Un Appuntamento

di inked
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima puntata ***
Capitolo 2: *** seconda puntata ***



Capitolo 1
*** Prima puntata ***


Io non la conoscevo ma ricordo le sue labbra, ricordo il suo sorriso, ricordo quegli occhi che mi già mi costringevano a guardarla, ricordo che fuori nevicava piano piano e che ero lì dentro, anche lei era lì dentro, per caso. In una libreria. Io stavo girovagando tra gli scaffali, in tasca neanche un euro, il tempo vuotissimo da riempire in quell'assurdo pomeriggio di inizio inverno. Lei aveva preso dallo scaffale uno degli ultimi libri che avevo letto recentemente, "le sere" di Gerard Reve. Io mi sono fermato perchè non solo la adoravo già, ma perchè ora tra le sue mani stringeva un autore che adorava e che conoscevo bene. Come potevo farmi sfuggire l'occasione? Prendilo, davvero, merita, le ho detto. Lei si è girata di soprassalto e mi ha guardato dietro alla sciarpa che le copriva parte del viso. La parte superiore del resto della sua incantevole fisionomia era nascosto dietro un paio di spesse lenti che lasciavano però intravedere due bellissimi occhi verdi. Al di sopra, la fronte anch'essa nascosta, quest'ultima da una scombinatissima frangetta color oro paglierino. Mi ha guardato e non so perchè ma dopo un attimo si è messa a ridere. Perchè ridi, le ho chiesto. Niente, così, non mi era mai capitato che qualcuno ci provasse con me cercando di farmi comprare un libro. Ma io non ci sto, oh. Mi misi a ridere anche io. Finite le risate, le dissi che se voleva in realtà potevo prestarglielo io il libro, se le interessava, che era davvero un capolavoro, tutta quella frustrazione, quel vagare sconclusionato del protagonista da un dialogo all'altro, il cinismo, il nichilismo, il freddo del nord, la speranza, il bagliore di riscatto che emergeva nelle ultime pagine... Lei mi ha ascoltato un pochino, poi mi ha interrotto con un classico, dai, così mi spoileri tutto però. Io ho chiesto scusa, ma le ho ricordato che si trattava pur sempre di un libro scritto più di 60 anni fa, che non sapeva un po' di cosa parlava? Lei mi ha guardato a metà tra lo stizzito e il divertito e mi ha detto una cosa che mi ha fatto molto ridere, guardandosi intorno come a controllare se qualcuno la ascoltava mentre diceva la sua battuta: mi ha detto mia mamma di non accettare mai libri dagli sconosciuti. Sono rimasto lì immobile davanti a lei, davanti a quegli occhi che mi sorridevano insieme a quelle labbra che si prendevano gioco di me unite a quella frangetta che oscillava di qua e di là all'impercettibile oscillare del suo viso e quella inutile sciarpa che le nascondeva il mento e parte della bocca tenuta su dentro a quella libreria con il riscaldamento sparato a palla e rimanevo immobile per quella che sembrava un'eternità per il semplice fatto che lei rimaneva immobile impettita di fronte a me palesemente compiaciuta del farmi attendere per un tempo che mi ricordo essere stato paragonabile a diverse ere geologiche la sua immancabile, sdolcinata, banale, scontatissima ma comunque adorabile frase che metteva la parola fine al racconto di quel perfetto primo incontro in libreria tra noi due che ancora non sapevamo avremmo fatto l'amore tantissime volte (anche se io già ci speravo) "però se vuoi puoi offrirmi una cioccolata" era fatta. Solo che come dicevo nelle prime righe ero senza un soldo.

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Capitolo 2
*** seconda puntata ***


Siamo usciti piano piano facendoci strada nella libreria assiepata di gente. Ricordo che era una giornata molto fredda e le persone riempivano i negozi del centro come sono solite fare con questo clima, di sabato, in una città di provincia che non ha molto da offrire il sabato pomeriggio se non girovagare tra scaffali pieni di libri, utensili, soprammobili o vestiti. Mentre uscivamo ripensavo alla mia entrata ad effetto di prima e a come lei aveva reagito alla mia sconcertante invadenza. Mi aveva squadrato un pochino, quindi come a volte mi capita con le ragazze con cui parlo, mi aveva interrotto perchè parlavo tanto, troppo. però mi aveva anche detto che avrei potuto offrirle una cioccolata, mi sembrava sorridente mentre lo diceva, anzi, sono sicuro che stesse sorridendo, ricordo il calore che il suo viso emanava e di quanto già mi stessi innamorando di lei. Ma questa sua proposta di cui sopra della cioccolata, ecco, la faceva perchè era stufa di sentirmi sproloquiare sulla letteratura olandese di un autore che magari neanche conosceva o perchè era realmente interessata al libro e non voleva sapere troppi dettagli prima di leggerlo? Per farla breve, qua passano i minuti e io sono a farmi viaggi mentali su come lei ha preso il mio intrufolarmi nel suo pomeriggio di un sabato di inverno perfettamente solitario in cui sicuramente voleva starsene da sola a girovagare e sfogliare libri in tutta tranquillità e invece si è beccata il classico attacca bottoni che magari ci vuole pure provare e ora tra l’altro se ne sta pure zitto, ma cosa mi sta prendendo? Io di solito sono loquace, so intrattenere una conversazione decente con le ragazze. Adesso invece sono quasi cinque minuti che camminiamo e ci siamo zittiti così? Non provarci, sei tu che ti sei zittito, sei tu l’uomo, tocca a te la prima mossa, non dare la colpa a lei. Ma poi lei come si chiama? Oddio non glielo ho manco chiesto che disastro questo approccio, mi sono completamente bevuto il cervello. Tanto parlare di nichilismo olandese e neanche ho fatto le presentazioni. Stupido stupido stupido. - Piacere, io sono Guglielmo - Piacere Guglielmo, allora ce l’hai ancora una voce! E pure un nome! Io sono Eleonora - Scusami, ogni tanto mi perdo nei pensieri e stavo pensando a quale locale fa la migliore cioccolata… - Lascia stare la cioccolata, dai. Ti prendevo in giro! Mica me la devi offrire per forza e poi si è già fatta una certa… - Ma no, figurati, te la devo offrire per forza, non scherzare, almeno per scusarmi degli spoiler sul libro! - Pfffff, conta che ho già letto una recensione in cui raccontavano pure il finale! - Nooo, ma dai, io quelle recensioni sarei per eliminarle dalla faccia della terra! Quei recensori andrebbero impiccati! - Davvero, ma come stanno a dirti per filo e per segno il finale? Io salto anche le prefazioni nei libri, c’è pure il rischio che ti dicano anche lì troppi dettagli - Idem! Vedo che sulla letteratura andiamo proprio d’accordo, Ele! Andiamo a parlarne ancora un po’ davanti ad una cioccolata, dai - Se proprio insisti! Dove mi porti? A questo punto avevo non più solo un problema ma ben tre: 1) Ero senza un soldo e non potevo dirglielo (e questo lo sapevate già) 2) Mi iniziai a scervellare su quale posto fosse più carino e al contempo mi permettesse un minimo di margine di manovra per indebitarmi in qualche modo e prendere la cioccolata a credito BARRA offrisse un locale abbastanza grande ed affollato da permetterci di fuggire senza pagare 3) Alle spalle di Eleonora, nel grigio cielo invernale, una grandissima nube si stava addensando. Il problema numero 3 forse potrebbe apparire decisamente trascurabile, se non fosse che quella nube così densa appariva stranamente “viva”, come se un gigantesco essere vivente non meglio identificato agitasse tentacoli, spire o qualcosa del genere, al suo interno, come in un gigantesco utero volante a forma di nuvola. Decisi che era meglio iniziare dalle cose semplici e risolvere i problemi 1 e 2, al 3 ci pensiamo dopo. - continua

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