loro di vita, piena di impegni importanti, amici che si sarebbero incontrati il pomeriggio per uscire insieme oppure famiglie felici che non vedevano l'ora del ritorno a casa dei propri familiari e poter cenare tutti insieme...
 
'Chissà cosa si prova...' pensò, con uno sguardo quasi malinconico nascondendo anche una piccolissima dose di invidia.

E poi spesso pensava alla sua di vita. Aveva 24 anni e lavorava come cameriere in un locale squallido, viveva in un appartamento piccolo non tanto bello in una zona non tanto "tranquilla", non andava al college ed era già tanto che si era diplomato, non aveva tanti amici bensì solo persone che potevano coprirlo se ritardava di qualche minuto senza doversi sorbire una ramanzina dal proprietario o alcuni clienti abituali che gli davano qualche mancia in più, e non aveva una famiglia da cui tornare.

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Camminando per qualche decina di minuti, arrivò finalmente al locale nel quale avrebbe lavorato fino alla tarda sera, il bar J. Era uno di quei bar tradizionali dove la gente spesso si ubriacava o giocava al tavolo del biliardo, con in sotto fondo una musichetta dal vecchio jukebox che ancora qualcuno ostinava a riempire di monete, con i tipici tavoloni al muro che potevano contenere più o meno anche sei persone a sedere. Non aveva l'aria condizionata ma bensì i soliti ventilatori da soffitto stile anni '90. Le uniche note positive è che almeno potevano permettersi il wi-fi e un televisore decente appeso alla parete.
 
"Daryl sei in ritardo." disse una voce da dietro il bancone non appena il ragazzo varcò la porta.

"Di soli due minuti questa volta, Jason." disse Daryl di rimando al proprietario che lo guardava con uno sguardo seccato.

"Non importa, lo sai che ho bisogno che vi presentiate almeno un'ora prima per sistemare tutto prima che arrivi la clientela, finisce sempre che devo fare tutto io e servire pure i clienti." disse l'uomo con uno sguardo di uno che non ammetteva repliche.
 
Daryl ridacchiò nel sentire sempre la solita storia che ormai da mesi usciva dalla bocca di quell'uomo che lo ha preso in simpatia. Si guardò intorno e con fare teatrale disse "Rilassati Jason, non c'è ancora nessuno qui, e poi la gente non morirebbe di fame se qualcuno non gli porta subito da mangiare o da bere, anzi è più probabile che la gente possa morire strozzata dal tuo caffè."

L'uomo rise per la solita battuta tagliente che il ragazzo gli riservava ogni volta che gli riproponeva la solita frase sulla sua zero-discrezione sul non ritardare a lavoro. "Ah ah, divertente ragazzino, adesso fila dentro e indossa il completo, veloce sta volta." dandogli una pacca leggera sulla schiena non appena Daryl gli passò accanto.

Una volta entrato dentro la zona personale pronto a cambiarsi, una voce femminile gli arrivò alle spalle.

"Buongiorno ricciolino, dormito bene questa notte?" disse la ragazza che lo prese in giro con un grosso sorriso sapendo che il ragazzo l'avrebbe mandata al diavolo, nessuno poteva essere così felice e sereno di prima mattina.

"Ciao Annie. No, non ho dormito tanto bene questa notte e sai il perché? Perché ho dovuto fare anche il tuo lavoro mentre tu te ne sei uscita dal retro del locale per limonare col tuo ragazzo, mentre io mi spaccavo la schiena, perciò vai al diavolo." disse lui con tono sarcastico facendo un sorrisino tirato per dimostrarle quanto era stressato.

"Oh eddai, sono stata via solo per alcuni minuti, e poi ho dovuto salutare Matt perche partiva con i suoi amici per un addio al celibato, lo rivedrò domani mattina." disse con tono innocente.

Daryl fece una smorfia disgustata per poi dirle "Eww il vostro rapporto da piccioncini è disgustoso".

Annie lo guardò con il suo solito sorriso di chi la sa lunga "Dici così solo perchè non hai una persona speciale nella tua vita, ricciolino." Ma non appena disse ciò, vide Daryl incupirsi, il che si diede della stupida  sapendo quanto questo argomento era un punto dolente per il ragazzo. 

"Daryl, scusami non intendevo... ho esagerato." cercò di scusarsi la ragazza, ma la voce burbera di Jason attirò i due.

"Ehi voi due, vi muovete o no? Sono entrati dei clienti, andate a prendere le ordinazioni invece di fare i buoni a nulla."

Daryl si velocizzò nel cambiarsi e le disse con tono calmo ma dandole le spalle "Tranquilla Annie, hai soltanto detto il vero, non c'è nessuno di speciale nella mia vita, e chissà se mai ci sarà..." , la ragazza stava per dirgli qualcosa per rimediare a ciò che aveva detto poco fa, ma venne interrotta sul nascere ancora dal ragazzo.

 "Andiamo, prima che Mr Krab ci licenzi entrambi." disse Daryl allacciandosi meglio il grembiule per poi voltarsi verso Annie sorridendole.

"D'accordo Squiddy..." disse la ragazza sottovoce, sollevata dal fatto che il ragazzo non era poi così arrabbiato per la sua battuta.

Così incominciò la giornata di Daryl, tra ordini da prendere e roba da portare ai clienti, sempre in movimento con pochissimi momenti di pausa quando all'interno del locale non c'era gente.

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Quando pensava di potersi godere almeno cinque minuti di pausa, sentì la porta d'ingresso aprirsi. Maledicendo mentalmente il fatto non poteva avere un momento di pace si voltò verso la persona che era appena entrata. Rimase un po interdetto nel vedere un uomo con indosso una giacca sportiva e con abiti che ad occhio sembravano firmati, e quindi di conseguenza costosi. Insomma non si vedevano spesso persone di certo calibro entrare in un locale come quello, ma chi era lui per giudicare?

Alla fine si avvicinò all'uomo che andò a sedersi ad un tavolino singolo in un angolo "Benvenuto al Bar J, signore, cosa posso portarle?" chiese gentilmente prendendo penna e il piccolo blocco per le ordinazioni, senza degnare di uno sguardo all'uomo di fronte a lui. 

"Oh, buongiorno a te mio caro, ero entrato pensando di trovare del personale pessimo a servire i tavoli, ma non mi aspettavo di certo una bellezza come te con indosso un grembiule del genere." disse l'uomo con un sorriso malizioso, il che fece arrossire Daryl all'istante in modo imbarazzante.

Preso alla sprovvista, il ragazzo non potè che chiedere " C-come sc-scusi?"  disse balbettando, notando subito dopo quanto quell'uomo fosse affascinante. Aveva gli occhi chiari, celesti proprio come i suoi, e aveva dei baffetti e una barbetta molto curata, praticamente un uomo bellissimo.

"Non... non credo di avere capito bene signor..." disse imbarazzato, mentre veniva interrotto subito dopo.

"Hale. Peter Hale." disse l'uomo rivolgendogli un sorriso ammaliante, che fece diventare Daryl più rosso di prima.




Ecco a voi la mia prima FanFiction!!! 
Ho sempre pensato di scrivere qualcosa dato che ho letto moltissime fanfiction stupende sul fandom di Teen Wolf, e mi sono chiesto "Perchè no?"
Come vedete la storia  parla di questo personaggio Daryl e del nostro carissimo, e ovviamente amatissimo, Peter Hale. Ho sempre sperato che nello show Peter si sarebbe messo con qualcuno per intraprendere una nova storia amorosa, ma che ci possiamo fare? Ormai è andata così. 
Comunque non so se sarà questa storia una Long e non so neanche ogni quanto potrò aggiornare, ma comunque spero che possa piacervi e mi sappiate dire cosa ne pensate per ora. Quindi... alla prossima!!!

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Capitolo 2
*** Peter Hale in scena ***


PETER HALE IN SCENA

 

Quella stessa mattina, Peter Hale uscì dal suo appartamento in centro per andare a fare la sua solita colazione in un qualche bar che poteva ritenere di suo gusto. Aveva varie scelte tra cui scegliere, poteva andare a prendersi un semplicissimo caffè in uno Starbucks come faceva di solito, oppure in uno sciccoso bar e comprarsi anche una piccola squisitezza per mettere qualcosa sotto ai denti e riempire per un po lo stomaco. Era indeciso, dato che si era vestito con un certo stile molto elegante, con giacca sportiva, occhiali da sole, pantaloni scuri attillati e mocassini di alto prezzo, forse era meglio destreggiare il suo miglior look nei migliori locali della città, in fondo era pur sempre un uomo di classe.


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Camminando per le vie dopo aver parcheggiato la sua costosissima auto e fatto invidia a moltissimi passanti che giravano da quelle parti, notò in fondo alla via un'insegna con su scritto "Bar J". Non essendoci mai stato venne attirato dallo stile esteriore dello stabile, ed entrando dentro osservò l'ambiente interno.

'Niente male questo posticino' si disse mentalmente. Si guardò ancora un po intorno per poi andandosi a sedere ad un tavolino in un angolo del locale, proprio di fronte ad una vestrata che dava sulla strada.

Notò comunque di essere il solo cliente all'interno del locale. Poco male non gli dispiaceva la calma e quindi il non sentire le chiacchiere altrui di prima mattina, o il suono delle tazzina e posate che venivano appoggiate in malo modo sul tavolo facendo un gran fracasso per i suoi sensi sviluppati mannari. Quindi poteva gustarsi una colazione in santa pace.

La voce che gli arrivò alle orecchie gli diede il benvenuto. Voltando lo sguardo verso il ragazzo di fronte a lui non potè che ripertersi 'Oh si, davvero niente male...'.

Davanti a lui c'era un ragazzo dai capelli ricci castani corti ai lati della testa, che venivano mossi dall' aria delle ventole sul soffitto, con ciuffi lunghi che gli corpivano un po la fronte per posarsi alla base superiore degli occhi. Quegli occhi... si piacevano moltissimo. Erano celesti proprio come i suoi, con dei tratti orientali ma sempre caucasici e un corto e curato pizzetto, che Peter trovò adorabile, gli stava bene.

Così non potè non sorridere ad un bel ragazzo come lui. L'unica nota stonata, era quell'orribile uniforme che indossava e che non gli donava affatto. 'Sicuramente nasconde sotto un corpo decisamente fantastico.' pensò il licantropo. 


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"Oh, buongiorno a te mio caro, ero entrato pensando di trovare del personale pessimo a servire i tavoli, ma non mi aspettavo di certo una bellezza come te con indosso un grembiule del genere." Disse al ragazzo che diventò subito rosso, prendendolo alla sprovvista.

" C-come sc-scusi?"  disse il ragazzo, e Peter non poteva che trovarlo carino in quel modo imbarazzato, forse non riceveva molti complimenti.

"Non... non credo di avere capito bene signor..." 

"Hale. Peter Hale." si presentò facendogli il suo miglior sorriso con quale riusciva sempre a rimorchiare tutti quelli che gli interessavano e con cui si sarebbe divertito. E dallo sguardo imbarazzato e arrossato del ragazzo a causa di quel complimento inaspettato, capì di aver fatto colpo.


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"D'accordo signor Hale... cosa le posso portare?" chiese il ragazzo riprendendo il controllo di se stesso pronto a ritornare al suo lavoro.

"Cosa mi puoi consigliare per cominciare la giornata? Quali sono le vostre specialità?" chiese Peter sempre con quel sorrisetto beffardo sulle labbra e con gli occhi sempre puntati in quelli del più giovane.

"Bhe, abbiamo dell'ottima cheesecake se le interessa." disse quindi il ragazzo cercando di eludere lo sguardo magnetico dell'uomo, gli dava delle strane sensazioni.

Peter, notando cosa cercava di fare il ragazzo, ridacchiò facendo ricadere lo sguardo del giovane di nuovo su di lui.

"Allora cheesecake sia, prendo anche un cappuccino, Daryl..." disse il suo nome con una voce roca.

Sentendo il suo nome con quel tono basso e caldo, Daryl iniziò ad avampare, per poi chiedersi come poteva l'uomo sapere il suo nome dato che non si erano mai visti prima d'ora.

Notando la confusione del ragazzo, Peter gli indicò la sua targhetta attaccata alla sua uniforme sempre con quel suo sorrisetto malizioso.

"Bellissimo nome, comunque. Ti si addice." 

"L-la-la ringrazio... io... vado a prendere il suo... ordine." Disse di nuovo colpito dall'imbarazzo che gli provocavano i complimenti dell'uomo.

"Senza alcuna fretta, fai con comodo ragazzo." disse guardandolo tornare verso il bancone, e abbassando lo sguardo non potè che notare quanto fosse messo bene il sedere di quel ragazzo. 'Bel panorama. Da mozzare il fiato' si ritrovò a pensare, senza mai togliere gli occhi da quel ragazzo che lo aveva involontariamente stregato.




Secondo capitolo.
Primo incontro tra i nostri due protagonisti, come al solito ho voluto rappresentare Peter come il solito sfacciato che flirta con la prima persona che trova "interessante", usando il suo solito fascino da gentiluomo che fa breccia nel cuore di uomini e donne.
Mi piace rappresentare Daryl un pò "sassy", diciamo un po tosto ma non del tipo che si da arie o altro, con il semplice difetto che quando qualcuno lo complimenta o fa delle lusinghe, diciamo che si scioglie xD ( Un po come tutte le persone che ricevono raramente complimenti e che quindi reagiscono automaticamente così, un esempio IO.
Detto questo spero che possiate darmi il vostro parere. Al prossimo capitolo.

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Capitolo 3
*** Sorrisi e tensioni ***


Sorrisi e tensioni 


Daryl si diresse lentamente verso il bancone del bar metabolizzando ancora su ciò che era appena accaduto.
Quell'uomo stava forse flirtando con lui? Insomma, nessuno ti fa dei complimenti sulla tua figura se non per provarci con te, giusto?

Arrivato alla sua postazione iniziò ad azionare la macchinetta per preparare il cappuccino ordinato dal signor Hale, e non appena lo posizionò sul apposito piattino, si diresse verso l'espositore dove tenevano al fresco le cheesecake.
Si ricordò al momento di non aver elencato all'uomo i vari gusti del dolce, poichè era stato distratto dalle sue avances poco discrete.

"Maledizione... mi sono dimenticato di chiedergli a che gusto la voleva. Cosa preferirà? Quella semplice al cioccolato, oppure con la fragola sopra o magari quella ai mirtilli? Sembrerò un idiota che non sa svolgere nanche il più semplice dei lavori..." sussurrò a se stesso, dandosi ancora dello stupido.

Non fece in tempo per girarsi e tornare dal suo cliente che, il signor Hale, era lì appoggiato al bancone che lo aspettava con quel suo solito sorriso accattivante.

"Una semplice coi mirtilli andrà più che bene" disse Peter, sorridendogli dolcemente, che poco prima lo senti farfugliare sul fatto di essersi dimenticato quale gusto preferisse.

Al quel sorriso, Daryl si sentì nuovamente strano... Perche quell'uomo gli faceva quell'effetto? Bhè forse il fatto che sia un uomo davvero affascinante e che quei sorrisi che gli riserba lo scaldano dentro? Forse. 

"Uh... si, mi scusi per non averglielo chiesto prima. Può anche accomodarsi al suo tavolo, le porto tutto io, non c'è bisogno che si disturbi." gli disse, riprendendo il controllo di se e sorridendogli a sua volta.

A quel sorriso, Peter sembrò incantarsi. Insomma quel ragazzo era davvero affascinante, ed aveva pure un bellissimo sorriso. Doveva essere sulle copertine di qualche rivista, non lì a ridursi a fare il semplice cameriere.

"D'accordo come vuoi tu, ti ringraziò." gli disse Peter, sorridendogli come al solito per poi tornare al proprio tavolo.

Di nuovo quel sorriso... Daryl sperava con tutto il cuore di non combinare un casino portando l'ordine al tavolo, tipo cadere miseramente al suolo con un cappuccino bollente in mano. Sarebbe stato davvero umiliante, e poi chi lo avrebbe sentito al proprietario. Perciò fece tutto in suo potere per poter essere in grado di portare il tutto sano e salvo al tavolo dell'uomo senza distrarsi. 

Una volta arrivato e poggiato delicatamente entrambi gli ordini potè finalmente guardare l'uomo in faccia e augurargli una buona colazione. Per poi sentirsi dire mentre si girava di nuovo verso al bancone, "Ti ringrazio, Daryl.". Il suo nome pronunciato da quell'uomo lo faceva sussultare... gli piaceva come usciva il suono del suo nome dalla bocca di quell'uomo.

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Una volta tornato al bancone vide la sua collega Annie che lo fissava con uno sguardo furbetto, e che gli stava facendo uno di quei sorrisi inquietanti che di solito gli riservava quando aveva qualcosa da dirgli.

"Cosa?" chiese quindi Daryl, dato che non sopportava le smorfie della sua 'quasi' amica.

"Ho visto tutto, sai?" disse la ragazza avvicinandosi. "Tu. Lui. Ti ringrazio Daryl" cercò di imitare la voce di Peter, per poi sghiniazzare in modo scomposto al suo collega.
Daryl, infastidito ancora di più da quelle sue smorfie, le diede dell'idiota per poi far ridere ancora di più la ragazza.

"Andiamo... si sente puzza di imminente sesso sicuramente da almeno tre isolati." lo canzonò Annie. "E' ovvio che è interessato a te, e se fossi in te gli ci salterei addosso, dopo tutto è sexy da paura e scommetto che ci sà anche fare a letto."

Daryl si strozzò con la sua stessa saliva all'affermazione della ragazza, il che sputò poco dopo con una vocina stridula ed uno sguardo incredulo "Ma che dici?!" per poi tapparsi la bocca per quanto imbarazzante la sua voce fosse diventata, sperando che Peter non lo abbia sentito. 

"Sei diventato tutto rosso!" gli rise in faccia Annie, capendo che al suo amico l'interesse verso l'uomo seduto al tavolo in fondo fosse reciproco.

"Annie, smettila! Chiaro? Lo sai che ti odio quando fai così... e poi non credo che stia cercando di rimorchiarmi, insomma... siamo persone completamente diverse, lui ha l'aspetto di un uomo d'affari mentre io sono un pezzente. Non credo che si potrebbe mai interessare ad uno come me. Forse è solo una persona molto educata che sorride spesso e fa sempre complimenti alla gente. Tutto quà." disse Daryl con un tono sempre più basso.

Annie lo squadrò un po. Sembra abbattuto da ciò che lui stesso aveva appena detto. Bhè si era appena detto a se stesso che non sarebbe mai stato abbastanza per un uomo di certo calibro. Ma cercando di smorzarre l'atmosfera cupa che si era creata, lei se nè uscì con uno sguardo serissimo, per poi guardarlo negli occhi e dirgli "Daryl..." facendo voltare il ragazzo verso di lei "devi trombartelo".

"Annie..." ringhiò Daryl all'amica.

"Giusto. Fatti trombare, almeno saresti di buon umore a lavoro, Squiddy." cercò di rimanere seria lei, con scarsi risultati iniziando a ridacchiare "Per me sarebbe davvero importante se tu ti facessi trombare da quell'uomo."

E Daryl di tutta risposta, le alzò il dito medio, per poi uscire dal bancone. Mentre la sua amica si stava accasciando dalle risate.

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Peter nel frattempo,  stava origliando il dialogo tra i due ragazzi dietro al bancone. Ridacchiando alla sfacciataggine della ragazza riguardo la tensione creata tra Daryl e lui. E mentre si gustava il suo dolce e il suo buonissimo cappuccino, non potè che pensare quanto gli piacerebbe avere quel ragazzo tutto per sè, per divertirsi con lui, e fargli provare, magari, l'esperienza sessuale più bella della sua vita.

A destarlo dai suoi pensieri sconci, fu un messaggio arrivato al suo cellulare da parte del suo caro nipotino che gli ordinava di farsi trovare nel suo loft entro quindici minuti per discutere di alcune cose importanti.

Quel messaggio lo fece sbuffare rumorosamente. Si stava rilssando godendosi una colazione fantastica, e presto doveva tornare a questioni che lo stressavano. 
Una volta finita il suo pasto, vide Daryl avvicinarsi a lui.

"Posso portarle qualcos'altro, signor Hale?" chiese il ragazzo una volta raccolto il piattino e la tazza vuota.

"Oh no, va benissimo così. Dovrei scappare, ho un impegno che mi aspetta, il conto prego."

"Daccordo, sono $3.90." 

"Ecco quà." passò i soldi "Ed ecco a te." gli sorrise allungandogli la mancia. 

Daryl guardò la banconota nelle mani e boccheggiò nel vedere che era una banconota da $50. Così richiamò Peter che stava per alzarsi dal tavolo e pronto ad andarsene. 

"Scusi, signor Hale, ma credo che abbia sbagliato, è troppo alta questa mancia." ridacchiò nervosamente. 

Peter si volta verso di lui sorridendogli sempre con quel dolce sorriso. "Io non vedo alcuno sbaglio. Mi sembra il prezzo giusto per un servizio impeccabile e soprattutto per un sorriso così bello." disse per dirigersi alla porta "Buona giornata Daryl. A domani." e così uscì dal locale con la promessa di rivederlo il giorno seguente.

Daryl rimase lì imbambolato. Lo aveva fatto di nuovo. Gli aveva detto che aveva un bel sorriso. E così arrossi.

Ma la voce di Annie lo risvegliò dal suo stato di imbarazzo. "EHI. QUELLA LA DIVIDIAMO!!!"





Terza parte.
Quindi, quindi, quindi... 
Qui succede qualcosa. C'è una sorta di attrazione reciproca tra i nostri due protagonisti. Ed Annie... bhè. Lo ha notato LOL. Mi piace che lei sia il personaggio che mette sempre lo zampino negli affari altri per scopi benevoli.
Ad ogni modo, ho cambiato il rating da giallo ad arancione, perchè in una futura parte ci saranno scene abbastanza sensibili.
Ad ogni modo, alla prossima parte. 

 


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Capitolo 4
*** Un invito inaspettato ***


UN INVITO INASPETTATO


Quella mattina era diversa. Non sapeva come spiegarselo, ma quella non era una mattina come tutte le altre. Quando si svegliò ripensò alla giornata precendente e alle parole di quel Peter Hale. 

Alzandosi dal letto si diresse in bagno come al solito, e fermandosi di fronte al lavandino guardò il suo riflesso nello specchio, e pensando ancora alle parole 'Bel sorriso', di punto e in biaco, sorrise al suo riflesso, cercando di capire cosa ci abbia trovato di sensazionale Peter. Era un sorriso normale, non era nè brutto nè tanto meno bellissimo. Aveva ancora tutti quanti i denti, li curava, ma niente di più.

Lasciando perdere il suo sorriso, si lavò al meglio con una doccia veloce, per poi dirigersi in camera e decidere cosi indossare per quella lunga giornata. 

Decise di indossare una T-Shirt bianca e un paio di jeans chiari.

Uscendo da casa si diresse a passo spedito verso l'ascensore, prima che qualcun'altro potesse prenotarlo per primo. Succedeva che molte volte quando era in ritardo, gli veniva soffiato via costringendolo a farsi di corsa le sei rampe di scale del suo condomino col rischio di rompersi qualche osso.

Una volta dentro, e premuto il tasto per il piano terra, non sapeva come ma si sentiva che quella giornata sarebbe stata diversa, e non monotona come sempre. Forse perché sapeva che quella mattina il signor Hale sarebbe tornato a fare colazione proprio lì, e l'idea forse lo elettrizzava, solo un pochino eh...

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Entrando dentro il locale, e salutato i vari colleghi, andò nello spogliatoio per indossare la sua tanto odiosa ma essenziale uniforme. Arrivati i primi clienti della mattina, si mise subito all'opera, prendendo ordini a destra e sinistra. Quella mattina il bar era abbastanza pieno, doveva ammetterlo, ma non era un problema per lui. Il vero problema arrivava sempre oltre le sette di sera quando si apriva il reparto alcolici e arrivavano lì dentro il peggio del peggio.

Ogni volta che sentiva la porta d'ingresso aprirsi avvertendo l'arrivo di un nuovo cliente, sperava sempre di vedere Peter entrare con uno di quei sorrisi seducenti, per poi rimanerne deluso quando in realtà era un'altra persona.

Quel giorno Annie non era di servizio, quindi si trovava a servire ai tavoli con altri suoi colleghi, almeno loro non rompevano le scatole come faceva lei, quindi poteva trarre un attimo di sollievo con l'assenza della ragazza più insopportabile del Bar J. 

Per fortuna quel giorno aveva solo mezza giornata da spendere là dentro per poi staccare all'una, potendo cosi rilassarsi e riposarsi per qualche ora per poi riattaccare a lavorare la sera stessa.

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Verso le undici meno venti, Peter finalmente arrivò, e notando con lo sguardo Daryl che era intento a servire un altro cliente, aspettò in piedi finchè il ragazzo non lo notasse per poi sfoderargli il suo classico sorriso con un lieve "Ciao." per poi andarsi a sedere in un tavolino singolo in disparte.

Vedendo l'uomo sedersi, Daryl cercò di sbrigarsi il prima possibile in modo che nessun'altro potesse andare ed occuparsi personalmente degli ordini del signor Hale.

Una volta finito con il cliente, si avvicinò a lui.

"Buon giorno signor Hale." lo salutò con un 'bel sorriso'.

"Buon giorno Daryl. Come stai? Ti trovo bene, bello e anche allegro oggi." gli disse l'uomo squadrandolo sempre col sorriso dipinto in faccia, sapendo quanto i complimenti piacevano al ragazzo più giovane.

"E sei anche in ottima forma, ma non c'è bisogno che te lo dica, giusto?" continuò mentre uscivo dalle sue labbra una risatina allegra.

"Si, sto bene, la ringrazio..." si trovò a dire l'imbarazzatissimo Daryl, che non aveva smesso di guardare i suoi occhi e le sue labbra. 

"Cosa le posso portare oggi?"

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"E' tutto squisito, Daryl. Ti ringrazio." disse non appena si pulì per bene le labbra dopo aver finito la sua colazione. 

Erano più o meno le undici e dieci, e Daryl temeva che presto quell'uomo se nè sarebbe andato una volta finito. E senza aspettarselo, una domanda inaspettata dall'uomo lo lasciò senza parole. 

"Allora... a che ora stacchi da lavoro?" chiese Peter.

Daryl si ritrovò a boccheggiare. "Bhè... di solito, resto qui tutta la giornata, mentre oggi stacco all'una, per poi ritornare qui questa sera..."

Peter lo ascoltò. "Oh, bene. Io non nulla da fare per quell'ora. Che ne dici se ce nè andiamo a mangiare qualcosa per pranzo? A meno che tu non abbia già degli impegni." gli propose senza giri di parole.

Lo stava d'avvero invitanto a pranzare fuori? Solo loro due? Cavolo, se ci stava provando. 

Allora Daryl, preso alla sprovvista "B-bhè, no... voglio dire, non ho nessun impegno, pensavo di tornare a casa, di cucinarmi qualcosa per pranzo e poi riposarmi per qualche ora." Fece una pausa, per guardare lo sguardo dell'uomo con che aveva incurvato le sopracciglia verso l'alto. "Sà, la sera qui è sempre un casino, e sempre piena di clienti e quindi avrei bisogno di ricaricare le energie." gli spiegò.

"Quindi... è un no?" chiese Peter, sorridendogli debolmente. Era una tattica infallibile, avrebbe sicuramente ceduto al suo sguardo da finto deluso.

Daryl era combattuto, insomma conosceva quell'uomo da appena due giorni,e ricevere un invito a pranzo forse era una cosa troppo veloce, però infondo gli piaceva la compagnia dell'uomo.

"Ma si dai. Preferisco mangiare qualcosa di buono piuttosto di una qualsiasi cosa surgelata." ridacchiò, e vedere il sorriso da vincete sul volto di Peter lo riscaldò dentro.

"D'accordo allora. Ti passo a prendere all'una." gli fece l'occhiolino per poi pagare il conto e lasciare lì un Daryl in fibrillazione.

"Uuuuh, Daryl ha una cottaaa." gli cantilenarono i suoi due colleghi.

Daryl, con un cipiglio che si poteva notare anche dallo spazio, gli rispose "Idioti."

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Una volta che l'orario di lavoro era finito, Daryl andò a cambiarsi, quando all'improvviso il suo cellulare iniziò a vibrare per l'arrivo di un messaggio. Guardando lo schermo dell'apparecchio, notò un nome, un nome che alla sola vista fece salire la rabbia addosso a Daryl come poche volte. Decidendo di mandare al diavolo il messaggio di quel contatto, si vestì il più veloce possibile per poter uscire di là e godersi la giornata di pausa che si era meritato.

Non appena aveva varcato l'uscita, rimase lì nell'attesa di trovare Peter ad attenderlo, ma ciò che vide gli fece quasi cadere la mascella.

"Sei rimasto a bocca aperta." ridacchiò Peter. "Ti piace? E' una Shelby 1000 Cobra."

Daryl continuò a boccheggiare. Non aveva parole, quella era un auto di super lusso. Quanto diavolo era ricco Peter Hale?

La risata di Peter lo destò dai suoi pensieri. "Coraggio entra." si avvicinò ed apri la portiera del passeggero per far salire dentro Daryl che arrossì a tale gesto. Nessuno lo aveva mai fatto con lui.

"Grazie." si trovò a dire all'uomo che gli sorrideva ancora.

Eh si. Si comportava da vero gentiluomo.

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Si trovò un po nervoso e impacciato all'interno dell'abitacolo. Lui non era persona che entrava spesso in auto del genere, a dire la verità non ci era mai entrato, al massimo entrava in un qualche catorcio che aveva sicuramente visto tempi migliori, ma mai in un auto di lusso come quella. In più la presenza dell'uomo accanto a lui lo rendeva un pochino nervoso, ma in senso buono.

Mettendo in moto l'auto, Peter si volta verso lui guardandolo dritto negli occhi.

"Allora, hai qualche preferenza per andare a pranzare?" gli dovette chiedere, ma dallo sguardo smarrito del ragazzo capì che avrebbe dovuto scegliere lui stesso.

"Hai qualche preferenza? Che so, cucina Thai, Cinese, Messicano, Italiana, vegetariana?" propose quindi l'uomo.

Daryl si trovò un po in difficoltà, non aveva mai mangiato cibo che non fosse stato o qualcosa di precotto o da asporto da fast food. Ma non voleva farsi vedere all'uomo come uno che praticamente non aveva mai mangiato altro che cibo spazzatura. Perciò tentò con l'unica frase che poteva salvarlo dalla sua ignoranza in materia culinaria. 

"Mi va bene qualsiasi cosa, prego, scelga lei." e pregò ogni divinità al mondo che l'uomo non ribattesse con un 'Insisto, scegli tu'. 

D'altro canto Peter, udendo quelle parole uscire dalla sua bocca, sentì un lieve aumento dei battiti cardiaci provenienti proprio dal ragazzo accanto a lui, con un accenno anche di ansia nell'aria. Perciò, cercando di non farlo agitare più del previsto, gli propose un'altra alternativa.

"Mmmh... che ne dici allora di un Fast Food? Almeno non rischiamo di avere bruciore di stomaco, o indigestione." sentendo la nuova proposta, notò che il ragazzo si era nettamente calmato, il che tranquillizzò anche lui. 

'Oh grazie al cielo' per fortuna aveva funzionato.

"Certo, mi va bene." disse allacciandosi la cintura di sicurezza, seguito da Peter accanto a lui che gli sorrise dolcemente prima di partire per le vie di Beacon Hills.




Tadà!!! 
Ecco a voi  Peter Sugar Daddy !!!
So che il capitolo non è lunghissimo, ma lo avevo già preparato la settimana scorsa, Sorry.
I nostri protagonisti si avvicinano l'un l'altro ogni capitolo che passa, chissà come sarà questo loro primo appuntamento.
E soprattutto chi era il mittente di quel messaggio che ha fatto trapelare di rabbia Daryl?
Si scoprirà nella prossima parte.
Voglio ringraziare coloro che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate, e anche a chi la segue in silenzio.
Alla prossima! 

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Capitolo 5
*** Il mio passato Parte 1 ***


IL MIO PASSATO
Parte 1 


Erano forse da dieci minuti che erano partiti dal Bar J alla ricerca di un buon fast food. Per strada vedevano insegne di ogni tipo di locale, alcuni dei quali erano quelli che aprivano soltanto la sera, come i pub o le discoteche, mentre c'erano altri come i bar , le gelaterie che erano sempre aperti. 

Avevano intenzione di andare ad un Burger King, ma sfortunatamente era chiuso per ristrutturazione, ciò significava che la loro ricerca per un buon posto dove pranzare sarebbe continuata ancora. 

Peter, notando il silenzio di Daryl che era ancora un po imbarazzato di essere là dentro con lui, cercò in un qualche modo di far conversazione col ragazzo, perchè quel silenzio stava diventando troppo imbarazzante anche per lui.

"Dimmi Daryl, come ti trovi a lavoro?" gli chiese sperando che il ragazzo gli desse una risposta che non comprendeva solo un banale 'bene o male', perché questo avrebbe significato soltanto altro silenzio imbarazzante. 

"Bhè... direi che mi ci trovo... voglio dire, ci lavoro da più o meno otto mesi, e ogni giorno è esattamente come quello precedente: stancante e pallosso. Ma diciamo che ha anche i suoi pro e contro."

"Ah si? E quali sarebbero?" chiese Peter, davvero interessato. 

"Bhè, posso sgraffignare sempre qualcosa da bere e da mangiare, anche se trovo che il nostro caffè possa prima o poi ucciderci tutti quanti." rise alla sua stessa battuta. 

Anche Peter ridacchiò, scoprendo che gli piaceva il suono di quella risata. Era dolce, e spontanea. 

"E questi suppongo siano i pro. I contro invece?" gli chiese subito dopo. 

Daryl ci pensò su, odiava restare in quel posto quando arrivava la sera. 

"Sicuramente quando arriva la sera."

Peter era confuso "Che intendi dire?" 

"Diciamo soltanto che dopo le sette di sera quel posto diventa come un saloon di motociclisti arroganti." gli rispose senza aggiungere altro.

"Motociclisti arroganti?" 

"Iniziano ad arrivare stronzi di ogni genere. E' sempre un inferno. Certe volte arriva gente che si ubriaca e che inizia a scazzottarsi a vicenda, e noi dobbiamo cercare di impedire che si ammazzino a vicenda, anche se questo significa che anche noi dipendendi rischiamo di farci male e ad essere coinvolti. Molte volte la polizia ha dovuto fare il suo ingresso per fermare le risse." spiegò. 

Peter non sapendo di tale storie che succedevano in quel locale, gli uscì spontaneo chiedergli "Ti è mai successo qualcosa? Ti sei mai fatto male?"

"Oh no, non a me ma ad un mio collega si. Gli avevano spaccato una bottiglia di birra in testa e il poveretto è dovuto correre in ospedale. E' una fortuna che ci sia Jason, il mio capo, almeno lui riesce a bloccare l'avvenirsi di certe situazioni anche se non sempre." Ricordava ancora quella sera, nè era rimasto scioccato.

"E succede così ogni sera?" gli chiese un po curioso ma anche allarmato.

"Fortunatamente non sempre, spesso arrivano soltanto gruppi di ragazzi, anch'essi insopportabili, ma per lo meno non causano guai, anche se sono restìì a dare la mancia. Una volta un tizio mi aveva proposto di pagarmi in caramelle... Riesce a crederci ?!" gli disse con una smorfia sconcertata ripensandoci.

La risata di Peter a quell'aneddoto lo fece voltare verso la sua direzione. Non solo era affascinante, aveva bei occhi, bei capelli e un bel corpo , ma aveva anche una bellissima risata. Osservandolo meglio e di come sugli angoli degli occhi si formavano quelle piccole rughe, gli iniziò a battere il cuore. Si, Peter Hale era bellissimo anche quando rideva ad una stupida battuta.


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Guidarono l'auto in un parcheggio fuori da una tavola calda. Ad un tratto Peter notò nell'aria l'odore di ansia, e voltandosi verso Daryl dovette chiedergli se stesse bene.

"Ehi, tutto bene?" 

"Si... non è niente, ero solo sovrapensiero." gli rispose distogliendo lo sguardo dall'uomo. "Forza, entriamo."

Scese dall'auto e si incamminò verso l'entrata, aspettando davanti alla soglia in attesa che Peter lo affiancasse.

Una volta dentro, Peter cercò un tavolo libero dove potersi sedere, notandone uno poco lontano da loro. Mentre si avvicinavano al loro posto, notò che il ragazzo dietro di lui teneva il volto verso il basso, come se non volesse farsi vedere da qualcuno. Per il momento decise di ignorare questo suo atteggiamento e di comportarsi come il solito galant'uomo che era.

In attesa che la cameriera passassè a chiedere le loro ordinazioni, Peter decise di fare un po di conversazione col suo nuovo amichetto.

"Allora, Daryl, raccontami un po di te." gli chiese con un tono amichevole.

"Bhe, non c'è molto da dire su di me, niente d'interessante." gli disse timidamente. 

"Oh andiamo, sicuramente avrai qualcosa da raccontare. Non essere timido." gli sorrise come al solito come una sorta d'incoraggiamento, in modo che il ragazzo potesse aprirsi a lui e conoscersi meglio.

"Bhe, mi chiamo Daryl, e questo lo sai, ho 24 anni, faccio il cameriere e la mia vita è un casino." disse sarcasticamente, per nascondere quanto invece tutto quello che diceva fosse la pura verità.

"Perchè dici così? Che succede?" tentò a chiederlo con uno sguardo che poteva sembrare preoccupato sulla situazione del giovane di fronte a lui.

"Bhè... diciamo che la mia vita non è tutta rose e fiori. Non lo è mai stato in realtà. Vivevo con i miei genitori qui a Beacon Hills, sono nato e cresciuto qui. Mia madre faceva la cameriera in un diner, mentre mio padre faceva l'idraulico." comiciò a raccontare la sua storia, con Peter che lo ascoltava attentamente senza distogliere lo sguardo dal suo volto.

"Una sera quando mia madre era nel suo turno serale, mio padre disse che sarebbe uscito un attimo a comprare dei gratta e vinci, come faceva di solito, lasciandomi solo a casa dicendo che sarebbe ritornato presto e di non fare casini durante la sua assenza." Dovette fare una pausa, quel ricordo gli faceva ancora male. "Suppongo abbia vinto, dato che non lo vedo da diciannove anni." disse alla fine con una lieve risata malinconica.

Sentendo quelle parole, Peter sentì anche un forte odore di tristezza, non poteva immaginare che quel ragazzo avesse sofferto dell'abbandono del padre. Lui d'altro canto non ricordava neanche più suo padre o che tipo era, in fondo era passato così tanto tempo ed erano successe così tante cose orribili che la sua mente aveva rimosso alcuni ricordi come quello. 

"Alcune persone...non sono fatte per essere genitori. Mi dispiace, che tu ne abbia dovuto patire, Daryl." cercò di consolarlo anche se sinceramente neanche lui sapeva cosa stava facendo e se avrebbe fatto bene al ragazzo sentire quelle parole. 

"Hai ragione. Per un bel po di anni eravamo solo io e mia madre, cercavamo di andare avanti giorno per giorno, per cui ci trasferimmo in un piccolo appartamento di un condomino che potevamo permetterci, e quindi continuammo così per anni..."

Fece una breve pausa per poi continuare "Poi mia madre, quando avevo più o meno quindici anni, cominciò a vedersi con un tipo, non mi piaceva molto, era divorziato ed era anche un vero stronzo avvolte. Non gli piacevo un granchè, a chi piacciono gli adolescenti incavolati col mondo? E molto spesso, più di quanto si possa immaginare, mia madre non tornava a casa per stare sola con lui, lasciandomi sempre solo con i miei pensieri e i miei problemi da adolescente. Alla fine mi abbandonava a me stesso per stare con quell'uomo che non mi sopportava avermi in torno, e così continuò fino ai miei diciotto anni, mi diplomai e me ne andai di casa, anche se mia madre si era mostrata fortemente contraria su alcuni miei piani, facendo così qualsiasi tipo di lavoro potessi fare per poter vivere. E poi conobbi un ragazzo poco più grande di me e ... bhè non è importante. Che vadano tutti all'inferno." si sforzò di fare un sorriso finto anche se sapeva che l'uomo non avrebbe infierito oltre sulla sua storia. 

Peter, che per tutto il racconto si limitò ad ascoltare la sua storia, cercò di immaginare a quanta fatica avesse dovuto un ragazzo così giovane andare in contro. E così, si ritrovò a pensare ai suoi nipoti dopo l'incendio che aveva distrutto le loro vite, delle giovani vite che si sono dovuti fare strada in un mondo ostile con le proprio forze mentre lui, nonchè vittima della medesima tragedia, fosse obbligato ad essere rinchiuso fra quattro mura in coma mentre la follia lo assaliva giorno dopo giorno, portandolo ad essere  la persona che era oggi.

"Hai avuto una vita durissima. Nessuno merita un bel calcio in faccia dalla vita in questo modo. Mi dispiace tanto, Daryl." cercò di sorridergli mostrandogli solidarietà.

Sorriso che al ragazzo fece scaldare il cuore, facendolo sorridere di rimando all'uomo di fronte a lui. 

"Adesso tocca a lei signor Hale. Mi racconti qualcosa di lei." fece Daryl, che era davvero curioso di conoscere qualcosa della vita di quell'uomo.
Peter ci pensò su, non sapeva se era una buona idea parlare della sua vita, infondo non nè parlava mai con nessuno, tanto meno con qualcuno che aveva appena conosciuto con cui voleva divertirsi. Ma guardando negli occhi del ragazzo, ci lesse qualcosa come fiducia di poter parlare apertamente di lui, omettendo la parte del 'sono un lupo mannaro, una cacciatrice stronza ha ucciso la mia famiglia, mi ha fatto entrare in coma facendomi diventare pazzo, ho ucciso delle persone in passato tra cui anche mia nipote facendomi così detestare da mio nipote più giovane', e quindi optò per giocare un pò con lui.

"D'accordo, facciamo un gioco allora, tu dì delle cose che pensi di me, di quello che faccio nella vita o altro, ed io ti risponderò se fai centro oppure no. Ci stai?" chiese allora.

Daryl ci pensò su. Non pensava che dovesse andare a casaccio per scoprire qualcosa su di lui, ma decise di assecondarlo.

"Va bene, signor Hale. Vediamo..." iniziò a pensare a qualche affermazione dare. 

"Prima di tutto" lo fermò Peter "non chiamarmi più signor Hale, mi fa sentire vecchio, Peter va più che bene." gli ammiccò infine.

Daryl annuì in risposta.

"Allora, Peter, scommetto che... hai più di trentacinque anni..." il quale inarcò lievemente le sopracciglia verso l'alto con un piccolo sorriso " e che quindi sei più o meno vicino alla quarantina, ma li porti così bene che fai invidia a moltissimi uomini." 

Peter annuì per dargli ragione, a quanto pareva la sua età sconosciuta, non disturbava affatto il ragazzo davanti a lui.

"Scommetto che sei un uomo carismatico, e anche un pò misterioso, ma che sa comunque approcciarsi alla gente." Peter gli fece soltanto un sorriso più largo.
"Guardando la tua macchina e il modo in cui ti vesti, scommetto che sei anche pieno di soldi..." disse un pò in imbarazzo per parlare di certi argomenti. 

"Voglio dire, la prima volta che ti ho visto entrare al Bar J eri diverso da qualsiasi altro cliente che fosse mai entrato lì dentro, avresti attirato l'attenzione di chiunque..." disse timidamente.

A quella affermazione Peter si avvicinò di più a lui, lo fissò attentamente negli occhi per poi dirgli con tono basso e caldo e con un sorriso malizioso "Quindi ho attirato anche la tua di attenzione?"

Daryl si sentì arrossire a quella frase. "Come non farlo? Sei un uomo affascinante, chiunque volterebbe il suo sguardo per ammirarti." 

Si guardarono per qualche instante dritto negli occhi, l'azzuro sul celeste, fino a quando il cellulare del ragazzo non iniziò a squillare, distruggendo l'atmosfera che si era creata  in quel frangente di minuti.

Peter notò sullo schermo dell'apparecchio il nome Frank, e alzando lo sguardo vide anche l'espressione arrabbiata di Daryl che osservava quel nome, poco prima che presse sul tasto di rifiuta chiamata. 

"Scusa... di cosa stavamo parlando?" chiese. E prima che Peter potesse rispondere, il cellulare iniziò a squillare ancora una volta.

"Scusami... forse dovrei rispondere... arrivo subito." disse all'uomo che con un gesto della testa gli disse di poter tranquillamente andare a rispondere.

Peter, maledì quel aggeggio più di ogni cosa in quel momento. Si stava incantando in quegli occhi e non gli dispiaceva affatto, e lo stesso sembrava per il ragazzo.


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"Cosa diavolo vuoi? Ti avevo detto di non chiamarmi mai più." disse con tono serio, cercando di essere più deciso che mai.

"Perchè non rispondi ai messaggi?" rispose invece l'altro in risposta.

"Perchè non rispondo ai tuoi messaggi? Forse perché non voglio più avere niente a che fare con te, credo di essere stato abbastanza chiaro negli ultimi due mesi, Frank!" si trovò a sbraidare fuori dal fast food, dove alcune persone che passavano nei paraggi si voltavano verso di lui con uno sguardo confuso per tutto il tranbusto che riusciva a provocare quel ragazzo da solo.

"Mi manchi Daryl, per favore vediamoci adesso. Ho bisogno di vederti e parlarti di persona, per favore." quasi supplicò. 

"No. Vai al quel paese, non voglio più avere niente a che fare con te. Non credo a nessuna delle tue parole, perciò non richiamarmi mai più, è finita." disse sempre serio, ma abbassando il tono di voce. 

"Ti vedi con qualcuno non è così? Come si chiama? Rispondi, forza!" chiese Frank con un tono un pò minaccioso e possessivo.

"Con chi mi vedo io non sono cazzi tuoi, perciò vedi di non rompere le palle con queste stronzate e vai a divertirti col tuo amichetto con cui ti sei divertito quella sera! Addio!" e detto questo chiuse la chiamata, mandando al diavolo il suo ex, per dirigersi nuovamente all'interno e tornare da Peter.

Quest'ultimo, concentrandosi con l'uso del suo udito sviluppato, origliò la chiamata tra il ragazzo e quel presunto Frank. Sapeva che non era una cosa giusta da fare, quella di farsi gli affari degli altri, ma dall'odore che emanava Daryl, poco prima che uscisse per parlare al cellulare, sentì l'odore dell'ansia e della rabbia, e oserebbe dire anche tristezza... 

Ripensando alle parole del ragazzo dette un attimo fa, scoprì che questo Frank era un ex che aveva probabilmente tradito Daryl, ma soprattutto il tono che aveva usato per accusare Daryl, non gli era piaciuto affatto. Era il solito tono di un individuo che non prometteva niente di buono, per quanto disperato sembrasse nel poter vedere e parlare col ragazzo di persona.

Quando Daryl si sedette di nuovo al loro tavolo, venne spontaneo da Peter chiedergli se andasse tutto bene. "Va tutto bene Daryl?"

"Si non preoccuparti, non era nulla di grave." cercò di mentire nonostante non sapesse che Peter sentiva che stava dicendo una bugia.

Il lupo, percependo tutte le emozioni che il giovane stava emanando, fece in modo di eludere il discorso per non fargli pressione. Dopodichè una cameriera, notando i due, si avvicinò per chiedere loro le loro ordinazioni.

"Buongiorno, avete già in mente cosa ordinare?" chiese voltandosi verso Peter.

"Io prendo un menù con doppio cheese burger e una coca, tu Daryl cosa vuoi? chiese l'uomo voltandosi nuovamente verso il ragazzo.

La ragazza, voltandosi a sua volta verso il ragazzo più giovane gli chiese "Ehi, ma noi due ci conosciamo per caso?" 

Daryl sembrò andare nel panico. Sperava che nessuno lo riconoscesse in quel posto, ma la fortuna non era proprio dalla sua parte.

Peter sentendo il battito del cuore del giovane andare in escandescenza, si allarmò, andando subito a posare delicatamente una mano su quella di Daryl. Il quale, al contatto con l'uomo, si voltò verso di lui rosso d'imbarazzo mentre cercava di eludere ancora il contatto visivo con la ragazza lì di fronte a loro.

"No, forse mi hai scambiato per qualcun'altro... prendo lo stesso comunque, grazie." sperando che la ragazza potesse levarsi di mezzo il più presto possibile, e per sua fortuna quella, nonostante fosse un pò stranita dalla situazione, si diresse subito verso il bancone per posare l'ordine. 

Fu allora che Peter parlò con tono dolce senza togliere la mano dalla sua "Ehi... tutto bene Daryl? Che ti succede?" 

In quel momento Daryl non sapeva come uscirsene da quella situazione, si stava comportando in modo molto strano che anche un cieco lo avrebbe notato. Perciò, sbuffando, decise di giocare a carte scoperte e dire una volta per tutte perché si comportava in quel modo. 

"Io...non ti ho raccontato tutta la mia storia." cercò di prendere un grosso respiro, mentre Peter continua a guardarlo negli occhi e teneva al caldo la mano del giovane sotto la sua. Poi, sganciò la bomba.

"Io sono stato licenziato qui, perché ero un tossico dipendente." 






Quinta parte.
Questi due iniziano a conoscersi meglio, iniziando dal raccontare all'altro la propria vita. Sul tortuoso passato di Daryl ho voluto indugiare su alcuni aspetti, perché avrei voluto aggiungere altro, però ho deciso che volevo per un attimo accantonare il discorso sulla sua infanzia e adolescenza per riprenderla in un capitolo prossimo.
Qui ho voluto introdurre ( anche se tramite chiamata) Frank, che penso introdurrò in carne ed ossa ( sempre metaforicamente eh) nel prossimo capitolo. In più trattera anche il passato di droghe e alcool del nostro Daryl, e vi posso dire che ci sarà un pochino di Fluff tra lui e Peter, ma del vero e proprio Fluff !!! :)
Ringrazio coloro che hanno aggiunto la storia tra una delle sezioni preferite, seguite e ricordate, e anche a chi ha recensito e a chi legge e basta. 
Al prossimo capitolo :) 

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Capitolo 6
*** Il mio passato Parte 2 ***


IL MIO PASSATO
Parte 2


Tutto cominciò sei anni fa.
Aveva diciannove anni, e lavorava dentro la cucina come addetto alla friggitrice di quel piccolo locale. Era estenuante stare ore ed ore sotto il continuo calore dell'olio bollente, pelare patate, tagliarle, per poi gettarle in quel calderone nauseabondo.
Ancora... e ancora... e ancora...
Non era quello che pensava avrebbe fatto una volta andato via di casa, ma sempre meglio quello che niente.
Non aveva un mezzo di trasporto, doveva pagare l'affitto di quello squallido appartamento e non aveva molta esperienza in campo lavorativo che potesse migliorare la sua situazione.
Per lo meno, in quel posto, non era l'unico ragazzo che cercava di farsi strada nel mondo in modo autonomo, quei pochi dipendenti avevano da affrontare le sue stesse sfide giorno dopo giorno, il chè lo fece sentire meno solo ed ansioso.
Strinse amicizia con due ragazzi, due suoi colleghi, coi quali si divertiva passare le giornate in quel buco, e anche le serate film nell'appartamento di qualcuno di loro.
Avvolte andavano di sera in qualche locale per festeggiare il compleanno di qualcuno di loro o solo per divertirsi un pò, altre invece si spingevano poco fuori città dove venivano organizzate feste o concerti di qualche band amatoriale della zona.
Fu in un vecchio magazzino, fuori Beacon Hill in una zona isolata dove avrebbero suonato i Firewalk, dove conobbe lui.
Frank Riedell.
Un tipo alto, biondo, con una barba curata che gli copriva le guance, con qualche tatuaggio che si intravedeva oltre lo scollo della maglietta e sulle braccia. Un tipo qualcunque a prima impressione, come qualcuno che si divertiva a certe serate per divertirsti con gli amici e ascoltare musica per tutta la notte. 

Fu a causa di un innocuo incidente che si conobbero. Daryl, ballando a tempo di musica inciampò nei suoi stessi passi rovesciando la birra, che stava bevendo illegalmente dato che non aveva ancora l'età per bere liberamente, sulla maglia di quest'ultimo che, infastidito dell'accaduto, non se la prese così tanto una volta guardato Daryl di fronte a lui che era mortificato per l'incidente avvenuto.
Inutile dire che Frank la prese alla leggera, in fondo non era una cosa così grave, e si presentò al ragazzo che fece lo stesso, sentendosi ancora in colpa per l'accaduto.
Daryl lo trovava affascinante, sexy, fico. Forse anche a causa dell'alcool che aveva ingerito, ma aveva una gran voglia di baciare quelle labbra che gli stavano parlando e sorridendo mentre lui stava fantasticando su quel ragazzo. Non gli sarebbe dispiaciuto passare la notte con quel tipo.

Fu così che si lanciò sulle labbra del ragazzo più grande che, preso alla sprovvista da quella mossa tanto azzardata, ricambiò quel bacio famelico che si stavano scambiando, per poi appartarsi in un posto più isolato, lontano dalla gente per darci giù alla grande, riempiendo lo spazio di gemiti e urla di piacere.

Da quella sera cominciarono a sentirsi spesso tramite messaggi e chiamate, per poi incontrarsi, sia per stare un pò insieme o anche solo per qualche sveltina, ma stavano cominciando a frequentarsi ed a conoscersi sempre di più, ogni singola volta che passavano del tempo insieme, nel loro mondo.

Passò un anno da quando si conobbero e il loro rapporto era stabile, insomma, erano ormai una coppia si poteva dire. Quando Daryl finiva il turno a lavoro, Frank era sempre all'uscita che lo aspettava dentro al suo pick-up malandato. Non era il massimo è vero, ma a Daryl non importava affatto, gli piaceva Frank e la sua premura di attenderlo fuori per dargli un passaggio fino a sotto casa. Di come quando, in un giorno di pioggia, Daryl per strada si ritrovava zuppo fradicio, e Frank lo spogliava per poi aggrovigliargli addosso un mucchio di asciugamani caldi per riscaldarlo fra le sue braccia. O di come quando facevano l'amore e lui lo teneva stretto fra le sue braccia facendolo sentire protetto e al sicuro facendogli godere ogni singolo attimo della loro passione. Erano dei momenti perfetti, e lui si  innamorava sempre di più  di quel  ragazzo con il quale avrebbe voluto passare ogni singolo giorno della sua vita. 

Frank non aveva nascosto a Daryl del suo secondo impiego, quello di fare da spacciatore. Ovviamente la prima volta ne fu un po' scioccato nello scoprire come faceva a procurarsi soldi, per la maggior parte vendeva soltanto dell'erba a ragazzi del liceo che gliela richiedevano sempre durante eventi ecc. In fondo era soltanto erba, li rimbambiva soltanto, mica li uccideva. Così lasciò correre, ma non sapeva che da quel momento avrebbe fatto anche lui uso di certe sostanze, seguito da Frank che gli proponeva di sballarsi un po' insieme a lui, dato che l'erba era per lo più innocua e non correvano rischi di alcun genere.

Nel giorno del suo compleanno, gli fece un regalo inaspettato, un anello. Certo era uno di quelli comprati nelle bancarelle a pochi dollari, ma era comunque un dono bellissimo per Daryl. Insomma, gli aveva regalato un anello seguito da un "Ti amo Daryl, sei la persona più importante della mia. So di non essere la persona più ricca al mondo, ma voglio renderti il più felice che mai." era la cosa più romantica che aveva mai visto e la conferma fu il fatto che si commosse e le sue lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance per poi baciare l'uomo che gli aveva rapito il cuore, e ne era sempre più convinto, era innamorato perso di Frank Riedell.

L'uso di droghe da parte di Daryl però andò in contro a se stesso. Venne licenziato perché beccato sul posto mentre si fumava una canna, i colleghi che credeva essere i suoi amici non lo aiutarono nell'evitare il suo licenziamento, per poi voltargli le spalle. Così sì ritrovò senza lavoro e senza amici, ma poco importava, finché aveva Frank al suo fianco sarebbe andata sempre bene. 

Ma si sbagliava... non andava bene, per quanto ci provasse, le sue condizioni non lo aiutavano affatto. Non poteva lavorare se si sballava, e di conseguenza non poteva permettersi di mantenere un tetto sulle loro teste, anche se Frank contribbuiva alle spese. Aveva bisogno di una pausa delle droghe ma era difficile... troppo difficile. La sua dipendenza era diventata così forte che molte volte era Frank a frenarlo per non esagerare con le sostanze.
Per questo trovò la forza di andare a degli incontri di alcoolisti e tossico dipendenti anonimi, all'insaputa di Frank. Lì c'erano persone che, come lui, avevano dato libera strada alle loro debolezze che avevano contribuito nel distruggere loro la vita. Nè aveva paura, ma se lo avrebbero aiutato ad andare avanti con la sua vita in un senso migliore, lo avrebbe fatto. Si sarebbe disintossicato. Ma Frank ne sarebbe stato d'accordo? Anche lui era dipendete dalle droghe e dall'alcool, ma forse insieme ce l'avrebbero fatta molto più facilmente, avevano solo bisogno l'uno dell'altro.

Ma quando glielo propose... non andò tanto bene. Avevano litigato, di brutto riguardo la loro dipendenza. Daryl voleva liberarsene, mentre Frank sosteneva che loro due non avevano alcun problema con le droghe.

"Non capisci che è grave quello che facciamo Frank? Un conto è vendere la droga, un altro è usufruirne fino a distruggerci!" urlò chiudi Daryl.

"NOI NON ABBIAMO ALCUN PROBLEMA!!!" Tuonò Frank, incazzato a morte. Per poi girarsi e dargli le spalle per non sentire repliche. Ma Daryl non era d'altro canto.
 
"Perché non pensi per un secondo, UN MALEDETTISSIMO secondo, che quello che facciamo è sbagliato, non andremo da nessuna parte così, rischiamo un giorno di ammazzarci con le nostre stesse mani se continuiamo a fare le teste di cazzo!!! Io ho deciso... voglio disintossicarmi." disse quindi a denti stretti.

Lo schiaffo che gli dese, fu così forte che gli fischiarono le orecchie facendolo barcollare all'indietro ed atterrare su un mobile alla parete. Era la prima volta che Frank gli metteva le mani addosso, e ne era spaventato. Il suo Frank non avrebbe mai commesso un gesto simile.
Quest'ultimo resosi del gesto appena compiuto, col volto pieno di rammarico e un'espressione sul terrorrizzato per aver fatto del male all'unica persona che aveva promesso il suo amore, si avvicinò lentamente al ragazzo che, ancora stava tenendo la sua mano sul punto dove lo aveva colpito, aveva gli occhi lucidi come sull'orlo di un pianto. Non riceveva uno schiaffo del genere da quando era un ragazzino.

"D-D-Daryl ... m-mi dispiace... Io...io non so cosa mi sia preso." Cercò di scusarsi mentre lentamente si avvicinava a lui.

"Mi-mi dispiace amore... ti prego... oh mio dio..." guardò lo sguardo di Daryl che era ancora terrorizzato, e si sentì morire dentro. Non poteva credere di aver colpito Daryl... il suo Daryl. Cosa stava diventando? Era questo quello che le droghe e l'alcool lo avevano fatto diventare? Un mostro che alla prima provocazione picchia l'unica persona al mondo che amava e che soprattutto cercava di aiutare entrambi per migliorare la loro vita.

Si buttò a terra coprendosi il viso con le mani, iniziandò a piangere, non avendo il coraggio di guardare Daryl in faccia. Come avrebbe potuto?
All'improvviso però sentì un tocco gentile che si posò sulle sue mani, che cercavano di allontanarle dal suo viso. Sollevando lentamente il suo volto coperto di lacrime, vide quello di Daryl che lo guardava negli occhi con dolcezza, con solidarietà... con amore. Frank si chiese come poteva ancora guardarlo negli occhi in quel modo dopo quello che aveva fatto, e notando che anche Daryl stava piangendo gli si strinse ancora di più il cuore, avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vedere lacrime di dolore sul quel viso.

"Daryl... ti prego..." supplicò.
"Ti prego, aiutami..." disse fra le lacrime che prontamente e delicatamente Daryl stava asciugando con le sue dita.

"Te lo prometto...andrà tutto bene." disse Daryl cercando di essere forti in quel momento per tutti e due.

Fu così che iniziò il loro percorso per disintossicarsi. Andavano quasi ogni giorno agli icontri, ascoltavano le storie di quelle altre persone, i loro drammi e di come cercavano di andare avanti esponendosi a loro, in modo che potessero cosi dare un certo valore alla propria vita e soprattutto sapere che c'era sempre una seconda possibilità per tutti.
Passarono mesi, dall'ultima volta che bevvero e assunsero droghe, era una sfida, giorno dopo giorno, ma i miglioramenti iniziarono a farsi vedere.
Daryl aveva trovato un nuovo lavoro, faceva il cameriere al Bar J, mentre Frank aveva smesso di spacciare e si stava ripulendo davvero per bene, erano diventate persone diverse, stavano diventando persone migliori.

Tutto sembrava andare per il meglio, ma invece...
Quando stava tornando dal suo turno serale dal locale, Daryl stanco morto si stava dirigendo verso il loro appartamento ormai diventato un posto più accogliente dove vivere. Arrivato sul suo piano, dopo essere uscito dall'ascensore, prese le chiavi per introdurle nella serratura facendo il più piano possibile, pensando che Frank stava già dormendo a causa del tardo orario. Una volta entrato dentro però, sentì provenire dalla camera da letto delle voci, per lo più gemiti di qualcuno che stava facendo sicuramente sesso. Riconoscendo la voce di Frank e di qualcun'altro che non sapeva chi fosse, qualcosa dentro di lui si ruppe. Il ragazzo che amava lo stava tradendo con qualcuno.
Preso dalla rabbia quindi sbattè forte la porta, fregandosene se dava fastidio a qualcun'altro dello stesso piano, facendo così notare ai due la sua presenza.
Pochi secondi dopo, spuntò fuori dalla loro camera un Frank completamente nudo che si copriva in malo modo con dei boxer appallottolati nella sua mano. 

"Daryl... posso spiegare..." provò a dire per cercare di spiegare la situazione, ma venne interrotto. 

"Ti voglio fuori di quì entro un'ora..." disse soltando Daryl, con la voce spezzata sull'orlo di mettersi a piangere, ma con un espressione seriamente arrabbiata sul volto.

"Daryl aspetta io-" tentò ancora Frank.

"UN'ORA!!!" gridò Daryl per poi chiudersi con un forte tonfo la porta alle spalle, per iniziare a correre giù per le scale e lontano da quel palazzo, con un anello al dito che presto gettò nell'immondizia e col cuore a pezzi, continuando a correre a perdifiato  con le lacrime che gli rigavano il volto ,mentre tutto il suo mondo, il suo futuro,i suoi sogni e le sue speranze venivano inghiottite dall'oscurità delle vie di Beacon Hills.

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Dopo aver finito il suo racconto, Daryl con ancora amarezza nel suo cuore nel raccontare la sua storia, aveva paura di alzare il volto e vedere in quello di Peter, di fronte a lui, disgusto per reazione al suo passato da tossico e alcoolista. Ma, facendosi coraggio, notò che l'uomo lo stava guardando con lo stesso volto di prima, dolce e rassicurante, e non sembrava minimamente turbato dalla sua storia.

"Ecco tutta la verità..." mormorò.

"Posso capire se in questo momento ti senti a disagio a parlare con una persona del genere, scusa se non te l'ho detto prima. E' solo che non sopporto che la gente pensi a me solo come un tossico, per questo non parlo mai del mio passato e-" venne interrotto da Peter che gli teneva ancora dolcemente la mano nella sua.

"Smettila. Quello davanti a me non è un tossico dipendente, ma un fantastico ragazzo che ha dovuto sopportare troppo dalla vita." gli disse queste parole in modo dolce.
"Grazie per avermene parlato, e tranquillo, non ti giudico per tutto quello che ti è successo. Credimi, sarei l'ultima persona al mondo che potrebbe farti la predica. E poi...mi sembri che te la sia cavata alla grande da quando hai cominciato a non fare più uso di... lo sai." gli sorrise in modo sincero mentre gli accarezzava piano il torso della mano col suo pollice.

Daryl a quelle parole non potè che essergli davvero grato. Non sapeva ancora perché ma gli interessava il parere di Peter, e ne era felicissimo sul fatto che non lo vedeva come la persona che era un tempo, e poi quel tocco lo aveva rilassato davvero dandogli dei graditi brividi.

All'arrivo del loro cibo, Peter fece una proposta al ragazzo.

"Che ne dici se prendiamo tutto e ce ne andiamo a mangiare in qualche posto tranquillo, ti và?" chiese per fare in modo di uscire da quel posto che aveva fin da subito messo a disagio Daryl.

Daryl annuì e tirò fuori il portafogli per poter pagare il pranzo ad entrambi, pensava che fosse il minimo per aver costretto Peter ad ascoltare la sua storia, ma prontamente l'uomo lo fermò.

"Ci penso io Daryl, dopotutto sono stato io ad invitarti, sei mio ospite." Gli disse facendogli l'occhiolino per poi dirigersi alla cassa e chiedere di impacchettare il loro pranzo.

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Dopo una decina di minuti, arrivarono in una zona isolata, dove non c'era rumore o persone in giro, c'era soltanto la pace.
Già, la riserva era un posto davvero tranquillo, bhè almeno la parte più esterna, quella più vicina alla civiltà, mentre non si poteva dire di quella più interna dove la foschia era più fitta e ci si poteva nascondere la qualsiasi delle minacce.
Ma appunto per evitare tale problemi, Peter lo portò in una zona che veniva spesso usata dalla gente per fare pick-nick o piccole escursioni, dopo tutto avevano attrezzato la zona con dei tavolini appunto per quello. E fu grato che non ci fosse anima viva, dopotutto ci piaceva passare del tempo con Daryl senza voci in sottofondo.

Si sedettero sotto un albero che faceva loro un pò d'ombra, e sistemarono i loro pacchetti pieni del loro cibo sul tavolo dove si sarebbero accomodati. Daryl si prese un momento per guardarsi intorno e apprezzare la vista dell'ambiente circostante.

"Questo posto è stupendo." sussurrò, ma Peter riuscì comunque a sentirlo e gli sorrise di rimando. Era felice che almeno quel posto lo tranquilizzasse, perché in fondo tranquillizzava anche lui. La riserva sarà sempre il suo posto preferito.

"Sono felice che ti piaccia, qui c'è sempre silenzio e ti fa calmare dopo una giornata stressante. Adesso però siediti e mangiamo, che si fredda tutto." gli indicò il posto accanto al suo. 

Passaro così il pranzo, gustandosi i loro panini e parlando di qualsiasi cosa. Di passioni, hobbies, cosa piacerebbe loro fare. Daryl scoprì cosa piaceva a Peter: il golf, il tennis, la letteratura, la musica in generale, qualche apprezzamento verso l'arte, e i viaggio in barca sul mare. E lì giocò con la fantasia, immaginandosi un Peter che esce fuori dall'acqua, completamente fradicio dalla testa ai piedi, con indosso solo uno slip, mostrando tutto il suo ben di Dio...per poi interrompere quella bolla di pensieri sconci dalla voce dell'uomo che lo stava chiamando.

"Si?Come?Scusa?" chiese dato che non aveva sentito una sola parola di quello che gli stava dicendo.

Peter ridacchiò. "Ti ho chiesto, cosa ti piace fare?"

Daryl ci pensò un pò su. C'erano poche cose che gli piaceva e che avrebbe voluto fare.

"Bhè... c'è qualcosa che mi piace, ma scommetto che ti metteresti a ridere quindi non te la dirò." gli fece un sorriso timido.

"Andiamo, prometto che non lo farò." Disse Peter, dando un altro morso al panino.

'D'accordo' si disse mentalmente Daryl. "Mi piace molto cantare."

Peter sgranò gli occhi, e Daryl pensava che si sarebbe sbellicato da lì a un momento all'altro, ma invece, dopo aver igoiato il boccone...

"Ah si? Allora cantami qualcosa." gli propose con gentilezza e un sorriso a trentadue denti.

"Oh no andiamo, per favore, mi vergogno troppo." dovette dire mentre una risatina isterica usciì dalla sua bocca.

"Daryl..." lo chiamò Peter.
"Per favore?" facendogli uno sguardo tenero e un sorrisino beffardo. Voleva davvero ascoltarlo.

Così Daryl si arrese e dovette accontentare l'uomo. Pensò a quale canzone poteva cantargli optando per le sue preferite. Poi, una volta scelto, si concentrò stabilizzando il suo respiro. 
Feeling my way through the darkness
Guided by a beatin heart
I can't tell where the journey will end
But I know where to start

Cominciò cantandola con un tono più basso della canzone originale, e Peter all'udire delle sue parole, scoprendo quanto fosse intonato e quanto bella fosse la sua voce, si ritrovò ad ascoltarlo come se nient'altro esistesse intorno a loro.
They tell me I'm too young to understand
They say I'm caught up in a dream
Well life will pass me by
If I don't open my eyes
Well that's fine by me

E lì Peter si ritrovò a canticchiare con lui, trasformando quella canzone in un duetto solo per loro.
So wake me up when it's all over
When I'm wiser and I'm older
All this time I was finding myself
And I didn't know I was lost
Alla fine si sorrisero a vicenda.
Si guardarono negli occhi con dolcezza. Poi Peter gli dovette dare il suo parere.

"Hai una voce bellissima."

"Grazie." gli rispose Daryl, diventato rosso dopo quel complimento.

Dopo di chè sentì una mano di Peter appoggiatasi sulla sua guancia, e al contatto gli vennero dei brividi di piacere. Poi senti il suo pollice accarezzargli uno zigomo. E con quel gesto Daryl, era più che andato. Si sentì le gambe molli nonostante fosse seduto.

"Avevi una ciglia sulla guancia." gli disse sussurando Peter. Poi si guardarono nuovamente negli occhi, e poi le labbra, e poi di nuovo gli occhi.

Poco dopo incominciarono ad avvicinarsi l'uno all'altro, fino a quando con un movimento lento, lentissimo, chiusero gli occhi e le loro labbra entrarono in contatto.Era una bacio semplice, un semplice tocco di labbra, fino a quando Daryl volle un contatto più profondo. Fece in modo di avere accesso alla bocca dell'uomo, che glielo concesse, però avendo libero controllo sul ragazzo, e prendere lui le redini di quel bacio, trasformandolo da un semplice tocco di labbra ad uno bagnato ma molto bisognoso per entrambi. 

Soltanto una cosa riusciva a pensare in quel momento Daryl. Se fosse tutto soltanto un sogno allora...
'Vi prego... non svegliatemi...'

Ma quando ebbero entrambi bisogno di riprendere fiato ed aprirono gli occhi, era felice di sapere che tutto ciò era reale. E guardando Peter, notò come anche lui gli stava sorridendo, e quando senti la mano dell'uomo accarezzargli nuovamente la guancia, si abbandonò a quel gesto dando a Peter il permesso di coccolarlo. Gli piacevano le mani di quell'uomo, di come lo accarezzavano, ma in quel momento voleva di nuovo sentire quelle labbra sulle sue.

"Ne vuoi un altro, tesoro?" gli chiese Peter con voce dolce e calda.

E Daryl non potè fare altro che annuire, per poi sentire nuovamente le labbra dell'uomo sulle sue, e la sua lingua farsi largo per trovare nuovamente la sua, mentre l'uomo lo avvicinava di più a lui stringendoselo addosso ed accarezzandogli delicatamente quei ricciolini castani fra le sue forti mani.





Sesta parte.
Ed ecco il continuo dello scorso capitolo, dove Daryl parla a barriere abbassate a Peter riguardo il suo passato, con tanto di alcool, droga, storia d'amore, tradimenti e cuori spezzati. Lo dirò, mi ha fatto male scrivere riguardo il fatto che Frank abbia voluto promettere a Daryl tutto il suo amore, per poi farlo passare per il traditore nella coppia. Ma dato che questa storia parla principalmente della ship Peteryl(?) ( Non sono bravo con i nomi da ship xD), ho dovuto far passare Frank per una persona che nonostante aveva al suo fianco qualcuno che lo amava, ha tirato la corda pensando di potersi divertire alle sue spalle.
Ma arriviamo alla parte cloue del capitolo. Con la canzone "Wake me up" di Avicii.
I Peteryl si sono dati il loro primo bacio!! E anche il secondo, ma vabbè... è successo!!! 
Ditemi cosa ne pensate se volete, e ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti o nelle altre sezioni, e a chi legge e basta.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e quindi un saluto e ci si vede al prossimo :) 

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Capitolo 7
*** Una serata movimentata ***


UNA SERATA MOVIMENTATA



Sentire di nuovo quelle labbra sulle sue era un qualcosa di straordinario.
Aveva baciato altre volte, ma con Peter non sapeva perché ma era come qualcosa di nuovo, forse era dato dal fatto che stava baciando un uomo molto più grande di lui poichè non gli era mai capitato, ma non gli importava quanti anni potesse avere una persona, se ci stava bene allora tutto andava bene.

Anche Peter, per quante conquiste avesse fatto fino a quel giorno, trovava qualcosa di speciale nel baciare quel ragazzo, ma non sapeva spiegarsi il motivo. Più volte aveva baciato persone più giovani di lui, assaporando ogni momento per poi andare subito al sodo e divertirsi sotto le coperte, ma con Daryl era tutto diverso. Non provava l'istinto esuberante di mettergli le mani addosso e farlo suo, come poteva succedere ad un lupo nell'afferrare la sua preda e farne quello che voleva. Al contrario sentiva di dover fare tutto con calma, di non spezzare quell'unione delle loro labbra poichè lo trovava piacevole, e gli trasmetteva un calore che lo faceva stare bene. Ed era strano per lui, perché non aveva mai provato cose del genere verso altre persone, e non pensava minimamente che ne sarebbe stato in grado.

Quando entrambi si separarono, riaprirono gli occhi e si guardarono per un lungo istante, tuffandosi nel limpido celeste degli occhi dell'altro, per poi sorridersi lievemente, come se fossero incantati dai loro sguardi magnetici. 

Dato che Daryl era ancora in quella bolla di estasi che si era creata baciando l'uomo, fu Peter a parlare per primo.

"Baci davvero bene, lo sai tesoro?" gli piaceva chiamarlo in quel modo, e sapeva che tale parola avrebbe fatto sentire il ragazzo un pò in imbarazzo ma anche un pò lusingato.

"Si, bhè...lo stesso vale per te. Baci davvero bene." dovette dire timidamente con un sorrisino stampato in faccia.

Peter aveva notato che non si rivolgeva più a lui usando un formale 'lei', il che lo spinse a spostare il braccio che aveva ancora appoggiato sulla vita del ragazzo, in una dolce carezza su tutto il fianco sinistro. Guardando di nuovo quelle labbra, aveva ancora voglia di baciarlo, ma aveva paura di osare troppo. Esatto, Peter Hale temeva di esagerare con una persona che aveva sedotto. 

Daryl non potè che godersi quelle carezze, era tantissimo tempo che qualcuno non lo coccolava in quel modo, era come se avesse riscoperto cosa significava avere del contatto umano e sentire le mani di qualcuno sul corpo con il solo compito di dargli sollievo. Istintivamente portò una mano ad accarezzare con le dita la guancia e il mento di Peter, il quale al solo contatto di quelle dita delicate sulla sua pelle non potè fare altro che goderne, e sorridergli teneramente. 

Passarono quel momento in quel modo, scambiandosi sguardi teneri, qualche bacio che scappava ogni tanto, e farsi delle piccole coccole a vicenda, godendosi quella quiete che la riserva donava loro in quel momento.

Peter continuava ad accarezzarlo ogni dove, sui fianchi, sulle braccia, sulle spalle, ed iniziando ad accarezzargli i capelli notò come Daryl socchiudeva gli occhi.

"Ehi, non ti starai addormentando, vero?" gli chiese con un tono basso e dolce.

"No, scusami, è solo che qui si sta così bene che mi viene voglia di chiudere  gli occhi ed ascoltare ogni singolo suono attorno." disse un po' timido ed imbarazzato, nascondendo il fatto che le coccole che gli faceva lo stavano spingendo ad addormentarsi.

"Se vuoi puoi riposarti, non giudico, questo posto fa questo effetto anche a me, lo ha sempre fatto, ti fa dimenticare di tutto il caos giù in città."

"Allora, non ti dispiace se mi addormento un po'?" chiese quindi Daryl.

"Fai pure, credo che mi rilasserò anche io, più tardi dovrò andare da mio nipote ed avrò parecchio da fare, quindi ne approfitto." rispose con tono calmo, per poi cercare di mettersi comodo su quella scomoda panca in legno. 

"Forse è meglio se ti sdrai sull'erba." gli ridacchiò Daryl, notando quanto buffo fosse l'uomo cercando di trovare una posizione comoda e facendo strane smorfie quando si ritrovava più scomodo di prima.

"Sai che ti dico? Hai ragione. Aspettami qui, arrivo subito." Disse per poi alzarsi e dirigersi verso l'auto.

Pochi secondi dopo Peter tornò con piegato in un braccio un telo blu scuro, per poi allargarlo a terra, e gettandosi di sopra si levò le scarpe per poi sdraiarsi.

"Sdraiati sù, è abbastanza grande per entrambi ed è decisamente meglio di quella macchina infernale." disse indicando la panca in legno.

Peter non lasciò neanche per un secondo che il suo sguardo si staccasse dal ragazzo che si stava avvicinando a lui, e vedendolo sdraiarsi al suo fianco gli scappò sulle labbra un piccolo sorriso, il quale non scappò alla vista di Daryl che gli sorrise di rimando. 
Dopo di che, l'uomo mettendosi un braccio sotto la testa a modo di cuscino, invitò silenziosamente Daryl ad avvicinarsi a lui alzando il suo braccio, così che non appena Daryl fosse stato abbastanza vicino lo poteva avvolgere a sè, in un dolce abbraccio.

"Vuoi che continui con le coccole?" Gli chiese dolcemente.

"Se proprio insisti." Rispose ridacchiando Daryl appoggiando la testa sulla spalla di Peter e circondargli la vita con le sue braccia.

L'uomo, allora senza pensarci due volte, riprese le carezze di un attimo prima facendo accoccolare il più piccolo a sè. Gli piaceva quella vicinanza, gli piaceva stare a contatto con quel corpo che lo stava abbracciando di rimando.

Daryl si ritrovò a fare le fusa a quelle dolci carezze che quelle mani erano capaci di dargli, facendogli tornare voglia di addormentarsi a quel dolce e piacevole contatto.

Notando che il sonno stava prendendo il sopravvento sul ragazzo, Peter si voltò verso di lui per sussurrargli all'orecchio.

"Prova a dormire un po' tesoro, io resto qui con te." senza mai smettere di accarezzargli i capelli.

Cercando di combattere il sonno, Daryl dovette dire un'ultima cosa all'uomo prima di potersi godere un buon pisolino.

"Credo che dopo dovremmo parlare, non crede anche lei signor Hale...?" chiese marcando bene il nome 'Signor Hale', per poi chiudere gli occhi ed abbandonarsi tra le braccia dell'uomo.

Peter ridacchiò nel risentire quelle formalità uscire dalla sua bocca, ed accarezzandogli ancora i capelli e soffermandosi sulle sue palpebre chiuse e sulle sua labbra, gli rispose. 

"Si tesoro... parleremo..." per poi chiudere anche lui gli occhi e godersi quella pace che lo avvolgeva.
 
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Due ore più tardi, Daryl venne svegliato dal vibrare del suo cellulare nella tasca dei pantaloni. Riprendendosi dal sonnellino che aveva fatto, notò che si trovava ancora nella stessa posizione quando si era addormentato fra le braccia di Peter.
L'uomo teneva ancora il braccio intorno alle sue spalle, e stava ancora dormendo. Si prese la libertà di guardare quel bellissimo viso così rilassato, le narici che si allargavano lievemente e quelle labbra mezze dischiuse, quei baffi e quel pizzetto così ben curati.
Lasciò scorrere lo sguardo sulla figura dell’uomo e un po' gli mancava il respiro all’idea che Peter Hale, quel bellissimo uomo su cui adesso era appoggiato con tutto il suo corpo, lo aveva baciato più volte qualche ora prima. Pensava che era successo tutto un po' troppo in fretta, insomma lo conosceva da si e no due giorni e non sapeva proprio nulla di lui, non sapeva nulla della sua vita. Aveva soltanto menzionato suo nipote, ma oltre quello non conosceva un bel niente dell'uomo. Una persona normale avrebbe pensato che prima di doversi scambiare un bacio con una persona bisognava almeno conoscerla abbastanza affondo, ma per loro era stato tutto così rapido, e a Daryl non dispiaceva, in fondo aveva pomiciato con un uomo sexy e che era attratto da lui. Non sapeva esattamente se tutta quella situazione lo turbasse oppure lo attirava all'uomo.

Il suo monologo sul rapporto con l'uomo venne interrotto però da una seconda vibrazione, ricordandosi così che qualcuno lo stava contattando. Così fece il più piano possibile per sgusciare fuori dall'abbraccio dell'uomo che sembrava essere assopito in un sonno profondo, cercando ovviamente di non svegliarlo, altrimenti che figura ci avrebbe fatto?
Una volta che era quasi riuscito ad alzare gentilmente il braccio di Peter dalle sue spalle, l'uomo, forse nel sonno, lo attirò nuovamente a sè in un abbraccio adesso a due braccia più forte di quello di prima, mugugnando qualcosa di incomprensibile, facendo impattare la faccia di Daryl sul petto scultoreo di Peter. 

In quel momento Daryl gelò sul posto. Cosa poteva fare? Quella situzione stava diventando imbarazzante per lui. Da un canto voleva alzarsi, mentre dall'altro non gli dispiaceva rimanere in quella posizione con le braccia dell'uomo intorno a lui con fare protettivo che lo stringevano in un dolce abbraccio caldo.

Restando però a contatto col petto dell'uomo più grande, Daryl non potè non sentire i suoi battiti del cuore rimbombargli nelle orecchie, con un ritmo stabile e rilassante, che lo fecero tornare indietro con la mente, ai giorni da bambino quando si appoggiava al petto di sua madre quando era stanco e voleva essere portato a letto sotto le sue copertine rimboccate, o quando veniva abbracciato forte dal suo papà che un tempo credeva che sarebbe stato l'uomo più importante della sua vita e che lo avrebbe sempre protetto fra le sue braccia, alle notti che passava appoggiato esattamente in quella stessa posizione, sul petto del ragazzo che un tempo amava e col quale credeva avrebbe passato la sua vita, con i loro alti e bassi, con i loro stupidi litigi e i loro momenti di passione dove promettevano di amarsi per il resto della vita.
Da un lato gli faceva male... molto male. Ma dall'altro non poteva che essere felice nel ricordare cosa si provava nell'essere abbracciato e coccolato, sentendosi al sicuro dopo tanto tempo durante il quale doveva contare sulle sue sole forze.

Poteva rimanere in silenzio e godersi quel momento ancora per un po', alla fine non stavano facendo nulla di male, ma l'arrivo di una terza vibrazione lo convinse una volta per tutte di doversi staccare dall'uomo. Così tentò nell'unico modo possibile.

"Peter?" sussurrò.
 "Peter? Sù, svegliati." provò scuotendolo un po'.
"Peter! Sveglia!" aumentò di poco il tono della voce.

"Emh... che?" mugugnò Peter che sembrava si stesse svegliando.
"Altri cinque minuti..." sussurrò per poi addormentarsi di nuovo, sotto lo sguardo scioccato di Daryl. 
Ma per sua fortuna era riuscito a slacciarsi da quelle braccia che sembravano alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno da stritolare.

Daryl si ritrovò a sorridere a quella scena, a quanto pare Peter era un coccolone quando dormiva, lo trovava dolce. Poi però si concentrò nel prendere il cellulare e scoprire chi gli stava messaggiando, sperando con tutto il cuore che non fosse nuovamente Frank, non voleva pensare a lui in quel momento e non voleva assolutamente arrabbiarsi.
A sua sfortuna però ci fu un altro nome che comparve sullo schermo con tre messaggi non letti. Un nome che alla sola vista faceva venire a Daryl voglia di prendere una pasticca di cianuro e masticarla. 'Annie'. 
[Messaggio da "Annie" ore 4:23 p.m.]
Ricciolinoooo, che mi racconti, eh?
[Messaggio da "Annie" ore 4:24 p.m.]
Manco solo un giorno, e scappi via col tuo sexy spasimante, e non mi dici nulla?!
[Messaggio da "Annie" ore 4:30 p.m.]
Non mi rispondi perché lo state facendo, non è vero brutti porci? LoL
Se è così voglio che mi racconti tutti i dettagli!!!


Daryl dovette chiudere gli occhi e regolare il suo respiro, immaginava di leggere quei messaggi con la voce squillante della ragazza, e il ché gli dava fastidio.
Non che odiasse Annie, era una bravissima ragazza, ma avvolte era davvero pesante...

[Invio messaggio ore 4:35 p.m.]
Annie...
Numero 1, chi ti ha detto cosa stavo facendo?
E numero 2, no... non lo stiamo facendo, e anche se fosse non ti direi mai i dettagli della mia vita sessuale.

Il messaggio della ragazza non tardò ad arrivare.
[Messaggio da "Annie" ore 4:36 p.m]
Quindi sei davvero con lui? Aaaawww.
Credevo che Lucas e Robbie mi stessero facendo del finto gossip.
Dimmi allora, come sta andando questo vostro appuntamento, Squiddy?
[Invio messaggio ore 4:37 p.m.]
Prima di tutto, Lucas e Robbie dovrebbero farsi un po' di cavoli loro.
E no. Non è un appuntamento, abbiamo soltanto mangiato qualcosa fuori.
[Messaggio da "Annie" ore 4:38 p.m]
Già... qualcosa. >:9
[Invio messaggio ore 4:39 p.m.]
Oh per l'amor di ... 
Ciao Annie, a più tardi!!!
[Messaggio da "Annie" ore 4:40 p.m]
Sappi che ti tormenterò per tutta la sera.
E scoprirò cosa avete fatto tu e quella divinità scesa in terra!!!

Bhè su una cosa era d'accordo con lei... Peter era davvero una divinità scesa in terra.
Non accorgendosene Peter, si era svegliato completamente, e lo osservava appoggiato ad un gomito. Lo osservava in silenzio mentre lui era ancora concentrato sul suo cellulare, ma poi attirò la sua attenzione chiamandolo dolcemente.

"Buongiorno. Dormito bene?" disse avvicinandosi al ragazzo.

"Assolutamente. Mi ci voleva proprio." rispose lui, e senza che se lo aspettasse, sentì le labbra di Peter dargli un leggere bacio sulla sua guancia, gesto che gli diede dei piacevoli brividi lungo la schiena. E voltandosi verso di lui, lo guardò in quei suoi occhi celesti, e gli diede stavolta lui un bacio sulle labbra, così facendo avvolgere le braccia di Peter attorno ai suoi fianchi ancora una volta. 

Dopo aver interrotto quel bacio che sembrò durare minuti interi, Daryl si ricordò di ciò che gli aveva detto un attimo prima di addormentarsi fra le sue braccia. Così lo guardò dritto negli occhi e con tono calmo ma con un espressione seria affrontò l'uomo. 

"Peter, noi dobbiamo parlare. Riguardo tutto questo. Riguardo...noi." disse l'ultima parola in un sussurrò, senza rivolgere il suo sguardo altrove se non sul viso dell'uomo di fronte a lui.

"Hai ragione." Rispose Peter. Dovevano dirsi qualcosa e lui lo sapeva bene, ma anche lui sinceramente non sapeva da dove iniziare. In fondo aveva visto quel ragazzo solo due giorni fà, però in quel momento si stavano comportando come una coppia e a lui non dispiaceva.

Fu nuovamente Daryl a parlare per primo.
"Riguardo prima, quel bacio... perché mi hai baciato?" lo chiese timidamente come se fosse ancora un adolescente alla sua prima cotta.

Peter continuava a guardarlo negli occhi, e istintivamente portò una sua mano ad accarezzargli una guancia.

"Perché volevo baciarti. E poi... sembrava che tu ne avessi davvero bisogno, intendo, dopo tutto quello che mi hai raccontato... Ma volevo davvero baciarti." gli sussurrò dolcemente.
Il ragazzo arrossì a quella confessione e per placare i suoi dubbi gli chiese "Quindi, io ti piaccio?" 

"Molto, Daryl." gli rispose l'uomo. "Io ti piaccio?" gli chiese di rimando.

"Si... mi piaci moltissimo." gli disse con imbarazzo ma sorridendogli. "Ma non so ancora nulla su di te. E vorrei poterti conoscere meglio, mi piacerebbe conoscere l'uomo che ho davanti."

Peter sembrò pensarci, in effetti non aveva raccontato nulla al ragazzo di sè stesso alla tavola calda, aveva lasciato parlare soltanto lui facendogli raccontare la sua storia, gliene doveva una anche lui ma non sapeva se raccontare la sua storia fosse una buona idea... in fondo la sua vita era un continuo lupi mannari di quà e di là. Non voleva parlargli dell'incendio e del trauma che gli aveva lasciato, non voleva che il ragazzo sapesse di quella tragedia e che sopratutto lo vedesse come una vittima... un debole. Così decise di optare per una via di fuga momentanea.

Guardò l'orologio al polso, e con uno sguardo dolce si rivolse nuovamente al ragazzo.

"Hai ragione, e mi piacerebbe tanto parlarti di me, la mia è una storia davvero lunga, ma non oggi tesoro. Ho quegli impegni, che ti avevo menzionato oggi,che mi stanno aspettando. Dovremmo andare." finendo con un piccolo sorriso.

"D'accordo." rispose soltando Daryl, distogliendo lo sguardo altrove.

Notando però quel piccolo distacco, l'uomo si sforzò a dirgli "Te lo prometto."
Per osservare il ragazzo che nuovamente aveva riportato il suo sguardo su di lui sorridendogli per la promessa che gli aveva appena fatto.
 
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Erano partiti in macchina dalla riserva da più o meno quindici minuti, guidando per le vie di Beacon Hills ancora affollate.
Peter lo stava accompagnando a casa dato che Daryl sarebbe dovuto rientrare a lavoro nelle prossime due ore.
Aveva passato un bel pomeriggio in sua compagnia e sinceramente gli dispiaceva terminare così la loro giornata, avrebbre preferito rimanere ancora col ragazzo e stare fermo a non fare nulla invece di doversi occupare delle faccende del branco.

Seguendo le indicazioni di Daryl, e girando per alcune vie che non erano esattamente dei quartieri molto tranquilli, arrivarono ai piedi di un palazzo un po' malandato con scritte sui muri e graffiti vari. Non si aspettava che il ragazzo vivesse in un posto del genere, non combaciava affatto alla sua figura.

"Tu abiti qui?" chiese scioccato Peter.

Daryl si sentì in imbarazzo, non piaceva neanche a lui vivere in quel posto ma era uno di quei pochissimi stabili che poteva più o meno permettersi, e sinceramente farsi accompagnare fino a sotto casa da quell'uomo, il quale sicuramente viveva in un appartamento di mega lusso, lo metteva a disagio e lo faceva sentire come un poco di buono.

"Già... non sarà il castello delle fiabe, oppure il sogno di ogni scapolo, ma è l'unico posto che mi permette di avere un tetto sulla testa." rispose con una finta risata cercando di non guardare negli occhi l'uomo per paura di trovarci qualcosa che avrebbe spinto Peter stesso a guardarlo come uno scarto umano.

"Bhè... mai giudicare un libro dalla sua copertina... giusto?" chiese Peter all'improssivo.
"E' vero, questo posto esteriormente non rispecchia esattamente la persona che sei, però non per questo ti fa sembrare uno zotico." disse tutto per poi finire con una risatina.

Daryl era davvero grato che quell'uomo non lo giudicasse per il luogo in cui viveva. Era una zona malfamata sia di giorno che di notte, e moltissime volte persino la gente del suo stesso condomino creava problemi a tutto il vicinato.

"Potrei fare un salto questa sera al locale. Che ne dici?" gli chiese poi Peter guardandolo negli occhi.

"Vuoi venire al Bar J per goderti lo spettacolo del venerdì sera?" chiese un pò perplesso Daryl.

"Non esattamente, però potrei usarla come scusa per poterti vedere nuovamente. Non credi?" gli sorrise col suo solito modo da accalappiatore di cuori.

Daryl ridacchiò a quella frase, e quindi annuì.

"Va bene, come vuoi. A più tardi allora." ci pensò due volte, per poi avvicinarsi a Peter e dargli un bacio sulla guancia.

Peter sorrise a quel gesto, e prima di lasciarlo andare si preoccupò di dirgli un'ultima cosa.
"Fai attenzione, d'accordo?"

"Tranquillo. So badare a me stesso." disse Daryl prima d'incamminarsi verso le scale del portone del palazzo.

Peter lo osservò per tutto il tragitto, posando gli occhi più volte sulle spalle e sul fondoschiena del ragazzo. Non poteva farci nulla, gli piaceva molto quello che vedeva, ma poi quella splendida figura scomparì dietro a quelle porte dopo un lieve cenno di saluto con una mano.
Accese la macchina e senza che nè fosse coscente, guidò con un grande sorriso che gli risplendeva in volto fino all'arrivo della sua meta.

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Non appena aveva richiuso la porta alle sue spalle, Daryl tirò un sospiro lunghissimo, ma era comunque felice. Non passava del tempo così bello con qualcuno da tanto tempo, e quella giornata si era rivelata fantastica anche se aveva avuto luogo il suo odiato passato, ma al suo fianco c'era una persona che lo guardava con occhi attenti e premurosi che lo incitavano a stare tranquillo e di portesi aprire e sfogarsi. E poi quei baci...e le coccole all'ombra...
Sì, era stato forse il giorno migliore degli ultimi mesi.
Preso ancora dalla stanchezza di quel giorno anche se aveva dormito a terra tra le braccia di un uomo, decise di stendersi a letto per riposare ancora un'ora, per poi prepararsi alla serata che lo aspettava tra quella quattro mura in fondo alle vie buie di quella città.

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Era là dentro dietro al bancone da almeno cinquanta minuti, e la voce urtante di Annie non faceva che trapanargli i timpani con le sue solite domande inopportune ed oscene.

"Quindi? Dove siete andati? Cosa avete fatto? Lo avete fatto? Scommetto che lo avete fatto? Ti prego dimmi che lo avete fatto, o giuro che darò di matto!!!" quasi urlò la ragazza.

"No ok? Non abbiamo fatto nulla, abbiamo solo mangiato qualcosa, parlato, e poi ognuno per la sua strada. Nessuno si è fatto nessuno. Ora puoi tornare ad aiutarmi nel prendere e portarmi gli ordini?" chiese col tono più scontroso che potesse avere.

Non voleva ammettere che era successo qualcosa con Peter.

"Non ci credo minimamente ricciolino, sputa il rospo! Quanto era lungo?" la ragazza non demorse.

"Oh per l'amor del cielo, finiscila ti prego! Non ti rendi conto di quanto tu sia fuori luogo e malata?" cercò di allontanarsi il più possibile da lei nello spazio dietro al bancone, sperando che la smettesse di blaterare.

"Ugh... sei proprio scontroso, non c'è niente di male lo sai che puoi dirmi tutto quello che vuoi, non sono una che giudica o fa conclusioni affrettate." cercò di scusarsi.

"Sul serio?! Non fai conclusioni affrettate? E' più di mezz'ora che insinui che io e Peter abbiamo fatto sesso."

Ad Annie, a quella frase, si dipinse in volto un sorriso malizioso.

"Da quando lo chiami Peter, eh? Insinui ancora che non ci sia stato nulla?"

Si era tradito da solo, e si diede mentalmente dello stupido... perché non ci pensava due volte prima di aprire bocca?

"Annie, per favore, gli ordini..." supplicò alla ragazza, che con uno sguardo vincitore si allontanò per avvicinarsi ai clienti che aspettavano seduti in attesa che qualcuno andasse da loro e prendere i loro ordini.

Venti minuti dopo, la clientela era aumentata vistosamente, e i dipendenti non facevano che andare a destra e sinistra, incluso Jason, che si muoveva tra bancone e tavoli. Era venerdì sera, e ciò significava che moltissima gente avrebbe passato la serata anche a tarda notte per andare in giro in qualche discoteca, o chi stava in compagnia in gruppi di amici, o come nel caso del Bar J solo per ubriacarsi e giocare a biliardo.

Poi a sorpresa di Daryl, entrò in tutto il suo stile Peter.
Non appena entrò nel locale e conobbe la figura dietro al bancone, Peter non potè che sorridere. Rivedere il volto di quel ragazzo lo rendeva felice. E notando che c'era qualche posto vuoto al bancone, si diresse velocemente a prendere posto.

"Buona sera, splendore." lo salutò non appena preso posto sullo sgabello.

"Buona sera a lei. Non credevo che saresti venuto." gli sorrise timido. 

"Te lo avevo detto che avrei trovato una scusa per vederti, oppure no? Come stai?"

"Sto bene, qui è sempre la solita routine. Tu invece? Come stai dopo quei misteriosi impegni?"

"Stanco... ma ciò non vuol dire che non possa passare una tranquilla serata al mio locale preferito, col mio barista preferito." gli ammiccò per gioco.

"Se questo posto è davvero il tuo locale preferito vuol dire che non nè hai mai visti altri in questa città, oppure ti piacciono le topaie." gli disse sarcastico. 

"Bhè sai in questa topaia c'è un ragazzo davvero molto carino... e il suo sorriso mi manda ai pazzi e mi fa stare bene al solo sguardo dei suoi bellissimi occhi." iniziò a flirtare con lui avvicinandosi con la testa verso il bancone.

"Deve essere qualcuno di davvero speciale se ti fa quest'effetto." cercò di condurre il gioco che Peter aveva appena iniziato, avvicinandosi a lui di conseguenza.

"In effetti lo è, non so spiegarmelo ma ha qualcosa di davvero speciale." gli sorrise dolcemente a quella confessione.

Daryl si ritrovò a sorridere. Non poteva farci nulla, tutte le lusinghe di quell'uomo gli facevano quell'effetto e non gli dispiaceva affatto sentirsi in quel modo. Poi allontanando il volto dal suo gli chiese "Vuoi qualcosa da bere? Un cocktail? Una birra o del liquore?"

"Prendo volentieri un Mojito."

Mentre osservava il ragazzo lavorare al suo drink, Peter spostò la sua visuale per guardare l'ambiente all'interno del locale, notando che dei clienti che come li chiamava Daryl 'motociclisti arroganti e stronzi' non ve ne fosse traccia. L'orario doveva essere quello detto dal ragazzo, infondo erano quasi le 20:30, ma sembrava tutto molto tranquillo, forse quella non sarebbe stata una serata piena di gente che avrebbe portato problemi al locale. 

"Stai cercando forse qualcun'altro?" la voce del ragazzo lo interruppè dalla sua 'ricognizione' facendolo voltare di nuovo verso il bancone, di fronte a lui. Daryl stava usando un tono scherzoso giocando ad essere geloso, il che fece divertire Peter.

"No. Te l'ho detto che ero qui per una sola persona, ed è qui di fronte a me."

"Mh-mh...so cosa cercavi. Ma tranquillo le bestie arriveranno, fidati. Non fosse mai che qualcuno possa passare un tranquillo venerdì sera senza doversi ubriacare."

"Uuh, spero di godermi un bello spettacolo allora." lo prese in giro Peter.

"Io spero invece che qualcuno non mi spacchi una bottiglia in testa." scherzò allora Daryl.

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Mentre Daryl stava servendo altri drink dall'altro lato del bancone, la voce di Annie raggiunse il suo fianco.

"Ooh Mister Sexy è qui."

"Annie, smettila. Potrebbe sentirti." sussurrò alla ragazza.

"Credimi, i tipi come lui sanno di esserlo e sicuramente ci sguazza nel sentirselo dire. Ma infondo chi può dargli torto? Guardalo, è un figo assurdo."

Daryl dovette concordare con Annie. Peter era dotato davvero di tanto fascino che avrebbe fatto ingelosire qualunque uomo della sua fascia di età.

"Smettila di sbavare, ricciolino, stai servendo al bancone." lo riprese Annie.

"Smettila di parlare e vai a portare queste cose ai clienti, piuttosto che parlare con me."

Annie non poteva che sorridere sempre divertita a quei loro battibbecchi, era una cosa loro che poteva davvero definirli amici. E poi si divertiva a prenderlo in giro. Ma ad un tratto la ragazza si bloccò sul posto.

"Oh-oh. Squiddy abbiamo un problema." disse con tono un po' allarmante.

"Che succede?" chiese allora Daryl anche lui un pochino nervoso.

"Guarda tu stesso. Ad ore dieci." gli indicò la ragazza.

Quando Daryl si voltò, vide che accanto a Peter si era appena seduta una ragazza tutta messa in ghingheri con una scollatura molto bassa, e che stava puntando l'uomo con uno sguardo da avvoltoio. Non appena si era seduta si era rivolta a lui.

"Buonasera splendore. Cosa ci fa uno come te, tutto solo soletto in questo posto?" disse con un tono seducente sfoderando i suoi occhioni e anche il linguaggio del corpo. Ci stava decisamente provando.

Peter voltandosi verso di lei sfoderò a sua volta il suo sorriso malizioso e seducente, che aveva istantaneamente fatto colpo sulla brunetta al suo fianco.

"Ma buonasera a lei signorina. Mi sto soltando godendo una piacevole serata con degli ottimi drink e con della buona musica in sottofondo. Piuttosto cosa ci fa lei in un posto del genere?" cominciò ad attaccare bottone.

Quella scenetta aveva suscitato qualcosa in Daryl, che era rimasto in fondo ad ascoltare tutto quanto. Non gli piaceva affatto vedere quei due parlare con quei toni di voce, quei sorrisi, e quegli sguardi. Quella era la classica ragazza che ci provava con chi poteva permettersi un'intera serata tra alcool e chissà cos'altro, per poi concluderla con una sveltina nei bagni dei locali. Un'approfittatrice in poche parole.
Notando come quei due parlavo del più e del meno, per poi vedere una mano di quella donna scivolare ad accarezzare il braccio di Peter, e sentendola ridacchiare a quella che forse era una battuta di Peter, Daryl distolse lo sguardo bruscamente dall'altra parte, non volendo continuare a guardare quella scenetta. 
Peter notando uno strano odore nell'aria provenire da dietro al bancone, riuscì a riconoscere l'odore acre della gelosia e anche un sensore di rabbia. E concentrandosi bene, la sentì emanare proprio da Daryl, che al momento era intento a pulire con uno straccio un bicchiere con non poca delicatezza, per poi posarlo con non tanta grazia al suo posto. 

"Mi offriresti un drink?" chiese la donna al suo fianco sbattendo quelle ciglia probabilmente finte.

Pensandoci bene, forse qualche giorno fa avrebbe retto il gioco con una del genere per poi divertirsi e godersi quei momenti di lussuria che tanto promettevano quegli incontri. Però quella volta era diverso. Voltandosi nuovamente verso Daryl, notava come il ragazzo era teso e fermo sul posto con uno sguardo un po' rassegnato che puntava nel vuoto, prova che probabilmente stava ascoltando tutto e che quindi temeva che Peter si sarebbe divertito con quella tipa lasciandolo lì. Peter non voleva questo, non si sarebbe spinto tanto per far del male emotivamente al ragazzo più giovane.

Voltandosi nuovamente verso la donna, le disse col tono più gentile che potesse avere; "Scusami, sicuramente lei è una donna molto affascinante, ma non è una buona idea. Sono già impegnato al momento." finì per farle uno di quei sorrisi di scuse. 

La donna però non sembrò essere tanto d'accordo.
"Sul serio? Ne sei proprio sicuro? Credo che potrei essere meglio di chiunque sia la persona con cui sei impegnato al momento, e potrei anche mostrartelo e farti cambiare idea." disse con un'espressione prima scioccata per poi tornare al solito sguardo da gatta morta, mentre portava la sua mano all'altezza degli addominali di Peter. 

"Ne dubito." disse freddamente Peter, mentre le afferrava la mano scacciandosela di dosso. Non sopportava la gente ottusa che pensava di poter fare quello che voleva nonostante il divieto di qualcuno. 

A quel gesto la donna, alterata, si alzò di scatto e fece per andarsene. Non prima di aver dato a Peter dello 'Stronzo egocentrico' ed uscire da quel posto. 
Non appena vide la donna andare via con un'espressione incazzata in volto, Daryl si avvicinò a Peter che era rimasto lì col suo Mojito in mano.

"Cos'è successo?" chiese Daryl cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

"Niente di che, abbiamo chiacchierato e poi è dovuta andare via per incontrarsi con alcune sue amiche." mentì Peter, anche se sapeva perfettamente che il ragazzo avesse origliato l'intera discussione.

"Quella voleva tutt'altro che chiacchierare con te." fece una risatina isterica ripensando a quanto fastidio gli abbia dato vedere e sentire quei due insieme.
"Si, può darsi. Ma non ero interessato." disse semplicemente Peter.

"Scherzi? Era uno schianto. Probabilmente in una scala da uno a dieci, quella era un dodici."

"Mmh...no. Direi più un otto. Il vero dodici in questo momento sta indossando una divisa orribile, e sta pulendo con tanta forza un povero bicchiere di vetro che non sappiamo cosa gli abbia fatto di male." gli disse con un tono dolce e scherzoso  guardandolo negli occhi. 

Daryl in quel momento capì che forse Peter si era accorto del suo attaggiamento durante quella scenetta di tentato abordaggio. E ringraziò con un timido sorriso l'uomo per essere stato un vero gentiluomo. Sorriso al quale Peter rispose con un occhiolino prima di prendere un sorso dal suo bicchiere.

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Più tardi il locale stranamente iniziò a svuotarsi, nonostante non fosse ancora tardi, la gente sembrava avere fretta di pagare e ad uscire da lì il prima possibile. Il che fece incuriosire Peter, che stranito da quella situazione si rivolse verso Daryl in una muta domanda.

"Volevi assistere allo spettacolo giusto? Bhè guarda fuori dalla vetrata." gli indicò col cennò della testa.

Peter, voltandosi, vide che fuori si era fermato un gruppo di almeno sei persone che erano intente a fumarsi delle sigarette e chi invece aveva ancora una birra in mano, chi ruttava e chi invece gridava in mezzo alla strada per chissà quale motivo.

"Però... gente di classe." ironizzò Peter osservando ancora quel gruppo di 'uomini e donne'.

"Mostri di classe, vorrai forse dire... maledizione." mormorò Daryl. "Ti prego, Dio, fa che non entrino."

"Li conosci?" gli chiese Peter sentendo la supplica del ragazzo. Sembrava davvero preoccupato.

"Sfortunatamente si...sono..." fece una pausa "erano, gli amici del mio ex." gli spiegò. Ricordava benissimo che persone fossero, ed era appunto meglio star loro alla larga.
Quando li vide però dirigersi verso l'ingresso, non potè altro che mormorare un "Cazzo...", quella sarebbe stata sicuramente una serata orribile.

Peter li osservò con nonchalance analizzando ad occhio ogni ragazzo e ragazza che si stavano dirigendo verso un tavolo abbastanza ampio per tutti loro. Erano vestiti con abiti logori, alcuni di loro erano pieni di tatuaggi sulle braccia, mentre le ragazze erano completamente piene di trucco sulla faccia e con piercing sul naso. E annusando anche l'aria, riuscì a sentire anche la puzza di erba che probabilmente si erano fumati prima. Sembravano una sorta di rock band appena uscita dal loro concerto, per poi dirigersi fuori e fare baldoria.

"Oh oh... ecco arrivato il branco..." disse Annie che era appena sbucata nel bancone dietro Daryl.

'Mh. Branco' pensò Peter. Quella massa non poteva essere definita branco, ma solo uno stupido gruppo di ragazzini che si atteggiavano da duri. 

"Ehi, cameriera! Sei sorda per caso? Vogliamo ordinare." disse uno dei ragazzi con un tono un po' troppo alto e arrogante per il gusto di Peter e dei due ragazzi.
Annie sentendo che si stava riferendo a lei, sospirò pesantemente prima di guardare negli occhi a Daryl per dirgli soltanto con lo sguardo 'Augurami buona fortuna' e uscire fuori dal bancone con il suo block notes per gli ordini.

I due ancora al bancone notarono che mentre Annie si avviava verso il tavolo di quegli idioti, sia i ragazzi che le ragazze la scrutavano attentamente dalla testa ai piedi con dei sorrisi beffarsi sul volto. Ad entrambi non piaceva quella scena, sopratutto a Daryl che, proprio perché sapeva che tipo di persone erano quelli là, non voleva che facessero o dicessero qualcosa di brutto ad Annie. E' vero, avvolte era insopportabile ma lo faceva solo per divertimento e sopratutto lo faceva con lui, e per questo la riteneva comunque, forse, l'unica dei pochissimi amici che aveva.

Fortunatamente, la ragazza arrivò al bancone con gli ordini presi per poi darli a Daryl per preparare il tutto. E mentre era intento a preparare controvoglia i cocktail che avevano chiesto, una ragazza del gruppo lo chiamò ad alta voce.

"Hei Daryl! Come va?" chiese con un sorriso falso in volto.
"Già. Non ci si vede da parecchio tempo." se ne aggiunge un altro.
"Che fine avevi fatto, eh? Eri forse andato a piangere perché Frank ti ha tradito?" continuò un'altra ragazza del gruppo con un tono compassionevole solo per poterlo prendere in giro.
"Oh, poverino!"
"Forse, fa schifo a letto e Frank ha voluto trombarsi qualcuno che potesse soddisfarlo." rise uno di loro.

Daryl stava cercando di mantenere la calma, facendo finta di non ascoltare nulla di tutto quello che gli stavano gridando in fondo alla sala, ma in realtà era incazzato nero.
Peter, a quelle parole si ritrovò a stringere i pugni, sentendo perfino gli artigli quasi uscire fuori dalle sua dita, ma cercò di controllari. Non gli piaceva ciò che quegli stronzi stavano dicendo al ragazzo, il quale in quel momento stava subbendo tutto quello cercando di essere impassibile alle loro parole.
Ma quelli continuavano a ridere di lui, ed era davvero tentato di sbranarli con i suoi denti uno ad uno.

Ad un certo punto, Jason si unì al ragazzo dietro al bancone, per dargli il cambio e così continuare lui a preparare i cocktail per i ragazzi. Daryl così uscì da là dietro per dirigersi nella sala e pulire alcuni tavoli sporchi  dei residui che la gente aveva lasciato, sempre evitando lo sguardo e le voci di quei tizi che tanto detestava.

Una volta che erano pronti, Annie portò al tavolo i loro bicchieri, cercando di fare più in fretta possibile per allontanarsi da loro. Ma quando si era sporta più avanti per posare un bicchiere sul tavolo, sentì la mano di un ragazzo del gruppo che le stava toccando il sedere.

"Leva subito la mano da lì..." cercò di sembrare calma e seria, ma in realtà era scioccata e anche un pochino spaventata.

"Bhè, non vuoi ottenere una buona mancia, tesoro? Sei davvero uno schianto e hai un culo da favola. Perché non ti usci a noi? Potremmo divertirci tutti insieme." gli propose.

"Fottiti..." disse tra i denti la ragazza prima di scacciare violentemente la mano di quel maniaco.

E mentre si allontanava, incazzata nera, sentiva alle sue spalle le grasse risate che si scambiava il gruppo di amici, per poi sentirsi chiamare in lontananza 'E' proprio una troia non è vero?', per poi dirigersi in bagno, non prima di aver guardato Daryl in volto e dirgli che si prendeva una pausa, mentre delle lacrime le scendevano dagli occhi. 

Peter, notando tutta la scena, aveva adesso davvero voglia di ammazzarli tutti, ma optò per un soluzione migliore dell'omicidio. Gliela avrebbe fatta pagare, ma per attuare il suo piano aveva bisogno di un altro drink. Per questo si rivolse a Jason che era al momento addetto al bancone.

"Scusi buon uomo, lo sapete fare qui un ottimo Devil's Tongue?" chiese con un'aria innocente.

"Ma certo, ho molti anni di esperienza, sono capace di farle il miglior Devil's Tongue della sua vita." disse scherzosamente l'uomo. Era un tipo simpatico dopo tutto.

"Me lo farebbe molto piccante?" chiese sorridendogli amichevolmente.

"Ma certo, un Devil's Tongue in arrivo."

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Due minuti dopo, un buonissimo Devil's Tongue era di fronte a lui, con quel bellissimo colorito rosso arancio, e con quel buonissimo sapore di tequila, fragole e peparoncino mischiato che a lui piaceva davvero tanto.

"Questo si che è un drink perfetto. I miei complimenti." si congratulò con Jason che gli sorrise per poi andare dall'altra parte del bancone per mettere a posto alcune cose.

Subito dopo si trovò Daryl al suo fianco, e sorridendogli gentilmente gli chiese. "Ne vuoi un sorso?"

"Sono un alcolita se ricordi, e anche se servo alcolici cerco di evitare di tornare a bere" gli disse ridacchiando Daryl.

"Giusto, che sbadato. Scusa." si scusò, ma poi dolcemente lo richiamò a lui.
"Ehi. Non dare loro retta. Sono solo degli idioti che si atteggiano da duri." gli sussurrò per poi avvolgergli un braccio intorno alla vita per poi accarezzargli un fianco.

"Lo so. Vorrei solo che se ne andassero." sospirò piano. Poi guardò Peter negli occhi e istantaneamente si calmò sorridendogli debolmente. Per poi staccarsi dall'uomo per andare di nuovo dietro al bancone. 

Poi Peter continuò nell'attuare il suo piano. Così si rivolse nuovamente a Jason.

"Ehm, mi scusi buon uomo" gli fece cenno con la mano "non ho potuto che notare che quelle signorine là in fondo stanno bevendo della comunissima birra il ché non mi sembra giusto. Vorrei offrire ad ognuna di loro uno shortino." disse al barista che era un po' scioccato.

"Dice...fa sul serio?" gli chiese titubante.

"Ma certo." uscì alcune banconote dal suo portafogli.

"E non vuole offrire nulla ai loro ragazzi?" chiese poi l'uomo, dato che offrire da bere a delle ragazze già impegnate in compagnia dei loro fidanzati era un'azione da masochisti. "Voglio dire... sarebbe almeno cortese se offrisse qualcosa pure a loro..."

"Oh... ma sì, certo." uscì altre banconote "Porti ad ognugno di quei maschietti un Cosmopolitan." gli fece un sorriso beffardo, sapendo che quel tipo di drink veniva classificato come un drink maggiormente preso solo da donne, ma in fondo il suo piano era quello di dar loro una lezione, perciò perché non colpire la loro vigorosa mascolinità?

"Ascolti. Non so dove lei vuole andare a parare, ma non credo che sia una buona idea." cercò l'uomo di distoglierlo dal suo sicuro suicidio.

"Niente affatto. Tre shortini per le ragazze, e tre Cosmopolitan per i ragazzi." ribattè di nuovo Peter, facendogli capire che era sicuro della sua scelta.

E con riluttanza, l'uomo si mise all'opera. Mentre Peter era pronto a godersi il vero spettacolo chiamando Daryl ed invitandolo a sedersi vicino a lui. 

"Peter, che succede?" gli chiese il ragazzo che era un pochino agitato.

"Sssh, aspetta e vedrai tesoro."

Jason stava portando il vassoio al tavolo dei ragazzi, e quando questi videro quei drink che non avevano ordinato, Jason disse loro che erano tutti offerti all'uomo seduto al bancone.
Due di questi si alzarono dal tavolo, uno di loro aveva in mano un Cosmopolitan, e si stavano dirigendo nella loro direzione.

"Oh no, Peter. Che hai fatto?" chiese in un sussurrò Daryl, che emanava ansia da tutti i pori.

Non appena si misero davanti a loro, il tipo col cocktail in mano parlò.
"Grazie per il drink." disse rivolto a Peter.

"Prego." gli rispose lui con un sorrisino bastardo in faccia. 

"Ma penso che tu possa riprendertelo!" detto questo gettò tutta la bevanda addosso a Peter, bagnandogli persino i capelli.

Daryl si era gelato sul posto. Non sapeva cosa fare in quella situazione. Ma vide Peter che, con tutta la calma del mondo, si asciugava con una mano il suo viso. Per poi tornare a guardare il tizio di fronte a lui.

"Forse preferisci questo." prese il Devil's Tongue e glielo gettò dritto negli occhi, facendolo urlare dal dolore per colpa del peperoncino piccante, per poi alzarsi pronto a fronteggiarli.

Subito, l'amico, tentò di dare un pugno a Peter, il quale lo schivò senza fatica facendo colpire il suo compare, che ancora cercava di pulirsi gli occhi, facendolo andare a sbattere contro una sedia che si ruppe. Dopo di che, prese quell'altro e gli caricò un pugno dritto in volto, facendolo atterrare sopra al biliardo.
A quella scena le ragazze che sembrava essere delle dure, se ne andarono urlando da quel posto, lasciando i loro ragazzi lì a farsi pestare.
Daryl che stava assistendo a tutto, cercò di avvicinarsi Peter per fermarlo da ciò che stava combinando.
"Peter basta che stai face-" ma venne interrotto dal terzo tizio che era rimasto indietro, e che lo afferrò da una spalla facendolo girare, per poi dargli un pugno sulla guancia destra, facendolo cadere a terra violentemente.
Non appena vide cosa quel tipo aveva appena fatto al ragazzo, Peter preso dalla rabbia,  afferrò velocemente una stecca del biliardo e gliela spezzò sulla schiena, facendolo accasciare dal dolore. Gettando a malo modo ciò che rimaneva della stecca, si avvicinò alla sua caviglia per poi colpirla con un solo ma potente pestone, che spezzò immediatamente l'osso, facendo urlare dal dolore il tizio che aveva osato colpire Daryl.
Subito dopo, si rialzò quello che gli aveva gettato il drink addosso, che aveva gli occhi irritati a causa del peperoncino, che preso dalla rabbia afferrò una bottiglia di birra vuota dal loro tavolo per poi accanirsi contro Peter, che riuscì a bloccare il suo braccio per poi prendere la suddetta bottiglia e spaccargliela in testa. E notando che nessuno di loro si rialzava, si diresse subito in direzione di Daryl, il quale era affiancato da Annie che, non appena aveva visto la rissa iniziare, si affiancò al ragazzo colpito per cercare di dargli una mano. 

"Tutto bene? Hei, guardami. Stai bene?" chiese gentilmente al ragazzo che annuì debolmente. Era stato colpito anche se non c'entrava niente. Si sentì in colpa per quello.

"Mio Dio!" esclamò Annie guardando i tre tizi a terra doloranti "Li hai pestati tutti da solo?!" si rivolse a Peter, il quale scrollò solamente le spalle.

Una volta rimesso in piedi Daryl, e assicurandosi che stesse bene, si rivolte verso Jason che era rimasto lì pietrificato per la bravura che aveva dimostrato Peter nel sapere combattere tre avversari insieme. 

"Chiami la polizia e gli dica cosa è successo. Questi tizi sono entrati ed erano mezzi ubriachi e volevano da bere, ma nonostante tutto hanno creato problemi agli altri clienti e anche ai dipendenti stessi, tra cui hanno anche molestato sessualmente la ragazza che stava portando loro le bevande. Non sapete chi siano stati gli altri a ridurli così, sono scappati non appena li hanno messi fuori gioco. Dopo tutto, è quello che è successo giusto?" gli chiese, mentre tutti e tre erano rimasti imbambolati ad ascoltare quale buona versione della rissa aveva appena creato Peter da raccontare alla polizia.

"Questi sono per i danni, e anche le vostre mancie" ripose sul tavolo altre banconote "chiedo scusa perché la polizia vi farà chiudere prima questa sera." Pulendosi per bene i vestiti, si diresse verso l'uscita, non prima di aver detto sottovoce a Daryl 'Ti aspetto qua fuori' dandogli poi un leggero bacio sulla guancia colpita.

Quest'ultimo ancora intontito, si guardò in torno per vedere tutto il casino che era successo. Peter aveva fatto tutto da solo senza il minimo aiuto? Quanto diavolo era forte? Non sapeva cosa pensare, non sapeva se doveva temere che Peter potesse essere una furia scatenata e anche un tipo violento.
Però dal modo in cui lo aveva rialzato e lo guardava con preoccupazione, si sentiva forse al sicuro ad aver avuto Peter al suo fianco, e da lì il suo cuore iniziò a battere molto più forte e velocemente. Non sapeva se era per l'adrenalina del momento o per qualcos'altro. Poi venne distratto nel sentire la voce di Jason che era al telefono avvertendo la polizia di quello che era appena successo al Bar J, tralasciando ovviamente la presenza di Peter all'interno di quella rissa nata per caso.




Settima parte.
Questo, premetto, è il capitolo più lungo che abbia scritto fin'ora.
Un misto tra Fluff e Angst.
Prima tutta la situazione del dormire accoccolati tra i nostri protagonisti, e poi il degenerare più assoluto.
Qui abbiamo notato effettivamente com'è una tipica serata al Bar J durante i fine settimana, e di come devono sopravvivere i dipendenti stessi a quel genere di clienti.
Sinceramente mi piace l'idea di Peter che si dimostra anche un abile combattente agli occhi degli altri.
Oh bhè, non so più che dire, perciò spero che vi piaccia questo lungo capitolo, e ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate, a chi recensisce e chi legge in silenzio.
Alla prossima parte :)

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Capitolo 8
*** Contatto ***


Avvertimenti: Capitolo a Rating Rosso
 
CONTATTO



Una volta che la polizia portò via i tre ragazzi e ordinato al proprietario di chiudere per quella sera il locale, Jason e i suoi dipendenti prima di poter andarsene ognuno a casa propria dovettero sistemare il casino che si era sparso per la sala.
Erano ancora tutti un po' scossi di ciò che era accaduto, vedere quell'uomo che fronteggiava tre tizi diversi senza alcuna difficoltà era stato davvero impressionante, come guardare una scena di combattimento in televisione.
Dopo aver ripulito a terra, buttato tutti i pezzi del tavolo rotto, le schegge di legno e i frammenti di vetro, Jason diede finalmente il consenso ad ognuno di loro di potersene andare a casa, per poi andare sul retro e imprecare per la serata persa.

Una volta che Daryl aveva indossato la sua giacca di jeans scura ed era pronto ad uscire da lì, Annie gli venne incontro per chiedergli qualcosa.
"Come stai Squiddy?" chiese ancora preoccupata per il colpo violento che aveva incassato.

Gli faceva ancora male mezza faccia ma in fin dei conti poteva sopravvivere per quella notte.
"Tranquilla, sto bene. Tu piuttosto, come ti senti? Ti hanno fatto qualcosa prima?" le chiese ricordandosi in che modo la ragazza era corsa verso il bagno in lacrime.

"Si... sto bene. Dovevo soltanto allontanarmi da quei coglioni." me nel mentre lo diceva cercava di spostare lo sguardo ovunque tranne che su quello del castano.
"Matt è qua fuori che mi aspetta, vuoi un passaggio fino a casa?" gli chiese gentilmente.

Daryl si ricordò che anche lui aveva qualcuno che lo stava aspettando fuori dal locale.
"Grazie, ma ho già un passaggio a casa." le sorrise, per poi aprirle la porta ed uscire subito dietro di lei. E fu lì che Annie vide chi lo stava aspettando.

"Oooh, vedo che il tuo principe azzurro ti aspetta dall'altro lato della strada. O dovrei chiamarlo anche il tuo Body Guard?" gli ridacchiò ricordando di come Peter era corso in suo soccorso.

Quando Daryl cercò con lo sguardo Peter, lo vide dall'altra parte che si sorrideva e gli faceva un cenno della mano mentre era appoggiato sul fianco della sua auto. E mentre Daryl rispondeva al saluto dell'uomo, si rivolse nuovamente alla ragazza.
"Avresti mai pensato che qualcuno avrebbe preso a calci nel culo quegli stronzi, e che quel qualcuno fosse un uomo come lui?" le chiese mentre anche la ragazza salutava con la mano l'uomo in lontananza.

"Sinceramente non lo avrei mai detto. Un tipo con quella eleganza che fa a botte e vince su tutti, si vedono solo nei film. Però..." si voltò nuovamente verso Daryl "questo lo rende ancora più sexy."

Daryl roteò gli occhi. Alla fine Annie avrebbe puntato sempre sul solito argomento, anche se in una situazione come quella di prima ci sarebbe scappato il morto.

"Buona notte Annie." le sorrise mentre iniziava ad attraversare la strada.

"Buona notte anche a voi due." gli gridò, mettendo in imbarazzo Daryl che si stava avvicinando sempre di più a Peter. 

Quando arrivò faccia a faccia con l'uomo, si guardarono dritto negli occhi.

"Ehi..." gli sussurrò Peter sorridendogli.
"Ehi..." disse Daryl di rimando.

"Come va la guancia?" chiese il licantropo ancora in colpa per l'accaduto.

"Sopravviverò. Ho subito di peggio." scherzò, per poi avvicinarsi lentamente ancora di più a Peter per potersi stringere a lui e dargli un bacio sulle labbra. Gesto al quale l'uomo contribuì portando le sue braccia sui fianchi del ragazzo.

"Ti porto via di qui." ed aprì la portiera per il giovane che si accomodò sul sedile.
Per poi allontanarsi da quella via.

 
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 Lo aveva riportato solo quel pomeriggio sotto casa sua, e già Peter sapeva perfettamente quale strada prendere per ritrovarsi sotto il palazzo dove abitava il ragazzo.
Fortunatamente riuscì a trovare un posto dove poter parcheggiare l'auto, e dopo aver spento il motore, i due si voltarono l'uno verso l'altro.

"Posso chiederti perché lo hai fatto?" gli domandò Daryl.

"Parli ancora del bacio, oppure di quello che è successo al locale?" chiese ingenuamente Peter.

"Me lo stai chiedendo sul serio, Peter?" rispose Daryl con le sopracciglia incurvate verso l'alto. 

Peter, non poteva farci niente era fatto così, si divertiva nel girovagare portando ai nervi chiunque per gioco. Però si dovette arrendere e rispondere sinceramente.

"Non sopportavo il modo in cui ti parlavano. Ti stavano dicendo brutte cose e poi ti vedevo in difficoltà. Volevo fargliela pagare, ma sai, l'omicidio è un reato quindi..." dondolò con la testa a destra e sinistra.

"Quindi li hai pestati." concluse per lui la frase.

"In mia difesa, hanno cominciato prima loro gettandomi il drink addosso." si difese come a fare l'innocente esattamente come farebbe un bambino.

Daryl rise a quella frase, meravigliandosi dei sorrisi che l'uomo gli continuava a mandare.
"Già. Dovresti proprio darti una lavata." lo prese in giro Daryl, ridendo come un idiota. 

"Questo è quello che ci guadagno a difendere il tuo onore?" disse in modo teatrale Peter.

"No... è questo quello che meriti." e poi gli dese un caloroso bacio.

"Mi piace come ricompensa." gli sussurrò Peter, per poi baciarlo di rimando.

Dopo vari minuti di baci ininterrotti, Daryl si staccò dalle labbra dell'uomo per poi guardarlo negli occhi e dirgli con un sussurrò "Dovrei andare."
"Devi proprio?" gli rispose Peter con un tono basso e uno sguardo deluso. Non voleva che se ne andasse, che tutto quello finisse.

"Si. Scusami è che sono ancora un po' scosso di quello che è successo, e temo che potrà avere anche delle conseguenze, quei tipi mi conoscono, e scommetto che saranno incazzati neri." gli disse sinceramente preoccupato di quello che poteva succedere nei giorni a seguire.

Nel sentire quelle parole, Peter non poteva altro che sentirsi ancora più in colpa, e per cercare di rimediare almeno una piccola parte, chiese al ragazzo il suo cellulare.

"Che ci devi fare?" chiese davvero confuso. 

"Fidati e dammelo."

Quando glielo porse, Peter iniziò a comporre quello che sembrava un numero di telefono. E quando glielo restituì gli sorrise dolcemente.

"Ecco fatto. Quando credi che ci siano dei problemi. O se vorrai parlare con qualcuno, chiamami ed io sarò lì." gli spiegò. 

Daryl arrossì alle parole dell'uomo. Non ci credeva che si preoccupava così tanto di lui da dargli persino il suo numero di telefono anche solo per parlare.
Poi si avvicinò a lui e gli diede un altro dolce bacio sulla guancia, mormorandogli un 'Grazie' per poi scendere dall'auto, fare il giro, ed avvicinarsi al finestrino della macchina.

"Buonanotte, Peter." dandogli un bacio sulle labbra.

"Buonanotte, piccolino."

Poi scomparve dopo aver attraversato le porte del palazzo.

Una volta dentro il suo appartamento, Daryl si appoggiò con la schiena sulla porta, sbuffando in modo pesante a causa dello stress di quella serata. Adesso era lì, al sicuro fra quelle sue mura, però non era tranquillo. Non riusciva a calmarsi, qualcosa non andava, qualcosa mancava...
Non voleva che quella serata finisse in quel modo, non voleva stare solo.
Così con una presa di coraggio, afferrò il cellulare e digitò il nome Peter Hale.

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Quando vide il ragazzo entrare nell'edificio, Peter non distolse lo sguardo da quelle porte. Non voleva che Daryl se ne andasse, non voleva andarsene nemmeno lui. Quella giornata era stata speciale, avevano passato un pomeriggio fantastico, e non voleva separarsi da lui quella notte. Pensava che probabilmente, con tutto quello che era successo, il ragazzo volesse stare un po' di tempo da solo, per questo se ne era andato così velocemente da lui. E questo...gli faceva male.

Ma quando stava per mettere in moto l'auto, il suo cellulare lo avvisò dell'arrivo di un messaggio da un numero non presente sulla sua rubbrica.

Nel messaggio c'era scritto soltanto:

 
[Numero sconosciuto...] 
Per favore, saliresti sù? Quarto piano, scala B.

Senza pensarci due volte, Peter tolse le chiavi, prese il cellulare, scese dalla macchina e si incamminò verso le porte del palazzo.
Saltò gradini due a due. Voleva andare da lui. Il suo lupo voleva andare da lui. Voleva lui.
Quando arrivò al quarto piano però, notò che ogni porta era numerata e non gli arrivò alcuna informazione a proposito, quindi cercò di trovare l'appartamento del ragazzo usando i suoi sensi da licantropo. Cercava il suo odore o il suono della sua voce, qualsiasi tipo di segnale che potesse condurlo alla porta giusta.

E quando si avvicinò ad una porta bussando, e questa si aprì, vide quel ragazzo che lo guardava meravigliato come stava facendo lui.

"Sei qui.." disse Daryl guardandolo con occhi affascinati.

 "Sono qui." E senza perdere tempo, lo prese e lo baciò stringendoselo addosso. 

 Lo spinse dentro casa con decisione e Daryl sentì la porta sbattere alle sue spalle. Si sentì afferrare, le mani di Peter lo strinsero sotto i glutei e con una mossa se lo prese in braccio senza il minimo sforzo.
In poco tempo i vestiti di entrambi volarono via, buttati giù a casaccio sul pavimento.
Iniziarono a toccarsi e ad accarezzarsi in posti intimi, mentre continuavano a scambiarsi baci, e anche se non potevano parlare, riuscirono ad arrivare nella stanza da letto del ragazzo.

Arrivati, Peter lo fece atterrare delicatamente sulle lenzuola, per poi rimpossessarsi delle sue labbra. Lo stringeva forte a sè, non lo lasciava allontanare neanche per pochi centimentri. Sentiva che il ragazzo aveva allacciato le gambe dietro la sua schiena, cercava di avere più contatto possibile, e gli piaceva avere quel ragazzo stretto attorno a sè.

Continuavano a baciarsi, a rotolarsi fra le lenzuola, a scambiarsi posizione di chi stava sotto e chi sopra. 

"Oh mio Dio...si...non smettere..."
Daryl si lasciava andare alle mani esperte dell'uomo, si abbandonò al loro tocco, si affidò completamente a lui, sapendo che quell'uomo gli avrebbe fatto piacere ogni singolo istante di quella notte.

Quando Peter iniziò a mordergli delicatamente il collo, lasciandogli segni violacei sulla pelle, tra i gemiti che abbandonavano le sue labbra, Daryl portò le sue mani a stringersi sulle spalle dell'uomo e ai suoi capelli, il quale nel sentire le mani del più giovane, cominciò a strusciare i loro inguini insieme. Avevano bisogno di andare oltre, di sentire soltanto le loro pelli in contatto.
Quando si staccarono per riprendere fiato, si guardarono negli occhi per un lungo istante senza mai smettere di levarsi le mani di dosso, notando quanto fosse bello il corpo dell'altro; poi Daryl, preso dalla situazione del momento parlò. 

"Peter... ti prego..." disse in un sussurrò che sembrava più una preghiera.

"Mi vuoi tesoro? Uh? Lo vuoi?" disse Peter con voce roca sulle labbra del giovane.

"Ti prego si..." 

Daryl si stava mordendo forte le labbra, Peter era davvero sexy, quasi completamente nudo, ed era lì soltanto per lui. Così azzardò allungando la mano e a toccargli il membro eccitato sotto i suoi slip, facendo gemere il più grande per quel tocco che tanto bramava.
Una volta che si erano sfilati l'intimo a vicenda, entrambi notarono quanto fosse bello il corpo dell'altro, e dopo un altro bacio profondo, Peter si diede da fare per far passare al ragazzo la notte più bella della sua vita.

 
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Parecchio tempo dopo...

Daryl si spostò via da sopra il bacino di Peter, andando a sdraiarsi con un tonfo sull'altra parte del materasso vuota, buttando fuori tutta l'aria che gli riempiva i polmoni con un grosso affanno, con Peter sdraiato al suo fianco che cercava anche lui di riprendere fiato.

"Oh mio Dio...Oh..." disse il ragazzo ad ogni respiro che provava a prendere.
Sapeva quanto fosse bello il sesso, ne aveva fatto parecchio in passato, ma quello che aveva appena fatto era stato diverso e decisamente più bello di qualsiasi altro rapporto. "Oh cavolo... è stato...bellissimo!" 

Peter, accanto, ridacchiò nel sentire quelle parole. Gli faceva piacere sentirselo dire, alla fine era riuscito nuovamente a soddisfare il proprio partner, e notando quanto il ragazzo accanto a lui fosse completamente compiaciuto del suo operato si ritrovò a sorridere. Persino lui sapeva di essere eccezionale a letto e questo nessuno poteva negarlo.
Girò la testa, e andò a posare lo sguardo sul viso di Daryl che si stava rilassando sempre di più. Vedeva ancora quel petto che faceva sù e giù, cosparso di alcuni nei sui pettorali e sull'addome. Quei capelli ricci e disordinati che gli si posavano costantemente sulla fronte. Quelle labbra che ha assaporato per parecchio tempo e che erano diventate una dipendenza.
Gli piaceva quel ragazzo, ogni singola particolarità che lo riguardasse. Per questo, allungò un braccio andando ad accarezzare dolcemente con la mano la guancia del giovane, facendolo voltare verso di lui, incrociando i loro bellissimi occhi celesti ancora una volta. Il sorriso che gli rivolse fece sorridere di rimando l'uomo che, continuando con quelle carezze, non riusciva a togliere i suoi occhi da quelli del più piccolo.

E continuando ad osservare quel viso che si rilassava ogni secondo che passava grazie alle sue carezze, Peter si avvicinò di più a lui e gli chiese con un sussurro di voce "Come ti senti, tesoro?"

"Bene." rispose Daryl, guardandolo con occhi socchiusi e un sorriso ad illuminargli il volto mentre si accoccolava meglio contro il palmo di Peter.

"Soltanto bene?" chiese quest'ultimo mentre guardava quella scena intenerito, continuando le sue carezze.

"Ho fatto la cavalcata del secolo, mi sento più che bene..." rispose Daryl ridacchiando mentre riapriva gli occhi, notando quanto lo sguardo di Peter non fosse ancora molto soddisfatto della sua risposta. "Ma...mi sento anche...felice...come non lo ero da tempo..."

Continuarono a guardarsi per una decina di secondi osservandosi sempre negli occhi. Peter riusciva a vedere in quelli del giovane qualcosa come gratitudine ma forse anche qualcos'altro. Poi Peter con tono dolce gli disse tamburallandosi piano il petto "Vieni qua.."

Daryl era inizialmente titubante di quell'offerta, si sentiva forse un po' in imbarazzo ma dopo tutto quello che avevano fatto loro due poco prima, ha pensato che non c'era più spazio per l'imbarazzo in quel momento, ma solo altra intimità.
Così strisciò piano in direzione di Peter, mentre anche quest'ultimo di avvicinava a sua volta passando il braccio sopra la testa del castano per poi appoggiarla nuovamente sui capelli del ragazzo continuando con le coccole, mentre il più giovane si sistemava per bene la testa sul petto muscoloso dell'uomo proprio all'altezza del cuore, sentendo così i sui battiti ormai calmi.
Le carezze di Peter erano un toccasana per lui, sapevano essere così dolci e rilassanti che lo conducevano piano piano ad addormentarsi, cosa che stava per succedere, ma non voleva ancora chiudere gli occhi, non ancora.
Alzò il braccio col quale circondava il fianco di Peter, portando la sua mano ad accarezzare l'ampio petto dell'uomo. Passava le dita fra i corti peli che aveva al centro, per poi andare ad accarezzare i pettorali e tracciare in cerchio con le dita i capezzoli del suo uomo.
A quel tocco, Peter portò l'altra sua mano, che aveva abbandonato sui suoi addominali, sul viso di Daryl, afferrandogli piano il mento per fargli alzare lo sguardo verso di lui, e quando vide ancora quegli occhi, gli accarezzò col pollice le labbra per poi abbassarsi e baciarlo appasionatamente, scontrando le loro lingue ancora, ancora e ancora.

 
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Erano le 7:15 quando Daryl riaprì gli occhi, ritrovandosi coperto dalle sue lenzuola fino al petto e con un braccio che lo avvolgeva all'altezza della sua vita, sentendo sul suo collo il respiro caldo e ancora assopito dell'uomo che lo stava abbracciando da dietro. Si voltò molto lentamente, cercando di non svegliarlo, per poterlo guardare in volto; era l'uomo più bello che lui avesse mai visto, ed eri lì con lui, nel suo letto. Ripensò alla notte precedente, ogni singolo istante passato a rotolarsi fra quelle lenzuola sfatte, al sesso, ai baci e alle coccole. Era stata la notte più bella che avesse mai passato negli ultimi mesi e si sentiva per la prima volta davvero bene fisicamente che mentalmente.
Osservando ancora quell'uomo, che dormiva serenamente con mezza faccia schiacciata sul cuscino, Daryl si voltò completamente verso di lui ed istintivamente portò una sua mano ad accarezzare dolcemente il viso dell'uomo. Iniziò ad accarezzare prima la sua fronte, per poi tracciare piano col dito un suo sopracciglio notando ancora una volta quando fosse splendito anche quando teneva gli occhi chiusi. Continuò poi a tracciare col le dita sullo zigomo, per poi scendere in una carezza continua sul suo mento sentendo la corta barba pungergli le dita, fin quando la voce di Peter lo destò da quello che stava facendo.

"Piccolino...cosa fai?" disse a bassa voce, aprendo un solo occhio e sorridendo al ragazzo.

Daryl ritirò piano la mano, sorridendo e ridacchiando all'uomo che si era voltato verso di lui mostrando completamente il suo viso.
"Scusa, non volevo svegliarti." disse piano, appoggiandosi nuovamente la testa sul cuscino continuando a guardare Peter che piano piano  iniziava ad avere la mente lucida dal post-dormita.

"Bugia..." disse solamente Peter, stiracchiandosi un po' per poi avvicinarsi al viso del ragazzo per poterlo baciare, portandosi piano piano sopra di lui, prendendo le sue braccia e portandole al di sopra della sua testa, divaricando le sue gambre così che poteva avere più contatto col suo corpo.

Daryl, ad ogni mossa fatta dall'uomo, ogni bacio sul collo o sulle labbra, alle sue mani che stringevano i suoi polsi, o ad ogni strusciamento forte che faceva col suo inguine facendogli sentire quanto fosse eccitato, lo faceva sussultare e gemere ad alta voce facendogli mormorare il nome di Peter, ancora e ancora.

"Pe-Peter...Peter!" chiamò l'uomo sopra di lui, mentre con le gambe andava a circondargli i fianchi e i glutei marmorei. 

Peter alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi, vedendo in essi soltanto passione e lussuria. "Cosa vuoi che ti faccia tesoro? Dimmelo..." gli sussurrò all'orecchio mordendoglielo delicatamente subito dopo. 

"Scopami. Ti prego, scopami!!!" disse stringendosi ancora di più all'uomo. E preso alla sprovvista, si sentì tirato sù da quelle forti braccia che gli stringevano adesso il sedere, mentre l'uomo si alzò dal letto col ragazzo addosso dirigendosi fuori dalla camera da letto.
"Dove stiamo an-" la sua domanda venne interrotta dalle labbra e dalla lingua di Peter.

"Shh...fidati di me piccolo." gli sussurrò sulle labbra, per poi baciarlo ancora una volta.
Stordito com'era, gli ci vollero un paio di secondi per capire dove Peter li aveva appena condotti. Lo capì quando l'uomo aprì il box doccia facendo entrare entrambi per poi chiudere l'anta alle sue spalle, e facendolo appoggiare con la schiena alle fredde mattonelle della parete, mentre Peter apriva il getto d'acqua a temperatura tiepida, per poi tornare a baciarlo famelicamente e facendo entrare in contatto i loro corpi nudi e ormai bagnati.
Peter iniziò a toccarlo ovunque, e Daryl non poteva che eccitarsi sempre di più al tocco dell'uomo che in quel preciso momento gli stava massaggiando con le dita la sua piccola apertura, facendolo gemere sempre di più. Decise di cogliore l'occasione di poter toccare come voleva lui il corpo statuario dell'uomo, definendosi in quel momento il ragazzo più fortunato del mondo per avere letteralmente tra le mani sia il culo sodo, sia l'erezione grande e dura di Peter Hale.

A quelle prese decise del ragazzo sul suo corpo, Peter si staccò dalle sue labbra per guardarlo, come il lupo che era, in modo famelico, prendendolo piano dalle spalle e facendolo lentamente abbassare, fino a farlo inginocchiare di fronte a lui.
Chiuse il getto d'acqua che in quel momento non poteva che dare fastidio, iniziando ad accarezzare il viso del più giovane e portandogli i ciuffi di capelli bagnati via dalla fronte, per poi passare col pollice su quelle labbra rosse che erano state vittima delle labbra di Peter.

Daryl lo guardava dal basso, godendosi quelle carezze, e nonostante in quella posizione gli portasse dolore alle ginocchia, non aveva alcuna intenzione di togliersi da là. Dopo tutto gli piaceva cosa aveva a pochi centimentri dalla faccia, e non si sarebbe spostato da lì a meno che non fosse stato Peter stesso a dirglielo. Sapeva cosa voleva l'uomo, e sapeva decisamente cosa volevo lui stesso in quel momento; e quando iniziava ad avere l'acquolina in bocca, Peter lo chiamò.

"Non vedo l'ora di fare di nuovo mio quel bel culetto che hai." fece una pausa ammirando il viso e la bocca del giovane "Ma prima, piccolo mio...papino vuole vedere quanto lo desideri davvero, proprio come ieri notte. Fammi un bellissimo pompino, tesoro..." lo guardò fisso negli occhi, mostrandogli quanto anche lui desiderava ricevere dal giovane.
A quelle parole Daryl aveva ancora più voglia di far godere l'uomo di fronte a lui, sentiva le aspettative che quell'uomo bramava con desiderio, e non voleva assolutamente deluderlo.
Così quando afferrò piano il membro eretto di Peter, e iniziò a massaggiarlo, gli disse guardandolo dritto negli occhi: 

"Ti voglio tantissimo, papi...Davvero tanto." 

Per poi aprire la bocca ed accogliere dentro di essa l'uomo che, nel sentire il calore della lingua del giovane si fece scappare:

"OHH SI !!!"

 
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Erano le 8:35 e Daryl era ancora lì, sul suo letto ancora nudo e un po' bagnato, con solo un asciugamano a coprirlo, e stava osservando il soffitto con un grande sorriso dipinto in volto. Stava ripensando a quello che lui e Peter avevano fatto un'ora prima, a tutto quello che era successo da quando si erano svegliati, quando si erano chiusi nella doccia, quando hanno fatto scintille sotto il getto d'acqua e quando si lavarano a vicenda. Aveva ancora sulla pelle il tocco gentile ma anche brusco di Peter, sentiva ancora le sue labbra sul suo collo, sul suo petto e sulle sue spalle, la sue braccia avvolgerlo, stringerlo come fosse la cosa più importante al mondo, grafficarlo e morderlo. Ricordava ogni singolo istante, e non faceva altro che pensare a quanto voleva che quel momento con Peter non finisse mai, che durasse a lungo, o che durasse in eterno.
Poco gli importava che era sdraiato sulle lenzuola bagnandole, che tra altri quaranta minuti doveva uscire di casa per recarsi a lavoro, che avrebbe passato un'altra giornata rinchiuso in quel buco. Non gli importava nulla, quello doveva essere un momento solo per lui, gli altri potevano andare anche al diavolo.


 
CINQUANTA MINUTI FA
 
 
La sua faccia era contro la parete di mattonelle della doccia, emettendo forti gemiti  mentre Peter gli si era attaccato addosso con un braccio intorno ai suoi fianchi e con l'altra mano gli teneva ferma la testa, spingendo con forza dentro di lui.

"Così...ti piace così..." mormora Peter, la voce soffocata dall'eccitazione "Ti piace piccolo mio?"

"Si...Si..." sussurra Daryl. "Ti prego...ti prego papi, non fermarti!"
E Peter spingeva, ancora, ancora e ancora, fino a quando non raggiunsero entrambi l'apice del loro piacere.
Si abbandonò come privo di forze sulla schiena del ragazzo, per poi abbracciarlo e tirarselo indietro sul suo petto, in modo che la testa del ragazzo giacesse sulla sua spalla mentre riprendeva fiato.

Peter, ghignando compiaciuto, gli baciò a lungo una guancia per poi sussurrargli all'orecchio quanto fosse stato bravo, e soprattutto quanto fosse bello nel pieno del suo orgasmo, facendo come al solito sorridere Daryl a causa dei bellissimi complimenti che gli faceva.

"Adesso però dobbiamo farci una doccia", sussurra piano al suo orecchio, divertito "una vera doccia."

Daryl ancora appoggiato sulla sua spalla, si voltò verso di lui, e con occhi socchiusi gli sussurrò ridacchiando "Non credo di avere le forze per lavarmi."

Peter allora, ghignando ancora divertito, gli diede un bacio leggero sulle labbra. "Vorrà dire che ci penserò io a te, cucciolino... Il tuo papino si prenderà cura di te."

Dopo essere stato insaponato dalle mani esperte di Peter, e lavato dall'acqua che continuava a bagnare i loro corpi, tra un bacio e l'altro, entrambi uscirono dalla doccia affrettandosi ad asciugarsi per non rischiare di prendersi un malanno, perlomeno l'uomo era nell'asciugare in fretta il corpo del giovane dato che per lui era impossibile prendersi l'influenza. Ognuno si occupava del corpo dall'altro, e Daryl trovava quella scena molto dolce, ma soprattutto intima, e non si accorse neanche di aver chiuso gli occhi nel mentre Peter era intento ad asciugargli i capelli che adesso gli ricadevano sulla fronte.

"Non ti starai addormentando di nuovo, vero?" gli chiese in un sussurro Peter, sorridendogli amorevolmente, mentre continuava a passare l'asciugamano sui suoi morbidi capelli ricci.

"Mh...potrei...", gli rispose soltando Daryl, formandosi sul suo viso un timido sorriso che gli illuminava il volto.
Fu dopo quella frase che Peter lo voltò di spalle, per poi passare un braccio intorno al suo busto e l'altro all'altezza delle caviglie del ragazzo, sollevandolo e sorreggendolo fra le sue braccia nella tipica posa da sposa.
Con quella mossa inaspettata, Daryl cacciò fuori dalla sua bocca un urletto, che di virile non aveva molto, diventando istantaneamente rosso in volto per l'imbarazzo di quello che stava facendo Peter.

"Che stai facendo?! Mettimi giù!" disse tra una risata isterica e l'altra.
"N-no, dai Peter. E' troppo imbarazzante."

Dall'altro canto, Peter se la stava sghignazzando sotto i baffi per la reazione del ragazzo, e piano piano si incamminava con le chiappe al vento verso la camera da letto con quest'ultimo addosso che si teneva stretto alle sue spalle, coperto solo dall'asciugamano che teneva addosso.

"Si può sapere perché mi stai portando in braccio? Ce la faccio benissimo a camminare solo." gli chiese guardandolo in faccia, ridacchiando ancora.

"Sbaglio o avevi detto che non avevi abbastanza forze? E poi ti ho detto che ci avrei pensato io a te, o forse sbaglio?" gli rispose con il solito sorriso furbo di cui ne era portatore nato, zittendolo ancora di più per l'imbarazzo.

Si avvicinò al letto, e delicatamente appoggiò Daryl sulle lenzuola, per poi stendersi sopra di lui e iniziando a baciarlo dappertutto e coccolandolo come si deve.
Dopo minuti passati a scambiarsi effusioni amorose, Peter si staccò dalle sue labbra per poterlo guardare in quei occhi che ogni singola volta lo stregavano. Portò una sua mano sulla sua guancia, accarezzando col pollice lo zigomo del giovane.

"Sei bellissimo." gli sussurrò Peter. "La più bella creatura che io abbia mai visto..."

Preso da quelle parole Daryl non si accorse neanche per un istante che le iridi dell'uomo avevano cambiato colore, accendendosi in un chiaro e gelido blu tornando subito dopo celesti come prima, dato che Peter gli aveva nuovamente offuscato la sua lucidità con un altro profondo bacio.

"Rimarrei così con te per tutto il giorno, ma ho del lavoro da fare. E anche tu se non sbaglio." disse Peter dopo essersi rialzato andando a prendere i boxer che aveva abbandonato insieme ai pantaloni sul pavimento, mentre Daryl osservava quel sedere fantastico che avrebbe invaso i suoi sogni a luci rosse.
"E' da maleducati osservare." lo riprese ghignando.

"Non mi importa." fu la risposta veloce di Daryl sorridendogli di rimando.

Una volta che Peter si vestì completamente con gli abiti della giornata precendente, si avviò insieme al ragazzo fino all'uscio della porta di casa, dandosi ancora un ultimo bacio prima di salutarsi.

"E' stato bellissimo...tutto." gli sussurrò Daryl sulle labbra.

"Si." gli rispose soltanto Peter sorridendogli. "Ti chiamo più tardi, va bene tesoro?". 

Con un dolce sorriso, Daryl gli disse, "Lo spero.", per poi dargli davvero l'ultimo bacio di quella mattina e aprendogli la porta, e prima che la chiudesse sentì un leggero 'Ciao, piccolo.' accompagnato da un occhiolino, dopo di ché, Peter era già lontano.

 
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Ed era lì adesso, sdraiato ancora sul letto con un asciugamano a coprirlo sorridendo felice per la migliore mattina passata dopo tanto tempo di solitudine e dolore. Il cuore gli batteva forte soltanto ripensando al viso dell'uomo, al suo sorriso, alla sua voce, e non desiderava altro che averlo ancora lì con lui.

Alzandosi andando a prendere il cellulare che aveva lasciato sul comodino, andò sulla rubrica per accertarsi di avere il numero di Peter memorizzato, e quando lo trovò ripensò a quello che gli aveva detto la scorsa notte: poteva chiamarlo per qualsiasi evenienza, anche solo per parlare, ed era certo che lo avrebbe fatto, poco ma sicuro.

Quando tornò sulla schermata principale del cellulare vide però che ore si erano fatte: le 8:40. E il suo sorriso andò a trasformarsi in una smorfia terrorizzata, facendolo saltare giù dal letto.

"OH MERDA!!! E' TARDISSIMO!!!"





Ottava parte.
Finalmente dopo un mese che non aggiornavo rieccoci qui. Chiedo scusa per il ritardo ma questo mese è stato davvero pessimo a causa di due lutti in famiglia, mio fratello che sceso per un mese di ferie dalla Francia, e quindi non avevo molto tempo per scrivere anche la minima stupidaggine.
Comunque, come ho spiegato sopra questo è un capitolo più o meno da Rating Rosso, solo per questo capitolo per ora (non so se scriverò altre scene di sesso, ma se lo farò non saranno mai dettagliate e poi saranno tagliate, come ho fatto in questo capitolo).
I nostri due protagonisti hanno passato la notte insieme, e abbiamo visto quanto dolce riesce ad essere Peter oltre che bravo a letto (ma questo lo sanno tutti quanti i fan di Teen Wolf LOL).
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e ringrazio tutti coloro che comunque mettono la storia tra le preferite, ricordate ecc.
E ringrazio anche a chi recensisce e chi legge e basta. Alla prossima.















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