Clash of Titans

di Donatozilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il Re dei Mostri ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Che combattano ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il nemico del mio nemico è mio amico ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il Re dei Mostri ***


Prima di iniziare, eccovi alcuni punti che vi renderanno più facile capire questa storia:
1: sarà un What-if dell’episodio ‘L’isola dei super cocomeri’, dove in pratica Malachite si libera prima del previsto.
2: il Godzilla di questa storia sarà un incrocio tra quelli del 2002 e del 2014, avrà infatti l’aspetto del Godzilla del 2002 ma come quello del 2014 sarà vecchio milioni di anni e sarà una sottospecie di ‘predatore alfa’ che ristabilisce l’ordine naturale delle cose.
3: dato che Godzilla è fin troppo grosso, qui sarà alto solo 60 metri e invece Malachite ed eventuali fusioni come lei 45.
Dopo questa ‘breve’ premessa, vi lascio alla lettura.

 

 

CLASH OF TITANS

CAPITOLO 1: IL RE DEI MOSTRI



In fondo all’oceano stava avvenendo una battaglia. Molto più precisamente, una battaglia mentale. Mesi prima, la gemma Lapis Lazuli si era fusa con la gemma Jasper per poterle impedire di fare del male a Steven, quello che per lei era stato il suo unico amico. Ora però Lapis stava perdendo il controllo. Jasper, infatti, stava riuscendo a liberarsi dalla prigione mentale creata da Lazuli… non sapeva per quanto ancora avrebbe resistito. “è inutile che continui a resistere!” sbraitò Jasper tentando di liberarsi dalle catene che le erano legate ai polsi “Sai bene che non puoi trattenermi per sempre!” “Non mi arrenderò!” ribatté Lapis “Non ti pemetterò mai di fuggire! Faresti del male a Steven!” “A Rose Quartz?! Vuoi difendere lei?! Ah! Sappi questo Lazuli! Una volta libera, farò in modo di schiacciare quella dannata gemma ribelle! Pagherà per ciò che ha fattoa Diamante Rosa! Il mio Diamante!”. Jasper tirò a sé le catene e facendo cadere al suolo Lapis, mentre là fuori Malachite cominciò a liberarsi anch’essa dalle catene che la imprigionavano. Mancava poco ormai… e presto sarebbe stata libera!

 


Qualcosa non andava. Lo sentiva. Qualcosa lì in fondo all’oceano, stava disturbando l’ordine naturale delle cose. E questo… non gli piaceva. Per niente. Erano ancoragli umani? Magari con uno dei lro sottomarini stavano facendo qualcosa… li odiava. Li odiava così tanto, per essere così malvagi e privi di rispetto nei confronti delle creature della Terra e del pianeta stesso. Ma no… stavolta non erano loro. Era qualcos’altro. Qualcosa di più potente… di più malvagio. Doveva investigare… e intervenire. Si alzò dal suolo sottomarino dove fino a qualche momento stava riposando e cominciò a nuotare verso il punto in cui sentiva la presenza malvagia.

 

Malachite emerse tutto d’un tratto nei pressi dell’Isola Maschera, dove i Cocomeri Steven avevano costruito una propria comunità. Malachite lanciava urla simili a ruggiti, che facevano tremare la terra e terrorizzavano i Cocomeri Steven che cominciarono a riunirsi intorno alla statua che si trovava al centro del loro villaggio, per decidere chi doveva essere sacrificato all’enorme fusione. Non era la prima volta che facevano quei sacrifici, e che Malachite emergesse vicino alla loro isola. Stavolta però non sarebbe bastato un ‘sacrificio’ a calmarla. Malachite fece un ultimo sforzo, rompendo alla fine le forti catene d’acqua che per mesi l’avevano tenuta prigioniera. “Libera…” sussurrò la gigantesca fusione toccandosi il braccio sinistro “SONO FINALMENTE LIBERA!” diede libero sfogo a una folla risata, che fece correre via i Cocomeri Steven. Ora che era libera, loro sarebbero di sicuro stati i primi su cui Malachite avrebbe sfogato i suoi immensi poteri. “Sai sono colpita…” disse Malachite, o per meglio dire Jasper  “Hai resistito molto. Ma ora come vedi…sono libera, e tu non potrai più fare nulla per fermarmi!”. Ma mentre Malachite era occupata a gongolare, non notò l’acqua dietro di lei cominciare a muoversi… come se qualcos’altro stesse emergendo. Sentendo il ribollire dell’acqua la fusione si voltò, vedendo l’acqua cominciare a ribollire. “Ma che…” tentò di dire, ma le parole le morirono in gola vedendo cosa stava uscendo dall’acqua. (per immedesimarvi meglio nella scena, vi consiglio di ascoltare questa OST https://www.youtube.com/watch?v=o6qAIaqK3_Q). Una creatura bipede  gigantesca, simile a un dinosauro, più precisamente un incrocio tra un tirannosauro e un iguanodonte cominciò a emergere dall’acqua. Il corpo era ricoperto da scaglie grigio scuro, la schiena era attraversata da spuntoni ossei tra il bianco e il grigio, aveva il muso affusolato, la bocca era piena di denti aguzzi, aveva quattro dita per mano che finivano con degli artigli e possedeva una lunga coda. Malachite indietreggiò con gli occhi spalancati, osservando la creatura dinnanzi a suoi occhi. Guardando più attentamente, capì che la creatura era alta ben 60 metri… era molto più grosso di lei che era alta solo 45. “Che… che razza di creatura sei?!” disse Malachite osservando la bestia e tentando di mantenere un tono intimidatorio. Purtroppo per lei quello non era una semplice bestia. Era uno dei Kaiju più potenti al mondo, il predatore alfa, il Re dei Mostri: era Godzilla!

 


Godzilla osservò la creatura che si trovava davanti a lui. In vita sua aveva affrontato moltissime creature strane, e questa non ne era da meno. Era anche molto più piccola di lui. Quando era emerso aveva notato una gemme sulla schiena della creatura, e ora che la vedeva in faccia notò che ne aveva un'altra proprio sul volto, nel punto in cui doveva esserci il naso. Che fosse… una fusione? Una gemma? Aveva milioni di anni, e di conseguenza aveva potuto vedere con i suoi stessi occhi quelle creature aliene combattere per il predominio del pianeta. Se ce n’era un'altra, significava che stava avvenendo un'altra invasione. Non lo avrebbe permesso. Godzilla allora prese un profondo respiro e lanciò un potentissimo ruggito verso la fusione.

 

“SKREOOOOOOOOOOOOOOONK!*”.Godzilla lanciò un ruggito che costrinse Malachite a indietreggiare ancor di più, e che fece addirittura tremare l’intera isola e terrorizzando ancor di più i Cocomeri Steven. Quando Godzilla smise di ruggire, guardò Malachite dritto nei suoi quattro occhi lanciando uno sguardo di sfida. La fusione ripresa dallo shock, scacciò la propria paura e guardò in faccia il dinosauro atomico dicendo “E così vuoi sfidarmi eh, creatura?” sul suo volto si dipinse un sorriso di sfida “Te ne pentirai!”.

 

 

SKREOOOOOOOOOOOOOOONK!*: onomatopea usato nei vari fumetti per indicare il ruggito di Godzilla.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Che combattano ***




CLASH OF TITANS:

CAPITOLO 2: CHE COMBATTANO

 

I due giganti rimasero a fissarsi in silenzio per quasi un minuto, ma che parve un eternità. Malachite nonostante lo spavento iniziale e l’altezza di Godzilla, era sicura di poter vincere. I Cocomeri Steven, nel mentre, restavano nascosti a osservare con sguardi carichi di paura i due giganteschi mostri. Il silenzio fu interrotto da Godzilla, che si lanciò all’attacco ruggendo. Lo stesso fece Malachite lanciando un possente urlo di battaglia. I due titani si scontrarono l’uno contro l’altro, causando grosse onde che andarono a impattarsi contro la spiaggia dell’isola. Godzilla cominciò a spingere via Malachite e quest’ultima, per poterlo staccare via, usò i suoi poteri idrocinetici creando un grosso pugno d’acqua, che usò per colpire il sauro radioattivo. Quest’ultimo lanciò un ruggito di sorpresa, prima di cadere in acqua e rialzarsi subito. Malachite creò altri pugni d’acqua, cominciando a colpire Godzilla, che sembravano non risentirne alcun danno, e infatti continuava ad avanzare verso la fusione.  Appena arrivato dinnanzi a lei, la colpì con una forte codata che la lanciò verso la spiaggia. Malachite cadde creando un tonfo tale da far tremare la terra, e tentò di rialzarsi mentre Godzilla uscì fuori dall’acqua e dirigersi verso l’avversaria. La fusione però non si fece trovare impreparata, e creò delle catene d’acqua che andarono a incatenarsi intorno al collo e alla gambe del Re dei Mostri. Con un gesto delle mani, le catene si mossero e lanciarono via Godzilla facendolo cadere nel bel mezzo della foresta dell’isola. I vari Cocomeri Steven, vedendo il gigantesco rettile cominciarono a fuggire via, presi dal panico più totale. Malachite avanzò verso l’avversario, che nel mentre si era rialzato, e aveva lanciato un ringhio verso la fusione. I due si lanciarono all’attacco e si scontrarono nuovamente. Godzilla diede un pugno in piena faccia a Malachite, e poi uno sul mento facendola indietreggiare. Allora le morse la spalla sinistra facendola urlare dal dolore. “Maledetta creatura!” urlò Malachite tentando di staccare Godzilla, prendendogli a pugni il volto o i fianchi. Alla fine riuscì ad allontanarlo, e si toccò la ferita sulla spalla sinistra. “Me la pagherai!” urlò lei adirata. Dalla schiena le spuntarono le ali d’acqua che caratterizzavano Lapis, e prese il volo per poi precipitare a grande velocità verso l’avversario, facendo apparire l’elmo di Jasper. Godzilla non ebbe nemmeno il tempo di schivare: fu colpito in pieno volto dall’elmo dell’avversaria, e indietreggiò tenendosi il muso. Malachite riatterrò al suolo, facendolo sparire le proprie ali ma non il suo elmo. Con esso tentò di colpire nuovamente il nemico, che non si fece trovare impreparato: schivò la testata e con i pugni uniti gli colpì la testa, facendole sparire l’elmo e facendola cadere la suolo. Poi le diede un calcio al petto, allontanandola da lui. Malachite si rialzò, massaggiandosi il petto e osservando Godzilla con occhi furibondi.

 

Godzilla doveva ammetterlo. La fusione era più forte di quanto si aspettasse, con poteri che non immaginava possedesse. Ma anche lui aveva qualche asso nella manica. Ed era pronto ad usarlo.

 

Malachite sbarrò tutti e quattro i suoi occhi, quando vide gli spuntoni ossei di Godzilla cominciare ad illuminarsi di blu. Cosa stava facendo? Qualunque cosa volesse fare… non glielo avrebbe permesso. Malachite si lanciò all’attacco e facendo apparire il suo elmo, pronta a colpire il nemico. Ma non ci riuscì. Infatti, Godzilla spalancò le fauci e sparò dalla bocca un raggio di energia blu che colpì in pieno la fusione, che urlò dal dolore cadendo al suolo con varie bruciature. Quello era il potente raggio atomico di Godzilla. I Cocomeri Steven, avevano visto la scena con occhi sbarrati, ma alcuni di loro avevano avuto la sfortuna di trovarsi nello stesso punto in cui cadde Malachite, venendo schiacciati. “Che… che razza di attacco era quello?!” pensò Malachite tentando di rialzarsi. Ma il dinosauro non glielo permise: infatti sparò nuovamente dalla bocca il suo raggio atomico, e colpendo nuovamente Malachite facendola crollare nuovamente al suolo. Godzilla allora prese Malachite per una delle sue quattro gambe, per poi lanciarla verso la spiaggia. Malachite cadde al suolo creando un grosso scossone, e si rialzò mentre Godzilla avanzava verso di lei.

 

Steven si era addormentato proprio mentre Peridot stava spiegando cosa sarebbe accaduto non appena il Grappolo avrebbe cominciato ad emergere, e si era risvegliato nel corpo di un Cocomero Steven. Aveva visto con i suoi occhi il villaggio costruito dai Cocomeri Steven, ed era molto contento per loro. Poi tutto d’un tratto erano cominciati gli scossoni, e tutti si erano riuniti davanti a una grossa statua al centro del villaggio. Finché lui e gli altri non avevano visto precipitare nella foresta un rettile gigantesco. Steven era rimasto lì con gli occhi sbarrati a vedere il gigantesco rettile, mentre gli altri Cocomeri erano fuggiti via. Cos’era quella creatura? E da dove spuntava?! Inoltre, come se non fosse stato abbastanza, aveva visto anche Malachite, libera e intenta ad affrontare la creatura. Tutto questo era… troppo. Il combattimento tra i due titani era alla pari, nonostante Malachite fosse più piccola del rettile gigante. Steven sussultò, quando vide il dinosauro sparare dalla sua bocca un raggio di energia blu che colpì in pieno Malachite, facendola cadere… proprio nel punto in cui si trovavano Steven ed altri Cocomeri.

 

Steven si svegliò di soprassalto respirando a fatica, mentre le gemme lo guardavano stranite. “Steven tutto bene?” chiese Perla preoccupata. “Lo avete sentito?” chiese Peridot. “Che cosa?” chiese Ametista. “Lo scossone di alcuni minuti fa! Sta iniziando l’emergenza Grappolo!” e ricominciò a spiegare le varie fasi che sarebbero seguite. “No era Malachite!” “Malachite?!” dissero in coro Garnet, Perla e Ametista. “… cosa?” chiese Peridot confusa. “Ero sull’Isola Maschera” continuò a spiegare Steven “Ero un Cocomero Steven! Vivevo in una bella comunità, ma c’era lei, Malachite! È riuscita a liberarsi!” “Ciò significa… che Lapis ha perso il controllo” disse Garnet con tono serio. “Sì ma non è finita qui!” disse Steven con sguardo ancor più preoccupato “C’era… un’altra creatura sull’isola… stava affrontando Malachite!” “Un’altra creatura?” chiese Perla inarcando un sopracciglio. “Sì… era… una sottospecie di dinosauro. Era molto più grosso di Malachite, aveva… degli spuntoni ossei sulla schiena e ho visto che sparava dalla bocca… uno strano raggio di energia blu, o qualcosa del genere…”. Garnet e Perla, a sentire la descrizione della creatura, sbarrarono gli occhi e si guardarono in faccia. “Garnet… che sia…” “Credo proprio di sì Perla… è lui!” “Di che state parlando? Sapete chi è quella sottospecie di dinosauro?” chiese Steven per poi guardare Ametista “Tu nei sai qualcosa?” “No Steven. Credimi, sono confusa quanto te” rispose Ametista. “Allora mi volete rispondere sì o no?!” chiese nuovamente Steven. Garnet guardò il ragazzo dicendo “Steven… quel dinosauro… io, Perla, tua madre e il resto della ribellione… lo abbiamo già incontrato” “Che?!” “Milioni di anni fa, venimmo a sapere da alcuni indigeni una leggenda… una leggenda riguardo una creatura dall’immenso potere, che riposava nelle profondità degli abissi. All’inizio non credemmo a queste leggende… ma in seguito vedemmo quella creatura con i nostri stessi occhi. Infatti, tempo dopo ci ritrovammo in completo svantaggio contro le gemme del Pianeta Natale… tutto sembrava perduto. Finché dall’oceano non è apparsa quella stessa creatura leggendaria di cui avevamo sentito parlare, e che tu hai visto sull’Isola Maschera. Quell’essere, spazzò via le gemme del Pianeta Natale senza alcuno sforzo… le loro armi non gli facevano assolutamente niente. Le gemme del Pianeta Natale allora furono costrette a ritirarsi, e la creatura ritornò nell’oceano… senza farsi più vedere”. Steven, Ametista e Peridot erano rimasti in silenzio ad ascoltare… possibile che questo mostro fosse così forte da spazzare via senza alcun problema le gemme del Pianeta Natale?! “E… come si chiama questo mostro?” chiese Steven dopo qualche secondo di silenzio. “Il suo nome… è Godzilla il Re dei Mostri!”. La fusione di Rubino e Zaffiro dopo aver detto ciò guardò i presenti dicendo “Va bene gemme: Perla, Ametista ed io ci dirigeremo sull’isola” guardò Steven “Steven è troppo pericoloso per te. Resta qui e sorveglia la trivella con Peridot”. Guardò Ametista e Perla dicendo “Presto, non abbiamo tempo! Al teletrasporto più vicino!” e detto ciò, le tre Crystal Gems corsero verso il teletrasporto che si trovava a pochi metri da loro, teletrasportandosi verso l’Isola Maschera.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Il nemico del mio nemico è mio amico ***





CLASH OF TITANS:

      CAPITOLO 3: IL NEMICO DEL MIO NEMICO è MIO AMICO

 

 

Garnet, Perla ed Ametista arrivarono sull’Isola Maschera e poterono vedere con i loro stessi occhi ciò che stava accadendo in acqua: Godzilla stava affrontando Malachite, che usava i suoi poteri idrocinetici contro il Kaiju. “è quello Godzilla?!” disse Ametista con gli occhi sbarrati “Ma è enorme! Sarà alto 60 metri!”. Garnet e Perla invece rimasero per qualche secondo a fissare il gigantesco dinosauro… erano passati milioni di anni da quando lo avevano visto, e rivederlo ora vivo e vegeto… era surreale. “Garnet” disse Perla “Che facciamo adesso?” “Semplice” rispose la fusione con gli occhiali “Ci fondiamo e sconfiggiamo Malachite” “Ma Garnet… se Godzilla ci vedesse come delle nemiche? Se ci attaccasse?”. Era vero… cosa avrebbero fatto in quel caso? Le possibilità di poter vincere in uno scontro diretto contro di lui erano praticamente nulle. “Prega che non lo faccia!” rispose Garnet con tono serio “Ora basta parlare! Facciamola finita!”. Perla e Ametista annuirono, e si allontanarono dalla loro leader di qualche metro. Le due gemme cominciarono a danzare, avvicinandosi a Garnet e quando le furono accanto, furono avvolte tutte e tre da un immensa luce, che attirò l’attenzione di Godzilla e Malachite. Ora al posto delle tre Crystal Gems c’era un fusione alta 45 metri come Malachite, dalla pelle viola, con tre paia di braccia, con le gemme delle componenti della fusione, degli occhiali sul volto, lunghi capelli blu mare simili alla criniera di un leone e una seconda bocca irta di denti aguzzi sul mento: era Alexandrite.

 

Godzilla osservò la nuova fusione. Un altro invasore! Quante altre gemme invasori si trovavano sul pianeta?! Però c’era qualcosa che non andava… nella fusione appena apparsa, a differenza di quella che stava affrontando, non avvertiva malvagità…

 

 “Malachite!” urlò la fusione delle Crystal Gems. “Voi qui?!” disse Malachite osservando la fusione che si trovava sulla spiaggia. “Non serve combattere! Sei in svantaggio numerico!”. Malachite sorrise maligna dicendo “Non importa se sono in svantaggio… posso tranquillamente sconfiggere voi e questo stupido mostro!”. Alexandrite allora lanciò un urlo di battaglia ed attaccò, mentre Malachite spinse via Godzilla per poi attaccare anche lei. Le due fusione si scontrarono e iniziarono il combattimento, mentre Godzilla rimase a fissare il combattimento incuriosito. Alexandrite colpì Malachite con un pugno nello stomaco e uno in faccia, per poi tentare di colpirla con tutti e sei i pugni. Ma Malachite non si fece trovare impreparata: creo una grossa mano d’acqua per prendere l’avversario e alzarla in aria, per poi lanciarla contro Godzilla. Alexandrite cadde dinnanzi al Re dei mostri per poi rialzarsi subito, e osservarlo con gli occhi spalancati dietri gli occhiali. Si mise subito in una posizione di difesa, aspettandosi di essere attaccata… ma ciò non avvenne. Godzilla infatti era rimasto a fissare Alexandrite senza fare nulla.

 

Godzilla era rimasto sorpreso. Quella nuova fusione, come aveva immaginato, non era malvagia… e l’aveva dimostrato attaccando quell’abominio che stava affrontando fino a qualche minuto prima. Nonostante ciò non si fidava:  lo avrebbe potuto attaccare subito dopo aver sconfitto il loro nemico comune… ma non importava. Se lo avesse attaccato, non si sarebbe fatto problemi a distruggere la nuova fusione.

 

Alexandrite vide il Kaiju alzare lo sguardo e ruggire verso Malachite. Non l’aveva attaccata... per ora. Infatti chi diceva che non l’avrebbe attaccata subito dopo? Ma per il momento… potevano considerarsi alleati. La fusione delle Crystal Gems affiancò Godzilla, pronta ad affrontare Malachite. “Credete di spaventarmi?! Fatevi sotto!” disse quest’ultima pronta al combattimento.

 

Steven, non ascoltando per niente Garnet, si era nuovamente addormento per risvegliarsi nel corpo di un altro Cocomero Steven. Avrebbe aiutato le sue amiche! Non importava come! Con i suoi stessi occhi aveva visto le sue amiche fondarsi in Alexandrite e affrontare brevemente Malachite, solo per poi essere lanciate dinnanzi a Godzilla. Per un attimo aveva temuto che il dinosauro le avrebbe attaccate… ma per suo grande sollievo ciò non accadde, e ora Godzilla e Alexandrite avrebbero collaborato per sconfiggere Malachite. Ora sì che potevano vincere!

 

Godzilla e Alexandrite si lanciarono all’attacco, mentre Malachite creò dei grossi pugni d’acqua che usò per colpire i suoi avversari. Godzilla nonostante venisse colpito non si faceva niente, mentre Alexandrite schivava agilmente i colpi della nemica. Fece apparire il grosso martello di Sardonice che usò per colpire Malachite facendola indietreggiare di qualche passo, per poi far apparire l’arco di Opale e colpire l’avversaria con delle frecce. Malachite allora prese il volo con le sue ali d’acqua, lanciandosi contro Alexandrite e colpendola in faccia con un pugno, per poi prenderla per il collo e lanciarla verso la spiaggia. Steven riuscì a non farsi schiacciare nascondendosi dietro un albero, continuando ad osservare il combattimento. Godzilla nel mentre aveva preso alla sprovvista Malachite, colpendola col suo raggio atomico facendola cadere in acqua e con un poderoso calcio la lanciò verso la spiaggia. Malachite si rialzò osservando con odio il Kaiju, e fu pronta ad attaccarlo se non fosse stato per un piccolo inconveniente: Alexandrite aveva infatti sparato dalla sua seconda bocca una fiammata dalla sua seconda bocca, colpendo Malachite alle spalle. Godzilla seguì l’esempio della fusione, sparando il suo raggio atomico che invece colpì Malachite sul petto. I due raggi causavano grande dolore a Malachite, che presa dalla collera, creò una gigantesca onda che colpì Godzilla facendogli smettere di sparare il suo attacco. Poi creò delle bolle d’acqua, trasformandole in lame affilate per poi lanciarle contro Alexandrite. Quest’ultima distrusse le lame con la frusta di Ametista, venendo però subita colpita al volto da Malachite con il suo elmo.

 

Steven guardò il tutto con gli occhi sbarrati: doveva fare qualcosa! Anche se Godzilla e Alexandrite avevano unito le forze, Malachite era abbastanza forte da poter tener testa a tutti e due… e forse nello scenario peggiore… batterli! Cominciò a correre verso la caverna in cui la maggior parte dei Cocomeri Steven si era andata a nascondere: forse poteva chiedere aiuto a loro. Steven lì trovò tutti lì, tremanti e impauriti… ma come dar loro torto? Un’espressione determinata apparve sul volto di Steven, che attirò l’attenzione dei Cocomeri Steven, parlando la loro lingua. Diceva loro di non aver paura. Di combattere contro Malachite, non di avere paura di lei. Ci fu qualche secondo di silenzio, finché uno ad uno i Cocomeri Steven iniziarono ad esultare, pronti alla battaglia. Presero il necessario per il combattimento, come lance e scudi ed uscirono fuori dalla caverna dirigendosi verso il campo di battaglia.

 

 La fusione delle Crystal Gems indietreggiò, mentre Malachite disse “Avevate ragione! Devo dire… che c’è davvero una marcia in più nella fusione! Non è solo un trucchetto inutile!”. Alexandrite tentò di nuovo di sparare la sua fiamma, non riuscendoci perché Malachite le diede un forte pugno al volto facendole crepare gli occhiali. Godzilla nel mentre era riemerso e si era lanciato all’attacco, colpendo Malachite con una forte spallata facendola indietreggiare, per poi graffiarle i due occhi destri con i suoi artigli. Malachite lanciò un urlo di dolore, coprendosi gli occhi feriti per poi dare un pugno dritto in faccia a Godzilla facendolo indietreggiare. “Maledetto schifoso!” disse lei furiosa. Fece apparire il suo elmo, per poi attaccare il Kaiju che attaccò a sua volta. La fusione schivò una codata di Godzilla per poi colpirlo con  il proprio elmo allo stomaco. Godzilla lanciò un ruggito di dolore toccandosi lo stomaco, per poi essere colpito più di una volta al volto dalle testate dell’avversaria. Alla fine Godzilla cadde al suolo, svenuto. Alexandrite vedendo la nemica distratta, tentò di colpirla alle spalle. Malachite però, si voltò appena in tempo per vedere la fusione avversaria attaccarla, e quindi schivare. La prese poi per il braccio per poi lanciarla in acqua. Alexandrite si rialzò, avvolta da una luce: stava per dividersi. “R-restiamo unite…” riuscì a dire la fusione riprendendo il controllo di se stessa. Malachite creò due grosse mani d’acqua con cui afferrò Alexandrite, e iniziò a stringere. “ARGH!” “Mi dispiace… ma c’è spazio per un solo abominio su questo miserabile pianeta!” disse ridendo Malachite. Dovette però interrompersi, quando sentì dei rumori provenienti dalla foresta. Si voltò e vide i Cocomeri Steven avanzare verso di lui emettendo i loro strani versi. La circondarono e tentarono di infilzarle le gambe con le loro lance, le tiravano contro le loro frecce ovviamente non facendole niente. Questo inutile tentativo di combattere fece ridere Malachite, mentre Steven fece segno ad altri Cocomeri di usare le catapulte. Da esse lanciarono dei massi che colpirono Malachite sul volto facendola indietreggiare, mentre altri Cocomeri Steven dietro di lei avevano esteso una corda. Malachite inciampò cadendo al suolo, e venne circondata dai Cocomeri Steven che cominciarono a colpirla con calci e pugni che non le facevano niente. Fortunatamente l’assalto dei Cocomeri Steven aveva distratto Malachite, permettendo ad Alexandrite di potersi liberare. “Cosa credete di fare?!” disse Malachite rialzandosi schiacciando alcuni Cocomeri Steven “Sperate di riuscire a fermarmi?! Nessuno può farlo!” con il proprio braccio li spazzò via, facendoli sbattere a terra. Alcuni furono fortunati e non si fecero niente, altri invece si spiaccicarono al suolo. Steven guardò terrorizzato Malachite che alzò uno dei suoi piedi per schiacciarlo. “Non più” disse lei con un sorriso malvagio. Fu però bloccata dal mezzafrusto di Sugilite, che le si attorciglio intorno alla vita. “Ehi!” urlò Alexandrite “Non dimentichi qualcuno?”. Tentò di tirare a sé Malachite, ma non ci riuscì dato che la malvagia fusione riuscì a liberarsi, per poi prendere il mezzafrusto e tirare a sé Alexandrite. Non appena quest’ultima si trovò dinnanzi a Malachite, fu colpita da un pugno di questa, per poi essere prese per le spalle e lanciata contro i Cocomeri Steven. Questi riuscirono a spostarsi prima di essere schiacciati dall’immensa fusione, che si rialzò a fatica. Non ce la faceva più. Si sarebbe divisa da un momento all’altro. “Non capite? Non potete più fermarmi!” rise Malachite “Ora però credo sia arrivato il momento di farla finita!”. Cominciò ad avanzare verso Alexandrite ma… “SKREOOOOOOOOOOOONK!” un ruggito rabbioso fece voltare Malachite, e fece correre via i Cocomeri terrorizzati. Malachite, Alexandrite e Steven guardavano con occhi spalancati chi aveva emesso quel potente ruggito: Godzilla. Si era rialzato e ora guardava con occhi furiosi Malachite.

 

Godzilla era furioso. Furioso come non mai. Quell’abominevole fusione lo aveva stancato! Avrebbe concluso il combattimento… una volta per tutte!

 

 “Ancora tu?!” disse Malachite con voce furiosa, anche se quel ruggito l’aveva sinceramente terrorizzata “Mi hai proprio stancata!”. Attaccò il mostro, tentando di colpirlo con il pugno destro. Godzilla schivò il colpo e morse il braccio destro di Malachite facendola urlare dal dolore. Cominciò a prendere a pugni il muso di Godzilla tentando di liberarsi, senza riuscirci. Allora Godzilla con uno fece più forza col morso… fino a strappare il braccio destro di Malachite (adesso per rendere… più ‘epica’ la scena, vi consiglio di ascoltare questa OST https://www.youtube.com/watch?v=49PhT8z-IF4). Quest’ultima lanciò un urlo di dolore quasi terrificante tenendosi il moncherino, mentre Godzilla sputò il bracciò che scomparve in una nuvola di fumo. Godzilla diede un pugno dritto allo stomaco di Malachite, per poi darle una forte testata. Poi le diede una codata che la lanciò verso Alexandrite, che prese Steven tra le sue mani e spostarsi all’ultimo secondo evitando così di essere colpita. Malachite tentò di rialzarsi, ma Godzilla non glielo permise mettendogli il piede sopra la testa, e facendogliela sbattere al suolo. Poi la prese per il braccio sinistro e la lanciò in acqua, per poi avanzare verso di lei. Malachite si rialzò a fatica, osservando terrorizzata l’avanzata di Godzilla. I suoi occhi erano ricolmi di rabbia… una rabbia che non aveva mai visto prima. Non poteva vincere. “No, no, no! Non posso morire qui… devo… devo andarmene via! Devo scappare!” pensò la fusione terrorizzata. Creò le sua ali d’acqua, e fece per volare via… ma Godzilla non glielo avrebbe permesso di scappare. Sparò il suo raggio atomico contro Malachite, che venne colpita per poi cadere al suolo. Godzilla prese Malachite per una delle sue gambe, per poi alzarla in aria e sbatterla al suolo. Poi lo fece ancora. E ancora. Poi la lanciò in aria, iniziando a caricare al massimo il suo raggio atomico. I suoi spuntoni ossei cominciarono ad illuminarsi di blu… poi di rosso. Spalancò le fauci e sparò il suo raggio atomico, stavolta invece di colore rosso: era il suo Red Atomic Ray! Il raggio di energia colpì Malachite allo stomaco, trapassandoglielo senza alcun problema. Malachite sbarrò gli occhi, esplodendo in una nuvola di fumo e al suo posto rimasero solo Lapis e Jasper che cominciarono a cadere verso il suolo. Alexandrite prese al volo le due gemme e le appoggiò delicatamente al suolo, per poi dividersi in Garnet, Perla e Ametista. Le tre insieme a Steven alzarono lo sguardo verso Godzilla, che nel mentre era rimasto a fissare il punto in cui si trovava Malachite. Prese un profondo respiro e lanciò un potentissimo ruggito di vittoria “SKREOOOOOOOOOOOOOOOONK!”.

 

Godzilla aveva vinto… come sempre. Ancora una volta aveva dimostrato il motivo per cui era chiamato il Re dei Mostri. Dopo aver smesso di ruggire, abbassò lo sguardo vedendo che l’altra fusione si era divisa in tre gemme. Ora queste insieme a una di quelle creature simili a cocomeri lo stavano osservando con occhi sbarrati e terrorizzati. Ora cosa avrebbero fatto? Lo avrebbero attaccato? Ne dubitava… si vedeva che erano stanche, e inoltre dopo aver visto di ciò che era capace non avrebbero osato attaccarlo. Godzilla tirò un sbuffo, per poi voltarsi e cominciare a immergersi nell’acqua, ritornando a riposare nelle profondità degli abissi.

 

Le gemme crollarono al suolo sfinite. Era stata davvero una lunga giornata. Perla guardò Steven dicendo “Steven… sei tu vero?”. Steven annuì abraccaiando Perla, che ricambiò subito l’abbraccio. “Complimenti Steven… alla fine anche il tuo aiuto è stato prezioso” disse Garnet sorridendo. Bel lavoro Cocomerone…” disse semplicemente Ametista. Garnet allora guardò i Cocomeri Steven, che nel mentre si erano riuniti davanti alle gemme, dicendo “Grazie. Siete stati dei veri eroi”. I Cocomeri Steven si limitarono a sorridere imbarazzati. Perla allora guardò il punto in cui Godzilla si era immerso dicendo “Garnet… secondo te perché Godzilla non ci ha attaccati?” “Non lo so Perla… magari non ci vedeva come delle minacce… o non eravamo oggetto di suo interesse…” rispose Garnet. Ciò che importava, è che alla fine tutto era finito. Poi tutto d’un tratto la terra cominciò a tremare… era il Grappolo.

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