FUGGO DAL NULLA di Milady Silvia (/viewuser.php?uid=126259)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***
Capitolo 1 *** Cap.1 ***
Cap.1
Fuggo dal nulla
da questa notte nera
come una fogna.
Italia strisciò lungo il
condotto fognario, il battito
cardiaco accelerato e un baffo di sporcizia sulla guancia, si deterse
le labbra
con la lingua. I capelli castani gli aderivano al viso sudato,
sentì un rivolo
scendergli lungo la schiena.
< Ancora non ci posso credere.
Vogliono imprigionarmi, io
che non ho fatto niente. Volevo solo vivere di arte, sono profondamente
pacifico.
La mia unica possibilità
è fuggire dal ‘nulla’. Da questa
notte nera > pensò. Sentì delle voci e
risalì velocemente una scaletta,
scivolò nella strada esterna e vide una cassa più
alta di lui. Vi s’intrufolò
trovandoci dei pomodori, e ci si chiuse dentro.
[105].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Cap.2 ***
Cap.2
E vado in cerca di
chi non sta dormendo eppure sogna.
Italia giocherellò con il
proprio ricciolo e alzò il capo,
il vento gli accarezzò il viso, scompigliandogli i capelli
castani.
“Cosa facevi?”
domandò.
America si premette gli occhiali
contro il viso e sorrise.
“Guardavo il cielo e
immaginavo quali e quante avventure
potremo vivere. Tu non trovi sia fantastico?”
domandò.
“Sì, certo!
Nuove avventure! Nuove partite di calcio! Nuovi
piatti da cucinare e… Soprattutto nuove belle
ragazze!” strepitò Italia.
America ridacchiò.
< In fondo quello che mi piace
di lui è proprio il sognare
senza dormire che manifesta negli splendidi film che sa fare >
rifletté
Italia, mentre le sue iridi castane brillavano.
[103].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cap.3 ***
Cap.3
E camminando con
l'ansietà che mi martella nel cuore.
Italia stringeva con un braccio solo
la bandiera bianca
sporca di sangue, trascinando la gamba ferita. La vista gli si
annebbiava, il
rumore degli spari gli rimbombava nelle orecchie, la sua vista si era
annebbiata.
Vide Giappone steso a terra
incosciente, il corpo martoriato
di ferite e il taglio di una lama all’altezza del fianco.
Italia cadde carponi al suo fianco,
il fischio delle bombe
risuonava sopra di lui.
< Esiste solo dolore.
L’unica cosa che permette al mio
cuore di battere ancora è l’ansia.
Non voglio essere solo un cane
bastonato e sconfitto. Posso
ancora combattere > pensò.
Inghilterra gli puntò
contro la pistola, risuonò uno sparo.
[108].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Cap.4 ***
Germania/Italia.
Cap.4
Lancio uno sguardo
che nei tuoi occhi poi si lascia cadere.
Italia si mise in ginocchio,
dimenando la bandiera bianca,
rivoli di sudore gli scendevano lungo la schiena.
“Sono settimane che sei qui
prigioniero. Mangi e dormi a
sbafo, inizio a pensare tu lo stia facendo solo per non dover
combattere la
guerra là fuori.
Io sono un soldato e non ho mai visto
uno come te, sembri un
cagnolino di casa che fa la festa” borbottò
Germania.
Italia chiuse gli occhi e gli sorrise.
“Con te mi sento
protetto” disse.
< Sei tanto burbero
apparentemente, ma ogni mio sguardo
viene catturato dai tuoi occhi ed in essi cade. Tu sei salvezza dal
nulla >
pensò Italia.
[106].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Cap.5 ***
Ooc.
Cap.5
Come sei bella.
Fatti vedere, fatti
vedere.
Italia del Sud rabbrividì,
guardando il fratello puntargli
il coltello al petto.
“Che fai?” chiese
e la voce gli tremò.
Feliciano si leccò le
labbra, i suoi occhi brillavano di
rosso.
“Sei così
bello… Cerca di capire, ho bisogno di vedere
qualcosa di meraviglioso come te” disse.
Lovino tremò, facendo
cigolare le catene che gli tenevano
fermi i polsi.
< Siamo stati entrambi
schiavi. Abbiamo entrambi perso
quella genuinità e quell’intelletto artistico che
ci aveva caratterizzato. Lui,
sempre così dolce con tutti, ora in questa guerra e in
queste crisi ha perso
anche la sua bontà.
Perderò anche io la mia
sanità? > si chiese.
[105].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Cap.6 ***
Cap.6
Ombra nel nulla fuggi
con me, fuggi perché…
Italia prese la mano di Germania
nella propria e lo guardò
in viso.
“Non andare a combattere,
ti prego. Fuggi con me” lo
supplicò.
Germania scosse il capo e
liberò la mano, voltandosi.
“Lo sai che non
posso” disse secco.
“Perché non
viene con me? Se è la birra che vuoi, te la
darò. Se è l’arte che desideri, te la
farò avere. Se è me che desideri,
prendimi” lo supplicò Italia. I suoi occhi erano
liquidi.
< Ti prego, tu non capisci.
Già una volta da bambino ho
perso la persona che amavo, tu somigli così tanto a Sacro
Romano Impero. Se
perdessi anche te, impazzirei > pensò Italia.
[110].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cap.7 ***
Cap.7
Su queste strade di
fuoco ci sono stato molto prima di te;
di questo cielo
nascosto conosco l'ultima stella che c'è.
Francia si sedette davanti ad Italia
e gli passò entrambi i
pollici sul viso, asciugandogli le lacrime e pulendogli il volto dalla
sporcizia.
“Avresti dovuto ascoltarmi.
Non dovevi tentare di fare una
cosa del genere…” gli disse.
Italia tirò su con il
naso, aveva gli occhi liquidi.
“I-io…”
esalò.
Francia si passò una mano
tra i capelli dorati, mulinandoli
e gli sorrise.
Italia abbassò lo sguardo,
osservando la rosa rossa che
Francia aveva appuntata al petto.
“Su queste strade di fuoco
ci sono stato molto prima di te.
Del loro cielo nascosto conosco fino all’ultima stella che
c’è. Lasciati
guidare” disse Francia.
[102].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Cap.8 ***
Cap.8
Questo deserto
d'asfalto l'ho attraversato…
Italia cadde
carponi.
Austria
smise di
suonare il pianoforte, sospirò pesantemente, raddrizzandosi
gli occhiali.
“Devi
fare tutto
questo rumore ogni volta, ‘schiavetta’?”
la riprese.
Italia
trattenne le
lacrime e raccolse il secchio di legno, sollevò lo straccio
grande quattro
volte lui. I suoi vestiti si erano bagnati di acqua sporca.
“Pe-perdonatemi…”
disse con vocetta stridula.
Austria
schioccò la
lingua sul palato.
“Voglio
che tutto sia
pulito alla svelta. Ho molti ospiti da incontrare oggi e desidero che
il
palazzo brilli” ordinò.
“Su-subito…”
esalò
Italia. Si allontanò a fatica, tremante.
Italia sospirò.
“Tutti mi danno del
codardo, ma è stato l’animo desertico
dell’aquila austriaca a divorare il mio coraggio”
esalò.
[109].
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Cap.9 ***
Cap.9
…e ti
giuro che poi che ci può essere vita.
Un'altra storia per
noi...
Veneziano allungò la mano
e guardò Romano prenderla.
“Pensi davvero che
riusciremo finalmente a liberarci? Ho
così paura” disse.
Romano annuì, i riccioli
castani sui loro capi si mossero
all’unisono.
“Ce la faremo, non devi
preoccuparti. Se ci stringiamo e ci
facciamo vicini, siamo più forti. Possiamo combattere
chiunque” lo rassicurò.
I due gemelli si sorrisero.
“La forza del nonno scorre
ancora nelle nostre vene?” chiese
Veneziano.
“Lo spirito del nonno non
ci ha mai abbandonato. Gli altri
continuano a temerci e questo basta” rispose Romano.
Impero Romano sorrise, guardando i
nipoti attraverso la
finestra.
< Entrambi sono il mio
orgoglio, perché in realtà è una
sola anima > pensò.
[110].
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3769683
|