Paradiso e Inferno

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 2: *** Il capitano della squadra e il prediletto ***
Capitolo 3: *** Sam e i desideri sulla caccia ***
Capitolo 4: *** Sam e il desiderio passionale nel locale! ***
Capitolo 5: *** Jessica o Dean? Dean! E All aut of love! ***
Capitolo 6: *** Il segreto di Dean e il Paradiso Fantasioso ***
Capitolo 7: *** Fare l'amore con te, è il Paradiso! ***
Capitolo 8: *** Le scuse di Gabriel ***
Capitolo 9: *** Autostrada nel cosmo ***
Capitolo 10: *** I muri emotivi ***
Capitolo 11: *** Che bello rivedere Ash!! ***
Capitolo 12: *** Perdono e guarigione in bottiglia! ***
Capitolo 13: *** La forma dell'acqua ***
Capitolo 14: *** Dean all'inferno ***
Capitolo 15: *** L'inferno di Sam, Adam e Michael ***
Capitolo 16: *** I pensieri dell'anima di Sam ***
Capitolo 17: *** Lucifero e l'inaspettata rivelazione! ***
Capitolo 18: *** Desideri violenti! ***
Capitolo 19: *** Lucifero e Gabriel si riappacificano ***
Capitolo 20: *** Quasi alla fine, ma... ***
Capitolo 21: *** Cosa c'è là fuori? ***
Capitolo 22: *** Puntata speciale ***



Capitolo 1
*** Una nuova famiglia ***


Fu strano per Sam e Dean, sentirsi catapultati all’interno di un luogo così famigliare.

Insomma, quello sembrava un luogo famigliare, ma al contempo era come se non lo fosse! Solo alcuni oggetti e dettagli, erano famigliari, per il resto,  il luogo sembrava diverso, eppure ricordava loro qualcosa.

“Sam..questa è la tua stanza??” chiese Dean, corrucciato, voltandosi verso il fratello.

Sam però non lo stava guardando, ma fissava con orrore, qualcosa poco più in là.

Dean seguì il suo sguardo e spalancò la bocca nel vedere il fratello minore di pressappoco SEDICI ANNI, che dormiva beatamente nel letto, sul viso un’espressione così estatica, come se non avesse un solo pensiero al mondo.

“Guarda, Dean..” disse Sam, indicando alcuni oggetti sopra il davanzale. “Quelli sono i miei fumetti…e i miei libri..e l’album di figurine..ci sono tutte le mie cose..”

“Non riconosco questa casa, però..” disse Dean.

“Le persiane AZZURRE! Non le avevamo già viste in un motel, anni e anni fa?” chiese Sam, girandosi verso la finestra, che dava su un balconcino.
 

Dean si voltò istantaneamente verso Gabriel e Castiel.

“Che cosa significa tutto questo? Perché ci sono le nostre cose, in una casa in cui non ricordiamo di essere stati?” chiese Dean.

“Forse è meglio che scendiate di sotto..e cercate di non agitarvi…” li preparò Castiel.
 
 
Quasi immaginando che avrebbe avuto bisogno di un sostegno, Sam cercò la mano di Dean, che rispose pronto a quella muta richiesta di sostegno.

Scesero insieme le scale, piano, chiedendosi cosa avrebbero trovato di sotto.



Una volta che ebbero oltrepassato il bel salotto luminoso di quella casa, Sam gridò e quasi finì a terra.

Sam, alzati, avanti!” gli disse Dean, spronandolo, cercando di mantenere un tono di voce fermo, benché era impallidito anche lui tantissimo.

Sam si alzò, anche grazie all’aiuto del fratello.

Entrambi continuarono a guardare la scena che li aveva sconvolti tanto.

La scena di una semplice famiglia felice.

Al tavolo in cucina, erano seduti Sam, Dean, John e Mary. C’era anche un’altra persona con loro. Una fanciulla bionda, che sembrava più giovane di Sam, di alcuni anni. aveva dei boccoli d’oro molto carucci e i loro stessi occhi verdi.
 



“Tieni il panino anche per te, Sam. Te l’ho preparato per il pranzo. Ti ho anche tagliato i bordi, come piace a te e a Dean.” Disse la voce melodiosa di Mary.

Sam si aggrappò nuovamente al braccio di Dean, che gli accarezzò il braccio come a calmarlo.

Sam e Dean avevano sentito raramente la voce della loro madre e tutte le volte che era successo, era un fantasma.

“Questo nerd sbruffoncello, cerca sempre di copiarmi, mà.” Disse Dean, sbuffando.
 
Dean si voltò verso Castiel e Gabriel.

“Che significa tutto questo? Sam, ti prego, calmati.” Aggiunse, visto che Sam aveva preso a tremare. “E perché Sam sta così? Senza offesa, ma ha preso meglio, cose peggiori di questo spettacolo.”

Fu Castiel il primo a parlare.

“Sam sta così perché questo è il mondo che lui ha creato e sente i suoi stessi sentimenti ripercuotersi dentro di lui, come qualcosa di VIVO, ma posso calmarlo.” Disse Castiel, toccandogli il braccio e facendo calmare immediatamente Sam. “In questo modo la sua anima dovrebbe essere protetta da uno scudo protettivo, per impedire ai suoi stessi desideri di fargli del male.”

Dean era sempre più allibito e vedere Sam tirare un sospiro di sollievo e calmarsi, era servito solo in piccola parte, a calmare lui.

“Calmarsi? Desideri?? Mondo?? Ma cosa…”

“In questo momento, vi trovate dentro il Paradiso di Sam. O almeno, uno dei tanti Paradisi che lui ha creato, quando Jake lo uccise, anni fa!” spiegò Gabriel con tono austero.
 

L’unica cosa più grande dello shock che Dean provò, fu la gratitudine per il fatto che Castiel avesse calmato Sam poco prima, o era certo che se lo sarebbe ritrovato svenuto tra le sue braccia.























Note dell'autrice: 

ufffff ragazzi, mi sento così emozionata!! xd qualcuno si immaginava una cosa del genere?? xd spero di non avervi deluso! Vi prometto che sarà una cosa leggera e che non arriverò a farvi stufare ^^ voi avete dato per scontato che quando ho detto che loro ammettevano i loro sentimenti, li ammettessero l'un l'altro e invece era una cosa con loro stessi xd ora capite perchè avevo così tanta fretta di chiudere l'altra storia, che comunque in questi giorni chiuderò ^^  ps non avete idea da quanto tempo desidero scrivere una cosa del genere, non è solo da qualche mese, ma da ANNI xd solo che finora non avevo mai avuto l'occasione xd

ps quando vi dicevo che l'indizio era nascosto nella storia "l'amore di un angelo" intendevo che era nella prefazioneeee ahhahh ma non mi avete capito :ppp e pensate che non era stato neanche intenzionale :ppp  

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Capitolo 2
*** Il capitano della squadra e il prediletto ***


Il Paradiso di Sam cambiò ancora e all’improvviso si trovarono in un campo da gioco, con decine di giocatori che giocavano a Football. Era sera.

“Ma cosa..” cominciò Dean.

“Il paradiso di Sam, cambiava sempre..” disse Castiel, rispondendo a una muta domanda. "Prima avete visto come sarebbe stata la vita se Mary non fosse mai morta..a Sam piaceva pensare che avrebbero avuto un altro figlio..una sorellina magari."

Dean dovette controllarsi per non far affiorare le lacrime agli occhi per la commozione e la cosa incredibile era che non era per sua madre che piangeva, ma per Sam.

“Va bene..ma.. Sam è rimasto..sì insomma..qui..soltanto poche ore!” obiettò Dean.
“Vi abbiamo già spiegato che le ore terrene non sono nulla in confronto all’eternità del Paradiso, ma stai zitto un momento..adesso arriva la parte interessante..” disse Gabe.
 
Ci fu in quel momento uno scatto repentino e Sam riuscì a centrare la palla nella rete.

Woww.. sai che sei proprio figo, Sammy? Che bei desideri, tutto sommato!” si congratulò Dean.

Sam sorrise di rimando.

Quando Dean vide comparire sé stesso in una versione più giovane, vestito da Capitano con un completo rosso, rimase allibito. Sam per niente, adesso ricordava perfettamente la straordinaria bellezza con cui l’aveva immaginato.
 
Ben fatto, Sammy, sei il mio campione, lo sai? L’orgoglio di questa squadra. Continua così e un giorno sarai anche tu capitano!” gli disse, scrollandogli i capelli.

I due Sam, sorrisero contenti e soddisfatti, il Dean del presente, rimase a bocca aperta.

“Visto come parlo bene? Sono proprio cool. Sammy, è così che mi immaginavi?” si rivolse poi a lui.

Sam d’un tratto imbarazzato, si chiuse in un ostinato mutismo.
 
 

La scena cambiò, ma non il paradiso di Sam. Ora la squadra era allo spogliatoio e c’erano diversi ragazzi gelosi e invidiosi del modo in cui Dean trattava Sammy.

“Sei il preferito senza fare niente di speciale.”

“Sì. Solo perché sei suo fratello minore, fa finta di non vedere i falli!”

“Un trattamento di favore vergognoso!”

Sam avrebbe potuto ribattere che aveva fatto goal TRE VOLTE, ma troppa era la gioia di vedere gli altri suoi compagni essere gelosi di lui, del suo talento a football e perfino del legame con Dean, che non riusciva a togliersi quel sorriso dalla faccia. Si era appena fatto una doccia, si stava mettendo una maglia pulita, bianca, che sembrava profumare, della felicità che provava.

Inoltre era consapevole che alcuni suoi compagni erano gay e che con molta probabilità avevano un debole per suo fratello.

Mi dispiace miei cari… Dean è tutto per me.. pensò Sam.
 
Dean e Sam rimasero allibiti nel sentire quelle parole fluttuare armoniose come gocce d’acqua che uscivano fuori dalla sua bocca e il suono di quelle parole emettere un suono come di violino.
 
“E così..il tuo Paradiso era far ingelosire degli stupidi compagni di squadra e sentirti tronfio del fatto che eri il mio prediletto?” gli chiese Dean divertito.

“I ragazzini hanno spesso desideri strani.” Si giustificò Sam.
 
 
La scena cambiò ancora.

Sam era ancora in tenuta da giocatore ma stava correndo nel campo deserto della scuola. Dean teneva il conto con il cronometro.

“Su, su, un altro giro, ancora, ancora uno. “

Sam ispirato dalle sue incitazioni, prese a correre più veloce e sembrava ancora più euforico.

Aveva i capelli bagnati e il viso sudato, era tutto sudato, ma era FELICE.
 
 
 
La scena cambiò ancora e si capiva che Sam si era fatto un bagno e che era fresco e asciutto, ciònonostante aveva ancora i capelli bagnati, mentre camminava a piedi al fianco di Dean, che gli cingeva teneramente un braccio, presumibilmente mentre stavano tornando a casa.

“Sei il migliore, Sammy. Ti voglio veder giocare per sempre.”
 
La scena sfumò, ma stavolta, sfumò lasciando un velo nero, come di un film quando cade il sipario.

“È così bello.” Disse Dean, guardando Sammy, prendendogli le mani dolcemente. “Grazie ragazzi.” Aggiunse il maggiore senza distogliere lo sguardo dal minore, con le mani ancora intrecciate a lui. Il minore ricambiava il sorriso, incatenando lo sguardo a lui. Non sapeva cosa dire. Dean stava guardando i suoi desideri di ragazzino. Aveva il cuore gonfio di esaltazione.

“È tutto bello, anche se ci sono stati anche desideri di cui ti sei vergognato, vero Sammy?” chiese Gabriel, sorridendo.

Sam e Dean si voltarono interrogativi, mentre il nero lasciava il posto a un altro Paradiso.























ciaoooo allora volevo evitare di mettere le note stavolta, ma non posso, perchè mi sono resa conto di non aver spiegato con chiarezza che tutte e tre le scene si svolgono DI SERA. Quindi è notte, NERO, ammantato di stelle, oscuro, oscurato! ciaoooooo  

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Capitolo 3
*** Sam e i desideri sulla caccia ***


Questo nuovo Paradiso, era più simile alla realtà di quello che era stata la loro adolescenza.

Sam e Dean videro immagini fuggevoli di loro tre a caccia con il padre.

“Credevo odiassi quella vita, Sam..” gli disse Dean, confuso.

“Infatti..credo che..più o meno tra poco, accadrà qualcosa..” disse Sam.

Infatti qualcosa accadde. Un giorno, John tornò da loro, rincasando nell’ennesimo motel in cui stavano e si rivolse a loro due.



Smettiamo di cacciare! Ho capito che avevi ragione, Sam. Qualunque cosa fosse che ha ucciso vostra madre, non vale la pena continuare a consumare la nostra vita, per rincorrere un’ossessione e lasciarsi consumare da essa!”

“Papà, ne sei sicuro?” aveva chiesto Dean, con la bocca spalancata.

“Sì.” Disse John, rivolgendosi al maggiore. “E poi Sam ha il diritto a fare radici in qualche landa desolata che ci ostiniamo  a chiamare Terra, ha diritto a chiamare casa finalmente, un luogo. Ha diritto di avere degli amici, una fidanzata e anche tu ne hai diritto, Dean.”

Sam era quello più emotivo ed era scoppiato in singhiozzi, andando ad abbracciare il padre.

Dean, invece, più pudico, si era limitato a restare seduto sul bordo del letto, a mettersi una mano sulla bocca, ma poi sorrise, continuando a guardare il suo fratellino quattordicenne, abbracciato al padre.
 


“Sam, questi sarebbero i desideri di cui ti vergogni?” gli chiese Dean. “Non capisco.”

“L’ho desiderato a lungo. In quei momenti non mi importava della mamma..di quello che gli era capitato..non volevo più vendicarla..sono stato..egoista.” disse Sam con gli occhi lucidi.

Dean lo abbracciò di slancio, stringendolo forte.

“Non hai niente di cui vergognarti, Sammy.”
 
 



La scena cambiò e ora si ritrovavano con un Sam più adulto. John era contrariato perché Sam aveva nascosto a lui e Dean, che sarebbe andato a Stanford.

“Io voglio solo andare all’Università! Per favore, papà, non proibirmelo!”

John aveva sospirato stancamente.

“Sei sempre mio figlio e se questo è un tuo desiderio, allora dovresti andare!”

Sam aveva sorriso grato.
 
La scena cambiò di nuovo.



“Cos..siamo di nuovo qui? Ehi, ragazzi, qualcosa non ha funzionato!” disse Dean.

“Dean, stai zitto.” Disse Castiel.
 
La scena non si ripetè come era stata vissuta prima, stavolta i fatti sembravano andare come erano andati nella realtà, con la differenza che stavolta, Dean scattò a prendere le difese di Sammy, prima che la situazione degenerasse.

“Se vuole fare l’Università, dovremmo lasciarlo libero di andare. Lui non è fatto per questa vita. è intelligente, cavolo, il nerd più intelligente di tutti. Sono sicuro che sarà un ottimo avvocato.” Disse Dean.

L’aveva detto con un sorriso meraviglioso e Sam l'aveva guardato con quegli occhioni lucidi, di un verde brillante e tremulo, che faceva sempre tremare le ginocchia a Dean.

“Grazie Dean!” disse, scattando ad abbracciarlo, singhiozzando contro di lui.

John rimase un po’ impietrito, ma non disse nulla.

Sam e Dean uscirono, senza che ci fu nessun “Se te ne vai, non tornare!”

Dean accompagnò personalmente Sam fino a Stanford.

Non voleva che Sammy affrontasse rischi, andando da solo.
 
 
 


Durante la scena della difesa accorata di Dean nei confronti del fratellino minore. il Dean del presente, aveva cominciato a scusarsi con Sam, per non aver preso davvero le sue difese, quel giorno, perchè era troppo arrabbiato di vederlo andar via. Era stato, però, prontamente zittito con dolcezza da Sam, che si accocolò al suo braccio. Ora, cercò nuovamente di aprire bocca, stavolta su un terreno su cui Sammy, forse, non avrebbe trovato niente da ridire.

“Continuano a non sembrarmi chissà che desideri vergognosi.” Disse Dean.

“Adesso arriva il bello. Credo che..ehm..io e Gabe, ora, vi lasceremo un po’ soli, per lasciarvi un po’ di privacy.” Disse Castiel.

“Sì, non sarebbe elegante se rimanessimo..vi metteremmo in imbarazzo..” disse Gabriel.

“Ma che dia..” stava dicendo Dean, mentre Sammy gli tappava la bocca.

“Non in Paradiso. Non essere blasfemo.” Gli disse Sam, sorridendo.
 























Note dell'autrice: 

e se già vi stava per venire il latte alle ginocchia, pensando che sarebbe stata un'altra storia alla "Dean" o alla "l'ultima riga delle favole" siete cascati male ahhahah (o bene a seconda dei punti di vista :ppp) penso che abbiate già capito che lo stile è diverso e sarà reso più evidente nei prossimi capitoli, per ora non ci stiamo distanziando ancora molto dalle cose che ho già scritto nelle altre storie, ma..vedrete :D preparatevi poi, perchè il prossimo sarà un capitolo piccante!! :pp  

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Capitolo 4
*** Sam e il desiderio passionale nel locale! ***


I fratelli rimasero soli, quindi, a guardare l’ennesimo paradiso di Sam.
 
Erano ancora adolescenti, il luogo in cui si trovavano, sembrava un locale di una discoteca o di un casinò. Forse entrambe le cose. Un tripudio di luci rendeva l’ambiente un po’ etereo.

I due fratelli capirono subito, che dovevano essere un po’ brilli in quella serata, anzi, TUTTI, erano un po’ brilli, compreso Dean che si baciava dei ragazzi, sul divanetto.



“Okkkay, non sapevo che ti eccitassi ad immaginarmi con altri, Sammy. Non so oggi, ma anni fa eri un pò voyeur.” Disse Dean, spiazzato, ridacchiando. Aveva però voltato la testa, dando le spalle alla scena. Vedere il suo sé stesso comportarsi come un gigolò, era..

“Non voglio vedere, Dean..” disse Sam imbarazzatissimo.

“Neanch’io..and..oh, cavolo. Non ho mai avuto un corpo così, a vent'anni!” fischiò Dean.

“Sì, invece!” malgrado l’assurdità della situazione, Sam si ritrovò a protestare.

“Sammy..stai arrivando anche TU.” Disse Dean a occhi sgranati.

Sam impallidì.
 
La sua versione diciassettenne, arrivò sorridendo, a sedersi a pochi metri dal fratello. il fatto che il maggiore non avesse praticamente più i vestiti addosso, che gli erano scivolati  scompostamente attorno e che fosse circondato da una miriade di ragazzi, sembrava avere per lui scarsissima importanza.



“Ciao, Sammy, ti stai divertendo?” chiese l’altra versione di Dean.

“Abbastanza. Tu molto a quanto vedo.” Osservò l’altro.

Dean 2.0 ridacchiò, baciando il ragazzo biondo alla sua sinistra. Sam 2.0 mise il broncio.



“Il fratellino è geloso. Vuole anche lui le tue attenzioni, perché non lo accontenti, Dean?” lo prese in giro uno dei ragazzi.
 
Dean aveva smesso di baciare il biondo e ora guardava Sam. Il sorriso scomparso dalla sua faccia. Calò uno strano gelo attorno a loro.

“è mio fratello.” disse Dean, senza guardarlo.

Il Sam del presente si congratulò silenziosamente con il suo doppio, per esser rimasto in silenzio.


“Andiamo, se non si vive liberi a vent’anni, quando ti ricapita? Lo sappiamo che lo volete.” Li provocò un altro.
 
Dean guardò Sam cercando una muta richiesta di assenso.

Sam si limitò a deglutire e a fare un cenno del capo.

“Se qualcuno di voi prova a filmarci, lo uccido.” Li avvertì Dean, alzandosi e restando completamente nudo. Per un attimo sembrò che la bellezza del suo corpo avesse soffocato quasi Sam 2.0

Poi il maggiore prese Sam per mano e lo portò vicino a lui.



“Allora..sei sicuro che..se vuoi tirarti indietro, questo sarebbe un buon momento..” gli disse, appoggiando la fronte alla sua.

“Non voglio.” Rispose pronto Sam.

Dean chiuse gli occhi e sorrise, ruotò la testa contro la sua fronte e per un attimo rimasero così.

Poi ci fu il bacio e fu un’esplosione di dolcezza, che non ci mise molto a trasformarsi in sensualità e passione.
 
Fecero l’amore, attorno agli altri ragazzi, ma senza toccare né farsi toccare più dagli altri. Sembrava che gli altri ragazzi avessero compreso che la cosa era molto più intima e sentimentale di quella che avevano inteso in un primo momento e ripresero a fare l’amore tra di loro, senza toccare più l’uno o l’altro.
 
Sam era sexy mentre si lasciava andare alla passione a cavalcioni su Dean e reclinava la testa all’indietro.

Quando finirono di fare l’amore, rimasero stretti insieme sotto la coperta di velluto rosso.
 
Dormivano.
 
 
 
 
I Sam e Dean del presente cercavano lentamente di riprendersi dallo shock.

"Beh, non possiamo negare che sono..SIAMO teneri." osservò Dean, guardando il braccio di Sam, fare capolino dalla coperta e cingere il braccio del maggiore.  
 
“Dean..io..oddio che imbarazzo..”

“Questo è uno dei tuoi desideri?” gli chiese Dean.

“Era solo..so che sembra assurdo, ma per me sapere..insomma..immaginare di poter fare l’amore insieme a te vicino a persone che sapevano che siamo fratelli..era ..beh..sì..qualcosa che..Dean! cosa stai facendo?”

Sam si era molto agitato quando aveva visto che suo fratello aveva allungato la mano a sfiorare il braccio del suo doppio!

L'altra versione di Dean, fece una smorfia e spostò appena il braccio, poi aprì lentamente gli occhi, roteandoli un po’, come a cercare qualcosa.
 
 
Sam nel frattempo, terrorizzato, aveva trascinato via Dean per un braccio, al di fuori della bolla di sogno che manteneva intatta l’illusione.

Aveva ancora gli occhi sgranati e stava ancora trattenendo il respiro al fianco del maggiore, mentre osservavano immersi nel nero, ancora i loro sè stessi dentro l'inquietante bolla. Il doppio di Dean roteava ancora gli occhi come se stesse cercando una farfalla invisibile.

“Sam, sta tranquillo. Sono illusioni. Anzi, sono ricordi. Non possono accorgersi di noi.” lo tranquillizzò Dean.

“Sì? E come mai quando l’hai toccato, lui..si è girato?” disse Sam ancora agitato.

“Probabilmente ha scelto proprio quel momento per fare una smorfia..forse stava sognando..” disse Dean ma non si azzardò a rivolgere di nuovo l’occhiata al suo doppio.
 
Proprio in quel momento la scena cambiò di nuovo.






















vi faccio solo una domanda: si capisce che mi sto divertendo? XD

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Capitolo 5
*** Jessica o Dean? Dean! E All aut of love! ***


“Dean, sei arrivato!”

Sam aveva ventidue anni adesso e stava con Jessica, Il Dean del presente si chiese in maniera fuggevole, se Sam avesse immaginato e desiderato un modo alternativo in cui Dean fosse andato a prenderlo. Magari un modo più accogliente e caloroso.

Alla faccia dell’accoglienza, prima Dean vide la dolce Jessica che salutava i due in modo caloroso per uscire, lasciandoli soli, poi Dean 2.0 si gettò addosso al minore ed entrambi si baciarono appassionatamente sul divano.

“Dean…” gemeva Sam nel bacio, immergendogli la mano sui capelli.

Dean, senza interrompere il bacio, gli sfilò i jeans e poi se lo caricò in braccio, dopodiché andò in camera da letto, sempre tenendo Sam in braccio.
 
La scena cambiò e ora si trovavano in camera. Dean ci dava dentro e Sam apprezzava moltissimo.
 


“Ehm..io..”
Dean era basito.

“Dean, ricordi quando tu mi sei venuto a prendere e quel fantasma mi voleva attaccare..”
“La donna in bianco??”

“Sì. Gli dissi che non ero un traditore.”

“Temo che io non fossi ancora entrato in scena!”

“Sì..beh…ecco..era la verità..ma..beh..”

“Desideri inconsci eh?”

“Mettiamola così.” Disse Sam tutto imbarazzato.

“Cazzo, Sammy..” disse Dean, guardandolo sbalordito. “Eri in piena tempesta ormonale!”

“Non dire così!”

“Non posso sopportare tutta questa tensione sessuale.” Disse Dean, attirandolo a sé e cominciando a slacciargli i bottoni della camicia.

“Dean!!”

“Ehm, ehm..” dissero in coro i due angeli sbucati dal nulla.

Sam e Dean fecero un balzo e si staccarono immediatamente.



Sam cominciò a chiudersi febbrilmente i bottoni della camicia.

“Ci stavate spiando?? Siete dei brutti..” cominciò ad aggredirli Dean.

“ Un umano che insulta un angelo in Paradiso? Stai attento.” Disse Gabriel.

“Dovreste ringraziarci, per avervi lasciato un po’ di privacy per i vostri desideri peccaminosi.” Disse Castiel.

“Ehi, sono desideri di Sam, che io comunque condivido e approvo in pieno.” Si affrettò ad aggiungere Dean, guardando Sam con aria maliziosa. “Beh, magari non una relazione clandestina alle spalle della povera Jessica, povera ragazza..” disse Dean imbarazzato, sotto l’occhiata perplessa dei due angeli. Sam oramai era bordeaux e si copriva la testa, infilandola dentro la camicia.
 
“Sentite, non che non apprezziamo questo..ma..è tutto terribilmente imbarazzante. Possiamo tornare sulla Terra?” quasi gridò Sam, tutto rosso.

“Ma come, non volete vedere il Paradiso di Dean?” chiese Gabriel accigliato.

Sam si ammutolì, Dean cominciò ad avere paura.

“Ma prima, una dimostrazione che anche Sam se vuole, sa essere un romanticone.” Disse Gabriel con un sorriso.

Al gesto della mano di Gabriel, si cambiò nuovamente scena!
 
 
Questa volta, Sam stava suonando un pianoforte. “Ti piace questa canzone, Dean?” chiedeva Sam, suonando al pianoforte.

“Suoni All out of love  divinamente, Sammy.” Disse Dean, avvicinandoglisi e baciandolo teneramente.
 
 
 
La scena svanì.
 
 
Con grande sorpresa dei ragazzi, ora non stavano più vedendo scene del Paradiso, ma una scena vera, che successe tanto tempo fa!

Dean e Sam erano in macchina, all’improvviso cominciò a suonare alla radio la canzone All out of love e Sam ascoltandola, sembrò essere diventato una maschera di cera. Resistette un po’ e poi la spense!





La scena svanì.
 
“Mi ricordo di quella scena. Non volevi farmi ascoltare quella canzone, che a me, tra parentesi, piaceva.” Disse Dean stranito.

“Io..ehm..non lo so perché, ma mi inquietava.” Disse Sam.

“Ti inquietava perché era la canzone che tu sognavi di suonare per Dean, in Paradiso.” Disse Castiel. "Quella canzone ha risvegliato in te emozioni sepolte nel tuo inconscio e anche se non potevi sapere perché, quelle emozioni ti hanno turbato, erano talmente grandi che non riuscivi a gestirle.”
 
I fratelli rimasero un po’ in silenzio ad assorbire l’impatto di quelle parole.

“Cavolo, Sammy, ora che lo so, ascolterò quella canzone all’infinito.” Disse Dean strapazzandolo.

Sammy cercò inutilmente di liberarsi. “Non avreste dovuto dirglielo. Ora non finirà più di metterla. E di prendermi in giro!”

Ma Castiel e Gabriel non li stavano ascoltando.

“Credo che sia giunto il momento di farvi vedere il Paradiso di Dean, ragazzi.” Disse Castiel raggiante.

“Se ci sono delle pornostar, io non voglio entrar..” ma Sam non fece in tempo a finire la frase che si trasportarono da un’altra parte!
 
 

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Capitolo 6
*** Il segreto di Dean e il Paradiso Fantasioso ***


“Castiel, Gabriel, potete spiegarci una cosa? Com’è possibile che vediamo i ricordi del nostro Paradiso, anche se non siamo morti?” chiese Sam.

“Perché i vostri pensieri sono informazioni della vostra anima, tutto scritto e conservato nel vostro dna, che non andrà mai perso. In questo caso, anche i vostri desideri, in Paradiso, vengono immagazzinati in registrazioni conservabili. Il Paradiso è un tutt’uno con gli organismi che ci vivono, perché viene creato dai loro desideri, è normale che tutto questo venga conservato.” Disse Gabriel.

“E voi…visionate tutto? Senza nessun rispetto per la privacy?” chiese Dean, spaventato e irritato insieme.

“No, ma voi siete speciali. Le circostanze in cui siete finiti qui, sono speciali. Anche la prima volta che Dean morì, fu…speciale. “ disse Gabriel senza guardarlo.

“Stiamo per scoprire quello che desideravo, quando tu ti divertivi a farmi morire in continuazione,  durante l’esperienza al Mistery Spot?” chiese Dean con un sorriso freddo e sarcastico.

Gabriel sospirò, ma Castiel si intromise. “Prima c’è un’altra cosa, che dovete vedere.”
 
 

Il buio, quindi, si dissolse e si ritrovarono di nuovo a guardarsi giovincelli, alle prese con una caccia.

“Questo non è…” cominciò Sam, guardando i suoi doppioni chinati a terra, Dean che gli teneva il viso tra le mani.

“Il caso di Bloody Mary, sì.” Disse Castiel. “Ora guardate con attenzione.”

La scena si svolse come la ricordavano. Dopo che Dean aiutò Sam, a cui sanguinavano gli occhi e dopo che il fantasma tornò per attaccarli, Gabriel alzò la mano e disse: “STOOP.” E l’immagine si fermò come se avesse usato un telecomando invisibile.

“Vedete niente di strano?” chiese Gabe.
Sam e Dean guardarono con attenzione.

“Anche a Dean sanguinano gli occhi..” disse Sam.

“Ma questo cosa c’entra?” chiese Dean.
 
La scena si dissolse e tornarono nel buio.

“Cosa c’entra? È molto importante questo particolare, forse non ci avete prestato grande attenzione perché vi siete dimenticati che, il fatto di sanguinare dagli occhi, presupponeva che la persona avesse dei segreti per cui si sentiva in colpa.” Disse Castiel.
Sam lo guardò basito.

“Beh..e quindi? Tutti noi abbiamo dei segreti, no? Perché proprio un mascalzone come me, doveva esserne immune?” disse Dean grattandosi la testa.

“Forse perché il tuo desiderio era molto significativo. Tu desideravi Sam, è così?” chiese Castiel.

Sam lo guardò, sgranando gli occhi.

“Io..non avete prove per dirlo.” Disse Dean imbarazzato.

“No, a parte la tua sincerità.” Disse Gabriel sorridendo a braccia incrociate.

“E..e va bene. Tu sei stato..insomma..chiaro in quello che desideravi. È giusto che lo sia anche io..” disse Dean sorridendo a Sammy.

“Dean..anche tu..” disse Sammy, sorridendo, decidendo di non mettere bocca sul rossore intenso del viso di Dean.

“Anche perché con il Paradiso alle porte, sei stato messo spalle al muro. Ormai eri costretto a confessare.” Disse Gabriel, prendendolo in giro. Dean gli fece una linguaccia.

Ci fu un lampo di luce e finirono finalmente nel paradiso di Dean.
 
 
 


*

“Partiamo con qualcosa di semplice, come fu per Sam.” disse Castiel.

Ai due fratelli sembrò di rivedere un flashback. Erano di nuovo assieme al padre e stavano discutendo ancora di caccia, Sam si stava lamentando come al solito che per colpa della caccia dovevano continuamente cambiare città, ma stavolta a sorpresa, Dean dette ragione a Sammy.

“Sam ha ragione. Anch’io sono stufo di cambiare città, scuola,amici..ragazze..okay, forse quelle no..” disse Dean ridendo. “Anche io voglio che ci fermiamo papà.”

John fissava suo figlio basito.
 
 
Il Sam del presente si rivolse verso Dean.

“Era anche un tuo desiderio? “ gli chiese Sam.

“Certo,voglio dire, dovevo stare vicino a papà e in questo modo ero costretto ad attirarmi le tue antipatie e farmi dare del soldatino, ma non ero un robot. Anche io in fondo desideravo le stesse cose che desideravi tu.” Disse Dean nostalgico.
 
 

La scena cambiò e si arrivò al periodo in cui Sam decideva di mollare la famiglia per andare a Stanford.

“Papà, mi dispiace, ma io..io vado con Sam.” disse Dean 2.0.

Ci furono molte più grida di quanto si aspettassero.

“Te le sei immaginate molto forti queste grida.” Commentava il Sam del presente.

“Nel dubbio, ho esagerato, pensando che a papà piace esagerare.” Disse Dean.
 
Poco dopo si vedevano Sam e Dean nel pullman diretti a scuola e non più in macchina.

“Dean, ma tu non vuoi studiare, cosa farai a Stanford?” chiedeva Sam mentre sgranocchiava un sacchetto di patatine.

“Beh, vedremo, intanto prenderò un appartamento, cucinerò..mi occuperò di te, non ti libererai tanto presto di me.” disse Dean sorridendo.
 
“Volevi venire con me?” chiese Sam del presente.

“Sì. È stato uno dei miei più grandi rimpianti.” Rispose Dean.

“Okay, adesso passiamo a qualcosa di più…fantasioso!” disse Gabriel, alzando di nuovo la mano.
 
 


Paradiso Fantasioso


 

Tutto poteva aspettarsi Sam, ma non di vedere Dean, conciato come un contadinello con un buffo cappello sulla testa, tirare la catenella di un secchio dentro un pozzo.

“Siamo finiti dentro Merlin? Tu saresti Merlino?” chiese Sam, basito, volgendosi verso Dean.

Dean era paonazzo.

Subito dopo, Dean 2.0 aveva tirato fuori il secchiello e sorpresa, dentro il secchiello c’era un regalo. SAM.

“Ciao.” Gli disse Sam 2.0, prendendo a baciare l’altro Dean.
 
Sam si voltò verso Dean. “Ma cosa..”

“Aspettate di vedere il resto!” disse Gabriel ridacchiando, a onor del vero, Dean diede una sbirciata a Castiel, che aveva le labbra cucite.
 
Sam e Dean 2.0 si allontanarono insieme, verso quello che sembrava il loro nido d’amore. Sam restò senza fiato.

“Il Deposito di Paperone?”



“Aspetta, perché c’è di meglio.” Disse Gabriel, invogliandoli a seguire i due.

Tutti e quattro seguirono i due e Sam espresse ad alta voce che tutta questa storia dei ricordi, gli ricordava ancora una volta il pensatoio di Silente.

“Zitto, Sam, ci sono abbastanza citazioni in questo Paradiso.” Disse Dean saggiamente, ma sembrava divertito.

Sam si chiese se anche in questa versione del Deposito, ci sarebbero state le tonnellate di monete e sacchi di denaro.

Una volta entrati dentro, Sam ebbe la risposta alla sua domanda.

“Un mare di BANCONOTE?” disse stralunato.

“A quanto pare, Dean è uno pragmatico. Deve aver pensato, dopotutto, che gettarsi contro un mare di monete di ferro, deve fare un male cane e ha propeso per qualcosa di più morbido.” Disse Gabriel.

Dean arrischiò un’altra occhiata a Castiel. Aveva un mezzo sorriso. Dean pensò che fosse un chiaro segno della forza della loro amicizia, che l’amico non ridesse.



“Beh, chiamami scemo.” Disse Dean.
 
Subito dopo, videro le loro due versioni che si spogliavano a vicenda e si gettavano ridendo, nello stesso momento, mano nella mano, nei soldi.

“Bello, eh, fare l’amore nei soldi.” Disse Dean facendo l’occhiolino a Sam.

“Hai mischiato il sesso e la ricchezza inseme. Tipico di te.” Disse Sam ridacchiando.

“Cas, Gabe, questa visione è troppo bella. Suggerirei di mandare al diavolo la morale e farci un bagno. NUDI.” Disse Dean, guardando malizioso Sam, che ricambiò l’occhiata.

“Non ve lo consiglio. Questi sono ricordi, quindi non è materiale fisico, potreste farvi male se cercaste di buttarvi a quell’altezza.” Li avvisò Gabriel.
 
“Ma che sciocchezz..oh.oh..” disse Dean, notando che la sua mano trapassava la scaletta piazzata appena davanti al mare di banconote.

“Visto?” disse Gabe sorridendo.

Dean si rivolse a Sam che sembrava stranito allo stesso modo.

“Ma allora se è tutto incorporeo..come ho fatto prima a toccare..”

“Schhh..non farti sentire. Vuoi prenderti un rimprovero biblico?” sussurrò Sam a sua volta.

“Sì, ma se io ho..”

“Sarà stata suggestione, Dean.” Disse Sam, sempre a denti stretti.
 























Note dell'autrice: 

ciaoooooo!! Allora, devo ringraziare Teamfreewill, perchè è stata lei a suggerirmi questa cosa del segreto di Dean, che sarebbe stata una bella cosa da inserire, io neanche ne ero a conoscenza xd ringrazio Daisy perchè dicendo che non capiva come Sam e Dean potevano vedere il paradiso anche da non morti, mi ha fatto capire che era cosa buona e giusta che i ragazzi lo chiedessero xd ma ringrazio sopratutto in generale voi ragazze che mi seguite e che mi date anche con il vostro entusiasmo, ispirazione e forza per scrivere questa storia *_* no , non sono i ringraziamenti di fine storia ahha la storia non è ancora finita, oltretutto la parte del paradiso non è ancora conclusa (ci sarà poi anche quella dell'inferno ) volevo solo dirvi che essendomi concentrata così tanto su questa saga, non stupitevi se in questi giorni, farò un pò il giro delle storielle che, poveracce, ho trascurato per continuare questa serie xd credo sia doveroso! Se non lo faccio in sti giorni non mi sbrigo più xd baciii  

"Dean pensò che fosse un chiaro segno della forza della loro amicizia, che l’amico non ridesse." questa citazione, se levate "Dean" e mettete "Harry" è un'altra citazione di Harry Potter ahhah xd

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Capitolo 7
*** Fare l'amore con te, è il Paradiso! ***


Questa volta il Paradiso di Dean, era più concreto, ma allo stesso tempo etereo.

“Faccio l’avvocato..” disse Sam, guardando con stupore e meraviglia il suo sé stesso che andava via dai processi, sul viso un’espressione felice e soddisfatta di chi ancora una volta è riuscito a far trionfare la giustizia.

“Arrivederci a tutti.” diceva, uscendo.

Aveva un macchinone nero lucente e con quello mise in moto.



Entro poco, Sam faceva ritorno a CASA.
 
Amore, sono a casa!” diceva Sam, posando la giacca sull’attaccapanni. Andò in cucina e trovò come al solito un delizioso pranzetto.

“Spaghetti al sugo! Che delizia!” disse Sam.

“La cucina italiana è la migliore, ma non riempirti troppo, per secondo abbiamo spezzatino con patate!” Disse Dean. Con un mestolo in mano e quelle frasi, sembrava appena uscito da uno spot pubblicitario.

“Tu sei il MIGLIORE! Sei il cuoco e il fratello migliore del mondo. E il miglior amante, il miglior fidanzato.” Disse Sam, andando a baciarlo.

Un richiamo caino quasi riuscì a distrarre Dean, ma Sam gli impedì di interrompere il bacio, stringendolo a sé più dolcemente e sorridendo nel bacio.

Anche Dean Sorrise, guardandolo amabile.

“Credo che qui ci sia anche qualcun altro che vuole le tue feste.” Disse e il loro cane balzò addosso a Sam, facendolo cadere, leccandogli la faccia, mentre Dean rideva e continuava a ridere divertito.
 
 



La scena cambiò e Dean e Sam stavano passeggiando per la strada, mangiando un gelato e di tanto in tanto si baciavano. A completare quella felicità, il sole splendeva alto intorno a loro.

“Beh, se un giorno, la lotta contro l’omofobia avrà fatto passi da gigante, mi chiedo come..” disse Sam sorridendo, un po’ esitante.

“Come è possibile che vi sentivate..o meglio, che Dean credeva che vi potevate sentire al sicuro, a baciarvi in strada, senza che qualcuno avrebbe potuto riconoscervi come fratelli?” chiese Cas.

“Beh..sì.” disse Sam imbarazzato.

“Ho immaginato che non importava.” Disse Dean ipnotizzato.

“Cosa?” chiese Sam.

“Non importava. A nessuno importava…noi..potevamo amarci alla luce del sole e potevamo anche dire che eravamo fratelli, ma a nessuno importava. Ci lasciavano liberi. Non era vista una cosa sbagliata.” Disse Dean ancora senza distogliere lo sguardo dai loro doppi che cercavano di atterrarsi a vicenda in una giocosa lotta, con i gelati ormai sparsi sulle magliette.

“Questo io lo sognavo quando ero all’inf..” la domanda che Dean aveva in serbo, restò appesa tra di loro, perché gli angeli se n’erano andati di nuovo!

“Ohh, andiamo! Ancora? Non stiamo facendo sesso stavolta!”

“Dean! Non grdare! Sei impazzito?” sussurrò Sam.

“No! Mi sento così vivo! Finalmente posso gridarlo!”

“Ma siamo in Paradiso!”

“Appunto! Non ci sente nessuno!”
“Ma Dio sì!”

“Dean sbuffò. “Se Dio avesse avuto qualcosa in contrario, non permetterebbe che gente random immagini queste cose in paradiso..va bene che siamo speciali, ma…ma dove cavolo sono andati i nostri angeli?”

“Nostri?” chiese Sam con una punta di fastidio.

Dean rise. “Te l’ho mai detto che la tua gelosia è così ador…”

Ma ecco che accadde di nuovo. Un’altra scena arrivò a fare da cambio a quella appena passata.
 
 
 
Stavolta i due stavano facendo l’amore.

“Ora capisco perché quei due se ne sono andati.” Disse Dean. “Beh, comunque, potrebbero anche fare a meno di andarsene, voglio dire! Quanta ipocrisia, saranno tutte scene che avranno già visto e ora vogliono farci credere che se ne vanno per preservare il nostro pudore e la nostra intimità da queste immagini.”

“Infatti!” concordò Sam.

“Già…aspetta, sei d’accordo??” chiese Dean stranito, voltandosi.

“Dean, io credo che non è a LORO che vogliono lasciare l’intimità, ma a NOI!”

Dean lo guardò per qualche secondo confuso, poi ad un’alzata di sopracciglio di Sam, allargò ancora di più gli occhi.

“Aspetta..loro..in realtà..pensi che se ne vanno per lasciarci..davvero??”

“M.mh.” annuì Sam.

In Paradiso??Non sarebbe una..blasfemia..o..qualcosa di simile??” disse Dean con voce soffocata.

“Beh, credo che Gabriel l’avrebbe fatto con Cas, se avesse potuto..e chi ci dice che in tutte queste settimane…e poi da quand’à che ti preoccupi della moralità?”

In un lampo Dean gli saltò addosso, facendolo gemere di piacere, per il modo languido con cui lo toccava.



“E se ti sbagliassi? E se ci fermassero? E se…”

E se tu stessi zitto per una volta?” gli chiese Sam, con il respiro affannoso.
Dean capì che doveva stare zitto.

“Piuttosto, cerca invece di far gridare ME.” gli disse Sam con voce roca.
 
Dean annebbiò completamente il cervello.

Fece sdraiare Sam con delicatezza su quello che sembrava terreno. Una sorta di morbido tappeto angelico.

Sam si sdraiò e Dean cominciò a sfilargli la maglietta viola, accarezzandogli sensualmente il torace.

Sam chiuse gli occhi, beandosi di quelle carezze, inarcandosi all’indietro.

Dean pensò che era davvero molto sexy.

Gli baciò quel torace, con baci brevi ma intensi e Sam si inarcò ancora di più.

Gli sfilò i jeans e rimase un attimo stranito, quando Sam, senza aprire gli occhi, aveva afferrato la sua maglietta e l’aveva alzata, levandogliela.

Era tutto così etereo e armonioso. Perfino lo spogliarsi non era confusionario, ma armonico.

Sam era sdraiato per metà, con le ginocchia piegate e con quel movimento di levargli la maglietta, sembrava compiere un passo di danza.



I loro preliminari si erano trasformati in una danza.

Dean finì di spogliare entrambi, non curandosi di dove i vestiti finissero e poi si avvicinò a lui.
 
Sam però, lo attirò a sé, per sussurrargli una cosa.

“Prova..senza preparazione..”
Dean lo fissò basito.

“Sam, no..ti farò male..non posso..”

“Fallo. Qualcosa mi dice..che non ce n’è bisogno..non può accaderci nulla quassù…”

Dean sembrava ancora intimorito e preoccupato.
“Dean, ti fidi di me?”
“Sempre!”

“Allora, FALLO.” Disse Sam, intrecciando le dita con quelle di Dean.

Una scarica di adrenalina si impadronì di Dean. Di entrambi. Una scossa elettrica.
 


Dean entrò dentro Sam, senza alcuna preparazione e rimase a bocca aperta nel vedere quanto fosse facile. Sam sorrise euforico di rimando e Dean gli rimandò un’occhiata maliziosa.

Poi cominciò a spingere.
Una, due, tre, quattro..

Era celestiale, era sublime, era come essere Zeus e avere a disposizione il potere dei fulmini.

Era come rinascere.

"AHH..AHH


Dean non aveva mai sentito Sam così dolce e sensuale insieme.

Così felice.

Un’altra spinta. Un altro grido.

Altro bisogno di toccarlo, di baciarlo.

Di essere un tuttuno con lui.
Il Paradiso non era solo calma, vuoto.
Non era la pace dei sensi.
Ma Euforia.

Un’euforia che ti prende e non ti lascia mai.

I loro corpi erano sudati, ma non importava, non smettevano di baciarsi.Perfino il sudore li faceva sentire Vivi.






Avevano finito di fare l’amore e Dean si perse a guardare Sammy, sdraiato al suo fianco e non riuscì a resistere alla tentazione di accarezzarlo e fu lì che si accorse di un brillore argenteo sulle sue guance.

Dean si accorse che Sam stava piangendo e se non sapesse quello che si erano detti mentre stavano facendo L’AMORE, si sarebbe preoccupato.
 


“Dean…io sono felice…ma..”

“Ma..?”

“Noi stiamo facendo l’amore..in Paradiso..in un luogo in cui la gente..arriva dopo la morte..non sono pentito..non fermarti..è solo che penso..”

Ma Dean si era fermato lo stesso, ma non era arrabiato. Sorrise.

“E noi alla morte, rispondiamo con la VITA. Penso che LUI ne sarebbe contento.” Disse con il sorriso.

Avevano fatto l’amore in maniera ancora più passionale dopo quella frase.
 
 
Quindi no, Dean non era preoccupato adesso. Sapeva che le lacrime di Sammy, il suo Sammy, erano di commozione, erano perché lui era FELICE! Continuò a coccolarlo, a accarezzarlo. Il suo amore sembrava risplendere più forte, più luminoso, in quel posto. Si chiese se Dio sarebbe stato arrabbiato e la risposta era NO. Glielo diceva il suo cuore. Solo gli esseri umani si infiammano di collera davanti alla felicità dei loro simili, non gli esseri celesti.

Guardò la bolla attorno alla quale, i loro doppi stavano ancora facendo l’amore. Dean sapeva che probabilmente l’arroganza sulla durata era una cosa tipica delle sue fantasie. Di certo con Sam era capitato nelle ultime settimane, dopo la caccia, di farlo anche due volte per notte, a volte TRE, quando non andavano a caccia, ma c’erano sempre delle pause di mezzo.

Guardò Sam al suo fianco a occhi chiusi che si muoveva con il viso, strofinandosi le guance sotto quello che sembrava ora un terreno soffice fatto di nuvole. Sembrava non avere un solo pensiero al mondo. Tornò ad abbracciarlo e si addormentò assieme a lui.
 






Quando Sam si svegliò, si sentiva riposato e fresco come se avesse dormito in un lago pieno di petali di rose. Guardò Dean ancora addormentato accanto a sé. Sorrise. Combattuto tra la voglia di rivestirsi per permettere a quei due poveri disgraziati di tornare e riprendere invece a coccolarlo, fu abbastanza sorpreso quando vide che all’improvviso i loro doppi erano di nuovo vestiti.

Qui gli avvenimenti si muovono così in fretta da farti girare la testa.  Comincio ora a capire cosa intendeva Castiel quando parlava di tempo che funziona molto velocemente!
 
Ora il suo doppio stava girando verso il salone della loro casa, apparentemente annoiato. Qualcosa di strano sembrò aleggiare attorno a Sam in quel momento. Guardò Dean al suo fianco. Ancora dormiva, ma avrebbe preferito che non lo facesse. Chissà perché, sentiva che si sarebbe sentito più al sicuro se lui fosse sveglio.

Per un attimo sentì l’impulso di svegliarlo, ma lo soffocò, quando incrociò lo sguardo con il suo doppio.

È impossibile, non può..non può vedermi..

E qui Sam subì come un blackout.

Non riusciva più a ricordarsi se quello fosse il suo Paradiso o quello di Dean e in tal caso se fosse normale che quello davanti a lui potesse vederlo, avendo lui creato tutto questo.

Voleva svegliare Dean, ma soffocò quell’impulso, percependo chissà perché, che quello che aveva davanti era qualcosa di STRAORDINARIO e che qualsiasi cosa fosse, doveva farlo lui, da SOLO, non con Dean.

Si alzò e cominciò a camminare, come ipnotizzato, verso il suo doppio, alzando appena la mano verso di lui.
 






















Note dell'autrice: eccomi qui ragazzi :D non so voi ma questo è il capitolo che preferisco al momento :D non era neanche previsto che i due facessero l'amore in paradiso <3 ma...è successo *_* ps la frase sul fatto che "alla morte noi rispondiamo con la vita" è una frase di Dylan Dog <333

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Capitolo 8
*** Le scuse di Gabriel ***


Sam stava continuando a camminare verso il suo doppio, che aveva a malapena 24 o 25 anni, a giudicare dal viso. Aveva alzato una mano verso di lui e le loro mani erano vicine. Così vicine.

“SAM! Cosa stai facendo??”

La voce di Dean gli arrivò come da una grande distanza, ma oramai non poteva più allontanarsi.

La sua mano si intrecciò con lentezza esasperante con quella del suo doppio e dalle loro dita intrecciate si scaturì una strana elettricità blu.

Sam, allontanati da lì!”

Sam si riscosse come da un sogno profondo e si allontanò, interrompendo il contatto e indietreggiando.



“SAM!” lo richiamò ancora Dean, questa volta afferrandolo per la maglietta. “Si può sapere che stai facendo?”

“Quello che stavi facendo anche tu, nel mio paradiso, suppongo!”

“MI avevi rimproverato per quello e ora tu fai la stessa cosa??”

Il doppio di Sam continuò a guardarli per poi svanire lentamente.



“Ehi! È svanito!” disse Sam. “L’hai fatto scappare!”

Dean lo guardava allibito.

Sam, quella cosa non è reale! Si può sapere che ti prende??”

“Che cos’è questo chiasso? Di cosa state discutendo?” disse una voce, quella di Castiel.
 
Entrambi i ragazzi si mossero sorpresi e si guardarono a disagio.



“Avanti, lo scopriremo comunque!” disse Gabriel, dando loro un’occhiata eloquente.

“E voi come mai saltate fuori proprio adesso??” chiese Dean sospettoso.

“Il Paradiso è un luogo pregno di pace e beatitudine, quando all’interno avviene qualcosa che minaccia questa pace, si sentono delle scariche di tensione e negatività, se credevate che vi stessimo spiando, siete fuori strada!” li guardò male Gabriel.

“Ce ne siamo andati apposta per lasciarvi da soli” disse Cas.

“E anche per divertirci da soli.” Ammiccò Gabe. Cas gli lanciò un’occhiata di rimprovero.

“Cosa? Quindi avevo ragione!” si gasò Dean.

“Dean, non abbiamo tempo per questo.” sospirò Sam. “Stavamo..ecco, in realtà stavamo discutendo dei nostri doppi.
 
Castiel e Gabriel li guardavano perplessi.



“Doppi? Intendi dire che avete dei doppi peni o qualcosa del genere?” chiese Gabe.

“Credo che stiano parlando delle proiezioni olografiche, Gabriel.” Disse Cas.

“Solo da te potevo aspettarmi una battuta del genere, Gabe. Sì, Cas, esatto.”

“E..che cosa c’è da dire esattamente al riguardo?” chiese Cas curioso.

“Beh..noi abbiamo scoperto che,..” esitò Sam, guardando Dean.

“Che possiamo toccarli. “ disse Dean per lui venendo in suo aiuto.
 
Gli angeli li guardarono con tanto d’occhi.



“Avete toccato le vostre proiezioni olografiche?” chiese Cas.

“Beh..io ho toccato la mia..e Sam la sua..beh, ecco a dirla così, suona un po’ ambigua” disse Dean guardando Sam.

“Perché diavolo l’avete fatto? Che senso ha?” chiese Gabe. Gli angeli sembravano più confusi che arrabbiati.

Sam e Dean si guardarono.

“è stato come un..un impulso irresistibile. Non sappiamo spiegarlo.” Disse Sam imbarazzato.

“Volevate vedere cosa sarebbe successo?” chiese Cas.
“Sì.” Risposero in coro.

“è assurdo! Si tratta di proiezioni nate dal desiderio che voi avete l’uno dell’altro. Cosa volevate che succedesse?” chiese Gabe ridacchiando.

“Beh..quando io ho sfiorato il mio doppio, si è sprigionata una luce azzurra…”

Ora gli angeli sembravano sbalorditi.

“Ti ha fatto del male??” gli chiese Cas.

“No!” si sbrigò a dire Sam.

“IDIOTI! NON SAPPIAMO COSA SAREBBE POTUTO ACCADERE!” gridò Cas.
 
Sam e Dean non si aspettarono quelle grida e si ritrassero.



“Calmati, Cas..non è successo nulla..” disse Dean.

“PROMETTETE DI NON AZZARDARVI Più A TOCCARE LE VOSTRE PROIEZIONI!” gridò ancora Cas.

Sam e Dean a questo punto erano decisamente scocciati. Se la questione delle proiezioni era così importante e pericolosa per loro, perché mai li avevano lasciati da soli in compagnia di esse?
 
“Lo promettiamo, ma ora calmati…e già che ci sei, perché non ci spieghi perché è così pericolosa come cosa? Cosa sarebbe potuto accadere?” chiese Dean.

Castiel sembrava aver ritrovato la calma.
“Mi scuso se ho dato di matto..”
“Va bene, ma ora dicci..” riprese Dean.

“Non lo sappiamo che cosa sarebbe potuto accadere, ecco! Credete forse che noi angeli sapessimo tutto? E poi cosa? Il mistero della nascita dell’Universo, magari?” sbottò Cas.
Dean e Sam si guardarono.

“Beh..sì…non siete nati dall’alba dei tempi?” chiese Dean corrucciato.

“Certo che no.” disse Gabe scocciato. “Credevate che noi angeli fossimo nati TUTTI QUANTI il giorno della Creazione? E dove l’avrebbe preso Dio tutto questo potere per crearci? Si sarebbe prosciugato anch’esso.”
Dean e Sam restarono senza parole.
 
“La maggior parte di noi..” disse Castiel. “è nata con il passare dei secoli. I primissimi angeli, quelli che noi chiamiamo I Primi, gli Antichi.. molti di loro sono morti in seguito alle numerose guerre nei cieli che ci sono state con mostri e demoni di altri mondi venuti sulla Terra per invaderla prima che l’uomo vi mettesse piede e quando un angelo MUORE, può prendere due strade. O va in luoghi come il Vuoto o il Purgatorio, o rinasce sotto forma di altri esseri viventi. Dei primi angeli è quasi impossibile trovare traccia, alcuni di noi ne hanno visti alcuni, ma anche in quel caso, è impossibile cavargli qualche parola dalla bocca. Sono scorbutici, odiano gli angeli che sono venuti dopo di loro e soprattutto per la maggior parte HANNO DIMENTICATO.”

“Dimenticato?” chiese Sam curioso.

“Sì, cosa credete che possa succedere alla memoria di un essere vivente che esiste da milioni di anni? è naturale DIMENTICARE. Soprattutto il primo giorno che si nasce. Anche a voi umani succede. Un processo normale.” disse Gabriel.

“Va bene..ci stiamo perdendo..non era quello che stavamo chiedendo..” disse Dean.



“Stavate chiedendo delle proiezioni e noi stavamo spiegando il perché anche noi esseri celesti non siamo a conoscenza di tutti i segreti del Paradiso. Ci sono delle gerarchie, anche in Paradiso e ad ognuna di queste, sono riservate dei segreti, riservati solo ad alcuni.” Disse Gabriel.

Joshua, per esempio, colui che avevate creduto fosse Dio, inizialmente, governa e si occupa del Giardino. Dei segreti della natura e delle piante.” Disse Castiel.

“Il Paradiso ha molte sezioni segrete, molte sezioni inaccessibili, perfino a noi due e una di queste riguarda proprio i Desideri.” finì Gabe.
 
Sam e Dean erano ritornati interessati.

“Credevamo che i desideri fossero nostri e tali dovessero restare.” disse Dean con una punta di accusa.

“Ed è così. Nessuno di noi viene a conoscenza dei desideri di chi finisce in Paradiso, nemmeno il Custode. Li custodisce soltanto.” Disse Castiel.

Ora Sam e Dean erano più confusi che mai.

“Sentite..neanche noi sappiamo cosa ci sia in quel posto, ma sappiamo che c’è un posto in cui tutti i desideri delle persone che finiscono qui, fungono da ricezione, un po’ come un ricetrasmettitore. Le persone sognano e desiderano e questi impulsi vengono trasmessi in questa stanza segreta.” Disse Gabriel.

“Ma..lo scopo di tutto questo?” chiese Sam sbalordito.

“Non lo sappiamo.” Disse Gabe semplicemente. “Probabilmente in questa stanza segreta esiste un’energia sconosciuta e potentissima che permette di trasmettere in modo illusoriamente concreto, i desideri delle persone defunte, in modo da dare ai defunti, l'illusione di una vita REALE.”
 
Sam restò un attimo pensieroso, poi, come se non fosse sicuro di quello che stava dicendo, disse incerto:

“Ma..se tutto questo è fatto in modo..che i defunti possano avere un’illusione più REALISTICA della loro vita reale..non..non potrebbe essere così allora..anche per le proiezioni?” chiese infine.



Gabrel e Cas li guardarono un po’ perplessi, un po’ confusi, forse spaventati.
“Prego?” chiese Cas.

“Già, che cosa vuoi dire?” chiese Gabe.

“Se è tutto così realisticamente vero e perfetto al punto che i defunti credano che questa sia la loro vera vita, potrebbero pensarlo anche le proiezioni?” disse Sam.
Castiel e Gabe ora sembravano terrorizzati.

“Assolutamente no. Le proiezioni non hanno un’intelligenza propria o artificiale. Esse sono nate dal desiderio dei defunti.” Disse Cas.

“Sarebbe terribile e crudele in caso contrario. Peggio delle cavie da laboratorio.” Disse Gabe.

“Ci credete così crudeli?” intervenne Cas.

“Quelli là ufficialmente NON ESISTONO.Capito?” disse Gabe.
 
“Va bene, calmatevi.” Disse Dean e assieme a Sam, cercarono di tranquillizzarli, anche se ci misero un bel po’, gli angeli sembravano davvero sbattuti davanti a quell’ipotesi che loro giudicavano TERRIFICANTE.

“Questo non vuol dire comunque che non avete rischiato di creare un bel pasticcio..insomma..mai neanche noi angeli tocchiamo le proiezioni dei desideri delle altre persone..avreste potuto creare un corto circuito o peggio..” disse Cas.

“Va bene, abbiamo capito, ora però basta. Stiamo già abbastanza di merda così, grazie!” disse Dean, che non ce la faceva più a vedere Sam così mortificato.

“Bene, dopo il cazziatone, crediamo che sia giunto il momento che anche Gabe faccia FINALMENTE autocritica e racconti l’epilogo del Paradiso di Dean.” Disse Cas raggiante.

Gabe lo guardò male. Sam e Dean ebbero appena il tempo di scambiarsi uno sguardo confuso, che l’angelo schioccò le dita e sparirono di nuovo tutti quanti.
 
 
 
 
 
 
*

Si trovavano ora davanti a una specie di loop sconvolgente, estenuante e piuttosto triste. Dean e Sam facevano l’amore, poi flashback di Dean che tornava alla vita e ricominciava a vivere come se niente fosse, poi moriva di nuovo, intrappolato nel loop temporale di Gabriel.

“Dobbiamo proprio RIVEDERE i retroscena di quello che ha fatto questo maledetto stronzo?? No, grazie!” disse Dean che aveva capito che il suo Paradiso era legato all’inganno di Gabriel, ma era stato così bello fingere di dimenticarsene, per un po’.

Sì, anche io non voglio vedere! Per favore, fermate tutto, basta!” disse Sam,protestando.

“Gabe, accelera il processo.” Disse Cas.

Gabe ruotò la mano, come se avesse in mano un telecomando invisibile e così passarono direttamente agli stati d’animo di Dean in Paradiso. Quando amava Sam e lo baciava, quando si teneva la testa tra le mani, come se gli scoppiasse, perché stava per tornare alla vita, quando tornava alla vita dimenticandosi di tutto, quando tornava in Paradiso e correva dal suo Sam fittizio, abbracciandolo.

“Dean, io non sono davvero Sam, lo sai, vero?”

“Non mi importa…” gli diceva Dean, riprendendo a baciarlo.
 
Dean era esterrefatto. Non riusciva a credere di averlo detto davvero, era sconvolto anche da sé stesso, ma niente era paragonabile a quanto era sconvolto Sam. afferrò il bavero della giacca di Gabriel, furibondo.

“TI HO DETTO DI INTERROMPERE TUTTO, FIGLIO DI PUTTANA!”

Aveva gli occhi lucidi. Gabe restò impassibile, ma Cas cercò di farlo ragionare.

“Adesso basta, Gabe, questa è tortura psicologica.”

Gabe fece un nuovo roteamento con la mano.
 
 
 
Ora si vedeva Dean nudo nel letto con il Sam fittizio, abbracciato a lui.

Gabriel si presentò davanti a lui. Aveva gli occhi lucidi.

“Gabriel?? Cosa ci fai qui?? Non vedi che sono..che siamo..insomma..VATTENE!”

“Perdonami per quello che ti ho fatto, Dean.”

“Io non capisco!”

“è giunta l’ora di tornare dal tuo Sam. Il tuo vero Sam.”
 
 
La scena scomparve e tornarono nel buio.

Sam e Dean erano tornati a guardare astiosi Gabriel.

“Hai lasciato che io mi cullassi nel desiderio di avere accanto a me, Sam, tutte quelle volte..tutto quel tempo…e non hai fatto niente per interrompere..” disse Dean che aveva gli occhi lucidi.

Sam non disse niente, ma continuava a guardare Gabriel come se avesse voluto dargli fuoco.

“Quello che ho fatto è stato terribile. Sono stato un mostro e quel giorno ho avuto davanti ai miei occhi la prova concreta dell’atrocità che avevo fatto. Ero pentito. Stavo scaricando su di voi la sofferenza che provavo per la mia famiglia, cercando di esorcizzare la minaccia che gli angeli avrebbero potuto prendervi come tramite, per fare del male a mio fratello Lucifer.”

Delle lacrime scivolarono via dalle guance di Gabriel, che scossero i fratelli più di tutto il resto.
 
“Venite qui, ragazzi. Dovete ancora vedere il vostro VERO Paradiso. Quello in cui siete finiti insieme sei anni fa.” disse Castiel e i fratelli notarono che un lieve sorriso si allargò sul suo volto.

Nonostante ciò i fratelli tentennarono.

“Che problema c’è?” chiese Cas.

“Non si tratta di un ricordo piacevole per noi.” disse Dean.

Sam si voltò e vide che il maggiore si tormentava il ciondolo stretto al collo. Ebbe un tuffo al cuore anche lui. Quello fu il giorno in cui Dean se ne sbarazzò.

Castiel rilassò il volto sorridendo di più.

“Appunto. Quello che vi mostrerò, addolcirà quel ricordo e questa volta, senza bisogno di mandarvi immagini di proiezioni.” Disse.

I fratelli incuriositi, si avvicinarono.





















Note dell'autrice: 

scusatemi per il capitolo lungo, ma la storia sta andando a rilento e ci mancava solo che dividevo sto capitolo in due parti xd lo so le spiegazioni sono noiose, ma questa è una parte importante e anzi siate contenti che me la sono sbrigata in poche righe.. qualche anno fa non sarebbe stata così ahhah xd baciiiiii <333

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Capitolo 9
*** Autostrada nel cosmo ***


I fratelli andarono insieme a Gabriel e Castiel a scoprire il loro Paradiso.

Quello che Sam trovò insolito, era quello di vedere sé stesso da bambino, fissarli curiosi.

“Dean!! Finalmente sei arrivato. Dobbiamo far scoppiare i fuochi!”

Sam guardò Dean sorpreso, Dean invece sembrava commosso. Seguì il bambino e insieme fecero scoppiare di nuovo i fuochi.

“Papà non ci avrebbe mai permesso di farlo, grazie Dean!” e lo abbracciò. Come allora.
 
Il bambino svanì lentamente tra le sue braccia.

Dean guardava ora Sam, commosso.

“è quello che ho visto, sai. La prima cosa che ho visto quando.. quando noi..quando quei cacciatori..ci hanno uccisi..è stato lui..che ho visto..cioè te. Ho visto questo.”

“è anche il mio miglior ricordo, Dean.” Disse Sam sorridendo.

“Sì, beh, poi dopo sono arrivato io, in versione macchina assassina.” Disse Castiel.

Sam lo guardò confuso.

“Castiel si è messo a parlarmi dentro la macchina per guidarmi da te.” Spiegò Dean.

“Quando dici DENTRO..”

“Intendo che lui era la macchina. Proprio così. Ricordi come quando sei stato tu a essere trasformato in una macchina per colpa di questo SCEMO?” disse Dean, guardando Gabriel.

“Oh, ti riferisci a quando hai preso l’olio santo dal culo di Sam?” disse Gabe malizioso.

“EHI!” protestò Sam, mentre Gabe ridacchiava e Dean cercava di dissimulare un sorrisino.

“D’accordo, siete stati chiari!” disse Castiel. “Ad ogni modo, era l’unico modo per guidare Dean in Paradiso da te.”

“La macchina…” disse Dean.
 
I suoi occhi si posarono verso un’impala nera più in là.

“La strada….” disse Sam.

“Vi sta aspettando.” Disse Gabe indicando loro la strada.
 
Sam e Dean si guardarono sorridendo e accettarono di salire in macchina.



“Dean, ma lo sai almeno dove stiamo andando?” chiese Sam ridendo, mentre con i finestrini aperti, il vento scompigliava loro i capelli.

“E che importa dove, Sam? L’importante è che sia..ANDARE!” disse Dean.
 
E così i fratelli sfrecciarono a tutta velocità.

Con il vento che muoveva loro i capelli.

In quella sorta di autostrada deserta.
Buia.
Profonda
E infinita.
 
E loro in quel momento erano proprio Infiniti. Come lo spazio. Come l’Universo, cosparso di stelle.

Come l’Universo in cui la loro preziosa macchina stava viaggiando, sospesi nello spazio, che guidavano sulla scia di una…

Autostrada nel cosmo..stiamo sognando, Dean? È un sogno?” chiese Sam, a occhi chiusi.

“Forse. O forse..” disse Dean,  intrecciando una mano con la sua. “Queste stelle, sono la rappresentazione visiva del mio amore per te.” disse Dean con una carica di dolcezza infinita.

I fratelli si baciarono con una dolcezza forse paragonabile solo alla luminosità delle stelle attorno a loro che facevano da cornice, grandi come pianeti.

Dean non teneva più le mani sul volante, mentre baciava Sam. La macchina guidava da sola.

Portandoli nel loro Paradiso.
























Note dell'autrice: 

io ci ho provato davvero, a far girare tutte le mie storie in corso, ma mi sono resa conto, che quando per qualsiasi motivo io non posso aggiornare questa saga/storia per alcuni giorni, mi sento persa O.O non mi è mai capitata una cosa del genere..mi ha proprio centrifugato per bene questa saga, non c'è che dire xd sono partita xd forse per la stessa destinazione di Sam e Dean xd anyway, avrei potuto anche intitolare il capitolo "destinazione paradiso" ma mi sono innamorata di questo capitolo e gli ho dedicato il capitolo xd voi sapete che..mettetemi spazio, stelle, universo e mi raccogliete con il cucchiaino xd l'immagine come avrete capito, è quella di dylan dog xd povero dylan se non viene sfruttato in ogni mia storia, non sono contenta xd purtroppo è stato l'unico modo per reperire uno straccio di reperto VISIVO della cosa xd non ci credrete ma non c'è neanche un'immmagine, dico UNA, di una macchina sospesa nel cosmo. Io sono ALLIBITA. xd 

e niente, dove staranno andando Sam e Dean? Credetemi che non li ho fatti solo viaggiare metaforicamente, vanno DAVVERO da qualche parte! xd

ps neanche a dirlo, la frase "l'importante è che sia andare" è una citazione del fumetto di Dylan Dog - La strada verso il nulla - n 153  la stessa di questa immagine!

pps trovo improbabile che qualcuno possa non capire il riferimento all'inizio, alla 5 x 16, ma in caso qualcuno non ha visto quella puntata o non abbia capito, il riferimento è alla puntata 5 x 16 di SPN <3

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Capitolo 10
*** I muri emotivi ***


Sam e Dean percorsero una galleria e alla fine di essa una luce luminescente sembrò inghiottire tutto.

Quando finì, si ritrovarono  davanti ad una casa.

“Dean, credo che dovremmo lasciare la macchina, ora. Avanti.” Disse, facendolo scendere, visto che Dean non era tanto convinto. “L’hai vezzeggiata abbastanza, non credi?” disse Sam sbuffando.

Dean sorrise. “Sei geloso, vero?”

“Sembra che ami di più quella macchina, che me.” sbuffò Sam. Il maggiore gli circondò un braccio intorno al collo e cominciò a sbaciucchiarselo.

“Non attacca fare il ruffiano!”

“AMO quando diventi geloso. Perfino della mia baby.”

“LA TUA??”

“E va bene, la NOSTRA! Dai, entriamo, andiamo a vedere cosa ci aspetta.”

Sam però, aveva riconosciuto la casa e non voleva entrare.

“Sam??”

“Non credo sia una buona idea rimettere del sale nelle ferite, Dean!”

Dean lo guardò.. “Riconosci questa casa??”
“Certo.beh…”

In quel momento Cas e Gabe riapparvero davanti a loro, facendoli sobbalzare. Dean sembrò trattenersi dal gridare “MALEDETTI ANGELI!” in paradiso.



“Credo che dovresti entrare, Sam.” disse Gabe.

“Sono d’accordo. Voi siete qui per un motivo.”
disse Cas.
“Davvero??” dissero in coro.

Cas li guardò perplesso. “Credevate che foste qui per una gita di piacere?” domandò, mentre Gabriel ridacchiava. “Siete qui per due motivi. Il primo, quello di prendere coscienza del fatto che ancora prima che finiste nel mondo delle fiabe,  vi amavate già e desideravate stare insieme..”

“E questo l’abbiamo compreso pienamente..” disse Dean.

“Il secondo, è quello di risanare le cicatrici che vi siete provocati qui, anni fa..quando siete morti entrambi. Entrate in quella casa e scoprirete come.
 
Dean e Sam sapevano che non serviva a niente continuare a discutere, quindi entrarono.
 
Quando furono dentro, si trovarono davanti al ricordo famigliare del giorno del Ringraziamento di Sam che festeggiava con altre persone che non erano Dean e suo padre.

“Ora capisco perché non volevi entrare qui..” disse Dean amaro.
“Dean, io..mi dispiace..senti..”



“Va tutto bene, Sam. Ci siamo già passati, ricordi? Non voglio più tornare su questo argomento.” Disse Dean sorridendo. Era vero. Ora che erano passati anni e dopo tutto quello che avevano passato, gli sembrava d’un tratto così stupido come lui si fosse arrabbiato. Voleva d’un tratto poter tornare indietro e..

“Dean, dici davvero?” gli chiese Sam.

“Ehi, se potessi tornare indietro nel tempo, prenderei a calci il mio me stesso più giovane, per aver permesso a questa gelosia stupida, di avermi fatto buttare un regalo tanto importante per me,” disse Dean, toccandosi il ciondolo al collo.

Sam gli sorrise e Dean  vide in quel sorriso, in quegli occhi che brillavano, tutta la felicità del mondo e il pensiero di esserne lui l’artefice, lo faceva sentire assurdamente FELICE.
 
“Ehm, ehm..” disse la voce di Gabriel. “Non vorremmo interrompere questo idillio, piccioncini.”

“Ma il fatto che Dean non voglia più parlarne, non significa che non dovreste farlo!” disse Cas di riflesso.

Dean e Sam si voltarono verso i due angeli, sconvolti.

“Che intendi dire?” chiese Dean.
 
“Andiamo, Dean, non ci arrivi da solo?? Pff per fortuna che almeno dalla tua parte hai la bellezza.” Disse Gabe.

“Non molto più da un po di tempo. Come tutti i mortali, tende a invecchiare.” Osservò Castiel.

“Insomma, basta, smettila di infierire, Castiel!” disse Dean. “Da quando voi due state insieme, trovo che sia peggiorato! Tu lo influenzi in maniera negativa!” disse Dean all’arcangelo.

Gabe si mise a ridere.

“Credevamo che farti vedere il Paradiso di Sam, avrebbe potuto farti capire qualcosa, Dean.” Riprese Cas.

“Tipo cosa??”

Gabe sospirò. “Tipo che quello che voi vedeste qui quando siete morti sette anni fa, non erano i vostri veri desideri, soprattutto quelli di Sam.” disse Gabe.

Ora, Sam e Dean sembravano avere tutta un’altra faccia.
 
Gabe ridacchiò e si voltò verso Castiel.

“Sììì..le vedi? Le rotelle del cervello che cominciano a girare?” chiese Gabe.

“Più che altro le sento. Agiscono molto lentamente ma hanno ripreso.” Disse Cas sarcastico.

“Abbiamo..coperto i nostri veri desideri, quando siamo venuti qui??” chiese Dean.

“Bingoooo!” disse Gabe applaudendo.

“Ma..” Sam era sconvolto. “Non ci siamo resi conto di farlo!”
 
“Okay, statemi a sentire. Si tratta di qualcosa che è studiata molto da voi. La vostra specie li chiama “blocchi pscicologici, traumi, gli avete dato diversi nomi..la vostra specie li studia proprio come professione. Sono dei MURI che voi umani mettete attorno alla vostra mente, per bloccare il ricordo VERO, per nascondere alla vostra mente, qualcosa che non volete ricordare, o che volete celare a voi stessi e agli altri. Lo fate inconsapevoli, non vi accorgete nemmeno di farlo, ma succede continuamente. È il vostro modo personale di proteggervi dal dolore. MURO direi che è il termine più appropriato.” Disse Gabe.

“Io stesso ho provveduto a fartene crollare uno, se ti ricordi, Sam.” disse Castiel, con uno sguardo colpevole.

Sam gli sorrise e Castiel ricambiò il sorriso. Castiel aveva fatto una gran brutta cosa a fargli crollare il muro che gli aveva messo su Morte, solo perchè cercavano di impedirgli di aprire il Purgatorio, ma era anche vero che poi si era caricato tutto quel dolore, solo per guarirlo. Era una di quelle cose che meritavano quindi di essere perdonate.
 
“Certo, mi ricordo, ma è acqua passata, soprattutto dopo quello che hai fatto dopo. Tranquillo.” Disse Sam sorridendogli.

“Beh" disse Castiel, ansioso di cambiare argomento."La questione del muro è esattamente quello che è successo qui in Paradiso. Naturalmente ciascuno di voi, una volta che fu resuscitato, non aveva ricordi di quello che aveva sognato in Paradiso, quindi non poteva sapere, in maniera CONSCIA, di dover nascondere qualcosa di incredibile all’altro, tuttavia, il campanello d’allarme che risiede negli umani e che voi chiamate INCONSCIO, ha avvertito comunque un pericolo. Il pericolo che la persona stessa a cui si stava nascondendo tali segreti, fosse così vicina, a scoprirli. È stato allora che il vostro inconscio ha creato come dei ricordi FITTIZI, FINTI. Oh, non era tutto falso, ovviamente..” disse Cas guardando le loro espressioni. “Sam desiderava davvero un Ringraziamento vero e sono certo che da qualche parte, anche se, se ne vergognava, fu davvero sollevato quando andò a Stanford, quel ricordo che ti fece tanto arrabbiare, Dean..MA.. erano ricordi felici che niente avevano a che vedere con “il suo miglioe ricordo” o “il suo miglior desiderio”. Sam, o meglio, l’inconscio di Sam, ha lasciato che tu lo credessi, per la paura che tu potessi scoprire quello che lui davvero bramava. È stata la sua PAURA a creare questo MURO. E anche tu, Dean. Andiamo! Il tuo miglior ricordo è la mamma che ti prepara la colazione? Contornata per giunta da un ricordo spiacevole come i tuoi che litigavano? Sam ha fatto un lavoro migliore del tuo.” Disse Gabriel sorridendo.

“Nessuno è perfetto. L’ho sempre saputo che lui  è sempre stato migliore di me in tutto.” Sorrise Dean. “Quindi..mi dispiace di..ehm..averti aggredito in quel modo..anni fa..” aggiunse poi dispiaciuto, rivolto al fratello.


“Non potevi saperlo, Dean..e poi forse..anch’io me la sarei presa con me stesso..” disse Sam.

“Bene, direi che ora possiamo passare allo step successivo!” disse Gabriel.
 
 
La casa svanì e si ritrovarono in un bosco.

“Temo ancora che compaia Zaccaria all’improvviso e cominci a rincorrerci con una torcia gigante. Stammi vicino, Sam.” disse Dean, prendendolo per mano.

“Non avete niente da temere dagli arcangeli morti, io sono più pericoloso!” disse una voce famigliare.

Ma che..”dissero in coro i due fratelli.
 
La luce si illuminò sulla presenza che aveva parlato con loro.

“Buenas Dias, puttane.” Disse una voce allegra. Ash.
 

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Capitolo 11
*** Che bello rivedere Ash!! ***


“Ash..” lo chiamarono in coro i due fratelli.

“Presto. Venite con me.” disse Ash, indicando una porta comparsa del nulla. I fratelli lo seguirono e si ritrovarono nella famigliare atmosfera della Roadhouse.



“è bello rivedervi, puttanelle.” Disse Ash, guardandoli. “Siete morti sul serio, stavolta?”

“Ehm..no.” disse Dean un po’ offeso.

“Castiel e Gabriel ci hanno fatti venire qui per spiegarci i retroscena del paradiso e alcune cose su noi stessi.” Spiegò Sam.

Gli angeli adesso fanno questo?? Ohh, molto interessante, spiegatemi!” disse Ash, battendo le mani.

Dean stava per aprire bocca, ma Sam gli toccò il braccio con un’occhiata eloquente e un po’ intimorita.

Dean aprì appena la bocca con uno sguardo che voleva dire che aveva capito.



“Ehm..okay, senti, Ash, si tratta di cose MOLTO personali e MOLTO intime. Non possiamo riferirtele.” Disse Dean.

“Però possiamo dirgli qualcosa, in modo che lui abbia almeno il sentore di cosa stiamo parlando.” Disse Sam.

“Giusto, proprio così. Aspetta, davvero?” disse Dean.

Sam sembrò trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo.

“Ash, gli angeli ci hanno spediti qui, perché volevano che vedessimo il paradiso in cui noi eravamo finiti, quando siamo morti.” Disse Sam.

Ash aprì la bocca capendo cosa intendevano dire.

“E anche per svelarci che…quando siamo venuti qui la prima volta da te..PRIMA di venire da te..sai, quando abbiamo incontrato Zaccaria..”

“Quel figlio di puttana..” disse Dean.

“Sì, ho presente.” Disse Ash ridacchiando.

“Beh, abbiamo visto delle cose..prima di vedere lui..e…e te..beh, in sostanza ci hanno svelato che erano..diciamo..”

“Coperture.” Disse Dean.

“Ecco, sì, coperture, per nascondere i nostri veri desideri, cioè..”

Dean si era coperto gli occhi con la mano, ma Ash interruppe quel divertente sproloquio, scoppiando a ridere.

Sam e Dean lo guardarono allibiti.

“Sentite, tutto ciò è così divertente. Sei davvero tenerissimo, Sam..”

“Ehm..grazie, credo..ma..” disse Sam accigliato.

“Non c’è alcun bisogno che vi imbarazziate con me, perché io so benissimo quali erano i vostri profondi desideri!”

Sam e Dean lo guardarono sconvolti.
 

“Senti, non so cosa tu credi di sapere..ma..” cominciò Dean.

“Andiamo, Dean. Smettila di mettere alla prova il mio incredibile cervello..e poi..non sono stato forse già molto chiaro, quando vi dissi sette anni fa, che ero nel vostro paradiso e subito dopo ho puntualizzato che solo le anime gemelle, hanno un paradiso in comune??”

Sam e Dean spalancarono la bocca.

“Tu..lo sapevi..” disse Dean.

“Sapevi di NOI.” disse Sam di rimando.

“M-mh. Sono contento che l’abbiamo chiarito. Ora, che ne dite di raccontarmi per bene, tutto da capo?” chiese Ash.

Sam e Dean si guardarono sgomenti.

“Da DOVE intendi di preciso?” chiese Sam.

“Perché ne abbiamo passate DAVVERO TANTE e..non basterebbe una giornata intera per raccontare.” Disse Dean.

“Ok, ho capito.  Comunque tanto perché voi lo sappiate, la notizia che avete abitato in un altro mondo, è circolata abbastanza in fretta qui in paradiso. Non fanno altro che parlarne gli angeli.”

“C-COSA?”

“Ehi, non è mica una cosa che capita tutti i giorni. Siete riusciti a sorprendere perfino gli ANGELI. Complimenti. Naturalmente non so bene i dettagli, solo che è colpa della sorella di Dio. Se lasciate che vi legga la mente, saprò tutto con un tempo ragionevole di..diciamo dieci minuti.”

Sam e Dean però arretrarono un po’.

Ash sospirò. “Non starò a rimuginare sui particolari piccanti, lo prometto.”
 


Dean e Sam accettarono di farsi leggere la mente di Ash e quando ebbe finito, li guardò eccitato e gasato.

“Wow ragazzi, avete davvero vissuto delle avventure incredibili. I miei complimenti! Quanto mi manca far parte delle vostre avventure!”

“Ma tu..te ne stai qui da solo, tutta l’eternità?” chiese Sam sgomento.

“No, non tutto da solo.” Disse Ash. “Non fate caso al fatto che mi trovate sempre in questo locale, è solo lo scenario che ho scelto per mettere voi a vostro agio. In realtà in paradiso sono rimasti così colpiti dal mio genio, da avermi permesso di viaggiare per i vari paradisi."

Il loro stupore, fece ridere Ash.

“Non ero stato abbastanza chiaro quando ho detto che ero nel vostro paradiso, anni fa? è uno dei miei privilegi, così come quello di poter stare molto tempo con Ellen e Jo.”

“Ellen e Jo..come stanno? Perché non sono con te?” chiese Sam.

Ash si morse il labbro. “Io e Jo..non siamo anime gemelle. Nemmeno io e Ellen, ovviamente,..solo le anime gemelle condividono il paradiso..come anima con dei privilegi, mi è concesso di andare a trovarle quando voglio, certo, non è facile..loro tendono a dimenticarsi di essere in Paradiso, sapete..e quando mi vedono, ci sono spiegazioni imbarazzanti e…insomma..preferisco non andare troppo spesso a vederle, perché non voglio che si intristiscono, ecco..”

“Quindi..quando si muore, ci si divide dalle persone che si amano?” chiese Sam abbattuto.
 
Ash vide lo sguardo dei due ragazzi e si sbrigò a chiarire.

“NO! Non è così! Naturalmente quando si va in paradiso, si tende a rivivere i momenti più felici o i desideri più profondi della vostra vita, altrimenti non sarebbe il paradiso, ma ci sono dei periodi in cui i capi ci permettono di riunirci con le persone che amiamo..si fa festa..si sta insieme..poi si ritorna ognuno nel proprio paradiso..è molto bello quando succede..ed è anche giusto che non succeda sempre, altrimenti sarebbe come vivere un’altra vita, senza essere mai morti..questo potrebbe scatenare delle ribellioni, delle guerre, alcuni potrebbero scatenare casini..se paradiso deve essere, è giusto che sia così.”

“Ma questo assomiglia di più a una prigione.” Osservò Dean.

“Siamo tutti prigionieri in questo mondo gigante che è l’universo, no? Quando sei vivo sei prigioniero allo stesso modo e quando muori…si tratta solo di una prigione diversa, ma più felice..dove i desideri prendono forma. Vi assicuro che nessuno qui è infelice..e poi..non è eterno neanche il paradiso, sapete? Non si resta qui PER SEMPRE.”
 
Da qualche parte ci fu un tuono. Ash sembrò intimorito da esso, ma Sam e Dean erano molto interessati.



“Cosa intendi con questo?” chiese Dean.

“Si va da qualche altra parte, dopo il Paradiso?” chiese Sam.

“Beh, sì..si va..AVANTI.” disse Ash.
 

Un altro tuono.

“Cosa intendi con AVANTI?” chiese Sam.

“Beh, si rinasce, no? Andiamo! Non faccio niente di male a dire questo. Non è mica un segreto. Ci sono centinaia di libri sulla reincarnazione e sul karma, sulla terra!” disse Ash al cielo.

“Ok, lasciamo perdere il mistero: c’è vita dopo la morte. Cosa puoi dirci delle persone che ci erano care? Di mamma, papà…Bobby..” disse Dean, non volendo mettere nei guai l’angelo.

Ash sembrò ombreggiarsi.

“Io…non lo so.”

“Che significa che non lo sai?” chiese Sam sorpreso.

“Significa che non lo so! Li ho cercati tanto! Alla fine sono riuscito a trovare Mary..ma non sono andato da lei.”

“P-perché?” chiese Sam.

“Era felice. Non volevo svegliarla dal bel sogno che stava vivendo, quello di una famiglia felice. Si sarebbe resa conto che..era SOLA.” Disse Ash.

“SOLA?? Ma…Ash, tu avevi detto a noi, che i nostri genitori condividevano il nostro stesso paradiso!” disse Sam.

“Sì. Avevi detto che erano anime gemelle..” disse Dean.

“Io non avevo detto proprio così..” disse Ash.

“Sì, invece!” protestò Sam.
 



Alcuni condividono…diciamo che sono casi speciali”

“Come speciali?” aveva chiesto Dean.

“Beh, sai..come..le anime gemelle!”
 
“Dovevo incontrarvi di nuovo. "

“Come di nuovo?”

“Sì. Voi due siete morti più di chiunque altro abbia mai incontrato”

“Davvero?”

“Ah si..voi non lo ricordate. Gli angeli vi hanno fatto il lavaggio del cervello.”
 
 
“Non ti stavi riferendo alle nostre morti..” disse Dean capendo in quel momento.

“Ma ai vostri desideri. Sì. Ci siete arrivati.”

Sam e Dean si guardarono imbarazzati.

“Avresti anche potuto dircelo!” protestò Sam.

“Cosa?? Dirvi che sognavate di pastrugnarvi a vicenda?? Mi avreste preso a pugni, non sono mica così scemo!” disse Ash ridacchiando.
 


“E i nostri genitori?”

“Ho cercato dappertutto. John Winchester e vostra madre Mary, ma per ora, nada, mi dispiace.”
 
 


“Quindi?” lo sollecitò Dean.

“Quindi alla fine ho trovato Mary, ma non John.” Disse Ash.

“Ma non ci avevi detto che l’incontro di nostra madre e nostro padre era voluto dal destino?” chiese Dean scioccato.

“Io non l’ho mai detto!”

“Ma sì, ci avevi detto che era stato tutto combinato per farci nascere.” Disse Sam.

“Siete sicuri che non vi state confondendo con qualcuno?”

Sam e Dean si guardarono.
“Il cupido!” dissero in coro.

Ash ridacchiò. “A volte ne ho incontrati alcuni, sono molto divertenti. Ad ogni modo, non so se i vostri genitori siano realmente anime gemelle, ma nel caso uno della coppia non sia nello stesso paradiso, ci sono  poche possibilità. O è stato richiamato alla vita magicamente, o si è reincarnato in un altro corpo, oppure la sua anima è stata rapita. “

“Rapita??” dissero in coro Sam e Dean.

“Ma sì, rapita. Non era quello che successe a Bobby, quando morì? All’inizio credevo che non riuscissi a trovarlo, perché non era davvero morto, poi scoprì che quel bastardo di demone l’aveva rapito.” Disse Ash bevendo birra. “Per John fu lo stesso. Quel poveraccio ha passato tanto tempo all’inferno! Forse quando passi tanto tempo lì, quando torni in paradiso, perdi la Traccia ed è difficile farsi trovare. Forse è un marchio che ti rimane impresso.”

“Ma sia io, che Dean, siamo stati anche all’inferno e ci hai trovati..” disse Sam.

“Ma voi siete SPECIALI, come ve lo devo dire??”

“Lasciamo perdere, piuttosto, hai trovato Charlie, Kevin, no? Nessuno?” insistette Dean.

“Non ho trovato nessuno! Soprattutto vostro padre, John.Sembra sparito nel nulla.”

Sam e Dean avevano perso ogni colorito.
Ash li guardò accigliato.

“Sentite, non è mica così strano. Stiamo parlando di MILIARDI di paradisi..per quel che ne sappiamo, potrebbe non trovarsi più in paradiso perché si è reincarnato, così come Bobby..”

anche lui non c’è??” chiese Dean quasi gridando.
 
“BOOOOOOOOOM.



Sembrò che ci fu una tempesta che quasi minacciò di spazzare via la Roadhouse.

“Ecco, sono arrabbiati con me, perché ho parlato troppo! Evitate di chiedermi altro, per carità!!” disse Ash.

Sam e Dean sembravano ancora spiazzati e paralizzati dall’orrore. Ash li guardò e capì dal loro sguardo che volevano tornare a parlare del loro padre biologico ed acquisito, al diavolo le conseguenze. Quindi decise di distrarli.

“Parliamo invece del vostro PARADISO. Non mi sembra che vi abbia sconvolto più di tanto, scoprire di essere anime gemelle.”
 
Sembrò funzionare. Questo li riscosse un po’.

“Forse perché..ecco..l’avevamo già capito di essere..ecco..” disse Sam.

“Questo non vuol dire che non ci tocchi la cosa. A quanto pare nemmeno dopo la morte ti libererai di me, Sammy.” Disse Dean guardandolo con occhi luccicanti.
 
 
Ci fu un fruscio d’ali e Castiel e Gabriel comparirono all’interno della RoadHouse. Sembravano profondamente incazzati.

“Oh, vi siete degnati di farvi vivi.” Notò Dean.

“Buenas Dias, angeli.” Li salutò Ash.

Gli angeli continuarono a guardare tutti quanti torvi.

“N-non è un Buenas Dias?” chiese Ash.
“Castiel, che succede?” chiese Dean.

“Abbiamo lasciato che andaste da Ash, sperando in un incontro un po’ diverso.” disse Cas,

Dean guardò interrogativo Ash. Quest’ultimo scrollò le braccia.

“Speravamo che parlaste semplicemente di quanto è importante il loro legame, della profondità e dell’importanza del loro essere anime gemelle, del fatto che condividono lo stesso paradiso.” Continuò Castiel arrabbiato.

“Ah, volevate che facessi questo? Potevate dirlo subito, ma..”

“Non dovevi svelare loro cose importantissime, molte delle quali, inappropriate, sui segreti del paradiso.” Disse Gabriel.

“Beh, avevo capito che li avevate fatti venire qui per parlare dei segreti del paradiso e poi..loro non erano interessati alla questione delle anime gemelle. È un argomento imbarazzante per loro.” disse sorseggiando ancora la birra.

Dean e Sam protestarono al suono di “Non siamo imbarazzati!” con un colorito rosso acceso, poco credibile.
 
Castiel sospirò. “Va bene, è comunque stata illuminante questa visita, a modo suo, anche se manca una cosa..Ash, dovresti far vedere loro, le DOCCE.”

Sam e Dean rimasero stralunati. Le docce??
Ash ridacchiò. “Ah, giusto.”

Li prese per mano e ignorando le loro proteste sul fatto che si lavavano abbastanza tutti i giorni, li condusse dietro un’altra porta.






















eccomi qui, scusate per il capitolo lungo, ma..o si fanno bene le cose o non si fanno xd che paradiso è, se a me deve rimanere il dubbio, che quando morirò, verrò separata dalle persone che amo? ho voluto chiarire la cosa xd il prossimo capitolo sarà molto più leggero e sarà anche l'ultimo della parentesi paradiso, poi si comincerà con la sezione INFERNO!! ps e dire che credevo che in questo capitolo si sarebbe incentrata la questione "paradiso condiviso" invece si è parlato di tutt'altro ahha xd

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Capitolo 12
*** Perdono e guarigione in bottiglia! ***


Sam e Dean si aspettavano di varcare la porta e trovarsi davanti alle docce immediatamente. Infatti si erano preparati già a essere schizzati dai getti d’acqua, ma sorprendentemente, si trovarono davanti a un corridoio pieno di ascensori.

“Ma che..” dissero in coro.
Ash sorrise.

“Credevate che le porte per il paradiso fossero tutte comunicanti? Beh, sbagliato. Ci sono anche i piani superiori e per questo occorre l’ascensore.” Disse Ash sorridendo.

Era in forma smagliante. I fratelli lo guardarono e capirono che Ash con ogni probabilità si stava divertendo un mondo. Si ricordavano quello che aveva detto loro, la prima volta che lo avevano incontrato in paradiso. È come essere a Disneyland.
 
“Non so te, Sam, ma questo ha tutta l’aria della metafora per un’ascensione spirituale.” Ridacchiò Dean, prendendo posto nell’ascensore.

“Già, tutte quelle metafore sul fatto di elevarci a un livello superiore. Ora capisco..” disse Sam.

I fratelli guardarono a quel punto i pulsanti dell’ascensore, curiosi di capire a che numero si riferivano, ma i pulsanti non avevano numeri, ma simboli. Uno di questi, recava delle righe simili a getti d’acqua.

“è il piano per le docce!” disse Ash, cliccando su quel pulsante.
 
 
 
Quando l’ascensore si fermò, si trovarono in quello che pareva uno spogliatoio di una piscina, con le mattonelle gialle. Aveva un aspetto un po’ squallido.

“Pensavo a qualcosa di più..spirituale.” disse Dean, un po’ deluso.

“Non prendetevela con me. Le docce prendono la forma che vi farebbe sentire più a vostro agio, evidentemente per voi, è l’immagine di uno spogliatoio di una piscina.” Ridacchiò Ash.

“Mmm..bene..adesso..cosa dobbiamo fare?” disse Dean e subito si preoccupò. “Non dirci che dobbiamo spogliarci!”
Ash ridacchiò.

“Potete andare vestiti, non resterete comunque bagnati a lungo. Fidatevi.”

“Ash, ma davvero dobbiamo farci una doccia?” chiese Ash.

“Se ci stai giocando uno scherzo..” cominciò Dean.

Fidatevi. Ora venite qui.” disse Ash, cominciando ad aprire i due getti della doccia in comune, grande abbastanza da starci in due.
 
“Mmm..è calda..piacevole..” disse Sam, piacevolmente sorpreso, cominciando a bagnarsi.

Dean incoraggiato dalle parole del fratello, andò sotto all’altro getto, mugolando di sollievo.

“Bene. Ora, dovete vedere questi. “ disse Ash e alle loro spalle, su uno scaffale, fece vedere loro una colonna di saponi diversi dai vari colori.
 
“Bella collezione arcobaleno.” Disse Dean, facendo ridere Sam.

“Vi consiglio di prenderli seriamente. “ spiegò Ash. “Non si gioca con questi affari. Direi che a voi andrà bene questo.” disse, passando loro una saponetta bianca piuttosto grossa.

Dean lo guardò storcendo la bocca.

“Un sapone Marsiglia?” chiese.

“è solo come la tua mente inconscia lo vede.”

“Ma..se non so neanche cosa sia!” protestò Dean.

“Il tuo IO inconscio ha già capito di cosa si tratta, invece. Per entrambi andrà bene quello. Vi suggerisco di lavarvi con questo sapone, i risultati saranno direi..istantanei. Vi suggerisco di non provare gli altri, alcuni potrebbero avere effetti piuttoso sgradevoli, malgrado nessuna di queste lozioni sia pericolosa. Ah, per la cronaca, potete anche spogliarvi, se volete. Avrà un effetto migliore. Lasciate i vostri vestiti fuori dalla doccia, ce ne occuperemo noi.” Disse Ash e lasciò la doccia.

“Ma..perchè se n’è andato?” chiese Dean.

“Credo per lasciarci un po’ di intimità. Dai, Dean, togliamoci questa roba. Comincio a sentirmi tutto appiccicoso!” disse Sam, cominciando a spogliarsi.
 
Alla fine avevano buttato al di fuori della doccia, i loro vestiti ed erano rimasti solo in mutande.



Sam aveva cominciato a strofinarsi con il sapone.

“Sa di latte di mandorla. L’ho sempre detestato.” Gemette Sam.

Dean prese il sapone e cominciò a passarselo sul suo corpo a sua volta. Dopo un po’ cominciarono a sentire come una sorta di prurito e cominciarono a grattarsi,

“Sono sempre di più dell’idea che Ash ci abbia giocati un brutto scherzo.” Disse Dean grattandosi il sedere.

Sam però non si lamentava più. Sembrava incantato.

“Sam?” si preoccupò Dean.

Sam senza dire niente, prese la mano di Dean che reggeva ancora il sapone  e se la passò sul suo collo.

“è così bello. Rilassante. Come tirare fuori qualcosa di brutto.” Sospirò Sam in trance.
Dean lo guardava con tanto d’occhi.

“Passalo ancora.” Per qualche strano motivo, Sam voleva che fosse Dean a farlo.



Lui lo accontentò e si sentiva felice come Sam, a vedere il minore così rilassato.

“Ma che sapone è?” si chiese lasciando poi che anche Sam insaponasse lui.
 
I fratelli smisero di parlare e d’un tratto si sentirono così tanto bene, che entrambi pensarono di essere morti sul serio stavolta e che le loro anime avessero lasciato il loro corpo, talmente si sentivano leggeri e liberi da TUTTO. Era come se ogni macigno fosse levato e LAVATO via. Era come la beatitudine. Si baciarono e si ritrovarono seduti sul pavimento piastrellato aggrovigliati insieme, talmente tanto era l’amore che provarono che sembrava loro di unirsi in un vero amplesso.
 
Poi, così com’era venuta, quella magia abbandonò piano la loro mente.



“Siamo ancora qui, Dean?” chiese Sam come risvegliatosi da un bellissimo incantesimo.

“Sì..io credo..” rispose Dean. Era difficile riuscire a intravedere dove finisse Sam e dove cominciasse lui. Era come essere in completa simbiosi con lui.

Sam cercò di raccogliere le idee e per caso i suoi occhi vagarono su una bottiglietta piccola ma massiccia di liquido arcobaleno che zampillava all’interno-

“Dean..tu cosa credi che sia?” chiese.

“Mm..non so..ma non dovremmo toccarla. Ash ha detto di non farlo.”

“Ha detto anche che nessuna di queste era pericolosa.” Disse Sam piano. Aveva preso la bottiglietta e la teneva sulla mano, mirando la polverina arcobaleno cambiare colore. Da arcobaleno, divenne grigia, per poi trasformarsi in bianco latte in un secondo, per poi tornare di tutti i colori.

Dean voleva protestare, ma si ritrovò a coprire la mano di Sam con la sua e poi incoraggiarla ad aprire il tappo.
 
Quando la bottiglietta si aprì, la polverina brillantata, non smise di muoversi, sembrava avere vita propria e vorticava, galleggiava.  I fratelli ne erano rapiti. Presero un po’ di quella polverina tra le mani e se la passarono sul corpo.

La polverina cominciò immediatamente a fare loro il solletico, ma non solo, sembrava muoversi, come insetti che camminavano su di loro. I fratelli si toccarono con le mani, preoccupati e la polverina diventò a quel punto, semplice liquido, sapone liquido, ma a quel punto, il sapone cominciò a bruciare.

“Dean, BRUCIA. Non resisto.” Si lamentò Sam.

“Presto!! L’acqua!” Dean riaprì il getto ma sembrò fare solo più danni. Sembrò come mettere sale sulla ferita. Sam gridò, spaventandolo molto.
 
Guardami! Guardami, va tutto bene, ci sono io con te! Calmati!” disse Dean, tenendogli il viso tra le mani.

Sam annuì, cercando di calmare il dolore, concentrandosi sulle parole di Dean.

Il maggiore vide dei segni rossi sulle braccia di Sam e si sentì irrazionalmente in colpa.

“Perdonami, Sam. Puoi perdonarmi?”

Non sapeva perché l’aveva detto, quelle parole gli uscivano dal cuore.

Sam annuì con gli occhi chiusi, le sue ferire sembrarono svanire, poi aprì gli occhi e vide che Dean era coperto da puntini rossi come se avesse il morbillo.

“Dean! Il tuo corpo!” disse Sam.

Dean scosse il capo, perché Sam aveva messo le mani sul suo corpo in languide carezze, come se con quelle avesse potuto portare via i segni.

Gli prese gentilmente le mani e le portò via da sé.

“Tranquillo, Sam. Non mi importa di queste.”
“Ma…”
“Non mi è mai importato.”
“Ma..” Sam continuava a guardarlo attonito.

“Tu sei sempre venuto prima di LORO.”

Dicendo così, lo baciò e Sam si lasciò andare a quel bacio, lasciandosi trasportare completamente da esso e da Dean.
 
 
 
Si ritrovarono semi svenuti fuori dalle docce, sopra dei lettini da massaggi, con degli asciugamani a coprirli.

Il volto sorridente di Cas e Gabe li fissava, Ash sembrava invece preoccupato.

I fratelli si guardarono intorno. Ora sembravano essere in una specie di bagno di hotel lussuoso. Era molto carino, con le piastrelle verdi. Le docce poco più in là erano grandi, linde e regali.
 
“Sì…beh..mi dispiace, ho cercato di avvisarli del pericolo che correvano a toccare le altre boccette.” Disse Ash ai due angeli.

Gli angeli però sorridevano.

“Non angustiarti, Ash, conoscendo i tipi, era prevedibile una cosa del genere.” Disse Gabe.

“E poi credo sia andata meglio del previsto, non è vero, ragazzi?” disse Cas.

I fratelli non si azzardarono a proferire parola. Era stato sì bellissimo, ma all’inizio, poi era sembrato COME L’INFERNO.”
 
Gli angeli sembrarono leggere nella loro mente. Cas si avvicinò con una intrepida dolcezza e sussurrò a loro,

“La pace e il senso di gioia che avete provato all’inizio, era per via del sapone della guarigione, esso cancella, pulisce e lava via le incrostazioni dell’anima, scaturite dai traumi e delle ferite subite, inferte soprattutto da coloro che amiamo e che ci amano.”
 
Sam e Dean capirono perché si erano sentiti così puliti e liberi.

“Il senso di gioia e libertà che abbiamo provato..come quello di liberarsi di un enorme macigno..” cominciò Sam.

“Erano i traumi e le ferite che ci portavamo dietro..”disse Dean.
Castiel annuì.

“Avete subito un lavaggio interno su quelle ferite. Per questo vi siete sentite così felici.”

“Quindi.non abbiamo più traumi?” chiese Dean.

“Beh..alcuni se ne sono andati..altri sono rimasti..ma sono guariti..e suppongo che adesso fanno meno male..non basta una doccia di pochi secondi, per purificare il dolore completo di un’anima..e non è consigliabile provarci, ma un assaggio di questa estasi, può far star bene.” Disse Castiel.

“Il secondo sapone, invece, era il sapone del Perdono.” Disse Gabe.
 
Sam e Dean rimasero allibiti.

“Se il sapone della guarigione guarisce o comunque cura i traumi subiti e le ferite dell’inconscio, il sapone del perdono, ti induce a chiedere di perdonare tali ferite e chi te le ha inflitte.” Spiegò Gabe.

“Per questo avete provato tanto dolore. Il vostro cuore ancora non ce la fa a perdonare completamente. Non c’è bisogno che la prendiate così male. Questo significa essere umani.” Disse Cas.

Sam si ricordò di una cosa.

“Dean..quello che tu hai detto *non m importa di queste, tu sei venuto sempre prima di loro..e poi prima mi hai chiesto di perdonarti..tu avevi..CAPITO?”

Dean annuì, ricordandosi di quella frase.

“Quando ti ho chiesto di perdonarmi, l’ho fatto irrazionalmente. Non sapevo perché..ma quando ti ho detto che non mi importava di quei segni, era perché..sì, l’avevo intuito che poteva essere una cosa del genere.”

“Oh, Dean..”

I due fratelli, con ancora solo l’asciugamano indosso, si abbracciarono, dimenticandosi delle tre persone che li stavano guardando.



“Ehm..” disse Gabe, schiarendosi la voce. “Naturalmente quei segni non sono solo le ferite che vi siete provocati a vicenda, ma quelle del corso di tutta la vostra esistenza..le parole dolci che vi siete rivolti l’un l’altro, hanno avuto un potere benefico, per poco..”

“Sì, me lo ricordo.” Disse Sam, ricordandosi come le parole di Dean l’avessero calmato.

“Tuttavia siete stati un po’ arrogantelli nel pensare di poter essere così vicini al DIVINO, da pensare di poter usufruire del sapone del perdono senza provare dolore. Magari avete perdonato alcune cose ma non siete ancora pronti a farlo con tutto e con tutti.”
 
I fratelli si chiesero se quello fosse un vero rimprovero.

“Siamo comunque contenti di avervi potuto regalare una doccia con il sapone della guarigione, Un piccolo premio per tutti i servizi resi al paradiso. Ora rivestitevi, presto sentirete molto caldo.” Li avvisò Castiel.

Sam e Dean guardarono Cas e Gabe terrorizzati.

“Sì, avete capito bene, tra poco passeremo ai piani bassi, alla sezione INFERNO.” Disse Gabe.
 






















Note dell'autrice: 

ragazziiiii xd ditemi come avete trovato questi due saponi! Vi piacciono?? Voi li usereste? ahha vi è piaciuto il momento hurt e confort Sam e Dean <333 nel prossimo capitolo parleremo dell'inferno!

ps la cosa del sapone del perdono mi sono iispirata al libro l'ultima riga delle favole

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Capitolo 13
*** La forma dell'acqua ***


Quello che Sam e Dean non avevano modo di sapere, era che non sarebbero andati direttamente all’inferno, avrebbero infatti corso dei rischi inutili, loro e gli angeli. Non serviva che scendessero ai piani bassi, bastava che restassero in paradiso, da lì potevano lo stesso accedere ai ricordi dell’inferno.

Non avevano modo di sapere, cosa succedeva alle “registrazioni” che avevano visto, quando se ne andavano. Credevano semplicemente che sparissero, probabilmente, ma non era proprio così. Come dei rullini, venivano avvolti e trasportati in una stanza MOLTO SPECIALE. Il ricordo di loro stessi, semplicemente svaniva, essendo loro ancora in vita, ma che fine faceva il desiderio proiettato, che avevano dell’altro, invece?

Spariva anch’esso? No.

Veniva trasportato anch’esso, in quella stanza speciale, venivano richiamati tutti in questa stanza speciale, come risucchiati da un gigantesco invisibile tornado aspirapolvere e finivano tutti dentro questa porta aperta.
 
Una volta entrati, finivano tutti in graziose mini teche di vetro, cui all’interno, c’erano dei vasi blu, ciascuno per ogni teca, per ospitare il desiderio magico.

I desideri magici a volte erano oggetti, a volte pensieri, a volte Persone.
 
Il custode dei desideri era un angelo, che aveva l’aspetto di un bambino di dieci anni, ma dai lunghi capelli bianchi come quello di un vecchio e occhi celesti di un blu profondo. Lui doveva sorvegliare la stanza.
 
 



Qualche mezz’ora prima…

Sam stava continuando a camminare verso il suo doppio, che aveva a malapena 24 o 25 anni, a giudicare dal viso. Aveva alzato una mano verso di lui e le loro mani erano vicine. Così vicine.

“SAM! Cosa stai facendo??”

La voce di Dean gli arrivò come da una grande distanza, ma oramai non poteva più allontanarsi.

La sua mano si intrecciò con lentezza esasperante con quella del suo doppio e dalle loro dita intrecciate si scaturì una strana elettricità blu.





Il biondo aveva portato via il gemello con furia e paura. Questo era quello che era successo e il castano lo aveva capito. Quello che non capiva era tutto il resto. Quella sensazione di ovatta alla testa e al corpo, che gli faceva male.

No. il male era il corpo che prudeva, formicolava, dal momento in cui quel ragazzo così uguale a lui, lo aveva toccato. Da quel momento si era sentito formicolare, bruciare quasi. Come se avesse messo le mani dentro la benzina.

Faceva male. Tanto male.

Essere distolti da quella sensazione di amore meraviglioso che stava vivendo con il suo Dean.

Era così strano, però, difficile da capire. Come non riuscire a raccogliere le idee per pensare.

Non si sentiva più avvolto da quell’amore come lo era stato fino adesso e questo cambiamento gli faceva provare dei brividi di freddo e una sensazione di estraniamento, quasi come non essere più in comunione con il Divino..quasi come essere Diviso.

E essere diviso faceva male. Dov’era, che cosa stava facendo? Dov’era il suo grande amore?
Era scomparso. Era tutto scomparso.
 
 



Camminare in quel luogo,  senza ritrovare il suo mondo, fu come essere scaraventato fuori dal suo stesso corpo, senza sapere dove andare, senza sapere dove si trovasse. Lui non aveva più la forma del suo stesso gemello in carne e ossa. In quel momento camminava in Paradiso e aveva la forma di un omino fatto d’acqua. Si era guardato le mani, ma come se la sua mente non riuscisse a collegare quella forma a sé stesso.

Non sapeva per quanto aveva camminato in quella nebbia deprimente, sapeva solo che ad un certo tratto, si era ritrovato davanti quelle stesse persone di poco prima!

Gabe ruotò la mano, come se avesse in mano un telecomando invisibile e così passarono direttamente agli stati d’animo di Dean in Paradiso. Quando amava Sam e lo baciava, quando si teneva la testa tra le mani, come se gli scoppiasse, perché stava per tornare alla vita, quando tornava alla vita dimenticandosi di tutto, quando tornava in Paradiso e correva dal suo Sam fittizio, abbracciandolo.

“Dean, io non sono davvero Sam, lo sai, vero?” si era ritrovato a dire, senza accorgersene.

“Non mi importa…” gli diceva Dean, riprendendo a baciarlo.
 
Qualcosa nella forma d’acqua, sembrò battere dentro di lui, come un cuore invisibile che pompava furiosamente nel suo petto, mentre accettava il bacio.
 
Ora si vedeva Dean nudo nel letto con il Sam fittizio, abbracciato a lui.

Gabriel si presentò davanti a lui. Aveva gli occhi lucidi.

“Gabriel?? Cosa ci fai qui?? Non vedi che sono..che siamo..insomma..VATTENE!”

“Perdonami per quello che ti ho fatto, Dean.”

“Io non capisco!”

“è giunta l’ora di tornare dal tuo Sam. Il tuo vero Sam.”

 
 
La forma d’acqua, che in quel momento era nel letto con Dean, sentì tutto. Sentì il rimando a quest’altro Sam e si era ghiacciato, anche se la sua espressione era iperscrutabile.

“Hai lasciato che io mi cullassi nel desiderio di avere accanto a me, Sam, tutte quelle volte..tutto quel tempo…e non hai fatto niente per interrompere..” disse Dean che aveva gli occhi lucidi.


La forma d’acqua però non era scomparsa insieme alla visione. Era con loro, nel buio, che li ascoltava e a quelle parole, una nuova ondata di gelo lo pervase.

Sam non disse niente, ma continuava a guardare Gabriel come se avesse voluto dargli fuoco.

“Quello che ho fatto è stato terribile. Sono stato un mostro e quel giorno ho avuto davanti ai miei occhi la prova concreta dell’atrocità che avevo fatto. Ero pentito. Stavo scaricando su di voi la sofferenza che provavo per la mia famiglia, cercando di esorcizzare la minaccia che gli angeli avrebbero potuto prendervi come tramite, per fare del male a mio fratello Lucifer.”

Delle lacrime scivolarono via dalle guance di Gabriel, che scossero i fratelli più di tutto il resto.
 
Ma la forma d’acqua era già passata oltre senza più degnarli di uno sguardo.
 
Continuò a camminare, la forma d’acqua, non piangeva, forse le forme d’acqua non piangevano, ma non aveva mai sentito tanto gelo in vita sua. Non sapeva dove voleva andare o dove doveva andare, ma forse la potenza del suo cuore, lo portò ad una meta stabilita.
 
Non sapeva neanche lui, com’era finito nel paradiso di Dean!
 
“Suoni All out of love  divinamente, Sammy.” Disse Dean, avvicinandoglisi e baciandolo teneramente.

La forma d’acqua, deglutì, continuando a guardare Sam suonare. Una sensazione nuova, che prevalse su tutta quella ovatta, si impadronì di lui. Non ce l’aveva con il suo doppio, ce l’aveva con il biondo, colpevole di aver amato lui, quando in realtà era un altro, quello che desiderava.
 
Dean si era allontanato da Sam per prendere qualcosa di fresco nella cucina e si vide Sam davanti.




“Sam? Ma non stavi suonando?" Dean appariva confuso, Sam non poteva sapere che in quel momento la sua confusione era dettata dal fatto che un avvenimento nuovo era arrivato a interferire con il suo ciclo di giorni tutti uguali, interferendo con quel loop temporale.

Sam non lo sapeva in quel momento e non gliene importava.

La forma d’acqua in quel momento aveva di nuovo il volto e il corpo di Sam, ma non ci fece caso più di tanto. Era talmente arrabbiato che era livido. Non pensava al fatto che l’uomo che aveva davanti era anche lui una forma d’acqua come lui, una pedina. In quel momento vide solo il volto dell’uomo che aveva amato tanto a lungo, amare qualcuno che non era lui.

Era livido. Con un furore che non aveva forse mai provato prima, lo colpì una prima volta.

“AHHH.”

Dean si piegò per via della potenza del gancio che gli tirò addosso Sam. Lo guardò poi sconvolto e stralunato da quella violenza improvvisa.

“Sam, perché??
 
Sentirsi chiamare così, ebbe solo l’effetto di far infuriare di più il suo alter ego, che ruggì come un leone in gabbia e gli diede un altro pugno, poi un altro, un altro ancora.

Il povero Dean si stava coprendo il viso con le mani, timoroso di farsi colpire ancora e ricevere altra violenza. Stranamente la sua paura non intenerì Sam, ma lo fece infuriare ancora di più.
“Sam, ti prego, non..”

Sam non stava più a sentire. Non aveva paura che l’altro Sam sarebbe accorso, perché sapeva non sarebbe successo. Quel Sam era solo un ricordo, era ancora più inesistente di un desiderio. Incapace di fermare la sua furia, afferrò Dean per il colletto del maglione e lo sollevò.
 
La forma d’acqua Dean sembrava incapace di difendersi o di reagire. Solo con il tempo, entrambi avrebbero riflettuto che forse era perché era stato programmato solo per AMARE SAM, per soddisfare un suo desiderio, non era programmato alla DIFESA.



La forma d’acqua che interpretava Sam, era ormai fuori controllo, dopo aver sollevato il biondo, lo portò via, senza sapere neanche dove volesse portarlo, ma fece pochi passi che la cucina stessa svanì!
 
Tutto era svanito. Si ritrovarono entrambi in un corridoio bianco senza fine.

Sam a quel punto, scaraventò la forma d’acqua che interpretava l’uomo che amava, lontano. Andò a sbattere contro il muro.



Si riprese abbastanza in fretta e alzò lo sguardo, anche se si sentiva ancora abbastanza tramortito.. Guardò Sam e l’ambiente circostante in modo confuso.

“Dove siamo? Che fine ha fatto la casa??” domandò il biondo.

Sam stava ancora ansimando, cercando di riprendere fiato. Dentro di lui una moltitudine di sensazioni ed emozioni lo stavano sopraffacendo. Davanti a quell’ennesimo inganno illusorio, aveva perso le staffe e aveva colpito Dean, non l’aveva fatto per bontà, non l’aveva fatto per risvegliarlo, l’aveva fatto per furia, per istinto, non sapeva neanche che conseguenze avrebbero avuto le sue azioni. Sapeva solo che aveva visto quello spettacolo, quell’opera teatrale e aveva provato una furia cieca verso il biondo, aveva provato il desiderio di colpirlo, fargli del male e vederlo così confuso e disorientato, aveva alimentato la sua ira.
 
Allo stesso modo, una volta averlo estromesso da quel mondo illusorio, perse ogni interesse per la forma d’acqua bionda, lo ignorò e continuò a camminare da solo, lasciandolo solo e confuso.
 
 


Nel mentre, il bambino angelo che custodiva la stanza segreta, continuava a tenere la porta aperta, per accogliere nella stanza i nuovi desideri che le anime defunte avevano creato e anche i desideri che erano rimasti da soli, nel momento in cui i proprietari erano ritornati alla vita con una nuova rinascita o si erano risvegliati da un coma.

Quando i desideri delle anime non potevano più condividere il paradiso con i loro creatori, restavano da soli, finendo addormentati con un coma magico, per non farli soffrire di solitudine. In quella stanza esistevano miliardi e miliardi di desideri fin dall’alba della creazione, anche se ad alcuni era accaduta una tragica fine, ma quella era un’altra storia.
 
La forma d’acqua Sam circolava ancora liberamente per il Paradiso, senza essere notata da nessuno. Quel giorno due forme d’acqua non tornarono alla stanza, lui e Dean.

Sam raggiunse comunque quella stanza speciale. Mosso solo dal suo stesso irrefrenabile desiderio di vendetta che si autoalimentava.
 
Entrò nella stanza e l’angelo bambino smise di attirare a sé i desideri con la sua energia, per fissare la forma d’acqua perlacea davanti a lui.

 
 
“Ma cosa ...” purtroppo l’angelo non era abituato a vedere i desideri creati dalle anime, sotto la loro vera forma, anzi, non li aveva mai visti con una forma diversa da uno scintillio di luci, quindi non riuscì a capire cosa si trovasse davanti, prima di cadere a terra con un pugno.
 
La forma d’acqua rimase inespressiva, prima di alzare lo sguardo alle migliaia, anzi, milioni di teche situate su alti scaffali, che ospitavano ogni genere di desiderio creato dalle anime.

Non le colpì. Non ne aveva bisogno. Sarebbe stata una fatica inutile. Si voltò e trovò una leva. L’abbassò e si scatenò un vento fortissimo, come un uragano che fece tremare pericolosamente le teche e i vasi all’interno.

Sam sorrise e spinse ancora più giù la leva, aumentandone la velocità e i vasi finirono per infrangersi contro le teche e cadere in migliaia tutte insieme al pavimento.

I desideri, liberi di volare via, liberi.

Sam sorrise e riprese la sua camminata.
 






















Note dell'autrice: 

allora ragazzi!! Non vi immaginavate un capitolo così dopo che vi avevo annunciato la sezione inferno eh??? ahhah ho cambiato idea in corso xd Desy avevi detto che speravi in un pò d'azione!! Di sicuro non immaginavi sto macello però! ahha xd

Vi avevo fatto capire dai precedenti capitoli, che gettavo le basi per sta cosa delle forme d'acqua ma non ero stata molto chiara in proposito, spero vi piaccia sta svolta! Chiarisco che non è stata una decisione presa da ieri a oggi, era già decisa da molto prima che cominciassi questa storia :D l'eufemismo "la forma dell'acqua" l'ho presa da un libro :D cioè dal titolo, anche se non l'ho letto!

La cosa di Dean invece? Si è risvegliato anche lui? Io ci tenevo tanto a improntarla in un modo che facesse capire che Sam gli facesse come un favore, ma non in maniera altruistica, nel senso lui ce l'aveva con Dean, per quello che rappresentava e probabilmente vedendo quello spettacolo ha provato indignazione, la confusione di Dean lo faceva infuriare e l'ha tirato via da quel sogno, senza quasi rendersi conto, è come se gli avesse fatto un favore ma senza capire quello che aveva fatto, cioè l'ha aiutato ma senza rendersene conto, non so se ci siamo capiti xd e secondo me è molto più bello così :)

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Capitolo 14
*** Dean all'inferno ***


“Cas, ti chiedo di ripensarci!” si intromise Dean.

“Andiamo, biondino. Non rovinare la festa, come al solito.” Disse Gabriel.

“Cas, posso parlarti un secondo?” disse Dean con sguardo eloquente.

Cas acconsentì a parlare per un attimo in disparte con Dean, mentre Gabe si preoccupava di tenere lontano Sam, che aveva già cominciato a protestare. Nello stesso momento, Ash salutava tutti e se ne andava. Il suo compito lì era terminato. I due fratelli lo salutarono, ancora un pò confusi..
 
“Senti..” aveva iniziato Dean. “Non possiamo fare questa cosa, capisco il paradiso, capisco che lo fate per noi, ma l’inferno? Per Dio, Cas. L’inferno è legato a un mucchio di ricordi dolorosi sia per me sia per mio fratello, ma è per Sam, che te lo chiedo. Ha sofferto molto quando io sono morto, a lungo tempo si è sentito in colpa per quello che io ho sofferto laggiù e se davvero penso che sia possibile per lui soffrire un dolore più immenso, sarebbe proprio il suo di inferno, quello che ha passato nella gabbia con Lucifero. È davvero necessario dover rivivere tutto questo? Se gli è stato messo un muro, tempo fa, ci sarà pur una ragione.”

Castiel guardò Dean che aveva uno sguardo supplicante. Si sentì sciogliere. Gli sorrise.

“Capisco perfettamente quello che provi, Dean.” Disse Castiel mettendogli le mani sulle spalle. “Ma credimi, quello che voglio, che io e Gabe vogliamo, è tutto tranne che ferirvi. Quello che dovete vedere però, avrà grande risonanza e impatto nelle vostre vite. Alla fine di questo percorso avrete una conoscenza maggiore che avrà molta risonanza nella vostra vita, credimi.”

Tutt’altro che rassicurato e sempre con il broncio, Dean si apprestò a tornare da Sam e Gabe, con Cas al fianco.

“Tutto a posto?” chiesero in coro Gabe e Sam preoccupati.

“Sì.” “No.” risposero all’unisono Dean e Cas. L’angelo sorrise allo sguardo corrucciato che gli mandò Dean.

“Cosa..” Sam stava già per domandare spiegazioni, ma Castiel non aveva voglia di perdere altro tempo. Schioccò le dita e si ritrovarono di nuovo nel nulla.
 
 
“Okay, adesso, delle brevi spiegazioni, prima di mostrarvi altro. Sappiate che per ovvie ragioni, non scenderemo direttamente all’inferno, per mostrarvi i vostri ricordi. Sarebbe sciocco e doloroso per voi, per non dire molto rischioso. Per fortuna non è necessario scendere fin laggiù, per mostrarvi i vostri ricordi, ma prima abbiamo bisogno della vostra parola che cercherete di non lasciarvi sconvolgere dal dolore e dalla tristezza da quello che vedrete e se per qualsiasi motivo, qualcosa dovesse diventare troppo insopportabile da vedere, voi ci chiederete di fermarci.” Disse Castiel.

“Abbiamo la vostra parola?” chiese Gabe.

“Sì.” Risposero in coro i due fratelli, che erano molto curiosi di vedere cosa ci fosse di così tanto interessante da vedere all’inferno.
 
 
I fratelli con uno schiocco delle dita, mandarono in onda il primo filmato in 3 D.
 
 
 
Si trovarono ora indietro a quando Dean si trovava in fin di vita, maciullato dal segugio infernale e Sam piangeva su di lui, mentre lui fissava il vuoto.

Sam del presente, stringeva di più il braccio di Dean, voltandosi a quell’immagine dolorosa che non riusciva a rivedere.

Ma quell’immagine svanì quasi immediatamente, subito sostituita dall’immagine di Dean che gridava il nome di Sam, infilzato da vari arpioni, sospeso nel vuoto.

“Mio dio..chiamavi il mio nome..” sussurrò Sam, angosciato.

“Sam..” disse Dean, senza sapere cosa dire. Poteva forse scioccamente negare? Ancora più scioccamente, cercò di frapporsi con il suo corpo, tra Sam e quello spettacolo, quasi come se fosse stato uno stupido televisore che poteva impedirgli di vedere.

Per fortuna neanche quell’immagine durò a lungo.
 
 
Ora Dean si trovava all’inferno. Non sembrava demoniaco, sembrava ancora umano, benché sembrava sperduto, addolorato, sfinito e con una gran pena nel cuore.

Si era risvegliato in un magazzino, sopra il pavimento al buio.

Aprì la porta e si trovò davanti all’inferno. Aveva l’immagine di un paese infuocato. Non c’erano case, ma grosse palle, simili a sfere. C’erano moltitudini di stradine, che non sembravano avere un senso logico, alcune si perdevano nel vuoto, altre in su, altre ancora, si interrompevano in varie direzioni. Il percorso non era lineare, c’erano tanti percorsi che si perdevano addirittura dentro delle montagne sospese nel nulla.

Tutto attorno c’erano curiosi e inquietanti pagliacci che pedalavano con la bici o cavalcavano cerchi enormi di fuoco.

Tutto aveva un’atmosfera così sinistra e fuori da ogni logica da farti perdere il senno.

“Qualcuno mi può indicare il sentiero? Vi prego..ho bisogno di..ehi, voi..ehi voi, mi capite? Riuscite a capire quello che io vi dico??”
 
“No, No!” gemeva Sam ad alta voce appena gli sembrava che Dean si avvicinasse troppo a quegli esseri pericolosi.

“Sta tranquillo,Sam. Non faranno del male a Dean.” Disse Castiel per tranquillizzarlo.

In effetti Sam notò che era vero. Per quanto temette in un primo momento, che quegli esseri demoniaci gliel’avrebbero fatta pagare anche solo perché li stava disturbando, in realtà nessuno toccò Dean, né lo colpì.

Quando Sam vide che Dean cominciò a disperarsi, capì.

“La punizione in quel momento per lui, era essere ignorato.” Disse Sam.

“Sì. Era restare da solo..ma non era proprio questo. Era restare..senza di te, Sam.” disse Dean, prendendogli la mano.
 
 
 
 
*

L’immagine cambiò e si vedeva Dean soffrire, In principio per l’adattamento. La temperatura era sempre più insopportabile. Si vedeva Dean camminare a piedi nudi e toccarsi i piedi che facevano male ed erano pieni di bolle. Le sue braccia erano ustionate. Chiese dell’acqua, aveva la gola riarsa. I demoni risero.  Dean cominciò ad avere le allucinazioni, fu così che capì che poteva approfittare di quella capacità per poter godere almeno di una fantasia, faceva appello allora a tutte le sue forze, per immaginare di bere da un’oasi. Chiudeva gli occhi e immaginava di bere.

Basta.” Disse Sam, intromettendosi nella visione, come aveva prima fatto con lui, Dean.

“Sì, direi che non c’è bisogno che vediate questo. Andiamo avanti.” Disse Cas.
 
 
L’immagine cambiò e Dean non soffriva più per il luogo, ma per le punizioni che gli infliggevano in codesto luogo.

Veniva legato ad uno scivolo e costretto a scivolare ancora e ancora, fino a quando il suo corpo non veniva coperto di lividi. Veniva trascinato sulla ghiaia da un carro, veniva costretto a bere veleni che lo facevano stare male , fino a sentirsi male.

Sam stava già per mettersi a urlare, ma prima di sorbirsi le sue urla, Cas fece fermare il filmato.
 

La bontà di Dean, come un marchio che lo proteggeva.



“So che siete sconvolti, in particolare te, Sam, ma forse ti consolerà sapere che Dean non ha sofferto neanche lontanamente quanto avrebbe sofferto davvero se la sua anima fosse entrata all’inferno malvagia. Sappiamo che ti sei incolpato a lungo, sapendolo all’inferno preda di orrori e di sofferenza indicibili, forse ti aiuterà sapere, aiuterà tutti e due, sapere che in realtà anche in un luogo orribile come l’inferno, vigono delle regole, che vanno rispettate e la regola numero uno, è quella di non fare eccessivamente male alle anime che non sono mlavagie ma sono finite all’inferno per via di un patto.”

“Ma Dean è stato barbaramente torturato all’inferno!” protestò Sam, che aveva sentito un assurdo senso di sollievo a sentire quelle parole.

“Nemmeno lontanamente quanto avrebbe sofferto se se lo fosse davvero meritato, credici, anche i demoni hanno un codice d’onore. Sono costretti a sottostare alla legge delle punizioni.” Disse Gabriel.

“Non stiamo sottovalutando il dolore che ha provato Dean, ma è essenziale che voi sappiate che la bontà di Dean è stata come un pass per lui. Gli angeli non possono salvare – a meno di rare eccezioni – le anime che finiscono dannate per colpa dei patti, ma una cosa possono ottenerla, la garanzia che i demoni non ci vadino troppo pesante come ci andrebbero davvero, se quell’anima fosse davvero MALVAGIA. Riescono quindi a strappare ai demoni stessi, la promessa vincolante, di non oltrepassare certi limiti con la povera anima che tortureranno, il dolore che gli infliggeranno, sarà indiibile, certo, ma sarà lasciato sulla soglia del sopportabile.”

“Quando mi buttavano addosso l’olio bollente o giocavano a trasformarmi in una mummia, non mi sembrava tanto sopportabile.” Disse ironico Dean.

“Ed ecco qui la scappatoia” disse Gabriel. “Naturalmente i demoni hanno l’obbligo morale di non superare una soglia troppo alta del dolore nelle anime che non sono malvagie, ma hanno trovato un altro modo per divertirsi, purtroppo questa è una scappatoia che finora non siamo riusciti a debellare, perché era tutto regolare. Noi siamo riusciti a strappare la promessa che non venisse inflitto troppo dolore fisico alle anime buone, ma sul dolore MORALE, su quello non abbiamo nessun potere.” Disse Castiel.
 
“Sarebbe a dire?” chiesero Sam e Dean in coro.

“Sarebbe a dire, che dove non poteva arrivare la punizione, perché tu non meritavi di essere punito, Dean, arrivava l’illusione della punizione. Le anime sono capaci di auto procurarsi da sole, un dolore e una sofferenza indicibili, soffrendo pene assurde, solo perché pensano di meritarlo. I demoni fanno leva su questo. Sul loro senso di colpa. Un’anima può essere buona quanto vuole, ma se crede di essere colpevole, soffrirà esattamente come se lo fosse.” Disse Castiel.

“Ma..avete detto che Dean era protetto dalla legge vincolante dei demoni, non poteva essere toccato.” Protestò Sam.

“Non era protetto però da sé stesso.” disse Gabriel. “I demoni non potevano toccarlo più in là d’un certo punto, ma poi potevano far leva sul suo senso di colpa, sul suo sentimento di colpevolezza, per instillargli VISIONI DI DOLORE e fargli credere che stava soffrendo anche più di quello che davvero era. Fortunatamente “ aggiunse l’arcangelo, vedendo il terrore sui loro volti. “Anche il velo delle illusioni, è possibile infrangerlo fino ad un certo punto. Alla fine Dean si è reso comunque conto, che i demoni giocavano con lui e che il loro passatempo preferito era instillargli visioni che avevano lo scopo di farlo stare male, quindi provò a respingerle.”
 
“Provò?? Che c’è da provare??” chiese Sam sconvolto e arrabbiato.

Castiel sospirò. “Ad un certo punto, Dean ha cominciato a cedere, a non volerle più respingere.”

Sam si sentiva ancora più triste. “Era talmente forte il dolore, lo sforzo nel cercare di resistere? Dimmelo..” disse Sam, toccandogli il viso. Era così dolce e si preoccupava così di lui, che Dean si sentì spezzare il cuore nel deluderlo.

“No, Sam..non è questo. Io volevo vederle. “ disse, coprendo le mani con le sue.
 
Gli occhi di Sam tremolarono dallo shock.

“No..perchè avresti dovuto infliggerti questo dolore da solo?? Non ha senso..”

“Perché quelle visioni gli permettevano di vederti, Sam.” disse Cas.

“Cosa??” disse Sam voltandosi scioccato.

“Non l’hai ancora capito? Gli mancavi terribilmente. Sei sempre stato la sua più grande debolezza, il suo tallone d’achille e quando i demoni l’hanno capito, hanno cercato di giocare su questo. Gli facevano vedere TE.” Disse Gabe.
 
 

L'amore di Dean per Sam



L’immagine cambiò e si vedeva Dean legato a una ruota con le mani legate.

Davanti a lui l’immagine di un dolcissimo Sam che continuava a elargirgli parole d’amore.

“Ti amo, Dean. Quello che hai fatto, mi ha fatto capire il sentimento che provo per te, che è amore. Ti amo e non voglio più restare senza di te.”

Sam faceva per baciarlo e Dean schiudeva gli occhi come per accettare il bacio.

Sam e Dean però notavano che a differenza delle altre volte che avevano visto scene simili, questa volta il contatto tra di loro sfumava ancora prima che si toccassero.

Ancora prima che si sfiorassero, Sam scompariva, lasciando Dean ancora più disperato di prima.
 
“Perché è diverso dalle altre volte?” chiedeva Dean. Una domanda che lo aveva tormentato a lungo in quel posto.

“Credevate che fosse come in Paradiso?” chiese Gabe facendo una smorfia. “Quelle erano forme d’acqua, creature che avete quasi generato voi dal vostro desiderio intenso, dall’amore che avevate l’uno per l’altro e non avrebbe potuto esserci niente di più reale. Non era come questo. Credi davvero, Sam..” disse a quel punto l’arcangeo volgendosi a lui. “Che Dean avrebbe davvero desiderato che tu ti trovassi li con lui? Ti voleva con lui, sentiva la tua mancanza, certo, ma non avrebbe mai voluto che tu provassi l’identico tormento di trovarti con lui all’inferno! La semplice nostalgia di te non basta a creare una forma d’acqua e neanche ad attirarla a te.”

“Ma allora quello cosa..” disse Sam.

“Era una semplice allucinazione, un imbroglio creato dai demoni e quindi evanescente, destinato a scomparire subito e come tutti gli inganni, destinato a scomparire in pochissimo.” Disse Gabe.
 
 
Passò una nuova immagine e si vide Dean accettare di essere lui stavolta a fare del male, tutto pur di non vedere più quel volto.

“Cosa..è stato per questo..che lui..” disse Sam con voce strozzata.

“Non prendertela con lui, Sam..” disse Cas con voce gentile, mettendogli una mano sulla spalla. “Quando Dean è tornato, ha dimenticato..ad un certo punto si era davvero convinto che si era lasciato piegare al male, per il troppo dolore inflittogli. Aveva ragione, ma quello su cui si sbagliava, era il tipo di dolore. Dean non sopportava più di vedere la pallida imitazione della persona per cui aveva sacrificato la sua vita, la persona che amava di più, in quel luogo, fingere di amarlo, prendendosi beffe di lui. Gli era stato promesso che non ti avrebbe più rivisto in questa veste, se avesse acconsentito di far salire un’altra persona su quella ruota.”
 
 
L’immagine scomparì di nuovo e rimasero di nuovo nella nebbia.

“Mio padre…ha subito le stesse cose…? Cioè una punizione simile?” chiese Dean con voce strozzata.

“Di certo non la stessa che hai visto tu” disse Castiel corrucciato “Ma…sì..i demoni si divertivano a tormentarlo, usando le vostre immagini, dicendogli le più disparate cattiverie su quanto fosse un pessimo padre e su quanto voi steste meglio senza di lui.”
 
Sam si lasciò sfuggire delle lacrime, Dean invece, gridò dalla disperazione.


Dean, calmati!” disse Cas che non aveva previsto quell’esplosione.

“MIO PADRE, nostro padre, ha sopportato CENT’ANNI di queste torture e non ha mai ceduto. E io non sono stato in grado..dopo appena QUARANT’ANNI..”

“Non costringermi a colpirti per farti colpire un concetto basilare, Dean!” disse Castiel molto arrabbiato. “Le situazioni tue e di tuo padre erano MOLTO DIVERSE. Permettimi, Dean, di ricordarti che esiste UN’ENORME DIFFERENZA tra riuscire a resistere con fierezza, davanti alla tortura di vedere qualcuno che ti rimprovera di non averlo amato o di esser stato un cattivo padre, quando SAI benissimo, di esser finito in quella situazione, semplicemente a dimostrazione di quanto tu hai amato. John Winchester è una persona estremamente intelligente. Non poteva credere minimamente a questi giochetti subdoli.”
 
“Ma io…perché anche io non..” protestò Dean.

“Il tuo caso invece non era che non potevi credere a quello che vedevi, perché tu NON CI CREDEVI, ed era questo che ti rattristava. Il sapere che non era vero. Per quanto forte poteva essere l’amore di vostro padre per voi, è un sentimento che si nutre da solo, che non chiede di essere ricambiato, tu desideravi invece tremendamente che Sam ti amasse e continuare a sentirlo, ti faceva impazzire di dolore, oltre al desiderio di non vedere la persona che tu amavi così tanto, in un posto così orribile.” Finì Castiel.
 
La spiegazione finì e i due fratelli rimasero per lunghi minuti, spossati, in silenzio.

Il messaggio d'amore

 
 
 
 
“Abbiamo voluto che sapeste queste cose, perché dovevate sapere, tu, Dean, dovevi saperlo, anche per la tranquillità della tua anima, che la bontà della tua anima, è stato come un MARCHIO che ti ha protetto da ricevere troppo dolore dalle torture che questi mostri potevano farti.” Disse Cas.

“Perché?? “ chiese Dean esasperato. “A cosa serve che io lo sapessi??”

“è molto importante che tu sappia che la tua stessa bontà ti ha protetto per buona parte dalle torture, anche perché ora che lo sai, potete divulgare questo messaggio anche fuori, sulla Terra.” Disse Cas dolcemente.

“Messaggio?” chiese Sam sbalordito.

“Sì, a lungo tempo abbiamo scelto appositamente di non rivelare, che le anime innocenti che finiscono all’inferno, non avranno lo stesso trattamento dei MALVAGI, che saranno – per quanto si può esserlo in un luogo così –protetti, limitati dalla valanga di dolore che potranno provare. Speravamo che solo la paura del dolore, potesse scoraggiare la gente a fare patti, poi abbiamo capito che ci sbagliavamo.” Disse Castiel.

“Con il tempo abbiamo capito che persone buone che avevano commesso azioni sbagliate, pensando che ormai avrebbero meritato l’inferno e credendo di non aver più niente da perdere, malvagie lo sono diventare DAVVERO, quindi la paura del dolore alla fine si era trasformato nel biglietto principale di sola andata per la dannazione eterna.” Disse Gabe.

“Vogliamo cercare di cambiare le cose, di provare a salvare più anime, di gestire le cose in un altro modo. Se voi poteste diffondere il messaggio che le anime che fanno dei patti, non verranno trattati come malvagi veri, all’inferno, ma che ci saranno dei privilegi, molte persone potrebbero affrontare quello che accadrà, con un altro spirito. Resistere. Trarre consolazione perfino qui. Potrebbe non capitare quello che è capitato a te, Dean.” Disse Cas.

“Oppure, potrebbero non finirci proprio all’inferno.” Disse Gabe dolcemente. “Molta gente finisce all’inferno perché smette di credere all’amore di Dio e del Paradiso, ma se diffondiamo il messaggio che la compassione e il perdono, possono proteggere perfino le anime che finiscono all’inferno, che non sono malvagie, beh, la gente potrebbe tornare a credere di più all’amore.”

“E chissà, forse tornando ad avere fede nell’amore e nel perdono, ci saranno meno malvagi nel mondo.” Disse Cas.
 
 

Per qualche secondo i fratell rimasero storditi, sentendosi attorniati e avvolti da una valanga d’amore e da una strana consapevolezza.

Fu Dean stesso a darne voce.

“Quello che ci avete fatto vedere…non era solo per farmi vedere che io sono buono..e che sono stato protetto, non era solo per farmi rendere conto che perfino all’inferno, io continuavo a pensare a lui, voi ci avete fatto vedere tutto questo, perché volete che divulghiamo questo messaggio in giro, perché volete che la gente SAPPIA, che perfino all’inferno, chi non è davvero malvagio, verrà PROTETTO da voi.”

Cas e Gabe sorrisero e annuirono, mentre i due fratelli li guardarono commossi, toccati da tutto questo.
“Lo faremo.” Promisero.

“Bene. Adesso è meglio che ti prepari tu, Sam.” disse Gabe sorridendo.
 






















Note dell'autrice: 

ragazzi sono tornata! E sono tornata con il botto! ahhah :)) mi disp per il capitolo lungo, ma ci tenevo a spiegare che le anime che avevano fatto i patti e che quindi finivano all'inferno ma erano di fatto buone, non venivano trattati alla stregua dei criminali e dei malvagi e che perfino i demoni erano costretti ad attenersi a questa legge e più di tanto non potevano toccarli. Poi volevo che si vedesse come l'amore di Dean per Sam lo condizionava perfino all'inferno e il vero motivo per cui ha voluto togliersi dalla ruota! Il fatto che gli angeli vogliano che Dean e Sam divulghino il messaggio che le anime non davvero malvagie verranno protette perfino all'inferno, mi è sembrata una cosa troppo dolce per non metterla e poi almeno così il capitolo non si relega a un banale capitolo riempitivo ma serve almeno a qualcosa ^_^ 

per l'immagine, lo so, fa schifo mettere un'immagine con scritte ecc ecc, rovina un pò la bellezza, ma ormai su google postano solo così, non ho potuto trovare di meglio xd

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Capitolo 15
*** L'inferno di Sam, Adam e Michael ***


“Mi rifiuto!!”

“Dean…”

HO DETTO DI NO ED È NO! NON FARETE VEDERE A SAM I RICORDI DELLA GABBIA! STAVOLTA AVETE SUPERATO IL LIMITE!”

“Sarà per pochissimi secondi..c’è qualcosa che tutti e due dovete sapere.” cercò di tranquillizzarlo Cas.

Dean sembrava ribollire, mentre Sam cercava di calmarlo.

“Sarà per poco, hai sentito quello che ha detto Castiel, tu hai visto il tuo, ora vorresti che io passi da vigliacco?” gli chiese dolcemente.

“Sam..io non voglio solo che tu stia male..”

“Non succederà, perché ci sei tu al mio fianco, no?”

“Oh, Sam!” disse Dean abbracciandolo stretto.

Rimasero stretti senza dire una parola e I due angeli si guardarono un po’ spazientiti.

“Bene! Bando alle smancerie, possiamo procedere adesso? Bene! Un breve riepilogo, Dean, tu eri riuscito a strappare a Morte, la promessa che avrebbe liberato solo un’anima dalla gabbia." disse Cas.

"Sì, è così." disse Dean, il cui pensiero faceva ancora male.

"E tu scegliesti per Sam, ovviamente. Tuttavia, quando è andato per prendere l'anima di Sam, quella di Adam non c’era e ti ha detto anche questo. ” disse Gabe.

"Me lo rivelò subito dopo aver ridato l'anima a Sam. Ero sollevato di sapere che non era lì, ma anche preoccupato al pensiero che potesse essere stata distrutta o..dispersa chissà dove. Tuttavia, dovevo cercare di non farmi vedere turbato da Sam..lui non..non sapeva di aver perso l'anima."

"Tuttavia, Sam venne a scoprire quasi subito quello che era successo e nel frattempo, io riuscì a scoprire che l'anima di Adam era in Paradiso e ve lo riferì." disse Castiel.

“Sì. Il sollievo che abbiamo provato, fu enorme.” Disse Dean.

“Quando venni a sapere della scelta che aveva dovuto fare Dean, Il senso di colpa mi attanagliò per il rimorso che Adam avesse potuto pagare al posto mio..e nonostante Morte aveva detto che l'anima di Adam non era lì, non riuscivo a essere tranquillo, così come Dean, non sapendo se era in Paradiso..o..chissà dove... poi sei venuto tu a riferirci che l'anima di Adam era in paradiso. Per fortuna, qualcuno dal cielo ci vuole bene evidentemente e oltre a salvare anche nostro fratello da un'eternità di sofferenza, ha salvato anche noi da una vita di rimorsi e sensi di colpa che si sarebbe andata a sommare al nostro già grande bagaglio.” Sospirò Sam, con un sorriso triste.

“Già, però i fans di quella Convention di Supernatural a cui abbiamo partecipato, non lo sapevano. Ricordi che quella ragazzetta sciocca disse che nostro fratello era ancora nella gabbia?” chiese Dean.

“Sì, è quasi riuscita a farmi sentire in colpa, quando poi mi sono accorto che in realtà, non era così e mi sono precipitato a spiegarle che nei retroscena del libro c’era questo clamoroso colpo di scena e di spiegarlo a tutti.” disse Sam grattandosi la testa.
 
“Okay, adesso che la questione Adam è stata spiegata, possiamo procedere?” disse Gabe con impazienza.

“Io sono ancora convinto che Sam non dovrebbe..” protestò Dean.
“Schhhh.”
 
 
Quello che videro però, non era quello che Sam e Dean si aspettavano.

Nella gabbia, al posto di Sam, c'era una grande luccicante sfera di luce.
 
L’anima di Sam.
 
“Oddio…” disse Dean atterrito, ma al contempo affascinato dalla bellezza di quell’anima.

Sam si era messo una mano sulla bocca.



“Forse vi eravate dimenticati che Sam era uscito praticamente subito dalla gabbia?” chiese Cas con una vena di rimprovero.

“Io…io non potrei MAI DIMENTICARLO!” protestò Dean arrabbiato.

“E neanche io.” Disse Sam, ma si vergognava e si vedeva.

“Aspetta..che cosa..che cosa sta facendo??” chiese Dean con terrore.
 
Nella gabbia, che vista dal vivo era decisamente spaventosa, di legno arrugginito, arancione e immersa nelle fiamme, c’era la sfera di luce che saltava da una parte all’altra. Schizzava come impazzita.

Dean si avvicinò alla bolla dell’illusione, mettendo le mani avanti.

“Sta soffrendo.” Disse Dean e dicendolo sembrava che anche lui soffrisse.

“Sì. Michael e Lucifero tormentavano l’anima di Sam, ve lo dissi, all’epoca.”

“Ma non..non la toccano nemmeno..” disse Dean scioccato.

“Non ne avevano bisogno. “ disse Cas. “è anche per questo che abbiamo deciso di farvi vedere questo. Lucifero si è divertito con te, Sam, a farti credere alla possibilità di aver subito vessazioni, oltre che di tipo psicologico, anche fisiche o sessuali..

“QUEL MOSTRO HA FATTO COSA??” l’urlo di Dean si sentì chiaro.

“Non ha mai toccato, Sam.” disse Castiel lentamente per far recepire il messaggio forte e chiaro. “Gli angeli, non fanno queste cose da umani, nemmeno quelli corrotti. È uno scendere di livello, per loro, una bassezza che un essere che crede di essere sintomo della magnificenza e della grandezza, non farebbe mai, credo tuttavia, che Lucifero si sia divertito a farglielo credere, a instillargli il dubbio…”

“Quindi..tutte le volte che Sam stava male…che aveva le sue crisi..era perché lui credeva..”

“Sì.” Disse Gabe piano.
 
Dean si voltò verso Sam, il viso stravolto dall’incazzatura e dal dolore.

“Non hai pensato che dovessi sapere che fossi turbato dal fatto che il diavolo ti avesse violentato!”

“Dean, io non volevo che tu ti..”

SCIAFFFF.
 


Sam rimase scioccato. Dean non l’aveva mai schiaffeggiato. Si erano dati dei pugni un sacco di volte..ma non succedeva da anni..e ora uno schiaffo. Quanto poteva essere deluso e addolorato per aver fatto una cosa simile?

“Voi…perché diavolo gliel’avete detto?? “ se l’esclamazione di Sam, non aveva comunque turbato più di tanto gli angeli, che erano comunque rimasti spiazzati da quell’insolita piega degli eventi, questo risvegliò qualcosa anche in Dean.
 
“VOI SAPEVATE LA VERITà E NON MI AVETE DETTO MAI NIENTE! E ANCHE SE NON VOLEVATE FARLO SAPERE A ME, ALMENO A LUI, PER LA MISERIA!”

“Dean, calmati. Da quanto tempo credi che siamo a conoscenza di questi ricordi?” disse Castiel, alzando le mani.

Più o meno da quando tu e il tuo compare squallido sapevate che ci sognavamo a vicenda in Paradiso!”

“Non essere ingiusto, il Paradiso è un’altra cosa. Perfino per quei ricordi, abbiamo dovuto metterci un bel po’ per riuscire ad averne accesso, credi che ci avrebbero permesso liberamente di accedere ai ricordi dell’INFERNO, magari con un invito regale con tanto di tappeto rosso mentre ci invitavano a monitorare quelli che più ci aggradavano, mentre in sottofondo un pazzo gridava in preda al dolore??” gridò Gabe.

“Gabe, questo non aiuta per niente. Dean, ascoltami, per un angelo anche solo andare all’inferno, gli provoca un dolore, anche solo visitarlo. È un dolore per l’anima, un dolore per le sue ALI. Non si trova bene in quel luogo. È stato doloroso scendere laggiù per tirarti fuori. Altrimenti perché credi che lasceremmo tante anime dannate vivere li abbandonate?”
 
L’espressione di Dean rivelava che si sentiva in colpa.

“Quando abbiamo saputo di Sam…beh, a dirtela tutta, non era niente che dalle sue sgradevoli battutine, non potevamo aspettarci, è il diavolo e lui si diverte così. L’ha sempre fatto. Ma la verità è che solo da poco abbiamo saputo di questa cosa.” disse Cas.

“Da poco? Da poco quando?” chiese Sam.
 
Cas e Gabe sospirarono e mandarono in onda un altro filmato.
 
 

Nella gabbia si vedeva chiaramente quando Lucifero veniva trasferito nell’illusione della gabbia di Crowley, il filmato andò avanti velocemente e si vide quando Castiel veniva posseduto dallo stesso Lucifero.

“Credo che queste sono cose che tutti noi sappiamo.” Disse Cas, che sembrava essere diventato padrone del telecomando.

“Ahhh quindi quando si tratta di te, mandi avanti eh?” disse Dean,sarcastico, prendendosi una rivincita.

“Magari ci vuoi nascondere una tresca clandestina con il diavolo?” infierì di rimando Sam.

“Questo non è il momento di scherzare!” gridò Cas, lanciando un’occhiata a Gabe che sembrava voler fulminare tutti o bruciarli con l’olio santo solo per averlo anche solo pensato. " Passiamo direttamente a cosa succede quando Lucifero lascia la gabbia. Di fatto, Michael rimase SOLO all’interno di essa.”
 
Sam e Dean sembravano straniti. Cosa c’entrava Michael ora?

“Pronto??” disse Gabe, facendo ciao con la manina. “Se quel grande idiota di Michael era rimasto da solo nella gabbia, ciò vuol dire che per gli angeli non era più un problema entrare fin laggiù per recuperarlo.”

I fratelli erano stravolti. Era chiaro che non ci avevano minimamente pensato.
 


Il filmato fece vedere quindi, il momento in cui uno stuolo di angeli, andava a recuperare il corpo del povero Michael, afflosciato su sé stesso.

“Sembra soffrire molto.” Disse Sam, che provava comunque pena per l’angelo.
 
“Provi pietà per Michael? Sai che si è divertito a tormentare anche te nella gabbia? Certo, non aveva lo stesso spirito dell’umorismo perverso di Lucifero, ma quando era incazzato con il fratello, se la prendeva con te. Ti usava come bunching ball..”

“è proprio necessario rivangare queste cose , o volete che vada a trovare Michael, dovunque egli sia in questo momento e lo prenda a badilate sui denti??” Dean era tornato all’attacco.
 
Gli angeli si fecero seri.

“Non sarà necessario. Ha già ricevuto la sua punizione, Dean.” Disse Cas, mentre il filmato mandava in onda stralci di fotogrammi in cui Michele veniva trasportato di forza, privo di sensi e buttato in quella che sembrava un’enorme piscina sotterranea.

“Che cosa gli stanno facendo?” chiese Dean curioso, più tranquillo.

“Lo stanno guarendo.” Sussurrò cas.

“Cosa??” dissero in coro i due fratelli.
 
“Hanno usato l’acqua e i saponi speciali che voi avete già provato nelle docce del paradiso. L’hanno immerso nel sapone della guarigione e nell’acqua della dimenticanza.” Disse Gabriel.

“Perché?” disse Dean.

“Perché il troppo tempo passato in compagnia di Lucifero, l’aveva corrotto e ferito in un modo che nemmeno noi angeli avremmo mai potuto guarire. Non solo, aveva fatto compagnia a Lucifer nel tormentare un’anima innocente. Era diventato molto peggio di un demone, peggio che morto, peggio che una larva umana. L’unico modo per salvarlo, era purificarlo dai suoi peccati e immergerlo nell’acqua della Dimenticanza. Cancellare del tutto i suoi ricordi, per permettere alla sua anima di poter ricominciare. “

“Quindi..è tutto qui? Un angelo diventa cattivo e basta solo immergerlo in un’acqua magica per mettere a posto le cose? Perché non l’avete fatto con Lucifero? Perché non l’avete fatto con gli umani??” chiese Dean.
 
“Cancellare del tutto i ricordi e l’identità di un essere vivente, è considerata una bestialità, non importa con quali buone intenzioni. È per questo che bisogna andarci cauti, se si esagerasse in tal senso…si paga con la vita. “ disse Gabe piano.

Sam e Dean si guardarono orripilati.

Intanto Il Michael dei ricordi, con il corpo di Adam si ritrovava a gridare dal dolore, nudo come un verme e sembrava, afflitto da un dolore insopportabile.
 
Il filmato cambiò e si vedeva Michael, avvolto in una tunica bianca, circondato da angeli che parevano essere lì per rimetterlo in sesto.

“Cosa sono, i loro parrucchieri?” chiese Dean, vedendo uno di loro che gli asciugava i capelli.

Nessuno rise alla battuta.
 






















ragazzi, ditemi cosa pensate dello schiaffo che Dean ha dato a Sam e di Adam libero e Michael purificato ahha xd vi dico la verità, avevo pensato che lo schiaffo fosse una reazione troppo forte, ma volevo che si vedeva profondamente la rabbia di Dean per essere stato lasciato all'oscuro di tutto questo e poi per quanto riguarda Michele, mi è sempre sembrato strano che nessuno fosse mai voluto andare a recuperarlo, neanche quando Lucifero non era più nella gabbia xd oggi non sto bene e quindi ho dovuto per forza dividere il capitolo in due! Ps mia mamma rompe per le pulizie quindi non ho tempo di corregere il capitolo, ma lo farò in mattinata xd abbiate pazienza! xd baci

ps quello che raccontano all'inizio di Adam ovviamente me lo sono inventato, ho cercato di modificare anche la parte riferita alla 10 x 5 xd

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Capitolo 16
*** I pensieri dell'anima di Sam ***


“Lasciamo stare per un attimo l’inferno. C’è un’altra cosa che dovete vedere..” disse Castiel.

Partì il filmato di quando Sam tornò dalla gabbia, senz’anima. Dean lo vide allibito e gli chiese..

“Questo è…il paradiso?” 

“Era solo una battuta.” Disse Dean, tremando impercettibilmente al ricordo.

“No, non lo era. Niente si può cancellare del tutto e forse tu conservavi ancora qualche frammento di ricordo del Paradiso.” Disse Gabriel.

I due fratelli si guardarono attoniti.
 
“Cas, aspetta un momento..dimmi la verità…i ricordi dell’inferno….perchè non ricordavo di SAM? Sei..sei stato tu a…”

Castiel sospirò. “Per la tua anima era terribile convivere con questa consapevolezza. Quando sono andato a prenderla all’inferno, bruciava, Dean, l’ho fatto per te. Togliendoti i ricordi delle visioni di Sam, ti ho fatto un favore.”

“Ma adesso sono rispuntati..”

“Sì. Adesso questa consapevolezza non vi fa più del male.”

A quel punto si intromise Sam.

“Hai fatto lo stesso anche con me, non è vero?”

Castiel sospirò. “Sì, è così, ma prima, c’è ancora una cosa che dovete vedere. L’anima di Sam.”
 
 
Castiel mandò in onda un altro filmato e si vede la grande sfera luminosa che era la sua anima.
 
Subire le torture di Lucifero è doloroso fin quando sono dentro il mio corpo, ma poi quando Sam-il suo corpo – mi abbandona, è come annegare…come essere cosparsa da mille aghi e punture.

Sam –il suo corpo, accetta di abbandonarmi, senza rimpianto.

E io soffro, soffro. Si, perché se le torture di Lucifero erano dolorose, nascoste dentro un involucro di carne, ora io sono completamente nuda. Nuda e disperata.

Vengo bruciata, fatta a fette. Tormentata con visioni raccapriccianti della persona che amo di più al mondo – Dean – venire uccisa brutalmente, e poi mi dice che mi odia, e poi mi dice che mi ama, ma non possiamo stare insieme…e poi facciamo l’amore, ma alla fine lui mi uccide.

Sam, perché mi hai lasciato sola? Perché mi odii? Perché mi hai abbandonata? Perché credi che starai meglio senza di me? Non ho colpa dei sentimenti che provi, che proviamo. Non scegliamo chi amare. Non avercela con me, ti prego. Torna.!

È tutto cosi desolante, e freddo, e bruciante. E io sento cosi tanto male.
 

Ascoltare i pensieri di quell’anima, fu davvero troppo per Sam.

Cadde a terra e cominciò a tremare in maniera visibile e incontrollata.

“Basta, ti prego, fallo smettere, fallo smettere!!”

“SAM!!”

Dean gli era accorso subito, cercando di stringerlo a sé e di farlo calmare.

“Calmati, Sam, calmati, è tutto finito, non sei più..”

NO, UCCIDIMI, UCCIDIMI!”

Dean gli mise le mani sul viso e gli parlò sommessamente.

“Non l’ho fatto quando me lo diceva papà, né quando lo volevano degli estranei, e nemmeno quando lo volevi tu. Quanto ci metterai a capirlo, fratellino? Io non potrei MAI ucciderti. Morirei, piuttosto.”

Aveva gli occhi lucidi. Sam si rispecchiò in quelli verdi e lucidi del fratello e si calmò.

Lo abbracciò e rimasero stretti per un po’.
 
Non avevano ancora deciso di staccarsi, che Dean venne strappato da Sam da una potenza invisibile, sovrumana.

“DEAN!!”
“SAAAAAAAAM!”

Dean fu preso da qualcosa di invisibile e volò via, scomparendo alla loro vista.

Gridava come quando andò all’inferno.

E la cosa era molto inquietante!
 
“DEEEEEEEEAN!” gridò di rimamdo Sam, cominciando a corrergli dietro.






















Note dell'autrice: 

ok, 3 cose voglio chiedervi ahhah xd 

1) la parte dell'anima di Sam, vi piace? e soprattutto, non vi sembra famigliare? Dove l'avete già sentita? Posso solo dirvi che l'ho scritta anche da un'altra parte, vediamo se vi ricordate dove xd tranquilli non mi arrabbio se non vi ricordate xd

2) a breve anche questo spin off finirà, ma non la storia xd siccome sono molto indecisa su che sistema adottare, ditemi voi cosa preferireste, se continuare con il sistema per ogni trama una storia, oppure se continuare inserendo tutto nella storia "il quinto mondo" sono ancora molto indecisa, manca poco alla fine di questa e magari le vostre opinioni mi aiutano a capire! xd

3) secondo voi dove staranno portando Dean? e chi? xd

vi ringrazio per le risposte xd

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Capitolo 17
*** Lucifero e l'inaspettata rivelazione! ***


Sam non si era neanche voltato a vedere le reazioni di Gabriel e Castiel. Non sapeva nemmeno come avevano preso tutto quello che era successo. Appena aveva visto Dean scomparire così da una forza invisibile, si era sentito MORIRE e aveva DOVUTO inseguirlo.

E loro non avevano cercato di fermarlo, non avevano gridato il suo nome, niente.

Sam si era messo a correre, senza pensare a dove doveva andare, senza pensare che non lo sapesse, senza pensare che quel posto era come un labirinto per lui.

È come essere a Disneyland.. diceva una voce nella sua testa, quella di Ash.

Correva, correva, sempre più un basso.

Un inquietante tapis roulant.

E cadeva.

Cadeva.

Cadeva!

Cadeva!
 
 
Mentre cadeva, urtava una nuvola, poi un’altra, un’altra.
Come una scalata.

Fino a quando non c’erano più nuvole.

Ma solo quelli che sembravano grattacieli scarlatti,

poi cadde di nuovo.
 
“Ouch..” non era sicuro di essere ancora intero. Doveva essere caduto da un’altezza di chissà quanti metri, eppure non sentiva dolore.

Si guardò intorno.
È l’Inferno?

Si sentì morire di nuovo. Tutto quello che Dean aveva descritto…era lì…senza di lui???
 
 
 



*

Dean fu trascinato all’inferno da una forza invisibile e scaraventato lì malamente in un angolo.

“Chi sei?? Perché mi hai portato quaggiù??”

La forma perlacea e bianca lo guardò senza rispondere.

“Ma..che..” Dean era confuso, non sapeva che le forme d’acqua diventano così quando non hanno il loro aspetto.

La forma d’acqua lo ignorò e continuò a camminare.

“Aspetta, non te ne andare!!” Dean cercò di fermarla, ma subito ebbe qualcos’altro di cui preoccuparsi.



Ma cosa…AHHH..NOOOOO..No! Io non volevo..Sam..noooo!”
 
Nella sua mente, Dean continuava a rivivere il momento in cui aveva schiaffeggiato Sam, poco prima, in loop.

No, Sam, perdonami, io non volevo. Perdonami!!!”

Dean si teneva la testa tra le mani, continuava a vedersi mentre lo schiaffeggiava, poi il loop cambiò. Ora era Sam a schiaffeggiarlo, sempre più arrabbiato.

“Sei un essere insensibile, Dean, TI ODIO.”

“No!! No! Io ero solo spaventato!”

“Non ti riavvicinerai mai più a me!”

E dicendo così, la sagoma di Sam si allontanava sempre di più da lui.

No, Sam, non te ne andare, ti prego, NOOOOO!”
 
Dean, preda della disperazione, non si era accorto di aver preso una grossa punta di un arcolaio e di stare per infilarsela in una tempia, pensando che fosse la maniglia per aprire la porta da cui Sam era appena uscito.
 
Una mano gli impedì di compiere quella tragedia, una mano che gli bloccava fermamente il polso.

Va bene che siete stati nel mondo delle fiabe, ma prima la bella, ora la bella addormentata, non credi di cominciare a diventare un po’ troppo vanesio?”

Dean non si era ancora ripreso dalla trance, anche se capiva di esser trattenuto da qualcosa,

la presenza gli diede un colpo in testa.

Non credi anche tu, brutto idiota?” chiese Lucifero con il suo tono di voce più amabile.
 
 
 
 
 
*

Sam e Dean si risvegliarono a poca distanza l’uno dall’altro ed aprirono gli occhi nello stesso momento.

“Dean!”
“Sam!”

Si abbracciarono e il diavolo alzò gli occhi a tante smancerie.


“Mi sono spaventato tantissimo quando sei scomparso..”disse Sam.

“Non avresti dovuto venire a cercarmi..è stato un gesto..”

“Ehm, ehm..”
I due fratelli si voltarono verso il diavolo.

“Possiamo saltare la parte in cui voi due vi auto complimentate a vicenda per il grande e profondo amore che provate l’un l’altro e cominciate a dirmi invece che cosa ci facevate all’inferno?” chiese il diavolo, alzando la voce.

“C-cosa..cosa ci fac….sei stato TU a portare me, brutto figlio di..” disse Dean scattando in piedi.

“Spiacente di deluderti, Dean, ma non sono stato io a portarti lì, io sono stato quello che ti ha tirato FUORI, casomai. Non c’è bisogno che mi ringraziate. Tutti e due.” Disse Lucifero sorridendo.

I fratelli erano sconvolti.

“Se non sei stato tu a portarmi lì, allora chi è stato??” chiese Dean.

“Se non lo sapete voi. Avete più nemici di quanti ne abbia io, e credetemi, io ho un’umanità INTERA, non è facile superarmi, ma..averli pure qui..”

“Tutto questo non ha senso, eravamo con Cas e Gabe e..dove sono? Saranno preoccupatissimi per la nostra scomparsa, dobbiamo..” cominciò Sam.

“è meglio se non vi avviciniate a Gabriel e Cas per un po’.” Disse Lucifero con una strana espressione.

“C-cosa?? Cosa gli hai fatto??” disse Dean scattando in piedi,

Io niente, ma qualcun altro gli ha fatto qualcosa, razza di babbeo. Non ve ne siete accorti?”

Sam e Dean erano ora più che mai terrorizzati.

“Vogliamo parlare con loro.” insistette Sam.

“Ve lo sconsiglio. Sono in stato confusionale.”

Che cosa – gli hai fatto, orrendo mostro??”
 
Questa volta, Lucifero scattò facendo comparire una sfera di fuoco che andò minacciosamente vicina a Sam per poi infrangersi contro un muro invisibile.



Sam era sconvolto. Dean invece, gli fu addosso in due secondi.

“Quante sceneggiate!” disse Lucifero tranquillo, facendo volare via Dean da sé con un cenno della mano e facendolo cadere per terra.

“Dean!” Sam gli fu subito vicino per aiutarlo a rialzarsi.
 
“Quante volte ve lo devo ancora dire?? Se vi volessi morti, lo sareste già! Non fatemi arrabbiare ancora di più, visto che negli ultimi tempi il mio umore non è dei migliori, per parlarne con il vostro gergo volgare, sono incazzato come una bestia.

“Perché??” chiese Sam, visto che avevano capito che forse era più ragionevole un approccio più soft.

“Ma perché mi impediscono di parlare con Michael, ovviamente!” disse il diavolo, scioccandoli. “Voglio dire, uno combatte all’ultimo sangue con il proprio fratello UNA VOLTA, UNA e deve essere marchiato a fuoco così per l’eternità? Sto cominciando a capire Caino, quando ti fai una certa reputazione, non esiste redenzione che tenga, paparino non perdona.”

“Forse volevano impedirtelo, perché lui adesso non è più in sé!! E tu avresti colto di sicuro l’occasione per torturarlo!” disse Dean.

Lucifero sorrise ancora.

“Eppure Castiel e Gabriel mi hanno concesso il permesso..”

“Cosa??”i fratelli erano sconvolti.

“Lo so, è strano, non è vero? La visita era in programma per oggi, pensate a quanto sia stata grande la mia incazzatura quando loro mi avevano assicurato che mi avrebbero LASCIATO PASSARE i cancelli e invece li ho trovati sbarrati per me. Ho riferito il fatto, ma non volevano credermi. Castiel e Gabriel non ti darebbero mai i permessi, dissero. Che idioti patentati.” Disse Lucifero con aria pensierosa. “Quindi ecco cosa ho fatto, li ho seguiti, sì..e voi non immaginate IL MIO STUPORE quando ho visto che hanno permesso proprio a voi due IDIOTI di fare un tour guidato per il paradiso e l’inferno!” disse Lucifero cominciando a ridere e sghignazzare in maniera incontrollata.
 
Dean, incurante di esser già stato messo fuori combattimento una volta, si avvicinò al diavolo e fece  scattare un coltellino che gli puntò alla gola.


“Hai poco da ridere.”

“Ohh, che c’è, non ti stai divertendo, Dean?”

“Cerrrrto. Ho riso tantissimo, quando loro due ci hanno rivelato che hai tormentato Sam con visioni di stupro e altre malvagità, quando era nella gabbia.”

“Io ho fatto cosa??” chiese Lucifero, mentre i suoi occhi si tingevano di rosso.

NON FARE L’INGENUO! Ce l’hanno detto loro! Tu gli hai fatto credere di averlo violentato! Lui era a pezzi quando è uscito dalla gabbia e tu..”
 
Qualcosa di simile a un’esplosione irruppe nella stanza, decine di lampadari di cristalli si infransero e le ali di Lucifero per qualche attimo, si videro.


“Ancora non l’avete capito, sciocchi idioti?? Quei due babbei di angeli sono stati plagiati! Con un incantesimo! Vi hanno portati qui, credendo fosse una loro volontà e invece agivano per volontà di demoni che volevano vendicarsi e attirarvi qui!!”

“Cas e Gabriel sono stati plagiati?” chiese Sam.

“In questo momento, dei Guaritori si stanno prendendo cura di loro, sono svenuti appena Dean è stato rapito. Forse per tutto questo tempo hanno cercato di contrastare la magia e lo sforzo deve averli annichiliti alla fine, ma stanno bene.”

“Ma loro..sembaravano così sinceri..quello che ci hanno detto..” disse Sam incapace di farsene una raione.

“Oh, sì, a modo loro, erano davvero convinti di agire per il vostro bene, quindi erano sinceri, ma sono stati plagiati..”
“Quindi tu ti eri accorto?” chiese Sam.

“Mi sono accorto che c’era qualcosa che non andava, quando hanno accettato con tanta arrendevolezza la mia richiesta di vedere Michael, quei due idioti non l’avrebbero mai fatto, così ho pensato ci fosse sotto qualcosa. Ero in Paradiso, quando ho sentito che c’eravate VOI DUE CRETINI a fare questo fantastico tour, mi è sembrata una cosa sospetta e ho chiesto in giro..ero all’Inferno a interrogare qualche demone, quando ho visto precipitare qui Dean tra capo e collo..ho soccorso lui e te e poi ho avvertito di sopra, di controllare i due angeli, perché doveva esser capitato qualcosa a loro. Qualche mezz’ora dopo mi arriva notizia che la loro mente era stata avvelenata..”

Sam e Dean erano sconvolti. Gabriel e Castiel..avvelenati..con la magia..li avevano portati qui per ingannarli.
 
Lucifero adesso sembrava davvero serio, mentre guardava i due fratelli.

“E tanto per la cronaca, NON HO MAI abusato di Sam. Cazzo, non mi piace nemmeno. Perché tutti danno per scontato che il diavolo si farebbe tutti? è una mancanza di rispetto, e non gliel’ho neanche fatto credere. Nella gabbia ero frustrato, incazzato nero con Michael e quindi è capitato che abbia tormentato un po’ Sam con varie visioni di tormento e tortura, ma non quelle visioni..”

“Però, le tue molteplici battutine sul fatto che io fossi la tua puttana..” disse Sam di sbieco.

“Sì, beh, erano divertenti, no? “ ridacchiò Lucifero. “Erano talmente plateali che sapevo non le avreste prese sul serio. Forse mi sono sbagliato.”
 
Sam e Dean ora erano davvero combattuti.
“Non..non era vero niente..” disse Sam.

“Beh, le torture sì. Pensaci bene, Sam, hai qualche ricordo che io e te facciamo..zic – zac?” sghignazzò divertito.
Sam arrossendo, scosse la testa.
Dean sembrava sul punto di voler ancora dire qualcosa, ma Lucifero lo gelò con una frase.

“Forse tutto questo malinteso si è creato perché Sam in realtà sognava TE e di fare l’amore CON TE, e sommato alle mie torture..beh, gli è andato in pappa il cervello!!” disse Lucifero.
 
I fratelli erano ancora disorientati, ma sembravano un po’ più calmi, ora.

“Sam, per quel che vale, mi dispiace. Voglio dire, io ho fatto qualche battuta, quando ci siamo rivisti, non credevo tu la prendessi sul serio..”

“Non l’ho presa sul serio!” disse prontamente Sam, imbarazzato. “L’avevo preso davvero come uno scherzo, ma..ricordare come mi sono sentito..il dubbio quando sono tornato qui..”

“Capisco. Beh..l’importante è che abbiamo chiarito che io non..”

“Possiamo smetterla di parlare dello stupro immaginario di mio fratello, per favore??” chiese Dean che aveva già tollerato abbastanza.

“Beh, in realtà, c’è ancora una cosa da chiarire, Dean!” disse Sam.

“Ah sì? E cos…”
 

Sciaff

“Questo..è per avermi schiaffeggiato per una cosa che non è mai successa.” Disse Sam. “Cazzo, non mi sento meglio..” disse Sam pensieroso.
Dean si toccò la guancia, mentre Lucifero ridacchiava.
“Beh, in fondo me lo sono merit..”

Sciaff

“E questo è per avermi schiaffeggiato per una cosa che neanche pensavo fosse davvero successa, fino ad oggi!” disse Sam. scandalizzato. “Adesso mi sento MOLTO MEGLIO!” esultò Sam.
Lucifero oramai rideva come un pazzo, incapace di controllarsi.
 

“Uffff…le visioni di poco fa, cominciano a sembrarmi così reali ora..non è che l’inferno fa vedere anche il futuro??” chiese Dean sdraiato per terra.

Sam, ormai soddisfatto della sua rivincita, si sdraiò sopra Dean e cominciò a sbaciucchiarselo, mentre Lucifero intonava una canzoncina improvvisata “Il bastone e la carotina, il bastone e la carotina..”
 
Un tuono assordante come di un’esplosione, fece spaventare i due fratelli.

“Ma cosa sta succedendo??” disse Dean alzandosi.

“È l’inferno.” Disse Lucifero pensieroso. “Sta capitando qualcosa.”
 
 
 
 
 
 






















Note del'autrice: 

e niente, come vedete, ho stravolto tutto ahha xd e abzi devo dire grazie a voi! Leggendo le vostre recensioni mi sono sentita in colpa e ho dovuto rimediare ahhah xd

In particolare, Daisy per merito tuo e della tua frase sul fatto che avresti schiaffeggiato a tua volta Dean (vabbè ma forse questo non l'avevi scritto nella recensione xd però non importa!) e quando hai detto che ti saresti aspettata un attacco di panico per Sam . Poi per merito di Team che mi ha chiesto (qui e in privato) se ci sarebbe stato un confronto tra lucifer e michael ^^

mi avete ispirato!! 

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Capitolo 18
*** Desideri violenti! ***


La goccia d’acqua di Sam non aveva avuto intenzione di rapire Dean, insomma, non era nei suoi piani originari. Essa agiva in base al puro istinto e al furore del momento, tuttavia, quando vide il biondo consolare il suo alter ego, fu l’istinto puro a muoverlo.

Lo scaraventò all’inferno, così, senza una ragione.

Poi, capì che poteva dopotutto, sfruttare la situazione a suo vantaggio.

Era come un parco giochi, con tante, tantissime porte che puoi aprire e divertirti a scoprire cosa c’è, con l’unica differenza che le cose che sono nascoste all’interno, non sarebbero rimaste dentro, ma sarebbero…uscite!

Sempre con un ghigno sul volto, la goccia d’acqua mora, si incamminò verso l’inferno, verso un pesante portone d’ORO.
Lo aprì.
Sulla porta c’era scritto solo DESIDERI VIOLENTI.

Li fece scappare. TUTTI.
Mentre rideva.

Credeva di essersi sentito libero PRIMA, ma forse era questa in realtà, la libertà?

E tutto quello che aveva creduto fino a prima, un’illusione della sua mente e del suo cuore?

E la libertà era così…BELLA.
 
Aprì gli occhi e abbassò le braccia che aveva alzato per godersi quella libertà.

A distoglierlo da quella goduria, non erano state le grida e gli allarmismi che perfino all’inferno, sembravano STRANI, testimoni di quello che aveva appena fatto, ma un paio di occhi.

Un paio di occhi verdi come i suoi, ma di un’altra sfumatura rispetto ai suoi, lo stavano guardando.

Sam sapeva che non poteva essere l’uomo che aveva appena scaraventato all’inferno. Innanzitutto era molto più giovane e poi ricordava di averlo già incontrato. Lo aveva letteralmente preso a calci qualcosa come sembrava secoli fa, invece saranno passate a malapena due ore.

Il suo istinto gli diceva che doveva essere un suo simile, era come lui.

Perché diamine lo aveva seguito fin laggiù?
 
Le gocce d’acqua nascono per amare ed essere amate, ma abbandonate a sé stesse, non hanno l’intelligenza emotiva di chi ha passato anni e anni sui libri a capire e coltivare i sentimenti, non hanno il condizionamento sociale di chi è rimasto influenzato anni e anni dalla società ad avere un’educazione sentimentale in merito a ciò.

Era per questo che davanti ai sentimenti, le gocce d’acqua sono come bambini.
Impreparati.
Se Sam 2.0 avesse saputo come funziona, con i sentimenti, avrebbe forse raggiunto lo straniero, gli avrebbe parlato, o semplicemente, lo avrebbe abbracciato.

Gli avrebbe detto che quello che gli hanno fatto, era una cattiveria abissale e che loro non lo meritano, anzi, sono quegli umani, a meritare tutto quello che verrà dopo, tutto il dolore, la sofferenza che hanno passato loro.
 
Ma Sam 2.0 non aveva la più pallida idea di come si gestiscono i sentimenti.

Non sapeva cosa voleva dire solidarietà, empatia, ricerca di protezione.

Tutte queste cose le aveva provate con Dean, ma se ne erano andate, quando la bolla d’illusione si era infranta.

Fu per questo, forse, che gettò solo un’occhiata allo straniero e poi se ne andò.

Le gocce d’acqua non sanno condividere qualcosa con gli altri, oltre al loro creatore.
 
 
 
 
*

Sam e Dean erano arrivati all’inferno e tutt’intorno a loro era un fermento.

COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO?” gridò Dean.

Sembrava fosse scoppiato un marasma. I fratelli non potevano credere che perfino i demoni fossero spaventati.

La ragione sembrava essere tanti piccoli spiritelli, come fiammelle, fuochi fatui argentei e azzurri, che volavano in tutte le direzioni, spaventandoli.

I demoni non hanno avuto mai paura di niente prima d’ora. Che cosa diavolo sono quelli??” chiese Lucifero guardandole volare sopra le loro teste.

“Lucifero, che cos’hai intenzione di fare??” chiese Sam basito.

“Tu che dici, GENIO? Qualsiasi cosa siano questi mostriciattoli, hanno portato disordine nella MIA CASA. IO LE DISTRUGGO!!”

Fece comparire dal nulla una sfera di fuoco e la lanciò contro un gruppo di fiammelle.

Si sentì un’esplosione e Lucifero si stava già mettendo ad esultare, ma quando il fumo svanì, il sorriso di Lucifero si spense.
 
Le fiammelle erano ancora lì, non si erano distrutte, ma sembravano guardarlo minacciose.

BOOOOOOOM

La sfera di fuoco che Lucifero gli aveva gettato contro, ritornò magicamente indietro come un boomerang contro Lucifero, prendendolo in pieno petto.

I fratelli rimasero basiti. Non erano abituati a veder crollare il diavolo! Davanti a loro, poi.

Quello che accadde dopo, fu qualcosa di talmente irreale da suonare quasi comico. Si inginocchiarono per aiutarlo a rialzarsi, temendo già che quegli esseri avrebbero approffittato di quel casino, per colpire anche loro.

Le fiammelle però, non badavano a Sam e Dean, ma continuarono a marciare indisturbati, come cavalli volanti.
 
“Dean..io..non voglio fargli del male..” disse Sam, come ipnotizzato, orripilato dalle sue stesse parole.

“Nemmeno io, Sam..lo so..sembra incredibile..assurdo..ma..sono così…BELLE..” disse Dean, ipnotizzato a sua volta.

“Forse so perché non volete..” gemette Lucifero, tenendosi una mano sul torace.

“Ehi, ehi, non è che ora ci crolli per terra di nuovo?” disse Dean allarmato.

“Sta tranquillo, quello che mi ha colpito non può farmi del male, sono il diavolo, quell’essenza è parte di quello che io stesso sono.”
Dean e Sam lo guardarono confusi.

“Non ci ho capito un’acca, ma sono certo che del male, prima, te l’ha fatto eccome.” Insistette Dean.
“Non permanentemente, mi ha solo steso. Venite con me, devo controllare una cosa.”
 
 
 
*

Quando arrivarono al pesante portone d’oro, spalancato, Lucifero esclamò.
“Ecco, lo sapevo!”
“Cosa? Che sapevi?” chiese Sam.
Lucifero voltò la porta dove le scritte “DESIDERI VIOLENTI” brillavano alla luce.

Desideri..violenti??” chiesero in coro Sam e Dean orripilanti.

“Ecco perché le mie sfere di fuoco non gli hanno fatto niente. È quello che succede quando voi cercate di distruggere o annientare i vostri desideri e pulsioni. Venite feriti di rimando, avviene come un boomerang, in questo caso, siccome l’azione era concreta, anche il dolore è molto più fisico.” Lucifero fece una smorfia. “Ma io sono fatto di DESIDERI, non possono uccidermi, ma stendermi sì, usando la mia stessa arma.”

“Perché noi ne eravamo abbagliati?” chiese Sam.
“Perché siete UMANI e come succede per natura, siete attirati magneticamente dai desideri violenti, è nella vostra natura.Mi chiedo solo come abbiano fatto ad uscire da qui. è impossibile.”
“C’è un modo per rinchiuderli di nuovo qui dentro?” chiese Sam.

Questo sembrò far inorridire Lucifero.
“Dean, hai detto che qualcuno ti ha portato fin quaggiù..”
“Sì.” Confermò Dean. “Ma io non so chi fosse…era una sagoma bianca, perlacea, come un manichino..”

“Chiunque fosse, deve essere lo stesso che ha fatto uscire quelle cose!! ERA UNA TRAPPOLA!!” gridò Lucifero.

I fratelli lo guardarono sconvolti e l’attimo dopo, tutti e tre si misero a correre come se ne dipendesse dalla loro vita.
 

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Capitolo 19
*** Lucifero e Gabriel si riappacificano ***


Sam, Dean e Lucifero erano andati a cercare Cas e Gabriel, che si stavano facendo curare da dei Guaritori. Avevano entrambi delle fasce intorno alla testa come se, se la fossero rotta.

Erano seduti su degli sgabeli e quando videro Sam e Dean, alzarono la testa mortificati.

“Dean!! Stai bene..”

“Ci dispiace tanto, noi non..” stava continuando Gabriel, ma Lucifero frenò le loro parole.

“Non abbiamo tempo per le scuse. È appena successa un’enorme tragedia!”
 
I ragazzi e Lucifero cercarono di spiegare brevemente tutto quello che era successo e la fuga dei desideri e chiedendo teorie su chi potesse essere stato.

“Aspettate..avete detto che sono scappati i desideri?”
Loro annuirono.
“Il custode..” realizzò Castiel.  “Il bambino angelo che custodisce i desideri in Paradiso, è stato attaccato. Ne parlavano mentre ci stavano curando.”
Sam e Dean si guardarono.
“Credete che c’entri qualcosa con quello che è successo”?” chiese Dean.
“Abbiamo solo un modo per scoprirlo! Dobbiamo andare a chiederglielo.” Disse Gabriel.
“Ehi, ehi, ehi, siete sicuri che siete liberi dal controllo mentale e che riusciate soprattutto a reggervi in piedi?” chiese Dean allarmato.
“Siamo puliti ora, ma dal momento che la situazione si fa abbastanza critica, dovremo portarvi in VOLO. “ disse Castiel.
“IN..VOLO..”? i fratelli erano allibiti.
“Lui però non è saggio che venga..onde spaventare ancor di più il custode.” Disse Castiel.
 
Dean e Sam si voltarono verso Lucifero che però continuava a guardare Gabriel con curiosità, senza parlare.


“Non..non vi siete ancora incontrati, da quando..siete tornati??” chiese Sam.
“Sciocchezze. Si sono visti spesso, in Paradiso.” Sbuffò Castiel, con fare possessivo, attirando Gabe più vicino a lui.

“Se per te, vedersi equivale a evitarsi, sì, ci siamo visti, suppongo.” Sbuffò Lucifero caustico.
Gabriel guardava ora Lucifero, ora Castiel, come in preda ad un conflitto.

“Ti stupisci che non voglia guardarti nemmeno dopo quello che gli hai fatto??” si infervorò Castiel.
Gli ho salvato la vita!! Gli altri angeli lo avrebbero distrutto!!”
“ Basta!! Piantatela di litigare! Vi sembra il momento dopo quello che sta succedendo??” chiese Gabriel, alzandosi in piedi.
 
Lucifero continuava a guardarlo, come se ne dipendesse la sua vita.
“Sono contento che tu sia tornato, fratellino..io voglio..volevo solo..parlarti..”
Castiel sembrava sul punto di esplodere, tanto che Sam e Dean dovettero tenerlo fermo.


“Lascia che si riappacifichino.” Sussurrò Dean all’angelo.
“Non metterti in mezzo.” Sussurrò Sam di rimando.
 
“Mi sei mancato, fratellino. Ho rivissuto in loop l’orrore della lancia che ti trapassava, così tante volte..”
Finalmente Gabriel si voltò a sua volta.
“Anche tu mi sei mancato, fratello.”
E scattò l’abbraccio tra i due, mentre Castiel sbuffava come un drago inferocito che mandava fiamme.
 
Lasciatemi! Lasciatemi!”
“Ci sono passato anche io con Sam e Benny, credimi, lo so quanto fa male la gelosia per il proprio fratello!”
“Dean! Brutto stronzo!” si ribellò Sam.
“Soprattutto quando tuo fratello è anche la persona di cui sei così innamorato.” Disse Dean lanciando un’occhiata a Sam e sciogliendolo come burro.
Castiel si arrese, ma poi sbottò quando i due sciolsero l’abbraccio.
 
Se oserai ancora fargli del male o spedirlo in un altro universo..o che ne so io, ti farò vedere i sorci verdi! Non mi importa se papà ti ha perdonato o se sei il diavolo!”
Sia Gabriel che Lucifero ridacchiarono, mentre Lucifero lo teneva ancora stretto a sé per un braccio.
 
 


Lucifero salutò i due e poi se ne andò, lasciandoli soli.
Cas e Gabriel a quel punto, spalancarono le loro ali e presero ciascuno i due fratelli per le ascelle, sollevandoli, prima che avessero il tempo di scappare.
Castiel teneva Dean , Gabriel teneva Sam.


“Woaaa. Che sensazione! Ehi tu, pennuto piumato, cerca di non toccare troppo mio fratello, eh, con la scusa del volo.” Diceva Dean chiaramente riferito a Gabriel.
Ma secondo te, da questa posizione, che posso fare? Fargli il solletico alle ascelle? Come si capisce che non sei te il fratello intelligente!” gli sbraitò Gabriel di rimando.
 
Dean rise tra sé e sé. Nemmeno gli insulti di Gabriel, riuscivano a togliergli di dosso quella sensazione di gioia e di pace e benessere che quel momento gli stava dando.
Stava volando.
Grazie a uno dei suoi migliori amici.
E la cosa più bella, era che suo fratello, la persona che amava più di ogni altra,
stava provando la stessa sensazione di felicità.






















Note dell'autrice: ehilà ragazzi ^^ come vedete dall'intestazione del testo, ho attuato un altro stile xd infatti non sono più sicura che il mio modo di fare l'intestazione sia giusto e ho voluto provare un esperimento, quello di staccare di meno, per uno sbattimento minore mio e una lettura piùpiacevole vostra! Ma vi trovate bene così? Io lo spero xd non ho intenzione di lasciare tutto attaccato, ma solo qualcosina xd

ho sempre dato per scontato che più spaziavo meglio era, ma forse è il contrario, anche troppi spazi tra le righe, possono essere fastidiosi quando si legge xd

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Capitolo 20
*** Quasi alla fine, ma... ***


Quando arrivarono all’interno della stanza segreta, trovarono un sacco di spazzini che si apprestavano a togliere i vetri dalla stanza. Erano innumerevoli.

“Venite con me, andiamo in un’altra stanza.” Disse il custode bambino, Emrys, portandoli in una stanza che si reggeva su un’illusione. Per essere una stanza, era una stanza, ma c’era questo balconcino che sembrava portare all’esterno e di sotto c’era un paesaggio esterno, ma era solo un’illusione, un’illusione molto bella però.

Li accompagnò di sotto e gli indicò delle sedie su cui sedersi.
 
“Ci dica di più su questi desideri. Noi non ne sapevamo niente.” Disse Castiel, ancora ferito da questo fatto.

“Certo, perché è una cosa che deve restare segreta, Dio vuole così. Non andiamo fieri di imprigionarli, ma siamo costretti.”
“Perché lo fate?”
“Per rendere felici tutti, evitando che il mondo vada allo sfacelo. Quando le persone muoiono, la maggior parte dei loro desideri sono riavere le persone che amano, accanto. Che Paradiso sarebbe se ne fossero separati?”

“Ma non sono davvero LORO..sono dei falsi..come potete farlo? Ingannarli così?” chiese Sam, non sapendo più se si riferiva alle persone o ai falsi.
“Noi non inganniamo nessuno.” Disse Emrys. “Diamo ai defunti quello che loro desiderano, con il tempo però, si rendono conto che quelli non sono davvero le persone che amavano, ma ciò non impedisce che possano continuare ad amarli, poi rinascono a nuova vita e tutto finisce.”

A Dean veniva in mente quando in Paradiso alla fine aveva compreso che quello non era davvero il suo Sam, ma aveva detto che non gli importava. Un brivido di vergogna e di terrore lo sopraggiunse.

“E ai sentimenti delle forme d’acqua non ci avete pensato??” chiese Sam arrabbiato.
“Certo che ci abbiamo pensato! Ci credete forse dei mostri? Quando il defunto lascia anche il Paradiso, per andare avanti, reincarnarsi o evolversi in altre..forme..il desiderio che aveva creato, viene raccolto da noi e indotto in un coma magico, per evitare che soffrano per via dell’abbandono. “

“E durante questo coma, cosa sognano?” chiese Castiel sbalordito.
“Beh, sognano di continuare la loro vita, ovviamente.” Disse il bambino in tono ovvio.
 
Castiel, Sam, Dean e Gabriel, si guardarono con orrore.

“Sentite, non è così brutto come può sembrare, nella maggior parte dei casi, quando i defunti rinascono, vengono analizzati i desideri che aveva in vita, se sono desideri buoni, perfino essi, potranno essere riciclati sempre per il loro stesso creatore, trasformati in qualcosa di ancora MEGLIO. Per esempio una ragazza grassa che desiderava essere magra, il suo desiderio potrebbe trasformarsi in qualcosa di più sano per lei ed esserle d’aiuto per diventare una ragazza davvero bella, avvenente e in forma nella prossima vita.”

“E che fine fanno i desideri che non superano la selezione?” chiese Dean.

“Beh, aspettano.
“Cosa? Che aspettano?” chiese Dean con orrore.

“Che il loro creatore muoia ancora. Forse in un’altra vita, sarà pronto per quel desiderio.”

“Ma..in un’altra vita..quella persona non si ricorderà certo di aver desiderato..che ne so..Carlo Magno, decenni fa.” protestò Sam.

“Stavo parlando di desideri materiali. Per quanto riguarda le gocce d’acqua, se il desiderio dell’anima gemella è tanto forte nel loro creatore, possono sperare di tornare di nuovo a lui nella prossima vita, come desiderio di un’altra persona, anche se non se ne renderanno conto..”
 
“Ma questo…questo è ORRIBILE. Questa è spersonalizzazione. Come potete fare una cosa simile a queste povere creature?” scattò Dean.

“Dean!!” lo richiamarono gli angeli.

“NOI, gli diamo pace e felicità.” Disse l’angelo bambino, alzandosi in piedi.

“Un mucchio di balle!! Voi..voi li USATE, li trattate come oggetti..e poi li riciclate..o li buttate via..se sono troppo pericolosi. Quella porta che ci ha indicati Lucifero, desideri violenti..è lì che finisce il peggio che non riuscite a gestire, VERO?” urlò anche Sam.
 
“è facile giudicare quando si sta dall’altra parte della barricata!! Credete che forse il Paradiso non abbia un prezzo da pagare?? C’è un ORDINE stabilito, delle REGOLE da rispettare, per far si che tutto questo funzioni. Sarebbe stato forse da misericordiosi, lasciare che queste COSE spariscano semplicemente dopo la morte dei defunti?? Noi gli diamo un’altra possibilità di rivivere!”

“Questa..questa non è vita..gli date l’illusione di vivere e di avere la vita che sognano..ma niente di tutto ciò, è reale..” disse Sam.

“Almeno è qualcosa, no? La maggior parte degli esseri umani come voi, non hanno neanche quello. Se c’è una cosa che ho imparato qui in Paradiso, è che quando sei FELICE, non ti importa che non sia reale. Pensate forse che a persone come me piaccia, restare tutto il giorno rinchiuso in una stanza, a controllare teche di vetro, per l’eternità? Che ne sarebbe di me, se non mi facessi forza, pensando che quello che faccio, rende felici le creature come voi..e come LORO?”
 
Piombò il silenzio per un po’, poi i ragazzi e gli angeli salutarono il custode, chiedendo di restare informati quando sarebbero riusciti a riprenderli.
 





“Dean, non credi che noi dovremmo restare qui per dare una mano?” chiese Sam.
Dean non rispose. Aveva creduto che quello fosse il Paradiso, ma somigliava di più all’inferno.
E lì, gli venne in mente una cosa.

“Castiel, Gabriel…quando mi avete detto che la mia anima..non aveva sofferto più del dovuto..perchè io sono buono..anche quelle erano menzogne? Anche quello l’avete detto perché eravate condizionati dall’incantesimo?” chiese Dean. Sam lo guardò e si rese conto che soffriva molto.

“No, Dean..quello che ti abbiamo detto è assolutamente vero, ha poca importanza il fatto che l’abbiamo fatto in questa circostanza in cui eravamo..confusi..ma è la verità.”

“Però sostenevate anche la teoria che Lucifero avesse voluto farmi credere..” disse Sam.

“Crediamo che semplicemente l’incantesimo ci ha confuso un po’ le idee. Abbiamo probabilmente mischiato e confuso le battute che ha fatto Lucifero, in cose reali. Un effetto collaterale dell’incantesimo. Ci dispiace, Sam, non volevamo ferirti.” Disse Gabe.

“Ti farà piacere sapere però anche un’altra cosa. A quanto pare, eravamo anche convinti che oltre a Lucifero, ti avesse torturato anche Michael. Non so chi abbia fatto girare questa voce, ma una cattiveria infondata, in realtà Michael ti ha protetto dalla furia di Lucifer.” Disse Cas.
 
Sam rimase di stucco.
“Michael..ha protetto mio fratello?” chiese Dean.

Castiel annuì. “è stata una delle prime cose che è saltata fuori dai suoi deliri, prima che dimenticasse chi è. A quanto pare, anche se l’anima di Adam era già in Paradiso, Michael aveva avuto accesso ai suoi ricordi per quei brevi momenti e per qualche ragione, non se l’è sentita di fare del male all’anima di cui il suo tramite..si era affezionato.” Disse Cas.
 
I due angeli si accorsero dopo un po’, che il minore era visibilmente commosso, accompagnato dal maggiore che gli cingeva il collo con un braccio e che stava sorridendo.

“Non credevamo la notizia vi rendesse così felici. Quando le cose si saranno sistemate qui, potremo chiedere un permesso speciale per farvi vedere vostro fratello.” chiese Cas sorridendo.
I fratelli avrebbero voluto vederlo subito, ma si rendevano conto che la situazione era molto tragica.
Inoltre c’erano ancora altre cose che i fratelli volevano sapere.
 

“C’era qualcun altro che sapeva..aveva capito che noi..ci amassimo così tanto?” chiese Dean.
Castiel e Gabriel si guardarono.
“Qualche angelo..” disse Gabe a mezza bocca.
“E Zacariah..” lo seguì a ruota Castiel.
 
“COOOOOOSAAAA?”

“Ehm..ecco..se volete, possiamo farvi vedere un brevissimo filmato, stavolta senza la mente in confusione.” Disse Cas.
Così mandò il filmato.
 


“Non ne avevamo parlato?”
Adam annuiva con la testa.

“Allora sai che non puoi fidarti e sai che Sam e Dean Winchester dipendono in modo psicotico, irrazionale e anche erotico, l’uno dall’altro, lo sai, non è vero?”

Adam si muoveva a disagio senza guardarlo.
“Ecco, loro..hanno detto delle cose su di te..”
 
Quando il filmato finì, i due fratelli erano entrambi a bocca aperta.
“Lui..lui lo sapeva?” chiese Dean annaspando.

“Ma non ci ha creduto, vero?” chiese Sam.

“Oh, ci ha creduto eccome, ma vi voleva bene, se l’è fatto andare bene. Che dire. Un fratello così è difficile da trovarlo oggigiorno, non è vero??” disse Gabe sorridendo.

“Dean, Sam, non avete niente da dire?” chiese Cas.
Sam e Dean non riuscivano a parlare.

“Forse è meglio non insistere, prima che si mettano a frignare come delle femminucce. Andiamo, Cas, dobbiamo riaccompagnarli a casa. Sul serio, stavolta!” disse Gabe.
 
 

Volarono ancora per qualche tratto, quando arrivarono finalmente al portale che separava il Paradiso dal Cielo.

“Per arrivare qui, bastava il teletrasporto, ma per tornare indietro, abbiamo bisogno di questo.” disse Cas, indicando il portale piantato nel terreno, a forma di porta rotonda di hobbit.
“Adoro il Signore degli Anelli.” Disse Sam.

Gabe aveva alzato gli occhi e stava già cominciando ad aprire il pesante portellone, quando qualcosa scattò veloce come un fulmine.
 

“Ma cosa..” sussurrò Gabe, voltandosi.
Tutti si erano voltati. Una forma d’acqua trasparente, stava tenendo Sam per il collo con aria minacciosa.

“Finalmente a tu per tu, gemellino!” disse la forma d’acqua, sotto gli sguardi basiti di tutti.






















Note dell'autrice: 

e niente, ringrazio Team perchè ha insistito così tanto su sta cosa di Michael, che alla fine ho voluto chiarire anche questa cosa del tormento che pure lui ha fatto a Sam e che non era vero ahha e ho voluto trasformarlo in una cosa bella!! Allo stesso tempo Dean chiede rassicurazioni sul suo inferno e gli angeli lo rassicurano dicendo che tutto quanto gli hanno detto, era vero! Anche qui tutto arriva da una domanda specifica di Team :pp anzi grazie <33

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Capitolo 21
*** Cosa c'è là fuori? ***


“Per arrivare qui, bastava il teletrasporto, ma per tornare indietro, abbiamo bisogno di questo.” disse Cas, indicando il portale piantato nel terreno, a forma di porta rotonda di hobbit.

“Adoro il Signore degli Anelli.” Disse Sam.

Gabe aveva alzato gli occhi e stava già cominciando ad aprire il pesante portellone, quando qualcosa scattò veloce come un fulmine.
 

“Ma cosa..” sussurrò Gabe, voltandosi.

Tutti si erano voltati. Una forma d’acqua trasparente, stava tenendo Sam per il collo con aria minacciosa, puntandogli un coltellino d'argento.

“Finalmente a tu per tu, gemellino!” disse la forma d’acqua, sotto gli sguardi basiti di tutti. 
 
Dean rimase basito, così come pure Castiel, Gabriel e Dean.
“Lascialo andare. Lui non ti ha fatto niente.” disse Castiel.

“No?? Io avrei qualcosa da ridire su questo, non è vero, gemello?? Chissà se sei uguale a me anche per quanto riguarda la sopportazione al dolore.”



Sam non sapeva cosa dire. Esser minacciato dal suo clone, era quanto di più strano gli fosse capitato. Neanche durante la sua esperienza con i leviatani che avevano i loro volti, gli era mai successa una cosa del genere.

“Sam, ti prego, lascialo..” provò Dean, stupidamente.
La goccia d’acqua lo guardò scioccata.

“Come te lo devo dire? IO . NON – SONO – SAM!”

“Va bene, non sei lui, però adesso lascia andare mio fratello. SUBITO!!” gridò Dean, prendendosi coraggio.

La goccia d’acqua restò basita per un momento, poi strizzò gli occhi in una sorriso crudele. “Altrimenti?”

Castiel stufo di quella situazione, comparì dietro la goccia d’acqua dandogli un colpo in testa e riuscendo così a liberare Sam.
“Pezzo di..”
“Non è questo il tuo posto. Torna dove..”

Ma non riuscì a completare la frase perché un boato sembrò squarciare il Paradiso.

Dove si trovavano, era il Giardino, guardato e curato da Joshua, solo un altro lato del Paradiso, ma dall’alto , cavalli volanti fatti di fumo e nuvola sembravano squarciare il cielo e invadere quella particolare sezione, capeggiati da altre forme d’acqua che li cavalcavano. Per quanto la situazione fosse drammatica, a Dean venne in mente un grido "THIS IS SPARTAAA".
 
 
 
“FATEVI TUTTI DA PARTEEE!” gridò Castiel, spostando i ragazzi con l’aiuto di Gabriel.

“È già TROPPO TARDI!” sorrise Sam 2.0 maligno.

La porta rotonda conficcata nel terreno, si aprì come se fosse stato il portellone di un aereo e un vento terribile come quello di un uragano, sembrò sommergerli.



“NO!! NON POSSIAMO PERMETTERE CHE QUELLE COSE ESCANO!”
 
Castiel cercò di chiudere la porta disperatamente, ma delle altre mani muscolose lo afferravano.

Chi va a Roma, perde poltrona, Abu bu!” disse una voce sarcastica sollevandolo di peso.

Castiel ebbe appena il tempo di fissare il suo sguardo negli occhi di ghiaccio e nello sguardo trasparente di qualcuno che gli ricordava fin troppo Dean, prima di venire scaraventato a metri e metri di altezza lontano.
 
Ci fu il caos, le gocce d’acqua, assieme ai desideri più variopinti – una di esse era una stella danzante che si librava in alto  e un’altra una candela che non si spegneva mai e continuava a cambiare colore– continuavano ad uscire dalla porta, per finire nel mondo dei vivi.
 
Sam 2.0 e Dean 2.0 continuavano ad ignorarsi, tutti presi dalla gioia di quello che stava succedendo, stavano per levare le tende e andarsene, ma vennero bloccati. Sam venne bloccato da Castiel, Dean venne bloccato da Gabriel.

Lasciami andare, mostro.” Ruggì Sam.

“Senti chi parla. Una caricatura con il volto di un mio amico lo minaccia di morte, mi chiedo come ti definiresti.” Disse Cas.
Sam 2.0 ruggì e i suoi occhi divennero di fuoco.



Ci fu un’altra battaglia, in cui ciascuno cercava di avere la meglio sull’altro, fino a quando…

“SAAAAAAAM!” gridò Dean, vedendo che veniva trascinato giù anche lui.

“DEEEEAAAN!” le sue mani si allacciarono al minore, ma poi venne buttato anche lui giù insieme a lui.
 
Le gocce d’acqua avevano cercato di allontanarsi da tutto questo casino, visto che a causa di tutta la foschia, non riuscivano a vedere niente, ma…

Andarono a sbattere solamente contro tutte le altre gocce e gli altri desideri che cercavano disperatamente la fuga, batterono la testa tutti e due e precipitarono.
Precipitarono.

Rotolarono e precipitarono.

Fino ad uscire anche loro da lì e finire dritti sulla Terra.






















Note dell'autrice: 

AHHHHHHHHH tornare ad aggiornare questa storia, è stato come tornare a respirare! xd scusate il capitolo un po penoso, ma è tutto studiato, certo la battaglia poteva essere un po meglio, ma sapete che non me la cavo bene con le scene d'azione! La ragione per cui le due gocce hanno poche battute è perchè..la loro sarà proprio una storyline nel vero senso della parola e spero vi appassionerà, ragion per cui i loro sentimenti e pensieri non devono sfociare subito e guardando il finale, capirete anche perchè, non aveva senso mettere dialoghi importanti, quando ci sarà tempo per quello xd

La storia è già praticamente finita, (anche se si continuerà ne "il quinto mondo" ) ma manca un ultimo capitolo per dichiararla diciamo..conclusa! xd è un capitolo a cui tengo molto per coronare il tutto e mettere la parola fine a questa storia che comunque mi ha emozionato ^^

per adesso non posso dire di più! Spero solo di non far passare un altro mese per questo! xd 

baciii

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Capitolo 22
*** Puntata speciale ***


L'inferno di Dean 

L’inferno è come…come L’INFERNO! Quando Meg me lo disse, credevo di capire davvero cosa volesse dire…e invece lo scopro veramente solo adesso.

All’inferno vengo sottoposto alle sevizie più crudeli e ai tormenti più disperati, ma non è tanto il dolore fisico a torturarmi, a quello sono abituato, si può dire.
Da sempre.

No, la peggiore condanna, è vedere ogni demone, con il viso di mio fratello…dirmi che mi ama, e poi tentare di baciarmi…e spesso anche riuscirci.

Non fecero mai altro, o forse non lo ricordo.

Forse anche i demoni hanno un codice d’onore.

Io però non dimenticherò mai la sofferenza e l’umiliazione che provai in quegli anni, perché i demoni avevano carpito il mio segreto più intimo e se ne prendevano gioco.

AMAVO SAM. LO VOLEVO DISPERATAMENTE.

Ai demoni non potevo nasconderlo, e mi umiliavano, ridevano di me.

Mi chiamavano DEBOLE.
 

Pensavo che non avrei mai dimenticato tutta quell’agonia, tutta quella sofferenza, ma poi arrivò Castiel.

E tutto quello che credevo non avrei mai dimenticato, scivolò semplicemente via.

L’aveva fatto per me. Se trascorri degli anni all’inferno non lo dimentichi facilmente.

Mi aveva cancellato i ricordi di quella lunga agonia. Per me.

Ma ogni tanto risalgono fuori…..
 
 
 
 
 
L’inferno di Sam

L’inferno per me, è una vita chiuso dentro la gabbia, con Lucifero e Michele…

Lucifero che si finge Dean e dice di amarmi.

Che dice di voler fare l’amore con me, che dice che non mi lascerà mai.

No, nessuna violenza sessuale. Non ce n’era bisogno. Durante le mie allucinazioni credevo davvero di fare l’amore con mio fratello, poi mi svegliavo e capivo che era tutto un’allucinazione.

Quello era il peggior castigo per quel figlio di puttana.

Quando tornai senza la mia anima, fui quasi sollevato di abbandonarla. Mi aveva fatto soffrire. La odiavo.

Quando poi Dean me la rimise dentro a forza, ricordo che Castiel se l’era presa con Dean, perché diceva che ricordare mi avrebbe distrutto.

Non voleva che ricordassi cosa avevo provato.

Ci misi un po’ per rendermene conto, ma poi capii….

Lui sapeva.
 
 
 
L’anima di Sam

Subire le torture di Lucifero è doloroso fin quando sono dentro il mio corpo, ma poi quando Sam-il suo corpo – mi abbandona, è come annegare…come essere cosparsa da mille aghi e punture.

Sam –il suo corpo, accetta di abbandonarmi, senza rimpianto.

E io soffro, soffro. Si, perché se le torture di Lucifero erano dolorose, nascoste dentro un involucro di carne, ora io sono completamente nuda. Nuda e disperata.

Vengo bruciata, fatta a fette. Tormentata con visioni raccapriccianti della persona che amo di più al mondo – Dean – venire uccisa brutalmente, e poi mi dice che mi odia, e poi mi dice che mi ama, ma non possiamo stare insieme…e poi facciamo l’amore, ma alla fine lui mi uccide.

Sam, perché mi hai lasciato sola? Perché mi odii? Perché mi hai abbandonata? Perché credi che starai meglio senza di me? Non ho colpa dei sentimenti che provi, che proviamo. Non scegliamo chi amare. Non avercela con me, ti prego. Torna.!

È tutto cosi desolante, e freddo, e bruciante. E io sento cosi tanto male.
 
 
 
Zacariah lo sapeva 

Anche Zacariah lo sapeva. Sapeva del segreto di Sam e Dean. Lo sapeva perché Dean era già stato all’inferno prima di Sam, e tutti e due erano stati in paradiso.

Lo sapeva e aveva voluto dirlo ad Adam.

“Sam e Dean sono legati in maniera psicotica, irrazionale e anche erotica l’uno all’altro…lo sai, vero?”
 


Castiel lo sapeva: 

"Aspetta un attimo...non l'avrai...non l'avrai mica riportato indietro senz'anima, apposta?"  
aveva chiesto Dean a Castiel, ferito, in preda a un barlume di consapevolezza, ma non capendo tuttavia perchè Castiel l'avesse fatto.

Castiel lo sapeva. lo sapeva. 

Tutti sanno, ma tutti tacciono, perché si crede che un segreto, se viene seppellito, impedirà alla verità di portarlo a galla.

Lo credono, già. 



Il mio Paradiso sei tu




“Ti piace questa canzone, Dean?” chiedeva Sam, suonando al pianoforte.

“Suoni All out of love  divinamente, Sammy.” Disse Dean, avvicinandoglisi e baciandolo teneramente.

 
 
Questo era il paradiso di Sam, quando mori la prima volta, pugnalato da Jake. Una vita d’amore con Dean, dove avevano preso forma le fantasie a volte nascoste, a volte non molto, riguardo suo fratello. L’accettazione del loro amore. Senza sensi di colpa, senza rimorso alcuno.

Qual era invece il paradiso di Dean?

Pensiamo a quando è morto tutte quelle volte per via di Gabriel, quando lui e Sam erano imprigionati in quel loop temporale.
 

Anche il paradiso di Dean era Sam.

Sognava che avevano una casa tutta per loro. Sam aveva studiato legge e faceva l’avvocato.

Niente caccia. Solo quel lavoro e ovviamente vivevano insieme.

Quando Sam tornava a casa, di solito Dean era ancora impegnato con le faccende domestiche, ma gli faceva sempre trovare il pranzo pronto a tavola.

Sam salutava il loro cane, che gli faceva sempre le feste, e poi interrompeva Dean da qualsiasi cosa stesse facendo, per baciarlo.

E poi solitamente facevano l’amore.

Era raro che pranzavano subito quando Sam tornava.
 
Andavano in giro e si baciavano in pubblico come se fosse la cosa più normale del mondo. La gente sapeva che erano fratelli e non gli importava.
 
“Non ricordo perché mi sembrava tanto sbagliato, tanto tempo fa….” Gli diceva Dean, sinceramente meravigliato, sorridendogli, mentre camminavano, illuminati dai raggi del sole.
 

Quando Dean poi tornava alla vita, e ripeteva di nuovo quel maledetto mercoledi, dimenticava tutto di quel sogno meraviglioso, ma poi quando moriva nuovamente, si ricordava di nuovo di tutto, e la prima cosa che faceva era tornare dal Sammy fittizio e abbracciarlo forte, addolorato all’idea di esser stato strappato via da quel sogno meraviglioso.

“Dean, io non sono davvero Sam, lo sai, vero?”

“Non mi importa…” gli diceva Dean, riprendendo a baciarlo.
 
Poi Dean tornava alla vita e si dimenticava di nuovo tutto, per poi riprendere a ricordare.
 
Questa tortura continuò fino a quando dai piani alti minacciarono Gabriel.

Certo, perché davvero Sam aveva creduto che fosse stata la sua minaccia a far smettere Gabriel?

Diciamo che Gabriel sapeva del tormento di Dean e aveva voluto divertirsi un po’.

Sperava forse anche che Sam arrivasse al nocciolo della questione da solo, che capisse il vero motivo, ma cosi non fu stato.

Neanche quando poi Dean mori veramente.

Gabriel accettò di farlo tornare in vita solo perché era impossibile resistere agli occhi da cucciolo di Sam.
 
Dean nel frattempo aveva vissuto MESI con il Sam fittizio. Gabriel andò a trovarlo in paradiso e vedendolo nudo nel letto abbracciato a Sam, una pura illusione concreta del suo desiderio, ebbe un pizzico di rimorso e per la prima volta voleva quasi piangere.

Dean non l’aveva riconosciuto subito e gli chiese cosa volesse…Gabriel gli disse solo:

“Perdonami per quello che ti ho fatto, Dean.”

“Io non capisco!”

“è giunta l’ora di tornare dal tuo Sam. Il tuo vero Sam.”
 
 
 
Quando quei due cacciatori, infuriati perché Sam aveva dato l’inizio all’apocalisse, spararono e uccisero sia Sam, che Dean, e Dean fini nel paradiso di Sam, non vide quello a cui pensava Sam in realtà.

La nostra mente è in grado di riconoscere un pericolo, quando ne arriva uno, e quando percepisce una qualsiasi forma di invasione, fa in modo di creare un blocco, per far in modo di proteggersi. Per far in modo di proteggere i propri pensieri da chiunque voglia o stia per scoprirli.

Lo fa anche inconsciamente.

Quando Dean è morto assieme a Sam, e pensò di raggiungerlo, la mente di Sam percepì un segnale di pericolo…e per proteggersi, anche se inconsciamente, si creò un sistema difensivo.

Poco prima che Dean arrivasse, fece in modo di creare per Sam, esattamente quello che Dean si aspettava di vedere.

Lui felice con qualcun altro. Lui che ripudiava la sua famiglia.

Questo poco dopo aver rivisto il suo giorno migliore.

Il giorno in cui Dean tornò a prenderlo per riportarlo sulla strada della caccia.
 
“Quindi è questo il tuo momento felice? Passare la festa del ringraziamento con un’altra famiglia?”

E Sam si morse le labbra per non dover dire che era invece un altro, il suo ricordo migliore.

Era troppo orgoglioso.
 
 
 




*

Niente si può cancellare del tutto e forse qualche frammento di ricordo tuttavia, era rimasto in Dean…fu forse per questo che quando vide ritornare Sam dopo essere stato un anno senza vederlo, credendolo nella gabbia, la prima cosa che disse fu: “Questo è…il paradiso?”

Forse quando Sam, senti che Dean canticchiava All out of love in macchina, reagì spegnendo la radio, perchè quella canzone gli provocava ricordi che lo rendevano nervoso.






















Note dell'autrice: allora, vi spiego, non mi mangiate xd avrete notato che il capitolo è un po strano e sicuramente ricorderete delle cose che ho già scritto nella ff. Finalmente svelo il mistero. Il primo pezzo fino al titolo ROSA e il secondo pezzo , sono in realtà 2 capitoli di C'era una volta in Supernatural, la mia famosa raccolta. Sono due capitoli che avevo scritto parecchio tempo fa, nel 2014, io fin da quando li scrissi, ho sentito come un magone dentro, pensando "peccato che non posso farci una storia " e vagavo da quello a dire "spero che in futuro potrò farlo!" incredibilmente, senza che lo avessi immaginato, o preventivato, l'occasione per costruire una storia proprio così, con Sam e Dean che si sognano a vicenda in Paradiso e all'Inferno, mi è capitato con questa saga. Io volevo dirvelo fin dall'inizio, poi ho deciso di lasciare la sorpresa perchè volevo vedere se qualcuno si ricordasse di quei capitoli, arrivati alla fine ormai avevo troppo il pallino in testa di finire la ff con questi due capitoli che mi hanno ispirato questa storia, non riuscivo più a immaginarmi una conclusione diversa! Non sarebbe stato lo stesso scrivere semplicemente che "ho preso ispirazione da 2 capitoli della raccolta" dovevo metterli, per far capire cosa realmente avevo tratto e cosa no, che non è stata tutta la storia, ovviamente!!

Niente, spero possiate perdonarmi questo capitolo xd fatemi sapere, se vi ricordate effettivamente di averli letti in quella raccolta! xd

Daisy, non avercela con me xd è solo un breve riassunto! xd eri entusiasta di questi capitoli, ai tempi xd

i capitoli della raccolta: 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2877707&i=1

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2874151&i=1

ps cosa importante: il primo pezzo dove ci sono i pensieri di Sam e Dean all'inferno, ovviamente il tempo verbale è contradditorio dal momento che nella raccolta di c'era una volta ho fatto capire che ricordavano lo stesso da soli, in questa storia invece hanno ricordato solo una volta qui, quindi quei pensieri prendeteli per buoni solo per metà, cercherò di aggiustare il tiro con una breve spiegazione ne "il quinto mondo." addicendoli come "pensieri deliranti"

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