i need u - namjin

di _all_the_joy_01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 8: *** 08 ***
Capitolo 9: *** 09 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** Speciale ***
Capitolo 12: *** 11 ***
Capitolo 13: *** 12 ***
Capitolo 14: *** 13 ***
Capitolo 15: *** 14 ***
Capitolo 16: *** 15 ***
Capitolo 17: *** 16 ***
Capitolo 18: *** 17 ***
Capitolo 19: *** 18 ***
Capitolo 20: *** 19 ***
Capitolo 21: *** 20 ***
Capitolo 22: *** 21 ***
Capitolo 23: *** 22 ***
Capitolo 24: *** 23 ***
Capitolo 25: *** 24 ***
Capitolo 26: *** 25 ***
Capitolo 27: *** 26 ***
Capitolo 28: *** 27 ***
Capitolo 29: *** 28 ***
Capitolo 30: *** 29 ***
Capitolo 31: *** 30 ***
Capitolo 32: *** 31 ***
Capitolo 33: *** 32 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Kim SeokJin, o meglio Jin, stava per iniziare il suo ultimo anno di università, The University of Arts di Seuol, e quella mattina si era svegliato presto solo per essere perfetto e puntuale per la scuola. Voleva fare "bella figura" con i professori e i nuovi compagni più piccoli, quasi tutti lo adoravano soprattutto le ragazze. In più doveva dare pure l'esempio visto che faceva parte del consiglio studentesco.
Si stava guardando allo specchio per la 10 volta, si sistemava la camicia e i capelli castani in continuazione «Forse dovrei cambiare tinta, hanno tutti colori stravaganti nel gruppo» diceva al suo riflesso. Andò in cucina a fare colazione ma non fece in tempo a prepararsi il caffèlatte che sentì suonare, «Chi è?».
«Hyung muoviti! Siamo Tae e Kookie!» sentì dall'altra parte del citofono anche Junkook che si lamentava con Taeyung per il nomignolo troppo "dolce". Erano proprio carini insieme, due migliori amici che facevano colpo ovunque. Tutte le ragazze li notavano, anche i ragazzi, e in più alcune ragazze avevano creato un fanclub sulla loro "ship". Anche Jin pensava che tra loro ci fosse qualcosa di più che solo amicizia.
Prese lo zaino e le chiavi di casa, sapeva che se li avesse fatti aspettare gli avrebbero rinfacciato per tutto il tragitto di essere in ritardo, scese le numerose scale e arrivo al portone che lo separava dai suoi amici. Uscì e li salutò come tutti i giorni sorridendo.
«Sempre in rosa eh» chiese Jungkook al più grande «Non sai che esistono altri colori?».
«Ah ah ah simpatico. A Yoongi che si veste sempre di nero non gli dite niente» Jin iniziò a camminare seguito dagli altri due.
«Ehm..perché il nero è bello?» disse Jungkook incerto.
«No è perché Yoongi Hyung fa paura» lo corresse Tae «Mentre Jin è una mammina apprensiva» mise le braccia intorno al collo dei due.
«Anch'io so far paura se voglio! E poi basta con questo fatto della mammina, io sono Worldwide Handsome!» disse il castano indicandosi e mostrando un espressione fiera.
«Si..va bene. Basta che sei convinto tu» disse il più piccolo roteando gli occhi per poi sorridere.
«Dai Jin non è brutto, il più brutto è Jimin» disse il grigio ridendo seguito da Kookie che gli diede retta, mentre Jin pensava al nome Jimin.
Jimin.
"Lui non è brutto, se no non avrebbe tutte le attenzioni di Yoongi" pensò Jin. Si Jin era geloso di Yoongi, da quando si era avvicinato a Jimin lo era diventato di più. Yoongi, che era il suo migliore amico, lo calcolava meno di Jimin e questo lo imbestialiva. Ma perché? Si era posto molte volte questa domanda ma l'unica risposta che aveva trovato era che forse era innamorato di Yoongi. Però allo stesso tempo si ripeteva che era impossibile, che confusione.

I tre ragazzi arrivano davanti al cancello dell'Università dove trovano Hoseok che appena li vede gli sorride e agita le braccia «Ragazzi!!».
Anche loro li salutano ma ovviamente il loro saluto con è caloroso come quello di Hoseok, o meglio chiamato Hope. Perché si nel loro gruppo lui era il raggio di speranza che non esauriva mai.
«Yoongi e Jimin?» continuava a sorridere il rosso.
«Ancora non sono arrivati?! M quanto sono lenti, avevamo detto che avremmo fatto colazione insieme e se non si muovono loro se la scordano!» disse Tae mettendo il broncio.
«Parli del diavolo e spuntano le corna. Sta tranquillo Tae sono arrivati» gli sorrise Kookie «Ciao Hyung!».
Jin si girò e li vide, vicini sorridenti e felici, sembravano una coppietta. A vederli Jin voltò lo sguardo altrove, gli dava abbastanza fastidio.
«Ciao ragazzi» li salutò il biondo sorridente. Jin era invidioso anche del suo sorriso, era troppo angelico per essere vero. In più ora che Jimin si era fatto biondo lo sembrava ancora di più.
«Ciao stupidi» salutò Yoongi «Ciao Jin» e gli sorrise. 
«Ciao Yoongi» gli sorrise di rimando, era un sorriso sincero. Era la prima volta che Yoongi lo salutava in modo separato dagli altri. Che Jin stesse diventando qualcosa di più per il suo migliore amico? Un po Jin ci sperava.

Finirono la colazione in tempo, si erano come sincronizzati con la campanella. 
I ragazzi stando in anni diversi si divisero: Jin andò nell'aula di canto, Yoongi invece andò in classe visto che alla prima ora aveva matematica, Hoseok in palestra per ginnastica, Taehyung e Jimin a fare storia della musica e Jungkook nello studio 1 per la lezione di ballo moderno.

Arrivò l'ora di pranzo, e come loro solito il gruppo di amici si ritrova nel solito tavolo in giardino per mangiare tutti insieme. Ormai era un abitudine. Una cosa non abituale era il ritardo di Hoseok, lui era sempre tra i primi ad arrivare mentre oggi era in ritardo e nemmeno di poco.
«Non è che è successo qualcosa? Forse dovremmo chiamarlo o almeno mandargli un messaggio» Jin iniziava a preoccuparsi, come suo solito.
«Te la smetti di metterti ansia! poi la metti pure a noi» gli disse Tae, il quale stava iniziando a preoccuparsi. Non come Jin, lui non lo batteva quasi nessuno, ma comunque aveva un po d'ansia.
«Cosa pretendi Tae, lui è mammina. La nostra dolce mammina» disse ridendo Yoongi.
«Dai! Non ti ci mettere pure tu!» il si innervosì e stava per andarsene se non si trovo qualcosa, o meglio qualcuno a sbarrargli la strada. Alzò lo sguardo e incontrò due occhi profondi color nocciola che lo guardavano. Due bellissimi occhi che non poteva far a meno di guardare. Non sentiva e non vedeva nulla appartengo quegli occhi.
Almeno finché Hoseok non disse il nome del proprietario di quegli occhi tanto magnetici per il castano.
«Ragazzi lui è Kim Namjoon, è nuovo e fa la mia classe».
«Ciao, è un piacere conoscervi. Chiamatemi Nam».

Kim Namjoon.
Nam.

 

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Capitolo 2
*** 02 ***


Era arrivata l'ultima ora di lezione e Seokjin non riusciva a togliersi dalla testa il nome di quel ragazzo. Non sapeva spiegarsi il perché ma Namjoon lo aveva come ipnotizzato. E per colpa del ragazzo Jin non era riuscito a capire nulla delle 4 ore di lezioni dopo l'ora di pranzo, nemmeno durante l'ora di canto che è la sua materia preferita.

Jin guardò l'orologio, -10 minuti alla fine. Non vedeva l'ora di uscire e potersi rintanare a casa e finire di lavorare sulla canzone a cui lavorava da un paio di giorni e che voleva assolutamente finire. Aveva un significato profondo per lui.

-5 minuti. Gli arrivò un messaggio dal gruppo "Sbaviamo per il culo di HOOOOPE". Aprì lo smartphone e si ritrovò un messaggio di Hoseok: "YO BRO! Oggi tutti a casa di Nam, ci si ritrova davanti all'entrata principale".

 era ciò che pensava il castano in quel momento. Non che non volesse passare del tempo con i suoi migliori amici ma oggi voleva restare solo. E in più sapeva che se avrebbe rivisto Il ragazzo dagli occhi ipnotici se lo sarebbe sognato, e a Jin la cosa non piaceva affatto. Già non amava quando avvolte nei suoi sogni compariva a caso Yoongi che sorrideva figuriamoci se gli sarebbe potuto piacere sognare un ragazzo che per lui era un perfetto sconosciuto. Dopotutto durante l'ora di pranzo non aveva parlato molto con Namjoon e anzi aveva sempre cercato di avere il minimo contatto con lui. Non era molto bravo a socializzare. Aveva conosciuto gli altri ragazzi solo grazie a Yoongi e Taehyung che avevano fatto più o meno da tramite. 

Non si considerava un asociale ma era abbastanza timido. 

-5..4..3..2..1...suona la campanella. Jin sistema tutto nello zaino ed esce dalla classe. Cammina lentamente tra la gente che per la fretta gli da anche qualche spintone.

Arrivato davanti al cancello della scuola si ritrova i suoi amici insieme a Namjoon, inizia guardarli da una "distanza di sicurezza" ma soprattutto guarda Occhi Profondi. Si aveva ribattezzato così l'1km e mezzo di ragazzo che aveva conosciuto a pranzo. Questo finché il ragazzo in questione si accorge di lui e gli sorride mostrando due fossette troppo carine. Jin di rimando diventa rosso e accenna un saluto con la mano, e Namjoon ricambia facendo voltare poi tutti gli altri. Jin allora si avvicina e Yoongi inizia a fissarlo «Siamo al mercato per caso? Jin ti sei perso? Non trovi più la tua cassetta dei pomodori?». Allora anche gli altri lo guardano e se ne accorgono «Woooo è vero! He is a perfect tamato» dice il più piccolo. «Kookie..se parli inglese non sei più figo, e in più si dice TO-MEI-TO. Non Tamato!» lo corregge Tae che si becca un pugno sulla spalla. «Ecco l'altro ignorante..» commenta Jimin sbattendosi la mano sulla fronte. Intanto Jin li guarda male «Quanto verrei picchiarvi tutti» sbuffa «Ma per vostra fortuna c'è un nuovo arrivato e non voglio traumatizzarlo» dice guardando Nam che intanto ride per la scena. «Ecco perché eri rosso allora! A Pink Princess interessa il Gigante Namjoon» dice Yoongi dando delle gomitate scherzose a Jin che invece gliene da una sulle costole ritornando a essere rosso. Ma soprattutto aveva le orecchie rosse segno che era molto nervoso o arrabbiato. Per fortuna interviene Hoseok, prima che si verifichi un omicidio, «Ehm...ma qui vogliamo prenderci la residenza o vogliamo andare a casa di Nam?». Così tutti si incamminano verso casa del nuovo arrivato.

Erano quasi arrivati a destinazione, quando però una musica vivace cattura Hoseok verso un edificio dai colori vivaci. Si incammina dentro il giardino di questo posto e tutti lo seguono. «Questo è l'orfanotrofio del quartiere» inizia a spiegare Nam sorridendo «E quel gruppo di ragazzi che ballano sono più o meno gli animatori, è un posto molto accogliente per i bambini». Jin a vedere tutta quella vivacità in un posto che di solito è pieno di tristezza gli riscaldava il cuore, si guardava in continuazione attorno e vedeva solo visi sorridenti ma uno in particolare era entusiasmato e imbambolato. Hoseok si era incantato a guardare una delle ragazze che ballava su una canzone che di solito si canta alle elementari. Jin ridacchiò nel vedere l'espressione di Hobie. «Come mai ridi?» dice una voce dietro al castano. «Eh!?» Jin si gira e si ritrova davanti Nam «Ah nulla, Hobie si è imbambolato a guardare quella ragazza». Jin gliela indica «Ah lei è mia sorella minore Jeongyeon» gli risponde Namjoon. «Oh.». Namjoon sorrise rimostrando le sue fossette «Dai ragazzi andiamo a casa». Tutti si incamminano verso casa di Nam seguendolo, ma Hobi con un po' di difficoltà. Il suo cervello stava ancora all'orfanotrofio a guardare la sorella di Kim. 

Namjoon si ferma davanti a un palazzo moderno ed entrano. Arrivano al 6 piano con l'ascensore e vanno verso la porta col numero 123 , il proprietario di casa tira fuori le chiavi e apre la porta «Benvenuti a casa Kim». I ragazzi rimangono a bocca aperta, la casa era arredata in modo impeccabile e moderno cosa che non si aspettavano proprio. Dopotutto le loro case erano abbastanza in disordine, o comunque non così appariscenti. 

«Questa è casa tua?! WOW!!» disse Tre iniziando a curiosare ovunque. «No guarda, ha trovato le chiavi per strada e ci ha portato in una casa di altri, baka» Jungkook gli da un pugno amichevole sulla testa e si mette a curiosare con lui. «Ve la smettete di curiosare in giro come se fosse casa vostra?!» li riprende Jin quando li vede giocare con una di quelle palle di vetro con dentro la neve. «Ed ecco di nuovo la nostra mammina» ridacchia Jimin generando le risate degli altri ma ricevendo anche in cambio uno sguardo congelante da parte dello hyundai più grande. «Tranquillo Jin, possono curiosare quanto vogliono.» dice calmo Namjoon «Sedetevi sul divano che vi porto qualcosa da mangiare» si dirige verso la cucina e scompare dietro il muro.

«Dai su su mammina vagli a dare una mano» ordina Yoongi a Jin mentre si mette comodo sul divano, vicino a Jimin. «Ma io. Bah, ho capito» cosi il castano senza replicare va in cucina, ma ad ogni passo che faceva verso essa si sentiva più nervoso. Forse perché in quella cucina c'era l'unica persona con cui non sarebbe mai voluto rimanere da solo? Si era proprio così. Con Kim Namjoon, Kim SeokJin si sentiva inferiore e insicuro. Cosa abbastanza strana visto che lo conosceva da sole 5 ore. 

Arrivato in cucina, Jin trova il ragazzo già all'opera a preparare dei panini «Ehm..sono venuto a dare una mano..c-cosa posso fare?». «Oh, grazie. Potresti prendermi il barattolo di marmellata in quella credenza lì?» Nam indica con il capo degli sportelli poco distanti da lui. «Certo». Jin va verso gli sportelli, li apre e vede il barattolo di marmellata di fagioli rossi nell'ultima mensola, così allunga il braccio e prova a prenderlo. Ma purtroppo non ci arriva. Allora si mette in punta di piedi però il risultato è lo stesso. «Ho capito che sei alto come un abete ma c'era bisogno di fare degli scaffali così in alto?» pensa il castano quando finalmente riesce a prendere il barattolo. Ma non è l'unico a prenderlo, anche Nam, vedendo SeokJin in difficoltà, si è avvicinato per prenderlo lui. Così le mani dei due ragazzi si incontrano e Jin, di riflesso si gira ritrovandosi il viso e il corpo di Namjoon vicino a lui, e ciò non fa che aumentare il suo rossore..

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Capitolo 3
*** 03 ***


SeokJin aveva a pochi millimetri dal suo viso quello di Namjoon, stava andando a fuoco. E ciò lo rendeva strano, non capiva come poteva un ragazzo quasi sconosciuto farlo diventare bordeaux.  Appena Nam sfiorò la sua mano un brivido di piacere e una sensazione di calore si sparsero in tutto il suo corpo. E così come scottato lasciò andare la presa sul barattolo che in pochi secondi si ritrovò a terra in mille pezzi. «Oddio scusami! Non volevo!» Jin si piegò subito per raccogliere i cocci del vaso «Ma cosa ho combinato..che figura..». «Ehi, aspetta non fare con le mani è pericoloso» Nam prende la paletta e la scopa ma no fa in tempo a muovere mezzo passo che sente un urletto «Non dirmi che ti sei tagliato» dice preoccupato abbassandosi all'altezza del maggiore. «Io non te lo dico ma il mio dito sembra che non vuole darmi retta..» dice Jin cercando di fermare la fuoriuscita di sangue. Intanto gli altri sentendo il rumore di cocci si erano precipitati in cucina. «Ehi ma che sta succedendo?» chiese Hoseok. «Il barattolo si è rotto e Jin si è fatto un taglio, potete ripulire voi mentre provo a medicare la ferita di Jin?» Namjoon si alzò e fece alzare Seokjin per andare verso il bagno. «Si si tranquillo Nam ci pensiamo noi» sorrise Jimin mettendosi subito all'opera seguito dagli altri tranne da Yoongi «Ehi Yoongi hyung tu non ci aiuti?». Yoongi rispose semplicemente scuotendo la testa e andandosi a sedere. «Sfaticato» Jimin gli fece la linguaccia.

Intanto la sorella di Namjoon, che aveva finito il suo "lavoro" all'orfanotrofio, stava tornando a casa. «Fratellone sono tornata!!» disse la ragazza appena varcata la soia di casa. Sentendo dei rumori in cucina andò lì «Che fai prepari..da magiare...» il suo entusiasmo scemò per rimanere a bocca aperta. «Che cosa ci fanno questi fighi in casa mia? Il mio compleanno non è ancora arrivato..» pensò la ragazza guardando il gruppetto di amici intento a raccogliere i vari cocci con la scopa. I ragazzi a sentire una voce femminile si girarono verso Jeongyeon e Hoseok rimase a fissarla. Era la ragazza che prima l'aveva catturato. Anche la ragazza lo guardò ma sentendosi un po in imbarazzo distolse lo sguardo. «Ehi ciao, noi siamo degli amici di tuo fratello» disse Taehyung sorridendo e porgendogli la mano. «Ehm..io..scusate!» la ragazza troppo in imbarazzo andò verso il bagno per sciacquarsi la faccia ma dentro ci trovò una "sorpresa". Nam e Jin molto vicini mentre il minore sta fasciando la ferita di Seokjin. La ragazza rimase a guardali confusa e shockata, finche non disse, o meglio urlò, testuali parole «Oppa!! La prossima volta avverti che inviti dei fighi della madonna!! Guardami!! Sono tutta disordinata!!» si lamentò e andò in camera sua sbattendo i piedi. Namjoon e Seokjin che erano rimasti a guardarla basiti scoppiarono a ridere.

«Bene ho fatto» disse Nam mostrando le sue fossette. «Grazie mille Namjoon» Jin fece per andare ma fu fermato dal minore. «Ehi ehi aspetta, devo fare una cosa» il ragazzo che si era improvvisato infermiera diede un lieve e casto bacio sul dito fasciato di Jin, il quale anche con quel solo misero bacio si sentì andare a fuoco la mano. Namjoon si avvicinò di più a lui, quasi a sussurragli al suo orecchio «Comunque chiamami solo Nam, capito pink princess?». 

Per Seokjin era ufficialmente confermato. Era gay. O se no aveva le ovaie e non lo sapeva.

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Capitolo 4
*** 04 ***


Era passato un mesetto dal primo incontro con Namjoon e Jin ancora non riusciva a toglierselo dalla testa. Questa cosa lo impauriva, lo rendeva insicuro. Per colpa del minore lui non pensava nemmeno più a Yoongi, anzi insieme a Jeongyeon stava aiutando Jimin a dichiararsi.

«Aish...perchè non ti dichiari e basta?!» disse la Jeongyeon mentre mangiava dei bastoncini di liquirizia rossa «cioè non devi farti chi sa quali piani. Devi solamente dirgli "Ti amo tanto hyung, mmhua mmhua"» imitò Jimin e gli ipotetici baci che si sarebbero dati. Il biondo avvampò «E ti sembra facile?! Yoongi non è un tipo semplice...e poi quella non è la mia voce! Non parlo come una ragazzina in calore!». «Sicuro Chim? Sicuro?» disse la ragazza in modo teatrale. «Su su bambini non litigate» li calmò Jin, che si stava divertendo a vederli «Comunque è vero Jimin basta farti tutte ste pippe mentali, si vede lontano un chilometro che Yoongi vuole sfondare il tuo Jibooty». Gli altri due sentendo quelle parole rimasero a bocca aperta. Non avrebbero mai pensato che il maggiore avrebbe potuto dire certe parole. «Quanti porno ti sei visto? Jin cosa sono queste parole?» disse la castana fiera di lui. «Stare con questa pervertita ti sta contagiando...» Jimin guardò male la ragazza e poi sospirò. «Ritornando all'argomento principale...che hai intenzione di fare?» disse Jin rivolto a Jimin. «Non lo so..cioè io voglio dichiararmi ma se poi lui dice no? Rovinerei tutto. E non solo il rapporto tra me e lo hyung ma anche del resto del gruppo». «Se ci pensi troppo però non farai altro che farti male, secondo me dovresti buttarti. Dopotutto la vita è una e se non si rischia adesso quando lo si fa?» disse sorridente Jeongyeon. Anche Jin era d'accordo con la sua amica. Infatti stava pensando da tempo come poter capire i sentimenti che provava per Nam. Voleva esserne certo, doveva assicurarsi che quei sentimenti erano come quelli provati per Yoongi, ovvero semplice amicizia. Ma se così non fosse stato non sapeva se avrebbe dovuto accettare quei sentimenti o ignorarli. Cosa doveva fare? Anche lui avrebbe dovuto rischiare? Appena Jimin tornò a casa iniziò a spiegare la sua situazione e l'idea che aveva in mente per risolvere il suo "problema". «Quindi lui ti fa sentire così...Fallo. Fai ciò che hai appena detto, ma fallo al più presto» disse seria la ragazza per poi sorridere «Farò il tifo per te Jin Oppa».

Il castano stava facendo avanti e indietro per la sala, aveva ideato il piano ma come avrebbe fatto a metterlo in atto? «Chiedo l'aiuto da casa..» Jin prese il telefono e iniziò a digitare il numero di quella che ormai considerava la sua migliore amica ma non fece in tempo a digitare 6 cifre che senti suonare il campanello e per lo spavento lanciò il cellulare. «CAZZO!!». Per sua fortuna il cellulare cadde sul divano. «Chiunque tu sia non avrai vita breve!!» urlò mentre apriva la porta. Si ritrovò davanti uno Yoongi con un sorriso strafottente stampato in faccia «Ehi mammina è arrivato quel periodo del mese?». «Ah ah ah ma come siamo divertenti» sospirò il maggiore. Yoongi si accomodò subito sul divano come se fosse casa sua, beh un po' lo era visto che dormiva più a casa del maggiore che a casa sua.

«Allora che facciamo? Un'altra maratona di film a tema? O un altro giro di snack imperdibili d provare? O se no possiamo fare tutte e due le cose eh, non ho nessun problema io». Jin guardò il minore seduto sul divano «e se ci provo ora? cioè..meglio tardi che mai no?». E così fece. Mise in pratica il piano che aveva ideato.

Si avvicinò lentamente al minore e quando fu davanti a lui lo chiamò per nome «Yoongi?» e così il ragazzo sentendosi nominato alzò il capo e dopo pochi secondi si ritrovò quello del maggiore a pochissimi centimetri dal suo. Provò ad allontanarsi ma Jin lo tenia vicino a se con una mano. «Jin..ma che stai facendo?». «Un test. Ora tu sta zitto», il castano si stava concentrando ma ancora niente. L'emozione e la sensazione strana, come un groppo nella gola, che aveva provato con Sono alto due metri, non c'era. Così si allontanò da lui e gli si sedette vicino iniziando a riflettere, «Mmmh..quindi è vero..SONO FOTTUTAMENTE ATTRATTO DA NAMJOON!! ODDIO E ORA!?!? Calmati Jin, dopotutto c'è un lato positivo a questa situazione, non sono mai stato innamorato di Yoongi. Ma comunque non va bene! Ho capito che sono gay e l'ho accettato ma ora come faccio!?». Si prese le mani trai capelli.

«Jin, mi spieghi cosa cazzo sta succedendo?! Che cazzo di test era quello!» urlò il minore infastidito. «Dovevo vedere se ero innamorato di Cipresso Man. Più o meno un mese fa mi sono ritrovato in una situazione del genere con lui e io stavo andando letteralmente a fuoco!! E lo conoscevo solo da cinque fortuitissime ore! Poi non è l'unica volta ci sono stati altri episodi, come quando stavo cadendo e lui mi ha preso ma alla fine è scivolato anche lui ma sopra di me! Capisci Yoongi?! Capisci!!» Seokjin iniziò a spiegare tutto a raffica senza mai fermarsi. Era nel panico.

«Ti vuoi calmare donna ciclata? E poi chi è sto "Cipresso"?» chiese Yoongi quasi spaventato dal maggiore «Riesci a parlare lentamente o almeno a fare un riassunto senza partire in quinta?». Jin sospirò «Penso di essermi innamorato di Namjoon. Anzi lo sono, questo test lo prova. Tu non mi hai smosso niente mentre lui mi ha fatto sentire una ragazzina in calore» appoggiò i gomiti sulle sue cosce e si resse la testa con le mani. «Grazie eh. Comunque potevi dirlo subito! Tuo avrei confermato io che sei cotto di lui, lo fissi sempre e ininterrottamente. Avvolte mi fai anche venire voglia di rimettere da quanto lo guardi in modo adorante» disse Yoongi con nonchalance accavallando le gambe e dando una pacca sulla schiena al maggiore. «D-davvero faccio così?».

«Già e quando ti sorride diventi un pomodoro dei più maturi» lo sfotte il minore. «Oddio..e ora che faccio..» disse il maggiore guardando il suo migliore amico. «Semplice te lo scopi. Ma prima fammi mangiare schifezze, su su alza quel culo» Yoongi si accomodò meglio al divano aspettando che Jin gli portasse da mangiare «Finalmente avremo un papà».

Hola~ ciao a tutti i miei pochissimi lettori, eheheh la gioia...
anyway spero vistia piacendo la storia e mi scuso per eventuali errori, sia in questo capitolo che negli altri.
Bye bye~

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Capitolo 5
*** 05 ***


«Jin hyung, come sto?» gli chiesero insieme Jimin e Jeongyeon, solo che il primo era teso mentre la seconda era euforica. «State entrambi bene» Jin si guardò di nuovo allo specchio «Piuttosto io sono troppo elegante?». I tre si stavano preparando per la festa. Quella mattina il loro amico Hoseok aveva mandato un messaggio sul loro gruppo di KakaoTalk, il quale diceva che quella sera aveva casa libera e voleva scatenarsi come ai vecchi tempi. Avevano tutti accettato. Ma dopo aver accettato Jin gli era preso il panico, perché da solito perfettino doveva vestirsi in modo impeccabile. E in più non voleva far brutta figura con Namjoon. Non voleva ancora dichiararsi ma comunque voleva sembrare attraente per il minore. Seokjin voleva un look che facesse avere gli occhi du Nam solo su di lui.

«Stai benissimo hyung!! Se non sapessi che sei gay ci proverei di sicuro» disse Jeongyeon mentre si sistemava i capelli.
«È vero hyung, questa camicia azzurra e gli skinny jeans chiari ti stanno benissimo. Però è meglio così» Jimin si avvicinò al maggiore e gli sbottonò i primi due bottoni «Perfetto» sorrise.
«Ehm..grazie ragazzi» un po rosso Jin prese la giacca e le chiavi «Andiamo allora». 

I tre amici arrivarono davanti la villetta del loro amico, i due ragazzi erano abituati mentre Jeongyeon ne rimase molto sorpresa. Non si sarebbe aspettata che un ragazzo semplice e umile come Hoseok vivesse in una casa così sfarzosa. «Chiudi la bocca se no ti entrano le mosche» la prende in giro Jimin, «Almeno a me non ci entrano i cazzi» la ragazza gli fa la linguaccia e corre dentro seguita da Jimin. Intanto il più grande li guardava ridendo, erano proprio buffi e sembravano due bambini dispettosi. 

«Grazie di averla accompagnata» a Jin prese un colpo quando sentì qualcuno dirgli quelle parole all'orecchio. Si girò velocemente e vide Namjoon, che come ormai d'abitudine, gli stava a pochi centimetri dal viso. «Ci incontreremo sempre così noi due Seokjin?» disse Nam sorridendo e mostrando quelle adorabili fossette su cui Jin avrebbe voluto appoggiare le labbra. «E-ehm penso di si» rispose leggermente rosso Jin guardando negli occhi Nam e mordendosi il labbro. «Beh..a me non dispiace Pink Princess» soffiò il minore con un tono più basso del solito. Jin senti il suo corpo smuoversi alle parole del viola e aveva iniziato già a viaggiare con la fantasia. Forse lo avrebbe anche baciato se non fosse arrivato un piccolo rompiscatole. «Nam cosa fai? Importuni la nostra eomma?» ridacchiò Tae. Era arrivato con Jungkook, come al solito, il quale si era messo a ridere seguito da Nam «Tranquillo non gli farò niente di male». Namjoon fece l'occhiolino a Jin per poi incamminarsi verso il portone. Seokjin non sapeva se svenire o picchiare Tae. Ora quando avrebbe parlato con Il Cipresso sarebbe stato doppiamente in imbarazzo.

C'erano un sacco di persone, sia dentro che in giardino, e Jin si sentiva un po a disagio. Con Jungkook, Tae e Nam inizia a cercare gli altri quattro amici «Dov'è Jimin hyung? Ha già iniziato a fare la puttanella? Uff» disse Tae cercando il suo migliore amico tra la folla. «Eccolo là» disse Jungkook trascinandolo verso il biondo che parlava con la sorella di Nam «Jimin!! Ciao!» urlarono all'unisono i due saltandogli addosso. Il ragazzo, che ormai era diventato una sottiletta, li salutò con difficoltà e appena i due "pesi piuma" si furono alzati salutò anche Namjoon. Salutarono anche Jeongyeon e iniziarono a chiacchierare, finché non videro due ragazzi, a loro conosciuti, avvicinarsi a loro «Hey ragazzi» salutarono Yoongi e Hoseok, che vennero subito ricambiati. 

Jimin posò lo sguardo su Yoongi, stava benissimo e non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo corpo, soprattutto dal cavallo dei pantaloni. La cosa lo imbarazzava non poco, quegli stupidi skinny jeans nero lucido lo fasciavano troppo bene e facevano risaltare il suo pacco. Jimin non distoglieva lo sguardo nemmeno per un secondo, ma non era il solo a fissare qualcuno. Yoongi da quando era arrivato stava guardando Jimin come se fosse un lupo a caccia della sua pecorella. Una pecorella a cui lui non era per nulla indifferente. Il maggiore stava fissando le labbra del biondo quando non notò che il più piccolo gli stava guardando il cavallo dei suoi pantaloni. Ghignò e decise di prenderlo un po in giro «Jimin, guarda che se continui a fissarlo non diventa più grande» e mentre il biondo era diventato completamente rosso e i suoi amici ridevano a crepapelle, Yoongi pensò «Almeno non solo con lo sguardo mio piccolo Jiminie».

Tutti avevano voglia di bere qualcosa così Jin e Jimin andarono a prendere da bere, ovviamente sotto ordine di Yoongi. Appena arrivati al bancone in cucina Jimin sospirò, sentiva di aver trattenuto il respiro fino a quel momento, Yoongi lo aveva messo proprio in imbarazzo. «Su Jimin, stava scherzando e poi se si è accorto che lo guardavi vuol dire che ti guardava pure lui no? È una cosa positiva» disse Jin cercando di consolarlo mentre sceglieva le bottiglie di birra e una o due di alcolici che avrebbe portato agli altri. Jimin pensò alle parole del suo amico, e in effetti non aveva tutti i torti, anzi aveva ragione. Forse aveva una possibilità. «Jin..mi dichiarerò stasera!» disse con tono combattivo il biondo prendendo una bottiglia di soju che iniziò a scolarsi. «Ohi vai con calma, ho capito che toglie la tensione a non vorrai mica dirglielo da ubriaco fradicio» ridacchio il castano «Comunque ora dovremo allontanare gli altri» sorrise «Io e Jeongyeon siamo già pronti». Detto questo si riavviarono verso i divenenti dove erano seduti prima e Jin fece segno alla sua amica che dovevano fare ciò che avevano concordato nel cosa Jimin si sarebbe dichiarato quando erano tutti insieme. Con varie scuse Jeongyeon convinse Hoseok, Jungkook e Tae a giocare al birra pong allestito in giardino mentre Jin con molta difficoltà, e imbarazzo, trascinò con se Nam al bagno dicendo che non se la sentiva di andare da solo. Però per loro sfortuna anche Yoongi doveva andare al bagno così il povero Jimin rimase da solo. 

Aveva iniziato ad andare in giro per la sala, bevendo varie bottiglie di soju «Ma quanto cazzo ci mettono al bagno!?» pensò «Oddio e se stesse scopando?! NO!». Così mezzo ubriaco e preso dalla gelosia che Yoongi potesse davvero facendo ciò che aveva pensato, corse in bagno come una furia. Guardò nella fila per il bagno ma c'erano solo Jin e Nam che provavano a conversare. Dove cazzo era?! Andò al secondo bagno del piano che conoscevano soltanto i 7 amici e lo vide uscire da lì. Corse verso di lui e lo ributtò dentro la stanza piccola e angusta. «Cazzo Yoongi!» urlò il biondo ormai guidato dall'alcool, si stava per dichiarare?

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Capitolo 6
*** 06 ***


«Cazzo Yoongi!» il biondo lo mise al muro «Quanto cazzo ci metti a pisciare!? Io devo dirti una cosa importante e tu che fai?! Stai in bagno per ore facendomi pensare chissà cosa!». Jimin si abbasso all'altezza del cavallo dei pantaloni e annuso «Mmh non sai di sperma...».

«Perchè minchia dovrei sapere di sperma? E poi cosa ti piglia!? Jimin alzati!» il maggiore lo fece alzare e ribaltò le situazioni mettendo lui al muro. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi per far sbollentare la rabbia «Che volevi dirmi?» disse mentre si stava massaggiando le tempie. «Io volevo dirti che..che...» al ragazzo prese un po' d'ansia, ma poi l'alcool prese il sopravvento e sputò quelle parole in faccia al maggiore «MI PIACI YOONGI! CAZZO MI PIACI UN CASINO!! È DA MESI CHE SOGNO DI SCOPARE CON TE! E BACIARTI MA TU NON TI ACCORGI DI UN CAZZO! EPPURE MI SEMBRA CHE UN CAZZO TU CE L'ABBIA E ANCHE GROSSO!». Il maggiore ascoltò tutto il discorso con un ghigno sulle labbra. Piaceva a Jimin. Park Jimin voleva essere scopato da lui, e anche lui lo voleva. Perchè lui ricambiava gli stessi sentimenti del biondo da quasi un'anno. Però come sempre non capiva i segnali d'amore, da quanto era freddo. 

«Jiminie~ perchè allora non scopiamo?» ghignò «Sai..anche tu mi piaci, e se te lo stai chiedendo, no non mi piace solo il tuo bel culetto» disse con voce roca mentre prese a baciargli il collo e facendo avvicinare di più i loro corpi facendo scontrare i due bacini. «Yoongi..ma siamo in un bagno..» disse Jimin un po ansimante col viso tutto rosso. Anche se Yoongi non aveva fatto quasi praticamente nulla, apparte far strusciare i loro membri uno contro l'altro, il biondo si sentiva eccitato. Appena il più grande si allontanò per chiudere la porta a chiave si sentiva vuoto, per fortuna Yoongi ritornò subito da lui iniziandolo a dargli dei baci umidi lungo il collo. 

Yoongi inizio a sbottonargli la camicia mentre il minore faceva lo stesso con la sua. Mise una mano sul cavallo dei pantaloni e senti che il piccolo era già eccitato «Ti eccito così tanto Jiminie~?». Il minore annui e ansimò, la mano del ragazzo che tanto bramava aveva iniziato a massaggiare la sua lieve erezione da dentro i boxer. Le sue dita fredde a contatto col suo membro caldo lo fecero rabbrividire. Yoongi continuò così finche non sentì la sua erezione dura e pronta. A quel punto lo tirò fuori dai pantaloni «Lo vedi Jiminie? Ecco ora tu devi far diventare il mio cazzo duro come il tuo». Il biondo ormai andato nel mondo dei filmini mentali con un filo di voce acconsentì e si mise in ginocchio davanti all'erezione del maggiore che aveva fatto uscire dal tessuto stretto. Rimase impressionato dalla grandezza del maggiore e deglutì pensando che forse non sarebbe riuscito a prenderlo tutto in bocca. Yoongi vedendolo titubante gli accarezzò i capelli per rassicurarlo e lo guardò in modo dolce, dopotutto per lui quello non era solo sesso visto che provava qualcosa per Jimin. 

Il ragazzo leggermente più tranquillo prese il coraggio necessario e, anche grazie all'eccitazione e al desiderio di sapere di cosa sapesse il ragazzo che amava, avvicinò la lingua al membro del maggiore iniziandolo a leccare. Il verde venne pervaso da un brivido di piacere e iniziò ad ansimare. Jimin vedendo che al maggiore piaceva continuò più sicuro di se e iniziò a succhiarlo come solo lui sapeva fare. Lo aveva preso in bocca e dove non era arrivato lo masturbava con la mano. Non aveva mai smesso di usare la lingua. Mentre Jimin si faceva scopare la bocca, Yoongi non faceva altro che dire il suo nome ansimando e avvolte gemendo. La sua erezione era ormai bella che pronta tanto che del pre-sperma gli stava uscendo dal suo membro. Per quanto volesse continuare quella magia causata dalla bocca del minore, lui voleva metterglielo dentro prima di venire. Lo fece uscire dalla bocca del biondo, il quale lo guardò un po sorpreso e preoccupato, pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato o peggio che lui ci avesse ripensato. Yoongi avendo capito lo sguardo di Jimin lo rassicurò dicendogli con voce roca «Tranquillo, voglio solo passare al terzo step». Lo aiutò ad alzasi e lo prese in braccio facendo scontrare le loro erezioni. Entrambi gemettero e poi si sorrisero. Jimin allacciò le gambe ai fianchi di Yoongi e le braccia al suo collo. 

«Jiminie io entro..se ti faccio male dimmelo» dopo aver detto quelle parole Yoongi entrò lentamente in lui facendo gemere il più piccolo. «Yoongi-ah..va tutto bene..p-puoi andare anche veloce..» disse ansimando e sorridendogli. Il maggiore annui e iniziò a muoversi in lui non troppo lentamente ma nemmeno veloce, voleva goderselo quel momento. Entrambi ansimarono, e Jimin affondò le mani tra i capelli di Yoongi per avvicinarlo a se e baciarlo. Le loro lingue si scontrarono subito e si intrecciarono tra loro, soffocando i loro gemiti. 

Jimin, anche se Yoongi non gli stava toccando l'asta, sentiva che stava per venire. Stava pensando che aveva fatto bene a bere fino a essere mezzo ubriaco, perchè era sicuro che se no tutto ciò non sarebbe accaduto. «Yoongi-ah» gemette Jimin all'orecchio del maggiore che si eccitò maggiormente spingendo il suo membro fino in fondo facendo rigenera il minore che venne sul suo ventre. «Sei durato poco Chim Chim» sorride malizioso il verde andando più veloce. «È colpa tua e del tuo modo di scopare paradisiaco...però pensa a finire il lavoro..» rispose avventandosi nuovamente sulle sue labbra il minore.

E Yoongi così fece. Iniziò a muoversi più veloce e con affondi ben precisi sulla prostata, avvolte dandogli anche piccole spite tutte lì. Intanto Jimin non gli lasciava le labbra, se le stava divorando, gemendo. Al maggiore mancava pochissimo per venire. Qualche altra spinta un po più forte e secca lo fecero venire dentro Jimin. Entrambi gemettero sonoramente il loro nome, Yoongi con tono più roco mentre Jimin in modo più acuto.

«Per ora abbiamo finito Jiminie..» disse in modo affannato accarezzando i capelli di Jimin, il quale si era appoggiato sulla sua spalla per dargli piccoli e dolci baci sul collo.

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Capitolo 7
*** 07 ***


Mentre Yoongi e Jimin lo stavano facendo in bagno gli altri se la spassavo tra la mischia. O almeno quasi tutti.

Taehyung e Jungkook avevano perso di vista Hoseok e Jeongyeon, così iniziarono a girare tra i tavolinetti per vedere se li incontravano.
«Scusa Tae ma perché li stiamo cercando? Lasciamoli soli così magari..eheheh hai capito no?» disse il minore un po brillo. Si notava che aveva iniziato a bere da poco. Però non era l'unico, anche il suo amico stava peggiorando. Avvolte andava a sbattere contro le persone che ballavano e si metteva a ridere, seguito dal piccolo Kookie.
«Mmh hai ragione Kookie, hihihi lasciamoli soli a limonare» disse Tae incamminandosi verso un tavolino in cui si giocava al gioco della bottiglia «E magari limoniamo anche noi» rise. Junkook guardò il tavolo e c'erano più maschi che femmine «No no io non bacio nessun ragazzo vacci tu!».
«Ma quanto sei fifone!» rispose l'altro. «Ah Si?! Allora ti sfido! Se ci capita un maschio dobbiamo baciarlo senza esitazioni, chi non lo fa andrà a scuola vestito da ragazza» sorrise trionfo il minore pensando che Taehyung non avrebbe accettato la proposta. Ma così non fu. Il maggiore gli strinse la mano e lo trascinò al tavolo. Jungkook ancora basito si era trovato seduto tra Tae e una ragazza mora formosa con indosso degli abiti succinti che non gli toglieva gli occhi di dosso. Gli metteva ansia. 

Iniziarono a giocare e per ora era tutto tranquillo. Ai primi cinque giri i due amici non vennero toccati. Al sesto Tae dovette baciare una ragazza minuta che sembrava aver paura di lui dalla faccia che aveva, infatti quando Kook se ne accorse rise sotto i baffi e lo prese un po in giro. 
Un paio di giri dopo a Jungkook gli toccò baciare la ragazza vicino a lui, e mentre la tipa sembrava non vedesse l'ora lui aveva un aria terrorizzata, come la piccola ragazza che aveva dovuto baciare Tae. La mora si fiondo sulle labbra del povero Jeon e gli diede un bacio sporcandolo di rossetto mentre gli diede una palpatina al fondoschiena. Il ragazzo scattò sull'attenti e fece subito cambio posto con il suo amico, ritrovandosi accanto un tipo che sembrava urlare "Vado in palestra da quando son feto". 

Tra i vari turni iniziarono a portare anche da bere e decisero di aggiungere una regola: in base al numero che esce coi dadi si sceglie la durata e il tipo i bacio. Se veniva fuori un numero dispari si dava un semplice bacio mentre se usciva pari bisognava aggiungere la lingua. La durata si sceglieva in base al numero uscito.
I due amici un po più in ansia iniziarono a bere un po troppo per essere più rilassati. Kook lo fece anche per provare a dimenticarsi i 3 baci a stampo con la tipa mora.

Erano quasi totalmente ubriachi e ancora avevano baciato solo ragazze, finché la bottiglia che al primo giro si era fermata su Junkook al secondo si fermò su Taehyung. I due si guardarono in faccia con un espressione basita per non so quanto tempo, finché gli "spettatori" non si erano stufati di aspettare e iniziarono a fare il solito coretto che si fa quando due persone si devono baciare «Bacio! Bacio! Bacio!». 
Jungkook che era ancora specie in trance venne travolto da Taehyung, il quale stufo di sentire quel coretto stupido aveva preso coraggio e iniziò a baciarlo con la lingua. Perché si, a loro era capitato il numero due, un numero pari. Il ciò equivaleva a un bacio con la lingua da due minuti.

Kookie, per non perdere la scommessa, iniziò a ricambiare e appena la sua lingua si scontrò contro quella del maggiore, si sentì percorrere lungo la schiena un brivido di piacere. Lo stesso accadde a Tae, che spinto per l'appunto da questa scarica, prese il minore per i fianchi e lo avvicinò di piu a lui. Jungkook non indietreggiò, anzi mise una mano dietro al suo collo e iniziò ad accarezzare la pelle liscia e morbida del suo amico...o forse non solo amico.

Taehyung a sentire la mano del più piccolo toccare il suo collo si sentì bene, gli dava una sensazione di calore così piacevole da non volersi staccare più. Ma purtroppo i due minuti finirono e quando si senti il suono del timer impostato all'inizio squillare loro si staccarono, però senza rompere il contatto visivo. Si guardavano cercando di capire qualcosa, ma non sapendo nemmeno loro cosa. Così distolsero lo sguardo l'uno dall'altro e continuarono a giocare un altro paio di turni.
Almeno il pericolo, e l'umiliazione, di andare a scuola vestito da ragazza era sparito.

Intanto il nostro Seokjin inieme a Namjoon si erano incamminati in pista per ballare un po, più che altro Nam aveva convinto non si sa come Jin. Il maggiore, infatti, non sembrava molto sciolto e rilassato «Già sono una schiappa nel ballo se sono sobrio, se poi mi tocca ballare con Cipresso Man...divento io l'albero!».
Si vedeva che anche Namjoon non era un eccellente ballerino ma almeno non sembrava stesse per farsela addosso, quando in realtà il castano era appena uscito dal bagno. 

Continuarono a "ballare" fino a quando Jin iniziò a sentire più persone strusciarsi su di lui e avvolte anche palpargli il culo. Lui, disgustato, cercava di allontanarsi ma nulla, c'era sempre qualcuno che lo palpava, manco avesse il culo di Jimin. 

Nam, che dopo un po si accorse della cosa, infastidito dai ragazzi che lo toccavano, gli prese la mano e lo portò fuori in terrazzo. «Scusami per averti trascinato ma c'erano tutti quei tizi che si strusciavano su di te e non mi sembravi molto contento» disse il minore lasciando la presa e guardando il panorama in imbarazzo «Così ti ho portato in un posto dove potevamo stare un po soli in tranquillità».
Il maggiore a sentire quelle parole arrossì. Forse Namjoon aveva detto quelle parole tanto per dire o perché semplicemente è un buon amico, ma comunque Seokjin si senti felicissimo. Magari aveva qualche possibilità con il più piccolo.

Si avvicinò a lui e ,preso da questa speranza, chiuse gli occhi e gli chiese di getto «Nam ti piace qualcuno? Sei etero?».
Il ragazzo stava per rispondergli ma fu interrotto da un Jungkook che non riusciva a tenersi in piedi. «Hyung..voglio tornare a casa».

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Capitolo 8
*** 08 ***


Jin, insieme a Jungkook e Jeongyeon, era stato invitato a casa di Jimin per parlare della sera precedente. Seokjin e Jeong erano andati lì soprattutto per sapere come fosse andato a finire il piano per la dichiarazione a Yoongi, mentre Kook era andato soprattutto per non pensare alla sera precedente. Aveva ancora la testa piena di pensieri confusi, e alcuni di quelli lo spaventavano che voleva solo eliminarli.

Jimin aveva iniziato a raccontare tutto e ogni volta che procedeva col suo racconto diventava sempre più rosso, perchè lui sapeva che più andava avanti più si avvicinava alla parte in cui lui e il suo neo-fidanzati lo facevano in bagno. La cosa lo imbarazzava molto, tanto che alla fine decise di omettere quella parte dicendo solo che si erano baciati con passione ed erano andati a casa insieme.

«Oddio! Quindi state già insieme! Che carini!» Jeongyeon aveva iniziato a fare i soliti gridolini da ragazza shipper «Tu invece Jin hai combinato qualcosa con il fratellone? eh eh». Jimin e Jungkook si girarono di scatto verso il maggiore guardandolo con gli occhi e la bocca spalancati, a loro Jin non aveva detto nulla del fatto che avesse una cotta per Namjoon. «Jeongyeon!» la riproverò Jin leggermente rosso «Doveva rimanere fra noi finché non ne fossi sicuro!».

«Beh tanto sei sicuro no? Quindi fai finta che glielo hai detto tu» disse la ragazza mentre sorrideva come per farsi perdonare. «Jin io ti dico di Yoongi e tu non mi dici di Namjoon?! Traditore...» disse Jimin guardandolo offeso e incrociando le braccia, «Già, Jin non si fa così» gli fece il verso il maknae, facendo la mossa col dito che fanno le ragazze snob, ricevendo una cuscinata in faccia dal biondo. «Dai Jiminie~ perdonami, te lo avrei detto...prima o poi..ma te lo avrei detto!» fece il labbruccio il castano mettendo le mani unite per pregarlo «Farò qualsiasi cosa, ma perdonami».

Jimin, che prima gli dava le spalle, si gira verso di lui con un sorrisetto furbo «Vieni ad un appuntamento con me e Yoongi» diventò leggermente rosso «Non voglio stare da solo con lui, sono sicuro che sarei agitato per un non nulla. Quindi vieni». Seokjin lo guardò contrariato «Io non faccio il terzo in comodo, non vi reggo il moccolo». 

«Oh tranquillo non lo farai, inviterò un mio amico» disse una voce con tono divertito proveniente dalle scale. Tutti si girarono verso essa e videro uno Yoongi appena sveglio con solo dei bermuda addosso, ma l'ultimo particolare interessava solo Jimin e un po Jeongyeon, che gli fece una foto ridacchiando. «Che ci fai tu qua?» disse sorpreso Jin guardando prima lui e poi il biondo, che era diventato tutto rosso. «Oh Chimmie non gli hai detto che abbiamo dormito insieme? Pensavo che tra voi donniciole vi diceste tutto» disse il verde ridendo e andandosi a sedere vicino al fidanzato sul divano. Jungkook offeso si alzò in piedi e guardò il maggiore «Io non sono una donniciola! Loro forse si, ma io no!». «E allora che ci fai qua, al club dei pettegolezzi?» lo prese in giro Yoongi mentre abbracciava Jimin «Pensavo che tutti i presenti qua fossero venuti a sentire la favolosa avventura di sesso fra me e Jiminie nel bagno si casa Jung».

Stavolta quelli a balzare in piedi furono Seokjin e Jeongyeon «Sesso?! SESSO!? Quando pensavi di dircelo!?» si indicarono a vicenda guardando male Jimin che cercava riparo tra le braccia del suo ragazzo. «M-mi imbarazzava dirvelo...e poi anche voi mi avete nascosto della tua cotta per Nam!» controbatte il ragazzo diventando tutto rosso. 

Jungkook intanto assisteva alla scena shockato. Pensava che lui avesse avuto la sera più movimentata con il bacio tra lui e Taehyung, e invece i suoi hyung avevano fatto sesso in un bagno dove tutti potevano entrare da un momento all'altro. 

L'unico che sembrava divertirsi era Yoongi che rideva sotto i baffi «Su su ora sapete tutto, non ci sono altre sorprese. Tranquillo eomma, non ho messo incinto il tuo bimbo». Jin lo guardò male e si risedette, seguito dalla ragazza che aveva iniziato a fantasticare sull'accaduto. «Ma i maschi non rimangono incinti..» disse Jungkook perplesso non avendo capito la battuta di Yoongi. «Ma bravo il nostro piccolo Kookie, ha studiato biologia e il corpo umano!» lo prende in giro battendo le mani ricevendo in cambio solo uno sguardo spaventoso da parte del maknae «Comunque tornando alle cose "importanti", visto che il mio Chimmie vuole che tu venga con noi Jin, tu vieni. E magari ti porto Namjoon a farti compagnia, così ti puoi dichiarare e se sei fortunato te lo scopi pure, come abbiamo fatto io e Jiminie dopo che si è dichiarato».

Jin, sapendo che se lo avesse contraddetto sarebbe peggiorata la situazione, annui nascondendo il rossore sulle sue gote abbassando la testa. Per colpa di Yoongi aveva iniziato a pensare come sarebbe stato farlo con Namjoon.t

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Capitolo 9
*** 09 ***


Seokjin stava aspettando davanti al parco il cui si erano dati appuntamento lui e la coppietta felice insieme all'appuntamento al buio di Jin. Erano passati già quindici minuti dall'ora prevista e lui si stava leggermente irritando. Si lui era arrivato qualche minuto in anticipo ma anche loro si stavano facendo aspettare troppo, dopotutto erano loro che lo avevano obbligato. Il minimo che potevano fare era essere puntuali, secondo Jin.

«Aish! In tutto questo tempo sarei riuscito ad andare a casa e cambiarmi questa maglia!» si guardò l'indumento giallo preoccupato «È troppo sgargiante, mi stanno fissando tutti..aish!». Iniziò a torturarsi le dita, si sentiva a disagio quando lo fissavano. Pensava di avere sempre qualcosa di strano e quindi si faceva tremila paranoie.

Erano passati altri cinque minuti e ancora nessuno si era fatto vivo. Così Jin prese il telefono e iniziò a cercare tra i contatti "Mincadosulsedere". Fece partire la chiamata ma qualcuno gli si parò davanti all'improvviso facendogli prendere uno spavento tale che fece cadere il telefono. Jin irritato chiuse gli occhi per calmarsi «Aish!! Yoongi è la seconda volta che mi fai lanciare il telefono!! Vuoi forse farmi il regalo di compleanno in anticipo!? EH!» si massaggiò le palpebre con le dita.

«Ehm..Jin-hyung io non sono Yoongi, sono Nam» disse divertito il ragazzo prendendo il telefono da terrà per poi porgerlo al proprietario, ormai tutto rosso «La cover è rosa, ti piace così tanto il rosa hyung?». Il maggiore prese il telefono e evitò il suo sguardo «Non è che mi piace..era l'ultima cover rimasta..» provò a giustificarsi, senza motivo, solo perchè credeva che se avesse detto che lo amava lo avrebbe preso in giro. «Ah davvero? Beh è comunque adorabile. È carina, Pink Princess» sorrise il più piccolo mostrando le sue fossette «Ovviamente anche tu sei carino! Il giallo ti dona» comparì del rossore anche nelle sue guance. «Oh grazie» finalmente lo guardò «Anche tu sei proprio figo! Cioè stai benissimo con quei vestiti..». Entrambi si fissavano, accompagnati da un silenzio imbarazzante. Entrambi volevano dire qualcosa, ma non sapevano cosa.

«Quanto ci mettono quei due..» nell'esatto momento in cui pensò quella frase comparvero i due fidanzatini mano nella mano che si sorridevano e si davano bacini. «Da volta stomaco..» dissero all'unisono Namjoon e Seokjin per poi ridacchiare.

Dopo la ramanzina di Jin hai due per averlo fatto aspettare così tanto, la "litigata" tra lui e Yoongi, le scuse di Jimin dicendo che era colpa sua perchè non sapeva cosa mettersi e le risate di Nam, il quale poi fu messo in mezzo alla discussione, andarono felicemente al cinema. «Allora che film vogliamo andare a vedere?» chiese Namjoon guardando il tabellone degli orari, «Train to Busan» gli rispose in modo ovvio Yoongi avanzando nella fila. «Cheee?? Ma è un horror!» Jin e Jimin guardarono interdetti il ragazzo dai capelli verdi. «E allora? Mica avrete paura?» rise Yoongi ricevendo solo degli sguardi freddi «Aaah! Non fa neanche tanto paura dai!» li guardò male anche lui, e i due un po' spaventati non replicarono più. Era ormai arrivato il loro turno, così dopo aver dato i soldi per i biglietti a Yoongi, chiesero quattro posti vicini per il film. «Oh mi spiace signore, i posti nella sala normale sono finiti» la ragazza dietro il vetro smanettò qualche secondo al computer o poi riportò l'attenzione su di loro, tutta sorridente «Se volete però abbiamo dei posti liberi nella sala per doppiette. Vanno bene comunque?». «Li prendiamo» ghignò Yoongi.

«Yoongi perchè devo stare io con Namjoon?» sussurrò Jin all'orecchio del suo migliore amico. «Non vorrai mica dividere me e il mio Jiminie?» fece gli occhi dolci Yoongi per poi cambiare subito espressione, diventando più maliziosa «E poi sarà una buona opportunità per te e il gigante. Soli soletti, vicini vicini, potrebbe succedere qualcosa no?» gli fece l'occhiolino l'amico mentre scendeva i gradini per andare al suo posto. Jin respirò profondamente e si guardò in giro, tutte coppiette che li fissavano. Gli ritornò la stessa agitazione di prima al parco. 

Si sedette al suo posto seguito da Namjoon,che portava i loro pop-corn, per lui salati mentre per Jin caramellati. «Aish..perchè ci fissano tutti» sussurrò il maggiore iniziando a mangiare i pop-corn per scacciare l'ansia. «Perchè non ti piace che ti guardino?» chiese Nam smettendo di guardare lo schermo, che mandava in onda la pubblicità, per concentrarsi sul castano. «Mi sento in imbarazzo poi, penso di avere qualcosa fuori posto» rispose continuando a mangiare. Il minore sorrise «Forse ti guardano perchè sei bellissimo. Non ci hai mai pensato?». Seokjin arrossi e sorrise di rimando, oggi gli stava facendo tanti complimenti, si sentiva in paradiso. «Io bellissimo? È una nuova barzelletta vero?» si girò verso Namjoon trovandoselo a pochi centimetri di distanza «Perchè sempre cosi? Ci sono troppi dèja vu». Il cuore di Jin iniziò a battere più velocemente. Era solo la sua immaginazione o Nam si stava avvicinando sempre di più a lui con il viso? Era proprio così. «Ma una volta non si sentivano solo le farfalle? Perchè io sento un intero zoo nello stomaco?» pensò Jin ancora immobile ingoiando la saliva per l'agitazione e mordendosi un labbro. Sentiva lo sguardo di Namjoon ardere su quel labbro, in realtà su tutto il corpo. Fra poco si sarebbero baciati.

«Qua fa proprio caldo eh? Non hai caldo con la felpa» si allontanò di scatto il maggiore iniziando a divorare i pop-corn fissando il suo sguardo sullo schermo «Oh guarda è iniziato il film» rise nervoso. Non osò guardare il viso di Nam, era sicuro che se l'avesse fatto sarebbe stato in pericolo. Il suo fragile cuore sarebbe stato pervaso da troppa emozione, che poi lo avrebbe portato a commettere un errore. Perchè lui era fortemente convinto di non piacere a nessuno in quel modo, anche dopo ciò che era appena successo.

Il film, ormai bello che iniziato, stava diventando a essere sempre più pauroso, e avvolte anche agghiacciante. Jin durante una delle scene clou del film si prese un tale spavento che afferrò l'unica cosa vicina a lui, la mano di Namjoon. L'altro la strinse subito con la sua e il castano si senti più tranquillo, una sensazione rilassante aveva invaso il suo corpo grazie a quel contatto. Rimasero così fino alla fine del film, anche durante la parte finale, la più commovente, durante la quale Jin iniziò a piangere silenziosamente. 

Appena le luci si riaccesero i quattro amici si alzarono e uscirono della sala. Jin non era il solo che aveva pianto, anche Jimin si era talmente commosso che il suo viso si era rigato di lacrime, e Yoongi lo teneva stretto a se confortandolo e dandogli avvolte qualche bacio. 

Si ritrovarono davanti al cinema. «Ragazzi io porto Jimin a casa, ha detto che dopo quel film non ha più le forze per fare nulla» Min si gira per guardare il suo fidanzato seduto su una panchia per poi rigirarsi verso di loro «Volete un passaggio?».
«Tranquillo Yoongi io posso andare a piedi, abito qua vicino» sorride Jin porgendogli una tavoletta che aveva comprato prima «Dagliela gli tirerà su il morale». «Io resto con Jin, lo accompagno» disse Nam mettendo una mano sulla spalla di Jin.

Dopo essersi salutati, i due iniziarono a incamminarsi verso casa di Jin. «Nam, io non ho tanta voglia di andare a casa. Ti va di fare un giro alla sala giochi» disse Jin sorridente sperando che "l'amico" acconsentisse. Nam annuì, così si diressero verso la sala giochi. 

Dopo più o meno due ore di giochi strani e risate erano tornati a casa loro. Jin si buttò sul letto e ripensò alla giornata trascorsa, si sentiva felicissimo ma allo stesso tempo in imbarazzo. Più o meno come una ragazzina innamorata. Iniziò a saltare sul letto felice finché non sentì la notifica del cellulare. Lo sbloccò e si ritrovò un messaggio da "Cipresso Man <3":

Cipresso Man <3
Grazie mille per la giornata Jin, mi sono divertito un casino!! *3*

Pink Jinnie •^•
No no grazie a te ;)

Pink Jinnie •^•
E grazie per avermi tenuto la mano al cinema..avevo davvero paura T^T

Cipresso Man <3
Ahahah di nulla

Cipresso Man <3
Notte Pink Princess~

Pink Jinnie •^•
Notte mio princip|

Notte Cipresso Ma|

Notte Nam~

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Capitolo 10
*** 10 ***


Era la pausa pranzo e i sette amici stavano chiacchierando sulle ore di lezione passate. «Quello messo peggio qui è Jin hyung» ridacchiò Hoseok guardando il suo amico seduto di fronte a lui e disteso sul tavolo con un asciugamano al collo. «Oh si eomma ha appena finito due ore di danza» Yoongi gli da delle pacche sulle spalle «Il poverino è l'ultimo della classe, quindi la prof gli da doppi esercizi» ridacchia non curandosi dell'occhiataccia di Jin, poco paurosa per via della stanchezza. Non riusciva nemmeno a replicare da quanto era stanco. «Hyung dovresti mangiare se sei così distrutto» disse Jimin passando il suo hamburger al maggiore «Tieni io faccio metà con quello di Yoongi».
«Che?! Metà?! No no io me lo mangio tutto» disse il verde nascondendo il panino «Poi sacrificare il tuo panino per questo vecchiaccio? No, tu devi mangiare tesoro» sorrise e gli mise il panino in bocca.
«Yoongi il tuo fidanzato non è un cane..» disse Taehyung un po divertito. «Già Tae ha ragione. Sappiamo tutti che Jimin ogni volta che ti vede scodinzola, ma su non renderlo evidente a tutti» disse Jungkook ridacchiando guardando Jimin, con ancora il panino in bocca, e poi Tae sorridendo. 
Anche il maggiore gli sorrise ma appena gli ritornò in mente il bacio, ritornò serio contagiando in più piccolo che rigirò lo sguardo verso Jimin. Ancora non avevano parlato dell'accaduto, e sembravano non aver intenzione di parlarne. In quei giorni infatti non si erano rivolti la parola, tranne per i saluti.

Tutti si girarono verso i due guardandoli strano, anche Jin trovò la forza di farlo. «Che vi succede? È da qualche giorno che non parlate mai, di solito siete i più chiassosi» disse Hoseok guardandoli preoccupato. «Non avrete litigato?!» disse allarmato Jimin «Voi non litigate mai!». I due non dissero nulla e guardarono in basso.

Anche Jin stava per dire qualcosa ma fu interrotto dalla voce di una Jeongyeon tutta felice «Jin oppa~ ti ho portato il pranzo!». La ragazza, euforica, posò il vassoio davanti al Jin morente. Sentiva troppo silenzio così si mise a osservare i sette girando intorno al tavolo. «Ehm..che succede oppa?» chiese la ragazza a suo fratello Namjoon «Perché fissate in modo strano Bunny e Alien?». Nam si avvicinò all'orecchio della sorella e sussurrò «Quei due non parlano da troppo, la cosa ci preoccupa. Tu sai qualcosa?».
La ragazza fece "no" con la testa e si mise a guardare anche lei i due ragazzi, erano veramente troppo seri. Lo erano tutti. Così, stufa di quel silenzio, parlò «Aspe! Non è che come nei drama dove i due best friend si baciano e poi non si parlano?! Sembra la stessa situazione!» scherzò la castana facendo sputare a Tae il the che stava bevendo e facendo alzare di scatto Kook leggermente rosso, mentre gli altri guardavano i due in modo stupito. Yoongi si strozzò anche col panino che stava mangiando, e Jin si tirò su all'attenti guardandolo paralizzato. Diventò anche un po rosso ricordandosi del quasi bacio con Nam al cinema.

«Noi non ci siamo baciati! Io sono etero! Guardatemi! Sprizzo eteraggine..no aspetta eteragginità...forse eterosessualità... Va be sprizzo quella cosa dai tutti i pori!» disse Jungkook, ancora leggermente rosso, dicendo il tutto molto velocemente.

Yoongi, che grazie al suo fidanzato era riuscito a respirare correttamente, guardò Jungkook e disse «Tu spizzi stupidità da tutti i pori, e dal tuo bastoncino lo sperma piccolo bimbo innocente». Gli altri iniziarono a ridere, invece Kookie si sedette incrociando le braccia e dando loro le spalle. 

Namjoon, volendo portare il sereno, decise che era il momento di proporre la sua idea. Andare tutti al nuovo Luna Park aperto in periferia. Così richiamò l'attenzione degli altri e iniziò a parlare dell'idea che pareva entusiasmare tutti. Anche Jungkook si era girati per ascoltare, era veramente un bambino. «Più o meno che giorno volete fare? Io proporre un-» continuò a dire Nam finché non si sentì chiamare da una voce a lui stranamente familiare. Si girò per guardare da dove provenisse quella voce, vide un ragazzo biondo platino correre verso di lui continuando ad urlare il suo nome. Anche gli altri guardarono quella figura incuriositi, soprattutto Seokjin che appena li vide abbracciarsi chiese spiegazioni a Jeongyeon. «Lui è Jackson il migliore amico di mio fratello» gli rispose la ragazza mentre salutava con un cenno della mano il ragazzo.

«Jackie cosa ci fai qua? Non eri tornato in Cina?» disse tutto contento Namjoon. «Si ma sono tornato per l'Università, così i miei mi hanno lasciato iscrivermi qua. In più volevo rivederti Joonie, mi sei mancato un casino» gli spiegò Jackson sistemando i capelli di Nam.

Jin intanto guardava tutta la scena infatidito. Già quel Jackson non gli piaceva, sentiva che tra i due non c'era solo amicizia. O almeno era quello che credeva il maggiore. E lo credette ancora di più quando Sto tizio iniziò ad massaggiare e accarezzare la spalla e il braccio.
Così si riavvicinò all'orecchio di Jeongyeon «Sei sicura che siano solo ma proprio solo amici?». Anche la ragazza lì guardò attentamente «Sai, adesso ne sono meno sicura».

Namjoon si rigirò verso i suoi amici e presentò il "nuovi arrivato" «Ragazzi lui è Jackson Wang, Jackie loro sono i miei amici» sorrise.
«Piacere» disse il ragazzo biondo platino che venne ricambiato allo stesso modo da tutti tranne che da Jin che restò muto.
«Joonie questo sabato usciamo?» chiese Jackson prendendogli le mani per fargli dondolare le braccia. Nam ridacchiò e annui «Si dai, va bene. Vuoi sederti con noi a mangiare?». Il ragazzo si avvicinò di più al tavolo «Yep, il mio Joonie e io avremo un appuntamento dopo tanto tempo».

Jin a quel "mio" e quell' "appuntamento" diventò più geloso di prima. Iniziò a guardare sempre con più rabbia il presunto amico di Namjoon e la sua aura era diventata spaventosa. Sentiva che sarebbe scoppiato. 

E così successe. Quando anche Nam tornò a sedersi vedendo ché in otto erano stretti chiese agli altri se potevano stribgersi un po così ci sarebbe entrato anche Jackson. 

«Ah certo per lui dobbiamo stringerci. Ne ho abbastanza. Fanculo!»

Il maggiore si alzò in modo poco delicato e disse con tono acido «Tranquillo me ne vado io». E detto ciò lo fece. Sotto gli sguardi sorpresi e interrogativi dei suoi amici e di Quel tizio, se ne andò velocemente dentro la scuola pee andare nella sua sala di musica preferita. «Per colpa di quel Draco Malfoy fatto male non ho nemmeno mangiato!» si tocco la pancia vuota, per lui il cibo era una cosa sacra.

Più di avvicinava al suo rifugiò più la rabbia si tramutava in malinconia. Alcune domane gli giravano in testa senza sosta, senza volergli dar pace. Appena entrò nell'aula si accasciò sulla tastiera del piano forte «E se stesero veramente...insieme?..» pensò ad alta voce il castano. 

Lui voleva scoprirlo a tutti i costi. Così durante quel sabato, in cui Namjoon e Jackson avevano "l'appuntamento", Seokjin iniziò a seguirli portandosi dietro la scorta.

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Capitolo 11
*** Speciale ***


-Kakao Talk-

PinkJinnie ha creato il gruppo "Usciamo."

Jiminie🍙
hyung..abbiamo già un gruppo dove decidiamo le uscite

Kook🍪🐇
già, e poi perché siamo solo in 4(?)

PinkJinnie🐻
perché voglio uscire tra noi..come dice yoongi siamo le 4 comari no?🙆

JY_Pervy😏
e dove vorresti andare scusa? e poi organizzarsi la mattina stessa?!

Kook🍪🐇
però anche io voglio uscire...

PinkJinnie🐻
bravo kookie! così mi piaci!! quindi io ho già il programma pronto!

Jiminie🍙
cosa?! ma. tu mi spaventi...

Kook🍪🐇
abbiamo un eomma inquietante..

va be sentiamo il programma

inquietante...

PinkJinnie🐻
allora pensavo di fare un giro in città, andare al luna park, al centro commerciale e a quella nuova pasticceria in centro

JY_Pervy😏
siiii!! è da anni che non vado al luna park~

Kook🍪🐇
vengo solo se andiamo alla casa stregata hihihi

Jiminie🍙
..la casa stregata no...🙏😵

PinkJinnie🐻
casa stregata sia...

JY_Pervy😏
ma aspe..è lo stesso programma di Nam e Jackie..

ASPE! 

non vorrai mica...

Jiminie🍙
SEGUIRLI!

Kook🍪🐇
stalkerarli...

non vengo.

PinkJinnie🐻
non voglio stalkerarli...solo fare un giro..

Kook🍪🐇
i puntini non convincono😑

JY_Pervy😏
DI LA VERITÀ!

Jiminie🍙
Jin...

PinkJinnie🐻
ok ok è vero!

ma capitemi!

LO HA ABBRACCIATO!!

JY_Pervy😏
io ci sto.

*prepara il borsone con i binocoli e il necessario*

Jiminie🍙
dobbiamo per forza?..

Kook🍪🐇
non vengo.

PinkJinnie🐻
MI DOVETE TUTTI E DUE UN FAVORE!

io posso ricattarvi.

voi lo sapete.

Jiminie🍙
vengo...

Kook🍪🐇
sappi che ti sto odiando..

JY_Pervy😏
yeeee~ luna park~

PinkJinnie🐻
bene ci si vede fra 5 ore~

vi voglio bene~

Kook🍪🐇
io no.

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Capitolo 12
*** 11 ***


Seokjin, insieme alla squadra di "spie" che aveva creato, stava aspettando su una panchina l'arrivo dei due ragazzi che avrebbero seguito. I due si erano dati appuntamento davanti al centro commerciale, da quel che aveva detto Jeongyeon avevano accantonato il giro in città per passare più tempo a fare shopping. «Mi spiegate perchè voi due siete vestiti con il mimetico e tu tutto di nero? Vestirvi normali no eh..» disse Jungkook guardando basito i tre seduti vicino a lui. Lui era l'unico vestito normale, con dei jeans e una maglia. «Mi sembra ovvio! Per mimetizzarci!» rispose convinta Jeongyeon «Però Jimin, io non mi sarei vestito di nero in quel modo..ti si nota». Il biondo si guardò i vestiti un po deluso «Forse hai ragione..». «Tranquillo Jiminie» gli sorrise Jin. Jungkook li guardò ancora più basito «Mi state prendendo in giro? Mica siamo nella giungla che per mimetizzarvi dovete vestirvi così! Date solo più nell'occhio! Io mi chiedo se voi siete-» il minore fu interrotto dalla sua amica che iniziò a urlare «Eccoli!!». La ragazza stava indicando due ragazzi vestiti molto bene «Andiamo muovetevi!» si alzò prese la borsa e poi segui le due "prende" all'interno del centro commerciale. «Mi arrendo..» disse Kook seguendo i suoi hyung che a sua volta seguivano la sua noona. Stavano vagando per tutti i tipi i negozi, da quelli di abbigliamento a quelli di videogames, a quelli di scarpe, fino a quelli sportivi. E ovviamente la piccola squadra dei 3 moschettieri più D'Artagnan li seguiva ovunque, ricevendo molte volte degli sguardi incuriositi, confusi o addirittura spaventati, ma loro non sembravano accorgersene. Solo Kookie li aveva notati così per non farsi riconoscere aveva messo un cappellino e degli occhiali, era tremendamente imbarazzato per i suoi hyung. «Uh sono entrati nel mio negozio preferito!» disse entusiasta Jeongyeon correndo all'interno nel negozio, ma subito dopo fu ributtata fuori dal "buttafuori" «Perchè non posso entrare!? Io vengo a fare sempre shopping qua!» chiese un po, ma proprio poco poco, irritata la ragazza. Non ricevette nessuna risposta dall'omone che la ignorava salutando un gruppetto di ragazze ben vestite che stava entrando nel negozio. Iniziò a guardare male il tipo «Solo perchè sono vestita così...» disse avviandosi verso i suoi amici che la guardavano da lontano ridacchiando. «Dobbiamo aspettarli qua» disse scocciata. I quattro stavano aspettando da quasi un ora. «Mi spiegate quanto ci mettono?» disse Jin sbattendo il piede a terra frustrato e pensando le peggio cose su quei due da soli nel camerino. Provava a scacciare quei pensieri ma gli stava difficile, dopotutto era da giorni che aveva il pensiero fisso di quei due abbracciati sul letto, o di loro mano nella mano sotto i ciliegi in fiore. Voleva andarci lui a passeggiare sotto i ciliegi in fiore con Namjoon. A ripensare a tutto ciò iniziò a rattristarsi e a pensare che ciò che stava facendo forse era inutile, forse quei due si piacevano veramente e lui si era solo illuso. Quando, però, li vide uscire dal negozio mentre discutevano pensò che forse un briciolo di possibilità la aveva. Così quando i due iniziarono a camminare abbastanza distaccati a confronto di prima iniziò subito a seguirli insieme agli altri. Erano arrivati al luna park e ancora non avevano spiccicato parola, Jin si sentiva felice, pieno di speranza, ma allo stesso tempo un po in colpa, dopotutto non è bello essere felice per le disgrazie altrui. O almeno era il pensiero del castano. Iniziarono con le montagne russe, in cui salirono anche loro obbligati da Jungkook, che sfinito di seguirli quasi senza scopo, li persuase con uno sguardo per nulla dolce. Si erano messi le cinture, i quattro di trovavano in fondo al "treno" mentre Jackson e Namjoon erano all'inizio. Mancava poco alla partenza e, mentre il maknae e Jeongyeon erano super eccitati, Jimin e Jin stavano rivalutando la possibilità di scendere. E lo avrebbero pure fatto se la giostra non si mise in moto, prendendo i due alla sprovvista che iniziarono subito ad urlare abbracciati l'uno all'altro. Intanto i due davanti a loro se la ridevano urlando avvolte degli "Wow!" o degli "Più veloce!" o addirittura "Dopo facciamo un'altro giro vero hyung?!". Appena scesi le due povere vittime si accasciarono sulla ringhiera dell'uscita cercando di riprendere le forze «Mai più...non salirò mai più su sta cosa..» disse col fiatone il maggiore vedendo il biondo annuire di rimando. «La prossima volta ci portiamo tutto il gruppo su!» disse euforico Jungkook dando una bella pacca sulla schiena ai due ancora mezzi morti, che dopo la pacca molto delicata di Kook si sentivano ancora peggio. «Dai vecchietti muovetevi se no li perdiamo!» disse la castana dirigendosi verso la casetta dove di solito si prendono le foto scattate sulla giostra. Jimin e Seokjin si avviarono verso di loro con difficoltà e dicendo cose incomprensibili. Arrivati tutti lì videro i due amici ridere per la loro foto, in cui Nam sembrava pregare mentre Jackie era totalmente terrorizzato. «Non la prendiamo vero? La mia bellissima immagine non può essere rovinato da quella foto!» disse Jackson cercando di non ridere. «Aish! Per stavolta ti accontento perché sono venuto male anche io» rise anche Namjoon. I due amici si erano riavvicinati. Intanto Jeongyeon e Jungkook senza farsi vedere erano andati a comprare due copie delle loro foto «Un regalino per voi hyung» disse Kook col suo sorriso da coniglietto sul volto. Diede ai due una foto ciascuna dove c'erano loro che si abbracciavano con gli occhi chiusi e la bocca spalancata per urlare. «Siete proprio fotogenici» li prese in giro Jeongyeon trattenendo una risata. I due hyung la guardarono male, o almeno ci provavano, non avevano le forze manco per quello, «Dai allora vediamo la vostra. Tanto si sa che sulle montagne russe prima che si viene decenti in foto servono anni» disse Jin con le orecchie un po rosse. Così la ragazza gli passo la stampa fiera di se «Beh a me non sembra». Nella foto c'erano lei e Kookie che facevano il segno della vittoria sorridendo, non riuscivano a crederci. «Avete sicuramente pagato il tipo lì per photoshopparvi la foto!» disse Jin restituendo la foto alla proprietaria iniziando a camminare con grande falciate verso un altra giostra in cui stavano per andare i due "sospettati". Ridendo per la reazione e la faccia di Jin, anche loro ripresero a seguirli. Avevano fatto tutti i tipi di giostre e nessuno sembrava stancarsi, appare Seokjin e Jimin che alcune attrazioni gli facevano proprio stremare. Come ad esempio la tanto amata, da Jungkook, casa stregata che aveva fatto diventare la pelle radiosa dei due bianca più del latte. «Quanto pensano di continuare? Non sanno che qua c'è qualcuno in fin di vita?» disse Jin sventolandosi davanti al viso una delle mappe del parco che regalavano una volta entrati. «Su su, Jin non esagerare abbiamo fatto tipo quasi tutto il parco mancano le giostrine per i bimbi piccoli come Kookie» disse la castana sorridendo divertita. «Ah ah ah» disse il minore guardando un po male Jeongyeon per poi aggiungere «E comunque mi spiace ma loro non lo sanno, sai siamo "spie"». Questo lo sapeva anche lui, ma sarebbe stato eternamente grato a Nam, e forse anche al Draco Malfoy coreano, se avessero preso almeno una pausa. Per sua fortuna fu così. I due uscirono dal parco divertimenti, secondo la sorella di Namjoon stavano andando nella nuova pasticceria nella grande piazza difronte al parco. Li seguirono fuori cercando di non perderli tra la folla. Ci stavano riuscendo finché un paio di bambini non li fermò. «Wow! Ci sono le guardie!!» urlò uno dei due facendo avvicinare altri bambini. «State portando in carcere questo ladro?» disse una bambina indicando Jimin, che era vestito tutto di nero. «Non è un ladro! Secondo te che ci fa un ladro al parco giochi!» disse un altro bimbo con aria da saputello. «Io dicevo un ladro di bambini!» disse un po stizzita la piccola facendogli la linguaccia. Intanto Seokjin, Jeongyeon e Jungkook se la ridevano sotto i baffi, mentre Jimin era quasi shockato, non pensava di sembrare un ladro...di bambini. Si fece un po avanti un bambino un po minuto con i capelli neri e lo stesso sguardo di Yoongi. Jimin si stava quasi intenerendo davanti a quel Yoongi in miniatura ma si pietrificò quando il bimbo in questione apri bocca «Si dice pedofilo». A quel punto solo per miracolo gli altri tre riuscirono a non scoppiare dal ridere davanti a quei piccoletti che sotto un po di aspetti, gli ricordavano loro. «Tranquilli piccoli, ora io e il capo ufficiale Kim portiamo questo pedofilo in carcere» disse Jeongyeon provando a rimanere seria, riuscendo così ad allontanare i piccoletti. Scoppiarono a ridere. «Aish! Ragazzi dai smettetela..» disse Jimin ancora traumatizzato. «Ok ok, ricominciamo il nostro "lavoro"» gli rispose Jungkook provando a non ridere, ma lo trovava veramente difficile, come Jin e Jeongyeon. Si guardarono intorno e non videro più Namjoon e Jackson. «E ora che facciamo?» chiese Jimin continuando a cercarli tra la folla. «Proviamo a destra?» rispose incerta la castana continuando anche lei a cercare il fratello e il suo amico. Intanto Jin intravide pochi metri più avanti l'insegna di una pasticceria. Si diresse abbastanza velocemente verso essa sperando fosse quella giusta. Ma appena fu arrivato davanti alla vetrina del negozietto sperava tutto il contrario. Pochi metri più avanti c'erano il ragazzo che gli piaceva di spalle che stava baciando il Malfoy coreano.

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Capitolo 13
*** 12 ***


Rimase immobile con lo sguardo fisso su quella scena. Il mondo intorno a lui era diventato nero. Non vedeva e sentiva nulla, a parte quei due e il suo cuore frantumarsi. Nemmeno la voce di Jeongyeon gli arrivò all'orecchio, anche se stava a due centimetri da lui. Era isolato da tutto tranne che dalla sua sofferenza.

Anche gli altri si accorsero dei due e ci rimasero di sasso. Pure Jungkook che sapeva poco o nulla dei sentimenti così forti di Seokjin verso Namjoon, il quale sembrava non volersi staccare da quel bacio che aveva fatto diventare l'espressione felice di un ragazzo solare in un espressione di eterna tristezza. In un espressione vuota, senza anima. 

I quattro tornarono a casa senza proferire parola.

Jungkook appena entrò in casa salutò in modo fiacco i suoi genitori e andò in giardino per riflettere in pace. Si sentiva triste per il suo hyung, vederlo con quell'espressione nuova nel suo volto per lui, gli aveva fatto quasi paura. Uno "stupido" bacio poteva far così tanto male? Poteva far provare delle emozioni così forti? Jungkook rispose alla sua stessa domanda. Si. 

Pensando al bacio tra Namjoon e Jackson gli venne in mente anche quello tra lui e Taehyung. Anche quel bacio gli aveva fatto provare un emozione, anche abbastanza forte, forse significava qualcosa? Jungkook ci doveva riflettere molto attentamente.

Intanto Jimin era a casa di Yoongi a farsi una doccia per provare a togliere quell'orribile tristezza dal suo corpo, provando a illudersi che fosse tutto solo un sogno. Un brutto sogno. E ci sarebbe anche riuscito se appena andato in sala non vide Yoongi sorridere difronte alla foto scattata sulle montagne russe. «Vi siete proprio divertiti eh» disse il maggiore mostrando la foto a Jimin che appena vide il viso del suo hyung ripensò a quell'espressione spaventosamente triste e vuota. Il viso del biondo iniziò a rigarsi di lacrime silenziose rimanendo con lo sguardo triste sulla foto. Yoongi che prima sorrideva diventò subito preoccupato e, lasciando la foto sul divano, corse dal suo Jiminie per abbracciarlo. Provò a chiedere spiegazioni ma nulla, Jimin non riusciva a parlare. Poteva solo stringere e bagnare la maglia del suo fidanzato che provava a farlo calmare.

Jeongyeon invece non andò a casa, appena arrivata sotto il palazzo le si chiuse lo stomaco. Non voleva vedere suo fratello in quel momento. Così andò verso la sala prove nella palestra poco lontana da casa sua. Doveva sfogarsi e l'unico modo che conosceva, oltre parlare col fratello, era ballare. Si cambiò velocemente con le cose che lasciava nel suo armadietto, nel caso si dimenticasse la sacca a casa, e entrò nella sala con il parquet iniziando subito a ballare. Prima in modo lento, pieno di malinconia, poi in modo quasi rabbioso e dopo ancora in modo malinconico. Stava esternando tutto ciò che provava senza sapere che qualcuno la stava osservando stranito e ammaliato. Hoseok aveva capito da quei movimenti che le era successo qualcosa.

Mentre i suoi tre amici si sentivano male per lui, Seokjin si sentiva completamente svuotato da ogni emozione, come se la sua anima fosse sparita e lui fosse solo un contenitore vuoto, una bambola.  Quando era entrato in casa non si era preoccupato di nulla, era solo andato in camera e si era seduto, portandosi le ginocchia al petto, sul letto iniziando a piangere senza sosta guardando la finestra, come se quella fosse la vetrina della pasticceria. 

Stava ripensando a tutti i momenti con Namjoon che lo avevano illuso di poter anche solo avere un briciolo di relazione con lui, tutti quei "Pink Princess" che lo avevano ingannato. Si sentiva come usato, anche se in realtà Nam non aveva fatto nulla. Aveva fatto tutto lui, illudendosi con tutti quei sogni, quei fulmini mentali che lo facevano viaggiare, quelle parole a cui lui dava troppa importanza. Si sentiva letteralmente morto dentro. 

Il suo respiro irregolare, dovuto al pianto disperato, si faceva sempre più mozzato. Non riusciva quasi più a respirare. E anche per questo la sua testa stava scoppiando.
Voleva togliersi da dosso tutto quel dolore, ma non sapeva come. Di sicuro non si sarebbe affogato nel cibo. Anche se lo rendeva felice, il suo stomaco si era chiuso, come una morsa. 

Iniziò a pensare. 
«Cosa fanno le persone quando provano così tanto dolore dentro di se..?» era la domanda che ronzava nella sua mente. 
Si guardò in torno cercando suggerimenti e ne trovò uno proprio sulla sua scrivania. Il flaconcino con dentro le sue più pillole per lo stress e l'insonnia che di solito usava durante il periodo degli esami. 

Pensò che se ne avesse presa una dose maggiore del consentito avrebbe potuto anche farsi "del male fisico". Così si alzò dal letto e si posizionò davanti alla scrivania. Aprì il flacone e cercò di versarsi sulla mano una grande quantità di pillole, ma la sua mano tremava, aveva paura. Forse era insicuro su ciò che stava facendo? Si lo era. 

Prese una sola pasticca e lasciò il flaconcino sulla scrivania. Non poteva andare in coma per questa motivazione. Non voleva e non ne aveva il coraggio. Nonostante tutto lui non voleva finire la sua vita così. 

Ritornò sul letto e si distese sotto le coperte, aveva bisogno di calore, come se qualcuno lo stesse amando. 
La pasticca fece quasi subito effetto e Seokjin si addormentò.

"Quel sentimento" forte lo stava portando a fare una cazzata. Non doveva ricredere all'amore. Non doveva ricadere nella trappola degli innamorati un'altra volta, come tanto tempo fa.

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Capitolo 14
*** 13 ***


Era passata una settimana da quel giorno, ed era una settimana che Seokjin non andava a scuola. La sua "ferita" gli faceva così male che solo pensare che avrebbe visto quei due in giro per la scuola lo faceva soffrire. Però grazie ai suoi amici e alla madre preoccupata, che lo chiamava ogni giorno per sapere come stava, aveva deciso che doveva provare a cambiare pagina, o almeno far sembrare agli altri che fosse così. Non poteva, e non voleva, continuare a veder soffrire delle persone a lui care. E in più si era stufato di dire bugie al suo migliore amico, che dallo stesso giorno dell'episodio tragico lo aveva tartassato di messaggi e chiamate volendo sapere perchè lui non fosse a scuola e perchè i "tre moschettieri" erano diventati così strani. Era riuscito a convincerlo, con molta difficoltà, che lui si era preso una febbre da cavallo, mentre quando l'altro chiedeva degli altri tre non sapeva come rispondere. Non voleva far sentir male anche lui. E nemmeno Tae e Hobi. 

Così il sabato si alzò presto per far  voltare quella pagina.

Aveva già tutto un programma in testa, e lo aveva appuntato sul suo diario, dove scriveva tutto ciò che gli accadeva. Prese lo zaino con tutto il necessario dentro e uscì. Non aveva detto nulla a nessuno, voleva farlo da solo. 

La prima tappa era il negozio di vestiti vicino casa, aveva deciso che per cambiare veramente avrebbe dovuto cambiare anche il look. Niente di radicale ovviamente, voleva comunque la piccola parte del Jin sorridente ancora con lui. 

Arrivò davanti al negozio dai colori vivaci ed entrò. Iniziò a guardarsi intorno tra i vari appendiabiti e scaffali prendendo talvolta qualcosa per poi rimetterla apposto insicuro della scelta. Forse andarci da solo non era stata una buona idea, avrebbe dovuto invitare Jeongyeon o Jimin, o entrambi. Continuò a vagare nel labirinto di vestiti finché un ragazzo gli sbarrò la strada e gli sorrise. «Posso darti una mano? È da un po' che ti osservo e mi sembri perso» disse cordiale Jung-Su, o almeno era il nome scritto sul cartellino del commesso. Jin lo guardò, pensò subito che il nome era proprio azzeccato per il ragazzo poco più grande di lui. Era veramente bello. «Ehm..si magari» rispose Seokjin leggermente a disagio «Vorrei cambiare look ma non so da dove partire» concluse sorridendo. Al commesso si illuminarono gli occhi, come se avesse ricevuto una notizia che aspettava da tempo, e Jin ne fu un po spaventato. Cosa aveva mai detto per suscitare quella espressione?

«Hea!! Vieni, finalmente è il nostro momento!!» urlò elettrizzato Jung-Su. Dopo qualche istante, come 2 secondi, arrivò una ragazza coi capelli azzurrini, anche lei con lo stesso sguardo del suo amico. «Mmh..io vorrei solo cambiare look non c'è bisogno di tanto disturbo» i due ragazzi non ascoltarono nemmeno per un secondo le parole di Jin, si dileguarono per il negozio ricoprendo poi il povero con una montagna vestiti.

Li aveva provati tutti. Ma veramente tutti. Era sfinito, non ricordava che fare shopping fosse così faticoso, anzi ne era sicuro! Però quei due ragazzi ci erano riusciti. All'inizio era pure divertente ma dopo il decimo abbinamento iniziò a essere stancante, e anche un po strano. Strano perché aveva provato anche cose improponibili, come una specie di completo da cowboy o uno da punk, e prima che lui si potesse anche solo immaginare come un punk sarebbero passati secoli. 

Si stava per arrendere mancava solo l'ultimo abbinamento. Jin non fece più tanto caso agli indumenti ma se li mise solo addosso e usci sospirando sfregandosi gli occhi con le dita. Si fermò davanti allo specchio anche se con occhi semi chiusi, ormai aveva imparato il percorso a memoria. «Allora non dite nulla?» chiese ai due ragazzi guardandoli. I due lo guardavano a bocca aperta «Oddio così stai benissimo! Okay questo sarà il tuo stile» disse eccitata Hea per poi dileguarsi, sicuramente per prendere altri vestiti e accessori di quel genere. «La mia amica ha ragione» affermò Jung-So avvicinandosi a Seokjin per farlo guardare allo specchio. Il castano si scrutò attentamente allo specchio rimanendone sorpreso anche lui, quel look moderno da "bad boy" non gli stava per nulla male. «Sai così mi tenti anche a chiederti il numero» sorrise il commesso mettendo le mani sulle spalle larghe di Jin iniziandole ad accarezzare. Seokjin divento subito rosso «Oddio ma ci sta provando con me?».  Iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di un aiuto che per fortuna arrivò, Hai stava tornando con i vestiti che gli avrebbe consigliato, o meglio quasi obbligato di comprare. La ringraziò mentalmente e tornò velocemente nel camerino per rimettersi i suoi vestiti.

Uscito dal negozio si ritrovò con tre bustone in mano e un numero telefonico sullo scontrino, che per certo non avrebbe utilizzato. La seconda tappa, la più importante, era il parrucchiere. Si diresse subito verso il salone dove aveva preso appuntamento e appena entrò lo fecero accomodare nel salottino d'attesa. 

Dopo una trentina di minuti arrivò il suo turno. Al contrario che per l'abbigliamento, per i capelli aveva già un idea in testa e non era per nulla insicuro. «Allora zuccherino cosa facciamo oggi? La solita spuntatina? O sistemiamo la frangia?» chiese il suo parrucchiere di fiducia sorridendogli. «No Sook, oggi proviamo qualcosa di drastico. Voglio un taglio moderno e la tinta rosa» disse sicuro di se Jin. «Davvero?» chiese abbastanza stupito il parrucchiere, e Jin gli annui per risposta.

Verso l'ora di cena era tornato a casa, aveva fatto tutto quello che aveva scritto nella lista ed era fiero del risultato. Soprattutto dei suoi capelli, non vedeva l'ora di farli vedere ai suoi amici. 

Ovviamente, come quasi tutte le sere, dopo aver sistemato tutti i nuovi acquisti si mise sul letto a scrivere la sua pagina di diario. Scrisse tutto per filo e per segno, incollò anche lo scontrino con il numero del ragazzo del negozio. Così chiuse il diario nero e lo iniziò a scrutare attentamente. Gli ricordava qualcosa, ma non si ricordava cosa. Iniziò a pensarci attentamente ma gli vennero ben poche idee. Era sicuro di averne sentito parlare da Jungkook  «Forse è qualcosa su qualche anime che aveva visto?» pensò ad alta voce per poi esclamare come se avesse fatto chissà quale scoperta «Ah si! Il Death Note!». 

Lo scrutò meglio e vide che ci assomigliava tanto. Così lo riaprì e scrisse al centro della pagina "Namjoon". Ora era nel suo "Death Note".

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Capitolo 15
*** 14 ***


Seokjin era davanti al cancello della scuola e si guardava in torno, ci stava ripensando. «E se tipo entrassi domani? Tanto è uguale no?» parlava tra se e se mentre vedeva gli altri studenti passargli accanto. Stava per voltarsi e tornare a casa, ma appena vide Taehyung e Jungkook che si dirigevano anche loro verso il cancello, distinto corse dentro per non farsi vedere. Non sapeva nemmeno lui perchè aveva fatto così ma era sicuro, in un certo senso, che era stata la cosa migliore. 

Migliore per il suo subconscio ma non per il suo corpo, appena era arrivato alla hall sentiva già il fiatone. Si fermò per riprendere fiato e si guardò alle spalle, nessuna traccia dei suoi amici. Era "salvo". 

Iniziò a incamminarsi per il corridoio sistemando la mascherina nera sul suo viso per non farsi riconoscere. Ma anche se nessuno lo riconosceva tutti lo fissavano incuriositi, affascinati. Alcuni avevano iniziato a bisbigliare frasi tipo «Ma chi è? Uno nuovo?» «Oddio sembra così carino, dobbiamo scoprire il suo numero!» «Sembra così misterioso». Tutto ciò mentre lui era tremendamente in imbarazzo. Stava rivalutando il fatto se aveva fatto bene a cambiare look. Stava rivalutando tante cose solo in un'ora. 

Era arrivato davanti al suo armadietto e stava sistemando le sue cose quando si sentì chiamare da una voce femminile «Seokjin, vieni dal preside. Anche se ti nascondi sotto quella mascherina ti si riconosce». Era la sua professoressa di inglese, nonché una cara amica di sua madre. 

Jin si tolse la mascherina contro voglia e segui la professoressa, seguito dagli sguardi stupiti degli altri studenti. 

Non capiva perchè era stato convocato. «Per la settimana di assenza? No impossibile, dopotutto alla prima ora avrei portato il certificato..» il rosa stava pensando alle varie possibilità «Ho fatto qualcosa di sbagliato senza accorgermi? Ho preso delle insufficienze?! Cosa ho fatto!?». I suoi pensieri si bloccarono appena entrato nell'ufficio del preside, il quale sembrava essere impegnato in una chiamato moooolto importante. «Si si tesoro ovvio che ho prenotato all'hotel...tranquilla lo so che è il nostro 25esimo....si...certo la suite...ti amo anche io...non vedo l'ora che sia stasera..» abbassò il tono di voce come a voler sembrare sensuale «Faremo un sacco di porcate come questi adolescenti in calore». Il preside si rigirò sulla sedia tutto contento ma appena vide la professoressa Choi, che cercava di tenere un espressione seria e composta, e Seokjin, che si mordeva il labbro per non ridergli in faccia, si pietrificò. Con un colpo di tosse appoggiò il telefono sulla scrivania e provò a mettere su una maschera seria davanti a quell'espressione imbarazzata. 

«Buongiorno preside» si inchina Jin. «O-oh si buongiorno signorino Kim, si accomodi. Ah e anche lei professoressa Choi» disse il preside cercando alcuni fogli un po' agitato «È un piacere rivederti. Ahahah...Vorrai sapere perchè sei qua dal preside vero? Ma si ovvio che lo vuoi sapere...Aish». Si passo una mano davanti alla faccia e posò due piccole risme di fogli sulla scrivania. Vedendo l'agitazione del preside, la professoressa iniziò a spiegare al posto suo  «Allora Seokjin abbiamo due notizie per te. La prima è che ti ho assegnato al nuovo corso di inglese per il potenziamento» Jin stava per controbattere, ma la prof Choi lo blocca prima che potesse anche solo fiatare «Non dire nulla, lo sai anche tu che i tuoi voti nella mia materia non sono ottimi, quindi da domani avrai un ora in più nel programma pomeridiano». Il rosa sbuffò senza farsi notare troppo, la prof. aveva ragione. Anche se non voleva ammetterlo ce l'aveva.

«Bene ora passiamo alle buone notizie» riprese a parlare il preside con un sorriso enorme sul volto «Ti abbiamo iscritto al concorso per la ricerca di nuovi talenti». A quel punto Jin scattò in piedi urlando un «COSA?!». «Su signorino si calmi, posso capire la sua emozione e la sua euforia ma si accomodi» disse il preside facendo cenno al ragazzo di risedersi. «Io non sono euforico» disse con tono secco. A quell'affermazione Seokjin sorprese sia il preside che la professoressa. «Cioè sono veramente onorato che voi mi abbiate preso in considerazione, ma io non mi sento pronto. Ho paura degli sguardi e delle critiche degli altri» si spiegò Jin con tono più pacato ma comunque fermo. «Immagino, ma sai se non superi queste difficoltà è inutile che tu sia in questa scuola» disse con tono più che serio il preside guardandolo dritto negli occhi. Il rosa prese i fogli e si alzò per uscire da quella stanza «Grazie mille, arrivederci» disse prima di andarsene da lì. «Sono stato troppo duro?» chiese il preside alla signora Choi con tono preoccupato. «Non troppo. A quel ragazzo serve qualcuno che gli faccia vedere com'è la realtà» sorrise la professoressa Choi, che subito dopo si congedò. Anche se aveva detto quelle parole al preside, era un po' preoccupata per suo "nipote". Sperava non avesse preso quelle parole alla lettera.

«...Inutile...».

Lo sapeva anche lui di essere inutile. 

Era nella vecchia saletta col piano che ormai nessuno più utilizzava, apparte lui. Continuava a pensare a quella parola, era veramente così inutile? 

Per distrarsi riprese a suonare la sua canzone, mancava poco alla stesura finale, gli mancavano solo le parole. Le note erano tutte lì, sia arrangiate col piano sia con la chitarra. Mancavano solo loro. Era da settimane ormai che ci lavorava e non gli era venuto in mente uno straccio di idea, che lo avrebbe potuto far sentire compiaciuto, per quanto riguardava il testo. 

Appoggiò la testa di lato sul piano e si mise a fissare i tasti e a pensare. Ma le uniche cose che gli venivano in mente erano InutilePauraDolore e Namjoon. Quelle parole non volevano lasciarlo stare, non volevano dargli tregua. Ognuna di quelle parole gli rammentava come si sentiva. 

Continuò a pensare a quelle parole e alla fine sembro avere un'illuminazione. Iniziò a scrivere il testo prima che perdesse quell'ispirazione che tanto bramava da giorni e alla fine ne uscì fuori una canzone. 

La rilesse per vedere se aveva significato, se poteva andare bene 

«...anche se ho delle ali

Forse io, io non posso toccare il cielo

Nonostante tutto, voglio allungare la mano verso l'alto

Voglio correre

Ancora un po'».

Lo trovava azzeccassimo per lui e per la melodia, era perfetto. 

Si mise subito a suonarlo, cantarlo e ascoltarlo beandosi di quel senso di soddisfazione che era riuscito a sentire dopo tanto tempo. 

Anche qualcuno che passava di lì, come Seokjin, si stava beando di quella bellissima melodia. Di quella bellissima voce.

Si stava beando di Awake.

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Capitolo 16
*** 15 ***


Anche Namjoon, che stava passando di lì, si fermò ad ascoltare la canzone del maggiore, ma più che da Awake il ragazzo era ipnotizzato dalla voce di Seokjin. Sapeva che era molto bravo, che aveva qualcosa di speciale per stare dentro quell'università che in tanti bramavano, però non si immaginava che Jin potesse possedere una tale voce. Così delicata, soave e rilassante da sembrare dei petali di ciliegio che cadono lentamente cullati dal vento. E nel caso di Jin era il pianoforte a cullare quel petalo di ciliegio.

Rimase attaccato con l'orecchio, con un sorriso stampato in faccia, finché il più grande non fini di suonare per poi entrare. «Wow!! Era stupenda Jin!» disse ancora tutto sorridente il minore mentre si avvicinava di più al maggiore rimanendo poi anche stupito dal cambio di look. «Allora è veramente sexy il piccolo fiore di ciliegio...» pensò a bocca schiusa mentre abbassava lo sguardo sul resto del corpo di Seokjin «Aish..Jin gli skinny jeans no però..sei troppo eccitante, ti fasciano tutto..». 

I pensieri "impuri" vennero interrotti dal rosa, che sembrava essere abbastanza irritato. «Cosa ci fai qui Kim? Non sai che esiste la privacy?» disse Seokjin mentre rimetteva, frettolosamente, tutte le sue cose nella sua tracolla. Namjoon rimase abbastanza sorpreso dal tono irritato e distaccato che stava usando Jin. Quando lo aveva conosciuto sembrava così impacciato e tenero, dov'era andato a finire? 

«Ehi non c'è bisogno che mi chiami per cognome, ormai ci conosciamo da un paio di mesi no?» provò a essere amichevole il viola, però ricevette in cambio uno sguardo che sembrava volerlo incenerire ma che nascondeva qualcosa. 

«Devo andare» disse schietto Jin dirigendosi verso l'uscita. Però fu fermato da Nam, il quale gli aveva afferrato il polso con la mano facendo sentire a entrambi una forte scarica che pervase entrambi. «Perchè mi tratti così? Siamo amici no? Ho fatto qualcosa di sbagliato?». 

«Si, non dovevi entrare nel mio cuore» era quello che gli avrebbe voluto dire Seokjin, ma invece dopo un sorriso amaro gli rispose «Tra noi due non c'è mai stato quel tipo di relazione, non prenderti tutte queste confidenze Kim». Lo guardò negli occhi, e, prima che quello che cercava di nascondere agli occhi del minore potesse essere rivelato, scappò via. 

Scappò via da Namjoon provando a trattenere quelle lacrime che non voleva far scorrere ancora lungo il suo viso. Quello stupido riusciva ancora a metterlo in crisi e non voleva accennare a volersene andare dai suoi pensieri e da lui.

Nel frattempo Nam rimase pietrificato a guardare la porta da dove era uscito Seokjin per poi provare a seguirlo. Ma ormai il maggiore era scomparso dalla sua visuale lasciandolo con un nodo alla gola e una strana sensazione, come se gli fosse stato portato via qualcosa di estremamente prezioso per lui.

Era arrivata l'ora di pranzo e Jin non aveva incontrato nessuno dei suoi amici e la cosa lo rattristava e allo stesso tempo lo faceva essere meno ansioso. Però sapeva anche che non poteva evitarli per sempre così seguì la prima emozione, cercando di scacciare l'ansia inutilmente. Si diresse al loro solito tavolo e li vide tutti lì tranne Namjoon «Di sicuro starà pranzando col suo fidanzatino Wang». 

Mentre si avvicinava, di soppiatto, al tavolo, senti la voce acuta di Jeongyeon «Ragazzi avete sentito la notizia bomba?! Jin oppa è tornato!» diceva con tono sorpreso e contento. «È vero l'ho sentito anche io. E si dice abbia cambiato look» aggiunse Hobi col suo solito sorriso che sembrava contenere il sole. Al rosa venne subito da sorridere e così si avvicinò più velocemente verso di loro facendo poi la sua comparsa dietro la ragazza. «E infatti è così nanetta, il tuo oppa è tornato» le scompigliò i capelli «Eomma è tornata» disse sorridendo in modo sincero. Tutti rimasero a fissarlo come se avessero visto un fantasma. Questa "calma" durò poco. Jin venne attaccato da due koala, uno biondo e una castana, che sembravano non volersi staccare dall'abbraccio. «Dai Jimin hyung e Jeongyeon lasciate somma anche al suo figlio preferito» disse Taehyung con un aria fiera e le braccia allargate. «Eh si, infatti fatemi salutare il mio Kookie» disse il rosa abbracciando Jungkook, il quale ricambiava ma con una espressione mista fra l'imbarazzo che tutti li stessero guardando e un espressione di finto disgusto. «Ma. Hyung dicevi sempre che ero io il tuo preferito..» disse Tae un po offeso. «Siete entrambi i miei bimbi preferiti» Jin abbracciò anche lui che però al contrario di Kook ricambiò quasi stritolandolo. «E noi cosa siamo!» esordirono in coro Jeong, Jimin e Hoseok facendo il labbruccio. «Anche voi tranquilli» sorrise sempre di più Jin abbracciandoli tutti e cinque. Intanto Yoongi li guardava con aria annoiata ma in realtà dentro di se era veramente felice, e se non si fossero trovati a mensa insieme a quel branco di idioti, come li definiva lui, lo avrebbe anche abbracciato fino a fino a farlo implorare di lasciarlo andare per poter riprendere a respirare. 

«E tu Min, non dici nulla alla tua eomma?» disse Seokjin avvicinandosi a lui e guardandolo divertito. «No. Tanto hanno già fatto loro» rispose tendo quella maschera annoiata il verde. Così Jin fece finta di essere triste «Che cattivo..ora sono triste». Tutti gli altri puntarono il dito verso Yoongi e disse in coro «Complimenti hai reso triste eomma Jin!» stando ovviamente al gioco. Il verde sbuffando disse «Vi odio quando fate così...Bentornato a casa Jin eomma». Seokjin sorrise venendo ricambiato da Yoongi, provando a non farsi notare dagli altri. Ma ovviamente agli "idioti" non sfuggì e iniziarono a prenderlo in giro.

Finalmente Seokjin era tornato felice. 
Ma come tutti sanno la felicità è solo un'illusione.

Appena suonò l'ultima campanella il maggiore usci dalla sua classe per tornare a casa, ma sbadato come sempre si era scordato la sua agenda sotto il banco. Così di fretta rientrò nella hall fino poi alla sua classe. Prese velocemente l'agenda e la mise nella sua cartella. I corridoi si erano svuotati velocemente e a Seokjin pareva di essere l'unico in quella struttura. 

E infatti era solo un'impressione. 

Uscito di nuovo dal plesso vide una scena che gli sembrava tanto un déjà-vu. Namjoon stava aspettando Jackson che appena lo vide corse da lui e lo abbracciò. 

Per tutti poteva sembrare un semplice abbraccio, ma non per il rosa. A Jin gli si ricongelò il sangue, ma perchè quello stupido idiota non poteva lasciarlo in pace? Perchè doveva continuare a vedere cose che lo facevano stare male? Aveva fatto qualcosa di sbagliato nella sua vita precedente per ricevere tutto quel dolore? Le lacrime che aveva cercato di trattenere quella mattina davanti a Nam, minacciavano di uscire. E così fecero. 

Jin si incamminò verso casa a testa bassa e piangendo lacrime silenziose. Il tempo come scorsa volta decise di accompagnarlo iniziando a piovere. Si sentiva un po debole, che piangere consumasse così tante energie? 

Era completamente fradicio e stava iniziando ad avere freddo, forse anche la pioggia si stava scagliando contro di lui decidendo di non smettere anche se lui aveva smesso di piangere. Le gocce continuavano interrotte a cadere sui suoi capelli e a scivolare lungo la sua schiena finché qualcosa non si parò sopra di lui per proteggerlo. «Ma cosa..» alzò lo sguardo e vide un'ombrello arancione, che stonava completamente con l'atmosfera uggiosa. Si girò per vedere di chi fosse un ombrello così vivace. Si trovò vicinissimo a un ragazzo poco più alto di lui che gli sorrideva «Un ragazzo così bello non dovrebbe bagnarsi così. Un fiore così prezioso non può prendere così tanto freddo». Le parole del bellissimo ragazzo fecero prendere un colore più rosato sulle guance, già rosse per il freddo, di Jin. «Come ti chiami?» disse con una voce suadente il ragazzo sistemando sulle spalle del rosa la sua giacca di pelle. «J-jin» rispose con un filo di voce il minore sempre più in imbarazzo. «Bene Jin, questi due te li regalo, mi spiace vedere un così bel ragazzo triste» il maggiore appoggiò l'indice sulle labbra di Jin per non farlo parlare «Non controbattere, dimmi solo grazie». Seokjin ancora incantato annui e lo ringraziò per poi tornarsene finalmente a casa al calduccio. 

Per tutta la sera rimase a fissare l'ombrello e la giacca di pelle rossa che aveva appoggiato sulla sua scrivania, chi poteva essere quel ragazzo, o meglio angelo?

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Capitolo 17
*** 16 ***


Era l'ora di pranzo e Jin stava raggiungendo i suoi amici per l'ora di pranzo. Era vestito con la giacca di pelle rossa che gli aveva "regalato" il ragazzo che l'ha salvato dalla pioggia. Era tutta la serata che ci pensava per poi ridacchiare ripensando ai complimenti che gli aveva fatto. Per una sera grazie a quel tipo Namjoon non era il suo pensiero fisso, anche se poi quando lo vide la mattina a scuola, sempre insieme al Malfoy coreano, gli era salita una leggera rabbia.

«Jin Oppa~» urlò Jeongyeon saltandogli addosso «Come va? Vieni anche oggi a pranzo con noi?» chiese tutto d'un fiato. «Beh se magari scendi dalla mia schiena sto bene e vengo pure a pranzo» rispose il maggiore facendo finta che gli faceva male la schiena col peso della ragazza su di lui. «Che vecchietto» esordì la brunetta sorridendo «Dove hai preso questa giacca? È fighissima». «Oh beh, me l'ha regalata un ragazzo bellissimo che mi ha salvato dalla pioggia ieri. Ha detto che un ragazzo così bello come me non deve prendersi un malanno per colpa della pioggia» Seokjin sembrava voler mettersi in mostra dicendo così, e forse era anche vero. Voleva far sapere a tutti quello che gli aveva detto" il suo angelo". «Oddio!» la ragazza scacciò un urlato eccitata, era felice di sapere che il suo amico forse aveva trovato qualcuno. Jin gli continuò a raccontare l'accaduto brevemente mentre l'altra lo guardava come se fosse una bambina che ascolta la sua favola preferita. «Dobbiamo dirlo agli altri!» Jeongyeon corse verso il tavolo trascinando Jin con se.

«Ragazzi!! Ho una notiziona!» annunciò la castana appoggiando il suo zaino e facendo sedere il rosa vicino a se con la forza. «Ciao anche a te Jeong. Ciao Jin hyung» li salutò Yoongi con tono un po sarcastico. «Si si ciao, la volete sapere la notizia? eh eh!» la ragazza era così eccitata che sembrava che questa cosa tanto fantastica fosse successa a lei. «Che notizia?» chiese una voce leggermente profonda dietro a Jin. 

Lui sapeva benissimo di chi era quella voce e stava per andarsene solo per non doverne vedere pure il proprietario, ma Jeongyeon lo fermò tenendolo per il braccio e facendo segno a Jungkook, che prima era seduto tra Taehyung e Hoseok, di occupare il posto libero vicino a Seokjin. «Allora qual'è la grande notizia che devi dirci e che non vedi l'ora di urlare al mondo intero» continuò Namjoon andandosi a sedere nel posto precedentemente occupato da Jungkook. «Come mai sei qui? Oggi non stai con il tuo amichetto Jackson?» sputò acida la sorella che non gli rispose. «Aveva da fare, e poi come mai tutta questa acidità? Non ti stava simpatico Jackson?» domandò il fratello, «Infatti mi stava simpatico» rispose la ragazza guardandolo in un modo che sembrava volerlo incenerire. 

Hoseok, insieme a Taehyung e Yoongi, era abbastanza confuso, da quando c'era questo astio tra i due fratelli? Lui non lo sapeva, ma comunque voleva far cambiare aria. Sembrava che si stesse per svolgere una "guerra civile" tra cui oltre ai due erano presenti anche Jungkook, Jimin e Jin che iniziarono a guardarlo anche loro abbastanza male. Era tutto così strano. «Allora qual era la notiziona?» disse sorridente Hoseok sperando di far finire quella guerra fredda. E sembrava ci fosse riuscito perchè la ragazza si giro verso di lui sorridendo «Vero vero, allora a grande notizia è che la nostra eomma sembra aver trovato un principe!». «Ovvero?!» chiesero tutti in coro abbastanza curiosi. Tutti tranne Yoongi, che lo guardò semplicemente in modo sorpreso, e Namjoon, che invece lo fissava come se avesse fatto qualcosa che lo aveva irritato. 

Jeongyeon iniziò a raccontare il poco che sapeva però facendo alludere a qualcosa di più. Durante il mini racconto gli altri provarono a stare zitti senza fare versetti o altro ma l'unico che sembrava riuscirci era Namjoon che aveva sul suo volto un aria abbastanza cupa, però gli altri non ci fecero molto caso perchè volevano ascoltare la storiella di Jin che iniziò a ridacchiare imbarazzato. «Quindi la giacca che indossi ora è di quel tipo figo?» chiese Jimin, seduto sulle gambe di Yoongi, emozionato battendo le mani, come se fosse una fangirl. «Già» rispose Seokjin mostrandola meglio. «Awwww». «Ragazzi ma prima di emozionarvi come le femminucce per nulla, Jin gli hai chiesto il suo nome?» domandò Yoongi provando a placare il fidanzato che muoveva troppo il suo sedere sopra il suo basso ventre. «Ovvio che glielo avrà chiesto! Jin hyung non è stupido» disse Tae guardando il maggiore che però ridacchiò nervoso «Glielo hai chiesto vero?» riprovò Tae che ricevette per risposta una negazione «Come non glielo hai chiesto!». «Ero troppo emozionato per chiederglielo, e poi non mi ha fatto quasi fiatare» provò a difendersi il rosa. «Ma hyung lo sanno tutti che quando si rimorchia la prima cosa si chiede il nome!» disse con tono esperto Jungkook. «Ma stai zitto feto, che tu non sai nemmeno le basi per filtrare con una ragazza» gli disse Yoongi con tono beffardo che venne poi guardato malissimo dal maknae, mentre Tae provava a non ridere ricordandosi del momento in cui, al gioco della bottiglia, a Kook era toccato baciare una ragazza ed aveva un aria disgustata e impaurita allo stesso tempo. 

«Almeno la sai la sua età più o meno» chiese Hoseok curioso. «Mmmh.. non saprei, penso intorno i 27, dopotutto non sembrava così vecchio ma aveva comunque un aria matura» rispose Jin pensandoci su e ricordando il volto del ragazzo dai capelli corvini. «Bene non è troppo vecchio, anzi per nulla» pensò ad alta voce la sua amica «Secondo me oggi dovresti rifare la stessa strada di ieri alla stessa ora e vedere se lo incontri». Gli altri concordarono con lei dicendo che era una buona idea. «Oggi non posso devo-» Seokjin fu interrotto da Namjoon, il quale con aria irritata si alzò in piedi e iniziò a parlare leggermente irritato «Ma vi state ascoltando?! Questo tizio è uno sconosciuto! Magari è un poco di buono e voi vorreste che Jin ci flirtasse? Ma ci state!?». A quel punto si alzò anche Jeongyeon e lo fronteggiò «Mi sembra che anche noi tutti prima di diventare amici fossimo sconosciuti». «È diverso» continuò Nam «Noi non ci siamo conosciuti per strada». «Ma che motivazione è?!» sbottò la ragazza che stava per continuare urlandogli in faccia però, per fortuna, la interruppe Jimin alzandosi anche lui e affiancandola «Anche se questo ragazzo è uno sconosciuto, ha reso un po felice Jin dopo un brutto periodo. Al contrario di qualcun altro». Il tono del biondino era così serio che faceva quasi paura. «Anche se fosse è uno sconosciuto.» sospirò Namjoon «Io vado ho da fare, buon pranzo». E così il viola prese lo zaino e se ne andò. Jimin e Jeongyeon lo avrebbero rincorso se Jin non avesse preso le mani di entrambi e li riportò a sedere provando a farli calmare «Ragazzi calmatevi. E poi oggi non posso, ho il corso di potenziamento di inglese» sorrise il maggiore.

Intanto Yoongi  e gli altri due erano sempre più confusi, ma il verde era sicuro che avrebbe investigato. Voleva sapere cosa stava succedendo nel suo gruppo di amici.

Era arrivata la fine delle lezioni per gli studenti, tranne che per Jin e qualche altro sfortunato che doveva frequentare quel corso di inglese che lui aveva iniziato ad odiare appena lo aveva sentito pronunciare dalla bocca della professoressa Choi. Si stava dirigendo all'aula 203 al secondo piano dell'edificio  «Non solo mi devono dare la scocciatura di partecipare a sto coso, ma anche di fare le scale!». Quando entrò nell'aula si guardò in torno alla ricerca di un posto e iniziò a sentirsi fuori luogo. Tutti i presenti sembravano dei secchioni mentre lui sembrava l'unico scemo che era lì, non perchè sapesse l'inglese ma perchè si era perso. «Quasi quasi iniziò a mettermi gli occhiali anche io, avrei un aria più intelligente..». Seokjin prese posto in prima fila vicino ad un ragazzo biondo che sembrava anche lui finito lì per caso. 

Mancava poco all'inizio del corso quando vide entrare nell'aula Namjoon. Cosa ci faceva lui lì? Servivano anche a lui ripetizioni? Già Jin non sopportava di dover frequentare questa cosa ora che c'era lui la sopportava anche di meno, soprattutto perché il viola si andò a sedere nel banco libero dietro di lui. «Devo solo ignorarlo, sarà facile Jin» si disse da solo il rosa nella sua mente «Ora ci manca solo che sia quello stronzo del professor Lee a tenere il corso». Il maggiore si mise le mani fra i capelli e guardò il banco disperato. Per sua fortuna il professore che entrò in quell'aula non era il prof Lee ma una persona che Jin aveva appena conosciuto e che riconosce dalla voce facendogli alzare la tasta, incantandosi poi a guardare quello che era "il suo angelo". «Salve ragazzi, io sono il professor Im Jaebum, ma potete chiamarmi anche solo prof Jaebum. Spero vi divertirete e che impariate qualcosa di nuovo durante le mie lezioni». Il corvino sorrise e si guardò intorno per memorizzare i visi, quando vide quello di Seokjin gli fece l'occhiolino. 

Il rosa pensava di stare in un sogno.

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Capitolo 18
*** 17 ***


Era iniziata la lezione già da un po' di tempo, ma l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi Jin era il nuovo professore d'inglese. Lo trovava cosi perfetto  in ogni movimento che faceva, in ogni parola che diceva. La sua pronuncia era perfetta come la sua voce. Era incantato a guardarlo come se fosse uno dei dipinti più belli nella mostra.

Purtroppo una voce profonda e dannatamente sexy, dietro di lui, lo riportò alla realtà. Namjoon stava leggendo un testo con una pronuncia perfetta e la sua solita voce che aveva mandato in tilt il cervello del maggiore. E ora lo stava rifacendo. Seokjin sentiva la pelle d'oca ad ascoltarlo, e iniziò a fare pensieri poco casti. «No, non voglio! Per favore smettila..»  diceva nella sua testa Jin attappandosi anche le orecchie per non sentirlo. Per fortuna c'era riuscito. Tutti gli sforzi che stava facendo per non pensare al minore sarebbero andati a farsi fottere se lo avrebbe risentito parlare in inglese. «Un' altro punto in meno a questo corso».

«Allora ragazzi adesso con il vostro compagno svolgete gli esercizi e poi provate a fare il dialogo» spiega il prof. Jaebum alla classe per poi mettersi seduto e si guarda intorno per vedere se c'è qualcuno in difficoltà. Jin e il suo compagno di banco, Ken, iniziano a fare i primi esercizi tranquillamente, erano abbastanza semplici, ma dopo il quarto esercizio diventavano più complicati. «Jin come si fa questo? Non ci sto capendo nulla» dice Ken provando a capire le diverse parole e frasi scritte sul libro. «E lo chiedi a me che ho una media più bassa della tua?» dice Jin mettendosi le mani tra i capelli «Aish...avevo scelto questo posto per non sentirmi inferiore ma forse era meglio mettersi vicino ad un secchione, senza offesa eh». «Ah tranquillo la penso allo stesso modo» gli risponde Ken mentre prova a a rispondere alle domande «Quanto mi manca l'inglese delle elementari...».

Namjoon e il suo compagno avevano quasi finito, così avevano deciso di prendersi una piccola pausa. Durante quella pausa Nam si era messo a osservare Jin, lo trovava veramente carino quando era confuso, ai suoi occhi lo faceva sembrare così indifeso. «Ehi ragazzi se volete vi do una mano, cosa non capite?» chiese Nam sorridendo. «Tutto!!» esordì Ken mentre Seokjin lo guardava impassibile, come se non lo avesse nemmeno sentito. «Oh, quindi non capite nulla ragazzi?» si intromise il professore che fece cambiare completamente espressione al maggiore. Da lastra di ghiaccio a un fiore appena sbocciato. Secondo il viola Jin stava sorridendo troppo al prof. Jaebum, e l'altro non era da meno. Sentiva un fastidio enorme. «Professore mi ero proposto di aiutarli io» sorrise un po' falsamente Namjoon. «Grazie Kim ma preferisco aiutarli io essendo il professore». 

Jaebum si mise vicino a Jin mettendo le braccia al lato del suo busto e con le mani appoggiate sul banco «Allora Jin cosa non capisci?». Il rosa per quella vicinanza improvvisa diventò leggermente rosso «Vede prof. Im ne io ne Ken capiamo questi esercizi e alcune parole». «Allora..vediamo un po'..» il professore si era avvicinato di più al viso di Seokjin per leggere meglio. Però qualcun altro non la pensava così. Secondo Namjoon, Jaebum, era troppo, ma troppo vicino al maggiore. «Cosa vuole dargli un bacio?» pensò Nam stringendo forte nella mano la penna bic per il nervosismo. 

Al contrario, invece, a Jin gli sembrava di essere veramente in paradiso. Da quella angolazione poteva vedere i lineamenti perfetti del "suo angelo". Era incantato, niente e nessuno lo poteva distrarre. «Allora avete capito ragazzi?» chiese il prof ai due, l'unico che annui fu Ken, Jin era ancora intento ad ammirare Jaebum. Ovviamente il professore se ne accorse e, per farlo uscire da quello stato di trans, gli soffiò sul collo e sussurrò vicino all'orecchio del rosa «Jin per favore non distrarti se no sarò costretto a punirti». E fu così che Kim Seokjin diventò un peperone. «C-certo pro-professore» si piegò leggermente in avanti così da potersi nascondere e allo stesso tempo chiedere scusa. Non voleva far vedere a nessuno il suo volto rossissimo e il piccolo sorriso che gli era sfuggito.

Però qualcuno se ne accorse e questo qualcuno si sentì stranamente male. Non capiva perchè tutto quello che succedeva al maggiore condizionava anche lui e i suoi stati d'animo. Era successo tutto dopo quella settimana d'assenza. Non stava con gli altri perchè sapeva che gli sarebbe venuta la nostalgia del ragazzo e lui non la voleva provare. Sapeva che Seokjin fisicamente lo attirava tantissimo ma non era sicuro di ciò che provava. Più di una volta si era fatto fregare dalla sola attrazione fisica e non voleva rifarlo, o meglio voleva ma prima dove schiarirsi le idee. E per sua sfortuna, o fortuna, gli eventi che stavano succedendo in quei due giorni stavano accelerando la cosa. Namjoon era geloso del suo hyung. Era geloso di Kim Seokjin, il ragazzo più bello che avesse mai visto in tutti quegli anni. Il ragazzo che stava penetrando nella sua mente e nel suo cuore, non solo più nelle sue fantasie.

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Capitolo 19
*** 18 ***


Era arrivata la fine della lezione e al rosa formicolavano tutte le mani, era ansioso e eccitato per l'idea che gli era venuta. Appena la campanella fosse suonata avrebbe parlato con il professore usando la scusa di ridargli il giacchino. Sapeva anche lui che prima avrebbe dovuto affrontare la sua timidezza che lo frenava, ma stavolta voleva mettersi in gioco. Dopotutto se avesse aspettato ancora sarebbe finita come con Namjoon. Era questo ciò che pensava. Se non si sarebbe dato una mossa anche Jaebum si sarebbe sbaciucchiato con qualcun altro. «Devo provarci ora, se no un'altro Malfoy fatto male me lo porterà via» ma poi riflettè anche su un altra possibilità «E se invece di un Malfoy gli piacesse una Granger!? Non ci avevo pensato!». E così si rifece prendere dal panico.

La campanella suonò e mentre Jin metteva le sue cose molto lentamente nella sua borsa, per far perdere tempo, gli altri uscirono tutti dall'aula. Era rimasto da solo col professore il quale stava per uscire dall'aula, ovviamente dopo aver salutato il rosa, ma Seokjin lo fermò per un braccio. «Aspetti professor Im!» disse alzando il tono della voce come se fosse già molto lontano. «Ehi guarda che ci sento Seokjin» ridacchia il prof. «E poi come ti ho già detto devi chiamarmi Jaebum ok?». L'uomo sorride e scompiglia i capelli del minore, il quale sorride e annuisce. «Allora cosa vuoi dirmi?». Il rosa prende un grande respiro per farsi coraggio e sputa il rospo «Beh sa l'altro giorno, quando c'era la pioggia? Di sicuro non si ricorda ma comunque io sono il ragazzo a cui a prestato la giacca» se la toglie e la porge al professore «Ecco gliela volevo restituire» disse abbassando il capo per nascondere il lieve imbarazzo. Però il professore gli prese il mento con due dita e alzò la testa di Seokjin così da potergli vedere il volto «Non potrei mai dimenticare un fiore bello come te, Jin» disse Jaebum con un tono di voce basso e profondo «E tienilo tu, così avrai sempre qualcosa di me con te». Gli sorrise e il ragazzo, che si era incantato nuovamente, sorrise con le gote rosse. I due si congedarono e Jin tutto contento corse fuori, non vedeva l'ora di raccontarlo agli altri. Così mandò un messaggio a Jeongyeon dicendo che si sarebbero visti a casa di Jimin.

Jaebum stava per riandarsene ma anche qualcun altro, oltre a Jin doveva parlare con lui.

Intanto Jimin, ignaro del messaggio del suo hyung, aveva invitato a casa il suo fidanzato, era da un po' che non passavano un po di tempo da soli. 

Appena Jimin sentì suonare il campanello si precipitò all'ingresso per aprire a Yoongi. «Arrivo!! Solo un secondo!» urlò mentre usciva da bagno mezzo nudo provando a mettersi le ciabatte e asciugarsi i capelli contemporaneamente. Stava per riuscirci rimanendo illeso, quando invece una delle sue ciabatte decise di scivolare sul suo piede bagnato e farlo cadere davanti alla porta. Il biondo allungò il braccio e aprì la porta. «Permes- Ma!? Cosa ci fai lì steso Chim?» chiese Yoongi preoccupato e abbassandosi all'altezza del suo ragazzo. «Ehi hyung come stai?» sorrise il minore rimanendo in quella posizione. «Non sdraiato sul pavimento» rispose il maggiore aiutandolo ad alzarsi per poi cingergli i fianchi e sussurrare sulle sue labbra «Ciao piccolo» per poi baciarlo. Ovviamente Jimin ricambio il bacio allacciando le braccia al collo del suo hyung, non accorgendosi che lo stava bagnando tutto. Solo quando si staccarono se ne accorsero ridendoci su e arrivando alla conclusione che entrambi sarebbero rimasti senza vestiti. 

Si andarono a sdraiare in camera di Jimin sul suo letto e accesero la tivù. Iniziarono a guardare come loro solito quei programmi divertenti che li faceva spisciare dal ridere. «Oggi i tuoi nonni non ci sono?» chiese Yoongi mentre mordicchiava la guancia di Jimin che non riusciva a smettere di ridere. «No sono andati a trovare eomma e appa» rispose asciugandosi una lacrima. Dopo pochi secondi sembrò illuminarsi «Oddio mi sono scordato di dirtelo!». «Che cosa?» chiese l'azzurro confuso. «Ho detto ai nonni a appa e eomma che ci siamo fidanzati» disse tutto sorridente il biondo facendo diventare i suoi occhi delle piccole fessurine «Hanno detto che abbiamo la loro benedizione e che vogliono incontrarti per una cena. Tu l'hai detto ai tuoi?». Yoongi un po in imbarazzo si passò una mano tra i capelli «Beh..vedi..i miei non sanno nulla». «Meglio così glielo diremo insieme!» Jimin sprizzava felicità tutti i pori. «No non hai capito, loro non sanno nemmeno che io sia pansessuale. E non oso immaginare cosa diranno quando sapranno che lo sono e che, per di più, sono fidanzato con un ragazzo..Scusa Chim..» il maggiore era visibilmente a disagio, non sapeva che fare. Lui amava alla follia Jimin ma non poteva dirlo ai suoi come aveva fatto lui, ed era certo che al suo amore, anche se non lo avrebbe mostrato, una situazione del genere gli sarebbe pesata. «Stai tranquillo hyung, non importa. A me basta che non ti portino via». A quelle parole Yoongi si sciolse, prese il biondo per il braccio e lo attirò a se per intrappolarlo tra le sue braccia e le sue labbra «Ti amo». 

Tornarono a guardare la tv facendo finta che non fosse successo niente, o almeno per adesso avrebbero fatto finta che fosse solo un piccolo problema a cui avrebbero pensato più avanti. Il loro programma comico preferito era finito così decisero di fare un giro tra i canali e vedere se c'era un bel film o qualcosa di interessante. E qualcosa trovarono, un film che parlava di una storia d'amore tra due ragazzi ambientata molti anni fa quando l'omosessualità era vista peggio dei giorni nostri. Si erano accolati sul letto così da poter vedere il film mentre si scambiavano qualche bacio. Jimin era seduto tra le gambe di Yoongi e con la schiena appoggiata sul suo petto, sembrava che tutto procedesse bene, il film li intrigava e incuriosiva, finché non partì una scena un po' particolare. I due protagonisti si erano nascosti nella casetta dove abitava il giardiniere del palazzo, uno dei due ragazzi, e avevano iniziato a baciarsi. Fin lì tutto bene, dopotutto anche nelle scene precedenti qualche bacio di nascosto se lo erano scambiato, ma poi la situazione "degenerò". Il bacio da casto diventò sempre più rude e bisognoso, i vestiti addosso ai due ragazzi iniziarono a scomparire, tutto presagiva una scena molto poco innocente. Yoongi sembrava indifferente a quel momento mentre Jimin sentiva la pelle pizzicare, si stava immaginando che quei due ragazzi fossero lui e il suo hyung. Si morse il labbro e provò a scacciare quei pensieri che stavano facendo animare il suo amichetto. 

Ma ovviamente si intromise Yoongi il quale abbracciò i fianchi del piccolo iniziando ad accarezzarli lentamente mentre affondava la sua testa nell'incavo del collo di Jimin, il quale sentiva il respiro caldo del verde sul suo punto sensibile. Il corpo del biodo era pervaso da brividi di piacere che lo portano ad ansimare. E, ovviamente, visto che Yoongi non è sordo lo sente «Cos'è? Ti stai eccitando ChimChim?» dice ridacchiando per poi mordicchiargli piano l'orecchio. «Yoongi-ha fermo..» lo supplica Jimin quando la mano del maggiore va a massaggiargli da sopra gli indumenti la leggera erezione. «Naah, poi non mi diverto» il verde inizia a marchiarlo su tutto il collo mentre con l'altra mano stuzzica il capezzolo del minore, che non riusciva a reagire, ormai era succube delle mani di Yoongi.

Nel frattempo Jin stava correndo verso casa di Jimin da solo, purtroppo Jeongyeon aveva da fare e non poteva andare con lui. Aveva un leggero fiatone ma per sua fortuna era quasi arrivato. Svoltò a sinistra e corse verso la casa del suo amico, e poi verso la porta per bussare. Nessuna risposta, così il rosa riprova ma ancora nulla. Guardò tutte le finestre ed erano aperte, di solito quando non era a casa le chiudeva tutte. Così pensò che magari aveva la tv ad alto volume ed era per quello che non gli apriva. E fu in quel momento che gli venne un lampo di genio, Jimin aveva una chiave di scorta dentro una coccia di fiori. Allora Seokjin si precipitò a prendere la chiave ed ad aprire «Sai che spavento che si prenderà» ridacchiò tra se e se mentre apriva la porta facendo piano. Vide una luce in camera di Jimin così si avviò lì. Stava per dire "Booh!" ma quando vide quella scena rimase immobile e riuscì solo a dire un «Oh.». 

Yoongi appena vide il maggiore si bloccò e Jimin, che aveva gli occhi chiusi, quando senti la mano sul suo membro scoperto che non si muoveva, li aprì per lamentarsi con il verde ma quando vide Jin fermo sull'entrata di camera sua cacciò un urlato poco virile. 

«Scusate non volevo disturbarvi!» disse Jin correndo verso l'entrata imbarazzatissimo.

«No aspetta hyung!» lo rincorse Jimin mentre si metteva i boxer.

«E anche oggi trombo domani. Fuck.» disse Yoongi spegnendo la tv e guardando il muro.

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Capitolo 20
*** 19 ***


Namjoon stava aspettando Jin vicino le scale, voleva parlargli, voleva sapere perchè ce l'aveva così tanto con lui e magari poi scusarsi, ma il rosa non sembrava voler uscire dall'aula. «Ma quanto ci mette?» pensò Nam indeciso se andare in classe o continuare ad aspettarlo lì «Forse è successo qualcosa..». E così si avviò verso l'aula dove aveva finito il corso di inglese pochi minuti prima. 

Non si sarebbe mai immaginato di vedere una scena del genere. Il professore vicissimo a Seokjin. Ascoltò e vide tutto, ovviamente nascondendosi bene così da poterli guardare indisturbati. «Quindi è lui il tipo che ha "soccorso" lo hyung.» il viola serrò i pugni e assottigliò lo sguardo, aveva capito fin da subito che quel tipo non gli sarebbe rimasto simpatico.

«Professore». Jaebum si sentì chiamare, ancora, e così si girò verso quella voce dal timbro basso «Oh, Kim ti serve una mano?». Il minore lo stava guardando con uno sguardo freddo e distacccato, quasi intimidatorio, mentre si avvicinava al prof «Come conosce Seokjin?». Jaebum, che di certo non si faceva intimorire da un ragazzo più piccolo di lui, sorrise, dopotutto non c'era motivo di perdere le staffe, o almeno per ora. «Beh ci siamo incontrati per la prima volta ieri pomeriggio ho salvato quel bellissimo fiorellino dalla pioggia» rispose il maggiore «Ti serve altro». Namjoon strinse la mano a pugno, quando aveva sentito "bellissimo fiorellino" gli era scattato Quella cosaQuella cosa che lui non voleva chiamare gelosia quando in realtà lo era. «Si che stia lontano da Jin, non lo deve più sfiorare come ha fatto prima. Lei è un professore e Jin è un alunno» disse con tono minaccioso Nam ormai faccia a faccia con il professore.  «Ah quindi è questo il problema? Che io sia il prof?» disse con tono strafottente Jaebum mentre guardava il minore con aria di sfida. 

A quel punto Namjoon non ci vide più e mise al muro il prof prendendolo per il colletto. «No. Qua il problema è lei. Non si avvicini più a Jin. Lo sta prendendo solo in giro vero?!» sputò il minore. Il moro non fece nulla per ribellarsi, dopotutto non ne aveva motivo, anzi voleva solo rimanere li a discutere con il suo alunno «Ah sarei io il problema, e per chi per te? Perchè ti ostacolo con Jinnie?» dopo che disse quelle parole senti la presa su di lui allentarsi e l'espressione del più piccolo diventare un misto di sorpresa e paura, aveva colpito nel segno «Oh vedo che mi sono risposto da solo» ridacchia. «Non chiamarlo Jinnie.» ormai Nam non aveva quasi più controllo di se «Lui è mio amico e non voglio che venga preso in giro da uno come te». «Ma se nemmeno mi conosci Kim. E poi chi ti ha detto che voglio giocare con Seokjinie e che non ci voglio provare davvero» Jaebum tolse la mano dell'alunno dalla sua camicia «Jin è il mio tipo, e lo ammetto a contrario di te» sorrise vittorioso e ricominciò ad avviarsi verso l'uscita «Alla prossima lezione Kim».

Il viola vide il suo professore allontanarsi dandogli le spalle, avrebbe voluto rincorrerlo ma dopo ciò che gli aveva detto non ne aveva la forza. Gli aveva sbattuto in faccia la realtà che lui non voleva accettare, o per lo meno non ancora. «Cazzo!» diede un cazzotto fortissimo alla porta e, oltre a lasciarci la forma del suo pugno, ci lasciò il suo sangue. «Fanculo.» si guardò le nocche coperte dal sangue e, dopo averle avvolte nella maglietta di ginnastica, si avviò anche lui verso casa. 

Durante tutto il tragitto non fece altro che pensare a quella scena, a quelle parole, al viso felice di Jin mentre parlava col "demonio" e quel sorrisetto odioso del "demonio". Lo mandava in bestia. «Come si permette di dire che mi piace Jin hyung se nemmeno mi conosce. Quel bastardo..se osa anche solo torcere un capello allo hyung..»  Nam non riusciva proprio a toglierselo dalla testa «E poi cosa cazzo significa "Jin è il mio tipo"?! Facevi prima a dire che volevi un cazzotto in faccia! AISH!». Tirò un calcio, per la rabbia, ad una lattina che però colpì un gattino bianco. Namjoon corse subito a soccorrerlo, per fortuna non si era fatto nulla «Scusami non ce l'avevo con te» disse al micio come se potesse capirlo, che in risposta lo graffiò sulla mano «Anche tu mi odi come Jin hyung? Aish..se almeno sapessi perchè mi odia». Il ragazzo si sedette a terra con la schiena appoggiata al muretto, chiuse gli occhi e sospirò. «Sai gatto..c'è questo mio amico, diciamo amico anche se per lui da quello che mi ha detto non lo sono. Va be comunque c'è...questo ragazzo, si ragazzo, che si chiama Seokjin, è così carino, ti assomiglia un po' sai, anche tu sei veramente carino» il gatto tornò fra le sue braccia e si lasciò coccolare mentre "ascoltava" «Comunque questo ragazzo è veramente speciale, non solo perchè sembra una divinità, ma perchè è gentile, altruista, simpatico, impacciato, timido, ma è anche molto aggressivo se vuole. A me quella aggressività l'ha mostrata..» sospirò un'altra volta «In più ha una voce così bella, quando l'ho sentito cantare volevo che quella melodia disse solo il mio nome. Nient'altro. Per lui è così..così..perfetto». Guardò davanti a se e vide dei petali di ciliegio volare via col vento «Io penso di essermi preso una cotta per lui, ma lui mi odia» disse abbassando il capo. Il gattino che sembrava aver visto che Nam era triste iniziò a leccarlo dove prima lo aveva graffiato, come se pensasse fosse colpa sua di quell'espressione affranta. Namjoon vedendolo gli ricordò quando lui aveva medicato il maggiore e di come lo aveva trovato carino con quei modi così maldestri. 

«Aish» si passo le mani sul viso e tra i capelli «Ma cosa sto facendo? Mi metto a parlare con un gatto..». Appoggiò il micio a terra e si alzò per andare a casa, ma dopo qualche passo venne fermato da qualcosa che aveva iniziato a strusciarsi tra le sue gambe «Cos'è vuoi venire con me?». Il gatto continuò a strusciarsi come per acconsentire. «E va bene, andiamo a casa..» guardò bene il micio accoccolato fra le sue braccia trovandolo veramente carino come lui «..Jinnie».

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Capitolo 21
*** 20 ***


Namjoon quella mattina si era alzato un po' prima del solito, Jinnie gli stava miagolando nell'orecchio perchè aveva fame. «Mmh..si si ho capito..» gli risponde Nam con la voce ancora impastata. Dopo un paio di stiracchiamenti e sonori sbadigli il ragazzo si tira su dal letto seguito dal micio. Dopo essersi messo un paio di pantaloncini esce dalla camera e va verso quella di sua sorella «Jeongyeon, vieni che prepariamo la colazione!» disse il viola entrando in camera della ragazza facendo piano. Ma appena entrato vide come, quasi tutte le mattine da due settimane a quella parte, il letto vuoto e fatto e la stanza troppo in ordine per essere della castana. «Ancora con questa storia..» sospira il maggiore richiudendo la porta e dirigendosi in cucina, dove avrebbe preparato la cucina per lui e il gatto.

Arrivato ai fornelli inizia subito a prepararsi un pancake, però fallendo miseramente, anche dopo tre tentativi. «Aish..stavo per bruciare la pentola. Perchè non riesco mai a cucinarmi qualcosa?! Dillo che ce l'hai con me tu lassù!» guarda in alto come se qualcuno potesse rispondergli. Dopo aver accantonato l'idea di prepararsi qualcosa lui, inizia a cercare qualcosa in dispensa mentre Jinnie non smetteva di miagolare e strusciarsi sulle gambe per chiedere il cibo. Namjoon trovò un barattolo di marmellata ai fagioli rossi e del pane tostato, quella marmellata gli ricordava Jin e il loro "primo incontro", quella volta voleva davvero posare le sue labbra su quelle del maggiore per sentirne tutta la loro pienezza. Lo avevano ipnotizzato talmente tanto che se il maggiore non avesse fatto cadere il barattolo lo avrebbe baciato veramente.

Preso il barattolo e il pane il ragazzo iniziò a prepararsi il panino, e una volta finito si versò del succo in un bicchiere. Poi pensò al gattino mettendo due ciotoline sul tavolo, una con la pappetta e una con del latte, mise il gatto sul piano di legno laccato e iniziarono a mangiare insieme. Nam iniziò a pensare al perchè sua sorella non stesse più a casa e perchè lo evitasse «Mmh questa situazione va avanti dalla settimana di malattia di Jin» disse al gatto, ormai dialogava solo con lui. «E sembra che la causa del loro perenne ciclo sia io, ma io non so cosa ho fatto! Cioè come faccio a sistemare la situazione sia con Jin che con la mia sorellina?» il gatto lo guardò storcendo la testolina per poi riprendere a mangiare. Namjoon nervoso addentò un pezzo di panino e ricominciò a parlare «In più ora a complicarmi la vita c'è quello stupido professore di inglese. Tsk perchè mai è dovuto comparire e provarci proprio con Jin? Ora lo hyung ha occhi solo per lui». Si accasciò sul tavolo sentendosi come sconfitto e sbuffò spostandosi un ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi. Voleva tornare veramente al giorno del barattolo rotto, magari se in quell'occasione avesse seguito il suo istinto e lo avesse baciato forse ora ci sarebbe lui al posto di Jaebum, perchè, dopotutto, alcuni segnali da Seokjin li aveva recepiti. Come ad esempio il rossore sulle sue guance quando gli si avvicinava, lo trovava veramente carino.

Finita la colazione e dopo essersi preparato, Namjoon uscì di casa salutando il micio. Scese all'entrata con l'ascensore e si avviò verso scuola. Camminava tranquillo con le cuffiette alle orecchie che gli rimbombavano i suoi brani rap e non preferiti. Si guardava intorno, si vedeva proprio che la primavera stava arrivando, tutti quei colori, una nuova luce, gli alberi di ciliegio in fiore, sembrava tutto così romantico e adatto alle coppiette. Per un secondo si immaginò lui e Jin lì sotto e la cosa gli fece spuntare irrimediabilmente un sorriso con tanto di fossette, ma quando la sua immagine era cambiata in quella di Jaebum senti una brutta sensazione allo stomaco e un groppo in gola. Cacciò via quell'immagine dalla testa e ricominciò a camminare verso scuola.

Era quasi arrivato e ad appena a pochi passi dal cancello vide Jin parlare con qualcuno «Forse ora potrei chiedergli spiegazioni». Si avvicinò di più al maggiore, e con poche falcate arrivò così vicino a lui da poter vedere con chi stesse parlando. L'altro interlocutore era il suo nuovo nemico. Gli tornò di nuovo quel groppo alla gola quando capì che quei sorrisoni erano per Im Jaebum, che sembrava ricambiare molto animatamente. «Ma quello ieri mi ha ascoltato?!» gli salì un nervoso che, nel momento in cui il professore iniziò a sistemare i ciuffi rosa dell'alunno, avrebbe voluto solo andare lì e spaccargli la faccia come aveva minacciato, più o meno, di fare il pomeriggio precedente. Forse lo avrebbe pure fatto ma la presenza di Seokjin lo aveva bloccato, non voleva avere un altro motivo per essere odiato dal maggiore. Così si fece forza e li superò sperando di non farsi notare. 

Entrò in classe e si accasciò sul suo banco, quello vicino ad Hoseok, e sbuffò. «Ehi amico tutto ok?» chiese Hoseok vedendolo così, quasi sdraiato sul banco, troppo moscio per essere lui. «Si si tutto bene, tranquillo Hobi» rispose il minore «E tu?». Hoseok lo guardò un po incerto se credergli o no, ma alla fine si disse che se voleva parlargliene lo avrebbe fatto quando se la sentiva «Io tutto ok. Oggi ci sei a pranzo con il gruppo?». «C'è anche Jin hyung?» Namjoon si girò verso di lui, come se avesse potuto leggere la risposta nei suoi occhi. «Certo come sempre» sorrise il maggiore sperando lo facesse anche il suo amico, ma non fu così, ricevette come risposta un lungo sospiro, «Successo qualcosa con lo hyung?». A quelle parole il viola si animo alzando un po la voce «Ah bo! Così di punto in bianco mi odia! E non è il solo.». Hoseok gli appoggiò una mano sulla spalla per calmarlo «Tranquillo Nam nessuno ti odia, tantomeno Seokjin, per lui è proprio tutto il contrario». «Se lo dici tu» Namjoon accennò un sorriso. «Lo dico perchè è vero, tu lo mandi in tilt» commentò infine Hope poco prima dell'ingresso in aula del prof, che diede subito inizio alla lezione.

Forse Nam aveva trovato un alleato e un po di speranza.

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Capitolo 22
*** 21 ***


Alla fine Namjoon, costretto da Hoseok, si era veramente seduto al tavolo con i suoi amici, o almeno per lui lo erano. Quasi nessuno parlava, solo Hoseok avvolte faceva qualche frase provando a far interagire un po' tutti. Ma non c'era verso di smuovere quella situazione leggermente imbarazzante e un pelo anche irritante. Nam sentiva gli sguardi di sua sorella e Jimin su di lui. Sembravano due bulldog pronti ad attaccare. Il viola stava rimpiangendo di non aver fatto più resistenza e di aver desiderato, un po' di tempo fa, che Taehyung e Jungkook, mentre pranzavano, dovevano stare un po' più zitti così che avrebbe potuto mangiare in pace. Però ora gli sembrava che la pace ci sarebbe stata solo con quei due al tavolo che, almeno, avrebbero distratto gli altri dal guardarlo male. Avrebbe anche accettato di essere "bullizzato" da Yoongi o di sentire le sue solite lamentele su quanto fosse crudele il mondo con lui. Ma nemmeno lui era lì. 

«Voglio tornare a casa dal mio Jinnie» sospirò Nam «Almeno lui mi fa sorridere ed è carino con me». Mentre pensava al gattino iniziò a guardare Jin e ogni suo minimo particolare. «I capelli rosa ciliegio gli stanno così dannatamente bene. È anche più carino di Jinnie» accennò un sorrisino, un po' da ebete. «Anche i suoi occhi sono così carini. Pure il suo naso. E le sue orecchie che diventano rosse quando si arrabbia. Anche le sue guance sono carine quando sono tutte rosse per l'imbarazzo. Per non parlare di quelle labbra, lo sapete che siete la cosa più odiosa ed invitante insieme a quello stupido collo?!» corrugò la fronte come se stesse veramente "litigando" con quelle labbra «Aish! Ma che pensò?! Se continuo così inizierò a dire che anche i suoi peli del naso sono carini, o che magari le sue sopracciglia ispirano sesso. Oddio lui me lo ispira tanto...». Il minore ebbe un flash di Seokjin nudo sul suo letto col respiro affannato per colpa sua «Cazzo vai ad immaginarti Namjoon!» avvampò, anche peggio di Jin quando lo aveva salutato la prima volta.

Namjoon continuò ad ammirare Jin in silenzio mentre mangiava il burrito che avevano servito alla mensa. Sembrava che il maggiore fosse diventato una delle 7 meraviglie del mondo da quanto era preso Nam a fissarlo. Però anche se era così preso da Seokjin non si era accorto che il rosa stava diventando sempre più rosso dall'imbarazzo. Che si fosse accorto dello sguardo del minore su di lui? 

«Cos'ha da fissare così tanto..» pensò Jin mentre giocherellava con l'insalata e la forchetta. Aveva veramente le gote rosse per l'imbarazzo e si sentiva come le prime volte che stava con Namjoon. E la cosa non gli piaceva affatto. Perchè è così difficile dimenticarlo o almeno archiviarlo in un altra sezione del suo cuore? Questa domanda Jin se la faceva abbastanza spesso. Sì era attratto dal suo professore Jaebum ma Namjoon dai suoi pensieri non sembrava voler cessare di andarsene. Se non ci pensava durante il giorno lo sognava durante la notte e se invece ci pensava sentiva un leggero senso di colpa per come lo trattava. Sapeva anche lui che questo tipo di comportamento era solito dei bambini o delle ragazzine con un cervello piccolo come una nocciolina. Odiava sentirsi così in contrasto con se stesso per quell'essere che ora stava mangiando un burrito indisturbato con un espressione da deficiente e che non la smetteva di fissarlo. Stava pure per alzarsi e dirgli di smetterla di fissarlo con quello sguardo da babbuino ma qualcuno lo interruppe da quel pensiero.

«Ciao ragazzi. Ciao Seokjin» salutò sorridente Jaebum, colui che interruppe sia Jin dai suoi pensieri che Namjoon dal suo mini angolo di paradiso. Il rosa si tirò su immediatamente e sorrise al professore «Buongiorno professore!». «Ti ho detto che devi chiamarmi Jaebum» gli scompigliò un po' i capelli «E poi non c'è bisogno dell'inchino, siamo quasi coetanei sai?». Il corvino si sedette al tavolo vicino a Jin, il tutto sotto gli sguardi curiosi dei suoi amici. «Ma quindi è lui?! È lui lui?!» chiese Jeongyeon a Jin sussurrandogli all'orecchio per farsi sentire solo da lui. «Si è lui ma ora calmati!» gli rispose il rosa cercando di calmarsi anche lui. 

Anche qualcun altro in quel tavolo doveva calmarsi ma per un diverso motivo, irritazione e nervosismo. «Che è venuto a fare questo qui?! Non ha capito il concetto!?» pensò Namjoon mentre stritolava il suo povero burrito. «Povero pranzo, forse pensa sia io» il professore sentì lo sguardo cupo del viola su di lui «Si, sicuramente pensa sia io» deglutì, non pensava potesse avere leggermente timore di quel ragazzo, gli altri professori dicevano che era un ragazzo tranquillo. «Allora ragazzi venite sempre qui a mensa a mangiare?» chiese il prof per fare un po' di conversazione. «Già, questo è il nostro tavolo, fra poco ci metteranno una targhetta con i nostri nomi» gli rispose l'unica ragazza del gruppo provando a fare la simpatica. «Oh allora forse qualche volta verrò anch'io. Sempre se posso» ridacchiò Jaebum guardando i ragazzi «Sapete stare con gli altri professori mi fa sentire davvero vecchio e stanco, appare la signora Choi gli altri sono veramente noiosi». Anche lui stava cercando di fare il simpatico e dalle risate della maggior parte dei presenti a tavola, ovvero tutti appartenenti Namjoon, sembrava ci fosse riuscito e che avesse ricevuto di sicuro un sì. Ma si sbagliava.

«No. Lei non può» disse con tono freddo e distaccato Namjoon finendo, finalmente, di torturare  il burrito. Si alzò in piedi con fare abbastanza minaccioso, come d'altronde il suo tono in quel momento, aveva fatto fare un balzo a tutti. «Non le è ancora entrato nel cervello vedo. Il discorso che le ho fatto ieri non era una cazzata detta così tanto per dire mi capisce?». A quelle parole gli altri quattro guardarono i due confusi senza lasciare quella luce di terrore. «Se io ho detto che se la deve smettere di stare tra i suoi piedi le conviene farlo» Nam prese il suo zaino e si avvicinò di più al viso di Jaebum «Non si deve più avvicinare al mio hyung. Deve stare almeno a cento chilometri dal mio Kim SeokJin». Detto questo se ne andò senza aggiungere altro sotto lo sguardo stupito degli altri. 

«Oh adesso è tuo? Sembra che tu sia più deciso e vero di ieri Kim Namjoon» pensò il professore cercando di nascondere un sorrisetto leggermente soddisfatto.

«"mio hyung"?! "mio Kim SeokJin"?!» invece era ciò che stavano pensando tutti gli altri.

«È impossibile».

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Capitolo 23
*** 22 ***


«È impossibile» era l'unica cosa che riuscì a dire Jin. Era rimasto lì fermo immobile a guardare il posto vuoto di Namjoon. Finché all'improvviso si prese ta testa fra le mani e iniziò a muoverla in segno di negazione «No no tutto quello che è appena successo è dannatamente impossibile!». Jimin prese la mano del suo hyung e lo fece rimettere a sedere «Ehi hyung calmati» gli sorrise sperando che, come accadeva con il suo Yoongi, si calmasse. Anche Jeongyeon per calmarlo iniziò ad accarezzargli la schiena. Gli unici che non capivano erano Jaebum e Hoseok, che si guardavo come per dirsi "Signorino Jung sai qualcosa?" "No prof non ci sto capendo niente da quasi un mese". Quello che prese parola tra i due fu il professore «Ehi Seokjin, che è successo? A me sembra che il signorino Kim si sia appena dichiarato a te in un certo senso» chiese guardandolo un po' strainito e anche preoccupato, da quel poco che conosceva di Jin gli era sembrato un ragazzo impacciato e calmo non uno che urla a caso, «Non è positivo?».
Jin lo guardò con un espressione indecifrabile «No. È impossibile.» disse con tono secco.
Hoseok, dopo essersi ripreso dalla confusione del momento, si fa avanti prendendo in un certo senso le difese di Namjoon «No tu adesso mi spieghi perché è impossibile. A lui piaci sai? E anche a te piace lui o mi sbaglio?».
«Io non gli piaccio, lui sta con Jackson..» dopo quelle parole il rosa si rincupì e abbasso la testa. Vedendolo, di nuovo, in quella condizione, Jeongyeon decise di continuare lei la frase del maggiore «Li abbiamo visti che si baciavano». La faccia perplessa di Hoseok tornò immediatamente e guardò il rosa dispiaciuto sentendosi anche lui un po' in colpa per aver pensato che fossero stati veramente antipatici a trattare male il suo amico senza motivo. 
Al canto suo, invece, Jaebum stava riflettendo sulla cosa. Gli sembrava molto poco probabile che Namjoon avesse baciato un altro ragazzo che non fosse Jin vista la scenata che aveva fatto il giorno prima e qualche minuto a quella parte. Pensava che alla storia mancava qualche dettaglio che lui voleva scoprire. «Jin ti va di chiarire meglio la questione a me e al tuo amico? Sembra proprio che a noi non sia chiara la questione» chiese il professore con un sorriso cordiale. Il ragazzo però sembrava non voler dire nulla e che fosse restio ad aprire bocca, l'unica cosa che fece era stringere le mani dei due amici vicino a lui per chiedere aiuto. La castana capendo ciò che stesse provando Jin decise di parlare lei. 

Iniziò a raccontare tutto, dall'inizio, dal primo incontro, fino alla fine, ovvero qualche minuto prima. Raccontò di Jin che per una settimana era rimasto a casa senza dare sue notizie, finché non era tornato con un nuovo look e novità, che non specificò visto che non voleva far sapere al professore che il suo amico fosse interessato a lui. Disse anche che lei, era da un sacco di tempo che tornava e usciva da casa in orari in cui avrebbe visto il meno possibile suo fratello. Si sentiva un po' in colpa per questo e sapeva che si stava comportando come una bambina non dicendogli il motivo dei suoi atteggiamenti, ma pensava che se l'avrebbe fatto forse si sarebbe messa a piangere facendogli pena e magari dandogli della stupida per essersi comportata in quel modo. Gli bastava già suo padre.

La aiutò anche Jimin dicendo anche lui, mettendola sul ridere per non ripensarci troppo, di come aveva reagito alla cosa e di come era sembrato, sicuramente, un femminuccia agli occhi del suo amato. Raccontò vagamente anche di Jungkook ma il minore cercava di evitare quell'argomento, facendo rimanere il maggiore un po' confuso. Però non voleva obbligarlo a parlare.
Intanto Jaebum stava ascoltando tutto con attenzione ma ancora non riusciva a convincersi che Namjoon, quello che lo aveva minacciato di morte, avesse baciato questo Jackson. «Ragazzi non per sembrarvi insensibile ma» fece una piccola pausa «siete sicuri che la situazione sia questa? Non è per ribadirlo ma la scenata di prima faceva intendere qualcosa, e in più può essere che fosse solo un malinteso non credete?». A questo punto si unì anche Hoseok. «Il prof ha ragione!» diss con un po' troppa enfasi così si calmò «Penso che il prof abbia ragione. Anche questa mattina Nam mi ha detto quanto si sentisse male per come lo stavate trattando e perché tu Jin non lo vuoi più vicino a te. A lui piaci hyung». Concluse così il rosso con un sorriso smagliante dei suoi, e appena rivide il viso del minore pensava di averlo convinto.

«Non voglio parlargli» disse con voce un po' incrinata Seokjin, ricordare tutto quello che era successo gli stava facendo male. «Preferisco rimanere così che andare da lui e chiedergli "Ehi scusa ma tu hai baciato quel Malfoy cinese?" per poi magari sentirmi dire "Ma certo! Non vedi che formiamo la Drarry?!"» il rosa se la immaginò pure la scena, trovando per sua sfortuna dannatamente attraente un Namjoon con gli occhiali. 
«Capito? Non voglio sentirmi dire che si sono baciati faccia a faccia, in modo diretto» si passò una mano tra i capelli e sospirò «Starei solo doppiamente male». A Seokjin non gli importava se in quel momento stava sembrando un completo idiota fifone, dopotutto sapeva anche lui di esserlo. Quindi, come suo solito, prese lo zaino, lo mise in spalla e scappò. Scappò da quel tavolo in cui, magari, avrebbe potuto cambiare idea e riprovarci con Namjoon. Dal tavolo che lo aveva fatto sentire ancora più insicuro, ma che gli aveva acceso una scintilla di speranza che lui odiava. Perché non potevano farlo rimanere con la sicurezza di non piacergli? Perché avevano dovuto riaccendere il fuocherello? L'unica cosa che gli impediva di poterci riprovare era, per l'appunto, sapere di non piacergli e di potersi liberare di quel sentimento tanto opprimente, magari provandoci con il suo nuovo e affascinante professore di inglese.
Ma no. La vita non voleva farlo sentire sicuro.

Camminò velocemente verso l'interno dell'Istituto per piangere in pace, e nel farlo passo davanti a qualcuno che aveva sentito tutto il racconto.

«Nessuno. E ripeto nessuno, nemmeno un mio amico, deve anche solo pensare di poter far soffrire il mio Jinnie e il mio amore. Nessuno.» Yoongi dopo aver sentito tutto voleva solo spaccare il naso a Namjoon. Lo sguardo del verde faceva veramente paura, forse la cariera del serial killer che gli aveva consigliato un test per un gioco non ci aveva sbagliato più di tanto.

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Capitolo 24
*** 23 ***


«Nessuno. E ripeto nessuno, nemmeno un mio amico, deve anche solo pensare di poter far soffrire il mio Jinnie e il mio amore. Nessuno.».

E dopo queste parole Yoongi iniziò a vagare per tutta la scuola alla ricerca Namjoon. Il suo sguardo e la sua camminata non presagivano nulla di buono. Passava tra la folla dei ragazzi, che come lui frequentavano quella scuola, e sembrava fosse Mosè che apriva le acque del Mar Rosso. Min Yoongi il nuovo profeta che spartisce la folla di persone e apre il didietro al suo amico Namjoon, si perchè in quel momento voleva solo dargli un calcio nel culo che lo potesse far partire verso Marte, perchè tanto con il suo QI di 148 di sicuro sarebbe riuscito a parlare con qualche alieno strano. Magari riusciva pure a trovare il pianeta natale di Taehyung. Che profeta tranquillo e pacifista..

Stava chiedendo a tutti ma sembrava essersi volatilizzato, o forse avevano paura di cosa potesse fare quello hyung più spaventoso del solito..mmh Yoongi non lo saprà mai. Era giunto alla conclusione che nessuno di quei cosi, ovvero i suoi compagni di università, fosserò realmente utili in quel momento, così si diresse verso la sala professori per cercare la professoressa Choi, secondo il verde lei era la donna più intelligente del mondo «Li dovrebbero dare a lei l'oscar, il grammy e il nobel». Entrato nell'aula la vide subito, era intenta a sgridare uno dei suoi colleghi «Senta, non mi frega se lei ha avuto questa laurea o è amico di questo tizio, lei deve compiere il suo lavoro Chen! Non può assentarsi da scuola per una settimana senza preavviso per un viaggetto con la sua nuova mogliettina americana! E nemmeno mettere un test senza preavviso dopo questa assenza. Un'altra cosa del genere e lei verrà licenziato» il suo sguardo si era assottigliato e il tono era tagliente, disse l'ultima frase vicina al viso del professore impaurito «E lei sa che se lei va via abbiamo altrettanti docenti preparati e pronti a prendere il suo posto e il suo stipendio. Quindi veda di smuovere quel sedere flaccido da quella sedia e scatti a lezione.». 

Ecco un altro motivo per cui la ammirava, lei era una donna con le palle, la adorava. Forse era anche una delle donne con cui avrebbe voluto avere una relazione, cosa che Jimin non doveva assolutamente sapere. 

L'avrebbe coperta di complimenti se ora anche lui non doveva far muovere il culo a qualcuno. «Scusi professoressa Choi, ha visto Kim Namjoon?» chiese il verde avvicinandosi alla scrivania della corvina. «Ciao Yoongi» sorrise «È successo qualcosa con il tuo amico?» chiese la donna invitandolo a sedersi. Yoongi negò con un gesto della mano «Diciamo di si, devo spaccargli il naso. Lo ha visto?». «Aish, Yoongi se lo fai veramente, anche se sei il migliore amico di mio nipote, non potrò lasciar correre lo sai?» vide l'alunno annuire così sospirò per la seconda volta «Ha chiesto le chiavi dell'aula di ballo privata quindi penso sia lì». Il verde scattò verso la porta «Grazie mille signorina Choi!». «Prego, e ricordati che la violenza non è la soluzione!» alzò un po' la voce per farsi sentire dallo Yoongi scattante e sperò avrebbe seguito il consiglio. «Mi ha chiamata signorina» ridacchio la Choi mentre si specchiava sul suo pc spento.

Yoongi corse verso uno dei posti che aveva scartato all'inizio «Namjoon in un'aula di ballo...è come dire Jungkook in un nightclub, ma per favore!». Davvero non riusciva a spiegarsi cosa ci facesse lì il viola, cioè ormai si sapeva che il ballo e lui erano come Taehyung e un cervello, quasi totalmente incompatibili. Mancava poco al traguardo della sua corsa e aveva già un bel discorsetto pronto da dirgli, o forse meglio fargli. Spalancò la porta ed entrò facendo prendere un colpo al minore. «Oh Yoongi sei tu, come va? Anche tu qui per allenarti?» sorride Nam asciugandosi qualche goccia di sudore. «Se il sacco da box lo fai tu molto volentieri» si avvicinò velocemente ad un Namjoon confuso e lo mise al muro. Il viola si corrucciò immediatamente e spostò il braccio dell'amico «Ma che cosa hai?! Ci stai con la testa?». 

Il verde non si intimorì e lo riprese per il colletto «Quello che non ci sta qua sei tu idiota! Come cazzo ti permetti di illudere il mio migliore amico per poi baciare un cinese del cazzo eh!?» la mano stretta a pugno gli formicolava, forse significava qualcosa, che per Yoongi era venuto il momento di dargli un pugno. E lo fece, un pugno nella mascella, non troppo forte ma ovviamente carico di rabbia «In più non ti è bastato!! Hai fatto soffrire come un cane non solo Jin ma anche il mio Jiminie! Ha pianto davanti ai miei occhi cazzo, non lo avevo mai visto così triste..» sembrò calmarsi ma durò solo qualche secondo «E tu poi pezzo di idiota vai pure a minacciare la gente dicendo di stare lontano da Jin quando tu lo prendi solo in giro e stai con un biondo platinato del cavolo!». Lo spinse contro il muro e lo guardò malissimo sperando di non avergli fatto troppo male ma nemmeno troppo bene.

Namjoon si pulì il labbro, che per il pugno aveva iniziato a sanguinare da un piccolo taglietto, e spinse a sua volta Yoongi «Ma che cosa stai dicendo?! Ma ti sei fumato una canna amico?!» inspirò ed espirò cercando di calmarsi «Io non sto insieme a nessuno e tantomeno ho baciato qualcuno». «Non è vero! Non mentire, Jimin e gli altri tre ti hanno visto baciarti nel bar con quel decolorato cinese, Jackson» il suo tono cercava di essere ancora intimidatorio. Nam scoppiò in una risata quasi isterica e nervosa «Io baciato con Jackson? Ma quando mai!! Lui è già fidanzato con Jinyoung» disse guardando negli occhi Yoongi e smettendo di ridere lasciando posto a delle gote arrossate «A me piace Jin, hyung io non ho minacciato Jaebum a caso».

Yoongi si vide cadere in testa un intero palazzo. Gli occhi del suo amico erano così sinceri, come la sua voce, in quel momento che non poteva che crederci. «Ma ma Jimin...e Jin...bar...vi spiavano..anche Kook...tua sorella....poi montagne russe..» il maggiore stava blaterando parole disconnesse. Si sedette a terra e si mise le mani tra i capelli e guardò il ragazzo in piedi davanti a lui che lo guardava ancora un po confuso. «Hyung giurò su tutte le cose che amo, io non ho mai baciato Jackson in quel bar» disse Namjoon mettendosi all'altezza del più grande. «Ma loro dicono di averti visto con i loro occhi! Jin hyung ti ha visto con i suoi occhi e ha pianto!» urlò Yoongi scuotendo il minore «Dicono che tu eri di spalle alla vetrina e ti sei avvicinato a Jackson!». 

Nam bloccò le braccia del minore e aspettò che il lieve giramento di testa gli passò prima di rispondergli «Si mi sono avvicinato, ma non per baciarlo, per pulirgli la faccia, che ci era impastrocchiata subito di crema al cioccolato, con un tovagliolo» disse pensandoci su per poi spalancare gli occhi quasi spaventato «Non dirmi che dalla loro prospettiva sembrava un bacio?!» il verde annui a bocca aperta «Oddio e ora che come faccio!? Io non voglio che Jin creda questo e che si senta male per una cosa che nemmeno esiste..». Stavolta era Namjoon a prendersi i capelli tra le mani. «Sinceramente non so cosa potresti fare, questa situazione e così assurda che l'unica cosa che mi viene in mente da dirti è di provare a parlargli, forse» disse Yoongi che sembrava essersi ripreso. «Mi sento così in colpa, ho fatto soffrire una delle creature più belle di questo universo» il viola stava a testa china a ripensare a quello che gli era stato appena detto, finché due braccia non lo strinsero in un abbraccio. «Non è colpa tua, non potevi saperlo» cerco di rassicurarlo Yoongi «Ora pensiamo a come spiegarglielo invece».

E così i due iniziarono a pensare ad un modo decente per spiegare una cosa non proprio normale.

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Capitolo 25
*** 24 ***


Jeongyeon quella sera tornò a casa prima del solito orario, che era iniziato dopo quel giorno da spia. Strano no? Perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere se quello che stava cercando di fare in quelle settimane era esplicitamente evitare il fratello? Beh un motivo c'era, la scenata del fratello durante l'ora di pranzo. Non riusciva a capire perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere, un motivo in mente gli era venuto ma era alquanto improbabile visto che il casino che era successo era iniziato proprio dal bacio che faceva scartare il possibile motivo. «Cioè non ci sarebbe motivo di baciare uno quando ti piace qualcun altro no? Io non vado a comprare un eye-liner a penna se preferisco quello a pennellino. Aish che esempio stupidò» pensò ad alta voce la castana mentre camminava verso casa sua, spaventando i passanti per i suoi discorsi a voce alta, pensavano tutti che lei fosse pazza. 

Arrivata dentro casa urlò subito il nome del fratello ma nessuno rispose. «Ovvio quando ci sono io lui non c'è» borbottò Jeongyeon mentre andava in camera sua. Si era fatta una doccia e una maschera viso, si era messa il pigiama, aveva sistemato casa, aveva annaffiato le piantine e aveva rimesso apposto casa ma di Namjoon non c'era ancora l'ombra. «Dove cavolo è andato quella prugna secca» chiese al muro della sala difronte a lei mentre picchiettava il piede a terra per l'ansia e il nervoso «Odio aspettare! Perchè non è ancora tornato?! Cioè è tardissimo sono le..diciannove! Cioè é tardi! Aish mi sto logorando dall'attesa! Non mi piace per nulla attendere se devo parlare di cose importanti». Si buttò di peso sul divano, e appena atterrò sulla superficie morbida sentì lo scatto della serratura. Corse davanti la porta e la spalancò prima del fratello «Dove sei stato?!» gli urlò in faccia mentre lo trascinava in casa per poi chiudere la porta sbattendola. «Guarda che così la rompi. E poi non dovresti chiedermelo visto che la signorina qua presente per più di una settimana non ha fatto altro che tornare dopo l'orario di cena senza dare spiegazioni» rispose Namjoon posando due buste, rigorosamente di stoffa, quelle di plastica si sarebbero rotte dopo un unico passo fuori dal market. «Si..vabbè..quelli sono dettagli» disse colpevole la ragazza «Comunque dov'eri?». «A scusarmi con il prof. Jaebum» disse diretto il viola mentre iniziava a mettere apposto la spesa «Poi sono andato a comprare da mangiare, come vedi, e anche il cibo per il gattino». In quel momento la castana non era sicura se essere più sorpresa per la cosa delle scuse o per la parola gattino. «Gattino? Non abbiamo un gatto..» disse un po' perplessa iniziando ad aiutare il suo fratellone. «Si che lo abbiamo, non lo hai visto per casa?» chiese Nam girandosi verso la minore che negò «Oh. Aspettami qui» le "ordinò" prima di iniziare a richiamare il gatto «Jinnie! Jinnie dove ti sei nascosto?».

Il micio che prima cercava di nascondersi a tutti i costi dalla presenza a lui estranea in casa, appena sentì la voce del suo padrone corse verso la sua direzione. «Awww ti sono mancato eh piccoletto?» il maggiore lo prese in braccio e lo portò in cucina per presentarlo alla sorellina «Lui è Jinnie, il mio micetto». Jeongyeon si avvicino al gattino per accarezzarlo ma l'altro cercò di fuggire arrampicandosi sulla spalla del ragazzo per poi balzare sul tavolo, dove iniziò a soffiare contro l' "estranea". «Jinnie?» chiese incredula Jeongyeon mentre indicava il gatto «Perchè?». «Beh vedi, quando l'ho visto mi è sembrato tenero proprio come lo hyung..» rispose imbarazzato il fratello mentre versava in una ciotola del latte e in un altra del cibo per gatti.

«OH! Si proprio di lui ti volevo parlare!» la castana si illuminò e si ricordò dell'argomento che le aveva resa tanto impaziente. «Cos'è successo a Jin?» chiese preoccupato il viola facendosi già tremila idee che non centravano nulla con la discussione che voleva intraprendere la sorellina. «Perchè hai fatto quella scenata dicendo che il professore non doveva avvicinarsi al "tuo" Jin?» disse seria Jeongyeon guardandolo dritto negli occhi. «Beh pensavo che non ci volesse un genio per capire che quella era una mezza dichiarazione» rispose anche lui in tono serio «A me piace molto Seokjin.». «Impossibile, tu hai baciato Jackson!» ridacchiò nervosa lei mentre si avvicinava al fratello, anche se gli era stato detto il motivo a cui lei stessa aveva pensato ancora non ci credeva «Ti ho visto con i miei stessi occhi mentre lo baciavi, e tu non sei una persona che va a baciare gente a caso». «Ed infatti è così, io non ho mai baciato Jackson» si passò una mano fra i capelli «Yoongi oggi mi ha detto tutto, sembra che vi abbia sentiti parlare mentre spiegavate a Jaebum la storia. Perchè non sei venuta subito da me a parlarmene invece di tenere il muso e contribuire ad aumentare l'astio tra me e Jin?». «B-beh, cosa avrei dovuto dirti? "Ehi Joon io, Jin e gli altri ti abbiamo visto baciare Jackson durante in vostro appuntamento che stavamo spiando". Cioè ti saresti incazzato e basta, e in più sarebbe stato strano!» rispose lei alzando la voce all'ultimo. «Potevi dirmelo e basta! Cazzo sai quant'è stato doloroso essere ignorati tutti i giorni dai tuoi amici, dalla persona che ami e da tua sorella?!» urlò quasi disperato il maggiore fissandola negli occhi mentre iniziava a far scendere quelle lacrime che si erano trattenute per tutto quel tempo. Jeongyeon lo abbracciò subito iniziando ad accarezzargli la schiena per tranquillizzarlo «Scusa oppa..».

Restarono abbracciati in quella posizione per una decina di minuti, finché Namjoon non si tranquillizzò del tutto «Comunque seriamente, io non ho mai baciato Jackson». «Ti credo fratellone» le sorrise la minore passandosi il braccio sugli occhi che avevano versato qualche lacrima insieme a quelli del maggiore «Ora però devi dirlo allo hyung». «No che non posso! Sarebbe strano..e poi come glielo dico scusa? "Oh ciao Jin hyung, sai la novità? Io non ho mai baciato Jackson". Non mi crederebbe» disse un po' agitato Nam. «Beh nessuno ti crederebbe se glielo vai a dire con quel tono da deficiente..» lo criticò schietta la sorella. «AH AH AH.» la guardò male il maggiore «Comunque il problema non è solo quello. Ora lui mi odia..con me non ci vorrà mai parlare manco se lo prego in trecento lingue diverse». «Bene allora vorrà dire che glielo dirò io! Domani stesso» Jeongyeon incrociò le braccia al petto con aria di sfida. «Aish..perchè non capisci, anche se glielo dici tu non cambierebbe il fatto che lui non ci crederà. E poi mettendo in caso che ci credesse cosa pensi che faccia? Di sicuro non smetterebbe di odiarmi» rispose mettendosi nella stessa posizione della minore. «MMMH! Porco gelato dietetico! LUI TI AMA EBETE!» urlò abbastanza esasperata la castana «Anche tu lo ami no!? Perchè non puoi far avverare la mia best ship!?». «Che cos-?» chiese confuso Namjoon, lasciando perdere subito dopo la cosa «Io vado a farmi una doccia». «Non scappare Kim Namjoon! Io domani urlerò nelle orecchie di Kim Seokjin che tu non hai baciato Jackson Wang! È una promessa!».

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Capitolo 26
*** 25 ***


Era arrivata la mattina dopo e Namjoon e Jeongyeon stavano facendo colazione insieme dopo tanto tempo. «Mi rispieghi dove hai trovato il micio?» chiede per la terza volta la castana guardando il gattino bianco sul tavolo, che beveva il latte tutto tranquillo. «Mmh! Ancora?» Nam sospira e dopo aver mandato giù il boccone di torta rispose «L'ho trovato per strada al freddo e visto che lo ho colpito con una lattina per sdebitarmi lo ho adottato. E poi scusa che c'è di male? Jinnie è così cute!». Prese il gattino e lo avvicinò alla sorella «Non lo trovi carino? Dai su accarezzalo!». Agli occhi della sorella Namjoon gli sembrava uno svitato in quell'istante ma comunque lo accontentò provando ad accarezzare il gattino, dopotutto era carinissimo anche per lei. Jinnie però invece di lasciarsi accarezzare, come succedeva con il suo padrone, graffiò la ragazza, per lui era ancora un estranea che urlava contro il suo "eroe". «Ahio! Mi ha graffiata!» la castana si alzò velocemente e mise la mano sotto l'acqua «Quella palla di pelo ce l'ha con me da ieri!». «No ma che dici, è che non ti ha mai vista» le rispose il fratello accarezzando il gatto che gli fece subito le fusa «Vedi com'è buono il mio Jinnie~». «Cos'è ora preferisci quell'esserino a tua sorella?» piagnucolò la ragazza bevendo poi un po' di succo «E comunque non potevi scegliere un nome più normale? Così sembri ossessionato da Jin». «Non sono ossessionato da Jin ok?! È che quando l'ho visto per la prima volta mi ha ricordato lo hyung..tutto qui» rispose il maggiore incrociando le braccia al petto come offeso. «Si e, infatti, se ti avesse ricordato Jungkook lo avresti chiamato Jungcocco o Kookie. Ma smettila Nam, se ti piace lo hyung come mi hai detto devi andare da lui e risolvere il malinteso, non chiamare un gatto col suo nome» controbatte Jeongyeon finendo di fare colazione, mettendo poi le sue cose a lavare. «Ancora con questa storia!? Io non gli dirò nulla, sarebbe ridicolo ed inutile!» Namjoon cominciava ad essere nervoso, era tutta la sera prima che la sorella lo tormentava con questo argomento e anche nei sogni non lo abbandonava. Se l'era sognata con addosso un costume da elefante, animale che gli mette abbastanza ansia, con delle scarpette per la danza classica mentre lo faceva ballare e gli urlava nelle orecchie «Tu devi dirlo a Jin! DILLO!!». 

«No tu adesso mi dici perchè sarebbe così tanto ridicolo ed inutile» disse con tono ferma la castana alzando gli occhi al cielo. «Uno» alzò il mignolo «Perchè non mi crederà mai visto che ce l'ha a morte con me. Due» dice alzando l'anulare «non so come diglielo. E tre non dire "diglielo e basta!"» imitò la voce della minore «Non avrebbe molto senso andare lì ed urlarglielo contro così a caso, e in più poi mi farà altre domande scomode». Jeongyeon sospirò e si arrese «Quindi cosa vorresti fare?». «Starò zitto finché non mi verrà un idea per dirglielo, o lo lascerò calmare e poi ci riproverò con lui» rispose il ragazzo posando le sue cose nel lavello per poi pulirle insieme a quelle della sorella. Non fu una buona idea, appena prese in mano il bicchiere preferito della castana lo ruppe «Cazzo»

Jeongyeon si innervosì per la risposta deludente del fratello «Ma si certo aspettiamo finché non si innamora di qualcun altro, o peggio altra. Sei proprio bacato di cervello Nam! Già c'è quel professore a fargli il filo e tu vuoi aspettare? Sai quanta gente ci proverebbe con lui?! No, basta mi sono stufata di sentire scuse inutili, glielo dirò io oggi stesso». Prese la borsa in modo rude ed uscì di casa sbattendo la porta non permettendo così al fratello di controbattere. Sapeva che non si doveva intromettere, ma sapeva anche che Jin avrebbe potuto trovare facilmente qualcuno che magari poi lo faceva pure innamorare, e se fosse successo poi avrebbe visto suo fratello star male. Gli erano già bastati Seokjin e Jimin. 

Prese il bus, così da arrivare presto a scuola, e pensò ad un possibile piano o una frase con cui avrebbe detto e spiegato al rosa la situazione «Speriamo solo che mi creda senza troppe difficoltà..». Si mise alle orecchie le cuffiette e fece avviare il video della coreografia che aveva preparato per l'esame di danza, doveva passarlo assolutamente o se no avrebbe perso la sua unica possibilità.

Arrivata a scuola iniziò subito a cercare Seokjin, prima glielo avrebbe detto meglio era, o almeno era quello il suo pensiero. Non era riuscita a pianificarsi una situazione o una sottospecie di copione con cui avrebbe introdotto il discorso, quindi aveva deciso di improvvisare, lo faceva spesso quando doveva inventare qualche scusa coi genitori o i professori quindi non sarebbe stato un problemone. Lo cercò un po' per tutto il primo piano rischiando di arrivare tardi anche all'ora di Storia della Musica, solo a cinque minuti dall'inizio dell'ora gli era balenata in testa l'idea di chiamarlo ma ormai era troppo tardi. Lo avrebbe cercato durante la prima pausa.

Passarono tre ore e Jeongyeon era corsa verso l'aula di canto, era l'ultima lezione di Jin prima della pausa. Arrivata lì entrò come una furia in aula trovando il suo migliore amico con la testa china su un foglio mentre picchiettava le dita sul banco. Sembrava nervoso così si avvicinò a lui con calma. «Ehi Jin». Il maggiore alzò la testa e sorrise alla ragazza mettendo velocemente il foglio dentro il quaderno «Ehi Puppet, come va?». «Dai basta chiamarmi in quel modo! Guarda che se no dico a tutti che ti sei cagato sotto solo dopo la seconda notte su FNAF, signorino "io non ho paura di nulla"» gli rispose la ragazza  ridacchiando mentre ripensava al salto dal divano che aveva fatto l'amico dopo il primo jumpscare. «Okay okay» rise insieme a lei il rosa «E comunque quei cosi mettono veramente ansia, non so come fanno a piacerti tanto». Il ragazzo si alzò e seguito dall'amica uscì dall'aula. «Beh per un certo verso sono carini, soprattutto Puppet, è il mio preferito per questo~» disse Jeongyeon aprendo la borsa per cercare una caramella «Ah che cos'era quel foglio di prima?» chiese curiosa mangiandosi poi la caramella per la gola. Ne offrì una anche a Jin ma lui rifiutò. «Ah quello non è nulla di che, solo un progetto che mi hanno affibbiato il preside e la professoressa Choi» rispose sorridendo «Allora vogliamo andare dagli altri?». «Oh si però prima devo parlarti di una cosa, in privato» la castana enfatizzò l'ultima parola per poi condursi verso il sotto scala «Devo dirti una cosa, riguarda mio fratello». Seokjin si rabbuiò subito dandole le spalle per andarsene «Di lui non voglio sapere nulla». «Ma dai aspetta Jin! È una cosa importante che ti riguarda!» continuò la castana provando a fermarlo. «Se è per la scenata di ieri non mi importa, la ho già..già dimenticata. Si! È i-inesistenete» disse con tono fermo che scemò in uno insicuro, a lui in realtà importava sapere la risposta ma aveva paura che ci avrebbe sofferto di più, e poi ormai era quasi completamente sicuro che il ragazzo per lui era Jaebum. 

Non le veniva nulla in mente, così si arrese e glielo ulrò «Mmh!! NAMJOON NON HA MAI BACIATO JACKSON!!». Jin si immobilizzò all'istante con gli occhi sbarrati non dicendo nulla ma guardando un punto inesistente davanti a se. Non sapeva che pensare e se aveva sentito bene ciò che la ragazza le aveva detto. Cioè lui aveva visto la scena coi suoi occhi, era per forza successo no? «Jin» senti la mano della sua amica appoggiarsi sulla sua spalla «Mio fratello non ha baciato Jackson, c'è stato un malinteso» gli rispiegò calma Jeongyeon. «I-io non ci c-credo! Li ho visti c-con i miei o-occhi! V-vado in classe, se arrivo in ritardo mi mettono una n-nota». Dopo quelle parole Seokjin scappò via verso il suo rifugio con le parole della castana che le martellavano la testa senza darle tregua.

Jeongyeon provò a seguirlo ma tra tutta la gente che girava per i corridoi lo perse di vista, finché non suonò la campanella e dovette andare in aula i ballo a sostenere l'esame. «No io non mi arrendo mica, mi verrà un idea, si ne sono sicura» pensava mentre era alla sbarra per il riscaldamento. «Scusate il ritardo!» urlò un ragazzo, appena entrato in aula, facendo voltare la ragazza. «Eccola! Sarà lui la mia soluzione!».

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Capitolo 27
*** 26 ***


Stava fissando il biondo da quando era entrato dalla porta dell'aula di ballo, ormai si era convinta che quello era il piano perfetto.

Aveva finito il suo esame, la mattina dopo avrebbe saputo il risultato, e si avvicinò a Jackson che aveva appena finito la sua prova «Ehi Cinesino come stai?». Il biondo alzò lo sguardo su di lei, quando la riconobbe le sorrise «Ciao Tajo*, io sto bene e credo pure tu vista la prova eccellente che hai dato». «Ti ringrazio per il complimento ma smettetela di darmi tutti dei soprannomi indecenti» sbuffa la castana prendendo la bottiglietta dalla mano del biondo per bere «Comunque anche tu sei stato bravo». «Si, grazie» si riprende la bottiglia, in modo un po' possessivo, e la mette dentro lo zaino «Come va a casa? Nam mi ha detto che parlate raramente» chiede abbastanza preoccupato. A Jackson stava molto a cuore il suo migliore amico, e se non lo infastidiva troppo, anche Jeongyeon, ogni volta si prendevano in giro. «Si è sistemato tutto, ma si risolverà ancora di più se mi fai un favore» mette le mani in segno di preghiera «Please, se non vuoi farlo per me fallo per Nam». Jackson sospirò «Guarda che non c'è bisogno che tu mi preghi. Forza dimmi che ti serve? Devo aiutarti in una delle tue "indagini" segretissime per stalkerare qualcuno?». Già, curiosare nei fatti degli altri era proprio un hobby della minore, ma per sua sfortuna l'ultima volta aveva solo creato casini tra il ragazzo rosa e suo fratello. «Guarda che non sono una stalker! E comunque non è nessuna delle mie indagini, stavolta devi solo presentarti davanti all'aula di canto appena finita la ricreazione, magari portando il tuo ragazzo Jonyug» spiegò la ragazza con tono abbastanza offeso. Lo stesso che ebbe Jack appena sentì il nome del suo ragazzo sbagliato «Si chiama Jinyoung. E va bene, verrò. Però in cambio, visto che hai sbagliato il nome del mio amore~ dovrai coprirmi la prossima settimana quando salterò le tre ore di ballo» la sua voce cambiò in un tono smielato appena iniziò a pensare al piccolo appuntamento col ragazzo «È il nostro mesiversario e lui alla mattinata libera quindi mi devo liberare io per stare con lui». La minore fece una faccia un po' scocciata, voleva trovare anche lei qualcuno con cui fidanzarsi e in più il tono di Jackson, troppo sdolcinato, le faceva venire la nausea. «Va bene ti coprirò, ma tu vedi di essere puntuale!». Dopo un'altro paio di battute i due si congedarono, dovendo iniziare l'ora successiva.

Jeongyeon era davanti all'aula canto e tamburellava il piede per terra, aveva mandato un messaggio a Jackson con scritto di venire dieci minuti prima per sicurezza, ma la campanella stava per suonare e di lui nessuna traccia. «Aish, fra poco lo hyung esce e io non so che inventarmi per trattenerlo..». La campanella suona e i corridoi si riempiono ma di Jack nemmeno l'ombra mentre invece Seokjin sbuca fuori dalla classe velocemente, la castana per miracolo riesce a prenderlo e riportarlo dentro la classe. «Fa piano Puppet» dice il maggiore per poi sedersi sulla cattedra «Cosa c'è di così urgente per strattonarmi così? Non vorrai mica riparlarmi della questione di stamani? Ti ho già detto che è un capitolo chiuso». La ragazza iniziò subito ad agitarsi un po' e a sudare freddo vedendo il ragazzo alzarsi perchè non riceveva risposta da lei. Per sua fortuna in quel momento entrò il tanto atteso Jackson con il suo fidanzato che fecero bloccare come una statua Jin, che però non tardò a riprendersi e ad alzare la voce contro Jeongyeon. «Perchè lui è qui?! Puppet da quando ti sei schierata dalla parte di quelli che mi fanno soffrire e non vorrei vedere per oltre mille anni!?!» durante il mini discorso indica il biondo che appena sente quelle parole ha una faccia perplessa. «Ti calmi Jin? L'ho portato qui per un motivo» la minore cercò di rimanere calma, non le piaceva essere accusata prima di sapere i fatti «Seokjin loro sono Jackson e Jinyoung, ragazzi lui è Jin» fa passare lo sguardo tra i tre. Jin li guarda in cagnesco e gli altri due ancora più confusi «Senti perchè ci hai fatto venire qua?» chiese il moro prendendo un po di coraggio. «Ecco allora fatemi spiegare. Quando tu e Nam siete usciti, io e Jin vi abbiamo visti in una caffetteria. Purtroppo vi abbiamo visto da un'angolazione che faceva sembrare la cosa un po' ambigua..» iniziò a raccontare l'unica ragazza in quella stanza. «Che posizione scusa? Stavamo solo mangiando» rispose con tono ovvio il biondo. «Ecco si, ora lo so anche io, ma prima dalla nostra angolazione sembrava che tu e mio fratello vi steste baciando» finisce Jeongyeon. «Già proprio un bel BACIO tra SOLI migliori amici» disse il rosa incalzando quelle due parole. A quel punto Jinyoung guardo storto il suo ragazzo «È vero quello che stanno dicendo? Dopo due anni di relazione tu hai baciato Namjoon?». «Relazione? Due anni? Ma...sono fidanzati?» pensò Jin, ora lui confuso «Cioè voi due state insieme e lui ha baciato Nam?». «Si noi stiamo insieme ma io non ho mai baciato Nam! Non potrei mai è come un fratello. Lo sai anche tu che non lo farei mai amore» disse quasi disperato Jackson che sembrava essere quello che capiva meno di tutti in quel momento, stava andando leggermente in panico. Jinyoung stava per controbattere ma fu interrotto da Jeongyeon «Ha ragione Jackie, loro non si sono mai baciati» passò lo sguardo dal moro al rosa «È stato tutto un fraintendimento, in realtà mio fratello stava pulendo la faccia di Jackson dalla crema del dolce che stava mangiando. Si era sporcato e lui lo stava solamente aiutando». Al ragazzo preso in questione sembrò venire un lampo «Ah si! Se volete potete chiedere pure al cameriere, per pulirmi ho finito tutti i fazzoletti e mi sono dovuto pure cambiare la t-shirt». A quel punto il fidanzato sembrò rilassarsi. «Aish, non riesci nemmeno a mangiare come una persona normale» gli sorrise e gli diede un piccolo bacio a stampo. 

Ora quello confuso e in preda a mille pensieri era Jin che guardò i due non riuscendo a fare altro che credergli «Sembrate veramente fidanzati..» diede voce ai suoi pensieri. «Beh perchè lo siamo. Ma scusa perchè sembravate così seri e nervosi riguardo questa cosa?» chiese Jackson portando il braccio intorno alla vita del moro. «Da volta stomaco» pensò in quel momento Jeongyeon. «B-beh perchè eravamo fermamente convinti che quel bacio fosse la verità! Io ne ero convinto...» rispose abbassando sempre di più il tono «Dio ho trattato così male Namjoon solo per uno stupido malinteso» diede un pugno al banco per poi tenersi la mano leggermente dolorante, non era portato per queste cose da "ganzi". «Non è poi così stupido. Se per il presunto bacio tu hai cambiato atteggiamento nei confronti dell'amico del mio ragazzo vuol dire che...aish no lascia stare» sorrise Jinyoung «Sono sicuro lo capirai da solo e poi non voglio intromettermi oltre, dopotutto non so l'intera situazione» continuò in tono cordiale «Sperò risolviate la cosa, ci si vede». Si salutarono e la coppietta uscì dall'aula lasciando gli altri due da soli. Lasciando soli una Jeongyeon visibilmente dispiaciuta e preoccupata, e un Seokjin totalmente preso dai sensi di colpa e dallo sconforto. «Dovrò riuscire a fare pace e a chiedergli scusa senza accennare a tutto il resto» fu l'ultima frase del rosa prima che uscì dalla porta per andare a mangiare. «Ma perchè devono complicarsi la vita e non dirsi in faccia ciò che provano..» e così anche la ragazza uscì.

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Capitolo 28
*** 27 ***


Erano arrivate le due ore del corso di inglese e Kim Seokjin ancora non riusciva a far altro che pensare a: Namjoon, il bacio che non c'era stato, a come fare a chiarire col ragazzo, a Jaebum e a Namjoon. Anche se magari lui non voleva pensare al ragazzo dai capelli viola finiva comunque per invadere i suoi pensieri, anche se in minima parte lui c'era. 

Ora Jin era seduto al suo solito banco a fissare la testa viola davanti a lui sospirando ogni qualvolta gli veniva un idea e la scartava. Si stava maledicendo da solo, se lui non avesse seguito l'appuntamento di Jackson e Nam ora non starebbe in questa situazione difficile da disnodare. Come Nam, anche Jin pensava che sarebbe stato meglio non spiegare perchè di quei comportamenti, perchè come lui aveva paura della risposta dell'altro. Aveva paura soprattutto perchè dopo averlo trattato così male ora Namjoon gli avrebbe dato un bidone, quindi, secondo la sua logica, meglio il dubbio che un due di picche. Dopotutto lo sapeva anche lui he Kim Seokjin, uno dei ragazzi più diligenti della scuola, amava scappare dalle difficoltà e dal rischio. Non perché fosse fifone eh, ovvio che no, ma solo prudente. Era quello che si ripeteva. «Aish nemmeno un vecchietto è così barboso. Sono sicuro che ora un novantenne starà scalando l'Himalaya a combattere contro la neve mentre io non riesco a combattere contro un coso dai capelli viola» sbuffò per l'ennesima volta ma in modo più rumoroso delle prime, tanto che lo sentì il professore. «Cosa c'è Jin, la annoio?» chiese in modo scherzoso Jaebum che però ricevette in risposta uno sguardo mortificato e dieci inchini da parte del rosa «Ehi Seokjin guardi che stavo scherzando. Si sieda pure» disse guardandolo in modo un po' preoccupato «È sicuramente successo qualcosa..ma cosa?».

Dopo piccolo scambio di parole, e molti inchini, tra lui e Seokjin, Jaebum continuò a tenerlo d'occhio per capire cosa avesse, e dopo qualche occhiata aveva capito perfettamente cosa aveva per la testa. Namjoon. Non faceva altro che fissarlo. Il gesto in se non lo sorprese più di tanto, la cosa che lo sorprese era il modo in cui lo guardava. Non aveva più quello sguardo maliconico e arrabbiato che aveva visto in Jin la prima volta, ma era più uno sguardo deluso, confuso e insicuro, come se fosse successo qualcosa che aveva smontato completamente le sue convinzioni. Era proprio così ma lui non poteva saperlo, però voleva saperlo. Decise così di parlargli alla fine della lezione. E così fece.

Appena suonata la campenella e aver salutato il resto degli alunni, mentre puliva la lavagna, si girò velocemente per fermare l'alunno ma, per sua sorpresa non ce ne fu fisogno. Il rosa era lì ancora seduto al suo posto e a fissare il banco di Namjoon ormai vuoto. Si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla facendolo saltare per la sorpresa «Jin non vai a casa?». «Eh? Oh si si ora vado» disse con tono assente e rimanendo, ancora, seduto. Jaebum allora si sedette davanti a lui, usufruendo della sedia di Nam. «È successo qualcosa vero? Lo sai che con me puoi parlare di tutto» gli sorrise appena vide che il minore gli prestò attenzione «È successo qualcosa con Namjoon?». Jin iniziò ad agitare le braccia in segno di negazione «No no! lui non centra niente prof». JB sospirò intuendo che non gli stava dicendo la verità «Jin è tutta la lezione che lo fissi deve essere per forza successo qualcosa». «Ma cosa dice» ridacchiò nervoso «Ormai lui non mi interessa più, anzi mi piace lei prof». 

Il moro lo guardò sorpreso per la sua ultima affermazione, non capiva perché dovesse mentire così. Si capiva dal suo tono incerto che non era vero. «Seokjin tu mi interessi, io non ti interesso. Da quando ti ho conosciuto non fai che struggerti per Nam, è proprio impossibile che io ti piaccia» disse con tono serio ma con un sorriso leggero, non voleva mettergli troppa pressione. «I-io le interesso?» gli chiese il rosa imbarazzato. «Si, se devo essere sincero tu mi interessi, ma in modo fisico» puntualizzò subito la cosa per non illuderlo «E per questo anche se veramente ti interessassi non potremmo stare insieme. Tu ti meriti qualcuno a cui piaci veramente, e che ti piace seriamente». Sospirò di nuovo guardandolo facendo sparire anche il sorriso «Lo sappiamo entrambi che a te piace lui, se no non ripenseresti sempre a quel bacio in modo malinconico». «Si, quel bacio che nemmeno c'è stato» stavolta a sospirare era Seokjin «Ho saputo oggi che è stato tutto un malinteso.. ». 

Per la seconda volta, in poco tempo, il prof. rimase sorpreso da un affermazione del giovane. Lui sapeva che era stato un malinteso, il pomeriggio precedente, insieme alle scuse, il viola gli aveva spiegato la cosa, ma non pensava glielo avesse già detto, dopotutto era venuto a chiedere consiglio a lui. Anche se gli aveva chiesto scusa e un consiglio, Namjoon c'è l'avesse ancora con lui ma dopotutto per Jin poteva fare uno sforso. O almeno era quello che pensava il moro.

Jin vedendo lo sguardo sorpreso del prof. Im decise di continuare lui «Jeongyeon me lo ha detto, e ora io non so che fare. Cioè ora mi sento tremendamente in colpa per averlo trattato in modo orribile per qualcosa che nemmeno è accaduto». «Gli vorresti chiedere scusa vero?» gli chiese Jaebum che sembrava essersi ripreso dal piccolo momento di trans. «Si ma non posso! Se gli chiedo scusa poi vuole sicuramente sapere il perché, e se gli dico il perché, ovvero per come lo ho trattato, poi mi toccherà spiegare pure perché l'ho trattato in quel modo e quindi alla fine la conslusione sarà che dovrò dichiararmi» spiegò molto velocemente Jin andando un po' in iperventilazione. «E quindi? Non sarebbe perfetto?» richiese perplesso il moro. «No» rispose secco il rosa «Io non mi sento ancora pronto, però voglio chiedergli comunque scusa». Jaebum gli sorrise ancora, era felicemente sorpreso del tono deciso con cui aveva pronunciato quelle parole e, anche se gli duoleva non avere quel ragazzo tutto per se, era deciso ad incoraggiarlo. «Senti Jin non pensarci, buttati. Vai da lui e chiedigli scusa fregandotene se ti chiederà il motivo, magari fai finta di non aver sentito. Però provaci, un altro che tiene a te come lui non lo troverai presto».
Dopo aver sentito quelle parole Seokjin prese la borsa e corse via, sparendo dalla visuale del professore che lo congedava, orgoglioso di lui.
Non si fermò sperando di incontrarlo per i corridoi.

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Capitolo 29
*** 28 ***


Per sua sfortuna la corsa non era servita a nulla. Aveva cercato anche nei dintorni ma del viola nemmeno l'ombra. Così decise di andare verso la stazione del metrò prima di perdere un'altra corsa e tornare a casa più tardi del dovuto.

Scese la scalinata verso il binario dove avrebbe aspettato i mezzo pubblico. Ogni gradino che faveva il suo muso lungo aumentava, iniziava a pensare anche che le persone guardandolo lo trovassero davvero brutto vista quell'espressione stampata sul suo viso, ed era raro che Jin si considerasse brutto.
Ricontrollò l'orario dal telefono per vedere quanto mancava all'arrivo della métro «Mmh pochi minuti». E così fu. Dopo nemmeno cinque minuti vide sfrecciare davanti a lui i vari vagoni, e, appena si fermò, Jin si fiondo dentro sperando di trovare posto. Anche questa volta aveva sperato in vano, si ritrovò appiccicato alla porta con un corpo che lo sovrastava. «Mi scusi, si potrebbe spostare anche solo leggermente più avanti? Sa non respiro» disse in modo cordiale all'uomo davanti a lui sperando non notasse quel pizzico di irritazione nella sua cordialità. L'uomo si girò verso di lui mostrando un viso molto conosciuto a Seokjin. 
«Oh Jin hyung» disse Namjoon facendo un sorriso accennato «Scusa ma anch'io non riesco a muovermi». Il rosa avvampò immediatamente e rimase a fissarlo «O-oh n-non c'è problema a-allora..». Finalmente lo aveva davanti agli occhi e cosa faceva? Balbettava. Si stava dando dello scemo mentalmente «Dov'è finito quel discorso che ti eri preparato? Dai Jin risvegliati». Mentre parlava da solo nella sua mente il maggiore non si era reso conto di star continuando a fissare Namjoon e di avere le gote sempre più rosee.

«Ehi hyung, tutto okay?» gli chiese preoccupato il minore non ricevendo segni di vita dal rosa da, ormai, una decina di minuti «Stai bene? Hai troppo caldo? Guarda che se vuoi mi sposto un po'». Mentre cercava di fare spazio al maggiore, anche se effettivamente non gli aveva ancora risposto, il mezzo prese un curva un po' più veloce del solito e Nam, perdendo l'equilibrio, si ritrovò più addosso a Jin. Diventarono entrambi due pomodori rossi dei più maturi. Il viola, che si teneva con gli avambracci ai lati della testa di Seokjin, lo guardava trovandolo un cucciolo indifeso ma nel contempo tratteneva il respiro, non ne sapeva nemmeno lui il perchè, forse è una delle solite cose che succedono nei romanzi. «Aish Nam sei proprio un pasticcione, ora non hai nemmeno l'equilibrio» scherzò il maggiore cercando di resistere alla tentazione mettere le sue mani sul petto ampio dell'altro inventando, poi, la scusa che in quel modo si sarebbe retto meglio. «Eh già, scusami hyung» ridacchiò nervoso Namjoon. Seokjin rimase a guardarlo per qualche altro minuto da quell'angolazione, con le parole rosse lo trovava tremendamente carino, il suo istinto da mamma chioccia gli faceva desiderare di spupazzarlo tutto. Però per sua sfortuna non poteva rimanere lì in silenzio a fissarlo per sempre. Così prese coraggio e cerco di ricordarsi almeno una minima parte del suo discorso. Alla fine scelse l'improvvisazione, durante le ore di recitazione gli riusciva bene, sperava succedesse anche nella vita reale durante una situazione di stress in cui l'unica cosa che voleva era sentire il corpo del ragazzo quasi appiccicato a lui, completamente appiccicato a lui e senza vestiti. Già anche il caro e "innocente" Seokjin pensava a questo genere di cose, peccato però il tempismo non era dei migliori..

Prese un grande respiro e guardò Namjoon dritto negli occhi stavolta. «Quello che si deve scusare qua sono io.» disse cercando di non far trasparire la sua agitazione «E non replicare perchè si è così. Mi spiace di averti trattato così male, non volevo veramente solo che ero un po arrabbiato con te». Fece una pausa ma appena vide il minore aprire bocca e lo fermò subito intuendo già cosa voleva dirgli, o meglio chiedergli «Ah, non ti dirò il perchè, accetta solo le mie scuse. Per favore». Il rosa abbassò lo sguardo in attesa della risposta dell'altro che non tardò ad arrivare. «Va bene, mi farò piacere la cosa. Mi basta sapere di essere di nuovo tuo amico a tutti gli effetti» Namjoon sorrise mostrando le sue fossette. La risposta positiva fece alzare lo sguardo di Seokjin che finì direttamente su quelle adorabili fossette, facendolo sorridere di rimando. 

Avrebbe voluto parlare di altro ma per sua sfortuna suonò la campanella che avvisava l'arrivo alla prossima fermata, quella di Jin che scoprì essere pure quella di Nam non appena uscì da quell'ambiente stretto e claustrofobico. Si sentiva come una sardina in scatola e in più la vicinanza tra il suo corpo e quello dell'altro non aveva aiutato a stare almeno un minimo tranquillo. «Quindi anche tu scendi qui» disse abbastanza imbarazzato Namjoon che lo guardava mentre si picchiettava le dita sulla coscia, era nervoso e sentiva un irrefrenabile voglia di abbracciare il suo hyung ma era sicuro avrebbe aumentato l'imbarazzo tra i due. «Già. Sembra proprio di si..» rispose Seokjin cercando di non guardarlo in faccia nascondendo il rossore con la sua frangetta «Prendi anche il prossimo? Quello delle diciannove e trenta?». «No, io mi fermo qua, devo comprare un paio di cose» il viola si morse il labbro e si sistemò meglio lo zaino sulla spalla. «Ah okai» il tono triste del maggiore si poteva percepire anche da un chilometro di distanza. Anche se stare con Namjoon era imbarazzante gli dispiaceva doverlo salutare ora quando si erano detti poco o nulla, voleva passare un po' di tempo con lui per recuperare quei momenti in cui lo aveva trattato male. «Ci vediamo» Jin girò i tacchi e si diresse verso le scale per andare all'altro binario. «Ehi aspetta hyung!» Nam corse verso di lui non riuscendo più ad aspettare e lo abbracciò inalando così anche il profumo dolce dell'altro «Oltre a mangiarli la mia Pink Princess i dolci se li spalma addosso..». Seokjin ricambiò l'abbraccio potendo sentire così, pure lui, il profumo dell'altro, trovandolo poi proprio azzeccato per lui. Solo un filo di acqua di colonia al muschio e pino selvatico che lo rendevano più virile diciamo. «Ci vediamo domani a scuola» sorrise il Cipresso scostandosi lentamente da lui. «Si a domani» gli sorrise Jin riprendendo la sua camminata verso le scale. Namjoon rimase lì a guardarlo, era felice che avessero fatto in un certo senso pace. Ora poteva stare più tranquillo e anche se era curioso di sapere la motivazione di quelle scuse improvvise, decise dentro di se che ne avrebbe parlato con l'altro  un po' più avanti, quando magari le cose erano come quelle di prima. 

Anche Seokjin era felice, erano entrambi felici, come molte altre persone nel mondo, e magari delle creature nell'universo, ma il fato, o il destino, o semplicemente la casualità volle ancora una volta che questa felicità creata dai due svanisse in poco tempo. Jin era a terra e sembrava non volersi rialzare. Tutto accadde sotto gli occhi di Nam che in poco tempo si precipitò da lui chiamando aiuto e cercando di chiamare l'ambulanza.

Purtroppo il destino non volle male solo ai dua ragazzi alla stazione, ma anche ai due fidanzati che ora erano impegnati in una cena con i genitori di uno dei due. 

Yoongi si era trovato stranamente a suo agio coi genitori di Jimin e sembrava andare tutto liscio. La cucina della donna era favolosa e si vedeva ch ci aveva messo impegno per preparare quei piatti, dal primo al dolce. Il verde si sentiva lusingato dal gesto, ma soprattutto si sentiva amato per la prima volta da qualcuno che non fossero i suoi pochi amici o Jimin. Poteva vedere da dove aveva preso l'affetto che Jimin riservava a lui. Era completamente a suo agio, nessuna preoccupazione. Finché non ricevette una chiamata inaspettata dall'ultima persona che poteva immaginare.
Si allontanò dal tavolo, in modo cordiale che non sembrava nemmeno lui, per rispondere a suo padre. «Pronto papà, come state a casa?». «Ciao Yoongi» lo salutò il padre in modo freddo «Dove sei ora?». «Ehm..sono a casa di un amico» disse un po incerto il verde allontanandosi di più dalla sala da pranzo. «Ok. Domani torna a casa, dobbiamo parlare di una cosa importante.» e così si concluse la chiamata. Yoongi guardò il telefono con ormai lo schermo di blocco che ritraeva lui e Jimin al loro ultimo appuntamento. «Mica ha scoperto la relazione tra me e Chim..» pensò il maggiore in panico.

FINE PRIMA PARTE.

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Capitolo 30
*** 29 ***


INIZIO SECONDA PARTE

 

Seokjin venne avvolto dal buio più totale, si potevano solo sentire delle grida e urla che cercavano aiuto, finché, quando riaprì gli occhi, non si ritrovò in una stanza completamente bianca. Un bianco accecante che gli faceva male agli occhi, tanto che Jin cercando di lasciarli aperti aveva un espressione veramente buffa, e nel frattempo con le mani andava a tentoni cercando di vedere dove fosse tramite il tatto. Toccò qualcosa di duro, peloso e morbido, e non capendo cos'era continuò a toccarlo, quasi dandogli delle botte. urlò una voce che gli sembrò subito familiare se non addirittura impossibile da non riconoscere per lui. disse un po' scocciato Jin mentre si passava le mani sugli occhi cercando di abituarsi alla luce. Riaprì gli occhi e vide davanti al suo viso una figura sfocata dai capelli viola sbiadito. chiese preoccupato Namjoon dopo aver chiamato l'infermiera con il pulsante vicino al lettino. biascicò sbattendo più volte le palpebre fino a mettere a fuoco l'immagine del minore . Quando si trovò il viso sorridente, e contornato di fossette di Nam, il maggiore perse un battito diventando anche leggermente rosso. 
Namjoon lo abbraccia a se accarezzandogli i morbidi capelli ormai di un rosa quasi antico. Il maggiore ricambia sorridendo addolcito dal suo dongsaeng
un'infermiera abbastanza giovane e entra velocemente nella stanza dove era Seokjin, ma appena li vede sorride reggendosi al muro per la corsa . Con un cenno della mano saluta Jin che nel frattempo la guarda incredula diventando sempre più rosso. Stava per controbattere lui ma Nam lo precede staccandosi dal braccio per agitare le braccia in segno di negazione risponde il viola con le gote rosee ed uno strano sorriso sulle sue labbra 
sorride raggiante e si avvicina al lettino dove stava Jin si avvicina all'orecchio di Jin <È stato per due giorni di fila qui accanto a te e ti teneva sempre la mano e ti ha pure messo il pigiama lui, poi dice che siete solo amici..>.
il maggiore fa uno dei suoi soliti acuti tirandosi poi su le coperte fino a sotto gli occhi per non far vedere il rossore che, appena accennava di svanire tornava inesorabilmente sulle sue gote. stringe un capezzolo al diretto interessato che puntualmente si allontana con una smorfia di dolore . Si rannicchia sotto le coperte abbracciando le ginocchia al petto. 
Si guarda la mano e poi il resto del corpo iniziando a pensare alle mani del ragazzo sulla sua pelle. Inizia a sentirsi imbarazzato ma allo stesso tempo prova una sensazione di calore piacevole, tanto che con la sua mano si sfiora l'addome il modo delicato. si  batte le mani sulle sue guance sperando di riprendersi da quei pensieri. 
Quando esce dal suo bozzolo trova il ragazzo di cui era innamorato discutere in modo quasi comico con la dottoressa. Però, Seokjin, non bada a quello che dicono ma si mette a guardare Namjoon da capo a piedi, o almeno fin dove vedeva le sue gambe. Lo aveva fatto molte volte ma ora c'era qualcosa di strano, come se quei pensieri avessero iniziato un meccanismo di cause ed effetti che ora avevano portato il giovane a guardare il suo amico in modo ancora una volta diverso dagli altri. Con gli occhi cercava ogni punto un cui quelle pelle liscia e ambrata si potesse vedere, iniziando anche ad immaginare quella nascosta di vestiti. Iniziò quasi ad analizzare il suo viso che gli sembrava perfetto nonostante non rispettasse quasi per nulla i canoni della bellezza estetica coreana. Non c'era nulla di femminile, le sue labbra erano carnose, il suo naso lo faceva quasi ridere, ma comunque lo trovava veramente attraente. 
Si era così tanto imbambolato a guardarlo che si accorse di aver ricevuto una domanda dalla signorina Lee solo quando gli occhi di Namjoon si posarono sui suoi, creando così un contatto visivo che il maggiore interruppe subito per non rischiare di diventare ancora una volta rosso. 
si porta la mano dietro il collo e sorride. . Jin si morde il labbro e annuisce . Guarda la dottoressa sospirare e appuntare tutto sulla cartella clinica . La dottoressa finisce di appuntare tutti su un foglio e poi rimanette la penna nel taschino gli sorride . La donna se ne va e lascia i due da soli con un velo di imbarazzo che aleggiava nell'aria. 
le spiegazioni del minore vengono interrotte dal dito del suo amato hyung che si posa sulle sue labbra. gli sorride in modo rassicurante scendendo poi dal letto iniziando a spogliarsi, di nuovo, davanti agli occhi del viola .
Namjoon gli prende velocemente la borsa e gliela passa

Si siede sul lettino e guarda da dietro il maggiore posando lo sguardo sulle sue spalle e sulla sua schiena. Sapeva già che comunque il maggiore aveva delle spalle larghe ma vedendole senza niente sopra facevano un'altro effetto, davano sl suo hyung, insieme alla schiena muscolosa, un aspetto più virile di quanto già aveva. In realtà tutto il suo corpo era stato per Namjoon una sorpresa. Si era sempre immaginato Jin come una creatura fragile che voleva proteggere, proprio come il gattino che aveva chiamato come lui, ma quando lo aveva cambiato aveva potuto vedere tutta un'altra cosa, un fisico mascolino quasi più del suo se non veramente di più. 

dice allacciandosi le scarpe per poi tornare su . si mette la giacca e prende lo zaino del maggiore. gli fa l'occhiolino e sorride divertito uscendo da quella stanza, sentendo anche una risatina da parte di Nam . Si riprende lo zaino dalle mani del minore e se lo mette in spalla. dice quasi con tono di rimprovero il viola.

Mentre i due stavano andando a mettere qualcosa sotto i denti tutti spensierati e felici c'era qualcuno da un'altra parte della Corea che stava andando in panico dopo la notizia che aveva ricevuto. . Il verde prese il telefono dalla sua tasca e cercò il contatto, premette l'icona del messaggio e velocemente scrisse il messaggio:

Da Mintolo
Per un po' non tornerò a Seoul, non lo dire a lui. 

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Capitolo 31
*** 30 ***


Per un po' non tornerò a Seoul, non lo dire a lui. 

Prima di questo messaggio Yoongi aveva ricevuto la notizia che aveva distrutto il suo momentaneo paradiso. Ricominciamo dal principio.

Il giorno dopo la chiamata del padre il verde si era diretto con la macchina a Daegu per farsi dire la cosa tanto importante quanto misteriosa. Però per sua sfortuna il padre era partito per un viaggio d'affari con il suo capo in Giappone, quindi il povero ragazzo era rimasto in casa chiuso in camera sua con l'ansia. In quei due giorni era ritornato alle sue vecchie abitudini da adolescente, ovvero ascoltare tracce di rapper underground, scrivere testi e dormire. Aveva parlato anche un po' con Jimin, ormai non riusciva a dormire se non sentiva prima la sua dolce voce che era solo una piccola parte di quel paradiso. Ovviamente aveva passato un po' di tempo anche con sua madre e suo fratello maggiore ma come prima che partisse per studiare la signora Min non lo trattava con molto affetto, quindi alla fine si trovava a casa del fratello a giocare con il figlio di lui e la sua compagna. Al piccolo Minki non dispiaceva giocare con suo zio soprattutto perché lo fregava facilmente, Yoongi l'aveva detto che il suo nome era proprio azzeccato. 

Fu proprio in un momento in cui il verde menta stava giocando con il nipotino che il padre annunciò il suo ritorno a casa con la sua solita voce tuonante . Entrò nell'abitazione e la moglie lo salutò con un semplice bacio sulla guancia, sembrava così inaffettivo che Yoongi pregò con tutto il cuore di non diventare come loro una volta grande. Il ragazzo si alzò dal tappeto e, appena suo padre fece capolino nella sala, si inchinò leggermente salutando il padre . ordinò a suo figlio il signor Min con il tono fermo che lo contraddistingueva. Così Yoongi, dopo aver salutato il piccolo Minki, che si era aggrappato alla sua gamba spaventato da suo nonno, andò nel piccolo ufficio del padre che prima era la camera del fratello maggiore. Entrò bussando, pur sapendo già di essere il "benvenuto", e poi chiuse la porta alle sue spalle. chiese immediatamente. prima di continuare il suo discorso si mette a sedere sulla sua poltrona e prende un sigaro conclude facendo un paio di tiri dal sigaro. Intanto Yoongi, che aveva ascoltato tutta la spiegazione in completo silenzio guarda suo padre con serietà e risponde con un secco no per poi girare i tacchi verso la porta ed uscire ma viene fermato da sua madre. iniziò a dire la madre andando a posizionarsi vicino al marito guardando suo figlio con indifferenza. rispose con tono che si avvicinava allo stizzito mentre stringeva le mani in due pugni. concluse la discussione il padre continuando a fumare il suo sigaro. Il verde non replicò ma uscì dalla stanza a passo pesante e sbattendo la porta, non li sopportava proprio i suoi genitori, era anche per questo che da ragazzino passava sempre le sue giornate a casa di Jin, nonostante durante le superiori dovesse prendere il treno per arrivarci. L'unico in famiglia che poteva sopportare era il fratello, e ora che era sposato anche sua cognata e suo nipote.

Yoongi si chiuse in camera sua e urlò per la frustrazione contro il suo cuscino, per poi mettersi a sedere e tirarsi i capelli.

  • prede il premio, vinto alle olimpiadi di matematica alle elementari, e lo lanciò contro il muro rompendolo. Era una tra le pochissime cose per cui i suoi genitori andavano fieri e per cui si fossero complimentati con lui. Il resto per loro erano tutti capricci di un ragazzino bisognoso di attenzione, non avevano mai capito quanto il loro secondo figlio invece potesse essere pieno di potenziale. Non avevano capito che allo stato di depressione ce lo avevano iniziato a portare loro. Non avevano capito, e non lo hanno ancora fatto, che loro figlio in realtà era una persona fragile che nonostante tutti i casini e i pensieri negativi che gli giravano in testa, aveva un cuore dolce e pieno dell'amore che provava verso i suoi amici, suo fratello e la musica. 

    Dopo essersi scaricato, si stese sul suo letto a pancia in su fissando il soffitto, ma aveva ancora un po' voglia di urlargli in faccia e spaccare qualcosa così chiuse gli occhi e si immaginò qualcosa di rilassante. Davanti a lui comparve subito l'immagine nitida di Jimin che sorrideva. Jimin. Il suo piccolo Jimin. entrò nel panico immaginandosi subito il fascino del suo angolo di paradiso rigato da lacrime e che gli diceva di odiarlo. Al solo pensiero si sentiva morire, era sicuro che Jimin sarebbe finito in uno stato crisi e malinconia che lo avrebbero portato poi a fare azioni avventate. Taehyung gli aveva raccontato che una volta per una semplice storta durante le prove di ballo non uscì di casa per almeno una settimana. Non voleva rischiare il peggio. sospirò e prese il telefono cercando il contatto di Jin scrisse velocemente il messaggio a Jin e lo inviò <...Non fargli sapere niente>

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    Capitolo 32
    *** 31 ***


    Era appena finito il corso di inglese, e Seokjin stava uscendo da scuola con Namjoon continuando a fissare il telefono. chiese il viola toccandosi una ciocca di capelli dal colore sbiadito e guardando con la coda dell'occhio il maggiore. Di tutta risposta l'altro negò chiudendo il dispositivo, rimettendolo nella tasca posteriore dei jeans. sospirò mettendo le mani in tasca . Il minore circondò le spalle di Jin con il braccio cercando di farlo calmare un pò, era così rigido. Era preoccupato che il ragazzo che gli piaceva tornasse triste come prima che loro si fossero chiariti, ma non sapeva bene cosa fare se non stargli accanto cercando di togliergli un po' di stress. propose. gli regalò uno dei suoi sorrisi raggianti che fecero subito arrossire il viola. 

    I due si incamminarono verso casa parlando delle rispettive giornate, era tornato tutto come prima di quel malinteso, se non anche meglio. Erano più che semplici amici dal risveglio di Seokjin nella camera d'ospedale, però nonostante si piacessero non avevano il coraggio di fare un passo avanti, il quale poteva rivelarsi un passo falso. Erano così cocciuti che non volevano nemmeno dare retta alle parole che gli avevano detto gli altri riguardo i loro sentimenti reciproci, come se desiderassero ardentemente che il primo passo verso l'evoluzione del loro rapporto la facesse il reciproco. Facendo così, però, non facevano che far crescere i loro sentimenti senza accorgersene, convinti di dover provare solo amicizia. 

    Erano arrivati davanti al portone del palazzo dove abitava Nam. Per tutto il tragitto non c'era stato un secondo in cui non smettessero di parlare mentre, invece, nell'ascensore calò uno strano silenzio imbarazzante che non si sapevano spiegare nemmeno loro. Forse la sensazione di essere vicino all'altro in un posto così piccolo li faceva sentire confusi e oppressi dallo strano desiderio che avevano di toccarsi ma che non potevano soddisfare. Curioso..

    si annunciò Namjoon varcando la soglia di casa, ma non ricevette nessuna risposta. pensò ad alta voce dirigendosi in cucina seguito dal maggiore. Lì trovarono un gatto ad accoglierli. Il piccolo micio bianco appena vide Nam gli si mise a fare le fusa strusciandoglisi sulle gambe . Prese il gattino in braccio e lo iniziò a coccolare sotto gli occhi confusi di Seokjin. chiese con tono spaesato guardando il gatto. Namjoon drizzò la schiena diventando un po' rosso per l'imbarazzo, si era scordato che il ragazzo che aveva ispirato il nome per il micio era lì.  disse inventandosi la balla più grande di tutta la sua vita. rispose solamente il maggiore andando verso camera di Nam . Arrivato in camera di Namjoon, Jin si butta sul letto inspirando il suo profumo dal cuscino prima che l'altro arrivasse. Gli arrivo al naso la sua solita acqua di colonia mischiata ad un possibile shampoo delicato e fruttato  un accoppiata inusuale ma che funzionava perfettamente su Kim Namjoon. O almeno era quello che pensava Seokjin abbracciando il cuscino e beandosi di quella fragranza. 

    Intanto il viola, in cucina, continuava a maledirsi e insultarsi mentalmente mentre stava preparando una sottospecie di merenda per lui e il suo compagno di studi. Due semplici toast e due bicchieri di succo di frutta vengono messi nel vassoio che poi Namjoon porta in camera sua, trovando il maggiore già all'opera con pc e libri sul letto. Aveva indosso anche gli occhiali, dettaglio che a Nam non sfuggi visto l'aria da intellettuale che gli donavano, facendolo sembrare ancora più bello ai suoi occhi. 

    Iniziarono subito a lavorare al progetto cercando di unire le idee di entrambi e dividere bene i compiti, oltre che usare un inglese semplice così da non complicare la vita al maggiore. Erano così concentrati sul lavoro che non si accorsero nemmeno dell'ora che si era fatta, ci tenevano proprio a finire al più presto così da non avere più pensieri o impicci. esordì Jin sbuffando stanco di leggere e scrivere parole in una lingua per lui non del tutto comprensibile. sorrise e chiuse il pc mettendolo da una parte del letto matrimoniale lontano da loro. Seokjin aveva già fatto lo stesso e ora si stava allungando verso il comodino passando sopra a Namjoon che gli stava fissando il corpo per poi punzecchiargli un fianco. domandò il rosa guardandolo scherzosamente male. ridacchiò il minore iniziando a punzecchiare entrambi i fianchi del maggiore. . Partì così una guerra di solletico tra i due che riempirono la stanza con le loro risate felici e spensierate, finendo anche per rotolarsi sul letto per contendersi il posto da vincitore, che sembrò risultare Jin vista la posizione. A cavalcioni su Nam con le mani che gli cingevano i polsi per fermarlo e tenendogli le braccia bloccate sul letto ai lati della testa. disse col fiatone e il sorriso stampato sul volto Jin. rispose Nam. Appena il maggiore gli liberò le mani, senza farci troppa attenzione le posò sulle cosce del rosa fasciate dai quei jeans che lui amava tanto, visto le forme che poteva vedere grazie ad essi.

    Si guardavano negli occhi senza aprire bocca, ma parlandosi, o forse è meglio il termine mangiandosi, con gli occhi. Senza accorgersene i loro volti si stavano avvicinando di più e la presa di Nam sulle cosce dell'altro si fece quasi possessiva. La potevano sentire perfettamente quella strana tensione sessuale che si era formata in pochi secondi e quel desiderio di toccarsi che aumentava più i centimetri tra le loro labbra diminuivano. Si sfiorarono e poi toccarono completamente, iniziando subito a muoversi insieme in modo lento, quasi straziante. Le mani di Jin intanto stavano alzando la maglia di Namjoon che non si oppose minimamente, ma anzi portò le mani sulle natiche del maggiore stringendole palpandole, posizionando il sedere di Seokjin proprio sopra il cavallo dei suoi pantaloni. Si toccavano e sfioravano senza realmente accorgersi di cosa stavano facendo, erano troppo presi da quello strano impeto nato in quel momento. Jin passava le sue labbra dal collo alla clavicola per poi pasare al petto fino all'addome, e facendo poi il tragitto contrario, di Nam, che a quelle attenzioni non poteva far altro che sospirare per il piacere e continuare a toccare con le sue mani possenti tutto il corpo del maggiore concentrandosi soprattutto su cosce e fondoschiena. Dopo vari minuti passati così riunirono le labbra ma in un bacio più intenso e bagnato, facendo subito scontrare le loro lingue che non vedevano l'ora di incontrare la gemella che avevano tanto bramato. 

    Forse sarebbero finiti completamente nudi sotto le coperte a fare il miglior sesso della loro vita, tra tocchi gentili e spinte rudi unite a versi quasi osceni, ma il fato volle che proprio il quel momento magico tra i due comparve il cosiddetto terzo in comodo.

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    Capitolo 33
    *** 32 ***


    Era passata già una buona settimana dall'ultimo messaggio di Yoongi e tutti erano in pensiero, soprattutto Jimin che non riusciva a nascondere la sua ansia e la sua preoccupazione. Ogni sera prima di dormire si immaginava uno scenario diverso che finiva poi sul tragico, non permettendogli così di dormire. Avevano provato tutti a parlargli ma nessuno era mai riuscito a scoprire il vero motivo di quelle occhiaie. Diceva che era lo stress per l'imminente esame e le dure e lunghe prove di ballo che doveva sostenere. Ma nessuno ci credeva realmente. E per di più l'unico dopo Yoongi che avrebbe potuto scucirgli qualche parola di bocca in quel periodo era sempre più assente. Taehyung infatti non si presentava a pranzo da qualche giorno, o se andava dopo un veloce saluto scompariva da dove era venuto, non accorgendosi dello stato del suo migliore amico. Anche Jungkook per questa assenza presenza del grigio aveva iniziato ad essere più cupo e riservato, iniziando a riflettere seriamente sulla strana sensazione di fastidio e nostalgia che provava. 

    spezza il silenzio Hoseok con un tono un po' incerto guardando i suoi amici. risponde Jin sospirando e controllando il telefono per la terza volta da quando si era seduto a quel tavolo. . Namjoon posò la mano sulla coscia del maggiore e gliela accarezzò con fare rassicurante. Da quel bacio a casa di Nam avevano iniziato a sfiorarsi e toccarsi di più senza nemmeno accorgersene, soprattutto quando erano da soli. Jin tira fuori il telefono dalla propria tasca e appena vede il nome di "Mintolo" scatta in piedi correndo veloce verso un posto più isolato. Appena fu distante da loro premette il tasto verde per accettare la chiamata e si appoggiò al muro con un po' di fiatone. disse Jin interrompendo subito il ciao del verde. A sentire quel nome Yoongi sentì gli occhi pizzicargli ancora una volta e si morse il labbro . lo interruppe ancora e con quel tono di voce Yoongi capì che si era impuntato, se non avesse detto nulla non sarebbe andato da lui. Così coprendosi gli occhi che avevano ceduto e ora stavano piangendo lacrime amare il minore tra i due disse con voce spezzata perchè volesse il suo migliore amico lì con se. A Seokjin non venne quasi un infarto a sentire quelle parole . Sentire i singhiozzi del suo prezioso Yoongi lo facevano stare male ma mai quanto a Jimin fece star male sentire quella conversazione rubata. 

    Appena sentì la parola sposare il mondo gli cadde addosso e quasi preferì alcune delle ipotesi che si era fatto. Camminò verso l'interno dell'università prendendo le sue cose dall'armadietto, la sua vista era offuscata e sembrava momentaneamente sordo, non sentiva nessun rumore o voce, solo quella di Jin nella sua testa che ripeteva "Yoongi" e "Sposare". Appena arrivato a casa si lasciò andare ad un pianto disperato rannicchiato davanti alla porta di casa sua. Urlava, urlava solo il suo nome.

    Jin era pronto per partire, stava solo aspettando che l'altro scendesse da casa per partire ed andare insieme da Yoongi. Avevano deciso di partire il pomeriggio stesso senza parlarne ad altri al di fuori di loro due. Seokjin non se la sentiva di andare la da solo e vedere il suo migliore amico in una visione per nulla piacevole. Serviva anche a lui che lo avrebbe aiutato a trasportare quel fardello e l'unico che poteva farlo era il ragazzo che in quel momento stava venendo verso di lui. sospirò il minore sistemandosi il cappellino che nascondeva i suoi capelli viola scolorito . Jin aprì gli occhi e annuì sorridendo a Namjoon . Sentì le braccia del ragazzo abbracciarlo e lui di riflesso posò le mani sul suo petto solleticandogli la pelle del collo con la punta del naso inspirando il suo profumo forte che amava. Namjoon gli baciò la testa e gli accarezzò la schiena .

    E così fecero. Si misero in moto verso Daegu con Jin al volante mentre passava alla radio la playlist che gli aveva consigliato Spotify. Cantavano per non pensavano e a volte Namjoon utilizzava voci strane solo per sentire l'altro ridere incantandosi a guardarlo. disse euforico il maggiore sentendo l'intro di Bang Bang Bang dei Big Bang mentre teneva il ritmo tamburellando le dita sul volante seguito dal minore che batteva le mani sul cruscotto.

    Si fermarono davanti a una delle tante villette a schiera del quartiere, SEMPRE la stessa di 25 anni prima. Scendono dall'auto e prendono subito i borsoni dal bagagliaio, Jin sentiva una certa ansia aumentare ad ogni passo verso il portone finché non suonò e una donna dalla statura bassa e i capelli corvini gli aprì la porta. disse velocemente la donna facendo un inchino ad entrambi mentre si sistemava i capelli e il vestito. Anche i due ragazzi fecero un inchino e vennero fatti accomodare in casa mentre la donna sistemava tutto ciò che gli sembrasse in disordine non voleva far brutta figura con Kim Seokjin. Intanto il ragazzo si guardava intorno era tutto uguale, era tutto come sempre. disse in modo cordiale nonostante Jin in parte non la sopportava. sussurra l'ultima frase con un tono di disprezzo. Il rosa l'aveva sentita e se non fosse stato per la sua educazione, e per non creare altri problemi al suo migliore amico, le avrebbe urlato contro le peggio cose . Il viola che era fermo dietro al maggiore si fece avanti facendo un inchino e sorridendo alla donna rispose la donna guardando con un finto sorriso l'outfit secondo lei indecente di Namjoon. 

    I due si avviarono verso camera di Yoongi senza proferire parole, non servivano Namjoon aveva capito dalla postura rigida del suo hyung che era meglio non toccare subito l'argomento "Signori Min". Si, perchè una donna che parlava a quel modo di suo figlio non era una madre. Bussarono alla porta con ancora il cartello vietato entrare dal periodo delle medie. rispose Yoongi con una voce che non sembrava nemmeno la sua. disse con tono dolce e pacato Seokjin guardando la porta aprirsi immediatamente mostrandogli una testina verde che gli si attacco addosso come un koala. . Quella parola fu pronunciata mentre altre lacrime scivolavano lungo le guance rosse di Min Yoongi.

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