Verità nascoste (False Bugie #2)

di Tati Saetre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo - Bella ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo - Edward ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo - Bella ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo - Edward ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo - Bella ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo - Edward ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo - Bella ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo - Edward ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo - Bella ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo - Edward ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo - Bella ***
Capitolo 12: *** Epilogo - Bella ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo - Bella ***


“Non ti lascerò mai sola

NOTE A FINE CAPITOLO!

 

Primo capitolo - Bella

 

“Non ti lascerò mai sola.

Ti proteggerò.

Bella, ti proteggerò.

Non sarai mai sola.”

 

Sobbalzo, sudata dalla testa ai piedi. Ho anche il fiatone, mentre cerco di rimettere insieme i pezzi.

L’ho sognato di nuovo.

Non ci metto molto a capire cosa sia successo, durante il sogno.

L’ho sognato di nuovo.

Nel sogno mi trovo in una stanza illuminata, che mi acceca. Mi ricordo soltanto il mio respiro mozzato, e quella voce così dolce e rassicurante, promettendomi che non mi avrebbe mai lasciata sola.

Da quando ho memoria, quel sogno ha sempre fatto parte di me. Ci sono notti in cui non lo rivivo, ma io spero sempre che torni nella mia testa. Vorrei riuscire a capirne di più, vorrei vedere i lineamenti della persona che mi parla. L’unica cosa di cui sono sicura, è che è un uomo. Un ragazzo, almeno credo. Da quando sono qui in ogni voce ho sperato di trovare la sua, ma non ci sono mai riuscita. Nessuno dei ragazzi, qui, ha una voce delicata e rassicurante.

Chiunque fosse – però -, non ha mantenuto la parola.

Sono sola.

So per certo poche cose, ma proprio su una, non posso sbagliarmi: Sono sola.

 

Questo pensiero mi perseguita per metà giornata, fino al pranzo. Dopo il sogno non sono più riuscita a riaddormentarmi, così ho deciso di prendere in mano un vecchio libro che mi ha dato Aro tempo fa.

Addestramento alle nuove reclute. Vol. 1 Aro, Marcus e Caius Volturi.

Avevo storto il naso leggendo chi erano gli autori del libro, però non avevo osato disobbedire ad una delle gentili richieste di Aro.

Il libro era diviso da una parte teorica ed una pratica, e continuo a sperare che non debba prendere parte a quella pratica. Non voglio infliggere ad altri quello che è stato fatto a me, ben che meno a Tanya e Edward.

Sono proprio loro a riportarmi con i piedi per terra, quando butto un’occhiata all’orologio. Mancano appena venti minuti alla nostra lezione. Rabbrividisco al solo pensiero. Ancora mi chiedo perché Aro abbia scelto me, e non i suoi prediletti: Jane e Alec. Loro hanno sempre seguito alla perfezione l’addestramento alle nuove reclute, Jane è stata proprio in prima linea quando si era trattato di addestrare me. Rabbrividisco di nuovo, pensando al tutto quel dolore che mi ha inflitto.

Diciassette anni fa. Sembra che sia passato soltanto un giorno, da allora.

Mi alzo, e lentamente mi dirigo ai sotterranei.

Buffo, perché qui esistono sotterranei nei sotterranei.

“Bella.”

“Alec.” E’ proprio lui ad accogliermi, aprendo la porta dietro le sue spalle.

“Avrai modo di osservarlo, prima.” Mi segue, nella piccola stanzetta circondata da mura buie e che cadono a pezzi. Conosco bene questa stanza. E’ divisa in due parti, e proprio davanti a me trovo uno spesso strato di vetro che mi separa dall’altra parte della stanza. A differenza del buio che circonda me e Alec da questa parte, lì una luce accecante fa chiudere gli occhi al ragazzo disteso su un letto di ferro, coperto da un semplice lenzuolo bianco e stracciato.

Edward.

I suoi polsi sono stretti nelle catene malandate, che ormai hanno visto passare troppa pelle sotto di loro. La luce lo sta accecando. Indossa soltanto dei pantaloni che gli arrivano sopra il ginocchio. Il petto nudo è coperto da graffi, e vedo l’addome alzarsi ed abbassarsi lentamente.

Sta cercando di respirare. E a quanto pare, non ci riesce così bene.

Dentro di me sento il sangue ribollire. So cosa sta provando, lo so perfettamente. So che prima di me è passata Jane, senza che neanche Alec me lo confermi. Conosco lo sguardo di chi conosce Jane, solo per poco. So cosa può infiggergli con una sola occhiata.

“E’ tutto tuo, Bella.” Mi ridesto di scatto, togliendo per la prima volta da quando sono entrata lo sguardo dal suo corpo.

Tutto mio?”

“Prima di fartelo conoscere per bene, Aro e Jane sono passati per dargli un’occhiata.”

“Un’occhiata?” Alec ride, pensando di essere divertente.

“Sì. Hanno cercato di farlo parlare in qualche modo, senza successo.

“Perché con me le cose dovrebbero cambiare?” Chiedo di getto, senza pensare.

“Aro pensa che un metodo più consono e delicato possa essere più utile del solito addestramento.” Storce il naso, buttando un’occhiata dietro il vetro.

“Non sei d’accordo?”

“Nessuno è mai venuto su bene senza il vero Addestramento. Ma gli ordini del Capo non si discutono, quindi ora tocca a te. Alec fa per andarsene, ma lo fermo di nuovo.

“La ragazza?”

“Oh, hai ragione. Li vedrai separatamente. Forse nemmeno ti occuperai di lei.”

“Perché?”

“Credo che le domandi bastino per oggi, mia Stella.” Ha usato lo stesso tono di Aro, facendomi rabbrividire.

“Va bene.”

“Per qualsiasi problema, sono con Jane nella stanza accanto.” Chiude la porta dietro di sé, e anche stavolta non ho bisogno di spiegazioni. So che nella stanza accanto i gemelli si stanno occupando della ragazza. Tanya.

Non ho dimenticato i loro nomi, come potevo? Rivedere e rivivere tutto quello che io ho passato… Se avessi soltanto qualche potere come loro, farei in modo che tutto questo non accada.

Pensa a Edward. Pensa a Edward.

Alzo lo sguardo, trovandolo come prima: rannicchiato da un lato, con gli occhi serrati.

Starà morendo di fame.

E nelle mie vene scorre del sangue.

Dovrei schiacciare l’altoparlante per dirgli qualcosa, per farlo almeno alzare da quel pezzo di ferro. E’ così che funziona, ogni volta: parli con la nuova recluta attraverso il vetro, cercando di fargli capire le cose più importanti. Poi, le guardie di Aro – le più forti – si occupano di lui. Lo prendono, e lo spostano in un’altra stanza. Dove non ci sarà più un vetro a separarci. Aro racconta che non c’è voluto molto, per farmi arrivare alla Fase 2, come la chiama lui. Sono stata molto collaborativa, sin dall’inizio. La Fase 3 invece, non sono riuscita ancora a superarla dopo diciassette anni. Uccidere. Non ne ho la forza, ne la volontà. Ma so che Edward lo farebbe.

Perché è diverso da me. L’ho capito dai suoi occhi rossi, dai canini sporgenti e dal ringhio che ha fatto. Ho visto molte volte la sua espressione sugli altri. Ho visto Aro e i suoi fratelli che mangiavano, e non erano loro. Era un puro istinto animalesco, niente di più. I loro occhi iniettati di sangue, l’odio che ribolliva dentro di loro, i canini sporgenti… Edward è un vampiro. E non è come me. Nessuno, qui, è come me.

Spingo lentamente la maniglia che ci separa, cercando di fare meno rumore possibile. So che non dovrei farlo, lo so benissimo. So che non dovrei passare dall’altro lato, non così presto. O almeno, non posso farlo da sola.

Ma io non sono come loro.

Quando richiudo la porta alle mie spalle, quasi strillo dallo spavento.

E’ qui, a pochi centimetri da me. La distanza è così poca, perché le catene non gli permettono di avvicinarsi di più. Se solo faccio un passo, avrà il suo pranzo servito su un letto di ferro.

Senza nessuna fatica.

E-Eward.” Sussurro, maledicendomi. La prima regola dell’addestramento è semplice: non farti sorprendere impreparata. Ed io, in questo momento, non nemmeno quello che sto facendo.

Quello che esce dal corpo di Edward è un altro ringhio, stavolta più contenuto dell’altra sera. Mi scruta, iniziando dal mio viso e andando giù fino alle gambe. Poi, torna a puntare lo sguardo su di me.

“Isabella.” Allargo gli occhi, deglutendo rumorosamente.

E’ un vampiro e sente tutto, Bella.

Ma nessuno mi chiama così. Nessuno. Non qui.

Mi scruta di nuovo, posando quegli occhi rossi nei miei. E’ trasandato, i capelli sono attaccati alla fronte, e le cicatrici sul corpo non sembrano di certo farlo stare bene.

“Isabella.” Ripete, questa volta sussurrando dolcemente. Cerca di avvicinarsi di più, ma le catene glielo impediscono.

“Come fai a sapere il mio nome?”

Che domanda stupida, Bella. Stupida. So come fa a sapere il mio nome, ma non di certo quel nome.

“Io… ho molta sete, Isabella. Veramente tanta.” So anche cosa sta cercando di fare. Ammaliarmi. E’ una cosa che riesce bene alla maggior parte dei vampiri, soprattutto quando sono come Edward.

Belli come Edward, con una capacità persuasiva come poche.

Ma non posso farmi ammaliare da un vampiro. Non quando proprio Aro in persona mi ha chiesto di prendermi cura di lui. Addestrarlo. Se cercasse di farmi del male, non farebbe nemmeno in tempo. Sono la Stella di Aro, una pietra preziosa qui.

“Spostati.” Questa volta non lascio che dica niente, perché poso entrambe le mani con forza sulle sue spalle, cercando di rimetterlo al suo posto, sopra quel letto. Ma quello che accade è fuori ogni mia aspettativa. Mi aggrappo con forza alle sue spalle, cercando di non cadere. La testa mi gira vorticosamente, mentre immagini su immagini si affollano nella mia mente.

Quella che credo essere una scuola, e quattro ragazzi seduti su una panchina

Un uomo con i baffi e una divisa da poliziotto.

Una cucina piccola, una tazza di latte e cereali.

Un cielo grigio, e tanta pioggia.

Una macchina grande, vecchia e rossa.

Un ragazzo dai capelli rossi, un sorriso bianco e dei bellissimi occhi dorati.

Mi stacco con forza da lui, con le spalle al muro. Faccio in modo che le catene non possano farlo avvicinare tanto.

C-cosa C-cos’era quello…”

Ero io. Io, in un’altra vita. Una vita che non ricordo, e che non sono mai riuscita a ricordare. Cerco di respirare lentamente, mentre il suo sguardo è ancora puntato su di me. Gli occhi mi bruciano, ma cerco di riportarmi alla realtà.

Non è possibile. Avrà dei poteri come quelli di Jane e Alec. Può farmi vedere cose che non sono mai successe. Cose che desidero di vedere.

“Isabella.” Alzo lo sguardo, posandolo con decisione su di lui. “Isabella.” Ripete nuovamente, questa volta in sussurro. Non sei sola. Non sarai mai sola.” Cerco a tastoni la maniglia della porta, aprendola e uscendo di corsa. Ancora di corsa e con il fiato rotto, trovo la porta della mia stanza. Entro, boccheggiando.

E’ lui.

Il mio sogno, è lui.

 

NOTE:

Eccomi qui! E’ passato un po’ di tempo, da quando avevo detto che avrei pubblicato la seconda parte di False Bugie a Marzo. Povera me, chiedo perdono.

C’è voluto un po’ per partorire questa storia, perché non volevo lasciare nulla al caso. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! E spero di leggere i vostri pareri, voglio proprio sapere secondo voi cosa succederà!

Un abbraccio, e grazie mille per aver letto <3

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo - Edward ***


I Volturi stanno arrivando

NOTE A FINE CAPITOLO

 

Secondo capitolo – Edward

Diciassette anni prima

 

I Volturi stanno arrivando.

I Volturi stanno arrivando, per portare via Bella.

Passo entrambe le mani sul viso, sospirando rumorosamente. La parte peggiore di me sta uscendo fuori.

Vogliono Bella. La mia Bella.

Vorrei uccidere Charlie, farlo a pezzi e buttarlo nel fuoco. Renée lo seguirebbe subito. Vorrei uccidere tutti i Volturi, in particolare Aro. Farli a pezzi, toglierli quel piccolo brandello di anima che è rimasto nei loro corpi immortali.

“Non è una soluzione.” Ringhio ad Alice, che si è avvicinata lentamente e senza far rumore.

“Dovrebbe. Porteranno via Bella.”

“Glielo dovremmo lasciar fare.” Ringhio ancor più forte, facendo sporgere i miei canini. Vorrei uccidere anche mia sorella, in questo momento.

“Cosa?”

“Io l’ho visto, Ed. Ora, non esiste una soluzione.”

“Oh, certo che esiste. Io andrò con lei.”

“Tu non andrai da nessuna parte.” Obbietta Alice, assottigliando gli occhi.

“Chi può impedirmelo? Tu, forse?” La mia è una risata amara, inesistente.

“Sì, se necessario. Io, e tutta la tua famiglia. Non possiamo salvare Bella dal suo destino. Non ora.”

“E quando, sentiamo?”

“Tra diciassette anni.” Questa volta la risata che faccio fa tremare le pareti.

Diciassette anni? Un lasso di tempo molto preciso, Alice. Illuminami, forza! Continuerai a vedere cosa faranno a Bella per diciassette anni? Come la maltratteranno e la rinchiuderanno nei loro sotterranei? E noi cosa dovremmo fare, invece? Aspettare che si liberi da sola, che tra diciassette anni venga a suonare al campanello di casa nostra?” Sono arrabbiato, feroce. Tiro un pugno alla roccia davanti a me, mandandola in mille piccoli pezzi.

“Succederanno tante cose, Edward. Dobbiamo farle succedere.”

“Le tue visioni non sono mai state nitide, Alice. Mai.” Lei alza gli occhi al cielo, avvicinandosi di qualche passo.

“Ho un piano.” Sussurra appena, così che soltanto io possa sentirla. “Ho un piano che funzionerà, Edward. Non lascerò che i Volturi si prendano Bella. Ma dovranno farlo.”

“Per diciassette anni?”

“Non uno di più, né di meno. Diciassette anni.”

“Perché diciassette?” Domando, scrutandola.

“Serviranno diciassette anni per convincere tutti i clan ad unirsi a noi. Diciassette anni, per convincerli a combattere i Volturi. Dovremmo combattere i Volturi, Edward. In un modo o nell’altro. Ma non possiamo farlo da soli, e non ora.

“Diciassette anni per convincere i Clan? Non è possibile, Alice. Possiamo metterci molto meno. Partirò io stesso, ora. Andrò a parlare con tutti, e…” Ma ciò che leggo nella mente di Alice mi fa ammutolire.

“Hai capito, adesso.” Annuisco appena, impercettibilmente. “Edward, serviranno diciassette anni.” Scandisce bene le parole. “Tra dieci anni, nascerà Nahuel. Aspetteremo altri sette anni, e lui diventerà un adolescente. Per sempre. Sarà il nostro permesso per entrare dai Volturi, e riportarci Bella a casa. Io l’ho visto, Edward.” Ripete, posando la sua mano sul mio braccio. “Bella non è l’unica. Non sarà l’unica. Nasceranno altri ibridi, e sopravivranno. Aro non potrà farci nulla. Renée non è morta, quando ha dato alla luce Bella. Non lo farà nemmeno la madre di Nahuel. Quando Aro li vedrà, tra diciassette anni, capirà che non sono una minaccia. Gli ibridi non sono una minaccia, e non lo saranno mai. Ma dobbiamo aspettare, Edward.”

“E cosa faremo?”

“Andremo via da qui, e lasceremo Charlie e Bella.” Di scatto, le scosto la mano che aveva posato sul mio braccio.

“Io non lascerò Bella.”

“Dobbiamo farlo, Edward.” Una tranquillità che non sentivo da tempo mi invade, e so già perché.

“Non usare i tuoi poteri su di me, Jasper.”

“Sono un militare, Edward. Ho combattuto una guerra civile. Prima insieme agli umani, e poi ai vampiri. Voi… no. Non avete mai preso parte ad una guerra. E questa lo sarà, a tutti gli effetti. Abbiamo bisogno di tempo, di pensare, e di un trofeo da portare ai nostri nemici. Nahuel sarà perfetto. Il secondo ibrido, dopo Bella. Vivo, in salute e con i suoi genitori. Se i Volturi vedranno che gli ibridi non sono un male, li lasceranno andare.

“Io non lascerò Bella.”

“Charlie ha sbagliato, Ed. Ma ha visto portar via la donna della sua vita, la sua Cantante. Pensava di trovare un modo per salvare Bella, una volta che i Volturi fossero arrivati. Ma non può farlo, non da solo. Non possiamo farlo nemmeno noi, Edward. Dobbiamo aspettare.”

“E cosa faremo?” Vedo negli occhi di Jasper un cipiglio di felicità e autorevolezza. Sarà lui, il Generale di questa guerra.

“Lasceremo Charlie e Bella, Edward. I Volturi arriveranno con la loro merce di scambio, porteranno via Bella e lasceranno Renée.” La loro merce di scambio. “Se c’è una cosa di cui dobbiamo fidarci, è che Aro rispetta sempre la parola data. Porterà qui Renée, e non torcerà un capello a nessuno. Una volta via, Charlie e Renée cercheranno di trovare una giustificazione, e se ne andranno per sempre da Forks. Noi, andremo dai nostri parenti. Cercheremo di parlare con loro, di convincerli a venire con noi. Nahuel sarà una garanzia, Edward. Tutti, dopo averlo visto, decideranno di stare dalla nostra parte. Tutti ne saranno entusiasti, Edward. Un umano e un vampiro possono avere dei figli. Non dei bambini mortali. Ma dei veri e propri bambini. Questo cambierà tutto, Edward. Tutto.”

“E non pensi a Bella? Cosa faranno a lei, per diciassette anni? La tortureranno, Jasper! La faranno a pezzi, useranno qualsiasi metodo. Qualsiasi. E entrambi sappiamo cosa fanno i Volturi.” Respiro profondamente, anche se serve a poco, nella mia condizione. “Io andrò con lei.” Decreto. “Aspetterò con lei, diciassette anni. Vi aspetteremo. E quando arriverete con Nahuel, saremo liberi.

“NO!” Strilla Alice, con gli occhi fuori dalle orbite. “No. No. No. Aro può rilasciare Bella, perché non andrà lì di sua spontanea volontà… Dio!” Alice inizia a camminare avanti e indietro. “Non capisci, Edward! Tu non capisci! Quello di Bella è un vero e proprio rapimento. Dopo aver visto Nahuel, Aro sarà obbligato a lasciare Bella! Ma tu… così andrai con lei di tua spontanea volontà! Aro non ti lascerà andare così facilmente, Edward. Non possiamo rischiare di prendere Bella, e perdere te. No.” Scuote la testa energicamente, e se poteva piangere, ora il suo viso sarebbe invaso dalle lacrime.

“Mi dispiace, Alice. Ma io non sono Charlie. Io non rinuncio a Bella così facilmente, come ha fatto lui. Io cercherò ogni modo per salvarla. Ogni modo.”

“C’è un solo modo, Edward.” La voce di Carlisle mi fa voltare di scatto.

“Proprio tu, Carlisle. Non puoi pensare che io lasci Bella.”

“Non lo penso, Edward. Ma mi fido di Alice. Riprenderemo Bella ad ogni costo. Anche se dobbiamo aspettare diciassette anni.

“Io non aspetterò diciass-” Ma non faccio in tempo a finire la frase, perché i miei occhi iniziano a chiudersi lentamente. Molto lentamente. Sono più di diciassette anni che non dormo. Ma inconsapevolmente, cado a terra in un sonno profondo.

 

Ora

 

Apro gli occhi lentamente, stringendoli subito dopo. La luce mi acceca, e la sete… non riesco più a sopportarla.

Ringhio.

Ringhio contro quelle pareti vecchie.

Ringhio contro le sbarre che mi separano dall’unica via d’uscita.

Ringhio contro la porta, dove so che dall’altra parte si trova Tanya.

Ringhio contro quei vampiri, che mi hanno reso prigioniero. Ed hanno reso prigioniera la mia Bella.

Sono arrivato qui, ma non nel modo che Alice e Jasper avevano visto e pianificato. No.

Perché sono arrivato qui a mani vuote, e senza il mio passepartout: Nauhel.

 

 

NOTE:

Buonasera a tutti! Vorrei spiegarvi un po’ di cose, in questo angolino:

1.                           Verità nascoste sarà strutturata in questo modo: Un capitolo da POV di Bella, e uno dal POV di Edward. Quello di Bella è ambientato al PRESENTE, mentre quello di Edward sarà composto DA SOLI FLASHBACK, per farvi capire cosa è successo in questi diciassette anni.

2.                           Ricordate Nahuel, vero? Se siete delle vere twilighters, lo ricordate che sì. Se invece non lo ricordate, vi aiuto: Nahuel è l’ibrido che Alice è andata a cercare insieme a Jasper in Breaking Dawn, proprio per dare conferma ad Aro che gli ibridi non sono una minaccia. Darò a Nahuel molta importanza nella mia storia, quindi tenetelo d’occhio!

3.                           Alla fine del flashback di Edward, leggete che dopo aver parlato con Carlisle si addormenta. Com’è possibile, vi chiederete voi? Beh, spiegherò anche questo nel corso della storia!

4.                           Cercherò di aggiornare la storia OGNI MERCOLEDI’ E OGNI DOMENICA. Per ora ci sto riuscendo, incrociate le dita! Per quanto riguarda i capitoli invece, ancora non so dirvi come sarà strutturata. Lasciando due POV, credo che Verità Nascoste sarà più lunga di False Bugie.

Detto questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Grazie per aver letto!

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo - Bella ***


Alzo lo sguardo, buttando un’occhiata all’orologio appeso sulla parete

Terzo capitolo - Bella

 

Alzo lo sguardo, buttando un’occhiata all’orologio appeso sulla parete.

14.20

La settimana prima, alle quattordici dovevo recarmi in una delle gabbie nei sotterranei per l’addestramento.

Ora – una settimana dopo – non posso più farlo. Dopo essere scappata da quella piccola stanza, sono stata convocata da Aro. Che senza preamboli mi ha spiegato che non era il mio tempo. Ci aveva provato, ma non ero ancora pronta. Per addestrare le nuove reclute. Per parlare con loro. Con lui.

Non so se Aro abbia capito qualcosa del mio fugace incontro con Edward, eppure è stata l’ultima volta che sono riuscita a vederlo. A toccarlo. Tutte quelle immagini che sono riaffiorate nella mia mente dopo quel semplice tocco… non possono essere state un caso.

Non l’ho più sognato.

Dopo aver capito che la voce nei miei sogni era proprio quella di Edward, è come se tutto fosse diventato buio. Non sono più riuscita a sentirla, nemmeno nei miei sogni. Non è più tornato.

Non sei sola. Non sarai mai sola.

Eppure non riesco a credere alle sue parole.

Alle parole di uno sconosciuto, visto una sola volta.

Alle parole di un vampiro che non ho mai visto.

Almeno credo.

Perché le parole che mi ha detto… Dio, ci ho creduto così tanto.

Ci ho creduto nei giorni successivi, sola nella mia stanza.

Ci ho creduto mentre mi muovevo silenziosamente nei sotterranei, ritornando a svolgere tutti i compiti che avevo prima.

Prima di lui.

Prima dell’arrivo di quel vampiro, che prima avevo solo visto in sogno.

Eppure… si trattava davvero solo di un sogno?

Non faccio altro che pensarci. Non riesco ad addormentarmi bene e a mangiare. Non riesco a svolgere tutti i miei vecchi compiti come facevo prima, perché c’è questo unico fardello che rimbomba nella mia testa, nella mia pancia e in ogni vena del mio corpo.

Non sei sola. Non sarai mai sola.

Allora perché? Perché non faccio altro che sentirmi così sola?

Non trovo le risposte – e lo so – che da sola non le troverò mai.

Per questo, so cosa devo fare.

 

 

Sobbalzo, quando sento bussare alla porta della mia camera.

“Sì?” La maniglia si abbassa, rivelando Gianna.

L’unica umana.

“Bella, Aro vuole vederti.”

“Di nuovo?”

“Ti aspetta.” Annuisco, mentre Gianna richiude la porta dietro di lei e sparisce dalla mia visuale.

Di nuovo.

Ultimamente Aro mi sta tenendo sotto tiro, e non sono l’unica ad essersene resa conto. Da molto più spago a me di quanto ne abbia mai dato a Jane e Alec. E questo non va per niente bene ai due fratelli. E’ come se si sentissero… minacciati da me. Rido da sola, scuotendo la testa. Come possono due dei vampiri più spietati della Terra essere minacciati da me?

Ancora con il sorriso sulle labbra esco dalla mia stanza, impiegando più o meno tre minuti per arrivare da Aro. Busso una volta, senza aspettare risposta. Appena entro lo vedo seduto sul suo enorme trono, quello centrale. E’ solo, e questo mi preoccupa un po’. Non è mai solo.

“Stella!” Accenno un movimento del capo, immobile. “Vieni, avvicinati a me.” So che la disobbedienza non rientra nelle regole di Aro, quindi senza obbiettare mi incammino verso di lui.

“Vieni, vieni qui.” E’ ancora seduto, quando con un gesto della mano mi invita a salire vicino a lui.

“Succede qualcosa?” Sussurro appena, prima che lui prenda entrambe le mie mani tra le sue. Lo fa spesso, e tutte le volte che si ritrae sembra quasi scottato. Arrabbiato e confuso.

“Voglio allietarti con una bella notizia.” Lascia le mie mani, indicando il trono di Marcus, proprio vicino al suo. “Accomodati.” Non l’ha mai fatto, eppure continuo a non dire nulla. Silenziosamente, mi siedo su quella gelida poltrona.

“A breve ci sarà una grande festa, mia Stella.”

“Una festa?” Mai – mai – in diciassette anni ho partecipato ad una festa. Che non fosse una carneficina vampiri-uccidono-umani, perché è così che loro la definiscono: una festa.

“Che tipo di festa?” Domando di nuovo, guardando Aro.

“Diciamo che non sarà una festa di compleanno, ecco. Sarà una vera e propria cerimonia.”

“Una cerimonia?”

“Un matrimonio, mia Stella.” Allargo gli occhi, ed Aro non ci mette molto a capire il mio shock.

“Un matrimonio?” Continuo a ripetere quello che Aro mi dice, come un pappagallo.

“Un fantastico matrimonio. Sarà una celebrazione mai vista prima. Avremmo molti ospiti in quel periodo, mia Stella. Vampiri pronti a recarsi qui da ogni parte del mondo. Saranno settimane dure, quelle che seguiranno. Dovremmo preparare tutto nei minimi particolari, e mi servirà il tuo aiuto. Sbatto gli occhi, perché ancora non riesco a credere a quello che sta succedendo.

Un matrimonio? Vampiri che arrivano da tutto il mondo?

“Come posso aiutarti, Aro?”

“Spero che tu sia disposta ad accettare la mia proposta, Stella.”

“Di che proposta stai parlando?” Aro si alza, e dalla tasca del lungo mantello nero che porta tira fuori una piccola scatola nera.

“Tu sei diversa, Isabella.” Sarà la seconda volta che usa il mio nome per chiamarmi. “Sei una pietra preziosa per noi, e soprattutto per me. Non voglio che ti accada niente, per nessuna ragione al mondo. Ed ora, penso che sia arrivato il momento di fare un passo avanti. Hai bisogno di tutta la nostra protezione, e qui ne hai abbastanza. Non posso separarmi da te, e non posso accettare che ti succeda qualcosa. Qualcosa che non dovrebbe accadere.” Apre lentamente la scatola, rivelando un anello piccolo, con una pietra nera incastonata. “Per la tua totale protezione, per non rischiare che qualcosa possa andare storto e per l’affetto che mi lega a te da anni” sento il sangue ribollirmi nelle vene, e un conato di vomito salire. “Voglio che tu diventi mia moglie, Isabella. La donna che sarà accanto a me per il resto della nostra esistenza. Per sempre.” Deglutisco rumorosamente, e cerco di tenere i pugni stretti, perché so che le mie mani stanno tremando fin troppo. Lui tira fuori l’anello dalla scatola, e senza chiedermi nulla lo infila delicatamente al mio anulare. “Capisco il tuo shock, mia Stella. Ma non devi darmi una risposta subito, anzi, forse non c’è nemmeno bisogno una risposta effettiva. Avrai un mese per prepararti. Jane e Gianna ti aiuteranno in qualsiasi piccola cosa. Poi, arriveranno tutti i nostri ospiti. Sarà un giorno splendido, lo ricorderanno per il resto delle loro esistenze. Avvicina la mia mano alla sua bocca, baciandola delicatamente. “Sapevo che non ti saresti opposta, Isabella. E sono felice di constatarlo io stesso. Ora, puoi andare.” Indica la porta davanti a noi, mentre lui si risiede al suo posto. Mi alzo barcollando, uscendo senza neanche salutare. Senza proferire parola. Perché lo so, e anche bene.

Non ho una via d’uscita.

Non avrò mai, una via d’uscita.

 

 

Cammino velocemente tra i corridoi bui, senza una destinazione.

Cerco di allungare il passo ogni volta che incrocio qualcuno. So che lo sanno. Io, ero l’unica a non saperlo. E se fosse stato per Aro, forse non l’avrei mai saputo fino a quel giorno.

Il giorno di festa.

Sento gli occhi pizzicare, ma non posso piangere.

Non ora.

Non qui.

Ma non riesco a trattenere un singhiozzo, e il mio respiro si fa sempre più veloce.

Non posso sposarlo.

Non posso essere prigioniera per sempre.

Prigioniera… quella parola rimbomba nella mia testa, e stavolta allungo ancora di più il passo. So dove devo andare. Dove voglio andare.

Scendo le scale di corsa, due a due. Intorno a me è tutto buio, e sembra notte fonda. Cerco di sviare tutte le guardie che trovo sulla mia strada, ma ormai tutti sanno che sono la pupilla di Aro. Nessuno osa rivolgermi la parola senza il mio consenso. Nessuno si avvicina, nessuno fa qualcosa. Niente.

Arrivo al piano terra, correndo per i corridoi deserti.

Respiro profondamente, prima di spalancare la porta che ora mi trovo davanti.

E’ ancora lì.

I graffi sul suo petto si sono accentuati, e gli occhi sembrano sempre più rossi.

Iniettati di sangue.

Ha bisogno di sangue. Ha bisogno di nutrirsi.

“Isabella?” La sua voce è roca, e stringe gli occhi per mettere a fuoco la mia figura. I suoi polsi e le sue caviglie sono ancora incatenati dal ferro vecchio e consumato. “C-come perché sei qui?” Riesce a formulare, deglutendo più volte.

Sta morendo dalla sete. E so quello che devo fare.

Ancora con le lacrime che mi inondano il viso, tiro fuori dalla tasca il pezzo di vetro rotto, trovato poche ore prima. Lo passo sul mio avambraccio, facendolo scivolare dolorosamente dal gomito al polso. Fa male. Fa così male.

Cosa stai facendo?” I suoi occhi ora sono sgranati, mentre cerca di tenersi anni luce distante da me. In una stanza di tre metri. Una gabbia.

“Ho bisogno del tuo aiuto.” Dico, avvicinandomi sempre di più.

Può uccidermi in un secondo. So che lo può fare.

Eppure

“Vattene.” E’ un ordine.

“Bevi.” Allungo il braccio nella sua direzione, mentre il sangue inizia a sgorgare sempre di più. Mi serviranno dei punti.

“Non voglio ucciderti.”

“Ti fermerai. Ho bisogno del tuo aiuto.”

“E tu pensi di aiutarmi in questo modo? Offrendoti a me?”

“Hai detto che non sono sola. Che non sarò mai sola.” Sussurro, mentre sento le lacrime scendere sul mio viso. “Quindi, se vuoi davvero offrirmi il tuo aiuto, bevi. Se lo vuoi davvero, ti fermerai. E se per caso non ci riesci…” Mando giù, stringendo gli occhi. “Uccidimi. Perché non posso continuare a vivere così. Lo vedo digrignare i denti, e so che quello che sto facendo lo sta mandando fuori di testa.

Non vuole farlo. Ma deve farlo.

“Non posso.” Sento il macigno che ho nello stomaco farsi sempre più grande.

Non può farlo. Non vuole farlo.

Sono sola.

“Se davvero vuoi aiutarmi, ho bisogno che tu ti riprenda. E non lo farai mai, se non ne bevi un po’.

“Non posso farlo.” Sbatte la testa contro il muro, facendo scendere un po’ di polvere. Un bel po’ di polvere. “Il tuo sangue canta per me. Non sarei in grado di fermarmi.”

Sei la mia cantante, Bella.

Che significa?

Significa che non ti libererai facilmente di me.

Mi avvicino ancora di più, appoggiando la testa sul suo petto.

“Edward.” Dico, e il suo corpo diventa di marmo. “Io non so chi sei. Io non ricordo.” Respiro, cercando di scacciare indietro le ultime lacrime. “Ma sto cercando di… ricordare. So che c’è qualcosa. Sento che c’è qualcosa.” Tiro su il viso, posando i miei occhi nei suoi. “Se davvero quello che dici è vero… ti prego. Aiutami.” Singhiozzo, tirando su con il naso. “Non lasciarmi da sola.”

Sta vivendo una battaglia interiore, e so che io non riuscirò a fermarla.

Dovrà essere lui, a decidere.

“Mi perdonerai mai? Per tutto questo.” Dice, piegando il viso da una parte. “Mi perdonerai mai?

“Ti ho già perdonato, Edward.” Dico, mentre sento le sue labbra posarsi sulla mia ferita.

Fa male. Fa troppo male.

Ma so anche che mi salverà.

 

 

 

NOTE FINALI

Buonasera lettori!

Strano ma vero, eccoci con l’aggiornamento! Insomma… belle novità per la nostra Bella, no? Credo che molte cose vengano spiegate nel capitolo stesso… di certo le decisioni di Aro non sono dettate dal caso, quindi cercate bene di immaginare perché vuole sposarsi con Bella. Perché? Io non vi suggerisco nulla, sennò vi toglierei la sorpresa! Mi dispiace tantissimo non darvi indizi, ma vi spoilererei tutto *shame*

Quindi, a mercoledì con il capitolo POV EDWARD.

Buona domenica e buona serata!

E – ovviamente -, grazie per aver letto <3

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo - Edward ***


Apro gli occhi, e mi sento… rintronato

Quarto capitolo – Edward

Diciassette anni prima…

 

 

Apro gli occhi, e mi sento… rintronato.

Sono decenni, quasi un secolo che non mi sento così. Come se avessi preso una sbronza colossale, e il giorno dopo ho i postumi.

Ma io non posso prendere una sbronza colossale, e non posso avere i postumi. Sento la gola infiammata, e sento la sete. Tanta sete. Cerco di alzarmi, ma mi rendo conto subito di essere bloccato. I miei polsi sono stretti a delle catene di ferro, che mi tengono fermo su quel letto. Focalizzo velocemente tutto quello che è intorno a me: sono sopra ad un letto abbastanza comodo, in una stanza grande e dalle pareti bianche. Vedo una scrivania davanti a me, con dei libri sopra. Attaccate alle pareti riesco a scorgere diverse foto, e a quel punto capisco benissimo dove sono.

Denali.

Nella stanza di Tanya.

Negli anni precedenti ho passato parecchio tempo in quella stanza, perché avevo trovato in Tanya una vera amica, una confidente. Dopo che Carlisle mi aveva trasformato, mi sono subito allontanato da lui. La sete era troppa, e non potevo seguire la sua dieta. Non volevo. Durante il mio cammino ho incontrato il Clan Denali, e tutti conoscevano Carlisle. Mi hanno proposto di passare un po’ di tempo con loro, di abituarmi a quella dieta. Anche loro, sono come Carlisle. Come me. Come noi. Non uccidono nessuno, e si nutrono esclusivamente di sangue animale. Ma all’epoca era più forte di me, non ci riuscivo. E’ stata Tanyala maggior parte delle volte -, ad aiutarmi. Non ci ho messo molto a capire che lei provava qualcosa nei miei confronti, e l’ho letto più volte nei suoi pensieri. Eppure, non è mai andata oltre. Non ha mai provato a fare qualcosa, rispettando le mie decisioni. Non ha detto nulla, quando ho un paio d’anni dopo ho deciso di andarmene da Denali, riunendomi con Carlisle, che nel frattempo aveva incontrato Esme.

Ed eccomi qui, quasi cinquant’anni dopo, nella camera di Tanya.

“Buongiorno vampiro!” E’ la sua voce ilare quella che sento, mentre io non riesco a trattenere un ringhio. Sono anni che non vedo Tanya, ma questo non è nemmeno il modo giusto: incatenato al suo letto. “Da quanto tempo non ti facevi una bella dormita?” Scansa la sedia da sotto la scrivania, si siede e si tiene a debita distanza da me. “A volte, vorrei farmene una anch’io. Hai sognato qualcosa?” Il suo tono continua ad essere divertito, mentre una rabbia nera cresce dentro di me.

Bella.

Bella.

Bella.

Dove sei, Bella?

“Non è il momento giusto.”

“E’ sempre il momento giusto.” Un altro ringhio esce dalla mia bocca, questa volta fa tremare le pareti della camera. Tanya si passa una mano tra i capelli biondi, scacciando la polvere che lentamente le si è posata in testa.

“Non fare il cattivo con me, Ed. In questa storia non c’entro niente.” Dice, allungando poi un dito prima ancora che aprissi bocca. “Aspetta.” Deglutisce, guardandosi intorno. “Ho chiesto agli altri se potevo salire io. Dobbiamo parlare.”

“Parlare?” Chiudo gli occhi in una fessura. “Io non devo parlare con nessuno.”

“Hai ragione.” Dice Tanya, alzando gli occhi al soffitto. “Non devi proprio parlare con nessuno, Ed. Se avessero fatto una cosa del genere a me, gli avrei tutti uccisi. Indica con il dito il piano inferiore, e nella sua mente vedo l’immagine dei Cullen e della famiglia Denali al piano di sotto. Manchiamo soltanto io e Tanya.

“Lasciami andare, e li ucciderò tutti. Forse risparmierò te.” Fa una risata divertita, scuotendo la testa.

“Non sei cambiato di una virgola, Cullen. Ma qui il discorso si fa più complicato.”

“Più complicato? Non ho chiesto niente a nessuno. Io,” preciso, scandendo le parole “non ho chiesto niente a nessuno. Né di portarmi qui, né di finire mezzo addormentato dopo un’iniezione.

“Hai ragione. Un vampiro che dorme, questa sì che è una bella novità. Chiederò a Carlisle se può fare un’eccezione, e darmene qualche dose.

“Non è il momento di scherzare.”

“No. Hai ragione.” Si ferma un attimo, poi punta i suoi occhi nei miei. “Parlami di Bella.”

“Non devi nemmeno nominarla!” Ruggisco, sentendo il rumore delle catene stridere sotto di me.

“Io non sono tua nemica, Edward. Io sono con te.” Mi basta un attimo per capire quello che mi sta dicendo. Lo vedo.

“Marcus?” Sussurro, e so dalla sua espressione che ha colto il mio tono schifato.

“Non giudicarmi, Edward. Ti sei innamorato di un ibrido.” La vedo rabbrividire per un secondo. “Quindi, non siamo nella posizione di giudicarci a vicenda.” Precisa.

“Come… Come…”

E’ una casa piena di vampiri, leggo nella sua mente.

“C’è voluto un po’, per convincerci.” Cambia totalmente discorso. “E noi siamo vostri amici, Ed. Non so cosa possano fare gli altri, quando lo verranno a sapere. Metà vampiri e metà umani. Non tutti capiranno.”

“Bella non è una minaccia!” Tuono, gettandomi verso di lei. Ma le catene continuano a bloccarmi.

“Non dico che Bella sia una minaccia. Nemmeno la conosco. Ma conosco te.” Dice, puntando il dito verso di me. “E so che se ti sei innamorato di questa… ragazza. Se lei è veramente la tua cantante… non può di certo essere una minaccia.

“E?” La invito a continuare.

“Bella non sarà una minaccia, ma tutti gli altri? Quando si verrà a sapere che umani e vampiri possono avere dei bambini… Edward, non sarà facile da digerire. Per niente. Le abilità dei vampiri sono frutto di quello che sapevano già fare da umani. Empatia, per Jasper. La capacità di prevedere  - seppur non con delle visioni – quello che poteva succedere, per Alice. La tua capacità nel leggere le persone, prima che diventassi vampiro. E dopo, hai scoperto di saper leggere tutte le menti.

“Tutte tranne una.”

“Tutte tranne una.” Mi fa eco Tanya. “Quello che cerco di farti capire…” fa un sospiro “Ecco, prendi per esempio Alice e Jasper. Pensa se Jasper fosse un vampiro, ma Alice ancora umana. Lui, con la capacità di manipolare le emozioni altrui. Lei, che ha delle visioni. Non una vampira. Pensa a un’ipotetica figlia, un’ibrida. Metà umana, e metà vampira. Che ha assimilato la capacità di Jasper, e anche il potere di sua madre. Una vampira con i superpoteri di sua madre e di suo padre.” Deglutisce, e incolla i suoi occhi ai miei. “Una macchina da guerra, Edward.” Conclude.

“Bella non è così.”

“L’hai detto proprio tu, Ed. Riesci a leggere la mente di Bella? No. Suo padre riusciva ad usare i suoi poteri su di lei? No. Alice la vedeva? No.”

“E’ successo. Una volta, sono riuscito a leggere nella sua mente. Solo per un istante.”

Eleazer è arrivato ad una conclusione.”

“Cioè?”

“Bella potrebbe essere uno scudo.” Dice Tanya, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

“Che significa?”

“E’ uno scudo, Ed. Riesce a proteggersi, e non ne è nemmeno consapevole. Se si esercitasse, se si sforzasse… riuscirebbe a far estendere il suo scudo molto più al di là. Potrebbe proteggere delle persone, senza sforzarsi. Potrebbe proteggerci tutti.”

“Bella è uno scudo?” Ora capisco. Riesco a capire perché tutti i nostri poteri con lei non funzionavano.

Carlisle ci ha raccontato quando sei riuscito a leggere la sua mente… Doveva essere un momento particolare per voi, Ed. Per un attimo – inconsapevolmente – ha abbassato la difesa. Ha lasciato andare lo scudo. E tu sei riuscito a leggere i suoi pensieri.

Cosa stai cercando di dirmi?”

“La teoria di Alice non è sbagliata. Ecco.” Ora si alza, e si avvicina lentamente al letto. “Ricorda che non sono una tua nemica.” Dice, sedendosi accanto a me. “Sono andati a caccia. Tutti. Una casa piena di vampiri non era l’ideale.

“Taglia corto, Tanya.”

“Se vogliamo davvero vincere questa guerra, dovremmo affidarci al tempo. Non c’è alternativa, Ed. I vampiri verranno a sapere di Bella, ed alcuni saranno dalla nostra parte. Altri invece, no. Porteremo l’esempio di Bella, e forse Nahuel non sarà l’unico ibrido a nascere in questi diciassette anni. La maggior parte dei vampiri sta con degli umani. Se venissero a sapere una cosa del genere… cambierebbe tutto. Però, dobbiamo andarci con cautela. Ora, Bella non è con noi. Dobbiamo aspettare che nasca Nahuel, per portarlo agli altri Clan. Farlo vedere. E lì, ci crederanno. Lì, saremo pronti per andare dai Volturi.

“Non mi stai dicendo niente di nuovo. Hai parlato con Alice?”

“No. Ho parlato con Marcus.” Ora, sono tutto orecchi.

“Non continuare con quelle espressioni.” Dice Tanya, alzando per la millesima volta gli occhi al cielo. “Marcus mi ama. Ho passato un periodo in Italia con Kate, dopo la morte di Garrett. Lei era così giù, che ho deciso di portarla in vacanza.

“Taglia.” Ripeto.

“I Volturi hanno saputo del nostro arrivo in Italia, e ci hanno messo poco ad invitarci da loro per un breve periodo. Io e Kate abbiamo passato lì un paio di mesi. Le atrocità che abbiamo visto… Sai che siamo stati i primi vampiri ad adottare la dieta vegetariana, e Aro non se ne capacitava. Ha sempre rispettato le nostre decisioni, e ci ha anche chiesto cortesemente di rimanere con lui, lì. Ma noi abbiamo declinato l’offerta. Ma Marcus… lui era curioso. Voleva saperne di più, di noi. Voleva sapere cosa facevamo, come vivevamo. Era affascinato dalla nostra storia, dal nostro modo di vivere. Sia io che Irina abbiamo intrapreso varie relazioni con degli umani, senza farle cadere in disgrazie. Se non andavano, ognuno per la sua strada. Spiega, con lo sguardo assorto fuori la finestra. “E’ venuto con noi.” Dice, scuotendo la testa. “Marcus è venuto con noi. Ha chiesto ad Aro qualche mese per allontanarsi dall’Italia. Aro l’ha lasciato andare. Ma lo sai anche tu, Edward. Se Aro ti concede qualcosa, ne dovrai per sempre pagare il prezzo.

Vedo i suoi ricordi.

Vedo lei e Marcus mano nella mano per le strade della Grande Mela.

Li vedo in Alaska, nella stessa stanza dove ci troviamo ora.

Li vedo lungo il Tamigi, scambiarsi delle effusioni. Cerco immediatamente di distogliere i miei pensieri dai suoi, per lasciarle un po’ di privacy.

Tanya e Marcus.

“Cos’è successo?”

“E’ tornato dai suoi fratelli. Sai bene che Marcus è il più anziano. Edward… Marcus era sposato con la sorella di Aro, Didyme. Sai cos’è successo?” Scuoto la testa. “Aro l’ha uccisa. Marcus e Didyme volevano andarsene, e lui l’ha uccisa. Ha ucciso sua sorella. Il suo stesso sangue. Solo per potere.” Dice, e se potesse piangere, lo farebbe. “Adesso sai di cosa è capace Aro. Non ti sto dicendo di lasciare Bella, non lo farei mai. Ti sto dicendo… di aspettare.”

“Io non pos-

“Edward!” Sbotta Tanya, alzandosi di scatto. “So che Bella è la tua cantante, e che la ami più della tua stessa esistenza. Ma ascoltami” cammina avanti e indietro per la stanza. “Se ti chiedessi di scegliere fra Bella e la tua famiglia, cosa faresti?”

“Non farmi una domanda del genere, Tanya. Andrò da Bella, per salvarla. La mia famiglia resterà fuori da tutto ciò.

“Sì, questo è quello che pensi tu. Edward, Aro ha ucciso sua sorella! La sua unica sorella! Se andrai a Volterra, Aro non ti ucciderà. Sei troppo prezioso per lui. Ma se andrai a Volterra per cercare di liberare Bella… Primo” dice, alzando l’indice “non ci riuscirai. Mai. Secondo” ora, alza il medio “Aro te la farà pagare. Oh, se te la farà pagare, Ed. Ucciderà tutte le persone a te vicino. Ti farà soffrire, nel modo più subdolo che lui conosca: la morte. Al tuo ritorno – se ritornerai –  non ci sarà più la tua famiglia ad aspettarti. Solo un mucchio di cenere.”

So che quello che dice Tanya è vero. Aro ha ucciso sua sorella, e non si farà problemi ad uccidere chiunque cercherà di ostacolare il suo percorso. Non posso rischiare di perdere la mia famiglia. E non voglio perdere Bella, per nessun motivo al mondo.

“Cosa mi stai dicendo?”

“Ti sto dicendo di aspettare, Ed.”

“Non posso aspettare. Tu sai cosa le faranno! L’hai detto tu! Sai di cosa è capace Aro!”

“E’ proprio per questo che dovremmo aspettare.”

“Bella non sa difendersi. Bella non sa a cosa sta andando incontro!

“Tu sottovaluti quella ragazza, Edward! Non saranno anni facili, quelli che stanno arrivando. Per nessuno di noi, e soprattutto per Bella.”

“Io non la sottovaluto! Neanche tu saresti riuscita a sopravvivere!

“Oh, ecco che ora sottovaluti anche me! Ho una proposta, Edward.”

“Che tipo di proposta?”

“Ora, ti toglierò quelle catene. Gli altri sono a caccia, e non vogliono ancora liberarti. Ma io mi fido di te. Ad una sola condizione.”

“Quale?”

“Aspetterai diciassette anni. Bella sarà protetta.”

“Protetta? E da chi, mia cara? Forse da Aro?”

Marcus è con noi.” Dice, e vedo nella sua mente che dice la verità. “Marcus proteggerà Bella, in ogni modo possibile. Farà in modo che non le succeda nulla di… brutto. Spiacevole. Marcus è con noi.”

“Cosa significa?”

“Significa che – tra diciassette anni -, combatteremo i Volturi.” Le sue mani tremano. “E tra diciassette anni, Marcus sarà in prima fila per uccidere Aro.” Conclude, rompendo con un semplice gesto le catene intorno ai miei polsi.

Non sono più incatenato.

Ma è come se lo fossi per i prossimi diciassette anni.

 

 

Note finali

Buonasera lettori!

Allora, avete conosciuto Tanya. Quindi, via i forconi! Edward e Tanya sono grandi amici, e vi posso assicurare che non ci sarà nulla da temere sotto questo punto di vista! Invece, lei è mooolto innamorata di Marcus.

A proposito di Marcus, vorrei precisare un po’ di cose: il duo Marcus/Tanya c’è, nessun sotterfugio da parte di Marcus per prenderla in giro. Assolutamente. Lui è dalla sua parte. Perché, vi chiederete voi? Se ve lo ricordate, diciamo che Marcus è il più “isolato” dei tre fratelli, ed Aro ha ucciso veramente Didyme, poco dopo essersi sposato con il suo amico. A detta della Meyer, Marcus è anche il vampiro più vecchio dei Volturi. Addirittura più vecchio di Aro. Quindi, per il mio cervello, Marcus ha talmente tanta esperienza che riesce ad evitare OGNI POTERE, se vuole. Quindi, in questi diciassette anni, Marcus è stato di vitale importanza per Bella. A sua insaputa.

Detto ciò, credo di aver finito. A domenica con il capitolo POV BELLA!

P.S. Leggo tutte le recensioni. Sia su Wattpad che su EFP. Vi volevo ringraziare tantissimo, ma davvero. Cercherò di rispondere a tutti! Un bacio e grazie per aver letto!

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo - Bella ***


“Devi porre molta più attenzione a quello che fai, Isabella

Quinto capitolo - Bella

 

 

“Devi porre molta più attenzione a quello che fai, Isabella.” So che la voce calda di Marcus cerca di rassicurarmi, ma lo prendo come un rimprovero.

“Sono scivolata.”

“Sei scivolata su una lastra di vetro?” Alza entrambe le sopracciglia, mentre continua a tamponarmi con il disinfettante l’avambraccio.

Bevi a aiutami, Edward.

Bevi, e aiutami.

E l’aveva fatto. Il dolore che avevo provato in quei pochi secondi non era nulla, in confronto a tutte quelle nuove sensazioni che si erano impadronite di me.

Ero… felice.

Felice di averlo aiutato, e stavolta veramente.

Felice che ora lui, forse, poteva aiutare me.

“Lo sai che sono molto sbadata.”

“Ed anche molto intelligente.” Ribatte il vampiro millenario davanti a me, buttando tutto dentro un cestino. “Non devi farlo mai più, Isabella.”

“Fare cosa?” E’ impossibile che lo sappia, a meno che… a meno che io sia costantemente spiata, e Marcus era proprio in quel corridoio non per caso, ma perché mi stava aspettando.

Aro sa tutto. Aro sa sempre tutto.

“Tu prometti che ti occuperai soltanto delle tue faccende. Da quanto ho capito, tra due settimane ci sarà il grande giorno.” Sbuffo soltanto al pensiero, perché per qualche ora ero riuscita a dimenticarmene.

Il grande giorno. Il giorno nel quale Isabella avrebbe dovuto sposare Aro.

Ti prego, Edward. Aiutami.

“Già.” Marcus mi fa alzare, avvicinandosi insieme a me alla porta.

“Tu occupati delle tue cose, Isabella.” Dice di nuovo, aprendo la porta per farmi uscire. “Edward e Tanya penseranno alle loro.” Strabuzzo gli occhi, voltandomi subito.

“C-cosa?” Dico, fissandolo.

“Ognuno ha il suo compito, Isabella. Tu rispetta il tuo.” Conclude, chiudendo la porta dietro le mie spalle.

Edward e Tanya penseranno alle loro cose. Alle loro cose.

Questa affermazione rimbomba nella mia testa, finché non torno nella mia camera. Salto la cena, e chiedo a Gianna di dire ad Aro che sono molto stanca. Lo vedrò domattina. La preparazione del matrimonio. Rispetta il tuo compito.

Possibile che Marcus voglia aiutarli? Scuoto la testa energicamente. Non è possibile… eppure.

So che soltanto da una parte posso trovare le risposte che voglio. Alzo lo sguardo, e leggo sul grande orologio attaccato alla parete che sono le dieci di sera. Altre e due ore, e scenderò giù.

Devo rivedere Edward.

 

 

“Non credi anche tu che passeremo dei guai?” La voce roca di Edward proviene dallo stesso lettino di metallo in cui sta da ormai due settimane. La sua cera è sempre cadaverica, ma le occhiaie sono sparite. Per quanto riguarda gli occhi invece, quella è tutta un’altra storia. Sono più rossi di prima. Molto più rossi.

“Posso?” Indico lo spazio vuoto accanto a lui. Annuisce impercettibilmente, e così mi siedo.

“Dobbiamo parlare.” Dico, seria.

“Ah, menomale. Pensavo volessi sfregiarti di nuovo il braccio davanti a me, cercando di morire dissanguata.” Ci ripenso anche io, e faccio una smorfia. Non era nei piani far bere a Edward il mio sangue, eppure è stato più forte di me. L’ho fatto perché ne aveva bisogno, perché credo che sia l’unico qui dentro che possa aiutarmi. O almeno, provarci.

“Niente sangue, stavolta.”

“Per quanto sia affamato, ne sono contento.” Fisso le sue braccia, e mi soffermo di nuovo sui polsi incatenati.

“Se non ci sono riuscito io che sono un vampiro, non vedo come potresti provarci tu.” Ha notato che le stavo fissando, e fa per tirare le catene ancora di più, portando dietro di sé un rumore metallico che mi fa venire i brividi.

“Non volevo provarci. Non ci sono mai riuscita neanche io.” Dico, facendogli capire che non è stato l’unico, e non sarà l’ultimo. Allarga gli occhi, e sul suo viso si fa strada un’espressione tra il disgustato e il rammarico.

“Che ti hanno fatto?”

“Speravo potessi dirmelo tu.” Rispondo alla sua domanda, giocando con le mie mani.

“Non vorresti più vedermi.”

“Forse.” Deglutisco, cercando di capire qualcosa dalla sua risposta. Ma non ci riesco. “O forse potrei capire davvero. Senza giudicarti. Ma voglio sapere cosa mi è successo. Chi sono. Da dove vengo. Perché sono qui e perché nessuno m-” Mi blocca, posando la sua mano fredda sulla mia.

“Shh. Respira.” Alzo gli occhi che si stanno riempiendo di lacrime su di lui, che cerca di consolarmi.

“Devi aiutarmi, Isabella.”

“Speravo lo facessi tu.” Edward annuisce.

“Lo farò. Ma prima, ho bisogno del tuo aiuto.” Tiro su col naso, prima di fargli un cenno con la testa.

“Devi abbassare il tuo scudo.” Spiega, quasi con ovvietà.

“Io… cosa?”

“Il tuo scudo.” Ripete nuovamente. “Ti sei mai chiesta perché i poteri di Jane su di te non hanno effetto. Ti sei mai chiesta perché Aro non riesce a leggere i tuoi pensieri con il suo tocco?” Scuoto la testa.

“Sì. Me lo sono chiesta molte volte. Ma non ho mai trovato una risposta.”

“E’ lo scudo. Questa è la tua risposta.”

“Cos’è uno scudo?”

“Non tutti hanno questa capacità. Anzi, per ora siete solo in due. Lo scudo ti permette di proteggerti in ogni situazione di pericolo. Negli ultimi diciassette anni hai alzato lo scudo su di te in ogni istante della tua vita. Nessuno è stato in grado di farti del male. A meno che tu non lo volessi.” Cerco di capire cosa mi sta dicendo Edward, ma sono troppe informazioni tutte insieme. Soltanto una rimbomba nella mia testa.

“Negli ultimi diciassette anni? Cosa ho fatto, prima?” Edward scuote la testa, lasciando andare la mano che ancora mi stava stringendo.

“Abbassa lo scudo, ed io ti aiuterò a ricordare. Sforzati, Isabella.” Sospiro dalla frustrazione, e mi alzo dal letto.

“Cosa vorresti dirmi, Edward? Eh? Adesso che ho scoperto di avere anche io un potere, tu ti aspetti che inizi ad usarlo da un giorno all’altro? Non puoi dirmi semplicemente quello che è successo… prima?” Sbotto, spostandomi con una mano i capelli da una parte all’altra.

“Non mi aspetto questo. No.” Anche lui si alza, avvicinandosi a me. “Ma devi farlo. Non posso raccontarti cos’è successo, perché non lo capiresti. Perché ci sono più di diciassette anni di vuoto, nella tua testa. Non posso riempirli io, con una sola sera. Dobbiamo lavorarci insieme, Bella.”

“Dobbiamo cosa? Lavorarci?” Dico, indicando le catene intorno ai suoi polsi. “Ti rendi conto in che situazione ti trovi, e Dio solo sa dove sia Tanya in questo momento! Non abbiamo tempo, Edward. Non ce l’abbiamo, perché il tempo è nostro nemico.”

“Questo lo pensavo anche io.” Dice con tranquillità, risiedendosi. “Diciassette anni fa, pensavo che il tempo fosse il mio più grande nemico. Lo sai cosa succede se vuoi fare qualcosa con tutto il tuo cuore morto, ma non puoi?” Ora, anche lui sembra quasi esasperato quanto me.

“Succede che ti dicono che devi aspettare diciassette anni. Aspetta diciassette anni, Edward. Hai intorno a te la tua famiglia, le persone di cui ti fidi di più al mondo, e tutti ti dicono la stessa cosa. Aspetta diciassette anni, e poi potrai salvare la tua Bella. La tua damigella in difficoltà. Ma devi aspettare, Edward. Diciassette anni.” Deglutisce, passandosi entrambe le mani sui capelli. “Lo sai come funziona il tempo per i vampiri? Un anno si può paragonare ad un giorno. Un solo giorno della tua vita, e per me è passato un anno. Questi ultimi diciassette anni, invece… Non potevo fare niente. Non potevo scappare per venire a vedere se stessi bene. Non potevo uccidere nessuno, perché le persone che mi obbligavano a non venire sono le stesse persone per le quali darei la vita. Sono stati eterni, questi diciassette anni. Ora, tu.” Si alza, puntando un dito contro di me. “Tu ti impegnerai. Ti impegnerai ad usare il tuo scudo, ad estenderlo e a toglierlo al momento giusto. Perché io ho aspettato diciassette anni per venirti a salvare, e non possiamo mandare a puttane tutti questi anni per un delle settimane in più. Aspetteremo, e ti porterò fuori di qui. Per sempre, Bella. Te lo prometto.” Mi rendo conto che le lacrime scendono sul mio viso mentre lui posa la sua mano sulla mia guancia, carezzandola dolcemente. “Non ti lascerò mai più sola, Isabella. Se tutto questo dovesse portarmi ad entrare a far parte della Guardia di Aro, lo farò. Non mi interessa, ormai. Ma non ti lascerò sola.” Appoggio la mia mano sulla sua, accarezzandola dolcemente.

“Non c’è tempo, Edward.” Lo vedo alzare impercettibilmente gli occhi al cielo.

“So che questi diciassette anni sono stati un inferno per te, Bella. Ma ti prego, ti supplico, fidati di me.”

“Io mi fido di te.” Dico di getto, e so che è vero. Il vampiro che è qui, ora, di fronte a me, mi ha appena confermato che mi stava cercando. Che ha cercato in ogni modo di trovarmi. Di venire qui da me. Diciassette anni.

“Aro mi ha chiesto di sposarlo. Tra quattordici giorni, sarò sua moglie. Non c’è altro tempo.” Sussurro, e sento le viscere stringersi mentre lo dico ad alta voce. Per la prima volta.

Si scansa bruscamente da me, e il ringhio più animalesco che io abbia mai sentito esce fuori dalla sua bocca. Si volta, e con un semplice gesto riesce a fare a brandelli l’unico oggetto in quella stanza: il lettino di metallo.

“EDWARD!” Strillo, aggrappandomi al suo braccio. Si gira, e il volto che ho davanti non è più quello del vampiro che mi ha cercata per diciassette anni. E’ quello di un animale, cattivo e feroce, che farebbe di tutto per salvarmi.

Per salvare me.

“Abbiamo due settimane, ma mi impegnerò. Ti giuro che mi impegnerò. Cercherò di capire come funziona… lo scudo. Ci proverò in tutti i modi, te lo prometto. Ma non fare così.” La mia voce trema, seguita subito da tutto il mio corpo. “Non farlo, perché sai anche tu come andrà a finire. E’ inutile che io impari a gestire questo potere, se poi tu ti fai ammazzare. Comportati bene, e io mi impegnerò. Siamo una squadra.” Non so da dove ho trovato la forza per dirgli tutte queste cose, ma i suoi lineamenti sembrano rilassarsi.

“Aro non ti avrà mai.”

“Mai.” Ripeto, convincendolo ancora di più.

“Siamo una squadra.”

“Sì, Edward. Siamo una squadra.”

“E non siamo soli.”

“Cosa?” E’ ancora arrabbiato, mentre cerca di sistemare il danno che ha creato poco prima.

“Questo non dovrei dirtelo, ma…”

“Tanya?” Chiedo, pensando alla vampira bionda che non ho più visto. Edward annuisce.

“Non solo Tanya. C’è un’altra persona che ci aiuterà, Bella. Devi soltanto fidarti di lui.” Una lampadina scatta nel mio cervello, ad intermittenza.

“Stai forse parlando di Marcus?”

“Proprio così. Ma non fare il suo nome mai più, Bella.”

“Promesso.”

“Ora,” Edward si avvicina a me, ancora in piedi all’angolo della piccola stanza. “Devi tornare nella tua camera. Riposati un po’, Bella. Domani a mezzanotte ci rivediamo qui. Lavoreremo insieme sul tuo scudo. Cercheremo di capire in che modo funziona, e se riesci ad estenderlo. Ma devi riposarti, Isabella.” Annuisco impercettibilmente, un po’ di cattivo umore perché devo andarmene.

“Domani a mezzanotte.” Ripete Edward, posando un bacio sulla mia fronte e staccandosi dopo qualche secondo.

“Siamo una squadra.”

“Siamo una squadra.” Sono le ultime parole che lo sento pronunciare, mentre mi richiudo la porta dietro di me.

Domani a mezzanotte, sarò di nuovo con lui.

Non siamo una squadra, ma molto di più.

Siamo una coppia.

 

 

Note finali:

E’ passato più di un mese, e penso che le scuse siano a zero. Purtroppo scrivere non è l’unica cosa che faccio, e nelle giornate piene, quando trovavo anche solo venti minuti per mettermi al PC, non veniva fuori niente. Ora ho ingranato la marcia di nuovo, e spero di ricominciare a pubblicare due capitoli a settimana. Avevo anche promesso che avrei revisionato e ri-postato Changes, ma i tempi saranno un po’ più lunghi.

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Se tutto va bene, ci risentiamo Domenica con il prossimo aggiornamento.

Grazie a tutti voi per essere qui, e per aver letto.

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo - Edward ***


“Siamo riusciti a parlare con il clan egiziano e con quello irlandese

Dieci anni prima…

Sesto capitolo - Edward

 

 

“Siamo riusciti a parlare con il clan egiziano e con quello irlandese.” Dice Alice, passandosi un dito sotto il mento.

“Io e Emmett siamo andati in Romania.” Aggiunge Rosalie, e non c’è nemmeno bisogno che legga i suoi pensieri, per sapere che non è andata bene.

Cosa hanno detto?”

“Non sono pronti per una guerra. Ma non è quello il problema.”

“Qual è?”

“Dicono che gli ibridi saranno una specie pericolosa, vanno fermati subito. Sono quasi d’accordo con Aro.”

“Aro non vuole mettere fine agli ibridi.”

“No, appunto. Vuole creare il suo esercito personale, fatto di armi che nessuno sarà in grado di avere. Se per i clan gli ibridi sono una specie da abbattere, Aro ha già vinto la sua guerra. Dice Eleazer, poggiando una mano sulla spalla di Carmen.

Io sono seduto sull’unica poltrona che è nella stanza, e fisso il vuoto davanti a me.

Sono passati sette anni.

Sette anni fatti di ricerche andate male, di parole volate al vento. Tutti hanno dato il loro contributo, a partire dal clan di Denali. Ci hanno ospitato in Alaska, perché non potevamo di certo tornare a Forks. Ma questo è costato caro anche a me. Sapevano benissimo che non potevano lasciarmi libero, nemmeno sotto la supervisione di qualcuno. Quindi, ecco progettato il braccialetto che ora ho al polso, che ogni volta che mi allontano dal perimetro di casa Denali mi invia scariche elettriche che mi fanno accasciare sul posto. Le stesse scariche che può trafiggerti Kate con una sola occhiata. Con l’aiuto di Eleazer sono riusciti a creare un prototipo dell’oggetto, che è finito immediatamente nelle mie mani. Nessuno sarebbe riuscito a convincerli di lasciarmi libero. Non li biasimo. Sarei scappato alla prima occasione.

“Riusciremo a convincerli. Abbiamo ancora del tempo.” Ora la mano che si posa sulla mia spalla è quella di Carlisle.

“Tempo…” Sussurro appena, perché so che il tempo è un mio grandissimo nemico.

Sette anni.

Non so cosa le hanno fatto, e non so dove sia. Le rassicurazioni che mi ha fatto Tanya non sono valse poi a molto. Continua a dire che non è in pericolo, e che Marcus l’aiuterà. Sempre.

Altri sete anni.

“Tempo. E poi porteremo Bella fuori da lì, senza creare una carneficina.

Se potessi, lo farei adesso. Una carneficina.

Ho ripromesso a me stesso che sarò proprio io ad uccidere Aro. Con le mie mani.

“Il tempo passerà in fretta. E a quel punto, saremo pronti ad andare da Bella.

“Il tempo risolverà ogni cosa, Edward.” Lo sguardo dolce di Esme accarezza la mia figura, e so che se potesse, in questo momento piangerebbe.

Non riesco a togliermela dalla testa. Non riesco a togliermi il suo odore da sotto il mio naso. Non ci riesco. Ultimamente rivivo i nostri momenti insieme ogni istante. Era un po’ che il suo ricordo non si faceva così vivo. Ripeto sempre a me stesso di non pensarci, o di farlo il meno possibile. E’ successo molte volte che lasciassi il perimetro della casa, e tutte le volte Tanya è venuta a raccogliermi, privo di forze e disteso per terra.

Ma torno subito in me, quando vedo l’immagine di un neonato farsi strada nella mia testa. E’ minuscolo, ha la pelle olivastra e la forma degli occhi allungata. E’ tenuto da una donna dai lunghi capelli neri, e dagli occhi della stessa forma. Cerco di imprimere bene l’immagine nella mia testa, finché alzo lo sguardo su Alice.

“E’ nato Nahuel.” Dice, confermando la sua visione che ho appena visto.

Tiro un sospiro di sollievo. Nahuel. Il nostro passepartout.

Dieci anni, e Nahuel sarà un perfetto adolescente. Dieci anni, e potrà confermare a tutti i vampiri di non essere una minaccia. Dieci anni, e potrò riavere la mia Bella.

Fisso ancora Alice, e in una frazione di secondo il suo sguardo si adombra.

Cosa succede? Alice?” Jasper le scuote un braccio, e sento la sua energia che cerca di tranquillizzarla.

“Non ce l’ha fatta…” Sussurra appena, passandosi una mano tra i capelli. Lo shock dei presenti in stanza si fa sempre più vivo.

“Nahuel… Nahuel è morto?” Ha il coraggio di chiedere Kate, avvicinandosi di qualche passo.

“No.” Alice scuote la testa. “Pira non ce l’ha fatta. Durante il parto… Nahuel l’ha uccisa.” Le reazioni che hanno gli altri in quel momento sono diverse.

Esme si porta una mano sulla bocca, per soffocare un singhiozzo.

Carlisle le passa una mano sul fianco, ma anche il suo sguardo si è fatto di cenere.

Emmett e Rosalie restano immobili nelle loro posizioni, mentre le sorelle Denali scrutano ancora Alice, per capire dove sia il problema. Lo leggo nelle loro menti.

“Nahuel sarà sempre la nostra garanzia.” Dice Eleazer, rompendo il silenzio.

“Non lo sarà.” Ora, a parlare è Jasper. “Nahuel doveva essere una garanzia, con sua madre in vita. Ora, i clan non staranno dalla nostra parte. I vampiri e gli umani non potranno mai avere una vita insieme. Pira è morta dando alla luce il suo stesso bambino. Lui l’ha uccisa. Nessuno si prenderebbe il rischio di fare un bambino con un umano, se quell’umano è davvero il suo cantante. Spiega, e il suo sguardo vaga assente. Lui è un Capitano. E conosce le regole del gioco meglio di chiunque altro. Senza nessuno dalla nostra parte, andare dai Volturi risulterebbe come un suicidio di massa.

“Ci siamo dimenticati di Renée?! Lei è in vita! Lei è una vampira!” Dice Rose, e mi fa ribollire il sangue nelle vene. Non voglio pensare a Renée, e nemmeno a suo marito. L’hanno barattata, l’hanno buttata al macello come un animale.

Tutto per colpa loro.

“Per quanto ne sappiamo, Renée è l’unica umana che sia riuscita ad avere un bambino con un vampiro. Un bambino sano.”

“Faremo altre ricerche. Gireremo in capo al mondo, per trovarne altri. Ci saranno. Ci devono essere.” La determinazione di Rosalie mi fa quasi sperare in qualcosa. Ma mentre ci penso, un’idea balena nella mia testa.

Nahuel non è più il nostro passepartout, non potremmo mai vincere una guerra contro i Volturi. Mai.

“FERMATELO!” Sento solo il richiamo di Alice, mentre corro verso le montagne che sono davanti a me.

Posso tornare da Bella.

Devo tornare da Bella.

Senza Nahuel, tanto vale rischiare la mia vita. Andrò io, lasciando fuori tutta la mia famiglia. Tornerò da lei.

La prima scarica di elettroshock riesco a gestirla, mentre supero il perimetro della casa. Ma la mia corsa rallenta piano piano. La seconda arriva quando riesco a vedere la casa in lontananza, e mi fa accasciare per terra. Cerco di rialzarmi, e ci riesco. Barcollo fino ad uno dei tanti alberi intorno a me, riprendendo le forze.

Posso farcela. Posso uscire da questa prigione all’aperto.

La terza scarica, mi fa gridare verso il cielo. Un ringhi duro, gutturale, che fa correre via ogni animale che era nei paraggi. Rigiro gli occhi, e davanti a me trovo Kate.

Cosa dobbiamo fare con te, Cullen?”

La quarta scossa arriva direttamente da lei, mentre chiudo gli occhi stremato.

 

 

Cerco di massaggiarmi la testa, e mi sembra di rivivere un flashback.

La madre di Nahuel è morta.

L’elettroshock.

Kate.

Queste sono le prime cose che mi vengono in mente, mentre cerco di riaprire gli occhi.

Ora, sono sicuro di rivivere un flashback. Sono di nuovo in camera di Tanya, ma stavolta senza lacci ai polsi e alle caviglie.

“L’hai fatta grossa stavolta, splendore!” La sua voce mi da su i nervi.

“Smettila.”

“E’ il secondo risveglio che ti fai in cento anni, dovresti essere più felice.”

“Non è il momento di scherzare.”

“No, infatti.” Dice lei, avvicinandosi verso il letto. “Quindi, ora mi stai a sentire.”

“Cos’è, vuoi farmi un’altra predica? Non sono dell’umore giusto, Tanya.”

“Nessuna predica. Devi solo ascoltarmi.” Nel dirlo, punta un dito sulla sua tempia. Non parlerà.

Eleazer e Carmen sono al piano inferiore, leggo nella sua mentre.

Gli altri sono tutti a caccia, continua.

Tra una ventina di minuti si daranno il cambio. Alice, Jasper, Emmett e Rosalie rientreranno. Carlisle ed Esme sono andati a fare un servizio. Kate e Irina aspetteranno Eleazer e Carmen per fare un altro giro. Tutte le immagini che si sovrappongono nella sua mentre mi stanno innervosendo.

Quindi?” Ancora non parla.

Quando cambieranno turno, io e te ce ne andremo. Allargo gli occhi, e non capisco se si sta prendendo di nuovo gioco di me.

“Cosa?”

Nahuel non ci servirà più. Andremo a Volterra, da Marcus. Con un po’ di fortuna, forse riusciremo a vedere Bella. Non posso prometterti che la salveremo, ma andremo da lei. Stare qui è del tutto inutile, ormai.

Se mi sta prendendo in giro, la uccido.

“Davvero?”

“Sì, Edward. Tra venti minuti torneranno i tuoi fratelli. Fatti trovare pronto, perché vogliono parlarti. So che dice così per dare la conferma ai suoi genitori che ha avuto un normalissimo discorso insieme a me. Si alza, e nel farlo indica il mio polso. Il braccialetto non c’è più.

Hanno deciso di togliertelo, tanto saresti stato in catalessi. Non hanno calcolato che i nostri piani potevano cambiare. Tra venti minuti, qui. Annuisco al suo discorso silenzioso, prima di vederla uscire e lasciarmi da solo.

Sto arrivando, Bella.

Verrò a prenderti.

Non sarai mai sola.

 

 

NOTE FINALI:

Ora, sapete perché hanno catturato soltanto Edward e Tanya, e non gli altri.

Non ho molto da dire su questo capitolo, era una “transizione” che dovevo farvi leggere per arrivare ad un punto clou della storia. Sto cercando di scrivere il più possibile, per farvi avere la fine di Verità Nascoste entro la fine di Giugno. Pregate!

Al prossimo capitolo con il POV Bella!

Grazie per aver letto <3

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo - Bella ***


E’ passata una settimana

Settimo capitolo - Bella

 

 

E’ passata una settimana.

Una settimana conta sette giorni, e per sette giorni – ogni notte allo scoccare della mezzanotte -, sono entrata nella stanza che tiene Edward prigioniero.

Per sette giorni ha provato ad insegnarmi come usare il mio scudo. Dire che i risultati sono stati riprovevoli è un eufemismo. Non sono mai riuscita ad alzarlo abbastanza da proteggere almeno lui. Non ho nemmeno capito che cosa sia uno scudo, quindi è quasi impossibile per me utilizzarlo. Edward continua a dirmi di non perdere le speranze, e che forse deve arrivare una vera situazione di pericolo, per fare in modo che il mio potere possa uscire fuori una volta per tutte.

“Oppure… possiamo usare un altro metodo.”

“C’era un altro metodo e non me ne hai parlato?” Sono seduta a gambe incrociate su quel pezzo di ferro che Edward dovrebbe usare come letto, mentre lui è in piedi di fronte a me. Stiamo quasi diventando… abitudinari. Ormai fa parte della normalità sgattaiolare via dalla mia stanza cinque minuti prima della mezzanotte, e recarmi da lui. E’ normale parlarci del più e del meno – anche se non tocchiamo mai certi argomenti -, ma col passare del tempo sto scoprendo chi è Edward.

In una di queste sette notti si è fatto sfuggire qualche nome che non avevo mai sentito prima, eppure non mi ha mai dato una spiegazione, ed io non gliel’ho mai chiesta.

“Potresti provare ad abbassare lo scudo.” Dice, battendo l’indice e il medio sul suo mento. I vestiti che indossa sono sempre gli stessi da quando è stato portato qui: dei pantaloncini logori. E basta. Non sono impassibile davanti al suo perfetto fisico da vampiro, e credo che non lo sarò mai. O non lo sono mai stata.

“Come faccio?”

“Forse non riesci ad alzare lo scudo perché già ti protegge. Costantemente. Forse devi abbassarlo.” Spiega, sedendosi vicino a me. Mantiene le distanze, come ha sempre fatto in questa settimana. Niente contatti, niente avvicinamenti bruschi che lo possano far allontanare di scatto. Niente. Soltanto occhiate ed esercizi.

“Dovrebbe esserci un modo.”

“Proviamolo!” Dico, forse con troppa enfasi, perché lui si volta subito verso di me alzando entrambe le sopracciglia. “Non possiamo permetterci di restare sempre a un punto fermo.” Spiego, pacatamente. “Abbiamo bisogno di scoprire come usare questo… scudo. Manca solo una settimana.” Non c’è bisogno che aggiunga altro, perché lui ha già capito.

Una settimana.

Una settimana al matrimonio.

Ai piani alti Jane sta preparando ogni piccolo dettaglio: dall’allestimento di quella lugubre sala grande dove si svolgerà il matrimonio, agli inviti grigio scuro spediti a quasi tutti i vampiri del mondo, fino ad arrivare al mio abito. Ancora non l’ho visto, e non ho neanche intenzione di farlo. Spero di non arrivarci, a quel giorno.

“C’è una cosa… che potrebbe aiutarci. Ma tu…” Soppesa le parole, prima di puntare un dito contro di me. “Non devi muoverti. Qualsiasi cosa succeda, non devi muoverti, Bella. Promettimelo.” Non so perché mi sta dando tutti questi avvertimenti, perché sa benissimo che non lo farei. Non ho mai fatto qualcosa che potesse interferire con l’addestramento.

“Non mi muovo.”

“Bella, non devi farlo. Per nessuna ragione al mondo.”

“Ok.” Sbiascico, mentre lentamente si avvicina verso di me. Con calma, dosando ogni mossa. Non si alza dal letto, ma scivola piano dalla sua parte, finché non arriva a toccare con la sua gamba la mia. Non siamo mai stati così vicini, tranne quando gli ho offerto di bere il mio sangue. Quella è stata l’ultima volta.

“Non muoverti.” Ripete, ed io annuisco impercettibilmente. Non riesco nemmeno a parlare. Si avvicina ancora di più, finché non inclina la testa verso la mia. So bene che Edward non può farsi una doccia da ormai settimane, e dovrei essere disgustata dai suoi vestiti logori e dai suoi occhi iniettati di sangue.

E’ un vampiro.

Eppure il suo profumo mi annebbia i sensi, mentre sento il suo respiro mischiarsi con il mio. E poi… eccolo lì. Lentamente, e sempre con cautela posa le sue labbra sulle mie, ritraendole un secondo dopo. Apro di scatto gli occhi, e non riesco a fare altro se non a pensare a quell’impercettibile tocco che c’è stato. E mando a farsi fottere i suoi suggerimenti. La mia mano destra quasi come un automa si infila in mezzo ai suoi capelli, e questa volta è la mia bocca che trova la sua. Pensavo di fare una manovra azzardata, ma non mi respinge. Continua il bacio, e sento il ringhio che parte dal suo petto ed esce dalla sua bocca. Sta soffrendo. Per me. Ma non posso lasciarlo. Non voglio lasciarlo.

B-bella.” Sussurra appena, e so che quello è l’unico avvertimento che mi darà. Devo staccarmi. Lo faccio con lentezza, senza lasciare andare la mano che ho tenuto fino ad ora nei suoi capelli.

“Bella…” Dice di nuovo, accarezzandomi la guancia.

“E’… E’ servito a qualcosa?” Chiedo, sorprendendomi di trovare la mia voce così rauca.

Ma so che è successo qualcosa.

Perché questo bacio è stato uguale a quel bacio.

Quel bacio che ho dato tempo fa, alla stessa persona che è seduta qui davanti a me.

Sei la mia cantante.

Tutti questi pensieri non fanno altro che tormentarmi, e Edward continua ad accarezzare il mio viso.

“Sì.” Dice, senza che io gli chieda nulla.

“Cosa?”

“Sei la mia cantante.” Strabuzzo gli occhi, ma neanche stavolta faccio in tempo a parlare. “E sì,” continua “ha funzionato. Ho letto i tuoi pensieri.” Conclude con un sospiro, posando un bacio sulla mia fronte.

Ho abbassato lo scudo.

Ha letto i miei pensieri.

Sono la sua cantante.

Forse qualche possibilità ce l’abbiamo davvero.

 

 

Sono silenziosa mentre cammino per tornare nella mia stanza, alle tre di notte passate. I corridoi dei sotterranei sono bui e tetri, e non c’è anima viva intorno a me. In ogni senso. Mi tocco le labbra con un gesto studiato, e non posso fare a meno di sorridere.

Mi ha baciata. E da quanto hanno portato a galla i miei pensieri, non era il nostro primo bacio.

La sua cantante.

Prima di tornare in camera Edward è riuscito a spiegarmi in grandi linee cosa significa: il mio sangue canta per lui. E’ un richiamo così forte, che non riesce a farne a meno. Non riesce ad allontanarsi da me, e non c’è mai riuscito prima d’ora.

Sorrido ancora, mentre apro la porta della mia stanza facendo meno rumore possibile. Ma sobbalzo subito, quando vedo Jane seduta sul mio letto.

“Isabella.”

“Jane. Ti serve qualcosa?” Sento l’allarme che grida ‘pericolo’ da ogni parte intorno a me, eppure cerco di non far trasparire nulla. E cerco anche di mettere in pratica i consigli di Edward, alzando lo scudo intorno a me.

Non potrà farmi del male. Mai.

“Pensavo di venirti a svegliare, ma evidentemente non c’eri.” E con un gesto della mano indica il letto sul quale è seduta.

“Passeggiata notturna. Sai, se non riesco a prendere sonno è un toccasana.” Faccio finta di pensarci su, e poi aggiungo “no, non lo sai.” Lo sguardo che mi lancia potrebbe incenerirmi sul posto.

Lo scudo Bella. Lo scudo.

Quindi, ti serve qualcosa?”

“Aro vuole vederti.”

“A quest’ora?” So che quando mi manda a chiamare devo correre al suo cospetto, ma sono state rare le volte in cui è successo di notte. Mai.

“Con largo anticipo sono arrivati i primi invitati al matrimonio.”

C-cosa? E’ tra una settimana!”

“Volevano fare una piccola vacanza in Italia, e poi era molto che non vedevano Aro. Ne hanno approfittato per passare una settimana qui. Andiamo, su! Ci aspettano.” Il tono di Jane è autoritario mentre si alza, apre la porta della mia camera ed aspetta che io esca per prima. Lo faccio, senza opporre nessuna resistenza.

La distanza che ci separa dalla sala dove troveremo Aro, Marcus e Caius sembra accorciarsi sempre di più, e mentre Jane apre quelle porte enormi so che non ho più via di scampo.

Troveremo mai un modo per andare via da qui, Edward?

“Oh, eccola! La mia Stella!” Il sorriso che regalo ad Aro non ha nulla a che fare con i sorrisi che ho regalato a Edward ore prima, ma non posso smettere di recitare proprio adesso. Non posso.

“Aro.” Inchino il capo, perché quello è sempre stato il mio saluto standard.

“Con largo anticipo i miei cari amici hanno deciso di farci una bellissima sorpresa.” Dice, indicandomi due sagome girate di spalle che stanno amabilmente parlando con Marcus.

Aro prende la mia mano, e lentamente ci avviciniamo verso di loro. Sono vampiri, e me ne rendo conto senza neanche guardarli in viso. La loro postura perfetta, il modo di gesticolare che ha lei che nessun umano avrebbe. Vampiri. Altri vampiri.

“Sono arrivati dopo un lungo viaggio direttamente dall’America. Bella, ti presento Carlisle e la sua compagna Esme.

Carlisle ed Esme.

Carlisle ed Esme.

Mentre si girano, noto immediatamente che il colore dei loro occhi non ha nulla a che vedere con quello dei Volturi. Sono d’orati, splendidi.

“Isabella.” L’uomo mi stringe la mano, ma il suo sguardo non riesce ad intimorirmi. Anzi, mi inonda di… tranquillità. Ma è lei che mi stupisce. Senza neanche un cenno, si avvicina verso di me e mi stringe in un abbraccio. Accarezza le mie spalle lentamente, per poi staccarsi da me e sorridermi. Se potesse piangere, sono sicura che i suoi occhi sarebbero lucidi. “Bella.” Dice, prima di deglutire. “E’ così bello vederti.” Ricambio il suo sorriso, ma non riesco a dire una parola.

Carlisle ed Esme.

Li guardo ancora, mentre tornano entrambi a conversare con Aro e i suoi fratelli.

Carlisle ed Esme.

Cerco di spremere il più possibile il mio cervello, perché hanno già avuto qualcosa a che fare con me.

Carlisle ed Esme.

Mi porto una mano alla bocca, scuotendo leggermente la testa.

Carlisle ed Esme.

Carlisle ed Esme sono i genitori di Edward.

 

 

NOTE FINALI:

Lettori, buongiorno!

Mi dispiace per il ritardo, scusatemi!

Quindi, la nostra Bella pian piano inizia a ricordare! Ricordate: c’è un motivo anche per quello. Se Bella non ha più i suoi ricordi “passati”, è perché c’è qualcosa dietro. E poi, ecco la coppia di vampiri più bella del secolo: Carlisle ed Esme! Secondo voi perché sono lì? Come ci sono arrivati? E se il loro Edward è prigioniero, perché loro sono così cordiali con Aro?

Non vedo l’ora di leggere tutte le vostre supposizioni!

N.B. Verità nascoste conterà 10 capitoli più l’epilogo. Manca poco, ragazzi! E poi tutti i nodi verranno al pettine!

Grazie per aver letto <3

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo - Edward ***


Ottavo capitolo – Edward

LEGGETE LE NOTE A FINE CAPITOLO!

 

Ottavo capitolo – Edward

Dieci anni prima…

 

Volterra è come l’ho lasciata anni fa, nulla è cambiato.

Quelle piccole case italiane si estendono su una collinetta non troppo grande, mentre le vie strette ora sono brulicanti di bambini che corrono a destra e a sinistra. Io e Tanya indossiamo un lungo mantello con il cappuccio, destando la loro curiosità. Qualche persona sussurra e ci punta un dito contro, ma noi continuiamo per la nostra strada.

Siamo partiti da Denali quattordici ore prima, approfittando del pranzo pomeridiano degli altri. Tanya è riuscita a disattivare la barriera di elettricità che Eleazer e Kate hanno eretto intorno alla casa, permettendomi di uscire illeso. Il viaggio fino all’aeroporto di Anchorage è stato quasi di sollievo, erano ormai sette anni che non potevo permettermi una corsa all’aria aperta, senza avere dei limiti. Ora, i limiti non ci sono più. Tanya aveva già prenotato i biglietti per l’Italia, ed anche salire sul nostro aereo non è stato un problema. Nessuno ci è venuto a cercare. Non abbiamo lasciato un biglietto, e non abbiamo avvisato nessuno. Ma entrambi sappiamo benissimo che Alice avrà una visione, o sicuramente l’ha già avuta. Staranno venendo a cercarci.

“Ancora qualche minuto e siamo arrivati.” Annuncia Tanya, allungando il passo. Abbiamo appuntamento con Marcus sotto al campanile della chiesa. Lì sotto, - proprio sotto quel campanile -, si estende un impero. L’impero dei Volturi. Ancora una manciata di minuti, e sarò a pochi passi da Bella. La mia Bella.

A detta di Tanya, Marcus in questi anni ha cercato di proteggerla in ogni modo possibile. Gli sarò grato, se fosse vero. Ma ormai fidarmi di qualcuno è diventato impossibile. Bella non ha potuto fidarsi della sua stessa famiglia, e io non posso prendere in parola uno sconosciuto. Anche se è il compagno di Tanya.

“Eccolo!” Il tono di Tanya è quasi euforico, ma si riprende dopo qualche secondo. Anche lei non vede Marcus da qualche anno, e posso capire la sua euforia. Ma entrambi si contengono, mentre lui fa soltanto un semplice cenno della testa nella mia direzione, e stringe la mano di Tanya.

“Edward Cullen. E’ un piacere rivederti.”

“Poche parole, Marcus. Dov’è Bella?”

“Edward!” Mi rimprovera Tanya, e i suoi pensieri sono anche più chiari.

E’ pur sempre il fratello di Aro, comportati bene.

“Capisco la sua fretta.” Dice Marcus, rivolgendosi a Tanya. “Ma ci sarà ancora da aspettare.”

“Aspettare?”

“Entrare nei sotterranei e non essere visti è un grandissimo problema, Edward.” Spiega, soppesando le parole. “Domani sarà festa qui a Volterra. Tutti i cittadini si riuniranno per festeggiare insieme. I vampiri non possono uscire alla luce del sole… e diciamo che si sono creati la loro festa personale. Stanotte, soltanto per i Volturi ci sarà la festa del Paese. Usciranno tutti, compresi la maggior parte dei cittadini. Sarà un momento da sfruttare per loro che vorranno cibarsi e divertirsi, ma lo sarà anche per noi. A mezzanotte entreremo nel palazzo. Nessuno dovrebbe interferire.”

“E se succedesse? Saresti pronto ad uccidere il tuo clan?”

“Questo non è il mio clan, Edward.” Dice Marcus, stringendo la presa nella mano di Tanya. “Non è più il mio clan da quando mio fratello ha ucciso mia moglie.”

“Parliamo di più di cent’anni fa. Perché ribellarti proprio ora?”

“Perché ora ho un motivo per farlo.” Dice, posando poi gli occhi sulla sua compagna. Non ho nient’altro da aggiungere. Aspetteremo mezzanotte, e poi salveremo Bella.

La mia Bella.

 

 

“Aro, Caius, Jane ed Alec sono usciti.” Dice Marcus, arcuando la vista verso l’uscita del campanile. Io, lui e Tanya siamo a più di trenta metri di altezza, e aspettiamo che arrivi l’ora X per entrare. Molti vampiri della guardia sono già usciti, scorrazzando per il paese. Altri invece rimarranno dentro, ma secondo Marcus non dobbiamo preoccuparci. Chi non può uscire dai sotterranei è perché non ha avuto il consenso di Aro, e non farebbero nulla per ostacolarci. O per ostacolare suo fratello.

“Ripetiamo le regole. Prima cosa, non fate mai nulla da soli. Dovete sempre stare attaccati a me. Niente di impulsivo, Edward. Capito?” Annuisco, ma so già che sarà difficile mantenere questa promessa. “Secondo: dopo che ti ho portato da Bella, io me ne andrò. Edward, hai mezz’ora per stare con lei. Soltanto mezzora. Aro non si tratterrà a lungo per i festeggiamenti. Non troverai un modo per farla uscire da lì. Ci penseremo in questi giorni, e la porteremo fuori. In sette anni non ci sono mai riuscito perché ero da solo. Ora che ci siete voi, potrebbe funzionare.

“Deve funzionare.” Dico a Marcus, digrignando i denti.

So benissimo che abbiamo pochissime possibilità. Sono più quelle che ci vedono morti e bruciati che quelle in cui salviamo Bella e ce ne andiamo. Anche i pensieri di Marcus e Tanya non sono diversi dai miei. Ci stiamo giocando la vita.

“ORA!” Dice Marcus, mentre tutti e tre saltiamo dal campanile per atterrare all’entrata dei sotterranei. “Non parlate e seguitemi.” Ed è quello che facciamo, mentre senza far nessun rumore scendiamo nell’impero dei Volturi.

Erano anni che dovevo venire, e nulla è cambiato. Al primo livello c’è una grande scrivania con sopra un computer e dei fogli.

Lì c’è la segretaria. Gianna. In questo momento sta dormendo nella sua stanza. In silenzio leggo i pensieri di Marcus, che ad ogni passo spiega cosa sta succedendo.

Al secondo livello troviamo l’enorme porta della sala grande. Lì Aro, Marcus e Caius prendono le loro decisioni. Lì potrebbero decidere di ucciderci, compreso Marcus.

Al terzo livello trovo il degrado, e noto che non ci sono mai arrivato laggiù nelle mie visite a Volterra.

Sono ormai una cinquantina d’anni che ha deciso di creare le prigioni. La tua ultima visita risale a qualche anno prima, ancora non c’erano. E’ la spiegazione di Marcus, mentre continua a camminare seguito da Tanya e poi da me.

“Ecco qui.” Dice silenziosamente, fermandosi davanti ad una porta in metallo.

“Lei è qui?”

“Sì, Edward.”

“Nelle prigioni?” Non riesco a nascondere la rabbia sotto il mio tono di voce. “Non dovevi prenderti cura di lei?”

“Prendermi cura di Bella ha significato non farla uccidere alla prima occasione. La sto facendo entrare nelle grazie di Aro. Lui… si sta stancando di lei.”

“Si sta stancando di lei?”

“Non lo aiuta. Aro sa che Bella ha una grandissima abilità, ma non riesce a sfruttarla. Sono sette anni che cerca di addestrarla, senza nessun risultato. Se riesco a farla entrare nelle sue grazie, a prescindere dalle sue abilità… Aro la risparmierà e la terrà con se. Ma se non trova un altro motivo, potrebbe ucciderla. Scuote la testa, ripensandoci. “No. La ucciderà, Eward."

“Dobbiamo tirarla fuori di qui.”

“Hai mezz’ora, e torneremo a prenderti. Edward… qualsiasi cosa vedrai…”

“Sono pronto.” Dico, mentre Marcus spalanca la porta per farmi entrare.

Se potessi tornare indietro, non lo direi di nuovo.

Perché non posso essere pronto a questo.

 

 

Quella piccola cella è divisa in due parti.

Da una ci sono io, che da spettatore vedo quello che succede attraverso un vetro.

Dall’altra, c’è lei. O c’è una ragazza rannicchiata su un pezzo di metallo che dovrebbe farle da letto, con i polsi stretti a delle catene. E’ saltata dal suo posto quando ha sentito il rumore della porta, ma poi non si è più mossa.

La mia Bella.

Cosa ti hanno fatto?

Mi riprendo da quello shock momentaneo e spalanco l’altra porta che ci divide, accovacciandomi ai suoi piedi.

“Bella?” E’ un sussurro il mio, mentre una mano si posa ad accarezzarle i capelli. Indossa una canotta bianca ed un paio di pantaloncini. Non apre gli occhi.

“Bella? Isabella?”

Mh.”

“Tesoro… sono io. Apri gli occhi.” Fa un cenno di diniego con la testa, stavolta coprendosi il viso con le mani.

“Sono io.” Ripeto nuovamente, cercando di scoprirle il viso. “Sono io. Guardami. Sono qui.” Li apre lentamente, abituandosi alla luce.

“Sto sognando?”

“Sono io. Sono qui.” Cerco di tranquillizzarla, ma ora copiose lacrime iniziano a bagnarle il viso.

S-seiS-sei d-d-avvero qui?” Singhiozza, tirando su con il naso.

“Sono qui.” Prova a mettersi seduta, ma non ci riesce senza il mio aiuto. “Sono qui.” Ripeto come un mantra, portando la sua testa al mio petto e cullandola dolcemente. “Sono qui, e non ti lascerò. Ti porterò via.”

E-edward. Oh, Edward.” Alza lo sguardo, e nei suoi occhi leggo tutto il dolore che ha provato. “Sei davvero qui.”

“Sono davvero qui.” Ripeto, baciandole la fronte.

C-come hai fatto a venire qui? Ora ti uccideranno!” Si stacca da me, ed allarmata guarda verso la porta chiusa. “O-ora… Aro verrà e ti ucciderà.” Dice, mentre le lacrime continuano a scendere copiose.

“Nessuno mi ucciderà. Nessuno ti ucciderà.” Preciso, riprendendola tra le mie braccia. La cullo per altri minuti, beandomi del suo profumo e cercando di trasmetterle tutta la tranquillità. “Riusciremo ad uscire da qui.”

“Sapevo che saresti venuto. Soltanto… a volte pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato. Tira di nuovo su con il naso, e la sua voce si incrina.

Shhh. Mi dispiace. Mi dispiace così tanto, amore mio.”

“Ti avrei aspettato per sempre. E se non fossi venuto qui… ci saremmo rivisti, Edward. I-io… io ho desiderato così tante volte di…

“Non lo dire!” Il mio tono si indurisce, mentre lei sobbalza tra le mie braccia. Torno subito a cullarla dolcemente, ispirando dai suoi capelli. “Non succederà. Mai. Ti porterò via da qui.”

“Ora, devi ascoltarmi.” Metto entrambe le mani a coppa sul suo viso, allontanandola qualche centimetro da me. Ora, le nostri fronti si toccano. “Domani tornerò con dei rinforzi, e ti tireremo fuori da qui. Non possiamo farlo stasera. Mi stai ascoltando?” Annuisce, mentre fissa i suoi occhi marroni nei miei. “Devi resistere un altro giorno e Bella… non devi far arrabbiare nessuno. Per nessun motivo. Se Aro ti chiede qualsiasi cosa da qui a domani, acconsenti. Non dargli nessun motivo per farti del male. Nessuno. Dovrai essere impeccabile per le prossime ventiquattro ore. Annuisce di nuovo, senza proferire parola. “Io tornerò con degli amici, e ti tirerò fuori. Te lo prometto.”

“Ti credo.”

“Isabella.” Dico, chiudendo gli occhi per qualche secondo prima di riaprirli. “Ti amo così tanto. Nessuno ti farà del male, mai più. Ti porterò fuori da qui, fosse l’ultima cosa che faccio.

“Ti amo, Edward. Ti ho aspettato, ed eccoti qui. Niente potrà dividerci.”

“Niente.” Sussurro appena, prima di avvicinarmi e posare le mie labbra sulle sue. E’ come riprendere fiato dopo anni di apnea. Le sue labbra trovano subito le mie, mentre la sua mano cerca di insinuarsi tra i miei capelli, ma lo stridere della catena non glielo permette, e ci fa staccare. Le prendo un polso, accarezzandolo dolcemente.

“Questo sarà solo un brutto ricordo.” Dico, più a me stesso che a lei.

Potrà mai perdonarmi? Ma non faccio in tempo a rispondere alla mia domanda silenziosa, che la porta si spalanca di nuovo. Leggo i pensieri di Marcus, ma non lo vedo. La sua figura è coperta da un mantello e incappucciata.

Non vuole farsi riconoscere da Bella. Sarà per sempre il cattivo per lei.

ED!”

Shh. E’ con noi.”

Dobbiamo andare. I pensieri di Marcus parlano per lui. Abbiamo pochissimo tempo, Edward. Dobbiamo andare. Ora, non ho più scelta.

“Vai.” Mi incita Bella, senza che io le dica niente. “So che tornerai. Vai, o ci uccideranno. Tutti.” Con un cenno del capo indica anche la figura di Marcus.

“Domani. Tornerò domani.”

“Lo so. Sei qui.”

“Ti amo, Isabella.”

“So anche questo. Ti amo anche io, Edward.” Mi avvicino ancora, posandole un altro bacio sulle labbra prima di andarmene. E non so perché, ma ha l’agrodolce sapore di un bacio d’addio.

 

 

“Io… Io…” Prende fiato, “IO MI CHIEDO COSA VI E’ VENUTO IN MENTE! PERCHE’?” Ora la voce di Alice fa rimbombare le pareti della piccola casa dove stiamo. Ci hanno trovati. Tutti.

Dopo la visione Alice è partita subito con la mia famiglia, seguita dalla famiglia di Tanya. Siamo tutti in questa minuscola casa che Marcus ha trovato per noi.

“Perché non ce l’hai detto?” Sussurra Carmen a Tanya, indicando con un cenno del capo Marcus.

“Perché?” Chiede lei, quasi shockata. “Perché poi mi avreste rinchiusa, proprio come avete fatto con Edward.”

“Questo non è vero.” Sua madre scuote la testa, e in lei rivedo Esme. Mai e poi mai le avrebbe fatto del male.

“Io amo Marcus, e nessuno potrà mai obbligarmi a lasciarlo andare!”

“Nessuno te l’ha chiesto.” Risponde Eleazer, ma l’espressione del suo viso è ancora contratta. “Ma non è questo il problema, ora. Cosa diamine volevate fare?”

“Salvare Bella. E lo faremo. Domani.” Sono le mie uniche parole, ma dai loro pensieri vedo che non sono d’accordo con me.

“Non esiste.” Dice Alice, puntandomi un dito contro.

“Non esiste? Perché siete qui, se non per aiutarci? La porta è quella.” Dico, indicando il punto dietro le spalle di Alice.

“Non fare il ragazzino.” Sbuffa Rosalie, e la mia rabbia sale.

“Il ragazzino? Sai in che condizioni si trova Bella, eh? Lo sai?”

“Non è difficile per me immaginarlo, Edward! Ma non è così che deve andare.” Ribatte lei, mentre si avvicina ad Emmett che le circonda la vita con le sue braccia. Carlisle ed Esme sono dall’altra parte della stanza, mentre Kate e Irina discutono a bassa voce. Le loro espressioni sono di disappunto, arrabbiate e ferite.

Cosa succede?” Chiedo, aspettandomi il peggio.

Ed è proprio così, perché la visione di Alice non lascia all’immaginazione.

“Edward.” Carlisle si avvicina, posando una mano sulla mia spalla. “Non vinceremo mai. Non così. Hai visto meglio di tutti noi cosa succederà, nella testa di Alice. Ora, non abbiamo possibilità. Moriremo, tutti. Non riuscirai a salvare Bella, nessuno di noi ci riuscirà. Aro ci ucciderà, Edward. Ti prego, cerca di pensare a mente lucida.”

Ma non ci riesco.

Non ci riesco, perché quella ragazza che ho visto ore prima si trova ancora lì, in quella stanza buia, incatenata e sola. E mi sta aspettando.

“Troveremo un'altra soluzione. Ma non aspetteremo altri dieci anni. No.” Dico, scuotendo la testa. “Questo non succederà. Non la lascerò.”

Ce l’abbiamo un piano.” Spiega Carlisle, ma stavolta i suoi pensieri mi fanno rabbrividire.

“COSA?”

“Edward.” Stavolta è Alice ad avvicinarsi a me. “Le mie visioni non sbagliano mai. Oltre ad andare dai clan, io e Jasper siamo andati…

“Da Charlie e Renée.” Sputo, digrignando i denti.

L’hanno abbandonata. I suoi genitori l’hanno abbandonata, e la mia famiglia è tornata da loro per chiedere aiuto.

Vorrei sprofondare.

“Non esiste. Non farli nemmeno entrare.” Dico, perché nella sua mente vedo Charlie e Renée a pochi metri da noi.

Sono qui.

A Volterra.

“Devi parlare con loro, Edward.” Stavolta è la voce di Esme che mi fa venire la pelle d’oca.

“Io devo parlare con loro? Non lo farò mai, se non per ucciderli!”

“L’ho fatto anche io, Ed. Hanno qualcosa da dire. Qualcosa di veramente importante.” La voce di Carlisle è lieve, dolce. “Verrò con te. Ma devi incontrarli.” Quello che leggo nella mente di Carlisle non mi lascia poi tanta scelta.

“Qualunque cosa diranno, domani tirerò fuori Bella da lì.” Sono le ultime parole che dico, prima di uscire dalla stanza ed essere seguito da Carlisle.

 

 

Renée ha dei capelli corti e ramati, che le arrivano sotto le orecchie. I suoi occhi sono dorati, ma il suo viso non lascia nulla all’immaginazione. E’ quasi… affranta. Dolorante. E vicino a lei, anche Charlie. Tiene lo sguardo basso, seduto dall’altra parte di quel piccolo tavolo.

“Non ci sono scuse che reggono per quello che avete fatto.” Dico, prima ancora che loro inizino a parlare. Lei si porta subito una mano alla bocca, soffocando un singhiozzo.

“Edward.” Dice Charlie, e se non fossi un vampiro non lo avrei nemmeno udito.

“Non c’è tanto tempo. Forza. Cosa volete dirmi?”

“Quando Bella nacque…” Sto per interromperla, perché non voglio sentire tutta la storia. Ma Carlisle mi ammonisce.

“Quando Bella nacque.” Riprende Renée con un sospiro. “Eravamo così felici, Edward. Non credevamo possibile che una bambina così bella potesse essere nostra figlia. Nostra. E non una bambina mortale. Una vera e propria bambina che ha bisogno di respirare, di mangiare e di dormire. Nella testa di Renée vedo le immagini che lei sta ricordando. Una bambina piccola, con gli occhi grandi e marroni. Vedo che passano solo pochi mesi, e quella bambina dimostra già tre anni. Li vedo viaggiare per il mondo insieme, negli anni ’60. Li vedo ridere ed essere felici. Vedo una ragazza che è amata da entrambi i suoi genitori.

Perché l’avete abbandonata?

“I Volturi hanno scoperto il nostro segreto, Edward.” Ora è Charlie a continuare. “Non hanno impiegato molto a venire, e portare via Renée. A detta di Aro… Bella era troppo piccola. Non era ancora pronta, ed hanno promesso che sarebbero tornati. L’avrebbero presa, portando indietro Renée. Anche la voce di Charlie si smorza, mentre ricorda.

“Noi eravamo soli, Edward. Non abbiamo potuto combattere i Volturi insieme, e non ho potuto farlo io da solo. Non potevo scappare con Bella, perché avrebbero ucciso Renée. Lei è la mia cantante, Edward.” Dice, mentre stringe la mano della sua compagna.

So cosa significa.

So cosa significa sacrificare tutto per la donna che ami.

Ma anche tua figlia?

“Nessuno ci ha aiutati, dopo. Sono andato da tutti i clan, lasciavo Bella sola a Forks e tornavo mesi dopo. Nessuno si è mai avvicinato a lei, Edward. Nessuno.” Dice, pensandoci su. “Quando siete arrivati voi… ho visto una speranza. Uno spiraglio di luce. Credevo che parlando con Carlisle, avremmo trovato un modo. Un modo per salvare Bella e Renée.”

“Perché non ce ne hai parlato prima?” Dico, ancora furente.

“Perché non c’è stato tempo. Quando Aro ha saputo del nostro arrivo a Forks, quando ha avuto la certezza che tra te e Bella ci fosse qualcosa… ha deciso di attaccare. Perché non voleva solo lei. Voleva anche te.” Spiega Carlisle, ma io mi astengo dal commentare. Nella sua collezione Aro ha sempre desiderato me, Alice e Jasper. E non ci ha mai avuti. Questa sarebbe stata l’occasione perfetta.

“Perché ve ne siete andati dopo che i Volturi hanno preso Bella?”

“Per creare un esercito.” Dice senza esitazione Charlie, puntando il suo sguardo nel mio.

“Un esercito?” La risata che esce dalla mia bocca è amara. “Non siamo riusciti nemmeno noi a creare un esercito. E voi due mi state dicendo che da soli…”

“Un esercito di licantropi.” E’ quello che dice subito dopo Renée. Sto per cadere dalla sedia, ma nei loro pensieri leggo che è vero. Ci sono dei licantropi, tanti licantropi. Troppi.

“I licantropi sono la nostra ultima opzione.”

“Ultima?” Domando, allarmato. “Sono la prima!”

“No. C’è un’altra cosa, ma… non posso parlarne ora.

“Non puoi parlarne ora?” Sposto di scatto la sedia, avventandomi verso Renée. “Hai abbandonato tua figlia, ed ora dici che non puoi parlarne? No, non esiste.”

“EDWARD!” Carlisle si avvicina, cercando di tranquillizzarmi. “Charlie e Renée hanno un… passepartout anche loro. Devi solo… dare tempo al tempo.”

“Dare tempo al tempo?” La mia risata risulta finta anche alle mie orecchie.

“Dobbiamo aspettare che Nahuel compia la maggiore età. Io e Charlie siamo la prova che un bambino ibrido può nascere senza far del male ai loro genitori. Ad entrambi i loro genitori. Quando torneremo qui con Nahuel, anche i licantropi saranno dalla nostra parte. In quel momento, Edward, avremo più possibilità di uscirne vittoriosi. Le immagine che si frastagliano nella testa dei tre vampiri davanti a me sono molte, e tutte ci portano alla vita.

Aspettare.

Aspettare ancora.

“Ho promesso a Bella che sarei andato a prenderla. Domani. Non posso lasciarla vivere con questa promessa per altri dieci anni. No.” Scuoto la testa, mentre inizio a fare su e giù per la stanza.

“Edward.” Questa volta è Renée che si avvicina a me. “Ti sei mai chiesto perché Bella non ricordasse niente di me? Nemmeno un piccolo particolare? Eppure, non ha davvero diciassette anni. Ne ha più di cinquanta.” Scuoto la testa, e Renée continua. “Ho un potere anche io, Edward. Posso modificare i ricordi delle persone. Con un tocco, posso permettermi di far vivere vite che nessuno ha mai avuto, neanche lontanamente. Sempre con lo stesso tocco, posso far tornare tutto come prima. Ho cambiato i ricordi di Bella, prima che i Volturi venissero a cercarci. Ho fatto in modo che crescesse orfana, con un padre come vampiro e una madre che ha deciso di abbandonarla, per cibarsi di umani. Ho fatto in modo che potesse vivere una vita da umana, senza sapere di essere un ibrido. Le ho fatto dimenticare ogni cosa, Edward.

Questo cosa significa?”

“L’ho fatto per lei. L’ho fatto per farle vivere una vita migliore, senza dolore. L’ho fatto perché così avrebbe avuto modo di passare quegli anni in pace, con degli amici, con un ragazzo, con suo padre. Ho fatto in modo che odiasse sua madre, quando la verità è che la amo più della mia stessa vita. Un altro singhiozzo esce dalla bocca di Renée, privo di lacrime.

“Dobbiamo salvarla, e per salvarla dobbiamo aspettare.” Dice Carlisle, e il suo tono non accetta repliche. “Se vuoi passare il resto della tua vita con Bella, devi fare questo sforzo, Edward.”

“Marcus domani mi porterà da lei. Esiste un modo per proteggerla.” Dice Renée, ma non ho bisogno che aggiunga altro.

Domani non vedrà me entrare in quella stanza per salvarla.

Domani vedrà la donna che l’ha messa al mondo e l’ha abbandonata.

Domani Renée le cambierà i suoi ricordi, permettendole di vivere senza interferenze. Facendole credere che i Volturi siano la sua famiglia… da sempre.

In questo modo le permetterà di non farsi uccidere, di non ricordare più niente del suo passato, e di entrare nelle grazie di Aro.

Domani si dimenticherà di me, per i prossimi dieci anni.

Ma l’ho promesso, e ti verrò a salvare, Bella.

 

 

NOTE FINALI:

Tutti i nodi vengono al pettine miei cari!

In questo capitolo avete scoperto tante cose, tantiiiissime.

C’è ancora un mistero da svelare però! Un grandissimo colpo di scena, ed apro le scommesse con questa domanda: secondo voi cosa riuscirà a cambiare le idee di Aro? Veramente solo un gruppo di licantropi, o c’è di più? *risata malefica*

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ma vorrei dirvi ancora un’altra cosa prima di andare. Per me scrivere è una passione, farlo su Edward e Bella è proprio uno svago che mi fa staccare la spina da tutto il resto. Quindi, io do qualcosa a voi e voi date qualcosa a me. SE QUESTO CAPITOLO RAGGIUNGE LE 10 RECENSIONI, DOMANI LEGGERETE IL NONO CAPITOLO DI VERITA’ NASCOSTE, ED ALTRI NODI VERRANNO AL PETTINE!

Un bacio enorme, e grazie per aver letto <3

 

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Capitolo 9
*** Nono capitolo - Bella ***


“Perché sei qui

Avevo promesso di postare il nuovo capitolo oggi, se avessimo raggiunto almeno le dieci recensione. Non ci siamo riusciti, eppure mi sono sentita di pubblicarlo lo stesso.

Oggi, vi faccio la stessa proposta: se raggiungiamo le dieci recensioni, domani avrete il decimo capitolo.

P.S. Non voglio che lo vediate come un “ricatto”, perché non lo sarà mai. E’ che Verità Nascoste è seguita molto, soprattutto su EFP. Mi piacerebbe leggere più opinioni, oltre a quelle abitudinarie che recensiscono sempre (siete fantastiche <3)

Buona lettura!

 

Nono capitolo - Bella

 

 

“Perché sei qui?” La domanda di Edward arriva subito alle mie orecchie, mentre richiudo la porta dietro di me. “Non è mezzanotte. Anzi, se non sbaglio non sono nemmeno le dieci. Di mattina.” Precisa, arcuando un sopracciglio.

“Non volevi vedermi?”

Dio, Bella! Sei una stupida, stupida, stupida e stupida. Come ti viene in mente? Devi dirgli cose più importanti che cercare di flirtare.

“Assolutamente.” Dice lui, e i suoi occhi sono divertiti. Si alza, e in poche falcate mi raggiunge. “Voglio sempre vederti.” Posa un lieve bacio sulle mie labbra, che mi fa andare in brodo di giuggiole. Forse non ho sbagliato così tanto alla fine.

“Ciao.” Sussurra subito dopo, posando una mano sui miei capelli.

“Ciao.”

“Per quanto io sia felice di vederti… Cosa succede? Perché sei qui?”

“Sono arrivati i tuoi genitori.” Dico di getto, prendendo le sue mani tra le mie.

“Cosa?” Chiede, ma subito dopo si riprende dallo shock. “Come fai a sapere che sono…”

“I tuoi genitori?” Mi passo una mano tra i capelli, frustrata. “Non lo so, Edward. Non ne ho idea. Sono qui per il matrimonio. E’ che quando… quando Esme mi ha abbracciata… E’ come se i ricordi fossero tornati a galla. Non tutti… però…”

“Questa è una notizia meravigliosa!” Dice lui, facendomi sedere su quel letto. “Cos’hai ricordato?”

“Nulla di particolare.” Rispondo, mentre gioco con le mie mani. “Esme si è avvicinata per un abbraccio, ed io… è stato come se la conoscessi da sempre. Da sempre, Edward. E’ stato come quando ho visto te per la prima volta, qui. Non sapevo chi fossi, eppure ero certa di avere un legame con te.

“I ricordi stanno tornando…” Sussurra appena lui, mettendo fine alla tortura che stanno subendo le mie mani. “Ed è magnifico, Bella. Se inizi a ricordare più particolari possibili…

“Perché non ricordo niente?” Sbotto, arrabbiata. Non ce la faccio più. Non riesco più ad andare avanti, così. Tra una settimana dovrò sposare Aro, e non c’è niente che possa impedirlo. Niente. Nemmeno Edward, chiuso in una cella sotto terra.

Shhh, hey.” Si avvicina, e mi fa posare la testa sul suo petto. “Tesoro, nulla è perduto. Troveremo una soluzione.”

“Manca solo una settimana, Ed.”

“Sfrutteremo ogni singolo minuto di questa settimana. Se Carlisle ed Esme sono qui… significa che manca poco all’arrivo degli altri.

“Gli altri?” Soffoco, ancora cullata da lui.

“Ci saranno Jasper ed Alice. Arriveranno anche Emmett e Rosalie. Se sono qui… significa che hanno trovato una soluzione.

“Una soluzione?” Chiedo, perché ho perso il filo del discorso. Ma lui non risponde, e stavolta non riesco a star zitta. “Posso chiederti una cosa?”

“Tutto quello che vuoi.” Sussurra appena lui.

“Niente bugie?”

“No.”

“Come sei finito qui?” Lui resta in silenzio, e so che sta cercando il modo di trovare le parole giuste. “Cioè… dico… come ti hanno catturato?”

“Non mi hanno catturato.” Dice poi, continuando ad accarezzarmi i capelli.

“Cosa?”

“Non mi hanno catturato.” Ripete, per poi continuare. “Avevamo un passepartout. Effettivamente, ce l’abbiamo ancora. Avevamo trovato il modo per farti uscire illesa, senza spargere sangue innocente. Sembra pensarci, prima di sganciare la bomba. “Mi sono fatto catturare. Insieme a Tanya. Abbiamo l’aiuto di Marcus, e ci ha promesso che non sarebbe successo niente. Aveva rimosso quel piccolo particolare del matrimonio. Mi alzo di scatto, sgarrando gli occhi.

“Ti sei fatto catturare?” Domando, sperando che mi dica che sta scherzando. Che non è vero. Che non ha voluto tutto questo.

“Ho dovuto farlo, Bella. Avevamo il modo per tirarti fuori da qui, e spero che la mia famiglia ce l’abbia ancora, bello stretto tra le loro mani. Ma… il matrimonio non era nei piani. Con la cerimonia in vista… Aro ha invitato tutti i clan del mondo. Tutti quanti si riuniranno qui, compresa la mia famiglia. Non so se avremmo una possibilità, ora.”

“Una possibilità per cosa?” Edward tira un bel respiro, prima di mettere le mani a coppa intorno al mio viso e guardarmi.

Sei umana?” Chiede, ed io annuisco. “Sbagliato.” Dice lui, accarezzandomi ai lati delle tempie.

“Che significa?”

“Sei un vampiro?” Chiede di nuovo, e io faccio di no con la testa. “Sbagliato anche questo.” Aggiunge, sospirando.

“Non abbiamo tempo da perdere, Edward.” Dico, cercando di staccarmi da lui. Ma aumenta la presa sul mio viso, senza permettermi di fare una mossa.

“Sei un ibrido.” E stavolta non è una domanda.

Mi si accappona la pelle, mentre ripeto dentro di me quella parola: ibrido, ibrido, ibrido.

Ed… cosa…”

“Sei la figlia di un vampiro e di un’umana.” Non so ancora se essere shockata perché sono un ibrido, o perché sono la figlia di qualcuno. Ho dei genitori. Dei veri genitori.

“I vampiri e gli umani non possono stare insieme, né tantomeno avere dei figli. Bella… tuo padre era un vampiro e tua madre un’umana. E’ rimasta incinta, e dopo il parto è stata trasformata. I bambini ibridi… sono metà umani e metà vampiri. Sono un pericolo, a seconda di Aro. Vuole eliminarli, oppure vuole tenerli con sé per sfruttare le loro capacità. E sì, gli ibridi hanno capacità molto più elevate dei vampiri.

A-aro vuole eliminarmi?” La mia voce trema, mentre Edward mi riprende tra le sue braccia.

“Non accadrà mai, tesoro. Se sono qui… se la mia famiglia è arrivata, è perché hanno una soluzione. Non sei l’unico ibrido in circolazione.”

“Davvero?” Sussurro appena, ma i miei occhi si stanno facendo lucidi.

Vuole eliminarmi? Non riesco a togliermi quel pensiero dalla testa.

“Davvero.” Mi rassicura lui. “Ce ne sono altri, ed Aro avrà la prova che non sono una minaccia. Poi, ti lascerà andare. E torneremo a casa.”

“A Forks?” Domando, tirando su con il naso. Edward mi stringe ancora più forte.

“In qualunque parte del mondo tu voglia, amore mio. Qualunque.”

 

 

“Non è splendido?” La voce di Gianna mi fa trasalire, mentre dietro di me guarda la mia figura allo riflessa nello specchio. In un abito da sposa. Nero.

Vorrei strapparmelo di dosso insieme a tutta la mia pelle, ma non posso.

“Splendido.” Dico, inespressiva.

“Tesoro, dovresti essere più felice. Avrai una vita magnifica, qui a Volterra. La sposa di Aro!” Lo sguardo di Gianna è quasi sognante. “Tutti ti porteranno rispetto, tutti si inchineranno a te! Non è forse magnifico?” In questi anni mi sono sempre chiesta quale fosse il problema di Gianna, ed ancora non ho trovato una risposta.

“Magnifico, sì.” Da dietro sistema il velo nero, che ricade sulle mie spalle e giù fin per terra.

“Aro ti trasformerà, e sarai immortale. In vita per sempre, Bella.” Dice Gianna, ignara che io non possa essere trasformata. Perché sono un ibrido.

Le confessioni fatte da Edward ancora mi fanno venire i brividi, ma c’è qualcos’altro che mi preoccupa di più: mancano tre giorni al matrimonio.

Il palazzo dei Volturi si è popolato di ogni tipo possibile ed immaginabile di vampiri: dai nomadi agli egiziani, dai rumeni agli irlandesi.  A detta di Jane manca ancora il clan di Denali, che arriverà il giorno prima della cerimonia.

“Forse, tra tutti questi vampiri, anche io troverò la mia anima gemella.” Cerco di non sbuffare dopo quello che ha detto Gianna.

Come può voler vivere qui? Come?

Qualcuno bussa alla porta, ma né io né Gianna facciamo in tempo a rispondere, perché si apre subito dopo il rumore. Una ragazza in miniatura, con corti capelli neri e gli occhi dorati entra nella mia camera, facendo un sorriso a trentadue denti.

“Gianna, giusto? Aro ha chiesto proprio di te e mi ha mandato a chiamarti. Ti aspetta al secondo livello.” Gli occhi dell’umana si illuminano. Essere chiamata personalmente da Aro? Forse non è mai successo prima. Senza nemmeno salutarmi esce dalla stanza, lasciandomi sola. Non proprio sola, ecco.

“Bella!” E’ quello che dice la vampira, scaraventandosi tra le mie braccia appena Gianna chiude la porta dietro di lei.

“A-Alice?” Sussurro, perché so che è lei.

“Ti porteremo fuori da qui.” Dice nel mio orecchio, senza staccare l’abbraccio. “Abbiamo il nostro passepartout, dovrebbe funzionare tutto. Devi promettermi una sola cosa.” Annuisco, senza rispondere.

“Non fare stupidaggini. Noi siamo tutti qui, pronti ad aiutarti. Tireremo fuori Edward da quella prigione, e poi salveremo te. C’è solo una cosa…”

“Cosa?” Chiedo, aspettandomi già il peggio.

“Il matrimonio dovrà arrivare, non possiamo farlo prima. Metteremo in atto il nostro piano proprio quel giorno.

“Stai scherzando?” Le mie mani iniziano a tremare, perché non ci sarei mai voluta arrivare a quel giorno.

“Tesoro, nessuno ti farà del male.” Alice si stacca da me, accarezzandomi il viso. “E non ti sposerai con… lui.” Mentre lo dice, un’espressione disgustata fa breccia sul suo viso.

“Promesso?” Sussurro, impaurita.

Davvero mi salveranno?

Sì, Bella. Ti salveranno. Edward si è fatto catturare per te. Alice è qui con la sua famiglia. Ti tireranno fuori da qui.

“Promesso. Ora, non abbiamo molto tempo. Togliti questo orrendo vestito e vai da Aro. Cercava anche te.”

“Davvero?”

“Sì. Vuole parlarti. Cambiati e corri da lui, Bella. Ricorda: non far arrabbiare nessuno, e usciremo da qui. Vivi.”

“Vivi. Sì, va bene.” Alice si avvia verso la porta, ma prima di richiuderla si volta di nuovo verso di me.

“Bella?”

“Sì?”

“Mi sei mancata così tanto.” Dice, prima di sparire dalla mia visuale.

Mi sei mancata anche tu, Alice.

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo - Edward ***


Tre giorni prima della cattura di Edward e Tanya

Non abbiamo raggiungo le dieci recensioni, e vi ho fatto aspettare un giorno in più *risata malefica* 

In questo capitolo scoprirete un po’ di cose, ma IL PROSSIMO CAPITOLO DARA’ LE RISPOSTE A TUTTE LE VOSTRE DOMANDE! Quindi, amici: se riusciamo ad arrivare a dieci recensioni, DOMANI LEGGERETE IL PENULTIMO CAPITOLO DI VERITA’ NASCOSTE!

Ringrazio tutti voi per aver letto e per aver lasciato un piccolo commento! <3

 

 

Decimo capitolo - Edward

Tre giorni prima della cattura di Edward e Tanya

 

 

“Ricapitoliamo.” Dice Carlisle, con due fogli davanti agli occhi.

Sono dieci anni che ricapitoliamo, eppure si ostina a volerlo fare sempre.

Dieci anni in cui Bella non ricorda più chi siamo, ed è priva di ogni tipo di protezione. Tranne quella di Marcus. In questi ultimi anni Tanya è rimasta in contatto con lui, ed è riuscito a vederlo anche un paio di volte. Ci è stato confermato che Bella ha lasciato quelle squallide prigioni, ed ora si trova sotto l’ala protettiva di Aro. Non si oppone più da dieci anni, anche se ancora il capo dei Volturi non ha capito come sfruttare al meglio il suo potere.

Per fortuna.

In questi ultimi dieci anni abbiamo cercato di formulare ogni possibile strategia di guerra per tirare fuori Bella da quei sotterranei, e ne abbiamo sperimentate molte. Grazie a Jasper e alla sua esperienza sul campo, e grazie ai licantropi. Non avrei mai pensato di dirlo ad alta voce, eppure Charlie e Renée si sono rivelati di grande aiuto.

Negli anni che Charlie ha passato a Forks è riuscito ad instaurare un rapporto di solida amicizia con Billy Black, uno dei capi dei Quileaute. Billy era un licantropo, ed ora lo è suo figlio Jacob. Non avevo mai sentito parlare di lui prima d’ora, ma in questi anni ho scoperto che è un grandissimo amico di Bella, ed è pronto a sacrificare la sua vita per salvarla. Billy sapeva fin dall’inizio la storia della famiglia Swan, del rapimento di Renée e successivamente di quello di Bella. Non si è tirato indietro dopo la richiesta d’aiuto di Charlie e Renée, ma convincere gli altri del branco non è stato facile. Nessuno vuole mettersi contro i Volturi, neanche un branco di licantropi che odiano i vampiri da sempre. Sono troppo forti, non ce la faremo mai. Sono state le parole che hanno ripetuto più volte i ragazzi del branco, quando anche noi li abbiamo raggiunti per arrivare ad un accordo. Alla fine, è stato Jacob a convincerli. Se fosse accaduto a voi, cosa avreste fatto? Charlie li avrebbe aiutati, ed avrebbe mobilitato i suoi amici vampiri per farlo. Non tutti parteciperanno all’attacco, ma i dodici che siamo riusciti a convincere sono già in Italia. Non si trasformeranno fino all’ora X, che sarà tra due settimane.

“Ricapitoliamo.” Dice di nuovo Carlisle, portando l’attenzione di tutti i presenti nella stanza su di lui.

“Edward e Tanya.” Continua, posando i suoi occhi su di noi subito dopo.

Io e Edward entreremo nei sotterranei, e cercheremo Bella.”

“Tutto questo non andrà a buon fine, e loro ci cattureranno.” Continuo al posto di Tanya. “Mi rinchiuderanno nelle loro prigioni, mentre Marcus metterà Tanya in un posto sicuro.” Andrà proprio così, dalle visioni di Alice.

Principalmente ero soltanto io che dovevo farmi catturare, ma Tanya si è aggiunta a questa pazza scenetta. Dice che è l’unica a cui non faranno del male, perché è sotto la protezione di Marcus. A detta sua, entrare nell’impero dei Volturi da solo non è una buona idea. Lei mi farà da guida e da spalla destra.

“Edward, mi raccomando.” Dice Renée, prendendo posto vicino a Carlisle. “Il mio potere è forte, ma anche fragile. Se Bella inizia a stare a contatto con delle persone che hanno fatto parte della sua vera vita… i ricordi ricominceranno a riaffiorare. Si ricorderà di te.” Annuisco, senza risponderle. Da una parte ringrazio Charlie e Renée per aver mobilitato un branco di licantropi per la nostra causa, ma dall’altra… non so ancora se fidarmi di loro. Dopo dieci anni. Il loro piano segreto non è stato ancora svelato, perché rovinerebbe ogni cosa. Ogni. Singola. Cosa. E questo a me ancora non va giù. Perché non posso permettermi di sapere qual è il loro passepartout se può salvare la vita della mia Bella. Eppure, da parte loro c’è stato solo il silenzio. Un incombente silenzio che dura da ben dieci anni.

“E qui inizia la seconda fase del piano. Edward, devi aiutare Bella ad usare il suo scudo.” Dice Eleazer, dall’altra parte della stanza. In questi anni non abbiamo trovato nessun’altro che abbia almeno un potere simile a quello di Bella, e con Eleazer abbiamo fatto solo teoria. Mi ha spiegato ogni singola cosa: come può capire ed iniziare ad usare il suo potere. Come estenderlo e come riportarlo solo intorno a lei. Mi ha detto che forse potrebbe riuscire ad utilizzarlo nelle situazioni di tranquillità o – a differenza – in quelle di pericolo allarmante.

“Ricorda: se è tranquilla, scudo abbassato. Se è in pericolo, terrà sempre lo scudo alzato su di lei. Se Jane ed Aro non sono mai riusciti ad usare i loro poteri su di lei, è perché – inconsciamente -, sa di essere in pericolo.” Annuisco di nuovo, mettendo questa informazione nel cassettino “salvataggio Bella”.

“Noi andremo a prendere Nahuel.” Aggiunge Alice, accanto a Jasper. “Lo porteremo a Volterra, e lo faremo conoscere ad Aro. Se qualcosa andasse storto…”

“Se qualcosa dovesse andare storto”, continua Jasper, accarezzando le spalle di sua moglie. “Saremo pronti ad attaccare. Marcus farà entrare i licantropi da una porta secondaria, in forma umana. La loro puzza si noterà meno.” Annuisco di nuovo, come un automa. In questi dieci anni abbiamo fatto tutto il possibile per escogitare un piano che andasse a gonfie vele.

I Cullen, i Denali, i licantropi, Charlie e Renée… siamo tutti pronti a rischiare la vita per riportare a casa Bella. Sana e salva.

“Domani partiremo per l’Italia, mentre Alice e Jasper andranno a prendere Nahuel. Alloggeremo vicino Volterra, le visioni di Alice ci aiuteranno a capire quando presentarci da Aro.” Spiega Jasper, e nella sua testa vedo uno schema di guerra ben prefissato. Per lui, le cose non si metteranno bene. Per la maggior parte dei presenti in questa stanza, tutti vedono la morte come unica via d’uscita. Eppure, eccoci qui. Tutti insieme. Pronti a salvare Bella.

“Bene, ragazzi.” Carlisle si alza, rivolgendosi agli altri. “La notte non sarà così lunga, vi consiglio di andare a caccia.” Poi, si volta verso di me e Tanya e ci porge due buste con del sangue umano preso in Ospedale. “Voi continuate a bere questo. Vi terrà in forza molto di più del sangue animale. Lo facciamo già da giorni, e i nostri occhi a differenza degli altri sono diventati scarlatti. Sono ormai giorni che ci nutriamo di sangue umano, e dire che non sento il cambiamento nel mio corpo sarebbe una balla colossale. Mi ha rinvigorito, e in questo momento sarei pronto ad uccidere tutta la guardia dei Volturi per quanto mi sento in forze. Gli altri escono a scaglioni dalla stanza, mentre sento una mano posarsi sulla mia spalla.

Esme.”

“Tesoro.” Mi guarda, per poi spostare la mano sulla mia guancia. “Ti prego, fai attenzione.” Deglutisce, e incatena i suoi occhi ai miei. “Edward, se dovesse succedere qualcosa, volevo dirti che… sono così grata che Carlisle mi abbia trasformata ed io abbia iniziato a far parte della vostra famiglia. Sei il mio primo figlio, e lo sarai per sempre. Chiude entrambe le braccia intorno al mio collo, per stringermi con tutta la forza che possiede. Lo faccio anch’io, tirandola su di qualche centimetro e procurandole una risatina. “Ti prego, stai attento.” Lascio andare l’abbraccio, e le poso un lieve bacio sulla guancia. “Ci vediamo tra due settimane. Ti voglio bene, mamma.” La rassicuro, prima che mi volti le spalle per raggiungere Carlisle ed andare a caccia insieme.

Due settimane. E per quanto il nostro piano sia studiato sotto ogni minimo particolare, in fondo al tunnel non riesco a vedere la luce.

 

 

POV ALICE

Due giorni dopo la cattura di Edward

 

 

“Tutto bene?” Jasper mi accarezza un braccio, mentre siamo seduti su quelle poltroncine scomode della linea aerea.

“Marcus è riuscito a far uscire Tanya, l’ha portata dagli altri.”

“Aro?”

“Aro sta andando fuori di testa. Non sa spiegarsi come abbia fatto ad uscire da lì… lei e non Edward, che è molto più forte.”

“Eppure, ancora non cerca spiegazioni.”

“Edward è il suo diamante grezzo. Avrebbe ucciso Tanya comunque, alla fine dei giochi. Non gli importa più di tanto se lei è riuscita a scappare.

“E Bella?”

“Bella ha offerto a Edward di bere il suo sangue.” Dico, rivivendo la scena dentro di me. “Questo potrebbe portarli ad instaurare un nuovo legame. Lei si è ricordata di lui. Non i particolari… ma l’ha riconosciuto.”

“Tesoro… che c’è che non va?” So che Jasper può manipolare le emozioni, ma con me non l’ha mai fatto. Eppure, riesce a sentire quello che provo. Ed è una strana sensazione.

“Non so se fidarmi di Renée e Charlie. Le mie visioni… sono offuscate. Non riesco a vedere bene cosa fanno, dove vanno… quando non sono con noi. Sbuffo di frustrazione, portando entrambe le mani sul viso. Jasper mi accarezza la schiena delicatamente. “E se qualcosa dovesse andare storto? Se non riuscissimo… Jazz… se uno di noi due dovesse…”

Shhhh.” Porta le mani sul mio viso, girandolo verso di lui. “Staremo sempre insieme. Sempre. In ogni circostanza, e se l’esito dovesse essere negativo…

“La smetti di parlare come un generale!” Lo rimbecco, assottigliando gli occhi. Lui sorride, posando un bacio sulle mie labbra.

“Non ti dispiaceva che fossi un generale più di cent’anni fa.” Sorrido al ricordo, ricambiando il suo bacio.

“Più di cent’anni fa mi sono inna-” Ma mi blocco, perché quello che sto vivendo nella mia testa non può essere vero. Mentre vedo le immagini ben chiare e in sequenza andare avanti, sento Jasper che pronuncia il mio nome più volte.

“Alice… hey, Alice… tesoro… Che succede?” Torno in me, scuotendo energicamente la testa. “Che succede?” Ripete di nuovo, con l’aria preoccupata.

“Jazz…”

“E’ successo qualcosa a Edward? Alice, rispondimi!”

“Aro… Aro ha chiesto a Bella di sposarlo.” Butto fuori di getto, mentre la mia voce trema.

“Cosa? Non può essere possibile… come…”

“Sai questo cosa significa?” Sussurro, ma so già che mio marito conosce la risposta. Tra due settimane, non basterà il nostro clan né quello Denali. Non basteranno i licantropi. Tutti i vampiri del mondo si riuniranno in un’unica sala, lo stesso giorno che avevamo scelto per portare Nahuel da Aro. In questi anni siamo andati più volte a parlare con loro, eppure non tutti hanno dato la loro approvazione. Quel giorno, molti di loro sceglieranno di stare dalla parte di Aro. Quel giorno arriverà presto, e stavolta la vita e la morte non sono un’opzione.

La luce alla fine del tunnel si è spenta.

 

 

Carlisle.” Rispondo al primo squillo. Siamo scesi dall’aereo meno di cinque secondi fa, e la chiamata di mio padre arriva immediatamente.

“La famiglia Cullen è stata invitata al matrimonio di Aro ed Isabella. Si svolgerà tra due settimane, Alice.” Carlisle sa già che mi sta dando informazioni che conosco, ma lo ascolto lo stesso.

“Manda Rosalie e Emmett in Egitto.” Dico di getto, contando sulla punta delle dita i vampiri che hanno portato avanti la nostra causa sin dall’inizio. “Benjamin era molto interessato, il suo potere potrebbe esserci di grande aiuto. Sa manipolare gli elementi, Carlisle. Forse anche Aro potrebbe cedere a lui.” Sento delle voci di sottofondo, e so che Rose ed Emmett si stanno mettendo in viaggio per l’Egitto.

“Manda Eleazer e Carmen in Romania. Vladimir e Stefan farebbero di tutto per sterminare i Volturi, fregandosene della causa. Aro ha sterminato i loro connazionali più di duemila anni fa. Sarebbero pronti a riprendere il potere.” Ci penso un altro po’, e una lampadina si accende nella mia testa. Carlisle! Manda Kate e Irina a parlare con il clan delle Amazzoni, immediatamente! Devono trovarle nella foresta pluviale del Sud America. I Volturi non sanno della loro esistenza, e non saranno invitate al matrimonio. Fa che loro le portino a da voi prima del matrimonio, così che possano conoscere Nahuel e la storia degli ibridi. Zafrina ha un potere enorme, che potrebbe aiutarci tantissimo. Carlisle prende nota di tutto quello che gli dico, cercando di far organizzare gli altri.

Diamine, sono già tutti in Italia. Organizzare questa spedizione non sarà di grande aiuto.

“Io ed Esme?”

“Tu ed Esme andrete a Volterra una settimana prima del matrimonio. Con la scusa di non vedere Aro da tempo, ne dovrai approfittare. Carlisle, mi raccomando! Tu ed Esme non sapete che Edward è in quelle prigioni. E’ sparito da due settimane, e non sappiamo dove sia finito. So che può essere difficile, ma… non cercatelo. Non provate ad andare a trovarlo. Abbiamo rischiato troppo con Bella e Marcus, non possiamo permetterci di sbagliare ora. Sento il respiro di Carlisle mozzarsi, e so il perché. Edward è stato il suo primo compagno. La sua ancora di salvezza quando era un vampiro e girava il mondo da solo. Saperlo lontano, in una prigione a marcire… fa stare male tutti noi, ma Carlisle più di tutti.

“Sarà fatto. Voi dove siete?”

“Stiamo andando a prendere Nahuel, e poi metteremo fine a questa storia.”

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo - Bella ***


Le mie mani tremano, mentre attraverso silenziosamente i corridoi che mi separano da Edward

         LEGGETE LE NOTE A FINE CAPITOLO

 

 

Undicesimo capitolo - Bella

 

Le mie mani tremano, mentre attraverso silenziosamente i corridoi che mi separano da Edward.

Dodici ore.

Questo è il tempo che ci è rimasto, prima che io diventi la moglie di Aro. In questi ultimi due giorni i sotterranei si sono popolati di vampiri delle più svariate forme e razze. Ho conosciuto il clan rumeno, e dopo aver sentito una conversazione tra Jane e Alec ho capito che non sono i migliori amici dei Volturi.

Poi sono arrivati gli egiziani, con i loro tratti distintivi e la loro pelle olivastra. Sono diversi da Edward, ma non per questo meno ammalianti. Ho fatto una chiacchierata con Benjamin proprio ieri, ed ho scoperto che anche lui ha un grandissimo potere. Sa comandare gli elementi – l’acqua, il fuoco, il vento e la terra – a suo piacimento, e dalla nostra piccola conversazione ho dedotto che è dalla nostra parte. E’ arrivato anche il clan degli Irlandesi e quello dei Nomadi, ma sono stati sempre per fatti loro. Aro me li ha presentati di sfuggita, e non li ho più visti. So per certo invece che è arrivata la famiglia di Tanya, la vampira che è stata catturata con Edward due settimane fa. Da allora non ho più visto nemmeno lei, e non so che fine abbia fatto. Con il cuore che rimbomba nel petto, spero con tutta me stessa che non le sia accaduto niente di male.

Afferro la maniglia di metallo, e seguito dal solito cigolio apro la porta. Edward è ancora dall’altra parte del vetro, ma è… diverso. Il suo aspetto è più curato, sicuramente gli è stata data la possibilità di farsi una doccia. Indossa una camicia bianca e dei jeans blu scuro, ma non porta le scarpe. Entro, osservandolo attentamente.

“Ciao…” Il sorriso che fa non è come quello delle altre volte. Questo è tirato, è come se mi stesse facendo un favore.

“Ciao.” Dico, sedendomi accanto a lui.

“Cosa ci fai qui?” Anche il tono della sua voce è diverso, quasi arrabbiato.

“Io…” cerco di trovare le parole adatte, ma alla fine opto per la schiettezza. “Volevo stare con te. Solo questo.” Aggiungo, in un sussurro. So che non dovrei vergognarmi, e dentro di me so anche che lui è Edward, ed abbiamo già passato del tempo insieme. In un’altra vita.

“Come procede lì?” Alza gli occhi al cielo, indicando il piano superiore.

“E’ tutto pronto.” La mia voce si incrina, ma cerco di non fare l’ennesimo piagnisteo. “Ho visto Alice.”

“Alice?” Il morale di Edward sembra risollevarsi.

“Sì. Ha detto… ha detto che domani…” Ma non riesco a continuare. Perché ogni volta che ci penso il sangue mi sale al cervello.

“Domani.” Conferma lui, ma i suoi occhi sono impenetrabili.

“Ha detto che è tutto apposto. Che il vostro passepartout è qui…”

“Questo è un bene.” Dice lui, ma dal suo viso non traspare nulla.

Hey.” Prendo le sue mani e le chiudo tra le mie. “Ed… se qualcosa dovesse andar-”

“Ferma. Non lo dire.”

“Volevo solo…”

“Lascia che ti racconti una cosa.” Annuisco, continuando a stringere le sue mani tra le mie. “Per diciassette anni…” Deglutisce, e poi incatena i suoi occhi tra i miei. “Per diciassette anni, ho cercato ogni modo possibile ed inimmaginabile per venire da te. Bella, ogni modo. E nessuno, - nessuno – me l’ha mai permesso. Sento la rabbia nella sua voce, mentre ricorda quei momenti. “Ho pensato a te in ogni istante, Bella. Ogni giorno era buono per trovare un nuovo metodo di fuga e venirti a prendere. Ma i Volturi… loro sono troppo forti. Sono il clan per eccellenza, ed Aro ha acquisito tutto questo potere nel corso di millenni.” Stacca una mano dalla mia, e se la porta sulla fronte. “Non so cosa succederà domani. Non so se riusciremo a mettere in atto il nostro piano o se tutto andrà storto. Ma mi devi promettere una cosa.” Cerco di non alzare gli occhi al cielo, perché in questo ultimo periodo non ho fatto altro che promettere qualsiasi cosa. Annuisco, e lui riprende. “Mi devi promettere che se riuscirai ad uscire da qui…”

“Riusciremo.”

Shh, Bella ascoltami.” Mette la sua mano sulla mia guancia, accarezzandola delicatamente. “Se riuscirai ad uscire da qui senza di me… non voltarti indietro. Tu sei preziosa per Aro, ma anche io lo sono. Se non mi ha ucciso fino ad ora… c’è un motivo. Molto grande. Ma se gli altri riescono a farti uscire… Bella, devi giurarmelo. Esci da qui, e non tornare. Non farlo.”

“Tu l’hai fatto.” Sussurro appena, ed ora non riesco a fermare le lacrime.

“E’ diverso.”

“Cosa c’è di diverso?” Mi alzo, scostandomi bruscamente da lui. “E’ perché io sono la tua cantante? Per questo? Tu puoi rischiare la tua vita per me… ed io no?” Sbotto, tirando su col naso. “No… non funziona così. Io… Edward, io non ricordo tutti i particolari. No.” Scuoto la testa, e cerco di riportare a galla tutte le immagini salvate nel mio cervello con Edward. Prima dei Volturi. A volte ci vedo in una stanza illuminata, in una casa circondata dalla foresta. In altre in un edificio enorme, una scuola. “Ma… io ti amo. Quello che provo per te… quando ti vedo, quando cerco di riportare a galla i ricordi… Edward, è solo amore. Puro ed incondizionato amore. Non so cosa provino i vampiri quando trovano la loro cantante, ma credo che quello che io provo per te si avvicini molto. Ti amo. E non mi interessa se non usciremo da qui, Edward. Non mi interessa. L’unica cosa che mi interessa è una soltanto: io e te, insieme.” Dico tutto d’un fiato, fissandolo intensamente. Un luccichio passa attraverso i suoi occhi, poi si alza e mi prende tra le sue braccia.

“Ti amo anche io, Bella.” Soffoca nel mio orecchio. “Ma non posso sopportare l’idea che…”

“Neanche io.” Lo interrompo, stringendolo più forte tra le mie braccia. “Non pensarci, Edward. Non dobbiamo pensarci…” Mi stacco lentamente, per poi posare le mie labbra sulle sue. Questa volta non si allontana, e mi lascia fare. Lo bacio con lentezza, assaporando ogni istante. Passo le mani tra i suoi capelli, mettendo nel cassettino “Edward” ogni piccolo particolare.

“B-Bella…”

“Io… voglio chiederti una cosa.” Soffoco, staccandomi da lui di qualche centimetro. Ma a quanto pare a lui non sta bene, perché mi stringe di nuovo a sé.

“Qualunque cosa.”

Anche stavolta cerco le parole giuste, ma è inutile. “Fai l’amore con me, Edward.” Sussurro appena, ma stavolta non riesco a guardarlo negli occhi. Sento il suo respiro mozzarsi, mentre posa la sua mano sotto il mio mento e cerca il mio sguardo.

“Guardami.”

“I-o… ho detto una scemenza. Scusa.” Borbotto appena, volendomi sotterrare.

Come ho potuto pensare che lo volesse fare?

“Guardami.” Ripete ancora, e stavolta alzo il viso.

“Non vuoi, ho de-” Ma la sua bocca mette a tacere le mie ultime parole, perché il bacio che ci stiamo scambiando in questo momento è… no, non ha nulla a che fare con le effusioni che ci sono state fino ad ora. E’ passionale, e mi fa girare la testa.

“Sei sicura?” Un gemito gli basta come risposta, mentre fa qualche passo e la mia schiena tocca il muro della stanza.

N-nonN-non riuscirò a trattenermi.” Soffoca, tra un bacio e l’altro. “Non so se…”

“Zitto e fallo, Edward. Fai l’amore con me.” E’ la mia ultima frase, prima di far saltare i bottoni della sua camicia bianca.

 

 

Quando apro gli occhi è come se qualcuno mi fosse passato sopra con un camion. Ripetute volte. Cerco di mettere a fuoco tutto quello che c’è intorno a me, e riconosco subito il posto: la cella che tiene Edward prigioniero. Subito dopo il mio cervello inizia a lavorare.

Mani.

Pelle.

Baci.

Carezze.

Ho fatto l’amore con Edward.

Sorrido, rivivendo il ricordo.

Intenso.

“E pensare che tra poche ore dovremmo affrontare un matrimonio.” Sobbalzo, ma sono due le cose che noto subito: la prima, è che sono nuda. Completamente nuda, coperta soltanto dalla camicia di Edward. La seconda, è lui steso accanto a me, e nelle mie stesse condizioni. Senza camicia.

Mi manca il respiro.

“Buongiorno raggio di sole.” Quella frase riporta a galla altri ricordi, e sorrido di nuovo mentre mi accoccolo tra le sue braccia. Lui mi accoglie, accarezzandomi i capelli. “Hai dormito bene?”

Mmh mh.”

“Vedo che hai anche perso l’uso della parola.” Sorrido di nuovo, posandogli un bacio tra l’incavo del collo.

“Voglio… voglio solo godermi questo momento.” La mia voce risuona strana anche a me stessa. Roca. Resta in silenzio anche lui, ma i dieci minuti di pace non durano a lungo.

“Lo sai che giorno è?” Annuisco, ma non riesco a vedere il buio. Sono felice, e positiva. Deve andare bene. Per forza.

“Che ore sono?”

“Quasi le dieci. Tra poco Jane verrà a bussare alla tua camera. Annuisco di nuovo, e con tutta la forza del mondo mi stacco da lui. La camicia mi scivola addosso, e non riesce a ricoprire tutte le parti del mio corpo. Mi avvicino di nuovo a lui, e i miei capelli sciolti ci coprono entrambi.

“Ti aspetterò.” Dico, posandogli un bacio sulle labbra. “Ed usciremo da qui.”

 

 

Non è un matrimonio come gli altri.

Non ci sono sedie dove possono sedersi gli invitati, non c’è un altare e non c’è neanche una navata. Aro mi aspetta seduto sul suo trono, e vicino a lui l’altro posto è vuoto. Le mie mani tremano, perché non so come andrà a finire. Non so cosa succederà, e mi chiedo perché siamo arrivati fino a questo punto.

Ripenso alla promessa fatta da Alice. Non ti sposerai con… lui. Eppure, tra pochi secondi mi siederò proprio accanto al vampiro che per diciassette anni mi ha tolto la vita. Cammino lentamente stretta in quell’abito nero, ed Aro fa cenno con la mano di sedermi accanto a lui.

Un Re e la sua Regina. Seduti davanti ai loro sudditi vampiri che sono immobili ed aspettano solo un cenno del suo capo.

“C’è stata una piccola complicazione, mia Stella.” Sento il sangue ribollire nelle vene appena Aro parla. Affluisce fino alle mie guance, ma cerco di smascherarlo.

Una piccola complicazione. Potrebbe andare tutto nel verso giusto.

“Sposteremo la cerimonia di qualche ora, purtroppo.” Continua lui, schioccando la lingua. So che è adirato, lo vedo da come stringe le mani sul grembo. “Abbiamo un ospite… indesiderato. Jane, portalo qui!” Lei obbedisce subito agli ordini, e il rumore delle catene che stridono per terra mi fa accapponare la pelle.

Fa che non sia Edward.

Tiro un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che non è lui, ma… è come se il mondo mi cadesse addosso. Per terra, agonizzante… c’è Charlie. Mio padre.

“Amici!” Aro si alza, portando su di sé l’attenzione di tutti i presenti nella stanza. “Io e quest’uomo abbiamo fatto un patto, anni fa. Sua moglie ha deciso – di sua spontanea volontà -, di alloggiare qui per un lungo periodo. Non è stata uccisa solo perché ho avuto pietà di lei. Aro sembra magnanimo, quasi gentile. “Per riavere la sua amata, - sempre di sua spontanea volontà -, ha preso un accordo con me: barattarla con la ragazza che considera sua figlia.” Aro indica me, seduta dietro di lui. Deglutisco, e cerco di non far salire le lacrime agli occhi.

Ti ha barattata, sono le parole di Edward che risuonano nella mia testa.

“E’ una menzogna!” Urla Charlie, prima di essere trafitto dal dolore di Jane. Si contorce, e le catene fanno un rumore raccapricciante.

“Bella è mia figlia!”

“Tua figlia!” Aro ride battendo entrambe le mani. “I vampiri non possono avere dei figli! Guardala! Lei ha un cuore che batte e il sangue scorre nelle sue vene!

“Lei è un ibrido!” Charlie alza gli occhi, e per la prima volta mi guarda. Mi sento a disagio, ma anche… male. Vederlo soffrire in questo modo… è mio padre. Lo stesso vampiro che mi ha cresciuta per più di cinquant’anni. “Bella è mia figlia. Io e la mia compagna l’abbiamo concepita quando lei era ancora umana. E’ nostra figlia a tutti gli effetti!” Lo stupore nella sala è generale. La maggior parte dei vampiri conosceva già la verità, ma molti no. I vampiri della guardia dei Volturi, per esempio. Loro non sapevano che io fossi un ibrido. Metà umana e metà vampira.

“Va uccisa! Lei va uccisa!” Strilla Jane, voltandosi verso Aro. “E’ una minaccia!”

“Non è una minaccia.” Questa volta è Carlisle a parlare, muovendo qualche passo in avanti. “Aro, sai anche tu che lei non è una minaccia.” Scuote la testa, posando il suo sguardo su di me. “Bella è figlia di Charlie e Renée. Aro sapeva che Bella fosse un ibrido, ed ha aspettato il momento giusto per prenderla sotto la sua ala. Prima di allora… ha rapito Renée e l’ha tenuta prigioniera per anni. Carlisle pondera le parole, e si avvicina ancora di più ad Aro. Vedo Esme trattenere il fiato dietro di lui. “Questo non è stato un comportamento degno di un clan importante come il tuo, Aro.”

“Bella è una minaccia.” Dice Aro, partendo in contrattacco. “Un ibrido… può essere letale. Dovevo prenderla sotto la mia ala, Carlisle. Dovevo.”

“Amici!” Ora è Carlisle a portare l’attenzione su di lui. “Io ho la prova che Bella non è una minaccia. E non è l’unico ibrido in vita.” Aro assottiglia gli occhi, schioccando la lingua. “Nahuel.” Dopo aver fatto quel nome, un ragazzo dai lunghi capelli neri entra nella sala. E’ accompagnato da una donna. Una vampira.

“Vi presento Nahuel, metà umano e metà vampiro. Ed ha più di centocinquanta anni. Nahuel e Bella sono la prova vivente che gli ibridi possono esistere, e non fare del male a nessuno!” Ci sono diverse reazioni nella stanza. C’è chi guarda Nahuel con ammirazione, e chi con ostilità.

“Dove sono i tuoi genitori, Nahuel?” La domanda di Aro arriva dritta alle orecchie di tutti, ma non so se voglio conoscere la risposta.

“Mia madre si infatuò di un vampiro, e rimase incinta. Lui ci abbandonò poco tempo dopo aver saputo della gravidanza.

“E tua madre… lei dov’è, ora?”

“Lei… lei è morta dopo avermi dato alla luce.”

Era questo che aspettava Aro. Un piccolo intoppo.

“Amici, questa è la prova che i vampiri e gli umani non potranno mai vivere una vita insieme. Non potranno mai avere dei figli. La madre di Nahuel… non è morta dandolo alla luce. Lui l’ha uccisa.” L’accusa di Aro fa trasalire il ragazzo, che forse per anni aveva pensato la sua stessa identica cosa.

“Questo non è vero.” La voce che sento è… famigliare. Così famigliare che mi trasmette subito tranquillità.

Renée.

“Io sono la madre di Bella. Sua madre biologica. Io l’ho data alla luce, più di cinquant’anni fa. Noi – la nostra famiglia -, siamo la prova vivente che gli ibridi possono esistere. Che i vampiri e gli umani possono vivere insieme.

“Oh Renée, mia cara Renée”, Aro si avvicina a lei, mantenendo sempre le distanze. “Nessuno – nessuno -, può confermarci questo. Tu sei una vampira. Chi può dirci che Bella è frutto del vostro… amore?” Vorrei alzarmi e spaccare tutto. Vorrei staccare la testa ad Aro e gettarla nel fuoco.

“Io posso confermarlo.” E’ un ragazzo a parlare, affiancandosi a Renée.

“E tu…”

“Non solo gli umani e i vampiri possono avere dei figli, ma… gli umani possono sopravvivere. Non devono essere trasformarti per forza. Se il parto viene guidato nel modo giusto, non c’è nessuna possibilità di morte. La madre di Nahuel…” Renée posa lo sguardo su di lui. “Erano soli. Non sapevano come fare. Io e Charlie… sono riuscita a sopravvivere, quando è nato Tyler. Non è stato necessario trasformarmi. Tyler è il fratello di Bella.” Sgrano gli occhi, e mi sento mancare.

Un fratello?

Cosa può confermarlo?” Aro è a disagio, si sente dal suo tono di voce.

“Tyler è nato tredici anni prima di Bella. Per noi era… una novità. Non sapevamo cosa fare, dove andare. A Forks… A Forks Charlie aveva un gruppo di amici, noi non sapevamo con cosa avevamo a che fare, allora…

“Non li vedevo perché erano dai licantropi.” E’ il sussurro di Alice che arriva fino alle mie orecchie.

“Abbiamo deciso di farlo crescere a loro. Andavamo a trovarlo, ma… non avevamo mai sentito parlare di ibridi. Non sapevamo se il bambino sarebbe stato una minaccia, o se qualcuno prima o poi avrebbe minacciato noi.” L’occhiata che Renée lancia ad Aro non lascia spiegazioni. “Quando sono rimasta incinta per la seconda volta, Tyler viveva già con noi. Eravamo una famiglia felice, completa. Ma il mio corpo da umana non è riuscito a reggere un altro parto. Così… Charlie mi ha trasformata.” La voce di Renée si rompe, ma si ricompone dopo pochi secondi. “Sai bene Aro che la nostra famiglia non ha potuto stare insieme a lungo. Quando sei venuto a prendermi… non potevamo lasciare una neonata dai nostri amici. Abbiamo deciso di riportare Tyler da loro, e di tenere Bella con noi. Se prima non sapevamo come comportarci… ora avevamo tutte le carte in regola per farlo. Ma la felicità è durata poco.” Il silenzio che segue le parole di Renée è tombale. Nessuno parla, e gli unici respiri che si sentono nelle stanza sono il mio, quello di Nahuel e quello di Tyler… mio fratello.

“Come pensi che io creda a tutta questa sceneggiata?”

“Io posso mostrartelo. Posso mostrarlo a tutti.” Dice Tyler, avvicinandosi ad Aro. Posa una mano sul suo viso per pochi secondi. Quando la ritrae, Aro sembra scottato.

E’ vero…”

“E’ vero?” Questa è la voce di Benjamin.

“Non solo vampiri e umani possono avere un figlio, ma più di uno?” E’ Jasper.

“Sono una minaccia! Sono tutti una grandissima minaccia!” Ribatte Jane, con gli occhi fuori dalle orbite.

“SILENZIO!” Tuona la voce di Aro, facendo rimbombare le pareti. “Devo… riflettere.” Cammina avanti e indietro per un po’, ma sembra riprendersi subito.

“Tre ibridi in giro per il mondo… interessante. Lascerò che Nahuel e Tyler se ne vadano da qui, ma per quanto riguarda Isabella…” Le mie mani continuano a tremare, e sentire il mio nome pronunciato da lui mi fa salire un conato di vomito. “Non la lascerò andare.”

“Combatti!” E’ Charlie che strilla, ancora incatenato a terra. “Ti sfido a duello, Aro. Non potrai di certo rifiutare.”

Interessante…” Sento le rotelline nel cervello di Aro muoversi freneticamente. “E… cosa proponi?”

“Se vinco… lascerai andare tutti. Tutti.” Aro ride di nuovo.

“E se muori? Te lo dico io, Charlie. Se muori, Bella resterà qui. Per sempre.” Mi gira la testa al per sempre.

“Ti ucciderò, Aro.”

“Oh, no. Non credo proprio. Qualcun altro combatterà al mio posto.”

“Non è leale!”

“E’ un duello a singolar tenzone. Ma non credo che tu abbia qualcuno che si schieri dalla tua parte, Charlie.

“Io combatterò al posto di Charlie.” La voce di Marcus si fa strada verso di noi, mentre vedo Aro trasalire.

Suo fratello.

Nessuno – nessuno -, può sopravvivere a Marcus. Né Jane, né Alec, né Caius. Nessuno. Nessuno dei loro poteri può salvarli.

“Bene, fratello.” Aro schiocca le dita della mano destra, prima di parlare. “Forse dovrò veramente rinunciare alla mia Stella.” Si volta verso di me, ma il suo ghigno non promette nulla di buono.

“Se il patto è questo, per te non sarà di certo difficile uccidere il tuo nemico. E sarete tutti fuori di qui. Jane, prego.” Penso che sia Jane a doversi sfidare con Marcus, ma lei non si muove. Anzi, fa qualche passo indietro per poi portare dietro di sé il rumore stridente di altre catene. “Prego tutti i miei amici di fare abbastanza spazio, io riprenderò il mio posto.” Si siede accanto a me, accavallando le gambe.

“Oh, che sbadato! Il vampiro che prenderà il mio posto eccolo lì, già un po’ malandato per i miei gusti.” Sento le vertigini salire, e se non stessi seduta forse sarei già caduta per terra dallo shock.

E’ Edward.

Marcus dovrà combattere ed uccidere Edward, per liberarci tutti.

 

 

NOTE FINALI:

Insomma… questo è un GRANDISSIMO colpo di scena.

Vi spiego una cosa: Renée ha dato alla luce due ibridi, Tyler e Bella. E’ sopravvissuta  a Tyler, ma non a Bella. Ora, venitemi dietro: Tyler secondo i miei calcoli è nato verso il 1930. Nel 1930 gli ibridi NON ESISTEVANO, e Charlie e Renée non sapevano con cosa avevano a che fare. Ma quello era il loro ‘bambino’, quindi decisero di lasciarlo a degli amici di Charlie. Tali amici sono i Quileautes, ovviamente Billy/Jacob ancora non c’erano. Quando è nata Bella, Charlie ha dovuto trasformare Renée, ed hanno ripreso Tyler con loro. Ma – come avete letto -, è durata poco, perché poi Aro ha rapito Renée e via dicendo.

Ora… il prossimo sarà l’ultimo capitolo, ragazzi. Sappiamo che Marcus è dalla parte dei nostri eroi e combatterà per conto di Charlie, ma invece Aro ha scelto Edward per il duello. Quindi… se il prossimo sarà l’ultimo capitolo, secondo voi cosa succederà? APRO LE SCOMMESE! *risata malefica*

Mi prendo il fine settimana di riposo, leggerete l’ultimo capitolo Lunedì.

Grazie per aver letto <3

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Capitolo 12
*** Epilogo - Bella ***


HO CREATO UN GRUPPO SU FACEBOOK PER PARLARE DELLE FF, PER SCAMBIARCI OPINIONI E PARERI

 

HO CREATO UN GRUPPO SU FACEBOOK PER PARLARE DELLE FF, PER SCAMBIARCI OPINIONI E PARERI. SE LEGGETE LE NOTE A FINE CAPITOLO, CAPIRETE PERCHE’. TROVATE IL GRUPPO QUI: A THOUSAND YEARS

LEGGETE LE NOTE A FINE CAPITOLO!

 

Epilogo - Bella

 

 

“Questo non è forse bellissimo?” Alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

Bellissimo? Non proprio…

“Alice, ti prego.” La supplico. Quell’abito è… troppo. Anche per me.

“Tesoro, è magnifico! Possiamo farlo arrivare entro Lunedì.”

“E se non mi piace? Alice, non posso provarmi il vestito due giorni prima del matrimonio. Lei sbuffa, roteando gli occhi.

“Certo che puoi! Io l’ho visto, Bella! Sarà splendido!”

Alice e le sue dannate visioni.

“Sai che non sono una perfezionista… eppure voglio che quel giorno sia tutto speciale. Non posso permettermi di indossare un vestito mai provato prima.

“Io invece sono una perfezionista, e quel vestito ti starà da DioFidati di me…” Mi fa gli occhi dolci, e non so se riuscirò a resisterle.

“Fidarmi?” Lei sorride, dandomi una lieve pacca sulla spalla.

“Su, forza!” Dice lei, alzando entrambe le mani. “Ora dimmi almeno una volta in cui ti ho detto di fidarti di me, e non ho mantenuto la parola!”

Ci penso… e so che posso fidarmi di lei.

 

 

Edward è in piedi, con i polsi ancora legati alle catene. Sono ormai settimane che è in quella condizione. Quando è entrato le reazioni dei presenti in sala sono state diverse. Alcuni vampiri borbottano tra loro, altri sono in silenzio. Sento un singhiozzo provenire da Esme, subito seguito dal ringhio di rabbia di Carlisle.

Io… non so cosa fare. O cosa dire.

Sono immobile, seduta al solito posto da quando sono entrata nella stanza. Quando ho visto Jane tirare quella ferraglia e fare entrare Edward nella stanza… il mondo mi è caduto addosso.

Lui lo sapeva.

Ieri sera – dopo aver fatto l’amore -, quando mi ha chiesto di andarmene e non guardarmi indietro. Lui già lo sapeva. Sapeva che Aro avrebbe trovato un modo per ucciderlo, o per tenerlo nella sua guardia. Sapeva che io mi sarei salvata, e mi ha chiesto di andarmene. Senza voltarmi indietro.

“Edward Cullen non è nelle condizioni adatte per combattere, Aro.” Marcus è l’unico a parlare, guardando dalla testa ai piedi Edward.

E’ in pessime condizioni. Non potrebbe sopravvivere.

“Edward Cullen è il vampiro che si batterà al mio posto.” E’ l’unica frase che dice Aro, prima di far cenno alla sua guardia di sgombrare la sala. I vampiri vengonostipati ai lati, lasciando tutto lo spazio libero al centro. Dal mio posto, posso guardare tutto dall’alto. Sia a Marcus che a Edward viene fatto cenno di mettersi uno di fronte all’altro, e Edward viene – finalmente -, liberato da quelle catene. Ma so che non servirà a niente. Marcus combatterà per noi, e Edward non farà nulla per ostacolarlo.

Si farà uccidere.

Vedo Esme nascondersi dietro la figura di Carlisle, per non guardare cosa accadrà. Perché tutti già lo sappiamo. Vorrei estendere il mio scudo fino a farlo arrivare a Edward… ma so che non funzionerà. Se proteggo Edward, Marcus potrebbe morire. Se Marcus muore, io resterò qui per il resto della mia vita. Se mi libereranno, è perché Edward è morto.

Il sangue mi sale al cervello, mentre cerco di spremere le meningi e trovare una soluzione. Una qualsiasi soluzione.

“Prego tutti di allontanarsi il più possibile.” Ordina Jane, con quel sorriso maledetto che campeggia tra le sue labbra. “Forse non saranno gli unici a farsi del male.” Sussurra appena, prendendo bene le misure tra Marcus e Edward.

Fa che non succeda niente.

Fa che non succeda niente.

Ti prego.

“Quando volete…” Sono le ultime parole di Aro, mentre un silenzio tombale si imprigiona di quella stanza. Marcus fa pochi passi in direzione di Edward, studiati. Lui,non accenna un movimento.

Non lo farà.

Si farà uccidere.

A pochi centimetri da lui, si ferma.

“Fallo.” E’ l’unico sussurro di Edward, mentre resta immobile. Lo sguardo del vampiro millenario è afflitto…

“Marcus, è l’unica via d’uscita.” Lo sprona Edward, prima che Marcus posi entrambe le mani sul suo collo.

 Soffoco un grido ed abbasso lo sguardo, per non vedere più niente.

 

 

“Secondo te?” Guardo Tanya, con un sorriso a trentadue denti.

E’… straordinaria. L’abito bianco ricade leggero sulla sua figura snella, e il velo che sua sorella Kate ha appuntato sui suoi capelli è magnifico.

“Sei bellissima. Sono quasi invidiosa.” Ed è davvero magnifica. Ma non è l’abito a fare la differenza, e neanche la sua bellezza eterea. Sono i suoi occhi che esprimono tutta la felicità e l’amore che prova in questo momento. Durante questi ultimi quattro anni io e Tanya abbiamo instaurato un’amicizia invidiabile.

L’ho conosciuta dopo l’uscita dai sotterranei di Volterra. Marcus l’aveva nascosta per bene in quelle due settimane, obbligandola a non uscire finché tutto non fosse finito. Mi è stata accanto nei momenti di sconforto, quelli in cui l’unica cosa che volevo fare era mettere la parole Fine. Eppure non l’ho fatto, soprattutto grazie a Tanya. Senza neanche conoscermi mi ha offerto una spalla su cui piangere, delle chiacchiere, delle serate passate davanti al TV a vedere un film.

“Il tuo abito, invece?” Chiede lei, scendendo da quel piccolo piedistallo dove ha provato almeno tre vestiti diversi.

“Arriverà lunedì. Alice ha avuto una visione.”

“Le visioni di Alice non sbagliano mai.” Dice lei, offrendomi uno dei suoi dolci sorrisi.

“Sicura che vuoi venire?” Domanda poi, mettendosi davanti a me.

Quello che abbiamo – che ho -, dovuto passare in questi ultimi quattro anni… non so nemmeno io come ho fatto. A stare qui, in piedi di fronte a Tanya in questo momento. E’ solo grazie a tutti loro se non mi sono lasciata abbattere dallo sconforto.

“Non devi neanche chiedermelo.”

“Bella… mi dispiace così tanto.” Dice lei, prima di stringermi in un abbraccio. Restiamo così per qualche secondo. “Se non te la senti…”

“E mandare Renesmee da sola?” Dico, pensando a quella piccola peste. “Ce la faccio. Sono felicissima per te, Tanya.” Le poso un bacio sulla guancia, prima di dirigermi proprio dalla mia bambina.

Renesmee.

 

 

“FERMO!” La voce di Alice mi fa saltare sulla sedia, mentre si avvicina cautamente ad Aro. “Marcus, fermo!” Ripete di nuovo, senza urlare stavolta.

“Alice Cullen.” Aro soppesa tutte le parole. “Spero ci sia un valido motivo per…” e con una mano indica Marcus e Edward. Ora, le mani del primo non sono più intorno al collo del secondo.

“Io… devi vedere una cosa.” Alice sfila il guanto dalla sua mano, prima di metterla tra quelle di Aro. Passano alcuni secondi, in cui Aro tiene gli occhi chiusi, con l’espressione concentrata.

“Questo… questo è…”

“Un miracolo.” Aggiunge Alice, buttando un’occhiata furtiva su di me. “Un vero e proprio miracolo.”

“Che succede?”

“Perché abbiamo interrotto il duello?”

“Aro? Signore?” Sono le reazioni del presenti in sala, che come me non stanno capendo nulla.

“Bella… Bella è incinta.” La bomba che fa scoppiare Alice si guadagna un trambusto generale.

Io invece, resto immobile.

Incinta.

Non è possibile.

“Bella è incinta.” Ripete nuovamente Alice. “Di Edward.” Non c’era bisogno che lo confermasse, almeno non a me. Ma molti dei presenti iniziano a guardarsi intorno tra di loro.

“Incinta?”

“Non solo gli umani possono avere dei figli con dei vampiri, ma anche gli ibridi?”

“Non puoi uccidere il padre di quel bambino, Aro!”

“Devi lasciarli andare!”

Molti dei vampiri che parlano sono dalla nostra parte. Sento la voce di Benjamin, seguita da quella di Rosalie e Emmett. Poi, il clan irlandese che si sposta di qualche metro, mettendosi in cerchio intorno a Edward.

“Questa… è una lieta notizia.” Dice Aro, alzandosi di nuovo. “Non ci penserò molto. Questo bambino non era nei programmi, ma è successo. L’occhiata che mi lancia Aro mi trafigge. “AndateveneORA!” E’ l’ordine che tuona, mentre molti vampiri si accalcano per liberare la sala. Io resto immobile, ma vengo trascinata per una mano.

Edward.

Il mio Edward.

“C’è un’ultima cosa.” Dice Aro, richiamando l’attenzione dei presenti rimasti. “Sarete liberi di andarvene, ma il patto non è stato rispettatoPer cui…” Con un cenno della mano indica Alec e Jane. Non perdono tempo, e si scagliano sugli unici due vampiri inermi in quella stanza.

“NO! NO!”

Shhh.” Edward mi solleva, prendendomi in braccio.

“RIPORTAMI LI’RIPORTAMI LI’!” Sbatto le mani sulla sua schiena marmorea, ma non cede. Continua a camminare alla velocità della luce, per farci uscire da quei sotterranei. L’ultima cosa che sento è uno strappo che mi fa venire la pelle d’oca, e l’urlo di una donna.

Li ha uccisi.

Ha ucciso Charlie e Renée.

 

 

Hey splendore!” Prendo Renesmee tra le mie braccia, ma non riesco a tirarla su. In questi ultimi quattro anni è cresciuta a vista d’occhio, arriva alla mia vita. Altri e due anni e raggiungerà la sua maggiore età.

“Dove sei stata?”

“Tyler mi ha portato alla raduraE’ bellissimo!” I suoi occhi sono sognanti, mentre lo dice.

La radura è davvero un posto splendido, e lei lo adora. Ed anche Tyler. Sapere che avevo un fratello è stato uno shock all’inizio, ma poi abbiamo iniziato a conoscerci. Per i primi due anni Tyler ha deciso di andare in giro per il mondo, e cercare altri ibridi. Il suo scopo era far vedere agli altri clan del mondo che gli ibridi esistono, e che non sono una minaccia. Ci siamo sentiti spesso da quando è partito, ma alla fine ha deciso di tornare da noi. Renesmee stravede per lui, è lo zio perfetto. Il nostro rapporto è nato grazie al passare del tempo, e grazie alle parole. In questi anni ho anche scoperto che parlare fa bene, e toglie ogni dubbio. Ho parlato di ogni cosa con Tyler. Lui mi ha raccontato dei suoi anni passati a vivere con i licantropi, pensando che la sua famiglia lo avesse abbandonato. Mi ha raccontato di quando Renée e Charlie sono tornati a prenderlo, dicendogli che avrebbe avuto una sorellina e che sarebbero diventati una vera e propria famiglia. Mi ha detto che mi ha odiato per un lungo lasso di tempo, perché per colpa mia ha dovuto rinunciare per la seconda volta ai suoi genitori, ed è stato rispedito dai licantropi.

Nel frattempo, io gli ho raccontato tutto quello che abbiamo passato io e Charlie insieme. Gli anni passati a Forks, e l’arrivo dei Cullen. Quando ho scoperto la verità, e i Volturi sono venuti a prendermi. Mi sono fatta raccontare più cose possibili su Renée, perché i miei ricordi su di lei sono sfocati. Ricordo pochissimo. Ricordo ciò che lei ha deciso di mettere nella mia testa. Una madre all’inizio premurosa, che poi ha deciso di abbandonarmi per la troppa sete.

Se solo avessi saputo la verità dall’inizio, mi sarei risparmiata tutto questo odio.

“Sei pronta?” Renesmee annuisce, stringendo con forza il piccolo cestino di vimini che tiene tra le mani. Dentro, ci sono petali bianchi e rossi.

“Sì. Devo attraversare la navata e buttare i petali. Zia Alice me l’ha ripetuto mille volte.” Sorrido, accarezzandole la testa.

“Bravissima. Sarà tutto perfetto.”

“Ti voglio tanto bene, mamma.” Mi abbraccia, ma viene subito ammonita da Rosalie.

Ness, non sporcare l’abito!” Lei ride, mentre si posiziona davanti a me e a Tanya.

Il grande giorno è arrivato.

Il giardino di casa Cullen è stato allestito alla perfezione, tra i vari lamenti degli uomini della casa. Alice ha organizzato tutto, dando ordini a destra e a manca. Sono certa che metà delle persone tireranno un sospiro di sollievo oggi, dopo che tutto questo sarà finito.

Kate è al piano, e una dolce melodia inizia a riempire il silenzio. Tiro un sospiro, cercando di incanalare tutta la tensione da un’altra parte.

Non puoi essere tesa. Non puoi. Non c’è motivo.

Tanya è la prima che inizia a camminare, accompagnata da Eleazer. L’abito che indossa è bianco, e corto. Camminano lentamente, e lei viene ammirata da tutti i presenti.

“Pronta?” Annuisco a Carlisle, che stringe il mio braccio.

“Sì. Solo… non farmi cadere.” Sorride, posandomi un bacio sulla fronte.

“Mai, Bella. Mai.” Inizio a camminare anche io, lentamente.

Non cadere. Non cadere. Non cadere.

Il mio abito invece è lungo, pieno di pizzo. Alice aveva ragione: è splendido. I tacchi invece ancora mi preoccupano, anche se ormai siamo arrivati.

Respiro, ed alzo lo sguardo.

Lui è lì, dall’altra parte della navata. Il suo sorriso arriva subito da me, e la tensione svanisce come se non ci fosse mai stata. E’ lì, accanto a Marcus. Tanya è già arrivata, e insieme al suo compagno si sono già voltati verso il pastore Weber.

Edward invece, continua a guardarmi. Immobile. A pochi passi da lui, Renesmee sorride felice.

Mi stanno aspettando.

Per il resto della nostra vita.

 

 

NOTE FINALI:

Insomma… è finita.

False Bugie era iniziata per caso: volevo scrivere qualcosa di diverso, ma soprattutto volevo di nuovo avere Edward vampiro. Doveva essere una storiella semplice, niente inghippi. Cos’è successo? Che mentre scrivevo la storiella d’amore semplice ha preso un’altra piega. Più che una storia d’amore, è diventata una storia di abbandono, di riflessione. Mai avrei pensato di dividerla in due parti, e mai avrei pensato che finisse in questo modo. Io dico sempre: l’appetito vien mangiando, le parole vengono scrivendo. E mentre scrivevo, quante parole sono uscite fuori! Tantissime. Non so veramente come ringraziare tutti voi, che avete seguito prima False Bugie e poi Verità Nascoste. Non sono state le mie solite FF piene di smancerie, anzi. Di smancerie non ce ne sono state per niente.

Quindi grazie, grazie e ancora grazie.

Ora, una piccola nota: mi ero ripromessa che con questa ‘serie’ avrei finito di scrivere FF su Twilight, almeno per un periodo. Ma non ci riesco. Tutte le volte me lo riprometto, e non ci riesco. Quindi, la mia testa ha partorito un’altra storia, che inizierete (se volete!) a leggere da domani. Sia su EFP che su WATTPAD.

Le mie lettrici sono fantastiche, e non smetterò mai di ripeterlo.

Grazie, grazie, grazie e ancora grazie.

Vi voglio un mondo di bene.

 

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