Baby Doctors

di _Gw__e__Nt_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. L'incontro ***
Capitolo 3: *** 2. Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** 3. L'isola che...non c'é... ***
Capitolo 5: *** 4. Buon Natale ***
Capitolo 6: *** 5. Adesso fai silenzio ***
Capitolo 7: *** 6. Furto di identità ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Via lattea, Sistema solare, Terra, Gran Bretagna, Londra.

Il sole splendeva alto sulla periferia di Londra, si sentì un cigolio ansimante e una cabina telefonica blu della polizia comparve sul vialetto di entrata; la donna lasciò quello che stava facendo e entrò in quella piccola cabina, e un uomo con intesta un fez la guardava. << ciao dolcezza >> disse lei << RIVEEEEEEEEEER >> disse lui  << usi ancora quel coso? >> disse lei indicando il fez sulla testa dell`uomo << i fez sono forti >> gli risponde, si avvicina alla moglie e l`abbraccia e intanto nota che la donna aveva un sorriso diverso da quello che gli rivolgeva sempre << come mai quel sorriso River? >> chiese lui sorridendo a sua volta, la donna fece un respiro e poi disse << aspetto un figlio Dottore, ed è tuo figlio. >> l`uomo ne rimase scioccato << non ne sei contento? >> chiese lei rattristandosi << no non ne sono contento >> disse fermandosi << ne sono entusiasta >> disse abbracciando la moglie e poi la baciò.

*Cinque mesi dopo*

La donna stava pilotando il Tardis intanto il dottore stava leggendo un libro fantascientifico e faceva anche dei commenti sulle cose che erano sbagliate; River abbassò una leva e il Tardis fece un rumore, il Dottore si avvicinò piano alla moglie e l’abbracciò da dietro e mise le mani sulla pancia della donna che ora mi si vedeva bene, e lei in risposta al gesto gli diede un bacio sulla guancia << spero che sia un maschio, e che diventi uguale a te, perché mi sono sempre chiesta come saresti stato da bambino se eri umano >> disse lei baciandolo. << River vieni un attimo >> la chiamò il Dottore e la donna arrivò << chiudi gli occhi >> gli disse lui appoggiando una mano sugli occhi della donna e l’altra mano l'appoggiò sulla pancia della donna << non voglio che neanche lei veda, è una sorpresa >> disse lui << sei sicuro che sia una lei ? >> chiese la donna << si almeno credo, e poi è una sensazione >> disse lui, entrarono in una stanza e l'uomo tolse la le mani e disse << ok ira potete aprire gli occhi >> la donna aprì gli occhi e si ritrovo dentro una stanza molto grande color blu Tardis, un letto matrimoniale con il copriletto azzurro come il cielo e sul muro c'era un quadro  della terra << wow >> disse la donna << ho pensato di cambiare la nostra camera da letto per renderla più accogliente >> disse e lui la baciò << e dietro quella porta c'è una sorpresa per il bambino o la bambina >>  indicandogli una porta bianca in fondo alla stanza, la donna aprì la porta e si trovò in una stanza colorata di verde e gialla, con la culla del dottore e un atra e dentro a entrambe c'erano delle coperte blu notte con disegnate delle stelle, e c'erano dei peluche e dietri a esse c'era un divano con dei cuscini e altri peluche, sul lato destro della stanza c'era una libreria con dentro i libri di favole rilegate in cuoio, << non sapevo decidere quale culla mettere allora le ho messe entrambe >> disse il dottore avvicinandosi alla moglie << anche questa stanza deve essere accogliente, e poi quando crederà la cambieremo >> aggiunse.

*Quattro mesi dopo*

 << DOTTORE! DOTTORE! >> urlò River e il dottore arrivò veloce come un fulmine << cosa c'è? >> chiese aiutando la donna a sedersi << PORTAMI IN OSPEDALE >> disse lei << come mai? >> tentò di chiedere lui stupidamente << PORTAMI IN OSPEDALE ORA! >> urlò lei per risposta e lui si fiondò alla matrice del Tardis e lo fece decollare, dopo pochi secondi era già atterrato << il miglior, ospedale dello spazio >> disse lui prendendo la donna, e la appoggiò su una barella che gli avevano portato gli infermieri. Passate alcune stanze si trovarono in un altra stanza <> chiese un infermiera <> rispose lui velocemente <> disse l'infermiera; << è un maschietto ! >> disse l'infermiere dopo qualche minuto e dopo poco si enti dire da un altro infermiere << è una femmina >> e poi arrivarono i pianti dei due piccoli << signora sarà distrutta, adesso la portiamo in una stanza dove si può riposare >> disse una donna spingendo il lettino per un corridoio e poi la misero su un letto, dopo poco arrivò il dottore che portava in braccio un piccolo fagotto avvolto in una copertina azzurra e una infermiera portò l'alta avvolta anche lei un una coperta ma questa volta a posto che essere azzurra era rosa, << vi lascio >> disse la donna uscendo e chiudendo piano la porta. << Sono bellissimi >> disse il dottore passando il piccolo alla madre e prendendo la piccola << ciao piccolo >> disse River passando due dita sulla guancia del piccolo che dormiva << ciao piccola Erika >> disse il dottore alla piccola che lo fissava << mi piace come nome >> disse River << Kaleb, hai la faccia da Kaleb piccolo >> disse poi << vanno bene come nomi perché devo andare a firmare dei documenti >> chiede il dottore ma più che una domanda suonò come un affermazione lasciando anche la piccola alla madre e uscì dalla porta.

dopo aver firmato i documenti  il dottore decise di andare a prendere le due copertine, e appena entrò si formò un immagino olografica di una donna strana con i capelli biondi e ricci e una strana benda sull'occhio sinistro, << ancora te?! Pensavo che eri morta. Cosa vuoi? >> chiese il dottore << personalmente niente, tranne sapere se sono vere le voci >> disse lei << quali voci? >> << le voci che dicono che adesso ci sono altri due signori del tempo, che hanno il tuo sangue >> disse lei e il Dottore sbiancò << com'è possibile che si sappia di loro, sono nati solo due  ore fa >> disse il Dottore << chi lo sa già? >> chiese l'uomo preoccupato << tutti, fino hai confini del tempo e dello spazio. Io infatti sono qui per proporti una cosa >> << cosa ? >> chiese il dottore << potresti lasciarli a me e sarebbero al sicuro, potresti venire a trovarli sempre >> disse la dona << hai già preso una bambina e l'hai fatta crescere per essere un’assassina, non ti darò i miei figli >> gli rispose il dottore << hai un anno di tempo per cambiare idea, se alla fine di questo anno avrai deciso di darli a me loro saranno al sicuro, se deciderai di tenerli allora mi assicurerò che loro moriranno e te dovrai vedere e non potrai fare niente >> concluse e l'ologramma sparì, il Dottore rimase a fissare ancora per un attimo il punto dove prima c'era l'ologramma, prese le copertine e tornò nella camera della moglie. Entrò nella camera e trovò la moglie che dormiva come i bambini, appoggio sui piccoli le copertine e poi lesse le targhe attaccate alle culle 

“ Nome: Erika  Cognome: Song  Specie: Signore del tempo “ “ Nome: Kaleb  Cognome: Song  Specie: Signore del tempo “

E sorrise, ma sapeva che quando la moglie si sarebbe svegliata doveva digli quello che gli aveva detto la donna con la benda sul occhio, ma poi cambiò idea non glielo avrebbe detto in quel giorno.


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Capitolo 2
*** 1. L'incontro ***


L’incontro

Correva, correva come sempre, la polizia la seguiva, girò velocemente l'angolo adesso doveva nascondersi, la strada non era molto affollata però aveva molte strade piccole che si univano, c'era troppo rischio di essere catturata, dovevo trovare un posto dove nascondersi e l'unica cose che poteva essere un nascondiglio era una piccola cabina telefonica della polizia << no quanto è incoerente >> disse la ragazza ma poi il suono di gente che correva gli fece cambiare opinione e entrò nella cabina e si chiuse la porta alle spalle, e poi si girò ed era più grande all'interno e un uomo strano con un testa un fez la osservava << com'è possibile? >> disse l'uomo tra se e se << wow più grande al interno che all’estero, figo come le storie >> disse lei velocemente per la botta di adrenalina, << ci conosciamo? Perché hai un volto familiare, sembri molto mio fratello no siete uguali. A si scusa a non mi sono presentata io sono Erika Song >> disse la ragazza dai capelli biondi ricci e gli occhi chiari  << emm… no non ti ho mai visto… ti chiami Erika se non ho capito male… è impossibile che assomigli a Kaleb… >> << sicuro di non conoscere me o mio fratello? Non ti ho detto il suo nome >> disse lei << emm… no prima hai detto il suo nome… >> disse lui balbettando << no, non te l'ho detto. >> gli rispose lei ma in quel momento mentre l'uomo stava per rispondere due persone comparvero dentro quella strana cabina, lei conosceva quelle due persone una era sua madre e il ragazzo dai capelli castani in disordine e gli occhi chiari era suo fratello gemello Kaleb. L’uomo appena riconobbe la donna urlò felice << River >> e dopo un occhiataccia delle donna l’uomo imprecò sottovoce << mamma te conosci quest’uomo? >> disse Erika stupita e la madre cercando lo sguardo del uomo e cercando in esso una scusa che reggesse ma l’unica cosa che disse fu << ragazzi non sono affari vostri. Ora fuori e non voglio che qui ci torniate >> e i ragazzi uscirono e se ne andarono in un bar dal altro lato della strada << quella cosa è più grande al interno che al esterno >> disse Kaleb stupito << c'è qualcosa che non torna, allora è più grande all'interno, quel uomo ti assomiglia molto, sapeva il tuo nome prima che io glielo dicessi, e conosce mamma. >> disse la ragazza << Erika ma se lui fosse quel personaggio delle storia che ci raccontava mamma quando eravamo piccoli? >> suppose e il fratello << ma quali quelle sul dottore stropicciato? >> chiese lei << si proprio quelle, infondo le cose tornano >> << secondo me dobbiamo cercare prove che questo sia vero >> rispose la ragazza << potremmo andare a vedere, quando lo vediamo uscire da quella cabina entriamo noi >> disse il ragazzo <> chiese lui guardando il punto dove prima c'era la cabina << tu hai detto che lui potrebbe essere il personaggio delle storie, ma ti ricordi che lui viaggiava in questa cabina di nome Tardis? >> disse lei e lui si mette a posto un ciuffo ribelle << hai ragione! >> disse lui guardando negli occhi alla sorella << ma mamma è ancora dentro. >> disse lui << andiamo a  casa svelto! >> disse la ragazza iniziando a correre e il fratello la seguì. 

Dopo qualche minuto di corsa arrivarono a casa, se sul vialetto di entrata c'era quella cabina, << Erika controlla se sono in casa >> disse mentalmente Kaleb e lei andò a controllare, tornò dopo qualche secondo << stanno bevendo un thè >> disse la ragazza  e intanto il fratello aveva aperto la porta e entrarono << guarda questo posto è fantastico >> dissero in coro << già, ma è meglio nascondersi, vieni mettiamoci qui >> disse la ragazza nascondendosi e cos’è fece anche il fratello. Dopo poco l'uomo strano rientrò, e iniziò a tirare leve e premere bottoni << guarda come si muove, sembra iperattivo >> disse Kaleb e lei gli tirò una gomitata << fai piano >> disse lei sussurrandolo, dopo si senti un forte rumore e poi una scossa, dopo l'uomo uscì, << Erika andiamo a vedere sono troppo curioso >> disse il ragazzo e lei sorrise e si incamminò per primo verso le porte. Appena i due ragazzi usciranno si ritrovarono in una specie di bazar, pieno di colori e di gente, passarono davanti a una bancarella che vendeva della  forse frutta colorata, in un'altra vendevano acchiappasogni, in un'altra gioielli << dobbiamo tornare. Il tipo strano sta andando verso la cabina, vieni. Corri >> disse Erika tirando il fratello, riuscirono ad entrare prima che l'uomo li vedesse; dopo che anche l'uomo entrò e tirò delle leve si risentì il rumore che sembrava una strano cigolio ansimante, dopo venne la scossa ma Kaleb cadde facendo del rumore, e il temo di tirarsi su e si trovarono l'uomo << fatto male ragazzo? >> chiese lui con il sorriso, Kaleb e Erika si alzarono in piedi << no niente >> rispose Kaleb e l'uomo sorrise << non è arrabbiato? >> chiese Erika << no, ma l’importante è che non lo venga a sapere vostra madre che siete qui, sennò uccide prima me e poi forse anche voi, ma non glielo diciamo  giusto? >> chiese lui << giusto >> disse Kaleb << vedo che ci capiamo ragazzo >> disse l’uomo sorridendo << ma aspetta tu sei il dottore stropicciato delle storie? >> chiese Erika << non so se potrei dirlo, ma oramai è evidente, si sono io >> disse l'uomo << non ci credo >> dissero i gemelli in coro << allora se questa è un invenzione, guardate fuori dalla porta, su avanti >> disse il dottore con il sorriso, loro andarono alla porta, l'aprirono e si trovarono davanti, un pianeta rosso << wow >> dissero in coro, incantati da quel pianeta << dove siamo? >> chiesero loro in coro << siamo davanti a Marte >> disse il dottore con il sorriso << questo è un sogno >> disse Erika << naaa è solo un piccolo pianeta di questa galassia >> disse lui divertito dalla faccia dei ragazzi << aspetta una attimo, te hai detto il mio nome senza che lei te lo dicesse, come hai fatto? >> chiese Kaleb << emm io conosco vostra madre e mi ha parlato di voi >> disse il dottore << quale dottore sei ? >> chiese Erika << undici ovviamente, non avete imparato niente dalle storie di River >> disse lui << quindi non erano semplici storie? >> chiese lei << sotto ogni storia c'è un fondo di verità >> rispose l'uomo sorridendo; << non è che potresti riportarmi sulla terra? >>. Chiese Erika guardando l’orologio << si certo che posso! Ma non ora,  prima dobbiamo andare su un pianeta >>  disse l'uomo gesticolando << quale? >> chiese Kaleb con un sorriso << andiamo su Racsatoripallafatorix >> disse lui  << per fare cosa? >> chiese il ragazzo sorridendo << devo sistemare una mia vecchia “amica” >> disse lui sistemandosi il fez << sembra interessante, ma ci puoi dire chi è? >> chiese Kaleb << Spoiler. Amo questa parola soprattutto detta da R… da me detta da me >> disse il Dottore intanto Erika continuava a guardare fuori dalla porta mordendosi il labbro inferiore, << Erika vieni con noi? >> chiese il dottore << Cosa? >> chiese lei svegliandosi dai suoi pensieri << vieni o no? >> richieste lui << basta che entro un ora sono a casa e va bene? >> rispose lei  << è una macchina del tempo, posso farvi tornare un secondo dopo che siete saliti >> disse lui gesticolando << allora va bene >> disse lei. << Adesso su questo pianeta che questione devi sistemare? >> chiese Kaleb << giustizia >> disse lui << per cosa? >> chiese Erika << quella vecchia amica sta facendo troppi guai >> disse lui tirando giù una leva; << dai dicci altro >> dissero in coro i gemelli e loro si lanciarono un occhiataccia << beh lei ha cercato di uccidermi due volte ma questi sono dettagli poco importanti >> disse l’uomo  << cosa c'è? Siete spaventati come mai? >> aggiunse << non sembra una persona molto gentile se ha cercato di ucciderti due volte >> dissero piano i gemelli << forse cererà di farlo ancora >> pensò a voce alta il dottore << allora perché ci vai a parlare ? >> chiese Kaleb <<  perché forse facendo così la faccio ragionare >> disse lui poi calò il silenzio. << come mai quel fez? >>  chiese Erika per spezzare il silenzio << i fez sono forti >> rispose l'uomo sorridendo << hai ragione >> disse Kaleb con lo stesso sorriso del uomo << tu mi piaci >> fece l'uomo con un sorriso immenso << vuoi due vi assomigliate >> disse Erika guardando prima l’uomo e poi il ragazzo tutti e due con un grande sorriso sul volto e degli occhi grandi e tristi, dello stesso colore chiaro, e dello stesso sorriso immerso da tanta tristezza ma anche da moltissima forza, << lo so è… quasi identico… >> disse il dottore non guardano in faccia ai due gemelli << sembra che te ne sappia di più’, potresti dircelo >> disse Erika ma lui disse << no per nulla, ora ANDIAMO sennò dobbiamo correre , anche se a me piace farlo >> disse diventando serio e  fece atterrare il Tardis.

Uscirono dal Tardis e camminavano a passo veloce tra vari esseri di un colore verde strano. << dietro quella via c'è la tua amica giusto? >> chiese Erika e lui annuì << vi lasciamo soli, << no non vi lascio girovagare da soli qui, c'è il rischio che vi mangiano >> disse << non ti preoccupare noi restiamo qui >> disse Erika. Dopo qualche ora il dottore tornò dai ragazzi << com'è andata? >> chiese Erika << giustizia è stata fatta, ha tutto da solo io non amo la violenza >> disse lui mettendosi a posto il fez << andiamo? >> chiese Erika << ottima idea >> disse il dottore << dove si va ora? >> chiese Kaleb guardando il dottore, ed entrarono nel Tardis << vi porto a casa vostra se no vostra madre mi mena >> disse lui alzando delle leve << com'è stato ? Emozionate? >> chiese il dottore sorridendo e Kaleb lo guardò e sorrise, intanto la ragazza si era seduta con le gambe a penzoloni fuori dalla porta, continuava a mordersi il labbro, e l'uomo si sedette vicino a lei << ti uscirà sangue cosi >> disse lui lei si girò a guardarlo negli occhi << cosa? >> chiese lei << smettila di morderti il labbro cara >> disse << non me ne ero accorta >> disse la ragazza << smettila di farlo >> disse l'uomo << non riesco quando sono agitata >> << perché lo sei? >> chiese l'uomo << ho un appun…vado a prendere una pizza con una persona >> disse lei sistemandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio << chi è questo? >> chiese lui e lei come risposta di disse << nessuno >> << vorrei conoscerlo >> disse lui guardando con sguardo paterno, ma lei non lo notò << perché? >> chiese la ragazza << perché sì >> disse l'uomo, e poi si alzò e lei fece lo stesso, dopo pochi secondi il Tardis atterò sul vialetto d'entrata della casa dei ragazzi e loro lo salutarono e se ne andarono in casa, << se solo sapeste >>  disse lui sotto voce.

La mattina dopo nel Tardis entrò un ragazzo altro dai capelli neri e gli occhi castani chiari, << più grande al intero, Gallifrey >> disse il ragazzo  senza pensarci, e la macchina emanò un rumore acuto e da un angolo uscì un uomo con in testa un fez rosso, << e tu chi sei? >> chiese << io sono Jonathan, ma tu sei quel dottore? >> chiese il ragazzo  << si chi altro potrei essere >> disse l'uomo gesticolando e con un grande sorriso in volto << tu come fai a conoscere Gallifrey ? >> chiese il dottore diventando serio e il ragazzo si avvicinò e superava in altezza il dottore << guardami e lo capirai >> disse il ragazzo << come conosci Gallifrey? >> richiese il dottore e la macchina emanò un suono sordo il dottore si avvicinò a uno schermo e lo guardo per un istante  molto lungo  << esatto >> disse il ragazzo con un sorriso agghiacciante in volto << com'è possibile sono morti tutti >> disse il dottore guardando il ragazzo << no io e un'altra ragazza ci siamo salvati, ma non è questo il motivo per cui ti dovevo parlare >> disse il ragazzo fermandosi << per cosa allora ? >> chiese il dottore << io e questa ragazza siamo i protettori dei tuoi figli e della professoressa Song. Siamo stati scelti da appena nati e così abbiamo sempre fatto, li abbiamo sempre protetti, ma adesso loro devo diventare Signori del Tempo >> disse il ragazzo << ma come ? >> chiese il dottore << per questo non ti posso aiutare, ma ti avverto il tempo non è tanto >> disse andandosene e l'uomo rimase a elaborare tutto quello che aveva appena sentito.


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Capitolo 3
*** 2. Rivelazioni ***


Rivelazioni

I ragazzi stavano tranquillamente girando per le strade di Londra, e in un vicolo notarono la cabina telefonica blu della polizia. Erano passati cinque giorni, erano stati dei giorni abbastanza normali. Si erano incantati vedendo Marte e quel mercato alieno, gli sarebbe piaciuto vedere altre cose belle come quelle viste quel giorno gli avevano lasciato una dolce sensazione di dejavù che non avevano mai provato. Si erano sentiti al sicuro affianco a quel uomo che per loro era un perfetto estraneo ma allo stesso tempo cosi...familiare, era veramente stat una strana sensazione.

I ragazzi si avvicinarono alla cabina, aprirono la porta ed entrarono, e l’uomo era tranquillamente seduto su una poltrona gialla, sembrava che li stesse aspettando. Appena i ragazzi entrarono lui si alzò in piedi sorridendo << ciao ragazzi,  come state? >> chiese lui gesticolando << ciao Dottore! >> dissero i ragazzi in coro, << siete tornati, beh anche se un po vi stavo cercando io >> disse lui avvicinandosi hai comandi del Tardis << come mai ci stavi cercando? >> chiese Erika << avevo voglia di avventure, e ho pensato che vi sarebbe piaciuto vedere un po di universo, ovviamente vostra madre non lo deve venire a sapere, ci state? >> chiese il Dottore gesticolando i gemelli si guardarono negli occhi l’uno con l’altra si lanciarono uno sguardo complice e sorrisero felici << ci sto >> dissero in coro i gemelli << basta copiarmi >> si dissero i ragazzi in coro tra di loro e l’uomo sorrise alla scena << su che pianeta volete andare? Aspetta ragazzo cos’hai sul collo?  >> chiese il Dottore al ragazzo che aveva la testa girata verso  la sorella , << un tatuaggio >> << cosa significa per te quel tatuaggio? >> chiese il dottore al ragazzo << me lo sono fatto fare quando sono uscito da un periodo buio, e diciamo che mi serve anche per ricordarmi di non rifare gli stessi errori >> gli rispose il ragazzo << hai altri tatuaggi? E tu Erika? >> chiese il Dottore curioso << si ho altri due tatuaggi, e uno è legato a quello di Erika >> disse il ragazzo spostando l’orologio, e mostrando un piccolo tatuaggio, era una scritta fatta in corsivo  la scritta diceva “ mia sorella protettrice ” e Erika si tolse un braccialetto e nello stesso punto anche questo scritto in corsivo e diceva “ mio fratello custode ” e i ragazzi sorrisero e la ragazza si rimise il bracciale << a proposito, si ho dei tatuaggi >> disse la ragazza sorridendo e l’uomo gli sorrise << hanno qualche significato per te? >> chiese lui << no non tutti, diciamo che me li sono fatti solo perché mi piacevano >> disse lei tranquilla.

Andarono su un pianeta completamente azzurro, era tutto azzurro, era strano un pianeta completamente azzurro nessun altro colore solo dell’azzurro. Si erano divertiti, soprattutto quando il dottore non trovava il Tardis, e dopo si ricordò che schioccando le dita le porte si aprivano, e i ragazzi si misero a ridere. 

<< dove vivevate? >> chiese il Dottore a caso dopo un po’ << come? >> chiese i gemelli per risposta in coro << avete sempre vissuto con vostra madre in quella casa o in qualche altro posto? >> chiese di nuovo l’uomo  << si, ehm… si abbiamo vissuto sempre vissuto in quella casa… ehm… si è cosi >> dissero i gemelli in coro << che scuola fate? >> chiese l’ uomo gesticolando << la  WEDAS, come corsi, io faccio astronomia e medicina lei biochimica >>  disse il ragazzo finendo la frase della sorella << fighi come corsi >> disse il Dottore felice; l’uomo continuò per molto tempo a fare delle domande hai ragazzi, alcune erano sensate altre un po’ di meno, loro rispondevano tranquillamente ma era strano essere sottoposti a tante domande dove “ l’argomento ” erano loro in prima persona, << Kaleb tu hai detto che ti sei fatto il tatuaggio che hai sul collo dopo essere uscito da un periodo buio, ma come mai era buoi ? >> chiese il Dottore, il ragazzo si abbassò le maniche già basse della camicia, cercando di non farsi notare, ma l’uomo lo notò lo stesso, e si avvicinò al ragazzo che on sapeva cosa fare << come mai cerchi di abbassarti le maniche della camicia ragazzo? Lo si che sono già basse vero? >> chiese l’uomo diventando serio, il ragazzo teneva alto lo sguardo verso quel uomo, ma dentro di se si vedeva che voleva chiudere l’argomento, la ragazza vedendo il fratello il quella situazione un po’ spinosa chiese al Dottore << m in cosa siamo? In un interrogatorio? Basta domande. >>  con voce ferma << no capisci che mi preoccupo per voi >> disse l’ uomo guardando negli occhi la ragazza che lo stava sfidando con lo sguardo, << perché ti preoccupi tanto, se vuoi preoccuparti fallo pure ma >> disse lei sfidandolo anche se si era un po’ innervosita, e l’uomo sembrò perdere la calma in un attimo e sbottò << Perché sono vostro padre! >> poi ci fu un attimo di silenzio, poi si sentirono i passi della ragazza che usciva velocemente e si chiudeva la porta alle spalle, il ragazzo ancora congelato sulle parole che erano appena uscite dalla bocca di quel uomo, il dottore guardava la matrice del Tardis per evitare di incrociare lo sguardo del ragazzo, << ok >> disse il ragazzo piano << ok, wow >> ripeté piano il ragazzo  << cosa ? >> chiese il Dottore << è strano perché io e Erika abbiamo passato l'infanzia sperando che un uomo ci venisse a salvare, e avremmo capito subito che quel duomo era nostro padre, poi ti abbiamo davanti e non ti abbiamo riconosciuto >> disse sorridendo il ragazzo il Dottore si stupì vedendo la reazione del ragazzo << in che senso salvare? >> chiese l' uomo << ehm diciamo che ti abbiamo mentito quando ti abbiamo detto che abbiamo sempre vissuto con River, prima di conoscere lei siamo cresciuti per strada >> disse tranquillo, il dottore si sentì in colpa sentendo le  parole del ragazzo  ma non lo diede a vedere, il ragazzo si sedette e chiese << come mai ci hai abbandonato? >> << era per proteggervi >> disse l'uomo appoggiandosi alla matrice del Tardis << proteggerci da cosa? >> chiese il ragazzo, il Dottore sembrava essere riluttante nel rispondere ma ora mai doveva farlo << da delle persone che vita vogliono morti. Non dovrete dirlo a vostra madre lei non deve sapere che lo sapete, spero solo che tua sorella non sia andata a dirglielo >> << mia sorella per quanto vuole bene a nostra madre nel profondo la odia. E credo che quel minimo odierà anche te >> disse il ragazzo << Cerca di spiegarli che se vi tenevo e restavo con voi gli altri vi avrebbero uccisi e non potevo vederlo >> disse l’uomo con un filo do tristezza nella voce << ok ma te cerca di capirla, io e lei abbiamo passato un inferno quando abitavamo per strada, anche te avresti reagito come lei >> disse il ragazzo << vi capisco,  però solo il pensiero di avervi visti morti tra le mie braccia mi distrugge ancora >> disse e il ragazzo si avvicinò al uomo e lo abbracciò << è meglio che glielo spieghi te a mia sorella >> disse il ragazzo << ma non so dov'è andata >> disse lui << è al bar dietro l'angolo >> disse il ragazzo.

L'uomo uscì dalla cabina, arrivò al bar e notò subito i capelli ricci bionda della figlia, si avvicinò e appena la ragazza si accorse di lui in un dialetto poco conosciuto lo inizio à insultare, lui capiva quello che la ragazza gli diceva ma sapeva che un po' se lo era meritato, quando la ragazza ebbe finito lui gli disse << meglio ora? >> nello stesso dialetto che aveva usato la ragazza e lei lo guardò stupita << come fai a conoscere questo dialetto? >> chiese << Beh vantaggi di un Tardis >> disse lui << non vuol dire niente >> << si invece, mi da la possibilità di avere un traduttore automatico in testa >> disse lui felice << e quindi? >> chiese lei arrabbiata << quindi se ti parlo nella mia lingua voi mi capiresti e mi sapresti rispondere >> disse lui << a me non mi interessa >> << dovrebbe >> << perché ? >> chiese infastidita la ragazza  << sei mia foglia dovresti ascoltarmi >> disse lui con tono serio << oppure potrei fare come fo fatto tutta la vita, cioè ascoltare chi mi serviva e poi essere sola >>  disse passando dalla rabbia al non mostrare il fatto che voleva prenderlo a sberle << ma questa volta è diverso >> disse lui << cosa cambia ?>> disse lei << questa volta rischi la vita  >> disse lui << perché non ho mai rischiato la vita? >> << non credo che rischiavi di essere incenerita per colpa di qualche alieno >> disse lui, ma la ragazza si era già alzata in piedi << scusami devo andare >> disse voltandogli le spalle e se ne andò.

Il Dottore tornò al Tardis  e il ragazzo lo aspettava << com'è andata? >> chiese subito << l'ho allontanata di più, credo che non tornerà >> disse l'uomo << no tornerà, lo fa sempre, credimi, dagli un po' di tempo per accettare la cosa e tornerà >> disse il ragazzo, poi ci fu un attimo di silenzio << mi ricorda molto tua madre >> disse il Dottore << come mai? >> chiese curioso il ragazzo << come modo di fare d come di carattere sono uguali, anche come aspetto sono molto simili >> disse sorridendo poi ci fu altro silenzio, << adesso come dovremo chiamarti? >> chiese Kaleb << come volete, anche papà va bene, se ve la sentite >> disse lui << ok papà, ci sta anche se è un po' strano >> disse il ragazzo sorridendo, un altro po' di silenzio, << papà sai perché ho scelto proprio astronomia e medicina come corso? >> chiese il ragazzo << no, non lo so figliolo >> disse il Dottore sentendosi in imbarazzo << da piccolo quando mamma ci ha adottati, ci raccontava delle storie su un dottore che viaggiava per lo spazio e per il tempo dentro a una piccola cabina blu della polizia più grande al interno che all'estero,  e che salvava tutti, e ogni bambino vuole diventare come  il suo eroe preferito, il mio eri te >> disse il ragazzo, e l'uomo si bloccò poi abbraccio il figlio e per la felicità gli scese una lacrima.


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Capitolo 4
*** 3. L'isola che...non c'é... ***


L’isola che… non c’è… 

 

Come tutte le mattine alle 7.15 la sveglia suonò, Erika gli diede un colpo con la mano alla sveglia che cadde spegnendosi, dopo cinque minuti suonò un altra sveglia,  la ragazza sbuffò e si alzò dal letto, tirò su da terra la sveglia che aveva fatto cadere e sospirò vedendola ancora intatta, poi si avvicinò alla scrivania e spense la sveglia del cellulare che stava ancora squillando. Aprì l’armadio e tirò fuori un top bordeaux, poi tirò fuori dei jeans strappati e si mise hai piedi degli anfibi neri, per ultima cosa tirò fuori una giacca di pelle nera, e dopo essersi allacciata lo strozzino, si truccò velocemente e uscì dalla camera, scese velocemente le scale e trovò sul tavolo i suo borsellino e i suoi guanti senza dita che si mise subito, e poi mise il borsellino nelle tasche dei jeans, e usci di casa.

Dopo dieci minuti era davanti alla sua meta, come al solito la ragazza era andata nel solito bar dove tutti la conoscevano. Entrò nel bar e la commessa e la cameriera la salutarono e Erika; il bar era piccolo, con il bancone di legno scuro, e le pareti erano verde chiaro, c’erano quattro  tavolini che a posto di sedie avevano delle poltrone; Erika decise di ordinare tre caffè lunghi e tre brioche da portare via. Salutò le cameriere e se ne andò, erano passate quasi due settimane da quando era salita sul Tardis e aveva scoperto che che il dottore era suo padre, e in questo periodo era tornata alla sua vita normale ma si sentiva come quando si mangia un piatto ma questo è senza sale, voleva tornare a vedere le stelle con suo fratello e con il Dottore; entrò in una stradina buia e poco trafficata, e si trovò davanti alla cabina telefonica, entrò e disse sorridendo << dove o quando si va questa volta? >> .

Stavano girando per lo spazio, e i ragazzi si erano seduti sulla porta  con le gambe a penzoloni, a guardare le stelle, << guardate quella stella >> disse Erika << quale ce ne sono tante >> disse il fratello << la seconda a destra, quella che brilla di più >> disse la ragazza << bene andiamo lì, anche se è lei a tirarci verso di essa. Entrate adesso ci sarà un po’ di turbolenza >> disse il dottore.

 

Atterrarono sulla superficie del pianeta dopo qualche minuto, e appena uscirono dal Tardis si trovarono su una scogliera, che dava su un mare che si perdeva fino all’orizzonte e in mezzo a esso c’era una caverna a forma di teschio che guardava verso nord, si incantarono; dopo un po’ alle loro spalle sentirono una voce, si  voltarono contemporaneamente e si trovarono davanti agli occhi un giovane ragazzo seduto a gambe incrociate su una roccia, aveva i capelli castani e gli occhi verdi. Il ragazzo disse << finalmente, nuovi bimbi sperduti con cui giocare >> e la sua voce sembrò felice ma con un qualcosa inquietante, << scusa come? >> chiesero in coro i gemelli e il Dottore << siete atterrarti qui, quindi vuol dire che volevate andarvene e chi vuole andarsene e atterra si quest’isola  viene chiamato bimbo sperduto, anche se voi non sembrate dei bimbi , ma questo forse non è importante >> disse il ragazzo come se fosse una cosa ovvia, e in quel momento Erika notò che il ragazzo era vestito con dei pantaloni verde scuro, una maglietta abbastanza larga e con il segno di molti anni, gli stivali marroni a pinta che arrivavano al ginocchio e aveva una cintura di pelle marrone forse era la stessa pelle che era stata usata per i bracciali ai polsi del ragazzo.  << dove siamo? >> chiese Kaleb << siamo sull’isola che non c’è >>  << e tu chi sei? >> chiesero i ragazzi in coro << io sono Peter… Peter Pan >> disse il ragazzo << ma te non puoi essere Peter Pan, Peter Pan è un personaggio d i storie per bambini >>  disse il Dottore << anche te sei per molti sei solo una storia Dottore, ma questo non vuol dire che non sei reale >> gli ripose Peter << ma non è possibile. >> disse l’uomo << qui tutto è possibile, e per farvelo vedere con i vostri occhi sarei felice se veniste al covo dei bimbi sperduti con me >> disse il ragazzo << possiamo? Dai sembra bello >> dissero i gemelli in tono supplichevole << va bene >> gli rispose il dottore felice e Erika lo abbracciò.

Si addentrarono dentro la foresta, schivarono vari rami e radici, degli alberi che facevano disorientare per quanto erano vicini l’uno con l’atro, arrivarono davanti un albero, e il ragazzo bussò al tronco dell’albero, e questo si aprì rivelando uno scivolo e fece segno di andare avanti, e i gemelli senza farselo ripetere andarono, poi andò il Dottore e dopo di lui andò Peter pan. Dopo poco arrivarono in una stanza molto grande con delle amache e dei letti, poi dopo arrivarono dei ragazzi, che gli fecero un grande sorriso, << benvenuti tra i bimbi sperduti >> disse Peter avvicinandosi tra i bambi sperduti. 

Passarono un po' di tempo i ragazzi si stavano divertendo molto, invece il Dottore era in un angolo abbastanza buio che cercava di capire come mai e cos'era quel posto, arrivò  Peter Pan e si sedette vicino a lui << non ti diverti dottore? >> chiese con un sorriso beffardo << ho più di duemila anni e non trovo divertente queste cose, soprattutto se i partecipanti sono senza i cuori, e te sei un robot che per rimanere in funzione mangia i cuori di chi atterra sulla sua isola o meglio dire la sua nave >> disse lui per risposta << bravo, mi hai scoperto >> << ora dimmi cosa vuoi dai miei figli e da me? >> chiese innervosito il Dottore << da te niente, sei vecchio e non hai rigenerazioni, invece i tuoi figli sono giovani hanno dei cuori ancora energici e scommetto che al massimo si sono rigenerati una volta >> disse il ragazzo lanciano un occhiata verso i gemelli che si stavano divertendo << perché lo fai? >> << perché io non voglio lasciare questo terra fantastica, e sicuramente non sarà un vecchio come te a impedirmelo >> disse il ragazzo a denti stretti << osa sfiorare i miei figli e quello che ti succederà ti farà volere di andartene e di scappare ma sappi che in quel momento sarà tardi >> disse il Dottore alzandosi in piedi arrabbiato; prese i ragazzi e senza dirgli niente iniziò  a tirarli << ma dove stiamo andando? Lasciaci >> dissero i gemelli in coro << al Tardis ecco dove vi porto, questo posto è pericoloso >> ma in quel momento Erika svenne e il fratello la prese al volo, ma la ragazza a sua volta scomparve in una nuvola verde << cosa diavolo? >> chiese Kaleb << non lo so ma sono sicuro che dietro ci sia Peter Pan, adesso figliolo ascoltami, vai al Tardis e attiva gli scudi >> disse il Dottore dando al colpo sulla spalla del ragazzo che entrò nella cabina, l'uomo tornò nella foresta e urlo << Peter fatti vedere >> << non serve urlare >> disse il ragazzo scendendo da un ramo su cui era seduto << ridammi mia figlia >>  disse il Dottore, << ok va bene, ma voglio qualcosa in cambio >> disse il ragazzino << cosa vuoi? >> << sapere uno dei tuoi segreti >> disse il ragazzo e il Dottore abbassò lo sguardo e poi all’orecchio gli bisbigliò un nome << ti ho appena rivelato il mio nome >> disse poi il dottore << quindi te ti chiami davvero Jon Smit >> disse il ragazzo incuriosito << si, adesso ridammi mia figlia >> e il ragazzo sbuffo e dopo aver schiocato le dita la ragazza comparve in una nuvoletta verde e andò subito ad abbracciare il padre << Erika vai al Tardis da Kaleb >>  e la ragazza annuì e corse alla cabina mentre il dottore si fermò davanti a Peter Pan << non è il mio vero nome, ma adesso ti dirò una cosa, questa nave salterà in aria tra cinque secondi, quindi inizia a correre >> gli disse al orecchio il Dottore e corse verso il Tardis. 

Appena il Dottore entrò nella cabina questa decollò e si fermò nello spazio e aprirono le porte, e la nave arancione fluo davanti a loro esplose << quindi quella era l’isola che non c'è  >> chiese Erika << esatto >> disse il dottore << quindi l'isola che non c'è, non c'è mai stata >> << esatto, me lo sentivo >> disse il dottore << adesso dove ci va di andare? >> chiese lui << dovunque, basta solo che sia fantastico >> dissero i gemelli in coro, il dottore sorrise e abbassò delle leve e schiacciò dei pulsanti, << allora preparatevi, l'universo ci attende >> disse sorridendo.


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Capitolo 5
*** 4. Buon Natale ***


Buon Natale

Era la vigilia di natale e per le strade di Londra c’era della neve, il Tardis era parcheggiato su un marciapiede, i ragazzi e il dottore stavano passeggiando per Hyde Park e ridevano e scherzavano, Erika a un certo punto si abbassò prese un po’ di neve e ne fece una palla, << Ey Kaleb >> disse e il ragazzo appena si girò non ebbe il tempo di aprire la bocca che una palla di neve lo colpì in piena faccia ci mise un attimo per capire cosa gli era appena successo, poi si abbassò prese un po’ di neve e la tirò contro la sorella, e così iniziò una divertentissima battaglia a palle di neve tra i due gemelli, poi una palla di neve colpì in piena faccia il Dottore << hey non sono un bersaglio io sono uno spettatore innocente >> disse lui togliendosi la neve dai vestiti i ragazzi si guardarono negli occhi poi guardarono il Dottore e insieme gli tirarono due palle di neve << davvero? >> chiese lui prendendo un po’ di neve e la tirò contro Erika e così alla battagli di palle di neve si unì anche il Dottore.

Dopo un po’ di tempo si iniziava a sentire il freddo, e andarono in un bar e una ragazza della loro età si avvicinò a loro << cosa volete ordinare? >> chiese con tono gentile << io un cioccolata con la panna >> disse il Dottore << anche per me >> << pure, ma sulla mia è possibile mettere della cannella? >> chiese Erika e la cameriera annui e si allontanò << ti piace la cannella sulla cioccolata? >> chiese il dottore alla figlia << si >> disse lei, e intanto in fratello si passava la mano tra i capelli togliendosi il resto della neve, << Kaleb i tuoi capelli sai che sono indecenti >> disse la ragazza e il fratello gli lanciò un’ occhiataccia e poi si misero a ridere, dopo qualche secondo tornò la cameriera con le tre cioccolate, loro ringraziarono e iniziarono a sorseggiarle e intanto i gemelli ascoltavano diverti le storie che il dottore gli raccontava, si stavano divertendo. Oramai erano passate ore e per le strade c’erano uomini vesti da Babbo Natale che andavano a distribuire caramelle.

* Flashback *

Il Dottore era appena atterrato con il Tardis a Londra, era la seria della vigilia, stava nevicando, e la gente camminava tranquilla scambiandosi auguri; passò vicino a una piccola stradina senza illuminazioni, e dentro c’erano due piccole figure sembravano quelle di due bambini, si avvicinò piano e capì chi erano quei bambini, erano un maschio e la femmina, la bambina aveva dei capelli ricci e biondi chiari e gli occhi erano color muschio come quelli del altro bambino che gli stava affianco, che aveva dei capelli un po’ più scuri della sorella e sembravano essere tendenti al castano ed erano lisci ed erano corti; erano spaventati ma non lo diedero a vedere, << non preoccupatevi non vi farò del male >> disse avvicinandosi e loro si fidarono << chi siete signore ? >> chiesero in coro << Carl Gandum, voi? >> << Erika e Kaleb Song >> disse la bambina e al Dottore gli si bloccarono i cuori per un istante, non si aspettava d trovare proprio i suoi figli in quel vicolo, ma forse erano veramente loro, e quella teoria gli sembrò vera notando la somiglianza tra lui e il bambino. << voglio aiutarvi >> disse il Dottore << perché ci vuole aiutare signore ? >> chiese il bambino << perché è giusto e poi non è bello lasciare qui due bambini >> gli disse il Dottore e i bambini si stupirono << è il primo che ci dice che non vuole lasciarci >> dissero i bambini << davvero? Quanto deve essere orribile la gente >> disse << noi viviamo per strada, ci siamo abituati >> disse il bambino << non ci si abitua mai >> disse il Dottore e i ragazzi annuirono, poi la bambina guardò verso una donna con una borsa della spesa << Erika oggi non si ruba >> disse il bambino << ma ho fame >> gli disse la bambina << rubare? >> chiese il Dottore non capendo e il bambini distolsero lo sguardo non dandogli una riposta.

Il Dottore portò i bambini in una casa molto grande, a cinque minuti a piedi dov’erano prima, la casa era innevata ed era su due piani, i bambini << lei signore abita qui? >> chiesero i bambini in coro, << emm… si >> disse il Dottore mentendo << è bellissima >> dissero i bambini e l’uomo fece una smorfia e si avvicinò alla porta, tirò fuori dalla tasca uno strano oggetto con la punta verde, premette l’interruttore sulla superficie di questo e fece un rumore strano e dopo poco la porta si aprì. Una donna bassa sulla sessantina di anni, << nonnaaaaa! Ciao! Scusa se non ti ho avvisato >> disse il Dottore baciando la guancia alla donna e l’abbraccia, << ciao tesoro, vai a prendere un biscotto, sei dimagrito. E voi bambini andate vicino al fuco a scaldarvi, e già che ci siete prendete anche un biscotto >> e i bambini corsero subito a scaldarsi, e il Dottore sospirò, << so che no sei mio nipote >> disse la donna << scusi se sono entrato a casa sua ma non potevo lasciare che due bambini morissero di freddo >> disse il Dottore << va bene, ma adesso vai a prendere un biscotto, se no non ti do la cena >> disse la donna minacciandolo con un cucchiaio di legno, e senza farselo ripeter il Dottore obbedì. La cena fu tranquilla tutti chiamavano il Dottore come cugino o fratello, era una sensazione strana per lui; la cena finì e andarono a dormire, e il Dottore e i gemelli dormirono in sala, i due bambini sul divano lui si era accontentato della poltrona, era passato un po’ di tempo e i bambini si erano addormentati subito, mentre il Dottore li guardava sorridendo ma con molta tristezza, la dona lo guardò e gli fece cenno di venire da lei, << come mai quello sguardo triste? >> chiese la donna << emm… >> disse l’uomo << hanno qualche parentela con te? >> chiese la donna << si, sono i miei figli >> disse il Dottore guardando i che si tenevano per mano mentre dormivano << come mai non me lo hi detto subito? >> chiese la donna << perché loro non lo sanno >> << perché non lo sanno? >> chiese la donna << perché quando avevano un hanno li ho lasciati alla madre, ma la devono aver trovata e lei li avrà lasciati, solo che se ora lo vengono a sapere delle persone cha gli danno la caccia li ucciderebbero e io non potrei fare niente per salvarli >> dice lui << mi spiace, non lo sapevo, non ti preoccupare da me non sapranno niente, e sarò più che felici di accoglierli ogni natale >> disse la donna.

* Fine Flashback *

La sera era calata e si vedevano le luci delle case brillare nella notte, << non c crederete mai, ma è vero, quella vota con la mia amica Donna abbiamo fatto correre via il grasso, beh in realtà erano alieni che si forma dal grasso delle persone che prendevano le pillole della Adipose, ma niente di che >> disse il Dottore a i ragazzi << davvero? Non ci credo >> disse Erika divertita, << invece è vero il grasso di è trasformato in un essere piccolo fatto di grasso ma erano carini dai >> disse il Dottore divertito << mi potrebbero servire >> disse la ragazza << ma che stai dicendo che sei magra come un chiodo >> disse l’uomo << se certo >> disse la ragazza << ti ricordo che oggi è la vigilia di natale quindi sai che andiamo da Kaety quindi si mangia >> disse il ragazzo << chi scusate ? >> chiese il Dottore << Kaety Patel, lei e la sua famiglia ci hanno aiutato anni fa >> dissero i ragazzi in coro si fermarono un attimo << aspetta quindi eri te? >> dissero i ragazzi in coro << si >> disse l’uomo abbassando lo sguardo << grazie, davvero grazie >> disse Erika abbracciandolo << prego, anche se i pensavo che vi arrabbiavate >> disse lui << e perché mai avremmo dovuto, ci hai salvato la vita, se non lo avresti fatto noi saremmo morti congelati in quel vicolo >> disse il ragazzo, e andarono in giro continuando a parlare, ridere e scherzare per tutto il resto della sera.


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Capitolo 6
*** 5. Adesso fai silenzio ***


Adesso fai silenzio

il Dottore stava viaggiando da solo per l’universo quando gli venne in mente di andare a trovare la sua vecchia amica Sarah Jane Smith, impostò le coordinate e fece decollare il Tardis che atterrò dopo qualche secondo, e appena scese si accorse che la città era deserta e che non si sentiva nessun rumore era solo una strada vuota quasi come se fosse abbandonata, si guardò intorno e notò che la strada continuava fino a dentro un bosco e lui la percorse fino a quando la strada di cemento diventava un sentiero di terra, si guardò in torno e tutti gli alberi sembravano essere stati congelati, ma dietro di lui prendendolo alla sprovvista tre uomini gli puntarono delle spade << chi sei? >> gli chiese un uomo dei tre in un sussurro, che aveva un accenno di barba scura e gli occhi anche questi scuri ed era pelato, << conoscete Sara, Sara Jane? >> gli chiese il dottore per risposta ma loro gli fecero cenno di abbassare il tono << cosa vuoi da lei? E te chi sei? >> chiese uno dei tre uomini, anche lui in un sussurro, ma a differenza del primo che aveva parlato era molto giovane forse aveva uno o due anni in più dei figli del Dottore, << sono il Dottore >> << tu sei quel Dottore? >> chiese il giovane << a quanto pare >> gli rispose  e loro gli fecero segno di seguirli e così fece senza fare domande.

Arrivarono in un posto pieno di tende, vicino a una di esse c’era Sara e il Dottore la salutò ma lei non lo riconobbe fino a quando uno dei tre che lo avevano trovato lo presentò e la donna si avvicinò al Dottore e lo guardò negli occhi e in un sussurro gli chiese << dove diavolo sei stato in tutto questo tempo? >> << in giro per il tempo e per lo spazio come faccio sempre, perché cosa è successo? >> chiese l’uomo << in poche parole è arrivato lui >> << lui chi? >>  chiese preoccupato << è un mostro che è attirato da dei rumori è per questa ragione che abbiamo lasciato le case e le strade e siamo venuti qui, e probabilmente con il Tardis lo hai attirato >> si sentì un aria gelida passargli accanto e le fronde degli alberi si agitavano come se fossero state esposte a un tornado << ci ha trovato, adesso dovete fare tutti silenzio >> disse la donna e in neanche tutti i rumori si spensero facendo entrare il bosco nel più assoluto silenzio, rimasero qualche istante a fissare il bosco e poi una grande creatura spuntò fuori dal bosco con un salto di vari metri, sembrava un felino delle dimensioni di una tigre ma era completamente nera con otto zampe e sulla schiena aveva come una striscia che sembrava della lava fusa che si muoveva che arrivava fino alle punte delle due lunghissime code, gli occhi erano viola metallizzato e sembravano scannerizzare ogni singola cosa poi si girò e tornò nel bosco e dopo qualche secondo til Dottore disse dando voce a un pensiero << un Sonarix >> e Sara Jane lo sentì << tu avevi già visto un essere del genere? >> e il  Gallifreyano si girò a guardarla << si quasi 

un millennio fa, mi ricordavo che erano una razza molto bella ma vederne un esemplare così bello non lo vedevo da tanto. >>  e la donna si stupì e guardò << purtroppo una razza così bella andò quasi distrutta, le altre razze li prendevano e li facevano combattere per divertimento, oppure venivano cacciati per avere delle pellicce fatte con il loro manto che è l'unica cosa a poter respingere ogni singola arma, e tutto questo per della stupidità nell'universo >> aggiunse poi tra di loro calò il silenzio, che venne spezzato subito da Sara che chiese << tu lo aiuterai ? >> << certo che lo farò ma prima devo capire a come >> disse e poi scese di nuovo il silenzio.

Il silenzio in quel campo era silenzioso, pochi parlavano , ma a un certo punto dal bosco si sentì il rumore di vari spari e dopo qualche secondo arrivarono le urla strazianti di dolore e Sarà disse << altre tre persone sono morte per colpa di quel essere >> ma il dottore la corresse << Sonarix non essere, è una creatura vivente è solo spaventato anche te attaccheresti se fossi sola su un pianeta a te estrano, che ti farebbe impazzire per il troppo rumore. I Sonarix nelle orecchie hanno dei sonar e non riescono a sopportare i rumori troppo forti infatti credo che i sussurri non gli diano fastidio perché se no saremmo tutti morti >> gesticolando poi si fermò e guardò il bosco e poi Sara e di nuovo il bosco.

Dopo varie ore si sentì il suono di una sirena di un auto, e il dottore scattò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro e intanto gesticolava , << cosa stai pensando? >> chiese Sara << i Sonarix sono gattoni, credo di aver capito come salvarlo ed evitate che qualcun altro muoia >> disse lui gesticolando << ho bisogno di gomitoli di lana e di vari bastoni >> aggiunse. Dopo qualche minuto il dottore iniziò a legare i gomitoli di lana con in legni e dopo poco riuscì a creare una cosa che sembrava un giocattoli per gatti molto più grande, << Sara vieni con me se vuoi, dobbiamo portare un gattone a casa sua >> e passò alla donna uno di quegli strani giocattoli per gatti e lei sorrise iniziò a seguire il Dottore che con passo spedito si stava dirigendo fuori dalla foresta. Dopo un po'  arrivarono alla fine della foresta e tutto era ancora congelato in quel silenzio non naturale, ma una macchina che prima era posteggiata perfettamente posteggiata in un giardino ora invece era capovolta in mezzo alla strada lacerata da dei segni di artigli, dentro a essa c'era un essere che sembrava dormire, << Sara te vai di li io vado dall’altro lato, e ricordati dobbiamo portarlo al Tardis, e poi lo portiamo sul suo pianeta >> gli ricordò il dottore andando dalla parte che aveva indicato; iniziò a far muovere per aria il giocattolo e fece un fischio e il Sonarix si svegliò e prima guardò il Dottore poi Sara e infine i gomitoli di lana colorata che penzolavano giù dai bastoni e sembrò incantarsi,  i due iniziarono a correre verso il Tardis anche se rischiarono un paio di volte o tre di essere graffiati dagli artigli del Sonarix che cercava di acciuffare i gomitoli riuscirono a entrare nel Tardis e con loro entrò anche il gattone. 

Il Gallifreyano e Sara andarono alla matrice  del Tardis  e l'uomo iniziò a premere pulsanti e ad abbassare leve << come va? >> chiese Sara all’improvviso << bene, sono riuscito a di farmi una famiglia >> disse lui felice << ma? >> chiese lei intendo che c'era qualcosa che lui non le aveva detto << ma ho detto che sono riuscito a farmi una famiglia ma diciamo che i miei figli non riescono ancora ad accettarmi, ma è una storia lunga. Adesso andiamo già che il nostro passeggero è impaziente di tornare a casa sua >> disse lui e il Tardis attero su un pianeta che sembrava fatto di lava e neanche un suono si sentiva c'era il più totale silenzio, loro aprirono le porte della stanza dove c'era il Sonarix che scese di corsa poi scomparse alla vista. 

Il dottore accompagnò a casa Sara Jane e dopo averla salutata se ne andò e fece atterrare il Tardis nella solita ci dove si incontrava con i suoi gemelli, si sedette sulla poltrona e iniziò a leggere aspettando che i ragazzi entrassero nel Tardis pronti per nuove avventure.


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Capitolo 7
*** 6. Furto di identità ***


Furto di identità

Era il 28 febbraio e quel giorno esatto era il compleanno dei gemelli, quando si svegliarono erano le sette di quella mattina fredda, la pioggia ticchettava sulle finestre delle due camere dei ragazzi, i cani dormivano sui piedi dei padroni, i ragazzi si alzarono in contemporanea anche se erano in due camere differenti una difronte all’altra; la camera del ragazzo era tutta sui colori del blu e del nero e bianco, con il letto sotto la finestra, l’armadio era aperto con dentro pochi vestiti tutti messi in disordine e c’era una chitarra elettrica colorata di nero con disegni di teschi blu immersi in un fumo grigio, per il resto della stanza c’erano libi sparsi per tutto il pavimento, sulla scrivania c’era un lettore di dischi e di cd e un supporto per l’ocarina anche questa nera con delle decorazioni in oro e il computer che era spento, le pareti erano cosparse di poster di gruppi musicali degli anni ’70 e ’80, e lo zaino era appoggiato o meglio dire abbandonato sulla sedia anche questa con sopra vestiti. Invece la camera della ragazza are tutta sul colore lilla, l’armadio era chiuso pieno di felpe e vestiti, il letto era difronte all’ armadio e alla scrivania che era ordinata con solo sopra il pc e dei libri di scuola e qualche evidenziatore appoggiato sui quaderni, sulle parete sopra il letto c’erano delle foto della ragazza insieme a i suoi amici.

I due ragazzi uscirono dalle camere e per un pelo non si scontrarono e dopo aver trattenuto a stento un imprecazione scesero le scale che portavano la piano sotto seguiti dai due cani che scodinzolavano, erano due cani pastori uno bianco e l’altro nero.

Quando entrarono in cucina River gli fece gli auguri e gli diede due buste con dentro 50 sterline ognuno, dopo aver fato colazione e aver salutato River uscirono di casa, camminarono verso il centro della grande città, arrivarono in città e alla fine della strada si vedeva la sagoma di Morgana che era la migliore amica insieme a Jhon dei gemelli, Erika corse verso l’amica che aveva i capelli castani chiari con ciocche ramate e leggermente mossi che arrivano fino a metà schiena con le punte azzurre e blu, il volto era aguzzo con gli occhi castani scuri, la pelle chiara e cosparsa si lentiggini; passarono il pomeriggio con Morgana e dopo andarono al Tardis sorridendo, appena entrarono il dottore sbucò da dietro alla matrice del Tardis facendogli gli auguri, << ragazzi allora chiudete gli occhi e datemi le mani per favore >> disse lui e quando i ragazzi ebbero chiuso gli occhi appoggiò sulle loro mani due confezioni avvolte in una carta color blu Tardis con un nastro rosso e quando il Dottore gli disse di aprire gli occhi loro lo fecero, guardarono le scatole e poi il dottore e in coro dissero << grazie mille >> << prego ora apriteli pure non mordono mica >> disse ridendo e i gemelli aprirono le scatole in quella di Erika c’era uno strano cono metallico con dei rami in rame che si attorcigliavano attorno a sesso, e la punta era arrotondata di colore rosso con un bottone al inizio dei cono sempre color rame, anche nella scatola di Kaleb c'era un cono di metallo che sembrava essere fatto di ingranaggi d'oro e di argento, la punta era blu scura ed era arrotondata, alla base del cono c'era un pulsante di colore nero. << sono due cacciaviti sonici, proprio come il mio, basta che puntiate e pensate e questi faranno quello che avete pensato, ma fate attenzione sul legno hanno problemi e non funzionano bene >> disse il dottore gesticolando come al suo solito, e i due gemelli lo ringraziarono, << a parlare di cacciaviti sonici, avete visto il mio? Non lo trovo da qualche giorno >> chiese l'uomo << sicuro di non averlo lasciato in un'altra giacca? >> chiese Erika << ho già controllato e non c'è >> disse il Gallifreyano << vabbè lo troverò >> disse il Dottore << stasera facciamo una festa per il nostro compleanno, vuoi venire anche te? >> chiesero in coro i gemelli << va bene >> disse il dottore felice e gesticolando sempre.

Era arrivata la sera, erano alla festa, Erika e da vestita con vestito nero con disegni fluorescenti che arrivava fino alle ginocchia, e sopra una giacca di pelle nera con in tasca il cacciavite sonico che il dottore le aveva regalato, Kaleb invece era vestito come quella mattina.

I gemelli si stavano divertendo tra tutte quelle persone, la musica rimbombava nelle orecchie di tutti, Kaleb si avvicinò al padre tenendo tra le mani una bottiglia di birra << cosa c'è che ti turba papà? >> chiese il giovane << è che sembra troppo banale, ecco sia il termine giusto…si…banale… Ed è troppo tranquillo qui non so se sai cosa intendo >> disse il dottore e prima che Kaleb potesse rispondere Erika era arrivata e aveva spinto il fratello in mezzo alla folla per farlo divertire un po' ma lui sapeva bene che quando si sta con il dottore le giornate così tranquille sono strane, Il dottore si guardò attorno come se si aspettasse che accadesse qualcosa di brutto da un momento all'altro << come al solito >> disse ad alta voce senza rendersene conto. A un certo punto suono il campanello << vado io, saranno sicuramente arrivate le pizze! >> urlò Kaleb e quando apri la porta non trovò il ragazzo che avrebbe dovuto consegnargli le pizze trovò un uomo alto, vestito di nero ed era abbastanza robusto, aveva un cappello in testa che gli copriva la faccia; l'uomo entrò superando il ragazzo che gli diceva che non poteva entrare come se fosse un sassolino calciato via. L'uomo camminava veloce tra la fola che ballava, deve cadere qualcuno ma aveva un obbiettivo, raggiungere il dottore e Erika che erano in disparte che chiacchieravano e l'uomo si fermò e poi urlò << dottore! Questa voltate perderai >> e la voce sembrava quasi che andasse a coprire il rumore della musica << ancora te?! Perché non torni sul tuo pianeta ? >> << questa volta no, mi prenderò quello che mi spetta e tu verrai con me o da vivo o da morto ragazzo >> disse quel uomo me sembrava una montagna a differenza del dottore << hey Doc, chi è quel tipo? >> chiese Erika << è uno non buono, cerca di rubarmi il volto >> disse il dottore << in che senso rubarti il volto? >> chiese Kaleb avvicinandosi alla sorella << la sua razza non ha un volto suo è per questo che ha su il cappello così può nasconde che gli manca la faccia. Quindi loro non avendo volto prendono quello di altri e se li mettono e fingono che sia pure loro e quello a cui lo hanno rubato sia solo un impostore >> spiegò il dottore << ma perché vuole il tuo? >> chiese la ragazza che << perché quando rubano un volto rubano anche le cose che sa fare il povero malcapitato, e con cosse che sa fare non intendo essere portato per uno sport ma il se si può rigenerare o altre cose simili. La sua razza ha sempre cercato di rubare il volto di un signore del tempo e quindi cerca di prendere il mio >> disse gesticolando poi quasi urlando gridò il nome qu quel essere, che si avvicinò in modo minaccioso al dottore << ho valutato l'offerta di venire con te e mi dispiace dirti che preferisco avere il mio volto attaccato >> disse il dottore come per prendere in giro quell'essere e prima che l'essere potesse capire il dottore seguito dai gemelli iniziarono a corre tra la folla e uscirono dalla sala e si fermarono un attimo davanti al Tardis e poi entrarono. << hai un piano? >> chiese Kaleb << circa, diciamo che il mio piano era di ritrovare il mio cacciavite sonico e poi avrei inventato un nuovo piano >> disse il dottore << lui ha un pianeta? >> chiese Erika togliendosi gli anfibi e mettendosi delle scarpe da ginnastica << non credo, nella guerra del tempo molti pianeti sono stati distrutti >> disse il dottore << potremmo provare a parlarci >> disse Kaleb << non è uno degli esseri più socievoli di questo universo >> disse il dottore << quindi doc non c'è niente da fare se non aspettare che ci venga un piano giusto? >> chiese Erika << a quanto pare figliola >> disse il padre << aspetta te hai detto che non trovi più il tuo cacciavite sonico giusto? >> chiese Kaleb << esatto >> << è quello con la punta verde giusto? >> chiese Erika capendo il pensiero del fratello << si quello che ho sempre >> disse l'uomo << credo che te lo ha rubato quell'essere lì >> disse Erika e il dottore sbiancò << mi è venuta un idea! >> disse Kaleb uscendo dal Tardis << fratellone se funziona te sei un genio >> disse Erika con in pensiero al fratello << mi dite che piano è >> disse il dottore seguendo i figli tra la folla che ballava. << Hey te ! >> urlò Kaleb e l'essere senza volto che si stava avvicinando a una ragazza che ballava ignara si girò a guardarlo e a passo svelto verso il ragazzo << vuoi un volto ? >> chiese il giovane << qui sulla terra ci sono tantissime persone morte, te potresti prendere uno dei loro, che ne pensi? >> << ma voi umani non sapete fare niente >> disse l'essere con voce profonda << è vero a metà, ma sono sicuro che con la tua conoscenza potresti riuscire a fare del bene, allora accetti? >> e l'essere a quella proposta ci pensò un attimo poi con voce profonda rispose che accettava.

I Ragazzi spiegarono al padre quello che avevano fatto e sul volto del dottore si formò un sorriso fiero dei figli. L'essere senza volto aveva ridato il cacciavite sonico al dottore e se ne era andato e i gemelli e il dottore erano tornati a godersi la festa sentendosi felici.


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