Guerre Stellari - XI - Traditori della Galassia

di AlexaBonet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***



Capitolo 1
*** I ***


I


Il pianeta Attran era abbastanza particolare. Nonostante avesse tutte le carte in regola per poter essere abitato, nessuna forma di vita era mai sopravvissuta sulla sua superficie o nei suoi oceani. Fu scoperto dal resto della Galassia durante i primi viaggi interstellari e abitato per un periodo abbastanza breve, finché non si scoprì che un ciclo di inondazioni di raggi luminosi dalla concentrazione estremamente nociva inondava il pianeta ogni duecentotrentamila anni distruggendo il codice genetico di qualsiasi forma di vita. Così venne abbandonata l'idea di colonizzarlo e finì per essere sfruttato solo per le sue risorse.

La nave a forma di lancia di Moon Halot atterrò proprio su Attran, in mezzo a un deserto dalla sabbia verdognola. In lontananza si poteva intravedere un palazzo dalle altissime e fine torri, la quale luce proveniente dalle finestre inondava la notte verde di Attran.
All'interno della neve erano presenti quattro uomini.

Il primo, ovviamente, era Moon Halot. Indossava la sua solita ricamata divisa blu scuro da Jedi, ma con l'aggiunta di un'auricolare all'orecchio destro. I suoi occhi celesti scrutarono il paesaggio attorno.

Accanto a lui c'era Velvet a braccia incrociate, anche lui indossava la sua divisa rossastra da Sith e un'auricolare.

A seguire un uomo di trentadue anni di nome Phoros. Aveva la pelle molto chiara, i capelli cortissimi e neri, occhi a mandorla e talmente scuri da non riuscire a distinguere l'iride dalla pupilla. Era della stessa altezza di Moon Halot, ma più magro. Indossava una divisa da Jedi, simile nel colore e nei ricami a quella di Moon Halot, ma con il colletto stretto e alto. Portava sul viso quello che doveva essere un paio di occhiali: una placca di materiale trasparente celeste a forma di semicerchio che all'orecchio destro finiva con un'auricolare.

L'ultimo era invece un ragazzo di ventitré anni di nome Krillio. Aveva la pelle leggermente abbronzata, i capelli ondulati biondo chiaro e lunghi abbastanza da coprirgli solo la fronte, gli occhi erano verdi tendenti al nocciola. Era il più basso del gruppo. Indossava un completo simile a quello degli altri, ma di colore bianco, non portava la cintura alla vita, ma incrociata sul petto con dietro la schiena un fodero contenente un bastone di metallo. Portava una mantella rossa tendente al nero con tanto di cappuccio e all'orecchio sinistro l'auricolare. Nonostante non portasse la divisa da Sith, era uno di loro.

Una costruzione nera era comparsa all'orizzonte, volteggiando a qualche centimetro dal terreno, presto si sarebbe avvicinata alla loro nave.
-L'autobus che ci porterà al Lozo Codra sarà qui fra pochi minuti. Sono pronti i costumi Phoros?
Fu Moon Halot a parlare per primo da quando atterrarono, Phoros sorrise guardando nei suoi occhiali.
-Prontissimi, maestro Moon. Se mi fate tutti il piacere di mettervi davanti a me possiamo cominciare.

Moon Halot e Velvet erano seri e pronti all'azione, ma Krillio sembrava annoiato, fece comunque come Phoros gli aveva ordinato. Un ologramma si palesò davanti al portatore degli occhiali, in esso erano presenti quattro completi maschili da cerimonia. Appena Phoros mosse tali costumi dall'ologramma verso i tre compagni, questi finirono per indossarli realmente, poi lo spostò pure verso di sé e anche lui fu pronto. L'ologramma scomparve e i quattro controllarono che fosse tutto apposto.

L'unico che sembrava fosse a suo agio in tali abiti era Moon Halot. Phoros e Velvet si ammirarono a vicenda, mentre Krillio combatteva contro una cravatta e una cintura per i suoi gusti troppo stretta.
-Stai fermo, Krillio. Non vorrai rovinare una tale opera di mimetizzazione. Ti ricordo che non puoi sapere quale parte del tuo travestimento sia diventato il tuo bastone laser, quindi meglio che fai attenzione a cosa fai con quelle mani, rompendo un bottone potresti rompere la tua arma.
Fu Velvet a parlare, Phoros aggiunse subito dopo:
-Puoi non sapere esattamente cosa sia diventato cosa, ma in caso sia necessario tornare alle proprie divise, basta girare il bottone posizionato sopra la cravatta.
-Vi ricordo che questo travestimento è solo per rispettare i comuni costumi del Lozo Codra, non per nascondere le nostre identità. Anzi, per parlare con Zaraustro la mia vera identità potrebbe tornarci più che utile. Avviamoci verso l'uscita che l'autobus è arrivato.
Dopo che Moon Halot chiarì quest'ultimo dettaglio, si sentì qualcosa attraccare alla loro nave. Aprirono la porta principale e attraversarono un corridoio molto corto dove due robot dorati facevano da guardie a un grande portone a semicerchio.

I robot scannerizzarono la compagnia e non trovarono niente fuori posto.
-Benvenuti sull'espresso diretto verso il Lozo Codra. L'unico luogo della Galassia dove la legge della Repubblica Superiore non è applicata in termini generali. Ogni illegalità al Lozo Codra è permessa, ma vi ricordiamo di controllare il costo relativo al crimine da voi commesso, perché se non siete in grado di pagare quanto richiesto, non sarete in grado di varcare l'uscita del Lozo Codra, e sarete di conseguenza costretti a pagare con la vita o con il lavoro forzato. Appena varcherete le porte del Lozo Codra, automaticamente saranno considerate accettate da voi le precedenti condizioni. Per maggiori informazioni potete consultare i piani illustrativi presenti sull'espresso. Vi auguriamo buona permanenza e buon viaggio.
Il portone si aprì e la compagnia lo attraversò senza pensarci due volte.

Una volta dentro, si sedettero comodi, il lusso sembrava essere la principale attrattiva di questo peculiare luogo. Per tutti, tranne che per Moon Halot, era la prima volta al Lozo Codra.
-Hey, maestro Moon, ma come ci è finito il nostro informatore al Lozo Codra?
Fu Krillio a parlare. Halot cercò di non far stridere i denti, visto che provava un odio profondo per Zaraustro, ma comprendeva la necessità di avere qualcuno come lui tra le sue conoscenze.
-Prima che mi mettessi sulle sue tracce, Zaraustro era un ricattatore che lavorava nella capitale della Repubblica Superiore. Quando iniziai a interessarmi a lui, decise di scappare sul Lozo Codra e continuare da lì la sua attività. Da tempo aveva preparato il suo trasferimento definitivo e quindi non ho mai potuto iniziare a dargli la caccia propriamente. Però, la sua esistenza si rivela assai utile. Se c'è qualcuno che potrebbe sapere qualcosa su Orion Paver, quello è lui. È dove tutti i segreti dell'universo sembrano volersi aggregare: in quella sua orribile testa.
Appena Moon Halot finì di spiegare, anche Phoros si aggiunse al discorso.
-Quell'essere è fedele solo a sé stesso. Vende informazioni a chiunque e senza scrupoli. È tuo nemico e alleato contemporaneamente. Un'informazione di Zaraustro potrebbe crearti un problema e un'altra potrebbe rivelarsi la soluzione. La sua neutralità è puro caos. 

E infine anche Velvet si unì alla discussione.
-Se c'è un posto dove qualcuno del genere può tirare fuori il meglio di sé è al Lozo Codra. Ancora mi meraviglio di come la Senatrice Superiore sia stata d'accordo con tale progetto, a mio parere è una pazzia. Certo, comprendo che è ancora sotto il controllo della Repubblica Superiore, anche se non in modo classico, ma proprio per questo lo vedo come un problema. Va contro i principi stessi della Repubblica Superiore, eppure è sotto il suo controllo.
-Il tuo punto di vista è condiviso da molti nella Galassia, Velvet. Io personalmente lo trovo geniale. Il Lozo Codra offre un sacco di informazioni importanti sulla natura più oscura delle più svariate creature della Galassia, ottimi dati da cui derivano utilissimi studi, e il suo modo semplificato e crudele di mantenere ordine e giustizia nel sistema si è dimostrato infallibile. Vi ricordo che ogni criminale, in un modo o nell'altro, ha pagato seriamente i suoi crimini al Lozo Codra. 
Phoros era molto sicuro delle sue affermazioni, ma Krillio sentiva di doverlo interrompere.
-Ma scusa, secondo il codice del Lozo Codra, se sei ricchissimo, puoi pagare per qualsiasi tipo di crimine da te commesso, quindi dov'è la giustizia in tutto questo?
Phoros aspettava quella domanda.

-Tu hai ragione, ma non si può comprare il silenzio assoluto al Lozo Codra. Tu puoi anche commettere orribili crimini e pagare per essi, ma non puoi pagare per la tua reputazione, solo virtualmente è possibile, ma dubito esista qualcuno così ricco da comprare il silenzio dell'intero Lozo Codra. E per come funzionano le cose qui, ti conviene rimanere su certi tipi di crimini, piuttosto che altri, se non vuoi che quella tua grande carriera con cui puoi permetterti di pagare il crimine, svanisca nel nulla.
-Phoros ha ragione, ecco perché in fin dei conti il Lozo Codra nel tempo è diventato semplicemente il luogo di ritrovo per tutti quei comportamenti illegali, ma non forzatamente ritenuti sbagliati da tutti. Che diventano dei lussi per chi ha gusti particolari.
Phoros sorrise e si mise comodo dopo aver avuto conferma da Moon Halot, ma Velvet e Krillio supportavano con poco piacere di dover essere tolleranti del Lozo Codra.

L'autobus arrivò presto a destinazione. Passarono attraverso una barriera magnetica che poteva essere notata solo dal fatto che cambiava leggermente la posizione dell'autobus. Davanti al palazzo del Lozo Codra c'era un grandissimo giardino all'aperto con un'enorme fontana al centro. Una volta scesi dall'autobus attraversarono il cancello principale del palazzo e si ritrovarono in un'enorme sala da ballo. Tantissime specie e razze diverse, provenienti da tutta la Galassia, erano lì presenti, la musica era abbastanza forte da costringere la compagnia ad attivare gli auricolari.

-Il piano non è cambiato. Andrò io a parlare con Zaraustro e voi rimarrete intorno a me, controllerete la situazione e avviserete gli altri se vedrete qualcosa di sospetto. Cercate anche di non essere voi sospetti agli occhi degli altri. Appena finisco vi invio un segnale.
La compagnia annuì e Moon Halot non ebbe nessun dubbio, poteva assolutamente contare su di loro. Si dispersero per il Lozo Codra, ma rimanendo comunque nei dintorni di Moon Halot. Il Jedi chiese informazioni a un bar su dove potesse trovare Zaraustro, l'alieno barman lo guardò con curiosità, doveva averlo riconosciuto.
-Non vuoi prima bere qualcosa? Ci sono liquori rarissimi che solo qui avrai il privilegio di trovare...
-No, grazie. Se non puoi dirmi dove è Zaraustro, chiederò a qualcun altro.
-Nessun problema, Jedi. Zaraustro lo trovi ai piani sotterranei.
-Grazie.

Moon Halot si avviò verso la sua destinazione, mentre il resto del gruppo seguiva da lontano i suoi passi senza farsi notare.
Più scendeva nei sotterranei, meno gente sembrava esserci, chiese di nuovo informazioni su dove potesse essere Zaraustro e un altro alieno gli disse di seguire il piccolo ruscello d'acqua ai bordi del pavimento, quello però sulla sua destra.
Moon Halot fece come gli venne detto e imboccò un corridoio alla sua destra, ora non c'era più gente. Il resto del gruppo non lo seguì, ma sapeva dove fosse diretto.

Qualcosa apparve nel piccolo ruscello, fece rumore per attirare la sua attenzione. Moon Halot si abbassò all'altezza dell'acqua e un piccolo polpo con due grandi occhi porpora si mise a osservarlo. Il Jedi lo guardò dubbioso e questo scappò via nuotando verso la fine del corridoio.
Non c'erano porte, ma il ruscello finiva dentro una cascata, accanto alla cascata c'erano delle scale per raggiungere la stanza al piano inferiore.
Moon Halot imboccò le scale e si ritrovò in una stanza dalla luce tenue, tale stanza era circondata da una piscina, rendendo il pavimento dove Moon Halot si trovava simile a un'isola. Al centro c'era una grande statua dalle forme curvilinee e dopodiché una porta chiusa. Il Jedi sentì qualcosa muoversi nell'acqua, ma cercò di ignorarlo. Doveva battere alla porta e parlare con Zaraustro, il rumore però si ripresentò ogni volta che cercava di battere e questo iniziò a irritarlo.

-Chi sei? Che vuoi? Non ho tempo da perdere.
Sentì una risata e nella sua mente si innescarono dei ricordi.
Dalla piscina comparve una figura femminile, non la vide in faccia perché si sedette sul bordo dandogli le spalle, i lunghi capelli indaco dalle striature grigie erano slegati e le coprivano la schiena. 
-Che sorpresa incontrarti in un luogo del genere, Jedi.
-Shenny?! Sei tu?
La figura si girò verso di lui mostrando il viso sorridente. Non aveva il suo solito trucco pesante, quindi Moon Halot fece difficoltà a riconoscerla subito, ma avvicinandosi la riconobbe. Si abbassò affinché potesse parlarle e guardarla meglio.

Non era vestita, ma delle scaglie indaco coprivano la parte più intima del suo seno e una coda da sirena che adesso era presente al posto delle sue gambe.
Sembrava brillare di una luce particolare e Moon Halot non riusciva a toglierle gli occhi di dosso per la sorpresa. Il piccolo polpo di prima ricomparve e si attorcigliò al braccio di Shenny.
-Non dirmi che questa creatura è Carmine...
-Sì, proprio la cara Carmine. Non può parlare quando ha questa forma. Se ci dici perché sei qui forse possiamo aiutarti.

Moon Halot si era quasi scordato di Zaraustro, la sua espressione tornò seria.
-Devo parlare con Zaraustro. È dietro quella porta, vero?
Shenny mosse gli occhi all'insù e sbuffò, Carmine agitò i tentacoli.
-Sì, il bastardo è la dietro. Ma se fossi in te non mi fiderei di lui.
-Ora vende informazioni false?!
-No, quello no, ma potrebbe mentire sul genere di pagamento. Io e Carmine eravamo venute da lui con l'intenzione di riprenderci la nostra nave. Da quando non ci siamo più visti l'unica cosa che abbiamo fatto è cercarla. Fatto sta che abbiamo saputo che Zaraustro l'aveva comprata da qualcuno, quindi eravamo intenzionate a comprarla da lui. Lo abbiamo pagato come era da accordo, ma ha preso i soldi e anche noi. Ha un amore morboso per le specie a rischio d'estinzione. Questo è quel che succede a me e Carmine quando siamo nei dintorni delle acque provenienti dal nostro pianeta, non possiamo scappare in queste condizioni. 
Shenny sbuffò e guardò Moon Halot, lui stava pensando a cosa fare adesso che le aveva incontrate, in più le informazioni in loro possesso potevano rivelarsi preziose per lui. 

-Vi farò uscire io da qui, ma prima devo parlare con lui...
Shenny sorrise e lo abbracciò, Moon Halot non se lo aspettò quindi rimase abbastanza immobile, specialmente perché non era mai stato abbracciato da qualcuno bagnato fradicio. Shenny si staccò e tornò in acqua.
-Appena esco da quella porta, entrambe dovete trovarvi sulla riva di questa piscina.
-Ok. Buona fortuna.
Scomparvero entrambe nell'acqua. Moon Halot finalmente poté bussare alla porta.

Si aprì immediatamente e si ritrovò in una sala piena di specie aliene, ma di sesso femminile. Mentre attraversava la stanza per avvicinarsi al letto dove Zaraustro era sdraiato e servito, molte di queste femmine gli gironzolarono attorno, ma lui le ignorò infastidito.

Zaraustro non era grosso e nemmeno minaccioso, ma aveva la testa e le mani estremamente grandi, aveva tre grandi occhi sul viso, la pelle di un grigio tendente al bianco e indossava una tunica rossa larga e leggera. Moon Halot poté intravedere anche delle guardie del corpo adesso, si sistemarono tutte attorno alla stanza e davanti alla porta da cui era entrato.
Zaraustro rise nel vederlo avvicinarsi a lui, poi si alzò dal letto e gli andò incontro.
-Moon Halot, devo dire che la tua presenza qui non è una sorpresa. Sinceramente, pensavo saresti arrivato prima da me, ma non importa, eccoti qui. Ho una mezza idea di cosa tu abbia bisogno, ma prego, chiedi pure. Ti ascolto.

Moon Halot si sistemò la cravatta.
-Cosa sai dell'attacco al palazzo della Senatrice Superiore?
Zaraustro rise, ma rispose subito.
-Che qualcosa di molto importante, forse l'oggetto più importante della Galassia, è stato rubato da qualcuno che non esisteva per nessuno prima dell'attacco. Mi sembra che il nome di tale losco figuro sia... Orion Paver?
-Sei nel giusto, ho le mie buone ragioni per credere che qualcuno stia lavorando per lui e che questo qualcuno sia collegato al mercato illegale di risorse minerarie. Lo abbiamo provato a pedinare, ma è come se conoscesse i nostri modi di operare. Sono più che sicuro che tu sia entrato in contatto con questo personaggio e che tu possa dirmi di più su di lui. 
Zaraustro rise, dopodiché prese un grosso sorso di liquore da un bicchiere che una delle femmine gli aveva portato.

-E tu come fai a essere così sicuro che io conosco questo personaggio che lavora per Orion Paver?
Moon Halot aveva due prove con sé di tale contatto, ora che Shenny gli aveva pure detto dell'acquisto della nave.
-Ho visto una delle tue spie stare alle costole del mio sospettato. Devo ammettere che diventi sempre più bravo a mimettizzarle, ma devi lavorare di più se vuoi nasconderle da me.
Zaraustro smise di sorridere, si offendeva facilmente, ma altrettanto facilmente sapeva rispondere a modo.
-Se sei così bravo come dici, Jedi, allora perché ti è sfuggita l'esistenza di Orion Paver? Tu credi veramente, che nessuno e niente sapesse di lui prima dell'attacco? Credi che la sua Orion Mas si sia costruita così, dal nulla? 
Zaraustro iniziò a ridere maligno vedendo il viso di Moon Halot. Anche lui aveva un forte orgoglio che se veniva intaccato sul suo viso non passava inosservato.

-Capisco il tuo stato d'animo, anche io mi sono sentito così a scoprire che un'operazione di tale portata mi stava accadendo sotto il naso. Ma a differenza tua, sapevo già qualcosa in più di lui, prima che attaccasse. Dopo l'attacco, le informazioni che avevo divennero chiare. E credo tu le voglia sapere, ma sei disposto a pagare?
Zaraustro era ormai accanto a Moon Halot, essendo una creatura abbastanza alta poteva guardarlo dall'alto. Moon Halot non era nemmeno lontanamente intimorito da lui.
-Io posso pagare qualsiasi prezzo. Cosa vuoi?
Zaraustro rise di nuovo maligno, aveva una bruttissima risata che riempiva la stanza.
-Voglio uno dei soldati della sua armata. Se non ne hai di vivi, va bene anche uno morto. 
Moon Halot rimase sorpreso di tale richiesta.
-Accetto. Uno prigioniero vivo della sua armata ti sarà recapitato da qui a un mese.
-E come mi assicuri che sarà così?
-Uno dei tuoi verrà con noi e prenderà direttamente il prigioniero. 
-O più di uno dei miei, non si sa mai.
-Va bene. Ora, parla.

Zaraustro si mise comodo e invitò Moon Halot a fare lo stesso, anche lui si sedette.
-Quel che hai bisogno di sapere è che c'è una rete di persone anonime che ha finanziato la Orion Mas. Colui che tu hai seguito è il contatto di Orion Paver con questa rete. Molto probabilmente tutto il materiale con cui ha prodotto quel che hai visto proviene dalle tasche di tale rete, tasche che sono state svuotate dal tuo uomo misterioso. Da costui, per avvicinarmi meglio e mettergli una delle mie spie addosso, ho comprato una nave. E che sorpresa ho avuto dopo l'acquisto di tale nave!
Moon Halot pensò a Shenny e Carmine intrappolate in quella forma acquatica e fu disgustato dall'espressione compiaciuta di Zaraustro nel parlare di loro come la "sorpresa".

-Ma tornando a Orion Paver e al suo galoppino nella Repubblica Superiore. Io non so nulla di questa rete, non un solo nome, non un contatto, ma posso dirti di certo due cose: Orion Paver e il suo galoppino utilizzano la Forza. 
Moon Halot rimase sorpreso di tale informazione. Sapeva che Orion Paver utilizzasse la Forza, ma non si aspettava che anche il losco figuro lo facesse.
-Secondo me, ti conviene guardare tra i panni sporchi della Forza Unita e forse troverai qualcosa. Se non sono stati addestrati dell'ordine dei Jedi o dei Sith, allora non so immaginarmi da dove sappiano utilizzare la Forza in quel modo...
-Lo hai visto in faccia quando hai comprato da lui la nave?
Zaraustro rise allungandosi sulla sua sedia.

-L'ho visto, ma ha usato la Forza e il suo viso non esiste nella mia memoria. Ogni volta che cerco di ricordarmelo, è tutto completamente sfocato.
-E la tua spia non gli ha fatto nemmeno una foto?
Zaraustro rise ancora più di gusto.
-Forse non hai capito, è sempre sfocato il suo viso. Nessuna foto ha potuto catturare il suo corpo o qualche dettaglio di esso. L'unica cosa che si vede è quella sua tunica scura con cappuccio. A proposito, sai come catturarlo?
Moon Halot si alzò.
-Non è affare tuo. Manda i tuoi per venire a prendere il tuo pagamento.
-Certo, però, prima che tu esca da questa stanza... ti consiglio di non provare a rubarmi Shenny e Carmine, perché potresti esser costretto a pagare amaramente al Lozo Codra la tua condotta.
Moon Halot sospirò, Zaraustro rise di nuovo. Appena il Jedi mise piede fuori dalla stanza ruotò il bottone della cravatta e tornò a indossare la sua divisa. Shenny sorrise nel vederlo, aveva fatto come gli aveva detto.

Moon Halot la prese velocemente in braccio e iniziò a correre, nel mentre Carmine era in braccio a Shenny.
-Phoros, sei in ascolto?
Phoros si fece subito sentire nell'auricolare.
-Sì, capo! Anche gli altri.
-Bene! Preparatevi a combattere, c'è stato un piccolo contrattempo.
-Che cosa intendi, Halot? 
Chiese Velvet sorpreso.
-Niente che non si può gestire, ma...
Prima che potesse continuare a parlare, degli spari gli passarono accanto alla testa.
Shenny si strinse meglio a lui e guardò dietro.
-Le guardie di Zaraustro!
-Già, non è molto contento del fatto che vi sto portando via da lui...
-Ti ucciderà?!
-No, non vuole quello. Vuole solo rendermi il più fastidioso possibile uscire da qui.

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Capitolo 2
*** II ***


II


-Prendi la pistola dalla mia cintura e spara!
Shenny non se lo fece ripetere due volte, con un po' di difficoltà prese la pistola di Moon Halot e iniziò a sparare. Appena uscirono dai sotterranei trovarono il gruppo investigativo al completo e in divisa Jedi e Sith.
Moon Halot non potè fare molto con Shenny e Carmine in braccio, ma i suoi compagni bastarono per tenere a bada le guardie di Zaraustro.

Velvet aveva uno stile energico nel combattimento, metteva passione in ogni colpo. Phoros invece attaccava con tranquillità e precisione, la sua attenzione era sulla perfezione del colpo, non sulla sua forza. Krillio invece sembrava tutt'uno con il suo bastone, l'utilizzo che ne faceva gli permetteva di sferrare attacchi che con una spada laser sarebbero stati impossibili, anche se molto giovane, sapeva il fatto suo, e sembrava divertirsi nei combattimenti.

Prima che le porte dell'uscita del Lozo Codra si chiudessero, Krillio fermò con il suo bastone alcuni dei colpi delle pistole laser che le guardie di Zaraustro avevano sparato.
Una volta chiuse le porte dell'uscita, il conto per il pagamento dei loro crimini si avviò. Attraversarono di corsa il corridoio che li avrebbe portati alla macchina che poi li avrebbe accompagnati alla loro nave, ma ovviamente non poterono salire perché furono bloccati da robot che facevano da sentinelle. Si fermarono, presero una bella boccata d'aria e capirono di essere ormai al sicuro e che l'unica cosa che dovevano fare era pagare per uscire.

Uno schermo comparve alla loro destra.
-Il Lozo Codra vi prega di avvicinarvi uno per volta davanti allo schermo per il riconoscimento e in seguito per il pagamento. Qualsiasi mezzo per il pagamento è accettato dal Lozo Codra, compreso il baratto di oggetti, verrà contato il loro valore relativo in denaro sul mercato.
-Me ne occupo io.
Disse Phoros e si avvicinò allo schermo.
-Desidero pagare anche per gli altri, è possibile?
-Certo, scelga l'opzione "pagamento amico", dopodiché i suoi amici dovranno essere riconosciuti, dopo il riconoscimento, il loro conto verrà aggiunto al suo.
-Perfetto. Ragazzi...

-Ehm, Halot...
Fu Shenny a parlare, attirò l'attenzione su di lei e quando Moon Halot la guardò capì che non aveva più la coda. Era completamente nuda, ma i capelli le coprivano il seno. Carmine era ancora un piccolo polipo.
-Fammi scendere e dammi qualcosa per coprirmi.
Moon Halot non se lo fece ripetere due volte e le offrì il suo mantello, il resto del gruppo la guardò. Lei sorrise maliziosa.
-Che c'è? Voi della Forza Unita non avete mai visto una femmina nuda?!
Tutti guardarono altrove, Velvet e Krillio abbastanza imbarazzati, Phoros invece sorridente. Fecero a turno il riconoscimento, compresa Shenny.

Il pagamento avvenne senza problemi e poterono salire sulla grande macchina che li avrebbe portati alla loro nave. Shenny si mise comoda e coccolò Carmine.
-Non ti preoccupare, Carmine, fra poco ti farò tornare normale. Anche se in realtà è questa la tua forma normale...
Il piccolo polpo si agitò.
-Sì, lo so che non ti piace, appena saliamo sulla nave di Halot, ti farò tornare come prima. Dopotutto devo farlo, che fra poco finirai la tua riserva d'aria e morirai soffocata.
Phoros continuava a guardare curioso Shenny, con un sorriso pieno d'attenzione, lei se ne accorse e sbuffò.
-Che vuoi?
-Quello che vogliono tutti, sapere chi sei e come hai conosciuto il maestro Moon.
-Non hai parlato ai tuoi amici di me, Halot?
Moon Halot fu colto di sorpresa dalla domanda, era occupato a guardare fuori dalla finestra per controllare se Zaraustro avesse messo alle loro calcagna qualcun altro dei suoi scagnozzi.
-Sì e no.
Shenny rise e guardò la compagnia.
-Beh, forse più tardi vi racconterò una storia interessante.
-Ottimo.
Rispose Phoros sempre sorridente.
-Siamo arrivati.
Fu Moon Halot a dare la notizia.

Salirono sulla sua nave e Shenny finalmente potè far tornare Carmine a una forma umana, per farlo dovette farle bere un goccio del suo sangue. Krillio guardò con curiosità la scena e Shenny gli spiegò come funzionasse la trasformazione.
-Le nostre due specie vivono in simbiosi. La mia specie è in grado di vivere sia sulla terra che nel mare, la sua anche. Entrambe quando sono vicine alle acque del nostro pianeta d'origine, trasformano il loro corpo adattandolo all'acqua, ma una volta lontane dall'acqua, solo la mia cambia il suo corpo, mentre la sua ha bisogno del sangue della nostra per decifrare il codice genetico del corpo che cammina sulla terra, per poterlo così imitare.
-Molto affascinante!
-Grazie, ragazzo.
Fu Carmine a parlare, ormai nella sua forma terrestre. Non indossava niente, ma non aveva apparati sessuali come Shenny, quindi non fu una scena imbarazzante per nessuno, lei compresa.
-Ascolta, ragazzo, prima di presentarci a dovere, perché non ci offri dei vestiti? Sai, inizia a fare freddino e questo mantello da Jedi è veramente scomodo.
-Certo, qualcosa c'è. Venite.

Mentre Shenny, Carmine e Krillio erano occupati con la ricerca agli abiti, il resto del gruppo aveva già messo in moto la nave e stava iniziando a pensare sul da farsi.
-Halot, hai già in mente un piano da attuare per catturare il galoppino di Orion Paver?
-Certo, Velvet. E ora che Shenny e Carmine sono con noi, potrebbero tornarci utili.
-Sei sicuro che vogliono aiutarci?
-No, ma mi devono un favore. Dopotutto abbiamo pagato caro per salvarle.
Phoros sorrise a sentire le parole di Moon Halot, sempre serio qualunque cosa dicesse.
-La generosità come sempre non è una sua prerogativa, maestro Moon.
Moon Halot gli riservò uno sguardo infastidito, ma Phoros riuscì a reggerlo.

-Pronti per il salto nell'iperspazio.
Affermò Velvet. Appena la nave fu nell'iperspazio, Moon Halot ebbe finalmente tempo per spiegare a tutto il gruppo il da farsi.
Shenny e Carmine indossarono delle tute bianche che lasciavano scoperte solo le teste. A nessuna delle due piacevano e promisero di trovare il prima possibile dei vestiti decenti da indossare, oltre a questo a Shenny non piaceva rimanere struccata, il suo viso da sirena era troppo dolce per i suoi gusti, preferiva renderlo più minaccioso con il trucco pesante.

-L'uomo di Orion Paver a cui stiamo dando la caccia sa utilizzare la Forza, e anche molto bene. Ma proprio questo suo punto forte potrebbe rivelarsi la sua rovina. Esiste un modo per rintracciare chi usa la Forza, non è un metodo semplice e richiede tanta energia, ma si può fare. Il piano è di rintracciarlo con tale metodo e attirarlo in una trappola. E ora i dettagli...
A sentire tale frase, il gruppo investigativo si fece più attento, anche Shenny e Carmine erano curiose dalla faccenda.

Intanto a Ferem, all'accademia della Forza Unita, Moon Lilia si stava allenando con molta energia, come se dovesse sfogare delle emozioni represse. La Senatrice Superiore Moon Varama guardava la scena con molta serietà.
Alla fine la giovane cadde a terra completamente sfinita.
Si rialzò con difficoltà e ignorò l'aiuto di V4T2.

-Cara Moon Lilia, perché ti fai così del male?
Moon Lilia sentì un'altra fitta di dolore alla testa e si girò verso l'amico riservandogli uno sguardo molto truce. Il robot deglutì.
-Lasciami in pace, V4T2! Se vuoi fare qualcosa per aiutarmi, chiudi quella bocca metallica e inutile che ti ritrovi!
Dopodiché si girò e corse nella sua stanza, Moon Varama a vederla si preoccupò ancora di più.
Moon Lilia si gettò sul suo letto, la testa che a scatti rimbombava di dolore.

-Non ne posso più! Che ho che non va?! Perché vedo certe cose e perché mi fa sempre più male la testa?!
Moon Lilia sentì un brusio, si fermò di colpo e si guardò attorno, poi la sentì, una voce sconosciuta e surreale, nella sua testa.

-Segui le mie istruzioni e capirai...
Moon Lilia rimase pietrificata.
-Cosa devo capire...?
La voce rispose.
-Tutto.

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Capitolo 3
*** III ***


III


Sulla Orion Mas, Orion Paver ammirava con piacere tutti i dati che lo scettro della Senatrice Superiore conteneva. Un'infinità di informazioni si mostravano senza problemi ai suoi occhi. La luce prodotta dagli ologrammi rifletteva sulla sua maschera ricordando le onde sinuose del mare.
Uno dei soldati Paver interruppe tale momento.
-Signore, l'ex-Jedi è tornato.
-Fallo entrare, soldato.

Una figura incappucciata fece la sua comparsa, la stessa figura a cui il gruppo di Moon Halot stava dando la caccia, si avvicinò a Orion Paver e lo salutò semplicemente abbassando un po' il capo.
-Come è andato l'acquisto?
-Liscio come l'olio, ma io ti consiglierei di limitare l'attività commerciale in questo periodo, Halot molto probabilmente mi troverà presto, e sai che non posso impedirlo.
Orion Paver rise leggermente.
-Certo, pochi sono forti e decisi come lui. Seguirò il tuo consiglio, dopotutto adesso devo concentrare le mie energie su qualcos'altro, o meglio dire, qualcun altro.

L'uomo in cappuccio, il quale aveva una voce roca e maschile, si avvicinò a Orion Paver.
-Sei riuscito a entrare nella sua testa?
-Certo, era necessario che accadesse. Moon Lilia verrà da me.
-Perché adesso, Orion Paver? Ce l'avevi in pugno, ma l'hai lasciata scappare...
-Perché prima non avrebbe potuto capire, ora invece sì! Ora che ho lo scettro e che ha visto nelle sue visioni quello che anche io ho visto per tutti questi anni, lei può capire! Ed è d'estrema importanza che lei capisca.
-Ne sei così sicuro?

Orion Paver si avvicinò all'uomo e questo si allontanò leggermente.
-Sì. Pensi che sia arrivato fin dove sono arrivato con l'insicurezza? Moon Lilia capirà e svolgerà il suo dovere.
-Lo spero, perché non voglio che lei muoia a causa tua.
-Non mi serve da morta.
-Allora, ti prego, proteggila. Che tu lo faccia per i tuoi interessi personali o perché ti interessa della sua vita, a me basta che tu lo faccia. Ora scusami, devo andare.
-Certo, hai il tuo lavoro da svolgere. 

Moon Lilia si chiuse nella sua stanza, la voce era stata molto chiara: voleva che lei scappasse e andasse in un posto. Il suo istinto le diceva che quel posto lo aveva già visitato in passato, ma non poteva essere sicura che fosse esattamente quella la destinazione alla quale la voce voleva farla arrivare.

V4T2 fece capolino dalla porta e disegnò un sorriso amichevole sul suo schermo. Moon Lilia si sentì in colpa per averlo trattato così male e lo lasciò entrare nella stanza.
Il robot si sistemò accanto a lei per terra.
-Mi dispiace per prima, amico.
-Non è niente, cara Moon Lilia. Piuttosto, te la sentiresti di confidarmi cosa ti sta accadendo? Vorrei poterti aiutare, vederti così sofferente fa soffrire anche me.
Moon Lilia rise e guardò con dolcezza l'amico.
-Però mi devi promettere di non dirlo a nessuno. Nemmeno alla zia, a nessuno!
-Oh, certo! Io sono prima di tutto il tuo robot fedele! Non ti tradirei mai!
-Ottimo, V4T2. Allora ti dirò cosa mi sta succedendo...
Moon Lilia prese una bella boccata d'aria e si fece coraggio.
-Ti ricordi quando sono svenuta durante la battaglia contro Orion Paver? Ecco, in quel momento ebbi una visione, orribile e dolorosa. Dopo la partenza di Halot, iniziai ad avere altre visioni simili a quella. Tante e dolorose. Sì, sono dolorose. Per questo mi fa sempre male la testa e ho bisogno di sfogare questa rabbia e tristezza che le accompagnano. Ogni visione rende queste emozioni più forti dentro di me e io non so più come fare per gestirle... Questo fino a che non ho sentito la voce...

-La voce, cara Moon Lilia?
-Sì, una voce che non conosco, né da uomo, né da donna. E mi dice di fare determinate cose, di andare in un determinato posto. Dice che se lo farò potrò capire, capire tutto e liberarmi una volta per tutte di queste visioni.
-Ma, cara, perché non chiedi l'aiuto di tua zia? Perché le tieni tutto nascosto?
-Perché la voce mi avvertito di non dirle nulla! Le visioni mi dicono di non parlare con lei, mi sento minacciata, ho paura di quali possano essere le conseguenze se lo faccio. Mia zia non può sapere...

Ci fu un attimo di silenzio.
-E queste visioni, cosa ti mostrano?
Moon Lilia guardò sconsolata l'amico.
-Morte, distruzione, ingiustizia. Un male grande quanto l'intera Galassia.
-Ma sono eventi realmente accaduti che vedi? O che accadranno?
-Non lo so, V4T2, non lo so. Quel che so è che devo andare dove la voce mi dice di andare, così tutto sarà più chiaro.
-Oh, signorina Moon Lilia, come pensi di farlo?
-Con le mie forze e sperando che il fato mi venga incontro.
-Spero ti basti questo e la mia presenza.
-Vieni anche tu, V4T2...?
-Certo, non potrei perdonarmi di lasciarti da sola in un'impresa così pericolosa.
-Grazie, V4T2.
Si sorrisero entrambi e Moon Lilia dopo tanto tempo si sentì un po' meno sola.

La nave di Moon Halot atterrò su un pianeta molto all'avanguardia e tecnologico. Grattacieli e costruzioni presenti perfino nel cielo ricoprivano l'intera città su cui erano atterrati.
Sistemarono la nave accanto ai cancelli di un grande parco naturale, che stonava in tutto quel ammasso di artificialità. Alberi dai colori più svariati e alti come palazzi potevano essere intravisti al di sopra del cancello del parco.
Shenny e Carmine non avevano mai visto qualcosa del genere.

Entrarono e presto capirono che il luogo non era solo un parco, ma anche una città, ed era abitata da degli alieni molto bassi e dai colori sgargianti, le loro case erano dentro gli alberi e sotto le loro radici, Moon Halot era il primo della fila e fu lui a parlare con l'alieno che si fermò davanti alla compagnia.
-Siamo qui per acquistare della Porpavisina. Ci puoi guidare dal venditore?
-Mi segua, maestro Jedi.
Phoros si avvicinò a Shenny e Carmine e spiegò loro alcune cose.
-Il popolo dei Momes ci ha fatto passare perché siamo della Forza Unita, di solito nessun altro oltrepassa i loro cancelli.
-Vuoi dire che questo parco appartiene a loro?
Chiese Shenny.
-Sì, e se non sei il benvenuto liberano una tossina nell'aria che ti uccide appena varcata la soglia.

-Vedi, Shenny? Io te l'avevo detto che ai Momes non si può rubare!
-Eh, ma io non sapevo tutti questi dettagli! L'unica cosa che sapevo è che quella loro Porpavisina è una delle sostanze più care della Galassia.
-Ma tanto non siete più delle ladre, giusto?
Chiese Velvet, quasi per affermare che così doveva essere.
-Certo che no. L'unica cosa che voglio rubare è la nostra nave dalle mani di Zaraustro. Vero, Carmine?
Carmine strinse i pugni.
-Eccome. Vedrai, alla fine sarà di nuovo nostra.

-Dobbiamo rimanere qui, solo Moon Halot può entrare per comprare la Porpavisina.
Fu Phoros a comunicarlo al resto del gruppo.
Moon Halot tornò presto con in mano un piccolo cofanetto.
-Possiamo andare. Seguitemi.
Arrivarono tutti in una parte del parco dove gli alberi erano sistemati in modo tale da creare un cerchio dove il terreno era liscio. In mezzo a quel cerchio si sedette Moon Halot, il resto del gruppo attorno a lui.

-Come sapete, la Porpavisina è in grado di amplificare i sensi di chi utilizza la Forza. Però, solo una persona in grado di saper controllare e gestirne tanta è in grado di resistere all'amplificazione data dalla Porpavisina. Una mia specialità nell'uso della Forza è la capacità di poter rintracciare chi desidero, ma questo mio potere funziona normalmente per distanze brevi e solo attraverso il contatto con un oggetto appartenente a chi sto cercando. Per poter trovare il nostro uomo, amplificherò questo mio potere affinché funzioni a grandi distanze e senza un oggetto, ma solo con l'immagine della persona che cerco e con il desiderio di trovarla. È possibile, ma molto pericoloso e difficile, quindi auguratemi buona fortuna, se qualcosa va storto, Velvet sa cosa deve fare per salvarmi dallo stato di trance.
-Andrà tutto bene, Halot.
Lo assicurò Velvet. Shenny deglutì, si stupì di ritrovarsi veramente preoccupata per quello che sarebbe potuto accadere a Moon Halot se non fosse stato abbastanza forte.

Il Jedi lasciò cadere la Porpavisina sul suo capo e quando riaprì gli occhi, non vide più quello che aveva davanti, ma un'accozzaglia di forme e colori in movimento. Tutti i suoi sensi erano stati scombussolati, non sapeva dove fosse il sotto e dove il sopra, cosa stesse toccando con le mani o se stesse respirando o meno. In quell'accozzaglia di sensazioni extra-sensoriali la sua coscienza iniziò a parlargli e a fargli da guida. Il suo unico obiettivo era trovare l'uomo di Orion Paver.  
Così tante immagini di luoghi e di persone si palesarono a lui che fece difficoltà a gestire la numerosa quantità di informazioni, ma alla fine lo intravide e attivò una connessione tra di loro.

Si trovava in un luogo che aveva già visitato in passato, e non aveva bei ricordi connessi a tale posto. Alla fine la parte più difficile fu uscire dallo stato di trance della Porpavisina.
Nel mondo reale infatti Moon Halot stava avendo delle convulsioni e Velvet accorse a controllarlo, gli altri guardavano la scena preoccupati.
-Ho paura che non potrebbe farcela da solo...
Confidò Velvet al gruppo, al che Shenny si portò le mani alla bocca per bloccare l'urlo che le se era formato in gola, Carmine la guardò perplessa, non era così che avrebbe reagito la Shenny che conosceva lei.

-Allora, aiutalo!
Fu proprio Shenny a dirlo. Velvet guardò negli occhi gli altri e poi di nuovo Moon Halot, non c'era segno che si sarebbe svegliato da solo.
-Ok, lo riporto da noi! Spero sia riuscito a trovarlo. Avevamo una sola chance.
Velvet inserì una siringa nel petto di Moon Halot, questo si alzò di botto respirando affannosamente. Era sudato e la sua classica acconciatura si era rovinata.
Aspettarono che si riprendesse, poi Velvet e Phoros l'aiutarono a rialzarsi.
-Ha funzionato?
Chiese Krillio. Moon Halot lo guardò, per poi guardare Shenny e Carmine, infine sorrise.
-Sì. L'ho agganciato. È nostro.
Tutto si sentirono meglio, alleggeriti, ma pronti per il prossimo passo.

L'uomo di Orion Paver sapeva che da lì a poco Moon Halot lo avrebbe raggiunto su Zagariath. Il pianeta era un luogo molto lugubre, dove si potevano trovare le montagne più alte e le foreste più pericolose della Galassia.
Si trovava nelle vicinanze di una grande grotta nella montagna. Grandi lastre di pietra smussate dal tempo conducevano all'imbocco della grotta. L'uomo aspettava su una di queste lastre, quella più vicina al terreno.

Ma nonostante sapesse che Moon Halot sarebbe arrivato da lì a poco, non era lui che stava aspettando, ma Moon Lilia, che come Orion Paver aver programmato, aveva già iniziato a dirigersi verso di lui, perché era quello il luogo dove la voce la stava conducendo.

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Capitolo 4
*** IV ***


IV


-Però, cara Moon Lilia, sarà difficile scappare dall’accademia. Non so se te ne sei accorta, ma la Senatrice Superiore ti sta tenendo d’occhio.
Moon Lilia rimase sorpresa a sentire tale informazione perché confermava quello che la voce misteriosa le aveva detto: sua zia la stava controllando.
-Ne sei sicuro, V4T2?
Il robot si mise a tremare, ma lasciò da parte la paura e confermò con sicurezza.
-Però, devo farlo. Sento che da questo dipenderà il mio destino, e non solo…

V4T2 si preoccupò nel sentire tali parole, non riusciva a capire cosa stesse passando per la testa della sua padrona, non l’aveva mai vista così ambiziosa, seria, ma anche impaurita e preoccupata. Tali emozioni tutte insieme non erano un bel spettacolo su un viso così giovane e ingenuo.
La Padawan controllò il fodero contenente la sua spada laser, si sistemò sulle spalle la borsa che avrebbe portato con sé e si incamminò fuori dalla sua stanza.
Non incontrò nessuno che volesse fermarla e riuscì ad arrivare ai cancelli senza problemi. Certo, fece anche attenzione a non essere individuata, ma qualcosa comunque le diceva che era stata troppo semplice come fuga; se la Senatrice Superiore voleva veramente che lei rimanesse in accademia, doveva avere qualche asso nella manica per fermarla.

Moon Lilia arrivò alla sua nave e sorrise nel vederla. C’era qualcosa che l’appassionava nella forma geometrica del quadrato, perché anche la sua nave era costruita in tale forma: se la si vedeva da lontano sembrava un cubo bianco con risvolti dorati, ma da vicino si potevano intravedere in dettaglio tutti i componenti comuni di una nave spaziale.
Aprì le porte, era soddisfatta e pronta a salire, ma non fece in tempo.

Sentì la presenza della Senatrice Superiore dietro di lei e un mezzo secondo dopo fu trasportata da una forza invisibile ai suoi piedi.
Alzò gli occhi all’insù e lo sguardo autoritario di sua zia la scrutò con delusione.
-Dove vorresti andare, Moon Lilia?
La Padawan deglutì, era la prima volta in vita sua che sentiva la presenza della zia come una minaccia. Tutte queste nuove emozioni non finivano di sorprenderla.
-Non glielo posso dire, zia.

Senza nemmeno muovere un dito, il corpo di Moon Lilia fu alzato e rimesso in piedi dalla Forza della Senatrice Superiore. Le sorrise candida, ma quel sorriso non convinse la nipote.
-La cosa divertente è che non me lo devi dire, cara nipote. Io lo so già. Qualcuno è entrato nella tua mente e io, io l’ho percepito…
Moon Lilia rimase senza fiato. La Senatrice Superiore sorrise un’altra volta, spostò delicatamente il suo abito dorato per permettere all’effetto fluttuante che aveva di metterlo meglio in mostra. Poi incrociò le braccia e guardò con estrema serietà Moon Lilia. La Forza in quello sguardo era qualcosa di inconcepibile per la giovane Padawan che fu costretta immediatamente a guardare verso il basso.

-Siamo in guerra, nipote cara. E se tu prenderai quella nave e raggiungerai la destinazione a cui vieni condotta, sarai una traditrice della Galassia.
Ora tutto divenne più chiaro agli occhi di Moon Lilia.
Capii che doveva fidarsi solo del suo istinto.
In quel momento non era Orion Paver che sentiva come una minaccia, ma la Senatrice Superiore Moon Varama. 

La guardò con rabbia, un istante dopo si accorse di quello che aveva fatto e rimase scioccata dalla sua reazione. Si strinse la testa fra le mani e rispose con ira alla zia.
-Mi lasci andare, per favore! Lei dice che sarò una traditrice della Galassia, ma la verità è che io non so più se sia la Repubblica Superiore la minaccia o Orion Paver! Voglio solo capire, altrimenti il dubbio mi ucciderà! Io voglio proteggere la Galassia, quindi mi lasci trovare la verità! Se la Repubblica Superiore è dalla parte della Galassia, allora perché ha paura che io scopra la verità, Senatrice Superiore?!

Moon Lilia non seppe spiegarsi da dove fossero uscite quelle parole, ma si sentiva di aver finalmente espresso la marea di dubbi che la affliggevano, togliendosi un grande peso dal cuore, si sentì coraggiosa, anche se il suo corpo tremava tutto.
-Sei giovane e ingenua Padawan, verrai sfruttata da Orion Paver! E una volta che avrà finito con te, correrai da me per chiedere salvezza! Ma se sali su quella nave, è bene che tu lo sappia, l’aiuto di cui avrai bisogno non arriverà mai!
Le lacrime iniziarono a scendere sul viso combattuto di Moon Lilia, ma alla fine prese la sua decisione.

Diede le spalle alla Senatrice Superiore e corse verso la sua nave.
Lo sguardo della zia esprimeva un solo giudizio finale: tradimento.
Moon Lilia sapeva di non poter tornare indietro ed era disposta a questo sacrificio.
Avviò la nave.
La Senatrice Superiore diede il segnale.
La nave iniziò a essere colpita.

Moon Lilia prese una bella boccata d’aria e decise di utilizzare la Forza.
Un campo protettivo circondò la sua nave. Quell’azione richiedeva tantissima energia, così tanta che non riusciva a mantenere bene le mani sui controlli della nave. V4T2 lo notò subito e l’aiutò con le sue braccia robotiche a riprendere il controllo, finché non furono pronti per il salto nell’iperspazio.
Moon Lilia era affranta, un pianto silenzioso accompagnò il suo viaggio, e il conforto di V4T2 non bastò ad alleviare tale turbine di emozioni.

Il gruppo investigativo (non ufficialmente adesso composto anche da Shenny e Carmine), era appena atterrato su Zagaratiah. Le due ragazze ebbero occasione di aggiornare il loro guardaroba nella città dove abitavano anche i Momes: Shenny scelse una tuta nera stretta, corta sulle braccia e sulle gambe, ma con il collo alto, sopra a essa portava una giacca viola corta sul busto e lunga sulle maniche, stivali fin sotto al ginocchio e calze nere e arancioni; Carmine scelse una tuta verde larga e lunga sulle braccia e sulle gambe, un cappello verde con visiera e stivali con la suola grossa.
Ognuno sapeva cosa doveva fare e la presenza di Shenny e Carmine si rivelò molto utile. Il gruppo della Forza Unita si sarebbe confrontato con l’uomo misterioso e, una volta messo alle strette, Shenny e Carmine sarebbero intervenite con una trappola, che oltre che catturarlo lo avrebbe fatto svenire, cosicché con la perdita dei sensi non sarebbe più stato in grado di controbattere o di scappare, finché non sarebbe stato portato davanti alla giustizia della Repubblica Superiore.

-Hey, Halot, ma come mai non hai utilizzato la stessa trappola per catturare noi due?
Chiese con curiosità Shenny.
-Gli effetti di quelle rete in realtà sono mortali per la maggior parte, se non tutte, le specie aliene della Galassia. Solo chi utilizza la Forza, invece di morire, perde i sensi e può essere risvegliato tramite una medicina apposita.
Shenny deglutì.
-Ma allora, non è una trappola, ma un’arma letale.
-Mi sembra ovvio che sia entrambe a questo punto.

-Tanto voi non la toccherete la rete, ma la sparerete dalla nave. Quindi non rischiate nulla, o almeno il rischio è molto basso.
Fu Phoros a unirsi alla conversazione. Carmine mosse il capo interdetta, il ruolo che doveva svolgere non le piaceva per niente, ma non sarebbe scappata. Ormai aveva capito che Shenny non aveva il suo stesso desiderio di scappare via da tutta quella storia. Era riuscita a convincerla di lasciar perdere e andare via una volta, ma destino volle che si rincontrasse con il Jedi, e stavolta capì che poteva fare poco per convincerla a lasciarlo perdere. Si era affezionata in qualche modo a lui, lei che era la sua migliore amica lo capiva, e conoscendola, sapeva come si comportava quando accadeva così, perché era successa la stessa cosa anche con lei. Se per Shenny sei un amico, lo sei per sempre. Devi far parte della sua vita, almeno finché non tradirai la sua fiducia. E Carmine non avrebbe abbandonato l’amica per nulla al mondo. Shenny rappresentava la sua famiglia, l’avrebbe seguita in ogni impresa, anche se questo significava fare cose che non voleva veramente fare.

-Il nostro uomo si trova vicino a quella montagna.
Il gruppo guardò in alto, la roccia della montagna sembrava minacciarli, da quella posizione potevano intravedere parte dell’entrata della grotta.
-Buona fortuna, ragazzi! Fate bene la vostra parte e noi faremo la nostra!
Furono gli auguri sinceri di Shenny; Phoros e Krillio sorrisero, mentre Velvet e Moon Halot si limitarono a un saluto con la mano.

Poco dopo, un’altra nave atterrò sullo stesso pianeta, era la nave di Moon Lilia. In lontananza anche lei intravide la montagna, si girò verso V4T2 e gli indicò la montagna.
-È lì che la voce mi dice di andare, dentro la grotta di quella montagna.
-Siamo così lontani però! Non potevamo atterrare più vicino, cara Moon Lilia?
-La voce ha detto di atterrare qui e di arrivare fino alla grotta a piedi.
-Certo che ormai fai esattamente tutto quello che questa voce ti ordina.
Moon Lilia sorrise.
-Solo fin quanto sarà necessario.

-Ma, cara Moon Lilia, non ti senti in pericolo?
La Padawan rifletté, poi sorrise di nuovo, sorpresa anche stavolta della sua reazione.
-Se devo essere sincera, V4T2, mi sento più al sicuro qui che all’accademia. Non so da dove venga questa mia sicurezza, ma qualcosa mi dice che non sto andando verso una minaccia, ma che sono appena scappata da una.
-Questo è veramente molto bizzarro!
-A chi lo dici!
Risero insieme e iniziarono a incamminarsi.

Il gruppo investigativo era ormai arrivato ai piedi della montagna, potevano intravedere la figura dell’uomo di Orion Paver. Capirono che stesse aspettando qualcosa, ma non potevano essere certi che quel qualcosa fosse loro, o altro.
I quattro ragazzi lo circondarono, sorprendentemente la sua figura non era sfumata.
All’unisono i ragazzi accesero le loro armi. Anche l’uomo accese la sua.
Moon Lilia per raggiungere la montagna si era messa a correre, arrivata abbastanza vicino, intravide alcuni luci, così iniziò ad avvicinarsi facendo attenzione a non fare rumore. Presto la scena divenne chiara.
Arrivò giusto in tempo per vedere la battaglia iniziare.

Krillio fu il primo ad attaccare l’uomo, ma venne spostato con la Forza, dopodiché all’unisono Phoros e Velvet lo attaccarono lateralmente, lui per sfuggire all’attacco si librò per poco in aria, dopodiché si catapultò su Moon Halot. Il Jedi riuscì a parare il colpo senza difficoltà. Gli altri lo attaccarono a turno e a volte anche all’unisono, ma lui riusciva a parare i colpi con sufficiente precisione. Quelli che andavano più a tiro erano quelli di Moon Halot. In tutto questo il suo cappuccio non si alzò mai, usava la Forza per tenerlo fermo.

Moon Lilia non capì tale scena e quando rivide il fratello sentì la nostalgia invaderle il cuore, più una sensazione strana che non sapeva spiegarsi. Il suo coraggio e la sua forza erano sempre lì pronti ad aiutarla e guidarla, ma stavolta non poteva essere così. Questa sfida era solo sua, la voce era chiara nelle istruzioni: lei doveva entrare nella grotta il prima possibile, ma qualcosa la teneva ferma.
-Vorrei aiutare mio fratello, V4T2, ma se lo faccio poi potrei rischiare di non arrivare alla grotta, dove la voce mi dice di andare…
-Tuo fratello se la caverà, cara Moon Lilia. E come vedi non è solo.
-Sì, ma quell’uomo è molto potente, V4T2…
-Cosa vuoi fare allora?
Guardò un altro po’ il combattimento. Krillio e Phoros furono sconfitti, l’uomo fece cadere su entrambi dei massi, rimanevano solo Velvet e Moon Halot, uno vicino all’altro.

-Questo qui è una bestia, Halot!
-E allora?!
Rispose con furia Moon Halot, dopodiché si gettò di nuovo sull’uomo, ma questo iniziò a camminare verso la grotta. Allora il Jedi dovette prendere una decisione.
-Velvet! Prendi Phoros e Krillio e sali sulla nave! Shenny, sei in ascolto?
-Sì, Halot!
-Vieni verso di noi e preparati a calare la rete! Io vado a fermarlo!
-Non da solo, Halot!
-So cosa sto facendo, Velvet! Ti ordino di proteggere i tuoi compagni e di salire sulla nave!
Moon Halot aveva già iniziato a correre e Velvet non ebbe modo di controbattere.
-Stupido suicida!
Ma fece come gli aveva detto. La nave arrivò subito dopo e loro salirono. Moon Lilia si avviò verso la grotta quando tutti andarono via.

Moon Halot seguì l’uomo nella grotta.
-Non è ancora arrivata…
-Chi?!
Chiese Moon Halot all’uomo, questo si girò verso di lui, poi indicò qualcosa dietro. Il Jedi si girò e rimase di stucco nel vedere sua sorella Moon Lilia in quel luogo. La guardò sbigottito. L’uomo non ne approfittò per attaccare. Anche la nave arrivò davanti alla grotta, ma non poteva atterrare, un particolare cannone di modeste dimensioni era puntato verso l’entrata della grotta.
Così come Moon Halot era rimasto sconcertato dalla presenza della sorella, anche il resto del gruppo dalla cabina di pilotaggio lo era.
-Aspettate un po’, ma io conosco quell’acconciatura…è Moon Lilia!
Urlò Shenny e accorsero tutti a vedere.

-Tu? Cosa ci fai qui…?
Chiese affannato il fratello.
-Halot…
La Padawan non sapeva cosa dire, fu l’uomo a parlare, la sua voce adesso era chiara, così chiara che poteva essere riconosciuta.
-Moon Lilia, in fondo alla grotta c’è il portale che ti farà arrivare sulla Orion Mas. Vai!
Quando i fratelli sentirono quella voce, si commossero, ognuno a loro modo. Moon Lilia corse verso l’uomo e l’abbracciò violentemente.
-Papà!!!

In quel momento il cappuccio cadde e il volto dell’uomo fu chiaro, anche dalla nave poteva essere intravisto. Aveva i capelli grigiastri e lunghi raccolti all’indietro, gli occhi verdi e qualche leggera ruga sul volto. Non assomigliava per niente al figlio, ma alcuni tratti del viso ricordavano invece la figlia. Velvet sembrava essersi pietrificato.
-Non può essere, quello è… quello è… il maestro Jedi Moon Shoon!
Moon Shoon allontanò la figlia, la guardò con orgoglio e le asciugò una lacrima.
-Corri, Moon Lilia…
La Padawan ritrovò in sé tutta la forza necessaria per continuare la sua strada. Iniziò a correre, ignorando Moon Halot. Il ragazzo sembrava paralizzato, non si era più mosso.

-Halot, mi dispiace, ma tra i due, solo Lilia può veramente capire.
Non ci fu risposta. Moon Shoon cercò di avvicinarsi al figlio, posò una mano sulla sua spalla. Quando Moon Halot sentì il contatto, diede di matto.
Attaccò il padre con tutta la forza e la furia che aveva. Ora non aveva più limiti. Moon Shoon provò a tenergli testa, ma sapeva che non c’era confronto. Nemmeno se avesse avuto la sua stessa età sarebbe riuscito a vincere in uno scontro con il figlio. E non solo, Moon Halot non era più in sé. 

Alla fine riuscì a ferirlo gravemente.
In quel esatto momento Moon Lilia oltrepassò lo squarcio di lampi gialli che rappresentavano il portale per la Orion Mas.
Il figlio guardò con ira e incomprensione il padre ferito e sanguinante sul pavimento.
Accese e l’auricolare e diede il suo ultimo ordine.
-Shenny, puoi sparare la rete.
Shenny guardò verso Velvet preoccupata e poi lo fece.
Moon Shoon venne catturato.
Quando il Jedi salì a bordo, nessuno ebbe il coraggio di dire niente. Nessuno aveva mai visto Moon Halot in quelle condizioni, qualcosa si era come rotto dentro di lui. Metteva paura, tantissima paura.

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Capitolo 5
*** V ***


V


Moon Lilia e V4T2 erano arrivati sulla Orion Mas. Il portale scomparve subito dopo che loro finirono di oltrepassarlo. V4T2 iniziò a tremare.
-Non ci posso credere che l’hai veramente fatto, cara Moon Lilia…
La Padawan deglutì con difficoltà.
-Nemmeno io, caro V4T2…
Moon Lilia aveva già visitato quella parte della Orion Mas. Era la grande stanza dove era presente il ponte, e al di sotto di esso si trovavano le bizzarre acque luminose arancioni e giallastre.
La porta in fondo al ponte si aprì, capirono che era lì che dovevano arrivare, nella sala di controllo di Orion Paver. 

Moon Lilia si accorse di tremare, rimase ferma un attimo per riprendere pieno controllo del suo corpo, dopodiché si avviò verso la sua destinazione finale.
Non c’erano più voci nella sua testa, si sentiva molto più leggera e libera, questo le diede una carica di energia.
Una volta dentro si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Orion Paver.
Non era cambiato nulla in lui, stessa maschera spaventosa che ricordava il volto stilizzato di una tigre, stessi vestiti pesanti e scuri.

Si guardarono per un po’ in silenzio, dopodiché lui premette un bottone e un’enorme quantità di ologrammi comparve nella stanza portando con loro molta più luce.
Orion Paver si avvicinò alle informazioni e fece segno a Moon Lilia di fare lo stesso.
La ragazza si avvicinò, la presenza di Orion Paver era opprimente quasi quanto quella della Senatrice Superiore, ma non si sentiva minacciata. Sapeva che l’intenzione di Orion Paver era di mostrarle qualcosa.
La verità, forse…?

-Moon Lilia, quest’enorme quantità di informazioni si trovava nello scettro della Senatrice Superiore Moon Varama. Qui troverai le prove a tutto quello che io adesso ti racconterò. Sei disposta ad ascoltarmi?
A Moon Lilia scappò una risata.
-Ho qualche altra scelta ormai? Per arrivare fin qui, ho sacrificato tutto, quindi, raccontami tutto. Voglio sapere la verità.
-Ed è proprio la verità che voglio tu conosca.
Orion Paver fece una piccola pausa e liberò lo spazio occupato dagli ologrammi, portando all’attenzione un documento per volta, come fonte e prova che attestasse le sue affermazioni.

-La pace della Repubblica Superiore è la più grande menzogna mai raccontata nella Galassia. In tutti questi anni di così detta pace, il governo della Senatrice Superiore Moon Varama si è impegnato a distruggere e rimodellare a suo piacimento ogni pianeta sotto il suo controllo, andando contro le esigenze, e spesso l’esistenza, di numerose specie aliene del sistema. Intere popolazioni e culture sono state cancellate, modificate, spostate o rivisitate dal suo programma dell’economia e dei rapporti politici cosiddetti "pacifici". Questo piano di distruzione galattica iniziò subito dopo la nascita della Repubblica Superiore e della Forza Unita. All’inizio le due istituzioni furono fedeli ai valori e ai ruoli che rappresentavano, ma subito dopo l’arrivo della Senatrice Superiore, tutto questo cambiò lentamente e segretamente. Ma tu chiederai: a quale scopo? Perché tutti questi genocidi e tutta questa segretezza? E come? La risposta sta in questi documenti. La pace della Senatrice Superiore può essere raggiunta solo con la cancellazione completa di qualsiasi cosa che potrebbe dare vita a un conflitto, e le differenze così varie e vaste tra le creature della Galassia, sono la radice di tutti i conflitti agli occhi della Senatrice Superiore. Così, cancellando poco a poco la storia stessa della Galassia, non ci sarà più nessun conflitto e nessuna guerra. La pace finale. L’utopia che diventa realtà. Le prime a scomparire furono le specie più forti e intelligenti, cacciate aspramente dalla Forza Unita e dalla stessa Senatrice Superiore. Non eri ancora nata, ma avrai sentito parlare di quel periodo. Un’intera guerra mostrata e raccontata alla Galassia come se fosse una piccola lotta al "terrorismo" dei traditori della Repubblica Superiore, coloro che venivano definiti come i seguaci di un possibile nuovo "Impero Galattico". Paradossalmente erano questi cosiddetti traditori che combattevano contro un nuovo Impero Galattico molto stabile e potente. Questi eroi senza memoria volevano proteggere e salvare la storia della Galassia, così come la libertà delle specie aliene di decidere per sé stesse, ma persero miseramente. Il potere della Senatrice Superiore e il suo controllo sulla Galassia è la più grande forza mai nata nell’intera storia di questo grande e meraviglioso conglomerato di stelle e pianeti…

Moon Lilia, ad ogni affermazione di Orion Paver, poteva avere davanti dei documenti che le attestavano. Date, numeri, nomi, luoghi, foto e video le scorrevano davanti senza tregua. Era tutto vero, tutto quello Orion Paver aveva detto era vero.
Aveva iniziato a sudare freddo. Orion Paver riprese a parlare.
-Anche io non comprendo come qualcuno possa arrivare a un livello di malvagità e astuzia così estremo, ma ti dirò chi è veramente la Senatrice Superiore Moon Varama e diventerà tutto più chiaro. Moon Varama non è umana, e non saprei dirti se lo è mai stata. Il suo corpo è in simbiosi con una creatura extra-galattica. Nessuno sa di cosa sia capace, ma le sue intenzioni sono molto chiare grazie a questi documenti. Vuole il controllo completo su ogni pianeta della Galassia. Come ho detto i pianeti vengono modificati, e in queste modifiche possiamo vedere un pattern. Non vengono migliorati e adeguati alle necessità delle specie della Galassia, ma a quelle di questa creatura che vive nel corpo di Moon Varama. Forse la vera Moon Varama è morta tempo addietro, forse non è mai nata, o forse è ancora viva e intrappolata in quel corpo senza avere nessun potere su di esso, ma una cosa è certa, non è umano e nemmeno di questa Galassia chi detiene il potere del suo futuro e del suo destino. Ed è arrivato il momento che questo cambi, la Resistenza è tornata insieme a me, e la porterò alla vittoria!

L’entusiasmo di Orion Paver fu la goccia che fece traboccare il vaso della tolleranza di Moon Lilia. Non riuscì più a reggersi in piedi. Orion Paver le allungò la mano per aiutarla ad rialzarsi. Attraverso quel gesto, ogni paura nei confronti di chi aveva davanti scomparve. Le informazioni che aveva appena conosciuto l’avevano cambiata radicalmente, tutto quello di cui prima era sicura, tutto quello per cui aveva combattuto, cadde come un castello di carte.
-Non è più la pace che voglio proteggere, ma la libertà. Una pace senza libertà non merita di esistere! Meglio un mondo in guerra che combatte per la sua libertà, che un mondo senza vita e senza storia! Orion Paver, io rimarrò la tuo fianco finché non vedrò la Senatrice Superiore completamente cancellata dalla storia e dall’esistenza della nostra Galassia! In ricordo di tutti gli innocenti e gli eroi che sono morti a causa sua, io combatterò questa guerra al tuo fianco, e farò tutto quello che mi è possibile per conquistare la vittoria finale!

Ci fu un breve silenzio, V4T2 iniziò a perdere un po’ di fumo, era in sovraccarico, sia di informazioni che di processi ed emozioni artificiali.
-C’è qualcos’altro che devi sapere, Moon Lilia. E non sono informazioni che troverai in quei documenti, ma qui.
Orion Paver indicò la sua testa.
Moon Lilia capì che le avrebbe rivelato la sua identità.
Il nuovo alleato della Padawan portò le mani alla testa della ragazza. Una serie di ricordi iniziò a fare capolino nella sua mente. Era come se stesse guardando un film, ma venivano mostrate solo le parti più importanti.

La piccola Moon Lilia di sei anni ammirava con curiosità attorno a sé sedendo sulle spalle del fratello Moon Halot, in quel momento lui aveva sedici anni. Era un Padawan e stava mostrando l’accademia alla sorellina. In lontananza, su una scalinata, Moon Lilia intravide un bambino dai capelli arruffati e rossi. Era triste. La bambina chiese al fratello di farla scendere e andò verso di lui. Era poco più grande di lei, aveva nove anni, e occhi color arancio arrossati dalle lacrime. Si arrabbiò quando Moon Lilia gli chiese di giocare con lei, ma alla fine cedette. La bambina tirò fuori il suo giocattolo ologramma e fecero una partita al suo gioco preferito. Ovviamente il bambino essendo più grande vinse, ma Moon Lilia non era triste per aver perso. Era felice che lui adesso fosse contento. Alla fine si presentò e la prese in simpatia. Il nome del bambino era Alistar.

Moon Lilia aveva tredici anni e si stava allenando con Alistar all’accademia. Lui era più grande di lei, e anche più bravo. Nonostante questo però, non la trattava con i guanti; la costringeva a tirare fuori il meglio di sé e funzionava. Nel tempo erano diventati migliori amici, ritrovandosi ad avere molti hobby in comune.
Entrambi non erano molto socievoli, ma a loro bastava la compagnia che si facevano a vicenda. Quel giorno in particolare, dopo gli allenamenti, Alistar aveva in serbo per lei una sorpresa.

Alistar era sempre stato diverso dagli altri.
Non solo aveva il dono della Forza, ma anche quello di vedere leggermente oltre la realtà che si palesa agli occhi degli altri. Questa sua capacità gli portò in dono il potere di costruire dal nulla delle cose. Queste cose erano composte da un materiale nero e molto resistente, in cui venature arancioni viaggiavano per donare loro energia.
Ad Alistar piaceva molto Moon Lilia e voleva mostrare solo a lei questo suo potere.

Ma non sapeva che Moon Varama era già a conoscenza di queste sue capacità.
E quel giorno inspiegabilmente ne approfittò per liberarsi di lui.
-Ora, Lilia, devi guardare con molta attenzione. Quel che vedrai non l’ho mai fatto vedere a nessuno.
Moon Lilia sorrise, non stava più nella pelle.
-Che bello! Allora sarò la prima e unica a saperlo!
Alistar le sorrise, i suoi sorrisi non erano mai troppo evidenti, ma in compenso erano molto sinceri.
Iniziò a modellare davanti agli occhi di Moon Lilia il manico di una spada laser. La ragazza rimase a bocca aperta, era felice e gli occhi le brillavano per lo stupore.
Moon Varama studiava in lontananza la scena, le bastò l’uso di una sola mano per uccidere Alistar. 

Fece passare come la causa della morte il suo misterioso potere. Fece esplodere tra le mani del ragazzo il manico della spada e in concomitanza gli bloccò la respirazione.
Moon Lilia entrò in shock.
Non sapeva cosa fare, iniziò a piangere e urlare.
Alistar era morto davanti ai suoi occhi e lei non potè fare niente per fermare tale orrore.
Fu proprio Moon Halot ad arrivare per primo e a vederla in quello stato.  
Moon Varama arrivò subito dopo. Prese da parte la nipote e la consolò, mentre diede ordini precisi all’altro nipote di portare il corpo di Alistar su Zagaratiah.

Moon Halot fece esattamente come sua zia aveva chiesto e abbandonò il corpo del ragazzo su Zagariath.
-Mi dispiace, Alistar, ma la Senatrice Superiore aveva previsto che sarebbe accaduto. I tuoi poteri, insieme all’uso della Forza, erano qualcosa di molto instabile. E lo sono anche ora che tu non ci sei più, ma il tuo corpo sì. Per questo devo abbandonarti qui, dove non potrai nuocere a nessuno. Riposa in pace, amico. Lo so che non puoi sentirmi, ma sentivo di doverti dare delle spiegazioni. Così il tuo spirito saprà perché è salito al cielo prima del dovuto.
Ma Alistar non era morto.

Aveva perso conoscenza e proprio quei suoi poteri lo salvarono dalla stretta mortale di Moon Varama. L’energia misteriosa che scorreva nel suo corpo, riattivò il suo cuore.
Il ragazzo riaprì leggermente gli occhi, l’unica cosa che fu in grado di fare oltre a questo fu un piccolo verso sofferente.
Moon Halot si era girato avendo ormai il corpo del ragazzo alle sue spalle, ma sentì quel verso. Si fermò e girò leggermente il capo.
Alistar lo fece di nuovo, sperando che Moon Halot si accorgesse che fosse ancora vivo.
Ma il giovane Moon Halot non lo fece.
Non girò mai la testa completamente per vedere gli occhi di Alistar aperti.
Semplicemente ignorò l’accaduto e si allontanò, abbandonandolo.

Alistar nel tempo si riprese e con il suo potere fu in grado di sopravvivere.
Ma non poteva tornare alla sua vecchia vita. 
Qualcosa gli diceva che non doveva fidarsi più della Repubblica Superiore, qualcosa gli confidò come Moon Varama lo avesse ucciso.

Così, con questa voce in testa e una serie immensa di orribile visioni, capii piano piano la verità dietro la pace della Repubblica Superiore.
E decise di combattere e di vendicarsi.
Un giorno sarebbe arrivato a tale traguardo e nel farlo il suo nome non sarebbe più stato Alistar, ma Orion Paver.

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Capitolo 6
*** VI ***


VI


Phoros e Krillio si risvegliarono in letti d’ospedale. Quando accadde Velvet stava tenendo loro compagnia. Cercò di sorridere per mostrarsi felice del loro risveglio, ma non poteva nascondere la sua preoccupazione e i suoi dubbi. Phoros lo notò subito.
-Cos’è quella faccia, Velvet? Cosa ci siamo persi?
Velvet sorrise amaramente.
-Abbiamo catturato l’uomo di Orion Paver e abbiamo scoperto anche la sua identità.
Krillio si mosse nel letto, incuriosito.
-Chi è?
Chiese senza altri indugi. Velvet decise di confidarlo ai compagni.
-Il maestro Jedi Moon Shoon.
Phoros iniziò a ridere di gusto, Krillio rimase scioccato, senza sbattere più ciglia.

-E non solo, sapete chi è comparso dopo che siete svenuti? Moon Lilia.
Phoros rise ancora più forte, Krillio aggrottò la fronte e dissentì con il capo.
-Che cavolo sta veramente accadendo allora, Velvet?
Chiese il giovane Sith preoccupato e pieno di dubbi. Phoros aveva iniziato poco a poco a smettere di ridere. Si calmò e tornò serio.

-Halot ha catturato il padre senza indugi, vero?
Velvet confermò.
-Classico atteggiamento dal maestro. Posso solo immaginare come la sua fede cieca nella Senatrice Superiore possa averlo trasformato sul momento.
-Che cosa intendi, Phoros?
Chiese Velvet, quasi offeso da quelle parole. Phoros lo guardò infastidito.
-Moon Halot è un uomo che non mette mai in discussione quello in cui crede e gli ordini che gli vengono dati. Per quello è così bravo in quello che fa. Ma questo vuol dire che è pronto a sacrificare non solo la sua vita, ma anche quella dei suoi cari, nell’interesse della Repubblica Superiore. E dico della Repubblica Superiore, non della Galassia, per un motivo ben preciso.

Velvet lo guardò con rabbia.
-Phoros, non sarai anche tu uno di quelli…
Phoros non lo lasciò finire la frase e rispose adirato.
-Uno di quelli cosa, Velvet?! Uno di quelli che non reputa qualcosa di vero solo perché dipinto di vero dalla Repubblica Superiore? Uno di quelli che ha il coraggio di mettere in dubbio qualcosa quando la ragione e i fatti non riescono a convalidarla? Allora sì, allora sono uno di quelli.
Scese il silenzio nella stanza.

-Prima il furto dello scettro, ora il maestro Moon Shoon e Moon Lilia che collaborano con Orion Paver… c’è qualcosa che non quadra. Chi è veramente Orion Paver? E perché ha scelto di agire in questo modo? Perché la Senatrice Superiore non ha nemmeno preso in considerazione l’idea di iniziare un discorso diplomatico con lui? È stata subito guerra, senza se e senza ma!
Krillio deglutì con difficoltà e si aggiunse alla discussione.
-La morte del maestro Moon Shoon per tutto questo tempo è stata solo una copertura. Nel mentre, stava lavorando per Orion Paver, perché?
Velvet annuì con la testa.
-Moon Shoon è sempre stato un uomo estremamente intelligente. Oltre a questo, nessuno conosce la Senatrice Superiore come lui. Forse sa qualcosa che nessun altro sa ed è stato costretto a imboccare la strada del tradimento.
-Il punto è: la conoscenza di cosa?
Fu Phoros a fare la domanda.
-Qualcosa che anche Moon Lilia potrebbe sapere. Anche lei era presente, giusto?
Fu Krillio a ricordare al gruppo quel particolare. Non poterono continuare perché le infermiere entrarono nella stanza. Ma adesso era chiaro, questi tre ragazzi che avevano visto con i loro occhi determinati avvenimenti, erano pieni di dubbi e domande, iniziarono a dubitare dell’operato della Repubblica Superiore, così come di colui che fu il loro capo nella missione, Moon Halot.

Moon Halot stava osservando l’interrogatorio del padre. Era la Senatrice Superiore in persona che lo stava svolgendo. Non fu troppo difficile per lei entrare nella mente dell’ex-Jedi, anche se soffriva, il figlio non faceva niente per fermarla.
La fiducia che aveva nella Repubblica Superiore non l’aveva mai fatto soffrire come in quel momento.
Essere fedele in quelle circostanze era un grande dolore per lui, un dolore che non sapeva come gestire e come esprimere. La rabbia iniziò ad accumularsi piano piano, e presto sarebbe esplosa nei peggiori dei modi.
Nonostante questo, lui credeva, credeva con tutto sé stesso.

Moon Varama ebbe tutte le informazioni necessarie dalla mente del fratello traditore.
Uscì dalla stanza e incrociò lo sguardo del nipote.
-Non ci sono cambiamenti nel nostro piano originale. Ormai è tutto pronto. Domani inizierà l’attacco alla Orion Mas. Riuscirai a combattere Orion Paver e a non lasciarti sfuggire Lilia? È una traditrice, ricordatelo.
Moon Halot annuì sicuro.
-Bene. Allora preparati per domani. Voglio che tu sia presente alla battaglia. Voglio che ti prendi la responsabilità di cancellare dalla faccia della terra quei due. Sei l’unico che può farlo. E lo devi fare.
Moon Halot annuì di nuovo. Moon Varama fu soddisfatta dell’ira e della frustrazione nei suoi occhi, era quella energia che voleva da lui, il segreto della sua vittoria si trovava in quella sofferenza.

Velvet seppe della partecipazione di Moon Halot nella battaglia di domani e corse a dirlo anche a Phoros e Krillio. Decisero che sarebbero andati pure loro: erano intenzionati a proteggere Moon Lilia e a parlare con lei, ora che il suo stesso maestro e fratello aveva deciso di darle la caccia, aveva bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Prima di partire per la battaglia incontrarono Shenny e Carmine che chiesero di Moon Halot. Non lo avevano più visto dopo la fine della missione.
-Halot si prepara alla battaglia, così come noi.
-La battaglia? Pensavo sarebbe andato a salvare Lilia…
Velvet continuò a spiegare a Shenny quello che non sapeva.
-No, le sta dando la caccia. La Senatrice Superiore gli ha ordinato di farlo e lui ubbidisce. Noi stiamo andando ad aiutare Lilia.

Questo sconvolse Shenny, non era così che il Moon Halot che aveva conosciuto avrebbe reagito.
-Non può essere così, non farebbe mai del male alla sorella. Qualcosa non quadra…
Phoros rise.
-Beh, allora tu non lo conosci bene come lo conosciamo noi.
-Veniamo con voi. Aiuteremo Lilia e faremo rinsavire quello stupido di Halot.
-Come volete.
Disse Velvet, Carmine sbuffò leggermente, Shenny sorrise sicura.
-E andiamo di nuovo a ficcarci nei guai, non vedevo l’ora!
Fu la reazione di Carmine, ma salirono insieme ai ragazzi sulla nave che avrebbero utilizzato nella battaglia.

Il generale Jackso non stava più nella pelle, presto avrebbe avuto la sua vendetta nei confronti di Orion Paver.
Le informazioni recuperate dalla mente di Moon Shoon confermarono che le forze militari della Repubblica Superiore erano superiori a quelle del nemico. Stavolta erano loro a essere in vantaggio.
Erano più forti, più preparati, conoscevano il nemico, e avrebbero attaccato per primi.
La Orion Mas sarebbe diventata polvere ai confini della Galassia.
La Senatrice Superiore ammirava la partenza della sua potentissima flotta.
Sulla nave del generale Jackso fu confermato che il portale sarebbe stato aperto fra poco. Da tanto nella Repubblica Superiore si lavorava alla stessa tecnologia della Orion Mas di aprire dei varchi nello spazio, ma ancora non erano riusciti ad arrivare a dei risultati soddisfacenti. Questo finché non misero le mani sulla tecnologia della pistola azzerrante, dei soldati e delle navi costruite da Orion Paver.

Grazie a lui, riuscirono a completare finalmente il progetto e un’arma delle stesse capacità fu progettata dalla Repubblica Superiore.
Quell’arma sarebbe stata di responsabilità del generale Jackso durante il conflitto.
Il varco fu aperto.
La flotta iniziò ad attraversarlo.
Moon Halot lo ammirò dalla nave di Jackso.
Velvet, Phoros, Krillio, Shenny e Carmine fecero lo stesso.

Dall’altra parte del varco, sulla Orion Mas, Moon Lilia si stava preparando anche lei al conflitto. Aveva abbandonato la sua divisa da Padawan per indossare degli abiti molto simili a quelli di Orion Paver.
Nonostante adesso sapesse la sua vera identità, non aveva ancora avuto occasione di vedere il viso di Alistar, ben nascosto sotto quella armatura, ma non le importava.
Sapere che fosse vivo la rese felice, come poche volte era stata nella sua vita.
Avrebbe combattuto insieme a lui, per lui e per la Galassia.
Una volta finito di prepararsi, andò nella sala di controllo.
Orion Paver stava ammirando l’universo da dietro il vetro della finestra della sala.
Anche lei si mise a fare lo stesso, sapeva cosa stesse aspettando.

-Sei sicuro che andrà tutto come previsto? E se per sbaglio mio padre fosse venuto a conoscenza di qualche dettaglio del tuo piano?
Chiese Moon Lilia. Aveva bisogno di più conferme possibile, perché da lì a poco avrebbe affrontato la più grande battaglia della sua vita.
-Tuo padre sapeva cosa fosse necessario sapere, non di più non di meno. Fidati di me, vinceremo anche stavolta. Ho passato tutta la vita a pianificare questo momento nei minimi dettagli, così come ho pianificato il furto dello scettro…
-Ma nonostante avessi pianificato tutto, hai comunque usato spesso il tuo istinto e approfittato di alcuni momenti fortunati, quindi nulla è sicuro finché non accade…
Orion Paver rise soddisfatto.
-A ogni piano serve un po’ di speranza, fortuna e intraprendenza per funzionare. E a me sembra non manchi nessuna delle tre.
Moon Lilia sorrise. Doveva avere speranza e coraggio come Orion Paver, altrimenti sarebbe stata svantaggiata già in partenza.
V4T2 li guardava da lontano curioso, ancora gli riusciva difficile comprendere la situazione attuale, come tutto fosse cambiato così drasticamente e in così poco tempo, ma vedere la sua padrona finalmente felice lo tranquillizzava. 

In lontananza entrambi intravidero la comparsa di una luce. Il computer della Orion Mas li avvertì.
-È stato individuato un portale a quindicimila chilometri dalla Orion Mas.
-Sono arrivati. È ora di avviare il programma T.
Orion Paver poggiò la sua mano su un piccolo schermo luminoso e così il programma fu avviato.

Dall’altra parte dello squarcio le navi si posizionarono in modo tale da circondare la Orion Mas da tutti i lati.
Appena raggiunsero tale assetto, anche la Orion Mas iniziò a mandare i suoi soldati all’attacco.
Shenny e Carmine erano ai comandi della nave. Il gruppo guardò preoccupato verso la battaglia nello spazio che aveva preso luogo e sperarono di essere in grado di arrivare sulla piattaforma di Orion Paver.
-Carmine, mi raccomando, voglio che tu dia il meglio oggi.
-Anche tu, mi raccomando. Specialmente perché è stata una tua idea!
Shenny rise.
-Vi porteremo sani e salvi sulla Orion Mas, questa è una promessa.
I ragazzi sperarono fosse veramente così, almeno era sicuri di aver messo i migliori tra di loro come piloti al volante.

Nella nave del generale Jackso, Moon Halot decise di entrare in azione un po’ prima.
Scese dove la sua nave aspettava di essere messa in moto e l’avviò.
-Generale, il maestro Jedi è appena partito dalla nostra piattaforma.
Jackso strinse i pugni.
-Non importa, lasciatelo andare. Non mi intrometterò nei suoi affari. Sa quali sono le conseguenze del non rispettare gli ordini esatti della Senatrice Superiore.

Presto Shenny e Carmine individuarono la nave di Moon Halot.
-Quello è Halot, seguiamolo!
Disse Shenny, dopodiché sparò a una nave che stava per attaccarlo.
-Io al tuo posto avrei lasciato quel colpo prenderlo in pieno.
Confidò Phoros, Shenny si limitò a ridere.

Moon Halot notò di esser stato protetto da qualcuno dietro di lui, ma ignorò l’accaduto e continuò il suo viaggio verso la Orion Mas.
Riuscì ad arrivare prima di Shenny e gli altri, perché furono fermati in un fuoco incrociato.
Dopo il suo atterraggio, anche le navi della Repubblica Superiore atterrarono sulla Orion Mas.
Moon Halot si fece strada tra i nemici con la sua spada laser e con la Forza.
Sapeva dove avrebbe trovato Orion Paver e la sorella, non perché fosse in grado di sentire la loro presenza con la Forza, ma perché aveva con sé un oggetto che apparteneva a Moon Lilia. Infatti, paradossalmente, questa sua capacità non gli permetteva di sentire una connessione con i suoi familiari nella Forza, ma non era problema per lui, se aveva il necessario, poteva rintracciare chiunque senza problemi.

Moon Lilia, a differenza sua, questa capacità ce l’aveva, e aveva sentito la presenza del fratello sulla Orion Mas, stava venendo da lei. Quando lo capì iniziò a tremare.
-Alistar, Halot è qui.
Orion Paver accese la sua spada laser arancione.
-No, aspetta! Forse se gli parlo io, capirà!
-Ne dubito. Se ti trova sarai costretto a combatterlo, fattene una ragione. E non credo tu sia alla sua altezza, quindi me ne occuperò io. Tu segui il piano e lascialo perdere.
Moon Lilia strinse i pugni adirata.
-No! Devo almeno provarci!
Orion Paver, sotto la sua maschera, fece stridere i denti.
-Come vuoi! Ma se non ci riesci, mi occuperò io di lui.

Alla fine anche la compagnia di Velvet arrivò sulla Orion Mas. Si fecero strada combattendo, ma non sapevano esattamente come arrivare da Moon Lilia, finché a Phoros non venne un’idea.
-Se Lilia è su questa nave, molto probabilmente anche V4T2 è con lei! Gli manderò un messaggio e lo farò venire da noi, così ci porterà da lei!
-Ottima idea, Phoros!
Fu Krillio a complimentarlo, subito dopo aver attaccato un soldato Paver che stava per colpire alle spalle l’amico.
Il segnale arrivò a V4T2 e il robot iniziò a correre nella loro direzione.
Sulla strada incontrò Moon Halot, ma il Jedi non riuscì a vederlo.

Attraversò il ponte con sotto le acque misteriose, buttò giù la porta ed entrò nella sala di controllo, dove Orion Paver e Moon Lilia erano presenti.
Moon Lilia non sapeva esistesse tale oscurità nel cuore del fratello.
Era pieno di rabbia, dolore e paura.
In quel momento voleva solo poterlo aiutare, alleviare un po’ delle sue pene, ma lui non sembrava essere della stessa opinione.

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Capitolo 7
*** VII ***


VII


 Orion Paver e Moon Halot iniziarono a girare in cerchio, fuori dalla stanza di controllo si sentivano i rumori della battaglia che incombeva sulla Orion Mas.
Moon Lilia si trovava a debita distanza, alla fine si fece coraggio e corse per contrapporsi tra i due. I due uomini si fermarono, lei ebbe modo di guardare Moon Halot negli occhi.
-Halot! Ascoltami! Orion Paver vuole distruggere la Repubblica Superiore, ma è costretto a farlo per poter salvare la Galassia!
-Ma ti ascolti quando parli? Sei una povera pazza!

Moon Lilia non pensava si sarebbe mai scontrata con tanto odio e dolore, doveva trovare le parole giuste per far comprendere a Moon Halot che tutto quello in cui aveva sempre creduto e per cui aveva sempre combattuto era una bugia. Quando realizzò la portata di tali informazioni, comprese a pieno la difficoltà dell’impresa, ma ci avrebbe provato comunque.
-No, non sono pazza, fratello. Ho visto quello che lo scettro della Senatrice Superiore nascondeva. Hai la più pallida idea delle informazioni che c’erano là dentro?
Moon Halot si allontanò leggermente perché la sorella si era avvicinata a lui. Nel mentre, Orion Paver lo teneva d’occhio; Moon Lilia doveva assolutamente sopravvivere, era d’estrema importanza per i suoi piani.

-E come puoi essere certa che le informazioni che hai visto non siano state costruite da lui per farti tradire la Repubblica Superiore?!
Moon Lilia si aspettava una domanda del genere, ma era pronta a rispondere.
-Perché Orion Paver è… lui è…
Moon Lilia si girò verso di lui perché non era sicura che fosse una buona idea rivelare la sua identità, cercò una conferma, ma fu lo stesso Orion Paver a farsi avanti.
-Perché io sono Alistar.

Il respiro di Moon Halot si fermò per un breve istante, un istante intenso in cui fece difficoltà a processare quella informazione. Dopodiché iniziò a ridere isterico.
-Lilia, che cosa hai fatto?! Sei cascata come una stupida nella sua trappola! Ora si spiega perché ha violato la tua mente per vedere quel particolare ricordo! Lo ha usato per convincerti! Ti prego, lascialo perdere e torna da me, convincerò Varama a perdonarti, se glielo dico io, lo farà. Lilia?
Moon Halot aveva allungato la sua mano verso la sorella, ma lei non l’afferrò, deglutì con difficoltà.

-Halot, il giorno dell’incidente di Alistar, tu hai portato il suo corpo su Zagariath. Ma lui era ancora vivo. Tu l’hai ignorato e sei andato via, lasciandolo lì.
Moon Halot si allontanò di colpo dalla sorella, quell’informazione era vera, come faceva a sapere che era stato lui a occuparsi del corpo di Alistar?!
-Varama aveva detto che era morto! Morto!!
Orion Paver si avvicinò a Moon Lilia, avvicinandosi di conseguenza anche a Moon Halot.

-Ero ancora vivo e se fossi stato attento te ne saresti accorto. Ma non volevi credere ai tuoi sensi, preferivi la cieca fiducia nelle parole della Senatrice Superiore. Che vita facile che devi aver avuto: non hai mai sentito la necessità di mettere in discussione niente, NIENTE. E anche adesso, continui a ignorare i tuoi sensi, e come il bravo cane che sei, continui a fidarti ciecamente, perché questa è la cosa più semplice da fare. Continua a obbedire, Moon Halot, così avrò tutte le ragioni per farti fuori una volta per tutte!
Orion Paver allontanò Moon Lilia e si gettò su Moon Halot, ma il Jedi era pronto allo scontro.

-Orion Paver, sei solo un vigliacco! Parli, parli, ma non hai nemmeno il coraggio di farti vedere in faccia! Forse perché se quella maschera cadesse, con lei cadrebbero anche le tue bugie?!
Prima di attaccarsi a vicenda, furono bloccati da una Forza esterna, era Moon Lilia.
-No! Non fatelo, vi prego!
Aveva le lacrime agli occhi e faceva difficoltà a tenerli lontani. In quel momento, nella sala entrò il gruppo di salvataggio accompagnato da V4T2.
-Mi devi perdonare, Lilia, ma è importante che tu sopravviva a tutto questo. La tua vita vale più di quella di tuo fratello.
Furono le parole di Orion Paver prima di sconvolgere completamente la situazione.
Il pavimento della sala scomparve di colpo, caddero tutti al di sotto di esso, tranne Moon Halot e Orion Paver.
Il pavimento ricomparve subito dopo, erano rimasti soli nella sala di controllo.

Al piano di sotto il gruppo corse verso Moon Lilia. Lei si mise a urlare.
-No! No! Noooo!
Velvet l’aiutò ad alzarsi, lei si sorresse a lui.
-Si uccideranno a vicenda! Non voglio che muoiano così!
-Lilia, dobbiamo andarcene da qui, siamo venuti a salvarti!
Moon Lilia guardò tutte le persone raccolte lì per lei, fu così felice di rivedere Carmine e Shenny, ma quella felicità fu immediatamente travolta dalla tristezza che provava al pensiero che Moon Halot e Alistar stessero combattendo.

-Non posso andarmene! Devo fermarli!
-Lilia! La piattaforma sta per essere distrutta dalla Repubblica Superiore, dobbiamo andarcene adesso!
Fu Phoros a parlare.
-Vuoi abbandonare Halot?!
Chiese sorpresa Shenny.
-Se non lo facciamo, moriremo insieme a lui! Ha più probabilità lui con la sua Forza di salvarsi che noi!
Shenny corse da Moon Lilia.
-Halot ha provato a ucciderti, Lilia?!
Lei dissentì con il capo, non aveva più la forza di rispondere a voce.

-Ti aiuterò a salvarlo!
-Cosa?!
Chiese furioso Phoros.
-Senti, scappate pure se volete, io salverò Halot! Chi vuole aiutarmi, mi segua pure!
-Non abbiamo tempo!
Urlò di nuovo Phoros contro Shenny.
-Li salveremo entrambi!
Urlò Velvet.
-Se c’è qualcosa che ho capito, è che né Halot, né Orion Paver sono il nostro vero nemico. Li salveremo entrambi, sia da loro stessi che da questa piattaforma! D’altronde siamo venuti qui con in mente esattamente questo: salvare delle vite!
Il gruppo annuì, Phoros aveva difficoltà a decidersi.
-V4T2, portaci da loro!
Il gruppo iniziò a correre, Phoros li raggiunse subito dopo, nonostante non si fidasse più di Moon Halot non sarebbe stato realmente in grado di abbandonarlo così.

Nella nave del generale Jackso, l’arma finale che avrebbe disintegrato la Orion Mas era quasi pronta.
-Il conto alla rovescia sta per partire, generale Jackso.
-Ottimo, così questa storia finirà una volta per tutte. Non vedo l’ora di appendere la testa di Orion Paver nel mio ufficio, o quel che ne resterà di lui.

Moon Halot e Orion Paver nel frattempo avevano quasi distrutto la sala di controllo, ma questo non era un problema per il secondo, il suo piano era già stato avviato, la sala di controllo non gli sarebbe più servita a nulla da lì a poco.
Entrambi erano feriti e stanchi, ma non volevano arrendersi senza un vincitore.
Tra di loro c’era questa voglia malsana di uccidersi a tutti i costi.
Orion Paver sapeva che era una voglia nata solo dall’istinto e che aveva poco a che fare con la ragione, sarebbe stato più ragionevole scappare e salvarsi la pelle, lo stesso valeva per Moon Halot.
Ma non riuscivano a farlo, sarebbe andato contro i loro principi, contro il loro ottuso orgoglio.

Orion Paver si accorse che Moon Halot era intenzionato a fargli cadere la maschera dal volto; che il suo avversario avesse finalmente messo in dubbio le sue certezze e quell’atto si potesse rivelare un sua necessità di trovare delle risposte?
Poco l’importava, quello che voleva era sconfiggerlo una volta per tutte e fargliela pagare per averlo abbandonato su quel maledetto pianeta.

Orion Paver voleva ricorrere a un trucco simile a quello del precedente combattimento che ebbe con il Jedi, ma stavolta fu colto di sorpresa, perché Moon Halot pensò in anticipo una cosa simile.
Il Jedi colpì con un calcio la mano del suo avversario che teneva la spada laser, facendola cadere, si tolse di colpo il mantello, usò la Forza per attorcigliarlo al corpo di Orion Paver e lo fece cadere a terra, continuando a stringere il mantello su di lui.

Orion Paver usò la Forza per spostare uno dei pezzi distrutti della console della sala. Il pezzo colpì la fronte di Moon Halot, lui barcollò e perse la presa sul mantello.
Orion Paver si liberò, richiamò la sua spada laser e si gettò su Moon Halot, che era caduto in ginocchio dopo il colpo.
Ma i sensi di Moon Halot non si erano di certo impigriti, anzi, non erano mai stati così attivi e veloci.

Moon Halot con la sua spada laser attaccò dal basso verso l’alto, mentre Orion Paver attaccò dall’alto verso il basso.
La spada di Moon Halot tagliò in due la maschera di Orion Paver, mentre la spada di Orion Paver tagliò la spalla destra di Moon Halot.
Quel colpo fu l’ultimo per Orion Paver.
Perdendo la sua maschera aveva perso anche i sensi. 

Il Jedi lo vede crollare all’indietro su sé stesso.
Si avvicinò per guardare il suo viso.
Quando lo vide, una lacrima si palesò sul sua guancia ruvida.
Tutto il caos che aveva dentro si concentrò in quella lacrima.

Davanti a lui era presente un giovane dai capelli rossi, così rossi che il sangue che colava dalle sue tempie, si mimetizzava completamente nella sua ricca capigliatura.
Dovevano essere stati quei buchi sulla fronte a farlo svenire, la sua maschera era stata attaccata direttamente alla sua testa usando le tempie come punto d’incontro.
Moon Halot riconosceva i tratti, lo aveva visto così tante volte dopotutto, Orion Paver era Alistar, su quello non c’erano più dubbi.

-Generale Jackso, il conto della rovescia è partito. Meno due minuti all’attivazione del cannone principale.
Jackso annuì e sorrise contemporaneamente, che spettacolo sarebbe stata la Orion Mas una volta fatta esplodere in mille pezzettini.

Moon Halot si alzò completamente distrutto nell’anima, continuava a fissare il corpo di Alistar, non sapeva proprio più cosa fare, perché non riusciva a pensare.
Voleva solo scappare via, il più lontano possibile, da sé stesso e da tutto il resto.

Il gruppo entrò nella sala in quel esatto momento.
Moon Halot nel vederli non ebbe il coraggio di rimanere lì fermo.
Iniziò a scappare.
Tutti gridarono il suo nome, ma lui continuò a correre.
Lontano. Sarebbe andato anche oltre i confini della Galassia se solo avesse potuto.

Shenny fu fermata da Carmine, l’amica sapeva che era intenzionata a rincorrerlo.
-Fermati! Non abbiamo tempo adesso! Hai sentito Phoros! Abbiamo solo due minuti per uscire da qui!
-Ma…!
-Nessun “ma”! Lui sopravviverà! Sta scappando, Shenny!
Moon Lilia fu la prima ad avvicinarsi ad Alistar. Quando lo vide in volto, il suo cuore fece una capriola. Velvet le confermò che fosse ancora vivo.
I ragazzi conoscevano quel viso, infatti rimasero di sasso nel ritrovarsi davanti ad Alistar, il ragazzo morto a causa della sua stessa Forza.
-Prendiamolo e usciamo da questo luogo infernale una volta per tutte!
Furono le parole di Velvet.
Così fecero.

Il raggio del cannone del generale Jackso fu finalmente liberato.
L’intera Orion Mas iniziò a esplodere.
Dietro il fuoco prodotto dall’enorme energia scatenata dall’attacco, la nave di Moon Lilia volava al massimo della velocità lontana da quell’inferno di fuoco e metallo.
Alla guida c’erano Shenny e Carmine.

Moon Lilia teneva la testa di Alistar sulle sue cosce e si commosse, tanto da sorridere.
Gli uomini della Forza Unita guardavano la scena senza potersela spiegare.
-Ce l’hai fatta anche stavolta, Alistar. Presto l’intera Galassia saprà per cosa combatti.
-Cosa intendi, Lilia?
Chiese Velvet, un po’ spaventato di sapere la risposta a tale domanda.
-L’energia scaturita dall’arma della Repubblica Superiore era quello che serviva alla Orion Mas per creare un flusso di informazione talmente potente da raggiungere tutta la Galassia. Era nei piani di Alistar che la Orion Mas esplodesse, solo così sarebbe stato in grado di rendere pubbliche le informazioni dello scettro della Senatrice Superiore. Ed è appena successo! Sono così felice.

Krillio barcollò e si avvicinò di colpo a Moon Lilia.
-Vuoi dire che adesso tutti potranno sapere la verità?!
-Tutta la Galassia.
Phoros respirò affannosamente.
-È qui che le cose diventeranno veramente complicate allora. La Repubblica Superiore farà qualsiasi cosa per mantenere la sua egemonia.
-Alistar ha detto la stessa cosa, d’ora in poi non potrà più sorprendere la Repubblica Superiore, saremo costretti a combattere alla pari, senza trucchi, e vincerà il più forte.
Velvet posò una mano sulla spalla di Moon Lilia.
-Sono contento che siete entrambi qui. Ma con quali forze terremo testa alla Repubblica Superiore?
Moon Lilia si ricordò di colpo una cosa. Posò delicatamente la testa di Alistar e si presentò nella cabina di pilotaggio.

-Shenny, Carmine! Dove siamo diretti ora?
-Sinceramente non lo sappiamo ancora, qualche idea?
-Certo, sul pianeta Zagariath!
-Sicura?

-Più che sicura!
-Come vuoi tu allora! Destinazione: Zagariath!

Moon Halot aveva fermato la sua nave in mezzo allo spazio.
Si era sdraiato per terra e rimase fermo a guardare il soffitto.
La ferita sulla spalla aveva smesso di sanguinare, ma continuava a fare molto male.
Si portò una mano davanti al viso. Era piena di lividi e guardandola si chiese quante vite innocenti l’avessero incontrata.

Moon Halot aveva ormai accettato che tutto quello in cui aveva creduto fino ad allora fosse una bugia. Gli servì vedere il viso di Alistar per accettare la realtà dei fatti.
Non sapeva tutto nel dettaglio, anzi non sapeva niente, ma sapeva che la Repubblica Superiore non lavorava per la Galassia.
Ormai sentiva che era così, e presto sarebbe venuto anche lui a conoscenza di tutto.

Non aveva più nulla di cui andare fiero, nulla per cui combattere.
Il mondo intero l’aveva tradito.
Tutta la sua vita era stata una menzogna.
Avevo sofferto, combattuto, perso e letteralmente sanguinato per qualcosa che non conosceva veramente, qualcosa che aveva sfruttato le sue capacità come più gli conveniva.

Non aveva più fiducia in niente e nessuno.
Non aveva più ambizioni o morale.
Voleva solo trovare la pace, e allontanarsi da tutto.
Fuggire lontano, o nascondersi.
Tutto, tranne che tornare alla vita di prima.
Tanto valeva non averla più una vita.

[Angolo Autore: Ringrazio chiunque sia arrivato fino a questo punto della storia, come sempre invito calorosamente a farvi avanti con le vostre opinioni. Vorrei far presente alcuni aggiornamenti sulla parte finale di questo racconto che è ancora in fase di costruzione. La parte non verrà pubblicata finché non sarà completa. Personalmente non me la sento di pubblicare qualcosa di non revisionato e revisitato secondo necessità. Per chi si chiedesse quanto tempo potrebbe volerci, posso assicurarvi che eventualmente e presto la trilogia arriverà finalmente a concludersi.]

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