Darth Vader : Hero of the Empire

di evil 65
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Welcome back ***
Capitolo 3: *** All Hail Vader ***
Capitolo 4: *** Welcome to a New Empire ***
Capitolo 5: *** La battaglia di Coruscant - Parte 1 ***
Capitolo 6: *** La Battaglia di Coruscant - Parte 2 ***
Capitolo 7: *** Oltre il bordo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questa è la prima fan fiction che scrivo ambientata nell'universo di Star Wars.
Ho già esperienza con l’uso del personaggio di Darth Vader. Essendo il mio antagonista cinematografico preferito , l’ho utilizzato praticamente in quasi tutte le mie storie.
Questa fan fiction conterrà sia elementi del nuovo canone, sia elementi presi da Legends.
Saranno presenti personaggi come Mara Jade, la mano dell’Imperatore , e Darth Lumiya , l’apprendista di Vader e il fantomatico Grand’Ammiraglio Thrawn.
Oh,e tra i protagonisti ci sarà anche Aphra ! Chi non ama Aphra ?
Spero che lascerete una recensione, i vostri commenti mi aiuteranno a migliorare e mi daranno la spinta necessaria per continuare la storia.
Ed ora...buona lettura !



Prologo

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La tempesta fece calare sul pianeta l’oscurità prima del tempo.
Lampi frequenti illuminavano i resti di quella giornata : pezzi d’ossa, membra organiche  e metalliche strappate via dai corpi a cui appartenevano, pezzi  di macchine che avevano servito l'Impero e altri appartenenti a quelle che avevano perseguito solo i loro spietati scopi.
Sui resti organici e metallici si muovevano solo le nuvole e i torrenziali rovesci di pioggia. Anche gli uccelli e gli insetti erano fuggiti.
In mezzo a quella devastazione, si stava svolgendo una scena singolare.
Due giovani umane erano stese nel fango, cosparse di lividi e bruciature. Davanti a loro, apparentemente fuoriuscito dall’incubo di una mente distorta, si ergeva l’imponente figura di uno Yuuzhan Vong.
Rivolto verso la ragazza e la sua sorellina, l’alieno corazzato alzò la spada.
 Quelle fragili creature avevano perso tutto. La loro casa ,la loro famiglia…ogni cosa. I suoi simili erano stati molto scrupolosi nell’assicurarsene, come avevano fatto con  tutti gli avamposti che avevo visitato da quando erano giunti in questa galassia. Sarebbe stato un atto di pietà togliere loro la vita in un solo e rapido colpo.
La lama sollevata in aria luccicò, colpita dalla luce del sole che filtrava debolmente dalle nubi. La ragazza chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore.
La sua espressione dimostrava che non avrebbe mai voluto essere in una simile situazione. Stava semplicemente accettando il suo triste fato, inerme com’era.
Se la giovane donna avesse avuto un qualche tipo di potere, l’avrebbe sicuramente usato sulla creatura davanti a lei e sarebbe scappata via. Ma la ragazza non aveva un tale potere. Quindi esisteva un’unica conclusione : sarebbe sicuramente perita qui.
La lama calò ….Eppure lei non percepì alcun dolore.
La ragazza aprì gli occhi.
La prima cosa che vide fu la spada , che si era fermata nella sua traiettoria.
La seconda cosa che entrò nel suo campo visivo fu l’alieno che la brandiva. Si era fermato, come se fosse stato congelato da una forza esterna. E l’attenzione della bestia non era più rivolta alla ragazza. L’alieno  dimostrava chiaramente di essere in un stato di shock.
Come se fosse guidata dallo sguardo di quel mostro, la ragazza girò il volto verso la stessa direzione.
Poi… vide la disperazione. E il buio. Pura oscurità, sottile come un foglio, ma di un insondabile profondità. Era emerso dagli alberi della foresta circostante. Una scena che evocava misticità ,con un’apprensione indescrivibile.
Un demone? Questo è ciò che la ragazza pensò, dopo averlo visto…
Poi, il suo cuore batté ancora una volta, e il suo pensiero venne confermato. Qualcosa uscì dalle tenebre. E in un istante si rese conto di cos’era. O meglio…chi era.
La Ragazza lanciò un grido acuto. E allora…lo vide. Un’esistenza che ogni abitante della galassia conosceva assai bene.
Globi rossi ondeggiavano come torbide fiamme all’interno delle orbite cave di un casco nero come la notte.
Nelle sue mani guantate reggeva un cilindro argentato.
Era come se fosse la Morte stessa, avvolta in un abito corvino, nata in un mondo di tenebre, fosse  giunta su questo pianeta.
Il vento smise di soffiare.
Sembrava come se il tempo si fosse fermato prima della tempesta. La ragazza aveva dimenticato di respirare, come se la sua anima fosse stata rapita.
In questa situazione, in cui il senso del tempo sembrava essere svanito, la giovane donna cadde in un terrore così profondo che si ritrovò incapace di muoversi.
“ La Morte personificata è venuta dall’aldilà per portarmi via” fu l’unico pensiero che le passò per la testa.
Tuttavia, ben presto notò qualcosa che non andava. Il Vong aveva smesso di muoversi.
“ Urghh … ”
Si udì un gemito.
Chi era? Poteva essere venuto da se stessa, così come dalla sua sorellina che tremava, o l’alieno con la spada alzata davanti ai suoi occhi.
Molto lentamente, le dita guantate  indicarono non le ragazze, ma l’alieno, come se stessero cercando di afferrare qualcosa.
Voleva smettere di guardare, ma era troppo spaventata per farlo. Sentiva che sarebbe stata testimone di qualcosa di molto più terrificante, se avesse distolto il suo sguardo.
La Morte fece il gesto di stringere, e accanto alla ragazza si udì un rumore disgustoso.
Aveva paura di evitare lo sguardo della Morte, ma ,spinta dalla curiosità, spostò gli occhi e vide il Vong esanime sul terreno. Non si muoveva più.
Era morto. Sì, proprio morto.
Il pericolo per la sua vita era scomparso proprio così, come se fosse stato nient’altro che  un brutto scherzo. Tuttavia, non riuscì a gioire.  La morte aveva appena cambiato la sua forma ,manifestandosi sotto vesti ancor più evidenti.
La Morte diresse lo sguardo verso la ragazza. L’oscurità davanti ai suoi occhi aumentò.
“ Prenderà me, adesso ”.
La ragazza strinse forte la sorellina. Il pensiero della fuga svanì dalla sua mente.
Se l’avversario fosse stato un semplice essere umano, avrebbe potuto avere ancora un briciolo di speranza.
Ma la cosa davanti a lei era un’esistenza che andava oltre la comune esistenza umana.
“ Ti prego, lasciaci morire almeno di una morte indolore ” sussurrò nella sua mente.
Ormai, pregare era tutto quello che poteva fare .
La sua sorellina si aggrappò alla vita, tremante di terrore. Voleva salvarla, ma non era più possibile. Poteva solo chiedere scusa per la sua impotenza. Non si sarebbero più sentite sole, perché sarebbero morte insieme.
E poi, Darth Vader si chinò…e la sua voce parlò.
<< State bene ?>>

                                                                                                                    * * *

Alcuni mesi prima 

Era un posto che non esisteva in nessun luogo. Un mondo che non esisteva da nessuna parte.
Rilasciato dal concetto noto come 'tempo', quel luogo non aveva né mattina né notte, né sole né luna. Solo una pallida aurora illuminava il cielo.
Non c’erano cambiamenti in questo mondo, poiché esisteva solo nella Forza . Il suo oceano non conosceva onde, e le nuvole nel suo cielo non conoscevano flusso.
Incapace di vedere la luna o le stelle, l'uomo, che abitava questo mondo, si lamentò un po'.
Quello fu il motivo per cui l'individuo chiuse gli occhi. Quando lo fece, egli poté vedere i ricordi dei giorni mancati. Ed erano molti,e colmi di dolore e sofferenza.
Non era molto fiero del suo passato. Anche dopo averlo mirato migliaia e decine di migliaia di volte, si era ritrovato incapace di sopportarne la vista.
Come sempre, l'uomo aveva girato la testa verso destra, verso sinistra, in giù verso la terra, in su verso il cielo, confermando che nulla fosse fuori luogo mentre chiudeva le sue palpebre. Poi, iniziò a vedere il sogno, il fantasma conosciuto come ' passato '.
Ora, per amore del suo onore, qualcosa doveva essere detto. Questa era l'unica cosa che restava per lui da fare. Combattere, guarire, essere triste o adirato …non era più necessario per lui.
Era noioso? Poteva solo acconsentire. Era doloroso? Avrebbe probabilmente negato.
Come sempre, i momenti del suo passato sarebbero stati proiettati nei suoi occhi, chiari e distinti. Il suo passato era stato breve e, quindi, le scene erano sempre chiare. Non sarebbero mai svanite, non sarebbero mai state inquinate e mai sarebbero state dimenticate. Era la sua punizione.
<< Svegliati, per favore >>.
Non c’erano cambiamenti in questo mondo. I venti non soffiavano, le onde non s’infrangevano a riva. Era semplicemente un luogo statico. Per questo motivo, se si fosse verificato un cambiamento in questo mondo, sarebbe stata, inequivocabilmente, un'interferenza proveniente dall'esterno.
Darth Vader, precedentemente noto come Anakin Skywalker,  aprì gli occhi. Vedendo l'incredibile, si bloccò. Quanto tempo era passato da quando le sue emozioni venivano influenzate?
<< E' passato molto tempo >>.
Prima che potesse farlo lui, lei sorrise. L'uomo sentì come se il suo cervello fosse stato scosso, e la sensazione gli fece aprire la bocca dalla quale non uscirono parole.
Una bella donna era lì, i capelli morbidi come la luce del sole di primavera. L’uomo la conosceva bene. Ogni volta che chiudeva gli occhi, lei appariva. Non l’ avrebbe mai scambiata per un’altra. Ma perché era qui? Perché era qui ... qui, dove lei non avrebbe dovuto essere?
Con un’espressione addolorata, dolcemente toccò il viso dell'uomo con la mano. Il suo dito fece emettere all'uomo un suono di gioia.
<< Così tante ferite ... così solo, in questo mondo >>.
E’ colpa mia, la ragazza mormorò tristemente.
 Questo non è vero, l'uomo dichiarò. Non hai bisogno di preoccuparti. Questo è il dominio del mio orgoglio. Non c'è perpetuità qui, ne eternità, ne noia, ne disperazione, ne paura. È la mia punizione, dichiarò come un dato di fatto.  
<< Non ti lascerò mai più solo >>.
“ Ah, ma le tue parole, il fatto che tu sei qui, mi portano gioia. Nient'altro che gioia.”
Avrebbe dovuto essere un mondo perfetto e immutabile. Un mondo in cui il tempo fosse congelato. Ma la ragazza era lì. E così era caduto, non era più un luogo di solitudine e rimpianto.  L’uomo non riusciva a contenere la sua felicità.
Poi, la donna gli baciò la testa.
<< Meriti di essere felice. Anche senza di me  >> sussurrò sulla sua pelle, anche se questa non c’era.
Il mondo cambiò.
Il tempo cominciò a scorrere all’indietro. E l’anima di Darth Vader viaggiò con esso.



Com'era ? Spero che abbia suscitato il vostro interesse.
Alla prossima ! 

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Capitolo 2
*** Welcome back ***


Ecco un nuovissimo capitolo ! Gli aggiornamenti non saranno sempre così veloci, dipenderanno anche molto dalla risposta del pubblico.
Buona lettura !


Welcome Back


Sveglia !
 
Sono sveglio.
 
E come fai a saperlo? Intorno a te c'è la più totale oscurità. Ti stai avvicinando alle origini dell’universo. Che cosa vedi?
 
Niente.
 
Qualcosa devi pur vedere. Cosa vedi?
 
Vedo un vortice di particelle. Nelle luce della mia anima sembra neve. Sostanze inorganiche che sprofondano. L'aria è satura di composti inorganici. È un po' torbida. No...molto torbida.
 
Puoi vedere ancora molto. Non vuoi vedere tutto?
 
Tutto ?
 
Naturalmente sa che è la sua voce quella con cui sta dialogando quasi inconsapevolmente. È la quintessenza delle esperienze fatte, della vita imparata e vissuta : punti di vista solo al limite della coscienza. Qualcosa gli sta parlando. Qualcosa che, nel contempo, è fuori di lui e con lui, la cui esistenza gli era rimasta nascosta fino a quel momento. Quella cosa nella sua testa gli pone domande, gli fa proposte.
 
Cosa vedi?
 
Poco.
 
Poco è già un'esagerazione. Solo gli esseri senzienti accettano l'idea assoluta di affidarsi a un apparato sensoriale. Libera la tua mente. Vuoi vedere tutto?
 

 
Allora svegliati.
 

Sono sveglio !
 
Sì,certo che sei sveglio , ma stai anche sognando. Tutta la vita è prigioniera del sogno a occhi aperti di un mondo che non esiste. Noi sogniamo un cosmo fatto di tabelle tassonomiche e medie statistiche, che colga oggettivamente la natura. Rifiutiamo di vedere la relazione intima delle cose, legate in un intreccio indistricabile, cerchiamo di scorporare ogni elemento, ordinandolo in una struttura gerarchica al cui vertice mettiamo noi stessi. Ci accordiamo su idoli e frammenti minuscoli che chiamiamo realtà, cerchiamo conseguenze e gerarchie, deformiamo spazio e tempo. Dobbiamo sempre vedere qualcosa per comprenderlo, ma ,nel momento in cui lo rendiamo visibile, lo sottraiamo alla nostra comprensione. L'uomo vivente è cieco, Vader. Guarda nell'oscurità. L'origine di tutta la vita è oscura.
 
L'oscurità è minacciosa.
 
E invece no ! Semplicemente sottrae i punti di riferimento alla nostra esistenza visibile. È così brutta ? La natura è obbiettiva e ricca di verità ! S'impoverisce attraverso le lenti dei preconcetti, perchè noi giudichiamo secondo ciò che approviamo e non approviamo. Vediamo sempre noi stessi in quel violento luccichio.
 
Capisco.
 
Ottimo. Te lo ripeto, Anakin : Vuoi vedere tutto?
 

.
 
Allora svegliati !
 
 
Darth Vader, alias Anakin Skywalker, si destò da un sogno confuso dominato da un'unica immagine, quella del volto dell’Imperatore intento ad ucciderlo. 
Muori, gli diceva l'uomo, e nessuno era lì per aiutarlo.
Ma non era un incubo. Era un bel sogno. Era bello perché era lui ad essere colpito dai fulmini e non Luke, quindi non era affatto Vader, bensì Anakin. E questo gli era di consolazione ,perché sarebbe stato mille volte meglio morire come Anakin che vivere nei panni di se stesso. Un uomo che, nel nome di un gelido sogno, aveva tradito una donna che in lui aveva riposto tutta la sua fiducia. La sua amata Padme.
Bene, d'accordo. Morirò, pensò ,ascoltando il respiro della mietitrice. Lasciatemi morire. Ma quello non era il respiro della morte. Era il suo.
Ben presto, si rese conto che era disteso a faccia in giù, ascoltando il silenzio. Era perfettamente solo. Nessuno lo guardava. Non c'era nessun altro. Non era del tutto sicuro di esserci nemmeno lui.
Dopo molto tempo, o forse nessun tempo, capì che doveva esistere, doveva essere più che pensiero disincarnato, perché era disteso, certamente disteso su una superficie. Quindi possedeva il senso del tatto, e anche la cosa sulla quale giaceva esisteva. Non appena fu giunto a questa conclusione, Darth Vader ,signore oscuro dei Sith, si rese conto di avere ancora l'armatura.
Convinto com'era della propria totale solitudine, la cosa non lo preoccupò, ma lo incuriosì. Si chiese se, così come era in grado di sentire, sarebbe riuscito a vedere. Aprendoli, scoprì di avere gli occhi.
Era in una camera spoglia, bianca e immacolata.
Si mise a sedere. Il suo corpo sembrava intatto.
Si toccò il viso. La sua maschera era sempre lì, dura come la pietra.
<< Dove...dove mi trovo ?>>sussurrò a se stesso.
Ricordava molto bene dove si trovava fino a pochi minuti fa. Era sulla seconda Morte Nera, tra le braccia del figlio a lungo perduto...pronto a morire e a unirsi con Padme nella Forza. Era forse questa la vita dopo la morte ? Non era quello che si aspettava.
Perchè non era morto come Anakin Skwalker ? Aveva ucciso l'Imperatore, rinunciato ai suoi deliri di conquista per la sua famiglia ! Eppure, eccolo lì, ancora intrappolato in quella tuta infernale.
Poi, i ricordi degli ultimi avvenimenti arrivarono a lui con la stessa intensità di una navetta pronta a saltare nell’iperspazio.
Era morto…ed era stato trascinato nel suo inferno personale. Costretto a rivivere il suo passato ancora e ancora. E poi…e poi…perché non riusciva a ricordare ?
Un dolore lancinante e infinito cominciò a pulsargli nelle mani. Ugualmente gli dolevano i piedi . Gambe e braccia non smettevano di proclamare la loro presenza.
Andatevene, intimò alle parti mancanti al suo corpo. Ormai siete fantasmi. Andatevene.
A qualcosa servì. Non a molto, ma a qualcosa servì. Erano fantasmi, questo sì, ma assai vividi.
Si alzò in piedi in equilibrio instabile e si guardò intorno. Sembrava la cabina della sua nave ammiraglia, l’Esecutore ,il suo vecchio Star Destroyer.
Lo colse una vertigine. Lottò invano, ma gli si piegarono le ginocchia e cadde a sedere, morsicandosi stupidamente la lingua.
Non perderai conoscenza, si ordinò con cupa tenacia. Non qui. Non dopo tutto quello che hai passato . Così si rialzò.
Un rumore statico attirò la sua attenzione. Abbassò lo sguardo sulla cintura dell’armatura.
<< Signore, l’Imperatore richiede la sua presenza nel blocco 22-G >>.
Quella…era la voce di Firmus Piett , il suo ammiraglio più fedele . Ma era impossibile. Aveva visto l’Esecutore precipitare contro la Morte Nera, e Piett con esso. Poi, le parole dell’uomo risuonarono forti e chiare attraverso il suo cervello.
L’Imperatore…era vivo.  E allora capì. Per quanto la situazione potesse sembrare assurda, era l’unica spiegazione ragionevole. O persone che credeva morte erano misteriosamente ritornati in vita, il che lui dubitava fortemente…oppure aveva viaggiato indietro nel tempo.
Con voce tremante sussurrò : << Dite all’Imperatore che sarò da lui in pochi minuti >>
<< Subito, signore >>.
Il Cyborg si rimise in piedi e cominciò ad ammirare il suo corpo. Era tornata indietro. Per qualche assurda ragione, la Forza aveva inviato la sua coscienza indietro nel tempo.
<< Perchè ?! L'universo non ha già preso abbastanza da me ? Le mie sofferenze sono state così effimere ? >> domandò in tono disperato, per poi crollare in ginocchio sul pavimento della stanza.
No, mormorò a se stesso. Avrebbe dovuto vivere ancora una volta all’interno di quella tuta infernale.
Poi, come dal nulla, una rivelazione scioccante cominciò a farsi strada nelle sinapsi del so cervello. Era tornato indietro nel tempo…e conosceva l’esito degli eventi futuri. Certo, non era sicuro del momento esatto in cui era stato catapultato, ma avrebbe potuto comunque manipolare la situazione a suo favore. E sapeva esattamente da dove cominciare.
Armato di nuovi propositi, il signore oscuro cominciò a incamminarsi verso il blocco in cui l’Imperatore lo stava aspettando.
 
                                                                                                               * * *
 
Dopo aver rinforzato i suoi scudi mentali, Darth Vader entrò all’interno della camera con passò lento e misurato.
Ad attenderlo , avvolto in un mantello nero come la pece, vi era l’Imperatore Palpatine, meglio noto come Darth Sidious, colui che era responsabile di quasi ogni sofferenza affrontata durante la sua vita passata.
Il Sith poggiava comodamente su una poltrona, affiancato da un coppia di guardie reali.
<< Ah, Lord Vader, stavamo giusto parlando di te >> ridacchiò la voce maligna dell’uomo, fredda e gracchiante come la ricordava.
Noi ? fu il primo pensiero che gli passò per la mente.
Una seconda figura affiancò quella dell’Imperatore. Apparteneva ad una giovane ragazza dai lunghi capelli neri e dalla corporatura atletica. Costei era Chelli Lona Aphra :  archeologa, scienziata, cacciatrice di taglie e assistente personale dello stesso signore oscuro. O meglio, ex assistente.
Vader ricordava molto bene questo momento della precedente time-line.
Aveva assunto Aphra per aiutarlo a scoprire il nome del ribelle che aveva distrutto la Prima Morte Nera. Ribelle che, in seguito, si sarebbe rivelato come suo figlio.
Passati molti mesi insieme, l’uomo aveva cominciato a sviluppare una sorta di affetto per la giovane donna, probabilmente dovuto alla sua personalità forte e fiammeggiante, molto simile a quella di Padme. Sfortunatamente, il fato si era contrapposto ancora una volta al suo tentativo di formare legami affettivi. Sapendo che la ragazza era una mina vagante in possesso di informazioni che avrebbero minato la fiducia dell’Imperatore nei suoi confronti, aveva tentato di risolvere il problema uccidendola.
 Disperata, Aphra si era rivolta all’Imperatore stesso per protezione. Una scelta poco saggia, considerando il fatto che l’uomo era rimasto assai impressionato dai tentativi di Vader di scavalcare la sua autorità.
Consapevole che Palpatine avrebbe usato il suo legame con la donna per indebolirlo, il Sith aveva proceduto a scaraventare l’archeologa nello spazio ,falsificando la sua morte. Dopotutto, il cyborg era consapevole del fatto che Aphra aveva elaborato un piano di fuga per salvarsi.
Nei successivi anni la percepì diverse volte durante alcune delle sue missioni, scegliendo sempre di tenersi a distanza. Una volta aveva persino avuto la possibilità di distruggere la sua navetta.
Con le informazioni che sapeva, la cosa prudente da fare sarebbe stata quella di fare a pezzi il mezzo di trasporto e lei con esso. Eppure…si era ritrovato incapace di premere il grilletto. Così aveva scelto di ignorarla, con la speranza che avrebbe vissuto una lunga vita.
<< Ehilà, capo ! Non mi avevi detto che l’Imperatore era un tipo così simpatico >> commentò la giovane donna, il volto chiuso in un sorriso smagliante. Internamente, si rese conto di quanto gli fosse mancato.
L’Imperatore si alzò dal posto a sedere, seguito dalle guardie, e cominciò a incamminarsi verso di lui.
 << Complottare alle mie spalle. Usare i fondi dell’Impero per i tuoi scopi…>> sibilò, fermandosi ad appena un paio di passi dalla figura del sensitivo.
Aphra lo raggiunse alle sue spalle e con tono civettuolo gli sussurrò : << Oh, oh, sei nei guai >>.
No, non lo era. E lo sapeva bene.
Pochi secondi dopo, infatti, le labbra del monarca si arricciarono in un sorriso agghiacciante.
<< Davvero…impressionante, Lord Vader. Non mi aspettavo una tale iniziativa da parte tu…>>
Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase. Con un movimento fluido della mano destra, Vader attivò la spada laser che teneva lungo la cintura.
La lama rossa come il sangue trapassò il petto dell’Imperatore da parte a parte, uccidendolo all’istante. Il corpo dell’uomo cadde a terra con il volto chiuso in un perenne ghigno.
Aphra squittì di sorpresa e compì un balzo all’indietro.
Quasi come ad un segnale, le guardie imperiali saltarono addosso all’assassino del loro maestro.
Vader sollevò la mano . Il collo del primo avversario scattò come l’ala spezzata di un uccello.
La seconda guardia cadde ai suoi piedi. Sul suo volto coperto balenò il disprezzo che l’uomo aveva scorto tante volte. E lui chiuse gli occhi e colpì la vittima con un pugno rinforzato dalle protesi.
Tornò subito a mirare la sua opera: la guardia era a terra, le mani contro lo stomaco, la lama sul pavimento. Vader colpì ancora. E no, non era affatto la vendetta che aveva immaginato.
 Continuò a combattere, ma non era appagante, non era pulito, non era una soddisfazione, era solo rabbia, e ogni volta che la carne cedeva sotto la sbarra e le ossa si frantumavano, il terrore provato dalla vittima lo aggrediva.
Avrebbe continuato a occhi chiusi, se avesse potuto. Avrebbe smesso, se non avesse saputo che i seguaci dell’Imperatore non avrebbero avuto la stessa pietà, lo stesso orrore che raggiava su di lui. Era una guerra, e adesso sapeva quanto davvero fosse terribile, inaccettabile e devastante, il pensiero o muori tu o muoio io.
Alla fine… si fermò.
Passò la testa da parte a parte della stanza. Il tutto era durata a mala pena dieci secondi.
<< Forza >>sussurrò una voce alle sue spalle, costringendolo a voltarsi.
Aphra stava ad appena una decina di metri da lui, il volto chiuso in una maschera di pure shock. Si era quasi dimenticato della sua presenza.
La donna posò gli occhi sul corpo esanime di Palpatine e indicò Vader con un dito tremante.
<< Tu…l’hai ucciso. Hai ucciso l’Imperatore ! >>esclamò con un tono che rasentava l’incredulità più totale.
In tutta risposta, il cyborg si limitò a disattivare la spada laser e cominciò a camminare verso di lei.
L’archeologa deglutì e compì un passo all’indietro.
<< Capo, mi dispiace. Io…io non volevo fare la spia ,ma sai come vanno queste cose…giusto ?>> azzardò con un sorriso forzato.
Quando Vader non diede alcun segno di fermarsi, riprese a indietreggiare. Ben presto, si ritrovò con le spalle al muro.
Alzò le mani in segno di resa.
<< Voglio dire, hai cercato di uccidermi per quello che sapevo…non avevo altra scelta !>> tentò di giustificarsi.
Ormai, il Signore dei Sith si trovava proprio di fronte a lei.
<< Ti prego …>> piagnucolò, chiudendo gli occhi e aspettando l’inevitabile verdetto.
Ci siamo, pensò. Questa è la fine. L’avrebbe uccisa, ne era sicura. Le avrebbe tagliato la testa. O peggio. Avrebbe fatto a pezzi il suo corpo e lo avrebbe lanciato nello spazio. Le avrebbe…le avrebbe…messo una mano tra i capelli ?
Come dal nulla, sentì le dita guantate dell’uomo farsi strada lungo la cute, affondando nella chioma corvina. Per un attimo, Aphra credette che stesse per spezzarle il collo. Tuttavia, passati almeno una decina di secondi, si rese conto di essere ancora in vita.
Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith, flagello della galassia da più di vent’anni…le stava strofinando la testa. Non c’era alcun dubbio !
Aprì gli occhi con esitazione.
Potete immaginare la sua sorpresa quando ,anziché rettificare il tutto con un rapido colpo della spada laser, il cyborg si limitò a continuare l’azione . Sembrava quasi che stesse cercando di confortarla.
La donna si ritrovò incapace di trattenere uno sbuffo mentale. Giusto, pensò con fare stizzito. Darth Vader ? Confortarmi ? I fuochi di Mustafar geleranno, prima che ciò accada.
Poi, il signore oscuro disse :<< Aphra…respira >>
E allora la ragazza sussultò.
<< R-respira ? >>domandò con tono esitante.
Il Signore dei Sith annuì con un rapido cenno del capo.
 << Sì, lentamente >> confermò, tirando indietro la mano dai capelli.
Fatto questo, la portò in alto
<< Dentro… >>
e poi in basso
<< …e fuori >>
Accompagnando il tutto con il sonoro sibilo del suo respiratore artificiale.
Aphra, visibilmente troppo scioccata per fare altrimenti ,seguì le istruzioni alla lettere e prese un paio di respiri calmanti. Sorprendentemente, l’azione riuscì a farle riguadagnare un po’ della sua fiducia precedente. Era ancora viva ,dopotutto. Se Vader voleva ucciderla lo avrebbe fatto all’istante. Non era il tipo da perdersi in chiacchere e certamente non avrebbe perso tempo rimandando un’esecuzione.
Ma perché ? Darth Vader non era certo conosciuto per la sua misericordia. E lei lo aveva offeso nel modo peggiore, vendendolo all’Imperatore stesso.
Inconsciamente, gli occhi di Aphra scattarono verso il cadavere del vecchio ancora disteso a pochi passi dalla coppia.
Di fronte a lei, il cyborg inclinò leggermente la testa, dimensionandola da capo a piedi.
 << Va meglio ?>> domandò con tono quasi…premuroso ?
Ora, Aphra non era molto familiare alle manifestazione di affetto ma, anche attraverso quella maschera nera come la notte, le parole dell’uomo non poterono fare a meno di risuonarle gentili e preoccupate. Forse stava impazzendo. Sì, sicuramente. Oppure era già morta…e questo era il suo inferno. Probabilmente.
Annuì con esitazione, ricevendo un cenno soddisfatto ad opera del Sith.
<< Bene. Ora, dimmi, in quanti ti hanno visto in compagnia dell’imperatore ?>>
<< C-cosa ?>> balbettò l’archeologa, messa fuori bordo da una simile domanda.
Per nulla indispettito dalla reazione della donna, il cyborg ripetè : << L’imperatore. In quanti ti hanno visto accompagnarlo fino a questa stanza ?>>
Aphra sembrò pensarci su e chiuse il volto in un espressione contemplativa.
<< Uh…direi tutto il personale dell’hangar di atterraggio. E qualche soldato >> aggiunse. Con Vader era sempre meglio essere più precisi possibili.
La maschera dell’uomo non rivelò niente, né angoscia né sorpresa, solo una fredda indifferenza.
<< Capisco >> disse con  la sua profonda voce robotica.
Senza perdere tempo, afferrò una delle lame appartenenti alle guardie e la conficco dritta nel punto in cui aveva infilzato Palpatine con la propria spada laser.
Aphra trasalì alla scena ma riuscì a mantenere la sua compostezza.
<< Da ora in poi tu sarai Lona Aphra ,nome in codice Jinx. Sei una spia personale dell’Imperatore >> dichiarò l’uomo, come se fosse una verità assoluta.
Ancora troppo scioccata dagli eventi a cui aveva appena assistito, la donna annuì lentamente.
<< Giusto, una spia personale dell’imperatore >> ripetè in maniera meccanica.
Dopo circa un minuto buono, decise di azzardare una domanda.
 << Ehm…perché ?>> chiese con esitazione.
Il Signore dei Sith non si voltò nemmeno a guardarla, ancora impegnato a spostare i cadaveri delle guardie .
<< Perché ho bisogno di un testimone. E dato che hai accompagnato personalmente l’Imperatore fino a qui, la gente sarà più propensa a credere alla nostra versione degli eventi >>
<< Versione ?>> azzardò Aphra, il volto chiuso in un’espressione che rasentava quella di un pesce spiaggiato.
In tutta risposta, Vader si limitò ad indicare il corpo della guardia più vicino a quello di Palpatine.
<< Questo individuo era una spia ribelle. Sì è infiltrato tra le guardie imperiali e ha ucciso l’Imperatore prima che potessi fermarlo >> dichiarò come un dato di fatto.
Fatto ciò, compì qualche passo in direzione di Aphra e le mise la mano destra sulla spalla. Mentalmente, l’archeologa si diede una rapida pacca sulla testa.
Ecco che arriva il colpo di grazia !
<< Dovrai mantenere i nervi saldi durante tutta la durata dell’interrogatorio >> continuò il cyborg, incurante dei pensieri che correvano nella testa della giovane donna.
Aphra dilatò le pupille.
<< Interrogatorio ?>> ripetè a pappagallo. Si rese conto che ,negli ultimi minuti, lo aveva fatto molto spesso.
Darth Vader annuì in conferma e afferrò un com-link dal fianco della sua tuta.
Lo portò al respiratore e disse :  << L’Imperatore è stato colpito. Mandate subito del personale medico al blocco 22-G >>.
 
                                                                                                                          * * *
 
All’interno del centro medico della nave, Vader ed Aphra raccontarono per filo e per segno la versione degli eventi elaborata dal Signore dei Sith.
L’ammiraglio Ozzel, comandante dello Star Destroyer su cui si trovavano attualmente, ascoltò il tutto con apprensione. L’uomo era un vecchio idealista coi capelli grigi, i baffi impomatati e il viso perennemente panozzo, ma era tra gli ufficiali di alto rango più fedeli alla causa dell’Impero.
Con grande sollievo di Aphra, il medico di bordo confermò che le ferite riportate da Palpatine erano state provocate da una delle lame appartenenti alle guardie imperiali.
L’Ammiraglio schioccò la lingua e con tono sofferente disse : << Dobbiamo informare la popolazione >>
<< No >> ribattè Vader, sorprendendo l’uomo.
<< N-no ? M-mio signore, non capisco >>balbettò questi, visibilmente scosso dalle parole del cyborg.
Questi volse all’ammiraglio la sua più totale attenzione.
 << Pensa a cosa accadrebbe se la Galassia dovesse scoprire che è stato un semplice ribelle ad eliminare l’imperatore >> sussurrò Vader , suscitando un’espressione di puro smarrimento ad opera del sottoposto.<< Sarebbe l’anarchia. La ribellione otterrebbe nuovi sostenitori, l’Impero apparirebbe debole e vulnerabile. Non possiamo permetterlo >> dichiarò con un tono che non ammetteva repliche.
Apparentemente convinto dal ragionamento del Sith, l’ammiraglio tornò a fissare il corpo di Palpatine .
<< Ma allora…che cosa possiamo fare ?>> domandò con esitazione.
Il cyborg incrociò ambe le braccia davanti al petto.
<< Diremo ai cittadini dell’Impero che il nostro sovrano è morto placidamente nel sonno. Aveva una certa età, per cui la notizia sembrerà credibile >>.
Ozzel annuì, concordando con la valutazione del superiore.
<< Diremo anche loro che prenderò il trono con effetto immediato >> aggiunse Vader.
Il tempo parve fermarsi. Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della stanza. E il tutto so propagò per circa un minuto buono.
Aphra, che era rimasta ferma e immobile fino a quel momento, non potè fare a meno di mostrare la sua evidente sorpresa.
Poi, quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, Ozzel lanciò a Vader un’occhiata guardinga.
<< Il trono, mio signore ? Vuoi proclamarti Imperatore ?>>
<< In mancanza di discendenti e, in quanto  braccio destro di Palpatine, sono l’unico adatto a ricoprire una tale carica >> disse il cyborg.
L’ammiraglio inarcò un sopracciglio.
<< I Moff e i governatori potrebbero non condividere le sue certezze >>
<< Le loro opinioni non mi riguardano >> ribattè il Signore dei Sith. <<  Ho già il favore dell’esercito e della Marina Imperiale, e tanto basta . Mi seguiranno…o moriranno >> sussurrò con voce fredda e senz’anima.
Ozzel si tirò il colletto dell’uniforme, deglutendo a fatica. Contraddire Darth Vader non era mai una scelta saggia. C’erano decine di ufficiali che avrebbero potuto confermarlo. Certo, se i loro corpi non fossero stati lanciati nello spazio, aggiunse mentalmente.
<< Come desidera, mio signore. Farò immediatamente rotta verso Coruscant >> disse con voce calma e raccolta, nel tentativo di frenare una potenziale esecuzione.
Cominciò  incamminarsi al di fuori della stanza ma, poco prima di oltrepassare l’uscita, rivolse al cyborg un ultimo saluto.
<< Lunga vita al nuovo Imperatore >>
E, detto questo, lasciò la camera.
Vader ed Aphra seguirono subito dopo, dirigendosi verso il centro comunicazioni presente sulla nave.
Percorso metà del viaggio in relativo silenzio, Il Signore Oscuro volse la propria attenzione nei confronti della sottoposta.
<< Aphra >>  
La donna alzò lo sguardo verso di lui.
<< Uh ? O-oh, voglio dire…sì, maestà ?>>domandò con un leggero rossore.
Vader agitò una mano con fare sprezzante.
<< Non c’è alcun bisogno di tali formalità. Di a Triple-Zero e Bee-Tee di portare la tua navetta nell’hangar, abbiamo molte cose di cui discutere >>
L’archeologa inciampò. Per un attimo, pensò di aver sentito male.
<< L-lo sapevi ?>> balbettò con tono esitante.
Il Cyborg rilasciò una risata divertita.
<< Leggo nella mente, mia cara. Pensavi davvero che non avrei percepito i tuoi piani ?>> domandò retoricamente.
La donna deglutì a fatica, tentando di mantenere i nervi saldi.
Passato un altro corridoio, Vader inclinò leggermente la testa nella sua direzione.
<< Sembri tesa, dottore . Qualcosa ti preoccupa ?>>
Se Aphra rimase sorpresa dalle parole del Sith, di certo fece del suo meglio per nasconderlo.
Lanciò all’uomo un’occhiata incerta e disse :  << Bhe, immagino di sentirmi un po’….sopraffatta ?>>
Sì, sopraffatta. Era sicuramente la parola più adatta per descrivere il suo stato d’animo.
<< Voglio dire…hai ucciso l’Imperatore ! Ed ora stai per prendere il suo posto ! E non mi hai ucciso ! Non che non sia felice di questo, voglio dire, a chi piacerebbe morire ? Forse ad una persona suicida, ora che ci penso. Non che io sia suicida ! D’accordo, svolgo un sacco di lavori pericolosi, con alte probabilità di essere mutilata, disintegrata, torturata…ma non è questo il punto, sto divagando. O, Forza, sono viva ! Io …io…>>
Poco prima che potesse andare avanti, Vader si voltò di scatto, bloccandole la strada e posandole una mano sulla bocca. Aphra sentì l’odore del metallo e del cuoio che cominciarono a penetrarle nelle narici.
Nonostante la posizione insolita, riuscì a non mostrare il suo timore improvviso.
<< Aphra, stai per avere un attacco di panico. Rilassati >> ordinò il cyborg, sorprendendo la ragazza.
Tentò di parlare, ma il guanto dell’uomo glielo impedì. Riuscì solo a pronunciare un incoerente: << mublblmblmlbl >>.
Vader alzò la mano libera, intimandole di fermarsi.
<< Calma la tua mente >> sussurrò con voce quasi gentile. Era difficile dirlo, a causa del respiratore.
Tuttavia, Aphra decise comunque di fare come ordinato. Chiuse gli occhi e prese un paio di respiri calmanti attraverso il naso.
 << Così, brava >> si complimentò Vader, liberandole la bocca.
L’archeologa sputacchiò un po’ e si passò la lingua tra le labbra, nel tentativo di eliminare il sapore del cuoio. Il tutto sotto lo sguardo divertito del nuovo imperatore.
Fatto ciò, cominciò a dimensionare l’uomo da capo a piedi, il volto adornato da un’espressione visibilmente sospettosa.
<< Ehm…Lord Vader, non prenderla nel modo sbagliato, ma….ti senti bene ?>> domandò con tono incerto.
Il Signore dei Sith inclinò la testa una seconda volta. È piuttosto adorabile, fu il primo pensiero che passò per la mente dell’archeologa.
Non appena si rese conto di ciò, scosse rapidamente la testa. Vader e adorabile nella stessa frase ? Sì…era sicuramente impazzita.
<< Perfettamente. In realtà, non mi sentivo così bene da molto tempo >> fu la risposta del suddetto cyborg. << Perché me lo chiedi ?>>
<< Sembri…diverso >> azzardò la mora, dondolandosi sulle punte dei piedi.
Dietro la maschera, Vader non potè fare a meno d’inarcare un sopracciglio.
<< Diverso ?>>
Aphra annuì in conferma e rispose:  << Sì. Sei più…amichevole ? Non credo sia la parola che dovrei usare, ma… >>
Agitò una mano, come se quel gesto potesse spiegare tutto.
Tuttavia, quando il neo-nominato imperatore non fece alcun segno di aver capito, la donna prese un respiro profondo.
<<  Quello che voglio dire…è successo qualcosa ?>> sussurrò a bassa voce.
Ora che ci pensava, l’ex jedi non aveva preso in considerazione a come avrebbero reagito i suoi sottoposti all’improvviso cambiamento di personalità. Personaggi come Ozzel avevano interagito con lui solo durante situazioni di battaglia. Ma quelli come Aphra , con cui aveva passato molto più tempo…bhe,non sarebbero certo rimasti indifferenti alla svolta improvvisa.
Rimase in silenzio, valutando le opzioni che aveva a disposizione. Dopo averci rimuginato su ,la soluzione gli arrivò chiara e diretta come il bagliore di una supernova.
<< Ho scoperto di avere un figlio >> dichiarò con tono calmo e raccolto.
L’espressione sul volto di Aphra divenne impassibile.
<< Un figlio >>
<< Due ,in realtà. Gemelli, maschio e femmina >> aggiunse il Cyborg.
L’archeologa chiuse gli occhi, prendendo un paio di respiri calmanti.
<< Gemelli >> mormorò con voce flebile.
Vader annuì di rimando.
<< Il maschio si chiama Luke Skywalker, ed è il ragazzo che ha fatto esplodere la Morte Nera >>
<< Il ragazzo che ha fatto esplodere la Morte Nera. Capito >>
<< La ragazza, invece, è Leia Organa >>
<< Leia Organa. La principessa >>
<< Sembra che siano stati separati dalla nascita >>
<< Ha senso >> commentò Aphra, annuendo a se stessa.
Di fronte a lei, il cyborg prese a fissarla con fare incerto.
<< … Stai prendendo la cosa piuttosto bene >> osservò con attenzione.
Al sentire tali parole, il sorriso della donna si fece improvvisamente teso.
<< Bene ? Bene ?! Io…tu…figli…gemelli !>> esclamò, portandosi le mani ai capelli. << Io…io credo che sto per…o Forza >>
E, detto questo, cadde pesantemente lungo l’asse del pavimento.
Vader si porse in avanti. Era svenuta.
<< Uhmmmm. Suppongo che avrei potuto prevederlo >>



Com'era ? Spero bello ! 
Ogni recensione o commento sarà estremamente gradito. 

 

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Capitolo 3
*** All Hail Vader ***


Ecco un nuovissimo capitolo !
Per i personaggi che non sono apparsi nei film di Star Wars , posterò delle immagini a fine capitolo. Così, quelli che non li conoscono, potranno familiarizzare con il loro aspetto.
Come al soltio, vi invito a lasciare un commento.
Buona lettura !


All Hail Vader 

Quel giorno, la Galassia venne scossa da un profondo fremito.
Luke Skywalker, aspirante Jedi, ribelle  e distruttore della Morte Nera, si svegliò di colpo.
Per un attimo rimase a fissare le luci incerte dell’avamposto che si riflettevano sul soffitto della sua camera da letto, cercando di raccapezzarsi, disorientato dal sonno, oppresso dal peso enorme della tristezza che lo aveva invaso.
Prima suo padre, poi  lo zio Owen e la zia Beru, assassinati, e ora anche il ricordo di Ben Kenobi si stava allontanando.  Era rimasto orfano per la terza volta.
Con un sospiro scese dal letto e si infilò la vestaglia sgualcita e un paio di sandali.
Nell'appartamento c'era un cucinino e gli ci vollero pochi minuti per prepararsi una tazza di una bevanda esotica che gli aveva fatto conoscere Han durante la loro ultima visita a Tatooine, suo luogo di nascita.
Poi si mise la spada laser alla cintola della vestaglia e si avviò verso il centro di comando. Qualcosa aveva messo in agitazione l’intera base, poteva sentirlo.
Dall’altra parte della galassia, il capitano Gilad Pallaeon corse in fretta e furia lungo il corridoio che conduceva alle cabine della Chimera, una delle navi più potenti della marina Imperiale.
Con il volto stanco e bagnato dal sudore, l’uomo entrò nelle stanze del Grand’Ammiraglio Thrawn, ritrovandosi in un museo dalle luci soffuse.
Si fermò sulla soglia e si guardò attorno stupito: le pareti e il soffitto a volta erano coperti di dipinti e strutture bidimensionali, alcuni dei quali vagamente umani, ma per la maggior parte di origine decisamente aliena. Qua e là vi erano delle sculture, su piedistallo oppure sospese a mezz'aria.
Al centro della stanza vi erano due file di video-ripetitori disposti in circolo, quelli esterni leggermente più alti di quelli all'interno. Anche le immagini sugli schermi, almeno per quanto potesse vedere Pellaeon, sembravano dedicate all'arte.
Al centro della doppia circonferenza, seduto su un duplicato della poltrona dell'Ammiraglio sul ponte di
comando, c'era il Grand' Ammiraglio Thrawn.
Era immobile; le lucide chiome nere dalle sfumature bluastre mandavano bagliori alla luce fievole
della sala e la pelle azzurrognola sembrava fredda, sbiadita e decisamente aliena, benché la struttura fosse quella di un uomo.
Teneva il capo sul poggiatesta e fra le palpebre socchiuse si intravedeva soltanto un alone rossastro.
Pellaeon si umettò le labbra, dubitando improvvisamente che quella di entrare nel santuario di Thrawn fosse stata una buona idea.
Se il grand' ammiraglio si infastidiva...
<< Si accomodi, capitano >>, disse Thrawn, interrompendo con voce modulata e calma il corso dei pensieri di Pellaeon; poi, con gli occhi ancora socchiusi, fece un cenno con la mano, preciso e misurato. << Che cosa ne pensa? >>
<< E'... davvero interessante, signore>>  fu l'unica cosa che gli venne in mente mentre si avvicinava alla fila esterna di video.
<< Tutti ologrammi, naturalmente>>  proseguì Thrawn, e Pellaeon credette di percepire in quelle parole una nota di disappunto.
<< Sia le sculture sia le opere bidimensionali. Alcuni degli originali sono andati perduti, molti si trovano invece su pianeti occupati dall’Impero >>
<< Sissignore >> annuì Pellaeon. << Pensavo che le interessasse sapere che Lord Vader le ha inviato un messaggio attraverso i canali criptati  >>.
Il Grand’Ammiraglio Inspirò profondamente e si sistemò sulla poltrona. Poi, per la prima volta da quando era entrato Pellaeon, aprì gli occhi, di un rosso abbagliante.
Pellaeon sostenne senza batter ciglio lo sguardo fisso del suo superiore, rallegrandosene con se stesso. Parecchi alti ufficiali e cortigiani dell'imperatore non avevano ancora imparato a sentirsi a proprio agio davanti a quegli occhi, né, del resto, in presenza di Thrawn in generale.
 Forse era per questo che il Grand' Ammiraglio aveva trascorso gran parte della propria carriera nelle Regioni Ignote, dedicandosi a portare sotto il controllo dell'Impero quelle zone della galassia ancora allo stato barbarico.
Grazie ai brillanti successi ottenuti si era guadagnato il titolo di Signore della Guerra e il diritto a indossare l'uniforme bianca di Grand' Ammiraglio. Era stato l'unico essere non umano a ottenere simili onori da
parte dell'imperatore.
Per ironia della sorte, era divenuto così sempre più indispensabile nelle campagne di frontiera e Pellaeon si era spesso chiesto come sarebbero andate a finire molte battaglie perse se ci fosse stato Thrawn al comando.
L’alieno dalla pelle blu porse una mano in avanti.
<< Vediamo >> mormorò con voce impassibile.
Senza perdere tempo, Pallaeon gli consegnò il Data-pod. Gli occhi di Thrawn rimasero concentrati sul contenuto del dispositivo.
Poi, Il Grand’ammiraglio rilasciò un basso ronzio.
<< L’Imperatore è morto >> dichiaro con tono basso e distaccato. Di fronte a lui, il volto del capitano perse quel poco di colorito che gli era rimasto.
<< Lord Vader ha preso il suo posto e ha richiesto la mia presenza al centro imperiale >>
<< C-capisco, signore >> balbettò Pallaeon, ancora incapace di credere a quello che aveva appena sentito.
Incurante dei pensieri che correvano per la mente del militare, Thrawn gli rivolse uno sguardo freddo e senza pretese.
<< Ordini alla nave di fare rotta per Coruscant, capitano. Torniamo a casa >>.
 
                                                                                                                                                        * * *
 
Chelli Lona Aphra stava dormendo.
La linea di confine rispetto ai suoi pensieri abituali era profonda, ma a lei certe distinzioni non interessavano. Gli importava solo che i contenuti del suo sonno fossero appaganti.
Qualcosa le sfiorò le fronte. Un tocco leggero, caldo, una pressione delicata ma sufficiente a riscuoterla.
<< Ben svegliata, dottore >>la salutò una voce bassa e robotica al suo fianco.
La donna gemette e volse la propria attenzione nei confronti dell’interlocutore.
<< Ugh, Lord Vader, ho fatto un sogno davvero assurdo >>mormorò a fatica, stropicciandosi gli occhi.
Il cyborg incrociò ambe le braccia davanti al petto.
<< Aveva per caso a che fare con la mia prole appena ritrovata  ? >> domandò con tono vagamente divertito.
Come dal nulla, la realtà dei fatti investì la mente dell’archeologa, facendola sobbalzare.
Con voce flebile, sussurrò : << O, Forza, era tutto vero >>.
Alzò lo sguardo in direzione del Sith, il volto adornato da un’espressione che rasentava la pura incredulità.
<< Come…come diavolo è possibile ?! >> esclamò ,alzando le mani verso il soffitto.
Di fronte a lei, Darth Vader inclinò leggermente la testa.
<< L’idea che io sia capace di procreare ti disturba ?>>
<< C-cosa ?! No, certo che no ! Voglio dire, una volta mi sono chiesta se foste in grado di … >>
Poco prima che potesse terminare la frase, Aphra si rese conto di quello che stava per dire .
Le sua guance si tinsero di rosso e puntò un dito in direzione del cyborg.
<< Per scopi puramente scientifici !>> preciso con un leggero balbettare.
Vader, con grande sorpresa della donna, rilasciò una risata divertita. Era la prima volta che lo sentiva ridere, si rese conto.
 << Non ho mai suggerito il contrario >> ribattè il Signore Oscuro.
Troppo imbarazzata per poter rispondere, l’archeologa si portò il viso tra le mani, nel tentativo di nascondere il suo rossore.
Il cybor la osservò con circospezione. Lentamente, quasi con esitazione, si costrinse e rivelare alla sottoposta la verità di quanto accaduto. O, almeno, una parte della verità.
<< Quando ricevetti le ferite che mi costrinsero in questa tuta, mia moglie era entrata in travaglio >> disse all’improvviso, ricevendo l’attenzione di Aphra.  << Una volta svegliatomi, l’Imperatore mi disse che era morta, e mio figlio con lei >>.
Al sentire tali parole, l’espressione sul volto della donna si fece improvvisamente cupa. Evidentemente, era ancora sconvolta dal fatto che avesse ucciso Palpatine solo poche ore prima.
Incurante di ciò, decise di proseguire.
Girò lo sguardo in direzione dell’unica finestra presente nella stanza e sussurrò : << Scoprire che non solo era sopravvissuta abbastanza per poter partorire, ma che aveva partorito due gemelli, bhe…è stato uno shock. Uno shock piacevole, certo, ma uno shock comunque >>.
E, detto questo ,posò nuovamente lo sguardo sulla figura di Aphra.
Con sua grande soddisfazione, notò che l’archeologa non si ritrasse. Anzi, cominciò dimensionarlo con un’occhiata che rasentava la curiosità più totale. Evidentemente, il suo lato da scienziata stava prendendo il sopravvento .
<< Per la prima volta, dopo tanto tempo…mi sento felice >> terminò come un dato di fatto, accompagnando il tutto con il lento respiro della maschera.
Per quasi un minuto buono, Aphra armeggiò con quello che voleva dire, chiudendo e aprendo la bocca un paio di volte.
Alla fine, dopo un sonoro respiro calmante, incontrò lo sguardo del rinominato Imperatore.
<< Cos’hai intenzione di fare ? Per avvicinarli, intendo. Non puoi solamente presentarti davanti a loro dicendo “ Io sono vostro padre !” >> disse imitando la voce del suddetto Sith.
Dietro la maschera, Vader non potè fare a meno d’inarcare un sopracciglio.
<< Sarebbe senz’altro poco pratico >> confermò con un rapido cenno del capo.
L’archeologa balzò in piedi e cominciò a dondolarsi sui talloni.
<< Quindi ?>> domandò con una punta d’anticipazione.
Vader rimase in silenzio , valutando le opzioni che aveva a disposizione.
Deglutendo a fatica, sussurrò :  << Io…io non lo so >>.
Ed era vero. Non aveva la minima idea di come approcciare una simile notizia senza sconvolgerli. Di certo non avrebbe ripetuto il fiasco di Cloud City.
Un’ondata di nausea lo percosse, non appena si rese conto del fatto che nella precedente time-line aveva già ferito brutalmente suo figlio. Per non parlare della principessa.
<< Ho torturato Leia a bordo della Morte Nera. Ero presente alla distruzione del su pianeta natale >> rivelò con evidente rammarico. << Probabilmente sono la persona che odia di più in tutta la galassia >>
Internamente, Aphra dovette dare credito alle parole dell’uomo. “ Cavoli, che famiglia incasinata ”, mormorò a se stessa.
Notando l’ondata di depressione che stava per colpire il cyborg, la donna tentò di sviare la conversazione.
<< Se sono gemelli, perché sono stati separati dalla nascita ?>> chiese con esitazione.
Vader drizzò la testa, sorpreso dalla domanda dell’archeologa.
<< Il mio vecchio maestro, Obi Wan Kenobi, deve aver portato Luke su Tatooine, mentre Leia fu affidata agli Organa. Evidentemente, pensava che separandoli sarebbe riuscito a nasconderli da me >> la informò con attenzione. Era meglio mantenere le sue dichiarazioni come semplici ipotesi. Non voleva certo che lei cominciasse a insospettirsi sulla sua improvvisa gamma di informazioni.
Apparentemente, la donna sembrò convinta dalle parole dell’uomo.
In quel preciso istante, il com-link della tuta screpitò, attirando l’attenzione del Signore Oscuro.
<< Sì ?>>
<< Lord Vader, la navetta del Grande Ammiraglio Thrawn è appena atterrata >> lo informò la voce dell’ammira…capitano Piett. Avrebbe dovuto promuoverlo al più presto. Dopotutto, nella time-line originale si era rivelato un ufficiale di grande lealtà e talento.
Con tono calmo e distaccato rispose : << Eccellente. Gli dica che lo riceverò a personalmente nella sala del Trono >>
<< Come lei comanda, signore >>
E, dopo ciò, la trasmissione venne interrotta.
Vader porse un bracciò in direzione di Aphra. << Unisciti a me, dottore. Stai per assistere alla nascita di un nuovo governo >>
Con esitazione, la donna avvolse un braccio attorno a quello del Sith.
Poi, lentamente, entrambi cominciarono a incamminarsi verso l’hangar della nave.
 
                                                                                                                                                                     * * *
 
Lo sgangherato trasporto di classe «A» scivolò a destra della Chimaera: una gigantesca scatola spaziale con attaccato un'iperguida, lo scafo sbiadito che riluceva pallido sotto i fari dello Star Destroyer.
Atterrò dolcemente sulla superficie della baia di controllo dell’Esecutore, con la grazia e la perizia di un uccello.
Ne fuoriuscì un umanoide dalla pelle blu e gli occhi rossi come il sangue, vestito in un’elegante uniforme de Grand’ammiraglio. Ad accompagnarlo vi erano un totale di quattro stormtroopers dall’armatura nera. Death Troopers, si rese conto Aphra.
Vader venne incontro alla creatura, seguito rapidamente dall’archeologa.
Una volta di fronte ai nuovi arrivati disse : << Grand’ammiraglio Thrawn, è passato molto tempo >>
<< Troppo a lungo, Lord Vader…o forse dovrei dire, Imperatore Vader >> ribattè l’altro, cimentandosi in un rapido inchino.
Il signore oscuro agitò una mano confare sprezzante.
<< Tali formalità sono inutili tra di noi. Lord Vader sarà più che sufficiente >> commentò con tono impassibile.
Fatto ciò, indicò la donna che gli stava affianco.
<< Questa è Chelli Lona Aphra, un ex agente di Palpatine. Attualmente, riveste la carica di mia assistente personale >>.
Thrawn girò lo sguardo verso di lei e cominciò a dimensionarla da capo a piedi. Internamente, l’archeologa si sentì come un’esemplare che veniva dissezionato in un laboratorio.
Finita la sua indagine, il Chiss ( perché questo era il nome della razza a cui apparteneva il Grand’Ammiraglio  ) le lanciò un rispettoso cenno del capo.
<< Incantato >> mormorò con la sua voce bassa e suadente.
Come ad un segnale, Vader porse una mano in direzione dell’alieno.
<< Aphra, ti presento Mitth'raw'nuruodo , meglio noto come Thrawn, il più grande tattico che abbia mai avuto il piacere d’incontrare >>
<< Tu mi lusinghi troppo, Lord Vader >> commentò il Chiss con un sorriso a mala pena percettibile.
Senza perdere un colpo, il cyborg rispose : << O forse troppo poco >>.
Detto ciò, iniziò ad allontanarsi dalla piazza d’atterraggio, seguito rapidamente da Aphra e dal Grand’Ammiraglio.
<< Confesso che la notizia della vostra presa al potere mi ha sorpreso >> dichiarò questi, ricevendo l’attenzione del Sith.
<< è così ? >>
<< Non l’ho mai presa come un tipo interessato alla politica >> continuò l’alieno, stringendosi nelle spalle.
Vader si limitò a guardare avanti e disse : << Vi sono molte cose che non sa di me, Grande Ammiraglio >>.
Il sorriso del militare non si spense, ma i lineamenti del volto si irrigidirono.
<< Suppongo che sia vero. Devo ammetterlo, però, sono assai curioso del motivo per cui ha chiesto proprio a me di venire qui >> ribattè il Chiss.
L’Oscuo Signore gli lanciò un’occhiata laterale. << Tutto a tempo dedito, Thrawn. Sto per volgere un discorso all’intera Galassia. E vorrei che lei fosse presente >>.
Ovviamente, di fronte ad un invito dell’Imperatore stesso, vi era solo una risposta possibile.
<< Certamente >> rispose l’alieno, annuendo rapidamente.
In quel preciso istane, l’ Esecutore raggiunse l ’atmosfera di Coruscant.
 
                                                                                                                                                                      * * * 

A circa un quarto di galassia di distanza, Han Solo prese la sua tazza e bevve un sorso, dando un'occhiata alla confusione che regnava nella base ribelle.
“Questo posto diventa sempre più folle”, disse fra sé e sé. Eppure, faceva piacere sapere che, in una galassia in continua evoluzione, c'erano cose che non cambiavano mai. Ormai, l’edificio in cui si erano nascosti gli ricordava il bar di Mos Eisley.
Lo stesso locale in cui aveva incontrato per la prima volta Luke Skywalker e Obi-wan Kenobi.
Gli sembrava che fossero passate non una, ma dieci vite, da allora.
<< Ma che diavolo succede ?>> mormorò con aria assonnata.
Affianco a lui, il suo vecchio compagno d’avventure, Chewbecca , grugnì sommessamente.
Senza perdere tempo, l’ex contrabbandiere si avvicino alla figura di  Luke, che come il resto dei ribelli presenti aveva il volto puntato in direzione di un Olo-video.
<< Perché siete tutti qui ?>>domandò con una punta di lieve curiosità.
Il giovane Jedi si voltò verso di lui, il volto adornato da un’espressione cupa.
<< Darth Vader sta per fare una dichiarazione all’Impero >> sussurrò con tono freddo.
Bhe, c’era d’aspettarselo.  Dopotutto, quella mostruosità aveva ucciso sia il padre del ragazzo che il suo vecchio mentore.
Con un sopracciglio inarcato disse : << Vader ? In televisione ? Non mi sembra il tipo >>
<< Ecco perché siamo tutti qui !>> esclamò Wedge Antilles, il capo del Red Squadron.
In quel momento, Leia Organa fece capolino sulla scena, lanciando a Han un’occhiata indifferente ma significativa al tempo stesso.
 Internamente, il contrabbandiere non potè fare a meno di sogghignare. Quella principessa viziata stava cercando d’irritarlo, ne era sicuro.
<< La cosa è molto insolita >> esordì la giovane donna. << Darth Vader si è sempre tenuto lontano dalla vita pubblica, se non per la partecipazione occasionale di balli e festeggiamenti dedicati all’Impero.  Se Palpatine lo ha incaricato personalmente di tenere un discorso al posto suo, bhe…dev’essere qualcosa di estremamente importante >> continuò con tono calmo e pacato, come quello di un politico.
Non appena la figura del Signore dei Sith si fece strada sullo schermo dell’Olo-video, la base cadde in un silenzio improvviso.
<< Suppongo che stiamo per scoprirlo >>
 
                                                                                                                                                                 * * * 
 
Vader lanciò un’occhiata ai dintorni che si stagliavano oltre il balcone del palazzo imperiale.
Nonostante la sua antipatia per l’edificio in questione , dovette ammettere che dalla cima del fabbricato si godeva di una vista spettacolare.
Per qualche minuto rimase appoggiato al parapetto di pietra della terrazza, con la brezza diurna che gli soffiava sulla maschera. Anche ai primi raggi dell’alba, nella Imperial City ferveva una grande attività; i fari dei veicoli e l'illuminazione delle strade creavano effetti di luce che sembravano un'opera d'arte vivente. Più in alto, illuminate dai bagliori della città e da quelli di qualche airspeeder di passaggio, le nuvole basse formavano una volta scura che si estendeva in tutte le direzioni . A tratti, sembrava illimitata come la città stessa. In lontananza, a sud, si distinguevano a malapena le montagne Manarai, le cui cime innevate erano in gran parte illuminate, come le nubi, dai riflessi delle luci della capitale.
Affianco a lui, la figura del Grand Ammiraglio Thrawn osservò il tutto con un’espressione impassibile. Aphra era rimasta nella stanza adiacente al bancone, preferendo rimanere in disparte.
Una volta che l’area imperiale fu colma di persone e giornalisti ,il Signore Oscuro esordì con voce amplificata : << Gente della galassia, cittadini del nostro grande Impero. Giungo a voi con una notizia a dir poco sconcertante . L’Imperatore Palpatine è morto ieri notte >> dichiarò con tono impassibile.
Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della piazza. Il rumore delle navette e il parlare delle persone non divennero altro che un brusio a mala pena percettibile.
E il tutto sembrò propagarsi per quella che parve un’eternità. Eternità nella quale la tensione scaturita da quelle semplici parole soppesò sulle spalle dell’intera Galassia .
Poi, quando quel lasso di tempo giunse al suo termine…scoppiò il caos.
L’ondata di pensieri ed emozioni colpì la mente di Vader con forza inaspettata. Sorpresa, sconcerto, paura, rabbia, gioia…il Signore Oscuro percepì ogni cosa.
 Le macchine fotografiche dei giornalisti cominciarono a lampeggiare con grande insistenza, seguite dalle esclamazioni della folla.
Nel tentativo di sanare la situazione, il cyborg riprese a parlare con tono calmo e raccolto.
<< Le cause del decesso sono ancora da chiarire, ma sembra siano state del tutto naturali, probabilmente dovute alla sua età avanzata  >> offrì con voce misurata.
Al sentire tale dichiarazione, la maggior parte delle persone sembrò calmarsi.
Concedendosi una pacca mentale , il Sith decise di passare all’argomento più scottante.
Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
<< In quanto braccio destro e unico erede del nostro ex sovrano, prenderò immediatamente il controllo del  governo >>.
Questa volta, i pensieri dei vari cittadini arrivarono più chiari. Come previsto, la paura fu il sentimento più condiviso tra la folla. Questo, unito alla rabbia e alla rassegnazione.
Un mormorio apprensivo cominciò a salire dalle persone raccolte. Vader sollevò la mano destra, cercando di tranquillizzarle. Sfortunatamente, il gesto non ottenne la reazione sperata.  D’istinto, molti dei presenti trasalirono e si portarono le mani al collo.
 Il Cyborg sospirò mentalmente. “ Sarà più difficile del previsto “ mormorò a se stesso.
<< Comprendo il vostro disagio >> cominciò con voce calma e gentile . << Suppongo che ora dovrei elargire un discorso funebre in onore di Palpatine. Elogiare le sue gesta, la sua risolutezza, il suo…modo di amministrare l’Impero. Ma la verità … è che ho ben poche cose positive da dire  su quell’uomo >>.
Un senso di stupore e sospetto si levò sulla folla di spettatori. Questo…non era quello che si aspettavano di sentire.
<< E come potrei ? >> continuò Vader, consapevole dei pensieri e le chiacchere che intercorrevano tra i presenti. << Negli ultimi anni, ho visto gli ideali su cui era stato costruito l’Impero crollare un dopo l’altro, come le tessere di un domino.  Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora vi sono censori e sistemi di sorveglianza che  costringono i cittadini ad accondiscendere e sottomettersi al volere dei vari governatori >>.
Come ad un segnale, percepì i pensieri di assenso ad opera della folla.
  Bene, era riuscito a metterli a proprio agio. Meglio approfittarne.
<<  Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò. Ma a dir la verità, se cercate il colpevole... non c'è che da guardarsi allo specchio >> dichiarò con tono freddo, puntando un dito in direzione della piazza.
Vi fu un sussulto generale, che venne prontamente sostituito da un’ondata d’indignazione mal celata.
Vader alzò la mano una seconda volta e disse : << Ma non vi sto giudicando. Io so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? La Guerra dei Cloni era appena terminata. La disoccupazione era dilagante : c'era una quantità enorme di problemi. Una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'allora Cancelliere Palpatine. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso obbediente consenso. E come un cane fedele ,io sono stato l’esecutore di tale volontà…con mio immenso rammarico >> sussurrò con voce flebile.
Al sentire tali parole, la sorpresa degli spettatori divenne ancora più palpabile. Darth Vader, il Signore Oscuro dei Sith, l’incubo della galassia…stava mostrando pentimento ?
Fissando i presenti attraverso la maschera, il cyborg prese un respiro profondo.
<< Ma ora …ho intenzione di porre fine a questo silenzio. Il mio sarà un governo di azione, non di parole. Di fatti, non di promesse ! E come primo atto da Imperatore, dichiaro in questo istante la fine di ogni regime schiavista e la liberazione immediato di ogni schiavo posto sotto il controllo delle forze imperiali !>> esclamò a gran voce, sollevando un pugno verso la volta celeste.
E per la prima volta da quando era iniziato quel discorso…percepì un senso di speranza fuoriuscire dall’accozzaglia di sudditi .
<< I campi di Ryloth, quelli di Kashyyk …non vi sarà alcuna distinzione. Le famiglie criminali del Sole Nero e degli Hutt verranno smantellate. Gli schiavisti dell’Orlo Esterno saranno perseguiti e assicurati alla giustizia. E ad ogni schiavo sarà affidato un fondo monetario attraverso il quale sarà in grado di perseguire una vita lunga e onesta >> continuò con voce più forte e decisa, cavalcando l’improvvisa euforia degli spettatori. << Come secondo atto, dichiaro qui e ora che le cariche militari e politiche non saranno più riservate ai soli umani. Ogni essere senziente  sarà riconosciuto per i propri meriti, non in base al tipo di razza, sesso o religione >>
Detto questo, volse la propria attenzione nei confronti di colui che lo aveva affiancato durante tutta la durata di quel dialogo.
<< A testimonianza di ciò, dichiaro che il qui presente Grande Ammiraglio Thrawn vestirà, d’ora in avanti, la carica di Comandante Supremo della Marina Imperiale >> .
Il volto impassibile del Chiss lasciò il posto ad un’espressione di pura sorpresa. Dilatò le pupille e spalancò leggermente la bocca, segno evidente della sua incredulità.
Dalla folla, molti degli alieni presenti cominciarono a battere le mani e a lanciare esclamazioni entusiaste.
Il Signore Oscuro si rivolse agli spettatori .
 Sollevo il pugno una seconda volta e disse :  << Questo Impero risorgerà dalle ceneri del fallimento, e imparerà a servire la VERA giustizia ! >>
Fu in quel momento…che l’applauso divenne unanime.
 
                                                                                                                                                                     * * * 
 
Nel resto della galassia, il discorso di Darth Vader venne accolto da un profondo silenzio.
 Ogni cittadino dell’Impero , che fossero uomini, donne o bambini, trattenne il fiato, incapace di credere alle parole appena pronunciate dall’uomo che per più di vent’ anni era stato considerato l’essere più crudele mai partorito da questo governo tirannico.
All’interno della base ribelle, Han Solo, così come ogni membro del movimento di combattenti della libertà, riuscì a pensare ad una sola e semplice parola
<< Kriff >>.
 
                                                                                                                                                                        * * * 
 
Una volta rientrato nel palazzo, Vader rilasciò un sospiro e lanciò una rapida occhiata in direzione di Aphra e Thrawn.
<< Com’è andata ?>> domandò con esitazione.
Sia l’alieno che l’archeologa lo indirizzarono con un’espressione incredula.
Il Chiss, in particolare, sembrò armeggiare con le sue parole successive.
<< Lord Vader, penso che le vostre capacità oratorie siano state tristemente sottovalutate >> dichiarò con tono impassibile.
Affianco a lui, Aphra si cimentò in un sonoro sbuffo.
<< Questo è un eufemismo >>mormorò a bassa voce.
Thrawn arricciò ambe le labbra in un sorriso sottile, ma la cosa durò poco meno di un secondo.
Visibilmente a disagio con quello che stava per fare, porse un profondo inchino nei confronti del Signore Oscuro.
<<  Io…la ringrazio per la promozione, maestà >>
<< Una promozione più che meritata, Grand’Ammira…no. Comandante supremo. Nelle regioni esterne, Il suo talento sarebbe sprecato >> ribattè Vader.
Il Chiss guardò all’uomo con un rinnovato grado di rispetto.
<< Vedrò di essere all’altezza dei suoi standard >> dichiarò con voce umile.
Il Sith si fece avanti e posò la mano destra sulla spalla dell’alieno, con grande sconcerto  di quest’ultimo.
<< So  che non mi deluderà . Stiamo per costruire qualcosa di buono, Thrawn. Spero che un giorno riuscirò a guadagnare la sua fiducia come lei ha guadagnato la mia >>
E internamente, Vader si rese conto che intendeva ogni parola.
Girò lo sguardo in direzione di Aphra, che aveva osservato lo svolgersi della scena con uno strano senso di fascino.
Il Signore Oscuro ridacchiò .
<< Forse ti conviene andare a controllare Triple Zero e Bee Tee, dottore. Erano molto scontenti del fatto che tu li avevi lasciati indietro >> commentò con divertimento.
La donna trasalì d’istinto e si precipitò in fretta e furia al di fuori della camera.
Thrawn inclinò leggermente la testa. << è certamente una ragazza…interessante >>
Affianco a lui, il cybor annuì in accordo.
<< Lei non è ha la minima idea, Comandante Supremo >>
 
                                                                                                                                                                      * * * 

Nelle profondità del palazzo imperiale, una giovane donna dai lunghi capelli rossi stava per ricevere una sorpresa assai sgradita.
Mara Jade era nata nel 18 BBY durante un periodo di grande instabilità, quando il nuovo Imperatore Palpatine e il suo apprendista, Darth Vader, erano intenti a completare l'opera di annientamento dell'Ordine Jedi.
Sebbene a lei fosse sconosciuto, Palpatine la sottrasse ai genitori e la portò a Coruscant ancora bambina, per essere addestrata nell'uso della Forza, anche se ufficialmente era considerata una delle danzatrici del palazzo Imperiale .
In breve tempo, era diventata una degli assassini personali più efficaci dell'Imperatore. Nonostante esistessero molte Mani dell'Imperatore, Mara era ignara  dell'esistenza delle altre.
Non per nulla, la sua fedeltà a Palpatine, che considerava quasi come un padre, non era seconda a nessuno.
Grazie alla sua connessione profonda con la Forza poteva sentire la voce di quell’uomo in qualsiasi punto della Galassia tramite un collegamento telepatico.
Ecco perché ,quando il Signore Oscuro venne assassinato , le immagini della sua morte arrivarono a lei con la stessa intensità di una scossa.
Sì piegò in due dal dolore, e per poco non vomitò. Internamente, ringraziò il fatto di essersi recata nei suoi alloggi personali per riposare. Non voleva certo che qualcuno la vedesse in questo stato.
E  quando chiuse gli occhi, la prima cosa che vide fu il volto di colui che aveva appena assassinato il suo Maestro : Darth Vader.



Com'era ? Spero bello !
Il discorso di Vader è in parte ispirato a quello di V dal film V per Vendetta.
Qui, le immagini dei personaggi, come promesso.


Chelli Lona Aphra :
https://www.google.it/imgres?imgurl=https://vignette.wikia.nocookie.net/starwars/images/b/bd/Doctor_Aphra_1_cover.png/revision/latest?cb%3D20161012213938&imgrefurl=http://starwars.wikia.com/wiki/Star_Wars:_Doctor_Aphra&h=2256&w=1488&tbnid=sqMJ7gKC4GZYqM&tbnh=277&tbnw=182&vet=1&docid=mcTkjgPFFVRq2M
 
 
Thrawn :
https://www.google.it/imgres?imgurl=https://pre00.deviantart.net/55d3/th/pre/f/2017/100/6/e/thrawn_by_wraithdt-db5ecu5.jpg&imgrefurl=https://wraithdt.deviantart.com/art/Thrawn-674195837&h=1063&w=752&tbnid=N9WirwBOXzbLAM&tbnh=267&tbnw=189&vet=1&docid=QQcj1CjZXHwXdM
 
 
Mara Jade :
https://www.google.it/imgres?imgurl=https://vignette.wikia.nocookie.net/villains/images/9/90/Mara_Jade-0.jpg/revision/latest?cb%3D20170628171948&imgrefurl=http://villains.wikia.com/wiki/Mara_Jade&h=786&w=631&tbnid=3bRAXUebUVWKJM&tbnh=251&tbnw=201&vet=1&docid=1Mh49Bu6zkV4wM


 

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Capitolo 4
*** Welcome to a New Empire ***


Ecco un nuovissimo capitolo ! Scusate il ritardo, sto lavorando a quattro storie contemporaneamente e questa è quella che ci metterò di più ad aggiornare, essendo la meno popolare.
A meno che le cose non cambino...
Per chi non ha visto Star Wars Rebels, questo è l'ultimo incontro tra Ahsoka ( L'ex apprendista di Anakin ) e Darth Vader : https://www.youtube.com/watch?v=zkPWF5lms30
Buona lettura, e spero che lascerete un commento !


Welcome to a New Empire

Katan Esley era un luogo molto privato. Non c’era bisogno di segnalarlo all’esterno con avvisi sonori o dispositivi di protezione. Su quel pianeta, tutti sapevano cosa fosse quel bar.
A nessuno sarebbe venuto in mente di violare un simile santuario senza il permesso esplicito dei suoi proprietari. Chiunque lo avesse fatto, sarebbe stato sicuramente punito, rischiando atroci sofferenze, se non peggio.
All’interno, l’illuminazione era fioca. Non ci sarebbe stato molto da vedere, anche con una luce più forte. Un paio di console dominate da spie rosse fiancheggiavano il centro del locale, delimitante un Holo-proiettore.
L’ingresso era aperto. Un corridoio si apriva in una grande sala in muratura di pietra rifinita in cui un accozzaglia di umani, umanoidi e alieni era impegnata a gozzovigliare, giocare d’azzardo, tramare, negoziare, discutere e, ogni tanto, a tentare di tagliarsi la gola a vicenda. O qualcos’altro di equivalente.
Ahsoka Tano, ex Jedi e apprendista di Anakin Skywalker ( attualmente Darth Vader ), attendeva con trepidazione la trasmissione che avrebbe rivelato al pubblico le ultime notizie riguardanti il nuovo Imperatore della galassia.
Considerando la reputazione dell’uomo, sia lei che il resto degli occupanti di quel bar avevano preso l’ultima dichiarazione televisiva del Signore Oscuro con un pizzico di sale.
Per tale ragione, niente, e sottolineo la parola “ niente”, avrebbe potuto prepararli a ciò cui stavano per assistere in diretta.
Ahsoka più di tutti era restia a credere alle parole che l’uomo aveva pronunciato poco più di una settimana prima. Il suo maestro, il suo mentore…era ormai morto, sostituito da quella mostruosità.
Il fatto che avesse provato ad ucciderla, durante il loro ultimo incontro, ne era la prova lampante. Anakin Skywalker non avrebbe mai fatto del male a nessuno, specialmente alla sua ex- apprendista.
In quel preciso istante, la faccia di N-21, droide protocollare e presentatore di Holo-Net News, si materializzò dal nulla sullo schermo posto al centro del bar, attirando l’attenzione degli occupanti. Ad affiancare la figura argentata del robot era Daiane Cross, una giovane donna dai capelli biondi e co-presentatrice della trasmissione.
La tensione nell’aria era quasi palpabile.
<< Una settimana è passata da quando l’uomo conosciuto ai molti come Darth Vader ha preso il controllo del nostro governo. Durante questo periodo di tempo, il Neo-Imperatore ha fatto in modo di attuare le riforme promesse all’intera galassia con il suo discorso d’apertura >> cominciò N-21, con tono calmo e professionale.
Alcune immagini si materializzarono affianco alla figura della macchina, raffiguranti scene a dir poco sorprendenti: Darth Vader intento a rompere le catene di una coppia di Wookie, a distribuire vivere a un gruppo di Troguta, o mentre veniva abbracciato da un bambino Twi’lek...
La maggior parte dei clienti presenti nel bar si ritrovò ancora più attratta dallo svolgersi della trasmissione.  Ahsoka non ebbe alcun problema a comprendere il loro fascino improvviso.
<< I campi di schiavi presenti sui pianeti di Ryloth e Kashyyk sono stati smantellati e i suoi abitanti liberati  >> proseguì N-21. <<  Le organizzazioni criminali del Sole Nero e L’Alba Cremisi sono state ridotte all’osso, con milioni di arresti in tutta la galassia. Mentre la battaglia contro gli Hutt imperversa nell’Orlo Esterno, sempre più  alieni si uniscono ogni giorno alla Marina Imperiale. Sembra proprio, Daiane, che la galassia abbia mal giudicato il nostro nuovo sovrano per molti anni >>
<< Puoi dirlo forte, N-21 >> dichiarò la donna affianco al presentatore. << Durante questa settimana la popolarità dell’Imperatore Vader è salita alle stelle, con un incremento del 27% rispetto a quella di Palpatine. È ancora presto per dire se i sondaggi si manterranno stabili, ma considerando ciò che sta accadendo nei vari sistemi…bhe, un aumento dei dati a nostra disposizione non mi sorprenderebbe >> commentò con un sorriso smagliante.
N-21 annuì in accordo e volse lo sguardo in direzione della telecamera.
<< Ed ora, assisteremo in diretta ad un evento davvero unico. L’Imperatore ha deciso di presenziare alla cerimonia di laurea dei nuovi cadetti imperiali e l’evento verrà trasmesso in tutta la Galassia >> .
Quasi come ad un segnale, l’immagine dello schermo cambiò di colpo.
La figura di Darth Vader in persona prese posto al centro dell’Holo-Proiettore, circondata da alcuni stormtroopper e ammiragli.
Di fronte a lui, spiccava una folla di giovani vestiti con uniformi imperiali.
L’uomo si avvicinò ad un microfono e prese un respiro profondo.
<< "Hai quello che ti meriti" è un modo di dire. Che sopravvive al tempo perché è vero. Per molte persone, ma non per tutti, alcuni hanno più di quello che si meritano. Perché credono di essere diversi dagli altri, che le regole, quelle a cui le persone come voi e me, le persone che faticano, per vivere o sopravvivere, non si applichino a loro. Che possono fare qualsiasi cosa e vivere felici e contenti mentre tutti gli altri… soffrono >> sussurrò con una voce che non tradiva nulla, se non il disprezzo per quello che aveva appena confermato.
All’interno del bar, alcuni spettatori grugnirono in assenso, quasi inconsciamente.
<< Agiscono nell'ombra, e siamo noi a proiettarla con la nostra indifferenza, con una diffusa mancanza di interesse per tutto quello che non influenza direttamente la nostra vita quotidiana. Ma forse è solo l'ombra della stanchezza, perché siamo esausti. Cerchiamo con tutte le forze di riconquistare una visione che non esiste più, per colpa di chi ha preso più di quello che si merita. E continua a prendere finché a tutti gli altri non rimane solo che un ricordo di come era una volta, prima che questo governo decidesse che la vostra  opinione non contasse niente >>.
Detto ciò, il cyborg puntò un dito in direzione della folla.
 <<  Ma voi contate. Gli abitanti dell’Impero. Voi fate la differenza.  Palpatine  non condivideva questa idea. Voleva solo creare una galassia piena di schiavi. Io, invece,  voglio creare un impero fatto di eroi >> dichiarò come un dato di fatto.
<< Ma che vuol dire essere un eroe? Guardati allo specchio e lo saprai. Guardati negli occhi e dimmi che non sei eroico, che non hai patito, o sofferto... o perso le cose a cui tenevi di più. Eppure, eccoti qui... un superstite dell’Impero. Un governo dove i codardi hanno vita breve, quindi devi essere un eroe. Lo siete tutti. Alcuni più di altri, ma nessuno è solo >> continuò con voce più forte e tonante.
La passione dietro a quelle parole fu a dir poco schiacciante e molti degli spettatori ne furono umiliati.
Perfino Ahsoka non potè fare a meno di ascoltare quel discorso con fare rapito.
<<  C'è chi si sporca le mani per proteggere il proprio pianeta, altri spargono sangue per fermare l'ondata di crimine, la crudeltà, il diffuso disprezzo per la vita. Ma questo è l’Impero. Angelo o diavolo, ricco o povero, giovane o vecchio, tu vivi qui. Non hai scelto questo governo, ti ha scelto lui. Un eroe non è qualcuno sopra di voi, che vi protegge, un eroe non è un Dio o un concetto, un eroe vive qui per la strada, in mezzo a voi, con voi. Sempre qui, quasi mai riconosciuto ! >> esclamò, sollevando ambe le braccia in direzione della volta celeste.
Fatto ciò, Vader prese un paio di respiri calmanti .
Le telecamere inquadrarono il suo volto e, quasi come se fosse consapevole di questo fatto, il Sith girò la testa in direzione degli spettatori.
<< Guardati allo specchio, vediti per quello che sei veramente. Sei un cittadino imperiale. Sei un eroe. Questa  è la tua casa. E so che voi farete di tutto per proteggerla, e per questo non posso fare a meno che essere orgoglioso di tutti voi . Viva l’Impero ! >>
<< Viva l’Impero ! >> esplosero i cadetti, per poi cimentarsi in un sonoro applauso.
Alcuni clienti del bar vennero trascinati nella dimostrazioni, prima di essere interrotti da alcune occhiatacce ad opera dei vicini.
Ahsoka osservò il tutto con fare scioccato. Nel mentre, una lacrima solitaria cominciò a scivolarle lungo la guancia.
<< Maestro…sei davvero tu ?>>
 
                                                                                                                                         * * *
 
Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith e Imperatore della galassia, si accasciò pesantemente sulla prima poltrona che gli capitò a tiro, rilasciando un sospiro affranto.
<< Essere l’Imperatore è più dura di quanto pensassi >> borbottò attraverso il respiratore della maschera.
La figura di Aphra zampettò alle sue spalle, misurandolo da capo a piedi.
<< Troppe riunioni ?>> domandò la donna, con tono vagamente divertito.
Il Cyborg emise un sonoro sbuffo.
<< Troppi discorsi. Non credo di aver mai parlato tanto in tutta la mia vita >> affermò con improvvisa consapevolezza.
L’archeologa si portò un dito alle labbra, inclinando leggermente la testa.
<< Dovresti prenderti un paio di giorni liberi . Sai, andare in vacanza, prendere il sole…rilassarti ! >> esclamò con voce civettuola.
In tutta risposta, il Signore Oscuro le lanciò un’occhiata impassibile.
<< Non ho tempo per rilassarmi >> ribattè con tono calmo e misurato.
La donna arricciò il volto in un sorriso malizioso.
Poi, imitando la voce e il respiro dell’uomo, disse: << Niente lavoro e tutto giochi rendono Vader un brontolone >>.
Il Cyborg borbottò infastidito, incrociando ambe le braccia davanti al petto.
Aphra scoppiò in una sonora risata e si appoggiò sopra lo schienale della poltrona.
<< Sei troppo teso, capo >> sussurrò a bassa voce.
Dietro la maschera, il Sith inarcò un sopracciglio.
<< Aphra, cosa stai…>>
<< Silenzio >> ordinò la donna, con tono imperioso.
Fatto ciò, cominciò a massaggiare le spalle dell’Imperatore, sorprendendo quest’ultimo di non poco.
L’uomo fece per protestare ma i dolci movimenti dell’archeologa lo costrinsero a rilassare le proprie membra.
Si accasciò sulla poltrona, rilasciando un gemito sommesso.
<< Meglio ? >> domandò Aphra, sorridendo dolcemente.
Il Signore Oscuro ricambio il gesto.
<< Un po’ >> ammise con un sospiro.
La donna continuò per quasi un paio di minuti. Finito quel lasso di tempo, si staccò dal seggio e con una piroetta si mise di fronte a Vader.
<< A proposito, ha chiamato quella donna…Lumiya, se non sbaglio. Sarà qui tra un paio d’ore >>
<< Eccellente >> rispose il Cyborg. << Di al capitano Piett di presenziare nella Sala Conferenze entro quel lasso di tempo. Contatterò personalmente il Comandante Supremo Thrawn >>
<< Okey Dokey! >> esclamò la mora.
E, fatto questo, fuoriuscì saltellando dalla stanza.
Vader si alzò subito dopo e cominciò a dirigersi verso la Sala del Trono.
 
                                                                                                                                                                     * * *
 
Appena entrato nella stanza, il Signore Oscuro si accorse di essere osservato.
I suoi sospetto furono presto confermati. Una lama viola si materializzò dal nulla nell’oscurità della camera.
Pochi secondi dopo…Mara Jade partì all’attacco.
Nonostante la sorpresa, Vader sollevò la propria arma per difendersi.
La rossa esordì con un affondo, colpì…e Vader parò.
Una pioggia di scintille volò in ogni direzione, illuminando la sala circostante.
Jade indietreggiò di un passo e valutò l’avversario, più veloce e determinato di quanto avesse inizialmente previsto : dopodichè tornò all’attacco con più furia.
Vader bloccò ripetutamente. Le lame si incrociarono una volta, per poi disimpegnarsi.
Contrattaccò.
Jade tentò di sopportare i colpi dell’avversario, inutilmente. Quanto più a lungo durava lo scontro, tanto più forte Vader sembrava diventare. Era come se gli piacesse la sfida, si nutrisse di essa. Fu quella l’impressione, almeno , finchè Jade parò, roteò e, inaspettatamente, colpì di striscio con la punta della spada laser il braccio del Signore Oscuro.
Quella non era più una sfida , era qualcosa di più. Vader fece un passo all’indietro e rivalutò la sua avversaria. Quando la incalzò di nuovo, mostrò una furia che prima non aveva.
La schermaglia che si era aspettato si era trasformata in un duello. Era stato colpito di striscio. Era giunto il momento di andare fino in fondo.
Vader avanzava implacabile, guidato da qualcosa che Jade poteva percepire solo in parte, men che meno contrastare. Nonostante ciò, l’ex Mano dell’Imperatore rispose agli assalti, finche il Signore Oscuro vibrò un fendente che le solcò il petto e le sbalzò la spada laser di mano.
L’arma cadde sul pavimento della sala, a sei metri di distanza. Il duello era finito.
Mara Jade non perse tempo.
Estrasse un blaster e lo puntò verso Vader.
Sparò più volte. E ogni colpo dell’arma fu deviato dalla lama della spada laser. Quasi fosse un gioco, pensò terrorizzata, continuando a sparare. Stava giocando con lei.
Finchè l’altro si stancò. Alzò la mano destra e la protese verso di lei, a palmo aperto.
Jade si sentì mozzare il respiro, la mano paralizzata sul blaster.
Provò a girarsi, a fuggire, ma le gambe non risposero. Poteva solamente stare lì immobile, in mezzo alla camera, tirando respiri lenti e misurati.
Vader si fermò a un passo da lei e la scrutò in volto da dietro la maschera.
Quando infine parlò, sembrò impressionato e sorpreso allo stesso tempo. <<  Mara Jade. Se ben ricordo, non credo di aver mai fatto nulla per meritare una simile aggressione da parte tua. >>
Mara si accorse di poter parlare e rispose in tono di sfida.
<< Non ho bisogno di un motivo per ucciderti, sei solo un mostro. Eliminandoti farei un favore alla galassia >>
<< Non mi sembra affatto. Ma è una sciocchezza. Si può rimediare a queste piccole lacune >>.
Mentre parlava, camminava lentamente attorno al suo corpo paralizzato.
Spaventata, la donna provò a seguirlo con lo sguardo, ma la testa non volle girarsi.
<< Hai molta paura >> disse lui a bassa voce. << Eppure dovrei essere io quello ad averne. Hai colpito per prima. Parli di me come se fossi un mostro. Eppure sono io quello che è stato costretto a difendersi da te >>
Si avvicinò ancora di più a lei e la fissò in volto, in quegli occhi verde smeraldo. Poi, alzò la spada laser che aveva in pugno e la avvicinò al suo viso, così vicino da tingerle di rosso la pelle.
Spense l’arma appena pochi secondi dopo e la agganciò alla cintura, dopodichè fissò la prigioniera immobile.
Allungò lentamente la mano e le sfiorò il viso.
La pressione che applicò non era fisica. Jade evitò il suo sguardo e mirò da un’altra parte, cercando con tutte le forze di resistere, osando a mala pena respirare. Se solo avesse potuto liberarsi una mano, una gamba…ma nessuna parte del suo corpo rispondeva ai suoi comandi.
Vader si stupì di quello che aveva trovato e abbassò la mano.
Libera dall’intrusione mentale, Jade tirò grandi boccate d’aria.
Lui corrugò la fronte.
 << Dunque è vero. Hai un legame mentale con Palpatine >>
Come fa a saperlo ? si domandò Jade, sgomentata, fissandolo a sua volta. Non lo aveva sicuramente pensato ! Aveva cercato di svuotare la mente, di bloccare i ricordi, eppure lui era riuscito a farsi strada nella sua testa con poco sforzo. Quanto era potente ?!
Vader la sondò di nuovo.
Questa volta, il dolore che Jade provò tentando di respingerlo le fece scorrere delle lacrime sul viso.
Vader gli aveva invaso la mente e i pensieri, e non c’era nulla che lei potesse fare per impedirglielo. Per resistere. Ma continuò a provare.
All’improvviso, le si avvicinò così tanto che i loro volti quasi si toccarono.
Jade deglutì a fatica e si sforzò di respingerlo, di cacciarlo dalla sua mente. Avrebbe voluto urlare, ma lui glie lo impediva.
<< Povera ragazza >> mormorò il Signore Oscuro.
In quel preciso istante, un gruppo di assaltatori irruppe nella stanza.
<< Signore, abbiamo sentito degli spari ! >> esclamo il comandante della squadra.
Vader non si volto nemmeno.
<< Tornate pure ai vostri posti. Si è trattato solo di un malinteso >> rispose con tono impassibile.
Lo stormtrooper fece il saluto, indugiò un attimo lo sguardo affascinato sulla donna immobile dinnanzi all’Imperatore che, con un gesto di Vader, crollò a terra.
Quindi si affrettò a trasmettere l’ordine per timore che la sua curiosità per qualcosa che non lo riguardava fosse notata.
Non aveva alcun desiderio di finire come la donna svenuta tra le braccia del nuovo sovrano della galassia.
 
                                                                                                                                                                     * * *
 
Nella cella di detenzione, Mara Jade era ammanettata a una piattaforma inclinata.
Si svegliò lentamente.
Disorientata, sulle prime pensò di essere sola. Si sbagliava, ma era comprensibile, dal momento che l’altra persona presente nella stanza non si muoveva.
Per quanto spaventata da quella inquietante presenza, si soffermò qualche secondo a valutare l’ambiente circostante. Non poteva essere più diverso da quello precedente.
L’ultima cosa che ricordava era lo scontro. E poi la sonda mentale. Il dolore. Gli sforzi per resistere e la sprezzante facilità con cui le sue difese mentali erano state violate.
Sentiva ancora l’eco del dolore che le aveva dilaniato la mente.
La sala del trono era scomparsa.
Priva di alcun punto di riferimento, non ebbe altra scelta che chiedere.
<< Dove sono ?>>
<< Credo che tu lo sappia >> fece Vader, con un’inaspettata gentilezza nella voce. Non era proprio comprensione, ma era meno ostile di quando l’aveva affrontato prima. << Sei mia ospite >>.
Con una facilità più spaventosa di qualsiasi approccio fisico, accennò un gesto con la mano nella sua direzione.
Si udirono un paio di clic e le manette ai polsi si aprirono.
Jade fece finta di non essere impressionata dalla sua dimostrazione e si massaggiò i polsi come se nulla fosse. Non voleva fargli credere che potesse intimidirla più di quanto avesse già fatto.
Girò lo sguardo nella stanza ed ebbe la conferma che erano soli.
<< Ho preferito evitare qualsiasi tipo d’interferenza >> proclamò il Signore Oscuro.
Lei lo fissò. Anche se al momento era calmo, non poteva evitare di pensare che una parola sbagliata, una risposta insoddisfacente, avrebbe potuto mandarlo in collera.
Lui la guardò, come se avesse appena parlato ad alta voce.
Jade si rese conto che non aveva alcuna possibilità di nascondergli le sue emozioni e che tanto valeva esprimere i suoi pensieri.
<< Vuoi ancora uccidermi >> osservò Vader, apparentemente divertito.
Mara strinse ambe le palpebre degli occhi.
<< Hai assassinato il mio maestro a sangue freddo. Meriti solo la morte >>
<< Credi davvero che mancherà a qualcuno, se non a quelli traviati dalle sue parole ?>> domandò il Sith, con fare retorico.
La donna, tuttavia, si limitò a fissarlo con un’espressione di pura sfida.
Il Signore Oscuro rilasciò un sospiro.
<< Capisco, vedo che il legame è andato troppo in profondità…Avrei preferito evitarlo. Al contrario di quello che credi, non mi da alcun piacere. Farò piano, per quanto possibile…ma sarà comunque abbastanza doloroso >>
Jade sapeva che provare a resistergli fisicamente sarebbe stato non solo inutile, ma sicuramente molto più spiacevole. Pertanto rimase immobile e muta, con le braccia lungo i fianchi, quando lui portò la mano verso il suo volto.
La toccò di nuovo, come aveva fatto nella sala del trono.
Mentre la rossa si sforzava di resistere alla sua sonda mentale, Vader respingeva i suoi goffi tentativi di erigere barriere contro di lui.
Frugò nella sua mente, parlando a bassa voce.
<< Sei molto sola >> mormorò, mentre scavava più affondo. << Per certi versi, sei molto simile a quello che ero un tempo. Vedo la tua determinazione, la tua gelosia. I Tuoi…tentativi di dimostrarti superiore a chiunque altro >>.
Tanto era lo sforzo di Jade di resistere all’intrusione dell’altro che le lacrime le rigarono il volto.
Sempre più disperata, provò a reagire. Ma proprio come nella sala del trono, il suo corpo si rifiutò di rispondere ai comandi.
<< E vedo Palpatine >> proseguì il Sith, implacabile. << Lo vedi come il padre che non hai mai avuto. Non porta a nulla, quella visione. Lascia perdere. Posso assicurarti che ti avrebbe molto delusa >>
Tutta la rabbia e la paura che aveva trattenuto dentro di sé esplosero quando la giovane donna si voltò e lo fissò negli occhi.
<< Sta fuori dalla mia testa !>> esclamò con un ringhio.
Vader si avvicinò ancora di più, aumentando la sensazione di impotenza dell’assassina. << Mi dispiace, ma non posso farlo . Credimi, è per il tuo bene >>.
La donna fu percossa da una scarica improvvisa e per poco non cadde a terra.
<< Che cosa…cosa hai fatto ?>> sussurrò a bassa voce, tenendosi la testa con le mani.
Vader la fissò da dietro la maschera, con fare spassionato.
 << Ho interrotto il legame che avevi con Palpatine. Di conseguenza, tutti i ricordi che aveva soppresso stanno per tornare alla luce >> disse con tono vagamente impassibile.
La donna dilatò le pupille e lo fissò con aria basita.
<< I miei ri…>>
E poi…accadde.
Un dolore lancinante, più forte di quanto avesse mai provato in tutta la sua vita, le attraverso la testa con la stessa intensità di una carica di AT.
 Sì sentì la fronte scoppiare, mentre centinaia di immagini a lungo perdute o represse iniziarono a farsi strada nella memoria dell’assassina.
Ricordi di un uomo e di una donna dai lunghi capelli rosso fuoco…ricordi di un padre e di una madre.
Mara si portò ambe le mani sulle tempie e cominciò a stringere.
<< Oh, forza . I miei genitori…la mia famiglia…lui…>>
Sentì la risata fredda e senz’anima di Palpatine, il crepitio dell’elettricità e del fulmine intorpidirgli il corpo.
Si sentì bruciare e percepì il dolore di ogni tortura, ogni atto depravato compiuto con il solo scopo di cancellare quella vita ormai passata.
Vader le afferrò le spalle, impedendole di cadere in ginocchio.
<< Ascoltami ! Questo potrebbe essere il momento più importante della tua vita, mettici tutta te stessa! >> esclamò attraverso il respiratore.
La donna alzò la testa verso di lui, gli occhi rossi come un paio di braci ardenti, il volto bagnato dalle lacrime.
<< Tu non lo sai…non sai cosa mi ha fatto…come mi ha torturata >> sussurrò a denti stretti, nel tentativo di frenare un singhiozzo.
Si porse in avanti, stringendo le spalliere del Signore Oscuro.
<< Ricostruisci il legame >> ordinò con un ringhio.
Quando l’uomo non rispose, l’espressione sul volto della donna sembrò farsi più disperata e insistente.
<< Ricostruiscilo, voglio dimenticare ! >>
<< Non posso >> fu la risposta fredda e distaccata di Vader.
Al sentire tali parole, la rossa si scostò dalla presa del Sith e lo fissò con uno sguardo furente, abbracciando il proprio corpo.
<< Lo odio. Odio questo posto…ti odio ! >> sibilò, colpendo il cyborg dritto al petto. E ancora. E ancora.
Vader rimase fermo e immobile, lasciando che la donna si sfogasse.
<< Ti odio ! >> esclamò una seconda volta, tentando di schiaffeggiare la maschera del neo-Imperatore.
Vader fu più rapido e le afferrò la mano con una presa ferrea.
<< Ecco! All'inizio anche io pensavo fosse odio. L'odio era l'unica cosa che conoscevo, l'odio aveva costituito il mio mondo, mi aveva imprigionato, mi aveva insegnato a mangiare, bere, respirare. Pensavo che l'odio che mi scorreva nelle vene mi avrebbe ucciso. Ma poi è successo qualcosa... a me, come sta succedendo a te >> mormorò il Signore Oscuro, con tono quasi gentile.
<< Ti ha portato via i genitori. Ti ha portato via la tua vita ! Ti ha chiuso in una cella e ti ha preso tutto ciò che poteva tranne la vita, e tu hai creduto che esistesse solo quella. Vero? Che l'unica cosa rimasta fosse la tua vita >> continuò con voce imperiosa.
La afferrò per le spalle, costringendola a specchiarsi nelle lenti della sua maschera.
<< Ma non era vero! Hai trovato qualcos'altro. In questa prigione hai trovato qualcosa di più importante per te della vita. Hai affrontato la morte più volte, Mara. Eri calma. Eri ferma. Prova a sentire ora quello che sentivi in quei momenti >>
<< Non sento più niente ! >> urlò Mara, con un ringhio quasi animalesco.
 Incapace di trattenere la propria disperazione, le lacrime della donna  cominciarono a riversarsi sul pavimento delle cella.
Vader la osservò con fare impassibile, quasi apatico.
Poi, lentamente, con movimenti esitanti…avvolse le proprie braccia attorno alla figura dell’assassina.
La rossa s’irrigidì all’istante, visibilmente sorpresa dall’azione del Signore Oscuro.
<< Cosa…cosa stai facendo ?>> mormorò a bassa voce, il volto chiuso in un’espressione che rasentava lo shock più totale.
Vader drizzò la testa.
<< Io…ti sto abbracciando >> rispose con tono incerto.
Inconsapevolmente, Mara si ritrovò a sbattere le palpebre come un gufo.
Si mosse a disagio tra le braccia del Sith. Poteva quasi sentire l’odore del cuoio e del metallo penetrarle nelle narici.
<< Ah…perché ?>> domandò con un filo di voce. Forza, doveva sembrare veramente patetica, sussurrò a se stessa.
Il cyborg compì un paio di colpi di tosse.
<< Bhe, Dovrebbe essere un gesto di conforto. Ti spaventa ?>>
<< Un po’>> ribattè la donna, con esitazione. In realtà, si sentiva piuttosto confortevole. Essere abbracciati da Vader era come essere avvolti in un mantello di luce e calore….non certo l’immagine che avrebbe associato ad un Signore Oscuro dei Sith, dovette ammettere a se stessa.
L’uomo si staccò, compiendo un passo all’indietro e liberandola.
La sensazione di calore svanì all’istante e Mara fu costretta a reprimere un gemito di dispiacere.
<< Perdonami, non sono molto pratico con queste…dimostrazioni di affetto >> borbottò il neo-Imperatore, porgendole un rapido cenno del capo.
La donna distolse lo sguardo e arrossì furiosamente. Scuotendo la testa, lanciò una rapida occhiata in direzione del cyborg.
<< Cosa ne sarà di me ? >> domandò con voce fredda e impassibile.
Con sua grande sorpresa, Vader si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Dipende tutto da te, Jade. Ora sei libera >> dichiarò come un dato di fatto.
La rossa rilasciò uno sbuffo sprezzante e disse : << Non è la parola che userei per definire questa situazione >>.
Girò la testa da parte a parte della cella e posò delicatamente una mano sulla superficie opposta della stanza.
<< Sono stata tra queste mura per così tanto tempo…non ho altro posto dove andare. So a mala pena cosa ci sia là fuori  >> sussurrò con tono flebile.
Un silenzio inesorabile sembrò avvolgere l’oscurità di quel luogo, interrotto solamente dal ritmico respiratore di Vader.
<< Puoi restare qui, se vuoi >> disse questi all’improvviso.
Mara si voltò di scatto verso di lui.
<< Cosa ?>> domandò con fare incredulo.
Il Signore Oscuro annuì in conferma.
<< Sono l’Imperatore, adesso.  Un Utente Forza in più mi farebbe comodo >>
<< Non baratterò un maestro per un altro >> sibilò la rossa, stringendo gli occhi sulla figura del Sith.
L’uomo compì un gesto sprezzante.
<< Non voglio essere il tuo maestro >> ribattè con tono spassionato.
Fatto ciò, porse la mano destra in avanti.
<< Voglio che noi diventiamo alleati >> disse con voce morbida, per quanto il respiratore glie lo permettesse.
La donna lo fissò sorpresa e osservò la mano con cautela.
<< E poi cosa ? Dovrei aiutarti a migliorare la galassia ? Per cancellare tutto il dolore che abbiamo causato ?>> chiese con evidente sarcasmo, le labbra arricciate in una smorfia rassegnata.
Vader compì un passo in avanti.
<< Non lo sto facendo per pietà o assoluzione. Sappi solo che mi sono sentito come te per molto tempo: ero pieno di rabbia e cercavo vendetta. Mi sono avvicinato a Palpatine per motivi personali, egoistici, futili. Per avere una figura paterna e una via di fuga per color che amavo.  Ma quello che ho compiuto in quest’ultima settimana ha dato un senso alla mai vita! Per la prima volta mi sento pienamente soddisfatto ed è... una sensazione che non provavo da tempo >> mormorò a bassa voce, quasi malinconico.
Mara ascoltò il tutto con fare rapito, bevendo della passione e della determinazione scaturite dalle parole di quello che fino a pochi giorni prima era considerato da molti come l’uomo più crudele della Galassia.
Inclinò la testa, dimensionandolo da capo a piedi.
<< Sei davvero Darth Vader ?>> domandò con esitazione.
Era davvero possibile che una persona potesse cambiare così tanto in così poco tempo ? Mara aveva difficoltà a crederci.
Il Signore Oscuro , tuttavia, non diede alcun segno di essere rimasto sorpreso dal quesito della rossa e si strinse nella spalle una seconda volta.
<< Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Avevo solo bisogno…di una piccola spinta >>
Detto ciò, compì un ulteriore passo nei confronti dell’assassina e questa dovette sollevare la testa per poterlo guardare in volto.
 << Questa non è la fine, Mara Jade. Può essere un nuovo inizio >> continuò il cyborg, facendo cenno alla mano tesa.
La rossa alzò e abbassò la testa più volte, con movimenti quasi istintivi.
Per un attimo, il Sith credette che avrebbe rinunciato alla sua proposta. Che sarebbe uscita dalla porta di quella cella, senza nemmeno voltarsi. In tutta onestà, non l’avrebbe biasimata. Questo posto, dopotutto, le aveva recato grandi dolori e sofferenze.
Dopo quasi un minuto buono, tuttavia, Mara rilasciò un sospiro rassegnato e afferrò l’arto meccanico del Signore Oscuro.
<< Al primo segno che diventerai come lui…io me ne andrò >> disse con tono d’avvertimento, indicando la figura del cyborg con la mano libera.
Vader annuì in accordo.
<< Affare fatto >>


Com'era ? Spero bello !
Vi aspettavate il ritorno di Ahsoka, l'ex apprendista di Anakin ?

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Capitolo 5
*** La battaglia di Coruscant - Parte 1 ***


Ecco un nuovissimo capitolo !
Buona lettura, e spero che lascerete un commento.



La Battaglia di Coruscant - Parte 1

Parzialmente protetto da un tetto, il balcone – uno dei  quattro che, identici, si rivolgevano verso un punto cardine diverso – incoronava una protuberanza a forma di pinna collocata svariati piani sotto la cima arrotondata di una delle guglie che costituiva il Palazzo Imperiale.
L’aria era fresca e il mantello di Darth Vader ondeggiava al continuo soffiare del vento.
Le lunghe ombre dei costrutti più distanti sembravano protrarsi inutilmente verso il  gargantuesco edificio, sotto un cielo macchiato di spirali rosse come il fuoco e viola come il velluto.
Percependo l’arrivo dei suoi ospiti, il Cyborg rientrò nel palazzo e si sedette all’enorme tavolo conferenze posto lungo il centro della stanza. Di fronte a lui spiccavano le figure di Aphra, affiancata da Mara Jade sulla sinistra, Thrawn e il Capitano Piett, sulla destra.
Tutti e quattro lo stavano fissando con sguardi colmi di tensione e aspettative.
<< Credo…>> esordì Vader, attraverso il respiratore, << che sia arrivato il momento di raccontarvi la vera storia che sta alla nascita di questo Impero >>.
Quando fu sicuro di aver ottenuto l’attenzione di tutti i presenti, il Signore Oscuro cominciò a parlare.
<< La nostra storia inizia, come spesso capita in tutte le storie, con un giovane politico rampante .
È un uomo profondamente manipolativo e membro del Partito Riformatore. È assolutamente determinato e non ha alcun rispetto per il dibattito politico. Più potere conquista, più evidente è il suo fanatismo e più aggressivi diventano i suoi sostenitori. E il suo nome…è Sheeve Palpatine >> rivelò con voce calma e raccolta.
Si alzò dal posto a sedere, circumnavigando il perimetro della stanza con passi lenti e misurati.
<< Un giorno, il suo partito avvia un progetto speciale nel nome della sicurezza della Repubblica. All'inizio si crede sia una ricerca farmaceutica e viene aiutato senza badare a spese. Tuttavia il vero obiettivo di questo progetto è il potere : la totale e assoluta dominazione egemonica >> continuò impassibile.
<<  Il progetto però ha una conclusione violenta ma gli sforzi degli scienziati non sono vani, perché dal sangue di una delle persone coinvolte, Jango Fett, nasce un nuovo modo di condurre la guerra. Immaginate un esercito! L’esercito più potente mai creato, e poi immaginate che siate solo voi ad avere il pulsante per controllarlo. Se il vostro fine ultimo è il potere, come usereste al meglio quest'arma? >> domandò retoricamente, lo sguardo fisso in direzione degli ascoltatori.
<< A questo punto della storia entra in scena un’altra persona, il Conte Dooku: è un uomo apparentemente senza coscienza , per il quale il fine giustifica sempre i mezzi, ma è segretamente anche il più stretto alleato di Palpatine. E sarà proprio lui ad aprire le porte a quel conflitto che avrebbe segnato la galassia per più due anni >>
Al sentire tali parole, sia Aphra che Piett non poterono fare a meno di dilatare le pupille.
 Entrambi conoscevano assai bene quel nome. Il capo dei Separatisti, il movimento d’indipendenza che cercò di staccare diversi sistemi stellari dalla vecchia Repubblica, dando il via ad una delle guerre civili più sanguinose della storia galattica. Il fatto che Dooku fosse stato un collaboratore dello stesso uomo a cui aveva dichiarato guerra…bhe, fu una rivelazione a dir poco scioccante.
Anche Thrawn conosceva assai bene quel nome, ma riuscì a mantenere un’espressione impassibile. Mara, al contrario, non lo aveva mai sentito pronunciare ma, considerando la sua istruzione, c’era d’aspettarselo.
Dopo un attimo di pausa, il Signore Oscuro riprese a parlare.
<< Viene scelto il pianeta Geonosis per rendere al massimo l'effetto dell'attacco di questo nuovo esercito, simulando il tutto come un atto di guerra contro i Separatisti, cappeggiati dal Conte Dooku. Nessuno sospetta che sia loro che la Repubblica sono nelle mani dello stesso uomo, il nostro rinominato Cancelliere Palpatine. Muoiono subito diverse centinaia di persone e parecchi Jedi perdono la vita. Ha così inizio la Guerra dei Cloni >> sussurrò con tono freddo, stringendo ambe le mani in pugni serrati.
<< Alimentati dai media, la paura e il panico si diffusero rapidamente, separando e dividendo la Galassia finché alla fine si individuò il vero obiettivo. Prima della crisi di Geonosis nessuno avrebbe predetto che il mandato del Cancelliere Palpatine sarebbe stato prolungato ! E poi, poco dopo, udite udite il miracolo!  All’uomo furono conferiti poteri decisionali speciali !>> esclamò con sarcasmo, sollevando le braccia in direzione del soffitto.
<< Due anni dopo, con la fine del conflitto, i Jedi vengono etichettati come traditori della Repubblica e giustiziati, mentre il loro Tempio diventerà il nuovo simbolo di potere del Governo. Ma il risultato finale, la vera genialità del piano, fu la paura... la paura diventò lo strumento ultimo di Palpatine e con esso il nostro politico fu alla fine riconosciuto con la nuova carica appositamente creata di Imperatore. Il resto, come si suol dire… è storia>> terminò quietamente.
Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della stanza.
Un respiratore di Vader fu l’unica cosa che riecheggiò nel complesso, per quello che parve un intero minuto.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, Aphra alzò la mano destra con esitazione.
<< Mi stai dicendo…che le Guerre dei Cloni…il conflitto più devastante degli ultimi mille anni…fu opera di Palpatine ? E che fece tutto solo per prendere il controllo della Galassia ?>> domandò con voce flebile.
In tutta risposta, Vader si limitò ad annuire.
<< O Forza >> borbottò Piett, accasciandosi sulla propria sedia. La reazione della donna fu più o meno la tessa.
<< è anche il motivo per cui l’ho ucciso >> continuò Vader, con fare disinvolto.
La reazione fu istantanea. Sia l’archeologa che Mara trasalirono d’istinto, mentre il Capitano Piett impallidì.
 << Lei…ha ucciso l’Imperatore ?! >> domandò l’uomo, il volto chiuso in un’espressione visibilmente scioccata.
Vader lanciò una rapida occhiata in direzione del militare.
 << Dopo quello che vi ho raccontato, credi davvero che la Galassia non meritasse giustizia per i crimini da lui perpetrati ?>>
<< Ammesso che sia vero >> ribattè l’altro, deglutendo a fatica.
Affianco a lui, Thrawn si portò una mano al mento.
<< In realtà, ha perfettamente senso >> commentò con voce spassionata, ricevendo sguardi sorpresi ad opera di Piett, Mara ed Aphra. << Tuttavia, ciò non spiega perché hai voluto renderci partecipi di una tale cospirazione,  altezza >>
In effetti, la domanda era passata per la mente non solo al Comandante Supremo ma anche al resto dei presenti. Aphra in particolare, che era stata parte fondamentale nel tentativo di Vader di celare il suo coinvolgimento nella morte di Palpatine, si ritrovò assai turbata dalle azioni del Sith.
L’uomo in questione volse la propria attenzione nei confronti del Chiss, non tradendo il minimo segno di nervosismo.
<< Benchè i metodi di Palpatine fossero assolutamente riprovevoli, condannare il tipo di Governo da lui instaurato sarebbe una mossa sciocca e uno spreco. La Repubblica era un’istituzione corrotta, piena di burocrati che passavano più tempo a discutere tra loro che a occuparsi dei bisogni della Galassia. Ed è stata proprio quella corruzione a favorire uomini come Palpatine . Ma ora…abbiamo la possibilità di ribaltare la situazione, amministrando questo governo nel modo giusto. Le riforme che ho apportato erano solo il primo passo. Ho deciso di rivelarvi tutto ciò per un unico e semplice motivo : mi fido di tutti voi >> disse con tono di finalità.
Piett non potè fare a meno di puntare a se stesso, scioccato dalla dichiarazione del neo-imperatore.
<< D-di me, mio signore ?>> balbettò con voce tremante.
Vader puntò la maschera verso di lui.
<< Non scelgo i miei ufficiali alla leggera, Capitano Piett. E tra tutto il mio equipaggio, lei è stato l’unico a distinguersi per intraprendenza e genio tattico. Non ha ottenuto la sua posizione attraverso soldi o favori, ma con i propri successi. E lo ha fatto non solo per aiutare la situazione finanziaria della propria famiglia ma perché credeva fermamente negli ideali dell’Impero >> continuò con voce calma e accomodante.<< Ho intenzione di restaurare quella fiducia, capitano Piett. O forse dovrei dire…Ammiraglio Piett >>
<< A-Ammiraglio !? >>
Questa volta, la sorpresa scaturita dalla voce dell’uomo fu addirittura palpabile.
Vader confermò con un rapido cenno del capo. << Una posizione assolutamente meritata. Sarete messo al comando dell’Esecutore, in mia assenza >>
Il militare deglutì una seconda volta. << Ma per quanto riguarda l’ammiraglio Ozzel…>>
<< Quell’incompetente è già stato inviato ad uno dei numerosi avamposti di raffineria sparsi nell’Orlo Esterno. Nel mio nuovo Impero non ci sarà più posto per i privilegiati >> ringhiò Vader.
Poco prima che Piett potesse controbattere, un sonoro sibilò attirò l’attenzione del Signore Oscuro.
Afferrò il Com-link incastonato nella tuta e se lo portò di fronte alla maschera.
<< Cosa c’è ?>>
<< Signore, abbiamo rilevato numerosi oggetti in uscita dall’Iperspazio. Si avvicinano a Coruscant in una formazione d’attacco >> esordì la voce di uno Stormtrooper, lievemente modulata dal suo casco.
Vader drizzò la testa.
 << Ci siamo. I primi dissidenti >> borbottò stizzito, quasi come se si aspettasse una simile incursione.
Chiuse la comunicazione e lanciò una rapida occhiata in direzione di Thrawn.
<< Questo è il momento della verità, Comandante Supremo. Sceglierai di seguirmi, anche dopo ciò che ti ho rivelato ? Oppure tenterai di soppiantarmi ?>> chiese con tono colmo d’anticipazione.
Porse la mano destra in avanti, aspettando la risposta del Chiss.
Questi la fisso, gli occhi rossi che menavano lampi. A pochi passi da lui, Mara si preparò ad attaccare, nel caso la situazione fosse degenerata.
Tuttavia, a dispetto delle sue più rosee previsioni, l’alieno afferrò la mano del Signore Oscuro, le labbra arricciate da un piccolo sorriso.
<< Sarà un onore combattere al vostro fianco…mio signore >>.
 
                                                                                                                                                                       * * * 

Il ponte tremò dolcemente quando lo Star Destroyer  Ravager uscì dalla velocità luce.
Dozzine di elementi lampeggiarono sugli schermi tattici del ponte di comando e l’ammiraglio Gallius Rax valutò la situazione dopo un esame di alcuni secondi.
L’impero era sul punto di perdere la propria identità, ma le cose stavano per cambiare.
Gli ufficiali in servizio fornirono il rapporto di stato della nave a loro assegnata. Il viaggio attraverso l’iperspazio si era svolto senza problemi e lo Star Destroyer era pronto alla guerra. I cannonieri e i piloti di caccia erano in allerta generale e il resto delle navi imperiali erano in arrivo.
<< Signore, miriamo al Centro Imperiale ?>>
Si avvertiva un orgoglioso entusiasmo nella voce del generale Kenedy.
Rax guardò quel vecchio veterano e scosse il capo. Poteva essere divertente, e perfino illuminante, tesare le capacità della sua nuova flotta contro la capitale stessa, ma non era il momento per lasciarsi prendere dall’euforia.
<< Il capitano Hux si occuperà di saggiare lo scudo >> disse con tono freddo e impassibile. << Noi ci occuperemo della flotta che protegge Coruscant >>
Kenedy comprese.
<< Sìssignore >> replicò, e procedette a impartire l’ordine ai suoi aiutanti.
Rax spostò lo sguardo sullo schermo-visore e su Coruscant, una sfera coperta da una città grande quanto un pianeta, ricca di cultura e avamposti di costruzione e di ricerca, lontano dalla guerra. Ma non avrebbe sentito la mancanza del Centro Imperiale.
Nel corso degli anni, troppi sentori e politici avevano tentato da questo luogo di lenire gli sforzi dell’Impero di portare pace e prosperità in tutta la Galassia. Sarebbe stato un peccato perdere il Palazzo…un peccato e niente di più.
Ne avrebbe ricostruito uno più grande e maestoso, uno a sua completa immagine : l’immagine di un nuovo Imperatore.
All’improvviso, la voce di uno degli addetti alle comunicazioni risuonò affianco a lui, dicendo : << Signore, riceviamo una trasmissione dal Centro Imperiale. Si tratta di Lord Vader…signore >>
Rax inarcò un sopracciglio, prima di compiere un rapido cenno con la mano destra.
<< Aprite un canale di comunicazione >> ordinò.
Il sottoposto non se lo fece ripetere due volte. Come dal nulla, un ologramma raffigurante il Signore dei Sith in persona fece la sua comparsa proprio di fronte al militare.
<< Ammiraglio Rax >> salutò Vader, la cui voce robotica risuonò per tutta la lunghezza del ponte.
Alcuni degli ufficiali presenti rabbrividirono mentre altri distolsero lo sguardo.
Rax, tuttavia, rimase fermo e impassibile.
<< Lord Vader >> rispose con un sogghignò.
Il Cyborg sembrò osservarlo da dietro la maschera e lo squadrò da capo a piedi.
<< Lo ammetto, tra tutti coloro che pensavo avrebbero voluto la fine dell’Impero…lei era l’ultimo della mia lista >> commentò con un tono che non tradiva nulla se non la più completa apatia.
Rax ridacchiò, apparentemente divertito dalle parole del Sith.
<< Porre fine all’Impero ? No. È un idea ripugnante per me. Ma costringere d'abdicare un particolare sovrano è già successo in passato, e se mi venisse richiesto per il bene della Galassia, non mi tirerei indietro. Farei quello che farebbe un vero uomo >>
<< Ritiene che io, il secondo in comando dell’Impero da oltre vent’anni, non sarei capace di guidarlo ?>> domandò retoricamente Vader.
L’ammiraglio rilasciò uno sbuffo di puro sdegno.
<< Mi pare evidente. Dissacrare la memoria del nostro precedente sovrano, permettere ad altre razze di unirsi alla nostra marina…questa è eresia >> sputò attraverso i denti.
In risposta a quell’accusa, il cyborg si limitò a inclinare leggermente la testa.
<< Ah, io vedo. Quando l'autorità si sente incalzata dal caos, ricorrerà agli espedienti più turpi per salvaguardare il suo ordine apparente >>
Detto questo, il Sith puntò un dio guantato in direzione dell’uomo.
<< Ma il vostro ordine, Rax…è un ordine senza giustizia, senza amore né libertà, che non potrà impedire a lungo che la Galassia precipiti nel pandemonio. La vostra autorità concede solo due ruoli: torturatore o torturato, trasforma la gente in abulici manichini pieni d'odio e di paura mentre la cultura piomba nell'abisso >>
<< Un’idea quasi…ribelle, Lord Vader >> ribattè l’altro, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Il Sith ignorò la frecciata e compì un gesto sprezzante verso il ponte di comando.
<< Davvero pensa che la sua misera banda di fanatici riuscirà a sconfiggermi ?>> chiese con voce calma e raccolta.
Rax rimase in silenzio, lo sguardo fisso nei confronti del sovrano.
Per quasi mezzo minuto, non sembrò intenzionato a rispondere. Poi, quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, prese un respiro profondo.
<< Quando ero piccolo, una volta  i miei genitori mi portarono a un combattimento di Draghi Krayt . È un esperienza che non si dimentica facilmente >> disse con un’espressione indecifrabile. << Sa, Il Krayt è estremamente robusto e non conosce la paura. Un solo morso può staccare la zampa ad un Rancor o spaccargli la testa. Viene messo nell'arena con diversi Rancor. All'inizio, gli animali sembrano senza speranza. Vengono feriti gravemente. Ma poi un Rancor sferra un colpo fortunato e scorre il sangue, e gli altri s'incoraggiano >>
Allargò ambe le braccia, con fare quasi teatrale.
<< Io sarò colui che provocherà il primo morso, Lord Vader. E altri seguiranno >>
<< Così facendo darà il via ad un’altra Guerra >> ribattè il Signore Oscuro.
L’ammiraglio annuì in accordo.
<< Una guerra fortunata, glie lo assicuro >>
<< Fortunata per alcuni, ma non per altri >>
L’uomo si strinse nelle spalle, lanciando al cyborg un sorriso accomodante.
<< Beh, non funziona sempre così la guerra? >> chiese con un pizzico di scherno.
Quando il Sith non rispose, Rax fece cenno agli addetti alle comunicazioni di chiudere la trasmissione.
<< Addio, Lord Vader >> disse con un ultimo cenno del capo.
L’ologramma del neo-Imperatore scomparve dal ponte senza lasciare alcuna traccia.
 
                                                                                                                                                                                        * * *
 
Vader osservò impassibile mentre l’ologramma di Rax scompariva di fronte a lui.
Non si mosse, apparentemente perso nei suoi pensieri.
La figura di Mara Jade lo affiancò appena pochi secondi dopo, le braccia incrociate davanti al petto.
<< Allora ? Hai intenzione di fare qualcosa, o resterai quaggiù ad aspettare che passi il caos? >> domandò la rossa, il volto adornato da un leggero cipiglio.
Vader girò la testa verso di lei.
<< Il caos procede a meraviglia anche senza di noi, Jade. Quanto a me, mi sembra giunta l'ora di mettere in ordine certe cose >>
<< Cosa vorrebbe dire? Facciamo qualcosa o no? >> chiese l’altra, visibilmente irritata da una simile risposta.
L’Oscuro Signore si limitò a scrollare le spalle.
<< Fai come ti pare, Jade. È questa l'unica legge >>
La rossa rilasciò uno sbuffo sprezzante. << No, non mi basta. Non è una risposta. Voglio sapere cosa vuoi fare tu, Vader. Voglio conoscere le tue intenzioni. >>
<< Vuoi conoscere le mie intenzioni? Benissimo... Benissimo, allora. Da questa parte.>>
E, detto questo, il Cyborg procedette a dirigersi verso l’uscita del Tempio, seguito da Mara Jade.
<< Perché sempre tante scene? >> chiese la giovane donna, cercando di mantenere il passo. << Ti faccio la più semplice delle domande, e mi sembra di essere trattata come un infante. Non sono una stupida. Potresti provare a spiegarmi, lo sai? >>
<< Mi hai chiesto la conoscenza, Mara, ed essa è tutto ciò che ti lascerò. Come l'aria, la conoscenza è indispensabile alla vita. Come l'aria, a nessuno deve essere negata >>
<< Se la conoscenza è come l'aria, tu mi asfissi >> borbottò la rossa, il volto adornato da un’espressione impassibile.
Il Sith compì un gesto sprezzante con la mano destra.
<< Niente affatto. Ti sto solo insegnato a respirare. Per anni hai solo eseguito gli ordini, non badando alle tue intuizioni o al merito delle proprie idee. Questo…cambierà oggi >> disse con voce calma e profonda.
Si fermò di colpo, proprio di fronte all’entrata del Palazzo Imperiale.
<< Ho intenzione di prendere parte alla battaglia. Tu resterai qui per proteggere il tempio >> continuò, rivolto alla figura della giovane donna.
Mara dilatò le pupille, mostrando la sua evidente sorpresa alla dichiarazione del monarca.
 << Cosa ?! Mi stai confinando qui ?! >> domandò con fare indignato. Il Sith, tuttavia, non si lasciò scomporre.
 << No, ti sto affidando un compito. Non credo che il blocco attorno a Coruscant sia l’unica minaccia che dovremmo affrontare. Penso che Rax invierà agenti fedeli a Palpatine per prendere il controllo della capitale >> rivelò come un dato di fatto.
Mara inarcò un sopracciglio e sembrò prendere in considerazione le parole dell’uomo.
<< Potrebbero farlo ?>> chiese con esitazione.
Vader annuì prontamente.
<< Sì, se avranno accesso agli Archivi posti sotto l’edificio, contenenti tutti i codici di accesso alle finanze del nostro Governo. Se ottenessero quei dati…potrebbero immobilizzare l’economia dell’Impero . Avranno vinto senza il bisogno di dover sparare un solo colpo>>
<< E ti fideresti di me per un simile compito ? >>sussurrò la rossa, fissando la maschera del Cyborg con meraviglia celata.
Vader mise una mano sulla spalla della giovane donna, in maniera confortante.
<< Non riesco a immaginare persona più capace. Che la forza sia con te, Mara Jade >>
E, detto questo, il Signore Oscuro si voltò e uscì dalla stanza, lasciandosi dietro una Mara assai frastornata.
Aphra, che aveva seguito lo svolgersi della conversazione a debita distanza, affiancò la rossa.
 << Ha il suo fascino, non trovi ?>> disse con voce civettuola.
Mara non distolse lo sguardo dalla figura del Sith.
<< Sì >>mormorò con aria quasi…sognante?
La donna scosse prontamente la testa e, sentendosi osservata, si girò in fretta e furia.
Aveva il volto di Aphra ad appena pochi centimetri dal proprio, le labbra arricciate in un sorriso accattivante.
<< Che cosa ?>>domandò irritata.
L’archeologa compì un passo all’indietro, pur mantenendo intatto quel sorriso.
<< Oh, niente >> rispose con tono consapevole.
La rossa grugnì stizzita e cominciò a incamminarsi verso il centro dell’edificio. Aphra ridacchiò e la seguì subito dopo.
 
                                                                                                                                                                                         * * *

Decine di navi apparvero di colpo sullo sfondo dello spazio, riempiendo il vuoto come se una qualche divinità mitologica avesse rovesciato un vaso di nuove stelle sui cieli.
 L’ammiraglio Rax riconobbe molte di quelle navi dalla loro sagoma . Star Destroyers, TIE-Fighters, cannoniere e corvette Hammerhead. Tutte avevano servito bene l’Impero. Era una vista straordinaria.
Non distolse lo sguardo dallo schermo principale, mentre rivolgeva un gesto al suo ufficiale addetto alle comunicazioni.
<< Tutte le navi capitali sono presenti ?>>
<< Sì, ammiraglio >> fu la risposta del sottoposto.
<< Benissimo. Capitano Hux ?>>
La voce possente e orgogliosa del suddetto uomo risuonò dal comunicatore insieme ad una scarica di statica.
<< Pronto a combattere, Ammiraglio. Trasmetto ora possibili corsi d’attacco >>
Ci fu una breve pausa, poi la voce continuò : << Tutti i capi di squadriglia al rapporto >>
Rax spostò l’attenzione dalla vetrata panoramica agli olo-schermi tattici, scrutando il campo di battaglia mentre i capi squadriglia rispondevano.
La Ravager aveva individuato cinque Star Destroyer in fase di decollo, almeno nove distinte squadriglie di caccia TIE e innumerevoli navi di medie dimensioni che andavano dalle navette agli incrociatori da pattugliamento, tutte posizionate tra la flotta di Rax e Coruscant.
Altre navi nemiche non ancora avvistate potevano essere in partenza, oppure essere in oscuramento, con la sola energia ausiliaria attiva. Già da sola, la flotta imperiale avrebbe costituito una sfida formidabile, ma non tale da indurre allo sgomento.
Le difese planetarie di Coruscant erano assai considerevoli.
Le spie sul pianeta avevano confermato la presenza di uno scudo di energia che proteggeva il Palazzo Imperiale e il resto della capitale, costruito per resistere ad un massiccio bombardamento orbitale. Abbinato alla flotta, avrebbe reso la presa di quel mondo assai difficile.
Nonostante tutto questo, la decimazione della flotta era l’ultima delle preoccupazioni di Rax. Dopotutto…i soldati erano sostituibili.
<< Inizi a saggiare lo scudo, Capitano Hux. Ordini alla flotta di attaccare qualsiasi nave che supererà l’atmosfera del pianeta >>
 
                                                                                                                                                                                       * * *
 
“Un grande tattico crea piani.
Un buon tattico riconosce la solidità del piano che gli viene presentato.
Un tattico eccellente deve prevedere la riuscita del piano, prima di darne l'approvazione.
Coloro che non hanno abilità tattiche non potranno mai capire o accettare le decisioni del tattico, ne comprenderlo.
Per quegli individui senza abilità tattiche, coloro che le possiedono sono un mistero. E quando una mente è troppo lungimirante per essere compresa, il divario risultante sfocia spesso nel... risentimento.
La leadership militare è un viaggio , non una destinazione. È continuamente sfidata e deve continuamente migliorare se stessa contro nuovi ostacoli. C'è soddisfazione nello sconfiggere un nemico, ma non bisogna mai lasciarsi ammaliare : ci sono sempre nuovi nemici da identificare, affrontare e sconfiggere
Una volta raggiunti determinati livelli, al tattico non sarà più necessario dimostrare le proprie capacità di leadership.
Una persona con un tale potere è abituata ad avere ogni parola attentamente considerata e ogni capriccio trattato come un ordine. E tutti coloro che riconoscono quel potere sono consapevoli dalla loro sottomissione. Pochi hanno il coraggio o la stoltezza di resistere."
Mentre ascoltava le parole del proprio diario di bordo, Thrawn osservò l’attività frenetica che si stava svolgendo negli Hangar.
<< Judicator a rapporto, capitano>> disse a Pellaeon l'ufficiale addetto alle comunicazioni. << Confermano di essere pronti a combattere e chiedono un aggiornamento sugli ordini.>>
<< Riferisca all’ammiraglio Sloane che non ci sono cambiamenti>> ordinò Pellaeon, in piedi davanti all'oblò di destra a contemplare le sagome scure radunate intorno alla Chimaera, per lo più irriconoscibili se non per la disposizione caratteristica dei fari.
 Era una task force imponente: cinque Star Destroyer, dodici incrociatori da assalto, ventidue incrociatori leggeri di classe «Carrack» e trenta squadriglie di caccia TIE al gran completo pronte a combattere.
E, nel bel mezzo di quell'imponente schieramento di forze, come un macabro scherzo, alcuni vecchi mercantili di classe «A», la chiave dell'intera operazione.
<< Situazione, capitano? >> chiese tranquilla la voce di Thrawn alle sue spalle.
Pellaeon si voltò verso il Comandante Supremo. << Tutte le navi sono pronte, signore. Lo schermo di dissimulazione dei mercantili è stato collaudato e predisposto. I piloti sono a bordo dei caccia e pronti al decollo. Direi che siamo pronti >>.
Thrawn annuì, passando in rassegna la distesa di luci della flotta che li circondava.
<< Eccellente>> mormorò.
Rivolto all'ufficiale addetto alle comunicazioni, ordinò: << Si metta in comunicazione con i mercantili. Dia l'ordine di azionare gli schermi di dissimulazione >>
<< Sissignore >> .
Pellaeon si voltò a guardare fuori dell'oblò.
I mercantili, illuminati dai fari della Chimaera, se ne stavano fermi con aria innocua.
 << Schermo di dissimulazione in funzione, comandante >> riferì l'ufficiale.
Thrawn annuì. << Dia ordine di procedere >>
<< Sissignore >> .
Lentamente il primo mercantile fece manovra, superando la Chimaera e orientandosi verso il sole lontano.
<< Prendete nota dei tempi >> ordinò l’alieno.
<< Eseguito >> rispose uno degli ufficiali di coperta.
Thrawn guardò Pellaeon.
 << La nave ammiraglia è pronta, capitano? >>chiese per pura formalità.
<< La Chimaera è ai suoi comandi >> fu la risposta formale del sottoposto.
<< Bene. Dite al resto della flotta che useremo le navi mercantili come scudo, per difenderci dalla prima ondata. Che ogni Star Destroyer proceda in coda alla rispettiva nave, senza mai lasciare la suddetta posizione >>
Palleon inarcò un sopracciglio.
 << Così facendo, però, rischieremo di essere colpiti dai detriti vaganti >> osservò con cautela.
Thrawn scrollò le spalle.
<< Un piccolo prezzo da pagare per evitare la completa distruzione della flotta. Ordini di mantenere gli scudi alla massima potenza per tutta la durata del decollo. Avremo meno energia di riserva, ma se tutto andrà come previsto…non ne avremo alcun bisogno  >>
<< Sissignore ! >> esclamò Palleon.
Appena dieci minuti dopo, le navi decollarono.
  
                                                                                                                                                             * * *
 
Un pilota TIE-fighter fu tra i primi a morire sopra Coruscant, ma le perdite aumentarono rapidamente, prima un caccia alla volta, poi a decine.
Freddo come le acque di Kamino, Rax guardò il fuoco dei turbolaser ridurre i vari mercantili ad un ammasso di metallo fuso, mentre gli Star Destroyer avversari approfittavano della copertura per completare il decollo. Una mossa astuta, fu costretto ad ammettere.
Un gruppo di caccia della propria flotta prese a mitragliare le navi , manovrando fra agglomerati di torri di sensori e torrette laser.
L’attacco inflisse ben poco danno, ma non era stato quello lo scopo : i caccia avevano attirato l’attenzione delle cannonieri delle imbarcazioni, trasformato alcune piattaforme turbolaser in rovine fumanti e dato ai TIE-fighter l’opportunità di un bombardamento con siluri protonici.
Le fiammate di impatto si spensero fuori dalla vetrata panoramica mentre gli scanner rivelavano sciami di caccia TIE che si versavano fuori dagli hangar delle navi.
Uno degli Star Destroyer si fermò di colpo, provato dall’attacco.
La battaglia di Coruscant…era ufficialmente iniziata.
 

 
<< Alzare lo schermo di dritta >> ordinò Thrawn, dando un'occhiata veloce al cielo in quella direzione.
C'erano una decina di navi da guerra che combattevano strenuamente, con una stazione di combattimento a fare da rinforzo dietro di loro. Se dal controllo a sensori risultava che gli schermi della Chimaera stavano iniziando...
<< Turbolaser di dritta: puntare sulla fregata d'assalto, trentadue punto quaranta>> continuò l’alieno, con tono calmo. << Concentrarsi sulla parte destra della nave >>
 Per tutta risposta, i cannoni della Chimaera aprirono il fuoco. Una fregata d'assalto cercò di virare, ma dalla fiancata destra si alzò il fumo tipico del metallo vaporizzato. Le armi disposte su quel lato, che non avevano smesso un istante di sparare, improvvisamente tacquero.
<< Eccellente>> disse Thrawn.
<< Addetti ai raggi traenti di destra: agganciare e avvicinare la nave, cercando di mantenerla fra gli scudi danneggiati e il nemico. Assicurarsi che rimanga con la fiancata destra verso di noi, in quanto a sinistra potrebbero esserci armi ancora funzionanti e soldati per farle funzionare >>.
Chiaramente contro la propria volontà, la fregata d'assalto prese ad avvicinarsi.
Pellaeon aspettò un attimo prima di rivolgere nuovamente lo sguardo verso la battaglia. Era sicuro che gli addetti al raggio traente avrebbero fatto correttamente il loro dovere. Negli ultimi tempi avevano dato prova di particolare efficienza e competenza.
<< Squadriglia TIE quattro: non mollate il gruppo di caccia Ala-B >>ordinò. << Cannone ionico di sinistra: mantenere sotto pressione il centro dei comando>>.
Guardò Thrawn. << Ha ordini specifici, Comandante Supremo?>>
Thrawn scosse il capo. << No, la battaglia sembra procedere secondo i piani >>.
 Posò gli occhi incandescenti su Pellaeon.
<< Abbiamo notizie del capo del Black Squadron ?>>
Pellaeon controllò il monitor relativo.
<< I caccia TIE sono ancora impegnati in combattimenti con le varie scorte>> riferì. << Quarantatré talpe scavatrici si sono agganciate alle navi nemiche con successo. Di queste, trentanove sono a posto e stanno procedendo verso il perimetro, mentre quattro hanno incontrato resistenza interna, ma prevedo la supereranno in tempi brevi >>.
<< E le altre otto?>>
<< Sono state distrutte>> disse Pellaeon. << Due avevano a bordo uno spazio-assaltatore, uno dei quali non risponde alle nostre chiamate e si presume sia rimasto ucciso a bordo della nave, mentre l'altro è operativo. Il capo del Black Squadron gli ha ordinato di raggiungere le navi scorta >>.
<< Contrordine >> disse Thrawn. << So che gli assaltatori hanno estrema fiducia in se stessi, ma quel genere di combattimento nello spazio aperto non risponde alle funzioni per cui sono state progettate le loro attrezzature. Ordini al capo della Black Squadron di farlo portare fuori con un caccia TIE e di cominciare a riportare la squadriglia verso il perimetro >>.
Pellaeon aggrottò la fronte. << Ora, signore?>>
<< Certamente >>.
 Thrawn fece un cenno del capo verso l'oblò. << La prima delle nostre nuove navi arriverà fra quindici minuti. Non appena saranno tutte qui, la task force inizierà la ritirata >>
<< Ma...>>
<< Le forze di Rax all'interno del perimetro non ci interessano più, capitano >> disse Thrawn con pacata soddisfazione. <<  Dopotutto…Lord Vader si unirà presto a noi >>.




Com’era ? Spero bello !
Questa è un immagine di Gallius Rax, il principale antagonista della trilogia di libri Star Wars - Aftermath :
https://www.google.it/imgres?imgurl=https://vignette.wikia.nocookie.net/star-wars-canon-extended/images/0/02/Gallius6.jpg/revision/latest?cb%3D20170721235025&imgrefurl=http://star-wars-canon-extended.wikia.com/wiki/Gallius_Rax&h=404&w=263&tbnid=WLMYT8dwpL0iMM&tbnh=278&tbnw=181&vet=1&docid=eYuyT8lseit5gM
Il Capitano Hux è il padre del Generale Hux della nuova trilogia cinematografica di Star Wars.


 

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Capitolo 6
*** La Battaglia di Coruscant - Parte 2 ***


Ecco qui un nuovissimo capitolo !
Vi auguro una buona lettura e spero che recensirete in molti.

 
 
La Battaglia di Coruscant – Parte 2
 
Orgogliosamente in piedi sulla plancia sopraelevata dello Star Destroyer Esecutore, Darth Vader si sentiva a casa come non succedeva da molti giorni.
L’Esecutore, una titanica astronave da guerra classe Imperial a forma di cuneo, aveva compiuto il decollo da Coruscant dopo che Vader aveva ricevuto da Thrawn la conferma che il suo piano per ingaggiare la flotta di Gallius aveva avuto successo.
L’oblò panoramico della plancia abbracciava quasi tutte le navi che formavano la squadriglia di supporto.
In lontananza, si stagliavano contro il cielo nuvoloso tre astronavi d’interdizione, un Detaneirr CC-2200, una nuova fregata da combattimento e un Immobilizer Corelliano fresco fresco di cantiere.
Pesantemente corazzate, le prime due navi sfoggiavano prue spioventi e protuberanze laterali simili ad ali, che montavano quattro proiettori gravitazionali. L’Immobilizer, dal canto suo, svelava i suoi proiettori emisferici nel retro appuntito dello scafo. Tra i vascelli di interdizione e l’Esecutore erano state schierate navi a picchetto e cannoniere.
La nave picchetto trasportava una ventina di assaltatori imperiali che avrebbero potuto abbordare l’ammiraglia di Rax nell’improbabile caso in cui sarebbero riusciti a disabilitarla senza ridurla ad un cumulo di macerie fumanti. Vader, dopotutto, non voleva limitarsi a eliminare l’ammiraglio ribelle : voleva fare di lui un esempio.
L’olotavolo a destra , sotto la passerella sopraelevata della plancia, proiettava un conto alla rovescia tridimensionale in minuti standard che calcolava quanto tempo mancava all’arrivo sul campo di battaglia.
Il Signore Oscuro prese un respiro profondo…e attese.  
 
                                                                                                                                                                      * * *
 
Un nugulo di Caccia Tie decollò dagli Star Destroyer avversari e andò a intercettare le squadriglie imperiali.
La sequenza d’attacco che era stata pianificata con precisione si trasformò in una ridda caotica di duelli aerei. Uno dopo l’altro, i Caccia imperiali furono costretti a rompere la formazione per ingaggiare i propri aggressori.
Il cielo azzurro sopra Coruscant, fu sconvolto da un ciclone di raffiche di energia ed esplosioni.
Juno Eclipse, capo squadriglia Black Squadron, schivò per un soffio la collisione con una vascello avversario e ne attaccò un altro con tutta la potenza di fuoco dei suoi sistemi d’arma.
<< Copritevi l’un l’altro ! Sono tanti, ma questo significa solo che abbiamo più bersagli. Non fatevi spaventare da questi criminali ! >>
<< Nero tre, ne hai uno in coda ! >> gridò qualcuno alla radio. << Cabra e sgombraci la visuale ! >>
<< Ricevuto ! >> rispose Nero tre. L’uomo tirò la barra di comando e il caccia risalì bruscamente.
Juno approfittò subito della visuale libera e ridusse il caccia nemico in una nube di schegge incandescenti.
<< Ti devo un favore ! >> gridò Nero Tre, gettando il proprio Tie Fighter nella mischia.
<< Sì, me lo segno ! >> esclamò l’altra, con un sorriso sul volto. << Rimanete in formazione serrata ! E seguitemi ! >>
Benchè, tra virate e picchiate, i caccia avversari non dessero loro tregua e sembrassero ovunque, un gruppo di imperiali riuscì a scendere abbastanza per compiere un altro attacco ad uno degli Star Destroyer ribelli.
Una serie di colpi sollevò fiamme e fumo in ogni direzione, anche se i danni furono minimi.
Juno strinse i denti e partì in picchiata.
All’improvviso, una spia sulla console attirò la sua attenzione. La giovane donna abbassò gli occhi azzurri e rimase sena fiato.
Siluri autoguidati. Centinaia di siluri autoguidati, lanciati da batterie nascoste sotto le chiglie degli Star Destroyer. Erano diretti verso di lei e gli altri piloti, e lasciavano poco margine di manovra…o scampo.
<< Abbiamo tanta compagnia ! >>
Non ebbe il tempo di gridare altro, prima di essere costretta a disimpegnarsi. Abbattendo tutto quello che aveva di fronte e schivando i siluri autoguidati che aveva alle calcagna, riuscì a salvare la pelle…per un soffio.
Altri membri delle squadriglie di attacco non furono altrettanto fortunati.
Uno dopo l’altro, si ritrovarono accerchiati da più siluri autoguidati. E uno dopo l’altro, i Caccia imperiali furono abbattuti, insieme agli avversari che ebbero la sfortuna di trovarsi nelle immediate vicinanze.
Juno virò bruscamente, puntando alle torrette nascoste, e prese un respiro profondo.
Non avrebbe fallito Lord Vader. E avrebbe vendicato i suoi compagni caduti.
 
                                                                                                                                                                    * * *
 
Mentre la battaglia imperversava al di sopra della città, Mara Jade e Aphra stavano percorrendo il corridoio che le avrebbe condotte fino agli Archivi Imperiali, posti nella zona più profonda del Palazzo Imperiale.
Gli Archivi avevano sostituito la biblioteca che occupava il Tempio quando la roccaforte era ancora sotto il controllo dei Jedi.
Probabilmente, Palpatine voleva assicurarsi di eliminare ogni informazione riguardo a quella razza ormai considerata quasi mitologica, e si era assicurato che qualsiasi cosa li riguardasse fosse data alle fiamme.
Ad accompagnare la coppia di donne era una squadriglia di cinque Stormtrooper, tutti armati di blaster appositamente caricati per una situazione di pericolo.
Dopo circa un paio di minuti dall’inizio della loro piccola escursione, Aphra lanciò a Mara un’occhiata guardinga.
<< Così….come hai conosciuto Lord Vader ?>> domandò all’improvviso, suscitando un lieve sussulto ad opera della rossa.
Questa girò leggermente la testa verso di lei ma rimase in silenzio. L’archeologa, tuttavia, non si sarebbe lasciata sviare così facilmente.
<< A giudicare dal modo con cui parlavi con lui, sembrate piuttosto in confidenza. Lo hai mai visto in volto ?>>continuò con tono civettuolo, saltellando attorno all’ex mano dell’Imperatore.
Quando la giovane donna non diede alcun segno di voler rispondere, Aphra arricciò ambe le labbra in un sorriso accattivante.
<< Sei per caso la sua amante ?>>
La domanda costrinse Mara a fermarsi di colpo, mentre alcuni Stormtrooper rilasciarono suoni strozzati.
L’utente Forza era rossa in volto e lanciò all’archeologa un’espressione indignata.
<< C-cosa ? Io non sono la sua amante ! Sono la sua…>>
Sì interruppe, non sicura di come continuare la frase.
In effetti…cos’erano lei e Vader ?
Rivali ? Forse un tempo, ma ora…
Colleghi ? Non era il termine che avrebbe usato. Alleati ? Troppo semplicistico.
<< Associata >> disse infine, annuendo a se stessa con fare orgoglioso.
Aphra inarcò un sopracciglio e le lanciò un’occhiata poco convinta.
Mara compì un paio di colpi di tosse e cercò di disinnescare la situazione potenzialmente imbarazzante.
<< E tu ? Sembra fidarsi molto di te. Eppure, fino ad oggi, non sapevo nemmeno della tua esistenza >> commentò con le braccia incrociate.
Di fronte a lei, l’archeologa agitò una mano in modo sprezzante e disse : << È una lunga storia. All’inizio era solo un cliente come tanti, poi sono diventato il suo agente personale, poi la sua spia. Adesso ? Ricopro il ruolo di segretaria, barra compagna di bevute >>
<< Compagna di bevute ?>> domandò l’altra, con tono incredulo.
Aphra ridacchiò e si passò una mano tra i capelli.
<< è ancora un work in progress, non sono nemmeno sicura che sia in grado di bere alcolici. Ma sono sulla buona strada per convincerlo ad ubriacarsi con me ! >> esclamò con un sorriso radioso.
Mara fece per controbattere…ma si bloccò di colpo.
Rimase ferma e immobile per circa un paio di secondi. Poi, con una velocità che in molti avrebbero considerato non umana, estrasse una pistola dalla cintura dell’uniforme, sentendo le scanalature del calcio attraverso il guanto.
Impugnava di rado quell’arma, una DT-29 personalizzata, tenuta con cura squisita nel corso degli anni, ma l’aveva scelta per la forza brutale con cui infliggeva un singolo colpo. Era uno strumento per uccidere, progettato per eliminare un nemico a distanza ravvicinata.
Il proiettile rosso come il sangue attraversò il vuoto del corridoio a gran velocità…e venne prontamente intercettato dalla lama di una spada laser.
Aphra si tese all’istante, seguita dagli Stormtrooper.
Una figura alta e massiccia fuoriuscì dall’oscurità della camera. Era un uomo dal volto sfregiato, alto quasi due metri e indossante un armatura placcata color pece.
A seguirlo furono una giovane donna dai capelli biondi e un’esile maschio umano dalla testa calva. Entrambi indossavano tute più attillate, simili a quella di Mara Jade. Oh…e tutti e tre reggevano nella mano destra il cilindro argentato di una spada laser.
<< Sono qui per l’Archivio Dati >> sussurrò freddamente Mara, assumendo una posizione difensiva.
Aphra deglutì e puntò lo sguardo alle loro armi.
<< Amici tuoi ?>> domandò con voce incerta, nel tentativo di alleviare la tensione.
Affianco a lei, la rossa dimensionò i nuovi arrivati da capo a piedi e disse : << Sono Mani…come me >>
<< Intuizione corretta, Mara Jade >> ribattè l’uomo dalla corporatura massiccia.
La donna dilatò le pupille, mostrando la sua evidente sorpresa.
<< Come conosci il mio nome ? Vader ha detto che tutte le Mani di Palpatine erano inconsapevoli dell’esistenza delle altre >> disse con tono colmo di sospetto.
Di fronte a lei, l’uomo si cimentò in un sorriso raccapricciante, che mise ben in evidenza le sue ferite.
<< Prima di morire, l’Imperatore, nella sua infinita saggezza, ha fornito a Gallius Rax le informazioni necessarie per eseguire un colpo di Stato nel caso i Ribelli fossero riusciti a eliminarlo >>.
Girò la testa in direzione dei suoi compagni.
<< È stato lui a trovarci e a riunirci sotto un'unica bandiera, con lo scopo di eliminare il falso profeta conosciuto come…Darth Vader >> sibilò con voce colma di odio e disprezzo.
Quasi come ad un segnale, gli Stormtrooper sollevarono le armi.
Incurante di ciò, l’uomo si battè una mano sul petto, enfatizzando sua successiva dichiarazione.
<< Io sono Fratello Quintos, capo del nostro nuovo ordine >>
<< Sorella Vitani >> continuò la donna al suo fianco, il cui volto era rimasto chiuso in un’espressione fredda e distaccata.
<< Fratello Thrax >> terminò l’ultimo, eseguendo lo stesso gesto del superiore.
L’uomo in questione volse a Mara un sorriso accomodante e porse la mano libera in avanti.
<< Unisciti a noi, sorella Jade. Insieme, potremo portare avanti il volere del sovrano che ci è stato così crudelmente strappato >> disse con tono gentile, aspettando che la rossa glie la stringesse.
Mara rimase ferma e immobile, bloccata in una gara di sguardi con il trio di accoliti. Aphra trattenne il respiro e si portò una mano alla pistola che teneva nei pantaloni.
Dopo quello che parve un tempo interminabile, tuttavia, la rossa si limitò ad arricciare ambe le labbra in un sorriso feroce.
<< Palpatine…può andare all’inferno >> sputò, estraendo la propria spada laser.
L’espressione sul volto di Quintos si fece improvvisamente mortale.
<< Così sia…traditrice >>
Questo fu tutto quello che la giovane donna aveva bisogno di sentire.
Brandendo a due mani l’impugnatura della spada laser, Mara attivò la lama…e attaccò.
Il maschio riattivò la propria e respinse l’attacco.
Si aspettava un avversario umile, ma scoprì invece che era più forte che mai. La ragazza brandiva l’arma in modo elegante, ed era animata da un furore tanto nuovo quanto imprevisto dai suoi avversari.
Gli Stormtrooper e Aphra presero a sparare, attirando l’attenzione di Thrax.
Vitani, invece, si apprestò a dare man forte a Quintos e incappò la spada laser di Mara, in contemporanea con il suo superiore.
Quando le lame s’incrociarono, mandarono un lampo d’energia che illuminò l’ intero tratto di corridoio.
 
                                                                                                                                                                    * * *
 
Un altro Caccia scomparve dal display tattico, poi un altro.
Una corazzata imperiale impegnata disperatamente a sfuggire al fuoco dei Tie avversari sfiorò l’atmosfera e il suo scafo si accartocciò con i componenti in fiamme che rotolavano e rimbalzavano sul campo di energia che proteggeva il Centro Imperiale.
Presa fra due Star Destrotyer imperiali, una delle Hammerhead di Rax perse momentaneamente i deflettori sovraccarichi e chiese aiuto, mentre i turboblaster aprivano fiammeggianti buchi anneriti nei suoi fianchi.
Gallius osservò con pazienza la carneficina, aspettando un’opportunità per cambiare il corso della battaglia, un’intuizione che potesse essere applicata con la precisione di un coltello.
Poi la vide, e gridò una raffica di ordini tanto rapida che parve stordire l’equipaggio.
<< Tutte le navi nelle vicinanze, catturate l’attenzione di quel Destroyer ! >> esclamò, puntando verso una delle navi imperiali che si era lasciato affiancare su due lati, esponendo il suo arco di fuoco anteriore.
I suoi armamenti erano stati deviati quasi interamente a babordo e a dritta.
Una squadriglia di bombardieri, che aveva a stento concluso il precedente attacco contro il portale dello scudo, cambiò rotta e puntò dritto verso il muso esposto del Destroyer.
I Caccia imperiali li inseguirono.
Riconoscendo il pericolo, il Destroyer stesso cercò di virare e puntare le armi, ma era ormai troppo tardi.
I Tie Fighter conversero sulla nave imperiale e volarono talmente vicini al suo scafo che gli schermi tattici non furono più in grado di distinguerli dalla massa del Destroyer stesso.
<< Siluri ionici lanciati >> dichiarò il capo squadriglia.
Rax richiamò un immagine video e vide i Caccia della propria flotta riprendere quota dopo l’attacco, illuminati dalle vivide scariche elettriche che si allargavano sulla superficie del Destroyer.
Una serie di lampi consecutivi devastò silenziosamente i dischi deflettori e le posizioni di armamenti. La luce dei potenti motori ionici si spense.
<< Colpiti, signore ! >> gridò il Capitano Hux. << Il Destroyer ha pero potenza ! >>
<< Continuate l’attacco >> ordinò Rax, calmo come sempre. << Mantenente il fuoco sulle navi rimaste >>
La nave avrebbe fornito loro copertura per almeno mezz’ora. Tempo sufficiente affinchè gli agenti di Palpatine potessero completare la missione sul pianeta.
 
                                                                                                                                                                 * * *
 
Da lontano, un osservatore avrebbe potuto credere che una serie di piccole esplosioni stessero lampeggiando nel cuore dell’edificio. Le spade laser si scambiavano colpo su colpo.
Anche se Quintos era più alto e robusto di Mara Jade, il loro duello non aveva nulla a che vedere con la forza fisica. La ragazza suppliva al proprio svantaggio con l’esperienza e la ferocia.
A poco servirono gli sforzi di Vitani per ribaltare la situazione.
Per un po’, Jade riuscì a respingere gli attacchi combinati dei due avversari, finchè entrambi non ritrovarono sicurezza e la incalzarono di nuovo.
La lotta proseguì con fasi alterne. Prima la coppia di Mani passava in vantaggio, poi Jade, in preda all’ira, capovolgeva la situazione.
Ben presto, la ragazza si ritrovò a combattere anche con la propria stanchezza.
Alla fine, un doppio attacco da parte dei suoi avversari la costrinse in ginocchio. Mara digrignò i denti e tentò di contrastare le lame degli avversari, che ormai si trovavano ad appena un paio di centimetri dal suo volto.
Thrax, nel frattempo, era riuscito a trucidare ogni singolo Stormtrooper che aveva avuto l’audacia e la perseveranza di affrontarlo a viso aperto. 
Nonostante i loro tentativi di colpirlo, i proiettili dei laser si erano rivelati impotenti contro i riflessi e la spada laser dell’accolito.
Come guidato da una forza esterna, l’uomo si voltò di scatto e intercettò un altro colpo di blaster con la propria lama.
Aphra fissò il tutto con fare attonito. Quando gli occhi di Thrax si posarono su di lei, l’archeologa fece un sorriso nervoso e nascose la pistola dietro la schiena.
<< Ehm…possiamo parlarne ?>> chiese con voce tesa.
In tutta risposta, l’accolito cominciò a muoversi verso di lei…finchè non fu costretto ad evitare un paio di piccoli missili che andarono a schiantarsi proprio nel punto in cui si era trovato solo pochi secondi prima.
Scioccata, Aphra volse lo sguardo verso il luogo da cui era partito l’attacco.
Una coppia di figure assai ben distinte fece capolino lungo il corridoio, illuminandone gli interni con i riflessi argentati delle loro cromature in metallo.
A lanciare il razzo era stato un piccolo astromeccanico, riconoscibile per la sua forma a barattolo e il paio di pedane mobili che ne adornavano la parte inferiore. Alla sua destra, spiccava quello che aveva tutta l’aria di essere un droide protocollare dagli occhi rossi.
<< Bee-Tee ! Triple Zero ! >> esclamò Aphra, volgendo alla coppia un sorriso estatico.
Il droide protocollare si fece avanti, alzando la mano destra in segno di saluto.
<< Padrona Aphra, sono sconcertato dal fatto che non mi abbia invitato ad una simile occasione >> disse con tono modulato. Affianco a lui, l’astromeccanico confermò le parole del compagno con una serie di bip.
Triple Zero lanciò un’occhiata nei confronti di Thrax e questi si irrigidì sotto il bagliore color magenta del robot.
<< La possibilità di eliminare un praticante della Forza…oh, che emozione !>> esclamò questi, nello stesso momento in cui la sua mano prese la forma di un bisturi affilato.
Bee-Tee rilasciò suoni eccitati, estraendo pistole, blaster e mitragliatrici dagli scomparti di cui era dotato.
L’accolito deglutì, mentre volse la propria attenzione nei confronti di Aphra.
La donna arricciò ambe le labbra in un sorriso predatorio e disse : << Divertiti >>
Poi, quasi come ad un segnale, una lunga serie di esplosioni e grida strazianti cominciarono a riecheggiare per tutta la lunghezza del tempio.
 
 
La situazione di Mara, nel frattempo, non aveva dato alcun segno di voler migliorare.
Bloccata sul pavimento del tempio, la giovane donna si ritrovò incapace di contrastare il potere combinato dei suoi avversari. Ancora pochi secondi, e non sarebbe più stata in grado di frenare le spade laser che vibravano sempre più vicine al suo volto.
Poi, come dal nulla…percepì qualcosa farsi strada nella sua mente. Qualcosa di caldo e benvenuto, una sensazione calmante e familiare al tempo stesso.
<< Concentrati, Mara. Usa la Forza >> disse la voce calma e profonda di Darth Vader, accarezzandola dolcemente.
La rossa scosse lentamente la testa.
 << La Forza ?>> sussurrò a bassa voce.
Si trattava di quello, dunque ? Bhe…valeva la pena tentare.
Invece di respingere l’attacco a forbice, chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, espandendo i suoi sensi.
La coppia di Mani esitò, confusa dalla reazione della giovane donna.
Passò un lungo momento, durante il quale percepirono un cambiamento nell’aria, un cambiamento…in lei. Infine, Mara aprì gli occhi e attaccò, come una furia, in un modo di cui non sapeva di essere capace, respingendo ambe le lame avversarie e sferrando un colpo dopo l’altro.
L’attacco era così furioso che quando le spade si incrociavano, mandavano lampi di energia più abbaglianti che mai.
Quintos perse l’equilibrio e cadde a terra.
Si rialzò in un attimo, ma non fece in tempo a deviare del tutto il nuovo fendente di Mara.
Riuscì a bloccarlo, ma assorbì tutta la forza del colpo nell’impugnatura della propria spada laser. L’arma volò via.
Disarmato, protese una mano e ricorse alla Forza per respingere un colpo dopo l’altro, finchè la furia di Mara penetrò le sue ultime difese. Un altro fendente lo prese di striscio alla testa e al torace, gettandolo a terra e intaccando pesantemente l’armatura. Un ustione solcava il volto avversario.
Mara alzò la spada, pronta a scagliare il colpo finale…fino a quando sentì una seconda presenza sopraggiungergli alle spalle.
Con la coda dell’occhio, notò con orrore che Vitani si era alzata da terra ed era ormai in procinto di attaccarla. Non sarebbe riuscita ad intercettare la lama in tempo…ma non ne ebbe alcun bisogno.
Qualcosa si avvolse attorno alla lama dell’accolita, sorprendendo entrambe le combattenti. Aveva tutta l’aria di essere una frusta, dalla quale fuoriuscirono lampi e scariche di natura apparentemente elettrica.
La coppia si voltò in direzione del punto da cui era comparsa quell’arma misteriosa.
Una terza figura aveva appena fatto capolino a pochi metri dallo scontro. Si trattava di e una giovane donna dalla carnagione abbronzata e dai luminosi occhi verdi.
Parte del volto era coperto da una maschera blu, perfettamente accompagnata dall’elegante veste azzurra che ne adornava il corpo dalla forma atletica.
La nuova arrivata compì un forte strattone e la frusta strascinò con sé la spada laser di Vitani, seguita prontamente dall’accolita.
Senza perdere tempo, la donna colpì la bionda con un poderoso calcio alla tempia, mandandola al tappeto con poco sforzo.
Mara si rimise in posizione di difesa e puntò la propria arma verso la sua presunta salvatrice . Per quanto ne sapeva, poteva essere parte di una fazione di disertori rivale a Gallus o un membro della Ribellione stessa.
<< Chi sei ?>> domandò con tono freddo, nel tentativo d’intimidirla.
La donna, tuttavia, si limitò a lanciare un’occhiata impassibile e si cimentò in un inchino aggraziato.
<< Sono Darth Lumiya, apprendista di Darth Vader. Il maestro ha detto che necessitavate del mio aiuto >> disse con tono calmo e raccolto, attraverso il tessuto della maschera.
Di fronte a lei, la rossa strinse ambe le palpebre degli occhi e aspettò una qualsiasi conferma dalla Forza che la nuova arrivata stesse mentendo.
Quando non percepì alcun’inganno, disattivo la spada laser e incrociò le braccia sotto il petto, con aria scocciata.
<< Avevo tutto sotto controllo >> borbottò stizzita.
In quel preciso istante, il proiettile di un blaster la oltrepasso, rilasciando uno spostamento d’aria che le scompiglio i capelli.
Entrambe le donne si voltarono in direzione di chi aveva appena sparato.
Aphra si fece strada verso di loro, con aria apparentemente non curante, seguita da una coppia di droidi. Puntò un dito alla destra della coppia e queste seguirono il suo sguardo.
Quintos giaceva a terra, proprio ai piedi dell’uscita del corridoio. Aveva cercato di scappare.
<< Stavi dicendo ?>> domandò l’archeologa, ricevendo un’occhiataccia da parte di Mara.
Usando le ultime forze che aveva a disposizione, l’accolito estrasse il data-pad che portava nella tuta e inviò un messaggio.
Poi, incapace di sopportare più a lungo la ferita inferta dal blaster, il suo corpo cadde pesantemente lungo il pavimento della struttura, ormai privo di vita.
 
                                                                                                                                                                               * * *
 
<< Ammiraglio ! Riceviamo una trasmissione da Coruscant ! >>
Il Ravager tremava sotto l’attacco dei caccia Tie.
I suoi scudi cedettero, si riformarono e cedettero di nuovo sotto l’impatto di scariche color smeraldo. Tre ponti avevano già dovuto essere evacuati per la fuga di radiazioni, ma lo Star Destroyer resisteva laddove altre navi erano state fatte a pezzi. In orbita geostazionaria sopra Coruscant, era il centro di una tempesta di metallo fuso e di vascelli lacerati.
<< Hanno…fallito la missione, signore >> balbettò il tecnico delle comunicazione.
Rax dilatò le pupille e strinse i denti.
Tutta l’operazione…le navi e gli uomini persi durante la battaglia…non erano serviti a niente?!
Impossibile ! Gli agenti di Palpatine erano utenti Forza ! Con Darth Vader impegnato sul campo di battaglia, chi mai avrebbe potuto contrastarli ?
Il ponte sobbalzò e lui ritrovò l’equilibrio senza quasi badarci.
Guardò gli schermi e cominciò a impartire ordini per riconfigurare la flotta.
Si mostrò sicuro di sé a beneficio dei suoi uomini, ma vide il displayer tattico lampeggiare quando registrò una nuova nave che entrava nel sistema.
Era infine arrivato un nuovo Star Destroyer…ed era molto più grande degli altri.

 
Lo Star Destroyer imperiale Esecutore fendette un oceano di navi e seguì una pista di gas combusti e di particelle crepitanti.
La luce di Coruscant si riflesse opaca sullo scafo della nave mentre entrava nel pozzo gravitazionale del pianeta e puntava verso l’incrociatore danneggiato di Gallius Rax.
Darth Vader osservò il caos che circondava l’Esecutore e lo riordinò dietro il rosso bagliore della sua maschera.
Riconobbe le manovre delle squadriglie di caccia di entrambe le parti, e identificò i piloti che infrangevano la formazione con un effetto positivo e negativo. Vide la battaglia a livello microscopico e macroscopico, istintivamente consapevole di come ogni colpo avrebbe contribuito alla vittoria o alla sconfitta finale. Tuttavia l’incrociatore era la sola cosa che lo interessava.
Compì un singolo movimento della mano quando la nave nemica arrivò a portata di tiro.
Gli echi dei turbolaser che seguirono il gesto suonarono come un groviglio di statica all’interno del suo casco. Fiotti di energia si riversarono dall’Esecutore verso il nemico, illuminando l’oscurità come fulmini.
Caccia stellari sorpresi fra le due massicce navi furono disintegrati all’istante.
Gli scudi dell’incrociatore scintillarono, iridescenti, poi svanirono in un bagliore. Le fiamme divamparono lungo il lato di babordo quando le piastre dello scafo si infransero, e l’ossigeno che fuoriusciva prese fuoco.
<< L’ammiraglia di Rax è neutralizzata, mio signore >> rispose Piett, scandendo le parole.
Vader non si girò verso di lui nel replicare.
Fissò la nave in fiamme. All’interno c’erano morte, sofferenza e paura, sì…e qualcosa di completamente diverso.
<< Preparate una squadra di abbordaggio >> disse con voce calma e raccolta.
<< Sì, mio signore >>
  

Dopo appena un paio di minuti, la navetta del Signore Oscuro raggiunse l’ammiraglia e gli assaltatori si aprirono un varco attraverso lo scafo. Senza perdere tempo, il cyborg si avviò verso il ponte della nave.
Forse fu l’istinto a guidarlo. Forse qualcosa di più. Non se lo chiese nemmeno. Ordinò alle truppe di procedere con lui e insieme arrancarono nel buio del vascello.
Le luci del primo corridoio che imboccarono tremolavano, gli allarmi suonavano.
Intrappolato nella camera rosso sangue del suo casco, Vader non era disturbato da nessuna delle due cose. Si sintonizzò sulle emanazioni di panico e disperazione e seguì la loro pista. Quando incontrò un gruppo di Stormtrooper avversari che portavano la mano al blaster o si precipitavano a sigillare porte a prova di scoppio, estrasse la sua spada laser e li abbattè senza fretta con i fendenti della lama scarlatta.
Vader accelerò il passo e si mosse attraverso l’incrociatore, lasciandosi dietro una scia di cadaveri.
Alla fine, raggiunse un corridoio pieno di disertori. Mentre le scariche di particelle saettarono verso di lui, deviò ogni scarica con la lama, strappò il blaster di un nemico con una forza che sfidava la natura e la gravità, e proseguì la sua marcia, infliggendo un colpo letale dopo l’altro, concentrato e spietato.
Alla fine, arrivò al ponte della nave.
Ogni singolo tecnico presente sulla plancia si drizzò di colpo e deglutì a fatica. Vader poteva sentire la loro paura e questo alimentò la sua eccitazione.
Il Cyborg volse la propri attenzione nei confronti della coppia di uomini che stavano di fronte all’oblò del ponte, con aria attonita. Uno era Gallius Rax, mentre il secondo era un ufficiale che non conosceva.
Senza perdere tempo, fece alcuni passi in direzione dell’Ammiraglio, mentre i suoi Stormtrooper prendevano di mira i tecnici.
<< Ammiraglio Rax…la sollevo da ogni suo incarico >> dichiarò con voce fredda e raccolta.
L’uomo deglutì a sua volta ed estrasse un blaster dalla cintura dell’uniforme.
Mentre cominciò a sparare contro la figura del Signore Oscuro, urlò : << Muori ! Muori ! >>
Ma ogni suo tentativo di recare danno al Neo-Imperatore fu assai vano.
Vader si limitò ad alzare la mano destra e a deviare ogni colpo con l’uso della Forza.
<< Perché non muori ?>> balbettò Rax, il tono di voce ornato da una punta di disperazione.
Dietro la maschera, il cyborg sorrise ironicamente.
<< La capacità di usare un blaster…è insignificante rispetto al potere della Forza >> disse con cupo divertimento.
Poi, continuò a camminare in direzione dell’Ammiraglio…e si fermò di colpo.
La Forza si agitò attorno a lui, avvertendolo del pericolo imminente. E Vader non fu certo l’unico a notarlo.
Ogni singolo Stormtrooper presente nella stanza abbandonò il proprio obbiettivo e puntò il blaster in direzione di Rax, nella cui mano destra stringeva una granata a doppia gittata. Se quella cosa fosse esplosa all’interno della nave…
Affianco all’uomo, il Capitano Hux lanciò al superiore un’occhiata incredula.
<< Gallius, cosa stai facendo !? Così ci farai uccidere tutti ! >> esclamò con occhi colmi di paura e sgomento.
L’Ammiraglio sembrò non prestargli la minima attenzione e arricciò ambe le labbra in un sorriso a dir poco folle.
<< Lunga vita a Palpatine ! >>gridò, mentre attivava la granata.
Vader dilatò le pupille.
<< STATE TUTTI INDIE… >>
Poco prima che potesse terminare l’ordine, un esplosione titanica scosse le fondamenta della nave stessa.
 
                                                                                                                                                                                   * * *
 
Darth Lumiya sentì come se un coltello le fosse penetrato in testa.
Lanciò un grido di dolore e si portò le mani alle tempie, affondando le unghie nella pelle.
La Forza tremò attorno a lei, mentre Aphra e Mara presero a fissarla con fare attonito.
Quando la donna cadde in ginocchio, l’archeologa si chinò per sostenerla.
<< Cosa c’è ? Ti senti bene ?>> domandò con aria visibilmente preoccupata.
Gli occhi di Lumiya sembravano sul punto di lacrimare.
<< Maestro…>> sussurrò, attirando l’attenzione di Jade.
<< è…è successo qualcosa di terribile >>
 
 

Eh, eh, pensavate davvero che sarebbe andato tutto liscio come l’olio ? Che razza di autore sarei, se non inserissi un po’ di dramma e tragedia nella storia ?
Juno Eclipse e Darth Lumiya sono personaggi dell’Universo Espanso di Star Wars. Rispettivamente una pilota al servizio di Darth Vader e la sua apprendista.
Qui in basso potete vedere le foto.

Juno Eclipsen : https://www.google.it/imgres?imgurl=https://vignette.wikia.nocookie.net/starwars/images/3/3d/Juno_Headshot.jpg/revision/latest?cb%3D20120110075640&imgrefurl=http://starwars.wikia.com/wiki/Juno_Eclipse&h=1026&w=694&tbnid=Uj4DSGfeSwJ8qM&tbnh=273&tbnw=185&vet=1&docid=3kqO4eBVYMzRMM
Darth Lumiya :
https://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.swx.it/databank/images/thumb/b/b8/Lumiya-1.JPG/250px-Lumiya-1.JPG&imgrefurl=http://www.swx.it/databank/index.php?title%3DLumiya&h=338&w=250&tbnid=nAnI76ZqTPS_eM&tbnh=261&tbnw=193&vet=1&docid=YP_Bt3WAnUpIgM
 
Quintos, Vitani e Thrax sono degli OC creati da me personalmente.

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Capitolo 7
*** Oltre il bordo ***


Ecco qui un nuovissimo capitolo !
Come potete vedere, a causa dell'università, gli aggiornamenti arriveranno molto più in ritardo che in estate.
Buona lettura, spero che lascerete un commento!




Oltre il bordo

La luce solare brillò sul sottile rivestimento metallico di un corpo che sfrecciava a velocità supersonica verso lo Star Destroyer dell’Ammiraglio Rax.
La rotta irregolare che l'astronave stava seguendo non era dovuta a un'avaria, bensì al disperato tentativo del pilota di evitare il fuoco avversario.
Una violenta tempesta di raffiche di energia concentrata per poco non colpì lo scavo metallico del Tie Fighter, come uno sciame di remore iridate che cercavano di attaccarsi a un riluttante portatore.
Una delle raffiche di energia sfiorò la nave in fuga, colpendo la deriva solare principale.
Juno Eclipse rispose al fuoco e abbattè l’inseguitore.
Schegge scintillanti di metallo e materiale sintetico furono proiettate nello spazio, mentre la piccola nave si disintegrava in migliaia di pezzi.
In quel preciso istante, l’imperiale intravide la figura di Darth Vader che fluttuava dolcemente nel vuoto dello spazio, ad appena un centinaio di metri dalla carcassa dello Star Destroyer.
Senza perdere tempo, attivò il Com-link della tuta di volo.
<< Signore, l’ho trovato ! >> esclamò attraverso il ricevitore.
<< È ancora vivo ?>> domandò la voce calma e suadente di Thrawn, dall’altro capo della linea.
Juno fece una rapida panoramica dei sistemi del Tie Fighter.<< I sensori rilevano segni vitali, anche se molto deboli >>
<< La tuta deve averlo protetto dall’esposizione prolungata nello spazio >> commentò il Comandante Supremo, con meraviglia a mala pena celata.
Dopo una breve pausa, aggiunse : << Portalo subito al centro medico su Coruscant, non possiamo rischiare che rimaniate coinvolti nel fuoco incrociato durante il rientro >>
<< Sissignore >> ribattè la pilota imperiale, mentre calibrava il raggio traente della nave.
Lentamente, il corpo del Signore Oscuro cominciò ad arrancare verso la camera stagna del Tie.
Juno deglutì a fatica.
<< Resista, Lord Vader. Ci siamo quasi >> sussurrò, cimentandosi in una preghiera silenziosa.

                                                                                                                                                                                * * *

Era buio e poi, quando cominciarono ad adattarsi, gli occhi di Vader videro come delle lucciole.
Una luminosa schiuma danzante, milioni di lucine che gli turbinano intorno.
Cos'è? Pensò sbalordito.
 Vedeva soltanto una densa schiuma che gli avvolgeva il corpo.
 Non aveva una struttura e, a quanto pare, non aveva nemmeno confini. Era solo un oceano ondeggiante, una schiuma splendente e sfaccettata.
Sentì una grande bellezza e una grande pace a lui familiari. Era riposante star qui.
Mosse le mani per raccogliere la schiuma, facendola turbinare con i suoi gesti. Ma presto notò che le mani stavano diventando trasparenti, e che poteva vedere quella schiuma scintillante attraverso la propria carne.
Si guardò il resto del corpo. Non indossava più l’armatura.
La schiuma aveva reso trasparenti anche le gambe, il torso… tutto quanto. Era una sensazione molto piacevole.
Diventava sempre più leggero.
Come dal nulla, venne sollevato in aria e fluttuò nella sconfinata schiuma oceanica.
Fluttuò con le mani dietro la nuca. Si sentiva felice. Avrebbe potuto rimanere lì in eterno.
Poi, si rese conto che in questo oceano c'era anche qualcos'altro, un'altra presenza.
<< C'è qualcuno qui?>>.
“Io sono qui”, rispose una voce.
Sobbalzò, perchè fortissima. O lo sembrava.
Per un attimo, si domandò se avesse davvero udito qualcosa.
 << Hai parlato?>> chiese all’oceano luminescente.
“No.”
“E allora come possiamo comunicare?” si chiese.
“Come ogni cosa comunica con ogni altra cosa”.
“E cioè?”
“Perché lo domandi, se conosci già la risposta?”
“Ma io non la conosco”.
 La schiuma lo spostò delicatamente, dolcemente, ma per un po' non rispose.
 Sospettò di essere di nuovo solo.
“Sei lì?”
“Sì”
“Pensavo che te ne fossi andato”
“Non c'è un luogo dove andare”
“Vuoi dire che sei imprigionato in questo posto?”
“No”
“…Vuoi rispondere a una domanda? Chi sei?”
“Non sono un chi”
Fece una pausa.
“Sei per caso…la Forza?” chiese con esitazione.
“Forza è una parola”
“Voglio dire… sei un essere superiore? Una coscienza superiore?”
“Superiore a cosa?”
“A me, immagino.”
“Quanto sei alto tu?”
“Pochino. Almeno credo”
“Hai poca autostima di te stesso”.
 Mentre fluttuava nella schiuma, lo turbò l'ipotesi che la Forza si stesse prendendo gioco di lui.
“Mi stai prendendo in giro?” pensò stizzito.
“Perché lo domandi se conosci già la risposta?”
“Sto parlando sì o no con la Forza?”
“Non stai parlando per niente”
“Tu …prendi molto alla lettera quello che dico”
“Davvero?”
“Sì. Perché lo fai ?”
“Perché lo domandi se conosci già la risposta?”
 In un altro momento, pensò Vader, queste risposte ripetitive lo avrebbero irritato, ma ora non sentiva alcuna emozione.
 Non erano giudizi, dopotutto. Stava ricevendo solo delle informazioni.
“Sei la Forza” concluse con finalità.
“Così mi chiamate” ribattè la schiuma.
Dondolando nel vuoto, il Signore Oscuro pensò: “ Scusami, ma vorrei che ti spiegassi e la smettessi di parlare per enigmi”
“Allora vedrò di essere più chiaro. Su pianeta da cui provieni c'è un animale che si chiama Rankor. È un grosso animale, molto più grosso di voi umani, ed è intelligente e ingegnoso e ha un cervello grande come il vostro. Ma si distingue da voi per un aspetto importante. Non sa svolgere quell'attività che chiamate immaginazione. Non sa costruirsi immagini mentali di come la realtà potrebbe essere. Non sa concepire quello che chiamate passato e quello che chiamate futuro. Questa particolare capacità di immaginare è ciò che ha fatto la grandezza della vostra specie. Null'altro. Non la vostra disponibilità a imitare, non l'attitudine a servirvi di utensili, né il linguaggio, né la violenza, né la cura dei piccoli né il raggrupparvi in società. Non è nessuna di queste cose, che hanno anche altri animali. La vostra grandezza è nell'immaginazione. La capacità d'immaginare è la parte principale di quella che chiamate intelligenza. Voi pensate che essa sia soltanto un utile mezzo per risolvere un problema o per far succedere qualcosa. Ma è l'immaginarlo che lo fa succedere. Questa è la dote della vostra specie e questo è anche il pericolo, perché voi non scegliete di controllare la vostra immaginazione. Immaginate cose meravigliose e immaginate cose terribili, ma non vi assumete la responsabilità di scegliere. Dite d'avere in voi sia il potere di fare il bene sia quello di fare il male, l'angelo e il demonio, ma in verità in voi avete una cosa soltanto: la capacità di immaginare. Ed è il motivo per cui scelto voi e a molti altri come miei figli, sopra tutte le altre specie”
“Perché mi dici questo ?” domandò il Sith, con un pensiero flebile.
“Perché voglio che tu comprenda il tuo potenziale in quanto persona, Anakin”
“Non sono Anakin”
“È il tuo nome”
“ Ho perso il diritto di usarlo. Ora sono Vader”
“No, ora non sei nemmeno lui. Forse sei entrambi. È un bene, credimi. Ne avrai bisogno”
“Per cosa ?”
“Per fare ciò che deve essere fatto”
“Sei tu che mi hai mandato indietro nel tempo?”
“Sì”
“Perché ?”
“Perché ho bisogno del tuo aiuto. Ora, figlio mio…ascolta con attenzione”.

                                                                                                                                                                     * * *

Darth Vader si svegliò di soprassalto all’interno dell’ala medica del Palazzo Imperiale, prendendo un rapido respiro attraverso la maschera.
Cominciò a guardarsi attorno freneticamente, fino a quando i suoi occhi non si posarono sulla figura argentata di un droide medico.
<< Faccia attenzione, mio signore, è stato coinvolto in una violenta esplosione >> affermò la voce metallica del robot, con tono calmo e professionale.
Vader prese un altro paio di respiri calmanti e abbassò la testa, osservando l’armatura.
Era danneggiata in diversi punti, con molte delle parti metalliche che fuoriuscivano dal rivestimento del telaio.
<< Quanto…quanto tempo sono stato incosciente? >> domandò con evidente difficoltà.
La risposta del droide fu rapida ed efficiente.
<< Non molto, approssimativamente mezz’ora. È stato portato in questa stanza appena dieci minuti fa, ma sembra che le ferite riportato non fossero troppo gravi >>
<< Sono sopravvissuto a cose peggiori >> ribattè il Signore Oscuro, con un sonoro sbuffo.
Affianco a lui, il robot annuì con movimenti lenti e meccanici.
<< Non ne dubito. Tuttavia, le consiglierei comunque una giornata di riposo >> disse con un sottofondo di divertimento a mala pena celato.
Inconsciamente, le labbra cicatrizzate di Vader si arricciarono in un debole sorriso.
<< Se solo ne avessi il tempo >> borbottò con aria stanca, mentre cercava di mettersi in piedi.
Scese a fatica dal letto e utilizzò il muro adiacente per mantenersi in posizione eretta. Dopo quasi un minuto, lasciò andare punto di sostegno, con grande costernazione del droide medico.
<< Signore, non credo che sia una buona ide…>>
<< Sto bene >> ribattè freddamente il Sith, interrompendo l’avvertimento della macchina.
L’ultima cosa che voleva era apparire debole in una situazione precaria come quella in cui vessava attualmente la capitale.
Camminò con passo lento e marcato finò all’uscita dell’ala medica e aprì la porta.
Come dal nulla, un fulmine azzurro si schiantò contro il suo torace, avvolgendo un paio di esili braccia attorno alla sua figura corazzata.
<< Maestro ! >> esclamò una voce femminile, mentre una giovane donna dal volto parzialmente coperto affondava la testa nel petto del Signore Oscuro.
Vader dilatò le pupille e appoggiò delicatamente una mano sul capo della nuova arrivata.
<< Lumiya >> disse con voce morbida, facendo sì che l’accolito incontrasse il suo sguardo.
<< Maestro, ero così preoccupata. Quando il nostro collegamento mentale si è interrotto io…ho temuto il peggio >> mormorò la giovane donna, gli occhi verdi bagnati dalle lacrime.
Dietro di lei, si stagliarono le figure di Aphra e una ghignante Mara Jade, seguite rapidamente da Thrawn e Piett. Quest’ultimo stava osservando l’interazione con un’espressione quasi incredula.
Vader non poteva biasimarlo. Dopotutto, non era tutti i giorni che una persona poteva dire di aver testimoniato la persona più temuta dalla Galassia…mentre abbracciava qualcuno.
Il Sith rilasciò un sospiro sommesso.
<< Sto bene, Lumiya, ero solo svenuto >> disse gentilmente.
Aphra, naturalmente, non si lasciò sfuggire una simile occasione.
<< Però, capo, non mi aveva mai detto di essere un tale rubacuori >> commentò con un sorriso impertinente, che fu presto emulato da Mara.
Affianco alla coppia di donne, Thrawn si portò un pugno alla bocca e tossì, mentre il volto di Piett divenne rosso come le fiamme di Mustafar.
La reazione di Lumya fu più o meno la stessa.
Rendendosi conto della posizione in cui si trovava, compì rapidamente un passo all’indietro.
<< Perdonami, Maestro, ero fuori linea >> disse cimentandosi in un profondo inchino.
Vader lanciò ad Aphra un’occhiata di rimprovero e agitò la mano destra con fare disinvolto.<< A proprio agio apprendista, non sono arrabbiato >>
Detto ciò, volse la propria attenzione nei confronti di Thrawn.
 << Comandante Supremo, rapporto sulla battaglia >> ordinò con tono improvvisamente serio.
L’alieno si drizzò di scatto, seguito rapidamente da Piett.
<< Le forze di Rax sono state quasi completamente annientate, e i resti della sua flotta sono in procinto di essere catturati. Il numero di perdite è stato minimo, anche se molti dei membri del 501 sono morti nell’esplosione causata dall’ammiraglio >> terminò con voce calma e suadente.
Vader strinse ambe le mani in pugni serrati.
<< Sono stato un incosciente. Ho sottovalutato il fanatismo di Rax >> ringhiò attraverso il respiratore della maschera.
Thrawn inarcò un sopracciglio. << Con il dovuto rispetto, signore, un errore rimane tale finchè non viene riconosciuto o corretto. Presumo che questa esperienza vi abbia insegnato qualcosa >>
<< Più di quanto lei crede >> ribattè Vader, superando la figura dell’alieno e inoltrandosi nel corridoio adiacente all’ala medica.
Il Chiss lo osservò con placido interesse e procedette a seguirlo, affiancato dalle figure di Aphra, Mara Jade, Lumiya e Piett.

                                                                                                                                                                               * * *

<< Questo sì che è freddo! >>
Luke Skywalker ruppe il silenzio che aveva osservato fin da quando aveva lasciato, qualche ora prima, la nuova base ribelle.
Era in groppa a un tauntaun, l'unico essere vivente, a parte lui, visibile a perdita d'occhio. Si sentiva stanco e solo, e trasalì al suono della propria voce.
Come gli altri membri dell'Alleanza Ribelle, Luke faceva a turno delle esplorazioni delle candide distese di Hoth, raccogliendo informazioni sul loro nuovo rifugio. E, come tutti gli altri, tornava alla base con una sensazione mista di sollievo e solitudine.
Non c'era nulla che smentisse i loro primi sopralluoghi: su questo gelido pianeta non esisteva alcuna forma di vita intelligente. Durante le sue solitarie perlustrazioni, Luke non aveva visto altro che lande di neve e catene montuose sfumate d'azzurro che sembravano svanire tra le brume degli orizzonti lontani.
Il giovane apprendista Jedi sorrise dietro il fazzoletto grigio che gli copriva il volto come una maschera e lo proteggeva dai venti gelidi di Hoth.
Scrutò le distese di ghiaccio attraverso gli occhiali di protezione e si calò meglio sulla testa il berretto foderato di pelliccia.
 Gli venne da sorridere quando cercò di immaginare gli esploratori al servizio del governo imperiale.
“La galassia è costellata di insediamenti di coloni che non si interessano alle faccende dell'Impero e dell'Alleanza Ribelle”pensò. “Ma nessun colono sano di mente penserebbe di accampare dei diritti su Hoth. Questo pianeta non ha niente da offrire a nessuno... a parte noi”.
L'Alleanza Ribelle aveva stabilito un avamposto su questo pianeta di ghiacci da poco più di una settimana.
Alla base, Luke era conosciuto da tutti e, benché avesse appena ventitré anni, gli altri combattenti ribelli gli rivolgevano la parola chiamandolo comandante Skywalker.
 Quel titolo lo metteva un po' a disagio, eppure, era già in grado di impartire ordini a un drappello di veterani. Quello che aveva passato, dopo aver fatto esplodere la Morte Nera, lo aveva cambiato molto.
Luke stesso stentava a credere che appena tre anni prima era stato un ingenuo agricoltore di Tatooine, il suo pianeta natio.
Il giovane comandante spronò il tauntaun.
 << Dai, bella, vai >> sollecitò.
In quel preciso istante, dal comlink giunse un crepitio di statiche. Poi, una voce familiare si fece sentire attraverso le interferenze.
<< Ragazzo, mi senti ?>> domandò Han Solo, attraverso la ricetrasmittente.
La sua voce era molto più matura e profonda di quella di Luke.
Per un istante, il giovane riandò con la mente al suo primo incontro con il contrabbandiere spaziale corelliano nella buia taverna gremita di alieni, allo spazioporto di Tatooine. Adesso era uno dei pochi amici di Luke che non era un membro ufficiale dell'Alleanza Ribelle.
<< Forte e chiaro, Han. Di cosa hai bisogno ?>>
<< Mon Mothma ha indetto una riunione di emergenza, devi rientrare subito >> lo informò il compagno, cercando di farsi sentire attraverso il canale piuttosto instabile.
Il giovane apprendista inarcò un sopracciglio e rispose : << Sarò lì tra quindici minuti >>
Poi, senza perdere tempo, l’adolescente fece dietro-front con il tauntaun e cominciò a incamminarsi verso l’entrata della base.
 
                                                                                                                                                                                        * * * 

La sala istruzioni si trovava nel sottosuolo del pianeta.
La lunga aula dal soffitto basso era dominata da un podio e da un grande schermo disposto sulla parete più lontana. Le panche erano occupate da piloti, navigatori e diverse unità R2.
Han Solo e il suo compagno d’avventure, Chewbacca, si tenevano il più possibile lontani dal podio dove si erano radunati numerosi ufficiali e senatori.
Il contrabbandiere cercò con gli occhi Luke nella sala.
Non lo vide, ma riconobbe subito la principessa Leia che parlava a bassa voce con un uomo anziano con il petto decorato di medaglie, il generale Dodonna.
Han si avvicinò cautamente a lei, proprio mentre Luke si faceva strada tra i ribelli.
In quel momento, nella sala entrò Mon Mothma, una bella donna dai capelli rossi, che avanzò impassibile nel brusio della folla.
Portava una veste bianca gallonata d'oro e la sua espressione severa non era senza motivo: era il capo eletto dell'Alleanza Ribelle.
Come il padre adottivo di Leia, come lo stesso Palpatine prima di proclamarsi Imperatore, Mon Mothma era stata senatore della Repubblica e aveva fatto parte del Consiglio Supremo.
Quando la Repubblica aveva incominciato a sgretolarsi, Mon Mothma rimase in Senato fino all'ultimo, organizzando il dissenso e cercando di stabilizzare il governo sempre più impotente. Verso la fine, aveva anche organizzato delle cellule politiche, gruppi di resistenza, ognuno dei quali all'oscuro dell'identità degli altri, incaricati di fomentare la rivolta contro l'Impero quando si fosse finalmente scatenata.
C'erano stati altri capi, ma molti erano stati uccisi quando la prima Morte Nera aveva annientato il pianeta Alderaan. In quell'immane olocausto era perito anche il padre adottivo di Leia.
Mon Mothma era poi passata alla clandestinità e aveva unito le sue cellule politiche alle migliaia di guerriglieri e di rivoltosi sorti in opposizione alla crudele tirannia dell'Impero. Altre migliaia si erano uniti all'Alleanza Ribelle e Mon Mothma era diventato il capo riconosciuto da tutti i popoli della galassia rimasti senza patria a causa dell'Imperatore. Senza patria, ma non senza speranza.
Mon Mothma attraversò la sala, si fermò accanto allo schermo olografico e conferì con i suoi principali consiglieri, il generale Madine e l'ammiraglio Ackbar.
Madine era un Corelliano, duro, intraprendente, anche se un po' fanatico.
Ackbar, invece, era un Calamariano puro... una creatura gentile, color salmone, dai grandi occhi tristi, l'enorme cranio allungato e le mani palmate che lo facevano sentire più a suo agio nell'acqua che a bordo di un'astronave.
Se gli umani erano il braccio della Ribellione, i Calamariani ne erano l'anima. Non che non fossero degli ottimi combattenti quando venivano spinti al limite, sia chiaro.
E l'Impero malvagio aveva superato quel limite. Anche se, nelle ultime settimane, la situazione era drasticamente cambiata.
In quel preciso istante, Mon Mothma compì un paio di colpi di tosse, richiamando l’attenzione di ogni singolo individuo presente in quella stanza.
<< Membri dell’alleanza….la situazione è la seguente >> esordì la donna, con voce calma e raccolta. << L’attacco a Coruscant è appena terminato e l’esercito di Darth Vader ne è uscito vittorioso. Gran parte dei dissidenti sono stati uccisi o catturati, mentre il resto dell’armata di Rax si sta disperdendo nello spazio. Le nostre spie ribelli affermano che Vader è rimasto gravemente ferito nell’attacco, ma è sopravvissuto. >>
Al sentire tali parole, gran parte dell’alto comando rilasciò un sospiro scontento.
Madine, al contrario, arricciò ambe le labbra in un sorriso e battè una mano sulla superficie del podio.
<< Dico che dovremmo approfittarne. Una situazione simile potrebbe non verificarsi mai più, dopotutto. Attacchiamo la capitale mentre stanno riorganizzando le forze! Coglieremo l’Imperatore e i suoi accoliti di sorpresa >>  disse con eccitazione palpabile.
Nella sala serpeggiò un mormorio concitato.
Ecco, la grande occasione che tutti i ribelli attendevano. La speranza che nessuno aveva osato sognare. La possibilità di colpire l'Imperatore dritto al cuore.
Quando il mormorio si attenuò, Mon Mothma proseguì.
<< Vedo che molti di voi si trovano d’accordo con questa linea di pensiero. Ora, resta solamente da discutere se una simile azione sarebbe vantaggiosa alla nostra causa >> disse con tono impassibile.
Il tempo parve fermarsi.
Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della stanza.
Credendo di aver capito male, Leia fu la prima a farsi avanti.
 << Che vuoi dire Mon ? Questa è un occasione d’oro per rovesciare il governo che combattiamo da anni ! >> esclamò con voce incredula.
Mon annuì in accordo.
<< Un governo che è stato disprezzato dai suoi cittadini per molto tempo…fino a due settimane fa >> terminò, sorprendendo la principessa e tutti gli altri partecipanti all’incontro.
Chiuse gli occhi e rilasciò un sospiro, prima di volgere al gruppo un’espressione stanca, quasi rassegnata.
<< Signori, voglio essere franca con voi. Di recente, il numero di sistemi che appoggiano il governo totalitario di Vader…bhe, ha subito una brusca impennata verso l’alto, e la Ribellione ha perso gran parte del sostegno che deteneva durante il regno di Palpatine. >>
<< E perché diavolo dovrebbero sostenere un altro tiranno?>> domandò Han, ricevendo un ruggito di accordo ad opera di Chewbecca.
Affianco a Mon, il Gerale Dodonna sospirò a sua volta.
<< Perché quel tiranno sta facendo più di quanto La Repubblica e Palpatine abbiano mai fatto per loro >> affermò come un dato di fatto.
Tale dichiarazione non potè che scuotere gli animi dei ribelli. Darth Vader, il volto della crudeltà dell’Impero da oltre vent’anni…amico del popolo ? Sicuramente doveva trattarsi di uno scherzo, fu il primo pensiero che attraversò la mente di Han.
In quel momento, Mon riprese a parlare, interrompendo le divagazione mentali della folla.
<< Da quando è salito al potere, Darth Vader ha fatto in modo di mantenere tutte le promesse fatte durante il suo discorso d’apertura. La criminalità è scesa ai minimi storici, la schiavitù è stata abolita in tutta la galassia, i vari pianeti dell’Impero hanno avuto la possibilità di scegliere i propri governatori, anche tra i locali, e il razzismo che aveva caratterizzato la marina Imperiale solo fino a poco tempo fa sembra ormai un lontano ricordo >> disse con il suo solito tono calmo e raccolto.
Leia strinse i denti e sbattè violentemente la mano destra sul tabellone della sala.
<< Sta solo cercando di ingraziarsi la popolazione! Quell’uomo è senza cuore, si preoccupa solo del proprio tornaconto >>
<< Probabilmente >> acconsentì Dodonna. << Tuttavia, se questa è semplicemente una tattica per mantenere il potere…bhe, sta funzionando. È probabile che se l’Alleanza Ribelle decidesse di attaccare il centro Imperiale in questo momento… >>
<< saremo accolti non come liberatori, ma come i terroristi con cui l’Impero ha sempre cercato di identificarci >> terminò Mon, abbassando gli occhi verso il pavimento.
Leia dilatò le pupille e boccheggiò incredula.
<< Ma…ma non ha alcun senso! Quell’uomo ha commesso innumerevoli crimini di guerra e ha sostenuto un governo responsabile della distruzione di un intero pianeta! Come possono i cittadini della Galassia dimenticare una cosa simile? >> chiese con voce disperata.
Han le posò una mano sulla spalla, nel tentativo di rassicurarla.
Nel mentre, Ackbar arricciò le labbra in un ghigno sprezzante e disse : << Saresti sorpresa di quanto in fretta possa cambiare l’ideologia politica della popolazione, giovane Leia. Vader si è trasformato da comandante spietato a sovrano benevolo, e finchè deciderà di mantenere questa posizione la Galassia lo accoglierà a braccia aperte >>
<< Allora cosa, dovremmo solo aspettare che faccia un passo falso? >> ribattè Leia, stringendo ambe le palpebre degli occhi. << Con il rischio di lasciare che innumerevoli innocenti paghino per la nostra negligenza? >>
Inutile dire che la domanda fu accolta con espressioni incerte da parte di tutti i membri dell’alto comando.
Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, Madine volse la propria attenzione nei confronti di una persona ben precisa.
<< Maestro Skywalker, è rimasto stranamente silenzioso durante tutta la conversazione. Pensavo che lei più di tutti avrebbe colto l’occasione di attaccare Coruscant, considerando il suo rapporto con l’attuale Imperatore >> disse con tono leggermente beffardo.
Sorpreso, Luke alzò la testa e incontrò gli sguardi dei suoi compagni con esitazione.
<< Io…non so cosa pensare >> sussurrò , sorprendendo sia Han che Leia.
Dopotutto, l’odio che Luke provava nei confronti del Neo-Imperatore era ben noto a tutti i membri dell’alleanza. Non solo perché l’uomo era responsabile della morte del suo mentore, il generale Obi Wan Kenobi, ma anche perché, a quanto pare, Vader era stato direttamente coinvolto nell’omicidio del padre biologico di Luke, Anakin Skywalker.
Il fatto che l’adolescente fosse restio a compiere la sua tanto agognata vendetta…bhe, non potè fare a meno di sconcertarli.
Consapevole dei pensieri che intercorrevano nella mente dei suoi amici, il giovane prese un respiro profondo.
<< La prima volta che vidi Vader attraverso la Forza…sembrava quasi un pozzo  senza fondo, un buco nero capace di annientare tutto ciò che lo circondava >> disse sopprimendo un brivido.<< Adesso, ogni volta che compare sull’Holo-Net…l’oscurità che lo circonda è bilanciato da un alone di luce dorata, quasi come se incarnasse il giorno e la notte. Qualunque cosa gli sia successa, per incitare un simile cambiamento…bhe, sembra genuina >> ammise con voce riluttante.
Madine chiuse il volto in un’espressione di puro sdegno.
<< Che sciocchezza è mai questa? Luce e oscurità ? Questi trucchi da salotto piaceranno ai bambini, ma qui siamo in guerra. Voglio prove, non le supposizioni di un aspirante Jedi >> ribattè con un ringhio.
Luke strinse gli occhi sulla figura del generale.
<< Vi consiglio di non sottovalutare la Forza >> ammonì con tono calmo, nonostante la frecciata.
In tutta risposta, l’uomo si limitò a sbuffare.
<< Per favore, l’attaccamento deprecabile a quell’antica religione non ha nemmeno dato ai Jedi la chiaroveggenza necessaria per impedire il loro sterminio…>>
<< Generale Madine, questo è abbastanza ! >> esclamò Mon Motham, sorprendendo i vari ribelli raccolti.
Dopotutto, era assai raro che la donna perdesse la propria compostezza. Il fatto che avesse alzato la voce per interrompere Madine, fu il segnale che l’uomo stava ormai camminando sul ghiaccio sottile.
Ecco perché il generale si zittì all’istante e distolse lo sguardo con aria colpevole.
Nella stanza calò un’aria pesante, che fu interrotta solo dall’entrata improvvisa di un responsabile delle comunicazioni.
<< Signora, abbiamo ricevuto un messaggio! >> esclamò l’uomo, il volto adornato da una carnagione insolitamente pallida.
Mon Mothma inarcò un sopracciglio.
<< Da parte di chi ?>> domandò la donna con sospetto, dopo aver notato lo stato in cui vessava il ribelle.
Questi deglutì e prese un respiro profondo.
<< Da parte di…Darth Vader, signora >> sussurrò con voce flebile.
Si fece da parte e, quasi come ad un segnale, un droide sonda imperiale, nero come la notte, svolazzò all’interno del centro di comando.
Un sussulto unanime attraverso il silenzio scioccato della camera.
Mothma osservò il robot con circospezione e poi, lentamente, camminò fino a lui.
Lanciò occhiate incerte al resto dei ribelli, soffermandosi temporaneamente su Leia.
La principessa incontro il suo sguardo e annuì con decisione.
Emettendo un sospiro sommesso, la donna si bagnò le labbra.
<< Trasmetti >> ordinò freddamente.
E poi, come dal nulla, nella stanza calò un'ombra che la fece trasalire, nonostante la sua abituale imperturbabilità.
Era la spaventosa sagoma di Darth Vader, sotto forma di ologramma. Dietro l'orribile maschera, i suoi occhi parevano di un rosso incandescente. A parte la contrazione di un muscolo sulla guancia, tuttavia, la donna rimase del tutto impassibile.
Senza perdere tempo, il Signore Oscuro cominciò a parlare.
<< Membri dell’alleanza Ribelle, giungo a voi con la lieta notizia…di un opportunità >> esordì il messaggio, facendo trasalire la maggior parte dei ribelli presenti, compresa Leia.
<< Come potete vedere, sono a conoscenza della posizione della vostra nuova base segreta. Tuttavia, non avete di che preoccuparvi, non ho alcuna intenzione di ordinare un attacco>> continuò l’uomo, con voce impassibile.
<< Per coloro che potrebbero trovare questa dichiarazione il primo passo di un arguta trappola…posso assicurarvi che, se avessi voluto distruggervi, non avrei annunciato il mio arrivo in maniera tanto…vistosa>>
E, per qualche strana ragione, Mon Mothma non ebbe alcun problema a credergli.
<< Verrò subito al punto. Desidero organizzare un incontro per stipulare una tregua duratura con l’Alleanza. Chiamatelo un gesto di buona volontà, per dimostrarvi che il mio nuovo Impero non seguirà le orme di quello vecchio >> continuò Vader, sorprendendo non poco le persone presenti nella stanza.
Per la seconda  volta, in quella giornata, molti dei membri della Ribellione credettero di aver sentito male.
Darth Vader, il loro nemico giurato…aveva appena offerto loro un armistizio ?
<< Se decidete di accettare…>> proseguì il Sith, << inviate attraverso questo droide una data e i nomi delle persone che verranno coinvolte nelle trattative, che si svolgeranno a Coruscant . Di nuovo, mi sembra doveroso rircondarvi che, se vi avessi voluti morti, di certo non avrei lasciato scappare l’occasione di annientarvi tutti attraverso un bombardamento orbitale >>
Detto ciò, il Neo-Imperatore si cimentò in un brusco inchino.<< Attendo con ansia la vostra prossima trasmissione >>
E fu allora, che il messaggio s’interruppe.
Questa volta, il silenzio che calò nella camera fu, se possibile, ancora più palpabile.
Han deglutì a fatica, e poi…aprì bocca.
<< Sul serio… cosa diavolo è appena successo ?>>
 
                                                                                                                                                                         * * *

Spuntò l'alba sulla foresta pluviale del pianeta noto come Yashuvhu .
Il sole pallido bruciò il freddo del mattino e l'umida nebbiolina appiccicosa, rivelando un gigantesco mondo silenzioso.
 Alberi enormi con tronchi di dieci metri di diametro salivano ad altezze di sessanta metri, dove spiegavano la loro densa fronzuta tettoia, nascondendo il cielo e gocciolando perpetuamente. Tendine di grigio muschio, e rampicanti e liane, penzolavano aggrovigliate dagli alberi ; orchidee parassite spuntavano dai tronchi.
 Al suolo, enormi felci, luccicanti d'umidità, crescevano all'altezza del petto di un uomo e racchiudevano la nebbia. Qua e là, una macchia di colore.
Tuttavia, l'impressione di base era quella di un vasto, smisurato mondo grigio-verde, di un luogo estraneo e inospitale.
Kreist posò il blaster e distese i muscoli, indolenziti a causa dell’armatura da Stormtrooper.
L'alba spuntava rapida su questo pianeta. In un attimo faceva già chiaro, anche se ancora permaneva la nebbiolina.
Diede un'occhiata al campo della spedizione cui aveva montato la guardia; otto tende colore arancione acceso, una tenda azzurra per la mensa, un'incerata legata sopra le casse dei rifornimenti nel vano tentativo di tenerli all'asciutto.
Vide Jamon, un altro Stormtrooper, seduto su una roccia. Kreist gli fece un cenno di saluto.
 Vicino c'era l'attrezzatura per trasmettere: un'argentea antenna parabolica, la nera cassetta del trasmettitore, i serpeggianti cavi coassiali che arrivavano sino all’Holocron portatile montato su un treppiede pieghevole.
Gli imperiali si servivano di questa attrezzatura per trasmettere rapporti quotidiani via satellite alle varie navi che orbitavano attorno a quei pianeti che non erano ancora stati colonizzati. Kreist era il capo squadra scelto per portare avanti la spedizione esplorativa di questo nuovo mondo, scoperto in uno degli angoli più remoti dell’Orlo Esterno.
Ne aveva già guidate altre: società minerarie, équipe di cartografi, squadre in cerca di nuove fonti e gruppi esplorativi come questo. Le aziende imperiali che mandavano squadre sul campo avevano bisogno di uno che conoscesse gli usi e i dialetti quanto bastava per trattare con i portatori e organizzare il viaggio.
Kreist era abilissimo in questo lavoro.
Tuttavia, non riusciva a immaginare perché un tale requisito sarebbe stato necessario per questa missione, dato che il pianeta su cui erano atterrati non sembrava presentare alcuna specie indigena dall’intelletto poco più che superiore a quello di un Bantha.
Del resto, l’uomo capì quasi subito che quella spedizione non si trattava di una semplice missione esplorativa, ma di un tentativo alla cieca di trovare nuovi giacimenti di un minerale assai specifico.
In fatto di minerali l’Orlo Esterno era il quadrante più ricco della galassia, poiché poco conosciuto.
Durante le numerose esplorazioni svoltesi negli ultimi vent’anni, a partire dalla fondazione dell’Impero stesso, erano stati ritrovati grandi giacimenti d'oro, stagno, zinco, tungsteno e uranio.
Ma quasi tutti questi minerali erano altrettanto abbondanti sui pianeti minerari vicini al Centro Imperiale.
 Kreist conosceva troppo bene la galassia per chiedere ai suoi superiori come mai volessero andare proprio in un pianeta come questo, e comunque lo aveva scoperto abbastanza presto.
Una volta che la spedizione ebbe superato l’atmosfera del planetoide e si trovò nella foresta pluviale, i geologi cominciarono a perlustrare il fiume e i letti dei torrenti.
 Il fatto che cercassero giacimenti alluvionali significava che speravano di trovare cristalli. Risultò che si trattava proprio di cristalli. Ma non di cristalli qualsiasi.
I geologi erano a caccia di quelli che chiamavano cristalli kyber, quelli che durante la Repubblica erano utilizzati dai Jedi per fabbricare le spade laser!
Si riteneva che gli ultimi giacimenti, su Jedah, fossero stati completamente prosciugati, ma, a quanto pare, nell’Orlo Esterno sembrava che ce ne fossero altri mai utilizzati.
 Ogni nuovo campione veniva immediatamente sottoposto a una prova elettrica. La conversazione che ne derivava era oltre la portata di Kreist— discorsi su divari dielettrici, ioni di reticolo, resistività. Comprese però che quelle che importavano erano le proprietà elettriche dei cristalli, che li rendeva una grande fonte d’energia.
Lo stormtrooper ne aveva esaminati parecchi, ed erano tutti bianchi a causa della loro purità.
Per dieci giorni, la spedizione era passata da un deposito alluvionale all'altro. Era la procedura normale: se trovavi oro o cristalli nei letti dei torrenti, proseguivi a monte verso la presunta fonte erosiva dei minerali. La spedizione si era spostata a un'altitudine maggiore, lungo i pendii occidentali di una catena vulcanica del pianeta.
E tutto procedeva normalmente finché un giorno, verso il mezzodì, gli animali incaricati di portare la maggior parte delle scorte si rifiutarono recisamente di proseguire.
Kreist convocò il loro responsabile. << Che diavolo hanno gli animali ?>>
<< Questo posto…è forte nel lato Oscuro della Forza. Dovremmo rimanerne lontani >> disse l’uomo con un sussurrò, seguito rapidamente dai borbottii dei compagni.
Kreist sospirò.
Come tanti imperiali, era profondamente stufo di sentir parlare della Forza.
La Forza era dappertutto, nelle piante e nelle rocce e nelle tempeste e in ogni genere di nemici. Ma la fede nella Forza  era diffusa in gran parte della Galassia e saldamente radicata.
Kreist era stato costretto a sprecare il resto della giornata in tediosi negoziati.
Alla fine, raddoppiò loro il salario, ed essi accettarono di proseguire.
Lo Stormtrooper considerò l'incidente un'irritante manovra delle guide. Si poteva star certi che prima o poi gli allevatori avrebbero fatto appello a qualche superstizione per farsi aumentare la paga, una volta che la spedizione si fosse talmente inoltrata sul campo da dover dipendere da loro.
Ma aveva messo in bilancio questa eventualità e, una volta accettate le loro richieste, non ci pensò più. Non si preoccupò neanche quando s'imbatterono in varie zone coperte di frammenti sparsi di ossa — che spaventavano molto i geologi.
Dopo averle esaminate, scoprì che non si trattava di ossa umane ma di quelle piccole e delicate dei Kowakian, piccole creature simili a scimmie che vivevano sugli alberi, molto diffuse nei pianeti tropicali.
Era comunque vero che c'erano moltissime ossa, e Kreist non aveva idea del perché fossero così disseminate. Tuttavia, di cose inspiegabili, nei pianeti dell’Orlo Esterno ne aveva viste tante.
Non si lasciò neppure impressionare dai frammenti di pietra coperti di vegetazione che incontrarono poco dopo, da cui si poteva dedurre che in questa zona c'era stata un tempo una città.
Si era già imbattuto altre volte in ruderi inesplorati.
La prima sera s'accampò nei pressi delle rovine.
I portatori, presi dal panico, sostenevano che le forze maligne li avrebbero attaccati durante la notte. La loro paura contagiò anche i geologi. E Kreist, per farli star tranquilli, aveva disposto per la notte due sentinelle, se stesso e Jamon, il più fidato dei suoi sottoposti.
La considerava una stupidaggine, ma gli era parsa una mossa politicamente opportuna. E, proprio come si aspettava, la notte era trascorsa tranquilla. Verso mezzanotte c'era stato un po' di movimento tra i cespugli, e qualche sommesso ansito sibilante che lui aveva attribuito a un grosso felino.
Per il resto, era andato tutto benissimo, e adesso era ormai l'alba : la notte era passata.
Attirò la sua attenzione una sorta di sommesso BIP.
Lo udì anche Jamon, che rivolse a Kreist un'occhiata interrogativa.
 Sulla trasmittente lampeggiò una luce rossa.
Lo Stormtrooper si alzò e attraversò il campo per avvicinarsi all'apparecchio.
S'accovacciò sulla nera cassetta del trasmettitore con il suo ID rettangolare.
Premette alcuni pulsanti e comparve sullo schermo la scritta SD MI che annunciava una trasmissione dalla nave che orbitava attorno al pianeta. Premette il codice di risposta e lo schermo stampò HK.
Ciò significava che l’ammiraglia chiedeva di trasmettere con l’Holo-Video.
Diede un'occhiata alla macchina sul suo treppiedi e vide che sulla cassetta stava ancora lampeggiando la luce rossa.
Premette il pulsante del portante e lo schermo stampò SATLOK ad annunciare l'arrivo imminente di una trasmissione via satellite.
Ora ci sarebbe stata un'interruzione di sei minuti, il tempo richiesto per agganciare il segnale rimbalzato dall’ammiraglia.
Forse era meglio svegliare il capo geologo, pensò.
In alto, i Kowakian stridevano e strillavano sugli alberi scuotendo i rami.
Kreist alzò gli occhi, chiedendosi che cosa li avesse scatenati. Ma la mattina era normale che i Kowakian litigassero tra loro.
In quel preciso istante, qualcosa lo colpì leggermente al petto. Pensò dapprima che fosse stato un insetto, ma poi, abbassando lo sguardo sull’armatura, vide una macchia rossa, e un succoso pezzetto di un frutto rosso rotolò sul telaio bianco,spiaccicandosi sul terreno fangoso.
 Quelle maledette scimmie stavano lanciando bacche.
 Si chinò a raccoglierlo. E si rese conto che non si trattava di un pezzo di frutto. Era un bulbo oculare umano, schiacciato e viscido al tatto, di un bianco rosato con un filamento del bianco nervo ottico ancora attaccato dietro. Si girò con il blaster in mano e rivolse lo sguardo verso la roccia dove sedeva Jamon.
Ma Jamon non c'era più.
Kreist riattraversò il campo.
In alto i Kowakian erano ammutoliti.
Udì i suoi stivali fare squisc nel fango, mentre passava davanti alle tende dei dormienti. E poi di nuovo quella specie di ansito sibilante. Un suono strano, sommesso, trasportato dalla turbinosa nebbia mattutina. Kreist si domandò se non si era per caso sbagliato, se si trattava davvero di un felino.
Fu allora che vide Jamon.
Giaceva supino, senza casco, in una sorta di aureola di sangue.
Il suo cranio era stato schiacciato da entrambi i lati, le ossa facciali ridotte in frantumi, il viso ristretto e allungato, la bocca aperta in uno sbadiglio osceno, l'occhio superstite spalancato e sporgente. L'altro era esploso lontano per la forza dell'impatto.
Chinandosi a esaminare il cadavere, Kreist si sentì martellare il cuore.
Si domandò che cosa potesse aver provocato un tale disastro. Poi, udì di nuovo il sommesso ansito sibilante e stavolta era praticamente certo che non si trattava di un felino. Allora i Kowakian cominciarono a stridere e lo Stormtrooper balzò in piedi urlando.
Poi…in tutta la giungla risuonarono gli spari.



Com'era ? Spero bello ! Per scoprire in cosa sono incappati gli stormtrooper e quali informazioni la Forza ha rivelato a Vader...bhe, dovrete aspettare il prossimi cap !

 

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