Slivers and Shadows

di Elizabeth_2206
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione - La nascita del Sukui ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Il Solstizio d'Inverno - Parte Prima ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - Il Solstizio d'Inverno - L'Avatar Roku ***



Capitolo 1
*** Introduzione - La nascita del Sukui ***


Disclaimer: i personaggi di questa storia appartengono ai creatori del cartoon Avatar – La Leggenda di Aang, questa fanfiction NON è a scopo di lucro.

INTRODUZIONE: La Nascita del Sukui

Molto tempo fa, un fatto maligno e silenzioso era accaduto nel mondo degli spiriti. Vaatu era solo a metà dei suoi diecimila anni di reclusione all’interno dell’Albero del Tempo, e bramava disperatamente vendetta. Uno spirito, il cui nome è stato cancellato dalla polvere del tempo e dalla vergogna che egli si è lasciato dietro, sosteneva Vaatu e la sua causa.
Così, il Signore delle Tenebre gli affidò un piccolo seme, e gli chiese di farlo germogliare nel Mondo degli Spiriti. Lì, esso sarebbe cresciuto, forte e ammaliante, bello come solo le cose maligne possono essere. E tutti gli spiriti lo avrebbero amato: lo avrebbero venerato come sacro, si sarebbero sdraiati ai suoi piedi e lo avrebbero usato come luogo di assemblea. Perché questo è il potere del male: attrarre a sé gli animi deboli e buoni.
Il servo fece come Vaatu gli aveva detto, e ben presto tutto ciò che lo spirito aveva predetto si avverò, con sua grande soddisfazione: grazie alle sue nere radici che correvano per tutto il Mondo degli Spiriti, Vaatu poteva sentire tutto ciò che accadeva. E, eventualmente, fare qualcosa per modificare il futuro.
Sfortunatamente per lui, l’occasione di prendersi la sua vendetta accadde molto tempo dopo.

Alla vigilia della guerra dei cent’anni, giunse notizia che l’Avatar Roku era stato ucciso dal Signore del Fuoco Sozin. E Vaatu non poteva esserne più entusiasta.
“Lo sento, mio docile servo! Sento il male che cresce fra gli uomini, il desiderio di morte che tanto bramo sta tornando in superficie! Non manca molto, fedele servo, e potrò prendermi la mia vendetta! Ancora poco… e tutto il mondo sarà mio!”
Quei bellissimi e oscuri rami, ai quali ormai tutti gli spiriti si erano affezionati, sibilavano nel vento parole oscure e arcane. Il nuovo Avatar, Aang dei Nomadi dell’Aria, era scomparso. Il dolore e la guerra nel mondo crescevanoa dismisura: i Dominatori dell’Aria non esistevano più, le Tribù dell’Acqua erano in continua lotta per evitare lo stesso destino, e il Regno della Terra era continuamente attaccato da forze esterne. E intanto, Vaatu sussurrava pensieri crudeli nelle orecchie degli spiriti.
“Non possiamo più aspettare che l’Avatar ritorni! Ormai il mondo è nello squilibrio più totale!”
A parlare era stato Baransu, lo spirito dell’Equilibrio. Egli era uno degli spiriti più potenti, e più ascoltati di tutto il Mondo degli Spiriti. Ma anche lui era stato raggiunto dai sussurri.
Gli altri spiriti non opposero quasi resistenza, sollevando solo qualche dubbio debole.
“E cosa dovremmo fare? Gli spiriti non possono incidere sul destino umano!”
“Non dimenticate che è stata possibile la creazione di un Avatar!”
“Certo, ma tu vedi Raava qui in giro, per caso? E’ anche lei scomparsa, insieme all’Avatar Aang, e non potrà in alcun modo aiutarci.”
“Non è Raava l’unica a poter creare un Avatar.”

A parlare era stato il servo di Vaatu.
Nessuno però, conosceva le sue vere intenzioni e la sua vera identità di traditore.
“Non ti starai riferendo a Vaatu! Non possiamo creare un Avatar oscuro. Scatenerebbe ancora più caos in questo mondo già devastato.”
L’obiezione di Baransu fece sghignazzare Vaatu, all’interno del proprio albero. Si ricompose, e sussurrò altre parole alle orecchie del proprio servo.
“Non sarà Vaatu a trasfigurarsi all’interno di questo nuovo Avatar.”
Baransu si avvicinò a lui, e lo guardò con interesse.
“Spiegati meglio.”
“All’interno di Vaatu, così come all’interno di Raava, è presente una parte dello spirito opposto. In questo modo, nel caso uno dei due scomparisse in modo definitivo, si potrebbe sempre rigenerare dal corpo dell’altro.”

Molti spiriti annuirono, e Baransu lo spronò ad andare avanti.
“Potremmo prelevare da Vaatu la parte di Raava presente in lui, e trasfigurarla all’interno del nuovo Avatar. Poi, i maestri originari degli elementi gli faranno dono del loro potere.”
Molti mormorii si alzarono dall’Assemblea degli spiriti.
“Non sarà sufficiente! Il legame non sarà abbastanza solido!”
“E Vaatu sarà d’accordo?”
“E’ davvero questo l’unico modo?”

Baransu lì zittì tutti, considerando attentamente la proposta fatta.
“Silenzio! Non è impossibile. Anzi, forse è l’ultima speranza che ci resta per poter salvare questo mondo. L’oscurità si avvicina, e presto non sarà possibile fermarla. Nere nubi stanno comparendo lungo l’orizzonte del futuro. E non vi preoccupate per il legame fra spirito e umano: per consolidarlo, basteranno due sacrifici.”
“Sacrifici?”
“Sacrifici umani. La persona che sceglieremo come nuovo Avatar nascerà da due individui, i quali si sacrificheranno per la salvezza dell’umanità.”
“E chi ti dice che saranno d’accordo?”
”E’ per il bene più grande! Non potranno sottrarsi!”
“Molto bene. Allora è deciso. Tu, spirito, sottrarrai da Vaatu l’essenza di Raava, e la trasfigurerai in un umano che sta per nascere. Sarà questa la creazione del Nuovo Avatar, ed esso avrà il nome di Sukui, Salvezza."

Sentite queste parole da parte di Baransu, lo spirito sparì, per compiere la propria missione.

Giunto all’Albero del tempo, si apprestò a creare la nuova entità spirituale.
“Non prenderai Raava, da me. Prenderai parte di quello che io sono, il male puro. Solo così potrò finalmente avere la mia vendetta.”
Ma le cose non andarono come Vaatu aveva previsto. Lo spirito non fece come lui gli aveva detto, ed estrasse da lui sia una parte maligna che una benigna, formando una sfera violacea che sprigionava un enorme potere.
Quando Vaatu si accorse di ciò che stava accadendo, si arrabbiò ferocemente, ma non riuscì a reagire: l’estrazione lo aveva indebolito fin quasi a sparire. Giurò vendetta e poi cadde in un sonno profondo, che lo imprigionò per quindici lunghi anni.
Fino a che qualcosa non accadde. L’Avatar, il vero Avatar, si era svegliato.

Ed è qui che comincia la nostra storia.






 

Note dell'Autrice:
Salve a tutti! Sono tornata dopo tanto tempo in questo fandom, con una long tutta mia! Sono molto contenta ed eccitata e spero che voi apprezzerete questa nuova entità spirituale e sarete partecipi del suo destino... Perchè sarà sorprendente ed inaspettato!
Il prossimo capitolo sarà il "Prologo", dove conosceremo la Sukui e la sua origine terrena, e poi partirò con il Primo Capitolo! Spero che sarete interessati e mi farete tante domande; non vedo l'ora di rispondervi!
ps: il rating in seguito cambierà e diventerà rosso per esigenze narrative, quindi preparatevi!
A presto!
-Elizabeth

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Capitolo 2
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Quindici anni prima del ritrovamento dell’Avatar Aang, in una remota zona orientale del Regno della Terra, una giovane coppia di sposi abitava in una casa ai margini del bosco. Erano Asuk, dominatore del fuoco fuggito dall’esercito, e Karen, non dominatrice della Tribù dell’Acqua del Sud. I due aspettavano l’arrivo del loro primo figlio, che a giudicare dal pancione di Karen, sarebbe venuto al mondo a breve.
Il giorno della nascita, però, mentre Karen era in preda alle doglie, qualcosa di misterioso avvenne: il ventre della donna si illuminò di un violetto accecante, e subito dopo il neonato venne alla luce. La gioia di Asuk nel vedere che il suo primo figlio era una femmina fu però straziata dall’improvvisa morte di Karen, che rivolse un ultimo sguardo a lui e alla bambina prima di spirare.
Sconvolto da ciò e dalla misteriosa luce violacea, Asuk decise di mettersi in viaggio per raggiungere il Tempio dell’Aria dell’Est, a pochi giorni di cammino, per consultare il Guru che tanti sostenevano abitasse proprio lì; così partì, desideroso di risposte.

Al Tempio dell’Aria Asuk fu accolto benevolmente dal Guru Patik, un uomo molto anziano dalla pelle raggrinzita e dal sorriso stanco. Egli lo fece sedere, e cominciò un discorso che avrebbe cambiato per sempre la vita di Asuk.
“Mio caro amico, stavo aspettando il tuo arrivo. Gli spiriti mi hanno parlato di una nuova speranza per il mondo. E’ dunque tua figlia colei che tieni in braccio?”
“Sì” rispose Asuk, spaventato da ciò che il Guru poteva dirgli.
“Ebbene, come ben saprai l’Avatar è scomparso da moltissimi anni. Gli spiriti però non possono più aspettare che esso si risvegli, hanno bisogno di mettere fine a questa guerra che perdura da quasi cento anni. Perciò, hanno deciso di creare un’entità che possa sostituirlo. L’hanno chiamata Sukui, che significa “salvezza”. Essa avrà poteri simili a quelli dell’Avatar, ma non gli stessi. L’Avatar infatti è il ponte fra il mondo degli uomini e quello degli spiriti poiché dentro di sé possiede Raava, uno dei più antichi spiriti esistenti al mondo. Questa Sukui non conterrà dentro di sé Raava, ma porterà i segni di essa nel suo corpo: cinque simboli. Acqua, Terra, Fuoco, Aria, e infine l’Energia Vitale che scorre dentro noi stessi. Questi cinque simboli saranno il suo ponte di connessione con il mondo degli spiriti.”
“Che cosa c’entro io con tutta questa storia?” chiese impaziente Asuk.
Il Guru sorrise tristemente. “Gli spiriti hanno scelto tua figlia come incarnazione del Sukui. E per renderla tale hanno bisogno di due sacrifici.”
“Sacrifici…?” Asuk era confuso.
“Sacrifici umani. Gli spiriti hanno bisogno di creare una connessione fra il Sukui e il mondo umano. Il primo sacrificio è stato quello di tua moglie, dando alla luce questa creatura.”

Asuk comprese cosa il Guru voleva dire. Guardò la bimba addormentata fra le sue braccia.
Appena venuta alla luce aveva riconosciuto in lei gli occhi blu mare della madre, come la carnagione scura tipica della Tribù dell’Acqua. A incorniciarle il viso c’erano però dei capelli neri scurissimi, che sapeva fossero come i suoi.
Sorrise al Guru. “Immagino che non ci sia modo di opporsi al volere degli spiriti. Hanno scelto la mia bambina per il loro disegno, e spero che sia in grado di affrontare le sfide che questo mondo le presenterà. Se sarà combattiva come sua madre, e userà il buonsenso come io ho sempre fatto, sono sicuro che riporterà l’equilibrio fra gli uomini.”
Il Guru sorrise a quelle parole. Poi allungò ad Asuk un coltello intagliato nel corno di un Bisonte Volante, e prese la bambina che l’uomo gli porgeva.
“Ti chiedo un’ultima cosa, Guru. Chiamala Asuka. In onore mio e di sua madre.”
“Mi prenderò cura di lei come voi avreste fatto.”
I due uomini si inchinarono, poi Asuk si incamminò lontano.

Poco dopo, il piccolo corpo di Asuka si illuminò nuovamente di quella luce violacea e dei simboli comparirono su di esso. Il simbolo dell’Acqua sulla mano destra. Quello del Fuoco sulla mano sinistra. Quello della Terra sul piede destro, dell’Aria sul sinistro. E infine, sul suo petto, il simbolo dell’Energia Vitale. Una volta sparita la luce, rimasero tatuaggi neri sul corpo della piccola.
I segni del suo destino.
***

Quindici anni erano passati dal giorno in cui Asuka era arrivata al Tempio dell’Aria dell’Est. I suoi capelli neri ora le arrivavano fino ai fianchi, e il suo fisico era quello slanciato di un dominatore del Fuoco, ma la carnagione e i profondi occhi blu rivelavano il suo sangue della Tribù dell’Acqua.
La ragazza era ora padrona di soli due elementi: il Fuoco e l’Acqua. Del primo era diventata dominatrice a soli sei anni, dopo mesi di meditazione. Il dominio dell’Acqua invece le era venuto spontaneo. Da allora, nessuno degli altri suoi poteri aveva dato segno di esistenza, eccetto la connessione con gli spiriti: era infatti in grado di entrare e uscire in modo autonomo dal mondo degli spiriti, ma non lo visitava molto spesso. Ogni volta che vi si recava, infatti, nessuno spirito si soffermava su di lei, quasi come se non esistesse. Inoltre il Guru Patik, l’anno prima, era stato in grado di sbloccare tutti i suoi Chakra, e renderla così in grado di entrare nello stato di Sukui.
Guru Patik poteva rendersene conto chiaramente: ogni giorno che passava Asuka diventava sempre più potente, ed era solo questione di tempo prima che il dominio della terra e dell’aria comparissero.
Ma una notte, ad entrambi fu chiaro che non avevano più tempo.

Guru Patik ebbe una visione. Vedeva Asuka, un giovane Nomade dell’Aria, una Maestra del Dominio dell’Acqua, una Dominatrice della Terra cieca, un giovane Dominatore del Fuoco dal volto nascosto, una Guerriera Kyoshi e un Maestro Guerriero della Tribù dell’Acqua mentre si abbracciavano.
Poteva sentire l’energia di tutti i loro elementi scorrere in un unico fiume, che si opponeva all’oscurità intorno a loro. Nonostante questa visione fosse molto confusa, il Guru comprese una cosa: era tempo per Asuka di partire.

Dal canto suo la giovane ebbe un’altra visione, molto più complessa di quella del Guru. Davanti a lei vedeva il volto di un ragazzo, attraversato da una spaventosa cicatrice che le diceva “Aiutami.” Un Nomade dell’Aria, i cui occhi si illuminavano di azzurro, similmente ai suoi, che però si illuminavano di viola. E altri ragazzi, e ragazze, che la guardavano. Poi sopra di sé vide passare una cometa gigantesca, e dietro ad essa il volto terrificante di un uomo della Nazione Del Fuoco, mentre si autoproclamava “Re Fenice”.
Quando si svegliò, Asuka fu spaventata dalle cose che aveva visto. Ma capì che doveva partire.
Un futuro la aspettava da qualche parte, un futuro di avventure e pericoli.

Il mattino successivo non ci fu bisogno di parlare. Guru Patik porse ad Asuka i viveri necessari al viaggio, e si inchinò. Poi le mise al collo una collana che egli stesso aveva intrecciato, quella notte, in attesa della sua partenza.
“Sono onorato di aver servito gli spiriti e il Sukui.”
“Sono onorata di essere stata tua allieva e tua figlia spirituale.”
Quando Asuka gli voltò le spalle, a Guru Patik scese una lacrima.






Note dell'Autrice:
Ehilà! Come promesso, sono tornata con il Prologo, dove abbiamo visto la nascita fisica della Sukui e ne abbiamo conosciuto l'indentità: Asuka. Figlia di due nazioni, di due universi apparentemente inconciliabili, avrà come costante il dualismo tipico di chi non appartiene ad alcuna fazione; ma soprattutto, dovrà cercare il suo scopo, il suo posto nell'universo - soprattutto ora che l'Avatar, il Vero Avatar, si è risvegliato.
Che dire? Scoprirete di più sui genitori di Asuka e sulla sua vita al tempio più avanti, tramite flashback; e scoprirete anche perchè, nonostante entri nel mondo degli spiriti, non sia in grado di entrare in contatto con nessuno di loro.
Ci vediamo presto con il prossimo capitolo, attendo i vostri commenti!
-Elizabeth

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Il Solstizio d'Inverno - Parte Prima ***


1. IL SOLSTIZIO DI INVERNO – LO SPIRITO DELLA FORESTA

Zuko stava tornando alle terme naturali dove aveva lasciato lo Zio Iroh.
Era molto arrabbiato: nonostante gli avesse detto di sbrigarsi, dopo quasi un’ora non si era ancora presentato sulla nave. Quando però giunse sul posto, capì che qualcosa non andava. I vestiti dello Zio erano ancora appesi, ma di lui non c’era nessuna traccia.
Un ammasso di pietre singolari occupava quello che prima era il laghetto dove lo Zio si stava rilassando.
Mentre Zuko realizzava che Iroh era stato vittima di un rapimento da parte di dominatori della terra, un rumore attirò la sua attenzione. Si voltò, e vide che il mantello dello Zio era sparito dall’albero al quale era appeso. Un’ombra scivolò veloce dietro alcuni alberi.
“Fermati!” gridò il ragazzo “So che sei lì! Torna indietro!” ma l’ombra continuava a scappare.
Zuko la seguì, finché non fu abbastanza vicino da sfiorarla. Ma appena l’ombra si accorse di lui, accelerò il passo. Stancato da quell’inseguimento, Zuko lanciò un pugno di fuoco verso l’ombra, ma con sua grande sorpresa quest’ultima si voltò e fermo il suo colpo.
“C-chi sei?” Al ragazzo tremava la voce.
Davanti a lui si trovava una dominatrice del fuoco dai lunghi capelli neri, il corpo slanciato e dei profondi occhi blu. Lo fissava in posizione di difesa, coperta solo dal mantello dello Zio, che lasciava intravedere delle ricche forme. Sulle sue mani c’erano dei simboli neri, simili a tatuaggi, che Zuko faticò a riconoscere.
“Asuka. Mi chiamo Asuka. Tu chi sei?”
La voce risoluta della ragazza svegliò il Principe dai suoi pensieri. Si ricompose e la fissò.
“Sono il Principe Zuko, figlio del Signore del Fuoco Ozai. Mi dispiace di averti attaccato. Non sapevo fossi della Nazione del Fuoco.”
La ragazza scrollò le spalle e fece per rispondergli, ma lui la interruppe.
“Vieni con me, posso darti dei vestiti puliti e qualcosa di caldo. Sembri molto provata.”
“Cosa vuoi in cambio?” il tono della ragazza era gelido.
Zuko restò un po’ confuso da quella freddezza, ma le rispose comunque.
“Solo il tuo aiuto. Devo ritrovare una persona. E’ stata rapita da alcuni dominatori della terra. Si tratta di mio Zio.”

 
***
 
Asuka seguiva quel ragazzo dal portamento fiero che diceva di chiamarsi Zuko. Normalmente non avrebbe mai accettato l’aiuto di qualcuno che non conosceva, ma doveva ammettere che non era così. Lei conosceva Zuko.
O perlomeno, l’aveva già visto prima.
Nella sua visione, l’ultima notte al Tempio dell’Aria dell’Est. Era lui il ragazzo con la spaventosa cicatrice, quello che le chiedeva aiuto. Perciò aveva accettato di seguirlo, nonostante fosse della Nazione del Fuoco, nonostante fosse un abile e pericoloso dominatore, nonostante avesse dei modi di fare peggiori di quelli di un komodo rinoceronte selvatico e l’avesse aggredita appena l’aveva vista. Ma se il suo destino era quello di aiutarlo, allora avrebbe tralasciato i modi di fare di quel ragazzo.
Infondo aveva bisogno di nuovi vestiti e di un pasto caldo, e quel ragazzo glieli aveva offerti chiedendo poco in cambio. L’unico limite era quello del Dominio.
Il ragazzo l’aveva scambiata per una nativa della Nazione del Fuoco, per cui il Dominio dell’Acqua era fuori discussione.
Sapeva, grazie ai racconti di Guru Patik, che la Nazione del Fuoco aveva sterminato i Nomadi dell’Aria nel tentativo di uccidere l’Avatar. Cosa avrebbe potuto pensare, se avesse visto una Dominatrice di due elementi ma che non era l’Avatar? Asuka preferì non scorpirlo.
Arrivarono ad una nave, dove Zuko le procurò quello che le serviva. Mentre la ragazza si rifocillava, lui la guardava incuriosito.
“Come mai eri sola nel bosco, senza cibo né indumenti?”
Asuka posò la tazza di tè che stava bevendo e inspirò profondamente.
Ripensò alla traversata lungo il fiume, alla tempesta che l’aveva colta nel bel mezzo di essa. La lotta contro la corrente, dominando l’acqua che cercava di ucciderla. Per miracolo era riuscita a salvarsi da quel caos, perdendo tutto ciò che aveva con sé, e si era abbandonata sulla sponda del fiume. Poi aveva cominciato a girovagare cercando di sopravvivere, e nel giro di un paio di giorni aveva trovato lui.
“Sono stata colta all’improvviso da una tempesta, pochi giorni fa. Durante essa ho perso tutto.”
Il principe annuì pensieroso, poi si schiarì la voce.
“Se per te non è un problema, potresti restare su questa nave.”
Asuka sorrise in assenso e si alzò dal tavolo.
“Bene. Ma ora, diamoci da fare. Non avevi detto di dover ritrovare un tuo Zio?”
***

Zuko sorrise. Sconfiggere i dominatori della terra non era mai stato così facile. Soprattutto con tre dominatori del fuoco bene addestrati.
Doveva riconoscerlo, infatti: Asuka sapeva il fatto suo. Quella dominatrice aveva dimostrato non solo di essere talentuosa, ma anche di avere conoscenze profonde nello studio del dominio, ed era capace di eseguire figure complesse per una ragazzina di quindici anni. Poteva rivelarsi davvero molto utile, nella caccia all’Avatar.
“Zuko! Quali maniere! Perché non mi hai ancora presentato la nostra nuova ospite? Non vorrei che credesse di trovarsi di fronte a maleducati.”
Asuka ridacchiò, e sorrise al vecchio. Le stava già simpatico, quell’uomo: aveva un modo di fare molto più naturale del nipote, gentile ma anche affabile. Ispirava fiducia, anche se trasudava rispetto, meritato sicuramente, almeno a quanto aveva visto.
Quasi l’opposto del nipote, che sembrava invece avere seri problemi con l’argomento “onore”.
Zuko si voltò verso lo zio, mentre procedevano verso la nave, e gli rispose.
“Zio Iroh, questa è Asuka. Asuka, questo è mio zio Iroh.”
“Non un granché come presentazione, ma sono sicuro che faremo la nostra conoscenza molto presto e molto meglio!”
Iroh le strizzò l’occhio, facendole scappare una risatina. Zuko scosse la testa, ma in cuor suo sorrise.
Infondo era contento di non essere così solo.
***

Quella sera, Zuko lasciò la sua stanza ed uscì sul ponte della nave per una passeggiata. Non riusciva a prendere sonno, perciò aveva pensato che una boccata d’aria fresca lo avrebbe aiutato, perlomeno a far sparire i pensieri che lo tenevano sveglio.
Si strinse nella tunica, e notò che sul ponte si stagliava una figura, appoggiata al parapetto, che guardava la luna. Asuka.
Quella ragazza era un totale mistero per lui. A dire il vero, non aveva nemmeno idea del motivo per cui l’avesse fatta salire sulla propria nave.
'E’ della Nazione del Fuoco’ si diceva, ‘L’ho aiutata, per cui sarà una mia alleata.’.
Ma il fatto stesso di non conoscere nulla su quella ragazza lo faceva imbestialire. Lo rendeva particolarmente nervoso.

Le si avvicinò silenziosamente, con passo felpato, e si fermò ad osservarla. La luna le illuminava gli occhi blu, e Zuko si rese conto per la prima volta che erano della stessa tonalità del mare.
Quegli occhi, quella carnagione scura, così insolita per un’abitante della Nazione del Fuoco, gli ricordavano la ragazza in viaggio assieme all’Avatar.
Sbarrò gli occhi, mentre un senso di angoscia gli stringeva lo stomaco. La guardò ancora, e vide che sul suo viso si dipingeva un leggero sorriso.
No, dev’esserci una spiegazione valida. Le Colonie! Ecco! Sicuramente viene da lì.’.
Mentre era ancora immerso nei suoi pensieri, Asuka parlò.
“Ogni sera mi sedevo sul davanzale della finestra e osservavo la luna. Ho sempre pensato che volesse dirmi qualcosa. Mi sento spiritualmente legata a lei. Mi ricorda…”
“Casa tua?”
La ragazza si voltò verso di lui e sorrise.
“Se così vogliamo chiamarla. In realtà, non era proprio una casa. Vedi…io vivevo al Tempio dell’Aria dell’Est, assieme al Guru Patik, che si è preso cura di me in tutti questi anni.”
Zuko era perplesso. Come mai una dominatrice del fuoco viveva in un tempio dell’Aria? Magari il Guru l’aveva trovata e cresciuta. Decise di indagare.
“E i tuoi genitori?”
“Sono morti quando sono nata.”
Fra i due cadde il silenzio, mentre Zuko si malediceva per aver tirato fuori un argomento simile.
“Tu che mi dici della tua famiglia?”
Sentendosi preso in contropiede, Zuko voltò la testa, e sospirò leggermente.
“Non mi piace molto parlarne. E’…una cosa difficile.”
Asuka scrollò le spalle e drizzò il capo, per poi stiracchiarsi.
“Non ti obbligo a parlarne, se non vuoi. Era solo una domanda così, per conoscerti un po’.”
“Non mi piace l’idea che la gente sappia queste cose di me.”
“Secondo me non ti piace l’idea che la gente ti veda vulnerabile.”
Zuko ignorò la sua affermazione.
Asuka appoggiò la schiena al parapetto e stese le mani di fronte a sé, perdendosi ad osservare quei tatuaggi neri sui suoi palmi, e Zuko ebbe modo di osservarli bene e di riconoscerli.
“Quei simboli…sono il fuoco e l’acqua, vero? Come mai li hai tatuati sulle mani?”
Asuka richiuse immediatamente i pugni e lasciò cadere le mani lungo i fianchi. Poi si rivolse a lui in tono di sfida.
“Te lo dirò quando tu mi dirai come ti sei fatto quella cicatrice.”
Zuko le voltò le spalle e se ne andò, lasciando Asuka sul ponte, con più interrogativi di prima e con meno sonno di quando si era alzato.






L'angolo dell'Autrice:
Ehilà! Sono tornata (finalmente) cosìn il primo capitolo! Abbiamo visto l'incontro fra Asuka e Zuko, che darà il via ad un'insolita a micizia e ad una travagliata convivenza (ne vedremo delle belle). Ma soprattutto, siamo di fronte al primo atto di fiducia da parte di Asuka nei confronti del principe, non tanto per il suo rango, ma perchè lo ha visto nel propriio sogno. Hanno entrambi ancora molte carte in mano da svelare, e chissà cosa succederà quando lo faranno...
Aspetto i vostri pareri, per me sono davvero importanti!
A presto.
-Elizabeth

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 - Il Solstizio d'Inverno - L'Avatar Roku ***


2. IL SOLSTIZIO DI INVERNO – L’AVATAR ROKU

Il mattino successivo Zuko si alzò di malumore, e l’unica buona notizia era che avevano toccato terra. Era giunta voce che in un villaggio lì vicino l’Avatar avesse miracolosamente salvato gli abitanti da uno spirito della foresta divenuto maligno, ed era l’unica notizia che aveva ottenuto nel giro di diversi giorni. Mentre attraversavano quelle lande, fino a poco prima desolate, ma che piano piano ricominciavano a riprendere vita, Zuko riusciva a sentire la potente energia spirituale dell’Avatar alleggiare nell’aria. Come se fosse appena passato di lì e avesse lasciato dietro di sé una scia cosmica di notevoli dimensioni.                                                                                                                                 
Giunto a destinazione, Zuko saltò giù dal komodo rinoceronte sul quale viaggiava e si diresse verso il capo del villaggio. Doveva assolutamente sapere dove l’Avatar si sarebbe recato in seguito. Dopo qualche minaccia, il contadino, impaurito, blaterò qualcosa sul Tempio dell’Avatar Roku, e Zuko se ne andò soddisfatto. Aveva avuto quello che voleva.

***

Iroh osservava il nipote, che con la sua impostazione fiera scrutava con il cannocchiale il cielo, alla ricerca di una minima traccia del bisonte volante dell’Avatar.
“Zuko, forse dovresti rilassarti un po’. Raggiungi Asuka, è un po’ che non vi sento parlare insieme.”
Zuko grugnì, ripensando alla conversazione avuta con lei la sera prima, e guardò di sbieco lo zio, per poi tornare a concentrarsi sul cannocchiale. In quel momento, la figura scura del bisonte solcò il suo spazio visivo.
“Eccolo! A tutti gli uomini, prepararsi ad attaccare!”
I suoi soldati prepararono delle catapulte con rocce imbevute di catrame, al quale il Principe diede fuoco prima di gridare: “Ora!”

Un tonfo e delle grida svegliarono Asuka, che si stava riposando nella sua stanza a bordo della Nave. Indossò di corsa una delle tuniche che lo Zio Iroh le aveva fatto portare, e corse sul ponte della nave. Lì vide Zuko caricare la seconda palla di fuoco, per poi dare l’ordine di lanciarla.
“Zuko! Cosa sta succedendo?”
Principe Zuko. Non mi importunare, Asuka; finalmente ho trovato l’Avatar e non posso lasciarmelo scappare. Torna sotto coperta.”
Uno sguardo sbigottito attraversò il volto della ragazza. L’Avatar…era vivo?
“Cosa vuol dire finalmente ho trovato l’Avatar? Che intenzion-?
“Asuka non te lo ripeterò ancora una volta: torna sotto coperta.”
La ragazza continuò imperterrita a fronteggiarlo.
“L’Avatar è vivo… e tu lo stai cacciando?!”
“Asuka, TORNA SOTTO COPERTA.
Il Principe lanciò alcune palle di fuoco nella sua direzione, che lei prontamente respinse, ma aveva compreso il messaggio.
“Signorina Asuka, l’accompagnerò io. Sia mai che in qualche modo io possa rimediare alla scortesia di mio nipote.”

Con queste parole Asuka e Iroh lasciarono il ponte. La ragazza si voltò un’ultima volta verso il Principe, che continuava a scrutare l’orizzonte. Poi sospirò e riprese a camminare.
Mentre Iroh scendeva verso la cucina insieme ad Asuka, un boato fece tremare l’intera nave. Iroh chiese ad un ufficiale che stava correndo nella loro direzione che cosa stesse succedendo, e quello gli rispose frettolosamente prima di sparire.
“Zhao!” sussurrò Iroh a denti stretti “Quel maledetto…”
Asuka lo guardò con uno sguardo curioso, e Iroh si voltò verso di lei sorridendo.
“Oh, mia cara Asuka, non temere. Risponderò a qualsiasi tua domanda. Ma non prima di aver preparato un buon tè.”

***

Mentre la giovane e il vecchio sorseggiavano la bevanda, il Principe Zuko li raggiunse.
“Zio. Approfitterò della nube di fumo che ci lasciamo dietro per raggiungere l’Isola della Luna Crescente con la mia scialuppa. Andrò da solo.”
“Zuko, sei sicuro-“
“Non tentare di fermarmi, Zio! Sarò di ritorno al più presto. E con l’Avatar.”
Iroh sospirò, mentre il nipote svaniva oltre la porta. Asuka gli poggiò una mano sulla spalla, e lo rincuorò.
“Sai di non poter fermarlo. Ormai l’ho capito anche io. Però puoi sempre tenere compagnia a me e dipanare qualche mio dubbio.”
“Mi farebbe molto piacere.” Gli rispose il vecchio “Comincia, dunque, da dove vuoi.”

I due intrapresero una partita a Pai Sho bevendo del tè, che Iroh talvolta scaldava con il suo dominio. Un po’ di vapore invase la stanza, e Asuka trattenne il fiato, pensando a quale domanda poteva porre all’uomo. Era troppo diretto chiedere perché il Principe Zuko avesse quella cicatrice sul volto? Magari dietro a quell’orribile segno c’era qualcosa di losco o segreto, o peggio triste, che avrebbe chiuso il vecchio in un mutismo irrisolvibile.  E sulla guerra che a quanto pare si stava svolgendo da cento anni? Asuka, vivendo nel Tempio dell’Aria dell’Est insieme al Guru Patik, aveva potuto riceve solo poche notizie frammentarie. ‘Parlare di guerra è sempre meglio che parlare del principe Zuko’ pensò la ragazza con una smorfia, e si decise ad aprire bocca.
“So che la guerra dura da cent’anni, ma vivendo isolata non sono venuta a conoscenza di molte notizie. Mi dica, Generale Iroh, come sta procedendo questa guerra?”
Il vecchio sorrise stancamente e posò la tazza di tè.
“Il signore del fuoco Sozin, dopo aver distrutto il Popolo dei Nomadi dell’Aria, lasciò al figlio Azulon il compito di decimare e conquistare le Tribù dell’Acqua. Così la Tribù dell’Acqua Meridionale venne privata di tutti i suoi dominatori…o almeno così credevamo fino a poco tempo fa. La Tribù del Nord invece si è barricata dietro a muraglie di ghiaccio polare per difendersi. Il Regno della Terra  è rimasto l’ultima opposizione al dominio incontrastabile della nazione del Fuoco, e già molti dei suoi territori sono diventate Colonie del Fuoco. La Capitale, Ba Sing Se, e poche altre roccaforti sono ancora in piedi.”
Asuka bevve un sorso e posò la tazza a sua volta.
“Capisco. Ma…prima non ha per caso detto qualcosa riguardo a un dominatore dell’acqua della tribù del Sud?”
“Una dominatrice” la corresse iroh “Si chiama Katara. E’ molto potente e viaggia insieme all’Avatar.”
“A proposito…”qui Asuka abbassò lo sguardo “Davvero l’Avatar è vivo? Pensavo fosse scomparso cent’anni fa… e poi, per quale motivo lo state cacciando?”
Iroh corrugò la fronte e il suo sguardo si fece triste, ma poi sospirò e rispose.
“L’Avatar è vivo, ed è un Dominatore dell’Aria di nome Aang. Lo abbiamo scoperto recentemente, è comparso al Polo Sud poco meno di un mese fa. Non sappiamo come sia sopravvissuto per così tanto tempo…evidentemente mio Nonno non eliminò proprio tutti i nomadi dell’Aria. Insieme a lui viaggiano due giovani della Tribù dell’Acqua, la Dominatrice di cui ti dicevo prima e il fratello, un non-dominatore.”

Asuka si fermò un secondo a riflettere. Nello stesso periodo in cui, secondo Iroh, era ricomparso l’Avatar, lei aveva avuto la visione in seguito a cui aveva deciso di partire. Cercò di Richiamare alla mente i volti delle persone che aveva visto nel sogno, ma a parte quella del principe, le altre erano solo ombre offuscate.
“Io e mio nipote Zuko siamo alla ricerca dell’Avatar da circa tre anni; questa missione servirebbe a riportare l’onore a Zuko, secondo suo padre, il Signore del Fuoco Ozai. Ma io non credo che ciò funzionerà…”
La ragazza alzò un sopracciglio e lo fissò curiosa.
“Allora perché lo sostenete in questo suo folle piano?”
“E’ comunque mio nipote, e lo amo come un figlio. Gli ho promesso che gli sarei rimasto accanto sempre. E voglio evitare che diventi come suo padre.”

Asuka rimase sorpresa dalle parole di Iroh. Non aveva mai pensato che un dominatore del fuoco – di stirpe reale, poi – potesse dire parole simili. Aveva sempre creduto che
gli abitanti della Nazione del Fuoco non valorizzassero cose come i sentimenti; ma Iroh era fatto di tutt'un'altra pasta.
“E il generale di cui parlavate poco fa?”
“Parli di Zhao? Quell’uomo è un incorreggibile leccapiedi del Signore del Fuoco Ozai. Sta anche lui cercando l’Avatar, molto probabilmente solo ed esclusivamente per evitare che mio nipote lo scovi e si prenda il merito.”
Sul volto dell’uomo si dipinse un espressione di disgusto e disapprovazione. Ad Asuka fu più che evidente quanto poco Iroh stimasse quel comandante. Decise di fidarsi di lui, e cominciò a disapprovare interiormente Zhao.
“Penso che ora mi ritirerò nella mia stanza.”
Il vecchio annuì e le sorrise.
“Io aspetterò qui il ritorno di Zuko. Buon riposo, Signorina Asuka.”

***

Chiusa la porta alle proprie spalle, Asuka si getto sul letto, che ancora una volta era caldo e accogliente. Distese gambe e braccia, e fissò il soffitto. Sopra di lei, uno stemma della Nazione del Fuoco era illuminato dalla fievole luce di sette candele, poste dietro alla testiera del letto dov’era sdraiata. Le ombre ondeggiavano, seguendo il ritmo delle spinte della nave e delle onde. Chiuse gli occhi, e si lasciò cullare per un attimo, mentre rifletteva su quello che le era successo in quei pochi giorni. Dopo essere partita dal Tempio dell’aria dell’Est, si era spostata con la sua barca di liane lungo le isole orientali del Regno della Terra; aveva attraversato lo stretto e costeggiato il lidi fino alla città di Chin, dove la famosa battaglia tra l’Avatar Kyoshi e il famoso conquistatore Chin – storia che più volte il Guru Patik le aveva raccontato, leggendo le sue misteriose pergamene – infine, grazie ad una curiosa carovana di viaggiatori muniti di mandolino e spensieratezza, aveva schivato la grande palude e superato Omashu, fino a raggiungere il grande fiume. Qui aveva salutato i gitani e aveva tentato la traversata, venendo però travolta durante un’improvvisa tempesta.                                                                                                                                                                                
Aveva perso tutto, nella tempesta. Ma non questa, pensò mentre giocherellava con la collana che Guru Patik le aveva donato appena prima di partire. Era composta da un semplice ciondolo di Opale, legato da robusti filamenti di liane. Per Asuka quella collana aveva un significato profondo; infatti, come Guru Patik le aveva spesso ripetuto durante le sue lezioni: “l'Opale ha la capacità di schiarire le idee e rafforzare la memoria. E’ inoltre la Pietra delle profezie. Possiede un grande potere, ma bisogna essere in grado di utilizzarlo.”.                                                                                            
Sorrise ripensando al vecchio, ma una lacrima silenziosa le varcò una guancia. Nostalgia?Può darsi. La asciugò con pazienza, e smise di giocare con il ciondolo.                                                                                          
Ripensò alle parole di Iroh. Tutti quegli anni di guerra, l’Avatar…                                                                
Strinse i pugni e riaprì gli occhi. L’Avatar non doveva essere…morto? Lei non era stata mandata sulla terra per compiere il Dovere – qualunque esso fosse – al posto suo?                                                                    
O, almeno, questo era ciò che Guru Patik le aveva spiegato durante tutti i suoi quindici anni. Che era la Sukui. Che doveva riportare l’equilibrio nel mondo, per rimediare all’errore che i precedenti Avatar avevano fatto. Ma adesso, cosa resta?                                                                                                      
Una visione. Dei ragazzi come lei. Zuko.                                                                                                            
Zuko.                                                                                                                                                                                  

Dio, come la faceva andare fuori di testa, quel ragazzo.                                                                                     
Non sapeva nemmeno cosa pensare, di lui. A volte sembrava quasi gentile, confidente; poi tornava a nascondersi dietro quella maschera di scortesia che la irritava tantissimo. Gli si leggeva in faccia – e non parlando della cicatrice – che aveva passato tante difficoltà, tanti dolori, ma ne era uscito forte, o quasi. E poi, in quegli occhi dorati, ogni tanto pareva ci fosse una scintilla di dubbio, come se potesse mettere in discussione le sue azioni, le sue scelte, perfino la sua stessa esistenza, e ci potesse trovare migliaia di errori. E quell’assurda caccia all’Avatar… Asuka non sapeva perché il ragazzo la stesse facendo – e ‘per onore’ non era una scusa accettabile ­– ma non poteva assolutamente permettere che ci riuscisse. Non sapeva perché, ma non poteva lasciare che quel ragazzo prendesse quella strada.                                                                                                                         
Portò la mano sinistra sopra la testa, davanti al suo sguardo, e fissò il tatuaggio del fuoco, finché un particolare non attirò la sua attenzione. Dalla manica si intravedeva una piccola scritta cucita all’interno. Asuka avvicinò la mano e la lesse.                                                                                                  
Principe Zuko.                                                                                                                                                          
Asuka si drizzò sorpresa, realizzando che la tunica che stava indossando apparteneva a Zuko. Poi sorrise, ripensando alla sera precedente, quando lo aveva visto arrivare, indossando una tunica simile, che lasciava intravedere il suo fisico da dominatore, con quei muscoli scolpiti come marmo. Magari non sarà gentile, ma possiede certamente un gran fascino.                                                                    
Si ributtò con la testa fra i cuscini, e si accorse che, con la mano destra, continuava a torturare il ciondolo di Opale. Sorrise, con un soffio spense le candele e chiuse gli occhi.                                                                                                              
E’ proprio vero, aiuta a schiarire le idee.








L'angolo dell'Autrice:
Ehilà! Sono tornata con il secondo capitolo: Asuka comincia finalmente a scoprire qualcosa di più sul mondo che la circonda, dopo essere stata per quindici anni presso il Tempio dell'Aria, dove le notizie che arrivavano erano poche e frammentarie; noi, nel frattempo, scopriamo qualcosa di più su di lei, sul suo viaggio e sul periodo passato insieme a Guru Patik.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e attendo le vostre impressioni. A presto!
-Elizabeth

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