Guardian?! I think the correct word is...

di f9v5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come inizio ricorda una spy story. ***
Capitolo 2: *** Il proseguio ha degli sprazzi di commedia. ***



Capitolo 1
*** Come inizio ricorda una spy story. ***


Era strano.
Non necessariamente preoccupante, ma era comunque strano.
Knuckles non era certo un tipo metodico, l’unica ragione per cui Angel Island fosse il luogo più scontato per trovarlo era la ben nota devozione dell’echidna verso il compito a lui affidatogli, non certo per qualche suo schema pre-impostato volontariamente, dunque non si poteva effettivamente ritenere certo l’incontrarlo lì.
Ma il fatto che ormai da alcuni giorni consecutivamente al posto della figura dell’echidna a fare la guardia al Master Emerald vi fosse l’altrettanto stoica figura di Espio, sempre alla stessa ora del giorno, lasciava adito ad alcuni sospetti.
Non tanto per la presenza di Espio in sé, il legame di Knuckles col trio Chaotix era ben noto ed era altrettanto noto come, di quello sgangherato terzetto, il camaleonte fosse l’unico affidabile al punto da potergli chiedere un favore di tale portata, quanto appunto la costanza di tale avvenimento.
Rouge poteva vantarsi di conoscere il rosso abbastanza bene ormai e dava per scontato che dovesse esserci dietro una motivazione davvero impellente per spingerlo ad allontanarsi dalla gemma cui faceva la guardia, con massima e addirittura eccessiva serietà, ogni giorno e sempre alla stessa ora.
Valutò l’idea di uscire dalla sua postazione a prova di sgamo, non era una ladra professionista per nulla, e chiedere direttamente al custode temporaneo del Master Emerald possibili delucidazioni, ma fu il pensiero di pochi secondi, rimpiazzato dalla sconvolgente, in senso comicamente tragico, realizzazione che, per una volta, Knuckles potesse aver fatto ricorso all’ausilio dell’unico muscolo che tutti gli rinfacciavano di non usare abbastanza: il cervello.
Non era certo intima con i Chaotix, ma sapeva bene che, oltre all’affidabilità, un’altra dote che rendeva idoneo Espio all’essere scelto era la discrezione.
A differenza dei ben più ficcanaso Vector e Charmy, il camaleonte non era certo il tipo da curiosare nelle faccende altrui, era un buon ascoltatore, certo, ma lo diveniva solo se erano gli altri a sentire il bisogno di aprirsi con lui.
Conoscendo Knuckles e il suo orgoglio era decisamente ipotizzabile che questi avesse scelto di rivolgersi ad Espio per la sua appunto nota capacità di non essere mai inopportuno, l’echidna sapeva che il camaleonte non avrebbe fatto domande se lui avesse chiarito di non volerne parlare e la ragazza non dubitava che fosse andata proprio in quel modo.
-Intendi stare lì ancora per molto?- la sua voce calma e pacata raggiunse le sue orecchie, un breve verso di frustrazione le sfuggì dalle labbra.
“Maledetto addestramento ninja!” avrebbe dovuto ricordarsi che Espio era in costante allerta ed era difficile da cogliere di sorpresa, ben più di Knuckles.
Ormai vistasi scoperta, Rouge sbucò fuori dalle fronde dell’albero usato come nascondiglio fin poco prima e, con un rapido battito d’ali, lo raggiunse sull’altare, gli occhi che brillavano di fronte al Master Emerald; non poteva farci nulla, desiderava troppo mettere le mani su quell’enorme gemma, seppur il fatto che l’echidna non fosse presente facesse scendere di molto il suo livello di bramosia.
-Se è un altro dei tuoi tentativi di furto, ti avviso che non sono da meno di Knuckles quando si tratta di assurgere a un compito con serietà.-
-Non lo metto in dubbio, caro, ma non ho dubbi neanche sul fatto che tu sia stato istruito in quello che tutti chiamano “galateo”, a differenza di quel testone, e il galateo insegna che è alquanto scortese far del male ad una signora.- ribattè lei con quel fare civettuolo che faceva tanto innervosire il rosso.
Il camaleonte le concesse solo un sopracciglio alzato ed una risposta seria e ponderata.
-Non ti sbagli. E posso garantirti che saprei svolgere il mio compito senza doverti torcere un capello.-
Bastò quello per farla sospirare e mettere su il broncio, era ovvio che Espio non le avrebbe dato alcuna soddisfazione.
Knuckles, come minimo, avrebbe cominciato con la solita frase cliché “Qui io non vedo nessuna signora!” per poi mostrarle i pugni nel tentativo, fallito in partenza, di intimorirla e da li in poi sarebbe scaturito il loro ennesimo litigio senza capo né coda di cui lei, malgrado tutto, sentiva il bisogno.
Knuckles era diverso, stava lì il divertimento.
Con gli altri uomini la questione era sempre la medesima: qualche sguardo ammaliante, poche parole pronunciate col giusto tono di voce ed ecco che l’oggetto dei suoi desideri, gioiello o denaro che fosse, finiva subito nelle sue mani.
Il guardiano del Master Emerald non ci cascava, era troppo spontaneo quanto devoto al suo compito, con lui non sentiva il bisogno di fingere.
Era certa che con Espio le sue “tecniche tradizionali” avrebbero fruttato l’esito solito, ma non era quello che voleva.
Lei voleva rubare il Master Emerald a Knuckles, solo ed esclusivamente a lui, voleva prendersi quella soddisfazione.
E invece lui non c’era, sparito per andare chissà dove, magari la sua motivazione era davvero importante, ma dentro di sé la ragazza si sentì quasi… tradita, lui aveva infranto la loro routine e non poteva perdonarglielo.
Alzò le mani in segno di pace, per rendere subito chiara la sua mancanza di intenti illegali.
-Sta tranquillo, per oggi il Master Emerald non corre rischi. Lui non ti ha detto niente, ho ragione?-
-Esattamente. Che tu ci creda o no, aveva ipotizzato che avresti voluto ficcanasare, si è ben guardato dal farsi sfuggire anche la minima informazione.-
Lei sospirò, Knuckles non era più ingenuo come una volta.
-Ho afferrato il concetto! Ma digli, quando tornerà, che se si illude di tenermi all’oscuro dei fatti, si sbaglia di grosso. Quando voglio qualcosa so sempre come ottenerla!-
-Aveva borbottato qualcosa sul fatto che avresti potuto dire parole simili, aggiungendo infastidito che avrebbe avuto parecchi problemi a causa tua. Se posso permettermi…- il lieve sorrisetto saccente spuntatogli in faccia, unito alle braccia incrociate in segno di sicurezza, la fece preoccupare per un attimo.
-…non ho potuto fare a meno di notare quanto la vostra conoscenza sia giunta, col passare del tempo, a livelli decisamente approfonditi, oserei quasi definirli “intimi”. Azzardo a pensare che voi due nascondiate qualcosa?-
“E che cavolo!” pensò lei, ma non erano i suoi colleghi quelli che non sapevano farsi i fatti loro?!
Non ci mise molto a metter su la miglior espressione da ochetta giuliva che piaceva a tutti i maschi (beh, grazie a Knuckles, il “tutti” andava per necessità preceduto da un “quasi”)e cominciare la sua piccola recita.
-Non ho idea di cosa tu stia parlando caro, la mia è pura e semplice curiosità.-
Il sorriso svanì dal volto del camaleonte, ma lei continuò a sentire la freddezza del suo sguardo indagatore.
-Come vuoi.-
Lei interruppe la messinscena e sbuffò comicamente, con lui non c’era proprio gusto.
Alzò svogliatamente la mano destra e la agitò pigramente, per fargli capire che ci aveva rinunciato.
-D’accordo, ti sei espresso molto chiaramente. Come fai a convivere con quei due, mi chiedo, non vi assomigliate per niente. Un vero miracolo che non abbiano mai provato a buttarti fuori dalla squadra.- e, spalancate le ali, prese il volo e si allontanò, finché la sua figura non divenne un puntino in lontananza.
A quel punto Espio poté permettersi un sospiro, il rilassamento delle braccia lungo i fianchi e una comica espressione annoiata.
-Fanno di peggio: mi ci fanno restare!-
 
 
 
 
-Ti rendi conto che ciò che intendi fare è assurdo, vero?- Shadow non era il tipo che amava i mezzi termini, sempre diretto, come al solito.
I due colleghi e compagni d’avventure, o disgrazie, se qualcuno l’avesse chiesto al riccio, erano in quel momento accomodati nella cucina della casa di questi, Rouge sorseggiava la sua tazza di caffè in assoluta tranquillità.
Lui si era categoricamente rifiutato, aveva borbottato che mai più l’avrebbe bevuto in sua compagnia, gli scomodi paragoni in cui questa andava a infilarlo insieme ad un ben noto riccio blu lo infastidivano.
-Su, Shadow, mi conosci, sai come sono fatta. Credi davvero di farmi cambiare idea?-
-No, era solo per informarti che, in caso di denuncia per stalking, non verrò a pagarti la cauzione!-
-Che bello sentire il tuo tagliente umorismo, neanche la vita familiare è riuscita ad addolcirti più del necessario, a quanto vedo.- ribattè lei con amichevole sarcasmo.
Malgrado tutto riuscì a strappare un lieve sorriso all’amico, si ritenne fiera di ciò.
-A proposito, dove sono Galaxina e la mia adorabile figlioccia?-
La neonata situazione sociale di Shadow si rivelò una sorpresa piacevole per entrambi, come questi aveva scoperto di non essere poi così male come padre, Rouge aveva scoperto le gioie di essere chiamata zia.
E dire che nessuno dei due ci avrebbe scommesso un ring spezzato fino a qualche tempo prima.
-Riunione con gli insegnanti.- rispose lui.
-Tu come mai non sei andato con loro?-
-Avviso restrittivo, devo tenermi ad almeno duecento metri dall’edificio scolastico o verrò querelato. Non hanno gradito quello che è successo durante la mia ultima visita. Quel tipo dovrà aspettarne ancora di tempo prima di ritrovarsi il braccio a posto.-
-Non vorrai farmi credere che questo ti preoccupa?-
-Ovvio che no, ma non voglio complicare le cose a Iris. E poi Galaxina è molto più brava di me per quanto riguarda la diplomazia.-
Non che Rouge avesse dubbi in proposito. Ma d’altronde che si aspettavano quelli, che Shadow the Hedgehog, l’Ultimate Life Form in persona, lasciasse correre per aver insinuato che sua figlia fosse una pazza?!
Ok, magari minacciare di morte un compagno già il primo giorno per aver fatto un commento poco carino sul suo zainetto (che, tra l’altro, era proprio un regalo di Rouge, quindi questa non poté non sentirsi emotivamente coinvolta e soprattutto favorevole alla sorte toccata allo sventurato insegnante) non era stata una mossa saggia da parte della piccola, e magari Shadow avrebbe dovuto evitare di rincarare la dose minacciando il padre del suddetto di infilargli la canna della pistola su per l’orifizio anale (lo disse in modo decisamente meno forbito) e premere il grilletto, ma insomma, avrebbero anche potuto sorvolare, no?
Dopo la sua redenzione aveva pur sempre contribuito a salvare il pianeta parecchie volte, potevano anche perdonargli una minaccia di tentato omicidio che, Rouge sperava fosse così, non sarebbe mai stata messa in pratica.
-In fondo non ti ci vedo in giacca e cravatta a conversare con dei “ So tutto io” civilmente. Non hai proprio idea di cosa sia la moderazione.- lo sguardo torvo di lui fu alquanto eloquente, quella conversazione andava tranciata di netto e, almeno per quella giornata, non andava più ripresa.
Dopo alcuni minuti di silenzio, intervallati al massimo dal deglutire della ragazza quando prendeva qualche sorso di caffè, Shadow le porse una domanda, con soddisfazione di lei; di norma, infatti, non avrebbe emesso il minimo suono nel sorseggiare una bevanda ma, visto che era stato lui a chiudere il precedente discorso, sperava di stimolarlo a incominciarne un altro.
-Giusto per chiudere la precedente discussione, se dovesse prenderla male, cosa che farà se dovesse scoprirti,e tu dovessi chiamarmi per venirti in soccorso, ti raggiungerò solo per rinfacciarti che avevo ragione dal principio nel dirti che la tua era una trovata idiota e te la dovrai cavare da sola, intesi?!-
Un sorrisino astuto si delineò presto sul volto della donna pipistrello.
Bevve l’ultimo sorso di caffè, in caso di successo del suo piano sarebbe andata a scroccargliene un altro e, ne era certa, avrebbe avuto un sapore ancor più buono, di vittoria.
-Si tratta di Knuckles, Shadow: io pretendo di cavarmela da sola!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ok, è davvero da tanto, troppo tempo, che non pubblico, l’Estate è proprio un deterrente per la mia voglia di vivere.
Ammetto di avere un po’ paura che il lungo assentarmi dalla tastiera abbia arrugginito il mio stile, ma d’altronde è anche per questo che sono qui, rimettermi in gioco ancora una volta.
Questa storia, in realtà, era nella mia testa da parecchio ma la sto mettendo per iscritto solo ora. Doveva essere una one-shot, invece, come l’ultima volta, scrivendo le parole hanno cominciato a scorrere fluide e si sono rivelate più del previsto, anche stavolta, dunque via di spezzettamenti.
Potrebbe anche durare tre capitoli, non saprei dire.
Beh, non mi dilungo ulteriormente, almeno per stavolta, a voi lettori il piacere di leggere e di farvi le vostre opinioni.
Ciao.
 

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Capitolo 2
*** Il proseguio ha degli sprazzi di commedia. ***


Sonic sorrise fieramente, lo spettacolo del piccolo Blake che malgrado la caduta si rialzava e provava ancora lo rendeva davvero orgoglioso.
Non importava il fatto che avesse poco più di tre anni, già scalpitava come un matto, voleva correre ovunque e conoscere sempre più cose.
Ma dopo l’ennesima ruzzolata Sonic decise che poteva anche bastare per il momento.
Fece una risata gioviale e andò a scompigliargli giocosamente gli aculei.
-Stai migliorando, figliolo, su, per oggi puoi anche fermarti.-
Il cuore gli si addolcì di fronte all’adorabile broncio che il piccoletto mise su.
-Ma, papà, io voglio essere veloce come te!- pigolò, la sua vocetta acuta lo rendeva così tremendamente adorabile, il colore rosa ereditato da Amy poi contribuiva decisamente nel dare quell’impressione.
Altra risata del riccio blu, seguita da una pacca sulle spalle.
-Vedrai che lo diventerai, se continui così farai mangiare a tutti la polvere, assicurato.- e non lo diceva perché era suo padre, o meglio, non esclusivamente per quello, le potenzialità quel giovanotto le aveva eccome, doveva solo continuare ad affinarle.
-Forza, torniamo a casa, mamma vuole farti la “ripassata”.-
-Perché? Ho già detto che non fa nulla.-
-Lo so, ma spiegalo a lei.- sbuffarono comicamente insieme, mai provare a discutere con Amy, Sonic sperava che il figlio non avrebbe mai accettato le lezioni che lei aveva in mente di fargli in futuro in merito al maneggio dei martelli, gli bastava un familiare che sapesse usarli quegli aggeggi, probabilmente gli sarebbero venuti gli incubi.
Si caricò il figlio sulle spalle e si preparò a partire, quando il rumore di passi metallici attirò la sua attenzione.
Tre Egg-Pawns erano arrivati sulla radura erbosa di Green Hill a passo pesante, sembrava che volessero farsi notare di proposito.
-Obbiettivo missione: distrarre Sonic the Hedegehog, il soggetto deve essere tenuto a distanza dalla località Angel Island.- annunciò quello in testa al trio.
Sonic inarcò un sopracciglio, perfino a lui sembrava stupido spiattellare così il proprio piano.
-Il vecchio Eggman ormai sta cedendo all’età direi.-
Sorridendo sardonicamente, mise giù il figlio e gli intimò di stare indietro e godersi lo spettacolo.
Spettacolo che, a dirla tutta, lo stesso Sonic avrebbe etichettato come noioso: i tre robot non costituirono la minima difficoltà per lui.
Non che in altre situazioni sarebbe stato diverso, ma i loro movimenti parvero così statici e tardivi da far pensare che fossero stati mandati lì apposta per essere distrutti.
Questione di un secondo esatto ed erano già rottami sparsi a terra.
Sonic rimirò i resti, batté dubbioso il piede sul terriccio, quella situazione gli puzzava.
-Blake, torna a casa! Io devo controllare una cosa, di alla mamma di non preoccuparsi.-
-Papà, papà, fammi venire con te!- squittì entusiasta il bambino, l’idea di andare all’avventura con suo padre lo esaltò di colpo.
-Niente da fare, potrebbe essere pericoloso.-
-Ma…-
-Non farmi ripetere! Forza figliolo, ubbidisci!- si stupì lui per primo della nota di severità nella sua voce, ma osservando il piccolo imboccare mogiamente la strada di casa gli fece capire di aver fatto la cosa giusta.
Per quanto adorasse quella pallina di spine, era ancora troppo piccolo per certe cose e il pensiero di metterlo in pericolo era per lui inaccettabile.
Cavolo, i miracoli della paternità.
Sospirò, sì, magari gli avrebbe serbato rancore, ma era sicuro che fosse stato meglio così.
-Ok, di corsa ad Angel Island, speriamo non ci siano problemi.-
 
 
 
-Come sarebbe a dire che non c’è nulla che non va?!-
-Esattamente quello che ho detto: non c’è nulla che non va!-
Non che Sonic si fosse augurato di trovare l’isola fluttuante a ferro e fuoco, ma dopo essersi allarmato per dei robot dal comportamento troppo sospetto e aver scomodato anche Tails affinché lo accompagnasse lì col Tornado, si aspettava quantomeno una matassa di robot di Eggman caduti in frantumi sotto i pugni del guardiano.
Invece nulla, neanche mezzo bullone, era tutto tranquillo, Knuckles stesso sembrava rilassato, certo, vedendolo arrivare aveva aggrottato la fronte e aveva fatto un verso di esasperazione, ma era un altro discorso.
-Insomma, un falso allarme?- chiese Tails, proprio affianco al blu.
Knuckles alzò le spalle, francamente non avrebbe saputo cosa aggiungere.
Il guardiano volse poi lo sguardo alla volta di fuoco del sole, sgranò leggermente gli occhi come colto di sorpresa.
-Diamine, strano che non sia ancora arrivato.- mormorò distrattamente.
E gli unici lì con lui erano Sonic e Tails, e se quest’ultimo non sarebbe stato un problema, l’altro… beh, dava già per scontato che avrebbe posto domande o peggio, meglio fare in fretta.
-Sentite voi due, io ho una questione urgente di cui occuparmi, tra qualche minuto dovrebbe arrivare Espio, fate la guardia al Master Emerald giusto fino al suo arrivo.- concluso il discorso saltò giù dall’altare e cominciò a incamminarsi verso il bosco.
-Ehi, almeno uno straccio di spiegazione, Knux?-
Appunto, Sonic doveva chiedere per forza.
Tails si era limitato ad un’espressione incuriosita ma, come sua solita natura, non aveva protestato.
-Tu e Rouge vi vedete in segreto? Avete finalmente smesso di recitare la parte dei nemici giurati?- e ovviamente l’allusione, quella non mancava mai, insieme al sorrisetto da stronzo.
-Non sono affari tuoi!-
Tails si concesse una breve risata nel vedere l’amico sbuffare per la reazione poco veemente del rosso.
-Uffa però, un tempo era più divertente.-
-Più corretto dire che era più immaturo.- lo corresse la volpe, Sonic sbuffò comicamente di nuovo e si sdraiò accanto al Master Emerald.
-Magari puoi chiedere ad Espio quando arriva, potrebbe dire qualcosa.-
-In ambito “Riservatezza” siamo sempre lì.-
Sonic osservò il fratello adottivo con comica noia, in risposta questi scrollò le spalle con aria da adorabile saputello.
-Ti stai divertendo a smontarmi i pensieri, vero?-
-Ti tengo solo coi piedi per terra.-
-Da bambino non mi avresti mai contrariato, mi veneravi.-
-Ma ti voglio un bene infinito anche adesso, infatti.-
Risero entrambi, quei piccoli momenti erano sempre speciali nella loro semplicità.
-Parlando di volersi bene… tu e Cosmo quando farete il prossimo passo? Dico, ormai siete adulti.- e nel notare le guance dell’amico tingersi di rosso, Sonic poté farsi le sue sane e grasse risate.
Se voleva divertirsi un modo lo trovava sempre.
E poi volse lo sguardo verso dove Knuckles si era diretto, ghignò.
-Ma si aspettava davvero che sarei rimasto qui?-
-O magari spera di depistarti.- la volpe alzò le spalle con un lieve sorriso, era ovvio che Sonic non avrebbe resistito al desiderio di vederci chiaro.
-Vai pure, proverò comunque a fare qualche domanda ad Espio, ma do per scontato che Knuckles non abbia rivelato niente nemmeno a lui.-
Proprio quello che voleva sentirsi dire. Di nuovo in piedi, pronto e scattante, il riccio blu saltò giù dall’altare e partì all’inseguimento.
Knuckles se n’era andato da poco, sicuramente avrebbe cercato di nascondere le tracce se davvero non voleva essere pedinato, ma lo avrebbe trovato in un modo o nell’altro, la velocità supersonica tornava utile eccome in questo caso.
 
 
 
Rouge sorrise soddisfatta.
-Molto bene, e questa fase del piano è completata.- la luce sul radar si accese e un pallino rosso luminescente apparve sullo schermo, la conferma  che il piazzamento della  cimice  era riuscito.
Era solo questione di monitorare la situazione, non appena avrebbe iniziato a muoversi sarebbe giunta l’ora di entrare in azione, di certo non sarebbe stata una lunga attesa.
E infatti eccolo lì, Sonic si era gettato all’inseguimento, era scontato che la curiosità avrebbe prevalso su tutto il resto, e se c’era qualcuno abbastanza rapido da rintracciare Knuckles e stargli dietro era proprio lui.
Lei ora doveva solo limitarsi a seguire le coordinate sul dispositivo.
Sonic avrebbe fatto il lavoro per lei, e lei poi si sarebbe gustata la faccia di Knuckles quando lo avrebbe colto in flagrante, qualunque stesse facendo.
-Oh tesorino, com’è che non hai ancora imparato che se voglio qualcosa la ottengo sempre?-
Ma la verità era che era contenta di questo, se persino Knuckles fosse capitolato come un uomo qualunque sarebbe stata la fine del divertimento.
Bene, era ora di rimettersi in volo.
 
 

 
Angolo dell’autore:
Allora, ci è voluto a tutti gli effetti un anno, però dai, questa storia ha finalmente visto il suo secondo capitolo.
Cercherò di non rendere l’attesa altrettanto estenuante per il prossimo, ma non do garanzie assolute, ormai l’avrete capito. ^_^’
Comunque la storia mi sta venendo più lunga del previsto, dai piani iniziali che la vedevano risolversi in un capitolo solo, ora do per scontato che c’è n’è vorranno almeno altri due di capitoli. Non che la cosa mi dispiaccia, mi piace aggiungere particolari se possono arricchire il racconto, ergo ben vengano le aggiunte importanti.
Tranquilli che verrete a sapere qual è il grande mistero che Knuckles nasconde, non fatevi illusioni, ve lo dico subito, niente segreti di stato o robe simile, o potrebbero esserlo dal suo punto di vista, se guardassimo la cosa in ottica comica. Ma non proseguo o potrei fare spoiler.
Alla prossima. 

 

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