Audite me stellae

di Kodawaru_Eruannon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


A Sottomondo il futuro non poteva sembrare più roseo di così, anche se Alice se ne era andata, tutti avevano riavuto la loro vita indietro e tutto si era sistemato. La regina Bianca aveva fatto ricostruire la cittadella del castello, la quale era tornata al suo antico splendore e abitata come prima in men che non si dica; ora il castello era gremito da gente che andava e veniva bambini che giocavano e urlavano, nell'aria si spandeva il profumo di pane caldo e dolci, le luci colorate dei negozi illuminavano a giorno le strade ricoperte dalla prima neve invernale. Vi erano gioia e trepidante attesa nell'aria per le festività natalizie in arrivo e per il meraviglioso ballo che quella sera si sarebbe tenuto nel salone del castello. Anche il villaggio del Cappellaio Matto era stato ricostruito e ora era di nuovo pieno di vita, fermento, gente che andava e veniva per acquistare meravigliosi cappelli di ogni forma, dimensione e colore. Insomma tutto si era sistemato ed era tornato come ai vecchi tempi, tutto andava per il meglio, ma non per tutti.…

Acciambellato su di un grosso ramo spiovente proprio sulla porticina uno Stregatto mezzo addormentato e annoiato osservava senza speranza l'ingresso per Sottomondo: da quando se ne era andata Alice e tutto era tornato alla normalità lui si era ritrovato da solo e senza nessuno da confondere con i suoi indovinelli e giochi di parole. Si era alzato sbuffando e svanendo in una nuvola di fumo aveva raggiunto la casa sull'albero poco sopra di lui e svogliatamente si era iniziato a lucidare il pelo e preparare per la festa a cui era stato invitato quella sera; non voleva andarci, metti caso che qualcuno fosse caduto mentre lui non c'era? Non lo avrebbe potuto accogliere, e se fosse tornata Alice? La sua dolce, cara, amatissima Alice? No, lei non sarebbe sarebbe più tornata da lui, lei oramai era cresciuta e amava un uomo, lei ora non avrebbe più potuto stare con lui... e qualcosa nel suo petto fece crac mentre si apprestava a svanire per andare alla festa.

Luci, musica, un banchetto luculliano e tantissima gente lo avevano accolto nel salone, in un caos che lo aveva lasciato quasi stordito, ma dopo una rapida occhiata in giro aveva fatto per andarsene il Cappellaio Matto gli si era fatto incontro sbracciandosi in compagnia della sua dama anche il Bianconiglio lo aveva raggiunto dopo aver introdotto la Regina Bianca e quando aveva cercato di svicolare dalle improvvise attenzioni e prima ancora che qualcuno potesse dirgli ancora qualcosa uno scrosciare di applausi e voci avevano attraversato il salone quando il cielo insolitamente terso era stato attraversato da una pioggia di piccole stelle cadenti mentre i fuochi d'artificio facevano loro da cornice. e senza esitare aveva aperto il suo cuore e aveva urlato tutta la sua rabbia, la sua solitudine e il suo dolore sperando che qualcuno lo sentisse e vi ponesse fine. .

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


L’erba si era arricciata e congelata diventando livida e poi nera, gli uccellini e tutti gli animaletti erano corsi nelle loro tane tremanti, era calato il silenzio come se l’inverno fosse calato prematuro. A passi lenti avanzava lungo il sentiero che portava dalla porticina all’enorme albero cosparso di cartelli uno l’opposto all’altro una bambina dai capelli e dalla pelle color della luna, gli occhi grandi color dell’acqua marina e vuoti, i piedi scalzi e solo un delicato vestitino bianco ricamato d’argento. Si era fermata sotto l’albero e aveva osservato con curiosità i cartelli tutti colorati e la casetta di un bel fucsia indigo che spiccava fra il verde grigio delle fronde; si era issata sul primo ramo, poi sul secondo e sul terzo, ma quando aveva fatto per allungarsi e toccare la porticina della casetta il ramo aveva ceduto facendola precipitare. Qualcosa di morbido aveva arrestato la caduta e quando si era voltata aveva incontrato un paio di occhioni color oltremare luccicanti dalla gioia era scivolata a terra osservando il gattone fuori misura evanescente la piccola lo aveva osservato sorridente e detto ciò si erano incamminati uno accanto all’altro verso il tavolo da the del Cappellaio dove avevano trovato ad aspettarli tutta la allegra combriccola con addirittura la regina. e dopo averle riempito la tazzina e il piattino fra risate e brindisi, presentazioni e “Buon NonCompleanno” a non finire la festa era iniziata .

I giorni dopo l’arrivo della bambina erano stati animati da un clima di festa come quando era arrivata Alice la prima volta: feste, banchetti, balli e fuochi d’artificio, ma fra tutte le attività proposte, a lei piaceva di più stare in disparte a passeggiare con lo Stregatto che non riusciva a starle lontano in nessun modo. Se ne erano accorti tutti del repentino cambiamento di quest’ultimo e di come una nuova gioia dilagava nei suoi occhi e nel suo cuore, ma tutte le cose belle hanno un lato oscuro e un prezzo da pagare e il prezzo per questa felicità stava per essere presentato.

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo ***


Tutto stava scolorendo, tutto si stava congelando, tutto si stava riducendo in polvere e non vi era modo per arrestare il processo. Ovunque la bambina si fermasse questo processo accelerava e se rimaneva a lungo a fianco di persone, anche loro ne venivano contagiati. Solo lo Stregatto non ne era ancora stato contagiato e continuava imperterrito a starle accanto nonostante l’oscurità che si portava dietro continuasse a crescere senza fine. Si era messo ad osservarla quella oscurità, era strana e imprevedibile, non importava quanto tempo la ragazza stesse assieme o in un luogo per permetterle di arrivare, ma cosa ci facesse in quel luogo: più la ragazza era felice e si divertiva più l’oscurità arrivava violenta e inarrestabile, meno si divertiva e a volte l’oscurità non si faceva proprio vedere. Gli ci era voluto un po per capire cosa fosse effettivamente quella oscurità: Realtà! Quella oscurità non era nientemeno che il peggiore nemico e tiranno che Sottomondo potesse trovarsi a confrontarsi, era raziocinio, realtà, era il risveglio al mattino che trasformava i sogni in ombre lontane e il momento in cui tutti i giochi cessavano di esistere e si cresceva e si diventava adulti e responsabili. Sottomondo era il sogno dove tutti si rifugiavano ed erano felici, dove la fantasia e la fanciullezza regnavano, mentre la bambina che cresceva era la realtà, la serietà che arrivava assieme all’essere adulti, il cessare di tutta quella gioia naturale e l’inizio di una ricercata appena sufficiente gioia.

Ecco cosa erano, l’uno l’opposto dell’altro, le due facce di una stessa medaglia che fino a quel momento erano vissute una separata dall’altra, una a sestante dall’altra senza trovare chi veramente li completasse e accontentandosi solamente di chi in parte rientrava nella descrizione. Si era innamorato di questa altra metà, la sua metà perfetta, ma che ora stava svanendo affogando nella sua gioiosa oscurità e lui non poteva assolutamente permetterlo! Non doveva arrivare in ritardo questa volta o l’avrebbe persa definitivamente e niente o nessuno l’avrebbe riportata da lui! Ma come fare?

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


La stanza stava sprofondando nell’oscurità più totale, ogni singola cosa stava perdendo colore e i mobili stavano perdendo le loro forme strambe e colorate in cambio di linee dritte e squadrate, grige e marroni. La tappezzeria e le tende avevano iniziato a sfilacciarsi e ingrigirsi mentre una patina di polvere e sporco che piano piano avevano otturato l’aria. Lo Stregatto era entrato di corsa nella stanza prendendo forma umana e lanciandosi in scivolata accanto alla ragazza che stava piangendo seduta in mezzo alla stanza le aveva preso il volto fra le mani mentre si inginocchiava di fronte a lei e con un colpo di tosse cercava di tirare fuori quel poco di voce che la paura aveva risparmiato – solo qualcuno che veramente può completare una stella nera può arrestare il suo nefasto corso e restituirle la sua originale luce – era ciò che gli risuonava in testa da quando quel pomeriggio aveva parlato con la regina.

< Emanuel!> < Emauel ti prego...> < Vai via ti prego.. Falli scapp-...> non ci aveva pensato nemmeno due secondi mentre premeva le labbra contro le sue con forza. Erano rimasti così, connessi solo dal bacio e dalle mani dello Stregatto che le sfioravano le guance: la luce attorno alla ragazza era svanita per poi ricomparire a piena potenza in una esplosione devastante.

Erano passati tre giorni da quella esplosione e su una collina che cadeva a picco su un laghetto di rane verdi e blu una ragazza vestita in blu stava dormendo sotto un ciliegio in fiore mentre rannicchiato sul suo ventre un grosso gattone evanescente ronfava beato con gli occhioni maliziosi socchiusi .

The End per la mia prima Fan Fiction! Spero sia stata gradita e che vi porti a condividere con me le vostre impressioni! Grassie mille!
 

 

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