La ragazza di Nogrod

di ArjaBu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
Il cielo era di un bel blu intenso, il sole era alto nel cielo, una brezza leggera muoveva le fronde degli alberi degli Ered Luin. Era una bellisima domenica di inizio settembre ed era il mio compleanno.
-Thyra, alzati presto tesoro!- Una voce maschile baritonale, mi svegliò dal mio sogno, aprìì piano gli occhi cisposi e inquadrai la figura di un nano con lunghi capelli castani rigati da qualche ciuffo bianco e una lunga barba adornata da una treccia che gli arrivava fino alla pancia.
-Buon compleanno pesciolina-mi disse sorridendo e inarcando le cespugliose sopracciglie in un’espressione dolce e gioiosa.
-Grazie Papà, dissi con voce impastata ma felice. Mi alzai dal letto.
-Vestiti Thyra, tra poco arriva Thorin , Dwalin e i due giovani bricconi, disse con tono squillante prima di ridere di gusto e di lasciare la stanza. Sorrisi, non esisteva giorno in cui non li avessi accanto. Thorin e Dwalin erano i migliori amici che mio papà abbia mai avuto, si volevano bene come fratelli e sapevo che erano uno per l’altro il consigliere più fidato e indispensabile. Da quando ero nata loro erano gli zii, ovviamente acquisiti.Ero crsciuta con Kili e Fili, eravamo inseparabili, ero la più piccola e mi trattavano come fratelli maggiori pemurosi e un po’impiccioni , dove ero io state pure sicuri che ci fossero pure loro. Mi sgranchii la schiena andando a guardare fuori dalla mia stanza, il prato che dava sulla mia finestra era pieno di fiori, margherite, petunie e non-ti scordar-di me. Sulla destra c’era un pruno dove mio nonno aveva legato un’altalena per me e mia cugina. Al di la si vedevano le punte innevate degli Ered Luin, la mia casa, si trovava alle pendici.
Sciolsi la treccia bruna, mi pettinai i capelli e mi feci un’acconciatura semplice, misi il mio solito vestito porpora colore della mia famiglia. Presi la mia cintura di cuoio e la misi sulla vita. Mi guaradai soddisfatta allo specchio, indossai le mie scarpe e andai in cucina.
-Thyra, tesoro auguri! - Flautò mia zia Ingrid, stampandomi un bacio pruriginoso a causa della sua appena accenata barba.
-Grazie Zia- risposi raggiante afferrando un pezzo di pane imburrato.
-Ah, Ingrid sei qui, stavo per venire a chiamarti- disse mio padre sorridente.
-Sì, sto fino a che non arrivano Dwalin e Thorin e poi scappo al mercato- disse lei
-Mercato?- indagò mio padre
-Devo prendere alcune cose per pulire le mie armi sai- disse alzando le spalle lei.
Mio padre annuì-
-Alfhid?- chiesi a mia Zia
-Tua cugina è al mercato -mi disse
Un rumore alla porta mi fece girare di scatto
-Heheh sono qui- disse mio padre.
Andammo in 3 ad aprire la porta e ci trovammo davanti due nani all’apparenza arcigna che però celavano un sorriso sotto le lunghe barbe scure
-Per la mia barba , Ingrid non noti anche tu due strani individui alla porta?- Tuonò mio padre falsamente indispettito
-Sentivo il puzzo fin dalla mia camera- rispose lei canzonatoria .
I 4 si guardarono torvi per poi scoppiare a ridere a crepapelle, urlando e salutandosi alla maniera dei nani, dandosi delle capocciate che avrebbero steso chiunque.
-Dov’è la festeggiata?- disse Thorin con un sorriso caldo Io non gli feci finire la frase e gli preciptai addosso facendolo caracollare e cadere per terra, -Hahaha, Thyra, alzati di dosso- rise bonariamente Thorin
-Tanti auguri principessa mi disse dandomi un bacio in testa Mi voltai verso Dwalin pronta a replicare il salto, ma lui mi prese senza cadere -Scimmietta ,sei cresciuta eh!- disse lui guardandomi con affetto.
-Ormai sono maggiorenne- dissi puntandomi il pollice al petto con fare solenne.
Risero tuti. Dwalin mi mise giù
-Hey, un’attimo, dove sono i ragazzi?- dissi dispiaciuta di non vederli presenti.
-Hanno di nuovo fatto una loro malefatta e li ho mandati in officina a finire dei lavori- disse Thorin ,Dwalin scosse la testa ridendo.
-Cosa hanno fatto?- chiese mio padre scuotendo la testa con un sorriso
-Hanno rotto un tubo d’acqua allagando il pavimento- disse Thorin con sguardo rassegnato.
Mia zia lo guardò con tanto di occhi e si dovette girare di spalle per non scoppiare a ridere in faccia a Thorin, Dwalin invece che la guardava rideva già di gusto silenziosamente.
-Ah, i ragazzi, venite, venite beviamo qualcosa- disse mio padre accompagnadoli in sala.
-Io vado a trovarli- urlai dall’altra stanza.
-Ti accompagno per un pezzo?- mi chiese mia zia
-No grazie zia- dissi, mettendomi adosso il mio mantello da viaggio aggangiando la fibula metallica.
***
Camminavo ormai da 10 minuti lungo le piccole vie della mia città. Era un vociare di persone, bambini che correvano giocando , donne e uomini che camminavano cariche di cibo dal mercato. Finalmente vidi un piccolo edificio senza finistre, con pietre grosse e grigie un tetto di paglia mi avvicinai e sentii delle voci, di due nani che litigavano animatamente. Sorrisi e mi apprestai ad entarte
-Ke, te l’ho detto! Per l’ultima volta, non si fa così- disse rosso in viso e particolarmente arrabbiato Fili.
-Fe, ma lo zio fa così.-pigolò l’altro con sguardo colpevole.
Mi feci notare con un colpetto di tosse e finalmete il battibecco terminò
-Thyra, auguri!!- urlarono i due e mi abbracciarono all’unisono scoccandomi un bacio sulle guance.
Li abbracciai grata e mi tolsi il mantello.
-Beh, mi spiegate cosa avete fatto?- dissi alzando ironica un sopracciglio
I due divvennero rossi e si guardarono le punte della scarpe. Mi misi a ridere delle loro buffe espressioni.
-Thy, l’abbiamo fatta grossa questo giro- disse a voce bassa Fili guardandosi alle spalle per paura di vedersi comparire la figura dello zio da un momento all’altro
. -Beh, stavamo giocando in casa...- incominciò Kili massagiandosi la folta barba
-Dì pure che sei stato tu a voler giocare in casa- disse Fili incrociando le braccia al petto
-Beh, tu hai acconsentito!- Rispose scioccato il fratello
-Ecco, in breve Kili ha tirato la palla troppo velocemente, e non sono riuscito a prenderla con la mazza e così ho spaccato il tubo- fiatò triste Fili.
Io li guardai per un attimo, poi scoppiai a ridere
-Siete due macchiette- dissi affettuosamente ai due Durin
-Beh, almeno questo ci dice che tu, Ke, hai un bel lancio- dissi ridendo ancora. Ke allora si illuminò il viso e si gonfiò il petto orgoglioso.
-Hai sentito il verdetto, Fe?- Chiese tronfio Fili lo guardò rassegnato e continuò
-Comunque, l’abbiamo fatta grossa- disse Fili sospirando piano.
-Ci sarete lo stesso questa sera, vero?- chiesi titubante
-Ovvio, nulla al mondo ci farà perdere la tua festa- mi disse serio Kili guardandomi negli occhi
-Assolutamente- disse Fili sorridente.
Io rimasi un secondo in più incatenata in quelle pozze marroni, quegli occhi così vispi e allegri, quei lineamenti così maschili e dolci al contempo. I lunghi capelli mori acconciati con una piccola treccia che partiva dall’alto. Le labbra carnose. Kili era propio bello, mi dissi tra di me, rendendomi conto che per un secondo avevo trattenuto il respiro adorante. Lui mi guardò con un sguardo indecifrabile, io distolsi lo sguardo imbarazzata e rossa.
-Bene allora.- Dissi indossando il mio mantello
-Ci vediamo sta sera- mi salutarono loro .
Uscii dall’officina di Thorin e ripresi il mio normale respiro.
La testa girava e avvertivo un piacevole calore allo stomaco. Ero perdutamente innamorata di Kili da 9 anni. 9 anni di amore univoco e spassionato. Sapevo che era impossibile, sapevo che mi vedeva come una piccola sorella.
***
-Thyra, hai visto la mia collana?- mi chiese mia cugina dal bagno.
-No, Alfhid- risposi io entrando dove era le,i per prendermi un fermaglio
-Oh, dove l’ho messa- disse lei spargendo tutto il suo cassetto per terra
-Hai provato a vedere se l’avevi messa in qualche sacca?- chiesi
Lei alzò gli occhi su di me,schioccò le dita e con un frusciò di vesti scomparve dal bagno per poi tornare trionfante con una bellissima collana fatta da due giri di pietre di fiume..
-Pfiù finalmente l’ho trovata- disse felice
-Me l’ha fatta Fili-Disse lei guardandola con affetto.
Alfhid e Fili erano fidanzati da 10 anni, ed erano promessi sposi. Non conoscevo coppia più ben assortita di loro, tranne i mie genitori; pensai con amarezza.
-Ha buon gusto e si vede che ti ama- le dissi guardandola con un sorriso
Lei raggiante mi strinse brevemente la spalla a mo’ di abbraccio e sparì dal bagno.
Non era un tipetto affettuoso lei, niente efusioni, niente abbracci calorosi, niente baci inaspettati. Io e mia cugina eravamo letteralmente l’opposto. Mi guardai critica allo specchio, un ciuffo era sgusciato fuori dall’acconciatura.
Rinunciai subito a metterlo a posto. I mie capelli mossi avevano un Dio per conto loro.
Scesi le scale quando vidi arrivare amici e parenti. C’erano Dwalin, Balin, Thorin, Dis (sorella di Thorin e mamma dei due fratelli),il mio cuore fece una capitombola quando entrò Kili accompaganto da Fili. Salutai tutti e ci dirigemmo in sala. La tavola era piena di cibo: carne, patate, verdure, e fiumi di birra. Andai in cucina e trovai mio padre e sua sorella armeggiare con il resto del cibo.
-Snorri, porta questo piatto in tavola- ordinò mia zia.
Mio padre eseguìì. Mia zia si voltò verso di me e mi diede in mano un piatto di funghi, lei prese delle cipolle e ci dirigemmo dagli altri. Un ritrovo di nani non è minamanete una cena composta, è una baraonda, parola mia, volava cibo da un lato del tavolo all’altro. Urla, risate e rutti.Io,però, mi sentivo a casa. Attorniata dalle persone che amavo. Non potevo volere di più.
***
A fine serata , rimasero solo i Durin. I più anziani compresi mio padre e mia Zia erano a tavola a fumare. Io e i ragazzi eravamo li affianco che ascoltavamo le storie di Balin. Il vecchio nano poteva catturare l’attenzione di chiunque con il modo coinvolgente di narrare . Era così che ,quando eravamo dei piccoli nani lui riusciva a farci calmare se eravamo troppo esagiatati e non obbedivamo ai genitori. Thorin ad un certo punto prese parola. -Snorri, io e gli altri siamo venuti qui anche per metterti al corrente di un fatto- iniziò il nano.
Tutti ci facemmo attenti.
-Qualche Luna fa, ero a Brea, come ben sai. Incontrai Gandalf, il grigio. Mi diede la chiave di Erbor, e una mappa. Mi disse che c’era una possibilità di riprendersi Erebor- Disse , andando dritto al punto.
-Per la mia Barba- tuonò mio padre dando un pugno sul tavolo.
-Notizia decisamente meravigliosa amico mio!- si congratulò ancora gioviale.
Io guardai i ragazzi, evidentemente non ne avevano idea perchè strabuzzarono gli occhi.
-Erebor!- esalò Fili stringendo la mano di Alfihd, da sotto il tavolo, lei gli fece un sorriso carico di amore.
-Volevamo chiederti un consiglio, non ci aspettiamo che voi vi uniate- continuò Dwalin
-Certamente vi darò tutto il possibile. Ma non potrò partire- disse un po’ dispiaciuto mio padre.
-Snorri, ti capiamo, questo è il tuo regno- parlò per la prima volta Dis, allungando una mano verso mio padre che la prese con dolcezza.
-Tu e la tua gente avete fatto così tanto per noi, siete gli amici più fidati- continuò lei dolcemente.
-Cosa farete- chiese mio padre interessato.
-Ho messo su una compagnia. Noi tre e altri due nostri cugini e altri 6 amici e un ultimo verrà scelto da Gandalf- disse Thorin
-Hey, e noi?- chiese Kili rabbuiandosi
-Volete venire?- chiese confuso Thorin.
-Ma certo Zio!- tuonarono i due fratelli. Lui li guardò commosso, con un cenno breve della testa.
-Posso venire anche io Zio?- dissi subito io
-Thyra...- mi ammonì mio padre
-Snorri, è maggiorenne, può scegliere, e onestamente le farebbe bene-
lo fermò mia Zia
-Ma...- disse mio padre
-Papà, lasciami andare. So difendermi.- dissi accorata io prendendogli le mani.
-Non ho nulla da ridire- disse Thorin lanciandomi un occhiolino orgoglioso.
Guardai gli altri due . Dwalin sorrideva, Balin aveva gli occhi lucidi e annuiva.
-Sa combattere bene- disse Kili abbracciandomi di slancio
-E poi saremmo sempre assieme, non le accadrà nulla- continuò Fili.
Io sorrisi a tutti e gli occhi iniziarono a pizzicare.
Mio padre mi guardò con apprensione
-E sia. Thyra puoi andare- disse solo.
-Cosa ti serve, Thorin?- chiese poi mio Padre.
-Un consiglio, sulla strada da prendere e sulle vie più sicure- rispose Thorin
-In caso di bisogno potrò inviarvi delle truppe- disse mio padre
-Te ne saremo grati- disse Balin riconscente

NDA

Ciao a tutti ragazzi, questa è la mia prima storia sul mondo Tolkeniano, spero vi piaccia ! I nomi dei nuovi protagonsti sono Nomi Norreni li ho trovati con un piccolo aiuto di wikipedia! :) Ora, chi sarà mai questo Snorri?? Idee? :D Dovrete aspettare il prossimo capitolo *si strofina la mani in maniera sadica* XD Spero vi sia gradita la mia storiella. A presto!
Eireen

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Un anello di fumo andò a incontrarne un’altro, Snorri era accanto al fuoco e guardava le fiamme che danzavano, unchiaroscuro si creava sul suo viso.
-Snorri, ah se qui- disse Ingrid che era appena comparsa sulla soglia.
-Mmmh- annuì mio padre.
-Cosa ti capita, fratello?- le chiese lei preoccupata sedendosi accanto.
-Thyra...- disse lui.
Ingrid sospirò e disse. -Non ha più 17 anni- le disse lei dolcemente
-Ne ha 75* ed è maggiorenne, e sai quanto le faccia bene uscire da questa casa e abbracciare il suo destino- continuò convinta.
-Non è quello che mi preoccupa,.So il suo valore ...Ho paura per lei. Ho paura che soffra e che non trovi la sua strada. La conosci Ingrid..- disse con gli occhi lucidi. -Guerrieri non si nasce, fratello caro.. Si diventa. Ti ricordi com’ero io alla sua età?- disse lei guardandolo
- Eri un terremoto e non seguivi mai le direttive di nostro padre- osservò l’altro ridendo sommessamente -
Poi, c’è stata la guerra, e ho fatto di necessità virtu- continuò mia zia
-Lei è pronta, lo è sempre stata. Non puoi privarla di questo. Non è più la bimba spaurita che ha perso la madre. Ok, non ha troppa fiducia in se stessa, ma può farcela. Diventerà il capo perfetto.- Ingrid sorrise
. -Per la mia barba, con l’ascia è proprio brava- disse poi Snorri un po’ rinvigorito e orogolioso
-Era la migliore della sua classe, e non perchè sono sua zia o la sua insegnate- Ingrid storse il naso in una posa buffa.
-Sif , avrebbe detto lo stesso. Vorrei che fosse qui per darle forza. Sua figlia è testarda, e cocciuta.Non ascolta nessuno. E ha troppa poca fiducia in sè. - disse Snorri con sguardo triste.
-Non cruciarti...Sei giustamente preoccupato- lo rassicurò Ingrid
-Lei è tutto quello che ho, Ingrid- finì mio padre guardando il fuoco
***
Stavo mettendo alcuni vestiti di ricambio nella mia sacca da viaggio quando .Alfhid comparve nella nostra camera.
-Thyra- mi chiamò
-Alfhid- risposi con un sorriso
. -Come stai?- chiese lei
-Mai stata meglio- continuai.
Alfhid si lasciò sfuggire un singhiozzo.
LA guardai e mi feci subito accanto a ei abbracciandola.
-Hai paura per Fili?- chiesi io
-Non solo per lui, ma anche per te- mi guardò con gli occhi colmi di lacrime.
Qualcosa dentro di me si sciolse. Non avevo mai visto mia cugina così.
-Non ci accadrà nulla- le dissi con tono sicuro, Falsamente sicuro pensai tra di me
. Lei mi abbracciò solo e rimanemmo così per un tempo indefinito
. ***
Stavo andando nell’officina di Thorin per affilare le lame della mia ascia bipenne, regalo di mia Zia.
Entrai nell’officina e vidi Dìs.
-Ciao Dis- le dissi, guardandola , lei stava guardando il piccolo edificio con sguardo indecifrabile.
-Oh, Thyra cara- si destò lei guardandomi.
-Sei qui per affilare l’ascia?- chiese
Annuìì iniziando il lavoro.
Lei però mi fermò un attimo e mi disse. -So che tu lo farai. Veglia tu su quei due scapestrati- mi disse con viso neutro.
Lei era così non faceva trasparire alcuna emozione,Si ergeva elegante e regale, nel suo vestito Blu, adornata di gioielli preziosi.
Lo sguardo fiero, la mani congiunte. Eppure nell’incrinazione appena accennata della voce io capìi il suo stato d’animo.
La guardai, e come una diga che prorompente si rompe facendo uscire l’acqua imprigionata, per la prima volta , cedetti anche io.
La abbracciai di slancio e nascosi il viso nel suo mantello di pelliccia.
Lei mi accarezzò la testa, e aspettò che sciogliessi l’abbraccio.
Poi con cautela mi fece sedere su una sedia e attese che io mi sfogassi..
-Thyra, figlia di Sif.Non avere timore alcuno- disse dando voce alla mia battaglia interiore.
Io la guardai con il volto rigato di lacrime e dissi
-E invece ce l’ho. Guardiamo in faccia la realtà. Non sono coraggiosa, non sono una guerriera. Non sono forte.
- Lei mi guardò con quegli occhi azzurri, gli stessi occhi Di Thorin e di Fili e qualcosa dentro di me si ruppe.
Mi vergognai per un attimo.
-Non è così che speravo di lasciati.Tu,Thyra hai una forza nascosta. Sei ancora una roccia grezza.. Ma sotto la spinta del calore si cela un splendente diamante. Sai bene il legame che mi legava alla tua cara madre. E posso assicurarti che qui oggi, io la rivedo- mi disse con un sorriso sulle labbra sottili.
Io la guardai e le sorrisi riconoscente.
-Tu sei il cuore di questa città. Non permettere alla tua paura di dirti chi sei, di farti agire diversamente. Sei più forte e impavida di quanto sembri.Voler cambiare il proprio destino è da coraggiosi, non credi?- mi disse lei dolcemente
-Forse, sì- convenni io.
-La strada della vita non è mai facile, e tu, piccola mia ne sei l’esempio. Ma non dimenticare mai chi vuoi essere, portatela sempre nel cuore, e lei saprà aiutarti- Disse la nana alzandosi dalla sedia.
-Grazie, Dìs.- le dissi abbassando il capo
***
Il giorno della partenza arrivò molto presto. Una settimana dopo del mio compleanno eccoci tutti qui. Davanti alla mia casa a sistemare gli oggetti sui pony. Davanti alla porta c’erano la mia famiglia: Mio padre, mia zia e mia cugina. Alfhid si allontanò e si avvicinò a Fili.
-Amore mio, stai attento, ti prego- disse lei con gli occhi lucidi.
Fili per un attimo si perse dentro quelle pozze scure e vacillò, la strinse a sè e le diede un bacio. -Tornerò, e allora, anima mia, ci sposeremo- disse lui.
-Stai attenta. Bimba mia- disse mio padre abbracciandomi.
-Tranquillo, Pà. Non sono sola- dissi io, ogni traccia dell’incertezza dell’altro giorno era svanita sul mio viso
. -Thyra. Vieni qui un attimo-mi disse mia Zia, allontanandomi dal gruppo Mi porse tra le mani una pietra, con delle rune
La guardai e lei spiegò -Se hai problemi, di qualunque genere, stringila forte nelle mani, pensami e chiedi aiuto, io arriverò-* mi disse lei
Io la guardai stranita, ma misi la pietra nella tasca del mantello.a contatto con la mia cotta di maglia. La abbracciai e salii sul pony.
Fu un addio triste e pieno di promesse di un ritorno.
Mi si affiancò Kili con il suo pony, mi guardò e mi accarezzò la guancia catturando una lacrima. Quel nano sapeva leggermi dentro, ogni volta me ne stupivo. Era lo stesso per Fili, ma in maniera diversa. Era protettivo quanto Kili, ma avvertivo una certa differenza nel modo di rapportarsi con me. Anche se non ne capivo molto le dinamiche. O i perchè. Sentivo profondo affetto da ambo le parti e questo bastava per far dissipare le paure dal cuore. Kili capiva i miei pensieri prima che potessi esprimerli a voce. Era quel tipo di amicizia che non aveva bisogno di parole. Kili diceva delle cose, agiva in maniera tale da rendermi conto che a modo suo teneva a me. Mi proteggeva, mi donava abbracci e parole di conforto. Eravamo molto simili su questo punto. -Forza ragazzi, Dobbiamo andare ad Hobbiville- disse Thorin a capo della compagnia.
N.d.a Eccoci qui, allora le parole con l’asterico meritano una spiegazione: Allora nella mia mente 75 anni è l’anno in cui i nani divengono adulti, mi piaceva l’idea. Poi, la storia della pietra, ammetto che possa essere una forzatura ed andare fuori tema, ma vi assicuro che mi servirà più avanti! Non storcete troppo il naso per favore :DDopo di che , volevo spendere del tempo per dirvi che adoro il rapporto tra Dis e Thyra, ho amato scrivere quel loro breve scambio di attute.
Nella mia mente Thyra ha due grandi donne a cui si ispira Dis e sua Zia, e questo le sarà utile vedrete! ;)
Fatemi sapere se vi è piaciuto o meno! Mi farebbe piacere scambiarmi opinioni con voi!
Detto questo vi saluto!
Alla Prossima
Eireen

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



N.d.a Allora ragazzi, volevo avvisarvi che ho aggiunto una h al nome della protagonista quindi diventa thyra e ho cambiato il nome anche agli altri capitoli... Praticamente è la stessa cosa, ho letto, ma Thyra è definitivamente un nome scandinavo e credo che ci stia meglio, la versione senza h invece è americana e non mi convinceva! Ho cercato di rendere il capitolo un po’ più movimentato ma purtroppo è anche un punto della storia in sè( quella di Tolkien) che è un po’ senza colpi di scena. E un po'cortino, ma preferisco fare così, perchè riesco a gestirmi meglio.Dal prossimo capitolo si inizia a fare sul serio, lo prometto! :) Ho cercato anche di descrivere un po’ caratterialmente i vari personaggi,ma mi rendo conto che c’è ancora da fare. Fatemi sapere le vostre impressioni! Comunque, ecco qui il 3 capitolo.Ringrazio Thorin78 per aver messo la mia storia tra le seguite/ricordate e preferite e per aver recensito. Sei dolcissima, spero che questo capitolo non ti deluda :) Grazie a chi ha solo letto e per avermi dato una possibilità con questa storia!
Buona lettura e alla prossima, se vorrete


Eireen

Capitolo 3

-Come stai ,Thyra?- mi chiese Thorin che si era avvicinato con il cavallo mentre percorrevamo le terre verdeggianti dell’ Eriador, era il terzo giorno di cammino e la meta era vicina.
-Bene, Zio- dissi io guardandolo attentamente
-E tu, come stai?- gli chiesi piegando un po’ la testa e fissandolo
-Preoccupato. Chissà se gli altri sono già giunti da questo Hobbit- rispose senza tradire alcuna emozione
-Sarà- gli dissi guardandolo divertita
-Guarda la strada ,Thyra o andrai a sbattere contro un albero- mi liquidò Thorin,con fare paterno.
Sorrisi, guardandolo andare un po’ avanti per controllare la strada.: su per un ponticello di pietra
.Era il nano più ermetico che avessi conosciuto, di più di Dwalin il che era tutto dire. Ma , ormai lo conoscevo bene. Non mi ingannava, e a lui questo non piaceva, perchè , essere visto debole o non padrone dei propri pensieri era oltremodo inammissibile per lui.
Cocciuto nano, pensai con dolcezza.
-Ci siamo quasi - mi riscosse dai pensieri Balin
-Spero che ci sia cibo, tanto!- brontolò Dwalin
-E birra!- si Illuminò Fili
-A me basta la torta- proseguì con sguardo adorante Kili
Io , guardai davanti a me la schiena di Thorin. Pensai tra me e me a cosa stesse passando dentro di sè. La lotta continua per la cosa giusta, il voler ridare la vecchia casa alla sua famiglia e al suo popolo. La costante sensazione di non essere degno quanto suo padre e suo nonno. E il dolore lacerante per la morte del fratello Frerin, e per il padre dei nipoti bruciava ancora, si sentiva in colpa. Mi reputavo fortunata per non dover avere tutto questo peso del mondo addosso, Io un popolo unito e un trono ce lo avevo. Ma la costante paura di sbagliare e le pressioni le capivo, le capivo molto bene. Mi sentivo tanto impotente, avrei voluto fare qualcosa per lui. Per quello Zio che ammiravo.
“ Ci sarà il tempo- mi disse una vocina dentro di me-” presto avrai la tua occasione.”
***
Arrivammo davanti a una curiosa casetta, con la porta verde tonda e una runa lunare che svettava su quella che chiaramente era vernice ripassata da poco tempo. Thorin bussò alla porta, ci venne ad aprire una figurina molto minuta, alta non più di un bambino umano. Folti capelli ricci e due occhietti vispi che si rabbuiarono vedendoci sull’uscio. Il nostro anfitrione ,non fece in tempo ad aprire bocca che comparve accanto alui quello che doveva essere Gandalf, un uomo molto alto( per noi nani) indossava un logoro vestito grigio, aveva lunghi capelli cespugliosi grigi e un’altrettanta lunga barba crespa. Era incurvato a causa delle dimesioni della casa e ci fece cenno di entrare. Il povero Hobbit, guardò quelli che erano altri nani a lui sconosciuti, entrare dalla sua porta con sguardo leggermente alterato e esasperato. I miei compagni si inchinarono sorridendo.
-Buonasera- disse lo Hobbit
-Mio caro Bilbo, voglio presentarti gli ultimi componenti della compagnia: Thorin scudodiquercia, figlio di Thrain, Balin e Dwalin figli di Fundin, Kili e Fili nipoti di Thorin, figli della sorella Dis e..- si fermò su di me, con un sorriso mi incitò a presentarmi
-Thyra, figlia di Snorri figlio di Thràr X della stirpe dei Barbafiamma, al vostro servizio- dissi inchinandomi con rispetto davanti allo Hobbit.
-P-piacere mio- mi disse lui sorridendomi, evidentemente era una personcina educata e apprezzava le buone maniere.
-Entrate prego, i vostri compagni sono ehm, già arrivati- disse Gandalf guardando lo hobbit che aveva la faccia di chi si fosse fatto incastrare in una cosa più grande di lui e che non gli piacesse affatto.
-Mi scuso, per il disagio che i miei compagni, vi hanno arrecato. siamo tipi rumorosi, e poco educati. Ma siamo una compagnia allegra- mi scusai con lo Hobbit Lui divenne rosso fino alle grandi orecchie un po’ appuntite e disse
-S-si figuri, non è un disturbo- continuò tirando su con il naso e dandosi un contegno. Entrai con lui nella sala principale,urla, risate e cibo volante. Occhieggiai lo hobbit e lo vidi bianco come un ciencio. Povero, pensai comprensiva.
-Thyra! Cosa ci fai qui?- mi sorise Bifur
-Vi do una mano!- sorrisi io dando una pacca in saluto al buon nano
Gli altri invece Urlarono il mio nome facendomi segno di sedermi accanto a loro.
Mi sedetti tra Kili e Gloin un nano dai capelli e barba fulvi.
Quando Thorin si alzò calò il silenzio nella piccola stanza
-Amici miei, parenti- disse Thorin e nel dire l’ultima parola, guardò orgoglioso i nipoti che gli fecero un sorriso a 32 denti. -Grazie per essere giunti fin qui.Avete un cuore nobile e volenteroso e io non posso chiedere di più di questo. Vi ho convocati perchè, Gandalf mi ha dato una chiave molto particolare. E una mappa, la mappa del nostro regno perduto di Erebor.Lui pensa che ci sia un’altra via d’entrata- finì mostrando la chiave ai compagni
La guardarono tutti con ammirazione e reverenza, calò un silenzio che valeva più di mille parole. I più anziani avevano gli occhi lucidi, i più giovani , me compresa,invece la guardavano incantati e ammirati.
-Si, Oin ha letto i presagi e i presagi dicono che è il momento, i corvi sono stati visti volare sulla montagna come era stato predetto- Disse alla fine Gloin battendo una mano orgoglioso sulla spalla del fratello seduto accanto. Un vecchio nano un po’ sordo con un cornetto di ottone attaccato all’orecchio.
A quelle parole alcuni nani roterarono gli occhi esasperati, evidentemente,pensai io , non erano molto sicuri che l'ornitomanzia potesse aiutarli in questa impresa.
Io dal canto mio restai muta ad osservare.
-Erebor?- domandò Bilbo che si era fermato ad ascoltare appoggiato allo stipite tondo della porta.
-Il vecchio regno dei Nani, e regno del nostro capo gruppo, Thorin- disse Gandalf guardandolo.
Thorin si girò verso Bilbo e lo guardò in tralice e con scetticismo.
Era chiaro a tutti che pensava ,che quel piccolo Hobbit ,non avesse nulla a che fare con la spedizione.Non aveva un portamento fiero, uno sguardo sicuro,come lui. Pensava che fosse una persona abituata alle comodità della casa, poco incline a viaggi pericolosi, notti insonni sotto le stelle, corse lunghe e probabili scontri con nemici, per non parlare di Smog. Sembrava che quell’incontro non fosse per nulla una sua idea, sembrava costretto nella situazione e non al corrente della spedizione. Provai pietà per quell’esserino così compito e gentile. Nessuno doveva mettere in dubbio che lui fosse in grado o meno di iniziare quell’avventura. Mi domandai però per quale ragione il grigio lo avesse scelto. Era risaputo che gli hobbit fossero un popolo pacifico e che si tenessero ben lontani da faccende complicate come quelle.
-Ora, Thorin ti consegno la mappa e la chiave che hai in mano. Tuo padre me la  diede a Dol Gondur prima..prima di morire- Disse Gandalf osservando il volto del sovrano, che era tirato, e gli occhi, quegli occhi erano tempesta, dolore.
-Cosa sono quei simboli- indicò lo hobbit che si era avvicinato a Thorin.
-Oh, bene, Bilbo, sei arrivato al punto! Quelle sono rune naniche, dovrebbero indicare la posizione esatta della porta, ma io non so leggerle- disse Gandalf
-E chi lo sa?- chiese Kili
Gandalf, guardò preoccupato Thorin e disse: -Gli Elfi-
Quello che accadde fu un boato di dissensi, Mentre Fili e Kili, e Ori erano rimasti in silenzio, come me di tutta quella faida erano stufi e non la pensavano come gli altri. Thorin si alzo e chiese il silenzio con un : .Basta così- in Khuzdul
-Non chiederemo mai l’aiuto degli elfi- disse duro. Gandalf si portò una mano al viso con fare stanco. Come pensavo, Thorin era irremovibile su questo punto. Un odio atavico esisteva tra le nostre razze, il cui inizio si perdeva nel tempo. Nessuno sapeva in realtà di chi fosse la colpa. Ma si sa che noi nani siamo un popolo restio al perdono, vendicativi e tremendi se ci si fa un torto. Ma anche leali fino alla morte.*
-Ma, quando troveremo la porta, Bilbo mio caro, entrerai in gioco tu- disse Gandalf continuando
-I-io? Cosa potrò mai fare io?- disse lo Hobbit spaventato.
-Dovrai entrare in punta di piedi per non far svegliare il drago, sarai il nostro scassinatore ufficiale. E avrai il compito di rintracciare un oggetto molto particolare- proseguì. -M-mi dispiace cari, ehm signori ma io .. Io non sono uno scassinatore.No signore no.- disse scioccato.
Si riprese un attimo ma poi sbiancò ,evidentemente la sua mente aveva registrato tardi “drago”:
-D-drago?- a Bilbo si rizzarono persino i peli dei piedi.
-Oh, si un lanciafiamme gigante, una fornace con le ali, è a causa sua se abbiamo perso Erbor- disse Fili.
Bilbo svenne all’istante.
-Non sei stato di grande aiuto, Fe- lo riproverai.
Quando Bilbo alzò gli occhi ,si ritrovò sulla sua poltrona accanto al fuoco , con un bicchiere d’acqua sul tavolino. Gandalf lo guardava con un sorriso dispiaciuto.
***
Io ero uscita dalla casa, e mi ero seduta sulla panchina che dava sul piccolo giardino, guardando le stelle luminose nel cielo.
-Una serata bellissima,vero?- disse Kili all’orecchio provocandomi un brivido e un salto sulla panca.
-Scusa, non volevo spaventarti, ma eri così assorta che era un peccato distrarti- disse Kili con un sorriso mozzafiato.
-Tranquillo, Ke, si è così bella,adoro le stelle- lo guardai negli occhi con un sorriso
-A cosa pensi?- mi chiese guardandomi intensamente .
Dannazione , quel nano sapeva sempre cosa dire.
-Sono preoccupata per quella testa calda di tuo Zio. La sua cocciutaggine potrebbe essere un problema- dissi.
Lui sorrise amaramente.
-Nessuno può fargli cambiare idea, Thy- disse
Si accese la pipa e guardò il cielo.
-Sono contento che tu sia qui- proseguì . Io lo guardai e divenni di colpo rossa, distolsi immediatamente lo sguardo altrove.
-Spero solo di esserne in grado- sospirai.
-Io ho fiducia in te.- disse e mi guardò con un sorriso.
Il mio cuore batteva con forza e un sorriso si aprii sul mio viso.
Appoggiai la testa sulla sua spalla ampia.
-Ke?- chiamai
-Mmh?.disse lui
-Lo sai che ti voglio bene?-dissi semplicemnete.
Lui mi guardò e disse con voce profonda e seria
-Io di più, e ti prometto che non ti accadrà nulla.-
-Hey, voi due, mi escludete?- disse fintamente offeso Fili ,che apparve accanto a noi, e si mise per terra appoggiando la testa sulle mie gambe.
- Si e stavamo parlando male di te- dissi con una linguaccia
Kili rise piano, Fili si corrucciò per un secondo per poi distendere il viso in un sorriso divertito.
In quel momento, Thorin uscì dalla casa seguito da Balin e Dwalin e dagli altri.
-Thyra, Fili, Kili andiamo a dormire. Domani partiremo presto-
-E Bilbo? - chiesi non vedendolo uscire dietro anche all’ultimo nano.
-Lo scassinatore ha detto che non verrà- mi rispose Dwalin con le braccia conserte.
-Le probabilità ci erano a sfavore.Dopotutto cosa siamo noi.: Mercanti, giocattolai.. Non certo materia da leggenda.- sospirò Balin.
-Ci sono molti guerrieri tra di voi- osservai io con dolcezza.
-Vecchi ,guerrieri -disse Balin guardandomi
Provai tristezza. Il loro dolore era palpabile. Mi chiedevo quanto ancora avrebbero dovuto sopportare questo peso. Le ingiurie del tempo. Le beffe del destino.
-Coraggio, incamminiamoci - disse Thorin che nel frattempo era salito sul suo Pony.
Dopo una buona mezz’ora di cavalcata ci trovammo in una locanda Hobbt.
Ci venne affidata una stanza. Io presi un letto vicino alla finestra.
-Buonanotte- tagliò corto Thorin.
Ci addormentammo tutti ,stanchi.
***
Il mattino arrivò portando nella stanza una brezza frizzantina a causa della finestra lasciata aperta la sera precedente. Mi alzai piano , erano tutti addormentati tranne Thorin e Balin ,i cui giacigli erano vuoti. Scesi le scale, ma due voci mi fermarono ad ascoltare nascosta:
-Thorin, non sei costretto ad andare avanti. Ci hai ricostruito una bella vita sulle montagne azzure, una vita di pace e prosperità. Va oltre tutto l’oro di Erebor- disse Balin. -Non posso, loro, glie lo devo. Capisci? A mio padre, mio Nonno , Frerin e a Einar. Grazie a me Fili e Kili sono cresciuti senza un padre- disse debolmente Thorin.
-Non è colpa tua se Frerin e Einar sono morti- disse dolcemente Balin
-E invece sì.- tagliò corto Thorin.
-Ho sentito che gli orchi vagano per le terre selvagge. La progenie di Azog,Bolg vorrà la tua testa!- riprese testardo Balin.
-Non l’avrà- disse alzandosi Thorin, provocando uno stridio della sedia.
Il mio cervello registrò un nome Azog. L’orco pallido che aveva ucciso il nonno di Thorin.
Le lacrime ora pungevano i miei occhi.
Quell’orco aveva portato via anche un’altra vita,prima di perire per delle ferite; Mio Nonno Thrar. Chiusi la mano a pugno. Una rabbia cieca si impadronì fin dentro le mie vene.
“ Non essere sciocca, pensi davvero che tu possa uccidere un orco?”disse una voce beffarda dentro di me
“Oh, piccola testarda. Non sopravviveresti un solo secondo ,se ti ritrovassi davanti al figlio dell’orco pallido”
“Non mi interessa, devo provarci. Se morirò almeno cercherò di portarlo con me”
“Come se fosse facile, Hai la minima idea a cosa stai andando incontro? Credi sia un gioco? Un colpo di fortuna? Tornatene a casa finchè sei in tempo. Non sei in grado. Non lo sei mai stata. Non sarai mai un grande capo” continuò lei sadica.
Scrollai la testa per far smettere quella voce dannata e malevola.
Rimasi nascosta ancora per qualche secondo, poi alla fine, il mio stomaco ebbe la meglio e uscìì, scendendo gli ultimi gradini.
-Buongiorno!- dissi a Balin con un sorriso.
-Oh, bambina mia, buongiorno- disse stancamente il nano.
Arrivarono anche gli altri nani, Fili e Kili mi si sedettero ai lati e iniziammo a fare colazione.
Subito dopo, Thorin ci esortò a partire. Era ormai chiaro che Lo Hobbit non voleva esserci.
Pensai dispiaciuta che era un peccato. Quando fummo tutti pronti salimmo sui nostri pony, prima che Thorin ci disse di partire, sentimmo in lontananza una vocina -Aspettateeeeeeeeee, ci sono pure io!!- Era Bilbo che si affannava con le sue gambine a correre con sulle spalle un grosso zaino Io lo salutai con un sorriso, mi girai verso Thorin che lo guardò intensamente, era colpito dall’ardire del piccoletto,e così sembravano anche gli altri.
-Dategli un Pony e partiamo- disse solo Thorin
-Bilbo, benvenuto- gli dissi
-Grazie, Thyra- rispose ancora con il fiatone per la corsa.


*FONTE WIKIPEDIA

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Caoitolo 4

Ormai camminavamo da diverse ore, eravamo ancora ad Hobbiville, e i miei occhi si beavano di quello spettacolo che mi si parava davanti, sterminati prati, verdi e rigogliosi, colline, e casette tonde, con giardini curatissimi, delle stradine attorniate da verdi campi.Si sentiva la pace e la quiete, come se fossimo in un’altro mondo. Qui , il dolore e la morte sembrava avessero risparmiato i piccoli mezzuomini. Gli abitanti ,si fermavano guardandoci incuriositi. Non era molto comune vedere dei nani, un hobbit e uno stregone trottare in fila indiana. Bilbo salutava tutti con un sorriso e un cenno del capo. Alcuni sguardi erano però malevoli, forse non approvavano quella confusione, ma Bilbo sembrava non curarsene, anzi aveva assunto un cipiglio divertito.
Poi ad un tratto mi si avvicinò e parlando a voce bassa disse.
-Quella che mi ha lanciato uno sguardo di disapprovazione è una mia lontana cugina. Per tutti i bignè, è l’essere più noioso e ficcanaso che esiste. Per fortuna ,ho chiuso a chiave la mia casa. Sai , sarebbe in grado di entrare e svaligiare tutto. Ha messo gli occhi su molta argenteria- disse con tono laconico
-Mi dispiace tanto.- risposi io, non riuscendo a dire altro
Lui mi rispose con un sorriso tirato.
Dopo un breve pasto e una piccola pausa ci rimettemmo in careggiata, e per metà pomeriggio arivammo al confine con la contea.
Bilbo si fermò al limitare e fece vagare gli occhi tristi sul paesaggio familiare. Io ero rimasta indietro per assicurarmi che non si perdesse, e un macigno si pose sul mio cuore. Aveva lo stessa espressione che avevo io quand avevo lasciato Nogrod.
Mi avvicinai e gli misi una mano sulle sue che reggevano saldamente le briglie del pony.
-So che è difficile signor Baggins. Se non si sta attenti si rischia di sbagliare strada e chissà in quali pasticci si potrebbe incappare. Ma, ormai la strada è avanti,e una nuova avventura si apre.dinnanzi a noi- gli dissi con dolcezza.
Lui mi guardò con gli occhi un po’ tristi e spalle curve, ma poi si ricompose e disse: -Non so cosa ci faccio qui- ammise- non sono un nano, non so come esservi d’aiuto. Ma ho sentito che dovevo provarci.- finì con un filo di voce
-Io credo che questo viaggio, porterà cose inaspettate, ci sono pericoli in ogni dove, ma credo che ne torneremo migliori- risposi più a me stessa che al mezzuomo. Lui annuì.
-Thyra, Bilbo sbrigatevi, non restate indietro- disse Kili che era comparso con Fili al seguito.
-Scusaci Kili, arriviamo- dissi affiancandomi a loro. Lo hobbit ci seguì ,mesto.
Vagavamo ormai da parecchio quando Thorin ,ci intimò di fermarci per riposare. Accendemmo un fuoco e preparammo la cena.
Felici di esserci ristorati i miei compagni accesero le pipe per rilassarsi. Dopo un po’ nell’aria si sentìì un verso raccappricciante, acuto e stridente.
Thorin lanciò uno sguardo pensierioso al buio con la mano sull’elsa della spada.
Io guardai Kili e Fili che si trovavano ai miei lati
-C-cos’era quel suono?- piagnucolò Bilbo.
-Orchi- disse Fili serio
-Sgozzatori, le terre selvagge ne brulicano. Si muovono nell’ombra, non visti. E attaccano.- continuò Kili con una nota di sarcasmo nellla voce Io guardai Lo hobbit bianco come un ciencio.
-Voi non sapete nulla- disse allora serio, Thorin.
I due nipoti si guardarono .
-Un’incursione notturna degli orchi vi sembra uno scherzo?- disse cupo Dwalin che sembrava ancora più minaccioso, data la strana ombra che il fuoco creava.
Sembrava ancora più possente e grande.
-Non volevamo dire nulla- si difese Kili a sguardo basso.
-No, infatti. Per vostra fortuna, voi quel giorno non c’eravate- disse Thorin con un sussurro gelido.
E allora capii a cosa si riferisse: Alla battaglia di Azanubilzar. Mio padre me la raccontava spesso.
Lui e mia zia . poco più che ragazzi , avevano partecipato, e li avevano visto uccidere mio Nonno, loro padre; corso in aiuto di Thorin. Thorin , al ricordo si girò verso di noi con uno sguardo pieno di dolore, e io risposi , con lo stesso volto segnato, stessa rabbia e stessa sofferenza. Ancora una volta, il sentimento che mi legava alla mia seconda famiglia si faceva sentire prepotentemente. Ero sempre stata molto sensibile , immagazzinavo le emozoni altrui, le facevo mie, e soffrivo per loro e con loro. Non mi era mai piaciuto quel lato del mio carattere. Cercavo di mascherarlo come potevo, allenandomi a manteneremi tutto dentro, ma non ci riuscivo, ero un dannato libro aperto. Troppo poco intrigante da scoprire perchè già dal volto rivelavo l’intera storia. Odiavo quel carattere. Da sempre la sentivo come un pesante fardello, una macchia di onta.
-Fu una battaglia che ancora si ricorda e per la quale ancora il nostro popolo piange. Tutto iniziò con la morte di Thror, il nonno di Thorin. Lui insieme alla scorta del nonno di Thyra e di Nain, volle avvicinarsi a Moria, caduta ormai da tempo sotto gli orchi. Quello che si sa e che Thror, entrò dentro il regno dei nani e dopo 2 giorni fu lanciato fuori dalla porta principale, sgozzato. Fu un dolore enorme,Thrar e Nain piansero per giorni sul cadavere del re, non sapendo come dare la dolorosa notizia al Thrain. Quando Thrain, il padre di Thorin lo venne a sapere volle vendicarsi su chi compì il gesto. Azog, il profanatore. Un orco pallido mecenate, spietato e sadico. Fu allora che dopo molti anni, Thrain, decise di muovere guerra contro di loro. La battaglia di Azanublizar fu tremenda.Gli orchi erano numerosi, subimmo molte perdite, molti caddero sotto la sordida e spietata rappresaglia degli orchi., benchè i nostri alleati fossero numerosi. Ricordo ancora l’aria pregna di urla di dolore, di pianti. L’odore ferroso del sangue misto al sudore.Quel senso di impotenza di fronte alla morte di un caro. Thrain papà di Thorin si nascose nel bosco, in ritirata insieme al secondo genito Frerin. ma fu catturato e portato a Dol Gondur, dimora del male.Noi non lo sapevamo. Stavamo combattendo su più fronti con l’aiuto degli altre casate naniche. Frerin fu massacrato. Il nonno di Thyra. Fu ucciso da Azog mentre tentava di proteggere Thorin, Lui riportò solo delle ferite.- spiegò triste Balin a Bilbo, troppo addolorato per terminare il racconto.
-E l’orco Pallido?- chiese Bilbo inorridito
-Morì per mano di Dain, nostro cugino. Era poco più che un ragazzino.- disse grave Balin
-Forza, Kili, Fili, montate il primo turno di guardia. Poi toccherà a Thyra e poi a Dwalin- disse Thorin, cambiando discorso bruscamente.
***
Il giorno dopo arrivammo in un bosco,al confine con le terre selvagge, lo attraversammo con qualche difficoltà perchè la pioggia battente non ci lasciava tregua e camminavamo in fila indiana con l’umore sotto i tacchi. La pioggia di fine estate cadeva sulla vegetazione fitta, si sentiva odore di muschio e di legno bagnato. I pony arrancavano faticosamente nel fango,sotto il peso di 16 persone, comprese sacche di cibo e utensili vari . I miei compagni non fiatavano, non ci scambiammo nemmeno una parola, condividevamo, quasi tutti lo stesso pensiero: Un fuoco crepitante ,un pasto caldo e vestiti asciutti. Solo Kili e Fili erano gli unici con il buon umore ,si punzecchiavano a vicenda, ridendo di tanto in tanto. Io li guardavo divertita, erano dei ragazzini nel cuore, e speravo con tutta me stessa che quel loro lato non si perdesse a causa di questa spedizione. Avevano sofferto tanto, ma non ostante tutto, erano sempre disposti a far sorridere gli altri e se stessi. Li ammiravo per questa qualità.
Per nostra fortuna la pioggia smise .
-Ci fermeremo qui per la notte, disse Thorin con voce tonante, per farsi sentire anche da noi tre che eravamo alla fine della fila.
-Thorin, non credo sia un buona idea -disse Gandalf guardando il posto dove ci trovavamo..
Eravamo in una radura, dove svettavano tra l’erba alta, dei resti di quella che non troppo tempo fa era una fattoria. Era uno scenario macabro, si reggevano in piedi abbrustolite alcuni stipiti di porte, un arco e una ruota. Tutto attorno era solo cenere e morte.
Un brivido mi percosse, scesi da cavallo mi avvicinai e preoccupata dissi: -Doveva viverci una famiglia qui, era una fattoria- osservai toccando il legno incenerito
-Thorin, io credo che sia meglio ascoltare Gandalf- conclusi.
- Ho detto di no, Thyra- mi disse secco.
Gandalf lo guardò preoccupato e lo portò un po’distante da noi per parlargli
L’umore della compagnia era uguale, quel luogo sinistro non ci convinceva. Ci rendeva insicuri. Era successo qualcosa di terribile, nessuno avrebbe voluto rimanere lì, ma gli ordini di Thorin erano tassativi. Non potevamo ribellarci al capo.
Vidi camminare velocemente Gandalf nella nostra direzione, era scuro in volto , non si fermò ma proseguì oltre il verde campo che ci ospitava
-Gandalf, dove vai?- chiese lo Hobbit preoccupato
-A cercare il supporto di chi , qui,ha buon senso- disse iracondo
-E chi sarebbe?- proseguì il mezzuomo -Io stesso, signor Baggins. Ne ho abbastanza di nani per oggi!- gridò sparendo dietro a un cespuglio.
Io guardai Thorin che si era avvicinato con le braccia conserte e il fare altezzoso.
-Bombur, Bofour, preparate la cena, Kili, Fili, i pony sono sotto la vostra tutela- e si allontanò dal fuoco che Dori e Nori stavano accendendo.
Sbuffai, a volte quel Nano era davvero troppo cocciuto.
Mi sedetti accanto al fuoco, mi tolsi il mantello, le sarpe , la casacca lunga, la cotta di maglia, lo scudo dalla schiena e lo appoggia per terra Rimasi con i pantaloni e la camicia, e cercai di asciugarmi.. I capelli lunghi, acconciati da treccine con fermagli decorati ,erano completamente fradici.
Tirai fuori la mia ascia e iniziai a guardarla rapita, le fiamme si riflettevano sulla lama, in un gioco di luci intrigante
-Tornerà?- mi sentì interpellata da una vocina tesa e preoccupata. Alzai lo sguardo e vidi lo Hobbit ,che si contorceva la mani in un muto turbamento.
Il poveretto ,era bagnato come tutti noi, e i capelli li finivano apiccicati al volto rubicondo.
Gli sorrisi e gli feci cenno di sedersi accanto a me.
-Certo, Bilbo. Non preoccuparti, le cose si risolleveranno. Il nostro stregone non ci abbandonerà- dissi sempre sorridendo.
Lui si calmo un po’, tese le mani verso il fuoco cercando calore. Volse lo sguardo sulla mia arma.
- Molto bella, la lama è decorata!- notò Bilbo
-Sì, è scritto il mio nome con le rune vedi?- indicai con il dito la fine della lama.
-Mio padre, Snorri è il re di Nogrod. Discendente di una delle famiglie naniche più importanti e antiche, come quella di Thorin- gli dissi.
Lui mi guardò e capìì che aveva parecchie domande da farmi, ma che non voleva risultare invadente.
-Forza, Bilbo, chiedi quello che vuoi!- Gli dissi con dolcezza . Lui allora con uno sguardo un po’ preoccupato disse.
-Ma, ecco... Se tu non sei una Durin, o comunque... Ecco una natia di Erebor.. Come... Come mai..- disse a disagio
-Come mai mi sono imbarcata in tutto questo?- continuai io per lui.
Lui mi guardò con circospezione, per captare se fosse andato troppo in là con la domanda, poi annuì.
-Beh, Tra grandi famiglie ci si aiuta. Siamo clan molto uniti, sai. Anche con gli altri. Se uno di noi ha bisogno,accorriamo- risposi ,evitando accuratamente ciò che Bilbo voleva sentirsi dire.
Non sapevo nemmeno io ,la vera motivazione della mia partenza. Sospettavo che oltre la ragione del “avere più autostima”, ci fosse dell’altro ma non ne ero sicura.
Lo hobbit annuì convinto e soddisfatto, o almeno pareva. Dwalin e Balin ,ascoltavano la nostra conversazione dal lato opposto del fuoco.
Alzai lo sguardo verso i due fratelli, e li vidi sorridermi incoraggianti. Mi si strinse il cuore nel vedere quanta fiducia avessero in me, e quanto mi volessero li con loro, reputandomi una risorsa valida. Mi persi nei pensieri quando da piccola, mia zia e Dwalin mi addestravano a combattere,erano i miei tutori legali, nel caso in cui divenissi orfana. Mi volevano bene come a una figlia. Erano estremamente orgogliosi dei mie progressi.. Anche Kili e Fili si addestravano con noi. Ogni tanto si univa anche Thorin, e notavo una scintilla di orgoglio quando ci vedeva combattere, nei suoi occhi. Una ragione della mia partenza era anche questa, l’amore verso la mia famiglia.
La volontà di vederli felici, di vederli ritornare a casa.
Mi riscossi dai miei pensieri, quando Bilbo mi porse la cena fumante.
Lo ringraziai, e lo vidi portare le restanti pietanze a Kili e Fili.
L’oscurità ci stava piano piano inghiottendo, la cena era ormai finita, ma di Bilbo e dei ragazzi nemmeno l’ombra.
Una minaccia salì dentro di me, serpeggiò fino al cuore, sentivo che qualcosa non andava.
Qualcuno era in pericolo, un ‘urlo e una sagoma, sbucata dagli alberi ,si materiallizzò davanti al fuoco concretizzando i miei pensieri.
Era Fili con appresso Kili
-Zio, Bilbo, Pony, Troll- disse con il fiatone e si tenne il fianco dolorante.
-Fili, parla più piano, non ti seguo- disse preoccupato Thorin.
-Bilbo è stato catturato dai TROLL!- urlò allora ansante. Inforcai l’ascia e partii all’attacco senza aspettare altro , verso la direzione dove erano comparsi i ragazzi.
Sentii solo all’unisono ,Dwalin, Thorin , Kili e Fili che mi gridarono spaventati, prima di sparire nella vegetazione fitta.
-Thyra, aspetta!-. Arrivai dentro una radura, da un lato i pony erano legati dentro un rudimentale recinto, al centro un fuoco scopiettante c’erano 3 grandi troll grassi e puzzolenti .
Ci stavano aspettando, uno di questi aveva preso Bilbo e lo teneva stretto nella grossa mano.
-Lascialo subito!- urlai contro. Lui mi guardò stupito poi si mise a ridere, insieme ai compagni.
-E tu chi sei, formichina? Credi davvero di ferirci?- disse derisorio
-Ci posso provare- sorrisi io malevola
Velocemente mi scontrai con il piede di uno dei troll, lasciai cadere l’ascia sul piede, provocando però solo un urlo sorpreso, del gigante, che per tutta risposta mosse il piede facendomi volare e cadere rovinosamente a terra.
Lo vidi trattenere lo hobbit.
Mi alzai dolorante, e ritornai all’attacco, sta volta con più forza feci penetrare l’arma sul piede , ottenni l’effetto sperato, il gigante dal dolore fece cadere Bilbo .Io per prenderlo, caddi a terra e lui si schiantò sopra il mio corpo.
Thyra, stai bene?- gridò preoccupato Bilbo.
-Mmpf si si bilbo, va a slegare i pony e portali via.
Stavo per alzarmi quando una mano mi afferrò, mi ritrovai accanto al faccione rosso livido di una di quelle creature.
-Formichina, ti sei messa nei guai- disse la creatura socchiudendo gli occhi. Aveva un alito pestilenziale e per poco non vomitai dal disgusto
Per mia fortuna ,con un urlo sbucarono i miei compagni.
Kili scocco una freccia all’occhio della bestia che mi tratteneva, questo mi lasciò andare con un grido spaventato e io caddi tra le braccia del mio amico.
Lui mi guardò negli occhi, una luce di rabbia e di spavento attraversava quelle iridi marroni.
-Stai bene?- mi disse solo. Io annui ,troppo imbarazzata per quello che avevo appena fatto.
Avevo avuto una scarica di coraggio tale da annullare ogni mia inibizione e di partire all’attacco senza pensarci due volte.
Lui mi fece scendere , ancora gli occhi incatenati uno all’altro
-Grazie, Ke- dissi,
Ci separammo per aiutare gli altri ,che nel frattempo erano alle prese con i 3 aggressori.
Andai incontro a un troll che stava combattendo contro Dwalin e Balin, con un movimento del polso praticai un taglio all’inizio del piede, mentre i fratelli lo infilzavano con le daghe. Dwalin allora mi spostò appena in tempo per vedere cadere a terra il mostro.
La caduta provocò un rombo e una scossa al terreno.
Mi diressi con i guerrieri in aiuto di Dori e Ori che stavano cercando di mutilare la gamba di un 3 troll. Non facemmo in tempo a ferirlo che uno di loro con voce tonante attirò la nostra attenzione
-Buttate giù le armi o il vostro amichetto, muore- disse malefico ,digrignando i denti neri in una smorfia orrenda.
In mano aveva di nuovo Bilbo, lo teneva per le gambe a testa in giù.
Guardai spaventata Thorin, lui con rabbia buttò giù le armi, noi lo imitammo con stizza.
Ci agguantarono tutti, ci misero dentro a dei sacchi di iuta e ci buttarono in un angolo accanto al fuoco, con malagrazia.
Un dolore percorreva la zona dei reni e mi fece chudere brevemente gli occhi.
-Thyra, che hai?- mi chiese spaventato Kili.
-Ho sbattuto con la schiena, Ke, ma tranquillo è passato il dolore- gli dissi con il fiato corto per la fitta.
Accanto a me c’era Thorin , Fili era appoggiato ai miei piedi.
-Berto, sbrigati col condimento, crepo di fame! Non voglio diventare di pietra all’alba- ringhiò uno di quegli esseri al compagno intento a mescolare qualcosa nel calderone. -Maso, cuciti quella pattumiera! Il capo sono io, io do gli ordini- disse l’altro.
Bilbo allora, colto da qualcosa che noi non aveva afferrato, si alzò in piedi, e raggiunse i troll saltellanto con i piedi uniti.
Noi ci guardavamo , cosa stava fancendo Bilbo?
-Ehm.. Ehm- attirò l’attenzione il mezzuomo
-Berto, Berto, guarda qui! La formica vuole dire qualcosa- disse quello che non aveva ancora un nome.
-Guglielmo, brutto cervello di gallina, non serve urlare, sono accanto a te!- disse allora Berto toccandosi ottusamente l’orecchio con la manona.
-Beh, scasshobbit. Cosa vuoi?- disse quello che per esclusione era Maso
-Ehm, volevo parlarvi del condimento- pigolò Bilbo
-Che c’entra il condimento?- chiese sorpreso Berto.
-Ma li hai annusati? Puzzano da morire, se fossi in voi, ne farei uno abbasanza aromatizzato da coprirne gli odori oppure...- disse lui con tono cospiratorio.
Non potevo credere ai miei occhi, Bilbo ci stava forse vendendo?
Gli altri la pensavano come me, perchè iniziarono ad urlare imprecazioni al mezzuomo.
-Berto, non ascoltare questo stupido furetto. Io dico che non ci serve il condimento. Mangiamoli interi- disse malevolo Guglielmo afferrando un povero Bombur e tenendolo a testa in giù.
-Guglielmo, pancione deficente, non prendere decisioni senza di me!- proruppe allora l’altro toccandosi il petto con un pollice
-Come lo hai chiamato?- Tuonò allora Maso
-Lo hai sentito! Sturati quelle orecchie.-continuò scontroso Berto
-Ecco, vedi Maso? Fa sempre il prepotente con me. Solo perchè sono il più piccolo- piagnucolò Guglielmo.
Facendo poi cadere Bombur.
Pensai a quanto grottesca fosse la situazione, un troll grande e grosso che piagnucolava.
-Zitti tutti e due! O vi lascio senza cena, brutti scimuniti- proruppe allora.
-Quindi, furetto. Cosa proponevi?- continuò mellifluo, Berto.
Bilbo ci addocchiò un attimo, non vedendo gli sguardi disperati, o nel caso di Dwalin e Thorin omicidi dei compagni, con un sospiro si rigirò verso i mostri e con tono sicuo disse. -Spellarli prima!-
-Oh, questa non me la scordo, non me la scordo!- ululò Dwalin allora
-Credi davvero che non sappia cosa ti passa per il cranio, eh?- disse Maso .
Questo furetto, ci prende per stupidi-
-Stupidi?- disse ottusamente Guglielmo.
-Vuole farci perdere tempo! - tuonò Berto
Allora capii, Bilbo stava prendendo tempo, in maniera da farli rimanere fino all'alba , quando si sarebbero trasformati in pietra.
Tirai un sospiro di sollievo, occhieggiai Thorin che capii con me.
Berto allora prese in mano Bofur e disse: -Basta, io lo mangio!-
-No , quello no! È.. È infetto!- urlò Bilbo.
-Eh?- disse Guglielmo
.-L’alba vi prenderà tutti!- tuonò una voce
Mi girai in tempo per vedere Gandalf che con il bastone, apriva una breccia tra il fogliame per far penetrate la luce del sole nacente.
Mi girai, e vidi i 3 troll trasformati in pietra. La stessa posizione di quando erano vivi, e lo stesso ghigno spaventato dipinto sui volti orridi.
Sospirai di sollievo.


Nd.a
Eccomi fanciulli, questo è il capitolo successivo Ora, come vi sembra? Vi piacciono le descrizioni della battaglia di Azanublizar? E lo scontro con i Troll? Ce l’ho messa tutta per farla scorrevole e ricca di elementi, ma non sono proprio brava nel descrivere queste cose, ma ci provo! D:Cerco, come vedete di essere più fedele possibile agli eventi, mettendoci del mio, ovviamente! Comunque, ora passo ai ringraziamenti: A lle ragazze che seguono la mia storia: Michela30 e Thorin78,pulzelle mi date una gioia immensa <3 grazie! Spero di non deludervi ç-ç Grazie come sempre ai silenti lettori <3 grazie! Come sempre se vi va, seguite il prossimo capitolo e recensiteee
A presto!
Eireen

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
-Gandalf!- urlarono i miei compagni nel vedere comparire lo stregone appena in tempo.
-Per fortuna che sei tornato- disse Thorin mentre lo aiutavo a slegarsi dal sacco.
-Dovresti ringraziare Bilbo, Thorin. Ha cercato di far perdere tempo ai Troll- osservai io con dolcezza.
Lui mi guardò adombrandosi un attimo.
-Thyra ha ragione ,Thorin- convenne Gandalf sorridendomi. Io ricambiai, grata che fosse finita quella spiacevole disavventura.
Thorin abbassò solo il capo in segno di aver capito.
-Come hanno fatto ad arrivare qui , quelle putride creature?- Chiese poi.
-Si sono mossi di notte. Diventano sempre più audaci. Non è un buon segnale- rispose Gandalf con lo sguardo teso.
-Deve esserci una grotta nelle vicinanze- terminò
-Andiamo a cercarla- disse incamminandosi Thorin.
Seguimmo Scudo di Quercia e lo stregone dentro una grotta ,non troppo lontana dal punto in cui ci avevano catturato.
-Kili, dei fiammiferi, presto- ordinò Thorin. Il moro glie li passò e accesse delle torce.
Nella penombra della luce si aprì a noi un tesoretto copioso, pile di oro, oggetti preziosi e armi.
Il mio sguardo si fermò su due daghe poste su un tavolo sbilenco. Mi avvicinai , le sfoderai e le ammirai, erano di fattura pregiata.
-Kili, vieni qui un attimo- chiamai il giovane. Lui si precipitò con la sua torcia
-Che te ne pare, sono funzionali?- chiesi mostrandogli le armi.
Lui mi passò in mano la sua torcia, le prese e le ammirò
-Sono bellissime, dico che sono perfette per un combattimento corpo a corpo- decretò soddisfatto rendendomele.
-Ragazzi, avete visto quanto oro?- proruppe Bofur accanto a noi
-Beh, che dici di un deposito a lungo termine?- Chiese Gloin all’amico
-Dico che ci sto, per Mahal!- rispose energico il nano con il cappello.
Thorin, aveva in mano una spada, della stessa fattura della mia, la guardava contrariato. Accanto a lui , Dwalin lo osservava con attenzione.
Kili ed io ci incaminammo fuori da quel luogo che sapeva di marcio e di polvere. Aspettammo l’arrivo dei nostri compagni.
Ma accadde qualcosa di spiacevole, terribilmente spiacevole.
Nell’aria proruppe un ululato e un grido strozzato. Ci guardammo tutti con paura.
Qualcosa attirò la mia attenzione.
Una luce blu che scaturiva dalla mia  cintola. Io la guardai perplessa.
Guardai Scudo di Quercia come a una risposta, ma lui aveva lo aguardo granitico sulle armi che sprigionavano quella luce misteriosa.
-Mannari!- sibilò con disgusto Thorin.
-Dobbiamo scappare!- disse Gandalf con energia.
Scattammo compatti verso la fine del bosco, verso le terre selvagge apete.
-Siamo troppo scoperti, ci troveranno sicuramente- ringhiò Dwalin.
-Non se ci sbrighiamo- disse Gandalf.
Corremmo, con alle calcagne gli urli di quelle bestie immonde. Trovammo riparo dietro un grosso masso, ma per nostra sfortuna il nemico era vicinissimo.
-Presto, al prossimo masso- ordinò Gandalf.
Sbucammo velocemente, e ad attenderci c’era un orco al galoppo di un mannaro.
L’orrore calò su di me. Una paura inaudita, una voglia di scappare mi attanagliava le membra.
Eppure non riuscivo a muovermi. Ogni traccia della scarica di adrenalina della sera precedente sembrava svanita.
Come se non mi fosse mai appartenuta.
Il lupo tremava preda di una furia omicidia spaventosa, il muso aperto in un ringhio mostrava una fila preoccupante di zanne gialle. Voleva la carne, e aspettava solo un segno. L’orco ci guardava maligno, sorrideva trionfante.
Ma Kili fu più veloce con una freccia colpì al cuore l’orco che cadde a terra, la bestia allora sgunzagliata caricò contro di noi. Come risvegliata ,mi maledii mentalmente per questa piccola debolezza.
Tornai presente a me stessa, tenni salda l’impugnatura dell’ascia e senza pensarci due volte, mossa dalla stessa forza misteriosa della sera precedente gliela conficcai sulla giugulare uccidendolo sul colpo. Un latrato lontano ci mise fretta.
-Presto, dobbiamo nascondercì- urlò Dwalin. Nell’incedere però ,ci rendemmo conto di un’altri 5 orchi che si avvicinavano lentamente a noi, circondandoci.
Altri 3 invece stavano risalendo i massi a qualche distanza . Il cuore mi volò in gola per la paura.
-Sono troppi, ci uccideranno- disse Fili che ora era al mio fianco.
-Dov’è Gandalf?- disse Bombur atterrito
-Ci ha abbandonato - disse Dori
-Siamo spacciati- pigolo Ori
-Idioti, per di qua!- Gandalf emerse da un passaggio tra due pietre dietro di noi.
Il resto della compagnia corse in direzione dello stregone. Un orco scese dal mannaro, impugnò una spada rozza, si diresse verso Kili che però era occupato a tenere d’occhio un mannaro. Con orrore mi buttai verso il moro, per proteggerlo.
Agguantai una daga. Gli corsi incontro urlando, lui mi guardò con sguardo ostile.
Fermai il colpo con l’arma. Con un movimento fluido mi liberai, ma la creatura riuscì a colpirmi alla gamba, fortunatamente fu lieve.
Caddi a terra a causa di un masso che mi fece perdere l’equiiibrio. L’arma mi volò via.
La creatura con un balzo fu sopra di me. Stava per pugnalarmi, l’ascia era sotto la mia schiena e lui mi teneva ferma con le gambe; non potevo difendermi.
Lottavo con le mani contro quell’orrendo essere. L’odore di tanfo e di sangue di quella creatura era talmente forte da anebbiarmi la mente.
-Thyra!- Fili urlò, colpi l’orco alla schiena. Cadde in avanti, per fortuna rotolai via prima di rimanere bloccata dal corpo morto. Mi alzai e ringraziai il mio amico.
-Fili, porta con te Thyra- urlò Thorin, la spada sporca di sangue nero. Era riuscito ad abbatterne uno.
-Kili, quando ti dico tira, tira!- continuò in direzione del nipote più piccolo.
Kili annuì inforcando l’arco. Intanto i restanti orchi si avvicinavano a noi con un passo lento ed esasperante. Una danza mortale.
-Kili!- urlai io mentre Fili mi portava al sicuro.
-Kili,Ora- ringhiò suo zio. Varcammo al buio il riparo con il resto della compagnia.
-Dove sono finiti- boccheggiai spaventata. Con gli occhi rivolti verso l’entrata.
-Fili- dissi quasi alle lacrime. Lui mi abbraccio.
-Arrivano, tranquilla- rispose serio. Due sagome si calarono nel pertugio dove ci trovavamo.
-Thyra!- una voce familiare mi chiamò e sentìì due braccia forti stringermi con malcelato sollievo.
-Ke!- urlai stringedomi al nano ancora di più. L’odore di sudore e di sangue mi penetrò nelle narici, ma non ci feci caso poichè grazie al cielo era vivo.
-Tutto bene?- mi chiese Thorin che ora appoggiava una mano sulla mia spalla. Mi scostai delicatamente da Kili e gli saltai addosso.
Con un braccio agguantai Kili e li abbracciai entrambi.
-Non- f-fatelo m-mai p-più !- singhiozzai dura ; grata di averli ancora accanto.
Kili mi baciò i capelli -Va tutto bene- mi disse.
Thorin si allontanò da me. Un suono di corno da guerra invase l’aria , dei rumori di spade, urla , nitriti di cavalli e poi il silenzio. Silenziosi ascoltavamo .
Io ero totalmente spaventata, ma mi mossi in direzione dell’entrata del nascondiglio, quatta mi alzai in punta di piedi e vidi a terra i 6 orchi, trafitti da frecce. Mi voltai verso gli altri che mi guardavano in ansia.
-Morti- riuscii a dire solo esausta, il cuore che batteva all’impazzata e rindondante mi occultava l’udito. Ci concedemmo un secondo di sollievo. Eravamo vivi,,tutti. -Gandalf dove siamo?- disse Lo Hobbit dopo un breve attimo di rasserenamento.
-C’è un tunnel, e vedo una luce! La seguiamo?- proruppe Dori
-Ma certo!- rispose Balin.
Seguimmo l’angusto percorso tra i massi e sbucammo fuori. Ci accolse un’aria leggera.
Non potevo credere ai miei occhi. Non avevo mai visto nulla di simile. Davanti a noi si stanziava una meravigliosa vallata, attorniata da montagne, in basso una foresta di alberi e un fiume che scorreva placido. Si ergeva al centro del luogo un edificio fatto di ampie terrazze e di ponticelli a collegare il tutto. Benchè fossi ancora scossa e provata dal pericolo precedente, non riuscii far a meno di sorridere di fronte a tanta bellezza. Respiravo pace e serenità.
-Benvenuti a Gran Burrone, l’ultima casa accogliente degli elfi. Disse Gandalf soddisfatto. S
granai gli occhi conscia del significato di quelle parole. Intimorita feci guizzare lo sguardo a Thorin, era palesemente incollerito, la mascella era serrata, gli occhi divenuti di ghiaccio, ma con mio sollievo non proferì parola cattiva.
-Ci hai teso una trappola, Gandalf- disse poi., controllando la rabbia.
-Sì, Ma non me ne dispiace, Thorin Scudo di Quercia. Siamo al cospetto di uno dei pochi a poter tradurre la mappa.- rispose calmo lo stregone.
-E sia.- disse a denti stretti il nano.
Ci incamminammo nella valle, percorrendo una lunga strada acciottolata Arrivammo all’ingresso del palazzo, una piazza circolare, e una scala che portava ai piani superirori. Due guardie ai lati ci fermarono con le loro lunghe lance. Gandalf intercettò i pensieri di Thorin e parlò alla guardia. Questa ritrasse l’arma e si allontanò. Dopo qualche minuti, dalla scala che scendeva nella piazza arrivò un elfo alto con i capelli lunghi scuri. Dei lineamenti duri ma due occhi gentili che rendevano il tutto armonioso.
-Gandalf!- incominciò allungando le braccia e portandole alle spalle del mago che gli sorrise abbassando il capo.
-Siamo venuti a chiederti asilo, Lord Elrond, Mellonnen.
L’elfo fece vagare lo sguardo verso la nostra compagnia.
Ci sorrise e disse -Benvenuti a voi, compagnia di Thorin Scudo di Quercia. La notte è vicina, lasciate che vi siano date stanze dove poter dormire serenamente.
Io abbassai il capo riconoscente.
Thorin lo guardò guardingo, ma non disse nulla. Cosa che mi ricuorò molto. Avevamo bisogno di riposo. Troppo stanca anche per pensare mi diressi nella stanza designata , senza mangiare. Mentre gli altri si diressero al banchetto con gli elfi.
***
Mi svegliai dopo un meritato riposo.Feci vagare lo sguardo alla stanza, era molto bella ed elegante ,in legno. Alla mia destra c’era una finestra a volta ,semi aperta e una tenda bianca che svolazzava pigramente dentro e fuori. Un armadio semplice accanto alla grande porta di pino in fondo alla stanza. Volevo assolutamente farmi un bagno e pulirmi. Notai dei vestiti da viaggio puliti e piegati sulla sedia. Entrai nella vasca bollente e mi lasciai cullare dalla bella sensazione di calore alla pelle. Presi a pulirmi diligentemente con una saponetta. Uscii dalla vasca, presi un pettine e districai i vari nodi con fatica. Poi mi asciugai con un asciugamano e feci una piccola treccia sulla parte alta della testa, lasciando liberi gli altri capelli e la fermai con il mio fermaglio a cilindro preferito. Era di mia madre e ero estremamente orgogliosa di indossarlo. Aveva la figura di un orso all’attacco, simbolo della casa di appartenenza della sua famiglia di nascita. Per me le mie origini erano molto importanti, ero orgogliosa di essere figlia di due grandi guerrieri nanici. Fiera di essere una discendente di quelle famiglie coraggiose e impavide. Per tutta la vita avevo come unico desiderio quello di assomigliargli. Mi ero preparata , per dare prova a loro del mio valore.Per essere considerata una sovrana all’altezza del compito. Indossai gli abiti elfici: una casacca lunga verde scuro e dei pantaloni stretti .Agganciai il mantello al collo e vestendo gli stivali mi diressi fuori dalla stanza. Camminai lungo il corridoio, ed entrai nel giardino di una delle terrazze. c’erano dei glicini bellissimi, una brezza muoveva i fiori e mi portava alle narici il loro profumo. Trovai una panca di pietra, mi sedetti e guardai la natura attorno alla valle.
-Sapevo di trovarti qui!- mi disse una voce .
Mi girai e vidi Kili sorridermi. -Mi cercavi?- chiesi vedendolo sedersi accanto a me
-Volevo sapere come stavi. Ieri sera, te ne sei andata via. E , dopo quello che abbiamo passato pensavo fossi scossa- mi disse semplicemente.
-Ti ringrazio, ma sto bene.- risposi sicura.
Lui mi guardò scettico, io sorrisi cercando di essere convincente.
-Come sapevi che sarei stata qui, comunque?- gli chiesi curiosa.
Lui scrollò le spalle con non curanza e facendo un sorriso sensuale disse:
-I glicini.. Sono i tuoi fiori preferiti.- disse guardandomi e puntando il dito verso la pianta accanto a noi.
Io arrossii vistosamente.
-Ti Sorprendo, eh?- rise toccandosi il viso barbuto.
-Andiamo a fare colazione, Kili- dissi imbarazzata, cercando di svicolare. Ero colpita dalla sua arguzia.

Arrivammo nella sala da pranzo, e sul tavolo c’era seduta una figura nota: Un Elfo alto dai lunghi capelli neri. Ci scrutava con un sorriso.
-Speravo di incontrarti ieri sera, Thyra figlia di Sif.- disse enigmatico.
Io mi gelai sul posto, inghiottii la saliva e dissi -Mio signore Elrond, come.. Come conosce me e mia madre?-
Lui si alzò senza togliere il contatto visivo con me, con eleganza si avvicinò e disse: -Conoscevo tua madre da molte lune.Era una regina molto amata, molto rispettata , e una grande amica.- disse abbassando la testa con rispetto.
Gli occhi mi si inumidirono dall’emozione e dall’orgoglio.
Kili, avvertendo i miei pensieri, dannazione a lui, mi prese la mano delicatamente nella sua e mi fece forza con una lieve pressione.
-Mi dispiace dover dire che non vi ha mia menzionato, mio signore- risposi mesta.
L’elfo mi sorrise, era come un raggio di sole in una giornata uggiosa.
-Mia signora non turbarti. Non ha avuto molto tempo di parlarti di me.- disse .
Le sue iridi si velarono di tristezza. Io gli sorrisi con gli occhi ancora umidi.
I miei compagni ci raggiunsero poco dopo.
Thorin attirò la mia attenzione, mentre stavamo mangiando. -Thyra, l’ho già detto agli altri, tienti pronta dovremmo partire entro oggi. Il Di di Durin è vicino.-
Io lo guardai e poi dissi: -Lord Elrond ti ha detto qualcosa della mappa?-
-Si, ieri sera, ci ha letto la pergamena. “L’ultimo raggio risolutivo del Di di Durin”- disse con tono basso.
Io gli presi una mano e lo guardai negli occhi: -Ce la faremo, Zio!- sorrisi.
Lui mi guardò e commosso mi fece una carezza sul viso.
-Sono felice che tu sia qui- mi disse dandomi una pacca sulla mano con fare burbero.
Bilbo ci stava guarando e Thorin aveva cambiato repentinamente atteggiamento.
Non era solito farsi vedere sentimentale davanti ad altri che non fosse la sua famiglia.
***
Eravamo lontani ormai un giorno da Gran Burrone, camminavamo instancabilmente lungo le montagne nebbiose.Percorrevamo una stradina a ridosso delle catene montuose, alla nostra destra il baratro. Ci colpì un vento fortissimo, io dovetti aggrapparmi alla parete grigia.I nostri mantelli si ingrossavano e volavano. Poi un tuono squarciò l’aria. Alzai lo sguardo al cielo con una smofia. Una goccia mi colpì il naso, scese sulla mia poca barba e iniziò il diluvio.
-Presto, dobbiamo trovare riparo- urlòThorin.
I tuoni erano fortissimi,tamburi nella notte. Il vento era iracondo.
C’era qualcosa che non andava. Non era un temporale normale. Le mie paure si presentarono quando vidi un gigante di pietra che alzava un masso.
No, non ero matta.
Un gigante.
Boccheggiai vedendolo lanciare via la roccia.
-Per la mia barba, le leggende sono vere! Giganti di Pietra!- disse Bofur guardando la scena atterrito.
-Ce ne sono altri, stanno lottando!- indicò Balin.
-Presto, muoviamoci.- disse Thorin incamminandosi.
Io ero a fine fila con Fili, Bombur , Bilbo e Bofur.
Poi, accadde tutto molto velocemente.
Quella che apparentemente era solo una montagna, si destò. Il gigante allora si alzò in piedi. Noi eravamo sulle sue ginocchia.
Urlai, mi aggrappai assieme ai miei compagni a qualche radice che campeggiava sulla roccia.
Gli altri erano ormai passati oltre, verso una roccia stabile.
Thorin mi sentii e si voltò di scatto.
-Kili!. Urlò Fili venendo separato dal fratello.
Il moro ci guardò con gli occhi sbarrati dalla paura.
Percepii il dolore e l’impotenza nei suoi occhi. Non si erano mai separati da quando Kili era venuto alla luce. Era come una lacerazione. Una ferita profonda.
Mi sentii quasi di troppo , di fronte a questo dolore così privato.
-No!- disse solo, troppo atterrito anche per parlare.
Thorin si avvicinò a noi urlando e cercando di sovrastare il rumore . -Saltate!-
Ci guardammo tutti impauriti, il mezzuomo tremava.
Gli presi una spalla cercando di tranquillizzarlo, ma invano. Il gigante iniziò a muoversi, camminando ora verso i compagnì. Uno di questi stava per lanciare un masso alle gambe. Stavamo per morire, schiacciati dai detriti, o spiaccicati al suolo. Fu come vedere tutta la vita passarmi davanti. Sarei morta. Non avrei più visto la mia famiglia. Non avrei più visto Kili.
Poi, prontamente Fili parlò: -Quando ve lo dico saltate- era teso. Lo guardai, e come un’ancora di salvezza vidi uno spuntone nella roccia che stavamo raggingendo.
La pietra che era stata scagliata dal gigante era vicinissima a noi, ora.
-Ora!- tuonò.
-NO!- Thorin urlò di dolore Il gigante si sgretolava e cadeva nel nulla, un’esplosione di schegge e un tuono assordante a rendere il tutto ancora più inquietante.


Sentii la pelle toccare qualcosa di freddo. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi per la paura.
Ero stesa a terra, ce l’avevo fatta. Avevo diversi tagli e qualche escoriazione, ma ero viva.
Poi il terrore, scattai in piedi. E vidi gli altri accanto a me, respiravo sonoramente.
-State bene?- gracchiai spaventata.
Vidi Fili venirmi incontro e abbracciarmi.
-Grazie a Mahal sei viva!- mi disse con il viso impigliato nei mie capelli bagnati e sporchi.
Mi sciolsi e risposi all’abbraccio.
Bombur che tentava di alzarsi, ma il povero grasso nano non riusciva nemmeno a raddrizzarsi.
Thorin arrivò di corsa, seguito da Dwalin e da un cereo Kili.
Il moro ,quando ci vide, si accasciò a terra con le ginocchia, respirava a fatica.
Thorin mi abbracciò e solo allora si rilassò -Sto bene, zio.- dissi serena.
Dwalin mi guardava con spavento.
-Dov’è Bilbo?- proruppe Gloin Ci guardammo attorno ma del lo Hobbit nemmeno l’ombra.
Il silenzio si fece pesante
-AIUTOOO!- Era una vocina Flebile.
-Bilbo! Dove sei?- chiamai io.
-Qui! Sta candendo, datemi una mano!- Nori tentava di prendere la mano del mezzuomo che ora si trovava nel vuoto, una mano che faticava a rimanere aggrappata alla pietra. Thorin scivolò nella sua direzione e con l’aiuto di Dwalin, si calò per acciuffare uno spaventato Bilbo. Lo portarono su, ma Thorin mise un piede su una parte friabile e perse l’equilibrio.
Dwalin riuscì a tirarlo su, aiutato da Kili.
-Per fortuna che ti abbiamo preso, stavamo per perdere il nostro scassinatore!- disse sollevato Dwalin.
Thorin occhieggiò adirato a Bilbo e disse velenoso: -Lui si è perso, quando ha lasciato casa sua.Non c’è posto per lui, tra noi.- e si allontanò furente.
Bilbo si inquietò, le mani gli caddero molli lungo i fianchi e abbassò la testa ferito.
Mi avvicinai. -Oh, Bilbo non starlo a sentire. Ha preso un bello spavento. Non ti preoccupare- gli dissi accarezzandogli la schiena.
Lui mi guardò con gli occhi gonfi di tristezza.
Tirò su col naso e si allontanò. Volevo raggiungerlo quando una mano mi fermò
-Lascialo solo, ha bisogno di questo ora-
Kili era triste quanto noi. Scrollai le spalle e lo seguii verso Thorin che aveva trovato un riparo per la notte.


N.d.a
Buonasera Fanciullli, ecco il nuovo capitolo!! Cortino lo ammetto, ma era necessario, altrimenti diventava lungo. Fatemi sapere cosa ne pensate.Per concludere, ringrazio tutti voi <3 siete speciali, mi date la carica per contunuare!
Alla prossima, se vorrete.
Eireen

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
Il riparo trovato da Thorin era molto ampio, stavamo al caldo, al riparo dal vento che batteva infervorato lungo le pietre della montagna. Come unica luce avevamo l’intermittenza dei fulmini che squarciavano la notte. Consumavamo il pasto in silenzio, ognuno preso dai propri pensieri. Addocchiavo Bilbo in ansia, il mezzuomo non aveva toccato cibo, dava le spalle alla compagnia, era steso e infagottato con il suo mantello da viaggio.
Si era allontanato ed era steso accanto alla parete.
Senza dire nulla, mi alzai, Kili e Thorin mi seguivano con lo sguardo.
Mi avvicinai a Bilbo e lo scossi dolcemente.
-Bilbo, devi mangiare- gli dico in un sussurro.
Lui mi guardava, con i suoi occhi grandi e tristi.
Provavo pietà per lui.
Si lisciava un lembo del mantello, sospirò, abbattuto -Grazie, Thyra. Ma non ho fame- disse inghiottendo la saliva.
Io allora lo guardai seria, mi sedetti affianco a lui.
Mi guardava non capendo cosa volessi fare.
-So perchè sei così giù. Mi dispiace per come ti ha trattato Thorin. Il suo è stato un atto imperdonabile e scontroso. Ma non ce l’aveva con te.- dissi seria, incrociando i miei occhi con i suoi.
Bilbo pose lo sguardo a terra. Tirò su con il naso.
-Mi sento così fuori posto. Voglio dire, voi vi conoscete tutti. Siete una famiglia. E io.. Io- disse Bilbo mordendosi il labbro con troppa forza.
Lo guardai, e gli sorrisi.
Lo abbracciai di scatto.
Lui si irrigiì un attimo, poi si rilassò e con incertezza portò le sue braccia sulla mia schiena.
-A volte. Tutto quello che serve è un abbraccio, Bilbo. -Dissi ancora aggrappata a lui.
Lui ridacchiò brevemente,
Si staccò da me e ora il suo cipiglio era cambiato, aveva le gote rosse e un sorriso timido si faceva strada sulle sue labbra.
-Sei molto dolce, sai?- disse accarezzandomi una guancia.
Io gli sorrisi di rimando e feci una faccia buffa.
Kili si avvicinò a noi, si sedette accanto a me, e portò un braccio sulle mie spalle e dolcemente mi attirò a se
-Lei, è speciale- disse il moro , dandomi un bacio sulla testa.
Avevo la testa sul suo petto ampio e sentivo il suo cuore battere, una melodia dolce e rilassante.
Chiusi brevemente gli occhi, beandomi di quel momento di intimità. Non ci abbracciavamo da troppi giorni.
Ed io, ero totalmente dipendente da loro. Era come una droga. Il mio posto felice. La mia ancora.
Ricordai quando, ero piccola e lui era solito ospitarmi tra le sue braccia, per far scacciare la tristezza o una brutta giornata.
Era casa. Bilbo annuì sorridendo. E non mi sfuggì un suo sguardo malizioso a me e a Kili. Non ci feci caso, tuttavia.
Con KIli era sempre così, abbracci e coccole. Non voleva davvero dire nulla.
Una vocina dentro di me disse: “Figurati.. Uno come lui, con una come te.Ma che diavolo!”
Ingoiai amaro e cercai di farla smettere, cercando di concentrarmi su altro.
Le pareti della grotta che ci ospitava erano nere come la pece, Thorin aveva proibito di accendere il fuoco, per non destare sospetti.
Cosa che, tra l’altro ringraziavo sentitamente.
Era forse una tra le prime notti dopo gran burrone in cui mi dava l’impressione di poter dormire in santa pace.
Chi mai, pensavo , poteva assalirci qui su, dopotutto?
Fili arrivò da noi con un sorriso ampio. Si sedette accanto a Bilbo e gli offrì una borraccia con della birra.
Il mezzuomo la rifiutò con garbo e con un movimento di diniego della mano.
Fili, bevve dal contenitore.
-La nostra ultima scorta- disse triste.
Io mi misi a ridere della sua smorfia adorabilmete comica
-Vuoi un abbraccio anche tu? A quanto pare sono terapeutici- chiese Kili scherzosamente.
Fili tirò su fintamente con il naso e aprì drammaticamente le braccia e annuì. Kili rise, e mi liberò dal suo braccio, mi aggrappai al mio amico, ridendo ancora.
Lui chiuse le braccia e dondolò brevemente avanti e indietro.
Poi singhiozzò con teatralità, facendoci ridere di gusto.
Thorin dall’altra parte del riparo ci guardava con le braccia conserte e l’ombra di un sorriso sulle labbra.
-Dovresti scusarti con Bilbo- gli disse Balin, distogliendo lo sguardo del re.
Thorin inspirò. -Lo so.- disse in un sussurro.
Si alzò e si avvicinò al nostro piccolo gruppo.
Ammutolimmo nel vederlo li in piedi e con il suo solito sguardo severo.
Bilbo quasi sbiancò di colpo.
-Volevo farti le mie scuse, scassinatore.- disse imprescrutabile.
Guardammo Bilbo.
Gli occhi spalanacati e incredutli. -Non preoccuarti, Thorin. V-va tutto bene.- dichiarò poi un po’ incerto.
Thorin annuì e si allontanò. Guardai Kili con un sorriso che mi corrispose.
Fili, era un po’ brillo e ci guardava con un sorrisetto vacuo.
Chiudeva e apriva gli occhi brevemente.
Con gli occhi sognanti.
-Cosa avete da sorridere?- biascicò allora. Dondolandosi pericolosamente al suolo.
-Sei ubriaco, Fi- disse Kili reggendo il fratello che stava quasi per spaccarsi il naso sulla roccia dove era seduto.
-Sarà meglio mandarlo a letto- osservai ridendo
-Voi, letto andare- brontolò allora con uno sguardo ridicolo sul viso
Con l’aiuto di Bilbo lo portammo sul suo giaciglio improvvisato.
Si addormetò all’istante russando pesantemente.
Kili rideva .
Thorin ci richiamò e ci ordinò di riposare.
All’alba saremmo partiti.
Mi stesi a terra, coprendomi con il mantello , stavo per addormentarmi quando un braccio mi avvolse delicatamente la vita, e mi sussurrò una voce, un po’ roca
-Quando sarà il mio turno?- disse Kili con una nota di divertimento nella voce stanca.
Io sorrisi, mi girai e affondai il viso sul suo petto. Lui rise, stringendomi ancora di più, in maniera quasi possessiva.
Come se avesse paura che per qualche ragione, potessi sparire nel nulla.
Sentivo l’urgenza del ragazzo di sentirmi accanto a sè.
Di nuovo, tutto tornò al suo posto. Non mi disturbava nemmeno la fitta cotta di maglia che gli proteggeva il petto. Mi addormentai beata con il petto di Kili che si abbassava e si alzava dolcemente.
Kili ,mi seguì subito dopo ,respirando pesantemente.
Le emozioni erano espolse in petto. Il cuore quasi era impazzito e batteva come un tamburo.
O forse non era il cuore. Ascoltai la notte silenziosa, ed ecco che accadde.
Tre battiti, ora più potenti, delle grida. Dei passi. Altri battiti. Una parete davanti a me si aprì di scatto.
Poi dei goblin uscirono fuori talmente velocemente da non permettermi di urlare. Ci legarono e con fatica ci portarono dentro la montagna. Ci dimenavamo e urlavamo in Kudzul. Io guardai Kili e Fili che mi fissavano spaventati e arrabbiati.
Thorin che ringhiava , Dwalin che scalciava, cercado di dare teste a quelle creature.
Il tragitto fu lungo, ci scortarono lungo dei ponti sospesi nel vuoto, giù, nelle profondità.
L’unica illuminazione erano delle torce sparse qua e la lungo le pareti.
Finalmente arrivammo al centro di una piazza rettangolare, dove erano stipate due gabbie, ci buttarono dentro malamente.
Io tentavo di bloccare il goblin che mi stava caricando dentro, con un piede attaccato a una sbarra di ferro.
Vedendo un impedimento il mostriciattolo tirò fuori dalla cintola una daga appuntita e mi ferì la gamba. Con dolore, scattai e tolsi la gamba. Il mio carcerierie , mi ci buttò dentro con un ringhio.
-Lasciala stare, brutto idiota- sputò Kili.
Fu buttato nella mia stessa gabbia con Fili e Dwalin. Fili si teneva la testa, ancora brillo e dolorante. Dwalin mi guardava preoccupato .
Io cercai di fargli un sorriso rassicuranete, ma la gamba reclamava dolorosamente. Tolsi la mano e esaminai il taglio. Era profondo. E il sangue ora mi sporcava i pantaloni. Kili ammutolì davanti alla scena, si strappò un pezzo di stola dalla camicia e con uno sguardo angoscioso mi medicò come meglio poteva. Io lo guardavo, e addocchiavo la ferita con un misto di ansia e disgusto. Non tanto per il sangue, ma per le condizioni igeniche alquanto discutibili della gabbia.
Sentimmo uno strattone e con orrore vedemmo che ci issavano per aria. Una corda era legata all’estremità alta della gabbia. Sotto di noi una nube di goblin che saltava e strideva eccitata .
-Goblin- sputò Dwalin con le mani stretta alla grata.
-Cosa facciamo? Dov’è Thorin?- dissi allarmata.
Mi sporsi allora per vedere che una seconda gabbia stava salendo alla nostra altezza, mostrando il resto dei miei amici.
Thorin ci vide e esalò -State bene?-
-Thyra è ferita- disse Kili con voce tombale.
Thorin allargò gli occhi con dispiacere alla vista della gamba. -Tieni duro, usciremo- mi assicurò con voce calda e tono paterno.
Io lo guardai annuendo. Sembravo calma da fuori, ma dentro c’era la tempesta. Avevo paura, ero ferita, e stavo dentro una gabbia a due metri da terra, con sotto dei mefitici goblin pronti a squoiarci vivi. Mi balluginò alla mente il viso di mio padre, e una fitta mi prese il cuore. Devo vivere, per lui. Mi dissi, riprendendo un po’ di autocontrollo.
La “festa” sotto di noi smise immediatamente, guardammo con orrore una enorme creatura, alta e grassa farsi avanti tra i gobln spingendoli in malo modo. Era coperta da pustole, e il suo giro vita era enorme, le pieghe della pancia gli arrivavano quasi alle gambe grosse. Camminava a passo pesante sebbene lentamente. Un doppio mento che si muoveva con lui. Si fermò sotto di noi e alzò gli occhietti malvagi.
Erano iniettati di sangue. Un sorriso malvaglio si aprì sul suo brutto volto. Una bocca con denti gialli e mancanti.
Ci squadrava con vivido interesse e una malcelata felicità sinistra.
-Ma cosa abbiamo qui?- disse poi con voce rauca.
Non rispondemmo guardandolo con odio.
Lui rise, scuotendo la testa, con educata incredulità.
-Liberateli- disse secco a un goblin, che arrancò fino a una manopola.
Gli diede un pugno , e le due gabbie precipitarono violentemente a terra.
Io avevo il cuore in gola, Kili si buttò su di me per proteggermi dall’urto. -Stai bene?- chiese trafelato Io annuì febbrilmente.
Poi una di quelle luride creature, aprì la gabbia di Thorin e lo strattonò fuori impaziente. Thorin non si scompose un attimo, il portamento fiero, lo sguardo duro e mai una nota di cedimento. C’era disprezzo nei suoi occhi, ma neanche l’ombra di paura. Squadrò la grassa creatura che ora lo guardava camminandogli attorno come un avvoltoio fa con la sua preda.
Lo guardava con una gioia perversa crescente. -Thorin figlio di Thrain- disse infine .
Thorin ricambiava lo sguardo con disgusto, ma non disse nulla. La creatura lo guardava con attenzione.
Poi disse: -C’è una taglia sulla tua testa, lo sai? Non vedo l’ora di prendermi la mia parte - disse in un sussurro gelido.
Thorin lo affrontava con sguardo terribile. Non parlava, ma il suo cipiglio battagliero parlava per lui. Non si sarebbe mai piegato.
- Rinchiudetelo nella cella- disse allora la creatura con un’alzata annoiata della grossa mano.
Thorin approffitò del momento per dare un pugno alla creatura, e aprì la porta per liberare gli altri. In un attimo gli furono addosso ma i miei amici riuscirono a tramortire qualche creatura. Immediatamente un’altro gruppo di goblin stava avanzando dai piani superiori ,in soccorso, dei compagni .
Nel frattempo,Thorin ci liberò, e mi prese in braccio.
-Dove sono le armi?- chiese.
-Ce le hanno loro- dissi con una smorfia.
-Riesci a camminare?- mi chiese Thorin adocchiando fuori dalla cella dove gli altri stavano ancora dando battaglia.
La creatura gigantesca che guardava la scena con tranquillità, come se sapesse che non potevamo uscire.
Come se volesse metterci alla prova per poi sbeffeggiarci con crudeltà. Io annuii.
Mi fece scendere e uscimmo dalla gabbia, Kili e Thorin si facevano spazio a forza di pugni verso un forziere dove erano tenute le nostre armi. Iniziò a lanciarle ai compagni. Presi la mia ascia con gioia. E riuscii ad uccidere un goblin che stava per assalire Dawlin accanto a me. Quando Thorin sfoderò Orcrist, i Goblin emisero un urlo e si protessero l’orribile viso con le mani fermandosi di colpo.
La creatura orrenda spalancò gli occhi e urlò. -Quella è la fendi orchi, presto, idioti, catturateli!- disse con paura puntando l’enorme dito su di noi.
Fu un attimo, ci furono addosso con cattiveria, io colpivo le creatura a destra e a manca, non vedevo più i mie amici, presa com’ero per salvarmi la vita. Kili mi affiancò staccando la testa a un goblin che mi aveva puntata mentre non guardavo.
Lo ringraziai con un cenno del capo, mantenni salda la presa sull’arma tre goblin ci attaccarono in contemporanea. Con un calcio mi colpirono al volto facendomi cadere a terra. Ringhiai dalla rabbia toccandomi il naso, colava del sangue fresco.
Una di quelle creature fu sopra di me, con un coltello puntato alla gola.
Una luce illuminò a giorno la montagna.
I goblin furono stesi immediatamente,
-Imbracciate le armi!- urlò una voce.
Vidi con somma gioia Gandalf avanzare con la spada sguainata.
Impugnai la mia ascia che era caduta lontano e mi feci strada tra i goblin che avevano ,sfortunatamente ripreso i sensi dopo poco.
La grande creatura che urlava improperi,agguantò una lancia e da lontano caricò verso il nostro gruppo.
-Correte!- ululò Thorin. Iniziammo la ritirata lungo i ponti sospesi.
Lottammo strenuamente contro ogni Goblin che balzava sul legno dei pontili facendoli tremare pericolosamente.
Arrivammo a terra. Ma la felicità durò poco, perchè una figura alta e grossa ci si parava di fronte.
Ci aveva raggiunti chissà come.
-Non scapperete da qui!- disse la bestia con un ringhio selvaggio.
-Tutti assieme!- urlai ai miei compagni.
Prendemmo la rincorsa e trafiggemmo contemporamente la creatura,che morì all’istante cadendo con un tonfo sul pavimento roccioso.
In lontananza vedemmo orde di goblin correre verso di noi.
-Abbiamo bisogno della luce del sole!- disse Gandalf- seguitemi, presto!!-
Corremmo di nuovo, faticavo a stargli dietro.
La ferita non sanguinava più ma tirava. Gandalf ci guidò lungo cunicoli di roccia, fino a che non intravedemmo la luce .
Qualcosa dentro di me esplose dalla felicità. Respirai di nuovo l’aria fresca, il sole che bagnava il mio volto con audacia.
Mi lasciai cadere a terra, ansimando ancora.
-Oin, Thyra è ferita- disse spiccio Thorin.
Il vecchio guaritore mi esaminò -Ti devo medicare, Thyra. Qualcuno la tenga salda. Potrebbe fare male- osservò.
Fili e Kili furono ai mie lati. Entrambi mi tenevano ferma per un braccio.
-Il nano tolse delicatamente la fasciatura di fortuna, e una leggera fitta, provocata dallo strappo della tela sulla carne viva mi fece sussultare.
La lavò con dell’acqua e sale. Applicò un unguento puzzolente e la bendò di nuovo.
Aprii gli occhi che avevo tenuto vigliaccamente chiusi e mi sentii già meglio.
-Oin, mi è passato il dolore!- dissi stupita.
Lui ridacchiò sereno.
Thorin e Dwalin si rilassarono subito.
-Per forza, bambina. Quello che ti ho messo cauterizza e allieva il dolore all’istante- disse lisiciandosi i lunghi baffi.
Lo guardai riconoscente.
Lui si alzò e mi accarezzò la spalla.
-Dov’è Bilbo?- chiesi, non vedendolo tra i miei amici. Kili guardava da per tutto, cercandolo con lo sguardo.
-Dov’è Bilbo?- richiamò alterato Gandalf
-Dori, non dovevi guardarlo tu?- chiese Nori grattandosi una tempia.
Il nano divenne rosso di rabbia e disse tagliente -Non sono la balia di nessuno!-
-Sarà rimasto dentro- disse serio Dwalin occhieggiando al pertugio dal qualche eravamo uscuti.
Thorin guardava duramente nella stessa direzione. -Sarà tornato a casa, ha preso al volo la possibilità di scappare- disse lapidario, lo sguardo che emetteva scintille di rabbia.
-Non è vero!- disse una voce accusatoria alle nostre spalle.
Vidi Bilbo che squadrava Thorin con il volto rigido.
Gandalf sospirò felice.
-Per fortuna sei tornato!- disse sinceramente felice Fili.
-Perchè?- mormorò Thorin-Perchè sei tornato?-
Bilbo sostenne senza paura il suo sguardo e poi disse -Perchè voi non avete una casa, e avete sofferto per questo. Io voglio aiutarvi a riprendervela come posso!- disse con uno sguardo diverso.
Sembrava coraggio, una scintilla di fuoco.
Tutti lo guardammo increduli. Balin che aveva gli occhi lucidi, e persino Dwalin aveva abbandonato per un minuto il suo cipiglio severo.
Thorin aprì e chiuse la bocca più volte, incapace di emettere una parola. Lo guardava con incredulità e con una luce diversa, era colpito e stranito. Il silenzio fu rotto da ringhi lontani e voci in lingua nera.
Scattai in piedi con una certa fatica.
Il volto dei miei compagni era un libro aperto.
-Mannari- disse Gandalf guardandoci mortificato.
Non finiva più questa caccia? Pensai tra di me.
-Ce la fai a correre?- mi chiese Dwalin in apprensione.
Io annuii anche se non ero in grado.
L’ultima cosa che avrei voluto essere era un peso.
Mi morsicai l’interno della guancia e chiusi gli occhi per una fitta.
-Dobbiamo andare via- disse Thorin guardando in direzione dei suoni.
In quel momento arrivarono 3 orchi che ci guardavano trionfanti ridendo
-Gli alberi, presto!- urlò Gandalf. Con fatica mi issai su un ramo aiutata dai fratelli.
Eravamo stipati sue 3 abeti , il terrore negli occhi ci caratterizzava.
Kili mi lanciava delle occhiate ansiose ogni tanto. Io ero concentrata sugli orchi che ormai erano aumenati.
Tra di loro comparve uno alto, massiccio, la pelle diafana e gli occhi , o meglio un occhio giallo e malevolo.
Quando ci scorse tra gli alberi emisse una risata strozzata e gutturale.
Chiuse maligno l’occhio sano e con il mannaro camminava lentamente tra i tronchi scrutandoci con una gioia sadica crescente in lui. Assaporando quel momento di pura gioia, e beandosi della nostra paura Il sorriso malvagio dipinto sul volto distrutto dalle cicatrici.
-Bolg- disse Thorin in un sussulto.
-Cosa facciamo, zio?- chiese Fili.
Thorin guardava l’orco con impotenza e rabbia, non aveva un piano.
Mi sentii morire dentro. Era finita. Sul serio questa volta.

N.d.a

Eccomi qui fanciulli spero vi sia piaciuto anche questo capitolo! Ecco comparire Bolg, che ve ne pare? Fatei sapere!
Vi saluto e vi rigrazio tanto perchè spendete una parte della vostra vita a leggere questo mio racconto!
Alla prossima!!
Eireen

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Il terrore serpeggiava dentro di noi, il sangue che pulsava nelle vene rimbombava nelle mie orecchie.
Guardai giù vedendo Bolg che ora era sceso dal suo mannaro e guardava con una scintilla di pura malvagità nell’occhio sano nella direzione di Thorin, lui lo fissava con astio e sfida.
Una gioia selvaggia si aprì sulle labbra sottili rivelando una fila di denti appuntiti.
-Attaccate!- Gridò in lingua nera.
Un branco di mannari si accanì sul tronco degli alberi che ci ospitava.
Le bestie saltavano cercando di agguantarci per i piedi.
Ori era impietrito su un ramo sotto di me e non si muoveva.
-Ori, spostati da lì!- urlai Il povero nano tremava come una foglia.
La creatura sotto di lui che tremava febbrilmente a ogni salto, la bava che colava dalle fauci aperte.
A ogni salto si avvicinava sempre di più al lembo del mantello del mio amico.
-Ori, sta arrivando, dammi la mano. Devi salire!- lo pregai con una paura che ormai mi annebbiava la mente.
Ori mi guardava con terrore ma non sembrava volersi muovere.
D’impulso scivolai sotto , sul suo ramo.
Presi in mano la mia ascia, e quando vidi ricomparire la bestia caricai con tutta la forza che possedevo, l’arma sul suo muso.
La bestia guaì di dolore e quando la liberai cadde a terra morta.
Ori imbambolato e tremante era aggrappato saldo al ramo e balbettava frasi incomprensibili.
-Forza, alzati, dobbiamo salire!- lo esortai prendendolo per il braccio, con poca grazia.
Il nano si risvegliò dal torpore in cui era piombato e si arrampicò subito dopo di me ai rami superiori.
Raggiungemmo la cima degli alberi e nelle piante accanto anche i nostri compagni.
Sotto nel frattempo c’era un nuvolo di mannari e di orchi che incitavano le bestie ad abbattere gli alberi dove ci eramo rifugiati.
Vidi con la coda dell’occhio Gandalf che armeggiava con delle pigne e le accendeva con il bastone.
Le lanciava giù e in attimo la sterpaglia prese fuoco, le bestie guaivano scontente e frustate allontandandosi velocemente accompagnate dagli orchi che urlavano rabbiosi. -Ragazzi, prendete!- Gandalf ci tirava le pigne infuocate in mano.
Io ed Ori le rigettammo giù dal nostro abete.
Ora, un fumo tossico si ergeva nell’aria facendoci tossire e lacrimare gli occhi.
Non vedevamo molto.
Ma in quel preciso momento sentimmo delle urla, totalmente cieca guardai le nubi di fumo con angoscia.
Un vento di inizio autunno arrivò e portò con se via un po’ del fumo. Mi morì un urlo in gola, Thorin caricava contro l’orco chiamato Bolg con una rabbia mai vista prima. Era sceso dall’albero e ora si stava immolando pe noi.
Guardai impotente colui che ormai era parte della mia famiglia, andare incontro a morte certa. Su una roccia troneggiava la bestia, ritta in piedi, postura fiera. In mano una lama rozza e scura. Lo sguardo maniacale e un felicità selvaggia serpeggiava su quel volto ostile e crudele.
Sorrise, e mi partì un brivido lungo la schiena. Aprì le braccia come invito . Attorno a lui i suoi scagnozzi si gustavano la scena urlando parole nella loro odiosa lingua. -Thorin!!!- sentìì urlare Dwalin
-Zio!- era Kili
I miei piedi non volevano muoversi, ero aggrappata a un ramo e non riuscivo a distorgliere lo sguardo dalla scena. Era tutto a rallentatore, una scena drammatica. A ormai pochi centimetri di distanza, Bolg si lanciò caricando col manaro contro Thorin, la bestia lo fece cadere dandogli una musonata.
-NO!!- Urlai sconvolta.
Ma Thorin fu di nuovo in piedi, con coraggio, la lama di orcrist splendeva di un blu acceso, essa era puntata sull’orco , l’altra mano aggrappata allo scudo di quercia. Lo sguardo determinato. Bolg allora lo schernì con una risata gutturale.
E parlò nella lingua corrente. -Sei patetico Scudo di Quercia. Morirai- disse quelle ultime parole con un tono dolce. Sadismo allo stato puro, pensai agghiacciata. La bestia accarezzò la sua lama come se si volesse pregustare la scena pezzo per pezzo.
-Non, se ti ucciderò io, Figlio di Azog- il nano sputò quelle parole come se fossero veleno.
Il tono non sfuggì all’orco che ora lo fissava minaccioso.
La mascella contratta. Nell’occhio la morte.
-Tu, feccia nanica ,pagherai per quello che hai fatto a Mio padre!-
-Avrei voluto avere il piacere di finirlo, ma non è stato merito mio- lo schernì a denti stretti Thorin.
Bolg sorrise trionfante e caricò di nuovo il mannaro , Thorin fu di nuovo a terra.
La bestia gli buttò la spada lontano. Gli era ormai sopra e ringhiava. Thorin riusciì a scivolare via, ma la spada era lontana.
Bolg allora caricò di nuovo. Impotente tolsi lo sguardo dalla scena pronta a sentire le urla di Thorin, ma ciò non avvenne. Bolg emise un ringhio arrabbiato.
Guardai di nuovo e la scena si era arricchita di un nuovo menbro.
Bilbo, il piccolo mezuomo, con un coraggio da leone stava uccidendo il mannaro, parandosi tra lui e Thorin. Il nano era privo di conoscenza, steso a terra.
Pregai con tutto il cuore che non fosse morto. I miei amici erano rimasti in silenzio, ma immediatamente caricarono anche loro in aiuto degli altri due. Io e Ori scivolammo più in fretta che potemmo giù dall’albero in aiuto della compagnia.
Mi trovai sul campo di battaglia ad affrontare gli orchi e i mannari. Uccidevo e sgozzavo ormai da un tempo che mi pareva infinito. Ero esausta, e la gamba mi tirava. Il sudore mi colava sulla fronte. I capelli bagnati e sporchi di sangue nero e di polvere.
La notte era ormai arrivata, e il cielo era sgombro, la luna torreggiava su di noi, era una notte pacifica, cosa che contrastava alquanto contro la battaglia che imperversava metri più sotto. Caddi a terra a causa di un colpo che non vidi arrivare, ero troppo stanca per combattere, sentivo la sconfitta su di noi.
Un verso stridulo accompagnato da un vento fortissimo ci raggiunse allora. Vidi l’orco che mi aveva assalito prima volare via tra le zampe di una maestosa aquila reale. Fiera e determinata.
Avevo sentito parlare di loro, naturalmente ma era la prima volta che mi imbattevo in loro. Se non fossi stata sconvolta dalla rappresaglia orchesca probabilmente ,sarei rimasta in adorazione di quegli animali grandi e fieri. Guardai ora i mie compagni, erano vivi tutti, liberati da quelle meravigliose creature. Una a una , allontanarono gli orchi e i mannari.
Vidi in lontanaza Bolg battere in ritirata con quei pochi orchi rimasti. Caddì a terra esausta ,mentre mi sentivo prendere la vita da quancosa di appuntito. Alzai lo sguardo e per poco non tirai un urlo, stavo volando , una delle aquile mi aveva preso tra le zampe e mi stava portando via. Addocchiai al lati e vidi altri esemplari che tenevano tra le zampe i miei compagni. Vidi Kili che divertendosi come un matto aveva le braccia distese per aria e urlava di gioia. I capeli lunghi che turbinavano con il vento. Beh, almeno lui si divertiva pensai tra me e me.
Al mio fianco c’era Fili che invece non se la passava tanto bene. Aveva un colorito grigiastro e si teneva una mano sugli occhi e una sulla bocca. Risi brevemente alla scena. La notte era calma e tranquilla, ora le nubi avevano fatto ritorno e offuscavano un po’ la Luna. Il paesaggio da basso stava cambiando, ora sorvolavamo le montagne appuntite. La neve che copriva le vette. Era una visione mozzafiato.
L’aria però era leggermente troppo per me, iniziavo a sentire freddo. Come se avesse parlato l’aquila alzò le zampe e mi portò fin sopra alla pancia, un chiaro segno che avrei dovuto aggrapparmi al pumaggio e sistemarmi sulla sua schiena per coprirmi dal vento. Un po’ traballante arrivai alla meta e mi sistemai tra il piumaggio. L’animale gridò in approvazione e io le accarezzai la base della testa enorme come segno di ringraziamento.
Mi abbandonai al tepore e osservai il cielo sopra di me.

N.D.A

Ciao Fanciull* ecco a voi il capitolo nuovo! Grazie tante a tutt* per l’interesse che mostrate per questa storia! Sono felice che vi piaccia! Come sempre se volete commentare fatelo pure, apprezzo ogni tipo di recensione , basta ovviamente che siano critiche costruttive! ;)
Alla prossima!
Eireen

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
Volavamo ormai da quelle che per la stanchezza che provavo sembravano ore, ero distesa sul corpo dell’animale e il piumaggio caldo mi infondeva tepore e sicurezza. Guardavo le stelle che brillavano nel cielo, ogni tanto lanciavo delle occhiate ai miei lati giusto per assicurarmi che i miei amici non fossero caduti o svaniti nel nulla. Kili restituiva di tanto in tanto lo sguardo, con una luce malandrina negli occhi castani.
Le guance rosse a causa del vento tagliente erano alzate a formare un sorriso birichino e quasi infantile. Fili invece, si teneva la bocca e lo stomaco con le mani e stava steso supino sull’animale rantolando dei gemiti di tanto in tanto. Per sua fortuna atterrammo dopo poco su uno spiazzo , eravamo in mezzo a una pianura verdeggiante.
Scesi dall’aquila, dandole un buffetto sul becco
-Grazie- le sussurrai guardandola dritta negli occhi.
L’animale abbassò il capo e si librò nell’aria.
Mi avvicinai ai miei compagni, stavo mormorando qualcosa, avevano formato un campanello un po più in la.
Al mio arrivo si aprì un varco tra di loro, Dwalin mi lanciò uno sguardo preoccupato e mi posò una mano sulla spalla. Incerta , con il cuore alla gola, vidi Thorin, esanime per terra. I capelli sparsi sulla roccia, il volto pallido.
Cercai lo sguardo dei fratelli , Kili mi fu accanto , il volto pallido.
-Zio!- tentò Fili
-Gandalf, puoi fare qualcosa?- tentai io in ansia.
Avevo preso la mano di Thorin tra le mie.
Era gelido. Mi tolsi il mantello di pelliccia dalle spalle e glie lo misi addosso. Il vecchio mago annuì gravemente e si avvicinò a Thorin.
Mise una mano sugli occhi chiusi e pronunciò delle parole sussurrate.
Guardavo Thorin con apprensione crescente, quando aprì gli occhi tutti respirammo di gratitudine.
-Il mezz’uomo- disse il re con un filo di voce
-Bilbo è qui, amico mio, sta bene!- disse sorridendo Gandalf e gentilmente spingendo Bilbo accanto a Thorin che ora si stava alzando con fatica.
Appena mise gli occhi su quelli dell’Hobbit, si scostò con mala grazia da Dwalin che lo stava sostenendo per non farlo cadere.
Come una furia si avventò sul piccolo Hobbit prendendolo per la camicia e strattonandolo malamente
-Tu, non ti avevo detto che saresti stato un peso? Non ti avevo detto che il tuo posto non era qui?-
Gli occhi lanciavano scintlle, la mascella contratta, le sopracciglia impegnate in una linea a v che lo rendava ancora più minaccioso
-Zio- tentò Kili sbalordito. Io non potevo credere alle miei orecchie, respiravo velocemente, e guardavo la scena spaventata e disorientata.
Thorin non cedeva e sembrava non aver sentito il nipote.
Bilbo nel frattempo si era fatto se possibile più piccolo, gli occhi grandi e spaventati velati di quelle che potevano essere lacrime.
Ferito e tradito tratteneva a stento i brividi. Non potevo capacitarmi di tutta questa ingratitudine.
Bilbo aveva rischiato la sua vita per proteggere quella del nano. I miei compagni erano rimasti taciturni.
Ma quello che accadde poi, fu uno shock per tutti.
Thorin tolse le mani dalla camicia di Bilbo e lo abbracciò. Rimasi scioccata ma felice, molto felice.
Bilbo per una frazione di secondo perse ogni tensione nel corpo e si fece abbracciare, non sapendo bene come muoversi.
Guardai Kili e istintivamente gli presi la mano, arrossii appena mi resi conto del gesto.
Levai immediatamente la mano, ma lui me la riprese, tra la sua calda, grande e forte.
Il mio cuore fece una capriola e sentii un calore improvviso al basso ventre e alle guance.
Mi azzardai a guardarlo, aveva un sorriso enorme, e guardava suo Zio che ora si scusava con Bilbo.
Io mi persi per un attimo in quel sorriso.
Era una di quelle tante cose che amavo di lui.
Era un sorriso caldo e bello da mozzare il fiato.
Un sorriso che comprendeva anche gli occhi, che si facevano subito più caldi e felici.
Avrei smosso mari e monti pur di continuare a vedere quello spettacolo.
Faceva male tanto era intenso e vero.
-Penso che dovresti riposare un po’- disse poi Gandalf
Thorin annui -Rimaniamo qui un giorno, prepareremo un campo- disse il re poi.
Aiutai Bombur e bofur a accendere il fuoco.
Sentivo una sensazione strana, mi girai e mi resi conto che Kili mi stava guardando dall’altra parte del campo, con lo stesso sorriso di pochi minuti prima,Fili tentava in vano di parlargli ma lui non sembrava curarsene, era come se fossimo in una nostra bolla di sapone.
Il mondo fuori si muoveva come al solito, ma noi no. Ci perdevamo negli abissi degli occhi dell’altro. Come persi in galassie lontane. Mi sentivo così vicina alla sua anima ora, ed era bello, talmente bello da far paura e allo stesso tempo di mandarmi in crisi emozionale.
La bolla si ruppe quando uno scocciato Bofur mi prese dalle braccia una pentola con poca grazia; borbottando un poco velato “Giovani e ormoni”.
Mi imbarazzai, e feci una risata nervosa.
Bombur invece mi guardava con uno sguardo che la diceva lunga.
Mi allontanai troppo nervosa e mi misi accanto a Dwalin che guardava il panorama vicino a un masso che dava sullo strapiombo.
-Dovremmo riuscire a dormire senza guardie stanotte. Le aquile veglieranno su di noi- gli dissi allegra.
Lui mi guardò e si mise a ridere sommessamente -La prima e ultima volta Thy! Godiamocelo finchè possiamo- disse poi allontanandosi
Io annuii perdendo lo sguardo verso le immensità della natura sottostante.
Pensavo a casa mia.
Alla mia famiglia.
Chissà quanto stavano soffrendo non potendo sapere se fossimo vivi o meno.
Misi una mano sul cuore, e attraverso le maglie della mia corazza sentì una protuberanza.
Passai la mano sotto la maglina e tirai fuori una pietra, e mi ricordai del talismano di mia zia.
Passai un dito sulla superficie della pietra viola liscia.
Incisa c’era una runa, la runa Thurs, la runa della protezione.
Poi mi ricordai delle parole della zia. Se la stringevo e pensavo a loro sarebbero venuti in soccorso.
Strinsi la pietra attorno alla mano, e pensai a lei, pensai poche parole ma concise: Stiamo bene, ci siamo quasi.
Riaprii gli occhi e mi trovai Kili che mi guardava divertito.
Lo guardai di rimando e gli sorrisi.
-Pensavi a casa?- mi chiese indagatore.
-Sì, stavo mandando un messaggio. Mi ero dimenticata di questa- gli dissi porgendogli la pietra.
Lui la prese dalle mie mani e la guardò -Thurs- dichiarò poi con un tono dolce
-Sai, te ne avrei data una anche io- disse poi con tono basso. Io strabuzzai gli occhi e per poco non mi andò di traverso la saliva
Lui divenne rosso e balbettò -S-se fossi stato un parente- disse poi poco convito e imbarazzato.
Era poco convincente e dovette rendersene conto pure lui perchè trovò molto interessante la punta di suoi stivali ricoperti di acciaio.
Calò il silenzio.
Non sapendo cosa rispondere lo abbracciai e presa da non so quale forza, gli stampai un bacio sulla guancia, molto , troppo vicino alle labbra.
Mi ritrassi subito raggelata. Kili incollò il suo sguardo caldo al mio e mi regalò uno dei suoi sorrisi, mi accarezzò la guancia lentamente, e posò le sue labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, delicato. Eravamo ritornati nella nostra bolla.
Assaporai fremente quel momento che sognavo da anni.
Era ancora meglio delle mie apettative.
Lui era tenero.
La situazione invero non era nella migliori. Non eravamo a Novgorod, rischiavamo la vita ogni singolo secondo, ma quel bacio sembrava la cosa più giusta in quegli attimi. Il cervello e il cuore erano in fiamme, una sensazione di appagamento e allo stesso tempo mi lasciò stordita e incapace di parlare. Ci sciogliemmo con fatica. Incatenai il mio sguardo al suo
-Thy, io- incominciò lui con gli occhi chiusi e la sua fronte incollata alla mia.
-Non possiamo- conclusi io per lui. Alzandomi e lasciandolo li .
Ora che la bolla era scoppiata, mi sentivo fredda e un po’ lacerata all’interno.
Come se qualcuno avesse preso il mio cuore e ne avesse staccato un piccolo pezzo.
Sapevo che non sarebbe potuto succedere.
Non era possibile.
La situazione prima di tutto era assurda, stavamo andando a liberare una montagna dalla presenza di un drago e io cosa facevo?
Andavo a baciare nani su una rupe dopo aver rischiato di morire per mano di un branco di orchi assatanati.
Secondo, perchè lui?
Perchè non potevo trattenere i miei sentimenti?
Infondo lo stavo facendo da 10 anni.
Non potevo aspettare ancora un po’?
Cos’ero un animale che non sapevo controllarmi?
Rinchiuderli dentro di me e lasciare che piano piano mi divorassero e marcissero la mia carne e la mia felicità?
Grazie tante, Thyra
Perchè avevo deciso di rovinare la mia relazione con Kili?
Già, perchè?
Ah sì, perchè ero masochista.
Grazie tante.
Per fortuna, almeno nessuno sembrava essersi accorto del nostro bacio.
Mi lasciai cadere per terra nervosa e inviperita con me stessa accanto al fuoco.
Bilbo mi diede la scodella del cibo e in silenzio lo mangiai senza alzare lo sguardo dal piatto.
Nel frattempo anche Kili ci aveva raggiunti e silenzioso come me, mangiava accanto al fratello.
Evitavo di guardarlo negli occhi.
Non volevo che trasparisse il mio disappunto e la delusione.
Non volevo che si scusasse , non volevo dargli motivo per farlo.
Era stato un lapsus.
Eravamo in situazione di forte stress da mesi, e la carne è debole.
Sì, mi convinsi.
Non c’era altro oltre il mero desiderio carnale.


N.d.a
Ciao Fancuill* Eccomi di ritorno con un capitolo brevissimo, di transizione. Volevo dedicarlo a un evento particolare, il tanto e agognato bacio. Ho cercato di immedesimarmi al fine di rendere tutto più autentico, o quantomeno vicino alla realtà! Cosa ne pensate? Fatemo sapere! Ah, se volete ascoltare una canzone mentre lo leggete, vi consiglio questa canzone ”Moments Before the Storm - Poets of the Fall”. Ho scritto il capitolo ascoltandola!
Quanti fan di questi meravigliosi ragazzi ci sono tra di voi? :D dite dite!
Vi saluto e passo ai ringraziamenti: queste bellissime persone hanno messo la mia storia tra le seguite, e non posso essere più felice di così, quindi, grazie, davvero! Mi fate felice!!!!
Eriz
LaViaggiatrice
michela30
Thorin78
Alla prossima e fatemi sapere i vostri pareri!
Eireen

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