Un incontro voluto dal destino di Il corsaro nero (/viewuser.php?uid=1011945)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un misterioso arrivo ***
Capitolo 2: *** Un inizio difficile... ***
Capitolo 3: *** L'incontro tra due razze ***
Capitolo 4: *** La proposta di Oven ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca di una guardia del corpo ***
Capitolo 6: *** Il rapimento di Frui ***
Capitolo 7: *** Alla riscossa! ***
Capitolo 8: *** Destini diversi ***
Capitolo 1 *** Un misterioso arrivo ***
CAPITOLO
1: UN MISTERIOSO ARRIVO
L'uomo
se ne stava lì, seduto sul terreno aspro e desertico del suo
pianeta, a guardare il cielo.
Il
sole illuminava tutto il loro pianeta...
Ad
un tratto, gli parve di vedere una luce scendere verso di lui.
Sgranò
gli occhi.
Che
caspita stava succedendo?
La
luce, mentre scendeva sempre più forte, e quando essa si
trovò
sopra alla sua testa, si accorse, incredulo, che si trattava di uno
strano razzo bianco.
I
razzi continuarono a volare per un po', finché non
atterrarono in un
punto lontano con una gigantesca esplosione.
“Che
succede?” domandarono un paio di persone, uscite dalle
proprie
abitazioni.
“Vado
a controllare. Voi restate qui.” esclamò l'uomo
seduto sulla
roccia, alzandosi in piedi e correndo a tutta velocità in
direzione
dell'esplosione.
“Aspetta,
vengo anch'io!” urlò un ragazzo, seguendolo.
Imprecò.
Tra
tutti i rompiscatole, proprio lui...
I
due si avvicinarono ad un cratere dove lo strano razzo era fumante.
Ad
un tratto, una porta si aprì e uscì una giovane
donna dai lunghi
capelli biondi legati in due lunghe trecce e gli occhi azzurri,
vestita in un modo molto strano e con uno strano aggeggio all'occhio.
L'aggeggio
fece uno strano rumore e lei alzò la testa, scorgendoli.
“Buongiorno.”
li salutò lei e subito, il più giovane tra i due,
la salutò:
“Ciao.” “Idiota, non
salutarla!” lo sgridò subito l'altro.
Con
un balzò, raggiunse la ragazza e si accorse subito che era
molto più
bassa di lui e lui era uno dei più bassi tra i
più simili.
“Che
cosa vuoi?” domandò, in maniera scortese, e la
ragazza rispose:
“Io e la mia gente vorremmo solo un nuovo pianeta dove
vivere.”
“Perché non tornate su quello vecchio?”
“Ci torneremmo tanto
volentieri, se non fosse che è stato distrutto a causa di un
esperimento finito male.” “Che
stupidi...” “Molto gentile da
parte tua.” “E perché, tra tutti i
pianeti della galassia avete
scelto proprio il nostro?” “Non l'abbiamo scelto.
Un meteorite ha
distrutto il motore della nostra nave e siamo stati costretti a fare
un atterraggio d'emergenza qui. Ci vorranno sei mesi per riparare il
guasto.” “EEEHHH??!?! SEI MESI?! SARO' COSTRETTO A
SUBIRE TE E LA
TUA GENTE PER SEI MESI?!” “Guarda che nemmeno a me
entusiasta
l'idea di avere gente scortese e antipatica come te come vicini!
Piuttosto, c'è un'area desertica dove noi possiamo
vivere?” “Ce
n'è una a 20 km da qui.”
“Bene.” esclamò la ragazza e poi
gridò: “Gente, prendete la vostra roba e
uscite!”
In
pochi minuti, un gruppo di uomini e donne di tutte le età,
tutti
bassi come la ragazza uscita per prima, uscì dall'astronave.
“Una
domanda...” ridacchiò l'uomo “Ma siete
tutti bambini o avete
problemi di crescita?” “Nel nostro pianeta natale,
c'era una
forza di gravità dieci volte maggiore a quella che
c'è qui.” gli
rispose, adirata, la ragazza e l'altro rispose: “E come si
chiamava
questo pianeta di nani da giardino?” “Pianeta
Plant!” “Quindi
voi siete i plantoniani?” “No, scemo! Noi siamo gli
tsufuru!”
“Invece noi siamo i saiyan, bambola. Io mi chiamo
Vegeta.” “E
io sono Frui, brutto scimmione! E spero di non vedere per un bel
pezzo te o un altro membro della tua razza!”
“Lord
Champa, c'è qualcosa che dovrebbe sapere...”
L'enorme
gatto viola sovrappeso aprì un occhio e guardò in
malo modo la
donna dalla pelle blu e dai lunghi capelli bianchi.
“Vados!
Ti ho detto un migliaio di volte che non voglio essere disturbato
mentre dormo!” protestò Champa e Vados rispose:
“Questa notizia
dovrebbe interessarla. Fuwa mi ha appena informata della
cosa.” “E
cosa?” “Una navicella con a bordo degli esseri
chiamati tsufuru
ha appena fatto un atterraggio d'emergenza su un pianeta chiamato
Sadal abitato da guerrieri con una coda di scimmia chiamati
saiyan.”
“E a me cosa dovrebbe importare?!” “E'
raro che due razze
abitino sullo stesso pianeta. Senza contare che questi due popoli
hanno usanze, usi, costumi e caratteri completamente diversi. Mi
domando come procederà questa inaspettata
convivenza...” “Non me
ne frega niente, Vados! Per me quei due popoli possono anche crepare!
Lasciami dormire!”
L'angelo
rimase in silenzio un attimo e poi disse: “D'accordo, Lord
Champa.
Intanto, avviserò mio fratello Whis.”
“Ma non è l'angelo di
Beerus?!” “Certamente.”
“Perché, tra tutti gli angeli, vuoi
proprio chiamare quello di quell'idiota di mio fratello?!”
“Perché
i vostri due universi sono gemelli e condividono le stesse razze.
Sono curiosa di sapere cosa è successo a queste due razze
nel
settimo universo.”
La
donna prese il suo bastone che, proprio in quel momento,
cominciò a
brillare.
“Whis?”
domandò, incredula, Vados e una voce acuta maschile disse:
“Esatto,
sorella. Sono proprio Whis.” “Ah, come
stai?” “Egregiamente.
Ti ringrazio del pensiero.” “Che buffa coincidenza.
Sai che
stavo per chiamarti?” “Oh, davvero? Come
mai?” “Nel nostro
universo, un popolo chiamato tsufuru ha fatto un atterraggio sul
pianeta Sadal, abitato da dei guerrieri con una lunga coda di scimmia
chiamati saiyan.” “Davvero? Che cosa
curiosa.” “Cosa
intendi?” “Nel nostro universo, un gruppo di
guerrieri saiyan ha
fatto un atterraggio d'emergenza sul pianeta Plant, abitato da un
popolo tecnologicamente avanzato chiamato tsufuru.”
Vados
era senza parole, ed erano poche le cose che potevano sorprendere un
angelo.
Due
popoli, completamente diversi, che avevano cominciato a convivere in
due universi non era una cosa che si vedeva tutti i giorni.
Quella
situazione andava al di là di ogni logica...
Quei
due popoli dovevano stare insieme per destino.
“Comunque,
io e Fuwa terremo d'occhio questi due popoli.”
dichiarò Vados
mentre Whis annuiva: “Anch'io e Shin faremo la stessa cosa
nel
nostro universo. Sono curioso di sapere come andrà a finire
questa
convivenza.” “Hai proprio ragione, fratello.
Attendiamo di
scoprire se questa convivenza creerà una nuova razza tra
saiyan e
tsufuru... oppure se li farà sterminare a vicenda.”
“Come
sarebbe a dire che ve li siete fatti scappare?!”
L'essere
mostruoso grande e grosso era a dir poco adirato.
Il
soldato davanti a lui non sapeva cosa dire dal tanto che era
spaventato.
“Ci
dispiace, Lord Oven... quei maledetti tsufuru devono aver preso
un'altra strada. Li abbiamo aspettati nella Galassia di Weke, dove
sapevamo che sarebbero andati perché c'è un
pianeta disabitato
simile al loro, eppure non sono arrivati.”
“Maledetti
incompetenti! E così abbiamo perso le tracce del loro
straordinario
dispositivo!” “Non so cosa dirle...”
“TACI!!!”
Lord
Oven lanciò un raggio energetico che disintegrò
il soldato.
Dopo
aver ucciso il suo uomo, Oven si mise a riflettere.
Non
avrebbe mai rinunciato all'ultima invenzione degli tsufuru, un
dispositivo che accumulava potenza dal metallo.
Inoltre,
quegli idioti avevano lasciato il loro pianeta dopo averlo rovinato e
distrutto a causa di un esperimento mal riuscito.
Era
l'occasione perfetta per annientarli e appropriarsi di quel
dispositivo da inserire alle sue astronavi, in modo da conquistare
l'intero universo!
Li
avrebbe trovati, anche se si sarebbero trovati dall'altro capo
dell'universo. |
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Capitolo 2 *** Un inizio difficile... ***
CAPITOLO
2: UN INIZIO DIFFICILE...
BUM
CRASH TRRR TUM TUM
Vegeta
aprì gli occhi.
Che
cavolo era quel rumore fastidioso?!
Non
riusciva a dormire!
Si
alzò in piedi scocciato, grattandosi i lunghi capelli a
fiamma.
Il
suo istinto gli diceva che quel baccano era dovuto dai loro nuovi
vicini...
Una
volta uscito, trovò altri saiyan che protestano:
“Ma cos'è questo
rumore?!” “Basta!! E' insopportabile!!”
“Qui c'è gente che
vuole dormire!”
Vegeta
si diresse come una furia verso l'aerea desertica dove gli tsufuru
erano andati a vivere e trovò la conferma dei suoi sospetti.
Quei
dannati scocciatori erano lì che lavoravano a tutto gas su
una rupe
rocciosa con l'aiuto di strani animali che non aveva mai visto prima.
“Secondo
te cos'è quella roba, Vegeta?” domandò
una voce alle sue spalle e
il saiyan, voltandosi vide il saiyan con i capelli a palma che
l'aveva seguito e che guardava incredulo quegli strani animali.
“Sciò,
fila via, piaga!” tentò di scacciarlo Vegeta ma
l'altro rimaneva
lì imbambolato a guardare gli tsufuru lavorare.
Vedendo
che era inutile, Vegeta si diresse come una furia verso i lavori,
oltrepassando i vari cartelli con su scritto:
Non disturbare!
“EHI,
VOLETE FARE UN PO' DI SILENZIO?!?!” urlò il saiyan
con tutto il
fiato che aveva in gola.
Un
bambino dai capelli biondi ricci e gli occhi azzurri lo
guardò un
attimo e poi si voltò e disse: “Sorellona,
c'è un rompiscatole.”
“COSA?!”
Subito
una tsufuru si diresse verso Vegeta.
Il
saiyan sgranò gli occhi.
La
sorellona del moccioso era la mocciosa che aveva affrontato il giorno
prima.
Anche
lei l'aveva riconosciuto, dato che appena lo vide sgranò gli
occhi e
domandò: “ANCORA TU?!”
“Sì, sono io! E sono qui per
protestare!” “Su cosa?” “Su
questo rumore! E' assurdo e
fastidioso e nessuno riesce a dormire!” “State
ancora dormendo?!”
“Esatto!” “Ma sono le undici!”
“E allora? Noi dormiamo
quanto ci pare e piace! Fate smettere questo assurdo
baccano!” “Non
possiamo! Stiamo costruendo le nostre case!” “E
perché cavolo le
costruite?! Non dovevate andarvene fra sei mesi?!”
“Tu sai quanto
sono lunghi sei mesi?”
Il
giovane saiyan rimase in silenzio.
In
effetti, non aveva la più pallida idea di quanto fossero
lunghi sei
mesi.
Frui,
per tutta risposta: “Ascolta. Un mese è composto
da trenta giorni
quindi devi fare trenta per sei e verrà fuori il seguente
risultato:
180 giorni. Secondo te possiamo dormire per terra per tutto questo
tempo?”
Vegeta
non ci aveva capito di tutto quel discorso coi numeri ma una cosa
aveva capito: gli tsufuru sarebbero rimasti su Sadal per molto,
troppo, tempo.
“Non
intendo convivere con te e la tua gente su questo pianeta! Adesso voi
ve ne andate immediatamente!” urlò il saiyan e la
tsufuru,
seccata, gli ricordò: “Peccato che la nostra
astronave sia fuori
uso.” “Non me ne frega niente! O sparite oppure
io...” “Tu
cosa? Guarda che non mi fai paura, scimmione!”
“Davvero? E come
pensi di difenderti da un saiyan, bassa come sei?”
“Ok, l'hai
voluto tu.”
Frui,
senza troppi problemi, prese un piccolo telecomando dal marsupio e lo
puntò contro Vegeta.
“E
pensi che quel rametto possa fare qualcosa a me?! Un saiyan?”
ridacchiò Vegeta, divertito dalla stupidità della
ragazza.
Frui
non disse niente e schiacciò il pulsante del telecomando.
In
un attimo, un lampo uscì dal telecomando e colpì
in pieno Vegeta e
elettrizzandolo completamente.
Quando
Frui smise di schiacciare il telecomando, il saiyan cadde per terra,
con i capelli e la coda spettinati.
Frui
si voltò verso il saiyan coi capelli a palma e
ordinò, indicando
Vegeta: “Portalo via! E dì ai tuoi amici saiyan
che il primo che
prova a molestare noi tsufuru, lo concio come questo qui!”
“Va
bene.” acconsentì il saiyan, prendendo il compagno
per una gamba e
trascinandolo via dall'accampamento.
Mentre
se ne andavano, Vegeta ebbe la forza di sibilare: “Oh... io
la
odio, quella...”
“Allora,
li avete trovati?” “Negativo, signore!”
Oven
faceva una fatica del diavolo a trattenere i ringhi.
Dove
diavolo si era cacciati quegli infernali tsufuru con il loro
dispositivo?!
Chi
avrebbe detto che un'astronave comandata da una donna gli avrebbe
creato così tanti problemi?!
Aveva
sentito che la principessa Frui era dotata di un'audacia incredibile
e da un pessimo carattere.
Se
non fosse stato per il carattere, avrebbe pensato di farla diventare
la sua donna, anche perché si diceva in giro che era molto
graziosa.
In
ogni caso, quella dannata era furba.
I
suoi uomini non riuscivano a localizzare lei e il suo popolo...
“Lord
Oven...” cominciò, timidamente, un soldato e Oven,
scocciato,
sibilò: “Che vuoi?” “Ecco...
sospetto che l'astronave degli
tsufuru abbia preso uno scorciatoia per far prima... solo che devono
essere stati colpiti da un meteorite e hanno dovuto fare un
atterraggio d'emergenza.”
Sentendo
ciò, Oven fece un sorriso inquietante e disse: “Se
fosse vero ciò
che dice... avrei la possibilità di catturarli senza temere
la loro
fuga...”
Poi,
voltandosi verso i soldati ai computer, ordinò:
“Cominciate a
setacciare e a controllare ogni pianeta che si trovava nei paraggi
della scorciatoia! E appena li avete trovati, chiamatemi
immediatamente.”
“Come
inizio, direi che nel mio universo è stato un completo
disastro,
fratello.” dichiarò Vados, con uno sguardo
esasperato.
Il
fratello minore, al contrario, disse: “Nel mio universo,
invece,
direi che la convivenza sta funzionando a gonfie vele. Sai, gli
tsufuru hanno subito permesso ai saiyan di abitare sul loro pianeta e
mi sembra che vadino già molto d'accordo. Se la loro
amicizia
continua così, molto presto potrebbero unirsi e dare il via
ad una
nuova razza. Penso che se i saiyan e gli tsufuru si unissero,
l'universo sarebbe un posto migliore. L'unione tra forza e
intelligenza, ossia ciò che le due razze rappresentano
rispettivamente, potrebbe portare a grandi cose. Senza contare che se
entrambi i popoli hanno cominciato a convivere nello stesso momento
in due universi gemelli significa che sono legati da qualcosa che
trascende le divinità. Entrambi sono legati dalla forza del
destino.
La domanda è: sono legati per qualcosa di creativo o di
distruttivo?
Si uniranno o si annienteranno?” |
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Capitolo 3 *** L'incontro tra due razze ***
CAPITOLO
3: L'INCONTRO TRA DUE RAZZE
“Dannata
nanerottola! Dannata tsufuru! Appena la becco, le farò
passare la
voglia di farmi questi scherzi!!!”
Vegeta
stava letteralmente fumando di rabbia.
Se
c'era una cosa che Vegeta era che qualcuno lo fregasse, soprattutto
se quel qualcuno era un'aliena che gli arrivava a malapena alla vita!
“Intanto
ti ha fregato.” gli fece notare il suo compagno dai capelli a
palma
e l'altro rispose: “Tu sta' zitto!”
Il
saiyan guardò fuori dalla finestra e guardò i
lavori per la
costruzione della città degli tsufuru.
Da
quanto si era sparsa la voce che il capo degli tsufuru aveva
sistemato Vegeta, il saiyan più forte di Sadal, nessuno
aveva anche
solo pensato di fare uno sgarro agli tsufuru.
Tuttavia,
un sacco di saiyan, provenienti da tutta Sadal, era venuta
lì per
vedere da vicino quelle misteriose creature aliene piccole di statura
ma dotate di un'arguta intelligenza e che possedevano armi
pericolose.
Nel
frattempo, Vegeta si alzò in piedi e si diresse verso
l'uscita
dell'abitazione.
“Dove
vai?” domandò il compagno e l'altro rispose:
“A lavarmi alla mia
sorgente termale, no?”
“Io
tornerò subito. Mi raccomando, al primo scimmione che si
avvicina
con brutte intenzioni, fatelo diventare uno scolapasta!”
“Non
preoccuparti, sorellona. Torna presto, però!”
Frui
mentre se ne andava, voltò varie volte la testa.
Non
poteva lasciare soli il suo popolo e il suo fratellino Plant.
Tuttavia,
quella spedizione doveva essere fatta per cercare di conoscere quel
misterioso e grande pianeta.
La
ragazza entrò in una foresta.
Su
Plant, le foreste erano rare ma su quel pianeta pareva che ce ne
fossero parecchie.
Quella
che stava attraversando in quel preciso momento, poi, era stupenda.
Le
foglie erano viola e degli uccelli e dinosauri volavano
tranquillamente nel cielo giallo.
Se
non fosse stato per i saiyan, che rendevano orrendo qualunque posto
con la loro scortesia, avrebbe pensato di trasferirsi assieme agli
altri su Sadal.
La
ragazza camminò per ore nella foresta e ad un tratto scorse
una
fonte termale.
Frui,
emozionata, si tolse rapidamente i vestiti ed entrò in acqua.
Vegeta
sentì che qualcuno si era azzardato ad entrare nella sua
fonte.
Adirato,
si avvicinò ad un masso e guardò dietro ad esso
per vedere chi era
quel pazzo e mandarlo via a suon di cazzotti.
Tuttavia,
appena vide chi era l'intruso, rimase a bocca aperta.
Nella
fonte era appena entrata quella rompiscatole di Frui.
Avrebbe
voluto scacciarla eppure non riusciva a muoversi.
Era
così bella... le gocce d'acqua che le attraversavano il viso
e il
corpo la rendevano così attraente... i suoi lunghi capelli
biondi
sciolti ondeggiavano nell'acqua come fossero vivi... e la sua pelle
bianca e i suoi occhi azzurri...
Ad
un tratto, Frui si voltò e appena vide Vegeta
urlò, con quanto
fiato aveva in gola, immergendosi ancora di più nella fonte:
“CHE
CAVOLO FAI, BRUTTO MANIACO?!?!” “Dovrei chiederlo
io a te, visto
che questa è la mia fonte e stavo facendo io il
bagno!” “Va
bene, ho capito! Scusa! Ma adesso girati subito!!”
“E perché?”
“Perché... io vorrei uscire... e tu sei un
uomo...” “E che
problema c'è? Ti vergogni a farti vedere nuda da
me?” “Tu non
hai proprio peli sulla lingua, eh?” “Beh, lascia
che ti dica una
cosa, bambola... ne ho viste un sacco di donne nude... le quali
avevano anche un seno molto più grosso del tuo.”
Non
appena pronunciò quelle parole, un enorme sasso lo travolse.
Dopo
aver lanciato il masso, Frui uscì dall'acqua e si
rivestì.
Mentre
si sistemava un guanto, rossa in viso, sibilò, furibonda:
“Maniaco...”
Si
arrampicò su un albero e cominciò a raccogliere i
frutti.
La
sua principessa l'avrebbe uccisa se avesse saputo che si era
allontanata dal campo... ma presto le scorte sarebbero finite e
bisogna trovare al più presto dell'altro cibo, anche se
questo
significava rischiare d'incontrare i saiyan.
“Ehi,
che stai facendo lassù?” le domandò una
voce sotto di lei e per
lo spavento lasciò cadere la presa cominciando a cadere
velocemente
verso il basso.
Prima
che toccasse terra, qualcosa la prese.
La
giovane alzò gli occhi e scoprì che chi l'aveva
presa era un
ragazzo con i capelli neri a palma, l'espressione serena e gli occhi
neri.
Era
un saiyan.
Il
giovane la mise per terra e poi disse: “Quando ti arrampichi,
sta'
più attenta.” “Grazie...”
“Figurati. Ci vediamo.”
“Aspetta...”
Il
saiyan si voltò.
Il
vento accarezzava i loro capelli, entrambi neri.
“Come
ti chiami?” domandò la saiyan e l'altro rispose:
“Kakaroth.”
“Io mi chiamo Suika.”
Vegeta
si massaggiò il naso.
Quella
dannata mocciosa gli aveva tirato un masso enorme.
Ogni
volta che le stava vicino, rischiava sempre di lasciarci le penne.
Però,
quando l'aveva in quella fonte... gli era sembrata la donna
più
bella di tutto l'universo...
Vero
che le sue forme non erano abbondanti, però... erano
così belle e
perfette nelle loro modestie... gli sarebbe piaciuto poterla
toccare...
Si
diede degli schiaffi.
Ma
che cavolo gli saltava in testa?!
Non
avrebbe mai potuto toccare quella tavola aliena!
Era
insopportabile e aveva anche un tremendo carattere, persino peggiore
di quello di un saiyan!
Eppure
era proprio quel suo carattere forte a piacergli...
“Ehi,
Vegeta!” esclamò una voce, per lui insopportabile,
alle sue
spalle.
“Che
cavolo vuoi, Kakaroth?!” dichiarò, adirato, il
saiyan e un saiyan
coi capelli a palma entrò nell'abitazione.
“Vedo
che la sorgente termale ti ha fatto tornare il buon umore...”
commentò Kakaroth sedendosi e l'altro rispose: “La
mia sorgente
termale era occupata, per la cronaca!” “Davvero? E
perché non
hai scacciato l'intruso come al solito?”
“Perché... era una
ragazza...” spiegò Vegeta, voltandosi per non far
vedere a
Kakaroth che era arrossito.
Kakaroth
lo fissò un attimo, poi disse: “Comunque, oggi ho
incontrato una
tsufuru. Pensa, si era arrampicata sull'albero più alto
della
foresta e stava per cadere.” “Gli tsufuru dicono di
essere
intelligenti ma mi sembrano più stupidi di te.”
“Però sono
coraggiosi. Mi piace questo loro carattere.” “In
effetti, non è
male...” ammise Vegeta, ritornando ad arrossire.
“Sai
una cosa?” domandò Kakaroth e Vegeta rispose:
“Cosa?” “Se
dovessi scegliere con chi sposarmi, quella tsufuru, Suika, sarebbe
tra le prime scelte.” “Vuoi sposarti con una
tsufuru?! Ma sei
impazzito?!” “E perché no? E' coraggiosa
e sembra anche molto
forte.” “Peccato che se andranno tutti fra sei
mesi.” “Lo
so... invece, che ne pensi di Frui?”
“Perché metti in mezzo
quella rompiscatole?” “Pensi di
sposartela?” “Col cavolo! Ha
un pessimo carattere! Mi domando se quella lì sia davvero
una donna!
Per la cronaca, quella tsufuru, nell'elenco delle donne con cui posso
mettere su famiglia è all'ultimo posto!”
“Sei
tornata, sorellona!”
Frui,
s'inginocchiò per accarezzare la testa del fratello minore.
In
quel momento, una tsufuru sua coetanea con i capelli neri legati in
una coda di cavallo e gli occhi neri, si avvicinò.
“Ciao,
Suika. Come va' con le scorte?” domandò e Suika
rispose:
“Malaccio. Ne abbiamo ancora per una settimana. Sono riuscita
un
po' a limitare il danno andando a prendere delle scorte.”
“COSA?!
Suika, hai fatto una cosa irresponsabile! Potevi incontrare un
saiyan.” “Infatti ne ho incontrato uno.
Però, mi ha salvata
quando stavo per cadere.”
Frui
era senza parole.
Non
si aspettava che i saiyan potessero salvare uno tsufuru, anzi,
credeva che fossero tutti come quel cafone di Vegeta.
Rozzi,
scorbutici e insolenti.
Forse,
però, c'era una pecora bianca in quel gregge di pecore
nere...
Suika,
nel frattempo, continuò, arrossendo: “Si chiamava
Kakaroth... era
alto, forte e gentile... quando poi mi ha salvata...”
“Suika, ti
prego! Siamo su un pianeta abitato da cavernicoli che la cosa che
sanno fare meglio è malmenarsi a vicenda, non in un romanzo
d'amore!
Quelli sono tutti cafoni! Non dubito che ci sia qualche mela sana qui
ma una cosa è certa: io non m'innamorerò mai di
un saiyan!”
“Lord
Oven, li abbiamo trovati!”
L'uomo
si alzò dal suo trono, con un sorriso sadico.
Quei
maledetti tsufuru erano in trappola!
“Dove
si trovano quel manipolo di canaglie?” domandò
Oven e il soldato,
dopo aver digitato qualcosa sul computer, raccontò:
“Si trovano su
un pianeta chiamato Sadal. E' un pianeta desertico ma con un paio di
foreste. Pare che ci abiti una razza di esseri umanoidi con una lunga
di scimmia chiamati saiyan.” “Questi saiyan possono
procurarci
dei problemi?” “Negativo, signore. Sono molto
primitivi e
asociali. Non si interessano di niente se non rimangono
coinvolti.”
“Ottimo.”
“Come
vanno le cose, Whis?” domandò Vados dal suo
bastone e il fratello,
rispose: “Per ora va bene, solo che...”
“Che succede?” “Può
essere una cosa di scarsa importanza, tuttavia... un gruppo di saiyan
è entrato in una città tsufuru e ha rubato in un
supermercato.
Fortunatamente la cosa si è risolta senza morti, i colpevoli
sono
stati puniti e sembra che tutto proceda come prima, però...
avverto
un lieve cenno di tensione. Gli tsufuru non si fidano più
tanto dei
saiyan e ai saiyan fanno gola la loro straordinaria tecnologia e il
loro cibo. Mi domando se questa tensione non degeneri il qualcosa di
grosso.” “Invece, nel mio universo c'è
stato un cambiamento.
Saiyan e tsufuru si sono parlati. Sembra che stiano cominciando ad
accettarsi a vicenda... comunque, la strada per diventare amici
è
ancora tanta...” |
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Capitolo 4 *** La proposta di Oven ***
CAPITOLO
4: LA PROPOSTA DI OVEN
Suika
camminava nella foresta.
Era
tutto così calmo e tranquillo.
“Ehi,
ciao.” esclamò una voce sopra di lei.
La
tsufuru alzò gli occhi e vide, a testa in giù
come un pipistrello,
Kakaroth che le sorrideva.
“Ciao.”
lo salutò l'altra e il saiyan, con un balzo,
atterrò davanti a lei.
La
tsufuru osservò quello splendido saiyan vestito solo con
abiti di
pelle eppure così bello e attraente.
“Cosa
fai di bello in giro?” le domandò e Suika rispose:
“Cerco del
cibo.” “Se vuoi, ti aiuto io.”
“Grazie.”
I
due camminarono vicino.
Suika
si sentiva così felice...
Ogni
volta che stava vicino a Kakaroth si sentiva felice e serena...
sentiva che non poteva capitarle niente...
Frui
le diceva sempre di essere meno sognatrice perché quei
saiyan erano
dei veri e propri cavernicoli.
Ma
lei sapeva benissimo che diceva così solo perché
non poteva vedere
Vegeta.
Kakaroth,
invece, era molto più dolce e gentile...
“Senti...”
disse la ragazza e il saiyan fece: “Cosa?”
“Voi saiyan
indossate solo la pelle degli animali o indossate altri
vestiti?”
“Mah, noi troviamo gli abiti nella pelle delle bestie
perché non
sappiamo dove trovare altri materiali. Però i nostri
antenati
indossavano degli abiti strani...”
“Davvero?” “Certo, se vuoi
ti faccio vedere.” “Ok.”
Frui
sedeva su un masso a prendersi il sole.
Era
così bello...
Ad
un tratto, qualcosa si frappose fra lei e il sole.
Aprì
gli occhi e vide l'ultima persona nell'intero universo che voleva
vedere.
Quello
stramaledetto saiyan.
Vegeta.
“Che
vuoi?” domandò, scocciata la ragazza
“Adesso sei tu che stai
invadendo il mio spazio, saiyan.” “Che cavolo
fai?” “Mi
prendo il sole. A te che sembra?” “Boh, sembrava
che volessi
farti cuocere dal sole.” “Spiritoso. Comunque,
adesso me ne
vado.”
Si
alzò in piedi e s'incamminò nella foresta.
Vegeta
si arrampicò su un albero e, saltando da un albero a un
altro,
cominciò a seguirla.
“Io
non ti sopporto.” disse la tsufuru e il saiyan rispose:
“Nemmeno
io.” “E allora perché mi
segui?” “Perché mi piaci darti
fastidio.” “Ma vattene, cretino.”
“Io non me ne vado.”
Dopo
un po', i due uscirono dalla foresta e Vegeta scese dal ramo dove si
trovava e cominciò a seguirla.
Ad
un tratto, Vegeta si accorse che nel fodero della cintura che portava
la ragazza c'era una pistola.
Per
curiosità, la prese velocemente e la nascose.
Nel
frattempo, Frui si sentiva strana.
Non
sopportava minimamente la presenza di quel cafone eppure non riusciva
a scacciarlo.
Si
sentiva stranamente bene e felice con lui...
“Ora
è meglio che me ne vada. Quello laggiù
è il vostro territorio.”
disse ad un tratto Vegeta e Frui annuì:
“Già.” “Ah, sai una
cosa?” “Cosa?” “Quando sorridi
sei molto più bella.”
Frui
si girò a guardarlo, incredula.
Le
aveva appena fatto un complimento?!
Lui?!
Quel
cafone?!
“Quando
ti ho vista alla fonte, sorridevi. Sei molto più bella
quando
sorridi che quando sei arrabbiata o seria.” “Io...
grazie...”
balbettò Frui, imbarazzata, sorridendo.
Nessuno
le aveva mai detto delle parole così belle... forse,
dopotutto, quel
saiyan aveva un lato dolce e sensibile...
“E
dimmi... c'è qualcos'altro di me che ti piace?”
domandò,
timidamente e tutta rossa, e l'altro rispose:
“Altroché. L'altra
cosa che mi piace di te sono i tuoi fianchi. Sono parecchio larghi e
sono certo che, col tuo carattere, saranno duri e forti come quelli
di un uomo. Con quei fianchi potrai avere un sacco di figli forti e
robusti.”
SCHIAFF
Il
rumore fu così forte che tutti gli uccelli volarono via
spaventati.
Vegeta
si massaggiò la guancia dolorante mentre Frui si dirigeva,
furibonda, verso l'accampamento tsufuru.
Non
c'era proprio niente da fare.
Con
quella, in un modo o nell'altro si faceva sempre male!
Ma
cosa aveva detto di male?!
Lui
aveva semplicemente detto quello che gli piaceva di lei...
Era
impossibile andare d'accordo con quella...
“Questo
posto ha un aspetto parecchio lugubre...” “Per
questo nessuno ci
viene mai troppo volentieri.”
Suika
stava seguendo Kakaroth in una vecchia città in rovina
nascosta in
una foresta.
Quel
posto era davvero spaventoso.
“Ehi,
ascolta...” domandò, preoccupata, la ragazza
“Ci sono dei topi
qui?” “Cosa?” “Ci sono dei
topi? Degli enormi roditori con la
lunga coda?” “Certo che ci sono. Se non troviamo
niente da
mangiare, andiamo qui e li cacciamo.”
Suika
fece una faccia disgustata.
Se
un saiyan l'avrebbe invitata a cena avrebbe sicuramente chiesto quale
fosse il menù del giorno.
Non
ci teneva proprio a lasciarci le penne!
“Ecco,
i vestiti si trovano là dentro.”
annunciò Kakaroth, indicando la
casa più malridotta di tutto il villaggio.
Suika
entrò timidamente e si guardò intorno.
C'era
polvere dappertutto e tutto era parecchio distrutto.
Raggiunse
velocemente Kakaroth, il quale, nel frattempo, aveva aperto un
vecchio baule e aveva tirato fuori dei vecchi vestiti distrutti.
“Interessante...”
commentò Suika, toccandoli “Sul serio una volta
indossavate questi
vestiti?” “Sì. Poi c'è stata
una cruenta battaglia contro il
saiyan leggendario...” “Il saiyan leggendario? E
che cos'è?”
“Un mostruoso demone saiyan apparso secoli fa. Aveva una
forza
distruttiva che niente e nessuno poteva fermare. Alla fine, si fece
consumare così tanto dall'ira che si
autodistrusse.”
“Accidenti...” “Finita quella battaglia,
che poco ci mancò che
distrusse anche il nostro pianeta, i nostri vestiti erano
così
distrutti che dovettimo sostituirli con la pelle degli
animali.”
Suika
prese dal suo marsupio una macchina fotografica e si mise a
fotografarli.
Per
essere delle armature, erano davvero belle e ben fatte...
“Oltre
alle armi, usavate anche dei mezzi di trasporto?”
domandò,
incuriosita, la tsufuru e il saiyan rispose: “Per viaggiare
abbiamo
sempre camminato... però, quando è scoppiata la
battaglia col
saiyan leggendario, avevamo costruito un'astronave, in modo da
scappare se la furia di quell'essere avesse distrutto il
pianeta.”
“Posso vederla?” “Certo,
seguimi.”
Suika
seguì Kakaroth fuori dal villaggio e giunsero vicino a un
oggetto
protetto da un enorme telone fatto con vecchie pelli.
Kakaroth
prese il telone e con un gesto fulmineo, lo fece cadere.
La
ragazza rimase stupita da quello che vide.
L'astronave
creata dai saiyan era enorme, bianca e con una strana forma.
“Incredibile...”
commentò Suika, toccandola “Se non la vedessi con
i miei occhi non
ci crederei...” “Vuoi vedere l'interno?”
“Altroché!”
Kakaroth
premette un pulsante e lui e la ragazza entrarono al suo interno.
Era
tutta sporca e polverosa, a causa del tempo, eppure Suika
constatò
che essa era parecchio grande, abbastanza per farci stare tutto il
popolo saiyan.
Inoltre,
notò che vi erano delle piccole navicelle.
“A
cosa servivano quelle capsule?” domandò,
incuriosita, la ragazza e
Kakaroth spiegò: “Erano le navicelle
d'emergenza.”
Suika
raggiunse il posto di comando e cominciò a toccare i
pulsanti.
“Mi
sembra che tutto funzioni alla perfezione, nonostante siano passati
tanti anni...” constatò la ragazza.
Ad
un tratto, sgranò gli occhi ed esclamò,
incredula: “Incredibile!”
“Cosa?” domandò Kakaroth, avvicinandosi.
La
tsufuru rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Se questa
astronave avesse potuto decollare... avrebbe avuto energia
sufficiente per raggiungere il pianeta Plant, il nostro vecchio
pianeta.”
Frui
se ne stava sdraiata sul letto, adirata.
Quel
dannato cafone l'aveva proprio fatta infuriare!
Come
cavolo si era permesso di dare che gli piacevano i suoi fianchi?!
Era
proprio un deficiente senza pari!
Possibile
che solo Suika avesse avuto la fortuna d'incontrare un cavaliere su
quel pianeta di balordi?!
Si
toccò le labbra.
Quel
cafone le aveva detto che era molto più bella quando
sorrideva...
Era
vero o voleva soltanto prenderla in giro?
“Sorellona...”
La
voce di suo fratello minore la distrasse dai suoi pensieri.
“Cosa
c'è, Plant?” domandò e il bambino
disse: “Un tizio è entrato
nel nostro computer di bordo e vuole parlare con te.”
“Chi è
questo tizio?” “Non lo conosco ma ha detto di
chiamarsi Lord
Oven. Tu lo conosci, sorellona?”
La
ragazza sgranò gli occhi.
Conosceva
Oven di fama molto bene.
Era
un uomo spietato e senza scrupoli, disposto a tutto pur di ottenere
quel che voleva.
Era
il peggior mascalzone dell'universo... purtroppo, nessuno riusciva a
farlo fuori, in quanto tutti avevano la fifa blu di lui... la
pattuglia galattica, un'ammucchiata d'idioti senza cervello, non
riusciva mai a farlo sparire dalla circolazione.
Se
un tizio del genere voleva vederla, significava solo una cosa.
Guai,
e molto grossi.
Seguì
il fratello minore fino al computer ed entrò in
comunicazione.
“Sono
la principessa Frui. Cosa volete da noi, Lord Oven?”
domandò la
ragazza con un tono di sfida, e l'essere rispose: “Vorrei
solo
parlare d'affari con voi, principessa.” “Spiacente,
ma io non
tratto affari coi mascalzoni.” “Avete proprio una
bella faccia
tosta a parlarmi così, principessa. Comunque, ecco la mia
proposta:
voi date a me il progetto del vostro dispositivo che accumula energia
dal metallo e vi prometto che nessuno si farà del
male.” “La mia
risposta è no.” “La vostra decisione
potrebbe ritorcersi contro
di voi e il vostro popolo.” “Come se non sapessi
che voi
promettete ai popoli l'immunità e poi, quando loro vi hanno
aiutato
abbastanza, li annientate tutti. Guardi che io non sono mica cretina!
Stia alla larga da me e dalla mia gente o giuro che vi faccio
conoscere personalmente le nostre armi!” disse la ragazza,
chiudendo con violenza la conversazione.
Lord
Oven era adirato.
Non
solo quella principessa temeraria si era permessa di dire no ma gli
aveva chiuso il computer in faccia.
Nessuno
l'aveva mai umiliato in questa maniera... gliela avrebbe fatta pagare
cara a quella ragazzina insolente...
Ad
un tratto, si ricordò che la ragazza aveva un fratello
minore...
Fece
un sorriso sadico.
Avrebbe
usato lui come esca.
“Timer!”
chiamò e un tizio si avvicinò a lui e
domandò: “Sì, Lord Oven?”
“Prendi un altro uomo con te e va su Sadal! Cerca il fratello
minore della principessa Frui e portamelo qui! Mi raccomando, lo
voglio vivo!”
|
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Capitolo 5 *** Alla ricerca di una guardia del corpo ***
CAPITOLO
5: ALLA RICERCA DI UNA GUARDIA DEL CORPO
Il
piccolo Plant era preoccupato.
La
sua sorellona era agitata e quando era in quello stato significava
solo che i problemi stavano per arrivare.
Non
aveva alcuna intenzione di lasciare la sua sorellona nei guai!
La
sorellona aveva cominciato ad essere nervosa da quando quel tizio,
Oven, l'aveva contatta.
Doveva
essere la futura causa dei loro guai.
Aveva
sentito dire che Oven era un tipo molto pericoloso... nei cartoni
animati, per difendersi dai cattivi c'era bisogno di un supereroe o
di una guardia del corpo.
Siccome
i saiyan non gli sembravano dei supereroi, dove trovare una guardia
del corpo.
Prese
il suo salvadanaio e contò i soldi al suo interno.
Ne
aveva solo due.
Non
erano il massimo... ma qualcuno avrebbe trovato!
Quel
qualcuno avrebbe protetto la sorellona e il loro popolo ne era certo!
Prese
il suo impermeabile giallo e, una volta, indossato, uscì in
fretta
dalla sua casa.
Erano
tutti così impegnati a lavorare che non si accorsero nemmeno
di lui.
Nessuno
si sarebbe accorto della sua assenza.
“Certo
che anche se sembrate un popolo indietro, siete abbastanza
acculturati.” “Lo eravamo un tempo. Poi con la
faccenda del
saiyan leggendario, ci siamo regrediti.”
Suika
e Kakaroth camminavano vicini, dirigendosi verso l'accampamento della
ragazza.
“Ehi,
Frui!” chiamò, ad un tratto, Suika e una giovane
ragazza dai
capelli biondi si voltò.
Kakaroth
la riconobbe subito.
Era
la tsufuru che aveva conciato per le feste Vegeta.
Dall'espressione
della giovane, Kakaroth intuì che anche lei l'aveva
riconosciuto
subito.
“Suika!”
esclamò, adirata, Frui “Si può sapere
perché hai portato qui uno
di quegli scimmioni?!” “Non è
pericoloso, anzi. Mi ha fatto
scoprire un sacco di cose interessanti sulla sua razza...” lo
difese Suika mentre Kakaroth la salutava: “Buongiorno,
signorina.
Mi chiamo Kakaroth. Piacere di...”
Non
terminò la frase che pestò col piede un rastrello
che lo colpì
violentemente al naso.
Frui
lo fissò un attimo poi, voltandosi, commentò:
“In effetti non ha
l'aria di un nemico ma di uno stupido!”
Vegeta
osservava con molta attenzione quello strano aggeggio che aveva
fregato a Frui.
Gli
tsufuru erano proprio scemi se pensavano che un simile aggeggio
potesse difenderli da chiunque.
Si
stiracchiò e cominciò a camminare.
Ormai
il sole stava per tramontare e aveva una fame...
Cercò
per qualche ora ma fu tutto inutile.
Ad
un tratto, scorse una piccola figura.
Aguzzò
la vista.
Era
il fratello minore di quella dannata tsufuru...
Forse
quel marmocchio sapeva dove trovare del cibo...
Ad
un tratto, il moccioso inciampò in una radice e cadde in un
dirupo.
Con
un balzo, Vegeta lo afferrò per un braccio e lo
riportò a terra.
Il
marmocchio lo fissò incredulo.
Visto
che l'altro non parlava, Vegeta domandò: “Sai
dov'è del cibo?”
“Eh? Nel nostro accampamento dovrebbe essercene,
però... puoi
pagarlo?” “Pagarlo? E che significa?”
“Se voi saiyan volete
un oggetto che possiede un altro, come lo ottenete?”
“Lo rubiamo
oppure lo barattiamo.” “Allora... con cosa vuoi
barattare il
cibo?” “Se ti va, ti do' questa.”
dichiarò Vegeta mostrando lo
strambo aggeggio che aveva rubato alla sorella del moccioso.
Il
bambino fissò incredulo la pistola e poi
sussurrò: “Ma quella è
una pistola! Sai come usarla?” “Beh...
sì, credo di sì.”
“Allora, se sei d'accordo, ti faccio questa proposta: ti
darò
tutto il cibo che vorrai se impedirai che delle persone cattive
facciano del male a mia sorella e agli altri tsufuru.”
“Davvero?!
Se ammazzo qualcuno mi darai il cibo?!” disse, entusiasta,
Vegeta
mentre il piccolo Plant balbettava: “N-non importa che le
uccidi,
basta solo che le mandi via...” “Tsk, peccato.
Speravo di poterle
fare fuori.”
Plant
era senza parole.
Quei
saiyan erano veramente spietati e crudeli!
Erano
persino più spaventosi di Hit, il leggendario assassino che
tutti
temevano, il killer infallibile...
Ad
un tratto, Plant e Vegeta sentirono uno strano rumore.
Si
voltarono e videro una navicella che era appena atterrata.
“Altri
scocciatori?” sibilò Vegeta “Li faccio
sparire in due secondi!”
“Aspetta. Temo che siano quelli che devi cacciare
via.” “Ah,
allora va bene.”
Nel
frattempo, due esseri grandi, grossi e brutti si avvicinarono ai due
e rivolgendosi al più piccolo: “Ma guarda chi
c'è! Il marmocchio
che stavamo cercando!” “Che gentile che
è stato a farsi trovare
subito! Ci ha risparmiato la fatica di cercarlo!”
Plant,
con uno sguardo furioso, domandò: “Che cosa volete
da me?” “Lord
Oven ci ha ordinato di rapirti per costringere la tua sorellona a
dargli il progetto del vostro dispositivo che accumula energia dal
metallo.” “Non daremo mai quel dispositivo a delle
vecchie
canaglie come voi! MBLEH!” ribatté il bambino
facendo una
linguaccia.
Vegeta
lo fissò in silenzio.
Quel
marmocchio aveva lo stesso carattere ribelle e indomato della sorella
maggiore.
“Forse
non hai ancora capitato con chi hai a che fare, moccioso.”
ridacchiò uno dei due e Plant, con sicurezza,
ribatté: “Siete voi
che non avete ancora capito con chi avete a che fare. Dovete sapere
che ho appena assunto una guardia del corpo.” “Ma
davvero? E dove
sarebbe questa guardia?” “Eccola qui.”
dichiarò Plant,
indicando Vegeta.
Vedendo
quel saiyan basso e con una scarsa muscolatura, i due bestioni
scoppiarono a ridere a crepapelle.
“Non
sembra per niente una guardia del corpo, questo qui!”
commentò uno
dei due, asciugandosi le lacrime e Plant, sempre molto sicuro,
continuò: “Rassegnatevi! Lui è un
pistolero professionista! Su,
sono tutti tuoi!”
Vegeta
mise in bella mostra la pistola, mostrando anche un sorriso di sfida,
poi, rivolto a uno dei due gradassi, ordinò: “Ehi,
tu! Getta in
aria quel sasso!” “Eh?” fece, incredulo,
il bandito davanti a
quell'improvvisa sfida.
“Lancialo...”
gli ordinò, preoccupato, il compagno e l'altro, prima di
ubbidire,
sussurrò: “Ok...”
Vegeta
prese bene la mira, sparò e... mancò
completamente il sasso, il
quale cadde tranquillamente per terra.
“ACCIDENTI!”
urlò, adirato, Vegeta continuando a sparare nel, vano,
tentativo di
colpire il sasso “MALEDETTO STUPIDO SASSO!”
Alla
fine, riuscì a centrarlo in pieno e urlò:
“EVVAI!”
Soddisfatto,
si voltò verso i tre, i quali erano rimasti senza parole.
Il
piccolo Plant, intuendo che era la fine, cominciò a scappare
a gambe
levate verso l'accampamento degli tsufuru.
Solo
quando fu molto lontano, Vegeta si accorse della sua fuga.
“Ma
che gli preso a quel moccioso?” si domandò,
incredulo “Proprio
ora che era appena iniziato il mio lavoro...”
Non
si accorse che uno dei due tipacci si era avvicinando a lui ed egli,
con un abile movimento, gli fregò la pistola, puntandola
contro di
lui.
“Ma
che guardia del corpo eccezionale! Sei veramente un
incapace!” rise
l'altro mentre il complice aggiungeva, divertito:
“Evidentemente,
con la paghetta che prende quel moccioso, questo tizio è il
massimo
che è riuscito a trovare.”
Vegeta
rimase in silenzio un secondo a fissarli e, poi, allungando verso di
loro la mano, disse: “Restituiscimela. Quella pistola l'ho
appena
rubata. Non è carino rubare la pistola a uno che l'ha appena
rubata,
non credi?”
Tuttavia,
i due tipacci non avevano alcuna intenzione di restituirgliela.
“Quanto
sei noioso.” commentò il tipo che non aveva la
pistola “Muoviti
a sistemarlo.”
L'altro
non se lo fece ripetere due volte.
Sparò
in direzione del saiyan, il quale, prontamente, schivò
l'attacco
energetico. “L'ha... l'ha evitato...”
balbettò il soldato.
Dopo
un iniziale sgomento, tuttavia, riprese a sparare al saiyan ma Vegeta
schivava tutti gli attacchi alla velocità della luce.
Alla
fine, stufo di quel gioco, fregò la pistola al soldato con
la coda.
“Mi
avete proprio stancato! Adesso basta coi giochi!”
dichiarò,
esasperato, il saiyan, mentre i due soldati lo guardavano increduli.
Forse,
quel tipo era più pericoloso di quello che credevano...
Tuttavia,
uno dei due gradassi, esclamò: “Sarai anche
veloce... ma quello
che conta davvero di un guerriero sono i pugni!”
Aveva
appena finito la frase che Vegeta, senza troppi problemi, gli diede
un sonoro pugno che lo fece volare contro una roccia, disintegrandola
completamente.
Dopo
averlo colpito, con la coda diede uno schiaffo al compagno del
bestione.
“Sciò.
Sparisci col tuo amico.” dichiarò Vegeta e
l'altro, senza farselo
ripetere due volte, prese il compare scappò verso la
navicella,
volando via a tutta velocità.
“Fine
del lavoro.” dichiarò Vegeta, soddisfatto.
“Dove
diavolo sei stato finora?! Ti ho cercato dappertutto!”
Plant
rimase immobile mentre la sorella maggiore gli faceva la lavata di
capo.
Purtroppo,
sua sorella notava subito quando c'era qualcosa fuori posto.
Si
domandò se non aveva una vista d'aquila.
“Stavo
cercando una guardia del corpo per difendere te e gli altri da
Oven...” spiegò il bambino e Frui rispose:
“Stupido! Tutti hanno
la fifa blu di Oven! Nessuno verrà in nostro aiuto! Dovremo
affrontare da soli quella gentaglia, lo capisci, zucca vuota?! Chi
pensavi che sarebbe venuto in nostro aiuto?!”
“Pensavo che
qualche saiyan...” “Mmh...! Lo sai che i saiyan
preferiscono
farsi gli affari propri! Possibile che pensi solo a delle
assurdità?!” commentò Frui, mettendosi
una mano sulla faccia,
mentre Plant protestava: “Non sono
assurdità!”
I
due continuarono a litigare finché Suika, ad un tratto,
esclamò:
“Ehi, sta arrivando qualcuno!”
Subito,
Plant esclamò, spaventato: “Saranno i due uomini
di Oven!” “CHE
COSA?!” esclamò la sorella mentre caricava un
fucile “Hai
incontrato quei maledetti, Plant?”
“Altroché, sorellona!
Volevano rapirmi per costringerti a dare a Oven il progetto del
dispositivo che accumula energia dal metallo!”
“Maledetta sudicia
canaglia! Avrei dovuto immaginare che quel dannato avrebbe cercato di
ricattarmi per avere quel dannato progetto!”
“Già... inoltre,
saranno sicuramente molto arrabbiati perché ho chiesto a una
guardia
del corpo di aiutarmi!” “Eh? C'era anche una
guardia del corpo?”
“Sì... avevo chiesto aiuto a un saiyan che
possedeva una pistola,
ma visto che era una vera e propria schiappa, a quest'ora
sarà
morto. L'avranno fatto fuori in quattro e quattr'otto...”
Tutti
gli tsufuru rimasero in silenzio finché una figura non
apparve sulla
strada.
Frui
e Plant sgranarono gli occhi.
Si
trattava di un saiyan con una lunga coda di scimmia lasciata libera,
vestito con abiti di pelle e dei capelli a fiamma neri.
“Ma
è lui! E' la mia guardia del corpo! Quindi è
ancora vivo!” disse
Plant, incredulo, mentre la sorella maggiore esclamava: “Eh?!
Stai
dicendo che quel saiyan pervertito è la tua guardia del
corpo?!”
Possibile
che, in un modo o nell'altro, doveva sempre incontrare quel gorilla?!
Nel
frattempo, Vegeta si avvicinò all'accampamento e, non appena
vide
Plant, esclamò, senza mezzi termini: “Ehi,
moccioso. Ho mandato
via quei tizi. Dammi il cibo.” “Eh?! Sul
serio?” domandò
Plant, non credendo alle sue orecchie: “E come hai
fatto?” “Ho
dato loro una bella lezione, che domande.”
“Davvero? Con la
pistola?” “No. Con i pugni.”
“E' sicuramente una balla!”
s'intromise Frui, con un sorriso beffardo: “Te la sei solo
svignata
di soppiatto.” “Ma sta' zitta tu, che sei piatta
come una
tovaglia!” le rispose il saiyan e la tsufuru, con uno sguardo
adirato, urlò: “COME OSI?! VOGLIAMO PARLARE DEI
TUOI ORRIBILI
CAPELLI A FIAMMA?!”
Vegeta
fece una faccia furibonda e poi sibilò a Plant:
“Io l'ammazzo.
Anche gratis.” “N-no. E' la mia
sorellona...” lo bloccò il
bambino.
“In
ogni caso...” disse una voce femminile.
Vegeta
si voltò e vide una tsufuru dai capelli neri raccolti in una
coda di
cavallo.
“Che
ne dici di unirti a noi? Stiamo per pranzare...” propose la
ragazza
e subito si sentì una voce che Vegeta conosceva molto bene e
che non
sopportava: “Si mangia?! Davvero?!”
Infatti,
a conferma dei suoi peggiori incubi, vide Kakaroth avvicinarsi di
corsa, domandando: “Dov'è il cibo?
Dov'è?” “Tu cosa ci fai
qui, Kakaroth?” domandò, scocciato, Vegeta.
Il
saiyan, accortosi della presenza del compagno, disse:
“Veramente,
dovrei chiederlo io a te. Non dicevi sempre che non potevi vedere gli
tsufuru, soprattutto quella rompiscatole del loro capo?”
Non
appena Kakaroth disse quelle parole, sbiancò.
Vegeta
si voltò e vide Frui che lo fissava furibonda.
“E
così io sarei una rompiscatole, eh?”
sibilò e Vegeta aggiunse:
“Altroché se lo sei! Inoltre sei violenta e
manesca come un uomo!
Non hai un briciolo di femminilità! Una come te
può tranquillamente
iscriversi al club delle zitelle a vita!” “La
stessa cosa vale
per te, brutto scimmione!”
Mentre
i due litigavano, Kakaroth, divertito da quella scena,
commentò:
“Secondo me, quei due tra poco mettono su famiglia.”
La
frase fece zittire i due litiganti.
“COOOSAAA?!?!”
urlarono, entrambi, verso Kakaroth “LEVATELO DALLA TESTA!!!
IO NON
MI SPOSERO' MAI CON QUESTA COSA!!!”
Appena
finirono la frase, tornarono a litigare: “CHI SAREBBE LA
COSA?!?!”
“Ehi, sorellona...” s'intromise Plant, incredulo
“Quindi fra
poco tu e il fratellone vi sposate?” “NO!!! E NON
CHIAMARLO
FRATELLONE!!! NOI DUE NON STIAMO INSIEME, CAPITO?! E NON CI STAREMO
MAI!!” gli urlò, adirata e imbarazzata, la sorella
maggiore.
“CHE
COSA?! HANNO ASSUNTO UNA GUARDIA DEL CORPO?!”
L'urlo
di Oven si sentì in tutta l'astronave.
I
due uomini, entrambi conciati per le feste, ammisero, debolmente:
“S-sì... è un tizio
fortissimo...”
Oven
ringhiò.
Quei
maledetti tsufuru con la loro dannata principessa avevano
oltrepassato il segno.
Gli
avrebbe mostrato lui cosa significava mettersi contro Oven,
l'imperatore dell'universo!
“Rotta
verso Sadal!” ordinò l'uomo ai soldati che erano
al pannello
“Chiamate tutti i soldati e dite loro di prepararsi alla
battaglia!
Gli tsufuru si pentiranno molto presto della decisione di mettersi
contro di me!” |
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Capitolo 6 *** Il rapimento di Frui ***
CAPITOLO
6: IL RAPIMENTO DI FRUI
“Caspita,
questo cibo è buonissimo!” esclamò
Kakaroth, con la bocca piena
mentre, assieme a Vegeta, s'ingurgitava il cibo degli tsufuru,
facendo restare senza parola i giovani alieni.
“Cercate
di non mangiarvi tutto. Sono anche le nostre scorte.”
dichiarò
Frui mentre metteva sul tavolo un enorme arrosto.
“Chi
l'ha cucinato?” domandò Vegeta, prendendo una
coscia, e Frui gli
rispose, seccata: “Sono stata io. C'è qualche
problema se ho
cucinato io, scimmione?” “No. Era solo per
saperlo...”
Appena
l'ebbe mangiato, Vegeta rimase senza parole.
Quell'arrosto
era buonissimo.
Quella
tsufuru ha un brutto carattere ma in cucina e' terribilmente brava...
potrebbe passare a metà della lista...
meditò il saiyan.
Una
volta che i due ebbero finito di mangiare, Kakaroth si mise a ronfare
su un divano mentre Vegeta si sedette su una finestra a guardare
fuori dalla finestra.
Dalla
rupe su cui era posta l'abitazione, si poteva vedere il suo
villaggio.
“Certo
che questa abitazione non è per niente male...”
commentò il
saiyan e Frui, mentre sorseggiava una tazza di cioccolata calda:
“Non
posso lamentarmi...”
Vegeta,
ad un tratto, si accorse di uno scrigno su cui vi era impresso uno
strano simbolo: sembrava una specie di U.
“Cosa
significa questo simbolo? L'ho visto spesso in giro nel vostro
accampamento.” domandò, incuriosito e Frui, dopo
averlo visto,
spiegò: “E' il simbolo della famiglia reale
tsufuru.” “E cos'è
una famiglia reale?” “La famiglia più
importante e in vista del
nostro pianeta. Il capofamiglia è la persona più
importante. Tutti
devono ascoltarlo e obbedire a ogni suo ordine.”
“Questo tizio mi
ricorda molto uno dei nostri capotribù.”
“Puoi vederlo in questa
maniera, se vuoi. Comunque, alla morte del re, il figlio primogenito,
maschio o femmina, o il parente più prossimo, diventa il
nuovo re e
tutti devono ubbidirgli.” “E se foste ancora sul
vostro
pianeta... chi sarebbe dovuto diventare il nuovo re?”
“Io.”
“TU?!?!”
Vegeta
era senza parole.
Quella
rompiscatole irascibile sarebbe dovuta essere il nuovo capo degli
tsufuru?!
Non
riusciva a crederci!
“Proprio
così.” annuì la ragazza “Io
ero la figlia primogenita del re e
come tale sarei dovuto diventare regina alla morte di mia padre. Ma
poi il pianeta è stato distrutto da un incidente e quindi
sono la
principessa del nulla.” “Però mi sembra
che tu comandi questa
gente...” “Qualcuno doveva prendere le redini di
questa
situazione o sarebbe stata la fine per noi e visto che ero la
principessa, ho pensato che mi sarebbero stati tutti a
sentire.”
Vegeta
tirò fuori dalla tasca la pistola che aveva rubato alla
ragazza e si
mise a fissarla, meditabondo.
Ad
un tratto, Frui si accorse della pistola e commentò:
“Che strano.
Questa pistola assomiglia tanto alla mia mia...”
“Ovvio. E' la
tua. Te l'ho rubata stamattina.” rispose il saiyan
distrattamente e
non appena finì di parlare, un urlo lo fece trasalire:
“OLTRE CHE
MANIACO SEI ANCHE UN LADRO?!” “Calma...”
sussurrò, spaventato,
Vegeta.
Certo
che quella ragazzina era davvero spaventosa...
Per
un po', i due saiyan rimasero in silenzio, poi Plant
domandò: “Tu
e Kakaroth rimarrete qui ad aiutarci, fratellone?”
“Che intendi,
moccioso?” “Oven tornerà alla carica. Ma
con te e Kakaroth non
abbiamo più nulla da temere.”
“Scordatelo, moccioso. Io e
Kakaroth ce ne andremo.” “COSA?!”
strillò Frui, alzandosi di
scatto in piedi.
“Perché
urli?” le domandò Vegeta e la ragazza rispose:
“Come potete
abbandonarci così?!” “Fratellone, ti ho
assunto per mandarli
via...” tentò il piccolo Plant ma Vegeta gli
ricordò: “Mi hai
assunto una volta sola, moccioso. Il mio compito è finito
perciò me
ne vado.” “Ti darò tutto il cibo che
vorrai...” “Scordatelo.
Ormai sono sazio.” “Stammi bene a sentire,
maledetto
scimmione...” sibilò Frui “Forse non lo
sai, ma Oven è un
mostro spietato. Un vero e proprio criminale. Non ci penserà
due
volte a farci fuori tutti. Inoltre, il suo esercito è
composto dai
più spietati soldati mercenari della galassia.”
“Se vi fa' fuori
tutti, mi farebbe solo un gran favore.” “Stupido
scimmione! E io
che speravo che potesse nascere un'amicizia tra saiyan e tsufuru!
Evidentemente mi sono illusa!”
Anche
se fingeva che la cosa non gliene fregava niente, quelle parole
fecero uno strano effetto a Vegeta.
Un'amicizia
tra saiyan e tsufuru... e quel tono deluso e arrabbiato di Frui...
Nel
frattempo, la ragazza si voltò furiosa e
dichiarò: “Vattene via!
Non ti voglio mai più vedere!” “Non me
lo faccio ripetere due
volte.” dichiarò Vegeta buttando Kakaroth
giù dal divano il
quale, nonostante la botta, continuò tranquillamente a
ronfare.
Così,
Vegeta lo prese per una gamba e se ne andò dall'abitazione e
dall'accampamento.
“Quindi
è qui che abitano gli tsufuru...”
ridacchiò Oven, guardando
quello strano pianeta.
Era
roccioso ma doveva ammettere che era molto bello...
Non
appena avrebbe risolto la faccenda degli tsufuru, sarebbe tornato su
quel pianeta e, dopo aver annientato i saiyan, l'avrebbe fatto
diventare il suo pianeta delle vacanze.
Però...
prima doveva sistemare una faccenda che stava diventando spinosa...
“Allora,
li avete trovati?” domandò e un soldato
esclamò: “Sì, signore.
Sono in quella direzione.” “Bene,
perfetto.”
Vegeta
continuava a camminare, trascinandosi dietro Kakaroth ancora
addormentato.
Tuttavia,
camminava con lentezza, come se non volesse alcuna fretta.
Ad
un tratto, sentì un rumore proveniente dalla rupe dove
abitavano gli
tsufuru.
Si
voltò e vide una gigantesca esplosione.
Non
poteva trattarsi di un saiyan.
Sapevano
tutti che capo degli tsufuru aveva un pessimo carattere e che era
meglio non provocarla.
Doveva
trattarsi di Oven.
Quindi
era già arrivato...
Le
esplosioni continuavano a susseguirsi ma Vegeta non si decideva a
muoversi.
Avrebbe
dovuto andarsene e pensare ai fatti suoi, come un vero saiyan, eppure
non riusciva ad andarsene.
Continuava
a pensare a Suika, la ragazza tsufuru con cui Kakaroth si era legato,
che gli aveva offerto di mangiare assieme a loro, nonostante la sua
diversità, a Plant, quel moccioso coraggioso che lo chiamava
fratellone, e, soprattutto, a Frui, la tsufuru più
rompiscatole e
insopportabile eppure, allo stesso tempo, la più coraggiosa,
indomata e stupenda.
Con
uno sbuffo, lasciò andare Kakaroth e si mise a dargli dei
violenti
calci, urlando: “SVEGLIA, IDIOTA! ABBIAMO DEL LAVORO DA
FARE!!”
Finalmente,
Kakaroth aprì gli occhi e domandò: “Che
succede, Vegeta?”
“Muoviti!! Gli tsufuru sono in pericolo!” gli
rivelò Vegeta,
cominciando a correre come una furia, mentre Kakaroth diceva:
“Eh?
Aspettami, una buona volta!”
“Dannazione!
sono venuti tutti! C'è persino Oven in persona!”
imprecò Frui,
mentre ricaricava il suo fucile.
Il
piccolo Plant, guardando fuori dall'abitazione dove lui e la sorella
abitavano, sussurrò, spaventato: “Siamo nei guai,
sorellona!”
“Maledizione! Ci mancava solo questa!”
“Se solo il fratellone
fosse rimasto...” “Lascialo perdere, Plant! E' un
saiyan! Era
ovvio che ci avrebbe voltato le spalle!”
Plant
rimase in silenzio.
Aveva
sperato che Vegeta fosse un saiyan burbero ma che, in fondo in fondo,
possedesse un cuore d'oro... ma evidentemente si era sbagliato...
Si
susseguirono altre esplosioni.
Oven
non ci andava per niente leggero con loro, nonostante fossero
indifesi.
Fortunatamente,
le loro case erano resistenti...
Nel
frattempo, Oven ordinò, spazientito: “Beh? Non
vengono ancora
fuori?” “Negativo, signore. Sono più
testardi di un mulo e non
vogliono arrendersi.” “C'è un modo per
risolvere la questione?”
“Certo, prendendo in ostaggio la principessa e il principe,
tutti
chineranno automaticamente la testa.” “Niente di
più facile,
allora!”
Oven
prese una bomba a mano e la lanciò contro l'abitazione dove
vivevano
Frui e Plant.
Vedendo
la strana cosa che Oven stava lanciando verso casa loro, Frui
domandò: “Mi sembra che abbiano lanciato
qualcosa... cos'è,
Plant?” “E' UNA BOMBA, SORELLONA!”
urlò il ragazzino e la
tsufuru, prendendo la mano del fratello e correndo fuori
dall'abitazione, urlò:“SCAPPIAMO!”
BUUUOOOMMM
La
gigantesca esplosione si vide per parecchi km di distanza e fece
fermare la corsa di Vegeta e Kakaroth.
L'esplosione
proveniva dal campo degli tsufuru... più precisamente,
dall'abitazione dei due tsufuru.
“DANNAZIONE!
MUOVIAMOCI!” ordinò Vegeta, tornando a correre e
seguito da
Kakaroth, dopo un attimo d'incertezza.
In
cuor suo, Vegeta sperava che entrambi fossero ancora vivi o avrebbe
fatto passare a Oven i sorci verdi.
“Che
cosa? La guardia del corpo non c'è?”
ridacchiò Oven guardando
Frui e Plant, entrambi legati come salami e bloccati da uno uomo,
enorme e muscoloso, di Oven “Ma che peccato. E io che ero
venuto
apposta per farla fuori.” “Dannato grassone! Non la
passerai
liscia!” urlò, adirata, Frui.
Nonostante
la pessima situazione, la ragazza non aveva per niente perso il suo
carattere indomato.
“Ehi,
tsufuru!” urlò Oven agli altri tsufuru nascosti
“Arrendetevi e
venite tutti fuori con le mani in alto o succederà qualcosa
di molto
spiacevole ai vostri due principi.” “Dannato... non
accettate!”
urlò la principessa ma fu tutto inutile.
Preoccupati
per i due, tutti gli tsufuru uscirono dai propri nascondigli con le
mani in alto.
In
pochi secondi furono tutti legati come i Frui e Plant.
“Adesso
che si fa, Lord Oven?” domandò un soldato e Oven
rispose:
“Porteremo la principessa sull'astronave, in modo che ci
spieghi
come creare quel suo fantastico dispositivo.” “Va
bene... verrò
con voi e vi mostrerò tutto quello che vorrete... ma in
cambio,
lascerete libero il mio popolo e ci lascerete in pace una volta per
tutte!” “Ma sì, certo.”
promise Oven.
Frui
venne presa in malo modo dai tirapiedi di Oven e condotta
sull'astronave del tiranno.
Nonostante
fosse una prigioniera, Frui, continuava a essere la solita ragazza
con la lingua tagliente: “E non spingete, brutti buzzurri! So
camminare anche da sola, sapete?!”
Tuttavia,
alcuni soldati rimasero sul pianeta con i tsufuru prigionieri.
“Che
ne facciamo degli altri, ragazzi? Opzione A: li ammazziamo
semplicemente. Opzione B: li ammazziamo poco a poco. Opzione C: li
ammazziamo violentemente.” disse, divertito, uno dei bestioni
e un
altro rispose: “Sono solo una seccatura. Ammazziamoli e
basta.”
“Un momento!!” li interruppe Plant, adirato
“Avete promesso a
mia sorella che non ci avreste toccati!” “E voi
credete sul serio
alle promesse di Oven?” gli rispose il soldato, ridendo
“Vi
ammazzeremo tutti e subito. Ma non temere, quando gli avrà
creato il
dispositivo, anche tua sorella verrà ammazzata!”
Nel
frattempo, uno dei soldati sentì qualcuno che gli toccava
con un
dito la spalla.
Si
girò incuriosito e vide un giovane uomo con i lunghi capelli
a
fiamma, vestito di pelle e con una lunga coda di scimmia, seguito da
un altro con i capelli a palma e lo sguardo ebete.
“Chi
non muore si rivede, eh?” disse con un sorriso sadico il
saiyan e
l'altro, terrorizzato, urlò: “E'... E'... E'
LUI!!! LA GUARDIA DEL
CORPO!!!”
Non
appena il soldato ebbe gridato quelle parole, Vegeta lo fece tacere
con un violento pugno.
Subito,
tutti i soldati cominciarono a sparare contro i due ma i due
schivavano con facilità i colpi.
In
più, Kakaroth ne approfittava per farle delle linguacce ai
soldati.
Gli
tsufuru, invece, fissavano con sgomento i due mentre affrontavano i
soldati di Oven.
Non
solo schivavano con incredibile abilità le loro pistole
energetiche
ma li mettevano ko senza troppo problemi con dei semplici pugni.
Se
solo avessero voluto, li avrebbero ammazzati tutti fin dal primo
giorno eppure li avevano lasciati vivere sul loro pianeta...
Anche
se erano dei veri e propri selvaggi, in fondo avevano un cuore
d'oro... se avessero usato quella loro incredibile forza per il bene,
il male sarebbe stato estirpato nell'universo...
In
pochi secondi, tutti i soldati erano per terra, ko.
“Lavoro
finito.” disse semplicemente Vegeta una volta finito.
“Fratellone
Vegeta!!” gridò, con le lacrime agli occhi, Plant,
correndo ad
abbracciarlo “Ero sicurissimo che saresti venuto!”
“Fila
via, moccioso!” disse Vegeta, rosso in volto, cercando di
allontanarlo.
Ad
un tratto, incredulo, si accorse che mancava una persona...
“Ehi,
moccioso! Dov'è tua sorella?” domandò,
senza mezzi termini, il
saiyan e il bambino rispose: “L'ha rapita Oven! Voleva che
gli
costruisse il dispositivo in cambio della nostra immunità!
Oven la
farà fuori!” “L'andrò a
prendere!” lo rassicurò Vegeta con
determinazione.
Plant
era senza parole.
Vegeta,
nonostante il fatto che appena la vedeva litigava a morte con lei,
era davvero legato a sua sorella.
Forse,
come aveva detto Kakaroth, lui e la sua sorellona si sarebbero
sposati...
“Ehi,
un momento!” esclamò, Kakaroth “Non
abbiamo alcun mezzo di
trasporto.”
Quelle
parole furono come una doccia gelata per Vegeta.
Gli
tsufuru non potevano prestargli nessuna astronave e loro non ne
possedevano.
Erano
fritti...
“Aspettate!”
esclamò, ad un tratto, Suika “Ci sono le navicelle
d'emergenza di
quella vecchia astronave. I comandi sono ancora in funzione.”
“Davvero?!” “Sì. La ripareremo
e poi voi due andrete a salvare
la nostra principessa.” |
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Capitolo 7 *** Alla riscossa! ***
CAPITOLO
7: ALLA RISCOSSA!
“Come
procede?” domandò Suika a un vecchio tsufuru che
stava guardando i
comandi.
“Sono
un po' arrugginiti ma possono ancora andare.”
dichiarò il vecchio
“Purtroppo, dobbiamo cambiare alcuni fili e altre cose.
Inoltre
dobbiamo renderla più spaziosa, in modo che ci stiano
più persone.
Ci vorrà un'ora per sistemarla per bene.”
“Cercate di fare il
più in fretta possibile...” si
raccomandò Suika, scendendo.
L'astronave
era piena zeppa di tsufuru che la stava riparando e ripulendo.
Tornò
all'accampamento e trovò Kakaroth e Vegeta che aspettavano
in
silenzio.
“Allora?”
le domandò Vegeta e la ragazza rispose: “Ci
vorrà ancora un'ora.
Dovrete aspettare.” “Maledizione!”
“Calma, forse so come
farvi passare in fretta il tempo.” “E
come?” “Facendovi
prendere le misure.”
I
due saiyan si guardarono all'uniscono.
Cosa
intendeva Suika?
“Quali
misure?” domandarono e Suika rispose: “Quelle per
le vostre
armature.” “Cosa intendi?” “Non
vorrete mica affrontare Oven
con quei vestiti, vero?” “E perché
no?” “Per favore. State
per affrontare un tiranno spaziale. Con quelle vesti polverose e
sporche non avete alcun aria da salvatori. Dovrete indossare qualcosa
che vi dia più l'aria da guerrieri.”
Entrambi
guardarono i loro vestiti.
Volevano
apparire come dei veri guerrieri e se questo significava cambiare
abito...
I
due furono costretti a stare fermi immobili per parecchi minuti e
dopo un quarto d'ora ricevettero le loro nuove armature.
“Ma
sono brutte...” commentò Kakaroth la prima volta
che le vide e
Suika disse: “Ho preso spunto dalle armature che c'erano in
quella
casa abbandonata. Provate ad indossarle.”
I
due, titubanti, le indossarono e subito sgranarono gli occhi.
“URCA!!!”
esclamò Kakaroth, entusiasta “Queste armature sono
così leggere
che non mi sembra neanche d'indossarle!” “Sono
state create con
un materiale di nostra invenzione. E' leggero in modo da permettervi
qualunque movimento però è anche parecchio
resistente. Tuttavia, la
cintura con le placche abbiamo deciso di aggiungerla come tocco
decorativo.” “Davvero niente male. Scommetto che in
questo modo,
Oven non riuscirà mai a indovinare da dove tirerò
un calcio.”
“Ah, ho appena avuto notizia che l'astronave è
pronta e che potete
partire.” “Siete stati grandi!! Faremo vedere a
Oven cosa succede
a mettersi contro di noi!” “Ben detto, Kakaroth! E'
giunto il
momento della resa dei conti.”
“Allora,
principessa?! Manca ancora tanto?!” “Guardi che sto
facendo il
più in fretta possibile!”
Frui
stava lavorando al dispositivo ma era difficile lavorava con un
idiota alle sue spalle che continuava a darle fastidio!
“Beh,
lavora con più fretta! Voglio che quel dispositivo sia
finito entro
un'ora!” esclamò Oven, andandosene.
Frui
gli fece una linguaccia, seccata.
Quanta
fretta... cosa temeva, che qualcuno venisse a salvarla?!
Sospirò.
Nessuno
al mondo poteva avere il fegato di affrontare uno come Oven...
Solo
un matto poteva pensare di affrontarlo per salvarla...
“ETCIU'!!!”
“Hai preso il raffreddore, Vegeta?” “No.
C'è qualcuno che
pensa male di me!” “Allora quel qualcuno
è costituito da
parecchia gente.” CONG “AHIA!!!”
Mentre
Kakaroth si massaggiava la testa dolorante, Vegeta guardò
fuori dal
vetro della navicella ed esclamò: “Guarda
laggiù!”
Davanti
a loro, c'era un'enorme astronave.
“Dev'essere
la nave di Oven!” esclamò, Vegeta, indicandola
“Ferma questo
aggeggio mentre cerco di pensare a un piano...”
Tuttavia,
l'astronave continuava a viaggiare a tutta velocità verso la
nave.
Vegeta
si voltò verso Kakaroth e domandò, seccato:
“Si può sapere
perché non fermi questo trabiccolo?!”
“Perché... non ho capito
come si ferma...”
“E'
pronto.” dichiarò la ragazza, mostrando a Oven un
curioso
dispositivo “Mettendolo nel motore delle vostre navi, potrete
ricavare energia da qualsiasi tipo di metallo.”
“Ottimo...”
sorrise Oven.
Dopo
aver detto quelle parole, l'alieno puntò una pistola contro
la
ragazza.
“Adesso
non mi servi più, signorina. Puoi raggiungere il tuo popolo
nell'aldilà.” le disse Oven e Frui
sibilò: “Crede davvero di
aver vinto?” “Ovvio, tanto nessuno verrà
mai a salvarti...”
CRASH
Sia
Oven che Frui e videro un'astronave piuttosto malconcia fumante e da
essa uscirono due uomini con una lunga coda di scimmia.
“DANNATO
IDIOTA!!!” urlò Vegeta in direzione di Kakaroth,
il quale rispose:
“Scusa, Vegeta... ma io non ci capisco niente di quegli
aggeggi
infernali...” “Chi siete voi due e cosa
volete?” domandò Oven,
adirato.
“Siamo
stati assunti per salvare Frui e farti fuori.”
spiegò,
semplicemente, Kakaroth e l'altro rispose: “Ah sì?
E chi vi
avrebbe assunti?” “Gli tsufuru,
ovviamente.” “Balle! Non
esiste un solo tsufuru in tutto l'universo! Ho ordinato ai miei
uomini di farli fuori!” “E noi abbiamo fatto fuori
i tuoi uomini
prima che svolgessero l'ordine.” aggiunse Vegeta.
Oven
era senza parole.
I
suoi uomini erano stati sistemati da quei due scimmioni?!
Che
banda di smidollati!
“Congratulazioni.”
si complimentò Oven prima che un gruppo di soldati apparve
dal
nulla.
“Loro
sono i miei uomini migliori.” li presentò il
tiranno “Sappiate
che loro sono molto più forti di quelli che avete affrontato
su
Sadal.” “Ragazzi, vi do' un consiglio: arrendetevi.
Fatelo e
nessuno si farà del male.” propose Kakaroth.
Subito,
tutti i saiyan di Oven scoppiarono a ridere a crepapelle.
“Credete
davvero di poterci battere?” domandarono, ridendo, i soldati
e
Vegeta rispose: “Non lo crediamo, signori. Lo
sappiamo.”
Tutti
rimasero in silenzio.
Quei
tizi dovevano essere completamente matti!
“Questo
è da vedere, scimmioni!” rispose un soldato,
lanciandosi contro di
loro con l'obiettivo di dare loro un sonoro pugno ma Vegeta lo
bloccò
con un pugno.
“Ehi...
nessuno può chiamarmi scimmione, a parte Frui.”
sibilò il saiyan
prima di colpirlo con un violento calcio allo stomaco che lo fece
volare contro il muro.
Tutti
i soldati presenti, allora, si lanciarono contro di loro ma Kakaroth
e Vegeta li sconfiggevano senza troppi problemi.
“N-non
ci credo... è... pazzesco...” commentò
Frui, osservando con
sgomento Vegeta e Kakaroth sconfiggere senza troppi problemi i
soldati.
In
pochi minuti, tutti i soldati furono annientati.
Vegeta
guardò con un sorriso sadico Oven e domandò:
“Bene, e ora che ne
facciamo di questo grassone? Opzione A: lo ammazziamo semplicemente.
Opzione B: lo ammazziamo poco a poco. Opzione C: lo ammazziamo
violentemente.” “No, aspettate... io...”
balbettò Oven mentre
Frui, con un sorriso sadico, dichiarò: “Opzione
C.” “Che
tipetta vendicativa. La perfetta sposa di Vegeta.”
commentò, senza
parole, Kakaroth.
“Aspettate...
che ne dite di lavorare per me? Vi pagherò bene! Inoltre
avrete la
possibilità di combattere e uccidere un sacco di
gente!” propose,
ad un tratto, Oven e Vegeta ripeté, incuriosito:
“Lavorare per te,
eh?”
Il
saiyan si mise a riflettere.
La
prospettiva di conquistare e di ammazzare lo tentava, e molto,
tuttavia...
Gli
tsufuru avevano rimesso in sesto la navicella e avevano creato, solo
per loro, quelle fantastiche armature...
“Rifiuto.”
rispose, seccamente, il saiyan e Frui, furibonda, esclamò:
“Ehi,
ci hai pensato! Per un attimo hai pensato di accettare!”
Oven,
adirato, tirò fuori una pistola e, avvicinandosi e
puntandola verso
Frui, urlò: “PROVA A COLPIRMI, ORA! L'AMMAZZO!
FARO' FUORI LA
RAGAZZA!” “EHI, LASCIAMI!”
strillò la giovane tsufuru.
Vegeta
rimase in silenzio un secondo poi disse, con tutta la
tranquillità
del mondo: “Sparale pure. Non m'importa di lei.”
Oven
fece una faccia incredula.
Subito,
Kakaroth ne approfittò per disarmalo, liberare Frui e per
farlo
schiantare contro il muro.
“Finito
il lavoro.” dichiarò Vegeta prima che Frui
urlasse, con tutto il
fiato che aveva in gola: “BRUTTO IDIOTA!!! COME TI SEI
PERMESSO DI
DIRE A OVEN CHE POTEVA SPARARMI?!?! MA CHE RAZZA DI SALVATORE
SEI?!?!” “Scema. Stavo solo scherzando.”
“E TI SEMBRANO
SCHERZI DA FARE?!” “NON URLARMI NELLE ORECCHIE!!!
IN UN MODO O
NELL'ALTRO TI HO SALVATO LA VITA DA QUEL DEFICIENTE!!! COMUNQUE, SE
TU FOSSI MIA MOGLIE, NON DOVRESTI TEMERE QUEGLI IDIOTI!!!”
A
quelle parole, Frui rimase in silenzio e, dopo un po', con le guance
rosse, domandò: “Scusa, Vegeta, ma questa
è... una proposta di
matrimonio?” “EH?!?!” fece Vegeta,
arrossendo.
Cosa
significava quella storia?!
“Ok.
Accetto. Sarò tua moglie.” dichiarò,
tutta contenta, la ragazza
mentre il saiyan sussurrava, preoccupata: “Ho come
l'impressione di
essermi cacciato in un grosso guaio...”
I
tre non si accorsero che Oven aveva preso una pistola e la
puntò
contro Vegeta, Frui e Kakaroth.
Solo
Frui se ne accorse e, veloce come il lampo, urlò:
“VEGETA, SEI UN
IDIOTA PERVERTITO!!!”
Subito
il dispositivo della tsufuru cominciò a vibrare e un sasso
uscì
veloce come un lampo da esso, centrando in pieno la testa di Oven.
Vegeta
e Kakaroth si guardarono, senza parole.
Cosa
caspita era successo?
“Avevo
capito che questo dannato non aveva alcuna intenzione di mantenere la
promessa.” svelò Frui “Così
mi sono permessa di fare una
piccola modifica... quando dico una determinata frase, lo attivo e
gli faccio lanciare degli oggetti.” “E la frase in
questione
consiste nel darmi del pervertito?” domandò Vegeta
con una faccia
scocciata e la giovane ammise: “Sì... ma se ne
avessi detta
un'altra, avrei fatto esplodere questa nave.”
“EH?!”
Dopo
essersi ripreso dal colpo, Vegeta urlò alla ragazza:
“SI PUO'
SAPERE PERCHE' HAI FATTO UNA COSA COSI' STUPIDA E
PERICOLOSA?!”
“Mica sapevo che saresti venuto a salvarmi!” si
difese Frui
“Cosa
ce ne facciamo di questo grassone?” domandò
Kakaroth e Frui
rispose: “Lo portiamo dalla Pattuglia Galattica, che
domande!”
“Scusa
Frui, ma a cosa servono questi pezzi di carta che ci hanno
dato?”
domandò Kakaroth, osservando le banconote che i poliziotti
avevano
dato loro.
“Sono
soldi.” annunciò la ragazza “Serviranno
a me e a Vegeta per la
nostra casa e per i nostri figli.” “Casa?
Figli?” “Certo,
bello. Siamo sposati, ricordi?”
Vegeta
sospirò.
Quella
faccenda del matrimonio lo continuava a preoccupare...
“Mettilo
lì, Vegeta.”
Il
saiyan, sbuffando, mise l'enorme letto matrimoniale nella stanza.
Adesso
capiva perché la faccenda del matrimonio non gli era
piaciuta fin
dall'inizio.
Il
matrimonio era una vera e propria schiavitù.
“Sorellona,
fratellone.” li chiamò una voce alla loro spalle.
Plant
era entrato nella stanza.
“Cosa
c'è, Plant?” domandò Frui e il bambino
spiegò: “Un'astronave è
atterrata a pochi passi dall'accampamento. A bordo vi sono dei
signori che chiedono del fratellone.” “Evviva.
Arrivo subito.”
dichiarò il saiyan posando a terra il letto.
Gli
alieni erano piccoli con una faccia a forma di rana.
“Sì?”
domandò Vegeta e loro domandarono: “Siete voi il
saiyan che ha
sconfitto Oven?” “Certo.
Perché?” “Il nostro pianeta è
stato attaccato da una banda di briganti. Dovete aiutarci.”
“Scordatevelo. Io non aiuto nessuno.”
rifiutò il saiyan prima
che una voce alle sue spalle: “Questi briganti sono
forti?”
Vegeta
sbuffò e disse all'intruso: “Vattene via,
Kakaroth! Questi qui
hanno chiesto aiuto a me!” “Sì,
però stanno parlando di
briganti forti... io e gli altri vogliamo affrontarli.”
“Quali
altri?” “Quelli.”
Vegeta
si voltò e vide una moltitudine di saiyan, maschi e femmine
di tutte
le età.
“Hanno
saputo che abbiamo combattuto e quindi volevano unirsi anche
loro.”
spiegò Kakaroth “Ah, hanno chiesto di avere le
nostre armature
perché così possono combattere meglio. Suika,
pensi di prepararle?”
“Certo. Finirò tutto in poco tempo.”
“Un momento, Kakaroth! I
saiyan non devono impicciarsi delle faccende altrui! Che se la
sbrogliano quegli alieni!” l'interruppe Vegeta e il capo
degli
alieni li implorò: “Vi prego... vi pagheremo
anche.” “Pagare?”
Il
capo fece un gesto e subito arrivò un uomo con un enorme
baule.
Lo
aprì, rivelando la prese di una moltitudine di monete e
pietre
preziose.
“Dove
ha detto che si trova questo pianeta?” domandò
Vegeta, con un
sorrisetto da furbo. |
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Capitolo 8 *** Destini diversi ***
CAPITOLO
8: DESTINI DIVERSI
L'astronave
atterrò dolcemente per terra e quando essa si
aprì, scese un uomo
dai capelli a fiamma neri e un lungo mantello.
“Buonasera,
altezza.” lo salutò il guardiano “E'
stata difficile la
missione?” “Altroché. Quei dannati
fuorilegge erano parecchio
forti ma siamo riusciti a sistemarli. Ho già congedato la
mia
squadra. E' accaduto qualcosa durante la mia assenza?”
“Negativo,
altezza.” “Grazie.”
Vegeta
si alzò in volo e si diresse verso una grande e immensa rupe
dove
era stata costruita un enorme castello.
Entrò
senza troppi problemi nel castello e si diresse senza troppi problemi
verso una stanza che aprì dolcemente.
Addormentata
supina c'era lei.
La
sua Frui.
Era
così bella quando dormiva...
“Vegeta...”
sussurrò, ad un tratto, la ragazza e il saiyan
sussultò.
Lo
stava sognando.
La
sua Frui lo stava sognando...
Ad
un tratto, un potente schiaffo lo colpì alla guancia mentre
la
moglie sussurrava, sempre nel sonno: “Sei un
pervertito...” Ma
che razza di sogno sta facendo?!sussurrò
Vegeta,
massaggiandosi la guancia dolorante e guardandola in malo modo.
Ad
un tratto, la tsufuru, sussurrò: “Ma ti amo
profondatamene...”
Quelle
parole fecero restare senza parole Vegeta.
La
sua Frui lo amava...
Si
avvicinò con dolcezza e avvicinò le labbra alla
sue con l'obiettivo
di dare un bacio alla sua principessa addormentata.
“MAMMA,
HO FAME!!!” urlò una voce infantile e la porta
della stanza venne
aperta con forza.
L'intruso
era un bambino con i lunghi capelli a fiamma neri e con una lunga
coda di scimmia.
Il
bambino si accorse che Vegeta, il quale, nel frattempo, si era
spostato dall'altro lato della stanza, era presente.
“PAPA'!!!
SEI TORNATO!!!” urlò, entusiasta, il bambino,
correndo di fianco
all'uomo mentre l'altro tentava, invano, di farlo smettere:
“Buono,
basta! Che svegli la mamma!”
Ma
fu tutto inutile.
Frui
si svegliò e appena vide il marito, esclamò,
sorpresa: “Vegeta?!
Sei già tornato?!” “Lo so. Dovevo
tornare domani ma ce la siamo
sbrigata in fretta e così sono tornato prima.”
“Come sono
contenta che tu sia tornato.”
Vegeta
spostò lo sguardo, arrossendo vistosamente.
“Mamma,
ho fame.” disse il piccolo e la madre disse: “Ma se
hai mangiato
solo qualche ora fa, Sadal!” “Lo so. Ma ho ancora
fame. E poi
anche tu mangi tanto.” “E' per via del tuo
fratellino. Anche
quando ero incinta di te dovevo mangiare tanto. Non so come non
riuscivo a non avere l'indigestione. Comunque tu adesso fili a letto,
poche storie. O domani non ti porto a casa di Radish.”
“Oh no,
mamma ti prego. Devo assolutamente battere il suo record o è
la
fine!”
Subito,
Sadal uscì dalla stanza dei genitori.
“Frequenta
ancora quel moccioso?” domandò Vegeta e Frui
disse: “Non capisco
perché non dovrebbe farlo. Dopotutto sua madre è
la mia migliore
amica.” “Il problema non è la madre ma
quell'idiota di suo
padre.” “Andiamo, anche se non lo ammetterai mai,
vuoi un po' di
bene a Kakaroth...” “Per me, sarà sempre
un idiota. Assieme a
quei suoi due mocciosi!” “Beh, sono l'orgoglio di
Suika.
Soprattutto l'ultimo arrivato, il piccolo Bardack.”
“Bah...
comunque, come procede il fidanzamento di tuo fratello?”
“Bene.
Ha fatto la sua proposta a Nio. Si sposeranno fra due mesi.”
“Quel
moccioso è proprio tuo fratello. Si sposa con una saiyan.
Direi di
aver detto tutto.”
Dopo
aver detto quelle parole, l'uomo si svestì e
s'infilò nel letto.
Dopo
un po', Vegeta si avvicinò alla moglie e
sussurrò: “Comunque, il
piccolo avrà la coda?” “Le analisi hanno
detto di no. Ma tanto
avevamo notato che i secondogeniti delle coppie saiyan –
tsufuru
non hanno la coda.” “Peccato... ma almeno
sarà forte?”
“Parecchio.”
Vegeta
si sistemò sul letto e disse: “Allora va bene
così...”
“Purtroppo
è andata a finire così, sorella.”
Vados
ascoltava con molta attenzione il racconto del fratello minore.
“Speravo
che il loro rapporto migliorasse, dopo che si era drammaticamente
incrinato dopo quell'incidente in cui era morto il figlio
più
piccolo del re... invece, dopo secoli di convivenza, si sono
dichiarati guerra. E adesso, i saiyan hanno sterminato gli
tsufuru.”
sospirò Whis e Vados disse: “Peccato che le cose
siano andate così
male nel tuo universo, fratello.” “Non importa, ho
come la
sensazione che i saiyan del mio universo non vivranno a
lungo.” “Tu
dici?” “Altroché. Credo che i saiyan
siano collegati agli
tsufuru più di quanto credino. Ho come la sensazione che
molto
presto seguiranno lo stesso destino degli tsufuru.”
“Hai proprio
ragione, fratello. Dopotutto, i saiyan e gli tsufuru erano legati dal
destino. Dovevano creare una razza o distruggersi. Nel sesto hanno
creato la razza mentre nel settimo molto probabilmente si
estingueranno.”
I
piccoli robot l'avevano circondato ma lui non si era minimamente
scomposto.
Con
un salto, aveva evitato tutti i loro raggi energetici e con vari
pugni e calci li aveva disintegrati.
Dopo
aver sistemato i robot, l'uomo uscì dalla stanza e
cominciò a
pulirsi con un asciugamano.
“Ottimo
lavoro, altezza.” esclamò un uomo di fianco a lui
e l'altro
rispose: “Grazie... ci sono novità? Abbiamo
ricevuto nuove
missioni?” “No, altezza. L'unico problema
è Caulifla...” “Uff,
ancora quella rompiscatole! E' possibile che l'esercito di Sadal non
è capace di controllarla?!” “Negativo,
altezza. Quella donna è
una furia scatenata ma è davvero forte. Riesce sempre ad
annientare
i nostri uomini. Inoltre, quando i soldati sono vicini a lei,
succedono sempre cose strane...” “Quali cose
strane?” “Beh...
le pistole spariscono nel nulla dalle mani dei loro proprietari e ci
sono dei soldati che dichiarano di aver sentito dei tremendi colpi
quando riuscivano a metterla in crisi.” “Se quel
prodigio usasse
i suoi poteri per il nostro esercito... in ogni caso, da quel che ho
capito, se non entriamo nel suo territorio, lei ci lascerà
in
pace...”
Si
diresse verso una stanza e, una volta aperta, vide un ragazzo con i
capelli a spazzola neri e un ciuffo, che tentava, invano, di
annientare i suoi robot.
Anzi,
quei cosi lo colpivano e lo ferivano.
Con
un semplice raggio d'energia, l'uomo li disintegrò.
Solo
allora il ragazzo si accorse della sua presenza.
“Cosa
diavolo stai facendo?” lo sgridò l'uomo
“Messo ko da un branco
di rottami? Ridicolo!” “F-fratellone...!”
esclamò, sorpreso,
il giovane ma l'altro non aveva ancora finito con la sua ramanzina:
“Possibile che tutti i nemici che ti capitino tra i piedi non
riesci mai a sconfiggerli?!” “M-ma... io ci
provo... non è colpa
mia se non ce la faccio...” “Sei la solita
scamorza! E' sempre
stato così, fin da quando eri piccolo! Si può
sapere che razza di
saiyan sei?!” “Evidentemente ho ereditato
più sangue tsufuru dai
nostri antenati...” “Bah, non puoi continuare a
essere così,
Cabba! Sei il principe di Sadal, un membro della famiglia reale e il
fratello minore del re! Devi essere uno dei saiyan più forti
di
tutto l'universo! In ogni caso, ti auguro buona fortuna per la
riuscita!” “Cosa?! Ma come posso diventare
più forte...?”
“PERCHE' LO CHIEDI A ME?! NON DIMENTICARE CHE ANCH'IO MI STO
ALLENANDO PER DIVENTARE PIU' FORTE QUINDI NON CERCARE AIUTO PRESSO DI
ME!” sbottò il fratello maggiore, guardandolo in
malo modo.
Aveva
appena finito di parlare, che una potente luce apparve dal nulla e si
sentì un potente boato.
I
due fratelli si voltarono e videro un enorme e grasso gatto viola
seguito da una splendida donna con i lunghi capelli bianchi.
“Voi
dovete essere re Sadal.” disse il gatto, guardando il
più grande.
“Sì,
sono io.” ammise Sadal “Con chi ho l'onore di
parlare?” “Colui
che ha davanti agli occhi è Lord Champa, il dio della
distruzione.”
lo presentò la donna e Sadal con una faccia incredula,
disse:
“Davvero?!” “Sì. So che non lo
sembra per niente, per via
della corporatura...” “VADOS!!!”
“Oh oh oh, perdoni la mia
insolenza, Lord Champa.” “E' la seconda volta oggi
che dici che
sono grasso!!” “Davvero? Non me n'ero
accorta...” “Lasciamo
perdere, abbiamo cose più importanti da fare...”
“Comunque, re
Sadal, ha ricevuto l'invito del dio della distruzione del sesto
universo per partecipare al torneo tra sesto e settimo
universo.”
disse Vados e Sadal incredulo, fece: “Sesto e settimo
universo? E
cosa sono?” “Questo universo è il sesto
mentre il settimo è il
gemello di esso.” “Davvero?!
Incredibile!” “Sì, sì...
allora, partecipi o no?” l'interruppe Champa e l'altro si
mise a
pensare.
Partecipare
a un torneo lo eccitava, e molto, però...
Lui
era il re di Sadal e non poteva assentarsi per troppo tempo...
“Mi
dispiace ma non posso venire. Ho delle responsabilità e non
posso
lasciarle...” rifiutò il re ma l'altro, furibondo,
gli disse:
“Ascoltami bene, saiyan. Tu parteciperai, punto! Ho bisogno
assolutamente di un saiyan, capito?!” “Un momento.
Vi basta un
qualunque saiyan?” “Eh? Certo... basta che sia
forte...”
“Allora ho quello che fa per voi.”
Con
la mano, afferrò il polso del fratello e, portandolo davanti
a sé,
lo presentò: “Vi presento mio fratello minore
Cabba, Lord Champa.
Sono certo che non vi deluderà.” “Eh?!
Ma fratellone... io...”
tentò di dire il ragazzo ma s'interruppe non appena vide che
Champa
lo stava osservando con molta attenzione.
“Va
bene, lo prendo.” dichiarò il dio alla fine
“Ehi, ragazzino!
Appoggiati alla mia schiena e non staccarti per nessun
motivo!”
“Ok... dove si va?” “Al mio pianeta. Ti
allenerai lì in vista
del torneo con l'aiuto di Vados.”
Champa
mise una mano sulla spalla di Vados e, dopo pochi minuti, i tre erano
spariti nel nulla.
Sadal
rimase a fissare il soffitto.
Un
po' gli spiaceva di aver rifiutato quella simile offerta ma era
meglio così.
Lui
aveva delle responsabilità e Cabba doveva cominciare a
crescere.
Era
il principe dei saiyan e, pertanto, doveva essere uno dei saiyan
più
forti.
Con
quel torneo, c'era la possibilità che diventasse
più forte ma, in
ogni caso non doveva preoccuparsi.
Era
impossibile che suo fratello diventasse più forte di lui... |
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