Le Origini de Il Chirurgo della Morte

di Pawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Le origini de
“Il Chirurgo della Morte


 
- Prologo - 
 
<< Hoy, Torao, ma perché ti chiamano il “Chiropratico della Morte” se salvi sempre tutti i pazienti? >>

<< Mugiwara-ya, come hai estrapolato “chiropratico”, che è molto più articolato di “chirurgo”, dal tuo ridottissimo vocabolario? >>
 
L’altro capitano aveva inclinato il capo a destra, sollevando un sopracciglio e assumendo un’evidente espressione confusa.
<< Esta… estropa… Estoraopolato? >>
 
Law aveva sospirato.
<< Lascia stare. Piuttosto, come mai la domanda? >>
 
Quella che secondo Trafalgar era una risata insensata, considerato l’argomento delicato che precedeva, aveva lasciato le labbra dell’amico, piegate in un sincero e larghissimo sorriso.
<< Stavo pensando a Marineford. Credo di non essere mai stato tanto morto quanto dopo il colpo di Magmino. Ero pressoché incosciente, >>
 
<< Ha usato “pressoché”, seriamente? >> Nami si era voltata verso i due supernovellini, interrompendo i calcoli che stava eseguendo insieme a Bepo per trovare le coordinate esatte della nuova rotta che avrebbero seguito.
 
<< ma sono sicuro che mi abbia sciolto le budella. Eppure sono vivo e anche Jinbee lo è! E tutto sommato, reputo che questa cicatrice sia relativamente piccola rispetto il danno che avevo subito. >>
Ed a questo punto, i mugiwara si erano seriamente preoccupati per il loro comandante svampito. Quel giorno, stava tirando fuori termini davvero troppo complicati per i suoi standard.
Forse, era malato e quindi era un bene che stesse rivelando tutte quelle anomalie al dottor Trafalgar Law.
 
Quest’ultimo aveva annuito alle sue parole, decidendo di non dar peso al nuovo lessico che stava esibendo ed osservando senza reale attenzione come il suo vice, ora libero dalle grinfie della collega navigatrice, ne approfittasse per sdraiarsi e immediatamente addormentarsi.
 
<< Quindi secondo me non è giusto che ti chiamino così. La gente potrebbe pensare che tu non sia bravo! >>
 
<< Non c’è bisogno che ti scaldi, Rufy. Il soprannome del nostro captain non vuole intaccare la sua reputazione come medico. Ha ben altre origini. >>
 
<< E sono assolutamente onorifiche! >>  Ci aveva tenuto a sottolineare Shachi, sovrastando con la propria voce quella dell’inseparabile compare, Penguin.
 
<< N-non è perché sei un chirurgo che si diverte ad ammazzare la gente di proposito e non per un errore diagnostico? >> La domanda balbettata di Usopp aveva fatto sghignazzare ognuno dei Pirati del Cuore, Capitano compreso.
 
<< No… >> E alla negazione del pirata del North Blue, Usopp aveva smesso di tremare, stretto dietro a Zoro. Ma solo per un istante.
<< non solo per quello. In realtà, ci sono varie motivazioni dietro il mio nomignolo. >>
 
<< Il capitano è un dottore così abile che ha il pieno controllo dell’esistenza di un essere vivente. Se questi diviene un suo paziente, per quanto sia ridotto in fin di vita, Law può salvarlo. >>
Il fatto che quanto esposto era l’ennesima parlata nel sonno di Bepo non era stato considerato, poiché la meraviglia dei mugiwara per ciò che quella frase significava davvero era assai superiore al fatto che un orso polare dormiente potesse interagire in una discussione.
 
<< Così come, per quanto qualcuno possa essere sano e forte, se il nostro dolce Captain dovesse decretare la sua morte, egli morirebbe. >>
White Fox aveva acceso l’ennesima sigaretta, scrutando con divertimento come le sue parole avevano fatto tremare i più codardi tra i loro alleati.
 
<< Anche se… il motivo principale per cui è il Chirurgo della Morte è che è riuscito a sottomettere col proprio bisturi perfino Lei. >>
 
Law aveva catturato lo sguardo di Ikkaku appena lei aveva schiuso le labbra per parlare.
 
<< Lei chi?! Torao, spero tu non abbia fatto del male ad una fanciulla indifesa e magnifica! >>
 
<< Tranquillo, Gambanera-ya, non ho compiuto nulla di quel che temi. Anzi, ciò che ho fatto, alla fine, ci ha portato a salvare una fanciulla, effettivamente. >>
Quello che prima era un ghigno ad adornare il suo bel volto si era lentamente tramutato in un sorriso, dolce e nostalgico, ricambiato da quello della nakama con cui ancora si stava guardando.
 
Nami e Robin avevano sgranato gli occhi di gioia e stupore, intuendo subito cosa significasse quel timido scambio di sguardi.
<< Sei diventato il Chirurgo della Morte salvando Ikkaku-chan? >>
 
All’urlo entusiasta della rossa, entrambi gli equipaggi avevano, ora, la loro piena attenzione per quella conversazione nata tra i loro due capitani.
 
La riccia dei pirati Heart aveva intrecciato le proprie dita con quelle dell’amica, assumendo un’espressione altrettanto emozionata, se non più.
 
<< Aw, dovevi vederlo! Col tramonto alle spalle, un viso angelico e muscoli perfetti, mi ha portata in braccio fuori dalla tomba sacrificale! >>
E se inizialmente Nami aveva cominciato a sognare ad occhi aperti, la bella visione di Law che eroicamente salvava l’amica era stata brutalmente interrotta dall’immagine di un orrida e spettrale tomba.
 
<< Avanti, Ikkaku, non raccontarla con troppi fronzoli. Il capitano era tutto sporco di sangue e non ti teneva in braccio. Eravate solo sullo stesso cammellosauro. >>

<< È inutile che ogni volta che raccontiamo di come mi sono unita a voi, cerchi di rovinare il mio bellissimo ricordo del capitano, Shachi. Tanto ormai sono innamorata di lui. >>

<< Quando ti sei unita ai Pirati del Cuore? >> Le aveva fatto eco Robin, ma subito sovrastata dalle risa di questi ultimi. 

<< Rassegnati Shachi, non puoi competere col Captain, ormai Ikkaku ha occhi solo per lui! >>
 
<< Hoy, hoy! Non ci sto capendo niente. Mi avete svegliato e adesso pretendo di sentire la storia come si deve. >>
 
<< Per una volta, mi ritrovo d’accordo con lo stupido Marimo. >> Sanji si era fatto avanti, guardando in cagnesco lo spadaccino che sedeva sulla spiaggia candida a gambe e braccia conserte, fino ad affiancare White Fox per poi chiedergli in prestito l’accendino. << Le origini di una dolce principessa che alla fine si convince a seguire una banda di bruti devono essere sicuramente incredibili e splendide. >>
Si era trattenuto dal rivelare che tra tomba sacrificale, cammellosauro ed il motivo per cui Law era stato tutto sporco di sangue, moriva di curiosità, ma per sua fortuna, il suo stesso capitano, insieme a Chopper, gridava di voler sentire nei minimi dettagli il racconto di come i Pirati del Cuore avevano acquisito un membro in più e come, da quel momento, erano stati conosciuti anche come la ciurma del Chirurgo della Morte.
 
Ancora una volta, la supernova più astuta aveva sospirato.
<< E va bene Mugiwara-ya. Ma sappi che potremmo finire di parlare domattina. Ikkaku si era davvero impegnata per creare un casino dopo l’altro. >>
<< Non era tutta colpa mia! >>
Ma il suo diniego non aveva che comportato le risate dei presenti, che ora si erano tutti seduti attorno a Law, manco fossero stati bambini in attesa della favola della buona notte.
 
Il dottore aveva alzato lo sguardo oltre le loro teste, portandolo sulle figure delle loro navi ancorate poco distante, rese nere dal tramonto.
Lui stava seduto su una palma cresciuta esageratamente storta, quasi parallela al terreno.
 
<< Direi di cominciare dalla prima volta che ci siamo incontrati, non crede anche lei, signorina venditrice di datteri? >>


<< Magari possiamo saltarla quella parte, capitano… >>
Sul viso di lei si era fatto largo un evidente rossore.
 
<< Oh, forse capisco. La signorina Ikkaku si imbarazza che abbia conosciuto il suo grande amore vendendo datteri? >> Aveva chiesto innocentemente Brook, sorvolando sul fatto che quell’amore, almeno ufficialmente, era a senso unico.

Ma poi, non ne aveva mai parlato con Torao-kun.
 
<< Credo piuttosto, Bone-ya, che si imbarazzi per come mi ha conosciuto. >>
 
<< E come ti ha conosciuto, scusa? >> Rufy era sempre più curioso.
 
<< Con il suo pugnale premuto alla mia gola. >>

Lo so che è cortissimo sto capitolo, lo so che ho altre venti storie in corso (tutte su Law ed i Pirati del Cuore ♥ E vi inviterei pure a leggerle, se vi va) ma dovete sapere che ho almeno una trentina di Fic su Word che attendono la pubblicazione e continuo a sfornare idee :'D

E sì, Law e la sua ciurma ci sono sempre, perché li amo (anche se in una fic sto ammazzando quel povero dottorino :'C Ops). Poi si possono aggiungere altri personaggi.
Insomma, è difficile attirare l'attenzione ed accendere l'interesse con poche righe di storia. 
Spero con tutto il cuore di esserci riuscita, almeno stavolta ò_ò 
Se voleste lasciarmi una recensione, un consiglio, una critica costruttiva... mi fareste molto felice :3 E mi indirizzereste al meglio per come gestire questo nuovo obbrobrio che spaccio per fiction.

(Ah, comunque, per chi non lo sapesse, Ikkaku non è un personaggio inventato, ma è effettivamente l'unica donna degli Hearts. 
Non si sa nulla su di lei, ma io la amo già ed ha un bel caratterino ed è sicuramente innamorata di Law, perché dai... come puoi vivere con lui e resistergli?)

A presto!
Baci,
Pawa

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***




Capitolo I
 
Premessina premessuccia:
 
1. Ringrazio tutti i lettori e chi si è ritagliato del tempo per recensire <3
Spero vorrete fare altrettanto per questo capitolo!

 
2. Passerò ad una narrazione in prima persona, dove saranno i Pirati del Cuore che vissero i fatti, a raccontare, alternandosi ed a volte interagendo con i compagni che ascoltano la storia.
Non voglio rendere il passaggio del testimone da un personaggio all’altro graficamente evidente, perché non mi piacciono troppi “pasticci” sulla pagina, come i “POV Pg n.1”, che personalmente non mi vanno a genio.
 
Non vorrei offendere nessuno con questo, eh. Anche perché mi lamento e mi lamento, ma alla fine quelle storie le leggo lo stesso xD
 
Comunque, spero di riuscire a suggerire correttamente il cambio di narratore, introducendolo in modo alternativo, per così dire.
 
Inoltre, ci terrei a precisare che le descrizioni, dei luoghi, dei fatti e degli avvenimenti, saranno (o almeno dovrebbero essere)  capaci di restituire alla vostra immaginazione ciò che voglio rappresentare (nei limiti delle mie competenze nel descrivere, si intende!) ma saranno anche più velate, meno puntigliose, perché si tratta, alla fine, di ricordi e questi non possono essere precisi o perfetti (nonostante la memoria fotografica di Law).
 
Detto ciò, vi lascio alla storia.
 
Buona lettura!
 

 
 
°   Capitolo II   °
 
 
Con il suo pugnale premuto alla mia gola.
 
Suvvia, Ikkaku, non arrossire. È stato certamente il primo incontro con una ragazza più emozionante che abbia avuto. Ad ogni modo, forse è il caso che spieghi come ci sono finito dalla parte spagliata di un coltello ed a causa di chi.
Sì, Shachi, Pen, ce l’ho con voi.
Vediamo… accadde dieci anni fa. Ci fermammo verso mezzogiorno sull’isola di Giza Mesozoica per un motivo abbastanza futile. Dovevamo fare rifornimento di viveri e così mandai quei due al mercato locale. Non mi sarei mai aspettato che a causa della loro golosità avremmo letteralmente visto la morte in faccia.
All’epoca la nostra ciurma contava sette membri*, me compreso, quindi la spesa era relativamente poca, eppure loro ancora non erano tornati ed era quasi il tramonto. Così andai con Bepo a cercarli.
Il suo olfatto ci permise di ripercorrere la strada che avevano intrapreso durante la giornata, un intricato articolarsi attraverso cittadini e bancarelle, adornate da mercanzia di tutti i generi, da tappeti abilmente ricamati alle carni più succose che quella terra potesse offrire, ombreggiate da veli e tendoni appesi tra gli edifici che contornavano la stretta via su ambedue i lati.
Notai che anche gli isolani  meno abbienti o che almeno parevano tali, compravano quantità di merci esorbitanti, ma non diedi troppa importanza a quello che mi sembrava un inutile sperpero di denaro.
Bepo aveva finalmente scorto tra la folla i nostri nakama, praticamente accalcati l’uno sull’altro a ridosso di una bancarella di datteri e anche da lontano potei capire perfettamente che il motivo per cui tutta la nostra spesa era dimenticata in grandi sacchi accasciati dietro di loro e per cui non ci davano loro notizie da ore, fu che erano troppo concentrati a flirtare con la venditrice dall’altro lato del bancone.
Fulminai con lo sguardo quello che doveva essere l’ennesimo ladruncolo, che vedendo i nostri viveri abbandonati, ne approfittava per rubarne una piccola parte, indisturbato. Il ragazzetto, che doveva essere poco più giovane di me, scappò mollando a terra le nostre mele.
Bastò la mia aura omicida dietro di loro, per farli finalmente ridestare e voltare.
 
<< C-captain! >>
 
<< Come mai qui? Stiamo facendo la spesa come ci hai detto… >> Nonostante gli occhiali da sole, potei osservare come Shachi distoglieva gli occhi dai miei. Sapeva di essere nel torto, l’idiota.
 
<< Spesa? Se con questo intendi che avete speso i soldi del nostro ultimo tesoro per offrire a tutti gli orfanelli dell’isola il nostro cibo, allora ti credo. >>
Loro presero a sudare e non solo per il clima torrido dell’isola, accorgendosi, finalmente, come il volume dei sacchi dove avevano riposto i nostri viveri si fosse drasticamente ridotto.
 
<< Forse non sarà molto, ma se con i miei umili prodotti posso compensarne altri che avete perduto, mi rendereste orgogliosa del mio lavoro. >>
 
Una voce timida e umile mi fece distogliere l’attenzione dai miei compagni, per prestarla alla figura della ragazza dietro loro.
Tutto ciò che potei vedere di lei erano gli occhi nocciola così grandi e carichi di un sentimento che non avevo idea di come interpretare. Non ancora. Il capo e tutto il corpo erano avvolti da una tunica tanto candida, che seppur fosse estremamente semplice, sembrava troppo preziosa per una misera mercante e perfino il volto era seminascosto da un delicato velo di seta, che rendeva ancora più soffuso il suo tono.
 
Bepo iniziò ad annusare con circospezione la sua bancarella e questo mi fece preoccupare.
Lui era un visone. Poco più di un cucciolo, certo, ma i suoi sensi erano già perfetti. Se qualcosa non lo convinceva, allora quel qualcosa non andava.
 
Dall’altra parte, immediatamente, sul volto di Shachi e Penguin tornò un sorriso malizioso, troppo largo per sembrare accattivante e assolutamente troppo infantile per dei ragazzi di diciassette e diciotto anni.
 
<< Signorina, sei la nostra benedizione! Questa frutta ci darà un sacco di energie, ne sono certo. >>

<< Shachi ha ragione, compreremo tanti datteri da bilanciare la spesa persa. >>

<< Hoy, voi due! Non fatele promesse che non manterrete. Vi proibisco di spendere tanti soldi per- >>
 
<< Law! >> Shachi mi mise un braccio sulle spalle, Penguin una mano tra i capelli, sfruttando il fatto che all’epoca fosse più alto di me.
<< Almeno assaggiali prima di rifiutare l’offerta di questa dolce signorina. >>
 
Sospirai. Erano più grandi di me, eppure ero io quello maturo.
E no, è inutile che protestiate, voi due, è un dato di fatto che siate dei bambinoni sconsiderati. Alla fine, vi ricordo, è stato col vostro piagnucolio insistente che cedetti e mangiai uno di quei datteri.
 
<< In effetti sono buoni, ma ne compreremo solo una cassetta. >>
 
Tra gli acclami felici dei miei due nakama umani, feci per prendere il sacchetto con le monete d’oro e fu allora che una mano apparentemente così delicata sbucò velocissima da quella veste bianca, afferrandomi i capelli della nuca e costringendomi, con una forza che mai avrei attribuito alla fine e minuta figura della venditrice, a girarmi e cadere semi sdraiato, di schiena, sul banco della frutta.
Potei vedere solo il riflesso del sole sul pugnale premuto alla mia giugulare.
 
<< Okay, tesorucci. Se non volete che sgozzi questo bel ragazzo a cui sembrate tanto legati, fareste meglio a darmi tutti i vostri soldi. Compresi quelli che stava per prendere lui. >>
 
La voce della mia aguzzina si rivelò terribilmente mutata. Ancora bella, sempre limpida, ma la timidezza aveva dato spazio a determinazione, sicurezza e minacciosità.
 
I miei nakama persero immediatamente ogni voglia di scherzare, mentre Bepo iniziò a ringhiare, estraendo gli artigli delle zampe posteriori.
 
<< A cuccia, peluche. Non mi pare difficile comprendere la mia richiesta. Fate quel che vi ho detto e tutto si risolverà per il meglio. >>
 
Dalla mia posizione, così vicino a lei, potei notare come la ragazza non solo aggrottasse le sopracciglia, ma prendesse pure a mordersi il labbro inferiore, facendo ondeggiare il leggero velo che lo copriva. Stava iniziando ad agitarsi, nonostante fosse nettamente in una posizione di vantaggio.
Forse i sorrisi, stavolta complici e crudeli, che fecero bella mostra sui volti di Penguin e Shachi la confusero. Mi bastò quel suo attimo di tentennamento per sferrare, rapido e preciso, un dattero che avevo afferrato nel suo occhio sinistro. I riflessi involontari la costrinsero a proteggere una parte del corpo tanto delicata, facendole perdere la pressione che stava esercitando sul pugnale, anche se di poco. Subito le afferrai il polso, storcendoglielo mentre rotolavo sul tavolo, per poterla ora affrontare frontalmente e strattonandola dal braccio che ancora le stringevo, ribaltai in pochi istanti la situazione.
Il suo coltello, ancora nella sua mano, fu, però, premuto alla sua gola.
Un mio braccio costrinse il suo a minacciare di tagliarle le arterie, mentre con l’altro le cinsi i fianchi con irruenza, facendole sbattere la schiena contro il margine della bancarella sulla quale io ero in ginocchio, portandola a premere il suo corpo contro al mio.
 
<< Bene, tesoro e adesso cosa vuoi fare? >> Le sibilai all’orecchio, decisamente più intimidatorio di quanto non fosse stata lei.
 
<< Se ti chiedessi di lasciarmi andare sarebbe una battuta fin troppo stupida e scontata, non è vero? >>
 
Mi limitai ad annuire alle sue spalle, con un ghigno stampato in viso e mi accorsi con leggero sollievo che i miei compagni avevano estratto le loro armi.
 
<< Allora, cercherò di essere più originale. Mi libererò da sola. >>
Sollevò lentamente l’altra mano, avvicinandola a quella che le trattenevo.
 
<< Non crederai davvero di essere più forte di me? Puoi provare pure ad allontanare da te il pugnale con entrambe le braccia, se vuoi, ma posso vincerti facilmente. >>
E fui piuttosto fiducioso nella mia superiorità fisica. Avevo preso a crescere da non molto tempo, assai in ritardo rispetto i miei coetanei per via dell’avvelenamento del Piombo Ambrato, ma dopo che mi ero curato completamente, il mio corpo si era sviluppato piuttosto bene e addirittura si rinforzava di giorno in giorno, quasi volesse recuperare il tempo perduto.
 
Lei bloccò l’avanzare del proprio braccio a seguito delle mie parole.
 
<< Chi si loda, si imbroda. Anche se il tuo bicipite contro al mio petto è sicuramente ben messo, non posso negarlo. >>
 
Pronunziò quell’ultima frase con un tono ancora una volta diverso, stavolta era semplicemente ed incredibilmente seducente e fu anche per quella particolare nota nella sua voce che mi accorsi di star praticamente abbracciando il suo seno.
Fu lei, quindi, che approfittò del mio attimo di distrazione. Mi accorsi, infatti, che riprese il movimento del suo braccio libero, ma al posto di assestarmi un qualche colpo improvviso per stordirmi e scappare, si era limitata a congiungere i palmi delle sue mani, lasciando, perciò, il pugnale nella mia.
Ancora una volta rimasi interdetto per qualche attimo e quasi non vidi un insolito ed inspiegabile bagliore giallastro formarsi tra le sue mani giunte, come fossero in preghiera.
 
Venni improvvisamente sbalzato all’indietro da una forza nata come dal nulla, da una sorta di esplosione senza boato che non avrebbe avuto motivo di generarsi. Sorpassai le teste di Shachi e Penguin, finendo scaraventato sui banchi dall’altra parte della strada, sfondandoli e distruggendo qualunque cosa stessero esponendo, con orrore e sgomento dei commercianti.
 
<< Captain! >> Rialzai in fretta il busto, scostando malamente assi di legno spezzate, vedendo Penguin corrermi in contro per sincerarsi che stessi bene, mentre Shachi e Bepo si lanciavano contro quella  che ormai, era palese, era una finta mercante.
 
Lei era saltata lateralmente, dopo aver calciato il tavolo cosicché questo si fiondasse contro i miei nakama, scoprendo il vero venditore di datteri legato, picchiato e imbavagliato, rimasto nascosto dalla tovaglia di paglia per tutto il tempo. La sua mossa aveva colto di sorpresa Shachi, ma non Bepo.
 
Il visone era prossimo all’avversaria, quando questa, abilmente, gli era girata attorno, per bloccargli i movimenti, avvolgendolo nella sua tunica bianca.
 
Rivelò un abito ancor più niveo di quello che indossava precedentemente, corto abbastanza da permetterle di sferrare un secondo calcio, senza impedimenti, che fece cadere supino il mio navigatore, dopo essere stato colpito sotto al mento.
Certamente, le fini spalline non le erano di alcuna protezione ed il legno scheggiato che le lanciai contro con tutta la mia forza le lacerò la carne del braccio.
Shachi si era immediatamente ripreso dal colpo subito, Bepo con una capriola si era rimesso in piedi ed aveva spezzato la stoffa che lo bloccava allargando le zampe con energia e celerità. Io e Penguin stavamo correndo piuttosto incazzati verso quella strana ragazza.
E lei era semplicemente nella merda, a quel punto.
 
Poi, accadde qualcosa che potemmo comprendere solo qualche giorno dopo.
 
Il nostro breve scontro, inevitabilmente, aveva attirato l’attenzione della folla e questa, per qualche motivo, aveva accerchiato in maniera protettiva la nostra avventata truffatrice.
Pensai in un primo momento ad una sorta di solidarietà tra compaesani, ma il terrore negli occhi di quelle persone era troppo sincero e sentito per scaturire dalla sola paura di perdere una ragazza dell’isola.
Era così palese che quella gente che ora ci marciava contro, ostile ed armata dei primi oggetti reputati abbastanza dolorosi se usati a sproposito, stesse proteggendo quella che non poteva essere una semplice giovane del posto.
Infatti, quando lei si era spogliata della tunica, avevo visto senza reale attenzione come diversi, tra la folla, sgranassero gli occhi, come sorpresi nel riconoscerla o qualcosa del genere.
 
Tornai a concentrarmi sul presente.
Eravamo forti, noi quattro, ma non potevamo combattere un’intera città.
 
Con i sensi allerta e controllando ogni movimento sospetto, in particolare quello del venditore di coltelli, arretrammo lentamente verso un altro vicolo del mercato, dove sembrava che qualunque timore avesse spinto quegli inesperti isolani al combattimento, non fosse ancora giunto.
Scattammo all’improvviso, sbaragliando la debole barriera di uomini che si era formata alle nostre spalle e che avrebbe sperato di bloccarci. Raggiungemmo con pochi e calcolati balzi, compiuti in punti strategici degli edifici a inizio di quella via secondaria, i tetti delle case, dove quella gente, per quanto spronata da qualsiasi sentimento, non sarebbe stata capace di raggiungerci.
 
<< Che cavolo prende a questi tizi? >>
Non diedi peso alla domanda di Penguin, anche perché, probabilmente, non aveva bisogno di una risposta.
 
Piuttosto, cercai tra tutti quei volti che ci osservavano e gridavano contro, quello contornato da quei voluminosi ricci bruni che erano stati scoperti, legati in uno spettinatissimo chignon, quando lei si era tolta la tunica.
 
Un fischio mi giunse alle orecchie e mi girai nella direzione da cui proveniva solo dopo che Penguin e Bepo mi toccarono le spalle, chiamandomi con una leggera irritazione nella voce.
 
<< Capitano, guarda là. >>
 
E la vidi.
Quella ragazza, che era sicuramente speciale e non solo perché nei suoi occhi avevo letto una lotta feroce tra sicurezza e incertezza, neanche perché l’intera isola voleva, evidentemente, proteggerla, né perché aveva utilizzato, contro di me, un potere assurdo e misterioso, ma perché mi aveva fregato per ben due volte.
 
Sì, perché, mentre mi salutava mandandomi un bacio dal tetto dall’altra parte della strada, fece saltellare su e giù nella sua mano il mio sacchetto di monete d’oro.
 
La osservai saltare giù dall’edificio e volatilizzarsi tra la gente, nonostante il bianco splendente della sua veste dovesse farla risaltare.
 
<< Law? La inseguiamo? >>
Udii senza reale attenzione Shachi.
 
Un ghigno si formò sul mio viso e quasi senza accorgermene sentii i miei compagni irrigidirsi.
 
<< Mi ha derubato. >>
 
<< L-Law? >>

<< Quella stronza! >>  Gridai, fissando ancora quel punto della strada dove l’avevo persa di vista. << Prima ha tentato di tagliarmi la gola, poi ha finto di essere con le spalle al muro per rubarmi il sacchetto di monete d’oro. >>
 
<< Non capisco, capitano. >> Ed effettivamente, il mio tono rabbioso contrastava terribilmente col mio sorriso e gli occhi divertiti, stando a ciò che mi dissero Shachi e Penguin, tempo dopo. << Cosa vuoi fare, esattamente? >>
 
Finalmente mi girai per fissare i miei nakama.
 
<< Attenta alla mia vita, rivela un potere fuori dal comune e sembra essere la diva dell’isola per qualche motivo, infine riesce nel suo scopo iniziale di arricchirsi ingiustamente, dopo averci abilmente pigliati per il culo. >>
 
Allargai quello che era un perfetto miscuglio tra un ghigno ed un sorriso.
 
<< La voglio nella ciurma. >>
 
~
 
Tornammo al Polar Tang che il cielo
era ormai plumbeo e la drastica escursione termica tra giorno e notte, tipica di un’isola desertica come quella, ci stava congelando perfino il sangue.
Maledissi per il tragitto fino a casa la mia crescita repentina, per cui qualunque abito prendessi dal mio armadio risultava troppo corto, anche se da poco comprato e, dunque, inutili furono i miei tentativi di allungare le maniche della mia felpa blu fino a poter scaldare le mani.
 
<< Captain! Bentornato! >> White Fox, di vedetta, si appropinquò a montare la passerella per farci salire, che eravamo appena all’entrata del porto.
 
Ci dirigemmo immediatamente nella sala da pranzo, dalla quale proveniva un profumo di cibo appena preparato che fece urlare di gioia Bepo e spaventare il nostro povero cuoco.
Avrebbe dovuto proteggere la cena di tutti dalla vorace fame adolescenziale del visone, come ogni santissimo giorno.
 
Praticamente mi buttai sulla mia poltrona in velluto e mogano a capotavola, lanciando il cappello senza cura alcuna nel processo, facendolo finire sulla dispensa dei vini che adornava quasi per intero la parete a sinistra della tavolata da pranzo.
 
<< Capitano, cosa è successo? >>
Alzai lo sguardo su Pandaman con un mugugno dubbioso.
 
<< Beh, ora come ora sembri l’esatto contrario di eleganza e grazia. Che è il comportamento abitudinario di Shachi e Penguin, non il tuo. >>

<< Hey! >> Urlarono offesi, i due citati.
 
Quasi come a voler camuffare le loro brutte abitudini con discorsi più intriganti, avevano immediatamente raccontato agli altri tre nakama cos’era accaduto quel dì al mercato, con un perfetto alternarsi nel narrare dai loro due punti di vista differenti, che sembrava quasi studiato.
 
<< Quindi questa ragazza vi ha giocati per tutto il tempo. >> Concluse il nostro chef, versandomi mezzo bicchiere di rum.
Io lo guardai male.
<< Potrai continuare a fissarmi così tutte le sere per i prossimi due anni, Law, non mi fotte proprio. Sei troppo piccolo per bere. >>
Sbuffai tra le risa dell’equipaggio.
Per una volta, non l’avevo minacciato con lo sguardo per le quantità misere di alcol che mi permetteva di assumere, bensì per quanto aveva detto.
 
Era vero, quella misteriosa guerriera, perché anche così si poteva definire, viste le sue abilità, ci aveva manipolato. Probabilmente sapeva che se si fosse trovata in svantaggio avrebbe potuto contare sulla folla che ci circondava, anche se questa mi era parsa spaesata, inizialmente.
 
Ciò che mi fece irritare di tutta quella faccenda, però, fu che andammo a cercarla, per ben due ore, ma di lei non solo non c’era traccia, ma nessuno sapeva niente.
Come se poco prima metà isola non si fosse mobilitata per proteggerla.
 
Era tutto assurdo e ancora più assurdo era la mia ossessione per una persona che avevo incontrato una sola volta nella mia vita. In circostanze particolari, certo, ma comunque un breve contatto.
 
Purtroppo, la mia curiosità era sempre stata più forte di qualsiasi altro mio impulso, sono un uomo di scienza, dopotutto, e inoltre il mio istinto mi suggeriva che c’era qualcosa di estremamente sbagliato, in quell’isola e in quella ragazza.
 
I suoi occhi… i suoi occhi erano, all’unisono, la parte più chiara e misteriosa di lei. Palesavano sentimenti così contrastanti che li facevano sembrare persi e stonavano terribilmente con la persona abile e astuta che mi parse quel giorno.
Quasi come se celassero un conflitto interiore dalle profonde origini, ma ovviamente non avevo idea di cosa lo generasse.
 
<< Ho capito! >> L’urlo eccitato di White mi distrasse dalle mie elucubrazioni. << Il capitano si è preso una cotta, per questo è così ossessionato da quella ragazza ed ora è triste e vuole bere perché non l’avete trovata. >> Io rimasi in silenzio, interdetto, mentre gli altri scoppiavano a ridere quasi sguaiatamente.
 
<< White, hai ventisette anni. Come fai ad essere così cretino? >>
 
Lui si alzò di scatto, facendo tremare l’argenteria sulla tavola, per raggiungermi saltellando come il deficiente che stava dimostrando di essere.
 
<< Ti arrabbi pure? Ma allora lo stai confessando! >>
Alzai gli occhi al cielo, notando di sfuggita Shachi e Pen trattenere le risate e Bepo ingurgitare qualunque cosa gli capitasse a tiro, ma con aria troppo pensierosa per starsi davvero godendo il pasto.
 
<< White, finisci immediatamente quelle fottute patate o te le impasto tra i tuoi amati capelli grigi del cazzo! >>
 
<< Cosa hai detto, cuoco obeso di merda? >>
 
Il mio compagno tornò al suo posto, sputando insulti contro l’altro che con mia somma gioia era riuscito ad allontanarmelo.
 
<< Bepo, c’è qualcosa che ti preoccupa? >>
 
Vidi le sue orecchie fare un veloce su e giù e sbatté gli occhi una volta, prima di fissarmi leggermente sorpreso.
 
<< Beh, captain, a me fa piacere se vuoi una ragazza nella ciurma, anche se preferirei un orsacchiotta, ma quella ha qualcosa che non va, mi dispiace molto. >>
 
Gli altri smisero di fare chiasso, per ascoltare il nostro navigatore e sentii Pandaman sussurrare di preferire una panda come nuovo nakama, più che un’orsa di qualsiasi specie.
 
<< Oggi l’ho annusata bene. All’inizio sentivo solo l’odore di sangue del venditore di datteri, ma quando mi si è avvicinata durante il combattimento ho percepito distintamente l’odore di incensi e qualche tipo… di droga, temo. Mi dispiace, captain, mi dispiace. >> Abbassò le orecchie tonde e pelose e si depresse.
 
Lo accarezzai sulla testa, soppesando le sue parole, fissando senza reale attenzione il mio piatto semivuoto.
 
<< Se ti facessi annusare alcune sostanze, saresti in grado di individuare la droga? >>
 
<< Law! Hai della droga? >> Penguin mi sorprese, urlando sinceramente arrabbiato.
 
<< Sì, ma per solo scopo medico e per la ricerca. Mica l’assumo. >> Distolsi lo sguardo, conscio che Pen stava entrando nella sua modalità “Io sono più grande, io ti sto crescendo da ormai quattro anni, sono tua madre e mi fai incazzare”. Intanto, Bepo aveva annuito vigorosamente.
 
<< Ma a noi che cacchio ce ne frega di cosa si fa quella ragazzina? >> Il registro infinitamente basso che sempre usava per parlare quel buzzurro, ma amabile del nostro cuoco mi fece ghignare.
 
<< Per quanto ci riguarda, può assumere tutto quello che vuole, ma essendo lei una figura avvolta dal mistero, capire di cosa cacchio si fa potrebbe, magari, rivelarci un suo problema di salute, fisico o mentale o chissà che altro. >>
 
<< Sembri determinato, Captain. >> Constatò Pandaman, sgranocchiando un rametto di bambù come digestivo.
 
<< Oggi mi ha fatto disperare, ma non cambio idea. Ho la sensazione che sarebbe un ottimo acquisto per i Pirati del Cuore. >>
Gli altri sorrisero. Shachi, Penguin e Bepo, probabilmente, condividevano la mia idea. Quella ragazza era semplicemente troppo stramba e forte per non essere dei nostri. D’altronde, eravamo un manipolo di casi umani (e non solo umani) molto rari e particolari, usciti, con l’aiuto degli altri, da situazioni ancora più assurde.
Come poteva essere quella di lei.
 
<< Captain, scusa, tornando al discorso di prima, ma non è nocivo per Bepo annusare diversi tipi di stupefacenti? >> White sembrò preoccupato.
 
<< No, è un orso. La quantità di droga che potrebbe influenzare il nostro organismo non è neanche percepita dal suo. Comunque, un’annusata e via, capito? >>

<< Aye, aye! >>
 
~
 
<< Allora, scoperto qual è? >> Penguin si presentò nel mio laboratorio la mattina presto, poco dopo l’alba.
Bepo si era addormentato appena dopo aver riconosciuto la sostanza che cercavo.
 
<< Sì. >>
 
<< Okay, allora perché sembri insoddisfatto? E non dirmi che sei stanco, perché da quando ti conosco ti ho visto dormire la notte massimo quattro volte a settimana e solo per poche ore. >>
 
Sospirai, scompigliandomi i capelli.
 
<< È ioscina o scopolamina, se preferisci. >>
 
In quel momento entrò il resto dell’equipaggio, in coda il nostro cuoco che trasportava la colazione su un vassoio.
 
<< Law, prometto che un giorno sarò un tuo assistente in medicina, ma ora come ora non ho idea di cosa significhi. >>
 
<< Si tratta di una droga che inibisce la funzione mnesica di una persona, in altre parole, la sua volontà. Insomma, qualcosa che nessuno assumerebbe in maniera consenziente. >>
Osservai con lieve divertimento il naso nero e lucido di Bepo muoversi in piccoli scatti, avendo presumibilmente captato l’odore di brioche appena sfornate.
<< Inoltre, la scopolamina, sopprimendo il comportamento di un individuo, consente agli altri di avere il pieno controllo della vittima. Qualsiasi ordine essa riceva, lo eseguirebbe, senza neanche la possibilità di ragionare. >>
 
<< In altre parole, >> si fece avanti Shachi, abbandonando per un attimo la sua cioccolata calda, che riusciva a bere nonostante fossimo su un’isola desertica. << qualcuno la sta drogando e sfruttando a proprio piacimento. >>
 
~
 
Decidemmo di andare a cercarla, quel giorno.
Il suo era un caso intricato, unico e apparentemente disperato come erano stati i nostri.
Se noi avevamo trovato sollievo e salvezza nella ciurma dei Pirati del Cuore, forse anche i suoi occhi avrebbero finalmente abbandonato quel doloroso sentimento che li rendeva più cupi di quanto quel nocciola chiaro non li dovesse far apparire.
 
Scendemmo tutti e sette dal nostro sottomarino, dopo averlo sigillato cosicché nessuno osasse profanarlo.
Non che molti avrebbero osato derubare una nave pirata, ma all’epoca, vi ricordo, ancora non venivo chiamato Chirurgo della Morte.
 
Sì, Shachi, ero chiamato dottorino rompi cazzo, grazie per la tua specifica.
 
Comunque, la nostra ricerca ebbe immediatamente un arresto improvviso, che ancora eravamo sul pontile costeggiato dal nostro sommergibile.
 
L’isola, che il giorno prima ci si era presentata come un’enorme distesa desertica, che in qualche modo aveva permesso la vita e la proliferazione di una grande e ricca città, era divenuta una fiorente foresta, tanto fitta che molte case erano nascoste dalle fronde degli alberi, sbucati ovunque, perfino in mezzo alle strade del mercato.
 
<< Che cosa cazzo è successo? >>
Non seppi cosa rispondere al nostro cuoco, né ebbi il tempo per farlo.
 
<< Attenzione! I cammellosauri mi si sono imbizzarriti! >>
 
Feci appena in tempo a vedere quello che doveva essere il muso di un cammello, ma che presentava delle insolite e letali zanne nella bocca, prima che quell’essere mi colpisse con la sua coda inspiegabilmente spessa e placcata sul dorso, come fosse un frusta, facendomi rovinare sul pontile.
Subito mi schiacciò con una zampa posteriore, prima di issarsi in piedi e ruggire.
 
Non ero in difficoltà. Quell’animale era forte, pesava, ma avrei potuto immediatamente ammazzarlo.
 
Ero solo scandalizzato.
 
<< Capitano! >>
 
I miei nakama mi ridestarono e guardando nella loro direzione vidi altri di questi esseri insensati correre ovunque, pure verso di noi.
 
<< Hearts! Non state lì impalati, ammazzate quei… cammelli, dinosauri, qualunque cosa siano! >>
 
 
 ° Fine capitolo °
 
 
 *Per essere precisi, i Pirati del Cuore a cui Law si riferisce sono: lui stesso, Bepo, Shachi e Pen, che hanno fondato insieme la ciurma circa 13 anni prima, poco dopo la morte di Corazon e nei due anni e mezzo o tre che intercorrono prima di incontrare Ikkaku, secondo me hanno guadagnato almeno altri tre membri dell’equipaggio. Stando ad altre mie Fic, questi  ultimi tre sarebbero White Fox, il meccanico e creatore del Tang, il cuoco (che ancora non so neanche chi sia) e Pandaman (sì, Pandaman. Su Zou ci è stata ufficialmente presentata la ciurma di Law e tra i suoi membri svettava, sulla destra, quell’essere mistico).
 

Eccoci giunti al primo vero capitolo di questa storia. 
Ho già giocato diverse  carte (anche se ne ho ancora un bel mazzo da mettere in tavola) sperando che abbiano fatto breccia e vi abbiano incuriosito. 

Cosa ne pensate della narrazione di Law? Spero di aver rappresentato al meglio i suoi pensieri e sentimenti e di aver chiarito perché cavolo si sia tanto interessato ad una perfetta sconosciuta. 

E Ikkaku, d'altra parte? Che ne dite? Io personalmente l'adoro, non per come la sto gestendo nella storia, proprio come personaggio e quindi mi auguro di averla resa tanto intrigante quanto ha interessato me la prima volta che la vidi nelle pagine del manga. 

Sarei felice di ricevere un vostro parere o suggerimento :) 


Baci, Pawa





 

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


 

Capitolo II








Mentre gli altri si armarono pronti a combattere con quelle bestie dall'aspetto tanto esotico quanto preistorico, Penguin si precipitò verso di me, sferrando un calcio rapido e doloroso alla mandibola dell'animale che mi inchiodava a terra, spezzandogli diversi di quei denti ricurvi e affilati.

Subito mi afferrò dalle ascelle, rimettendomi in piedi e scostandomi bruscamente dietro di lui.

Non necessitavo di protezione, ma riconobbi nel suo sguardo che non aveva intenzione di vedere nuovamente il suo fratellino fra gli artigli di un animale non ben classificabile.

Sfoderai Kikoku, per nulla intenzionato a lasciare che la mia ciurma affrontasse da sola un branco dalle forza ed abilità sconosciute, quando una voce resa sicuramente rauca dell'alcol costantemente bevuto ci raggiunse con un'evidente nota di irritazione e un pelo di timore.

"Hey, mocciosi! Cosa avete nel cervello?"

Il proprietario di essa si rivelò immediatamente, correndo nella nostra direzione con leggera fatica, forse per la quantità esagerata di liquore che si agitava nello stomaco, sicuramente per la vestaglia lurida che gli arrivava fino alle caviglie e che ostacolava i movimenti ampi delle sue gambe.

"Come vi è saltato in mente di mettervi sulla strada dei cammellosauri imbizzarriti?!"

Riflettei brevemente sull'ibrido che risultava essere il nome di quegli animali, raggiungendo Pandaman e gli altri che stavano tenendo a bada tre esemplari, simultaneamente all'uomo che mi parve essere il loro proprietario, vista la dimestichezza con cui si approcciava ad ognuno di essi.

Estratto un frustino da bestiame dalla cintola, l'isolano ebbe velocemente domato e placato quelle bestie.

"Sarebbe un Jolly Roger quello scarabocchio?" ammiccò al simbolo sulle nostre tute con aria stizzita, mentre con una fune legava tra loro i collari dei diversi animali. "Siete pirati dunque. Ecco perché così spavaldi da affrontare la mia merce. O forse così idioti."

Il nostro chef non apprezzò l'epiteto e fu in procinto di raggiungere l'uomo per tirargli un pugno, quando questi si girò rivolgendosi a lui.

"Sei tu il capitano? Ti consiglio vivamente di raccattare i tuoi uomini e andartene dalla nostra isola."

"Io sono il fottuto cuoco. Il capitano è lui."

Mi indicò con un cenno del capo e l'altro parve strabuzzare gli occhi.

"Ma è poco più di un bambino!"

Ringraziai mentalmente i miei compagni per aver trattenuto le risa a quel commento e mi feci avanti.

"Perché mai dovremmo andarcene?"

Quello che finalmente potei intitolare come un mercante mi squadrò con diffidenza. Scrollò le spalle, scuotendo il capo ed emettendo un borbottio circa il fatto che ero anche un moccioso insolente ed infine mi degnò di una risposta.

"La nostra isola odia gli stranieri."

Sputò, intento a convincermi a demordere e issare l'ancora.

"Parli come se questo posto avesse una coscienza propria."

"Beh, signor Capitano, benvenuto su Giza Mesozoica. Qua molte cose potrebbero non rientrare nei canoni della norma."

Ignorai ancora una volta il modo canzonatorio con cui mi si rivolse, concentrandomi, piuttosto, sulla sua risposta vacua.

Non negò quanto io avevo alluso, seppur non mi avesse dato una spiegazione sulle stranezze di quel posto ed io stesso avevo parlato di un'ipotetica coscienza dell'isola con superficialità e senza darle realmente credito.

Dunque mi ritrovai a rimuginare su quanto appena appreso.

Ammettendo per assurdo che quell'isola fosse dotata in qualche modo di raziocinio, era per quello che aveva cambiato totalmente la sua flora nel giro di una notte?

Sbuffai interiormente.

Era impossibile che qualcosa di inanimato avesse una mente. Forse nel Nuovo Mondo, ma non certo agli inizi della Grand Line.

Ricercai lo sguardo del mercante, accennando agli animali che era in procinto di riportare sulla battigia da dove gli erano sfuggiti.

"E questi... cammellosauri sono autoctoni di Giza Mesozoica, immagino."

"Ovviamente." Ringhiò come cortese affermazione, per poi aggiungere con tono più mesto: "Almeno le bestie si sono adattate..." Strinse le cinghie di una museruola, dando poi due poderose pacche sulla gobba di un cammellosauro.

"La mia merce è la migliore di tutta l'isola! Nonché l'unico mezzo di trasporto capace di portarvi ovunque vogliate sia per deserto sia per foresta!" Concluse ridendo trionfo, evidentemente orgoglioso di gestire un mercato che dalle poche informazioni avute sembrava essere piuttosto redditizio, la voce nuovamente alta e gracchiante.

"Quanto costano?"

L'uomo perse all'improvviso ogni sfumatura di contentezza, tornando ad osservarmi con occhio indagatore.

"Non vorrai gironzolare per l'isola, vero? Hai sentito cosa ho detto a proposito di questo posto?"

Ero in procinto di ribattere quando vidi White Fox superarmi e strisciare la testa di un fiammifero sul corto pelo dell'animale più vicino al mio interlocutore, dandole fuoco e potendo così accendere la prima sigaretta di quella giornata.

La reazione spaventata della bestia, nonché l'imponenza del mio compagno armato contro la tozza figura del mercante intimorirono quest'ultimo.

"Il mio capitano ti ha posto una domanda."

Lo vidi inghiottire forse una maledizione forse solo saliva e poi distogliere lo sguardo.

"Per quanto tempo volete affittarli?"

~

"Dai, Captain! Non fare quella faccia. Crescendo avrai un aspetto temibile anche tu."

Nonostante le parole che sarebbero dovute essere di conforto per il mio orgoglio incrinato, Penguin era scoppiato a ridere appena ebbe finito di pronunziarle, seguito dal resto della ciurma.

Io mi lasciai scivolare un po' più in basso sulla sella del cammellosauro, un cipiglio, preludio di un pessimo umore, sul mio viso.

"Ah, fortuna che c'era White! Ci ha fatto concludere un bell'affare. Queste bestie sono veloci e agili, abbiamo già percorso qualche miglia. Anche se hanno un pessimo carattere..." Proseguì Shachi, colpendo la nuca del suo animale, che aveva appena tentato di azzannarlo.

White Fox tirò la redine sinistra del suo, che con uno sbuffo dalle narici e quella che poteva sembrare un'aria irritata aveva obbedito al comando, avvicinandosi a me durante quella sorta di galoppo.

White mi scompigliò i capelli.

"Hai sedici anni e sei appena uscito da uno stadio di malattia terminale. Dai tempo al tuo corpo di riprendersi e svilupparsi."

Scacciai la mano del mio compagno, tirando poi dei piccoli calci col tallone al fianco del mio discutibile destriero per fargli aumentare la velocità e stare, così, in testa al nostro gruppo che si era addentrato nella fitta foresta al di fuori del borgo.

"Oh, Law, ti sei offeso?" 
Non badai all'insinuazione di Shachi, concentrandomi invece su di un ammasso di rocce particolarmente lisce e luccicanti che intravidi a fatica tra la folta vegetazione.

Era da un po' che ne scorgevo di simili ed ora pareva essercene una concentrazione.

Tirai con forza una redine, cambiando velocemente direzione e ottenendo un basso ringhio dalla bestia che cavalcavo, ma perlomeno avvicinandomi potei riconoscere che quelle pietre andavano costituendo la sagoma di un'elevata struttura piramidale, seppur tremendamente decadente.

Mi addentrai, sperando che il calpestio degli zoccoli posteriori del cammellosauro non causassero una frana del portico in bilico di quelle macerie.

"Capitano! Non andare da solo!"

Non feci in tempo a udire l'avvertimento di Bepo, che il pavimento si sgretolò e precipitai per alcune decine di metri.

Impattai violentemente col suolo, anch'esso in pietra, in un suono sordo.

Impiegai qualche istante prima di riconoscere le voci preoccupate dei miei uomini che mi chiamavano dall'alto, ai margini della voragine che si era creata.

Mi tenni le tempie e ripresi fiato.

Quando riaprii gli occhi mi accorsi di essere in un'enorme stanza della quale ignoravo l'utilità, ma che potei intuire fosse elegantemente decorata, seppur fosse immersa nella penombra ed in un nuvolone di polvere e solo attraverso il buco da cui ero caduto filtrava della luce.

Un guaito di dolore mi distrasse dallo studio di quel luogo e mi voltai per ritrovare il mio cammellosauro semi schiacciato dai detriti.

Mi accostai al suo fianco, sentendolo soffiarmi contro, diffidente.

"Tranquilla, bestiaccia. Se ti lasciassi morire dovrei ripagarti a peso d'oro a quello stronzo del tuo padrone."

Mentre iniziai a spostare le macerie dal suo corpo, i miei nakama mi raggiunsero calandosi grazie alle funi che insieme ad altri attrezzi ci eravamo portati dietro, legate ai tronchi degli alberi là fuori.

"Stai bene?" I miei tre primi compagni mi accerchiarono immediatamente, esageratamente preoccupati, come loro solito.

Sbuffai quando Penguin mi afferrò il viso, girandolo e spostandolo in modo che potesse sincerarsi che non avesse neanche un graffio.

"Sì, mammine."

Nel frattempo che Bepo controllava che non avessi qualche osso rotto e Shachi mi faceva una ramanzina che non ascoltai neanche per sbaglio, Pandaman e il nostro cuoco liberarono il cammellosauro, che però rimase disteso al suolo.

"Mi prenderò cura di lui." Mi svincolai dalle attenzioni delle mie chiocce per affiancare l'animale, rivolgendomi, poi, a tutta la ciurma. "Voi esplorate questo posto. In coppia o in trio, basta che non stiate da soli. Tra un'ora ci ritroviamo qui. Avete tutti il lumacofono?"

Nonostante l'insicurezza sul mio stato fisico, che era in realtà perfetto, ognuno annuì prima di accendere alcune lampade ad olio e inoltrarsi nelle viscere dell'antico monumento.

~

"Sai, saremmo potuti arrivare a questo tipo di rapporto anche senza quella caduta, ma tu facevi il difficile."

Tornai ad adagiare il capo per terra, succube al peso di quel corpo che mi opprimeva al suolo per farmi le feste.

"Capitano? Con chi stai parlando?"

Reclinai il capo all'indietro, cercando lo sguardo dei miei nakama appena tornati.

"Non ci credo..." vidi White sbuffare una risata, divertito dal ritrovarmi col cammellosauro accucciato addosso in modo amichevole e non con l'intento di sbranarmi.

Più precisamente con la parte superiore dell'animale su di me.

La sua enorme mole, infatti, era troppa perché il mio corpo potesse sostenerla tutta.

"Siamo diventati amici."

"Lo vediamo." Mi si avvicinarono con aria sapiente e maliziosa.

"Quindi stai solo giocando con lui, non è che non riesci a spostarlo e rialzarti, giusto?"

"Infatti, ci divertiamo un sacco." Annuii, assumendo un'espressione che avrebbe fatto credere che stessi dicendo il vero. "Lui dorme, io muoio schiacciato. Una meraviglia. Siete invidiosi?"

Loro scrollarono le spalle, sinceramente divertiti e finalmente mi aiutarono a togliermi di dosso il mio nuovo cucciolo domestico, ma quest'ultimo non apprezzò l'intrusione e prese subito a ringhiare e mostrar loro le zanne.

"Captain, se vuoi che ti riveliamo cosa abbiamo scoperto dall'esplorazione di questo posto, ti conviene domare il tuo cagnolino."

"Non datemi ordini."

L'ibrido si era alzato, per nulla vacillante sulla zampa che gli si era spezzata con la caduta e che io avevo già sistemato, il ringhio ancora più profondo.

"Captain!"

"Non vuole farci del male. Sta solo dicendo che vuole continuare a stare con Law."

Ci voltammo tutti verso Bepo, dimentichi del pericolo ruggente proprio innanzi a noi.

"Tu capisci cosa dice?"

"Certo!" incrociò le zampe anteriori e sollevò il mento, sembrando leggermente stizzito. "Sono un visone, conosco il linguaggio degli animali."

Penguin e Shachi si guardarono prima di tornare a fissare il nostro navigatore.

"Perché non ce l'hai detto prima?!"

Comunicare coi cammellosauri significava che avremmo potuto chieder loro di portarci in qualche posto specifico dell'isola, magari, con tanta fortuna, conoscevano la ragazza del mercato e avremmo evitato di girovagare a zonzo, alla ricerca di qualcosa che neanche noi conoscevamo.

Insomma si trattava di una risorsa provvidenziale per la nostra ricerca, della quale, però, eravamo stati ignari.

Bepo sbatté i suoi occhioni neri e lucidi, poi abbassò il capo e le orecchie pelose.

"Mi dispiace."

"Non serve che ti scusi!"

Mi misi in mezzo tra il mio Vice ed il resto della ciurma.

"Non dategli contro, è solo un cucciolo."

Shachi schioccò la lingua. "Captain! Sei troppo accondiscendente con lui."

"E ormai non è più tanto piccolo... però almeno adesso potremmo avere una soluzione al nostro vagabondare." Pen sospirò, ma annuii alle sue stesse parole.

Mi ritrovai d'accordo con lui e iniziai a coltivare un minimo di speranza di poter trovare l'oggetto della nostra ricerca in molto meno tempo rispetto le previsioni.

Ma prima di allora desideravo sapere cosa significasse il monumento dove ci trovavamo.

"Forza, ditemi cosa avete scoperto."

Mi sedetti vicino al cammellosauro, che subito si accoccolò alle mie spalle, agitando la coda come fosse stato davvero un cane che scodinzola per la contentezza.

"Dovrei dargli un nome..." mormorai più a me stesso che agli altri, ma venni udito comunque nel silenzio di quella camera sotterranea.

"Oh, giusto. Per un essere così dolce ed innocuo io opterei per Satana o Buster Call."

"Certo, Shachi... ora vorreste illuminarmi su quanto appreso con la vostra perlustrazione?"

Anche loro si accomodarono. Bepo si mise a sedere tra le mie gambe, la sua schiena contro al mio petto.

Sollevò poi il capo, reclinandolo quel tanto che gli permettesse di guardarmi negli occhi.

"Crediamo sia una tomba."

"Non ne siamo certi, però." Continuò Pen. "Seppur abbiamo trovato decine di cadaveri, nessuno di essi era all'interno di una vera e propria camera mortuaria. Erano perlopiù sistemati in modo precario lungo le pareti dei corridoi, un cammino tra i morti che sicuramente ti sarebbe piaciuto percorrere, Law."

Sorrisi all'idea. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto, in effetti, soprattutto se avessi potuto studiare qualcuno di quei cadaveri.

"Il fatto è che nonostante il numero elevato di corpi, alcuno pare essere venerato o santificato. O questo posto è una sorta di fossa comune o nasconde un significato che ancora ci sfugge."

White annuì alle parole di Pandaman e infine mi espose le sue perplessità.

"Questa stanza è la più grande che abbiamo trovato. Ce ne sono altre, più in alto, ma nessuna di queste dimensioni e così studiata in ogni dettaglio. Eppure è l'unica che non ospita almeno un morto. Se queste fossero le macerie di una tomba, in questa camera dovrebbe riposare un personaggio illustre del passato, invece c'è solo una sorta di altare al centro. Ho quindi due opzioni" inspirò profondamente dalla sigaretta, prima di espirare il fumo grigiastro, "è stata depredata anni orsono; non si tratta di una tomba e tutti quei cadaveri sono qui per un motivo diverso dal rituale funebre."

Soppesai le parole di ognuno, intrigato dalle scoperte che avevano fatto, prima di rivolgermi al mio navigatore.

"Hearty sa dirci niente in merito a questo luogo?"

"Hearty?" Domandarono in coro tutti.

"Il mio cammellosauro." Specificai.

"Law... perché Hearty?"

"Assomiglia al nome della nostra ciurma."

"Certo!" Si agitò Shachi. "Ma non mi pare il nome più adatto per quel coso!"

Ignorai il mio compagno, tornando a rivolgere la mia attenzione su Bepo che annuiva ai grugniti di Hearty.

"Dice di non sapere cosa sia questo posto, ma che probabilmente è collegato al tempio."

"Quale tempio?"

"Il tempio monastico di quest'isola." Riprese il visone, riportandoci le parole dell'animale. "Ha il controllo economico e politico su questa terra da secoli, nonché ovviamente quello religioso, quindi questa costruzione dovrà ricondursi ad esso, in qualche modo."

Ghignai.

La faccenda si faceva interessante e particolarmente fortuita.

"Beh, abbiamo una pista."

"Ma scusa Captain, non ci stiamo distraendo dal nostro obiettivo iniziale? Eravamo alla ricerca della ragazza del mercato, no?"

Incontrai lo sguardo perplesso del mio cuoco.

"Sì, in effetti l'esplorazione di questo luogo non aveva nulla a che fare con lei e ti confesso che volevo solo soddisfare la mia curiosità. Ma Hearty ci ha dato un'informazione che mi fa credere in una fortunata coincidenza, per la quale prenderemmo due piccioni con una fava."

I miei compagni cercarono di intuire dove volessi andare a parare, quindi li soddisfai dopo qualche attimo.

"Un tempio col monopolio dei maggiori poteri di una società e una ragazza soggetta ad uno stupefacente che inibisce la sua volontà ed odora di incenso." Sorrisi, vedendo come tutti cogliessero il nesso. "Potrebbero non essere realmente correlati e ancora non conosco nel dettaglio come il tempio eserciti la propria supremazia, ma la droga circola sempre grazie al governo, che ne beneficia e non ci sono molti posti dove si usa tanto incenso da averne il corpo impregnato."

Anche la mia ciurma sorrise, esageratamente, orgogliosa del mio intuito.

"Dunque, ora..." mi rimisi in piedi, spolverando i mie jeans da tutta la sporcizia che avevano raccolto dal pavimento, "vogliamo andare?"

"Captain! Ti seguiremo in capo al mondo!"

~

Sebbene essere teletrasportato con la Room per tornare in superficie avesse scosso Hearty, fummo ben presto in viaggio verso l'ubicazione del tempio, affidandoci proprio all'orientamento del mio cammellosauro.

"Stiamo giungendo in un centro urbano." Constatò Penguin, scorgendo diversi tetti in lontananza.

Aumentammo la velocità, intrigati dalle forme esotiche delle case che iniziavano a delinearsi tra la fitta vegetazione.

In groppa ai nostri ibridi, dovemmo fare attenzione alle fronde più basse, che innumerevoli e incolte rischiavano di poterci disarcionare, mentre il groviglio di radici per terra era abilmente arginato dalla dimestichezza degli animali.

"Se davvero il tempio sa tutto e può tutto, magari conosce il motivo per cui quest'isola cambia flora da un giorno all'altro?"

"Forse, Shachi" acconsentii, condividendo il suo fastidio nell'attraversare una natura quasi impenetrabile "sicuramente è una gran seccatura e impedirebbe l'accesso al cuore dell'isola se sprovvisti di cammellosauri."

Infatti, la foresta fittissima che attraversammo e che già così creava problemi poteva tranquillamente divenire deserto e senza un mezzo di trasporto chiunque sarebbe rimasto succube al caldo cocente, oltre a smarrire la via.

Arrivammo finalmente in città, imboccando quasi immediatamente una strada piuttosto trafficata, moderando l'andatura dei cammellosauri a passo d'uomo.

Quel borgo era molto più grande di quello portuale e sembrava ospitare gente più facoltosa.

Impossibile era, difatti, non notare la ricchezza delle bancarelle che costeggiavano le vie o la sontuosità degli abiti delle persone; uomini con turbanti piumati e delle sorte di scendit; donne vestite di seta e veli ricamati, uniti tra loro da gioielli, in un armonioso stile esotico che avevo visto essere più comune in tempi antichi che in quelli odierni e che perciò ci ebbe subito conquistato.

Il fascino degli abitanti venne surclassato solo da quello del tempio.

Imponente, ricchissimo ed elegante, si ergeva al centro della città, sovrastando ogni altra struttura nelle sue forme irte e sinuose e abbagliando chi per sbaglio posava gli occhi sulla sua sommità.

Essa pareva infatti interamente d'oro e rifletteva con facilità il più debole raggio del sole.

Sperai fosse in realtà solamente rivestita o il One Piece che tanto agognavo e per cui mi prodigavo sarebbe sembrato misero in confronto.

"Porca troia, che classe!"

L'uscita tutt'altro che fine del mio chef mi ridestò dalla contemplazione di quel palazzo e tornai a concentrarmi mentre ancora gli altri pregustavano l'idea di vivere circondati da tanta ricchezza.

"Si è fatto tardi..." mormorai tra me.

Sebbene fosse ormai il tramonto, la splendida atmosfera rossastra che assunse il cielo ebbe solo reso il tempio e i cittadini ancor più incantevoli, senza farmi rendere conto di che ore fossero fino a quel momento.

"Troviamo un posto dove passare la notte."

Sentii la mia ciurma annuire e quando ormai fummo prossimi ai piedi dell'enorme tempio, Bepo vide l'insegna di una locanda.

Entrò solo White per prenotare le stanze, mentre noi attendevamo coi cammellosauri.

Tornò poco dopo accompagnato dal gestore, che sembrava irradiare gioia vedendoci e i suoi incisivi d'oro alimentarono quell'impressione.

Sistemati gli animali nella stalla, dopo aver garantito che Bepo era un compagno e non doveva unirsi a loro, potemmo finalmente rilassarci nelle camere.

Penguin si buttò sul letto sul quale ero sdraiato, subito imitato da Shachi.

"Cavalcare quei cosi è stancante. Oggi non è successo granché, eppure sono distrutto."

Mi voltai a guardarlo ghignando, notando l'altro mio compagno fare lo stesso. Aveva capito cosa stessi per dire.

"Eh, ormai sei vecchio Pen. Non è più tanto facile per te."

Un cuscino mi fu sbattuto in faccia subito dopo, accompagnato dalle risa di Shachi e da un "Bastardo" del mio fratello più grande.

Sentii la pressione sul mio volto venir meno e scostando il cuscino vidi essere Shachi, ora, la vittima di Pen.

La breve lotta che seguì, costituita principalmente da rotolamenti sul materasso e prese subdole ai muscoli, generò abbastanza rumore da risvegliare Bepo che si era appisolato sul tappeto in tempi record e attirare il resto della ciurma, che alloggiava nella camera accanto.

"Come immaginavo, ha vinto il capitano..."

White e gli altri varcarono la porta della nostra stanza ritrovandomi placidamente seduto sui corpi di Shachi e Penguin, immobilizzati ad arte con le lenzuola.

"Captain! Levati, sei pesante."

Shachi sbuffò dalla base del mucchio, agitando le gambe quel tanto che riusciva.

"È Penguin che pesa. Io ho ancora un corpo giovane e asciutto."

Al che la ciurma rise, mentre i miei soggiogati si rassegnarono alla mia vendetta.

Sì, non mi erano andati giù i loro commenti di quella mattina.

"In realtà sei cresciuto molto nell'ultimo anno," White si sedette sul letto "ma immagino che tu abbia ragione. È solo Penguin che sta uccidendo Shachi, tu non c'entri niente."

Le nostre risate furono interrotte da un bussare alla porta.

"Ragazzi? Vi abbiamo preparato la cena! Vi aspettiamo in terrazza."

"Cibo!" Bepo, ora completamente vigile, scattò verso l'uscita, seguendo col fiuto il profumo proveniente dall'ultimo piano.

Fummo subito dietro di lui, sperando di poterlo bloccare prima che divorasse tutto, senza decenza e senza lasciarci qualcosa.

Sull'uscio della terrazza Penguin e Shachi gli furono addosso.

"Calmati, palla di pelo! Non siamo sulla nostra nave, cerca di essere educato!"

"Forza, Bepo. Sei un visone, non un animale. Puoi vincere i tuoi istinti."

Mentre andai a sedermi, guardai con affetto il mio Vice che deglutì e sbatté gli occhi un paio di volte, cercando di riprendersi dalla fame prepotente che lo assaliva ogniqualvolta c'era di mezzo del cibo, dacché era entrato nell'adolescenza.

"Un visone, ha detto quel ragazzo coi capelli rossi?"

Spostai la mia attenzione sul padrone della locanda, che stava finendo di posizionare i bicchieri.

Dietro la sua figura, un'incredibile visuale del tempio, tanto vicino da poterne vedere gli interni oltre i vetri delle alte finestre.

"Siete un gruppetto interessante." Proseguì lui con un mezzo sorriso, facendo poi un cenno ad una giovane donna perché portasse la prima portata in tavola.

Non scorsi alcun segno sospetto o di macchinazione da parte sua. Non mi parse intento a truffarci o chissà che altro.

Sembrò solo felice e divertito della nostra presenza e mi domandai quale fosse il motivo.

Gli isolani incontrati fino a quel momento si erano mostrati tutti restii nei nostri confronti. Il proprietario dei cammellosauri era stato perfino sgarbato e volgare.

Questi comportamenti avevo deciso di ricondurli a qualunque mistero avvolgesse l'isola e che quel posto nascondesse qualcosa era ormai certo, considerata l'inspiegabile mobilitazione da parte della gente del mercato avvenuta il giorno precedente, che aveva avuto lo scopo di proteggere la ragazza che stavo cercando.

Eppure i coniugi che ci ospitarono, insieme a loro figlia, addetta alla cucina, ci si approcciarono con sincera gentilezza.

Ipotizzai si trattasse di semplice educazione, obbligatoria per un lavoro come il loro, ma ripensando alla nostra sfilata per i vicoli di quella città mi resi conto che seppur non fossimo passati inosservati, essendo forestieri, nessuno ci aveva maledetto con lo sguardo come invece era successo al borgo portuale.

Al contrario, i mercanti avevano tentato di attirarci ai loro banconi, un gruppo di cortigiane ci aveva seguito per un po', sperando di poter avere un piacevole incontro e molti bambini ci avevano indicato eccitati, chiedendoci di raccontar loro qualche storia, giacché avevamo l'aria dei viaggiatori.

"Tutto bene, ragazzino?"

Mi riscossi dalle mie elucubrazioni udendo la voce della ragazza che mi stava servendo da mangiare.

"Devi chiamarlo capitano. Mi dispiace."

Sentii White ricordare a Bepo che non doveva scusarsi per ogni cosa, prima che una leggera risata, che in alcun modo sembrava essere di scherno, si levasse.

"Sei tu il capitano?" Domandò retoricamente il locandiere. "L'avevo detto io che siete un gruppo in gamba. Siete pirati?"

Mi ritrovai a discorrere tranquillamente con quell'uomo.

Non voleva informazioni particolari ed io certamente non gliele diedi.

Un coro esultante seguito da applausi si generò in qualche bar nei pressi della locanda.

Conclusi, mentre ascoltavo con finto coinvolgimento il racconto del mio interlocutore, che quella era sicuramente una città serena, forse addirittura in festa.

Un netto contrasto con quella dove avevamo buttato l'ancora.

Forse era perché nella capitale, con la presenza fisica del tempio, tutto funzionava meglio.

Forse c'era un'altra ragione.

"Mi dica, signore" incalzai dunque, cercando di sembrare il più disinteressato possibile, "oggi ricorre forse qualche festività?"

Lui parve sorpreso per un attimo, prima di tornare a sorridere cordialmente, accarezzandosi i folti baffi neri che gli incorniciavano le labbra esageratamente carnose.

"Capisco, dovete aver notato l'allegria di questo posto. Non c'è nessuna festa in particolare. È solo che ultimamente le cose vanno molto bene! La gente è felice."

"Oh, quindi questa città è la migliore in cui vivere da queste parti?" Sperai che fosse lui stesso a parlarmi delle condizioni degli altri borghi o altrimenti sarebbe iniziato a divenire palese il mio interesse.

Ancora non sapevo se potevo fidarmi di quelle persone, perciò preferivo far condurre a lui il discorso, mentre in realtà ero io ad indirizzarlo.

"Oh, no, no. Su Giza Mesozoica un posto vale l'altro, in senso buono, eh! Qui siamo leggermente più ricchi, ma abbiamo anche tasse più alte!" Ridacchiò, bevendo poi un generoso sorso di rum. "E ci arrivano prima le informazioni. Ma tempo domattina e anche i villaggi sulla scogliera a sud saranno contenti!"

Quindi era successo qualcosa.

E se gli abitanti delle coste non erano dell'umore per gioire, era solo perché la notizia di quel qualcosa ancora non era giunta.

"Sembra divertente!" Lo assecondai. "Una sorta di festeggiamenti nazionali."

"Puoi dirlo, capitano! Se soggiornerete qui abbastanza a lungo, potrete godere pure voi delle nostre celebrazioni."

Sorseggiai la mia bevanda, un liquore tipico dell'isola, prendendomi così il tempo per riflettere brevemente.

C'era una nuova e bella notizia, che per ora aveva raggiunto le orecchie dei soli abitanti della capitale, ma che presto avrebbe rallegrato l'intera piccola nazione.

E non si trattava di una novella qualsiasi, ma di una capace di stravolgere il morale di persone che solo quella mattina ci avevano quasi sputato in faccia.

Almeno attenendomi all'euforia con cui il locandiere me ne parlava.

"Signore, la debbo mettere in guardia per come parla! Siamo pirati, cogliamo al volo un invito ad una festa."

L'altro rise di gusto, facendosi versare dalla moglie un altro bicchiere di rum.

"Ci fareste solo un gran piacere, capitano! È un evento che la nostra isola attende da anni, vogliamo condividere la nostra contentezza con tutti quelli che l'accettano!"

Eccolo.

Ero riuscito a portarlo al punto che volevo.

Trattenni un ghigno.

Notai come il mio equipaggio stesse ascoltando ogni nostra parola, mentre fingeva di interloquire con le due donne presenti.

"Addirittura? Siamo stati davvero fortunati ad approdare su Giza Mesozoica proprio in questo periodo, allora. Ma mi faccia indovinare, a questo punto. Mi ha troppo incuriosito..." rigirai il liquore nel mio bicchiere, dando l'impressione di star realmente ragionando su cosa potesse essere l'evento, mentre in realtà mi inventai la prima balla che mi passò per la mente.

Doveva essere lui a dirmi cosa fosse questo evento.

"La principessa dell'isola si sposa?"

Lo vidi scoppiare in una risata, battendo tanto la mano sul tavolo da far tremare le stoviglie, venendo poi rimproverato dalla moglie.

"Noi non abbiamo una monarchia, figliolo! Quel palazzo che vedi" indicò l'imponente struttura alle sue spalle, illuminata anche di notte da innumerevoli fiaccole. "è in realtà un tempio monastico. È una storia un po' lunga, che mette in mezzo déi e la natura, ma ti basti sapere che ha esso il controllo politico."

Sapevo già di cosa si trattasse, ma annuii comunque, sinceramente sorpreso.

Déi e la natura aveva detto?

"Allora... succede qualcosa al tempio?"

"Sì... più o meno. Sei un tipetto intelligente, capitano, ma sono certo che non indovineresti mai. Dimmi, da quanto tempo siete su Giza?"

Il mio interesse era più vivo che mai e la mia pazienza al limite.

Avevo colto qualcosa, ma ora il padrone della locanda stava forse deviando il discorso?

Cercai di non dar a vedere la mia agitazione e gli risposi.

"Bene! Allora avrete sicuramente notato che ieri l'intera isola era una landa desertica."

Feci un cenno col capo.

Forse non aveva cambiato argomento.

"Ebbene, ci piace definire la nostra isola bipolare. Passa dal deserto alla foresta nel giro di una notte e viceversa. Non c'è una logica con cui lo faccia e non possiamo prevedere per quanti giorni ci sia una determinata flora, prima che venga stravolta, insieme a tutti i tipi di alimenti che essa offre. Questo tipo di vita ha messo in ginocchio il nostro popolo." Accese un sigaro, offrendone un altro a White. "Ogni giorno i mercati sono affollati, perché la gente necessita di comprare quanto più cibo possibile da poter poi conservare opportunamente. Vedi, il caldo del deserto distrugge tutta la frutta della foresta e fa deteriorare la carne fresca, mentre l'umidità della foresta fa marcire i raccolti del deserto."

Ora potei spiegarmi quanto avevo visto il giorno precedente al mercato, mentre ero alla ricerca di Shachi e Penguin, nonché le parole del mercante di cammellosauri.

"Almeno le bestie si sono adattate..."

Ora aveva senso.

"Purtroppo, però" continuò lui "non tutti sono ricchi e alla fine molti rimangono senza cibo. Ovviamente tutte le coltivazioni non si conservano da un clima all'altro e bisogna sperare che un tipo di ambiente duri abbastanza da permettere almeno un raccolto, quindi nel momento in cui finiscono le scorte, bisogna andare avanti con la selvaggina. Ma vi assicuro che non è facile abbattere un cammellosauro."

"Ci credo, col carattere che si ritrovano..." mormorai, sperando che tutto ciò che mi stava raccontando, per quanto interessante e illuminante sulle stranezze del posto fosse, c'entrasse anche con quel maledetto evento.

"Ad ogni modo, ti chiederai perché te ne sto parlando, vero? Ecco, tra due settimane il tempio risolverà la bipolarità dell'isola!"

Sgranai gli occhi.

"Cosa?!" Shachi aveva bellamente mandato all'aria la sua recitazione, palesando come stesse in realtà seguendo la mia conversazione, piuttosto che la sua con la moglie del locandiere, ma non lo biasimai.

Com'era possibile che degli uomini potessero cambiare la natura?

"E... come farà?"

L'uomo mi guardò, la sua risposta genuina tanto semplice quanto per me inverosimile.

"Con gli déi."

~

"Captain, perché non gli hai chiesto di spiegarti nel dettaglio questa storia degli déi?"

Ci eravamo ritirati tutti in una sola camera dopo la cena.

La conversazione rivelatrice col locandiere terminata già dopo la prima portata.

"Perché lui non era propenso a dirmi altro."

Mi adagiai più comodamente contro Bepo, sdraiato sul mio letto alle mie spalle.

"Il suo linguaggio del corpo era evidente. Fintanto che si parlava di festeggiare è stato loquace, ma discutendo dell'estinzione della bipolarità si è irrigidito. Non so in cosa consista o come siano coinvolti gli déi, ammesso che questi esistano, ma sicuramente deve accadere qualcosa che non dovrebbe interessare a dei semplici villeggianti di passaggio. Credo anche che mi abbia rivelato il motivo per cui questo popolo gioisce solo perché, senza che lui se ne rendesse conto, io ho manipolato la nostra conversazione facendo sì che delle spiegazioni fossero doverose da parte sua."

Alla fine avevo fatto bene ad essere estremamente discreto.

Con domande dirette non credo mi avrebbe mai raccontato tutto ciò.

"Vi dirò che ormai tutta questa faccenda mi intriga troppo per lasciarla perdere." Pen era appena uscito dalla doccia quando si aggiunse a noi. "Quindi, se tu sei d'accordo, Law, mi piacerebbe portare avanti la ricerca della ragazza stramba con la scoperta della verità su questo posto."

Eravamo tutti concordi con lui.

D'altronde eravamo pirati, degli avventurieri e le tombe di quel pomeriggio, la bipolarità dell'isola, gli déi e la mia tentata assassina si prospettavano, tutti insieme, come un'intricata avventura.

Andammo a dormire.

Il giorno dopo contavamo di introdurci al tempio, sperando accettasse visitatori, altrimenti ci saremmo intrufolati in modi un po' meno legali.

Chiusi gli occhi, ma una luce persistente proveniente da fuori mi costrinse a riaprirli subito.

Mi alzai, accostandomi alla finestra e scoprendo trattarsi della luce del tempio.

Con le lampade ad olio accese fino a poco prima non mi ero davvero reso conto di quanto quel cavolo di palazzo fosse luminescente.

Avevo già iniziato a maledirlo per alimentare la mia insonnia, quando da una finestra a quello che stimai essere il terzo, forse quarto piano, si lanciò una figura avvolta nel bianco più puro.

La distanza ravvicinata della locanda dal tempio, tutta quella luce e quei ricci mi permisero di riconoscere immediatamente l'identità della figura.

Avevo avuto ragione.

Era collegata al tempio.

Spalancai la finestra, balzando sul tetto della casa di fronte e iniziando a correre vero il punto in cui lei era atterrata.

Avevo ritrovato Ikkaku.





 

 

Eccoci di nuovo!

Finalmente sono riuscita ad aggiornare. 

Che dire? In questo capitolo vi ho buttato informazioni a gogò, spero sia stato interessante e non noioso!

La ciurma ha ficcanasato a sufficienza, direi, quindi d'ora in poi narrerò di come hanno risolto questi misteri... o forse renderò il tutto ancora più intricato :D 

Ve lo dico già, saranno entrambe le cose

Law ha finalmente ritrovato Ikkaku e ovviamente nel prossimo capitolo interagiranno...

Ma potrebbe non essere Law a raccontarvelo in prima persona, chissà :)

Come potete vedere ho disegnato un cammellosauro, per darvi un'idea di come lo immagino. 

Sì, ha solo una gobba, ma dromesauro mi sembrava un nome troppo serio, quindi ho deciso che anche se ha una sola gobba è un cammello. 

Vi piace quel cucciolone?

Se siete interessati ai miei disegni vi comunico che sono una fumettista esordiente e vi lascio il mio profilo Instagram: 

https://www.instagram.com/pawa_art/

Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, capitolo, disegno e storia in generale ♥

A presto,

Baci

Pawa

 

 

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