Ron e Peter Minus in vacanza in Irlanda

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A caccia di funghi ***
Capitolo 2: *** Peter racconta di sè a Ron ***
Capitolo 3: *** Ecco come sono: stronzo e adorabile ***
Capitolo 4: *** Addomesticare significa creare dei legami ***
Capitolo 5: *** Peter e le similitudini tra i due terzetti ***
Capitolo 6: *** Charlie, Ron e Peter, in carrozza! ***
Capitolo 7: *** I draghi ***
Capitolo 8: *** Il litigio ***
Capitolo 9: *** Peter e i due gattini ***
Capitolo 10: *** Quasi coetanei ***
Capitolo 11: *** Ritorno a casa ***



Capitolo 1
*** A caccia di funghi ***


Peter Minus si era appena materializzato nel camino della baita in montagna e adesso stava attendendo che anche Ron entrasse.
Dopo pochi istanti, anche Ron uscì dal camino e Peter gli offrì gentilmente la mano per aiutarlo ad uscire.
Ron lo guardò titubante, poi la afferrò e lasciò che Peter lo aiutasse. Certo, ce la faceva benissimo anche da solo, non c’era bisogno che…
Ma Ron inciampò e praticamente cadde addosso a Peter, facendo cadere anche lui.
 


“Ron! Peter!” li richiamò la signora Weasley, sentendo la caduta.


Ron diede appena un’occhiata a Peter, poi si affrettò ad alzarsi imbarazzato, rispolverandosi i vestiti. Gli era caduto praticamente addosso.

“Scusami.” Borbòttò imbarazzatissimo.

“Tranquillo. Per fortuna non sei grasso, eh? Altrimenti..” scherzò Peter.
“Ma insomma, Ron, sei il solito maldestro!” lo redarguì Molly.

“Cara, non tormentarlo subito appena arrivato o il nostro Ron potrà decidere di fermarsi qui più tempo del previsto.
La signora Molly non prese bene il rimprovero del marito e cominciò a inveire su di lui.

“Li difendi sempre. Non mi meraviglia che siano cresciuti tutti così viziati!”

“Andiamo a dare un’occhiata al panorama, vuoi?” gli chiese Peter sorridendo.

“Io..sì..certo!” rispose Ron, cogliendo al volo l’occasione.
 



Fuori dalla baita, Ron capì che Peter aveva avuto una grande idea. Era così bello fuori.
Tutto quel verde.
“Ti va di andare a cercare funghi? Potremmo mangiarli per cena!” propose Peter.

“Sì. È una bella idea.” Rispose Ron, cercando di respingere la vaga sensazione di star diventando monotono e anche un po’ stupido.
“Bene! Vado a prendere il cestino!”
 


*

La passeggiata nei boschi fu piacevole, anche se Arthur Weasley, li accompagnò, sotto pressione della moglie. La scusa ufficiale era che non volevano capitasse loro niente nei boschi.
“Pensano forse che potrei maledirti senza bacchetta.” Ironizzò Peter sottovoce a Ron.

“Piantala! Non è divertente!” disse Ron anch’esso sottovoce, solo che lui era furioso.
“Perché? Io non sono arrabbiato, dopotutto è normale che abbiano ancora paura di me. In fin dei conti sono stato per tutto questo tempo con Voldemort.”
“Non per tua scelta. E non ho voglia di parlare di lui proprio adesso.”

“Certo, dovranno fidarsi per forza di me, visto che stasera vanno via, lasciandoti da solo con me. Che cosa potrei mai farti?”
“Finiscila.” Biascicò Ron sottovoce, ma per qualche ragione era di nuovo arrossito.
 
“Tutto bene, Ron?” domandò il signor Weasley, notando che i due rimanevano indietro.
“Sì!!” dissero in coro.
“Allora muovetevi a raccogliere qualche fungo, scansafatiche! Anche tu, Peter. Sei stato tu ad avere questa idea!” lo canzonò il signor Weasley.
Peter guardò il signor Wesley confuso e Ron ridacchiò sottovoce, sussurrandogli all’orecchio:
“ Ti ha accettato nella famiglia. Fa così quando gli piace qualcuno.”
 
 






















Note dell'autrice: 

Per una volta, mi metto a scrivere le note prima di pubblicare il capitolo per non rischiare di far passare come al solito cinque minuti prima di inserirle xd allora, se siete capitati qui comprendo il vostro sbalordimento, ma avevo già anticipato abbondantemente in una delle mie storie collegate, che avevo intenzione di lasciarmi andare a fantasie e cose strampalate xd ora cercherò di chiarirvi alcuni dubbi

1) Nella mia versione Peter Minus è stato costretto a tradire i Potter. Agiva sotto la maledizione Imperius, quindi è stato dichiarato innocente

2) Ci ho provato, credetemi, ad attenermi al canon e a farlo finire con Hermione, ma..non ci riesco! non mi viene! e pensare che shippavo tanto Hermione e Ron quando ero ragazzina! Ma la ship Ron/ Minus mi attrae di più!

3) Peter Minus è BELLO. Questo credo sia un detaglio da specificare. Nel film e nel libro viene descritto come un topo, ma..io ho deciso che deve essere bello! e ha anche la stessa età di Ron! Ho già spiegato il motivo nella mia storia Harry Potter 2.0 non fatemelo raccontare di nuovo se no divento prolissa ancor di più di quanto già non sono. xd

4) Non capisco davvero perchè nessuno ha ancora pensato a questa coppia. (perlomeno qui su efp) Per me ha delle potenzialità, visto che Ron era tanto affezionato a Minus!

5) spero non siate già stufi delle mie mille storuie collegate, perchè ne dovrò creare anche altre xd

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Capitolo 2
*** Peter racconta di sè a Ron ***


Alla fine dopo una buona pasta ai funghi, i genitori se ne andarono, abbracciando prima Ron, poi Peter, come se fosse un altro figlio acquisito.
Rimasti soli, decisero di fare una passeggiata in mezzo alla natura. Peter aveva portato un pallone, proponendo a Ron di giocare a calcio, uno sport babbano.
Ron non aveva idea di che cosa fosse il calcio e all’inizio i suoi commenti furono negativi.

“Rincorrere una palla? Puah. Che gioco stupido. Infantile. Correre dietro a un pallone che non può neanche muoversi.”
“Non è poi molto diverso dalla pluffa.” Ribattè Peter.
“Okay, lo accetto, ma almeno noi nel Quidditch abbiamo il boccino che vola e le scope e..”
“Andiamo, fammi contento. Prova.” Disse Peter, elargendogli un sorriso dolcissimo e Ron lo fissò per un momento, imbarazzato.

“B-bene..ma solo cinque minuti.”

“Yeeee. Grazie Ronnie!” aveva esultato Peter abbracciandolo di scatto.

“Woaaa che fai? Avanti, facciamo sta cosa.” disse Ron, allontanandosi.
Peter l’aveva guardato sorridendo e poi aveva cominciato la partita.
 


Ron credeva, visto le sue esperienze passate con il Quidditch, che Peter avrebbe insistito per fargli fare il portiere, ma Peter aveva altri piani. Lui avrebbe fatto il portiere e Ron l’attaccante!
A dispetto delle sue rimostranze, Ron si gasò fin dai primi minuti del gioco, esultando come un bambino, quando riusciva a segnare un goal!

Alla fine vinse Ron con un punteggio di 11 a 10.Peter si era inventato che ogni volta che parava la palla, era un punteggio per il portiere.

Quando Ron segnò l’ultimo punto, esultò in maniera forse fin troppo esagerata. Peter ridacchiò insieme a lui e lo abbracciò e lui stavolta ricambiò e finirono entrambi a terra, con Peter sopra di lui.
Di nuovo!
Questa volta però, Ron non ebbe nulla da ridire e non ci fu imbarazzo tra di loro.

Continuarono a ridere anche in quella posizione per un bel po’.
 
 
 

*

Dopo che Peter ebbe fatto scomparire la rete da calcio, i due si apprestarono a tornare alla baita, ma mentre facevano il percorso a ritroso, parlavano finalmente di argomenti che forse fino a quel momento non avevano osato affrontare.
Ovviamente all’inizio la presero alla larga, parlando di James e dei malandrini e del tempo passato a scuola.

“James era il più figo e il più bello di tutti, non solo per la bellezza, sai, non era solo bello dentro, ma aveva..la bellezza del suo cuore, sai..tutti volevano essere lui..tutti gli volevano bene..ma lui..tutto il suo affetto e amore, era per Sirius..e anche per Lily..e Remus..”

“Anche tu facevi parte della loro cerchia..” disse Ron. “Sono sicuro che voleva bene anche a te. Tutti loro.” disse Ron, gentile, ma un po’ imbarazzato, temendo di metterlo a disagio.

“Sì..io..” mormorò Peter, imbarazzato. “Mi sono sempre sentito come se non fossi alla loro altezza, sai..come se fossi capitato nel loro gruppo come per caso..perchè mi hanno scelto per stare con loro, mi chiedevo? Non ho nessuna abilità particolare, sono un pauroso di tutto..un imbranato..loro sono così TANTO in tutto..non sarò mai alla loro altezza..mi dicevo..”

Ron era sbalordito di scoprire quante cose in comune aveva con Peter. Era esattamente così che si era sentito lui con Harry.

Lui ed Hermione..erano sempre stati così fenomenali..lui si era sentito un pesce fuor d’acqua in confronto al loro essere così straordinari in qualsiasi circostanza, a dispetto di come si sentiva però, loro gli volevano un gran bene.
 
“Loro però non mi hanno mai fatto pesare..le mie mancanze..era bello stare con loro..i tempi scolastici..erano i più belli di tutti..con i loro scherzi..ci sentivamo tutti parte di un qualcosa..qualcosa di meraviglioso, di stupendo..”
“Ma poi..”

“Poi..” seguì Peter. “è arrivato Voldemort. Non l’ha fatto lui personalmente, non ricordo nemmeno chi mi ha lanciato l’incantesimo, non credevo neppure che bastasse così poco per infrangere un giuramento del genere..naturalmente la maledizione è arrivata PRIMA che io insistessi per diventare il loro custode Segreto. Se l’avesse fatta dopo, neppure la maledizione imperius sarebbe riuscita a infrangere il giuramento.”
Ron restava ad ascoltare a bocca aperta.

“Mi sono chiesto spesso perché scelse me. Credo abbia pensato che fossi il più debole, quello dalla mente così debole da riuscire a penetrare con facilità i sistemi difensivi..”
“Perché Silente non vi ha addestrati a difendervi da..”

“Dalle Maledizioni? Oh, l’ha fatto eccome, ai tempi della scuola, ma io non sono mai riuscito a passare l’esame, forse per questo Voldemort mi ha scelto. Per lungo tempo mi sono sentito come se non avessi diritto di stare nel loro gruppo, come se non lo meritassi..quando è..successo..mi sono detto che era vero. Voldemort l’aveva solo reso reale..se non fossi mai stato con loro..lui non avrebbe mai potuto usarmi come spia..e loro carnefice..loro sarebbero stati ancora vivi..”

“Voldemort avrebbe usato qualcun altro, lo sai. Ormai li aveva presi di mira e credeva che la vita del mio povero amico fosse un pericolo per lui. Non li avrebbe mai lasciati in pace.” Disse Ron, triste, ma cercando di rincuorarlo. “ poi aggiunse. “Perché non hai cercato di spiegare la verità? Ce l’hai già raccontato ma ancora non riesco  a..”

“Lo so, è difficile da spiegare a chi non ha provato questo tipo di maledizione.” Disse Peter sconfortato. “Ma Volemort pensò proprio a tutto. Non so il perché del suo astio anche contro gli amici di James..contro di NOI..capisco che ce l’aveva con il figlio..con Harry..capisco perché..ma NOI..tanta cattiveria fu immotivata..l’unico che ha risparmiato fu Lupin..per il resto, ha fatto in modo che non potessi neanche confessare di essere costretto dalla maledizione, ha lasciato che Sirius venisse incolpato al posto mio..è stato terribile..sapeva che non avrei mai confessato..la maledizione ti fa provare un dolore indicibile quando cerchi di sottrarti al soggiogamento..e io sono sempre stato troppo debole per riuscire ad avere la forza di romperla…”

“Ma perché restare per tutti questi anni sotto forma di animagus se eri innocente?”

“L’alternativa sarebbe stata quella di unirmi a Voldemort e io non volevo questo, non volevo servirlo. Inoltre..volevo punirmi. C’è poco da fare, Voldemort ha usato me, quindi io ho ucciso Lily e James..non ha usato altri..dovevo..fare ammenda!”

“E sei rimasto giovane per tutto questo tempo..non sei invecchiato..”

“Sono rimasto con le sembianze di quando loro sono morti..cioè ho 21 anni. è un effetto dell’Imperius mischiato alla trasformazione, fuse insieme per tanti anni. La costrizione mentale sommata alla costrizione fisiologica, hanno congelato la mia vera forma, impedendomi di invecchiare..”
“Però alla fine la maledizione è stata spezzata.”

“Sì. Il dolore fortissimo che mi sono autoinflitto, ha spezzato il contatto..”
“Per fortuna.”
Speravo che sarebbe successo! Per fortuna ho avuto ragione, ma allo stesso tempo ho contribuito alla sua resurrezione. Non ne vado fiero..ho commesso un altro orribile peccato..” disse Peter triste.
“Ti sei riscattato..hai aiutato Harry a salvare Cedric..ti sei ribellato a Voldemort..” gli ricordò Ron.

“Non so se queste due azioni buone potranno mai servire a ripagare la mia vigliaccheria..”
“Fidati. Sono state importanti.”
Peter sbuffò.
“Quanto ho sofferto io, è niente in confronto a quanto ha sofferto Sirius..”

“Già..Sirius..che mi dici di lui? E di Lupin? Sono gli unici che..che ti sono rimasti..loro che dicono? Saranno felici di sapere che sei innocente…”
Peter fece una risatina rauca.
“Non credo che Sirius riuscirà mai a perdonarmi del tutto…e non lo biasimo..nemmeno io riuscirò mai a perdonarmi..”
“Ma non è colpa tua! Voldemort ha scelto te! Avrebbe potuto scegliere chiunque!”

“Ma ha scelto me per via della mia debolezza!! La mia debolezza è stata la sua forza! La mia amicizia con loro è stata la loro morte! Avrei dovuto allontanarmi da loro fin dall’inizio, fin da quando capìì di esserne indegno..è terribile..sapere di essere stato il colpevole dell’assassinio del tuo più caro amico..”
“Peter..”
“Ho reso orfano il tuo migliore amico..neanche tu dovresti mai perdonarmi..”


Ron inaspettatamente gli cinse il collo con un braccio e lo attirò a sé, mettendogli la testa sul suo petto. “Sei solo un’altra vittima di quel mostro di Voldemort e per quanto riguarda Harry…beh, anche tu sei mio amico.”























 Note dell'autrice: anche qui mole e mole di spiegazioni xd speravo venisse un capitolo più leggero, scusatemi tutti xd

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Capitolo 3
*** Ecco come sono: stronzo e adorabile ***


Quando Ron e Peter tornarono alla baita, dovettero affrontare la questione del letto.
Peter aveva scherzato un po’ con Ron, sull’eventualità di dormire insieme, visto che il letto era spazioso!
Ron aveva protestato energicamente e Peter si era appioppato al suo braccio come una piovra, facendolo arrossire.



“Eppure mi hai fatto dormire spesso nel tuo letto quando ero un topo!”

“S-solo perché eri troppo piccolo perché potessi scacciarti! Di dimensioni intendo! E comunque se non te ne sei accorto, adesso le cose sono un pochino cambiate!”

“Perché? Sto con la tua famiglia da anni, mi hai sempre tenuto in braccio, sono come il tuo fratellone, no? Cos’è ora tutto questo imbarazzo?”

Il tono di Peter era ingenuo e indifferente, ma a Ron gli parve di notare un’ombra quasi maliziosa nel suo sguardo.

“Insomma, siamo come Fred e George, no? Indivisibili!

La menzione ai suoi fratelli gemelli, lo fece trasalire.

“Fred e George non hanno proprio un rapporto..normale. “ disse, vedendo ora chiaramente l’occhiata maliziosa. “Quello che fanno..sono sicuro che lo sai!! Perché ti diverti così tanto a mettermi in imbarazzo??” sbottò Ron, prima di chiudersi in bagno.
Peter ridacchiò tra sé.
 
 
 
Ron stava a guardare Peter, con ormai il pigiama verde indosso, pettinarsi i capelli biondi, davanti allo specchio della camera della baita di Charlie e si incantò a osservarlo.

Peter era davvero un ragazzo grazioso. Ricordava che quando era tornato e l’aveva rivisto per la prima volta dopo anni, dopo che era scappato durante il terzo anno, era rimasto ad osservarlo e aveva notato che i capelli sporchi erano gli stessi, anche il viso screpolato, ma quando lo aveva rivisto a scuola, aveva anche delle occhiaie paurose, segno probabilmente dello stress di esser stato tanto a contatto con Voldemort.

Da diverso tempo però, il suo aspetto sembrava migliorato. I capelli non erano più sporchi, se li pettinava spesso ed erano sempre lucidi e Ron l’aveva sgamato anche a mettersi addirittura il burro cacao sulle labbra.

“Piantala di pettinarti i capelli. Stai andando a letto! E poi questa mania del burro cacao..lasciamelo dire..è un po’ creepy, amico. Hai intenzione di cambiare sesso? Vorrei saperlo prima stavolta, in modo di prepararmi prima a questo cambiamento!”
Peter sorrise e posò la spazzola.

“Quando resti così tanti anni trasformato in un animale, impari a riconsiderare quanta poca cura del tuo aspetto e del tuo corpo, avessi prima. Dopo esser stato esaminato al San Mungo ed esser stato rincuorato circa le mie condizioni di salute, dicendomi che nonostante tutto ero ancora sano, dopo aver visto quello che è capitato a tuo fratello Bill, ho capito quanto a volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo ad essere SANI.”

Ron restò senza parole davanti a questo discorso.

“La mia lunga vita da ratto, mi ha mantenuto sano, forse grazie alla magia, ma quando sono tornato normale, non ero comunque al massimo della bellezza. La magia mi ha mantenuto giovane, ma tutto lo stress accumulato, mi ha reso..brutto..e sporco..i miei capelli erano pietosi..i denti mi hanno fatto male per un bel po’ di tempo..per diverso tempo ho dovuto riabituarmi a camminare in posizione eretta..il mio viso era rovinato..è brutto perdere di vista chi sei, la tua identità, poi ritrovarla e scoprire che…non sei comunque più quello di prima..” disse Peter accarezzandosi una guancia con le dita.

Ron continuava a non trovare le parole.

“Non ci prendiamo mai cura di noi stessi..quando possiamo..quando ho riacquistato la mia libertà, ho sentito il bisogno di rivedermi..bello.. non voglio più..riavere i capelli sporchi..o trascurare il mio viso..non voglio più avere il labbro screpolato..mi ricorda il continuare a ruminare come facevo quando ero un ratto..”

“Dici cose molto sagge, Pete..” disse Ron sorridendo. “Ma ora vieni a letto, prima che ci crescano ad entrambi le ovaie.” Disse Ron.
 
Peter ridacchiò e aprì l’armadio grande per prendere un materasso.


“Pete? Ma che fai, ti ho detto che puoi dormire nel letto con me!”

“Prima non eri di questa idea.” Disse Peter divertito, cominciando a mettere lenzuola, coperte e cuscino.
Ron si sentì un po’ in colpa.

“Beh, ho cambiato idea! Non dirmi che sei uno di quelli che si lega le cose al dito eh?”
“No.” disse Peter ancora divertito. “Ma forse sono un po’..permaloso..e orgoglioso..” concluse sorridendo, sdraiandosi sul letto.
 
Ron capì che quella di quella notte, era una lezione e Peter gliene aveva appena passata una.


Quella era un’occasione di condividere qualcosa di bello ognuno dalla vicinanza dell'altro e Ron con la sua stupida cordardia aveva sprecato il momento, ora il momento era passato e lui doveva restarsene con le mani nel sacco.

Era stato proprio uno stupido!

Spense la luce.

“Buonanotte Pete.”
“Notte padroncino Ron!”
 
E nel buio della camera, Ron non potè fare a meno di sorridere.
Ecco com’era Peter Minus.

Stronzo e adorabile.






















Note dell'autrice: ciaoooo xd allora: "ecco come sono, irritante e adorabile" lo dice snoopy. Non ve l'aspettavate, vero? :ppp

ps le illazioni su Fred e George..le avete colte? :pppp si, Ron fa intendere che..fanno qualcosa xd magari scriverò una storia anche su di loro, uno di questi giorni, o settimane xd

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Capitolo 4
*** Addomesticare significa creare dei legami ***


Ron e Peter si trovavano in uno spiazzo erboso, sdraiati sul verde, completamente in pace con il mondo.

Peter come un gatto bisognoso di coccole, stava sdraiato, lasciandosi fare le coccole da Ron, che gli accarezzava distrattamente il viso o gli faceva languidi grattini e carezze sulla schiena.

In quel momento percorreva gli zigomi del suo viso con le dita della mano. Peter a occhi chiusi si lasciava fare.

Ron si chiese quando quest’aria di meraviglia che sembrava attorniarlo e avvilupparlo come una rete, se ne sarebbe andata. Peter non poteva fare a meno di stupirlo ogni giorno di più a quanto pareva.
E questa cosa delle coccole…Ron sapeva cosa sembrava a chiunque li avesse visti.

Quando però Peter gli aveva spiegato perché le desiderava, tutto aveva assunto un contorno meno..malizioso?

Quando ero un topo, mi coccolavi continuamente..ne sento la mancanza..sono in astinenza da coccole..

Ron era scoppiato a ridere, poi però aveva capito che Peter era serio, non lo stava prendendo in giro. Capì che strascichi della sua trasformazione lo avevano reso dipendente a certe abitudini che avevano solo i felini o gli animali domestici. Peter aveva DAVVERO BISOGNO delle coccole.

È come un bambino.. si diceva mentre gli dava quelle carezze innocue che non dispiacevano a nessuno dei due.
“Mmm..Ron..”

“Mmm..”

“Quando Grattastinchi..il gatto di Hermione..mi dava la caccia..”

Ron trasalì a quel ricordo ma cercò di dissimulare.

“Non pensarci più, Pete..”
“Sei stato così dolce a difendermi..mi ricordo..che mi stringevo di più a te e tu mi proteggevi, tra le tue braccia, nascondendomi nella tasca della tua camicia o dei tuoi pantaloni..”

Ron stette zitto, ricordando con strazio quegli avvenimenti.

“Ti preoccupavi che fossi terrorizzato..dicevi che sentivi il mio cuore battere forte..ma quando mi nascondevi nella tasca della tua camicia..sentivo il tuo cuore. Batteva forte..”

“B-basta parlare di queste cose adesso…”
Peter aprì gli occhi ma non smise di sorridere.

“Mi sono sentito protetto..mai nessuno mi ha fatto mai sentire così..”

“Però te ne sei andato.” Ricordò Ron con astio. “Te ne sei andato..e hai lasciato che litigassi con Hermione, credendo che quel gatto..quel gatto..”
Peter lo guardò triste.

“Avevo troppa paura. Scusa.”
“Lascia perdere.”

“Ma sono tornato.” Riprese Peter e stavolta si sdraiò con la testa sul suo petto, accucciandosi a lui. "Mi mancavi.”


I capelli profumati di Peter gli solleticarono il collo, confondendolo.

“Che sciocchezza! Sono stato io a trovarti! Anzi, Hermione.” Brontolò Ron.

Peter sporse la testa all’indietro verso di lui e Ron si sentì accaldato alla base del collo.

Possibile che non si renda conto di quanto è imbarazzante quando fa così?

“Stavo da Hagrid nella speranza che mi trovassi, altrimenti sarei scappato via.”

Ron brontolò e lasciò scivolare le dita sui fianchi di Peter, quest’ultimo trasalì leggermente al tocco, ma non si spostò. “Come avresti pensato di sopravvivere, senza di me?”

Peter ridacchiò. “Sono il tuo animale domestico. Mi hai addomesticato.”
Ron si irrigidì e fece per spingerlo via.

“Stai esagerando adesso, Pete.”



“Perché ti vergogni? In un libro che lessi una volta, si disse che addomesticare significa creare dei legami!( NB: il libro di cui parla è Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry )
Ron sussultò.
 
Peter annuì.

“Il libro riportava il dialogo di una volpe al ragazzino. Diceva: io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi, ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro, tu sarai per me unico al mondo  e io sarò per te, unica al mondo.”
Ron restò zitto senza parlare.

“La volpe disse ancora: vedi laggiù in fondo dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano per me è inutile, i campi di grano non mi ricordano nulla e questo è triste,ma tu hai dei capelli color dell’oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato, il grano che è dorato, mi farà pensare a te, e amerò il rumore del vento nel grano.” Dicendo così, aveva poggiato di nuovo la testa sul suo petto.
 
Ron adesso aveva gli occhi pieni di lacrime.

“Io ti ho addomesticato, ma poi tu mi hai lasciato..mi hai spezzato il cuore. Mi hai fatto piangere.”
Adesso anche Peter piangeva.

“Il libro diceva anche: si arrischia di piangere un poco se ci si è lasciati addomesticare.”


Ron strinse gli occhi più forte. Peter pensava che lo avrebbe scacciato via, ma inaspettatamente lo strinse più forte a sé abbracciandolo. Peter chiuse gli occhi e si lasciò abbracciare.
 
“Ron..” singhiozzò ancora Peter. "Se LUI tornasse, mi proteggeresti ancora? Come hai fatto con Grattastinchi?”

“Sì.” Disse Ron pronto. Non aveva bisogno di chiedere a chi si riferisse.

“Lo prometti?? Non lascerai che mi prenda, vero??” gli chiese con gli occhi pieni di lacrime.

“Lo giuro sulla mia vita. Potessi morire. Lui non ti avrà mai più.” disse Ron con tono fermo e arrabbiato.
Peter gli accarezzò il viso con le mani.
“Grazie.” E poi poggiò la testa sul suo petto.
 
Restarono così per un tempo indefinito, mentre Ron continuava a consolarlo, abbracciarlo e rimuginare.

Non avrebbe mai pensato che il rapporto con Pete si sarebbe trasformato fino a questo punto, ma era un’altra la cosa che lo preoccupava.

Peter sarebbe dovuto essere più grande di lui, almeno 21 anni, quindi perché aveva l’impressione che fosse addirittura lui il maggiore tra i due?

Non che gli dispiacesse prendersi cura di lui, Peter era davvero adorabile, ma la cosa lo preoccupava. Temeva per la salute del suo amico.
 

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Capitolo 5
*** Peter e le similitudini tra i due terzetti ***


“Peter, prima che scappassi da me, hai vissuto tre anni, alla scuola di Hogwarts assieme a me, Harry e Hermione, che ne combinavamo di tutti i colori, tra punizioni, castighi e altre vicende in cui abbiamo anche rischiato la vita. Cosa..provavi?” gli chiese Ron, mentre camminavano insieme in paese.
Peter sorrise con malinconia.

Nostalgia. Mi ricordavate i malandrini ed Harry..mi ricordava James.

Ron rimase zitto ad ascoltare quelle parole.

“Quando guardavo Harry..mi sentivo in colpa, sai? Avrei voluto tante volte..dirgli la verità, ma non osavo..la maledizione me lo avrebbe impedito appena ci avessi provato..non si può dire che ci abbia anche solo tentato però..”

Peter era triste, stavano costeggiando un muretto di pietra, sulla strada acciottolata e Ron lo abbracciò da dietro.

“Sono contento che me l’hai raccontato, sai? È una cosa bellissima, a Harry farebbe piacere saperlo.”

“Non avrai intenzione di dirglielo, vero?” chiese Peter intimidito.
Ron scosse la testa. “No, se tu non vuoi..”

“Bene..” disse Peter, ancora intristito.

“Pete..che ne dici di andare a trovare mio fratello Charlie?” gli chiese Ron, senza sciogliere l’abbraccio.

Pete sgranò gli occhi. “Speravo che ti decidessi a dirlo!” disse, aprendosi in un sorriso radioso.
 






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, allora, tolgo l'avertimento slash, perchè credo che in questa raccolta il rapporto tra Ron e Minus si evolverà ma ancora non nello slash, ancora sono semplici amici un pò intimi, se succederà, succederà nella storia Harry, Draco, Ron, Hermione e Peter, alla ricerca degli Horcrux
 
inoltre, questa storia non è destinata ad avere molti capitoli ma per spiegare la dolcezza del rapporto dei due e rendere Pete più umano xd la storia dovrebbe finire in capo a uno a due capitoli, dopodichè i due dovrebbero riunirsi a Harry, Hermione e Draco!

ps ditemi se secondo voi è il caso di passare al rating verde, visti i contenuti dei capitoli xd

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Capitolo 6
*** Charlie, Ron e Peter, in carrozza! ***


Charlie era stato molto contento di vedere Ron in compagnia del suo vecchio topo, Crosta. Era già a conoscenza, dalla lettera che aveva ricevuto da lui e dai genitori, del fatto che sarebbero passati a trovarlo e ne era stato felice, promuovendo subito l’idea. Malgrado fosse spesso lontano dalla sua famiglia, Charlie aveva un forte sentimento di affetto per i suoi fratelli, soprattutto per quelli più piccoli e Ron era uno di questi.
Quando vide Peter, gli strinse la mano calorosamente cercando di non farlo sentire disprezzato o non voluto e il ragazzo aveva abbassato lo sguardo, a disagio. Charlie capiva che nonostante tutti in famiglia lo avevano accolto e perdonato, è difficile quando sei tu in primis a dover perdonare te stesso. Questa era una delle cose più difficili.
Nonostante Charlie fosse già adulto, ricordava bene come ci si sentiva da giovani e pensò che organizzare un pranzo o una cena a casa sua, per accogliere i nuovi arrivati, non fosse proprio una mossa che i giovanissimi, adorassero. Non se la sentiva di tenerli chiusi in casa, sapendo quanto sarebbe stato difficile per Peter, cercare di non sentirsi come se dovesse passare un test di esame con il fratello del migliore amico con cui stava appena cercando di ricostruire un rapporto.
Così, si disse che avrebbe fatto conoscere a entrambi le bellezze dell’Irlanda e avrrebbero mangiato qualcosa fuori.
Ron e Peter sorrisero grati di questa iniziativa!
 
 
 
*
Era pomeriggio presto e tutti e tre avevano mangiato in una pizzeria buonissima, sempre accompagnati da una carrozza che Charlie stesso si era preoccupato di noleggiare. Il cocchiere era tranquillo e riservato, non badava a loro e Charlie si ritrovò intenerito a osservare i due ragazzi, che sembravano aver ritrovato un’armonia perfetta, quasi da paragonare a un dipinto talmente erano teneri.
Erano ancora in viaggio in carrozza e Peter aveva appoggiato la testa sulle gambe di Ron e dormiva placidamente, Ron lo osservava di tanto in tanto, sorridendo, accarezzandogli le ciocche dei capelli.

Qualcosa però sembrava turbare Charlie.
“Ron, quanti anni hai detto che ha, Peter?”
“Ventuno, credo..” rispose Ron.
“Mmm..”

“Ma abbiamo già parlato della questione d’età, la maledizione Imperius..” disse Ron corrucciato,.
“Non volevo mettere in dubbio quello che lui ha detto, tuttavia sono un po’ preoccupato, fratellino. Non ti sembra che..per aver ventun anni, sia un po’ troppo..giovane? Non hai come l’impressione che sia addirittura più piccolo di te?

Ron restò ad osservarlo stranito, chiedendosi se per caso fosse una specie di offesa a lui.

“Dove vuoi arrivare, Charl?” non era mai stato portato per gli indovinelli, anzi, lo infastidivano sempre un po’.
Charlie si inumidì le labbra.

“Siamo sicuri che tolta la costrizione che lo affliggeva, mentale e fisica, il suo corpo abbia ripreso le sue normali funzioni da dove era stato interrotto?”

“Perché diavolo non dovrebbe?” disse Ron scandalizzato, poi si morse la lingua, sperando che Peter che dormiva sulle sue gambe, non avesse sentito.

Charlie sembrava ancora meditabondo.
“Credo che Peter dovrebbe essere visitato di nuovo, Ron. Così, giusto per stare tranquilli che adesso sta bene.”

Ron sentì un brivido dentro di sé, Peter aveva già sofferto tanto. Non voleva che soffrisse ancora.

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Capitolo 7
*** I draghi ***


Era l'onomastico di Ron.

Charlie aveva pensato ad un modo molto originale per festeggiarlo. Aveva portato lui e Peter in una riserva naturale di draghi, dove assieme ad altri addestratori, li aveva addestrati a essere amichevoli con gli umani.

“Coraggio, fate un volo, vi ho portati qui apposta. Ron, tranquillo, anche te, Peter, non vi faranno del male.”

Ron aveva guardato il maggiore, un po’ scettico.

Charlie rise. “Ho qui la mia scopa, se proprio dovessero disarcionarvi, ma non succederà, fidatevi.”

“Coraggio, Ron. Facciamo come dice.” Disse Peter e prese la mano di Ron, quest’ultimo dimenticò ogni paura, appena Peter gli prese la mano.
 
“Wowwww, è bellissimo, Roooon!” Peter stava davanti, mentre Ron stava dietro di lui, per tenerlo meglio, non si fidava del contrario. Temeva che a parti inverse, Pete avrebbe potuto cadere di sotto.

“Sì. È stupendo!” convenne Ron, felice, mentre il vento scompigliava loro i capelli.

“Che bello, finalmente abbiamo fatto una cosa insieme, tu e io da soli.” Disse Peter.

Ron sorrise. Era chiaro il rimando a Harry e Hermione. Ron era anche un po’ felice della sua gelosia. Peter gli aveva confessato che gli era dispiaciuto molto non esserci stato quando aveva provato l'ebbrezza del volo con Harry ed Hermione durante il terzo anno, con l'ippogrifo, questa cosa del drago però, era una cosa diversa e si disse che era vero, era bello aver fatto almeno questa cosa insieme, da soli, una volta tanto.

“Hai proprio ragione, Pete.” disse Ron, stringendosi a lui.

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Capitolo 8
*** Il litigio ***


“Pete, devi guarire da questa fobia dei gatti. Insomma, siamo passati davanti ad un gatto bianco tanto caruccio..e sei scappato via terrorizzato..poteva vederti qualcuno e cosa avrebbero detto se ti avessero visto scappare davanti ad un micetto indifeso?”

“Quelle bestiacce s-sono tutto tranne che i-indifese..e credevo tu fossi un po’ più sensibile dopo quello che mi è capitato, Ron!

Era la prima volta che Peter gridava all’amico e Ron rimase un po' senza parole, prima di biascicare freddo:

“Ma guarda... m-me lo dicono in tanti, che sono poco sensibile. Non hai detto nulla di nuovo.”

Quelle parole non fecero altro che far infuriare di più Peter che accelerò il passo, decidendo di allontanarsi dal rosso.

“Dove sta andando?” chiese Ron.

“Fratellino, mi sa che l’hai ferito, lasciagli un po' di tempo da solo e..”Col cavolo!” proruppe Ron. “Non lo lascerò andare in giro chissà dove per l’Irlanda. Potrebbe perdersi o peggio!”

Charlie sbuffò alzando gli occhi al cielo, vedendo il rosso camminare a passo spedito e poi vedendo che accelerava il passo, cominciò a correre. Peter corse anche lui, ma Ron riuscì ad afferrarlo e lo fece cadere a terra, di schiena.
 
“Lasciami andare, lasciami, Ron!”

“Maledizione, sei come un bambino capriccioso.” Disse Ron, puntandosi sulle ginocchia.

Peter lo spinse via con uno strattone, aveva i capelli arruffati e gli occhi lucidi, era ferito e Ron pensò contro ogni logica, che fosse belissimo.

Per te sono solo questo! un bambino capriccioso!”

“Non sai quanto ti sbagli..” si lasciò scappare Ron.

“Da tenere al guinzaglio, perché non mi compri anche una museruola, già che ci sei? Perché vuoi impedirmi di andare in giro libero? Non credevo che riavere un rapporto con te significasse che fossi anche tuo prigioniero!”

Ron l’aveva guardato sgranando gli occhi.  La potenza di quello che era per lui Peter lo sommerse con la potenza di un’acqua gelata. Nel momento che lui disse la frase “avere un rapporto con te” gli sembrò così strano. Era Peter il ragazzo, che gli stava parlando adesso e capì che lui aveva voluto davvero riprendere un rapporto con lui e riprenderlo significava che lui da MOLTO PRIMA pensava che lo avessero, da quando lui lo vedeva solo come un topo, il suo animale domestico, lui invece, Peter, pensava al loro, come già ad un legame esistente. Ed era così anche per Ron, il rosso ricordava esattamente il dolore e il senso di perdita ogni volta che l’aveva attanagliato quando temeva per la sua vita e quando pensava che lui era morto. A quei tempi però, Ron non era consapevole chi lui fosse davvero, Peter invece sapeva chi era lui, sapeva chi era Ron e pensava a loro due come a due umani, uno dei quali trasfigurati, che avevano un rapporto di amicizia. E dalla sua frase, capì anche che aveva desiderato ardentemente il momento che sarebbe ripreso. Rendersi conto di questo lo fece sentire molto debole.

Il rapporto con Peter era molto più facile quando era il suo animale domestico, quando bastava una carezza per renderlo felice, quando si raggomitolava nelle sue tasche, quando sapeva che non se ne sarebbe mai andato. Ma il rapporto con questo Peter…lo spaventava molto. QUESTO Peter, rimaneva ferito da una frase sua e poteva anche decidere di abbandonarlo se voleva. Non sapeva come gestirlo.



“Smettila di dire sciocchezze, Pete..tu non sei mio prigioniero..”

“Ma davvero? Perché mi sei corso dietro, allora? Perché non puoi lasciarmi in pace??

“Pete..” cercò di prendergli la mano, ma Pete la spostò bruscamente,

“Non puoi allontanarti da noi..l’Irlanda è grande..e se ti perdi..”

“Nessun posto sarà mai grande per LUI.”

Quella frase raggelò il sangue nelle vene di Ron.

Petè annuì, sempre con gli occhi pieni di lacrime.
 
“Sono come un bersaglio vivente, vero? State tutti li, come ad aspettare che lui mi trovi, perchè sapete che succederà..non riuscite neanche a nasconderlo..”

“Questo non è vero!” gridò Ron.

“Come puoi pensare di difendermi da LUI, se non..se non sai difendermi da te? Dalle tue parole? Hai idea di cosa voglia dire vedere un felino per me, dopo quello che ho passato? Tutti, tutti i gatti del mondo mi terrorizzano e tu te ne stai lì a prenderti gioco di me…”

Ron arrabbiato con lui, lo prese per le spalle.

Ti devi dare una svegliata, Pete!”

“Che ti prende? Lasciami andare!!!”

“Non capisci che io lo faccio per te?? C’è in atto una guerra, la più grande di tutte, Hogwarts non è più un luogo sicuro e tu – non – puoi – aver – paura – dei gatti.

“Ron, mi stai facendo male!”

La potenza della forza di quel momento, fu tanta che caddero di nuovo insieme, nell’erba. Ron era sdraiato sopra Peter che a sua volta era caduto sull’erba. Per qualche secondo nessuno parlò, poi la voce di Ron sembrò incrinarsi.

“Non puoi, Pete, avere paura di un gatto, perché se corri spaventato di fronte ad un felino indifeso, non avrai nessuna possibilità contro di LUI.”

Pete sbarrò gli occhi davanti a questa frase.

“E io ti vedo, Pete, ti guardo. E sembri così innocente..e ingenuo..e a volte mi spavento..perchè temo che non sarò in grado di proteggerti..sono debole..sono il più debole del trio degli eroi come ci chiamano adesso..e vedere te, che scappi terrorizzato davanti ad un gattino, mi rende ancora più debole, Pete..io voglio che tu sia forte..tu devi essere forte..devi aiutarmi a proteggerti..e per farlo non puoi scappare davanti ad un gattino, capisci? Devi essere forte per contrastare LUI, noi dobbiamo essere forti, ma tu devi aiutarmi..”

Ron l’aveva abbracciato, sempre senza spostarsi da quella posizione, pensava che Peter l’avrebbe scrollato, spinto via e sbottato ancora perché lo riteneva debole, ma con sua grande sorpresa, mosse in su il capo come ad annuire e ricambiò piano l’abbraccio.

“Sì…sì…” mormorò solo il biondo.
 
Poco lontano, Charlie osservava la scena, intenerito.

“Ehhh, presto qui in famiglia avremo un’altra coppia, eh sì.” Sospirò sorridendo.
 

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Capitolo 9
*** Peter e i due gattini ***


Ron, Peter e Charlie erano dentro a un supermercato a comprare dei dolci, quando all’improvviso Peter sentì un miagolio.
Curioso e visto che Ron e Charlie non erano nelle vicinanze ma curiosavano tra i dolci, decise di dare un’occhiata. Non sia mai che il micio fosse in pericolo.

“Miao..”

Eccolo lì di nuovo il miagolio, ma da dove veniva?
Poi alzò la testa.

Oh..

Un albero.

Lassù. Un micetto dal pelo bianco era appollaiato su un albero.

“Come hai fatto a salirci su, palla di pelo? Beh, allo stesso modo in cui hai fatto, scenderai..” Disse.
“Miaooo..”

Peter cominciò a trovare quella situazione un po' inquietante e che lo metteva anche un po' a disagio, decise di rientrare, lasciando il gatto da solo. Prima o poi sarebbe sceso, era un felino in fondo!

Fece per entrare al supermercato, ma una piccola goccia di pioggia gli bagnò la testa.
 
 
 


*

Charlie era arrivato ormai alla cassa. Il maggiore stava per pagare le ultime cose, richiamando il fratello, ancora perso a cercare l’amico.

“Non lo trovo, Charlie! “ disse Ron.

“Sei sicuro che non sia uscito?” chiese il fratello.

“Vale la pena tentare.” Disse il rosso che come ogni volta che Peter si allontanava, si trovò a essere sempre più agitato.

“Ron, cerca di calmarti, era con noi, non può essere andato lontano..” cercava di rincuorarlo il fratello, spingendo il carrello.

Peeeeeeete!” gridava Ron.
Poi lo vide.

Arrampicato quasi fino alla cima all’albero davanti a loro e impallidì.

“Peter!! Che diavolo fai??”

“Schhhh. Spaventi il gattino.” Disse Peter, indicando in alto.
 
Ron e Charlie si misero a guardare in cima all’albero . Il gattino li guardava con sguardo curioso, acciambellato su sé stesso. Era davvero minuscolo.


“Pete, scendi giù! Prenderò io il gatto con un incantesimo di appello.” Disse Ron, ma Charlie lo bloccò.
“Non farai niente del genere, Ron.”
“Cosa??”

“Non farai una magia evidente in una città piena di babbani, vuoi il ministero che venga a prenderti sotto casa? Perché io no. Inoltre non è prudente eseguire incantesimi su persone viventi o animali, mentre piove. Dovresti saperlo.”

In effetti stava venendo giù un bell’acquazzone.
 
“Peter! Per favore, vieni giù! Lascia perdere! Il gatto!”

“Non ho intenzione di lasciarlo lì, Ron. Me l’hai detto tu. Se mi lascio terrorizzare da un gattino, che speranze posso avere con…LUI?”

Ron chiuse gli occhi, era vero, era stato proprio lui a dirglielo.

“Ron, abbi fiducia nel tuo amico.” Disse Charlie, sorridendogli e prendendogli la mano.

Ron fece un debole sorriso di rimando. Guardò Pete, con i capelli bagnati e appiccicati alla fronte, era ancora più carino.
 
Alzarono lo sguardo e videro che Peter si stava avvicinando sempre di più tendendo la mano, Ron si copriva la bocca con la mano, pronto e scattante, Charlie lo sapeva, a fare subito un incantesimo se Peter fosse caduto perdendo l’equilibrio, ma…

Con un sonoro miagolio dal gattino che non voleva esser preso, Peter riuscì finalmente a prendere il gatto.
Poi molto piano, scese ed entrambi furono a terra.
Peter diede il gattino a Charlie che lo tenne in braccio, appena lo fece, Ron si precipitò ad abbracciarlo.

“Oddio, sono così orgoglioso di te!!”

Era la prima volta che glielo diceva e Peter si sentiva assurdamente commosso.

Ricambiò la presa, più forte, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

“Miaooo..”
I ragazzi si voltarono basiti.

Un altro gattino, questa volta nero, miagolava.
“Vado anc..”
Ma stavolta Ron lo fermò.

“Tu hai fatto la tua parte, permettimi ora di fare io, la mia.”
 
Peter rimase allibito nel vedere che era stato Ron a parlare.
“Ma..che cosa stai dicendo..”

“Non sei il solo ad avere un conto in sospeso con loro.” ammiccò Ron.
Charlie cercò di mettersi in mezzo.

“Ron,sei mio fratello e a dire la verità sono stato preoccupato anche quando l’ha fatto Peter, lascia che vada io stavolta.”

“No, Charlie. Devo farlo io.
“Ron..” disse Peter.

“Non sei l’unico che ha un conto in sospeso con queste bestie, ricordi Grattastinchi?”
Peter sgranò gli occhi.
Ron si avvicinò a lui e gli alzò di poco il mento.
“Permettimi di riconciliarmi anche io con loro.”

Peter rimase un attimo ipnotizzato senza rispondere. L’attimo dopo, Ron si stava già arrampicando.
 
Questa volta il micio nero era un po' più birichino. Continuava a scappare per non farsi prendere, quando alla fine Ron riuscì  a riappacchiarlo.


“Non capirò mai come fa Hermione a trovare così affascinanti queste pesti.” Borbottò, preparandosi a scendere adagio con il micio che, si era miracolosamente tranquillizzato. Evidentemente doveva aver capito che quello che faceva, lo faceva per lui.
 
Peter assistè alla discesa di Ron, con ansia fremente, pronto a fare qualcosa immediatamente se fosse caduto, anche se Ron aveva comunque la bacchetta nella tasca!

Chalie era apprensivo allo stesso modo.
 
Ma non avrebbero dovuto preoccuparsi. Infatti anche il rosso, tornò giù sano e salvo e tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Ron venne subito sommerso dall’abbraccio di Peter, che quasi lo stritolò.
“Asp-aspetta..” disse Ron sorridendo, dando anche il secondo gattino a Charlie.


Charlie si preoccupò di portare i gattini in macchina per timore che scappassero di nuovo, andando chissà dove, Ron e Peter rimasero indietro, bagnati e con i vestiti ormai appiccicati alla pelle, stretti in un abbraccio avvolgente, come due amanti.

“Sono tanto orgoglioso di te, lo sai?” gli domandò Ron, passando una mano a spettinargli la frangia.
Peter sorrise in maniera adorabile.
“Ce l’ho fatto, hai visto ron?? Ce l’ho fatta! Finalmente ho…”

“Pete? Cosa..PETE!!” gridò, vedendolo accasciarsi tra le sue braccia.
 
“Ehi!! Cosa sta succedendo??” chiese Charlie, venendo fuori dalla macchina.

“è Pete!! Lui..è svenuto…” disse Ron, terrorizzato, sostenendolo.

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Capitolo 10
*** Quasi coetanei ***


Peter si trovava in un lettino d’ospedale magico (Nb: ho immaginato che il San Mungo avesse diverse succursali in giro per il mondo ) con il braccio proteso  all’infuori del letto e lo sguardo triste, mentre guardava  la flebo attaccata a lui.

“Ehi, è solo nutrimento. Hai bisogno di rimetterti in forze.” Disse Ron, stringendogli la mano.
“Ron…dimmi la verità..sto per morire?”

Ron lo guardò straziato, per poi stringergli la mano più forte.
“Non stai per morire, sciocchino..”

“Ti credo..” disse Peter, riflettendosi negli occhi chiari del suo amico. “So che sei sempre sincero..e percepisco la tua sincerità..ma anche la tua preoccupazione..che c’è d’altro? Perché c’è altro, vero?”

Ron strinse le labbra, prima di parlare.

“Hai rischiato molto..” disse, guardandolo, pieno di ansia. “Ricordi quando parlammo del fatto che la maledizione imperius e la trasformazione in animagus a lungo protratta, avesse come creato una specie di laccio magico, che ti impediva di invecchiare?”
“S-sì..” disse Peter, chiedendosi dove l’amico voleva andare a parare.

“Quando la maledizione si è sciolta e la trasformazione ha fatto altrettanto, il laccio si è sciolto..ma la costrizione a cui è stata tenuta il tuo corpo, rilasciandosi ha avuto come un effetto collaterale, pari a quello di un boomerang impazzito. Invece di tornare ad invecchiare normalmente, come di fatto avrebbe dovuto succedere, sembra che il tuo corpo non è riuscito subito a riabituarsi a invecchiare come un organismo dovrebbe fare normalmente, quasi come se avesse dimenticato come si fa.. i tuoi valori sono schizzati alle stelle..e invece di riprendere a invecchiare..il tuo corpo..ha subito l’effetto opposto..”

Peter aveva ascoltato ogni parola con sempre più terrore crescente.

“quindi io sto..sto..ringiovanendo sempre di più?”
In quel momento arrivò Charlie, sorridendo, vedendo i due giovani vicini.

“Siamo riusciti ad arrestare questo pericoloso processo.” Chiarì velocemente Ron, per non allarmare il giovane, a quel punto ci pensò Charlie a completare la spiegazione. “è già tanto che siamo arrivati a questo punto che tu non abbia mai avuto malesseri di alcun tipo, lo svenimento che hai avuto qualche ora fa, deve essere stato un segnale che ti ha mandato il tuo corpo, avvisandoti che stavi subendo un crollo pericoloso e sempre più veloce. Per fortuna i telomeri, che si occupano di stabilire la durata e il processo di invecchiamento di ognuno di noi, non sono danneggiati in maniera irreparabile, ma solo alterati. I liquidi che ti stanno iniettando hanno lo scopo di incoraggiarli a riprendere la loro funzione motoria in senso orario e non antiorario come accaduto fino adesso. Insomma, se fino adesso sono andati indietro, ora andranno avanti. Le medicine aggiuntive, sono per assicurarsi che il processo stavolta sia LENTO, invece che veloce, come è stato finora..”

Una domanda inespressa nel volto di Peter, spinse Ron ad aggiungere:

“Non tornerai ad avere 21 anni…e neanche ti sveglierai e scoprirai da una notte alla mattina, di essere diventato un uomo, sì succederà, prima o poi, ma tra molti anni. Da adesso, sei un normale quindicenne.” Sorrise Ron. “Sei praticamente addirittura più piccolo di me, furbastro. Per curiosità, quando compi gli anni?”
“Il primo aprile.” Biascicò Peter.

Come i gemelli! Festeggeremo insieme il compleanno!” disse Ron, esultando e abbracciandolo per tirarlo su di morale.
Peter aveva una sorta di strana smorfia sul viso, simile a un sorriso storto.
“Che c’è? Non sei contento? Siamo quasi coetanei ora.” Disse Ron.

“Ron, non dovresti esultare in questo modo per una cosa che ha rischiato di uccidere il tuo amico. Un po' di delicatezza!” lo rimproverò Charlie.

Ron avvampò ma questo non gli impedì di rimproverare il maggiore.

“Se io sono poco delicato, anche tu che usi quella parola davanti a lui, lo sei!”

“Abbiamo giurato di essere sinceri con lui e se devo dirti la verità, fratellino, siamo tutti stati degli incoscienti a non aver pensato prima a sottoporre Peter a una visita.”
“Quando l’ha fatta, sembrava stare bene!”
“Certo che stava bene! Ma pensavi che sarebbe bastata una visita dopo quello che ha passato??”
Ron si era alzato furioso.

“Perché mi tratti in questo modo, come se non me ne fregassi niente?? Io ci tengo a lui, chiaro? Non ti permetto di dire il contrario!!”
 
Peter era diventato tutto rosso e si sbrigò a chiudere la bocca, Ron di riflesso era diventato bordeaux ed era uscito velocemente dalla stanza.



Charlie guardò Peter con un sorriso di scuse.

“Perdonami, non avevo il diritto di parlare del vostro rapporto.”

“F-figurati. E poi grazie a te, ho sentito Ron per la prima volta dire quello che..prova per me..è stato..bello..” disse, stringendosi al lenzuolo bianco.

Charlie corrugò la fronte, forse un po’ stranito da quell’affermazione ma non fece domande.

“Quello che mi preoccupa di mio fratello, è che nonostante la sua bontà, a volte non nota le cose che sono sotto al suo stesso naso. Deve imparare a farlo, se, come dice lui stesso, vuole combattere questa battaglia con Voldemort e aiutare Harry a trovare gli horcrux. Non può proteggere sé stesso e i suoi amici se non presta attenzione..”

“Io lo aiuterò in questo. Lo aiuterò a farlo.” Disse Peter sorridendo.
Charlie sorrise e gli scrollò i capelli. “Sei adorabile.”
Peter si strinse tra le spalle.

“Se ti vede Ron toccarmi i capelli, ti farà una sfuriata. L’ultimo che l’ha fatto, qualche giorno fa, si è beccato un – cominciamo a tenere le mani a posto eh – non sopporta che altri mi toccano. È molto protettivo con me.”

Charlie lo guardò e il suo sorriso sembrò quasi malizioso.
“Sì, protettivo..” disse con una nota di scherno. “Il vostro rapporto è davvero tanto stretto, vedo..”

Peter sperò che Charlie non si accorse che era arrossito ancora in maniera indecente.

“Vado a parlare con mio fratello..e a chiedergli scusa per prima.” Sospirò Charlie.






















Note dell'autrice: i telomeri esistono veramente e tanto più lunghi sono, tanto più una persona sembra più giovane, più velocemente si accorciano più una persona invecchia prima xd non è uguale per tutti la cosa, non so da cosa dipende. Voglio specificare perchè ho fatto ringiovanire ulteriormente Peter, la scelta è stata fatta non per il bisogno di avvicinarli di più come età, 21 anni e 17 non è una scelta poi scandalosa, anzi! L'ho fatto perchè semplicemente non riuscivo proprio, per quanto mi sforzassi, a vedere Peter come più grande di Ron! Dal momento in cui ho cominciato a descrivere le loro interazioni, non riuscivo a vederlo come più grande ma mi sembrava ogni volta di più sempre più piccolo e ho addotto questa soluzione. Mi sembra anche realistica, in fondo cosa succede se un corpo smette per troppo tempo di camminare? I muscoli non sono forse atrofizzati dalla lunga immobilità? Ho immaginato che non fosse irrealistico pensare che possa succedere la stessa cosa anche a un corpo che per troppo tempo ha dovuto abituarsi a non invecchiare ^^

La storia avrà ancora solo un capitolo e poi finisce qui, Peter non scompare ma si riunirà insieme a Ron, con Harry e i suoi amici per trovare gli horcrux! Avrei tanto voluto che questa storia fosse più spensierata ma è venuta così xd se notate, ho gettato le basi per una storia d'amore tra i due ma non sfocerà in questa storia, ma nell'altra ^^ 

Grazie a Team che mi aiuta tantissimo con la questione date e quant'altro, avviso anche che molto probabilmente prima di finire la storia scriverò nelle note un promemoria dei compleanni almeno di Ron e Peter xd

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Capitolo 11
*** Ritorno a casa ***


Ron e Peter stavano facendo il viaggio di ritorno, ma a differenza dell’andata, stavolta Charle pensò di accompagnarli al viaggio di ritorno con un elicottero –sì, aveva imparato a guidare quegli aggeggi, anche e soprattutto grazie alla magia – ci teneva ad essere lui ad accompagnarli a casa.
 
Peter era piuttosto assonnato e si era appoggiato a Ron, mentre entrambi erano seduti per terra, in mezzo a una valanga di cuscini rettangolari, soffici e tutti colorati.

“Allora, vi è piaciuto il viaggio? Siete contenti che tornate a casa? Io sono contento di sbarazzarmi di voi.” Ridacchiò Charlie, scherzando.

“Mmm..” mugugnò Peter nel sonno, contrariato.
Ron ridacchiò.
“Se fosse stato per Peter sarebbe rimasto ancora, gli ho ricordato che io ho..abbiamo..delle responsabilità..” disse Ron tutto pomposo.

Peter si strinse di più accoccolandosi al braccio di Ron.
“Non vuoi tornare, Peter?” chiese dolcemente Charlie.

“Credo abbia paura di tornare alla nostra vita, gli ho detto che non deve preoccuparsi, lui sta con me adesso e tutti lo accetteranno, anche Harry, Hermione..tutti..” disse Ron, teneramente, facendogli una dolce carezza.

Gli sembrò che Peter facesse le fusa, poi aprì gli occhi e gli rivelò uno sguardo preoccupato, per poi tornare a richiuderli.

“È stata una bella vacanza.” Disse Ron soddisfatto.






















Note dell'autrice: eccoci qui xd è stata una storia che si è conclusa abbastanza in fretta, grazie al cielo xd ma non per questo più facile da scrivere xd per fortuna avevo più o meno tutti i capitoli in testa ancor prima di pubblicare, altrimenti non so come avrei fatto xd sinceramente sono un pò delusa, pensavo di ricevere maggior sostegno in questa storia, non per forza con le recensioni, ma anche solo facendomi capire che qualcuno questa storia la segue, invece zero spaccato proprio xd a parte Team che ringrazierò sempre perchè mi aiuta sottolineandomi gli errori che faccio e mi recensisce e Lovely che mi recensisce e segue, e Colarose  (Grazie!!) non ho visto altri riscontri. Io capisco che Minus è un personaggio odiato, ma almeno una possibilità alla storia si poteva dare, no? xd vabbè, spero che qualcuno lo faccia in futuro. Scusate lo sfogo!

Per il resto, modificherò qualche capitolo indietro, la questione del compleanno di Ron, perchè mi sono resa conto (sempre grazie a Team) che fa gli anni a marzo xd e non solo, credo non sia credibile che decida di festeggiare da solo con Charlie e Minus e non anche con gli altri, il suo compleanno!
Comunque ecco qui la lista dei compleanni per non confondermi più:

Ron: 1 marzo 1980

Harry: 31 luglio 1980

Hermione: 19 settembre 1979

Draco: 5 giugno 1980

Gemelli: 1 aprile 1978

Peter: 1 aprile 1960 ( in internet c'e scritto solo 1960)
 
Ps ovviamente la mia storia non è ambientata negli anni ottanta/novanta ma nel nostro tempo, quindi immaginate che le date degli anni che vedete li, sono quelle originali ma non quelle della mia storia xd poi scriverò anche quelle modificate xd
Sottolineo che per questioni di trama, i compleanni potrebbero cambiare data nell'altra mia storia, questo è più un promemoria e una curiosità che scrivo per voi, non è detto che siano definitive le date 

sono comunque contenta di aver scritto questa storia e confesso che all'inizio doveva essere più erotica e doveva sfociare anche in una storia d'amore! Non so come ne perchè, ma è cambiata in corsa xd loro avranno comunque davvero una storia ma non in questa, ma in quella che sto ancora scrivendo.

Ciaooo

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