Il terrore rosso

di gclifford
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Oh cavolo, capitano sempre tutte a me!"

Nemesi era appena uscita da scuola e si stava dirigendo verso casa quando improvvisamente cominciò a piovere.

La ragazza, alquanto maldestra e sbadata, si era dimenticata l'ombrello anche se sua madre le aveva ricordato di prenderlo almeno una cinquantina di volte.

Avrebbe voluto usare i suoi poteri magici ma poi si ricordò che non le era permesso farlo, dannati umati! 

Se solo fossero stati più tolleranti con le streghe anni addietro lei avrebbe potuto mostrare la sua vera natura senza essere giudicata.

Ma si sa come sono fatti i comuni mortali, sono sempre pronti a giudicare e condannare tutto ciò che considerano diverso.

Nemesi fu costretta a rifugiarsi in uno Starbacks e una volta dentro corse immediatamente in bagno nel disperato tentativo di asciugare i suoi lunghi capelli rossi.

Uscendo dalla toilete andò a sbattere contro qualcuno e cadde inevitabilmente per terra.

"Guarda dove vai idiota!" disse lei mentre era ancora a terra con la faccia rivolta verso il pavimento.

"Pff sei tu che sei spuntata all'improvviso" rispose lui.

Nel frattempo lei si era goffamente alzata da terra ed era rimasta a bocca aperta quando si era resa conto della bellezza di quel ragazzo; aveva occhi verdi, capelli mori ricci e sembrava avere anche un bel fisico.

"Che c'è ti piace quello che vedi?" ghignò 

beffardamente lui.

Lei si sistemò e si alzò da terra senza proferire parola.

"Perfetto adesso sei anche muta! Comunque io sono Teseo"  detto questo allungò la mano con l'intento di presentarsi.

Fu solo allora che lei lo vide.

Il suo marchio da stregone era disegnato sul suo avambraccio sinistro.

Rappresentava un'arpia, simbolo della setta degli Harpya.

Iniziò a fissargli il braccio e lui se ne accorse inevitabilmente.

"Oh anche tu ...come dire...fai parte del mondo della magia?"

 

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Ciao a tutti!

 

So che il capitolo è corto, non temete gli altri saranno più lunghi, questo è solo l'inizio.

 

Spero vivamente che vi sia piaciuto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La ragazza, senza fiatare, alzò la manica destra e fiera gli mostrò il suo marchio che rappresentava una sfinge. "Oh tu sei della Sphinx, hai anche una lingua e un nome per caso?" "Certo che ce l'ho, mi chiamo Nemesi" disse e successivamente gli strinse la mano dato che lui la stava tenendo ancora tesa. "Nemesi come la dea della vendetta!" stava cercando di fare il saputello per fare colpo poiché sapeva che quelli della Sphinx erano considerati colti e furbi. Quello strano ragazzo che gli era piombato addosso per caso non le stava per niente simpatico anzi la faceva irritare come non mai ma lo trovava comunque molto attraente. "Teseo...ehm fammi pensare...come quello sporco traditore!" ghignò, nessuno sapevo più cose di lei. "Bene Nemesi, posso offrirti qualcosa?" enfatizzò particolarmente sul suo nome. "Prenderò un caffè" disse con fin troppa convinzione. I due si sedettero a un tavolo e iniziarono a parlare del più e del meno, lui faceva lo sbruffone e lei controbatteva tentando di essere stronza ma con scarsi risultati dato che quel ragazzo la intimoriva e non poco. Più lo guardava e più non riusciva a capire come quel dannato spavaldo facesse ad essere così maledettamente attraente. Era così spigliato nel dialogare e non si vergognava di niente, avrebbe tanto voluto essere come lui. Nemesi si sentiva così timida e impacciata, non sapeva mai cosa dire ma non glielo avrebbe mai dato a  vedere. Quel ragazzo la stava sfidando e lei non perdeva mai. "Vuoi fare una cosa proibita?" disse lui. "Ma sei matto?! Se sono proibite vuol dire che non si devono fare!" si stava scocciando. "Oh andiamo so che ti piacerà" detto questo trasformò il suo caffè macchiato in ambrosia che secondo il mito potevano bere solo gli immortali ma in realtà erano in grado di consumarla anche le streghe e gli stregoni. La ragazza lo guardò scettica ma alla fine si mise a ridere e trasformò anche lei la sua bevanda,adorava l'ambrosia e quel tipo non si sa per quale strano motivo ci aveva indovinato. Dopo due ore si salutarono e mentre le stava uscendo dallo Starbucks sentì una voce che la chiamava. "Nems...ehi Nems...mi senti...dai rispondi" la ragazza si guardava intorno non capendo da dove provenisse quella voce familiare. "Nems dannazione il braccio!" dopo questa affermazione da parte della voce misteriosa capì che la sua amica Selene la stava chiamando tramite una magia, tutti i membri della setta potevano parlare tra loro toccandosi il loro marchio e visualizzando nella mente la persona che volevano contattare. Come cavolo faceva ad essere sempre così sbadata? "Oh Selene dimmi" rispose lei toccando la sfinge. "Devi venire immediatamente alla rus Sphingis, Laocoonte ti vuole vedere."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Uscita dallo Starbucks la nostra strega dai capelli color del fuoco raggiunse la Ruis Sphingis toccandosi il marchio e pronunciando classica la formula di rito ovvero " a locum cupitum". Successivamente arrivò all'imponente villa che si ergeva nel centro di New Orleans ma che grazie a una potente magia non era visibile agli umani. Il suddetto edificio, punto di incontro della setta della Sphinx, era composto da numerosissime stanze adornate secondo lo stile ellenistico, sulle pareti erano visibili scene di alcuni tra i più celebri miti, nella sala delle assemblee ce ne era uno che raffigurava il concilio degli achei convocato da Agamennone e nella sala dove si riunivano gli anziani i dipinti sui muri raffiguravano la costruzione del cavallo di Troia. Nemesi rimaneva incantata tutte le volte che osservava quei miti, sembravano così valorosi e avrebbe tanto voluto essere forte come loro invece di essere un'impacciata strega alle prime armi.  Quando entrò nel covo Selene le corse incontro buttandole le braccia al collo. "Nems ma che hai combinato?" "In realtà non so perché Laocoonte mi abbia convocato anche se, pensandoci meglio, una mezza idea ce l'avrei..." Era molto preoccupata, credeva che il capo volesse rimproverarla per aver parlato con uno della Harpya, era sempre stata una ragazza modello ,non era mai stata richiamata e di certo non voleva finire nei guai per quel ragazzo. "Comunque hai saputo la notizia?" le aveva chiesto l'amica. "No, che cosa è successo?" "Ma come tutti lo sanno! Ettore e quella gallina di Clio sono usciti insieme!" " Oh mio Dio! Ti ricordi quando lei e tuo fratello uscivano insieme?" "Tempi bui quelli!" stavolta era stato il fratello di Selene a parlare, era appena tornato da una missione. "Cyrus!" esclamarono in coro le due giovani. Così i tre si diedero un abbraccio caloroso, erano sempre stati amici, il loro legame era indissolubile. Nemesi, Selene , Cyrus e Aurora, sorella degli ultimi due, erano una squadra formidabile, erano in grado di sostenersi l'un l'altro. La nostra protagonista aveva un fratello gemello che si chiamava Ares, che come la sorella aveva capelli rossi, un occhio verde e l'altro giallo. Poiché da qualche le era morto il padre al quale era molto legata, quei tre, insieme al fratello, alla madre e Laocoonte erano ciò che aveva di più caro, erano la sua famiglia, il suo tesoro più grande, il suo rifugio segreto, era solo grazie a loro se era riuscita ad andare avanti superando ogni ostacolo, anche quelli che sembravano insormontabili. "Nems ho sentito che ti ha convocato il boss" il ragazzo mise dell'enfasi nel pronunciare l'ultima parola. Secondo sua madre, Cyrus, il cui nome originale era Helios, aveva da sempre avuto un debole per lei, in effetti l'aveva sempre difesa di fronte a tutto e a tutti, ma non voleva credere a queste storie, era come un fratello e non avrebbe voluto guastare i rapporti con lui per nulla al mondo. Certo che pensandoci bene non era un brutto ragazzo, anzi aveva degli splendidi capelli biondi e gli occhi azzurro inteso ma non era attraente e dannatamente sfrontato come quel ragazzo che quella stessa mattina le era piombato addosso mentre usciva dal bagno. "Vedo che le notizie corrono veloci" si misero tutti a ridere. "Signorina Nemesi Laocoonte è pronto a riceverla" Menelao, vice-capo della setta la stava scortando verso il suo ufficio anche se lei conosceva benissimo la strada poiché ogni tanto portava il pranzo al suo capo che da qualche anno a questa parte era diventato come un padre. Quando varcò la soglia lui la accolse con un caloroso sorriso. "Nems, mia cara, vieni accomodati" Lei entrò cautamente e si sedette sulla sedia di fronte la scrivania. "Allora, ti ho chiamata perché voglio affidarti una missione molto importante per la sicurezza del nostro mondo" disse lui. "Ma io non sono mai andata in missione, non ho nessuna esperienza." "Nems non fare la modesta dai! Sei una tra le streghe più potenti della nostra setta, non importa che tu non abbia esperienza, sono sicuro che te la caverai benissimo e poi non sarai sola con te ci saranno altri ragazzi provenienti da altre sette." concluse lui. "Oh e chi ci sarà?" disse lei. "Verranno Calliope della Siren, Febo del Cerberus e Teseo dell'Harpya. Allora accetti?" Quando disse quel nome il suo cuore ebbe un sussulto, possibile che quel ragazzo che conosceva a malapena le faceva quell'effetto? Da una parte era contenta, quella era la sua prima missione e avrebbe avuto anche l'occasione di conoscere meglio Teseo. "Certo che accetto, non vedo l'ora." Appena uscita dall'ufficio andò subito nell'atrio per parlare con Selene e Aurora a proposito di quel ragazzo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Nems che voleva da te Laocoonte?" era stata Aurora a parlare. "Mi ha affidato una Missione " disse la rossa iniziando a saltellare. Era così contenta che il suo capo l'avesse ritenuta idonea per sconfiggere un mostro, finalmente qualcuno credeva in lei. "Non ci posso credere, sono così contenta per te!" disse Selene. Le tre migliori amiche si abbracciarono calorosamente. "Ragazze io dovrei dirvi una cosa, stamattina quando Sel mi ha chiamata stava allo Starbucks vicino alla scuola e per sbaglio mi sono scontrata con un ragazzo...e beh...abbiamo iniziato a parlare" "E beh ti piace? Come si chiama? Quanti anni ha? Lo conosco? è un mago?" Selene si stava toccando nervosamente i capelli biondi, caratteristica fisica che condivideva con i suoi fratelli. "Ecco c'è un piccolo problema, lui si chiama Teseo e fa parte dell'Harpya." Le due sorelle non furono molto contente della sua risposta, persone di diverse sette non potevano assolutamente stare insieme. Queste era la legge e anche se severa e ingiusta , secondo molti, andava comunque seguita. Chi non rispettava le regole veniva punito, e le punizioni era molto dure. Quel ragazzo non le piaceva ancora dato che non lo conosceva bene ma la intrigava, diamine se la intrigava! "Oh questa non è una bella notizia" disse Aurora. "Che hai intenzione di fare?" aggiunse l'altra. Nemesi non lo sapeva, non sapeva proprio come comportarsi, non ne aveva la più pallida idea. Non si era mai sentita così. Non sapeva neanche cosa rispondere alle gemelle perché si Cyrus, Selene e Aurora erano gemelli. Si sentiva così sbagliata. "Io...beh...non saprei" disse agitandosi. "Vediamo come si evolverà la situazione." le rispose Selene. Successivamente la ragazza tornò a casa, salutò la madre con un bacio sulla guancia e corse per le lignee scale perché aveva fretta di andare in camera per cambiarsi. Quella sera ci sarebbe stato un incontro con tutte e le streghe e gli stregoni implicati nella famosa missione. Appena entrò nella sua stanza corse verso l'armadio e cominciò a selezionare i vestiti. avrebbe dovuto vestirsi in modo elegante visto che i quattro capi delle sette coinvolte avevano avuto la brillante idea di prenotare in un lussuoso ristorante nella sua New Orleans. Dopo aver messo sotto sopra l'abitacolo optò per un vestito nero lungo. Decise inoltre di raccogliere i capelli in uno chignon, lasciando fuori le due ciocche davanti. Sì truccò in modo leggero, fatta la base, applicò solo l'eye-liner, il mascara e un po' di lucidalabbra. Si sentiva agitata e non sapeva il perché, oppure lo sapeva ma non voleva ammetterlo a se stessa. Si convinse del fatto che era preoccupata perché avrebbe incontrato gli altri capi. La verità era che non vedeva l'ora di rivedere Teseo anche se quello sbruffone la metteva dannatamente in imbarazzo. Quando le parlava diventata tutta rossa e se ne vergognava da morire. Cercava di mascherare il tutto facendo la cinica e la stronza. Visto che era pronte scese di nuovo le scale, salutò la madre e si teletrasportò alla Ruis Sphingis, lì avrebbe incontrato Laocoonte e insieme avrebbe raggiunto il famoso ristorante di lusso. "Nemesi dai andiamo, raggiungeremo il posto con la macchina poprio come tutti i comuni mortali!" il boss, come lo aveva definito Cyrius, aveva estremamente enfatizzato sulle ultime due parole. "Si eccomi, scusa il ritardo." "Sei agitata?" "Dovrei?" non voleva assolutamente rispondere a quella domanda. "No, non devi preoccuparti, sei una delle streghe più brave che io conosca, andrai alla grande." Per il resto del viaggio, che durò circa un'ora, non parlarono molto. Lei era troppo nervosa per dire qualcosa ma il suo orgoglio le impediva di ammetterlo, non voleva in alcun modo dimostrarsi debole. Appena entrarono nel ristorante furono accolti da un cameriere che li condusse fino al tavolo prenotato dove li stavano aspettando gli altri tre ragazzi con i rispetevi capi delle sette. "Mancavate solo voi Sphinx" era stato Tifone, capo del Cerberus a parlare. "Ora che siamo qui possiamo iniziare a discutere del piano" gli rispose Laocoonte. Mentre si mettevano a sedere Teseo, che lei aveva cercato di evitare in tutti i modi, si sedette accanto a lei. "Hey Rossa, mi perseguiti per caso?" detto questo scoppiò a ridere fragorosamente. Lei pensò che l'appellativo "rossa" le si addicesse particolarmente ma non per il suo colore di capelli, piuttosto per il colore che avevano assunto le sue gote. Il ragazzo era così dannatamente bello nel suo completo elegante. "Non è colpa mia se sono una delle migliori." forse l'aveva detto con fin troppo convinzione. "Miaooo! A qualcuno è venuto il ciclo, graffi anche per caso?" mentre lo diceva aveva mimato un gatto che tira fuori gli artigli , risultando più buffo che pericoloso. Lei lo guardò annoiata, la infastidiva troppo! "Oh andiamo stavo scherzando Nems!" sorrise e la strega si sciolse. "Allora ragazzi vogliamo discutere della missione?”

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Direi che è ora, abbiamo perso fin troppo tempo" era stata Elettra, capo dell'Harpya, a parlare. Quella donna era così fastidiosa, credeva che la sua setta fosse la più forte e che quindi doveva dominare sulle altre. Tutti la rispettavano e la temevano poiché era estremamente subdola e furba, caratteristiche che accomunavano tutti i suoi "discepoli". "Bene, ieri ho fatto visita all'oracolo di Delphi e mi ha detto queste parole: Stella del mattino dalla fredda terra che dorme. Del supremo la figlia prese vita dalla schiuma. Quattro dei suoi figli mortali su Gea approderanno quando gli uomini diventano mostri. Del valico in cerca su Crono la ricerca." "Tutto qui? E cosa vorrebbe dire?" Stavolta era stato Tifone a parlare, non era particolarmente intelligente ma era dotato di una grande forza fisica, la sua stazza era talmente grande che nessuna osava fargli notare il suo scarso intelletto. "Ma certo, è elementare! Stanno parlando del pianeta Venere e dei suoi abitanti" disse Laocoonte, uomo ingegnoso e intelligente. "Continuo a non capire" neanche Febo era particolarmente astuto. "Ve lo spiego io, il nome Siberia in mongolo vuol dire 'terra che dorme' e l'appellativo 'fredda' si riferisce al fatto che lì nevichi spesso e gli abitanti di questo posto definivano il pianeta Venere come 'la stella del mattino'." Nemesi si era fatta coraggio e aveva esposto la sua tesi e terminato il suo discorso il boss le aveva rivolto un sorriso a trentadue denti e aveva continuato dicendo i nemici sarebbero arrivati il 31 Ottobre, proprio quando gli umani si mascherano da mostri, e che il loro intento era quello di prendere la famigerata chiave per il tanto agognato pianeta Crono. "Beh se gli Sphynx ci dicessero dove si trova la chiave sapremmo come proteggerla!" disse Elettra. "Basta! Non ti voglio più sentir dire questa cosa, se Gea ha deciso così non si discute." Laocoonte era definitivamente stufo delle continue lamentele di quell'arpia che voleva a tutti costi posare le sue luride mani su quell'oggetto vitale. Era stata la dea Gea, loro protettrice, a consegnare agli Sphynx la chiave poiché in cuor suo erano i suoi figli mortali preferiti. Dopo lo sguardo di fuoco e il tono impetuoso si calmò mentre l'altra non osò, in alcun modo, proferire parola. "Come hanno fatto a individuare la chiave?" disse Febo. "Emana energia, lo sanno tutti" Calliope parlò con un tono fin troppo ammiccante. "Dunque, loro sono riusciti ad individuare in quale pianeta si trova la chiave ma sono certo che non sappiano quale delle sette la custodisce" affermò il boss. "Bene io direi di far appostare i ragazzi per le vie del quartiere francese, vicino al quartier generale di tutte le sette. I nostri quattro prescelti combatteranno contro i quattro nemici mentre in tutti gli edifici magici verrà applicato il protocollo di emergenza." disse Elettra. Gli altri capi si limitarono ad annuire, convinti che quella fosse il miglior piano da attuare. Dopo aver finito di parlare di affari, la cena proseguì tranquillamente tranne per il fatto che Teseo si era disgraziatamente seduto vicino a lei. "Hey rossa, che ne pensi del piano?" "Beh...mi sembra efficace" rispose lei, era inevitabilmente diventata dello stesso colore dei suoi capelli. "Almeno passeremo più tempo insieme" le rispose ammiccante. "Contento tu" stava cercando di essere distaccata, non era debole ma quando parlava con lui cambiava. "Oh andiamo Nems non fare così con me, lo so che ti piace la mia compagnia" "Ma se neanche ci conosciamo!" Lui rise di gusto, era consapevole di farle un certo effetto. Nemesi , durante la cena, scrutò attentamente i suoi futuri compagni di missioni; Calliope non le era mai stata particolarmente simpatica, era una ragazza frivola e approfittatrice e poi era amica di quella gallina di Clio che lei odiava profondamente per aver fatto del male al suo caro amico Cyrus. Le dava così fastidio il fatto che ci provasse continuamente sia con Teseo che con Febo, il problema era che il primo era più furbo e quindi non cadeva nel suo giochetto mentre il secondo non era particolarmente intelligente, era più un tipo tutto muscoli e poco cervello. Era stato chiamato nella missione perché, dotato di un'eccezionale forza fisica, era in grado di lottare a corpo libero, anche senza usare la magia. La rossa proprio non riusciva a capacitarsi di come certi soggetti fossero stati scelti per un compito così importante, magari avevano delle doti nascoste e lei doveva solamente dar loro una chance. "Nemesi avanti torniamo a casa, è tardi, tua madre e tuo fratello si staranno preoccupando per te" disse Laocoonte. Lei , con il sorriso sulle labbra, salutò gli altri e silenziosamente seguì il suo capo fino alla macchina. Una volta arrivata a casa trovò la luce accesa in cucina ed iniziò a preoccuparsi dato che sapeva benissimo che ormai dormivano tutti. Così decise di entrare nella stanza in punta di piedi. "Ciao sorellina" esclamò suo fratello. "Ares, cosa ci fai sveglio a quest'ora? E poi per quale diamine di motivo stai tenendo i fagioli congelati sopra l'occhio?!" "Stai calma che mi stai facendo venire il mal di testa, ho semplicemente fatto a botte con quel cretino di Ercole dell'Hydra" la sua voce nel pronunciare le ultime parole le era risultata fin troppo calma, come se fosse normale andare in giro a menare la gente. "L'unico cretino che conosco sei tu" gli aveva fatto una linguaccia per smorzare la tensione, sapeva che quando suo fratello si arrabbiava era capace di tutto e lei non aveva la minima voglia di infastidirlo ulteriormente, anzi aveva deciso persino di aiutarlo disinfettandogli la ferita. "Ahi, nems mi fai male" "Dai che ho finito, così la prossima volta ci pensi due volte prima di azzuffarti con qualcuno." "Guarda che ha cominciato lui; comunque, parlando di cose serie, com'è andata la cena?" "Bene, il piano è stata deciso, dobbiamo solo metterlo in atto e spiegarlo alle altre tre sette che non erano presenti alla riunione di stasera." Il fratello le sorrise, sapeva benissimo che era agitata, poteva vederlo nel modo in cui gli parlava e lo guardava, d'altronde erano gemelli e anche se non lo dava a vedere le voleva un bene dell'anima. Conosceva perfettamente tutti i punti deboli e i punti di forza della sorella ed era a conoscenza del fatto che lei fosse fin troppo insicura. Avrebbe voluto rassicurarla e farle capire che non c'era motivo di essere ansiosi, lei era una delle streghe più forti ed intelligenti che lui conoscesse ma non era bravo con le persone, era più un tipo da rissa che da complimenti e coccole. Così decise semplicemente di abbracciarla, era talmente impacciato nel compiere quel gesto così elementare che lei sorrise divertita nell'incavo della spalla di lui. Con un semplice gesto era riuscito a farla sentire meglio.

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