Oltre tutto... Oltre tutti

di nuvola_05
(/viewuser.php?uid=1070909)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 3: *** Il Compito di Pozioni ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


Emily Potter, un nome non facile da dimenticare, la persona che cambiò il futuro di molte persone, quella che riuscì ad andare oltre, che riuscì a oltrepassare tutte le difficoltà. Ora era lì, seduta sul suo letto ad osservare per l'ultima volta la sua stanza, che non avrebbe rivisto per i prossimi tre mesi, perché sarebbe dovuta partire per il suo primo anno ad Hogwarts. Già la piccola Potter aveva ricevuto la lettera il giorno del suo compleanno, il 27 gennaio, era stata così felice quel giorno che aveva persino scritto una lettera a suo fratello, James Potter. A prima vista può sembrare che Emily Potter e James Potter non siano fratelli, la prima bionda con qualche ciocca qua e là castana, con grandi occhi color nocciola; mentre quest'ultimo aveva i capelli castani, perennemente disordinati, con gli occhi nocciola. Totalmente diversi sia caratterialmente che d'aspetto, con l'eccezione degl'occhi, uguali a quelli della madre. -Ehi Amy che stai facendo?- chiese James che non aveva smesso di osservarla da dietro la porta, da quando lei si era immobilizzata sul suo letto. Lei alzò piano la testa cercando la fonte della voce che l'aveva disturbata dai suoi pensieri. Quando lo vide Emily sorrise, James portava dei semplici vestiti babbani, e i suoi capelli, sempre indomabili si erano ribellati alla madre che, aveva passato dieci minuti a cercare di dargli una direzione. -Pensavo, che mi mancherà tutto questo- disse indicandogli la camera- e senza di noi cosa faranno mamma e papà, forse dovrei rimanere a casa tre maghi in casa basteranno. disse l'undicenne cercando di autoconvincersi delle sue parole. Il fratello si alzò lentamente, sedendosi sul letto accanto alla sorella. -Emily, tu non devi pensare a questo, tu sarai la miglior strega del tuo anno e anche di tutta Hogwarts, tutti i ragazzi ti sbaveranno dietro e avrai moltissimi amici. Mamma e papà staranno bene, sono grandi, e sono degli auror, sanno proteggersi e nessuno gli farà del male. Stai tranquilla, poi ci sono io con te, chi meglio di James Potter!- finí di dire il maggiore sfoderando il suo miglior sorriso che fu decisamente ricambiato. -Mamma dai dobbiamo andare! Uffh non sono più un bambino!- si stava lamentando James da quando erano arrivati. -Ok, state attenti!- si raccomandò infine dando un bacio ai figli. -Mi raccomando James mantieni alto l'onore dei Potter!- disse infine Fleamont stando ben attento che la moglie non lo sentisse, e dando anche lui un bacio ai figli. -Ora andate, o perderete il treno!- si raccomandò Il treno si era appena fermato, segno che erano arrivati, ed Emily era scesa dal treno senza aspettare il fratello. -Primo anno! Primo anno da questa parte!- continuava ad urlare un omone, alto il doppio di una persona normale, conducendoli a delle barchette dove, grazie a quelle, avrebbero raggiunto Hogwarts. -Posso?- chiese Emily ad una ragazzina seduta da sola in una di quelle strane barchette. -Oh, sì, certo!- disse imbarazzata. -Io sono Emily Potter, e tu?- si presentò porgendole la mano. -Jessica Parker, piacere!- rispose afferrandola. Jessica aveva i capelli biondi, come Emily, e degli occhi blu molto profondi. -Scusate posso sedermi?- chiese una vocina alla loro sinistra. -Certo!- rispose prontamente Jessica. -Io sono Jessica Parker, lei invece è Emily Potter, tu sei?- chiese la ragazza. -Elizabeth Stones- rispose. Elizabeth, invece, aveva i capelli neri e degli occhi azzurri chiarissimi. -Voi dove voleste essere smistate? Io in Grifondoro, c'è anche mio fratello là.- chiese Emily una volta che la barchetta partii. -Anche io... La culla dei coraggiosi di cuore!- citò Elizabeth sovrappensiero facendo ridere le altre due bionde. -Allora speriamo che che ci mandino a Grifondoro tutte insieme!- concluse Jessica. Concluso il viaggio lì fecero entrare nel castello, dove apparve una strega alta dai capelli corvino vestita con un abito lungo e nero. -Benvenuti a Hogwarts!- disse richiamando su di sé l'attenzione. -Tra poco avverrà la cerimonia dello smistamento, dove verrete smistati in quattro Case che si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Nei prossimi sette anni queste costituiranno la vostra famiglia e la vostra casa. I trionfi che otterrete faranno guadagnare punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione alle regole gliene farà perdere. Ora mettetevi in fila e seguitemi.- concluse la donna. Tutti si misero in fila e, quando le porte furono aperte, incominciarono a camminare verso uno sgabello, dove affianco vi ci si era messa la donna di prima. Dopo qualche secondo di silenzio, uno strappo vicino al bordo del cappello si spalancò, e questo incominciò a cantare: Forse Pensate che non sono bello ma giudicate da quel che vedete io ve lo giuro che mi scappello se uno più bello ne troverete. Potete tenervi le vostre bombette i vostri cilindri lucidi e alteri, son io quello che al posto vi mette e al mio confronta gli altri son zeri. Non c'è pensiero che nascondiate che il mio potere non sappia vedere, quindi indossatemi ed ascoltate qual è la casa in cui rimanere. E' forse Grifondoro la vostra via, culla dei coraggiosi di cuore: audacia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno splendore. O forse è Tassorosso la vostra vita, dove chi alberga è giusto e leale: qui la pazienza regna infinita e il duro lavoro non è innaturale. Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio, se siete svegli e pronti di mente, ragione e sapienza qui trovan linguaggio che si confà a simile gente. O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori! Venite dunque senza paure E mettetemi in capo all'istante Con me sarete in mano sicure Perché io sono un cappello parlante! -Quando chiamerò il vostro nome, metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati.- disse di nuovo. -Lucas Connor!- -TASSOROSSO!- gridò il cappello -Ginevra Linkin!- -CORVONERO!- -Elizabeth Stones!- -GRIFONDORO!- -Jackson Avery!- -SERPEVERDE!- Il cappelo continuò altri cinque minuti buoni fin quando non chiamò Emily. -Emily Potter!- -GRIFONDORO!- urlò il cappello. -William Nott!- -SERPEVERDE!- -Rodolfus Lestrange!- -SERPEVERDE!- -Jessica Parker!- -GRIFONDORO!- -Noah Trainor!- -CORVONERO- urlò infine il cappello parlante. Qui ebbe inizio l'annata dalle grandi sorprese, dai segreti nascosti, e racchiusi in quella cerchia di amici, dalle amicizie portate fino alla tomba ed oltre. Ma soprattutto da quelle vite rovinate dalla nascita, con un destino già scritto. Qui ha inizio la loro storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un nuovo arrivo ***


                      UN ARRIVO INASPETTATO
                                      Cap. 2
Era notte fonda, Emily ne era certa, probabilmente erano le quattro di mattina, quando lei uscì dalla sua camera perchè non riusciva più a prendere sonno per colpa del suo solito incubo, o meglio ricordo. Era passata ormai qualche settimana da quando la ragazza, nei suoi sogni ripercorreva un pomeriggio in particolare di due anni fa.

Ricordava alla perfezione quel giorno di metà marzo del suo terzo anno ad Hogwarts, quando James aveva capito che lei stava facendo amicizia con le persone "sbagliate", come le chiamava lui, e lei non aveva perso l'occasione ricordandogli che non erano affari suoi, fin quando non era intervenuto Regulus Black.
-Siamo solo conoscenti- aveva detto il giovane Black in difesa dell'amica.
Ottenendo come risposta un -Non mi interessa più niente di te, fin quando tu avrai a che fare con queste fecce- da parte di James alla sorella. Inutile dire che il giorno dopo James abbia avuto dei lividi in faccia e che Regulus Black e William Nott, abbiano avuto le mani fasciate e ottenuto una grossa punizione.

Ed ora la giovane Potter si ritrovava al quinto anno,con un fratello che non la considerava e degli amici poco consigliabili.
-Ah... i maschi!- sospirò la ragazza, mentre scendeva le scale di Villa Potter cadendo rovinosamente a terra.
-Aaahhh- imprecò sottovoce, avendo sbattuto contro lo spigolo di un antico mobile. Ed ora il suo piede era rosso, un rosso tendente al viola, e questo non prometteva niente di buono, si immaginava già la ramanzina di sua madre riguardante le ciabatte, e lei tutte le mattine le rispondeva che era estate e che i suoi piedi sudavano!

Dopo alcuni minuti arrivò in cucina, accese la luce cercando di fare meno rumore possibile, prese un bicchiere d'acqua e si sedette su una sedia nel salone.

 
Toc...

 
Ad Emily andò di traverso l'acqua, e, quando dopo un paio di minuti si riprese, aspettò ancora seduta sulla sedia, sperando che nessuno avesse bussato alla porta di casa.
Toc...

 
La ragazza si alzò lentamente dalla sedia, e con passi decisamente lenti si diresse alla porta guardando attraverso l'occhiello. Non avrebbe potuto credere ai suoi occhi... era Sirius Black. Aprii lentamente la porta, e rimase sorpresa. Sirius aveva i capelli neri lunghi fino alle spalle i tratti del viso ben definiti, e dei fantastici occhi grigi. Aveva un petto e delle braccia muscolose grazie al Quidditch, e grazie al suo fisico atletico tutte le ragazze gli correvano dietro. Anche Emily aveva avuto una cotta non proprio passeggera per il giovane Black, però era risaputo che Sirius Black era un puttaniere, e quindi aveva lasciato perdere. Ora invece, aveva i capelli attaccati alle spalle per colpa della pioggia, numerosi graffi e tagli su tutto il viso e delle profonde occhiaie sotto gli occhi. Con se aveva il baule, cosa che le fece immaginare cosa gli fosse successo.
-Posso entrare?- chiese lui con voce roca, dovuta probabilmente al pianto, ed Emily fece un passo indietro per farlo passare.
Il ragazzo si diresse nel salotto e si sedette sul divano, cosa che fece la ragazza, non prima però di essere andata in bagno, e aver preso un asciugamano e il kit di pronto-soccorso della madre che le era stato consegnato al San Mungo; avvolse l'asciugamano sulle spalle del ragazzo, e, sedendosi di fronte a lui prese a tamponargli le ferite sul volto.
-Io...- incominciò lui.
-Non devi darmi spiegazioni, non ce n'è bisogno- lo interruppe lei con un sorriso incoraggiante.
-Io devo farlo- replicò lui.
Emily scosse la testa.
-Nessuno ti obbliga, almeno non qui- rispose lei mettendogli dei cerotti nei graffi più piccoli, per poi prendere ago e filo per ricucirgli il taglio più profondo.
Strinse gli occhi e le labbra, non gli faceva male, non moltissimo almeno, ma sentiva nella pancia dei brividi che nessuno gli aveva mai fatto provare, ma non poteva, non poteva provare qualcosa per la sorella del suo migliore amico, era scientificamente provato!  
-Va tutto bene?- lo risveglio lei dai suoi pensieri.
-Sì va tutto bene, apparte il fatto di essere stato diseredato dalla mia famiglia, è tutto ok- rispose lui con un'alzata di spalle.
-Avevo capito che non ti interessasse niente di loro- affermò lei girandosi verso il ragazzo per guardarlo meglio.
-Infatti è così, ma è pur sempre la mia famiglia, anche se non mi hanno mai voluto era la mia famiglia, fino a qualche ora fa- rispose semplicemente.
Emily lo studiò a lungo, per capire meglio che cosa fosse successo, non glielo avrebbe mai chiesto, anche se lui voleva dirglielo, non era la persona più indicata ad ascoltarlo.
-Coma mai sveglia a quest'ora?- chiese lui cambiando argomento.
-Non riuscivo a dormire. Tutto qua- rispose.
Sirius sbadigliò.
-Hai sonno?- chiese lei.
-Un pò- rispose lui
-Vieni andiamo di sopra-
Insieme salirono le scale e portarono il baule, poi la giovane Potter condusse il ragazzo nella stanza che di solito usava Black quando passava da loro qualche settimana prima dell'inizio della scuola.
-Allora buonanotte, e grazie di tutto- disse il giovane Black ad Emily con un sorriso riconosciente.
-Buonanotte, e se hai bisogno di qualcosa io sarò in quella camera là- disse la ragazza indicandogli la camera dove c'era un cartello con su scritto "Emily Potter".
Così dicendo i due ragazzi andarono nelle proprie camere quando il sole aveva iniziato a sorgere.
 

Emily si risvegliò per colpa della luce del sole, sentiva l' odore di pankake e di caffè, cosa che le fece venire non poca fame, quindi decise di scendere, un pò barcollante, dal suo letto. Scese molto lentamente le scale e si diresse nel salone, dove gli elfi domestici servivano la colazione. A tavola non ci si era seduto ancora nessuno, e probabilmente gli elfi avevano appena finito di preparare la colazione. I suoi genitori non erano in casa, erano in missione per conto del ministero ed essendo auror tornavano a casa la sera tardi e si svegliavano la mattina presto. James e Sirius stavano ancora dormendo perchè era abbastanza presto, era troppo presto anche per i suoi standard, soprattutto per quello che era successo poche ore fa! Emily era una ragazza mattiniera, anche se faceva molto tardi la sera, riusciva sempre a svegliarsi la mattina presto.
La giovane si sedette a tavola, si servì dei pankake e del thè, ed incominciò a mangiare; quando finì si alzò da tavola, ma quando stava per uscire dalla stanza un gufo attirò la sua attenzione. Si diresse alla finestra, slegò la lettera dalle zampe del gufo, e gli dette da mangiare aspettando che uscisse. La lettera era di Regulus.

 
Cara Emily,
vediamoci ai Tre Manici di Scopa per pranzo, ci saranno anche gli altri.
                                                                                                                                                                                                                                           Con affetto
                                                                                                                                                                                                                                        Regulus Black


 
-Buongiorno- disse una voce alle sue spalle, ma lei non le diede retta ed uscì dalla stanza, per dirigersi al piano superiore e andare nella sua camera.

Andò direttamente in bagno per farsi una doccia, e quando ebbe finito, si avvolse in un asciugamano bianco ed entrò nella sua stanza per scegliere i vestiti. Optò per dei pantaloncini corti e una cannottiera, e si incominciò a vestire; poi si lavò i denti, si truccò leggermente, e decise di lasciare i capelli sciolti. Uscì dalla camera prendendo la sua borsetta, e si diresse al piano di sotto per dire al fratello che usciva.

-James io vado a pranzo fuori con Jesse e Lizzie- disse semplicemente al fratello.
-Ok- disse con la solita indifferenza, che Emily odiava.
La ragazza prese qualche galeone, il suo mantello ed andò in salotto, dove prese una manciata di polvere volante grazie alla quale sarebbe arrivata ad Hogsmead. Fece un passo verso il camino e ci entrò dentro.
-HOGSMEAD- disse.

La sua testa vorticava, ed aveva la sensazione che il suo corpo venisse risucchiato verso l'alto. In un batter d'occhio si ritrovò tra le vie della cittadina di Hogsmead. Percorse tutta la stradina principale, piena di negozi, e si diresse verso il pub. Entrò dentro, e cercò tra i tavoli i suoi migliori amici, ed eccoli lì! Quanto le erano mancati!
Erano seduti su un tavolo vicino alla finestra, un po' in disparte dagl'altri, per paura di essere osservati.

La ragazza si avvicinò in fretta al tavolo.
-Ciao ragazzi!- disse lei con un sorriso smagliante.
-Amy!- esclamò Jesse, la sua migliore amica, stritolandola in un abbraccio spacca-ossa.
-Jesse... n... non respiro- ansimò la giovane Potter, e la ragazza la lasciò.

Jessica Parker ora oggettivamente una bella ragazza: con le forme nei punti giusti, i capelli biondi e mossi, gli occhi azzurri, magra e dell'altezza giusta; era una persona simpatica, gentile, leale e coraggiosa. Era una delle ragazze più ambite di tutta Hogwarts, infatti aveva avuto molte relazioni, ma il più delle volte non erano durate più di un mese. Era molto stimata dai professori, giocava a Quidditch come cacciatrice, ed eccelleva in tutte le materie, però avvolte veniva scambiata con la sua migliore amica: Emily Potter.

Emily Potter era una delle ragazze più belle, popolari e ambite di tutta Hogwarts. Lei era molto simile a Jesse, sia di carattere che d'aspetto: aveva i capelli biondi e mossi con delle ciocche castane, era magra con le forme nei punti giusti ed era dell'altezza giusta. Era una ragazza coraggiosa, simpatica, leale, schietta e disponibile con tutti. Anche lei aveva avuto molti ragazzi, ma la maggior parte non erano durati molto. Aveva molti amici, giocava a Quidditch come cacciatrice, ed era molto stimata dai professori.

-Em- la salutò Lizzie alzandosi dalla sua sedia per abbracciarla.

Elizabeth Stones era anche lei una delle ragazze più carine e ambite di tutta Hogwarts: aveva i capelli neri e lisci, gli occhi azzurri, era magra con le forme nei punti giusti, ed era un pò più alta rispetto alle ultime due. Lei era una persona estroversa, divertente, coraggiosa e simpatica. Non aveva avuto molti ragazzi, perchè preferiva concentrarsi di più su i suoi amici. Andava molto bene a scuola, e per quell'anno era stata nominata Prefetto di Grifondoro.

-Potty!- la salutò Rod, ricevendo in cambio una linguaccia.

Rodolfus Lestrange era un ragazzo molto affascinante, alto e muscoloso. Tutto l'esatto opposto di suo fratello: aveva i capelli corti e mori, e gli occhi azzurri. Lui era un tipo istintivo, estroverso, divertente e protettivo. Era un puttaniere, infatti usciva ogni mese con un ragazza diversa, per poi scaricarle con la solita scusa del "Mi dispiace, ma mi interessa un'altra". Andava bene a scuola, ed era uno dei Prefetti di Serpeverde.

-Emily- le sorrise Regulus.

Regulus Black invece, non aveva niente a che fare con il fratello: era bello ed alto, con gli occhi grigi e i capelli neri, lunghi fino al collo, ma non c'era una vera parola per definirlo. Forse era misterioso. Sì, decisamente: lui viveva nel mistero! Per chi non lo conosceva, era il ragazzo che aveva sempre vissuto all'ombra del fratello, un vero Serpeverde fino alla fine, invece, per chi lo conosceva, era una persona su cui contare in un momento di difficoltà, una spalla su cui piangere, o semplicemente un fratello: questo era Regulus per Emily!

-Emy!- la salutò infine Will.

Infine, a completare quel gruppo di sei ragazzi c'era William Nott. Will era un ragazzo popolare e decisamente bello: aveva i capelli biondi, gli occhi blu, il fisico atletico ed un sorriso smagliante. Giocava a Quidditch, insieme a Regulus, come battitore nella squadra di Serpeverde. Era simpatico, a volte un pò troppo pervertito, divertente e gentile. Eccelleva in quasi tutte le materie a scuola, ma la sua preferita era Difesa Contro le Arti Oscure.

-Allora, come mai siamo qui?- chiese Jesse senza peli sulla lingua a Regulus, quando Emily si fu tolta il mantello e si fu seduta tra lei e Will.
-Mio fratello è scappato di casa. E mia madre ha incominciato ad elencarmi i miei doveri come unico erede della nobile ed antica casata dei Black, ed io avevo bisogno di staccare la spina - rispose lui stufo.

Non era la prima volte che Regulus chiedeva di vederli perchè era stufo della sua famiglia e aveva bisogno di vederli, ma nessuno si aspettava che Sirius Black fosse scappato di casa.

-Davvero una donna adorabile!- commentò Emily, essendo l'unica non scandalizzata dalla notizia su Sirius.
-Tu lo sapevi?- gli chiese Rod dall'altro capo del tavolo.
-Si è presentato stamattina alle quattro a casa nostra, ed io ero l'unica sveglia- concluse Emily con fare ovvio.
-E come stava?- chiese Reg sinceramente preoccupato.
-Aveva delle ferite sul viso e... perchè mi guardi William?- chiese lei girandosi verso l'amico che aveva cominciato a studiarla.
-Emily, non ti ho mai detto che sei una grande, grandissima guaritrice, soprattutto a letto, sai? Immagino che tu, essendo l'unica sveglia, abbia approfittato del grande e purissimo Sirius Black! Vergognati!- concluse il povero Nott, ricevendo uno schiaffo non proprio leggero sul braccio.
-Demente! Comunque gli unici impuri sotto casa mia sono proprio tuo fratello e James!- concluse Emily infastidita.
-Non lo nega nemmeno!- sussurrò Lizzie all'orecchio di Rodolfus, il quale cominciò ridere.
-Lui non è più mio fratello- dichiarò Regulus con un velo di tristezza.
-Reg...- tentò Jesse, ma venne fermata nuovamente dal giovane Black.
-Non voglio la vostra compassione- dichiarò facendo zittire tutti.
-Non che tu avessi mai avuto un fratello. Sirius non ti considera più da quando sei finito in Serpeverde, quindi non cambia più di tanto- commentò Emily con la solita schiettezza prima di ordinare il pranzo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Compito di Pozioni ***


              
               "Il compito di pozioni"
                                   Cap. 2
Erano passate quasi due settimane dall'inizio della scuola, ed ormai quasi tutti si erano abituati alla solita e noiosa routine di Hogwarts.

Per Emily Potter, la routine di Hogwarts era una tortura, perchè significava dover fare le stesse cose tutti i santissimi giorni.
Infatti tutte le mattine doveva svegliarsi, svegliare le sue amiche, prepararsi, scendere in Sala Grande per fare colazione, andare a lezione, pranzare, fare i compiti, passare tutto il pomeriggio con i suoi amici, cenare, infrangere le regole oppure partecipare ad una festa e infine tornare nel suo dormitorio per dormire.
Per lei era tutto così monotono!
Come detto precedentemente, alle sette in punto Emily si svegliò ed osservò il cielo da dietro la tenda che copriva la finestra: il cielo era scuro, tutto coperto da delle nuvole grigie che presagivano un forte temporale. La ragazza si alzò piano dal suo letto a baldacchino e andò a svegliare le sue compagne di stanza.

-Dai Emy lasciaci dormire un altro pò- disse Jessica come tutte le mattine, dopo che Emily ebbe tentato di svegliarla

-No, alzati!- dichiarò la giovane Potter -Dai Lizzie so che mi senti, quindi muovi quel culo sproporzionato che ti ritrovi ed alzati! Anche te Lucy alzati, che è tardi!- sbuffò la giovane Potter               

Lucy McDonald era la sorella minore di Mary McDonald; Lucy era una ragazza mora e dalla carnagione chiara con occhi scuri. Era una ragazza abbastanza alta, magra e con le forme nei punti giusti. Era popolare ed amica di tutti, infatti era una ragazza molto socievole.

Finalmente tutte le ragazze si erano alzate dai letti: tra chi era in bagno per lavarsi, chi aveva ancora troppo sonno per fare qualcosa che avesse un senso compiuto, chi si stava vestendo e chi stava preparando la borsa con i libri per le lezioni della mattina.

 -Io sono pronta- dichirò Lizzie

-Anche io- confermò Lizzie

-Anche noi- disse Lucy una volta uscita dal bagno insieme ad Emily

Così le ragazze del dormitorio di Grifondoro del quinto anno, scesero le scale della torre di Grifondoro per andare nella Sala Grande.

-Che si fa oggi pomeriggio?- chiese Emily quando si furono sedute a tavola

-Come che si fa oggi pomeriggio!?- chiese Jesse con gli occhi fuori dalle orbite -ci sono i provini della squadra di Quidditch!-

La faccia di Emily da curiosa divenne subito confusa.

-Tu non lo sapevi?- chiese Jesse preoccupata

-No... non ho visto nessun annuncio in Sala Comune- disse Emily

-Quest'anno James ha deciso di dirlo personalmente- spiegò Jesse all'amica

-James...- sospirò Emily, e in quel momento anche le amiche realizzarono cosa fosse successo

-Non lo può aver fatto di proposito- dichiarò subito Lizzie ricevendo manforte da Lucy

-Invece sì- disse Jesse ricevendo un occhiataccia da Lizzie e Jesse, e uno sguardo carico di lacrime da Emily

L'ultima si alzò e si diresse verso il centro della tavola dove c' erano i Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Frank Paciock, Alice Preewet e Emmeline Vance.
Quando i ragazzi del sesto anno la videro, si girarono tutti verso di lei.La ragazza puntò il suo sguardo verso il fratello.
-Emily tutto bene?- chiese Remus Lupin sinceramente preoccupato


La ragazza però non gli rispose, continuava a tenere il suo sguardo fisso sulla persona davanti a lei.

-Ooooohhhh- disse James con una risatina -la nostra cara Emily si è resa conto che non esiste solo lei al mondo. Meglio tardi che mai!- esclamò lui cercando di far ridere i suoi amici, ma ottenne soltanto una piccolissima e finta risata da parte del suo fidato compagno, e fratello Sirius Black

Lei non rispose, allora James continuò a parlare.

-Sai, hai così tanti amici che pensavo ti fossi dimenticata del Quidditch, e sai occupa molto tempo e tu...-

-Stai cercando di darmi della puttana!?- esclamò lei ad alta voce, infatti tutta la Sala Grande si voltò verso di loro

-Vedo che sei molto perspicace!- esclamò a sua volta alzandosi dalla panca -Comunque avevo dato il compito di dirti delle selezioni ai tuoi compagni, ma visto che sei qui, deduco che non te l'abbiano detto- concluse James

-Non provare a dare la colpa a Jessica o a Jackson, perchè loro fanno quello che gli dice il loro Capitano- disse la ragazza arrivata al limite

-Che ti aspettavi, eh!? E' colpa loro se il nostro rapporto si è spezzato!- urlò James ad Emily

-No, tu mi avevi rimpiazzata da un pezzo, avevi già trovato un fratello ed io avevo perso il mio- disse urlando la ragazza tra le lacrime e riprese fiato -IO MI SONO SOLO ADEGUATA ALLE TUE SCELTE-

E proprio in quel momento, James si rese conto di aver sbagliato tutto con la sorella, e di averla abbandonata.

Ed Emily si rese conto di aver perso e di non poter più recuperare niente del rapporto col fratello.

-Se non mi vuoi nella squadra non ci sarò, ma non aspettarti che gli altri ti appoggino. Non sai assumerti le tue di colpe figuriamoci guidare un intera squadra. Sai cosa? Oggi pomeriggio penso proprio che la prima cosa che dovrai fare, sarà ritrovarti metà squadra- disse infine la ragazza prima di scappare verso il Lago Nero

 
Era la sua migliore amica, doveva difenderla, così si alzò e si diresse verso James, che era rimasto immobile.

-Non è il momento Parker- la fermò lui alzando leggermente la testa verso di lei
-E' la mia migliore amica devo farlo, lo sai benissimo- disse Jessica -Potter, io abbandono la squadra di Quidditch di Grifondoro insieme a Jackson Spinnet, per motivi personali.-

E così anche lei scappò verso il Lago Nero.


Emily era lì, seduta a pochi metri dal lago nero, e piangeva. Lei non piangeva quasi mai, era la persona che ti consolava nei momenti di difficoltà, ma non era la persona da consolare.
Sentiva dei passi vicino a lei, e poco dopo Jesse le si sedette accanto.

-Ho lasciato la squadra di Quidditch- disse Jesse

-Lo so- sussurrò Emily

-Come?- chiese Jesse voltandosi verso di lei

Emily si voltò a sua volta, incontrando gli occhi chiari di lei.

-Perchè sei la mia migliore amica- dichiarò Emily abbracciandola

Quando si furono staccate, incominciarono a guardare il Lago Nero, stava per piovere.

-Facciamo un bagno!- disse Jesse tirandosi su e alzando anche Emy

-Cosa! Ma sta per piovere!- esclamò Emily

-E allora?- chiese Jesse togliendosi la maglietta

-Ci ammaleremo, e poi cosa diremo ai professori o a Poppy?- chiese Emily

-Questo dimmelo tu- disse Jesse ormai rimasta in mutande e reggiseno

La ragazza ci pensò un attimo.

-Emy perchè dovremo fare il bagno nel Lago?- le rifece la domanda Jesse

-Perchè domani c'è il compito di pozioni- dichiarò lei sorridente spogliandosi

Lo fecero davvero, nuotarono nel Lago Nero e videro le Sirene, piovve tutto il tempo e faceva freddo come non mai, ma loro pensavano soltanto a rendere felice l'altra. Si ammalarono, e rimasero in infermieria per giorni, a mangiare cioccolata e a ridere per tutti i secondi, minuti e ore, che passarono in quel posto dalle pareti bianche e dai letti occupati dai giovani studenti malati.  E in quel momento si resero di quanto fossero fortunate ad essersi incontrate quel primo settembre, di cinque anni fa, su una di quelle barchette che le avrebbero portate ad Hogwarts.
 
 
 
              

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3786376