La portatrice dell'anello

di MorwenRivendell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La soffitta ***
Capitolo 2: *** Un peso troppo grande ***
Capitolo 3: *** A Gran Burrone ***
Capitolo 4: *** Il Racconto ***
Capitolo 5: *** Reale? ***
Capitolo 6: *** Nel buio della notte ***
Capitolo 7: *** Scappare ***
Capitolo 8: *** Il viaggio ***
Capitolo 9: *** Capire ***
Capitolo 10: *** Un viaggio faticoso ***
Capitolo 11: *** Debolezze ***
Capitolo 12: *** Essere umani ***
Capitolo 13: *** Al sicuro ***



Capitolo 1
*** La soffitta ***


La musica mi rimbomba nelle orecchie mentre fuori il paesaggio sfreccia davanti a me.
Gli alberi sono così nascosti dalla neve che chiunque non fosse già stato lì non avrebbe saputo dire cosa ci fosse sotto. Io sono già stata nella vecchia casetta di nonna Annis ma non ne ho un chiaro ricordo,So solo che in questo momento non vorrei essere da nessuna parte ben che meno sul sedile posteriore dell'auto dei miei genitori diretta per il freddo posto in cui dovrò stare per un mese.
Sento la voce di mia madre e mi tolgo la musica dalle orecchie. Vedo la sua testa rossa sporgersi dal sedile di fronte a me.
“Cosa?” Le chiedo.
“Ho detto che siamo quasi arrivati” mi ripete.
“Yuhu” dico io con tono ironico rimettendomi le cuffie.
Pochi minuti dopo mio padre ferma la macchina e io con poca voglia afferro il mio zaino grigio accanto a me insieme a un libro comprato da poco. L'unico vantaggio di questo momentaneo trasferimento è che potrò leggere i miei libri in pace,cosa che a casa mia è praticamente impossibile.
Scendo dall'auto e il freddo mi invade. Mi stringo nella mia giacca nera,incamminandomi verso piccola casa di legno a due piani di fronte a me. 
Quando mi raggiungono i miei genitori con i bagagli suoniamo e in poco tempo la porta si apre,mostrandoci il largo sorriso di mia nonna che,pur essendo malata,sprizza parecchia felicità.
Mia madre le va incontro e la stringe in un abbraccio mentre io resto in disparte aspettando di entrare e sperando di non morire per assideramento.
“Entrate!” Dice finalmente dopo aver salutato sua figlia.
Appena entro mi accorgo di non ricordarmi nulla del posto. La casa è completamente ricoperta di legno,con scala in legno e mobili di legno. 
Difronte a me c'è il salotto,con un divanetto marrone e due poltrone dello stesso colore affianco,un camino davanti e per terra un tappeto verde circolare. Di fianco c'è una porta aperta che lascia intravedere la cucina e un tavolo.
“Hayden! Come sei cresciuta!” Mi dice mia nonna avvicinandosi a me.
Tutti con la stessa frase. È ovvio che sono cresciuta se passano dieci anni.
Fortunatamente mia madre risponde al posto mio dicendo cose come "il tempo passa veloce" ed altre cazzate simili.
“Hayden,camera tua è l'ultima al piano di sopra” mi sussurra mio padre in modo da farmi scappare via. 
Io a mia volta gli sussurro un “grazie” e sgattaiolo sulle scale.
Arrivo davanti all'ultima porta rigorosamente di legno e la apro. 
Dentro trovo un semplice letto singolo dal lato sinistro della camera,un armadio al lato opposto e uno comò con sopra uno specchio antico.
Decido di sistemare dopo tutto e mi sdraio sul letto,guardando il soffitto,i capelli scuri che ricadono sulle lenzuola.
Si,non vorrei essere qui. 
Prendo il cellulare dalla mia tasca e lo sblocco,accorgendomi che non ho nessuna notifica di alcun tipo. Ho sbagliato tutto. Ho fatto andare via tutti.
Premo il tasto sopra il cellulare fino a spegnerlo e lo poso di fianco a me,nessuno mi cercherà. 
Ritorno a guardare il soffitto e senza accorgermene cado in un sonno senza sogni.
 
“Hay” apro gli occhi di colpo sentendo la voce di mio padre dal piano di sotto.
Mi alzo di malavoglia ed esco dalla stanza,affacciandomi dalle scale.
“Cosa?” Chiedo alzando la voce per farmi sentire.
“Puoi fare un salto in soffitta a prendere i cucchiai di legno?” Dice lui facendo spuntare la sua testa mora.
“Oh mio Dio,come facevi a sapere che ne avevo così voglia??” Dico in tono ironico.
“Le scale devi tirarle giù!” Continua
“Ovviamente.” 
“Sono davanti alla tua stanza!”
Io non rispondo e mi incammino per il corridoio fino all'ultima porta. Sopra di essa vedo la botola. 
Faccio un salto ma non riesco ad afferrarla,non sono mai stata molto agile. Riprovo e alla terza la scala quasi mi cade addosso.
“Merda!” Dico cadendo,per evitare un bernoccolo.
Prima giornata:lotta con una scala. Ha vinto la scala.
Mi rialzo in piedi prima di salire nel buio.
Cerco a tastoni una luce fino a trovare l'interruttore e accenderla. La soffitta è abbastanza grande e con così tante cose che non saprei catalogare. Nella stanza ci sono almeno sette vecchi bauli è una decina di scatole. 
Ma io dove dovrei trovare dei cucchiai?!

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Capitolo 2
*** Un peso troppo grande ***


L'aria è irrespirabile nella vecchia soffitta,si percepisce che nessuno c'è stato per parecchio tempo. 
La polvere ricopre il pavimento e i vecchi oggetti posizionati gli uni sugli altri. 
Decido di fare presto,mi accuccio davanti ad una grande scatola di cartone e la apro,scoprendo due lampade colorate da soggiorno,senza lampadine al loro interno. La chiudo in fretta e mi rialzo,ci sono troppe scatole qui. Vedo qualcosa passare per terra velocemente e trattengo un urletto,scostandomi dall'altra parte della stanza. Devo fare decisamente presto.
Inizio a passare davanti ad alcune scatole più piccole poste all'angolo della soffitta,sperando di leggere da qualche parte "cucina".
Continuo a camminare,senza risultati. Una strana sensazione si fa largo dentro di me,uno strano tepore lontano,alla bocca dello stomaco. La mia vista inizia ad oscurarsi e subito penso ad un imminente svenimento ma non arriva. C'è solo il buio e una lucina lontana,dentro quella che pare essere una delle tante scatole ammassate nella camera impolverata. Una lampadina? Troppo piccola per esserlo.
Mi avvicino piano,sperando di non perdere i sensi ma tutto quel che accade si trova nel mio stomaco. Il tepore inizia a farsi più grande fino a diventare fuoco intenso. Fa male,ma le gambe vanno quasi da sole,attirare dal vecchio cartone. 
Quando mi ci ritrovo davanti vorrei solo urlare e allontanarmi ma la mia mano si avvicina a l'unica cosa che vedo: un anello d'oro.
Lo afferro e il dolore si espande in tutto il corpo ed è ancora peggio quando,senza accorgermene,lo infilo nel mio dito indice. A quel punto,finalmente,svengo.
 
  
 
                      ❃   ❃   ❃
 
 
 
“Io dico di portarla da Elrond” 
“Non possiamo portare una fanciulla senza sensi trovata nel bosco,Pipino!”
“Quindi la lasciamo qui? E se stesse morendo?”
Le voci si fanno sempre più chiare nella mia testa ma non riesco ad aprire gli occhi. Un vento caldo mi sfiora il viso e mi rendo conto di non essere più nella città di mia nonna.
“Va bene,ma come faremo a trasportarla fino a Gran Burrone?” Continua una delle due voci.
“Avvertiamo Aragorn e la compagnia,al più presto!” Con passi leggeri,le due persone che prima si trovavano ai miei lati,si mettono a correre,lasciandomi sola,immobile e con un gran peso alla mano destra.
Rimango ferma per quella che deve essere una mezz'ora quando finalmente riprendo possesso del mio corpo. Apro piano gli occhi e la prima cosa che vedo è il cielo azzurrissimo senza nuvole contornato dai rami degli alberi. Non era un sogno,sono davvero in un bosco. Perché sono in un bosco?
Mi alzo a sedere e mi accorgo di essere ricoperta di terra dalla testa ai piedi. Con le mani ne tolgo un po' dai  jeans e dalla mia giacca di pelle preferita,ormai diventata da nera a marrone. Con fatica mi metto in piedi e sento di nuovo un enorme peso nella mia mano. Sposto lo sguardo su quello strano anello e vedo delle scritte che non riesco a leggere. Lo tolgo prima di sentire di nuovo dolore e lo metto nella tasca della giacca sporca. 
“È di qua!” Sento la stessa voce che mi aveva svegliata. Dove avevano detto di volermi portare? Non importa. Io devo tornare a casa.
Scorgo quattro figure in lontananza di cui due,stranamente basse.
Il mio sguardo va sul pavimento e vedo dei sassi abbastanza grandi da fare male,ne afferro due e di istinto mi nascondo dietro l'albero più vicino.
“Qui non c'è alcuna donna” Dice una voce sconosciuta,sicuramente maschile.
Io trattengo il respiro e guardo la terra,tenendo d'occhio le ombre degli uomini. Quella più grande si avvicina all'albero e io stringo nella mano destra il sasso più grande. Ormai sento il suo respiro alla mia destra mentre le voci di quelli che mi sembrano ragazzini litigano di sottofondo. Chiudo gli occhi e lascio cadere i sassi,prima di correre più lontana che posso.
“Aspettate!”
Io non guardo indietro,evito gli alberi e salto le grandi radici,cercando di non cadere. Sento i due uomini alti correre dietro di me con passi veloci,agili. Di certo il fatto che non corro neanche a ginnastica non aiuta. Continuo nonostante mi facciano male i polmoni e la milza. Uno di loro si avvicina sempre di più fino ad arrivarmi accanto. Mi giro verso di lui per un attimo,ha i capelli di un biondo platino,lunghi fin sotto le spalle. È alto e snello e porta addosso un mantello verde scuro come la giacca sotto. Scorgo in quell'attimo anche cos'ha dietro la schiena:arco e freccie. È armato.
Mi metto a correre ancora più veloce,guardo indietro e vedo anche l'altro uomo. Sembra più grande dell'altro,ha i capelli scuri ondulati e un accenno di barba. Lui non porta il mantello ma noto subito che,come il compagno,hanno dei vestiti che non ho mai visto.
Quello biondo mi raggiunge ancora,lo guardo e vedo una cosa che non avevo notato prima:le sue orecchie.
Spuntano dai capelli lisci argentei delle orecchie a punta. Lui si gira verso di me mostrando i suoi occhi azzurrissimi e poi in un attimo,mi arriva davanti. 
Mi giro indietro di scatto pronta a correre,ma anche quella strada è bloccata,l'uomo ha una spada nella sua cintura. 
Un arco. Una spada. Io cos'ho?
Sono circondata.

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Capitolo 3
*** A Gran Burrone ***


Resto ferma nella mia posizione,pugni stretti e gambe divaricate,aspettando che uno di loro si avvicini.
“Non vogliamo farlvi del male” Dice l'uomo bruno. Ha la voce profonda e mascolina. 
Sento l'altro fare un passo da dietro di me e mi giro di scatto,pronta a una sua mossa.
“Non ti avvicinare.”  Gli dico.
“Io sono Aragorn,da Gondor. Qual'è il vostro nome?” Continua l'uomo con la spada.
Mi rendo conto di non conoscere ne il nome,né il posto da lui nominato. Sto per chiedere spiegazioni quando arrivano correndo due bambini e si fermano davanti a me.
“Visto?? C'era una fanciulla!” 
Osservo quello che parla e mi rendo conto che non ha per niente l'aspetto di un bambino. 
“Ben svegliata madamigella! Noi siamo Pipino e Merry,della contea!” Continua.
Io mi ritrovo a fissarlo. 
Pipino e Merry della Contea. Della Contea.
“Cos'è questo posto?” Chiedo.
“Mi sa che ha preso una bella botta quando è caduta” Dice l'altro nano a Pipino.
Continuo a guardarli,noto che sono scalzi,Hanno dei piedi troppo grandi per degli uomini così piccoli. 
“Vi abbiamo spaventata?” Mi chiede lo strano ragazzo con le orecchie appunta,avvicinandosi ancora a me. Appena incrocio il suo sguardo mi rendo conto che il suo viso sfiora la perfezione. Così fresco e allo stesso tempo misterioso. Cerco comunque di non farci caso.
“No. Devo andare.” Dico prima di superarlo. La mia spalla scontra il suo braccio e senza che io me ne accorga,l'anello luccicante cade dalla mia tasca.
“Aragorn!” Urla Merry.
Poi è tutto un veloce susseguirsi di eventi.
Il ragazzo biondo raccoglie l'oggettino da terra e me lo rimette in tasca,mi prende di peso e inizia a correre subito seguito da Aragorn,che  tira fuori la spada e Merry e Pipino.
Il bosco prende forme strane,come se mi stessi avvicinando involontariamente a qualcosa. Di sottofondo sento i due piccoli uomini dire qualcosa ma tutto ciò che riesco a capire è solo “È lei”.
“Mettimi immediatamente giù!” Urlo al ragazzo,cercando di dimenarmi.
La sua presa è sala sui miei fianchi anche se mi stringe solo con un braccio. Non riesco a toccare terra per colpa della sua statura e inizio ad arrendermi. In fondo,non ho nessun'altra posto in cui andare.
C'è così poca distanza tra il mio viso e il suo che riesco a vedere ogni dettaglio e,più lo guardo,più capisco che non può essere umano. Non possono essere umani neanche quelli che mi hanno detto di chiamarsi Merry e Pipino. Forse sono l'unica qui. 
Il ragazzo si ferma davanti a due cavalli,uno bianco e uno marrone,e mi mette a terra.
Prima che io possa anche solo pensare di scappare,lasciare quello stupido anello e tornare nella soffitta lui mi riprende e,senza alcuno sforzo,mi mette su quello bianco.
“Si può sapere dove mi state portando?! Chi siete?!” Gli chiedo,lui sale dietro di me e prende le redini,facendo correre l'animale.
“Come vi chiamate?” Chiede. La sua voce è soave e leggera come la seta e io quasi mi scordo di quello che avevo chiesto.
“L'ho chiesto prima io.”
“Il mio nome è Legolas,figlio di Re Thranduil di Bosco Atro”
“Non ti ho chiesto la storia della tua vita.” Dico sarcasticamente. Eppure c'è qualcosa di familiare in quelle parole. Lui rimane in silenzio,come offeso da ciò che ho detto.
Passiamo in mezzo agli alberi che diminuiscono man mano che andiamo avanti,il vento caldo si fa strada nei miei capelli e non sento più bisogno della giacca. 
Il cavallo inizia a rallentare quando ci troviamo su un ponte di pietra. Quando alzo gli occhi,quello che mi trovo davanti mi lascia senza fiato.
È una piccola città posta su una montagna,tra alberi verdi e cascate,Con terrazzetti antichi e tetti a punta.
“Benvenuta a Gran Burrone” La voce di Legolas mi risuona melodiosa nelle orecchie.
“Dobbiamo affrettarci! Non possono sapere che lei è qui!” Urla Aragorn dal suo cavallo scuro,con dietro i due "nanetti".
Il biondo fa riprendere il cavallo a correre e in un attimo siamo a terra,davanti a una grossa porta,Legolas la fa aprire da quelle che dovrebbero essere delle guardie che hanno le sue stesse orecchie. Cos'è,una moda? Certo,c'è chi si  fa bucare il naso con dei piercing e chi ha le orecchie a punta. E ci sono un sacco di persone basse che mi arrivano allo stomaco,no? E si sa che la gente va in giro con archi e freccie,spade e si sposta con i con i cavalli.
Continuo a convincermi finché non vedo Legolas fermarsi e un uomo venire verso di noi.
“Aragorn,Legolas.” Dice lui,con la stessa grazia del mio accompagnatore. 
A differenza sua però,lui ha i capelli castani,un po' ondulati lunghi fino a metà busto.Ha l'aria solenne,nobile. Mi guarda per un po' prima di chiedere “Chi è lei?”
Aragorn si avvicina a lui a grandi passi,come per non farsi sentire da troppe persone.
“È la portatrice dell'anello,Sire” Gli sussurra poi.
L'uomo sgrana i suoi occhi blu e poi si rivolge a me per la prima volta.
“Seguitemi.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                 Spazietto     ❃   ❃   ❃    Autrice
 
 
 
 
Okay,ammetto che questo capitolo è un po' corto,ma voglio farvi sapere le cose poco per volta (Non mi odiate!)
Volevo anche dirvi che presto vi dirò i giorni precisi in cui pubblicherò i nuovi capitoli! Mi fa molto molto piacere ricevere recensioni quindi ehi tu! Lo so che stai leggendo. Se hai voglia dimmi cosa ne pensi!❤️
 
Al prossimo capitolo🍃
 

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Capitolo 4
*** Il Racconto ***


Non faccio in tempo a rispondere all'uomo che lui si è già voltato,inizia a camminare velocemente ed io mi trovo a seguirlo,senza sapere dove sto andando.
“Qualcuno mi dice che sta succedendo?” Chiedo per l'ennesima volta. Alle mie spalle mi seguono i quattro uomini ma nessuno di loro risponde,li osservo un attimo e vedo in tutti lo stesso sguardo allarmato.
Mi rigiro e mi accorgo che l'uomo si è fermato quando vado a sbattere contro la sua schiena. Sento dei risolini dietro di me e mi giro per lanciare un occhiataccia a Merry e Pipino. 
“Hayden,sedetevi.” Dice l'uomo Bruno con le orecchie appunta,seduto su una sedia simile a un trono. Mi accorgo in quel momento di trovarmi su una terrazza circondata da alberi,con sedie sistemate in cerchio ed al centro una specie di tavolino fatto di roccia. 
Sono l'unica in piedi ma non accenno a sedermi.
“Dovrei presentarmi,sono Elrond,signore di Gran Burrone. Vi do il benvenuto.” Rompe il silenzio dal suo trono. Io faccio un passo verso di lui.
“Cosa ci faccio qui?” 
“Credo che dovreste sedervi” si intromette Legolas. 
Mi giro verso di lui di scatto e a grandi passi lo raggiungo dalla sua sedia. 
“Ero nella soffitta in casa di mia nonna. C'erano mio padre e mia madre al piano di sotto,dovevo prendere solo un dannatissimo cucchiaio. Ed ora dopo essermi messa un fottuto anello al dito mi ritrovo prima in un bosco,svenuta,poi su un cavallo trascinata da voi quattro ed ora qui! Voglio sapere che cavolo succede e se qualcun altro mi dice di sedermi giuro che quel cazzo di anello lo butto nel primo pozzo che mi capita!” Concludo urlando,Legolas rimane perfettamente composto.
“Hayden,dite che eravate da vostra nonna,esatto?” Dice Elrond,con tono calmo. Io mi giro verso di lui e annuisco.
“Vi dovevate trovare lì.” Continua.
“Che significa "dovevate"?” Chiedo.
“Forse è meglio cominciare dal principio. 
Tempo fa l'Oscuro signore di Mordor,Sauron,donò diciannove anelli nelle nostre terre: sette anelli furono dati ai nani,tre a noi elfi e nove agli uomini. In seguito tutti questi furono ingannati da Sauron che ne forgiò uno,l'Unico Anello,con lo scopo di dominare tutti gli altri.” Mi siedo,ascoltando la voce profonda del re raccontare il tutto con uno sguardo lontano.
“Ci fu una lunga battaglia contro l'Oscuro Signore,alla fine il figlio del re degli uomini,Isildur tagliò il dito di Sauron con l'Anello e se ne imposessò. Sarebbe dovuto andare sul Monte Fato e distruggerlo ma non lo fece,si lasciò consumare dal potere dell'Anello che alla fine gli costò la vita. A quel punto ci accorgemmo che era troppo pericoloso per tenerlo in queste terre e decidemmo di distruggerlo,ma non era il momento adatto. Sauron si era rafforzato e chiunque provasse a gettare l'Anello nel fuoco del Monte Fato veniva distrutto da lui.” Elrond si ferma e cala un lungo silenzio. Nel frattempo io cerco di rielaborare tutte le parole sentite uscire dalla sua bocca,la maggior parte insensate.
“Così decidemmo di mandare l'Unico Anello dove nessuno l'avrebbe cercato. In un altro mondo,in un altro tempo,pronto a tornare al momento giusto con la persona giusta.”
“Questo non ha alcun senso” lo interrompo,alzandomi in piedi.
“Cosa dovrei fare io adesso?” 
“Quello che non potemmo fare noi anni fa.” Risponde lui.
“Ovvero? Mettermi le scarpe da Trekking e scalare un vulcano attivo e buttarci dentro quell'oggettino,rischiando anche di morire?! Perché dovrei?”
“Siete state scelte dall'Anello” si intromette Aragorn.
“Come scusa?”
“Non avete sentito? La persona giusta. L'Anello ha portato qui l'unica persona che non perderà il senno portandolo.” Dice.
Inizio a fare avanti e indietro sulla terrazza. Elfi,Nani,Hobbit...questi nomi insieme. La Contea,Gran Burrone,il Monte Fato...Così familiari.
“Il Signore Degli Anelli!” Urlo,facendo saltare i due Hobbit.
“Ma certo! Mia madre me lo leggeva da piccola,abbiamo guardato tutti i film insieme molto tempo fa!”
“I vostri genitori sapevano già il vostro destino. Da voi le nostre vite sono solo fiabe,ma qui è la realtà.” Dice Elrond,alzandosi in piedi.
“Ora è meglio se riposate,dopo domani inizierà il vostro lungo viaggio.” E detto questo,attraversa una porta e se ne va.
Io resto ferma a pensare. Non tornerò più a casa? Le mie gambe iniziano a tremare e la testa mi gira. Niente ha un senso.
“Hayden,vi sentite bene?” Interrompe i miei pensieri Legolas,con la sua voce melodica. “Vi accompagno nelle vostre stanze” continua,prendendomi gentilmente per un polso. Io mi scanso in modo brusco e inizio a camminare superandolo,sperando di trovare al più presto una camera,un letto e un posto in cui piangere senza essere vista.
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•Angolo Autrice•
ehilà! Grazie a tutti quelli che hanno seguito la mia storia fin ora e a quelli che l'hanno recensita😘
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,presto ne pubblicherò altri!
vorre tanto sapere i vostri pareri su quello che succede,sui personaggi,su le ship (anche se per ora è un po' presto😂😂)  quindi...fatevi sentire,recensite! Mi farebbe molto piacere.
detto questo,ci vediamo al prossimo aggiornamento! 
Baci,MorwenRivendell

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Capitolo 5
*** Reale? ***


Cammino velocemente per Gran Burrone mentre i pensieri si fanno sempre più pesanti nella mia testa.
È reale? Questa domanda si fa strada fra tutte e mi tormenta. 
È possibile che io sia caduta in un sonno talmente profondo da far sembrare tutto così vero. Basta svegliarmi e sarò di nuovo in un mondo normale.
Mi fermo e guardo dei fiori vicino a me. Li sfioro con una mano,il profumo è intenso e piacevole. 
È troppo reale per essere un sogno.
“I pensieri vi affliggono?” Sento la voce di un uomo anziano e mi giro di scatto. Lo vedo dietro di me,la barba lunga e grigiastra così come i capelli,coperti da un cappello appunta.
“Stavo cercando una camera in realtà” Dico una mezza verità,non avendo neanche mai visto prima l'uomo.
“Sono sicuro che non la troverete se rimarrete a fissare il cespuglio,Lady Hayden” dice concludendo con una risata. Cerco di ricordare il suo nome tra quelli del film e dei libri ma mi accorgo di non ricordarmi assolutamente niente.
“Quindi mi accompagni tu o restiamo a fissarlo in due?” 
Il vecchio ride ancora e dopo aver aspirato da una specie di pipa si incammina,seguito da me.
“Non credo vi sentiate bene,dopo tutte le cose che vi sono state rivelate” dice dopo un po'.
“Posso sapere chi sei?”Gli rispondo seccata.
“Sono Gandalf,Il Grigio” Non faccio in tempo ad aggiungere altro,arriviamo di fronte ad una guardia e lui gli chiede dove si trovano le mie stanze. 
“Potevate farlo anche voi,vi è parso difficile?” Aggiunge rivolgendosi verso di me,sempre con una grossa risata. “In ogni caso,credo che ci rivedremo questa sera,buona giornata Lady Hayden” E detto questo si allontana,lasciandomi con la guardia che mi porta verso la mia camera.
Quando entro mi guardo in torno,la stanza è piccola e accogliente,fatta interamente di legno chiaro,proprio come la casa di mia nonna,però a differenza della sua è molto più illuminata creando un clima sereno.
Al centro della stanza si trova un letto matrimoniale con delle decorazioni floreali sul legno,nella parte anteriore. Le lenzuola sono azzurre così come le tende velate delle due finestrelle ai lati del letto,Sposto lo sguardo verso il mobiletto con specchio di fronte e mi accorgo che tra le decorazioni del legno vengono raffigurati dei piccoli elfi con bizzarri strumenti in mano. Poggiati sul mobile ci sono una spazzola argentea,qualche fermaglio per i capelli con colori pastello e un biglietto con scritto,in bella grafia "Nell'armadio troverete degli abiti adatti,saremmo felici se li indossaste"
Abiti adatti? 
Mi dirigo verso l'armadio accanto a me e lo apro,trovandomi davanti una decina di vestiti con colori e tessuti diversi. 
Quindi devo indossare un vestito?!
Cerco di ricordare l'ultima volta in cui ne ho messo uno ma non mi viene in mente.
La mia mano passa tra le stoffe dei vari abiti,ne vedo uno bianco,uno rosa,un altro viola,uno rosso. Mi soffermo su uno blu scuro di stoffa leggera,le maniche molto lunghe,il corpetto stretto ma,a differenza dei precedenti,non ha una gonna vaporosa e ingombrante. 
“Quello vi starebbe davvero d'incanto” Mi giro di scatto trattenendo un urlo,sentendo la voce di Legolas a due passi da me.
“Ma che accidenti hai nella testa!” Gli grido contro.
“Come?” Chiede lui sinceramente disorientato.
“Esci immediatamente!” Continuo.
“Oh,vi ho spaventata?”
“No tranquillo,entra pure nella mia stanza quando vuoi e poi comparimi alle spalle parlandomi di vestiti! Mi fa tanto piacere!” 
Lui trattiene un sorriso e la cosa mi irrita ancora di più. Lo giro e lo spingo via dalla stanza,lui rimane composto e perfetto mentre mi chiede scusa e ridacchia divertito. Appena è fuori,prima che aggiunga altro,gli sbatto la porta in faccia.
“Stupido passo da elfo.” Sussurro.
“Non ci avevo pensato,perdonatemi” lo sento dall'altro lato della porta,sempre sereno.
“E non hai pensato neanche che magari voglio rimanere sola?” 
“Credevo che non lo voleste e mi sembravate così disorientata”
L'ultima cosa che voglio,in realtà è restare sola ma dopotutto neanche lo conosco e l'orgoglio prevale.
“Sto benissimo così,puoi anche togliere il disturbo” concludo ma non mi allontano dalla porta.
“Significa che ci vedremo a cena. Indossate l'abito blu” conclude e non sentendo più nulla,realizzo che se n'è andato.
“Stupido elfo”.
                             
 
 
     
                                         •      •      •
 
 
 
Mi guardo allo specchio per la centesima volta,insicura su tutto. Mi sistemo delle ciocche scure dietro le orecchie e controllo che i capelli siano apposto. Ondulati come sempre ma tenuti indietro con un fermaglio azzurro,decorato con pietroline blu. Due ciocche mi ricadono sul viso incorniciandolo anche se io continuo a sistemarle dietro alle orecchie.
Il vestito blu mi fascia abbastanza bene,è lungo con un piccolo strascico ma abbastanza comodo per   muoversi. La difficoltà si trova nelle maniche che scoprono le mani,sì,ma arrivano fino a terra.
Mi riguardo per un ultima volta prima di dirigermi verso la porta. Prendo un lungo respiro,prego che non sia un totale disastro ed esco. 
Un vento caldo mi passa tra i capelli e involontariamente mi spunta un sorriso. Mi guardo intorno,Gran Burrone di sera è la cosa più bella che abbia mai visto fin ora. 
Il mio momento di pace viene interrotto da una guardia elfica
“Lady Hayden,devo accompagnarvi” 
Io gli annuisco e lo seguo.
Quando si ferma,mi trovo sull'uscio di una grande porta aperta,oltre questa si trova un'enorme sala con tavoli immensi dove sono seduti troppi elfi per contarli.
Mi giro e vedo Legolas arrivare affianco a me con passo leggero. Resto un po' ad osservarlo. I lisci capelli biondi sono tenuti indietro come nel pomeriggio ma in più ha una coroncina sottile di argento che gli circonda la testa. Gli occhi azzurrissimi sono fissi davanti a lui con un espressione decisa ma serena. 
Indossa un completo bianco che addosso a qualsiasi altra persona starebbe malissimo. 
Una bellezza eterea.
“Pensate più piano,sento le vostre emozioni da qui” dice lui continuando a guardare avanti.
“Cosa?” 
Non mi risponde e comincia a camminare diretto da qualche parte e non sapendo dove andare lo seguo,sperando sinceramente di aver capito male.

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Capitolo 6
*** Nel buio della notte ***





Rimasta sola in mezzo alla sala mi sento avvampare, un po' per l'essere a disagio in un posto sconosciuto e un po' rendendomi conto di cosa Legolas dice di aver sentito. Cerco di non farci caso e inizio a camminare lungo la stanza quando fnalmente vedo un viso conosciuto. Vado velocemente incontro ad Aragorn che mi accoglie con un sorriso.

"Lady Hayden, come state?" 

"Sto cercando di elaborare tutto quello che mi avete detto" gli rispondo abozzando anche io un sorriso. Non sono sicura di potermi ancora fidare di lui ma quando mi chiede di sedermi al suo tavolo accetto, non volendo stare da sola in mezzo agli elfi. 

"Come mai tanta gente?" Gli chiedo quando siamo ormai seduti da tempo.

"è una festa in vostro onore" mi risponde prima di addentare un pezzo di carne.

Io rimango in silenzio aspettando altre spiegazioni

"Abbiamo aspettato per molto tempo il vostro arrivo e ora gli elfi festeggiano l'inizio della distruzione dell'anello"

Mi sento mancare l'aria.

Mi alzo e corro in fretta verso l'uscita, la musica comincata da poco mi rimbomba nelle orecchie e sento la sala girare intorno a me, insieme ad alcui elfi che hanno iniziato a ballare. Corro schivando le persone ed esco, sentendo l'aria fresca sul viso. Inizio a respirare un po' più regolarmente. Non sono pronta ad affrontare tutto questo.

Poso le mani sulla ringhiera del ponte su cui mi ritrovo e in quel momento mi accorgo del tremolio delle mie dita. Prendo un lungo respiro e mi guardo intorno, ormai Gran Burrone è immerso nel buio della notte ma si sentono ancora rumori lontani di qualche specie di uccelli e dell'acqua che scorre da sotto il ponte. Mi concentro su tutto questo e immagino di essere in un sogno, uno stupido sogno.

"Lady Hayden?" mi sento chiamare dalla sua voce melodiosa.

Mi giro piano, cercando di mantenere la calma che avevo quasi acquisito.

"C'è qualcosa che vi turba?" mi domanda.

Faccio un lungo respiro.

"No. Sono venuta a prendere un po' d'aria. Che ci fai tu qui?"

"Vi ho vista correre"

Rimango in silenzio.

"è una bella serata" aggiunge poi. "ma vi assicuro che all'interno della sala lo è di più, volete venire con me?" Mi porge la mano e io resto a guardarla.

"Ci so andare anche da sola, grazie." dico poi, lo supero e rientro, non avendo poi tanta altra scelta.







                                                                                         ❃ ❃ ❃







Passo la serata seduta ad un tavolo, guardando Merry e Pipino che danzano sopra quello accanto a me e Aragorn che balla insieme ad un elfa bellissima, con lunghi capelli mori un po' ondulati che balla leggiadra quasi come se stesse volando.

Vedo Gandalf,pochi tavoli più in là, parlare e ridere insieme a qualche elfo. 

"Piuttosto che stare in mia compagnia preferite rimanere qui sola?" dice Legolas mentre  si siede con grazia nella sedia accanto alla mia.

"Vedo che hai capito" gli rispondo. Cerco di non guardarlo per paura che possa di nuovo entrare nella mia testa.

"Avete indossato l'abito blu" dice con un sorriso vittorioso.

Io alzo gli occhi al cielo rendendomi conto di avergliela data vinta. 

"Avevo già deciso prima che me lo proponessi"

"Non ho alcun dubbio" mi risuona nelle orecchie la sua perfetta risata elfica.

Cerco inutilmente di trattenere un sorriso prima di ridere con lui.

"Volete danzare con me?" dice tornando un po' serio.

Guardo i suoi occhi così azzurri da far invidia al mondo dei mortali. In quel momento il passato mi torna nella mente come uno schiaffo in faccia. 

"Ci saranno almeno una ventina di elfe pronte a ballare con te, va da loro." 

Legolas fa un mezzo sorriso, si alza e rimango di nuovo sola.    

Lo guardo da lontano mentre va davvero a chiedere a una ragazza di ballare ed insieme volteggiano per la stanza. Meglio così. 

Resto un po' sola con i miei pensieri fino a quando qualcosa li interrompe.

"Hayden!" sento la vocina di Pipino quando arriva affianco a me,seguito da Merry "Venite con noi! Siete l'unica a non ballare" 

Mi guardo intorno e mi rendo conto che hanno ragione. Rifletto un attimo e poi penso che in fondo non c'è nulla di male, non se a chiederlo sono loro due.

gli faccio un sorriso e mi alzo, qualche minuto dopo mi ritrovo anche io a volteggiare tra gli elfi seguendo le note della musica che prima d'ora non avevo mai sentito. 

Mentre ballo insieme ai due Hobbit a volte, inconsciamente, mi giro a vedere Legolas e quasi sempre anche lui mi sta guardando con il suo volto deciso e i suoi occhi penetranti.




*

*

*

*




  •Angolo Autrice• 

Ehilà!
Non mi uccidete, vi prego. Non ho aggiornato per un bel po' di tempo e mi dispiace tantissimo! Avevo il "blocco dello scrittore" e piuttosto che scrivere cose insensate preferivo non scrivere... ma grazie ai vostri commenti mi sono messa a riscrivere e quindi...sono tornata! 
In questo capitolo ho fatto spiccare di più il rapporto Legolas-Hayden, so che è un po' corto ma spero vi piaccia. 
Sarò molto felice di leggere quello che pensate e che avete da dire quindi commentate!! 
Al prossimo capitolo
Baci, Morwen

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Capitolo 7
*** Scappare ***





Apro gli occhi e la luce del sole che passa dalla finestrella mi acceca. Ci metto qualche secondo prima di capire dove mi trovo, per un attimo mi era sembrato di essere di nuovo a casa.

Mi siedo sul letto e mi rendo conto di non sapere cosa fare, la partenza è prevista per domani. Già...la partenza. 

Scrollo la testa per scacciare via i pensieri e mi alzo, decido di lavarmi, di vestirmi ed uscire.

Apro l'armadio e resto a guardarlo, ci sono solo vestiti. Credono che mi arrampicherò su un vulcano vestita da Cenerentola? 

Afferro un vestito viola scuro e con tutta la forza che ho inizio a strappare la parte superiore da quella inferiore. Alla fine riesco ad ottenere una specie di corpetto che metto con i pantaloni che avevo quando sono arrivata qui. Mi appunto mentalmente di chiedere a qualcuno dei nuovi vestiti. 

Esco dalla stanza e mi guardo in giro, il sole splende più che mai. Probabilmente sono le nove del mattino circa, ho la strana abitudine di alzarmi a quest'ora. Devo andare via per un po'. Mi dirigo verso il bosco in cui il giorno prima ero stata ritrovata. Mentre cammino ripenso alla sera scorsa. Agli occhi di Legolas che guardano me mentre balla con un'elfa. Forse per un attimo, avrei voluto esserci io a ballare con lui. Ma non potevo, non dopo tutto quello che è successo nel mio mondo.

Continuo a camminare, i miei passi si fanno più svelti fino a quando capisco che non so dove sto andando. Mi fermo, sono all'inizio del bosco, sento un lieve vento caldo e il rumore degli uccelli che sentivo sul ponte la sera ora è amplificato. È piacevole. Mi siedo per terra e resto lì, sul prato all'ombra in mezzo a degli alberi. Penso che vorrei tanto leggere un libro, è l'unica cosa che mi sarebbe piaciuta fare durante la vacanza da mia nonna. E invece ora sono qui. I miei occhi diventano appannati ma non piango, rimango lì e perdo la cognizione del tempo.

Nel silenzio sento il suono di un cavallo che corre. 

"Lady Hayden!" 

Alzo la testa per vedere Legolas sul suo cavallo bianco e mi viene da ridere.

"Lady Hayden, vi ho trovata." Dice con la sua voce gentile.

"Vi abbiamo cercata ovunque, ma perché siete qua?"  Scende e si accuccia accanto a me che ormai rido. 

"Perché ridete?" Chiede sgranando un po' i suoi occhi azzurri.

"Sei arrivato in sella ad un cavallo bianco, ecco perché." 

"Come?" Aggrotta le sopracciglia e mi guarda come se fossi matta. È troppo gentiluomo per dirmelo. 

"Niente, lascia stare." Mi alzo da terra e lui fa lo stesso.

"Perché siete stata qui per così tanto tempo?" 

"Oh scusa, dovevo chiederti il permesso?" Gli chiedo incrociando le braccia.

"Pensavano che foste scappata" Sale sul cavallo e mi porge una mano per aiutarmi, rifiuto il suo aiuto e salgo.

"Io sapevo che non l'avrebbe fatto" continua lui e lo sento sorridere quando Il cavallo inizia a correre.

"Mi spieghi perché sei diventato la mia babysitter?" Chiedo cambiando discorso.

"Come avete detto?"

"Sei sempre tu. Mi hai portata qui ieri, mi ronzi intorno, mi vieni a riprendere."

"Se vi creo disturbo non verrò più da voi" lo sento continuare a sorridere. Arriviamo a Gran Burrone e scendo, subito seguita da lui. 

"Perfetto allora." Gli dico

"Se ne siete sicura" È di fronte a me, e vorrei tanto togliergli quel sorrisetto perfetto dalla faccia. 

"Perché dici così?"

"Ho sentito cosa provavate"

"Non so di cosa tu stia parlando" Mi giro e inizio ad andare verso la mia stanza ma lui cammina dietro di me.

"Lady Hayden, perché non avete voluto ballare insieme a me?" Mi fermo, lo sento avvicinarsi.

"Perché sei un pessimo ballerino" 

Lui si mette a ridere. Cielo, la sua risata.

Mi rimetto a camminare, sta volta più velocemente ma lui mi raggiunge di nuovo "Dovete mangiare qualcosa" Dice cambiando discorso.

"Bene, allora vado a mangiare. IO vado a mangiare, tu resti qui o vai a scagliare qualche freccia o altre cose da elfo." Ride di nuovo.

"Come desiderate" Si gira e se ne va con eleganza. Credo che impazzirò.

Passo da sola il pomeriggio, nella mia camera. La sera arriva presto e decido di uscire dalla mia segregazione spontanea. Mi metto un vero vestito, uno color glicine senza maniche, stretto in vita e lungo fino alle caviglie. Lascio i capelli mossi sciolti e mi incammino verso il salone dove trovo Pipino Merry e due loro amici Hobbit.

Mi avvicino a loro che mi salutano sorridendo. 

"Lady Hayden! Non vi vediamo da ieri sera! Avete bevuto anche voi troppo?" Mi chiede Pipino appena mi siedo vicino a loro. Mi metto a ridere e scuoto la testa.

"Questi sono Frodo e Sam, anche loro della Contea"

"Piacere sono Hayden, in realtà vi conosco già" dico ricordandomi dei racconti che mi leggeva mia madre.

Sam e Frodo si guardano confusi 

"Ah si?" Chiede quello grassoccio.

"Lei è la fanciulla di cui vi raccontavo" Gli spiega Merry.

Loro fanno un viso sorpreso e mi guardano.

"È per questa ragione che parla in modo bizzarro" continua poi e ci mettiamo a ridere. 

Parliamo di un po' di cose, ascolto sopratutto parlare loro, è interessante ciò che dicono. Delle loro vite, della contea, del fatto che non erano mai usciti di lì prima che sapessero del mio arrivo. 

Ad un certo punto arriva Gandalf, che si chiede con noi mentre mi chiede "Lady Hayden, avete visto Legolas?" 

Cielo, ma basta. 

"Perché lo chiedi a me?" 

Gandalf alza un sopracciglio, mi guarda come se fossi pazza e dice "perché non dovrei chiederlo a voi?"

"Non lo so dov'è. Non m'interessa." Dico infastidita. Si mette a ridere e gli hobbit ci guardano.

"Da come vi state arrabbiando, non mi sembra che non siate interessata" continua.

Gli altri ridacchiano ed io li guardo male.

"L'ultima volta in cui l'ho visto mi ha riportata davanti alla mia camera" gli dico addentando una coscia di pollo dal mio piatto. Merry e Pipino si lanciano degli sguardi, li riguardo male.

La serata continua con battutine, risate e racconti vari ma lui non si fa vedere. Vado a dormire ma chiudo gli occhi dopo troppo tempo, con l'ansia che mi divora per il giorno che dovrà arrivare.

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Capitolo 8
*** Il viaggio ***


Sono nel buio, corro, corro e basta. Dove sto andando? Sento il panico dentro di me e ho la consapevolezza che qualcosa mi stia inseguendo. Ma cosa? L'oscurità mi circonda, vedo solo un piccolo luccichio che proviene dal dito della mia mano destra. 

"Hayden!" Sento una voce da lontano.

"Hayden, tesoro, corri!" È mia madre. Mi guardo intorno cercando di rallentare ma non vedo nulla. Vorrei urlare, vorrei chiederle dov'è ma dalla mia gola non esce nulla. 

"Hayden, devi salvarli... Lady  Hayden..."la voce di mia madre si tramuta in un'altra familiare, ma maschile.

 

 

"Lady Hayden, dovete prepararvi" Spalanco gli occhi, svegliandomi di soprassalto. Accanto al mio letto, in piedi, si trova Aragorn. Mi siedo, ancora frastornata dal sonno. 

"Cosa?" Chiedo sbadigliando.

"Dobbiamo partire" Quelle parole mi risvegliano. 

"Ma non avete, che so, una sveglia elfica? Dovevi farmi spaventare così?" 

"I vostri nuovi abiti  sono nell'armadio, appena sarete pronta inizieremo il nostro viaggio" L'uomo mi fa un mezzo sorriso d'incoraggiamento ed esce.

"Okay Hayden, puoi farcela." mi incoraggio da sola e mi alzo dal letto per prepararmi. 

Nell'armadio trovo dei pantaloni neri ed un corpetto dello stesso colore, da allacciare sul davanti. Prendo anche una mantella verde scuro, lunga e con il cappuccio. Esco dalla stanza e trovo poco più avanti Aragorn, I quattro hobbit, Gandalf, Legolas ed un altro uomo che non conosco. In quel momento mi rendo conto di essere l'unica senza nessun'arma. Faccio qualche passo verso di loro e tutti si girano verso di me.

"Quindi?" Dico incrociando le braccia.

"Quindi, tenete l'anello" dice Gandalf porgendomi l'oggettino d'oro.

Lo guardo per un attimo, ricordandomi la prima volta in cui l'avevo visto e poi lo prendo, mettendomelo al dito.

"Bene, direi che possiamo andare!" Si fa spazio tra le persone quello che dovrebbe essere un nano, non l'avevo visto prima. 

"Wow okay, quante persone. Ma la mia arma?" Chiedo, persino il nano ha un'ascia.

"Voi non avrete nessun arma, verremo noi per questo." Sento la voce di Aragorn, mentre sono quasi intenta a rubare l'arma al nano che si è girato.

"Per proteggere la portatrice dell'anello!" Si intromette Merry.

Sto per prendere l'ascia quando il nano si rigira verso di me, che mi rimetto dritta di scatto. 

"Aspetta, cosa? Nessun arma?" Chiedo io guardandoli incredula.

"Siete una donna" parla l'uomo che non conosco.

"Come sei perspicace! Vuoi una medaglia?" Mi giro verso di lui con aria minacciosa.

"Le donne non combattono" continua con aria di superiorità.

"Ne riparleremo quando ti avrò preso a pugni." Cerco di avvicinarmi a lui ma Legolas mi afferra per un polso.

"Dobbiamo partire, Lady Hayden" mi dice l'elfo. Strattono il braccio per togliermi dalla sua presa e vado verso i cavalli, ormai pronta a partire.

Ognuno sale sul suo, Merry e Pipino stanno con Aragorn (essendo piccoli) Frodo e Sam con l'uomo molto simpatico e il nano con Gandalf. 

Alzo lo sguardo verso Legolas che si avvicina con il suo cavallo accanto a me. 

"E te pareva..." sussurro. 

Lui si mette a ridere e mi porge la mano per tirarmi su. Questa volta glielo lascio fare, visto che ormai gli altri sono già partiti. Il cavallo inizia a correre e il vento caldo di Gran Burrone mi passa tra i capelli sciolti. Giro la testa e vedo Elrond e l'elfa con cui ballava Aragorn che ci guardano da lontano. Deve essere dura per lei, li avevo visti insieme altre volte dopo quella grande festa.

Mi rigiro e vedo gli alberi che ci sfrecciano accanto. Anche se non vorrei mi tengo a Legolas che fa andare il cavallo davvero troppo veloce. La cosa non sembra imbarazzarlo al contrario di me, che cerco di nasconderlo. Avere qualcuno assolutamente perfetto e neanche umano così vicino mi fa provare una strana sensazione. 

Mentre il cavallo continua a correre io mi ritrovo a osservare le sue strane orecchie a punta. 

"Sapete, non è educato fissare" dice sorridendo ad un certo punto, facendomi sobbalzare.

"Io non... Non c'è molto da fare qui." Dico in mia difesa.

"Parlate con me" Il cavallo aveva rallentato da un po', siamo quelli più avanti rispetto agli altri.

"Effettivamente non è che abbia molta scelta" Mi guardo intorno e mi rendo conto che il bosco inizia a dare i brividi.

"Quanto pensi che ci metteremo per arrivare? Al monte fato intendo" Chiedo dopo un attimo.

"Ho intrapreso viaggi molto lunghi nella mia vita e credo che questo ne faccia parte" risponde con aria un po' assente. 

"Tu lo sai che questa non è una risposta, vero?" Lui ridacchia. 

"È perché non ne ho idea, Lady Hayden" mi scappa un sorriso anche a me. Il discorso cade lì e restiamo in silenzio per qualche ora. Le gambe iniziano a farmi male e pure le braccia mentre Legolas continua a tenere la sua aria perfetta e tranquilla.

"Ehi senti, posso farti una domanda?" Chiedo a un certo punto. 

"Certo che potete"

"Quanti anni hai? Se non mi sbaglio gli elfi sono tipo immortali" 

Lui esita un po' prima di rispondere

"Molti di noi muoiono in battaglia, non possiamo essere considerati esseri immortali" 

"Non sai proprio darle le risposte" 

"Immaginavo che l'avreste pensato" continua a sorridere, ha una specie di fossetta sulla guancia destra. Cerco in fretta un altro discorso per non rimanere a guardarlo.

"Com'è andata con l'elfa?" Chiedo senza pensare.

"Non saprei, di quale elfa state chiedendo?" Dice confuso.

"Non fare finta di niente, quella del ballo. Miss giravolta 2016." Lo sento ridere di nuovo.

"Perdonatemi, miss chi?"

"Legolas, quella con cui hai ballato tutta la sera" 

"Se non sapessi che mi odiate profondamente penserei quasi che siete gelosa" Dice con tono sarcastico. 

"Gelosa? Ma per favore, non ne avrei motivo. Era solo una domanda" l'elfo sembra quasi rimanerci male.

"Come volete, ma resto della mia opinione" 

"Sarebbe?" Tutti gli altri si fermano e lui fa lo stesso. Scende dal cavallo in una mossa agile e una volta sceso mi guarda e afferma 

"Che siete attratta da me" Sorride, poi si gira e raggiunge gli altri, non lasciandomi il tempo di rispondere.

"Lady Hayden! Ci fermiamo per un po', venite!" Mi urla Merry da qualche metro di distanza. Io mi rendo conto che sono l'unica ancora su un cavallo e scendo, raggiungendo gli altri e allo stesso tempo cercando di ignorare la frase di Legolas che, ancora una volta, mi ha lasciata senza parole.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Capire ***


Attratta da lui, ma per favore. Neanche tra un milione di anni, che per lui sarebbero anche pochi.
Raggiungo il gruppo scuotendo la testa, vedo alcuni di loro intenti a cercare della legna per accendere un fuoco ed altri con le mani dentro alle loro sacche. 
Mi avvicino a Frodo, seduto accanto ad un albero.
"Ne volete un po'?" Mi chiede lui porgendomi del pane. Io gli sorrido accorgendomi di avere la pancia vuota ed accetto, poi siedo accanto a lui e appoggio la testa al tronco, non so per quanto rimango in quella posizione. Il sole ormai è calato e al suo posto la luna splende piena nel cielo. Mi fermo a guardare le stelle, nella mia città non se ne vedono mai. Le palpebre iniziano a chiudersi da sole ed io faccio di tutto per far sì che non succeda. 
"Dovreste dormire, domani ci aspetta un altro lungo viaggio" mi dice ad un certo punto l'Hobbit di fianco a me. 
Mi guardo intorno, sono quasi tutti addormentati. Effettivamente, andare a cavallo per tutto il giorno è più stancante di quanto mi aspettassi. 
Provo a chiudere gli occhi ma resto per poco tranquilla perché un rumore fra le foglie mi disturba. Mi giro di scatto e osservo intorno a me, non vedendo quasi nulla per il buio, l'unica cosa che fa un po' di luce è il fuoco semi spento. Mi vengono i brividi e mi alzo in piedi, cercando di non svegliare nessuno. Mi giro verso Frodo ed anche lui sembra caduto in un sonno profondo. 
Ho sempre avuto paura del buio ed ora, in mezzo agli altri, in piedi nell'oscurità sono semplicemente paralizzata. Non posso addormentarmi, non posso. Ho letto di tutti i mostri nel bosco, di tutti quelli che vogliono prendersi l'oggettino d'oro che tengo al dito. Tutti quelli che sono disposti a uccidere. Appena chiuderò gli occhi incubi raccapriccianti invaderanno la mia mente e se li riaprirò saranno la realtà. Sento un altro rumore affianco a me e sobbalzo, mettendomi una mano alla bocca per non emettere suoni. Ne segue un altro ed un altro quando a pochi passi da me distinguo la forma di Legolas.
"Lady Hayden" Dice avvicinandosi. Io rimango ancora immobile, con gli occhi un po' più aperti del normale.
"I-io..." cerco di dirgli qualcosa. L'elfo si avvicina ancora e a quel punto gli vedo il viso nella penombra. Lo resto a guardare, posso vedere chiaramente i suoi occhi azzurri che stranamente mi danno conforto. Posa la sua mano sul mio braccio con lo sguardo preoccupato e comprensivo, come se avesse capito le mie paure. 
"Volete dormire?" Mi chiede dolcemente.
Ancora rigida, rimango a fissarlo. Le palpebre si fanno sempre più pesanti ma io cerco di resistere. Guardo ancora intorno a me quando la sua mano scende sulla mia e me la stringe piano, conducendomi verso un albero vicino al poco fuoco rimasto. Mi fa sedere accanto a lui che sta elegantemente sulla terra, appoggiato al tronco. 
"Non ho bisogno di recuperare le forze, fatelo voi anche per me" io lo guardo senza capire. Prende l'arco e le sue frecce e se le tiene di fianco, come per stare pronto per qualsiasi attacco. A quel punto mi guarda ed io mi sciolgo un po' dalla mia rigidità di qualche secondo prima. 
Gli annuisco e mi avvicino a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Grazie" sussurro, prima di addormentarmi.




••••



"Visto, Merry? Te l'avevo detto che alla fine si sarebbero innamorati"
"Ti devo due boccali di birra..." 
Apro un occhio confusa, cercando di ricordare dove mi trovo. Un buon profumo di muschio misto a qualcos'altro  mi invade e istintivamente sorrido. Apro completamente gli occhi e l'unica cosa che vedo è un collo con una chioma bionda, quasi bianca. 
"Ma cosa?!" Mi distanzio di poco da Legolas che guarda davanti a se con aria rilassata; mi accorgo di avere un braccio intorno a lui. Lo tolgo subito e mi alzo, davanti agli occhi di Merry e Pipino.
"Dove sono gli altri?" Chiedo subito, vedendo solo i due hobbit e Gandalf, che se ne sta per conto suo a guardare in giro.
"Sono appena partiti" mi risponde Merry, io guardo poco più avanti e li vedo. Legolas nel frattempo mi affianca e va verso il suo cavallo, subito seguito da me.
"Potevi anche svegliarmi" gli dico scocciata mentre salgo.
"Mi spiace, i miei movimenti erano limitati" dice accompagnando la frase con un accenno di sorriso.
Il cavallo inizia a correre e la mia mente rivà alla sera. 'Mi ha capita' mi trovo a pensare. 
Con il vento tra i capelli e il bosco che sfreccia ai miei lati, sorrido.






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Ma saaaalve! 
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, un po' corto, lo ammetto, però accompagnato da tanto tanto Legolas! 
Spero vi sia piaciuto e vi invito a commentare e dirmi che ne pensate perché mi fa sempre tanto piacere. 
••Poi volevo anche consigliarvi di andare a leggere la nuova storia che sto scrivendo•• si chiama Mishaps, la trovate sul mio profilo e se vi piace commentare anche quella! 

detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo! Ciao!

•MorwenRivendell

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Capitolo 10
*** Un viaggio faticoso ***


Mi tiro su i lunghi capelli corvini con le mani, cercando di legarmeli in qualche modo. Il caldo mi invade tutto il corpo, facendomi sentire appiccicosa. Appena partita mi ero preoccupata del freddo ma non del caldo. Anche gli altri non sembrano essere messi meglio di me. Pipino e Merry sono sul cavallo affianco al mio e si sventolano a vicenda con alcune grandi foglie raccolte chissà dove. Ridacchio di fronte alla scena e mi volto dall'altra parte, dove c'è Legolas che guarda dritto davanti a se. Sono passati dieci giorni di viaggio dalla notte in cui ho dormito abbracciata a lui. Non ne ho più fatto parola, fingo che non sia successo. Lo evito appena posso e ho chiesto di andare a cavallo insieme ad Aragorn. Non credo che l'elfo se ne sia accorto. È lì, che cavalca tranquillamente vicino a me. Composto come sempre, neanche una goccia di sudore sulla sua fronte perfetta. Che voglia di lanciargli addosso le foglie dei due hobbit e quelle di tutto il bosco. Non so precisamente dove siamo, ogni volta che chiedo qualcosa mi rispondono con nomi impronunciabili e mai sentiti. So solo che sono passati troppi giorni dall'inizio del viaggio e sono tutti uguali. Partiamo la mattina a cavallo, ci fermiamo per mangiare, ripartiamo, ci fermiamo per dormire. E ricomincia tutto daccapo. La notte non dormo molto ma Legolas sta di guardia ogni volta. Lo vedo passeggiare nel buio, senza far rumore, con il suo arco e le sue frecce. Sta in piedi tutta la notte ed io mi trovo a chiedermi cosa pensa. Un raggio di sole mi arriva dritto in un occhio e mi distrae dai miei pensieri. Mi guardo i pantaloni, quelli che mi hanno concesso miracolosamente al posto della gonna. Li sento pesare il doppio per il caldo. I capelli si sciolgono dall'acconciatura che avevo tentato di fare, tornando a soffocarmi il collo. "Ferma il cavallo" dico con una finta calma. Aragorn gira la testa di lato facendomi vedere la sua espressione confusa. "Dobbiamo continuare il viaggio" risponde poi. "Aragorn" "Ci fermeremo tra non molto" "Ferma il cavallo!" Mi trovo a urlare. A quel punto tutti i cavalli si fermano. Io scendo senza pensare. Mi guardo intorno, quando vedo un pugnale nella cintura del mio compagno di viaggio. La afferro prima di dire "Torno tra un istante" Dopodiché mi addentro un po' di più nel bosco, nascondendomi dietro ad un albero. Mi sfilo i pantaloni e li taglio con il pugnale. Alla fine guardo il mio lavoro: dei pantaloncini corti. Sorrido ma, non ancora soddisfatta, riprendo la piccola arma e ritaglio un'altra striscia del tessuto avanzato e lo uso per legarmi i capelli in una coda alta. Mi rivesto e torno alla compagnia che è ferma ad aspettarmi. "Possiamo andare" dico risalendo al mio posto, sotto gli occhi di tutti. "Lady Hayden, probabilmente non vi sarete accorta che siete nuda" mi dice Aragorn, con tono un po' stupito. Mi guardo le gambe, confusa. "Ma io non sono..." non concludo la frase, ricordandomi in quell'istante dell'epoca del mondo in cui mi trovo. Mi giro a guardare le persone intorno a me: Gandalf ride sotto i baffi, i quattro hobbit mi fissano con occhi spalancati, Gimli cerca di guardare ovunque al di fuori di me e pare molto buffo mentre Boromir mi guarda in maniera parecchio inquietante. Non ho il coraggio di guardare Legolas. "Non è un mio problema se non avete mai visto una donna nuda" rispondo allora, prendendoli in giro. La risata di Gandalf risuona per il bosco, mentre gli altri si riprendono e decidono di guardare altro. Merry e Pipino si mettono a cantare una delle loro canzoni ed io mi godo il panorama e il caldo, che è diventato sopportabile. Mentre mi guardo intorno incrocio lo sguardo dell'elfo, poco più indietro di me ed Aragorn. Il biondo dalle orecchie appunta inizia a scuotere la testa sorridendo, probabilmente per la mia ultima risposta. Io gli lancio un finto sorriso a trentadue denti di rimando prima di rigirarmi, ascoltando i miei due hobbit preferiti cantare. Dopo poco i cavalli passano dal trotto alla corsa e continuiamo il viaggio per parecchie ore. La luce del primo pomeriggio piano piano svanisce, lasciando spazio alla penombra della sera. Il caldo finalmente passa e, come tutti i giorni precedenti, tra non molto ci fermeremo per riposare. "Aragorn" dico ad un certo punto. Lui in risposta gira per un attimo la testa di lato. "È molto bella l'elfa con cui ballavi alla festa prima della partenza" Lo sento sorridere "Si, lo è." "Come si fa con un essere immortale?" L'uomo rimane un attimo in silenzio. "Deve rinunciare alla sua immortalità." "Lei vuole?" Inizio ad osservare le stelle, che ormai si vedono chiare in cielo. "Si, vuole una vita mortale con me" lo dice come se ancora non ci credesse. "È bellissimo" "Non per suo padre" risponde con un sorriso amaro. Mi metto a ridere e lui si unisce a me. "E voi? Non avete nessuno nel vostro mondo che vi aspetta a casa?" Chiede ad un certo punto. "Mia madre conta?" Accenna una risata e scuote la testa. "Avevo qualcuno" dico allora. Forse è arrivato il momento di raccontato a qualcuno, ora che c'è una persona di cui potrei fidarmi. I miei pensieri vengono interrotti bruscamente da un forte rumore di cavalli che corrono. Un rumore più forte di quello dei nostri, che li sovrasta completamente. "Gandalf, cosa succede?" Chiede Frodo urlando per farsi sentire. I passi pesanti vengono da dietro di noi, mi giro per cercare di capire e vedo delle grosse figure nere, venire sempre più vicine. "Che diamine sono quelli?!" Urlo. Più si avvicinano e più la paura sale dentro di me. Ognuno è avvolto da un grande mantello nero, come il colore dei loro cavalli. "Sono i cavalieri neri" urla il mago. Li guardo meglio e mi rendo conto che sono senza volto. Sento un forte grido e mi rendo conto di essere io solo una volta caduta sulla terra. "Hayden!" Sento chiamare il mio nome ma non riesco a muovermi, fisso uno dei cavalieri senza faccia venire piano verso di me, con aria minacciosa e letale. Mi rendo conto che gli incubi che hanno infestato i miei sogni sono davanti a me e vogliono il mio anello, mi vogliono morta. Il cavaliere cerca di avanzare ancora ma si blocca, venendo colpito da una freccia dopo l'altra. Non faccio in tempo a pensare di scappare che vengo afferrata per le braccia e tirata su dall'elfo che fa partire il cavallo dalla parte opposta delle grosse figure scure. "Ci riuniremo al resto della compagnia non appena sarete in un posto sicuro" mi dice ad un certo punto. Lo sento lontano, come se fossi in una campana di vetro. "Hayden" "Mh?" "Raccontatemi qualcosa" "Io..." Non rispondo, non riesco. Lascio tutto scorrere vicino a me. Si ferma dopo un paio d'ore, il bosco si è fatto più fitto, ci sono più alberi grandi e scuri. Scendiamo entrambi dall'animale bianco e ci mettiamo a camminare. "Hayden, vi prego, parlatemi di qualcosa" Dice. Io sono intenta a guardare la terra che pesto. "Com'è il vostro mondo?" Cerca di distrarmi da quello che è successo, ma non può riuscirci. Resto ancora in silenzio. "Cosa vi piace fare?" "Leggere" decido di rispondere, per fargli smettere di fare domande. "Ma anche stare al computer, sono molto brava a Tetris" Lui fa uno sguardo confuso ed io mi metto a ridere. "Mi piace uscire quando c'è bel tempo e dormire quando è brutto" continuo, vedendolo sorridere. "Mi piace mangiare i biscotti con le gocce di cioccolato ma quello piace a tutti nel mio mondo. Mi piace il mio mondo, non lo pensavo. E mi manca, mi manca mia madre e il suo sorriso perenne. Mi manca mio padre e la nostra complicità. Mi mancano le mie amiche, ma quelle le avevo già perse" Mi accorgo di star parlando troppo e mi fermo. Legolas mi guarda incuriosito. "E la persona che avete perso?" Chiede serio. "Ma come fai a saperlo?" Chiedo scocciata. "Vi ho sentita parlare ad Aragorn" risponde semplice, come se fosse ovvio. "Mi scocciano i tuoi super poteri da elfo" lui ride lievemente. Era da un po' che non sentivo la sua risata. Camminiamo ancora un po' e io sto per chiedere dove siamo diretti quando lui parla. "Non crediate che non mi sia accorto che mi state evitando" "Evitando? E perché dovrei?" Chiedo cercando di mentire al meglio. "Non so la ragione ma sapete anche voi che è ciò che state facendo" "Forse è per non darti false illusioni" rispondo allora io. Lui si ferma e fa un sorriso sardonico. Mi fermo anch'io, seria, e l'elfo si avvicina. "Voi non volete illudere me?" "Già" è l'unica parola che riesco a dire, perché la sua vicinanza mi annebbia la mente. Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra ed io vedo ogni particolare di lui. Cerco di rimanere composta e decisa. Si fa serio e si avvicina ancora un po', lo guardo nei suoi occhi azzurrissimi e mi dimentico di tutto. Sento la temperatura salire di botto e un'innata agitazione farsi largo nel mio stomaco. "Non vi faccio nessun effetto?" Mi sussurra. Sbatto le ciglia, incapace quasi di rispondere. Ci metto tutta la forza di volontà possibile per rispondere "No." L'elfo allora si allontana. Mi rendo conto che probabilmente sono rossa in viso e cerco di ricompormi. Ricominciamo a camminare. "Ora mi dici dove siamo?" Chiedo incrociando le braccia. Lui sorride prima di rispondere "a Bosco Atro"

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Capitolo 11
*** Debolezze ***


"Ora mi dici dove siamo?" Chiedo incrociando le braccia. Lui sorride prima di rispondere "A Bosco Atro" Cerco di ricordare qualcosa riguardo a quel nome, nelle mie memorie di bambina, quando mia nonna mi leggeva le favole di un mondo che allora io credevo di fantasia. Ma nulla, non mi dice niente. La mia mente sembra ancora offuscata per tutto quello che è accaduto solo poche ore fa. "E cosa siamo venuti a fare qui?" Chiedo nella speranza che ci sia un posto con un vero letto in cui riposarmi. "Vedete, Lady Hayden, qui so per certo che il resto della compagnia ci potrà trovare." Mi guardo intorno, cercando il motivo per cui Bosco Atro può essere diverso da tutti gli altri boschi che abbiamo attraversato per giorni. Legolas sembra vedere il mio sguardo confuso, e continua dicendo "Sanno che siete con me, il primo posto dove possono cercarmi è quello in cui una volta abitavo" Mi fermo per un attimo e osservo gli arbusti grandi e scuri che si trovano ai nostri lati. "Vivevi sugli alberi? Come gli scoiattoli?" Legolas risponde subito dopo, con tono scocciato. "La vostra pazienza non cessa mai di stupirmi. Tra poco saremo arrivati" Rimango in silenzio, rendendomi conto che il suo luogo di nascita può essere un argomento su cui non ama scherzare.  Inizio a camminare più velocemente, il buio della foresta mi rende nervosa, così come gli enormi alberi scuri. Legolas si ferma ed io quasi non mi rendo conto di ritrovarmi a pochi passi da un enorme castello, semi nascosto dagli arbusti. L'unica cosa che separa me e l'elfo dal grande portone verde è un ponte abbastanza stretto, fatto di pietra. Legolas accenna un sorriso e percorre la strada per dirigersi verso l'entrata di quella che un tempo presumo fosse casa sua. Io faccio pochi passi, prima di fare un grosso sbaglio. Mi ritrovo paralizzata su quel ponte, con gli occhi fissi sul dirupo sotto di me. Comincio a maledire chiunque abbia deciso di non mettere una ringhiera per un ponte che da sul nulla. Legolas ormai è arrivato all'ingresso e io decido di farmi forza, prima che lui si accorga di anche questa mia paura. Lentamente lo raggiungo e prima che lui bussi la porta, questa viene  aperta da due elfi, vestiti con un'armatura. "Legolas, nostro signore. Vostro padre vi attende." Lui di risposta li ringrazia con un cenno della testa, poi si volta a guardarmi. "È meglio che aspettiate qui, vi tornerò a chiamare tra non molto." E prima che io possa rispondergli, se ne va, attraversando una porta alla fine di un altro ponte. In quel momento mi rendo conto che tutto il castello è attraversato da ponti stretti che portano ad altre stanze, il tutto sembra fatto da rami d'albero; subito inizio a sperare che il mio soggiorno duri il meno possibile. Torno a pensare alle parole di Legolas di qualche secondo prima. Io cosa dovrei fare qui? Suo padre sa che ci sono? E sopratutto, perché si comporta così freddamente? Non che mi importi, ma è l'unica persona della compagnia che è rimasta con me al momento e di certo non può comportarsi così per tutto il resto del viaggio. I miei pensieri ipocriti vengono interrotti da un tonfo, come se qualcosa fosse stato sbattuto per terra. Il mio sguardo si rivolge verso la porta da cui è entrato l'elfo. Prima che possa accorgermi che la curiosità mi ha invasa completamente, mi ritrovo già a metà strada. Questa volta cerco di non guardare giù e in poco tempo mi ritrovo con l'orecchio appiccicato alla porta di legno. Sento nitidamente una voce, con un tono severo. "La sua permanenza può essere un enorme pericolo, Legolas." "Padre, lasciate che vi spieghi" "Sapete che questo è l'ultimo luogo sicuro di Bosco Atro, non lo metterete a rischio!" "Se non mi permettete di farla restare, non so se sopravviverà a questa notte!" Il mio respiro si ferma, sento un silenzio prolungato. Poi la stessa voce continua "L'ultima notte, i cavalieri neri l'hanno trovata. Siamo scappati, ma abbiamo preso strade diverse rispetto agli altri membri della compagnia, ci sono solo io ora con Lady Hayden" "Lo comprendo" Sento il mio respiro farsi sempre più veloce, stacco di botto l'orecchio dalla porta e faccio per allontanarmi ma finisco per cadere per terra. Il mio viso si trova vicino al bordo del ponte e vedo nitidamente ciò che c'è al di sotto. Spalanco gli occhi rendendomi conto che mi manca il respiro. C'è solo una frase che mi risuona in testa «non so se sopravviverà questa notte» Aveva ragione Legolas, non posso farcela. Sono sempre state cose molto più grandi di me ed ora, sdraiata per terra e immobile, mi sento ancora più piccola. Più piccola del castello, degli elfi, delle ombre scure che mi vogliono morta. "Lady Hayden" sento l'inconfodibile voce perfetta dell'elfo, ha un tono triste. Mi passo una mano su una guancia bagnata, e mi alzo a sedere. "Sono inciampata" "Eravate dietro la porta" Dice prima di accucciarsi accanto a me. "Sì" Tengo lo sguardo sulle mie mani, Legolas mi alza il mento con un dito, e fa incrociare i miei occhi con i suoi. Si rende conto in quell'istante che i miei sono più lucidi e rossi rispetto ai suoi. Il suo viso perfetto assume un'espressione prima stupita e subito dopo preoccupata. Distolgo lo sguardo, facendo cessare il contatto della sua mano con il mio viso e mi alzo in piedi. "Non volevo origliare" aggiungo. L'elfo mi fissa, fa un passo verso di me e prima che possa fare qualsiasi cosa, mi giro e me ne vado il più lontano possibile. Sento la sua voce che mi chiama, ma sono stufa di essere vista da lui così. Sono stufa di essere così debole. Percorro il castello non sapendo dove andare, apro alcune porte che non sono chiuse a chiave, fino a che non trovo una stanza abbastanza grande con un letto matrimoniale. Non vedo altro, mi ci getto sopra prima che qualcuno mi dica che devo tornare fuori nei boschi per rischiare di nuovo la vita. "Hayden?" Sento di nuovo chiamare il mio nome. Ma non voglio rispondere, non voglio che qualcuno mi trovi. "Potete restare qui Hayden" Sento dire da una voce non troppo lontana. Mi alzo dal letto e qualche secondo dopo entra nella stanza Legolas, perfetto e composto come al solito, ma con ancora un accenno di preoccupazione nel volto. Cerco di sembrare impassibile, cerco di fargli credere che sto meglio di prima. Lo osservo, i suoi occhi sembrano ancora più azzurri del solito. Mi sento tremare. "Lady Hayden, potete rest..." non lo faccio finire, corro ad abbracciarlo e lascio che le lacrime mi scorrano sulle guance. L'elfo resta un attimo sbigottito ma pochi istanti dopo lo sento stringermi più forte che può, appoggiando la sua testa sulla mia. Non so come farò domani a spiegargli tutto questo, ma non ci voglio pensare. In questo momento, stretta tra le sue braccia, con la testa nell'incavo del suo collo e il suo profumo così dolce nelle narici, essere così debole può andare bene. • • Ciao! Se pensate che debba continuare a scrivere lasciate un commento e ditemi cosa pensate di questo capitolo

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Capitolo 12
*** Essere umani ***


Non so quanto tempo sia passato. Non saprei dire se lunghe ore o pochi attimi. Cerco di capacitarmi del fatto che sono ancora abbracciata a lui, entrambi seduti sul letto con la schiena appoggiata alla testiera. Sento le sue dita leggere scorrere su e giù per la mia schiena. Aveva cominciato per tranquillizzarmi, per farmi smettere di piangere, ma quando era successo, il dolce movimento non si era mai fermato. Non mi ricordo come siamo arrivati a sederci e come io sia finita con la testa sul suo petto, ma mi scopro ad ascoltare il rumore del cuore dell'elfo che batte. Non avrei mai pensato che una creatura così lontana dalla realtà, avesse qualcosa di così umano. Ma lui non è umano. Mi risveglio dai miei pensieri e mi stacco velocemente da lui, per alzarmi subito dopo. Per un attimo mi sento scossa da quella mancanza così improvvisa. Lo guardo di sfuggita e mi sembra quasi che anche lui senta quanto me l'assenza di quel contatto. Faccio per uscire dalla stanza, per un improvviso bisogno di aria, ma vengo frenata dalla sua voce.

"Lady Hayden"

Rispondo con il viso rivolto verso la porta, che spero rimarrà chiusa ancora per poco.

"Si"

Resta un attimo in silenzio, prima di rispondere

"Io non sono e non credo che sarò mai umano, ma voi lo siete" senza far caso al suo origliare nei miei pensieri precedenti, lo lascio continuare.

"E quindi?"

"So che non volete ammetterlo, ma vorrei farvi capire che non è un male. Come umana, voi siete fragile. Sopratutto nel piccolo corpo in cui vi trovate" 

Serro i pugni e mi volto verso di lui

"Non capisco dove vuoi arrivare dicendomi che sono magrolina." 

In tutta risposta l'elfo si mette a ridere sonoramente, facendo in modo di innervosirmi di più. 

"Accennavo proprio a questo. Questo vostro bisogno di dimostrarmi che potete sempre farcela" 

"Ma-" 

L'elfo in un attimo mi si mette di fronte, mi prende dolcemente il viso tra le sue grandi mani.

"Lady Hayden, non capite? Io sono venuto qui per questo. Per proteggervi." 

Per un attimo rimango quasi ipnotizzata dalle sue parole, ma è solo un attimo. Mi arriva addosso la verità nelle sue parole e mi aiutano a riprendermi come una secchiata di acqua fredda. 

"Non sono una principessa che ha bisogno di essere salvata, Legolas." 

Mi stacco anche da quel piccolo contatto di pochi secondi e finalmente apro la porta. Uscendo arriva l'aria di cui sentivo tanto il bisogno, nei miei polmoni. La pace dura per poco, perché sento la voce di Legolas urlarmi dietro, un tono che da lui non avevo mai sentito usare.

"Siete troppo cocciuta per capire che non potete fare tutto da sola!" 

 "Come scusa?" Dico, dirigendomi a passo svelto verso di lui. 

"Cosa volete dimostrare comportandovi così?" Continua, venendomi anche lui incontro, forse più arrabbiato di me, o forse semplicemente più credibile nell'esserlo. 

"Non voglio dimostrare assolutamente niente, sopratutto a te! Non ti conoscevo nemmeno prima di un mese fa, e stavo benissimo! Tu piuttosto, cosa vorresti dimostrare comportandoti sempre da elfo perfetto, da sottuttoio e sopratutto da prode cavaliere che pensa di salvare tutti?!" 

"Non cerco di salvare tutti, cerco di salvare voi!"

"Bè, indovina un po'? Nessuno te l'ha chiesto!" 

"No! ho scelto di farlo." 

"Perché?!" 

La sua voce ritorna quella di sempre, per rispondere

"Perché io già sapevo del vostro arrivo, tutti lo sapevano, tutti eravamo preparati, ma io mai avrei pensato che foste così bella. E quando vi ho incontrata per la prima volta, mentre correvate in quel bosco, ho  visto com'eravate spaventata mentre pensavate che io volessi farvi del male. E ho notato che avevate comunque provato a difendervi, anche se eravate in un luogo sconosciuto, anche se eravate sola. 

Mentre correvate, per un attimo vi siete voltata verso di me, ricordate?  Ecco, in quel momento io mi sono giurato che vi avrei protetta, che nessuno vi avrebbe fatto del male, che non sareste mai più stata sola contro tutti." 

Ritorna il silenzio per pochi secondi, e in quegli attimi sento solo il mio cuore che batte più forte del normale, le gambe che diventano stranamente molli e la gola che si fa sempre più secca. 

"Oh" è tutto ciò che mi esce dalla bocca.

"Finalmente sono riuscito a farvi rimanere in silenzio" 

Riesco a farmi coraggio ed alzo lo sguardo, che fino a quel momento era andato ovunque tranne che sull'elfo. I miei occhi scuri si incontrano finalmente in quelli cristallini di Legolas, che è stranamente serio.

"Che faccia tosta"

"E voi volete sempre l'ultima parola"

"Non dir-"

In un attimo, le sue labbra si posano sulle mie, sento le sue mani introdursi tra i miei capelli, per spingermi ancora di più a lui e per un attimo mi sento persa, quasi mi dimentico dello strano posto in cui mi trovo, di tutte le cose successe nell'ultimo periodo, di avere un peso enorme sulle spalle, mi dimentico persino di cosa c'era prima di arrivare qui. Sento solo Legolas che mi stringe a se, l'esplosione dentro al mio stomaco e una strana felicità. 

L'elfo si stacca ed io emetto un lamento per il repentino allontanamento. Faccio per riavvicinarmi quando sento dei colpi di tosse dietro alle mie spalle. 

Mi giro e vedo tutta la compagnia al completo.

"Non vorremmo assolutamente interrompere, ma abbiamo un viaggio da continuare" dice Gimli, mentre tutti gli altri si mettono a ridere. 

Lancio uno sguardo a Legolas e vedo nel suo sguardo la mia stessa indecisione: se essere felici per il ritrovamento tanto atteso o essere arrabbiati per essere stati brutalmente interrotti.

Non faccio in tempo a scegliere, che Merry e Pipino mi corrono incontro. Li abbraccio non potendo far a meno che essere contenta di rivederli. 

"Spero che vi siate comportati bene e che non abbiate fatto impazzire nessuno con le vostre continue cantate!"

"Oh, noi ci siamo comportati bene, tu piuttosto..." inizia Pipino, subito interrotto da una gomitata da parte del fratello. 

Vedo con la coda dell'occhio Legolas che saluta il nano e mi scappa involontariamente un sorriso. 

"Non so di cosa tu stia parlando" dico, prima di fare ai due hobbit un occhiolino. 

Vedo Aragorn dirigersi verso di noi e gli vado subito incontro. Inaspettatamente mi regala un abbraccio, che ricambio subito con piacere. Gandalf arriva di fianco a me e mi rivolge un sorriso complice prima di dire

"Vedo che ve la siete cavata ".

Poco dopo aver ascoltato la storia di come gli altri avessero fatto a raggiungerci, Frodo ci fa tornare alla realtà. 

"Qual'è la prossima mossa?" Ad un tratto cala il silenzio, facendoci tornare seri.

"Potrei aver trovato un passaggio" risponde il mago. Ci rivolgiamo tutto uno sguardo interrogativo, prima di vedere delle creature alate dirigersi verso di noi, in picchiata.

 

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-

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Ehilà! 

Ormai la nostra eroina sta per arrivare a destinazione💪 (in tutti i sensi eheh) 

Cosa ne pensate di quello che è successo? 

Cosa sperate che succederà?

Lasciate un commento!

Noi ci rivediamo presto

Baci, Morwen.

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Capitolo 13
*** Al sicuro ***


Gli occhi mi si chiudono involontariamente alla vista delle grandi aquile ormai a un palmo di naso da noi. Una volta riaperti, mi ritrovo davanti il becco dorato di uno di queste. Mi allontano di un passo, un po’ per la paura e un po’ per ammirarla meglio. La ricoprono piume gialle e bianche, così perfette da essere quasi scintillanti. Si avvicina a me, scontrandomi leggermente la mano con il becco, per poi allontanarsi di nuovo. Io la guardo ancora e per un attimo mi pare che mi strizzi l’occhio. 

 

“Gli piacete” 

 

Sobbalzo al suono improvviso della voce di Legolas, che spunta alle mie spalle. Alla mia reazione ridacchia, forse rendendosi conto del mio disagio verso l’animale. 

 

“Legolas?” Chiedo timidamente

 

“Lady Hayden?”

 

“Cosa ci facciamo con loro?” 

 

Lui mi guarda per un attimo, mentre io spero con tutta me stessa che la risposta non sia quella che mi aspetto. La risposta dell’elfo non arriva mai, essendo interrotta dal grido di Gandalf.

 

“Forza, siamo pronti!” 

 

Mi sento improvvisamente sollevare per i fianchi dal vecchio per essere messa sopra la schiena dell’acquila dorata, non faccio in tempo neanche a reagire o a pensare che Legolas si siede dietro di me, prima di prendere il volo. Tutto quello che la mia mente riesce a formulare e la mia bocca a dire è un sonoro 

 

“Cazzo!”

 

Che riecheggia nel cielo della terra di mezzo.

Non apro gli occhi per quelli che mi sembrano anni e rimango immobile stretta al collo del pennuto. Anche il mio accompagnatore rimane un po’ in silenzio con me, ma non a lungo. 

 

“Hayden, dovete stare tranquilla” 

 

“Odio Gandalf, che mi ha messa in questa situazione, odio te che non gliel’hai impedito, odio quella stupida soffitta che mi ha fatta arrivare fino a qui” 

 

Dico tutto d’un fiato, sempre con gli occhi serrati. Lui ride, come sempre.

 

“Fingerò di non avervi sentito, solo perché siete terrorizzata” 

 

“Grazie Legolas” 

 

“Aprite gli occhi, all’inizio vi farà paura ma appena vi accorgerete della vista cambierete umore” 

 

“Scordatelo”

 

“Non ve ne pentirete”  

 

Forse convinta dal suono della sua voce cristallina, apro leggermente un occhio. Sento i palmi delle mani umidi e i battiti del cuore accelerati, però ha ragione: la vista è stupenda. 

 

“Lo so Hayden” 

 

Io mi giro verso di lui sorridendo

 

“È la seconda volta che mi chiami solo Hayden” 

 

Lui mi sorride a sua volta, fa per rispondermi quando l’aquila d’improvviso s’inclina a destra,  facendomi sbilanciare all’indietro, verso il vuoto. Lancio un urlo, che non aiuta per niente. Legolas fa per afferrarmi ma il suono acuto della mia voce spaventa l’animale, che ruota ancora, di scatto. Il brusco movimento mi fa scivolare completamente e mi ritrovo a guardare a faccia in giù il bosco, afferrata da Legolas per una caviglia. Lancio uno sguardo all’elfo, che inizia a tirarmi su. 

 

“Vi ho presa, state tranquilla” 

 

“Tranquillissima!”

 

dice, vedendo l’espressione sul mio volto. 

Sto per rilassarmi e risedermi al mio posto, quando qualcosa mi raschia il braccio, facendomi male. 

 

“Ma cosa...” 

 

Legolas afferra l’oggetto prima che ricada giù, facendomi vedere che si tratta di una lancia. 

 

“Come diamine hanno fatto a farlo arrivare qua su?” 

 

Solo in quel momento mi rendo conto che per riafferrarmi siamo scesi di parecchi metri, mettendoci alla portata dei cavalieri neri. Legolas fa in modo di risalire più in alto, fino a nasconderci in mezzo alle nuvole. 

Una volta al sicuro, mi accascio sul collo dell’Aquila. Un liquido rosso scende a fiotte lungo il mio braccio destro, attraverso il taglio che sento partire dal polso fino alla spalla. 

 

“Dobbiamo fermarci in un posto in cui non ci scorgano” 

 

“Legolas non ce n’è bisogno, sto bene” 

 

“Non dite sciocchezze” 

 

Non riesco a ribattere, perché L’Aquila si ferma su una montagna, immersa dalla nebbia e dalla neve. Legolas mi fa sdraiare sul ghiaccio, sopra il suo mantello. Il taglio sembra essere più profondo di quanto pensassi e il dolore non è dei più sopportabili. 

In poco tempo ci raggiungono gli altri membri della compagnia, tornati indietro una volta averci visti lontani. Frodo e Sam si avvicinano a Gandalf, porgendogli delle piccole sacche marroni con dentro bende e erbe curative. Mentre li osservo mettersi a lavoro, mi sento terribilmente in colpa. Non ho nulla di grave, ho un graffio, probabilmente mi sono lussata una spalla o qualcosa del genere, ma non sono così in pessime condizioni da fermare tutti.  

 

“Credo che dovremmo fermarci qui per la notte” dice ad un tratto Aragorn 

 

“Cosa? No! Ormai siamo vicini!” Ribatto immediatamente.

 

“Pazientate, Lady Hayden. Avete bisogno di riposo” mi risponde con fare paterno. 

Nuovamente non so cosa ribattere, così rimango in silenzio. Il mio sguardo cerca L’elfo che si trova in piedi sul precipizio della montagna, a guardare lontano. 

Il mio primo pensiero è quello di andare a parlargli, ma poi mi rendo conto che non sembra volere compagnia. Si gira verso di me, come se sapesse che lo cerco, e mi guarda. Non muove le labbra e sono troppo lontana per udire le sue parole, ma sento ugualmente la sua voce nella mia testa

 

“Vi ho causato abbastanza seccature” 

 

Non capisco come stia facendo ad entrare nei miei pensieri e non capisco neanche come comunicare. 

 

“Perdonatemi, Lady Hayden, voi dovete terminare il vostro viaggio. Siete qui per una ragione superiore a qualsiasi altra, sopratutto a me. Perdonatemi se l’avevo dimenticato o semplicemente avevo finto di farlo, ma non desidero continuare a commettere lo stesso errore e neanche voi dovete. Perdonatemi”

 

Cerco ancora la sua voce tra i miei pensieri, ma non sento che il rumore del vento gelido nelle orecchie. Guardo verso di lui, cercando una spiegazione, ma nel punto in cui era un attimo prima, si trova solo la fitta nebbia.

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Salve! Eccomi con un nuovo capitolo. 

Dopo la svolta tanto attesa dello scorso, ora ne troviamo una del tutto inaspettata. Cosa vorreste che succeda tra i nostri due protagonisti? 

Quanto ci metterà Hayden a portare a termine la sua missione? 

Ma sopratutto, dov'è finito Legolas?? 

 

Voglio tutte le vostre ipotesi a riguardo, quindi se vi va lasciate un commento! 

 

A presto, Morwen.

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