il doggy di mommy (FERMA E DA RISCRIVERE)

di pokepony10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** ultima fermata: destino ***
Capitolo 3: *** Scambio di ruoli ***
Capitolo 4: *** Il buongiorno si vede dal mattino ***
Capitolo 5: *** una tigre bianca per Pascal ***
Capitolo 6: *** mommy... ***
Capitolo 7: *** il terremoto delle emozioni ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Caro lettore
Prima di lasciarti alla storia vorrei introdurti alla società a cui mi riferisco in questa mia opera.
Non so se già conosci i ruoli dei daddy e delle mommy. Loro sono il ceto più alto, sono i padroni. Possono approcciarsi a due tipologie di sottomessi, furry e babygirl o babyboy. I primi sono come animali domestici, solo in versione semi-umana. I baby sono invece sottomessi umani ai padroni. Generzlmente sono trattati come dei bambini (da cui il baby), possono essere trattati molto da bambini come mettere pannolini e vivere in culle. Nei casi in cui non sono trattati da bambini piccoli sono dei semplici sottomessi a volte usati come servitori in casa.
Io parlerò di un doggy quindi un furry.
Spero con questa introduzione di essere stata chiara sui ruoli di vari personaggi che incontrerai nel racconto.
Buona lettura!

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Capitolo 2
*** ultima fermata: destino ***


POV Sara
-che perdita di tempo è stato sto viaggio- pensai salendo sul pullman dopo l'ennesimo colloquio di lavoro andato male.  Era il quinto che fallivo quindi mi ero abituata a quel sapore amaro.  Per tutto il viaggio il mio sguardo rimase inchiodato al finestrino per vedere la grigia città scorrere in tutta la sua tristezza. Arrivati al capolinea l'autista mi chiamò per attirare la mia attenzione - sara...  SARA! -  - Si? -  risposi un po intontita - di nuovo andato male? -  mi chiese - già- risposi con un sospiro - davvero?  Cos'hai scordato di dire stavolta?-  -ho detto tutto... Penso,  ma comunque mi hanno dato giusto un'occhiata e mi hanno mandata via-  dissi cercando di ricordare - allora non ti meritano,  tieni consolati con questo- disse dandomi un pacchetto di carta argentata - era la mia merenda,  ma fare un po di digiuno non penso mi farà male- mi disse toccandosi la pancia rotonda.  
Io accettai di buon grado e me ne andai ringraziandolo - grazie mille Remo e buona giornata-.  Le porte del pullman si chiesero alle mie spalle e io mordendo il panino con prosciutto e formaggio mi avviai verso casa. Mentre camminavo sentì cadermi sulla testa una goccia di pioggia e velocemente le nuvole nere si scaricarono in un temporale - che fortuna... -  borbottai cercando un riparo mentre invano cercavo il mio ombrello nello zaino.  Vidi una fermata del bus e mi ci precipitai prima di chiunque altro.  Mi sedetti sulla panchina umida e con rammarico guardai la copia del mio curriculum oramai bagnata fradicia - che schifo di giornata!- dissi lanciando i fogli per strada e mordendo il mio panino.  
Rimasi a fissare la pioggia aspettando che smetta di piovere quando sentì qualcosa di umido toccarmi la caviglia.  Abassai lo sguardo e incrocia due grandi occhi color nocciolina fissarmi.  Erano di un pastore tedesco,  aveva il pelo tutto sporco e bagnato e quasi senza forza si sdraio al mio fianco Poggiardo il muso sul mio piede. Io guardai il panino e poi il cane - hey piccolo ne vuoi un po'? -  dissi per poi avvicinare il cibo al suo muso.  Lui annuso e con una gentilezza mista ad una vaga eleganza morse il panino e poi mi leccò la mano.  Guardai il celo,  pioveva di meno e potevo accontentarmi di usare l'ombrello - tieni piccolo,  ne hai più bisogno di me- dissi lasciando il panino per poi prendere l'ombrello.  Lo cercai di aprire ma era inceppato,  poi un TAC, si apri di scatto e una ventata di vento me lo strappò di mano.  - dannazione! -  pensai correndo dietro all'ombrello.  Di colpo sentì un clacson e una luce accecante mi bloccò in mezzo alla strada.
 Pensavo che sarei finita sotto le ruote di una macchina ma qualcosa mi spinse e l'unica cosa che vidi fu una macchina che si scontro con un qualcosa che venne scaraventato per terra.  Il guidatore scese dal veicolo e allarmato mi chiese se stavo bene,  io non risposi e mi avvicinai al corpo,  era il cane di prima e vicino la sua testa vidi una lieve striscia di sangue.
-Eccoti qui sacco di pulci- urlò un'altra voce mentre il guidatore assicuratosi che stavo bene sfrecciò via.  - pensavi davvero di scappare inutile doggy? - continuò la voce.  Da dietro un vicolo uscì un uomo grassoccio e vestito con una camicia awayana sporca e sgualcita che era infilata in un paio di pantaloni marroni pieni di macchie. Con prepotenza prese il cane dietro al collo e lo strattonò - lascialo stare! - urlai - levati di mezzo ragazzina- disse lui spingendomi a terra.  Il cucciolo vide la scena e con uno scatto morse la mano dell'uomo che lo lasciò a terra e con un calcio lo fece guaire -stupida bestiaccia,  come ti permetti di trattare così il tuo padrone?!- io mi tolsi la cartella di dosso e iniziai a colpire l'uomo in testa con tutta la mia forza.  Dopo due colpi svenne.  
Mi avvicinai al corpo immobile del cane e me lo caricai in braccio - ti porto a casa mia piccolo,  non permetterò a quel uomo di farti altro male -, bisbigliai imboccando il viale di casa.  Salì le scale e portai il cucciolo in bagno.  La vasca si macchiò di piccole gocce di sangue,  aprì l'acqua e con dolcezza accarezzavo il pelo per pulirlo da ogni sporcizia.  L'acqua della vasca divenne nera con alcune sfumature di rosso mentre il pelo iniziò a rivelarsi marrone chiaro con qualche sfumatura rossiccio e alcuni peli bianchi.
Vidi lentamente il corpo del cane illuminarsi e cambiare.  Dopo poco mi ritrovai dinnanzi un giovane uomo nudo e tutto rosso in volto che si copriva con le mani le parti intime.  Mi guardò con i suoi occhi marroni e con un sorriso sussurrò - grazie mommy-.

POV Alexander
Non sono mai stato un doggy come tutti...  Diciamo che ero troppo docile e nessuno mi prese mai. Un giorno,  1 anno fa,  fui comprato da un uomo orribile che per me aveva ben altro che in progetto di rendermi compagnia per babygirl e babyboy,  e per mia fortuna non gli piacevo neanche fisicamente,  troppo alto, troppo grande di età e troppo docile.  Aveva in serbo per me un posto nell'indescrivibile macello delle lotte clandestine.  Io mi ribellavo ogni giorno a tale tortura,  ma oramai lui aveva comprato la mia vita. Che cosa orribile,  mettere un prezzo alla vita di qualcuno, perciò provai a scappare,  per ribellarmi a tale ingiustizia.
Era una giornata grigia e iniziò anche a piovere. Mi riparai sotto una fermata del bus quando notai una ragazza che aspettava furiosa che smettesse di piovere - deve essere stata una brutta giornata per lei...  - mi avvicinai a annusai la sua pelle,  profumo delicato di bagnoschiuma al lime,  lei mi notò e mi diede un po del suo panino.  Era buonissimo,  mi mancava il sapore del prosciutto.  Quando smise di piovere,  o quasi,  lei mi lasciò il panino fece cenno di andarsene.  
Sentì l'improvviso suono di clacson e senza pensare mi buttai contro la ragazza che stava per finire sotto l'auto mentre io fui buttato per terra ferendomi la testa sull'asfalto.  Non finirono lì le mie disgrazie Pascal mi trovò e con le sue grassocce mani mi prese per portarmi con se.  Ogni mia speranza si stava spegnendo se non fu per quella ragazza che dopo un piccolo scontro mise KO Pascal e mi portò a casa con se.
Il palazzo era in un vicoletto stretto,  aveva il colore tendente al rosso mentre l'interno era pulito.  La sua casa era piccola ma con tutto il necessario.  L'ingresso si affacciava sul soggiorno munito di tavolo e sedie per mangiare,  divano e una televisione.  Nella stanza vicino intravidi un piano cottura mentre la ragazza mi portò nel bagno.  I sanitari bianchi adorati di rubinetteria di ottone davano l'eleganza regale ad una stanza usata per qualche cosa ben altro che elegante.  Mi mise nella vasca che conservava il dettaglio dei piedi a zampa di leone e con delicatezza mi pulì il pelo.  Senza accorgermene mi lasciai andare e lentamente il mio corpo torno a essere umano anche se non del tutto.  La schiuma sulla testa mi copriva le orecchi ferite e l'acqua nascondeva la mia coda che lentamente si muoveva felice.  Con le mani mi coprì il sesso e con timida espressione guardai il volto sorpreso della giovane - grazie mommy- bisbigliai timido mentre lei a bocca aperta continuava a fissarmi.  - tutto bene? - le chiesi sporgendomi dalla vasca mentre la mia coda uscì dall'acqua e iniziò a muoversi rapida - c...  Cosa sei tu? -  mi chiese spaventata - sono un doggy e tu sei la mia mommy- le dissi con un sorriso.  - cos? -  chiese Lei - se vuoi potrei spiegarti tutto uscito da qui,  ma potresti passarmi un asciugamano?  Sono piuttosto timido al primo incontro- le dissi abbassando il volto rosso - tieni- disse lei girandosi dall'altra parte mentre io mi sistemai l'asciugamano in vita.
Senza fiatare mi fece strada fino al soggiorno e mi fece accomodare vicino al tavolo - io mi preparo del caffè,  tu...- - Alexander- le dissi -... Alexander,  vuoi qualcosa? - mi chiese - no sto bene,  grazie mommy- lei se ne andò in cucina e dopo qualche minuto ne uscì con una tazzina in mano che emanava il forte odore di caffè.  Si sedette e mi fissò in silenzio e poi all'improvviso iniziò a parlare - quindi tu esattamente cosa sei? -  chiese fissando le mie orecchie - un furry,  esattamente un doggy- le dissi sorridendo - quindi sei un incrocio tra un cane e un umano? - chiese con una freddezza che mi fece venire i brividi - bhe se la vuoi mettere così si- dissi ma lei dopo aver fatto un altro sorso smise di parlare. - dai dici qualcosa Sara- l'incoraggiai io - come sai il mio nome?- chiese con sguardo severo -ho letto sui fogli che hai lanciato in strada,  perché eri arrabbiata? -  le chiesi - ennesimo colloquio lavorativo finito male... -  disse facendo un altro sorso - bhe se vuoi puoi fare la mommy- dissi scodinzolando - cioè? - chiese avvicinando la tazzina alla bocca - il dominatore donna- dissi sorpreso che lei non conoscesse il termine.  
Lei spalancò gli occhi e tossendo provò a parlare - dominatrice in che senso? -  chiese rossa in volto - bhe...  In quel senso...- dissi imbarazzato anche io - e a chi mai dovrei dominare poi? -  chiese cercando di nascondere l'imbarazzo - bhe a chi ti chiama,  faresti da babysitter ai babygirl e babyboy dei dominatori che vanno a lavorare- le dissi speranzoso di aiutarla - e cosa dovrei mai fare?  Io non ho mai fatto la mommy- disse rossa - bhe per quello ci sono io se vuoi.... -  bisbigliai rosso come un pomodoro.  Ci fu un breve silenzio e poi il suono di un campanello interrompe il tutto.

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Capitolo 3
*** Scambio di ruoli ***


POV Sara
Lui si sporse dalla vasca vasca e io trovai finalmente il coraggio di aprire bocca - cosa sei? -  gli chiesi - un doggy e tu sei la mia mommy- rispose sorridendo - mommy?  Che diamine è sta mommy? - mi chiesi,  lui sembrò notare la mia espressione dubbiosa e si offrì di spiegarmi tutto.  Gli diedi un asciugamano e andammo in salotto.  Mi preparai del caffè per cercare di calmarmi di fronte a qualcosa di così strano.  Mi disse di chiamarsi Alexander - bel nome- pensai facendo un sorso di caffè.
 
Rimasi a fissare i suoi capelli dai quali si intravedevano due orecchie e dietro la sedia si vedeva la coda agitarsi e gli chiesi chiarimenti sulla sua razza - sono un furry,  per esatezza un doggy- mi disse.  - ummm furry?  Sono persone con i geni animali se non sbaglio e doggy significa che è un cane suppongo- pensai.  Il mio silenzio venne interrotto da Alexander che ansiosamente mi incoraggiò a parlare e per giunta mi chiamò per nome. Sorpresa chiesi come faceva a sapere il mio nome e lui mi disse di averlo letto nel curriculum, da lì a poco toccammo anche il tasto dolente dei miei fallimenti lavorativi e a quel punto ad Alexander gli si illuminarono gli occhi.  Mi propose di fare la mommy e a quel punto chiesi troppo curiosa cosa fosse una mommy e la risposta mi fece finire il caffè quasi nel naso, con un po di tosse chiesi spiegazioni a quel "dominatore donna"  ed era esattamente ciò che sembrava.  Con l'imbarazzo in volto dissi che non potevo e non sapevo fare la mommy e la risposta di Alexander mi lasciò di sasso - bhe per quello ci sono io se vuoi...- disse sottovoce e rosso in volto.  Io non parlai e il tutto cadde nel silenzio che per fortuna fu interrotto dal campanello.
 
- grazie al celo- pensai andando ad aprire e mi trovai dinnanzi il volto sorridente di mia cugina.  - ciao cugina- disse entrando seguita dal suo ragazzo - ero da queste parti e ho pensato di farti visita.  Spero non averti disturbata -  disse imbarazzata - non preoccupatevi, volete qualcosa? -  chiesi - si,  un po di succo se c'è- disse Clara accomodandosi sul divano - per me della birra,  so che la nascondi da qualche parte tesoro,  ma non preoccuparti,  non dirò nulla ai tuoi genitori- disse Cristian ridendo e alzandomi il volto con due dita credendosi un figo che non era.
 
Odiavo Cristian,  continuava a dirmi che anche se insistevo sarei prima o poi andata a letto con lui,  o che mi sarei innamorata di un bastardo come lui.  - ancora nessun daddy è venuto a cercare la sua babygirl? -  disse Cristian mentre gli stavo porgendo la birra - no mio caro- dissi tra i denti versandogli un po di birra addosso - oh scusami che sbadata- dissi sarcastica. Lui mi afferò per la mano libera e mi tirò a se - peccato che non ti ho chiesto del cibo altrimenti te lo avrei fatto leccare direttamente da sopra i miei pantaloni- disse stringendo il mio polso -peccato che voglio troppo bene a mia cugina per dare ascolto al mio lato omicida e distruggerti la bottiglia in testa- dissi dandogli un calcio nello stinco per fargli mollare la presa.  Clara osservava il suo bicchiere senza parlare allora capí che era il caso di parlare della loro relazione. Lui era un ragazzo molto violento, non la tratfavz bene e lei non sapeva reagire.
 
- ascolta Clara...  Io penso che Cristian non ti faccia bene... Voglio parlarne con anche la sua presenza così da essere corretta nei confronti di entrambi.  Non pensi che sia il caso di finire questa relazione? -  chiesi,  lei pronunciò un lieve - si- poi guardò gli occhi di Cristin e sul suo volto si stampò il terrore.  Lui la prese per il collo e avvicinando il volto al suo se la slinguazzò tanto da farmi venire lo schifo.  Io rimasi ferma,  volevo che Clara imparasse a ribellarsi da sola,  non potevo esserci sempre io. 
 
- tu sai di essere mia- disse lui mentre lei in lacrime a malapena respirava - dillo- ordinò lui scuotendola - si daddy- disse con un filo di voce - allora sai anche che ti punirò tornati a casa...  Anzi...  Lo faccio qui- disse lasciandomi un'occhiata sadica. 
 
Clara non disse nulla sussurrò solo un lieve - ti prego no daddy-  ma oramai lui l'aveva bloccata sulle sue ginocchia.  Si sfilò la cintura,  alzo la gonna di lei e abbasso il suo intimo - sai cosa fare - le disse infligendo il primo colpo - uno.  Scusa e grazie daddy-,  poi un'altro colpo - due.  Scusa e grazie daddy-. Dopo il quinto lei era ormai in lacrime e lui rivolse lo sguardo verso di me - questo ti accadrà se oserai disubbidire al tuo futuro padrone- disse e con un colpo più forte fece urlare mia cugina - s… sei s.. Scusa e g... Grazie d.. Daddy- .  Continuò così fino al 20 a quel punto si fermò sotto le suppliche esauste di Clara.  Caccio dalla tasca una pomata e la spalmò sul didietro di lei.  Io rimasi impietrita mentre nella mia mente continuavo a sentire l'eco di quei pesanti colpi. 
 
 
POV Alexander
Sara andò ad aprire la porta e quando intravidi qualcuno entrare scappai in bagno e rimasi con l'orecchio contro la porta per sentire tutto.  Sentì due nomi,  Clara e un certo Cristian.  Lui iniziò a parlare male alla mia mommy e lì iniziai a ringhiare,  poi sentì una minaccia e l'inconfondibile suono di una cinghiata.  Il mio coraggio e la mia rabbia si spensero quando la mia mente fu invasa da pensieri e a farmi tremare ancora di più fu il pensiero che quella nella stanza vicina era l'esempio più ovvio di daddy e babygirl e che se io mi fossi sottomesso e avessi sbagliato qualcosa, sarei potuto essere punito in quel modo. 
 
Sentì dei passi e la porta del bagno spalamcarsi.  Mi trovai davanti un ragazzo dal capello nero con un ciuffo biondo che con occhi neri senza fondo mi fissò - Cristian... -  bisbigliai - ragazzo strano...  Bhe a quanto pare mi sbagliavo e la cara Sara si è sottomessa finalmente...  È una molto ribelle dovresti tenerla a guinzaglio quella cagnetta.... -  non gli feci terminare la frase che gli piantai un destro nello stomaco - non parlare così della mia mommy,  chiaro? - gli ringhiai nell'orecchio - lui mi fissò sorpreso mentre il mio viso iniziò a mutare e i denti bianchi e feroci fecero capolino.  - un furry,  pensavo che bestie come voi avevano imparato a stare al loro posto- disse tirando una ginocchiata che mi fece scivolare. 
 
Per terra terminai la mia trasformazione e con ferocia mai avuta iniziai ad attaccare il ragazzo. Gli morsi il braccio e non mollai la presa finché lui non urlò dal dolore.  Nella stanza entrò Sara che guardò divertita la scena - levami questo schifoso ibrido di dosso- le disse - tu chiedi scusa a Clara- gli disse - mai- - allora mio caro Alexander divertiti,  fallo a pezzi- disse Sara con il fuoco della vendetta negli occhi.  Io strinsi ancora di più la presa e sentì il suo osso contro i miei denti.  Lui urlò di nuovo e con le lacrime agli occhi iniziò a parlare - va bene,  chiedo scusa- Sara guardò Clara e le chiese con un sorriso - accetti le scuse? -  lei fece un sospiro - dici di sì dannazione! - le ordinò Cristian - no!  Non le accetto!  Stavolta voglio essere io a dominare- disse e prese la cintura di Sara. La vidi metterla al collo del suo daddy e con un sorriso soddisfatto lo guardò per la prima volta negli occhi - abaia come un cane- ordinò lei - non prendo ordini da una patetica babygirl- lei allora gli diede un calcio in mezzo alle gambe - fallo-. 
 
Vidi Cristian piangere e dopo un segno di Sara lasciai la presa e mi misi vicino a lei.  Mi accarezzò con delicatezza la testa poi sentì che mi sfiorò la ferita che avevo sull'orecchio e guaí per il dolore.  Dopo un po Clara ottenere ciò che voleva e da quella casa uscirono con i ruoli invertiti. Sara mi venne incontro con la cintura in mano - ora pensiamo a te- mi disse mentre io spaventato pregavo che non mi facesse troppo male. 

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Capitolo 4
*** Il buongiorno si vede dal mattino ***


POV Sara
Preparai la cena e poi ci infilammo a letto.  Lo vidi mettersi lontano da me e rimasi un po’ dispiaciuta, provai a prendere sonno ma mi sentivo strana, come se la lontananza di Alexander mi facesse sentire incompleta.  Lo chiamai e lo strinsi a me, pur essendo più piccola di grandezza e probabilmente anche di età lo strinsi a me come per difenderlo.  Ripensai alla giornata che era iniziata male e finiva con me che stringevo un ragazzo speciale a me.  Ero felice, sentivo come se avevo finalmente qualcuno su cui contare e lentamente con un sorriso mi addormentai. 
 
Di colpo venni svegliata da un allarme e quando spalancai gli occhi con la mano cercai Alexander ma non lo trovai - è solo stato un sogno... -  pensai e richiudendo gli occhi quando poi sentì sottomano della carta, la presi e mezza assonnata lo lessi - "sei stata gentilissima con me mommy e quindi vorrei farti passare una bella giornata.  Sul letto ho preparato asciugamano e accappatoio, ho preparato la vasca, fai un bel bagno e quando hai finito vieni a mangiare che ho preparato la colazione.  Il buon giorno si vede dal mattino mia cara mommy, ricordalo"-. 
 
Balzai fuori dal letto e corsi in cucina - già fatto il bagno? -  mi chiese Alexander, io non parlai e mi buttai tra le sue braccia - hey mommy,  tutto bene? - mi chiese ricambiando l'abbraccio - si, sapere che sei ancora qui mi rende felice- gli dissi stringendolo - non potrei mai andarmene da te.  Ora perché non vai a farti un bagno rilassante? Non preoccuparti io non scappo- disse con un sorriso -  grazie Alexander- gli dissi accarezzandogli la testa e dandogli un bacio sulla guancia.  Lui rimase sorpreso e io con un timido sorriso me ne andai in bagno. 
 
La vasca era piena di acqua e schiuma, emanava un profumo di rosa, era rilassantissimo.  Mi spogliai e mi immersi nella vasca con un sospiro rilassato. Chiusi gli occhi e quando li riaprì sentì Alexander bussare - Sara?  Sara tutto bene li dentro? -  disse bussando più forte - si, arrivo subito,  scusa Alexander- urlai io - per fortuna stai bene mommy,  mi stavo preoccupando- disse. 
 
Io uscì e mi coprì con l'accappatoio che Alexander mi aveva appeso fuori la porta.  Asciugandomi mi avviai in soggiorno, Alexander stava versando il latte quando mi vide e senza accorgersi fece uscire il liquido dalla tazza - sembri un po distratto, tutto bene? -  chiesi sedendomi - n.. Non mi aspettavo che venivi in accappatoio.  Non ti sentiresti più a tuo agio con dei vestiti addosso?- disse girandosi dall'altra parte per nascondere la sua lieve felicità - anche se ti giri la tua coda parla per te.  Non preoccuparti per me,  ma se vuoi mi vado a vestire così non ti senti a disagio - gli dissi - s... Sei tu il capo...  D... Decidi tu cosa fare-.  Aveva il suo tono da sottomesso e io provai ad insistere - dai prova a decidere- lo incoraggiai - per me puoi stare anche così,  basta che non ti senti in imbarazzo- mi disse guardandomi con la punta dall'occhio - allora accomodati- gli dissi io - cosa c'è di buono da mangiare?-chiesi guardando il tavolo - bhe non c'era molto in frigo quindi ho fatto del latte e cioccolato con del pane e Nutella- disse sorridendo mentre io mangiavo con gusto. 
 
- tutto delizioso- dissi pulendomi la bocca - lo spero,  ora va a vestirti che tra poco arriva un ospite- mi disse.  Io andai in bagno e mi misi maglietta e jeans poi infilai le scarpe e le allacciai in fretta curiosa di sapere quale ospite aveva in serbo Alexander per me. 
 
POV Alexander
Mi svegliai presto e rimasi a fissare per qualche secondo Sara che dormiva beatamente. Mi feci una sciacquata veloce e scrissi un biglietto a Sara mentre la vasca si riempiva di acqua bollente.  Sciolsi nell'acqua del bagnoschiuma e spruzzai in stanza del profumo che trovai nel mobile del bagno.  Uscì e presi la sveglia di Sara e la impostai a mezz'oretta dopo.  Passato quel tempo Sara si svegliò e dopo poco me la trovai in cucina che mi strinse a se e mi ringraziò per essere rimasto. In quel momento pensai che lei era perfetta per me, la mommy che ho sempre desiderato.  Lei andò a fare il bagno e iniziai a cucinare.  Preparata la colazione presi telefono di casa e chiamai una mia amica - hey ciao, sono io,  bene tu?  Mi fa piacere, senti potresti venire qui dove sono io?  Si, è successo di nuovo ma stavolta è la persona giusta ne sono certo- lei fece un sospiro e disse che dopo un'ora sarebbe stata da me.  Non serviva dirle dov'ero, il mio cip era rintracciabile nel momento in cui io avrei dato il numero a qualcuno.  Mirka era una mia cara amica d'infanzia e fu la persona che mi disse che ero destinato a diventare un sottomesso.  Ogni padrone che cambiavo lei di nascosto bruciava i fascicoli così da non dare sospetti perché era vietato a un sottomesso, per giunta doggy,  cambiare dominatore.
 
Passò mezz'ora e io mi stavo preoccupando per Sara.  - mommy? -  chiesi bussando - mommy rispondi- bussai più forte - Sara?, Sara tutto bene lì dentro? -  chiesi preoccupato poi finalmente lei mi rispose e io mi calmai.  Lei uscì e venne in soggiorno con l'accappatoio.
 
Non mi aspettavo che venisse mezzanuda a fare colazione per rispetto mi girai ma la mia coda si agitava e lei me lo rinfacciò - e che ti aspetti se una ragazza bella come te si presenta coperta giusto da un accappatoio? - pensai imbarazzato. 
 
Facemmo colazione e lei andò a vestirsi mentre io aprì la porta a Mirka - ciao Alexander- mi disse abbracciandomi - ciao Mirka,  accomodati- le dissi facendole cenno. Lei si accomodò sul divano - dov'è il fatidico dominatore?- chiese - eccola - dissi io mentre Sara entrò nella stanza - piacere sono Sara- disse stringendo la mano a Mirka - io Mirka- rispose lei  - allora Alexander raccontami il perché Mirka è qui- disse Sara accomodandosi sul divano - è qui perché vorrei chiederti di essere ufficialmente la mia mommy,  per me sarebbe davvero importante- le dissi - io sono qui per rendere possibile ciò.  Devi sapere che Alexander ha cambiato spesso padrone e in te ha visto la persona perfetta. Ti andrebbe di fare da mommy a questo doggy? -  chiese Mirka - io non so nemmeno come si fa e non ho nemmeno un lavoro per permettermi di mantenere entrambi- disse dispiaciuta Sara.  Mirka scavò nella borsa e caccio alcuni fogli - il lavoro da mommy è semplice,  occupati del sottomesso responsabilmente come un genitore col figlio.  Puoi essere severo o dolce e puoi punire se disubbidisce.  In questa cartella ci sono i dati clinici e ciò che può subire come punizione fisica-  le diede i fogli e dopo che Sara gli diedi una veloce occhiata e poi ringraziò - se poi hai capito bene il lavoro posso offrire a entrambi il lavoro di babysitter,  i dominatori vi dicono cosa fare e voi venite pagati per farlo- poi guardò Sara aspettando risposta - è mai successo che un furry facesse da dominatore?- chiese Sara - sarebbe impossibile,  ogni furry è destinato dalla nascita a diventare sottomesso,  se diventasse un dominatore sarebbe ricercato e poi condannato- disse Mirka cupa in volto - e se fosse un furry che non ha né coda né orecchie ma che potesse trasformarsi nel suo animale senza problemi e lo facesse solo quando nessuno lo vede? - insisté Sara - sarebbe un furry perfetto e non esisterebbero più i furry come Alexander,  verrebbero eliminati perché sono imperfetti.  I furry infatti sono esperimenti mal riusciti venduti come giocattoli sessuali per malati pervertiti, animali da compagnia- Calò il silenzio poi Sara fece un sospiro - va bene per entrambi, sarò la mommy di Alexander e mi farebbe comodo un lavoro- disse sarà fissandomi.  Mirka ci fece compilare dei fogli e poi ci salutò con un sorriso - mi raccomando abbi cura di Alexander- - te lo prometto- disse Sara accarezzandomi la mano mentre ero vicino a lei - sono felice mommy, grazie per avermi tenuto con te- bisbigliai stringendole la mano.

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Capitolo 5
*** una tigre bianca per Pascal ***


POV Sara 
Mi vestì e andai in soggiorno.  Sul divano vi era seduta una ragazza dal caschetto castano che con un sorriso si presentò col nome di Mirka.  Simpatica a primo impatto e probabilmente una buona amica.  Mi parlò in generale del ruolo di mommy e a quel punto la tempestai di domande.  Il mio principale dubbio era quello di prendere un esame un furry come dominatore,  ma lei disse che era reato,  poi misi in mezzo la possibilità di una trasformazione completa e a quel punto si scurí in volto.  Mi raccontò la tragica e al quanto depravata storia dei furry,  umani che dopo aver subito un esperimento che li avrebbe cambiati per sempre, essendo imperfetti, venivano venduti. 

Accettai di fare da mommy ad Alexander e poi Accettai anche il lavoro da babysitter offerto da Mirka.  Lei se ne andò dopo aver compilato i documenti e mi raccomandò di badare al doggy.  - bhe,  sbaglio o ieri ti avevo promesso che saremmo andati a fare compere? Ti va di farci un giro? - gli chiesi e lui rispose scodinsolando.  Uscimmo e passammo in vari negozi, prima di tutto servivano vestiti. - come mi sta mommy?- chiese Alexander uscendo dal camerino con una maglietta a maniche corte e un jeans - vanno bene,  trova altre cose di queste taglie e avrai come me l'armadio per l'intera settimana- dissi. Prese 3 pantaloni e 5 magliette e io gli comprai un berretto per coprire le orecchie.  Il commesso a vedere me che cacciavo i soldi si sorprese e a me appena uscita mi scappò una risata che trattenni nascondendo il viso sul braccio di Alexander, lui mi fissò e mi sorrise divertito.  Passammo anche a comprare delle scarpe e per pranzo lo portai nella migliore pizzeria che conoscevo. 

-buona!  Non ne avevo mai mangiato una prima sai?- mi disse leccandosi le mani - si nota che ti piace- ridaacchia io pulendogli con un tovagliolo la bocca sporca di pomodoro.  Decidemmo di farci un giro in centro e rimanemmo a girare per le strade fino a che dal celo grigio non cadde qualche goccia di pioggia.  Dopo poco iniziò a piovere e noi ci ripsrammo sotto una fermata di bus. 

- guarda che pioggia!  Dobbiamo per forza aspettare che spiove - esclamai sbuffando. - a me invece non dispiace... - bisbigliò Alexander - perché? -  chiesi curiosa - perché è la stessa fermata dove ci siamo incontrati- mi disse Poggiardo la mano sulla mia. - sei fredda,  sicura che va tutto bene? -  disse stringendomi per riscaldarmi.  La mia testa poggiava sul suo petto e sentivo il suo cuore battere veloce - ora va di certo meglio- dissi alzando la testa per guardarlo negli occhi.  Dolci e lucidi,  mi persi in quel color nocciola tanto da rimanere incantata - c... Come mai mi guardi così mommy? -  mi chiese - hai dei begli occhi- dissi -  e il blu è il mio colore preferito- disse.  

Lentamente diventammo entrambi rossi e le nostre labbra si sfiorarono per poi perdersi in un dolce bacio.  Era tutto perfetto,  romantico e intimo,  poi uno sparo e Alexander cadde tra le mie braccia in un urlo di dolore.

POV Alexander 
Salutata Mirka, Sara propose di farci un giro, passammo per negozi vari come vestiario,  calzature e poi anche in una pizzeria.  Facemmo anche un giro in centro quando all'improvviso iniziò a piovere.  Ci riparammo sotto una stazione del bus,  quella dove l'incontrai per la prima volta.  La sentì lamentarsi della pioggia mentre io continuavo a pensare al giorno prima.  Era stato solo un puri caso e in 24 ore una ragazza era riuscita a farmi innamorare di se.  Amavo di lei il carattere deciso e allo stesso tempo dolce,  vendicativa e protettiva,  semplice ma a suo modo elegante,  tentatrice ma piena di pudore. Volevo parlare, volevo dirle tutto,  volevo ringraziarla e chiederle scusa per quei sentimenti improvvisi e forse inadatti per un sottomesso come me,  ma nulla,  nessuna parola uscì allora provai in altri modi. 

Appoggiai la mano sulla sua e quando sentì un brivido gelido passarmi dalla mano fino alla spalla la strinsi a me.  Era tutta fredda e la preoccupazione prese il posto della necessità di parlare,  iniziai a capire che il silenzio di quel abbraccio era ciò di cui avevo bisogno,  mi sarei accontentato nel silenzio dell'affetto che mi dava.  Lei poi alzò la testa e i nostri sguardi si incrociarono perdendosi a vicenda negli occhi dell'altro.

Quei occhi blu e i capelli platino, tutto ciò che vedevo mi faceva sentire nel posto giusto con la persona giusta, di colpo mi accorsi che la distanza tra di noi divenne nulla e con delicatezza anche le nostre labbra si scontrano in un bacio.  

Il mio cuore batteva veloce e sentì anche il suo battere forte,  all'improvviso un colpo più forte e subito capí che non era il suo cuore. 

 Un proiettile mi colpí la spalla e io in preda al dolore caddi tra le braccia di Sara in cerca di aiuto e protezione - non temere cucciolo,  prendi una maglia dalle buste e usala per fermare il sangue...  Io ti proteggerò-  disse Sara dandomi un'altro bacio rapido e poi si mise davanti a me.

- esci fuori! -  urlò - che coraggio per una ragazzina- disse un uomo uscendo dal nulla - coraggioso per uno che già ho messo KO tornare- disse lei andando gli in contro di corsa.  Io mi nascosi dietro la stazione e chiusi gli occhi perdendo leggermente i sensi.  

Quando li riaprì sentì un'altro sparo e un potente ruggito in risposta.  Curioso mi affacciai e notai in mezzo alla strada una grande e feroce tigre bianca che attaccava Pascal. Cercai con lo sguardo Sara e intravidi i suoi vestiti dietro un cespugno - spero stia bene- pensai mentre la tigre con un balzo saltò addosso a Pascal.  Con le unghie lo bloccò a terra facendolo urlare di dolore mentre le sue costole si spezzavano provocando un forte e secco CRACK.  Le urla di Pascal iniziarono ad essere singhiozzi e quando poi la tigre gli morse il collo, lui simise di agitarsi e la belva si tolse dal cadavere.
 
Il suo muso bianco era sporco di sangue e dopo aver compiuto il suo delitto si girò verso di me e con passo lento si avvicinò. Alzò una zampa e cacciò un grande e affilato artiglio,  io chiusi gli occhi e sentì un graffio dove ero stato scolpito e il suono di qualcosa cadere per terra.  Guardai il braccio,  era lacerato un po ma il proiettile era per terra mi leccò la ferita e poi se ne andò scappando in direzione del cespuglio di Sara.  

Mi tamponai la ferita e corsi verso Sara - Sara! Sara come stai? -  chiesi vedendola uscire da dietro al cespuglio mentre si aggiustava la maglia - sto bene...  Credo... - disse stringendomi a se,  cercai con lo sguardo la tigre ma era come sparita nel nulla - grazie al celo stai bene - dissi io baciandola senza controllarmi - s...  Scusa- dissi rendendomene conto - è tutto ok,  ora andiamo in ospedale che non sembra stare bene il tuo braccio- disse.

 Dopo un po arrivammo ad una clinica veterinaria e il mio sangue non smetteva di scendere - andiamo in clinica- disse Sara - ma sono un umano ora e non ho le forze di trasformarmi...- dissi dispiaciuto - è un'emergenza,  ti aiuteranno-, disse lei fiduciosa. Appena entrati ci venne in contro un'infermiera - posso aiutarvi? -  chiese - si,  è un'emergenza,  il ragazzo ha una ferita sul braccio,  c'è bisogno di disinfettare,  togliere eventuali corpi estranei e una sutura con punti,  se non c'è abbastanza personale posso aiutare nell'operazione- disse sicura di se Sara - venite da questa parte- disse l'infermiera. - ha qualche esperienza? -  chiese poi a Sara - qualche- rispose lei mettendosi i guanti.  Dopo qualche minuto iniziarono a cucire - no,  ti prego l'ago no... - la supplicai io - - non c'è anestetico qui quindi ti dovrai accontentare del ghiaccio -  disse poi l'infermiera, mi spruzzò del ghiaccio che diminuí la sensibilità e Sara mise il primo punto.  Cintinuarono così fino al 4 poi misero un grande cerotto e annunciarono che era tutto concluso.  

Stavamo per uscire quando un uomo entrò nella stanza e cacciò un distintivo - polizia!  Signorina esca,  dobbiamo parlare con i due ragazzi- disse e lei eseguí.

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Capitolo 6
*** mommy... ***


POV Sara 
Lo accarezzai e con tutta la furia mi misi davanti ad Alexander per sfidare colui che aveva sparato. 
 
Uscì dell'ombra lo stesso uomo col quale mi ero scontrata il giorno prima.  Provò a spararmi ma io con scatto felino schiavai i proiettili, con un calcio feci cadere la pistola e con una ginocchiata gli feci uscire il sangue dal naso.  Lui mi prese e con tutta la potenza mi scaraventò contro un albero facendomi perdere i sensi.  

Nella mia testa c'era solo l'immagine di lunghe scie di sangue che come gocce di pioggia scivolavano su un vetro invisibile, dall'altra parte del vetro vidi una tigre bianca,  pelo lucido e linee nere ben contornate.  Si muoveva agilmente attorno a un uomo oramai a pezzi.  

Urla, le urla erano assordanti poi dopo l'ennesimo schizzo di sangue sul vetro le urla cessarono.  La vidi avvicinarsi a ad un altro corpo,  un ragazzo - Alexander! - urlai io colpendo con forza il vetro che lentamente si frantumò.  La tigre con semplice e veloce unghiata colpì il ragazzo e velocemente scappò in mia direzione.

Il mio corpo fu invaso da un grande calore e quando spalancai gli occhi ero dietro al cespuglio, mi alzai e fui avvolta nell'abbraccio di Alexander e poi un bacio.  Mi mancava,  anche se era successo poco prima, già mi mancava un suo bacio.  

Lo portai in una clinica veterinaria perché l'ospedale era troppo distante e perdeva troppo sangue.  Insieme ad un'infermiera disinfettai e ricucì la pelle. Stavamo per uscire quando un uomo entrò nella stanza e cacciò un distintivo - polizia!  Signorina esca, dobbiamo parlare con i due ragazzi- disse e lei eseguì. 

- cosa vuole da noi? -  chiesi mettendomi davanti ad Alexander - così saluti il tuo vecchio? -  mi chiese alzando il cappello.  Lo riconobbi solo dopo che tolse il capello.  - papà! -  dissi abbracciandolo - e il ragazzo chi è?- chiese mio padre - Alexander- disse lui porgendo la mano - un doggy da quello che noto-  disse guardando le orecchie e la coda - pastore tedesco- disse fiero Alexander.  

Mentre parlavamo entrò in stanza una donna vestita con un camice, orecchie a punta bianche e una lunga coda bianca - amore?  Cosa ci fai qui?- chiese abbracciando mio padre - e questa giovane donna chi è? -  chiese - mia figlia- rispose - allora io sarei la tua mamma- disse con un sorriso porgendomi la mano - scordatelo- dissi io avviandomi alla porta ignorandola  - andiamo Alexander- dissi guardandolo con la punta dell'occhio - subito mommy- rispose lui alzandosi - un attimo...  Potrei farvi delle domande su un omicidio avvenuto qui vicino...? - disse con voce seria - un uomo,  il signor Pascal,  è stato attaccato da una tigre bianca scomparsa dopo poco nel nulla- disse Alexander - qui vicino non ci sono zoo con tigri bianche- disse mio padre - potrebbe essere un kitten- disse Alexander - se è così allora dovremo interpellare anche il comitato supremo- disse la compagna di papà - comunque sia noi siamo fuori dalla storia,  non sappiamo altro e come vedi non ci sono altri kitten qui dentro a parte la dottoressa, quindi noi andiamo...  Alla prossima papà- dissi uscendo. 

- tutto bene?- mi chiese Alexander vedendomi accelerare il passo - cose mie- risposi accelerando di più- vorrei sapere cosa ti turba- disse lui - nulla- risposi andando ancora più veloce,  stavo quasi correndo,  qualche cosa mi prese per il braccio - c'è qualcosa,  ti prego dimmelo- disse Alexander guardandomi negli occhi - non lo sopporto- dissi con una smorfia - tuo padre? -  mi chiese lasciandomi il braccio - non voglio un'altra mamma,  voglio solo la mia mamma- dissi con gli occhi pieni di lacrime - e lei dov'è? -  mi chiese ingenuamente senza sapere quanto dolore mi provocasse.  Caddi in singhiozzi e sfogai il mio pianto tra le sue braccia. 
POV Alexander
Ero confuso e preoccupato -hanno scoperto che ho ingannato pascal e che ho una nuova padrona… sono qui per arrestarmi e sbattermi in una cella buia e fredda… lontano da Sara…- pensai mentre sara già si era messa davanti a me per difendermi. 

Dopo poco feci un sospiro di sollievo scoprendo che il poliziotto era il padre di sara e quindi con orgoglio e volendo far fare bella figura alla mia mommy mi presentai. Dopo un po' entrò anche una dottoressa al quanto attraente per essere uno schifoso kitten -che schifo… sento  questa dannata puzza di gatto ovunque, spero non mi si attacchi al pelo- pensai tenendo le distanze. 

La donna si presentò come futura madre di sara e lì vidi per la prima volta vidi i suoi occhi lucidi. Scappò furiosa e io da bravo doggy la seguì. Camminava rapida ma riuscì a fermarla e a quel punto crollò, capì che le mancava un pezzo di se senza la madre -come ti capisco…- pensai stringendola mentre piangeva -posso chiederti una cosa su di lei?- chiesi a bassa voce per non turbare troppo il suo animo -si…- disse asciugandosi gli occhi -dov'è ora?- lei tacque e mi prese per il polso. 

Camminammo per qualche isolato e ci ritrovammo davanti ad un enorme cancello nero, con una spinta lo aprì e nel silenzio si incamminò per un sentiero fatto di ciottoli. Ai lati del vialetto e le sue varie diramazioni c'erano solo croci impiantate nel terreno umido e freddo. 

-che posto è questo?- chiesi spaventato - non ci sei mai stato?- mi chiese senza girarsi -no, ma mi dà i brividi e c'è un pessimo odore…- -questo è l'odore della morte, qui riposano i resti di coloro che hanno avuto una famiglia alle proprie spalle che ha voluto dare degna sepoltura ai propri cari- disse con un tono cupo tanto da spaventarmi un po -esistono posti simili anche per gli animali?- chiesi -di solito la gente li seppellisce nel giardino, ma qui c'è un reparto per i furry- disse entrando in un ascensore, la segui e poi iniziammo a scendere -quante cose sai in generale?- mi chiese -bhe so leggere, parlare, scrivere e poco altro, non sono stato molto in giro per il mondo, sono passata solo da casa a casa, e poi sono rimasto rinchiuso in gabbia- dissi abbassando la testa -non deve essere stata facile per te vero cucciolo?- mi chiese accarezzandomi e poi uscendo dall'ascensore -dove siamo?- chiesi vedendo lunghe gallerie scavate nella roccia - dove ci sono i furry morti- disse lei avviandosi alla lettera S. -come si chiama tua madre?- le chiesi -Sara, proprio come me- disse sfiorando una foto -è lei?- chiesi -si- rispose lei sorridendo. 

La madre era proprio come la figlia, ma aveva una caratteristica che le distingueva: le orecchie. Piccole e bianche lasciavano intravedere una linea nera sul retro -che animale era?- chiesi -un kitten, una tigre bianca per l'esattezza- disse lei sorridendo -t.. Tigre bianca?- pensai spaventato -era una dottoressa e lei mi ha insegnato a fare suture- disse accarezzandomi il braccio -quindi pensi che tuo padre ha scelto quella kitten come compagna?- le chiesi -cerca nelle altre la sua moglie perduta… ma sa che nessuna sarà mai lei, in primis lo so io-. Disse lasciandosi scivolare delle lacrime sul volto.

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Capitolo 7
*** il terremoto delle emozioni ***


POV Alexander 
Le sue lacrime calde colarono sulla manica della mia maglietta. Era incredibile come anche se triste era meravigliosa, i suoi occhi brillavano e il suo piccolo broncio la rendeva più tenera del solito. 

Mi prese per la mano e mi portò in un posto  buio e maleodorante, non lo avevo mai visto. Sara mi disse che dopo la morte i corpi inanimati venivano sepolti sotto terra, in attesa del deterioramento. In una zona specifica scoprì che vi erano anche i furry. 

Era molto strano che lei avesse avuto una madre kitten, ma non sapeva nulla del ruolo di furry e daddy -che mi abbia mentito?- pensai mentre lei osservava la foto della madre.

 I loro occhi erano di un celeste cristallo mentre i loro capelli erano un po' diversi, il pelo della madre,  un kitten tigre bianca, era molto più chiaro. Sara si avviò all'uscita mentre io mi persi nei miei pensieri -la tigre bianca? Che sia collegata a Sara quella bestia?-.

 Sarebbe davvero stato un problema, non per me, i miei sentimenti non sarebbero mai  cambiati, ma mi preoccupavo per lei. Se un rappresentante della corte suprema avesse scoperto che c'era in giro un particolare kitten, Sara sarebbe finita nei guai e mai avrei permesso a qualcuno di farle del male. 

Senza volerlo le strinsi la mano con un lieve ringhio. -tutto bene?- mi chiese lei alzando il volto dalla mia spalla -io… devo dirti una cosa..- iniziai fermandomi -mi devo preoccupare? -  chiese lei fissandomi negli occhi agitata -io volevo solo dirti che ti amo...  E che ti proteggerò,  te ne ricorderai?-  le chiesi stringendola a me -si ma...  Non te lo permetterò. Tu non sei l'unico che vuole difendere la persona che ama- rispose, poi mi bacio. 

 Amavo i suoi baci,  mi davano come una scossa di terremoto nello stomaco, un brivido di piacere che mi percorreva tutta la schiena,  il mio cuore iniziava a battere forte e ogni parte del mio corpo diveniva più sensibile e calda.  Mi strinse a se ed io mi lasciai andare ad ogni suo volere,  mi fidavo,  mi poteva fare tutto ciò che voleva,  l'avrei accettato senza fiatare. 

 Si staccò dalle mie labbra e mi sorride -hai fame cucciolotto mio?- chiese.  Era come un incantesimo che all'improvviso finiva -s.. Si- risposi riprendendomi dal suo bacio. Uscimmo dal cimitero e arrivammo davanti ad un bar -cosa prendi?- chiese prendendo una limonata -consigliami tu- le risposi guardandomi in giro - va bene, prendi- disse dandomi una lattina rossa con una scritta bianca. Guardai la scritta e con un po' di sforzo cercai di leggere -coca… cola?- chiesi curioso. Mi basto un sorso e le bollicine mi finirono nel naso. 

Il sapore era rinfrescante e dolce, buono come pochi. -com'è?- chiese sara sorridendo mentre mi grattavo confuso il naso -gasato oserei dire- risposi.  Con le bevande in mano tornammo a casa ed io scappai in bagno. La versione umana non poteva più resistere, mentre da cane potevo fare i bisogni senza pudore, vicino a Sara non volevo farmi vedere durante certi processi. Mi liberai e andai in cucina. 

Sara era vestita con un pigiama corto e un grembiule rosso. Stava tagliando delle verdure quando mi vide -hey cucciolo- disse girandosi verso di me con il coltello in mano. Mi passò un brivido addosso e la mia coda si nascose tra le gambe. Vedere una di quelle lame mi dava il terrore addosso, ricordi e paure si inseguivano creando in cuor mio il caos. -c… cucciolo?.- chiese Sara posando il coltello e venendomi in contro con un biscotto -vieni qui piccolo …- disse accarezzandomi dolce mettendomi il biscotto vicino alla bocca. Lo annusai e lo presi senza toccare sara. -ho preparato delle polpette al sugo, ti vanno?-  chiese alzandosi, io risposi solo con un cenno di testa. Mi avvicinai al tavolo e apparecchiai come meglio ricordavo si facesse. Sara portò la cena a tavola e iniziò a mangiare. Quello fu un momento molto imbarazzante, guardavo forchetta e coltello ma non li toccavo. 

Non mi era mai capitato di mangiare in versione umana, ero sempre trattato da cane e solo quelle abitudini conoscevo. -non ti piace?- Chiese preoccupata Sara -no, è solo che… non lo so fare…- dissi abbassando la testa. Lei mi guardò e mi sorrise, con dolcezza mi prese le mani e ci mise le posate -ti insegno io- disse. Con delicato ma deciso gesto accompagno le mie mani per tagliare il cibo e imboccarmi. Il suo modo di fare materno e volenteroso mi dava sempre la voglia di capire, di imparare.

 in quel momento pensai che forse sarei riuscito a dirle il mio imbarazzante segreto: io non sapevo le basi. Potrebbe sembrare stupida questa paura ma io non mi sentivo come un furry per lei, non solo almeno. La sentivo come una parte di me, come se ogni mio errore fosse una colpa assurda. Le volevo un bene maggiore a qualunque mai provato, io avrei sempre voluto baciarla per guardare i suoi occhi cristallini e sentire il profumo della sua pelle. Era una vergogna non saper leggere bene, non saper usare le posate o non saper fare altre mille cose. Volevo essere alla sua altezza, essere degno dell'amore che mi dava e forse un giorno mi sarei anche sentito degno delle forti emozioni che creava in me. Quelle che provavo erano emozioni forti, profonde ed intime. 

A volte nascondevo la mia felicita, il mio imbarazzo o la mia paura, ma poi mi ricordavo chi avevo davanti, qualcuno che era un libro aperto per me ed io volevo essere lo stesso perché sapevo, sapevo che Sara non avrebbe mai piegato nemmeno una pagina del mio libro.

 -Alexander?- mi chiamò Sara vedendomi perso nei miei pensieri -s..si?- chiesi  tornando coi piedi per terra -hai finito di mangiare?- chiese -si, c'è solo il sugo- dissi guardando il piatto -non fai la scarpetta?- chiese, io la osservai dubbioso mentre lei prese un pezzo di pane e lo immerse nel sugo poi lo avvicino alla mia bocca -aahh ora ho capito- risposi facendo lo stesso. 

Dopo cena lei lavo il tutto mentre io mi accomodai sul letto. Non riuscivo ancora a credere che un padrone mi permettesse di dormire sul letto, soprattutto tra le sue braccia. 

-alexander…- disse sara entrando -si?- chiesi mettendomi seduto -come ti senti?- chiese -bene, mi dispiace per la tua storia- dissi abbassando la testa. Avrei tanto voluto chiederle perché avesse fatto finta di non conoscere i furry se era figlia di un kitten, ma forse non erano fatti miei. Lei si sedette vicino a me e mi accarezzo dietro le orecchie, senza accorgermene chiusi gli occhi e cacciai la punta della lingua. Lei mi osservò e con un sorriso mi fece sdraiare, mi lasciai spingere e mi sdraiai cercando di capire cosa volesse fare. Mi tolse la maglia e mi baciò all'improvviso.

Il terremoto delle mie emozioni si fece più intenso e un vago senso di sorpreso piacere mi si bloccò in gola. Lei si allontanò dal mio volto e mi sorrise -tutto bene?- chiese guardandomi negli occhi -s…si- risposi diventando rosso -bene- rispose baciandomi di nuovo. Le sue mani mi accarezzavano le guance e il petto e le sue labbra iniziarono a prendere una strada loro. Mi baciò la guancia e poi si avvicinò al collo. I miei sensi si fecero più fini e mentre passava le labbra sul collo, io mi trattenevo dal ringhiare. Ero combattuto, il piacere e l'istinto lottavano tra loro mente io nascondevo tutto dietro al silenzio. Forse non lo sapeva ma il collo era una parte molto sensibile, la parte più fragile e d'istinto nessun animale avrebbe mai permesso a qualcuno di avvicinare la bocca. I suoi baci scesero di più ed arrivarono sul petto. Era delicata e lenta, il suo respiro caldo percorreva la strada dei baci e le emozioni divennero più intense. Le sue labbra scesero fino all'addome e un lieve ansimo uscì senza il mio controllo. Sara alzò il volto e mi osservò sorpresa -ho sbagliato qualcosa?- chiese -no, non preoccuparti è che mi hai preso di sorpresa- mi giustificai io col volto più rosso di sempre. -posso continuare?- chiese con uno sguardo vagamente malizioso -s… sei tu il  capo- risposi. 

Lei non mi diede il tempo di dire altro che riportò le sue labbra sul mio corpo, un brivido mi percorse la schiena mentre Sara fece un gran respiro. Confuso la guardai quando all'improvviso inizio a farmi dei strani suoni sulla pancia,  tipo pernacchie. Iniziai a ridere come un matto mentre il mio corpo iniziò a dimenarsi. Continuò fino a sfinirmi. 

-hehehe sei adorabile mentre ridi- disse Sara stringendomi a se -grazie… e grazie dei tuoi dolci baci- la ringraziai ricordando quel piacevole brivido sulla mia pelle -se ne vuoi uno…- inizio lei -… basta che lo chiedi- concluse avvicinandosi ancor di più alla mia bocca. I suoi occhi in cui mi persi erano semi chiusi mentre mi diede un altro bacio. Avrei passato cosi intere notti se non fosse successo che per sbaglio col braccio accessi la televisione. Il programma che mi trovai davanti era un cartone che subito attirò l'attenzione di Sara. Mi sedetti a gambe incrociate e Sara si mise in braccio a me con un sorriso per guardare la tv. 

Non mi era mai sembrata un tipo a cui piacessero i cartoni animati eppure lei sembrava saperne tutto a proposito. Dopo un po' spense la tv soddisfatta e sorrise. I suoi capelli lasciavano intravedere il suo collo e io avvicinai il volto per sentire di nuovo il profumo della sua pelle. Senza accorgermene con le labbra sfiorai la sua delicata pelle e lei reagì con un ansimo sorpreso. Mi osservò con uno sguardo timido e le guance rosse -c… come mai l'hai fatto?- mi chiese con un filo di voce. Che le avrei dovuto dire? Che ero dipendente dal suo odore? -il tuo odore…- iniziai a dire -grazie- disse baciandomi all'improvviso. Sentivo la sua schiena a contatto col mio petto e per l'emozione persi l'equilibrio e lei cade sdraiata tra le mie braccia. Il suo collo era tanto vicino alla mia faccia che il suo odore invase il mio naso. 

-s… sai è stato piacevole quello che hai fatto prima- disse senza guardarmi in volto. Timoroso avvicinai la bocca al suo collo e le diedi un lieve bacio. Sara si strinse a me zittendosi all'istante mentre un lieve tremolio la invase. Non ricordo cosa mi piacque della sua reazione ma lo rifeci, una, due, tre volte e più baci le davo più lei reagiva in modo dolcissimo. Sentì le sue gambe stringersi e un lieve ansimo uscire dalla sua bocca. Il suo corpo iniziò ad essere più caldo, lo sentivo anche perché non era l'unica in preda alle emozioni.

 Dopo altri miei baci la vidi rivolgere gli occhi verso di me e all'improvviso mi baciò. I nostri corpi sentivano uno la presenza dell'altro, i battiti accelerarono... un telefono squillò prepotente.

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