Family

di Sherry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Premetto che so proprio da dove mi sia uscita questa roba che chiamo fanfiction, ma già che l’ho scritta tanto vale pubblicarla.

E’ una UsoppxKaya (O____O), ho visto che in giro non ce ne sono molte…

Durerà solo un paio di capitoli, e ho già pronto il secondo, quindi non ci metterò mesi a concluderla.

Che dire? Buona lettura!

 

 

 

 

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Usopp! Che avventura mi racconti oggi?”

Il sorriso che Kaya mi rivolse, non lo dimenticherò mai.

Era un mese che, tutti i giorni, venivo a trovarla.

Mi piaceva stare con lei, cercare di rallegrarla, per quanto mi fosse possibile.

Le raccontavo avventure mai vissute, esperienze coraggiose.

Mi facevo bello ai suoi occhi, ben sapendo che lei era cosciente che le mie erano tutte balle.

Ma vederla felice, in quei pochi attimi di racconto, mi rendeva felice a mia volta.

E mi sembrava che anche la sua salute stesse migliorando.

Qualche volta mi capitava di entrare in casa sua, ma non mi piaceva.

Sapeva di malattia e di tristezza.

“Ti ho mai raccontato di quella volta in cui trovai il tesoro dei giganti?” le domandai sorridendo.

Con un cenno, lei mi rispose di no.

E io cominciai a narrarle le avventure del grande Capitan Usopp.

E mentre raccontavo, coglievo l’occasione per osservarla, guardare le espressioni che il suo viso creava in reazione ai miei racconti.

E mai, mai mi sarei stancato di guardarla.

Perché ai miei occhi, lei era la creatura più bella di questo mondo.

 

 

 

 

 

 

I mesi passarono tranquilli, la salute di Kaya migliorava di giorno in giorno.

Alle volte, la febbre la colpiva, e io mi limitavo a guardarla, accarezzarle ogni tanto piano una guancia, cambiarle la pezza bagnata sulla fronte.

Fortunatamente, non era mai niente di grave, e lei si riprendeva del tutto.

Ultimamente, però, quel suo strano maggiordomo non voleva che io la vedessi.

Così eravamo costretti a parlarci di nascosto, io in giardino e lei davanti alla finestra della sua camera da letto.

Ogni volta che la vedevo, e vedevo il suo sorriso aprirsi per me, il mio cuore perdeva un battito.

Non seppi mai cosa mi spinse a farlo, ma un giorno, appoggiato alla sua finestra, la baciai.

Dolcemente, accarezzandole piano una guancia.

La sua pelle mi sembrava soffice seta, la mia piccola Kaya era delicata come un cristallo.

Non avrei mai permesso a nessuno di farle del male.

Fu strano, poiché io non ero mai stato un uomo particolarmente coraggioso.

Ma in quel girono, l’istinto prevalse.

Le confessai che l’amavo.

E la cosa che mi lasciò più basito fu che anche lei mi amava. Mi amava, ti rendi conto?

Amava me, Usopp!

Quel giorno, facemmo l’amore.

Tante di quelle volte che persi il conto.

Che importava dopotutto? Ci amavamo, il resto non contava.

Una settimana dopo, conobbi Rufy.

 

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Ecco qui la seconda e ultima parte della mini-fic!

Sono molto contenta che vi sia piaciuta (spero di non deludervi con questo capitolo finale)!

Buona lettura!!

 

P.S.: Un grazie infinito a Kate_Love e a RoloChan!!

 

 

 

 

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5 anni più tardi

Finalmente a casa.

Ognuno di noi è riuscito a realizzare il proprio sogno, e abbiamo deciso di tornare per un po’ di giorni ognuno nella sua isola.

Non vedo l’ora di vedere Kaya. Quanto mi è mancata.

Sarà diventata una donna bellissima, ne sono certo.

Chissà se…mi vorrà…

Basta Usopp, non è il momento di farsi prendere dallo sconforto.

Mi dirigo di corsa alla porta della grande villa, che mai mi è sembrata così luminosa e bella.

E’ cambiato molto questo posto.

Suono il campanello, e il trillo rimbomba per tutta la villa per qualche istante.

Mi tremano le gambe dall’emozione.

Insomma, Usopp! Sei il pirata più coraggioso dei sette mari! Adesso basta!

Prendo un enorme respiro.

Chopper accanto a me mi sorride.

Lui è passato dalla sua isola il mese scorso, e ha deciso di venire con me a vedere la mia. Gliene sono molto grato.

Il mio cuore perde un battito, quando la creatura più bella della Terra mi apre la porta.

Sembra un piccolo angelo.

E’ una bimbetta sui 4 anni, ha degli splendidi occhi blu e i capelli castani e mossi.

“Mamma!! Ci sono uno strano tipo con un naso enorme e una buffa marmotta alla porta!!” grida la piccina.

“Sono una renna!!” grida Chopper in risposta. La bambina lo guarda spalancando gli occhi e additandolo.

“Mamma!!! Il procione parla!!!!!”

Mamma?

Credo di avere sbagliato indirizzo.

Eppure ero certo che Kaya abitasse qui…

Che abbia venduto la villa a qualcuno?

Un rumore di tacchi ci annuncia l’arrivo di una ragazza.

E’ Kaya.

E’ davvero lei.

Mi guarda, spalancando gli occhi blu e, mettendosi una mano davanti alla bocca, comincia a piangere silenziosamente.

Lascio cadere a terra il mio zaino, e inevitabilmente me la ritrovo tra le braccia.

Che nostalgia…

Il suo dolce profumo riesce a calmarmi l’anima, è il mio premio per aver affrontato tante sfide e avventure pericolose.

Usopp” bisbiglia contro al mio petto.

Sono così felice che potrei mettermi a ballare!

Kaya…” le dico io di rimando “sei bellissima…”

Mi stacco leggermente da lei per guardarla negli occhi, constatando che è davvero in forma e in salute.

Qualcosa mi tira i pantaloni, ma non gli presto troppa attenzione.

“Ti trovo davvero in forma, sai?” dico a Kaya, e lei sorride, asciugandosi gli occhi.

“Ehi tu!!” mi urla una vocina “chi sei? Perché hai fatto piangere la mamma??” mi guarda, la bambina, con occhi di fuoco. Solo ora mi accorgo di quanto somigli a Kaya.

E’ sua figlia?

Un dolore atroce al petto mi colpisce, e trattengo a stento le lacrime con un sorriso tirato.

“Calmati, Medaka…va tutto bene” Kaya le sorride posandole una mano sui capelli e scuotendoli leggermente.

La bimba, Medaka, mi guarda ancora corrucciata e chiede a Kaya chi sia io.

“Ti spiego dopo… Entrate pure, accomodatevi” Solo ora mi rendo conto che siamo ancora sull’uscio della porta.

Chopper comincia ad entrare e gli brillano gli occhi per l’emozione.

Uaaaa! Qui c’è un sacco di attrezzatura medica costosissima!! Che bello!!” urla, con gli occhi commossi.

Ci sediamo su un divano morbido, e io mi accorgo lentamente di quanto sia cambiata questa casa.

E’ tutta colorata, allegra, non c’è quell’aria di malattia e tristezza che la pervadeva quando vi ero entrato io.

“E’ vero, hai messo su una casa bellissima” le dico io, sorridendo imbarazzato.

Lei ci porge del tè, che io e Chopper accettiamo volentieri.

“Sono curiosa di sentire una delle tue avventure, Usopp” mi dice lei, sorridendo “Ma immagino che ne avrai talmente tante da raccontare che la tua visita qui non basterebbe” conclude ridacchiando.

E’ vero.

Di cose da raccontare ne avrei avute a milioni, ma ora solo una cosa mi interessava al momento.

Sapere cosa aveva fatto lei in questi anni.

Si era sposata, aveva messo su famiglia…

“Hai ragione” rido leggermente con lei, mentre Chopper ci guarda silenzioso “ma prima vorrei sapere che cosa hai fatto tu in tutto questo tempo. Ti sei sposata, hai avuto una bellissima bimba…”

Lei fa cenno di no con la testa, e il mio viso si tramuta in perplesso.

Non capisco.

“Non mi sono sposata, Usopp” comincia Kaya, con la sua splendida voce. Il mio cuore ricomincia a battere e fa meno male di prima.  Dentro di me, sospiro sollevato.

“Il mio papà è il pirata più coraggioso di tutti mari, vero mamma?” chiede Medaka, e Kaya annuisce.

Un brivido mi attraversa la schiena.

“Il papà di Medaka è partito 5 anni fa, salvandoci e salvando tutti gli abitanti dell’isola” mi guarda negli occhi, e io tremo.

Non può essere.

Usopp” continua Kaya “io ho amato soltanto una persona nella mia vita”

Io e Chopper spalanchiamo gli occhi, nell’evidenza di quella frase.

E, inevitabilmente, svengo.

 

 

 

 

“Perché degli stranieri come voi si interessano tanto alle sorti di questo villaggio?” aveva chiesto quel maledetto di Kuro

Perché in questo villaggio…c’è qualcuno che non voglio che muoia” aveva risposto Rufy.

Lui lo sapeva.

Kaya doveva averglielo detto.

Certo, ora era tutto chiaro. Quella bambina assomigliava tantissimo anche a me – ma fortunatamente aveva preso il profilo della madre.

“Mamma ma sei sicura che questo qui è papà? Non è poi così coraggioso… è svenuto subito” Sento la voce della piccola arrivarmi ovattata alle orecchie.

Ma no, tesoro, è solo che non se lo aspettava…” Stropiccio gli occhi, per poi spalancarli di botto.

La prima cosa che vedo è il muso di Chopper sopra di me, poi il viso di Kaya e di Medaka.

Chopper prende per mano la bambina, e silenziosamente escono dalla porta.

Rimaniamo soli, a guardarci negli occhi.

“Mi dispiace…” interrompo il silenzio titubante.

“No, a me dispiace. Forse non dovevo dirtelo, preferivi non avere una figlia, ho sbagliato…” La osservo, sconvolto, mentre comincia a tremare leggermente.

Nononono! Non hai capito!” Kaya alza lo sguardo verso di me, e i miei occhi si incatenano ai suoi.

Se avessi saputo…” continuo “se avessi saputo che eri incinta… non sarei partito con Rufy, Nami e Zoro”

Lei spalanca gli occhi, e le lacrime tornano a scendere.

Mi avvicino, e la abbraccio forte.

“Non sono molto migliorato in questi 5 anni….prima riuscivo a farti ridere, ora invece è già la seconda volta che piangi” ridacchio io confuso.

Anche lei ridacchia con me, e si sporge a baciarmi.

E io non capisco più nulla.

Il mondo smette di girare, siamo solo io, lei e le nostre labbra a contatto.

La stringo a me con forza, non voglio lasciarla andare mai più.

“Ti amo Kaya…” le dico, continuando a tenerla stretta a me.

Se me lo chiederai non partirò più per mare. Starò qui con voi, sempre”

Lei trema, impercettibilmente, contro di me, e si affretta a rispondere.

“No, la bandiera ti chiama. E’ il tuo destino essere un valoroso pirata Usopp. Non posso interferire”

Mi sussurra lei, triste.

Un’idea, pazza, mi passa per la testa.

“Venite con me” le chiedo, incatenando di nuovo i nostri occhi.

C-come?” mi domanda, non si aspettava una simile richiesta.

“Venite con me” ripeto, sicuro. “Non sarà pericoloso, ci sarò io a proteggervi… e anche Rufy e Zoro e tutti i miei compagni. Vi proteggeremo a costo della vita.”

Aspettai paziente una sua risposta.

M-ma Usopp…non vogliamo essere un peso…”

“Non lo sarete” ribatto certo della mia tesi.

“D’accordo allora” mi risponde con un sorriso, e io mi chino a baciarla di nuovo.

 

Sto esplodendo dalla felicità.

 

 

 

 

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