YOU ARE SOMETHING SPECIAL

di hope ridden
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Il dolce suono della campanella fa alzare dalle sedie tutti gli studenti della Jordan School. Con un certo entusiasmo gli alunni camminano, corrono e sorridono felici. Sono gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze; l’abbigliamento colorato e estivo che i ragazzi e le ragazze indossano come per esempio pantaloncini, infradito e canottiere, dà una nota più allegra alla scuola. Le classi si svuotano molto in un batter d’occhio. Solo Harper Keen rimane ancora seduta al suo banco. La penna scorre velocissima sul quaderno degli appunti ricopiando le ultime righe scritte alla lavagna. Thomas Ford, il suo giovane professore di inglese, inizia a raccogliere i fogli che aveva sparso sulla cattedra per fare lezione. Getta un’occhiata alla sua migliore alunna: Harper è una ragazza formidabile. Impeccabile, brillante e precisa. Il meglio del meglio. Nel corso degli anni hanno stretto un buon rapporto professore-studente da diventare rispettosi amici. Thomas ha imparato a leggere negli occhi azzurri della ragazza e può proprio dire che c’è qualcosa che non va oggi. Lei indossa dei pantaloncini, un canotta e delle scarpe da ginnastica basse. Non l’ha mai vista truccata e poi tiene i capelli castani e lisci legati in un’ordinata coda alta. La sente sbuffare mentre chiude la borsa in pelle dove tiene i libri. 
-Ho smesso di fare lezione un quarto d’ora fa.- dice Ford. La ragazza si sente quasi colta sul fatto. Già, la lezione. Peccato che l’ha passata in dormi veglia lottando contro il sonno. Ha lavorato tutta la sera al Gay’s correndo come una matta per stare dietro a tutte le ordinazioni e non ha saputo ricomporsi prima della giornata di scuola come è solita fare. 
-Sto solo ultimando gli appunti così non devo farlo a casa.- Harper la butta lì senza darci molto peso e soprattutto sperando di essere convincente. 
Ovviamente no.
-Blake mi ha detto che ieri sera hai lavorato al Gary’s per la festa di compleanno di Matthew.-
Che spione!
-Tuo figlio è davvero irritante.- dice seccata la ragazza ritirando il quaderno. Thomas si appoggia alla cattedra con sguardo interrogativo.
Maledetto Blake Ford!
-Da quando in qua Gary ti mette un’orario serale? In settimana non lavori solo il pomeriggio?-
-Quante domande!- esclama Harper in soggezione alzandosi dalla sedia e imitando la posa del professore.
-Stai esagerando.- inquisisce Thomas.
-E chi te lo dice questo? Blake?- ribatte sarcastica la ragazza.
-No, me lo dicono le tue occhiaie, le tue dormite alle mie lezioni. È da primavera che non prendi più un A e ti vedo sempre più stanca e assente con la testa.- 
Harper si siede sconfitta si passa una mano sul viso stanco.
-Ho bisogno di soldi.-
Ford rimane abbastanza sconcertato da rimanere ancora in silenzio aspettando una spiegazione più chiara da parte della ragazza.
-Voglio andare all’università ma in famiglia non abbiamo un centesimo. Gli unici soldi che entrano in casa sono i miei, per pagare le bollette, e quelle di papà per la spesa. Non ci sono risparmi e mia madre non mi ha lasciato niente a quanto pare.- 
Ancora silenzio.
Lui la guarda pensieroso e non dice nulla. La studentessa ritira nello zaino il quaderno e Ford intanto pensa fissandola ossessivamente.
-Te l’ho mai detto che quando ti imbamboli sei inquietante?- sbuffa Harper. 
-Un paio di volte.- risponde il professore -Forse ho la soluzione che fa a caso tuo. Domani puoi fermarti dieci minuti all'uscita di scuola? Ho una proposta da farti e non potrai rifiutarla.-
-Ok, Tom.- risponde Harper. Il professore rimane ancora in silenzio  
-Allora a domani.- Harper è stranita ma non lo da a vedere quando lancia un’ultima occhiata al Ford Supremo prima di correre via dalla classe. Percorre il corridoio giungendo alla conclusione che Thomas Ford, il suo professore, è proprio strano.  
Appena uscita dalle porte della scuola, Harper viene lavata da una secchiata d’acqua. Gli studenti intorno a lei ridacchiano e certi si lamentano per gli schizzi ricevuti.
Blake Ford le sorride qualche metro davanti a lei.
-Grazie per avermi prestato il secchio, Harold, sei stato molto gentile.- dice il Ford Minore sorridendo al bidello che mi guarda con compassione. 
-Ford!-
-Ciao, Keen.-
-Sei un deficiente!- urla la ragazza.
-Sapevo che avresti apprezzato. Dopotutto con questo caldo è meglio rinfrescarsi, no?- 
Harper un giorno l’altro avrebbe tagliato a Blake quella sua arrogante linguaccia.
-Accidenti, Harp, che hai fatto per essere così bagnata?- a fare questa domanda è Zack Hemings che ha la dote di arrivare al momento giusto.
-Ehi, Zack! Ti stavo aspettando!- lo saluta con entusiasmo Blake. 
-Pronto per andare?- domanda sorridendo Zack. 
-Certo! Non vedo l’ora di mangiare, tua mamma cucina benissimo!-
-Lei è felice di averti a pranzo.- 
Harper guarda quella scena incredula e gocciolante. 
Zack e Blake sono migliori amici più o meno da sempre.
E anche Harper e Zack sono migliori amici.
Blake e Harper invece sono migliori nemici.
Un mitico terzetto, no?
Harper e Blake si compartano in modo quasi civile davanti al loro amico ma tutti sono a conoscenza della guerra fredda che c’è tra i due. 
Harper scuote la testa bagnata pensando che Blake l’avrebbe passata anche questa volta. 
-Dicevi, Harper? Che hai fatto?- domanda innocente il mio migliore amico.
-Harold per sbaglio le ha tirato un secchiata d’acqua addosso mentre puliva. Ho cercato di avvisare Harper ma lei è talmente distratta che non mi ha sentita.- spiega Ford regalandole un falsissimo sorriso. 
-Devi fare più attenzione, Harp. Vuoi un passaggio fino a casa?- mi domanda Zack fissandomi con premura con i suoi occhioni color cioccolato. 
-Non è successo niente di grave. Vado a piedi grazie comunque. Ci vediamo più tardi, Zack. - Harper gli da un bacio sulla guancia e sorride falsamente a Blake che le fa l’occhiolino.
 
Harper Keen arriva più che asciutta, anzi addirittura accaldata, a casa ma aspetta almeno dieci minuti prima di entrare. 
Le urla di suo padre si sentono in tutto il vicinato.
La ragazza sospira e decide di entrare sentendo la voce di Wanda, la sua vicina e miglior alleata, calmare suo padre.
-Dov’è?! Dov’è andata!?- Christopher Keen sbraita per tutto il salotto fino a quando non vede Harper. Wanda Beggins, una nera tostissima e ben piazzata, fulmina l’uomo con gli occhi e stringe con forza uno strofinaccio tra le mani. 
Christopher non appena vede Harper le si fionda a due millimetri dalla faccia e con l’alito che puzza d’alcool le urla addosso.
-Dove sei stata?! Di nuovo da quel Gary!? Io so che avete una relazione segreta! Louise! Tu mi tradisci! Lo sapev…- 
Un suono metallico.
L’uomo cade a terra e liberando la visuale a Harper che vede Wanda armata di una padella. 
-Scusa, tesoro. Ma ha proprio esagerando.- si scusa la nera.
-Non ti preoccupare… gli ha presi i farmaci oggi?- domanda Harper dirigendosi verso le scale e lanciando un’occhiata all’orologio. Le tre e un quarto. Dev’essere a lavoro tra 15 minuti. La ragazza sospira passandosi una mano davanti al viso.
-No, non li ha presi… tesoro, sei molto provata. Sicura di voler andare a lavoro da Gary?- Wanda le toglie la mano dal viso e stringendola.
Harper annuisce fissando prima suo padre e poi lei. 
-Si, devo andarci. Ogni soldo che guadagno, è un giorno in più di libertà.- afferma la Keen afferrando il grembiule del bar dove lavora. 
-Non mangi niente?- chiede delusa Wanda mentre la ragazza apre la porta di casa.
-Non ho tempo.- 

 



Ciao a tutti!

Questa storia l'ho già pubblicata in precendenza ma poi l'ho cancellata. Era scritta male, di corsa e senza molta cura. Poichè in questi giorni la sto rivedendo ho deciso di pubblicare di nuovo il primo capitolo (è più un prologo). Spero possa piacervi e abbiate fede, al prossimo capitolo!

Lookinsideyourmind1893

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


Harper chiude l’armadietto e poi si dirige verso la classe del professor Ford. Con i libri stretti al petto cammina a passo spedito e proprio quando gira l’angolo s’imbatte, per sua sfortuna, in Blake Ford. Il suo peggior nemico. Il ragazzo che odia di più sulla faccia della terra: presuntuoso, arrogante, malefico e dispettoso. L’emblema dell’inimicizia.
-Keen.-
-Ford.-
-Bella maglietta.- 
-Levati.- ribatte la ragazza senza battere ciglio.
-Dove stai andando?- chiede il ragazzo inclinando la testa di lato, sintomo di una fintissima curiosità.
-Blake, non ho intenzione di perdere tempo con te. Fammi passare.- Harper fa un passo verso destra e Blake la imita. Allora si sposta verso sinistra e il ragazzo si posiziona di nuovo davanti a lei. Fanno così un paio di volte e poi la ragazza gli pesta un piede.
Ovviamente Blake non fa una piega e la guarda storto.
-Che carina.- dice il Ford -Per ringraziarti di questo tuo bel gesto, mi va di offrirti un caffè!- 
In meno di un secondo Blake afferra il caffè di un ragazzo che sta passando di lì e lo rovescia sulla maglietta color magenta di Harper.  Gli studenti intorno a loro ridacchiano e, guarda caso, tra di questi spunta Zack.
-Ehi, Harp! Ma cos’è successo?-
Ma perchè Zack arriva quando Blake ha già fatto danno?!
-Ciao Zackie! Oh… Adam le ha rovesciato addosso il caffè perchè si è inciampato…è stato un’incidente.- Blake fa l’occhiolino al ragazzo a cui ha fregato il caffè che ci guarda con gli occhi spalancati.
-Non è vero!- protesta Harper.
-Non fare così, Keen, spaventi il povero Adam! Tranquillo, Adam, sono cose che capitano. Ti offro il caffè così lo recuperi!- Blake mette un braccio intorno alle spalle di quest’Adam (Harper non è sicura si chiami davvero così) e le fa un sorriso falso come una banconota da 4 dollari.
-Non è andata così! Zack, io…- la ragazza si rivolge a Zack che sta facendo andare via la folla che si è condensata in quel punto del corridoio.
-Harper, non importa, come ha detto Blake, sono cose che capitano.- risponde l’Hemings, poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole dolcemente.
-Ti posso dare una maglietta pulita così non vai in giro macchiata di caffè.- Adam (o chiunque sia) fa un passo in avanti stringendo la borsa a tracolla. 
-È un’ottima idea, Adam!- lo appoggia Blake, guadagnandosi un’occhiataccia dal ragazzo sconosciuto. 
-Grazie.- dice la ragazza sorpresa. 
-Vedi? Tutto risolto! Adesso ho lezione, Harp, ci vediamo da papà. Ti lascio in buone mani.- Zack da un bacio sulla guancia della Keen e poi sorride a Adam. Blake prende il volo con il suo migliore amico facendole l’occhiolino. 
Harper stringe le labbra dalla rabbia.
-Ehm, mi dispiace per quello che è successo.- 
A parlare è stato Adam.
-E soprattutto per come si è comportato quel ragazzo.-
La Keen si gira verso il nuovo ragazzo e scuote la testa.
-Non è colpa tua. Blake è fatto così.- dice la ragazza.
-Si ma non è autorizzato a trattarti in questo modo ogni volta che gli pare e piace.- Adam sorride timidamente.
Harper rimane piacevolmente sorpresa dalla sue parole.
-Andiamo al mio armadietto… spero ti piacciano i Rolling Stones, ho una maglietta con il loro logo.- 
-Non so chi siano.- Harper cammina a fianco di Adam che la guarda sorpreso.
-Come no?-
-Ehm, no. Non ho molto tempo libero per…-
-Per ascoltare musica? Davvero?-
-Ascolto molta musica ma non loro. Non gli ho mai sentiti.- 
-Allora te li farò ascoltare, devi assolutamente, non puoi non sapere chi sono i Rolling Stones.- 
Harper sorride come non faceva da giorni e Adam ricambia illuminandosi. Arrivati all’armadietto, il ragazzo armeggia con il lucchetto per cinque minuti buoni prima di riuscire ad aprirlo. In quel momento Harper si concentra sull’aspetto di Adam: alto, muscoloso, capelli castani, occhi ambrati, fossette, pantaloni neri, scarpe nere, maglietta bianca dell’Hard Rock Cafè di Londra e un paio di auricolari che pendono dalla tasca. Molto molto molto carino. Sorridente, solidale e anche simpatico. 
Un sogno.
Un bellissimo sogno.
-Scusa, è un po’ difettoso.- si giustifica Adam facendola ritornare alla realtà. Poi rovista dentro i ripiani e alla fine le porge la maglietta con la lingua rossa dei Rolling Stones. 
-Non è molto il tuo stile ma meglio che macchie di caffè, giusto?- 
-Giusto. Una lingua rossa è meglio delle macchie di caffè.- dice Harper soprappensiero. Adam diventa serio di colpo chiudendo in modo secco l’armadietto e mettendosi una mano sul cuore aggrotta le sopracciglia.
-Una lingua rossa? Non puoi averlo detto davvero…mi hai ferito e insieme a me i Rolling Stones.-
-Scusa, non volevo offenderti, non era mia intenzione.- si scusa subito la  ragazza. Adam la guarda sofferente e poi scoppia a ridere.
Harper rimane sorpresa e poi incrocia le braccia fintamente offesa senza trattenere un sorriso, contagiata dalla risata di Adam.
-Stavo scherzando!- il ragazzo le poggia una mano sulla spalla.
La Keen scuote la testa sorridendo.
-Hai un bellissimo sorriso.- Adam s’interrompe e rimane a fissarla. 
-Ehm, grazie.- 
Il suono della campanella interrompe Adam che stava per dire qualcosa.
-Te la riporto domani.- Harper indica la maglietta.
-Allora ci vediamo all’ora di pranzo vicino alla biblioteca. Solo una cosa… come ti chiami?- 
-Harper, Harper Keen.- la ragazza gli porge la mano che il ragazzo stringe prima di scomparire dietro l’angolo.
-Io sono Adam Hyden.-
 
 
 
-Hai una maglietta molto inusuale per i tuoi gusti, Harper.- osserva Thomas Ford a fine lezione.  
-Incidente di corridoio con il caffè. E un ragazzo mi ha prestato una sua maglietta pulita.-
-Questo incidente a che fare con mio figlio?-
-Lasciamo perdere.-
-Direi di sì.-
-Non vedo l’ora che finisca il semestre per non rivederlo più.-
Ehm… Thomas Ford non l’ha pensata proprio così. 
-Allora, Harper ecco la mia situazione. Quando mia moglie se n’è andata, come tutti ben sanno, io vivo da solo con i miei ragazzi. Sono un pessimo padre lo devo proprio ammettere. La casa è una giungla e siamo sempre tutti molto nervosi e agitati. Allora ho promesso ai ragazzi che li avrei portati in vacanza alle Hawaii per un mese se si fossero comportati bene. Sono migliorati incredibilmente e hanno pure fatto dei sacrifici per dimostrarmi il loro impegno. Ma gran parte del lavoro spetta a me. Ho fatto domanda in un campus estivo molto prestigioso, dall’altra parte dell’America, come professore e mi hanno accettato ieri. Guadagnerò tutto quello che mi serve per portare in vacanza i ragazzi. Ho solo un piccolo problema e qui entri in scena tu. Dovresti occuparti di loro e della casa per un mese.-
Cosa? 
-Non se ne parla.- dice la ragazza scuotendo la testa.
-Neanche per 250 dollari alla settimana? A luglio le settimane sono cinque e non penso che ti facciano schifo 1250 dollari, soldi necessari per pagarti l’iscrizione al college e la retta per il primo anno. Non avevi bisogno di soldi?- Thomas Ford incrocia le braccia. Lo stesso fa Harper Keen, il cui cervello fa salti mortali per la gioia. Questo significa che avrebbe raggiunto il suo obiettivo. 
L’unica pecca della proposta è la questione “ragazzi”: Blake Ford è figlio di Thomas Ford. Avrebbe a che fare con il suo peggior nemico 24 ore al giorno. Harper inizia a battere il piede per terra come fa quando è molto nervosa.
-Non ne sono sicura.-
-È per Blake?-
-E per chi sennò? Non hai idea di quello che mi fa passare.-
-Non ti darà fastidio, gli ho dato carta bianca. Può fare quello che vuole e conoscendolo non sarà quasi mai a casa.- spiega Ford.
-Lo sai vero che non andrà così e che sarà un miracolo se non mi uccide?-
-Esagerata!-
Questo lo dici tu! 
Harper rimane un attimo in silenzio.
-300 dollari a settimana, 50 in più perchè devo sopportare tuo figlio maggiore.- la ragazza tende la mano all’uomo. Sa perfettamente che sta per far passare alla sua giovane amica un mese infernale ma spera che forse con la presenza di una figura femminile, giovane e sveglia come lei i suoi ragazzi possano migliorare.
-Affare fatto. Domani sera sei invitata a cena a casa mia. Ti faccio conoscere i ragazzi.- Ford le sorride. A Harper più che un sorriso le esce una specie di smorfia che fa ridere il professore.
-È solo per un mese e poi non sono così terribili i miei figli.- ride l’uomo vedendo la ragazza andarsene.
-Si, come no!- 
Una volta uscita da scuola, Harper telefona a Wanda per sapere lo stato di suo padre e mentre si dirige a lavoro al Gary’s si perde a fantasticare su quante gliene farà passare Blake. Non ha ansia perchè deve cucinare, pulire, lavare e stirare per quattro persone. Sono le persone che la preoccupano. Thomas ha sempre parlato bene dei suoi figli e la  ragazza spera sia così, almeno per gli altri tre fratelli perchè uno è già gioventù bruciata. 
Dio, sarà un mese infernale!
 
 
Blake Ford è sdraiato sul grosso divano blu in salotto e guarda una serie tv al computer. James e Luke girano per casa facendosi la guerra con dei fucili finti e Xavier fa un grosso puzzle sul tavolo in salotto. Thomas Ford entra in scena con un asciugamano in vita. Anche se non fa sport da qualche anno ha un fisico scolpito per il quale la maggior parte delle professoresse della scuola pagherebbe per vedere. 
-Domani sera abbiamo un’ospite a cena. Quindi vi pregherei di pulire un po’ la casa domani pomeriggio. Non a fondo, ma un minimo di parvenza.- spiega l’uomo strofinandosi i capelli con un altro asciugamano.
-Chi sarebbe quest’ospite?- domanda curioso Blake.
-Una persona.-
-Grazie tante ma chi?-
-Un essere umano di sesso femminile.-
-Una nuova mamma?- chiede Xavier spalancando gli occhi speranzoso.
Blake, James e Luke si pietrificano.
-Non proprio.- dice Thomas Ford soffocando una risata.
-Dai papà chi sarebbe questa qui?- chiede James strattonandogli l’asciugamano. 
-“Questa qui”? Ma chi ti ha insegnato a parlare così?!- chiede innervosendosi il papà.
James punta il dito contro Blake che gli fa l’occhiolino.
-Dopo quello che hanno dovuto udire le mie orecchie, non vi darò neanche un indizio.- Thomas Ford si dirige di nuovo in bagno per vestirsi. Blake sorride diabolico.
-Ok, se non ce lo vuoi dire, sarà una sorpresa, non è vero ragazzi? Ma io sono molto curioso… do un dollaro a chi toglie a papà l’asciugamano di dosso e lo fa correre nudo per la casa!- Blake fa scattare i suoi fratelli. Un dollaro, è sempre un dollaro! I tre fratelli più piccoli corrono per casa alle calcagna del padre che ridacchia divertito e riesce a raggiungere il bagno indenne e con l’asciugamano al suo posto. 
Thomas Ford spera vivamente che Harper Keen sia in grado di contenere i suoi ragazzi.
Che mese infernale attende Harper Keen!

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 3


Harper corre per il corridoio. E l’ora di pranzo e ha appuntamento con Adam Hyden per restituirgli la maglia con la lingua. Ovviamente è in ritardo perchè Thomas le ha chiesto conferma per la cena a casa sua.
La ragazza svolta l’angolo correndo e scuote la testa pensando tra se e se. Se sopravviverà alla sera in presenza di Blake può sopravvivere l’intero mese. Fa lo slalom tra gli studenti e quando gira l’ennesimo angolo per ritrovarsi nel luogo prestabilito si scontra contro un corpo. Per evitare la caduta la persona in questione l’avvolge con le braccia e si appoggia al muro.
-Scusa, non ti ho visto!- borbotta subito Harper che nel sollevare gli occhi si ritrova il viso sorridente di Adam.
-Oh, sei tu!- 
-Harper Keen.- soffia a pochi centimetri dalla sua faccia. La ragazza arrossisce e mette tra i loro visi la maglietta dei Rolling Stones.
-La tua maglietta con la lingua rossa.- 
Adam scioglie la posizione e entrambi recuperano spazio vitale.
Lui sfiora con un dito la guancia di Harper fissandola negli occhi.
-Tienila tu.-
-Cosa?-
-Voglio che la tieni tu.- Adam è convinto.
-Grazie.- senza pensarci Harper si avvicina al collo del ragazzo inspirando. Poi ripete la stessa azione con la maglietta portandosi l’indumento al naso.
-Puzzo?- domanda stranito Adam aggrottando le sopracciglia.
Harper scoppia a ridere.
-No! Anzi stavo per dirti che hai un buon profumo.- 
-Ah, grazie… hai già mangiato?- chiede il ragazzo infilandosi le mani in tasca. 
-A dire il vero no.- risponde la ragazza.
-Ti va di pranzare insieme?-
Harper sta quasi per annuire e quando guarda l’orologio da polso di Adam e vede che è praticamente l’una: dev’essere a casa tra mezz’ora passa la psichiatra di suo padre.
-Mi piacerebbe ma lavoro!-
Adam cerca di non dare a vedere la delusione e le sorride.
-Allora sarà per un’altra volta.-
-Ciao Adam, ci vediamo domani.-
E Harper si mette a correre di nuovo questa volta verso casa.
Harper Keen non è nervosa ma di più. La visita con la psichiatra è andata male come tutte le volte ed è durata ore: suo padre ha reagito in modo negativo e la dottoressa gli ha prescritto degli psicofarmaci in grado di abbattere un’alce. Poi è corsa a lavoro al Gary’s e infine è ritornata a casa per prepararsi per la cena. A causa del nervosismo, Harper continua a toccarsi il vestito consigliato da Wanda. 
“Stai benissimo, si intona ai tuoi occhi!”, ha detto la nera. Solo per il semplice fatto che è azzurro. È leggermente scollato e le ricade a metà coscia, per la ragazza è perfino troppo corto, ma la donna ha insistito affinchè scegliesse quello. La Beggins le ha fatto anche sciogliere i capelli cosa molto insolita per la Keen. E poi la frase che ha fatto da ciliegina sulla torta “Sii te stessa e il più naturale possibile!” Certo, certo, come no! Harper questa sera si sta dirigendo a passo spedito verso la casa dei Ford per passare una serata da paura. Cammina più veloce del solito mossa dall’agitazione. Blake si sarebbe comportato bene davanti a suo padre, ne era convinta. Non avrebbe fatto l’idiota. Arrivata nei pressi delle deliziose villette in Town Street, esattamente dalla parte opposta rispetto a casa sua, cerca con lo sguardo il numero 25. Trova la casa dei Ford in mezzo a due ville identiche, molto grosse e con un bel giardino curato. Non come quello della casa del suo professore però. L’erba è gialla, i fiori nei vasetti sono morti appassiti chissà da quanto tempo e il portico è di un color marrone scuro, a causa della sporcizia.
“Bella presentazione” pensa la Keen. Poi si schiarisce la gola, sciocca le labbra e dopo essersi sistemata i capelli, bussa decisa alla porta di casa Ford. Thomas apre alla porta con un bel sorriso. Indossa una camicia hawaiana, dei pantaloni al ginocchio e delle infradito. Non lo ha mai visto vestito così! Harper frena i suoi pensieri: è un gran bell’uomo il suo professore. 
-Ciao Harper, come stai? Entra pure, i ragazzi non vedono l’ora di conoscerti.- papà Ford la fa accomodare in casa. Dopo anni e anni di pulizie in casa altrui, la Keen può dirsi quasi un’esperta. I mobili risplendono e c’è un buon profumo di pulito. Ma non bisogna farsi illudere è solo la facciata: la ragazza è sicura che se prova anche solo a spostare la lampada troverà il segno dell’oggetto sul mobile e due dita di polvere. Il profumo del detergente non la inganna, il pavimento sarà lercio come pochi. Perlustra molto velocemente il salotto con lo sguardo:  il divano blu sembra molto comodo e i mobili in mogano, con il giusto trattamento, potrebbero essere ancora più belli. Il grande tavolo ovale è apparecchiato per sei. Poi incontra gli occhi verdi di Blake Ford, che tradiscono una nota di sorpresa. Sicuramente non se lo aspettava!
 I capelli castani del ragazzo sono spettinati come al solito, da vero ribelle, ed è vestito quasi come il padre, l’unica differenza è una maglia più sobria al posto della camicia. Thomas Ford incrocia le braccia al petto, dopo aver spinto al loro posto gli occhiali che stavano scivolando sulla punta del naso. Non riesce a non sorridere di fronte ai due nemici.
Quello stupido è affetto da doppia personalità: quando c’è Zack è falso come pochi ma forse leggermente più cortese. Harper gioca in campo avversario ed è svantaggiata.
-Keen.- la saluta sprezzante Blake.
-Ford.- dice tranquillamente la ragazza facendo trasparire dai suoi bellissimi occhi azzurri assoluta indifferenza. Vorrebbe invece spaccargli sulla sua brutta testa la bella statuina in pietra di giada che ha adocchiato all’ingresso, ma poi si rende conto che è un brutto pensiero quello che ha fatto. Un brutto pensiero nei confronti della statuina che non se lo merita. Non rovinerebbe mai una statuina così bella solo per spaccarla in testa al suo nemico giurato. Harper si sente tirare per il lil vestito e abbassando lo sguardo vede un adorabile bambino dai grandi e dolci occhi verdi con una maglietta del professor X che tiene un lembo della gonna tra una manina paffuta. 
-Sei la nostra nuova mamma?- chiede speranzoso illuminandosi. Harper presa in contropiede non sa che dire, intanto Blake e Thomas osservano attoniti la scena. Il papà sorride lanciando delle occhiate al figlio maggiore, indicandogli la ragazza che adesso si è abbassata allo stesso livello del figlio minore.
-Direi proprio di no, sono troppo giovane per essere una mamma.- risponde cauta la Keen.
-Però sei bella come la mamma.- continua il bambino non lasciandole il vestito. Compaiono James e Luke alle spalle di Harper e si affiancano al fratellino, osservando meglio la ragazza.
-È vero, ha gli occhi dello stesso colore!- esclama Luke.
-E poi anche lei indossava dei vestitini così.- concorda James. 
-Posso riprendermi l’angolo del mio vestito?- domanda sorridendo Harper al piccolo, che non aveva ancora mollato la presa. Lui annuisce e lascia l’abito. Blake è sconvolto dalla scena ma preferisce mantenere la sua espressione beffarda e presuntuosa. Thomas invece sorride ancora di più.
-Forza, Blake, presenta la tua amica di scuola.- lo incoraggio papà Ford, trattenendo un sorrisetto. Il figlio lo fulmina e poi si gira verso i suoi fratelli.
-Lei è… Keen… ehm…-
-Harper. Harper Keen.- lo corregge la ragazza. È pazzesco che non sappia nemmeno il suo nome! Del proprio nemico si deve conoscere tutto anche cosa mangia a colazione.
-Io sono James! Lui è Luke!- esclama il bambino mettendo un braccio intorno al collo di Luke e attirandolo a sè, facendogli perdere l’equilibrio.
-Io mi chiamo Xavier e mi piacciono gli X-men. Tu li guardi gli X-men?- il piccolo la guarda speranzoso. Harper fa lo sforzo di ricordarsi uno dei noiosissimi resoconti di film e serie tv che Zack spesso le fa, e a cui lei non presta la minima attenzione, e sembra ricordarsi vagamente di cosa  parla: mutanti in sostanza, poi c’è uno con gli artigli e via dicendo… La Keen si appunta mentalmente che deve farsi prestare tutti i film da Zack. 
-Si, devo averli visti con un mio amico una volta. Sono forti.- sorride la ragazza attirandosi immediatamente la simpatia del piccolo. 
-Blake, perchè non ordini le pizze? Scusa, Harper, ma non voglio farti stare male per intossicazione alimentare. Non sono per niente bravo a cucinare.- Thomas incrocia le braccia, scuotendo la testa e ridendo.
-Perchè non lo fai tu, papà? E poi perchè la Keen è qui?- Blake assume la stessa posizione del padre, solo in versione più arrogante. Thomas si rende conto di non aver ancora detto il perchè Harper è da loro a cena.
-Bene, ragazzi, è arrivato il momento della verità.- inizia papà Ford fissando per bene i figli.
-Come sapete andremo alle Hawaii il prossimo mese perchè sono stato accettato come insegnante al campus estivo. Starò via per un intero mese e voi non potete cavarvela da soli, avete bisogno di qualcuno che si prenda cura di voi. Harper è la persona giusta si occuperà di voi e se la caverà benissimo. Blake, non che tu non sia in grado di badare ai tuoi fratelli, ma guardiamo le cose come stanno veramente. La casa da quando la mamma se n’è andata è un disastro. Per un mese Harper ci aiuterà. Poi andremo a farci la nostra vacanza. Che ne dite?- 
-Si! Mi piace Harper! Giochiamo poi agli X-men?- grida Xavier, afferrando la ragazza per il vestito e abbracciandola. 
-Sai fare i biscotti al cioccolato?- chiede entusiasta Luke, prendendola per una mano.
-E la torta al limone?- domanda insistente James tirandola per l’altro braccio.
-Che ne dite di una torta a due piani con panna e fragole?- ride Harper. I piccoli Ford si incollano alla ragazza gridando felici e proponendo dolci. Il maggiore dei Ford guarda con odio prima la Keen e poi il padre.
-Tu, Blake, puoi fare quello che vuoi, tranne distruggere tutto e disintegrare Harper. Sii solo gentile con lei e vedrai che un mese passa in fretta.- il Ford supremo gli da una pacca sulla spalla e poi porta Harper a fare il giro della casa. Blake sbuffa e lancia il cellulare sui cuscini del divano non appena i due se ne vanno ai piani inferiori.
Deve liberarsi di Harper.
Afferra il telefono e sorridendo falsamente complimentandosi per il malvagio piano che ha ideato per Harper. Aspetta la consegna. Ad Harper piacerà tanto la pizza al peperoncino piccante!
Xavier ritorna a giocare insieme a Luke e James. Passano correndo imitando superman davanti agli occhi del fratello maggiore. Blake inizia a pensare ad un modo per evitare che Harper faccia questo lavoro. Non si entra nel territorio dei Ford a maggior ragione se si è individui di sesso femminile.
Intanto Thomas e Harper…
-Qui sotto c’è la lavanderia. Abbiamo anche un ferro da stiro e un asse, se vuoi stirare è tutto qui.- il professore le indica l’ampio stanzone che dev’essere situato sotto la sala. È fresco e profuma di detersivo per i panni.
-Certo. Chi lava i panni a casa se no?- ironizza la ragazza. 
-Sai proprio fare tutto… io mi chiedo come tu abbia fatto, essendo così giovane, a imparare a prenderti cura di unintera casa.- Thomas scuota la testa come al suo solito quando non si sa spiegare qualche fatto.
-Con un padre alcolizzato che non fa niente, ho dovuto prendere in mano la situazione dopo la morte di mia madre. Gran parte di quello che so fare lo devo a Wanda. È lei che mi ha insegnato ad amministrare i soldi, a fare le pulizie e a cucinare. Non è stato facile ma si è rivelato molto utile.- dice Harper grattandosi la testa. Thomas s’intristisce e le fa vedere il resto della casa. Nello stesso piano della lavanderia c’è la cantina. Poi il garage è a livello terra a fianco della villa. Dopo il salotto, l’ingresso e la cucina, al pian terreno ci sono anche bagno e lo studio di Thomas. Al secondo piano, le stanze di papà Ford, di Luke e James, e di Xavier. Infine in mansarda la camera di Blake, ovvero, zona proibita. Il giardino è enorme sia dalla parte della facciata per non parlare dietro la casa: c’è addirittura un gazebo, una casetta sull’albero e una piscina in muratura. Però i Ford si trattano bene! 
Arrivano le pizze e si siedono a tavola. Blake è stranamente sorridente e la Keen inizia a insospettirsi. O sta covando qualcosa, ho ha già fatto danno. Ognuno si butta sulla pizza, e il maggiore dei Ford aspetta la reazione al peperoncino di Harper. Ma la ragazza non fa una piega. Per poco a Blake non gli si sloga la mandibola per la sorpresa. La pizzeria deve aver sbagliato ordinazione. 
-Ti piace la pizza, Keen?- chiede con noncuranza.
-L’avrei preferita più piccante. Ma è buona.- cinguetta la ragazza facendolo innervosire. Maledetta! 
Maledetto! pensa invece Keen. Se non fosse che Wanda mette il peperoncino dappertutto sarebbe morta al primo morso di pizza! Blake Ford si attira un sacco di brutti pensieri da parte di Harper Keen. La cena trascorre poi tranquilla parlando di cose di vario genere. Ai piccoli Ford, piace molto Harper e quando è il momento di andare non la vogliono lasciare. 
-Dai, ragazzi, è già tardi, domani è il nostro ultimo giorno di scuola.- Thomas cerca di scollarli dalla Keen. 
-Ci vediamo presto! Prometto che giocheremo tutto il giorno!- ride Harper, liberandosi finalmente dalle tre pesti. Blake è appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e guarda con gli occhi verdi ridotti a due fessure la scena. 
-Blake, perchè non accompagni Harper a casa? È molto tardi e lei abita tutt’altra parte.- lo incoraggia papà Ford. 
-Non ci può andare con le sue gambe?- chiede ironico il ragazzo fissando le chiavi che il papà gli fa dondolare davanti alla faccia.
-Si, infatti, vado con le mie gambe. A domani, ciao a tutti!- Harper gira i tacchi e si chiude la porta alle sue spalle. Con passo spedito, inizia a camminare. Thomas Ford guarda malissimo suoi figlio da dietro gli occhiali. 
-Hawaii. Ricorda.- dice solo papà Ford al figlio maggiore. Una parola magica che sortisce un effetto immediato. Blake ringhia e afferra in malo modo le chiavi della macchina. Si chiude nell’auto e raggiunge la Keen che marcia verso casa sua. 
-Keen, salta su.- le dice Blake abbassando i finestrini.
-Ho le mie gambe e ce la faccio benissimo da sola.- ribatte lei, senza guardarlo.
-Hai un bel culo sai?- 
-Deficiente.-
-Si, proprio bello. Non lo avevo mai notato prima.-
-La smetti?-
-Solo se sali in macchina.-
-Che maniaco!-
-Eddai, non fare la preziosa!-
-Mi hai rotto!- la ragazza apre la portiera del passeggero e la chiude con forza, facendola sbattere. Incrocia le braccia e fissa la strada davanti a sè. Dà le indicazioni a Blake e per il resto rimane chiusa in se stessa.
-Io non ti voglio. So badare a me stesso e ai miei fratelli.- dice Blake senza fissare la ragazza.
-Non sei tu che decidi.- ribatte lei.
-Ti conviene non presentarti.-
-Non ho paura delle tue minacce.-
-Staremo a vedere quando fuggirai da casa il primo giorno.-
-Non credo proprio. Grazie del passaggio, Ford.- dice Harper una volta davanti a casa.
-Ringrazia mio padre per questo, Keen. Fosse per me eri ancora per strada.- ribatte quello. Lei scende dalla macchina alla velocità della luce e rimane però bloccata nel vedere suo padre sugli scalini della veranda con Wanda che lo tiene per una spalla. Blake scruta la scena.
-Cosa ci fai qui, tu? Vattene via, vai via!- urla Christopher Keen alla figlia. 
-Papà cosa dici? Abitiamo insieme!- le risponde la ragazza avvicinandosi. 
-Vattene via, Louise!- continua l’uomo scoppiando a piangere.
-Papà, sono io, Harper. Non sono la mamma.- sussurra la Keen, avvicinandosi al padre. Wanda scuote la testa scoonsolata.
-Harper? La mia bambina?- 
-Si, papà, sono io.- la ragazza si fa abbracciare dal padre in lacrime. Poi gira leggermente la testa il poco che le serve per accorgersi che Blake Ford ha assistito a tutta la scena. Harper si rifugia nel collo del padre, sprofondando nello sconforto. 

 

 

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