Hidden

di Freya90
(/viewuser.php?uid=135478)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1



La prima volta che lo vidi, una nebbia tetra e pesante avvolgeva i campi di grano e le sue lunghe dita avanzavano strisciando fra gli steli ormai privi di vita. Era mattino presto, dopo un giorno di vacanza. In piedi, alla fine del vialetto dissestato che collegava la fattoria della mia famiglia alla strada principale che portava in città, aspettavo l'autobus, assorto nei miei pensieri.

Pensavo a quante volte lo avevo aspettato nel corso degli ultimi dodici anni e, così, tanto per passare il tempo, facevo mentalmente il conto come ogni bravo studente di matematica avrebbe fatto. Fu allora che lo vidi. E all'improvviso quella striscia di asfalto che mi era così familiare mi apparve terribilmente sinistra. 

Era lì, ai piedi di una quercia, sull'altro lato della strada. Aveva le braccia incrociate.

I rami più vecchi e malridotti dell'albero gli si agitavano intorno, come se volessero cullarlo fra tutte quei rami, quelle foglie e quelle ombre. Una cosa si distingueva perfettamente però: indossava un lungo cappotto nero, molto simile a un mantello, a esser sinceri.

Avvertii una fitta al petto e deglutii rumorosamente. Chi mai se ne starebbe sotto un albero, all'alba, nel bel mezzo di niente, con indosso un mantello nero?

Si accorse che l'avevo notato, perché per un istante vacillò, indeciso se andarsene o restare. O forse se attraversare la strada. Ero completamente da solo. Quel pensiero mi colpì solo allora, in pieno viso.

Mi guardai intorno con il cuore in gola. Ma dove diavolo è finito l'autobus? E perché mio padre ha sempre fatto così tanto affidamento sui trasporti pubblici? Perché non posso avere una macchina come tutti quelli dell'ultimo anno? No, io no, io devo "farmi dare un passaggio o andare a piedi" per non aggravare l'inquinamento. 
Durante il preziosissimo istante che sprecai per inveire mentalmente contro mio padre, lo sconosciuto si era davvero mosso verso di me, uscendo dall'ombra dell'albero e per un attimo, proprio mentre l'autobus, grazie al cielo, si arrampicava sulla salita, a circa cinquanta metri da me, mi sembrò di sentirlo pronunciare: - Naruto -.

Ma forse me lo immaginai soltanto, perché il suono di quella parola annegò nello stridore delle ruote dell'autobus sull'asfalto bagnato, nello sbuffo del suo motore e nel cigolio delle porte che il caro Choza Akimichi stava spalancando per lasciarmi salire. Adorato, adoratissimo autobus. Mai stato così felice di salirci.

Col suo solito e basso tono di voce - giorno, Naru -, il signor Choza mise in moto e io con passo instabile mi avviai in fondo in cerca di un posto libero o di una faccia amica in mezzo a quei ragazzi assonnati.

Scorsi un posto libero in fondo e mi lasciai cadere sul sedile con un sospiro di sollievo. Forse avevo esagerato. Forse avevo lasciato correre un po' troppo l'immaginazione, oppure era stato il film horror di ieri notte.

Ma forse quello sconosciuto voleva davvero farmi del male... Mi voltai per guardare fuori dal finestrino posteriore e mi si fermò il cuore.

Lui era ancora lì, in mezzo alla strada, con i suoi anfibi ben piantati su entrambi i lati della linea gialla dell'autobus. Aveva le braccia ancora incrociate e fissava il mezzo che si allontanava. Fissava me.

- Naruto... -

Mi stava davvero chiamando?

Cosa voleva da me?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


2



- Il mio campeggio estivo te lo posso riassumere così - disse la mia migliore amica, Sakura Haruno, sospirando mentre tirava verso di sé la pesante porta a vetri del nostro liceo. - Bambini che avevano nostalgia di casa, bruciature, ortica e ragni enormi nelle docce. -

- E' stato davvero orribile allora - dissi con tono comprensivo mentre entravamo in quell'atrio che conoscevamo così bene e che ora odorava di detersivo per i pavimenti e cera appena passata. - Se può esserti d'aiuto, io ho passato tutta l'estate lavorando come cameriere alla mensa. Stavo impazzendo. -

Sakura scacciò la mia lamentela con un gesto della mano. - Infatti i tuoi capelli sono peggio del solito... -

- Ehi! - protestai, passandomi le dita fra i miei capelli che effettivamente si erano fatti troppo lunghi, arrivavano ormai quasi alle spalle anche se portati indietro con della cera, e ribelli
 per via dell'umidità di fine estate. - Non avevo nemmeno il tempo di andare in bagno... - M'interruppi di colpo perché notai che Sakura si era distratta e non mi stava più ascoltando. Seguii il suo sguardo fino in fondo al corridoio, verso gli armadietti. 

- A proposito di bellissimi - disse.

Sabaku No Gaara, che viveva in una fattoria con i suoi due fratelli non lontana da quella dei miei genitori, stava armeggiando con la nuova combinazione del suo armadietto.

La T-shirt nera nuova di zecca che aveva addosso, metteva ancora più in risalto il colore rosso vivo dei suoi capelli. Il tessuto all'altezza delle maniche conteneva a fatica due bicipiti gonfi. Lo vidi lanciare un'occhiataccia nervosa a un pezzetto di carta che teneva in mano, girare la manopola e dare uno scossone alla maniglia.

- Gaara è uno spettacolo - mi sussurrò Sakura mentre lo raggiungevamo. - Deve aver iniziato ad andare in palestra o roba simile. E quello cos'è, un tatuaggio? -

- Ha lavorato alla fattoria per tutta l'estate, Sakura - le risposi. - Non ha bisogno di fare palestra. -

 Oh insomma, se non si fosse capito: era già da un pezzo che avevo constatato la mia omosessualità.  E non mentivo dicendo di aver avuto già diverse relazioni: di certo non passavo inosservato data la mia carnagione scura, in contrasto con i miei capelli biondi e i miei occhi azzurri.
Ero un semplice ragazzo di diciassette anni, che viveva la sua vita in libertà, senza alcuna preoccupazione. 

Poi Gaara sollevò lo sguardo proprio mentre passavamo e sorrise, quando mi vide. - Ehi, Naru -.

- Ehi - risposi. Poi niente, il nulla, la mia mente si svuotò.

Sakura intervenne in mio aiuto, rompendo quel silenzio carico di imbarazzo. - Sembra che ti abbiano dato la combinazione sbagliata - disse facendo cenno al suo armadietto ancora chiuso. - Hai provato a tirargli un calcio? -

Gaara ignorò completamente il suo consiglio. - Non lavoravi ieri sera, Naru? -

- No, ho finito, non ci lavoro più alla mensa - dissi. - Era solo un lavoretto estivo. -

Gaara sembrò quasi deluso. - Oh. Vabbè, vorrà dire che ci vedremo a scuola, allora. -

- Certo. Dovremmo avere qualche lezione insieme. Ci si vede - dissi poi trascinando via letteralmente con me Sakura.

- Ma che voleva dire? - chiese lei con lo sguardo ancora rivolto verso Gaara, non appena ci trovammo lontano da orecchie indiscrete.

- Cosa? -

- Gaara tutto triste perché non lavori più alla mensa. Tu che arrosisci poi... -

- Niente - protestai. - E' venuto qualche volta, verso la fine del mio turno e mi ha dato qualche passaggio con la moto. Siamo usciti qualche volta... E non sono arrossito! -

- Ah no?! - fece Sakura con un sorriso compiaciuto. - Tu e Gaara, eh? -

- Non è niente di che, siamo amici - provai a insistere ma la luce negli occhi di Sakura mi diceva altro. - Questo sarà un ultimo anno molto interessante - predisse.

- A proposito di cose interessanti... - stavo per iniziare a raccontarle dello sconosciuto che mi aveva fatto venire i brividi alla fermata dell'autobus ma, nel preciso istante in cui quel pensiero si formò nella mia mente, avvertii un formicolio alla nuca, come se quel qualcuno alle mie spalle mi stesse osservando. 

"Naruto..."

Quella voce sinuosa, profonda riecheggiò dentro di me, come il ricordo di un incubo.

Mi passai una mano sulla nuca.

A Sakura l'avrei raccontato più tardi o forse tutta questa storia si sarebbe dissolta da sola nell'aria e non ci avrei mai più pensato.

Sì, era probabile.

Ma quel formicolio non se ne andava.


Angolo autrice:
Ehilà ragazziii <3
So che sono abbastanza corti questi primi capitoli, ma sono solo l'introduzione di quello che verrà. Spero continuiate a seguire la storia, prometto che si farà mooolto interessante e che ne vedremo delle belle. E ringrazio ognuno di voi per averla messa tra le seguite/ricordate/preferite e per aver recensito. Non avete idea di quanto mi faccia piacere leggere un vostro pensiero. 
Aggiornerò prestissimo, I PROMISE.

Love u Babies

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3793409