This Is a Promise

di nes95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno: Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciassette ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciotto ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannove ***
Capitolo 20: *** Capitolo Venti ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventuno ***
Capitolo 22: *** Capitolo Ventidue ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitrè ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventiquattro: Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno: Prologo ***


Chi siamo?

Semplice.. Siamo Amalia, per gli amici Amy, ed Alexsandra, o meglio Alex, Abbiamo16 anni e viviamo a Los Angeles.

Frequentiamo il terzo anno nella scuola superiore del nostro quartiere. La nostra più grande passione è la musica, tutta la nostra vita.

Canto da quando ho imparato a camminare, io e miei amici abbiamo formato una Band, gli Firehouse, di cui io sono la voce, ma a volte strimpello anche il pianoforte. Non si addice al mio stile, ma a volte ho bisogno di calmarmi dopo ore e ore di assoli di chitarre elettriche e bassi. Dopo la scuola seguo i corsi al conservatorio della mia città, è quasi come la mia seconda casa.

Io e la mia migliore amica, Alexandra, Alex per gli amici, la frequentiamo da anni ormai. Io seguo corsi di canto, mentre lei di chitarra, il suo ruolo nella band. Sam è il nostro bassista, nonché mio fedele confidente e compagno di classe, Max, il nostro secondo chitarrista, il simpaticone del gruppo, e mio professore personale di chimica.

Infine c'è Devon, un ragazzo a volte un po' chiuso e problematico, non ha mai svelato troppo di sé. Loro sono i nostri migliori amici e compagni di avventure. Odiamo la musica commerciale, lamentosa, troppo conosciuta e ascoltata, e odiamo anche i deficienti che le cantano. Esempio? Nick Jonas, un piccolo divo della televisione inseguito da povere fan urlanti e scalmanate, che si umiliano per avere un pezzo di carta con sopra il suo nome.

Il mio sistema nervoso subisce gravi danni solo guardandolo cantare, per poi fare quei sorrisetti fra il malizioso e lo scocciato ai suoi interlocutori, credendosi il re del mondo. Lui di musica non sa niente, come non sa niente della vita, brutto ragazzino viziato strimpellatore da quattro soldi.

So benissimo che questo è quello che pensa la gente di me, come del resto la mia migliore amica Alex. Le nostre sono tra le famiglie più benestanti ed agiate, per non parlare di quanto sono in vista.

Nonostante la popolarità a scuola, i soldi, gli amici che abbiamo, non facciamo parte di quella categoria di ragazzi superficiali che pensa solo alla popolarità e alle firme.

La nostra vita è la musica, e noi viviamo solo di questo.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


La sveglia suonò puntuale come sempre.

Anche troppo puntuale!

"Ehi bruna!" Alex si fiondò sul mio letto, cadendo a peso morto sul mio povero corpo, già debole di suo.

"Luce..." borbottai alla finestra aperta, grazie alla quale numerosi raggi di sole facevano capolino nella stanza. "Già, l'ha inventata Dio insieme a all'acqua e alla donna" sorrise sarcastica la mia migliore amica.

Grugnii e mi tirai le coperte fin sopra alla testa.

"Intendevo dire che ce n'è troppa" spiegai dal mio nascondiglio caldo e soprattutto BUiO.

"E io intendevo dire che non me ne importa niente perchè le frittelle di Linda si raffreddano" Linda era la mia tata e mamma in seconda, da quando la mia lavora 355 giorni all'anno.

"E vai allora"

"Certo che ci vado, prima però voglio assicurarmi che tu ti alzi e ti fai una doccia, hai una faccia..." e sorrise ironica.

"Sai com'è, ho una migliore amica pazza che mi fa partecipare a tre feste a serata" ribattei io sarcastica. "Davvero? Devi farmela conoscere" la guardai male "Ora vado, se quando torno non sei pronta ti lincio" e stavolta fu il suo turno di guardarmi male.

Poi uscì richiamata dalle frittelle della tata. Mi alzai e mi diressi a passo incerto al grande specchio della mia camera.

Oh, dio, sono orribile! pensai, poi strascicando i piedi mi diressi sotto la doccia.

"Meno male!" esclamarono Max e Devon vedendoci davanti scuola "Pensavamo vi fosse perse" disse Devon. "E con ciò voleva dire che speravamo vi foste perse" scherzò Max, io gli feci una linguaccia e Alex gli tirò un "amichevole" schiaffo dietro la nuca.

Entrammo nell'istituto ancora ridendo.

"Bruna sei ridotta maluccio" disse Max avvicinandosi a me e notando le occhiaie sotto gli occhi. Sbuffai e Tutti risero.

"Non reggo bene le poche ore di sonno" mi difesi debolmente. Devon affiancò il suo migliore amico e insieme perlustrarono il mio viso fino al suono della campanella, quando i due corsero in classe per la verifica di spagnolo.

"Scommessa" disse Alex avvicinandosi a me nel corridoio ormai deserto.

"Spara" le dissi stancamente soffocando uno sbadiglio.

"Una corsa fino all'aula di letteratura, se vinci ti lascio stare con feste e annessi fino alla settimana prossima"

"E se perdo! chiesi cauta.

"Stasera c'è una festa a casa di Jhonny" disse semplicemente, considerai l'idea per un po'.

Poi presi a correre urlando "Via!" e insieme raggiungemmo l'aula .

"Ciao Sam" dissi allegra e mio malgrado completamente sveglia dopo la corsa mattutina. Il ragazzo in questione alzò gli occhi dal quaderno degli appunti e diede un bacio sia a me che a Alex.

"Ho provato una canzone che è la fine del mondo, ma credo ci sia bisogno del pianofor..."

"Signor Fredet al suo posto" lo richiamò la professoressa, lui mimò un "Poi ti spiego" e tornò al suo posto.

La giornata passò normalmente, tra scherzi, lamentele sui prof. e tanta musica.

"Direi di andare in conservatori a provare questa tua grande idea" disse Alex a pranzo, tutti ci dichiarammo d’accordo e dopo le lezioni ci ritrovammo all'entrata dell'istituto.

"Non possiamo prendere la macchina" annunciò Sam venendoci in contro. Mi strinsi nella giacca a vento e sistemai la sciarpa.

"E perchè mai?" chiese Devon mettendo le chiavi della sua auto in tasca.

"C'è un concerto sta sera nel teatro vicino al conservatorio e hanno bloccato tutte le strade, a quanto pare è un tipo grosso" spiegò. Scoppiai a ridere”

"Si, Elvis" dissi ironica facendo ridere tutti.

"Scusate ma io sto congelando, direi di andare, se no non arriviamo più" si lamentò la mia migliore amica stringendosi anche lei nella giacca. I ragazzi si dimostrarono d1accordo e insieme ci avviammo verso la sala prove.

"Wow" disse Devon quando arrivammo nei pressi del conservatorio, Elvis era un eufemismo in confronto, strade sbarrate, omoni vestiti di nero e fiordi di ragazze urlanti caratterizzavano tutta la zona.

"Ma che succede?" chiese saggiamente Alex avvicinandosi ad un gruppo di ragazzine poco più piccole di noi.

"Non lo sapete?" chiese a sua volta la ragazza che sembrava più grande.

"No" risposi io semplicemente.

"Oggi si esibisce qui Nick Jonas!" urlò un'altra, bassina e fuori forma.

"Ok, ora anche in Birmania lo sanno"

disse sarcastico Sam per l'urlo della ragazza. Devon accennò un sorriso mentre Max si stava tenendo la pancia dalle risate.

Tornammo a guardare la scena, tutte le ragazze guardavano ed acclamavano una porta rossa con al fianco due guardie del corpo.

Poi successe.

La porta si aprì e le ragazze gli corsero incontro urlando.

Le accolse con aria da super star, con quel sorriso strafottente e malizioso.

Io rimasi ferma lì.

Mi sembrava che il tempo di fosse fermato; mi sembrava che niente, da quel momento in poi, avesse potuto cambiare il mio umore. Lui era di fronte a me. Tra tutte quelle ragazze che gli sparavano decine di flash sul viso e gli mettevano davanti foglietti bianchi e diari, e mi guardava.

Sì, mi guardava.

Ero ipnotizzata. Quella massa di fan urlanti continuava a fargli firmare autografi ed allungavano il braccio per farsi foto con lui. Io però, guardavo ancora lui. Il suo sguardo cadeva curioso su di me. Io, che rimanevo ferma immobile, incapace di compiere qualsiasi azione, ero in grado solo di sostenere quello sguardo.

Rimasi in trance fino a quando Sam non mi tirò per un braccio.

“Andiamo, ho accumulato abbastanza nausea per oggi” disse sprezzante. Mi ripresi all’istante e mi unii alla sua ristata.

Mi mise un braccio intorno alle spalle e insieme entrammo nella sala prove.

 

Salve a tutte. Posto un altro capitolo oggi perchè mi sono resa conto che non ho parlato poi molto di chi sono veramente i nostri protagonisti, spero solo che avendo qualche informazione in più voi possiate recensire, anche negativamente. le critiche daltronde servono a crescere no?

comunque un grazie a Ada12 e noemi___lovelovelove per aver messo la storie tra le preferite,

un bacio

Nes

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


“Bene, DO, passa in MI minore…ancora DO” Sam strimpellava piano la chitarra insegnando la melodia a Alex.

Presi un foglio bianco da una risma poggiata su una scrivania e misi in bocca la matita, in cerca di ispirazione, facendola dondolare da un lato all’altro. Ma dopo 17 minuti il foglio era ancora bianco.

“Ma dai Amy, la musica è fantastica! Non può non venirti il testo” mi sgridò Max, gli lanciai un’occhiata di fuoco e ritornai con gli occhi al foglio.

“Ma dov’è finito Devon?” chiesi borbottando. Era il suo il compito di essere profondo, figurati, io, la regina di ghiaccio che non sa amare, scrivere una canzone d’amore! Era come dire ad Alex di stare seria!

“A lezione, a proposito, dovresti andare anche tu, la tua comincia…tra 90 secondi” disse Devon entrando in sala. Stavo ancora tentando di trovare le parole per quella maledetta canzone, poi riscossi. 90 secondi?!

Mi alzai di botto e presi giacca e zaino al volo, prima di fiondarmi a volo nel corridoio.

Rallentai il passo solo quando arrivai nei pressi dell’aula, mi diesi una sistemata molto sommaria e cercai di respirare normalmente, preparai un sorriso innocente ed entrai in aula, pronta alla paternale dell’insegnante di turno. Quel giorno fui fortunata, non era ancora arrivato nessun professore. Sedetti in ultima fila come sempre, sarebbe stato più facile distrarmi se si fosse trattato di una delle solite lezioni di teoria. Una ragazza con un caschetto biondo platino che ricordavo chiamarsi Sophie accennò un saluto con la mano e io risposi con un mezzo sorriso.

Il cellulare annunciò l’arrivo di un SMS, digitai il codice e lessi il messaggio.

“quanto starai in punizione stavolta?” Max, ma come è simpatico.

“Chi ti dice che debba sempre comportarmi male?XD” scrissi, inviai e mi concessi un secondo che ridere sotto i baffi. La risposta arrivò rapida e ironica.

“Anni di esperienza” Scoppiai a ridere facendo girare tutti nel raggio di tre banchi, poi fui interrotta dall’arrivo della preside.

“Ragazzi, siate lieti di dare il benvenuto a un mio amico e vecchio studente di questa scuola” tutti i ragazzi erano eccitati “Nick Jonas” Alzai la testa dal display del cellulare, giusto in tempo per assistere all’entrata della star, camicia bianca e jeans strappati chiari, tutte le ragazze liberarono un urlo e si accalcarono verso di lui. Una enorme guardia del corpo comparve praticamente dal nulle e si parò davanti al ragazzo che sfoderò il suo sorriso da bello e impossibile e ci guardò tutte maliziosamente. Mi venne quasi da vomitare, Sophie e altre ragazze cercarono con scarsi risultati di avvicinarsi a lui, la preside spazientita urlò un “Basta” che fece calmare gli animi e gli ormoni di tutte le ragazze. Ripresero ognuna i loro posti, mi sedetti meglio sulla sedia, fu offerta una sedia alla star su cui si sedette in maniera volgare e continuò a posare gli occhi sulla sulle ragazze. La lezione fu puramente a titolo informativo, eravamo liberi di fargli domande e chiedere tutto quello che volevamo.

Le fan si buttarono su questa opportunità ma non diedi minimamente peso all’intera lezione, presi un quadernetto e ricominciai a sforzarmi sul testo della canzone, pensavo alla melodia. Era fatta per una canzone d’amore, sicuramente.

Amore… Cuore… Decisamente troppo scontato.

Odio e Amore…Ti amo perchè quando ti vedo vorrei… Vorrei…

“Signorina Grant!” disse la preside, tutti gli occhi della sala, compresi quelli della star dietro la cattedra si puntarono come riflettori su di me.

“Si'?” chiesi innocentemente.

“Lei non ha una domanda per il signor Jonas che è venuto tanto gentilmente?” chiese la preside. Sorrisi malignamente.

“Ora che mi ci fa pensare una domanda l’avrei” sorrisi nella maniera più naturale possibile prima di rivolgermi personalmente al ragazzo “Ti alleni per essere così patetico oppure è una dote che viene fuori naturalmente?” dissi spiazzando tutti. Lui mi guardò gelido, poi rise per mascherare l’imbarazzo.

Anche la preside rise, poi concesse la parola a Jennifer, che gli chiese non so che cosa. Io tornai a concentrarmi sulla canzone.

Ti odio perchè sei patetico scrissi sul quadernetto, la campana suonò, presi le mie cose e raggiunsi Sam e Max all’ingresso.

“Ehi! Cos’è quella faccia?” chiese Sam mentre ci avviavamo verso il parcheggio, lo guardai male, poi indicai una Porsche Carrera grigio metallizzata, con a bordo la star che salutava con un cenno della mano tutte le ragazze.

Max scoppiò a ridere “Non dirmi che è stato da voi a lezione” non ce la faceva più dal ridere. Che ci trovava poi di divertente? Scossi la testa, poi raggiunsero la Lamborghini di Alex.

“Quando l’hai presa?” chiesi salendo davanti, i ragazzi si sistemarono dietro. “Ho chiamato il cagnolino di papà” disse lei con non curanza, prima di mettere in moto e partire, per poi sgommare davanti all’auto del ragazzo. Ridemmo, poi mettemmo la musica a palla e ci avviammo verso casa.

 

Buona sera! Grazie a

ada12

alice brendon cullen

noemi___lovelovelove

per aver messo la storia tra le preferite, e grazie anche a

gaara4ever

per averla messa tra le seguite. Passando ai ringraziamenti…

Lilian Malfoy: grazie per essere stata la prima a recensire, come ti ho già spiegato la storia prima prevedeva che il personaggio si chiamasse Nick Twins ed era stata messa nella sezione “Originali”, mi dispiaceva cambiarla totalmente! spero che questo capitolo sebbene piccolo ti piaccia…

PrInCeSsMaLfOy: giaà, davvero determinate! I personaggi si ispirano a ,me (Alix) e alla mia mia ex migliore amica (Amy), infatti molti pezzi dei capitoli non sono scritti o concepiti da me! bellissima comunque la tua storia!! e ho fatto un piccolo errore, mettendo una risposta per Lilian Malfoy nella tua recensione! Ma vabbè, a tutti è concesso sbagliare no?! spero che commenti anche questo capitolo, un bacio!!

AVVISO

Posterò anche domani e se mi sarà possibile dopo domani, poichè sabato parto per dieci giorni con degli amici e non mi sarà possibile recensire o postare alcun capitolo, Sorry XD

Un bacio

Nes

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Dopo le lezioni mi chiusi in una stanza relativamente piccola, con solo un pianoforte e un microfono. Ovviamente era insonorizzata.

Misi lo spartito della canzone sul leggio, poggiai il foglio con le parole e mi sedetti sullo sgabello.

“Ti odio perché… ma ti amo…” Provai a suonare qualche accordo, le note scivolavano lente al tocco delle mie dita sui tasti, non riuscivo però a trovare le parole, come se volessero giocare a nascondino.

“Perché quando sorridi…Perché non sai sorridere…no, ridere” soddisfatta scrissi le parole sul foglio e rimisi le mani sui tasti.

“Bella canzone” sentii dire alle mie spalle. mi voltai piano, ritrovandomi di fronte…LUI.

“Lo so” risposi con un sorriso che di vero non aveva niente.

“Sei modesta” rise lui, ecco, ora mi stava irritando.

“Non è una mia qualità, e non lo è nemmeno la pazienza quindi” e sorrisi sarcastica “a meno che tu non voglia rispondere alla domanda dell’altra settimana, saresti pregato di andartene, mi stai dando altamente fastidio” sbottai, poi ridirai verso lo strumento e tornai a pensare alla canzone.

Ti odio perché so che non sei tu…che non è questo il tuo ver…

“Hai ragione, è da maleducati non rispondere alle domande che ti si vengono poste. Ghignò maliziosamente e si sedette affianco a me. Rimasi impietrita, poi mi alzai e mi avvicinai alla piccola finestra sulla destra.

“Non hai nient’altro da fare?” chiesi dopo un po’ di silenzio.

“No, veramente no” rispose, poi cominciò a suonare la canzone grazie agli accordi ancora sul pianoforte. Corsi e glieli tolsi di mano, ma fu più veloce di me, riuscì a prendere il pezzo di foglio su cui erano scritte le parole. Lesse e sorrise nuovamente.

“Che c’è ora?” sbuffai girandomi nella sua direzione.

“Le parole, sono cariche di risentimento. Ti odio perché sei patetico” lesse ad alta voce prima di ridere ancora. Ringhiai piano e mi avvicinai a lui, presi il foglio e lo misi al sicuro nello zaino, guardandolo in cagnesco.

“Permalosa” mormorò, poi cominciò a suonare una melodia lenta e dolce, da diabete, portandone il ritmo con la voce. Valutai se rimanere lì o andare via, optai per la seconda, presi lo zaino, la giacca e la matita, poi mi avviai verso la porta.

“Come sei scortese” disse lui senza smettere di suonare. Quanti insulti era in grado di dirmi?

“E perché mai?” dissi a mia volta.

“Non lo sapevi che si saluta quando si va via?” mi riprese. Aprii la bocca dallo sgomento per un attimo, poi mi diedi una controllata e il mio tono si fece sarcastico.

“A mai più rivederci Nick” dissi calcando sull’ultima parola.

“Arrivederci…”

“Amalia”

“Amalia” e sorrise ancore, uscii sbattendo la porta e posso giurare che stava ridendo ancora.

 

 

“Tu cosa?” mi chiese Alex facendo la stessa espressione che avevo fatto io poco prima.

“Quello che ho detto, è venuto lì e si è messo a sentenziare sulla canzone e sulle parole, allora io l’ho insultato e sono andata via” spiegai ancora, era più o meno la diciassettesima volta, e non avevamo ancora incontrato i ragazzi!

“Secondo me sei esagerata”

“Ma ché?” dissi alterandomi.

“Lui vive la vita secondo il suo stile, noi la nostra secondo i nostri parametri”

“Che dovremmo rivedere” mi ignorò.

“E poi, guarda che non è male, su dai, è…accettabile” mi fermai di botto, mi guardai intorno, sperando che nessuno avesse sentito l’ignobile cosa che era uscita dalle sue labbra, trovai solo gli alberi del parco e un paio di vecchietti mezzo addormentati.

“Tu” cominciai, eravamo l’una di fronte all’altra, avanzai di un passo e lei indietreggiò.

“Hai detto” feci un altro passo avanti e lei un altro indietro.

“Che quell’essere” ancora io uno in avanti e lei uno indietro.

“E’…accettabile?” e cominciai a correre urlando, lei rise e cominciò a sua volta a correre, facendo svegliare i vecchietti, poi la torturai di solletico per il resto del pomeriggio.

 

 

Sera a tutte! mi scuso per la lunghezza del capitolo, ,ma devo correre a prendere le ultime cose per la partenza! Mamma mia, che stress, ho già preparato tutto, convinta di non aver dimenticato niente… povera illusa! Bene, prima di passare ai ringraziamenti vorrei farvi presenti che ho scritto una shot nella sezione originali, è cortissima, mi farebbe piacere che lasciaste un commento! Bene ora:

ada12: grazie! eh lo so, sarà la caratteristica di Nick in questa storia! Lui vanitoso e lei incapace di amare, ne vedrete delle belle!! spero che questo capitolo ti piace, al prossimo aggiornamento!!

PrInCeSsMaLfOy: grazie per i complimenti, se ti è piaciuto allora voglio già rivelarti una cosa, ci sono MOLTI dibattiti di questo genere Amy è una tosta! Al prossimo aggiornamento mio o tuo!!

noemi___lovelovelove: grazie, mi fa piacere sentire che questa storia piaccia, quando la postai con il vecchio account non riscosse molto successo!! Spero che questo capitolo ti piaccia!

Grazie anche a

ada12 alice brendon cullen noemi___lovelovelove per aver messo la storia tra i preferiti e a gaara4ever michig per averla messa tra le seguite e a tutte le persone che leggono. Mi aspetto più commenti però, non abbiate paura!! Mica mangio!

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


“Ti ho mai detto che odio i mercoledì?” chiesi a Sam che mi abbracciava ridendo.

“Solitamente le persone odiano il lunedì” disse lui senza allentare la presa dalle mie spalle, nonostante sapesse che non volevo.

“E invece no, io odio i mercoledì” ribadii quando riuscii a liberarmi dalla sua presa. Ci raggiunsero Alex e Devon, litigando fortemente.

“Ok, che succede ora?” chiesi sedendomi sulle scale della scuola.

“Lui” disse semplicemente Alex. Certo, ora mi è tutto MOLTO più chiaro!

Vendendo che nessuno rispondeva Devon si sedette e rispose.

“Parto” disse senza il coraggio di guardarci in faccia.

“COSA?” chiedemmo all’unisono io e Sam, poco prima di essere raggiunti da Max.

“Che succede?” chiese anche lui spegnendo la sigaretta e voltandosi verso di noi con un sorriso tranquillo.

“Parte” dicemmo io e Alex guardando in cagnesco il diretto interessato.

“COSA?” ecco lo sapevo…

“Ehi calma. Mica per sempre” cercò di rassicurarci lui.

“Ah no? sei mesi ti sembrano poco?” chiese Alex assumendo un colorito verdognolo. Lo stesso che assunsi io appena assimilata la notizia.

“Quando?” chiese Max con un filo di voce.

“Una settimana, mio padre deve partire per una missione, non mi ha concesso scelta.” spiegò. Noi annuimmo.

“Allora parti…” Sam si avvicinò e lo abbracciò, poco dopo tutti lo imitammo. il suono della campanella ci riportò tutti alla realtà, ci dividemmo, e senza farmi notare da nessuno asciugai una lacrima dalla guancia.

 

 

Perchè odio il mercoledì? C’è lezione di canto alle tre, Se fate un piccolo sforzo celebrale potrete facilmente ricordare il professore di quel giorno. No?

“Buon pomeriggio a tutti” salutò la grande star entrando e poggiando la chitarra sulla cattedra, tutte le ragazze sospirarono sognanti, io ripresi il mio amato quadernetto. Aggiunsi un’altra parola, la cancellai, scrissi Mi Mancherai, poi chiusi il quaderno con uno scatto secco e cacciai indietro le lacrime. Io non piango.

“Signorina ha qualcosa da condividere con la classe?” chiese Jonas. ma quanti anni ha questo? Ottanta?

Alzai la testa ancora con gli occhi lucidi e lo sfidai con lo sguardo. Vinsi alla stragrande, poi tornai a concentrarmi sulla copertina del quaderno.

Lasciai passare la lezione in silenzio, senza parlare e impedendomi di pensare a Devon, alla fine gruppo, alla mancanza del mio migliore amico…

Devon aveva sbagliato, quattro giorni dopo ci trovammo tutti di fronte alla sua villa per salutarlo. Mi strinsi nel suo abbraccio, poi toccò a Sam, Alex e Max, gli altri piansero, io lasciai cadere una piccola lacrima, prima di fargli promettere di chiamare appena arrivato a destinazione. Ci abbracciammo tutti mentre l’auto usciva dal vialetto.

 

 

Buona sera a tutti, so che questo capitolo lascia non poco a desiderare ma primo sono ancora morta dopo essere tornata ieri, e poi mi serviva dare attenzione alla partenza di Davon, che porterà a nuove conclusioni la nostra band. Poco anche di Nick, dal prossimo diventerà parte intefgrante della storia, non vedo l’ora!!

Ora i ringraziamenti…

noemi___lovelovelove: grazie per aver recensito ogniu capitolo, anche io l’adoro, è una forza della natura! alla prossima!

Maggie_Lullaby: Non preoccuparti tesoro, anche io sono appena tornata da una vacanza e lunedì riparto, quindi molto probabilmente non recensirò la tua storia. Sorry! comunque amy è MOLTO acida, rispecchia il carattere della persona a cui è ispirata… Comunque per rispondere alla tua domanda: questa storia l’avevo già pubblicata con il mio vecchio accaunt, senza ottenere recensioni, quindi l’ho cancellata e ora, dopo averla rivista, l’ho pubblicata sperando in un maggior successo! Però mi dispiaceva cancellare totalmente la vecchia trama e allora, dato che prima il protagonista era Nick Twins, ora è Nick Jonas, i suoi fratelli saranno passivamente presenti nella storia! Ma davvero hai sbattuto ad un ramo mentre eri a cavallo? A me non è mai successo, anche se la settimana scossa mi stava per disarcionare! Grazie per i complimenti, un bacio anche a te…

jeeeeee: Lo so, Nick è davvero sexy! Certo che la continuo e mi fa piacere che questa storia ti piaccia, un bacio…

michig: morderò quando smetterai di recensire la mia storia XD grazie per i complimenti, un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: è l’istinto femminile che spinge a comportarsi così! spero che anche questo ti piaccia, anche se a me non piace…

ada12: non è disagio, ma odio profondo, vedrai durante la storia!! spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacio…

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


“Dobbiamo farle entro sabato, per forza” cercò di convincermi Sam mentre entravamo in conservatorio. Annuii poco convinta, poi lo salutai e mi avviai verso la classe. Di che stava parlando? Audizioni per rimpiazzare Davon… non volevo nemmeno pensarci!

In classe mi sedetti in ultima fila, presi il cellulare e lessi il messaggio di Davon, dove mi assicurava di essere ancora vivo, del fatto che nessuno lo avesse molestato, che gli alieni non lo avessero rapito…cose così! Sorrisi come un’ebete, poi la grande super star entrò in aula, fermando i mormorii.

“Bene, dal momento che fin ora abbiamo solo fatto pratica, vorrei sentire qualcuno cantare” e sorrise ammiccante verso le ragazze. Io cercai di nascondermi dietro le spalle di Susan, una rossa con le treccine, con scarsi risultati.

“Signorina Grant” disse lui guardandomi strafottente, mi alzai e raggiunsi il palchetto su cui era posizionata la cattedra. Ci squadrammo per un secondo, poi mi invitò a cantare qualcosa a cappella.

Don’t tell me you’re sorry cuz you’re not
Baby when I know you’re only sorry you got caught
But you put on quite a show
You really had me going
But now it’s time to go
Curtain’s finally closing
That was quite a show
Very entertaining
But it’s over now

sorrisi del suo sguardo strabiliato

Go on and take a bow

la classe scoppiò in un applauso, me l’ero cavata abbastanza bene allora, gli feci un occhiolino strafottente e me ne tornai a posto. Chiamò anche un altro paio di ragazzi, poi la campanella segnò la fine della lezione. Tutti si alzarono e cominciarono ad uscire, salutando la star che aveva cominciato a mettere in ordine le sue cose.

“Aspetta” mi fermò per un braccio, facendomi sentire una morsa gelata nello stomaco. Di fastidio. Si, sicuramente…

Mi girai infastidita e lo guardai male.

“Che vuoi?” gli chiesi staccando il braccio dalla presa della sua mano.

“Sei brava, l’hai saputa interpretare” disse incrociando le braccia al petto.

“Lo so. Comunque…grazie” dissi io leggermente titubante, poi mi girai ed uscii dalla stanza, lui mi seguì.

“Aspetta aspetta!” corse per raggiungermi, mi prese la mano e mi costrinse a voltarmi verso di lui. Eravamo decisamente troppo vicini per i miei gusti.

“Giù le mani Jonas” feci acida, ignorai lo stomaco e misi le mani nelle tasche dei pantaloni, lui mi imitò e mi squadrò per un po’.

“Ti andrebbe di provare insieme?” chiese titubante. Lo guardai un attimo, poi scoppiai a ridere.

“Stai scherzando immagino…” dissi cercando di asciugare le lacrime agli occhi.

“Assolutamente no, se poi riconosci di non essere all’altezza…”

“Cosa ci guadagnerei?” chiesi fermandolo.

“Esercizio in più, e tempo da passare con una famosa star come me” e sorrise ancora, odio quel sorriso!

Sospirai, pensandoci un attimo, poi alzai le spalle. “Ok, ma giù le mai” e andai via, lasciandolo solo nel corridoio deserto.

 

“Stasera festa a casa di Kate ci stai?” chiese Alex raggiungendomi.

“Ok…” salimmo in macchina e ci avviammo verso casa.

Almeno avrei potuto parlare con Jared…

 

Buona seraaaaa! Tutto bene? a me splendidamente! scusate se non ho aggiornato in questi giorni, ma litigare col proprio ragazzo è stressante! Bene bene bene… i nostri protagonisti cominceranno a vedersi più di frequente, chissà cosa combineranno… e chissà chi è Jared…! aspetto vostri commenti ragazze!

 

Maggie_Lullaby:grazie per tutti questi complimenti, mi farai montare la testa! comunque spero che questo capitolo ti piaccia… un bacione!

 

ada12:eh, i ragazzi stronzi hanno un certo carisma…! spero che anche questo capitolo ti piaccia!

 

Tappina_5_S: se sei curiosa allora segui e vedrai che combineranno! grazie per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti piaccia!

 

michig: grazie! ragazze ribadisco: mi farete montare la testa!! spero che anche questo ti piaccia come i precedenti!

 

PrInCeSsMaLfOy: va tutto bene, apparte che vorrei strozzare quello s*****o del mio ragzzo, ma è la vita! Davon mancherà anche a me, anche se la sua partenza era necessaria…spero che questo capitolo ti piaccia e TU! aggiorna presto anche la tua di storia eh?! Mi raccomando! un bacione!!

 

Grazie anche alle persone che mi hanno messo tra i preferiti, spero che non abbiate paura e commentiate perchè NON MORDO! anzi…

e grazie alle tre che mi hanno messo tra le seguite! Ora vi saluto, un bacione a tutti!

P.s. la canzone è Take A Bow della mitica Rhianna!

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Buona sera a tutte ragazze! Tutto bene? A me fantasticamente, avevo dimenticato la bellezza di essere single! Quindi questo capitolo è per festeggiare la novità! Ok, sono troppo euforica, prima che mi metta a dare problemi passiamo ai ringraziamenti, anche se eccessivamente pochi…

 

ada12: Nick gentile? E’ tutto studiato! spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento…

Maggie_Lullaby: non ti preoccupare, ho già avvisato i servizi segreti di tutto il mondo (con i cinesi è stato difficile!) il governo degli USA mi vuole fare causa per il guaio tremendo che sto combinando! Comunque ci hai quasi azzeccato, non ti dico in quale delle due opzioni, anche se è facilmente intuibile! Non per niente è una FF romantica, no?! Nick è molto più intrigante così, presuntuoso e montato a mio parere… comunque GRAZIE per tutti i complimenti, ma se non  aggiorni la tua fic, giuro che vengo a Milano e ti lincio! Un enorme bacione!

noemi___lovelovelove: penso che Davon mancherà a tutti, per la simpatia! Non ti preoccupare, anche a me succede di non poter accedere all’account, dannati computer!!  Vedrai, le cose si complicanooooo!

PrInCeSsMaLfOy: Lo so, lo so! E’ per questo che sono felicissima di essere diventata single! Odio litigare e stare male, soprattutto per i ragazzi! Nei prossimi capitoli Amy e Nick si conosceranno MOLTO bene! Vedrai vedrai…!

AVVISO

D’ora in poi l cose andranno un po’ più veloci, la fic è ambientata dall’inizio di Gennaio al 14 febbraio, giorno in cui la scuola di Amy e Alex organizzerà il ballo di San Valentino! Quindi i nostri protagonisti nel frattempo dovranno darsi da fare! Ok, ora vi lascio al capitolo, sperando in qualche recensione in più!E parlo con le ragazze che hanno la storia tra i preferiti e le seguite…!

 

 

 

C’era troppa confusione, odio la confusione! Il campanello continuava a suonare, le ragazze ridevano forte, i ragazzi urlavano, le coppiette se ne stavano sui lettini a bordo piscina… Non mi piaceva stare lì.

“L’hai trovato?” chiese Alex raggiungendomi alle spalle, per poco non mi venne un infarto, mi girai e mimai un no con la testa, era praticamente impossibile parlare, con la musica a quelle condizioni.

“Ehi piccola!” mi alitò sul collo con voce impastata dall’alcool, la conoscevo quella voce, volevo parlare con il suo proprietario già da tanto…

“Jared…” lo guardai disgustata e lo tirai in un angolo “dobbiamo parlare” gli dissi avvicinando il mio viso al suo, sfidando il puzzo di birra.

“Certo piccola…lo sai che ti amo no?” e rise “la mia bellissima… com’è che ti chiami?” chiese, poi rise ancora.

Non ci vidi più, alzai la mano e gli stampai un cinque sulla guancia. mi guardò con occhi confusi, poi scoppiò a ridere forte.

“La mia piccolina!” e cercò di abbracciarmi. Mi fece pena, schioccai le dita e una ragazza, di cui non conoscevo nemmeno il nome, mi affiancò all’istante. Le bellezze di essere figlia di uno degli uomini più importanti di Los Angeles…

“Portalo via” dissi solo, lo lasciai e andai via, ricordando quanto prima fosse diverso…

 

Indossava un jeans bianco e una maglia in tinta, facevano contrasto con la carnagione scura e i denti bianchissimi. Sorrisi e mi avvicinai.

Ciao”

Ehi, stai benissimo” mi disse, sorrisi, poi ci avviammo verso la piazzetta lì vicino.

Sono stupita del tuo invito” dissi sinceramente.

Jared sorrise e mi mise una mano intorno alle spalle, indirizzandomi verso una panchina semi buia, non volevamo farci riconoscere. Parlammo per quattro ore e mezzo, senza un attimo di esitazione, ci conoscemmo, imparammo cose nuove l’uno dell’altra, cose che l’amicizia non permetteva di conoscere.

Certo, con gli amici faccio la parte dello stupido, ma non sono davvero così, sono un ragazzo dolce…” disse sussurrando piano al mio orecchio.

Sarà, a me non sembra!” scherzai, lui mi perese le mani e intrecciò le dita alle sue.

Si invece, sono protettivo, dolce…” avevamo ancora le mani intrecciate.

Si?” chiesi. Lui si avvicinò e cominciò a baciarmi piano la guancia, dall’orecchio all’angolo delle labbra, e indietro…

Si” poi sfiorò le mie labbra con le sue.

 

Andai via dalla festa, spensi il cellulare dopo aver chiamato una macchina che venisse a prendermi.

Rimasi in silenzio per tutto il viaggio di ritorno, ai ricordi felici si alternarono quelli meno belli, le litigate, le cose dette, dettate dalla rabbia… Il tempo passato con i suoi amici, dove lui mi ignorava… le sue parole dopo quel bacio

“Ho paura… paura di farti soffrire”, il desiderio di aprire il finestrino e urlare al mondo il mio stato d’animo.

“Avevi paura di farmi soffrire? Complimenti, ci sei appena riuscito…” ma non lo feci.

Amy Grant non soffre, on ama non… vive.

Arrivai a casa. Linda prese la giacca e mi accompagnò fino alla porta della mia stanza, mi buttai sul letto, per poi cadere in un sonno profondo, la mattina dopo tutto tornò alla normalità…

 

 

“Allora? Come è andata?” Alex si avvicinò correndo, sorrisi “Sono ufficialmente single” dissi fiera, lei scoppiò a ridere.

“Perfetto, sai, dovremmo organizzare una festa per…”

“Assolutamente no!” dissi ridendo fermando ogni suo tentativo di divertisri.

“Che palla che sei…” sbuffò, poi Max e Sam ci raggiunsero, e dovetti raccontare tutto della sera prima, ancora.

“Ok, ora io vado eh…” dissi diventando triste.

“E perché?” chiese Sam avvicinandosi.

“Ho una lezione extra, sai, per la… tecnica…” inventai. Non ci tenevo proprio a raccontare tutto di Jonas e delle nostre lezioni private, che andavano avanti già da un paio di giorni.

Salutai tutti e con un sospiro mal celato raggiunsi l’aula di musica.

 

Lo trovai al pianoforte, suonava una canzone che non avevo mai sentito, usando, lo notai poco dopo, solo i tasti neri dello strumento. Mi sedetti su un bano alle sue spalle, forse non se accorse di me, o forse semplicemente non gli importava. continuò a suonare per altri due minuti, io intanto mi persi nei miei pensieri, Jared, Davon , la band, Nick Jonas..eh?

Scossi forte la testa e tornai alla realtà intanto la canzone era quasi terminata.

Lasciò veleggiare gli ultimi accordi nell’aria, poi si girò verso di me, sorrise, e non quel sorriso studiato…

“Che canzone era?” chiesi per spezzare il silenzio.

“Non la conosci? E’ del mio nuovo album” disse passandosi una mano tra i capelli.

Annuii e presi la chitarra dal fodero, la posizionai sulle mie gambe e la accordai con gesti meccanici, nel frattempo lui rimase a guardarmi leggermente imbambolato.

“Ci sei?” chiesi quando finii l’operazione, sembrò riscuotersi, annuì e prese la sua chitarra.

“Allora, cosa proviamo?” chiesi, anche se lo sapevo già, cominciò a suonare la melodia di una canzone che era praticamente sconosciuta, almeno per me, e il mio compito era quello di seguirla con la voce, un esercizio senza senso a mio parere, mah…

“Ok, passiamo a qualcosa di vero” disse dopo una quindicina di minuti, mi riscossi, ero leggermente distratta, e lo guardai sarcastica “Meno male..” dissi.

Sospirò scuotendo la testa, risi, e cominciò a suonare una canzone che non conoscevo.

“Come faccio a cantare se non conosco quello che suoni?” chiesi giustamente. Lui rise e mi porse un foglio con lo spartito di quella che doveva essere la canzone.

She walks away
Colors fade to gray
Every precious moment’s now a waste

cominciai a cantare insieme a lui, che aveva ripreso posto al pianoforte.

She hits the gas
Hoping it would pass
The red light starts to flash
It’s time to wait

non era imbarazzante come avevo pensato, sorrisi continuando a cantare

And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know
World I never knew

era la canzone che stava cantando prima, quella dell’album.

She hates the sun
‘Cause it proves she’s not alone
And the world doesn’t revolve around her soul
No

She loves the sky
Said it validates her pride
Never lets her know when she is wrong

cantai da sola, poi mi appoggiai al pianoforte, vicino a lui, prima di cominciare il ritornello, di nuovo insieme

And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know

poi cantò da solo

Yeah
And the walls start closing in

Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let them inside

‘Cause the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull

ripresi a cantare, sempre aiutata dalla sua voce, che si univa stranamente bene alla mia
(Ohhh)
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me the world I never knew
(Don’t let ‘em get) Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let ‘em get inside of your head
Don’t let ‘em get inside of your head

Sometimes we fight
It’s better black and white

 

finii da sola la canzone, Nick si alzò dal pianoforte e fece un piccolo applauso e io, rossa di vergogna, non potetti fare a meno che sorridere al mio peggior nemico.

 

La lezione volò, finimmo di perfezionare quella canzone, che scoprii chiamarsi Black Keys, lo sfottei a dovere sull’originalità del titolo, poi imparai a suonarla, almeno il ritornello!

“Bene, abbiamo finito per oggi Amalia” mi disse porgendomi la giacca a vento, annuii e mi avviai verso la porta, ma un ciclone tutto brufoli mi impedì di uscire dall’aula.

“NICKKKKKKKK” urlò Evelyne, nipote della preside dell’istituto buttandosi addosso a Jonas. Soffocai un sorriso coprendomi la bocca con la mano, mentre la star cercava di scrollarsi di dosso la “ragazza”.

“Nick, allora io vado” dissi sempre sull’orlo di una crisi di ilarità.

“Si si ciao” disse la ragazza squadrandomi dalla testa ai piedi, dall’espressione del suo viso non devo aver passato l’esame!

Lui invece mi guardò con aria supplichevole, allora mi avvicinai e gli posai un bacio sulla guancia, non prima però di aver spostato malamente la ragazza di lato, la star capì e mi abbracciò, tenendomi però qualche secondo in più del necessario. Poi mi girai ed uscii dalla stanza. scoppiai a ridere e mi avviai al parcheggio.

“Amy!” urlò la SUA voce quando ormai ero in macchina.

Mi girai e il volto arrossato dalla corsa di Nick Jonas mi si presentò davanti.

“Si?”

“Grazie per… prima…io ecco…” disse imbarazzato.

“Già… Non ti preoccupare” dissi tornando me stessa.

“No davvero, voglio sdebitarmi.”

“Non c’è problema, davvero” cercai di convincerlo. Lui scosse la testa e fece una faccia da cucciolo bastonato. Lui e Alex potevano fare a gara!

“Ci terrei davvero tanto…”sussurrò a pochi centimetri dal mio viso.

“Ok, ok. Senti… Venerdì dopo scuola vado a fare compere e mi servirebbe qualcuno che porti pacchi e varie, se vuoi…”

“Perfetto!” disse effervorato.

“A domani…stellina!” e volò via nel parcheggio.

Come mi ha chiamata?! Odio i soprannomi! Soprattutto di una star ricca, viziata… dolce…no! Devo fargli togliere questa confidenza…o no?

Sbuffai, poi accesi la macchina e mi avviai verso casa di Max.

Odio Nick Jonas!

 

 

La canzone è Black Keys dei Jonas…! Ovviamente!

Mentre la parte del flash back è…la prima uscita mia e del mio ex, ci tenevo a ricordarla perché nonostante tutto è stata la mia piccola favola e non volevo ricordare solo gli avvenimenti brutti del nostro rapporto, che non riguardano però l’alcool! Quindi ora sapete anche questo di me!

Ora mi aspetto tanti commenti, anche perché ho preparato una nuova FF per la sezione originali, ma il seguito, già pronto anche quello, sarà in questa sezione quindi vi consiglierei di seguire anche quella, posterò il primo capitolo a greve. Un bacioa tutte!

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Ciao a tutte ragazze! Eccomi, appena tornata dalla vacanza più noiosa della mia vita a postare il mio capitolo preferito per questa storia. Prima di tutto però devo fare il grande annuncio di aver avvicinato alla veneranda età di 54 anni, mio zio alla musica dei Jonas, che ora GRAZiE A ME adora! Non c’entrava niente però volevo dirlo! Ora passiamo ai ringraziamenti

 

Maggie_Lullaby: Si c’è il seguito, sicuramente molto diverso dal primo episodio ma comunque speciale a suo modo. Grazie ancora per tutti i complimenti e spero che anche questo capitolo ti piaccia… quando lo leggerai!

 

ada12: oh si, stanno decisamente abbassando le difese! Vedrai in questo capitolo…! un bacio e spero che ti piaccia!

 

gaara4ever: allora non sei morta! non preoccuparti, anche io avrei avuto la stessa reazione. Ora che ci penso TUTTi avrebbero avuto la stessa reazione! un bacio!

 

PrInCeSsMaLfOy; oh tesoro mio, grazieeeeee per aver commentato la shot! mandami una mail quando vuoi, ti do il mio indirizzo “crazies_star987@hotmail.it”. sono davvero pucciosi insieme, lo credo anche io, anche se le sorprese non mancheranno, stanne certa! Ancora complimenti per la tua fic! E io attendo sempre quel bacio…! vabbè, ci vediamo al prossimo aggiornamento, mio o tuo!

 

chibi aki: nuova commentatrice! Sarà che ti ho costretta a leggere la fic, ma dettagli…! Sono felice che ti piaccia, e non ti preoccupare, quelle parole cambieranno…presto! un bacio!

 

Grazie inoltre a

ada12  alice brendon cullen  jeeeeee JonasBrothersFan  michig  Niki_CuLLen_   noemi___lovelovelove sono_io che hanno la storia tra i preferiti e a Maggie_Lullaby Little Sleeping Beauty gaara4ever che ce l’hanno tra le seguite!

 

 

 

Alex mi chiamò nel pomeriggio di giovedì, dicendomi che i nostri papà sarebbero arrivati la mattina successiva, era un’anteprima, ma circa dieci minuti dopo George Grant chiamò per annunciarmi il suo arrivo, fissato per le undici e trentacinque. Mi finsi felice per tutta la durata della chiamata, ma appena chiuso la cornetta mi lasciai sfuggire un sospiro. Tolsi le converse e le riposi con cura meticolosa in uno scomparto dell’armadio e presi un paio di ballerine firmate dalla scatola.

 

George Grant era un noto imprenditore californiano, uno di quelli cresciuti facendo il fattorino o cose simili, ora vantava un paio di aziende, una grosso conto sparso per il mondo e le azioni in borsa di una società molto importante. Diciamo che il fattorino aveva fatto strada… Era sposato con Camilla Wilson, avvocato penalista famoso per aver rappresentato nomi importanti in udienze importante. Si erano trovati, in un certo senso. Da questo amore idilliaco nacqui io,la tenera e dolce Amalia, a mettere in crisi il loro matrimonio. Mamma non sopportava lo stress di una bimba piccola, nonostante le due tate a nostro servizio, e mio padre viveva già da allora votato al lavoro al 100%. Una disastro di famiglia praticamente. Vivono separati in casa da quando avevo sei anni, non mi è mai dispiaciuto, non ho un rapporto stretto con loro o roba del genere. Semplicemente ho la mia cara Linda che la mattina mi prepara le frittelle con il burro e che mi aiutava nei compiti a casa. Non mi serviva altro, loro erano solo quelli che quando tornavano da viaggi e conferenze mi portavano doni più o meno costosi, solitamente facevano a gara, il mio compito era querllo di ringraziare e fingermi felice e grata del ragali, per il resto, andava bene così.

 

Aprii l’armadio e ne tirai fuori un jeans a sigaretta nero, una camicia grigio perla con una cinturina di strass sotto al seno e un paio di ballerine abbinate, mi guardai allo specchio, poi uscii di fretta dalla camera, diretta all’aereo porto.

Ovviamente appena arrivati a destinazione misio su la mia aria da quanto-sono-felice-di-vederti!- e la mantenni fino a quando non arrivammo a casa, dove la cambiai in quella da-quanto-sono-curiosa-di-sapere-i-tuoi-divertenti-aneddoti-, ci swdemmo nel suo ufficio, che bteneva rigorosamente chiuso quando era in viaggio e si versò un bicchiere di vino rosso.

“Allora piccola, cosa mi racconti?” chiese guardando il palmare sulla scrivania. Risposi niente di speciale, mi chiese di scuola, ragazzi e amici.

“Alla grande, niente di nuovo” mentii leggermente “fantasticamente” e lasciai cadere il discorso su di me. Chiesi della conferenza che aveva tenuto agli allievi di Yale di economia e mi finsi interessata alle battutine sui professori, gli chiesi come stesse Sten, il papà di Alex e suo socio in affari, rispose “alla grande, cenano da noi stasera” sorrisi rincuorata e presi il cellulare che vibrava,.

“Pronto” dissi dopo essermi scusata con papà.

“Come va stellina?” chiese Jonas dall’altra parte della cornetta.

“Alla grande, il grande George è tornato. E sai che non devi chiamarmi così”

“Dettagli. Ce la fai ad essere pronta in… quindici minuti?” guardai l’orologio, poi mio padre, anch’esso impegnato in una conversazione telefonica.”

“Certo, passi tu?” rispose di si e gli diedi l’indirizzo, poi chiusi la chiamata e mi rivolsi a mio padre sussurrando.

“Io vado” lui annuì e tornò a parlare al telefono.

“Quasi dimenticavo, ti ho fatto portare il ragalino in camera” aggiunse coprendo il ricevitore con la mano libera. Annuii ed uscii dalla stanza.

 

Il “ragalino” consisteva in un bauletto firmato Luis Vuitton.(http://files.splinder.com/02d7fd1ddaea2e4991f11997ea3949e6.jpeg)

Wow, mi trattava bene il paparino… lo rimisi nella sacca e mi rivolsi all’armadio.

“Che diavolo mi metto?”

 

Quindici minuti dopo Nick Jonas chiamò dicendo di essere sotto casa. Finii di truccarmi gli occhi e scesi di corsa le scale, baciai la guancia di Linda ed uscii. Indossavo un jeans chiaro, una camicia bianca e degli stivaletti in camoscio senza tacco, che per altezza mi ricordavano le mie amate converse. Finalmente!

Da vero gentiluomo mi aprì la portiera e mi prese la borsa, quella di papà, poi mise a folle e si avviò verso il centro commerciale più lontano.

Finimmo in un posto dimenticato da Dio, uno di quelli dove la gente ascoltava ancora Bing Crosby, per intenderci. Ma fortunatamente aveva un enorme, e vuoto, centro commerciale in periferia.

“MA dove mi hai portato?” chiesi scendendo dalla macchina, le gambe dovevano dopo mezzora rimaste ferme.

“Ehi, non vuoi che sia tutto tuo? E allora…” quanto  non lo sopporto! Camminammo un po’ nel centro quasi deserto, apparte qualche famiglia che sicuramente non conosceva il grande Jonas.

“Allora, cosa ti serve stellina?” chiese dopo un po’ passandomi “distrattamente” il braccio intorno alle spalle. lo lascia fare, tanto gliela avrei fatta sudare oggi!

Mi girai verso di lui sorridendo malignamente, poi entrai nel primo negozio di moda femminile.

 

Un’ora e mezza dopo avevo acqauistato sette paia di converse all star, tre jeans, otto polo e due camicie, cinque bikini, per cui gli avevo fatto letteralmente uscire gli occhi fuori dalle orbite, e un paio di saldali col tacco bianchi, che sicuramente non avrei mai indossato.

“Basta!” scongiurò sedendosi , o meglio abbandonandosi, su una panchina.

“MA dai, già stanco?” feci la vocina affettuosa e sbattei le ciglia alla Biancaneve, poi gli sedetti accanto e con violenza improvvisa lo tirai addosso a me, trovandomelo decisamente troppo vicino.

Fissai lo sguardo nel suo, come la prima volta, e mi ci persi ancora, mi ripresi solo quando delle urla agghiaccianti arrivarono alle nostre orecchie.

“MA QUELLO E’ NICK JOOOOOOOOOOONAAAAAAAAAAAASS!” sentii urlare a qualche assatanata. E no bella, qui non ci siamo proprio capite!

Una massa di ragazzine ci raggiunse e ignorandomi completamente cominciarono a fare le oche con lui.

“Tesoro, guarda che bello quel pantalone, ti starebbe da favola!” dissi abbracciandolo e guardando con aria da superiore le altre ragazzine. Nick capì il mio gioco e mi assecondò. “Si amore, andiamo?” annuii e mano nella mano ci dirigemmo verso il negozio, fino a voltare l’angolo, poi scoppiammo a ridere scaturendo l’attenzione di due vecchietti, che scossero la testa infastiditi.

“Sei grande!” disse abbracciandomi di slancio. Rimasi interdetta per qualche secondo, poi ricambiai la stretta, rifugiandosi nel suo petto. Quando la sciolse mi rimase un vuoto dentro, mi prese la mano come prima e insieme ci avviammo verso un altro negozio.

 

“Ho deciso, voglio sapere qualcosa di te” dissi sedendomi su una panchina appena fuori dal centro.

“Cosa?” chiese curioso. Mi teneva un braccio intorno alle spalle.

“Che ne so, improvvisa”

“Ok allora…. sono il terzo di quattro figli, mio pad..”

“Come si chiamano gli altri tuoi fratelli?” Fece una smorfia.

“Kevin e Joe” rispose monocorde.

“Non ti piace parlare di loro”

“Non proprio, non siamo in… buoni rapporti, non ultimamente almeno” si alzò e mi condusse nel negozio di cd di fronte.

“Eravamo famosi, tutti e tre. I grandiosi Jonas Brothers” sorrise amaramente pescando un cd. Ritraeva lui e altri due ragazzi, tutti somiglianti tra loro, avevano un ombrello e camminavano nella sera.

“Eravate famosi?”

“Abbastanza, si. Con tour mondiali e cose del genere. Ci volevamo bene, andavamo daccordo cercando di cogliere il lato divertente di ogno cosa. Poi Kevin ha deciso di sposarsi e mettere su casa” fece una pausa ad effetto. Prese il suo album e lo guardò con aria malinconica.

“E’ una cosa positiva” dissi sorridendo.

“Per lui si, per NOI, no” salutammo il proprietario ed uscimmo nell’aria fredda.

“Avete litigato?”

“Io e Joe. Kevin ha cercato di fare da paciere per un certo periodo, ma con una casa da ristrutturare e una moglie incinta non è che potesse fare molto…”

“Ora cosa fanno?” chiesi incuriosita dalla storia di quella strana famiglia.

“Kevin si è ritirato dalla vita mondana, ha abbastanza per vivere di rendita per un bel po’, ma insegna a suonare la chitarra ai bambini, è un po’ un hobby, ma a lui va bene così” prese il cellulare, dove una bambina di pochi mesi con gli occhi verdi guardava entrambi sorridendo.

“Che bella” dissi accarezzando lievemente lo schermo.

“Visto? Si chiama Kimberly, ha quattro mesi e mezzo” sorrise vedendo la nipotina, poi richiuse l’0apperecchuio e lo rimise in tasca.

“L’altro tuo fratello…”

“Joe”

“Esatto. Cosa fa?” chiesi ricominciando a camminare verso un negozietto di abiti da sera.

“Non lo so, dovrebbe frequentare l’università, ma non lo sento da un bel po’. Se non mi sbaglio dovrebbe essere in città da qualche giorno, ho sentito Papà e mamma che ne discutevano.” Annuii, poi guardai la vetrina ed entrai nel piccolo atelier.

“Buona sera” salutò educatamente la commessa. Salutammo, poi lui andò a sedersi su un divanetto ed io cominciai ad ispezionare capo per capo tutto il negozio.

Alla fine scelsi due vestiti, uno nero, lungo e molto elegante, l’altro bianco, corto al ginocchio e dall’aspetto più sbarazzino. chiamai la commessa e mi feci portare la mia taglia di entrambi, poi entrai nella stanzino dei camerino trascinandomi dietro Nick, entrai nel camerino e mi cambiai velocemente, intanto lo sentivo canticchiare un motivetto a me sconosciuto.

Mi guardai allo specchio e con un respiro uscii. La sua espressione era impagabile, quasi come quando avevo provato i costumi. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte, senza parlare.

“Allora come sto?” chiesi quando vidi che non parlava.

“Sei… incantevole”disse finalmente con lo sguardo basso giocherellando con un anello.

“Dici?” mi guardai critica allo specchio alle sue spalle, indossavo il vestito chiaro. Lo Accarezzai piano, poi le sue braccia che mi stringevano la vita mi distrassero da ciò che stavo facendo.

“Devi prenderlo assolutamente” sussurrò all’orecchio, deglutii a fatica e corsi in camerino a cambiarmi, un minuto e trenta respiri dolo tornai da lui.

“I signori hanno scelto?” chiese la commessa apparendo magicamente al mio fianco.

“Si, prendiamo quello bianco” disse Nick, poi mi passò un braccio intorno alla vita e mi condusse alla cassa.

“Sono mille e settecento dollari” annuii e presi la carta di credito, ma lui mi fermò. fece passare la sua carta e prese il sacchetto, ringraziò e mi condusse fuori.

Salimmo in macchina.

“Non dovevi” dissi senza guardarlo.

“Ma volevo” cercò di incatenare il mio sguardo nel suo, con successo.

Il cellulare prese a squillare, Nick tornò con g,li occhi alla strada ed io aprii il cellulare.

prima d cena al Sunset. Ti devo dire una cosa!”

Risposi velocemente, poi comunicai il nuovo indirizzo a Jonas, che annuì ed entrò in città.

Aspettai che parcheggiasse, poi mi sporsi verso di lui e gli baciai velocemente la guancia. Scesi e raggiunsi di corsa il bar.

“Allora? Cos’é che volevi dirmi?” chiesi quando mi fui seduta al tavolo.

Alex mi guardò infervorata e sorrise prima di rispondere.

“Ho conosciuto un ragazzo…”

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Come va? Wow, ho aggiornato in frettissima quata volta, ma dal mometo che parte del capitolo è della vecchia fic non è stato difficile! Ok, passiamo ai ringraziamenti:

Lilian Malfoy: non ti preoccupare bella, mi ha fatto piacere la tua recensione! E spero che aggiorni pesto la tua storia, mi raccomando! Pe quanto riguarda il resto… da questo capitolo vedrai! Un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: Amooooore! Cosa farei senza le tue bellissime recconsioni?! Mah, non lo so proprio! Allora non sono l’unica ad avere msn imbecille! Se vuoi dammi tu la mail cos'ì ti aggiungo io! Ti è piaciuto lo scorso? Mi fa piacere! Questo capitolo fa praticamente schifo, ma che vuoi, l’ho scritto alle tre del mattino! Ti consiglio di leggere la piccola shot “A Letter”, quella si che ti fa avere gli occhi chiusi! Ok, un bacio tesoro tvb!

Niki_CuLLen_,: io non dico niente sull’identità del ragazzo, anche se si capirà dal capitolo! U bacio…

ada12: grazie per i complimenti e pspero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio baby!

Ringrazio inoltre le persone che hanno messo la fic tra i preferiti e quella che l’hanno messa tra le seguite! Mi dispiace che le recensioni siano così poche, ragazze non mi abbandonte! Ok, ora un avviso importante: Vedete il link in basso? Ok, ora prendete il mouse e puntate la freccetta sopra, cliccate e come per magia vi apparirà una storia, legetela, poi, con la stessa magia che avete usato prima, puntate la freccetta sulla voce “inseridci una recensione”, posate le manine salla tastiera e fatemi sapere cosa ne pensate. E’ molto importante per me, dal momento che ci lavoro ma marzo! Poi tornate indietro e ropetete la stessa operazione con questo capitolo. Ok? Un bacio a tutte!

 

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=391088&i=1

 

Le parti blu sono quelle il POV di Alex.

 

"Cavolo, sono in ritardo anche oggi!"
Corsi velocissima per i corridoi della scuola con gli accordi dell'ultima canzone stretti a me, per non farli volare in giro.
Voltai l'angolo e mi scontrai dolorosamente con qualcuno, che correva come me, ma nella direzione opposta.
-Ahio!- mi lamentai mentre precipitavo per terra. Una mano si tese verso di me, e io senza pensarci due volte la afferrai.
-Oddio, gli accordi! Sono in ritardo!- mi inginocchiai a terra cercando disperatamente di recuperare i miei fogli.
Il ragazzo si inginocchò con me e mi aiutò a recuperare i fogli.
-Grazie- dissi mentre continuavamo a raccogliere i fogli per terra.
- Scusami, non dovevo correre così.- mi porse i fogli che aveva raccattato, e io li unii ai rimanenti.
Finalmente mi concessi uno sguardo per guardarlo.
-Correvo anch'io.- dissi sorridengogli.
- Allora direi che nessuno dei due ha superato l'esame di guida. Niente patente, spiacente.-
-Sopravviverò- disse con aria da falso deluso.
-Come ti chiami?-
-Alex.- risposi porgendogli la mano.
- Joe- replicò stringendola.
Ad essere sincera non era per niente male il ragazzo, capelli nerissimi e occhi scuri, labbra carnose, mascella quadrata, sguardo profondo e intrigante...
Però c'era qualcosa di estremamente dolce in lui, sarà stat quell'aria da artista sognatore, o quello sguardo così intenso ma allo stesso tempo dolcissimo...
- Dove andavi?- disse risvegliandomi, dopo essermi incantata a guardarlo.
- Lezione di chitarra, ma ormai è troppo tardi per andare... - No, era solo una scusa per stare ancora con lui. Al diavolo le prove.
- Suoni? - mi chiese, mentre camminavamo per il corridoio della scuola.
- Già, ho un gruppo... peccato che il chitarrista ci abbia appena mollati...- dissi sconsolata.
Ripensai a Davon e a quanto mi mancasse, gli occhi mi si inumiirono per un istante, poi respirai forte e tornai quella di sempre, lui parve non accorgersene.
- Quindi vi serve un sostituto...- dedsse lui.
- Al più presto. Ne conosci uno?-
- Si.-  rise –Io!-

George e Kit parlavano di aziende e azioni, mentre io e Alex cercavamo di capire chi potesse essere il ragazzo di quella mattina.

“Era a scuola?” le chiesi.

“In conservatorio”

“Com’era?”

“Fantastico” disse soltanto. Come no…

“Magari qualche dettaglio in più…” lei rise.

“Ha i capelli lisci e neri, si veste in maniera alternativa e ha gli occhi scuri, è fantastico” ripetette sognante. Avevamo ufficialmente perso Alex.

“Ok…” lascia cadere il discorso e mi concentrai sul dolce, dopo cena salimmo in camera mia, Alex sarebba rimasta a dormire, ed accendemmo la televisione.

“Però è strano…” disse d’un tratto Alex.

“Cosa?” chiesi poggiando il cellulare sul comodino accanto al letto.

“Qel ragazzo, Joe” si stese sul letto e si mise le mani in faccia.

“Lo conosco” disse sicua di se.

“Come no… magari lo hai visto in televisione” dissi ridendo e contagiando anche lei,in televisione passarono il video ufficiale di When you look me in the eyes, ma eravamo troppo prese per farci attenzione.

 

Drinn…drinn…

“Chi cazzo è che chiama alle…tre e quaranta del mattino?” chiese Alex alzandosi e buttandomi addosso il cellulare.

“Che ne so, lascialo squillare…” e ripresi a dormire, poi gettai un’occhiata al display. Un seondo dopo ero in terrazza con una giacca e il cuore martellante.

“Buongiorno stellina!” mi salutò pimpante il pazzo.

“Per te è normale chiamare alle quattro del matttino?” chiesi furibonda ed assonnata.

“Ah stavi dormendo? Scusa! Comunque io ho appena finito un concerto a… ho troppo sonno per ricordare dove sono”

“Bene, vai a dormire!” dissi, mi strinsi nella giacca cercando di fermare i brividi.

“Dai, non vuoi parlare?” e rise. Guardai il cielo, stava per albeggiare.

“Tante fan?” chiesi soffocando una risata.

“Oh si, una aveva un cartello con scritto se volevo sposarla” rise forte e lo imitai.

“E tu che gli hai risposto?”

“Che sono minorenne!” mi misi comoda su una poltrona.

 

Tornai nella mia camera alle nove e un quarto, solo in quel momnto avevo chiuo la comunicazione con Nick. Tolsi la giacca e mi misi a letto, poi mi alzai e lasciai un biglietto a Alex, così non mi avrebbe disturbata.E dormii fino alle due del pomeriggio.

 

“Allora chi era?” chiese Alex la sera mentre ci preparavamo ad adare ad una festa.

“Eh?” chiesi fintamente confusa.

“Stanotte, alle quattro del mattino. Chi era?”

“Oh… oh, nessuno, avevano sbagliato numero, cinque secondo di comunicazione” dissi, poi mi passai la matita e presi il lucidalabbra.

“Non ti ho sentito tornare” ribattè legando i capelli, piatrati, in una cosa di cavallo.

“Ti sarai addormentata…” cercai di mostrarmi disinteressata, ma dentro sudavo freddo. Alex mi guardò stranita per un secondo.

“Sicuramente” disse alla fine, si girò e potetti tirare un sospiro di sollievo, poi prendemmo le borse ed uscimmo di casa.

 

Le audizioni i tenevano nella sala insonorizzata dell’ala est del conservatorio, io, Amy, Max e Sam eravamo seduti su degli sgabelli dietro un tavolo. Avevamo la lista dei nomi dei candidati, non c’era nessun Joe.

Dopo mezzora avevamo sentito quattordici ragazzi e sei ragazze, tutti da bocciare.

“Guarda questo” mi mormorò all’orecchio Sam. Mi girai di scatto, sperando di trovare quegli occhi nocciola, o quella zazzera di capelli neri… niente. Un ragazzino di circa trecici anni e aveva un paio di cchiali da vita alla Harry Potter, risi piano e chiesi nome e cognome, età e brano proposto. Il ragazzino cominciò a suonare, ma non ci facevo caso. Continuavo a guardare la porta d’ingresso, sperando che lui entrasse…

Passò un’altra mezzora. Eravamo tutti sconsolati, non avevamo trovato nessuno di minimamente adatto alla band, Amy mi guardò storta.

“Allora?” chiese avvicinandosi duranete una pausa.

“Allora cosa?” chiesi a mia volta nervosa.

“Allora è arrivato il principe azzurro?” chiese dolcemente.

“Arriverà” dissi sicura di me.

“Cosa te lo fa pensare?” cercò di farmi ragionare, la guardai male.

“Lo so, arriverà” poi tornai a sedermi sullo sgabello, poco dopo anche gli altri tornarono al loro posto, ci consultammo velocemente e decidemmo che una decina di loro avrebbero tenuto un ulteriore provino, ringraziammo gli altri e guardai la porta, sempre chiusa.

“Andiamo dai…” disse Amy avvicinandosi e cingendomi la spalla con un braccio.

“Ehm…” non avevamo sentito la porta aprirsi, ci girammo di scatto e quasi mi sentii mancare quando lo vidi.

“Sono in ritardo per un’audizione?” chiese Joe indicando la chitarra nel fodero.

Io e Amy ci guardammo, poi lei sorrise dolcemente.

“Certo” disse, andò a chiamare glia ltri, ci sedemmo ed assitemmo all’assolo di chitarra più dolce che abbia mai sentito.

 

Dopo il provino di quel ragazzo uscimmo tutti a prendere un gelato, poi io e Max e Sam andammo a fare i compiti di chimica mentre Alex e Joe andavano a farsi una passeggiata.

Mi feci promettere l’esclusiva su tutti i particolari, poi ridendo raggiunsi gli altri.

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Un piccolo capitolo in netto anticipo per festeggiare il mio compleanno! Bene, senza ulteriori indugi passiamo ai ringraziamenti:

Niki_CuLLen_,:grazie, l’idea mi è venuta da una mia amica che vuole portare u ombrello al concerto con scritto “NICK; SPUTA QUI!” spero che anchqìe questo ti piaccia!

Lilian Malfoy: ciao carissima! Allora, è ovvio che non lo riconosce, diciamo che nel frattempo Joe è cambiato, sia look che comportamento, bene, no dico altro e aspetto la recensione in diretta su msn!

PrInCeSsMaLfOy; ma quado posti???? Che strano, non sono le tre del mattino stavolta! spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacione!

ada12: sono felice che Joe sia entrato in scena, costringerà i personaggi a crescere! Ok, un bacione!

Bene ragazze, spero che vi piaccia!

 

 

Indossai un paio di jeans e una felpa, poi mi sedetti al pianoforte del salone e mi misi a strimpellare qualche accordo. La responsabilità della canzone se l’era presa Alex, che si sentiva ispirata in quel periodo, chissà da chi..!

Il cellulare squillò mentre stavo per andare in cucina a prendere qualcosa da mangiare, lo presi e risposi al secondo squillo.

“E’ stato fantastico!” annunciò Alex senza nemmeno salutarmi.

“Ciao anche a te!” dissi ridendo facendomi contagiare dalla sua allegria.

“Si, si scusa. Macciao! Oddio che bel pomeriggio! Siamo andati a fare una passeggiata, poi siamo andati a cena e mi ha riaccompagnata a casa, ma non è dolcissimo?” chiese, sapevo che stava girando per tutta la casa saltando e ballando come una scma.

“Sono felice per te!” dissi, arrivai in cucina e aprii il frigorifero, poi, con il telefono tra spalla e orecchio mi misi a preparare un panino con i controfiocchi.

“Anche io, sai? Poi mi ha chiesto di uscire, domani ha detto che se voglio possiamo vederci ancora!” urlò quasi, finii la mia opera e mi diressi in camera mia, con il piattino in bilico su ina mano e un bicchiere di succo nell’altra.

“Wow, allora domani sei occupata” dedussi ridendo.

“Si, e spero anche domani, e domani, e domani…”

disse sognante.

“Ehi Biancaneve, riprenditi!” aprii la porta, e quello che vidi mi fece urlare fortissimo.

“COSA?!” chiese Alex terrorizzata. Jonas intanto mi guardava soffocando una risata.

“Scusa bionda, ti… richiamo io ok?” e chiusi senza attendere risposta.

“TU!” dissi avvicinandomi minacciosamente a lui. Il panino traballava fortemente.

“COSA CI FAI IN CAMERA MIA’?” chiesi quasi urlando, fortuna che nessuno era in casa.

“Passavo da queste parti…” disse mettendo a posto la chitarra, era comodamente seduto sul mio letto a gambe incrociate, aveva la chitarra classica sulle ginocchia e mi guardava sorridendo.

“Come sei entrato?” chiesi poggiando la merenda sulla scìrivania e sedendomi ai suoi piedi.

“Hai presente il roseto sotto il balcone?” chiese semplicemente senza smettere di strimpellare.

“Ma tu non sei una star famosa? Perchè non vai a compiacere il tuo ego da qualche stupida?” chiesi acidamente, per poi addentare il panino.

“A dir la verità ho appena finito delle prove molto stressanti e ho pensato: perchè non andiamo a trovare la mia carissima amica Amy? Ed eccomi qui!” disse con aria innocente.

“Come no… ora mi tocca avvisare il giardiniere che deve tagliare il roseto” mugugnai facendolo ridere.

 

“Sono loro i tuoi amici?” chiese alzandosi e raggiungendo una grande foto della band al completo.

“Si, sono Max, Sam, Davon… e quella è Alex” dissi indicando la mia migliore amica. Nick annuì e si fermò alla piccola libreria, dove avevo accatastato libri, diari, quadreni… un vero pandemonio!

“Leggi molto…” disse prendendo un libro a caso e sfogliandolo.

“Si, abbastanza” presi il libro dalle sue mani e mettendolo a posto, Nick mi posò entrambe le mani sui miei fianchi e mi costrinse a girarmi. Deglutii a fatica e lo fissai negli occhi.

“Ehi” sussurrò a un centimetro dalle mie labbra, rafforzò la sua stretta sui fianchi e mi fissò intensamente. Ovviamente il cervello si scollegò, riuscivo quasi a sentire i neuroni in allarme.

Avvicinai a mani al suo viso, carezzai la guancia con i polpastrelli e avvicinai piano il mio viso al suo.

Piano…

Piano…

I nasi si sfioravano…

Piano…

“Amyyyy!”

Ci girammo contemporaneamente verso Alex, che guardava la scena ammusolita.

“Oh… ehm… certo, si, no… fate come se non fossi mai entrata… si… ehm…”  e si richiuse la porta alle spalle.

“Ok… “ mormorò lui staccandosi da me e raccattando una sacca dal pavimento.

Uscimmo insieme dalla stanza, lui ostentando una falsa tranquillità, io ero imbarazzata fino alla punta dei capelli.

“Ciao, non credo ci conosciamo vero?” chiese Alex una volta arrrivati in salotto.

“No, non credo. Piacere, Nicholas” disse avvicinandosi a lei e facendole un baciamano, Alex ridacchiò, poi si scusò e mi prese da parte.

“percè stavi per baciare il cantante da quattro soldi?” chiese ridendo ed indicando Nick che guardava il pianoforte.

“Ehm io… ecco… “ lei rise e tornò in sala, mi guardò malignamente.

“Nick, che ne dici di conoscerci meglio? Potremmo andare a cena tutti insieme domani. vero Amy?” chiese Alex guardandomi innocentemente.

“C.. certo, per te va bene?” chiesi a mia volta a nick,

“Benissimo, tu con chi verrai Alex?” chiese lui.

“Con un mio nuovo amico” dsse sorridendo. Sicuramente pensava a quel tipo, Jhonny o che so io…

“Ok, allora a domani” Nick si sporse verso di me e mi baciò la guancia vicino alle labbra.

Salutò Alex ed uscì di casa,

“Ti do cinque secondi di anticipo, poi quando ti prendo non so che ti faccio” disse gelidamente. Non me lo feci ripetere due volte, poco dopo eravamo tutte e due buttate sul divano a fare la lotta con i cuscini.

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


Ehilà! Come sono andate le vacanze di ferragosto?! Spero bene, a me fantasticamente! Bene, passiamo alle recensioni!

Niki_CuLLen_. ahah! anche io mi sono scompisciata dalle risate sentendo la sua battuta!! Spero che anche questo ti piaccia! E per la cronaca, dovrai aspettare ancora un po’ per il bacio!

Lilian Malfoy:  ehi bella! Vabbè non ti dico niente tanto con te è tutto in ditretta su msn!

Maggie_Lullaby: ehi! Allora non sei morta!! La colpa non è solo di Alex, quante volte arriveranno ad un quasi bacio, ma dovreanno attendere il momento perfetto, per quanto riguarda i fratellini… vedrai in questo capitolo… ok, un bacione!! e grazie per gli auguri!

PrInCeSsMaLfOy: so cosa intendi quando parli di amiche stronze, credimi… comunque HAI VISTO COSA CI FAI PASSARE NELLA TUA FF?! così impari!! e aspetto il tuo prossimo aggiornamento! un bacio!

Joe venne a prendermi alle otto e mezzo, ma dovette aspettare ancora mezzora prima di poter partire.

“Wow!” disse quando mi vide. Sorrisi e mi lasciai baciare la guancia, poi indossai il giubbotto e salimmo in auto. Direzione cinema.

Prima di scendere Joe mise la sciarpa intorno al collo e la sistemò in maniera tale che coprisse il viso fin sopra al naso, poi sistemò il cappotto.

“Ok che fa freddo, ma così è legermente esagerato non credi?”  dissi ridendo, lui mi imitò da sotto la sciarpa, poi mi mise una mano intorno alla schiena e mi guidò verso l’entrata.

 

Alex arrivò quando il film era iniziato da una decina di minuti.

“Ehi” sussurrò sedendosi accanto a me.

“Allora non vi siete persi!” sussurrai a mia volta.

Qualcuno ci intimò il silenzio, sorridemmo e ci concentrammo sulla pellicola.

 

“Vado al bar vuoi qualcosa?” chiese Joe avvicinandosi al mio orecchio, rabbrividii leggermente prima di rispondere.

“Ehm… cioccolata!” esclamai sempre con voce bassa.

“I tuoi amici?” rivolsi a Amy la stessa domanda, ovviamente anche lei cioccolato, mentre il suo cantante-quasi.fidanzato una bottiglietta d’acqua.

“Ok” disse quando glielo comunicai, mi baciò la guancia e si allontanò.

 

Vedere un qualsiasi film con questo ragazzo era davvero stressante.

C’era una parte che diceva “baciami! Baciamiii!!” e l’altra che diceva “Guai a te se mi tocchi!”. In poche parole quasi non sapevo di cosa stesse parlando il film.

“Stellina?”

“Si?”

“Per quale motivo stai diventando cianotica?” sussurrò ridendo, sospirai e lo guardai male.

“Non sto diventando cianotica! Tutto bene, non ti preoccupare”

“Ok” disse, poi mi avvolse le spalle con un braccio e nascosi la testa nell’incavo tra collo e spalla.

 

“Ecco” disse Joe porgendomi un sacchetto di cioccolatini.

“Sicura che il tuo amico non vuole niente?” chiese nuovamente.

mi girai per porre la domanda a Nicholas, ma mi bloccai quando vidi che erano leggermente… occupati.

“Sta bene così” dissi soffocando un sorriso.

Continuammo a vedere il film anche se ogni tanto mi giravo ad ammirarlo.

“Che c’è?” chiese quando se ne accorse.

“Niente” sussurrai, mi cinse le spalle con un braccio. Sorrisi e tornai a guardare il film soddisfatta.

 

Nell’ultima scena il protagonista batteva i cattivi liberando così la sua bellissima fidanzata, poi una muschetta smielata accompagnò un bacio romantico tra i due.

La sala scoppiò in un applauso, poi le luci si accesero.

“Nick, ti present…”

“CHE CI FAI QUI? IO? SI TU! MI DEVI SEMPRE ROVINARE LA VITA! E SMETTILA DI COPIARE LE MIE PAROLE!” si urlarono contro e contemporaneamente i due.

“Misà che si conoscono…” sussurrò Alex facendomi ridere lievemente. Affiancai Nick.

“Amy, ti presento Joe, mio fratello” disse guardandolo sprezzante.

 

“Scusa! Scusa! Scusa!” dissi per la centesima volta e Nick, eravamo nel parcheggio del ristorante che aveva prenotato.

“Non ti preoccupare” disse per l’ennesima volta “non potevi saperlo, è cambiato dalla foto che ti ho fatto vedere”

“Lo so, però… mi dispiace!” dissi con faccia triste.

“Davvero, non fa niente” mi sorrise e mi accarezzò la guancia.

“Ok, e cosa facciamo ora?” chiesi.

“Andiamo a cena, no!” disse ridendo, mi prese per mano e mi condusse al locale.

 

“Finalmente!” disse Alex vedendoci, sorrise delle nostre mani intrecciate e mi fece l’occhiolino.

“I signori vogliono ordinare?” chiese un cameriere dall’aria ridicola quando si accomodammo.

Ordinammo bistecca per me e Joe e aragosta per Alex, Nick prese solo una insalata poco condita.

“Sicuro che non vuoi niente?” chiesi quando il pinguino… ehm, cameriere andò via.

“Comunque non potrebbe” borbottò Joe addentando un grissino.

“E perché?” chiedemmo io e Alex in coro.

“Non glielo hai detto?” chiese Joe sarcastico “mi stupisce, solitamente sei così pieno di te che le tue faccende vanno sui giornali ancor prima che accadano…”

“Questo non è gossip” ribattè uro Nick.

“Mi vuoi dire che sta succedendo?” chiesi irritata a Nick.

Mi guardò dolcemente “Non ora” sussurrò.

“Ok, ma lo voglio sapere” dissi sicura.

Poi il suo cellulare squillò e si allontanò per rispondere. Quando tornò aveva una strana espressione.

“Ehi, tutto bene?” chiesi accarezzandogli il braccio.

“Alla grande, era la casa discografica” rispose, poi sorrise e tornammo a chiaccherare con Alex e Joe.

 

“Ma la volete smettere?” chiese Alex tutto d’un tratto, la guardammo tutti straniti, stavamo chiaccherando tranquillamente…

“Nicholas e Joe” chiarì lei.

“Che stiamo facendo?” chiese Joe confuso.

“Apparte mandarvi sguardi fulminanti? Niente…”  i due si guardarono male.

“Crescete” disse poi.

“Non siamo tenuti” disse Nick.

“No, infatti. Cosa penserebbero se no le fan vedendo il caro e dolce Nicky Jonas grande? Perderebbe di popolarità” disse Joe con sarcasmo a dir poco velenoso.

“Si, però sai, magari cambiare stile non fa male. Che ne so… potrei mandare a fanculo il progetto di una vitae partire senza dare spiegazioni a nessuno e farmi rivedere dopo un anno, oh no, non posso. Quello lo hai già fatto tu” disse Nick.

“Ragazzi… RAGAZZI!” urlammo in coro io e Alex. Molte delle persone del locale si girarono a guardare la scena, interessate al litigio.

Joe si alzò e andò a pagare il conto, rifiutando le nostre offerte, Nick lo raggiunse poco dopo, poi tornarono al tavolo e poco dopo uscimmo dal locale.

“Sai perchè l’ho fatto” mormorò Joe una volta raggiunto un parchetto poco in vista.

“No, il debole della famiglia sono io ricordi?” chiese Nick pacato.

“No, tu non capisci. Kevin è un asso con la chitarra, ha messo su casa e continua con la sua passione. Tu sei Nicky jonas, il dolce, bello e sensibile della situazione. Quello che non vuole essere essere compiatito per la sua malattia e che sorrideva e ci salvava dalle situazioni imbarazzanti. Io sono…”

“tu sei Joe Jonas cazzo. Ma guarda come ti sei ridotto” disse Nick guardando il fratello che si stava accendendo una sigaretta.

“Tu eri quello che ci faceva ridere, quello che rendeva speciali le canzoni. Ci hai delusi Joe…” sussrrò Nick.

“Hai visto da solo le conseguenze, tu hai continuato come se nulla fosse, ma ora nessuno si ricorda di me…”

“E allora? E’ solo la celebrità?” chiese Nick.

“per me no. Ma tu sei cambiato Nicky. Dov’è il ragazzino con cui giocavo ai videogiochi? quello con cui giocavo a cuscinate e che veniva a piangere sulla mia spalla quando le ragazze gli davano buca?” chiese Joe.

“E’ cresciuto” disse l’altro.

“NO!” urlò il maggiore”tu non sei cresciuto, sei tutto sorrisini maliziosi e prepotenza”

“Ah, perchè tu invece ti senti molto maturo” disse Nick alludendo alla sigaretta. Joe la prese e la buttò lontano.

“Posso rinunciare a questo” disse aprendo le braccia.

“Io non posso rinunciare alla mia musica”

“Non ti sto chiedendo di rinunciare a questo” disse semplicemente Joe “mi manca il ragazzino di una volta” sussurrò quasi.

“Anche a me” sussurrò Nick prima di abbracciare il fratello.

 

“Chi vuole il gelato?” chiesi mentre passeggiavamo.

“Io!” esclamò Alex.

“Ma siete un pozzo senza fondo!” disse Joe.

“Non è affatto vero! Si può dire che oggi siamo praticamente a dieta” disse con convinzione Alex.

“Scisa, che avete mangiato oggi?” mi chiese Nick.

“le frittelle di Linda stamattina, sono immancabili” cominciai.

“Infatti, immancabili” disse Alex “poi panino e gelato a pranzo” continuò.

“E il frappè prima di andare in conservatorio… e i tacos che ha portato Max alle dieci” le ricordai, Alex annuì.

“E la pizza mentre studiavamo oggi pomeriggio” finì lei, poi guardammo i ragazzi, che ci fissavano con un espressione sconcertata.

Poi io e Alex vedemmo una gelateria e ci fiondammo dentro.

 

Mezz’ora dopo eravamo seduti intorno ad un tavolino, io e Alex avevamo due enormi coppe di gelato al cioccolato, Joe un frappè alla fragola e Nick della frutta a tocchetti.

“Com va il…” chiese Joe al fratello.

“Al solito” rispose quello “non moriò per il omento” disse facendo ridere Joe. A me non parve molto divertente…

“Certo, basta che fai quel piccolo sacrificio…”

“Non mi fa nemmeno più ale pensa!” disse allegro Nick.

“Stai mentendo, odi quella roba!” disse facendo ridere ancora il fratello.

“Si infatti…” disse, poi mi guardò e mi sorrise colpevole. Alex mi fece l’occhiolino.

“Joe, voglio quella scimmietta!” disse indicando il giochino meccanico aìin un angolo.

“Ai suoi ordini!” eclamò lui, si alzaronono e raggiunsero la macchinetta.

 

“Avanti” dissi non appena Alex e Joe sparirono.

Nick si alzò e si poggiò con la schiena contro il muro. Mi prese le mani e le intrecciò alle sue, feci aderire il mio corpo al suo e feci attenzione alle sue parole.

“Ehm… quando avevo dodici anni i medic mi hanno diagnosticato una malattia, il… diabete infantile.” cominciò “ecco perchè non mangio mai e mi comportò così”

“Perchè non me l’hai detto?” lo interruppi.

“Ecco… non mi piace che la gente debba avere compassione per me. L’ho detto solo alle persone davvero importanti per me. Tu sei una di queste” disse serio guardandomi negli occhi.

Dov’è il cervello quando serve?!

“Grazie, anche tu sei una persona importante per me. Ma ciò non toglie che odio la tua musica!” dissi poi per alleggerire la tensione, lo feci ridere di gusto.

“E così… Nicky Nicky eh?”

 

“Che carini i piccioncini!” sussurrai all’orecchio di Joe.

“Hai capito Nicky! Si è preso proprio una bella cotta!” disse facendomi ridere.

Due minuti dopo tornammo al tavolo, tra le mani stringevo la scimmietta di pezza.

 

“E’ stata una bella serata… bè, una strana serata…ma mi sono divertita” dissi  facendo sorridere Nick, che cominciò a giocare con una mia mano.

Eravamo davanti alla porta di casa mia, e ci stavamo dando la buonanotte da una buona decina di minti.

“una serata… intensa” disse a sua volta.

“Mininìmo, tu e Joe vi stavate per scannare…!”

“Per me è stato importante perchè ti ho parlato del diabete” disse sincero.

Mi accarezzò la guancia, poi i capelli, poi poggiò piano la mano sulla guancia…

Poia avvicinò piano il suo viso al mio…

E poi OVVIAMENTE il suo cellulare squllò.

“Pronto?… Kev, qual buon vento alle 23:47?… Ah… si, si… le undici?… E Joe? Non hi chies… Ah, tutte e due… Ok, per la peste questo ed altro!… Ok, saluta Dani, un bacio” e mise giù.

“Chi era?” chiesi intrecciano di nuovo le dita alle sue.

“Kevin” rispose semplicemente.

“Ah si? E che voleva?” chiesi leggermente irritata.

“Mi ha chiesto se aevo impegni, dovrei badare alla bambina” disse.

“Kim?”

“No, la grande, Cecilia” rispose.

“E chi è?”

“La bambina che lui e Dani Hanno adottato”

“Ah wow, posso venire anche io?” chiesi sorridendo. Luii mi baciò la guancia.

“Certo tesoro. Passo a prenderti alle dieci e mezzo” mi baciò ancora la guancia e sparì.

Ora ne ero certa, ero cotta del mio peggior nemico.

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Ciao a tutte! Come va? Ok, vorrei ringraziare prima di tutto le otto anime sante che hanno recensito “A Letter”, mi fa piacere che storie di questo genere piacciano! Poi vorrei ringraziare le anime pie che hanno messo codesta storia tra le preferite e le seguite! E finalmente passiamo ai ringraziamenti:

Niki_CuLLen_: grazie per i complimenti che mi fai, e non ti preoccupare, non sono mai abbastanza!! Un bacio

 

Lilian Malfoy: non ti dico niente tanto parliamo appena ti becco su msn!

 

PrInCeSsMaLfOy: grazie per gli auguri XD! Già, anche io la voglio! Soprattutto se a regalarmela è un cantate di fama mondiale!!

 

Maggie_Lullaby: Anche io sono contenta che Joe e Nicky MIO abbiano fatto pace! E non ti preoccupare, se dovessi morire mandami il conto delle pompe funebri!

 

Ok ragazze, ora ho un annuncio: sono tentata dalla voglia di non continuare questa storia, credo che non piaccia a molti, e sicuramente mettersi a fare sto sacrificio (XD) con 56 gradi all’ombra… fatemi sapere un po’ voi, se ricevo abbastanza recensioni continuo, se no clicco su “Incompiuta”, e un’ultima cosa, ho scritto una nuova storia, a me l’idea sembra carina e mi farebbe piacere se andaste a dare un’occhiata! Ok, ora vi lascio al capitolo.

 

 

La mattina mi alzai relativamente presto, erano solo le neve e mezza! Presi il cellulare che squillava da sopra il comodino deve l’avevo lasciato in carica e lessi il nome sul display: Mamma.

“Pronto?” dissi soffocando uno sbadiglio.

“Tesoro buongiorno!”

“Ehi mamma qual buon vento?” chiesi alzandomi e raggiungendo l’armadio.

“Arriverò in città Giovedì, apro il mio terzo studio a Los Angeles e Venerdì darò la festa di innaugurazione, ovviamente parteciperai” presi un jeans e una felpa abbastanza pesante, sufficiente a coprirmi dal “freddo” della mia città.

“Mamma, non hai pensato che potessi aver preso impegni per quel giorno?” chiesi irritata andando ad aprire l’acqua calda.

“Hai impegni per venerdì sera?”

“No, ma…”

“Perfetto cara, Clarisse ha già scelto l’abito per te, a Giovedì” disse, poi riabbassò la cornetta.

Imprecai in un apio di lingue, poi mi infilai sotto la doccia.

 

“Ehilà” disse Alex quando entrai in cucina, grugnii qualcosa e mi sedetti al tavolo.

“Cos’è successo?” chiese lei senza smettere di mangiare le sue frittelle.

“Camilla” risposi semplicemente io, poi Linda entrò e mi diede un bacio sulla guancia.

“Cos’è successo?” chiese ad Alex vedendo che non reagivo in alcun modo.

“Camilla” disse lei, Linda fece una strana smorfia e cominciò a lavare i piatti della colazione, poi uscì dalla stanza.

“Dai, l’importante è che non ti fa passare del tempo con Clarisse” disse cercando di metterla sul ridere, la guardai male e lei capì.

“Anche Clarisse…” mormorò infatti, mi alzai e portai il piatto sporco al lavello, poi salii in camera a lavarmi i denti

 

Quando scesi, erano passati occhio e croce due minuti, trovai Alex intenta a parlare con Joe, mentre Nick suonava al pianoforte, il tutto in casa mia e senza che io lo sapessi!

“Buongiorno” dissero in coro i due fratelli quando arrivai in salotto, dove si erano spostati.

Nick si avvicinò e mi lasciò un bacio sull’angolo della bocca, poi ci sedemmo insieme sui divanetti.

“Anche tu baby sitter?” chiesi a Joe, che annuì.

“E anche lei” aggiunse indicando la mia migliore amica.

“Buon per voi” disse facendo ridacchiare Jonas, poi ci alzammo e raggiungemmo le macchine.

 

“Zio Nickyyyy” una bambina di otto o nove anni uscì dalla pittoresca casa in campagna dei signori Jonas. Nick la prese in braccio e la fece volteggiare in aria.

“Ciao peste? Tutto a posto?” chiese mettendola giù, lei annuì, poi si guardò intorno.

“Tu e lo zio Joey avete fatto pace vero?” chiese continuando a guardarsi intorno, allora presi la parola.

“Certo, sta arrivando, massimo due minuti” dissi, la bambina si avvicinò a me e mi aquadrò.

“Non ci conosciamo” disse convinta.

“Amy” dissi allora porgendole la mano, lei la prese e la strinse con vigore.

“Come i grandi” disse lai sorridendo, anche Nick sorrise, poi Joe ed Alex entrarono nel giardino e si ripetè la stessaq scena, compresa la stretta di mano tra la mia amica e la bambina, poi Joe la stase sulle spalle ed entrammo in casa.

“Cecilia, amore, vai a legare i capelli” una donna con i capelli scuri, vestita di tutto punto fece la sua apparizione nel grande salotto.

“Dio vi benedica, ragazzi,. Se non foste venuti voi non potevamo preprio andare” disse la ragazza in questione baciando le guance di tutti e due i ragazzi.

“Non ci conosciamo” disse poi notando me e Alex “Danielle, piacere” sorrise porgendo la mano prima all’una poi all’altra, ci presentammo, poi Cecilia apparve con la spazzola e l’elastico in mano.

“Chi mi aiuta?” disse, le sorrisi e mi avvicinai a lei, le sistemai i capelli legandoli in una coda di cavallo e le aggiusta la felpa.

“Grazie” disse la bambina, poi corse al piano di sopra.

“Dove andate di bello?” chiese la donna che non stava ferma un attimo.

“Non lo sappiamo, dove vuole andare Cecilia andiamo” rispose Nick per entrambi.

“Noi a casa, con questa temperatura non è bene chela bimba esca” rispose Alex.

“Giusto” disse Danielle tornando in salotto, Cecilia ricomparve come un’apparizione alle spalle del signor Jonas.

“Ehi” disse notando la folla in salotto.

“Loro sono Alex e Amy, ragazze di Joey e Nicky” disse la ragazza anticipando una qualsiasi domanda dell’uomo.

Io arrossii violentemente, era strano essere catalogata come ragazza di un tizio del genere.

“Ok, allora noi andiamo” disse Nick prendendomi per mano e ed intrecciando le dita alle mie, io, cotta com’ero, lo lasciai fare.

“Ok, tesoro fai la brava, non fare arrabbiare lo zio, non magiare troppe schifezze e…”

“Mamma, non ti preoccupare! Faccio la brava” la rassicurò Cecilia, poi prese la mano dello zio e insieme andammo fuori.

 

“Dove andiamo?” chiese la bambina una volta sulla strada.

“Non lo so peste, dove vuoi andare?” chiese Nick a sua volta inquadrandola nello specchietto retrovisore.

“Amy? Tu dove vorresti andare?” mi chiese allora la bambina.

“Ho voglia di divertirmi, tu?” dissi a Cecilia, che annuì.

“Certo! Andiamo al Luna Park?” chiese con vigore.

“Oh, che bella idea!” dissi, niente di meglio di un parco giochi formato gigante per far divertire una bambina di otto anni.

“Oh… No” rispose secco Nick.

“E perché?” chiedemmo in coro noi.

“Vorrei ricordarvi che sono una persona abbastanza conosciuta nella fascia compresa tra gli undici e i vent’anni” disse, ecco, ora tornavo a non sopportarlo.

“E allora? Esistono i cappellini e gli occhiali da sole, e poi è inverno, non ci sarà molta gente a parte qualche turista occasionale” cercai di convincerlo.

“No” disse ancora.

“Zio Nicky? Ti ho mai detto che sei il mio preferito? Si si, ti voglio tantissimo bene” disse Cecilia, io sorrisi e mi voltai verso di lui.

“Dai zio Nicky, tienici contente” disse facendo la stessa espressione da cucciolo bastonato che aveva fatto Cecilia. Guardò nello specchietto retrovisore, poi verso di me.

“Arpie” borbottò inserendo un’ indirizzo nel navigatore satellitare.

 

“Non ci posso credere!” esclamai vedendo il giornale, Joe aggiunse un altro dito ai precedenti quattro.

“Non ci posso credere” disse ancora, lui sbuffò e ne aggiunse un altro.

“Hai finito?” chiese spazientito. La bambina stava dormendo dopo aver pianto per una decina di minuti e poi il geniale Joe aveva deciso di farmi vedere il giornale dove erano riportate MIE foto in SUA compagnia, risalivano al giorno dei provino, quando eravamo andati a prendere un gelato.

“E questo è perché ormai nessuno si ricordava più di te…” dissi incazzata, non stavo urlando solo perché non avrei retto un altro minuto di pianto di Kim, figurati. Stavo nera.

“Mi dispiace…”

“Ma che diritto hanno di mettere il naso nella mia vita privata?” mi chiesi retorica.

“Dai Alex, non è un problema…”

“Non è un problema? Non è un problema?” chiesi avvicinandomi a lui, stavo per mettergli le mani a dosso, ma fortunatamente il pianto della piccola Kim mi distolse dai miei obbiettivi.

 

“Da cosa cominciamo?” chiesi a Cecilia una volta arrivati a destinazione, lei si guardò intorno stupita ed indicò le tazzine delle principesse Disney, Nick le prese una mano e la accompagnammo sulla giostra.

“Grazie” disse d’un tratto dopo un’oretta, mi girai a guardarlo stranita.

“E per quale ragione?”

“Perché sei qui, altre non lo avrebbero fatto, sul serio” disse guardandomi negli occhi.

“Questa cosa per me è importante” disse avvicinandosi a me.

“Zioooo” Cecilia ci salutò con la mano dagli otto volanti, noi rispondemmo salutando con la mano, poi tornammo a parlare, la magia però si era persa.

“Non c’è problema. Sto bene qui, sto bene con te e con Cecilia. Non vedo alcun bisogno di ringraziarmi” dissi sorridendogli.

“Questa giostra è… fantastica, super bellissima!” disse Cecilia raggiungendoci di corsa.

“Ti sei divertita?” chiesi mettendomi al suo livello.

“Si tanto. Ora voglio andare… lì!” e indicò i cavallini “con lo zio” aggiunse poi cominciando a correre verso la giostra in questione portandosi dietro il ragazza.

“Ok, ok” disse quello salendo sulla giostrina, io risi vedendolo impappinato in mezzo a tanti bambini, ma Cecilia si divertiva, e lei non riusciva a smettere di ridere con la nipotina.

“Wow” disse lui quando scese, con la piccola sulle spalle.

“Ora che facciamo?” chiese poi, sentimmo le urla dei grattacieli, ci guardammo e iniziammo a correre verso la giosrta, ridendo come scemi.

 

“Mi sa che ora vomito” dissi sedendomi su una panchina, quel gioco era stato proprio una brutta idea.

“Addirittura, a me è piaciuto molto” disse Cecilia saltandomi sulle ginocchia, Nick era leggermente più pallido del normale, ma per il resto sembrava stare bene.

“Basta giostre per oggi” disse guardando la bambina “sono le cinque e mezza, andiamo a prendere un gelato e torniamo a casa” Cecilia annuì, poi mi prese per mano e uscimmo dal parcheggio.

 

In macchina Nick mi prese la mano, la strinsi forte e lo guardai, sorridendo.

“Che schifo!” disse la bambina.

“Cosa c’è?” chiese lo zio stranito.

“Ora anche voi fate come mamma e papà!” disse lei semplicemente facendo una buffa espressione.

“Perché, cosa fanno la mamma e il papà?” chiesi innocentemente.

“Si tengono per mano, si dicono tante cose dolci e poi…”

“E poi?” la incoraggiò Nick.

“E poi… si danno i baci” disse lei schifata.

“Come, così?” chiesi avvicinandomi a Nick e posandogli un bacio sulla guancia.

“Anche” disse lei, poi fece un “Bleah!” che ci fede ridere, poco dopo entrammo nel vialetto di casa.

 

“Mi devi aiutare” Joe mi chiamò nel pomeriggio di lunedì.

“Dimmi”

“Domani è il compleanno di Alex” disse lui.

“Lo so” risposi.

“Avete organizzato qualcosa?”

“No, a dir la verità”

“Ok, allora io vorrei stare con lei domani”

“Ok” dissi sorridendo, passò a dirmi il suo piano, era molto romantico!

“Ci sto” dissi alla fine.

“Davvero? Mi aiuti?” chiese elettrizzato.

“Si, avrete la vostra serata speciale” dissi.

“Ok, sei la cognata migliore dell’universo” e mise giù, che brutto vizio che hanno le persone.

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


Buonasera a tutte. Oh che emozione! Allora la storia piace a tante persone!! Uh che bella cosa, allora ho deciso di pubblicare subito questo capitolo, molto… diabetico?! Vabbè, passiamo alle recensioni che sono, udite, udite… 8!!

sono_io: eh bella mia, se ti piacciono Alex e Joe allora questo capitolo ti piacerà molto! non ti dico altro! per il bacio tra Amy e Nick dovrai pazientare ancora un po’, ma te lo assicuro, ne varrà la pena!

Lilian Malfoy: te dico tutto su msn ora! aspetta che mi stai chiamando!

Star711: per te vale lo stesso, coi sentiamo non appena ci vediamo su msn!

jeeeeee: mi fa piacere che questa fic ti piaccia, e spero soprattutto che d’ora in poi yu esca sempre alla luce del sole Xd

ada12: adoro zio Nicky! tutti adorano zio Nicky!! spero che anchw questo capitolo ti piaccia

JonasBrothersFan: a scherzare no, forse ho leggermente esagerato, ma se la storia non la segue nessuno a che serve postarla?! comunque da quello che ho visto piace a molti, quindi fino a quando le recensioni saranno così tante continuerò!

chibi aki: addirittura?! anche la tua storia è molto bella, anche se non hai più aggiornatao… vabbè, i casi della vita!!

noemi___lovelovelove: ehilà! come sono andate le vacanze?! vedrai che succederà in questo capitolo…!!! spero ti piaccia!!

Ringrazio le sedici persone che hanno la storia tra i preferiti e le cinque tra le seguite, spero che commentiate questo capitolo!!

Quindi ricapitolando, la storia non la chiudo, spero in tante recensioni, soprattutto perchè l’ho finita e sto lavorando al seguito quindi… vabbè basta a scocciare!

Erano tutti strani. Amy, Sam, Max. Anche Nicholas era strano. Avevo deciso di non festeggiare il mio compleanno, mio padre era in viaggio per un apio di giorni e non mi andava di divertirmi alla faccia sua, per così dire. Indossai un jeans scolorito e vecchissimo, una felpa e legai i capelli sempre eccessivamente ricci in una coda di cavallo, poi presi la mia amata chitarra acustica e andai in salotto a suonore qualcosa. Non so quanto rimasi in qeulla posizione, a gambe incrociate con la chitarra in braccio, ma il suono del campanello d’ingresso mi distolse dal mio passatempo, era tardi, chi poteva essere?!

“tanti auguri a te, tanti auguri a te! Tanti auguri ad Alex… Tanti auguri a te!” la band al completo, Sam, Max ed Amy orrideva davanti alla porta di casa mia, stringevano una torta al cioccolato tra le mani, Amy e Sam portavano una busta di pacchetti incartati.

“oh dio ragazzi!” esclamai solo, poi li feci entrare, prendemmo posto in salotto, dove la cgiatrra giaceva sul pavimento.

“Abbiamo pensato che la cosa migliore che potevamo fare era darti gli auguri nell’istante in cui compivi glia anni” cominciò Max.

“Siamo rimasti davanti a casa tua per tipo… un quarto d’ora, appena scoccata la mezzanotte abbiamo suonato” continuò Amy.

“Già, non sai che non abbiamo fatto per tenere le manacce di quella lontane dalla torta!” finì Sam facendoci ridere, poi il mio cellulare squillò.

“Davon!” esclamai quando vidi la sua foto sul display, era una video chiamata.

“Ehi tesoro! Buon compleanno!” disse lui ridendo, attaccammo il cellulare alla tv, poi aprimmo la torta.

“Devi esprimere un desiderio, prima di tagliarla” mi ricordò Max sorridendo. Mi guardai intorno, i miei migiori amici erano tutti, chi in carne ed ossa, chi virtualmente, con me, non potevo chiedere altro se non che questa cosa durasse per sempre, chiusi gli occhi e spensi le candeline.

“Ragazzi!” esclamò mia madre entrando in salotto avvolta in una vestaglia di seta.

“Mamma!” esclamai a mia volta, lei sorrise e venne ad abbracciarmi, poi mi porse un pacchetto.

“Uh, apriamo i regali!” esclamò Sam, poi prese il sacchetto e me lo mise in grembo.

“Vado a dormire, non fate troppo tardi che c’è scuola domani!” disse mia madre, salutò tutti con un bacio sulla guancia e si ritirò in camera sua.

“Cominciamo!” dissi io sorridendo e sfregando le mani.

“Ok, questo è da parte mia e di Davon” disse Max prendendo un enorme pacco rettangololare, Davon sorrise della mia espressione dal video, scartai impaziente il pacco, tolsi un’altra scatola e mi trovai il fodero di una chitarra. Guardai stranita i miei amici, poi lo aprii. Era una chitarra classica molto semplice, se non fosse che non l’avrei mai suonata. Con dei pennarelli indelebili avevano personalizzato tutto lo strumento. C’erano frasi delle nostre canzoni, un paio di faccine qua e là, alcuni dei pezzi delle mie canzoni preferite e una dedica “Ti vogliamo tanto bene, piccola assatanata!” scoppiai a ridere quando la lessi, poi corsi ad abbracciare Max.

“Ovviamente ci sono delle cose anche di Sam e Amy, se no non c’era gusto, no?” disse retorico, abbracciai forte anche loro, poi posai lo strumento accanto a quello per terra, con cura quasi maniacale.

“Questao è da parte di tua madre, credo” disse Amy porgendomi la bustina colorata. Due prenotazioni per una beuty farm immersa nei boschi, on tanto di biglietti aerio e promemoria con scritto “solo ragazze!” risi, poi lo comunicai ad Amy, che disse un semplice “vado a fare le valigie!”.

“Sam” comunicò Max mettendomi una scatolina quadrata tra le mani, la aprii e trovai una costodia di cd, davanti una nostra foto che risaliva all’inizio della band, c’era anche Davon, era un demo delle nostre canzoni, la prima copia, ci tenette a specificare, ovviamente la dedica all’interno e l’autografo dei membri “se diventiamo famosi ci fai i soldi” spiegò semplicemente Sam prima di togliermelo dalle mani e darmi un bigliettino, era fatto a mano e aveva la chiara impronta dei bambini, recitava “tanti auguri Alex, ti voglio tanto bene! Cecilia” sorrisi.

“Quando ve lo ha dato?” chiesi ad Amy.

“ha chiamato Nicky, che gli hato il mio numero, io sono passata a prenderlo” disse lei.

“Nicky?!” lei arrissì, poi mi porse l’ultimo regalo.

“Da parte mia” spiegò.

“E Nicky?” chiesi divertita.

“Non mi sfidare troppo solo perchè è il tuo compleanno” disse puntandomi il dito contro, poi scoppiammo a ridere e io scartai il pacchetto.

Era rettangolare, e portava lo stemma di una famosa gioielleria.

“Vuoi spostarmi?” chiesi alla mia migliore amica ridendo, lei fece una smorfia.

“Misà che è illegale” disse, poi aprii la confezione. Era una collana l’oro bianco, aveva una nota musicale, molto elegante ma spartana, con un piccolo smeraldo, il verde era un colore che mi piaceva particolarmente, incastonata sotto.

“Wow” dissi solo, lei sorrise e si scoprì il collo, coperto dalla sciarpa che portava perennemente al collo. Aveva la mia stessa collana, ma con un piccolo zaffiro, il blu era il colore che le piaceva di più.

“Ti piace? Mi è sembrata un’idea carina…” disse lei.

“Fantastico” dissi solo, poi corsi ad abbracciarla, Davon fece una battuta sui quadretti famigliari, poi ancora ridendo finimmo di mangiare la torta.

Mi svegliai di botto, presi il cellulare e controllai l’ora, le quattro e trentotto, ripensai alla chiamat che mi aveva fatto Nick alle tre del mattino, sapevo che aveva finito un concerto da un pio d’ore. Com un ghigno sulle labbra uscii dal salotto dove ci eravamo addormentati tutti, raggiunsi il balconcino nella camera di Alex e composi il numero che, non chiedetemi perchè, avevo imparato a memoria.

Ciao!” esclamai quasi urlando quando Nicholas aprì la conversazione.

Fa in modo che ci sia un motivo più che valido per la chiamate a quest’ora o non ti far trovare martedì quando torno” mi minacciò.

Addirittura, alla tua grande amica?” chiesi ridendo.

Anche a te. Perchè questa chiamata?” chiese poi, sentivo degli strani rumori di molle, si stava sistemando nel letto.

Non sapevo che fare e allora mi sono detta: perchè non chiamiamo il mio carissimo amico Nicholas?! dissi scimmiottando le sue parole quando mi aveva chiamata.

Sei crudele, estremamente crudele, solo per quella piccola chiamata…” disse collegando le parole.

Me lo dicono in molti, non sei molto originale” dissi ridendo “ma non dovevi tornare domenica?” chiesi poi.

Hai detto bene, dovevo. Ho avuto un… impegno dell’ultimo minuto” disse.

Ok” risposi, chiaccherammo del più e del meno, poi la sveglia dalla camera da letto di Alex suonò.

Davvero, l’idea è stata molto carina, dolcissima” dissi sorridendo.

Quella peste…” disse lui, gli avevo raccontato del biglietto di Cecilia.

Ora vado, sai com’è, c’è scuola per i comuni mortali” disse sbuffando.

Ok, ti chiamo dopo tesoro” e mise giù.

Tornai in salotto con un sorriso da perfetta ebete, Max e Sam erano spariti mentre Alex era probablimente corsa a fare una doccia, Raccattai le mie cose e corsi a casa, dovevamo finire di organizzare le ultime cose per la grande serata.

Mi stavano facendo tutti gli auguri, non ci facevo quasi caso però, ero abituata ai lecchini della scuola.

Pronto?” dissi rispondendo al telefono che squillava.

Ciao! Come ci si sente da diciassettenni?” chiese Joe dall’altra parte dell’apparecchio.

Come una sedicenne cresciuta” risposi io, lui rise, poi mi augurò un buon compleanno.

Dove sei?” chiesi sentendo dei rumori, disse di essere all’università e che sarebbe stato occupato tutto il giorno, sbuffai.

Ok, allora ci vediamo domani?” dissi.

“Quando vuoi tu piccola” rispose, poi mise giù, causa, lezione di non so bene cosa.

Non potevo essere cotta di un semi sconosciuto, giusto?!

Ribadisco, erano tutti strani.

Che si fa dopo?” chiesi ad Amy raggiungendola dopo letteratura.

Andiamo a casa mia” rispose lei, io la guardai stranita.

A che fare?”

Vedrai…” poi sparì, feci la stessa domanda a Sam, che rispose nella stessa maniera, e a Max, che si inventò una scusa per non rispondere. Visto? Erano tutti strani.

Mi spieghi che succede alla tua ragazza?” chiesi quando Nicholas mi chiamò per farm gli auguri.

E che ne so, mica le leggo nella testa” rispose quello.

Stai mentendo, sai di che cosa si tratta, e ora ti obbligo a dirmelo” dissi spazientita.

Davvero Alex, non so di cosa tua stia parlando” disse ancora lui “ora devo andare, no mangiare troppo!” disse ridendo, poi mise giù senza darmi il tempo di replicare o metterlo ancora un po’ sotto torchio.

Amy mi raggiunse in quel momento, mi prese per mano e mi condusse a casa sua.

Ok, che c’è?” dissi quando uscii dalla doccia, lei sorrise perfidamente e mi fece sedere davanti alla scrivania.

Ti trucco! disse semplicemente.

Tu cosa?”

Dai, che gli altri saranno qui a momenti” disse ridendo, mi costrinse a sedermi e mi passò un velo di crema sul viso. Misi le cuffie dell’ipod nelle orecchie e feci partire la riproduzione casuale.

Posso guardarmi allo specchio ora?” chiesi spazientita dopo un bel po’. Non mi permettava di guardarmi! Amy sbuffò e mi scosse il capo.

Tutto alla fine” disse, poi prese una scatola e me la porse “hai dieci minuti per cambiarti, e guai a te se rovini il mio capolavoro” finì spingendomi in bagno. Aprii la scatola, trovando un bellissimo abitino grigio perla, con abbinate un paio di… tacchi a spillo 120?! Intimorita indossai l’abito e le scarpe, poi fece qualche passo per sondare la resistenza degli aghi che avevo sotto i piedi.

Alex ci sei?” chiese Amy bussanddo alla porta, io la aprii e feci una mezza passerella, poi l guardai male.

Posso sapere perchè 1, mi hai fatto conciare così e 2, perchè sto indossando queste due trappole mortali?” chiesi irritata.

E se te lo dico poi dove sta la sorpresa?” chiese a sua volta lei.

Ok, mi arrendo. Basta che mi fai togliere ste cose!”

Assolutamente no!” disse fermando le mani che stavano cercando di togliere le scarpe, poi mi fece sedere e mi acconciò i capelli, lasciandoli ricci liberi sulle spalle.

Finì la sua opera dopo non so nemmeno io quanto tempo.

Ok, ho finito” disse soddifatta, mi condusse allo specchio nell’armadio e mi mise di fronte, quello che vidi mi lasciò stupefatta.

I capelli erano acconciati in maniera tale da rimanere in ordine ma aveva rispettato i miei gusti, lasciandoli sciolti e in grado i ondeggiare. Il trucco era molto leggero, faceva diventare le ciglia più lunghe e il lucidalabbra rendeva le labbra più carnose, facendomi sembrare una bambolina. Il vestitino grigio aderiva bene alle mie forme, mentre i tacchi mi slanciavano, facendomi diventare molto più alta, il che non poteva che giovare! (vestito:http://www.jajalum.co.uk/A7590a.jpg scarpe:http://www.casaecorredo.it/immagini/Orion/scarpe/24403426791.jpg)

Rimasi a guardarmi come in trance per una decina di minuti, poi Amy scoppiò a ridere.

“Sei bellissima Cenerentola, ma ora devi andare, Sam e Max stanno mettendo le radici!” disse ridendo, io mi ripresi e afferrai la borsetta che mi poreva, dove aveva meso cellulare e non so che altro, probablimente il lucuidalabbra. Scesi e salii in macchina, dove Max e Sam mi stavano aspettando.

“Divertiti” disse Sam. Mi avevano lasciato davanti ad un palazzo abbastanza vecchio, con una scala anti incendio. Li guardai stranita per un attimo, poi mi baciarono la guancia e tornarono alla macchina.

Guardai per un attimo la scala, poi mi decisi a salire.

Max e Sam entrarono in casa, uno i mise stravaccato sul divano a guardare la tv, l’altro andò in cucina a prendere una cocacola, scesi dopo un po’.

“Allora?” chiesi.

“E’ andata” rispose Max senza togliere gli occhi dalla partita, Sam entrò mangiando delle patatine “E’ andata” disse sorridendo, mandai un messaggio a Jonas… al diavolo, a Nick “Meno male, anche questa è andata Xd!”, poi mi sedettia mangiare con i miei migiori amici.

Tutto mi aspettavo, tutto. Ma non questo. Appena salita un cameriere in divisa bianca fece la sua comparsa, prese la borsa e mi accompagnò al centro della terrazza, dove ad aspettarmi c’era… Joe.

“Oddio” mormorai guardandomi intorno. Era tutto perfetto, c’era un tavolino apparecchiato per due, tante lucine quà e là e un enorme cartellone con la foto della torre Eiffel, di Parigi.

“Ti piace?” mi chiese lui, mi avvicinai al parapetto e mi sporsi un po’. La vista era magnifica, sull’ocano.

“Wow, è… è… perfetto” dissi solo abbracciandolo.

“L’idea originale era portarti a Parigi, ma per mancanza di tempo ed organizzazione ci siamo dovuti arrangiare” disse Joe conducendomi al tavolo, dove l’uomo aveva portato gli antipasti.

“Ci?” chiesi stranita, anche se sapevo a chi si riferiva.

“Amy, che ha aiutato ccon trucco e resto, Max e Sam con il servizio taxi e Nick con ilposto” spiegò lui, io sorrisi e pensai a tutti i miei amici.

“Sono stati fantastici” dissei, Joe annuì e sorrise, poi cominciammo a mangiare.

“Davvero?”

“Si, allora io ho cominciato a scappare, con Max che mi inseguiva e Sam e Davon che facevano le ragazze pon-pon!” dissi ridendo, stavamo parlando da tantissimo tempo, il tramonto si era trasformato in notte fonda, avevamo bevuto del vino rosso e mangiato fino a scoppiare, poi ci eravamo seduti su delle coperte a chiaccherare.

“Oddio!” disse ridendo.

“Sì! Ci facciamo le migliori risate!” continuai io.

“Lo immagino, chiassà cosa pensano di me” disse quasi a se stesso.

“Gli stai simpatico, se no dubito che ti avrebbero aiutato con tutto questo” dissi indicando la terrazza.

“E a te?” chiese diventando più serio “cosa pensi di me?” finì avvicinandosi a me, terribilmente.

“Ehm… sei… molto simpatico, e…” ma non ebbi il tempo di finire, perchè le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie.

Ci guardmmo sorridendo per un po’, poi lo ribaciai, il cameriere scattò una fotografia sorridendo, poi si congedò.

“Vieni, la torta” disse prendendomi per mano e facendomi alzare. Spensi le seconde diciassette candeline della giornata ed espressi lo stesso desiderio della volta precedente.

Alex tornò a casa verso le tre del mattino, aveva un’espressione beata in volto e quasi non si accorse di me.

“Uh, Cenerentola è tornata, devo andare” dissi a Nick.

“Ok tesoro, a domani” rispose, ignorai la fitta nello stomaco alla parola “tesoro” e seguii Alex l piano di sopra.

“Come è andata?” chiesi stendendomi accanto a lei.

“Sono la ragazza di Joe Jonas” disse sorridendo, poi ci addormentammo.

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


Salve a tutte! Oggi mi sentivo particolarmente ispirata, quindi ho deciso di postare il capitolo, niente i chè a dir la verità, ma serve ad introdurre il prossimo capitolo, di cui lascierò un piccolo spoiler alla fine del capitolo.Ok, ora passiamo ai ringraziamenti, che sono ben 9!!

Lilian Malfoy. non ti sembra una strana coincidenza che ogni volta che una delle due posta un capitolo siamo entrambe su msn?! I casi della vita… comunque, sei riuscita a trovare il programma alla fine?! vabbè, piccola anticipazione, il prossimo capitolo npon te lo devi assolutamente perdere, chiaro???! un baciooooo

jeeeeee: Grazie, anche a me piacciono  molto come coppia, ma essendo stata decisa a ff già terminata mi dispiace che non ci siano molte scene dedicate completamente a loro… pazienza!

 dancermarty95: addirittura bella con la B maiscola?! che complimento ragazzi… grazie comunque e spero che anche quessto capitolo ti piaccia!

ada12: Amy è stracotta, e lo sta capendo piano piano… spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!

Star711: Chiarèèèè! come va?! nn ti preoccupare, le tue sofferenze molto presto avranno fine! ti spiego poi su msn!

sono_io: Ciao!n non ti posso dire molto, se no poi l’effetto sorpresa se ne va a quel paese ma… ecco, non sarà tutto perfetto per i nostri eroi!

sissiniessie: ehi ciao! grazie per tutti i complimenti! ti ho aggiunta su msn, ma ora sta a te accettare la mia richiesta!

m5_forever. ovviamente se si odiano sempre la storia non potrebbe andare avanti! comunque grazie!

Maggie_Lullaby: anche a me piace molto Cecilia, e adoro assolutamente coppia Alex/Joe!! non ti preoccupare, anche ai miei vengono le botte e ci trascinano da qualche parte senza avvisare, ti capisco!! sono molto felice che la storia ti piaccia e spero che anche tu aggiorni presto, magari con una dichiarazione di amore etrno tra Meggie e Nick!

Ringrazio inoltre

 102luna 
 
ada12 
 
alice brendon cullen 
 
chibi aki 
 
ffdipendente 
 
jeeeeee 
 
JonasBrothersFan 
 
Lilian Malfoy
meryj
michig
 Niki_CuLLen_
 noemi___lovelovelove
 sono_io 
 
Star711 
 
Veronica91 
 
_FrancySoffi_ 
 
_VampirE_CulleN_

che hanno la storia tra i preferiti e

dancermarty95 
 
fata93 
gaara4ever 
Ginnylove

 Little Sleeping Beauty 
 
m5_forever 
 
Maggie_Lullaby 
sissiniessie 
__Sunlight__

che ce l’hanno tra le seguite, spero commentiate prima o poi, mi raccomando! Ok, alla fine del capitolo piccolo spoiler del prossimo capitolo, che ho deciso di postare domenica o lunedì se ricevo abbastanza recensioni. Ora vi lascio al capitolo! Ah no, quasi dimenticavo! Lascio il mio contatto msn, per chi vuole fare due chiacchere e spiegarmi qualcosa in più sui Jonas, dal momento che non è proprio la mia materia!

crazies_star987hotmail.it

 

 

La lezione di biologia fu terribilmente lunga, e terribilmente noiosa. Ma che mi aspettavo, era biologia. Mi accostai al primo banco vicino alla porta, al suono della campanella sarei corsa fuori come un razzo. E così fu. Appena udii il suono assordante della campanella mi alzai come se un mostriciattolo mi avesse morso il fondoschienza, schizzai fuori dall'aula diretta alla mensa.

Entrai e raggiunsi il nostro solito tavolo. Salutai tutti e presi posto vicino Max, al solito.

“allora Sam oggi prove?-“chiese Max addentando un trancio di pizza. Disgustoso.

“Forse oggi vi do buca, viene a prendermi Clarisse dopo scuola” dissi con uno sbuffo.

“Nessuno ti ha invitata” rispose ridendo Sam, gli tirai uno schiaffo sul braccio e ripresi a mangiare un panino.

“rimarresti comunque brutta” Eccola che arriva, spunta dal nulla come sempre. Non cambierà mai.

Le feci un linguaccia ma non le diede troppo peso, sapevo quanto ci provasse gusto a prendermi per I fondelli...

“Non fare l'offesa, sono la tua migliore amca, ho il diritto e il dovere di renderti la vita impossibile...-“disse ridendo. La guardai male ma il suo cellulare cominci a squillare, mi fece una linguaccia e corse a rispondere.

“Questa volta sei salva!” urlai, mentre lei correndo usciva dalla sala. Sam e Max mi guardavano con l’aria di chi la sapeva lunga, ricambiai lo sguardo aggiungendoci qualche mossa con le sopracciglia che li fece ridere.

“E tu? Non ti chiama il tuo ragazzo?” mi chiese Sam addentando la… terza o quarta fetta di pizza.

“Non ho il ragazzo” dissi “e poi pensa a te, che Hilary non ti si fila da sempre” lo rimbeccai facendo ridere Max.

“Uno a zero per la bruna, amico, ti conviene ritirarti” disse ridendo, poi si avviò verso l’aula di letteratua inglese, Sam mi fece la linguaccia e scappò via anche lui. Ridendo li imitai.

 

Clarisse era la personal shopper di mia madre. Aveva una folta chioma di capelli rossi (tinti) e ricci e una risata da porcellino d’India che non sopportavo. Viveva in funzione di mia madre, e a volte in mia funzione, quando Camilla me la metteva al seguito per qualche festa importante che non avevo mai sentito nominare.

“Salve” mi salutò quando la rraggiunsi dopo scuola, Sam mi salutò con la manina stile Teletubbies mentre Alex saliva su un’auto dai finestrini oscurati, di Joe.

“A lei” risposi, lasciai la sacca nel sedile posteriore e allacciai la cintura di sicurezza, pronata ad una giornata di noia interminabile.

“Allora, la festa che darà sua madre sarà una in bianco e ner…” cominciò a dire. Infilai gli auicolari dell’ipod e feci partire la riproduzione casuale, le note della canzone “Black Keys” che avevo scaricato da I Tunes in gran segreto, mi colpirono come una pugnalata, facendomi ricordare di quanto mi mancasse. Cambiai subito, trovandomi la mia amata Anastacia. Andava più che bene, aprii il finestrino e aspirai il vento che arrivava.

“Da dove vogliamo cominciare?” chiese Clarisse quando scendemmo dalla macchina, eravamo in Rodreo Drive, non ci andavo mai se non costretta, come in quel caso.

“Ascolti, sto facendo in modo che il pomeriggio passi in fretta, perchè un giro di shopping con lei non rientra nei miei ideali di divertimento, quindi renda la cosa più semplice ad entrambe la prego” le dissi acidamente, non volevo esserlo, ma stress, più depressione, più shopping in Rodreo Drive… Capitemi!

“O… ok, cominciamo da… Valentino allora” disse lei, dapprima confusa, ma poi presa dalla shopping mania. Sbuffai e mi feci condurre nel negozio.

 

Avevamo girato la terra e la Spagna, non ci eravamo fermate un secondo, Valentino, Cavalli, D&G, Jimmy Choou, Chanel, La Perla, Versace…

Ero stata passivamente presente mentre Clarisse mi faceva provare abiti, giacche, copri spalle, completi intimi e scarpe da far venire il mal d’aria. Non riuscivo a non maledire mia madre, che me l’aveva mandata, Sam Max e Alex che ora erano da qualche arte a divertirsi e soprattutto quel ******** del mio amico Nicholas che aveva deciso di partire proprio quando stavo per sclerare.

“Basta!” esclamai sedendomi ad un bar, ordinai un frappè alla fragola e un piatto di dolciumi vari. Clarisse si sedette accanto a me e ordinò una macedonia, la guardai scettica, poi cominciai a mangiare.

“Allora, cosa manca?” chiese lei.

“E che ne so, l’esperta è lei” risposi io prima di prendere il celllare che aveva cominciato a squillare per una chiamata del mio amico.

“Ehi” dissi forse più felice di una normale amica-nemica comune.

“Tesoro, come va?” chiese lui.

“Malissimo. E non chiamarmi così” se no vengo lì e al diavolo il nemico-amico.

“Come sei acida…”

“Vorrei vedere, sai dove sono?” chiesi.

“No, fammi indovinare… sei con tuo padre” disse ridendo.

“Peggio, sono in Rodeo Drive”

“E come ci sei finita? Ora mi toccherà regalarti un navigatore satellitare buono!” disse sbuffando, io risi.

“Ma no che hai capito. Ci sono perchè costretta da quella dolce signora che è mia madre” dissi con sarcasmo.

“Oh…”

“Già… Tu che fai?” chiesi mentre Clarisse tornava dopo aver pagato il conto.

“A New York,altre due apparizioni televisive e poi casa!” esclamò facendomi ridere nuovamente, Clarisse mi intimò con i gesti di muovermi, la ignorai.

“Sempre martedì..”

“Non m lo ricordare” disse “tu quando hai la festa di tua madre?” chiese poi.

“domani sera, Alex viene a fare presenza, poi va via con il suo nuovo fidanzatino, e Sam e Max si sono dati latitanti. Domani campeggio” dissi fingendo entusiasmo.

“Oh che bello! Magari vengo io, o la mia sagoma di cartome a farti compagnia” propose. Mi sentii lo stomaco in pappa.

“Sì, preferirei la sagoma di cartone, così gli faccio i baffi finti on il pennarello!”

“Ma come siamo spiritosi!” disse ridendo, mi alzai e raggiunsi Clarisse che ammirava una vetrina, poi prese il mio cellulare.

“Pronto con chi parlo? Oh non mi interessa, ora la sua fidanzata è occupata, potrà risentirla questa sera. Arrivederci” disse, poi mise giù e mi restituì l’apparecchio.

“Cosa ha fatto?” chiesi scandalizzata.

“Oh via, signorina. Guardi questo abito che è… è… una meraviglia” disse ammirata. Guardai in alto sicura di scorgere un’altra grande firma, invece mi accorsi che eravamo in una stradina poco conosciuta, e il mìnegozio non portava alcun nome noto.

“Ok, entriamo” dissi, lei mi seguì con il sorrisetto sulle labbra, poi cominciò a parlare con la commessa.

“Vieni cara, prova questo” disse, mi porse l’ennesimo vestito che non avrei mai indossato, anche se era aprticolarmente non da me, con degli enormi fiocchi da ogni parte.

“Ok cara, lo prendiamo” disse Clarisse, annuii poo convinta, poi guardai l’orologio. Le sette e mezza.

“Clarisse, io dovrei studiare sai com’è…” dissi quando uscimmo dall’ennesimo negozio, la donna annuì e tornammo in macchina con una trentina di sacchetti in mano.

“Mi dispiace di avrla fatta annoiare signorina” disse Clarisse quando stavamo pr scendere.

“Non preoccuparti Clarisse, non è colpa tua” dissi sorridendo, poi scendemmo e mi fiondai a studiare.

 

Nuovo giorno, ore otto meno dieci.

“Amy!” urlò al mio povero orecchio quella pazza di Alex, mi girai dandogli le spalle e tornai a dormire.

“Alzatiiiii, è stardissimo!” urlò ancora, mugugnai un vattene e schiacciai il cuscino sulla faccia.

“Ok, allora dirò a Nick di andare via…” disse lei allontanandosi. Nick?

“Ci sono, ci sono!” esclamai tirandomi su dal letto e cominciando a lavarmi i denti, lei torn giù ridendo. Feci la doccia e indossai un jeans, una canotta con un maglioncino con lo scollo a barca viola, legai i capelli in due trecce e indossai un cappellino modello basco.

Scesi di corsa e sclale, inciampando quasi nell’ultimo gradino, e trovai Alex a mangiare beatamente.

“TUUU!” la accusai mentre lei rideva a crepapelle.

“Oddio, ci hai creduto!” disse sempre ridendo.

“Stronza” dissi solo, lei continuava a ridere a singhiozzi, poi Joe le mandò un messaggio. Poco dopo uscimmo di casa.

“Allora cosa avete comprato?” chiese mentre salivamo sulla mia macchinina. (http://www.ouiclub.it/public/bmwquattrop.jpg)

“Tanta roba che non metterò mai” risposi semplicemente, poi mettemmo su un cd e facemmo partire la prima traccia. Dopo un quarto d’ora arrivammo a scuola.

Odiavo le oche  che ci salutavano quando passavamo nei corridoi, erano molto… oche.

“Ma che vogliono?” chiesi esasperata riferendomi a due ragazze che si ci guardaano con espressione strana.

“Che ne so… Allora dopo vengo a casa tua per prepararci ok?” chiese, io annuii, poi la campanella divise le nostre strade.

 

Max e Sam ridevano come scemi guardando chissà cosa dal palmare di Max.

“Che fate?” chiese Alex prendendo posto, Sam smise di ridere un attimo e ci mostrò la fotografia. Anche Alex rise, poi la ripassò a me.

“Siete proprio stupidi!” dissi vedendo le foto senza senso dei personaggi di Futurama, loro continuarono a ridere, io cominciai a mangiare il mio dolce.

“Abbiamo cattive abitudini alimentari!” dissi riferendomi ai vassoi di dolci.

“Lo credo anche io. Dovremmo smettere” disse, mi guardò seria po scoppiammo a ridere.

“Non ti vedi con il tuo bel fidanzato?” chiesi per cambiare argomento.

“Ha un esame e studia. Che palle” disse, io risi, poi la campana suonò. Sam e Max si precipitarono alla loro odiata letteratura, mentre io e Alex prendevamo la macchina usufruendo del permesso.

“Ah, tu non sai che è successo! Clarisse si è dimostrata gentile” dissi mentre stavamo per parcheggiare, dopo aver passato il viaggio a cantare a squarciagola.

“Come no…”

“Giuro!” dissi ridendo della sua espressione, lei mimò un “ok” con il viso e scendemmo.

 

“Cosa indosserai tu?” chiesi ad Alex mentre si truccava.

“Niente di particolare, dopo vado a cena con Joe” disse lei passando un altro strato di lucidalabbra “tu quale metti?” chiese lei.

“Quello ch mi ha regalato Nicholas” dissi sovrappensiero. Alex and in bagno, tornando poco dopo con un miniabito nero. (http://files.splinder.com/8ba0334d34dbbb69c048ac34ef230c2d.jpeg).

“Sei meravigliosa!” dissi sorridendo, poi cominciai a truccarmi. L’auto arrivò a prenderci alle sette in punto.

 

Il posto era molto affollato, lo studio occuapva tutto un piano, e camerieri in divisa distribuivano bevande, Alex ne prese al volo due e me ne porsegli diede un bacio a stampo, poi mi salutò con la mano e spar una.

“Auguri” mormorò prima di berla tutta, la imitai, poi nascondemmo i bicchieri alla vista di mia madre, che stava arivando.

“Ragazze siete magnifiche!” disse baciando la guancia ad entrambe, entrammo automaticamente in modalità “che-bella-festa”, e senza separarci un attimo andammoa salutare le persone presenti.

“A che ora passa a prenderti Joe?” chiesi dopo una mezzora.

“Tra poco credo, ha detto appena finiva di studiare” disse con aria sognante. Alex era innamorata.

“E tu? Hai sentito Nick?” chiese per cambiare argomento.

“Si, mi ha chiamata nel pmeriggio” risposi.

“Quello è cotto di te!” disse ridendo.

“Scherzi? Che dici… no” ribattei, lei lesse un messaggio al cellulare e scappò fuori, trascinandomi per mano.

“Dove staimo… Alexxxxxx!” urlai mentre arrivavamo nel parcheggio, lei si avvicinò a Joe, che era sceso dal suo SUV e gli diede un bacio a stampo. Mi salutarono con la mano e sparirono in auto. Il cellulare cominci a squillare.

“Buonasera!” dissi sorridendo.

“A te! Cosa fai?” chiese Nick.

“Niente di chè, Alex mi ha appena abbandonata, è ancora valida l’oferta della sagoma di cartone?” chiesi, lo sentii ridere, una risata troppo vera per essere al telefono. Mi voltai e lo ritrovai davanti a me, mentre mi fissava con quel sorriso alla JONAS.

“Magari mi mando l’originale!” disse ridendo della mia espressione.

“Sei… incantevole” disse prendendomi la mano e facendomi face un giro s me stessa.

“Grazie” risposi imbarazzata, non si era accorto che era l’abito che mi aveva regalato.

“Ho un gusto ottimo, non faccio molti regali, ma quelli che faccio sono i migliori!” (vestito:http://3.bp.blogspot.com/_KJeF_RoB78Y/R54NYdM9YcI/AAAAAAAABjg/rDhrSLXS8hk/s400/TT-7011.jpg)disse facendomi fare un giro su me stessa, poi pensai che doveva essere a NY.

“Ma tu che ci fai qui?” chiesi.

“Volvo mandarti la sagoma di cartone, ma poi ho pensato: a sto punto ci vado io, tanto comunque il biglietto devo comprare!” io risi piano, poi lo guardai attentamente, indossava un jeans a vita bassa, una t-shirt bianca e una giacca di pelle nera.

“Stupido!” dissi dandogli una botta sul braccio, lui rise, poi mi abbracciò. E io mi sentii in pace col mondo. (ncholas jonas:http://i32.tinypic.com/262s1tw.jpg)

 

 

Beneeeeeeeeee ok, fine quattrodicesimo capitolo. Ora piccolo spoiler tutto per voi…

“Eh no stellina, sei tu che hai voluto fare tutto questo, minimo ora chiudi la bocca!” mi zittì.
Chiudere la bocca io?! Ma come si permette'?
”Che cosa? Io chiudere la bocca?” chiesi infatti scandalizzata.
“Si, e non ti conviene costringermi a farlo” mi avvertì.
“Ah no? E sentiamo, cosa faresti per farmi chiudere la bocca?” chiesi ingenua.
Ed eccolo, il suo sorriso MADE IN JONAS non poteva mancare ancora per molto.
Intanto eravamo  arrivati sulla costa, Nick parcheggiò e scese dalla macchina, per poi venire ad aprirmi la portiera, evitando però di rispondere alla domanda.
“Allora?” insistetti ancora.
“Allora…” sussurò  avvicinandosi e bloccandomi con il corpo contro la macchina. Ero in trappola.

 

Sono gentilmente ringraziate Lilian Malfoy e Dancermarty95 per avermi aiutata a trovare le immagini!

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindici ***


Lo so, avrei dovuto postare il capitolo lunedì, ma problemi logistici, quali compiti delle vacanze, mi impediscono di farlo. Quindi posto oggi il… capitolo.

mitber: si si, sorriso alla MADE iN JONAS, una veccia idea che ho riutilizzatao! spero che non sparirai!!

Maggie_Lullaby. aspetterò il fatidico momento! anche io adoro Alex, con la sua vitalità! e Clarisse, povera, succube di Camilla! Fammi sapere cosa ne pensi!

dancermarty95: succederà? no? mah, chi lo sa! per il momento grazieeeee per le recensioni! e ti aspetto al prossimo capitolo!!

Niki_CuLLen_: ahah, grazie ma non posso prendermi io il merito, dal momento che l’immagine mi ha aiutata a trovarla la mia cara amica Martina!! comunque hai ragione, si passa dal giorno alla notte!1

Star711: amoreeeeee, io sono la carogna? ma… ma…! così mi offendi cara! comunque grazie per il complimento e guai a te se non mi anticipi più niente!! Connettiti prestooooo

Lilian Malfoy: ta ta ta tannnnnnnn! ok, apparte che tu lo sai a memoria sto capitolo, ooooooooh!! la mia amichetta pura! aspetta che mi stai chiamando! odio quel colore arancio di msn!!

PrInCeSsMaLfOy. ehilà! come sono andate le vacanze?! spero bene! anche io adoro Cecilia! mi da lo spunto per tante belle scenette! e poi… Amy foreverrrr! io la adoro! e grazie per i complimenti ai vestiti ma il merito va a Lilian per i vestiti e dancermarty95 per nicholas. Un baciooooo

Vitty. mamma mia, quanti complimenti! grazie, mi fa piacere che la fic ti piaccia, spero continuerai a leggerla e a recensirla!

sono_io. se vai in Rodreo Drive chiamami, anche a me servirebbero giusto un apio di sciocchezze! mi fa piacere comunque che il capitolo ti piaccia, e O.o vedrai in questo capitolo…XD

Ringrazio inoltre le ragazze che hanno messo la storia tra preferiti e seguite! Non abbiate paura a recensire!! e

Niki_CuLLen_
PrInCeSsMaLfOy
Star711
_VampirE_CulleN_

CAPiTOLO DEDiCATO A Lilian Malfoy CHE Mi HA AiUTATA MOLTO CON CONSiGLi E SCELTE DI LOOK! TVTTB!

 

“Wow, stai benissimo…” mi mormorò ancora all’orecchio Nick abbracciandomi. Io mi feci stringere dalle sue braccia fino a quando non mi resi conto di cosa stessi facendo.
“Si si, grazie” lo liquidai senza guardarlo negli occhi, so che se lo facessi. non resisterei dalla voglia di baciarlo…
“Non c’è di che” mi rispose cercando di abbracciarmi ancora, cercai di scansarlo ma sfoderò quegli occhioni da cucciolo bastonato che non mi fanno capire più niente, e non potei fare a meno di avvicinarmi a lui e farmi stringere dal suo abbraccio.
“Ah vedi, non resisti senza di me!” esclamò ridendo impedendomi di staccarmi da lui, sorrisi anch’io.
“Ok grande divo, non montarti troppo” lo sgridai. La star scoppiò a ridere.
“Troppo tardi, ormai quel che è fatto è fatto!” si giustificò. Separò il suo corpo dal mio, tutto d’un tratto mi sentii leggermente… vuota.
“Dove andiamo?” gli chiesi per cambiare argomento.
“Ovunque è tuo desiderio andare” mi risponse aprendomi la portiera della sua decappottabile grigia.
“Allora andiamo… al mare!” proponsi sorridendo. Lui mi guardò strabiliato e io gli passai una mano tra i riccioli disordinati.
“Andiamo al mare!” concesse dando gas “Solo… sai quanto è distante?” mi chiese sovrappensiero.
“No, non lo so precisamente, è tanto distante?” risponsi.
“Sono tre ore all’andata e tre al ritorno stellina, armati di buona pazienza” mi consigliò, annuii, tolgo le scarpe e appoggiò i piedi sul cruscotto.

“Non possiamo rimanere in città?” chiesi a un certo punto.

“Come no, una serata passata a firmare autografi” disse ridendo, io sbuffai e spensi il cellulare.

“Che Fai?” chiese.

“Non si vede? Non voglio sentire Alex, Sam, Max o Joe… nessuno” dissi semplicemente, anche lui spense il suo e me lo diede in custodia. Sorrisi e tornai a guardare il panorama della litorale.

 


“Comoda sei comoda!” disse dopo un po’. “Si, abbastanza!” ribattei facendo finta di aggiustarmi sul sedile.
Il viaggio trascorse più o meno così, con le mie battute e le sue risate, carezze sfiorate e schiaffetti non proprio amichevoli.
“Non avvisi a casa?” chiese curioso dopo un po’ di silenzio, guardandomi attento.
“Non servirebbe a niente” risponsi con un’alzata di spalle.
“E perchè?”
“Perchè a casa non c’è nessuno 350 all’anno…”
“Mhm… buono a sapersi!” mormorò malizioso. Lo rimisi a posto con uno schiaffo sul braccio.
Rimanemmo un altro po’ in silenzio, non pesante, mi sentii a mio agio…
“Quanto manca?” chiesi sbuffando e controllando l’ora, le 22 e 15.
“Eh no stellina, sei tu che hai voluto fare tutto questo, minimo ora chiudi la bocca!” mi zittì.
Chiudere la bocca io?! Ma come si permette'?
”Che cosa? Io chiudere la bocca?” chiesi infatti scandalizzata.
“Si, e non ti conviene costringermi a farlo” mi avvertì.
“Ah no? E sentiamo, cosa faresti per farmi chiudere la bocca?” chiesi ingenua.
Ed eccolo, il suo sorriso MADE IN JONAS non poteva mancare ancora per molto.
Intanto eravamo  arrivati sulla costa, Nick parcheggiò e scese dalla macchina, per poi venire ad aprirmi la portiera, evitando però di rispondere alla domanda.
“Allora?” insistetti ancora.
“Allora…” sussurò  avvicinandosi e bloccandomi con il corpo contro la macchina. Ero in trappola.
Non finii di parlare, sentii soltanto il suo respiro, caldo e regolare, lambire la mia pelle, facendomi provare dolci brividi.
Continuò  ad avvicinarsi a me, sapevo quali erano le sue intenzioni, razionalmente SAPEVO che avrei dovuto fermarlo ma… mi sentivo così protetta, sentivo che stavo facendo la cosa giusta.
Il cervello e il corpo funzionavano come se facessero parte di due persone distinte e separate.
Il primo che continuava ad urlarmi di scacciarlo, che avrei sofferto, che era sbagliato, e il secondo che continuava  a mandare a quel paese il primo, che delirio!
Intanto le sue labbra si stavano avvicinando sempre più alle mie, involontariamente aprii gli occhi e incontrai  il suo sguardo.
La corsa del suo viso cessò istantaneamente, lui mi rassicurò sorridendomi dolcemente. Si fermò, aspettò un mio cenno, un qualcosa che gli faccia capire se andare avanti o fermarsi.
Però il mio corpo non rispondeva agli ordini del cervello, l’avevo già detto mi pare,erano completamente disconnessi.
Le braccia si mossero da sole, ritrovandosi attorno alle sue spalle. Una mano che accarezzò i suoi capelli, sistemandogli un ricciolo.
Allora sorrise e chiuse gli occhi, lo imitai. Le sue labbra si fermano ad un soffio dalle mie, senii il mio cuore battere in maniera alquanto convulsa.
Sbirciai da sotto le palpebre e lo vidi sorridere dolcemente, poi le sue labbra sfiorano per la prima volte le mie.

 

Sentii un brivido corrermi lungo la schiena, così forte che mi stupii che lui non l’avesse percepito.
Si staccò leggermente attendendo una mia risposta, non avrei mai immaginato la tenerezza di questo ragazzo.
Avvicinai ancora il mio viso al suo, dandogli un bacio a fior di labbra, poi mi appoggiai alla macchina e cominciai a giocare con una ciocca dei supoi capelli.
Lo sentivo respirare, aveva ancora gli occhi chiusi.
“Voglio vedere il mare” mormorai predendo lo sguardo sull’orizzonte, Nick annuì imperccettibilmente e staccò il mio corpo dal suo, prendendomi poi dolcemente per mano.
Ci avviammo verso la spiaggia in silenzio, per non rompere la magia che si era venuta a creare.
“Ne è valsa la pena, è fantastico” dissi arrivando alla riva, era ancora notte, ma presto ci sarebbe stata l’alba e sicuramente non me la volevo perdere.
“Facciamo così” disse Nick al mio fianco “chi arriva ultimo alla sdraio lì in fondo paga la colazione!” e mi guardò con aria di sfida.
“Ci sto!” accettai mettendomi in posizione per partire.
“Ok allora. 1…2…………3!” escalm all’improvviso ed entrambi scattammoo, io più veloce di lui.
Ma presto sentii la sua presenza dietro di me e poco dopo due mani che cercavano di fermarmi per i fianchi, sgusciai via facendolo ridere, ma poco dopo tornò all’attacco, questa volta con più successo.
Mi ritrovai a volteggiare in aria ridendo come una pazza e facendo ugualmente ridere lui, poi un po’ per la stanchezza un po’ per il troppo ridere mi ritrovai distesa a terra, con Nick al mio fianco.
Ripresi fiato lentamente, poi Nick mi aiutò a tirarmi in piedi. Mi ritrovai contro il suo petto, con le labbra vicinissime.
“Sei dolce” mormorò sulle mie labbra, facendomi sorridere.
“Ah si?”
“Si, sai di fragola… e sole” rispose somplicemente.
“Sole? Perchè che odore ha il sole"?” chiesi raggiungendo la sdraio e sedendomi in braccio a lui in modo da poterlo vedere.
“Di fresco, e di gioia” spieg. Io risi e poggiai la testa sul suo petto.
“Spero almeno di essere comodo” moror al mio orecchio prendendo ad accarezzarmi i capelli, con il più naturale dei gesti gli cinsi il collo con le braccia, come una bambina piccola, facendomi cullare. “Si, molto comodo” risposi con gli occhi chiusi.
“E’ davvero un peccato,non sai che ti perdi con gli occhi chiusi così” esclamò dopo un po’ di tempo passato in silenzio.
Aprii istantaneamente gli occhi, trovando suoi occhi e mezzo centimentro dai miei. Aveva ragione, non sapevo che mi stavo perdendo.
Gli diedi un bacio dulla punta del naso, ma capii che non era a quello che si riferiva con –non sai che ti perdi-.
Mi girai quindi verso il mare, facendomi accecare dall’alba più bella che avessi mai visto.
Aveva diversi colori, passava armoniosamnete dall’arancio, al rosso. all’azzurro al blu scuro, era una meraviglia.
“Bellissimo” mormorai rivolta a me stessa.
“Accettabile” ribattè invece lui.
“Meravigiosa” dissi.
“Non messa a paragone con te” disse sicuro di se stesso.
Sorrisi e adagiai anora la testa sul suo petto, godendomi la leggera brezza proveniente dal mare.

 

Dormicchiai tutto per tutto il viaggio di ritorno, ogni tanto sentivo la sua mano accarezzarmi, poi la giacca di pelle poggiata sulle spalle. Sorrisi, sempre con gli occhi chiusi.

“Siamo arrivati” comunicò sussurrandomi all’orecchio e facendomi rabbrividire.

“Mhm…” risposi aprendo piano gli occhi, lui mi baciò la guancia e mi aspettò mentre scendevo, poi mi prese per mano.

“E’ stata una bella serata” dissi per spezzare il silenzio. Frase banale. Rise e mi accarezzò la guancia.

“Fantastica serata” mi corresse prima di baciarmi.

“Buona notte” sussurrò con le labbra poggiate sulle mie, mi baciò ancora e si allontnò verso la macchina.

“Notte” sussurrai ancora confusa e con il cuore a duemila. Salì in macchina e si allontanò.

Sorrisi come una stupida, poi entrai in casa.

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedici ***


Macciao! Come va? Spero alla grande! A quanto pare lo scorso capitolo è piaciuto molto! Ne sono molto felice!! Passiamo alle recensioni

Lilian Malfoy: il tuo capitolo preferito, eh?! Comunque ti adoro e adolro la squadra lil/nes!! Everybody forever!!

dancermarty95: grazie, è stato molto difficile scrivere questo capitolo peer spiegare a pieno i sentimenti contrastanti di Amy, ma se ti piace tanto significa che lo sforzo ha avuto i suoi buoni frutti!

mitber: non ho capito molto della tua recensione a dir la verità, ma nemmeno a me piacciono i compiti delle vacanze!

PrInCeSsMaLfOy. ehilà! senti bellissima, ti aspetto su facebook perchè ti devo assolutamente far leggere una long che ho scritto!! ti aspetto e grazie!

Niki_CuLLen_: ahah! l’oscar?! Grazieeeee, comunque si, dopo quindici capitoli finalmente la storia diventa romantica!!

ada12: sono convinta che ragazzi come li descriviamo nelle ff non esistano! credimi!

sono_io: è stato molto difficile in effetti scrivere questo capitolo per rrenderlo realistico e mi fa molto piacere che ti sia piaciuto!

Maggie_Lullaby: ahah! grazie! mi fa molto piacere che questo capitolo ti sia piaciuto! e grazie per tutti i cimplimenti, mi hai fatta montare di testa!!!

jeeeeee: grazie! lo so, sono molto carini insieme!!

grazie alle ragazze che hanno la storia tra seguite e preferite!!

 

 

Quando tornai a casa erano da poco passate le nove del mattino. Non richiamai nessuno, semplicemente poggiai il cellulare sul comodino accanto al letto e mi infilai sotto coperte, addormentandomi in fretta.

Mi risvegliai dopo non so quanto, avevo un gran mal di testa, ma dopo aver guardato l’orologio decisi che era normale dopo aver dormito fino alle sette della sera. Presi il cellulare e aprii gli sms dei miei amici, che mi chiedevano che fine avessi fatto, poi il cellulare cominciò a squillare.

“Si?” risposi.

“buongiorno… no anzi, buonasera!” disse Nick ridendo.

Soffocai uno sbadiglio prima di rispondere. “giorno, cioè, sera” dissi cadendo a peso morto sul letto.

“Ti sei appena alzata!” mi accusò.

“Io? Esatto” dissi chiudendo gli occhi e perdendomi nella sua risata.

“Mamma mia, io non ho ancora dormito!” disse fiero.

“Allora vai” risposi acida.

“No, preferisco dare fastidio a te” disse convinto.

“Ho mal di testa” dissi cominciando a massaggiare con le dita la testa.

“Scusa, ho fatto male a svegliarti allora”

“No, no stai tranquillo, mi ero già svegliata” lo rassicurai “dove sei?” chiesi per distrarmi.

“Sto per andare in onda come ospite di… com’è che si chiama?… vabbè”

Risi ignorando il martellare alle tempie.

“E quando saresti andato in vabbè?”

“Quando ti ho accompagnata a casa” rispose solo.

“Ok, allora non torni per quanto?”

“Per stasera non posso essere lì, domani mattina” rispose, il dolore alla testa era troppo, mi lamentai piano.

“Non stai bene? Vuoi che venga?” chiese preoccupato.

“No, no sto alla grande” cercai di rassicurarlo.

“No invece. Io vengo”

“Tu non ti devi permettere, sto bene, ora prendo un’aspirina e mi metto a letto, e domani starò come prima” gli dissi.

“Sicura?” la sua voce era ancora preoccupata.

“Si si, sicura” risposi, poi misi giù.

Mandai un messaggio ad Alex e mi alzai piano, reggendomi alle pareti, fino ad arrivare in cucina, dove poco dopo fece la sua comparsa la mia migliore amica.

“Oddio sei uno straccio” fu il suo unico commento quando mi vide, io sorrisi sarcastica e presi la compressa, poi con il suo aiuto tornai a letto, mi addormentai subito.

 

Alex rimase con me fino alla mattina successiva, quando dovette correre a scuola, mi lasciò un biglietto con il numero di un medico.

Rimasi nel dormiveglia per un’altra mezzora, non osavo alzare la testa dal cuscino o muovermi in nessun modo, le ossa facevano troppo male.

Non so quando mi riaddormentai, ma tornai nel mondo dei vivi solo quando sentii delle labbra che si posavano sulle mie.

Aprii piano gli ochhi, Nick era seduto sul letto e m accarezzava i capelli, con il viso ancora vicino al mio.

“Come ti senti?” chiese, non risposi, mi adagiai meglio vicina a lui e chiusi gli occhi, ignorando le fitte per i movimenti.

“Male” risposi poi, lui si alzò e cominciò a rovistare nella stanza.

“Cosa fai?” chiesi alzandomi, mossa sbagliata, decisamente. Le fitte alla testa mi annebbiarono la vista, facendomi crollare sul letto. Nick corse verso di me, mi accarezzò la fronte e la baciò, io chiusi gli occhi e cercai di riprendermi.

“Ehi, shh” sussurrò sentendomi lamentare. La testa mi scoppiava, le ossa facevano strani rumori e avevo solo una gran voglia di dormire.

Poggiò di nuovo le labbra sulla mia fronte.

“Che avevi la febbre era già chiaro, ma si bollente, dove hai il termometro?” chiese alzandosi e ricominciando a cercare.

“Bagno” risposi solo coprendomi fino a fopra i capelli, poco dopo tornò e mi misurò la febbre, poi chiamò il medico. Io stavo per riaddormentarmi.

“Tra poco arriva il medico” annunciò avvicinandosi alle mie labbra.

Mi girai di scatto, il collo protestò, ma non gli diedi ascolto. Lui ritentò dall’altro lato, ma lo bloccai.

“Non permetterti ad avvicinare le tue sane labbra”

Lui rise. “Ok mamma, non lo faccio più” disse, e si alontanò.

Mi addormentai dieci minuti dopo con le sue labbra sulle mie.

 

Il medico mi visitò per una decina di minuti, Nick era seduto sul letto accanto a me con espressione seria. Il verdetto? Una bella influeza, con la febbre a 39, fantastico.

“Grazie dottore” disse Nick accompagnandolo alla porta, si era comportato da papà per tutto il tempo, avrei voluto sfotterlo, ma avevo le labbra troppo impegnate a tremare per poter parlare.

Tornò in camera dopo nemmeno dieci secondi, se sedette alla sedia a dondolo accanto alla finestra e cominciò a strimpellare la mia vecchia chitarra acustica.

“Vattene” gli dissi nel dormiveglia, ogni ora mi misurava la febbre e mi bagnava la fronte per farmela scendere, entro il pomeriggio stavo molto meglio, abbastanza almeno da potermi alzare senza rischiare uno svenimento!

Lo raggiunsi in salotto, dove stava suonando qualcosa al pianoforte. Ero raggomitolata in una coperta e stentavo a stare dritta. Mi sedetti su uno di divani in pelle bianca e rimasi ad ascoltarlo. Suonò ininterrottamente per quasi tre ore, poi si sedette a me. Poggiai la testa sul suo petto, poi mi sistemai direttamente in braccio a lui, dove sarei stat sicuramente più comoda.

“Ti ho detto che te ne devi andare” gli dissi ancora. Lo sentii ridere.

“No, non è questo che fanno i nemici-amici” disse, ci rimasi un po’ male, chissà cosa speravo.

“Hai ragione” dissi togliendomi dalla sua stretta, mi guardò stranito per un secondo “non fanno queste cose, e nemmeno baciano le nemiche-amiche” dissi accucciandomi in un angolo.

Lui sorrise e mi guardò.

“Giusto, allora mettiamola così: i fidanzati non fanno queste cose” disse riformulando la frase di poco prima, feci una strana smorfia quando sentii quelle parole, il cuore era completamente partito e le farfalle facevano bungie junping nel mio stomaco, poi mi prese e mi risistemò in braccio a lui, mi baciò.

“Sempre se tu vuoi” sussurrò contro le mie labbra.

Lo baciai ancora, poi gli misi le mani intorno al collo e mi feci cullare.

 

Passò una settimana, ormai mi ero rimessa alla grande grazie a Nick e agli altri.

“Amyyyyyyy! Oh mio dio! Guarda!” urlò Alex correndo nei corridoi della scuola con una rivista in mano.

“Cosa?” chiesi mettendo a posto un libro nell’armadietto.

Lei per tutta risposta lei mi spalmò davanti una rivista di gissip, la guardai male e gliela restituii.

“Da quando compri i giornaletti scandalistici?” chiesi con una smorfia.

“Da quando c’è la foto del tuo ragazzo che regala un anello a un’altra” disse lei, io cambiai espressione e presi la rivista al volo.

In copertina il volto di lei e un immagine del presunto anello, in un ovale lui.

“Le grandi storie d’amore non finiscono mai e a quanto pare è così anche per Miley Cyrus e Nick Jonas che dopo vari tentennamenti sono definitivamente tornati insieme.

I due, infatti, dopo essere stati insieme per un bel pò avevano deciso di lasciarsi, una separazione che sembrava definitiva visto che Miley aveva iniziato una nuova storia d’amore insieme a Justin Gaston. Circa un paio di mesi fa però Miley ha lasciato Justin e, nel corso di varie interviste, ha espresso più volte il desiderio di tornare insieme a Nick.

Nonostante la rottura, infatti, Miley e Nick sono comunque rimasti in contatto e ultimamente hanno lavorato insieme in un duetto con tanto di videoclip. Ebbene, dopo aver passato un pò di tempo insieme a Miley per via di questo videoclip anche a Nick è venuta voglia di tornare insieme a lei.

Così tanta, che pare abbia regalato a Miley, un anello con tanto di diamante a forma di cuore, per dimostrarle tutto il suo amore. La ragazza ha apprezzato moltissimo questo regalo, infatti lei non vedeva l’ora che Nick facesse il primo passo per ritornare insieme. Ovviamente non si parla di matrimonio, anche se ce lo potremmo aspettare, visto che il fratello di Nick, Kevin si è sposato a soli 21 anni.”

Finii di leggere con un peso sullo stomaco, poi consegnai la rivista ad Alex.

“Che succede?” chiese Sam raggiungendoci con Max.

“Vado, lo ammazzo e non ti preoccupare, torno in tempo per le prove delle sei” dissi con uno sguardo serio. Sam guardava me, Alex e la rivista che aveva in mano, poi Max la prese e lesse l’articolo.

“Ti do un passaggio” disse, uscimmo in fretta da scuola

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciassette ***


E con il mal di testa più acuto dell’ultimo mese mi accingo a postare il diciassettesimo capitolo! Mamma mia, che doloreeeeeeee!!

Lilian Malfoy: salve salvino!! ok, ora devo scrivere il primo capitolo della nostra storiella, ma……… che mal di testa!! ok, grazie per la recensione e… mi stai chiamando, un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: amore!! oh, che bello!! la mail non mi è ancora arrivata ma so già che sarà bellissima, fantastica, emozzzzzzzionante!! ok, ora vado se no svengo sul pc!

Niki_CuLLen_. sono completamente daccordo, facciamo un gruppo su fb, ah no c’è già! e io ovviamente sono iscritta!!

dancermarty95: eh già, mai far incazzare Amy, MAIII!!

Star711: non sono sicura che reggerà ma… posso fare un tentativo!! spero che questo capitolo ti piaccia!!

Maggie_Lullaby. oddio che mal di testa! a te è passato?! spero… comunque grazie per le bellissime recensioni che mi lasci, mi fanno morire!! ci sentiamo per mail!!

ada12: facciamo una spedizione punitiva contro Nick ci stai?! comunque ti lascio sognare, ok!!

jeeeeee: ahah, maledetti giornaletti!! spero che questo captolo ti piaccia!!

sono_io: le tue recensioni mi fanno morire!! ovviamente Nick NON sopravviverà!! Amy ha un manuale dei centouno modi più atroci per uccidere un fidanzato infedele!! grazie per la recensione e spero che anche questo capitolo ti piaccia!

sissiniessie. amòòòòòò!! ahah, vedrai in questo capitolo! anche se ti ho dato un piccolo spoiler… un bacio ci sentiamo per messaggio!!

Grazie agli angeli che hanno la storia tra seguite e preferite. Non abbiate paura di lasciare un commento, anche negativo! le critiche servono per migliorare daltronde!! ora vi lascio al capitolo, e per favore non linciatemi!!

 

Salimmo in auto in fretta, Max guidava una bellissima macchinina (http://www.mondofuoristrada.it/upload/mercedes_nuova_classe_gl_7.jpg), io intanto crcavo i centouno modi più dolorosi per ucciderlo. Ero arrivata al modo 64: toglierli la pelle con le unghie e buttarlo nel fuoco, quando ci fermammo davanti alla sua casa discografica. Non ci ero mai voluta andare, nonostante tutti i suoi inviti. Ora non vedevo l’ora di entrare lì dentro.

Max mi seguì  come un ombra, scendemmo e arrivammo alla recepsionist, che ci guardò curiosa.

“Vorrei parlare con Nicholas Jonas” disse, lei si mise a ridere.

“Scusa ragazzina ma in signor Jonas non può firmare autografi al momento, è troppo occupato” disse tornando a scrivere chissà cosa al pc. Io annui e presi il cellulare (http://www.jopping.it/images/p_img/IT/27_292711025.jpg), composi in fretta il numero del mio ragazzo, ancora per poco, e avvicinai l’apparecchio al viso.

“Pronto?” disse.

“Nicky puoi scendere un attimo?’ Qui c’è una simaptica ragazza che non vuole farmi passare” dissi, la ragazza mi guardava scettica, come se non credesse che stessi parlando con Nick Jonas.

“Ok tesoro, arrivo in un secondo” chiusi la chiamata, poi mi guardai intorno. C’era molta gente, meglio, dovevano sapere tutti che razza di bastardo fosse quello.

Dopo nemmeno dieci secondo l’ascensore si aprì, rivelando lui con una guardia del corpo. Indossava un jeans e una t-shirt verde, aveva le converse rosse il cellulare ancora in mano.

“Tesoro!” esclamò avvicinandosi a me e baciandomi le labbra. Deglutii, quello era SiCURAMENTE l’ultimo bacio che mi dava. Risposi per un attimo, poi mi staccai e lo guardai brusca.

“Non permetterti a baciarmi” disse puntandogli un dito conytro. Ed eccola: la rabbia repressa, e la voglia di buttarlo in un canale chiuso in sacco della spazzatura.

“Tesoro che ho fatto?” chiese avvicinandosi un po’ a me, io lo allontanai bruscamente, Max era alle mie spalle, sapevo che sarebbe intervenuto se le cose si fossero messe male.

“Che hai fatto? Che hai fatto? SEi UN BASTARDO!” urlai facendo girare tutta la sala, ero arrabbiata, furiosa, incazzata come una bestia.

“Tesoro…”

“NON chiamarmi tesoro, o non risponderò più delle mie azioni” lo avvertii, qualcosa nel mio sguardo lo portò a crederci.

“Posso sapere che ho fatto? Magari non davanti a tutta questa gente?” chiese quasi sussurrando. Mi guardai intorno con un mezzo sorriso.

“No” dissi con lo stesso mezzo sorriso “ragazzi, il qui presente Nicholas Jonas è un bastardo, traditore e poligamo” disse urlando per farmi sentire. Max ridacchiava alle mie spalle, Nick era rosso di vergogna. Faceva bene.

“Ma perchè?!” chiese esasperato. Ma io non gli risposi. Semplicemente estrassi dalla borsa il giornale che avevo portato con me, e glielo lanciai in faccia, alla pagina che mi interessava.

“Mi fai schifo, Jonas. Mi ero fidata di te” sussurrai prima di farmi abbracciare dal mio migliore amico e uscire nella folla. Si erano radunati un bel po’ di fotografi, non so cosa fece Nick, probabilmente lesse il giornale, oppure no. Che lo faceva a fare se lo sapeva già?! ignorai le domande e salii in auto, l’ultima cosa che vidi prima di uscire dalla visuale della casa discografica, era lui che correva in strada verso la nostra auto, con i giurnalisti alle calcagna. Bastardo…

 

Ci stavo male, malissimo. Sapevo che ero l’unica a starci così, sicuramente a lui non importava se aveva fatto quello che aveva fatto.

“Andiamo?” chiese Alex entrando in caffetteria, stavo parlando con Sam e Max di una canzone, Il cellulare prese a vibrare, vidi il nome sul display e ignorai la chiamata. Sam mi guardò.

“Questa è la settima volta che ti chiama da stamattina, dovrai rispondergli prima o poi” disse, io lo guardai scettica.

“Cambierò numero se necessario, ma non risponderò mai ad una sua chiamata.” risposi convinta. Ero troppo orgogliosa ad ammettere che un po’ mi mancava, anche se lo avevano capito tutti.

“Amy” disse una ragazza avvvicinandosi a me titubante, la guardai e lei arrossì. Perchè faccio questo effetto?!

“Cosa c’è?” chiesi in mancanza di spiegazioni.

“Ecco… è arrivato un uomo che mi ha chiesto di darti questo” disse lei pergendomi una calendula.

“Grazie” dissi, lei sorrise e tornò al suo tavolo.

“Perchè una calendula?” chiese Max guardando il fiore.

“Nel linguaggio dei fiori significa dispiacere, pene d’amore” spiegò Alex al mio posto, Sam si mise a ridere, io presi il fiore e lo guardai. La campanella suonò. Vidi il fiore, e i miei amici, persone che conoscevo da quando ero nata, che mi aiutavano con le piccole e grandi sfide della vita, e di nuovo il fiore, un regalo di un bastardo di cui ero cotta. Alla fine mi alzai e buttai il fiore nel cestino, raggiunsi di corsa i miei amcici che stavano ridendo e misi un braccio intorno alle spalle di Max, sorrisi.

 

Ignorai l’ennesima chiamata di Jonas, erano passati tre giorni ed eravamo in camera di Alex a studiare. Decidemmo di fare una pausa.

“Lo deve capire che non voglio averci a che fare” dissi sedendomi sullo sgabello in cucina, Alex mise fuori gli ingredienti e cominciammo ad impastare della pizza.

“E come vuoi fare?” chiese con le mani sporche. Ci pensai su, poi un’idea si affacciò alla testa, sorrisi maligna.

“Lui se l’è fatta con una ex…” dissi, Alex mi capì e mi buttò un po’ di farina in faccia.

“Sei bastarda” disse ridendo, le buttai un po’ di farina.

“No, è lui che è bastardo. Io mi adeguo” disse, lei mi buttò la farina in faccia, facendomi starnutire. Rodendo cominciammo a farci la lotta, l’odore delle focacce aleggiava per la casa.

“Che fameee!” esclamò Sam entrando in cucina e trovandola invasa di polvere bianca.

“Ooook, cos’è cuccesso?” chiese, noi, ancora prese da attacchi improvvisi di risa, dicemmo che avevamo fatto le cuoche. Sam guardò dubbioso le pizze sul bancone.

“Io non le mangio” disse convinto, Max entrò in quel momento.

“Meglio, ne mangerò di più io” disse, conoscendo la nostra cucina. Ci sedemmo intorno al bancone, Max aveva il libro di Biologia aperto sulle gambe, Alex un quadernetto e io e Sam il testo di Letteratura Inglese. Studiammo per due ore, spensi il telefonino, lo riaccesi solo due ore dopo per chiamare Jared.

Ci accordammo per vederci il giorno successivo a pranzo, mi accurai di scegliere il posto in pieno centro, poi tornai a chiaccherare con i miei amici.

 

“Ciao” dissi montando un falso sorriso, Jared era seduto ad un tavolino all’aperto del ristorante, si alzò e mi spostò la sedia, da perfetto gentiluomo.

Era vestito molto semplicemente, con un jeans ed un maglioncino blu notte, con una maglia bianca sotto, di cui si vedeva solo il bordo. Anche io ero vestita molto semplicemente, avevo una minigonna di jeans sfilacciata, una camicetta bianca e un cardigan corto blu, indossavo delle ballerine chiare, un cappellino e la borsa. (immagine al centro:http://media.photobucket.com/image/vanessa%20style/exquisite09/vanessa.jpg).

“Ciao a te, mi ha fatto piacere la tua chiamata” disse, io sorrisi ancora, poi cominciammo a parlare del più e del meno, mentre un fotografo ci immortalava.

Ero stronza? Bastarda? Traditrice? No, direi solo che mi comportavo di conseguenza, lui mi faceva soffrire e io cercavo di vendicarmi, se poi la cosa era pubblica, tantomeglio!

“dove sei?” chiese Sam quando il pranzo stava per finire, gli dissi l’indirizzo e dopo un quarto d’ora venne a prendermi.

“E’ stato bello rivederti” disse quando tornò dall’interno del locale, per pagare il conto.

“Anche per me, mi fa piacere che abbiamo chiarito” dissi, era vero, avevamo parlate della fine del nostro rapporto, e avevamo deciso di romanere amici.

“Ok, ora devo andare” dissi poi, Sam scese dalla macchina e salutò Jared, poi salimmo insieme.

“Come è andata?” chiese, gli raccontai tutto, compreso il fotografo impiccione, poco dopo enttrammo nella sua villa.

 

Quello che non mi aspettavo era che la notizia del mio pranzo finisse nella pagina di gossip, come le foto della mia litigata con Jonas.

“Guarda!” disse Alex porgendomi il suo palmare, c’erano alcune foto del litigio e un paio di me a pranzo con Jared, sorrisi.

“Così impara” dissi, poi presi i libri dall’armadietto e lo chiusi.

“Andiamo?” disse Max avvicinandosi a me, io annuii e cominciammo a camminare verso algebra. Poi successo quello che mai mi sarei aspettata.

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciotto ***


Salve a tutte ragazze’ Come va? spero bene, almeno a voi, perchè io da oggi ho cominciato la ripetizione di latino e greco, e se non ci fosse stata la mia grande amica Greta ad aiutarmi credo che avrei aggiornato minimo tra un anno! Comunque, per il resto questo capitolo è… vabbè, non vi dico niente se no poi non c’è gusto a leggere, no?! Prima di passare alle recensioni, vorrei farvi presente una long che ho scritto, cioè sto scrivendo. Vi assillo perchè quando finirò quella posterò il seguito, una cross-over sulla protagonista Vanessa e Nick Jonas, quindi per capire qualcosa poi quando posterò l’altra, vi consiglio di leggere, e già che ci siete di lasciare un commento, che male non fa! Ok, ora credo di aver rotto abbastanza, passo ai vari ringraziamenti:

Socia: eh vabbè, che ti dico se mi hai aiutata tu?! Ok, tu trova, che la signora forse si fa vedere!

Meggie: Posto oggi aspettando una recensione entro Martedì! Già, vedrai che farà il MIO Nicky!!

Martina: sisi, lui è un bastardo! Come tutti i ragazzi alla fine! Un bacio!

Fiamma. ahah, infatti, ti faccio leggere tutto in anteprima, comunque ti devo far vedere una cosa! Appena ti connetti su fb scrivimi qualcisa in bacheca!

Niki_Cullen_: ovvio che lasco in sospeso! se no che gusto c’è?! fammi sapere che ne pensi!

Chiara. io ci sono sempre su msn! anche ora, chatto con la socia! comunque spero di non farti venire un infarto o un coma diabetico!

sono_io: me lo chiedo anche io, così nella fic come nella realtà! Ma conoscendo Amy (essendo la sua creatrice XDXD) è meglio che sia rimasto a casa, oppure sarebbe andato via con un paio di ossa spezzate!

ada12: ovvio! Io da cat woman e tu??!!? ahah scegli tu il tuo travestimento! comunque si, tutti ammiriamo Amy, perchè è figa e stronza! e poi perchè quel coglion… ehm, cattivo ragazzo l’ha trattata male!

jeeeeee: spero di aver azzeccato il numero delle “e”! comunque grazie per la recensione all’ultimo minuto! non ti dico niente, fammi sapere poi che ne pensi! un bacio!

E grazie alle 19 persone che mi hanno tra oi preferiti e alle 1 tra i seguiti! Non abbiate paura di commentare, mica mordo!!  Grazie anche a:

_Skipper_ dancermarty95 sissiniessie mitber Maggie_Lullaby Lilian Malfoy PrInCeSsMaLfOy che hanno commentato “Noah” e Niki_CuLLen_ Hollie Lilian Malfoy _Skipper_ sbrodolina Mary_Tigro Maggie_Lullaby PrInCeSsMaLfOy Star711 che hanno recensito la mia prima shot “A Letter” grazie di cuore davvero ragazze!

 

 

 

 

 

Ho cercato in ogni angolo del mondo le cose più belle da offrirti, non le ho trovate e non so dove poterle trovare; ho capito che nulla vale come il tuo amore e niente  darei in cambio di un tuo sorriso, di un tuo bacio, di un tuo pensiero.
Allora chiedimi quello che vuoi, ti darò tutto solo per dimostrarti che non sono alla tua altezza.

(W. Schakespeare)

 

 

La prima cosa di cui mi accorsi quando mi voltai verso l’entrata erano le urla. C’erano tre quarti delle studentesse della mia scuola che urlavano nemmeno avessero visto… bè, il loro cantante preferito.

“Che succede?” mormorai ad Alex, che alzò le spalle, Sam fece una corsa verso di noi, facendosi largo a gomitate.

“Devi venire a vedere Amy, quello lì è pazzo!” disse quando ci raggiunse, ancora con il fiatone, io e Alex ci guardammo, poi Max ci trascinò verso l’entrata. Quello che c’era non me lo sarei mai aspettato. Lui, con un jeans e un felpone grigio, le converse ai piedi e i capelli in disordine, le occhiate marcate e assalito dalle fan, nessun gorilla nelle vicinanze.

“Amy!” urlò quando mi vide nella folla. Tutte le ragazze si girarono verso di me, continuando ad urlare verso il loro idolo, si fece spazio tra le ragazze e mi raggiunse. io ero troppo spaesata per capire qualcosa. Non riuscivo a non fissare l’enorme striscione appeso di fronte alla scuola.

“Perdonami, perchè sei la cosa più bella che mi sia capitata” recitava a lettere cubitali. Rimasi in trance a guardare lui, poi lo striscione e ancora lui. Ignara di tutte le persone che ci guadavano, ignara dei suoi occhi che mi fissavano aspettando una risposta… sola a capire quanto tenesse a me. Guardai un attimo i miei migliori amici, che mi sorrisero rassicuranti, poi mi buttai tra le sue braccia.

“Grazie” dissi, lui sorrise e mi baciò piano le labbra, nel contatto più dolce che avessimo avuto.

“Vieni con me” disse poi prendendomi per mano e correndo verso la sua auto, solo allora mi accorsi che tutti stavano battendo le mani, mentre le ragazza guardavano sognanti la scena.

“Dove andiamo?” chiesi, stavolta fu lui a sorridere a me.

“Voglio andare al mare” disse partendo, piano piano le urla e i runori sparirono, lasciando il posto alla più tranquilla serenità.

“Sai che domani sarai famosa?” chiese Nick ridendo, lo guardai un attimo.

“Non farmici pensare” risposi con uo sbuffo che lo fece ridere, ci fermammo ad un semaforo rosso.

“E’ stata una bella idea” dissi baciandolo, lui mi mise una mano sulla guancia, poi ripartimmo.

“Non ce la facevo più, sarei venuto a casa tua ma…”

“Meglio, per come stavo, e sto, ti avrei staccato la testa a morsi” dissi ridendo “voglio una spiegazione” aggiunsi poi guardandolo seria.

“ok, hai ragione” disse, aumentò la velocità e presto uscimmo dalla città “lei Mil..”
”Non me la nominare!” urlai quasi.

“Ok, lei è ancora innamorata di me, abbiamo parlato prima di conoscerti e le ho detto chiaramente che non volevo niente più di un amicizia, lei ha risposto che avrebbe lottato con le unghie e con i denti. Poi più niente, non si è fatta sentire, non ha messo in giro niente. Non sapevo che avrei dovuto cantare una canzone con lei” disse.

“Che canzone?” chiesi, più per curiosità che per altro.

“before the storm” disse lui “al suo concerto, a New York”

“Ok, e perchè non me lo hai detto?” chiesi.

“Ecco perhè sono uno stronzo. Avrei dovuto parlartene, avrei donuto dirti delle sue intenzioni, e soprattutto di non credere alle storie che metteva in giro.”

“Che storie ha messo in giro su voi? Aspettate due gemelli?” chiesi, ridendo.

“Tre, e abbiamo già un altro figlio!” rispose ridendo.

“Ok… le hai parlato?”

“Non servirebbe nel suo caso. Ovviamente ho già smentito la voce, e spero che lei non si inventi più cazzate. Soprattutto ora che sto con te” disse accarezzandomi di nuovo la guancia.

Trascorremmo tutto il viaggio parlando della settimana in cui non ci eravamo visti, fino a quando un cucciolo non mi saltò in braccio.

“Oddio!” esclamai per la sorpresa, Nick rise a accarezzò il cucciolo.

“Ti presento Elvis” disse, io lo accarezzai “dov’era?” chiesi.

“A dormire, dorme sempre!” disse ridendo, lo accarezzai ancora, lui si era praticamente riaddormentato, dopo un ora ci fermammo davanti ad una piccola spiaggia, che ero sicura di aver già visto.

“Ma io ,l’ho già vista” dissi convinta, faceno ridere Nick.

“Certo, è qui che hai avuto l’onore di baciarmi la prima volta” disse lui, io lo guardai male e gli tirai un pugno sul braccio.

“Togli le scarpe” disse ridendo ne massaggiandosi il braccio. Lasciammo le scarpe nella macchina, poi Elvis cominciò a trotterellare felice, mentre noi passeggiavamo.

“Wow, è bellissimo anche di giorno” dissi mentre mi passava un braccio intorno alle spalle, lui sorrise.

“Più che altro direi che è un posto magico… per noi” disse, io annuii, poi lo baciai.

“A cosa lo devo?” chiese, io feci una faccia buffa.

“Da quando ho bisogno di ua motivazione per baciarti? Comunque per quello che hai fatto” dissi, lui rise e mi baciò ancora, Elvis giocava davanti a noi, rotolandosi nella sabbia e scrollandosela.

“Avrei voluto scrivere il testo di Black Keys” disse d’un tratto.

“Perchè?” chiesi, lui sorrise.

“Non lo so. Quando ti guardo mi viene in mente quella canzone, sembra che parli di te” disse, io lo baciai ancora.

“Significa che sono una tizia antipatica a cui non piace uscire?” dissi con una smorfia.

“No, veramente ho descritto la ragazza di cui potrei innamorarmi” sussurrò mettendosi davanti a me. Le onde si ingfrangevano contro gli scogli, Elvis giocava abbaiando contro il lieve venticello che si era alzato, e che mi faceva rabbrividire.

“Davvero?” chiesi piegando la tsta di lato e avvicinandomi piano alle sue labbra.

“Davvero” sussurrò contro le mie, prima di baciarmi, il vento si alzò ancora, rabbrividii e mi strinsi nel suo abraccio.

Passeggiammo ancora un po’, il sole era ancora alto, nonostante il vento, e mi piaceva stare là.

“Hai freddo?” chiese toglirndo la felpa, io scossi il capo, ma i piccoli tremiti mi tradivano. Lui alzò gli occhi al cielo e mi aiutò ad infilarla, poi mi baciò.

“Elvis!” chiamò, il cane corse da noi scodinzolando, ci avviammo verso la macchina,poi salimmo e parlammo per tutto il ritorno.

“E ora che si fa?” chiesi a un certo punto, mentre stavamo per entrare in città.

“In che senso?” chiese, anche se immaginai che sapesse a cosa mi stessi riferendo.

“Con il mondo” specificai, Nick rise, poi si mise nel traffico della grane città.

“Come vuoi tu” disse.

“Ceeeeeerto…” feci sarcastica “non lo so, cosa facciamo?” chiesi ancora, ma il suo telefnino cominciò a squillare, con uno sbuffo rispose.

“Ehi Joe… no, si l’ho fatto… COSA? okok, manteniamo la calma…… sisi, stiamo arrivando. Casa tua? Ok…Alex?… una mezzora” disse, poi mise giù.

“Il web è impazzito” disse semplicemente facendomi rabbrividire. Aveva ragione, quando dopo mezzora scendemmo davanti casa di Joe i giornalisti lo aspettavano eccitati.

“Nick!… Nick, un sorriso?… Ragazzi, volete raccontare di voi?” erano tutti questi i commenti all’incirca, Nick mi strinse la mano, scatenando ancora più flash, poi mi guidò verso il familiare appartamento del fratello.

Bussammo ed entrammo, in ascensore non avevamo avuto modo di parlare, a causa… bè, delle sue labbra sulle mie.

“Finalmente” disse quando entrammo, Alex, Sam e Max ci aspettavano nel grande salotto, con dolci vari sparsi sul tavolo. Max fumava una sigaretta, Sam stava buttando via l’ultimo fumo.

“Ma che sei pazzo?” lo sgridò il fratello dandogli uno scappelloto, lui fece una buffa faccia, poi crollò a sedere su una poltrona, parlammo di come seminare i fotografi e smentire la notizia.

“No” disse Nick “è stupido, ci hanno visto in troppi” Joe gli diede ragione, io e Alex andammo a parlare nell’enorme terrazza attrezzata, dopo aver baciato i rispettivi ragazzi.

“Voglio sapere tutto!” disse sedendosi su una poltroncina.

Le raccontai tutto, del chiarimento in auto, della spiaggia dove ci eravamo baciati la prima volta, la chiaccherata sulle sciocchezze e l’allusione della canzone.

“Cosacosacosa?!” chiese saltandomi quasi addosso. Glielo spiegai di nuovo, lei ci pensò un po’ prima di sparare la sua perla di saggezza.

“Ragazze!” esclamò Joe sedendosi sulla poltrona di Alex e baciandole una guancia. Nick mi si avvicinò e mi tirò in piedi, baciandomi le labbra, poi si sedette e mi tirò in braccio a lui.

“Cosa abbiamo deciso?” chiesi, Joe ci fece un resoconto della “riunione”, alla fine annuimmo tutti.

“Sicuro?” chiese Alex.

“Si amore, è l’unico modo” rispose, l’unioca cosa era annunciarlo pubblicamente in tv. Quando? La mattina dopo ad un’intervista.

Aiuto!!

 

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannove ***


Buon pomeriggio a tutte! Dal momento che fuori fa un freddo boia e che piove alla grande, ho deciso di anticipare il capitolo, così tolgo la noia di postare a me, e faccio felice (spero) voi! Ora, ringrazio le povere anime:

1 - 102luna [Contatta]
2 -
ada12 [Contatta]
3 -
alice brendon cullen [Contatta]
4 -
chibi aki [Contatta]
5 -
ffdipendente [Contatta]
6 -
jeeeeee [Contatta]
7 -
JonasBrothersFan [Contatta]
8 -
Lilian Malfoy [Contatta]
9 -
little devil [Contatta]
10 -
Maggie_Lullaby [Contatta]
11 -
meryj [Contatta]
12 -
michig [Contatta]
13 -
Niki_CuLLen_ [Contatta]
14 -
noemi___lovelovelove [Contatta]
15 -
sono_io [Contatta]
16 -
Star711 [Contatta]
17 -
Veronica91 [Contatta]
18 -
Vitty [Contatta]
19 -
_FrancySoffi_ [Contatta]

20 - _VampirE_CulleN_ [Contatta]

che mi hanno tra le preferite e:

1 - dancermarty95 [Contatta]
2 -
fata93 [Contatta]
3 -
gaara4ever [Contatta]
4 -
Ginnylove [Contatta]
5 -
Little Sleeping Beauty [Contatta]
6 -
m5_forever [Contatta]
7 -
Maggie_Lullaby [Contatta]
8 -
MANDiNA [Contatta]
9 -
sissiniessie [Contatta]
10 -
Star711 [Contatta]
11 -
stellalilly [Contatta]
12 -
__Sunlight__ [Contatta]

che mi hanno tra le seguite. Passiamo ai ringraziamenti:

Socia: che dire?! Vabbè che tanto ci sentiamo su MSN giorno e notte! Ti ho mandato gli abiti da sopsa, da sposo e pure da dimigella, e le mi trovo ti mando qualcosa per Amelie e Lily… vedremo. I <3 U!! e fai riprendere Gabriel, che depresso deprime anche te e a me non serve una socia depressa!!

 

Chiara: certo che succederà qualcosa! Poi ti racconto meglio su MSN appena ci vediamo! Tvb!!

 

ada12: ti consiglio di vestirti da Hermione Grenger! Così sei potente e stilosa! e certo che lo torturiamo! che facciamo? torture cinesi o gli facciamo ascoltare in ripetizione la discografia di Milly? Quale tortura peggio di questa?!

 

Niki_CuLLeN: vedremo con la giornalista… poi mi fai sapere che ne pensi!

 

jeeeeeeee: le ho azzeccate le “e”?? vabbè. dettagli! comunque speriamo non accada niente ai nostri poveri protagonisti… ma che dico?? io so tutto già!

 

Fiamma: tesorooooo! ma sei sparita! comunque appena entri mi devi dire che ne pensi della long che ti ho inviato! che dici la posto? comunque io sto su fb ora, appena ti connetti avvisami!

 

chibi aki: io ti ho aggiunta su msn, e ti ho anche scritto un messaggino, ora sta a te! comunque non ti preoccupare, se prendi l’idea non mi arrabbio, ma se copi parole o altro allora no!! un bacio!

 

Martina:  ma quanti complimenti! grazie! comunque ho recensito il tuo capitolo,  non so se hai letto!

 

sono_io: che d’ora in poi ti chiamerò col tuo nome, Annalisa credo, no? è troppo lungo e difficile se no! grazie per aver dedicato un momento a leggere lo scorso capitolo, mi fa molto piacere, una recensione di anche una parola in croce mi rende moltoooooo felice xD!! un bacio!

 

 

L'amore è la più terribile, ma anche la più onesta delle passioni; è la sola che non possa occuparsi della propria felicità senza comprendervi la felicità di un altro.
Karr, Alphonse

 

 

 

Mi svegliai presto per i miei standard, Alex dormiva al mio fianco. Mi feci una doccia e infilai un jeans e la felpa di Nick, poi andai giù a salutare la cara Linda.

“Tesoro!” disse quando mi vide, le stampai un bacio sulla guancia, poi lei lasciò la colazione sul bancone e andò via, a fare la spesa probabilmente.

“Torna presto e non dar confidenza agli sconosciuti!” urlai ridendo.

“Certo mamma!” mi sfottè la tata, ancora ridendo presi del succo dal frigo, poi andai ad aprire a Max e Sam che avevano l’abitudine di fare colazione con noi il sabato e la domenica.

Presi dell’impasto dal frizer e cominciai a metterlo negli stampini, accesi il forno e tolsi le frittelle dalla padella, Alex, attirata dal profumo e si sedette su uno sgabello accanto a Sam, che mangiava una fetta di dolce.

“Che fai?” chiese, io le indicai l’impasto dei biscotti e mis in forno la teglia, lei si mise un paio di frittelle le piatto, poi finimmo di fare colazione chiaccherando del più e del meno.

“A che ora vanno in onda?” chiese Alex finendo il suo caffè, io guardai l’orologio.

“Tra mezzora” dissi. Mettemmo in ordine la cucina, labammo tazze e pentole, mettemmo via l’impasto avanzato e ripulimmo le teglie, poi ci sedemmo sul divano del salotto, con biscotti e latte caldo, Max accese la televisione e Sam si appoggiò ad Alex, che mangiava buttando le briciole addosso a lui. Guardammo un paio di video su MTV, poi alle nove e mezza sintonizzammo sul canale del programma, giusto in tempo per ascoltare l’annuncio della conduttrice.

“Ed ora, a un anno di distanza abbiamo qui in studio… Joe e Nick Jonas!” esclamò, il pubblico scoppiò in un applauso, mentre una musichetta accompagnava la loro entrata nello stuudio.

“Wow ragazzi, che bello rivederivi indieme dopo tutto questo tempo!” disse la donna, loro fecero un sorriso di circostanza e si sedettero su delle poltroncine.

“Gennaio Duemilaotto” cominciò lei “Kevin Jonas chiede a Danielle Delasea la sua mano. Scoppia una lite tra voi e i Jonas si dividono. Cause?” chiese, Joe prese la parola.

“Incomprensioni. Volevamo fare tutti il bene della band, ma in maniere differenti tra loro. Alla fine lo stress e l’agitazione non ci ha fatto più pensare e abbiamo rotto l’ottimo rapporto e insieme la band. Ma ora finalmente siamo yornati all’affiatamento di prima.” rispose, la conduttrice annuì.

“Infatti a un anno preciso di distanza… la riconciliazione” continuò la donna.

“Esattamente.” fece Joe con un sorriso.

“Volete raccontarci di più?” chiese, stavolta fu il mio ragazzo a prendere la parola.

“Diciamo che ci siamo trovati nel posto giusto nel momento giusto. E finalmente abbiamo chiarito” disse solo.

“Nick, Kevin si è ritirato dal mondo della musica, Joe è sparito dalla circolazione mentre tu hai continuato alla grande, registrando un successo dopo l’altro, soprattutto con il tuo ultimo singolo “Black Keys”. Com’è stato lavorare da solo?” chiese la conduttrice.

“Strano direi, prima era completamente diverso. Le decisioni si prendevano insieme, si viaggiava insieme, le emozioni si condividevano. Invece da solo era come se mancasse un pezzetto, ma la musica è la mia migliore amica, basta che ci sia lei e io sto bene” disse con un sorriso.

“Che smielato” commentò MAx, io gli tirai un ciscino in faccia.

“Scusa…” disse massaggiandosi il naso, mentre Alex e Sam ridevano.

“In giro, ho avuto l’iccasione di viaggiare nell’ultimo anno. Ora frequento il college, va benissimo così.” disse Joe, ci eravamo perse una battuta.

“Si vede, soprattutto dalle foto delle ultime settimane” disse la conduttrice mentre apparivano delle foto di Joe e Alex intenti a mangiare un gelato.

“oh oh!” disse Sam ridendo, Alex lo zittì con un occhiataccia.

Loro a prendere un gelato, lei che gli da uno schiaffo sul braccio rodendo. lui che la prende sulle spalle mentre lei ride come una pazza. Loro che si scambiano un bacio, che camminano mano nella mano, che salivano in auto…

“Wow” disse nascondendo un sorriso e guardando la mia migliore amica, rossa come un pomodoro.

“Infatti, sono tempi molto sereni” disse Joe.

“Possiamo sapere chi è la tua ragazza?” chiese la conduttrice co un sorriso. Joe sospirò piano prima di dire il nom della mia sister.

“Alex” disse, tutto il pubblico andò in delirio, Nick se la rideva sotto i baffi.

“Bè Nick, anche per te vale lo stesso” disse, mentre la regia mostrava le immagini dello striscione e del nostro bacio. Che vergogna!!

Lui rimase impassibile, tradendosi solo con un piccolo sorriso, poi le foto del pomeriggio alla spiggia e del bacio al semaforo. Oddio oddio oddio!

“Woah Amy, come sei romantica!” mi sfotte Max per la seconda volta, e per la seconda volta lo misi a tacere con una cuscinata. In tanto Nick aveva preso a parlare, forse per rispondere a una domanda, anzi, sicuramente.

“Si… ecco, è una persona davvvero speciale” disse.

“Quindi la definiresti la fine della coppia Niley?” chiese la donna, mentre un brusio si diffondeva nella sala. Nick sorrise prima di rispondere.

“Assolutamente si” disse, mentre il pubblico applaudiva nuovamente.

“Quindi l’anello che hai regalato a Miley…”

“Non esiste. La mia ragazza mi ha quasi ucciso quando ha letto la notizia!” disse ridendo, facendomi venire un tuffo al cuore mentre un sorriso si apriva sulle mie labbra.

Poi passò nuovamente a Joe. “C’è un futuro per i Jonas Brothers?” chiese.

“Lo speriamo” disse quello. Poi, dopo un giro di saluti uscirono dallo studio.

“Wow” mormorai.

“Wow” mi fece eco Alex, Sam e Max lasciarono il salotto diretti in camera mia, mentre noi ragazze continuavamo a fissare il vuoto, ci riprendemmo solo quando i nostri cellulari presero a squillare, quasi insieme.

“Pronto?” dissi, sapendo già chi avrebbe risposto.

“Amy!” eclamò.

“Nicky… wow, ti stanno bene i chili che mette la TV” dissi con un sorriso.

“Grazie tesoro, allora, come vi siamo sembrati?” chiese, notai Alex che correva fuori a parlare, mi sedetti sul divano.

“Bravissimi, apparte l’imbarazzo nostro” dissi, lui rise.

“Lo so tesoro, scusa. Ma non possiamo fare niente in questo senso” disse..

“Ok non importa, dove sei?” chiesi.

“Stiamo uscendo dagli studi”

“Ok, non ci cediamo oggi?”

“Passo tra una mezzora, andiamo a pranzo” disse invece facendomi sorridere.

“Ok, a dopo” dissi, salii di sopra e indossai un leans nero e un maglioncino, mentre Sam e Max mangiavano ancora in cucina.

Poco dopo venimmo raggiunti da Alex, che chiese a Sam e Max di pranzare con lei.

“Che c’è? Joe non può?” chiesi, lei scosse la testa

“Ha detto che tanto ci vediamo stasera a cena con voi” disse, io annuii, a mezzogiorno Nick passò a prendermi.

“Ehi!” dissi saltandogli al collo quando lo vidi.

“Andiamo?!” chiese con un sorrisone stampato in volto. Annuii, ma intanto lo avevo bloccato contro la macchina, continuando a baciarlo.

“Andiamo” mormorai continuando a baciarlo, mise le mani intorno ai miei fianchi, mentre io gli cinsi il collo con le braccia.

“Andiamo” disse senza muoversi, io annuii, rimanendo contro di lui per un attimo. Poi salii in auto, Nick mi imitò e poco dopo eravamo in strda.

Parlammo dell’intervista per tutto il viaggio, intervallandolo a qualche bacio e un paio di carezze.

“Dove andiamo?” chiese, per me era indifferente. Ci femammo davanti ad uno dei ristoranti che a lui piacevano tanto, mangiammo un panino e prendemmo due bicchieri di caffè.

Poi uscimmo e passeggiammo con i bicchieri in mano. Avevo il suo braccio dietro la schiena, e le sue labbra quasi pernnemente poggiate sulle mie.

“Che bella!” dissi vedendo una chitarra da collezione in un negozio.

“La vuoi?” chiese lui sorseggiando il suo caffè.

“No, ne ho abbastanza di chitarre!” esclamai, ci sedemmo su una panchina e poggiai la testa sul suo petto.

“Che c’è?” chiese accarezzandomi i capelli.

“Niente” risposi, lui mi baciò la fronte e mi fece alzare, poi mi mise le mani sulle guance.

“Stellina…” disse.

“Ho solo paura ok? Non è il mio forte… bè, avere un rapporto stabile” ammisi, lui rise piano e mi baciò sulle labbra, sfiorandole quasi, poi poggiò la fronte sull mia.

“Non devi avere paura. Starò sempre con te, sempre” disse solenne.

“E’ una promessa?” chiesi in un sussurro mentre il cuore accelerava i battiti.

“Si” rispose prima di baciarmi.

Rimanemmo un po’ così, fregandocene di un fotografo che scattava come impazzito e un paio di fan che ci guardavano sognanti. Poi ci prendemmo per mano e raggiungemmo la macchina. Parlammo per tutto il ritorno, accordandoci per gli orari delle lezioni della settimana successiva, poi mi accompagnò fino alla porta.

“Ci vediamo stasera amore” disse baciandomi. Io annuii con il cuore in gola mentre lui lasciava la piccola veranda e saliva in auto.

“Oddio, mi ha chiamata amore” mormorai fermandomi nell’ingresso come una stupida.

Ero fregata.

 

Nore di servizio: mi sono dovuta prendere delle piccole licenze, in quanto ho fatto sposare Kevin e Danielle un anno prima, e ho cantare “Black Keys” solo a Nick, da solista. Non avrei voluto, ma se no la storia non quadrava!

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Capitolo 20
*** Capitolo Venti ***


Buongiorno a tutte ragazze! Come va?! A me male, dopo la serata di ieri, ma dettagli… Ok, come sempre ringrazio le 20 persone che mi hanno tra i preferiti e le 13 tra le seguite, siete mitiche! Ora passiamo ai ringraziamenti:

Sara: Te lo dico appena ci becchiamo su MSN, comunque felice che il capitolo ti piaccia!

Aki: eh lo so, queste dannate note di servizio, ma per far quadrare la storia mi son dovuta prendere alcune piccole licenze poetiche XDXD comunque grazie, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto, ora aspetto il tuo mi raccomando!

Ada: togliamo sto 12 che tanto… allora! Ok,, Hermione è perfetto, le due impavide super eroine con la loro potente arma di sistruzione di massa: la discografia completa di Milly!! Evvai!!!

Socia: Sò ho trovato dei vestiti… se entri entro l’ora di pranzo te li do in diretta, se no te li lascio e quando ti connetti li vedi, bacioooo!

Martina: Certo che l’ho letta, mi fa sempre piacere leggere fic! Grazie per la recensione e spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Jeeeeeeee: vabbè, ho azzardato le “e” ma non fa niente… ahah, mi fa piacere che la storia ti piaccia, e vedremo se i Jonas si metteranno insieme… Sorpresa!

Chiara: Tesorooo! Finalmente hai agiornato, ovviamente ti ho lasciato una recensione, anche se so come dici tu vitamorteemiracoli dei pesonaggi!! Che bello, mi sento importante! Ma davvero avevi capito così?! Ahah, ci sei rimasta allora!! Ok, ci sentiamo il prima possibile, un bacioneeeee

Meggie: Ehilà bellissima! Scusa scsa scusa se non ti ho aspettata, ma problemi come l’imminente inizio della scuola mi stanno facendo affrettare non poco i tempi! Sorry, ci sentiamo, mandami una mail appena torni!

Annalisa: Certo, le mie info sull’argomento “ragazzo perfetto?” Certo, allora… le opzioni sono due, o resusciti i personaggi delle ff, oppure chiami Aladino con la sua lampada ed esprimi uesto desiderio, e se ci riesci esprimilo anche per me, che fin ora i ragazzi… tutti co****ni… vabbè, ti posso dire una cosa? Ma non ,ettrti a ridere, perchè è imbarazzante: ma sai che è strano rispondere alle tue recensioni? Ho letto la tua pagina autore, e ho visto che hai 19 anni, e allora è strano… vabbè guarda, sono complicata, lascia perdere! Felice comunque che il capitolo ti piaccia, e ti consigòlio di leggere anche l’altra mia fic “Come Far Innamorare In TRenta Giorni” aspetto una tua recensione!

Fiamma: Amò non ti preoccupare, non perdo tempo a scrivere cose chilometriche dal mometo che ci sentiamo su FB sempre, ti saluto e ricorda che I <3 U !!!!

annina94: ciao, sei nuova a recendire la mia storia, mi fa piacere che ti piaccia e per quanto riguarda i tuoi consigli: grazie! Solitamente il mio modo di scrivere è chilometrico, quindi quando scrivo i capitoli poi sono sepre costretta a fare enormi tagli, comunque ok, vorrà dire che sllungherò di più i capitoli! Un bacio e spero che questo capitolo ti piaccia!

CAPITOLO DEDiCATO A STAR711 grazie tesò!

 

 

Il linguaggio dell'amore è un linguaggio segreto e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso.

 Roberto Musil

 

 

Arrivai a scuola in perfetto orario, non mi succedeva da… un paio d’anni più o meno.

“Ehi!” esclamò Amy vedendomi, mi diede un bacio sulla gancia, poi ci avviammo verso l’aula di Chimica. Passando vedemmo i poster rosa e bianchi del “Gran Ballo di San Valentino”.

“Oddio” esclamai vedendo le ragazze che parlavano sospirando vicino ai suddetti volantini. Amy rise e ne lesse uno ad alta voce, poi mi guardò stranita.

“Si può entrare solo a coppie” disse, poi sorrise furbamente.

“Lo chiederai a Joe?” chiese spingendomi con una spalla. Io la guardai male.

“No ovviamente” risposi, poi entrai in classe, mi sedetti al mio posto. Poco dopo entrò in aula il professore, con un sorriso poco rassicurante.

Test a sorpresa. Lo sapevo! Ok, e ora come avrei fatto?! Vidi il foglio, poi Amy al mio fianco, cara compagna di laboratorio!

“Sam?” bisbiglai, lei mi mostrò il cellulare, aveva già inviato le domande del test al nostro bravo Chimico. Ora arrivava la parte difficile, riuscire a leggere e a copiare le risposte.

“Mi ricordi perchè ieri non abbiamo studiato?” mi chiese in un sussurro. Barrai una delle tre risposte alla domanda numero sei, poi risposi senza guardarla.

“Eravamo a cena con i ragazzi, e tu ti sei appartata con Nick per tutta la serata… che hai risposto alla cinque?” dissi, lei sorrise e barrò un’altra lettera, il professore intanto guardava il giornale davanti a lui.

“E tu con Joe vorrei ricordarti” feci una piccola smorfia divertita “c, e alla sette tu?” chiese, le dissi “b”, poi il professore cominciò a girare per la classe, nascosi il telefono e Amy fece lo stesso, mancavano dieci minuti alla fine della lezione e due domande a cui rispondere.

“Come facciamo?” chiesi mentre il prof era di spalle. Lei alzò le spalle e guardò itorno terrorizzata. C’era Madison, una secchiona, che stava sudando freddo, mentre cancellava e riscriveva febbrilmente.

“Facciamo le stronze?” chiese, io annuii. Le avremmo madato un cesto a casa, ma se non portavamo una media alta non potevamo studiare.

Presi il cellulare e cercai in rubrica il suo numero. Sapevamo che lo lasciava sempre acceso dal momento che nessuno la chiamava durante le lezioni. Con un po’ di rimorso pigiai il tasto chiamata e aspettai due secondi, poi la suoneria di “Hold On” che non aevo mai sentito in vita mia, invase la stanza. Chiusi subito la chiamata, mentre il prfessore si girava intorno per trovare il proprioetario del telefono. Intanto Amy si era liberata della sua presenza alle spalle, prese il cellulare e scrisse le lettere mancanti sul foglio, le copiai e scrivemmo i nomi sui fogli, la classe e il professore dell’anno. La campana suonò e girammo i test, uscendo dall’aula ridendo come sceme.

“Siamo cattive” dissi, Amy annuì e Sam e Max ci ragiunsero, baciammo sulla guancia il nostro caro professore Sam e ci avviammo verso il cortile.

“Stupida io quando mi faccio abbindolare da quel cantate da quattro soldi…” borbottò Amy sedendosi su un muretto, io risi, poi attivai la suoneria al cellulare, dopo nemmeno dieci secondi prese a suonare.

“Ti va di venire con me?” chiese Joe, io risi e chiusi il telefono. Era appoggiato contro un albero, gli occhiali da sole agli occhi e un cappellino da Baseball in testa.

“Certo” dissi avvicnandomi e baciandolo. Amy intanto parlava al telefono con chissà chi, anche se non era difficile intuirlo, mentre Sam e Max flirtavano con un paio di cheerleaders.

“Andiamo?” chiesi, lui annuì e mi mise il cappellino in testa. Lo baciai ancora e corsi da Amy, prendendole il cellulare.

“Nicky?” chiesi.

“Buongiorno Alex” fece lui.

“Senti, Amy ti richiama tra dieci minuti, ti vuole tanto bene e bla bla bla” dissi, poi chiusi sentendo la sua risata. lei intanto mi guardava scocciata con le braccia incrociate.

“Mi devi coprire!” dissi prendendole le spalle, Joe si era avvcinato a Max e Sam e ora parlavano ridendo ogni tanto.

“Ovvio” rispose lei, io le baciai una guancia “non sei stata bene e ti abbiamo portata a casa” disse, annuii, poi corsi e presi per ano Joe, trascinandolo fino alla macchina.

Viaggiammo per un po’ in silenzio, poi la curiosità ebbe la meglio.

“Dove andiamo?” chiesi, Joe sorrise accarezzandomi la guancia.

“Sorpresa” disse, sbuffai e mi misi meglio sul sedile, mentre lui cominciava a canticchiare una canzona, la stessa della suoneria di quella ragazza.

“E’ una vostra canzone!” esclamai facendolo spaventare, poi si girò verso di me e annuì. Wow, allora erano davvero famosi.

Mi chiese come andava, io scossi la testa, poi gli chiesi di cantare ancora, sorrise e prese un profondo respiro.

“I'm sinking into the lava
And I'm trying' to keep from going under
Baby, you turn the temperature hotter
And I'm burning up, burning up for you baby” intonò, io rimasi meravigliata prima di chiedergli di cantar ancora, andammo avanti per i successivi dieci minuti.

“come si chiama questa canzone?” chiesi, rispose dicendo che si chiaava “Burning up”, mi piaceva.

“Bella” dissi infatti “And I'm burning up, burning up for you baby” canticchiai facendolo sorridere.

“Sei brava a cantare” disse, io alzai le spalle come a sminuirmi “perchè fai cantare solo Amy?” chiese.

“Non mi interessa cantare, preferisco la chitarra” risposi solo, lui annuì, poi ci fermammo davanti ad un campo da Baseball. Scesi e lo precedetti fino all’ingresso, aperto. Era un normale campo regolamentare da Baseball. Feci un giro veloce mentre Joe mi seguiva a pochi metri di distanza, c’erano delle foto lungo i corridoi all’interno dell’edificio. Grando nomi, non che ne sapessi qualcosa, carezzai una foto, poi mi girai verso di lui.

“Cosa ci facciamo qua?” chiesi, Joe sorrise.

“Hai mai giocato a Baseball?” chiese prima di trascinami in campo.

 

Odiavo il Baseball. Non sapevo potesse essere così… odioso? Si, odioso era la parola giusta.

“Ancora una!” urlò Joe lanciandomi una pallina, che ovviamente mancai, non ero portata, sicuramente. Lo guardai male, facendolo ridere, poimi sedetti al centro del campo. Joe mi raggiunse e buttò via il berretto, sedendosi accanto a me.

“Qualcosa non va?” chiese, era di fronte a me. Presi una pallina e gliela lanciai, lui la bloccò e me la restituì, continuammo quel gioco chiaccherando.

“Tutto benissimo, ma odio questa roba” dissi, lui rise e mi rilanciò la pallina.

“Non potevi dormelo?” chiese ridendo,  io alzai le spalle e gli rilanciai la pallina.

“E’ bello qui” disse guardandosi intorno.

“Vero… ma come ci siamo finiti qui?” chiesi.

“Ci abbiamo giocato un po’ di tempo fa” rispose lui. un attimo…

“Aspè che mi sono confusa. Ma tu fai il cantante, l’attore o il giocatore di Baseball?” chiesi stranita.

“Quello che mi capita. E se capita riesco a fare pure il fidanzato” rispose ridendo, gli lanciai la pallina e per schivarla cadde all’indietro. Mise le mani dietro la testa e chiuse gli occhi. Mi stesi accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto. Stavo bene così. Io, lui, un campo da Baseball da chissà quanti milioni di dollari…

“Ti amo” mi disse d’un tratto. Aveva aperto gli occhi e mi guardava. Io ero incapace di fare o dire alcun chè.

Lo amavo? L’amore non esiste alla mia età. Dirlo? No? Non sapevo come comportarmi, all fine dissi la parola più inutile che il mio cervello potesse concepire.

“Grazie” immediatamente mi diedi della stupida da sola, mentre Joe mi guardava deluso. Rimanemmo immobili per ancora un po’ di tempo, poi mi alzai.

“Andiamo?” chiesi, mi sentivo male dentro. La calma, la serenità… tutte a quel paese! Joe si alzò e annuì. In silenzio ci dirigemmo alla macchina.

 

“Cosa cosa cosa?!?!” urlai quando Alex finì di raccontarmi il pomeriggio con Joe “Tu sei pazza” dissi.

“Non me lo ricordare…” mormorò buttata sul suo letto, mentre io camminavo senza sosta per la camera.

“Grazie… si è esaurita” dedussi, non poteva essere altrimenti. Il mio cellulare squillò, Alex sbuffò e si mise il cuscino sulla faccia.

“Pronto?”

“Amore?” chiese Nick dall’altra parte della cornetta, sorrisi e uscii un attimo in terrazza.

“Amore che c’è?” chiesi, avevo preso a chiamarlo così da una settimana già, eppure le farfalle uscirono dal loro bozzolo per giocare nel mio stomaco.

“Perchè Joe è depresso?” chiese, io risi.

“Per la stessa ragione per cui lo è anche Alex” risposi.

“Ovvero?” Gli raccontai in maniera veloce il loro pomeriggio, poi lui sospirò, mormorò qualcosa di incomprensibile e sbuffò infastidito.

“Che c’è?” chiesi.

“Miley” rispose, alchè sbuffai anche io.

“Ah, allora rispondi, magari è importante” lo presi in giro, lui rise e disse qualcosa al fratello.

“Amore ti richiamo io appena… bè, appena questo esce dall’oltretomba!” disse, io risi.

“Ok, e avvisami se devi andare a prenotare la chiesa per il matrimonio con Miley” dissi cattiva.

“No amore non ti preoccupare” disse facendomi sorridere “ci sposeremmo a Las Vegas!” esclamò ridendo e mise giù.

“Brut…” Alex dentro continuava a dire frasi incomprensibili, risi e tornai dentro. Com’è difficile stare con una star…

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventuno ***


Qui è me che parla! Come va? Io ho l febbre ): che cosa brutta… Grazie per le nove recensioni (anche se sono calate, ragazze non abbiate paura!) e per i 20 preferiti e 13 seguiti.

Socia: anche se lo hai già letto non importa! Poi mi dici che ne pensi ok? Ci sentiamo su MSN

Chiara: ti ho mai detto che ti adoro? No? Ti adoro! Poi mi fai sapere che alla fine hai scelto Joe o Paul… ti voglio taaaaaaaaaaaanto bene!

Fiamma: tu sei sprita! O come dice Chiare, ti sei persa per strada!! Vabbè, grazie per la recensione e vai a leggere Time For Me To Fly, anche se la conosci tutta a mamoria! Un bacione I <3 U

Jeeeeee: Sono daccordo con te, Alex è impazzita! Spero comunque che questo capitolo ti piaccia!

Ada: Vedremo se si rimetterà tutto a posto! *me sadica* comunque spero che il capitolo ti piaccia! E dobbiamo ritardare l’attuazione del piano, ho la febbreeeee

Meggie: Anche tu ti perdi per la strada ogni tanto… sono felice che la storia ti piaccia! Fatti sentire bella!

Aki: ehi bellissima come va?! Wow, tutto perfetto? Mi sento lusingata! Grazie e aggiorna presto anche tu! Anche se già conosco il capitolo!!

Annalisa: Ciao! U.u come sono imbarazzata! Guarda, per quanto riguarda i ragazza non ho un’esperienza vastissima, ma quelli con cui sono a “contatto” sono uno peggio dell’altro! Hai ragione, altro che maturare co l’età! Qui si va di male in peggio… (:  felice che il capitolo ti piaccia! Anche io odio quella, che deve sempre rovinare tutto!!

Annina94: Grazie, sono felice che il capitolo ti piaccia, spero che anche tu aggiorni presto!! Dai che come sto non so che fareeeee!

 

L’amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l’alato Cupido viene dipinto col volto bendato.

William Shakespeare

 

 

“Dai Alex, passa!” cercai di convincere la mia migliore amica per l’ennesima volta, lei invece si buttò teatralmente sul tavolo della mensa, mentre Sam e Max se la ridevano sotto i baffi. La campana suonò, segnando la fine delle lezioni, avevamo passato l’ultima ora insieme in caffetteria, dal momento che Alex sembrava ancora scossa da quello che era successo lo scorso pomeriggio.

“Andiamo dai” disse Max a Sam, qul giorno si vedevano per comporre un nuovo pezzo che ronzava in testa a Sam, Joe li avrebbe raggiunti più tardi, nonostante avessimo deciso che non avrebbe fatto parte della band. Stava preparando un concerto a sorpresa per la fine dell’estate, in cui sarebbero apparsi i Jonas Brothers. Kevin era ancora in fase di convincimento. Alex mi salutò con una smorfia e si avviò con i ragazzi verso l’auto di Max, io invece raggiunsi in fretta la machina e andai al conservatorio, dove ad aspettarmi c’era Nick.

“Ehi” disse quando entrai nella piccola sala insonorizzata che usavamo per le prove, io sorrisi di rimando e gli diedi un bacio sulla guancia, guadagandomi un’occhiataccia da parte sua.

“Ciao sorellina!” mi sfottè, senza degnarlo di uno sguardo mi girai e presi degli appunti dalla sacca che portavo, mentre lui sbuffava. Sorrisi silenziosamente, mi divertiva farlo esaurire. Continuai a disporre il materiale sul pianoforte, sempre comportandomi con “distaccata cortesia”. D’un tratto sentii le sue mani sui fianchi, dopo nemmeno un secondo le sue labbra sulle mie. Allacciai le braccia dietro al collo ed approfondii il bacio, mentre mi mordeva le labbra.

“Ciao” sussurrai allora contro le sue labbra, Nick mi baciò ancora.

“Ciao” sussurrò, poi la porta si aprì, rivelando il bidello dell’istituto, rosso dall’imbarazzo.

“Salve” disse Nick pacato allontanandosi da me e raggiungendolo, lui gli porse dei fogli in religioso silenzio, mentre io mi sedevo al pianoforte e saggiavo i tasti, poi sentii la porta richiudersi alle mie spalle, dopo un po’ le mani di Nick che si posavano sulle mie spalle.

Provammo per un paio d’ore, avevo un concerto della scuola per beneficenza tra un mese, e io dovevo essere pronta. C’erano dei personaggi importanti della musica e ci tenevo a fare bella figura.

“Basta così” decretai a un certo punto, sentivo la gola in fiamme e non riuscivo più a prendere alcune note. Praticamente ero sfinita. Nick controllava i fogli che aveva ricevuto prima seduto su un banco cosparso di spartiti e abbozzi di canzone.

“No amore” mi contraddisse, io presi un sorso d’acqua, poi misi a posto la cartelletta con i miei appunti.

“Si amore” dissi, lui si alzò e prese le cose dalla sacca, le sistemò sul piano e mi costrinse a sedermi, mentre io sbuffavo, poi tornò al suo posto.

“Daccapo” disse solo, io indispettita chiusi il pianoforte e mi avvicinai a lui.

“Mettila così” dissi avvicinandomi a lui e mettendogli le braccia intorno al collo, mi fece spazio tra le sue gambe e mi deglutì piano “se io continuo a cantare tu non mi baci più fino a quando non lo deciderò io” finii, poi gli sfiorai le labbra con le mie e tornai al mio posto. Aprii la bocca per intonare la prima nota con un sorriso sulle labbra, ma come mi aspettavo le sue labbra si ipossessarono delle mia, lasciando la nota a metà.

“Diciamo che possiamo fare una pausa” disse facendomi alzare e mettendomi le braccia intorno alla vita.

“Diciamo che possiamo riprendere domani” dissi invece io, Nick sbuffò e mi baciò ancora, poi mi accarezzò il volto.

“Ti amo” gli dissi senza guardarlo in faccia. Ora l’unica cosa che mancava era che lui rispondesse “grazie” come Alex…

Invece mi alzò il viso con le dita e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

“Ehi” sussurrò, io avevo ancora vergogna di guardarlo in faccia “ti amo anch’io” disse. Mi sentii le mie care amiche farefalle cominciare a giocare agli sport estremi nel mio stomaco, mentre gli sfioravo le labbra con lee mie.

“Davvero?” chiesi.

“Davvero” rispose sorridendo. C’è chi dice che non esiste l’amore alla mia età, lo credevo anch’io. Poi in un mese la mia vita è raadicalmente.

“Ripetimelo” dissi incerta, lui mi carezzò il viso, ancora, e mi baciò le labbra.

“Ti amo” ripetè, sorrisi e lo abbracciai.

 

Il vento mi scompigliava i capelli. Ero riuscita a convincere Nick a farmi evadere da quella sala, ora stavamo andando a casa di Joe.

“Ti avviso che è uno straccio” disse prima di aprire con la copia delle sue chiavi. Joe era lì, chino su un libro con la matita tra le mani.

“Ciao” azzardai a salutarlo, lui alzò gli occhi dal libro e mi fece un cenno con la testa sorridendo, Nick sparì in una delle camere mentre io mi sedetti accanto a lui. Joe parve non accorgersi del mio gesto, mi versai una tazza di caffè e sfogliai un paio di libri posati sul tavolo, prima che Nick ricomparisse accompagnato da Elvis.

“Cucciolone!” esclamai inginocchiandomi ad accarezzarlo, lui scodinzolò e mi leccò la faccia. Ridendo mi alzai, Nick mi poggiò le mani sulle guance e posò le labbra sulle mie, poi prese il guinzaglio e salutammo Joe.

“Joe che fai stasera?” chiese Nick, lui indicò i libri e con uno sguardo annoiato.

“E Alex?” chiesi.

“Viene qui” rispose, parlando per la prima volta, annuii sorridendo ed uscimmo dall’appartamento. Raggiungemmo la macchina mentre lui salutava i giornalisti, invece io chiamai Alex.

“Tesoro!” esclamai quando rispose.
”Ehi bruna che c’è?” chiese lei, più serena rispetto a prima.

“Non me lo avevi detto” la accusai, Alex rise e mi spiegò che l’aveva chiamata cinque minuti prima per invitarla. “Mi fa molto piacere” dissi, lei rise e poi chiudemmo la conversazione. Salii in auto mentre Nick finiva di firmare un paio di autorafi, poi ci avviammo.

“Dove andiamo?” chiesi.

“Al parco, ti va?” rispose, io annuii e mi dedicai a coccolare Elvis, lui accese la radio e cominciò a canticchiare una vechia canzone.

“Sai che non conosco tue canzoni?” dissi abbassando la musica e sistemandomi sul sedile. Nick rise alla grade e mi fissò.

“Si invece” disse, certo conoscevo “Black Keys” perchè mi aveva costretto ad impararla, ma nient’altro, quando glielo feci oresente lui si grattò la testa continuando a guidare.

“Hey baby,
why you treating me bad
Hey darling,
you know you make me mad
Going crazy
Trying to figure out why you are leaving
Give me a reason” canticchiò, io immaginai il ritmo e ripetei le sue parole.

“Quale canzone ha cantato Joe invece?” chiesi, Alex mi aveva detto che aveva canticchiato qualcosa anche lu, per rispondere alla stessa domanda che avevo posto io ora.

“Non lo so, amore” rispose lui, io mi sforzai di ricordare e intonai e parole che mi ricordavo.

“Burning up, burning up, for you baby” cantai, Nick rise e disse che avevo sbagliato il ritmo, feci una sforfia mentre lui cantava davvero il pezzetto della canzone, intanto ci eravamo fermati davanti ad un piccolo parchetto con un paio di altalene e uno scivolo, poi c’era uno spazio dove due ragazzi giocavano a calcio, uno era seduto contro il tronco di un albro a leggere un libro e un piccolo gruppo di ragazze scherzava stese al sole. Scendemmo e ci prendemmo per mano, mentre Elvis correva a giocare con la palla dei ragazzi. Indossammo gli occhiali da sole, io perchè non volevo tenerli in mano e lui perchè aveva paura che le ragazze lo riconoscessero, e prendemmo a passeggiare.

“C’è un ballo alla mia scuola” dissi.

“Davvero? Quando?” chiese interessato, risposi “Il quattordici di Febbraio” e feci una smorfia dicendolo. Nick se ne accorse e mi chiese il perchè.

“Dai, se una coppia si ama lo fa sempre, no solo un detrminato giorno dell’anno, in cui deve farsi regalini e dirsi cose sdolcinate” spiegai.

“In effetti il ragionamento non fa una piega” disse, lo guardai male.

“Ovvio, l’ho concepito io!” dissi convinta. Lui rise e si sedette all’ombra di un enorme albero, facendomi spazio davanti a lui. Mi sistemai poggiando la testa contro il suo petto.

“Vuoi venire al ballo con me?” chiese.

“Sei pazzo” dissi, lui, una famosa star della musica mondiale che mi accompagnava ad un ballo pieo di adolescenti in calore?! No no…

“Dai! Stiamo insieme” provò a convincermi, scossi la testa e gli spiegai la mia “paura”.

“Allora sei gelosa” disse soddisfatto, feci una smorfia. Certo bello, che credi?!

“No… solo leggermente… iper protettiva” dissi, facendolo ridere.

“Oh bè… io sono geloso marcio di chinque ti guardi per più di tre secondi” disse baciandomi la testa, risi mentre il cervello si scollegava. Cosa che accadeva spesso da quando lo conoscevo.

“Allora?” chiese. Mi ero persa dinuovo.

“Che?”

“Ci vieni con me al ballo?” chiese ancora. Sorrisi furbamente.

“Metterai il farfallino?” chiesi a mia volta facendolo sbuffare, ma stava ridendo, si poteva capire.

“Se vuoi tu si” concesse, mi girai e lo baciai a stampo.

“Ti amo” dissi per la seconda volta nella giornata, sorrise.

“Anche io” disse, mi baciò ancora, poi un paio delle ragazze che prima erano stese si avvicinarono, chiedendogli un autografo.

“Vado a prendere Elvis” disse alzandoi, lo vidi annuire e corsi fino ai ragazzi.

“Elvis!” urlai, il cane scodinzolando si avicinò a me, mentre uno dei due ragazzi lo seguiva.

“Ecco chi è la bella padrona del cane!” disse porgendomi la mano “Josh” si presentò poi.

“Amy” dissi sorridendo a mia volta al ragazzo, aveva l’aria simpatica.

“E io sono il ragazzo di Amy” disse Nick avvicinandosi a noi, Josh lo guardò male, mentre Elvis affiancava il padrone.

“Andiamo” dissi prendendolo per mano e portandolo via. Quando risalimmo in auto scoppiai a ridere come una scema.

“Che c’è?” chiese irritato.

“Oddio” risposi con le lacrime agli occhi per il troppo ridere “altro che geloso!” Nick mi guardò male ed accelerò.

“Ti ha guardata per cinque secondi netti” si giustificò, mi sporsi dal sedile e gli baciai una guancia, lui sorrise e decelerò un po’.

 

“Entri?” chiesi quando parcheggiò davanti casa, annuì e chiuse la macchina, mi passò un braccio intorno alle spalle ed entrammo.

“Non c’è nessuno?” chiese sedendosi sul divano.

“Aspetta che controllo” rispose, andai in cucina e trovai un port-it di Linda. Era a fare spese e non sarebbe tornata che a sera.

“No, nessuno” dissi sedendomi accanto a lui.

“In tal caso…” mormorò attaccando le mie labbra. Mi sedetti in braccio a lui, gli accarezzavo i riccioli senza smettere di baciarlo, lui mi teneva il volto tra le mani e ogni tanto si staccava per baciarmi la base del collo.

“Ti ho detto che ti amo?” mormorò contro le mie labbra.

“Ti ho detto che ti amo anch’io?” risposi facendolo sorridere. Mi baciò ancora, più intensamente, poi si sentì qualcuno che si schiariva la voce.

Mia madre, in tutta la sua statuaria e falsa bellezza, ci guardava con occhi di rimprovero. Scattammo entrambi in piedi, mentre lei si presentava al mio ragazzo.

“Salve ragazzo” disse, Nick sfoderò il suo comportamento pacato che usava nelle situazioni imbarazzanti. Si presentò e baciò la mano di mia madre, poi questa mi prese da parte.

“Chi è, di che famiglia fa parte e che scuola frequenta” ordinò, risposi diendo che si chiamava Nicholas Jonas, che era un musicista e faceva parte di una normale famiglia americana. Per la scuola sorvolai, non lo sapevo nemmeno io in effetti.

“Benissimo, un musicista…” mormorò mia madre cn fare schifato. Sbuffai e presi il cellulare,  scrisso il suo nome su “Google” e gli mostrai gli infiniti risultati che apparivano.

“Si mamma, uno dei musicisti più famosi del mondo” risposi, poi feci per andarmene.

“Allora avrò l’onore di conoscerlo stasera a cena” disse cattiva “con tuo padre” aggiunse, ed andò via su per le scale.

“Ma tu guarda…” mormorai tornando in cucina.

“Amore?” provai montando un  sorriso da perfetta ruffiana “ti ricordi prima… quando hai detto che mi amavi?” chiesi sperando di convincerlo.

 

Due ore dopo Nick si stava aggiustando la cravatta davanti allo specchio in camera sua. Ah, avevo dimenticato di dirvi che si era trasferito a casa del fratello da una settimana.

“Ricordami perchè ho accettato”

“Ancora?” chiesi.

“Si”

“Perchè mi ami” dissi sorridendo.

“Mi hai fatto un brutto incantesimo” borbottò.

“Sono una brava maga”

“Malvagia”

“Figurati!”

“Ma ti rendo conto di cosa sto per fare?!” chiese ancora.

“Capirai, devi solo conoscere la mia famiglia” dissi… ancora.

“Vorrei ricordarti che già la conosco” disse, era vero, aveva conosciuto mio padre la sera della festa.

“Non in questi termini” ribattei.

“Indosso una… cravatta!”

“Lo so”

“E allora? Non dici niente a proposito?” chiese esasperato facendomi ridere.

“Hai ragione… stai benissimo, amore”

“INDOSSO UNA CRAVATTA!”

“Sai, non sono cieca!” dissi ridendo.

“No… solo malvagia!”

“Ovvio!” dissi come se nulla fosse.

“Odio questa parola… ovvio” borbottò.

“Quanto siamo polemici stasera…” dissi, volevo scoppiare a ridere, ma sapevo che non avrei fatto altro che peggiorare la situazione.

“Vorrei ben dire, sto per conoscere la tua famiglia!”

“Già la conosci!”

“Non in questi termini”

“Che mi rubi le battute?” chiesi ridendo apertamente.

“Lasciamo stare, con te è impossibile…” disse, mi alzai e lo raggiunsi. Gli sistemai la cravatta. come mi aveva insegnato papà quand’ero piccola, e lo baciai sulle labbra.

“Ti amo anch’io”

Nick sorrise e prese le chiavi della macchina, poi scendemmo alla volta di casa mia.

 

Camilla Wilson indossava un tubino nero, con un filo di perle al collo e un paio di ballirine nere, era troppo alta per i tacchi.

Entrai in casa nel momento in cui lei scendeva dalle scale, Nick mi seguiva ad un passo di sistanza, Elvis era legato al guinzaglio e ringhiava piano alla volata di Mimì, il gatto persiano di mamma.

“Vogliamo andare in sala da pranzo?” chiese mia madre rivolgendosi a me, annuii, poi chiesi di papà.

“Ci sta aspettando” disse gelidamente, le dava molto fastidio la sua presenza in casa.

Linda apparve alle nostre spalle, prese Elvis e, dopo averci fatto un sorriso di incoraggiamento uscì dal corridoio.

“Buonasera” disse imbarazzato Nick entrando in sala da pranzo, mio padre ricambiò con lo stesso tono imbarazzato.

Ci sedemmo a tavola, mio padre e mia madre ai rispettivi capotavola e noi ragazzi ai due lati. Camilla suonò un cammpanello alla sua destra e come per magia apparve Linda con un vassoio di dio sa solo che cosa.

“Ti piace il pesce, vero?” chiese mia madre versandosi un bicchiere di vino bianco, poi si servì un po’ del contenuto del vassoio e sorrise gelidamente.

“Certo signora.” rispose educato lui. Lo guardai riconoscente, rispose sorridendomi rassicurante.

“Allora Nicholas, frequenti la scuola?” chiese mio padre per fare conversazione.

“No signore, ho sempre avuto insegnanti privati, mi sono diplomato in anticipo la primavera scorsa” disse versandosi un bicchiere d’acqua.

Mio padre mi guardò severamente.

“Solo tu, mia cara, non ne vuoi sapere di corsi privati” mi rimproverò. Stavo per ribattere quando Nick riprese la parola.

“Ovviamente i miei genitori avrebbero preferito che io frequentassi una normale scuola pubblica, ma i numerosi impegni non me lo hanno permesso” mi salvò, sviando l’attenzione dda me. Lo guardai riconoscente.

“Perchè?” chiese mia madre “Lavori?”.

“Oh… Certo, sono sotto contratto da alcuni anni con una importante casa discografica”

“Cantante emergente?” chiese lei soffocando un sorriso. Nick parve irritarsi leggermente. Respirò forte, prima di rispondere.

“Veramente signora, ho pubblicato cinque album, e solo da solista, sono in vetta delle  classifice di mezzo mondo e ho in programma il terzo tour mondiale” mia madre non sembrò impressionata.

“Leggi molto?” chiese mio padre.

“Abbastanza, per di più classici a dire il vero” lo guardai stralunata.

Mio padre annuì, si versò un bicchiere di vino e lo portò alla bocca.

Quello che successe dopo non lo scorderò mai.

Linda aveva appena poggiato una torta di frutta sul tavolo, ricoperta di panna.

Mia madre si avvicinò, mettendosi con le spalle rivolta alla porta di ingresso, Mimì, inseguita da Elvis, fece apparizione nella sala da pranzo, la gattina sgusciò tra le gambe di Linda, che cadde facendo inciampare Elvis, che capitolò sulle gambe di mia madre, che finì con in viso nella panna montata.

“PORTATELO FUORI!” urlò con la testa ancora lì dentro, io e Nick non facevamo che ridere, Mio padre era troppo scandalizzato anche solo per pensare e Linda era stesa dolorante sul pavimento, ci occupammo di lei, Nick le fasciò la caviglia dolorante mentre io correvo a riprendere Elvis, che appena mi vide mi leccò tutta la faccia, risi di gusto e gli legai il guinzaglio, poi lo portai fuori ed aspettai Nick e Linda, per accompagnarla al pronto soccorso, lasciando mamma e la sua acconciatura da ottocento dollari nella panna montata.

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Capitolo 22
*** Capitolo Ventidue ***


Ehilà popolo di EFP!! Oggi è l’ultimo giorno di vacanze, peccato… e poi dovrò rivedere… lasciamo stareeeeeee! Grazie per i commenti e per i venti preferiti e quattordici seguiti!

Socia: Dal prossimi capitolo pretendo che recensisca anche Fratello! U.u mi è venuta una scenettina che… non ti divo altro, mandatemi un messaggio che vi spiego! poi poi poi… Grabriel avrà figli? E c’è ancora il papà con la doppietta?!?! Credete che io sto ancora ridendo quando ci penso?! Vabbè lasciamo stare, VVB

Aki: promesso cattiva! Sono felice che ti piaccia la mia fic, fatti sentire presto!

Meggie: anche a me Camilla sta antipatica! Ti mando un messaggino nel pomeriggio forse, così mi dici che ne pensi!

Martina: bè certo, conoscere la famiglia è un passo fondamentale!

Jeeeee: avrai presto sue notizie cara, nel prossimo capitolo al massimo!

Ada: Sono sana come un pesce ora, certo,avrei preferito ammalarmi ora, così ritardavo un po’ la scuola, ma non importa…… è la vita!!

mitber: un gran figo in effetti!

Annina94: ti ringrazio! spero che questo capitolo ti piaccia!

Annalisa: tri giuro che non scriverò mai più quella parola!! Eh si, io adoro quel cane si nota?! Bellissimo, e spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Chiara: Allooooooooooooooora! come va? mah, povera Linda, hai ragione, è l’unica con un cervello lì dentro! Comunque ho scritto l’epilogo, te lo mando appena riesco ad andare al mio computer, dove l’ho salvato!! Tu intanto… Uh uh, che bello non vedo l’ora!! Vabbè, io ti lascio che sto a cantare Vasco!

           

Bisogna far si che chi ama non si senta mai al sicuro nel suo amore per mancanza di rivali: senza sospetti e gelosie l’amore

non dura a lungo. Ovidio

 

 

“Sicura?” chiese per l’ennesima volta, mamma mia che palle che è questo ragazzo!

“Sicura, e poi non è che ci tengo più di tanto a partecipare a quel concerto… odio la tua musica” ripetei per la… centesima? volta.

“Se lo dici tu… però mi raggiungi a casa dopo ok? A quella dei miei genitori” disse, cosacosacosa? E incontrare i coniugi Jonas? No grazie, passo.

“Ma che hai capito? Non ci sono, rimangono a cena dopo il concerto” specificò, annuii e mi avvicinai a lui.

“Ok, e andiamo da qualche parte?” chiesi allacciandogli le mani dietro al collo. Nick sorrise.

“Se vuoi… o potremmo rimanere a casa…” rispose, si certo, a fare i fratellini. Lo guardai male e gli presi la mano sinistra, mostrandogli l’anulare, Nick sbuffò e mi baciò il palmo.

“Ok ok… andiamo a cena” acconsentì, sorrisi e gli diedi un bacio a fior di labbra, poi misi il quadernetto nella borsa ed uscimmo dal conservatorio.

 

Odiavo la parte famosa del cantantuccio da quattro soldi, odiavo non poter quasi uscire di casa senza che una massa di fans urlanti non lo rapisse per una serie di autografi e fotografie. Solitamente io (e a volte Alex) rimanevo in disparte a beccarmi le occhiatacce delle ragazze, senza che potessi rispondere, eh no, se no poi le decine di giornalisti ci avrebbero messi in prima pagina… come se ciò non succedesse comunque.

“Nick! Nick!!” ovviamente appena uscimmo dalla porta alcune ragazze armate di pennarelli e cellulari lo aspettava all’ingresso, gli lasciai la mano e mi avviai verso la macchina, anche se odiavo questa cosa. Nick mi fermò e mi baciò una guancia, cosa che non sfuggì a nessuno dei presenti.

Arrivai alla sua auto ed aprii la portiera con le chiavi che glia avevo preso dalla tasca dei pantaloni, entrai e mandai un messaggio ad Alex, dovevamo andare a fare la spesa per una cena con gli altri della band, prima di quella con Nick.

“Pronto?” chiesi però alla cornetta quando il telefono cominciò a squillare.

“Ciao tesoro, come stai?” chiese mio padre dall’altra parte della cornetta, sorrisi prima di rispondere.

“Alla grande papà, sei arrivato a New York?” chiesi, papà aveva accettato di buon grado la relazione con Nick, e aveva stretto anche un buon quanto strano rapporto. Bè, fino a quando non lo uccideva a me stava bene alla fine…

“Si cara, sono in macchina proprio ora. Allora hai deciso?” mi aveva proposto di passare la settimana dal nove al sedici nella baita che avevamo in montagna, e potevo portare chi volevo.

“Ascolta papà, non ne abbiamo ancora parlato, stasera ha un concerto, dopo a cena gliene parlo” risposi, lo sapeva che senza lui non sarei andato da nessuna parte.

“Certo cara, allora mi fai sapere tu? Entro domani?” chiese, mi feci i conti, ma domani si partiva!

“Ma come farei papà?”

“Me lo dici entro domani mattina e ti faccio arrivare il jet nel primo pomeriggio” disse, aaaaaaaaaaaaah!

“Va bene, allora a presto” disse, lui ricambiò il saluto e chiudemmo la chiamata. Poi Nick entrò in auto e misi via il cellulare.

 

“Perfetto, penso che due pezzi bastino” disse Alex guardando la carne.

“Prendine tre” le consigliai, prese l’altro pezzo e lo mise nel carrello. Continuammo a girare per gli scaffali.

“Tu ci vieni alla baita con me?” chiesi dopo un po’ mettendo della panna da montare nel carrello.

“Sicuro, e anche Joe” rispose. Prese un pacco di pasta.

“Ok, e Sam e Max anche, ma ci raggiungono per ultimi” ricapitolai.

“Lo hai chiesto a Nick?”

“Oggi a cena” risposi, ci avvicinammo alle casse e pagammo, poi piene di buste entrammo in auto. Il viaggio durò meno di venti minuti, scendemmo a casa di Alex, scaricammo le provviste ed aprimmo il ricettario, cominciando ad impastare e cuocere, Sam e Max intanto suonavano qualcosa con la chitarra.

“Allora… aggiungici l’acqua” dissi entrando in cucina, avevo messo i ragazzi ad apparecchiare la tavola, Alex parlava al cellulare con il ragazzo. Chiuse la telefonata ed eseguì l’ordine.

“A proposito” dissi sedendomi sul bancone “devi ancora dirmi come è andata” le ricordai, non avevamo potuto parlare per un paio di giorni, e sapevo che aveva fatto pace con Joe.

“Allora… niente. Semplicemente siamo stati insieme la serata e gli ho detto che non ero pronta a dire una cosa del genere, lui mi ha capito. Ed ora siamo così” disse con un sorriso.

“Non glielo dici?” chiesi, lei scosse la testa.

“Non lo so… non sono sicura. Non voglio bruciare le tappe” ammise, io annuii ed andammo a tavola, pronti per la cena. Sam e Max ci aspettavano entrambe già sedute, avevano messo il pane e l’acqua, la coca cola e anche una birra (di contrabbando), ci sedemmo.

Il cellulare prese a squillare, lasciai Max che ci illustrava gli effetti collaterali di bere Coca e birra insieme e risposi alla chiamata.

“Mi serve un buona fortuna” disse Nick senza nemmeno salutare.

“Buona fortuna” risposi, lui sospirò “tra quanto inizia?” chiesi.

“Dieci minuti, sta suonando la band che mi apre” disse, io annuii e gli chiesi se ci fosse tanta gente.

“Sold out” rispose. Ovviamente, forse era davvero bravo come diceva… bah…

“Ok amore, allora vai e stendigli!” dissi, lui rise.

“Ok, passi tu a casa?” chiese.

“Ok, per le undici” confermai.

“Perfetto. Ti amo stellina” ma non ascoltò la risposta perchè venne tirato via dal telefono da qualcuno, forse il padre.

Tornai alla tavola dove Alex e Max discutevano sulle canzoni che avevamo suonato la sera prima in un locale, mi unii alla conversazione controllando l’orologio di tanto in tanto.

 

Alle dieci e mezzo indossai la giacca a vento e raggiunsi l’auto, indossavo solo una t-shirt a maniche corte con i jeans, presi solo chiavi e cellulare, salii in auto e misi in moto. Guidai per oltre mezzora, arrivando praticamente in ritardo, ero stata a casa sua già una volta, mentre i suoi non c’erano. Sapevo che era una normalissima villetta bianca, con un piccolo giardino davanti. Parcheggiai davanti al garage e lasciai la macchina aperta, non sarebbe servito chiuderla. Era sera, la poca illuminazione mi fece inciampare un paio di volte. Suonai il campanello con un sorriso, pregustando la serata, nessuno rispose, mi accorsi che era aperta, entrai.

“C’è nessuno?” chiesi vedendo la luce del corridoio accesa. Provenivano delle voci, chi c’era?

“Tu non capisci… ci tengo!” diceva una voce femminile, sentii Nick sbuffare. Mi avvicinai alla porta della sua camera, notai il grande disco in vinile appeso alla parete, i vari CDs aperti per la stanza, qualche custodia buttata sul letto. Poi il mio ragazzo in piedi appoggiato con le braccia conserte contro la cassettiera e qualcuno, anzi qualcuna, di spalle seduta sul letto.

“Anche io ci tengo, ma ora non più. Abbiamo avuto la nostra occasione” disse lui, sentii la ragazza soffocare un singhiozzo, coprendosi il viso con le mani. Mi avvicinai di più alla porta socchiusa, non mi avevano notato.

“No dai… non piangere!” esclamò Nick avvicinandosi e costringendola ad alzarsi. La ragazza si coprì il volto con i capelli castani e si fece stringere dalle braccia del MiO ragazzo.

“Ti amo” gli disse alzando il viso, ora erano entrambi di profilo a me, riuscii a scorgere in lei il profilo della famosa attrice Miley Cyrus.

Poi avvicinarono piano i visi… piano… fino a far toccare le labbra. E allora non ci vidi più. Tirai un pugno contro il muro, finalmente mi notarono, poi cominciai a correre, come non avevo mai fatto prima.

“Amy!” urlò Nick rincorrendomi, io non mi girai fino a quando non arrivai al giardino, dove una sua mano mi prese per il polso.

“Lasciami stare!” urlai forte “Va via… VA VIAAAA!” dissi cacciando la voce, riuscii a liberarmi della sua presa, che faceva male quasi, ed entrai in macchina. Chiusi in fretta la chiusura, lui non potette aprire la portiera, poi in lacrime misi in moto ed uscii dal vialetto.

 

“No dai…” mormorai, era uno straccio, mi aveva chiamata in lacrime, mi ero spaventata. Mangiò un’altra cucchiaiata di cioccolata, poi si coprì con la coperta. Eravamo in salotto, Sam e Max ormai dormivano su un divano, noi ragazze eravamo sull’altro.

“E’ un bastardo” mormorò con gli occhi gonfi, annuii e la abbracciai. Trascorremmo così tutta la notte, poi lei prese il cellulare.

“Papà… Si, ho deciso. Vengo con te, sola” disse, mi guardò e mi chiese di aiutarla a fare le valigie, poi alle otto del mattino arrivò l’auto del padre, solo allora andai a dormire.

 

In macchina adagiai la testa sul sedile, volevo dormire, per cancellare gli occhi rossi e le occhiaie. Mio padre non aveva fatto domande, semplicemente aveva accolto la mia richiesta di partire la mattina invece del pomeriggio, ed era venuto a prendermi. Sentii una macchina sgommare davanti alla nostra, poi una portiera che si apriva e chiudeva. Alzai in fretta il finestrino oscurato, mentre il corpo familiare di Nick ntrava nel mio campo visivo.

“Salve signore” disse.

“Ciao ragazzo” salutò mio padre, che stava caricando le mie cose nel bagagliaio.

“Devo parlare con Amy, è qui?” chiese, io strinsi i denti, non volevo parlargli. Mio padre avrebbe mandato all’aria il mio progetto di “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.Aspettai la sua risposta rassegnata, posai una mano sulla maniglia.

“No ragazzo, non so dove sia” rispose invece stupendomi, tirai un sospiro di sollievo, riadagiai la testa sul sedile e chiusi gli occhi, poco dopo sentii l’auto partire.

“Grazie” disse a mio padre, quello sorrise a sua volta.

“Sappi che non voglio sapere niente, ma se vuoi parlare io sono qui” disse. Annuii confortata, arrivammo in aerio porto dopo un po’. Salimmo e cominciai a raccontargli di quanto fosse bastardo Nicholas Jonas.

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitrè ***


Ciao a tutte ragazze! E dopo la prima settimana di scuola per voi, ecco l’ultimo capitolo di questa Fic, wow, che emozione! mi sento un po’ strana, soprattutto perchè lavoro a questa storia da Gennaio di quest’anno, è un po’ come parte di me. Però mi rallegra il fatto che ci sarà un seguito, se voi lo volete, un po’ particolare, ma comunque… Ok, ora passiamo ai ringraziamenti.

Ada: eh, si si, Hai proprio ragione, io ho ricevuto compiti al primo giorno di scuola, e al secondo abbiamo cominciato con Biologia… lasciamo stare! Speroc he anche questo capitolo ti piaccia!

jeeee: Hai ragione, ma vorrei vedere te a sorprendere il tuo ragazzo mentre bacia la sua sexy ex ragazza!

Socia: ok, io ho pronto il primo capitolo del seguito di This Is A Promise, te lo mando appena posto il capitolo, ora ti lascio che mi stai chiamando, e voglio anche la recensione della scimmia!

Martina: ehi bellissima! Sono troppo felice che la storia ti pioaccia e mi dispiace che ti porti alla pazzia! Ma vedrai, si sistemerà tutto!!

Chiara: La mia geniaccia! Vedi, la tua attesa è terminata, e tu sei arrivata a 98 recensioni, quindi ora ti tocca “Bar”!! Ihih, evviva le nostre menti geniali!

Annalisa: Ciao! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, anche io sono della tua stessa opinione. Mamma mia, se ti ha lasciata una ragione ci dev’essere, no? Pensaci e invece di rovinare le coppie felici e innamorate, scrivi una canzone, o fai qualsiasi altra cosa! Ahah, ora vedrai nel capitolo! Un bacione!

Meggie: Ho risposto alla tua mail, ma ne sono due perchè al cellulare finiscono i caratteri e ne ho inviate due! Sono felice che il capitolo ti piaccia! Io aspetto la tua anteprima, eh! Mi raccomando! Un bacione, Pia

Ora breve spazio pubblicitario! Andate a leggere la Fic PBM- Perfavore sii mia, una storia mia e della mia carissima socia! E Già che ci siete lasciate una recensione!! Poi… siete invitate a leggere anche la storia della mia carissima amica Chiara, “Un incontro fortunato” credetemi, vi farete un mare di risate! E lasciate una recensione, mi raccomando, perchè il suo ego ne ha bisogno! E poi se raggiunge le 100 ha in serbo una bella sorpresina!! Ok, ho finito! Ascoltatemi, non ve ne pentirete!

 

 

"La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno."
(M. Gandhi)

 

Se c’era una cosa di cui ero certa era che quella sera sarebbe stata magica. Indossai il vestito blu, le scarpe (http://images.eonline.com/eol_images/Entire_Site/20080822/293.Gomez.Selena.082208.jpg)

ed aggiustai trucco e parrucco, poi mi dichiarai pronta. Presi il cellulare e composi il numero che oramai sapevo a memoria. Ovviamente sempre lo stesso risultato.

“Siamo spiacenti, ma l’utente chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di provare più tardi…” disse la vocina meccanica, come ogni volta che la chiamavo, Joe entrò in camera mia in quel momento.

“Niente ancora?” chiese, io scossi la testa.

“Come sta lui?” chiesi, lui chiuse gli occhi prima di rispondere.

“Un pazzo, la  chiama diecimila volte al giorno, non suona o canta più e non sa dove sia Amy… perchè non glielo dici?” chiese, io risi istericamente.

“Ci tengo alla pelle, io” risposi solo, senza che me l’aspettassi mi strinse a sè baciandomi.

“Non pensiamo a quei due per stanotte, stasera siamo solo tu, io e basta. Insieme” disse, mi sentii non poco emozionata, scendemmo in starda e salimmo sulla sua auto.

 

Il ballo era davvero… puccioso, tutto sul rosso, pieno di cuori e amore e… da far venire i brividi praticamente.

“Ehm… bello” disse lui stringendomi la mano, io risi piano e ricambiai la stretta, poi notammo una Porshe parcheggiata poco distante, ovviamente di Nick.

Indossava un jeans e la cravatta, stava seduto in auto con lo sportello aperto e la musica a palla.

“Ciao cognatino depresso” salutai con un sorriso, lui mi guardò con un mezzo sorriso triste, poi tornò a guardare il via vai degli studenti “lei non verrà stasera” dissi.

“Lo so” rispose solo.

“Allora cosa fai?” chiese Joe irritato.

“Che cazzo te ne frega, eh? Non lo sai come sto… tu non lo puoi sapere” urlò quasi, mi spaventai un po’ per quello che aveva detto, chiusi gli occhi, poi estrassi un pezzetto di carta dalla borsetta

“Ce l’hai una penna?” chiesi, lui annuì e mi porse l’oggetto in questione, scrissi velocemente l’indirizzo e lo diedi a Joe “io non ho fatto niente” disse, poi Joe diede il pezzetto di carta al fratello, lo salutammo e ci dirigemmo verso l’entrata.

“Ah, eh… è l’ultima opportunità che hai con lei. Falla soffrire ancora, poi te la vedrai con me.” disse girandomi d’un tratto, lui sorrise e fece un cenno con la mano, poi uscì in fretta da parcheggio.

 

“Non è tanto male” disse ridendo Joe, avevo una faccia schifata alla vista di tutti quei cuori…

“Già. Ho bisogno di andare via di qui.” dissi facendolo ridere di più. Fortunatamente nessuno aveva fatto caso a lui, era meglio così. In quel momento ci raggiunsero Sam e Max, con due bellissime ragazze, che classificai come due oche. Erano del secondo anno.

“Ciao bellezza!” esclamarono baciandomi la mano e facendomi ridere, poi salutarono il mio ragazzo.

“Lei è Susy” disse Sam indicando la sua accompagnatrice, che si mangiava con gli occhi Joe.

“Lei e Karen” disse Max, la ragazza imitava la sua amica, strinsi di più la mano di Joe e gli baciai una guancia, poi tirai i miei migliori amici verso un angolo della sala.

“E quelle dove le avrete trovate?” chiesi scandalizzata “Hilary?” chiesi pèoi rivolta a Sam “E Sereena?” dissi poi a Max, loro mi guardarono male.

“Guardale” disse Max “sono perfette. Non sanno nemmeno che esistiamo”

“Stupidi” replicai solo guadagnadomi una loro occhiataccia “se non ci provate non saprete mai come fate ad esserne sicuri?” chiesi retorica, poi tornai dal mio ragazzo e lo trascinai a ballare. Vidi solo che Max si avvicinava alla bionda e timidissima Sereena mentre Sam alla popolare Hilary, poi le due ochette che piangevano in un angolo.

Sorrisi e tornai ad appoggiare la testa sulla spalla di Joe, che mi baciò la testa.

“Sei stata bravissima con loro” disse riferendosi ai miei amici.

“Grazie” risposi, ripensai a quel pomeriggio, al grazie detto in un’altra occasione…

“Ok ragazzi… ora rallentiamo!” disse il Dj facendo partire Don’t Cry. Mi strinsi al suo petto e cominciammo a dondolare seguendo il ritmo.

“Joe?” dissi alzando la testa dal suo petto, lui mi guardò sorridendo.

“Che c’è?” chiese. Rimasi un attimo interdetta, prima di rispondere.

“Ti amo” dissi, lui mi baciò e sorrise.

“Grazie!” rispose, risi e tornammo a ballare.

 

 

Stavo male.

Era come se tutto mi scivolasse intorno senza che me ne accorgessi, stavo ore seduta dulla sedia a dondolo della mia nuova stanza, non mi interessava della cameriera che entrava per portarmi da mangiare, di mio padre che bazzicava sempre dalle mie parti, delle chiamate dei ragazzi. Non avevo contatti con nessuno. Lui mi aveva chiamato una decina di volte, l’unica volta che Alex era riuscita a mettersi in contatto con me mi aveva detto che era come un pazzo. A me non interessava, se lui soffriva ci stavo male, ma se lui soffriva per aver fatto soffrire me… non volevo vederlo mai più.

Faceva freddo, c’era la neve e dal picolo cottage dov’ero potevo vedere il parco illuminato, solitamente passavo le giornate con la chitarra in mano. Strimpellavo pezzi senza senso, parti di canzoni più o meno conosciute, il telefono continuava a vibrare. Messaggi, chiamate, mail… alla fine, in preda ad un attacco di rabbia lo avevo scaraventato per terra, frantumandolo. Mio padre era accorso in camera spaventato, non usciva mai da quando eravamo arrivati, le ero grata per questo, mi sentivo sola.

“Cucciola” aveva mormorato abbracciandomi, gli avevo inzuppato la camicia per tutta la notte, il giorno dopo ero tornata la Amy di sempre. Bè, sempre da quattro giorni a quella parte.

Alex era venuta a trovarmi, era l’unica che riusciva a capirmi, era rimasta in silenzio un intero giorno, poi le dissi le uniche parole della giornata. “Se mi vuoi bene lasciami sola” e lei aveva fatto le valigie, lasciandomi un cellulare di emergenza, lo tenevo spento dentro una valigia.

“Amy, scendi a cena?” disse mio padre, sapeva già la risposta, ma ogni sera ci provava.

“No papà, grazie” dissi, lui annuì e disse che la cameriera sarebbe passata a portarmi qualcosa, annuii e tornai a strimpellare. Ormai le mani mi facevano un gran male, avevano iniziato anche a sanguinare una volta. Avevo messo dei cerotti e rimpugnato la chitarra.

Guardavo fuori dal balcone, con la porta completamente in vetro. Aveva smesso di nevicare da un po’, ma le previsioni, da quanto avevo capito dalle parole di mio padre, davano neve per tutta la settimana.

Ero ancora vestita, rimediai subito, indossai un pigiama pesante, verse con delle scritte, poi sopra ci misi un felpone, il suo. Era un’ abitudine che aveva preso prima di partire, quando ancora stavano insieme. Non sapevo nemmeno fosse in valigia, Alex sapeva che ne avrei avuto bisogno.

“Scusi signorina, posso entrare?” una donna sulla trentina, bionda e con l’uniforme perfettamente stirata entrò in camera e posò il vassoio della cena sulla scrivania.

“Può farmi un favore?” chiesi, era la prima volta che parlavo con lei di mia spontanea volontà.

“Certo” disse lei meccanicamente.

“Non mi sento molto bene, mi porta un’aspirina? E porti via queta roba” dissi, lei annuì e mi lasciò solo il dolce, ne mangiai un pezzetto e presi la medicina, poi la donna uscì liberando la stanza, mi stesi sul letto e caddi nel dormiveglia.

 

Rimasi in quell posizione per un paio d’ore, rannicchiata in posizione fetale, la chitarra abbandonata da qualche parte sul pavimento, poi sentii una voce, sapevo che non era la sua.

She walks away
Colors fade to gray
Every precious moment's now a waste

Mi diedi mentalmente della stupida, stavo per scoppiare a piangere per una stupida illusione. Lui non sapeva dov’ero, non sapeva dov’era la mia stanza e soprattutto… a lui non importava niente di me, chiusi forte gli occhi, concentrandomi sul rumore dei miei respiri.

She hits the gas
Hoping it would pass
The red light starts to flash
It's time to wait

Non era possibile, la voce aveva ricominciato a cantare, la mia testa mi odiava. Cantava LA canzone, la nostra canzone. Ricordai quando me l’aveva dedicata, quel giorno, al mare.

“Sembra che stia parlando di te” aveva detto sorridendo. Una lacrima minacciò di scendere, mi passai una mano sul volto e cambiai posizione.

And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull

Non ce la facevo più. Aprii piano gli occhi.

And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know

Scossi la testa, era impossibile che lui… non volevo nemmeno pensarci. Mi alzai piano dal letto e mi avvicinai alla porta, coperta dalle tendine, e lui era lì.

World I never knew

Finì il ritornello guardandomi fissa negli occhi. Avrei voluto… lanciarmi addosso a lui, baciarlo e dirgli che mi era mancato terribilmente. Invece rimasi lì ferma, con le lacrime che minacciavano seriamente di scendere.

Era lì, mi fissava. Indossava un jeans nero e la camicia bianca, portava la cravatta e la giacca elegante. Aveva appuntato un fiore all’occhiello.

“Nick…” mormorai solo, lui mi guardava solo, con un mezzo sorriso “va via” dissi.

“No… Amy no. Ti prego” sussurrò avvicinandosi e prendendomi la mano, la scostai bruscamente e lo guardai male. Lui mi prese il viso tra le mani.

“Sono un coglione. Io… avrei dovuto parlartene, dirti che lei ce l’aveva con me.”

“Ma non l’hai fatto” dissi.

“No, ma ti giuro che volevo. E ora guardami come mi sono ridotto, a chiederti perdono in ginocchio, aspettandomi da un momento all’altro che tu chiami qualcuno e mi mandi via. o che mi cacci personalmente” continuò.

“Se lo sai perchè sei venuto?” chiesi allora leggermente più animata.

“Perchè ti amo. E sapere che ti sto facendo soffrire… Ti giuro che vorrei uccidermi in questo momento. Dentro sono già morto da tanto, da quella sera.Sono uno stupido coglione. Uno stupido coglione a cui manchi incredibilmente e che ti sta chiedendo di perdonarlo, perchè ti ama alla follia” disse, lo guardai piangendo quasi.

“Mi hai mentito” dissi con una lacrima che mi bagnava la guancia.

“Sono un bugiardo. Ma sono cambiato… ti amo” disse ancora, mi guardò un attimo. Ormai le lacrime scendevano libere, dentro di me una lotta tra cuore e cervello.

Mi guardava speranzoso, ma io ero in tilt. Rimasi a pensare per non so quanto, l’unica cosa di cui mi accorsi fu la presa delle sue mani che lasciavano il mio viso, si voltò indietro.

Solo allora capii, era l’ultima occasione che avevo, ora o mai più. La mano si allungò autamaticamente verso di lui, stringendo la sua, più grande e calda.

“Aspetta” dissi, lui si voltò e mi guardò, poi gli buttai le braccia al collo.

“Mi sei mancato” dissi stretta dalle sue braccia, lui sorrise e mi baciò piano le labbra.

“Anche tu” rispose, ero felice.

 

Alla fine chiarimmo. Rimanemmo seduti fuori al balcone per tutta la serata, avevo chiuso a chiave la porta della mia stanza e mi ero rofugiata tra le sue braccia. Continuava a darsi dello stupido, io lo lasciavo fare, non aveva tutti i torte alla fine.

“Perchè ti sei vestito così particolare?” chiesi ad un tratto. Nick si alzò e fece un giro su se stesso.

“Non ti piaccio?” chiese, io ridendo mi alzai.

“Certo che mi piaci, ma è un abbigliamento strano per chiedere scusa” dissi solo, Nick annuì.

“Infatti” disse “c’è un motivo particolare” ammise, poi mi strinse nella classica posa da ballo.

“Ovvero?” chiesi stranita.

“Sai che giorno è oggi?” chiese, scossi la testa, poi ricordai.

“Il quattordici Febbraio” dissi, il giorno del ballo. Sorrisi.

“Non avrai intenzione di…” disse mentre mi stringeva la schiena, mosse un passo deciso, io mi limitai a seguirlo.

“Se tu non vai al ballo…” disse “il ballo viene qui da te” iniziò a nevicare, i capelli si sporcarono subito ma non ci pensammo. Ignorando il freddo continuammo a ballare.

“Dimmi che non mi lascerai mai” dissi.

“Te lo prometto” rispose, poi sugellammo il tutto con un bacio.

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventiquattro: Epilogo ***


EPILOGO

Entrai nella macchina e mi misi comoda, ovviamente lui mi guardò male, odiava che mettessi i piedi sul cruscotto, ma non potevo farci seriamente niente, andavano in automatico.

“Andiamo?” chiesi, lui annuì e mise in moto, suonando ai paparazzi che scattavano fotografie come impazziti.

“Li odio…” commentò con uno sbuffo, si aggiustò i Ray-Ban (non so quali usa lui, ma io li trovo troppo belli XD) e accelerò un po’, giusto per far scompigliare di più i miei capelli al vento.

“Ho un idea” mi illuminai di bottò.

“Eccola, ci risiamo…” borbottò lui di rimando facendomi ridere, gli tirai una gomitata prima di continuare a parlare.

“Come no… comunque. Che ne dici di trasferirci in Babilonia? Almeno lì penso che nessuno ti riconoscerebbe” proposi convinta. Nick mi guardò da sotto le lenti.

“Aspetta almeno che inventino la macchina del tempo, amore” disse serio, io scoppiai a ridere “e poi quando riceverai la tua lettera di ammissione alla Juliard come farai? Mica la raggiungi dalla Babilonia!” continuò. Feci una smorfia, avevo inviato la lettera di richiesta di ammissione alla scuola di arti di New York, avevo tenuto il provino e poi avrebbero detto che sarebbe arrivata la lettera.

“Come no…” risposi “aspetto quella lettera da due mesi quasi. Non arriverà” dissi sicura.

“Non è vero, sei brava e te lo meriti, perché no? E poi per me è meglio che non parti” disse, lo guardai male “almeno stai con me” puntualizzò scatenando un moto di tenerezza in me, che mi costrinse ad avvicinarmi a baciarlo.

“Staremmo insieme comunque” risposi “lo hai promesso” gli ricordai.

“E io mantengo sempre le mie promesse!” sorrise e tornò a guardare la strada, solo allora mi concessi una lunga perlustrazione di quello che era il mio ragazzo. I capelli ricci erano completamente scompigliati dal vento, le labbra, incurvate in un sorriso, erano piene e dolci, da baciare assolutamente. Eseguii prima di tornare alla mia analisi.

Aveva una camicia bianca di lino e un jeans chiaro, gli indumenti si appiccicavano alla pelle a causa del vento, scosse la testa, poi ci fermammo ad un semaforo.

“Che c’è?” chiese notando che lo fissavo, scossi la tesa sorridendo, si tolse gli occhiali e me li mise agli occhi, mi coprivano tutta la faccia.

“Come sei carina!” commentò ridendo, gli feci una linguaccia poi fu costretto a ripartire.

Gli occhi, ora scoperti, brillavano, i denti bianchi scoperti dalla risata e le mani forti che stringevano il volante, sorrisi. Non mi importava ricevere la lettera o meno, non mi importava delle conseguenze. Lui aveva promesso di stare sempre con me. E a me non bastava altro.

Oddio ragazze sto piangendo! Cioè in senso figurato… questa fiction è nella mia testa, e nel mio quadernetto da gennaio di quest’anno, e finalmente oggi (o purtroppo, dipende dai punti di vista) metterò la parola “Fine”. Che peccato!! Ma bando alle ciance! Ringrazio le fantastiche persone che hanno la mia storia tra le preferite:

102luna
ada12
alice brendon cullen
alix03
chibi aki
ffdipendente
jeeeeee
JonasBrothersFan
Lilian Malfoy
little devil
Maggie_Lullaby
meryj
michig

Niki_CuLLen_
noemi___lovelovelove
sono_io
Star711
Veronica91
Vitty
_FrancySoffi_
_VampirE_CulleN_

e alle altrettanto magnifiche che ce l’hanno tra le seguite! Inoltre vorrei ringraziare particolarmente le ragazze che hanno seguito e recensito la storia capitolo per capitolo, e quelle che comunque l’hanno letta, e spero, apprezzata.

Un grazie particolare va a Greta, la mia splendida socia, che mi ha aiutata parecchio soprattutto nell’ambito vestiti! Tesò ti adoro! E a Chiara, che è una geniaccia e che mi ha salvata da tanti momenti anti-ispirazione!

E grazie a tutte voi, senza le quali la fic non sarebbe mai giunta a termine.

Nes

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