Tales of the TMNT: Returns

di CopperDaddy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 - Il Forestiero Misterioso ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 - La Stramba Situazione ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03 - Il Signore del Fuoco ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 - Il Forestiero Misterioso ***



 
Leonardo se ne stava su un tetto a perlustrare le zone più alte di New York. Da quando Shredder morì per la seconda volta e da quell'ulteriore esperienza a spasso nel tempo, la vita dei quattro fratelli era diventata piatta e monotona. Ogni giorno, con l'aiuto di Karai, Shinigami, April, Casey e Mona Lisa, qualsiasi centimetro della Grande Mela veniva salvaguardato e, sebbene  fosse, appunto, tutto tranquillo, Leonardo ed il suo team si stavano dando un gran da fare per far sì che la città fosse il più al sicuro possibile. 
Il cielo si frapponeva con la quiete in maniera abbastanza innaturale, e questo Leonardo lo capì subito: non solo era nuvoloso ma fulmini rimbombavano tutt'attorno per annunciare la loro probabile venuta. 
Il Leader guardò in basso, poi a destra e dopodiché fece qualche passo verso tale direzione. 
Percepì all'improvviso come se un meteorite si stesse per schiantare verso di lui, proprio sulla sua testa. I suoi occhi si posarono nuovamente verso l'alto: non era un meteorite, sembrava più una stella cadente che, man mano, si stava facendo sempre più vicina e si dirigeva verso il bosco. 
Lo sguardo di Leonardo si illuminò al suo passaggio e in men che non si dica balzò in basso, scavalcando le scale anti-incendio e sfrecciando tra le finestre degli appartamenti. 
Con i piedi in terra, egli cominciò a correre tra le oscure case nella notte, facendo attenzione che nessuno lo vedesse, sino ad arrivare davanti alla foce della boscaglia: in terra una grossa breccia che aveva sdradicato il terreno, creando così un grosso buco. Al suo interno... sicuramente non un meteorite, né tanto meno una stella. 
Ma una navicella, la quale stava perdendo molto fumo dai motori a causa del forte schianto e, il portelone di essa, si apriva molto lentamente davanti alla tartaruga mutante. 
Dall'interno, uscì una scura figura incappucciata e fasciata da mani a piedi: solo gli occhi, sottili e luminosi, si riuscivano a scorgere da sotto il tessuto della mantella.
Leonardo inarcò la zona sopraccigliare ma rimase tranquillo. Si avvicinò al forestiero con cautela e cercò di capire un po' la situazione ma quest'ultimo pareva preoccuparsi più di guardarsi attorno che considerare la presenza del mutante. Una cosa normale, considerando che quello sconosciuto doveva essere sicuramente un alieno. 
Dopo qualche secondo, il forestiero gli diede la sua attenzione e così Leonardo poté iniziare a parlare
«Non voglio combattere» iniziò la tartaruga, amichevole, mentre la testa dell'interlocutore si abbassava leggermente di lato.
Leonardo teneva la mano vigile a scattare su una katana ma arrivò alla conclusione che non ce ne sarebbe stato bisogno: colui che aveva davanti non sembrava una minaccia, dopotutto. Nonostante questo, non doveva mai abbassare la guardia, Leo lo sapeva bene. 
Leonardo gli tese una mano, per presentarsi, «Io sono--» ma ricordandosi dei tempi passati la ritrasse subito «Scusami davvero, ma potresti spiegarmi quale saluto usate nel vostro pianeta?»
La strana figura stava per dire qualcosa ma fu brutalmente interrotta dalla brusca entrata in scena di Raffaello che, scambiandolo per un nemico, lo aveva assalito senza troppi complimenti. 
«RAFFAELLO!» lo chiamò Leonardo, ma non fece in tempo a mettersi in mezzo per fermare l'inevitabile scontro che entrambi avevano iniziato a muoversi: Raffaello attaccava, mentre l'altro parava ogni colpo rivolto verso di lui e, velocemente, si stavano allontanando da quella direzione. 
Doveva assolutamente dirgli che non era una minaccia! Accidenti a quell'impulsiva Testacalda. Perché non inquadrava la situazione prima di agire?
Il Leader si mosse in gran velocità, notando che lo sconosciuto aveva iniziato a togliere la fascia dalla mano sinistra e, con un movimento veloce di questa, aveva scaraventato via suo fratello, rilasciando brina dalla mano e creando una lunga lastra di ghiaccio che aveva incastrato Raffaello dalla cintura.
Leo sgranò gli occhi blu e corse immediatamente verso il fratello, mettendosi sotto la sua visuale. 
«Raph! Stai bene?» gli urlò, guardando il suo corpo penzolare a destra e a manca.
«Oh, guarda! Mancano solo té e pasticcini!» sbottò il Focoso, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio. 
Leo portò una mano su un fianco e si guardò attorno: lo strano forestiero era scomparso. 
I suoi occhi blu si posarono sulla trasparenza di quel ghiaccio... poteva intravedere il proprio riflesso e si chiedeva come aveva fatto quell'alieno a crearlo come se niente fosse.
Era diverso da qualsiasi razza lui avesse incontrato.
Il giorno seguente Leo decise di andare nuovamente a controllare i piani alti di New York, sebbene dovesse essere compito di Michelangelo. Lo fece perché sperava di rincontrare nuovamente quell'alieno. 
Donatello gli aveva spiegato che bisognava accertarsi che questo non fosse una minaccia e bisognava tenerlo d'occhio il più possibile. E Leo era totalmente d'accordo con lui.
Il Leader camminava sull'asfalto, sino a che una forte folata di vento non gli fece svolazzare le code della bandana blu e i suoi occhi dei medesimo colore si alzarono verso i tetti: ed ecco che lo rivide.
«Mi scuso per il comportamento di mio fratello, non è cattivo. E' solo molto impulsiv--» l'interlocutore balzò verso di lui, atterrandogli di fronte e poi, per la seconda volta la sua mano sinistra si liberò dalle fasce, cercando di fare lo stesso attacco del giorno precedente anche su Leonardo.
Subito, Leo estrasse le sue katana e parò il colpo con le lame di esse, facendo balzare il colpo contro il suo padrone
«Non penso che fare lo stesso attacco due volte sia tanto efficace, amico!» soggiunse il Leader, mentre l'altro saltava in alto per deviare il colpo.
Corrugando la fronte, Leonardo corse per arrivare sul tetto, stringendo le mani sulle else delle katana. 
Iniziò dunque uno scontro a colpi di ghiaccio, parate e brina. Qualche secondo dopo, un piede fasciato dello sconosciuto si appoggiò male sullo spigolo del tetto e cadde a peso morto verso il vuoto sotto di lui.
Leonardo, senza pensarci due volte si lanciò per poterlo aiutare: lo prese in braccio, e il vento fece abbassare il cappuccio verso il basso.
Leo sgranò gli occhi ed infine arrossì.
Una... ragazza?!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 - La Stramba Situazione ***





Quando i piedi  della tartaruga toccarono terra, le sue mani lasciarono subito i fianchi dell'aliena. 
Questa proprio non se la aspettava, e non perché lei fosse una ragazza. Cioè, sì, anche per quello, ma la cosa che lo aveva colpito maggiormente furono i suoi inusuali occhi eterocromi scarlatti e azzurri e i suoi capelli a due colori rosso e bianco. 
Leo fece un passo indietro e rimase sui suoi pensieri per qualche secondo in più, poi, finalmente, gli ritornò la parola. «Io sono--»
«Leonardo.»
«Come-?»
«Tuo fratello.»
«Cosa?»
«Ti chiamava così.»
«--?»
«Vi somigliate» gli rispose lei, ponendo così termine a qualsiasi dubbio della tartaruga. 
Leonardo notò subito che qualsiasi parola da lei pronunciata veniva emessa con apatia, sembrava come se lei non possedesse nessuna emozione. Non riusciva nemmeno a percepire nulla di empatico su di lei e questo, lui non si spiegò nemmeno il perché, gli creò un certo senso di fastidio nello stomaco. 
Leo poi alzò gli occhi blu e spalancò leggermente la bocca, boccheggiando:
Quella era... una corona? Stava parlando con qualcuno di importante della famiglia reale?

«Tu sei...?»
L'aliena si alzò immediatamente il cappuccio sulla testa, dandogli così le spalle «Solo Yin andrà bene.»
Leonardo le andò incontro e le si mise di fianco
«Q-quindi... cosa ci fa da queste parti, principessa?»
Proprio non ce la faceva a non attuare le buone maniere, soprattutto in quella situazione
«Si è per caso persa?» continuò la tartaruga.
Lei lo guardò, chiudendo e riaprendo gli occhi.
Aveva immaginato che lui avrebbe continuato a chiamarla in quel modo. Probabilmente il fatto che fossero due sconosciuti contribuiva maggiormente a fargli utilizzare quel titolo su di lei. 

Yin alzò gli occhi al cielo ed osservò le stelle: poteva intravederne una che, lontana lontana, dava faccia al suo pianeta natale. Shirona. Lontano ben diecimilioni di galassie dalla Terra. 
Successivamente lei spostò lo sguardo su Leonardo «Non proprio.»
«Capisco...» rispose Leo che, nel mentre, continuava a scrutarla. Non gli sembrava affatto una persona cattiva, a vedersi, sebbene non riuscisse ancora a capirne le vibrazioni.
Più che altro... le sembrava parecchio chiusa in se stessa. Come se si sentisse intrappolata in una gabbia; una gabbia difficile da poter aprire. Questo gli portava alla mente se stesso: il suo ruolo di Leader, le troppe responsabilità che con la morte del suo Sensei, di suo padre, si erano parecchio intensificate, le quali erano ricadute tutte sulle sue spalle.  
«Non credo lei abbia un posto dove andare.»
«No» rispose lei, inclinando il capo di lato.
«Beh, allora... sì, insomma: potremmo ospitarla io e miei fratelli. Lo spazio è grande, non sarebbe affatto un problema!»
Yin rimase in silenzio. Davvero non si spiegava del perché di tutto quell'interessamento.
Che stesse seguendo l'istinto? Tipico di Leonardo, ma questo la principessa non poteva di certo saperlo, non lo conosceva ancora per poter dare giudizi affrettati. 
Però voleva aiutarla e, sebbene lei non mostrasse alcuna emozione, trovò quel gesto notevole e si sentì lusingata. 
Quindi si girò totalmente verso di lui e con le mani poggiate sullo stomaco, si esibì in un leggero inchino.
Leonardo strabuzzò leggermente gli occhi. Quei movimenti, quella leggiadria... erano tipici della cultura giapponese e ciò lo sorprese molto.
Quindi esisteva un posto, le cui origini, erano molto simili alla cultura del Sol Levante? 
Immediatamente, anche Leo fece lo stesso, le braccia dritte lungo il corpo.
Yin disse una parola, «Erishito», e Leonardo poté ben intuire a cosa significasse.
«Grazie» gli tradusse la principessa, mentre Leo gli sorrideva in modo gentile. 

* * *

«CHE COSA?!» sbottò furibondo Raffaello, sul divano assieme a Mona Lisa, alzandosi di scatto ed andando incontro al fratello «Ora tu mi spieghi perché hai portato una totale sconosciuta qui nel nostro nascondiglio!»
«Calmati e lasciami spiegare» iniziò Leonardo.
«SONO. CALMO» rispose Raph, praticamente urlando, incrociando le braccia sul piastrone «Huh?» fece poi, spalanco ancor di più gli occhi verdi.
«Grazie dell'ospitalità» affermò Yin, in ginocchio sull'entrata del rifugio, con la schiena bassa e con un portamento pacato e leggero.
Intanto, Karai, che era stata nel dojo ad aspettare Leonardo, si mise accanto a Mona Lisa, di fianco al divano.
E quella chi era?
Notò che Leonardo la aiutò ad alzarsi ma fece finta di niente e roteò gli occhi altrove.
Più tardi le avrebbe dato delle spiegazioni.
 
 
disegni di mia proprietà.

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Capitolo 3
*** Capitolo 03 - Il Signore del Fuoco ***


«Carina, la nuova arrivata» affermò Karai, appoggiando la schiena sul muro dell'uscio del dojo e guardando Leo che, in ginocchio, stava cercando di meditare.
Leonardo aprì un occhio e la guardò di sottecchi «Non sarai per caso gelosa?» quasi non gli scappò un leggero sorrisino, impossibilitato a continuare ciò che stava facendo.
«E' solo una persona in difficoltà» ci tenne a specificare la tartaruga, alzandosi e raggiungendo la kunoichi, mettendosi di fronte a lei «e noi non lasciamo indietro nessuno» aggiunse, accarezzandole i capelli corvini «non hai nulla di cui preoccuparti, Miwa.»
Quanto gli faceva strano chiamarla col suo vero nome. 
Quanto gli faceva male ricordare a cosa esso era collegato.
Maestro...
Guida...
Padre...
Lui amava profondamente Miwa, sin dalla prima volta che l'aveva vista: forte, intraprendente, auto-ironica, indipendente ed efficacemente letale. 
Miwa tenne gli occhi fissi su di lui e sorrise «Figurati se lo sono» affermò, spavalda, avvicinandosi altrettanto vicino al viso di Leonardo «Non mollo così facilmente le cose che mi appartengono. 
Lo dovresti ben sapere, Leo» gli sussurrò lei, socchiudendo gli occhi, e avvicinandosi di più al suo viso mentre il Leader la cingeva per i fianchi.
«Miwa...» mormorò, così vicino alle labbra di lei. 

«EEEEED ECCOCI QUI! Il dojo!!! Un vero toccasana per la mente ed una vera tortura per il corpo!!! 
Puoi rilassarti sotto l'albero, il quale non so minimamente come abbia fatto a finire qui, ed anche correre intorno così! Come sto per fare io ora!!» Michelangelo entrò in scena, urlando e gesticolando frettolosamente con le mani, mentre Yin lo guardava fisso senza mutare la sua espressione. 
Leo si spostò velocemente da Karai, arrossendo vistosamente; cosa che indispettì non poco la kunoichi. 
Mikey, dopo aver corso attorno all'albero, tornò da Yin tutto sorridente «Ed ora manca solo il tour in camera di Raffino, i fumetti interstellari e pieni di sentimentalismo di Leoncino li hai già visti tutti!!»
Leonardo strabuzzò gli occhi «Che... cosa... hai fatto...?!»
Mikey sghignazzò e, prendendo per mano la nuova arrivata, la trascinò via dal dojo.
Leonardo, che in quel momento era l'imbarazzo reincarnato, lanciò un'ultima occhiata a Miwa, le sorrise leggermente e poi si diede all'inseguimento del suo fratellino
«MIKEY!!!»
A quella vista, nemmeno Miwa poté trattenersi dal sorridere.

[ Shirona, Settima Galassia a Nord-Ovest - tre giorni dopo ]

«Sommo ed Immenso Re Supremo Xibalba, abbiamo individuato la posizione della navicella della Principessa Yin: un pianeta colmo di vegetazione e pullulante di vita. E-134. I suoi abitanti lo hanno soprannominato ''Pianeta Terra''» disse un soldato, in ginocchio davanti al trono del sovrano, a testa china «Il plotone di ricerca ci ha aiutati a scovare più informazioni sulla storia di E-134 e ciò ci ha portati alla conclusione della possibilità che ella sia stata rapita.»
Sul trono, un'enorme figura vestita con un lungo mantello rosso e lo sguardo minaccioso perennemente sul volto, si accigliò ancora di più nell'udire quelle parole e di conseguenza si alzò di scatto, avanzando e sorpassando il soldato.
«Voglio che tutte le altre missioni vengano immediatamente interrotte. Vi è un problema di gravità maggiore e chiunque si rifiuti a collaborare se la vedrà direttamente con me.
Sarà una questione che risolverò io personalmente.»

[ Pianeta Terra, due settimane dopo ]

«Quindi tu sei una principessa?» fece April, osservando lo sbrilluccichio sulla corona dell'aliena «deve essere faticoso mantenere sempre un certo autocontrollo! Io non so se ne sarei tanto in grado!»
«Un po'» rispose Yin, sorseggiando il suo té dalle tazza con i teschi che gli aveva dato Michelangelo. 
Raffaello si era indispettito nel vederla nelle sue mani e aveva provato persino a chiedere spiegazioni all'aliena, ma lei aveva sollevato le spalle e gli aveva semplicemente risposto che le dispiaceva, con voce monotona. 
Non vi era nemmeno gusto a prendersela con lei, ma la rabbia non scemava.
Mikey avrebbe dovuto chiedergli prima il permesso.
Mona Lisa sorrise, sedendosi sul letto della camera di Raffaello «Non fare quel muso lungo, sono certa che Michelangelo lo ha fatto in buona fede e non per farti un dispetto» aveva iniziato la Salamandriana, andando ad accarezzare una guancia del Focoso. Raph, sebbene fosse colmo d'ira, sembrò calmarsi di botto con la sola presenza di Mona Lisa.
«Può darsi, ma questo non giustifica che avrebbe dovut--» non poté finire di parlare che la Salamandriana gli poggiò l'indice sulle labbra, sussurrandogli rauca di fare silenzio, per poi abbracciarlo e donandogli qualche bacio «Smettila di lamentarti, rakka!»
Intanto, Chompy, il piccolo animaletto alieno di Raff, osservava la scena dalla porta semi-aperta della camera, scodinzolando la codina, tutto contento. Sebbene non capisse la situazione, Raffaello gli sembrava tanto felice, quindi lui lo era altrettanto.
Dopo qualche secondo, la piccola tartarughina aliena proveniente da Tokka, andò via e si diresse verso la sala della televisione, del divano e dei giochi. 
Lì trovo: Michelangelo stravaccato a guardare la televisione, Leonardo che stava tornando dal dojo ed April e Yin che stavano conversando. 
Chompy si avvicinò all'aliena e si mise seduto a fissarla dal basso, inclinando la testolina. 
Yin lo guardò con la coda dell'occhio ed anche lei parve fissarlo intensamente.
«Ma qui si gela!» esclamò Mikey «Stiamo per morire tutti!!!» fece, saltando in piedi sul divano, mentre Leonardo, appena arrivato, osservava la scena con confusione. 
Tutto attorno a Yin divenne gelido, si creò una piccola pozza di ghiaccio sotto di lei e le pareti sembravano l'interno di un iglù. Tutto questo durò un istante.
Che si fosse irrigidita per un attimo? Pensò Leonardo, portandosi una mano sotto al mento.
Yin prese in braccio il piccolo Chompy e gli accarezzò la testolina, mentre lui andò a leccargli giocoso una guancia.  
«Piccola creaturina di Tokka...» mormorò lei, stringendola a sé. 
Tutti i presenti si guardarono tra di loro, confusi. 

---

«E' molto semplice» iniziò Donatello, intento a dare gli ultimi ritocchi sotto allo Shellraiser, cercando di collegare alcuni fili elettrici «Yin gli ricorda casa» soggiunse Donnie, infine. 
Raffaello incrociò le braccia ed osservò con la coda dell'occhio Chompy sulla spalla di Yin, e stizzito disse «E come sarebbe possibile, genio?» 
Donatello sospirò e sgusciò da sotto il veicolo, pulendosi le mani fatte di grasso dei motori con un panno bianco, il quale venne poi piegato e messo su una spalla.
«Osservate» Donatello prese il corpicino di Chompy e lo mise sul pavimento «Yin, Raph: per piacere, mettetevi uno di fianco all'altro, davanti a Chompy.»
Raffaello diede un'ultima occhiata furente verso Yin e poi, assieme a lei, fece come spiegato dal fratello genio. 
«Adesso provate a chiamarlo a voi» disse Donatello. 
Raffaello si inginocchio e sorridendo alla tartarughina rossa, allargò le braccia per invogliarlo ad andargli incontro. 
Chompy iniziò subito a scodinzolare, avanzando di qualche passetto, ma non appena lo fece, Yin si inginocchiò come aveva fatto Raffaello, ma invece di chiamarlo, rimase bensì ad aspettarlo, con le mani poggiate sullo stomaco.
Attorno a sé si creò una strana aura rossa, che nessuno riuscì a percepire tranne Chompy. Il quale, subito, iniziò a camminare verso l'aliena, la quale prese il piccolino in braccio e se lo poggiò sulle ginocchia.
Raffaello strabuzzò gli occhi, non credendo a ciò che stava guardando. 
Lo stavano prendendo in giro, o cosa?
«Di solito sta sempre con Raph!!» fece Michelangelo, sorpreso «Devi piacergli più di lui se si comporta in questo modo!!!»
Furono queste parole che fecere arrabbiare di più Raffaello, il quale diede uno scappellotto ben assestato sulla testa di Mikey.
«Visto?» fece Donnie «Non lo avrebbe fatto con nessun altro.»
«E questo cosa c'entra con la questione del ''gli ricorda casa''?!» sbottò Raph.
«Perché lei non ha mosso un dito per farlo avvicinare, lo ha semplicemente guardato. Chompy la avrà ricondotta a qualcosa di familiare, quindi di già conosciuto prima. 
Non ci sarebbero altre spiegazioni, altrimenti.»
Raffaello sbuffò e stringendo i pugni, si girò per andarsene via «Vado a farmi un giro. A mai più.»
«Raph...» mormorò Michelangelo, mentre Leonardo osservava il tutto in silenzio.
Che insolita situazione, doveva ammetterlo.
Quella ragazza era un puro mistero.
Sapevano che era una principessa di un lontano pianeta, il suo aspetto era simile a quello delle antiche leggende giapponesi sui Draghi e i suoi occhi erano talmente vividi da sembrare quasi innaturali.
Il mistero si stava infittendo sempre di più...
D'un tratto, il t-phone di Donatello squillò: era un messaggio da parte di April.
''Ragazzi, questa dovete proprio vederla!!! PRESTO!!!'' e in allegato aveva mandato la foto del cielo nuvoloso e oscuro con una grossa navicella corvina, seguita da altre uguali ad essa ma maggiormente più piccole.
Le tartarughe e Karai si guardarono fra loro.
Mentre Yin accarezzava la testolina di Chompy.

---

«Fuori dai piedi» affermò con voce rude e calzante il Re, alzando un braccio e scaraventando in aria delle macchine e dei passanti, creando caldo fuoco dal palmo della sua mano, mentre dietro ed intorno a sé la città di New York iniziava a colorarsi di fiamme accecanti e bollenti. 
Con passo pesante egli avanzava, senza fermarsi un attimo. 
Urla strazianti rimbombarono tutt'attorno, e questo Raffaello lo vedeva chiaramente, sopra uno degli alti tetti della Grande Mela. 
«E quello adesso chi diamine è?!» borbottò indispettito, digrignando i denti e lanciandosi al suolo, andando a recuperare dalla sua cintura i suoi amati pugnali Sai. 
«Ehi, tu! Ti sembra per caso il luogo adatto per dare una festa?» domandò spavaldo il Focoso, sorridendo beffardo «Mi dispiace rovinarti la serata ma: i giochi finiscono qui.»
Il Re lo osservò per qualche lungo secondo con il suo unico occhio in vista, l'altro era coperto da una benda che dava sfoggio allo stemma della Casata del Fuoco. 
«Interessante» fece il Re, mentre Raffaello gli correva incontro ed egli alzava un braccio in aria, sparando una scia infuocata verso la tartaruga dalla bandana rossa. 

---
Quando Leonardo, April, Mona Lisa e gli altri arrivarono sul posto, il corpo di Raffaello era disteso in terra e a pancia sotto.
«RAPH!» urlarono in coro i fratelli. Leo si inginocchiò davanti a lui e lo sollevò, poggiando la sua testa sulle sue ginocchia. Il Leader sgranò gli occhi, mentre Mona Lisa avanzava svelta verso di loro, mormorando qualcosa nella sua lingua madre.
«Sono profonde bruciature da ustione» affermò Donatello «Ma non sembra morto.»
Infatti, Raffaello aprì a fatica gli occhi e cercò di alzarsi, respirando affannosamente.
«Raph! Fermati! Non devi fare sforzi!» lo rimproverò Leonardo, ma Raffaello era ricolmo d'ira ed osservava quello sputafuoco ambulante con puro astio, mentre si reggeva il braccio destro che faticava a muovere.
Il Re li guardò con strafottenza, avanzando verso di loro.
«Dov'è. La. Principessa» il sovrano scandiva bene ogni parola. Michelangelo aggrottò la fronte ed osservò  il muro dietro di loro: là vi erano Yin e il piccolo Chompy, il quale sembrava essersi attaccato a lei in uno strano legame affettivo. 
Leo  osservava il Re e si fece avanti, cercando di dialogare
«Non vogliamo combattere» disse, portando le mani in alto, senza armi «Vogliamo solo parla--» ma fu tutto vano. Una grossa folata di fuoco spazzò via Leonardo, i suoi fratelli, Karai, Mona Lisa ed April, i quali si schiantarono contro un muro.
In fretta, vennero tutti immobilizzati e lagati da soldati più grossi di loro e alti quanto tre porte una sopra l'altra. Il Re era nettamente più grosso.
«Ti decidi ad uscire da lì, Yin?» domandò il Re, con le mani dietro la dritta schiena e lo sguardo severo.
Da dietro al muro, lentamente, Yin uscì allo scoperto ed osservava l'interlocutore con il suo solito sguardo apatico. 
«Oh, mi hai trovata» fece lei, semplicemente.
«Se non verrai con me, sai che fine faranno questi ragazzi, ma soprattutto questa gente. Vero?» le domandò, avanzando verso di lei. Ma Yin indietreggiò di un passo, per non farsi toccare.
«Lo so» disse.
«Che cosa hai intenzione di fare, dunque? Ti unirai a me e alla Casata del Fuoco una volta per tutte?»
Yin rispose con un secco «Non lo so, papà.»
Pa... papà!? Fu ciò che gridarono in coro i presenti, sorpresi.
«QUELL'OMONE TUTTO ARROSTO E NIENTE CERVELLO è SUO PADRE!?» sbottò Mikey «Assomiglia a Raph, solo più grosso. E più nero. 
Ed anche più arrabbiato!!!»
Raph diede una testata sulla testa di Mikey «E sta zitto!» gli disse. Se non fosse stato legato lo avrebbe strangolato.
«Ora la questione si spiega meglio» disse Donatello «Fuoco!» esclamò il genio, strabuzzando gli occhi.
Aveva avuto un'illuminazione «Non vi siete mai chiesti perché Yin tenga sempre le mani fasciate?»
Leonardo sì. Troppe volte.
Quella lastra di ghiaccio, quando lei aveva attaccato Raffaello... 
Yin stava solo cercando di celare il suo potere, di nasconderlo. Anzi, i suoi DUE poteri.
Era tutto, all'improvviso, così chiaro!
Il Re degrignò i denti «Sei l'unica erede al trono e come tale devi prenderti le tue responsabilità. Devi scegliere da quale parte stare. Stai rimuginando fin troppo.»
«Ho detto che ci devo ancora pensare» la principessa calcò bene ogni parola, apatica come sempre.
«Una scelta?» domandò Donatello, osservando gli altri.
«Ragazzi, davvero: non ci sto capendo niente!» esclamò April.
«Rakka!» Mona Lisa digrignò i denti «Aspetta solo che mi liberi e gliela faccio vedere io!»
Raffaello era ferito, ed era tutta colpa di quell'enorme alieno dalle pelle nera.
La Salamandriana lo osservò meglio e strabuzzò gli occhi.
«Mona? Oi, che succede?!» fece Raffaello, preoccupato.
«Lui è... il Signore del Fuoco Xibalba di Shirona, il Sommo Dragone Supremo. 
Viene chiamato anche... l'Immenso.»
«Ed è venuto fin qui per riprendersi la figlia» affermò Donnie.
«Voi non avete idea in quale situazione siamo andati a finire» affermò Mona.
Leonardo guardò la Salamandriana con intensità. Cosa voleva dire?
«Spiegati meglio» le disse, infatti, il Leader.
Mona Lisa sospirò «Siamo appena divenuti schiavi della Casata del Fuoco del Pieneta Y-489, Shirona.»
Difatti, proprio in quel momento, vennero tutti presi di peso e caricati sull'enorme navicella del Re, per poi essere imprigionati dietro a delle sbarre che, solo a toccarle, davano un forte elettroshock. 
Leonardo osservò Yin essere presa di peso e poi imprigionata in una gabbia a parte, vicino alla loro.
Suo padre lo aveva fatto in modo tale da non farla scappare più.
Non era la prima volta che lei scappava da casa, ma non si aspettava che lui la trovasse così velocemente.
Yin e Leonardo si lanciarono entrambi una fugace occhiata. Yin poi tornò a guardare davanti a sé, spenta. 
Infine, Leonardo puntò gli occhi fuori dalle sbarre, guardando in avanti.
Il Re si avvicinava ai comandi, e con le mani dietro la schiena diede ai presenti le spalle, mettendosi vicino al suo fidato pilota.
Fu così che i nostri amici lasciarono il pianeta Terra,
iniziando una nuova avventura nello spazio, su un pianeta totalmente nuovo e sconosciuto ai loro occhi:
Shirona.

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