Wings

di Arashi_art
(/viewuser.php?uid=702375)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My Blood, Sweat and Tears ***
Capitolo 2: *** You make me begin ***
Capitolo 3: *** Caught in a lie ***
Capitolo 4: *** Tell me something ***
Capitolo 5: *** Without you, I'm nothing ***
Capitolo 6: *** Our scenarios ain't just boring ***
Capitolo 7: *** Hey MAMA ***
Capitolo 8: *** So thanks MAMA ***
Capitolo 9: *** It's my truth ***
Capitolo 10: *** Lost my way ***
Capitolo 11: *** Sorry Bae ***
Capitolo 12: *** Are you ready for this? ***
Capitolo 13: *** You worth it ***
Capitolo 14: *** Been trying to tell you this ***
Capitolo 15: *** This is all for you ***
Capitolo 16: *** Spread my wings ***



Capitolo 1
*** My Blood, Sweat and Tears ***


Wings

My Blood Sweat and Tears


Erano passati due anni dal suo trasferimento a Seoul. Ancora doveva rendersene conto.

Passeggiava tra le strade affollate della città, armata di cuffie e Ipod, ascoltando Blood, Sweat and Tears dei BTS.

Quanto sangue sudore e lacrime aveva versato per arrivare dove era ora?

Si era diplomata come Make up artist e Hairstylist con il massimo dei voti in Italia, il suo paese d'origine. Da allora aveva sempre desiderato trasferirsi all'estero per seguire il suo sogno: diventare l'assistente persolane di qualche celebrità. Era un obbiettivo strano, le dicevano tutti.

Aveva scoperto il k-pop poco dopo il diploma grazie ai BTS durante le promozioni di Wings appunto. Da quel momento aveva deciso di trasferirsi a Seoul con l'intendo di farsi un nome tra i gruppi k-pop per il tuo talento. Poteva dire di essere stata fortunata perchè appena arrivata in Corea, aveva iniziato subito a lavorare per sfilate di moda o programmi in televisivi. Diciamo che essere italiana l'aveva aiutata molto, in oriente impazzivano per l'Italia.

Durante una sfilata venne notata da un produttore discografico di un gruppo minore, le propose di far parte del loro team poiché quei ragazzi avevano bisogno di una spinta in più per diventare famosi.

In quel momento assorta nei ricordi, passò davanti ai cartelloni pubblicitari di diversi gruppi idol e tra loro vi erano i BTS.

Sorrise tra se e sé: chi avrebbe mai pensato che fosse diventata un membro del loro staff?

Ebbene sì, accadde poco dopo essere stata assunta da questo piccolo gruppo di ragazzini. La convocò il loro manager dicendole che l'aveva notata la BigHit. Grazie a lei avevano guadagnato un po' di fama, adesso tutti li riconoscevano per il loro stile vintage e moderno allo stesso tempo.

Poi lui continuò: << il coordinatore dello staff dei BTS vorrebbe che facessi un colloquio, se sei d'accordo ovviamente. >>

Le cedettero le gambe per l'emozione e non riusciva a credere alle sue orecchie. Era una loro fan da poco, ma li ammirava con tutta se stessa.

Se sono d'accordo? Secondo lei mi faccio sfuggire un'occasione del genere? Avrebbe tanto voluto dirlo a squarcia gola. Accettò senza farselo ripetere due volte.

Quando lo aveva raccontata alla sua migliore amica Yun, era quasi svenuta sul posto, anche lei era una loro fan.

<< Ti rendi conto che incontrerai Jimin? >> le aveva chiesto a brucia pelo.

Sentì il cuore arrampicarsi in gola e lo stomaco contrarsi: ancora non ci aveva pensato.

La prima volta che aveva visto il video di Blood, Sweat and Tears era rimasta folgorata da lui, soprattutto per i capelli grigi che adorava da sempre. I suoi movimenti, la sua voce...l'avevano attratta in un colpo solo. Doveva ammettere che anche gli altri sei non erano niente male, soprattutto Jungkook.

<< Ascolta, appeno lo vedi: saltagli addosso! >> esordì Yun mimando la scena.

<< Ma sei impazzita? Così mi cacciano subito, anche se vorrei tanto farlo. >> risero di gusto insieme.

Ricordava perfettamente il primo giorno di lavoro alla BigHit.

Era tremendamente agitata: aveva le mani sudate e tremanti e il viso in fiamme. Cercava di tenere un atteggiamento professionale, un po' di contegno, ma era molto difficile.

Prima le fu presentato tutto lo staff, erano così tante persone che già aveva dimenticato tutti i nomi.

Poi venne condotta nella sala trucco, dove vi erano ragazze sorridenti e gentili.

Ciò che successe dopo, avvenne troppo in fretta.

Nella stanza piombarono tutti e sette i ragazzi. La coordinatrice Mi Sun andò loro in contro spiegando che era stata assunta una nuova truccatrice. Così li accompagnò da lei e la presentò:

<< Si chiama Dafne, è italiana. E' molto talentuosa e spero che possiate lavorare bene con lei. >>

Dafne si inchinò a loro cercando di nascondere l'imbarazzo con i capelli grigi e l'emozione estrema che la stava investendo e loro fecero altrettanto. Lanciò uno sguardo fugace a Jimin che le sorrise dolcemente.
Stava per svenire.

Per fortuna Mi Sun distribuì prontamente il lavoro: dovevano essere tutti truccati ed acconciati per delle riprese.

A lei venne affidato Taehyung e senza dire nulla cominciò a rovistare tra i pennelli, fintamente calma.

<< Spero che ti troverai bene qui. >> esordì lui all'improvviso.

<< Sicuramente. Sono molto felice di essere qui. >> gli rispose con il nodo alla gola.

Era più che nervosa, stava per avere un attacco di panico.

<< E' da poco che ti trovi a Seoul? >> chiese V << Scusa se te lo chiedo, ma non voglio che non ti senta a tuo agio. >> le sorrise tramite lo specchio, probabilmente aveva percepito la sua agitazione.

<< Figurati. Mi sento meglio se parliamo. Comunque sì, mi sono trasferita un anno mezzo fa. >>

Le sue mani non volevano saperne di calmarsi, però quando iniziò a diffondere il fondotinta sul suo viso, il tremolio era completamente sparito. Quella era la sua passione e non aveva dubbi su suo lavoro, quando impugnava un pennello, tutte le sue insicurezze svanivano. Con movimenti decisi e precisi sfumò l'ombretto marrone vicino alle ciglia e rinfoltì le sopracciglia.

<>

<< Si, hai ragione. In Italia è più diffuso, credo. Mia madre è una fissata di mitologia greca e soprattutto del mito di Apollo e Dafne. >>

Chiacchierare la faceva sentire meglio, si stava tranquillizzando e la stava davvero mettendo a suo agio. Se ci fosse stato Jimin al suo posto, non avrebbe saputo come comportarsi. L'aveva intravisto poco prima ed aveva cercato di non fissarlo troppo. Le aveva sorriso come si fa ad una sconosciuta che si incontra per le prima volta, ma le aveva fatto impazzire il cuore.

<< Oh si, lo conosco. Che bello, è davvero molto poetico. Ti è andata bene allora, esistono talmente tanti nomi strani nella mitologia. >> rise allentando ancora di più la tensione.

<> risero insieme e quando ebbe finito il trucco, la ringraziò e corse verso la sala prove.

 

Un campanello di una bicicletta la riportò alla realtà.

Ogni volta che ascoltava quella canzone non poteva fare a meno di pensare a quel giorno.

A come guardava Jimin di nascosto, a come restava sempre in silenzio per paura di sfigurare, a come era sempre agitata, a come non aveva confidenza con loro.

Guardandosi adesso non poteva credere quanto fossero cambiate le cose da allora.

Erano passati sei mesi ormai e aveva stretto amicizia con tutti e sette. Truccando un po' tutti, finiva sempre per parlare del più e del meno e si divertiva molto in loro presenza.

Inoltre adesso non era più una semplice truccatrice, ma prendeva decisioni con il produttore sullo stile adeguato per ogni evento o rilascio. Spesso finiva anche per dare consigli di abbigliamento quando i costumisti erano indecisi o uno dei membri non sapeva cosa indossare anche semplicemente per uscire. Stava divinamente in quell'ambiente.

Si guardò nel riflesso di una vetrina, constatò che era cambiata pure lei. Si stava adattando allo stile coreano che adorava. Indossava una gonna a scacchi sormontata da uno spolverino nero e uno zainetto. Gli occhi verdi si intravedevano dalle lenti degli occhiali tondi e il basco rosa chiaro spiccava sui suoi capelli argentei.
Aveva incontrato delle persone fanatiche ed un notevole contributo l'aveva dato Jungkook, inaspettatamente erano diventati ottimi amici. Poteva davvero parlare di qualsiasi cosa con lui e nonostante il loro programma impegnatissimo, trovava sempre del tempo da dedicare a lei. Provava un profondo affetto per lui, pura e semplice amicizia: si intendevano con uno sguardo.

Anche con Jimin aveva preso confidenza quasi da subito. Superato il terrore iniziale, anche solo parlarci era un problema, erano entrati un po' in confidenza. Pareva non avere difetti: era gentile, premuroso, dolce e sempre sorridente con lei. Quel suo comportamento non la stava aiutando affatto a mantenere un distacco professionale. Era attratta sempre di più da lui.

Durante gli shooting, spesso assisteva per controllare che il trucco e l'acconciatura fossero al loro posto. Quando era il turno di Jimin, rimaneva imbambolata da una parte, tanto che Jungkook spesso finiva per darle una gomitata nel fianco per scuoterla.

Era più forte di lei.

Nei giorni di prove, riusciva a guardare solo lui mentre ballavano. Era terribilmente sensuale nei suoi movimenti così controllati e decisi, non poteva fare a meno di incantarsi.

Jungkook lo sapeva e spesso la prendeva in giro: << Prima o poi ti colerà la bava dalla bocca. >> Così finivano per lottare e solleticarsi a vicenda scherzosamente. Lo considerava un fratello maggiore anche se era due anni più piccolo di lei.

<< E' inutile che fai così. Sei talmente palese! Lo mangi con gli occhi quando lo guardi. >>

la scherniva spesso.

<< Non è vero! >> e lei mentiva sfacciatamente ogni volta. Non riusciva a nascondergli nulla, ormai la conosceva bene.

Attraversò la strada che separava il parco dal loro dormitorio. Dafne abitava proprio nell'appartamento accanto al loro. Quella soluzione era stata una scelta obbligata, poiché la chiamavano ogni cinque minuti per chiederle consigli di moda. Così avevano optato di trasferirla vicino a loro, evitandole di essere assillata telefonicamente: ora si attaccavano al campanello.

Raggiunse camera sua dove si cambiò velocemente e si diresse nell'appartamento accanto: Jimin e Jungkook l'aspettavano per cenare. Era diventata quasi un abitudine mangiare insieme, quando riuscivano.

La salutarono felici e la invitarono ad accomodarsi tra loro due. Erano splendidi come sempre: Jimin indossava una felpa con apparentemente nulla al di sotto, dalla cerniera leggermente calata non si vedeva nessuna maglia, e dei jeans strappati al ginocchio. Invece Jungkook aveva una semplice t-shirt bianca che lasciava poco all'immaginazione e dei pantaloni felpati neri. Entrambi scalzi.

Chiacchierarono per tutto il tempo della cena ed ogni volta che Jimin si voltava, Jungkook le ammiccava maliziosamente.

Perchè mi devi mettere sempre a disagio con Jimin? Maledetto...

Avrebbe voluto lanciargli un bicchiere in faccia per farlo smettere.

Dopo aver mangiato decisero di guardare un po' la TV in santa pace visto che gli altri stavano già dormendo, ma loro non avevano sonno. Iniziarono un film noiosissimo, ma Jimin voleva vedere il finale per cui non cambiò canale nemmeno sotto minacce. Jungkook prese una coperta dall'armadio e la distese su tutti e tre. Quel divano era talmente grande che sembrava un letto...appena Dafne lo pensò, arrossì fino alle punte delle orecchie. Non era molto conveniente per una ragazza ritrovarsi praticamente in un letto con due uomini e soprattutto quei due uomini. Jungkook non lo prendeva mai in considerazione, però non poteva non ammettere quanto fosse attraente.

Il suo fantastico amico, sempre pronto a metterla in imbarazzo, parve notarlo e con la scusa di cercare il cellulare, si accomodò lontano da Jimin. Dafne si ritrovò involontariamente tra loro due. Fulminò Jungkook con lo sguardo e lui lanciò in risposta un bacio silenzioso nello stile Jin. Jimin non si accorse di nulla, era davvero preso da quel film.

Alla fine i due ragazzi si addormentarono ed anche lei stava accusando la stanchezza, così posò la testa sulla spalla di Jimin e piombò nel sonno immediatamente.

 

Si sentì scuotere dolcemente, ma non voleva svegliarsi. Poi sentì una voce familiare che le sussurrò vicino all'orecchio: <>

Dafne trasalì sbattendo la fronte contro quella di Jungkook.

<< Ma che modi sono di svegliarsi? >> protestò lui tenendosi la testa dolorante.

<< Ben ti sta! >> rispose contrariata.

<< Stavo scherzando, scema. Però una cosa l'hai fatta davvero stanotte...> confessò con un sorriso tutt'altro che casto.

<< Ma cosa stai dicendo? Che ore sono? >> chiese lei esasperata coprendosi gli occhi.

<< Sono le 9 e comunque stavo dicendo sul serio. >>

<< Ok. Allora perchè mi stai tenendo sulle spine? >> Dopo quel risveglio, non aveva molta voglia di scherzare, lo guardò torva.

<< Vuoi la foto testimonianza o te lo dico a parole? >> chiese mentre si frugava nella tasca dei pantaloni.

<< Foto? Aspetta un momento. Ho dormito qui con voi due tutta la notte? >> solo in quel preciso istante se ne rese veramente conto. Il cuore minacciò di uscirle dal petto.

<< Oh sì e hai fatto scintille stanotte. >>

Le rivolse il cellulare per mostrarle la foto la quale ritraeva lei e Jimin sul divano in piena notte. La luce fioca della TV illuminava il viso di Dafne posato sul petto di lui mentre una sua mano era scivolata sotto la cerniera della felpa. Il braccio di Jimin passava sotto la sua testa per finire sul suo fianco: la stava praticamente abbracciando.

Di tutto ciò che stava guardando, Dafne non faceva altro che fissare la sua mano dentro la felpa e le ribollì il sangue in tutto il corpo.

<< E' un fotomontaggio, vero? >> chiese con la gola secca.

<< No, mia cara. Tutto vero. Non me l'aspettavo che fossi così svergognata. >> rise soddisfatto.

Perchè non ero sveglia? Perchè non me lo ricordo? Però se fossi stata cosciente non l'avrei mai fatto.

<< Non ti riprenderai più da questo trauma. Se parli ancora più forte ti sentiranno tutti. >> sentenziò

<< Ma scusa...eravamo così anche stamattina? >> chiese abbassando il tono.

<< Non lo so, stavo dormendo pure io. In quel momento mi ero alzato per andare in bagno, avevo intenzione di svegliarvi, ma non volevo interrompere il momento romantico. >> ammiccò << Mi sono svegliato verso le 8 e Jimin già non c'era. >>

<< Aspetta, hai fatto vedere anche lui la foto?>>

<>

Qualcosa le diceva che stava mentendo.

<< Giuro! >>

Lo guardò per qualche secondo in silenzio ed alla fine gli crebbe, ma lo obbligò a cancellare quella foto.

<< Vuoi che te la mandi prima? Così puoi fantasticarci prima di dormire. >>

Si beccò un cuscino in faccia, ma alla fine eliminò la prova.

<< Dopo questo meraviglioso e tranquillo risveglio, direi di fare colazione!>> Jungkook si diresse verso la cucina e lei non poté fare a meno di guardargli il fondo schiena.
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Salve a tutti **
Non so come ho partorito questa storia, quindi mi sono buttata e basta.
Non sono così brava a scrivere, cerco sempre frasi semplici e corte. Scusate T_T
Non sarà un triangolo amoroso, giuro. Voglio davvero che Jungkook sia un amico di cui fidarsi ciecamente.
Sto cercando di mantenere la loro realtà, ma a volte dovrò cambiarla un pò per far incastrare tutto
spero possiate capire. E sono una frana in coreano, non giudicatemi XD
Spero le il primo capitolo vi abbia incuriosito, fatemelo sapere ;)
Quasiasi critica buona o brutta che sia è comunque costruttiva, quindi commentate tranquillamente <3
A presto col secondo capitolo!
Un bacio ^^


-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** You make me begin ***


Wings

You make me begin

Passarono dei giorni dopo quella notte imbarazzante passata sul divano con due uomini. Al solo pensiero della sua mano infilata sotto la felpa di Jimin, le gambe diventavano molli come gelatina.

Per fortuna o sfortuna non aveva avuto modo di parlare con lui in quei giorni se non per motivi lavorativi. Era tutti frenetici e stressati, il rilascio del nuovo album era vicino.

Era mattina presto ed erano già tutti e sette nello studio per provare, ripassare, sistemare, chiedere consigli. Non avevano nemmeno il tempo di pensare o prendersi qualche ora di riposo.

Dafne truccava ed acconciava senza sosta, non poteva permettersi di distrarsi proprio adesso.

Preparò Jungkook il quale aveva il focus tutto su di lui durante ritornello della nuova canzone Fake Love, o almeno così le avevano detto. Non aveva ancora visto la coreografia, ma oggi avrebbe assistito alle prove per la registrazione del video.

Era quasi tutto pronto quando all'improvviso la costumista decise che l'acconciatura di Jimin e Hoseok non andavano bene.

- Dafne, dobbiamo inventarci qualcosa di diverso. Dobbiamo far risaltare di più il nero dei capelli. Ti affido Jimin mentre io mi occupo di Hoseok – disse frettolosamente Mi Sun.

Insieme ad una collega scelsero un colore spray dai toni aranciato per uno e lilla per l'altro.

Optarono persino per una camicia dalla stampa leopardo, dovevano muoversi perchè erano già tutti pronti per registrare.

Mentre Dafne finiva di laccare i capelli, lui si sbottonò la camicia per cambiarsi velocemente.

Si sta cambiando davvero qui? Davanti a me?

Quasi si strozzò con la saliva, deglutì cercando di riprendere fiato. Doveva mantenere un contegno professionale e non aveva tempo da perdere.

Ogni bottone sganciato era un battito cardiaco saltato.

La coordinatrice lo intimò ad affrettarsi per cui sfilò le maniche senza indugio mostrando il petto nudo. Era così bello da mozzare fiato: non eccessivamente muscoloso, ma tonico e snello. Gli addominali che affermava di aver perso, li vide fin troppo bene.

Breve, ma intenso. Pensò tra se e sé.

Velocemente seguirono tutti Jimin verso la sala dove tutti lo attendevano e cominciarono le prove.

Dafne rimane abbagliata da quella canzone, era bellissima e loro lo erano ancora di più. Quando vide Jungkook scoprire gli addominali nel ritornello, la mandibola precipitò verso il pavimento. Quasi sbavò guardando il suo migliore amico, ne rimase turbata.

Un fragoroso applauso nacque spontaneo alla fine della performance.

- Ehi, farai morire qualche Army così, lo sai? - sgomitò Jungkook quando si avvicinò per asciugarsi.

- Credi? Un po' mi imbarazza. -

- Non penso proprio che tu sia imbarazzato - e continuarono a battibeccare finchè i loro doveri non li richiamarono all'ordine.

 

Alla fine della giornata i ragazzi erano già tutti usciti dalla sala, esausti. Dafne stava rassettando la sala trucco quando udì Lie, il singolo di Jimin, risuonare per tutto lo studio.

Incuriosita si diresse verso la musica e dalla porta intravide Jimin ballare la sua canzone da solo.

Quella coreografia era così sinuosa e sensuale che non riuscì a scollarsi dall'uscio. Era tremendamente magnifico mentre concludeva la sua danza inginocchiandosi a terra tra i respiri affannosi.

Il cervello della ragazza stava ancora elaborando il tutto quando i loro sguardi si incrociarono.

In preda all'imbarazzo, afferrò un asciugamano completamente a caso e glielo porse con un sorriso ebete sul volto.

- Eri perfetto. - Quelle parole sincere uscirono spontaneamente e lui la ringraziò timidamente accettando l'asciugamano.

- Stai mentendo – aggiunse mentre si alzava.

- Perchè dovrei? -

- Per farmi un piacere? - azzardò tormentandosi i capelli neri umidi di sudore.

- Va bene, non farò più complimenti a nessuno. Anche Jungkook mi risponde sempre così. Mi fate innervosire. - si imbronciò scherzosamente.

- Non so mai come comportarmi quando ricevo un complimento. - ammise lui facendo spallucce.

- Ma dai, dovreste esserci abituati. - Ancora non riusciva a capire questa loro timidezza.

- Non ci si abitua mai. Però fanno molto piacere, soprattutto da una ragazza. - le rivolse un sorriso disarmante provocandole i brividi tutto il corpo.

- Ti faccio una proposta indecente. - esordì e Dafne sentì un mancamento. - Si è fatto un po' tardi, che ne dici di mangiare qualcosa insieme?- aggiunse mentre si avviavano verso i camerini.

La ragazza accettò senza ragionarci troppo, attese nel corridoio mentre lui si cambiava e stava per impazzire quando per fortuna il suo cellulare squillò.
__________________________________________________________________________________________________________________________

Ehilà~
Sono già tornata con il nuovo capitolo. In questi giorni sono molto produttiva perchè ho un po' di tempo.
Cercherò di pubblicare presto gli altri e con regolarità, non mi piace far aspettare troppo..
Spero vi stia prendendo la storia, ancora non so dove andrà a parare ahahahahha 
Fatemi sapere qualsiasi cosa, così so dove sto sbagliando e cercherò di migliorare <3
A molto presto **
-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Caught in a lie ***


Caught in a lie


- Dove sei finita? - Chiese Jungkook dall'altra parte del cellulare. - Sono ancora qui, c'è anche Jimin. - sospirò Dafne pensando a quanto fosse assillante l’amico.

- Ah, capisco. Ho interrotto qualcosa? - domandò con tono malizioso seguito da una risatina furba.

- Ma cosa stai dicendo? Mi ha solo invitato a cena! - Aveva appena rischiato di urlare quindi abbassò drasticamente la voce per non farsi sentire.

- Wow, allora farete il dopo cena! Bravi, mi raccomando le precauzioni. - Questa volta Jungkook rise di gusto.

- smettila! - squittì con un topo.

Magari. Si sorprese a pensare.

- Dai, ammettilo che non stai più nella pelle! -

- Si, sono contenta.- disse solo per farlo contento, ma in realtà era felice.

- Oh, esprimi un'emozione una volta tanto. Apatica. - La chiamava spesso in quel modo. Solo lui era riuscito a sbloccare quella sua freddezza, purtroppo era fatta così: dimostrava raramente il suo affetto. Il suo migliore amico finalmente riattaccò augurandole buona fortuna e un buon dopo cena. Nel frattempo Jimin si era cambiato per la cena con una semplice camicia morbida rincalzata nei jeans attillati. Sentì una voce insinuarsi nella sua mente nella testa che diceva: lo stai mangiando con gli occhi e si vede.

Ovviamente entrarono dal retro del ristorante e furono accompagnati in una stanza privata. Erano stati molto attenti a non farsi notare da nessuno, non potevano permettersi un gran clamore per una semplice cena. Erano completamente soli quando si accomodarlo al tavolo, per la prima volta non c'era nessuno a disturbarli.

Era un appuntamento in pratica?

Mangiarono serenamente, parlando di qualsiasi cose venisse loro in mente. Le spiegò che provava continuamente il suo singolo perché gli procurava molta ansia e voleva migliorarsi, così ogni tanto si fermava qualche minuto in più degli altri, se non era troppo stanco. Mentre parlava si passava spesso la mano tra i capelli: quel semplice gesto le faceva battere il cuore. Ogni suo sguardo, un suo ogni sorriso, ogni suo movimento lo assaporò a pieno, voleva stamparsi nella mente quel momento semplice e stupendo. Per quasi tutta la durata della cena venne tempestata di messaggi da Jungkook, il quale era curioso di sapere come stesse procedendo la serata, per cui dovette silenziare il cellulare e rinchiuderlo nella borsa. Concluso il pasto delizioso, vennero condotti al dormitorio dall'autista. Raggiunsero il piano giusto ridendo l'uno le battute dell'altro ed il fatidico momento di salutarsi giunse provocandole una certa agitazione.

- Ti ringrazio per la cena, Jimin. - disse mentre rovistava nella borsa alla ricerca delle chiavi.

- Figurati, mi ha fatto piacere cenare con te. - le regalò un sorriso dolce.

Seguì un silenzio imbarazzante, nessuno dei due aprì bocca per qualche secondo che parve infinito. Alla fine Jimin fece per inchinarsi, ma venne interrotto da lei.

- Aspetta. Io..ecco...posso salutarti all'italiana? - non sapeva perchè l'avesse detto, purtroppo

oramai aveva lasciato il sasso e non poteva più tornare indietro.

Lui inclinò la testa di lato poiché non capiva il senso di quella domanda.

Dafne si era dovuta abituare obbligatoriamente all’usanza dell’inchino, ma non le era mai piaciuto per salutare un amico. Sebbene si fosse perfettamente adattata allo stile di vita coreano, rimaneva pur sempre italiana.

- Non ho idea di come si saluti in Italia, ma va bene. - rispose poco convinto. Ovviamente la ragazza si approfittò dell'occasione, così posò una mano sulla sua guancia sinistra e sull'altra stampò un bacio più lungo del dovuto. Pensò di essere stata troppo azzardata o troppo spudorata, ma non le importava poiché non avrebbe avuto un'altra possibilità e frenò la voglia tremenda di spostarsi sulle sue labbra. Il vino che aveva sorseggiato durante la serata, la stava aiutando

notevolmente: la bocca scottava contro la sua pelle morbida. Percepì i muscoli della guancia irrigidirsi ed immobilizzarsi sotto suo tocco. Sapeva di averlo scioccato ed era il suo intento in parte. Un film passionale prese vita nella sua mente con loro due come protagonisti, ma scacciò quell’illusione piacevole.

-Buona notte - gli sussurrò vicino all'orecchio a malincuore. Attese un momento piena di speranze, ma udì solo una risposta ripetuta.

Sei impazzita? Credi davvero che ti inviti in camera sua? Rimproverò se stessa mentalmente.

Il volto di Jimin era quasi viola quando se ne andò.

 

- Non ci credo che l'hai fatto davvero? Un demone ti ha impossessata? - chiese Jungkook il giorno dopo e con una smorfia di puro terrore si nascose dietro il cuscino del divano.

- Puoi essere serio una volta nella tua vita? - Strappò il guanciale dalle mani dell'amico. Non ci aveva dormito tutta la notte e lui faceva lo stupido. Una volta in camera si era resa conto di ciò che aveva fatto e si era insultata da sola.

- L'hai ucciso secondo me. Dopo glielo chiedo. - disse con un sorrisetto furbo.

- Cosa vuoi fare? - uscì un urlo isterico.

- Gli parlo più tardi, voglio sapere cosa ne pensa. - rise divertito sistemando un braccio sullo schienale dietro la testa di Dafne.

- Per te è tutto divertente, vero? - si imbronciò lei con le braccia conserte.

- Dai, fatti una risata! Tifo per voi, sai? - ammiccò sciogliendole gli arti intrecciati. - Comunque vorrei una dimostrazione pratica, grazie. - sorrise a trentadue denti.

L'amica rifiutò più volte, era stato un gesto azzardato e d’impulso. Alla fine cedette alle sue suppliche assillanti, sembrava che ci tenesse davvero molto a capire, così ripete la stessa azione su di lui.

- Stai scherzando? L'hai ucciso seriamente. Stavo quasi per morire io adesso. - era davvero impressionato mentre si sventolava il viso con le mani a mo di ventaglio.

- Smettila di dire cazzate, su. - lo supplicò quasi.

- Certo che siete proprio strani voi italiani...Allora perché non mi hai mai salutato così? -

- Perché non saluto così tutti i ragazzi che conosco! E' stata un'eccezione ieri sera, con te non lo farei mai. - lo allontanò con una leggera spinta.

Avevano legato molto da quando era arrivata lì, ma non intendeva baciarlo in quel mondo ogni volta che si vedevano. Era diventato un amico indispensabile ed insostituibile, passava più tempo con lui che con chiunque altro lì. Da quando si era trasferita aveva praticamente perso i contatti con Yun.

Era un amico su cui contare in qualsiasi momento e l’ascoltava sempre anche quando si rendeva lagnosa e lacrimevole. Dafne da parte sua, faceva altrettanto. C’era un’intesa particolare tra di loro, si capivano senza parlarsi. Molto spesso si rendeva conto di guardarlo più del dovuto, ma era una di una bellezza disarmante in qualsiasi momento della giornata e lui faceva di tutto per metterla in difficoltà.

Il mattino dopo si ritrovarono per la colazione, spesso non riuscivamo a godersela tutti insieme dati i loro numerosi impegni. Erano tutti e sette seduti intorno al tavolo già apparecchiato. La salutarono con un gran sorriso che le riscaldò il cuore. Si posizionò dietro Jungkook, avvolse le sue spalle con le mani e si chinò per baciarlo sulla guancia. Tutti si bloccarono: Namjoon e Taehyhung quasi sputarono nel piatto, SeokJin spalancò la bocca piena di cibo, Yoongi rimase con le bacchette a mezz’aria, Hoseok pietrificato con un sorriso ebete sul volto, eccetto Jimin che continuò a mangiare come se nulla fosse.

- Ci siamo persi qualcosa? - chiese Yoongi che, superato lo shock del momento, era tornato impassibile come sempre.

- Ehm...no. Non capisco la domanda. - ammise lei. L'amico le aveva chiesto con insistenza di salutarlo ''all'italiana'' quando si vedevano la mattina. Capendone subito il motivo in quel momento, quasi gli stritolò le spalle che stava ancora stringendo.

- Sembra che abbiate visto un fantasma. In Italia si saluta così gli amici, ragazzi. Non c'è niente di male. Vero, Dafne? - disse il colpevole cercando la sua approvazione.

- Ah l’Italia...dovremmo andarci per farci salutare così. Ma noi non siamo tuoi amici? - azzardò SeokJin senza pudore. Gli altri lo insultarono per ciò che aveva appena detto accusandolo di essere un approfittatore.

In tutta questa discussione Jimin non proferì parola.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve~
Ci sto mettendo molto impegno in questa storia, spero si veda <3
Sono già al terzo capitolo e sto già preparando gli altri nel mentre. 
I rapporti tra i pg vorrei che crescano con calma, quindi probabilmente vi sembrerà una storia lenta per ora. 
Vi assicuro che succederanno ben altre cose più accattivanti ehehehe ;)
Negli altri capitoli cercherè di dare spazio anche agli altri membri, ma non è molto semplice stare dietro a tutti XD
Bando alle ciance, spero vi piaccia..fatemelo sapere <3 
A prestissimo **


-Arashi- 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tell me something ***


Tell me something

Quella sera decisero di festeggiare la fine delle riprese assiame a tutto lo staff, il quale aveva allestito un piccolo buffet e comprato qualche alcolico. Si erano dati appuntamento nella sala prove, così non avrebbero infastidito il vicinato grazie alla camera insonorizzata.
Dafne aveva impiegato mezz’ora per scegliere il vestito adatto, non era una festa formale, ma voleva attirare un po’ di attenzione su di se. Sapeva di avere un bel fisico e decise di valorizzarlo senza risultare troppo volgare. Optò per un vestito bordeaux con una bella scollatura sul décolleté abbastanza importante;
il tutto illuminato da una collana dorata la cui catena si nascondeva tra i due seni. Intendeva far colpo su Jimin, non poteva negarlo a se stessa. Il trucco semplice con un po' di eyeliner faceva risaltare i suoi occhi verdi e un rossetto nude ingrandiva leggermente le sue labbra. Con i capelli arricciati e tre chili di profumo, incalzò dei sandali dai lacci dorati e raggiunse gli altri. 
Appena arrivata, un fischio lieve di approvazione volò dietro di lei.
- Vuoi fare colpo stasera?- purtroppo era Jungkook che la condusse per lespalle verso gli altri membri del gruppo.
-Taci una buona volta - mormorò tra i denti mentre sorrideva e salutava i
presenti con la mano.
- Beccata! Comunque stai divinamente - la fece roteare su se stessa per
studiarla meglio. - Da quando hai un seno del genere? - aggiunse, soffermando lo sguardo proprio sulla parte appena citata.
Come risposta ricevette una spinta che lo sbilanciò all’indietro. In effetti nemmeno lui l'aveva mai vista con una scollatura del genere, non aveva mai osato così tanto e quando lavorava non si curava di mostrarlo ai quattro venti. 
-Non vorrei dirtelo, ma quella collana...bè...ti invita a guardare proprio lì. E se telo dico io...- non finì la frase, ma la completò con uno sguardo malizioso.
- Forse ho esagerato. - ammise. Da una parte aveva raggiunto il suo obbiettivo,dall'altra si stava un po' imbarazzando.
- Jimin ti sta fissando da quando sei arrivata. - sussurrò l'amico per non farsi
sentire dagli altri. Di conseguenza Dafne rivolse appena lo sguardo verso di lui e quel poco bastò per constatare quanto fosse magnifico. Indossava abiti semplici, ma su Jimin avevano un altro effetto: una camicia morbida leggermente aperta mostrava una piccola collana d’argento, i pantaloni di principe di Galles sormontati da una cintura nera e il tutto condito dal suo elegante portamento da ballerino. 
Si stavano divertendo tutti, forse anche troppo. La musica aveva coinvolto i presenti che stavano ballando come se fosse una discoteca.
Dafne stava bevendo un po’ troppo grazie al suo migliore amico che si premurava di riempirle sempre il bicchiere appena svuotato.  Dopo un’accesa “discussione”, era stata trascinata controvoglia in mezzo alla “pista” da Jungkook e il roteare veloce su se stessa non la stava affatto aiutando con la sbornia. In preda all'esaltazione del momento, coinvolsero anche i più restii come Yoongi e Namjoon i quali saltavano ovunque come due completi pazzi. Taehyung era il cuore pulsante della festa, riusciva a divertirsi persino da solo e metteva tutti a proprio agio.
Poi successe tutto troppo velocemente per i suoi sensi rallentati: si ritrovò tra le braccia di Jimin mentre risuonava ''Perfect" di Ed Sheeran per tutta la sala. Il loro corpi non si stavano solo sfiorando, erano letteralmente incollati uno all’altro. Sentiva le sua mani sulla schiena muoversi delicatamente seguite dal ritmo
lento del suo bacino. La stava guidando in una danza sinuosa e fin troppo spinta. Sprigionava sicurezza da tutti i pori mentre la spingeva a muoversi insieme a lui; ogni tanto si mordeva il labbro inferiore con lo sguardo intenso.
Stai calma e sii presente a te stessa. Si ripeteva nella mente come una preghiera. 
Da sobria sicuramente la sua anima l'avrebbe abbandonata, per cui ringraziò l’alcool per la prima volta in vita sua. Cantarono insieme il ritornello della
canzone mentre la trascinava sempre di più: adorava quella canzone e soprattutto adorava lui. 
Il potere che quel ragazzo aveva su di lei era incredibile: non avrebbe mai né cantato né ballato per l’imbarazzo, si riteneva totalmente incapace.  
Darling, You look perfect tonight. - cantò lui insieme ad Ed Sheeran con la sua voce stupenda a pochi centimetri dal suo viso. 
Quando la musica si fermò, Dafne poteva inspirare il suo respiro bollente talmente i loro visi erano vicini. Tutto il suo corpo era scosso: i fianchi sotto le mani scottavano, la mente era K.O., lo stomaco formicolava dolorosamente e Il cuore minacciò di uscirle dal petto, temette che Jimin potesse sentirlo esplodere. Le loro bocche stavano per assaggiarsi, quando Tae decise di saltare contro di loro inaugurando la nuova canzone appena iniziata. 
La ragazza avvertì il mondo capovolgersi, l'alcool prese il sopravvento sulla ragione e così cadde nell'oblio poco dopo. 
 
Aprì gli occhi invasa dalla luce di una finestra e da un terribile mal di testa. Non Riusciva a mettere a fuoco la stanza, per cui si sollevò per posare la schiena contro lo stipite del letto. La camera le risultò familiare, ma non era la sua e si stropicciò gli occhi con forza.
Quando li riaprì, vide il suo seno nudo e si sorprese: non andava mai a letto senza pigiama. Non comprendendo la situazione, si voltò verso destra dove vi
era Jungkook addormentato con il suo petto muscoloso in bella vista. Trasalì per lo spavento e lo stupore, istintivamente si coprì fin sotto al mento con le lenzuola. Scossa dalla scoperta, analizzò il pavimento in cerca dei suoi vestiti: era sparsi ovunque e non solo i suoi. La camicia che l'amico indossava la sera prima era sul pavimento vicino alla porta seguita dai pantaloni ed infine dai suoi boxer di 'Calvin Klein'. 
Cosa diavolo era successo? Non riusciva a capacitarsene, mentre imprecava sottovoce. Osservò meglio il suo coinquilino di letto con il cuore in gola, per fortuna le coperte lo nascondevano dalla vita in giù.
- Svegliati! Santo Dio! - urlò esasperata dopo l'ennesima strattonata.
Con un brontolio di protesta, Jungkook sollevò una palpebra e spalancò l’unico occhio aperto. Si sollevò con uno scatto come risvegliato da un incubo e le lenzuola per poco lo scoprirono sotto il bacino. 
- Mi spieghi costa sta succedendo? E non muoverti troppo! - disse Dafne affogando il viso tra le ginocchia. 
- Mi pare che non ci sia bisogno di spiegazioni...- rispose con voce impastata e assonnata.
La ragazza emise uno verso stridulo: una notte passione con il suo migliore amico? Non poteva crederci, avrebbe voluto sbattere la testa contro al muro
dietro di lei.
- Ok, niente panico. Vado a prendere dei vestiti. -
Chiuse gli occhi mentre lui si alzava, ricordava perfettamente di aver quasi baciato Jimin e maledì Tae per averli interrotti. E poi?
Dopo quale minuto Jungkook tornò indossando solo un paio di pantaloni comodi e porse la sua vestaglia all’amica, se ancora
poteva considerarsi tale. Si voltò educatamente mentre lei si ricomponeva.
- Oramai puoi anche guardarmi nuda visto quello che abbiamo combinato. - disse amareggiata da se stessa.
- Guarda che mi giro sul serio. - la minacciò. 
- Comunque potevi metterti una maglia, è già abbastanza imbarazzante e ridicola questa situazione. - sentenziò lei scossa da brividi freddi. 
- Perchè ti fa così schifo pensare di aver fatto l'amore con me? - chiese offeso
- Non sto dicendo quello, cioè..sì..no..- 
Ok, sto diventando pazza. 
- Confido in noi due, comunque. Anche da ubriachi.- Lui sembrava molto tranquillo.
- E se mi hai messo incinta? O mio dio. - scandì le ultime tre parole, quel pensiero le provocò la nausea.
- Ma cosa stai dicendo?- disse, nel frattempo si era accomodati sul divanetto in pelle della camera.
Quella stanza era davvero enorme, sembrava una suite di un hotel di lusso. In confronto il suo appartamento, seppur carino, risultava una catapecchia, per questo preferiva sempre andare da loro. 
Trasalì all'improvviso quando un pensiero agghiacciante si formulò nella sua testa.
- Avremmo usato le precauzioni? - domandò preoccupata.
- Ma dai, ti preoccupi di questo? Ci pensi a noi due, mentre ansimiamo... - si avvicinò con sorriso malizioso. - Un giorno potremmo provare da sobri! - esclamò entusiasta all'idea.
- Ma ti sei bevuto il cervello insieme ai drink ieri sera? - Sentì il fumo uscirle dalle orecchie come una vecchia locomotiva a vapore. Se non fosse stato il suo migliore amico, forse avrebbe accettato subito. 
- Stavo scherzando, dai. Comunque quando bevo tanto, non sono lucido, ma ricordo sempre qualcosa. - confessò calmo. 
- E tu lo dici solo adesso? - scattò, impaziente di sapere. 
-  Ricordo che ci siamo diretti qui e non so perché ci stavamo baciando. Forse eri delusa per non aver pomiciato con Jimin, non lo so. Mentre...insomma...limonavamo, ci siamo spogliati. Non chiedermi il motivo, vorrei tanto saperlo pure io. Sono crollato dal sonno appena ho toccato il letto, fine della storia. - Dafne non lo aveva interrotto durante il suo racconto folle e lo fissava con gli occhi sgranati e la bocca spalancata per lo stupore.
- Io...sono meravigliata di me stessa.- si schiaffeggiò le guance come per svegliarsi da un brutto sogno.
- Pure io, ma non è che mi sia proprio dispiaciuto...- rise beccandosi un sberla poco amichevole.
Protestò per il colpo ricevuto: in effetti non era colpa sua dell'ubriachezza di entrambi.
-Però sei brava a baciare. Ti muovi molto bene e sai essere sensuale quando vuoi, complimenti.- quella ultime parole furono seguite da un altro schiaffo più forte del precedente.

__________________________________________________________________________
Buonasera~
Dopo l'uscita del Teaser di ieri, ho deciso di pubblicare il 4 capitolo XD
Non sto più nella pelle per il nuovo comeback, mamma mia!
Comunque, le cose iniziano a prendere forma adesso. E chi non vorrebbe un amico come Jungkook? ;)
Scusate se descrivo sempre i vestiti (anche le fantasie), ma la mia passione per la sartoria mi obbliga. 
Mi cade sempre l'occhio su queste cose e le apprezzo :)
Spero vi stia incuriosendo la storia e fatemi sapere cosa ne pensate as always <3
A presto **

p.s. sto valutando di cambiare Nickname, in caso non spaventatevi C:

-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Without you, I'm nothing ***


Without you, I'm nothing

Per tutto il giorno successivo non riuscì a pensare ad altro e francamente anche la sua memoria cominciava a riattivarsi un poco. Si rivedeva mentre si lamentava di Jimin e subito dopo attaccata come una cozza al suo migliore amico. L’immagine di Kookie che la baciava con passione, le stringeva lo stomaco in una morsa dolorosa. Scacciò il pensiero delle loro lingue che si intrecciavano

scuotendo la testa con violenza. Inoltre il suo carissimo amico non faceva altro che stuzzicarla sull'accaduto, si divertiva come un bambino. Quando si ritrovavano da soli, spesso l'afferrava per le spalle e con voce suadente diceva: Concludiamo ciò che abbiamo interrotto. Poi vedendo la sua faccia rossa come un pomodoro, scoppiava a ridere. Mangiò da sola, non voleva vedere nessuno e si promise di non bere più così tanto soprattutto in compagnia.

 

I giorni passarono da quella sera di follia e tutto tornò alla normalità. Jimin era di nuovo lo stesso, dolce e gentile, sembrava proprio non ricordare di aver filtrato con lei. Ogni tanto la invitava a cena, ma alla fine ognuno tornava nel suo appartamento. Qualche volta si era intrattenuti a parlare davanti al portone dell'appartamento, appoggiati alla ringhiera del pianerottolo l'uno accanto all'altro. In quei momenti aveva la sensazione di riuscire a conoscerlo meglio, poteva osservare i suoi

bellissimi lineamenti in tranquillità e non tramite uno specchio. Ultimamente lo truccava spesso poiché riusciva a far risaltare il meglio del suo viso e dei suoi occhi a mandorla. Era già perfetto così, non faceva altro che farlo splendere ancora di più. Quel pomeriggio Jimin si fermò più degli altri nella sala prove e Dafne si propose di rimanere con lui, non le dispiaceva affatto vederlo ballare. Era sempre molto preciso e sensuale, persino nei movimenti più semplici. Non aveva molta fiducia nelle sue capacità, infatti tutti non facevo altro che ripetergli quanto fosse bravo per incoraggiarlo. Dafne si avvicinò con una bottiglia d'acqua e un asciugamano tra le mani, i quali vennero accettati con gratitudine.

- Posso chiederti un favore? - esordì Jimin con il respiro affannoso.

Tutto quello che vuoi. Avrebbe voluto dirgli.

- Dimmi pure. - rispose invece.

- Siccome stasera dovrei fare una diretta su VLIVE da solo, mi potresti sistemare il trucco e i capelli? -

Rimase un pò delusa da quella richiesta, ma accettò sorridendo. Per praticità Jimin decise di fare la doccia nello studio dato che aveva i vestiti di ricambio, così avrebbero utilizzato la sala trucco più tardi. Lo attese seduta sulla poltroncina davanti allo specchio luminoso e per poco non volò dalla seduta quando lui entrò: indossava solo dei jeans attillati mentre con le mani si scuoteva i capelli neri.

- Scusami, ma ho ancora troppo caldo. - disse sedendosi al posto suo.

- Fi..figurati, nessun problema. - mentì spudoratamente.

Impugnò l'asciugacapelli e cominciò a lavorare senza guardarlo troppo. Mentre passava la piastra sulle sciocche, Jimin scattò qualche foto col cellulare inquadrando entrambi.

- Non vorrai mica pubblicarle? Farai impazzire delle Army – Scherzò.

Il ragazzo rispose negativamente, disse che semplicemente gli piaceva rivedere quei momenti tranquilli. Poi sistemò la testa sullo schienale della poltrona mostrandole il pomo di Adamo e chiuse gli occhi. Per un momento la professionista che era in lei svanì, pensando a quanta voglia avesse di baciarlo sul collo e sulle labbra carnose.

Una volta pronto, lo aiutò a rivestirsi in modo da non lasciare macchie sulla maglia chiara. Decisero di scattare un selfie insieme e proprio quando si posizionarono l'uno accanto all'altro sorridenti, una ragazza comparve sull'uscio.

- Amore! - esclamò la sconosciuta mentre lui la raggiungeva per baciarla velocemente sulle labbra. 

- Dopo tutto questo tempo, mi saluti così? - aggiunse lei delusa soffermandosi più tempo sulla sua bocca.

Dafne distolse lo sguardo, era troppo doloroso assistere a quella scena e con le mani tremanti cominciò a rassettare la scrivania.

Non riusciva nemmeno a pensare, alla festa l'aveva quasi baciata...solo perchè era un pò ubriaco? Ingoiò la rabbia e le lacrime cercando di controllare il tremolio delle dita.

Dopo un momento che parve interminabile, Jimin si avvicinò mano nella mano

con la bellissima ragazza.

- Minseo, questa è Dafne, la nostra nuova truccatrice. Dafne, lei é la mia

ragazza Minseo.-

Il mondo le precipitò addosso come un meteorite mentre si inchinava per salutarla. Improvvisamente la riconobbe: era una giornalista famosa in Corea ed evidentemente i media non erano informati di quella relazione, altrimenti tutto il paese lo avrebbe saputo.

- Oh, scusami cara. Ero troppo presa dal momento che mi sono dimenticata delle buone maniere. - disse mentre si spiaccicava odiosamente al suo fidanzato.

Con la scusa ridicola di lasciarli soli era uscita dalla sala con un unico

pensiero nella testa: uccidere Jeon Jungkook.

Entrò nella sua camera come una furia con il viso e le vene completamente a fuoco.

- Chiudi la porta.- ordinò imperiosamente lei.

- Dafne, calmati. Ora mi spieghi tutto e ve...-

- Spiegarti così? Che mi hai mentito? - lo interruppe quasi urlando.

- Ma cosa stai dicendo? Siediti, per favore...- Aveva un'espressione tra il confuso e lo spaventato e le posò una mano sulla spalla, la quale venne scacciata subito.

- Perché non mi hai detto che é fidanzato?- sputò con tutta la rabbia che

aveva trattenuto davanti a quella scena vomitevole.

- Ah...é tornata. - dissecapendo subito a chi si riferisse.

- Perché mi hai mentito? - disse quasi implorante e sentì la gola stringersi in un nodo doloroso.

- Ascoltami, ho sbagliato. Mi dispiace. Minseo non si faceva viva da un bel pò e

Jimin sembrava assolutamente disinteressato. Ogni tanto gli chiedevo come

procedeva, ma lui faceva spallucce. Così ho dedotto che non stava andando

tutto rose e fiori e probabilmente non l’avremmo più vista. -

- Vai a deduzioni ora? Mi hai persino incoraggiata a baciarlo! -

- Lo so, mi dispia...- tentò di scusarsi prima di essere interrotto.

- Volevi che tradisse la sua ragazza con me? - insinuò lei, completamente fuori di sé.

- Ma assolutamente no, giuro non l'ho fatto con un secondo fine. Sono stato un stupido, scusami. -

Aveva le orecchie ovattate, non se ne faceva niente delle sue scuse. Era gettata tra le braccia di Jimin illudendosi di avere una possibilità. Si sentiva ferita, presa in giro e delusa dal suo migliore amico. Cercò di scacciare le lacrime appena uscite strofinandosi gli occhi con forza.

Jungkook si avvicinò piano e tentò di asciugarle il viso con il pollice , invano.

-Non mi cercare almeno per oggi. - ordinò, sbattendo la porta dietro di sè.

Camminava a passo svelto verso camera sua mentre si copriva il viso con capelli folti. Per fortuna aveva un fazzoletto con sé, ma non bastò. Sentiva di avere gli occhi gonfi ed intravedeva il naso rosso, ma raggiunse il suo letto senza essere vista e sfogò la sua rabbia sul cuscino.

Chi l'avrebbe consolata adesso?

La verità era che avrebbe voluto scambiarsi di posto con Minseo: essere lei quella baciata, abbracciata ed amata da lui. Riviveva di continuo quella scena contro la sua volontà, non riusciva a distrarsi. Da una parte desiderava avere il mio migliore amico lì con lei, dall'altra non voleva vederlo.

 

Una mezz'ora dopo suonò il campanello e controvoglia aprì la porta con gli occhi gonfi per il pianto.

- Tutto bene? - Jimin era di fronte a lei con lo sguardo sorpreso.

- Nulla di grave, ho discusso con Jungkook prima. Tutto qui. - mentì

strofinandosi il naso con il dorso della mano.

- Mi dispiace...volevo solo chiederti se ti andava mangiare con noi. Ma se non te la senti... -

- Mi sistemo un attimo e arrivo, grazie. - sorrise tristemente al pensiero di non averlo mai avuto, ma di averlo già perso.

Durante la cena i due amici non si rivolsero nemmeno una parola e tutti avvertirono la

tensione tra di loro. Invece Jimin era seduto accanto a Minseo e parlava praticamente

solo con lei, sembrava felice.

Dafne non sapeva come comportarsi, cercava di distrarsi chiacchierando con

Tae accanto a lei. Jin era più loquace del solito, era evidente che tentasse di

alleggerire l'atmosfera.

Finita la cena, trasse un sospiro di sollievo e uscì sul balcone per prendere una

boccata d'aria fresca, forse le avrebbe fatto bene. Ricevette la notifica dell'inizio della live di Jimin, ma ficcò con violenza il cellulare nella tasca della felpa. Per fortuna Taehyung la raggiunse poco

dopo proponendosi di farle compagnia.

- Jungkook mi ha detto che avete litigato poco fa. - esordì all'improvviso.

 

- Ah, ti ha detto tutto? Adesso spiffera pure i cazzi degli altri. - disse, amareggiata.

- No, tranquilla. L'avevo già capito da solo che ti piace Jimin. Se ne sono accorti tutti tranne lui a quanto pare. - confessò, adagiando gli avambracci sulla ringhiera accanto a lei.

- E' così palese? - chiese guardandosi le scarpe.

- Bè, alla festa l'altro giorno vi stavate quasi divorando a vicenda. - Spiegò, provocandole un certo imbarazzo.

- Avevamo bevuto troppo. Tu sembravi molto concentrato a ballare, non pensavo che te ne fossi accorto. -

- In realtà vedo tutto. - ammicò e poi aggiunse – Comunque si nota davvero a

prescindere da quella sera. -

Le piaceva la spontaneità di Tae, non aveva avuto molte occasioni di parlare sola con lui, ma sentiva di potergli dire qualsiasi cosa. In quel momento sembrava sincero e lo ringraziò silenziosamente. Non potè fare a meno di constatare quanto fossero delicati i lineamenti del suo viso circondati dai capelli leggermente arricciati: deformazione professionale. Notò l'orecchino, che portava nell' MV di DNA, dondolare solitario tra le ciocche bionde.

- E' difficile vedere il ragazzo che ti piace con un'altra, vero?- esordì dopo qualche secondo di silenzio.

Lei annuì silenziosa, non aveva fatto altro che guardarli per tutto il tempo.

- L'unica cosa che posso dirti in difesa di Kookie, è che non voleva ferirti. Lo conosci fin troppo bene, sai che non lo farebbe mai. Prima della cena è venuto da me e mi ha spiegato cosa è successo. Tutti pensavamo che si fossero lasciati, anche se Jimin non l'ha mai detto, d'altronde non ne parlava più.

Voleva un consiglio su come far pace con te perchè si sente davvero in colpa. E' Jimin quello che ti ha ferita di più, vero? -

Fu come ricevere uno schiaffo, era la pura e semplice verità: aveva sfogato la sua rabbia sul suo migliore amico.

- Chiaritevi, non piace a nessuno vedervi in questo stato. - aggiunse sorridendo

dolcemente. Era sempre il mediatore del gruppo durante una discussione, odiava i litigi.

Cambiarono discorso per sdrammatizzare la situazione e finirono sull'argomento Comeback. Confessò di essere agitato siccome l'intro di quel nuovo album toccava a lui. Si stava impegnando parecchio per migliorare i suoi movimenti nella danza, i quali Dafne aveva potuto osservare durante le prove.

- L'hanno detto tutti che sei diventato molto bravo e inoltre, secondo me, hai una voce stupenda. - Non lo diceva solo per incoraggiarlo, ma lo pensava davvero: aveva un timbro particolare e profondo che le piaceva molto.

La ringraziò, arrossendo appena sulla guance e, come se fosse stato evocato, Jungkook apparve dalla finestra chiedendo: - Dafne, possiamo parlare? -

Taehyung oltrepassò l'amico per rientrare nella stanza ed alzò entrambi i pollici come segno di incoraggiamento. Il suo migliore amico era in piedi davanti a lei e si tormentava i capelli neri, era visibilmente in difficoltà.

- Ascolta, mi dispia...- provò a dire dopo qualche istante di indecisione, ma Dafne lo interruppe cingendo le sue spalle con un abbraccio.

- Scusami... - gli mormorò con la voce spezzata.

Poi affondò il viso nell'incavo del suo collo assaporando il suo dolce profumo e liberò la tristezza che teneva dentro. Jungkook la dondolò tra le sue braccia forti, mentre la baciava sulla fronte con delicatezza. Perchè non mi sono innamorata di lui? Forse sarebbe stato tutto più semplice, nessuno lo poteva sapere, ma per la prima volta ammise a se stessa di essere innamorata.

________________________________________________________________________________________________________________________

Buonasera~
Ero indecisa se pubblicarlo o no, ma sono troppo in hype per l'uscita dell'album!
Mi scuso per la lunghezza di questo capitolo, non sono riuscita ad accorciarlo ;; So che mi dilungo un pò troppo.
Sto puntando molto il focus sull'amicizia tra Dafne e Jungkook, me ne rendo conto. Ma per tante cose, è l'amico\a che ho 
sempre desiderato e che non ho mai avuto\a T_T
Adesso si capisce perchè Jimin si trattenesse tanto XD
Spero vi piaccia anche questo capitolo <3
A prestissimo **


-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Our scenarios ain't just boring ***


Our scenarios ain't just boring


Tutto lo staff era indaffaratissimo per preparare il concerto che doveva tenersi a Seoul quella sera, l'ultimo del tour. Dafne aveva accumulato una tensione enorme in quel periodo, tra il ritorno di Minseo che aveva reciso il suo rapporto con Jimin, non avevano più passato del tempo insieme, e tutti i preparativi. C’erano dei momenti in cui si sentiva soffocare, ma non voleva alimentare l'ansia degli altri con la sua. Ad esempio, Jungkook era agitato più di lei e molto nervoso, qualche volte era persino capitato di battibeccare su delle sciocchezze: su un acconciatura, su un tipo di abbigliamento invece di un altro e cose simili. Nonostante le numerose faccende da sbrigare, aveva avuto modo di riflette sul suo legame con il suo migliore amico. Dopo quella volta che litigarono, divennero ancora più affiatati. In certi momenti veniva assalita dallo sconforto di aver perso totalmente Jimin, ma Jungkook era sempre a lì per consolarla, per distrarla o semplicemente per ridere insieme.

Le era infinitamente grata.

Avrebbero iniziato il concerto con Mic Drop, così la ragazza aveva intrecciato alcune ciocche castane di Jimin e, a suo parere, gli donavano moltissimo. Mentre completava il trucco, Minseo stava dietro di lei come un avvoltoio sulla spalliera: non faceva altro che aumentare la sua ansia. Tutti e sette si diressero verso l'entrata del palco e l'agitazione era palpabile; Miseo venne condotta fuori dai camerini perchè era d'intralcio.  Fino all'ultimo secondo, Dafne controllò che fossero perfetti mentre augurava loro buona fortuna, come era solita fare prima di ogni esibizione. 

Il concerto ebbe inizio con la folla che impazzì. 

Avevano già ballato e cantato alcune canzone ed ora era il turno del singolo di Namjoon, quindi avevano un po' di tempo. In quei momenti di pausa, Dafne passava in rassegna quasi tutti insieme agli altri membri dello staff. Jimin si era appena cambiato per Blood, Sweat and Tears ed era magnifico vestito in quel modo: camicia di seta bianca con un fiocco morbido sul collo e dei pantaloni attillati di pelle che mettevano in risalto i muscoli delle sue gambe. Era di fronte a lei mentre gli sistemava trucco ed acconciatura, quando si sentí opprimere il petto, così contrasse le palpebre per mettere a fuoco vista annebbiata.

- Tutto bene? - chiese lui cingendole i fianchi. 

- Si, grazie. Sono solo un pò stanca. - rispose con un sorriso amaro, stava mentendo persino a se stessa. Aveva percepito qualcosa di strano nel suo corpo ed infatti le mancò il respiro e le gambe le cedettero. Le mani di Jimin la raccolsero prontamente mentre cadeva, impedendole di finire a terra. In quel momento nel camerino erano soli con la porta spalancata.

- Dafne?- si sentì chiamare più volte mentre l'adagiava sul divanetto.

Non riusciva a respirare, ogni boccata d’aria le mozzava sempre di più il fiato. Era in preda al panico. Vide Jungkook arrivare allarmato e chiedere una maschera d’ossigeno.

- Dafne, calmati. Respira. - le ripeteva Jimin in continuazione sorreggendole il capo.

Non ci riusciva: più cercava di ispirare, più si agitava. Sembrava non avere il controllo del proprio corpo, ogni muscolo si era irrigidito così tanto da fare male. Jungkook le infilò la maschera dell'ossigeno mentre chiudeva gli occhi. Delle voci familiare la invitavano a restare sveglia, ma non sentiva più la bocca e stava perdendo conoscenza.  Qualcuno con un tono spaventato disse che le sua labbra stavano diventando viola e la pelle pallida.  All'improvviso i suoi polmoni si espansero prendendo più aria possibile. Tutto il suo corpo era in fiamme e cominciò a tremare. 

- Respira, brava. - ripeteva Jimin, sfilandole la maschera con cura. 

La sua visuale era quasi totalmente coperta da lui, perciò non riusciva a capire quanta gente fosse accorsa. 

- Oddio...- avvertì sospirare Jungkook mentre si accasciava sul fondo divanetto.

Il voltò preoccupato di Jimin era sopra di lei e con una mano le accarezzava dolcemente la testa. Spinta dall'istinto cinse il suo collo con le braccia e pianse disperatamente. La paura di morire soffocata era stata troppo grande e lui parve comprenderlo, tanto che la sostenne tra le braccia senza opporre resistenza.

- Calma...é tutto finito. Va tutto bene. - mormorò dolcemente. La ripose sul cuscino e rimase accanto a lei sfiorandole il viso. Dafne non riusciva a smettere di singhiozzare, stringeva ancora la camicia di Jimin tra i pugni stretti, quando le posò un lungo bacio sulla fronte e si allontanò richiamato dallo staff. Lo guardò impotente mentre correva via da lei:  era sempre così vicino e così lontano allo stesso tempo. 

 

Il mattino dopo si svegliò in una stanza che ricordava di aver già visto: la camera di Jungkook. Chi l’aveva portata li? Perché non era in camera sua? Poi si ricordò dell'attacco di panico della sera prima; ne aveva già sofferto in passato, ma non ne aveva mai avuto uno così forte. Pensò a quanto doveva averli fatti preoccupare e fu invasa dai sensi di colpa. Sperò che il concerto fosse andato bene e di non aver creato troppi intoppi dietro le quinte. Sul comodino accanto al letto c’era un bigliettino che diceva: 'Quando ti svegli, avvisami. Kookie. Trenta secondi dopo, il suo migliore amico era già lì con un vassoio tra le mani. Lo salutò debolmente, sedendosi contro la sponda del letto.

- Nemmeno fossi la mia ragazza, sii grata. - scherzò adagiando la colazione sulle sue ginocchia. 

- Come stai? Ci hai fatto spaventare a morte ieri sera. -

- Mi dispiace molto. Sto bene, mi sento un po' confusa. Perché sono qui? - rispose, massaggiandosi le tempie.

- Non avevo intenzione di lasciarti tutta la notte sola, così ti ho fatto portare qui. Ma cosa é successo? Jimin mi ha chiamato quando stavi già male. Appena finito il concerto è venuto da te per vedere come stavi, ma dormivi tranquillamente. -

- Ho sofferto di attacchi di panico in passato. Era un pò che non mi succedeva di nuovo, devo aver accumulato molto stress in questi giorni. Mi é mancato il respiro e sono andata nel panico totale. Devo scusarmi con tutti, soprattutto con Jimin. - si stava torturando le mani, era riuscita a deconcentrarli proprio durante un concerto importate, non se lo sarebbe mai perdonato.

- L’importante é che stai bene ora. Per fortuna non ti hanno vista gli altri, sarebbe scoppiati a piangere. - sdrammatizzò lui, invitandola a mangiare.

C’erano cappuccino ed una fetta di torta al cioccolato, sapeva che ne andava matta. Mentre era concentrata sulla colazione, la costrinse a promettere che avrebbe dormito da lui, non voleva lasciarla sola la notte. L'aveva detto solo per accontentarlo, ma non l'avrebbe mai fatto: c'era un limite a tutto.

- Forse non ti sei resa conto di essere stata avvinghiata come un polipo a Jimin. - dichiarò all'improvviso, imitando un abbraccio. 

Dafne si strozzò con il cornetto. Adesso ricordava di averlo stretto tra le braccia, già immaginava lo sguardo di morte minaccioso di Minseo. 

- Non so cosa mi é preso. Ci fosse stato qualcun'altro, avrei fatto la stessa cosa in quelle condizioni. Credo. - Mentì. 

- Lui non sembrava molto contrariato. Ma se lo facessimo ingelosire, che ne dici? - battè le mani entusiasta

Questa volte spuntò quasi tutto il cappuccino.

- Perchè mi costringi ad offenderti di prima mattina? - domandò, mentre si ripuliva la bocca con un tovagliolo.

- Mai stato così serio. Ascolta, fingiamo di frequentarci. Vediamo come reagisce. - disse, compiaciuto della sua mente malvagia.

- No, smettila. Non ci crederebbe nessuno e poi cosa ne guadagneresti, tu? - gli lanciò uno sguardo torvo.

- Io, nulla. Farei un gran piacere alla mia migliore amica. - Sorrise, innocente come un bambino.

Dafne continuava a rifiutare perchè non voleva creare altri problemi dopo la sera prima, tanto meno a Jimin, però l’idea l’allettava parecchio.

- Hai solamente paura di innamorarti di me. Ammettilo una volta per tutte. - dichiarò l'amico.

- Ma non mi innamorerei mai di te, nemmeno se mi sforzassi. - sbottò lei.

- Tu credi? - chiese con tono di sfida.
Dopo di che spostò il vassoio sul comodino e cambiò espressione come se fosse su set di un film sentimentale. Posò una mano dopo l’altra sul materasso accanto alle sue cosce, avvicinandosi lentamente. Indossava una camicia bianca semi trasparente, che lasciava poco all'immaginazione, e la gravità contribuì a svelare tutto il suo dorso tonico fino all'ombelico.

Sta facendo sul serio? Forse un po’ capisco la se stessa ubriaca.

Avanzò carponi verso il suo viso, la fissò accattivante mente si mordeva il labbro inferiore e lei non lo stava fermando.

Ok, forse sto per avere un altro attacco di panico.

Poi abbassò lo sguardo per ispirare vicino al suo collo ed espirare il suo fiato bollente. Con uno scatto della testa tornò a guardarla, i capelli arruffati sulla fronte

celavano leggermente i suoi profondi occhi scuri. Era talmente sensuale da essere inquietante, forse era un extraterrestre. La mente di Dafne formulò pensieri poco adeguati nei confronti dell’amico, il quale bloccò le sue labbra a pochi centimetri dalle sue dicendo: 'Sei proprio una pervertita.'

Lei era rimasta completamente pietrificata, spiazzata e imbarazzata. Non lo aveva mai guardato da quel punto di vista, lo considerava il suo caro amico stupido e sorridente. In quel momento poteva benissimo saltarle addosso che non l’avrebbe fermato. La sua risata la scosse riportandola alla realtà. Un cuscino precipitò sulla testa di Jungkook che fu costretto a rispondere all’attacco aereo.

- Non ci provare mai più. - ordinò lei, parandosi la faccia paonazza.

- Dai, sto scherzando. Ti scaldi subito. - bofonchiò, mentre di accomodava accanto a lei. 

Dafne si stava sventolando con le mani a mo' di ventaglio, stava cercando di abbassare la pressione sanguigna.  Era perfettamente consapevole che Jungkook si divertiva a stuzzicarla, ma non poteva fare a meno di agitarsi.  Lo considerava un amico e nulla di più, purtroppo il suo fascino e la sua sensualità erano evidenti.

- Ti sei mai accorto che non mi hai mai cantato nulla? - esordì lei, sperando di cambiare discorso. 

- Cosa c'entra adesso? - rispose con lo sguardo accigliato.

- Potresti farti perdonare, cantandomi qualcosa. - disse fintamente offesa. 

- Io non devo farmi perdonare niente. - sbuffò e mosse la mano come per scacciare una zanzara. 

- Grazie, sei un vero amico. -  rispose lei, incrociando le braccia.

- Non si può mai scherzare con te. Permalosa apatica. - brontolò, mentre la solleticava. - Cosa vorreste sentire, di grazia? aggiunse con un leggero inchino.

- Euphoria, mi piace da morire e mi rilassa. - 

Jungkook alzò un sopracciglio e subito dopo sorrise. - Perchè vorresti che Jimin te la dedicasse, vero? - 

- Non è vero. Piuttosto io dovrei cantarla a lui. - ammise tristemente. 

- Allora facciamo così: chiudi gli occhi. Fai finta che io sia la tua voce. - 

La ragazza si sorprese per ciò che le aveva proposto, era un gesto davvero dolce da parte sua. Fece come gli aveva detto ed attese l'inizio della canzone. Non aveva mai sentito la sua voce senza microfono e questa uscì limpida e chiara, riempiendo tutta la stanza e scaldandole il cuore. Non riuscì a tenere gli occhi chiusi, preferì osservarlo mentre la sua gola si muoveva: aveva posato la testa contro la parete dietro di lui, lo sguardo rilassato verso il soffitto. Si accorse di essere fissato, così posò gli occhi luminosi su di lei, continuando la canzone. 

Take my hands now. You are the cause of my euphoria. -  intonò, sorridendo dolcemente. 

Erano le parole esatte che avrebbe voluto dire a Jimin, si sentiva davvero alle stelle quando stavano insieme. Molte volte aveva pensato di confessargli ciò che provava per lui, ma non aveva avuto il coraggio. La paura di rovinare la loro amicizia e di non essere corrisposta, era stata troppo forte. Tanto cosa sarebbe cambiato? si chiese tra se e sè. Lui rimaneva comunque fidanzato e forse lo avrebbe allontanato ancora di più. Mentre Jungkook modulava la voce in note delicate, accolse Dafne che si fece spazio tra le sue braccia, cingendogli i fianchi sotto la felpa aperta. Lo ascoltò terminare l'ultima strofa, mentre si accoccolava sul suo petto caldo e morbido. Non avrebbe mai sostituito il suo migliore amico per un'altro, ma per un momento sognò di abbracciare Jimin. 

______________________________________________________________________________________________________
Buonasera ~
Premetto che non ho mai sofferto di attacchi di panico, le cose che ho scritto sono totalmente inventate e non voglio offendere nessuno. 
Anche questo capitolo è venuto molto lungo, sorry ;;
Ripeto: non verrà fuori un triangolo amoroso, quindi non pensate male ahahahah
Non si è capito che sono un po' in fissa con Blood, Sweat and tears, vero? XD
In tutto questo, io sto cercando di riprendermi dal comeback e sto piangendo davanti ai video del concerto a Seoul di questi giorni T_T
Mi capite, vero?
Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo <3


-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Hey MAMA ***


Hey MAMA

- Mi stai soffocando, Dafne. - disse Jimin con un tono irritato.
Era trascorso un pò di tempo da quando Minseo era comparsa sulla porta della sala trucco.  Seguiva il suo fidanzato ovunque: durante le cene, le prove, le registrazioni; non lo mollava un secondo e lui sembrava più agitato del solito. Jin e Tae avevano confidato a Dafne che all'inizio della loro relazione, Jimin aveva trascurato un pò il gruppo perchè lei insisteva nel frequentarsi regolarmente. Nessuno capiva cosa ci trovasse in lei, forse la riteneva uno sfogo, dicevano loro. Ogni tanto lei spariva per diversi mesi dato il suo mestiere e lui pareva tornare alla normalità senza la sua presenza. La stampa non sapeva di questa relazione, ma avrebbe portato altra popolarità al gruppo in quanto era famosa e bella: ciò che lei non poteva mai sperare di raggiungere, aveva sempre lavorato dietro alla quinte per far risplendere le celebrità. 
- Sto facendo il mio lavoro, se permetti. - Dafne si rendeva conto di essere più irascibile del solito, ma era più forte di lei.
- Ok, ma mi stai troppo addosso oggi.- Puntualizzò lui, quasi in tono di sfida. 
- Vedi di calmarti, ok? Non capisco cosa ti prende oggi. - forse il tono della sua voce non risultò come sperava, tanto che Jimin scattò in piedi a pugni stretti.
- Non devi dirmi quello che devo fare, lo so benissimo da solo. - aveva uno sguardo arrabbiato che non aveva mai visto prima. 
Dafne indietreggiò urtando la scrivania con i trucchi, la stava spaventando. 
- Siediti. Smettila di fare il bambino! - Alzò il tono della voce. In un altra situazione non si sarebbe mai permessa di rispondere in quel modo sul posto di lavoro, ma erano giorni che non la degnava nemmeno di uno sguardo. Avrebbe voluto scusarsi per la sera del concerto, ma non ne aveva avuto l'occasione perchè sembrava evitarla in tutti i modi.
- Non sei nessuno qui, quindi abbassa la cresta! Posso benissimo farmi truccare da qualcun'altro se non ti sta bene, non sei insostituibile. -  Era completamente fuori di sé e sputò quelle frasi come fossero veleno. 
Lei non riuscì a controbattere perchè l'aveva colpita dritta al cuore. Quelle parole non l'avrebbe mai volute sentire, soprattutto dalla persona di cui era innamorata. Si scambiarono cattiverie senza senso, pronunciate solo dalla rabbia, e lei ne fu totalemente devastata. I loro schiamazzi vennero sentiti persino nello studio accanto, tanto che intervennero Jungkook e Taehyung per cercare di placare gli animi. Si piazzarono tra di loro domandosi cosa fosse successo di così grave ed intimandoli a calmarsi. La ragazza si liberò dalla stretta dell’amico per dirigersi verso l’uscita e, prima di correre fuori, disse tra le lacrime: 'io non ti ho mai mancato di rispetto come hai appena fatto tu.'
Jimin tacque all’improvviso e lei uscì sbattendo la porta di ingresso. Afferrò la ringhiera della scala con tutta la forza che aveva, non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. 
- Ma cosa è successo? - il suo migliore amico la raggiunse di corsa. 
- Perchè non lo chiedi a lui? Stavo facendo semplicemente il mio lavoro, quando mi ha accusata di soffocarlo. Se è stressato per cazzi suoi, non deve prendersela con me. - Più ripensava all'accaduto, più ribolliva di rabbia.
- Stasera proverò a parlargli, non l'ho mai visto così in questi anni. - disse lui. 
- Lascia perdere, tanto non avremo più il rapporto di prima. Forse è meglio così. - ammise amareggiata.
Erano giorni che ci rifletteva: valeva la pena soffrire per lui? Desiderava solo dimenticarlo. Ogni giorno rivedeva nella mente quei piccoli momenti passati insieme: al ristorante, le loro chiacchierate sul pianerottolo, il loro ballo alla festa, l'abbraccio e il bacio dopo l'attacco di panico. Era tutte pugnalate al cuore e questa era stata definitiva e fatale; non si aspettava nemmeno delle scuse da lui.
- Sento che si sforza di sembrare lo stesso, ma me ne sono accorto che c'è qualcosa che lo turba. Lo Sai, ci sono dei periodi in cui accumuliamo molto stress ed arriviamo a litigare persino tra di noi per delle cazzate. Presumo che sia uno di quei periodi adesso. - constatò l'amico con un pizzico di amarezza nella voce.
 
Dafne tornò a casa ancora nervosa, rispose al cellulare che stava squillando e il mondo le cadde addosso come un meteorite. Si cambiò per la cena come un automa: il cervello non voleva saperne di funzionare, non sapeva nemmeno cosa avesse indossato. Con che coraggio l'avrebbe detto agli altri, soprattutto a Jungkook? Quest'ultimo la accolse sul porta e vide la sua espressione sconfortata.
- Ho sistemato con Jimin, stai tranquilla. - la consolò mentre l'accompagnava nella sala.
Purtroppo la causa della sua faccia sconvolta, non era il litigio di poco prima. Prese posto tra Jungkook e Taehyhung senza rivolgere lo sguardo a Jimin: avrebbe pianto immediatamente. 
Tutti e sette stavano discutendo di progetti futuri: trucco, colori di capelli, acconciature, abbigliamento. Quando Hoseok chiese: 'Dafne, ti piace come idea per il prossimo Comeback?' riferendosi ad uno stile particolare. 
Il cuore della ragazza perse un battito. I ragazzi attesero la risposta che non arrivò e si scambiarono sguardi perplessi.
- Il prossimo Comeback non ci sarò, forse nemmeno quello successivo. - Quella frase piombò come un macigno insieme ad un silenzio assordante, nessuno osò fiatare eccetto Jungkook.
- Cosa stai dicendo, Dafne? Perchè non dovresti esserci? - cercò di sdrammatizzare.
- Mi ha chiamato poco il produttore dei MAMA, il gruppo con cui lavoravo prima. Mi ero completamente dimenticata della clausola che avevo accettato prima di venire alla BigHit. Essendo poco famosi, avevano già deciso che avrebbero spostato la produzione in Giappone, dove hanno più successo. Avevo un contratto di tre anni, così per reciderlo, accettai di trasferirmi con loro laggiù, una volta decisa la data. Non so quanto dovrò stare con loro e non avrò nemmeno il tempo di farvi visita probabilmente. -
 
Era trascorso un anno da quando si trovava in Giappone con i MAMA. Ricordava ancora la sera in cui annunciò la sua partenza ai ragazzi: rimasero tutti senza parole e la cena era proseguita in silenzio. 
Era partita senza aver chiarito con Jimin, troppo indaffarata con i bagagli, e senza aver salutato per bene il suo migliore amico. Il giorno stesso della partenza, aveva trovato un mazzo di fiori sulla porta con un bigliettino: tutti e sette le avevano augurato il meglio e avrebbero atteso con ansia in suo ritorno.
Giusto, il ritorno.
Non sapeva quanto sarebbe stata assente, poteva essere questione di settimane o mesi. Quelle sette rose bellissime le aveva portate con se come una reliquia e le guardava ogni giorno quando entrava in camera.  In fin dei conti si trovava bene con questo nuovo staff e aveva fatto nuove amicizie, ma le mancavano molto i BTS. Aveva persino cercato di frequentare dei ragazzi giapponesi, ma nessuno l'aveva particolarmente attratta. Continuava a pensare a Jimin, nonostante il litigio e l'anno passato senza vederlo. Avevano creato una chat di gruppo per tenerla aggiornata sulle novità, ma non rispondevano sempre tutti e non era come sentirsi di persona. Fortunatamente si sentiva spesso con Jungkook via Skype, ma era sempre molto difficile far combaciare i loro orari. A volte passavano giorni o settimane prima di riuscire a contattarsi. Quella sera erano liberi entrambi dopo secoli e quando Dafne ricevette l'invito della chiamata, non stava più nella pelle.
- Ehi! - esclamò lui raggiante come sempre: era in camera sua, seduto sul letto che avevano condiviso. Non era truccato e nemmeno pettinato, indossava una maglia nera e degli occhiali tondi, ma era stupendo. Le raccontò del comeback e delle promozioni del nuovo album che stavano andando a gonfie vele. La Title song era in cima a tutte le classifiche e lei l'adorava. Dal canto suo, gli riportò alcuni eventi importanti a cui avevano partecipato. Non era così entusiasmante, ma era un ambiente tranquillo e sereno.
- Mi mancate tutti, soprattutto tu. - disse, sospirando.
- Anche tu ci manchi da morire, sai? Quando torni? - chiese con un sorriso meraviglioso.
Dafne non sapeva ancora rispondere a quella domanda e si rattristì. All'improvviso le chiese di attendere in linea ed oscurò la visuale del cellulare con la mano provocando dei rumori fastidiosi. Poi si udirono delle voci di sottofondo e poco dopo le mostrò l'immagine di tutti e sette i ragazzi che la salutavano felici.
- Sorpresa! - dissero all'unisono. 
La ragazza avvertì una fitta al cuore, non riuscì a trattenere le lacrime e loro si preoccuparono. 
- Sono solo commossa. - li tranquillizzò.
- Scusa, ma non ci siamo abituati a vederti commuovere. - confessò Tae. 
- Non hai mai pianto ai nostri concerti. - brontolò Yoongi. 
- Come stai? - Jimin prese la parola, dopo un anno di assoluto silenzio. Non le aveva mai scritto privatamente e lei non ne aveva mai avuto il coraggio. Non era assolutamente cambiato: il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra erano come ricordava. Non le importava delle sue scuse, desiderava solo rivederlo e passare del tempo con lui chiacchierando sul pianerottolo.
La tempestarono di domande, così riuscirono a distrarla dai suoi pensieri malinconici. Confessò loro che gli attacchi di panico era leggermente aumentati da quando era a Tokyo, ma erano molto più leggeri e controllabili. 
- Ti fa male stare lontana da noi! - Urlò Seokjin, lanciandole un bacio con la mano.
Rise di gusto, Jungkook le aveva fatto un regalo meraviglioso. A malincuore si salutarono e il suo amico tornò in camera per augurarle la buona notte.
- Quando torni, ce ne andiamo a da qualche parte. Io, te e Jimin, ok? Te lo prometto. -
Non riusciva a controllare le lacrime ormai e pregò con tutto il cuore di finire presto con i MAMA, per poter tornare da loro.
___________________________________________________________________________________________
Buonasera~
Scusate il ritardo, ma ho avuto problemi con l'editor in questi giorni ,,
Premessa: riferimenti ai MAMA e comeback sono totalmente inventati, ho improvvisato XD
Spero di non aver fatto degli errori: modifico il capitolo tipo 83274981947 volte prima di pubblicarlo.
Spero non vi stia annoiando, fatemi sapere vi piace <3
p.s. io ancora non mi sono ripresa dal comeback ahahahah
A presto **

-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** So thanks MAMA ***


So thanks MAMA

Dafne passò un altro mese a Tokyo dopo la sorpresa meravigliosa del suo migliore amico. Sentiva sempre di più la sua mancanza ed ogni cosa le ricordava i BTS in continuazione. Inoltre in Giappone erano abbastanza famosi, per cui vedeva gadget e locandine praticamene ovunque. Tuttavia la situazione non era cambiata: Jungkook la contattava appena poteva e gli altri sei scrivevano tramite la chat di gruppo. Lei si era fatta nuovi amici, soprattutto per colmare quel vuoto, anche tra lo staff dei MAMA. Erina era la sua compagna di sala trucco, erano entrate abbastanza in confidenza e le aveva raccontato di Jimin. Non faceva altro che parlare di lui, si rendeva conto di risultare assillante delle volte, ma moriva dalla voglia di rivederlo. Ogni giorno controllata Twitter con la speranza di vedere un suo nuovo post, non poteva farne a meno. Quella mattina il produttore dei MAMA si recò da lei ed Erina con una richiesta al quanto bizzarra.

- Ascolta, Dafne. Sai che il concept dell'album nuovo è l'incontro tra occidente ed oriente, vero? Bene, vorrei proporti di posare per delle foto da inserire nel photobook. Ci serve una bella ragazza dai tratti occidentali e tu sei perfetta. Sappiamo bene che non sei una modella, però ti vorremmo chiedere questo strappo alla regola. -

- Seriamente? Ma io... - rimase letteralmente di stucco, siccome nessuno le aveva mai proposto una cosa del genere.

- Wow, che figata! Se non accetti subito, ti obbligo a qualsiasi costo. - obbiettò Erina accanto a lei.

- Capisco di averti sconvolto, ma potrei azzardarmi a dire che te lo chiedo in ginocchio. - sorrise il produttore ed aggiunse dei dettagli. Per far risaltare il suo aspetto occidentale, i suoi capelli li avrebbero riportati al loro colore naturale: biondo platino. Il resto del look sarebbe stato ripreso dalle Geisha, così da immergerla nella tradizione giapponese. Alla fine della spiegazione Dafne accettò da una parte per accontentarlo e dall'altra non le dispiaceva provare qualcosa di nuovo.

 

Per la prima volta si ritrovò sotto i riflettori come le star che truccava da anni. Erina aveva pensato all'acconciatura e al trucco: i capelli biondi erano stati raccolti in un elaborato chignon con fiori colorati, mentre qualche ciocca sfuggiva alla sua stretta. Gli occhi verdi erano stati messi in risalto dai colori dorati ed aranciati dell'ombretto, sormontato da una spessa linea di eye-liner. Il kimono che indossava era molto elaborato e sofisticato: un insieme di sovrapposizioni di sete dalle stampe tradizionali, tenute insieme da un Obi con un enorme fiocco sul retro. Si guardò allo specchio e per la prima volta in vita sua, si stupì di se stessa. Scoprì di divertirsi davanti all'obiettivo delle fotocamera, non si sentiva troppo a disagio. Il fotografo le suggerì diverse pose sensuali, ma raffinate allo stesso tempo. La scenografia era un accozzaglia di elementi occidentali, mentre lei impugnava un ombrello e ventaglio tipicamente giapponesi.

Pochi giorni dopo lo shooting, i MAMA decisero di pubblicare una piccola anteprima delle varie foto, tra cui persino una di Dafne. Avevano scelto un'immagine in cui lei non guardava direttamente la fotocamera, sembrava persa nei suoi pensieri con le labbra socchiuse, mentre un lato del kimono mostrava tutta la sua spalla: creava quell'effetto vedo non vedo che non la rendeva affatto volgare. Quella sera ricevette una telefonata da Jungkook, ma non si sorprese molto dato che si sentivano continuamente.

- Devo chiederti una cosa, ma sei tu quella geisha che hanno pubblicato i MAMA su Twitter? - chiese l'amico subito dopo averla salutata.

- Li segui sui Social adesso? - Dafne non avrebbe mai pensato che lui potesse vedere quelle foto, non era mai stato interessato ai MAMA.

- Bè, da quando sei andata via, ero curioso di vedere cosa combinate. Sei veramente tu quella gran figa? O hai una gemella? - domandò con la voce elettronica.

- Ecco...si, sono io. Non te l'ho detto. Mi hanno chiesto di fare delle foto per il loro album nuovo e...- cercò di spiegare, imbarazzata.

- Non ci credo! O mio dio. - esclamò quasi urlando. - Ma sei veramente gnocca in quella foto, non puoi capire io e Jimin come l'abbiamo commentata. Non ti abbiamo mai vista bionda. -

- Grazie...potevi essere più delicato. E non voglio sapere cosa avete detto. - brontolò lei, ma da una parte avrebbe voluto che glielo raccontasse.

- Sicura di non volerlo sapere? Jimin stava quasi per sbavare sul mio cellulare quando gliel'ho mostrata e ha detto che... - fece una pausa. - Ti avrebbe fatta volentieri. -

- Ti ho detto che non lo voglio sapere! - strillò lei – E' proprio per questo che non te l'ho detto, devi sempre mettermi a disagio. - ammise.

Il suo migliore amico la tempestò di domande, sembrava entusiasta più di lei.

- Non diventare famosa in Giappone, ok? Altrimenti non tornerai mai più. - la schernì lui.

 

Qualche giorno dopo quella chiamata, Dafne si alzò presto, aveva in programma delle prove trucco e non doveva fare tardi. Era il primo di settembre: il compleanno di Jungkook, come poteva dimenticarlo? L'anno prima aveva rosicato molto per non essere presente ai festeggiamenti e la stessa cosa si ripeteva. Non voleva svegliare l'amico con un messaggio così presto, dunque si recò allo studio con un bel carico di malinconia sulle spalle.

- Buongiorno! - Erina la salutò - Oggi abbiamo una novità: dobbiamo truccare due Idol nuovi, è una prova per il video nuovo. - annunciò con un sorriso a trentadue denti.

- Bene, sono giapponesi? - chiese lei mentre si dirigevano nella sala trucco.

- Non lo so, credo di sì. Non li ho ancora visti, ma mi hanno detto che sono già qui. - rispose l'amica mentre la lasciava entrare nella stanza. Dafne si inchiodò sulla porta quando vide i due Idol di cui parlava Erina. Quello più alto indossava una semplice maglietta rincalzata nei jeans strappati e l'altro portava dei pantaloni neri eleganti ed una camicia leggera. Entrambi avevano i capelli neri ed un portamento magnifico: erano uno più bello dell'altro.

Jungkook e Jimin erano in piedi al centro della sala, mentre sventolavano le mani a mo' di saluto.La ragazza non credette ai propri occhi, per un istante sbattè le palpebre freneticamente, finché non comparvero le lacrime. Si coprì il volto tra le mani senza spostarsi di un centimetro: era totalmente in confusione. Entrambi risero con dolcezza e si avvisarono per avvolgerla in un unico abbraccio.

- Mi sarei aspettato un urlo isterico, invece.. - disse l'amico.

- Cosa ci fate qui? - singhiozzo lei tra le loro braccia.

- Volevamo festeggiare il compleanno di Jungkook con te. - rispose Jimin scompigliandole i capelli biondi.

- Giusto. Auguri, Kookie. - rispose lei con voce spezzata e tutti scoppiarono a ridere.

Superato dallo shock, Erina le spiegò che Jungkook li aveva contattati tramite il loro manager ed erano mesi che preparavano quella sorpresa. I due ragazzi sarebbero rimasti una settimana a Tokyo e lei poteva trascorre tutto quel tempo con loro, senza preoccuparsi del lavoro: era un regalo da parte di tutto lo staff dei MAMA. Dafne non faceva altro che ringraziare tutte le persone che incontrava mentre uscivano dallo studio. Non si sarebbe mai aspettata di vedere il suo migliore amico lì, soprattutto si sorprese di Jimin: avevano litigato e non si erano ancora chiariti, ma aveva andato comunque da lei. Partirono subito per le strade della città, senza farselo ripete due volte. Era la prima volta che giravano loro tre da soli e Dafne si accorse quanto effettivamente le mancassero; le loro voci, le loro risate, i loro gesti, le loro battute. Era talmente felice che dimentico di aver litigato con Jimin e sembrò valere lo stesso per lui. Visitarono templi antichi, musei e qualsiasi altra cosa venisse loro in mente. Un pomeriggio si ritrovarono persino sotto la pioggia, ma non era importato a nessuno dei tre, avevano iniziato a correre come matti. Dafne li seguì all'hotel dove alloggiavano, casa sua era troppo distante e loro erano completamente bagnati. Salirono i camera, fradici ed infreddoliti, ma ridevano a crepa palle. La invitarono a farsi una doccia per riscaldarsi e lei accettò di buon grado. Poichè non aveva dei vestiti da ricambio con sè, Jimin si offrì di prestarle dei pantaloni della tuta, una t-shirt ed una felpa. Appena indossò quei vestiti abbastanza larghi, avvertì il profumo di lui diffondersi piacevolmente nelle narici. Il suo stomaco si strinse in una morsa dolorosa: ricordò quella sera sul divano insieme, si era addormentata assaporando quello stesso odore speziato che non sentiva da più di un anno. In un attimo rivide nella sua mente tutti i momenti passati insieme a lui e dovette ricacciare indietro le lacrime, prima di uscire dal bagno.

- Perché non ti fermi qua stanotte? E' già tardi e per noi non è assolutamente un problema. - le propose Jungkook, disteso su uno dei due grossi divani, mentre sgranocchiava delle patatine.

- Come ai vecchi tempi? - rispose lei per accettare l'invito.

Dopo circa un'ora il suo migliore amico si era già addormentato, perciò Jimin e Dafne traslarono sull'altro divano per non disturbarlo.

- E' incredibile come riesce sempre ad addormentarsi in qualsiasi situazione. - rise lei ed abbassò il volume della televisione.

- Dafne, devi dirti una cosa. - esordì Jimin improvvisamente serio. - E' da un anno che voglio scusarmi con te per quella volta nella sala trucco. Non so cosa mi sia preso e non dovevo dirti quelle cattiverie. Ero molto stressato, la mia voce non funzionava bene ed avevo persino litigato con Minseo quella mattina, ma non sto cercando di giustificarmi. So di averti ferita e mi dispiace davvero molto. Non ti ho mai scritto perché avevo paura che non mi volessi nemmeno più vedere, sono stato un vigliacco. Capisco perfettamente se tu non mi voglia perdonare, l'ho fatta grossa. - disse mentre si tormentava le dita. Il suo sguardo era sinceramente dispiaciuto ed evitò il contratto visivo.

- Si, mi hai ferita molto. Nemmeno io ti ho mai scritto, pensando che mi odiassi dopo quel giorno. Però non potrei mai essere troppo arrabbiata con te. Accetto le tue scuse e sono davvero felice che tu me l'abbia detto. - ammise lei e gli posò una mano sulle sue senza pensarci. Lui alzò gli occhi su di lei e sorrise, prima di abbracciarla dolcemente. Dafne chiuse le palpebre e si morse dolorosamente il labbro inferiore per non piangere. Essere tra le sue braccia, era il desiderio che aveva conservato per tutto quel tempo. Avrebbe voluto lasciarsi andare e toccare le sue labbra una volta per tutte, ma non poteva. Desiderava stargli accanto in ogni momento, persino in quelli più difficili per aiutarlo a superarli. Purtroppo non era il suo ruolo, spettava a Minseo quel compito. Quando stava a Seoul ogni tanto Jimin si confidava con lei, ma non si era mai aperto più di tanto. Aveva sempre voluto che si fidasse di lei, ma appena si era avvicinato un po' di più, era fuggito. Ingenuamente aveva pensato che quella distanza, avrebbe fatto affievolire ciò che provava per lui, ma si sbagliava.

Alla fine le lasciò il divano per farla dormire più comoda, non accennò minimamente a restare e lei non insistette.

 

Quella settimana trascorse troppo velocemente per Dafne, il giorno del loro ritorno in Corea giunse prima del previsto. Li aveva raggiunti nella camera dell'hotel, perché non li avrebbe accompagnati in aeroporto: temevano troppi paparazzi. Li guardò preparare le ultime cose da mettere in valigia e le si contorsero le viscere. Dopo la loro partenza, sarebbe tornata al suo lavoro con i MAMA ed era difficile da accettare. Ancora non sapeva quando li avrebbe raggiunti e poteva essere questione di altri mesi.

Si strofinò gli occhi lucidi con il dorso della mano, ma non impedì alle lacrime di scendere.

- Ehi, ci rivedremo presto. Me lo sento. - disse Jungook, accortosi della reazione dell'amica, la quale non rispose. Voleva essere positiva come lui, ma non ci riusciva. Viveva ogni giorno con la speranza di poter tornare da loro, nonostante le tante distrazioni. Le mancavano persino le piccole cose quotidiane: salutarli al mattino, vederli e chiacchierare.

La strinse a sè, cingendole le spalle con dolcezza e lei scoppiò in un pianto disperato.

- Non fare così, forza. Altrimenti piango pure io. - le mormorò all'orecchio con la voce tremante.

- Mi mancherete troppo... - riuscì a dire tra i singhiozzi.

- Anche tu ci mancherai, ma non demordere. - rispose l'amico, mentre si scioglieva dall'abbraccio.

Jimin era poco distante da loro e li guardava con gli occhi ed il naso rossi. Dafne non si sarebbe mai aspettata quella reazione da parte sua e si gettò su di lui, il quale le accarezzò la nuca e pianse con lei.

- Ci sentiremo, vero? - chiese Dafne contro il suo petto.

- Certo, che domande sono? - rispose, prima di sfiorare la sua guancia con un piccolo bacio.

Mentre uscivano i due ragazzi uscivano dall'hotel, carichi di valigie ed emozioni, li ringraziò per tutto ciò che avevano fatto per lei in quei giorni. Poi li osservò sparire nel taxi, impotente e con un vuoto nel cuore. Quella sera a casa sua indossò i vestiti che Jimin aveva dimenticato di riprendere e si addormentò cullata dal suo profumo.

_____________________________________________________________________________________________________________________________
Salve~
Questo capitolo non l'avevo previsto inizialmente, quindi spero di rimanere coerente con il resto XD
Mi dimentico spesso quello che ho già scritto e spero di non ripetermi ahahahha
La storia sta diventando più lunga di quello che pensavo, credo di essere a metà più o meno. 
Le sorprese e i colpi di scena non mancheranno nei prossimi capitolo, ve lo assicuro ;)
(Mi faccio pubblicità da sola, ok. Ho un esame settimana prossima, capitemi)
Spero vi piaccia <3
A presto **


-Arashi- 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** It's my truth ***


It's my truth

L'aeroporto di Seoul non era mai stato così bello.

Il contratto con i MAMA era finalmente terminato dopo diciotto mesi e Dafne non aveva detto a nessuno del suo ritorno. Respirò a pieno polmoni l'aria piena di smog, prima di salire sul taxi che l'avrebbe condotta finalmente a casa. Voleva fare una sorpresa ai ragazzi, ma la mente non era riuscita ad elaborare nulla di speciale: era in tilt. Sperava di raggiungere il suo appartamento senza farsi vedere, sapeva solo che quel giorno erano tutti e sette a riposo. Forse stavano mangiando tutti insieme nell'appartamento, dato che era l'ora di pranzo. Era talmente agitata da avere le mani sudate e fremeva come una bambina al parco giochi la prima volta. Raggiunse la sua camera senza problemi, si lavò velocemente e si diresse verso l'appartamento accanto con il fiato corto. Riuscì a malapena a suonare il campanello a causa del tremolio. Taehyung aprì la porta e rimase con la mano incollata sulla maniglia, mentre sbatteva ripetutamente le palpebre.

- Adesso ho persino le allucinazioni, bene. - esclamò serio.

- Dovresti essere ricoverato per altre cose, Tae. - rise Dafne piena di gioia e lo abbracciò.

Dalle spalle di lui vide SeokJin, Yoongi e Namjoon interrompere il basto per vedere chi fosse arrivato e trasalirono. Subito corsero per avvolgere lei e Tae in un abbraccio di gruppo e girarono su loro stessi, mentre cantavano insieme: Bentornata, Bentornata!

- Ma che sta succedendo? Cos'è tutto questo casino? - domandò una voce assonnata fin troppo familiare. I capelli neri scompigliati ed una faccia stravolta, sormontavano una semplice maglia bianca e dei pantaloni comodi: Jimin. Accortosi della sua presenza, sgranò gli occhi gonfi di sonno, ma rimase fermo sul posto. Per la seconda volta in vita sua, Dafne ignorò il buon senso e si lanciò su di lui, il quale l'accolse a braccia aperte. Pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento e si lasciò stringere più forte dall'uomo che amava. Non si vergognò di singhiozzare sul suo petto e vennero interrotti da Hoseok che piagnucolò: 'Mi fate commuovere.' Loro due intrecciarono le mani l'una nell'altra, mentre ridevano spensierati a quella battuta. La baciò sulla fronte, sussurrandole che era felice di rivederla. Stava davvero per cedere all'impulso di baciarlo, quando Kookie comparve da camera sua e si gettò su lei, strappandola dalle mani di Jimin. La sollevò tra le braccia, stritolandola come non aveva mai fatto e roteò su se stesso talmente tante volte da provocarle la nausea.

- Ma non mi hai detto che saresti tornata! - disse, mentre le deponeva a terra.

- Volevo farvi una sorpresa e non me ne andrò più. - annunciò con il sorriso più grande che potesse fare.

I giorni successivi la ricevettero calorosamente in studio: c'erano dei nuovi assunti che non tardarono a presentarsi. L'aggiornarono sulle nuove scelte della produzione e discussero molto sul da farsi. Lentamente riprese il ritmo frenetico e moriva dall'entusiasmo e dall'emozione. Jungkook e Jimin la invitarono diverse volte a cena o a mangiare schifezze o semplicemente per stare del tempo insieme. Minseo era partita per un reportage e sarebbe stata via per un bel po', così il suo ragazzo era vivamente più rilassato. Si sentì rinascere quando tornò alla normalità: una routine faticosa, ma appagante. Ad una settimana dal suo arrivo, partirono quasi tutti per una vacanza, persino la maggior parte dello staff. Gli unici dei BTS che rimasero furono Jungkook, Jimin e Namjoon perchè avevano del lavoro importante da svolgere. Quella mattina Jimin si lamentò di avere mal di testa, così si distese sul divano del salotto.

- Poverino, sta lavorando troppo. - lo schernì Jungkook, mentre usciva di fretta con un tramezzino in bocca.

- Kookie, stai zitto. Mi fanno male tutte le ossa. - si lagnò, coprendosi con una coperta pesante.

- Hai la febbre forse? - azzardò Dafne e si avvicinò al malato. Posò una mano sulla sua fronte per controllare la temperatura corporea.

- In effetti hai la fronte un po' calda. - Poco dopo gli porse un termometro che segnò 38°C.

Lo aiutò ad alzarsi per condurlo a letto, non era così grave da dover chiamare il medico ed allarmare tutti. Probabilmente era solo stanchezza causata dal duro lavoro di quel periodo: le prove duravano dalle sei alle otto ore consecutive al giorno. Una volta in camera, Dafne trovò un pigiama con dei bottoni sul davanti e rientrò nella stanza solo quando Jimin si fu cambiato. Quest'ultimo, per la fretta o la fatica, non aveva chiuso la maglia, per cui si ritrovò a petto scoperto. La ragazza dovette rimanere presente a se stessa, schiaffeggiandosi mentalmente, mentre gli sistemava l'indumento.

- Stanotte rimani qui? - chiese lui a bruciapelo, mentre si infilava sotto le coperte.

- Non...Non mi pare il caso. - tentennò lei, rincalzando le lenzuola sotto di lui.

- Per favore. - la supplicò con gli occhi febbricitanti.

- Adesso prendi questa, così starai meglio. - lo obbligò a prendere una pillola e poco dopo si addormentò tranquillo.

Quella sera Jungkook era già andato a letto, tornato esausto dallo studio, e Namjoon appariva di rado come un fantasma, per poi scomparire nella sua stanza di registrazione. Nel frattempo lei aveva a che fare con un Jimin delirante, posò la labbra sulla fronte di lui per verificare se si fosse rialzata la temperatura.

- Fallo di nuovo. - biascicò lui con gli occhi lucidi ed assonnati.

- Cosa? - non aveva capito bene, probabilmente stava vaneggiando pure lei. - Credo che dovresti riprendere la pasticca. -

- Aspetta, fallo di nuovo. - insistette, bloccandole un polso con la mano bollente.

Decise di assecondarlo, altrimenti non l'avrebbe lasciata in pace, si stava comportando come un bambino. Fece per avvicinare di nuovo la bocca alla sua testa, quando lui le prese il viso tra le mani e la baciò. Immediatamente Dafne sgranò gli occhi per lo stupore, poi si lasciò andare, trasportata totalmente da lui. Dapprima i movimenti furono dolci e lenti, dopo presero sempre più vigore, tanto che Jimin si sedette per non allontanarsi troppo. Le sue labbra erano roventi, ma morbide e delicate allo stesso tempo. Dal capo scese a toccarle i fianchi, la schiena ed il collo con le sue dita minute. Lei si sentì come una bambola sotto il tuo tocco vigoroso, tutto ciò che aveva sempre desiderato stava accedendo in quel preciso momento. Spense la mente per godersi quella piccola vittoria e con audacia lo trasse a sé tramite il colletto del pigiama. Permise alla sua lingua di farsi spazio nella bocca, seguendola in una danza bruciante. Si bloccarono, respirando gli affanni l'uno dell'altro, per poi riprendere dove avevano interrotto. Sembravano divorarsi a vicenda, senza avere intenzione di fermarsi. Ormai non avevano più ossigeno a sufficienza, di conseguenza Jimin tossì, interrompendo quel momento così piacevole e folle. Il cellulare di Dafne squillò e trasalì, venne catapultò nella realtà con violenza. Uscì per rispondere alla chiamata di sua madre e quando rientrò, lui si era già addormentato.

____________________________________________________________________________________
Buonasera~
Finalmente Dafne è tornata a Seoul e Jimin ci sta mettendo del suo già XD
Questo bacio cambierà qualcosa? mmmm vedremo ;)
Ho già in mente il resto dei capitoli ed il finale, ma sto pensando di ''complicare'' leggermente la trama.. (sono indecisa ancora)
Spero vi piaccia questo capitolo e che non vi stiate annoiando <3
A presto **


-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Lost my way ***


Lost my way


Jimin non nominò mai quel bacio, nemmeno una volta.

Il giorno dopo era tornata in camera sua per portargli la colazione. Con il cuore in gola si era seduta sul letto, ma non aveva controllato la febbre. Lui stava visivamente meglio e sembrava o fingeva non ricordare nulla della sera prima. Mentre si riprendeva dalla sfebbrata, parlarono molto come ai vecchi tempi. Dafne ammirò le sue iridi scure, profonde e luminose allo stesso tempo durante la chiacchierata. Pensò a quante volte aveva sognato che guardassero solo lei. Jimin socchiuse leggermente la bocca per dire qualcosa, ma si trattenne ed un ciocca castana cadde per coprirgli un occhio. La ragazza gli scoprì il viso con la mano tremante senza distogliere lo sguardo, gli sfiorò la pelle morbida e calda.

- Posso dirti una cosa? - chiese, inspirando per prendere coraggio.

Lui acconsentì ed attese sorridendo appena, parve preoccupato come se avesse fatto qualcosa di sbagliato.

- Mi sei mancato. - sussurrò, mentre sentiva il sangue scorrere verso le guance.

- Anche tu, molto. Ma non ti imbarazzare con me, ok? - disse, sollevandole il mento tra le dita.

Come poteva rimanere tranquilla di fronte a lui? Lo desiderava da troppo tempo ed amava ogni suo gesto: bastava un semplice tocco, un'occhiata fugace o un sorriso dolce per farle scaldare il cuore. Il bacio della sera prima, anche se provocato dal delirio febbrile, non aveva fatto altro che alimentare la voglia di riprovare quella meravigliosa sensazione. Stava per spostare la mano che li sperava e gettarsi su di lui, quando Namjoon bussò alla porta chiedendo se il malato si fosse ripreso.

 

La sala era già tutta pronta per il nuovo episodio di Run BTS. Non essendo in diretta, erano t

tutti più tranquilli e meno frenetici. I ragazzi avevano scelto di indossare gli abiti di scena di Airplane pt 2 per creare un'atmosfera un pò latina. Jimin indossava un lungo kimono stampato sopra a dei pantaloni chiari a sigaretta ed era incredibile come un look così semplice, su di lui risultasse elegante e raffinato. I suoi capelli neri erano stati ondulati ed arricchiti da qualche treccina da Dafne.

Il rumore del ciak decreto l’inizio delle riprese, appena si posizionarono tutti in fila uno accanto all’altro: erano stupendi come sempre. La puntata di quel giorno era incentrata sui giochi da tavolo, dunque per prima cosa scelsero l’ordine dei turni tramite Sasso, carte e forbici. Soddisfatti del loro numero, iniziarono a discutere sulla punizione per il perdente. Tutti buttarono giù delle idee, ma venne scelta la genialità di Jungkook: l’ultimo in classifica avrebbe flirtato con una ragazza dello staff scelta dal vincitore. Inoltre, condizione offerta gentilmente da Taehyung, doveva essere una dichiarazione seria altrimenti avrebbero ripetuto la scena daccapo. Dafne, posizionata accanto ad un cameraman, per poco non urtò la telecamera con la testa mentre tutte le ragazze erano in subbuglio.

Cosa ha in mente quel maledetto?

I ragazzi si affrontarono in diverse sfide e pareva che Jungkook ce la mettesse tutta per vincere, ma non era una novità. Ogni tanto lanciava un occhiata d’intesa all’amica, la quale non aveva mai assistito con così tanta angoscia ad una registrazione: se avesse vinto lui, sapeva benissimo chi avrebbe scelto. L’episodio stava finendo e, contro ogni previsione iniziale, Jimin finì ultimo in classifica e Kookie era primo. Quest’ultimo si sfregò le mani compiaciuto mentre si avvicinava allo staff radunato intorno.

- Il viso verrá censurato, vero? - chiese al regista che confermò.

Fermò l’avanzata davanti alla telecamera frontale, fingendo di rifletterci su, mentre guardava i membri dello staff uno per uno. Dafne andò in arresto cardiaco quando la prese per mano costringendola a seguirlo.

- Se non vieni, ci sarà qualcun’altra al posto tuo. - la minacciò, trascinandola verso il centro della sala.

Giurò vendetta, mente Jimin si avvinava, coprendosi gli occhi per l’imbarazzo.

- Bene, allora hai capito cosa devi fare? Conquistala e se non ci soddisfa la scena, dovrai ripeterla. - Quella frase fu seguita da un fischio generale di incoraggiamento.

- Devo farlo sul serio? - implorò i presenti.

- Ti tocca. - gongolò il vincitore, mentre si sedeva per godersi la scena e finse di mangiare dei popcorn.

Il cervello di Dafne ormai era esploso, impotente davanti a tutto ciò che stava accadendo. Da una parte il suo cuore saltellava di gioia, dall’altra sapeva che si trattava sono di una finzione.

- Ok. - disse lui, stiracchiandosi le braccia come per riscaldarsi prima di un combattimento e si fece subito serio.

Lentamente si diresse verso di lei, incrociando un piede davanti all’altro come un modello da passerella.

- Sei libera stasera? - domandò sensuale. Una risata soffocata di qualcuno lo interruppe, facendo ridere entrambi e tutti gli altri li seguirono a ruota.

- Fermi, fermi. Avete riso, rifatela. E’ una cosa seria. - sentenziò il gentilissimo e simpaticissimo Jungkook.

Ristabilito l’ordine e l’atmosfera seriosa, Jimin ripeté la domanda allo stesso modo e ricevette una risposta positiva.

- Allora che ne dici se ti invitassi a cena? Solo noi due...da soli...- nel frattempo era sempre più vicino e si passò una mano tra i folti capelli corvini.

- Ecco, io...va bene. - la ragazza maledì la sua voce tremante e il suo migliore amico infame.

- E poi..- aggiunse, spostandole una ciocca bionda dietro all’orecchio in fiamme. - dopo cena potremmo divertirci un po’- ammiccò sensualmente, provocandole un arresto respiratorio.

- Sporcaccione! - la voce fintamente femminile di Yoongi salvò la situazione perché scoppiò una risata generale e Jin scaraventò con forza il copione sul pavimento.

- Bene, direi che possiamo salutare adesso. - dichiarò Namjoon, ripresosi dalla sbellicata.

Mentre salutavano i fan, Jimin la teneva per mano accanto a sé: anche lui tremava.

- Grazie volontaria! - esclamò Kookie, ricevendo un calcio sul fondo schiena dall'amica e le telecamere si spensero.

Quando Dafne rivide la scena sullo schermo del cellulare, si sentì morire dalla vergogna. La risata soffocata era di Tae, il viso viola a causa dell’apnea, e quando Jimin le toccò i capelli: Jungkook volò dalla sedia in silenziò, Namjoon si tappò la bocca, Hoseok finse uno svenimento, Taehyung esultò energicamente, Yoongi disse la sua battuta e Jin buttò i fogli a terra. Il volto di lei era coperto da un bollino opaco e per fortuna non si vide la sua espressione imbarazzatissima.

Alla fine del video si accasciò sulla poltrona dietro di lei.

 

Entrò nel loro appartamento mentre tutti ridevano a crepapelle e sapeva benissimo il motivo. 

- Hai visto l'episodio? - chiese Jungkook, asciugandosi gli occhi

- Certo che l'ho visto, grazie Jeon Jungkook. Ti devo un favore. - esclamò, fingendosi più arrabbiata di quanto era realmente. In fondo non le era affatto dispiaciuto, ma aveva avuto tre telecamere puntate addosso, un intero staff che stava assistendo e migliaia di persone che avrebbero visto la puntata.

- Figurati, è stato un piacere. - rispose, mentre si solleticavano a vicenda.

- Abbiamo scoperto un nuovo talento in Jimin, è un bravissimo attore. - annunciò Taehyung, prima di essere schiaffeggiato dal diretto interessato.

- Ti sei mai divertita così tanto in Giappone? Fai tanto l'insensibile come Yoongi, ma in fondo ci adori. - disse Jungkook e tutti si fermarono come se fossero stati congelati da un potere magico per ascoltare la risposta.

- Vi adoro, sì. - lo accontentò, fingendo poco entusiasmo.

Così gli altri si sbloccarono scherzando sia su di lei sia su Yoongi, il quale fece spallucce.Era davvero felice, non poteva negarlo. Tutti andarono in camera, eccetto Jimin che rimase per chiacchierare con lei. Si sistemarono sul divano della sala per vedere programmi a caso in televisione, riscaldati da una semplice coperta.

- Ma tu non dovresti riposare un po'? - domandò Dafne, anche se preferiva non tornare in camera.

- Ho dormito fin troppo quando avevo la febbre. Poi avevo voglia di parlare con te. - disse, posando un braccio sul poggiatesta.

Dafne adagiò il capo sulla sua spalla con un po' di incertezza e lui spostò la mano sulla sua spalla.

- Secondo te, quale colore di capelli mi dona di più? Devo pensarci per il prossimo comeback e me ne piacciono troppi. - disse chinandosi per guardarla.

- Ti sta bene qualsiasi colore, però io adoro il grigio. - rispose lei, esaminando i suoi capelli biondi.

- Allora ne terrò conto. - disse sorridendo e poi aggiunse. - Non ti avevo ho mai vista con il tuo colore naturale, ti sta molto bene. -

- Grazie, ma penso che tornerò al mio adorato argento. - pensandoci su, si rese conto che era davvero molto tempo che non lasciava in pace i suoi capelli.

- Ah, aspetta. Devo darti una cosa. - dichiarò all'improvviso dirigendosi verso camera sua. Tornò con un pacchetto tra le mani che le porse mentre si sedeva sul divano e la invitò ad aprirla.

Dafne non sapeva bene cosa aspettarsi, pescò una scatolina nera racchiusa da un fiocco argentato. Tolse il nastro e si ritrovò tra le mani una collana con un due piccole ali sul davanti. Si ricordò di quel pomeriggio a Tokyo insieme a Jimin e Jungkook, quando aveva visto una piccola collana con un ciondolo che le ricordava Wings, l'album grazie a cui li aveva scoperti ed era molto importante per lei. Aveva avuto intenzione di comprarla, ma era di un brand molto costoso, così ci aveva rinunciato.

Adesso la stringeva tra le dita e continuava a fissarla senza dire una parola.

- Sei arrabbiata? Ho fatto qualcosa di sbagliato? - chiese Jimin con un tono preoccupato.

- No, per niente. Io non so cosa dire...me ne ero persino dimenticata. - tentennò, mentre si stringeva il nodo alla gola.

- L'avevo comprata prima di arrivare all'aeroporto, mi ero promesso di dartela quando saresti tornata. - disse, stropicciandosi i capelli dietro la nuca.

- Significa molto per me, non la toglierò mai. - affermò lei. - Grazie, davvero. - aggiunse e non riuscì a trattenere le lacrime.

Jimin aveva conservato quel regalo per così tanto tempo, poteva benissimo donarlo a Minseo e invece l'aveva aspettata. Wings rappresentava l'inizio di tutti i suoi sogni ed ambizioni per lei, senza quella scoperta forse non si sarebbe mai trasferita a Seoul. Poi aveva notato lui, tra tutti i membri, e ne era rimasta incantata a prima vista, nonostante non lo conoscesse ancora. Aveva ricevuto il regalo più bello di tutta la sua vita da quel ragazzo dai capelli grigi che ammirava su Youtube anni prima.

- Se non smetti di piangere, mi farai commuovere. - dichiarò, mentre l'aiutava con la chiusura della catenella.

- Hai ragione, sono diventata troppo sensibile. - scherzò lei, provando a stoppare il pianto.

- Ogni tanto fa piacere vederti così emozionata. - rispose e per la prima volta le stampò un lungo bacio sulla guancia.

Dafne dovette pregare tutti le stelle del firmamento per trattenersi: doveva ripetersi di continuo che era fidanzato. Si riposizionarono comodamente sul sofà davanti alla tv e lei non riusciva a smettere di toccarsi il collo: il tintinnio del metallo riproduceva un suono troppo piacevole a suo parere. Preferì avvicinarsi a lui per posare di nuovo la testa sulla sua spalla, in quel modo non avrebbe fatto nulla di male. Poco dopo Jimin decise di stendersi su un fianco e la trascinò con sè: accostò il petto alla sua schiena, le avvolse le spalle con un braccio e posò il mento sul suo capo. La ragazza si promise di non voltarsi, altrimenti non si sarebbe più controllata: era totalmente inebriata dal suo respiro regolare e dal calore del suo corpo che strinse i pugni. Non si accorse di essersi addormentata tra le sua braccia, sino a quando non si svegliò in piena notte. I loro visi erano ad un palmo di distanza, sarebbe bastano un piccolo movimento in avanti per toccarsi. Poi sentì la sua pelle morbida sotto il tatto e scoprì che la sua mano spudorata era finita sui suoi addominali, sotto la maglia leggera. Dopo un momento di esitazione, con il cuore che pulsava nelle orecchie, decise di fregarsene per una volta. Si bloccò a qualche millimetro di distanza dalle sue labbra, però pensò non avrebbe avuto molto senso andare avanti. Per fortuna lui si mosse con un piccolo lamento e interruppe i suoi pensieri desiderosi e contrastanti.

- Ma che ore sono? - biascicò, mentre allungava le braccia indolensite.

- Non lo so...la tv si è persino spenta. - rispose, fingendo di essersi appena svegliata. - Vado in camera mia, è tardissimo. -

- No, aspetta. Resta qui, tanto non ci disturba nessuno. - le propose senza lasciarla andare.

- Jimin, non possiamo dormire qui tutta la notte... -

- Chi ce lo vieta? Dai, lasciati andare. - la riportò verso di sè per ammutolirla.

Dafne non si oppose alla sua richiesta, affondò il viso sotto il suo collo profumato e non potè chiedere di meglio.

__________________________________________________________________________________________________
Salveeeeee
Sono tornata un pò in ritardo, ma avevo un esame e non ho avuto tempo di stare dietro alla storia ;;
Capitolo un po' du transizione, diciamo. Mi piace creare suspence e situazioni ambigue XD
La cosa si sta facendo più interessante, credo ahahahha
Ci stiamo avvicinando alla fine e spero che siate curiosi del finale ;)
A presto **


-Arashi- 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Sorry Bae ***


Sorry Bae

 

Nessuno avrebbe mai pensato che quella giornata tranquilla causasse un putiferio in scala mondiale.

Da quanto era tornata dal Giappone, il suo rapporto con Jimin era sempre più forte e non poteva esserne più felice. Minseo era in viaggio già da un pò e, come sempre, sembrava che al fidanzato non interessasse molto. Dafne dal canto suo, aveva una voglia spropositata di stare insieme a lui, dopo tutto quel tempo passato da sola. Con un senso di piccola ribellione, aveva deciso di accompagnarlo in montagna per ammirare l'alba di Seoul; erano perfettamente consapevoli di poter essere visti o paparazzati, ma rendeva tutto era più eccitante. Si erano preoccupati di indossare capello e occhiali da vista, così da non essere molto riconoscibili. Vennero condotti dall'autista fino all'inizio del sentiero e sembrava non esserci nessuno poichè era ancora buio.

- Muoviamoci, così faremo in tempo. - la esortò, trascinandola per la mano.

Il percorso si inerpicava tra sporgenze e i rovi, perciò dovettero far attenzione a non scivolare, spesso Jimin l'aiutò nei tratti più pericolosi. Mentre camminavano le raccontò di essere stato lì solo una volta per godersi il tramonto, ma non aveva mai visto il sorgere del sole da quell'altezza. Aveva chiesto a lei di accompagnarlo perchè sapeva che non l'avrebbe deluso. Faceva abbastanza freddo, era autunno e tutto il paesaggio era tinto dai suoi colori tipici. I piccoli lampioni lungo il sentiero facilitarono la salita e creavano un'atmosfera unica. Arrivarono fino allo spiazzo dove sistemarono delle coperte su cui sedersi, in attesa dell'arrivo del sole. Poco dopo il cielo cominciava già a tingersi di mille colori e Dafne ne rimase affascinata: adorava lo spettacolo della natura. Nonostante la camminata abbastanza impegnativa, aveva le mani gelate e il viso rosso per il freddo. Anche la punta del naso di Jimin aveva preso colore che lei trovò adorabile.

- Hai freddo? - chiese lui, guardandola mentre si sfregava le mani.

- Un pochino, ma ora prendo un'altra coperta. - rispose, ma lui si offrì di recuperarla al posto suo.

L’avvolse col tessuto caldo, poi si accomodò dietro di lei, la accolse tra le sue gambe e la strinse a sé.

- Va meglio? - le riscaldò leggermente l'orecchio grazie al suo alito tiepido.

Dafne scosse il capo in segno di assenso, mentre si lasciava coccolare dalle sue braccia. Stava vivendo un sogno e non intendeva essere svegliata.

- Ci starebbe bene una bella canzone. - propose lei, abbandonandosi contro il suo petto ricoperto dal cappotto.

- Vuoi che canti qualcosa? - domandò sopra la tua testa.

- Si, ma scegli tu. -

Il sole stava pigramente comparendo, tingendo le nuvole rade di colori pastello, quando Jimin intonò le prime note. Riconobbe subito la canzone sin dalla prima parola poiché l'aveva imparata a memoria: Serendipity. Nessuno aveva mai cantato solo per lei, tanto meno il ragazzo che amava e non volle perdersi quel momento. Posizionò le gambe di lato sopra una delle sue e si tolse gli occhiali per vederlo meglio; osservò i muscoli della sua gola contrarsi, sembrava che le note uscissero magicamente da sole. La sua voce delicata creò un’atmosfera unica insieme alla cittá sotto di loro che lentamente si svegliava.

- Just let me love you~ - la guardò intensamente.

Dafne poteva morire in quel preciso istante e non avrebbe avuto rimpianti. Era totalmente stregata dal suo canto, come un incantesimo recitato da un mago nero. Non riusciva a togliere lo sguardo dalle sua labbra carnose che si muovevano a ritmo di musica. La luce flebile del mattino donò una luce dorata ai suoi occhi scuri e fu come essere di fronte ad un angelo.

- Just let me love...- ripetè per l’ultima volta accarezzandole le guance paonazze e terminò la frase sfiorando le sue labbra.

La ragazza decise che l’attesa era stata fin troppo lunga e si buttò in quel bacio tanto bramato. La sua bocca era calda, ma non a causa della febbre questa volta. Le dita piccole di Jimin le afferrarono il viso per gettarsi a capofitto in quei movimenti dolci e passionali allo stesso tempo. Poi spostò le mani sui suoi fianchi per sorreggerla e si lasciò impugnare con forza i capelli dietro la nuca.

- E’ quasi mattina...- disse Dafne con il fiato corto, interrompendo quel momento meraviglioso.

Sono impazzita del tutto, perché mi sono fermata?

- In questo istante non mi interessa. - sussurrò affannosamente sulle sue labbra.

- Ma se qualcuno dovesse vederci...- provò a spiegare preoccupata, ma non la lasciò terminare. Ripresero da dove si erano interrotti, questa volta lasciando spazio l'uno alla lingua dell’altro. Ogni tanto si bloccavano guardandosi e respirando quel poco che bastava per continuare. Dafne era finalmente serena tra le sue braccia ed avrebbe voluto fermare il tempo. Vedeva i suoi occhi scuri così da vicino per la prima volta e li sentì finalmente suoi.

- Non c'è paragone rispetto all'altra volta. - disse lui tra un bacio e l'altro.

- Te lo ricordi? - si sorprese lei.

- Certo e mi pento di non averlo rifatto prima. - confessò e continuò a mozzarle il fiato con le labbra.

Non videro mai completamente l'alba, erano talmente rapiti l'uno dall'altro da dimenticarsi di qualsiasi cosa li circondasse.

 

Erano appena le 8, quando entrarono in macchina e la linea telefonica si riattivò. Bastarono cinque minuti di viaggio per far squillare il cellulare di Dafne.

- Dove siete? - chiese Jungkook con un tono troppo preoccupato.

Gli spiegò che avevano tardato perché non erano accorti dell’ora e stavano raggiungendo l’appartamento.

- Ok, allora ci sono delle foto che stanno girando sui social. Sta succedendo il finimondo. Resta in linea, te le invio tramite Line.- l’amico aveva una voce stranamente seria.

La ragazza inserì il viva voce, raccontò a Jimin ciò che le era stato appena detto ed attesero insieme in ansia. Quelle tre maledette immagini arrivarono come pugnalate dritte al cuore. La prima mostrava Jimin che la copriva, la successiva quando si posizionava dietro di lei e l’ultima mentre si baciavano. Per fortuna i suoi capelli argentei erano ben nascosti dentro al cappello per cui non poteva essere riconoscibile di schiena, ma lui si notava subito.

- Le hai viste? - domandò Jungkook, risvegliandola dallo stato di trans. - Gli Army si stanno scatenando ovunque, ne parliamo appena arrivate. - riattaccò, lasciandoli soli nella più totale confusione. Cercarono di capire come avevano fatto a spiarli in quel modo, entrambi erano senza parole. Qualcuno aveva violato un loro momento di intimità ed era furiosi per questo, soprattutto Jimin.

- E’ così sbagliato desiderare una sola volta di avere un momento di privacy? - chiese al finestrino accanto a lui.

- Mi dispiace. - riuscì solamente a dire Dafne.

- Non penserai che é colpa tua, vero?-

- Non dovevo accettare, sapevo che poteva essere rischioso per te. Invece sono stata solo un’egoista. - sentì gli occhi inumidirsi per l’amarezza e la rabbia.

- Non è colpa tua. Devo scusarmi io con te per averti infilato in questo casino. - disse, intrecciando le dita con le sue.

Nei giorni che seguirono i la BigHit dovette rilasciare una dichiarazione a causa dell'episodio. Chiesero ai fan di rispettare la privacy dei loro idoli e di capire che persino loro hanno delle relazione al di fuori del lavoro. Purtroppo non calmarono molto gli animi, tutti volevano sapere chi fosse quella ragazza col berretto. Di conseguenza desidero di pubblicare un nome fittizio, ma non annunciarono nessun fidanzamento ufficiale. Inoltre proibirono di porre qualsiasi domanda a riguardo sia durante le fan sign sia all'ufficio stampa. Sui social giravano continuamente quelle tre foto con scritte a caratteri cubitali: Jimin ha la ragazza. Molti accolsero la notizia con entusiasmo, ma la maggior parte sputava cattiverie senza pudore. Il diretto interessato ne risentì parecchio: era molto deluso ed arrabbiato col mondo intero. Questo stato d'animo si ripercosse persino sul loro rapporto, il quale si affievolì giorno dopo giorno. Dafne, da parte sua, non voleva disturbarlo ne alimentare la sua ansia; voleva parlargli terribilmente, ma si trattenne per rispettare i suoi tempi. Non si vedevano mai, se non nella sala trucco o nello studio per le prove: si salutavano appena e poi ognuno tornava ai propri doveri.

Aveva raggiunto il cielo con lui, ma ora toccava l'inferno.

 

Una mattina sentì una conversazione tra Hoseok e Tae, dicevano che Jimin non stava per niente bene e stava dimagrendo vistosamente. Persino Dafne l'aveva notato, mentre lo truccava si era accorta che il suo viso era più infossato del solito. Cercava di non fissarlo più del dovuto, ma spesso lo guardava mentre si allontanava da lei, appena aveva concluso il trucco. Una volta stava persino per scoppiare a piangere davanti a tutto lo staff, ma il suo migliore amico l'aveva notato ed era riuscito a tranquillizzarla.

- Non vorrai mica che tutti ti prendano in giro per l'eternità, vero? - aveva detto per farla sorridere.

- Perchè fa così male? - gli aveva chiesto contro il petto.

- Perchè sei innamorata persa. -

Quella sera Dafne decise di interrompere il silenzio e chiarire una volta per tutte. Erano passate ormai due settimane da quella fatidica mattina e si sentiva soffocare da quella situazione. Bussò alla porta della camera di Jimin con il cuore in gola. Stanco e provato, comparve sull'uscio e piegò gli angoli della bocca in un pigro sorriso.

- Jimin, ascolta. Ho sentito gli altri che parlavano. Sono davvero preoccupati per te e anch'io lo sono. Dobbiam... -

- Tranquilla, sto bene. - mentì spudoratamente e lasciò entrare nella stanza. - Vorrei dirti una cosa. - aggiunse cambiando discorso. - Tutta questa situazione sta nuocendo a tutti e sono stato io a crearla. Mi dispiace di averti evitato in questi giorni, ma avevo bisogno di riflettere da solo. Mi dispiace di averti baciata quella mattina, non so perchè l'ho fatto. Sarà stata l'atmosfera o qualcos'altro.. -

Lo lasciò parlare, ma aveva un brutto presentimento su come sarebbe finita.

- Non si ripeterà più, giuro. Cancelliamo tutto quello che è successo e ricominciamo daccapo. Gli Army non avendo più notizie su questa storia, prima o poi smetteranno di parlarne e noi saremo più tranquilli. - concluse tutto d'un fiato.

Dafne capì benissimo ciò che le stava dicendo: finiamola qui. Scacciò le lacrime mordendosi il labbro inferiore e rispose solamente con la voce spezzata. - Sono d'accordo. Mi...mi dispiace. -

Jimin si accorse dei suoi occhi lucidi, increspò le sopracciglia e distolse lo sguardo.

Dafne avrebbe rispettato la sua decisione perchè voleva la sua felicità e nient'altro. Se stava meglio senza di lei, allora sarebbe sparita dalla sua vista senza protestare. Uscita dalla sua camera si rese conto di non poter tornare indietro: aveva appena perso tutto ciò che desiderava di più al mondo.

Posò la schiena contro la parete dietro di lei e si lasciò cadere sul pavimento. Immerse il viso tra le ginocchia e si lasciò in un pianto liberatorio e disperato. Poichè sapeva di essere sentita da Jimin, sperò che lui aprisse quella maledetta porta per stringerla tra le braccia e dirle che ritirava tutto.

Ma non successe.

____________________________________________________________________________________________________________________
Ehilà~
Riappaio con un nuovo capito e con il fatidico bacio che non si può dire essere andato a buon fine. 
Purtroppo per voi, mi piace rovinare le belle situazioni ahahhahh 
Ce la faranno i nostri eroi ad avere un momento di pace?
Chi lo sa ;)
Questo capitolo lo avevo scritto prima che uscisse la versione full di Serendipity e già ne ero innamorata <3
Vogliamo parlare della coreaografia poi? Mammina....
A presto **


-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Are you ready for this? ***


Are you ready for this?


- Sei un’infame! - gridò una voce femminile dietro di lei: Minseo stava camminando con aria minacciosa.

- Stai dicendo a me? - Dafne si indicò il petto, guardandosi alle spalle e scoprì di essere sola nel corridoio.

- Si, a te! Non fare l’ingenua! - disse, puntandola con l'indice tremante. - HO VISTO LE FOTO! - le urlò addosso.

- Ormai è acqua passata. Tranquilla, è tutto tuo. - rispose lei senza espressione, ma non voleva essere aggressiva. Dopo tutta la sofferenza che aveva provato in quel periodo dopo che Jimin l'aveva allontanata, quella scenata era solo vento. Doverlo incontrare ogni istante senza potergli stare accanto, era un dolore atroce che la torturava continuamente; si era persino dimenticata dell'esistenza di Minseo. Quest'ultima sgranò gli occhi e perse il controllo: le afferrò i capelli argentei e la strattonò con forza, mentre la insultava. Dafne si ritrovò con la schiena a terra sormontata dalla giornalista indemoniata, la quale cercava di strapparle le ciocche una ad una. Gridava come una forsennata, mentre menava colpi senza una logica: sui fianchi, sul viso, sulle spalle. La ragazza ricevette quei pugni senza difendersi troppo, li meritava per aver baciato due volte il suo fidanzato.

- L'hai rovinato! - Sbraitò e fu come riceve una pugnalata al cuore: concordava con lei.

La colpì al labbro inferiore con le nocche, così cominciò a sanguinare e per la prima volta ebbe paura che potesse finire davvero male. Qualcuno aveva sentito la confusione e le stava raggiungendo, ma Minseo pareva una furia. Namjoon la sollevò tra le braccia, mentre si divincolava e sputava offese. Poco dopo Jungkook riempì la visuale della vittima e le spostò i capelli annodati dal volto.

- Oddio, stai bene? - l’aiutò a sedersi contro la parete del corridoio.

- Dafne? Rispondimi. - la richiamò, controllandole le braccia ed il viso, poi intimò Taehyung di portare dei cerotti e del ghiaccio.

Le grida di Minseo giungevano dall’altra stanza senza sosta e Namjoon insieme a Jin cercavano di calmarla. Jimin e Yoongi non si erano fatti vivi, forse non avevano sentito il baccano e nessuno li aveva chiamati.

- Ma cosa é successo? - domandò Hobie con voce preoccupata e le tamponò il labbro ferito con il fondo della manica.

- Dove ti fa male? - chiese Jungkook, mentre Tae gli consegnava il ghiaccio. 

Lei non seppe rispondere, poichè non provava dolore fisico forse grazie all'adrenalina. Voleva solo chiudere gli occhi e svegliarsi da quell’incubo, il tocco freddo del ghiaccio sulla bocca le provocò un gemito. Guardò il suo migliore amico, il quale era spaventoso per quanto fosse calmo. Proprio mentre i tre ragazzi la stavano assistendo, arrivarono i due assenti: Yoongi si diresse verso le urla, mentre Jimin si bloccò nel corridoio.

- Vedi di far calmare la tua ragazza. - disse Jungkook senza degnarlo di uno sguardo.

- Non so cosa sia successo, ma...- provò a rispondere prima che l’altro riprese la parola.

- Chiedilo a Minseo. - sentenziò l'amico, seguito da un gesto del capo.

Jimin non rispose e raggiunse la furia nell'altra stanza, la quale si agitò ancora di più.

- Riesci ad alzarti? - chiese Tae, passandole le braccia sotto le ascelle.

Una volta in piedi, Dafne perse l'equilibrio tanto che Taehyung fu costretto a sorreggerla. Si sentiva mancare le forze, probabilmente l'effetto dell'adrenalina stava svanendo: si sentiva come se un camion l'avesse investita.

- Ti fa male la gamba? - Jungkook si accorse che appoggiava il peso su un piede solo.

- Sì.. - rispose piano, scoprendosi il fianco: un grosso livido violaceo stava comparendo all'altezza del bacino. Vide il suo migliore amico trattenere la rabbia, mentre la issava tra le braccia.

- Ti porto a casa. -

Con la mani Dafne cinse il suo collo e vi affondò il viso, poi ringraziò Hoseok e Taehyung per l'aiuto.

 

Jungkook l'adagiò con delicatezza sul divanetto, ma ogni movimento seppure lieve le provocava un sussulto.

- Non so cosa mi abbia trattenuto, forse perchè è una ragazza. - dichiarò lui, mentre premeva il ghiaccio sul fianco.

- Non dovevo accettare quell'invito. - Dafne non riusciva a pensare ad altro e adesso che erano soli non riuscì più a trattenersi.

Si morse il labbro dolorante, mentre le lacrime cominciavano a scendere copiosamente.

- Ehi...non è colpa tua.- mormorò dolcemente lui per consolarla, invano.

- Non voglio che voi due litighiate, per favore. - disse lei tra i singhiozzi e venne tranquillizzata dall'amico il quale promise di restare fuori da questa storia.

Sfinita dalla situazione, si addormentò con ancora gli occhi bagnati mentre veniva coccolata come una bambina. Quando si riprese, digitò un messaggio a Jungkook per chiedergli un antidolorifico: la gamba la stava tormentando e non riusciva ad alzarsi. Attese qualche minuti prima di vedere comparire Jimin sulla porta con un vassoio tra le mani.

- Scusami, ho chiesto a Kookie se potevo venire al posto suo per vedere come stai. - sembrava veramente dispiaciuto.

Non aveva voglia di vederlo, tanto meno di parlargli, così non rispose. L'aiutò a sedersi per prendere la pasticca e la invitò a mangiare qualcosa, ma il suo stomaco non voleva saperne.

- Perdonami, per tutto. - iniziò lui, osservandosi i gomiti posati sulle ginocchia. - Lo so che le scuse non bastano, ma mi dispiace davvero. Minseo non la rivedremo mai più e la BigHit ha deciso di insabbiare tutta questa storia. Sarai arrabbiata con me, lo capisco e lo accetto. -

Alzò il capo per guardarla e lei ricambiò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime.

- Come potrei essere arrabbiata con te? Lo vorrei tanto, ma non ci riesco. - ammise disperata coprendosi il viso subito dopo. Era la pura e dura verità, persino i giorni in cui non si erano rivolti la parola, non era riuscita ad odiarlo. Dopo un attimo di incertezza, Jimin si inginocchiò davanti a lei per essere la sua altezza.

- Non guardarmi, mi faccio pena da sola. - disse amareggiata con la voce ovattata dalle dita.

- Non è vero. - protestò lui, prendendo una mano alla volta per spostarle dal viso. - Sei stupenda come ogni giorno. - aggiunse, fissandola negli occhi gonfi di pianto.

Tra i singhiozzi mormorò un grazie flebile, mentre veniva abbracciata dolcemente.

- Riesco a farti solo piangere, vero? - constatò, ma Dafne scosse la testa sul suo petto in segno di dissenso.

- Jungkook ti aveva promesso che saremmo andati noi tre da soli da qualche parte, ricordi? - continuò lui posando la fronte sulla sua. - Quanto ti sarai ripresa, che ne dici? Ce ne freghiamo di tutto e tutti. -

Dovevano ancora chiarire molte questioni in sospeso tra loro, ma Dafne preferì non parlarne. Lasciò la decisione al destino che avrebbe scelto il modo e il momento adatto per dissipare tutti quei dubbi. Adesso desiderava solo averlo accanto e sfregò la fronte contro la sua per accettare la sua proposta.

________________________________________________________________________________________
Buonaseraaaa~
In questo capitolo ho fatto passare Minseo come una pazza ahahahah sorry 
Mi serviva un modo efficace per farla uscire di scena, mi pare più che giustificato XD
Spero di non averla fatta un po' troppo grossa..
Devo dire che questo capitolo mi è venuto un pelo più corto rispetto agli altri, ma mi rifarò ;)
Spero vi piaccia as always <3
A presto **


-Arashi- 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** You worth it ***


You worth it

I due amici pensarono a tutto senza mai interpellare Dafne, la quale non conosceva nemmeno il luogo della vacanza. Riuscirono a tenere nascosta la destinazione e all'aeroporto, così depistarono i fotografi e i fan: sembrò che dovessero partire solo Jungkook e Jimin insieme. La ragazza riuscì a leggere Singapore sulla tabella delle partenze al loro gate e non stava più nella pelle. Uscirono dall'aeroporto di arrivo stranamente come persone normali, senza flash di fotocamere o schiamazzi e ne furono pienamente contenti. Non era mai stata a Singapore, ma rimase sorpresa dalla bellissima metropoli in cui si trovavano. L'hotel che avevano scelto i suoi amici era spettacolare: un grattacielo altissimo di lusso. La stanza era enorme come le finestre che mostravano una meravigliosa vista sulla città. Ognuno aveva la sua camera personale con un bagno privato. Aveva perso il contro delle stanze, sembrava più un appartamento invece di una camera d'albergo. Stava esplorando a bocca aperta, quando vide la piscina che si affacciava a strapiombo sulla metropoli.

- Ma voi siete pazzi... - esclamò incantata dal riflesso delle luci sull'acqua.

- Non potevamo portarti in una baracca, no?- rise Jimin seduto sul divano come un re, mentre Jungkook si era già tuffato.

- Potevi metterti almeno il costume! - esclamò esasperata, riparandosi dagli schizzi.

- Che differenza c'è tra le mutande e il costume? - chiese scuotendosi i capelli come un cane bagnato.

- Una sola: ti si vede ogni cosa. - puntualizzò con l'indice alzato.

- Da quando sei così santarellina? - domandò disteso sul pelo dell'acqua.

Dafne si arrese e cercò di non guardarlo: si trovava da sola in un hotel con due ragazzi più che discreti, cosa avrebbe dovuto pensare? Stava pensando a quanto fosse imbarazzante quella situazione, quando si sentì spingere da dietro e cadde rovinosamente nella piscina. Riemerse dall'acqua con i vestiti fradici incollati al corpo. Rimase di stucco per lo stupore, in piedi davanti a Jimin sul bordo piscina che rideva a crepapelle.

- Siamo qui per divertirci, no? - disse, mostrandole la lingua.

 

Passarono il pomeriggio del giorno dopo in tranquillità per le vie della città. I due ragazzi, maniaci dello shopping, costrinsero persino Dafne a provare dei vestiti e commentavano quale le donasse di più. Nonostante le sue proteste, le regalarono tutto ciò che ritenevano dovesse indossare. Rientrarono la sera dopo cena con una montagna di buste. Di notte lo spettacolo era mozzafiato, le luci degli edifici si riflettevano sulla piscina danzando sulla sua superficie. Dafne non se lo fece ripetere due volte, indossò un bellissimo costume intero che le avevano comprato e si immerse nell'acqua calda. Jungkook non era risalito in camera e Jimin apparve dalla vetrata che dava sulla piscina chiedendo: Posso? La ragazza non avrebbe rifiutato, sopratutto dopo averlo ammirato mentre si spogliava per rimanere solo con il costume.

Incantati dal panorama, sospirarono insieme in onore della tranquillità che stavano vivendo.

- Non saprò mai come ringraziarvi. - disse lei seria e felice allo stesso tempo.

- Non serve ringraziarci, a noi basta che tu sia felice. Tutto qui. - rispose sincero, mentre sfoggiava quel suo sorriso meraviglioso che Dafne amava alla follia.

Quelle luci fioche creavano un atmosfera suggestiva e romantica: non poterono fare a meno di non avvicinarsi l'una all'altra. La guardava come nessun uomo aveva mai fatto, non che avesse avuto milioni di fidanzati, ma si sentiva la ragazza più fortunata del mondo. Aveva i grattacieli alle spalle, ma tutto ciò che voleva vedere in quel momento era lui. Posò la schiena contro il bordo della vasca e seguì un istante di incertezza. Jimin Le scostò dolcemente i capelli bagnati incollati al viso e poi si gettò sulle sua labbra. Dafne ricordava fin troppo bene il tocco della bocca, si sentì rinata. Lo aveva desiderato così tanto in quei giorni che non voleva più farlo scappare. Gli impugnò i capelli folti come quella mattina all'alba e lui sorrise sulle sue labbra. Erano talmente impegnati e concentrati che non si accorsero del ritorno di Jungkook che apparve dalla vetrata, ignaro della situazione.

- Scusate l'interruzione, ma volevo dirvi che ho portato una ragazza qui. - annunciò - Bene, ci vediamo domattina e mi raccomando fate i bravi. - concluse, ammiccando vistosamente.

La ragazza maledì il suo migliore amico per averli interrotti, ma si trovava da solo con loro due di sera, per cui era comprensibile che si fosse trovato della ''compagnia''.

Ma dove l'ha trovata? si chiese, ma constatò che non fosse molto difficile accalappiare una ragazza per lui. Decisero di uscire dalla piscina perchè iniziava a farsi un po' freddo, così si cambiarono e si accomodarono sul divano con la TV accesa. Jimin la riempiva di attenzioni e la coccolava con baci fugaci su ogni parte possibile del viso. Nonostante il volume dell'apparecchio, iniziarono a sentire dei rumori imbarazzanti dalla camera di Jungkook.

- Non ci credo. - disse lei affondando la faccia nel cuscino.

- E prima fa ha detto a noi di fare attenzione. - rise Jimin.

- E' un po' strano pensare al tuo migliore amico che... - si interruppe immaginando la scena e scosse la testa per scacciarla.

I gemiti si fecero mano a mano più forti e ritmati tanto che fu inutile distrarsi con la televisione.

- E' alquanto imbarazzante. E La mia camera purtroppo è accanto alla sua. - disse Dafne col viso in fiamme.

- Ma non è che sei gelosa?- azzardò lui, guardandola di sottecchi e ricevette un cuscino in piena faccia. - Anche noi, proprio qui, potremmo... - lasciò la frase a metà, ma fu fin troppo comprensibile,

- Stai scherzando, vero? Smettila. - disse lei, nascosta dietro al cuscino.

- Saresti capace di fermarmi? - la sfidò strappandole la coperta dalle mani.

Si avvicinò piano con uno sguardo serio e posò i gomiti accanto alle sue spalle per posizionarsi sopra di lei, la quale non mosse un muscolo. Con le labbra le sfiorò la bocca, poi scese sul mento fino al collo. Lei sentì ogni fibra della sua pelle fremeva sotto quel tocco sensuale e delicato. Ispirò rumorosamente per mantenere il controllo, ma stava per cedere: voleva strappargli di dosso quella t-shirt bianca. Le regalò piccoli baci sulle guance e sulle orecchie, mentre lei strinse tra i pugni la sua maglia. Rischiò l'infarto quando le morse dolcemente il labbro inferiore, ma quando sentirono un gemito più strano dei precedenti provenire dall'altra stanza, scoppiarono a ridere.

 

Vennero svegliati la mattina dopo dall'uomo che faceva gridare di piacere le sconosciute. Non avevano concluso nulla la sera prima, soprattutto perché sul divano non era il caso, e si era addormentati l'uno avvinghiato all'altro.

Chiamarono la colazione in camera, così si accomodarono sul tavolo per saziarsi.

- Cosa hai fatto a quella ragazza per farla urlare così? - chiese Jimin facendo strozzare Dafne.

- International playboy, no? - rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. - E voi due invece? -

Dafne rischiò di soffocare con il riso, bevve per non rispondere a quella domanda imbarazzante.

- Siamo delle brave persone a differenza tua. - rispose l'altro con un scherzoso disprezzo in volto.

- Ma come? Vi stavate divorando in piscina! - disse deluso.

- Prima che ci interrompessi. -

Continuarono a quel modo per un po', battibeccandosi ed insultandosi. Finirono in discorsi assurdi mentre Dafne continuava a mangiare senza ascoltarli seriamente.

- Sa baciare bene la mia cara amica, vero? - Chiese Jungkook con una risatina furba. - L'ho potuto constatare di persona e... - si bloccò appena si rese conto di ciò che stava dicendo.

Jimin rimase di stucco e rivolse lo sguardo a Dafne come per chiederle spiegazioni.

- Sei un deficiente! Cosa c'entra questo discorso adesso? - era abbastanza alterata.

- Mi è scappato. Tanto è successo più di un anno fa. - cercò di rimediare l'amico con scarso risultato.

- Fatemi capire, vi siete baciati davvero voi due? - chiese Jimin con le bacchette ferme a mezz'aria.

- Ti ricordi quella festa che abbiamo fatto per la fine delle riprese? Abbiamo bevuto tutti un pò troppo e ci siamo baciati. Ma non avevamo intenzioni serie, non sappiamo perchè l'abbiamo fatto. Non si ripeterà mai e poi mai, giuro. - spiegò Jungkook omettendo la parte in cui si erano spogliati.

Jimin parve accettare quella spiegazione e Dafne confermò quella versione dei fatti. Pregò tutti gli dei di far zittire il suo migliore amico una volta tanto, per fortuna riuscì a cambiare argomento.

_____________________________________________________________________________________
Bene, bene~
Sembrà stia andando tutto a gonfie vele, ma sarà realmente così? *Spoiler*
Non è ancora finita qui, ci saranno altri 3 capitoli quindi aspettate XD
Non sono mai stata a Singapore, per cui non descriverò la città ahahah evitiamo 
Spero che non vi stiate annoiando <3
Non ricevere molte recensioni, mi mette ansia perchè non so se sto sbagliando qualcosa ;;
Piccolo appunto: avete capito da dove ho presi i titoli dei capitoli? Non sono messi a caso ;)
A presto **

- Arashi - 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Been trying to tell you this ***


Been trying to tell you this

I giorni stavano trascorrendo troppo velocemente, ne erano passati già quattro. Tutti e tre si stavano divertendo come mai avevano fatto prima e si promisero di ripetere quella vacanza in futuro. Jungkook aveva lasciati soli i due piccioncini quella sera, alla ricerca di un'altra compagna di avventure amorose. Jimin era meraviglioso in quell'accappatoio bianco, seduto sulla poltrona, e Dafne posata sulle sue gambe. I suoi capelli bagnati, tornati grigi sotto le insistenze di lei, rilasciavano gocce che scendevano pigre lungo il collo rendendolo terribilmente accattivante. Lo spallino fine della camicia da notte della ragazza cadde mostrando la clavicola che lui prontamente baciò. Lei sentì i brividi percorrerle tutto il corpo e li accolse con piacere. Percorsero il tragitto verso la camera, assaggiandosi a vicenda con più vigore e foga del solito. Dafne insinuò coraggiosamente le mani nell'apertura dell'accappatoio, toccando il suo petto tonico. Per tutta risposta lui plasmò i suoi fianchi fino alle cosce e poi risalì sulla schiena: la modellava come terracotta sotto il suo tocco. La catapultò sul letto per poi adagiarsi sensualmente su di lei, mentre la riempiva di baci ovunque. Le sfilò la camicia di seta lasciandola solo con l’intimo e la mangiò con gli occhi. Dafne aveva il cuore in gola ed il respiro affannato grazie a tutte quelle emozioni che la stavano inondando come uno tsunami. Incrociò i suoi occhi scuri e si scambiarono sguardi d’intesa, mentre gli sfilò le maniche bianche. Poi si sollevò leggermente per assaporare ancora le sue labbra morbide, mentre le sue mani attraversarono la sua pelle setosa, non ne era mai sazia abbastanza. Prese coraggio e slacciò la cintura che sorreggeva ancora l’accappatoio, mostrando la sua stupenda nudità. Rimase in apnea mentre lui faceva lo stesso e finalmente si sentì completamente sua. I movimenti che seguirono furono lenti ed incerti e poi sempre più regolari e sicuri. Totalmente in estasi, Dafne gli afferrò i capelli folti, poi premette le dita sulla sua schiena, invitandolo a non fermarsi per nessun motivo al mondo. Lui stringeva saldamente i suoi fianchi, mentre si muoveva dentro di lei con passione. Incatenarono più volte i loro sguardi, mentre godevano l’uno del dell’altra. I loro respiri e i loro gemiti si mescolarono fino al punto più alto del piacere ed infine si sorrisero compiaciuti e soddisfatti.

Appena Dafne aprì gli occhi, si ritrovò il volto di Jimin addormentato accanto a lei. Era tutto reale o aveva sognato? Stava pensando mentre lo studiava: era sdraiato su un fianco con le coperte che lo nascondevano dal bacino in giù. Era talmente bello da togliere il fiato, persino mentre dormiva.

Lui socchiuse gli occhi come richiamato dal suo sguardo e l’abbracciò, trascinando le coperte su di loro.

- Come faremo quando saremo a Seoul?- chiese all’improvviso Dafne, interrompendo quel momento.

- Non ti preoccupare adesso, ok?- disse, prima di baciarla dolcemente.

-Mi preoccupo eccome. Io voglio stare con te, Jimin. - non era mai stata così decisa come in quell'istante e si scoprì per guardarlo dritto negli occhi.

Sembrò improvvisamente turbato, così distolse lo sguardo.

- Siamo stati una volta a letto e già pensi a questo? - chiese come se fosse ovvio.

Lei non poté credere alle sue orecchie e sbottò - Allora hai fatto tutto questo solo per portarmi a letto? -

- Ecco, io... -

Dafne attese la fine della frase con speranza, ma non arrivò. In un solo istante sentì un macigno premerle sul petto, non riusciva a credere che Jimin l'avesse solo usata.

- Davvero? Ti sei solo approfittato di me? - chiese con la voce tremante. - Guardami, almeno. Abbi il coraggio di dirmelo in faccia! - urlò per la frustrazione ed il dolore.

- Dafne, ascolta... - provò a spiegare, ma lei si stava già rivestendo in fretta.

- Non avrei mai pensato che potessi fare una cosa del genere. Sei uno stronzo e basta. - sputò tra le lacrime, prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta.

Stava piovendo quella mattina, pareva che il tempo fosse in sintonia con il suo umore, ma decise di andarsene da lì. Jungkook forse stava ancora dormendo, per cui riuscì a svignarsela senza problemi. Non sapeva dove rifugiarsi da quel dolore immenso che stava provando, imboccò strade casualmente e si ritrovò in un parco pubblico. Con il respiro affannato per la corsa, si fermò davanti ad una panchina, la quale era completamente bagnata dalla pioggia come lei del resto. L'acqua mascherava le sue lacrime che non riusciva a bloccare. Molte persone la fissarono, quando si sedette con lo sguardo assente rivolto verso il selciato umido. Il cellulare vibrò diverse volte, ma non lo considerò minimamente: voleva rimanere da sola. Le immagini di quella notte splendida le tormentavano la mente e strinse le ginocchia al petto, nella speranza di soffocare tutte le sue emozioni. Non sapeva dire quanto tempo fosse passato, non provava nemmeno fame o freddo. Quella delusione si trasformò poco a poco in rabbia, tanto che si strappò la collana dal collo per gettarla tra le pietre del sentiero. Non si accorse della presenza di qualcuno davanti a lei, finché non percepì il tocco di una mano sulla spalla, ma non reagì.

- Dafne? - la chiamò una voce conosciuta.

La ragazza sollevò la testa a malincuore, mostrando il volto devastato dal lungo pianto. Jungkook era visivamente molto preoccupato e la scosse per le spalle come per risvegliarla dallo stato di trans.

- Ma cosa ti è venuto in mente? Ho dovuto cercati con il localizzatore! Ci hai fatto spaventare da morire! - la rimproverò, accucciatosi di fronte a lei.

- Scusa. - disse solamente con la voce roca. La pioggia era finita ed un vento freddo iniziò a spirare tra gli alberi del parco.

- Ti ammalerai se rimaniamo qui, torniamo all'hotel. - propose l'amico, prendendola sottobraccio.

- Non posso tornare là. -

- Jimin mi ha detto che avete litigato, ma hai intenzione di passare la notte qui?-

Dafne raccontò a grandi linee ciò che era successo e scoppiò di nuovo in lacrime. Lui La avvolse in un abbraccio consolatorio, mentre le sussurrava che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Avrebbe voluto tanto credergli, ma vedeva tutto nero in quel momento. Il suo migliore amico cedette il suo giubbotto per riscaldarla e lei continuava a rifiutarsi di rientrare, così le afferrò il viso arrossato tra le mani per costringerla a guardarlo nei suoi occhi neri.

- Scappando, non risolverai nulla. - esclamò esasperato. Poi le riconsegnò la collana rotta che lei guardò tristemente e la avvicinò al petto come per scusarsi con lei.

- Fa troppo male, lo capisci? - domandò con tono implorante.

Arrivati in camera, Jimin accorse subito verso di loro per controllare se Dafne stesse bene. Quest'ultima lo fulminò con lo sguardo e lo scacciò in malo modo senza rivolgergli una parola. Si rinchiuse in bagno per immergersi nell'acqua calda e poco dopo Jungkook bussò alla porta chiedendo di entrare. La ragazza acconsentì dato che le bolle di sapone nascondevano totalmente il suo corpo nudo. L'amico di accomodò sul bordo della vasca e la fissò per un lungo attimo prima di iniziare a parlare.

- Jimin era molto preoccupato per te. Pensava che ti fosse successo qualcosa. -

- Non mi interessa. Devo dimenticarmi di lui e basta. Mi dispiace di aver rovinato la nostra vacanza visto che non ce ne saranno altre. - rispose, senza far trapelare nessuna emozione.

- Ti vuole parlare, Dafne. - ribatté l'altro tristemente.

- Io invece non voglio. Mi ha solo presa per il culo e mi sono stufata di soffrire per lui. - disse con tutta l'amarezza che poteva.

Quella notte Dafne non aveva chiuso occhio, era riuscita solamente a piangere, mentre stritolava le coperte. Aveva pensato persino di recarsi da Jungkook, ma non avrebbe risolto nulla. Aveva abbandonato la collana sul comodino perchè non aveva il coraggio di indossarla di nuovo. Era già pomeriggio inoltrato quando decise di indossare il costume e cercare di rilassarsi. Si lasciò trasportare dalla debole corrente dell'acqua, volgendo lo sguardo verso il cielo rossastro. In quella piscina si erano baciati qualche giorno prima ed era iniziato tutto. Da una parte era felice di tornare a Seoul, così non sarebbe stata costretta a vivere troppo vicino a lui, ma dall'altra avrebbe voluto rimanere lì ancora un po'. Il giorno successivo sarebbero ripartiti e probabilmente avrebbero concluso la loro breve storia, durata solo una manciata di giorni. Incrociò le braccia sul bordo che dava sulla città luminosa e si perse nello splendido tramonto con lo sguardo. Jungkook le aveva detto che Jimin aveva evitato di cercarla quando era sparita: si sentiva troppo in colpa. Aveva spinto l'amico a tutti i costi fuori dall'hotel per recuperarla, dopo che avevano scoperto la sua posizione. La ragazza posò il mento sui polsi e sospirò: perché doveva essere tutto così complicato? Raggiungeva la felicità e subito dopo le veniva portata via.
_________________________________________________________________________________
Rieccomi qui~
La mia idea iniziale non era questa..ho fatto delle modifiche mentre editavo le ultime cose, quindi spero
di essere rimasta coerente con il resto. Purtroppo mi dimentico i particolari di quello che ho scritto in precedenze ;;
Mi era persino venuta l'idea di complicare ulteriormente la trama in questo punto, ma avevo paura di strafare. 
Alcune idee me le conserverò per un'altra fanfic..eh sì, ne ho già un'altra in mente XD
Siamo agli sgoccioli ormai!
A presto <3

-Arashi-

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** This is all for you ***


This is all for you

- Dafne? - il richiamo interruppe i suoi pensieri tristi.

Jimin sbucò dalla vetrata del salotto, sorreggeva un asciugamano e chiese di poter entrare nell'acqua.

- Ti lascio il posto, stavo per uscire. - rispose lei con un tono neutro. Salì i gradini per dirigersi verso le sdraio, mentre lui la squadrò dalla testa ai piedi.

- Non ti ho chiesto di andartene, puoi rimanere. - disse l'altro.

- Lascia perdere. - Non aveva assolutamente voglia di parlargli, soprattutto perché sentiva affogare solo a causa della sua presenza.

- Per favore. - la implorò lui con lo sguardo da cane bastonato e le afferrò il braccio per fermarla.

- Mi hai già detto abbastanza. - rispose con tono freddo.

- Ti sto facendo soffrire, lo vedo. Per questo voglio parlarti, dopo aver ascoltato ciò che ti devo dire, deciderai cosa fare. -

Si accomodarono l'uno accanto all'altra sui gradini della vasca e si fissarono in silenzio. Dafne attese che lui prendesse la parola, si aspettava almeno delle scuse.

- Una volta per tutte ti dirò la verità fin dal principio. Quella sera alla festa ero ubriaco, ma non così tanto da non essere lucido. Ci ho provato con te, volevo baciarti sul serio perchè lo desideravo. Poi quella notte quando abbiamo dormito sul divano insieme a Kookie, avrei voluto letteralmente divorarti, ma mi sono trattenuto. Ero immerso da un conflitto interno, ero fidanzato con Minseo, ma volevo avere te accanto. La sua presenza ha iniziato ad infastidirmi sempre di più e quel giorno nella sala prove sono scoppiato. Non sapevo cosa provassi per me ed avevo paura di rovinare il nostro rapporto, quindi mi sentivo soffocare da quella situazione. Inoltre ero invidioso di Jungook e del vostro legame che io non potevo sperare di raggiungere, così con quella scenata ho cercato di allontanarti da me. Quando sei partita, pensavo di dimenticarti ed ho provato ad immergermi completamente nella relazione con Minseo. Però appena ti ho rivista a Tokyo, ho capito di aver sbagliato tutto e non sapevo come rimediare. Poi Sei tornata e fino all'ultimo ho tentato di non farmi sopraffare dalla voglia di averti con me, ma ho ceduto quella sera in camera mia con la scusa della febbre. E quel giorno stavo per confessarti tutto, ma non ne ho avuto il coraggio. E Poi ancora quella mattina all'alba, sapevo perfettamente che non avrei resistito ancora e non mi sono mai pentito di quel bacio stupendo. Sono stato doppiamente stupido ad aver pensato che sarei riuscito a cancellarti dalla mia vita, temevo che quella situazione ci avrebbe solo fatto male. Ed è quello di cui ho paura anche adesso. Non ho fatto l'amore con te solo per approfittarmene, ma ti ho mentito come sempre: è stata la notte più bella della mia vita. Ho causato del dolore ad entrambi e sono stato uno schifoso egoista. Il mio terrore più grande è che la mia vita tormentata possa danneggiare la nostra felicità. Vedi anche tu come dobbiamo vivere, no? Sacrifichiamo persino le piccole cose e abbiamo poco tempo da dedicare a noi stessi. Non voglio per nulla al mondo che questa atmosfera danneggi noi e soprattutto te, per questo sono sempre stato combattuto. Ma mi sono innamorato follemente di te. - disse tutto d'un fiato.

Dafne era rimasta in apnea senza rendersene conto e tirò un lungo sospiro di sollievo alla fine del lungo discorso. L'ultima frase l'aveva piacevolmente sorpresa e dovette riaccendere la mente per formulare un concetto.

- Sarebbe bastato parlarne come hai appena fatto ed avremmo evitato tutto questo. Fin da subito ho provato qualcosa di speciale per te e ricevere le tue attenzioni, anche se piccole, mi riempivano di gioia. Non sai quante volte mi sono contenuta e quante volte avrei voluto dirti ciò che provavo. Mi hai fatto soffrire per molto tempo, ma pensavo sempre e solo a te in qualsiasi momento. Più passava il tempo e più non riuscivo a starti lontana. Mi sono sentita la ragazza più fortunata della terra quando mi hai baciata e non aspettavo altro. Ti ho donato tutta me stessa due notti fa e non ci sono parole per descrivere quanto sia felice. Non mi interessa la vita che conduci, io sono pronta a rischiare tutto per te, se necessario. Ma tu lo sei? - Aveva parlato con la voce spezzata dal pianto. Aveva paura della risposta, le tremavano vistosamente le mani che lui strinse tra le sue.

- Mi sono follemente innamorata di te. - ripetè lei, come se fosse una supplica, mentre veniva scossa dai singhiozzi.

- Sono pronto. - dichiarò tutto d'un tratto, dopo un istante che parve infinito.

Dafne percepì svanire il grosso e pesante macigno che le opprimeva le viscere e si gettò su di lui per abbracciarlo. Jimin preferì riempirla di piccoli baci, mentre le sussurrava sulle labbra di perdonarlo.

- Ti perdono. Però basta bugie d'ora in poi. - mormorò lei.

Fortunatamente Jungkook non era nei paraggi, perchè si abbandonarono ai loro istinti senza preoccupazioni e con una nuova consapevolezza nel cuore. La pelle bagnata rendeva il tutto più sensuale ed eccitante, le labbra di Jimin si spostarono sul collo e poi sull'orecchio che torturò piacevolmente. Dafne lo trasse verso di sé, mentre gemeva sotto il suo tocco deciso e passionale.

Gli prese il viso tra le mani per riportarlo sulla sua bocca e le loro lingua si annodarono come due serpenti voraci. Si era completamente dimenticati del mondo circostante, adesso esistevano solo loro due e nient'altro.

La mattina dopo Dafne si risvegliò nel letto accanto a Jimin: dormiva supino sopra le coperte morbide. Il suo cuore si fermò a causa della sua bellezza sconvolgente, era semplicemente nudo e il viso serenamente rilassato. È davvero mio? Si chiese. Non riusciva ancora a metabolizzare che il ragazzo dei suoi sogni ricambiasse i suoi sentimenti. Ricacciò indietro le lacrime di gioia e si distese vicino a lui per accarezzargli la guancia. Il ragazzo non aprì gli occhi, ma socchiuse leggermente la bocca. A quella vista così dolce, lei non riuscì a resistere alla tentazione di baciarlo. Poco dopo lui rispose al contatto e la strinse tra le braccia, mormorando un buongiorno con la voce assonnata. Dafne lo invitò ad infilarsi sotto le lenzuola a malincuore, ma adorava accoccolarsi sul suo petto caldo. Il contatto con la sua pelle profumata, la mandava in estasi e non potè non pensare alla notte di piacere che avevano appena passato.

- Ieri sera sembravi molto soddisfatta. - esordì, dando voce ai pensieri della ragazza.

- Dai, cosa stai dicendo? - brontolò lei nel totale imbarazzo.

- È la verità! Probabilmente ti hanno sentita in tutto l'hotel. - rise lui, sciogliendosi dall'abbraccio.

- Smettila, non è vero! - si sentì abbastanza a disagio, così si nascose con un lembo della coperta.

- Vuol dire che non ti è piaciuto? - chiese e la scoprì dal suo nascondiglio.

- No, cioè sì. Ecco...non lo so... - stava balbettando come una stupida.

- Ah, no? E se facessimo il bis? - le propose e le sfiorò il collo con le labbra carnose.

- Jimin, smettila. Dobbiamo alzarci. - cercò di dissuaderlo.

Avrebbe fatto persino il tris in quel momento, ma era davvero tardi e poche ore dopo avevano il volo per Seoul. Lui l'ancorò al letto con il peso del suo corpo e la travolse con un bacio dai momenti lenti e sensuali.

- Allora? Bacio meglio io di Jungkook? - chiese sarcastico.
- Ma che razza di domanda è? -

- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. - disse lui con un tono provocatorio.

- Non me lo ricordo, ero davvero ubriaca, altrimenti non lo avrei mai fatto. E' così importante? - rispose Dafne ammutolendolo con un bacio.

- Volevo solo vantarmi un po'. - bofonchiò a pochi centimetri dalle sue labbra.

Spostò lo sguardo sul suo collo e fece tintinnare i due ciondoli con un piccolo tocco dell'indice.

- Ieri mi sono accorto che l'avevi tolta. - commentò con una leggera nota di tristezza.

- Mi è mancata un po'. E' come avere una parte di te sempre con me. - bisbigliò Dafne e ripresero ciò che avevano interrotto.

Proprio in quell'istante, mentre erano trasportati dalla passione, sentirono la porta sbattere e sussultarono per lo spavento: un Jungkook scioccato apparve sull’uscio.

- Oh mio dio, pensavo che Jimin fosse da solo. - esclamò, bloccato con la maniglia tra le mani.

Per fortuna Dafne era coperta fin sopra il seno e sprofondò disperata sul cuscino sotto di lei.

- Ma non ti hanno insegnato a bussare?- chiese, rivolgendo la domanda al soffitto.

- Ok, rimarrò traumatizzato a vita. Vedo che avete fatto pace. - quelle frasi furono seguite da una pioggia di cuscini in piena faccia che lo costrinsero ad uscire.

- Non si può stare un attimo tranquilli. - si lamentò Dafne con il dorso della mano sulla fronte.

Decisero che era giunto il momento di lasciare il loro ''nido d'amore'' e Dafne potè osservarlo nella sua interezza grazie alla luce del sole. Si soffermò sul fondo schiena muscoloso che aveva stretto tra le mani poche ore prima e gongolò.

 

Tornarono a casa dopo quella settimana di relax e divertimento. Appena arrivati, i due innamorati discussero con il manager e la produzione sul da farsi. Decisero di rendere pubblica la loro relazione e in seguito l'avrebbero ufficializzata. Non mostrarono l'identità di Dafne, ma dissero solamente che faceva parte dello staff. I fan di scatenarono, chi a favore e chi contro o chi voleva semplicemente pettegolare. Lasciarono passare alcuni giorni, la gente iniziò a ipotizzare sull'identità e circolò voce che fosse la famosa ragazze delle foto. Così Jimin, in accordo con la produzione, presenziò una live da solo per spiegare un po' la situazione, a cui Dafne assistette dal suo cellulare.

- Mi sono innamorato, dopotutto sono umano anch'io. E vorrei chiedervi di non accanirvi su di lei, per favore. Prima o poi ve la mostrerò, abbiate pazienza.- annunciò sorridendo, quando raggiunse un bel numero di visitatori. Lui era molto restio e cauto, non voleva trasformarla in un personaggio pubblico, però non aveva molta scelta. Trascorsero dei mesi un po' turbolenti, tra un rilascio di un nuovo album, il tour mondiale e la loro relazione sul piano internazionale. Dafne raggiunse il suo sogno: diventò l'assistente personale di una celebrità, ma quella che amava. Come si aspettavano, avevano poco tempo per loro due, ma quel poco bastava per renderli felici.

_______________________________________________________________________________________________
Buonasera~
Sono già tornata, ma non stavo più nelle pelle XD 
Poi come ho giò detto, i capitoli li avevo già scritto quindi ho meno lavoro da fare.
Bene, siamo alla fine ormai: manca SOLO UN CAPITOLO!
Può sembrare l'ultimo, ma ho ancora due cosine da raccontare che vedrete nel prossimo ;)
Spero vi piaccia <3
A prestissimo 


-Arashi- 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Spread my wings ***


Spread my wings

Un giorno Dafne riuscì ad assistere interamente ad un loro concerto, l'aveva chiesto come regalo di compleanno. Nella sala trucco si organizzarono senza di lei e da una parte le dispiacque non partecipare alla frenesia che caratterizzavano le preparazioni. Si posizionò vicino alle scalette accanto al palco, dietro le sbarre la folla imponente gridava, cantava ed impazziva per loro. Le infinite Army bomb regalavano uno spettacolo da togliere il fiato, sembrava un mare luminoso. Potè comprendere quanto fosse spaventosa quella massa di gente, ma restituiva un'energia unica.

Rimase affascinata da loro carisma, sul palco sembravano essere instancabili e sicuri di sè. Quelle due ore volarono ed arrivarono ai ringraziamenti: il momento più toccante di tutta la serata.

Parlarono uno alla volta, emozionandosi a vicenda, e l'ultimo fu Jimin che ringraziò tutti: lo staff, la produzione, i fan.

- Se siete d'accordo, vorrei ringraziare una persona speciale che ha sempre aiutato tutti noi, soprattutto il sottoscritto.- annunciò, rivolto ai suoi compagni. Sullo stadio calò un silenzio inaspettato, mentre lui si diresse verso le scalette con la luce del riflettore che lo inseguiva. Scese gli scalini di corsa, afferró la mano di Dafne e la trascinò sul palco.

La folla e tutti i membri l'accolsero con un sospiro di stupore. La ragazza non si era nemmeno resa conto di ciò che stava succedendo, non aveva avuto il tempo di reagire o pensare. Dal centro del palco poteva vedere tutta l'arena immersa nella suspense.

- Non ti ringrazieremo mai abbastanza. Ci hai sempre sostenuto sia nei momenti belli sia in quelli più difficili. Hai lavorato duramente per noi e te ne saremo sempre grati. - disse e gli altri sei concordarono con lui.

Dafne era attonita, si coprì il volto con la mano libera, mentre le lacrime iniziarono a scendere copiosamente. Non avrebbe mai immaginato che potesse fare una cosa del genere davanti a migliaia di persone.

- Grazie di tutto. - continuó con gli occhi ludici a sua volta. - Ti amo. -

La folla impazzì appena concluse il discorso e chiese un bacio all'unisono. Entrambi in lacrime, si guardarono e accontentarono la moltitudine di persone urlanti.

- Adesso possiamo piangere tutti.- disse Hoseok, tirando su con il naso.

V avvolse entrambi in un abbraccio, seguito da tutti gli altri cinque e non ci fu modo migliore per calare il sipario.

Quando Dafne rientró a casa era ancora frastornata dall'accaduto: abituata a vivere nascosta dietro le quinte, era difficile da metabolizzare. Inoltre Jimin aveva appena dichiarato di amarla e non lo aveva mai fatto. Non era riuscita a rispondergli a causa della troppa confusione e dello shock. Voleva rimediare a quella mancanza, così raggiunse l'appartamento dei ragazzi. Trovó Seokjin nella cucina che dava sulla sala, mentre si preparava qualcosa da mangiare.

- Jimin è in camera? - chiese dopo averlo salutato.

- Si, si sta facendo la doccia. - rispose alle prese coi fornelli.

- Mangi a quest'ora? -

- Troppe emozioni oggi, sono sensibile a queste cose. - disse, servendosi. - Vuoi qualcosa? - domandò ed indicò il patto davanti a lui.

- No, grazie. Comunque io cosa dovrei fare? Mangiarmi un bue intero da sola? - lo schernì lei.

- Sono il più grande qui, abbi rispetto per gli anziani. - rispose alla battuta con il suo solito modo irriverente.

Gli augurò un buon pasto e mentre se ne andava, lo sentì sospirare: Ah, questi giovani d'oggi. Aprì la porta della camera e percepì una voce lieve, coperta dal rumore dell'acqua corrente, provenire dal bagno. Senza pensarci troppo, si tolse i vestiti e si diresse nell'altra stanza con i piedi felpati. Mentre si avvicinava alla doccia, intravide il corpo snello del suo ragazzo attraverso il vetro opacizzato. Fortunatamente era voltato di schiena, per cui non si accorse della sua presenza. Si voltó spaventato, quando avvertì la porta della doccia aprirsi, ma subito dopo si rilassò.

- Vuoi farmi morire d'infarto? - chiese, mentre studiava il suo corpo nudo dalla testa ai piedi.

- Io sono già morta al concerto. - rispose lei, infilandosi tra lui ed il vetro.

- Ti è piaciuta la sorpresa? - disse portandola a sè.

- Sei completamente pazzo, ma ti amo anche per questo. - sussurrò lei sulle sue labbra carnose.

Si erano persino risparmiati la fatica di spogliarsi per fare ciò che desideravano. Rischiarono gli scivolare sulla lastra bagnata sotto di loro più di una volta, ma accettarono il rischio in cambio di quel momento di piacere. Lui era divino anche in quell'ambito, ormai sapeva perfettamente come farla impazzire. Le percorse la pelle bagnata con piccoli morsi: le labbra, il collo, il seno e pareva insaziabile. Dafne inclinó la testa all'indietro ed appoggiò la schiena alle mattonelle fredde per permettergli un miglior movimento. A sua volta toccò la sua pelle bagnata, percependo i movimenti dei suoi muscoli allenati sotto le dita e gli sorrise soddisfatta. Si lasció sfuggire un gemito che lui accolse con piacere mentre si faceva strada dentro di lei. Dopo qualche attimo di esaltazione, gli afferrò le natiche toniche, invitandolo a premere più forte e lui l'accontentò. Raggiunsero il massimo del piacere insieme e si guardarono sotto l'acqua, ansimanti e felici.

 

- Jimin, almeno potevi dirci che intenzioni avevi! Sono scoppiato a piangere davanti a tutti. - disse Jungkook la mattina dopo con gli occhi assonnati.

- Tu piangi sempre a fine concerto, quindi non ha fatto molta differenza. - appurò Yoongi.

- Non ve l'ho mai detto, ma vi auguro il meglio. - disse improvvisamente Namjoon, rivolto ai due piccioncini, i quali ringraziarono pieni di gioia.

- Wow, fate sciogliere persino il nostro leader. - si complimentó Taehyung con un applauso.

- Io stavo già piangendo, non avete fatto altro che buttare altra brace sul fuoco. - rise Hoseok.

Dafne li ascoltava seduta sulle gambe del suo ragazzo. Era circondata da persone meravigliose e pregó di vivere altri mille anni così. Dopo qualche minuto tutti tornarono ai loro doveri eccetto Jungkook che doveva dire qualcosa.

- Ho conosciuto una ragazza. - esordì, massaggiandosi la nuca.

- Vai avanti. - lo invitó jimin curioso.

- Ecco...se la cosa si farà più seria, ve la presenteró. - disse imbarazzato.

- Puoi dire almeno chi è? Sono curiosa. -

- È un'idol, ma per ora non voglio sbilanciarmi. -

Raccontó loro come l'aveva conosciuta e cosa si erano detto la prima volta. Sembrava davvero felice mentre ne parlava. Dafne gli auguró tutta la felicità e la serenità del mondo, se lo meritava. Non vedeva altro che un futuro radioso, per tutti. Ripetè a se stessa quanto fosse fortunata grazie a loro e soprattutto a colui che la stava stringendo fra le braccia.

Le due piccole ali, che aveva intorno al collo, si spiegarono al vento e volarono via.

_________________________________________________________________________________________
Bene, bene~
Siamo giunti alla conclusione ;;
Non volevo dilungarmi troppo, avevo paura di diventare noiosa e banale. Mi sembra un finale adatto :)
Se non lo avevate capito, i titoli li ho ripresi da ogni traccia dell'album Wings. Ho preso solo le frasi in inglese e la mia 
idea è rimasta quella iniziale, cioè di finire con Spread my wings. Ho saltato Boy meets evil perchè volevo iniziare la storia 
con la mia canzone preferita di sempre <3
Spero che vi sia piaciuta la mia storia, grazie a tutti! soprattutto a Recchan che ha sempre recensito **
Come ho già detto sto lavorando giù su una nuova e spero di aver il coraggio di pubblicarla presto ahahha
Voglio impegnarmi al massimo e migliorare il mio stile!
Un abbraccio 


-Arashi-

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3787293