Nei tuoi occhi c'ero già - Frammenti di futuro

di Rohhh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Ciao a tutte!
Questa one shot e quella che pubblicherò domani, riguardano la mia prima storia "Nei tuoi occhi c'ero già" alla quale sono molto legata e che è stata seguita da più di 100 lettrici, un traguardo che per altri non sarà niente di che ma che per me ha rappresentato molto.
Per chi stesse seguendo la mia seconda storia e si stesse chiedendo come mai i personaggi hanno gli stessi nomi, invito a leggere le informazioni sul mio proflo di EFP, dove spiego le ragione di questa follia ( non mi giudicate, per favore XD)
Detto questo, ero in vacanza a casa mia e ho trovato delle bozze su una one shot che avevo pensato di scrivere ma che poi era stata completamente dimenticata ed ho come sentito di doverla riprendere e completare perchè, in un certo senso, volevo ritrovare i miei vecchi personaggi e volevo chiudere alcune piccole questioni in sospeso. So che è passato un sacco di tempo ma spero che possiate prenderlo come un piccolo regalo per coloro che ancora ricordano la storia e che avranno piacere a ritrovare i personaggi e a scoprire come la loro vita è andata avanti, per sognare un altro po'.
Vi ringrazio come sempre e vi lascio alla lettura! La seconda parte è quasi terminata, spero domani di pubblicarla!
Un abbraccio!



Nei tuoi occhi c’ero già – Frammenti di futuro, parte 1
 
»Aspetta! Ti aiuto!» esclama Ashley dalla cima delle scale, precipitandosi a soccorrere il suo fidanzato, alle prese con uno scatolone così grande che di lui riesce a intravedere solo qualche ciuffo dei suoi capelli biondi, che sbucano scompigliati dietro i bordi di cartone accuratamente incerottati.
«Non ce n’è bisogno, amore! Ce la faccio, tranquilla!» risponde una voce ovattata al di là di quel pacco voluminoso, il suo tono è calmo e controllato ma Ashley fa comunque una smorfia di rassegnazione e sospira, lasciando che un sorriso le colori il volto.
Matt non cambierà mai, ha 26 anni passati adesso ma rimane il solito ragazzo testardo e determinato di sempre, quello che si farebbe in quattro per gli altri ma che si ostina a non chiedere aiuto quando è lui ad averne bisogno, per non essere di peso, per non creare problemi o dare preoccupazioni, a volte semplicemente per non mostrarsi debole e vulnerabile.
Lo conosce ormai quasi a memoria dopo quattro anni trascorsi insieme in mezzo a mille difficoltà.
Vicini, lontani, comunque sempre uniti.
Ma lei lo ama ancora come quel lontano giorno in cui le labbra di Matt sulle sue le provocarono un battito diverso nel cuore, informandola che difficilmente avrebbe potuto cancellare quel nome dalla sua vita, perciò con lei è inutile fingere o trovare delle scuse, tanto lo smaschererà comunque.
«Smettila di dire scemenze e fatti aiutare! Questo bestione è pesante pure per te!» obietta senza sentire ragioni, poi afferra lo scatolone da una delle estremità e permette al suo ragazzo di alleggerirsi un po’ e distendere i muscoli.
Traballando nel tentativo di coordinarsi e dando così vita a una scena abbastanza comica e a qualche risata, riescono finalmente nell’impresa e solo quando il pacco giace sul pavimento del corridoio, riescono a tirare un sospiro di sollievo.
«Che diavolo c’era lì dentro? Un carico di pietre?» esclama Ashley affannata, accasciandosi per terra con la schiena contro il muro e passandosi una mano sulla fronte umida.
Il suo ragazzo la imita, si siede accanto a lei non prima di aver tracannato mezzo litro d’acqua per rinfrancarsi dopo quel pomeriggio di fatica.
«Ehi, ti prego di usare un tono più rispettoso! Guarda che si tratta delle mie attrezzature musicali, sono cose preziosissime per me! – ribatte con un finto tono offeso piuttosto buffo su di lui, facendo scoppiare a ridere Ashley e guadagnandosi un pugno sulla spalla – e comunque, consolati…era l’ultimo, adesso abbiamo davvero finito!» dichiara infine, piegando la testa all’indietro e spostandosi i capelli dalla fronte.
«Oh, grazie al cielo! – si lascia andare lei, portando gli occhi al soffitto con enorme sollievo e scivolando ancora di più sul pavimento, rilassata e soddisfatta – Avrei dovuto credere a Phoebe quando mi ha avvertito di non prenderla alla leggera e che traslocare è una delle rotture di scatole più stancanti in assoluto sulla terra!» ammette sconfitta, mentre lega maldestramente i capelli in una coda e prova a farsi aria con le mani sul suo povero collo sudato.
«E perché non l’hai fatto?» chiede Matt un po’ annoiato, probabilmente immagina già la risposta, conoscendo le due sorelle è piuttosto prevedibile.
«Perché è Phoebe, no? Sai che ingigantisce sempre tutto, per lei è una tragedia pure fare quattro piani di scale senza ascensore! Ti ricordo che, quando ha partorito Evan, ha raccontato che è stato come se una forza sovrumana la squarciasse in due da dentro!» precisa Ashley, senza nascondere il suo disappunto.
Vuole un bene dell’anima a sua sorella ma è obiettiva nel riconoscere che il suo livello di sopportazione della fatica è tra i più bassi che abbia mai conosciuto.
«Magari è vero, non puoi mica saperlo! E poi mi hai detto tu stessa di esserti impressionata sentendo le sue urla!» le fa notare Matt tranquillamente, il suo viso è disteso e sereno adesso che ha recuperato le forze ma Ashley odia avere torto, solleva pericolosamente un sopracciglio e si ruota a carponi, infilandosi in mezzo alle sue gambe per guardarlo dritto negli occhi con fare di sfida.
«Stai davvero difendendo Phoebe? - lo minaccia seria, ma Matt sorride con la sua tipica espressione sfacciata e impertinente sul viso e anche Ashley alla fine è costretta ad arrendersi e si lascia scappare una risata – e comunque io ero emotivamente provata quel giorno, tutta quella confusione, l’ospedale, e poi tu non c’eri, non ti vedevo da settimane!» prova a giustificarsi pur di cadere in piedi, cercando di darsi un tono sicuro e fermo ma fallendo miseramente.
«Sù non prendertela! Quello che conta è che è tutto finito e adesso siamo finalmente qui, da soli…io e te» sussurra lui con una dolcezza disarmante, carezzandole una guancia e facendola sciogliere definitivamente.
«Già è vero – mormora la rossa, poi si spinge in avanti, gli stringe le spalle e lo bacia, tremando lievemente quando anche lui le circonda i fianchi e fa aderire i loro corpi, ricambiando il bacio più e più volte ancora, prima che Ashley si scosti lentamente per mettervi fine e riprendere fiato da quella meravigliosa apnea – Io…ancora non ci credo...non lo so, mi sembra una specie di sogno…ho quasi paura di svegliarmi e rendermi conto che tutto questo non esiste!» gli confessa con gli occhi che le brillano di una luce nuova e una leggera incertezza nella voce, mentre si guarda intorno estasiata per poi riportare gli occhi su quelli altrettanto felici e luminosi di Matt.
«Invece è tutto vero, Ashley. Che tu ci creda o meno, da oggi in poi sarai costretta a sopportarmi tutti i santi giorni…anzi, sono sicuro che tra un paio di mesi al massimo ti sarai già pentita di aver pronunciato queste parole, oggi!» scherza lui, facendola esplodere in una risata quasi liberatoria, che si porta via tutti i sacrifici, le lacrime, le attese e gli ostacoli affrontati fino a quel momento per arrivare lì dove erano adesso, seduti per terra dentro una casa non troppo grande o lussuosa, disordinata e spoglia e ancora da ultimare, ma che per loro rappresenta il tesoro più grande.
Era la loro casa, finalmente.
«Spero non accadrà mai, Matt…ti amo così tanto!» dichiara con un filo di voce, le loro fronti ancora unite e gli occhi negli occhi, splendenti, un po’ lucidi, forse anche un pizzico intimoriti per quella nuova avventura che sta per iniziare.
«Ti amo anche io, Ashley» risponde lui, si saranno ripetuti quelle parole ormai tante volte durante quei quattro anni anche se, in realtà, non sono mai stati tipi sdolcinati da dirselo troppo spesso, ma ogni volta che succede non perde mai l’intensità del primo momento e racchiude la sincerità del loro amore.
Si baciano di nuovo, con ancora più consapevolezza e trasporto adesso che hanno realizzato appieno il cambiamento che li sta travolgendo e che hanno desiderato con forza per tanto tempo.
È passato poco più di un anno da quando Matt ha chiesto ad Ashley di andare a vivere con lui non appena lei avesse completato gli studi e, da quel momento, i mesi erano scivolati via più velocemente di quanto si aspettassero.
L’estate era arrivata in fretta e con lei la laurea di Ashley, poi in autunno Matt aveva trovato un buon lavoro in un’azienda che si occupava di costruzione e progettazione di strumenti musicali e aveva cominciato a mettere da parte dei soldi per andare a stare da solo e così era successo in pieno inverno.
Aveva trovato un monolocale in affitto, all’inizio, piccolo ma pur sempre meglio di niente e soprattutto era sufficiente a  dargli l’indipendenza che aveva sempre voluto.
Ashley nel frattempo aveva seguito dei corsi per specializzarsi e lo aveva raggiunto sempre più spesso durante i mesi successivi, approfittandone per lasciare i suoi curriculum negli studi di architettura più conosciuti della città, nella speranza di poter iniziare anche un semplice tirocinio in uno di essi.
Alla fine la chiamata tanto attesa era arrivata e Matt non se ne era sorpreso più di tanto, visto il brillante percorso di studi della sua fidanzata.
Adesso Maggio era appena iniziato e con lui la loro nuova vita insieme.
Si guardano intorno appagati.
Quelle mura, le stanze ancora mezze vuote, i pochi mobili accampati qua e là in disordine, gli scatoloni sparsi ovunque come un tappeto e loro due sfiniti e abbracciati per terra, pronti per cominciare quella convivenza tanto sognata.
Con l’aiuto fondamentale delle loro famiglie, che li avevano supportati economicamente e moralmente, erano riusciti a prendere quella casa, visto che il monolocale di Matt non sarebbe bastato per entrambi, ed Ashley tra pochi giorni avrebbe cominciato a lavorare, realizzando un altro suo grande sogno.
Un sorriso la coglie nel ricordare le vicende che li hanno portati lì, il panico sulla faccia di suo padre quando gli avevano comunicato che sarebbero andati a vivere insieme, le sue perplessità sul fatto che fossero troppo giovani e nell’immaginare la sua bambina ormai adulta, pronta a condividere la vita con il suo amore, la gioia di Monica e i suoi tentativi estenuanti di farglielo accettare, le minacce di Nancy di lasciarli in pace e la sua espressione orgogliosa e commossa quando Ashley le aveva comunicato di aver trovato lavoro anche se questo avrebbe significato averla lontana da casa, persino le battute di Nathan sul fatto che la convivenza equivaleva più o meno al carcere e che se ne sarebbero pentiti, dette comunque da chi, ai tempi, aveva sacrificato la sua vita avventurosa e libera per stare al fianco della donna che amava.
Si erano stretti tutti attorno a loro, quella grande famiglia allargata un po’ stramba che Ashley aveva fatto fatica ad accettare anni prima ma che adesso era la sua forza più grande e della quale non poteva più fare a meno. Ognuno con le proprie diversità ma tutti pronti a esserci nel momento del bisogno, dando loro l’aiuto e il sostegno di cui avevano bisogno.
Perché erano consapevoli che, senza il loro supporto, la strada sarebbe stata ancora più ardua e in salita e per questo sarebbero stati grati per l’eternità e non avrebbero mai smesso di ritenersi fortunati per le persone meravigliose che li circondavano.
Per un attimo la sua espressione gioiosa scompare e gli occhi le diventano lucidi.
Matt si accorge ben presto di quel cambio di espressione e contrae la fronte, racchiudendole il viso con le mani.
«Ehi, va tutto bene?» le chiede sottovoce, preoccupato.
Ashley lo rassicura, scuote energicamente la testa. «Sì, non potrebbe andare meglio…stavo solo pensando…beh, alla mia vecchia casa, agli occhi lucidi di mia madre nel salutarmi…e poi, July ha persino pianto e lei non lo fai mai di solito…per non parlare di Phoebe che mi ha minacciato di farmela pagare se oso perdermi anche solo un compleanno di Evan! – gli spiega lei, con la voce rotta da un nodo alla gola e una lacrima dispettosa che le scivola giù lungo la guancia – Mi mancheranno tutti…mi mancheranno così tanto» ammette, stringendo ancora di più le braccia attorno al collo del suo ragazzo.
«Ashley, quella sarà sempre la tua casa, non lo dimenticare mai! Non stai cancellando tutto, stai solo aprendo un nuovo capitolo della tua vita. Sappiamo benissimo che i cambiamenti spesso fanno anche male ma…portano anche tante novità stupende. E poi io sono qui con te, superiamo tutto insieme e se ti prenderà la nostalgia, puoi sempre tornare a casa tua, potrai farlo ogni fine settimana se vuoi!» la incoraggia, dandole tutto il suo sostegno e sorridendo quando la vede annuire decisa e asciugarsi le lacrime.
«Grazie di tutto, Matt » sussurra, poi gli sfiora le labbra con un bacio delicato.
«Beh, il momento strappalacrime l’abbiamo passato! Siamo a buon punto, direi, adesso dobbiamo solo svuotare tutti gli scatoloni, sistemare i mobili e…» comincia ad elencare il biondo ma Ashley, con un improvviso slancio, lo interrompe prontamente.
«Non oggi, però…sono esausta! Abbiamo il bagno, la cucina, un tavolo su cui mangiare e un letto! Per adesso non ci serve altro, il resto lo faremo piano piano. Ora ho solo voglia di farmi una bella doccia e riposarmi!» afferma convinta e Matt non può che concordare.
Per quel giorno hanno lavorato abbastanza, hanno tutta la vita per completare e nessuna fretta, ormai.
«Hai ragione e poi, ora che ci penso, dobbiamo ancora inaugurare il nostro nuovo letto…e finalmente non ci sarà bisogno di chiudersi a chiave, o stare attenti ai rumori, o avere paura di uscire dalla stanza mezzi nudi…finalmente siamo da soli» le sussurra malizioso all’orecchio, provocandole dei brividi lungo la schiena e accendendola di desiderio, poi le scioglie i capelli che le ricadono morbidi sulle spalle.
Non ci aveva ancora pensato ma quella sarà la loro prima volta come una coppia vera, nella loro casa, in compagnia solo dell’ intimità che hanno sempre sognato e senza l’ansia di doversi salutare il giorno dopo per poi rivedersi chissà quando.
«Questa prospettiva è molto allettante – gli soffia sul collo con fare sensuale, facendolo sospirare mentre Matt le insinua una mano sotto la maglietta e le carezza i fianchi e la schiena – anzi, che ne dici di farmi compagnia sotto la doccia?» lo provoca, ottenendo esattamente ciò che voleva.
Matt la prende in braccio, ridendo si dirigono in bagno, si spogliano a vicenda, la primavera è ormai arrivata da un pezzo e, nonostante l’aria non ancora calda quanto quella estiva, l’atmosfera si è fatta più che bollente.
L’acqua tiepida li accarezza languidamente, un leggero vapore rende il mondo attorno a loro sfumato e quasi irreale, si toccano dolcemente, conoscono ormai ogni centimetro dei rispettivi corpi, non hanno segreti, non ci sono barriere a dividerli, li accompagna solo il rumore dell’acqua e dei loro gemiti sempre più frequenti e intensi.
Pensavano di stuzzicarsi lì e poi passare alla stanza da letto ma la voglia è troppa e la gioia di sentirsi liberi e senza alcuna preoccupazione li prende alla sprovvista, non possono fare altro che assecondarla, lasciarsi andare con naturalezza, senza pensare, senza rimandare. È un po’ scomodo ma in qualche modo trovano la posizione giusta, le gambe di Ashley si attorcigliano ai fianchi di Matt, lui le circonda la schiena, usano la parete della doccia come appoggio ed è tutto perfetto, soprattutto perché improvviso, non programmato.
I baci si alternano ai sospiri, le gocce d’acqua scorrono come fiumi tra le loro labbra e lungo le curve dei loro corpi, stretti e presi da quel ritmo inarrestabile. In un momento di lucidità decidono di spostarsi in camera da letto, non importa se sono tutti bagnati e combineranno un macello, non c’è nessuno a cui dovranno dare spiegazioni, nessuno che li rimprovererà per aver rovinato le lenzuola e nessun imbarazzo per il timore di essere scoperti o sentiti e quella libertà fa crescere la loro euforia.
Hanno i capelli gocciolanti, rischiano di prendersi un accidente ma non gliene frega nulla, si distendono sul materasso morbido, riprendono da dove hanno iniziato, ridono, giocano, non c’è mai stata tanta felicità e spensieratezza nell’amore che hanno fatto finora, sembra non finire mai, lo prolungano in ogni modo, finchè Ashley sente che non può più trattenersi, si aggrappa alla sua schiena con le unghie fin quasi a lasciare il segno e si abbandona al piacere e così fa lui, dopo alcune spinte più intense.
Si danno un ultimo bacio prima di guardarsi e sorridere.
«Beh, come prima volta nella nostra nuova casa direi che non è stata male!» commenta lui, voltandosi a guardarla, ancora con un leggero fiatone.
«È  stata favolosa!» aggiunge Ashley con la voce ancora colorata dalle sensazioni appena provate, è serena e sente che in quel momento non desidererebbe nient’altro, va tutto bene, ha una famiglia splendida, un lavoro e un compagno meraviglioso e quella perfezione le fa quasi paura.
«Mi sa che ora ci tocca sistemare questo casino, però» precisa Matt, non vuole fare il rompiscatole e, anzi, la sua osservazione in qualche modo rincuora Ashley.
Non è tutto perfetto, ci saranno le responsabilità, i lavori in casa, le bollette da pagare e tante altre preoccupazioni ma dover condividere ogni problema con lui la fa stare bene.
Sa che arriveranno le discussioni e i litigi, come è normale che sia in ogni coppia, soprattutto quando si trascorre insieme ogni singolo giorno, ma la prospettiva non le mette paura, solo una sana e positiva agitazione.
«Già…e poi adesso ho una fame terribile. Dopo un pomeriggio a fare sforzi il mio stomaco si sta ribellando!» aggiunge, passandosi una mano sulla pancia, poi raccoglie i capelli bagnati su un lato e recupera dei vestiti puliti dall’armadio.
Matt la segue, stiracchia le braccia stanche e si avvolge in un asciugamano.
«Stasera direi che ordiniamo una pizza, sei d’accordo? Per sgobbare davanti ai fornelli abbiamo tempo!» le propone lui ed Ashley non ha nulla di ridire, solo un’osservazione per il futuro.
«Ah, e comunque per lavare i piatti si farà a turno!» pensa bene di mettere in chiaro, guadagnandosi un’occhiata perplessa dal biondo che però poi sorride.
«Ma non era tutto rose e fiori poco fa? Non so, vuoi già stabilire chi userà per primo il bagno la mattina?» la stuzzica, incrociando le braccia al petto e poggiandosi alla parete mentre la fissa con i suoi occhi azzurri e tentatori.
Ashley lo guarda, così bello, e si innamora di lui come fosse la prima volta che ha incontrato il suo sguardo nella cucina della casa al mare di suo padre.
«Dobbiamo pensare anche alle cose concrete, non è solo una favola, non l’hai detto anche tu? Anzi, è meglio di una favola, è la nostra realtà, e io comincio ad organizzarmi, se permetti! E adesso vestiti e aiutami con questo disastro!» gli ordina bonariamente, osservando il lago che hanno creato in giro per dare sfogo alla loro passione.
La vita insieme non poteva iniziare in modo migliore, tutto sommato.
 
 
 
Ashley richiude la porta del bagno e si accascia sul letto, stremata dopo una giornata di lavoro.
Per fortuna è venerdì, domani potrà rimanere a dormire qualche ora in più e sperare di non sentirsi uno straccio malmesso come in quell’istante.
Lei e Matt vivono insieme da un anno e mezzo ormai e da qualche mese Ashley ha avuto una promozione a lavoro, i suoi progetti sono piaciuti molto e comincia ad avere clienti propri e grandi soddisfazioni in più.
L’altro lato della medaglia è che il carico di lavoro è aumentato e lei lo aggrava maggiormente, cercando di essere puntigliosa e rapida fino allo sfinimento per non deludere le aspettative e soddisfare le richieste dei clienti nel più breve tempo possibile. Spesso si porta il lavoro a casa e rimane sveglia fino a tardi per completarlo, sebbene Matt stia cercando di farle passare quest’abitudine.
Non vuole che diventi come sua madre e che faccia i suoi stessi errori, vivendo per il lavoro e trascurando il resto, così cercano sempre di ritagliarsi dei momenti solo per loro due e di andare a fare visita alle famiglie con molta frequenza.
Phoebe ha avuto un altro bambino da cinque mesi, un fratellino per Evan di nome Daniel, che stavolta è la sua esatta fotocopia.
Ashley ha persino preso delle ferie appositamente per trascorrere del tempo con loro, mentre Matt ne ha approfittato per stare un po’ con sua madre e con i vecchi amici della band. Da quando lavora non li vede più tanto spesso e appena può cerca di recuperare.
Sospirando, apre svogliatamente un cassetto, si sbottona la camicetta e indossa una maglietta larga a maniche corte. È Ottobre ma lei ha un caldo assurdo e lo stress da un paio di giorni le provoca una forte nausea che sembra non volerle passare.
Forse ha davvero bisogno di una pausa e si ripromette di non affaticare il suo fisico e trascorrere il weekend a casa, in pantofole e senza la minima intenzione di fare nulla.
Dovevano fare visita a Monica e suo padre quel fine settimana ma non se la sente, non riesce neanche a stare in piedi e decide di trovare una scusa per rimandare senza fare preoccupare troppo Gregory. Sa quanto suo padre può diventare apprensivo nei suoi confronti, non è cambiato affatto di una virgola in quegli anni.
Matt è seduto sul letto dalla parte opposta alla sua, analizza la sua brutta cera aggrottando le sopracciglia, poi si alza e le si fa vicino, sollevandole il mento per guardarla meglio in viso.
«Lavori troppo, devi andarci piano, Ashley! Non voglio che ti ammali per questo!» la ammonisce, notando che, in effetti, il volto della sua ragazza è ridotto ancora peggio che nei giorni precedenti.
«Va tutto bene, Matt! È solo un po’ di stanchezza…e poi ho anche vomitato ma sarà stato lo spuntino di poco fa! Te l’ho detto che quei panini erano troppo pesanti, io ho lo stomaco delicato!» si giustifica vagamente, con lo sguardo assente, intenta a ripiegare la sua roba e riporla via.
Matt non si rassegna, c’è qualcosa che non va e rimane immobile a osservarla.
«Hai vomitato anche ieri e avevi mangiato solo un’insalata!» le fa notare, sollevando un sopracciglio con fare indagatore.
Ashley sbuffa, quella sera non se la sente di sorbirsi l’interrogatorio di Matt, sa che lo fa perché la ama ed è  in pensiero per lei ma è davvero troppo stanca, vuole solo sdraiarsi e dormire.
«Perché c’era l’aceto e non lo digerisco!» prova a chiudere la questione, sperando che il suo ragazzo non insista.
Lui però è più agguerrito che mai e non intenzionato ad assecondare i suoi desideri.
«Non ti ho mai visto fare storie finora sull’aceto, lo usi spesso e non ti ha mai dato fastidio» obietta, sedendosi accanto a lei e scrutandola di soppiatto.
Ashley si volta d’improvviso, è nervosa, più del dovuto, e non sa nemmeno lei il perché.
Ha sempre lavorato ma la stanchezza non è mai stata intensa come in quei giorni e questa cosa le fa esplodere  nervi.
«Santo cielo, Matt, avrò preso qualche virus intestinale! Sta girando, sai, e io vengo a contatto con un sacco di gente a lavoro! Ora, per favore, lasciami in pace, ok?» lo prega, reagendo con fin troppa freddezza, più di quanto razionalmente vorrebbe ma che non riesce a controllare.
Le viene quasi da piangere e ci manca solo che la sua emotività la venga a trovare proprio adesso.
Matt le sfiora la fronte con la mano per accertarsi che non abbia la febbre, poi scuote la testa.
«Sei gelida, è impossibile» constata calmo, con lo sguardo assorto e concentrato, mentre cerca di elaborare altre possibilità e qualcosa pian piano si fa strada nella sua mente.
«Bene, io adesso vado a dormire, se permetti! Buonanotte!» lo ignora Ashley, al limite della sopportazione ma Matt la interrompe proprio quando sta per sollevare le lenzuola.
C’è un’ipotesi che ha tenuto per ultima ma che adesso sembra molto plausibile e, senza usare giri di parole o altro, si prepara a una domanda che non avrebbe mai pensato di fare.
«Ashley, tu…hai avuto il ciclo questo mese?» chiede senza scomporsi e senza incertezze nella voce.
Ashley aggrotta le sopracciglia, è confusa e la sua mente è così annebbiata dal malessere che non realizza subito il motivo che sta dietro quella domanda apparentemente inconsueta.
Adesso Matt pretende di monitorare la sua regolarità mensile?
«Boh, non ricordo…credo di no, o almeno così mi pare!» risponde infastidita e perplessa, liquidando in fretta la cosa.
Da quando lavora sodo è stata talmente impegnata da non tenere più conto di quelle cose…non erano importanti e non ci ha fatto caso, in fondo non ne aveva motivo, no?
Matt si fa serio in viso mentre lei lo guarda con aria interrogativa.
«Ashley, da quanto tempo ti salta il ciclo?» insiste, è assurdo che debba essere lui a farsi venire quei sospetti per primo ma la sua ragazza è così presa dai suoi progetti da dimenticarsi che è una donna e che c’è una buona probabilità che i suoi malori siano più che fisiologici.
La rossa si gratta la nuca, in effetti ha proprio perso il conto e si vergogna da morire davanti a Matt per la sua recente trascuratezza. Forse sta passando il limite col lavoro, deve decisamente rallentare e si promette di farlo.
«Scusa, Matt, non ricordo, credo uno o due, ma ti assicuro che mi prenderò più cura di me da ora in poi, sta’ tranquillo – cerca di rassicurarlo, addolcendo i toni, ma lo sguardo di Matt adesso è diverso, la fissa stupito, quasi incredulo, c’è una luce strana nei suoi occhi e non sembra più tanto preoccupato, anzi, scorge in lui persino un mezzo sorriso – Che ti prende ora? Cos’è quella faccia? E poi si può sapere perché ti interessi delle mie cose? Non dovresti…- fa per continuare ma all’improvviso si blocca, guarda Matt con gli occhi spalancati e finalmente capisce dove il biondo vuole arrivare – Oh mio Dio, non starai pensando che…no, questo è…fuori discussione…è impossibile!» sbotta, schizzando in piedi quasi non sentisse più la stanchezza e cominciando a camminare avanti e indietro come una pazza lungo la stanza.
Matt si alza e la raggiunge, le prende le mani e tenta di farla calmare.
«Io direi che invece è più che plausibile» ribatte, cercando di farla ragionare ma lei non si arrende, non vuole nemmeno prendere in considerazione quell’ipotesi che la terrorizza.
«Andiamo, è tecnicamente impossibile!» prova a smentirlo, tremando come una foglia, ma le sue argomentazioni non reggono.
«Tecnicamente, facciamo l’amore e ultimamente stiamo molto meno attenti, quindi, mi dispiace contraddirti ma sì, tecnicamente è possibilissimo» obietta ed Ashley stavolta non può negare la realtà dei fatti.
Si sente svenire, si appoggia a un mobile con le braccia per non perdere l’equilibrio e respira profondamente.
Le sta salendo di nuovo la nausea e il pavimento sembra girare vorticosamente sotto di lei.
Matt le è subito accanto, le cinge i fianchi e le solleva il viso, guardandola dolcemente e carezzandole i capelli per farla calmare.
«Amore, devi fare un test di gravidanza…dobbiamo sapere se sei..» inizia a dire con tutta la dolcezza del mondo ma Ashley gli pianta un dito sulle labbra.
«Non dire quella parola nemmeno per scherzo, ti prego! Io…non sono incinta, ok? Non lo sono…- insiste, cercando di convincere più sé stessa che Matt ma all’improvviso non si sente bene – io…io…devo andare a vomitare!» riesce a dire prima di sfuggire alla presa del ragazzo e catapultarsi in bagno.
Lui stavolta la segue, la sorregge, le tiene la fronte e la assiste fino alla fine.
Ashley si sciacqua il viso, sorretta dalle braccia forti del suo ragazzo, è distrutta, fisicamente e psicologicamente, dentro di lei sa che può essere la verità e non ha il coraggio di accettarlo.
Non ha nemmeno 27 anni, non si sente ancora pronta a diventare madre, vive con Matt da poco più di un anno e solo da un paio di mesi è riuscita a inserirsi a pieno nel mondo del lavoro. Un figlio adesso non se lo aspettava e non sa come prenderla.
«Come ti senti? Va meglio?» le chiede Matt, aiutandola a scostare i capelli dal viso e asciugandole la fronte sudata con un’ asciugamano pulita.
Lei annuisce appena, poi respira profondamente e pare riprendersi.
«Grazie, Matt ma…non saresti dovuto entrare, non volevo che mi vedessi in queste condizioni pietose…mi dispiace» si scusa con un filo di voce, l’ultima che le è rimasta dopo quello sforzo.
Matt sorride «Non dire sciocchezze, ho visto amici prendersi sbornie colossali e ho dovuto assisterli mentre rimettevano anche l’anima…questo non è stato niente al confronto, te lo assicuro, ho lo stomaco duro, tranquilla» la rassicura e finalmente Ashley ride, guardandolo poi con quei grandi occhi spauriti e confusi, come disperatamente in cerca di aiuto.
Non si regge in piedi, è così fragile e debole, Matt legge la paura nei suoi occhi e la sofferenza che sta provando e vorrebbe tanto poterla alleviare da quei pesi.
«Ashley, io ti amo…ascoltami! Qualunque cosa accadrà, ti starò a fianco, l’affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto, ok?» le promette, accarezzandole le guance ma lei non riesce ad essere altrettanto ottimista.
«Matt io…ho solo 26 anni, non posso avere un bambino! Volevo prima ingranare col lavoro, aspettare… viviamo da poco insieme…non so…non credo che questo sia il momento giusto…ho così tanta paura!» ammette, stringendosi a lui, l’unica forza che ha.
«Sei comunque più grande delle nostre madri quando ci hanno avuti…e loro ce l’hanno fatta alla grande!» cerca di incoraggiarla.
«E com’è andata a finire, infatti? Ti sei già dimenticato delle peripezie che hanno dovuto affrontare e di quanto sia stato difficile per noi costruire un rapporto sereno con loro? Adesso va tutto bene per fortuna ma io…non voglio ripetere gli stessi loro errori» gli rivela e Matt capisce al volo cosa la tormenti.
«Siamo insieme Ashley, nessuno nasce pronto per diventare genitore…non è una cosa che ti insegnano…però, sarebbe nostro figlio, ti rendi conto? E ce la faremo, ne sono sicuro!» le sussurra dolcemente ed Ashley si rilassa, il panico la abbandona e si lascia andare tra le braccia di Matt, che la solleva per portarla a letto.
«Adesso mettiti comoda e riposa! Se davvero sei incinta non devi fare sforzi inutili! – le raccomanda mentre la adagia sotto le coperte e si stende accanto a lei – e domani facciamo quel test e se continui a stare male andiamo dal medico, va bene? Non voglio sentire storie!» dichiara, continuando a carezzarle la fronte per darle sollievo.
«Ok – si arrende lei, poi si volta verso il suo ragazzo, lo trova sorridente e acquista un po’ di coraggio – non so come farei senza di te, Matt, ti amo» mormora, mentre gli occhi le si socchiudono finalmente e un dolce sonno la invade.
«Dormi, amore mio, andrà tutto bene» è l’ultima cosa che sente prima di addormentarsi.
 
Matt passeggia incessantemente lungo il corridoio, fissando senza sosta la porta chiusa del bagno.
Hanno preso un test di gravidanza ed Ashley è lì dentro da un paio di minuti, in attesa di conoscere il responso che potrebbe cambiare del tutto la loro vita e, anche se con lei si è mostrato sicuro, in realtà dentro ha un miscuglio di emozioni che lo rendono nervoso ed euforico allo stesso tempo.
Ha 28 anni, non è più il ragazzino impulsivo e ribelle di un tempo ma un figlio è qualcosa di enorme, è una responsabilità a tempo pieno che occuperà tutti i suoi giorni e il pensiero lo riempie di gioia e anche di tanti interrogativi.
Sarà capace di essere un buon padre, nonostante il suo passato familiare non proprio idilliaco?
Non fa in tempo a trovare una risposta che la porta si apre, Ashley spunta timidamente fuori, a passi lenti e incerti, il suo viso è serio e impaurito e Matt non riesce a intuire dalla sua espressione vaga quale possa essere la risposta celata nel test che tiene ancora in mano.
Il cuore gli fa un salto in gola, si avvicina velocemente e le si para davanti, senza nascondere una certa impazienza.
«Allora?» la sprona a parlare, notando che lei è quasi immobilizzata e non riesce a spiccicare una sillaba.
Ashley sussulta appena, solleva lo sguardo e quando incontra gli occhi carichi di aspettativa del suo ragazzo, gli angoli delle sue labbra si piegano tremolando a formare un sorriso insicuro.
«È positivo, Matt…aspetto un bambino» sussurra mentre un tremito la scuote, invasa da una valanga di sensazioni che le hanno mandato in confusione il cervello.
Avranno un figlio, uno vero e tutto loro, la quotidianità che stava diventando abitudine verrà totalmente sconvolta, ci saranno una marea di cose a cui pensare e preparare per il suo arrivo, tante persone da avvisare, migliaia di preoccupazioni per la sua crescita, fino a ieri erano una normalissima coppia giovane che conviveva e adesso devono accettare l’idea di diventare genitori.
Matt intanto sbarra gli occhi per un attimo, le poche parole sussurrate di Ashley hanno avuto la potenza di uno tsunami e, dopo il primo momento di panico, sente montargli in corpo una felicità mai provata fino ad allora.
Le afferra le mani di colpo, osservando le linee di quel test ancora ben visibili, gli occhi gli brillano e ancora non si rende conto della portata di quella notizia improvvisa.
«È...pazzesco! Avremo un figlio, Ashley! Ancora neanche ci credo!» esclama, stringendola forte, lei affonda in quell’abbraccio e, non capisce se sia già per colpa degli ormoni impazziti ma le viene solo voglia di piangere a dirotto e non sa se di felicità o per l’ansia.
Non si sente pronta e sta morendo di paura ma, nello stesso tempo, adesso che ha realizzato che un esserino frutto del loro amore sta crescendo dentro di lei, ha l’impressione che niente di più giusto e perfetto potesse mai accadere.
Ricorda bene le gravidanze di Phoebe, l’estrema gioia con cui sono state accolte, e si sente un po’ in colpa nel non riuscire a provare lo stesso per suo figlio, per quel cucciolo che adesso è solo un fagiolino poco simile a un essere umano ma che lentamente diventerà il loro bambino, potrebbe avere i suoi occhi o quelli di Matt e quel pensiero la fa sciogliere.
Lui intanto la scosta da sé per assicurarsi che stia bene, vede che sta piangendo in silenzio e le stringe le spalle.
«Ashley, non sei contenta?» chiede, c’è una sfumatura delusa nella sua voce ed Ashley non vuole che fraintenda, non riesce a immaginare un padre migliore per il suo bambino ma quell’uragano è arrivato troppo presto e per lei, abituata a programmare ogni cosa, è un colpo che l’ha stordta e ha bisogno di tempo per riprendersi.
«Ma certo che lo sono! Insomma…dopo tutto quello che abbiamo passato…pensare di avere tra le braccia nostro figlio è qualcosa di meraviglioso – ammette sinceramente e finalmente un grande sorriso si fa strada sulle sue labbra – solo che…non credevo sarebbe arrivato così presto…non sono sicura di essere pronta…non posso prevedere se sarò una buona madre…veniamo da situazioni familiari assurde, e…ho così tanti dubbi! Ma tu non hai paura?» domanda con gli occhi gonfi di lacrime, desiderosa di ricevere una risposta che possa tranquillizzarla e che non la faccia sembrare di già una futura madre snaturata.
Matt scoppia a ridere «Io? Se ho paura? Io me la sto facendo sotto dalla paura! Devo ricordarti che fino a qualche anno fa nemmeno parlavo con mia madre e che vanto un rapporto con i miei genitori che definire burrascoso è un eufemismo? – esclama ironico e riesce subito a farla sentire più leggera e meno sbagliata – certo che ho una strizza assurda ma…ci amiamo e questa è la notizia più bella che potessi ricevere! Impareremo a piccoli passi, cresceremo insieme a lui…o lei, e insieme ce la faremo!» la incoraggia, asciugandole le lacrime e baciandole le labbra.
Ashley sente di aver appena respirato una stupenda boccata d’ossigeno, ricambia il bacio, si lascia andare e adesso ha meno paura, sa che ci sarà da lavorare ma adesso deve lottare non solo per loro ma anche per il suo bambino.
Quando abbandona le labbra di Matt la sua espressione è completamente diversa. Fisicamente si sente come in mezzo a un maremoto, sa che quei mesi saranno duri da sopportare ma affronterà tutto con l’aiuto del suo ragazzo e della sua famiglia.
«Hai ragione, Matt…scusami se mi sono comportata da stupida…adesso ho bisogno di stendermi, se non  ti dispiace…e poi domani voglio andare subito a farmi visitare. Non riesco a quantificare bene il mio ritardo e potrei essere incinta anche da due mesi o che so io…devo proteggere il nostro bambino, non posso più tardare!» afferma decisa e lui sorride, rilassato.
«Ti ci accompagno io…chiederò un permesso da lavoro…adesso sdraiati e riposa» le raccomanda dolcemente, mentre si stende accanto a lei per farle compagnia.
Ashley si mette comoda, sta già meglio e con una mano si accarezza il ventre ancora piatto.
È incredibile, non sembra proprio che lì dentro si stia formando una nuova vita e lei adesso deve prendersi cura di sé stessa anche per il bimbo. Basta lavori straordinari, eccessi e ansie inutili, adesso c’è qualcuno di più importante che merita la sua attenzione.
D’un tratto la mano di Matt sfiora la sua, ancora poggiata sulla pancia, lei si volta a guardarlo e lo trova assorto, perso nei suoi pensieri.
«Sarà una femmina» dichiara poi come se ne avesse la certezza più assoluta ed Ashley solleva le sopracciglia incuriosita.
«Come fai a dirlo? Credo che adesso sia così piccolo che non si possa stabilire!» gli fa presente, guardandolo storto.
«Lo so…- fa lui con aria misteriosa – ma tuo padre mi avrà mandato qualche maledizione e questa sarà la mia punizione divina per avergli fatto passare le pene dell’inferno, portandogli via la sua amata, unica figlia. In questo modo anche io un giorno potrò capire cosa ha provato lui!» le spiega convinto ma in maniera così buffa che Ashley non trattiene una risata.
«Ma che diavolo dici? E poi mio padre sa benissimo che non potevo trovare un ragazzo migliore di te! Ti vuole bene, anche se non è bravo a dimostrarlo» ribatte, allungandosi verso di lui e baciandolo.
«A proposito…sai che dovremo dirlo anche a lui, vero? – le fa notare, Ashley sbianca immaginando la reazione del padre – e non sarò di certo io a farlo!» se ne lava le mani subito Matt.
«Ah, no! Non se ne parla proprio, io faccio il lavoro sporco, tenendomi tuo figlio dentro la pancia per nove lunghi mesi per poi partorirlo tra atroci dolori…che sia tu a fare le comunicazioni mi sembra il minimo!» si ribella, ridendo.
«Mi ucciderà, lo sai? Tuo figlio nascerà già orfano di padre!» scherza lui, Ashley gli pianta un pugno sullo stomaco senza intenzione di fargli male.
«Non fare l’idiota! Per non parlare di mia madre…e di Phoebe! Oddio, Daniel ha solo cinque mesi e lei è ancora in preda agli ormoni, di sicuro si farà venire un attacco isterico! Dobbiamo dirlo a tutti sul serio?» si lamenta come una bambina, simulando un broncio.
«Sai, tra qualche mese la tua pancia sarà abbastanza evidente…non possiamo mica nasconderlo per troppo tempo…e poi sono sicuro che, dopo il primo impatto, saranno tutti pazzi dalla gioia!» la tranquillizza, ma sa benissimo che anche Ashley ne è perfettamente consapevole.
Lei lo abbraccia e si perde insieme a lui sotto le coperte. «Lo so…» mormora, poi si abbandona ai baci e alle carezze di Matt, delle quali non si stancherà mai.

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


 
Ciao a tutte!
Alla fine ho pubblicato la seconda parte della storia unendolo alla prima, come fosse un secondo capitolo perchè ho pensato fosse senza senso pubblicare due one shot seprate visto che si trattava l'una del seguito dell'altra.
Ringrazio tantissimo chi ha letto e ha apprezzato il mio sguardo nel futuro dei protagonisti. per me è stato bello poter scrivere ancora su questa storia e sono felice di aver trovato il tempo di farlo!
Un abbraccio e buona lettura!



Ashley passeggia per le strade della sua città, ad andatura lenta.
È un tranquillo pomeriggio di giugno, il caldo estivo si è già fatto sentire e lei è nel pieno del suo settimo mese di gravidanza. Ha un pancione ormai evidente e che pesa abbastanza, perciò muoversi e svolgere le più semplici azioni quotidiane comincia a venirle complicato, soprattutto adesso che la bella stagione sta per imperversare.
Essere incinta d’estate è una bella fatica ma lei la sopporta di buon grado e con una pazienza invidiabile. In famiglia sono tutti piuttosto felici che non abbia il caratterino di Phoebe e che si siano risparmiati le crisi isteriche tipiche della biondina.
Ha raggiunto sua madre per rimanere qualche giorno da lei, si è portata dietro un paio di progetti da ultimare ma senza esagerare, per fortuna il suo lavoro le permette di essere abbastanza autonoma e di gestirsi come meglio crede anche a distanza. Matt è rimasto in città a lavorare ma la raggiungerà nel fine settimana per poi rincasare assieme.
Lei ha comunque deciso di trasferirsi da Nancy quando mancherà poco alla nascita. Proprio nel momento in cui sta per diventare madre ha bisogno della sua accanto, di quella splendida donna che ha dato tutto per lei e per le sue sorelle e che, da quando ha saputo la bella notizia mesi prima, non fa che supportarla e farle sentire la sua vicinanza anche da lontano.
Si passa una mano sulla fronte per asciugare il sudore, poi massaggia un po’ la schiena, che le duole per via del peso che deve costantemente portarsi appresso, e riprende a camminare. È passata dal supermercato per comprare due ingredienti mancanti per la torta che July vuole fare il giorno dopo.
Verranno suo padre e Monica e staranno tutti insieme e lei vuole fare un figurone, ha diciassette anni adesso e, tra una cotta e l’altra, qualche sbalzo di umore improvviso e alcune ramanzine di sua madre e delle sorelle, pare finalmente aver raggiunto un equilibrio e una responsabilità invidiabili per una ragazzina della sua età.
Si sente già adulta e, in effetti, dimostra una maturità che nessuno in famiglia si aspettava da colei che appariva come la più vivace e ribelle delle tre sorelle, anzi, sembra quasi aver superato ormai da un pezzo e senza particolari danni le crisi adolescenziali tipiche di quell’età.
Non ci sono molte persone in giro a quell’ora per le strette strade del centro, ma Ashley scorge una figura da lontano che in qualche modo le sembra familiare.
Aguzza la vista e il cuore le fa un balzo involontariamente quando si rende conto che si tratta di Tyler.
Non lo vede da una vita, esita un po’, non sa come comportarsi né come agirà quello che un tempo era il suo migliore amico.
In quei due anni trascorsi dall’unica telefonata che lui le ha fatto, è stata così impegnata da non riuscire più a vederlo e poi, quando si è trasferita definitivamente nella città di Matt, le occasioni per farlo si sono dimezzate di netto.
Il tempo è abile a scavare silenzi e distanze e così, giorno dopo giorno, il baratro che li divideva si era fatto troppo profondo per essere colmato e lei si era semplicemente rassegnata a non poter più ricucire il loro rapporto di amicizia.
Lui non la scorge subito, ha lo sguardo fisso sul telefono e non accenna a sollevarlo e, quando finalmente succede, Ashley è già abbastanza vicina e lui ha un sussulto evidente.
Non si aspetta la visione della ragazza che le ha fatto battere il cuore per anni e, vederla all’ improvviso di fronte a lui, lo spiazza.
Ha i suoi soliti capelli rossi e luminosi che le sfiorano le spalle chiare, il viso appare più radioso e colorato di un lieve rossore naturale che le dona molto, è forse anche più bella di quanto ricordasse e per un attimo vacilla. È perso a osservare quel volto che non incrocia da tempo e non si accorge subito di un particolare che poco dopo lo fa raggelare.
Ashley indossa un vestito bianco, lungo poco sotto al ginocchio e ampio in vita, forse troppo, e non appena concentra lo sguardo in basso, Tyler si accorge che, tra le pieghe di quell’ abito largo, è piuttosto evidente una rotondità che non lascia dubbi.
Non ci può credere, Ashley, la sua ex amica, il suo primo amore, la ragazza della quale è stato innamorato per anni e per la quale ha sofferto per altrettanti…è incinta.
Per un attimo sente crollargli il mondo addosso, anche se la vita è andata avanti e il suo cuore è occupato da un’altra persona da qualche tempo, non può fare a meno di provare la sensazione sgradevole che qualcosa sia cambiato per sempre.
Lei intanto sorride incerta, avanza ancora mentre lui si è fermato come uno stoccafisso, incapace di affrontarla e andarle incontro.
«Tyler…sei proprio tu?» chiede un po’ timorosa, con quella voce dolce che lui riconosce subito, nonostante siano passati anni dall’ultima volta che ha avuto l’occasione di sentirla.
Non risponde subito, è come paralizzato, poi nota l’espressione triste sul volto dell’amica e pare rinsavire.
«Già…sono io. Ma, Ashley, tu…aspetti un bambino?» le domanda anche se la risposta è piuttosto superflua.
Lei si apre in un sorriso meraviglioso, si passa la mano con dolcezza infinita sul pancione e abbassa lo sguardo, come improvvisamente persa in un mondo tutto suo.
«È una bambina» gli risponde con un fil di voce, poi riporta lo sguardo su di lui.
«E di quanti mesi sei, adesso?» domanda lui, tremando in mezzo a quella marea di sentimenti contrastanti.
«Sono al settimo, la piccolina nascerà fra due mesi, ad Agosto» lo informa lei, mentre Tyler è ancora lì, confuso e imbambolato.
Ha notato, però, lo sguardo un po’ preoccupato di Ashley al pensiero di quell’evento così bello ma al contempo doloroso e faticoso per una donna e le viene voglia di abbracciarla. Per un attimo non riesce a fare a meno di pensare che, magari in un altro universo, poteva essere lui il padre di quella bambina, colui che le sarebbe stato accanto per sempre.
È un pensiero fugace, si rende conto che sono solo stupidi  vaneggiamenti e, in fondo, va bene così, è giusto e ormai lo ha accettato. Ha solo vacillato al ricordo dei vecchi tempi e in balia di certe emozioni che sembrano non voler morire mai del tutto.
«E lui dov’è?» incalza, non riesce ancora nemmeno a pronunciare il suo nome.
«Matt è rimasto a casa nostra, doveva lavorare ma mi raggiungerà domani» gli spiega e lui contrae le sopracciglia e sembra quasi un bambino capriccioso.
«Quell’idiota ti fa venire qui da sola in queste condizioni?» lo accusa, è più forte di lui, può anche aver accettato che Matt sia il ragazzo di Ashley ma quel biondastro da strapazzo non gli andrà mai a genio.
«Tyler! – sbotta Ashley, guardandolo di sbieco, stavolta – guarda che stai parlando del mio fidanzato e del padre di mia figlia! » lo difende a spada tratta, di colpo le è spuntata una grinta che fa a pugni con l’espressione dolce e pacata di prima.
Si vede quanto lo ami da morire e come sia pronta a combattere per lui contro tutti.
Sorride, alla fine.
«Scusa, ma…non ho un bel ricordo di lui» ammette sincero.
Ashley si rabbuia un attimo mentre rivive le vicende di quel periodo turbolento, poi solleva lo sguardo.
«E tu come stai?» gli chiede, intrecciando le dita e cambiando il soggetto della conversazione.
«Tutto bene, lavoro e…da un paio di mesi frequento una ragazza…ci siamo subito trovati in sintonia e, anche se sembra presto, stiamo già progettando di andare a vivere insieme tra un anno al massimo, se tutto va bene!» le racconta ed è la verità, dopo tanto tempo ha trovato una persona che gli ha fatto riscoprire la fiducia nell’amore e pare andare tutto a gonfie vele.
Non è geloso di Ashley, è solo un po’ spiazzato da tutte quelle novità.
E da lei, che probabilmente lo spiazzerà sempre.
«Oh, ma è meraviglioso! La convivenza è un bell’impegno ma se c’è l’amore si superano anche tutti i piccoli problemi quotidiani!» lo rassicura e lei sa bene di cosa parla, poi contrae la fronte in una smorfia di dolore e si tocca la pancia.
«Stai bene?» chiede Terence con apprensione, posandole una mano sulla spalla con premura ma Ashley lo conforta subito con un sorriso.
«Le dà fastidio quando sto in piedi troppo tempo e comincia a scalciare. – gli spiega, riferendosi alla bimba che porta in grembo - Sarà meglio che rientri a casa» dichiara, infine, facendo per salutarlo ma venendo interrotta da un gesto inaspettato di Tyler, che le toglie con gentilezza le buste dalle mani.
«Ti accompagno io» sentenzia, abbozzando un sorriso.
Lungo la strada parlano poco ma quei silenzi contengono tutto ciò che provano.
C’è un’amicizia che, nonostante i litigi e i fraintendimenti passati, sembra voler rifiorire a tutti i costi, dimostrando che, a volte, è proprio vero che il tempo può creare distanze ma… spesso è capace di curare le ferite più gravi.
«Ti ringrazio, Tyler» dice Ashley quando sono giunti sotto la porta di casa sua.
Lui devia lo sguardo, appare quasi a disagio, non sa cosa dirle né se intraprendere discorsi che tiene dentro da troppo tempo ma alla fine sospira, le fa un cenno veloce con la mano per salutarla e si avvia.
Ashley però lo trattiene, afferrando la manica della sua maglia.
«Aspetta…mi sei mancato, Tyler – confessa, con lo sguardo pieno di sincera malinconia - perché non vieni a trovarmi domani? Mi farebbe piacere una bella chiacchierata…come i vecchi tempi!» gli propone, giocando nervosamente con le mani.
Tyler la osserva, si perde nei suoi occhi un secondo poi sospira nuovamente.
«Vedremo» dice e le lascia una debole speranza che comunque la fa sorridere.
Le basta anche solo quello.
 
«Mamma, sono a casa!» esclama Ashley, mentre ancora sull’uscio ripone le chiavi nel solito cassetto del mobile d’ingresso che usava da ragazza.
Non è cambiato molto in quella casa, ad eccezione della sua stanza che è stata invasa da July e da tutte le sue diavolerie per dipingere e disegnare che nel tempo si sono letteralmente moltiplicate. La sua passione per l’arte è cresciuta sempre più e, tra un anno, quando finirà il liceo, la castana ha già le idee molto chiare sul suo futuro e ha deciso che frequenterà l’Accademia di Belle Arti.
«Oh, sorellina! Scusami, pensavo andasse la mamma a comprare le decorazioni per la torta, se avessi saputo che sarebbe toccato a te me ne sarei occupata io stessa! Non voglio che ti stanchi!» si preoccupa July, catapultandosi ad aiutare la sorella maggiore con sul viso un’espressione allarmata.
«Non ti preoccupare! Sono stata io a offrirmi di andare al posto suo! Mi annoiavo a casa e volevo fare una passeggiata per sgranchirmi un po’. Sono incinta non malata!» esclama ridendo, sono tutti estremamente protettivi con lei ma fortunatamente la gravidanza procede nel migliore dei modi e non c’è alcun motivo di costringerla a letto o seduta.
«Come stai, tesoro?» accorre Nancy mentre la figlia sta riponendo le sue cose nella stanza che di solito usano lei e Matt quando tornano e che prima apparteneva a July.
«Sto bene, mamma» la rassicura lei, ma il suo viso ha una sfumatura diversa che non sfugge all’occhio materno.
«E la mia nipotina?» chiede, sperando non si tratti di qualche problema.
«Lei sta divinamente, ha fatto abbastanza la monella ma adesso si è calmata!» la tranquillizza Ashley, sfiorandosi il pancione sotto lo sguardo amorevole di sua madre.
Prima con Phoebe e adesso con la sua secondogenita, osservandole così belle e radiose mentre aspettano i loro figli, si è rivista da giovane, in attesa delle sue bambine che adesso sono diventate splendide donne, e non ha potuto fare a meno di commuoversi.
Per lei è sempre stata molto dura per via delle rocambolesche situazioni sentimentali in cui si infilava, ma è felice che le sue figlie, invece, abbiano accanto dei compagni in gamba e premurosi e che soprattutto, le amano da morire.
«Non vedo l’ora di conoscerla» sussurra, posando delicatamente una mano sul ventre di Ashley.
«Anche io» le fa eco la rossa, sono ormai sparite da mesi le paure che l’avevano colta i primi tempi, quando quella gravidanza inaspettata l’aveva investita alla sprovvista, rendendola fragile e piena di dubbi.
Li ha superati tutti e adesso ha la certezza che la sua bambina sia la cosa più bella che le potesse capitare.
Nancy però non smette di osservarla e sa che c’è qualcos’altro.
«Sicura di non dovermi dire niente?» le chiede con cautela, il rapporto con Ashley adesso va a gonfie vele e sa di potersi permettere qualche piccola domandina in più senza beccarsi un sonoro “no” dalla ventenne chiusa e scostante che era un tempo.
Ashley si schiarisce la voce, indecisa, poi sposta lo sguardo sul bel viso della madre.
«In realtà ci sarebbe una cosa…ho incontrato Tyler e…abbiamo parlato un po’» le confessa, cercando una posizione comoda sul letto.
«Ed è stato un incontro che ti ha turbata?» continua Nancy.
Ashley scuote la testa «No, al contrario…mi ha resa felice…sai, in un certo senso, il fatto che con lui non sia mai riuscita a ristabilire il rapporto di amicizia che c’era prima…mi rendeva triste perché ho sempre sentito come se ci fosse quel piccolo neo nella mia vita, un dispiacere che non avrei potuto lavare via. L’ho invitato a casa domani…vorrei tanto che potessimo chiarirci ma…dubito che lui lo farà. Porta ancora un sacco di rancore nei confronti di Matt e questa cosa mi rattrista perché lui non c’entra niente…vorrei solo che lo capisse.» dichiara calma, col viso basso.
Nancy le carezza i capelli «So cosa intendi, tesoro…ma non essere pessimista, magari ti sbagli! Adesso voglio vederti sorridere, domani torna Matt e poi arriverà anche tuo padre con Monica! Non vorrai fare preoccupare tutti facendoti trovare con questo faccino triste?» la consola, come solo lei sa fare ed Ashley si sente già sollevata.
«Hai ragione, grazie mamma!» sussurra, poggiando la testa sulla spalla di Nancy.
«Ci sarò sempre per te, piccola mia, non dimenticarlo mai» le promette ed Ashley non ha bisogno di chiederselo, sa che di quelle parole può fidarsi ciecamente.
 
Il giorno dopo Ashley non si aspetta certo di sentire la voce di Tyler dal citofono, e invece eccolo lì, in piedi sotto casa sua.
Nancy la vede raggiante e ha già capito, sorride ma le lascia la sua privacy e non domanda oltre.
Tyler si accomoda sul divano accanto a lei, lo stesso divano sul quale innumerevoli volte è stato in compagnia di Ashley in quei giorni spensierati da ragazzini inesperti, e che adesso li accoglie, cresciuti e irrimediabilmente cambiati.
Parlano, si raccontano tutti gli arretrati, Ashley riesce persino a descrivere gli eventi che l’hanno portata lì, la laurea, il suo lavoro, la casa, e infine anche la scoperta improvvisa di aspettare la sua bambina, quella che adesso per lei rappresenta il tesoro più grande.
Non ha più paura, solo una grande impazienza di vederla e poterla tenere tra le braccia insieme a Matt.
«Sei nervosa per quel giorno?» chiede lui, ed Ashley annuisce appena.
«Un po’…insomma…so che farà un male cane, ma Phoebe ha partorito due volte ed è sopravvissuta quindi penso di potercela fare. E poi avrò Matt accanto a me e mi basta pensare questo» gli spiega con una tranquillità impressionante.
«Mi dispiace per essere stato sgarbato parlando di lui…so che vi amate e…sono felice per voi, Ashley. Spero che tu mi creda, non posso rinnegare i sentimenti che ho provato per te ma, quella è ormai una vecchia storia» ammette lui con lo sguardo basso e un po’ colpevole, Ashley sgrana gli occhi incredula  e ne approfitta per parlare.
«Senti, Tyler, io…mi dispiace così tanto! Non volevo che tra noi finisse così. Mi manca la tua amicizia, mi mancano le nostre chiacchierate, le risate, i tuoi battibecchi con Sophia…vorrei che ci fosse un modo, uno soltanto per cambiare le cose…per tornare come eravamo una volta!» si sfoga, è rassegnata, non si aspetta più niente ma Tyler la sorprende.
«Non si può cambiare il passato…ma forse possiamo aggiustare il presente – afferma, facendo voltare di scatto Ashley – e poi mi farebbe piacere farti conoscere la mia ragazza…credo che sarei disposto persino a tollarare un’uscita a quattro col tuo fidanzato!» esclama, con tono ironico, ed Ashley fa i salti di gioia internamente.
Tyler sembra sincero, ha il volto disteso e nessuna traccia di ombre o risentimento, sembra il suo amico di sempre e a lei mancava solo quel pezzo per sistemare anche l’ultima questione in sospeso nella sua vita.
«Molto volentieri! Ovviamente dopo che la signorina qui sarà nata, altrimenti sembrerei più una balena spiaggiata con le gambe gonfie e non sarei molto di compagnia!» scherza, il ghiaccio si è sciolto all’improvviso ormai, poi Ashley prende la mano di Tyler, lo sente tremare lievemente per la sorpresa di quel tocco ma continua a tenergliela.
Dolcemente se la porta sulla pancia e la appoggia piano, guidandola in un punto preciso.
«La senti?» gli chiede a bassa voce, lui rimane immobile e in silenzio poi avverte dei piccoli colpi sul palmo della mano.
«Si muove…eccome se si muove!» mormora stupito, è così strano sentire quei movimenti e di colpo realizza che è tutto reale, lì dentro c’è il frutto concreto dell’amore tra Ashley e il suo ragazzo ed è qualcosa che non lo mette più a disagio, al contrario prova tanta tenerezza – sono felice per voi, Ashley, sul serio…e sono sicuro che la vostra bambina sarà adorabile…dopotutto con una madre come te è impossibile il contrario!» dichiara genuino ed Ashley si commuove, imprecando contro gli ormoni impazziti che la rendono insolitamente emotiva.
In uno slancio abbraccia l’amico e lui la cinge di riflesso.
Non prova più imbarazzo o irrequietezza, solo tanto affetto.
«Ti voglio bene, Tyler!» esclama Ashley, leggera come una piuma.
«Ti voglio bene anch’io» ricambia lui e stavolta sa che non c’è nient’altro nascosto nel suo cuore, è la pura e semplice verità.
 
Matt avanza rapido, impaziente di riabbracciare la sua amata.
Quando finalmente la vede apparire alla porta, splendida e col sorriso su quelle labbra che adora, sente il cuore battergli forte.
E pensare che un tempo credeva di non essere capace di dare amore e adesso si ritrova ad averne così tanto dentro da scoppiare.
«Ehi, bentornato!» sussurra la sua ragazza, venendogli incontro.
Lui la abbraccia, poi le bacia la bocca, rimangono stretti ad assaporarsi per un bel pezzo, finchè Matt non allenta la presa per darle aria.
«Come stai?» chiede, racchiudendole il viso con le mani.
«Tutto bene, ti aspettavo!» risponde lei, Matt le bacia la fronte poi accarezza il pancione che racchiude il loro tesoro.
«E la mia teppistella, invece?» aggiunge.
«Lei è fin troppo vivace, cresce e diventa sempre più pesante…non vedo l’ora che nasca così potrai aiutarmi anche tu a scarrozzarla in giro! È piuttosto stancante, sai?» si lamenta bonariamente Ashley, ha il volto provato dalla stanchezza e dal caldo e Matt darebbe qualsiasi cosa per poterla aiutare se solo potesse.
«Ancora un po’ di pazienza e poi ti prometto che l’addetto al trasporto sarò io!» le garantisce ed Ashley gli getta le braccia al collo.
Si baciano di nuovo, non intenzionati a smettere ma la voce acuta di Phoebe li riporta alla realtà.
«Ok, adesso smettetela di fare i piccioncini, di là aspettano solo voi!» interviene con la sua solita sfacciataggine, in braccio tiene il suo bimbo più piccolo, un biondino pestifero di un anno e mezzo mentre il primogenito sgambetta in giro come una furia.
«Buonasera anche a te, Phoebe!» la prende in giro Matt, lanciandole un’occhiata furba.
«Tu cerca di fare poco lo spiritoso, ti risparmio solo perché grazie al tuo contributo sta per nascere la mia stupenda nipotina e io non vedo l’ora di diventare zia!» pensa bene di precisare mentre si avviano in salone.
Ci sono tutti adesso.
Gregory era al settimo cielo all’idea di rivedere sua figlia, Ashley non dimenticherà facilmente l’espressione apocalittica sul suo viso quando lei e Matt hanno comunicato la lieta notizia a lui e Monica ma col passare dei mesi l’idea di diventare nonno ha cominciato a piacergli sul serio e adesso aspetta con ansia quel giorno.
Monica è altrettanto felice di essere una nonna giovane e in carriera, inaspettatamente ha instaurato un bel rapporto con Nancy e le due non fanno altro che parlare dei preparativi per la bambina e comprare vestitini, accessori e giocattoli.
Fa quasi impressione vederle chiacchierare allegramente ma Ashley ha imparato che con la sua famiglia non c’è mai da stupirsi. Non importa se appaiano strani agli occhi degli altri, non è più la bambina insicura e arrabbiata col mondo che si intristiva nel vedersi diversa dagli altri e nel sentire gli inutili pregiudizi che le riversavano contro.
Adesso le scivola tutto addosso ed è pronta a uscire le unghie per difendere le persone che ama dalla stupidità della gente.
«Allora miei cari, siete pronti a diventare genitori? Tra meno di due mesi il piccolo essere umano che avete generato avrà il potere di sconvolgere tutte le vostre abitudini, ne siete consapevoli?» esclama Monica, non vuole certo mettere loro ansia ma è sempre stata una donna concreta e oggettiva e sa che la vita è fatta di belle emozioni, senza dubbio, ma anche di una realtà molto meno poetica e fiabesca e un bambino in arrivo significa anche una grossa responsabilità.
Suo figlio non si lascia spaventare, la fissa con sicurezza «Ovvio che sì e siamo prontissimi, non è vero, Ashley?» afferma mentre cerca l’approvazione della sua ragazza, stringendole la mano.
Ashley annuisce decisa ma la risatina di July sembra offuscare quell’idillio di amore e belle prospettive.
«Beh, chissà se la penserete allo stesso modo quando passerete notti insonni a cercare di fare addormentare la vostra bambina strillante! Se penso che la mamma alla mia età aveva già Phoebe mi sento male!» fa notare la ragazzina, nel pieno della spensieratezza della sua giovinezza e con la testa immersa in tutt’altro tipo di pensieri e problemi.
«Oh, eccome se si perde sonno! I primi tempi riuscivo a dormire solo un paio di ore a notte quando andava bene!» aggiunge Phoebe con aria melodrammatica, rincarando la dose di ansia.
«Phoebe, sappiamo come sei!  Ti prego non cominciare con le tue esagerazioni!» ribatte Ashley con un tono di sufficienza, guardandola storta, mentre la bionda corruccia lo sguardo e assume una buffa espressione offesa.
«Va bene! Non credermi, cara sorella! Tanto so già che mi dirai che avevo ragione quando tornerai a casa esausta e con due occhiaie da far paura! Ah, e scordatevi il sesso spensierato di un tempo! – insiste lei con nonchalance, facendo sbiancare Ashley alla sua affermazione, mentre Matt le lancia un’occhiata irritata per farle notare che forse era meglio non parlare di certe cose visto che l’atmosfera si era fatta agghiacciante, Gregory si era già irrigidito e aveva deviato lo sguardo mentre Nancy e Monica sorridevano imbarazzate – Che avrò detto mai di così strano? Devo ricordarvi che è incinta? Ne avranno fatto di sesso più che spensierato!» rincara la dose, guardandosi intorno con espressione innocente nel tentativo di scagionarsi ma peggiorando la situazione.
Ashley è ormai scarlatta dall’imbarazzo e Peter decide di intervenire per la salvezza dei presenti, cercando di mediare l’incontenibile sincerità della sua compagna.
«Phoebe, cerca di contenerti, per favore! – mormora con un mezzo sorriso mortificato – Però purtroppo devo ammettere che per il resto non esagera per niente!» precisa, ricordando i primi mesi di vita dei suoi figli, bellissimi ma anche altrettanto stancanti e pesanti.
«Se vogliamo dirla tutta nemmeno il parto è una passeggiata! Per fare uscire quell’impiastro di mio figlio ho avuto un travaglio di più di 12 ore! Aveva un testone enorme e ho insultato chiunque in tutte le lingue del mondo pregando che mi tagliassero in due pur di mettere fine a quell’agonia!» racconta Monica, mantenendo la sua innata grazia anche parlando di quegli argomenti.
«Oh, anche io con la mia prima figlia ho faticato un bel po’, per non parlare di July, aveva il cordone attorcigliato nel collo e mi hanno dovuto fare un cesareo d’emergenza!» pensa bene di aggiungere Nancy, come se Ashley non fosse già abbastanza terrorizzata.
Ma cos’era quello? Si erano per caso messi tutti d’accordo per riempirli di ansia e farli pentire di essere arrivati a quel punto?
«Ok, adesso avete finito di traumatizzare la mia ragazza?» si lamenta Matt, cingendo le spalle di Ashley e tenendola stretta a lui per confortarla.
«Va tutto bene, tranquillo» lo rassicura lei, sorridendogli e carezzandogli una guancia.
Non ha paura di quello che l’aspetta, sul serio.
Certo, quello è un cambiamento importante e non nega che ogni tanto rimane sveglia prima di addormentarsi a pensare come sarà il suo futuro e se sarà in grado di affrontarlo ma è un’ansia positiva, una di quelle che fanno venire voglia di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare.
E poi le basta girarsi di lato e vedere Matt accanto a lei per dimenticare ogni preoccupazione.
«Tesoro, ti abbiamo dato fastidio?» chiede Nancy preoccupata, avvicinandosi alla figlia e dandole un bacio sulla guancia.
Loro due hanno parlato tantissimo nei giorni trascorsi insieme, Ashley le ha confidato timori, piccole paure e gioie e sua madre ha ricambiato, condividendo la sua esperienza in modo che potesse esserle d’aiuto o conforto. Sa che sua figlia è serena e forte e non avrà nulla da temere.
Ashley scuote la testa e rassicura tutti, persino suo padre adesso ha ripreso il suo normale colorito e le sorride.
«Sorellina, non volevo spaventarti, sai che ti voglio un bene dell’anima! – le sussurra Phoebe, che nel frattempo ha raggiunto Ashley e si è appollaiata sul divano accanto a lei – non sai quanto sono felice per voi e per la mia nipotina che sta per arrivare! Però, fidati, un giorno mi darai ragione!» continua, facendo scoppiare a ridere tutti mentre Ashley l’abbraccia e si lamenta amorevolmente.
«Ehi, adesso che ne dite di assaggiare la torta che ho fatto con le mie manine? – propone July, scattando in piedi dalla sedia – quello stronzo del mio ex ne usciva pazzo, ora che ci penso!» commenta candidamente, aggrottando le sopracciglia, mentre Nancy sospira e fa una smorfia di disappunto.
«July! Modera i termini!» la riprende severa, ma la ragazza non si scompone, scuote i lunghi e folti capelli castani e scrolla le spalle con indifferenza mentre sparisce in cucina a prendere il suo capolavoro culinario.
Buon sangue non mente, in fondo.
Sorridono tutti nel salone, c’è tanta serenità nell’aria ed Ashley guarda con positività quegli ultimi mesi che la separano dallo stringere tra braccia la sua bambina.
 
 
«Ho ufficialmente la nipote più bella dell’universo!» esclama Phoebe con gli occhi pieni di orgoglio mentre solleva in braccio la piccola Violet e se la stringe al petto, cullandola dolcemente.
La figlia di sua sorella e di Matt è nata esattamente un mese prima e, adesso che i lineamenti del suo viso si sono definiti maggiormente, è evidente a tutti che quei due abbiano fatto un vero e proprio capolavoro di bambina.
Violet ha i capelli rossi della mamma e gli occhi chiari e vispi del padre, sembra una bambola di porcellana e, per la gioia dei neogenitori, è una bambina calmissima e tranquilla anche se, essendo nata il 10 agosto è del segno del Leone e July ha subito previsto che avrà un caratterino niente male da grande.
Il piccolo Evan solleva le braccia verso la madre e reclama di poter vedere quell’esserino che, da quanto ha sentito dire agli adulti, è la sua cuginetta così Phoebe lo accontenta e si siede, permettendogli di osservare con curiosità la bimba.
«Phoebe, Daniel ti reclama!» la avverte Nancy poco dopo, facendo ingresso nella stanza con in braccio il secondogenito della bionda che si sta agitando col visino tutto contratto in un’espressione di stizza. Ha poco più di un anno e mezzo e ancora tanto bisogno della vicinanza della sua mamma, a differenza di Evan, che è più interessato a esplorare casa e combinare danni qua e là.
«Arrivo subito! Tu prendi Violet, allora!» dice Phoebe, porgendo la bimba alla sua nonna, che è ben contenta di coccolarla un po’.
«Caspita! Questa casa si è trasformata in una specie di asilo nido nel giro di pochi anni!» commenta ironica mentre la nipotina le afferra un dito e sorride, scuotendo le braccine.
Non le dispiace affatto, al contrario, quella confusione le scalda il cuore, soprattutto da quando due delle sue figlie sono andate via di casa, svuotandola di risate, parole e, perché no, anche di piccoli litigi quotidiani.
C’era troppo silenzio in giro per i suoi gusti e adesso l’ equilibrio pare essersi ristabilito.
«Già, purtroppo! – biascica July dalle scale del piano superiore, senza frenare un sonoro sbadiglio – stanotte Violet ha pianto per un’ora e non mi ha fatto dormire!» si lamenta, cercando di dare un ordine alla sua massa scompigliata di capelli – tra un po’ ricomincia la scuola e non potrò più poltrire fino a tardi per recuperare il sonno perso! Finirò per assomigliare a uno zombie!» si lagna, raggiungendo la madre e la sorella al piano di sotto.
«Non ti preoccupare, Ashley domani ritorna a casa sua e sono sicura che poi ti mancherà la tua nipotina!»  le fa notare Nancy.
«Può darsi» si limita a dire July, fingendo indifferenza ma finendo per sorridere alla vista della bambina e carezzandole la testolina ancora mezza spelacchiata.
«Siamo tornati!» esclama una voce femminile alla porta, è Ashley, seguita a ruota da Matt.
«Allora? Dov’è la mia cucciolotta?» domanda lui, il suo sguardo si illumina quando vede sua figlia in braccio a Nancy, la quale gliela porge subito.
Lui la solleva gentilmente, la piccola è minuscola in confronto alle sue mani ma lui la tiene come se fosse la cosa più preziosa che abbia mai visto.
La bimba ridacchia, emette dei versetti e sbarra gli occhi quando riconosce la figura del padre. Matt si specchia in quegli occhi azzurri così simili ai suoi ma che su Violet sembrano ancora più belli e luminosi.
Ashley sorride e si gode la scena in silenzio: Matt si è rivelato un padre meraviglioso, non che avesse qualche dubbio in proposito vista la felicità con la quale lui aveva accolto da subito la notizia della gravidanza, ma non può togliersi dalla testa il ricordo del ragazzo ventiduenne scapestrato e ribelle di sei anni prima e, vederlo così dolce e premuroso con la loro bambina, le riempie il cuore di una sensazione stupenda e intensa.
È l’uomo che ha sempre desiderato avere al suo fianco, lo stesso che aveva immaginato quella sera d’estate in cui non erano rientrati a casa, facendo venire una crisi nervosa a Monica e Gregory, quando avevano passato la notte sulla spiaggia, a fare l’amore e parlare del loro futuro, quello che ai tempi non pensavano di poter vivere assieme.
Erano passati sei anni da allora, tante cose erano cambiate e adesso erano lì, insieme, e con la loro prima figlia in braccio.
«Ciao, amore» sussurra Ashley alla sua bimba, accostandosi a Matt e ammirando Violet in tutta la sua tenerezza.
È perfetta e stenta quasi a credere che loro due abbiano dato vita a una simile meraviglia, eppure, in qualche modo è successo e i loro occhi innamorati raccontano quanto siano felici e ancora un po’ increduli.
Il parto è stata un’esperienza devastante, non ne ha un ricordo esattamente lucido perché il dolore deve averle in qualche modo offuscato la ragione e fatto perdere il contatto con la realtà, ma ricorda perfettamente le sue imprecazioni contro tutti, l’avvertimento che quella sarebbe stata di certo la prima e l’ultima volta che decideva di mettere al mondo un bambino, le urla persino contro Matt, che non l’ha abbandonata un secondo, tenendole la mano e facendole forza con le sue parole e la sua presenza.
Poi quel pianto, il senso di liberazione e il dolore che di colpo scompariva per fare spazio a un’immensa felicità nel momento in cui aveva visto per la prima volta quella bimba piccolissima e indifesa, sua figlia.
«Oddio, siete così belli tutti e tre insieme! Mi fate commuovere, dannazione!» esclama Phoebe di colpo, ridestandola dai pensieri, col suo solito modo esplosivo e genuino, mentre Daniel, ancora in braccio a lei, la osserva con gli occhi chiari spalancati e quasi perplessi.
Ashley e Matt si guardano e ridono, poi Violet richiama la loro attenzione con qualche lamento.
«Mi sa che ha fame» osserva Matt,  poi porge la piccola ad Ashley.
«Vieni tesoro, ci pensa la mamma a te, adesso» dice piano e, anche se le suona ancora strano che sia diventata madre così presto per i suoi calcoli, ora può dire con certezza che è stato il momento più giusto in assoluto.
 
Matt apre la porta di casa mentre Ashley lo segue, con la piccola Violet in braccio.
Sono nella loro casa tutti e tre finalmente!
Fa quasi impressione pensare che l’ultima volta ne erano usciti in due e adesso vi fanno ingresso in tre.
«Hai visto, Violet? Questa sarà la tua casa! Ok, non è molto lussuosa ma…ti troverai bene!» dice Ashley alla sua bambina, che si guarda intorno confusa e un po’ spaesata.
È chiaramente troppo piccola per capire dove si trovi ma per i suoi genitori quello è un momento importante, è la prima volta che la loro bambina entra nel loro nido d’amore dopo un mese ed è una grande emozione.
Ashley ha vissuto da sua madre in quel periodo, nonostante avesse fatto un po’ di pratica con suo nipote Evan, avere una figlia tutta sua è completamente diverso, così ha sentito l’esigenza di rimanere con Nancy per farsi aiutare e consigliare i primi tempi. Matt non la lascia comunque sola, si dividono i compiti come hanno sempre fatto finora e, a parte allattarla, fa volentieri tutto ciò che c’è da fare per crescere la piccola.
Amici e parenti sono venuti a fare loro visita e in pratica quasi tutti i giorni la casa è stata piena di gente, al punto che adesso non disdegnano il silenzio e la calma che si respira nella loro.
Anche Tyler è venuto a conoscere la bimba insieme a Danielle, la sua ragazza, e i quattro sono persino riusciti a uscire insieme una sera come due normali coppie di fidanzati.
Li hanno invitati a raggiungerli in città per un fine settimana e i due hanno subito accettato.
Danielle si è rivelata una ragazza molto matura e, pur essendo a conoscenza dei trascorsi burrascosi di Tyler ed Ashley, non ha avuto nessun timore o gelosia nell’incontrarla. Le è bastato vedere un secondo come quella ragazza si perde negli occhi del suo fidanzato per capire che comunque non avrebbe nulla da temere.
Matt si sgranchisce le spalle dopo aver posato a terra i loro bagagli.
Hanno fatto una sosta di qualche giorno da sua madre e da Gregory per non affaticare la bambina con un lungo viaggio in macchina e infine sono ripartiti.
Lui deve lavorare e durante quel mese ha fatto avanti e indietro nei fine settimana per raggiungere casa di Nancy e stare con Ashley, ma lei stessa ha deciso che era il momento di riprendere la loro quotidianità e, nonostante lui le avesse assicurato che andava bene e che poteva restare da sua madre un altro po’, lei non ne aveva voluto sapere.
E poi doveva ricominciare con i suoi lavori, aveva tanto arretrato da smaltire e, anche se la nascita di un figlio era un buon motivo per prendersi una pausa, c’erano le spese per la casa e per la bambina che non potevano aspettare.
A dirla tutta, in ogni caso, si annoiava a fare solo la mamma e casalinga, non era mai stata quel tipo di ragazza, amava alla follia  il suo lavoro e non vedeva l’ora di tornare a immergersi nei suoi progetti.
«Che bello! Finalmente casa nostra, niente schiamazzi, niente file per accaparrarsi il bagno, niente domande invadenti o situazioni imbarazzanti!» esclama estasiata, mentre depone con cura Violet nella sua culla, nella stanzetta che le hanno preparato.
«Già, concordo – dichiara Matt, poi sposta lo sguardo alla neonata, crollata in un sonno profondissimo, e sorride – è stanchissima, è stato un viaggio pesante per lei, adesso è meglio che stia tranquilla» mormora per non disturbarla.
«Sì, lasciamola riposare» aggiunge Ashley mentre i due si allontanano dalla stanza, facendo il minor rumore possibile.
Ashley si butta sul letto, è esausta, la notte dorme poco e ha solo voglia di rilassarsi e godersi quei momenti di tranquillità con il suo ragazzo.
Lui la raggiunge, si stende accanto a lei, annega nei suoi occhi color miele, così dolci e belli.
Non c’è bisogno che parlino, tra i loro ricordi scorrono le immagini di quell’estate che ha cambiato il loro destino, le difficoltà per portare avanti quella storia, il rischio che hanno corso di perdersi per sempre quel giorno in cui stupidamente avevano deciso che qualche chilometro di troppo avrebbe potuto ostacolare un  sentimento appena nato ma che premeva così forte per essere ascoltato.
Per fortuna gli hanno dato retta, alla fine.
Ricordano tutto, il loro primo e non proprio amichevole incontro, le ostilità di Monica, le loro confessioni seduti l’uno accanto all’altra sulla terrazza, il sostegno che si erano dati a causa dei loro problemi familiari, l’attrazione che era esplosa, la loro prima volta chiusi in camera di Ashley con la paura di venire sorpresi dai loro genitori e anche tutte le altre.
Ricordano il dolore, quei baci disperati al pensiero che sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbero separati, le gelosie, le incomprensioni, il coraggio che all’inizio era mancato ma che poi si era fatto più forte che mai e li aveva fatti incontrare di nuovo, più uniti e innamorati che mai.
Matt accarezza il viso di Ashley mentre lei si lascia andare ai brividi che solo lui sa regalarle. Ne ha bisogno e gli si fa più vicina, stringendolo, toccandolo a sua volta mentre lui le sfila delicatamente il vestito e la bacia sulla bocca, sul viso, sul collo, ovunque riesce a raggiungerla.
Sono più adulti, sono cambiati e forse non sono più i ragazzi spensierati di un tempo ma si desiderano come la prima volta e questo non cambierà mai.
Con uno scatto Ashley tira Matt a sé, lo fa stendere di sopra, gli circonda i fianchi con le gambe e un forte calore la invade quando lo sente entrare delicatamente dentro di lei, mentre la bacia, ed iniziare quella danza ritmata che le fa toccare il cielo con un dito ogni volta e di cui ha un disperato bisogno.
Non si stancherà mai di lui «Ho voglia di te, Matt» gli sussurra col respiro mozzato dal piacere, lui si ferma solo un istante, la fissa con gli occhi colmi d’amore e sorride.
«Sei stupenda, ti amo» mormora, la sua voce è roca e sensuale e quelle parole la accendono immediatamente.
Si amano, continuano a farlo, forse con una maturità diversa ora che non ci sono solo loro due e che hanno la responsabilità della loro bellissima figlia, ma non possono evitare di farlo.
Phoebe le ha detto che il sesso cambia quando si diventa genitori, che è tutto meno spontaneo e bisogna stare più attenti e programmare ma quello che stanno facendo non l’hanno programmato e le sembra che sia più spontaneo e sentito che mai.
Non vogliono perdere la loro intimità e farsi sempre più lontani come era capitato ai loro genitori nel tentativo di tenere insieme i pezzi di un rapporto che si andava logorando.
Beh, forse è un po’ presto per dire che sarà sempre così e lei non ha ancora un bimbetto scatenato che gira per casa e un altro piccolo a cui badare ma sa che ogni età ha i propri momenti e per adesso quello è il loro.
Si rivestono in fretta, alla fine, non possono permettersi di rimanere a letto per ore ma va bene così.
«Sta’ tranquilla, vado io a controllare Violet…tu riposati un po’, ne hai bisogno, fatichi più di me con la piccola» la ferma Matt con un bacio sulla fronte quando intuisce che la sua fidanzata aveva avuto il suo stesso pensiero e stava per andare verso la cameretta della bambina.
È comunque ancora troppo piccola e la notte dormirà accanto a loro, come una vera famiglia.
«Grazie, amore» dice lei a bassa voce, vedendolo sparire poi nel corridoio.
Ha 27 anni e sente che la sua vita è completa.
Lo è diventata forse troppo presto e sa che la Ashley ventenne strabuzzerebbe gli occhi nel vedersi nel futuro così giovane e già con una famiglia tutta sua ma non le importa.
Ha imparato la lezione anni fa, quando si è innamorata di quel ragazzo biondo e ribelle e ha messo in discussione tutto ciò in cui credeva: non si può programmare ogni cosa e spesso sono proprio gli eventi imprevisti a rendere i giorni più belli e a migliorare il carattere di una persona.
Uno di quegli imprevisti dorme profondamente qualche stanza più in là e lo rifarebbe più volte, senza pentirsene mai.
Forse per la prima volta si immedesima in sua madre, quella donna che ha sentito distante per anni e che non faceva altro che allontanare da lei mentre adesso, che è madre a sua volta, si rende conto del dolore che le ha causato escludendola dalla sua vita e odiandola senza alcun motivo preciso.
Non può nemmeno immaginare di poter stare lontano da sua figlia e qualche lacrima le scende sul viso.
Darebbe la vita per Violet e sa con certezza che sua madre ha fatto lo stesso con lei, pur in mezzo ai suoi sbagli e alla sua vita sentimentale sfortunata.
Per fortuna è tutto a posto adesso, così si asciuga il viso e le ritorna il sorriso sulle labbra.
Ha un’improvvisa voglia di vedere sua figlia e di raggiungere l’ amore della sua vita, le due persone a cui tiene di più in assoluto al mondo.
Sono lì, con lei e niente può scalfirla.
La sua vita, pur piena di confusione, famiglie allargate, chiasso e diversità, non può essere più perfetta di così, in fondo.

Grazie ancora per avermi seguita in questo piccolo e un po' nostalgico salto nel futuro, care lettrici!
Spero sia stato gradito!
A presto!

 

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