Places & Moments

di lawlietismine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà!♥ 
Io mi faccio viva in questa sezione solo una volta all'anno a quanto pare¯_(ツ)_/¯
Non so nemmeno se il fandom è attivo in questo sito... Ma vabbé, non mi perdo in discorsi inutili perché sono le 4 di mattina passate e io non ragiono a cose normali, figuriamoci a quest'ora. Comunque ci tengo a dire che questa fic è nata oggi (o ieri a voler essere precisi lol). L'idea mi era venuta qualche giorno fa e oggi l'ho ripresa... Non scrivevo qualcosa da secoli perché sono nel bel mezzo di un blocco insopportabile, quindi non mi aspettavo davvero di uscirmene all'improvviso così con una nuova fic. A parte perché in realtà stavo cercando di terminare una one shot sempre klance che avevo iniziato lo scorso anno e poi abbandonato, ma l'ho messa di nuovo in pausa per questo nuovo progetto (ho già scritto il primo capitolo e mezzo del secondo). Sarà diversa rispetto alle fic che scrivo di solito. I capitoli saranno brevi e boh non so nemmeno come spiegarlo, lo capirete con questo prologo (comunque i capitoli veri e propri saranno un pochino più lunghi rispetto a questo eh). Okay adesso pubblico e provo a dormire almeno due ore. Addio. 
Spero di aggiornare prestissimo (who knows, magari proprio per l'uscita della s7 domani?), ma Idk ci ragionerò meglio quando non saranno le 4 di mattina.
Lasciatemi un piccolo commento per farmi sapere se vi ispira o meno, se vi va^^ alla prossima, 
Lawlietismine 


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Scusate faccio schifo con i titoli 
Per il post originale della fanart basta cliccare sull'immagine
 

Places & Moments




 

È sul pullman che prende per andare all'università che Lance vede Keith per la prima volta.

*

Quel ragazzo non lo ha mai visto prima, di lui non sa niente, ma non riesce a fare a meno di guardarlo.

Lo sconosciuto se ne sta in piedi a qualche metro di distanza, poggiato distrattamente col fianco contro la porta centrale dell'autobus. Cuffie alle orecchie, sguardo perso su ciò che scorre velocemente al di fuori, pensieri palesemente altrove. I capelli neri gli ricadono lunghi sulla nuca, le mani sono immerse nelle tasche della giacca. Sembra non avere la minima idea del caos che ha appena causato nel ragazzo che invece è seduto verso il fondo, proprio sul lato del finestrino, come ogni giorno.

Lance in grembo ha numerosi fogli con su scribacchiati schemi incomprensibili per il test che lo attende fra poco più di un'ora, ma i suoi occhi ormai, da quando si sono posati per caso su quel ragazzo qualche secondo prima, per qualche motivo non riescono più a guardare da nessun'altra parte. La sua attenzione è stata catturata da quella figura eterea in un istante, tanto da non riuscire più a distogliere lo sguardo.

Lance lo osserva attentamente, rapito, senza fiato. È di una bellezza disarmante.

*

La sua giornata viene stravolta.

Le sue labbra restano piegate in un lieve sorriso sereno per tutta la durata dell'esame.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà!♥ 
Sono tornata col primo capitolo, finalmente. Sono il mai una gioia in persona e quindi dopo aver messo il prologo 1) ho finito internet sul telefono e 2) ha smesso di funzionare il wifi (che non è ancora ripartito, grz wifi tvb anche io). Ecco perché ci ho messo più del previsto ad aggiornare ;-; ho dovuto aspettare di essere in ufficio da mio zio, ma alla fine ce l'ho fatta dai!
Comunque ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha speso qualche minuto per scrivermi il suo parere, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!
Alla prossima, 
Lawlietismine 


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Places & Moments



I

 

La seconda volta non è davvero la seconda.

Non proprio.

Perché Lance nell'arco di due settimane ha rivisto lo sconosciuto ben altre quattro volte sull'autobus. E ognuna di esse è stata esattamente come la prima.

(Hunk e Pidge hanno smesso di stuzzicarlo facendo commenti e scherzando sul suo ragazzo misterioso esattamente dopo la terza, perché lui, invece che cercare di zittirli ed essere in imbarazzo o infastidito per le loro derisioni, non ha invece mai smesso di parlarne per un secondo, occhi luminosi e sorriso entusiasta: li ha portati all'esasperazione).

Quindi no, non è proprio la seconda.

In realtà è semplicemente il secondo luogo in cui lo incontra, oltre all'autobus. Perché oltre ogni possibile previsione e dopo quattro episodi caratterizzati da intensi sguardi fugaci, sempre a debita distanza, Lance non si sarebbe mai aspettato di vederlo entrare nel bar durante il suo turno di lavoro.

È bellissimo.

Poi, all'improvviso, è anche vicinissimo. Troppo vicino.

Lance lo vede avanzare verso il bancone e dentro di sé inorridisce, perché il cuore inizia a battere frenetico, il respiro a mancare, le mani a sudare. E lui è bellissimo. Ma Lance non è sicuro di riuscire a trovare la forza e soprattutto la voce per fare il suo lavoro senza mettersi in ridicolo. Forse se riuscisse a darsi il cambio velocemente con–

Un colpo di tosse richiama la sua attenzione. Basso, non brusco, giusto il minimo indispensabile per farsi notare. E Lance si rende conto che ormai è troppo tardi, ormai è già davanti ai suoi occhi.

E da così vicino è perfino ancora più bello.

Lo sconosciuto lo guarda incerto, un sopracciglio leggermente inarcato e l'espressione confusa, mentre immerge le mani nelle tasche della giacca come fosse un'abitudine.

Ha dei bellissimi occhi grigi.

Poi Lance torna alla realtà e sobbalza malamente, apre la bocca per chiedere– beh, non ha idea di cosa voglia chiedergli a voler essere sinceri. Probabilmente dovrebbe dargli il buongiorno e il benvenuto, poi segnarsi il suo ordine. È il suo dannatissimo lavoro dopotutto e lo fa ogni dannatissima volta– ma niente esce dalle sue labbra schiuse e lui si ritrova a boccheggiare senza parole.

È un completo idiota.

“Ehm... S–Sì?” Balbetta invece alla fine contro ogni buon senso, spinto unicamente da quello sguardo insistente fisso su di sé. È un cliente, al cliente si dà il buongiorno, il benvenuto e si prende l'ordinazione. Il suo capo lo colpirebbe in testa, se lo vedesse adesso.

Anche se in modo impercettibile, il ragazzo sembra sorpreso –se per il fatto che lui abbia finalmente parlato o se per la mancanza di professionalità, Lance questo non lo sa. Ma la sua nuova espressione fa qualcosa ai suoi lineamenti e in qualche assurdo, inspiegabile, disumano modo, agli occhi di Lance appare ancora più incantevole. È cotto a puntino.

Stavolta, allora, è proprio lui a schiarirsi la voce per darsi un po' di contegno.

“Benvenuto,” ritenta, sfoggiando un sorriso caloroso. I suoi occhi non abbandonano quelli dell'altro neanche per un secondo e per qualche ragione gli pare che in essi a un certo punto la sorpresa si faccia ancora un po' più evidente, anche se per poco. Li vede guizzare velocemente sul resto del proprio volto: quegli occhi grigi si spostano più in basso, sulla sua bocca e poi tornano su in modo tanto repentino che Lance pensa quasi di esserselo immaginato.

Spera di non avere nessun residuo del muffin che ha mangiato poco fa in faccia.

“Come posso aiutarti?”

Il ragazzo non risponde subito. Lo scruta un istante in più, poi sposta di nuovo lo sguardo per posarlo sulla lavagna appesa in alto. Legge ciò che il bar ha da offrire e Lance ne approfitta invece per guardare lui ancora un po' da così vicino, spudoratamente. Chissà quando gli ricapiterà.

È il sesto incontro. Il secondo luogo. E se mai ce ne sarà un terzo, Lance non potrà più considerare tutto ciò una semplice coincidenza. A quel punto sarà destino. E allora giura a se stesso, in quell'esatto istante, mentre l'altro finisce di leggere e i loro occhi si incontrano di nuovo, che se ci sarà davvero un terzo luogo, Lance troverà il coraggio e farà la prima mossa.

*

Lo sconosciuto ordina, paga e poi se ne va col suo caffè fumante tra le mani.

E stavolta a seguire Lance per tutta la giornata, oltre al sorriso genuino, c'è anche una crescente aspettativa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà! Ci ho messo di nuovo più del previsto, scusatemi! Ma non mi hanno ancora sistemato il wifi TnT 
Non ho molto da dire tbh... A parte che avevo già scritto il quarto capitolo e iniziato il quinto, poi però mi sono venute delle idee nuove e allora ho deciso di aggiungere altra roba prima di quelli. 
Comunque, come al solito ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha speso qualche minuto per scrivermi il suo parere, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!
Alla prossima, 
Lawlietismine 


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Places & Moments



II

 

Il terzo luogo si fa attendere. Ma Lance semplicemente sa che succederà, lo sente. Ovunque vada, ovunque si trovi, si chiede sempre più spesso se riuscirà a vederlo, se sarà quello il giorno giusto.

Ma se il terzo luogo sembra non arrivare mai, gli altri incontri, invece, non si fanno attendere neanche un po'.

Nelle tre settimane che seguono, Lance lo rivede molte volte fra l'autobus e il bar. E quando ormai è trascorso poco più di un mese da quel primo incontro nel suo tragitto verso l'università, il conto delle volte è già andato perso.


Keith–

Lance ha scoperto il nome, quando l'altro è tornato al bar due giorni dopo la prima volta.

La sorpresa nel vederlo entrare, nonostante l'avesse rivisto sull'autobus solo la mattina precedente, era stata grande quanto l'improvvisa euforia. Per fortuna, però, era riuscito a mantenere almeno in apparenza un po' di calma.

“Cosa vorresti ordinare?” La voce stavolta non aveva ceduto, il sorriso era stato sincero, ma le mani erano rimaste artigliate al bancone per rendere meno palese il tremore dato dalla contentezza di averlo di fronte a sé ancora una volta.

Il ragazzo aveva di nuovo immerso le sue mani nelle tasche e poi aveva lanciato solo una veloce occhiata di sufficienza alla lavagna, arricciando leggermente il naso nel pensarci su. Adorabile, Lance l'aveva trovato assolutamente adorabile.

Dopo aver ordinato la sua abbondante dose di caffè, si era messo da una parte in attesa che fosse pronta, lasciando scorrere il resto della fila abbastanza lunga alla cassa. Ma stavolta, approfittando del maggior numero di clienti presenti come scusa di una possibile confusione fra i vari ordini da preparare, Lance, prima che si allontanasse del tutto e seppur con uno sforzo che mai aveva avuto bisogno di fare per nessun altro prima d'ora, aveva aggiunto un: “e il tuo nome?” un po' titubante, che aveva provocato nello sconosciuto un ennesimo secondo di sorpresa.
“Così posso scriverlo e non confondere gli ordini!” Aveva specificato allora frettolosamente, in modo da mascherare le sue reali motivazioni.

L'altro lo aveva scrutato un po', il suo sguardo profondo perennemente accigliato fisso nel suo, come se cercasse di decifrare qualcosa in Lance o forse, e Lance aveva sperato terribilmente che non fosse così, come se lo considerasse uno stupido.

“Keith” aveva risposto poi, piano, prima di farsi definitivamente da parte.

Stavolta però, invece che andarsene, il caffè l'aveva bevuto seduto a un tavolino all'interno del bar.

*

Anche se solo in due luoghi, comunque, Keith –Lance adora poter pronunciare il suo nome ora, sentire come si modella perfettamente fra le sue labbra– è entrato a far parte della sua routine.

Anche se probabilmente il diretto interessato non se ne è nemmeno reso conto.

Lance adesso lo nota. Sempre. E si chiede se sia apparso realmente così all'improvviso intorno a lui o se magari non ci fosse sempre stato senza che lui lo sapesse. Ma non riesce a credere di non averlo mai notato prima, onestamente. Perché Keith non è uno che passa inosservato, non ai suoi occhi almeno.

*

Loro non si parlano, naturalmente.

Sull'autobus, Lance si limita a continuare a guardarlo restando seduto al suo posto. Si concede però di ripercorrere con lo sguardo quel corpo slanciato, fino a risalire e soffermarsi sul suo profilo, quasi speranzoso di vederlo voltarsi verso di lui da un momento all'altro, come se lo stesse silenziosamente chiamando. E in questi momenti, un po' si sente come un criminale. Come se stesse facendo qualcosa di illecito, come se potesse essere colto in fragrante.

Ma Keith non si gira mai. Il suo sguardo, proprio come la prima volta e tutte quelle a seguire, resta rivolto sulla strada senza mai incontrare quello di Lance. La sua attenzione non viene distolta da qualsiasi cosa stia pensando di tanto importante da farlo completamente estraniare dal resto del mondo circostante.

Ogni tanto sfila una delle mani dalle tasche e si passa piano il dorso a strofinare il mento, oppure a spostare una delle lunghe ciocche nere, e allora Lance ha la possibilità seppur breve di ammirare quelle lunghe dita affusolate, che a volte sfiorano le sue quando al bar gli porge il suo ordine.

Ha delle mani bellissime.

Lance vorrebbe vederle intrecciate alle sue.

*

Al bar, però, qualche parola la scambiano.

Ti preparo il solito?”

(La prima volta che Lance l'aveva chiesto, Keith gli aveva rivolto nuovamente un'espressione sorpresa. Stavolta ancora un po' più evidente rispetto alle altre: le labbra leggermente schiuse in un piccolo cerchio e gli occhi chiari un po' più grandi del normale, fissi su di lui come se davanti a sé avesse una creatura mai vista prima.

Poi aveva abbassato lo sguardo, spostandolo di lato e aveva immerso le mani nelle tasche. Aveva incassato anche lievemente la testa fra le spalle, prima di mormorare un “Sì, grazie” tanto basso che Lance avrebbe facilmente potuto scambiarlo per un sospiro.)

Oppure–

Servirebbe anche a me un bel caffè ora come ora!”

Ho sentito che per domani è prevista pioggia”

Se aspetti un secondo, vengo a dare una sistemata al tavolo!”

Tutte cose sbottate in modo impacciato pur di dire qualcosa, mentre le sue mani si muovono automaticamente sulla macchinetta del caffè e Keith aspetta oltre il bancone.

Le risposte di Keith ai suoi tentativi ogni volta sono pacate, essenziali. L'altro perlopiù lo osserva e per quanto questo mandi Lance un po' fuori di testa per la paura di dire e fare qualcosa di irrimediabilmente imbarazzante, allo stesso tempo lo fa sentire benissimo. Perché per un po', almeno, l'attenzione di Keith è rivolta verso di lui.

Keith sa che esiste. Lo guarda. Ci parla.

E in attesa del terzo luogo, questo a Lance per ora basta.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà! Il wifi è tornato yaay quindi eccomi col nuovo capitolo! 
Ci tengo solo a dire che spero di aver mantenuto/stare mantenendo al meglio i caratteri dei personaggi, nonostante l'AU non lo renda tanto semplice, perché non sono una grande fan dell'OOC e mi dispiacerebbe molto ç.ç Aggiungo anche che il 12 ho un esame, quindi probabilmente aggiornerò dopo quella data.
Comunque, come sempre ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha speso qualche minuto per scrivermi il suo parere, non potete capire quanto mi faccia piacere! Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!
Alla prossima, 
Lawlietismine 


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Places & Moments



III

 

All'improvviso, Keith diventa un cliente abituale.

E Lance non potrebbe esserne più felice.

*

Spesso si ferma a studiare. Manuali vari poggiati sul tavolino, penna in una mano e caffè nell'altra.
A volte semplicemente sorseggia distrattamente la sua bevanda, sguardo fisso fuori dalla vetrata e pensieri altrove, magari con le cuffie alle orecchie come sull'autobus: Lance si perde ad ammirarlo da dietro il bancone per quelle che sembrano ore, i suoi occhi catturano e imprimono nella memoria quella figura distante, ogni volta quasi come se temesse che fosse l'ultima e le sue mani fremono quasi dolorosamente, desiderose di raggiungerlo o anche solo di immortalare la sua bellezza in uno scatto, così da poterla avere sempre con sé, anche quando è assente. 

Altre volte ancora invece, anche se più di rado, Keith ordina e poi esce senza trattenersi, portando comunque nella giornata dell'altro un pizzico di vitalità.

Per Lance in qualsiasi caso è... piacevole. Anzi, decisamente molto più che piacevole.

Ogni volta che la campanella all'ingresso tintinna ed è Keith a entrare, incontrando in poco tempo il suo sguardo, lui sente una sensazione strana farsi spazio nel suo petto. Le gambe un po' gli tremano, minacciando di cedere da un momento all'altro e il battito accelera rapidamente, facendogli girare un po' la testa.

Lance deve ammettere che passa un quantità di tempo imbarazzante semplicemente a contemplarlo, come fosse la più bella opera d'arte al mondo.

Spera davvero che Keith non se ne sia accorto.

*

A due mesi dalla prima volta in cui l'ha visto, Lance attende quel terzo dannato luogo con tutto se stesso. È impaziente, quasi disperato.

Ma anche se il terzo luogo sta impiegando fin troppo ad arrivare, tra loro due, a piccoli passi –seppur estremamente e dannatamente piccoli– la distanza gradualmente si accorcia.

Pian piano, in modo del tutto naturale.

*

“Cosa studi?”

Keith, seduto al tavolo nell'angolo più silenzioso del bar, sobbalza colto alla sprovvista. Alza lo sguardo dal libro che ha di fronte, sorpreso e un po' accigliato, come per accertarsi di non essersi immaginato la voce e incontra quello di Lance, in attesa in piedi accanto a lui con un sorriso leggero a piegargli le labbra.

Lance è tranquillo.

E un po' agitato.

Sicuro.

E anche un po' incerto.

È decisamente combattuto, insomma. Keith lo fa andare in subbuglio solo con la propria presenza, gli fa sconnettere ogni minima capacità di ragionamento sensato e gli provoca un caos interiore che di per sé è devastante.

La sua solita facciata spavalda un po' freme di fronte a lui. Lance non è capace di flirtare spudoratamente con Keith come invece di solito fa con naturalezza con tutti gli altri, senza farsi alcun problema. È come se con lui non volesse rischiare, come se stavolta avesse qualcosa di serio da perdere. E questa cosa lo lascia un po' destabilizzato.

Keith lo fa sentire stordito, disorientato. Gli fa venire voglia di provarci davvero, di prendere in mano la situazione senza alcuna superficialità, senza dare niente per scontato.

Per Lance è una sensazione completamente nuova.

“Come?” Chiede Keith, storcendo lievemente la bocca in un mezzo broncio e alternando occhiate perplesse fra i propri libri e il ragazzo che gli sta davanti, e Lance un po' esita di fronte alla reazione ricevuta, più fredda di quanto avrebbe sperato. Il suo sorriso minaccia di svanire per un istante, ma alla fine cerca di non demordere: una parte di lui ormai ha intuito che Keith spesso e volentieri è distaccato solo in apparenza.

“Che cosa stai studiando di interessante?” Ritenta con tono amichevole e Keith per qualche motivo torna a essere sorpreso nel sentirlo, come se una domanda del genere fosse del tutto strana e inaspettata: si guarda un instante intorno, come se si aspettasse chissà cosa, poi riporta lo sguardo incerto su Lance.

“Coreano.” Risponde alla fine, cauto.

E allora ci vogliono esattamente due secondi prima che Lance, sentendo la sua risposta e non vedendosi ignorare e chiudere fuori malamente come invece aveva temuto, tramuti il proprio sorriso leggero in uno smagliante, che raggiunge gli occhi e gli fa brillare le iridi azzurre di una luce vivace. Trova perfino il coraggio di appropriarsi (seppur goffamente per la fretta) di una sedia e sedersi lì con lui: incrocia le braccia sul tavolo e ci poggia la testa, guardando così Keith dal basso e Keith lo fissa interdetto, ma Lance non è mai stato molto bravo a celare il proprio entusiasmo. Quando poi poco dopo Lance vede di conseguenza un lievissimo colorito rosato macchiare le guance solitamente pallide dell'altro, il sorriso allora si espande perfino ancora di più. 
È un'immagine stupenda.

“Figo!” Lance si sente come un bambino al Luna Park per la prima volta. È entusiasta e neanche lui sa perché. Forse è perché stanno avendo una conversazione. Forse perché ha appena scoperto un altro piccolo dettaglio su Keith e non vede l'ora di scoprirne molti altri. Forse perché quell'espressione prudente ma altrettanto spaesata sul suo volto fa venire voglia a Lance di circondarlo in un abbraccio e non lasciarlo più andare. Forse perché solo averlo lì, per qualche ragione inspiegabile e senza logica, gli fa esplodere il cuore nel petto.

“Figo?” Ripete Keith piano in una sorta di domanda, come se credesse di aver sentito male.

“Sì, figo!” Ripete Lance e il sorriso smagliante che gli rivolge è genuino e così ampio da fargli quasi male al volto.

Keith lo osserva attentamente, il suo sguardo è perso nel suo come se vi cercasse una conferma, come se volesse accertarsi della sua sincerità (e come se al contempo pensasse di trovarci invece una prova del fatto che in realtà lo sta prendendo in giro), ed è così pungente, così profondo e penetrante, che Lance per un attimo teme che possa leggergli dentro come fosse un libro aperto.

Qualcuno al di fuori potrebbe prenderli per idioti, sentendo il loro piccolo scambio.
Ma per loro è quasi come se in realtà stessero avendo tutta un'altra conversazione. Come se invece che con le parole, stessero bensì comunicando con gli occhi.

Lance ricambia. Mezzo nascosto fra le braccia incrociate, sostiene quello sguardo cercando di trasmettere col proprio quanto sia contento al momento, anche se la cosa può sembrare da pazzi. Ed è lieto, dopo un po', di veder mutare lentamente l'incertezza di Keith e di assistere mentre, pian piano, viene sostituita da quella che pare essere pura lieve serenità.
Come fossero complici.

 

Le labbra di Keith si piegano in un impercettibile sorriso, quasi impossibile da notare.

Lance si sente mancare il respiro nel vederlo.

*
 

E poi, alla fine, anche il terzo luogo arriva.

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