Il peggior Fantasy mai scritto

di Artemysia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione all'autocritica ***
Capitolo 2: *** L'ennesima delusione ***
Capitolo 3: *** La mia migliore amica ***
Capitolo 4: *** Il collegio ***
Capitolo 5: *** Il Regno delle Fate ***
Capitolo 6: *** La trasgressione delle regole ***
Capitolo 7: *** Strane sembianze ***
Capitolo 8: *** L'incontro con Gregorio ***
Capitolo 9: *** Centaurorum Vicus ***
Capitolo 10: *** L'attacco delle Arpie ***
Capitolo 11: *** Il lago Repercussio ***
Capitolo 12: *** Ululati in lontananza ***
Capitolo 13: *** Incontro tra vecchi amici ***
Capitolo 14: *** Solo due elementi? ***
Capitolo 15: *** Aria di rivoluzione ***
Capitolo 16: *** Verso Planus Conzioni ***
Capitolo 17: *** Il consiglio delle cinque razze ***
Capitolo 18: *** Ancora ululati in lontananza ***
Capitolo 19: *** Il portale che conduce al regno ***
Capitolo 20: *** Il matrimonio di Greg ***
Capitolo 21: *** Il secondo consiglio ***
Capitolo 22: *** Cosa desidero di più al mondo? ***
Capitolo 23: *** La crisi del regno ***
Capitolo 24: *** Nick prigioniero ***



Capitolo 1
*** Introduzione all'autocritica ***


Gentili Lettori,
Abbiate pazienza, ma qua serve un'introduzione che vada un tantino oltre le 200 parole. Vorrei, infatti, raccontarvi una storia: la storia di quanto si fa schifo quando si intraprende un nuovo hobby.
Per me la scrittura era questo, da bambina: un hobby. Avevo iniziato alle elementari, scrivendo favole, poi avevo continuato alle medie, scrivendo temi. Arrivata alla veneranda età di anni tredici, un neurone particolarmente sveglio nei meandri della mia materia grigia riuscì ad elaborare una constatazione tanto ovvia quanto pericolosa:
“Ehi, sto scrivendo cose sempre più lunghe…”
E da lì alla tragedia fu un attimo.
“Forse dovrei scrivere un libro!”
Dalle cavità più oscene e profonde del mio colon, dunque, nacque L’amore di una fata (che già il titolo…). Trattasi di una pregevolissima opera fantasy adolescenziale, ingenua, piena di errori, che ha fatto dell’ignoranza il suo biglietto da visita. Per di più, era scritta in comic sans 16, vi lascio immaginare l’orrore.
E, così, eccomi qui. Nel 2018 mi ritrovo ancora per le mani il mio primo libro. Com’è sopravvissuto, di grazia? Non si è salvato niente dei miei vecchi file, a parte questo. Deve aver girato, non so come, almeno sei computer diversi, aggrappandosi agli hard disk come una patella, dandosi al parassitismo più spudorato.
Una volta me ne vergognavo. Più miglioravo, più capivo che per me la scrittura non era solo un semplice hobby, era una passione, nel senso più profondo e, talvolta, doloroso del termine. E, di conseguenza, più prendevo sul serio la scrittura, più ero schifata nel leggere quello che avevo scritto in precedenza.
Ora no, ho fatto pace col passato. Perché, sebbene questo libro faccia schifo… cioè, proprio tanto schifo… sebbene sia un’aberrazione, una fece ambulante, un abominio, una vergogna per il genere umano tutto… beh, nonostante tutto ciò, è stato il mio primo libro. Se non ci fosse stato non avrei cominciato. Non sarei qui, con altri sei romanzi scritti fino ad oggi.
Ho deciso di tramandare questo libro a voi, perché possiate vedere, toccare, capire… in definitiva, perché possiate avere un assaggio di che cos’è l’inferno.
Tranquilli, tranquilli: c’è il trucco!
Il libro è quello originale, è vero, e io giuro che non correggerò nulla, nemmeno le parti più imbarazzanti. Ma avrete i miei commenti, in un bel colore verde scoria nucleare, a tenervi compagnia! Vi guiderò in questo viaggio tortuoso in maniera del tutto comica e autoironica e spero che vi divertirete almeno la metà di quanto io mi diverto a scrivere.
Perché tutto ciò? Beh, per tre motivi.
Il primo è che questo libro può essere un ottimo esempio su cosa non fare quando si scrive fantasy.
Il secondo, è dimostrarvi che tutti, davvero tutti, si parte da zero, e che quindi gran parte del miglioramento è dovuto all’esperienza. Se potessimo leggere i primi scritti del tredicenne Stephen King farebbero ugualmente schifo, ve lo posso garantire.
Il terzo, infine, è che questa roba fa sbudellare dalle risate.
Preparatevi, quindi, a entrare in questo incubo divertentissimo che è l’autocritica. Mettetevi comodi; le uscite di sicurezza sono… beh, ovunque, basta che chiudiate il browser; non verranno servite bevande perché rischiate di sputare tutto e imbrattarvi il PC; sappiate che non sarò responsabile della vostra morte cerebrale; e buona lettura!


P.S.: ho notato che a volte l'html mi odia ed elimina il colore verde di acluni commenti, così, a random. Perdonatemi e sorvolate finché non trovo il bandolo della matassa. Grazie millemente.
 

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Capitolo 2
*** L'ennesima delusione ***


L'ENNESIMA DELUSIONE
[Capitolo d'apertura della Parte I: l'inizio di tutto]


[Eh, sì, cari lettori, si comincia. Dio abbia pietà della vostra retina e igiene mentale]
Arrivò al collegio una coppia di neosposini di rientro da un bellissimo viaggio di nozze alle Hawaii, che dopo essersi riabituata all’opposto clima irlandese, aveva deciso di adottare una bambina.
[Fin qui tutto bene, vero? Beh, non esultate]
I due erano stati pregati di attendere nell’ ingresso, mentre la segretaria annunciava il loro arrivo alla direttrice del collegio Blue Key, [Come dite? Esiste davvero un collegio Blue Key? Ma ovviamente non ne avevo idea. Perché Blue Key? Ovviamente non avevo idea nemmeno di questo, ma il nome faceva così Irish!] il centro per la tutela degli orfani più all’avanguardia di tutto il Regno Unito, [Ahem… non eravamo in Irlanda?] che si trovava a pochi chilometri da Dublino. [Ecco appunto. Voto in geografia: 2 spaccato]
“Potete essere ricevuti nell’ ufficio della direttrice, signori. Se volete seguirmi”
I due si alzarono eccitatissimi [Sento l’eccitazione fin qui!] e seguirono l’anziana segretaria nell’ ufficio.
“Accomodatevi pure! Grazie Rose, puoi andare”
La segretaria si allontanò tirandosi dietro la porta.
“Bene, una giovane coppia di sposi! Dai documenti risulta che avete tutte le carte in regola per poter adottare un bambino!” [Punto esclamativo!]
“E’ un bel posto qui. [Ebbene sì, ero una bambina talmente complessata da pensare che la E maiuscola accentata si facesse con l’apostrofo] I bambini si trovano bene?” chiese lui.
“Certamente. Non manca loro niente: vitto, alloggio, istruzione e affetto. Naturalmente, però, non è come vivere in una famiglia. Comunque, tornando a noi…ci sarebbe una bellissima bambina di nome Kety Wilson. [Vi presento Kety, la nostra fantastica protagonista! La sua caratteristica principale è quella di avere un QI di poco inferiore a quello di una larva di mosca. Ma non sono qui per vendere sogni, ma solide realtà! Quindi state certi che darà più e più volte prova di cosa è capace] I suoi genitori sono morti in un incendio. Sarebbe molto desiderosa di essere affidata a qualcuno che le voglia bene” [In effetti non ho mai conosciuto qualcuno desideroso di essere affidato a gente che gli vuole male, quindi la logica ci sta tutta]
“Quanti anni ha?” chiese la moglie
“Otto, ma non è ancora riuscita a sistemarsi stabilmente in una famiglia”
“E come mai?” domandò lui. [Domanda prevedibile direi. Direttrice, sembra a me o stai facendo pubblicità negativa?]
“Beh, in realtà è per questo è vi ho fatto chiamare.” [Lo sapevo!]
“Ha qualche problema di salute?” chiese lei portandosi le mani alla bocca
“E’ forse indisciplinata?” commentò lui.
“No, niente di tutto questo. Lei è sana come un pesce ed è l’immagine della correttezza” [E allora cosa avrà mai di tanto sbagliato? È sfigurata? Dalle mani le partono gli artigli di Wolverine? Ha un discutibile gusto per la carne umana?]
“E allora perché non è mai riuscita a rimanere in una sola famiglia?”
“Il fatto è che alcuni la considerano starna o addirittura diversa” [Lo sapevo, di nuovo! Chi per cena mangia tricipiti umani può sentirsi un po’ emarginato effettivamente… ma ho sentito di centri di Hannibal Lecter Anonimi. Lì ti possono aiutare, Kety! Non sei sola!]
“In che senso, mi scusi?”
“Sembra che a gran parte della gente non vada a genio il fatto che faccia sempre lo stesso sogno e che cerchi di ululare” [What?]
“Come?” chiesero i due in coro [Ce lo stiamo chiedendo tutti]
“Noi non sappiamo molto di come fosse la sua vita prima che fosse portata qui, ma crediamo che lei avesse un cane che considerava un grande amico, e che le sia venuto a mancare all’ improvviso” rispose la direttrice in fretta.
“Siete sicuri che non abbia qualche problema mentale?” [Ecco, infatti, chiamate uno psicologo! Evitate Freud però, sicuramente lui scambierebbe la semplice stupidità con il desiderio represso di stuprare la propria cassettiera]
“Signore, la bimba è sanissima di mente! [Esselodicelei!] Glielo posso assicurare io come i vari psicologi che l’hanno visitata” [Ah, ecco, infatti l’hanno fatta visitare. Qualche dubbio l’avevano pure loro] disse la direttrice con tono di superiorità.
“E che sogni fa?”
“Dice che sogna molto spesso decine di coppie che danzano in un salone di un palazzo”
“Beh, non mi sembra un sogno tanto pericoloso” disse lei [No, infatti, forse ha visto troppe volte il Ballo delle Debuttanti]
“No, ma, come direttrice, per seguire la legge devo informarvi di qualsiasi cosa…”
“Sì, continui”
“…sembra che si sia creata degli amici immaginari” [“Sicuramente è segno di una grave dipendenza dal sesso equino” disse Freud]
“Io non sono uno psicologo, ma credo che avere degli amici immaginari sia un chiaro segno di infermità mentale” [I vaccini fanno male! Se ti lavi la topa con la coca cola non rimani incinta! Non si toccano le piante con le mestr… ah, scusate, pensavo stessimo facendo a gara di idiozie]
“Tesoro, per favore!  Di che genere di amici immaginari si tratta?” chiese lei in tono pacato
La direttrice fece una breve pausa e un gran respiro, poi abbassò gli occhi e rispose temendo il peggio:
“Centauri, signora”. [“Che cosa avevo detto? Sesso equino” *Freud gongola*]
“Basta, andiamocene di qui!” [Ma come! Saresti un così ottimo padre! E cosa ne farai di quella bella cella che avevi preparato in cantina? E di quel cilicio nuovo nuovo per la pargola? Che ingiustizia!]
“Caro, non essere sciocco! A queste cose si potrà rimediare. Non è così signora?”
“Certo, con dei genitori probabilmente abbandonerà le sue immaginazioni” disse la direttrice velocissima.
“Hai visto caro? Non c’è nulla di cui preoccuparsi!” [Eh, tesoro caro, hai visto? Eh, trottolino bello bello?]
“In realtà, ci sarebbe un’ultima cosa che dovreste sapere prima di firmare: [Eh ma allora dillo che non vuoi darle nemmeno una possibilità!] lei ha una voglia sul collo che ricorda un lupo, ma…”
“Lei vuole dire che cerca di ululare e ha un lupo stampato sul collo?”
“Signore, non è così strano avere macchie scure della pelle. Proprio qui in questo collegio abbiamo un’altra bambina con una voglia a forma di onde” [Inizio a preoccuparmi, seriamente! Lei cosa ne pensa dottor Freud? *Freud mi guarda a occhi spalancati, sconcertato dalla mia mente delirante di tredicenne, ed esce di scena sperando di non destare sospetti*]
“e non mi dica che lei vuole diventare una sirena!” disse lui spazientito in tono sarcastico.
La direttrice abbassò nuovamente gli occhi e cominciò a dire quasi sottovoce:
“Insomma, non è proprio così ma…” [Oddio]
“Non ci posso credere! Voi allevate degli psicopatici!” [Ma questo seriamente aveva i documenti in regola per adottare un moccioso?]
“Arold! [Io avrei detto più ADLOPH, visto il caratterino] Come osi!” lo rimproverò lei
“Signori, l’uscita è da quella parte!” ordinò la direttrice, che ormai aveva perso tutta la sua pazienza e non intendeva più affidare a quelle persone alcun bambino. [Alla buon’ora!]
“Non ci manderà via così spero!” chiese lui indignato.
“No, invece è proprio ciò che farò!”
Io avevo l’orecchio appiccicato alla porta della direttrice, e Rose, la segretaria, mi faceva compagnia. Era stata proprio lei a tirarmi indietro pochi istanti prima che i due uscissero dall’ufficio.
“Ma perché non tralasci qualche cosa ogni tanto?” disse Rose.
“Sai che non posso. Maledette leggi” rispose la direttrice. [Maledettissime leggi irlandesi sconosciute all’autrice!]
“Anche loro se ne vanno. Ma cos’ho che non va?” chiesi rivolta a Lily, la direttrice.
“Sono i pregiudizi mia cara Kety! Ma non temere, un giorno…” [Pregiudizi? Beh, direi che qualcosa di strano in ogni caso ce l’ha davvero, o non saremmo in un FENTASI, giusto?]
“No. Io sono starna! [STARNA(zzante)?] Non troverò mai una mamma e un papà!”
“Non temere, piccola Kety!” disse lei mentre mi portava alla mia camera.
“Ricordati: Sono gli altri che non ti meritano” aggiunse mentre mi rimboccava la coperte.
“E ora dormi!”
Io mi rigirai nel letto e chiusi gli occhi, fino ad addormentarmi.

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Capitolo 3
*** La mia migliore amica ***


LA MIA MIGLIORE AMICA


Come tutte le mattine mi alzai e andai a lezione. Ero molto triste, per via di quei due individui che avevano cercato di adottarmi solo il giorno prima. [In realtà dovresti saltare di gioia, stavi per avere Hitler per padre!] Una volta per la mia voglia, una volta per i miei amici immaginari, un’altra per i sogni…: [Questa interpunzione insana mi allibisce] per un motivo o per l’altro, nessuna famiglie era mai riuscita a tenermi.
A quel tempo il mio unico e vero amico era un bambino della mia età di nome Nicolas Robert Callew, [Ricordo benissimo che non sapevo nemmeno se esistesse come cognome. Ho controllato. Non esiste] Nick per gli amici: era arrivato al collegio nel mio stesso giorno, e da allora non ci siamo più separati.
Quel giorno comunque non rimasi nella tristezza molto a lungo, perché era arrivata una nuova bambina: era nel banco in fondo all’aula, ma non sembrava essere troppo timida. Aveva i capelli rossissimi e gli occhi verdi come il rubino. [Il famosissimo Rubino Verde di Coglionia!]
“Da oggi avete una nuova compagna” disse l’insegnante.
“Vuoi venire a presentarti ai tuoi amici, cara?”
La bambina si alzò e andò alla cattedra:
“Mi chiamo Jennifer Shara Lips. [Perché se sei ingles… ehm… irlandese devi avere per forza il doppio nome. Non troverete un personaggio senza. Ma, almeno, Lips vuol dire qualcosa. SARA LABBRA] Ho sette anni e vengo da Dublino”
Nella sua voce c’era una lieve nota di malinconia.
“Come sono morti i tuoi genitori?” chiese un bambino spavaldo con cui io non avevo mai parlato. [Vuoi morire fin da subito, piccolo bipede acefalo?]
“Jeff! Non si fanno queste domande”
“Sono stati uccisi… lo ha detto la polizia “disse la bambina un po’ irritata, [Giusto UN PO’] che aveva risposto come se l’insegnante non fosse nemmeno intervenuta.
“Dicci cosa ti piace fare” chiese un’altra bambina
“A me piace cantare”
“Ci canti qualche cosa?” [Sì ma è appena arrivata, datele tregua! Siete davvero delle scope in cu…]
La bambina guardò l’insegnante in cerca di consenso, poi fece una breve pausa e cominciò a cantare. Era bravissima, [Non avevamo dubbi] e la canzone era molto bella, anche se era in una lingua incomprensibile. [FENTASI all the way! Se non sapessi che si parla di mondi fatati, scommetterei sull’elfico]
“Molto brava Jennifer” disse l’insegnante, ma poi fu interrotta dal suono della campana, [Hanno ore brevi in questo pseudo istituto!] il che indicava che era giunta l’ora della pausa. Tutti i bambini uscirono dall’aula, e si unirono a quelli delle altre classi per uscire nel parco, mentre i più grandi, invece, si ritiravano quasi sempre nelle loro stanze per studiare. [La sintassi del periodo! Oddio! Gli occhi! Bruciano!] Notai che la bambina era sola vicino ad una colonna, così decisi di andare a fare conoscenza. Cercai di portarci anche Nick, ma sembrava più incline ad unirsi ad un gruppetto di bambini alle prese con una lucertola, e si dileguò prima che potessi fermarlo. Dopo essermi rassegnata ad andare da sola, mi avvicinai alla bambina.
“Ciao. Sei Jennifer, giusto?” [Te l’ho detto giusto due righe fa. Non ho fatto in tempo a comparire all’anagrafe per cambiarlo]
“Si. [E come poteva mancare il SI senza accento?] Tu come ti chiami?”
“Kathleen, ma puoi chiamarmi Kety”
“Allora tu puoi chiamarmi Jenny”
Ci fu una pausa, poi lei continuò:
“E’ un tuo amico quello là?” mi chiese indicando Nick.
“Si, lo vado a chiamare, così lo conosci.”
Lasciai un attimo Jenny e mi avvicinai al gruppetto di bambini.
“Vieni Nick, ti vuole conoscere!”
“Chi?” [La Regina d’Inghil… ehm… il Presidente della Repubblica dell’Éire!] mi chiese senza staccare gli occhi dalla povera lucertola che era torturata da un altro bambino. [QUALCUNO LIBERI QUELLA LUCERTOLA O GIURO CHE CHIUDO QUI L’AUTOCRITICA]
“Jenny. Dai, vieni!” risposi cominciando a tirarlo per la maglia.
Vedendo che non mi ascoltava, liberai la lucertola, [Deo Gratias!] che si dileguò tra i cespugli. Subito dopo ci fu un’unanimità di “NO” detti a gran voce da tutto il gruppetto di bambini, [Schifosi marmocchi sadici] ma io continuai a chiamare Nick.
“Ok, arrivo”disse alla fine spazientito.
“Ciao” disse subito Jenny a Nick, e lui sembrò tornare quello di sempre.
“Ciao. Sono Nicolas” [Il tuo nome è stato detto almeno milleventordici volte, tranquillo, non ci dimentichiamo che sei un personaggio importante!]
In quel momento Jenny si passò un dito nel colletto dell’uniforme come se sentisse caldo, rivelando una strana macchia scura simile a delle onde. [ALT! Primo errore di trama: secondo la direttrice, al collegio c’era già una bambina con una voglia a forma di onde. A meno che non ce ne sia un’altra (ve lo dico io, non c’è), direi che siamo in presenza di un gap logico notevole. E perché? Perché io, signori, scrivevo di getto. E spesso all’indietro, come i gamberi. Non sono mai stata una persona ordinata, ma giuro che dopo l’esperienza di questo tentato libro, ho deciso di impegnarmi in quel senso almeno per la scrittura]
“Ehi! Hai una voglia come la mia!” [Macchecoincidenza!]
“Anche tu hai le onde?”
“No, io ho un lupo” e glielo mostrai spostandomi il colletto.
Nick sembrò quasi spaventarsi.
“Fammi vedere” le disse saltandole al collo per vedere la voglia. Lei si spaventò in un primo momento, poi però gliela mostrò. [E da qui in avanti mi duole dire che vi segnalerò OGNI SINGOLO DOPPIO SENSO]
Nick sembrò incantarsi.

“Dove vivevi?”
“A Dublino, l’ho detto prima” [Brava Jenny, mi sembri la più sveglia qui in mezzo!]
“E quella canzone? Dove l’hai imparata?”
“Me la cantava mia madre, ma cosa centra?”
“Niente. Non importa” [What? Non importa? Adesso tu vuoti il sacco, piccolo schifos… ehm… credo di dover farmi curare questi eccessi d’ira]
“Che c’è?” chiesi a Nick.
“Ho detto niente” disse con un tono disinvolto.
All’improvviso arrivò Vivienne, [E tu chi cavolo sei? Dov’è il tuo secondo nome?] la mia compagna di stanza, [Sono in un orfanotrofio, hanno sette anni, e non dormono in casermoni? Ma che bella l’Irlanda!] interrompendo un momento di silenzio assolutamente imbarazzante. Aveva un’aria euforica:
“Kety, mi hanno adottata!” [Ma. Che. Bello. Yuppie!]
Non risposi subito: ero quasi sconvolta. Vivienne era una mia amica, e scene orribili mi passarono per la testa dopo aver realizzato che non sarebbe stata più lei la mia compagna di stanza. [Dovresti morire d’invidia Kety! Almeno per i primi cinque secondi! Perché non hai mai reazioni normali?] Pensai ad Hannah: [O nuova arrivata dal palindromissimo appellativo, qual è il tuo secondo nome? Sto male senza] se fosse stata lei a prendere il posto di Vivienne non avrei più potuto parlare con nessuno la sera, perché lei passava i tre quarti della sua vita a studiare, poi mi venne in mente Katrina, la più antipatica della scuola, e dopo di lei Rita, Therese, Rosy… [Voglio un punto fermo, ti prego! E i secondi nomi di questo tripudio di personaggi inutili!]
“Sono contenta” le dissi nascondendo la mia delusione.
Vivienne se ne andò due giorni dopo, e da qual giorno non la rividi mai più. [Se doveva essere un momento toccante, TrediGiulia, credimi, ha fatto schifo]
“Stasera farai una nuova amicizia!” mi disse Nick mentre mangiavamo.
“Chissà chi mi metteranno in stanza”
“Scommetto che sarà Katrina!” [Non sappiamo il tuo secondo nome, ma se il primo contiene una K e una R, allora è ovvio che sei Kattiva!] rispose lui in tono perfido per farmi arrabbiare.
“No, tutto ma non lei!”
Katrina era proprio la peggiore tra tutte le bambine che mi stavano più antipatiche, [Che cosa avevo detto?] e Rosy, Rita e Therese erano le sue fan numero uno. Era perfida e crudele, e il suo passatempo preferito era prendere in giro le sue compagne davanti a decine di persone. Più di una bambina aveva versato lacrime grazie a lei. Non che ne avessi paura, [Ovvio! Non saresti la nostra EROA altrimenti!] ma credevo che non sarei potuta resistere più di un paio di giorni condividendo con lei la mia stanza prima di saltarle addosso e fargliela pagare. [Credo che avessi in comune con Kety gli scatti d’ira] Col tempo, poi, Katrina diventò anche peggio: a sedici anni, proprio quando stavo impazzendo per un certo Ray, lei arrivò e se lo prese proprio sotto ai miei occhi. [Kety passione voyeurismo?] Poi, quella volta che si ruppe una gamba cadendo “accidentalmente” dalle scale, non potei far altro che gioire; In realtà era stato un ragazzino di undici anni che le aveva fatto uno sgambetto, e io non potevo certo fare la spia. Dopo poche settimane da quel fatto, Katrina si unì a Therese, Rosy e Rita, formando un gruppo di bisbetiche decisamente insopportabile. [Ah, le mie frustrazioni di bambinetta riportate in un libro! Credo sia una cosa che io e molti altri aspiranti scrittori facciamo e faremo sempre. Mettere gente che odiamo nei nostri libri e fargliela pagare]
Cercai di scacciare tutti gli orribili pensieri che mi attanagliavano la mente [Guardate che lessico, guardate! Voglio subito spezzare una lancia a mio favore. Sebbene tutto quello che leggerete sarà pietoso, ricordatevi di giudicarmi come tredicenne. Posso dire che per gli standard non ero malaccio, no? No? Va bene] e salutai Nick.
“Verrà una di quelle là, me lo sento” disse una parte di me mentre salivo le scale.
“Vedrai che sarà simpatica e che faremo amicizia” rispose un’altra.
“Si, aspetta e spera…” ribatté la prima in modo perfido. [Questo dialogo mi sa tanto di Angioletto e Diavoletto sulle spalle]
Entrando nella stanza, però, le mie preoccupazioni svanirono in un attimo: sul letto che fino al giorno prima apparteneva a Vivienne era seduta Jenny. [Cliffhanger finale inaspettatissimo! E dove ha dormito Miss Onda per due giorni?]

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Capitolo 4
*** Il collegio ***


IL COLLEGIO


[L’unico orfanotrofio non lager di tutta la letteratura]
Mi svegliai nel cuore della notte. Guardai l’orologio e vidi che erano ancora le due del mattino, così decisi di dormire più che potevo per poter affrontare gli esami del giorno dopo e mi girai verso il muro, mentre Jenny continuava a rimproverarmi nel sonno, probabilmente mentre faceva qualche sogno bizzarro, come quello in cui io le rubavo l’ultimo crostino esistente sulla terra. [Signori e signore, ecco a voi il periodo peggio costruito che parla del sogno peggio sognato di tutto lo scibile umano!]
La mattina mi svegliai appena suonò la sveglia e vidi la mia compagna di stanza fare finta di non sentire quel suono assordante aspettando che io lo facessi smettere. [Frasi eterne senza punteggiatura: le stai facendo bene!]
“Sembra che il volume sia ancora troppo basso per te, ma non voglio rischiare di buttar giù l’intero edificio!” dissi mentre mi alzavo e premevo il pulsante del tanto odiato apparecchio. [Ricordo benissimo che mentre scrivevo questa frase mi sentivo una specie di genio. “Il tanto odiato apparecchio” mi sembrava un espediente narrativo spettacolare!]
“Goditi la vita Kety! [Party hard!] Pensa che la mattina del trenta maggio non verrà mai più e…” [Vorrei farvi notare come uno dei miei valori fosse il sonno. Insomma, Achille è coraggioso, Ulisse intelligente, io sono dormigliona. Problemi?]
Ma lasciò la frase in sospeso e mi guardò con un’ espressione scandalizzata:
“Sì – le feci io – è proprio come pensi!”
A queste parole lei si ributtò sotto le coperte e si coprì la testa col guanciale.
“Gli esami!” disse con tono depresso.
 “Alzati che sono quasi le nove !”
“Non mi va…”
“Jenny, è l’ultimo giorno di scuola!”
Detto questo lei si alzò, ma molto lentamente: [Diamine sembro davvero io al mattino!]
 “Pensa a sbrigarti. Hai diciotto anni ormai, non puoi fare queste scene” [Ebbene sì, lettori, abbiamo appena assistito ad un abnorme salto temporale. Qui abbiamo la nostra protagonista e la sua amichetta un po’ cresciutelle… fisicamente, non mentalmente]
“A proposito: buon compleanno!”
“Te ne sei ricordata! [Cavolo, condividete la stanza da due lustri, avrà imparato la data ormai!] In realtà credo che sia stata la prima volta!” [Pure! Beh, Jenny, direi che hai una memoria elefantiaca proprio]
“ehi, come potevo dimenticarmene? Questo non è un qualsiasi compleanno: finalmente sei entrata anche tu nel mondo dei grandi!” [TrediGiulia e la sua visione della maggiore età]
“Perché finalmente? Abbiamo solo due mesi di differenza!”
“Beh, è lo stesso!” disse lei in tono sarcastico
Dopo qualche minuto, Jenny riuscì a vestirsi decentemente e a pettinarsi i lunghi capelli rossi, [Rosso SMERALDO magari?] poi ci avviammo verso l’aula.
“Sai, stanotte ho fatto un sogno…” [“I have a dream!”]
“Ancora quello del ballo?” [“That my four little children will one day…”]
“No, non stavolta. Mi sono sognata di una di quando ci siamo conosciute, e anche una di quelle adozioni” [Uhm, un tantino meno epico di Martin Luter King. Ma ora sappiamo che il primo capitolo era un sogno. E che ci sono stati altri tentativi di adozione. E che nessuno è andato a buon fine. PERCHÉ ULULAVA. Si prospetta una protagonista coi fiocchi]
“Ah! Non ci devi pensare, Kety. Nessuno mi ha mai adottato. Tu sei sana di mente quanto me!” [E da qui in avanti cominciano le frasi copiatissime dai film. Quindi, per dovere di cronaca, cito la fonte plagiata: “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, una battuta di Luna Lovegood. Non avevo proprio pudore]
“E’ proprio di questo che ho paura” risposi ridendo. [Ah. Ah. Ah. Non fa ridere]
Nel cammino incontrammo Nick, che scendeva le scale che portavano ai dormitori maschili e si unì ai nostri discorsi.
“Ciao ragazze.”
“Ciao” [Discorsi intelligenti e utili – parte I]
Corse per raggiungerci, si mise di fianco a me e mi diede un bacio sulla guancia. [Fiuto veroh ammoreh! Beh, il titolo del libro dovrebbe condurci in questo senso comunque]
“Buon compleanno. Stasera ti do il tuo regalo”
“Oh, davvero non serve, non devi preoccuparti” gli dissi [Frase fatta! Kety, dai, ammettilo, vuoi quel regalo e lo uccideresti se non lo facesse]
“No, insisto. Anche perché avevo previsto questa reazione e l’ho già comprato. Comunque siete preoccupate per gli esami?” [Prevedo di no. La protagonista deve sicuramente essere un genio]
“Non tanto per Inglese, ma per matematica…” [Chi sta parlando, di grazia? Chi?]
“Hannah mi ha detto che quelli sono i più facili” mi tranquillizzò Jenny. [Aaah, ok. Alla nostra eroa quindi non va a genio la matematica. Uhm, impressionante quante cose abbia in comune con me. Che coincidenze!]
“Per Hannah tutto è facile, soprattutto quelli di matematica” disse invece Nick.
“Sapete, ho studiato come un matto insieme a Daniel ieri sera [Daniel… allora avevo una pateticissima cotta per Harry Potter] e non so nemmeno se ce la farò” [Notare come per TrediGiulia solo i maschietti fossero ignoranti]
“Certo che ce la fari, Nicolas. Non dire sciocchezze” gli rispose Jenny in tono di rimprovero.
“Io non ne sarei così sicuro”
Eravamo arrivati in aula e subito cominciarono gli esami; verso la fine della giornata li avevamo fatti tutti. [E io che la Maturità l’ho data in quattro giorni!] Restava solo da decidere chi sarebbe andato all’entrata a vedere i voti. [E danno pure i voti lo stesso giorno! Ma come sono efficienti in questa scuola/collegio/orfanotrofio/calderonedimarmocchi!]
“Grazie Nick, vai tu” gli dissi
“Cosa ??? [C’era un’offerta per i punti interrogativi quel giorno?????] Io lo faccio tutti gli anni tocca a te ora”
“Dai, io sono andata l’anno scorso…”
“No”
“Aspettiamo che anche Jenny arrivi e chiediamo a lei! Se ben ti ricordi due anni fa andai io. [Kety, in tutta onestà, non credo tu sia in grado di usare un passato remoto] Anzi, a pensarci bene, Jenny è mai andata?”
“No, non mi ricordo. Chissà come ha fatto a schivarsela!”
“Chissà quando arriverà Jenny…piuttosto, dov’è!” [Vi scongiuro, qualcuno mi spieghi il senso di questo dialogo!]
“…Non so. Ecco come fa!” [Ueee, non capisco!]
“Dai, non vorrai tenerci entrambi sulle spine. Jenny si farà rivedere solo a cena” [CHI CAVOLO STA PARLANDO?]
Insistette talmente tanto che alla fine dissi:
“Va bene, va bene!”
“Sei sempre la migliore Kety” [Aaah, ok, ricapitoliamo: Jenny si è defilata e Nick e Kety stavano decidendo la vittima sacrificale. Alla fine è risultata Kety. Bene]
“Lo so!!!” [Senti, tu, tiratela poco che questo capitolo sta dando il peggio di sé stesso]
Così partii. Nessuno voleva mai andare a vedere i voti personalmente per pura paura, [Mamma mia, cuori di leoni proprio!] e io, bene o male, ero sempre riuscita a scamparla. [ALLORA PRIMA MENTIVI! You bastard]
Arrivai all’ingresso dove era appeso alla bacheca il tabellone.
Davanti a questo, una distesa di ragazzi con in mano una biro e un block notes. [Perché per ricordarti un voto devi scrivertelo, giustamente] Probabilmente anche loro erano stati mandati da degli amici a prendere i voti. [Ah, beh, siete tutti agnelli sacrificali. Allora niente]
Quando riuscii ad avvicinarmi, questo dopo circa un’ora o due, [Un’ora o due? Ma che concezione del tempo avevo? E che cos’è, la fila alle Poste Italiane?] presi nota dei voti. Quando arrivai al mio nome nella lista, andai in estasi: avevo superato gli esami a pieni voti, come Jenny e Nick. [Ok, da te me lo aspettavo perché sei la protagonista geniale, da Jenny pure perché comunque ha un gene XX, ma… Nick? Seriamente a pieni voti? Deve aver corrotto qualcuno]
Ci avviammo alla mensa per la cena e, dopo aver finito anche il dolce, [In questo posto da favola ti danno pure il dolce! Ma voglio venire anch’io!] tirai fuori dalla tasca il block notes.
“No, non leggere, non so se stavolta ce l’ho fatta” disse Nick. [Spiegami, spiegami, come diavolo fai a pensare di aver sbagliato tutto quando invece sei passato a pieni voti? Ti sarai reso conto di aver fatto un buon lavoro!]
“Mi spiace, se fossi andato tu ora non saresti così agitato”
Mi schiarii la voce e cominciai a parlare, avendo cura di lasciare Nick per ultimo. [Ma che perfidia!]
Alla fine Nick si alzò in piedi ed esultò:
“Ce l’ho fatta !!! A pieni voti!” [E davvero ci stiamo chiedendo tutti come hai fatto! Se avessi sparato tutto a caso, per la legge dei grandi numeri almeno un errore avresti dovuto farlo, nonostante la fortuna sfacciata tipica dei libri fantasy di esordienti]
“Strano vero? Mi è quasi venuto un colpo quando l’ho visto” [E non sei l’unica]
Mi diede così tanti baci che tutti si voltarono verso di noi per il baccano che stavamo facendo. [Ma scusa, ti sta baciando o risucchiando in un vortice spazio-temporale? Comunque sembra che Kety e il ciarlatano stiano assieme. L’ammoreh regna, la chiarezza un po’ meno]
“Ah, quasi dimenticavo” mi disse quando riuscì a calmarsi.
Tirò fuori dalla sua borsa un piccolo scrigno, dentro al quale c’era un ciondolo d’argento, semplice ma molto bello, raffigurante un cuore. [Sì sì, l’ammoreh regna]
“Grazie, è bellissimo” [Non troppo entusiasta Kety se no rischi di dargli una soddisfazione!]
“Ehi, non credere che mi sia dimenticata di te” disse Jenny, e anche lei tirò fuori un pacchettino, che scartai subito, e dove trovai un bracciale, questo, però, d’oro.
“Grazie”
Quella sera li misi tutti e due, e non li tolsi mai più. [Modo elegante per dire: “Bene, lettore, ricordati di questi due benedetti regali, perché non ho intenzione di nominarli mai più durante il libro!”]
Cenammo molto bene, [Ma prima non eravate già al dolce? O in questo orfanotrofio si bissa?] anche se Jenny non parve divertirsi molto: un tizio le stava indiscutibilmente facendo la corte. [TrediGiulia odia i maschietti, quindi dava per scontato di odiarli anche a diciotto anni]
“…e come ti chiami?” le chiese.
“Bonnie” rispose lei senza pensarci e cercando di ignorarlo.
Da parte mia, comunque, non fu una grande sorpresa. Jenny aveva un carattere molto difficile e per niente dolce (o almeno così cercava di dipingersi) e non accettava mai nessuno. [Kety, siamo nel 2018, non sei costretta a parafrasare il lesbismo]
Nick, però, la salvò poco dopo dicendo all’improvviso:
“Buona notte” [Mai visto un modo migliore di salvare una donzella]
“Come, vai già? resta un po’ che festeggiamo”
“No, mi spiace Jenny, sono molto contento, ma oggi mi sono spremuto le meningi per prendere quel voto” [Stellina!]
“Come vuoi, ciao”
“Ciao Nick”
“Ciao, ciao” [Discorsi intelligenti e utili – parte II]
Io restai con Jenny a scherzare solo per mezz’ora, poi anche io andai a dormire. Il giorno dopo feci le valige e me ne andai dopo aver salutato tutti. [Scusa ma posso chiederti DOVE?]
“Ci si vede, eh?”
“Certo, Nick. Non penserai che io voglia lasciarti” [Ebbene sì, stanno insieme! Ma, allora, una domanda mi sorge spontanea. Perché non se ne vanno assieme?]
“Beh, sai, ti voglio tenere d’occhio. Ora che hai diciotto anni potresti essere costretta a…diciamo…andare altrove” [What?]
“Altrove? E dove? Non conosco nessuno. Cosa intendi dire?”
Lui non rispose subito, ma cominciò a guardare in basso, come se fosse a disagio.
“Ti senti bene?” [Tu ci stai di nuovo nascondendo qualcosa. Parla se non vuoi subire le mie ire. PARLA!]
“Sì, benissimo. E’ solo che volevo dirti…beh…”
“Cosa?” [Già, COSA? Non ho tutta la giornata!]
“Voglio che ti ricordi queste parole qualunque cosa accada: io ti seguirò sempre e ovunque” [sì, sì, è l’ammoreh, ma PARLA!]
“Cominci a farmi paura: [A me cominci a rompere le noci di cocco!] tu parli come se non dovessimo più rivederci. Vado ad Oxford per laurearmi, non in guerra” [Sì, e poi arriva questa che pretende di laurearsi a Oxford. Siamo a posto]
“Sì, scusa. E’ solo che sono un po’ triste: tu sarai lontana”
“Solo una mezz’ora d’aereo. Dai, su con la vita. Ciao, ti chiamo appena arrivo”
“Ciao” [Discorsi intelligenti e utili – parte III. Ma poi, Kety, come fai a essere così stupida da aver mollato? Ovviamente ti nasconde qualcosa. Preoccupati!]
Avevo già prenotato una camera d’ albergo per qualche notte, poi sarei andata a vedere l’appartamento che i miei mi avevano comprato ancora prima che nascessi in centro a Oxford. [Ma che genitori premurosi!]
Appena arrivai all’albergo chiamai subito Nick:
“Ciao, come va?”
“Bene, e tu? Stai bene, non ti è successo niente, vero?” [Ci risiamo! Nick, se qualcosa ti preoccupa, per piacere, mettici a parte così poniamo fine a questo delirio, ok?]
“Nick, ho solo preso un paio di autobus. Oggi sei strano, sicuro di stare bene?”
“Sì, si. Sto bene” [Dicono tutti così]
La telefonata non durò molto, e quando riattaccai la cornetta me ne andai nella mia stanza, con mille pensieri che continuavano a ronzarmi in testa: [Ah, perché, hai una testa?] cosa aveva Nick? [Dovresti chiederlo a lui, e cercare di importi. Noi ne sappiamo quanto te] Per quale motivo era così preoccupato. [L’offerta dei punti interrogativi era finita, ne ho usati troppi prima] Non riuscii a trovare nessuna spiegazione, se non che Nick doveva avere qualcosa che non andava, [Uhm, sei un pozzo di scienza!] e mi stava sicuramente nascondendo qualche cosa. I miei pensieri, però, furono interrotti: quando arrivai nella mia stanza, sentii subito molto freddo, anche se era quasi Giugno. Provai persino a chiamare una cameriera di passaggio, ma lei mi assicurò che la temperatura era normale portandomi un termometro. [Non ha niente di meglio da fare che portare termometri a ragazzine con l’ipotalamo starato?]
“Se vuole le chiamo un medico signorina.” [Uno psichiatra!]
“No, grazie”
Tutti sembravano sentire molto caldo, io proprio no .
Mentre era lì anche la cameriera, notai uno stranissimo bagliore fuori dalla finestra. La cameriera, naturalmente, non vide niente. [Lettori, credo che ci siamo… state per vedere la MAGIAH!]
Credevo di stare per impazzire.
“Non è possibile…”
Andai subito alla finestra e la aprii.
Fuori era già buio, [No scusa eh, ma hai lasciato l’orfanotrofio-dinseyland la mattina, hai preso un paio di autobus, ed è già sera?] ma potevo vedere benissimo una sagoma che saliva dalle finestre dei piani più bassi. Stava controllando tutte le camere, poi arrivò alla mia finestra e si fermò. [Scappa!]
Io indietreggiai fino a toccare il muro, ma la figura, che era simile a quella di una donna, mi parlò:
“Sono qui per portarti via” [Io prego che sia la morte, ma qualcosa mi dice che in ogni caso Kety avrà le chiappe parate fino a fine libro]
“C…come?” [MA VUOI SCAPPARE?]
Il freddo ora era veramente insopportabile, e continuava ad aumentare.
 Io, ormai, avevo il sudore che traspirava per la paura completamente ghiacciato. Anche il bicchiere d’acqua sul comodino si era ghiacciato, e io provavo una strana stanchezza. [Dissennatori sull’Hogwarts Express di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, siete voi?]
Dopo non molto tempo mi addormentai profondamente. [Una cosa che ti riesce bene fin dall’inizio del capitolo]
 

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Capitolo 5
*** Il Regno delle Fate ***


IL REGNO DELLE FATE


[Certo che dal titolo è IMPOSSIBILE capire cosa stiamo per vedere! Che suspense, ragazzi! Che adrenalina!]
Mi risvegliai in volo.
“Ma che succede?”
“Tranquilla, sono la fata dell’aria, [Mecojoni!] ti spiegheranno tutto fra un po’ di tempo”
“Sarà meglio, questo è sequestro di persona” [Ora fermatevi e pensate a qualcosa di calmo. Entrate in connessione con lo spirito zen dell’universo. Ora che siete concentrati, provate a pensare: cosa direste se vi RISVEGLIASTE IN VOLO, rapiti dalla FATA DELL’ARIA? Esatto: questo è sequestro di persona!]
Ero abbastanza arrabbiata [Abbastanza, eh! Non troppo, né troppo poco. Adeguatamente ad un rapimento. Abbastanza!] e non ci stavo capendo proprio niente.
“Siamo arrivati”
Atterrammo davanti a un edificio molto elegante ed entrammo. [E non ci sarà mica bisogno di descriverlo, questo edificio, no? Tanto siamo solo in UN ALTRO MONDO, che ci sarà mai di bello da dire a proposito?]
Sembrava la sala di un tribunale: c’era un banco centrale alla fine della stanza e molte sedie di fronte ad esso.
Al banco centrale era seduta una donna molto bella, anche se si vedeva che ormai aveva i suoi anni, e vestita con un vestito lungo e bianco. La fata dell’aria mi portò davanti alla donna vestita di bianco che cominciò a parlare:
“Dichiari di essere Kathleen Jane Wilson?”
“…si” [Ti vedo convinta!]
“Io sono la regina delle fate. [Mecojoni!2] Sei stata portata qui perché sei una fata di nascita e la legge dice chiaramente che le fate che hanno più di 18 anni devono avere domicilio solo ed esclusivamente in questo regno. [TrediGiulia, ho capito che vuoi sembrare grande e seria mentre scrivi… però davvero vuoi farmi credere che sapessi cos’è il “domicilio”? E infatti non lo sapevi, perché forse intendevi “residenza”, ma vabbè, non è che posso pretendere troppo]
Ora, noi tutti ci stiamo chiedendo per quale motivo non ti sei presentata qui di tua spontanea volontà subito dopo aver compiuto i 18 anni.” [Perché ora le da del tu?]
“Io non so di cosa voi stiate parlando”
“Quindi lei sostiene di non essersi presentata perchè non era a conoscenza della sua natura?”
“Io non so nemmeno cosa stia accadendo” urlai
A questo punto ci fu un brusio tra le persone di fianco alla regina che somigliavano tanto a una giuria. [Guarda, sei in un banco testimoni, c’è una giuria, una regina che ti sta giudicando… fossi in te starei molto molto attenta a quello che dico]
“Le consiglio di abbassare il tono di voce signorina…”
Ma vedendo che cominciavo veramente a seccarmi, aggiunse in fretta
“…Lei è una fata” [Tu sei un mago, Harry!]
“Io sono cosa?” [“Un mago! Un mago coi fiocchi, direi, una volta studiato un pochetto”]
“Lei è una fata” [Eh! Cazzo, è ovvio! Dai!]
“Si, ma certo! come ho fatto a non pensarci prima?” dissi in tono sarcastico
“…Questo è uno scherzo, uno scherzo molto ben architettato” [O manca un passaggio, o Kety è bipolare come una Duracell, visto che passa dalla convinzione aggressiva al dubbio con negazione]
“No, e glielo posso dimostrare: [Attenzione! Ha una prova e non ha paura di usarla!] immagino che lei abbia notato il segno che ha sul collo. Ha notato che ha una forma molto particolare?”
“Questo non centra proprio niente, è solo un caso, anche le nuvole assumono forme stra..”
Ma mi bloccai. Ad un certo punto aveva cominciato a farmi male quel segno.
Mi portarono anche uno specchio e mi fecero vedere che era diventato di color rosso fuoco e, a toccarla bruciava da morire. [Il segno… a toccarla… o il segno è un trans, o qui siamo in presenza di uno squisitissimo esempio di grammatica demmerda!] La regina ricominciò a parlare.
“E’ un segno caratteristico di ogni fata. Lei per esempio – indicò la fata dell’aria che mi aveva portato lì – ha un vortice.
Ognuno di questi segni ha un significato preciso e ogni fata deve scoprirlo. [Problema di logica: la fata dell’aria ha un vortice e può volare. Kety ha un lupo. Il candidato individui quale sarà il mirabolante superpotere di Kety e ne calcoli il grado di ovvietà in una scala che va da “l’acqua è bagnata” a “il cavallo bianco di napoleone è bianco”] Spero di averla convinta. [Urca!] Ma ora potrebbe dirmi il nome dei suoi genitori” [Mi piace questo tono senza punto di domanda, a metà tra la sincera curiosità e l’ordine perentorio di una SS]
In quel momento notai che lei era l’unica a non avere un segno, ma non ci detti peso. [Mi piace come Kety faccia un’osservazione acuta e poi la escluda dal suo interesse pur essendo l’unica cosa degna di nota della situazione. Diciamo che “il potenziale ce l’ha, ma non si applica!”]
 “Mary Gross e John Wilson”
Ci fu un altro brusio, ma stavolta molto più acuto, e vidi la fata dell’aria che sgranava gli occhi, mentre la regina sembrava avesse avuto una pugnalata la cuore. [Sì, anche a me fa male la cuore a leggere questa sintassi]
“ Mary e Jhon non avevano figli” disse lei incredula. [Perché sono due nomi poco poco comuni. Tutti conoscono Mery e Jhon! Quelli senza figli!]
“Lo so io se avevano figli o meno, e avevano me!!!”
“…Va bene, [Pure la regina è intimorita dal triplice punto esclamativo] ma ora non puoi fare altro che venire a vivere qui.”
“E se dicessi che non ne ho intenzione?”
“Sei obbligata, noi non possiamo vivere fuori”
“Nel fuori, come lo chiama lei, c’è tutta la mia vita, i miei amici…”
“Moriresti entro pochi giorni, purtroppo è a questo che siamo condannati”
Mi aveva tolto le parole di bocca, [Di seguito, una rappresentazione del livello della dialettica di Kety:
 
“Ehi, bambino, vieni qui!”
“E se dicessi che non ne ho intenzione?”
“Ma io ho le caramelle!”
“Ah, allora ok!”
 
Ma che non si dica che sia una sempliciotta, eh! Ha ricevuto tutte le prove convincenti che le servivano!]

poi continuò:
“Dopo aver compiuto 18 anni noi non possiamo vivere più di pochi giorni nel mondo di fuori”
“E’…è la verità?” Chiesi sconvolta. Lei fece un cenno con la testa. [Ah, il cenno con la testa è la prova decisiva, eh!]
Alla fine mi rassegnai e accettai di allontanarmi dal mondo normale, anche se a malincuore. [A malincuore! Questa lascia amici, ragazzo, casa, vita, MONDO, ma ehi, solo a malincuore eh! Non si dica mai che è una rakazzyna deboleh! Solo le rakazze eroeh possono essere protagoniste!] Subito dopo il mio cenno di assenso mi lessero alcune leggi, sulle quali dovevo giurare prima di entrare nel mondo delle fate e degli stregoni. [Chi sono gli stregoni, mi chiedete? Beh, sono solo i maschi delle fate, chiamarli “fati” mi suonava stupido anche allora. Che potere hanno, dite? Beh… nessuno. Ma eh, fa troppo FENTASI!]
“Giura di rispettare le seguenti regole” [No, fermi, aspettate, calma… non le starete mica imponendo di giurare prima di elencarle le leggi? E tu, Kety, non starai mica ACCETTANDO?]
“Lo giuro” [Non ci credo. L’ha fatto. Dio mi è testimone: l’ha fatto. E vi ricordo che questa scolopendra cerebrolesa è MAGGIORENNE! Ha capacità giuridica! Può guidare una macchina, può bere, può votare!] Allora cominciò a leggere.
“ecco le leggi:
  1. Non entrare nel mondo di fuori senza permesso. [Entrare nel mondo di fuori, ho capito bene? Entrare fuori? Ca… spiterina, Giulietta, almeno le basi della vita! Almeno quelle!]
  2. Non avere relazioni di alcun genere con esseri umani
  3. Ogni fata o mago [Stregone?] non deve in alcun modo opporsi alla regina o ribellarsi alle leggi”
 
[Tra l’altro, vi prego, notate la legislazione a dir poco PROLISSA di questo regno! Hanno TRE dico TRE leggi, che sono pure ridondanti, perché: 1 – se non sono autorizzata a uscire, non posso nemmeno incontrare gli umani, quindi la seconda legge, che impedisce di avere relazioni con loro, è completamente inutile; 2 – se mi hai fatto giurare, tra l’altro PRIMA di leggermi le leggi, dovrebbe essere implicito che non posso infrangerle, quindi a che serve la terza legge? Insomma… ne bastava una. Già che volete fare un codice breve, almeno fatelo davvero brevissimo! Complimenti ai giuristi e al legislatore di questo bel regno, un lavoro impeccabile! IMPECCABILE!]
Sciagura!!! Io amavo Nick, [Eccola là… ti sta bene, Kety. Lo stiamo pensando tutti qui] e al pensiero di non rivederlo mai più mi si gelava il sangue nelle vene, per non parlare di Jenny, non avrei potuto rivedere nemmeno lei.
“Sei nominata fata delle creature” [Ehm… hurrà?]
“No, questo non è possibile”
“C...come” chiese lei quasi sconvolta [Com’è una persona quasi sconvolta? Sconvolta ma non troppo? Sconvoltina?]
“Non è possibile, io amo un umano[Kety, Kety, Kety… Tu sei in un regno con TRE dico TRE leggi, secondo le quali amare un umano è una delle pochissime cose illecite. E tu lo vai a sbandierare ai quattro venti il primo giorno? Di fronte alla regina?]
“Mi spiace, potrai comunque chiedere dei permessi per uscire qualche ora e vederlo.” [Ma, ma, ma… ma la seconda legge non diceva che non poteva avere rapporti di alcun tipo con… vabbè. Ma anche io, perché non mi faccio gli affari miei? Perché cerco un senso logico in questo delirio psichedelico?]
“qualche ora al giorno?”
Ci fu un altro brusio
“qualche ora all’anno.” Mi corresse lei
“No, non è abbastan…”
“Ormai ha giurato.” [CI GODO TANTISSIMO]
Fece un cenno e mandò delle guardie che mi portarono fuori, ma con la coda dell’occhio vidi un sorrisino perfido che si dipingeva sul volto della regina. [Ah! Eccolo l’inghippo! Il sorrisino perfido! Non ho ancora tutti gli indizi necessari al caso, tipo l’ideazione di piani malvagggi o la risata da evil overlord “MUAHAHAHAHAHAHAH”, ma mi azzardo a fare un’ipotesi: la regina è KATTIVAH!] Quando fui definitivamente chiusa fuori con la forza mi sedetti su un gradino dell’edifico bianco.
Dopo un po’ di tempo arrivò la fata dell’aria che mi si sedette accanto. Lei era più vecchia di me, doveva avere circa 45 anni.
“Sai, non è poi tanto male stare qui” [Ettecredo! Avete TRE dico TRE leggi. Praticamente è tutto legale, dal ladrocinio alle orge pubbliche, chi non vorrebbe vivere nel fantastico regno dell’anarchia?]
Io non risposi.
“Non posso obbligarti a stare bene, ma potresti fare un tentativo”
“No. Questa è un’ingiustizia. Non voglio stare qui.” [Ma non avevi “accettato a malincuore” il tuo destino, stile Santa Teresa addolorata?]
“Hai ragione e, per fartela breve, nemmeno io approvo i metodi della regina, [Me… me… metodi? Ma che metodi ha usato? Ah, già, scusate: ha fatto un sorrisino perfido! Kuesto è inaccettabyleh!] e non sono l’unica del regno. [Pure! Ammazza, oh, cittadinanza tosta da accontentare!] Da quando è salita al trono viviamo, se così si può dire, con un sacco di divieti. [MA QUALI DIVIETI CHE AVETE TRE LEGGI??? Cioè, il regolamento di un club di pigiama party preadolescenziale è più restrittivo, rendetevene conto!] Ma, sai, niente dura per sempre”
“Tu come hai fatto ad accettare tutto questo?” [MA TUTTO COSA???]
“Diciamo che col tempo ci si fa l’abitudine” [A COSA? Madonnina, so che mi ripeto, ma… boh. Non trovo un senso. Non ho più risorse mentali. Fine]
“Ma io amo Nick!”  
“Beh, è meglio se ti trovi degli amici. [Davvero? E io che pensavo di farmi qualche nemico, andarmi a immischiare in qualche affare della Ndrangheta, così, per sport!] Tieni” concluse la fata allungandomi un foglio un po’ stropicciato.
“Mi piaci, Kety! [Ed esattamente, perché? Cosa c’è di bello in Kety? E anche se ci fosse, come faresti a saperlo dopo cinque secondi di conoscenza?] Per questo ho deciso di darti una delle mie abitazioni” [AH.] Detto questo si alzò e cominciò a camminare.
“Aspetta” le urlai dietro mentre lei si girava.
“Solo i miei amici più intimi mi chiamano Kety invece che Kathleen. Come fai a saperlo?” continuai. [Beh, perché ovviamente se ti chiami Kathleen l’abbreviazione del tuo nome dovrebbe essere GIANGEPPETTO]
Lei non disse niente e sparì in pochi secondi in un vortice d’aria, mentre io rimanevo lì con la bocca aperta e la domanda che non aveva ricevuto risposta. [Ora, tralasciando l’ingenuità del fatto che il soprannome era facilmente ricavabile, vi starete chiedendo: ma c’era un motivo per cui la fata dell’aria ha fatto così la misteriosa? Un motivo per cui le ha regalato la casa e l’ha chiamata col suo nome intimo? Beh… no. No. No. Ho piazzato lì la scena solo per fare MISTEROH!]
Sul foglio c’era scritto l’indirizzo della casa, ma io mi chiedevo se volesse prendermi in giro o farmi davvero la carità. [Manco Kety ci crede, giustamente] Mentre camminavo verso la via scritta sul foglio, chiedendo molte indicazioni, pensavo a Jenny: se la mia voglia era legata al mondo fatato, forse anche la sua lo era, ma in ogni caso, io non l’avevo incontrata. [FORSE, eh! Forse. Non l’hai ancora capito, Kety, che stai nel FENTASI più cretino e prevedibile della storia delle cretinerie prevedibili?]
Poco dopo arrivai alla mia casa. Era molto carina: [Eh, ci mancherebbe altro! Non solo è gratis, ma è pure KARINAH! Solo il meglio dalla previdenza sociale del regno!] Due piani con un bellissimo portico all’entrata e una stalla sul retro, che doveva essere appartenuta ad un cavallo della fata dell’aria. [Ma dai, una stalla appartenuta a un cavallo? E io che pensavo servisse a stipare capibara!]
All’improvviso, mentre pensavo che quella stalla non mi sarebbe servita a nulla, sentii un nitrito provenire dall’esterno, [Dai, gridiamolo tutti insieme come faceva Ezio Greggio: ECCHECCASO!] ma fuori non c’era nessuno. Sentii un altro nitrito e allora mi diressi dentro un bosco poco lontano. [Sarà il famoso nitrito dei bruchi] Dopo poco tempo avvistai un cavallo bianco che brucava l’erba ai piedi di una grande quercia. [Oh! Ke fortunah! Un KAVALLO BIANKO! Proprio kuando ho trovato la stallah!]
Avvicinandomi con cautela notai che il cavallo in questione era in realtà un unicorno. [Ma anche voi, che vi aspettavate? Devo insegnarvi tutto? Ovvio che non poteva essere un cavallo normale, siamo in un FENTASI!] Anche il corno era bianco, a forma di spirale. [Fosse stato rosa con una svastica incisa sopra, almeno, sarebbe stato originale. E invece no, nulla. Che monotonia]
Era molto bello ed elegante, la criniera lunga che cadeva alla sua sinistra e la coda che toccava quasi per terra.
All’inizio fu un po’ difficile avvicinarsi, perché era molto aggressivo, ma io allungai la mano e dissi:
“Stai tranquillo bello! Non ti faccio niente”
Sembrava avesse capito e cominciò ad avvicinarsi annusandomi la mano. Alla fine fu vicino a me ed io incominciai ad accarezzarlo. [Sarò strana io eh, ma la mia definizione di “molto aggressivo” prevede che ti carichi, ti infilzi a mezzo stomaco, ti scuota fino a tagliarti a metà e goda nel bagnare la sua criniera nel tuo sangue, però… beh, sì, è verosimile anche che si faccia annusare la mano]
“Ti dovrò trovare un nome!”
“Mi chiamo White” [Cioè, si chiama BIANCO? Qui siamo oltre la scala di ovvietà “cavallo bianco di Napoleone”. Qui siamo all’ARTE!]
Lo guardavo con gli occhi sbarrati: mi aveva risposto!!! [Ah, già, ha parlato. La cosa dovrebbe sconvolgermi. Wow. Sono atterrita. Entusiasmo. Clap. Clap. Clap.]
Comunque successivamente si rivelò un amico leale e generoso, mi insegnò perfino a montarlo [No, Giulia, non puoi riprendere la battuta squallidissima del sesso equino freudiano di inizio libro. Non puoi. La società te lo vieta] e non mi abbandonò mai, venendo ad abitare nella stalla della casa. [Ma che, davero? Non l’avrebbi mai detto] Lui però voleva solo farsi cavalcare a pelo: non accettava gli venissero messe briglie e tanto meno sella. [Bianco dice NO al BDSM] Nei giorni successivi mi misi a curiosare in giro per la mia nuova casa: c’era anche una stanza che aveva funzioni di biblioteca, [Qualcos’altro? Un cinemino? Un buker pieno di lingotti d’oro esentasse? Che delusione. Non si regalano più le case di una volta] e presi un libro che parlava di “Creature mitologiche e animali non ancora scoperti”.
Era un titolo molto strano, ma leggendolo scoprii che “animali non ancora scoperti” voleva dire “animali non ancora scoperti dagli umani”. [Ah, mi piace sempre quando ci fai sentire delle merdacce perché tu sei ammessa a sapere cose che noi nemmeno possiamo immaginare. Non fa per nulla sentire inferiore il lettore. Vero, Zia Rowling?] Grazie a quel libro imparai a nutrire White e ad accudirlo. C’erano però anche un sacco di curiosità; ad esempio, esiste un serpente lungo più di due metri, di colore nero petrolio e con denti lunghi più di due centimetri che si chiama “astringo”.
Si trova solo nel regno delle fate, e inoltre è anche molto raro. Si dice che solo dieci stregoni e nove fate nel giro di un paio di secoli sono riusciti ad avvistarlo. C’era anche scritto che il morso dell’astringo aiutava fate e stregoni a capire il significato del loro segno, e quindi quel serpente mi sarebbe stato molto utile per capire cosa significasse quel lupo. [Come se il significato del lupo non fosse già abbastanza ovvio. Ma facciamo finta di niente, facciamo gli ignoranti. Rispondete a questo nuovo problema di logica: abbiamo appena assistito a un deus ex machina intitolato “ho una stalla e casualmente incontro un cavallo”. Secondo voi è possibile che, presto, assisteremo a un altro deus ex machina intitolato “ho bisogno del serpente per scoprire il mio superpotere, quindi, sempre casualmente, lo incontro?”. E ricordatevi che tecnicamente non ho anticipato nulla. Ha fatto tutto TrediGiulia da sola con la sua mirabile capacità nello storytelling]
Mi divertii molto a cercare le più svariate creature esistenti nel regno delle fate. Trovai delle informazioni anche riguardo i centauri, le sirene e i tritoni, le arpie e le ninfe che si dovrebbero vedere senza difficoltà. Io in realtà non ne avevo proprio visti, ma quel libro era molto vecchio e, magari, le cose erano cambiate. [Sì, vabbè, ormai è tutto troppo palese: incontreremo anche tutte queste razze. Non sto più a farvi i problemi di logica perché tanto qui la logica si è suicidata da un pezzo]
Erano passate circa tre settimane e più tempo passava, più mi convincevo che non c’era modo di scappare. [Ma poi, perché dovresti? Vivi nel regno più permissivo dell’universo, dove regalano case e si trovano unicorni. Il sogno di ogni bambina dalla notte dei tempi, in pratica, e tu vuoi andare via? Sei un’ingrata]
Un giorno, mentre cercavo di sistemare un divano nella mia sala, sentii bussare. Andai ad aprire e mi trovai davanti Jenny.
“Jenny???” [CHE SORPRESA INASPETTATA! Ma poi, la regina non ha detto che non potete sopravvivere all’esterno dopo i diciotto anni? E allora come fa Jenny ad essere arrivata – viva – dopo Kety, visto che era più vecchia di lei? Ho l’impressione che non lo sapremo mai]
“Ciao”
“Cosa ci fai qui?”
“Sono stata nominata fata [Aveva delle onde, provate a indovinare l’elemento…] dell’acqua proprio stamattina, [MABBRAVI! Un biscotto omaggio per tutti] ma non è ancora pronta la mia casa, quindi ti volevo chiedere se potevo stare da te per qualche giorno” [Ah, quindi la fata dell’aria non ha dato una casa solo a Kety? Il regno le regala a tutti? La fata dell’aria fa parte dell’INPS?]
“Beh…sei stata con me per 18 anni, non vedo perché non dovresti”
“Grazie!!!” urlò mentre mi saltava al collo.
“Ah senti, io avrei portato anche un piccolo acquario, hai del posto?” [Vorrei regalarvi una chicca: A differenza di Kety e, a quanto pare, di tutte le altre fate, jenny non avrà mai un superpotere, a patto che trasportare in giro acquari non possa essere considerato tale. Quindi, perché era fata dell’acqua? Per NESSUN MOTIVO! Era solo per farla stare insieme alla protagonista! YE!]
Subito risposi sì, ma non immaginavo che si trattasse di un “piccolo” acquario lungo due metri e largo quattro. Comunque il posto lo trovammo. Era in un angolo vicino al divano, e copriva un po’ di finestra, ma non credo che ai pesci importasse più di tanto. [No, questa non la commento. Mi rifiuto. Passiamo oltre]
Devo ammettere che con Jenny tutto era meno drammatico, ma continuavo comunque a pensare a Nick, e Jenny lo sapeva.
Alla fine decisi che avrei dovuto vederlo, anche a costo di dover evadere [Se ti fa così schifo posso prenderlo io il tuo posto a giuristibraviland, e visto che sono una persona umile mi accontento anche della tua casa senza lingotti!]
 

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Capitolo 6
*** La trasgressione delle regole ***


LA TRASGRESSIONE DELLE REGOLE


Sì, avevo deciso di vederlo, e per farlo sarei dovuta proprio evadere. [Oh, una missione che prevede premeditazione maniacale, ingegno, furtività e nervi saldi… ti ci vedo proprio, Kety!]
Una notte scesi al piano terra di soppiatto avendo cura di non farmi scoprire da Jenny, che mi avrebbe sicuramente fermata. Ma, mentre scendevo le scale, la vidi che si aggirava su e giù per la sala e la cucina come un avvoltoio. [Piano A: fallito in partenza. Sta andando benissimo, Kety, continua così! Il Conte di Montecristo ti spiccia casa!] Sembrava che avesse in mente di bloccarmi, anche se ero sicura di non essere stata vista; Così mi venne un dubbio atroce: “Che sia diventata telepatica?” [Vostro Onore, mi avvalgo della facoltà di non commentare] Se così fosse stato, potevo ritenermi spacciata; “Ma cosa dico? È impossibile” [Pure quando si corregge riesce a sembrare stupida, non ho parole. Questo è un talento!]
E tornai a dormire.
Il giorno dopo, però, era ancora là a gironzolare su e giù. [Piano B: anche questo fallito in partenza. Impeccabile]
Per questo motivo decisi di parlarle:
“Cosa ci fai in piedi alle due tutte le notti?” [Ma saranno ca… pperi miei?]
“Soffro di insonnia da un po’ di tempo…perché, ti ho svegliata?” [Vi ricordo che questa è quella che a inizio libro non riusciva neanche ad alzarsi dal letto. Ora è insonne. Sarà lo stress di vivere con mille preoccupazioni, tra il trasporto di un acquario e l’altro?]
“No, no mi ero solo alzata per prendere un bicchiere d’acqua”
“Ma io non ti ho visto venire in cucina”
“…” [Ringraziamo l’elettroencefalogramma di Kety per il contributo]
“Mi nascondi qualcosa?”
Dovevo trovare una risposta decente, e alla svelta:
“No, è che dopo averti vista mi è venuto in mente che l’avevo già presa prima di andare a dormire, semplicemente non mi ero ricordata”
“Ah, ok” [“Ah, ok” è la reazione giusta. Non perché ci crediamo, ma perché è quello che si dice ai malati mentali prima di ordinare agli inservienti di portare la camicia di forza]
Dovevo assolutamente trovare una soluzione, così una notte le diedi un sonnifero che uso anche io per riuscire a dormire. [Piano C: drogare Jenny. Beh, visto che è tutto legale lì in Coglionia, immagino che anche la somministrazione coatta di farmaci soggetti a prescrizione medica non sia nulla di cui preoccuparsi. Il premio amica dell’anno va a Kety Wilson! Clap, clap, clap!]
Naturalmente quella notte non lo presi, [Lezione seria: mai far iniziare una frase al narratore con “naturalmente”, perché dà implicitamente ai lettori degli idioti]. e partii prima, sicura che Jenny dormisse.
Scesi le scale, andai alla porta, mi appoggiai alla maniglia facendo attenzione a non fare rumore e… mi trovai davanti Jenny, più sveglia che mai. [Piano C: fallito. Basterà l’intero alfabeto per arrivare a una svolta?]
“Non dovevi dorm…ehm…ciao!!!”
“Perché non me lo hai detto?”
“Detto cosa? Non capisco…” [Sei talmente tonta che non riesci nemmeno a fingere di essere tonta, è incredibile!]
“Capisci benissimo. Stai tornando da lui”
“Non arrabbiarti con me, sai che non posso vivere senza lui” [Quando scrivevo questa roba doveva essere ancora il periodo in cui le mie farfalle nello stomaco non erano ancora morte sciolte nei succhi gastrici]
“Io sono single da tutta la vita, e vivo benissimo” [Ah, ma una parte di me era già sana di mente! Ricordatevelo: io sono Jenny, non Kety. Non mi perdonerò mai per aver creato una protagonista che non mi rispecchiava, nemmeno allora]
“Ti prego…cerca di capire”
Lei mi guardò male
“nessuno se ne accorgerà”
Lei mi guardò male
“dai, è la prima volta…”
Lei mi guardò male
“…e anche l’ultima”
Lei mi…
“basta!!!” [Carino l’espediente narrativo! Peccato che… ehm… non sia mio. L’avevo copiato preso a prestito dal libro Il gatto che venne dal freddo, di Deric Longden. Tra l’altro, ve lo consiglio caldamente, è bellissimo!]
“ascolta sarò di ritorno per le tre”
“Mezza notte” [Se no la carrozza diventa una zucca i BIANCO l’unicorno si trasforma in un topo grasso con la maglietta?]
“ma sono già le undici”
“Non discutere e ringrazia il cielo che ti ci lascio andare” [Cioè, a giudicare dalla quantità di divieti che impone, Jenny è molto più KATTIVAH della regina! Se governasse, la considererebbero una degna seguace di Hitler]
“ok”
“Sai almeno come entrare nel regno degli umani?”
“no” [Ma che piano ben costruito, Kety! Sei un ninja! Davvero brava! Prossimo incarico: entrare nell’area 51. Solo un GEGNO come te può farcela!]
“Lo sospettavo…. c’è un portale dopo la casa di Desi”
“Grazie” [Ma… come mai Jenny lo sa e Kety no, anche se, presumibilmente, questo “portale dopo la casa di Desi” è in bella vista? E soprattutto, perché c’è un portale che conduce nel mondo umano? La regina, infatti, può aprirli e chiuderli a piacimento, come si scoprirà più avanti. E quindi perché lasciare questo aperto, se utilizzarlo è illegale? Sono… sono confusa]
Mi avviai verso il potale ed entrai. [Così, a secco, senza preliminari?]
Mentre entravo vidi una luce accendersi dalla casa di Desi, ma al momento non ci feci caso. [Notiamo come Kety non fai mai caso alle cose a cui c’è da far caso. Una volpona, proprio]
Quella notte avevo più o meno giurato che quella sarebbe stata la prima e l’ultima volta, ma pochi giorni dopo non riuscii a mantenere la mia promessa.
Cercai di giustificarmi pensando che, dopotutto, non gli avevo nemmeno parlato, e questo sarebbe stato crudele accettarlo anche da parte di Jenny, ma dentro di me avevo un po’ di rimorsi. [Perché rischiare l’ergastolo o la pena capitale se poi incontri Nick senza nemmeno parlargli? Ma poi, la regina aveva parlato di permessi… perché darsi direttamente alla macchia quando puoi ottenere i suddetti permessi? Sono confusa… assai]
Comunque, andai a trovarlo a casa sua verso l’ora di pranzo.
Avevo imparato che se si è fuori, bisogna tornare appena comincia a farti male il tuo simbolo, quindi non sarei rimasta per molto.
Arrivai a casa sua e lo invitai a venire con me in un bar lì vicino per mangiare qualcosa, e accettò. [E non ti chiede niente sul fatto che sei scomparsa per giorni? E il premio per il fidanzato dell’anno va a Nick Callew! Clap, clap, clap!]  Ci divertimmo fino a quando lui non iniziò un discorso a cui io non ero per niente preparata [perché, c’è qualcosa a cui sei mai stata preparata?]:
“Ma dove hai trovato casa? Non riesco a rintracciarti, dammi il tuo indirizzo!”
“Oddio!! Cosa rispondo?” pensai dentro di me. [Sì perché pensare fuori di te mi pare un po’ impossibile]
Dopo secondi di silenzio Nick cominciò ad aprire la bocca come se volesse parlare, ma io cominciai prima di lui:
“Ehm…fuori città” [Ma poi, non aveva la casa regalata a Oxford? Perché avrebbe dovuto trovare casa? Sono… sono oltre la confusione. Non so definire]
“Magari ti vengo a trovare un giorno e andiamo a mangiare cinese insiem…”
“No” risposi in modo decisamente secco
“Come?” Mi chiese sbalordito
“Voglio dire che è meglio che tu non venga perché sto mettendo a posto il bagno ed è tutta in disordine, è meglio se la vedi quando è a posto”
Lui mi guardava con un sorriso interrogativo e io capii che era una scusa decisamente idiota. [Ma se è l’unica scusa decente che hai inventato finora?] Tentai con un’altra:
“e poi è molto lontano da casa tua, non riusciresti mai ad arrivarci in autobus in meno di 24 ore” [Eccheccosè, il deserto dei tartari? Mettiamo che siamo a Dublino, o a Oxford, è uguale. Entrambe le città sono abbastanza piccole, ma anche se fossero New York, si percorrerebbero in meno di un giorno. Perché parli di cose di cui non sai una min… minestra, Giulietta?]
“Ah, ma allora non ti ho ancora detto che ho preso un’auto!”
“…Ah si? Buona notizia sono contenta per te” [Ma perché questi due fidanzati sembrano due perfetti sconosciuti? Sono… sono… boh.]
Proprio in quel momento cominciai ad avvertire un pizzicore sul collo, e mi toccai il segno. Evidentemente non era ancora andato in fiamme, altrimenti Nick se ne sarebbe accorto, però cominciava a bruciare.
Guardai l’orologio per inventare una scusa
“Ma guarda come passa in fretta il tempo quando ci si diverte…” [Giusto per capire, questa è quella che consideri una buona scusa?]
“…devo assolutamente tornare a casa, devono arrivare i muratori e l’idraulico, sai per il bagno.”
Lui non aveva creduto a una parola di quello che avevo detto, glielo si leggeva in faccia, ma mi lasciò comunque andare e io gliene fui immensamente grata! [Ok, ma se non le crede, perché la lascia andare senza dire nulla? Cioè, ma è il suo ragazzo o un tizio a caso pescato nel mucchio di umani giusto per trasgredire un po’ di leggi?]
Mentre tornavo pensai che certo non era stato un incontro piacevole come avrei desiderato, [Eh, immagino, birbantella!] e pensavo già al prossimo;
dovevo assolutamente prepararmi in anticipo a qualunque tipo di domanda. [Cosa che ti viene in mente ADESSO, giustamente] Ero proprio soprapensiero quando imboccai il vialetto che porta a casa, e così non mi accorsi subito che delle guardie mi stavano tendendo un agguato.
Saltarono fuori dai cespugli e mi agguantarono. [Piano D: FALLITISSIMO, ANNULLARE, ANNULARE! ABORT NOW!]
“Ehi! cosa state facendo?” [“Questo è sequestro di persona!” cit.]
“Per ordine della regina, ti dichiaro in arresto”
Proprio nel mentre vidi Jenny uscire dalla porta di corsa. Cercò di trovare dei compromessi e liberarmi, ma non ci riuscì, e mentre mi portavano via mi disse:
“Te lo avevo detto…” [Uno potrebbe dire che è una stronza a dirti questo mentre sei in manette, ma tu l’hai drogata, Kety. Tu hai drogato la tua migliore amica. Non hai scuse]
Mi portarono in una cella, e lì rimasi solo per mezza giornata, quando qualcuno aprì la porta, mi prese per il braccio e mi accompagnò in una sala di un tribunale. [Mi piace perché le sensazioni della protagonista sono così vivide! Non sentite anche voi lo stress, l’ansia del processo, la consapevolezza che la vita come la conoscevi è finita, il dramma della privazione della libertà?]
Il mondo delle fate non è poi così diverso da quello mortale. [Tranne per il fatto che la legislazione potrebbe essere interamente redatta su un quadretto di carta igienica, che ci sono gli unicorni, che ti regalano le case, che non devi lavorare per vivere e che ci sono portali dopo le case di Desi. Tutto regolare!] Per esempio esistono dei processi e gli imputati hanno diritto ad avere un difensore. [Ah sì? E dove sta scritto, questo diritto? Me lo indichi?] Per questo ruolo si offrì proprio Jenny. Lei aveva frequentato il “corso avanzato per lo studio del diritto e delle leggi”, mentre io di queste cose ne capivo proprio niente. [Ci vuole addirittura un CORSO per studiare tre leggi? E tu, Kety, nonostante la brevità, non ci capisci niente? Annamo bene]
Durante il tempo che avevo trascorso in cella cercai di capire chi potesse avermi denunciata, ma il dubbio mi rimase per poco, perché appena entrai in aula vidi chi era seduto nel banco dell’accusa: Era Il fidanzato di Desi che, casualmente, aveva studiato legge all’università del regno. [UNIVERSITÀ DEL REGNO? Cioè, c’è un corso di laurea? E cosa studiate, mezza legge l’anno?] Desi fu chiamata a testimoniare, ed allora non ebbi più nessun dubbio: era lei la traditrice. [Dal vocabolario Treccani: “Tradire – l’atto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà”. Desi non ti doveva fedeltà o lealtà, né moralmente, né TANTO MENO giuridicamente] Mi aveva visto attraversare il “suo” portale, ed ora l’aveva presa come un fatto personale. [Guarda che lei ha solo svolto un servizio civico da brava suddita!]
La proposta iniziale dell’accusa era di lasciarmi nella foresta di Knarenn per 8 anni. Dopo un lungo dibattito, però, Jenny riuscì a ridurmeli a 3. [Un lungo dibattito? Su cosa? Non c’è alcun dubbio sul fatto che lei sia colpevole. E che fonti giuridiche discutete, che sono solo tre? Jenny deve proprio essere un avvocato coi controcazzi] Mentre uscivo dall’aula a processo terminato, vidi che l’avvocato dell’accusa le stava prendendo di santa ragione da Desi, forse perché non era riuscito a darmi almeno 20 anni in quella foresta. [Vostro onore, mi avvalgo nuovamente della facoltà di non commentare]
In effetti, Desi è una di quelle ragazze capricciose e viziate che “lo vanno a dire alla mamma” se non ottengono quello che vogliono. [OBIEZIONE VOSTRO ONORE! Non posso, la situazione è troppo cretina!]
Comunque ora non aveva più importanza. Dovevo andare in quella foresta e ci andai; era il giorno di mezz’estate. [Perché “ferragosto” non fa FENTASI!]

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Capitolo 7
*** Strane sembianze ***


STRANE SEMBIANZE
[Capitolo d'apertura della Parte II - l'esilio nella foresta di Knarenn]


Mi portarono davanti ad un portale di colore grigio/nero. [Ah, ecco cosa ci è dato sapere sui portali: sono grigiobarraneri! In realtà, ricordo bene che il portale doveva essere una sorta di vortice che riflette i colori del luogo di destinazione. Questo era scuro perché la foresta di destinazione era scura. Ma tutto questo davo per scontato che il lettore lo deducesse, così, dal nulla]
Avevo le mani legate e mi era difficile persino camminare con quelle due guardie che mi stavano col fiato sul collo come fossi un’assassina. [Beh, hai violato l’intera legislazione regia in una botta sola, quindi sei letteralmente la peggior criminale che possa esistere nel regno delle fate. Fanno bene a starti col fiato sul collo!]
“Mi dispiace Kety, io volevo aiutarti…” disse Jenny.
“Non ti preoccupare, me la sono andata a cercare” [Se non altro lo ammette!]
Intanto Desi aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro, ma poi cominciò a stufarsi di tutte le mie raccomandazioni a Jenny riguardo a White [BIANCO]:
“Mi raccomando, trattolo bene ma non viziarlo. Scambia qualche parola con lui ogni tanto e non gli dare troppi chiodi di garofano, [Chiodi di garofano? Al CAVALLO? Va bene che è magggico, però c’è un limite…] anche se gli piacciono gli fanno male allo stoma…”
“Va bene, ha capito”Disse Desi con tono assolutamente stressato.
“Già, tanto sto via poco, giusto 3 anni!” Risposi indispettita. [Kety, tu il sarcasmo non lo sai usare. Non ti devi spingere così oltre, va bene? Hai altre qualità… cioè… qualcuna la devi avere per forza… da qualche parte… molto in fondo… ma tra queste non c’è il buon uso della dialettica, mi spiace]
“Ti vuoi sbrigare ad entrare, ho molte altre cose da fare, io”
“Guarda che non starò via tutta la vita, tornerò, e allora tu sarai in guai seri” [WOHO, qui volano grosse!]
“Tranquilla Kety, mi prenderò cura di White”
Fu l’ultima cosa che sentii dire da Jenny, poi me ne andai attraversando il portale. Forse fu solo una mia impressione, ma mi parve di vedere una piccola goccia scendere dagli occhi di Jenny mentre andavo. La cosa mi sembrò strana perché lei ha un animo molto forte, e io non l’avevo mai vista piangere in tutta la vita; nemmeno quando le rubarono il suo orsetto a 5 anni. Anzi, si fece coraggio e lo ritrovò, anche se ci impiegò una giornata intera. [Sta davvero paragonando l’amica in esilio al teddy bear? DAVVERO?]
Allora mi venne da pensare ironicamente che, forse, anche lei aveva un cuore. [Ke ironika, ahahahah! Perché non ridono, i lettori? Perché? Oh, già… forse perché si aspettano che andare in esilio dovrebbe essere UN EVENTO DRAMMATICO!]
Intanto arrivai nella foresta. Certo mi avevano raccontato che Knarenn non era il posto più adatto per passare un fine settimana, ma me la immaginavo un po’ meno tetra. [Amore. Ascoltami. Concentrati. Ci tengono i criminali, a Knarenn. È un’accidenti di galera naturale. Ci sei? Hai capito? Bene]
In effetti non c’era un filo di luce dato che il cielo era coperto dagli alberi, comunque doveva essere anche un giorno nuvoloso.
Successivamente appresi che a Knarenn è sempre nuvoloso, e la notte dura il doppio del giorno. [Uh! Ke tetrah! È kosý oskura! Cherto, perkè è una 4esta KATTIVAH!] Anche per questi motivi la temperatura massima era di una decina di gradi.
Comunque dovevo assolutamente trovare un posto dove passare la notte, e così cominciai ad aggirarmi per la foresta, che sembrava davvero infinita. [LO VUOI CAPIRE CHE È UNA PRIG… vabbè, lasciamo perdere] Tutti gli alberi erano secchi, piccoli, neri e che si spezzavano appena li sfioravi, [Da ora in poi, sappiate che la qualità della vita di Kety avrà una stretta interconnessione con la bellezza degli alberi. Da ora in poi misureremo il fattore di sanità arborea con il Sistema Fattoriale Inverso della Gaiezza degli Alberi, altresì detto SFIGA. Per misurare la SFIGA è necessario un arborometro funzionante, un piccolo e utile device, che Kety ha incorporato del lobo frontale. Più la SFIGA sarà alta, peggiori saranno gli alberi. Al contrario, ad alberi più belli e rigogliosi corrisponde meno SFIGA. Vi prego di ripassare questa lezione di Fisica Coglionica, perché sarà di grande utilità per comprendere l’intero mondo fatato] poi, camminando molto, arrivai ad un punto in cui gli alberi erano enormi e relativamente robusti, ma sempre neri. [Ecco, qui abbiamo subito un piccolo esempio: la nostra cavia si sposta per cercare alberi più belli e diminuire la SFIGA, e infatti l’arborometro segna un miglioramento della flora circostante. Purtroppo non siamo ancora in luoghi pacifici, quindi bisognerà accontentarsi di una SFIGA media]
Ma questi alberi non mi convincevano ancora, così continuai. [La nostra cavia riprende, così, la sua ricerca…]
Poco lontano vidi un enorme lago di colore nero. [So che rischio di sovraccaricare il vostro cervello con tutte queste leggi di difficile comprensione, ma sappiate, se non l’avevate ancora capito, che NERO = KATTIVO] A distanza di 150-200 m c’era un isolotto e pensai che sarebbe potuto diventare un buon riparo dagli animali feroci. [C’è un’agevolazione matematica, però, rispetto a tutto il resto della lettura FENTASI: Giulietta aveva avuto la decenza di non cedere alla tentazione del sistema imperiale. Quindi addio miglia, piedi, braccia, e pollici: La foresta di Knarenn dice SÌ al sistema metrico decimale!] già un po’ di tempo che pensavo agli animali feroci: era tutto silenzioso, poi all’improvviso si sentiva un ruggito e uno strano mugolare, poi di nuovo silenzio assoluto, e questo mi preoccupava molto.
Alla fine aggiudicai all’isolotto il ruolo di casa temporanea.
Il lago era piuttosto basso, e si poteva tranquillamente arrivare all’isolotto. [Ma non doveva servire per tenersi al sicuro? Se lo riesci a passare TU, tra l’altro TRANQUILLAMENTE, non vedo perché un animale feroce non dovrebbe farcela] Subito capii che l’acqua non era assolutamente potabile e dovetti cercare un ruscello per poter bere.
In pochi giorni progettai e costruii una bellissima e resistente capanna. [Notare come Kety risolta nel giro di due righe problemi basilari della sopravvivenza quali l’acqua e il riparo] Accendere il fuoco era molto difficile, e non solo perché non possedevo un accendino, ma anche perché, stranamente, gli alberi erano tutti umidi e i rami caduti al suolo lo erano ancora di più. [Ahi, ahi… percepisco un livello di SFIGA molto alto qui… l’arborometro stava per suicidarsi alla vista della bruttura di questi alberi!]
 Uno giorno, mentre cercavo di richiudere un buchetto sul tetto delle capanna, sentii una specie di sibilo. Ormai erano due settimane che stavo lì e avevo sempre sentito ruggiti o mugolii, ma mai un sibilo. [Eh, l’avevo detto, SFIGA alta, sibili… sei in un postaccio!] Per questo mi insospettii e smisi di lavorare. Mi avvicinai alla riva per capire da dove venisse quello strano rumore.
All’improvviso balzò fuori dall’acqua un grosso serpente nero che mi morse alla gamba, poi se ne andò immediatamente immergendosi in acqua. All’inizio avvertii un dolore atroce, ma col tempo si stabilizzò fino a scomparire. [Un grosso serpente nero? Dove ho già sentito una descrizione così banale? Mi ricorda qualcosa…]
Pensai che quel serpente somigliasse molto a quell’astringo di cui avevo letto. [Aaah, giusto, l’astringo! Quello che ti aiuta a capire il significato del segno!] Naturalmente mi ricordai subito che l’astringo aiutava a capire il significato del proprio segno, [Eh! Che colpo di scena!] e questo pensiero mi opprimeva giorno e notte, senza tregua.
Quel lupo non voleva dire proprio niente per me, ma questo solo per qualche giorno, perché presto si realizzò tutto. [Guarda, sei la fata delle creature, hai un lupo sul collo e il capitolo si intitola “strane sembianze”. Forse sono azzardata io, eh, ma ho la sensazione di sapere già cosa si cela dietro il grande mistero]
Ormai era passato quasi un mese dal mio arrivo nella foresta, e il mio isolotto era stato promosso al ruolo di casa accogliente. [Sto deliberatamente ignorando la classificazione della capanna. No. Non la commenterò. Mai] Un giorno mi svegliai un po’ male: mi sentivo tutta…diversa. [CHE SARÀ MAI SUCCESSO? Non sto nella pelle!]
Cercai di alzarmi, ma subito mi accorsi che non potevo camminare a due gambe. [Vediamo quanto ci mette lei a capirlo] Potevo solo gattonare. Avevo solo 18 anni, e mi sembrava un po’ presto per il mal di schiena. [Vostro Onore… che squallore. Devo anche fare obiezione ufficiale?]
Mi trascinai per un po’ e mi accorsi che le mie orecchie si potevano muovere, e la cosa mi parve molto strana. [Ancora non l’ha capito…] Mi accorsi anche che avevo una cosa strana attaccata alla fine della colonna vertebrale, e potevo muovere anche questa. [Non ancora…]
Subito, spaventata corsi al lago per specchiarmi nell’acqua e notai che la mia faccia era pelosa e molto somigliante alla faccia di un lupo. [Ok, l’ha capito. Ora vediamo quanto ci mette per impiegare il superpotere a suo vantaggio] Urlai, o meglio, abbaiai così forte che la mia voce risuonò in tutta la foresta. Alla fine mi calmai e mi sedetti. Dovevo prendere in mano la situazione e non andare nel panico, ma la cosa era più facile a dirsi che a farsi. [Non ancora…]
Non ci stavo capendo niente, e più pensavo a come stavo bene fatta a donna, più mi agitavo. [Non ancora…] Avrei voluto mettermi le mani tra i capelli, ma non riuscivo a fare nemmeno questo. Come avrei fatto a sopravvivere? [Senza metterti le mani nei capelli, Kety? Non lo so proprio! Comunque, non ancora…] Come avrei potuto ripararmi se fosse crollata la mia capanna che non sarebbe durata certo a lungo con tutte quelle piogge acide? [NON ANCORA…]
La situazione andò avanti per giorni ed ero riuscita quasi ad abituarmi al nuovo corpo. Alla terza settimana con forma di lupo, non speravo più di ritornare come prima. [PORCA VACCA NON ANCORA!] Il giorno dopo mi svegliai e cominciai a gattonare, come ero abituata a fare da molti giorni. Mi accorsi che non riuscivo più a muovere le orecchie e non sentivo più la coda. Mi sentivo al settimo cielo e mi alzai in piedi. Saltai da tutte le parti, ero felicissima! [Niente, non… non funziona]
Ero tornata normale, ma mi bloccai di colpo, stavo pensando che se la trasformazione fosse stata imprevedibile mi sarebbe riuscito più difficile sopravvivere. [NON ANCORA!!!] Poi però mi venne un altro pensiero: [DAI! Dai che c’è!] se avessi potuto scegliere quando trasformarmi, al contrario, la mia vita sarebbe stata molto più semplice! [ALLELUIAAAAA!!! Sì, brava, sei riuscita a capire che puoi trasformarti in lupo e che ti potrebbe anche essere utile! Fai proprio faville oggi! Ma poi, cosa credevi? Che ti facessi capitare qualcosa di brutto? Ovviamente no, sei la protagonista e tutto ti deve andare bene, anche quando ti va male!]
Provai per molti giorni, che divennero settimane, che divennero mesi, ma riuscii a controllare il mio potere. [E non spieghiamo il come, ovviamente!]
Erano passati sei mesi e diciannove giorni, e io mi sentivo sempre più sola. Non parlavo mai con nessuno e cominciavo a sentirmi triste. [COMINCIAVA, eh! Non si dica mai che è DEBOLEH!] Ma non sapevo che presto avrei incontrato un amico. [E beccatevi il cliffhanger!]

 

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Capitolo 8
*** L'incontro con Gregorio ***


L'INCONTRO CON GREGORIO


Avevo imparato molto bene a trasformarmi, ed ero riuscita a trovarci dei lati positivi. [Ma no? Davvero? Sei riuscita a trovare dei lati positivi in un superpotere? Mi chiedo come tu abbia fatto!] Infatti, io potevo vedere molto bene al buio e avevo i sensi più sviluppati quando mi trasformavo. [Per l’appunto. Ti ho dato la possibilità di trasformarti in lupo solo ed esclusivamente perché serviva alla trama, per farti sopravvivere… ora, ti prego, almeno usa questo dono saggiamente! Da un grande potere derivano grandi responsabilità!]
Intanto il mio isolotto era sempre più accogliente, dato che continuavo a fare modifiche; ora, all’interno, ci si poteva stare in due molto comodamente. [Peccato che sei sola come un… cane. AHAHAHAHAHAH. Ridete, dai!]
Tutto andava per il meglio: animali strani non mi avevano più attaccato, e il cibo che trovavo era anche mangiabile. [Capito, signori? Lei TROVA il cibo! Xkè è trpp brv, lei nn ammazza gli animalettih!]
A parte la mia solitudine, era un periodo piuttosto felice.
Un giorno, mentre raccoglievo delle bacche molto saporite, [Ah, ecco: si nutre a bacche! Mi chiedo quanti miliardi ne serviranno per mantenerla in vita, ma fa nulla, tanto è FENTASI!] sentii un rumore di foglie che scrosciavano. Mi trasformai e mi misi ad a cercare. [Magari è un altro astringo che ti dà un altro potere a caso?] Sentivo un odore decisamente poco piacevole che doveva sicuramente provenire da un animale. Mentre annusavo, però, sbucò dalla vegetazione un orso bruno molto grosso. [Comunque la devi smettere di descrivere le cose con “molto” o “grosso”. Freud, che è scappato a inizio libro, direbbe che ha a che fare con la repressione sessuale]
L’orso era decisamente arrabbiato con me, forse perché lo infastidivo. [FORSE, eh! Perché si sa che tu non sei una persona fastidiosa, per niente! Che orso irriconoscente!] Comunque mi attacco e mi sbalzò via con una zampata. Sbattei la testa contro un tronco d’albero e caddi a terra. Facevo molta fatica ad alzarmi ed inoltre l’orso continuava ad avvicinarsi; riuscii ad alzarmi prima del suo arrivo, ma mi diede un’altra zampata. Non riuscivo più a reggermi in piedi. L’orso tornò e mi morse alla zampa anteriore destra, che prese a sanguinare. Io riuscivo solo a lamentarmi e ad ululare per il dolore, e pensai che quella sarebbe proprio stata la fine. [Non darmi false speranze, dai…]
Poi, proprio quando l’orso stava per darmi il colpo di grazia, saltò fuori un centauro che si mise a combattere l’orso con tutte le sue forze. [Eh, immaginavo che qualcuno ti salvasse le chiappe. Dio, perdona quel centauro, non sa quello che fa!] Ogni tanto si alzava sulle zampe posteriori e scalciava con le anteriori per intimorire l’animale. [Dicesi: impennarsi. Un giretto sul vocabolario prima di mettersi a scrivere non farebbe male, eh?]
Alla fine riuscì a metterlo in fuga. Io ero ancora sotto forma di lupo, ma lui si avvicinò a me, si chinò e mi guardò negli occhi. Dopo una lunga pausa mi disse:
“Stai tranquilla, sei salva.” [Che gioia]
Mi tirò sul suo dorso e cominciò a galoppare.
“Non dovresti disturbare le orse con i loro piccoli, sono molto protettive!”
Non so dirvi cosa accadde dopo, perché persi conoscenza, so solo che mi risvegliai sul mio isolotto. Avevo la zampa fasciata con una strana stoffa [Una strana stoffa? Com’è una strana stoffa? Non è che devi per forza metterlo, l’aggettivo, se non sai cosa dire] ed ero vicino ad un fuoco caldo [Eeeh, combo di aggettivi utili!]. Da quanto tempo non sentivo un po’ di calore e non avevo un po’ di luce! [Aspettate, ma quindi il problema del fuoco non l’aveva mai risolto? Quindi è stata più di sei mesi sotto zero, visto che la temperatura massima, come da lei stesso asserito, era una decina di gradi? Quindi non ha cotto nulla e non è morta di legionella? Qui si vive per inerzia, insomma. Brava Kety! Hai dimostrato che le capacità non servono quando si ha la fortuna di essere protagonisti!] Mi chiesi chi lo avesse acceso, e vidi il centauro seduto dall’altra parte. Cercai di alzarmi, ma lui mi blocco dicendomi:
“Devi riposare, giovane fata”
Non capivo proprio come si rese conto che non ero un vero lupo. Non avevo segni particolari che aiutassero qualcuno a capire che ero una fata, [Forse hai solo la faccia trasformata e il culo è rimasto fatto a Kety. Io controllerei] ma lui ci riuscì:
“Il mio nome è Gregorio, ma tutti mi chiamano semplicemente Greg. Anche tu, se vuoi.”
Non riuscii a trasformarmi per qualche giorno, ma Greg fu molto gentile: Mi trovò da mangiare e mi medicò le ferite.
Quando finalmente riuscii a tornare Kety cominciai a fare conoscenza:
“Il mio nome è Kety”
“Piacere” mi rispose. [Mamma mia che entusiasmo! Che gran bella conversazione! Ti prego, Kety, illustrami i tuoi metodi di socializzazione, ho così tanto da imparare!]
Sapete tutti che i centauri [NO. Questo è un no secco. Non puoi iniziare una frase così, non puoi, rientra in quella esigua lista di crimini contro la letteratura e i lettori. Adesso correggo la frase e riprendiamo da dove eravamo rimasti. “Visto che l’avevo letto nel mio libro di tuttologia, sapevo che i centauri…”] sono esseri mitologici che hanno metà corpo a forma di cavallo e metà a uomo. Gregorio era molto elegante [Smettila di descrivere tutto con “molto”! Per piacere!]: La parte a cavallo era di colore nero, come i capelli ricci e la coda. Il viso era molto bello e giovane, [Guarda che inizio a cancellarli tutti se non la smetti…] e tutti gli arti erano muscolosi. Poco sopra agli zoccoli aveva dei peli neri lunghi, come i nostri cavalli da tiro.
Era stato molto gentile, [NE HO ABBASTANZA] e io mi sentii in dovere di sdebitarmi:
“Grazie per quello che hai fatto”
“Dovevo, ho capito subito che non eri un vero lupo”
“Come ci sei riuscito?”
“Non so spiegarti, era come una sensazione. [Quando non sai come giustificare una conoscenza inspiegabile, semplicemente, non farlo! Tanto è FENTASI!] E poi conosco bene Ater”
“Chi è Ater?”
“Il serpente, è il mio animale da compagnia e so benissimo che poteri ha” [Ma non era meglio un gattino? E poi, se è il tuo animale, perché il serpente era lì sei mesi prima di te?]
“Non pensavo che avesse un nome”
“E’ un animale molto docile, ti ha voluto fare un piacere mordendoti” [Eh beh, certo! Kety è talmente importante e ha il culo talmente parato, che quando gli animali la attaccano viene salvata, e quando riescono a ferirla è solo per farle un favore!]
Ad un certo punto si alzò e disse che doveva assolutamente tornare al suo villaggio, così cominciò ad attraversare il lago al trotto. [Al trotto lo passa! Non al passo, e nemmeno annaspa… vuol dire che indicativamente ci sono due dita d’acqua in questo lago. E come pensava di usarlo come riparo dai predatori?] Decisi che non potevo lasciarlo andare, in fondo era diventato mio amico, [Eh, certo, con la bellissima conversazione che avete avuto! Ho proprio sentito la VERAH AMICIZIAH nascere!] e non avevo voglia di passare altri sei mesi di solitudine completa, così lo fermai:
“Te ne vai così presto?”
“Sono stato con te più di cinque giorni, a me non sembra poco!” [Grazie. Grazie Greg per averci salvato dalla solitudine con Kety. Grazie per aver detto una cosa sensata. Non ti perdono per averla salvata, ma già essere in sua compagnia è una punizione più che bastante, quindi non infierirò]
“Ti prego, non andartene. E’ la prima volta in sei mesi che parlo con qualcuno, e io qui ci devo passare quattro anni. [Ehm… non erano tre? Tuttora faccio fatica a non fare casini con le tempistiche nei libri, devo riguardare le denominazioni di tempo un miliardo di volte. Visto che questo è pure il primo libro senza esperienza, muoio dalla voglia di vedere che gran casino ci salterà fuori con i mesi e gli anni, alla fine. Stay tuned] Non voglio stare sola”
Si girò e tornò indietro:
“Guarda che c’è un buon motivo se non ti porto con me!
Alla mia gente non vanno a genio gli esseri umani.”
“Perché?”
“Perché siete stati voi a rinchiuderci in questa foresta.
Un tempo noi vivevamo nel vostro regno insieme alle ninfe e alle sirene. Poi la tua regina decise che non eravamo alla vostra altezza”
Aveva assunto un tono un po’ severo, ma lo capii, poi riprese:
“Io ho 527 anni ed è da quando mi ricordo che sono qui” [Allora sarai il VECCHIO SAGGIOH della storia, presumo. Però dimostri trent’anni e sei forzuto, perché nei VERI FENTASI anche i VECCHI SAGGIH devono essere FIKIH!]
“Mi dispiace…io non lo sapevo”
Mi guardò per un attimo; sembrava molto indeciso sul da farsi:
“Comunque…anche tu non sei in una bella situazione, quindi…”
“Grazie” dissi entusiasta. [Dio, sparatele]
“Non ti esaltare troppo. [Ecco, appunto] Di questi tempi gli stranieri non sono mai i benvenuti, soprattutto se si tratta di fate o maghi. Ti avverto che ci sono dei rischi”
“Non me ne importa proprio niente. [Brava! D’altronde, tutte le belle decisioni che hai preso finora erano su due piedi, senza ragionare. Non vedo perché qualcosa dovrebbe andare storto!] Allora, dove si va?”
“A Centarorum Vicus”. [MIIIIIIINCHIA cos’è ‘sto latino brutto?]

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Capitolo 9
*** Centaurorum Vicus ***


CENTAURORUM VICUS


[Vi informo che da ora in poi sarà un continuo sfoggio di LATINOBRUTTO. Perché? Beh, la sottoscritta in terza media partecipava a un corso in preparazione al liceo, quindi millantava di sapere come si usa un dizionario di latino. In realtà no. E, soprattutto, non aveva tenuto in conto che i nomi dovessero anche SUONARE BENE]
Greg, prima di partire, mi aveva avvertito che il suo villaggio era piuttosto distante, ma non mi importava.
Misi tutto in ordine [Tutto cosa, esattamente?] e, dopo circa mezz’ora, partimmo. Greg mi disse che per arrivare entro sera avremmo dovuto mantenere un passo abbastanza sostenuto; solo dopo capii che Greg con quella frase intendeva dire che avremmo dovuto correre. [Altro cliché del BUON FENTASI: bisogna avere sempre FRETTA! Non c’è tempo bisogna correre! Perché? Non c’è un perché. Bisogna CORRERE, ho detto!] Attraversammo i più strani paesaggi che avessi mai visto: dagli acquitrini e le paludi fino alla “vallata arena”, sempre verso Nord. [Da ora in poi vi tradurrò tutto il latino per farvi vedere quanto banali fossero questi nomi. Centaurorum vicus vuol dire “Villaggio di Centauri” e Vallata Arena “Valle di sabbia”. Perché, indovinate un po’? Nel villaggio vivono i centauri e la valle è fatta di sabbia. Come siete perspicaci!]
Quella vallata era composta da sabbie mobili [Che avevo detto?] di colore grigio scuro e molti centauri ci lasciarono la vita, mi spiegò Greg.
Io non credevo che fossero così micidiali, ma Greg butto [ò] un bastoncino nella distesa di sabbia, e questo, invece che affondare lentamente, venne trascinato giù da una specie di onda di sabbia in pochissimi secondi.
Per superarle senza dover prendere la strada lunga bisognava sapere esattamente la localizzazione dei punti solidi, che alla vista erano identici a tutto il resto della vallata. [Ok, ma una domanda sorge spontanea: perché? Se è così pericolosa, perché non aggirarla? Perché avete fretta di arrivare al villaggio? Potrei capire se volessero arrivare prima della notte per evitare i pericoli, ma in realtà Kety è da sola all’addiaccio da mesi, quindi che pericoli aggiuntivi ci saranno mai nelle ore buie?]
Per nostra fortuna Greg conosceva i punti sicuri:
“Seguimi e fai attenzione a non sbagliare di un centimetro, oppure sei morta” [Vabbè, però, effettivamente, se questo giro mette a rischio la vita di Kety, chi sono io per lamentarmi? Vai, Kety! Buttati che è morbido!]
Su quel libro letto molti mesi prima avevo trovato qualche informazione sulla capacità dei centauri di rassicurare le persone nei momenti difficili, comunque lo seguii. [Giulietta, ti svelo un segreto: una battuta, per fare ridere, deve almeno essere comprensibile. Ricordatelo in futuro]
Ero sotto forma di lupo da un bel pezzo, poiché si corre molto più facilmente con quattro zampe, ed anche ora mi sarebbe servito per balzare più in lungo e con più precisione. [Finalmente mettiamo a frutto questo potere del tutto casuale che ho voluto affibbiarti!]
Mi ricordai di una lezione di ginnastica fatta al collegio, era proprio sul salto in lungo. Non so dirvi precisamente che risultato ottenni, ma sicuramente deludente. [Sì ma almeno una delle due cose tra intelligenza e prestanza fisica la devi avere…]
“Il primo punto è da quella parte” mi disse indicando verso destra.
“Vado prima io, mi raccomando, non ti devi sbagliare” [MI RACCOMANDO! Non vogliamo che ti capiti qualcosa di male]
Dato che non potevo parlare, abbaiai per dire che avevo capito. [E lui come fa a capire che hai capito?]
Dopo il mio segnale, Greg prese la rincorsa, fece un balzo, ed atterrò sulla sabbia grigia. Prima di saltare sul successivo, fece un segno al suolo con lo zoccolo.
“Devi saltare esattamente qui” [ESATTAMENTE LÌ]
Poi saltò di nuovo ed atterrò.
Mi sentivo gelare il sangue nelle vene, ma dovevo andare.
Ormai erano già passati tre o quattro minuti da quando Greg mi aveva dato il via.
“Ce la puoi fare; prendi una bella rincorsa e salta sul segno che ti ho fatto”
Anche questa volta abbaiai per dire che avevo capito e per dire anche che non c’era fretta. [Ma come è versatile il vocabolario canino! Dice tutto e niente con giusto un BAU]
Alla fine mi decisi: Presi la rincorsa e saltai con più potenza che potevo. Ad un certo punto, mentre ero in volo, mi parve di aver saltato troppo e mi venne il panico di cadere nelle sabbie mobili, [DAI MUORICI!] ma, fortunatamente, [Fortunatamente…] era solo una sensazione.
Atterrai esattamente sul segno fatto da Greg.
“Hai visto che ne sei capace…” [Questi… puntini… messi… a casaccio…]
In effetti, mi ero stupita persino di me stessa: il salto era molto lungo e non era per niente facile saltare su un punto poco visibile. Evidentemente Greg lo faceva da così tanti anni che ormai ci era abituato.
Subito dopo aver fatto un altro segno, saltò sul terzo e io sul secondo, così fino ad arrivare alla fine della vallata arena.
Era tutto andato bene, quindi riprendemmo a correre.
Greg non mi faceva nemmeno riposare: se mi fermavo un attimo col fiatone, lui mi spronava a continuare, ed io gli abbaiavo sempre dietro. Per fortuna, quando ero lupo, sentivo meno la fatica! [Greg ha capito la disgrazia che gli è capitata e cerca nella peggiore delle ipotesi di seminarti, nella migliore di ammazzarti con un infarto ben piazzato]
Poi, finalmente, dopo una giornata di faticosissimo viaggio, arrivammo a Centaurorum Vicus.
Appena fummo in vista dal villaggio, una strana felicità mi attraversò la colonna vertebrale e si espanse in tutto il corpo, [Com’è una strana felicità? E perché scende nella colonna vertebrale? Guarda che si chiama paralisi neurale…] anche se l’accampamento era ancora lontano qualche miglio. [Miglio? Aspetta, ma poche pagine fa non avevamo rifiutato il sistema imperiale? Rettifico: la foresta di Knarenn dice FORSE al sistema metrico decimale!]
Lui mi fece qualche raccomandazione prima di farmi varcare le porte custodite da due grossi centauri [Sia gli alberi che i centauri non meritano nessun migliore aggettivo di “grossi”] armati fino ai denti:
“Non fare cose stupide se senti parlare male della tua specie.
Non è una cosa rara” [Ok, ricordatevi di questa cosa: Kety ha UNO e UN SOLO compito: stare buona. Ce la farà?]
Non riuscivo a rispondere, però feci un cenno. [“Per far capire che avevi capito”? cit.]
Varcammo la soglia mentre i due centauri – sentinelle mi guardavano male. [Strano, l’ultima volta che ho cercato “sentinelle” sul vocabolario, non mi sembrava ci fosse scritto che è una condizione strettamente legata alla razza. Esistono solo le sentinelle, generiche, e non i centauri – sentinella, le donne – sentinella, gli alieni – sentinella o le carrube – sentinella]
Era un villaggio molto carino ed evoluto: c’erano pozzi con acqua potabile e case proprio belle. [Eh, ke karino kuesto posto! Evolutixximo! Ha persino i pozzi e le case, eh! Roba che neanche il terzo mondo!]
Questo villaggio era immerso nel verde e sembrava che fosse una piccola oasi in mezzo alla foresta tenebrosa. [Fammi indovinare: qui gli alberi sono belli e molto grossi? L’arborometro già si lecca i baffi]
Qui, infatti, le querce erano belle e forti, e non nere e morte come quelle fuori. [Ah, ecco! Finalmente alberi decenti! L’arborometro emette un bip sereno, accompagnato da luce verde, e segna livelli di SFIGA prossimi allo zero. I segnali sono chiari: siamo nel territorio dei BUONIH!]
Per terra c’era uno strato di foglie rosse e gialle cadute, e non c’era neppure un po’ di neve. La cosa mi sembrò strana, poiché ormai era già inverno inoltrato, ma era un posto troppo bello per farsi delle domande del genere. [Eh! Era un posto troppo bello per accendere il cervello e farsi una domanda intelligente!]
Greg sembrava essere proprio popolare: tutti lo salutavano e lo rispettavano; e non è che ci fossero pochi abitanti! [Insomma, ti sei accalappiata il capo? Pure. Non ti andava già abbastanza bene l’esilio]
Perfino un gruppetto di “centaurini” smisero di giocare per scambiare qualche parola [Centaurini mi pareva talmente cretina come parola, anche allora, che evidentemente sentii il bisogno di metterla tra virgolette]:
“Che cosa è successo fuori?”
“Hai incontrato un orco?”
“Quanto hai combattuto?”
Poi, finalmente, dopo domande di ogni genere, si accorsero di me.
“…e dove hai trovato è quel cagnolino sporco?”
Stavo per dire “prova tu ad attraversare un acquitrino senza sporcarti!!!” ma mi risparmiai, in fondo erano carini. [KUCCIOLY!]
Passammo anche davanti a qualcosa di simile ad un locanda; lì stavano bevendo e scherzando dei centauri molto grossi [AH! Oddio! La combo malefica!], ma qualcosa mi attirò nel loro discorso:
“…Se fossi io il capo qui, la farei pagare a quegli sporchi uomini!”
“Già, hai proprio ragione” [E come poteva mancare il discorso razzista completamente a caso proprio mentre passa lei?]
Per un attimo mi dimenticai delle raccomandazioni di Greg, così ringhiai, e loro mi guardarono male. [Avevi una sola cosa da fare, Kety!] Quando Greg si accorse che mi stavo quasi cacciando in una rissa, mi diede un colpetto con la zampa e mi fece segno di andare avanti. Io ubbidii.
“Che avete da guardare? Mai visto un lupo?”
“Niente Greg, scusaci” [Ma scusaci di cosa? È stata lei a ringhiare, ma scusati tu!]
Stavamo andando alla capanna di Greg, [Capanna, quindi? Il villaggio è fatto di capanne, e non di vere e proprie case? Scommetto che se vado in Burundi trovo villaggi più “evoluti” di Centaurorum Vicus] quando incontrammo una centaura che si mise a camminare di fianco a noi. Aveva i capelli rossi chiari, lunghi e un po’ mossi. La parte a forma di cavallo era di color marrone chiaro e la coda di un colore simile ai capelli. Il viso era giovane e molto bello. Il seno era coperto da un pezzo di stoffa marrone. Lei somigliava, al contrario di Greg, ad un cavallo da corsa, dato che era molto snella. [Sì, io continuerò a cancellarli, questi “molto”. Io ti devo estirpare la voglia di usarli, Giulietta!] Subito ci salutò:
“Ciao Greg, come è andata” [Prendi un punto interrogativo, è gratis! à ????]
“C…ciao Ophelia, è andato tutto bene grazie” [Perché adesso balbetta?]
Mi sembrò proprio di vedere Greg arrossire!!! [Ma che succede? Dove mi trovo? Una puntata di Cento Vetrine? Ridatemi il FENTASI, per quanto stupido, almeno non è troppo sdolcinato]
“E chi è questo bel lupetto?”
“E’ una femmina, si chiama Kety”
“strano nome per un lupo! Te lo ha detto lei?” [Uh, Ophelia pare arguta!]
“N…no, intendevo dire che l’ho chiamata io così…” [Dio, ti prego, basta! Mi stai facendo involvere Greg a tredicenne brufoloso!]
“Ah…Comunque ora devo andare, ci vediamo!” [Pure lei se ne è accorta e giustamente se ne va a cercare partiti più appetibili, pensando: “Ho già 530 anni, non posso andarmi a rovinare la vita con soggetti del genere”]
“Ciao Ophelia”
Non l’avrei mai detto…Greg era bravo a combattere, [Buono a sapersi, visto che non l’abbiamo mai visto combattere, e a rigor di logica nemmeno tu] ma era proprio imbranato con la centaura dei suoi sogni, e si notava che quella era la centaura dei suoi sogni! [UUUH! Abbiamo una storia d’ammoreh! In effetti se ne sentiva la mancanza! Ora scusate, vado a suicidarmi]
Infine Greg mi fece vedere la sua capanna e lì passammo la notte. Sembrava un posto sicuro, così tornai Kety. L’indomani lui avrebbe fatto vedere alla popolazione la mia vera identità, o almeno così mi aveva detto:
“Domani unirò il consiglio, si deciderà se potrai essere nostra ospite” [Stavo per ingoiare la mia fialetta di cianuro, ma aspettate, qualcosa non torna… se può chiedere di farla restare legalmente, perché la porta dentro senza dire nulla a nessuno, col rischio di essere scoperto e magari preso per traditore?]
“Con chi non andate davvero d’accordo? Con le fate o i maghi immagino, però non siamo tutti crudeli.” [Ho riletto questa frase almeno cinque volte ma vi giuro che non ne ho capito il senso. Procediamo]
“Io lo so, è l’altra gente che non la pensa così. Però in fondo devi capirli: Knarenn non è un posto adatto ai bambini. [Sì, oddio, finora mi è sembrato un posto più sicuro del vialetto di casa mia, dove almeno passavano le macchine e ogni tanto capitava di venire punti da qualche insetto…] Noi abbiamo cercato di rendere accogliente il nostro villaggio, però non è come vivere nel regno.” [E l’hanno fatto modificando le stagioni, a quanto pare, visto che a Centaurorum Vicus è autunno e nel resto di Knarenn è estate. Il potere delle bonifiche fasciste? Eh, qvando c’era lvi…]
“Sì, hai ragione. Anche a me non piace come governa la regina” [Kety, Zitta. ZITTA. Sei stata nel regno tre dico tre giorni, non hai avuto il tempo – né avresti avuto le risorse mentali – per farti un’idea sociale, economica e politica del luogo. E per di più, tutto ciò che di negativo ti è capitato è stato conseguenza di TUE SCELTE, e non del governo della regina! Semmai è a lei che non piace come “cittadineggi”!]
Poi mi stesi sul letto e Greg si sedette per terra. I centauri non usavano né materassi né coperte. Quel lettino l’aveva fatto apposta per me.
Avevo un terribile dubbio, così decisi di chiarire tutto prima di addormentarmi:
“Ophelia ti piace, vero?” [MA NO! Da cosa l’hai capito?]
“C…cosa? N…no, certo che no…figurarsi…” [Non dal fatto che Greg involve a essere monocellulare quando la vede o ne parla, vero?]
“Guarda che si capisce”
“Davvero?” [Ma anche tu ti ci metti, Greg? “Davvero?” CERTO CHE DAVVERO, sei un personaggio quasi normale e quando si parla d’ammoreh diventi idiota! Verosimile, tra l’altro, visto che hai giusto 527 anni di esperienza sul groppone]
“Si, e secondo me anche lei lo ha capito. [Oddio, se non è completamente cretina, sì, lo ha capito] Dovresti dichiararti, lei è proprio bella…” [Capito, bambini? Dovete dichiararvi a quelle belle! Non a quelle intelligenti, simpatiche, che in qualche modo vi fanno stare bene con la loro sola presenza. L’unica cosa che conta, al mondo, è trovare una FI… danzata con un bel C… orpo. Capito?]
“Già, è davvero bell…Senti non sono affari tuoi. Ora dormi”
Si stava proprio arrampicando sugli specchi, e io non riuscii a non ridere. [E tu ridi poco e pensa ai tuoi problemi, che se tutto va bene Nick è al Papeete e ti ha già dimenticata da un  pezzo]

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Capitolo 10
*** L'attacco delle Arpie ***


L'ATTACCO DELLE ARPIE


Quella notte andò tutto liscio ed io, per la prima volta da quando fui esiliata, dormii come un ghiro. [“Ero stata esiliata”. Dai, Giulietta, non è difficile! Esistono altri verbi oltre il passato remoto! O forse dovevi ancora studiarli?]
Molto spesso mi capitava di pensare a Nick la notte, e questo non mi faceva addormentare. In effetti, da quando avevo conosciuto Greg, non mi sentivo più sola come prima ed ero anche molto più felice. Non avevo proprio intenzione di tornare al mio isolotto, se mi avessero accettato a Centaurorum Vicus. [Scusami eh, ma chi è quello scemo che tornerebbe al mitico isolotto, se venisse accettato nella società “evolutissima” dei centauri?]
Mi svegliai molto tardi, e infatti, Greg non era nella capanna. Lui era solito alzarsi presto, e sapevo benissimo che non l’avrei trovato. [Questo lo sai da un giorno di convivenza?] Mi ritrasformai in lupo per uscire, ma non vidi nessuno in giro. Era decisamente deserto, dalla locanda alla piccola piazza. Tutto questo mi parve molto strano; ero lì da poco tempo, ma non mi aspettavo di non trovare nessuno nemmeno per le strade. [Vostro Onore, non ce la faccio. Alcune cose sono troppo cretine, come vi aspettate che possa commentare?] Regnava il silenzio ed io provai ad abbaiare per chiamare qualcuno, ma non sentii nessuna risposta, nemmeno con l’udito sviluppassimo da lupo. [Ma chi mai risponderebbe ad un latrato? Kety, mi sconvolgi, oggi ti sei alzata più stupida del normale!] Pensai che, forse, si erano allontanati tutti per un motivo ignoto, ma Greg mi avrebbe avvertito. [Sì, ma non sei il centro di tutto, lo sai?]
Cominciai a girovagare per i vialetti circondati dalle querce e ad ululare per chiamare qualcuno. [Sì perché se quelli sani di mente non rispondono a un latrato, sicuramente rispondono a un ululato! LOGIC!]
Dopo circa mezz’ora di ululati, [Io in mezz’ora giro Modena eh, ho paura che Giulietta abbia un po’ scazzato misure e tempi di percorrenza di Centaurorum Vicus] cominciai a demoralizzarmi e a preoccuparmi. Non potevano certo scomparire tutti nel giro di una notte!
Ma poi un rumore mi mise in guardia. Cominciai ad annusare l’aria, poi vidi un piccolo centauro nascosto fra i cespugli. Era proprio quel piccolo che mi aveva chiamato “cagnolino sporco”. [Non vorrai mia vendicarti ora che è da solo, vero?]
Stava piangendo e sembrava proprio impaurito, ma pensai che avrebbe potuto dirmi cosa fosse successo. Lui mi fece tante carezze e mi abbracciò, affondando il viso nel pelo.
Mi trasformai per poter comunicare, e lui si spaventò, [Se dopo questa al Centaurino non si blocca la crescita, ha la mia stima] ma io mi chinai:
“Tranquillo!” [ARGH! Fa paura persino a me questa frase! Non puoi tranquillizzare la gente con i punti esclamativi, lo vuoi capire?]
“Chi sei?”
“Sono il cagnolino sporco!” [Ah. Ah. Ah. Vostro Onore? Chiedo l’ergastolo per crimini contro l’ironia!]
Per pochi istanti riuscii a farlo ridere, [È piccolo, dai, capiamolo] ma si rattristò subito.
“Mi chiamo Kety, e non devi avere paura di me! [ARGH! E basta punti esclamativi in frasi che dovrebbero essere pacate!]  Ora però mi puoi dire cosa è successo?”
“E’ arrivata”
“Chi?” [Tu-Sai-Chi! Sento puzza di KATTIVOH talmente KATTIVOH che merita di essere nominato impersonalmente]
“E’ arrivata Celeno” [Oddio, è SCIOCCANT… aspetta, chi?]
Sembrava che abbassasse la voce mentre pronunciava quel nome.
“Devi scusarmi…ma chi è Celeno?”
Il piccolo centauro non rispose anzi, sembrava impietrito: non si muoveva, era pallido e aveva gli occhi sbarrati. [Che? Cosa succede? Un colpo apoplettico? Scusate ma qui necessito l’aiuto di un professionista:
 
 
“Questo è un caso per il Dottor House!” grido.
House arriva e afferma, convinto: “È lupus”.
“No, dottore, quella è Kety”
 
 
AHAHAHAHAHAH! Dai, su ridete. Dai. Sono troppo simpatica! So che vorreste un intero spettacolo, ma torniamo alla storia]

Mi voltai per capire cosa stesse fissando, allora vidi un enorme uccello che scendeva a terra verticalmente per non colpire gli alberi con le grandissime ali. Rimasi anche io con gli occhi sbarrati, perché avevo notato che non era del tutto uccello, ma aveva il corpo di una donna. [Una donna con l’uccello? Vladimir Luxuria?] Le ali erano bianche simili a quelle di un’aquila e la loro apertura doveva essere di almeno quattro metri!!! [Non è che la notizia diventa più scioccante se la riempi di punti esclamativi…]
Sbatteva le ali ripetutamente, facendo volere via le foglie sotto di lei; lo spostamento d’aria si avvertiva fino a noi che eravamo circa un centinaio di metri più avanti.
Il centauro non si muoveva, e nemmeno io. In qualche modo avevo capito che non era un essere amichevole. [Ma sei un genio! Da cosa l’hai capito? Forse dal fatto che il centaurino si sta cagando sotto?]
Quando atterro [ò] cominciò a camminare, o meglio, gattonare. Infatti l’essere utilizzava sia le gambe sia le braccia per camminare, ma non appoggiava le ginocchia, proprio come un quadrupede.
Si stava avvicinando sempre più a noi annusando l’aria, fino ad arrivare ad un centimetro dal mio naso. Mi fissava, ma non faceva niente. A vederla da vicino era davvero terrificante: Lei era magrissima e la sua pelle era bianca, quasi come quella di un morto. Si poteva anche notare il sottilissimo strato di piume che spuntavano sulle braccia e sulle gambe, ma era quasi invisibile. Gli occhi erano come quelli di un gatto, e l’iride era di colore bianco. Lei aveva anche i canini molto sviluppati e i capelli erano d’argento, ma molto malmessi, e le ali completamente bianche, come quelle di un angelo (anche se la differenza tra un angelo e lei era davvero enorme). [Salvo quest’ultima precisazione dal gusto idiota, vorrei farvi notare che abbiamo appena assistito a una descrizione quasi decente! In questo libro! Mi commuovo!]
Mi era così vicino che sentivo il suo alito uscire dalla bocca. Io stavo trattenendo il fiato per la paura, e avevo la pelle d’oca.  Non capivo cosa stesse facendo: era ferma lì di fronte a me in ginocchio da un minuto abbondante, ma non sembrava reagire. [E tu hai trattenuto il fiato tutto questo tempo? La regina delle apnee…] Dopo un altro po’ di tempo si girò e continuò a camminare per il vialetto. Era stranissimo, non ci aveva proprio visto. Avvertiva qualcosa, forse il mio calore corporeo, ma non riusciva ad identificarmi come un essere vivente e potenzialmente pericoloso. [Una frase sensata! Oddio! Ma cosa succede? Avevo fatto un’iniezione temporanea di DNA di bravo scrittore?] Appresi in seguito che la vista delle arpie non era molto efficace da vicino. Al contrario, vedevano molto bene da lontano. [Che apparato visivo inutile…]
Ormai era già molto distante da noi, e ci dava le spalle. Ad un tratto, il piccolo centauro cominciò a correre dalla parte opposta. [Ecco. Non poteva stare fermo lì, no! Doveva scappare, l’idiota!] Sfortunatamente, l’arpia si accorse del centauro [Ma va?] e subito prese ad inseguirlo in volo. Io non sapevo cosa fare, ma mi trasformai e cominciai a correre a fianco del centauro.
L’arpia era veramente furiosa, ed ogni tanto urlava. Il suo urlo era più uno stridio che spaccava i timpani, ma non potevo nemmeno chiudere le orecchie. [Uh, che dramma! Che tragedia! Qualche capitolo fa non potevi metterti le mani nei capelli, ora non puoi chiuderti le orecchie… è proprio una disgrazia essere lupo, vero?] L’essere continuava a seguirci e a scagliarci dietro delle lance; non so proprio dove le prendesse, ma certo non volevo fermarmi per chiederlo. [E quando pensi che il libro stia prendendo una piega vagamente interessante, TIÈ! La battuta orrida! Per farti stare sul chi vive e ricordarti che non sei più in Kansas, signorinella! Sei a Knarenn! E qui l'ironia fa schifo!] Ormai stavamo correndo da un bel po’ di tempo e lei si decise a planare schivando gli alberi; prese il piccolo centauro e lo fece cadere. Intanto lei era atterrata e io mi ero girata verso di lei. [Se mi dessero un euro per tutti i “lei” che ho scritto, a quest’ora starei in panciolle su una palafitta a Bora Bora, e non qui a criticare e a rovinarmi le retine] Non potevamo scappare all’infinito! Eravamo di fronte e ci guardavamo negli occhi; Lei fece un altro stridio poi parlò:
[Fermi un attimo. Voglio che vi prepariate. State per assistere alla parlata più idiota ed esilarante della storia della letteratura. Tenetevi…]
“Unn umanno e unn centaurro! Due piccionni conn unna favva!!!” [PFFFF AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Ma che cos’è? Perché? Mi piace anche il fatto che usi proverbi che parlano di piccioni quando lei è un uccello. Cioè… è GENIALE!]
Anche lei si era accorta che non ero un lupo. [Eh, che bel travestimento! Su due persone che hai incontrato, entrambe ti hanno smascherata subito!] Parlava in modo stranissimo, raddoppiando quasi tutte le consonanti, e aveva una voce acutissima. Io naturalmente non dissi niente, e lei mi attacco [ò. Il tasto c’è sulla tastiera, è lì vicino alle “è” e alla “à”. È così difficile da usare?]. Mi dava dei colpi fortissimi con le ali, e non mi lasciava il tempo di riprendermi. Ma io feci un balzo e afferrai con i denti un’ala. Lei era caduta, e io la azzannai al collo. Si liberò e si alzò in volo. Io mi trasformai e la guardai:
“Nonn ne valle la penna. [AHAHAHAHAHAHAHAHAH no, cioè, NO! EPICO! Non ne vale la “penna” detto da un UCCELLO! Questa è arte. Questa è la quintessenza della bellezza, dell’estetica e della perfezione greca! Questo è l’Olimpo, il Valhalla, il Nirvana!] Ssalva i tuoi amicci centaurri, sse ci rriesci luppo!” [Non ce la faccio! Non ce la faccio a stare seria, è la cosa più esilarante che abbia mai letto! Alcune parole non so nemmeno come si leggono!]
Dopo aver detto questo volò via. Intanto il “centaurino” si era rintanato dietro a un albero, e venne fuori. [Ok, ok, calmiamoci. Nella foga di ridere per la parlata dislessica non abbiamo notato una cosa importante: la KATTIVAH ha lasciato andare Kety! Così, senza motivo! Solo perché è la protagonista e deve avere la sua buona dose di salvataggi deus ex machina!]
“Era lei Celeno. Sei stata fortissima!”
“Dove sono gli altri” [Sono ancora gratis ---> ?????]
“Stanno combattendo con le altre arpie, ma si sono allontanati molto”
“Sai dirmi dove?”
“Credo di sì, seguimi”
Lui cominciò a correre e io lo seguii. Mi portò molto lontano dal villaggio, poi finalmente vidi gli altri centauri che combattevano.
Stavano vincendo [Avevano delle evolutissime mitragliatrici da 120 millimitri come contraerea?]: ormai erano poche le arpie ancora vive. Trovai Greg mentre scagliava una freccia e faceva cadere una arpia. [Ah, no, archi e frecce. Si riconfermano EVOLUTIXXIMI!]
“Greg” urlai
“Oh Kety sei viva” [L’entusiasmo, proprio!]
“Ho rischiato tantissimo… potevi almeno avvertirmi!”
“Non ne ho avuto il tempo, le arpie non avvertono quando attaccano. [Beh, potevi tirarle una zoccolata in fronte] Comunque pensavo che ti saresti svegliata con i rumori!” [Sì, vi ricordo che quella che non si è svegliata con una battaglia in corso è la stessa che qualche capitolo fa faceva uso di sonniferi – e li somministrava coattivamente]
“…Avevo il sonno molto pesante” [Ecco, infatti]
“L’ultima è stata abbattuta signore” disse un centauro a Greg
“Bene, andiamocene in fretta. Non vorrete essere qui tra qualche ora” [‘N che senso?] Io volevo chiedere a Greg per quale motivo avesse tanta fretta di andarsene, ma un centauro non me ne diede la possibilità
“Chi è quella?”
“Sta con me, non è pericolosa”
“E’ umana!” Urlò mentre mi puntava una lancia al collo. [Ecco, questa è la reazione base dei centauri agli umani. Quindi mi chiedo di nuovo: perché farla entrare illegalmente? Cosa sarebbe successo se l’avessero scoperta?] Io mi feci indietro per non farmi colpire, ma Greg prese la lancia e disse con tono autoritario:
“Non è pericolosa”
“Sissignore” Rispose il soldato abbassando l’arma riluttante.
Tutti mi stavano guardando mentre tornavamo al villaggio. Alcuni avevano persino la faccia schifata o arrabbiata. [Sarai stupita di sapere che è la stessa faccia che ho io, dopo nove capitoli di autocritica. E so che ne mancano ancora tantissimi, ma mi rifiuto di contarli, o mi viene un infarto] Il giorno dopo mi fecero fare un discorso nella piazza del paese:
“Io non ho intenzione di farvi del male. Sono nella vostra situazione anche io, e non riesco a vivere da sola.”
“Perché sei qui?” Chiese una voce femminile.
“Beh, mi sono innamorata di una persona…normale. Devo trascorrere qui ancora quasi 2 anni! Vi prego, non lasciatemi sola” [Questo, lettori, è il discorsone! Entra di diritto nella classifica dei discorsi più belli della storia, tra “I have a dream” e “Stay hungry, stay foolish”!]
“Per me va bene” Disse Ophelia
 “Anche per me” disse Greg [Greg, mi spiace, ma hai avuto tutte le possibilità di salvarti. Evidentemente sei masochista]
“Va bene” Disse un altro.
Continuarono così fino a quando tutti ebbero votato.
Alla fine, ottenni 28 voti favorevoli e 22 contrari, quindi mi accettarono a Centaurorum Vicus, anche se per poco. [Dio, perdona anche loro, perché non sanno quello che fanno!]

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Capitolo 11
*** Il lago Repercussio ***


IL LAGO REPERCUSSIO


[Mamma santa, il LATINOBRUTTO colpisce ancora. Quando pensiamo di aver visto di tutto, torna con un colpo di coda e ci tramortisce di nuovo]
Si, a Centaurorum Vicus mi avevano accettato, ma ci volle molto tempo prima che si adeguassero tutti gli abitanti. [Ma perché sono sempre gli altri che si devono adeguare a te? Guarda che non gira tutto intorno alla tua persona. Non sei la Banca Mediolanum] Per alcuni ancora oggi sono una minaccia, altri invece mi presero subito in simpatia.
Le due settimane successive le impiegammo per ricostruire la parte nord del villaggio, dove le arpie avevano incendiato buona parte di strutture. Sepolti sotto le macerie trovammo qualche centauro, ma per fortuna non c’era stato nessun ferito grave. [Perché se sei SEPOLTO sotto le macerie, non puoi essere ferito gravemente]
“Chi è di preciso Celeno?” chiesi a Greg mentre cercavamo di sollevare un tronco d’albero in mezzo al sentiero. [L’hai pure vista, Kety. Ma che domanda è?]
“E’ la regina delle arpie. [Aaaaah era solo un modo idiota per far dire a Greg che è la regina delle arpie! Se no il lettore come fa a saperlo? Meglio introdurre l’informazione in modo del tutto innaturale e scollegato dal resto di quello che sta succedendo!] Di solito non lascia vive le sue vittime! Devi ritenerti fortunata ad essere ancora tra noi” [Non è fortunata, lei è oltre. Lei vive per inerzia. Vive perché sì. È la protagonista, Greg! Non vorrai mica che il libro finisca al capitolo 9? E poi come fai a trombarti sposarti con Ophelia?]
“Vi attacca spesso?”
“Abbastanza, ma è nella natura delle arpie combattere contro qualcuno, non riescono a vivere in pace. [Capito? Se sei KATTIVOH sei KATTIVOH, non hai mica bisogno di un motivo!] D’altronde dopo l’esilio di tutte le creature in questa foresta loro sono ancora più adirate” [Adirate: parola aulica del giorno. Imparate, INNIORANTI!]
“E se la prendono con voi?” [No, macché! Ci distruggono il villaggio perché vogliono spingerci a ricostruirlo migliore di prima! Ci tengono alla vostra EVOLUZIONE]
“Ci siamo solo noi e, come ti ho detto, non possono non prendersela con nessuno. Ormai le ninfe e i fauni sono quasi estinti”
“E’ triste!” [La vita è kosý ingiusta!]
Alla fine tutta la parte nord del villaggio fu ricostruita, forse anche più bella di prima. [Eh, appunto! Se non ci fosse Santa Celeno!] I giorni successivi furono rilassanti e piacevoli come non mai. [Finora non è che tu ti sia ammazzata di lavoro, comunque va bene]
Un giorno, mentre camminavo lungo un sentiero inoltrato nel bosco, vidi un centauro seduto sulla riva di un piccolo lago.
Avvicinandomi scoprii che era Ophelia.
Il mio istinto mi diceva di non farmi sentire e di nascondermi, e io gli diedi retta anche se non so perchè: apparentemente non c’era nessun motivo per cui non dovessi farmi vedere. [Prima regola dello scrittore: se non c’è nessun buon motivo che giustifichi una scelta, tira in ballo le SENSAZIONI o L’ISTINTO, che con quelli non si sbaglia mai!]
Comunque avevo ragione, [Non si sbaglia mai, ho detto] perché dopo poco tempo capii che stava parlando con qualcuno. Il qualcuno era un fauno, uno dei pochi rimasti della sua specie.
Il fauno era immerso nell’acqua color argento del lago e ogni tanto nuotava avanti e indietro spruzzando acqua ovunque. [Se nuoti nell’acqua, spruzzi acqua, giustamente]
Non riuscivo proprio a capire cosa dicessero, anche perché mentre ero intenta ad ascoltare qualcuno mi afferrò per la spalla. Io presi paura ed il fauno avvertì il rumore. Scomparì all’istante, ma Ophelia rimase seduta lì.
Girandomi capii che era stato Greg a toccarmi. Non diceva una parola e aveva il dito premuto sulle labbra:
“Sssssst!” [Uhm, pare che anche lui stia architettando qualcosa di maligno…]
Io non dissi niente, ma cercai di farmi capire con lo sguardo. [Fra latrati, ululati e sguardi, mai una volta che usi il dono della favella per farti capire, eh?] Volevo capire perché dovevo stare in silenzio, lui però non mi rispose; anzi mi disse sottovoce:
“Vattene” [Che bello, Greg ha iniziato a dar voce ai pensieri dei lettori tutti!]
“Perché?” dissi ancora più piano
Lui non mi rispose e mi diede una spinta via. [Cos… cos’è una “spinta via”?] Non lo aveva mai fatto, e io pretendevo delle spiegazioni.
“Per favore” disse quasi senza voce
“voglio andare a parlarle! Non ti permetterò di rovinare tutta l’atmosfera: sono giorni che aspetto il momento giusto!” [Uh, ke romantiko!]
“Oh! Scusa”
Detto questo si voltò e cominciò a trottare felicemente verso Ophelia. Arrivato all’argine si sedette vicino alla centaura e cominciò a parlare.
Io intanto mi ero nascosta dietro un albero e cercavo di ascoltare. [TU. SEI. PESSIMA! Traditrice infame! Fai schifo, sei il peggior essere mai pensato! E sei la peggior amica di sempre! Cavolo, ma vattene, no? Non sono affari tuoi! Però vero è che non è la cosa peggiore che hai fatto. In fondo, questa è un’inezia in confronto al drogare la propria migliore amica] Non riuscivo a sentire bene, e non capii cosa si dissero. So solo che ogni tanto si guardavano e si scambiavano sorrisini sdolcinati, poi lei abbassava lo sguardo con le guance rosse.
Me ne andai quasi subito, me mentre mi giravo mi parve di vederli baciarsi. [Ora ho la conferma che hai una certa tendenza al voyeurismo] Comunque non mi voltai e me ne andai per continuare il mio giro.
Ero nella capanna già da un bel po’ quando Greg rientrò.
“Bravo!!!!” saltai in piedi urlando. [Per piacere, sparatele!]
Lui mi guardò con aria interrogativa e io gli chiarii le idee:
 “Tu lo sai benissimo per cosa! Sei riuscito a fare colpo…finalmente!”
“Ma cosa dici?!?” [E poi cos’è, la fiera della punteggiatura ad canis minchiam?]
“Vi ho visti: vi siete baciati!!!” [No. No, seriamente, non ce la faccio. Io non posso continuare così. Non posso star qui a sopportare le manie psicotrope adolescenziali di questa criceta in prognosi riservata, la sera, dopo otto ore di duro lavoro. Non posso. Perché lo faccio? E voi, sì, voi lettori… credete di avermi pagato adeguatamente per questo sforzo fisico e mentale? No, esatto, direi di no. Vi prego di rimpolpare il mio IBAN con almeno una cifra con tre zeri prima della virgola, e poi, forse, si potrà parlare di equo compenso. Salvo, poi, il vostro diritto di rivalervi su Kety, che è la causa di tutto e ha un sacco di immobili – regalati – pignorabili]
“Cosa? N…no, non abbiamo p…proprio fatto n…niente” [E niente, ci si mette pure Greg con la sua sindrome da adolescenzite acuta, il cui più grave sintomo è quello di trasformarsi in un quattordicenne idiota che vorrebbe ingropparsi fidanzarsi con la professoressa. Kety, smettila! Stai spappolando anche il cervello degli altri personaggi!]
“Allora perché balbetti? Fai così quando sei imbarazzato! Dimmi la verità”
Ci fu una lunga pausa, poi lui si azzardò a fare un sospiro e a dire:
“Sì, l’ho baciata” [UUUH L’HA AMMESSO IHIHIHIHIHIH!!!!!!]
“Evviva!! Sono contenta per te”
“Ma se non ricordo male ti avevo detto di andartene!” [Fortunatamente Greg è tornato normale, sembra. Allora, Kety? Cos’hai da dire a tua discolpa?]
“Ah si? Non ho sentito! [No. NO. Questo è troppo! Io giuro, qui e ora, e che Dio e l’umanità mi siano testimoni: io ti ucciderò, Kety Wilson! Alla fine di questa autocritica, io mi rimetterò a scrivere, e darò vita a un finale alternativo in cui tu fai la peggior fine che possa venirmi in mente. Preparati, Kety. Ti ho avvertita] Comunque ho visto con la coda dell’occhio il tuo bacio, e non mi sono rigirata”
“Non ti crederò mai!”
“Credimi, è così. Cosa vi siete detti?” [NON. SONO. CAZZI. TUOI. PORCA. ****.]
“Non mi pare che ti riguardi” [Oh, Dio ti ringrazio! Ricordatevi, vi prego, io sono Greg, non Kety! Kety non mi rispecchiava per nulla nemmeno allora. E sapete perché? Perché quando si scrive, soprattutto la prima volta, si tende a scegliere un protagonista cliché: un po’ invincibile, un po’ col carattere antipatico perché deve sempre avere ragione. Ma io vi giuro che non ero come Kety. Me lo ricordo. La mia famiglia se lo ricorda e spero confermerà]
“Ti prego”
“No. Devi imparare ancora molte cose sul conto dei centauri. Una di queste è di non infastidirli troppo” [Ma mica solo i Centauri, te lo garantisco. Qui si ha un po’ tutti i sacchi scrotali rigonfi]
“Ok, come vuoi. Però, cambiando discorso, volevo chiederti se qui c’è qualche fauno” [Ma che domanda è? Ma… l’ha visto! Ma che cacchio sta succedendo in questo capitolo?]
“Si, c’è un fauno che vive qui da moltissimi anni. Lo abbiamo nominato il custode del Repercussio.”
“Repercussio???”
“E’ un lago. [RIVELAZIONE SCIOCCANT… ah, no, è anche nel titolo] Più precisamente quel lago dove hai sbirciato ed origliato i miei fatti privati”
“Non ho origliato!” [MA ANCORA? Ma anche tu, Greg, fai in modo di far procedere il discorso che se no ammazzo anche te a fine libro!]
“Però ci hai provato, e comunque sei riuscita a sbirciare”
Il ninja cervellotico entra in scena e inietta del cervello temporaneo nel cranio di Kety.
“Va bene, va bene! Continuiamo il discorso di prima. [Per una volta devo dare ragione a Kety, ed è tutto dire!] Da quando i laghi hanno bisogno di un custode?”
“Non è un lago normale. [Beh, siamo in un FENTASI, quindi è per forza MAGGGIKO!] Non deve avvicinarsi nessuno, perché un suo uso improprio potrebbe portare perfino alla pazzia” [Peccato che vi siate avvicinati tu, Ophelia e Kety dieci righe fa…]
“In che senso uso? Cosa vuol dire?”
“Ma riesci a stare per un minuto senza domande?” [Ma se ha appena iniziato a fare domande normali e interessanti! Ma porca miseria, Greg, ammazzo anche te, ho deciso]
“La curiosità è una dote importante”
“Non troppa però! Comunque vuol dire che il lago non riflette la tua immagine quando ci guardi dentro. [Che avevo detto? MAGGIAH!] Ti fa vedere quello che accade nel luogo che per te ha più importanza, nella maggior parte dei casi. A volte mostra quello che vuole mostrare e fa cadere in inganno. Per questo ha bisogno di un protettore. [Il Repercussio è una prostituta?] Non bisogna disturbare l’acqua! [Frase copiatissima da “Il Signore degli Anelli”] Si narra di un centauro, Criptenestre, [UGH! Dritto nello stomaco, questo BEL nome] che non volle seguire i consigli di un uccello che si trovava nei paraggi e tentò di bagnarsi nel lago. Dopo quel giorno non riuscì più a fare a meno delle visioni del Repercussio e alla fine si tolse la vita. Credeva che la sua famiglia, che viveva molto lontano, fosse stata sterminata da un gruppo di arpie” [Bellissima questa leggenda! Commovente! Avete un’antologia, voi Centauri? Un testo sacro/mitologico? No? Ah, perché questa è l’unica leggenda che avete. Capisco…]
“Ma il fauno stava nuotando”
“Remenet dimora vicino al lago da tempo. [Madonna che schifo di nomi! Ma li pensavo seduta sul water?] Ormai Repercussio si fida di lui e non lo trae in inganno” [Insomma, questa pozzanghera ammazzagente è così MAGGGIKA che va addirittura personificata?]
Rimasi in silenzio, e dopo poco lui mi chiese:
“A cosa stai pensando”
“Se quel lago fa vedere ciò che è più importante per me…Beh voglio dire che non ci sarebbe niente di male…” [Kety, porca gualdrappa, ti ha appena detto che è pericoloso! Ma ci sei? Ci fai? Che è? Cosa sei? Un incubo? Un demone mandato su questa terra per perseguitarmi?]
“No! Il Repercussio ha una volontà sua ed è crudele. Mostra tutto, anche le cose che non andrebbero mai viste. Sarebbe troppo pericoloso!” [Eh, l’avevamo già capito tutti, tranne lei]
“Ma io lo amo” [Ma sta ancora pensando a Nick?]
“Come si chiama?”
“Nick, e non lo vedo da tantissimo tempo” [Nemmeno lui, per sua fortuna, ti vede da un sacco di tempo, e farebbe bene a stare dove sta]
“Mi spiace, non puoi”
“Forse hai ragione, come al solito. [Wow, una frase intelligente!] Sta succedendo proprio la stessa cosa, come un anno fa. Sto cercando di avvicinarmi a lui pur sapendo che non è possibile. L’ultima volta si sono visti i risultati, incapperei solo nell’ennesimo guaio tentando di ammirare il Repercussio” [CHE? Ha detto cose intelligenti? Come? Quando?
 
 
Giulia tornò indietro a scartabellare lungo il capitolo, per capire cosa fosse successo tra il discorso idiota del bacio di Greg e quel punto di spiccata intelligenza Ketyana.
E, nascosto tra le righe, eccolo lì! Il ninja!
 
[Il ninja cervellotico entra in scena e inietta del cervello temporaneo nel cranio di Kety.]
 
  
Giulia ingrandì, per meglio capire come il ninja invisibile avesse agito.
 
[Il ninja cervellotico entra in scena e inietta del cervello temporaneo nel cranio di Kety.]

 
Eccolo lì! Esattamente prima che Kety dica la sua prima frase intelligente, “torniamo al discorso di prima”. Pensava di fregarmi, il Ninja! Si insinua tra le righe, di tanto in tanto, ma solo quando la situazione è troppo grave e manderebbe al manicomio tutti i lettori. Peccato, però, che il cervello fosse solo temporaneo.
 
 
Bene, risolto il mistero della riga nascosta, torniamo pure all’autocritica. Si parlava di Nick…]

“Lo rivedrai, tranquilla”
“No. Non so bene come funziona da voi, ma nel mio mondo se una persona non si fa più rivedere, l’altra cerca di rifarsi una vita. Probabilmente avrà trovato un’altra” [Ah! Grazie Ninja Cervellotico! Queste nuove facoltà mentali di Kety mi danno una gioia incommensurabile! Ero sull’orlo della crisi nervosa, davvero, ma tu mi hai salvato! Ci hai salvato tutti! HEIL, NINJA!]
“Se ti ama anche lui veramente non credo che sia così tranquillo adesso. Quanto tempo è che non ha tue notizie, 1 anno e mezzo?
Se Ophelia sparisse all’improvviso e non si rifacesse vedere più per così tanto tempo sarei preoccupato, e non mi sarei dato mai pace, l’avrei cercata fino in capo al mondo”
Io sorrisi, mi aveva proprio consolato. [Da quanto è facile consolarla, direi proprio che l’effetto del cervello temporaneo sta scemando] Dopo mangiammo e ci addormentammo profondamente. Passarono i giorni e cominciai a non dare più peso a quella storia del lago. Poi però mi ritornò in mente insieme al pensiero di Nick. [Mi piace come Nick le torni in mente così, a caso, ogni tot mesi. VEROH AMMOREH proprio!] Un giorno, mentre passeggiavo presi le strada per il Repercussio. Non lo feci apposta, ma ci andai lo stesso, quasi trascinata da una forza maggiore. [E se le strane sensazioni e l’istinto non bastavano, beccatevi il DESTINO! Tiè!] Mi avvicinai alla sponda e mi sedetti sul terreno umido. Visto da vicino, il lago era molto bello, niente a che vedere con quello dove si trovava il mio isolotto: l’acqua era limpida e pulita e c’era una cascata di fronte a me. Gli alberi intorno erano verdi e si sentivano gli uccelli cinguettare. [Arborometro segna VERY VERY GOOD sullo schermo, e si lascia andare anche un rantolio di piacere]
Pensai che i centauri avevano veramente abbellito quello spazio di foresta. [Sì, come dicevamo, infatti, hanno fatto anche cose buone. Le bonifiche, le colonie, i treni in orario… eh, QVANDO C’ERANO I CENTAVRI!] Infatti fuori c’erano ancora gli stessi alberi neri, morti e si sentivano sempre rumori inquietanti. [L’arborometro trema al pensiero, e spera di non dover mai più ripetere l’orribile esperienza]
Ma intanto io potevo sentire il rumore dell’acqua scrosciante sulle pareti di roccia.
 I colori d’estate e il sole al tramonto rendevano la scena ancora più straordinaria. Era già passato qualche minuto quando vidi un fauno nuotare nel fiume. [Kety, non è un fauno, così, generico. È quello col nome idiota! No, non Criptenestre, l’altro] Doveva essere alto più o meno un metro e sessanta. Non aveva gambe, ma al loro posto delle zampe da capra di color marrone e molto pelose. In testa aveva delle corna molto grosse ricurve all’indietro. [Guarda, TrediGiulia, è ora di basta. Io spero tu abbia capito che i “molto”, i “grosso” e soprattutto i “molto grosso” vanno un po’ sfoltiti. Non li cancello più, anche perché inizia a diventare impegnativo. Ma tu tienilo a mente per il futuro]
Io non feci assolutamente niente e lo aspettai. Alla fine mi raggiunse e cominciò a nuotare a destra e a sinistra guardandomi.
Poi mi chiese:
“Vuoi guardare nel Repercussio?” [Kety, vediamo se ti è rimasto un po’ di cervello: Greg ti ha detto che è pericoloso. Tu cosa devi fare?]
“Non saprei, un amico mi ha messo in guardia” [Brava, rifiuti! Cioè, dovresti farlo convinta, non quel “non saprei”, ma mi accontento ugualmente]
“Se non sei debole come carattere non ci può essere alcun problema! [E tu come fai a sapere se è debole o no di carattere? Te lo dico io: lo è] Cosa vorresti rivedere di più al mondo?”
“Beh, vorrei tanto…”
“Non lo devi dire a me! Pensalo e concentrati su quello. Poi guarda sullo specchio d’acqua se vuoi”
Pensai a Nick, e alla fine mi convinsi a guardare. [Eeeh niente. Ninja? Ninja Cervellotico? Abbiamo di nuovo bisogno del tuo intervento!] Da subito non vidi niente, poi si formarono delle increspature. Vidi una persona sfuocata che si delineava sempre di più. Era proprio Nick, ma era triste e infelice. [Non dare per scontato che sia per te. Gli uomini diventano tristi e infelici per questioni molto più semplici, tipo quando è finita la carta igienica e devono alzarsi per prenderla] Era davanti alla televisione, andava in onda il telegiornale. [Allora aveva lasciato lontano il telecomando e non aveva voglia di alzarsi dal divano] I suoni non erano chiarissimi, ma riuscii a distinguere alcune parole:
“Ancora nessuna notizia sulla ragazza di diciotto anni scomparsa ormai 15 mesi fa…Nessuno ha più rivisto Kety Wilson. L’ultimo ad incontrarla fu Nicolas Callew, il suo fidanzato, ora accusato di….” [Uh, pare che Nick sia l’Alberto Stasi de' noartri!]  
Ma poi Nick spense il televisore e non vidi più niente. Lui era seduto sul divano di casa sua e guardava una foto su un tavolino al centro di un tappeto. Nella cornice c’era una mia foto, che gli avevo dato qualche anno prima durante una vacanza, o meglio, lui me l’aveva rubata, minacciandomi di metterla come salva schermo del suo computer, pur sapendo che non mi piacevo. [Tecnicamente, non è detto che guardi la tua foto perché sta male. Magari adesso si gira, guarda la sua nuova ragazza, tettona e intelligente, e dice “Eh, per fortuna che è morta, quella befana della mia ex! Ora finiamo di fare i bagagli per il Belize, dai, che lì non c’è l’estradizione!”] Poi vidi che si stavano formando altre increspature, poi tutto sparì tornando come prima.
Quando alzai gli occhi era già notte inoltrata.
“Che ore sono?”
“Sono passate quattro ore da quando hai cominciato a guardare”
“Era come essere in un sogno”
“Allora?”
“L’ho messo nei guai.”
“Il ragazzo che hai visto?”
“Sì lui. È il mio fidanzato, ma ora che sono scomparsa lo hanno incolpato di avermi fatto chissà che cosa. [Ma di che ti preoccupi? Indagheranno, capiranno che eri rincoglionita e che anche se fosse stato lui, avrebbe svolto un servizio civico! Nel peggiore dei casi avrà una medaglia! Vai tranqui, sorella!] Io devo tornare! Non posso lasciare che lo condannino per qualcosa che non ha fatto! Se almeno potessi comunicare, anche solo parlare. Ci deve essere un modo”
“No giovane fata! Non c’è modo”
Il fauno continuava a nuotare e a guardarmi.
“Greg aveva ragione, non sarei mai dovuta venire!” [MA VA? Come al solito, stranamente!]
“Riuscirai a rincontrarlo, ne sono sicuro. Raramente i fauni sbagliano previsioni”
“Ma qualche volta accade” [Ma che ne sai che è il primo che vedi?]
“Tu lo rivedrai e tutto si aggiusterà, o non mi chiamo più Remenet!” [UGH! Di nuovo nello stomaco! Ora scusate, vomito un attimo e ci vediamo al prossimo capitolo!]

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Capitolo 12
*** Ululati in lontananza ***


ULULATI IN LONTANANZA


[Altresì detto “Il capitolo filler più filler della storia dei filler”]
Intanto il tempo passava velocemente a Centaurorum Vicus: I giorni divennero settimane, e le settimane diventarono a loro volta mesi. Ormai era il giorno di mezz’estate, ovvero l’anniversario del mio arrivo a Knarenn. [Wow, un salto temporale quasi decente!]
Tutto andava più o meno come i mesi precedenti e io continuavo a vivere insieme a Greg, che ora non arrossiva più mentre parlava con Ophelia. Infatti era ormai ufficiale: si erano fidanzati.
Ormai non pensavo più di ritornare al mio isolotto, che era sceso di grado da casa permanente a rifugio utilizzabile solo se strettamente necessario. [No, continuerò a non commentare la classificazione della casa. E comunque, quale idiota tornerebbe mai sull’isolotto? 10 punti intelligenza a Kety per l’intuito, -10 per l’ovvietà]
Naturalmente, io continuavo a pensare a Nick, e a un modo per toglierlo dai guai. Però più pensavo, e più mi convincevo che non c’era proprio [un cervello nella mia testa] modo di parlargli.
Era un po’ di tempo ormai che non mi trasformavo in lupo cominciai a capire che avrei dovuto ricominciare. Infatti era un po’ di tempo che mi sentivo male e mi spuntavano peli su un braccio o su una gamba. [Oh santi numi, questa parte l’avevo rimossa dalla mia memoria! Che è? Un lupo mannaro?] Un centauro molto anziano mi consigliò di non stare molto tempo senza trasformarmi, così cominciai una specie di terapia: almeno un’ora al giorno sotto forma di lupo. [Che in pratica è la versione FENTASI del metadone]
Comunque il giorno di ferragosto fu un giorno abbastanza triste.
Rimasi chiusa nella capanna per la maggior parte del tempo, pensando a Jenny e a White. Il cielo era nuvoloso e nero, e rendeva anche Centaurorum Vicus un posto inospitale.
Nel pomeriggio Greg entrò:
“Dovresti uscire” [Perché il sacrosanto diritto di essere depressi e stare per un giorno a crogiolarsi nella tristezza sotto le coperte non è riconosciuto a Centaurorum Vicus! Tu DEVI essere felice o perdi la cittadinanza!]
“E perché? Lo sai che giorno è oggi?”
“Sì, ma dovresti cominciare a prendere le tue sventure con filosofia. Non puoi diventare triste ogni giorno che ti ricorda qualche avvenimento, anche perché così saresti triste ogni giorno! [Greg ha appena finito di ascoltare le cassette di autoaffermazione che venivano regalate ogni settimana come allegato a DiPiù TV, e ora si crede il nuovo Kant sceso in terra] Pensa che ora mancano solo due anni” [Yuppy! Che gioia! Anche a me manca solo un anno di schiavitù praticantato forense, e sono così felice! YEEE!]
Io non risposi, stavo praticamente cadendo in depressione. [Praticamente, perché teoricamente no]
“Tu hai qualcosa che non va! [Sì, è vero, ma questo non ha a che fare con la tristezza. Si tratta proprio di una cosa congenita] Tirati su, tanto non puoi farci niente!
Cosa dovremmo dire noi centauri? Sono molti secoli che siamo qui.
Stare qui ha significato quasi estinguersi per le ninfe e le sirene, ma se ora ne incontrassi una ti parrebbe la creatura più felice del mondo” [E i bambini in africa muoiono!]
“Tu non capisci! Mi hanno tolto da tutto quello che conosco. Questo anno è durato più di quanto pensassi, e ne mancano ancora due. Mi spiace deluderti Greg, ma non sono una persona ottimista, o almeno non più” [Quest’ultima affermazione da anima distrutta e irrecuperabile te la potevi risparmiare, però! Dai, suvvia, stai pur sempre vivendo per inerzia, e hai un centauro gigante a pararti le chiappe in ogni occasione, non va poi così male!]
“Senti, io sto cercando di consolarti, ma non posso fare altro.”
Ci fu un attimo di silenzio, poi cercai di non far degenerare la situazione
“Scusami. Hai ragione, come al solito. Non posso scaricare la mia infelicità su di te, ma devi capirmi. La vita a me non ha dato mai niente. [WE WE WE, piano con le parole! Ti ha dato un compagno che a quanto pare, sebbene mi piacerebbe dire il contrario, ti vuole ancora bene; ti ha dato amici, ti ha dato case regalate, ti ha dato UN UNICORNO, ti ha dato un esilio che più che un esilio pare una vacanza in agriturismo e, last but not least, il bodyguard sopracitato. Non hai proprio di che lamentarti, Kety! Posso difendere il tuo diritto a essere scoglionata, ma non puoi pretendere che ci sia addirittura una spiegazione razionale per questo] Mi ha tolto i genitori e messa in un collegio ad appena un anno. [Se non li ricordi, non ti mancano. E, comunque, quello non era un collegio, era un parco giochi e tutti ti coccolavano da mattina a sera!] Poi, quando avevo cominciato ad adattarmi e a fare amicizie, mi ha portata qui, in questa foresta morta, dove le piogge sono tossiche e gli animali crudeli” [Uuuuh, scusa, non avevo contato che la NATURAH KRUDELEH potesse essere un problema così grave, soprattutto visto il fatto che né gli animali feroci né le piogge acide ti hanno mai fatto un graffio]
“Nemmeno io sono stato felice nella mia vita. Ma poi, quando meno te lo aspetti, succede qualche cosa che ti rende felice.” [Motivational Greg strikes again! E stavolta con una bella frase che pare un Koan Zen, seconda in classifica solo a “Qual è il suono di una sola mano che applaude?”]
Detto questo se ne andò.
Scese la notte e tutti si addormentarono. Allora uscii dalla capanna. In giro no c’era nessuno e io cominciai a girovagare.
Camminando arrivai al cancello nord, e lì mi fermai.
Non so cosa mi stesse passando per la testa, ma all’improvviso mi trasformai e uscii, senza farmi vedere dalle sentinelle. [I centauri-sentinella, prego. E poi perché non farsi vedere? Non sei prigioniera, no? Puoi uscire, se ti va, è entrare il difficile]
Camminai per qualche ora senza una meta, poi sentii un ululato in lontananza. Mi fermai e decisi di ascoltare ancora. Non era un solo lupo, ma almeno tre, o forse anche di più. Dovevano essere molto lontani, ma decisi comunque di andare da loro. Corsi fino ad arrivare ad un lago, molto più grande del Repercussio o di quello del mio isolotto. Anche se era agosto non era per niente caldo (come era solito nella foresta), anzi, quella fu una delle notti più fredde di tutta la mia permanenza a Knarenn. [Non… non sto capendo. Perché dovrebbe essere agosto il mese più freddo?] C’era anche un po’ di neve sul terreno, ma si sarebbe sciolta presto. [No, io… no. No, non… non capisco. Scusate. Perché dovrebbe sciogliersi la neve se andate verso l’inverno? O Knarenn è nell’emisfero australe?] Sentii un altro ululato, più vicino questa volta. Mi accorsi che c’era un piccolo branco di lupi sull’altra sponda dal lago. Erano grigi e molto grossi [Quale altro modo per descrivere dei lupi? Imponenti, intimidenti, fieri? No. Molto grossi. La stessa caratteristica di tutto ciò che è a Knarenn, dai centauri agli alberi. Che stile, ragazzi! Che capacità narrativa!]; all’inizio ne vidi solo tre, poi ne apparve un altro da dietro gli alberi. Anche loro mi guardavano immobili, allora io abbaiai. [“per far loro capire che avevi capito”? cit.] Il più grosso ululò e continuò a guardarmi. In realtà non capivo esattamente cosa volesse dirmi, [Voleva dirti che ha capito che tu l’avevi capito] ma l’istinto mi faceva più o meno capire. [Appunto] Il lupo, forse il capo branco, mi aveva chiesto chi fossi.
Io risposi abbaiando, sempre guidata dall’istinto. [Per fargli capire che avevi capito che lui aveva capito che tu avevi capito?] Lui abbaiò e ululò ripetutamente. [Per farti ripetutamente capire che ha capito che avevi capito che aveva capito che…] In pratica aveva detto di raggiungerlo. Io allora mi guardai intorno e cominciai a costeggiare il lago correndo, poi arrivai finalmente dai lupi. Loro non dissero niente e ricominciarono ad ululare tutti insieme, [Tutti hanno capito!] poi il capo branco si fermò e mi invitò, sempre abbaiando, ad unirmi a loro. [“Vieni, capiamoci insieme!”]
Intanto a Centaurorum Vicus udirono degli ululati in lontananza. [Ah, che poeticità! Che gran modo di ricollegarsi al titolo del capitolo!]
Continuammo ad ululare per tutta la notte, [Capirsi è una questione seria che richiede parecchie ore] poi venne l’alba chiarissima [Non “molto grossa”?] e io mi congedai.
Cominciai a correre per ritornare a Centaurorum Vicus, ma quando fui a circa duecento metri di distanza, un altro ululato mi fermò. [Ferma! Non hai capito l’ultima cosa da capire!] Era di nuovo il capo branco che mi salutava a modo suo. Io risposi ugualmente, [No, no, capito tutto!] poi il branco se ne andò scendendo dalla parte opposta della collina.
Continuai il mio viaggio e, nel giro di qualche ora, arrivai al cancello nord. Le sentinelle ora erano raddoppiate, [Ma che senso ha? Non dovrebbero essere di più durante la notte?] ma io mi trasformai in Kety e mi lasciarono passare. Le domande non furono poche:
“Come avete fatto ad uscire dal villaggio passando inosservata” [Qui le danno addirittura del VOI! Mai registro comunicativo fu più inadatto, davvero]
“Ero sotto forma di lupo! I lupi sanno essere silenziosi e furtivi” [Ihihihihihih, ke birikina!]
“Conoscete le regole: nessuno esce dal villaggio dopo il tramonto, è una questione di sicurezza” [Aaah, era per la sicurezza il coprifuoco! Ho capito qualcosa anch’io. Bau! Auuu!]
“Beh, eccomi qui, non mi è successo niente”
Tutti i centauri presenti si guardarono negli occhi, poi uno sospirò e disse:
“Potete passare, ma che non accada nuovamente”
“Statene sicuri” risposi facendo un inchino profondo. [Sento la bugia fin dentro al colon, guarda]
Avevo imparato che i centauri gradivano molto gli inchini ad ogni congedo, anzi, non farlo era un sorta di offesa. [Informazioni a random sugli usi e costumi evolutissimi dei centauri…]
Attraversai l’ingresso e mi diressi verso Greg, che stava parlando (casualmente) con Ophelia. Ero decisamente in forma e non ero più triste come la sera prima.
“Dove sei stata tutta notte?”
“Con i miei simili” [Ragazzine decerebrate?]
“Lupi? [Ah, no, i lupi. Giusto] Comunque ora ti vedo più serena”
“Sì, lupi. Mi ha proprio fatto bene passare una notte un po’ diversa.”
“Ah, eravate voi a disturbare il sonno perfetto di noi centauri” disse Ophelia [Sì, comunque vorrei ricordarvi che il branco era lontano “qualche ora” dal villaggio, quindi come hanno fatto a sentirli?]
“Sì, era proprio questo il nostro scopo principale! Comunque credo che questo ululato della notte di mezz’estate diventerà un rito” [Non è che lo credi, lo SAI, perché la tua scrittrice voleva dirlo al lettore in modo poco poco sgamabile]
“Lo spero” disse Greg.
“Se ti fa così bene!”

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Capitolo 13
*** Incontro tra vecchi amici ***


INCONTRO TRA VECCHI AMICI


Il tempo trascorse velocemente: ormai era già passata l’estate ed anche l’autunno, che era stata la stagione più calda. [No, niente, la mia perplessità continua…] Ora si cominciavano ad avvistare i primi veri fiocchi di neve, niente a che vedere con quelli della notte di ferragosto. [Ma che cazz…? Cos’è, stagioni a macchia di leopardo?] Ogni tanto sentivo ancora gli ululati di quei lupi, che percorrevano il loro territorio col trascorrere dell’anno. Nel branco dovevano esserci dei nuovi nati, perché si udiva qualche abbaio [Sì, magari meglio “latrato”] da cucciolo ogni tanto.
Tutto procedeva per il meglio e la storia tra Greg e Ophelia procedeva a gonfie vele. [Fun fact: da piccola credevo si dicesse “a gonfie vene”. Ho imparato a dirlo correttamente con la scrittura di questo libro] Io mi ero messa a studiare la lingua dei centauri cominciando dall’alfabeto, [Oh, no, sento che sta per arrivare un inforigurgito sulla lingua dei centauri!] che era composto da 30 lettere suddivise in tre gruppi: lettere ordinarie o principali, lettere secondarie e fonemi. [Lo sapevo!] Le lettere principali equivalgono alle nostre vocali, quelle secondarie alle consonanti e i fonemi sono i suoni come gh e ch, che si abbreviano con una lettera unica. Questa lingua è molto usata, ma ormai quasi tutti i centauri e le altre creature sanno parlare la lingua delle fate e degli stregoni. [Che, per inciso, sarebbe… l’italiano? O l’inglese? Non è chiarissimo]
Cominciai anche ad esplorare gli spazi circostanti a Centaurorum Vicus, ma non trovai molto. Ormai avevo esplorato molto e mi mancava solo la parte Ovest, dove mi avventurai con l’arrivo della bella stagione (se così può essere chiamata a Knarenn). [No, niente, non capisco. Inizio a pensare che, data la mia difficoltà nel mantenere i tempi costanti e credibili, avessi mandato a baldracche le stagioni apposta per confondere il lettore e non fargli capire a che punto dell’anno siamo. Così non si potrà stupire troppo quando dirò “erano trascorsi già tre anni”, tanto in mezzo ci sono state venti stagioni diverse…]
Un giorno, mentre camminavo tra gli alberi, avvertii un rumore molto sospetto. Era un po’ che mi sentivo seguita e osservata, ma ogni volta che cercavo di scorgere qualcuno, mi rendevo conto di essere (apparentemente) sola. [“Apparentemente” tra parentesi catalizza la suspense che neanche un film di Hitchcock, davvero!]
Ero arrivata ad un ampio spazio senza alberi, coperto da terriccio nero, ramoscelli secchi e qualche foglia morta da parecchio tempo. [Dicesi “radura”, che nei buoni FENTASI appare sempre per fare spazio per un bel combattimento!] Proprio qui incontrai una vecchia “amica”.
Stavo riposando quando sentii un urlo agghiacciante e stridulo. [È lei o non è lei?] Lo avevo già sentito mesi prima e me lo ricordavo molto bene: c’era sicuramente un’arpia nelle vicinanze. [Cerrrrrto che è lei! L’arpia!] Ero proprio al centro dello spazio circolare senza alberi e continuavo a guardarmi intorno: gli urli non provenivano sempre dallo stesso luogo e mi sentivo circondata. [Ah, no, ops… sono tante arpie!] Le arpie dovevano essere parecchie decine e si stavano decisamente stringendo attorno a me. [Se si salva anche stavolta – o meglio, se LA SALVANO anche stavolta – davvero come scrittrice non avevo nessun pudore] Non molto tempo dopo mi accorsi di aver ragione: le arpie erano più di una cinquantina e ne ero accerchiata. Mi guardavano con gli occhi felini e urlavano senza sosta. Erano molto simili a Celeno, ma le loro ali erano più piccole e meno eleganti. [Perché se sei una regina arpia le tue ali si sviluppano di più. O forse diventi regina arpia proprio perché hai le ali più sviluppate? Ah, i misteri della natura!] Io sudavo freddo e tremavo, ma ero sicura di non sembrare troppo impaurita; è una mia abitudine: quando sono in situazioni di pericolo cerco di non sembrare debole e di apparire coraggiosa al cospetto degli altri, anche se è totalmente il contrario. In quel momento stava accadendo proprio questo. [È un’abitudine degli scrittori in erba: cercare di far passare una caratteristica da donna superpower e coraggiosissima come qualcosa di negativo per far sentire meno in soggezione il lettore medio] Ad un certo punto un’arpia di fronte a me si fece avanti e mi venne vicinissima. All’improvviso mi afferrò il collo e disse:
“Tu devvi esserre quella fatta di cui parla Celenno…” [AHAHAHAHAHAHAHAH no, ve lo giuro, non ce la faccio. Cioè, ha detto “fatta” al posto di “fata”, a Kety che sembra per la gran parte del tempo sotto l’effetto di funghi allucinogeni. POESIA. POESIA PURA.]
“… lei dicce che ti si trasformarre in luppo!”
Io non dissi niente. Era fortissima e mi era impossibile opporre resistenza.
“Dicce anche che sei moltto abbile nel combatterre! Mi spiacce contraddirre la mia reginna, ma non sembri perr nientte fortte!”  [Come si legge “niennte fortte”? Dai, voglio saperlo!]
Lei continuava a guardarmi girandomi la testa da una parte all’altra. Questa arpia aveva le ali più rossicce, come i capelli e gli occhi. I canini, poi, erano molto sviluppati, come quelli di un vampiro.
“Chi ti ha datto il permesso di attraversarre il terrritorrio delle arpie?”
“Mi dispiace, non lo sapevo” risposi con tono indispettito.
“Comme? Non sapevvi che qui le arpie fanno i lorro niddi? Nessunno dei tuoi amicci centaurri ti ha avvertitto della parte ovvest?” [Effettivamente potevano dirtelo, Kety. Secondo me i centauri ti vogliono morta, e non li biasimo]
Io non dissi niente.
“Beh, peggio per te! Noi non lasciammo nessunno uscirre vivvo dal nostro territorrio”
A questo punto mi diede un colpo d’ala e mi fece cadere a terra. Io mi trasformai subito in lupo per poterla mordere; [Domanda: perché non si è trasformata mentre le stringeva il collo? Ho l’impressione che tenere fermo un cane inferocito sia un tantino più difficile rispetto al tenere ferma lei] Io però continuavo a saltare a vuoto, perché lei riusciva sempre a schivarmi. Le altre arpie la incoraggiavano a colpirmi e urlavano il suo nome: Alicia (che naturalmente pronunciavano a modo loro, e risultava Aliccia). [N’acciuga, praticamente]    
Lei continuava a colpirmi e a graffiarmi, e ormai ero senza forze.
Alicia mi afferro e cominciò a volare, poi mi fece sbattere contro un albero e caddi. Ero stesa a terra e Alicia continuava ad avvicinarsi; proprio in quel momento vidi un ramo molto robusto e piuttosto appuntito. [Figurarsi se non c’era l’arma a portata di mano, eh? Oh, scusa, di zampa…] Mi trasformai velocemente e lo afferrai. Alicia stava volando sopra di me e stava per afferrarmi nuovamente, ma io puntai contro di lei il ramo, che si conficco nel suo petto. L’arpia cadde e continuò ad urlare per un po’ di tempo e disse:
“Dannatta!” Poi smise di contorcersi e di lamentarsi giacendo immobile sul terreno: Alicia era morta. [Ah. Sono fatte di gommapiuma le arpie?]
In quel momento mi accorsi che tutte la altre si erano ammutolite e non si sentiva più nessun suono, solo qualche folata di vento tra gli alberi di tanto in tanto. [E voi perché non la attaccate? Perché i nemici affrontano il protagonista sempre uno alla volta? Ma volatele in faccia e pestatela a sangue!] All’improvviso sentii una voce conosciuta:
“Oh, c’è una seccatricce” [Stavolta è davvero lei!]
Notai che si faceva largo tra le altre un’arpia con grandi ali bianche. Con un balzo anche lei mi afferrò al collo e mi bloccò contro un albero. [Il tuo collo ha la strana caratteristica di essere sempre tra le mani di qualcuno, non è che ce lo metti direttamente tu?]
“Ci rincontriammo fatta” [DROGATTA!]
“Mi serviva proprio una visita di una vecchia amica” [Niente, non ce la faccio. Kety che prova a fare la spaccona è stupida quanto e più della parlata di Celeno]
Celeno strinse ancor di più la presa intorno alla mia gola.
“Non farre l’impertinentte! Devvi saperre che Aliccia era la mia soldattessa migliorre! [Ed è tutto dire, visto che è morta del tutto a caso, ammazzata dalla persona più inutile e incapace della storia] Lei avrebbe dovutto prenderre il mio posto il giorno della mia mortte”
“Quel giorno potrebbe essere oggi” [Oggi Kety si allena per diventare una gangster! Continua così, Kety! Sei molto lontana anche dal SEMBRARE in qualche modo intimidente!]
Dopo che ebbe udito queste parole mi fece cadere a terra e strinse ancora la mano.
“Non è ancorra giunta la mia orra, e non giunggerrà se non sarò io a vollerlo! [Cely, invece, devo dire che quando parla, a parte raddoppiare lettere a caso, usa una certa cognizione di causa. Brava!] Invecce la tua sì. Non avrei mai dovutto lasciarti vivvere diecci messi fa”
A quel punto prese il ramo dal corpo senza vita di Alicia che si trovava lì vicino e me avvicinò alla gola.
“So di quel ragazzo a cui tienni tanto! Niccolas giusto? Non preoccuparti, vi rincontrerette presto, forse nel regno dei morti, perché farrò unna vissitinna anche a lui” [Cel, per quanto io approvi questo tuo piano malvagio, necessito una spiegazione: come fai tu a sapere di Nick?]
Ma appena ebbe smesso di parlare lei si girò e cominciò ad urlare, come se fosse spaventata, quindi volò via insieme a tutte le altre arpie. [Ecco. Dai, chi è stato a salvarti stavolta? Voglio saperlo! Voglio avere qualcuno da incolpare!] Io ero rimasta lì stesa e non mi muovevo, perché la ferite mi facevano troppo male. Vidi poi uno strano viso che mi osservava: aveva i capelli verdi e ricci lunghi. Anche la pelle era verdina come gli occhi. [Yoda? Sei stato tu?]
“Fortunata fosti tu ad incontrare me!” disse la creatura con una vocina timida [È YODA!!!]
“Io curerò e riporterò a Centaurorum Vicus la bella fata dagli occhi azzurri” [Qui, al capitolo 12, abbiamo finalmente avuto la primissima informazione su Kety: ha gli occhi azzurri!]
Poi non vidi più niente: doveva avermi addormentata in qualche modo. [Che bel cliffhanger! Ci siamo uniti alla saga di Star Wars per rubare prendere spunto anche da quella!]

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Capitolo 14
*** Solo due elementi? ***


SOLO DUE ELEMENTI?


[Questo titolo interrogativo ci fa capire che pure il libro a questo punto è confuso a proposito della sua stessa natura]
Mi risvegliai in una grotta vicino ad un fuoco caldo e accogliente. [Sì perché il fuoco freddo è già nella Bibbia, non possiamo mica copiarlo! Noi copiamo solo le cose banali!] Mi sollevai e guardai in giro. C’era una bambina appoggiata alla parete, e un altro ragazzino vicino a lei. [E sì, per la vostra igiene mentale, vi devo dire che Yoda è la femmina. So che non era chiaro, visto che nel capitolo scorso TrediGiulia si era ben guardata dal dare una qualsiasi informazione di genere] Appena mi vide si alzò e disse con una vocina timida:
“Svegliata infine si è la bella fata di cui tutti parlano” [Visto che a questo punto non è Yoda, per incompatibilità di sesso, direi che siamo in presenza di una generica creatura dalla parlata sarda]
“Mi chiamo Kety” le dissi.
La bimba era molto bella, ma si muoveva lentamente e i suoi occhi non mi guardavano mai in faccia, come quelli di un cieco.
“Assegnatomi fu il nome Gramen dalla madre mia Luna. Lui è Flumen, fratello mio.” [Niente, il latino non ci molla mai! Diamo il benvenuto a ERBA e FIUME. Non sono così belli detti in italiano, eh?]
“Grazie per…”
“Dovere mio era! Ormai la fata delle creature famosa è qui a Knarenn” [Addirittura! Mi chiedo come mai, visto che tutto ciò che ha fatto finora è stato accollarsi alle chiappe dei centauri e farsi salvare la pelle]
“Famosa?” chiesi con aria stupita [Pure lei è stupita, vuol dire che la signorina ERBA l’ha sparata davvero grossa]
“Certo, tutti gli esseri che esiliati sono stati conoscere vogliono la lottatrice” [LOTTATRICE? E per che cosa?]
“Lottatrice?” [Eh, sì, Kety, ce lo stiamo chiedendo tutti!]
“Così la fata chiamano, poiché non accetta come tutti gli altri di rimanere qui. [Ma non ha fatto nulla per provare a evadere… anzi, no: non ha fatto nulla nemmeno per manifestare un minimo disagio nell’essere a Knarenn!] Mio fu il dono della preveggenza; vidi la fata scappare dalla foresta e sconfiggere l’imprigionatrice” [Ah, beh, c’è sempre il DESTINO di cui tenere conto! Mi ero dimenticata!]
Io non dissi niente, in effetti mi aveva messo in difficoltà. [C’è da dire che tu ti metti in difficoltà con poco, amore] Poi però feci una domanda:
“Vivete qui da soli? Non c’è un villaggio”
“Una volta altri due insieme a Gramen e Flumen vivevano, ma dispersi furono qualche tempo fa. [Il titolo del capitolo fa presagire che si sta parlando di elementi naturali, e per ora abbiamo visto ERBA e FIUME. Chi saranno mai gli altri due?] Loro erano fratello Rogum e sorella Aera. [Esatto: FUOCO e ARIA! Ma che originale!] I nostri genitori erano Sole e Luna. [Ed è subito cantico delle creature] Noi i quattro elementi rappresentavamo: io la terra, Flumen l’acqua, Rogum il fuoco e Aera il vento. Ognuno di noi una capacità possiede: io il futuro riesco a percepire, Flumen poteri curativi stupefacenti possiede, Rogum vedere riusciva in un altro luogo ed Aera felice era di inviare messaggi alle persone lontane con l’aiuto del vento” [E sarebbe pure poetico se il mandare messaggi non fosse un potere così infinitamente stupido rispetto al curare ferite o prevedere il futuro. Gli umani hanno da tempo risolto il problema della lontananza, sai, ARIA? Si chiama POSTA]
“Non sapete che cosa è successo a Rogum e Aera”
“Partiti eravamo per passeggiare, ma Rogum e Aera sparirono. Gramen e Flumen furono portati a Knarenn.” [Che tragico, che toccante!]
“Posso chiederti come hai fatto a spaventare le Arpie?”
“Io niente ho fatto. Loro semplicemente paura di noi hanno. [Capito? Non c’è bisogno di giustificare l’ennesimo salvataggio di chiappe della protagonista, basta dire che le Arpie hanno avuto paura! Easy!] Brutto effetto fa loro la nostra vicinanza: male si sentono e bisogno di aria provano.”
Poi si allontanò e tornò solo dopo qualche minuto. Nel frattempo si era alzato anche l’altro ragazzino. Aveva i capelli un po’ arruffati di colore blu, la pelle azzurra e gli occhi chiarissimi. [E dopo Yoda sardo, un bel puffo!] Anche lui aveva lo sguardo un po’ perso e fissava sempre il vuoto. Non disse niente per un po’, poi mi portò una ciotola piena di un liquido azzurro chiaro.
“Bene ti fa. Bevi” [Se c’è una cosa che ti insegnano a 14 anni, durante la prima lezione di chimica, è di non mettere le mani in liquidi sconosciuti dalla colorazione insolita, soprattutto NON BERLI]
Allora io ubbidii. [Beh, certo, non avevo dubbi] Il sapore era decisamente poco piacevole:
“Orrendo è il suo sapore, Flumen lo sa, ma la giovane fata deve berlo: bene le fa!”
“No, non è male” dissi io cercando di nascondere la mia espressione schifata, e Flumen rise.
“E’ da molto che siete qui?”
“Molto, si. Ma niente in confronto a tutta la nostra vita è. Nonostante il nostro aspetto, molto vecchi noi siamo. Vecchi più del mondo”
A quel punto tornò Gramen che si mise a guardare il fuoco acceso al centro della caverna, poi a parlargli in una lingua sconosciuta alle altre creature. Io la guardavo stupita. [Da una che si chiama ERBA non puoi aspettarti comportamenti normali, comunque. Potrebbe essere più divertente solo se di secondo nome facesse MARIA]
“Parlando sta con Rogum” disse Flumen che si era accorto della mia espressione.
“Ma non avevate detto che non sapete niente sul conto dei dispersi?”
“Vero è. Lei non parla con Rogum in persona. In ogni fuoco, scintilla o incendio che sia, una parte di anima del fratello vive.
Con questa comunicare si può, per non dimenticarsi del famigliare nei lunghi anni. Quel fuoco mai lo spegniamo, in tal modo sempre Rogum vicino abbiamo. [Ma non viveva in un qualsiasi fuoco? O se si spegne non siete più in grado di accenderne uno? Siete meno evoluti dei centauri, ed è tutto dire!] Ma Aera diversa è. Sempre spirito libero è stata lei. Flumen e Gramen mai riusciti sono a trattenere l’aria, come era impossibile Aera trattenere.”
Appena finì di parlare si rivolse a me anche Gramen:
“Meglio ora ti senti?”
“Sì, molto meglio! Grazie di tutto”
In effetti non avevo più nessuna ferita, nemmeno un graffio.
“Flumen bravo è stato. Curato ha le tue ferite mentre assopita eri.” [E allora a che serviva il liquido puffocromato?] Disse Flumen parlando in terza persona e facendo un profondo inchino. [Ragazzi però se iniziate a parlare in terza persona qui non capiamo più niente. Vi prego. Contegno.]
“Sarà meglio che torni al villaggio”
“Fonda è la notte ormai. Domani dai saggi centauri ti accompagneremo” disse Gramen.
“Non preoccuparti devi – disse Flumen – Abituati sono a non vederti per giorni” [No, non lo sono, visto che Kety non si è quasi mai staccata dal sedere di Greg]
“Questo è vero. Ma voi conoscete i centauri?”
“Chi non li conosce…” Disse Gramen sorridendo.
“…sono molto amici a noi. [Sì ma almeno la grammatica, diavolo! Almeno i complementi di specificazione!] Noi quattro e i centauri nella battaglia contro i mostri delle paludi combattemmo.”
“M…mostri delle paludi?”
“Non preoccuparti devi. Più di cinquecento anni fa si estinsero.” [Ah, allora non c’è da essere tristi! L’estinzione è brutta solo se riguarda specie che ci piacciono, specie BELLEH come le ninfe. Chissenefrega dei mostri delle paludi, la cui unica colpa era quella di essere mostri e vivere nelle paludi…]
“Non disturbare devi la mia paziente” disse Flumen.
“Riposare per molte ore deve, senza te che tutti i nostri fatti racconti, venire facendo il mal di testa” aggiunse sorridendo. [Pure i gerundi buttati a caso adesso, di bene in meglio proprio!]
“Mal di testa? Mal di testa? Mal di testa io venire non faccio!”
“A volte la voglia mi viene di quei boccoli verdi bagnarti”
“E a me di nelle radici farti inciampare ogni volta che nel bosco mio passeggi”
“Io nel tuo bosco passeggio come tu nel mio fiume ti bagni” [A COSA STO ASSISTENDO???]
Stavano litigando per gioco, proprio come un fratello e una sorella molto legati, e ogni tanto sorridevano, rivolgendosi a me.
“Non ascoltarla devi! Tutta quell’ erba a volte delirare la fa” [Eh. Sì. Immagino. L’erba fa questo effetto, se usata abitualmente]
“Non dargli retta. Così tanto tempo sta con i suoi fiumiciattoli che non più quello che dice sa” [Almeno quella dell’erba aveva un senso, anche se allucinante e di sicuro non voluto dalla me tredicenne. Ma questo? QUESTO?]
Infine ci addormentammo tutti e tre insieme ridendo. [Kety, so che sei stupida, ma se trovi tutto questo divertente, devi aver usufruito dell’erba anche tu. Oppure nel liquido puffocromato erano diluite droghe varie, non so]  La notte passo tranquilla e serena come mai avevo trascorso a Knarenn. [Strano, ormai lo dici di tutte le notti]
Il giorno dopo ci avviammo verso Centaurorum Vicus. Mentre attraversavamo la radura [Ah, ecco che in questo capitolo la chiami come deve essere chiamata!] non avevo rivisto il corpo di Alicia, e questo mi sembrò strano, perché avevo sentito un gruppo di centauri parlare delle arpie, e dicevano che loro non hanno alcun rispetto per i loro simili caduti, e non reclamavano i corpi o facevano riti. Per questo motivo chiesi spiegazioni ai due “bambini”, e mi rispose Gramen:
“Loro non essere uccise da noi possono” [Ah. Quindi l’acciuga è ancora viva? E perché non si è rialzata e ha fatto fuori Kety?]
“Ancora una volta sbagli sorella. Le arpie uccise possono essere da un’altra della loro specie” [Tecnicamente non aveva sbagliato, aveva detto “non possono essere uccise DA NOI”. Comunque ricordatevi di questo particolare, perché prima della fine del libro lo manderò del tutto a baldracche!]
“Ci stavo per arrivare. Se tu parlare mi lasciassi…”
“Ma Celeno mi aveva detto che le avevo ucciso la sua combattente migliore”
“Lei ingannava. Lei sempre pretesto cerca per uccidere un nemico” disse Flumen. [Ah, perché, le serve anche un pretesto?]
“Ah già! Ora ricordo. Greg aveva detto di andarsene presto dopo aver ucciso un’arpia, ma non ebbi il tempo di chiedergli perché”
Dopo qualche ora di cammino arrivammo alla porta occidentale del villaggio, e loro mi accompagnarono all’interno. Incontrammo Greg sulla strada:
“Riesci mai a passeggiare senza cacciarti nei guai?” [Visto che siamo in una foresta KATTIVA, per prima cosa consiglierei di non lasciarla passeggiare FUORI dal villaggio. Ma capisco che sono una mente superiore che voi non potete comprendere]
“Non lo faccio apposta”
“Già, per fortuna che hai incontrato due amici leali”
“Non meno di noi Gregorio lo è – disse Gramen – [Gramen, scusa, ti spiacerebbe spostare la lingua che usi per leccare il culo equino di Greg? Mi copre la visuale] Molto tempo che non ci incontriamo!” Detto questo Gramen e Flumen si inchinarono a Greg, che rispose allo stesso modo. Lui era alto almeno il triplo di loro ed era buffo vederli uno di fronte agli altri. [Più o meno quanto è buffo vedere te che sopravvivi alle situazioni più impensabili mentre dovresti già essere mangime per polli] Gramen e Flumen rimasero per un po’, poi salutarono:
“Se il destino vorrà presto ci rincontreremo” disse Flumen.
“Sempre approssimativo sei. Certo che si rincontreremo, e anche presto, predetto l’ho” [Grazie, Erba, se ora gentilmente ti levi dalle palle, che ho due gonadi fittizie da preservare…]
“Noi tutti ne siamo sicuri. Ci rincontreremo” Disse Greg. [E CHISSENEFREGA!]
“Alla prossima avventura” dissero Gramen e Flumen in coro, come se finalmente avessero trovato qualcosa su cui non discutere tra loro, poi si inchinarono e partirono, sparendo tra gli alberi. [Questo è il momento in cui i protagonisti dei cartoni animati giapponesi salutano e si avviano all’avventura della puntata successiva]
“Sono simpatici quei due” dissi rivolgendomi a Greg [Sì, come un gatto attaccato allo scroto!]
“Sono d’accordo con te. Ma non devi lasciarti ingannare dalle loro apparenze dolci. Sono molto pericolosi se sei un loro nemico, anche se sono solo in due: possono sostenere una battaglia da soli; forse anche vincerla” [Dispensando erba e acidi puffocromati ai nemici o rincoglionendoli con la parlata sarda?]
“Mi sarebbe piaciuto conoscere anche Rogum e Aera” dissi a Greg mentre camminavamo verso la capanna. [Eh, sì, anche a me! Se mal si sopportano in due, figurarsi se raddoppiano!]

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Capitolo 15
*** Aria di rivoluzione ***


ARIA DI RIVOLUZIONE
[Questo capitolo apriva la "Parte III: L'inizio della ribellione". NON SIETE ECCITATISSIMI?]


I giorni scorrevano sempre più lenti, e io ricominciavo a cadere in depressione. [Kety, lasciatelo dire, sei parecchio lunatica] Pensavo e ripensavo a quella frase sentita al Repercussio: “Ancora nessuna notizia sulla ragazza di diciotto anni scomparsa ormai 15 mesi fa…Nessuno ha più rivisto Kety Wilson. L’ultimo ad incontrarla fu Nicolas Callew, il suo fidanzato, ora accusato di….”
Volevo assolutamente sapere di cosa fosse stato accusato Nick. [Non è difficile da immaginare: Alberto Stasi de noartri è stato accusato di averti fatto a pezzettini e nascosto dentro i muri. Un po’ di fantasia, su!] Poteva essere nei guai per causa mia, e ne ero molto triste.
Intanto gli altri erano tutti molto misteriosi e riservati: parlavano tra loro sottovoce e guardandosi intorno, come per controllare che nessuno li stesse guardando. [“L’amore di una fata” si sta rapidamente trasformando in “Romanzo criminale”] Comunque non doveva trattarsi di brutte notizie, perché, finito il discorso, l’ascoltatore sorrideva e correva a spargere anch’egli la voce. Alla fine, la grande notizia arrivò a Greg, il quale non tardò a riferirmela. Una sera entrò nella capanna al galoppo [Un cavallo che entra al galoppo in una capanna, suppongo che la distrugga, ma continuiamo…]:
“Hai saputo?” disse felicissimo
“Se mi dici cosa posso dirtelo!”
“Se non sei stata addormentata per tutta l’ultima settimana dovresti intuire a cosa mi riferisco” [Ah, quindi questa voce girava da una settimana? E in tutto quel tempo Kety non ha pensato di chiedere spiegazioni a qualcuno? E Greg la sta prendendo in giro perché non sa niente, e anche lui tutta la settimana è stato all’oscuro, visto che annuncia tutto adesso? Sono confusa]
“Ah! Credo di aver capito. Comunque nessuno mi ha ancora informata” [Niente, Kety e il dono della favella, che le permetterebbe di fare domande e ricevere risposte, sono su due pianeti diversi]
Greg si avvicinò a me e cominciò anche lui a parlare sottovoce:
“E’ stato riunito il Gran Consiglio” [Perché detto sottovoce fa FENTASI e MYSTEROH!]
“Cos’è?” [Eddai, Kety, rovini tutta la suspense!]
“Tu mi sati chiedendo cos’è il Gran Consiglio?” chiese stupito [Tu gli stai chiedendo cos’è il Gran Consiglio, Kety? Eh? EH? È un consiglio. Grande. Easy, no?]
“Se non sei stato addormentato per tutto l’ultimo anno e mezzo, dovresti aver capito che non sono qui da trecento anni come te”
“E’ il consiglio delle cinque razze. [Ah, ora è più chiaro, grazie! È quello che c’è in tutti i FENTASI dagli anni ’50 a oggi, giusto?] Erano secoli che non si riuniva ormai.”
“La cosa si fa interessante”
“Direi! Si deciderà se formare un’alleanza e attaccare il regno!” [Così, a caso! Perché in 500 anni nessuno ci aveva mai pensato, serviva Kety ad aprire loro gli occhi!]
“Vuoi dire niente più esilio?”
“Esattamente” [E ricordiamoci che tutto ciò è dovuto al delirio post sniffata della nana verde!]
Quasi non ci credevo. Ero felicissima e non riuscivo nemmeno a parlare. Alla fine dissi:
“Puoi parlarmi di questo consiglio?”
“Ormai si è persa anche tra i centauri la memoria della sua nascita. Il consiglio riunisce cinque razze principali: Le Ninfe, le Sirene, i Centauri, i Fauni e le Arpie”
“Anche le arpie? Ci saranno anche loro al consiglio?” [Paura, eh?]
“Beh, loro fanno parte di una delle razze fondamentali”
“Capisco. [Sento fin qui quanto te la stai facendo sotto] Ma quando si riunisce? E dove?”
“Fra un mese al Planus Conzioni, la piana del raduno” [Ebbasta, Giulietta! Basta LATINOBRUTTO, non lo sai usare, punto! Tra l’altro, credo che ci vada una T in “Contioni” e non una Z]
“E dov’è?”
“Dall’altra parte del tuo lago”
“Il lago dell’isolotto! Ma potrei venire anche io?” [Kety, per quanto sembri assurdo, tu sei il MOTIVO del raduno. Certo che ci devi essere, genia!]
“Certo che si! Per quale motivo credi che il consiglio si sia riunito proprio ora?”
“Scusa, ma non ho afferrato” [Niente, non ha speranze. Greg, guarda, non so cosa consigliarti… forse se glielo dici molto lentamente e con parole semplici ci arriva!]
“Perché Gramen ha predetto la nostra liberazione, grazie a te. Tu devi e sei obbligata a venire, sei l’argomento principale di cui parlare”
“Si, ora ricordo. Gramen aveva parlato di qualcosa del genere” [No, non “qualcosa del genere”. Gramen ha PREDETTO che UCCIDERAI LA REGINA, mi sembra un’informazione un tantino importante che non è il caso di farsi sfuggire, eh, Kety?]
“Ha pensato lei a spargere la voce tra tutte le razze, e ora nemmeno le arpie tenteranno di attaccarti: sei troppo importante, persino per loro” [Eh, ci voleva un altro po’ di fortuna, perché per la nostra protagonista la vita a Knarenn era davvero insostenibile!]
“E quando si parte?”
“Per arrivare a Planus Conzioni sono necessarie almeno tre settimane”
“E’ così lontano! Ma quanto si starebbe là?”
“La durata del consiglio può variare a seconda dell’importanza. Credo che in questo caso ci vorranno due o tre giorni, poi si torna indietro e ci si prepara se viene dichiarata guerra. Tutto dipenderà da come ti considereranno”
“Ma io non sono nessuno” [Gente, l’ha capito! CLAP CLAP CLAP CLAP]
“Evidentemente ti sbagli. Gramen non ha mai sbagliato previsione” [Questo non toglie che lei non sia nessuno, Greg. Anche un vaso di fiori può ammazzarti, se ti cade in testa, ma questo non lo rende un eroe di guerra]
“Beh… c’è quindi la remota possibilità di venire liberati tutti” [Ne stiamo giusto parlando da un’ora e mezza, il tuo entusiasmo mi sembra un tantino a scoppio ritardato]
“Sembra più che una remota possibilità a quanto ho sentito. Le sirene sembrano già voler porre fine a questa storia. Però ci vuole il consenso di tutte le razze. I fauni sono sempre stati molto indecisi su tutto; è estremamente difficile convincerli a prendere una decisione. Le Arpie, invece, sono molto inclini a combattere, ma sarà comunque difficile convincerle che dovranno allearsi con noi.”
“Non potrebbero violare il consiglio e combattere anche senza le altre razze?” [Oh, niente, devi essere rimbambita. Ragiona un attimo: se anche le arpie andassero a combattere da sole, andrebbero a morire mentre voi state al sicuro nelle retrovie. Nella migliore delle ipotesi, libererebbero il regno dalla regina, e nella peggiore morirebbero loro al posto tuo. Ma questo tu non puoi concepirlo, ovviamente, perché è un pensiero opportunista e tu sei una BUONAH! Non solo, ma richiede addirittura un neurone sano e funzionante per essere elaborato, cosa di cui tu non disponi]
“Le arpie sono crudeli, ma molto orgogliose. Hanno giurato e manterranno il giuramento prestato.”
“E le ninfe?”
“Loro sono molto calme e rispettose anche per i nemici. Sarà difficoltoso persuaderle a combattere. [Le ho già inquadrate, sono le pacifiste guastafesti] Una volta fatto, però, si riveleranno molto abili e utili in battaglia”
“Come pensate di indurre i fauni e le ninfe ad unirsi a noi?”
“Ai fauni penserà Remenet, nostro alleato, e alle ninfe stanno già provvedendo Gramen e Flumen”
“Ci saranno anche loro?” [Kety, in questo capitolo stai dando il peggio di te. Non ci voglio credere. Gramen HA FATTO LA PREVISIONE! SVEGLIA!]
“Pare di si.” [Pare! Forse andranno tutti in guerra fidandosi solo della parola della nana verde, ma potrebbe anche non partecipare al consiglio, a questo punto!]
“Perfetto”
“Oggi è il primo maggio; partiremo l’otto di questo mese, e con un po’ di fortuna arriveremo a Planus Conzioni per il primo di giugno”. [Sai anche fare di conto, bravo!]
Mancava solo una settimana, ed io ero sempre più contenta. Forse con l’eliminazione della regina sarebbero cambiate le leggi. [Le TRE dico TRE leggi a dir poco LACUNOSE? Eh, sì, meglio cambiarle, sono un problema invalicabile!]
Comunque l’aria era elettrizzante, e tutti erano molto più felici e speranzosi. Durante questa settimana si fecero addirittura tre feste. [Tre feste in una settimana? Beh, mi pare una buona idea! Dopotutto, forse andrete in guerra e arriveranno tempi difficili anche per il reperimento delle provviste, perché non sprecarle tutte prima?] Quindi, dopo sette giorni impegnativi per preparare provviste e armi per sicurezza, arrivò il giorno della partenza. [Perché, di provviste ne sono rimaste?]
Eravamo io, Greg, Ophelia (che era molto influente nella politica grazie alla sua perspicacia e al suo carisma) [Leggasi: Ophelia era completamente inutile, ma volevo che ci fosse, e quindi le ho dato un ruolo politico vago solo per farla stare con Greg e avere chances per scene di VEROH AMMOREH!] e altri quindici centauri armati che ci scortassero.
Tutto era pronto, così partimmo a passo sostenuto verso Planus Conzioni, verso sud. 

 
 

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Capitolo 16
*** Verso Planus Conzioni ***


VERSO PLANUS CONZIONI


[Credo proprio che assisteremo ad un altro viaggio inutilmente FRETTOLOSO]
Nessuno dei miei compagni si stancava mai, io invece incontrai molta difficoltà a non restare indietro, un po’ come accadde durante il viaggio verso Centaurorum Vicus insieme a Greg. [Appunto]
Proprio Greg, ogni tanto, mi chiamava e mi incitava a continuare ancora: “Non ti fermare” diceva “tra poco ci accamperemo e avremo finito per oggi”; il problema stava nel fatto che me lo ripeté almeno venti volte, e trascorsero altre tre ore prima che ci fermassimo definitivamente.
“Io non posso farcela, tre settimane così” [E dire che una soluzione c’era: PARTIRE PRIMA]
“Beh, ti ci dovrai abituare”
“Abituare?!? Io sto sotto forma di lupo per correre senza fermarmi troppo spesso, ma non sono un centauro. Voi avete moltissima resistenza! Come puoi pretendere che riesca a non stancarmi?”
In effetti erano molto veloci ed erano capaci di non riposare, mangiare o bere per giorni interi. [Ke fiki i centauri! Ma una domanda sorge spontanea: perché a questo punto Greg non se la carica sul groppone?] Trasformandomi in lupo riuscivo a resistere per alcune ore, forse mezza giornata, ma era impossibile per me non fermarmi mai. Mi rendevo conto, naturalmente, di essere una palla al piede per loro, ma dato che ero obbligata a giungere a Planus Conzioni, e possibilmente a giungerci viva, [Di questo però non s’era parlato, Kety] li obbligai a rallentare il passo, anche a costo di arrivare uno o due giorni in ritardo. [Tanto che cosa importa? Sei solo la persona più importante del consiglio, e in base all’impressione che farai si deciderà se dichiarare guerra o no. Arrivare in ritardo mi sembra proprio un’ottima idea!]
Alla fine della prima giornata di marcia eravamo arrivati al mio isolotto. Della capanna, però, non era rimasto molto: era crollata, o meglio, era stata schiacciata.
“Greg, di chi è quell’orma gigantesca?” [Visto che la mia fantasia ha già dato prova di essere stata particolarmente assente durante la stesura di questo libro, sono pronta a scommettere che un’orma gigantesca appartenga a un…]
“Deve essere un gigante” [… un gigante! Esatto!] disse come se fosse la cosa più naturale del mondo [Il fatto che sia ovvio non è un buon segno, però, TrediGiulia! Si chiama “prevedibilità” e sarebbe un tantino da evitare in un libro]
“Povera la mia capannina!” [ARGH! Il cervello si è suicidato dopo questa. Si può far di nuovo intervenire il ninja cervellotico?]
“Ora dobbiamo continuare signori, o non arriveremo mai in tempo facendo anche delle pause a mezza giornata” disse un centauro della scorta [Nemmanco la pausa pranzo? Mamma mia, nemmeno gli schiavi… e dire che bastava partire prima, ma evidentemente non è un’ipotesi contemplabile per voi centauri. Prima bisognava fare i banchetti!]
“Vieni!” mi disse Greg, così continuammo a muoverci verso la nostra meta.  Ci Accampavamo spesso all’interno della foresta [E dove, se no? Knarenn è TUTTA una foresta!] e tre centauri facevano la guardia, armati di lance e spade.
La prima settimana fu la più estenuante, ma dopo cominciai ad abituarmi al “passo sostenuto” dei centauri; non mi trasformavo mai in Kety durante il giorno, quindi non potevo nemmeno parlare se non volevo morire di stanchezza. [Ma potevi abbaiare per farti capire! Sei stata tanto brava a farlo negli scorsi capitoli!]
Tutto sembrò procedere senza imprevisti fino alla notte fra l’undicesimo e il dodicesimo giorno. Quella sera facevano la ronda tre centauri forti mentre io e gli altri dormivamo. [Perché quelli non forti non possono fare la guardia. E io che pensavo bastassero vista e udito…] Ad un certo punto Greg mi svegliò tenendomi una mano sulla bocca per non farmi parlare, e si avvicinò silenziosamente le dita alle labbra.
Io mi alzai e mi accorsi che erano tutti svegli ed immobili, [Insomma, quando c’è un pericolo, tu sei sempre l’ultima a svegliarti. Complimenti!] allora chiesi con lo sguardo cosa stesse succedendo, [Visto che comunichi bene anche senza parlare? I tuoi pensieri sono talmente semplici che avere addirittura una lingua per esprimerli è eccessivo] e Greg mi rispose indicando la buia foresta. Io guardai, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a scorgere proprio niente; chiesi con un’occhiata spiegazioni a Greg. [Visto? Hai delle occhiate così esplicative!] Lui mi fece segno di aspettare. Allora io guardai di nuovo verso la foresta e dopo un po’ di tempo vidi che gli alberi si muovevano. Mi voltai verso Greg e lui si avvicinò al mio orecchio:
“Devi stare assolutamente ferma” [Se stai ferma non ti vede! Cit. Il dottor Grant da Jurassic Park]
Mi immobilizzai come tutti gli altri, anche perché ero pietrificata dalla paura. Dopo non molto tempo uscì abbattendo tutti gli alberi un enorme [T-rex?] uomo dalla foresta, sempre ammesso che “uomo” fosse il termine adatto. [Eh, no, non lo è. Se sembra una lucertola troppo cresciuta è un T-rex] Non indossava vestiti, solo stracci vecchi chissà quanti anni ed era veramente enorme, un colosso. [Fammi indovinare: un GIGANTE?] Si avvicinava sempre di più, ma nessuno di noi muoveva un muscolo. Alla fine ci arrivò vicinissimo e si fermò ad osservarci con uno sguardo stupito. [Se vi può osservare, a maggior ragione può vedervi. Ergo… perché siete lì fermi come cretini? SCAPPATE!] Rimase fermo per un po’, poi decise di dare un sguardo più approfondito a quelle strane creature, così ne prese una a caso.
Sì, il caso aveva proprio scelto me, [Oh, che tragedia!] e sentii la ruvida mano di quell’ essere stringermi ai fianchi e sollevarmi. Mi girai verso Greg, e lui mi rispose col labiale:
“Ferma” [Sì, sì, stai ferma, Kety! Finora ha funzionato così bene!]
Mi guardò attentamente e mi girò, poi tutto d’un tratto cominciò ad agitare le braccia e ad emettere un verso orribile, come un urlo, ma molto più profondo. [Sì, la vista di Kety fa questo effetto un po’ a tutti. Ti capiamo, amico] Si calmò di scatto, ed io riuscii a vedere le facce preoccupate dei centauri, che si erano mossi per non essere calpestati. Il gigante, dopo una breve pausa, si voltò verso di me con lo sguardo furioso e mi urlò in faccia con tutto il fiato che aveva. [Grazie, urlale in faccia anche da parte nostra!] I centauri allora capirono che non c’era più speranza di calmarlo, e cominciarono a colpirlo per salvarmi. [Ah, però, anche loro molto svegli! Peccato che io l’avessi capito due capoversi fa che non era il caso di stare immobili ad aspettare la grazia divina…] Le loro armi sembravano di carta a contatto con la spessissima pelle del gigante.
L’essere cominciò allora a stringere la mano, e né io né gli altri potevamo fare nulla per impedirlo. Io gridavo: [Come fai a gridare se ti stringe i polmoni?] mi sentivo magra come un grissino ormai, e stavo per essere sbriciolata. [A meno che tu non sia un lavoretto dei bimbi dell’asilo e non sia fatta di pasta di sale, dubito che ti sbricioleresti. Più probabile che diventi una poltiglia/chewingum per giganti]
Proprio quando pensai di morire il gigante allentò la stretta, allora vidi che era arrivata Celeno in volo e stava lottando contro il gigante. [Oh, beh, ormai non mi stupisco più. È la quarta volta che vieni salvata o lasciata andare. La QUARTA.] Dopo arrivarono ad enorme velocità anche altre dieci arpie, che si misero ad aiutare la loro regina. Il gigante, che ormai non aveva più possibilità di vittoria tra arpie e centauri infuriati mi lasciò e io caddi da non pochi metri di altezza.
Io mi rialzai dolorante [Solo dolorante? Sei caduta da “non pochi metri”, come minimo a una persona normale si sarebbe spezzata la schiena. Ma non tu, Kety! Non la protagonista! Ovvio!] e vidi che il gigante era riuscito a bloccare sotto il suo piede Celeno, che stava per calpestare. Greg allora prese una lancia e la conficcò nel piede piuttosto sensibile del mostruoso essere. [Cioè, le armi sembravano di carta a contatto con la sua pelle, TRANNE che sul piede? Che è, Achille piè veloce?] Lui alzò la gamba e scappò nella foresta, da dove era venuto. Quando fu tutto finito le arpie atterrarono e Celeno mi si avvicinò:
“Ricordatti che mi devvi un favorre orra” [Brava, Cely! Speravo che l’avessi fatto solo per tornaconto personale!]
Poi si rivolse a Greg mettendosi in posizione eretta di fronte a lui:
“Andiammo nello stesso luoggo?”
“Temo di si”
“Certo che combattette benne, verro centaurri?” disse Celeno sarcastica [Sì, la loro tecnica consiste nello stare immobili finché non è troppo tardi per salvarsi! Dei geni!]
“Ti ho salvata pochi secondi fa. Ti sei forse dimenticata di essermi riconoscente?” [WO WO WO, Greg, vola basso! Se Kety è viva è grazie a Celeno, non grazie a te. Ed è la persona più importante del consiglio, sotto la tua responsabilità. Pensa a quanto sarebbero stati felici di vedere che avevi fallito nel tuo unico incarico? Io direi che è Celeno ad aver salvato il culo a te, non il contrario]
A questo punto Celeno fece una specie di ghigno, poi disse:
“Quando hai ragionne! Grazzie” disse facendo un inchino. [Cely, ti prego, non ti allargare troppo, perché mi piaci molto di più come nemica…]
“Sembra che nessuno di noi possa affrontare il viaggio senza l’altro…” [No, le arpie se la stavano cavando benissimo, siete voi ad aver bisogno di loro]
Celeno rise.
“Noi non viaggiammo con dei subdolli centaurri! Mi stai forse chiedendo aiutto, Gregorrio?” [Sì, lo sta facendo, è palese]
“Sto solo cercando di abituarvi ad una futura alleanza. Dovremmo tutti iniziare fin da ora”
“Allorra lo ammetti! Avette sentito?” disse rivolgendosi alle arpie che cominciarono a ridere [Ahem… in realtà non ha ammesso niente…]
“I centaurri ci chieddono prtotezionne!” [Sì… sì, certo che è così, ma non l’hanno detto… vabbé, Cely, fai un po’ come ti pare, basta che continuiamo]
Greg non rispose.
“Accettiammo!”
Io ero assolutamente contrariata, [PICCOLA, INGRATA E SCHIFOSA SCARAFAGGIA CON L’ALOPECIA! TI HA APPENA SALVATO LA VITA!] ma ormai era fatta, e poi, dopotutto, lei mi aveva salvata. [Eh, no, non “dopotutto”. Si tratta di una cosuccia importante, sai?] Celeno poi sembrò leggermi nel pensiero:
“Non ti illuddere luppo! Ti ho salvatta sollo perché servi anche a me per andarmenne di qui!” [Ti amo Cely!]
Ma io non le dissi niente e la lasciai perdere.
“Ormai è l’alba. Marciamo verso sud!” Urlò Greg ai suoi soldati. [Perché, i soldati hanno bisogno del promemoria giornaliero del punto cardinale che state seguendo?]
“Voliammo mie alleatte, verso sud!” Gridò Celeno alle sue arpie. [Lettori, ma secondo voi… stanno andando a sud? Ho capito bene? A SUD? No perché è giusto la quarta volta che lo dicono, non vorrei sbagliare…]
Io mi trasformai e partimmo, seguiti in volo da enormi ali. [Solo dalle ali? E le arpie sono rimaste indietro?]
I dodici giorni seguenti furono anche più difficili della prima settimana. [Ma non ti stavi “abituando”?] Di sera c’erano sempre liti furibonde tra Centauri e arpie per decidere chi dovesse fare la guardia.
Qualche volta un centauro e un’arpia cominciavano anche a combattere. Greg li incitava sempre a smettere, [Li incitava a smettere? Un tantino contraddittoria come cosa…] ma Celeno non tratteneva mai le sue compagne e si divertiva a guardarle mentre mostravano i denti aguzzi ai nemici; lei però, era stranamente tranquilla e non andava mai in giro a piantar grane.
Comunque, a parte la difficile convivenza con la mia acerrima nemica, [Ma la tua “acerrima nemica” non era la Regina? Ne hai un’altra? O, forse, hai una definizione un po’ troppo ampia di “acerrimo nemico”] tutto filò liscio fino al giorno dell’arrivo a Planus Conzioni. 

 

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Capitolo 17
*** Il consiglio delle cinque razze ***


IL CONSIGLIO DELLE CINQUE RAZZE


Planus Conzioni era un’enorme pianura attaraversata da un fiume con al centro una struttura circolare, [Aspetta, la struttura circolare è al centro del fiume o della pianura? Sai, Giulietta, c’è un motivo per cui la sintassi è importante] e pensai che si sarebbe tenuta lì la riunione. A causa delle arpie, che volavano molto velocemente, io dovetti affrettare il passo; il che fu ancora più difficile che stare dietro ai centauri, ma in questo modo arrivammo con un giorno di anticipo. [Pure? Ma se erano già sull’orlo del ritardo, e Kety era al limite delle forze, come hanno fatto ad arrivare in anticipo? C’è una spiegazione sola: teletrasporto]
Mentre aspettavamo che tutti gli altri membri arrivassero, ci accampammo all’esterno della struttura insieme alle arpie. Dopo che tutti si furono sistemati, Greg si avvicinò a me e mi disse:
“Vieni dentro?” [No, Greg, non senza precauzioni! Siamo troppo giovani per avere un figl… ah, intendevi dentro la sede del consiglio? Ok]
“Iniziamo già?”
“No, ma cominciamo a sistemarci” [Ma se gli altri non ci sono cosa sistemate?]
“D’accordo”
“Celeno!” urlò
“Cossa c’è, feccia dei centaurri?” rispose lei
“Anche tu fai parte del consiglio!” gridò Greg seccato
“Io arrivvo quando lo rittengo più opportunno!”
“Lasciala perdere! E’ solo tempo sprecato” dissi io
“Hai ragione”
Così io e Greg cominciammo ad avvicinarci al portico della struttura, mentre Celeno ci urlava dietro degli insulti che io nemmeno ascoltai.
La porta era chiusa, ma Greg aveva le chiavi ed entrammo subito. [Le chiavi? Non so, mi suona un po’ monotono… non era meglio qualche meccanismo strano, qualche maggiah?] All’interno era tutto buio e non vidi niente per un po’, ma poi, all’ improvviso, si accesero dei fuochi vicino alla parete circolare. [Ah, eccola, la maggiah!] La luce rivelò un grande tavolo a forma di esagono al centro della stanza, coperto da innumerevoli ragnatele. Vicino al tavolo c’erano dieci sedie, due per ogni lato, ad eccezione di uno, che non aveva sedie, ma era accostato ad una vetrina del muro. [Se il tavolo era accostato a un lato del muro, non era al centro, Kety. Devi deciderti]
“Perché c’e un vetro lì?”
“Quella è una vasca. Tra poco verrà riempita d’acqua per le Sirene, che arriveranno risalendo il fiume. [E io che pensavo pescassero le sirene e le spiattellassero sul tavolo a soffocare!] Gli altri cinque lati del tavolo sono per le razze rimanenti e per Gramen e Flumen, che dirigono il consiglio” [Wow, che tecnologia! Ma chi l’ha costruita questa sede? È in muratura, con vetri e vasche, una porta con serratura e chiave, e ha pure il fuoco che si auto-innesca. No, perché i centauri vivono nei tipì, le arpie in nidi, Gramen e Flumen pure loro in tenda, i fauni non hanno case e le sirene stanno in acqua. O sono state le ninfe, o la tecnologia di questo posto “evolutissimo” non si spiega]
A quel punto arrivò anche Celeno.
“Comme al sollito! I faunni, le ninfe e le sirenne sono in ritarddo!”
“Veramente noi siamo in anticipo! Voi volate così in fretta!”le dissi
“In fretta? Se il luppachiotto non riesce a tenerre il passo non è colpa nostrra! [Come diavolo si legge “nostrra”? Vi prego, non ce la faccio, DEFUNGO] Ti avvrei già squartatta da un pezzo se quella ingennua di Grammen non avesse messo in pieddi tutta questa…buffonatta! E poi non parliammo di quel suo bel fartellinno…”
“Non è una buffonata! Devi ammettere persino tu che Gramen non ha mai sbagliato una previsione” disse Greg [Greg, devi ammettere persino tu che Kety che uccide la regina è una visione un tantino inverosimile]
“Figgurarsi! Tu la proteggi sempre, verro Gregorrio? Peccato che sia l’unnica scelta metterre la mia vitta e quella delle mie arpie nelle manni di questa ragazzinna!” [Ma poi non ho capito, vi state ribellando solo ed esclusivamente perché ora avete la certezza che Kety farà fuori la regina? Non potevate raccogliere un po’ di coraggio e ribellarvi prima?]
Proprio in quel momento entrarono Gramen e Flumen, che si misero a fianco dell’arpia. [I due nani sardi apparsi dal nulla, a caso] Lei li guardò e rise:
“Stavammo giusto parlando di voi!”
Ma Gramen la guardò dritta negli occhi e lei si fece indietro messa a tacere. Era la prima volta che vedevo Gramen osservare direttamente qualcuno, ma poi si rivolse a me e a Greg e non ci guardò mai in faccia, come suo solito.
“Salve Greg, salve Kety”
“Salve” rispondemmo noi.
“Ben ritrovati” disse Flumen. [Nooo, e il saluto non lo scambiate? “Ritrovati ben”?]
Gramen e Flumen mi spiegarono tutto e mi prepararono ad ogni domanda:
“Molto convincente essere devi” dicevano [Eccoli! Questi sono i nani sardi che vogliamo!] “Gramen e Flumen già convinto hanno molti, ma tutti sentirti vorranno sicura di te stessa”
Dopo qualche ora la vasca fu riempita dai centauri e dalle arpie, [Come, se posso chiedere? A secchiate?] anche se le ultime erano leggermente seccate:
“Dobbiammo anche lavorarre per quelle sirrenette!” ripetevano alcune; ma Celeno non voleva sentire ragioni, e ci teneva ad andarsene da Knarenn con l’aiuto di tutte le razze, anche se non lo voleva ammettere. [Ho un’altra domanda, scusatemi… ma esattamente a cosa servono le sirene? Se sono così legate all’acqua, come saranno utili nella rivolta?]
Venti sirene e tritoni arrivarono verso il tramonto, ma solo due di loro entrarono nell’ampia vasca. [Anche qui, come? C’era una gru incorporata?] I due erano un tritone e una sirena, probabilmente marito e moglie. Lui aveva la coda di colore scuro, quasi nero, lei invece l’aveva argentata, e cambiava colore a seconda della luce. Il tritone teneva in mano un tridente e aveva i capelli nerissimi. La sirena aveva i capelli biondi e lunghissimi e un nastro decorativo di colore argento, gli occhi azzurri come il mare e la pelle bianca. Dopo scoprii che si chiamavano Poseidon e Marea, ed erano re e regina degli abissi marini. [Ok, i nomi non saranno originali, ma almeno non fanno schifo come Criptenestre]
Subito dopo arrivarono i fauni, insieme a Remenet, ma le ninfe arrivarono solo nel cuore della notte. Portavano lanterne che emanavano una luce verde e camminavano molto lentamente. [Sono arrivati gli elfi di Tolkien] A capo stava una donna bellissima [E come poteva essere brutta? Tutti i buoni sono belli!] dai capelli mossi castani e gli occhi verdi a cavallo di un cervo reale; [Thranduil, sei tu?] indossava una lunga veste che le arrivava fino ai piedi di colore verde che volteggiava al vento dolce e fresco. [Volteggiava solo al vento dolce e fresco. Se tira una tempesta di scirocco non volteggia] Quando tutto fu pronto, e questo accadde in piena notte, cominciammo.
Io e Greg fummo gli ultimi ad entrare nell’edificio, dopo la porta si chiuse lasciando all’ esterno le ninfe, le arpie, i fauni e i centauri che avevano scortato i membri del consiglio.
Gramen e Flumen erano seduti in due sedie e davano le spalle al portone. Alla loro sinistra c’erano Remenet e Ornet rappresentanti dei fauni [Santo cielo, fauni, ma vi ci impegnate a pensare nomi demmerda?] e Celeno ed Alicia, per le arpie. Proprio di fronte a Gramen e Flumen c’era la vasca piena d’ acqua, con dentro Poseidon e Marea. Subito dopo sedevano Dryas, la bellissima ninfa che vidi arrivare poco prima, e Nayas, sua sorella che portava una veste molto simile a quella di Dryas ma di colore azzurro. Come aspetto fisico le due ninfe erano due gocce d’ acqua. [Che carine, si chiamano Driade e Naiade e sono, rispettivamente, regine delle driadi e delle naiadi. Che originale, Giulietta! Che genio creativo!]
Nel lato rimanente del tavolo sedevamo io e Greg.
Notai che tutta la stanza era stata pulita e abbellita durante la giornata, [E tu ovviamente non hai fatto nulla nemmeno stavolta] poi chiesi a Greg:
“Ma iniziamo adesso, a quest’ora?” [No, Kety, ci siamo fatti un mazzo per pulire, abbellire, riempire i vasconi d’acqua, ma in realtà siamo qui solo per una visita! Ora andiamo via, basta, finito tutto]
“Si, nessuno si è mai preoccupato dell’orario da quando il consiglio ebbe inizio e questa usanza viene ancora usata per tradizione” [Usanza? Tradizione? E io che miseramente pensavo si trattasse di urgenza dovuta alla situazione…]
“Ma io ho sonno!” [No. Non l’ha detto. Mi rifiuto. Non l’ha detto. No. Nada. Nisba. Continuiamo]
“Cerca di resistere, perché la porta non verrà riaperta fino a raggiungimento di un accordo, e questo potrebbe richiedere giorni” [Conclave style?]
A quelle parole rimasi sconvolta, ma Flumen cominciò a parlare con il suo solito tono pacato e fissando il vuoto, e io mi distrassi [Cioè la riunione ti DISTRAE dai tuoi pensieri idioti? Dovrebbe essere il contrario, ma vabbè]:
“Silenzio per favore. I membri cambiati sono dall’ultimo consiglio, quindi Flumen vi prega di presentarvi” [Libro, no, ti prego! L’hai già fatto prima, non c’è bisogno di ripetere tutti i membr…]
Remenet si alzò insieme all’altro fauno:
“Remenet guardiano del Repercussio e Ornet, il fauno più anziano” [Eh, niente, ci tocca rileggerli tutti. Sì, piacere Remenet e Ornet, a voi e ai vostri nomi demmerda]
Quindi sedettero e si alzarono le due arpie aprendo le grandissime ali:
“Celenno e Aliccia, reginna e migliorre lottatricce delle arpie” disse Celeno con tono altezzoso; [Ah, Alicia è la migliore lottatrice? No perché due capitoli fa si è fatta stendere da Kety. Andiamo bene!] poi le arpie fecero un inchino molto poco elegante e si sedettero.
“Poseidon e Marea, re e regina dei tritoni e delle sirene” dissero i due nella vasca.
Notai che la sirena e il tritone non avevano mosso le labbra quando avevano parlato, ma il chiarimento di Greg non tardò ad arrivare:
“Sono telepatici” disse avvicinandosi al mio orecchio
“Dryas e Nayas, regina delle ninfe degli alberi e regina delle ninfe delle fonti”
“Gregorio e Kety Wilson, capitano delle truppe dei centauri e fata delle creature” Disse Greg sollevandomi per un braccio quando vide che ero persa e non mi ero accorta che fosse il nostro turno. [Cioè è il CAPITANO DELLE TRUPPE e ha saputo per ultimo della convocazione del consiglio, mentre gli altri centauri ne parlavano da una settimana? E poi, dov’è Ophelia? Non era venuta perché era “influente e dotata di carisma e bla bla bla”? E poi come fa Greg a sedersi col culone da cavallo? Molte domande alle quali non troveremo risposta…]
Alla fine mi sedetti sotto gli sguardi di tutti (tranne quelli delle arpie naturalmente). [Nel senso che loro non ti guardavano? OH, CHE OFFESA! GUARDATEMI, SONO KETY E SONO IL CENTRO DEL MONDO!]
Gramen a questo punto cominciò il suo discorso:
“Per quale motivo noi siamo qui tutti lo sapete. Kety Wilson da questa foresta ci libererà. Sicuro è questo perché io visto lo ho, ma tutti ora decidere dobbiamo se in guerra scendere” [Sì, molto toccante, Signorina Erba, grazie. Ho un’altra domanda però: come fate a scendere in guerra se non sapete come uscire da Knarenn, che vi ricordo essere una prigione naturale?]
“Siamo sicuri che non puoi esserti sbagliata Gramen? In fondo questa persona di cui parli è una fata. Come facciamo a fidarci?” disse Ornet il fauno. [Ornet caro, il problema non sta nel fatto che è una fata. Il problema è cerebrale. Per questo non potete fidarvi]
“Mai sbagliato ho una previsione?”
“C’è sempre una primma volta, per ogni cossa” disse Alicia.
“Potete voi credermi oppure no, la scelta a voi sta. Ma mi sembra che noi tutti andarcene vogliamo” rispose
“Sapete quanto siamo contrarie alla violenza” intervenne Dryas. [‘Ste ninfe hanno detto una frase e già mi hanno rotto il c… cervello]
“Non possono esserci altre soluzioni” disse Greg.
“Per unna volta siammo d’accordo su qualche cossa Gregorrio” affermò Celeno.
“Propongo di fare una prima votazione, per mettere in luce la situazione…” disse Poseidon.
“…Quanti a favore di una guerra?”
Alzarono il braccio Poseidon, Marea, Celeno, Alicia, Remenet, Ornet, Greg e io [Tu? TU? Ma tu cosa, che se va bene non sai nemmeno affettare una cipolla? Ma perché mai dovresti essere favorevole alla guerra? Perché rischiare la vita quando puoi aspettare questi benedetti due anni?]. Mancavano ancora le due ninfe, che sembravano non voler cambiare opinione anche dopo qualche ora di discussione. [Aaaah, quindi si va all’unanimità? Beh, effettivamente siete un gruppo così omogeneo e coeso che non vedo perché non dobbiate raggiungerla! Esattamente, solo per sapere, quante delibere avete deciso in tutti questi secoli? Nessuna? Eh, forse è ora di passare a una bella maggioranza relativa…]
“Dovette convincervi” disse all’improvviso Celeno, infuriata.
“Perché? Non concluderemmo proprio niente. Le forze dell’imperatrice sono assai superiori alle nostre. Siamo numericamente inferiori” ribatté Nayas.
“Non importa affatto il nummero. [Frase ultra-mega-iper cliché, che tra l’altro sarà stata vera una volta nella storia, tra Spartani e Persiani. Dal momento che Kety è una cacca secca in confronto al più inutile e incapace spartano, direi che a voi i numeri servono eccome, Celeno] Ogni arpia valle più di cinque magghi messi assiemme. [Sì, a parte Alicia, la “migliore lottatrice”, che si è fatta ammazzare da una dico una fata, e nemmeno tanto sveglia] Poi, anche se mi duolle dirlo, abbiammo Flummen e Grammen, i centaurri, Posseidon e Marrea e anche i faunni! Noi possiammo vincere questa guerra senza faticca!” [E allora perché non vi siete ribellati prima, geni?]
“No, non è vero. Voi arpie siete sempre ansiose di andare in battaglia per qualunque motivo. Perderemmo molte vite per un sogno irrealizzabile.”
“Non è irrealizzabile!” dissi alla fine interrompendo il litigio e tutti si voltarono a guardarmi ammutoliti. Si aspettavano che dicessi ancora qualche cosa. [No, sta per fare il discorso epico, lo sento. Aiuto. Qualcuno la fermi! Ornet, vai, attacca!]
“…Vogliamo tutti andarcene. Questo non è un bel posto, e dovete pensare che io ci sono arrivata solo per essermi innamorata. [In realtà hai violato tutta la legislazione…]
Un altro anno dovrei restare, ma io non posso farcela. [Ah, quindi ne sono già passati due? MANCA UN SOLO ANNO E VUOI ANDARE A MORIRE AMMAZZATA IN GUERRA?] Tenterò di andarmene con o senza il vostro aiuto” [Questa è la fine. Non potrà mai, nell'universo intero e in quelli paralleli, esistere un discorso di COTALE superba e magnifica potenza epica!]
“Sembrate molto sicura di voi, giovane fata. Ma avete mai pensato
Alle conseguenze? Cosa potrebbe accadere se fallissimo?” disse dolcemente Dryas. [Non credo sia molto difficile da immaginare: tirate le cuoia, passate a miglior vita, andate nel mondo dei più… ci sono tanti sinonimi]
“Dobbiamo tentare, solo in questo modo potremo avere tutti un futuro. Noi sirene ci stiamo estinguendo a forza di nuotare nelle acque inquinate di Knarenn” ribatté Marea.
“Le Driadi non scenderanno mai in guerra!” affermò Dryas
“E nemmeno le Naiadi” aggiunse Nayas.
La seduta stava prendendo una brutta piega, anzi, una bruttissima piega. [La mia definizione di “bruttissima piega” è che tutti i partecipanti ti sputino addosso e votino contro] Infatti, sarebbe servito il consenso di tutte e cinque le razze per poter dichiarare guerra.
“A ragionare vi invitiamo, nobili regine delle ninfe. Io visto lo ho con la mente: questa fata annienterà per sempre la malvagia imperatrice”. [Una regina che a volte diventa imperatrice, poi di nuovo regina. Non è molto chiaro nemmeno al libro il suo titolo]
“Nobbili reginne?” disse Celeno piano, ma nessuno la sentì.
Trascorse qualche minuto di silenzio, poi Greg lo ruppe:
“Propongo una seconda votazione. Chi a favore della rivolta?” [WOW! Un cliffhanger! Sta’ a vedere che le ninfe hanno magicamente cambiato idea…]

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Capitolo 18
*** Ancora ululati in lontananza ***


ANCORA ULULATI IN LONTANANZA



[Nonostante il titolo faccia presagire qualcosa di noiosissimo, vi posso assicurare che stavolta non si tratta di un capitolo filler, bensì di un capitolo SHOCK!]
La riunione terminò verso il tramonto del giorno successivo. Io non avevo ancora mangiato o riposato quando uscii dall’ edificio, [Oh, povera stellina!] ma ero comunque grata per non essere stata rinchiusa in quel luogo per giorni. Ero la prima, dietro di me c’erano Greg, i fauni, le ninfe, Gramen e Flumen e per ultime Celeno e Alicia. Celeno si mise davanti e tutti noi, proprio di fronte agli altri rimasti fuori dall’ edificio. Tutti insieme dovevano essere un centinaio. Appena Celeno fu uscita tutti gli altri smisero di parlare e si voltarono verso di noi sui gradini. Ci fu un attimo di silenzio, poi Celeno urlò:
“Guerra!”
Ci fu un boato. [SIIII! AAAAARGH! Ma… quindi come avete fatto a convincere le ninfe?] I centauri alzarono le lance verso il cielo e saltarono, i fauni si misero a correre e ad esultare. Solo le ninfe accettavano l’amara decisione delle loro regine con rassegnazione. [Andrete tutte in guerra comandate dalla decerebrata che vive per inerzia, e visto che non siete protagoniste, morirete come mosche. Avete tutto il diritto di essere contrariate!] Sopra alle voci di tutti, però, c’erano le arpie, che gridavano emettendo il loro solito stridio e sbattevano le grandi ali.
Proprio all’ultimo minuto di assemblea, mentre io cadevo in una profonda tristezza per la delusione, [Perché stavi per NON andare in guerra? Pensa che io sarei stata felice! Guarda un po’ quanto possono essere diverse le reazioni umane!] Dryas e Nayas avevano deciso di dichiarare guerra. A convincerle era stato Poseidon, che aveva fatto leva sulla brutta situazione in cui le ninfe si trovavano. A causa dell’aria e dell’acqua poco salutari, infatti, le ninfe stavano scomparendo dalla faccia della terra. [Una bella pacca sulle spalle a Poseidone che ha messo in piedi un’arringa veramente INGREDIBBILE! Non mi sarebbe MAI venuto in mente di far leva sul fattore estinzione… o, almeno, non era venuto in mente a Kety]
Ci fermammo a Planus Conzioni ancora un giorno prima di ripartire per tornare a Centaurorum Vicus. [Sì, ma questi nomi osceni, lunghi e pure scritti sbagliati, detti di seguito fanno male agli occhi, lo vuoi capire?] Intanto alcune arpie e sirene partivano in tutte le direzioni per radunare tutti e dare la notizia, e la sera ci furono festeggiamenti nell’accampamento. [Direi che si può contare come banchetto, giusto? No, perché sarebbe il quarto]
Proprio durante le canzoni delle ninfe, mi venne un dubbio atroce, a cui stranamente non avevo mai pensato prima: io cosa avrei fatto durante la guerra? [AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH STRANAMENTE NON CI AVEVA PENSATO PRIMA! Beh, Kety, cosa vuoi che sia! È solo una guerricciola! Sai, no, campi di battaglia, sangue, budella che schizzano ovunque… niente che tu, col tuo culo immenso da protagonista, non possa superare indenne!]  Naturalmente non mi ero mai trovata nel bel mezzo di una vera battaglia, tra diversi schieramenti. [Anche perché una battaglia tra lo stesso schieramento è un po’ impossibile] E poi, potevo essere certa che Gramen avesse visto proprio me sconfiggere la regina nel futuro? Come poteva essere possibile? [Davvero, Kety, complimenti per esserti posta queste domande fondamentali ADESSO e non prima del consiglio. Ti riconfermi GENIA!]
Mentre ero immersa nei miei pensieri vidi Ophelia che si sedette accanto a me.
“A cosa pensi? Sembri preoccupata” [Eh, ha capito che è nella merda fino al collo. Niente di insolito!]
“Niente, è solo…è solo che non ho idea di quello che succederà”
“Che cosa? Ma Gramen ti ha visto sconfiggere l’imperatrice, e lei non sbaglia mai. E’ così che abbiamo convinto le ninfe” [Non le avevate convinte con l’estinzione?]
“Ma come potevo essere io? Non è assolutamente possibile, io sono solo Kety…” [YUHU! C’È ARRIVATA! ALLELUIA!]
“Tu non sei solo Kety! Tu porti il grande cognome dei Wilson. [Eh? Grande nome dei Wilson? Asp, che succede? Ho capito che Wilson è l'amico-palla di Tom Hanks in Cast Away, e persino l'amico di Dottor House, ma di qui a dire che TUTTI i Wilson sono magnifici ce ne passa! Kety ne è la prova vivente!] Nel mondo delle fate tuo padre fu un grande imperatore! Per non parlare poi dell’imperatrice Mary…” [Asp… cosa? Che cosa stai dicendo, Willis?]
“Scusa cosa hai detto?” la bloccai io
“Jhon Wilson e Mary Gross! Imperatore e imperatrice!” [SHOCK!]
Io ero sconvolta, e non riuscivo proprio a credere alle mie orecchie.
“Nessuno me lo ha mai detto! Mamma e papà! Proprio loro che ho visto solo in foto!”
“Furono tutti e due dei grandi! Sai, loro stavano quasi per riuscire a liberare tutte le razze in esilio, quando…” Lei non finì la frase e io notai una lieve ansietà nella voce della centaura.
“Quando?” chiesi io impaziente
“Quando morirono. [SHOCK!2] Senti, vieni con me”
Lei si alzò e io la seguii fino al limitare della foresta, dove non potevamo essere disturbate.
“Davvero nessuno ti ha mai detto niente?” Chiese lei incredula.
“Io non ne sapevo niente!”
“Ecco perché!”
“Cosa? Perché cosa?” [Spiegaci, giumenta, spiegaci!]
“Tu non ricordi niente! Non ricordi chi eri prima di andare in orfanotrofio?” [A quanto pare no, Ophelia cara. Vuoi sputare il rospo ora?]
“No, ma ero molto piccola…è naturale”
“Non ricordi nemmeno il ballo?”
Feci per rispondere, ma all’ improvviso mi bloccai. Quando vidi
l’espressione i Ophelia parlai:
“Mi ricordo di un ballo, ora che mi ci fai pensare. Decine di coppie che danzano in un salone di un palazzo… Lo ho sognato molto spesso, ma da quando sono venuta nel regno delle fate non mi è più capitato. Ma tu come fai a saperlo?”
“Me lo ha raccontato Flumen. Suo fratello Rogum, che poteva trasportarsi in un altro luogo, lo aveva visto.” [SHOCK!3]
“E poi Flumen e Gramen furono portati qui” [SHOCK!4]
“Esattamente” [SHO… no, in realtà non sto capendo, ma fa nulla, tutto regolare]
A quel punto vidi sul viso della centaura una starna espressione, quasi triste.
“Che c’è?” le chiesi
“Fu lì che i tuoi genitori morirono. [SHOCK?5] C’ era una persona tra gli invitati che appicco un incendio. Gli imperatori morirono insieme a molte altre persone. Tu fosti salvata da un uomo che lavorava alle cucine. Dopo averti salvata, incaricò suo figlio di nasconderti nel regno dei mortali, ma poi morì anche lui, e suo figlio rimase nel mondo di fuori. [SHOCK!6] Sai, tua madre e tuo padre erano quasi riusciti a cambiare la legge che impediva a noi centauri, alle ninfe, ai fauni e alle arpie di vivere nel vostro regno, ma dopo la loro more risalì al trono l’odierna imperatrice e rovinò tutto.” [Cioè, praticamente è la storia di Anastasia Romanov del cartone della 20th Century Fox. E comunque, la legge che impedisce a voi di vivere nel regno non esiste. Erano solo tre le leggi, e tutte riguardavano gli umani e quanto facessero schifo]
“Risalì? Vuoi dire che era già stata imperatrice?” [SHOCK!7]
“Sì, proprio prima che venissero eletti i tuoi genitori”
“Quanti anni avevo io?”
“Sette, più o meno”
“Sette anni! E non mi ricordo niente” [SHOCK!8. In realtà, al collegio la direttrice aveva detto che eri lì da quando avevi un anno, ma fa nulla. Chi vuoi che si accorga di queste sottigliezze!]
“Forse sono solo voci, ma ho sentito dire che i tuoi genitori proprio poco prima di morire ti fecero una specie di incantesimo per farti dimenticare del nostro mondo e per non farti tornare, perché avevano paura che chi aveva commesso quel crimine volesse sterminare tutta la famiglia Wilson” [SHOCK!9. Però… però aspetta. Se Kety dopo i 18 anni non poteva vivere nel mondo umano, significa che sarebbe dovuta andare nel regno delle fate, volente o nolente, con o senza memoria. Genitori? Che piano demmerda era?]
“Loro non volevano che tornassi. A quanto pare sapevano che non mi sarei trovata bene qui.” [Eh, anche io non mi troverei bene in un regno con tre leggi dove regalano case e ci sono gli unicorni. Che genitori lungimiranti!]
“Può darsi. Erano molto saggi!” [SAGGISSIMI!]
Detto questo Ophelia fece per andarsene, ma io la fermai:
“Un’ ultima cosa. Come si chiamava quel ragazzo che mi portò nel mondo mortale?”
“Nicolas, credo. Doveva avere la tua età!” [SHOCK!10]
“Nicolas? E sai per caso il suo cognome?” [Kety, ma tu hai una laurea in Teoria e Prassi del Rovinare la Suspense? È OVVIO CHE È LUI, DAI!]
“Callew, mi pare”
“Cosa? Era Nick!” [Eh, c’è arrivata. Ora possiamo sbalordirci? SHOCK!10.5]
Ero molto triste. Perché Nick non mi aveva mai parlato di niente? Ma subito mi ricordai quando ci salutammo alla fine della scuola, lui disse:
“Voglio che ti ricordi queste parole qualunque cosa accada: io ti seguirò sempre e ovunque” [Promessa non proprio mantenuta, visto che è latitante da due anni…]
In effetti lui mi aveva detto qualcosa, anche se non in modo del tutto esplicito. [E a questo punto, mi chiedo: perché? Perché mai toglierle la memoria, perché tenerle nascosto tutto, se poi sia i genitori, sia Nick, sapevano che l’avrebbero portata nel regno? E poi, dov’è Nick? Perché è potuto rimanere nel regno mortale? I maschi di fata non sono vincolati? Non ci capisco più nulla, questo libro ha talmente tanti buchi di trama, che in svizzera lo venderebbero per groviera] In quel momento tutto tornò chiaro. [Oh, beh, almeno a te è chiaro, Kety! Perché a me per nulla] Il motivo per cui in quei giorni sembrava strano era perché era preoccupato per me. Era preoccupato che mi portassero via, come d'altronde era successo. [E allora perché non ti ha avvertito? Perché non ti ha seguita? Ma sia io che voi sappiamo che c’è una sola risposta a tutto ciò: NON SAREBBE STATA LA STESSA COSA SENZA AMMOREH LONTANO! Ecco perché Nick non ha detto nulla. Perché la tragicità richiedeva che se ne stesse per gli affari suoi. Se no sai che spasso a Knarenn da soli e indisturbati per tre anni?]
“Sai chi può aver ucciso i miei genitori?” chiesi dopo a Ophelia.
“Io azzardo conclusioni, Kety, ma chi ha un carattere irascibile e muore dalla voglia di avere il potere?”
“La regina” [SHOCK!11]
Lei annuì, poi aggiunse:
“Lei non ti ha mandato qui perché hai trasgredito una regola, [No, infatti, ne ha trasgredite tre] dato che il tuo Nicolas non è un mortale, ma perché eri la figlia degli imperatori, e se si fosse sparsa la voce, lei avrebbe dovuto abdicare subito” [È comunque uscita senza permesso e ha violato la legge, quindi si merita la pena in ogni caso. E poi, scusa regina cara, ma che modo del menga è inviare i nemici politici a Knarenn per soli tre anni? Non era più semplice – non so – UCCIDERLA?]
“Lei aveva detto << Mary e Jhon non hanno figli >> Sono stata io a dirle che era proprio quello il nome dei miei…” [E poi, se Kety aveva sette anni, come faceva la regina a non sapere della sua esistenza? Io… io sono alla frutta. Davvero. Non capisco più nulla]
Ophelia se ne andò, e anche io mi avviai alla capanna per poter dormire. “E pensare che lui sapeva tutto. Ma perché non è venuto a prendermi?” mi chiesi tra me e me mentre chiudevo gli occhi. [Perché se no non era TRAGGICOH! Capiscilo!]
Il giorno dopo mi sveglia verso l’alba, o meglio, fui costretta a svegliarmi verso l’alba da Greg, che urlava a squarciagola:
“In piedi, si deve galoppare, si torna a Centaurorum Vicus”
Mentre mi alzavo sbadigliando e stropicciandomi gli occhi lui mi si avvicinò e mi disse
“Questa volta stai in groppa a me” [Oh, ve lo ricordate cosa avevo detto il capitolo scorso? Avevo detto: perché non se la carica sul groppone? Quindi lo ripeto: perché PRIMA non se l’è caricata sul groppone?]
“Grazie” dissi mentre cercavo di non far notare un altro sbadiglio
Greg mi allungò il braccio e mi tirò sulla sua groppa, poi cominciammo a cavalcare. [Che poi, ora che ci penso, stare in groppa a un centauro deve essere una cosa molto molto molto molto molto strana. Non ha le briglie, no? Bisogna attaccarsi al suo petto? Per qualche motivo la cosa mi disturba molto] Il viaggio di ritorno fu molto più agevole che quello di andata e si stava benissimo dato che le arpie erano volate tutte ad annunciare la guerra.
Tornati al villaggio ci fu un’altra magnifica festa, mi dissero, perché io non partecipai. [E cinque! YUHU! I centauri sono gente che sa come far baldoria, bisogna riconoscerlo]
Infatti, con i ritardi e tutto il resto, il giorno in cui arrivammo era proprio il 15 di agosto e, come tradizione, andai sulle sponde del lago per ritrovare il branco di lupi e ululare con loro.
Questo proseguì fin verso l’alba, quando mi trasformai e cominciai a salutare il capo branco. Proprio in quel momento, però, vidi una starna luce provenire dalle mie spalle, e il grande lupo nero cominciò ad abbaiare e ringhiare. Io mo girai e vidi un grande cerchio sospeso a mezz’aria che luccicava. Guardai di nuovo verso il lupo, ma questo era scomparso, insieme al resto del branco.
Comunque, non impiegai molto tempo a capire che quello era un portale. [Waaaaah! Un portale! Ma guarda che caso, capita proprio a fagiolo! Sta’ a vedere che lo usano per raggiungere il regno altrimenti irraggiungibile!]

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Capitolo 19
*** Il portale che conduce al regno ***


IL PORTALE CHE CONDUCE AL REGNO


[Eh sì! Sono una veggente talmente brava che Gramen spostati, non sei nessuno! Conduce proprio al regno, questo portale fortunatissimo!]
“Non è possibile!” mi disse Greg quando tornai al villaggio.
“Ma io…ne sono sicura…l’ho visto!” ribattei ansimando per lo sforzo della corsa.
“Ma non ci possono essere portali nella foresta, a parte quello principale e quelli a sola andata, altrimenti non servirebbe a niente usarla come prigione, non ti pare?” disse lui. [Mi piace quando Greg abbraccia la logica vulcaniana, peccato solo che vada in conflitto con il suo patetico modo di reagire davanti alle donne]
“Senti, non so spiegartelo, anche secondo me è impossibile, ma c’era!” dissi mentre riprendevo fiato. [Capito? Se una cosa è del tutto inverosimile, non spiegarla! Dì solo che c’era PERCHÈ SÌ]
Greg non voleva proprio credermi, ma io lo portai a forza sulla sponda del lago. Per quello che ne sapevo, il portale poteva anche essersi chiuso mentre ero via, ma, fortunatamente, lo ritrovai nello stesso identico punto. [Ma che fortuna, eh? Tranquilla, tranquilla, resterà aperto per tutto il tempo che vorrai!] Greg non commentò, rimase solo a bocca aperta. Fu Ophelia, che ci aveva accompagnati, a rompere il silenzio:
“Credo che avesse ragione lei, Greg!” [Grazie per il tuo contributo del tutto inutile, Ophelia. Avevi già fatto una bella figura nello scorso capitolo, vedi cosa succede a voler strafare?]
“Credete che porti in un altro punto di Knarenn?” chiesi.
“Non si può sapere, l’unico modo è attraversarlo” disse Greg che parve essersi appena risvegliato da una trance. [Viaggia anche tu con PORTALE™! Il PORTALE™ è il mezzo più veloce del regno. Urbane ed extraurbane, anche in mondi paralleli! PORTALE™ è anche il mezzo di trasporto più sicuro! Salvo il fatto che non sai dove porta, che potrebbe essere a senso unico o chiudersi a tradimento! Viaggia anche tu con PORTALE™: la nuova frontiera del viaggio istantaneo… se arrivi a destinazione!]
“Vado io!”
“Assolutamente no! Sei la persona più importante di Knarenn in questo momento.”
“Ma cosa mi può succedere?” [Assolutamente nulla, PORTALE™ è stato testato dalle famiglie e approvato dalle poche soddisfatte! Le altre hanno perso i loro figli nel vuoto siderale, ma ehi, PORTALE™ ha anche un contratto col governo per risolvere il problema della sovrappopolazione e della carenza di case da regalare!]
“Ma ragiona, Kety! Se il portale si chiudesse mentre tu sei via? Se ti portasse in braccio alla regina? I pericoli sono molteplici”
Non risposi. Io volevo andare, ma non trovavo nessun argomento a mio favore. [Greg, è che vuole svignarsela. Te lo dico io] Alla fine Ophelia disse:
“Dai, Greg, lasciala provare. In fondo quando ci ricapita un’occasione del genere?” [Eh, dai, lasciala provare! Che se la perdi, poi, lo senti tu cosa avrà da dire il consiglio!]
Greg la guardò come se avesse detto la cosa più orrenda al mondo, poi si rivolse a me:
“Se incontri qualche pericolo torna subito qua!” [CHE? LA LASCI ANDARE?]
“Allora posso andare?” dissi felicemente. [NO CHE NON PUOI!]
“…Si” rispose lui contrariato.
Così mi avviai subito verso il portale ed entrai. [Oh, a kety piace farlo senza preliminari] In un attimo mi ritrovai dall’altra parte: un bosco. Sicuramente non apparteneva a Knarenn, perché gli uccelli cantavano, gli alberi erano verdi e la temperatura era quella che si può avere ad Agosto. [L’arborometro è felicissimo, tira coriandoli!]
Sentii delle voci in lontananza, così decisi di trasformarmi in lupo, per evitare che qualcuno mi riconoscesse. [Eh, sai, hai abitato nel regno per tre giorni, tutti si ricordano di te] Presto, il bosco si rivelò essere molto piccolo, perché mi ritrovai quasi subito nel bel mezzo di una strada affollatissima, fatta di marmo bianco. [Marmo bianco? Sarà mica la CAPITALEH?] Decisi di percorrerla, e dopo poco tempo mi ritrovai in una piazza, proprio di fronte ad un palazzo bianco, con dei gradini davanti. Me lo ricordavo benissimo, era quell’edificio dove mi avevano fatto giurare, e questo significava che ero tornata.
Mi misi subito a saltare di gioia e a urlare, senza rendermi conto di ciò che facevo:
“Sono tornata!”
Per fortuna ciò che uscì dalla mia bocca fu solo una serie di abbai e ululati, e nessuno mi riconobbe. [Cioè, questo è un lupo che abbaia, salta e ulula in mezzo a una piazza. E nessuno si fa due domande? Nessuno scappa? Nessuno chiama l’accalappiacani?] Tutti pensarono che fossi un povero cane vagabondo con qualche problema mentale che si era messo a saltellare in mezzo alla piazza. [Perché anche i lupi sono BUONIH nel regno delle fate, quindi hanno libero accesso alla piazza. Capito]
Quando tornai in me feci girare gli ingranaggi del cervello, [Perché, hai un cervello?] e mi venne subito un’idea. Infatti, sapevo benissimo dove andare: Jenny.
Corsi verso casa a più non posso e mi fermai davanti alla porta d’entrata. [Ah, quindi Jenny vive ancora in casa tua? Non le hanno dato la sua casa molto carina personale?] Dovevo riuscire a convincere Jenny a farmi entrare per potermi trasformare, così cominciai a grattare la porta con la zampa. Jenny non tardò ad arrivare, e quando aprì abbassò lo sguardo verso di me, dicendo:
“Ciao, cucciolo!” [Oh, non ci arrivano. Non è un cucciolo, è un caspita di LUPO!]
“Ma quale cucciolo” pensai. [Eh, appunto!]
“Mi spiace, ma non ho proprio niente da darti da mangiare” [Sì, magari mangia te. Non so, vuoi stare lì sulla porta a farti sbranare?]
Dato che non mi importava proprio un bel niente del mangiare, cercai di intrufolarmi in casa attraverso le gambe di Jenny, ma lai non aveva intenzione di lasciarmi pensare.
“No, torna a casa, non ho niente per te!”
“Che creatura senza cuore – pensai – non sfama nemmeno un cagnolino in difficoltà. [Oh, Dio, dammi la forza di sopportare le sue cretinate!] Ma come faccio ad entrare?”
Alla fine, provando e riprovando, riuscii a sgattaiolare in casa.
Notai che c’era un certo odore di polvere, [Ah, quindi Jenny non ci vive e viene solo a pulirla? Ma allora hai avuto KULO anche per averla trovata lì, non solo per il portale!] ma mi ripresi subito quando Jenny cercò di farmi uscire impugnando una scopa come una lancia. Certo non avevo intenzione di ubbidirle, ma non volevo nemmeno essere accoppata, così cominciai a correre intorno al divano. [Basta scene idiote, vi scongiuro! Procediamo con la trama!] Jenny fece lo stesso, ma poco prima di prendermi, io saltai il divano e mi trasformai.
“Mi piacerebbe parlarti con ancora la testa attaccata al resto del corpo, ora che sono tornata”
“Kety?”
“Sì, sono io”
“C…come hai fatto a…?”
“E’ una storia lunga… se vuoi ne parliamo”
Lei face cenno di sì e andò a chiudere la porta e le tende delle finestre. [Uh, gombloddo!]
“Tu non dovresti essere qui!” mi disse [Davvero, Jenny? Grazie per averci messo a parte del fatto che anche tu sai contare fino a tre, e quindi sai che Kety è un anno in anticipo!]
“Beh, ho trovato un portale e…”
E così le raccontai di come ero arrivata. Lei continuò a fare domande, e io le parlai anche dei centauri, del serpente Ater, delle arpie, del consiglio, del Repercussio e tutte le altre mie avventure. [Perché, ricordiamoci, lei era stata ESILIATA in una PRIGIONE NATURALE, non mi pare tanto giusto chiamarla AVVENTURA al posto di PENA DETENTIVA] ascoltava in silenzio, tranne in alcuni momenti che diceva sbalordita frasi del tipo: “Centauri, davvero?” oppure “impossibile! Ma hai incontrato veramente Celeno?” e altre.
Dopo qualche ora le chiesi di White, e lei mi portò nella stalla. [Oh, l’unicorno BIANCO di Napoleone! Da quanto tempo! Vediamo se ci fa la grazia di un discorso diretto]
“Alla buon ora!” fu l’unico saluto che mi fece l’unicorno, [SIGNORI, EPICO! Grazie di esistere, BIANCO, con il tuo ermetismo colpisci sempre dritto al punto! Hai detto DUE dico DUE battute, sei addirittura meno loquace della legislazione reale!] ma parlai ugualmente anche con lui.
Alla fine rimasi lì tutta la giornata, e al tramonto capii che, forse, mi ero trattenuta un po’ troppo. [Io ci provo a sperare che il portale si sia chiuso, ma so che è energia sprecata] Feci per congedarmi, ma Jenny mi fermò:
“Io e White veniamo con te!”
“Che cosa? No, non potete” [Guarda che se sei sopravvissuta tu può farcela davvero chiunque]
“Sì che possiamo. Io posso dire di essere andata a fare un viaggio, nessuno sospetterà di niente!”
“Jenny, non credo che…”
“Non ammetto discussioni. Io vengo.”
“No, no, no, frena.”
La conversazione durò un altro quarto d’ora abbondante, ma alla fine mi convinse.
“Insomma, tutti penseranno che sono una a cui piacciono gli animali!” disse mentre ripercorrevamo la strada di marmo rivolgendosi a me e a White. [Niente, quando la gente viene in contatto con Kety, inizia a fare battute pessime] Io, naturalmente non risposi, dato che mi ero trasformata, e mi limitai a guidare i miei accompagnatori. Tornata nel boschetto vidi che il portale era ancora integro. [Eh, tranquilla, non avevamo dubbi!] Mandai dentro prima Jenny, seguita da White, poi entrai io. Quando arrivai, la prima cosa che vidi fu Greg che puntava una lancia al collo di Jenny:
“Parla, dov’è?” decisi allora di intervenire prima che a Jenny venisse staccata la testa.
“Se ti riferisci a me, sono qui!” vedendo, però, che Greg non accennava ad abbassare l’arma, aggiunsi:
“Sono con me!” [Sono con lei, capito? Garanzia di qualità!]

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Capitolo 20
*** Il matrimonio di Greg ***


IL MATRIMONIO DI GREG


[Beh, ormai sappiamo già cosa succede. Sono tentata di saltare al capitolo successivo, ma non lo farò, perché sono un’EROA e perché muoio dalla voglia di vedere se Greg balbetterà durante la cerimonia!]
Impiegai un po’ di tempo per far capire a Greg che avevo deciso di portare i miei amici a Knarenn, e ci impiegai anche di più a farglielo accettare:
“Ma sei impazzita? Ti rendi conto di cosa hai fatto?” [Ma che c’è di male? Ha fatto molto di peggio, non capisco che problemi possano dare un’altra fata e un unicorno poco loquace]
“Me lo ha chiesto lei!”
“Ma tu hai accettato!” [Niente, non ci dice perché. È sbagliato e basta, ci deve andare bene]
Nei giorni successivi feci visitare a Jenny e a White tutto Centaurorum Vicus e insegnai loro ad andare d’accordo coi centauri, dato che alcuni erano abbastanza irascibili.
Passarono veloci circa due settimane, e non accadde niente riguardo la guerra. [Vorrei farvi notare che AVETE UN PORTALE APERTO e che POTREBBE CHIUDERSI DA UN MOMENTO ALL’ALTRO. Vi volete decidere a usarlo o no? Cos’è questo titubare? All’improvviso vi siete resi conto che stare liberi a Knarenn, in fondo, non è così male da rischiare la vita?] Le novità, però, ci furono relative alla storia tra Greg e Ophelia. [Ah, grazie, libro! Avevo proprio bisogno di un capitolo filler completamente inutile ai fini della trama!]
Infatti, mentre percorrevo una strada vicino alla mia capanna cominciai a notare una certa agitazione da parte di tutti gli altri abitanti. Riuscii a sopportare questa situazione per mezza giornata, poi la curiosità prevalse:
“Ma cosa succede? Perché sono tutti così…strani?” chiesi a un gruppo di centaure che davano l’impressione di essere delle grandi pettegole [Kety 2.0: ora, invece che aspettare una settimana nell’ignoranza, sa anche chiedere! Che progressi!]
“Ma come, non lo sai?” mi chiese quella che sembrava la più anziana
“Gregorio ha chiesto la mano ad Ophelia!” disse eccitata un’altra notando la mia espressione [Wow! D… davvero? E c… c… c… come glielo ha ch… ch… chiesto? Q… quanti an… anni ci ha mess… messo?]
“Cosa? E lei cosa ha risposto?” chiesi incuriosita
“Non è sicuro, perché sono tutte voci, ma pensiamo che celebreremo presto il suo matrimonio!” rispose la più anziana.
“Strano che non me ne abbia parlato!” dissi [Kety, ti ho iscritto a un corso di auto-aiuto. Si intitola: impara anche tu a non essere il centro del mondo]
Volevo proprio farla pagare a Greg, così mi avviai verso la sua capanna:
“Non me lo hai detto!” [Lezione 1: non pretendere che gli altri ti mettano a parte delle loro questioni intime. Questo comprende evacuazioni corporee, frequenza sessuale, proposte di matrimonio]
“Cosa?”
“Ti devi sposare!”
“Oh beh…quello. [“Sì ma… niente di serio” cit.] Come lo sai?” disse lui preso alla sprovvista
“Voci di corridoio” risposi
“E’ incredibile, in realtà avrei voluto fare un discorso ufficiale a tutto il paese, stasera, ma pare che entro quel momento la voce si sarà sparsa per tutto il paese” [Comunque deve essere il posto più noioso del mondo se la notizia di un matrimonio impegna tutto il paese per mezza giornata]
Nonostante tutto, Greg fece il suo discorso, anche se per nessuno fu una sorpresa, e proprio quella sera venne decisa la data del grande giorno. I tre giorni successivi furono impiegati per preparare un piccolo altare e otto lunghissimi tavoli per il banchetto serale. [Aspetta, si sposano tra TRE dico TRE giorni? E fanno un ulteriore banchetto? Non potevano approfittare di uno degli altri cinque fatti in precedenza? No, dai, meglio buttare un altro po’ di provviste, non sia mai che arrivate alla guerra vagamente preparati!] Tutti aiutarono nei lavori, e alla fine arrivò il momento tanto atteso. Era il tramonto e tutto era pronto quando entrai nella capanna di Greg:
“Oh, che bello! Ti stai per sposare!” [Oh, che giuoia!]
“Sì” rispose lui [Greg per non balbettare ha deciso di usare solo monosillabi, che però, sfortunatamente, fanno colare a picco l’entusiasmo. Riuscirà Ophelia a capire che lo sta facendo per lei e non è veramente uno stronzo insensibile? Lo scopriremo nella prossima puntata] mentre si sistemava della foglie d’edera sui capelli nerissimi e ondulati.
“Stai molto bene” dissi quando si girò [Ah, il vestito da sposo sono foglie in testa? Però! Che eleganza! Complimenti, Greg, si vede che ti sei rifornito nel cespuglio più chic di Knarenn!]
Quando uscii vidi che Ophelia era ancora più bella del solito: portava dei fiori di Gelsomino tra i capelli rossi e nella coda. [Per ora nulla che la distingua dalla sua controparte maschile, ma continuiamo…] Con gli stessi fiori si era fatta dei bracciali e una collana, e aveva sostituito il solito pezzo di stoffa marrone che le copriva il seno con elegantissima seta bianca. [Ah, ecco, ora ha un top bianco che neanche le cubiste dei pejori bar de Caracas! E io che speravo, non so, in una gualdrappa ornamentale ricamata in argento, una tiara, il velo… qualcosa, insomma! Qualcosa che denoti un minimo di fantasia!]
Il matrimonio si rivelò molto simile a quello dei mortali, [Ecco, per non smentirci nemmeno con la cerimonia…] ma senza lo scambio di anelli. [Ah, mi aspettavo fondessero le armi per creare gioielli, tanto per dilapidare anche l’equipaggiamento, oltre che le provviste] Alla fine della cerimonia ci fu il banchetto più spettacolare che ricordi con ogni genere di cibo e bevande. [Mi spiace, ma mi tocca dirlo: E SEI]
Dopo circa mezz’ora arrivarono anche Gramen e Flumen, che sederono vicino a me e a Jenny. [Noooo, basta! I nani sardi no! Ma lasciatemi in pace per un capitolo, per la miseria! Non ce la posso fare…]
“Molto lieti noi siamo di conoscerla nobile fata” disse Flumen.
“Anche io ne sono lieta” rispose Jenny. [Perché nobile? Lo sono tutte le fate? No perché questo toglie spessore al titolo di “principessa” di Kety, e la cosa a dire il vero mi vede più che favorevole]
Quando vidi che lei cercava lo sguardo di Gramen e Flumen, mi affrettai a dirle che, non so proprio per quale ragione, loro non guardano mai nessuno negli occhi. [Il bello è che non manca mai di ripetercelo, ma questa cosa non verrà mai spiegata. Allora, Giulietta, cosa volevi trasmettere? È un fatto importante? Non lo è? Deciditi, ti prego!]
“Forse sono ciechi” concluse lei. [No che non lo sono, Jenny, non siamo così idioti da non averci pensato]
 Ci furono moltissimi brindisi, ma il culmine venne raggiunto quando due centauri ubriachi fradici si misero ad interpretare una sottospecie di Romeo e Giulietta  con voci camuffate, terminando con un balletto sul tavolo. [Eh? No, aspetta… Eh? EH??? A parte la stupidità, devo ricordare alla tredicenne autrice che Romeo e Giulietta è un’opera di Shakespeare (UMANO) del 1594/96. Questo vuol dire che è stata composta all’incirca 420 anni fa, e Greg, che presumibilmente è nato a Knarenn o ci è giunto da piccolissimo, ha 527 anni. Questo significa che i centauri sono esiliati a Knarenn da prima che Shakespeare componesse la sua celeberrima tragedia, quindi… QUINDI COSA NE SAPETE VOI, EH?] Proprio in quel momento Gramen disse:
“Fratello Flumen caro, temo che il tuo potere presto occorrerà” [Allora, Gramen sta facendo una previsione idiota. Tra poco vedremo di cosa si tratta. Ma ora, concentriamoci su una questione: se lei può prevedere la fine della battaglia, non può anche prevedere il modo che useranno per uscire? Perché non l’ha detto direttamente al consiglio? Perché stanno aspettando tutti, e soprattutto COSA stanno aspettando? Non capisco]
Infatti, dopo circa due minuti, un centauro cadde dal tavolo, mentre l’altro continuava a ballare da solo senza essersi accorto di niente. [Ecco, infatti. Grazie Signorina Erba per averci avvertiti, non sapremmo come fare senza di lei!] Per fortuna Flumen intervenne subito, e la paura passò poco dopo, anche se il centauro non osò improvvisare qualche altro balletto.
“Legge il futuro” dissi a Jenny che pareva allibita. [Ma lo fa solo per le stupidate, non puoi pretendere che usi questo potere fighissimo per fare cose fighissime]
Quando fu notte fonda, molti se ne erano andati, a parte i soliti due centauri che continuavano a cantare e a bere da grandi boccali. [Eh, lo so, l’open bar è una tentazione irrinunciabile per tutti] Fu proprio in quel momento che arrivò senza alcun preavviso Celeno, [Pure tu? Ma nemmeno un capitolo senza adunata dei parlanti idioti? No, niente, ci tocca pure lei] che atterrò rumorosamente su un tavolo e ripiegò la grandi ali bianche, facendo tacere e forse ritrovare il senno anche i due centauri ubriachi:
“Congrattullazzionni Gregorrio! [“Congrattullazzionni” è ufficialmente la sua parola record] Comme mai non mi sonno meritatta un invitto? Oh, ma voi collezzionatte fatte!” [Stra-fatte, aggiungerei] disse rivolgendo lo sguardo verso Jenny e facendo un sorriso agghiacciante.
“Vieni al punto” disse Greg inespressivo
“Stai molto benne con le erbacce in testta!” disse Celeno, che si era messa sfiorargli le foglie d’edera come se fossero state tossiche. [CELY CREDO DI AMARTI!]
“Ho detto vieni al punto” disse Greg alzando il tono di voce.
In un primo momento lei ritrasse la mano velocemente, ma poi sorrise e disse:
“Domanni ci sarrà il secondo cosigglio verso Nord, [L’altro era a Sud, bisogna rispettare la par condicio] e purtroppo devvono esserci anche i centaurri. Si parlerà della guerra, sempre che i centaurri sianno abbastanza coraggiossi, o addirritturra abbastanza sciocchi da prenderne parte”
“Ci saremo” rispose Greg non dando peso all’insulto.
“Perfetto, portatti il tuo riddiccolo essercitto” disse Celeno quasi delusa dalla nostra presenza al consiglio [La LORO presenza. Ha parlato di centauri, non di te], poi aggiunse guardando con disgusto i due centauri che quasi non si reggevano in piedi:
“Continuatte a divvertirvi, mi raccommando!”
Poi spiegò la ali e se ne andò. Jenny era a dir poco sconvolta, e sembrava che lo fossero anche i due centauri, ma poi abbandonarono la loro temporanea serietà:
“Sai cosa ti dico, amico? [Ecco, sta per dire la fesseria, me lo sento…] Divertiamoci ora, finché possiamo!” esclamò uno, poi ricominciarono a ridere, e quella fu l’ultima cosa sensata che si dissero fino al mattino dopo. [Centauro innominato, grazie. Grazie per la perla filosofica, per il tuo contributo alla trama e alla cultura dei centauri. I pensatori si susseguiranno secoli e secoli per trasmettere il tuo credo, e diverrai il messia di tutti i messia, e sconfiggerai il male al grido di “divertiamoci ora finché possiamo”. Un ero d’altri tempi!]
 

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Capitolo 21
*** Il secondo consiglio ***


IL SECONDO CONSIGLIO


Fui svegliata all’alba, e partimmo dopo pochissimo tempo, accompagnati da tutti i soldati di Centaurorum Vicus. [Tutto l’esercito? Allora si fa sul serio. Evviva! Finalmente, GUERRA!] Questa volta io cavalcai White, [BIANCO] mentre Jenny venne affidata a un centauro molto serio, che non si azzardò a fare conversazione con lei nemmeno dopo cinque ore di viaggio: “Sai, sono appena arrivata” fu la prima cosa che disse Jenny, fino ad arrivare a frasi del tipo: “Attento, dietro di te c’è una belva feroce!”, ma il centauro non le rispose. [Già è parecchio strano montare un centauro, se poi pretendi pure di fare conversazione, è un po’ come parlare del tempo mentre sei dal ginecologo. Lascialo in pace, poveretto, è già imbarazzante così] Quando finalmente Ophelia se ne accorse, si avvicinò a Jenny e le disse:
“E’ sordo! Un’arpia gli ha urlato nelle orecchie. Sono proprio spregevoli quelle creature…” [Ah, ok, quindi le arpie hanno l’utilissimo potere di… assordare. In battaglia tornerà molto utile, suppongo]
Jenny si limitò ad abbassare lo sguardo, delusa.
A me, invece, andò molto meglio, perché io e White ci raccontammo proprio tutto quello che accadde da quando fui esiliata. [“Ero stata”, Kety, ripeti con me. È ora che impari a usare anche il trapassato]
Il viaggio fu molto più breve di quello per il primo consiglio, infatti durò solo una giornata. Il luogo dove si sarebbe tenuta la riunione era molto più semplice e meno elaborato di Planus Conzioni, infatti era una semplice capanna, che poteva contenere all’incirca una decina di persone. [Ma se questo posto era più vicino, non potevate fare lì anche il primo consiglio? Che bisogno c’era di perdere un mese e mezzo di viaggio per andare e tornare da Planus Minkionis?] Al mio arrivo, comunque, non fu la semplice tenda ad impressionarmi: tutta la nera pianura era ricoperta da guerrieri, [Pianura? Dove? Come? Knarenn non era una foresta?] per non parlare dei due fiumi e del lago, che traboccavano di tritoni con lance e tridenti in pugno. La cosa più incredibile, però, fu il cielo: era completamente oscurato da decine e decine di arpie che avevano spiccato il volo o che atterravano provenienti da ogni angolo di Knarenn. La confusione era davvero insopportabile, ma entrai subito nella tenda con Greg.
“Io ti aspetto qui…ehi, stai attento a dove metti i piedi imbranato!... sempre se riesci a ritrovarmi in questo caos, Kety” [Chi ha detto questa frase? Jenny? BIANCO? Non lo sapremo mai]
In effetti, le uniche ordinate lì in mezzo erano le ninfe, schierate, immobili, incappucciate con il loro mantello verde, con l’armatura argentata ed elegantissima.
Nella tenda c’erano Gramen e Flumen, Remenet, Dryas e Nayas e Celeno accompagnata da Alicia. [Un tripudio di nomibelli, insomma]
“Ornet è andato a reclutare i fauni dell’Est, si erano rifiutati di venire” intervenne subito Remenet. [Eh eh, no, cari fauni dell’est! Voi dovete venire e morire eseguendo gli ordini di una ragazzina! Vi tocca, obtorto collo!]
“Lo stesso fa, tempo non c’è!” disse Flumen. [Il tempo per il lungo viaggio a Planus Minkionis e per i CINQUE dico CINQUE banchetti c’era, però]
“Un portale trovato è stato, e proprio al regno porta. Un’occasione è da non lasciarsi sfuggire!” aggiunse. [Ceeeerto, sono informazioni che risalgono giusto a due settimane fa, siete proprio bravi a cogliere le occasioni al volo!]
“Beh, non possiamo usarlo per tutti questi soldati, ci annienterebbero uno alla volta se lo utilizzassimo! [Beh, dal momento che la regina non l’ha aperto e presumibilmente non sa che c’è, potreste comunque sfruttare una cosuccia chiamata “effetto sorpresa”, ma non voglio darvi suggerimenti, voglio vedere che piano intricato partorirete con la sola forza delle vostre meningi] Certo, se le arpie non fossero tutte così disordinate…” disse Nayas.
“Già, megglio le ninnfe, al limmite dell’ordinne!” [Ragazze, vi prego… già è difficile capirci qualcosa normalmente, se poi divagate non arriveremo mai più al punto]
“Ma volte smetterla?” dissi io un po’ irritata
“Inoltre per il portale aprire avere bisogna lo scettro magico alla regina appartenente” disse Gramen. [Ooook, scusate, ma qui intervengo io, perché evidentemente manca qualche frase. Il piano geniale è questo: dato che non possono usare il portale che si è aperto del tutto a caso perché è troppo piccolo, vogliono aprire il portale principale, che è MOLTO GROSSO. Il problema è che per aprirlo serve lo scettro MAGGIKO della regina. Continuiamo…]
“Kety conosce il regno” disse Greg mentre tutti si giravano a guardarmi.
“Per poter aprire il portale dobbiamo disporre dello scettro della regina, quindi voi, fata, lo ruberete e lo porterete qui.” mi disse via telepatica Poseidon. [Sai come si chiama questo, Poseidon? “Essere gay col culo degli altri”. Perché non lo fai tu, Poseidon? Forse perché non vivi fuori dall’acqua e la regina ti farebbe in tanti takoyaki? Eh?]
“Che cosa? E’ pura follia! Come faccio a rubare uno scettro a una persona che probabilmente lo tiene sempre con se ed è circondata da guardie, e per giunta sotto forma di lupo per non farmi riconoscere? E’ impossibile” [Guarda, te lo dico in tutta sincerità, Kety: se riesci a rubarle lo scettro e a far entrare un esercito di barbari nel regno, a quel punto non conterà molto non farsi riconoscere]
Tutti alzarono le spalle, come per dire che non c’era altro modo e che mi sarei dovuta arrangiare da sola; [Ah, tutti quanti gay col culo di Kety! A posto! Adesso capisco perché non avete mosso un dito finché non è arrivata lei a salvarvi le chiappe: siete dei codardi, cagasotto schifosi. E io sto facendo il tifo per Kety, è tutto dire!]
“Se non vuoi andare potremmo…” cominciò a dire Greg, ma Dryas lo interruppe:
“Fare cosa? Dobbiamo ammettere che questa è l’unica, seppure remota, speranza”
“State tranquilli, troverò una soluzione. [Sei bravissima infatti a trovare soluzioni…] Tanto per metà del tempo non abbiamo mai saputo quello che facevamo, ma è sempre andato tutto bene.” dissi. [AHAHAHAHAHAHAH EPICO. E P I C O. Capito? A che serve l’organizzazione? Tanto abbiamo sempre fatto schifo, continuiamo a procedere alla carlona, non può farci che bene!]
Nessuno intervenne per qualche minuto, poi Flumen ruppe il silenzio:
“Sembra che una decisione sia stata presa. Tutti d’accordo siete?” [Sì, guarda, io sono d’accordo anche solo per vedere come farà Kety a rubare lo scettro. Ormai è risaputo che prontezza di riflessi e furtività sono sue doti naturali]
“Più o menno…” disse Alicia
“Beh, se non abbiamo altra scelta” disse Dryas [No ma avete altra scelta: ANDARCI VOI! Mi piace che fanno anche le schizzinose. Maremma santa, mi sale il crimine. Fossi io lì avrei incenerito tutti quanti]
“Va bene” acconsentì Marea telepaticamente.
Remenet non disse nulla, si limitò a fare un cenno di assenso col capo.
“Dunque deciso è. Kety ruberà lo scettro alla regina aprirà il grande portale” [CE LA VEDO TANTISSIMO. RIDO GIÀ]
“C’è un problema, il portale è invisibile da chiuso, e io non so dove si torva” [Un’ulteriore fregatura. La missione si fa sempre più alla portata di Kety!]
Tutti si girarono con un’espressione incredula dipinta sul volto.
“In teoria tu dovresti essere arrivata qui attraverso…” disse Greg, ma io lo interruppi
“Sì, io sono arrivata da un portale, ma a me non è parso ne principale ne grande!”
“Forse la regina ha smesso di usarlo” disse Poseidon.
“Beh, questo non è un gran problema. Uno di voi saprà dove si trova, no? Siete tutti così…beh…longevi” dissi io, ma non ebbi risposta. Tutti si erano limitati ad abbassare la testa demoralizzati, anche le due arpie. [Certo che non servite proprio a un benemerito piffero, eh…]
“Nessuno di voi sa dov’è?”
“In realtà nessuno di noi si è trovato qui direttamente. Noi siamo i discendenti, i figli dei figli di coloro che misero piede qui per la prima volta” disse Greg.
“E’ da più di cinquecento anni che le nostre razze si trovano qui, cioè da quando la regina è salita sul trono la prima volta. [Ma Greg ha 527 anni, come fa a essere il figlio del figlio del primo centauro esiliato? Giulietta, credimi, hai ancora molto da lavorare sul far coincidere le tempistiche] Fu sconfitta per un breve periodo dai tuoi genitori, ma non fecero nemmeno in tempo a parlare di liberarci.”
“Cinquecento anni? Ma non è possibile, una persona non può…”
“Lei non è unna personna!” Mi interruppe Celeno. [Pure! Qualche altro elemento di difficoltà da aggiungere alla missione già di per sé spacciata?]
“Lei è…” Celeno stava per aggiungere qualcosa, ma non finì la frase, sembrava che avesse cambiato idea all’improvviso, e aveva assunto un’espressione molto arrabbiata, ma non come ero abituata a vederla, stavolta sembrava davvero infuriata, infatti batté il pugno sul tavolo.
“Si, Celeno? Stavi dicendo?” disse Remenet.
A quel punto, Celeno cominciò a parlare, dato che tutti l’avevano sentita e non aveva via di scampo. Anche Alicia sembrava sorpresa
“Lei erra unn’arpia. [SHOCK!] Ha traditto la sua stessa speccie mandandocci in questo luoggo.”
“Cosa? Un’arpia? Ma se è così…”
“E’ cossì, creddimi!” mi interruppe Celeno
“…dato che è così, dicevo, allora non posso ucciderla io, dovrebbe farlo un’altra arpia…”
E tutti abbassarono nuovamente il capo. [Beh, Kety, devi rubare uno scettro a un’arpia immortale e aprire un portale che non sai dove sia. Mi sembra perfetto, geniale, fantastico. Facciamolo!]
“Lei può essere uccissa da chiunque” Disse di nuovo Celeno, mentre tutti rialzavano la testa con una nuova speranza. [Ah, no, Giulietta qui si è accorta di aver reso la mission impossible troppo impossible, e quindi ritratta]
“Ho detto che lei erra unn’arpia. Ha traditto la sua stessa speccie parecchi anni or sonno. Orra non è ne unn’arpia ne unna fatta, orra non è un’immortalle” [Aaah, perché se decidi di non essere più arpia perdi… l’immortalità… ?]
“Beh, e questa l’abbiamo risolta, ma resta sempre la questione del portale. [Se ti conosco, Kety, troverai qualcuno o qualcosa che risolverà il problema al posto tuo e tutti daranno comunque il merito a te. Tranquilla, non temere, sei in buone mani!] Ma mentre parlavi, Celeno, mi è venuto un dubbio: tu hai più di cinquecento anni, allora dovresti essere abbastanza vecchia per sapere dove si trova…”
“Infatti la reginna lo sapevva ed ebbe curra di provvederre! Io sono la prima arpia ad esserre statta mandata qui, ma per la mia speccie utilizzò unna via secondarria. Immaggino che progettase già di chiuddere il portalle principalle per evitarre problemi. Grammen  Flummen, poi sono venutti qui doppo che Roggum ha visto l’incendio, e non hanno utilizzatto il portalle principalle ” [Avete presente la legge del rasoio di Occam? In pratica, dice che la spiegazione più semplice è sempre quella giusta. E, conseguentemente, se una spiegazione è troppo complessa, è una boiata astronomica. Ecco, Giulietta, per il futuro, ricordati di questa legge, ok?]
Nessuno disse niente per parecchio tempo, e tutti stavano cercando una soluzione.
“Un attimo, fatemi ricapitolare: La regina, che è un’arpia…”
“Erra!” mi interruppe Celeno. [Mi piace questo verbo, che dovrebbe essere un imperfetto di “essere”, e che invece potrebbe essere un presente di “errare”. Ero un genio. Un genio.]
“Ho capito, Celeno. La regina, che era un’arpia, è salita al trono più di cinquecento anni fa, e ha deciso di esiliare tutte e creature a Knarenn, facendo passare le arpie per dei portali secondari in modo che non potessero sapere dove si trovava quello principale, e quindi evitare problemi. [?] Nel frattempo i primi esiliati, che potevano ricordare il luogo del portale, sono morti, e voi tutti siete i nipoti, o chissà che altro. Dopo di che, c’è stato un periodo in cui i miei genitori hanno preso il trono, ma sono stati uccisi poco tempo dopo. Rogum, avendo visto l’incendio, è stato fatto sparire insieme ad Aera, forse perché le aveva rivelato il nome del colpevole, e Gramen e Flumen furono esiliati, per un posrtale secondario. [Ma non poteva esiliarli tutti e quattro? Forse ha pensato che dividerli fosse un regalo alla società, per non farli parlare sardo tutti insieme] Solo io sono riuscita a sopravvivere all’incendio, e sono stata portata qui dopo aver compiuto diciotto anni. Appena la regina, che nel frattempo era risalita al trono, ha saputo il mio cognome ha cercato di esiliarmi in tutti i modi, [Tu le hai dato un aiuto notevole, comunque] e dopo esserci riuscita ha utilizzato un portale secondario per mandarmi qui. E così nessuno di noi sa dove si trova quel maledetto portale! Ma si può essere più sadici da architettare tutto in questo modo?” [Non è sadismo, è il rasoio di Occam, tesoro. Avevo inventato talmente tanti eventi discordanti che collegarli con un senso logico era diventata una sfida… una sfida che ho perso, come potete ben vedere]
Il silenzio durò ancora pwer qualche minuto, ma alla fine Remenet parve aver avuto un’illuminazione:
“Usiamo il Repercussio!” disse tutto eccitato. [EH! E perché nessuno ci ha pensato prima? Ah, già… forse perché SPAPPOLA IL CERVELLO ALLE PERSONE CHE LO USANO, ma è solo un’ipotesi]
“Una brutta idea non è. Quel lago ciò che più vogliamo mostra”
Tutti alzarono le spalle e annuirono allo stesso tempo. [Effettivamente nella scatola cranica di Kety non c’è molto da spappolare, il rischio è minimo]
“Allora è deciso, ora tutto il consiglio si avvia al Repercussio, dove Kety vedrà il portale.”
Non ebbi nemmeno il tempo di aprir bocca che tutti si erano già alzati e Greg mi apriva l’entrata della tenda per farmi uscire. [Bellissimo, in questo capitolo tutti la fottono ripetutamente e lei zitta, bella come il sole, quando potrebbe starsene su una sdraio per qualche mese e aspettare la fine della sua pena]
Tutti i soldati fecero largo ai membri del consiglio e si inchinarono. Fu a quel punto che Jenny mi raggiunse:
“Avete fretta? Dove state andando, quali sono le decisioni?”
“Ti spiego tutto dopo, salta in groppa a White e vieni con noi.”
Le ninfe stavano prestando degli unicorni a Remenet, Gramen e Flumen, Greg si preparava a partire e le due arpie spiccavano il volo. Dryas si avvicinò con un unicorno e mi disse:
“Sai cavalcare?” [Waaaa, ma ci sono altri BIANCHI! Che bello il mondo maggiko!]
In effetti ero tentata di accettare l’offerta, ma, non so perché, risposi:
“Si, ma preferisco usare le mie zampe” e mi trasformai subito in lupo. Dryas mi sorrise mentre affidava l’unicorno a una soldatessa. [Hai solo passato tre capitoli interi a lamentarti di quanto i centauri corrano veloce rispetto a te, grazie per averci inutilmente scartavetrato le sacche scrotali]
Il viaggio non durò molto, anche perché correvamo tutti come dei pazzi, [FRETTAH! Sempre FRETTAH nei FENTASI, tranne durante i banchetti, ovviamente] ma in questo modo riuscimmo ad arrivare al Repercussio in meno di cinque ore.

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Capitolo 22
*** Cosa desidero di più al mondo? ***


COSA DESIDERO DI PIU' AL MONDO?


[Questi titoli interrogativi si moltiplicano mano a mano che il libro si confonde da solo e non capisce più che storia sta raccontando]
Appena arrivammo attraversammo Centaurorum Vicus a piedi, purtroppo insieme alle arpie, che erano atterrate da poco.
Naturalmente la due non si lasciavano sfuggire nemmeno un particolare del villaggio da poter criticare:
“Questo è il puntto in cui ho distrutto tutte quelle cappanne! Le avette ricostruitte propprio per moddo di dirre, verro Gregorrio?” disse Celeno. [Perché siamo in missione, ma parlare di cose inutili fa FENTASI]
Ma la peggiore, forse, era Alicia, che mi mostrava i denti acuminati ogni volta che mi avvicinavo a lei a meno di un metro; probabilmente era ancora infuriata per quella ferita che le avevo procurato parecchio tempo prima, e della quale era ancora visibile la cicatrice. [PROBABILMENTE] Attraversammo la piccola foresta prima del lago, [Aridaje: ma non è TUTTA una foresta?] e arrivammo finalmente a destinazione.
“Perfetto! Ora vieni con me” mi disse Remenet.
Io ubbidii e mi sporsi sulla lastra d’acqua.
“Concentrati” mi disse Remenet, ma fu l’ultima cosa che sentii. [Non è difficile per lei concentrarsi, ha pochi neuroni da mettere in moto] Ero come sprofondata in un sogno, proprio come l’ultima volta. Mi trovavo in una stanza che sembrava appartenere al mondo mortale, perché c’era un televisore. [Ah, quindi l’unica differenza tra il mondo “mortale” e il regno delle fate è che le case hanno i televisori? Però combattono con archi, frecce e spade. Ma in che epoca siamo?] Ci misi un po’, ma alla fine capii che quella era la stessa visione della prima volta: Vidi una persona sfuocata che si delineava sempre di più. Era proprio Nick, ma era triste e infelice. Era davanti alla televisione, andava in onda il telegiornale. I suoni non erano chiarissimi, ma riuscii a distinguere alcune parole:
Ancora nessuna notizia sulla ragazza di diciotto anni scomparsa… Nessuno ha più rivisto Kety Wilson. L’ultimo ad incontrarla fu Nicolas Callew, il suo fidanzato, ora accusato di….” [Sì, sì, abbiamo capito, è il processo Alberto Stasi dell’altra volta]
Ma poi Nick spense il televisore e non vidi più niente. Lui era seduto sul divano di casa sua e guardava una foto su un tavolino al centro di un tappeto. Nella cornice c’era una mia foto…sì, non c’era dubbio, era la stessa identica visione. All’improvviso mi costrinsi a chiudere gli occhi e a riemergere dalla visione.
Dovevano essere passate circa due ore, e quando gli altri videro che riprendevo conoscenza mi si avvicinarono:
“Allora, lo avete visto?” mi chiese Nayas. [Ora le dà del voi?]
Io, che non riuscivo a parlare perché ero ancora mezza intontita, feci cenno di no con la testa. Tutti sospirarono, persino le arpie, e Celeno disse a bassa voce:
“Figgurarsi!”
“Come? Non l’hai visto?” mi chiese Jenny
“No, ho visto la stessa identica cosa dell’ultima volta”
“Se vuoi riprovare” disse Remenet
Allora mi sporsi nuovamente e ricaddi in una specie di trance. Provai a concentrarmi, ma niente. La visione fu la stessa di prima. Mi risveglia sempre un paio d’ore dopo, era già buio inoltrato. [Com’è celere questo metodo! Non vorrei dire, ma forse facevi prima a cercartelo da sola, il portale]
“Niente. Non c’è niente da fare, vedrò sempre e solo la stessa cosa”
Tutti gli altri sospirarono nuovamente e si sedettero appoggiati contro agli alberi, stanchi di aspettare. [Perché ASPETTARE è ovviamente la cosa peggiore che potrebbe capitarvi di fare, giusto? Tanto c’è Kety, che bisogno c’è di muovere il culo? Meglio stare lì seduti a lamentarsi del lavoro degli altri, come i vecchi nei cantieri] Anche Jenny sembrava sul punto di prendere un tronco a testate, ma poi a quanto mi sembrò, cambiò idea e mi venne vicinissima guardandomi negli occhi e tenendomi strette le guance con le mani e mi disse con il tono di una maestra poco paziente che cerca di spiegare a un bambino di cinque anni che due più due fa quattro [Signore e Signori, ecco a voi il periodo vincitore del premio Pulitzer Duemilasempre: QUARANTAQUATTRO PAROLE SENZA PUNTEGGIATURA!]:
“Senti, la cosa che più vuoi è chiaramente rivedere Nick, giusto?” [O rivedere la TV, non possiamo essere certi di chi sia il suo oggetto del desiderio]
“Giusto” risposi
“Ma se vuoi rivedere Nick devi per forza sapere dove si trova quel maledetto portale, è esatto?”
“E’ esatto”
“Quindi deduciamo che la cosa che vuoi di più è trovare quel portale!”
“Per rivedere Nick”
“Ma trovando il portale, giusto?”
“Giusto”
“Quindi ora ti sarei molto grata se ci riprovassi e se ci riuscissi anche!” [Anche io e le mie ovaie te ne saremmo grate!]
“No, è assolutamente escluso!” disse Remenet
“Cossa? Vuoi che rimmaniammo bloccatti qui, faunno?” disse Alicia
“E’ troppo pericoloso, non è una cosa da fare troppe volte, potrebbe rimanerci” [Beh, ma mandiamo Kety apposta perché è sacrificabile. Arrivaci, fauno! Arrivaci!]
“Beh, la decisione sta a Kety!” disse Greg.
Io decisi di riprovare, tanto, che avevo da perdere? [EH! Il suo cervello è sempre stato una poltiglia, perché preoccuparsi ora?]
Mi sporsi sul lago e cominciai a guardare e caddi in trance. Quasi mi aspettavo di rivedere una stanza con un televisore, ma non vidi niente del genere. [Ovviamente stavolta funziona, perché la nostra Kety è una EROAH RISOLUTAH] Ciò che apparve fu il Repercussio, e io mi trovavo nello stesso identico punto di quando ero sveglia e intorno a me c’erano le stesse persone, ma non si muovevano, come se il tempo scorresse solo per me. Ci misi poco a capire che non mi ero ancora svegliata. [Wow, come in Matrix!]
“Sei ostinata” disse una voce profonda che non riconobbi. [Sei rompicogl…]
“Chi sei?” chiesi
“Sono Repercussio!” [WAAAAAH IL LAGO PARLA! MAGGIAH! E ha detto più parole di quante ne abbia dette BIANCO in tutto il libro]
“Io sto parlando con un lago?” [Kety, quando gli acidi fanno effetto è così. Gramen non ti ha insegnato nulla?]
“Perché non ti convinci che quello che vuoi di più è quel ragazzo, e non il portale?”
“Perché Jenny ha ragione. Io potrò rivederlo solo trovando il portale”
“Ma il fauno ti ha avvertita che potresti non tornare, perché hai tentato comunque?” [Esiste una piaga che serpeggia dalla notte dei tempi nel nostro mondo e che risponde perfettamente alla tua domanda, Sig. Repercussio: stupidità]
“Perché se è vero che Gramen non sbaglia mai una previsione, allora io non morirò qui, perché devo ancora uccidere la regina!” [Sì sì, quando ho scritto questo capitolo dovevo aver visto Matrix]
“Sei molto perspicace” [URCA]
“Ti prego, fammi vedere dove si trova quel portale!”
“Mi piaci, giovane fata. [E ti pareva? Ovvio, piace a tutti perché è la protagonista!] Per questo ho deciso di aiutarti [“Ti regalo una delle mie cas…” ah, no, questo è già successo]: il portale è qui vicino, non guardare me, alza gli occhi”
Allora io alzai gli occhi dal lago e guardai attentamente l’altra sponda
“Non c’è niente dall’altra parte!”
“Fidati, e continua a guardare”
Allora io ubbidii, anche se ero un po’ irritata, perché sembrava proprio una presa in giro. Poco dopo, però capii che mi stavo sbagliando, perché vidi un contorno luminoso lampeggiare per pochissimo tempo.
“Si, quello è il portale principale. Quando è aperto è molto più grande. Fa sempre quella luce, ma nessuno è mai riuscito a vederlo perché è troppo veloce. Per questo ho rallentato il tempo” [SHOCK!]
“Grazie, ma così non mi è di grande aiuto” [Perché? Non può andare a fregare lo scettro e poi tornare qui ad aprirlo? Che altro ti serve sapere?]
“Beh, anche per questo posso aiutarti!”
Allora tutta la scena intorno a me cambiò, e capii che quella era una visione, non era la realtà. Vidi che ero dall’altra parte del portale, e che questo era aperto. Davanti al portale c’era un grande ingresso di legno sbarrato da un tronco. A quel punto l’ingresso si aprì come per magia, [MAGGIAH!] lasciandomi vedere ciò che c’era dietro. Era proprio la piazza in marmo bianco del regno. Io uscii e mi girai alzando lo sguardo per memorizzare l’edificio, e capii solo allora che era proprio l’entrata del palazzo della. [… della? DELLA? Non lo sapremo mai] A quel punto la scena cambiò nuovamente: il portale si chiuse e al suo posto comparve un tavolo con delle sedie. Compresi che quella era la copertura scelta dall’imperatrice per nascondere il portale. [Ammazza, che brava, che copertura perfetta!]
Tutto d’un tratto sparì l’intera visione e io mi sentii strattonare il vestito da dietro. [Vabbè, vi faccio io in riassunto perché anche stavolta non si capisce: il portale collega Knarenn, da vicino al Repercussio, al regno, dentro il palazzo della regina kattivah] Prima di svegliarmi sentii un'altra frase del Repercussio:
“Trova lo scettro” [Già che c’eri non potevi farmi vedere pure quello? Grazie, grande e onnipotente Repercussio. Grazie!]
Subito dopo sentii che la mia schiena prendeva contro a qualcosa di duro, ma poi ripresi conoscenza.
Ero distesa a terra ed ero tutta bagnata. [Kety che si bagna al tocco di qualcosa di duro è molto, molto, molto equivoca] Quando aprii gli occhi vidi la faccia azzurra di Flumen che mi fissava.
“Cosa ti è saltato in mente?” urlò Greg
 “Niente, perché…cosa ho fatto?”
“Ci hai fatto prenderre unno spavvento ennorme! La tua faccia era anche peggio di quella dei due centaurri ubbriacchi dell’altra serra, poi ti sei tuffatta, pazza! Mi è toccato venirti a prendere in fondo al laggo. [Sì ma Celeno ti sta salvando le chiappe un po’ troppe volte per i miei gusti] Non hai nemmenno iddea di quanto pessi! Mi ci sonno volutti quasi diecci minutti per riportarti fuorri e farti respirarre. [Peccato che un essere umano sarebbe morto da un bel po’… ah, no, scusate, lei è una FATAH!] Senza Flummen avresti già tiratto le cuoia da un pezzo. [Ah, no, tutto merito del guaritore. Ma ora mi sopraggiunge un dubbio: se pure le fate possono morire, perché chiamano il mondo umano “mortale”? Questo presupporrebbe che loro sono immortali, ma non lo sono affatto… quindi… che è, se la tirano e basta?] Riccordati che mi devvi un favorre” mi disse Celeno infuriata mentre si scrollava le ali come un uccello per asciugarsele.
“L’avevo detto che era pericoloso” disse Remenet.
Mentre mi alzavo vidi la faccia sollevata di Jenny e quella delusa di Alicia nel vedermi viva e vegeta.
“Beh, non importa più. So dov’è il portale”
Tutti gioirono, ma Celeno disse:
“Meglio per te, perché stavvo per perderre la pazzienza.”
Anche se in fondo si vedeva che moriva dalla voglia di saltare di gioia. [Ceeeeerto. Come me adesso. Non vedi come muoio dalla voglia di saltare di gioia? Yu. Hu.]
“E allorra dovve si trovva questo portalle?” mi chiese Alicia con tono perfido.
“Là!” dissi indicando l’altra sponda del lago.
Mentre cercava di asciugarsi i capelli ancora più arruffati del solito, Celeno disse ridendo di gusto:
“Ah, ah, intelliggenti i centaurri, ce l’hanno sempre avutto sotto il nasso e non hanno mai fatto propprio un bel niente!”. [Ma loro sono una società evolutissima, come puoi pretendere che si sprechino a cercare cose inutili come le vie di fuga?]
 

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Capitolo 23
*** La crisi del regno ***


LA CRISI DEL REGNO



[Per una volta abbiamo un titolo quasi normale, che non richiede commenti. Ma io lo sto commentando perché è normale, cioè anormale nel microcosmo di questo libro. Paradosso]
Ci dirigemmo tutti verso il portale che avevo scoperto la notte di ferragosto. [Ma non avevamo detto che “mezz’estate” è più FENTASI di “ferragosto”?] Con grande sollievo da parte di tutto il consiglio, questo era ancora aperto. [Non capisco proprio perché vi preoccupate: non avete capito che dovete vincere?]
“Ti diamo tre giorni, Kety, massimo quattro” disse Greg. [E poi cosa fate? Suicidio di massa come i lemming?]
Io annuii e partii subito; in pochi secondi mi ritrovai nel boschetto vicino alla strada e cominciai a correre verso la piazza. Pioveva, c’era una nebbia fittissima e non si vedeva nessuno in giro. Mi ritrovai di fronte all’edificio in cui ero stata nominata fata delle creature [Noi preferiamo ricordarlo come “l’edificio dove hai giurato sulle leggi prima di conoscerle”] e, voltandomi, riconobbi subito la grande entrata in legno del palazzo dell’imperatrice. Quando mi avvicinai, però, notai un foglio attaccato all’entrata. Sembrava essere lì da un bel po’ di mesi, perché l’inchiostro era leggermente colato, forse a causa della pioggia. [Non manca solo la televisione nel regno delle fate, quindi, ma anche la plastificatrice. Tutto chiaro adesso] Il cartello diceva:
 
 
Il giorno quindici del mese di Agosto, a Sua Maestà è stato sottratto un oggetto di enorme valore: lo scettro magico.
Si ritiene che questo reato sia opera di un pericoloso criminale, [Ma và? Sul serio? Un crimine commesso da un criminale? SHOCK!] perciò tutte le sere dopo il tramonto sarà d’obbligo rispettare il coprifuoco e collaborare con l’esercito, il quale perquisirà tutte le abitazioni del regno. [Tutte contemporaneamente? Mi sa che ci sono più soldati che civili in questo regno]
Pertanto, per ordine di Sua Maestà, chi dovesse essere ritenuto colpevole verrà condannato a morte. [Eh, dobbiamo farla un po’ cattiva questa regina, no? Dobbiamo ucciderla poi! E, d’altro canto, non ci sono regolamentazioni legislative a livello di pena capitale, quindi non vedo perché la regina dovrebbe porsi qualche problema!]
Se entro venti giorni dal furto non verrà ritrovato il colpevole, tutta la popolazione non verrà rifornita di cibo o acqua fino a nuovo ordine. [Sentite? Sentite la KATTIVERIA che prorompe]
 
 
“Oh no! Qualcuno mi ha rubato lo scettro dell’imperatrice! E per di più queste persone stanno soffrendo. Ho fatto male a non tornare più qui dopo che Jenny mi ha seguita, staranno tutti morendo di fame!” Pensai.
Solo in quel momento, voltandomi, mi accorsi che la piazza non era allegra come al solito, ma non c’era nessuno in giro. [Quindi vuoi dire che solitamente, in passato, era allegra? Prima del tuo arrivo? Quindi le cose non andavano così male, magari la regina governava bene. O no?]
Cominciai a girovagare, non sapendo se tornare indietro o meno. [Hai tre giorni, imbecille: usali!] Ma, proprio mentre pensavo, vidi una porta di legno socchiusa, e dato che stavo quasi annegando per la pioggia, decisi di ripararmi. Appena dentro sentii delle voci, così, mi nascosi in un angolino buio:
“Che situazione, che situazione” disse una voce che sembrava appartenere ad un anziano. [Non ci sono più le mezze stagioni! E come la mettiamo con le generazioni moderne, eh? E il rispetto? Dov’è il rispetto? Qualcuno pensi ai bambini!]
“Già. Oh si è aperta la porta, vado a chiuderla” disse un altro che doveva avere la mia età. [Amico, non so chi tu sia, ma ti informo che stai partendo con l’intelligenza in negativo] Quando venne a chiudere la porta non potei fare niente per non essere vista:
“Oh, chi sei tu? Hai fame? Anche io piccolo; mi spiace, non ho niente.” [È UN CASPITA DI LUP… ok, fa niente, tanto nessuno lo capisce. Sarà un travestimento fatto male, Kety, che devo dirti?]
Il ragazzo mi si avvicinò mostrandomi la mano, ma io non feci niente. Lui, deluso nel vedere che non lo avevo annusato, mi fece segno di seguirlo. [AH, ANNUSATO! Si aspettava che lo annusasse, non che lo sbranasse! Ed è pure DELUSO perché un LUPO non gli ha fatto niente! Ma chi sei, tu, eh? Voglio saperlo, in due righe stai riuscendo ad essere il più stupido di tutti! E SEI NELLO STESSO LIBRO DI KETY WILSON!] Io ubbidii, anche se un po’ riluttante.
“Guarda nonno! Un cane randagio che è nelle nostre stesse condizioni. Cercava riparo dalla pioggia, forse” [Forse, invece, cercava qualche essere umano da mettere sotto i denti e se aspetta ad attaccarvi è solo perché si è soffermato a pensare con quale spezia condirvi] 
Al vecchio si illuminarono gli occhi nel vedermi, e ordinò al nipote di mettermi sul tappeto vicino al fuoco. [Alla faccia! Questi muoiono di fame e accolgono un lupo mannaro e lo mettono pure nel punto più caldo della casa. Che mondo di EROIH!] Dopo cominciò a osservarmi:
“Ma questo non è un cane, è un lupo! Vedi le zampe, sono più grosse…” [Disse preoccupato e iniziando ad alzarsi dalla sedia per scappare... ah, no scusate, questo non c'è scritto!]
“…Hai ragione. Ma cosa ci fa qui? Comunque non è feroce” rispose il ragazzo.
“Eh, ormai non avranno niente da mangiare nemmeno loro, vero bello?” e si mise ad accarezzarmi sulla testa.  [Bello??? E gli accarezz... ok, basta, vado a prepararmi una dose massiccia di cianuro] 
“Comunque poteva andarci peggio. Chissà che ne è stato di quella povera fata…” continuò il vecchio. [Wo, wo, wo… aspettate! Mi sa che Kety è diventata LEGGENDAH! E ovviamente i nostri amici ne parlano del tutto a caso mentre c’è lei! LE KOINCIDENZEH!]
“Kety Wilson, intendi? Sì, poveretta. Bloccata in quella foresta. Chissà se è ancora viva. Certo che se torna, l’imperatrice non avrà più scuse e dovrà abdicare se non vuole avere una rivolta tra le mani…” [Calma, ragazzi, calma, mi sta esplodendo la testa, altro che Repercussio… allora… facciamo mente locale. Il piano della regina era esiliare Kety perché non potesse succedere al trono, ma anche perché il popolo NON VENISSE A SAPERE che esisteva una legittima erede, no? E ora come mai tutti sanno di lei?]
“Quella fata poteva salvarci tutti, ma ora…”
Naturalmente quella conversazione aveva destato il mio interesse, e avevo deciso che dovevo saperne di più. Dopotutto quei due sembravano essere dalla mia parte, così mi trasformai.
“Ma ora cosa? Non è detta l’ultima parola!” dissi sotto gli occhi sgranati e le bocche aperte. [Me la immagino tutta dritta, col petto in fuori, lo sguardo all’orizzonte e i pugni sui fianchi. Col fare da super eroe dice: “Non è detta l’ultima parola! Mister Muscolo idraulico gel: spazza via i batteri le regine kattive in una sola passata!]
“Ma tu… tu sei…”
“Kety Wilson, la fata di cui parlavate”
“Ma non è possibile, tu eri un lupo, ti ho trovata dalla porta e ti ho…”
“…fatto annusare la mano” completai la frase. [Ma. Che. Comico. Ah. Ah. Ah.]
“Oh mi devi scusare, io…” cominciò a dire il ragazzo con un sorrisetto imbarazzato.
“non importa! Pensa che una mia amica per poco mi decapitava con una scopa!”
E ci mettemmo a ridere tutti e tre insieme. [AHAHAHAHAHAHAHAHAH… no] Ora che lo guardavo bene, lui era un bel ragazzo [Ma certo! Sono tutti belli kuelli buonih!]: alto, magro, con dei capelli nerissimi che scostava ogni tanto dagli occhi con un rapido gesto della mano.
In quel momento mi accorsi che c’era una finestra da cui potevo essere vista, così feci per rivolgermi al ragazzo, ma lui capì in anticipo e corse a chiuderla.
“Siediti pure, deve essere scomodo il pavimento! Tieni. [Tieni cosa?] A proposito, io mi chiamo Marcus, e lui è mio nonno” disse mentre mi porgeva una seggiola di legno. [Ah, ecco cosa, le fa l’inganno della cadrega! Comunque vi presento Marcus, personaggio dedicato al mio fratellino! Cheddolce Giulia tredicenne, eh?]
“Come ho già detto, ti offrirei qualcosa ma…”
“E’ lo stesso. L’unica cosa che vorrei è sapere di più di questa situazione” [Anche perché torni da ventordici banchetti, se rubassi cibo a dei morti di fame saresti umanamente inaccettabile]
“Che c’è da sapere. Se hai visto i cartelli è proprio così. Il trenta Agosto hanno cominciato a farci morire di fame, ci hanno persino impedito di lavorare e coltivare” disse il vecchio [Mi piace un sacco il fatto che le date siano sempre tonde. Evidentemente avevo paura di fare calcoli che prevedessero numeri dispari, non multipli di 5 o, Dio non voglia, il passaggio al mese successivo! E, nonostante questo, riuscivo a SBAGLIARE LO STESSO! Fateci caso: 15 di agosto sparisce lo scettro, 20 giorni per ritrovarlo, la pena condivisa a tutto il popolo viene applicata il 30 agosto… ma avrebbe dovuto essere il 4 settembre. NEMMENO LE SOMME SAPEVO FARE, NEMMENO QUELLE!]
“Beh, non dovete temere.  Se mi aiuterete riusciremo, forse, ad annientare l’imperatrice una volta per tutte” [E aggiungere il “forse”, sebbene sia un buon modo per pararsi le chiappe, direi che smorza un tantino l’entusiasmo di quelli che dovresti aizzare contro la regina]
“Cosa intendi dire?”
“Beh, per dirla tutta, una guerra”
“Cosa? Contro la regina? E con quale esercito?” [“QUESTO ESERCITO!!!” E Aragorn spuntò fuori dall'armadio seguito dai fantasmi verdi] 
“Centauri, ninfe, fauni, sirene e tritoni e arpie” [Ah… suona meno epico così]
“Cosa? Ma sono secoli che non se ne vedono”
“Sono a Knarenn. Sono tutti miei amici, beh, quasi tutti…” dissi pensando a Celeno.
“Wow!” disse Marcus estasiato.
“Ma per fare tutto questo ho bisogno dello scettro. Voi non sapete dove può essere?”
I due si guardarono negli occhi con volto un po’ indeciso, ma poi Marcus disse:
“Non…non dovremmo dirlo a nessuno” [Nooo, non mi dire! Un’altra koincidenza koincidenziosissima!]
“Senti, lo so che ci siamo appena incontrati e che non sei sicuro se fidarti o meno, ma io ho poco tempo, le truppe devono entrare nel regno tra poco, o l’imperatrice potrebbe scoprirci!”
Ci fu una breve pausa e un’altra occhiata tra Marcus e l’anziano, ma poi prese la parola il secondo:
“Sappiamo dove i nasconde il ladro” [Un altro SHOCK!]
“Ti porterò io da lui” disse Marcus.
“Grazie”
Ormai era sera inoltrata, e quindi decidemmo di aspettare la mattina per andarcene. [Ma non era meglio andarsene col favore del buio?] Verso l’alba Marcus mi svegliò, si mise un mantello nero che era appeso alla parete e mi disse che, forse, era meglio se rimanevo lupo mentre eravamo fuori. [Sì, ma solo FORSE, eh! Non sbilanciamoci mai] Io ubbidii, poi uscimmo dalla porta principale. Marcus andava a passo molo svelto e io gli tenevo dietro, ma poi arrivammo di fronte a una porta di legno. Davanti a questa c’erano due inconfondibili guardie della regina, con le vesti e il mantello neri e uno stemma argentato sul petto.
“Questa non ci voleva” sussurrò Marcus.
Ma lui non si fermò e continuò ad avvicinarsi alla porta. Quando arrivò una delle guardie gli chiese:
“Chi sei?”
“Sono solo un umile servo. Volevo chiedere a due distinti gentiluomini come voi se per caso fosse stato trovato il criminale che ha derubato Sua Maestà” [Sono preoccupata per te, Marcus: ma poi ce la fai a riarrotolarla, quella lingua? Non vorrei ti rimanesse pendente e in eccesso]
“Perché lo chiedi, servo?” chiese l’altro con disprezzo nella voce
“Perché sono interessato a vedere felice Sua Maestà, che tanto patisce per governare questo paese” [SEEE AHAHAHAHAHAAHAHAHAHAH!!! Non sarebbe credibile nemmeno se a governare il paese ci fosse il Mahatma Ghandi]
Marcus sembrava proprio un attore nato [Sì, si vede! Si percepisce da ogni singola sillaba, davvero!]: il suo tono non suonava sarcastico, ma realmente dispiaciuto per l’imperatrice, se poi aggiungeva qualche inchino ogni tanto era proprio impeccabile. [Insomma, la stessa gestualità di un clown da circo. Che capacità attoriale!]
“Abbiamo trovato il ladro, si” disse la prima guardia. [Ma poi, non sarebbero informazioni riservate? No?]
Proprio in quel momento uscirono rumorosamente altre due guardie che tenevano un uomo per le braccia. Quest’ ultimo cercava di opporre resistenza, ma sembrava proprio inutile. L’uomo alzò lo sguardo verso Marcus con aria supplichevole.
“E’… è quello che ti meriti, feccia!” [Vile marrano! Gaglioffo!]
L’uomo, poi, si voltò e mi guardò negli occhi. Solo in quel momento lo riconobbi: era Nick!

[SHOOOOOOOCK!]

Anche se non sembrava proprio Nick. [Sì, quello che non si vede da… beh, dal capitolo 5, in effetti. Ora siamo al 22, quindi direi che la latitanza è stata fruttuosa] Aveva i capelli molto più lunghi e sporchi e il viso pallidissimo. Sembrava malato ed era anche molto magro. [Ah, il fascino del trasandato!] Lui è sempre stato magro, [La pancetta non è fikah! Ovvio che non può averla!] ma ora sembrava che non mangiasse decentemente da settimane. All’inizio sembrava che lui non mi riconoscesse, ma, guardandomi negli occhi, parve illuminarsi nel capire chi ero. [Ragazzi, sono fiera di dire che nessuno da inizio libro, e intendo dire proprio NESSUNO l’ha presa per un lupo vero. Il suo travestimento non ha mai ingannato nemmeno un’anima. Sono record importanti!] Fece per aprire la bocca per parlare, ma proprio in quel momento le guardie ripresero a trascinarlo via.
Mentre mi dava le spalle io abbaiai per dire [che avevi capito?] “sta tranquillo” e, anche se lui non capì, mi fece un lievissimo sorriso. [Ah, allora aveva capito, tranquilla! Qui con i tuoi latrati, tutti capiscono tutto di tutti!]
Anche le guardie si erano voltate a guardarmi, allora Marcus disse:
“Ehm, avete visto? Anche gli animali sanno riconoscere un ladro” [UN ATTORE NATO. COMPLIMENTI. DI CAPRIO TI SPICCIA CASA]
Le guardie annuirono e si rivoltarono per portare “il pericoloso criminale” in cella. 
“Tranquilla, lo salveremo!” sussurrò Marcus quando fummo abbastanza lontani. 

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Capitolo 24
*** Nick prigioniero ***


NICK PRIGIONIERO


Marcus mi riaccompagnò a casa. Io mi trasformai mentre lui chiudeva porte e finestre.
“Ma perché?” dissi io esasperata buttandomi su una sedia.
“Perché succedono tutte a me?” [E io che ingenuamente pensavo sarebbe stata felice di averlo ritrovato!]
“Ti ho detto che lo salveremo” disse Marcus mentre chiudeva l’ultima finestra.
“Io l’ho messo in pericolo” [Sì, hai ragione, ma nonostante ciò, è doveroso specificare che anche Nick si è impegnato parecchio a mettersi nei guai. Tipo non dicendo nulla, non preparandosi al rapimento, e dopo decidendo di rubare lo scettro… quindi sì, diciamo pure che anche lui non è questa gran cima]
“Ma No. Si è messo in pericolo da solo. Lui ha voluto rubare lo scettro della regina, anche se non ha mai voluto dirmi perché. Ho una mia teoria, comunque.” [È uno scettro “quasi onnipotente”, cit., perché mai qualcuno dovrebbe volerlo per sé? Inaudito!]
“E cioè?”
“Credo che fosse per aiutare una ragazza. Sai, lui ne parlava, anche se non nominava mai il suo nome” [No, vabbè. Il libro ci crede idioti. Davvero pensa che non dovremmo capirlo?]
“Ah sì? E come ne parlava?”
“Beh, in verità la menzionava di sfuggita ogni tanto. Però sembrava triste”
“Certo, non posso biasimarlo. Se fossi in lui, anche io sarei arrabbiata con la ragazza più scema di tutto il regno” [Wow, qui Kety fa addirittura due cose in una volta: è sarcastica e si colpevolizza. Che dite, glielo diamo un punto intelligenza ad honorem?]
“Ehi, ma cosa stai dicendo?”
“Ero io la ragazza. Eravamo fidanzati prima di venire qui. Ma con tutto quello che gli ho fatto passare e dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, sicuramente non mi vorrà più. Io non mi vorrei” [Da qualche parte deve aver colpito ancora il ninja cervellotico, o non si spiega tutta questa improvvisa saggezza]
“Senti, è vero che parlava poco di te, ma non credo che fosse perché non ti voleva più. Secondo me era solo cauto a non darti altri problemi” [Ma com’è lungimirante il nostro Nick! Peccato che ci abbia pensato UN PO’ TROPPO TARDI, visto che per evitare problemi all’origine, magari, sarebbe stato bene PARLARE DEL GOMBLOTTO A KETY]
“Dici?”
“Certo che dico! Non era arrabbiato con te, ne sono sicuro. E comunque non è stata colpa tua se sei finita a Knarenn” [COFF COFF... LEGISLAZIONE VIOLATA… COFF COFF… TUTTA IN UNA VOLTA… COFF COFF]
“Non è stata colpa mia? Ma che dici? Certo che è stata colpa mia.”
“No non…”
 “Sì, invece. E’ sempre stato un mio problema, io devo sempre parlare, non sto mai zitta. Sono stata io a dire chi erano mia madre e mio padre alla regina, sono stata io a dirle il mio cognome, sono stata io ad assicurarla che ero figlia loro, sono stata io a cacciarmi in questo pasticcio, perché non so stare attenta a come parlo!” Avevo urlato, e sbattuto un pugno sul tavolo davanti a me. [Io… potrei commuovermi. Davvero. È un po’ come quando un genitore si rende conto che il suo pargolo è cresciuto, no? Uguale. Vedo Kety e mi rendo conto che ha fatto progressi da inizio libro. Pochi… insignificanti… rari… inutili… ma li ha fatti. E non speravo tanto quando ho iniziato ad autocriticare, sinceramente] Ero arrabbiata con me stessa, ma Marcus mi disse più calmo che mai:
“Sta calma. Tu non potevi saperlo, e poi lo avrebbe scoperto da sola prima o poi”
“Scusami. [Di che? Per una volta che dici cose sensate!] E’ solo che mi sento in colpa. Stavo così bene nel mondo mortale” [Beh, ci credo, tanto a te le case le regalavano pure là]
“Non è niente. Comunque posso capirti: anche io vengo dal mondo mortale, sono arrivato qui quando avevo sedici anni.”
“Grazie”
“Ah, senti, è meglio se dormi adesso. Stanotte tardi andiamo a cercare il tuo criminale amoroso” disse lui in tono sarcastico, così io andai a dormire mentre ridevo. [No, niente, con l’ironia dobbiamo migliorare ancora un bel po’]
Marcus mi svegliò dolcemente [Se non sapessi che ero troppo innocente per pensarlo, mi metterei quasi a sperare in una sorta di AMMOREH ADULTERO, così, per mettere un po’ di pepe] e mi disse di trasformarmi subito.
Partimmo senza aspettare un attimo di più. Fuori c’era ancora una nebbia fittissima, che non faceva vedere a un palmo al naso, ma non pioveva. [Oh, l’avete capito che era fittissima? No perché sono due capitoli interi che lo ripetiamo, non vorrei ve lo scordaste!] L’unica fonte di luce era una fiaccola che reggeva Marcus. Arrivammo quasi subito al castello della regina e ci fermammo:
“Le celle si trovano sottoterra e ognuna ha un’inferriata che si affaccia fuori. Guarda in basso vedrai appena sopra al suolo le sbarre. Ci dividiamo e le controlliamo tutte.” [Domanda: non è possibile che esistano celle solo interne, senza finestre? Oppure celle completamente interrate, oppure ancora celle al quindicesimo piano? Ma no, ovvio: perché questo è FENTASI e tutti i problemi devono avere una semplice risoluzione!]
Dopo che Marcus ebbe finito di parlare ci dividemmo e cominciammo a fare il giro del palazzo, io verso destra e lui verso sinistra. In effetti c’erano delle inferriate a pochi centimetri da terra; io infilavo il muso e facevo dei versi sommessi in tutte quelle che incontravo. Dopo circa una dozzina di celle controllate, finalmente lo trovai:
“Ciao! Sono contento di vederti” [ELLAMADONNA, che entusiasmo! Non sentite il pathos? L’emozione di questi innamorati rimasti lontani troppo a lungo e finalmente ritrovati?]
Io non risposi subito, [Insomma, Nick, hai aspettato tre anni, che differenza fa qualche minuto in più prima di rispondere al saluto?] ma me ne andai a cercare Marcus e avvertirlo che avevo trovato la cella giusta. Quando tornai Marcus disse:
“Ti faccio da palo, puoi trasformarti se vuoi, non c’è anima viva in giro” [Certamente, non avevamo dubbi. Non avevamo nemmeno provato lontanamente a immaginare la presenza di guardie o ronde. Macché! È FENTASI!]
Non me lo feci ripetere due volte e ubbidii all’istante.
“Kety! Allora sei proprio tu, temevo di essere impazzito”
“Non sei impazzito. Come stai?” [Benissimo, non vedi? Sono in una cella buia e fredda e probabilmente mi rimane poco da vivere, non vedo come potrebbe andare meglio!]
“Diciamo che ho passato periodi migliori.”
“Beh, si vede… a dire la verità sembri uno scheletro” [E ALLORA PERCHÉ GLIELO CHIEDI? Vuoi solo infilare il dito nella piaga?]
“Sono stato costretto a rimanere chiuso in una cantina per tutto il tempo dopo che ho rubato lo scettro. Se sono ancora vivo è grazie al nostro comune amico” rispose lui accennando a Marcus, che ci dava le spalle e controllava che non si avvicinasse nessuno.
“Comunque anche tu non hai un bell’aspetto!” aggiunse subito dopo.
“Oh, beh…non è uno scherzo rimanere per tanto tempo a Knarenn” [E poi, qualcuno mi dice dove cavolo è il tanto atteso AMMOREH? Dov’è la passione? Manco un bacio? Nulla? Perché mi sembra di assistere al ritrovo annuale di due cugini di novantesimo grado?]
In effetti ero decisamente messa male: i capelli erano cresciuti di parecchi centimetri, e non erano più lisci e lucenti come una volta, ero molto più magra e la mia pelle era bianca. In effetti, Marcus, pur essendo molto magro anche lui, era l’unico decente in quel gruppo, mentre io e Nick somigliavamo a due vagabondi innamorati.
“Ma perché hai rubato lo scettro?” dissi per cambiare discorso. [Vediamo se indovino... era per aiutare te! Sarò una veggente? Oh, no cara, semplicemente... TE L'HA DETTO MARCUS PRIMA!]
“Pensavo che ormai ci saresti arrivata da sola. [Persino Nick la prende per i fondelli… ah! Che bello l’ammoreh!] Sai che solo lo scettro può aprire portali, e credo che non penserai che la regina abbia aperto il portale nel bosco per farti uscire…”
“Sei stato tu a permettermi di uscire da Knarenn lo scorso agosto” [SHOCK! Cioè… non proprio. Era comunque l’unico che poteva farlo, quindi non è questa gran scoperta. Libro, non cercare di vendermi cose ovvie come plot twist. Non si fa, è una truffa letteraria!]
Lui annui con un sorrisetto, ma io ripresi subito a perlare:
“Perché lo hai fatto? Hai rischiato tutto solo per me, io potevo farne a meno”
“Solo perché ti è andata bene, Kety. [Ah, beh, almeno è oggettivo e riconosciuto da tutti che la sua “abilità” non c’entra un fico secco, e se è sopravvissuta è stato solo grazie al suo consistente volume chiappale] Tu non ricordi tutte le storie che raccontavano sui prigionieri che la regina aveva mandato a Knarenn molto tempo fa. [Storie terribili, immagino… peccato che Knarenn sia più popolata di un centro commerciale la vigilia di Natale, quindi tutte queste tragedie se le sono inventate. Ti hanno raccontato balle, Nick! Knarenn è bellissima. Sicuramente se l’è passata meglio Kety lì, con i suoi banchetti, che tu rinchiuso in una cantina per mesi] Quando presero il comando i tuoi genitori cercarono di tirarli fuori da quella foresta, ma non li hanno più trovati. E poi, naturalmente, lei li ha uccisi e non hanno più potuto far niente. Non volevo che tu facessi quella fine, sarebbe stato un rischio ancora maggiore”
Ci abbracciammo, per quello che permetteva l’inferriata, naturalmente. [CHE AMMOREH, CHE PATHOS! Nemmeno un bacetto sul naso, nulla. KE ROMANTIKO!]
“Ma perché non me lo hai mai detto? E Perché non sei tornato qui dopo che mi hanno nominata fata delle creature?”
“Perché la regina mi conosceva. Lei mi credeva morto nell’incendio, e se fossi tornato insieme ad un’altra fata avrebbe capito senza problemi. [Sì, ok, non si fa vedere da circa 15 anni, però la regina se lo RICORDA! E ricordiamo che lui non era il principessino, era lo SGUATTERO!] Solo quando ho saputo che ti avevano esiliata ho capito che avevo comunque sbagliato. [Scusa se insisto, eh, ma questo non spiega affatto perché non hai detto tutto a Kety. Dillo apertamente: volevi liberarti di lei. Non ti giudicheremo, anzi]
“Senti, vai fino all’edificio dove mi hanno catturato, entra e scendi in cantina. Nell’angolo alla tua sinistra c’è una botola, coperta da una cassa di legno. Devi aprirla e prendere lo scettro. [Ah, e i soldati non hanno perquisito la cantina? Ma che bravi! La regina li ha trovati nelle patatine come gadget?] Ho sentito che ti serve, fai entrare le truppe appena puoi” [Da chi, di grazia, DA CHI L’HAI SENTITO? Perché se è vero c’è una pericolosa fuga di informazioni: gli unici a esserne al corrente nel regno sono Marcus e Kety!]
“Non l’hanno ancora trovato, allora! Quando ho visto che ti catturavano avevo quasi perso ogni speranza” [Ah, ma quindi nemmeno a lei importa nulla di Nick: aveva perso la speranza PER LO SCETTRO, mica per il ragazzo!]
“No, non l’hanno trovato, ma devi fare in fretta: io li ho messi su una pista sbagliata, ma non so per quanto reggerà questa bugia”
“Ok, vado subito allora!” [“E ti lascio qui. Grazie dell’aiuto! Ciao ciao, buona morte!”]
Proprio in quell’istante sentimmo un rumore di chiavi proveniente dalla porta della cella di Nick, così io e Marcus ci spostammo subito dietro l’angolo del muro del palazzo. All’improvviso sentii aprire la porta, poi una voce femminile parlò:
“Le mie guardie hanno perquisito ogni centimetro quadrato dell’edificio che tu ci hai indicato come il nascondiglio per il mio scettro…” […rullo di tamburi…]
“E’ lei” mi disse Marcus con voce così bassa che dovetti leggere il labiale per capire. Era molto che non sentivo la sua voce, e subito non l’avevo proprio riconosciuta.
“…Tu mi hai ingannato. [Ma come, non ti ha detto l’ubicazione esatta della refurtiva al primo colpo? INAUDITO!] Ora voglio sapere dove si trova il mio scettro, o le conseguenze per te saranno disastrose”
“Mi dispiace davvero, mia regina. Il fatto è che lo scettro, ora, è già nelle mani sicure di una certa persona che conosco io. Arrivate troppo tardi, altezza!” rispose Nick in tono dispregiativo. [Nick, te lo dico ufficialmente: sei idiota quanto e più di Kety! Mi sembra una buonissima idea, infatti, raccontare alla regina che hai dei complici, così magari lei sguinzaglia mille sicari e Kety non fa in tempo ad arrivare a Knarenn. Sei un genio!]
Ci fu un minuto di silenzio, poi la regina, che dal tono di voce sembrava molto adirata, disse:
“Allora la tua punizione sarà la morte. Esecuzione pubblica tra una settimana esatta” [Regina, regina... ti devo insegnare tutto? Già ti ha detto una bugia, non avrebbe potuto dirne un'altra, come effettivamente ha fatto? TORTURALO!!!! FATTI DIRE TUTTO!!! Se lo uccidi poi come lo ritrovi lo scettro?  È in questi frangenti che capisco quanto sarei azzeccata per fare la Evil Queen]

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