Il destino di una strega

di AlexisFrostbyte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una strega di nome Demetra ***
Capitolo 2: *** Un lupo ed una strega ***
Capitolo 3: *** Ritorno indesiderato ***
Capitolo 4: *** Fra passato e presente ***



Capitolo 1
*** Una strega di nome Demetra ***


L'alba ormai rischiarava l'orizzonte e la luce cominciava a insinuarsi negli abitacoli svegliando il villaggio che a poco a poco prendeva vita. Il canto di un gallo all'orizzonte, mariti che con un dolce bacio sulla soglia di casa salutavano le mogli dirigendosi al lavoro, le prime urla dei mercanti e il belare lontano di qualche pascolo per chi possedeva un udito più sensibile. Ma non molto distante da quelle casupole di paglia la situazione era però ben diversa, infatti sembrava che ad un certo punto ci fosse come una linea di confine che separasse la luce dal crepuscolo dove sostava un enorme castello di pietra scura. Sembrava una linea netta come quella di un ombra e molti dicevano che era la stessa costruzione a coprire con la sua massa i raggi del sole. Ma questo alla padrona di casa non dava per nulla fastidio che anzi non gradiva affatto il torpore che dava il giorno, e si sentiva quasi ferita da esso. Infatti Demetra era una strega...no no non era una vecchietta verde e bitorzoluta che malediceva chiunque fosse sulla sua via, oltre ad essere una ragazza dall'aspetto assai gradevole  cercava sempre di aiutare gli umani creando pozioni e utilizzando erbe medicinali per curare ogni male da cui erano afflitti nonostante studiasse e praticasse magia nera, e per questo era molto amata da tutto il villaggio e le donne non si preoccupavano affatto  delle attenzioni  riservate a lei dai loro mariti per il suo look un po' eccentrico  perché sapevano bene che fosse una brava ragazza. Essa però aveva un segreto, suo padre infatti era un vampiro e proprio per questo motivo ogni notte di plenilunio essa ereditava questa forma  e per evitare di fare del male agli umani, tanto buoni con lei, ogni volta che la luna piena splendeva nel cielo Demetra si chiudeva nel castello finché la mattina  dopo i suoi canini affilati e la sua sete di sangue non sarebbero spariti. Era sempre la stessa storia da ormai 27 anni, aveva provato pozioni e rituali di ogni tipo ma l'unica cosa che era riuscita a fare era stato infondere un incantesimo in una pietra che le impediva di impazzire e di essere sopraffatta dal vampiro che era in lei, che portava sempre al collo. Nascondendosi in questo modo gli umani non sospettavano che fosse una "mezzosangue" e per lei era meglio così; che cosa sarebbe potuto succedere se per caso lo fossero venuti a sapere? e se improvvisamente non l'avrebbero più accettata o peggio le avessero dato la caccia? Insomma, li trovava un popolo meraviglioso ma aveva sempre pensato che avessero uno strano modo di pensare e per essere rudi, che avessero la mente più chiusa rispetto alle creature che aveva conosciuto anche se poco spesso lo ammetteva. Naturalmente però non solo nel villaggio gli uomini dovevano cominciare a lavorare e come ogni mattina infatti anche la maga era pronta ad uscire a prendere il necessario per i suoi filtri e infilato il suo spesso mantello nero "ciao Gatto" diede un bacio sulla testolina del nero felino e uscì di casa. raccolse alcune erbe nel giardino appena fuori dall'ombra  e andò al villaggio. Suonò alla porta ed una donna dall'aria sconvolta la accolse " dia questa a suo figlio e guarirà in un non nulla" disse porgendole una fiala con del liquido giallognolo all'interno "voi siete un angelo" rispose la donna sollevata alla quale la ragazza non poté che sorridere, ancora un altro giro tra bancali di ogni tipo i quali rivenditori si sfidavano a venderle la loro merce migliore mentre alcune  voci serpeggiavano per il mercato "si dice che sarà splendida" "non è un eclissi zuccone sarà solamente più luminosa!" "proprio un tempo da lupi" si sentì qualche risata. "e voi che dite signorina Demetra? secondo voi é vero?" la fermò un uomo riprendendo la conversazione che da tutta la mattina teneva occupati i paesani "ho sentito dire che in notti come queste i lupi mannari escono allo scoperto, secondo voi è vero?" la luna piena, se ne stava quasi dimenticando "ma no Eduardo stiate tranquillo sono solo dicerie popolari  non si deve preoccupare, ma se la cosa può rendervi più tranquillo stiate in casa stanotte d'accordo?" la cosa sembrò tranquillizzare l'uomo che subito riferì quello che gli era stato detto ai curiosi raggruppatisi intorno. Il resto della giornata trascorse serenamente mentre Demetra andava avanti con i suoi studi e tra un antidoto e l'altro cercava di creare nuove pozioni per nuovi usi tentando sempre di trovare anche la soluzione al suo problema fra tutti questi, finché il buio si fece ancora più pesto e rapidamente la luce delle candele non fu più l'unica ad illuminare i suoi libri; era una luce più fredda,quella della luna. Si alzò e chiuse frettolosamente la porta spaventata, il momento era arrivato. Si mise una mano sulla bocca sentendo dolore man mano che i canini crescevano, le girava forte la testa e i suoi sensi si affinarono a tal punto da poter percepire l'odore di sangue a miglia di distanza dal villaggio. Cercava di respirare profondamente ma ciò che usciva dalla sua bocca erano solo rantoli, tremava senza riuscire a calmarsi, non aveva mai assaggiato sangue in tutti quegli anni e ad ogni trasformazione era più assetata e pericolosa. Non passò molto quando qualcuno bussò alla porta del castello, era stato molto lieve mai suoi sensi sviuppati eran riusciti ad udirlo. Quel poco di razionalità rimasto in lei ebbe paura che fosse  un umano che l'avesse sentita ma un flebile "aiuto..." fu tutto quello che riuscì a sentire  seguito da un tonfo al suolo. Sbirciò dalla fenditura della parete e un ragazzo era steso davanti al portone ferito profondamente ad un braccio e sul petto, il suo respiro si fece più affannato sentendo l'odore del sangue e non potè fare altro che urlare. Strinse forte a sè il ciondolo che portava al collo e riusci a calmarsi lievemente ma non potè impedirsi di piangere per non poter aiutare quel ragazzo ferito del quale lei probabilmente sarebbe stata la sua ultima speranza.

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Capitolo 2
*** Un lupo ed una strega ***


Mettersi seduto di colpo dopo essersi svegliato non fu una delle migliori scelte per Dominick che infatti fu costretto a risistemarsi sul giaciglio su cui era steso per il forte giramento di capo e le fitte dolorose sparse per tutto il corpo. Tuttavia ,dopo aver richiuso un attimo gli occhi per ristabilizzarsi, non potè fare a meno di guardarsi intorno per capire in che luogo si trovasse: scaffali pieni di libri tenuti molto bene nonostante l'antichità che si poteva dedurre dagli angoli rovinati e smussi e da alcune pergamene giallognole che spuntavano dalle pagine di quelli aperti e una lunga scala di pietra davanti a sè "chissà dove porteranno quei gradini...."si chiese; girò lo sguardo dove sembrava entrare una luce molto fioca dalla finestra che illuminava quel poco che bastava un tavolo da lavoro ricoperto da fiale e quelle che sembravano...pozioni? «Meow!» un gatto nero lo stava osservando severo al di sopra di quella scrivania soffiando contro di lui che fece un verso di disappunto, colto alla sprovvista. «Buono Gatto...è nostro ospite, non essere maleducato» in quello stesso momento una bellissima ragazza scendeva dalla scala per fare da mediatore ai due litiganti, lasciando però senza fiato colui che non la conosceva e dando così vittoria al felino. Era molto raro vedere una fanciulla come lei da dove veniva lui ma oseremmo dire che era Demetra ad essere di una bellezza rara in quanto nemmeno gli umani si fossero ormai abituati a lei. Ben presto sul volto di Dominick si dipinse una faccia da beota man mano che, come in un sogno, Demetra si avvicinava a lui, ma a lei bastò semplicemente sfiorargli la lacerazione che riportava sul costato per rompere la magia facendogli cacciare un urlo che fece scappare di paura il gatto. «Che cosa fai?! sei impazzita?!» pulendosi il dito dal sangue con molta eleganza la strega soggiunse:«Ti riporto solamente alla realtà» sorrise quasi sfacciatamente «E se non ti fossi accorto delle tue condizioni sto solamente controllando le tue ferite. Ora riposati, quando starai meglio dovremmo parlare di questioni molto serie» disse così lasciando il ragazzo confuso con una smorfia sul viso. Dopo quache oretta di riposo Dominick si alzò lentamente dal giaciglio per poi fare un giro di ispezione del posto in cui si trovava e che ancora non riusciva a identificare tuttavia, non era a causa del malessere che avvertiva ma per la stranissima conformazione del luogo: era come trovarsi in un castello oblungo in altezza dove le stanze erano troppo piccole e per la quale, in base ai piccoli ricordi che gli riaffioravano alla mente dalla sera precedente, arrivò alla conclusione di essere capitato in una casa di campagna immersa nel più totale buio ed isolata da tutto il mondo. Alzando lo sguardo vide l'enorme scala a chiocciola continuare a salire per quello che sembrava l'infinito e decise di salirla nella speranza di trovare la padrona di casa al più presto. Non ci vollero molte rampe per notare la porta di una camera socchiusa e così si avvicinò sbirciando all'interno e notando Demetra intenta a sistemare dei libri su uno scaffale. La trovò davvero carina così attenta all'ordine della posizione di quegli antichi manuali che trattava come reliquie «Oh eccoti qui! Come ti senti?» disse lei notandolo una volta girato lo sguardo «Meglio grazie. Posso..?» fece accennando ad entrare. «Ma certo, siedi» rispose Demetra liberando una sedia. Ora che i due erano faccia a faccia non potè fare a meno di notare meglio i graffi che gli ricoprivano il volto dai caratteri ben definiti, uno di questi gli attraversava un labbro impedendo a Demetra di concentrasi e che invece si perse ad immaginare come sarebbe stato poterlo sfiorare con un dito o che magari le sue morbide labbra lo avrebbero potuto curare. Distolse subito lo sguardo appena notò che i suoi penetranti occhi gialli la stavano fissando con un misto di confusione e durezza. In quel breve attimo di tempo ella notò anche che quello sguardo era accentuato dai capelli corvini che tuttavia, per qualche strano motivo, assumevano dei riflessi quasi biondi appena illuminati dalla luce. Tra quelle ciocche però c'era una fascia nera che andava a coprirgli le orecchie «È perchè sono da lupo vero?» chiese Demetra indicandogli la fascia, alchè lui la guardò interrogativo. «Non c'è bisogno di nasconderlo, so chi sei» Dominick fu colto da una paura così cieca al sentire quelle parole che non seppe cosa rispondere «So che sei un lupo mannaro» disse la strega rasserenandolo lentamente «E come fai a saperlo?» chiese lui «Intuito? Poteri speciali? Quello che è veramente importante è: Perchè sei qui? Chi ti ha mandato e cosa sai di me?» disse lei facendosi immediatamente seria. Confuso il ragazzo la guardò incuriosito «Perchè, chi sei...? Dovrei saperlo?» non ancora del tutto convinta gli rispose «Demetra...il mio nome è Demetra. Qual'è il tuo?» «Dominick» rispose subito lui. «Bene Dominick, se non sai chi sono allora cosa ci facevi ieri sera, ferito, in una notte di plenilunio alla mia porta?» egli non si aspettava assolutamente questa domanda e mentre nella sua testa si chiedeva chi fosse questa ragazza per porre così tante domande, disse la prima scusa che gli venne in mente «Non lo so, non ricordo molto bene cosa sia successo, sono ancora molto stanco...» «Bene vorrà dire che resterai qui finchè non avrai recuperato la memoria, che ne dici? Nel frattempo potrai aiutarmi con le pozioni» sorrise allora lei con malizia allontanandosi verso porta. Si fermò poi un attimo sull'uscio «Comunque è stato Gatto» ancora confuso dalla situazione, Dominick guardò Demetra che gli disse «Cani e felini non vanno molto d'accordo perciò ho capito grazie a lui la tua natura» infine sussurrò «non gli piaci molto».

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Capitolo 3
*** Ritorno indesiderato ***


Lontano dalla villa tuttavia la situazione era ben diversa e decisamente meno allegra. Il villaggio era infatti completamente desolato, le case sembravano più distrutte di quello che già erano e i fuochi spenti al loro interno non facevano altro che incupire ancor di più l'atmosfera. Non un suono si udiva se non quello di un raccapricciante vagito che congelava fin nelle viscere. Una volta arrivata sul luogo Demetra non potè fare a meno di guardarsi intorno spaesata e spaventata riuscendo solamente a dire in un soffio "Cos'è successo...?" un'amara e spenta risata rieccheggiò all'orizzonte "Cos'è successo...? è davvero tutto ciò che hai da dire STREGA?!" ella indietreggiò confusa dall'atteggiamento di una paesana mentre altri curiosi si affacciavano alle finestre o spiavano dagli usci socchiusi delle loro case. "Sapevi benissimo cosa stava accadendo eppure non hai fatto nulla per noi...mio marito si fidava di te, avrebbe solamente vouto passare un po' più di tempo con..." ma la voce le si strozzò in gola insieme ad un forte singhiozzo dovuto alle lacrime che le scendavano dagli occhi. "Cosa è capitato a vostro marito?" chiese ora preoccupata la giovane maga mentre altre persone si avvicinavano "Oh non fate finta di niente lo sapete benissimo cosa è capitato ieri notte! Probabilmente avete mandato voi quelle bestie. L'ho sentita sa? Quando gli ha detto che non c'era nulla di cui preoccuparsi e invece ora mio figlio non avrà più un padre..." disse con la voce spezzata la donna. Fu in quel momento che Demetra ricordò quando il giorno prima ebbe una discussione con un uomo riguardante i licantropi e un brivido le attraversò tutto il corpo ripensando al ragazzo che ora si trovava a casa sua. I suoi pensieri furono poi interrotti dalla voce stridula di un'altra donna che molto meschinamente disse "Mhp! Sempre che non li abbia creati lei stessa con i suoi intrugli. Sapevo che avere una strega qui non avrebbe portato altro che disastri! Prima seduce i nostri uomini e poi li ammazza" Demetra cercò di replicare ma più volte venne fermata finchè le voci si accavalcarono così tanto da diventare assordanti e fu proprio mentre credette di stare per esplodere che una voce familiare risuonò distante eppure ben riconoscibile. "Ma insomma, la vogliamo smettere di essere ottusi come i veri villarecci che siete o vogliamo aprire bene gli occhi alla realtà?" mentre tutti si scostavano per vedere chi fosse il personaggio che avesse proferito tali parole Demetra riconobbe subito in lontananza la figura alta ed elegante di un uomo che aveva tanto amato e odiato al tempo stesso "Donovan"sussurrò. Egli le si avvicinò lentemente con un sorriso malizioso stampato sulle labbra per poi girarsi nuovamente e rivolgersi al suo pubblico "Questa bellissima ragazza alle mie spalle non ha fatto altro che proteggervi finora ed è così che la ringraziate? Offendendola così al primo...cane affamato?" si rivolse ora alla donna ancora in lacrime sfilando dal taschino del suo gilet un fazzoletto e porgendoglielo "Sono spiacente per la vostra perdita signora davvero ma vorrei porle una domanda: Lei ha confessato di essere stata presente alla conversazione tra suo marito e Demetra giusto?" ella annuì "Quindi mi sta dicendo che la ragazza è venuta in paese e molto ingegnosamente ha cominciato a parlare di creature mai viste in questo villaggio e che, secondo quello che avete ipotizzato, siano state create da lei, per fare in modo che il giorno dopo tutti gli indizi sarebbero ricaduti su di lei incastrandola nel suo stesso piano..?" i paesani mormoravo ora tra di loro e la stessa donna dubitava delle affermazioni dette poco fa, tuttavia stette in silenzio osservando scettica l'uomo e gettando ogni tanto sguardi indiscreti alla maga. Donovan a quel punto si girò vittorioso verso Demetra che nel frattempo si era leggermente allontanata "Be' se queste prove non sono abbastanza scagionanti nei confronti di quella signorina là in fondo non saprei davvero che dirvi se non di porgerle le vostre scuse, tutti quanti" nonostante ella fosse riconoscente per ciò che il ragazzo aveva fatto per lei, la situazione la turbava molto e il suo ritorno la metteva ancora più a disagio. Si avvicinò e senza aspettare la reazione delle persone affianco a lei, scomparve insieme all'uomo. Ricomparvero poco dopo al maniero "è stato un piacere aiutarti" disse lui con una risata sarcastica che mozzò subito con un colpo di tosse vedendo l'espressione seria della ragazza "Ok ascolta...ti devo parlare è davvero importante" face lui sospirando improvvisamente serio. "Non voglio sentire nulla da te, pensavo di essere stata abbastanza chiara quando ti ho detto di lasciarmi in pace" replicò lei scandendo bene le ultime parole "Neanche se ti dicessi che tutto ciò riguarda Duncan?" a questa domanda scese nella stanza un silenzio tombale pregno di paura.

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Capitolo 4
*** Fra passato e presente ***


Fu durante una tempesta, il buio e la pioggia gli impedivano di vedere dove stesse andando ma questo non lo fermava dal correre. Fuggiva, sentiva i loro fiati sul collo, gli ululati in lontananza, un lampo improvviso e una perfetta imboscata per un novellino come lui. Presto uno di loro gli saltò addosso mentre il capobranco osservava la scena impassibile da sopra una roccia, e poi un dolore lancinante al fianco. Questi erano i ricordi che riaffioravano alla mente di Dominick mentre davanti ad uno specchio scrutava il suo corpo e con molta delicatezza sfiorava il morso ancora ben evidente sul suo torace quando improvvisamente sentì una risata agghiacciante provenire dal salotto. Si rimise la maglietta e molto cautamente si avvicinò all'angolo della scala per udire meglio da dove provenisse la voce. Era quella di Demetra trasfigurata però dall'odio e dall'amarezza. Si accorse che ella non era sola, cosa che lo fece accostare ancora di più al muro per paura di essere scoperto. "Duncan? Non ti permetto di pronunciare il suo nome, non faresti altro che infangare il suo ricordo..." la voce di Demetra era così alta che probabilmente dominick l'avrebbe sentita anche rimanendo nella sua camera ma non desistette, era troppo curioso e la voce tremante della padrona di casa lo preoccupava "Ti ricordo che lui è anche mio figlio" replicò l'uomo davanti a lei. Il ragazzo era sempre più sconvolto, Demetra aveva un figlio? "ERA Donovan, ERA! O ti sei forse dimenticato cosa gli hai fatto?" disse lei esasperata "ciò che è successo quella sera non è colpa mia, e ti sbagli su questo! Lui è. Duncan è vivo" la maga si girò di colpo con gli occhi sbarrati mentre un dolore al cuore e la paura le gelava le ossa impedendole di muoversi o parlare "La sua aura è come coperta...non so per quale motivo ma sono sicuro che sia lui ed è molto vicino a questo villaggio, sempre che non abiti addirittura qui" ma la maga non si muoveva, lo guardava negli occhi spaventata da ciò che sarebbe potuto accadere mentre lui se ne stava in silenzio con lo sguardo abbassato lasciandole il tempo di processare la notizia. Dominick d'altra parte si chiedeva se la conversazione stesse procedendo in quanto non udiva più le loro voci, così da decidere di sporgersi quel poco che bastò a far scricchiolare il legno sotto ai suoi piedi facendo così notare la sua presenza e riuscendo a distogliere demetre dalla sua trance. Molto confusa si rivolse a Donovan "Uhm...ne riparleremo domani, la tua stanza è rimasta la stessa dopo la tua partenza" e così dicendo salì di fretta nella stanza del lupo dove nel frattempo si era rintanato mentre Donovan non potè fare altro che annuire e ritirarsi nonostante l'urgenza degli eventi. Raggiunta la stanza la maga chiuse la porta alle sue spalle dicendo "Quindi è così, tu sapevi benissimo chi ero e io ti ho persino aiutato" e lasciando Dominick confuso "Di che cosa stai parlando?" chiese "Perchè hai ucciso quell'uomo ieri sera al villaggio? Ti manca il cuore o un cervello? Lo sapevi che aveva una famiglia?" gridava lei ora "Whoa whoa...frena. Tu sei completamente fuori di testa! Non sapevo nemmeno dell'esistenza di un villaggio, sono stato attaccato da un branco di lupi nel mezzo di una foresta ieri notte se non te ne fossi resa conto dalle ferite che TU hai curato." "Oh quindi ora ricordi?" riprese lei sarcasticamente zittendo Dominick che subito dopo riprese dicendo "Oh perchè invece tu sei stata sincera con me raccontandomi per esempio del figlio che hai avuto con quel bellimbusto" questa frase fece andare su tutte le furie Demetra chhe rispose "Perchè dovrei raccontare il mio passato ad un perfetto sconosciuto?" "Perchè dovrei farlo io?" rispose alzando un sopracciglio vincente il ragazzo che non potè risparmiarsi un risolino quando ella uscì infuriata sbattendo la porta ripetendo "Non finisce qui, sappilo!". Nel primo pomeriggio mentre la ragazza si mise al lavoro su nuove pozioni come da sua routine, Donovan ne approfittò per uscire dalla sua camera e una volta raggiunta l'entrata della biblioteca si guardò attentamente a destra e a sinistra per assicurasi che nessuno fosse nei paraggi per poi sgusciare al suo interno. Andò dritto nella sezione dedicata alle pozioni e preso un libro cominciò a sfogliarlo con un solo obiettivo "Amore, amore, amore...ah! perfetto!" sussurrò strappando una pagina del manuale che teneva in mano "Che stai facendo?" chiese minacciosamente una voce dietro di lui. Era il ragazzo che quella mattina li stava spiando, talmente concentrato com'era non lo aveva nemmeno sentito entrare. si affrettò così a nascondere le pagina dentro una tasca dei suoi pantaloni e fingendo di dare un occhiata agli scaffali disse con noncuranza "Nulla di particolare, scelgo solo un libro da leggere. è un peccato dover stare chiusi in una stanza da soli in un posto del genere specialmente sapendo che una donna meravigliosa si trova al piano inferiore, non trovi?" sorrise prendendo il primo libro che vide "Questo dovrebbe andare bene, buona giornata ragazzo" disse dandogli una pacca sulla spalla e dirigendosi verso l'uscita . Dominick lo seguì con sguardo sospettoso finchè la sua sagoma non sparì "Quell'uomo non mi piace...".

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