Luccichii nell'aria

di BraSon
(/viewuser.php?uid=488500)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo bagliore ***
Capitolo 2: *** Il ritorno della luce ***
Capitolo 3: *** Tokyo ***
Capitolo 4: *** Un unico grande letto ***
Capitolo 5: *** Televisori rotti ***
Capitolo 6: *** Vedere il mondo più luminoso ***



Capitolo 1
*** Il primo bagliore ***


LUCCICHII NELL'ARIA

 

Il primo bagliore

 

Robin non aveva mai creduto in niente.

Tutti i discorsi sul vero amore e sui miracoli... non li aveva mai compresi. Niente di miracoloso era mai accaduto nella sua vita. E per quanto riguarda il vero amore... beh, meglio non affrontare il discorso.

-Oggi è accaduto un miracolo!-

Marshall era sempre stato il "puffo ottimista". Per lui era impossibile sentirsi depressi perché niente lo rendeva depresso.

"Miracolo sto cazzo", pensò Robin "Ted è stato semplicemente molto fortunato"

Era felice. Diamine, addirittura estasiata, che Ted non avesse nemmeno una cicatrice. Era stata terrificata fin dal momento in cui aveva ricevuto quella telefonata da Lily. Non riusciva ad immaginarsi di vivere un solo altro giorno divertente senza Ted Mosby, Lily o Marshall. Non aveva mai avuto amici del genere, amici con cui condivideva tutto, dai migliori ai peggiori momenti della sua vita... fino ai più imbarazzantiLoro erano le persone con cui poteva gettare via un po' del suo orgoglio e semplicemente essere sé stessa: strana e un po' rotta.

Aveva appena avuto uno strano litigio con Marshall a proposito di Barney e di una matita nel suo naso che sicuramente NON era un miracolo, quando Lily affermò:

-A proposito di Barney, dovrei fargli una telefonata-

Barney Stinson. Se c'era qualcuno che fosse tanto strano e rotto quanto lei, era proprio lui. Barney era la meraviglia che regalava loro fantastiche storie che sarebbero durate una vita.

-Perché? Non siamo più amici- si lamentò Ted come un adolescente e Lily lo guardò con occhi materni.

-Tu vorresti saperlo se una cosa del genere accadesse a lui-

La rabbia di Ted nei confronti di Barney non si era affievolita. Entrambi erano troppo orgogliosi per essere i primi a fare il passo avanti. Erano peggio di una vecchia coppia sposata.

La conversazione tra Lily e Barney fu breve; la rossa annunciò imbarazzata che lui aveva messo giù e che non sarebbe venuto. Robin ne fu delusa. Quell'esatta situazione sarebbe stata un momento perfetto per quei due per fare pace, eppure l'orgoglio di Barney si era messo in mezzo. La mora voleva solo che tutto tornasse come era prima. Tuttavia si chiedeva se fosse realmente possibile.

Anche se Barney e Ted fossero tornati ad essere loro stessi, Robin non sarebbe più stata in grado di vedere Barney come il fratello che era stato fino a quel momento.

Non riusciva a non sentirsi responsabile per la faida tra Ted e Barney. Sì, il sesso era un qualcosa per cui servivano due persone e Barney aveva decisamente fatto qualcosa... qualcosa di estremamente grandioso.

Ma Robin doveva ammettere che era stata lei a lanciarsi addosso a lui. Era stato così gentile, a suo modo, quando Robin era giù e piangeva al bar.

Quel cretino di Simon, il suo ex-ragazzo ai tempi dell'adolescenza, era ritornato nella sua vita per usarla e mollarla di nuovo. Robin si era trattenuta di fronte agli altri, ma quando Barney era arrivato, più di un'ora dopo in cui lei aveva bevuto da sola, la mora aveva semplicemente aperto il suo cuore. Lui aveva riso con affetto e si era avvicinato per passarle un braccio intorno alle spalle, tenendola vicina per consolarla.

-Vuoi avere di nuovo sedici anni? Questa è la cosa più stupida che ti sia mai uscita dalla bocca, Robin Sherbatsky. Eri decisamente un disastro a quei tempi, ma ora guardati!-

Barney aveva trascorso tre giorni interi a cercare di trovare il suo secondo video musicale di quando era una pop star adolescente. Robin aveva deciso di mostrarglielo quella sera. Era un po' spaventata all'idea di guardare "Sandcastles in the sand" con lui. Avrebbe potuto ridere di lei per sempre. Era come dare una bomba atomica a una scimmia, ma Barney se lo meritava. Aveva riportato indietro il suo orgoglio e la sua stima e sembrava che ci tenesse davvero tanto. Non poteva essere così orribile guardare quel video.

Sorprendentemente, quella sera si era divertita più di quanto avesse fatto negli ultimi tempi. Barney aveva onestamente apprezzato ogni secondo del video. Ad un certo punto aveva fatto qualche commento su quanto fosse un disastro, ma il suo tono conteneva una leggera risata affettuosa che aveva fatto tremare e sorridere Robin. Non era stato crudele, ma dolce... nel suo strano modo. Improvvisamente si era sentita lieta di essere Robin.

Non si stava nascondendo, Barney stava guardando e tutto andava bene.

L'orribile caricatura di un bacio alla francese era apparso per la terza volta e quella sua risata vibrante che Robin aveva scoperto solo quella notte uscì profonda dalla gola del biondo.

La mente di Robin aveva smesso di pensare e lei si era dimenticata che avrebbe dovuto guardare il video.

Robin stava guardando lui.

Era stato solo dopo un paio di altre visualizzazioni che tutte le sue resistenze erano crollate. Barney aveva riso rumorosamente un'altra volta alla comparsa del robot e aveva voltato la testa verso di lei, con i suoi brillanti occhi blu, il suo sorriso malizioso e il suo profumo da far venire le vertigini.

A Robin era girata la testa, come se fosse stata in uno strano trip di droghe, e l'aveva baciato con tutto ciò che possedeva.

Non aveva fermato il cervello per pensare a quel bacio, né si era sentita come nei migliori romanzi rosa, ma quando le labbra di Barney avevano lasciato le sue per respirare, gli occhi di Robin si erano leggermente aperti, le ciglia toccavano ancora quelle del biondo, e lei aveva visto dei luccichii nell'aria.

Non aveva avuto tempo di comprendere il miraggio prima che le labbra di Barney trovassero di nuovo le sue e lei lasciasse che il sapore della lucentezza la inglobasse interamente.

Ciò che era iniziato sul divano era finito nel suo letto. Senza che se ne accorgesse, il primo raggio del mattino aveva viaggiato attraverso le tende. I suoi occhi si erano nuovamente aperti e il luccichio era ancora nell'aria.

Aveva battuto le palpebre più e più volte per cercare di sbarazzarsi dei resti di luccichii rimasti sulle sue ciglia e poi tutto era scomparso in una folata di vento quando lo aveva guardato.

Sdraiato sulla schiena, stava fissando imbarazzato il soffitto.

La "mattina dopo" l'aveva colpita più forte di quanto si sarebbe aspettata. Avevano fatto "Il Discorso", promettendosi che non ne avrebbero mai più parlato tra di loro, né con nessun altro, più di tutti Ted. Nonostante questo, dodici ore dopo tutti lo sapevano, anche Ted.

Lui l'aveva gentilmente perdonata in un battito di ciglia, ma la sua rabbia nei confronti di Barney non sembrava svanire. Robin li avrebbe aiutati a far rinascere la loro amicizia se non si fosse sentita così colpevole nei confronti di Ted.

Dopotutto, fare sesso con il migliore amico del tuo ex non era la mossa più intelligente del mondo. In più, Robin aveva la netta sensazione che Ted covasse ancora dei sentimenti per lei, anche se proprio in quel momento stava uscendo con un'altra. Ma, stranamente, Ted sembrava più arrabbiato con Barney che con lei.

Non aveva importanza quanto Robin ripetesse che non aveva significato nulla... ogni volta che vedeva o pensava a Barney, riusciva chiaramente a vedere dei luccichii nell'aria.

Sembrava che Barney creasse più dipendenza di quanto si sarebbe immaginata.

Robin si era sempre chiesta come sarebbe stato fare sesso con Barney Stinson.

Sì, era un donnaiolo, e lei aveva sempre pensato che non sarebbe mai andato due volte con la stessa donna. Quindi, avrebbe potuto scopare una ragazza come un egoista, facendolo solo per il suo piacere, e nessuno l'avrebbe saputo.

Sarebbe potuto essere il peggior amante di sempre.

Questo era ciò che si diceva da sola ogni volta che provava la tentazione.

Fino a quando non aveva incontrato Darla Stone.

Darla era una bellissima donna bionda sui quaranta, con occhi verdi e un corpo da urlo. Sarebbe potuta andare a letto con ogni uomo che desiderava eppure aveva scelto Barney.

Era una manager brillante e molto importante della rivista Vogue ed era troppo impegnata per una relazione seria. Quella era la ragione per cui la sua strada si era incrociata con quella di Barney Stinson. La Stone aveva ammesso segretamente a Robin che lei e Barney facevano sesso ogni volta che il loro stress cresceva ad un livello troppo alto. In senso pratico, Robin aveva realizzato che erano scopamici.

Non era riuscita a trattenersi dal fare, sull'orlo di morire dalla curiosità (come avrebbe fatto la sua amica Lily), la domanda che tutti nel gruppo si stavano chiedendo da anni. L'aveva chiesto in un modo più subdolo di come avrebbe fatto Lily, ovviamente.

-Non potresti trovarti uno scopamico migliore di Barney Stinson?-

Darla l'aveva guardata come se le stesse crescendo una seconda testa.

-Ovviamente non sei mai stata con lui, tesoro-

Robin aveva affermato che erano solo amici, con una risatina e con un tono di un'ottava più alto rispetto al normale.

La conversazione si era fermata lì e Robin non aveva mai più incontrato Darla.

Ora che però aveva avuto un assaggio di ciò che quella donna aveva, tutte le notti che desiderava, Robin sentiva la gelosia scorrerle nelle vene.

Leccava le sue labbra più e più volte nella speranza di recuperare il sapore di quella notte.

Tremava al pensiero delle sue mani magiche su di lei e poi si odiava.

Barney Stinson era un errore ambulante, parlante, vivente, avvolto in un abito attillato e costoso. Niente di buono poteva accadere se lasciava che lui le entrasse nella pelle. Aveva una raccolta di porno enorme e la lasciava sempre a bere da sola per andare a flirtare con una bambolina. Parlava delle sue conquiste come un contadino parla delle sue mucche ed era maleducato con le persone.

Poteva anche sapere alla perfezione ciò che Robin desiderava segretamente a letto, ma la chimica non significava niente.

Anche se...

Insieme alla sua raccolta di porno, aveva anche una stecca dei suoi sigari preferiti che non gli dispiaceva dividere con lei quando erano soli loro due. Quando tornava dal flirtare con una ragazza (vincitore o no), le portava sempre il tipo di scotch che desiderava. Non aveva menzionato neanche una volta agli altri la notte che avevano trascorso insieme e che teneva come un segreto tra loro due. Poteva essere maleducato con lei ogni tanto, ma la sfida tra di loro la portava ad accendersi come un tornado e lui lo sapeva.

Barney era l'uomo peggiore al mondo. Eppure, a volte, sembrava che fosse l'uomo perfetto per lei.

Quella era la situazione più frustrante in cui Robin si era mai ritrovata intrappolata.

Essere attratta da Barney era l'ultimo segno della sua sanità perduta.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ted aveva deciso di salvare la sua relazione con Stella e si stava preparando a lasciare l'ospedale quando era giunta la telefonata.

Barney aveva avuto un incidente proprio davanti all'edificio.

A quanto pareva, dopo la telefonata di Lily che lo aveva avvisato che il suo amico era in ospedale, Barney aveva messo giù, fermato il suo meeting con i Nord-coreani ed era corso fuori dal suo ufficio a Manhattan per andare là dove il suo amico aveva bisogno di lui.

Proprio davanti all'ospedale, un autobus l'aveva investito ed ora tutti loro stavano aspettando di fronte alla porta della sala operatoria.

Robin pensò di mostrare a Marshall che quello era ciò che accade quando si straparla di miracoli in continuazione, ma sentiva di essere a malapena in grado di parlare. Forse aveva ancora un briciolo di decenza in lei... oppure era semplicemente troppo impegnata a guardare gli ultimi luccichii della loro notte cadere sul pavimento.

Ted afferrò la sua mano. I luccichii sparirono nuovamente.

-Mi sono uno schifo, Robin. Ero così arrabbiato con lui per essere andato a letto con te che anche quando mi ha detto di essere dispiaciuto non sono riuscito ad accettare il fatto. Ora potrebbe morire pensando che lo odio-

Lei strinse la sua mano, cercando di dargli il conforto che non aveva. Forse fu per quello che non disse neanche una parola in risposta. Fu Ted a riempire il silenzio.

-So che hai detto che non ha significato niente e che è stato solo uno stupido errore, ma non lasciare che io sia l'idiota che ha rovinato ciò che è accaduto quella notte. Per quanto possa essere stato un errore, ci deve essere stata una ragione che l'ha fatto succedere, no?-

"Gli stramaledetti luccichii, ecco cosa", pensò lei.

L'avevano accecata dopo il bacio.

Avevano fatto brillare e luccicare Barney davanti ai suoi occhi.

Era stato come quando si è bambini e si gioca con i colori a scuola. Poi, uno dei tuoi compagni prende una manciata di brillantini e li lancia in aria. Per un secondo, in quel momento, rimani ipnotizzato dalla visione. I brillantini galleggiano come in una nuvola magica e, per l'attimo in cui sono in aria, il tempo si ferma.

Il suo cuore, quella notte, era stato di nuovo giovane.

Robin voleva solo assaggiare la magia sulle sue labbra.

E Barney... come era stato magico!

Era stato un momento eterno.

Il respiro prima del bacio, il primo raggio di luce prima che il sole sorga realmente, il primo assaggio di aria quando esci dall'acqua, il primo tremito di freddo che annuncia l'inverno, il secondo in cui la foglia si stacca dall'albero per volare via.

Barney era stato una serie di istanti, brevi, ma con un impatto pieno.

Ma come avrebbe potuto spiegare tutto quello a Ted, o a Lily e a Marshall, che stavano intensamente attendendo che lei dicesse qualcosa? Loro non l'avrebbero mai potuto capire. Per loro Barney era un sociopatico inquietante senza rispetto nei confronti delle donne.

Per lei, era diventato molto, molto di più con solo un bacio.

-Io... io non lo so-

Lily mostrò un po' di esasperazione, ma si tenne i suoi pensieri per sé stessa. Ted semplicemente le strinse la mano ancor di più. Marshall aprì e chiuse la bocca in un secondo, prima di decidere a parlare.

-Beh, forse Barney lo sa. Quando uscirà da là dentro, e lo farà, chiediglielo e basta-

Robin voleva che quella conversazione finisse, così rispose con ciò che Marshall voleva sentire.

-Ok-

Fu in quel momento che il dottore uscì per parlare con loro. Spiegò che le ferite erano prevalentemente ossa rotte. Entrambe le gambe e un braccio erano profondamente spezzate e avrebbe avuto bisogno di riabilitazione. Ma, nel complesso, era stato piuttosto fortunato, considerate le circostanze. Aveva un polmone perforato, ma l'operazione aveva risolto il problema.

Marshall pianse alle notizie, coccolando la moglie che stava sorridendo come se il mondo le fosse stato sollevato dalle spalle. Ted semplicemente rimase immobile, assorbendo le informazioni.

Robin, invece, si sentiva semplicemente la peggiore amica mai esistita perché ora avrebbe dovuto guardare Barney negli occhi e chiedergli perché fosse sempre circondato da luccichii magici.

Non poteva renderla una cosa semplice, vero?

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il ritorno della luce ***


IL RITORNO DELLA LUCE

 

Fortunatamente, Robin era riuscita ad evitare quella conversazione. Tutti si erano dimenticati di ciò che era accaduto nella sala d'aspetto quando Barney e Ted erano finalmente ritornati ad essere fratelli e tutto era tornato alla normalità. Un mese dopo le ossa di Barney erano guarite ed era giunto per lui il momento di usare di nuovo le sue braccia e le sue gambe. Lily, Marshall e Ted facevano i turni per aiutarlo con la sua riabilitazione e Robin si rendeva sapientemente occupata con il lavoro abbastanza da non riuscire neanche a vedere la luce del giorno.

Sì, era codarda, ma se i suoi amici lo notavano, allora erano bravi a non menzionarlo.

Il momento esatto in cui tutti erano ritornati ad essere amici era stato molto felice. Robin non aveva provato nessun imbarazzo con Barney e non c'era stato nessun luccichio in vista.

Lui era tornato ad essere il suo amico Barney e lei ne era stata molto sollevata.

L'errore era stato solo quello: un errore.

Ed ora la sua vita normale era tornata sulla retta via.

Fino a due settimana fa. Due settimane prima, dei luccichii erano stati lanciati in aria.

Aveva deciso di fare una visita a Barney a casa sua dopo aver finito di lavorare. Visto che camminare gli risultava ancora difficile, era bloccato nel suo appartamento, annoiato a morte. Chiamava tutti i suoi amici, in ogni ora del giorno ( e della notte), per lamentarsi e pregarli di farlo divertire. Stava diventando fastidioso per tutti, ma facevano finta di essere felici di sentirlo.

Tutti tranne Robin.

La notte prima, quando l'aveva chiamata all'una di notte, lei gli aveva buttato giù senza grandi cerimonie, dicendogli crudelmente di lasciarla dormire, minacciandolo di andare a casa sua con il suo fucile per sparargli.

La mattina dopo si era sentita una persona orribile, così gli aveva scritto delle scuse mentre aspettava nella sala trucchi. Alla fine della trasmissione, Barney non aveva ancora risposto. Si era sentita ancora peggio e aveva preso il primo taxi che aveva visto fuori dall'edificio per andare da lui.

Era stato Ted ad aprire la porta quando era arrivata. L'aveva salutata dolcemente, dicendole che era andato là presto perché Barney era sembrato lunatico al telefono quando lo aveva chiamato quella mattina per chiedergli come stava.

-Mi diceva che stava bene, ma sembrava Marshall quando esaurisce le sue scorte di zucchero. Ho pensato che deve essere annoiato a morte, così sono venuto qui con la mia collezione dei dvd di Star Wars-

L'aveva lasciata entrare e, come aveva detto, Barney era seduto sul divano davanti all'enorme schermo che lui chiamava televisione, mentre guardava Han Solo congelarsi (beh, era quello che lei pensava stesse succedendo). Per qualcuno che non veniva mai visto senza un abito, il biondo non sembrava così scomodo con la sua maglietta e i jeans.

A Robin sembrava che qualcuno avesse rapito Barney e lo avesse scambiato con una cattiva replica aliena.

Lui l'aveva sgarbatamente ignorata e aveva urlato alla televisione qualcosa di estremamente "Guerre Stellari". Ted aveva sussultato come un sedicenne.

-Oh! Questa scena mi prende sempre!-

Si era rapidamente risistemato accanto a Barney sul divano e i due si erano stretti a braccetto come due ragazzine di fronte ai Backstreet Boys. Robin era completamente invisibile.

-Barney dovrebbe fare un po' di esercizio, non fare una patata lessa su un divano che guarda i Gremlins-

Se uno sguardo potesse uccidere, sarebbe stata morta. Ted aveva sbuffato, offeso, come faceva sempre. Barney l'aveva semplicemente fissata come se avesse detto una bestemmia in chiesa.

-Non sono Gremlins, sono Ewoks e non sono nemmeno in questa scena!-

Ted doveva sempre avere ragione, il che era un tratto che lei trovava molto fastidioso, specialmente quando aveva effettivamente ragione. Aveva alzato gli occhi al cielo, sperando di superare il suo imbarazzo e approdare su una spiaggia sicura.

Fortunatamente Barney si era messo in mezzo.

-Però ha ragione. Il film è quasi finito, dammi 25 minuti e poi farò un po' di esercizi-

Ted aveva sospirato, ammettendo la sconfitta, mentre Robin aveva sorriso soddisfatta.

"Alla faccia tua, Mosby!"

Aveva appoggiato la borsa sul divano e aveva deciso di servirsi un drink dalla collezione di scotch di Barney mentre gli altri finivano il film. Venti minuti e tre bicchieri di scotch dopo, il film era finito e Robin era un po' brilla.

-Allora, io torno al lavoro, Barney. Sono sicuro che Robin può aiutarti con i tuoi esercizi quotidiani. Giusto, Robin?-

Lei aveva alzato il bicchiere per affermare e Ted aveva pronunciato le sue ultime parole (Sii forte, amico!), e se n'era andato.

C'era stato uno strano silenzio per circa un minuto prima che Barney si mettesse in piedi senza usare la stampella. Robin si era precipitata al suo fianco più veloce di quanto una ragazza brilla dovrebbe essere in grado di fare.

-Aspetta, cosa stai facendo?-

-Se mi sparerai con il tuo fucile, preferirei starmene in piedi, se non ti disturba-

Aveva sorriso mentre lo diceva, ma Robin era riuscita a vedere la sofferenza nei suoi occhi.

L'aveva, imbarazzata, fatto risedere sul divano, posizionandosi al suo fianco, con le mano sui suoi avambracci.

Barney l'aveva lasciata fare senza dire una parola.

-Mi dispiace per questa notte, lo sai? Non hai letto il mio messaggio?-

Gli occhi del biondo erano sottili mentre rispondeva.

-Tu chiami quella cosa una scusa?-

-Cos'altro dovrebbe essere?- si stava di nuovo infastidendo.

-Hai scritto... cito testualmente - aveva preso il cellulare in mano per leggere il messaggio - "Scusa per stanotte, Barney, ma non avresti dovuto chiamarmi nel bel mezzo della notte. La prossima volta, così, non lo farai. R.S"-

Aveva usato una vocetta acuta per leggerlo, facendola sbuffare.

-Primo: io non parlo così!- Barney aveva alzato gli occhi al cielo -E come ti aspettavi che avrei dovuto reagire alle tre del mattino?- aveva chiesto lei, la sua voce più alta di quanto si aspettava.

"Oddio, stiamo per litigare" aveva pensato.

-Tu...senza minacciarmi con il tuo fucile!- anche il tono di Barney era aumentato, sfidandola.

Tipico. Barney aveva sempre odiato perdere.

-Lo sai, sono brontolona la mattina, perché diavolo avresti dovuto chiamarmi?-

A quel punto Robin stava già urlando, così aveva deciso di alzarsi, mettendosi le mani sui fianchi.

-Avresti potuto semplicemente chiamare Ted-

-Beh, volevo sentire la tua voce, non la sua!-

Anche lui si era alzato, ma le gambe erano diventate molli sotto il suo peso ed era ricaduto sul divano. Aveva lasciato uscire un gemito di rabbia e aveva colpito il bracciolo del divano con i pugni.

-Maledette gambe!-

Le mani di Robin era cadute lungo i suoi fianchi alla vista di Barney, senza che lei ci potesse fare qualcosa.

Aveva preso un profondo respiro e gli si era seduta accanto, accarezzandogli le spalle e le braccia.

Voleva dirgli di essere dispiaciuta, ma quel gesto non andava d'accordo con la sua personalità.

Voleva consolarlo, ma, di nuovo, non era una cosa da lei.

Stava lentamente imparando con Lily al suo fianco, ma non aveva molta fiducia al pensiero di doverlo fare da sola.

-Perché stiamo litigando su questo? Non ce l'ho neanche un fucile- aveva sussurrato nel silenzio.

Con il respiro intrappolato in gola, Barney l'aveva fissata in perfetto silenzio. L'aria era pesante e Robin non sapeva dove guardare.

Aveva concentrato gli occhi sulla sua mano che lo stava ancora accarezzando.

-Voglio dire, ho una pistola, non un fucile. Potrei uccidere un bisonte da tre chilometri di distanza, ma non con un fucile. No, quello non ce l'ho-

Dopo un paio di secondi, Robin aveva preso il coraggio per guardarlo negli occhi.

Barney la stava ancora fissando, con la mascella fermamente serrata. La mora si era chiesta se sarebbe esploso di rabbia e le avrebbe urlato di uscire da casa sua.

Poi, l'ombra si un sorriso era apparsa sulle labbra del biondo, mentre i suoi occhi avevano brillato.

La bocca di Robin aveva seguito il suo esempio. Si erano guardati per un po', prima che Barney iniziasse a ridere.

Robin aveva sentito il suo cuore liberarsi da qualcosa che non si era neanche accorta esistesse e tutto era tornato alla normalità.

-Mi devi ricompensare, Canada-

La risata era ancora nella sua voce, il blu dei suoi occhi era brillante. Robin aveva accettato e l'aveva aiutato ad alzarsi. Era andata là solo per controllarlo, ma immaginava che avrebbe anche potuto aiutarlo a fare la sua riabilitazione ora che si trovava lì.

Solo che le gambe di Barney non erano ancora molto forti ed era caduto su di lei.

La schiena di Robin aveva toccato i cuscini, le mani si erano aggrappate al retro della sua maglietta, i suoi occhi si erano chiusi violentemente.

Aveva sentito la risata di lui come una vibrazione lungo tutto il suo corpo, ancor prima si udirla.

Robin l'aveva guardato.

Doveva guardare, no?

Il sorriso di Barney era una sola linea tentatrice e i suoi occhi erano più scuri tre volte tanto rispetto al normale.

Non aveva il profumo della sua solita colonia, ma di sapone e di doccia appena fatta.

Gli occhi di Robin avevano perso la concentrazione e si erano fissati sulla gola di lui dove era riuscita a vedere un ciuffetto di peli che si era dimenticato di rasare.

La mora si era leccata involontariamente le labbra.

Il respiro di Barney era rimasto intrappolato nell'aria.

-Sei sempre piena di tentazioni, eh, Sherbatsky?-

La sua voce era bassa, proveniva dal profondo del suo corpo. L'aveva fatta tremare.

Con lui, Robin non sapeva mai se stesse giocando o se era serio. Barney era un'enorme enigma e lei ne possedeva solo la metà dei pezzi.

Quando pensava che fosse preoccupato, se ne usciva fuori tutto allegro. A volte era debole come un bambino e altre volte era una forza della natura.

In quell'esatto momento, Barney era l'oceano e Robin aveva lasciato che lui la affogasse nella sua interezza quando le labbra del biondo si erano scontrate con le sue.

Sotto le palpebre chiuse, una bufera di luccichii l'aveva accecata.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Ed ecco qua il secondo capitolo! Se riesco, ne pubblicherò uno al giorno (o ogni due), ma non prometto niente!

Spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere, che mi fa molto piacere. Adoro leggere i vostri pareri e sono sempre una spinta ad andare avanti a scrivere :)

Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tokyo ***


TOKYO

 

Dopo quel bacio, Robin aveva trovato una scusa estremamente patetica per andarsene e non lo aveva più visto.

L’estate passò lenta e Robin tenne la testa sotto la sabbia fino a quando Lily e Marshall, alla fine, si confrontarono con lei, una sera, al MacLaren’s.

-Va bene, Robin, sono stata paziente-

-Siamo stati pazienti- si intromise Marshall, desideroso di essere coinvolto nella conversazione.

-Sì, noi siamo stati pazienti, ma ne abbiamo abbastanza. Cosa diamine hai?-

Robin prese il suo bicchiere di scotch e lo svuotò.

-Niente! Non ho la minima idea di cosa stiate parlando!-

Meraviglioso, il suo accento canadese si era appena fatto sentire. Sapeva che non l’avrebbe aiutata.

-Hai lavorato come una pazza tutta l’estate, Robin, praticamente non ti vediamo più! Esigo una spiegazione-

Aprì e chiuse la bocca come un pesce. Per un attimo, in quell’istante, fu tentata di dire tutto, di lasciar andare quella cosa che la stava mangiando viva. Forse, una volta che l’avesse condivisa con i suoi amici, avrebbe realizzato quando stupida fosse, che quella che stava vivendo era solo una fase.

Solo una stupida cottarella da ragazzina per un ragazzo semplicemente perché era bellissimo, divertente, un gran baciatore e un meraviglioso aman…

Dannazione!”

Robin fece un profondo respiro.

-Va bene! Te lo dirò!-

Marshall e Lily canticchiarono un “oooh” insieme, allungandosi sul tavolo, tutti orecchie.

-Ma dovete promettermi che non mi giudicherete o… o non riderete di me. In nessuna circostanza!-

Entrambi fecero un “aaaaw” insieme e poi Lily usò la sua voce più materna.

-Non lo faremmo mai, Robin. Ti vogliamo bene, sempre e comunque-

Robin chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e:

-Ho baciato Barney di nuovo-

-Sei pazza!?-

Robin guardò la sua amica come se le fosse appena esplosa la testa.

-Lily!-

-Lilypad, ne abbiamo parlato, niente più giudizi- aggiunse Marshall, accarezzando il braccio della moglie in modo calmante -E’ totalmente una follia da parte sua, ma non puoi dirle una cosa del genere-

Gli occhi di Robin si alzarono al cielo e poi fece segno a Carl, il barista, di portarle un altro bicchiere di scotch.

-Non vedo il perché dovrei essere pazza. Sei stata tu a dirmi di capire cosa fosse successo quella notte in cui io e Barney abbiamo fatto sesso-

-Sì! Perché pensavo che facendolo ti saresti resa conto che Barney è un sociopatico-

Marshall si schiarì la gola e guardò Lily con intensità.

-Voglio dire, un sociopatico a cui tutti vogliamo bene. Ma, diavolo! E’ un sociopatico, Marshall!!-

Robin stava per controbattere, ma la cameriera arrivò con il suo scotch e l’argomentazione le morì in bocca. Ci fu un momento di silenzio imbarazzante e poi la mora continuò.

-Comunque non ne abbiamo neanche parlato. E’ solo che ho finito col baciarlo per un incidente-

La coppia sposata sbuffò in unisono e Robin sentì la necessità di giustificarsi.

-Davvero! Era vicino a me, aveva un profumo fantastico, i luccichii erano ovunque...- e poi liberò il resto dei suoi pensieri.

Non sapeva esattamente perché fosse in cerca di approvazione dai suoi amici. Non sapeva neanche perché ne stesse parlando.

-Luccichii?- chiese Lily, improvvisamente molto interessata alla conversazione.

Robin alzò gli occhi al cielo.

-Era ovvio che ti saresti fermata su quella parte-

La coppia si guardò come se sapessero una cosa che Robin, invece, ignorava.

-Oh Robin, sicuramente non sei pazza, tesoro-

Lily la guardava con tutto l’istinto materno che possedeva e Robin divenne piuttosto imbarazzata. Non aveva idea del perché Lily e Marshall si stessero comportando in quel modo, ma avrebbe potuto percepire il pericolo di quella conversazione fin dal Polo Nord.

-Molto carino da parte tua, Lily-

Marshall e Lily si scambiarono un’altra occhiata e poi si girarono di nuovo verso Robin, con un luccichio negli occhi che la spaventò a morte. Avrebbe combattuto contro un branco di lupi nel profondo di una foresta pur di poter scappare da ciò che stava per accadere.

Prese il suo bicchiere e bevve.

-Tu sei innamorata di Barney!-

Robin ingoiò malamente il suo scotch e quasi si soffocò. Fissò i suoi amici, che le apparivano sempre più inquietanti.

-Sei pazza!?-

Marshall sospirò rumorosamente, esasperato.

-Dio, ho appena detto niente giudizi, ragazze! Appoggiatemi!-

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Fortunatamente per Robin, quella conversazione era stata interrotta dall’arrivo di Ted e Barney e non era più stata riportata a galla. Il resto della serata fu un po’ strano per lei, che la trascorse a rubare occhiate a Barney.

Se ne andò presto, prima di iniziare a sentirsi veramente inquietante. Dopo quella sera, tutto tornò alla normalità che era solita conoscere.

Barney non parlò mai di quel secondo bacio e Lily e Marshall non menzionarono più nessun pensiero “d’amore”.

Il tempo passò e Robin accettò un’offerta di lavoro in Giappone. La maggior parte dei suoi amici aveva pianto come se fossero stati dei bambini. Beh, principalmente Ted e Marshall. Lily l’aveva abbracciata così forte che quasi le aveva spezzato la schiena.

Barney le aveva portato una fantastica bottiglia di scotch e le aveva detto di rendere meraviglioso il Giappone.

Era triste di doverseli lasciare alle spalle, ma viaggiare per il mondo come una giornalista era sempre stato il suo sogno e la ragione principale per cui si era trasferita a New York.

Così, ingoiò i suoi sentimenti e partì senza guardarsi indietro (anche se aveva sentito Marshall piangere come una femminuccia).

I primi giorni a Tokyo furono fenomenali, esattamente come si aspettava sarebbero stati. Tutto a Tokyo era diverso rispetto che a New York e Robin amava ogni attimo trascorso lì.

Tutto appariva esotico e strano. La mora aveva ancora difficoltà a ricordarsi di togliersi le scarpe ogni volta ed era meravigliata dal fatto che in una città così grande, con così tante persone, nessuno si scontrava con gli altri. Quei giapponesi erano persone stranamente agili nelle folle.

In ogni caso, dopo tre o quattro giorni, Robin era già innamorata di Tokyo e si era già scordata completamente tutto della Grande Mela, fino a quando Barney le telefonò nel bel mezzo della notte.

-Lo so, ora vorresti venire a cacciarmi con la tua pistola, ma ho bisogno di parlare a qualcuno che ha del buon senso!-

Era ancora arruffata dal sonno e non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Rilasciò uno strano suono che significava solo : “Sono stanca, non mi importa!-

-Ted si sposerà tra tre giorni!-

Robin si sedette dritta sul letto, con metà dei capelli sulla faccia.

-Scusa?-

Barney sospirò dall’altro capo del telefono.

-Il matrimonio della sorella di Stella è andato a monte e tutto era già pronto, così Ted e Stella hanno deciso di sfruttarlo e di sposarsi. Probabilmente ti chiamerà più tardi per invitarti-

Robin pensò di menzionare che quella sarebbe stata la cosa più cortese da fare anche per lui, ma lasciò che il pensiero scivolasse via quando Barney sospirò di nuovo.

-Questa è la cosa peggiore del mondo, Sherbatsky. Aiutami!-

Robin si sedette più comodamente sul letto.

-Barney, tu volevi che Ted si sposasse, ricordi? Eri felice che stesse accadendo-

Lui sbuffò.

-Ti prego. Quella era tutta una recita. Non vedo l’ora che Ted realizzi il suo sogno di una vita di essere incatenato ad una donna e di perdere le palle...-

Robin voleva ridere, ma decise di non farlo. Se l’avesse incoraggiato, non ci sarebbe più stata una fine al suo compiacimento e lei era veramente troppo stanca per riuscire a gestirlo.

-… solo non con Stella. Non è lei quella giusta, Robin!-

Robin ridacchiò.

-Non puoi saperlo!-

Ci fu silenzio per tre secondi prima che Barney dicesse:

-Lei vuole che lui si trasferisca in New Jersey e Ted ha detto di sì-

Ok. Ora era completamente sveglia. Se l’era dimenticato. Se c’era un posto al mondo che Ted Mosby odiava più di ogni altra cosa, era il New Jersey.

-Tipico di Smosby!-

Barney rise silenziosamente. Una di quelle risate che gli venivano dal profondo dello stomaco. Quella che usava solo quando era lei a farlo ridere.

Qualcosa dentro Robin vibrò come una corda di una vecchia arpa che non è stata usata per mesi.

Rimase in silenzio, godendosi quella sensazione che non aveva provato per tanto tempo.

La voce di Barney ritornò a squillarle nelle orecchie, più tranquilla.

-Tornerai per il matrimonio?-

Barney sembrava esitante a chiederlo e, in qualche modo, una parte di lei lo capiva. Era dall’altra parte del mondo e avevano parlato al telefono come se lei fosse stata nel suo appartamento a New York, a soli 20 minuti di taxi da casa del biondo.

Quella… cosa che avevano, quella chimica, Robin non la capiva sempre.

Ma andare a Tokyo non l’aveva diminuita neanche un po’.

-Io… io non so se posso-

A dire la verità, non voleva. Nessuno vuole essere l’ex ragazza dello sposo ad un matrimonio. Sarebbe stato orribilmente strano e imbarazzante. Loro due erano stati una coppia un anno prima e, anche se non era più innamorata di Ted, si sentiva ancora un po’ ferita dal fatto che lui avesse deciso di sposarsi così in fretta. Era principalmente il suo orgoglio, ammise. In più Ted, l’eterno romantico, stava scomparendo in quella relazione, in quel matrimonio.

Non era più Ted e Robin non era sicura di voler essere là per vederlo.

Barney non disse niente per qualche secondo. Robin sentì il suono delle sue chiavi e della porta del suo appartamento che si apriva e si chiudeva. Rimasero in silenzio a lungo tempo, con il respiro di lui nelle orecchie di lei.

Robin sentì il rumore della seta del suo abito quando se lo tolse. Chiuse gli occhi e cercò di ricordare come Barney appariva quando faceva quel gesto.

La mora inspirò, sperando di catturare il profumo della colonia speziata del biondo, ma i suoi sensi vennero catturati solo dall’odore dell’umidità di Tokyo e dei tappeti della stanza.

Aprì gli occhi, scioccata.

-Dovrei tornare a dormire. Lavoro presto e cose del genere-

Barney rimase zitto per un secondo e poi disse:

-Se decidi di tornare per il matrimonio, a Lily e a Marshall farebbe piacere che andassi a casa loro. Gli manchi-

Sorrise.

-Grande. Anche loro mi mancano, immagino. Beh, lo farebbero, se fosse normale per me una cosa del genere-

Gli mancavano tantissimo e Barney lo sapeva. Le mancavano tutti i suoi amici. Lui non disse niente a proposito, ma rise.

-Rimani meravigliosa, Sherbatsky-

-Anche tu, Stinson-

Barney non mancava un colpo.

-Sempre- e poi mise giù.

Robin fissò il suo cellulare per un paio di minuti e poi tornò a dormire.

La mattina dopo, quando guardò il suo appartamento, era improvvisamente esageratamente troppo piccolo. Lo era sempre stato, ma quel giorno, lo era specialmente.

Camminò fino alla stazione e gli annunci che uscivano dai megafoni ogni due minuti la fecero impazzire.

L’ora di punta fu folle, le persone la spingevano dentro le porte del treno e Robin pensò di essere inquietantemente enorme rispetto a tutti gli altri.

Svolse il suo lavoro come sempre, con la più grande professionalità che riuscì ad ottenere. I pro erano pro e anche se stava dicendo delle notizie insieme ad una scimmia, Robin Sherbatsky era una pro.

Durante la pubblicità, si guardò intorno e decise che odiava Tokyo.

Odiava Tokyo e le mancava Barney.

Più di quanto pensava avrebbe dovuto.

Poi il suo cellulare squillò. Era Ted Mosby che la invitava al suo matrimonio last minute, esattamente come Barney aveva predetto.

-Andiamo, devi venire! E’ il mio matrimonio!-

Robin era un po’ troppo occupata per occuparsi di un Ted emozionato, in quel momento.

-Non posso Ted, sono a Tokyo. E’ la mia prima settimana di lavoro. Non posso semplicemente andarmene. In più, sto finalmente dando notizie serie-

Chi stava prendendo in giro? Stava condividendo lo schermo con una scimmia.

Odiava Tokyo.

-E’ il mio matrimonio, devi esserci!-

Il ragazzo giapponese più basso che avesse mai visto le fece segno che era il momento di tornare in onda.

-Va bene, va bene. Verrò-

E mise giù.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) Fatemelo sapere, adoro leggere commenti e pareri su ciò che scrivo, è la parte preferita di pubblicare delle storie! Quindi, fatevi sentire, che per me è un piacere :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un unico grande letto ***


UN UNICO GRANDE LETTO

 

Robin voleva pensare di aver lasciato Tokyo per essere lì per Ted, ma il fatto che avesse lasciato il suo lavoro e lasciato il Giappone con tutte le sue cose le stava urlando che il motivo era qualcos’altro.

Più tardi, quel pomeriggio, prima del matrimonio, Ted ammise che Stella pensava che fosse strano che la sua ex ragazza fosse lì e che avrebbe preferito che non ci fosse. Robin ne fu sollevata.

Ma il suo sollievo la abbandonò e finì col dire a Ted di non sposarsi, insieme a tutti gli altri pensieri che aveva su quel fatto. Barney aveva ragione, Stella non era Quella Giusta e Robin cercò di farglielo capire.

Lui se ne andò, arrabbiato come un pazzo e lei decise che avrebbe dovuto ubriacarsi. Ma le cose non vanno sempre come si programmano.

Si avviò verso la camera di Barney, dove avrebbe potuto cercare un po’ di compagnia, quando Lily la raggiunse come un tornado.

Da quel momento successero molte cose.

Stella aveva lasciato Ted all’altare per tornare con il suo ex, che era anche il padre di sua figlia.

Robin passò dal volersi ubriacare allo stato d’animo “ucciderò quella troia”. Lily le chiese se avrebbe potuto recuperare Barney e raggiungerli nella stanza di Ted. Robin aveva accettato contro il suo volere.

Lei e Barney non volevano vedere questo matrimonio, ma era Ted che avrebbe dovuto capirlo. Era lui che avrebbe dovuto avere una sorta di illuminazione e lasciato andare Stella.

Ora avrebbe dovuto affrontare Barney e dirgli che sperare troppo forte, alla fine, non era poi questa grande idea.

Robin andò a recuperare Barney nella sua stanza d’hotel e finì con l’interromperlo mentre era nel mezzo di due cose… due ragazze, in realtà.

Ignorò la leggera gelosia che provava.

Era ovvio che Barney avrebbe avuto successo con due ragazze prima della cerimonia nuziale.

Il biondo appariva sorprendentemente arrossato, imbarazzato, per essere stato scoperto da lei.

Era vero, avevano fatto sesso, ma non si erano mai promessi niente. E lei era stata via, a Tokyo.

Barney era andato a letto con un mucchio di bamboline da quella notte.

Eppure, quella era la prima volta che lo vedeva da quando era partita e Robin aveva sperato in una riunione migliore. Non sapeva il perché, ma si era immaginata loro due che correvano l’uno incontro all’altra in slow motion, fino a quando Barney non le avesse fatto perdere la testa a letto.

Ted la stava contagiando e a Robin questo non piaceva molto. Lei era Robin Sherbatsky, non faceva cose romantiche.

Barney ignorò le ragazze che lo richiamavano indietro e le sorrise, cercando di rompere l’imbarazzo.

-Ti direi di entrare, ma è un po’ un casino- affermò.

Anche lei sorrise.

Era sempre Barney.

Avrebbe potuto rubare instanti di magia con lui, ma Barney era troppo effimero per essere una cosa reale.

Quella era la cosa più bella di Barney Stinson, ma anche la più dolorosa.

L’imbarazzo del biondo scomparve con un sorriso, quando Robin gli disse le novità su Ted e Stella. Le sussurrò di aspettare un attimo e due minuti dopo era fuori dalla stanza, con il suo abito, pronto, lasciando le due ragazze dietro di sé.

I due raggiunsero Lily e Marshall nella stanza di Ted e rimasero lì, in silenzio, al suo fianco.

Più tardi, tutti tornarono a Manhattan, dove si riunirono nel loro tavolino al MacLaren’s, insieme.

Barney era seduto proprio di fronte a lei.

Robin faceva il meglio che poteva per concentrarsi su un Ted dal cuore spezzato, ma quest’ultimo stava lentamente cadendo in un coma etilico e Barney aveva un profumo paradisiaco.

Si vergognava di concentrarsi su quel dettaglio quando tutta la sua attenzione sarebbe dovuta essere sul suo amico che era chiaramente sofferente.

Avrebbe dovuto smettere di concentrarsi su Barney, soprattutto in quel momento, dopo averlo beccato mezzo nudo, circondato da due ragazze.

Quello avrebbe dovuto distruggere ogni desiderio che provava per lui. Avrebbe dovuto disgustarla per sempre, ma Robin si sentiva ipnotizzata dalle migliaia di luccichii brillanti nell’aria, che le si appiccicavano tra i capelli e nelle ciglia.

A Tokyo le era mancato.

Ora, lo desiderava.

Marshall aiutò Ted a mettersi in piedi e lui e Lily lo portarono su, nel suo appartamento, lasciando lei e Barney soli al bar.

-Non era esattamente quello che mi aspettavo per oggi-

Barney si stava lavorando il suo quinto bicchiere di scotch liscio e un’aria di sconfitta lo circondava. Erano entrambi un po’ ubriachi, in uno stato nebuloso, dove tutto era un po’ più caldo e brillante.

Robin gli ricordò che era sempre stato piuttosto contro quel matrimonio, fin dall’inizio, così come lo era lei. Lui sorrise, bevendo un po’.

-Fa lo stesso schifo-

Robin non aveva niente da controbattere. Ovviamente faceva schifo. Anche se pensava che il matrimonio non fosse giusto per Ted, il ragazzo amava davvero molto Stella ed era stato lasciato all’altare. Nessuno dovrebbe vivere una cosa del genere. Stella si sarebbe dovuta chiedere perché fosse così contro la presenza di un suo ex al matrimonio. Perché ne era così spaventata.

Invece di confrontarsi con questo problema, aveva lasciato che accadesse e Ted aveva ricevuto un cuore spezzato.

Barney ruppe i suoi pensieri arrabbiati con qualcosa che Robin non riuscì a capire.

-Scusa?-

Il biondo sorrise.

-Ho detto: non è esattamente ciò che desideravi durante la tua vacanza. Com’è Tokyo?-

Robin fissò il suo drink e ammise, sottovoce:

-Ho mollato-

Barney si sedette dritto, allungando il corpo verso di lei.

-Scusa, puoi ripetere?-

Robin prese un respiro profondo e parlò più ad alta voce.

-L’ho mollato. Semplicemente, l’ho mollato-

Barney sembrò perplesso. Stava per dire qualcosa, ma lei gli chiuse la bocca con un gesto della mano.

-Lo odiavo, Barney. Sono riuscita ad illudermi per un paio di giorni, ma poi mi ha colpito dritto in faccia. Era un lavoro orribile in una città orribile-

Finì il suo bicchiere in un sol colpo.

-Dio! Tutto è così maledettamente piccolo là!-

Barney rise rumorosamente. Per svariati minuti, non fece altro che ridere.

Il cuore di Robin si sentì leggero per la prima volta in una settimana.

Aveva avuto paura di aver preso una decisione troppo affrettata. L’aveva menzionato a Ted, prima, e lui non aveva reagito molto bene, ma stavano litigando a proposito del suo matrimonio e delle sue scelte personali.

Ma, improvvisamente, Robin sapeva che non lo avrebbe rimpianto. Era stato orribile ed era felice di essersene liberata.

Barney ribatté di amare Tokyo.

-Ha il miglior sushi del mondo, dopotutto! E hanno questi meravigliosi club con ragazze fighe che vengono pagate per trovarti divertente ed attraente-

Robin lasciò che le raccontasse delle ragazze dei club e dei match di sumo. Pensò che, forse, la ragione per cui aveva iniziato ad odiare Tokyo era perché non aveva nessuno con cui condividerla.

Dopo che l’eccitazione di Barney per il Giappone raggiunse la sua fine e l’ubriachezza di Robin raggiunse il suo massimo, la mora cambiò argomento.

-Che peccato che tu abbia dovuto lasciare le tue ragazze nude, prima-

Barney alzò le spalle con un’aria che diceva che non gli importava.

-Domani lo rimpiangerò e darò tutta la colpa a Ted, ma oggi… i fratelli prima delle ragazze, Robin-

Lei gli sorrise maliziosa e lui alzò un sopracciglio.

Per un secondo, Robin si chiese se ciò che voleva dire fosse davvero una buona idea. Probabilmente non lo era, ma poi Barney si spostò al limite del tavolo, con un sorriso seducente sulle sottili linee delle sue labbra.

Il suo profumo speziato, che Robin aveva cercato di immaginare nella sua stanza nel pieno della notte due giorni prima, arrivò a solleticarle il naso, facendola sentire come un gatto con la sua erba gatta.

-Non ho nessun posto dove dormire, stanotte. Posso venire da te?-

Robin lasciò che la sua domanda gli entrasse completamente nel cervello e, in meno di un secondo, la mano di lui attraversò il tavolo e trovò il suo collo. Il pollice disegnò qualche cerchio intorno al punto dove le batteva il cuore, mentre le altre dita, lentamente, le accarezzavano la parte dietro del collo.

La sua presa era decisa e possessiva e, probabilmente, se avesse voluto, avrebbe potuto spezzarle il collo.

Forse era per quello che Robin era così eccitata.

Barney si sporse in avanti, verso di lei, mentre le sue labbra le solleticavano il lobo dell’orecchio.

-Ho solo un unico grande letto, Sherbatsky-

I luccichii esplosero nella testa di Robin.

Il suo intero corpo provò un tremito di desiderio che la attraversò fino a quando raggiunse la punta degli alluci.

Delle lacrime raggiunsero i suoi occhi come se qualcosa l’avesse istantaneamente riempita, fino a farla esplodere.

Non le fece uscire e lo guardò con tutto il desiderio che provava per lui.

-Lo so-

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Il giorno dopo, Ted aveva già iniziato a riportare le sue cose nel suo vecchio appartamento sopra il MacLaren’s e, stranamente, sembrava un po’ troppo allegro. Aveva menzionato di essere andato avanti e che era pronto per il passo successivo.

Lily, Marshall e Robin erano sicuri che stesse male, ma Barney aveva affermato la sua teoria sul fatto: Ted stava realmente bene.

-E’ scappato dal matrimonio, ragazzi! E’ la cosa migliore che gli potesse accadere!-

Settimane su settimane passarono, Ted ripeteva di stare bene e niente accadde, fino a quando non andarono in un nuovo ristorante di tapas e videro la sola ed unica Stella. Finirono tutti col nascondersi sotto il tavolo per evitare di incontrarla e la situazione portò a fare delle confessioni sulle persone che non avrebbero assolutamente mai più voluto incontrare. Barney menzionò una donna in prigione che continuava a mandargli minacce di morte.

-Avevamo la relazione perfetta. Lei, per legge, non poteva chiamarmi più di una volta a settimana e se diventava troppo coccolona, la sicurezza si sarebbe occupata di lei-

Robin parlò un po’ di suo padre che l’aveva cresciuta come un ragazzo e che non l’aveva mai realmente amata perché era una femmina. Pensava che quello fosse molto più imbarazzante dei suoi seguenti anni da pop star teenager.

Tutti si sentirono male per lei, tranne Barney, che, in qualche modo, lo trovava sexy.

Probabilmente perché erano entrambi due enormi casini e, probabilmente, ci sarebbe voluto molto di più per destabilizzarlo.

Lui cercava del sesso tra le braccia di una prigioniera e lei si sentiva ancora ferita dal fatto di non essersi mai sentita femminile a causa dei suoi problemi paterni.

Il gruppo aveva finito col seguire il taxi di Stella dopo che Ted si era reso conto di volersi confrontare con lei. Ma, quando l’aveva rivista, niente era accaduto. Aveva cambiato idea e se n’era andato. Aveva detto qualcosa sul fatto di aver fatto la cosa migliore. Non aveva urlato a Stella, l’aveva lasciata andare.

Tutti tornarono al MacLaren’s, dove condivisero dei drink.

Barney tornò dal bancone con una nuova birra per Ted e un bicchiere pieno di scotch profumato per lei. Le aveva sorriso e aveva riportato la sua attenzione sul suo cellulare, che stava squillando.

La conversazione fu breve e diretta, prima che li guardasse.

-A tutti, potrei diventare papà-

Molte cose accaddero tutte insieme dopo quello. Barney affermò che non era il suo primo rischio gravidanza e che c’erano grandissime possibilità che quello fosse un falso allarme.

Tuttavia, il cervello di Robin esplose con dei sentimenti che non riusciva neanche ad identificare.

Forse fu quello il motivo per cui, il giorno dopo, accettò la proposta di Ted.

Andò a vivere con lui.

Erano semplicemente coinquilini e, doveva ammetterlo, Lily e Marshall non potevano più vivere con lei. Aveva occupato il loro appartamento abbastanza ed era giunto il momento per lei di avere una sua casa. Senza un lavoro, era difficile pagarne uno e l’offerta di Ted era perfetta.

Tuttavia, ammise a sé stessa per un secondo, lo rimpiangeva.

Ora che avrebbe vissuto con Ted, lui le avrebbe sempre chiesto dove stesse andando, l’avrebbe cercata nei suoi modi più fastidiosi e le sarebbe risultato difficile trascorrere dei momenti da sola con Barney, anche se recentemente lo stava in un certo senso ignorando.

Quando Barney annunciò orgoglioso di non essere un padre, Robin danzò nella sua mente.

Barney era di nuovo libero da ogni impegno e il fatto che non avesse messo incinta una ragazza era un sollievo.

Robin realizzò allora di essere stata arrabbiata con lui, ma andare a letto con bamboline senza nome era la sua caratteristica e lei lo sapeva.

Lei era solo un altro numero sulla sua lista e, anche se insieme si erano divertiti alla grande (e ripetutamente), Barney non era suo.

Proprio come la prima volta che era accaduto, Robin e Barney non parlarono mai di quella seconda notte che avevano trascorso insieme dopo il matrimonio fallito di Ted.

Robin si era sentita sola e aveva bisogno di affetto e forse era per quello che le cose erano andate come erano andate, ma, ogni volta che chiudeva gli occhi, riusciva a vedere il sorriso che Barney le aveva fatto quando lei era venuta sotto le sue dita esperte e ingannatrici.

Vedeva i suoi occhi, di tre tonalità più scuri del solito, che l’avevano perforata quando Barney si era unito a lei.

Vedeva la piccola cicatrice dei suoi denti sulla sua spalla, che lei gli aveva lasciato quando lui l’aveva portata al culmine un’altra volta.

Tutto quello era inciso nella sua retina, mentre i suoi occhi immaginavano i luccichii nell’aria.

C’era solo un piccolo problema.

La notte in cui lei era tornata dal Giappone era stata l’ultima volta che lei e Barney avevano fatto sesso e, da quel momento, lui non aveva mostrato neanche una volta l’interesse di ripeterlo.

Nel frattempo i mesi trascorsero e Robin frequentò dei ragazzi qui e là, cercando una relazione carina, mentre la sua amicizia con Barney rimaneva solo quello: un’amicizia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Televisori rotti ***


TELEVISORI ROTTI

 

Uno strano giorno, quando Robin si era sentita un po' bisognosa e Ted si era sentito arrabbiato, i due erano andati a letto insieme.

Litigavano continuamente sulle cose più semplici. Essere coinquilini non era facile ed entrambi stavano cercando di abituarsi ai difetti dell'altro. Poi si resero conto che, sorprendentemente, smettevano di litigare quando facevano sesso e così decisero di mandare avanti la loro relazione di "amici con benefici".

Ovviamente, il momento in cui accadde, tutto il gruppo ne venne a conoscenza. Ne parlarono insieme e Ted e Robin promisero che era solo un po' di sesso per rendere le cose migliori all'interno dell'appartamento. Tutto venne lasciato com'era.

Fino a quando Barney non iniziò a comprare un po' troppe televisioni.

Mentre passava vicino al MacLaren's, Robin notò Barney nel retro, intento a prendere una televisione dal bidone della spazzatura e a lanciarla con rabbia a terra.

Aveva sempre trovato attraenti gli uomini arrabbiati, ma la sua curiosità fu più forte, quella volta.

Barney rientrò nel bar dalla porta sul retro, mentre lei entrò dall'ingresso principale. Lo vide mentre sussurrava qualcosa a Lily, con un sorriso falso sulle labbra.

Al momento la mora decise di non dire niente e lasciò semplicemente andare il fatto. Probabilmente Barney si era arrabbiato con Lily per qualche ragione ed era uscito per scaricare l'ira. La curiosità di Robin morì e si dimenticò del fatto.

Fino al giorno dopo, quando lo rivide.

E poi il giorno dopo, e quello seguente.

Un giorno, lo vide entrare in un negozio di elettronica, comprare una televisione e portarla nel retro del bar per spaccarla sul suolo.

Qualcosa stava seriamente andando male tra Barney e Lily.

Robin decise di parlarne con la sua migliore amica quella stessa sera. Forse Lily non era a conoscenza del fatto che gli stesse facendo perdere la testa.

Al bar, la mora si unì a tutti gli altri, che erano già lì. Si sedette accanto a Ted, con Lily e Marshall di fronte. Barney rientrò, come se niente fosse accaduto, prese una sedia e si sedette a capotavola, con loro.

-Robin! Stavo raccontando a Lily e a Marshall di quanto stia andando alla grande il nostro metodo di riappacificazione-

I due si erano accorti che, più sesso facevano, maggiori erano i loro momenti di pace e quiete. Era quasi un miracolo, visto che Robin stava iniziando a stufarsi un po' del fatto che Ted si intromettesse nel suo tempo privato.

Barney prese un lungo sorso del suo scotch e si schiarì la gola.

-Stiamo ancora parlando di te e Robin che scopate? Meraviglioso!-

Il suo tono era più acuto, come lo era sempre quando il biondo si trovava in imbarazzo. Le sopracciglia di Robin si inarcarono.

Lily sospirò rumorosamente, attirando tutta l'attenzione su di lei.

-Penso ancora che sia una cattiva idea. Qualcuno rimane sempre ferito in queste situazioni-

Ted rise, rassicurando Lily del fatto che tutto stesse andando alla perfezione. Poi, per provare il suo punto, menzionò quella mattina, quando Robin l'aveva raggiunto nella doccia perché lui ci stava mettendo troppo tempo.

La mora stava per tirargli un forte pugno sul braccio per aver parlato di quel genere di cose, quando Barney si tese come una corda di violino e si scusò. Robin lo vide attraversare la porta che portava sul retro e lo seguì, poi lo vide prendere la stessa televisione di cinque minuti prima e lanciarla con forza.

-Barney!-

Il biondo alzò lo sguardo su di lei, mentre la sorpresa si disegnava sul suo viso. Si mise le mani nelle tasche e diede un ultimo calcio alla televisione rotta.

-Per che cosa sei così arrabbiato?-

Robin gli si avvicinò, ma Barney fece un passo indietro. Lei rimase ferma, piuttosto sorpresa dalla sua reazione.

-Niente. Davvero, sto proprio bene-

Le sue braccia erano rigide e la sua gamba destra ebbe un tremito che il biondo non riuscì a controllare. Robin incrociò le braccia davanti al petto e lo fissò.

-Non sembra che tu stia bene. Sembri proprio incazzato-

Lui sbuffò, poi sospirò rumorosamente, esasperato.

-Seriamente, Sherbatsky, cosa è successo al tuo linguaggio?-

Robin tenne le braccia incrociate e fece spallucce.

-Ted mi ha fatto guardare uno delle sue serie tv. Parlano tutti male, forse mi ha un po' contagiata-

Barney rise, ma a Robin sembrò una risata molto fredda e cinica.

-Oh, quindi ora tu e Ted condividete passatempi e passioni! Che meraviglia!-

Ora era lei ad essere incazzata (maledizione!). Qual era il problema? Ultimamente non trascorrevano molto tempo insieme e, quando lo facevano, era sempre insieme al gruppo.

A lei andava bene, dopo qualche mese "senza Barney", era riuscita a superare l'attrazione che le suscitava.

Se n'erano andati i luccichii che era solita vedere quando Barney le era accanto.

Non provava più nessun tremito che proveniva dal profondo della sua anima quando lui la guardava negli occhi.

Niente di tutto ciò.

-Barney, puoi essere arrabbiato quanto vuoi, ma non puoi riversarlo su me e Ted!-

Lui la guardò come se fosse la persona più stupida che avesse mai visto in tutta la sua vita e lei divenne più imbarazzata. Liberò le braccia dalla stretta e poi le incrociò di nuovo.

-Io sono arrabbiato con te-

Le braccia di Robin decisero alla fine di caderle ai lati del corpo. Probabilmente sarebbero cadute per terra se non fossero state attaccate così bene al suo corpo.

-Con me?-

Barney sospirò, questa volta sconfitto. Abbassò la testa e si schiacciò il naso, tra i due occhi che erano fermamente chiusi. Poi la guardò e le si posizionò di fronte, rimanendo a neanche un metro di distanza.

Robin cercò i suoi occhi e li trovò, scuri, le pupille dilatate.

Era una sfumatura che non conosceva, una sfumatura che non aveva niente a che fare con il desiderio.

Barney era davvero molto arrabbiato con lei.

-Veramente, perché Ted?-

Robin rimase così sorpresa dalla sua domanda che semplicemente rimase lì ferma, in silenzio.

Pensò di essere ancora incastrata da qualche parte nel profondo del colore degli occhi di Barney.

-Avresti potuto trovare un amico di letto ovunque e tu sei andata con il mio migliore amico e tuo ex-ragazzo-

Barney attese la sua risposta, ma lei non aveva la minima idea di cosa dire. Veramente, qual era la risposta giusta ad una domanda del genere?

-Tu sei geloso- affermò.

Poteva non essere stata la mossa migliore.

Lui non perse un colpo. Non lo faceva mai.

-Sì-

Beh, neanche lei mancava un colpo. Non più.

-Perché?-

Barney stava per rispondere, così lei lo fermò muovendo la mano in aria, indietreggiando in panico.

-Dio, se mi dici di essere innamorato di me...-

Lui la interruppe.

-Dannazione, Sherbatsky, non sono Ted-

Robin si rilassò un attimo e iniziò di nuovo a respirare.

-Ma io ho cercato di controllarmi quanto ti sono vicino e tu prendi e vai a letto con Ted. Seriamente, Sherbatsky, non avresti potuto trovare un altro stupido ragazzo da qualche altra parte?-

Robin mise le mani di fronte a lei, segnalandogli di smetterla e di prendere una pausa. La sua mente stava correndo così in fretta che la mora stava perdendo il controllo di ogni cosa incasinata al suo interno e questo la spaventava.

-Io... io non capisco-

Barney sospirò e la guardò dritta negli occhi.

-Tu mi piaci, Robin-

Ora, quello era inaspettato. Robin indietreggiò e lui fece un passo avanti.

-Non sto dicendo di essere follemente innamorato di te, ma tu mi piaci. Molto-

Robin pregò i luccichii di non tornarle nella mente, ma non c'era più motivo di farlo perché la mora catturò la brillantezza di uno di loro sullo zigomo di Barney.

Prese un respiro profondo.

La sua anima non aveva tremato.

Il suo corpo non aveva provato un fremito di desiderio.

La sua temperatura non era estremamente bollente e Barney Stinson, di fronte a lei, non era circondato da luccichii magici.

-Per la prima volta nella mia vita, sento di volere il problema di una relazione. Tu mi fai sentire come se quel problema non fosse poi così problematico-

Ammise lui onestamente, raggiungendo una parte di lei che sarebbe dovuta essere morta.

Aveva portato il più grande fobico degli impegni ad impegnarsi. Lei! Robin Sherbatsky.

Ne sarebbe stata completamente estasiata, se non fosse rimasta scioccata dalla sua rivelazione. Ma poi, per qualche ragione sconosciuta, eccetto forse il suo stress, anche lei divenne estremamente arrabbiata.

-Ti piaccio, ma ti andava bene che io uscissi con un altro ragazzo? E non dimentichiamoci di tutte le ragazze con cui sei stato recentemente. Come cazzo faccio a piacerti in questo modo, Barney?- gli gridò.

-Non lo so!- le urlò dietro, frustrato.

Robin incrociò nuovamente le braccia, proteggendosi da sola. Ovviamente Barney non lo sapeva. Il povero ragazzo era un seduttore, non un fidanzato. Non era stato un fidanzato per anni.

Chi stava prendendo in giro? Semplicemente Barney non poteva vivere una relazione. Davvero, non poteva.

Non si coccolava neppure dopo il sesso. Semplicemente guardava il soffitto, aspettando che il sangue gli ritornasse al cervello, e poi se andava.

L'ultima volta in cui erano stati insieme, Robin doveva ammettere che era stata lei quella ad andarsene. Erano nell'appartamento del biondo e, una volta che si era saziata, Robin aveva preso la sua valigia ed era andata da Lily e Marshall.

Barney le aveva gentilmente offerto di rimanere almeno quella notte, ma lei aveva rifiutato. Lui l'aveva seguita alla porta e l'aveva salutata dolcemente, con un bacio sulla guancia.

Era stato straordinariamente gentile con lei quella notte e poi il fatto l'aveva colpita.

Dannazione! Piaceva a Barney.

-Ascolta, Robin. Non sono bravo in questo. Voglio dire, l'ultima volta che ho coccolato qualcuno per affetto è stato mio fratello gay, James, il Natale di cinque anni fa, quando avevo bevuto troppo zabaione. In me non posseggo neanche un grammo di romanticismo. Non so nemmeno cosa accade realmente dopo il sesso con la propria ragazza. Voi ragazzi ne parlate davvero?-

Un piccolo sorriso si disegnò da solo sulle labbra di Robin e lei lo nascose guardando per terra.

Ma lui lo vide.

Barney spinse il suo corpo ancora più vicino a quello di lei, cercando di riguadagnare il contatto oculare.

-Ma so che non mi piace il pensiero di te con altri uomini. Odio che tu sia con Ted. E' solo che non voglio condividerti. Anche le tendenze lesbiche di Lily, che di solito mi eccitano... mi.... fanno incazzare-

Lui sorrise e Robin rise, poi incastrò gli occhi con quelli del biondo.

-Neanch'io sono molto brava in queste cose, Barney-

L'indice di lui le accarezzò il mento per un attimo. Robin pensò che si sarebbe spezzata se l'avesse fatto di nuovo. Il sorriso di Barney era accattivante e tutto ciò che Robin pensava di aver dimenticato, la colpì come un'onda potentissima.

-Non dobbiamo essere ragazzo e ragazza. Quello è qualcosa che fanno persone non-meravigliose, come Lily, Marshall o Ted-

Robin rise.

-Ma non voglio che tu sia la ragazza o l'amica di letto di nessun altro-

La mora sogghignò.

-Questa cosa con Ted ti sta veramente facendo impazzire-

Le mani di Barney le afferrarono le spalle e lui guardò il cielo notturno in modo tremendamente drammatico.

-Ti prego. Quel ragazzo pensa che il tuo ginocchio sinistro sia una zona erogena-

Robin rise e le sue mani raggiunsero il viso del biondo, mentre le dita gli accarezzavano la mascella. Barney apparve un po' spaventato ed insicuro e, probabilmente, era per la serietà nell'espressione di lei.

Il cuore di Robin saltò per lui.

-Anche tu mi piaci, Barney. Ma non penso che sia la tua natura essere in una relazione esclusiva-

Barney apparve così triste che i suoi occhi divennero dell'azzurro più chiaro che lei avesse mai visto. Le mani della mora, ancora sul suo viso, iniziarono a tremare e poi il suo intero corpo le seguirono.

Perché, tra tutti gli uomini che conosceva, il donnaiolo e sociopatico Barney doveva essere l'unico in grado di farle crollare la maschera e di scavare in lei fino in fondo?

Sentì le mani di lui raggiungerle i fianchi, muoverle lentamente la schiena, spingerla verso il suo corpo.

Le curve di Robin si incastrarono come pezzi di un puzzle contro di lui.

La sua mano sinistra abbandonò il viso di Barney e si infilò tra i suoi capelli, alla base del collo.

-Non puoi saperlo. Lasciami provare, Robin-

Non avrebbe dovuto.

Era evidente che quella relazione, o qualunque altra cosa sarebbe stata, si sarebbe distrutta e avrebbe preso fuoco, lasciando le ceneri nell'aria.

Avrebbe dovuto vedere e sapere tutto quello, ma i luccichii negli occhi di Barney la accecarono nuovamente e, quando lui la baciò con tutto ciò che possedeva, Robin pensò che anche lei voleva provare.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Ce l'abbiamo fatta! Come vedete, è diverso dalla serie, ma da adesso ci saranno un po' di incongruenze :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vedere il mondo più luminoso ***


VEDERE IL MONDO PIU' LUMINOSO

 

Le dita la solleticavano vicino ai fianchi, il respiro di lui era sul suo collo, l'intero corpo di Barney la circondava, facendo provare a Robin un caldo incredibile.

Lui le sussurrava parole di passione, alcune sporche e altre dolci, e lei tremava sotto di lui, afferrandogli la maglietta senza poterci fare nulla.

Barney era bollente come un fuoco, la bruciava da dentro, la pressione del suo corpo che la spingeva verso il basso la eccitava più di quanto si sentiva di ammettere.

-Dio, sei bellissima...- le sussurrò sul collo.

Le lasciò una serie di baci sulla pelle, sbottonandole la camicetta con una eccitazione frettolosa. Robin sospirò e le sue unghie marchiarono il retro del suo collo.

Le mani di lui cercarono le sue cosce, alzando la sua gonna a sigaretta e lei sollevò le ginocchia, posizionandolo in mezzo alle sue gambe, là dove lo desiderava.

Barney si alzò da lei per eliminare dalla sua strada la camicetta e il reggiseno e lei sfruttò quel momento per togliergli la camicia.

Poi il biondo si ripiegò per baciarla e, quando i suoi seni si scontrarono con il suo petto, Robin afferrò le sue spalle con disperazione, amando il contatto.

Barney rise sulle sua labbra.

-Stai ridendo di me?-

Cercò di sembrare insultata, ma la sfumatura scura del blu degli occhi di lui fece sì che il calore dilagasse nel suo ventre.

Lui sorrise debolmente, mentre le mani le sbottonavano la gonna.

-E' solo che sei così bisognosa, è come se non fossi stata toccata da un uomo per anni-

La prese in giro. Robin fece il labbruccio e lui glielo baciò via, facendo scivolare la gonna lungo le sue gambe. Una volta liberata, Robin accerchiò la vita di lui con le gambe.

-Ti stai lamentando?-

La lingua del biondo trovò un capezzolo e Robin inarcò in avanti la schiena.

-No, nessuna lamentela da parte mia-

La mora trovò la sua cintura e lo svestì. Il rumore della cintura che veniva slacciata la riscaldò e Robin avrebbe potuto giurare di aver visto un luccichio attaccato alla pelle della spalla di lui.

-Vuoi davvero farlo sul divano? Il letto sarebbe meglio-

La mano di Robin lo cercò nelle parti basse e diede una leggera pressione che gli fece chiudere gli occhi in estasi, mentre un ringhio risuonava nella sua gola, facendogli muovere il pomo d'Adamo.

-Il letto è lontano- sussurrò lei, mentre le mani di Barney afferravano le sue mutande e le rimuoveva. Rise, con le labbra sulla sua pancia.

-E lo sono anche i preservativi-

Robin espirò.

-Dannazione- e lui ridacchiò.

Poi la stupì, alzandosi con un solo movimento fluido, completamente nudo. Non mostrò nemmeno un grammo di imbarazzo per la sua nudità.

-Sai, saresti sensazionale legata alla testata del mio letto-

Detto questo, se ne andò verso camera sua. Robin lo guardò andare via solo per fissare il suo sedere e, proprio prima di sparire dietro la porta, Barney si girò, mostrando orgogliosamente la sua erezione.

Robin si leccò le labbra e lasciò il divano più veloce di quanto avesse mai fatto.

Ore dopo, soddisfatta ed esausta, aveva la testa appoggiata al petto del biondo, mentre le dita giocavano con i suoi capezzoli.

Robin si sentiva ancora leggera, la sua visione era accecata dai milioni di piccoli luccichii nell'aria che cadevano uno per uno sul petto nudo di Barney, facendolo brillare.

Una delle mani di lui stava tracciando dei percorsi sul suo braccio, mentre l'altra le accarezzava languidamente il fondoschiena. Barney allontanò la mano della mora dal suo petto per baciarle l'interno del polso, dove si poteva ancora vedere un segno rosso.

-Scusa per questo-

Robin ridacchiò e scosse la testa.

-Non farlo, è stato fantastico-

Il suo sorriso la solleticò dall'interno e poi la sua lingua scese a leccarle il polso.

-Beh, la prossima volta, al posto delle manette, potrei usare la mia cravatta-

Robin stava per controbattere che le piaceva un po' di dolore, ma poi si immaginò legata con la sua cravatta rossa e, invece di parlare, si abbassò per baciargli il capezzolo, gemendo.

-Dio mio, sì...-

Barney le lasciò il polso per permettere alla sua mano di vagare tra i capelli di lei, mentre le baciava la fronte.

-Non so se riusciremo a farcela con questa storia della relazione, ma spaccheremo di brutto nella parte del sesso-

Robin sorrise felicemente e si mise sopra di lui, baciandogli la gola, mentre le mani di lui erano sulla sua schiena e le accarezzavano le estremità dei seni.

-Sono d'accordo. Ted non voleva mai fare del bondage con me-

Barney rise rumorosamente.

-Che cosa stranamente da lui- disse poi, mentre le sue dita trovavano il punto sensibile tra le sue gambe. Robin gemette soddisfatta.

-Diceva che lo faceva sentire poco virile-

Barney le morse la spalla, facendole tendere deliziosamente il corpo.

-Un vero uomo non si sente mai poco virile con una donna sexy sopra di lui, ma si sente grato. Storia vera-

Robin mise entrambe le mani sul suo petto e si sedette sulla vita del biondo. Sorrise, sentendosi estremamente potente sopra di lui.

Barney lasciò che gli occhi vagassero sul suo corpo e Robin si rese conto di quanto le piacesse come lui fosse avventuroso ed impegnato nei confronti del sesso.

Niente lo fermava dallo sperimentare cose strane e nuovi modi per raggiungere il piacere e lei si sentiva libera, come se delle ali le fossero spuntate sulla schiena.

Tra le braccia di Barney, poteva esplorare i suoi desideri e i suoi segreti sessuali più reconditi.

Robin alzò le anche e una sua mano lo raggiunse lentamente, mentre lei guardava i suoi occhi blu rivolgersi all'interno delle orbite, la sua testa gettata all'indietro e la sua bocca che formava un "oh" muto.

Barney si lasciò affogare nel piacere che lei gli dava e lei si sentì più forte e più desiderata di quanto le fosse mai accaduto.

-Allora, quanto dovrei renderti grato, io?-

Robin voleva giocare al gatto e al topo, alla padrona e al suo schiavo. Voleva possederlo così come lui aveva posseduto lei.

Gli occhi blu scuro di Barney incontrarono i suoi: le pupille dilatate e il respiro corto. Del sudore gli stava scendendo lungo il collo, raggiungendo il suo petto forte e Robin avrebbe voluto leccarglielo via, ma si trattenne.

Ora era lei ad avere il controllo, non poteva ridarglielo indietro, non poteva mostrargli quanto, ai suoi occhi, lui fosse dolorosamente bellissimo.

La mano di Barney raggiunse le sue anche e le prese con così tanta forza che le conficcò le dita nella pelle.

-Fammelo pregare in ginocchio, Sherbatsky-

E lei lo fece.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Dopo tre mesi, quando Robin pensava che tutto avrebbe finito col distruggersi intorno a loro, i due stavano realmente riuscendo a farlo ancora funzionare. Lo stavano tenendo nascosto ai loro amici.

Marshall non avrebbe capito, Lily li avrebbe spinti a dare un nome a ciò che significavano l'uno per l'altra e Ted avrebbe probabilmente cercato di dissuaderla.

Alla luce di tutto quello, continuavano ad organizzare incontri segreti, mentendo apertamente ai loro amici. Barney aveva sempre una nuova ragazza da vedere quando gli chiedevano perché se ne andasse dal bar così in fretta e Robin stava uscendo con una serie di uomini sexy e disponibili che nessuno di loro aveva mai incontrato.

-Non sono seria abbastanza per farvelo conoscere, ragazzi-

Robin doveva ammetterlo, mentire li eccitava. Prendevano due taxi diversi e si incontravano a casa di Barney, dove avrebbero fatto l'amore come due amanti adulterini.

Sapevano che quelle scappatelle non sarebbero durate per sempre. Prima o poi sarebbero stati scoperti e, a quel punto, avrebbero dovuto fare "Il discorso".

Robin cercava, con il massimo delle sue capacità, di ignorare la sensazione di terrore che la assaliva ogni volta che pensava a quel momento.

Era praticamente certa che quello sarebbe stato l'attimo in cui Barney sarebbe fuggito, lasciandola indietro.

Tutto in lei non voleva che ciò che avevano finisse.

Si era così abituata a vedere i luccichii nell'aria che il mondo ora sembrava più bello.

Anche quando era lontana da lui, tutto brillava, la sua pelle formicolava e il suo sorriso non la abbandonava mai.

Lily le aveva chiesto perché recentemente fosse stata così felice.

-Ragazza mia, sei raggiante!-

Robin aveva sviato.

-Immagino di essere semplicemente soddisfatta alla grande a letto dalla mia giostra infinita di uomini-

Ovviamente la sua giostra aveva solo un cavallo da cavalcare, ma solo Dio sapeva come quel cavallo ne avesse abbastanza per intrattenerla per sempre.

Una volta che ebbero provato ogni angolo dell'appartamento di Barney, trasferirono i loro infiniti amplessi nella casa sua e di Ted, sopra il MacLaren's. Robin lo trovava più pratico in quanto era molto vicino al bar e perché così non avrebbe dovuto attendere 25 minuti di taxi per riuscire finalmente a mettere le mani su di lui.

All'inizio, non era stata così incantata da andare lì. Barney l'aveva pregata per settimane di andare la piano di sopra.

-Ted resterà qui con Lily e Marshall, non verrà su per almeno un'ora. Al peggio, penserà che tu abbia in camera uno strano giocatore di hockey che è veramente molto bravo a farti avere degli orgasmi-

Lei alzava gli occhi al cielo e diceva categoricamente di no. Non voleva essere beccata da Ted, tra tutte le persone.

Tuttavia, più andavano a casa di Barney, più Robin pensava che fosse troppo lontana. Poi, una sera al MacLaren's, era seduta al loro solito tavolo, con Ted al suo fianco, Lily e Marshall di fronte e Barney sulla sedia a capotavola. Stavano avendo una delle loro solite conversazioni quando la mano del biondo era scivolata sotto il tavolo e aveva incontrato la soffice pelle della sua coscia.

Non avevano fatto sesso per un settimana perché Barney era stato sorprendentemente occupato ad andare da sua madre che si era presa l'influenza e stava male. Avevano parlato al telefono tutti i giorni, con le voci piene di promesse e a Robin era mancato davvero tantissimo.

Uno sguardo ed entrambi si erano scusati con le loro solite bugie ed erano usciti dal bar.

Barney stava per fare segno al taxi più vicino quando Robin aveva afferrato la sua cravatta e l'aveva portato su con lei.

Ted era sempre stato un maniaco dell'ordine, con lui tutto aveva un posto e questo l'aveva sempre profondamente infastidita. In cambio, una volta gli aveva chiesto di spostare la sua scrivania per i disegni d'architettura in camera sua.

"Questo tavolo è così vecchio! Fa male agli occhi!-

Lui aveva sbuffato con indignazione.

-E' un classico tavolo d'architettura, proprio come quelli che avevano le più grandi menti. Rimane qui, da un po' di classe al salotto-

Se quell'affermazione non le aveva fatto desiderare di strangolarlo, il suo utilizzo della parola "classe" l'aveva definitamente fatto.

Ma, quella sera, Robin aveva avuto la sua vendetta.

Quel tavolo che aveva sempre odiato alla follia e che pensava fosse così poco pratico perché inclinato e perché non poteva essere considerato un vero tavolo, era diventato l'oggetto più vicino su cui Barney aveva sdriatao la sua schiena mentre entrava nel profondo, esattamente dove Robin lo voleva, spingendo con potenza in lei.

Un suo lato molto malefico non vedeva l'ora di dirlo a Ted.

Dopo quel fatto, i due trascorsero la maggior parte delle loro serate nel letto della mora. Non potevano esplorare le infinite possibilità del salotto e della cucina, nel caso Ted fosse salito inaspettatamente, ma il lato positivo era che Robin poteva tenerselo con lei un po' più di tempo prima che Barney sgattaiolasse via dalla scala antincendio.

Ma tutto cambiò una sera che portò a numerosi altri cambi la mattina seguente.

Erano entrambi senza fiato, nudi sotto le lenzuola di cotone, enormi sorrisi sui loro visi.

-Bravissimo!- sussurrò lei.

Barney ridacchiò leggermente, mettendosi le braccia sotto la testa.

-Chi l'avrebbe mai pensato che il caro e vecchio missionario potesse essere così divertente?-

La risata di Robin seguì la sua, prima che la mora si mettesse sul fianco, mentre la testa cercava l'incavo della spalla di lui e la mano tracciava dei disegni sul suo addome. Gemette soddisfatta.

Robin sapeva che mancavano più o meno trenta minuti prima che Barney scappasse fuori dalla finestra, così si concentrò totalmente su di lui.

Fu lui a fare il primo gesto sorprendente, afferrandole la vita e accoccolandola fermamente contro di sé.

Robin pensò che fosse piuttosto scioccante, ma il biondo non aveva ancora finito di spiazzarla, perché poi incastrò le gambe con le sue, immerse il naso nel suo collo e le leccò il marchio rosso sulla sua spalla che poco prima aveva fortemente succhiato e morso.

Anche lui gemette soddisfatto. Non l'aveva mai fatto prima. Nel senso di mai.

Del calore si propagò nel suo ventre e Robin lo afferrò con più forza, non lasciandolo andare e strusciò le anche contro la sua gamba che giaceva tra le sue per soddisfare il calore bruciante che le era sceso nuovamente dalla pancia.

Barney ridacchiò, la bocca ancora sul collo di lei e le sussurrò calmo, mentre il suo corpo vibrava, suonandola come un violino.

-Lasciami dormire qui-

Robin incontrò i suoi occhi, di un blu scuro come l'Oceano Pacifico di notte, vicino alla sua vecchia casa a Vancouver.

Da bambina, aveva pensato che quella fosse la vista più bella del mondo.

Attraverso gli occhi di Barney, ora Robin stava rivivendo quella sensazione.

Sorrise e lui la seguì. Poi Barney abbassò la testa verso di lei e la baciò come non aveva mai fatto prima.

Una semplice pressione le accarezzò amorevolmente le labbra e una tempesta di luccichii distrusse tutti i muri interni al suo cuore.

-Sì- sussurrò nella sua bocca e lui la toccò con carezze lente e pigre, fino a quando Robin non si addormentò contro di lui, avvolta dal suo calore.

Quando la mora iniziò a sentirsi sveglia, la prima cosa che notò fu il rumore della città che attraversava le finestre aperte. Sdraiata sulla pancia, si accoccolò ancora più profondamente nel cuscino, godendosi il sole sulla sua schiena nuda.

Il cotone delle lenzuola sembrava particolarmente soffice quella mattina e, tra tutti quegli indizi, venne portata alla conclusione evidente: doveva essere domenica.

E Robin adorava la domenica.

Si stava ancora beando nel dolce godimento della domenica, apprezzando il fatto che sarebbe potuta rimanere a letto per quanto avesse desiderato e che quel giorno fosse un giorno di libertà, quando accadde una cosa... una cosa che le fece adorare le domeniche ancora di più.

Sentì dei baci a bocca aperta lungo tutta la colonna vertebrale, che scendevano sempre più giù, fino a quando una bocca estremamente agile toccò il punto in cui la schiena finiva e il sedere iniziava.

Denti aguzzi la morsero e lei sussultò, mezza addormentata, e poi la sua lingua leccò il morso, per assaggiarlo.

Delle dita tormentose ritracciarono la sua colonna vertebrale, fino al collo, e lo massaggiarono.

Labbra, quelle labbra piene di promesse, le solleticarono l'orecchio.

-Buongiorno-

La voce di Barney era roca, la sua gola ancora addormentata, mostrandole che anche lui non fosse sveglio da molto.

-Dimmi che non è ancora tardi, Voglio più di questo letto- lo pregò.

Barney ridacchiò, accarezzandole l'incavo tra il sedere e la coscia. Le baciò la spalla.

-E' così presto che pensavo che avremmo potuto usare questo letto un pochino e poi tornare a dormire di nuovo-

Robin si girò sulla schiena e le lenzuola lasciarono interamente liberi i suoi seni, che lui ammirò sotto il sole.

I suoi occhi divennero scuri in un secondo e il respiro di Robin le rimase intrappolato in gola. La bocca di Barney scese sul suo capezzolo sinistro, mentre le mani di Robin si infilarono nei suoi capelli e le gambe si circondarono intorno alle sue anche sporgenti.

Barney era fatto di fuoco che la bruciava sulla pelle e lei voleva ancora quel tipo di dolore che le sembrava così giusto.

Quella meravigliosa mattina fu la prima di molte altre.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Oggi capitolo più lungo e tutto dolce e romantico... beh, non abituatevi! La storia è solo all'inizio :)

Lasciatemi tanti commenti, così so se vi piace :)

A domani!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3785327