Aspettando te

di AliceDeLore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: Storia di un Addio ***
Capitolo 2: *** Il ritorno ***
Capitolo 3: *** Vorrei solo un raggio di sole... ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: Storia di un Addio ***


Dolce Flirt Fan Fiction

 

~ Aspettando Te ~

 
 
 
PROLOGO
Storia di un addio

 
 
Se il viaggio può essere un'occasione per trovarsi, incontrarsi e passare del tempo con le persone a te care in luoghi nuovi e meravigliosi allo stesso tempo può diventare momento di distacco e di allontanamento e i lunghi addii nelle stazioni si sa entrarono ben presto nella sfera della letteratura e della poesia, mille racconti pieni di emozioni, sentimenti e paure.
Io stessa faccio fatica a descrivere quei momenti, quei ricordi, un tempo così nitidi nella mia mente, che si sciolgono totalmente nella mia bocca e nelle mie parole perdendo il loro valore e la loro importanza iniziale, diventando quasi come un borbottio accompagnato da un sentimento forte di dolore e dalla malinconia per quei giorni ormai andati per sempre via.
Il distacco col passare del tempo muta e si trasforma nel totale abbandono della propria vita precedente, delle situazioni comuni e delle persone che fino ad allora davi per scontato, e per me la cosa non è stata affatto diversa.
Seppur io abbia provato con tutte le forze a tenermi stretta quelle persone, esse sono andate via, inseguendo la loro vita ormai parecchio lontana dalla mia.
Ormai sono passati parecchi anni, i volti sfocati del liceo, tutte le strade percorse, le disavventure passate sono solo l’ombra della me stessa di oggi e si perdono nei meandri della mia mente e dei miei ricordi.
 
 
 
Ora mi trovo qua, pensierosa con uno zaino sulle spalle ed una valigia in mano, pronta ancora una volta a lasciarmi tutto alle spalle, pronta ad abbandonare la vita che mi ero costruita a fatica in questi anni trascorsi lontano da casa, lontana dalla mia città e dalla mia terra.
Sono le 8 in punto, il ticchettare delle lancette dell’orologio della Stazione Centrale è quasi assordante, il cielo è grigio e nuvoloso come ogni giorno qui a Milano, mi muovo rapida evitando non con poche difficoltà i vari pendolari che si affrettano per andare a lavoro, mentre mia madre mi segue a ruota fissandomi da dietro.
 
***** ATTENZIONE: Il treno Thello 220 delle ore 8:15 diretto a Dijon in arrivo al binario 4. I signori viaggiatori sono pregati di non superare la linea gialla. La prima classe si trova in testa al treno. *****

“Mamma questo è il mio treno devo andare per favore non piangere e tieni d’occhio Papà e Marc, promettimelo”
Mia madre senza smettere di piangere mi abbraccia con forza
“Amore mio, mi raccomando abbi cura di te, fa buon viaggio e appena arrivi a Dijon per il cambio mi fai uno squillo, ok?”
“Certo, guarda che ho 23 anni eh!!…
…Sai Mamma devo ammettere che mi fa piacere poter tornare a Nantes dopo tutto questo tempo, mi manca casa nostra”
“Lo so cara, però lo sai che io e Papà non possiamo tornare per il lavoro e tutto…ah a proposito se li vedi ricordati di salutare da parte mia i tuoi amici Castiel, Rosalya e Priya!”
L’ho guardata rimanendo in silenzio per qualche secondo, sentire pronunciare di nuovo quei nomi mi ha scosso dentro, sento una fitta che mi attraversa tutto lo stomaco fino ad arrivare al petto. Stringo forte il mio pugno poggiato debolmente sulla mia giacca di pelle color nero acceso e con un filo di voce inizio a balbettarle
“O-Okay…”
 
***** ATTENZIONE: ultima chiamata per il treno Thello 220 delle ore 8:15 diretto a Dijon in partenza al binario 4, si prega i gentili viaggiatori di salire a bordo. *****
 
“O-Ora devo andare…”
E senza lasciarle il tempo di dire o fare niente le do un bacio ed inizio a correre senza voltarmi indietro per prendere il treno in tempo. Riesco a salire per un pelo, per poco non finisco azzannata dalle porte di quel bestione metallico, butto la mia borsa sul primo sedile libero della carrozza e mi accomodo su quelle scomode poltrone che mi avrebbero tenuto compagnia per chissà quanto tempo.
Durante tutto il tragitto rimango quasi immobile con la testa poggiata sul vetro freddo e liscio come una lastra di ghiaccio.
Il tempo passava veloce, le lancette ruotavano all’impazzata come le ruote veloci di quel treno, il sole scompare all’orizzonte e le ultime luci diurne lasciano spazio all’oscurità del cielo e alla brillantezza delle sue stelle.
La nebbiolina della sera fluttuava tra gli alberi nel pieno del loro verde estivo, sfumando i loro contorni d’una tinta violacea quasi blu, più pallida, più trasparente quasi come per confondersi con il colore del cielo. Poco lontano si intravedevano, tra il manto alto della brughiera francese, mandrie in movimento, ma non se ne udivano né lo scalpiccio né i muggiti coperti dall’incessante ma allo stesso tempo flebile ed ovattato rumore delle ruote che sfregavano imperterrite sulle rotaie.
 
 
 
Nella mia testa mille pensieri si alternavano incessantemente, pensavo a Nantes, alle sue strade, alle sue vie, ai suoi abitanti…
…erano anni che non vedevo quei posti, che non annusavo l’odore dell’aria di quelle terre, erano anni che non sentivo neanche per telefono i miei vecchi amici, si ovviamente i primi tempi ho provato a rimanere in contatto con tutti loro ma la distanza ha logorato quei rapporti, le amicizie di ognuno cambiavano, le vite cambiavano e non avevamo né il tempo né la voglia di continuare a parlare, ci facevamo solo male.
In fondo gli anni del liceo, erano passati in fretta, senza troppi convenevoli, un giorno eravamo tra i banchi di scuola, il giorno dopo ognuno per la sua strada, chi è andato a Parigi nelle migliori università, chi come me ha cambiato addirittura paese e chi nel suo piccolo ha deciso di rimanere a Nantes per frequentare l’università locale, che per altro era ed è tuttora ritenuta tra le più prestigiose e riconosciute di tutta la Francia occidentale.
Ognuno però a modo suo aveva lasciato una macchia indelebile nel mio cuore, se sono diventata la persona che sono adesso lo devo anche a tutti loro…i professori, Pierrick, Castiel il mio primo amore del liceo, tutte le mie amiche e i miei amici…Rosa, Lys, Alexy, Iris, Armin e…Priya.
Priya, non mi vergogno a dirlo, per me era speciale, il suo arrivo in città è stato indimenticabile e traumatico allo stesso tempo. Il suo carattere sveglio e deciso, la sua sincerità, il non volersi mai farsi mettere i piedi sulla testa…l’ammiravo tanto, per me il liceo era stato duro, okay avevo il conforto dei miei amici, ma allo stesso tempo ho dovuto sopportare le angherie e i soprusi di Ambra, Charlotte, Li, Debrah e tante altre che hanno cercato di demolirmi e rendermi la vita un inferno per chissà quale sporco motivo.
Lei al contrario sempre decisa per la sua strada riusciva a incutergli timore, ero gelosa di questo, ero gelosa di te che riuscivi a stare bene con chiunque indistintamente, in meno di un giorno ti eri fatti amare da tutti per la tua intelligenza e per le tue storie da mille e una notte.
Indubbiamente eri fantastica, eri bella come un fiore del deserto, mi chiedo come sei diventata, sei sempre la stessa di quei gironi oppure il tempo ti ha totalmente cambiata sino a renderti praticamente irriconoscibile ai miei occhi…NO!! Mi rifiuto di crederlo, ti conosco bene, e so che tu non cambieresti mai, sei troppo testarda per farlo ecco ahahah…
Ti ricordi di quando ci siamo viste per l’ultima volta vero? Ovvio che no, ormai è passato così tanto tempo ed io per te sono stata una pessima amica…Illusa sono solo un illusa!
Eravamo sedute su una delle tante panchine lerce, che puoi trovare subito fuori dalla stazione centrale della città, l’una di fronte all’altra con le gambe incrociate.
Io ti urlavo in faccia come una bambina e con le lacrime alla gola che eri solo una stupida, ti urlavo che ti odiavo per il tuo continuo essermi superiore in tutto, anche se in realtà la stupida e gelosa in quel momento ero io.
Tu però non mi ascoltavi, eri lì immobile di fronte a me che mi guardavi e basta stringendomi le mani come se tu stessi cercando di dirmi qualcosa, senza però riuscire ad emettere un suono e senza farti capire da me, cosa volevi davvero dirmi quel giorno e perché sono stata così egoista da non lasciarti parlare?!? Perché sono così fottutamente egoista!! 
Potrai mai perdonarmi per ogni sofferenza, per ogni lacrima che ti ho fatto versare? Perché dovresti…non ne ho idea…ma vorrei solo che perlomeno ci provassi…solo questo…puoi farlo per me?
E nonostante tutto tu quel giorno, quel maledetto giorno eri lì accanto a me, non c’era Castiel, non c’era Rosalya né nessun altro, c’eri tu e solo tu, mi stringevi forte a te e mi dicevi che ti sarei mancata…che ingrata sono stata non trovi...
Eppure sai a discapito di tutte le apparenze tu eri diventata tutto per me, in pochi mesi ti sei fatta spazio nel mio cuore, eri nei miei pensieri e mi restavi accanto contro ogni difficoltà e avversità, e senza mai voler nulla in cambio.
 
"P-Promettimi s-solo che ci rivedremo ancora"
 
Quelle tue parole mi accompagnano ormai da anni, una promessa fino ad ora mai mantenuta, neanche lontanamente ho pensato che un giorno finalmente i nostri sguardi si sarebbero rincrociati, ma forse in fondo il distino ci ha voluto riunire…chi può dirlo?! ahah

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Capitolo 2
*** Il ritorno ***


Dolce Flirt Fan Fiction
 

~ Aspettando Te ~

 
 
 
CAPITOLO UNO
Il ritorno
 
 
***** ATTENZIONE: si informa i gentili viaggiatori che il treno TGV 5214 proveniente da Marne la Vallée Chessy e diretto a Nantes Central è in arrivo al Binario 3, si invitano i signori viaggiatori a non dimenticare eventuali effetti personali sul treno e nelle cappelliere. *****
 
Se ci penso mi viene quasi da ridere, sono passati quattro anni da quel giorno, ma in fondo la città sembra sempre la stessa, gli stessi edifici malconci della periferia, gli stessi alberi, perfino le stesse panchine.
Il cuore batte forte nel mio petto, l’aria salmastra di questa piccola città che passa dalla fessura del finestrino semi-aperto mi riempie i polmoni fino a quasi farmeli esplodere.
Ovviamente qui non c’è nessuno ad aspettarmi, ormai il mio volto un tempo ben conosciuto da tutti sarà stato dimenticato da chiunque e tutti i ricordi condivisi saranno stati sepolti sotto il peso di molti altri nuovi ricordi.
 
 
 
Il treno, che per non so quante ore è stato la mia gabbia, pian piano inizia a rallentare, lo stridere delle ruote sui binari riecheggia nell’aria in tutta la carrozza paralizzandomi l’udito per qualche secondo, finché esso non cessa all’improvviso con l’arrestarsi del moto di quella bestia metallica.
Le porte si aprono, afferro in fretta e furia i miei bagagli e facendomi spazio tra la gente raggiungo l’uscita più vicina, la luce del caldo sole francese mi avvolge immediatamente in un abbraccio, c’è parecchio caldo, una goccia di sudore mi scende dalla fronte bagnandomi il viso.
“Uffa ci mancava solo il caldo, devo assolutamente muovermi ed arrivare agli alloggi prima di morire qua per strada”  
Borbotto tra me e me con tono abbastanza seccato, accelerò il mio passo per arrivare il prima possibile. Accendo il mio telefono per cercare il navigatore…1,6 chilometri pffh che saranno mai 1,6 chilometri sotto il sole cocente e senza neanche un po’ d’acqua...maledizione a me!!
L’asfalto cocente riflette i raggi del sole generando ulteriore calore, il mio camminare si fa sempre più pesante, sono drammaticamente esausta, le mie gambe non si reggono in piedi...oddio devo assolutamente fermarmi...però...sono solo a metà strada cavolo!!
E se mi mettessi a riposare sul prato vicino allo Château magari sotto un bell’albero con il venticello che mi passa tra i capelli...awww Alice su non metterti a sognare ad occhi aperti tanto ancora mancano almeno altri 300 metri prima di arrivarci piango...
L’aria fresca che passa tra i rami verdi di quegli alberi mi inebria l’animo, mi sento sollevata, il caldo mi aveva dato letteralmente alla testa è scomparso del tutto...awww che bellooo mi sento a casa! Non resisto mi faccio un bel pisolino qua sotto...
 
 
 
“A-Alice, Aliceeee?!! Sei tu??”
I miei occhi ancora assonnati si aprono all’istante, questa voce...è così familiare...erano anni che non la sentivo, in fondo non è cambiata per niente.
“AHH che c’è?!! Mmmh...ma che…Eeeeh Rosa?!!”
“NON CI POSSO CREDERE!!! Perché non mi hai chiamata quando sei arrivataa?!!”
Con la stessa frenesia che avevano le sue parole con un balzo mi si butta addosso e senza aggiungere nessun’altra parola mi stringe forte abbracciandomi.
“Ahia! Ahahahah calma calma non sono arrivata da neanche 20 minuti”
“Sono troppi e lo sai benissimo!! Al 21esimo minuto ti sarei saltata addosso”
Mi replica con prontezza.
“Perché ora cosa hai fatto, Scema”
Lei mi fissa per un attimo e poi scoppiamo entrambe a ridere.
“Mi sei mancata!”
“Anche tu!”
 
 
 
Mi sento confusa, dopo aver bevuto un paio di drink guardo con uno sguardo pensieroso il pianoforte dell’AlterCafé mentre nelle mani stringo quello che ormai il terzo bicchiere di Whisky.
“Sai Rosa erano secoli che non vedevo quel pianoforte, quante ne abbiamo vissute a suonare in giro per i locali io, Lys, Iris e si ecco...Cass...”
Rosa per un attimo mi fissa perplessa e con una mano mi sfiora la spalla. Una lacrima mi bagna il viso, si fa strada imperterrita tra i pori della mia pelle fino a raggiungermi il mento e in men che non si dica scoppio in lacrime...molti non lo sanno ma quei giorni sono stati i più belli della mia vita, per la prima volta dopo tanto tempo mi sentivo amata e apprezzata ed è palese che ancora la ferita che si è creata dopo il mio addio è ancora aperta e ben visibile a tutti.
“Tutto bene Alice?”
Con un braccio mi asciugo le lacrime e fingo un sorriso.
“Emh…Si scusami sto bene sto bene, mi sono lasciata sopraffare dai ricordi per qualche secondo”
Il suo sguardo dice molto, è serio ma allo stesso mi trasmette serenità, le sue labbra si muovono, e la sua voce tranquilla e pacata mi rimbomba nelle orecchie.
“Che dici si sta facendo piuttosto tardi, ti accompagno ai dormitori??”
Questa volta non le rispondo, mi limito ad annuire, e con uno scatto in avanti scendo dallo sgabello dell’open bar per dirigermi all’uscita, mentre lei scorrendo la mano sul bancone lucido del locale allunga qualche euro verso il barista.
 
 
 
Il vento nell’aria si è alzato forte, mi scompiglia la chioma nero pece, la temperatura dell’ambiente non ha niente a che vedere con quella di poche ore fa, il freddo si fa strada tra i miei vestiti e penetra fin dentro le mie ossa.
Iniziamo a camminare, e viuzza dopo viuzza ci avviciniamo sempre di più al campus.
“Eccoci qua!”
Il mio sguardo si illumina di colpo, di fronte a me si estende un complesso maestoso, immersi nel verde si ergono alcuni palazzoni in stile classico e solenne che si unificano perfettamente con l’ambiente circostante e le strutture più moderne.
“Dai su Alice, il dormitorio è in questo edificio, io ora vado da quella parte che Leigh ormai mi aspetta da un bel po’, domani ci vediamo eh…organizzerò qualcosa di carino quindi non ti azzardare a dirmi di no”
“Okay okay Rosa...a domani...ti scrivo...un bacio”
Così un po’ a malincuore ci siamo salutate, ancora molto stanca e intorpidita per via dei bicchieri di Whisky mi incammino verso la hall del dormitorio.
 
 
 
“Mi scusi signorina, mi chiamo Alice De Lorraine, devo prendere le chiavi della mia stanza”
La ragazza della hall si gira subito verso di me e dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi prende vari moduli ed una carta dalla sua scrivania.
“Si la stavamo aspettando, lei alloggerà al terzo piano, stanza 304, metta una firma qua, per qualunque problema con la stanza può tranquillamente rivolgersi qua, le ricordo che questo è un dormitorio separato quindi è severamente vietato entrare in camera con ragazzi”
“Si o-okay, grazie mille, arrivederci”
 
 
 
Ecco la camera, è una camera doppia quindi la dividerò con una ragazza dell’università, spero solo che potrà essere una bella convivenza...mmmh ma non c’è nessuno, boh sarà uscita, vuol dire che la conoscerò domani.
Al centro della stanza ci sono diversi scatoloni ed un paio di valigie, io in confronto ho viaggiato piuttosto leggera con le mie due valige...Uffa sono stanchissima, non ho la minima voglia di disfare le valigie, farò tutto domani…bene già comincio a procrastinare un urrà per me...
Quindi prendo al volo il primo pigiamino che trovo nello zaino e mi butto sotto le coperte, ad un tratto mentre sono sul punto di chiudere gli occhi il mio telefono emette un suono.
 
***** DIIING NUOVO MESSAGGIO *****
From Rosa:
Allora Alice,
Domani sera andremo al Le Lieu Unique, quello che dà sul Canal Saint-Felix non so se ricordi ci hai suonato qualche volta. Ci saranno anche gli altri del liceo!!
Bizz
 
Oh un messaggio da Rosa…ci saranno quelli del liceo?? Ma che intende, di chi parla…non mi dire che…
In fretta e furia scrivo quello che mi viene in mente...okay può andare bene credo...eh invio
 
***** DIIING NUOVO MESSAGGIO *****
From Rosa:
È una sorpresa non ti angosciare troppo ahah 
A domani Bizz
 
Di riflesso butto la testa sul cuscino, la mia mente è piena di strane sensazioni, di ricordi e di preoccupazioni, le palpebre si fanno sempre più pesanti ed in men che non si dica mi addormento tra le lenzuola semi-disfatte di quel letto.
 
 
 
Le prime luci dell’alba superano i vetri delle finestra e passano indisturbati tra le fessure delle tende semi-chiuse, il loro calore mi avvolge e lentamente le mie palpebre si aprono.
Mi porto le mani sul volto e ancora assonnata mi sgrano gli occhi, e con un colpo secco butto di lato le coperte.
Un altro nuovo giorno è alle porte, non sono sicuramente al massimo delle energie, forse per la bevuta di ieri o forse per i mille pensieri che mi sono fatta prima di prendere sonno chi può dirlo, però sono oltremodo fiduciosa...cavolo erano anni che non avevo questa occasione non posso lasciarmela sfuggire quindi sorridi Alice sorridi, sarà una bella giornata.
 
 
 
Le ore passano veloci, giusto il tempo di sistemare le cose e fare un mezzo giretto in centro e già si sono fatte le 18.
Mi affretto per tornare in camera per cambiarmi per poi poter andare al luogo dell’incontro.
Nella mia testa la musica degli auricolari rimbomba all’impazzata
 
“Oh ma douce souffrance 
Pourquoi s'acharner tu recommence 
Je ne suis qu'un être sans importance 
Sans lui je suis un peu paro 
Je déambule seule dans le metro 
Une derniere danse 
Pour oublier ma peine immense 
Je veux m'enfuire que tout recommence 
Oh ma douce souffrance 

J'aime le ciel, le jour, la nuit 

Je danse avec le vent la pluie 
Un peu d'amour un brin de miel 
Et je danse, danse, danse, danse, danse, danse, danse 
Et dans le bruit, je cours et j'ai peur 
Est ce mon tour? 
Vient la douleur... 
Dans tout Paris, je m'abandonne 
Et je m'en vole, vole, vole, vole, vole, vole, vole, 
Que d'espérance. 
Sur ce chemin en ton absence 
J'ai beau trimer, sans toi ma vie n'est qu'un décor qui brille, vide de sens 

J'aime le ciel le jour, la nuit 
Je danse avec le vent la pluie 
Un peu d'amour un brin de miel 
Et je danse, danse, danse, danse, danse, danse, danse 
Et dans le bruit, je cours et j'ai peur 
Est ce mon tour? 
Vient la douleur... 
Dans tout Paris, je m'abandonne 
Et je m'en vole, vole, vole, vole, vole, vole, vole”

 
 
In un attimo mi vesto e canticchiando ancora le note di Derniere Danse mi dirigo verso il Parco Elisa-Mercoeur in direzione dell’Erdre.
Me lo ricordavo più vicino questo posto onestamente...mbah ma di qua non è che vado verso la Cattedrale di Saint-Pierre?? No no ma io devo andare di là...Merda! dove cazzo sono finita ora...ma poi proprio ora dovevi scaricarti insommaaa telefono di merda ti ho pagato 700 euro...aspetta ma quella è Rosa!
“Rosalyaaaa!!! Ti ho trovata”
Lei mi fa cenno di seguirla ed appena mi ha a tiro mi si fionda addosso
“Eccoti Finalmente, ci hai messo una vita”
Io trattenendo le lacrime a stento le do un bacio sulla guancia
“Menomale che ti ho trovata Rosa”
“Scema dai muoviti che sono già tutti lì”
Mi ribatte immediatamente mentre con una mano mi afferra per il braccio e mi trascina a forza verso di lei, quando ad un tratto mi sento tirare via da lei
“Aliceeee!!! sei diventata uno schianto, quasi quanto il sottoscritto modestamente”
Mi sento stritolare, certo che sei sempre lo stesso...forse un po’ più figo devo ammettere ahah…
“Così mi ammazzi, mica puoi rinunciare alla tua amica del cuore”
“Oh scusami ahah non sono riuscito a trattenere la mia forza bruta”
Mi ribatte in tono ironico e scanzonato, facendomi l’occhiolino.
“E per m-me nessun abbraccio vero??”
D’un tratto una voce interrompe il nostro scambio di parole. Il mio volto sbianca di colpo ed involontariamente inizio a tremare...non ci posso credere, sei veramente tu...lei si erge di fronte a me, le lacrime scendono veloci dal suo volto...si vede cerchi di trattenerle con tutte le tue forze ma loro imperterrite scappano lontane.
Senza pensarci due volte mi precipito verso di lei non voglio vederla versare neanche una lacrima in più, lei mi accoglie fra le sue braccia, mi stringe più forte che mai e mentre l’aria ci spinge i capelli al vento lei con una voce tanto dolce quanto sensuale mi sussurra
"In fondo sapevo che saresti tornata".
 
 
 

NOTE D'AUTORE
Ciao a tutte care lettrici,
Come già molte di voi saprete questa è la prima Fan Fiction che scrivo ed a cui dedico l’anima.                                                                                                                               
Questo capitolo, come anche gli altri capitoli in futuro, ha subito un restauro totale, infatti mi sono voluta soffermare maggiormente sui dettagli che avevo trascurato, dando un contesto più delineato, un migliore background, ed una migliore scorribilità al tutto, eliminando molti errori.
Per ottenere ciò ho fatto una scelta coraggiosa e mi sono allontanata dalla trama e dai luoghi descritti dalla Beemoov in Dolce Flirt Università.
Spero che apprezzerete i dettagli messi nella descrizione dei tragitti del treno, negli orari e dei luoghi di Nantes.
Tuttavia il capitolo contiene tuttora, anche dopo questo totale restyling, molti spunti per poter migliorare, vi prego infatti se avete anche solo qualche secondo libero di lasciare una recensione o anche solo un commento o una riflessione per aiutarmi a migliorare.
 
Per chi non avesse mai letto la versione iniziale di questa storia, ricordo che questa farà parte di una serie formata da 2 storie, infatti vorrei scrivere un prequel in cui vengono raccontate le vicende della mia dolcetta, che si chiamerà “Destini Intrecciati”.

Grazie mille per aver letto o riletto questa storia, ci vediamo come sempre al prossimo capitolo della storia

AliceDeLore

 

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Capitolo 3
*** Vorrei solo un raggio di sole... ***


Dolce Flirt Fan Fiction
 
~ Aspettando Te ~
 
 
                                                                        Musica consigliata per la lettura: Cold ~ Jorge Mendez
https://www.youtube.com/watch?v=XBzkIomfrlA&t=14s
 
CAPITOLO DUE
Vorrei solo un raggio di sole...
 
La mattina è fredda, tremendamente fredda…il mio corpo immobile è accosciato in questo gelido letto, le coperte avvolte su loro stesse, quasi come se volessero simulare un abbraccio, non sono sufficienti per tenermi al caldo.
Mi manca il suo calore, mi manca terribilmente quel raggio di sole in grado di insinuarsi fra i lembi della mia pelle sino a farla ardere dall’interno.
L’oscurità mi assale, il gelo si muove imperterrito partendo dalle dita dei piedi sino alle punte dei miei capelli secchi, mi sento come in un limbo, come se stessi rivivendo quegli istanti della mia vita che tanto volevo non dover più rivivere in una sorta di déjà vu.
Una sensazione strana di abbandono e di vuoto si fa spazio nel mio animo e il mio spirito talvolta grida di andarsene lontano, lontano da qui, lontano da ogni mio dubbio, da ogni mia sofferenza...nell’oscurità fisso con i miei occhi semilucidi le mie mani, queste piccole dannate mani che da anni ormai sembrano essere diventate inutili e che nonostante ogni mio sforzo non mi permettono più di suonare quel maledetto piano, che non mi consentono di accarezzare quei tasti bicolore che in fondo erano stati i miei primi e forse unici amici dopo la mia partenza e che da quel giorno sono diventati anch’essi freddi come il ghiaccio.
Le nuvole ricoprono interamente questo cielo che di blu non sembra più avere nulla, è vuoto, grigio e buio, il sole non riesce a infrangere quello scudo, uno scudo così soffice ma allo stesso tempo così dannatamente duro ed impenetrabile.
Le gocce d’acqua iniziano a scendere copiose fino a inzuppare i vetri della finestra penetrando tra quelle fessure lasciate incautamente aperte ieri sera.
 
 
Forse sono stupida a pensare che tutto possa ritornare come prima, ma ogni volta mi illudo perché non voglio o quantomeno non riesco ad accettare la realtà, una realtà triste, una realtà che fa schifo e non fa altro che deludermi, lasciandomi continuamente indietro, lasciandomi seduta in un angolo a piangere lacrime che col tempo diventano ancora più tristi e penetrano ancora di più nelle mie guance.
Ogni mio sogno, ogni mia speranza di essere felice mi è stata strappata via ed ancora non riesco a capire il perché...mi sono meritata tutto questo oppure è stato solo un crudele scherzo del destino che prima mi ha dato le ali per volare in paradiso per poi bruciarmele come Icaro facendomi cadere a terra con una forza inaudita in quel maledetto incidente.
Sapete ricordo ancora quel giorno, era una tarda mattinata come tante altre, potevano essere le 9:30 del mattino e come ogni mattina dovevo presentarmi alle prove del conservatorio di Milano, era la mia grande occasione di essere finalmente notata e di poter suonare finalmente alla Scala, il sogno di una vita per una pianista no?
Ma si sa che le ventenni non ragionano mai con tutto il cervello. Quella mattina totalmente non curante del pericolo sfrecciavo come una pazza su quell’asfalto così scivoloso e così gelido dell’inverno milanese in una corsa che da lì a poco mi avrebbe fatto perdere tutto, del resto avevo in testa solo le prove, avevo in testa solo il mio grande sogno.
Non voglio sembrare melodrammatica però avrei tanto voluto essere arrivata in ritardo quel giorno. Vorrei avere solo un'altra opportunità, un’altra chance per cancellare tutto e per tornare a meravigliare tutti con le mie note, quelle note che erano così felici e così piene di vita e che per me erano sufficienti per scacciare via quei nuvoloni neri dando una nuova luce e una nuova brillantezza al cielo.
 
 
Tu Priya ovviamente non potevi saperlo, non abbiamo avuto né l’occasione di guardarci negli occhi né semplicemente di parlarci in questi lunghi anni.
La tua richiesta era più che legittima, poter riascoltare quelle note esattamente come l’ultima volta che ci siamo viste, in fondo lo vorrei anche io con tutta me stessa...e non potevi di certo immaginarti che quella piccola stella che un tempo fissavi dalle gradinate sotto il palcoscenico e che ti faceva brillare gli occhi di gioia si sarebbe spenta per sempre e che non avrebbe più illuminato i tuoi bellissimi occhi.
Essere lì sopra mi faceva sentire bene, dannatamente bene, mi faceva sentire importante soprattutto quando c’eri tu ad osservarmi...e tu non mancavi mai, mai e poi mai, eri sempre lì ad ogni mia esibizione, ad ogni mio concerto, eri lì anche quando con Castiel, Lys e gli altri del gruppo facevamo le serate riempiendo interi locali di gente, venuti solo per la nostra musica.
Forse ho reagito male ieri sera scappando in lacrime, non avrei mai dovuto accettare quella richiesta, per me era un peso troppo grande, non volevo deluderti, non volevo mostrarmi debole ai tuoi occhi...quella tua espressione, il tuo volto così triste, sconsolato e pieno di pietà mi ha spezzato il cuore...ci ho provato ma non sono davvero riuscita a contenermi, non so cosa provo ma vorrei essere di più, vorrei tornare a brillare come un tempo solo per vederti ancora una volta felice, solo per vedere quella espressione di stupore e meraviglia che tanto mi piaceva...
Forse dovrei scriverti, ma non so cosa dire, talvolta le parole hanno più significati, talvolta tutti i nostri pensieri sono sospetti ed inesplicabili, le parole non potranno mai descrivere quello che provo, non potranno mai descrivere come mi sono sentita in quel momento.
Forse dovrei cercare di mettere insieme ogni parola, ogni sensazione, ogni sentimento che ho dentro per sfogarmi con te che sei sempre stata un ancora di appoggio, con te che sei la mia migliore amica...o forse dovrei solo scriverti un “Mi dispiace”, in fondo di sicuro non ti importerà più di me come ti importava un tempo...in fondo sono solo un ipocrita...
 
***** DIIING 4 NUOVI MESSAGGII *****
From: Priya
Alice, Come stai?
Siamo tutti in pensiero per te, perché sei scappata così all’improvviso?!??
Allora...ecco chiama appena puoi...
 
Una lacrime scende di nuovo dal mio viso bagnando il cuscino, e strozzando ancora una volta il mio pianto butto il telefono sul comodino guardando con la coda dell’occhio il panorama del giardino irrigato dalla pioggia di questa fredda mattinata.
“Mi dispiace per tutto...Priya”
 
 
 
NOTE D'AUTORE
Ciao a tutte care lettrici,
Dopo un lunghissimo periodo di attesa dovuto a diversi miei problemi personali sono riuscita a rimettermi a scrivere.   
Questo capitolo è più breve dei precedenti e con tutta probabilità anche di quelli che verranno dopo, l’ho voluto strutturare come una sorta di monologo interiore, che rappresenta le mie emozioni traslitterate e raccontate dalla mia dolcetta.
Come ho già detto in precedenza tuttavia questa storia contiene tuttora molti spunti per poter migliorare, vi prego infatti se avete anche solo qualche secondo libero di lasciare una recensione o anche solo un commento o una riflessione per aiutarmi a migliorare.
 
Un bacio,
AliceDeLore           

 

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