lei sta per morire

di io_sono_piu_forte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 0 ***
Capitolo 17: *** 1 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


«Luca, sto per morire.» dice lei.

«Cosa?» sbotta il ragazzo in risposta, abituato in un qual modo alle stranezze della sua compagna.

La femminea figura minuta e matura si porta i corti e lisci capelli castani dietro alle orecchie. Gli occhi scuri brillano attraverso le lenti da vista contornate dall'oro sottile.

«Sto per morire. Le mie medicine hanno toppato, mi resta poco.» continua a ribattere lei.

«Dici sul serio?» Luca inizia ad avere timore.

«Questa ti sembra la faccia di qualcuno che scherza?» la sua ragazza, che possiede il nome di Ramona, si punta il dito indice contro il petto. L'unghia è tinta a chiazze dallo smalto nero, ormai consumato.

«Oh mio Dio.» afferma Luca attonito.

«Bella merda.» mormora Ramona.

«E adesso?» le domanda lui. I capelli scuri e la barba giovane incolta, dai riflessi rossi.

«Hai la macchina. A me serve la macchina.» Ramona aveva diciotto anni ma non ancora la patente. Luca era diventato maggiore qualche mese prima di lei e già godeva del diritto di guida.

«Che cos'hai in mente?!» altre domande, il tono calmo e sereno stava cambiando.

«Di fare qualcosa prima di morire.»

A Luca si raggela il sangue al sentir pronunciare quell'ultima parola.

«Luca andiamocene prima che me ne vada io. Poi non torno più, e questo breve lasso di tempo andrebbe sprecato.»

Il ragazzo le prende il viso tra le mani e la fissa negli occhi, vacillando;

«Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Come fai ad essere così calma?!»

«Perché ci sei tu.»

Silenzio.

«Ho bisogno della tua auto per andare lontano. E poi di te, per far resistere ancora un po' il mio cuore. Si sarebbe spento subito se non ci fossi stato tu.» dice Ramona.

Luca esita un solo istante. Sono già dentro l'auto parcheggiata sotto l'ombra di un albero. Avvia il motore, abbassa il volume della radio e dice:

«Allora fallo resistere ancora e ancora, finché non me ne vado.» 

Luca fissa la strada.

«E quando te le vai?» chiede ingenuamente Ramona, entusiasta per la vittoria raggiunta nella richiesta del viaggio.

Luca le risponde: «Mai.»

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Capitolo 2
*** 2 ***


«Dove vuoi andare?» le chiede Luca.

Ramona fa spallucce, è seduta scompostamente sul sedile al lato passeggero.

 «A Taormina, in spiaggia.» risponde lei.

Sui sedili posteriori e nel portabagagli avevano una montagna di borse. Ramona aveva ironizzato sul fatto che tutta quella roba fosse inutile, dato che quel viaggio, per lei, sarebbe durato poco. Entrambi erano corsi l'uno a casa dell'altra, per preparare in fretta i bagagli mentre i genitori, a quell'ora della mattina, proprio a casa non c'erano. Quella loro pazzia era qualcosa che nessuno doveva sapere, si spariva e basta.

Ramona aveva utilizzato una borsa esclusivamente per portarsi appresso tutti i suoi libri preferiti, ed i quaderni e le penne per disegnare e scrivere. Vestiti ammucchiati negli zaini e tutti i costumi da bagno che i due avevano. Spazzolino, asciugamani e scarpe. Ramona aveva preso la busta di carta bianca in cui teneva tutti i suoi risparmi; centinaia di euro che avrebbe usato senza troppa attenzione. In fondo stava per morire.

Luca imbocca l'autostrada, incominciando a viaggiare verso la meta richiesta da Ramona.

 «Io te l'avevo detto di separarci quando il mio male si sarebbe ripresentato, così non avresti sofferto tanto. Ma tu non mi ascolti mai.» dice Ramona, con un tono quasi cantato, dolce e pacato come al solito. Il suono della sua voce è leggermente acuto ma impregnato di tenerezza. Lei è così tanto buona.

 «Non ti avrei mai lasciata per questo, e tanto meno lo farei adesso, lo sai.» Luca corruga la fronte.

 «Sì, ma la stronza adesso sono io. Io ti sto per lasciare.» 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ramona sospira, seccata. Manda un unico messaggio ai genitori che continuano a cercare di contattarla, scrivendogli che è in viaggio e che tutto va bene. Ride quando riflette sull'ultima parte del testo; come può una persona che sta per smettere di respirare star bene in qualche modo?

Entrambi figli del caldo sud dell'Italia, i due ragazzi giungono nella città in cui il profumo del mare corrode la pelle e il blu del cielo e delle onde acceca. 

Alla radio suona un pezzo di stampo commerciale, che le stazioni ripropongono più volte al giorno. Purtroppo è orecchiabile.

Luca parcheggia l'auto vecchia e compatta in uno spazio adibito ai campeggiatori. Getta qualche moneta nel parchimetro e prosegue dritto.

Prende per mano Ramona che, entusiasta, cammina sotto il sole con le ciglia brillanti per la luce e le labbra carnose di un rosso caparbio. Non utilizza mai trucchi particolari, ma ama usare dozzine di rossetti differenti.

Luca le stringe più forte il palmo, quasi potrebbe spezzarle le dita, quelle della mano sinistra. Ecco, da quel lato, sul dito medio, Ramona porta sempre l'anello d'argento che Luca le ha regalato per il suo diciottesimo compleanno. Il gioiello possiede tre pietre, tutte con una diversa tonalità di azzurro. 

Luca le ha sempre detto che non ha un colore preferito, e Ramona ne rimane sbalordita ogni volta. Lei di arte e colori ne è assuefatta, non si capacita del fatto che Luca non abbia una preferenza in particolare. A lei piace credere che il suo colore preferito sia il rosso, perché Luca lo veste bene, specialmente se si parla della t-shirt da bagnino che indossava quando si sono conosciuti al mare.

I turisti affollano il posto, è fine luglio e c'è troppo caldo. I bracciali d'argento ai polsi di Ramona tintinnano ad ogni passo allegro, alcuni rischiano di coprire il tatuaggio che ha al braccio destro.

Luca la guarda, come sempre. E' luglio e a settembre sarebbe un anno che loro stanno insieme. Ramona non arriverà a settembre.

Il ragazzo sente l'aria mancargli, la gola si chiude e lui si sente mancare. Punta i piedi per terra e costringe Ramona a fermarsi.

Lei lo guarda con fare confuso, avvicinandosi al suo viso.

«Cosa c'è?» domanda.

«Dobbiamo parlare.» Luca si morde il labbro, ha il naso rosso.

«Di che?»

Quasi lui si innervosisce: «Di te. Di te che stai per morire.» 

Ramona corruga le sopracciglia ed annuisce.

«Si, hai ragione.»  

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Capitolo 4
*** 4 ***


«Come devo comportami se...» A Luca viene da piangere.

Ramona invece è fredda e seria, senza paura: «se morissi davanti a te?»

Luca annuisce.

«Non piangere troppo e non metterti spavento. Chiama la mia famiglia, e al momento di seppellirmi dì loro di mettere nella bara tutti i libri che ci sono nello zaino.»

«Il tuo è una specie di testamento?» domanda Luca, in preda ai nervi.

Sono fermi in una piazza poco affollata, seduti lontano da tutti su una banchina di legno che sporge sul mare.

«Può darsi, non ne ho scritto uno.» risponde Ramona.

Luca scuote la testa, abbassa gli occhi perché non riesce a guardare Ramona in viso. Lei gli stringe le mani, ora c'è meno paura.

I lineamenti sottili di Ramona finiscono per sfiorare quelli di Luca; si punge la pelle con la sua barba incolta.

«Tutto questo non è vero. Per favore, dimmelo che è uno scherzo.» le sussurra lui all'orecchio.

«No, purtroppo.» Ramona lo abbraccia.

Luca la stringe a se talmente forte da farla gemere. E' come se tra quelle braccia lei non potesse morire più. Le bacia la testa, ripetutamente. Piccole lacrime iniziano a bagnare il viso di lui.

«Scusami.» gli dice Ramona con un filo di voce.

«E per cosa?» domanda Luca, tirando su con il naso.

«Per tutto il male che ti sto facendo. Non lo meriti.»

Si baciano sulle bocche, il rossetto di Ramona si consuma. Sorridono, poggiandosi l'uno contro la fronte dell'altra.

Luca ruba tutto il suo profumo e porta Ramona a cercare felicità.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Ridono rincorrendosi tra le strade colorate di Taormina. Hanno cenato in un ristorante a base di pesce, e con i piedi che scorrazzano nelle mattonelle della piazza, Ramona e Luca finiscono per solleticarsi i fianchi e il collo come fossero due bambini. Non fanno caso a possibili occhiate da parte della gente, se ne fottono del fatto che a diciotto anni possano sembrare inadeguati, infantili e disordinati giocando in quel modo. Ramona si poggia con la schiena contro la ringhiera arrugginita che divide lo spiazzale dallo strapiombo. Si vede il mare, l'isola Bella, e tutte le barche bianche in lontananza. Sono quasi le nove di sera ma c'è ancora uno spiraglio di luce estiva all'orizzonte.

In un qual modo è bello ricordare di loro. Ramona guarda gli occhi verdi di Luca, e le lentiggini sul suo naso. E' così bello, contaminato, fragile e prezioso.

Lui l'ha notata per primo, mentre lavorava in spiaggia. Lei leggeva un libro -Camere separate- non alzando minimamente gli occhi a quella curiosa presenza priva di malizia. A Ramona non importavano i maschi, fidanzati non ne aveva mai avuti. Luca è il primo e l'unico.

Quanto erano stati belli i pomeriggi in mezzo agli amici, con un lieve imbarazzo di chi ancora ha tantissimo da conoscere. Luca preoccupato per il freddo inverno, per le loro uscite serali che avrebbero potuto indebolire Ramona per la sua maledetta malattia. Teneri i regali culinari che lui le preparava con dedizione, e artistiche le poesie di lei, sempre dedicate al male e al suo amore. Era come se Ramona scrivesse con gli occhi, invisibile, il nome di Luca in ogni verso fabbricato.

Adesso parevano essenziali persino i litigi e le incomprensioni, le lacrime e la rabbia.

Si baciano senza vergogna, privi di ogni volgarità, lì in quel casto paesaggio che pare dipinto. Non si può concepire un universo senza loro. Luca pensa che il mondo non avrà più senso dal momento in cui Ramona sarà morta.

Luca le prende le mani, adora farlo con candore. Delicatamente passa le dita calde tra quelle sottili di Ramona. Si solleticano i nasi con un gioco buffo e infantile, Luca le soffia sulle labbra, Ramona, per ripicca, dispettosamente gli tira un orecchio.

 

Ramona si siede sulle ginocchia di luca a mangiare un cono gelato, alla nocciola e al pistacchio. Il ragazzo si avvicina alla spalla di lei, e Ramona gli sporca il naso con il gelato. Ridono, finché non si affievoliscono.

 «Cos'hai visto in me?» gli chiede Ramona. 

«Tutto quello che adesso amo.»  

Alla radio della gelateria trasmettono un brano dei Ligabue; Eri bellissima.

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Capitolo 6
*** 6 ***


«Come fai a sopportarmi?» la voce di Ramona prende forma in un sorriso.

«Non ti sopporto.» dice Luca scherzosamente.

Il rossetto di Ramona è sbiadito, i seni sodi stretti nella canotta corta.

«E allora che fai?» a Ramona piace fare domande a Luca.

Luca fa una pausa; si avvicina all'orecchio di Ramona mentre l'abbraccia.

«Ti amo.»

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Capitolo 7
*** 7 ***


Luca le bacia un orecchio. Lui e Ramona sono seduti uno di fronte all'altra, su uno scoglio. La spiaggia è isolata, i piedi scalzi a mollo nella correte tiepida e nera.

«Ti amo e ti odio.» le dice con un tono amaro.

Ramona sorride spropositatamente. Stringe le mani di Luca e le porta alle labbra per baciarle.

«È un sollievo, credevo di essere l'unica strana a pensarlo.»

Luca le accarezza il viso, le afferra la nuca e la spinge verso di se. Più che abbracciarla si sdraia con i pensieri stanchi sopra il suo seno.
Chiude gli occhi e lascia che Ramona lavori con i suoi capelli quasi fossero argilla e lei un'artista.

«Perdonami per tutto ciò che ti ha fatta soffrire per colpa mia. Scusa per ogni gesto, parola e silenzio. Adesso sono inutili, meschini e tremendi.» mormora lui, stringendole la vita.

«Non dirlo perché sono moribonda, per me non hanno tutto questo peso. Senza non saremmo il disegno di adesso. Vedi, intanto uno traccia tante linee sghembe e brutte, fa errori e si innervosisce, ma alla fine riesce a cancellare il pasticcio e dare una forma armoniosa e bella.»

Luca sospira. C'è l'ha con Dio, anche se non ha mai creduto in lui; vorrebbe prenderlo a botte perché gli sta togliendo la cosa più preziosa che possiede.

«Vuoi che mi vesta di azzurro per il tuo funerale?» Luca tenta di fingersi neutro al discorso, ma non si accorge di piangere nel dire queste parole.

«Si, proprio come per il mio compleanno. E non ti radere la barba, sai che ti trovo super sexy con quella.»

Sorridono, non possono fare altro.

La malinconia li avvolge, si coccolano per un po', ma non hanno intenzione di dormire. Quella notte proprio non dormono.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Luca porta Ramona nella parte più alta del monte. Un passo, e lo strapiombo che si affaccia alla vista delle luci bianche e arancioni della confusione cittadina. C'è anche il mare, ma è talmente buio che si confonde con il cielo, e a tratti le navi si travestono da stelle.
Non è romantico; Luca lo specifica ma lo pensa anche Ramona. No, né lei né lui sono animi ricchi di romanticismo dedito ai gesti sognatori. È inutile che lui lo ripete:

«Non pensare che sia romantico.»

Dopo dieci mesi che Ramona assapora i suoi pensieri crede che lei non lo conosca almeno un po'?

I teli da spiaggia distesi uno accanto all'altro, in quello spazio di terriccio secco e polveroso in cui non si affolla la vegetazione. Ramona vorrebbe potergli ripetere che per lei non è romantico, piuttosto lo definirebbe speciale. Intimo, eccentrico, segreto. E molto erotico.
Dolcemente lui ha portato un'altra tovaglia -azzurra- per coprire i loro corpi agitati e non mettere vergogna davanti alle stelle e agli alberi.
Tutto si evolve come al solito, ma con un lieve aroma di calma e riscatto, come a dire che dopo un po' di tempo tutto si libera tra un bacio, due lingue e qualche sospiro.
Poetica, la calda e forte presa di Luca a stringere la vita di Ramona, la schiena, le spalle e il fondoschiena. Pittorici i suoi baci, densi e saporiti fino a fuori le labbra.
Divina la sua lingua, incastrata nell'udito di Ramona così da renderla un cumulo di macerie nervose e impulsi sopraffini.

Con tenerezza, continuando a toccarla per stimolare l'orgasmo, le dice:

«Un consiglio, non un obbligo: sdraiati sopra di me.»

Completamente racchiusa nel bozzolo di lui, a maneggiarla come fosse leggerissima, con la testa tirata indietro e i lamenti tutti in gola, Luca continua ad appagarla, dopo che Ramona ha accontentato qualche suo desiderio a scavarle dentro con le dita. 
Le dice anche, prima di incominciare quell'atto, che «vorrei ci chiamassimo per nome più spesso.»

Luca non si rende conto di essere inappropriato. Non c'è più tempo per fare qualunque cosa più spesso.
Ramona gli afferra la mano che tiene poggiata su uno dei suoi seni gonfi e maturi, il sesso lungo poggiato all'entrata di lei, trova appiglio da lui per non disperdersi del tutto nel coito. Le si rompono i polmoni e le corde vocali, ma Ramona si affretta ad urlare senza pudore il suo nome per dargli la musicalità dell'orgasmo.

Lei ricomincia subito, per non farlo aspettare troppo. Lo desidera talmente tanto da tremare da capo a piedi. Sorridendo, entrambi, complici e pieni di gioia divertita.
Ramona si volta di schiena e si porge a quattro zampe. Luca si appresta a spingersi in lei, ma immediatamente si interrompe. Stupidi ragazzi affamati, hanno dato le spalle alle stelle e al mare per essere tanto ingordi.

«Giriamoci. Il panorama è più suggestivo.» le dice all'orecchio. Ramona annuisce e lo segue. Lui tanto ci teneva a specificare che non voleva romanticismo, ma inconsapevole non riesce a smettere di manifestare amore e tenerezza da ogni movenza, parola e pensiero.

Poderoso e dominatore, quasi Ramona non lo riconosce. La ragazza lo incoraggia di volerlo più forte, senza trattenersi, proprio così, afrodisiaco.
Lui si appropria dei fianchi giovani di Ramona e affonda fino a dentro la sua fecondità. Ramona strilla di dolore ben diverso dalle altre volte, ma non gli dice di smetterla. Lo adora, ne ha bisogno, in quel modo, per tutta la notte.
Luca aumenta la velocità delle spinte, incoraggiando Ramona ad attaccarsi sempre di più a lui.

Ramona urla ma non per il dolore. Strilla per colpa delle calore di Luca, così crudo, selvaggio e forte da provocarle piacere indiscusso.
È allibita da tanta maestria e adulterio che il suo corpo implora da lui.
Si sussegue una breve stagione di «sì» gremiti da entrambi, fino a quando Ramona non si piega con la faccia a terra per la forza dei fianchi di Luca caricata dentro di lei.
Bisbiglia il nome di lei come fosse una richiesta d'aiuto ed esplode per lunghi secondi non potendo fermare i suoi movimenti.
La parte migliore è restare incastrati nei corpi dopo aver finito; pulsare assieme nella quiete della stanchezza.
Quando, affaticati e stremati, con i respiri rumorosissimi, si dividono, lui le cede il telo azzurro e copre Ramona come un fagotto fragile e vulnerabile.

È altrettanto bello perché finalmente Luca le parla con il tono di voce che lei avevo conosciuto, e i suoi racconti intimi e speciali si dedicano soltanto a lei. Ramona è felicissima perché si illude per un momento che entrambi non possiedono più la consapevolezza della morte.

«Se ti fotografassi in questo momento potrei benissimo raffigurare un'opera d'arte.» le disse Luca, carezzandola con dolcezza sinuosa.

Ramona non sa cosa rispondere; «Nessuno mi aveva mai paragonata all'arte.»

«Che errore, proprio tu, che lo sei tutta.»  

Più erotico 
di quelle parole 
nemmeno il pene eretto
tra le sue viscere umide.

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Capitolo 9
*** 9 ***


«Te l'ho sempre detto, giusto? A me i bambini non piacciono, e non credo di possedere neanche molto istinto materno. Però adesso che il tempo che sta scadendo mi fa pensare a fondo, una bambina mi sarebbe tanto piaciuto poterla avere. Te la immagini? Che nome le avresti dato?» Ramona volta il capo curioso verso Luca.

«Se fosse stata anche figlia mia?» chiede lui solleticando il dorso della mano della ragazza.

«Si.»

«L'avrei chiamata come te.» e poi Luca aggiunge «Quale stella ti ha portata da me?» 

«Nessuna, credo. Non è stata una stella.» Ramona sorride.

Ama l'idea di rimanere nudi dopo aver fatto l'amore.

«Hai ragione, le stelle non ne seguono altre.» Luca è così tanto dolce che fa arrossire Ramona come una bambina.

Lei rimane in silenzio, quasi imbarazzata con un sorriso nascosto nel buio e nell'abbraccio di Luca.
Poi lui ricomincia a parlare.

«Quella cosa che tu non ti senti dire mai, sai, quella così difficile da pronunciare, che io ti dimostro solo a gesti. Tu me la dici con tutte le tue poesie e i tuoi disegni.»

Ramona, incredula «Non ci credo che lo dici sul serio.»

«Che ti amo?» di nuovo «Ti amo.»

Quasi Ramona piange per la gioia, grazie all'ombra lui non se ne accorge.

«Quand'è stata la prima volta che mi hai amata?» gli domanda curiosissima.

«Se ripenso a ciò che ho provato, allora da quando ti ho vista.»

Oh mio fragile amore, pensa Ramona, diventi ogni volta di più il mio libro preferito.

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Luca le dice che la ama più che può, senza sprecare nemmeno un secondo. Sa che a perdere tempo potrebbe pentirsene. Ramona ha la malinconica consapevolezza che diventerà quella stella di cui Luca le ha parlato. 

C'è tanta amarezza tra loro, anche se entrambi sono quasi degli artisti a mascherarla. L'accettazione della fine, o in qualche modo, l'inerzia della poca vita rimasta a Ramona la spinge a non cadere in una crisi di pianto. Perché lei è terrorizzata, a pensarci bene ha più probabilità di morire per lo spavento che per il difetto stesso delle sue medicine.

Ma c'è Luca con lei, e da quando Luca c'è tutto ciò che ha sempre compreso la sua codarda malattia è stato ferito e scacciato dai fiori cresciuti grazie a lui.

Luca, Luca, Luca, Luca; cazzo, il suo nome Ramona vorrebbe tatuarselo sulla pelle, poi nei muscoli e alla fine scavarlo nelle ossa.

Si rende conto di amarlo in una maniera talmente degradante, violenta e corrotta, con le lacrime agli occhi e la consapevolezza della morte.

Ramona lo guarda nel riflesso dell'acqua marina in cui stanno per gettarsi. Sono le due del pomeriggio ed il sole è alto, la corrente però è fresca, difficile tuffarsi di colpo in mezzo ad essa. Luca sorride, camminando avanti a lei. Ramona si morde l'interno del labbro, trema, ma non per il freddo.

Luca è bello. Spezza i tendini, appallottola il cuore, arde il cervello. Alto quasi fino alle nuvole, dal profumo delle pagine di un libro e della schiuma del mare, che si infrange quando fa l'amore con gli scogli.

La constatazione di Ramona termina quando Luca la getta in acqua con se. 

Non sarebbe poi una cattiva idea vendere i polmoni a Dio e rimanere nell'oceano per sempre.

 

«Di solito scrivo e poi butto subito i miei pensieri. Credo che siano sbagliati, non mi piace tenerli. Però se scrivessi qualcosa su di te di certo non riuscirei a disfarmene.» borbotta Luca. Sbadiglia sotto il sole, gli ustionerà la pelle. 

Ramona riflette in silenzio per qualche secondo, poi, però, si fionda a sedere. Luca la guarda curiosamente, alzando un sopracciglio. Ramona continua a non dire niente. Infila le infradito rosa ai piedi ancora umidi e corre lontano, verso la strada.

Luca, sconcertato, cerca di raggiungerla, recuperando velocemente tutte le loro cose, ammucchiate frettolosamente nello zaino.

Fortunatamente non la perde di vista, anche se non riesce a raggiungerla in mezzo alle strade e alla folla. La chiama qualche volta, ma Ramona non si volta assolutamente.

In poche parole, Ramona entra in una cartoleria e ne esce subito dopo con una moleskine dalla copertina nera e una penna. Luca l'aspetta fuori con il fiato corto e una lieve incazzatura nello sguardo.

 «Sei pazza?» le dice, guardando il piccolo quaderno.

 «Credevo lo sapessi.»  risponde la mora «Tieni.» Ramona mette nelle mani di Luca quel piccolo regalo.

 «Così non butterai più nulla, nemmeno le parole che ti fanno paura. Scrivi più che puoi, magari diventa il tuo libro preferito.» Ramona si sistema i capelli dietro alle orecchie, corti e ondulati dalla salsedine.

Luca non ha nulla da dirle. Ci metterebbe il cadavere di Ramona, tra quelle pagine ancora tutte bianche.

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Capitolo 11
*** 11 ***


I discorsi di Luca e Ramona, quando arrivano a parare nella serietà, diventano più intensi di qualsiasi bacio potrebbero mai darsi. Stanno parlando delle loro incomprensioni, e in un certo senso ad entrambi serve chiarire ogni cosa prima della fine.
Per Ramona così da morire in pace, a Luca per non avere sensi di colpa.

Ad un certo punto, dopo quasi due ore di chiacchiere in macchina, usata come stanza di hotel, Ramona devia il discorso;

«Luca facciamo l'amore?»

«Prima devo dirti un'ultima cosa.»

«Cosa?» Ramona si stringe nella felpa larga che Luca le ha dato. È blu e profuma tutta di lui.

«Mi pento di averti data per scontata. È l'errore più grande che avessi mai potuto fare. Ora, Ramona, vuoi fare l'amore?»

Sorridono. Si sdraiano sui sedili posteriori ed iniziano a concedersi. 
Più che mordersi si mangiano delicatamente, ad occhi chiusi e al buio della notte. Si stringono forte parti indistinte del corpo, respirandog vicino alle zone erogene.

Luca d'improvviso si ferma, lasciando una carezza a salire su tutta la schiena di Ramona. Le parla soffiandole contro il mento.

«Anche il sesso come unico sbocco per stare insieme è per me un darti per scontata. Io voglio fare e darti tanto altro. E preferisco anche che tu ti spogli da sola, perché credo che sia più rispettoso.»

Ramona lo guarda e scoppia a ridere, accarezzandogli i capelli; «Mi dici come faccio a non amarti?»

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Capitolo 12
*** 12 ***


Tutto si svolge a rallentatore. Sembra un film, ma non quel solito drammatico che racconta di una storia d'amore strappalacrime.

Ramona e Luca sono circondati di spropositata bellezza.

Il fascino della morte, dopotutto. Ramona è la disintegrazione. Lei i fantasmi riesce a sentirli, tra quelle risate e quella compagnia d'amore fatta di Luca. Fantasmi, o forse è lei stessa il fantasma? Di già?

Ramona guarda Luca sulla punta dello scoglio altissimo, pronta a tuffarsi fra le onde del mare estivo -una vacanza indimenticabile- 

Sorride e da le spalle al tuffo imminente. Ingenuamente lui ricambia quel bel momento, ignaro del dolore immenso nel cuore e nei pensieri di Ramona, che gli urla a bocca chiusa:

"Ma tu trasformerai la mia mancanza in arte."

Ramona è sospiro. Peccato che sia entrata in tutte le canzoni che Luca ha ascoltato da un anno a questa parte; come farà a sopportarlo quando gli ricapiterà di ascoltarle nel corso della sua vita?

Non la potrà mica resuscitare, tra quelle parole accompagnate dalla musica.

Ed è adrenalinico gettarsi da altezze simili, perdersi nel vuoto simile alla morte, ma finire abbracciati dalle onde. Passare mezza giornata a far tuffi e nuotate è una delle parti più divertenti del loro viaggio.

Saporiti dalla salsedine e riscaldati dal sole, sgambettano in giro con ciabatte vecchie e le gambe nude. I loro costumi sono ancora bagnati quando Luca fa mettere Ramona al volante della sua auto. Si sussegue un paragrafo di risate ed esultanze piene di entusiasmo e felicità.

Rischiano di morire con Ramona alla guida, ma la prendono con leggerezza; per quanto ne vale, sarebbe un modo più carino e spiritoso per lasciarci le penne.

Ramona non è molto brava ad inserire le marce, Luca è sempre pronto a tirare il freno di stazionamento per evitare che lei non dia la precedenza agli incroci. La fortuna forse li assiste alla fine dei giorni di Ramona, perché nessun agente della polizia li coglie sul fatto. Una moribonda senza patente che guida la macchina del proprio ragazzo, che fa da passeggero.

Lo stereo è al massimo del volume; suona un'intero album degli Imagine Dragons.

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Capitolo 13
*** 13 ***


-Non voglio ballare, voglio farmi male

non voglio ballare, voglio farmi male.

Non voglio ballare, io mi sento male, devo vomitare-

Questo testo degli Zen Circus rappresenta perfettamente la faccenda che si sarebbe susseguita qualche giorno prima della fine.

Esattamente, due giorni prima che Ramona svuotasse i polmoni.

Luca è la perfezione nascosta di Ramona, ciò che di più forte può farla sentire sicura. Ciò che gli da vita due giorni prima.

Quella sera, la penultima, Ramona e Luca vanno a ballare in un locale, anche se l'umore non è uno dei migliori.

Ramona però non vuole sprecare la sua ultima occasione; lei e Luca girano per negozi un intero pomeriggio, alla ricerca di qualcosa di nuovo e bello da indossare. Ramona, con la propria busta di soldi in mano, raccoglie quanti più abiti e collane stravaganti può accumulare. Luca le ride appresso in quelle sfrenate ore di shopping per nulla noiose.

Ramona fa due cose bizzarre:

  • Acquista una parrucca 

  • Acquista un paio di scarpe col tacco a spillo

Il primo punto si può specificare solamente partendo dalla descrizione iniziale; la parrucca è vaporosa e ordinata, un po' simile a quelle delle cantanti più famose nel territorio statunitense. I capelli finti sono lunghi ed ondulati sulla fine, il colore, poi, è lo stesso naturale di Ramona. La motivazione dell'acquisto è più semplice da spiegare. Ramona ha pochi capelli per colpa delle sue medicine che glieli hanno fatti cadere. Prima di conoscere Luca aveva una cascata di ricci morbidi ed esotici, successivamente però è stata costretta a tagliarli e a lisciarli, perché ormai dimezzati di numero. Non che fosse un disastro così irreversibile ed ingestibile. Ramona non era mica diventata calva; ma il cambiamento era tanto evidente, e molte persone -anche estranee- si stupivano di quanto lei (diciamolo) fosse così povera di capelli.

Era una cosa per cui aveva sofferto abbastanza.

Quindi, per andare a ballare l'ultima volta in vita sua, voleva almeno rompere gli schemi, cedere ai suoi demoni, e ricercare la normalità.

Luca, comunque, le aveva sempre detto che lei era bella a prescindere.

La storia delle scarpe è probabilmente più angosciosa e lunga, Ramona ha sempre cercato di dargli poca importanza. Te ne parlerò presto, per essere più coincisi, li penultimo giorno. Ti basta solo sapere che uno dei piedi di Ramona le ha sempre fatto troppo male per poter permettersi il lusso ed il capriccio di decidere che scarpe indossare. Questo, sempre per colpa della sua malattia.

Ma ormai tutto sta per finire, e sorridendo a Luca con fare strafottente gli dice:

«Vaffanculo, che si fotta tutto.» 

Vestiti di lussuria e forza, si dirigono nella notte dove la musica suona forte. Ramona scioglie i capelli lungo la schiena, quasi giunta al termine del suo processo biologico, si sente indicibilmente viva.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Fuori è notte, dentro c'è la festa. 

Luca non ha mai visto Ramona con delle scarpe simili, tanto alta è strana. La trova talmente spregiudicata e irriverente, ibridamente bella. Bella con quei lunghi e vaporosi capelli che non le si addicono. Le gambe lievemente bronzee per il sole preso in spiaggia, più eleganti nelle movenze e ricche di adulterio. La bocca rossa, gli occhi enormi dalle ciglia nere.

Luca quasi non la riconosce, ma le piace anche in questo modo. 

La cosa più divertente di quella serata? Divertirsi sapendo di dover morire.

Esilarante, patetico.

La musica altissima che scuote il locale, la stessa, ripetitiva ovunque, che ha fatto divertire così tante volte la ragazza che sta per morire, adesso è vuota. Come se Ramona ripetesse le sue danze rivisitando il ricordo di se stessa del passato.

Del presente pare non trovare niente di significativo.

Il suo cuore stanco palpita con particolare connotazione solamente quando bacia Luca. Sudata e accaldata, la testa confusa dall'atmosfera di festa. 

E' entusiasta di quei capelli e di quelle scarpe; ripete più volte a Luca quanto è sorpresa della sensazione di pesantezza lungo la schiena, e del senso di precarietà scomoda dei tacchi a spillo.

Dettagli insignificanti, che però non fanno parte della sua vita, più nello specifico, nella vita di un'adolescente come lei.

«Beviamo.» dice lei alzando la voce per sovrastare il baccano della musica.

Luca arriccia il naso, contrariato:

«Non puoi.» risponde.

Ramona ride istericamente. Fa spallucce, i capelli si spostando come onde.

«Non mi importa un cazzo di quello che non posso fare per colpa delle stramaledette medicine, mi stanno ammazzando! Che lo facciano con piacere allora!»  

Si insidia nella confusione e raggiunge il bancone, dove il barman le versa due shottini. Uno per lei, l'altro per Luca, che l'ha seguita.

Brindano con i piccoli bicchieri pieni fino all'orlo, Ramona più felice del ragazzo. 

Ne bevono altri tre o quattro, più che sufficienti per far ubriacare Ramona, astemia fino a quel momento. Anche Luca si ritrova a crogiolarsi in uno stato alterato dall'alcol, e a festeggiare in modo insensato quella serata assieme a Ramona.

Se si fossero ammirati da sobri sicuramente avrebbero provato pena e disgusto per uno spettacolo simile, che sfiorava lo squallore. Un po' erano anche divertenti.

Tu che stai leggendo, però, come puoi biasimarli?

Ramona adesso muore, lo sai tu, lo sa Luca, lo sa lei.

Muore e non torna più, concediamole di essere ubriaca.

Le brucia la gola ma scoppia a ridere; per fortuna Luca è abbastanza ubriaco da non rendersi conto lucidamente dell'enorme stronzata che stanno facendo. Ramona si è avvicinata a due ragazzi, sulla ventina circa, intenti a girare uno spinello.

 «Sono troppo sfacciata se vi chiedo un tiro?» gli domanda Ramona, con un tono piuttosto provocatorio.

I due le sorridono con malizia, facendole inspirare un tiro direttamente dalle dita di uno di loro.

Ramona tossisce; non ha mai fumato.

Ride ancora, e si volta verso di Luca.

 «Avanti, prova anche tu!» lo incoraggia.

Luca è restio, non parla e tantomeno si sogna di ascoltare Ramona.

Sente sempre un senso di preoccupazione razionale, perché sa che Ramona non dovrebbe abusare di quel tipo di sostanze.

Uno dei due estranei si fa avanti e prende Ramona per un fianco. Le porta la sigaretta alle labbra, nonostante lei rifiuti. Il potenziale corteggiatore capisce di poter approfittare dello stato dei due ragazzi, e tentare un approccio diretto con Ramona.

Le si avvicina sempre di più al viso, costringendola a star attaccata contro di lui con la mano che scende velocemente sul fondo schiena di lei.

Ramona tenta di allontanarlo, lamentandosi ed iniziando ad insultarlo infastidita.

Luca la libera dalla presa prepotente del ragazzo e stende lo stesso in terra con un pugno il viso. L'amico parte avanti in difesa, ma finisce per far compagnia all'altro. Ramona sferra un calcio in mezzo alle gambe del ragazzo che l'aveva toccata.

Con fierezza guarda Luca, la voce precaria e l'equilibrio poco affidabile. Ubriaca e fuori di se dice al suo ragazzo:

«Vedi come l'ho messo al tappeto? Non ho bisogno che tu mi difenda!»  

Luca si avvicina a lei e la prende sotto braccio, baciandola e ridendo assieme a lei.

La notte trascorre troppo in fretta e i due nemmeno si accorgono del breve tempo ormai rimasto.

Un giorno soltanto, e Ramona morirà.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Smaltire l'alcol è più tremendo e penoso di quanto Ramona potesse immaginare. A Luca fa soltanto male la testa, la ragazza, invece, vomita diverse volte nel corso della mattina seguente alla serata in discoteca. E' piuttosto pallida, scure occhiaie le scavano il viso e fatica reggersi in piedi senza incombere in capogiri. 

Luca crede che tutto sia dovuto ad un normale "dopo sbronza", Ramona sa che la maggior parte di quei sintomi sono dovuti alla reazione contorta delle medicine. 

Ramona si ripiega su se stessa rigurgitando altra bile. In quel momento Luca è voltato di spalle in cerca di una bottiglia d'acqua minerale nello zaino per dargliela. Ramona si preme le mani all'addome strappato da fitte dolorosissime, pulendosi le labbra con il dorso della mano. Rimette sangue, ma lo nasconde a Luca.

Ecco, ci siamo, è il suo ultimo giorno.

Il ragazzo la fa sedere dentro alla sua automobile, lasciandole lo sportello aperto per farle prendere aria.

Ramona ha abbandonato la parrucca e le scarpe. Sembra più magra, le tremano le mani.

Luca la fa bere a piccoli sorsi, timoroso.

Ramona stira le gambe e nel farlo avverte intensificarsi il dolore al piede sinistro. Geme, fissa il vuoto con gli occhi gonfi e stanchi. Prova ad acquisire una posizione migliore per alleviare quella sofferenza, ma si rende conto di percepirla anche quando è immobile.

Serra i pugni e crolla in un singhiozzo.

Luca l'ha vista piangere in quel modo sviscerante solamente una volta, ed era proprio per la stessa motivazione.

E' tutta colpa di quelle scarpe, lei sapeva che le avrebbero rovinato ancora di più quel piede antipatico.

«Non ce la faccio più!» singhiozza Ramona, Luca non sa che fare.  

«Non voglio morire! Non voglio, ti prego aiutami a trovare una soluzione, facciamo qualcosa. Non voglio morire, ho paura!» piena fino all'orlo di frustrazione e dolore, Ramona incomincia a sputare parole come le lacrime che le devastano il viso. 

Luca tenta di abbracciarla, lei lo respinge. Luca prova a toccarle il viso, Ramona respira istericamente, quasi stesse soffocando.

«Andiamo in ospedale, magari...»

Ramona lo interrompe immediatamente: 

«No» dice «non voglio più andarci.»

Luca si mette davanti al viso di Ramona, le stringe forte le mani e si morde il labbro. Potrebbe cedere anche lui da un momento all'altro.

«Dove pensi che finirò?» domanda a Luca, piangendo più forte.

«Non lo so, ma spero in un posto bellissimo per cui valga la pena andare. Pensa a qualcosa di bello, che desideri.» Luca simula un sorriso, inizia a piangere anche lui.

«Vorrei restare nella tua mente.»  

«Io ti vedo anche quando non ci sei.» bisbiglia Luca con il viso rigato dalle lacrime.

«Allora dovrai abituarti più spesso, a vedermi quando non ci sono.»  

Si spezzano in un abbraccio annegato di pianti. 

Ramona sta per finire.

Trascorrono quella triste e terribile giornata in silenzio, trovando conforto sotto il sole in spiaggia.

Lì vi dormono, stretti assieme.

Sarà l'ultima volta.

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Capitolo 16
*** 0 ***


Breve sintassi delle rispettive catene di Ramona e Luca:

•Ramona ha una malattia che si chiama artrite reumatoide idiopatica giovanile. E' una patologia cronica ed incurabile. Ramona ha iniziato a soffrirne da quando aveva appena un anno. Per porre rimedio alle conseguenze invalidanti della sua fedele compagna i medici le hanno prescritto una terapia sperimentale. Si è mostrata alquanto insoddisfacente al termine.

La sta ammazzando.

•Luca pensa troppo e spesso ha delle ansie. Certe volte i pensieri sanno essere più tormentosi di un dolore al piede.

E' un giorno statico, l'ultimo. Lineare e quieto, prima della catastrofe.

Già verso le sei del pomeriggio il cielo incomincia ad ingrigirsi, ed in pochi minuti scoppia un temporale. Luca e Ramona raccolgono tutte le loro cose e corrono sotto la pioggia, ridendo divertiti. Ramona non si rende conto che già il cielo piange per lei.

Sono rimasti pochi soldi, ma abbastanza, decidono, per affittare una camera in uno dei migliori alberghi della zona.

Quando il tempo migliorerà potremmo andare in piscina, propone Luca. E' una bella idea, Ramona gli da ragione, ma è tanto stanca.

Muore di freddo anche se la temperatura è deliziosamente fresca a causa della pioggia. Salire la rampa di scale che conduce alla loro stanza è una missione durissima. Ramona zoppica, deve necessariamente indossare le infradito da spiaggia perché il piede non le consente di portare scarpe chiuse. L'arto è gonfio e caldo, come se avesse una febbre.

La camera è un vero lusso, partendo dal fatto che per quasi una settimana Ramona e Luca hanno soggiornato o in spiaggia o in macchina.

Il letto matrimoniale è ben fatto e le lenzuola profumano. C'è la tv, un tavolo, una grande portafinestra che affaccia sul lungomare ed un bagno dalle piastrelle bianche e azzurre.

Fuori tuoni e lampi fanno la guerra, la pioggia picchia contro la struttura.

Fanno il bagno assieme e per sbaglio anche l'amore.

Mangiano la cena servita in camera e dopo, senza volerlo, rifanno l'amore. Ramona ha mangiato poco.

Si sdraiano sul letto e tra una carezza, uno scherzo e qualche parola, ci ricascano, e lo fanno di nuovo.

Ramona però è stranamente tanto stanca, quasi non ha nemmeno la forza di gridare per liberarsi del piacere.

Sdraiati di schiena lungo il materasso, Luca lascia che Ramona indossi la sua larga felpa blu, perché lei sente tanto freddo. Le copre il sesso, come fa solitamente. Una forma di rispetto e amore che Ramona gli ringrazierà fino all'ultimo respiro.

Lei le ha anche detto, mentre stava a cavallo sopra di lui che «ti rendi conto che sei dentro di me?»

E lui «Anche tu lo sei, dentro di me.»

Luca pensa che quella debolezza di Ramona sia tutta una serie di fattori mischiati assieme; la forte sbronza, l'umidità del temporale, le ore piccole. Non è realista per una volta in vita sua, non pensa che tutto sia colpa della fine.

Prende la moleskine che Ramona gli ha regalato. Entusiasta e senza disperdere parole gliela porge. Ramona sa di dover leggere qualcosa di bellissimo.

Le tremano le braccia, il quaderno è troppo pesante.

Una lunga poesia riempie due pagine intere, tutto il resto del quaderno è bianco, vuoto, tutto nudo.

La parte che Ramona preferisce è l'inizio, e recita:

"Conosco una guerriera che non smetterà mai di lottare

non ha armi nelle sue mani

solo una penna"

Ramona rilegge quei versi mille volte e piange, ma sorridendo. Rimane sdraiata, non riesce a mettersi seduta. A Luca però non lo dice, lo spinge a se con un braccio e lo abbraccia. Lui è disteso sopra il corpo quasi scarico di Ramona.

«Sei il mio scrittore preferito, solasta.» sussurra Ramona sulla testa di Luca.

«Me lo dirai mai cosa significa? Perchè mi chiami in questo modo?»  

Ramona sorride con amarezza. Avrebbe voluto mantenere quel segreto ancora per un po', ma ormai la fine è arrivata, inutile nasconderlo ancora a Luca.

«E' un vocabolo scozzese, significa letteralmente "luminoso, splendente".» spiega «Perchè è proprio quello che sei. Per me, per noi, sarebbe stato troppo scontato chiamarci Amore come tutti gli altri.»

Si nutrono di silenzio come continuazione del dialogo che, con naturalezza, si è costruito tra di loro. Quel tipo di suono paragonabile al brusio di migliaia dichiarazioni d'amore e grida spietate.

Il modo in cui Luca e Ramona si guardano non si può raccontare.

Ramona mormora che ha tanto sonno. Luca l'abbraccia e la stringe contro il suo petto nudo. E' fredda e trema senza accorgersene.

Luca è molto preoccupato, ma è ottimista sperando in una dormita che ricarichi le forze di Ramona.

Alle prima luci del giorno, quando il temporale ormai si era placato, Luca si sveglia per primo. Stira la schiena mettendosi a sedere e sbadiglia sonoramente. Ha dormito abbracciato a Ramona per tutta la notte.

Lei ha ancora gli occhi chiusi e le labbra semiaperte, l'espressione è gentile e tranquilla, sembra che stia facendo un bel sogno.

Luca ritiene che non sia opportuno svegliarla, ma dopo essersi fermato a guardarla per qualche minuto con dedizione e pensieri di bellezza, sorride e si porge alla sua fronte baciandola.

Ramona è fredda, nonostante sia avvolta nella felpa e abbia dormito nel calore di Luca.

Il ragazzo corruga la fronte; fluttua in uno stato di autodifesa che il suo cervello mette in circolo per dargli speranza.

Accarezza la schiena di Ramona, lei non si muove. 

Luca prende a respirare troppo velocemente, impietrito dalla paura. La chiama, la scuote, piange sopra di lei in preda allo shock.

Si rende conto che Ramona è morta ed il sangue gli diventa kerosene in vena. Gli sta facendo tutto così male che la paura più grande in quel momento per lui è di poter morire come lei.

La fa sua, per la prima volta, stringendola a se e piangendo disperatamente.

Singhiozza quasi urlando, le preme le dita contro la pelle dura e probabilmente le rompe le costole.

Ci sono un cadavere, tante lacrime e nulla più.

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Capitolo 17
*** 1 ***


Le tue ali

occupano tutto il cielo

 

sono del colore

del paradiso 

 

e tu volerai alto

 

sarai padrone delle nuvole

e guardiano delle stelle.

 

Da Ramona

per Luca.

 

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