La battaglia finale di GattyP (/viewuser.php?uid=1044091)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Cara, vecchia Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Incontro con il Silver Trio ***
Capitolo 4: *** La Spada di Grifondoro ***
Capitolo 5: *** La vendetta di Judith MacDonald ***
Capitolo 6: *** Niamh ***
Capitolo 7: *** Rapina alla Gringott ***
Capitolo 8: *** In azione! ***
Capitolo 9: *** Battaglia nel Castello ***
Capitolo 10: *** Cercando Lily ***
Capitolo 11: *** L'ottavo horcrux ***
Capitolo 12: *** La fine dell'incubo ***
Capitolo 13: *** Epilogo (undici anni dopo) ***
Capitolo 1 *** Una nuova vita ***
Eccoci arrivati all’ultima fanfic della saga,
ambientata nell’anno dei “Doni della morte” (1997/1998) e conclusa,
naturalmente, dalla Battaglia Finale, a cui parteciperanno, con un ruolo
importante, anche Lily Anderson e Peter O’Neil, i protagonisti di questa mia
storia. Breve riepilogo (per coloro che non hanno seguito tutta la saga):
1)
Lily Anderson, quindici anni (sedici a gennaio 1998), che attualmente
aspetta un bambino (!), è la destinataria di una profezia, scoperta
vent’anni prima dalla madre di Lily (nella prima fanfiction), nella quale si
precisa che, nello scontro finale contro Voldemort, questo sarà
ucciso da Harry Potter, con l’aiuto “occulto” (e legato ad un posto chiamato
Inferia) di Lily stessa (la profezia naturalmente è più enigmatica,
ma è stata compresa progressivamente);
2)
Lily è figlia di Severus Piton (ma nessuno o quasi lo sa, dato che il
padre non vuole che sia coinvolta nella guerra) e di Milly Anderson (con cui
Severus ha avuto una relazione e a cui è ancora in qualche modo
affettivamente, ma blandamente, legato, anche se naturalmente è sempre
innamorato di Lily Evans, come da Canon). Milly Anderson è una
“respingente”, cioè una “babbana impermeabile alla magia”: anche la figlia
(Lily) riesce pertanto a essere immune da molti incantesimi e maledizioni
(compresa un Avada Kedavra, che l’ha solo “schiantata” nella terza fanfic) e
nessuno può leggere i suoi pensieri; è inoltre un’abilissima legilimens;
3)
Lily e Peter (prima suo amico, poi suo fidanzato e ora anche padre
del bimbo) sono in possesso di anelli potentissimi (appartenenti a Priscilla
Corvonero, recuperati nella seconda fanfic), che permettono di superare la
“magia moderna” e anche di materializzarsi e smaterializzarsi dentro
Hogwarts, nonché di diventare invisibili (se messo l’anello tra le labbra).
I due inoltre possono inoltre spostarsi tra diversi luoghi, anche lontani
(esempio Irlanda-Hogwarts) grazie ad una rete di portali che solo loro
possono attraversare e che conducono in un luogo chiamato “Bosco degli
Inferi”:
4)
Peter infine è molto abile con la Magia Oscura (compreso l’utilizzo
di Maledizioni senza perdono), grazie alla sua parentela (da lui aborrita)
con un antico Mago Oscuro: è però da sempre schierato dalla parte del bene e
di Lily, senza esitazione.
Sono arrivato ora alla fine della saga, che ho
costruito nel pieno rispetto del Canon (cioè senza modificare
intenzionalmente in nessun punto il racconto della Rowling). Quest’ultima
fanfic è in tredici capitoli (dodici più la conclusione), divisa in due
parti: primi mesi (fino al capitolo 6) e battaglia di Hogwarts (dal 7 al
12).
Grazie a tutti coloro che mi hanno fino a qui
seguito e soprattutto a quelli che mi hanno anche aiutato, con le loro
impressioni e i loro consigli, e con cui ho piacevolmente chiacchierato
(ace995, AdhoMu, Barbie_Ettelanie_91 e Mary Evans).
Un abbraccio a tutti e … buona lettura!
GattyP :)
P.S. Ho anticipato di un
giorno la pubblicazione (causa impegni “vacanzieri”: riparto oggi pomeriggio
per un fine settimana fuori casa). Chiedo scusa per il cambiamento di
programma.
Capitolo 1.
Una nuova vita
Faceva effettivamente una strana sensazione. Era la metà di
settembre ed io mi sarei dovuto trovare ad Hogwarts insieme a Lily, a Eliza (mia
sorella), ai nostri amici. Sarebbe stato il mio quinto anno in quella scuola…
Questo era quello che ci saremmo immaginati, qualche mese prima, se avessimo
dovuto descrivere l’inizio dell’anno scolastico successivo. Ma ho usato il
condizionale perché, in realtà, niente di tutto questo era avvenuto.
Mi trovavo infatti in Irlanda, nella nostra nuova casa, insieme
a… mia moglie, ormai al quarto mese di gravidanza e, nella stanza vicino,
dormiva ancora mia sorella, che non sarebbe andata a Hogwarts, malgrado avesse
implorato in tutti i modi possibili i nostri genitori. Considerando che avremmo
compiuto sedici anni tra quattro mesi… non si può dire che la nostra situazione
fosse comune...
Quando abbiamo detto ai nostri genitori che Lily era incinta, in
realtà non avevamo ancora deciso se sposarci… Ancora ricordavo il momento in cui
l’avevamo detto a sua madre e a sua zia.
Dopo una fitta corrispondenza via gufo nelle prime settimane di
luglio, intorno alla metà del mese avevamo deciso di affrontare radicalmente la
questione comunicando la notizia prima ai suoi (o almeno alla madre, dato che
suo padre, ricercato per la morte di Albus Silente, era irraggiungibile), poi ai
miei genitori. Così, dopo aver detto ai miei che andavo a trovare Lily (che
conoscevano e stimavano: era la mia ragazza ufficialmente da quattro anni, in
realtà da un po’ meno, e più volte si erano incontrati) e aver preso la solita
passaporta, mi trovai a Paisley, in Scozia, dove Lily abitava. Stava
naturalmente già ad aspettarmi la mia ragazza che, subito, mi abbracciò e mi
disse, sottovoce: - Mi sei mancato tanto! E anche al piccolo!
Non potei fare a meno di sorridere. Non potevo non essere felice,
malgrado tutte le difficoltà che avremmo dovuto superare. Guardai il suo grembo…
non si vedeva niente, ancora…Doveva ormai entrare nel terzo mese… se non avevamo
sbagliato i calcoli, doveva essere successo intorno alla metà di maggio…
- Hai qualche disturbo, Lily? - le chiesi.
- Uhm, non sopporto più alcuni cibi… non li posso neanche
nominare!… ma per fortuna solo questo, per ora - mi disse sorridendo. - Sei
pronto ad affrontare la tua futura suocera? Questa sera ci sarà anche mia zia… e
forse conviene dirlo quando saranno tutte e due presenti… così mia madre, se
sviene, sarà subito assistita…
Oddio, era una battuta? Come avrebbe reagito? Con questo dubbio
cominciai a passeggiare per Paisley insieme a Lily. Era una bella giornata e,
malgrado le notizie che avevo sentito, in Irlanda, sulla situazione nel Regno
Unito (si parlava continuamente della assoluta mancanza di fiducia della
popolazione nel Primo Ministro britannico e dell’incessante aumento del potere
di lord Voldemort, che seminava morte e terrore in tutto lo Stato), tutto
sembrava tranquillo: la gente comune (i “babbani”, come li chiamavano)
passeggiava tranquillamente, le vie erano inondate di sole…
Giungemmo a casa di Lily e fui subito accolto, con la solita
squisita gentilezza, dalla madre: era una donna di una quarantina d’anni molto
elegante, che assomigliava straordinariamente alla figlia (che però aveva
capelli scuri o occhi grigi del padre). Mi chiese subito notizie dei miei
genitori e di Elizabeta e passammo un quarto d’ora in normale conversazione…
Sarebbe stata così gentile anche dopo la notizia?
- Questa sera, Peter, viene a trovarmi la mia amica, Mary
MacDonald. Non ti dispiace, vero? - mi disse.
- Certamente no, signora Anderson. Mi farà molto piacere
rivederla! - risposi. In effetti Mary e la sua famiglia erano stati sempre
gentilissimi e non avevo niente da temere… Oddio, mi venne improvvisamente in
mente che aveva un piccolo branco di Thestrall domestici… animali quanto mai
interessanti e carnivori… mi avrebbero dato in pasto a quei simpatici
animaletti?
Dopo un tranquillo pomeriggio in giro per Paisley (Lily ed io
andammo a trovare una sua amica non magica che aveva avuto un bambino… tanto
per cambiare!), tornammo finalmente a casa di Lily per la cena… C’era già Mary
MacDonald che fu particolarmente contenta nel vedermi… Della cena non ricordo
quasi niente… sarà stata buonissima, immagino (la signora Anderson era molto
brava e cucinava lei personalmente, senza l’aiuto di elfi domestici).
Finalmente, dopo cena, Lily intavolò il discorso:
- Mamma, zia. Possiamo parlarvi, quando avete un attimo di tempo
per noi - disse.
- Certo, Lily - disse la madre, sorridente e serena - ti stiamo a
sentire.
- Io e Peter… avremo un bambino… a febbraio - disse
semplicemente, guardando negli occhi la madre.
Io stavo osservando le due donne, per vedere la loro reazione: la
madre di Lily sbiancò, Mary MacDonald aprì la bocca, come per parlare, e con gli
occhi sbarrati cominciò a guardare prima Lily, poi me.
- Come? - disse la madre. Doveva metabolizzare la notizia.
- Sono incinta da un paio di mesi… Aspetto un bambino… - ripeté
Lily.
- Ma… n-non mi hai d-detto niente… n-non avevi preso niente…
quando… è s-successo? - balbettò Milly Anderson. Era proprio bianca…
- Sì, ma non ha funzionato… Sai, sono una mezza respingente, ho
preso da te, ed evidentemente quello che ho preso non è servito… Ormai è
successo e non si può tornare indietro… - aggiunse Lily, con un accenno di
sorriso
Pensai di dover intervenire: - Io e Lily ci vogliamo bene e,
anche se sembra strano, siamo contenti del bambino. Vogliamo sposarci… o, se non
sarà possibile adesso perché siamo ancora minorenni, ci sposeremo appena
possibile. E cresceremo insieme il bambino.
- Oh, mio Dio, Mary - disse Lily Anderson, rivolgendosi all’amica
- Questa proprio non me la aspettavo… e adesso?
- Beh, ci sono cose peggiori… - intervenne Mary MacDonald, che
sembrava aver ripreso il suo abituale sangue freddo - I due si vogliono bene e,
anche se sono stati degli incoscienti, saranno dei bravi genitori, ne sono
sicura… Ma bisogna pensare a cosa è meglio per loro…
Così, superato lo shock iniziale (meglio di quanto avevo
previsto, a dire il vero), cominciammo a parlare trovandoci d’accordo: potevamo
convivere, magari appoggiandoci ai miei in Irlanda, o alla madre di Lily, o a
Mary MacDonald che, molto generosamente, ci prospettò anche questa possibilità
(in effetti una bella permanenza a MacDonal Castle, serviti e riveriti dai
gentilissimi elfi domestici non era una cattiva idea!).
Un paio di giorni dopo fu la volta dei miei genitori e di Eliza.
I miei la presero all’inizio un po’ peggio (specialmente mia madre, che mi
sembrava che stesse per svenire); mia sorella, invece, era elettrizzata per la
novità e già faceva progetti sul bambino! Dopo qualche discussione, pensammo di
soprassedere al matrimonio… saremmo andati a MacDonald Castle, frequentando
Hogwarts fino a quando possibile (e poi riprendendolo dopo, appena possibile) e
avremmo aspettato la maggiore età per sposarci.
Ma Lord Voldemort, il Signore Oscuro, ci rovinò tutti i piani. Il
1 agosto ci fu il colpo di Stato nel Regno Unito: i mangiamorte presero il
potere occupando il Ministero, Rufus Scrimgeour venne ucciso e fu nominato come
primo ministro (da Voldemort, naturalmente), Pius O’Tusoe, che subito propose un
censimento dei Nati Babbani, accusati di aver rubato la magia ai Maghi.
La cosa ci riempì di preoccupazione, anche perché noi eravamo
informatissimi sullo svolgersi degli avvenimenti grazie a Bruce Montague, marito
di Judith MacDonald (la cugina di Mary che, saputa la notizia, era venuta ad
incoraggiarci e a mostrarci tutta la sua comprensione) e membro del Wizengamot:
ci allertò subito che la situazione stava degenerando e che la posizione di Lily
era molto pericolosa. Infatti, in quanto Nata Babbana minorenne, per giunta
incinta (caratterizzata da condotta immorale, secondo un’antiquata norma
di una legge magica), le sarebbe stata confiscata la bacchetta ed impedito
l’accesso ad Hogwarts (ultimo dei pensieri, a dire il vero, in quel momento);
inoltre poteva anche essere prelevata dai Servizi Sociali Magici (la madre era
ufficialmente una “babbana con la presunzione di integrarsi nella società
magica”, per giunta “di scarsa moralità”, in quanto anch’essa non sposata, e
avrebbe rischiato di perdere la tutela su di lei) e portata in una apposita
struttura (una specie di lager) dove sarebbe stata “segregata dal mondo magico”
… almeno fino ai diciassette anni, quando, diventata maggiorenne, sarebbe stata
presumibilmente processata per uso improprio dell’arte magica… Io, in quanto
minorenne, per giunta straniero, non avrei potuto, secondo le antiquate leggi
magiche inglesi, andarla a trovare né accampare alcun diritto sul bambino…
In quel momento era assente Mary MacDonald (che si era dovuta
recare in Transilvania per i soliti disordini provocati dai vampiri che,
puntualmente, si ripresentavano ogni anno), ma prese in mano la situazione sua
cugina Judith, d’accordo con la madre di Lily e con tutti gli altri membri del
clan.
Judith (come del resto sua figlia, la piccola Aileen Montague, ma
in generale tutti i componenti del clan MacDonald) era molto affezionata a Lily
e dimostrò il suo attaccamento nell’occasione in modo esemplare (cosa di cui
sarò sempre riconoscente): lei e il marito si attivarono presso il Ministero
Irlandese, d’accordo con i miei genitori, per emanciparmi (qualche mese prima
dei sedici anni, quando in Irlanda si raggiunge la maggiore età); ci girarono,
come regalo di nozze anticipato, una consistente somma di denaro e una ventina
di acri di terra, contenenti una bella casetta rurale irlandese (i MacDonald
erano ricchi e avevano terreni in mezza Europa, ed erano anche molto generosi);
prepararono, in sole due settimane, il matrimonio: Lily, anche se minorenne,
si sarebbe potuta sposare in Irlanda (con una speciale dispensa delle autorità
inglese e irlandese, che i MacDonald-Montague provvidero subito a ottenere);
avrebbe così ottenuto, dopo il matrimonio la cittadinanza irlandese ed evitato
l’interessamento dei Servizi Sociali Magici Inglesi…
Riuscirono anche a contattare Severus Piton, che si mostrò
d’accordo con la soluzione. Così, la settimana prima, davanti a “pochi”
familiari (in realtà i parenti stretti erano parecchi), c’eravamo sposati in una
chiesetta irlandese… Peccato che mancava il padre di Lily, che non si era potuto
allontanare dall’Inghilterra, per non insospettire Voldemort, di cui era
diventato uno dei più importanti collaboratori: era stato addirittura nominato
Preside ad Hogwarts, con un inquietante capovolgimento (da ricercato per la
morte di Silente a dirigente della prestigiosa scuola britannica) che la diceva
lunga sul potere di Voldemort nel Regno Unito. Contemporaneamente erano apparsi
dovunque manifesti riguardanti Harry Potter, ora “Indesiderato n. 1”, che il
Ministero cercava di catturare, per altro vanamente.
Corollario di questo era che i miei avevano ritirato mia sorella
da Hogwarts, perché ormai non più sicura… lei aveva fatto fuoco e fiamme (il suo
moroso, Alan, continuava a frequentare la scuola scozzese) e si era anche
arrabbiata con i miei: dopo furiose litigate, era riuscita a strappare ai miei
il permesso di abitare insieme a noi, da dove si sarebbe recata, sempre insieme
a noi, ogni mattina a Cork per frequentare la scuola superiore magica locale,
che aveva convalidato senza alcun problema i nostri curricula di Hogwarts…
Ora erano già due settimane che abitavamo insieme, nella nostra
nuova abitazione (opportunamente ingrandita grazie ad una serie di incantesimi
estensivi), insieme a Eliza. Era stata con noi anche mia suocera, per qualche
giorno, ma ora era ritornata in Scozia dove curava gli interessi dei MacDonald
(era amministratrice delle proprietà babbane della famiglia, molto numerose, nel
Regno Unito). E dovevamo, come ogni giorno, andare a scuola.
- Lily, svegliati: dobbiamo andare - le dissi.
Io mi ero già alzato un’oretta prima e avevo già fatto il giro a
sfamare il “bestiame”. Così affettuosamente chiamavo infatti tutta la carriolata
di animaletti che Lily aveva voluto portare a casa nostra: avevamo infatti un
cane, tre gatti, un gufo (Occhialuto), qualche coniglio discendente di quelli
che ancora prolificavano a MacDonald Castle, una coppia di invisibili thestrall
(gli unici che esistevano in Irlanda, per quanto ne sapevamo, regalo di Aileen
Montague,) e addirittura un rarissimo esemplare di Corvus Glacialis Cornix,
un “opposto teorico delle fenici”. Ce l’avevano regalato (tanto per cambiare) i
MacDonald, spiegandoci che, quando era troppo vecchio, il volatile si sarebbe
autoibernato in un cubo di ghiaccio, dove sarebbe regredito fino allo stadio di
uovo; dopo una settimana di stasi (al freddo e al buio), sarebbe quindi nato il
pulcino che autonomamente avrebbe beccato il cubo di ghiaccio e sarebbe venuto
“alla luce” (in realtà al buio, dato che il volatile non voleva stare alla luce
del sole e si muoveva solo durante la notte)… Lily subito era impazzita per quel
corvo (“Ma è bellissimo! E’ adorabile!”, aveva detto, e lo circondava di mille
attenzioni), ma a me, dico la verità, sembrava molto inquietante… specialmente
quando mi guardava con certi occhiacci spiritati… Mi sembrava un animale adatto
a qualche mago oscuro più che alla nostra tranquilla famigliola… Comunque gli
avevo dato la sua razione giornaliera di becchime congelato, che l’uccellaccio
aveva divorato immediatamente…
- Sveglia, Lily. La colazione è pronta!
- Uhm, che bello! Ho sognato che noi… - mi disse Lily
abbracciandomi. La guardai: cominciava a farsi vedere, pronunciata, la pancia,
che io accarezzavo in continuazione. - Perché non rimaniamo a letto tutta la
giornata?
- E cosa diciamo a Eliza? Già non vuole andare a scuola… - provai
a dire, ma l’idea non mi dispiaceva…
- Hai ragione! - disse subito Lily, alzandosi. - Andiamo subito.
Ma stasera ti ricordi dove dobbiamo andare?
- Certo! Non vedo l’ora - dissi ironicamente.
- Spiritoso! Dai, che sei contento anche tu! - continuò Lily.
Quella sera avevamo deciso di andare ad Hogwarts e cercare di
avvicinare Severus Piton, che Lily non vedeva da due mesi, cioè da prima del
matrimonio. Aveva rotto ogni contatto con mia moglie e mia suocera, sicuramente
per non comprometterle con la sua presenza, dato che nessuno sospettava la
presenza di persone a lui affettivamente legate (in caso contrario avrebbe
rischiato che tutti i suoi nemici le colpissero per vendicarsi su di lui).
Avevamo deciso di utilizzare il portale irlandese che conduceva
al Bosco degli Inferi (che, tra l’altro, non era lontano da casa nostra:
potevamo materializzarci vicino ad esso) e saremmo poi di lì passati ad
Hogwarts. Saremmo stati naturalmente invisibili (potevamo esserlo grazie agli
anelli) e Lily avrebbe finalmente rivisto suo padre, che naturalmente non sapeva
niente del nostro piano (dovevamo anche usare la massima discrezione, dato che,
avevamo capito, Severus Piton si trovava nella necessità di professare fedeltà a
quel pazzo di Voldemort e non dovevamo in nessun modo far suscitare sospetti sul
suo comportamento). Io ero un po’ teso (cosa mi avrebbe detto? Avrebbe accettato
ciò che era successo? Mi avrebbe strozzato, o inviato qualche maledizione
oscura, per aver messo incinta la figlia?), ma ero contento per Lily, che non
vedeva l’ora di riabbracciare il padre.
- Forza, Ely, è tardi! - urlai bussando alla porta della sua
camera.
Venne fuori poco dopo: - Ti dispiace se oggi rimango a casa… -
provò a dirmi.
- Sì, mi dispiace. Altrimenti tocca a me sentire nostra madre.
Dai, vieni a fare colazione…. - le dissi.
Dopo colazione, ci preparammo a prendere la metropolvere per la
Scuola Superiore di Magia di Cork. Preferivo viaggiare in altri modi, a dire il
vero, ma quello effettivamente era pratico: del resto ci aveva fornito un
barattolo nuovo Judith (oltre ai vari regali di nozze: era stata davvero
gentilissima!). In un attimo, detto il nome della scuola, ci trovammo nella
nuova struttura, in mezzo ai nostri nuovi compagni.
- Ciao, ragazzi . Vado nella mia classe - disse Eliza. E poi
sottovoce -. Che palle la scuola!
Anche noi ci dirigemmo verso la quinta classe. A Cork non c’erano
Case, non c’era competizione ed eravamo in tutto, per ogni anno di corso, solo
una quindicina di alunni, tra maschi e femmine. I nostri nuovi compagni si erano
subito accorti, naturalmente, che Lily era incinta e che noi eravamo sposati
(tra l’altro portavamo la fede al dito, era impossibile non accorgersi), e ci
avevano anche fatto una simpatica festicciola di benvenuto. Anche gli insegnanti
sembravano gentili e bendisposti; né trovavamo particolare difficoltà a seguire
le lezioni, perché si stavano trattando, in tutte le discipline (a parte storia
magica irlandese, completamente nuova) argomenti già affrontati ad Hogwarts.
- Ciao, sposini - ci disse Jenny, una nostra graziosa compagna,
quando entrammo in classe. - Non ho capito le pozioni smagnetizzanti… chi me le
può spiegare?
Subito Lily andò ad aiutarla, mentre io mi dirigevo da Jimmy e
Luke, che facevano la solita partita a scacchi, prima che iniziassero le
lezioni.
- Ciao, Peter. Tutto bene? Stasera al Duke si propongono i New
Middle Land. - mi disse Jimmy - Noi tutti andiamo. Venite anche voi?
- No, mi dispiace, sarà per un’altra volta. Abbiamo un invito… -
dissi. Erano comunque molto gentili ed ospitali.
- Oh, bene. Ecco i miei alunni - disse il professor Firmius… -
Oggi vediamo le pozioni apricella. Lily, Peter. le avete già fatte ad Hogwarts?
- Sì, professore - disse subito Lily.
- Perché non fate vedere ai vostri compagni quello che conoscete?
- chiese.
Beh, eravamo anche molto apprezzati dei vari professori… anche
perché ne sapevamo molto più dei nostri compagni. Tutti erano gentili,
l’ambiente era sereno... Eppure ci mancava terribilmente Hogwarts…
Tutto tranquillo, sembra, per Lily e Peter nella
nuova vita da “sposini”… ma cominceranno presto i problemi! Il Corvus
Glacialis Cornix, “opposto teorico delle Fenici” è una creazione di AdhoMu,
presente in una brillante e coinvolgente fanfic (che vi invito a leggere),
L’Assistente di Pozioni.
Un abbraccio (spero di avervi ritrovato tutti!) e
appuntamento per il prossimo capitolo (Cara, vecchia Hogwarts) mercoledì
1 agosto. A presto. GattyP :)
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Capitolo 2 *** Cara, vecchia Hogwarts ***
Capitolo 2.
Cara, vecchia Hogwarts
Avevamo anche detto molto (non tutto) ad Eliza, sia perché era
una ragazza affidabile, sia perché, vivendo con noi, era molto difficile
nasconderle qualcosa: le avevamo spiegato della profezia secondo la quale, di lì
a qualche mese, Lily avrebbe aiutato Harry Potter a sbarazzarsi definitivamente
di quel maledetto Signore Oscuro e sapeva naturalmente tutto (o quasi) quello
che avevamo fatto negli anni precedenti. Di lei potevamo fidarci. I miei
genitori invece non sapevano niente (mia madre sarebbe svenuta solo a sentire
pronunciare il nome di Voldemort).
- Andate ad Hogwarts, questa sera, allora? - ci disse.
- Sì, partiamo tra poco. Tu, mi raccomando, sta attenta a casa… -
le dissi.
- Certo! Mica sono una bambina! - esclamò Eliza. - State
piuttosto attenti voi: la Scuola si è riempita di Mangiamorte.
Avevamo in effetti un sacco di informazioni sui cambiamenti
intervenuti ad Hogwarts. A parte le informazioni che ogni sera ci forniva l’IMC
(cioè l’Irish, Magic Channel, il canale televisivo della Comunità Magica
Irlandese, sicuramente più evoluta della società inglese, che invece rifiutava
programmaticamente qualsiasi applicazione dell’arte magica alla tecnologia “babbana”),
ci comunicavano le notizie e le loro impressioni sia Alan (il moroso di mia
sorella, a cui scriveva quasi quotidianamente), sia la piccola Aileen Montague
(che frequentava il primo anno ad Hogwarts e che era capitata a Serpeverde), sia
suo cugino Cain MacDonald. Tutti gli altri nostri amici (e tutti gli esponenti
della comunità magica inglese) non potevano invece comunicare con noi, come non
poteva localizzarci o venirci a trovare, dato che potenti incantesimi
dissimulatori ed escludenti impedivano di individuarci, scriverci o contattarci.
La gentile Astoria Greengrass, comunque, ci aveva fatto le sue felicitazioni per
il matrimonio in calce ad una lettera che Cain ci aveva scritto, sottolineando
che potevamo ricorrere a lei se avessimo avuto bisogno di qualsiasi cosa.
- Ok, è ora, andiamo, Lily - dissi.
- Arrivo subito - disse Lily, toccandosi il ventre, con una certa
preoccupazione. Immaginavo che stesse pensando al bambino; il medimago che
avevamo consultato (un buon medico irlandese, il dottor O’Malley, specializzato
in ostetricia e ginecologia magica e non) ci aveva spiegato che la
smaterializzazione o altre forme di trasferimento magico non avrebbero avuto
alcuna conseguenza per il bambino: era però sconsigliata negli ultimi mesi di
gravidanza. Per fortuna, mancava ancora tempo, ma Lily già cominciava a
preoccuparsi… voleva tanto bene al bimbo e si preoccupava che stesse bene… e non
era ancora nato!
Salutata Eliza e dateci le mani, pensammo alla caverna da dove il
portale conduceva al Bosco degli Inferi. In una frazione di secondo, eravamo già
lì.
- Sono emozionata, Peter. Non vedo l’ora di riabbracciare mio
padre. E… come sarà diventata Hogwarts? - mi disse Lily, stringendomi forte la
mano.
- Non ne ho idea. Noi comunque, se capita qualcosa, ci
materializziamo subito nel bagno del sesto piano e riprendiamo il portale.
D’accordo? Nessun rischio, né per noi, né per tuo padre - risposi a Lily.
- Certo. Dai, andiamo - disse. E, ripetuta la formula, ci
trovammo nel Bosco degli Inferi. Tutto sembrava tranquillo, illuminato dal sole
al tramonto: era un posto bellissimo, quasi romantico in quell’ora della
giornata, e non si sarebbe mai pensato che l’aveva creato, con la magia oscura,
quel maledetto mio antenato per soddisfare la sua folle passione per la “Caccia
al Babbano”. Ma noi non avevamo pensieri per il panorama e ci precipitammo
subito nel portale che conduceva ad Hogwarts. Un attimo dopo eravamo nel bagno
del sesto piano.
- Ah, cara, vecchia Hogwarts! - disse Lily.
- Speriamo che non sia troppo diversa da come l’abbiamo lasciata
- dissi io - Conviene mettere gli anelli tra le labbra, così nessuno potrà
vederci…
- Va bene, Peter… Ci materializziamo in Presidenza? Forse
troviamo direttamente lì mio padre… Se è solo, poi, ci facciamo vedere, che ne
dici?
- Dovremo dargli molte spiegazioni, lo sai, Lily? - le dissi - E
non sappiamo…
- Mi fido di mio padre - disse decisa Lily - E’ una persona buona
e ci vuole bene. Lui sta recitando la parte del preside malvagio, anche a costo
della vita, per aiutare Harry Potter, ne sono sicura. E non vuole contattarci...
perché sa che è pericoloso, per noi. Sono sicuro che Silente l’ha convinto ad
agire in quel modo e lui sta rischiando tutto… Andiamo!
Dopo aver mentalmente pronunciato un Transfero, pensando
all’Ufficio del Preside, un attimo dopo mi trovai in quel luogo: tutto sembrava
uguale all’ultima volta che c’ero stato… tranne per l’assenza della Fenice e per
il fatto che Severus Piton, occupato a leggere qualcosa, era seduto alla
scrivania dove avevamo sempre visto Silente.
Lily subito si rese di nuovo visibile e dicendo: - Babbo, sono
io, non aver paura! - subito si precipitò ad abbracciare il padre che prima la
guardò esterrefatto, poi si alzò e la abbracciò.
- Salve… professore… ci sono anch’io… - dissi
Severus Piton si era ripreso dallo stupore: - Lily… Peter… E voi
che fate qui. Come avete fatto ad arrivare?
- Mi sei mancato… Non sei venuto al mio matrimonio… Volevo
fartelo vedere - disse Lily, abbracciandolo, con la voce incrinata dalla
commozione…Lily cercava di non piangere… ma ci stava andando vicino, ora - Dopo,
quando sarai solo, puoi vedere il mio ricordo…
Gli passò nelle mani una piccola fialetta: vi aveva inserito il
ricordo della cerimonia…
Piton era commosso, anche se cercava anche lui di non farlo
vedere: aveva un grande pudore a manifestare i suoi sentimenti: - Mi dispiace
immensamente, sarei voluto venire, ma mi trovo in una situazione molto
pericolosa… Ho cercato di evitarvi anche per questo… Non voglio che nessuno
arrivi fino a voi… Come avete fatto ad arrivare qui?… Non è possibile
materializzarsi ad Hogwarts, e soprattutto nell’ufficio del Preside, e non è
possibile neanche usare la metropolvere: tutti i Camini sono controllati dal
Ministero…
- Beh - disse Lily, sorridendo - dovremmo raccontarti qualcosina…
E così Lily cominciò a raccontare al padre… tutto: della profezia
(che da anni conosceva); degli anelli di Priscilla Corvonero, che avevamo
trovato tre anni prima e che ci permettevano, tra l’altro di diventare
invisibili, di bypassare tutti gli incantesimi di Hogwarts e di materializzarci
a nostro piacimento; del passaggio per la Selva degli Inferi, grazie al quale
potevamo spostarci da un luogo all’altro delle Isole Britanniche; della Foresta
Proibita e delle creature che avevamo incontrato… E anche del mio aiuto e del
nostro amore, che ora si era concretizzato nella nuova vita che lei portava in
grembo.
- Beh, non si può dire che tu non abbia del coraggio… che voi non
abbiate, mi correggo. Sono fiero di te, Lily, anche se ho paura per quello che
dovrai affrontare… e che penso che ormai non si potrà evitare… E grazie anche a
te, Peter, per tutto quello che hai fatto per mia figlia…
Pensavo mi volesse fare a pezzi perché avevo messo incinta la
figlia! Sarebbe potuto decisamente andare peggio!
- Non deve ringraziarmi, professore… - cominciai.
- Beh, considerando che sei il padre di mio nipote, potresti
anche darmi del tu… - disse con una specie di ghigno (voleva essere un
sorriso?)…
- Non devi ringraziarmi… Severus - corressi - Le ho sempre voluto
bene e ne voglio tanto adesso, a lei e al bambino…
Severus cercò di sdrammatizzare il momento di commozione che ci
aveva preso tutti: - Un po’ di vino elfico per festeggiare? Se le tue condizioni
lo permettono, Lily…
Poi, fatto un brindisi a noi e al nascituro, Severus si aprì con
noi spiegandoci la situazione: - Io, come avete immaginato, sto facendo un
rischioso doppio gioco: Silente era stato colpito da una maledizione mortale,
aveva ormai pochi giorni di vita e mi ha fatto promettere che l’avrei ucciso io…
per assicurarmi la fiducia del Signore Oscuro… A proposito: non bisogna
chiamarlo con il suo nome, che è ora “tabù”: tutti quelli che lo pronunciano
vengono raggiunti e arrestati. Chiaro, ragazzi? Beh, logicamente non in Irlanda,
ma nel Regno Unito sì.
- Certo, babbo - disse Lily, e anch’io assentii.
- Vi dicevo: per assicurarmi la fiducia del Signore Oscuro e per
ostacolare il suo piano di impossessarsi di un importante oggetto magico. Io
devo aiutare Harry Potter, anche se devo continuare a recitare la parte di
odioso Mangiamorte che si accanisce contro il Prescelto… gli devo consegnare,
quando servirà, la Spada di Grifondoro… Harry, Ron ed Hermione sono stati
inviati da Silente in missione: devono recuperare e distruggere alcuni oggetti
magici in cui consiste la forza del Signore Oscuro…
Stavamo naturalmente tutti attenti a quello che diceva.
- … Sono horcrux - ci disse, lentamente.
- Cosa sono? - abbiamo chiesto entrambi. La parola non ci diceva
niente, infatti, allora.
- Beh, Silente stesso non me ne ha parlato, se non
incidentalmente, ma alla fine sono riuscito a capire tutto. Gli horcrux sono
parti dell’anima individuale fusa in un oggetto. Si creano con una magia oscura,
molto potente, commettendo un omicidio volontario e gratuito e utilizzando
l’azione malvagia per scindere l’anima e fonderla in un oggetto inanimato.
Finché l’oggetto non viene distrutto (ed è quasi impossibile farlo), il mago che
ha messo parte della sua anima in esso è immortale…
- Ma è spaventoso! - esclamò Lily.
- Sì, e secondo Silente, il Signore Oscuro ha scisso la sua anima
diverse volte, sei probabilmente, legando i frammenti dell’anima a vari oggetti,
alcuni dei quali sono stati già eliminati da Silente stesso o da Harry…. Silente
ha quindi spinto Harry, probabilmente insieme a Ron Weasley e Hermione Granger,
a dare la caccia agli horcrux rimasti e ad eliminarli, uno dopo l’altro…
- Possono essere distrutti questi… horcrux, allora? - intervenni.
- Sì - continuò Severus Piton - ma è difficilissimo. Sono pochi
gli elementi che possono distruggere un horcrux… ardemonio, zanne di basilisco e
la spada di Godrig Grifondoro. Non so se ne esistono altri. Una volta elimnati
questi horcrux, il Signore Oscuro diventerà vulnerabile, mentre ora non può
essere ucciso, è praticamente immortale. Ma c’è di peggio… - ci disse Piton.
Oddio, cosa c’era peggio di questo?
- …In realtà gli ultimi due horcrux creati non sono oggetti, sono
essere viventi: l’ultimo è Nagini, il suo gigantesco serpente dal quale non si
separa mai… e questo è anche la prova della sua follia, che a noi però può
essere utile: l’horcrux deve essere inserita in un oggetto inanimato e diventa
praticamente immortale… Se si uccide il serpente, morirà anche il frammento di
anima… Evidentemente dividere l’anima tante volte crea una stato di disordine
mentale che rende meno lucide le scelte… Questo è il sesto horcrux per il
Signore Oscuro, che però inconsapevolmente ne ha creato, prima di Nagini, un
altro… e questo l’ha scoperto Silente e lo so solo io e, da questo momento,
anche voi due…. un ulteriore horcrux è … lo stesso Harry Potter. La sua anima ha
incorporato un frammento di quella del Signore Oscuro (all’insaputa di
quest’ultimo) e Potter deve morire per permettere che il Signore Oscuro torni
mortale…
Mi sembrava un incubo. Non avevo parole. Ero inorridito davanti a
questa prospettiva futura… Già era folle smembrare la propria anima! (il che
spiegava perché quel mostro di Voldemort fosse instabile mentalmente). Ma ora
venivo a conoscere che Harry Potter doveva morire per porre fine alla vita del
Signore Oscuro!
- Ma è orribile! Ed Harry… - dissi
- Il figlio di Lily Evans, quello che avevo giurato di
proteggere, non sa quest’ultima informazione… lui, secondo Silente, deve essere
l’ultimo horcrux e io ho il compito di dirglielo dopo, e solo dopo, aver
eliminato tutti gli altri… in modo tale che accetti di morire per uccidere anche
il Signore Oscuro…
- No! - esclamò Lily - E’ spaventoso! Silente è stato…
- Aspetta, Lily. Fa parte di un piano più ampio, che lo stesso
Silente ha elaborato: il Signore Oscuro non può uccidere Harry… che è protetto
dal sacrificio della madre… ucciderà solo l’horcrux che è in lui… ma è
necessario che nessuno dei due lo sappia. E’ chiaro?
- E potrebbe funzionare… il piano, dico? - chiesi.
- Non lo so, ma Silente pensava che fosse la nostra migliore
possibilità… ho visto i suoi pensieri, nel pensatoio, prima che si sfaldassero
completamente, qualche ora dopo la sua morte… - disse semplicemente Piton.
- Scusa, babbo - disse Lily - Perché ci racconti tutto? E’
perché… non sai se riuscirai a portarlo a termine? C’è la possibilità… che tu
non veda la fine della battaglia?
- Penso che sia più di una possibilità… per una serie di
riflessioni che adesso non vi propongo… e voi allora sarete la carta migliore
per aiutare Harry. Lui, e solo lui, può fermare il Signore Oscuro. Dovete
aiutarlo, senza preoccuparvi del resto. Questo è superiore a quello che proviamo
l’uno per l’altro, al bene che ci vogliamo: dobbiamo fermare quel pazzo… è il
male, il male assoluto. E non conta solo il fatto che ho giurato a me stesso di
vendicarla… Lily Evans, la madre di Harry Potter… anche a costo della mia vita.
Ora lo farei in ogni caso… perché è giusto opporsi al male, con tutte le nostre
forze, sempre! Voi però state attenti… tu specialmente, Lily, che avrai, secondo
la profezia, un ruolo nella vicenda e che ora porti anche in grembo mio nipote…
- Hai idea di cosa dovrò affrontare? - chiese Lily.
- No, mi dispiace. Neanche io so di più… - rispose Piton -
Secondo una vecchia profezia Hogwarts sarà distrutta entro la fine del
Millennio… penso perciò che la battaglia finale sarà proprio qui e dovremo
combatterla tutti… Poi, se è vera la profezia che ho sentito, tanti anni fa, ad
Imo nemore, quella che ti menziona, alla fine l’Oscuro Signore sarà
sconfitto.
- Lo sapevo, babbo, che tu eri dalla parte giusta. E anche Peter
ne è sempre stato convinto! Te lo posso assicurare, perché leggo sempre quello
che pensa…
Piton sorrise: - Non ne avevo dubbio, piccola. Te l’avevo detto,
Peter? Ti ricordi?
Assentii. Ormai mi ero arreso: non era possibile avere con Lily
un briciolo di privacy…
- Non so quali siano i vostri piani - disse Piton - Qui ad
Hogwarts, logicamente, nessuna si aspetta di vedervi: c’è stato un grande
ricambio; molti ragazzi non si sono presentati, malgrado sia ora obbligatorio
frequentare questa scuola per tutti i giovani maghi e le giovani streghe del
Regno Unito… sono di fatto ostaggi nelle mani del Signore Oscuro… Viceversa si
sono aggiunti molti ragazzi che stavano ricevendo un’educazione in famiglia…
Abbiamo due nuovi insegnanti...
- Abbiamo sentito parlare dei Carrow - dissi - In Irlanda si
parla molto della situazione inglese
- Sì, immagino. Sono pericolosi. Amyctus ed Alecto Carrow, due
Mangiamorte… Per fortuna sono tra i più stupidi… Ma non posso agire contro di
loro. Spero che i ragazzi non li affrontino frontalmente, perché qualcuno
potrebbe farsi male… ad esempio Ginny Weasley, che secondo me è ancora legata
sentimentalmente ad Harry… e questo mi dispiacerebbe tanto…
- Vuoi molto bene ad Harry, vero, babbo? - chiese Lily.
- Più che a lui, volevo molto bene a sua madre… il che non vuol
dire che non provi dell’affetto, un grande affetto, per tua madre, e per te,
Lily, naturalmente… tua madre lo sa e non ha mai preteso che cancellassi i miei
sentimenti… e a Lily Evans, ormai morta, per colpa mia, ho giurato che avrei
protetto suo figlio… a cui, malgrado abbia cercato di non farlo, mi sono
affezionato… anche se ho dovuto recitare la parte del suo peggior nemico (del
resto la sua mente è un libro aperto per il Signore Oscuro, e deve leggervi solo
l’odio nei miei confronti… o il piano andrà a monte)… e lui mi odia veramente… -
disse.
Non mi era mai sembrato così sincero. E mi faceva pena: stava
male perché voleva aiutare, anche a costo della sua vita, il figlio di una
ragazza che aveva amato tanti anni prima, un ragazzo che, come tanti altri, ora
lo odiava…
- Non ti odierà più, quando saprà la verità, un giorno… - disse
Lily, avvicinandosi al padre.
- Beh, lo vedrete voi. Io non penso di rimanere in vita tanto a
lungo… - disse, con un tono apparentemente leggero - Ora, però tornate a casa.
E, mi raccomando, state attenti…
- Sì, babbo. Torneremo a trovarti: fra un paio di settimane, sei
d’accordo?… Vorrei chiederti un’ultima cosa, prima di andare…
Cosa avrebbe ancora chiesto Lily?
- Cosa sai di ciò che ha subito Judith MacDonald? - chiese Lily -
Ho saputo, in parte da Silente, in parte da zia Mary, ciò che è successo. Ora
che Silente è morto, gli incantesimi che ha fatto si sono disattivati e… come
potrebbe reagire? Hai idea? Dobbiamo tanto a lei, le vogliamo bene, come
vogliamo bene al marito e a Aileen… e non vorrei trovarla dall’altra parte…
- Sì, so tutto - ci disse - Anche perché ho visionato i pensieri
di Silente sul Pensatoio prima che si sfaldassero, come vi ho detto… Sì, dopo la
morte di un mago si sfaldano progressivamente magie, ricordi e pensieri… E quel
che ho visto non mi è piaciuto… Judith ha sofferto tanto e, conoscendola, penso
che vorrà vendicarsi per quello che ha subito, che è stato un’azione criminale,
da bestie e non da uomini. Non penso che potrai impedirglielo… Quei due
disgraziati che, fino ad oggi, hanno avuto la memoria modificata, che solo da
poco possono ricordare il male che hanno fatto, che combattono con l’Esercito di
Silente… dai retta a me… hanno i giorni contati, e neanche lo sanno. Ma non
preoccuparti per Judith: è una brava persona e non incrocerebbe mai la tua
strada… Ti vuole bene, da quando eri piccola. Sì, sono tutti affezionati a te, i
MacDonald.
- Sì, lo so, babbo - confermò Lily.
Salutammo Severus, che mi strinse cordialmente la mano e mi
abbracciò brevemente…. ero esterrefatto per tutte queste dimostrazioni di
affetto… (pensavo volesse linciarmi per aver messo incinta la figlia, prima di
recarmi da lui!). Poi uscimmo e ci rimaterializzammo nel bagno del sesto piano.
- Dai, andiamo, Eliza starà in pensiero. Ci torneremo un’altra
volta, e faremo un bel giro per il Castello - dissi.
Lily non disse niente e mi strinse forte la mano. Un attimo dopo
eravamo di nuovo nel Bosco degli Inferi, da cui ci spostammo velocemente in
Irlanda.
Capitolo introduttivo alla vicenda di quest’anno:
ora Lily e Peter conoscono tutto quello che sappiamo anche noi lettori dei Doni
della Morte (horcrux e ruolo di Harry Potter). Nella prossima puntata (che
pubblicherò sabato prossimo), che avrà ancora un carattere introduttivo (poi
inizierà la vicenda), incontreranno Ginny, Luna Lovegood e Neville ad Hogwarts).
Un ringraziamento a tutti i lettori della fanfic, a coloro che l’hanno inserita
tra le preferite e soprattutto a coloro che l’hanno commentata (ace995, AdhoMu,
Barbie_Ettelanie_91).
Un abbraccio. Alla prossima. GattyP :)
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Capitolo 3 *** Incontro con il Silver Trio ***
Capitolo 3
Incontro con il Silver Trio
La settimana successiva eravamo di nuovo ad Hogwarts a fare un
giro per il castello, naturalmente invisibili, all’insaputa di tutti (Severus
Piton compreso). Lily sentiva una grande nostalgia del castello e degli amici, e
anch’io. Purtroppo non potevamo portare con noi Eliza (le avevamo spiegato che
il passaggio attraverso il Bosco degli Inferi era aperto solo per noi due, ma ci
aveva messo il broncio: le mancava il suo Alan) e, alla fine, cercando di
rabbonirla, eravamo partiti dopo cena.
Erano solo le nove di sera (quasi l’ora del “coprifuoco”, se non
erano cambiate le regole) quando cominciammo ad aggirarci per i corridoi di
Hogwarts: non si vedeva in giro nessuno, a parte qualche Serpeverde che
perlustrava i corridoi e qualche prefetto delle altre case che dava
distrattamente un’occhiata in giro. Sembrava che tutti gli studenti si fossero
rifugiati all’interno delle loro case e che nessuno avesse voglia di
gironzolare… il clima evidentemente era cambiato rispetto all’anno prima… Tutto
ci sembrava più triste e più cupo…
Sentii la voce di Lily al mio fianco: - Andiamo a vedere la
nostra Casa? - propose
Immaginavo che me l’avrebbe chiesto.
- Certo - le dissi. Subito di materializzammo davanti
all’ingresso della nostra torre. Non c’era nessuno in giro. Ci togliemmo gli
anelli dalle labbra e tornammo ad essere visibili. Il solito batacchio-volatile,
appena ci vide, ci propose un patetico indovinello per farci entrare… ci aveva
riconosciuti come appartenenti alla Casa, e questo quasi mi commosse… Ma non ero
il solo: una lacrima scivolò sul viso di Lily. A cosa stava pensando?
- Grazie - disse Lily rivolgendosi al batacchio - non entriamo.
Grazie, comunque, per averci riconosciuti…
E si abbassò a fargli una carezza… Era solo un piccolo oggetto
magico, ma ci aveva fatto sentire a casa…
Ero perso in questi pensieri, quando sentii una voce alle mie
spalle: - Peter… Peter O’Neil? E Lily Anderson… E voi cosa ci fate qui?
Era una voce che conoscevo. Ci girammo e vedemmo… erano Ginny
Weasley e un altro grifondoro dell’anno di Harry, che conoscevamo di vista,
Neville Paciock.
- Oh, questa sì che è una sorpresa! - esclamò Ginny - Mi avevano
detto che non sareste venuti quest’anno, che vi eravate… sposati! Vi siete
sposati!
Aveva visto le fedi sulla mia mano e su quella di Lily.
- Congratulazioni! - esclamò, correndo verso di noi e
abbracciandoci - Che bello!
Anche Paciock si avvicinò e ci fece le sue congratulazioni. Come
detto, ci conoscevamo di vista e mi era sempre sembrato un bravo ragazzo. E le
sorprese non erano finite: in quel momento usciva dalla nostra Casa,
improvvisamente, Luna Lovegood. Era sempre la solita: con gli orecchini a
ravanello e la collana di tappi di burrobirra. Anche lei corse subito da noi a
farci le feste, contenta di vederci.
- Che bello vedervi! Tornate a frequentare? - chiese Luna
- No, siamo qui solo di passaggio… Volevamo vedere un attimo la
nostra Casa, ma non volevamo entrare… Tante cose sono cambiate, mi sembra… -
rispose Lily.
- Dai, venite un po’ a parlare con noi! Ci infiliamo in un’aula e
facciamo quattro chiacchiere… - ci disse Ginny.
Così li seguimmo ed entrammo tutti in una delle aule usate per
Trasfigurazione, che erano lì vicino.
Subito ci chiesero di noi, della nostra situazione… Non era
normale che due sedicenni (neanche) si sposassero… neanche nel mondo magico,
dove tutto è più precoce del mondo “babbano”. Dovemmo quindi aggiornare tutti
degli ultimi avvenimenti. Ancora non sapevano che Lily era incinta: cominciava
appena a vedersi il gonfiore della pancia e ora Lily indossava vestiti larghi.
- Mi sono accorta di aspettare un bambino - disse
tranquillamente Lily, sorridendo - Ce ne siamo accorti a giugno e… abbiamo
deciso di sposarci subito! Anche perché sono figlia di una babbana e di padre
sconosciuto: secondo le nuove norme non avrei potuto frequentare Hogwarts e,
anzi, il Ministero, in quanto sono minorenne, avrebbe potuto prelevarmi, con la
scusa della mia tutela, e portarmi in qualche struttura dove relegare me e il
bimbo… Abbiamo quindi deciso di sposarci in Irlanda, perché lì le leggi lo
permettono e ora ho la cittadinanza irlandese. Ora viviamo in quel paese e
frequentiamo una scuola a Cork… O almeno io la frequenterò finché il bambino non
vorrà nascere…
- Che bravi! - disse Ginny - Avete avuto del coraggio! Vi stimo
tantissimo! Qui, nel Regno Unito, la situazione è pessima, come forse sapete, e
anche ad Hogwarts ci sono tante cose preoccupanti.
- Sì - intervenne Paciock, che fino a quel momento era stato a
sentirci - Specialmente i due nuovi insegnanti, i Carrow… Cercano per il momento
di avere un approccio soft con le classi, ma stanno stravolgendo Babbanologia e
hanno sostituito Difesa con Arti Oscure…
- Veramente inquietante - dissi - State attenti, mi raccomando!
Quei due possono essere pericolosi… Se non sbaglio sono Mangiamorte…
- Sì, lo sappiamo - disse Ginny - Sono venuti l’anno scorso ad
Hogwarts per uccidere Silente. E non sapete il peggio…. Quella carogna traditore
assassino di Severus Piton è il nuovo Preside. Lo sapevate?
Intervenni io, cercando di sviare il discorso. - Sì. Non vi
invidio troppo. Ma… sapete dove sono Harry, Ron ed Hermione? So che non
frequentano…
- Mio fratello è malato - ci disse Ginny -, ha una rognosa forma
di spruzzolosi ed è costretto a rimanere a casa, a letto. Poi, quando guarirà,
potrà di nuovo frequentare la scuola; Hermione, in quanto figlia di babbani,
penso che abbia preferito non venire ad Hogwarts quest’anno… sono molti i nati
babbani che si sono dati alla macchia. Harry è invece scomparso… e non so dove
sia…
- L’altro ieri, sul telegiornale magico irlandese, attribuivano a
lui l’attacco al Ministero… - dissi.
Infatti alcuni giorni prima un gruppo di Nati Babbani era
riuscito a fuggire con l’aiuto di esterni che avevano assunto la Pozione
Polisucco. Il fatto aveva suscitato molto scalpore ed aveva riscosse interesse
anche all’estero: erano stati anche intervistati alcuni maghi fuggiti e, anche
se non si aveva la certezza che dietro alla fuga ci fosse Harry Potter, molti
erano propensi a crederlo.
- Beh, la situazione è molto preoccupante in tutto il Regno
Unito- disse Neville - Ma anche qui, dobbiamo …
Notai fugacemente uno sguardo negli occhi di Ginny… non voleva
che Neville continuasse la frase
- … fare qualcosa - terminò la frase genericamente Neville.
- Noi purtroppo dobbiamo andare - disse a questo punto Lily - Ci
ha fatto piacere parlare con voi, ma siamo qui quasi di nascosto, giusto per
vedere un’ultima volta la scuola…
- A proposito - chiese Luna - come siete arrivati? Vi ha invitato
qualcuno?
- Sì, la prof.ssa McGranitt, che ci doveva scrivere una lettera
di presentazione per un insegnante irlandese…ma dobbiamo andare via subito -
disse Lily, improvvisando. La McGranitt era così acida e scostante che nessuno
le avrebbe rivolto, intenzionalmente la parola per chiederle conferma di ciò che
Lily aveva inventato. Anche se, a dire il vero, era acida e scostante
soprattutto con me (non le ero mai andato a genio): per quale motivo mi avrebbe
dovuto agevolare?
Ci avevano creduto? Ginny e Neville fecero un leggero movimento
di sorpresa … Cosa stavano pensando? Avrei voluto avere tanto i poteri di Lily
per sondare le loro menti.
- Grazie ragazzi, di tutto… - dissi.
- Teneteci informati su quello che farete. E… il bambino nascerà…
a febbraio? - disse Luna
- Sì, se non abbiamo fatto mali i calcoli… Intorno alla metà di
febbraio… Ma vi terremo informati - disse Lily. - Buon anno scolastico! Vi
vogliamo bene…
Salutammo tutti e andammo via. Percorremmo il corridoio e, una
volta svoltato l’angolo, visto che non c’era nessuno, con uno sguardo (ormai ci
intendevamo a sguardi!), decidemmo di materializzarci nel bagno del sesto piano,
vicino al portale.
- Facciamo il punto, Lily. Cosa hai capito? - le chiesi,
immaginando che avesse discretamente sondato le menti dei nostri interlocutori…
- Ginny e Luna sono stati contenti di vederci, Paciock un po’
infastidito… - mi spiegò Lily - ma è logico, non ci conosceva e abbiamo rovinati
i loro piani. Stavano andando nella stanza delle necessità per fare il punto
sulla situazione, ma poi hanno rimandato per parlare un po’ con noi. Ad un certo
punto Ginny si è preoccupata per prudenza e non si è aperta completamente con
noi: sta organizzando la “resistenza” contro i Carrow, insieme a Luna e Paciock,
e i tre hanno bisogno della massima segretezza… Non sanno dov’è Harry… è vero,
ma sanno che Ron ed Hermione sono con lui. Harry ha una missione che gli ha
assegnato Silente, come sapevamo anche noi… Inoltre penso che stiano
organizzando anche qualcosa contro mio padre… ma non ho capito bene cosa… un
gesto eclatante…. Ah, Ginny è sempre innamorata di Harry, ma non vuole che
nessuno lo sappia…
Era spaventoso quante informazioni avesse ricavato Lily da uno
sguardo indiscreto nella mente dei tre, senza che costoro se ne accorgessero.
- Conviene dare loro un’occhiata… Non vorrei che si cacciassero
nei guai… o che cacciassero nei guai tuo padre, che dovrebbe cercare di
proteggerli, ma senza scoprirsi più di tanto…- chiesi.
- Beh, mi stai leggendo il pensiero? E’ proprio quello che
pensavo anch’io, Peter. Ma per oggi è meglio andare. Possiamo tornare la
settimana prossima, cosa dici?
Tornammo quindi, passando per il Bosco degli Inferi, in Irlanda e
poi a casa. Eliza ci stava aspettando, un po’ preoccupata perché eravamo in
ritardo. Andammo a dormire, ma ero troppo nervoso per prendere sonno. Cosa
diavolo stavano macchinando ad Hogwarts Ginny, Luna e quel Paciock?
Tornammo ad Hogwarts anche la settimana dopo, per controllare la
situazione (facemmo un giro nel Castello e notammo che tutto era tranquillo…
anche troppo… Lily aveva paura che Ginny Weasley e compagni volessero
organizzare qualcosa di rischioso per loro o per il Preside) ed incontrare
Severus Piton. Lily aggiornò il padre su quello che a noi nel frattempo era
successo, cioè niente di particolare: la scuola procedeva senza problemi
(ripetevamo argomenti già affrontati ad Hogwarts uno o due anni prima, quindi
eravamo praticamente i primi della classe) e non avevamo altre preoccupazioni,
se non fosse stato per le visite, e la permanenza a casa nostra, di vari
familiari e parenti (specialmente la madre di Lily o mia madre) che a tutti i
costi volevano aiutarci pensando che fossimo in difficoltà, con grande gioia di
Eliza che, ogni volta che vedeva nostra madre, cominciava a litigare (i
rapporti tra le due erano “leggermente” problematici, sempre per via del
rifiuto dei miei di mandarla ad Hogwarts).
Oltre a parlare di noi, abbiamo ricevuto informazioni su quello
che avveniva a scuola. Severus Piton riusciva per il momento a tenere sotto
controlla la situazione, senza sbilanciarsi troppo a favore degli studenti, cioè
mostrando verso loro uno stato d’animo (in buona parte costruito) di
insofferenza e disgusto; tutti gli alunni, a parte le Serpi, e soprattutto i
Grifoni, cordialmente lo odiavano. Tuttavia, anche per il suo carattere
scostante e soprattutto per la stima che Voldemort aveva per lui, incuteva
timore anche nei Carrow, a cui aveva detto di andare leggeri con le punizioni
(era un peccato sprecare anche una sola goccia di sangue magico, secondo quel
pazzo di Voldemort e mio suocero fingeva di essere sulla stessa linea) e
cercare di instaurare il nuovo ordine con il dialogo: i due non avevano sempre
obbedito, ma per fortuna nessuno fino a quel momento si era fatto male (anche
se, purtroppo, in un paio di occasioni, Luna, Ginny e Neville Paciock avevano
avuto alcune dolorose punizioni per essersi opposti frontalmente alla loro
interpretazione dei rapporti tra Maghi e Babbani).
Salutammo poi Severus Piton e ci demmo appuntamento di lì ad un
paio di settimane (Severus doveva assentarsi da Hogwarts per diversi giorni),
per aggiornarci sulle nostre situazioni. Tuttavia, a novembre, tutto era
cambiato.
Pubblico il nuovo capitolo mercoledì 8 agosto. Un
abbraccio e un ringraziamento a tutti voi che leggete, a chi preferisce/segue la
storia e a chi mi aiuta con le impressioni e i commenti (ace995, AdhoMu,
Barbie_Ettelanie_91). Alla prossima. GattyP :)
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Capitolo 4 *** La Spada di Grifondoro ***
Capitolo 4
La Spada di Grifondoro
Era il giorno in cui saremmo dovuti andare ad Hogwarts, dove ci
aspettava Severus Piton. Ma due giorni prima eravamo stati alla consueta visita
dal dottor O’Malley (il medimago che seguiva Lily), che le aveva sconsigliato,
oltre agli sforzi eccessivi, anche materializzazioni e trasporti magici. Lily
aveva quindi deciso di sospendere le lezioni scolastiche (mentre eravamo
d’accordo che io ci sarei andato, almeno saltuariamente, per non rimanere troppo
indietro con il programma… sì, va bene, stavamo sempre trattando argomenti che
già avevamo svolto ad Hogwarts e non c’erano troppi problemi) e, logicamente,
non poteva neanche ritornare ad Hogwarts, dato che c’era qualche rischio per la
salute del bambino.
Piuttosto che inviare il solito gufo con un messaggio criptato,
Lily stessa mi pregò di tornare ad Hogwarts da solo ed aggiornare Severus Piton
delle novità e delle sue condizioni. Malvolentieri (sinceramente avrei preferito
stare con lei), ma tranquillo perché rimaneva, in ogni caso, Eliza con lei, dopo
cena mi spostai nel Bosco degli Inferi e quindi ad Hogwarts.
Nel bagno non c’era nessuno (avevo sempre il terrore di
imbattermi in qualche ragazzo o ragazza: per questo generalmente mi spostavo
dopo aver messo tra le labbra l’anello, diventando così invisibile). Subito dopo
mi materializzai nella Presidenza.. Stranamente anche qui non c’era nessuno. Poi
vidi un biglietto sulla scrivania, che evidentemente Piton aveva lasciato per
noi: Sarò qui alle 21.30. Scusate.
Beh, mi conveniva aspettare. Avrei magari potuto fare una
chiacchierata intanto con il… Cappello Parlante, pensai. Mi avvicinai al magico
oggetto che si trovava, in una bella bacheca, vicino alla Spada di Grifondoro,
quella che Piton doveva consegnare ad Harry Potter, prima o poi, secondo gli
ordini di Silente. Stavo per provare un’altra volta il Cappello (che cosa mi
avrebbe detto? mi avrebbe riconosciuto?), quando sentii dei passi attutiti
salire le scale in basso. Erano più di una persona… Che diavolo stava
succedendo?
Mi appiattii nell’ombra, nella parete opposta, e tirai fuori la
bacchetta. Sentii uno scatto sulla porte e… vidi entrare Ginny, Luna e Neville
Paciock!
- Presto, portiamo via la Spada e nascondiamola - diceva
sottovoce Ginny agli altri due.
Oddio. No! La spada non doveva essere rubata! Piton doveva
consegnarla ad Harry Potter. Lui e Silente avevano elaborato un piano, il
migliore piano possibile in quelle condizioni, e ora quei tre ragazzi, con il
loro impulsivo furto, potevano mandarlo in malora. Come avrebbe potuto Harry
Potter distruggere gli horcrux senza quell’arma, che i tre avrebbero nascosto
chissà dove? E non rischiavano di farla cadere nelle mani di qualcuno che
appoggiava quel pazzo di Voldemort, o di Voldemort stesso? Dovevo impedirglielo.
Né potevo spiegare il mio comportamento: nessuno doveva sapere del doppio gioco
di Piton, che era rischiosissimo!
Uscii fuori dall’ombra.
- E voi che diavolo fate, qui? - dissi puntando la bacchetta su
di loro.
I tre naturalmente non si aspettavano di vedere qualcuno
nell’ufficio del Preside, tanto meno me, subito si spaventarono, ma poi, vistomi
in atteggiamento ostile, mi puntarono contro le loro bacchette. Poi Ginny mi
disse: - Che ci fai tu, qui, Peter? Dovresti essere in Irlanda. Sei con noi o
contro di noi?
- Cosa volete fare? - chiesi ancora una volta, anche se avevo già
capito le loro intenzioni.
- Nascondere la spada che quel vigliacco assassino di Piton ha
rubato al suo legittimo proprietario, Harry Potter - disse Ginny - Silente
gliel’ha lasciata nel testamento, l’ho saputo… Non ostacolarci, per favore, sei
nostro amico…
Non potevo dire loro quello che sapevo: che la spada doveva
rimanere a Piton, che il Preside stava facendo un rischiosissimo doppio gioco a
favore proprio di Harry… e non potevo lasciarli andare via con la spada.
- Nessuno prenderà quella spada, che è del preside Piton. Dovrete
passare su di me - dissi, con la faccia più decisa che mi fu possibile mostrare,
sempre puntando la bacchetta su di loro.
Vidi la delusione negli occhi di Ginny e Luna, ma anche una
strano sguardo in quelli di Neville, che evidentemente sospettava di me.
- Spostati, Peter, per favore - disse Luna - So che sei buono…
E, mentre Luna parlava, quasi contemporaneamente Ginny e Paciock
mi lanciarono due incantesimi (un Expelliarmus ed uno schiantesimo).
Riuscii a fare uno scudo respingendo le maledizioni (grazie anche all’anello
che amplificava i poteri della mia bacchetta) e, silenziosamente, lanciai un
Petrificus a Paciock e lo colpii in pieno. Nel frattempo Ginny lanciava
maledizioni (anche la fattura orcovolante) contro di me, sempre respinti grazie
allo scudo. E, contemporaneamente, urlava alla compagna: - Luna, stendilo!
Insieme!
Luna mi guardava ancora con la bocca aperta, come se non credesse
a quello che vedeva. Non volevo fare del male a nessuno, ma non potevo rimanere
lì a farmi colpire. Lanciai, con un incantesimo silenzioso un Expelliarmus
e sbalzai lontano la bacchetta di Ginny.
- Traditore! - mi urlò la rossa, infuriata, e, approfittando del
fatto che non mi aspettavo la sua mossa, si avventò su di me “alla babbana” ,
graffiandomi con le unghie la faccia: che cavolo di unghie aveva! Sentii un
dolore fortissimo sulla guancia sinistra (che diavolo di unghie aveva?) e, feci
appena in tempo a respingerla (con uno scudo, che materializzai tra di noi…non
volevo farle del male) prima che mi cavasse un occhio. Ma era impazzita?
- State lontane e andate tutti e tre via - urlai. - Nessuno
prenderà quella spada.
Ginny era ad un passo da me e mi guardò con uno sguardo pieno di
delusione e d’odio: - Mi fai schifo, O’Neil - diceva - Mi vergogno di averti
considerato un amico. Cosa hai avuto da quel maledetto preside assassino per
tradirci?
E poi, rivolta all’amica: - Luna, disarmalo!
- Senti, Peter, metti via la bacchetta, per favore… - provò a
dire Luna - Ci serve la Spada…
- Metta a terra la bacchetta, signorina Lovegood, o dovrò
metterla in condizione di non nuocere - sentii dire da una voce alla mia
sinistra: era Severus Piton che era apparso al mio fianco. Luna, esitante,
obbedì
E poi, rivolto ai tre: - Adesso i miei alunni si dedicano anche
al furto, vedo…
Ginny Weaslety lo guardò con uno sguardo carico di disprezzo,
simile a quello che aveva rivolto poco prima a me: - Lei non è il proprietario
della spada. E’ solo un vigliacco assassino…
Non si può dire che la rossa non avesse il coraggio. Ma non
continuò, perché Piton lanciò un Languelingua e Ginny non poté continuare
la frase. Poi Piton innervò Paciock e, rivolgendosi ai tre:
- Ora andate! Penserò domani alla vostra punizione. Mi avete
tutti e tre deluso! E’ necessario che rispettiate l’autorità… e ve lo farò
ricordare. E le bacchette per questa notte le tengo io…
Neville e Ginny ci guardavano con lo sguardo carico d’odio e
(tanto per cambiare) di disprezzo. Ginny si avvicinò a me. Sostenni lo sguardo.
Poi, quando fu vicinissima a me, mi sputò in faccia. Mi aveva sputato! Non ci
credevo! Non poteva parlare e manifestò in quel modo tutto il suo disprezzo per
me, che credeva connivente con il malvagio preside mangiamorte.
Paciock, dal conto suo, si sentì in dovere di insultarmi: -
Irlandese, sei solo uno schifoso traditore. Sei peggio di Giuda. Per quanto ci
hai venduti? Sei un vigliacco traditore…
- Se non volete essere appesi per i piedi, vi consiglierei di
andarvene… in silenzio - disse Piton. - E ora, via!
I tre se ne andarono, ancora guardandoci con odio (almeno Ginny e
Neville; Luna aveva solo uno sguardo perplesso, come se non capisse la cosa, ma
non dubitasse di me). Mi pulii il viso con il dorso della mano. Piton provvide
ad accompagnarli fuori, poi interrogò il Gargoyle per sapere come erano passati
(conoscevano la parola d’ordine… o forse l’avevano semplicemente indovinata) e
provvide quindi a cambiarla. Poi si rivolse a me: - Grazie, Peter… Sarebbe stato
un grosso problema se avessero rubato la spada e l’avessero nascosta chissà
dove. Tu sai a cosa serve…
- Sì, lo so. Ma mi ha fatto male essere trattato così dai miei
amici… mi considerano ora un traditore…
- Beh, benvenuto nel club - mi disse semplicemente, dandomi una
pacca sulla spalla. Poi, cambiando discorso: - Come mai non c’è Lily? Non sta
bene?
Una mezzora dopo ero di nuovo in Irlanda con le ultime notizie di
Severus e il desiderio di essere consolato da Lily. Ancora mi dispiaceva di
quello che era successo. Subito apparso a casa, spaventai Lily (Eliza era andata
a dormire), che mi vide con le unghiate di Ginny sulla faccia (ero stato
medicato da Severus, ma qualcosa era rimasto: evidentemente le unghie della
ragazza erano ricoperte da qualche imprecisato smalto magico).
- Peter! Cosa ti è successo! - chiese subito, agitandosi.
- Il mio fascino con le ragazze è decisamente in calo, da quando
ti ho sposato - provai a scherzare. E poi più serio: - La reazione di una
nostra amica… - e le raccontai tutto.
- Non potevi fare diversamente, amore - mi disse Lily - Mi
dispiace però per te.
- Non preoccuparti. Magari alla fine si saprà tutta la verità,
no? E mi chiarirò con Ginny… mi dispiace che mi stia odiando… e che pensi che
abbia tradito la loro fiducia…
- Sì, vedrai, amore. Presto vi chiarirete… - Poi, per farmi
tornare il buon umore: - Sai, il bimbo voleva le tue carezze, gli sei mancato…
Sorrisi e mi avvicinai a mia moglie e cominciai ad accarezzarle
il pancione parlando con il mio piccolo, lì dentro…
Ok, cominciano i guai. Chi ha detto che aiutare
Harry e company a sconfiggere Voldemort sarà una cosa facile? E, dato che
“piove sempre sul bagnato” (vecchio proverbio babbano), cosa accadrà nella
prossima puntata, che pubblicherò sabato prossimo? Intanto un abbraccio a tutti
e alla prossima. Gatty :)
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Capitolo 5 *** La vendetta di Judith MacDonald ***
Capitolo 5
La vendetta di Judith MacDonald
Passammo il Natale insieme ai nostri familiari (cioè insieme ai
miei genitori e alla madre di Lily): tutti eravamo preoccupati per la situazione
in Gran Bretagna (dove veniva effettuato l’ennesimo giro di vite nei confronti
di oppositori e nati babbani e dove Harry Potter era ricercato spasmodicamente
dalle autorità, per fortuna senza successo), ma cercavamo di non farlo vedere
per non intristirci l’un l’altro. Nel frattempo il pancione di Lily cresceva
sempre più… e con quello, da qualche settimana, la nostra agitazione: di lì a un
paio di mesi sarebbe giunto il momento del parto… noi non vedevamo l’ora, ma
avevamo anche un po’ di paura.
Tra l’ultimo giorno e il primo dell’anno vennero invece a
trovarci, e a festeggiare il Capodanno, alcuni amici di Cork, mentre Eliza era
riuscita ad ottenere il permesso di passare quella notte con il suo moroso,
naturalmente in Irlanda, a casa di uno zio di Alan, a Dublino (i miei, e
soprattutto mia madre, avevano una paura folle di ciò che succedeva nel Regno
Unito e non avrebbero mai accettato di mandarla laggiù… se avessero saputo cosa
avevamo fatto e avevamo intenzione di fare noi due, sarebbero morti di
preoccupazione!). Il 2 gennaio comunque era di nuovo a casa nostra, serena e di
ottimo umore.
Il giorno dopo, prima di andare a scuola (io, ma non avevo troppo
voglia, ad essere sincero), aprii distrattamente il Magic Dubliner (a cui
eravamo abbonati) che il solito solerte gufo ci aveva consegnato poco prima: non
potei non notare, in prima pagina, un articolo su quattro colonne..
- Ehi, Lily, presto, vieni. guarda cosa c’è nel giornale di oggi.
- dissi subito. - Hanno fatto un articolo su Judith MacDonald! La… accusano di
omicidio!
Lily, sbigottita, come me, mi si avvicinò e lesse con me la
notizia in prima pagina:
L’ombra di Voldemort anche all’estero: orribile omicidio a
Parigi
BRUTALMENTE ASSASSINATO GEREMIA MCKINNON, “L’UOMO DI SILENTE”
Gli auror francesi sospettano di Judith MacDonald, discussa
rappresentante dell’inquietante famiglia scozzese, più volte implicata in casi
di magia oscura
Parigi, 2 gennaio 1998. Geremia McKinnon, mago molto conosciuto a
Parigi sia per le sue ferme prese di posizioni nel sottolineare il pericolo
costituito da Lord Voldemort (eminenza grigia, secondo la sua ricostruzione,
dell’attuale governo inglese) sia per il recente saggio “Albus Silente: una vita
spesa per il bene del mondo magico”, è stata brutalmente assassinato nella notte
nella sua abitazione in Rue de la Chat Rouge 27.
La scoperta del cadavere è stata fatta dalla domestica, Violet
Brunel, che ha avvisato subito le autorità competenti. A quanto dice la Polizia
francese, McKinnon è stato assassinato nella notte precedente, tra l’ultimo
dell’anno e il giorno successivo.
“Le indagini sono ancora in corso” - ha detto il commissario
Polignac - “e non posso anticipare niente”. Tuttavia una fonte attendibile del
Commissariato, che preferisce mantenere l’anonimato, ha indicato che si sospetta
fortemente di Judith MacDonald, cittadina britannica, moglie di Bruce Montague,
membro giovane del Wizengamot, acceso sostenitore di Lord Voldemort.
Judith MacDonald Montague, appartenente ad una discussa nobile
famiglia magica scozzese, è stata infatti vista da alcuni testimoni, nella sera
di ieri, aggirarsi, insieme a tre/quattro personaggi non meglio identificati,
intorno all’abitazione di McKinnon e sono noti i collegamenti tra la famiglia
della sospettata e il Signore Oscuro (approfondimento a pag. 4). Secondo la
nostra attendibile fonte, inoltre, ci sono rancori personali, riguardanti fatti
avvenuti molti anni fa e di cui solo recentemente la sospettata è venuta a
conoscenza, che possono costituire un valido movente per l’omicidio.
Judith MacDonald è ora irreperibile. Le autorità sospettano che
abbia ormai lasciato la Francia e sia tornata nel Regno Unito.
Lily non aveva parole. Come me, evidentemente, aveva collegato il
nome della gentilissima Judith MacDonald, a cui tanto dovevamo, a quello di
McKinnon, uno dei due disgraziati che l’avevano violentata in gioventù. Come
sapevamo Silente aveva messo a tacere tutta la faccenda, che poteva
compromettere la fiducia nell’Ordine della Fenice, ma ora che il Preside era
morto, gli incantesimi di memoria che fino a quel momento avevano bloccato il
ricordo dei fatti, erano scomparsi. Non era giustificabile, ma era
comprensibile, che Judith MacDonald si fosse fata giustizia di uno di quelli
che, anni prima, l’aveva così crudelmente colpita.
- Leggi, Peter, a pagina 4. Cos’altro hanno scritto? - mi chiese
Lily.
Aprii il giornale alla pagina indicata. C’era un altro articolo
sui MacDonald… sicuramente non elogiativo.
MACDONALD: NOBILTA’ OSCURA ALL’OMBRA DI LORD VOLDEMORT
Una delle famiglie più ricche del Regno Unito, con svariate
importanti proprietà anche in altri Paesi Europei (basti pensare al Ducato di
Romanescu, in Transilvania), ha sempre agito borderline tra Magia Bianca e Magia
Oscura, e anche le recenti generazioni hanno avuto equivoci contatti con aspetti
decisamente inquietanti del Mondo magico.
Senza parlare di Lucius MacDonald, inquietante seguace di
Grindelwalt, possiamo sottolineare che i suoi due figli, Conan e Goyle, hanno
avuto ancora più preoccupanti contatti con il Signore Oscuro al momento della
sua prima ascesa: Voldemort era di casa, secondo molti, a MacDonald Castle e,
anche se gli appartenenti alla potente famiglia magica scozzese non sono stati
mai annoverati tra i Mangiamorte, la contiguità con questo gruppo balza subito
all’occhio: tutti sanno che Conan MacDonald perorò a lungo una legge, nel
Wizengamot, affinché fosse dichiarato illegale il benemerito Ordine della Fenice
e ne fossero processati gli appartenenti, e che Goyle MacDonald pubblicò il
famoso saggio “Le innegabili ragioni di Lord Voldemort”, in cui prendeva
posizione contro la politica filobabbana del Ministero. Successivamente i figli
dei due hanno mostrato la stessa preoccupante inclinazione per le Arti Oscure:
basti pensare alla crociata sostenuta dall’AMAG (Associazione Maghi Antica
Caledonia, di cui è presidente Katye MacDonald, sorella di Mary) per preservare
“importanti manufatti magici” (in realtà oscuri portali utilizzati da Voldemort)
o l’attacco, con uso di Maledizioni proibite, portato da Mary MacDonald allo
stesso Silente, verso cui lanciò una Maledizione Cruciatus: processata (e
assolta in un processo-scandalo, grazie alla presenza dei migliori avvocati
magici inglesi e per l’inimmaginabile testimonianza a favore proprio dello
stesso Silente), da quel giorno i MacDonald vivono appartati dalla comunità
magica o effettuano preoccupanti viaggi all’estero, spesso legati ad esseri
pericolosi, banditi dalla comunità magica (ciò specialmente nei possedimenti in
Transilvania, dove la famiglia ha insediato alcune comunità di vampiri, esuli da
vari Paesi europei, che per altro, quasi ogni anno, danno grattacapi di vario
genere). In definitiva, una delle famiglie più discusse della comunità magica
scozzese: nessuno pertanto è rimasto stupito dall’implicazione di Judith
MacDonald, cugina della più famosa Mary, in questo omicidio di un prestigioso
avversario di Lord Voldemort.
- Certo che non hanno fatto un ritratto molto elogiativo dei
MacDonald - dissi a Lily, una volta letto l’articolo.
- No… Beh, molte cose le sapevo già… - disse Lily - Una certa
attrazione per la Magia Oscura potrebbero anche averla... non tutti... almeno alcuni… ma sono
brave persone, come anche tu hai notato, ci vogliono tutti bene e anch’io voglio
bene a tutti loro… Sono cresciuta in mezzo a loro e mi hanno sempre considerato
una di famiglia. E poi i MacDonald non sono mangiamorte, né lo saranno mai:
hanno troppa consapevolezza del rango della famiglia per abbassarsi ad obbedire
a qualcuno, fosse anche il Signore Oscuro.
- E la faccenda di Judith e dell’omicidio? - le chiesi
- In effetti questo mi preoccupa… Ti ricordi chi era quel Geremia
McKinnon? - rispose Lily.
- Sì. Uno dei due delinquenti che, molti anni fa, hanno
violentato e seviziato Judith... Mi ricordo cosa ci ha raccontato Silente: che
ha modificato la memoria sia di Judith, sia di quei due maledetti, che
appartengono all’Ordine della Fenice. Poi, con la morte di Silente, ognuno ha
recuperato i suoi ricordi. Ho paura che Judith… - dissi.
- Beh, non sarebbe impossibile - sostenne Lily - Non penso che
Judith, o la sua famiglia, possa perdonare un fatto del genere. E anch’io,
sinceramente, se mi fossi trovata davanti quel McKinnon o il suo complice,
Fabian Meadowes, non ci avrei pensato troppo a farli soffrire per il male che
hanno fatto, anche se ora si oppongono a Voldemort. Non la giustifico, ma posso
capire Judith …
In effetti anch’io riuscivo a comprenderla… Se qualcuno avesse
violentato Lily, l’avrei ucciso con le peggiore maledizioni che ero in grado di
lanciare, facendolo soffrire il più possibile... E per una donna la violenza
subita deve essere un’esperienza devastante: se Judith si era vendicata, potevo
condannarla?
- Ma non preoccupiamoci ora… Del resto venerdì Aileen e i
genitori vengono a trovarci e magari riesco a parlare con lei… E’ ora di
svegliare Eliza, cosa dici? Dovrebbe andare a scuola… - disse Lily.
__________________________________
Il venerdì successivo, infatti, vennero a trovarci i Montague.
Aileen era elettrizzata e non vedeva l’ora di raccontarci tutte le avventure ad
Hogwarts… Tutto le era sembrato splendido e affascinante e, da bambina qual era,
non si era neanche accorta della tensione che attraversava quel luogo. Da
Serpeverde (era stata infatti smistata in quella Casa), appartenente ad una
importante famiglia magica (i Montague), imparentata con un’altra ugualmente
importante (i MacDonald), protetta dal cugino Cain, aveva passato i primi mesi
scolastici eccitanti: nuovi insegnanti, molto gentili e competenti; il Preside,
severo ma giusto e corretto; una grande libertà di girovagare per il Castello
(evidentemente le Serpi avevano dei privilegi, rispetto agli altri alunni).
Insomma, era felicissima della sua esperienza ad Hogwarts… e non vedeva l’ora di
raccontarci tutto.
Immaginai che Judith volesse parlare con Lily. Dissi allora a
Aileen se voleva venire a dare da mangiare agli animali… Ci venne dietro anche
Bruce Montague, lasciando così sole le due. Poi, una mezzoretta dopo, sistemato
tutto il “bestiame” (Aileen era entusiasta di tutto, abbracciò il Corvus
Glacialis Cornix, che la prese subito in simpatia, mentre generalmente era
diffidente nei miei confronti, anche se ero io che ogni giorno lo rifornivo di
becchime congelato!), ritornammo dentro casa. Passammo una tranquilla serata
tutti insieme. i Montague erano veramente squisiti e raccontavano divertanti
aneddoti sui loro parenti (maghi un po’ strampalati, a dire il vero). Non li
immaginavo proprio legati alla Magia Oscura, in combutta con Voldemort. Mia
sorella, che nel frattempo era arrivata, raccontò della nuova scuola, del suo
Capodanno (insieme ad Alan… ma non penso che abbia raccontato tutto); poi si
finì a parlare con Aileen della scuola e degli insegnanti. Judith sembrava
pensierosa, ma nascondeva bene la sua inquietudine, partecipando alla
conversazione… Insomma, una tranquilla serata.
Dopo cena i Montague se ne andarono. Chiesi subito a Lily, una
volta soli, cosa avesse scoperto.
- E’ stata lei. Me lo ha chiaramente fatto capire - disse
semplicemente Lily - e mi ha anche confermato quello che ha subito, tanti anni
fa. Solo dopo la morte di Silente il ricordo è di nuovo riaffiorato nella sua
mente, improvvisamente, e, mi ha detto, pensava di morire. Poi ha deciso di dare
un taglio al passato…
Oddio, “dare un taglio” non era proprio l’espressione giusta,
considerando quello che aveva fatto…
- … e vuole saldare il debito con tutti e due. Ora è in cerca di
Meadowes… che si è nascosto non sa dove: sarà protetto da qualche potente
incantesimo, oppure sarà fuggito all’estero. Meglio per lui se non si fa vedere,
secondo me. E, Peter, io non mi sento di giudicarla… - disse Lily.
- In effetti neanch’io. Non è giusto quello che ha fatto, ma è
comprensibile… - dissi anch’io. - Ma adesso è una ricercata?
- No, solo in Francia. Nel Regno Unito, come hai capito, comanda
Voldemort, e nessuno la incriminerebbe per l’uccisione di un membro dell’Ordine
della Fenice… Anzi, qualcuno le proporrebbe una medaglia…
- Ma… Lily… i Montague e i MacDonald… sono con Voldemort? Cioè si
troveranno dall’altro parte della barricata quando ci sarà la battaglia…? -
chiesi.
- No, vedrai. Sono sicuro che tutto andrà bene… - mi disse Lily.
Speravo tanto che avesse ragione…
Qualche giorno dopo ero a scuola quando entrò Mr. Gilderoy, il
bidello: - O’Neil in Presidenza - disse semplicemente.
Strano. Cosa poteva volere il Preside da me? L’avevo visto sì e
no un paio di volte…
Bussai educatamente. Venne ad aprire il preside Walsh in persona:
- O’ Neil, vieni dentro, sarà questione di un attimo…
Entrai e vidi che erano presenti due altre persone: una alta,
stempiata, con lo sguardo duro ed una cicatrice sulla guancia; un secondo più
basso, grassoccio, con lo sguardo bonario… Sembravano (come infatti erano) auror
irlandesi. Mi guardavano fisso.
- O’Neil, questi due signori sono del Dipartimento Auror e
vorrebbero farti qualche domande...
Li guardai perplesso, fingendo di non capire il motivo della loro
presenza. In realtà potevo immaginarlo.
- Ciao, Peter. Sono il tenente Sweeney e quello è l’agente
Keoghs. Piacere di conoscerti - mi disse l’auror grassoccio, quello “bonario”.
Mi diede la mano, che strinsi.
- Posso fare qualcosa per voi? - dissi.
- Sappiamo, ragazzo, che conosci i MacDonald… Sono stati anche
al tuo matrimonio… - disse, con un tono amichevole, Sweeney.
- Sì, li conosco - confermai. Era evidente che non potevo negare
la conoscenza. Ma non dovevo, né volevo, tradire Judith. Facevo bene a
nascondere ciò che conoscevo agli Auror? Non lo sapevo, ma avevo deciso. Oltre
al fatto che dovevamo tanto a lei, io e Lily… volevamo bene a tutti loro, a
Judith, sempre gentilissima e pronta a sostenerci nel momento del bisogno, al
marito, Bruce Montague. una delle persone più corrette che conoscevo, e alla
piccola Aileen, una bimba deliziosa e piena di vita, che stravedeva per Lily e
la considerava una sorella maggiore. Assassini o non assassini, colpevoli o
innocenti, io non li avrei traditi. Mai. Avevo deciso.
- Dovremmo fare qualche domanda, su richiesta del Ministero
francese, a qualcuno di quella famiglia… Tu sai come contattarli, vero?
- No. Non ne ho idea - mentii - Non abbiamo nessun contatto
diretto, con nessuno di loro…
- Vuoi dire che non hai spedito lettere o visto recentemente
nessuno di quella famiglia… ad esempio … Judith MacDonald? - mi chiese a
bruciapelo l’agente Keoghs.
- No. Non l’ho vista. Sono mesi che non li vedo, né ho mai
scritto a loro lettere, biglietti o bigliettini - risposi con un tono seccato.
Poi conclusi: - E potete dare un’occhiata ai miei pensieri, se non ci credete.
La mia proposta li stupì. Pensavano evidentemente che avessi
qualcosa da nascondere e che mai avrei accettato un controllo. Io viceversa
sapevo che, essendo i MacDonald, e Judith in particolare, associati a Lily,
che era una mezza respingente, i ricordi non erano intercettabili né
decodificabili da nessun legilimens. Era una delle tante cose che avevo
imparato, ormai da diversi anni, frequentando Lily.
Keoghs mi guardò negli occhi e, dopo un breve momento, distolse
lo sguardo, facendo un cenno all’altro, come per dire che ero a posto. Io
cercavo di mantenere un’espressione tranquilla, anche se seccata.
- Io e la mia famiglia abbiamo sempre avuto il massimo rispetto
per l’autorità… - buttai lì. Mi sentivo straordinariamente ipocrita, ma in fondo
anche euforico nel prenderli in giro - … e non so perché venite a farmi tutte
queste domande…
- Bene, O’Neil… Possiamo venire a casa sua ad interrogare tua
moglie? Anche lei conosce i MacDonald… - provò il tenente Sweeney
- No - dissi deciso - Aspetta un bambino, non sta bene e non
vogliamo essere disturbati… da nessuno.
Sottolinea l’ultima parola. Sapevo che non potevano entrare a
casa nostra, senza il nostro consenso, come voleva la legge irlandese. Inoltre
erano tante le protezioni magiche che erano state predisposte che da soli non
avrebbero neanche immaginato dove fosse la nostra abitazione.
- Ehi, ragazzo, ti rendi conto… - provò a dire Keoghs, subito
interrotto da un cenno del tenente.
- Ad essere sinceri - continuò Sweeney - pensiamo che Judith
MacDonald, o qualcun altro di quel clan, abbia assassinato un mago a Parigi,
qualche giorno fa, una persona importante… è stato un delitto atroce, ne hanno
parlato anche i giornali… e qualsiasi appoggio ad un assassino, o a un presunto
tale, è un reato in Irlanda, lo sai… E dietro a loro c’è sicuramente Voldemort,
quel pazzo stregone inglese che ha preso il potere nel Regno Unito… Se qualcuno
copre l’omicida, rafforza il potere di quello che chiamano “Signore Oscuro”… Lo
so che lo sai, sei un ragazzo intelligente… In ogni caso dovevo dirtelo… e, nel
caso in cui casualmente venissi a conoscenza di qualcosa, o venisse a trovarti
qualcuno del clan MacDonald, avvisaci! Faresti il tuo dovere di buon cittadino e
ti saremmo tutti riconoscenti… Siamo contattabili via gufo, ma anche via
telefono “babbano”…
E mi diede in mano un biglietto con una serie di numeri e
indicazioni.
- Posso tornare ora in classe? - chiesi al Preside.
- Certo, O’Neil… e grazie della collaborazione! Salutami, mi
raccomando, tua moglie… Dille che l’aspettiamo…
Feci un cenno di saluto a lui e ai due auror, poi uscii dalla
stanza. Girai l’angolo, vidi che non c’era nessuno, aprii la finestra, appoggiai
il biglietto sul davanzale e, pronunciando mentalmente un Flagrans,
ridussi quel povero bigliettino in un mucchietto di cenere. Quindi soffiai e
feci volare la cenere, lontano, nel grigio cielo d’Irlanda. Stava per scoppiare
un grosso temporale.
Un ringraziamento a tutti quelli che leggono,
seguono, preferiscono. Un ringraziamento particolare ad
AdhoMu e Barbie_Ettelaine_91 per i loro sempre graditi commenti. Appuntamento
a MARTEDI’ prossimo (mercoledì è Ferragosto e Lily e Peter hanno deciso di
andare al mare) con la prossima puntata! Un abbraccio a tutti. Gatty :)
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Capitolo 6 *** Niamh ***
Capitolo 6
Niamh
Ormai neanch’io frequentavo più la scuola: si avvicinava il
momento del parto di Lily, che era agitatissima… Io cercavo di farla stare
tranquilla, le facevo compagnia, le stavo vicino… insomma, passavo molto tempo
con lei. Avremmo poi ripreso insieme la scuola dopo la nascita di nostro figlio.
I professori erano stati avvertiti e si erano mostrati disponibili a non farci
perdere l’anno, malgrado la nostra frequenza saltuaria (anche perché, come ho
già detto, i programmi della scuola di Cork erano decisamente meno avanzati di
quelli di Hogwarts e, un po’ anche per le nostre capacità sviluppate in anni di
operazioni “borderline”, eravamo decisamente avanti rispetto al resto della
classe).
Qualche volta (un paio di volte al mese) dovevo allontanarmi da
Lily, che però aveva generalmente compagnia (amici o parenti, che non mancavano
mai, o almeno Eliza): dovevo andare a Diagon Alley, alla Gringott, a fare
versamenti di denaro “babbano”. I MacDonald mi avevano chiesto il favore e non
avevo potuto rifiutare: la madre di Lily infatti era amministratrice dei terreni
babbani dei MacDonald in Scozia e Irlanda del Nord, ma anche, ufficialmente, una
Babbana (in realtà era una “respingente”, ma questo non lo sapeva nessuno, a
parte noi familiari), quindi non gradita al nuovo regime. Se in Scozia nessuno
le avrebbe torto un capello, dato che era protetta dal nome della potente
famiglia scozzese presso cui prestava servizio, la situazione a Londra poteva
essere diversa, dato che si stava effettuando, da parte del Ministero,
l’ennesimo “giro di vite” nei confronti di Maganò e “babbani con la presunzione
di essere integrati”. Per evitare problemi, Mary MacDonald mi aveva chiesto di
farle il piacere di fare i versamenti del denaro raccolto, a suo nome, nel conto
di famiglia, un paio di volte al mese. Il lavoro era molto semplice. Mi recavo
al Paiolo Magico (la locanda d’ingresso a Diagon Alley) con la metropolvere (le
materializzazioni con l’anello di Corvonero, che abitualmente usavamo, coprivano
infatti distanze molto limitate, mentre non avevo mai provato le
materializzazioni “tradizionali”… e, detto tra noi, avevo una certa paura di
“spezzarmi”… giravano strane voci di smembramenti di maghi inesperti…);
attraversavo una spettrale Diagon Alley (molti negozi erano stati chiusi e i
mendicanti erano numerosi, tenuti però lontani da ronde di Auror, ora allineati
con il nuovo regime); mi recavo alla Gringott e qui, velocemente, consegnavo il
denaro. Ormai i folletti mi conoscevano e, malgrado tutte le attenzioni
raddoppiate per impedire l’arrivo di malintenzionati o rapinatori (guardie in
ogni punto della banca, oggetti magici rivela-incantesimi, ecc…. secondo me del
tutto inutili: solo un folle avrebbe cercato di rapinare quella banca!), le
operazioni erano spedite e, al massimo dopo mezzora, ero di nuovo in Irlanda da
Lily.
Mi venne in mente anche di utilizzare il portale inserito nel
grande specchio a sinistra della porta d’ingresso… in effetti, con la Pietra di
Luna al collo e la formula, sarei potuto agevolmente passare al Bosco degli
Inferi e qui a casa mia… ma era meglio non insospettire i folletti, che non
immaginavano neanche lontanamente che qualcuno potesse aggirare le loro difese
ed entrare direttamente nella banca!
Dopo cena, qualche volta, su consiglio di Lily, che aveva magari
visite e pensava mi annoiassi, “facevo un giro” ad Hogwarts, tramite il
passaggio collegato al Bosco degli Inferi. Ad Hogwarts, dopo essere uscito dal
bagno, vagavo per i corridoi, naturalmente invisibile, osservando la situazione
e, all’occorrenza, intervenendo se notavo qualcosa che motivava una mia azione.
Generalmente non accadeva niente: pochissimi alunni si aggiravano, a parte le
ronde gestite da prefetti e Serpeverde… In effetti il clima era cambiato.
Tuttavia Ginny e company avevano ricostituito l’Esercito di Silente e si
divertivano, da incoscienti quali erano, ad imbrattare le pareti del castello,
durante la notte, con scritte offensiva nei confronti di Piton e dei Carrow. I
Carrow e la squadra d’Inquisizione (formata dalle solite Serpi) si aggirava per
i corridoi e talvolta ingaggiava duelli con i “ribelli”.
Naturalmente io mi spostavo per il castello in condizione di
invisibilità (mio suocero, che faceva un rischiosissimo doppio gioco, non doveva
essere coinvolto, né mi avrebbero bene accolto le ronde, che dovevano mantenere
l’ordine, né Ginny e i suoi amici, dato che mi consideravano ancora uno
spregevole traditore). In un paio di occasioni schiantai qualche serpe (nella
confusione dei combattimenti, neanche si capiva da che parte provenivano gli
incantesimi), tirando fuori da una brutta situazione proprio Ginny Weasley e
Neville Paciock; diedi una mano in un’occasione anche a Cho Chang (la mie amica
Corvonero: da quanto non la vedevo!), che riuscì anche lei a fuggire dai loro
inseguitori grazie al mio aiuto. E, una volta, aiutai persino Draco ed Astoria
Greengrass (si erano rimessi insieme?), che cercavano di raggiungere la Stanza
delle necessità (non sapevano che era ora occupata quasi permanentemente
dall’Esercito di Silente) e che stavano per essere scoperti proprio da Ginny e
dai suoi amici. Niente comunque di particolare… e ritornavo prestissimo da Lily,
che mi mancava, per la quale ero molto preoccupato.
Poi, a febbraio diradai le visite, anche perché si avvicinava il
momento del parto… previsto per la metà del mese. Il pancione di Lily era
cresciuto tantissimo e il dottor O’Malley fece ricoverare Lily al Kilkenny
Hospital, un ospedale babbano, dato che l’unico ospedale magico delle isole
britanniche è il San Mungo, e non era opportuno, secondo tutti, per Lily tornare
nel Regno Unito: una “nata babbana” non sarebbe passata inosservata e c’era il
rischio che, cittadina irlandese o no (ufficialmente Lily aveva ora la
cittadinanza della mia isola), potessero in qualche modo limitare i suoi
spostamenti…
L’esperienza più traumatizzante della mia vita non è stata lo
scontro con il troll, o con il gigante Grop, ma il primo parto di mia moglie…
Assistere al travaglio e poi al parto è stata un’esperienza devastante: è vero
che la mia sofferenza non era niente, rispetto a quella di Lily (che
effettivamente soffriva molto e non c’erano neanche pozioni magiche in
quell’occasione per alleviare il dolore, dato che, come mezza respingente, non
facevano effetto su di lei), e che avevo anche il supporto morale di mia suocera
e mia sorella (anche loro presenti in Ospedale, anche se in Sala Travaglio ci
sono entrato solo io); tuttavia, dopo una mezza giornata passata in quel modo,
ero uno straccio… non so come fanno le ragazze a resistere!!!
Tuttavia tutto, per fortuna, andò bene e finì nel migliore dei
modi: la vista di mia figlia, una bellissima bimba di tre chili e mezzo, mi ha
dato una grande sensazione di gioia. Non mi sembrava vero: avevamo una bambina
nostra… e l’avremmo anche potuta portare a casa! Mi sembrava impossibile! Lily
era raggiante e, dopo la sofferenza del parto, guardava la piccola, felice. Io
non capivo più niente e non mi sembrava vero che quell’esserino fosse mio…
- E adesso come la chiamiamo? - chiesi a Lily. Infatti eravamo
convinti (non so per quale motivo) che fosse un maschietto ed avevamo preparato
solo nomi maschili…
- A me piace Niamh… è un bel nome irlandese, vuol dire “bella”,
“luminosa”. E’ un omaggio al tuo Paese che ci ha accolto… e che ora è anche il
mio… Che ne dici? - propose Lily.
E, da quel giorno, la nostra vita non fu più la stessa. Ora
avevamo la piccola Niamh O’Neil, da proteggere, da far crescere, un esserino a
cui far conoscere il mondo, affinché evitasse il male e cercasse il bene. Non mi
sembrava vero. Mia suocera, i miei genitori, mia sorella, i nostri amici erano
contentissimi. Ma nessuno come me e Lily …
Subito arrivarono a trovarci tutti i nostri parenti e amici, dai
ragazzi della Scuola di Cork ai miei amici del mondo non magico di Derryclare,
ai MacDonald al completo (Aileen e Cain compresi che, non so come, avevano avuto
un permesso per assentarsi da Hogwarts). Non dico i fiori presenti in ospedale
(usanza “babbana” che tutti adottarono, maghi o non maghi). Inviai anche un gufo
a Severus Piton con solo la parola “Niamh” e la data della nascita. Seppi poi
che, durante la notte, era andato a trovare mia moglie e la piccola, non so come
avesse fatto; e, il giorno dopo, in mezzo agli altri fiori, c’era un
meraviglioso mazzo di gigli bianchi. Fu l’ultima volta che Lily vide suo padre,
ancora in vita. Ma naturalmente non lo sapevamo.
Poi, qualche giorno dopo, tornammo a casa… con Niamh. Le prime
settimane furono bellissime (e molto stressanti, a dire il vero, dato che
eravamo agitatissimi e, per qualsiasi operazione, ci preoccupavamo tantissimo).
La piccoletta piangeva trenta volte al giorno e noi due le stavamo sopra in ogni
momento… se piangeva, se non piangeva, se si muoveva, se non si muoveva, se
dormiva, se non dormiva… Ricordo ancora le notte passate svegli, anche perché
Niamh, che era dolcissima, aveva una vocetta niente male, che ti penetrava nel
cervello e di destabilizzava… tant’è che anche Eliza fu quasi tentata di tornare
a casa da nostra madre, per quanto volesse bene alla piccola…
Poi le cose si normalizzarono (per fortuna): Mary MacDonald ci
inviò, per un paio di mesi Sskarr, il suo professionale elfo domestico, a darci
una mano; avevamo inoltre qualche baby-sitter volontaria a cui affidarla (mia
suocera o mia madre o anche l’efficientissimo elfo domestico), mentre noi
andavamo a scuola; anche nel pomeriggio molte persone (mia sorella, i nostri
amici di Cork, qualcuno del clan MacDonald), per fortuna, ci aiutavano guardano
la piccola. E, soprattutto, durante la notte, Niamh dormiva tranquillamente
(quasi sempre, almeno). Insomma, tutto sembrava andare per il meglio. Eravamo un
po’ più tranquilli e avremmo voluto stare insieme a lei, sempre…. purtroppo però
si preparava, in Scozia, la “battaglia finale”, a cui avremmo dovuto partecipare
anche noi, per creare un mondo diverso, migliore, anche per la nostra piccola…
Beh, Niamh è un nome abbastanza originale, ma nel
mondo magico sono in molti ad avere nomi particolari. Cominciano ora gli eventi
cruciali della storia. La prossima puntata è ambientata a Diagon Alley, il 1
maggio 1998, durante la rapina alla Gringott (in cui è presente anche Peter, per
l’ultima volta senza Lily; poi i due, dalla puntata successiva, si recheranno
ad Hogwarts per la battaglia dell’1-2 maggio 1998). Un ringraziamento a voi
tutti, e in particolare a ace995, AdhoMu e Barbie_Ettelanie_91 per i
piacevolissimi scambi di opione.
Buon Ferragosto a tutti! Un abbraccio. GattyP :)
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Capitolo 7 *** Rapina alla Gringott ***
Capitolo 7.
Rapina alla Gringott
Il primo maggio 1998 mi recai, come ero solito fare il primo ed
il quindici di ogni mese, alla Gringott per depositare, su richiesta di mia
suocera e di Mary MacDonald, il solito borsone pieno di denaro babbano nel conto
dei MacDonald, che sarebbe poi stato trasformato in galeoni, falci o zellini.
Sicuramente non mi aspettavo di imbattermi nella “rapina del secolo”, come fu
poi chiamata dai giornalisti.
Salutai Lily e Niamh (era solo un piccolo spostamento e avrei
fatto tutto in mezzora, un’ora al massimo… avevamo anche pensato di passare a
Cork a salutare compagni e insegnanti e a far loro conoscere la nostra piccola…
ma poi rimandammo la gita a qualche tempo dopo), che mi avrebbero aspettato
tranquille in Irlanda e, presa la metropolvere, mi trovai al Paiolo Magico.
- Ciao, Peter! Tutto bene in Irlanda? E in famiglia? - mi disse
Tom, il barista, che come al solito lustrava i bicchieri dietro al banco.
- Sì, grazie! Tutto a posto - gli dissi - Vado un attimo a
Diagon Alley, poi mi fermo per una Murphy e parliamo…
Non mi piace troppo infatti la burrobirra (come fanno a berla gli
inglesi?) mentre una vecchia, solida birra irlandese è sempre gradita… o almeno
questa è la mia idea.
- Attenzione - mi disse sottovoce, rabbrividendo - E’ passata
poco fa l’amica di Tu-sai-chi… la Lastrange…
- Beh, spero di non incontrarla… - gli dissi, avviandomi verso la
solita parete di mattoni. Non mi ero mai imbattuto nella famigerata Mangiamorte,
ma ne parlava spesso l’Irish Magic Channel, o ne leggevo i delitti sul Magic
Dubliner e non avevo alcuna voglia di imbattermi in lei: era il braccio destro
di Voldermort e, anche se molto bella, era straordinariamente malvagia…
Mi recai nel solito muro, dove picchiettai sui mattoni e,
trovatomi a Diagon Alley, mi diressi velocemente alla banca. La via era sempre
più squallida… altri negozi erano chiusi, mentre erano stati aperti inquietanti
attività commerciali legate alla magia oscura… C’erano dovunque manifesti di
Harry Potter, “l’indesiderabile numero 1”, con l’indicazione della cifra
spropositata che il Ministero avrebbe pagato a chiunque avesse fornito
informazioni o avesse collaborato alla cattura. Povero Harry! Inseguito ormai da
diversi mesi da Mangiamorte, Auror, Ghermidori e chissà quanti altri maghi
oscuri! Eppure era ormai diventato un simbolo, una specie di “Primula Rossa”, a
cui venivano attribuite, a torto o a ragione, mirabolanti imprese, che nessuno
era riuscito a catturare. Chissà dove si trovava in quel momento!
Mi avviai velocemente verso la Gringott. C’erano anche i soliti
mendicanti, che chiedevano, come al solito, un aiuto (avevo preparato in tasca
una manciata di falci e zellini da distribuire)… ma erano più numerosi rispetto
all’altra volta. Un vecchio mendicante senza un occhio, con cui scambiavo
qualche parola quando venivo a Londra, si stava riprendendo, attorniato dai suoi
amici… si lamentavano dalla Lestrange e della sua cricca che l’avevano
schiantato, senza alcuna ragione. Era evidentemente passata da poco quella
malvagia strega! Gli lascia un paio di falci e, dopo aver ascoltato i soliti
ringraziamenti (povero diavolo!), velocemente mi diressi in banca, che si vedeva
da lontano: era un imponente edificio bianco, più alta delle abitazioni di
Diagon Alley. Salii sulla scalinata, mi sottoposi ad un controllo da parte di
maghi dotati di sonde sensitive… una volta erano più ospitali, mi ricordavo, con
tanto di folletto che apriva le porte di bronzo… Ora avevano puntato molto sulla
sicurezza… anche se era da folli pensare di riuscire a rapinare la Gringott,
tante e tali difese magiche erano disseminate in ogni posto…
Ad essere sincero, in quel giorno, le efficienti guardie che
vigilavano sui clienti e li sottoponevano al solito estenuante controllo mi
sembrarono un po’ sconclusionate, dato che, fatto meno accuratamente del solito
il controllo, mi dissero, testualmente: “Tutto a posto, può passare, signora”…
(?)
Entrai nel portone, superai una seconda porta, completamente
d’argento, e mi trovai nel solito salone rivestito di marmo, dove un centinaio
di folletti, dietro un lungo bancone, scrivevano su grandi libri, maneggiavano
denaro di ogni tipo e svariate pietre preziose o parlavano con i numerosi
clienti che riempivano quel luogo. Mi diressi verso il solito folletto con il
borsone pieno di denaro.
- Buongiorno, signor O’Neil - mi disse ossequioso. - Il solito
versamento sul conto dei MacDonald?
- Sì, grazie - gli dissi.
- Bene. Comincio a contare… - rispose, e cominciò ad estrarre il
denaro dalla borsa che gli avevo consegnato.
Girai un attimo la testa… Solita confusione, soliti clienti… ma
c’era un’eccessiva agitazione in fondo alla banca, con diverse guardie che
entravano velocemente in alcune delle porte che si trovavano dietro il bancone…
stava succedendo qualcosa di strano… Cominciai a distrarmi e ad osservare in
giro, mentre il folletto continuava il noioso conteggio del denaro.
- Ecco fatto, sono seicento galeoni, tredici falci e quindici
zellini, nella valuta dei maghi - disse l’impiegato.
- Perfetto - dissi. E, presa la ricevuta: - Alla prossima!
Sentivo dei rumori in lontananza, come un temporale che si stava
avvicinando e… il pavimento della banca cominciava a vibrare… Strano! Mi stavo
allontanando dal cassiere, quando sentii… una specie di forte terremoto. Oddio,
cosa stava succedendo? E non ero il solo ad averlo sentito… Tutti, maghi e
folletti c’eravamo fermati quando, improvvisamente, apparve qualcosa che non ci
saremmo mai aspettati di vedere. Una forte esplosione fece saltare il pavimento,
proprio al centro della grande sala e, in mezzo al fumo, si sentì un grande
rumore e si vide, subito dopo, ergersi, dal buco del pavimento, il brutto
testone di un gigantesco drago… Era vicinissimo a me, malvagio, orribile… Per
fortuna non lo interessavo, perché, in un attimo, scardinato il resto del
pavimento, si diresse verso le porte, percorrendo tutta la sala e distruggendo e
travolgendo tutto quello che incontrava, maghi, folletti o oggetti…Si
mescolavano, dopo il suo passaggio, sul pavimento, corpi umani, pietre preziose,
denaro, mentre tutti noi cercavamo di fuggire, oltrepassando i banconi e
rifugiandoci dietro ogni possibile difesa, o anche entrando precipitosamente in
una delle tante porte che si trovavano dietro il bancone. Il drago si diresse
verso la porta e, scardinati i battenti, uscì all’aperto e volò lontano… ma non
era solo… Sulla sua groppa mi parve di vedere, strettamente avvinghiate, due o
tre figure umane… Una delle quali, per un attimo, la focalizzai… era Hermione
Granger? Che diavolo stava succedendo?
Mi sarei dovuto allontanare? Forse. Ma, preso dalla curiosità, mi
sfilai l’anello, lo misi in bocca, e mi diressi, invisibile, verso la stanza del
direttore (in fondo alla sala), in cui stavano entrando guardie, folletti e
maghi, provenienti da ogni dove. Tutt’intorno, i funzionari cercavano di
tranquillizzare i clienti, che fuggivano in tutte le direzioni all’interno della
sala.
- Non è niente, gentili clienti! - dicevano - Tornate pure! I
nostri impiegati sistemeranno subito tutto…
L’esortazione naturalmente non era accolta da nessuno; del resto,
sul pavimento, c’erano ancora folletti e maghi feriti durante il passaggio del
drago, subito soccorsi da decine di guardie e impiegati, qui confluiti da ogni
dove.
Sentivo urlare un vecchio folletto, evidentemente il direttore.
Mi recai presso di lui. Stava parlando sottovoce con funzionari e guardie: - Ci
è fuggito uno dei draghi, ma lo cattureremo presto. E’ pronta la squadra per
l’inseguimento? Blojob, Ginluss, preparate gli Esseri Oscuri… Elimineranno, in
men che non si dica, drago e rapinatori… Ne troveremo solo le ossa, malgrado
tutti gli accorgimenti che potranno aver realizzato… Sapranno cosa vuol dire
rapinare la Gringott…
Beh, potevo non intervenire? Non sapevo cosa fosse successo, ma
sul drago c’era Hermione… e probabilmente anche Harry Potter e Ron… Sempre
invisibile lanciai un Imperius al direttore ordinandogli di cambiare
atteggiamento. Avrebbe funzionato? Avevo una certa predisposizione con la magia
oscura, ma non l’avevo quasi mai applicata…
- Anzi no! Lasciamo gli Esseri Oscuri dove sono…Ci penseranno gli
auror… - disse il direttore con una vocina sottile… Bene…
- Ma Direttore - disse una guardia - potrebbero sfuggirci, se
escono da Londra… Non sappiamo chi sono e cosa hanno rubato…
- Lo so io - disse una voce in fondo. Era un folletto che aveva
in mano… la spada di Godric Grifondoro! Era impossibile sbagliarsi… Aveva l’elsa
tempestata di rubini, l’avevo vista molte volte ad Hogwarts… anche recentemente,
nell’ufficio di mio suocero!
- Unci-Unci? Sei fuggito dall’Oscuro Signore? - disse il vecchio
folletto - E… quella è la spada… di Ranci il Primo?
Ranci il Primo era un mitico re dei folletti, a cui, secondo gli
stessi folletti, Godric Grifondoro aveva rubato la spada… Sì, era proprio la
Spada di Grifondoro. Dovevo riprenderla e riportarla ad Hogwarts… da mio
suocero… Che cosa ci faceva alla Gringott?
Quel folletto, Unci-Unci, fece un breve cenno col capo e un gesto
con il dito, come se fosse opportuna maggiore discrezione… Subito il Direttore
cominciò ad urlare, facendo uscire tutti dal suo ufficio, ad eccezione
naturalmente del possessore della Spada. Io mi appiattii sulla parete, in attesa
di ascoltare la conversazione tra i due.
Poi, usciti tutti, Unci-Unci cominciò a parlare: - Harry Potter e
i suoi amici hanno rubato dalla Camera dei Lastrange un oggetto magico di enorme
valore, almeno per loro. Io mi sono preso la leggendaria spada di Ranci il
primo, un tesoro inestimabile di arte folletta… E’ meravigliosa,
indistruttibile, inattaccabile… Dobbiamo nasconderla dai maghi… La vogliono sia
il Signore Oscuro, sia l’Indesiderabile numero uno… a cui l’ho sottratta…
Aveva negli occhi un’inquietante bramosia, la stessa che vidi
nel viso del direttore, che parlò:
- Possiamo chiuderla nella camera 327… E’ inattaccabile e
irraggiungibile da chiunque non abbia sangue folletto… Nessuno, in nessun modo,
potrà rubarla o anche solo richiamarla… Interromperemo anche il legame
simbiotico che la Spada di Ranci il Primo ha con quel ridicolo manufatto magico…
quello stupido pezzo di stoffa, il Cappello Parlante di quel ladro di Godric
Grifondoro…nessun altro potrà mai più estrarla da quell’insieme di rattoppi…
Rimarrà per l’eternità possesso dei folletti… Sei stato grande, Unci-Unci! -
disse il direttore, delirando.
I due sembrano pazzi invasati, felici come bambini per aver
trovato il loro tesoro… mi dispiaceva deluderli, ma dovevo intervenire… Avevo
intanto registrato le informazioni… Il rapporto simbiotico con il Cappello
Parlante…. Estrarlo dal Cappello… Magari Severus Piton già lo sapeva, ma avrei
dovuto raccontargli tutto, come avrei dovuto raccontare tutto a Lily. Beh, prima
però dovevo riprendermi la spada!
- Dai, andiamo a nasconder… - diceva il Direttore, quando lo
schiantai. Sì, lo so, non è sportivo colpire alle spalle un vecchio folletto,
per giunta essendo invisibile… Ma non potevo farmi scoprire, altrimenti sarei
diventato il ricercato numero due del mondo magico… e i folletti sono
vendicativi e non dimenticano… Ancora ce l’avevano con Godric Grifondoro per “il
furto” (in realtà la versione dei maghi è diversa) della spada di Ranci il
Primo, avvenuta secoli prima! Meglio che non mi abbiano visto!
Schiantai subito dopo anche Unci-Unci, che non aveva avuto il
tempo di reagire e presi la spada. Peccato. Non diventava invisibile insieme a
me! Infatti, tutti gli oggetti che avevo o indossavo (abiti, ma anche la
bacchetta o eventuali altri oggetti che avevo in mano), ogni volta che diventavo
invisibile grazie all’anello di Corvonero, diventavano anch’essi non
percepibili… ma non la spada che, evidentemente, era un oggetto equivalente,
come potere magico, al mio anello. Come avrei fatto a fuggire dalla Gringott
senza farmi riconoscere con la spada perfettamente visibile?
Mi venne in mente che sarei potuto benissimo entrare ed uscire
dalla banca dallo specchio situato alla sinistra dell’entrata… Sì, era una
perfetta via di fuga! Conduceva al Bosco degli Inferi, da cui sarei potuto
andare in Irlanda, o ad Hogwarts, senza problemi. Avevo anche il mio ciondolo a
forma di Pietra di Luna che Lily m’aveva regalato e che portavo sempre con me:
serviva anche per il passaggio, oltre alla formula… Se mi fossi mosso
velocemente, magari non mi avrebbero notato troppo…
Tornai visibile, trasfigurai, cambiando colore, gli abiti e i
miei capelli, indossai un impermeabile che c’era nell’ufficio del Direttore
(naturalmente allungandolo con la magia, dato che i folletti sono piuttosto
bassi), misi un paio di occhialoni neri nel mio viso e nascosi la spada sotto
l’impermeabile. Poi uscii dalla stanza del Direttore… Per fortuna c’era un
grande confusione in giro: feriti ancora dappertutto, alcuni folletti e clienti
deceduti, un Auror isterico che urlava ai folletti dicendo che l’indagine era di
sua competenza, mentre le guardie magiche della Gringott lo guardavano in
cagnesco pronte ad agire… Alcuni folletti pateticamente vicino alla porta
invitavano i clienti ad entrare, dato che non era successo niente (ma erano
pazzi, quelli? c’erano i cadaveri ancora in sala!). E, proprio al centro della
sala, vicino al grande buco sul pavimento creato dal Drago, la famosa
giornalista inglese, Rita Skeeter, intervistava qua e là maghi e folletti…
Insomma, per mia fortuna, c’era una grande bolgia.
Con un’andatura denotante tranquillità ed indifferenza (ma come
mi batteva il cuore!) andai difilato verso la porta, sempre con la spada
nascosta sotto l’impermeabile; individuai, alla sua sinistra lo specchio,
pronunciai velocemente la formula e, grazie a Dio, mi ci gettai letteralmente
dentro, incurante che qualcuno mi avesse visto. Subito dopo mi ritrovai per
fortuna nel rassicurante Bosco degli Inferi che, malgrado il nome, mi sembrava
un luogo piacevole ed idilliaco! Tirai un sospiro di sollievo e mi precipitai
verso il portale che conduceva ad Hogwarts! Dovevo riportare subito la spada in
Presidenza. Non avevo idea di come l’avesse avuta Harry Potter (a cui Unci-Unci
l’aveva sottratta), ma sicuramente mio suocero avrebbe saputo cosa fare.
Uscii dalla specchio del bagno del sesto piano: ero invisibile,
mentre la spada poteva essere vista perfettamente. Per fortuna non c’era
nessuno… forse mio suocero aveva mantenuto chiuso quel bagno con la scusa di
qualche guasto… Meglio così. Mi materializzai in prossimità della Presidenza,
dietro la porta che conduceva all’Ufficio del Preside… Non si sentivano voci
all’interno e prudentemente entrai… In effetti non c’era nessuno, a parte le
soliti immagini nei quadri: qualcuno dormiva, ma la maggior parte dei vecchi
presidi si accorse che ero entrato… tra cui Silente, che subito si rivolse a me:
- Ciao, Peter! Piacere di rivederti - mi disse.
- Buongiorno, Preside. E’ veramente lei? - gli chiesi.
- No, purtroppo, sono solo un’immagine dipinta… Ma ho qualche
residuo della memoria del vero Preside…
- Sa per caso dov’è il preside Piton? - gli chiesi.
- Beh, non ne sono sicuro. E’ uscito presto, questa mattina,
senza avvisarmi. Non so quando tornerà… - mi rispose
Cosa dovevo fare? Aspettarlo e rischiare di essere visto da
qualcuno o anche di far saltare la sua “copertura”? O lasciare la spada ed
andarmene via? Potevo chiedere consiglio a un’immagine dipinta?
- Posso chiederle un consiglio… - provai.
- Beh, forse è meglio che lo chiedi al Cappello Parlante… E’ là
nel suo angolo. E’ molto più saggio di un’immagine dipinta… - mi disse, con tono
leggero, il ritratto del Preside.
- Grazie mille - gli dissi, e mi diressi verso il cappello, che
presi e misi in testa. Stava diventando un’abitudine “chiacchierare” con quel
pezzo di stoffa…
- Oh, questa è veramente una sorpresa… Peter O’Neil! E’ un po’
che non ci sentivamo! - sentii nella mia testa.
- Beh, sì, Cappello Parlante! - pensai - Ho bisogno del tuo
aiuto…
- Certo… Hai salvato la Spada di Godric Grifondoro! Ottimo! Ti
sarò sempre riconoscente!
- Sì… Cosa devo fare adesso? Ho fatto bene a portarla qui? - gli
chiesi.
- Hai fatto la cosa migliore… I folletti avrebbero bloccato il
legame simbiotico tra me e la Spada… Qualunque Grifondoro che necessita del suo
aiuto può estrarla dal Cappello, ma naturalmente solo se è ad Hogwarts… e penso
che presto servirà di nuovo ad Harry Potter. Dietro al ritratto di Silente,
sposta la cornice da un lato: si aprirà una cavità nascosta in cui potrai
riporre la spada… Ci penso io ad avvisare il preside Piton.
- Bene, Cappello. E’ stato un piacere ritrovarti…
- Il piacere è stato mio… Sai, sono piuttosto inattivo, e
chiacchierare con qualcuno è un piacevole diversivo… Salutami la tua ragazza,
Lily Anderson, vero?
- Beh, grazie! Ora è mia moglie… e abbiamo anche una bimba. Si
chiama Niamh…
- Già una bimba!… Siete proprio degli incoscienti… - mi disse
bonariamente il vecchio cappello.
Mi tolsi il Cappello dalla testa, lo depositai al solito posto e
mi diressi verso il ritratto di Silente, che mi guardava tranquillo dentro il
quadro. Spostai la cornice e, nella nicchia, nascosi la spada. Poi, velocemente,
mi materializzai nel bagno del sesto piano e, di lì a poco, tramite il Bosco
degli Inferi, ero di nuovo in Irlanda. Poi velocemente tornai a casa.
- Oh, Peter! Stavo in pensiero! - Mi disse Lily, correndomi
incontro e abbracciandomi - Sei in ritardo! E’ successo qualcosa di particolare?
- Sì, qualcosina… - le dissi. E cominciai a raccontarle…
Tutti i particolari precedenti la rapina (la
presenza di Bellatrix - in realtà Hermione travestita -, il mendicante senza un
occhio schiantato, le guardie confuse) sono della Rowling. Io ho semplicemente
immaginato che Peter si trovasse lì dieci/venti minuti dopo Harry e co. e abbia
favorito la loro fuga e collaborato al recupero della Spada (la spada nei Doni
della Morte rimane ad Unci-Unci, poi viene estratta da Neville dal Cappello
Parlante)… Dal prossimo capitolo, Lily sarà “operativa” e pronta a combattere,
naturalmente al fianco di Peter: inizierà infatti la battaglia ad Hogwarts! Un
saluto e un ringraziamento a tutti voi e, in particolare, a ace995, AdhoMu e
Barbie_Ettelanie_91. A mercoledì prossimo! Gatty :)
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Capitolo 8 *** In azione! ***
Capitolo 8.
In azione!
Io e Lily passammo tranquillamente il resto della giornata
insieme ad Eliza (che viveva sempre con noi, anche se non vedeva il momento di
compiere sedici anni per andarsene per conto suo, diceva… in realtà non era
vero, ma le piaceva fare la “ribelle”) e, naturalmente, alla piccola Niamh. La
sera poi stavamo tranquillamente parlando, quando un gufo becchettò
insistentemente alla finestra con, tra le zampe, l’edizione speciale del Magic
Dubliner. Lily, che teneva ancora in braccio la piccola Niamh, diede un biscotto
gufico al volatile, poi mettemmo la piccola nel lettino e ci mettemmo subito a
leggere. Si era nel frattempo aggiunta a noi Eliza, subito scesa dalla sua
camera. In prima pagina campeggiava un titolo a quattro colonne:
Harry Potter e due compagni liberano un Drago al servizio dei
folletti.
ASSALTATA LA GRINGOTT
Mentre il mondo magico inglese si chiede cosa stia succedendo,
Jerry Amalusen, capo degli Lega Irlandese per la Protezione dei Draghi,
ringrazia pubblicamente Harry Potter: “I folletti non possono tenere queste
nobili creature in catene!”
Dentro si riportava la notizia dell’assalto alla Banca (mai
nessuno aveva fatto una cosa del genere!) e della fuga di Harry, Ron ed
Hermione, in groppa ad un drago. Buio completo sugli obiettivi di Harry e
company: per alcuni la liberazione del drago (!), per altri il furto di qualche
importante oggetto magico, conservato nelle casseforti della banca londinese. I
commentatori erano esterrefatti e pensavano ad un’imminente svolta nella “guerra
civile inglese” (come veniva chiamata), cioè nella lotta tra seguaci di
Voldemort e di Silente/Harry Potter.
- Dai, accendiamo l’Irish Magic Channel - disse Eliza - così
sentiamo gli aggiornamenti.
In effetti stavano trasmettendo, in televisione, un’edizione
speciale, non tanto sul furto alla Gringott, ma su altre notizie allarmanti
provenienti dall’Inghilterra: il commentatore ripeteva che era giunta notizia di
uno stato di grande confusione tra Hogsmeade ed Hogwarts, con l’evacuazione dal
castello di decine di alunni data per imminente, indizio, sempre secondo il
commentatore, di un futuro scontro tra seguaci di Silente e Mangiamorte… Le
notizie erano logicamente molto confuse (anche al Ministero Inglese nessuno
rispondeva: sembrava che tutti si fossero precipitati ad Hogwarts). “Siamo
giunti alla battaglia finale?” si chiedeva l’esterrefatto commentatore…
- Cosa dici? Dobbiamo andare? - chiesi a Lily.
- Penso di sì. Hanno bisogno del nostro aiuto ad Hogwarts. - mi
rispose - Devo aiutare Harry Potter, come vuole la profezia…
Guardai Eliza.
- Possiamo affidarti Niamh? - le chiesi.
- Certo, Peter. Ma… state attenti, mi raccomando. - ci disse
preoccupata - Niamh ha bisogno di voi… e anch’io…
Beh, la profezia prevedeva la vittoria di Harry Potter (aiutato
da Lily) e la sconfitta di Voldemort, ma non diceva quale sarebbe stato l’esito
per Lily, né per me (che non ero stato neanche menzionato… neanche una piccola
profezia parlava di me!): non era impossibile che… al pensiero che non avrei più
rivisto Niamh (era una possibilità), ebbi un attimo di paura.
Ma non dovevo farlo vedere a Lily, che avrebbe dovuto svolgere un
ruolo importante e aveva bisogno di tutto il mio appoggio
- Sta’ tranquilla, Ely, vedrai che torniamo presto! - Poi mi
rivolsi a Lily: - Salutiamo la piccola e andiamo?
Niamh dormiva serena, non pensando sicuramente né ad Hogwarts né
ai Mangiamorte. Le presi la manina che si chiuse sul mio dito. Sarei tornata per
lei, mentalmente glielo promisi. Lasciai un attimo Lily con la figlia e
l’aspettai insieme ad Eliza.
Poi, un minuto dopo, mi raggiunse.
- Dai, andiamo - mi disse - Ho preso lo zainetto con le fialette
piene di pozione anti-troll, quelle che abbiamo creato l’anno scorso: sono
convinta che ci serviranno.
Salutammo Ely e ci materializzammo vicino al passaggio per il
Bosco degli Inferi. Un attimo dopo eravamo ad Hogwarts… Quanti mesi erano che
non ci tornavamo insieme!
Nel castello c’era qualcosa di grosso: si sentiva una grande
confusione. Ci affacciammo sul corridoio e sentimmo voci di ragazzi, che
correvano… verso quale direzione?
- Andiamo nella nostra Casa? - proposi a Lily.
Invisibili (avevamo messo gli anelli in bocca), ci
materializzammo nella Sala di Corvonero… C’era una continuo viavai e alcuni
ragazzi stavano uscendo precipitosamente. Alla finestra il professor Vitious
stava ripetendo qualche formula magica. Lily tornò visibile e anch’io feci
scivolare l’anello dalla bocca e lo infilai di nuovo al dito. Nella confusione
generale nessuno sembrava averci visto materializzarci né far caso a noi. Ci
avvicinammo al professor Vitious.
- Professore, buonasera - disse educatamente Lily - Si ricorda di
noi?
Il professor Vitious si girò e ci guardò per un attimo, per poi
riprendere gli incantesimi fuori dalla finestra.
- Certo, Anderson. Un attimo, ragazzi, e sono da voi.
Riprese a formulare alcuni incantesimi e, dopo pochi secondi: -
Sono tutto vostro. Mi fa piacere vedervi, Anderson, O’Neil. Cosa fate qui ad
Hogwarts?
- Siamo venuti a dare una mano ad Harry Potter - disse
semplicemente Lily - E qui, vero? Qual è la situazione precisa?
Stranamente Vitious non ci chiese spiegazioni, né volle avere
maggiore informazioni. Del resto, mi accorsi dopo, circolavano ad Hogwarts in
quel momento, decine di ex studenti e/o maghi di varia provenienza (Esercito di
Silente, Ordine della Fenice, genitori di alunni, Auror o ex Auror), impegnati
nell’evacuazione degli alunni minorenni e nella difesa del Castello (si era
infatti diffusa la notizia dell’imminente battaglia).
- Ci stiamo preparando a difendere la nostra scuola da Voldemort,
- disse il professor Vitious - che sta ammassando truppe al di là delle mura, a
ridosso della Foresta Proibita. Ci ha concesso un’ora per consegnargli Harry
Potter, poi, a mezzanotte, attaccherà. Stiamo rinforzando le difese del castello
e contemporaneamente evacuando i Serpeverde e i minorenni, che vengono portati,
con un passaggio segreto, ad Hogsmeade, al Testa di Porco. Il preside Piton è
fuggito, Harry Potter è in giro per il Castello a cercare non so cosa. Potremo
resistere un po’ di tempo, ma alla fine saremo sconfitti, per quanto impegno
possiamo metterci.
Si intravvedevano in lontananza, nel buio della notte, debolmente
illuminata dalla Luna, anche alcune ombre gigantesche…
- Quelli sono i giganti. E laggiù, dietro la Guferia, ho
intravvisto i troll, ai margini della foresta. E contro di loro la magia non
funziona, lo sapete. Comunque, se volete combattere, andate a rinforzare le
difese, dove vedete che c’è bisogno di voi. Auguri, ragazzi - ci disse Vitious.
- Anche a lei, professore - dissi.
- Ma voi siete minorenni…. - sentii dire da Vitious, mentre
velocemente ci allontanavamo. Tecnicamente eravamo maggiorenni… ma solo in
Irlanda! Ci dirigemmo verso la Sala Grande.
- Peter - mi disse Lily - io rimango qui e cerco di aiutare
Harry… appena lo vedrò, naturalmente. Non so ancora quale sarà il mio ruolo. Tu
potresti pensare ai troll: noi abbiamo la pozione che può fermarli, tieni.
Mi consegnò lo zainetto contenenti diverse decine di fialette con
le pozioni - Ti ricordi la variante B dell’incantesimo Geminio? Serve a
duplicarle lasciandone inalterato il potere. Se ne possono creare quindi un
altro centinaio e utilizzarle contro di loro. Ma prima devo chiederti un
piacere.
- Dimmi, Lily - dissi. Mi dispiaceva lasciarla, ma sapevo che
doveva fare quello a cui era destinata dalla profezia, e le avrei obbedito in
tutto quello che mi avesse chiesto
- Manca ancora mezzora a mezzanotte. Dovresti controllare se
Aileen e Cain sono stati evacuati. In questa confusione non vorrei che fossero
stati dimenticati, o rimasti indietro… - mi venne da sorridere. Tipico di Lily:
si preoccupava di tutti.
- Lo faccio subito. In un attimo mi materializzo ad Hogsmeade,
controllo che stiano bene, poi vado di sotto e penso ai troll… - dissi.
- Grazie, Amore. E sta’ attento. Niamh ha bisogno di suo padre -
mi disse, accostandosi a me.
- E anche della mamma. Sta’ attenta anche tu - dissi. Ci
baciammo. Ci saremmo rivisti?
Un attimo dopo mi materializzavo ad Hogsmeade, dentro il Pub.
- E tu chi sei? - Mi disse, burbero, un esasperato barista che
assomigliava straordinariamente al professor Silente.
- Resistenza anti-Voldemort - dissi - Sto cercando due ragazzi
evacuati da Hogwarts…
In quel momento una voce mi chiamò - Peter! Peter!
Mi girai: era Cain MacDonald, in mezzo ad una marea di ragazzi di
tutte le case, che sciamavano dal pub dirigendosi alla stazione o all’ufficio
postale. Lui stava tornando indietro. - Cain, tutto bene? Dov’è Aileen.
- L’hanno presa due maghi, un Auror e uno con lo stemma della
Fenice. La stavano cercando. Le davo la mano, ma quello con la Fenice me l’ha
strappata e mi ha quasi schiantato - mi disse agitatissimo.
- Quando? Dove? - gli chiesi, preoccupatissimo. Lo stemma della
Fenice serviva, per quanto ne sapevo, a riconoscere gli appartenenti all’omonimo
Esercito, creato dal professor Silente per opporsi a Voldemort… E i seguaci di
Silente non schiantavano ragazzini… Perché avevano preso Aileen? Chi diavolo
erano?
- Poco fa. Laggiù, ci dirigevamo all’Ufficio Postale. Quello che
l’ha presa, quello con la Fenice, si chiamava Fabian… o almeno così lo chiamava
l’altro, l’Auror…
No! Un lampo di terrore mi attraversò la mente. Fabian Meadows,
il delinquente che aveva violentato, insieme a McKinnon, la madre di Aileen e
che in tutti questi anni, con la memoria modificata, era rimasto tra i seguaci
di Silente. Ora però, con la morte del Preside, doveva aver ricordato tutto,
come era successo a Judith MacDonald, che aveva ucciso quel suo complice… Voleva
vendicarsi sulla povera Aileen, una ragazzina di dodici anni?…I troll potevano
aspettare. Aileen non doveva essere toccata da quella bestia.
- Non preoccuparti, Cain, ci penso io - tu cerca di tornare a
MacDonald Castle e avvisa tutti di quello che è successo.
E, lasciato Cain, mi materializzai vicino all’Ufficio Postale.
Un
abbraccio e un ringraziamento a voi tutti e, in particolare ad ace995, AdhoMu e
Barbie_Ettelanie. A sabato! Gatty :)
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Capitolo 9 *** Battaglia nel Castello ***
Capitolo 9.
Battaglia nel Castello
- Cerco due maghi, un Auror e un mago con lo stemma di una fenice
che trascinavano una ragazzina; si chiama Aileen, ha l’uniforme dei Serpeverde -
dissi ad un gruppo di ragazzi, all’incirca dell’età di Aileen che stavano
davanti all’Ufficio Postale, in attesa di essere trasportati altrove. L’Ufficio
era aperto, ma era complicato smistare i vari ragazzi nelle varie destinazioni
richieste e si era formata una lunga fila fuori della porta.
- I due maghi e la ragazzina sono entrati in quella casa, Peter -
mi disse Astoria Greengrass che cercava di mantenere un po’ d’ordine in mezzo a
quella confusione. Si era chinata e cercava di tranquillizzare una bambina che
stava piangendo. - La trascinavano, anche se lei non voleva. Ho cercato di
chiedere spiegazioni, ma mi hanno detto di farmi i fatti miei.
- Grazie, a buon rendere - le dissi, e, subito, mi materializzai
all’interno della casa. La porta era stata evidentemente bloccata con qualche
magia, che io avevo bellamente bypassato grazie all’anello di Corvonero, che non
era soggetto alla magia “moderna”, inferiore per qualità a quella “antica”, dei
fondatori.
Sentivo delle voci al piano superiore. Mi fermai fuori della
porta.
- E adesso, cosa facciamo, Fabian? - diceva uno dei due.
- Aspettiamo, Eyr… Ho mandato il messaggio a quella puttana della
MacDonald e, se vuole la figlioletta, deve consegnare entro un’ora i galeoni.
Dovrà venire da sola. Poi noi l’ammazziamo, ce li dividiamo e ce ne andiamo
all’estero. Hai fatto bene a metterti con me, Eyr… diventeremo ricchi sfondati,
alla faccia di quegli stronzi assassini mangiamorte dei MacDonald - diceva
l’altro, quel Fabian.
L’Auror, quello che chiamava Eyr, aveva però ancora qualche
perplessità: - Ma ci cercheranno, Fabian… I MacDonald sono rognosi. Pensa a
quello che hanno fatto a McKinnon!
- Casomai cercheranno me - disse Fabian Meadowes - Tu potrai
andartene indisturbato, in qualche posto con un bel clima, magari, a goderti la
tua parte… Io ho un luogo ancora più sicuro dove andare, in cui quegli idioti
dei MacDonald non mi troveranno mai, non preoccuparti…
- Ma la ragazzina mi ha visto… - fu l’obiezione di Eyr.
- Quanto sei stupido! Penserò personalmente a questa troietta…
dopo aver eliminato quella puttana della madre, naturalmente… Nessuno saprà di
te. E con me ce l’hanno già per altri motivi… - diceva Meadowes, sghignazzando.
Diventai invisibile e mi materializzai al di là della porta. I
due uomini confabulavano tra loro vicino ad una finestra, mentre Aileen era
legata, sopra un vecchio letto, alla mia sinistra, gli occhi sbarrati, per il
terrore.
- E ora, per passare il tempo, vado a divertirmi un po’ con la
piccola… - disse facendo un orribile ghigno Meadowes - … in attesa che la
mammina si materializzi con il denaro all’interno della trappola che abbiamo
preparato… vediamo se è meglio lei o la madre… ti ho detto che l’abbiamo scopata
per tre giorni di fila io e McKinnon? - e qui proruppe in un’orrenda risata -
Tu fai il palo, poi te la lascio, non preoccuparti, se la vuoi… ma non
ammazziamola prima che venga la mammina a portarci i soldi, magari vuole
vederla... prima di morire insieme a lei…
- Va bene. Però le ammazzi tu… Sai che io odio il sangue… non
l’ho mai sopportato… - disse Eyr
Meadowes si diresse verso il letto, verso una spaventatissima
Aileen, che ascoltava tutto con occhi sbarrati dal terrore.; cercava di
divincolarsi, ma corde magiche e un magico bavaglio la bloccavano... Ma quel
bastardo di Meadowes non ci arrivò mai. Un attimo dopo giaceva schiantato vicino
a me: lo avevo cruciato con tutta la cattiveria di cui ero capace… non so
neanche perché non gli ho lanciato nell’occasione un Avada Kedavra… se lo
meritava sicuramente. Ma forse è stato meglio così… anche se non invidio la
fine che deve aver poi fatto… ma questo lo racconto in seguito…
L’altro, quell’Eyr, l’Auror, si girò verso di me stupito (aveva
visto il lampo, ma non la persona da cui proveniva). Quella fu l’ultima
espressione che il suo volto mostrò, dato che colpii anche lui, forse meno
colpevole di Meadowes, ma non meno spregevole, un attimo dopo. Anche lui giaceva
schiantato ai miei piedi.
Subito tolsi l’anello dalla bocca e mi feci vedere. Eliminai
quindi il bavaglio e le corde magiche che cingevano Aileen
- Aileen, tranquilla. Sono io, Peter. E’ tutto finito.
Tranquilla! - le dissi.
Aileen si precipitò tra le mie braccia piangendo a dirotto.
Cercai di calmarla, come potevo. Avrei voluto fermarmi con lei, ma dovevo
tornare ad Hogwarts per il combattimento. Dopo qualche minuto, pertanto, le
parlai chiaramente:
- Aileen, stammi a sentire: è molto importante. Ora devo andare.
Io e Lily siamo ad Hogwarts e dobbiamo concludere una faccenda. Ora ti riporto
all’Ufficio Postale, dove ti lascio con una mia amica. Tu fatti portare a casa e
sta’ tranquilla!
- Va bene, Peter - disse, ancora singhiozzando. Era una
ragazzina coraggiosa, lo sapevo.
- E se ci capitasse qualcosa, pensa tu alla piccola Niamh, va
bene? Ormai sei grande! - le dissi - Mi fido di te, ok?
- Sì, Peter - mi disse tutta seria, e mi abbracciò ancora - Ci
penso io… Ma tu e Lily cercate di tornare…
- Promesso, cercheremo - dissi. E poi: - Dai, andiamo!
Legai i due, ancora schiantati, con corde magiche; poi spezzai le
loro bacchette e, per maggiore prudenza, lanciai un Petrificus totalus…
così non sarebbero sicuramente fuggiti! Quindi lasciammo quella maledetta casa e
andammo all’ufficio postale. C’era, per fortuna, ancora Astoria. Mi avvicinai a
lei.
- Ho bisogno del tuo aiuto. Aileen deve tornare a casa. Ti prego,
puoi prendertene cura? - le chiesi.
- Certo, Peter. Ci penso io - mi disse con un sorriso - E… sta
attento!
- Grazie, Astoria - le dissi.
- Di niente, Peter. Sono ancora in debito con te…
Sorrisi. Astoria era proprio una brava ragazza. Poi mi rivolsi a
Aileen: - Vai con lei, è una mia amica… A presto.
Mi abbracciò un’ultima volta, poi si avviò verso l’Ufficio
Postale, e sulla porta, si girò e mi salutò con un breve cenno della mano. La
salutai anch’io, quindi mi smaterializzai e, qualche attimo dopo, mi ritrovai
vicino alla Guferia. Mancava forse un quarto a mezzanotte. Avevo ancora qualche
minuto prima dell’attacco, ma si vedevano in lontananza, decine di esseri
raggruppati ai margini della foresta, in attesa che le protezioni magiche, che
stavano loro impedendo di entrare, cedessero. Obiettivo di quella folla
(intravvedevo qualche lupo mannaro, alcuni maghi e, soprattutto, alcune decine
di troll), era la piccola porta che, situata lungo uno dei muri del Castello,
permetteva l’uscita per andare alla Guferia, rasentando le vecchie serre.
Ricordai per un attimo la nostra ricerca degli anelli, cinque anni prima… mi
sembrava passato un secolo… Ora, nello stesso luogo, dovevo impedire l’attacco
ad Hogwarts di quelle creature oscure.
- Ehi, chi sei? - mi disse una voce.
Non ero solo. Un gruppo di maghi si era appostata per difendere
quella posizione. Erano sei o sette soltanto. La loro situazione non era felice:
davanti a loro c’erano almeno una quarantina di troll, esseri oscuri malvagi,
alti tre-quattro metri, violenti e quasi impermeabili alla magia; insieme a loro
una ventina tra lupi mannari e mangiamorte. Li avrebbero spazzato via in pochi
minuti...
Alcuni maghi si avvicinarono. Riconobbi Lavanda Brown (l’ex
fidanzata di Ron Weasley, una graziosa Grifondoro del settimo anno) e uno dei
fratelli di Ron, Charlie Weasley. C’era anche quello che sembrava il capo, un
mago calvo, di colore, con un orecchino d’oro: era Kingsley Shacklebolt, quello
che poi sarebbe diventato Primo Ministro (ma allora non lo conoscevo).
- Salve a tutti. Sono Peter O’Neil, un ex alunno. Sono venuto a
dare una mano. Ciao, Lavanda, ti ricordi di me? - dissi.
- Come no, sei quel ragazzo irlandese che si è sposato con Lily
Anderson… Quello che ha impedito a Ginny di prendere la Spada di Grinfondoro… -
rispose Lavanda
- Sì, sì… come lo chiamava Ginny… “quello sporco traditore
irlandese…” - aggiunse un’altra voce. Mi girai: era Ritchie Coote, un grifondoro
di un anno più grande di me, che conoscevo di vista…
Ecco, ci mancava anche questa. Dovevo giustificarmi. E il tempo
stringeva: i troll avrebbero potuto attaccare da un momento all’altro.
- In quella occasione ho fatto quello che pensavo opportuno e non
potevo agire diversamente. Poi vi spiegherò le mie motivazioni… se rimaniamo in
vita! - dissi - In effetti, se non mi state a sentire, non abbiamo nessuna
possibilità di sopravvivere: se non sbaglio, dobbiamo affrontare qualche decine
di troll, alcuni mangiamorte e varie altre creature oscure…Ma contro i troll ho
queste…
Tirai fuori dallo zainetto e veci vedere le decine di fialette
contenenti la pozione che l’anno precedente io e Lily avevamo preparati con la
Calluna della valle delle Acromantule.
- Servono per respingerli, altrimenti, come sapete, sono quasi
impossibili da abbattere. Possiamo anche duplicarle. Conosco una variante
dell’incantesimo Geminio che possiamo utilizzare: anche le copie avranno le
stesse caratteristiche dell’originale, vedrete. Ma dobbiamo darci da fare…- e
poi, guardando negli occhi i miei compagni: - Fidatevi di me. Non abbiamo,
altrimenti, altra possibilità.
Si avvicinò uno dei ragazzi che erano poco lontano: lo riconobbi,
era Kain Montague, il cugino di Aileen, un ragazzo ben piantato che aveva tra le
labbra la sua immancabile sigaretta. Un Serpeverde tra i difensori del castello…
non si può dire che la cosa non mi stupisse…
- Lo conosco, è a posto! - disse Kain - Ciao, Peter! Tutto bene a
casa? Ancora non siamo venuti a vedere tua figlia… l’avete chiamata Niamh, vero?
- Tutto bene. C’è anche Lily da qualche parte, nel castello. Vi
aspettiamo, tu e Leanne….
Era un po’ surreale, ad essere sincero, farsi inviti e
convenevoli nell’imminenza di una battaglia, quando non sapevamo se, di lì a
qualche minuto, sarebbe morti o no. Tuttavia il rispetto che mi mostrava Kain
servì a far rompere gli indugi agli altri che, per fortuna, si fidarono. O
almeno si aggrapparono a quello che proponevo: anche loro vedevano la
sproporzione delle forze e ora gli prospettavo una possibilità di restare in
vita.
- Va bene, O’Neil - disse Kingsley Shacklebolt - Dicci cosa
dobbiamo fare.
Ci mettemmo quindi al lavoro: spiegai brevemente i passaggi e,
per fortuna, riuscimmo in poco tempo a duplicare un centinaia di fialette. Mi
sentivo spossato, come anche i miei compagni ma, comunque, in grado di
combattere.
- Ecco, è mezzanotte… e stanno arrivando - disse, con voce
tremante, Ritchie Coote..
______________________________________________
Le protezioni magiche avevano ceduto e un’orda di troll e
creature oscure stava avanzando. Dietro a loro quattro o cinque mangiamorte
dirigevano l’attacco. Noi non eravamo neanche in dieci… ci avrebbero fatto a
pezzi, se non avessero funzionato le fialette che avevamo preparato l’anno
prima…
- Basta farle lievitare e spedirle su un bersaglio con un
plenum faciei centrum… - dissi - E’ un incantesimo di base e tutti
dovreste conoscerlo…
I mostri stavano correndo verso di noi roteando le loro clave.
Alzai la prima fialetta, subito imitato dagli altri e la spedii contro il più
vicino. Sentimmo il rumore del vetro infrangersi sul viso di uno dei malcapitati
troll e, poco dopo, cominciarono le urla raccapriccianti.
Effettivamente funzionavano… subito, appena colpiti dalla
pozione, i mostri si contorcevano per il dolore: alcuni si gettavano a terra,
altri cominciavano a colpire, con le loro clave, alla cieca, i loro stessi
compagni o i lupi mannari che li accompagnavamo; quelli che non erano stati
colpiti si ritirarono velocemente rifugiandosi nella foresta e calpestando o
colpendo i mangiamorte che cercavano di farli tornare all’attacco.
Poco dopo i troll erano scomparsi e rimanevano, nel piazzale
davanti alla torre, solo i corpi di alcuni troll, lupi mannari e maghi oscuri,
feriti, agonizzanti o morti… E tutto era avvenuto in pochi minuti… I pochi che
potevano si stavano dando ad una precipitosa fuga… da quel settore non sarebbe
entrato ad Hogwarts nessuno.
- Beh, missione compiuta - dissi.
Tutti urlarono per la gioia e, un attimo dopo, tutti mi
abbracciavano, contenti. Soprattutto Ritchie Coote, che ora mi si era aggrappato
al collo esultante, urlando (anche in modo eccessivo): - Bravo, grazie, Peter!
Sei fantastico! Ti voglio bene!!!!
- Bravissimo, O’Neil! Sapevo che non ci avevi tradito - disse
Lavanda Brown, abbracciandomi - Lo dicevo a Ginny e Neville, che non potevi
stare dalla parte di Tu-sai-chi!
- Ottimo, O’Neil - disse Kingsley - Meglio di così non poteva
andare. Qui abbiamo risolto la situazione senza nessuna perdita. Fantastiche
quelle fialette! Direi di andare ad aiutare gli altri che, penso, siano in
maggiori difficoltà.
Kingsley, che dirigeva il gruppo, lasciò alcuni ragazzi a guardia
della porta, nel caso in cui ci fossero stati altri attacchi (del tutto
improbabili). Avrebbe voluto lasciare anche me (“ma tu sei minorenne?” - mi
aveva chiesto), ma io decisamente rifiutai (dovevo raggiungere Lily) e pertanto
desistette subito. Avrei potuto anche materializzarmi altrove, ma mi sembrava
scorretto abbandonare il gruppetto di cui facevo ora parte (del resto non sapevo
dove si trovasse Lily). Così ci avviammo verso l’interno del Castello, diretti
in Sala Grande. Con me c’erano, oltre a Kingsley, Lavanda Brown, Charlie Weasley
e Kain Montague.
- Bel lavoro con quelle fialette, Peter. Dove te le sei
procurate? - mi chiese Kain, mentre ci spostavamo velocemente nel Castello.
- E’ una lunga storia, poi te la racconto quando verrete a
trovarci - gli risposi - Anche tu ne avrai da raccontare… Sta bene Leanne?
- Sì, non è potuta venire… Però sono venuto io a tenere alto il
nome della famiglia e, come vedi, ora sono dalla parte giusta… Il medimago le ha
sconsigliato qualsiasi attività, tantomeno affrontare i Mangiamorte… E’ incinta,
non so se lo sai… Non vedo l’ora che nasca il bambino… - disse semplicemente.
- Beh, io ci sono già passato e ti assicuro che ti cambierà la
vita… - gli disse, riferendomi al bimbo in arrivo…
Strana conversazione, in effetti, mentre intorno a noi sentivamo
infuriare la battaglia…
Chiedo scusa per aver fatto utilizzare a quel
bastardo di Meadowes qualche termine inqualificabile, ma volevo caratterizzarlo
molto negativamente, così non avrò nessun rimpianto quando farà una brutta fine,
fra qualche puntata... Continua la battaglia nel castello attaccato dai
Mangiamorte, che sono entrati dentro le mura di Hogwarts… non sarà semplice per
Peter raggiungere la Sala Grande e trovare Lily… A proposito: cosa starà
combinando Lily?
La coppia Kain (o Graham) Montague e Leanna
(Kaplett) è presente con la caratterizzazione proposta ne Le prodigiose
sorprese di una armadio svanitore di AdhoMu (che mi ha gentilmente
autorizzato ad utilizzare in questi capitoli finali questi ed altri due suoi
personaggi, che appariranno nel prossimo capitolo).
Un abbraccio a tutti e alla prossima puntata
(mercoledì)! Gatty :)
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Capitolo 10 *** Cercando Lily ***
Capitolo 10.
Cercando Lily
Ci dirigevamo attraversando i corridoi, verso la Sala Grande. Con
me c’erano, oltre a Kingsley, Lavanda Brown, Charlie Weasley e Kain Montague.
Cosa stava succedendo intanto a Lily? Dove si trovava? Era forse vicino ad Harry
Potter? Dovevo trovarli, l’uno o l’altra. Ma non vedevo né Harry né i suoi
amici, Ron Weasley ed Hermione Granger, che immaginavo fossero con lui. Dove si
erano cacciati?
Intatto, intorno a noi, la situazione stava diventando critica:
il castello era attaccato, i muri si sbriciolavano, alcune parti crollavano,
c’era polvere dappertutto e, inoltre, ora era possibile, per i Mangiamorte,
materializzarsi dentro Hogwarts (erano saltate alcune protezioni magiche in
certi punti, evidentemente).
Ad un certo punto, improvvisamente, ci vedemmo davanti un
ragazzo, che aveva appena svoltato l’angolo. Lo conoscevo di vista: era Colin
Canon, di Grifondoro, di un anno più grande di me…
- Attenti, ragazzi! Oltre l’angolo ci sono Mang… - ci fece in
tempo a dire. In un attimo tutto accadde: mentre stava ancora parlando fu
colpito in pieno da una maledizione senza perdono, proveniente da coloro che noi
ancora non vedevamo, ma si trovavano dietro l’angolo.
Provai un orrore indicibile vedendo il povero Canon afflosciarsi
immediatamente a terra, come un sacco vuoto, con gli occhi aperti rivolti verso
di noi. Poi, dietro a lui, comparvero quei maledetti Mangiamorte (erano quattro
o cinque) che, senza nessuna esitazione, l’avevano ucciso.
Cominciammo immediatamente a combattere. Forse i Mangiamorte non
si aspettavano una reazione così decisa, forse il merito era anche degli scudo
che facevo, proteggendo me e gli altri (scudi che, grazie ai poteri dell’anello
di Priscilla Corvonero, respingevano anche le maledizioni senza perdono):
comunque subito lo scontro piegò a nostro favore. Dovunque volavano maledizioni
senza perdono, da una parte e dall’altra, ormai, senza alcuno scrupolo, e
anch’io, senza avere un attimo di ripensamento, le indirizzavo a quei maledetti
dove e come potevo. Colpii subito un Mangiamorte che si era scoperto troppo; poi
mi accostai a Lavanda, riuscii a bloccare le maledizioni che ci lanciavano e
successivamente, ad eliminarne anche un altro. Nel frattempo anche Charles
Weasley, Kingsley e Kain Montague avevano fatto la loro parte e, poco dopo, quei
maledetti giacevano morti a terra. Anche Colin Canon, che conoscevo solo di
vista, ma che mi era sempre sembrato un bravo ragazzo, era stati ucciso nello
scontro.
- Povero Canon - disse Charles, avvicinandosi e chiudendogli gli
occhi.
- Doveva andarsene con gli altri… ma evidentemente è voluto
restare ad aiutarci - aggiunse Lavanda, mentre una lacrima scendeva sulle sue
gote.
- Andiamo, ragazzi, andiamo avanti e combattiamo anche per
vendicarlo - disse Kingsley.
Lasciammo il povero Canon lì a terra, superammo quei disgraziati
Mangiamorte e ci muovemmo con circospezione verso la Sala Grande. Intorno a noi
potenti colpi martellavano le pareti. Altri Mangiamorte erano entrati ad
Hogwarts e li trovammo in un altro corridoio. Fui colpito di striscio da una
maledizione senza perdono, che mi colpì la guancia sinistra, di striscio per
fortuna (conservo ancora la cicatrice). Inciampai, o scivolai, non ricordo (il
pavimento era pieno di macerie e… di sangue), e caddi a terra. Il Mangiamorte
stava per finirmi quando fu trapassato da Lavanda, che lo colpì in pieno petto…
Non ebbi neanche il tempo di ringraziarla che apparve un lupo
mannaro, con lo sguardo malefico e sangue che gli colava dai denti, sul mento…
sentii nella schiena un brivido di orrore: aveva succhiato il sangue a qualche
ragazzo o ragazza, magari deceduta… I miei compagni gli lanciarono incantesimi
senza perdono, che lo arrestarono ma non lo eliminarono: come tutti sanno, la
magia normale non funziona con loro. Io però ero avvantaggiato: avevo dalla mia
quella “antica” dell’anello e, lanciando un Avada Kedavra, riuscii a fermarlo
per sempre… In quel momento caddero dei calcinacci dal soffitto, che poi in
parte crollò, colpito da qualche magia oscura… Ci lanciammo alcuni verso un
corridoio, altri verso un altro e ci trovammo separati: da una parte io, Kain e
Lavanda da un’altra Kingsley e Charles Weasley.
- Ci vediamo in Sala Grande - ci urlò Kingsley, urlando dietro le
macerie. - State attenti!
Attraversammo un lungo corridoio, pieno di quadri distrutti,
statue infranti, armature smembrate, detriti… in lontananza echeggiavano urla e
rumori di crolli…dappertutto la polvere degli scoppi e dei crolli ci rendeva
difficile la vista… Ad un certo punto, girato un angolo, vedemmo un’orda di
acromantule avanzare verso di noi. Cominciai, freddamente, ad ucciderle, una
dopo l’altra, aiutato da Kain e Lavanda. L’orda si bloccò e si diresse in un
corridoio laterale, lasciando alcune decine di cadaveri davanti a noi, una
specie di orribile barriera piena di tentacoli di mostri agonizzanti.
Dappertutto fumo, vetri rotti, pezzi di mobili, quadri sbrindellati, armature e
statue a pezzi, sangue e… corpi… di Mangiamorte, colpiti, bruciati, smembrati,
ma anche di altri esseri oscuri e, orrore più grande, di difensori, e anche di
alcuni ragazzi, anche minorenni, che non avevano voluto o potuto allontanarsi in
tempo… Mi chiedevo dove fosse Lily... Ma non potevo fermarmi: continuammo a
spostarci per i corridoi di Hogwarts. Ci imbattemmo in altri nemici, che si
aggiravano tra le rovine. Atterrai un grosso Mangiamorte mascherato che stava
attaccando alle spalle Neville…. Mi guardò e mi riconobbe. Mi fece un cenno di
ringraziamento.
Poi, improvvisamente, in modo irreale, tutto si fermò…. tutti i
mangiamorti e gli esseri oscuri erano scomparsi… c’era un silenzio totale…
Quella pausa mi riempì di maggiore angoscia. Sentii
improvvisamente la voce di Voldemort risuonare in tutto il castello, una voce
acuta e fredda.
- Avete combattuto valorosamente - diceva - e Lord Voldemort
apprezza il coraggio. Se resisterete ancora, morirete tutti. Ma sono
misericordioso. Vi lascio un’ora per curare i feriti e raccogliere i morti.
Poi si rivolse direttamente ad Harry Potter (che ancora non avevo
visto: dove diavolo si era ficcato?), accusandolo di aver permesso che i suoi
amici morissero al posto suo. Se non si fosse presentato da lui entro un’ora,
avrebbe ordinato un nuovo attacco e tutti coloro che si opponevano ai suoi
mangiamorte sarebbero stati uccisi, senza pietà, e tutte le loro famiglie con
loro.
- Andiamo, Peter, Lavanda - ci disse Kain Montague - Siamo quasi
arrivati.
E infatti, svoltato l’angolo, giungemmo in quella che era stata
la Sala Grande, alla cui entrata ci aspettava Kingley, che ci stava aspettando,
preoccupato per noi. Ci disse che lui e Charles Weasley ci erano giunti senza
particolari problemi, passando per un corridoio diverso dal nostro. La
situazione era disperata e le protezioni intorno ad Hogwarts erano quasi tutte
saltate; c’erano decine di morti; aveva mandato Charles ad Hogsmeade a cercare
rinforzi, ma non pensava che ci sarebbe riuscito (in questo si sbagliava:
rivedemmo Charles Weasley più tardi, insieme al professor Lumacorno e ad altre
decine di maghi, arrivare quasi all’alba per l’ultimo attacco, quello
definitivo, ai mangiamorte… ma di questo racconto in seguito). Poi ci lasciò
dicendo di entrare pure dentro: doveva andare a fare il punto della situazione
gli altri esponenti dell’Ordine della Fenice… o almeno con quelli che erano
ancora vivi, ci disse tristemente… Kingsley è veramente una brava persona e
posso dire che si è meritato ampiamente l’incarico di Primo Ministro che gli è
stato affidato dopo la battaglia…
Io, Lavanda e Kain entrammo in Sala Grande: quanto era diversa
dall’ultima volta che l’avevo vista! (allora era piena di ragazzi, di rumori, di
risate…) Era in parte crollata, con i pavimenti cosparsi di rovine e gli
stendardi e le clessidre delle quattro Case sparsi a terra, in mezzo al sangue,
alla polvere, alle macerie. Alcuni studenti e professori si aggiravano come
spettri ed altri stavano, immobili, a terra... morti. Qualcuno piangeva. Ho
avuto allora l’impressione di trovarmi in un luogo descritto in un libro che
Lily (che da alcuni anni si interessava anche a testi di Letteratura babbana)
ogni tanto mi leggeva: l’“Inferno” di un poeta italiano medievale, un certo
Dante Alighieri, di Firenze…
Lavanda aveva riconosciuto, tra i feriti, un’amica, e si era
fermata con lei… Kain Montague aveva visto, poco lontano, Alicia Spinnet (una
bella biondina, più grande di me di qualche anno… ricordavo di averla vista, mi
sembrava secoli prima, giocare a Quidditch, gioco nel quale era bravissima, mi
ricordavo), abbracciata ad un ragazzo più grande con gli occhi chiarissimi, come
di ghiaccio… Lo riconobbi: era il professor Macnair, un assistente di Piton, un
tipo molto elegante fissato con gli ornitorinchi, che aveva visitato anni prima
la capanna di Hagrid per curarne uno malato, Uluru, la simpatica bestiola di
Alicia… (mi ricordo che Lily mi aveva trascinato a fare da assistente volontario
di Hagrid in quell’occasione, preoccupata per la salute del povero ornitorinco,
che poi, per fortuna, era guarito… quanto tempo era passato? Forse due anni, ma
mi sembrava un’altra vita… tutto era cambiato…)
- Scusami, Peter. Devo ringraziare un amico… - mi disse. E si
accostò ai due, che abbracciò, fermandosi poi a parlare con loro
- Peter O’Neil… cosa ci fai qui? - sentii dire da una voce che
conoscevo…
Mi girai e vidi Ginny Weasley. Avevo lo sguardo stupito… e
aveva pianto, si vedeva. Ma era stata sempre una ragazza coraggiosa… e cercava
di nascondere il suo dolore… per fortuna non mostrava astio o ostilità nei
miei confronti, in quel momento… solo stupore.
- Sono qui con Lily, a combattere Voldemort - dissi
semplicemente - E tu? Sei minorenne…
- Sì, ma sono riuscita a rimanere lo stesso. Cerco di dare una
mano, come posso… - mi rispose. E poi: - Non capisco… State con noi… eppure
quella volta tu eri con Piton…
Stava cercando di capire il mio ruolo e non capiva come mai mi
fossi opposto a lei, Luna e Paciock in Presidenza, quando volevano prendere la
Spada di Grifondoro…
- Quella spada non doveva essere presa… il preside Piton doveva
consegnarla ad Harry Potter… E’ sempre stato dalla nostra parte, anche se ha
finto di schierarsi con Voldemort… Era un piano di Silente, molto rischioso… Ed
è riuscita veramente a consegnargliela, ne ho la certezza… Voi non potevate
prenderla… avreste rovinato il piano… - gli dissi.
Ormai non aveva più senso mantenere il segreto. E poi, se fossimo
morti tutti noi (cosa che, in quel momento, era più che possibile), almeno
qualcuno avrebbe forse saputo come erano andate le cose. Se anche lei fosse
sopravvissuta, naturalmente…
Mi guardò con uno sguardo strano… Non so se mi aveva creduto…
Sembrò volermi fare un’altra domanda, ma in quel momento arrivò Fleur Delacour,
con cui avevo scambiato qualche parola, qualche anno prima (mi sembrava un
secolo prima… al tempo del Torneo Tremaghi), anche lei tristissima. Disse a
Ginny che i suoi la volevano e la rossa si allontanò verso la parte opposta
della Sala Grande…
- Ciao, Peter - mi disse Fleur nel suo strano accento francese -
Di là stanno portando i caduti… e c’è anche mio cognato Fred… e anche Remus
Lupin e Tonks, sua moglie... per questo siamo tanto tristi…
Fui colpito come da un pugno al sentire quei nomi: Fred era il
gemello di George e era impossibile non conoscerli, così simpatici, estrosi,
bizzarri… Si erano opposti alla Umbridge, tre anni prima… e mi ricordo che in
quell’occasione Lily si era arrabbiata con loro per aver chiuso il povero Kain
Montague in un armadio svanitore… era stata una delle poche volte che avevo
visto Lily arrabbiarsi; Remus Lupin era stato il nostro insegnante durante il
nostro primo anno e mi sembrava un tipo maledettamente in gamba; Tonks era la
ragazza a cui avevo salvato la vita l’anno precedente, durante la prima
battaglia di Hogwarts, quella in cui era morto il preside Silente… non era
servito a niente… ora era morta…
Cercai di consolarla, come potevo (ma non potevo, dato che
sentivo anch’io un grande dolore), e chiesi contemporaneamente informazioni
sulla battaglia… sentivo un’enorme angoscia e avevo paura, soprattutto per Lily,
che avevo lasciato sola. Dove era andata? Perché non si trovava in Sala Grande?
Che fosse… (non volevo pensarlo)… Poi, poco dopo, arrivò Bill Weasley e, dopo
aver abbracciato la moglie, si rivolse a me.
- Peter - mi disse - Mi dispiace vederti in queste condizioni…
- Dispiace anche a me - dissi. E gli feci le condoglianze per il
fratello. Gli chiesi poi se aveva visto Lily, che stavo disperatamente
cercando.
- Purtroppo no - mi disse tristemente.
Forse pensava che fosse morta, perché mi disse delle belle parole
chiedendomi di farmi coraggio. Poi continuò: - Non ti ho ancora ringraziato per
aver salvato la vita, l’anno scorso, a me e alla McGranitt. Se non fosse stato
per te…
- Non c’è di che - dissi - Ho fatto solo quello che avrebbero
fatto tut…
Poi, per un attimo, gelai. Bill Weasley non doveva ricordare quei
fatti! Gli aveva fatto un incantesimo di memoria… Severus Piton! Questo voleva
dire solo una cosa: Severus Piton era morto…. e Lily, me lo sentivo, era vicino
a lui.
Lasciai Bill e Fleur e pensai velocemente a dove potesse essere
Piton: come potevo sapere dove fosse? Poteva essere dovunque… Ma, se mio suocero
era morto… doveva esserci il suo ritratto in Presidenza, come gli altri Presidi
di Hogwarts!
Mi materializzai in Presidenza e la mia intuizione era giusta,
per vedere se un nuovo quadro si fosse aggiunto agli altri. Le cornici erano
tutte vuote: chissà dove si erano ficcate le immagini… magari in giro per il
castello ad osservare la situazione. Solo in una c’era una figura, che mi stava
guardando: era Severus Piton che, sembrava, mi stesse aspettando e che, appena
mi avvicinai, pronunciò solo poche parole: - Nella Stamberga Strillante. C’è
anche Lily. Ti prego, aiutala!
Subito mi materializzai in quel maledetto luogo.
Capitolo caotico e drammatico, come mi immagino
possa essere stata la battaglia di Hogwarts, con un succedersi incalzante di
situazioni e personaggi. Il “professor Macnair”, cioè Bastian Macnair, è un OC
di AdhoMu, protagonista de L’assistente di pozioni (e di altre storie
dell’autrice), innamorato da sempre di Alicia Spinnet (entrambi bellissimi
personaggi nella caratterizzazione di AdhoMu). Il prossimo capitolo è ambientato
nella Stamberga Strillante, dove è già morto Severus Piton, e dove finalmente
ritornerà Lily (cosa diavolo avrà combinato, nel frattempo?)
Un abbraccio e un ringraziamento a voi tutti che
leggete e, soprattutto a ace995, AdhoMu e Barbie_Ettelanie_91, che mi aiutano
con le recensioni e le loro impressioni. A sabato! Gatty :)
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Capitolo 11 *** L'ottavo horcrux ***
Capitolo 11.
L’ottavo horcrux
Mi materializzai subito nella Stamberga Strillante, o almeno in
una stanza di quella catapecchia, al secondo piano: le finestre, in gran parte
rotte, erano chiuse da tavole inchiodate e, nella stanza, pendeva tristemente,
dalle pareti, una carta da pareti logora e sbiadita; dovunque mobili sfasciati.
Avevo la bacchetta in mano, pronto ad ogni evenienza, anche ad attaccare
Voldemort, se l’avessi trovato, anche se sapevo che sarebbe stato inutile se non
avessimo eliminato prima tutti gli horcrux… Non c’era nessuno. Mi precipitai
nelle varie stanze del piano, ma non c’era nessuno.
Poi scesi al piano inferiore su una scala malandata e
scricchiolante. E, nella prima stanza vicino alla porta, spalancata, vidi, in
un angolo, adagiato al suolo, il cadavere di Severus Piton, con la gola
squarciata. Il sangue gocciolava ancora. Qualcuno gli aveva pietosamente chiuso
gli occhi… Era come se qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco… Mi sentii
un attimo mancare, ma dovevo circare Lily: lasciai pertanto subito il corpo di
Piton e mi aggirai nelle varie stanze, cercandolo. Immaginavo di trovarla, da un
momento all’altro, in qualche angolo di quella maledetta stamberga, morta.
Ma non c’era nessun altro nell’abitazione. Poi, da una finestra,
la vidi materializzarsi, subito fuori dell’edificio e dirigersi verso
l’ingresso, leggermente zoppicando. I capelli erano tutti scarmigliati; aveva
dappertutto, sul viso, sulle braccia, sulle mani, sulle gambe, segni di ferite e
sangue rappreso. Il vestito era in più punti lacerato. Il volto aveva una
espressione di stanchezza e di enorme tristezza. Mi precipitai da lei.
- Lily, sono io! - le urlai gettandomi fuori dalla porta di
quella casa maledetta.
- Oh, Peter! Avevo proprio bisogno di te… - mi disse,
abbracciandomi - …Mio padre è morto…
- Lo so, Lily, l’ho visto. Mi dispiace molto - le dissi. E, per
la prima volta in quella giornata, stavo piangendo. Per Severus Piton e
soprattutto per Lily, che, immaginavo, stava provando un dolore atroce… Ma lei
non piangeva.
- Dobbiamo vendicarlo e uccidere Voldemort... E’ lui che l’ha
ucciso. E’ pazzo.
- Sì, ci pensiamo noi, vedrai. Mi racconti cosa è successo? - le
dissi. E poi: - Purtroppo abbiamo poco tempo. Tra neanche un’ora Voldemort
attaccherà di nuovo…
- Sì, Peter…. - mi disse - … Quando ti ho lasciato, ho cercato
Harry, ma non l’ho trovato. Però ho visto Ron ed Hermione entrare in un bagno e
ho pensato che lo stavano raggiungendo. Mi sono accodata a loro, anche se non
mi vedevano perché ero invisibile, e ho visto che armeggiavano intorno ad un
tubo. Ron ripeteva strani versi, finché è comparsa un’apertura e sono scesi nei
sotterranei. Li ho seguito, sempre invisibile…
- Sì, Lily - dissi - C’era Harry?
- No. Harry, ho capito dai loro discorsi, stava cercando con Luna
un horcrux nascosto nel castello, forse nella nostra Casa. Loro erano scesi per
prendere un dente dallo scheletro del basilisco, che Harry aveva ucciso alcuni
anni prima, che sarebbe stato in grado di distruggere un horcrux, una piccola
tazza, che loro due avevano… Io ero sempre invisibile… Non so, potevo anche
manifestarmi, ma avrei dovuto spiegare tante cose, e avevo molto fretta di
raggiungere Harry. Ma volevo anche prendere uno di quei denti… ho pensato che
potessero servirci per eliminare il serpente... Nagini… anche lui è un horcrux…
Comunque Hermione ha pugnalato la coppetta con un dente del basilisco e poi se
ne sono andati. Io sono rimasta lì, nella Camera dei Segreti, e ho preso un
paio di denti…
- Hai fatto bene, Lily! - le dissi.
- Poi mi sono messa forsennatamente a cercare Harry - continuò
Lily - in vari punti del Castello, materializzandomi e smaterializzandomi in
continuazione, ma ad un certo punto ho dovuto dare una mano alla McGranitt, ad
Angiolina Johnson e Seamus Finnigan, che erano attaccati dai Mangiamorte… Poi,
poco prima di schiantarne uno, ho letto nella sua mente che Voldemort aveva
ordinato a Lucius Malfoy di convocare mio padre alla Stamberga Strillante…
Dovevo andare da lui, ho pensato… Subito mi sono precipitata qui, ma appena
entrata l’ho visto… morto… Penso che per pochi secondi non ho incrociato Hanry…
ho sentito la sua voce e quella di Hermione, in lontananza… A quel punto non ho
capito più niente…
- Mi dispiace tanto, Lily… - dissi, abbracciandola forte.
- Non sono riuscito a parlare con lui. Era morto. Sono come
impazzita… L’ho lasciato lì, da solo, e sono uscita… volevo uccidere Voldemort,
volevo vendicarlo… Lo so, ho sbagliato. Non è possibile ucciderlo prima di
eliminare gli horcrux e ce ne erano ancora in giro almeno due: Nagini ed Harry
stesso. Anche se avessi eliminato il serpente, Voldemort sarebbe stato sempre
inattaccabile… Ho fatto una cretinata… ma non me ne importava, volevo vendicare
mio padre… non ero più lucida…
Lily che perde il controllo di se stessa. Mai era successo. Ma
logicamente era sconvolta per quello che aveva visto e per quello che stava
provando. Provavo una grande sofferenza per lei e mi faceva anche male il suo
tentativo di rimanere lucida e spiegarmi tutto, senza piangere… Forse avrebbe
sofferto di meno se si fosse messa a piangere…
- Li ho raggiunto poco dopo, nei pressi della foresta proibita,
quel maledetto mago ed il suo maledetto serpente, dentro una bolla magica di
protezione - continuò Lily - Subito ho lanciato un potente incantesimo, che
avevo letto in uno dei libri di mio padre, alla bolla di protezione magica e
sono riuscita a farla svanire. Poi ho colpito con uno dei denti del basilisco il
serpente…
- L’hai ucciso! - esclamai.
- No, per quanta forza e volontà ci ho messo, il dente del
basilisco non è penetrato nella sua pelle. Era come se fosse invulnerabile e
indistruttibile e, dopo il secondo o il terzo colpo, la sua pelle ha addirittura
spezzato la zanna di basilisco. E quel mostro di Voldemort si è accorto subito
di ciò che stavo facendo e… mi ha cruciato urlando insulti nei miei confronti,
mi ha chiamato “schifoso pidocchio”, mi ha colpito più volte con qualche
maledizione. Poi mi ha lanciato l’Avada Kedavra, mandandomi all’inferno,
diceva. Ma, come vedi, non sono morta… sono svenuta… non ho visto più niente…
sono stata schiantata… come l’altra volta…
Mentre parlava cercavo di rimanere lucido, anche se non era
facile: la paura, l’angoscia, il dolore mi attanagliavano… Probabilmente quel
pazzo pensava d’averla uccisa e se ne era andato con il suo maledetto rettile;
Lily era una mezza respingente (sia benedetta sua madre!) e riusciva a resistere
all’Avada Kedavra, come era successo alcuni anni prima (io ne ero testimone), e
questo Voldemort non poteva saperlo… Ma come mai non era riuscito a colpire, ad
uccidere, quel maledetto rettile? Non ne avevo idea. Era un horcrux, ce l’aveva
detto Piton. E i denti di basilisco distruggono gli horcrux, ne ero sicuro.
Rimasi in silenzio. Ma Lily aveva letto nella mia mente, come era solita fare.
- Ho capito, penso - mi disse - come mai non sono riuscita ad
uccidere il rettile.
E subito cominciò a spiegarmi ciò a cui era arrivata, in parte
per congettura, in parte per aver visto una parte della verità nella mente di
quel pazzo di Voldemort, nell’istante in cui la colpiva (come poi mi ha
raccontato). Il Signore Oscuro era instabile mentalmente, ne avevamo anche il
sospetto prima, anche e soprattutto per la sua forsennata (e diciamo pure folle)
idea di creare sei horcrux… numero del tutto immotivato (anche i maghi più
malvagi ne hanno creato solo uno), se non per raggiungere il numero magico per
eccellenza, il sette (sei horcrux e un frammento nella sua anima, quindi).
Logicamente non sapeva (come noi sapevamo, come ci aveva spiegato mio suocero, e
come sapeva anche Silente) che il sesto horcrux, creato involontariamente, era
lo stesso Harry e aveva voluto crearne un altro (che sarebbe stato quindi il
settimo, anche se lui non lo sapeva). E, non potendo avere qualche oggetto
magico particolare in cui fondere quel maledetto frammento della sua anima,
aveva inserito l’ultimo horcrux nel serpente Nagini, a cui era particolarmente
affezionato e dal cui veleno di era nutrito negli anni precedenti. Ma gli
horcrux si accorpano ad oggetti, non ad esseri viventi… Pertanto, quando aveva
creato l’ultimo horcrux, la sua anima, già molto frammentata e particolarmente
instabile, aveva aderito solo in parte a Nagini, mentre in parte era scivolata
fuori aderendo all’oggetto inanimato più vicino. In definitiva, il serpente,
Nagini, non poteva morire finché non si fosse eliminato prima l’oggetto in cui
c’è una parte dell’anima di Voldemort in lui… Insomma Voldemort aveva messo una
parte della sua anima in Nagini, ma questa parte si era scissa in due: una era
nel serpente, l’altra in un oggetto… bisognava distruggere prima l’oggetto, poi
il serpente, poi Voldemort… Tutto maledettamente complicato.. un altro horcrux,
l’ottavo, di cui nessuno era a conoscenza…
- E qual è questo oggetto, Lily? - chiesi.
- Penso che sia l’unica cosa che era vicino al serpente quando ha
creato l’ ultimo horcrux, qualcosa di cui non si è accorto neanche Voldemort…
- E cos’è? - gli chiesi - L’hai capito?
- La bacchetta che Voldemort ha utilizzato: questa - mi disse - e
tirò fuori una vecchia bacchetta rotta. - Ora ne ha un’altra… questa è stata
distrutta in un duello con Harry… come ho intravvisto, per un istante penetrando
nella sua mente… Quando mi stava per uccidere sono riuscito a scardinare, per
una frazione di secondo, le sue difese mentali… te l’ho detto che è instabile… e
non è stato difficile.
Ero sbalordito. Di tante cose. Avevamo tra le mani un pezzo
dell’anima di quel cane di Voldemort.
- Ma sei sicura che sia un horcrux? - le chiesi.
- Sì… e ti faccio vedere… - mi disse.
Lanciò a terra la bacchetta rotta e poi disse, semplicemente. -
Accio horcrux!
La bacchetta volò e ritornò nella sua mano.
- Ma la bacchetta, dove l’hai trovata?
- Ho letto nella mente di Voldemort, come ti ho detto - disse
Lily, rabbrividendo, inorridita - per un solo istante, mentre mi ha lanciato
l’Avada Kedavra… Per un attimo ho visto tutto… anche la morte di mio padre… e
anche la scena della creazione degli horcrux… Poi la maledizione mi ha colpito e
ho perso i sensi. Ma ho visto anche il luogo preciso dove aveva nascosto la
vecchia bacchetta rotta… dentro la cavità di un albero, nella Foresta Proibita,
non lontano da qui…. Lui non sapeva che fosse un horcrux, ma ha voluto
nasconderla lo stesso… Io allora mi sono materializzata nelle vicinanze e l’ho
presa… Dobbiamo distruggerla…
- Sì, dobbiamo distruggerla - ripetei - o non si potrà uccidere
il serpente … ed Harry non potrà porre fine a tutto.
- Sì, sono tornata qui a riprendere una delle due zanne del
basilisco, che mi è caduta quando ho visto mio padre… ce l’avevo in mano…
quando mi sono lasciata andare… è stata solo un attimo… scusami, Peter…
Povera Lily. Si giustificava di aver perso un attimo la testa
davanti al corpo del padre…
- Oh, Lily, mi dispiace molto… - le dissi. Povero amore mio -
Devo andare io a prendere la zanna?
- No, andiamo insieme. Vorrei rimanere insieme a mio padre, ma
devo completare quello per cui è morto. Lui lo sa, poi ritorniamo da lui…
Entrammo nella Stamberga Strillante e tornammo nella stanza in
cui giaceva Severus Piton… il sangue non scendeva più dalla ferita…. Lily lo
guardò, represse le lacrime e si diresse verso un angolo. Per terra, tra
innumerevoli altre cose, c’era una lunga zanna acuminata…. Lily la prese con la
mano, mentre la bacchetta sembrava essersi accorta di qualcosa, tra le mie mani.
Vibrava, sembrava volersi divincolare…
Poi percepii che si stava difendendo… probabilmente il frammento
di anima di Voldemort voleva inviare immagini inquietanti a Lily, che stava per
ucciderla… ma lei aveva uno sguardo deciso e si preparava a far calare il colpo…
Evidentemente i suoi poteri di respingente la rendevano inattaccabile. Allora
quel rimasuglio di anima provò con me. E, in un attimo, sentii nella mia mente,
l’arrivo di una serie di immagini ambigue… di potere, gloria, successo… al
fianco del Signore Oscuro… C’era Voldemort che mi chiamava “Mio fratello, degno
erede di Abraxas Onellius… unisciti a me e costruiremo un mondo migliore… Sarai
ricordato dalle generazioni future come benefattore del mondo magico…”.
Allontanai infastidito quelle immagini… mi faceva schifo solo pensare di
trovarmi a contatto con quei luridi esseri (sia Voldemort, che odiavo
profondamente, come odiavo quello che lui rappresentava, sia il mio maledetto
antenato ammazzababbani).
Subito si formarono, nella mia mente, altre immagini: tre
ragazze, lascive, completamente nude, cercavano di toccarmi, dappertutto, mi
volevano… una era Astoria Greengrass, bella, innamorata, sensuale che voleva
baciarmi e con le mani mi provocava: “Ti voglio, ti voglio - diceva l’immagine -
Sarò tua, solo tua…”; l’altra Hermione Granger, tutta nuda, voleva concedersi a
me, lussuriosa ed eccitata…; a terra, in una posizione oscena ed invitante, si
era sdraiata Ginny Weasley…
Beh, se era il massimo che poteva fare, quel maledetto horcrux,
era proprio patetico. Io avevo Lily… e Niamh, che mi aspettava a casa!
- Elimina per piacere questo stronzo - dissi a Lily - Mi sta
veramente rompendo le palle!
- Tienilo fermo - mi disse - Sarà questione di un attimo.
Bloccai la bacchetta per terra. Lily con un colpo seccò colpì il
legno con la zanna del basilisco, senza nessuna esitazione. Dalla bacchetta
sembrò uscire qualcosa, come un rivolo di sangue…
- Ora andiamo, Peter. Poniamo fine al potere di quel pazzo. Ora
tocca al serpente - mi disse Lily - Dobbiamo dividerci di nuovo, Peter .
Non avrei voluto, ma non dissi niente. Lei sapeva cosa doveva
fare, io le dovevo solo stare al fianco, e cercare di fare al meglio quello che
lei mi avesse chiesto.
- Dimmi, amore. Cosa vuoi che faccia? - le domandai.
- Cerca i centauri. Forse ti aiuteranno, se chiedi loro di
combattere… Ti devono un favore - mi disse.
- Va bene, Lily - e poi: - Tu cosa farai?
- Torno ad Hogwarts e penso al serpente, appena ne avrò la
possibilità… serve però un oggetto magico capace di eliminare un horcrux…
ardemonio, denti di basilisco… la spada di Grifondoro! Quella che mio padre
voleva che Harry avesse! Si può estrarre dal Cappello Parlante, mi hai detto…
- Quella però solo un Grifondoro può estrarla ed usarla e noi
siamo Corvonero! - dissi.
- Vedrò cosa posso fare. E, al momento opportuno, colpirò la
protezione magica che circonda quel maledetto rettile… L’ho già fatto e so come
farlo! E allora Voldemort sarà mortale e…
- Deve ucciderlo Harry, ti ricordi la profezia? - chiesi a Lily
- Sì, non preoccuparti. Ricordo tutto e non farò sbagli. E si
pentirà di quel che ha fatto a mio padre. E tutti quei suoi maledetti seguaci
con lui - disse Lily risoluta - Giuro che la pagheranno…
Poi si voltò a guardare suo padre, immobile, a terra: - Ciao,
babbo. Ti lasciamo per poco. Finiamo noi, non preoccuparti. Ci pensiamo io e
Peter…
Poi, voltatasi verso di me: - Sta’ attento... Niamh ha bisogno di
te…
- Non vedo l’ora di tornare da lei. Sta’ attenta anche tu - le
dissi - Ha più bisogno della sua mamma…
E, un attimo dopo, mi materializzai dentro la foresta proibita.
Oddio, visto la determinazione di Lily e Peter, mi
fa quasi pena il “povero” serpente! Vediamo cosa combineranno nella prossima
puntata, che di fatto è l’ultima, prima dell’epilogo… Entreranno in scena i
centauri, sembra…E (giusto per non farci mancare niente), tornerà anche, per il
gran finale, Judith MacDonald con il suo (giustificato in effetti… ) desiderio
di vendetta!
Un abbraccio e un ringraziamento a voi tutti che
leggete e, soprattutto a ace995, AdhoMu e Barbie_Ettelanie_91. Alla prossima
(mercoledì). Gatty :)
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Capitolo 12 *** La fine dell'incubo ***
Capitolo 12
La fine dell’incubo
Mi ero materializzato dentro la foresta proibita. Avevo messo
l’anello in bocca: potevo imbattermi in qualche mangiamorte e loro non dovevano
sospettare che stavamo preparando una sorpresa, magari attaccandoli alle spalle.
Dove diavolo erano andati a finire i centauri? Mi aggirai nella
foresta, materializzandomi qua e là… finché, ad un certo punto, vidi una strana
“processione”: erano decine di persone… decine di mangiamorte, seguiti da un
paio di giganti, che si dirigevano verso Hogwarts! Davanti c’era Hagrid che
portava tra le braccia qualcuno… che conoscevo: Harry Potter…. morto! E, dietro,
quel mostro di Voldemort (era la prima volta che lo vedevo, dal vivo, ma era
impossibile non riconoscerlo: era un mostro esteriormente, come lo era
interiormente), la sua più importante collaboratrice, la bella e malvagia
Lestrange, e alcune decine, forse un centinaio, di mangiamorte sghignazzanti…
Pensai per un attimo che tutto era finito! Voldemort aveva vinto:
Harry era morto. Ma poi dissi a me stesso: - No, devo avere fiducia in Lily… e
in Severus Piton e Silente. Il piano rimane lo stesso, con Harry o senza Harry:
contattare i centauri, eliminare il serpente, uccidere Voldemort… a costo di
morire nel tentativo…
Hagrid, in quel momento, urlò, rivolto a qualche ombra che si
intravvedeva nella foresta: - Cassandro! Sei contento, eh, che non avete
combattuto, branco di ronzini codardi che non siete altro? Siete contenti che
Harry Potter è morto?
Intanto i mangiamorte continuavano a sghignazzare… Qualcuno
insultava i centauri, chiamandoli “brocchi” e “ronzini”… Quei maledetti
mangiamorte erano tutti felici… La scena era allucinante. Aspettai che
passassero tutti (andavano lentamente verso Hogwarts) e mi materializzai nella
zona in cui immaginavo si trovassero i centauri. Erano alcune decine, forse un
centinaio
- I centauri non hanno mai combattuto nelle guerre dei maghi! -
stava urlando Cassandro, rivolto ad un gruppo di suoi simili.
- Ma, padre, - esclamava sua figlia Belit, la mia amica
centaurina, che era davanti a lui - non è giusto rimanere neutrali in questa
occasione. Il Signore Oscuro odia quelli che chiama “ibridi”…
Apparvi improvvisamente, in mezzo al gruppo che, non
aspettandomi, si spaventò. In un attimo mi trovai puntate addosso tutte le armi
possibili. Pensando alle frecce maledette dei centauri… non posso dire di essere
stato felice della cosa…
- Sono Peter O’Neil. Mi avete detto che sarei potuto ricorrere a
voi per chiedere aiuto. Circa due anni fa…, vi ricordate?…. - urlai
- Peter! - disse Belit, e cavalcò verso di me e mi abbracciò,
mentre gli altri centauri abbassavano le armi -. Come sei conciato? Hai
combattuto? Stai combattendo?
- Sì, sto ancora combattendo. Io e mia moglie, Lily Anderson,
vogliamo porre fino a tutto questo, vogliamo eliminare Voldemort. Ho bisogno del
vostro aiuto, vi imploro - dissi, guardando negli occhi Cassandro e gli altri
centauri.
- Ti dobbiamo la vita delle nostre femmine e dei nostri puledri -
disse Cassandro, stancamente - ma i Centauri non si immischiano nelle guerre dei
maghi… è la tradizione…
- Io, francamente, me ne frego della tradizione, padre - urlò
Belit - Io aiuto gli amici e rispetto la parola che do… Tu gli hai promesso che
l’avresti aiutato, se fosse capitata l’occasione…
Un mormorio d’assenso circolò tra tutti i centauri. E anche
Cassandro, fatto un mezzo sorriso, disse semplicemente: - Sì, hai ragione,
Belit. Andiamo a combattere. Oggi, per la prima volta nella loro storia, i
centauri combatteranno in una guerra di maghi…
In un attimo giungemmo ai margini della foresta proibita.
Voldemort e la sua malvagia processione di Mangiamorte erano giunti davanti al
castello… Hagrid aveva deposto il corpo di Harry Potter a terra e quel buffone
pazzo stava arringando i difensori… alcune decine di maghi, soprattutto ragazzi,
che erano usciti nel piazzale antistante l’entrata… abbattuti, disperati,
piangenti, urlanti davanti al corpo del povero Harry.. C’era Hermione… e Ron… e
Ginny…
Neville Paciock stava davanti a tutti e provocava Voldemort,
dicendogli, coraggiosamente, che non si sarebbe mai unito a lui. In un attimo
quel mostro lo legò con delle funi magiche, poi fece uscire dalla finestra…
richiamato da qualche incantesimo… il Cappello Parlante! Cosa diavolo voleva
fare?
- Non ci sarà più alcuno smistamento ad Hogwarts… - mi sembrò che
dicesse. E calò il cappello su Neville, incendiandolo…
- Presto, attacchiamo - dissi a Cassandro, che si rivolse ai
suoi: - Scagliate le frecce e poi andiamo all’attacco! Nessuna pietà!
E i centauri subito scagliarono le loro frecce contro i
Mangiamorte che, perfettamente calibrate, scesero a decimare il gruppo… erano
frecce magiche, che provocavano ferite difficilmente curabili… coloro che
vennero colpiti dalle frecce, si contorcevano a terra tra grandi dolori… Poi,
dopo il lancio, i centauri si gettarono all’attacco, cavalcando contro di loro
all’impazzata e anch’io mi unii a loro, materializzandomi proprio in prima
linea. E non eravamo soli: a noi si erano uniti i thestrall (ora li vedevo, mio
Dio, per la prima volta… erano grandi, spaventosi, spettrali…) che attaccavano i
due/tre giganti rimasti; apparve anche Grop (il mio ex nemico gigantesco, che
ora combatteva dalla nostra parte, evidentemente), che si lanciò anche lui
contro i due giganti sopravvissuti, e anche un ippogrifo, che cercava di
beccarli negli occhi.…
E non eravamo soli: dall’altra parte della radura, potevo vedere
benissimo che alcune decine di maghi stavano correndo, come facevamo io e i
centauri, anch’essi per attaccare i Mangiamorte!
Nel frattempo, davanti al castello, era capitato qualcosa di
strano… La bolla che circondava il serpente era scomparsa! Lily, che sicuramente
era lì, da qualche parte, l’aveva eliminata, lo sapevo. E aveva anche liberato
Neville Paciock. che, con la spada di Grifondoro in mano, aveva tagliato la
testa all’orribile serpente, aveva ucciso Nagini…
In effetti, Lily era vicino a Paciock, come poi mi ha raccontato,
perfettamente invisibile: in un attimo ha spento le fiamme che avviluppavano il
Cappello, ha liberato Paciock, urlandogli di estrarre la Spada dal Cappello
Parlante ed uccidere il rettile, e ha distrutto, per la seconda volta, la
protezione magica che circondava quel maledetto rettile. Neville, d’istinto (non
penso che abbia mai saputo da chi proveniva la voce… avrà pensato di essersela
immaginata!), subito si era mosso e aveva troncato la testa a Nagini: l’ultimo
horcrux era stato distrutto! Questo naturalmente l’ho saputo dopo, quando Lily
stessa me l’ha raccontato. In quel momento invece non pensavo a niente, se non a
gettarmi nella mischia, urlando come un forsennato (in effetti in quel momento
lo ero) e colpendo tutti i Mangiamorte che mi si paravano davanti. E anche i
maghi venuti da Hogsmeade, gli studenti di Hogwarts, i thestrall e i centauri li
attaccavano contemporaneamente. Il corpo di Harry Potter era scomparso e
Voldemort e i seguaci si precipitavano nella Sala Grande, non potendo sostenere
all’aperto l’assalto di tutti i loro nemici… e qui iniziò un’altra battaglia, in
cui intervennero anche gli elfi domestici, armati di coltelli e mannaie, che
attaccarono e progressivamente sommersero, uccidendoli uno dopo l’altro, tanti
Mangiamorte. Erano guidati da un bruttissimo elfo con un medaglione al collo,
che li spingeva a combattere per il suo padrone, ucciso evidentemente da
Voldemort…
Dov’era Lily? L’avevo persa di vista… Poi la intravidi combattere
dall’altra parte della sala… stava anche lei colpendo i Mangiamorte… dovevo
raggiungerla… Ma mi ero distratto un attimo e fui colpito da qualcuno di quei
disgraziati, al braccio…. la mia bacchetta cadde a terra, non controllavo più il
braccio, né l’anello di Corvonero…. Sentii un dolore tremendo … Due o tre
Mangiamorte mi erano sopra e… ho pensato in quel momento che non avrei più
rivisto Lily, né Niamh… ho pensato a mia figlia, convinto di morire… non potevo
mantenere la promessa che le avevo fatto…
Per fortuna fui subito affiancato e protetto da…Judith MacDonald
che, insieme al marito, al fratello, alla cugina e a tutti i familiari, stava
anche lei partecipando alla battaglia: appena saputo, da Aileen, ciò che era
successo e ciò che stava succedendo, aveva radunato parenti e amici, si era
precipitata ad Hogsmeade, dove aveva incontrato Charles Weasley e Horace
Lumacorno che stavano organizzando i soccorsi. I MacDonald si erano pertanto
uniti a loro ed erano venuto a combattere per noi e con noi…
Judith e i MacDonald si sbarazzarono in un attimo dei
Mangiamorte, facendo schizzare il loro sangue dappertutto (che diavolo di
maledizioni oscure sapevano usare?). Judith intanto si rivolgeva a me, cercando
di medicare la ferita con alcuni incantesimi congelanti: - Peter! Tutto bene?
Non sembra grave…
- Sì, grazie a te e al vostro intervento - dissi - E’ stato
provvidenziale.
- E’ stato provvidenziale il tuo, prima, con Aileen. Mi sembrava
di morire… Quando ho saputo cosa volevano fare quelle bestie a mia figlia… -
aggiunse lei. - Non potremo mai sdebitarci…
- Sono io in debito con te e con tutti voi - aggiunsi - per tante
cose…. I due si trovano, schiantati, nella casa vicino all’Ufficio postale…
Bisognerà poi avvisare gli Auror…
- I due non ci sono più… - mi disse sottovoce… - ed è meglio non
chiedere in giro che fine abbiano fatto… Nessuno li troverà più… o forse
troveranno solo l’Auror, ancora non ho deciso… l’altro, quello schifoso di
Meadowes, non avrebbe dovuto fare ciò che ha fatto…
Quella fu l’ultima volta che li menzionammo, né ho provato più a
chiedere di loro a Judith o agli altri MacDonald… Eyr, l’auror, fu trovato
qualche giorno dopo, nella Foresta Proibita, in stato confusionale, gravemente
ferito e semiparalizzato; aveva subito, tra l’altro, un potente incantesimo di
memoria irreversibile e non si ricordava neanche chi fosse: l’hanno portato al
San Mungo ma, per quanto ne so, i danni sono permanenti e anche adesso a stento
ricorda il suo nome… Dell’altro, Meadowes, invece, si perse per molto tempo ogni
traccia. Fu dichiarato per un certo periodo disperso in battaglia. Alcuni anni
dopo hanno trovato le sue ossa in una tana di acromantule ed è stato dichiarato
ufficialmente morto: secondo la Commissione Magica per le Onoranze ai Caduti
nella Battaglia di Hogwarts, è stato catturato da Mangiamorte non identificati
che, prima di calarlo ancora vivo nella tana delle Acromanule, gli hanno
conficcato i resti della sua bacchetta in alcune parti del corpo non meglio
specificate… gli è stata anche assegnata una medaglia (alla memoria) per aver
lottato eroicamente nello scontro contro Voldemort ad Hogwarts… Personalmente,
ho i miei dubbi che l’abbiano ucciso i Mangiamorte, ma mi attengo a quanto ha
detto la commissione… A proposito, era presidente della Commissione Bruce
Montague, il marito di Judith…
Ma posso tornare alla narrazione della battaglia, che ormai, per
fortuna, volgeva al termine… Molly Weasley, la madre di Ron e Ginny, aveva
appena eliminato la Lastrange e Harry, miracolosamente apparso, stava al centro
della Sala, combattendo contro il Signore Oscuro. Tutti noi ci eravamo fermati e
guardavamo il duello. Lily ci aveva visto e ci aveva raggiunto, graffiata,
distrutta, coperta di sangue (per fortuna non suo) ma viva, e mi si era
praticamente gettata addosso, abbracciandomi. Guardavamo, come ipnotizzati,
quello che stava succedendo… Harry e Voldemort stavano duellando… e Harry diceva
che Severus Piton era sempre stato dalla sua parte… non so come, ma lo sapeva!
Poi ci fu, velocissimo, l’ultimo scontro, proprio quando un raggio di sole
entrava nella Sala Grande… La notte era finita…. e la maledizione di Voldemort
rimbalzò contro quella di Harry e tornò su di lui, uccidendolo!… Finalmente quel
mostro cadde…per sempre!… Lo maledissi mentalmente augurandogli di andare nel
punto più profondo dell’Inferno… Era tutto finito!
Accanto a noi ci fu una grande esplosione di gioia. Io guardavo
Lily che, finalmente, cominciava a piangere… un pianto dirotto. La presi tra le
braccia stringendola forte. Non bisognava essere legilimens per capire che stava
pensando a suo padre e a tutto quello che aveva passato.
Intorno a noi tutti festeggiavano, si abbracciavano, piangevano,
non credevano ai loro occhi. Ci trovammo ad abbracciare non so quanti maghi o
streghe, tra cui Charles Weasley (“Sono contento di ritrovarti, Peter!”), Luna
(“Sapevo che eravate dalla nostra parte! L’avevo detto a Neville e a Ginny!”) e
Paciock (“Grazie, Peter… Ti devo la vita!”). Harry, Hermione e Ron erano
circondati da decine di maghi che volevano parlare, abbracciare, piangere con
loro. Lavanda, poco lontano ferita da un lupo mannaro (che le aveva squarciato
il collo), mi sorrideva debolmente facendo un gesto di vittoria con le dita
alzate. Andammo vicino a lei e la consolammo per la ferita, che le faceva
tremendamente male. Per fortuna la ferita, pure maledetta, non era mortale, né
c’era pericolo di contagio, non essendo una notte di luna piena…Avrebbe dovuto
fare una lunga terapia, ma sarebbe guarita…
Poi, mentre tutti continuavano a piangere e a festeggiare
(stranissima situazione), Lily mi disse semplicemente: - Andiamo in infermeria
per la tua ferita… Dopo mi faccio aiutare dai MacDonald per recuperare il corpo
di mio padre…
- Non preoccuparti per me, Lily. Penso io alla ferita, non è
niente di grave… riesco a camminare - Poi, rivolto a Bruce Montague e Wayne, che
mi stavano vicino: - Scusate, potremmo chiedervi un favore?
Lasciammo Lavanda egli altri e ci spostammo, io verso
l’Infermeria (o quello che restava), Lily e i nostri due amici alla Stamberga
Strillante. Di lì portarono corpo di Severus Piton ad Hogwarts… La commozione
per il preside Piton era unanime e una mesta processione di ex alunni, molti con
le lacrime agli occhi, venne a formarsi intorno a noi.
Poi, dopo qualche ora, lasciati i MacDonald ad occuparsi del
povero professor Piton, ci dirigemmo verso il bagno del sesto piano (ancora
miracolosamente integro e raggiungibile, anche se varie zone del Castello erano
state fortemente danneggiate), per passare poi, tramite il bosco degli Inferi,
in Irlanda. Eravamo distrutti e non vedevamo l’ora di riabbracciare Niamh… Per
fortuna mia sorella era con lei ed era tranquilla, dato che Sskarr (uno dei più
anziani ed esperti elfi domestici dei MacDonald) era riuscito a contattarla e a
riferirgli brevemente quanto era successo e che noi stavamo bene. Lily poi
sarebbe andata dalla madre… ma prima voleva un attimo riabbracciare la nostra
piccola.
Mentre ci recavamo al sesto piano incrociammo Kain Montague che,
ferito lievemente in un braccio e già medicato, stava organizzandosi per tornare
a casa: per fortuna anche la sua ferita, come la mia, non era grave.
- Ehi, Peter, Lily. Vi aspettiamo a casa nostra il prima
possibile. Cosa dite? Così ci fate conoscere Niamh… - ci disse.
Mi venne da sorridere: la vita ricominciava… ora senza l’angoscia
provocata da quel pazzo di Voldemort, scomparso per sempre.... Gli dissi, con un
mezzo sorriso: - Buona idea … ti manderemo presto un gufo…
Poi continuammo per il bagno del sesto piano. E, all’improvviso,
girato un angolo, ci imbattemmo proprio nel trio dei “Salvatori”, proprio in
Harry Potter, Hermione e Ron! Erano sporchi, graffiati, insanguinati, quasi
peggio di noi! Si vedeva che erano, anche loro, distrutti e addolorati per le
tante morti, ma contemporaneamente sollevati per la fine dell’incubo… Non so
come avessero fatto a lasciare le decine di maghi e streghe che li avevano
attorniati, da quando Voldemort era morto…
Ci abbracciammo subito, mentre Hermione, sorridendoci, ci diceva:
- Oh, Peter, Lily. Che bello vedervi. La McGranitt ci ha detto che le avete
salvato la vita l’anno scorso… e abbiamo saputo che avete salvato anche quella
di Bill! E da Charles e Kingsley, da Lavanda e dagli altri tutto quello che
avete fatto questa notte!… Ci avete aiutato… non solo oggi… in questi anni, non
è vero? Non so come, ma l’avete fatto… Vi siamo tanto riconoscenti…
- No - dissi, interrompendola - siamo noi e tutto il mondo magico
che dobbiamo molto a te, a Ron e ad Harry… Siete stato un esempio per tutti noi…
Sappiamo tutto della vostra missione…
- Sì - disse Lily - Severus Piton era mio padre, e ce ne ha
parlato. E abbiamo collaborato con lui per uccidere quel mostro… d’accordo con
il preside Silente… Ma ne parleremo un’altra volta, ora stiamo tornando da
nostra figlia… Abbiamo una bimba di nome Niamh e… ci manca tantissimo
Harry avevo uno sguardo sbalordito. Ne aveva passate tante, ma
non immaginava, evidentemente, l’esistenza di una figlia di Severus Piton, né
che qualcun altro aveva collaborato, dietro le quinte, al successo del loro
progetto.
Hermione e Ron di nuovo si precipitarono su di noi:
- Congratulazioni, ragazzi - dissero all’unisono, abbracciandoci.
Ed Hermione: - Una bimba! Me l’avevano detto, ma non volevo crederci… E siete
più piccoli di noi!
Dicendo questo arrossì e guardò con uno sguardo indecifrabile
Ron… che sorrise. A cosa stavano pensando?
Harry era commosso e ci strinse forte: - Grazie di tutto,
ragazzi! Siete proprio in gamba! - disse.
- No, quello in gamba sei tu! - gli dissi, poi mi corressi: -
Siete voi!
- Ora andate, ragazzi, da Niamh… e a presto. Sono sicuro che ci
vedremo prestissimo… - disse, ora proprio con le lacrime agli occhi, Hermione. E
ci abbracciò ancora.
- Sì, nostra figlia ci aspetta… Ma ci rivedremo tutti presto… ve
lo prometto… e ci racconteremo tutto… - disse Lily, anche lei commossa.
Lasciati Harry, Hermione e Ron, entrammo quindi nel bagno
(miracolosamente intatto) e poi nel Bosco degli Inferi. E, un attimo dopo,
finalmente, eravamo in Irlanda. Sani e salvi, grazie a Dio.
Yeeeh! E’ finita la battaglia e i nostri due amici
ce l’hanno fatta! E finalmente hanno parlato con Harry e company! Era qualche
fan fiction che volevo che si chiarissero, almeno un pochetto! Ora manca solo
l’epilogo, che sarà ambientato undici anni dopo… Cosa sarà successo nel
frattempo? Beh, penso che dopo le sofferenze della battaglia, tutto fili liscio
per Lily e Peter… Appuntamento sabato per il gran finale. Un ringraziamento a
voi tutti (e, in particolare, a ace995, AdhoMu e Barbie_Ettelanie_91). Un
abbraccio. Gatty :)
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Capitolo 13 *** Epilogo (undici anni dopo) ***
Capitolo 13.
Epilogo (undici anni dopo)
- Mi comprate un gufo, per favore? - ci disse Niamh, passando
davanti al negozio di Diagon Alley, dove, tanti anni prima, avevo conosciuto
sua madre. - Così potrò scrivervi ogni giorno da Hogwarts… Occhialuto è
troppo vecchio…
- Se tua madre vuole… - dissi. Ma sapevo che la risposta
sarebbe stata affermativa.
- Io proporrei un bel rettile… magari un’iguana… magari porta
bene e capiterai a Serpeverde! - propose Aileen, che ci accompagnava nel
giro a comprare il materiale (libri, pergamene, penne) per nostra figlia,
che avrebbe dovuto frequentare, di lì a qualche giorno, il suo primo anno ad
Hogwarts.
Aileen era diventata una splendida ragazza e, il mese
successivo, si sarebbe sposata con Cedric Nott, appartenente ad un’illustre
casata delle Higlands. Io e Lily saremmo stati i testimoni della sposa,
insieme ad Astoria Greengrass e Draco Malfoy (già convolati da qualche anno
a nozze: Astoria era felicissima e anche Malfoy amava Astoria e sembrava
aver trovato, dopo tante traversie, una grande serenità).
In tutti quegli anni Aileen, e la sua famiglia, ci erano
sempre stati vicino e la nostra amicizia con tutti i MacDonald, e gli altri
membri del clan, era sempre più solida. Noi comunque, vivevamo tranquilli
nella nostra casetta in Irlanda, protetti da potenti incantesimi
anti-intrusi (il mondo magico è, a volte, veramente asfissiante e
selezionare i contatti non è una cattiva idea), insieme a Niamh, a Seanna e
Ryann (i nostri gemelli, nati due anni dopo la nostra primogenita) e a Conan
(il nostro ultimo nato, che doveva compiere ancora cinque anni). Avevamo
lasciato i gemelli e il piccolo da “zia Ely” che, insieme al marito e ai
figli, viveva vicino a noi.
Come detto, i MacDonald-Montague ci avevano accolto nella
loro grande famiglia e passavamo quasi tutte le estati con loro, da dieci
anni in qua, cioè da quando Voldemort era stato sconfitto (anche per merito
di Lily) ed io avevo salvato la vita ad Aileen. I nostri figli erano
praticamente stati adottati da tutto il clan e scorazzavano liberamente nel
castello scozzese.
- Ehi, guarda un po’ chi si vede qui in Inghilterra! - sentii
dire alla mia destra.
Mi girai e vidi Ron, che passeggiava con Hermione e Rose,
loro figlia, una bimbetta di tre anni, iperattiva.
- Ciao, Ron! Ciao, Hermione! - salutò subito Lily, andando ad
abbracciarli e facendo le feste alla bambina. Li seguimmo poi io, Aileen e
Niamh, che si misero subito a parlare e giocare con Rose.
Avevamo con loro contatti da molti anni, da quando la grande
famiglia Weasley-Potter aveva saputo del ruolo che avevamo ricoperto nello
scontro con Voldemort e negli anni precedenti… e molto gentilmente avevano
acconsentito alla nostra richiesta di permetterci di vivere in pace, non
menzionando il nostro apporto alla battaglia, ma anche giustificandoci in
ogni occasione presso i funzionari del Ministero. Del resto, avere tra le
proprie conoscenze anche il Primo Ministro, Kingsley Shacklebolt (che aveva
un ottimo ricordo di me), comporta dei vantaggi… se non altro allontanare
dalla mia famiglia la stampa e, soprattutto, una odiosa Rita Skeeter, che
cercava disperatamente di rimestare nelle vicende per qualche sua patetico
articolo scandalistico. Certo, avevamo partecipato ai funerali dei caduti…
e ai funerali di Severus Piton, di cui tutti ora, saputa la verità,
tessevano le lodi, ma poi ci eravamo definitivamente trasferiti in Irlanda,
dove avevamo completato gli studi ed ora vivevamo tranquilli, in campagna,
insieme a Niamh e agli altri bambini. Avevamo del avuto abbastanza di
combattimenti, sangue, morti, esseri oscuri, profezie…
Mi ricordavo ancora la prima volta che era venuto a trovarci,
a casa nostra, Harry Potter (ora non più “il bambino che è sopravvissuto, ma
“il Salvatore del Mondo Magico”), avviato ad una prestigiosa carriera come
Auror, insieme a Ginny, allora ancora sua fidanzata, non ancora famosa
giocatrice delle Holyhead Arpies (di cui mia figlia sarebbe stata poi una
sfegatata tifosa) e sua futura moglie. I due erano stati estremamente
gentili e Ginny mi aveva chiesto di perdonarla per tutto quello che mi aveva
detto, e per quel che aveva fatto, quando le avevo impedito di prendere la
spada di Grifondoro: - Sono stata una stupida, Peter! Non sapevo tante cose
e ti prego di perdonarmi per tutto quello che ti ho detto… e per il gesto
che ho fatto, di cui mi vergogno profondamente… Vorrei non averlo mai fatto…
- No, non è vero, non sei stata stupida - le ho detto - Sei
stata molto coraggiosa. E di quel gesto non devi preoccuparti… dal tuo punto
di vista, allora, era pienamente giustificabile.
Li avevamo anche invitati a cena e quella era stata la prima
volta (prima di una lunga serie) in cui erano stati ospiti a casa nostra
(poi noi altre volte avevamo ricambiato). Il guaio con i “clan” magici
(parlo ora dei Weasley-Potter, ma il discorso si adatta anche ai
MacDonald-Montague) era che tutti i membri si impegnano in tutti i modi per
invitarti e non accettano rifiuti… Non potevamo mancare dai vari Weasley:
Arthur e Molly (i genitori di Ron e Ginny) avevano voluto conoscerci, ma
avevamo contatti anche con Bill, Charlie, George, addirittura, Percy, che ci
mandava ogni settimana gli aggiornamenti tecnico-legislativi delle nuove
leggi approvate dal Wizengamot… (di cui non ci importava assolutamente
niente!). Mentre loro sapevano ormai tutto di noi, eravamo quasi sconosciuti
al resto della comunità magica: Kingsley, Harry, Ron, Hermione e tutti i
nostri amici avrebbero voluto far conoscere il nostro apporto alla lotta
contro Voldemort, ma davanti al nostro rifiuto (Lily voleva solo vivere in
pace, serenamente, insieme ai nostri bimbi e anch’io ero d’accordo), si
erano arresi; non avevamo però potuto rifiutare le medaglia (Ordine di
Merlino, prima classe) che, insieme a quella di Severus Piton, avevamo
incorniciate in un quadretto sopra il camino della sala. Ma tutto era stato
“segretato” e, a parte gli amici, alcuni funzionari del Ministero e,
naturalmente Kingsley, nessuno sapeva troppi particolari su di noi.
La madre di Lily aveva trovato, da diversi anni, soprattutto
grazie alla vicinanza di Lily e dei nipotini, un po’ di serenità. Lily
lavorava in una biblioteca a Clifden: aveva superato a pieni voti l’esame di
ammissione… anche perché, secondo me, aveva letto, nella mente
dell’esaminatore, le risposte alle perfide domande che quello in
continuazione le faceva. Io lavoravo invece al Ministero degli Esteri
(quello Magico) Irlandese, mentre mia sorella, insieme ad Alan, suo marito,
aveva aperto un pub, molto frequentato dai turisti “babbani” che
frequentavano il Connemara (con emporio annesso di prodotti magici per i
maghi e le streghe di passaggio): insomma vivevamo in bilico tra mondo
magico e mondo non magico, cercando di prendere il meglio dai due mondi…
- Come sei cresciuta, in questi mesi, Niamh! - disse Hermione.
- Perché non venite a trovarci?
- Dovete venire voi in Irlanda - dissi - Ce l’avevate
promesso, non ricordate?
- Eh, magari! - aggiunse Ron - Ma Hermione è sempre
impegnata… si sta dando alla politica… un giorno, ne sono sicuro, diventerà
Primo Ministro!
Ci mettemmo tutti a ridere… ma, a pensarci bene, ero convinto
che, prima o poi, lo sarebbe diventata… era dannatamente in gamba nel suo
mestiere!
- Parlavamo di voi con Harry qualche giorno fa - disse Ron -
Dobbiamo consegnarvi una serie di oggetti appartenuti a Severus Piton… a tuo
padre, Lily… che erano stati sequestrati dal Ministero subito dopo la
battaglia… Poi, sai, come va con la burocrazia magica… sono passati più di
dieci anni… Ma ora è tutto a posto: tu sei l’erede universale del preside
Piton…
Sì, Piton aveva fatto nel testamento vari lasciti alle
persone a lui care (compreso Milly Anderson, che aveva anche l’usufrutto
della casa a Spinner’s End, me e Niamh), mentre aveva nominato erede
universale la figlia, Lily.
- … verremo pertanto personalmente a consegnarle… Si tratta
di alcuni faldoni di corrispondenza privata… sono ricordi che magari vi
interesseranno…
- Sì, certamente - disse mia moglie - Sarò veramente contenta
di riceverli.
La bimbetta di Ron e Hermione scalpitava. Salutammo tutti,
con la promessa di incontrarci presto, dirigendoci verso il negozio.
- Andiamo a scegliere il gufo, adesso? - disse, con la sua
voce sbarazzina, mia figlia.
- Sì, dai, ti accompagno io - disse Aileen - Voi intanto
rilassatevi un attimo - ci disse Aileen, strizzandoci l’occhio.
Le vedemmo entrare nel negozio di animali.
- Ti voglio bene, Peter O’Neil. Sono stata veramente
fortunata ad incontrarti, qui dentro, tanti anni fa - mi sussurrò,
abbracciandomi e stringendomi forte.
- Anch’io ti voglio bene, Lily Anderson O’Neil - le dissi,
accarezzandole la guancia - Ma il fortunato sono stato io.
F I N E
Dedicata
a MILENA R.
E’ finita, ragazzi!!! Ora prendo una necessaria
pausa: è stato bello, veramente, scrivere tutta la saga (all’inizio non
pensavo di riuscirci), ma anche faticoso (più all’inizio che alla fine, ad
essere sinceri, ma è stato comunque un impegno costante) e quindi il
sottoscritto, per un po’ di tempo, cessa di pubblicare. Non di scrivere,
perché ho iniziato, ad essere sincero, ad organizzare una specie di sequel,
che avrà come protagonista Niamh O’Neil al suo terzo anno ad Hogwarts, alle
prese, per fortuna, con problemi “adolescenziali”, meno gravi di quelli dei
genitori.
Posto anche il primo capitolo, ma non lo aggiornerò fino a quando non
avrò completato la fanfic (sono ancora in alto mare). Pertanto, per il
momento, la saga si interrompe qui.
Devo ringraziare tutti voi che avete seguito,
qualcuno fin dall’inizio, questa mia avventura, come lettori silenziosi (non
avrei mai pensato di raggiungere certi numeri) e tutti coloro che hanno
seguito/preferito/ricordato tutte o alcune fanfic della saga e, in
particolare:
Spero di non aver scordato nessuno.
Inutile dire che il mio debito è immenso soprattutto nei confronti di
ace995,
AdhoMu e
Barby_Ettelenie_91, che mi hanno sempre aiutato con le loro
impressioni e riflessioni. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza!!!!
Un abbraccio. Gatty :)
|
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