You are my everything

di La Polly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You look really cute in this sweater ***
Capitolo 2: *** Per tutta la notte ***
Capitolo 3: *** A pinch of paprika ***
Capitolo 4: *** I'm miles away from seeing you ***
Capitolo 5: *** Il sapore delle tue labbra ***
Capitolo 6: *** Sotto la neve ***
Capitolo 7: *** Piccoli momenti di serenità ***



Capitolo 1
*** You look really cute in this sweater ***


Da qualche tempo Visione aveva iniziato a indossare abiti umani. Non ne aveva mai sentito particolarmente il bisogno, tuttavia alla fine aveva preso quella decisione.
 
Ricordava bene la prima volta in cui – forse più per curiosità che altro – aveva materializzato sul suo corpo fatto di vibranio un paio di pantaloni e un maglione di colore scuro. Tutti avevano fatto finta di nulla, solo Stark gli aveva rivolto un’occhiata sorpresa e al tempo stesso confusa.
 
«Ehi, Visione! Come mai questi vestiti?» gli aveva chiesto, con una punta di curiosità ben evidente nella sua voce. 
La sua risposta non si era fatta attendere: «Mi sembrava giusto indossare qualcosa di più consono della solita uniforme». 
Il sorriso malizioso dell’uomo lo aveva preso per un attimo alla sprovvista. «Sicuro? Non è che vuoi fare colpo su qualcuno in particolare?» 
Visione non aveva saputo rispondere ma per un momento aveva quasi pensato di sondargli la mente per capire se stesse scherzando o no. Lui non doveva scoprire la verità – nemmeno gli altri, soprattutto lei.
 
«Stai bene con questo maglione, Vis!» Così gli aveva detto Wanda, quando l’aveva incrociata poco dopo in cucina. Da quel giorno aveva continuato a vestirsi come un normale essere umano.
 

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Capitolo 2
*** Per tutta la notte ***


Visione non aveva bisogno di dormire. Passava intere notti a fissare il cielo attraverso il vetro della finestra, però a volte sentiva il bisogno – un bisogno che non riusciva a spiegarsi – di chiudere gli occhi e lasciare che la sua mente riposasse, per quanto potesse essere possibile. Non lo faceva sempre ma quella notte, dopo aver trascorso ore a guardare le stelle, quei corpi celesti che lo affascinavano così tanto,  invece sì. Nonostante questo era sempre all’erta, concentrato su tutto ciò che lo circondava, in particolar modo su una persona: Wanda. 


Visione non era umano eppure quando stava con lei quasi gli sembrava di esserlo – o forse lo desiderava soltanto.

 

«Sei molto più umano di tante altre persone, Vis, credimi.» Così gli aveva detto, una settimana prima, rivolgendogli un sorriso – anche se i suoi occhi avevano espresso tutt’altro che felicità.

Non gli
 piaceva vederla triste, e non solo perché di conseguenza si sentiva triste anche lui ma perché quando era felice e sorrideva, il suo volto si illuminava quasi quanto le stelle che Visione amava tanto ammirare.


​Le sue riflessioni furono interrotte da una scarica di paura e rabbia talmente forte che lo stordì per un attimo. Quando realizzò da dove proveniva, si concentrò su di lei – senza troppa invadenza, altrimenti le avrebbe fatto del male. I frammenti di un brutto sogno fatto di dolore e angoscia gli invasero la mente. Vide una giovane Wanda chiusa in una cella fatta quasi interamente di vetro, vittima di fitte atroci alla testa che la facevano urlare. Percepiva tutta la sua sofferenza – quella che aveva provato durante il suo potenziamento e quella che stava provando in quel preciso istante.
Una sensazione spiacevole si impossessò di lui quando, attraverso un ricordo riportato alla luce da quell’incubo, vide Wanda torturata da un uomo alto e robusto.

Il suo
 istinto di protezione nei confronti della giovane Maximoff lo spinse ad agire. Doveva fare qualcosa e anche in fretta. Senza riflettere, l’androide attraversò la parete che divideva le loro stanze. Sapeva che entrare nella camera di qualcuno senza prima chiedere il permesso era scortese, e probabilmente Wanda si sarebbe arrabbiata, ma lui doveva – voleva – aiutarla e per farlo era necessaria la sua presenza lì dentro. Si avvicinò al letto fluttuando, per non fare rumore, gli occhi azzurri fissi sulla figura della ragazza che si agitava tra le lenzuola. 
All’improvviso un inspiegabile desiderio di accarezzarle i lunghi capelli con le dita si fece spazio dentro di lui. Non aveva mai sperimentato un contatto fisico, non ne aveva mai sentito la necessità – fino a quel momento.
Visione
, quasi senza sapere cosa stava facendo, avvicinò la mano verso la guancia della ragazza. Era un gesto azzardato, forse non avrebbe dovuto, ma decise di rischiare lo stesso. Subito la ragazza parve rilassarsi e il suo volto corrucciato e sofferente si distese, lasciando spazio a un’espressione più serena. Quando la vide inclinare il viso verso il suo palmo, come a non voler perdere quel contatto, Visione trattenne per un attimo il respiro, colpito dalle sensazioni che stava provando. Si sentiva strano, come spaesato, ma al tempo stesso felice. Passarono minuti interminabili in cui si perse a guardarla – a osservarla in tutta la sua giovane e dolce bellezza – mentre dormiva beata.
Visione
 non possedeva un cuore ma sapeva che se lo avesse avuto sarebbe appartenuto per sempre a lei.

Se solo tu sapessi, Wanda…

Fece appena in tempo a formulare quel pensiero, prima di incrociare i suoi occhi con quelli della ragazza, che si erano aperti all’improvviso. Non aveva nemmeno fatto in tempo ad accorgersene, troppo preso da quel contatto. Subito scostò la mano dalla sua pelle, colto di sorpresa. 
«Visione, cosa ci fai qui?» gli chiese la giovane donna, confusa e a tratti contrariata. Gli aveva ripetuto più volte che non doveva entrare lì dentro senza il suo permesso – ma lui, sentendola soffrire in quel modo, non aveva potuto farne a meno.
Per
 la prima volta da quando era nato, non sapeva cosa rispondere – una cosa era certa: non poteva mentire, non a lei, e anche se avesse potuto non lo avrebbe mai fatto. 
«Io… ho percepito la tua angoscia e mi sono preoccupato. Ti chiedo scusa, non sarei dovuto entrare nella tua sta-»
Le
 sue parole furono interrotte dalle dita sottili di Wanda che inaspettatamente si chiusero attorno al suo polso. Mai si sarebbe aspettato un gesto simile, e quando la guancia della ragazza fu di nuovo a contatto con la sua mano fatta di vibranio, invece che di carne e ossa, Visione percepì lo stesso senso di pace che aveva provato nel momento in cui era venuto al mondo.
Lo
 sguardo che lei gli rivolse confermò che aveva capito tutto – aveva realizzato che era stato quel contatto a strapparla via dall’incubo che l’aveva scossa. «Grazie, Vis.» 

Cos’era quel desiderio improvviso di baciarla? Non lo sapeva ma non poteva farlo – non doveva. Sarebbe stato strano e in un certo senso sbagliato. Doveva andarsene da lì prima che intercettasse i suoi pensieri – anche se sapeva che non lo avrebbe mai fatto, a meno che non si fosse sentita in pericolo. 

«Prego. Ora però è meglio che vada. Mancano ancora parecchie ore all’alba» le disse con voce ferma e al tempo stesso pacata. Stava per voltarsi e scappare da quella stanza – da lei – ma così come aveva fatto qualche minuto prima, Wanda gli prese la mano, facendolo bloccare all’istante. «No, resta. Per favore.»
Guardandola
 negli occhi, annuì, poi si sedette sul letto, accanto a lei. «Buonanotte, Wanda.»
La
 ragazza si limitò a rivolgergli l’ennesimo sorriso prima di chiudere gli occhi.
Osservandola
 mentre scivolava di nuovo verso un sonno profondo, questa volta privo di incubi, Visione giurò a se stesso che l’avrebbe protetta da qualsiasi male – anche a costo della propria vita.

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Capitolo 3
*** A pinch of paprika ***


Visione ne sapeva poco di cucina, anche perché lui non aveva bisogno di mangiare, eppure quando Wanda, con un sorriso che le aveva illuminato il volto, gli aveva chiesto di farle compagnia mentre preparava il Paprikash, non aveva potuto fare a meno di accettare.

Era seduto al
 bancone da circa una quindicina di minuti, intento a fissare ogni più piccolo movimento della ragazza, che in quel momento stava facendo rosolare i succulenti cubetti di pollo nella padella. Un silenzio quasi innaturale riempiva l’intero appartamento ma a Visione non pesava affatto, perché in un momento simile, dove entrambi erano concentrati per motivi diversi, qualsiasi parola sarebbe stata di troppo. A loro bastava un semplice sguardo per capirsi. Anche per questo gli piaceva la sua compagnia, perché lei sembrava conoscerlo più di chiunque altro, forse anche più di se stesso.

«Sai… mia madre cucinava spesso il Paprikash quando ero triste» gli disse la ragazza, all'improvviso, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. 
«Ovviamente non sempre potevamo permettercelo ma lei faceva di tutto per rendere felici me e mio fratello.»
Visione
 percepì una nota di nostalgia nel tono della sua voce ma nonostante questo Wanda stava sorridendo, intenerita dai ricordi della sua infanzia. 
«Ci ripeteva sempre: a volte basta un pizzico di paprika per risollevare il morale» pronunciò quelle parole mentre raccoglieva fra le dita un poco di quella polverina rossa e la cospargeva sopra la carne, poi lo guardò e gli rivolse uno di quei sorrisi che a lui piacevano tanto. 
«E aveva ragione?» le chiese, sorridendo di rimando. 
«Certo che sì. Ecco perché ne vado matta!» rispose, ridacchiando.

 

Visione, in quel preciso istante, si ripromise che avrebbe cucinato il Paprikash per lei ogni volta in cui avesse percepito la sua tristezza, perché era disposto a fare di tutto pur di vederla sorridere in quel modo.

 

 





 

Spazio Autrice

Questa flashfic è stata scritta per il contest “Una Challenge per Amica – Edizione VI” indetta dal gruppo “Writer’s Wing :: Solo le migliori fanfiction!”

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Capitolo 4
*** I'm miles away from seeing you ***


Era notte fonda e in quel grande appartamento, che da qualche settimana era sempre molto silenzioso, i pochi inquilini rimasti stavano già dormendo. Tutti tranne uno.

Visione era immobile davanti alla finestra, gli occhi fissi verso il cielo. Si trovava lì da un tempo indefinito; lui non aveva bisogno di dormire per far riposare il cervello – o meglio, i circuiti.

Erano trascorse tre settimane dallo scontro all’aeroporto di Lipsia-Halle e lui non aveva fatto altro che riflettere su quella battaglia che aveva diviso gli Avengers.

Una tragedia, così l’aveva definita.

Ma non era solo ciò a turbarlo, c’era altro che lo faceva preoccupare ed era per quel motivo che ora se ne stava lì a scrutare quei corpi celesti che brillavano nel cielo. Le stelle gli ricordavano lei.

Wanda…

Quante volte si erano ritrovati a osservarle insieme? Tante ma mai abbastanza.
Chissà se, ovunque
 si trovasse, anche lei in quel momento fosse intenta a guardare il cielo stellato.

Avrebbe voluto
 dirle così tante cose, spiegarle ciò che provava nei suoi confronti e poi stringerla fra le sue braccia – ma lei non era lì, non più. Aveva provato a cercarla, a creare un contatto mentale, ma lei continuava a sfuggirgli. Forse non voleva essere trovata, forse voleva semplicemente voltare le spalle al suo passato, a tutto, e di conseguenza anche a lui. Forse…

«Vis.»

All’improvviso un sussurro si era fatto spazio nella sua testa, una voce che lo aveva appena chiamato: la sua voce.

L’aveva trovata.

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Capitolo 5
*** Il sapore delle tue labbra ***


Avevano scelto Edimburgo come luogo d’incontro; era stata Wanda a indicare quella città quando avevano deciso di ritrovarsi. Un posto lontano da tutto e da tutti, dove trascorrere finalmente del tempo insieme – del tempo per loro.

 

Visione stava fissando la sua figura riflessa sul vetro della finestra, la forma umana che aveva assunto lo faceva sentire ancora un po’ stranito, anche se in fondo non gli dispiaceva affatto. Quante volte, accanto a Wanda, aveva desiderato di essere un uomo normale fatto di carne e sangue? Gli sarebbe bastato poco, pochissimo, ma sarebbe stata sempre e solo una mera illusione, eppure aveva deciso comunque di mantenere quell’aspetto. 

Intento com’era a scrutare il nuovo se stesso e la pioggia che cadeva incessante, quasi non si accorse che Wanda lo aveva raggiunto e si era affiancata a lui. 

«Credo proprio che oggi dovremo rinunciare alla nostra passeggiata.» 
«Già, anche se in realtà non avevo molta voglia di uscire» replicò la ragazza, continuando a guardare la pioggia. 

Visione si voltò verso di lei, osservando il profilo del suo viso; la sua sola presenza lo faceva stare bene – con lei si sentiva sereno, completo.

«Va tutto bene?» gli chiese Wanda, con un sorriso intenerito, dopo essersi accorta che la stava fissando. 

Fu in quel momento, perdendosi nei suoi occhi, che decise di fare quello che avrebbe voluto fare già da molto tempo, qualcosa per cui non aveva mai trovato il coraggio. Le sue labbra si posarono su quelle di Wanda per un singolo istante, un lasso di tempo troppo breve, prima che si scostasse da lei, realizzando quello che era appena successo. I contatti tra loro erano sempre stati innocenti, e se non avesse avuto la certezza che Wanda provasse qualcosa per lui, probabilmente non si sarebbe azzardato a osare di più. Non avrebbe mai potuto mancarle di rispetto, tuttavia quella che aveva appena provato era stata una sensazione strana, nuova, ma al tempo stesso piacevole. Il sapore delle labbra di Wanda era rimasto sulle sue. Ne voleva ancora. 

Lo stupore si impossessò di lui quando la vide avvicinarsi di scatto per baciarlo di nuovo. Stavolta però sentì chiaramente la consistenza di quella bocca morbida e invitante premuta contro la propria. Visione non poté fare a meno di stringerla forte a sé mentre lei approfondiva quel bacio con dolcezza e al tempo stesso decisione.  Le loro labbra si separarono lentamente, ma Wanda e Visione restarono abbracciati. 

«Era da un po’ che desideravo farlo» sussurrò la ragazza.
Visione le sfiorò la guancia destra con le dita, in una carezza colma di amore. «Anch’io.»

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Capitolo 6
*** Sotto la neve ***


Edimburgo, nel periodo natalizio, era ancora più bella, quindi ne avevano approfittato per trascorrere qualche giorno insieme, prima di tornare alla normalità.

Mancavano poche ore all’alba e loro stavano dormendo abbracciati in quel grande letto. Visione però era sempre all’erta, per questo motivo, quando sentì la ragazza separarsi da lui e alzarsi dal letto con una certa foga, aprì subito gli occhi.

«Wanda, cosa succede?» le chiese, con una nota di preoccupazione nella voce, mentre lei scostava le tende e si affacciava alla finestra. 
«Sta nevicando!» esclamò la giovane donna, prima di volgere lo sguardo nella sua direzione e sorridergli euforica. «Sta nevicando, Vis!»

Le brillavano gli occhi – non l’aveva mai vista così felice prima d’ora.

Visione si alzò dal letto e la raggiunse, poi guardò oltre il vetro e focalizzò subito i fiocchi di neve che lentamente scendevano sulla città. 

«Copriti, voglio uscire» gli disse, indossando la sciarpa e il cappotto. Lui le sorrise e fece lo stesso, prima di seguirla giù per le scale.

Una volta fuori, Wanda corse in mezzo alla strada deserta e si mise a volteggiare tra quei fiocchi candidi, con il viso rivolto al cielo.

Era semplicemente bellissima.

All’improvviso, accorgendosi che lui era rimasto lì fermo a fissarla incantato, Wanda si fermò e con un sorriso luminoso stampato sul bel volto, gli porse la mano. «Vieni con me, Vis.»
Accettando quell’invito, la raggiunse, e insieme si misero a danzare e a ridere come non avevano mai fatto prima d’ora. 

Più la guardava, più sentiva il desiderio di esprimere a parole ciò che provava per lei. Non lo fece ma fermandosi di colpo la strinse forte a sé e la baciò. Wanda rispose subito a quel bacio, stringendosi ancora di più a lui come se avesse avuto paura di vederlo scomparire da un momento all’altro. 

In quell’istante entrambi desiderarono che il tempo si fermasse, così da poter restare per sempre lì… Insieme sotto la neve.

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Capitolo 7
*** Piccoli momenti di serenità ***


Questo capitolo partecipa al Contest “Tutto in tre Drabbles” indetto da HarrietStrimell sul forum di Efp.





[Prompt #09. Tenersi per mano] 

Passeggiare per il centro della città come se fossero state due persone qualsiasi, per lei era quanto di più perfetto potesse esserci al mondo. Era quello che aveva sempre sognato: una vita normale fatta di pace e tranquillità. In quegli ultimi due anni, nonostante tutto, aveva potuto assaporare quella nuova “realtà”. Sapeva che presto sarebbe dovuta tornare dagli altri, non poteva esimersi dalla promessa che aveva fatto, ma non voleva pensarci. Tutto ciò che contava davvero, al momento, era solo la piacevole stretta con cui lei e Visione si stavano tenendo per mano.

[93 parole]




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[Prompt #10. Ruota panoramica]

Quando Wanda gli aveva chiesto di fare un giro serale sulla ruota panoramica, Visione, vedendo i suoi occhi chiari brillare, non aveva saputo dirle di no. Non era mai stato su una di quelle giostre, prima d'ora, era un'esperienza del tutto nuova per l'androide, ma cosa non lo era stato, in fondo? Ancora non riusciva a credere che si fosse innamorata proprio di lui, eppure era così. Lo percepiva forte e chiaro.
«È bellissima...» sussurrò lei all'improvviso, gli occhi puntati sulla città illuminata.
«Sì, lo è.» Non si riferiva a Edimburgo.

[93 parole]



 

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[Prompt #12. Dormire insieme]

Sapeva che Visione era sveglio; vegliava su di lei ogni notte ma Wanda non ne aveva mai fatto parola, nonostante le piacesse vederlo arrossire. Dormire insieme ormai era diventata un'abitudine, eppure ogni volta il suo cuore batteva più forte quando si stringeva a lui e posava la testa sul suo petto. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di fermare il tempo.
«Vorrei restare qui per sempre.» Lo avrebbe voluto davvero, ma non era possibile.
Alzò il viso verso quello di Visione e solo in quel momento si accorse che era vicinissimo al suo.
«Anch’io lo vorrei tanto, Wanda.» Lui la baciò e tutto il resto smise di avere importanza.

[110 parole]









 

Spazio Autrice

Lo so, lo so… era da tanto che non aggiornavo questa raccolta, ma l'ispirazione mancava e non volevo pubblicare qualcosa che non mi soddisfacesse al 100%
Per fortuna ho trovato questo contest che mi ha dato la spinta giusta, quindi ho preso la palla al balzo! Spero di tornare presto…
Un bacione a tutti!
Polly

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