Arthur e Steve / I Figli di Babbo Natale

di LadyDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritratto di Arthur ***
Capitolo 2: *** Nonno Natale racconta. ***
Capitolo 3: *** Un regalo per Steve ***



Capitolo 1
*** Il ritratto di Arthur ***


 

 

I polsi di Arthur stavano cedendo. Quel foglio stava diventando pesante.

 

Era il 24 novembre. Il ventunesimo Babbo Natale era stato sorpreso a lavorare in mezzo alle sue “scartoffie” dagli elfi, armati di pennelli e tele per dipingere. Un elfo in particolare, dai buffi baffi alla francese, lo osservava attento.

 

“Ragazzi, posso esservi utile in qualche modo?” aveva chiesto, con il suo solito, eterno entusiasmo.

 

“Signore” le disse quello che sembrava guidare il gruppo.

 

“Ultimamente abbiamo notato che lei e'..come posso dire..”

 

Arthur lo ascoltava attento, con un grosso, amichevole sorriso stampato sul volto.

 

“..si', Glen?” chiese.

 

“..ehm..invecchiato.” disse, cercando di avere tatto, e fallendovi miseramente.

 

“..” rimase senza parole.

 

Afferro' uno specchio che aveva sepolto tra le sue carabattole e si osservo'.

 

“Voi dite?” chiese, per poi voltarsi verso di loro.

 

Gli elfi alzarono le spalle.

 

“..be', in effetti. Capelli bianchi, barba folta..questa pancetta” disse referendosi alla grande gobba che aveva sotto il petto.

 

Per un attimo sembro' dispiaciuto da quel commento, ma poi penso' che quello era l'aspetto che aveva tanto ammirato da giovane in suo padre, e che da quando era lui Babbo aveva tanto desiderato raggiungere.

 

“Sembro proprio un Babbo Natale!” disse infine soddisfatto.

 

“Appunto per questo, Signore. Abbiamo portato il vostro ritrattista ufficiale.

 

Ormai pensavamo fosse ora che anche voi abbiate la vostra “fetta di gloria” appesa al muro”

 

Arthur osservo' il piccolo elfo dai famosi baffi arrtondati, e si mise a pensare.

 

“..il mio ritratto..” penso'. Non aveva mai pensato al suo ritratto in tanti anni.

In fondo quello, da un punto di vista puramente veniale, era il maggior riconoscimento per un Babbo Natale.

 

Anni e anni di carriera, fatiche e stress per poi ottenere una folta barba color cotone ed un aspetto da adorabile nonnino, e posare per quel dannato quadro, che sarebbe rimasto nell’eternita’ dei posteri.

 

Perche’ chiaramente un ragazzo dal ciuffo castano e il fisico di un agile sollevatore di ipotesi, non dava proprio l’idea di Babbo Natale.

 

Massi’, perche’ no. Uno sfizietto poteva concederselo.

Un po’ di vanita’ non avrebbe nuociuto a nessuno.

 

“Bene, allora! Dove volete che posi questo top model un po’ attempato?” chiese, con la sua solita allegria, alzandosi in piedi.

 

“Qui, Signore. Si risieda pure” disse l’artista.

 

“ Trovo che il suo ambiente di lavoro durante tutto l’anno sia quello che piu’ la caratterizzerebbe”

 

Arthur si risedette obbediente.

 

“Prego, si volti verso la scrivania, afferri una lettera e sorrida verso di me”

 

“Hai gia’ pensato proprio a tutto, eh? Ottimo lavoro!” gli disse, facendo quello che doveva fare, un po’ goffamente.

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Capitolo 2
*** Nonno Natale racconta. ***


Arthur era immobile da quasi mezz’ora, e i polsi gli facevano davvero male.

 

Pensava che quella seduta servisse solo a buttare giu’ uno schizzo, e invece sembrava che ci sarebbe voluto un bel po’.

 

Per distrarsi dal fastidio fisico, penso’ a quando da piccolo suo nonno gli raccontava i retroscena di quei dipinti cosi’ polverosi ed affascinanti.

 

Vedi, Arthur” disse il suo arzillo nonnino, che alla tenera eta’ di 111 anni ancora non portava il bastone, trascinandogli la mano.

 

Questo e’ San Nicola, Babbo Primo. Portava il cibo ai bambini poveri del suo tempo.

 

Quella volta ancora non c’erano i bei giocattoli che hai tu, sai.

L’unico desiderio di un pargolo era vedere i suoi genitori e i suoi fratelli con qualcosa tra i denti, almeno una volta al giorno”

 

Arthur guardava ammirato quel dipinto cosi’ antico. San Nicola era stato il primo di loro.

 

E questo, Arthur, e’ Babbo Undicesimo. Visse nel tardo Medioevo.

 

Il Medioevo e’ stato un periodo crudele della storia, e

Babbo Natale fu uno dei pochi bagliori di gioia che ebbe la gente di quel tempo.

 

Portava medicine agli ammalati, e pensa che quando lui ando’ in pensione,

l’America fu scoperta. Fu il Babbo piu’ generoso di tutti, infatti per qualche anno

andammo in rosso”

 

Arthur era sempre piu’ meravigliato.

 

Babbo Tredicesimo fu in carica in un periodo prezioso per la scienza.

Galielo Galilei proponeva il metodo scientifico ed e’ a lui che dobbiamo il boom di richieste di cannocchiali nelle lettere dei bambini negli anni seguenti”

Babbo Quindicesimo vide la lunghissima costruzione della Reggia di Versailles.

Stava per andare in pensione quando quella baracca fu aperta.

 

Proponeva di crearne dei modellini da costruzione”

 

Babbo Diciasettesimo e’ il mio preferito. Io l’ho conosciuto, sissignore!

Il padre di mio padre. Fu lui a costruire la famosa slitta di Babbo Natale.

 

Dicono che sia stato visto, ma sospetto che questa sia una diceria di tuo fratello per screditare i metodi di consegna dei regali all’antica!”

 

E questo sono io, sissignore!

Ho fatto il Babbo nei tempi della prima grande guerra, e anche per un pezzo della seconda, sai?”

 

E questo e’ il tuo papa’, Arthur. Che ne pensi, tuo padre e’ bravo?” chiese il nonno con sguardo dubbioso.

 

Altroche’, il migliore di tutti!” affermo’, rapito dal sorriso buono e gentile del suo papa’.

 

Nonno Natale non era molto convinto di questo, negli ultimi anni. Tutto il lavoro lo faceva Robot Tommy con la sua S/1 e lui aveva cominciato ad oziare prima del tempo.

 

Ma come contraddire l’ammirazione di un bambino per il suo vecchio?

 

Era stato piccolo anche lui, e Malcom dopo di lui.

 

E nei suoi occhi c’era la stessa gioia sognante di lui quando aveva la sua eta’.

 

A volte si dimenticava che a diventare Babbo non sarebbe stato Arthur..

 

Steve!” chiamo’ Arthur, accorgendosi del fratello maggiore.

 

Non ora, Arthur..non lo sai che e’ la Vigilia? Il nonno non ti ha spiegato anche questo insieme alle sue vecchie storie da museo?” disse un ringiovanito Steve, con tono snob.

 

Non aveva la barba, ed i capelli eranno castani e cortissimi.

 

Portava una maglietta azzurra con un uno davanti, e aveva dei documenti in mano.

 

Storie da museo! Sarai Babbo Natale e non sai nemmeno meta’ di quello che ho appena spiegato a tuo fratello in pochi minuti”

 

Smettila di guardare al passato, Nonno Natale. Quei quadri stanno li’ solo per decorazione.

A nessuno interessano le storie che ci stanno dietro, o il vero nome di queste persone.

 

A me interessa solo averne uno” disse, con un ghigno sul volto.

 

Nonno Natale prese a rincorrere il nipote per presentargli le sue ulteriori obiezioni, ma Arthur rimase a fissare la parete vuota dopo il ritratto del suo papa’, e si immagino’ Steve con barba e vestito rosso.

 

Era un bambino fantasioso, eppure non gli riusci’ proprio di immaginare suo fratello in veste convincente di Babbo Natale. Poco importava. Lo avrebbe visto entro qualche decina d’anni.

 

Chissa’ quanto ci teneva!

 

 

 

La missione era completata.

 

Era mattina all’alba e tutta la famiglia era riunita intorno al tavolo.

 

Steve stava battendo a macchina la sua lettera di ringraziamento, che poi avrebbe fotocopiato in larga serie, per tutti i dipendenti. Dei “sentiti” auguri. Freddi e prestampati.

 

Steve, perche’ non fai una foto con tuo fratello?” chiese Margaret, la loro mamma.

 

..Eh?” chiese lui, lasciando scorgere gli occhi sotto la veletta verde del capellino da contabile.

 

Oh, per tutti..mamma, io sto lavorando..Oddio..”

 

Ormai il piccolo era alla sua sinistra, e gli stava sorridendo amichevole.

 

Non poteva dirgli di no il giorno di Natale.

 

Steve sbuffo’ e si tolse il cappellino.

 

Hai avuto proprio una bella idea, Margaret” disse Malcom, che prese la macchina per fare loro una foto.

 

Eccoli qui, sorridete” disse, tra un OH OH e l’altro.

 

..Stammi dietro” mormoro’ il maggiore al minore, che non intui’ appieno il senso della frase.

 

Appena scattata la foto, Steve si volto’ verso di lui, con uno sguardo un po’ di sfida.

 

Ma il bambino non coglieva.

 

Steve torno’ al suo lavoro, rimettendosi il cappello.

 

Umpf!” emise Nonno Natale, guardando Steve. Lui aveva colto molto, invece.

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Capitolo 3
*** Un regalo per Steve ***


Ora anche Arthur capi’ il senso di quello sguardo e di quelle parole.

 

Ne rimase un po’ ferito, e si senti’ uno stupido a non averlo capito prima, in tanti anni.

 

Comunque, non era arrabbiato con Steve. Alla fine aveva capito quale fosse il compito piu’ adatto a lui e aveva rinunciato alla sua tanto agognata ‘promozione’, che pero’ non voleva veramente.

 

Parlando sinceramente, Steve non sarebbe stato un bravo Babbo.

Ed infatti se ne era accorto anche lui.

 

In compenso, come Esecutivo della S/1 era perfetto. Brillante. Abile. Talentuoso.

E appassionato in quello che faceva.

 

Un aiuto indispensabile.

 

E per questo gli era riconoscente ogni giorno.

 

 

E tra il dolore delle mani che quasi gli cadevano, e quei pensieri un po’ dolci e un po’ amari,

Arthur sapeva bene come fare a dimostrargli la sua gratitudine.

 

 

 

“Chiudi gli occhi, Steve” ridacchio’ Arthur coprendogli la vista con le mani.

 

“Andiamo, Arthur. Non ho tempo, e’ la Vigil..”

 

“TA DAAA!” esordi’, alzando le mani al cielo.

 

Steve non capi’.

 

“Che cosa ci sarebbe di diverso? Sono i soliti vecchi dipinti di..”

 

La sua voce si spezzo’.

 

No. Non solo i soliti e vecchi dipinti.

 

Il maggiore si avvicino’ alla parete per ammirare il ritratto di suo fratello.

 

Con un sorriso bonario sul volto, quella folta barba bianca, i capelli spettinati, le guance, il naso e il vestito rossi, la lettera di un bambino tra le mani e la sua scrivania.

Si’, sembrava proprio Babbo Natale.

 

Una nota di amarezza punse il suo sguardo.

 

Era un triste rimorso, misto alla consapevolezza di una scelta giusta ma sofferta.

 

Era indubbio che era Arthur a dover stare li’.

 

Ma alla fine, di lui, chi si sarebbe ricordato?

 

Tutti avrebbero raccontato le vecchie storie di Babbo Ventunensimo, ma chi avrebbe raccontato del suo indispensabile (inutile raccontare frottole, senza di lui non andava da nessuna parte) vice?

 

L’esecutivo. Colui senza il quale la festa non parte.

 

E per un momento desidero’ apparire nelle storie di un nonnino acciacato e rustico

com’era stato Nonno Natale.

 

Non come protagonista, e nemmeno come personaggio importante.

Una comparsa. Un accenno. Steve c’e’ stato.

 

“Ragazzi” chiamo’ Arthur, che si era ben accorto della sua reazione, e gia’ pregustava quella alla sorpresa.

 

“E’ il momento”

 

Fu allora che spalancarono la porta tre elfi, di cui due con due strani oggetti piatti e rettangolari sottobraccio, uno piu’ grande dell’altro.

 

Il primo elfo fece il segno del saluto militare.

 

Indietreggio’ per lasciare spazio agli altri due. Uno appese una grande targhetta sotto il dipinto di Arthur, e l’altro un quadretto piu’ piccolo.

 

Steve era rimasto senza parole, e una lacrima gli scese sulla guancia.

 

 

Guardo’ il fratello e gli sorrise. Allargo’ le braccia.

 

“Vieni qui” mormoro’ a voce rotta

 

“Ti voglio bene, Arthur”

 

 

Il fratello lo abbraccio’ quasi saltandogli addosso.

 

Diede un’occhiata al quadretto e alla didascalia.

 

Era Steve, in giacca e cravatta, con i suoi moderni occhiali da impiegato all’ultima moda.

 

Taglio moderno, barba curatissima. Un po’ invecchiato, certo.

 

Ma ancora un gran bel ragazzone.

 

 

La didascalia diceva appunto “Primo Esecutivo della S/1. Steven Christmas, 2011-”

 

 

Che titolo freddo, direte.

 

Insomma, non stiamo mica parlando di Babbo Natale, no?

 

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