Il ciclo della magia

di MagiaOscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo servo ***
Capitolo 2: *** Prova superata ***
Capitolo 3: *** Il male si rafforza ***
Capitolo 4: *** Voldemort e l'immortalità ***
Capitolo 5: *** Sbagli mortali ***
Capitolo 6: *** L'amore apre gli occhi ***
Capitolo 7: *** Una festa diventata tragedia ***
Capitolo 8: *** La spia ***
Capitolo 9: *** Dubbi ***
Capitolo 10: *** La stranezza di Codaliscia ***
Capitolo 11: *** Il nuovo insegnante di Pozioni ***
Capitolo 12: *** La spia ***
Capitolo 13: *** Sospetti ***
Capitolo 14: *** Il custode ***
Capitolo 15: *** Il prescelto ***
Capitolo 16: *** Il grande inganno ***
Capitolo 17: *** Un Malfoy non ci sarà mai sulla scena del crimine ***
Capitolo 18: *** La legge vale per tutti, anche per i figli ***
Capitolo 19: *** 18 anni dopo: comincia la guerra ***
Capitolo 20: *** Il principe diventa re ***
Capitolo 21: *** Una lezione speciale ***
Capitolo 22: *** La doppia faccia del preside ***
Capitolo 23: *** Un servizio letale ***
Capitolo 24: *** Verità nascoste ***
Capitolo 25: *** La vittoria di Pirro ***
Capitolo 26: *** Vittoria ***
Capitolo 27: *** Pace? ***
Capitolo 28: *** Un piccolo nido ***
Capitolo 29: *** Si ricomincia ***
Capitolo 30: *** Giornata di compere movimentata ***
Capitolo 31: *** King's Cross: un nuovo inizio ***
Capitolo 32: *** La cerimonia dello Smistamento ***
Capitolo 33: *** La prima lezione ***
Capitolo 34: *** Ricordi ***
Capitolo 35: *** Grifondoro contro Serpeverde ***



Capitolo 1
*** Un nuovo servo ***



 

“Sentiamo, com'è questo Severus Piton?” 

“Mio Signore, se permettete sono contraria, è un mezzosangue” 

Bellatrix Black in Lestrange era a suo modo di dire la seguace più fedele di Lord Voldemort e non perdeva occasione per esprimere un suo parere. 

Anche Lord Voldemort la teneva in considerazione e nella sua gerarchia spiccava tra i servi preferiti insieme a Rodolphus e Rabastan Lestrange, Lucius Malfoy e Evan Rosier.

“Tengo molto in considerazione il tuo parere, Bellatrix, ma Lucius mi parla bene di questo ragazzo, sembra essere un eccellente conoscitore di veleni e pozioni” disse la voce fredda di Voldemort.

“Lucius è sciocco, mio Signore – disse Bellatrix infastidita a Voldemort, pur rimanendo inginocchiata al suo cospetto senza guardarlo in faccia – di quello non ci possiamo fidare…so che desiderava una sanguemarcio” 

“Bellatrix…sono tutti umani, anche tu lo sei…” 

“Io desidero soltanto servirvi e rendervi orgoglioso di me” disse Bellatrix interrompendo Voldemort.

“Sono lusingato dalla tua dedizione ma a nessuno permetto di interrompermi…dovrò punirti. Conoscerò il ragazzo e se riterrò opportuno accettarlo, dovrai anche eseguire missioni per conto mio insieme a lui. Mi dispiace doverti punire Bellatrix, ma tutti mi devono rispetto, anche tu” 

“Accetterò il vostro castigo con piacere, Sire”

“Mi faciliterai le cose…Crucio” 

Bellatrix Lestrange cadde a terra, urlando e contorcendosi in preda a fortissimi spasmi in tutto il corpo e ciò andò avanti per circa cinque minuti, fino a quando Voldemort non decise di interrompere la tortura.

“Che ti serva da lezione, Bellatrix” 

“Non vi darò più motivo per punirmi, mio Signore”

Qualche ora più tardi Voldemort, con Bellatrix Lestrange alla sua destra e Rodolphus e Rabastan Lestrange alla sinistra.

“Manca Evan…come mai?” chiese la voce fredda di Voldemort.

“Rosier sta facendo la caccia ai babbani, mio Signore” rispose Rodolphus Lestrange.

“Gli avevo detto di tenersi libero perché desideravo sentire il suo parere su questo Piton…è stato un suo compagno di scuola…dovrò punirlo” 

Bellatrix Lestrange aprì la bocca, ma quando gli occhi rossi di Voldemort incrociarono il suo sguardo la donna tacque, memore della punizione ancora fresca di Voldemort. 

Circa un'ora dopo arrivò Lucius Malfoy, che si inginocchiò al cospetto di Voldemort.

“Mio Signore…Piton è qua” 

“Benissimo Lucius, sono molto ansioso di conoscere questo ragazzo di cui mi parli tanto bene…ha già il Marchio?” chiese la solita fredda voce di Voldemort.

“Si mio Signore, gliel’ho fatto quando era al sesto anno ad Hogwarts, non ha emesso nemmeno un lamento.”

“Bene, molto bene Lucius, fallo venire” 

Lucius Malfoy sparì per qualche minuto. Bellatrix Lestrange, suo cognato e suo marito non osarono parlare e tra i presenti ci fu un silenzio inquietante, come se non ci fosse nessun essere vivente.

Circa 10 minuti dopo Lucius Malfoy ricomparve con un giovane mago coi capelli neri carbone così come i suoi occhi. 

L'espressione del ragazzo non tradiva nessuna emozione, né paura ma nemmeno gioia, come se non gliene importasse di essere presente lì.

“Mio Signore, vi presento Severus Piton” 

Voldemort squadrò il viso di Piton, come se cercasse di leggergli nella mente ma dopo qualche secondo allontanò i suoi occhi rossi dal viso del ragazzo.

“Non ti inginocchi? I miei servi sono abituati a inginocchiarsi ogni volta che arrivano al mio cospetto…Lucius non te l’ha detto?”

“Mio Signore, perdonatelo, è emozionato ed è alle prime armi…Severus, inginocchiati” disse Lucius Malfoy impaurito al ragazzo, che dopo averlo guardato, si inginocchiò profondamente.

“Sono così magnanimo dal tenere conto del fatto che è la prima volta che sei qui…diversamente ti avrei punito” disse con tono asciutto Voldemort, mentre Piton si rialzò.

“Bene Severus…la preoccupazione di Bellatrix è che sei mezzosangue, confermi di esserlo?” 

“Si” 

“Si, mio Signore” intervenne acida Bellatrix Lestrange che rivolse a Piton uno sguardo pieno di disgusto.

“Grazie Bellatrix, Severus deve imparare. Le prossime volte però non sarò così benevolo…come vuoi rimediare a questo, Severus?” chiese Voldemort con la sua voce fredda che non trasmetteva alcuna emozione né di rabbia né di felicità.

“Non è possibile rimediare mio Signore…lui rimarrà mezzosangue” intervenne per l’ennesima volta Bellatrix Lestrange, generando questa volta in Voldemort uno sguardo di disapprovazione.

“Anche io lo ero e ho saputo rimediare a questo inconveniente Bellatrix…sto ancora aspettando che tu rimedi al fatto che tua sorella si sia accoppiata con un nato babbano – disse Voldemort rivolto alla strega, che subito perse il suo portamento fiero – la tua famiglia deve sapere che non basta cancellare i nomi dall’ albero genealogico per restare puri” 

Bellatrix Lestrange divenne rossa per la rabbia mentre Lucius Malfoy non riuscì a trattenere un sorriso, che subito svanì quando Voldemort si girò di nuovo verso di lui e Piton.

“Perdona Bellatrix, è una serva tanto leale quanto impertinente…allora stavo dicendo, come vuoi rimediare a questo equivoco, Severus?” chiese Voldemort a Piton, guardandolo in viso con un sorriso quasi paterno.

“Come mi ordinerete voi…mio…mio Signore” disse Piton 

“Hai visto Bellatrix? Il ragazzo è sveglio e impara subito…non è tonto come pensi” 

Voldemort disse queste parole con tono ironico, col chiaro intento di umiliare Bellatrix Lestrange. La donna per la rabbia si conficcò le unghie nel palmo di entrambe le mani fino a farle sanguinare, ma non disse nulla.

“Bene Severus, dimostri voglia di partecipare…come già detto, purtroppo io ero mezzosangue e ho dovuto purificarmi uccidendo quel babbano di Tom Riddle insieme ai miei nonnini – disse Voldemort con profondo disprezzo – vorrei che tu come… chiamiamolo esame di ammissione...uccida tuo padre” disse Voldemort come se stesse chiedendo a Piton di portare un lungo rotolo di pergamena.

Lucius Malfoy si lasciò scappare un leggero tic nervoso alla bocca, ma Severus Piton rimase impassibile.

“Sarà fatto, mio Signore” disse il ragazzo dai capelli neri, unti.

“Molto bene, molto bene – disse Voldemort soddisfatto – Lucius, ti incarico di controllare che il compito venga eseguito” 

“Si mio Signore” rispose Lucius Malfoy.

“Mio Signore, permettetemi di seguirli, permettetemi di rimediare ai miei sbagli” disse Bellatrix Lestrange buttandosi in ginocchio disperata a Voldemort, che nemmeno la guardò.

“No Bellatrix, Lucius si è assunto la piena responsabilità di Severus…nel caso dovesse sbagliare sarà punito. Tu potresti impedire a Severus di proposito di adempiere al suo primo incarico per farlo screditare davanti a me”

“Mio Signore…vi prego…”

Bellatrix Lestrange stava per avere una crisi di nervi ma Voldemort le puntò la bacchetta contro.

“Crucio”

Bellatrix Lestrange cadde a terra tra gli sguardi terrorizzati di Rodolphus e Rabastan Lestrange. Anche Lucius Malfoy tradì la paura. Solo Piton rimase a guardare la scena impassibile.

“Potete andare e ricordate, non tollero errori…spiegalo al nostro amico, Lucius” disse con tono asciutto Voldemort ai due ragazzi, che si smaterializzarono subito dopo essere stati congedati.

“Bellatrix, saresti così gentile dal chiamare Barthemius? Già che ci sei anche Evan Rosier” disse Voldemort alla donna, ancora a terra dopo la tortura del Mago Oscuro.

“S…s…si…m…mio Signore” disse Bellatrix, ansimando per i dolori, mentre i fratelli Lestrange cercarono di aiutare la donna a rialzarsi, che in tutta risposta li spinse via.

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Capitolo 2
*** Prova superata ***


Era un giorno piuttosto mite e sereno a Spinner's End e nel piccolo villaggio la vita per gli abitanti era piuttosto tranquilla.

Era proprio in quel villaggio che si stavano dirigendo Lucius Malfoy e Severus Piton una notte.

“Allora. Su ordine dell’Oscuro Signore io dovrò controllare che tu riesca ad assolvere al compito che ti ha assegnato, sei sicuro di riuscirci?” chiese sottovoce Lucius Malfoy a Piton, per evitare di farsi sentire.

“Si, sono sicuro”

“Ricordati che se tu dovessi fallire ci andrò di mezzo anche io e non penso che ti convenga rimanere solo con Bellatrix e Barty Crouch” 

“Ho detto che lo farò, basta” disse Piton a Lucius Malfoy, visibilmente infastidito.

Dopo qualche minuto passato a camminare, i due ragazzi bussarono alla porta, sopra la quale era scritto: Casa Piton.

L’abitazione era piuttosto malconcia, era evidente che il padrone non la curava affatto.

“In quale razza di topaia sei cresciuto?” chiese disgustato Lucius Malfoy a Piton, che non rispose.

“Entrate, la porta è aperta!” disse la voce roca di un uomo.

I due entrarono e notarono che l’abitazione era un vero e proprio tugurio. Cibo in stato di decomposizione per terra, lattine di birra vuote sparse per la casa, mobili vecchi e malconci e odore nauseabondo.

“Ah…tu” disse l'uomo dopo aver notato Piton, che non rispose.

“Servitevi, ho solo del vino” 

“Bevo roba molto migliore di questo schifo” rispose disgustato Lucius Malfoy all’ uomo.

“Ah, il signorino è di sangue blu…che c'è, ti sei fatto amici? Mai una volta che ne porti uno normale a casa” disse l'uomo sempre rivolto a Piton.

“Chiami questo schifo casa, papà!?” chiese Piton senza perdere il controllo con l'uomo, che altri non era che Tobias Piton, suo padre.

“Stammi bene a sentire, insolente. Io ho accolto in questa casa quella snaturata di tua madre, ho cresciuto con amore l’ingrato che sei diventato e tu chiami così questo posto?” disse Tobias Piton alzando il tono di voce e diventando ancora più rosso di quanto già non lo fosse per l'abuso di alcool.

“Fallo, ho la nausea di questo posto” disse disgustato Lucius Malfoy.

“Fare cosa?” chiese Tobias Piton.

Prima che l'uomo se ne potesse accorgere però Severus Piton estrasse la sua bacchetta e la puntò contro l'uomo.

“Non oserai toccare tuo padre, vigliacco” 

“Sectumsempra" 

Piton disse questa formula con dolcezza e dalla bacchetta si sprigionò una luce che colpì suo padre in pieno.

Tobias Piton cadde a peso morto per terra e il suo corpo cominciò a cospargersi di profonde ferite che sanguinavano copiosamente.

Quando dopo qualche secondo l'uomo smise di agitarsi, Piton rimise la bacchetta in tasca.

“Temo di averti sottovalutato, Severus. Il Signore Oscuro sarà contento di questo spettacolo” disse Lucius Malfoy, evocando il Marchio Nero sopra l'abitazione di Tobias Piton.

“Benvenuto, ora sei veramente dei nostri”

 

 

William e Anne Evans si consideravano dei genitori felici. Erano una normale famiglia con due figlie ormai adulte che amavano: Petunia e Lily. 

In particolar modo Lily otteneva sempre le attenzioni dei genitori visto che era una strega. Proprio questo aspetto generò il declino del rapporto tra le due sorelle.

Petunia era sempre stata molto legata alla sorella e la considerava come un fiore delicato da proteggere ma dopo che Lily divenne una strega, ella arrivò a desiderare addirittura la morte della sorella, colpevole agli occhi di Petunia di averla privata delle attenzioni dei genitori.

“Che tragedia” esclamò Anne Evans appena acceso il televisore.

“Cosa è successo, mamma?” chiese Lily, scendendo in salotto.

“Guarda” 

Il giornalista stava parlando della strana e inquietante morte di Tobias Piton, trovato morto dissanguato con uno strano simbolo sopra il tetto della sua abitazione.

“Non era il più simpatico ma non meritava questa fine” disse Anne.

Lily invece rimase pietrificata per l'orrore nell’ ascoltare la notizia.

“Tesoro, che hai?” 

“Nulla mamma, devo andare” 

“Ma cara…la colazione…” 

“Scusami, ti voglio bene” disse Lily, dando un bacio sulla guancia alla madre.

Lily si smaterializzò in una villa nella periferia dell’Ordine.

“Pace” disse Lily 

E quella che in apparenza era una piccola villa divenne una gigantesca abitazione a più piani.

“Devo parlare con Silente” disse Lily a un Auror di guardia.

L'uomo accompagnò Lily verso il piano di sopra e bussò.

Quando la porta si aprì la ragazza entrò agitata.

“Lily, come mai questa fretta?” parlò un uomo dalla lunga barba bianca, con un viso dolce e gli occhiali a mezzaluna.

“Professore, ha sentito la notizia della morte di Tobias Piton?” 

“Si…ho sentito…mi dispiace" 

“Pensa che possa essere stato Severus?” 

“È molto probabile, per quanto ne sappia quell’uomo era un bruto, ma non meritava di morire così, anche se capisco le ragioni di Severus” 

Lily cominciò a piangere e questa cosa non sfuggì allo sguardo attento di Silente.

“Ti dispiace per il tuo vecchio amico? Pensavo che ormai lo avessi dimenticato”

“Non ho mai smesso di volergli bene, signore...ho sempre sperato che un giorno venisse a dirmi che aveva chiuso con la magia oscura e che potevamo essere amici di nuovo…”

“Tu non smettere di farlo…chissà, magari l'affetto che provi per lui lo aiuterà a capire gli sbagli commessi” 

Lily, anche se triste, sorrise all’ anziano mago, apprezzando lo sforzo fatto.

“Fossi in te andrei da James…non piangere e goditi questi momenti di spensierata gioventù, bisogna approfittarne dei pochi momenti di tranquillità in questi tempi così oscuri” 

Lily sorrise all’ anziano mago e uscì, pur rimanendo col cuore colmo di tristezza.

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Capitolo 3
*** Il male si rafforza ***



 

Lucius Malfoy il giorno dopo, insieme a Severus Piton, si affrettò a comunicare a Voldemort dell’ esecuzione del compito.

“Mio Signore, siamo venuti a riferirvi del compito da voi assegnato a Severus” 

“Bene, vi stavo aspettando, raccontate, confidatevi” disse Voldemort con il suo solito tono freddo all’apparenza paterno.

Alla destra di Voldemort c'era Bellatrix Lestrange, alla sinistra Rodolphus e Rabastan Lestrange e un nuovo mangiamorte che sembrava godere dell’ apparente simpatia di Voldemort. 

“Tutto fatto mio Signore, Piton si è superato" disse soddisfatto Lucius Malfoy al mago oscuro, che fece una smorfia simile a un sorriso.

“Mi sono assicurato di accettarmi, molto bravo Severus, potrai diventare tra i miei prefer…”

“Sono io la vostra preferita mio Signore…cosa devo fare per mostrarvi la mia lealtà?” intervenne come al solito irata Bellatrix Lestrange.

“Continuando ad essere efficiente e leale, Bellatrix…tornando al nostro amico…mi sembra che tu fossi amico di una nata babbana, tale Lily Evans, vero Severus?”

“Lo ero, mio Signore” 

“Evan mi ha detto che eravate molto legati però…oppure mi ha mentito? Se è così dovrò punirlo”

“No, non mente”

“Mio Signore se permettete – intervenne il mangiamorte, che si rivelò essere proprio Evan Rosier – non vi ho detto che la loro amicizia finì quando Severus la chiamò sanguemarcio…secondo me ha mostrato già lì il suo schieramento” 

Voldemort sorrise guardando Piton, senza degnare di attenzione Evan Rosier. 

“Benvenuto tra noi Severus, non mi deludere. Se sarai leale ti premierò, altrimenti ti punirò” 

“Si, mio Signore” 

Voldemort congedò i due maghi molto soddisfatto, un po' meno lo era Bellatrix, invidiosa delle attenzioni che Voldemort rivolgeva a Piton, come se fosse stata tradita dal proprio amato.

 

Erano passati quasi 6 mesi dall’ omicidio di Tobias Piton e in questo lasso di tempo James e Lily si sposarono. 

Fu una cerimonia per pochi intimi, con la sola presenza dei genitori di Lily visto che quelli di James erano morti, Sirius, Remus, Peter e Silente, la cui presenza fu richiesta espressamente da Lily.

Mancò invece Petunia, visto che la sua gelosia per Lily era giunta a livelli insostenibili ormai.

“Lily, che hai?” chiese James alla moglie, vedendola triste.

“Nulla, momento di tristezza” 

James non credette alla moglie e le si avvicinò con dolcezza.

“Confidati con me, ti puoi fidare di me” 

“Tutti quelli di cui mi sono fidata mi hanno tradita…Severus, Petunia.”

“Ma io non sono loro” 

Lily guardò James con tristezza con gli occhi lucidi, ma si sforzò di sorridere, per fare contento il marito.

“Dobbiamo andare all’ Ordine, siamo convocati da Silente” 

“È morto qualcuno?” chiese Lily ansiosa.

“Non lo sappiamo…è meglio se ci sbrighiamo” 

Lily e James si smaterializzarono immediatamente al quartier generale dell’ Ordine della fenice e dopo aver pronunciato la parola d'ordine, arrivarono alla riunione presieduta da Albus Silente.

Tutti erano presenti, anche Frank e Alice Paciock, i fratelli Prewett e i Mckinnon, che in genere non amavano partecipare alle riunioni dell’ Ordine.

“Lily – disse dolcemente Silente alla donna – James ti ha fatto dimenticare cosa sia la puntualità? L’appuntamento era per le 11 e sono le 11:30" 

“Professore, la smetta di usarmi come esempio negativo” disse offeso James.

“Tranquillo, scherzavo…semplicemente mi piace vedere come l'amore ci faccia dimenticare appuntamenti più importanti.”

Silente si sedette al centro dell’ enorme tavolo e anche James e Lily si accomodarono vicino a Sirius che aveva tenuto il posto a entrambi.

Tutti i presenti invece erano piuttosto seri e scuri in volto.

“Amici, purtroppo, con vivo rammarico sono costretto a comunicarvi che la famiglia Bones è stata sterminata dai Mangiamorte.” 

Tra i presenti si diffuse un sottofondo di rabbia e anche la stessa Lily rimase sconvolta.

“So cosa provate – continuò a parlare Silente – ma ci dobbiamo fare forza e mostrare a Voldemort che nulla ci piegherà” 

Il breve discorso di Silente fu accolto con applausi entusiasti.

“Verrà il giorno in cui metterò le mani addosso a quelle bestie” disse una voce burbera.

Era Malocchio Moody, orribilmente sfigurato nel volto e con una gamba di legno. Al posto dell’ occhio mancante ne aveva uno che girava a 360 gradi.

Quando tutti i presenti si allontanarono, Lily si avvicinò con discrezione a Silente.

“Non è stato il tuo amico Lily, tranquilla.”

Lily sussultò, perché era proprio intenzionata a chiedere se Piton fosse in qualche modo colpevole di questa strage.

“Edgar era ancora vivo e ci disse che è stata Bellatrix Lestrange insieme a suo marito, suo cognato e Evan Rosier…che tristezza…eppure lei era così brava a scuola” 

“Ne è proprio sicuro, professore” 

“Fino a prova contraria – rispose Silente asciugando le lacrime sul volto di Lily – ho comunicato questa notizia non per renderti ancora più triste, ma perché era giusto farlo…ti prego, vai con tuo marito…dovete fare dei figli se non sbaglio” disse Silente guardando Lily rossa per l'imbarazzo.

La ragazza passò il resto della giornata triste, nonostante i vari tentativi maldestri di James e Sirius per tirarla d'animo.

“Pensi a Piton?” chiese dolcemente Remus Lupin all’ improvviso, mentre Lily stava guardando triste fuori dalla finestra.

“Come fai a saperlo?” chiese stupito la ragazza.

“Empatia…quando tutti ti evitano impari ad averla con quei pochi che ti accettano per come sei” rispose sorridendo Remus.

“Non pensare male. Lui è sempre stato il mio migliore amico prima che conoscesse quei criminali, poi è cambiato, ma io non ci riesco a vederlo uccidere persone innocenti. Amo James ma Severus era come un fratello per me” 

Remus guardò con compassione Lily, ma non lo fece notare perché lei odiava essere compatita.

“Forse anche noi Malandrini abbiamo delle colpe…noi lo tormentavamo mentre Avery, Mulciber e Rosier lo trattavano come un pari, prenditela anche con noi…io ci provavo a far smettere quei tre scapestrati ma non ho insistito abbastanza per la paura di perderli…ero già fortunato ad avere tre amici” 

“Smettila di essere colpevole…io gli dissi più e più volte di lasciare stare la magia oscura, ma lui scelse quello invece della mia amicizia. James almeno è cambiato in meglio per me, Sirius un po' meno, ma Severus è responsabile del suo destino. Spero si ravveda prima di finire ad Azkaban” 

Remus sorrise a Lily, era incredibile come quella donna riuscisse a tirare in su le persone anche nei momenti più tristi.

“Sei un'amica, Lily”

“Anche tu lo sei, Remus” 

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Capitolo 4
*** Voldemort e l'immortalità ***



 

L'atmosfera a Villa Malfoy era piuttosto tesa. Una giovane Narcissa Malfoy era particolarmente irascibile, e non per la gravidanza appena scoperta. 

“NON È POSSIBILE CHE SIA COSÌ STUPIDO DA UNIRSI A LORO!” urlò la donna.

Abraxas Malfoy non aveva paura di nulla se non di perdere il proprio patrimonio ma col tempo aveva imparato a capire quando bisognava lasciare Narcissa Malfoy sfogarsi senza infastidirla.

Per questo l'uomo continuò a leggere indisturbato il giornale, come se la nuora non stesse urlando.

“Lucius! Tua moglie ha una crisi di nervi!” disse l'uomo ad alta voce quando Narcissa Malfoy cominciò a rompere le posate.

“Cissy, calmati!” 

“NON MI CALMO! REGULUS È DIVENTATO UN MANGIAMORTE!” 

“Anche io lo sono e quindi?” 

“So benissimo perché stai dalla sua parte, ma Regulus…lui non è in grado di fare del male nemmeno a una mosca” disse la donna in lacrime.

“Stai tranquilla Cissy, ci penso io a lui…”

“C'è Bellatrix, sai quanto sia invasata quella squilibrata, lei è capace di decapitarlo se non vede abbastanza entusiasmo”

“A quella ci penso io…ultimamente è molto nervosa perché Severus riscuote molto gradimento presso Riddle…si strappa letteralmente i capelli per ogni complimento che non riceve da Riddle” disse Lucius Malfoy ridendo senza aver ottenuto tuttavia l'effetto di rallegrare la moglie.

Narcissa Malfoy nel complesso si considerava una donna fortunata: aveva un marito che la amava, un suocero che la rispettava ed era in attesa di un bambino.

Aveva praticamente tagliato tutti i ponti con la propria famiglia d'origine, i Black. Odiava sua madre che non l'aveva mai considerata, se non per opporsi al matrimonio con Lucius Malfoy perché aveva parenti babbani, odiava sua sorella maggiore Bellatrix perché quando erano bambine Narcissa era il suo bersaglio preferito.

Proprio quest’ ultima quando aveva 9 anni per puro divertimento, uccise il coniglio di Narcissa e si incollò le orecchie della povera bestiola alle tempie. Ciò generò in Narcissa un astio ancora esistente verso tutta la famiglia.

Solo la sorella rinnegata Andromeda e Regulus godevano del suo affetto. 

La prima era sempre stata affettuosa con Narcissa e l'aveva sempre consolata e difesa da Bellatrix. Quando Andromeda fu ripudiata per aver sposato un tale Ted Tonks, nato babbano, Narcissa ebbe una crisi di nervi. 

Narcissa continuava a frequentare Andromeda anche se di nascosto, per non venire ripudiata. L’eredità dei Black era l'unica cosa che a Narcissa importasse della famiglia d'origine perché lei considerava l'eredità come un compenso per i danni subiti da Bellatrix e l'essere stata sempre messa da parte in quanto figlia più piccola.

Anche i rapporti con i cugini non erano migliori, soprattutto con Sirius. Narcissa odiava quest'ultimo tanto quanto Bellatrix e il suo sogno era di vederli uccidersi a vicenda.

Sirius quando era più piccolo, per scherzo, incendiò il guardaroba della donna. Per una serie di circostanze quella punita fu Narcissa per aver esagerato nel protestare visto che Sirius era il fiore all’ occhiello della famiglia Black ed erede designato. 

Evan Rosier nemmeno era molto amato da Narcissa Malfoy, tanto che lei lo definiva ‘topo di fogna’ per il suo aspetto perennemente trascurato.

Solo Regulus Black era amato dalla donna. I due erano simili: entrambi figli minori, entrambi trascurati e questo li unì molto, nonostante la differenza d'età.

“Ti ho detto di stare tranquilla, ci penso io a tuo cugino e nel caso non riuscisse a superare le missioni di Riddle ci penso io a tenerlo fuori dai guai” disse Lucius alla moglie, asciugandole le lacrime con il suo guanto di tessuto costoso.

“Dobby…cucina qualcosa alla padrona, non vedi che è giù di morale?” 

Un povero elfo vestito con un sudicio straccio comparve al cospetto dei Malfoy.

“La padrona cosa desidera che Dobby cucini?” chiese con voce acuta e intimorita l’elfo a Narcissa.

“Arrosto di tacchino con patate, il mio piatto preferito…alla svelta” disse con tono autoritario Narcissa.

“Dobby dimenticavo…punisciti” disse Lucius con un sorriso maligno.

“Dobby ha sbagliato qualcosa per doversi punire, padrone?” 

“No nulla, voglio divertirmi…eccoti il mio bastone, colpisciti” 

Dobby, con gli occhi lacrimanti, si colpì alla testa ripetutamente, generando le risate di ilarità di Narcissa Malfoy.

“È incredibile quell’ elfo quanto sappia mettermi di buon umore” disse Narcissa Malfoy, tranquillizzata dalle promesse del marito e da Dobby dolorante per i colpi che si era inflitto.

Lucius Malfoy salutò con un bacio la moglie e si materializzò presso un antico edificio, ormai disabitato, che i mangiamorte usavano come quartier generale.

Era Casa Riddle, antica abitazione un tempo sfarzosa della famiglia Riddle.

“Che pazienza che mi tocca avere a sopportare quei zozzi, cosa mi tocca fare per i doni della morte” disse disgustato tra sé Lucius Malfoy.

L'uomo entrò nell’ abitazione e nel salone trovò i mangiamorte riuniti al completo.

“Lucius, hai fatto tardi, problemi con tua moglie?” chiese Voldemort col solito tono paterno.

“No mio Signore, normali dolori di gravidanza” 

“Non ti punirò Lucius, la salute di una donna che porta in grembo un purosangue viene prima di tutto…fammi sapere ogni volta che avrai problemi così ti dispenserò dai vari lavori” 

“Si, mio Signore” rispose Lucius Malfoy prendendo immediatamente posto vicino a un ragazzo con lunghi capelli neri, che aveva massimo 18 anni.

“Come sta Cissy?” chiese il ragazzo a Lucius sottovoce.

“Con te facciamo i conti dopo, Regulus” 

Voldemort stava chiedendo a tutti i presenti se volevano farsi volontari per un compito che lo avrebbe aiutato ad essere immortale. 

Nessuno ne ebbe il coraggio e Bellatrix Lestrange che era l'unica disposta a tutto per Voldemort era assente.

“Mio Signore – disse Regulus deciso – vi offro il mio elfo domestico." 

“La nostra giovane matricola – disse Voldemort guardando sorridente il ragazzo – almeno ci hai provato ad aiutare il tuo padrone pur non avendo il coraggio di seguirmi. Grazie Regulus, ne terrò conto” 

Mentre Voldemort complottava qualche oscuro piano, Albus Silente, seduto da solo, era piuttosto preoccupato quel giorno presso il quartier Generale dell’ Ordine della fenice, che altro non era che la Stamberga Strillante.

“Professore, la vedo preoccupato” 

Era Lily Evans, ormai diventata Lily Potter.

“Lily, dolce ragazza, mi commuove il fatto che tu ti preoccupi per un vecchio stupido” disse Silente alla ragazza.

“Lei non è un vecchio stupido, Signore, è il più grande mago che esista”

“Mi lusinghi, Lily. Come mai non sei con James e i suoi amici?” 

“Stanno giocando a scacchi magici e io ho pensato di venire qua per sapere se ci sono novità” 

“Nessuna, per fortuna – disse Silente con tono amareggiato – non immagini quanto io sia frustrato”

“Perché?” 

“Voldemort è sempre più potente e temo che abbia numerosi infiltrati nell’ ordine e nel ministero…noi invece non abbiamo neppure una spia credibile. Quelli coraggiosi sono noti a tutti, mentre gli altri hanno troppa paura” disse Silente battendo col pugno sul tavolo.

“Signore – disse Lily al mago con dolcezza – vedrà che si troverà una soluzione, dubita di qualcuno?” 

“Di tutti, mia cara ragazza – rispose Silente a Lily pieno di frustrazione, anche tu potresti essere una spia” 

“Io, ma come osa! – il tono dolce di Lily era diventato d'un tratto irato e colmo di rabbia – pensavo che lei sapesse dalla parte di chi sto” 

“Tranquilla, non arrabbiarti, era per dire che il più insospettabile potrebbe essere una spia…Sirius, James, Peter, Remus ma anche Alastor…non so di chi fidarmi” 

“Signore, lei è un grande mago, vedrà che scoprirà chi è il traditore” 

“È un peccato che una ragazza buona e speciale come te sia nata in questa epoca così cupa” disse Silente a Lily guardandola con i suoi occhi lucenti e penetranti.

“Evidentemente sono nata in questo periodo per renderlo migliore”

Lily salutò Silente e se ne andò dalla Stamberga Strillante. Le parole dell’ insegnante l’avevano colpita e anche lei aveva cominciato a vedere un traditore in chiunque, però si era decisa di non pensarci nemmeno che potesse essere qualcuno tra Remus, Peter, James e Sirius.

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Capitolo 5
*** Sbagli mortali ***



 

A Grimmauld Place la vita scorreva tranquilla, sempre se si poteva usare questo termine. 

Da quando Sirius Black era fuggito dalla casa, egli fu rinnegato dalla madre che bruciò il suo nome sull’ albero genealogico, tradizione consolidata nell’ antichissima famiglia Black quando si trattava di diseredare i parenti che non si adeguavano alle idee razziste della famiglia.

Regulus Arcturus Black da figlio minore era diventato il capofamiglia dopo la fuga del fratello maggiore e la morte del padre ed era il gioiello più splendente della casa, come lo chiamava sua madre Walburga.

Egli nell’ ultima settimana tuttavia era molto strano. Dopo che Kreacher tornò dal misterioso viaggio con Voldemort in fin di vita, il ragazzo divenne sempre più irascibile e solitario e neanche la sua cugina preferita Narcissa riuscì a convincerlo a confidarsi. 

Quel giorno Regulus si svegliò all’alba e fece venire Kreacher.

“Kreacher, ascoltami, dovrai tornare in quel posto insieme a me” disse il ragazzo con voce seria rivolto all’ elfo domestico che sussultò di paura. 

“Stai tranquillo – continuò Regulus per tranquillizzare Kreacher – tu dovrai soltanto seguirmi e farmi bere tutta la pozione, è un ordine” 

“Kreacher farà come il padron Regulus ordina, Kreacher è bravo elfo” disse l’elfo domestico facendo un profondo inchino.

“Ah, dimenticavo. Mia madre non dovrà saperne nulla come nessun altro della famiglia se mi dovesse succedere qualcosa. Ti ordino di prendere il medaglione e di distruggerlo in qualsiasi modo” 

“Padron Regulus sta ordinando a Kreacher di abbandonarlo in caso di pericolo?” chiese Kreacher addolorato e triste.

“Si…probabilmente morirò, ma lo farò rendendo di nuovo quel folle mortale…che sia maledetto il giorno in cui mi sono unito a lui. Sono chiari gli ordini?” 

“Kreacher ha capito, Kreacher ubbidisce” 

“Adesso vorrei salutare Narcissa. Comportati come se nulla fosse con mia madre” 

L'elfo annuì e andò a servire la colazione a Walburga Black.

“Figliolo, non fai colazione con me?” 

“No mamma, voglio andare da Narcissa. Mi piacerebbe aggiornarmi sulla sua gravidanza” disse il ragazzo senza guardare la genitrice negli occhi.

“Va bene, però entro 6 mesi ti troverò una moglie, così anche tu potrai regalarmi degli eredi” 

“Certo” disse Regulus sorridendo a Walburga, pur sapendo che ciò non sarebbe mai accaduto.

Il ragazzo si vestì di tutto punto e si smaterializzò presso Villa Malfoy.

“Bene, il secondo Black che mi sta simpatico dopo mia nuora, accomodati. Ora chiamo Narcissa” disse un uomo alto, coi capelli bianchi e stempiato, Abraxas Malfoy.

Regulus si accomodò in salone ad aspettare la sua cugina preferita, che qualche minuto dopo arrivò sorridendogli.

“Tu non sei venuto per trovarmi e basta…vero?” disse Narcissa Malfoy al cugino, vedendolo preoccupato.

“Io ti cambiavo pannolini quando eri un neonato e io avevo 5 anni, ti conosco bene, parla” disse la donna, non ricevendo da Regulus alcuna risposta.

“Tu sai che sei l'unica parente a cui io voglia bene…vedi…potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo” 

“Che cosa vuoi dire?! Vuoi fare come quello sciagurato di tuo fratello? Lui per me può anche morire adesso ma tu no…non puoi scappare anche tu” disse la donna preoccupata ma al tempo stesso arrabbiata.

“No, non voglio fuggire come Sirius, sai quanto io non sopporti lui e i suoi amici…devo rimediare ai miei sbagli” 

“Ha a che fare con Riddle?” 

Regulus sussultò perché gli sembrò che la cugina gli avesse letto nel pensiero, ma non negò.

“Tu sai cosa vuol dire? Sai quanto lui sia spietato con chi lo abbandona e lo sai che c'è quella squilibrata di Bellatrix?” 

“Si, lo so” 

“Fai come me e Lucius, fai finta di sostenerlo per tenertelo buono…noi siamo dalla sua parte solo perché non c'è altra via…non fare l'idiota” 

“Non posso" disse Regulus, non osando guardare gli occhi lucidi di Narcissa. 

“Che cosa farò io, hai pensato? O anche tu non vai oltre il tuo orto nel pensare?” disse la donna non trattenendo le lacrime.

“Tu crescerai tuo figlio in un mondo che spero sia migliore di questo, sei una donna forte, saprai cavartela…hai resistito a Sirius e Bellatrix” disse Regulus sorridendo alla donna ormai in lacrime.

Il ragazzo, non sopportando più di vedere la cugina in lacrime, si alzò e fece per andarsene.

“È un addio?” chiese lei con la voce rotta dal pianto. 

“Si, è stato bello conoscerti” 

 

Regulus Black salutò con queste parole la cugina Narcissa e tornò a Grimmauld Place, volendo parlare con il suo elfo domestico.

“Kreacher, ora o mai più, dobbiamo andare” disse deciso il ragazzo alla creatura.

Kreacher ubbidì senza protestare, anche perché non poteva farlo secondo le leggi magiche, però piangeva. Inizialmente per non farsi sentire da Walburga Black si tappò la bocca col sudicio straccio che indossava. Quando però arrivò alla caverna l'elfo domestico scoppiò in un pianto disperato, preoccupato per la sorte di Regulus.

Dopo aver versato il tributo di sangue richiesto tramite una ferita alla mano, Regulus riuscì ad arrivare dentro la caverna, nella quale era presente un lago oscuro.

“Padrone, permettete a Kreacher di fare tutto, Kreacher non vuole che il padrone rischi la vita” disse l'elfo domestico dopo essersi seduto dentro la barca che avrebbe condotto i due sull’ isolotto in cui era presente uno strano recipiente.

“No, devo farlo io, ti ho già spiegato nei dettagli gli ordini…adesso andiamo” disse deciso Regulus mentre stava muovendo i remi con tutta la forza presente nel suo corpo.

Finalmente i due arrivarono e Regulus fissò con decisione il recipiente pieno della pozione color smeraldo.

“Qualsiasi cosa accada Kreacher, ti ordino di seguire fino alla fine i miei ordini e non dire a nessuno che sono stato qui” 

“Si padrone, Kreacher farà quanto ordinato” 

“Alla salute” disse Regulus, cominciando a bere la pozione.

Già dopo il primo sorso il ragazzo ebbe violenti dolori in tutto il corpo e cadde in preda a convulsioni.

Quando Regulus non fu più in grado di bere la pozione da solo, intervenne Kreacher e fece quanto ordinato.

Le sofferenze del ragazzo durarono quasi un'ora, fino a quando la pozione finì.

“Il padrone ci è riuscito, il padrone ha il medaglione” disse Kreacher felice, consegnando il medaglione a Regulus.

Il ragazzo ordinò a Kreacher di prendere il medaglione vero mentre lui lo sostituì con uno falso, dentro al quale lui mise un biglietto con scritto:

Al Signore Oscuro

“So che avrò trovato la morte prima che tu legga queste parole, ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che quando incontrerai il tuo degno rivale sarai di nuovo mortale.”

— R.A.B.

Regulus, dopo un momento di frenesia, si avvicinò al lago oscuro per bere, visto che era disidratato.

“Adesso bevo e ce ne andiamo, tranquillo Kreacher” 

Ma il ragazzo non fece in tempo ad avvicinarsi all’ acqua che fu afferrato per la gola da una mano putrefatta

Regulus tentò di resistere ma in pochi secondi fu afferrato da tante altre mani putrefatte che sembravano appartenere a cadaveri.

“Kreacher, scappa, ORA!” 

Furono queste le ultime parole di Regulus Arcturus Black, prima di venire risucchiato nel lago dai cadaveri rianimati da Lord Voldemort.

Kreacher ubbidì agli ultimi ordini di Regulus e si smaterializzò a Grimmauld Place con al collo il medaglione originale di Salazar Serpeverde.

L'elfo domestico non fece parola con nessuno di quanto accaduto con Regulus Black e la morte di quest'ultimo cadde nel dimenticatoio, almeno per i prossimi 18 anni.

Kreacher provò con tutte le sue forze a distruggere il medaglione in ricordo del suo defunto padrone e ogni volta si punì.

È così che si chiuse la breve ma intensa parabola di Regulus Arcturus Black, insieme alla cugina Narcissa il piccolo di casa dimenticato in favore dei figli maggiori Sirius e Bellatrix e che ha trovato un breve periodo di gloria solo dopo la fuga del fratello maggiore.

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Capitolo 6
*** L'amore apre gli occhi ***




Regulus Black era sparito nel nulla, come se fosse stato risucchiato dall’ oscurità. Nessuno seppe mai nulla di come fosse morto se non sua cugina Narcissa Malfoy.

L’Ordine della Fenice era convinto che il ragazzo fosse stato ucciso da Voldemort per aver capito in ritardo di non essere un mangiamorte, l’Oscuro Signore invece era convinto che il ragazzo fosse caduto in battaglia. 

Sirius, qualche giorno dopo la scomparsa del fratello minore, era particolarmente irascibile e ciò si poteva notare a una mini riunione dell’ Ordine alla Stamberga Strillante.

“Allora, miei cari – disse Silente a Sirius, James, Lily, Remus e Peter – vi ho convocati per parlarvi – esordì Silente – e so che non vi farà piacere. In poche parole vorrei che vi asteniate dal partecipare a missioni” 

“Perché? Noi vogliamo combattere!” intervenne nervoso Sirius.

“Lo so, Sirius, però la nostra Lily è in un periodo delicato della sua gravidanza…penso che lei vorrebbe avere tutti i suoi amici nelle vicinanze” 

“Signore, non è necessario, posso cavarmela da sola anche se preferirei averli vicini” disse Lily, vedendo lo sguardo di disappunto di Remus, Sirius e James. Solo Peter si mostrò completamente d'accordo con la ragazza.

“Tranquilla Lily, ho già preso la mia decisione” disse Silente con dolcezza al gruppo.

“Senza consultarci? Pensavo che avessimo diritto a dire la nostra…” disse rabbiosamente Sirius a Silente, che non si mostrò per nulla turbato.

“Sirius, calmati, il professor Silente non prende mai decisioni senza pensarci…capisco la rabbia per tuo frat…”

“COME OSI INTROMETTERTI NELLE MIE QUESTIONI PERSONALI!” urlò furioso Sirius contro Lily.

“Felpato, basta…non ti permetto di parlare così con Lily” disse James, contrariato dal modo in cui l'amico si stava rivolgendo a sua moglie.

“E allora dille di non intromettersi” rispose con rabbia Sirius andandosene senza salutare nessuno. 

Lily rimase turbata dal modo in cui Sirius le rispose. 

“Tranquilla, è soltanto arrabbiato, si calmerà.” disse Remus alla ragazza, vedendola triste.

“E se non lo farà dovrà vedersela con me” disse anche James, sorridendo alla moglie.

“Chiedo scusa per aver causato questo problema – disse Silente con voce dispiaciuta – però vi chiederei di lasciarmi da solo, sto cercando una professoressa di Divinazione e devo fare un colloquio con una candidata” 

James, Peter, Remus e Lily se ne andarono, lasciando Silente da solo.

“Posso” 

“Prego, entri Sibilla” disse Silente con il suo solito tono di voce tranquillo e sereno.

 Entrò all’interno della Stamberga una donna veramente eccentrica, con grandi occhiali dalle lenti spesse e vestiti eccentrici che ricordavano vagamente quelli di Silente.

“Prego Sibilla, mi faccia qualche profezia” disse Silente facendo comparire due tazze di tè.

Sibilla Cooman fece uno scatto nervoso, ma dopo averci pensato qualche secondo cominciò a parlare:

“Albus Silente, lei non deve dormire questa notte perché spiriti maligni aleggiano su di lei” disse la donna con un tono mistico.

Silente guardò perplesso la donna, ma le diede un'altra occasione per una profezia vera e propria, al fine di ottenere il posto come insegnante di Divinazione.

La donna bevve un'altra tazza di tè e fece un ulteriore tentativo.

“Tra 17 anni tu, Albus Silente, morirai ucciso da colui di cui ti fidi di più” 

L'anziano mago sbuffò seccato. Mentre stava cercando parole gentili per congedare la donna, essa in apparenza si sentì male, come se stesse entrando in trans e parlò: 

“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese... l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive... il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese...”

Ma proprio mentre la donna stava per terminare la profezia, Silente vide un uomo fuori dalla finestra che, appena si accorse di essere visto, sparì alla svelta.

“Allora preside, sono andate bene le due profezie? L’Occhio mi ha aiutata oggi” disse la Cooman, come se lo stato di trans non fosse mai avvenuto.

“S…si…lei è la nuova insegnante di Divinazione” disse Silente ancora perplesso.

Qualche ora dopo invece, a Casa Riddle si stava tenendo una riunione di mangiamorte, presieduta da Voldemort. 

Severus Piton arrivò e si inginocchiò al cospetto del Signore Oscuro.

“Severus, quali informazioni mi porti oggi?” chiese il Mago Oscuro al servo.

Piton riferì quanto sentito e Voldemort non riuscì a trattenere un sorriso sadico e maligno.

“Torna tra mezz’ ora, devo ragionare.” Disse Voldemort con la sua voce fredda e al tempo stesso calma.

“Mio Signore, permettetemi di consigliarvi” disse Bellatrix Lestrange col suo solito tono di voce sottomesso.

“No, Bellatrix, devo ragionare da solo…vai a uccidere insieme agli altri qualche babbano, fate qualcosa invece…tu, Severus, resta a mia disposizione, forse vorrò risentire quanto detto da quella stramba”

Piton fu l'unico a restare insieme a Lucius Malfoy a Casa Riddle. i due si erano fatti la fama con Voldemort di servi riflessivi al contrario di mangiamorte come Bellatrix, considerati dall’ Oscuro Signore sì leali, ma non in grado di prendere decisioni.

“Ho deciso, ucciderò i Potter” disse Voldemort con la solita tranquillità con cui decideva chi uccidere.

Piton, quando udì quelle parole, si sentì il sangue gelare. 

“Severus, cos'hai? Non sei contento di aver svolto un lavoro così importante per il tuo padrone?” chiese Voldemort dopo aver visto Piton sudare freddo.

“Signore, io…io…vorrei chiedervi di risparmiare Lily Potter” disse Piton dopo aver trovato il coraggio di guardare Voldemort nei suoi occhi rossi.

Lucius Malfoy sussultò per la paura della reazione di Voldemort, che con sua sorpresa non sembrò per nulla arrabbiato.

“Ah sì? E perché dovrei risparmiarla?” disse Voldemort col tono con cui amava prendere in giro i suoi servi.

“Perché mio Signore…io…la desidero” disse Piton incerto, come se volesse dire tutt'altra cosa. 

“Ah, quindi ancora la desideri – disse Voldemort ridendo in modo maligno – posso vederla?” 

Lucius Malfoy stava sudando per la paura mentre Piton estrasse dalla tasca una foto di Lily mentre era insieme a lui al Lumaclub.

“Ah, anche tu hai partecipato a quella pagliacciata di Lumacorno…la ragazza brutta non è, devo ammetterlo…hai intenzione di possederla o per caso vuoi procreare con questa sanguemarcio? “ 

“Possederla, mio Signore. Nient'altro” disse Piton senza incrociare lo sguardo di Voldemort questa volta.

“Nonostante tu sia un mio servitore da poco tempo mi hai sempre soddisfatto, neanche ti ho dovuto mai punire. Ti premierò Severus, ma che non diventi un'abitudine” 

“Vi sono immensamente grato, mio Signore” rispose Piton felice.

Voldemort congedò Malfoy e Piton da Casa Riddle, ma al secondo non sfuggì lo sguardo perplesso di Lucius Malfoy.

“Ma tu davvero pensi che quello lì risparmierà Lily Potter?” chiese Lucius Malfoy a Piton, che sembrava più rilassato.

“Lui me l'ha promesso”

“Pensi che Tom Riddle sarebbe diventato ciò che è mantenendo promesse fatte a un servo arrivato da poco?” 

“Cosa intendi?” chiese Piton, che stava cominciando ad agitarsi.

“Intendo dire che lui ti ha preso in giro…figurati se gli interessa mantenere una promessa…eppure stupido non sei” disse Lucius Malfoy seccato.

Piton sentì il mondo crollargli sotto i piedi. Si era fidato come un bambino della promessa di Voldemort, non riflettendo per nulla riguardo a quanto gli aveva rivelato Malfoy.

“Devo fermarlo…devo salvarla…”

“Come, sfidando a duello il più grande mago oscuro?” 

“Anche” disse Piton, sull’orlo di una crisi di nervi.

“Lascia stare, Severus…infondo neanche ti ha voluto quella donnaccia…” 

“Non parlare di Lily in questo modo! Io devo avvertirla…”

“Si certo…Lily, sono il tuo amico mangiamorte che prima ha riferito la profezia su tuo figlio a Riddle e ora vuole salvarti…non essere ridicolo” disse Lucius Malfoy con tono di rimprovero, mentre Piton stava per crollare in lacrime.

“Potresti fare un salto da quel cialtrone di Silente...” 

“Che cosa stai dicendo, Lucius…mi vuoi invitare a tradire il Signore Oscuro?” chiese Piton esterrefatto.

“A me lui mi serve debole, e se nascerà qualcuno in grado di indebolirlo avrò tutto da guadagnare” 

“Quindi non lo hai mai servito con lealtà?” 

“Ma smettila, ti sembro per caso Bellatrix? - chiese l'uomo, divertito – se vuoi parlare con Silente io ti coprirò, ma un giorno mi restituirai questo favore, non faccio mai nulla senza guadagnare” 

Lucius Malfoy si smaterializzò, lasciando Piton da solo, nelle vicinanze di Casa Riddle, a riflettere su cosa fare.

Per anni aveva sognato un momento di gloria al fianco di Voldemort, ma non aveva preso in considerazione il fatto che lui un giorno avrebbe messo nel mirino Lily. 

Alla fine Piton decise: si sarebbe rivolto a Silente.

L'uomo, in preda alla disperazione, andò di corsa a Hogwarts, ma fu costretto a fermarsi ai confini della scuola visto che la magia impediva l'ingresso a chi non era un insegnante o un alunno o un qualsiasi impiegato.

“Ti stavo aspettando, Severus”

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Capitolo 7
*** Una festa diventata tragedia ***



 

Piton aveva appoggiato la mano sulla tasca in cui aveva la bacchetta ma Silente lo anticipò.

“Expelliarmus”

“Non mi uccida” disse Piton toccandosi il braccio dolorante.

“Non voglio ucciderti, voglio soltanto parlare con te da uomo a uomo, senza bacchette. Quale messaggio mi porti da parte di Lord Voldemort?” chiese tranquillamente Silente, come se stesse parlando di un vecchio amico.

“Nessun messaggio, sono qui per conto mio, per avvertirla…per supplicarla...il Signore Oscuro pensa che sia il figlio di Lily Evans il bambino della profezia, la protegga” 

“Quanto sa della profezia Tom?” 

“Tutta, quello che ho sentito ho riferito” disse Piton disperato. 

“Bhe, Severus, so che riscuoti molto consenso con Voldemort, puoi chiedergli di risparmiare Lily se ci tieni tanto” 

“Io…l'ho fatto” 

“Tu mi disgusti! – disse Silente con un tono di profondo disprezzo a Piton, senza neanche guardarlo in faccia – Non ti importa nulla che lei perda suo marito e suo figlio, basta che tu ottenga ciò che desideri?” 

“La nasconda…li nasconda…la prego” disse Piton in lacrime, non osando chiedere al preside di pensare solo a Lily.

“Cosa mi offri in cambio, Severus?” chiese Silente, guardando con il suo solito sguardo penetrante il viso rigato dalle lacrime del ragazzo.

“Qualsiasi cosa” 

Silente tacque per qualche secondo, assorto nei pensieri, mente Piton era disperato.

“Voglio la tua lealtà, Severus. Voglio che tu diventi la mia spia presso i Mangiamorte, senza farti scoprire. Mi dovrai aiutare a prevenire future stragi ordinate da Tom…accetti le mie condizioni?” 

“Si” disse Piton, distrutto dalle lacrime.

“Bene, puoi cominciare il tuo lavoro da spia tornando al servizio di Lord Voldemort e ti consiglio di asciugarti le lacrime. Lily e la sua famiglia non corrono nessun pericolo.” 

Piton, rincuorato dalle parole dell’ anziano mago, se ne andò senza salutarlo, deciso a mettersi immediatamente agli ordini di Silente. 

Adesso non era più un uomo di Voldemort e ogni sua azione sarebbe stata dedicata a proteggere la vita di Lily.

 

 

Erano passati ormai 7 mesi da quell' incontro. Lily Evans ormai era diventata la mamma di Harry ed era ancora viva, come lo era suo figlio e suo marito.

William e Anne Evans erano i nonni più felici del mondo, come si definivano, anche se un pizzico di amarezza lo avevano nel cuore visto che la loro prima figlia Petunia troncò ogni rapporto con la famiglia d'origine.

Era una tiepida giornata di inizio settembre e Harry era un bambino paffuto, con gli occhi verdi presi dalla madre e quei pochi capelli che aveva erano identici a quelli spettinati del padre.

Silente durante la gravidanza della ragazza prese tutte le precauzioni necessarie per salvaguardare la vita dei Potter, come per esempio far presidiare la loro casa a Godric's Hollow da più di 6 auror.

Sirius più volte disse che Silente ormai stava perdendo il senno.

Quasi ogni minuto del giorno venivano i membri dell’ Ordine a congratularsi con James e Lily per la nascita del loro primogenito e questo causava un sacco di imbarazzo a Lily che odiava stare al centro dell’ attenzione. 

James invece si pavoneggiava con tutti i presenti, raccontando come aveva sostenuto la moglie in quei lunghi e faticosi mesi di gravidanza, anche se a dire il vero durante il travaglio di Lily cadde privo di sensi e per più di un'ora Remus dovette rianimarlo.

Appena saputo che era un maschio, James tornò immediatamente in forze per ubriacarsi insieme a Sirius, tra il disappunto di Lily, che avrebbe voluto il marito vicino.

Era ormai l'ora di sera e Lily, Remus, Peter, James e Sirius portarono il piccolo Harry dai Tonks, per presentarlo ad Andromeda, cugina preferita di Sirius, suo marito Ted e la loro particolare e stravagante figlia Nimphadora, che nel giro di due anni avrebbe cominciato a frequentare Hogwarts.

William e Anne Evans avevano invitato la figlia, il genero e il nipote per una cena speciale ed avevano già apparecchiato il tavolo con tutte le posate disposte ai vari posti.

Si sentì suonare al campanello.

“Ah eccoli, finalmente sono arrivati” disse Anne, correndo ad aprire alla porta.

Ma coloro che videro all’ ingresso non erano Lily, James e Harry ma un gruppo di quattro persone mai viste prima.

“Siete amici di Lily?” chiese la donna al gruppo, che entrò senza proferire parola.

“Sono ordinati questi babbani, devo ammetterlo” disse la donna, che sembrava il capo del gruppo.

“Piacere, William Evans, non aspettavamo visite” disse il padre di Lily, uscendo dalla cucina.

“Bellatrix Lestrange, mio marito Rodolphus, mio cognato Rabastan e il piccolo Barthy” disse Bellatrix tentando di fare un finto sorriso di cortesia.

“Non sono piccolo, ho la stessa tua esperienza, Bellatrix” protestò il più giovane del gruppo.

Bellatrix si avvicinò al tavolo sopra la quale era posizionata una torta.

“Tanti auguri Harry” lesse Bellatrix sorridente.

“Nostro nipote – intervenne orgogliosa Anne Evans – compie un mese, è la sua prima festa” 

Bellatrix Lestrange infilò un dito nella torta e la succhiò, mostrando apprezzamento.

“Signora Lestrange – intervenne nervoso William Evans – non è buona educazione toccare con le mani una torta che mia moglie ha passato tutto il giorno a preparare”. 

Bellatrix spalancò gli occhi e guardò stupita William Evans, che non si lasciò intimorire dal particolare gruppo.

“Vi prego di uscire dalla nostra casa, siamo una famiglia umile che non ha nulla da rubare” disse l'uomo guardando negli occhi la donna.

“Rodolphus, Rabastan, mettetevi davanti le uscite” disse Bellatrix rivolta agli uomini più corpulenti e anziani.

“Anne, chiama la polizia” disse William Evans alla moglie dopo essersi preparato a lottare.

“Oh, non vi servirà” disse Bellatrix Lestrange, estraendo insieme al ragazzo più giovani due lunghi pugnali d'oro.

Solo l'arrivo della polizia dopo circa mezz’ ora, chiamata in extremis da Anne Evans, convinse i quattro ad andarsene.

Quando le forze dell’ Ordine entrarono nell’ abitazione trovarono una scena tremenda: i coniugi Evans erano stati massacrati a pugnalate.

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Capitolo 8
*** La spia ***




 

L'omicidio dei coniugi Evans aveva lasciato distrutta Lily e a nulla valevano i tentativi di consolarla da parte di James, Remus, Sirius, Peter e tutto l’Ordine della fenice.

La ragazza non smetteva di piangere ripensando alla triste fine dei suoi genitori, neanche davanti a Harry e, come se non bastasse, sua sorella Petunia la incolpò della morte dei familiari, troncando ogni rapporto.

Fino ad allora Lily credeva che il giorno in cui finì la sua amicizia con Piton fu il più brutto, visto che nel complesso aveva sempre avuto una vita serena con dei genitori che la amavano, ma la fine di questi ultimi la lasciò devastata.

La ragazza, contro il parere del marito e degli amici, dopo aver affidato Harry ai Tonks, decise di recarsi presso la Stamberga Strillante, sede dell’ Ordine.

Tutto il viaggio di andata nessuno parlò e qualsiasi tentativo di Sirius di ravvivare l'atmosfera fu scoraggiato dalle gomitate di Remus, che non riteneva il caso di fare certe uscite.

Il gruppo tuttavia si fermò all’ entrata, visto che la porta era chiusa. Nell’ Ordine si sapeva che quando l'entrata era chiusa, voleva dire che Silente stava parlando con qualcuno.

“Zitti…il vecchio sta parlando con qualcuno” disse Sirius, incollando l'orecchio alla porta.

“Sirius, non mi sembra proprio il caso” disse Remus con un tono di rimprovero, anche se il suo esempio fu seguito anche da James e Lily, nella speranza di novità sulla fine degli Evans.

“Chiunque sia stato si sarà già vantato con Voldemort, giusto?” disse la voce affranta di Silente.

“Si” 

“Chi può essere stato a compiere tale bestialità, o è un nuovo modo di Voldemort di intimorirci?” 

“Bellatrix ha raccontato all’ Oscuro Signore i minimi particolari, ha paura di essere superata da me nei suoi gradimenti, c'erano anche i Lestrange e Barthy Crouch jr.” 

“Il piccolo Barthy – chiese Silente meravigliato – quando lo scoprirà Barthemius ne sarà distrutto. 

Nell’ ascoltare le parole di Silente e del misterioso interlocutore, i Malandrini si guardarono in faccia, come se avessero visto un fantasma.

“Non ci posso crede…” disse Remus completamente incredulo.

Lily, che già non era dell’ umore, aveva gli occhi lucidi e lo stesso James era incredulo, per la prima volta nella sua vita senza parole.

“Impossibile, Silente non sarebbe strano fino a questo punto” disse Sirius, cercando di convincersi che la situazione non fosse reale.

“Puoi andare, Severus” si sentì dire Silente dalla porta chiusa.

“Non vuole che fermi Bellatrix e Crouch? In genere lei è così preoccupato per la vita del prossimo” disse la voce che si rivelò essere di Severus Piton.

“No, ma riferiscimi qualsiasi loro piano per permetterci di organizzarci…consiglio anche a te di cominciare a pensare alla vita del prossimo” disse Silente con la sua classica voce tranquilla. 

Il discorso tra i due uomini fu interrotto dalla porta che si spalancò con forza con l'ingresso dei malandrini e di Lily.

“Penso che lei ci debba spiegazioni, professore” disse Lily con gli occhi rossi.

Silente non fece in tempo ad aprire bocca che Sirius estrasse la bacchetta.

“Vediamo le mutande di Mocciosus e Silente” disse con un sorriso maligno.

Piton afferrò la bacchetta e anche il resto dei malandrini lo fece, tranne Lily che non capiva cosa stesse succedendo e Peter, che si era nascosto dietro la ragazza.

“Sirius, ti chiedo di calmarti…non sono abituato a portare le mutande perché le trovo scomode…” cominciò Silente, venendo interrotto da Piton.

“Mi permetta di ucciderlo, la prego” 

“No Severus. Penso di aver chiarito le condizioni del tuo passaggio dalla mia parte, hai ucciso abbastanza” disse Silente a Piton, che non tradiva un'espressione di rabbia e delusione.

“Si spieghi, Signore” intervenne Lily, senza puntare la bacchetta ma decisa, come solo lei sapeva essere.

“Severus è una mia spia tra i mangiamorte. Mi passa informazioni sui futuri piani di Tom e della sua cerchia più stretta” disse tranquillamente Silente, per nulla spaventato dalla situazione esplosiva in cui si stava trovando.

“Severus, puoi tornare da Lord Voldemort altrimenti si insospettirà della tua prolungata assenza, con loro me la vedrò io”

“Come se avessi paura di loro” disse Piton con disgusto, attirando ancora di più l'ira soprattutto di Sirius.

“Fai un passo falso e ti trovi a testa in giù, Mocciosus” disse Sirius rabbioso.

“Se non ti dispiace torno da tua cugina di primo grado, Black. Lei nel bene o nel male è attiva, al contrario tuo che fai il baby sitter” rispose Piton con un sorriso maligno.

“Sev” disse Lily a colui che un tempo era il suo migliore amico.

Piton, sentendo quel soprannome dopo anni, nel profondo si sentì toccato, ma rivolse alla ragazza uno sguardo pieno di odio e disgusto, prima di andarsene.

“Grazie James e Remus per non aver agito…penso di dovervi delle spiegazioni” disse Silente ai presenti.

James e gli altri si sedettero su un letto sudicio e rotto e raccontò la storia del passaggio di Piton all’ Ordine, anche se non parlò della profezia e dell’ amore di Piton per Lily, ma disse che il ragazzo si tirò indietro spaventato dalla ferocia dei mangiamorte.

Quando Silente se ne andò, James posò una mano sulla coscia di Lily, notando il suo viso sconvolto.

“Che hai?” 

“Severus è colui che mi introdusse nel mondo magico, non posso rimanere indifferente” 

“Se vorrai gli parlerai, dopotutto almeno a te era affezionato in qualche modo” rispose James con tono conciliante.

“Ancora ricordo quando scagliava maledizioni su Mary e Marlene” disse triste la ragazza.

“Lily, se Silente si fida di Piton anche noi dobbiamo farlo” le rispose Remus.

La ragazza, per non deludere il marito e l'amico, fece finta di sorridere, anche se era comprensibile che fosse un sorriso forzato, vista la tragedia dei suoi genitori e l'inaspettato incontro con Severus Piton.

Proprio quest’ ultimo invece si stava dirigendo a Casa Riddle, quando fu fermato da Lucius Malfoy.

“Severus, ti devo parlare”

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Capitolo 9
*** Dubbi ***




Lucius Malfoy aveva fermato Severus Piton proprio mentre quest'ultimo era vicino a Casa Riddle.

“Che cosa vuoi?” chiese Piton freddo, sapendo che Lucius Malfoy non era mai gentile con nessuno se non in cambio di qualcosa.

“Senti, io ti sto coprendo con Riddle…però vorrei un favore” 

“Che tipo di favore?” chiese Piton ancora più sospettoso a Malfoy che tuttavia continuava ad essere sicuro come al solito.

“Voglio che tu mi faccia avere il mantello dell’invisibilità di James Potter” disse Lucius Malfoy, girando intorno a Piton, che rimase immobile.

“Posso sapere il motivo?” 

“Io non ti chiedo il motivo del tuo voltafaccia a Riddle…se mi procurerai il mantello la mia copertura proseguirà…sono bravo a ingannare quello sciocco” rispose Lucius Malfoy sprezzante.

Severus Piton non riusciva a capire il motivo della richiesta, però acconsentì. Egli non era ancora nella cerchia intima insospettabile dei seguaci più fedeli di Voldemort. 

I due uomini, senza scambiarsi altre parole, si diressero a Casa Riddle, dove c'era di nuovo ad aspettarli Voldemort insieme ad alcuni mangiamorte, pronti a prendere ordini.

Era passato quasi un mese da quel dialogo con Lucius Malfoy. Severus Piton, pur evitando le riunioni dell’ Ordine, ormai era stato accettato da quasi tutti i membri, tranne Sirius e Peter. 

Tutti quanti pensavano che se Silente aveva riaccolto Piton, doveva avere dei validi motivi che lo avevano spinto a fidarsi.

Quel giorno Silente stava presiedendo una riunione con tutti i membri dell’ Ordine. 

Erano presenti anche Lily, James e Sirius mentre il piccolo Harry era stato affidato a Peter Minus e Remus Lupin.

“Professor Silente, cosa stiamo aspettando?” chiese Frank Paciock all’ anziano mago che stava sorseggiando tranquillamente il suo tè delle cinque.

“Stiamo aspettando Severus, dovrebbe riferirmi alcune informazioni” 

“Signore – intervenne Alice Paciock – ci possiamo fidare di lui?” 

“Affiderei a Severus Piton il compito di uccidermi se fosse necessario” disse con estrema ed inquietante tranquillità Silente.

Lily guardò stupita l'anziano preside, mentre Sirius lo osservava come se fosse un matto. Solo James non tradì nessuna emozione, non sapendo se credere alla redenzione di Piton oppure no.

L'attesa durò qualche minuto e fu piuttosto snervante.

Circa mezz' ora più tardi arrivò Severus Piton, senza salutare né guardare nessuno.

“Quali informazioni mi porti, Severus?” chiese gentilmente Silente alla sua spia.

“Bellatrix Lestrange ha intenzione di uccidere Ted e Nimphadora Tonks” 

“COSA!?” urlò Sirius in preda alla rabbia e al terrore. 

Andromeda Tonks era la sua cugina preferita, l'unica in tutta la famiglia Black che lo trattò non come un erede ma come un parente da amare.

“Sei sordo, Black?” chiese sprezzante Piton a Sirius, che era trattenuto a forza da James. 

“PARLA PITON! QUANDO SUCCEDERÀ!” 

“Te lo dirò se prometti di farti uccidere insieme al tuo amico” disse Piton, rivolgendo uno sguardo colmo di odio e disgusto verso Sirius e James.

“Severus, ti prego di essere così gentile da riferire quando avverrà il tutto” chiese Silente, sempre dolcemente ma con decisione.

“Domenica. Bellatrix vuole farlo all’ ora di pranzo quando la famiglia sarà riunita” rispose Piton guardando negli occhi l'anziano preside. 

“Ascolta Piton, se tu menti io…” disse Sirius furioso a Severus Piton, che gli rispose con un ghigno maligno. 

“Perché dovrei mentirti quando potrei assistere allo spettacolo di vederti morto, Black?” 

Sirius era rosso di rabbia e James lo stava trattenendo con tutte le sue forze. 

“Severus, ti prego…dicci che non stai mentendo” disse Lily, rivolgendosi al suo antico amico col suo tipico tono pieno di dolcezza, calma e bontà.

“Perché, vuoi andare a combattere con tuo figlio in braccio?” disse Piton alla ragazza, che non seppe cosa rispondere.

“Nomina ancora mio figlio e…” parlò James furioso, pur trattenendo con estrema forza Sirius.

Piton però gli passò davanti senza guardarlo.

“Appena hai altre notizie ti prego di comunicarmele, Severus” disse Silente a Piton, prima che quest'ultimo se ne andasse. 

James lasciò andare Sirius, rosso di rabbia. Lily invece sbuffò e cominciò a chiedersi perché Piton la trattasse con tanto odio e disprezzo. La ragazza infondo comprendeva l'avversione per i Malandrini, ma non verso di lei. 

Avrebbe voluto che in un periodo così tragico oltre a James, Sirius, Remus, Peter e tutto l'Ordine anche il suo amico appena ritrovato le fosse accanto, ma forse così non sarebbe stato.

“Signore, vado dai Tonks” disse Sirius pieno di ansia e preoccupazione per la cugina.

“No Sirius – disse Silente bevendo l'ennesima tazza di tè – ci andranno Frank, Alice e Alastor. Troppo coinvolgimento emotivo per te” 

“Ma…” 

“Niente ma…decisione presa.” 

“Signore – intervenne anche James rivolgendosi a Silente – è sicuro che ci possiamo fidare di Piton?” 

“Certo…affiderei a Severus Piton il compito di uccidermi se fosse necessario” rispose Silente tranquillamente.

La seduta dell’ Ordine era stata sospesa e Lily, James e Sirius tornarono alla casa dei Potter, dove c'erano ad attenderli Remus che stava giocando con Harry e Peter che stava leggendo il giornale.

Sirius entrò dando un calcio alla porta d'ingresso così forte che si ruppe.

“Che ha fatto?” chiese Remus, porgendo Harry a Lily.

“Piton ha detto che i Tonks sono in pericolo e Silente gli ha impedito di intervenire.”

“Sappiamo tutti com'è Sirius quando è emotivamente coinvolto in qualcosa, avrebbe fatto solo danni” 

Remus vide lo sguardo triste nel volto di Lily e quando James prese Harry per portarlo da Sirius, le si avvicinò con molta discrezione.

“Tu sei triste, è successo qualcosa all’ Ordine?” 

Lily voleva rimanere in silenzio, ma Remus la conosceva nel profondo dell’ anima e sapeva quando lei gli mentiva.

La ragazza raccontò quanto accaduto con Piton e Remus come al solito la comprese.

“Capisco il suo astio nei confronti di noi Malandrini, non siamo stati molto gentili con lui…però a maltrattare addirittura te che lo hai sempre difeso…Silente si fida di lui per davvero?” 

“Ha detto che se dovesse scegliere da chi essere ucciso sarebbe lui” 

“Fine dei discorsi, se Silente si fida automaticamente ci fidiamo anche noi di Piton…smettila di essere triste o ci contagi tutti” disse Remus a Lily, offrendole una tazza di cioccolata calda. 

La giornata terminò in allegria con Lily che si sforzò di non pensare all’ Ordine, ai suoi genitori e a Piton. Sirius, Remus e James giocarono con Harry fino a notte inoltrata.

Peter Minus invece se ne andò subito dopo aver cenato. Lily si preoccupò per questo, ma Codaliscia disse che voleva soltanto stare vicino a sua madre che non si sentiva particolarmente bene.

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Capitolo 10
*** La stranezza di Codaliscia ***



 

Nonostante il grande nervosismo di Sirius, i Tonks furono messi in salvo dai membri dell’ Ordine della Fenice prima che Bellatrix Lestrange facesse loro del male e furono spostati in un’umile dimora a Hogsmeade.

Sirius non era più in sé per l'ansia e a nulla servirono il cioccolato di Remus e il tè di Lily. Egli girava avanti e indietro per Casa Potter e chiunque si rivolgeva a lui veniva preso a parole.

La domenica di gennaio del 1981 finalmente giunse a Casa Potter un gufo di Silente che autorizzava Sirius e i Potter a fare visita ai Tonks.

“Sirius, aspetta” disse Lily all’ amico, che però non stava sentendo più nessuno. 

Dopo lunghe trattative, Sirius si convinse ad aspettare che i Potter fossero pronti insieme a Remus e Peter. Il piccolo Harry invece venne affidato ai coniugi Paciock, che, non dovendo prendere parte a nessuna missione, accettarono di tenerlo per la giornata.

I Malandrini e Lily decisero per sicurezza di percorrere gran parte del tragitto in taxi, irritando ancora di più Sirius.

“Ma proprio adesso vi è venuta la geniale idea di provare mezzi babbani?” 

“Sirius, è per sicurezza” rispose Remus per calmare l'amico, anche se inutilmente.

Su suggerimento di James il gruppo decise di non reagire e Sirius passò il resto del viaggio ad imprecare ad alta voce da solo.

Dopo circa due ore, i Malandrini e Lily arrivarono a Casa Tonks e, vedendo la porta dell'ingresso aperta, entrarono.

“Lascia che ci pensi io a Bellatrix, lascia fare a me” disse la voce di una donna.

“È nostra sorella! Non puoi farle del male!” rispose Andromeda.

“Allora che cosa facciamo? Aspettiamo quando lei verrà a ucciderti? Lucius può farlo sembrare un incidente” 

“Ho detto di no, Narcissa. Bellatrix è nostra sorella, non voglio che le accada nulla di male” 

“Bene – sbottò Narcissa Malfoy – aspettiamo che lei uccida te e Dora…tanto è tua sorella” 

I Malandrini videro nel salone Andromeda seduta su una poltrona e Narcissa rossa di rabbia, che girava nervosamente.

“E di Ted? O lui non è degno di vivere per te?” chiese Andromeda, anche essa innervosita.

“Sai bene che lui non mi piace, come a te non piace Lucius” 

Sirius, dopo aver ascoltato con impazienza il discorso delle due cugine, decise di entrare di gran carriera.

“Narcissa - esordì l'uomo - che dispiacere vederti” 

“Sirius, ancora non sei morto in battaglia?” chiese Narcissa Malfoy con profondo disprezzo al cugino.

“No, per tuo dispiacere no…vedo che ti sei ricordata di avere una sorella” 

“E tu che ti sei portato il tuo cane da compagnia” rispose la donna bionda guardando con enorme disgusto Remus. 

“Non ti permettere di…” sbraitò Sirius puntando la bacchetta contro Narcissa.

Andromeda non sapeva dalla parte di chi schierarsi visto che era sua sorella e il suo cugino preferito e neanche James decise di intervenire, visto che Lily non voleva vederlo coinvolto in risse e litigi.

“Finitela!” intervenne Lily, che odiava vedere qualcuno litigare.

“Togliti di mezzo, mezzababbana” rispose Narcissa Malfoy con estremo disgusto, guardando la ragazza negli occhi.

Sirius era sul punto di intervenire ed aggredire la cugina fisicamente, ma lei, vedendo lo sguardo di sfida di Lily, decise di andarsene.

“Tornerò quando questa feccia se ne sarà andata” 

“Narcissa, perché ogni volta deve finire così!” disse Andromeda alla sorella che tuttavia se ne andò senza rispondere.

“Mamma, dov'è la zia Narcissa?” parlò la voce di una ragazza dai capelli colorati, Nimphadora. 

“La zia Narcissa è andata a vomitare il suo odio da qualche parte, però ci sono io” rispose Sirius col suo solito ghigno.

“Sirius – disse Andromeda con la voce stanca – non ce la faccio più di vedervi insultare” 

“È lei che comincia, io proseguo” rispose Sirius con voce innocente.

Andromeda preferì non tornare sull’ argomento, decidendo di proseguire tranquillamente la giornata anche per non turbare Nimphadora.

L'unica figlia dei Tonks era probabilmente la ragazza più sbadata che possa esistere. Ad ogni gradino rischiava di cadere spezzandosi qualche osso e a nulla servivano le arrabbiature di Andromeda. Narcissa Malfoy invece era senza dubbio il modello a cui tentava di assomigliare Nimphadora: postura fiera, carattere forte e con una personalità che non passava inosservata, anche se Andromeda consigliava alla figlia di evitare il fatto di provare troppo odio.

Mentre a casa Tonks era tornata una seppur fragile armonia, stesso discorso non si poteva dire di Villa Malfoy.

Mentre Lucius Malfoy giocava a scacchi magici col padre, Narcissa era tornata al castello livida di rabbia.

“Che ha tua moglie?” chiese Abraxas al figlio.

“Penso che sia per colpa di Sirius Black” 

“Scusami se lo dico, però non è molto stabile tua moglie, figliolo” 

“È soltanto molto emotiva, papà. Se non ti dispiace vado a vedere come sta” 

“Vai pure” 

Lucius salutò il padre e si diresse nella stanza matrimoniale, dove Narcissa Malfoy stava guardando fuori dalla finestra, in lacrime.

“Cissy, che hai?” chiese Lucius, avvicinandosi alla moglie.

“Lo voglio morto, li voglio morti…tutti quanti” disse la donna a denti stretti.

“Chi?” 

“Sirius e il suo gruppo di bestie…anche oggi non hanno perso occasione di stuzzicarmi…ero andata a fare visita a mia sorella e mia nipote e sono apparsi” 

“E tua sorella non ha fatto nulla per difender…” 

“Non osare dare la colpa ad Andromeda – strillò Narcissa contro il marito, che indietreggiò – promettimi che li farai morire tutti quanti insieme a Bellatrix…li odio tutti quanti quelli lì”

“Te lo prometto, però adesso calmati. Draco sta dormendo, rischi di svegliarlo”

Narcissa in effetti si ricordò che Draco dormiva nella stanza accanto adibita solo per lui e, ripensando al figlio, si calmò quasi subito.

“Vado a stare con nostro figlio” rispose la donna, asciugandosi le lacrime.

Lucius le sorrise e Narcissa andò nella stanza di Draco, che stava piangendo a gran voce.

A Casa Tonks invece la situazione era nel complesso felice. 

Nimphadora aveva mostrato tutte le imitazioni che era in grado di fare ai Malandrini e fu la mascotte della serata.

“Sc…scus…scusatemi ma…d…evo andare” disse all’ improvviso Peter Minus mentre il resto del gruppo giocava a scacchi magici insieme a Tonks.

“Peter, sei strano…qualcosa non va?” chiese James all’ amico che era pallido, come se fosse un cadavere.

“N…no nulla di ch…che…soltanto non sto bene…influenza” 

I Malandrini, anche se malvolentieri, salutarono Peter, che se ne andò come se non vedesse l'ora di farlo.

“Codaliscia è così da quando Silente ha accolto Piton” disse Sirius mentre faceva scacco a Ted.

“Sirius, ti prego…dobbiamo fidarci di Silente, avrà le sue ragioni” disse James seccato.

“Silente è vecchio. Servono giovani, come te” 

“Sirius, stai delirando…siamo tutti fedeli a Silente e tu pure” intervenne Lily nervosa.

“Dora, vai a letto” disse Andromeda alla figlia.

“Ma mamma! Sono soltanto le…vero, è mezzanotte” rispose la bambina.

Dopo che Nimphadora se ne andò, Andromeda sbottò contro il gruppo.

“Evitate di parlare di queste vicende in presenza di una bambina, soprattutto tu, Sirius” 

I Malandrini rimasero un'altra ora dai Tonks, fino a quando Lily e James non decisero di riprendere Harry dai Paciock, anche perché era notte inoltrata.

Sulla strada del ritorno, Lily, dopo aver pensato durante il tragitto, disse: 

“Dovremo fare una festa per Peter…lo tirerà su di morale” 

“Ottima idea, tesoro” disse James baciando la moglie sul collo.

“La nostra Lily non sbaglia mai” disse Remus e anche Sirius fece un ghigno di approvazione.

Il gruppo fino a casa Paciock discusse su come organizzare la festa per Peter Minus, che sarebbe stata a sorpresa.

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Capitolo 11
*** Il nuovo insegnante di Pozioni ***



 

La festa a sorpresa dei Malandrini era prevista per la sera, mentre durante il primo mattino Silente convocò una seduta dell’ Ordine della Fenice.

“Bene, andiamo a sentire le fiabe di Piton” disse Sirius con estremo disappunto, mentre si stava preparando insieme al resto dei Malandrini. Harry sarebbe stato affidato a Remus e Peter. Lily credeva che a Codaliscia avrebbe fatto bene restare un po' in disparte e preferì lasciarlo con Harry. Tutto il gruppo poi sapeva che Peter Minus non brillava certo per il suo coraggio.

Dopo aver salutato Harry, Remus e Peter, il gruppo si materializzò alla Stamberga Strillante. 

Ai tre saltò subito all'attenzione l'assenza di Marlene McKinnon. 

“Marlene purtroppo è morta insieme a tutta la sua famiglia” disse Silente con amarezza. Anche il resto dell’ Ordine aveva il morale a pezzi.

Lily, James e Sirius si sedettero a tre posti vuoti vicino a Silente.

“Sarà meglio non dire nulla a Peter per ora, era molto legato a Marlene” disse James alla moglie e all’ amico sottovoce.

Qualche secondo dopo arrivò Severus Piton, senza salutare nessuno.

“Benvenuto Severus, puoi sederti lì” disse Silente, indicando il posto vicino a Sirius, causando sul viso di quest’ ultimo un’ espressione di puro disgusto.

“Preferisco restare in piedi che sedermi vicino a quella feccia” rispose sprezzante Piton, guardando con un’ espressione di puro disgusto James, Sirius e Lily.

I tre tacquero e anche Sirius fece lo stesso dopo che Lily gli diede una gomitata sulle costole.

“Come preferisci – disse tranquillamente Silente – quali informazioni mi porti da parte di Voldemort?” 

“Il Signore Oscuro vuole che mi infiltri a Hogwarts” 

I membri dell'Ordine cominciarono a mormorare, anche perché nessuno si fidava di Piton tranne Silente. 

“Come ti ha suggerito?” chiese con calma Silente, senza dare importanza al brusio degli altri presenti.

“Vuole che lei mi nomini insegnante di Difesa contro le Arti Oscure” 

“Furbo mocciosus – disse Sirius guardando con disprezzo Piton, che ricambiò guardandolo con odio – così potrai dedicarti al tuo interesse per la magia oscura” 

“Le pratico anche senza dover perdere tempo come insegnante, Black” rispose Piton guardando Sirius con uno sguardo colmo di odio e disgusto.

“Difesa contro le Arti Oscure no. Posso darti la cattedra di pozioni, Severus” 

“Non subito” 

“Perché?” 

“Il Signore Oscuro si insospettirebbe del mio successo istantaneo. Lui sa che lei non è un sciocco” rispose Piton.

Silente rimase in silenzio, stupito dalle parole di Piton e tra sé dovette riconoscere che quest'ultimo avesse ragione.

“Tu conosci Tom molto meglio di me che sono stato il suo insegnante – disse Silente accennando a una risata – hai ragione, aspetteremo un mese”  

La seduta dell’ Ordine fu tolta e quando tutti i membri se ne andarono, Lily, nonostante il disappunto evidente di Sirius, decise di avvicinarsi a Piton, che stava girato di spalle a tutti.

“Congratulazioni, professor Piton” disse Lily.

“Non vedo l'ora di insegnare a tuo figlio…che peccato sarebbe se un ragazzino con i perfetti James e Lily Potter come genitori non fosse corrispondente alle aspettative” 

“A cosa ti stai riferendo, Severus?” chiese Lily indispettita, notando la voce malvagia con cui parlava l'uomo.

“Al fatto che magari potrei mettere una buona parola per farlo espellere, immagina che peccato” 

“Tu davvero sei malvagio fino a questo punto? Davvero scaricheresti l'odio che provi verso James su un bambino?” chiese la donna infuriata per le parole di Piton.

“I figli rispondono delle colpe dei padri” 

“Tu mi disgusti, io non so più chi sei, se l'uomo colmo di odio che sei adesso oppure il ragazzo che mi introdusse nel mondo magico e che io cercavo sempre” 

“Se non ti avessi avuta costantemente tra i piedi a cercarmi avrei inventato tanti altri incantesimi” rispose Piton cercando tuttavia di evitare lo sguardo furioso di Lily.

“Benissimo…sono stata una sciocca io a credere che potessimo essere di nuovo amici. Vivi col tuo odio e non ci provare a prendertela con Harry altrimenti te la dovrai vedere con me" 

“Non vedo l'ora” disse Piton con uno sguardo maligno a Lily che tuttavia si girò e se ne andò, senza dargli tempo di rispondere.

Severus Piton rimase da solo a guardare Lily andarsene.

“Scusa se mi permetto Severus ma non è questo il modo di trattare una persona che tu ami" 

Era Albus Silente che parlava ed era ricomparso all'improvviso alle spalle del ragazzo, ma era come se avesse sentito tutto quanto.

“Sto facendo la spia per conto tuo per tenerla in vita, che cos'altro vuoi?” 

“Bhe Severus, io penso che se non puoi averla potresti essere un buon amico" 

“Essere il suo consulente matrimoniale? Tu non mi conosci, Albus” disse Piton colmo di rabbia.

“Ti conosco molto più di quanto tu possa immaginare, Severus" disse Silente a Piton che tuttavia si smaterializzò, lasciando l'anziano mago da solo.

 

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Capitolo 12
*** La spia ***




Lily cercò di nascondere il suo cattivo umore ma James arrivò per intuito a capire che era qualcosa inerente a Piton, ma preferì non chiedere nulla.

I coniugi insieme a Sirius e Remus si dedicarono alla festa a sorpresa per Peter, che sembrava costantemente impaurito e a disagio, come se qualcosa lo turbasse.

Dopo essersi incontrati con Remus e Peter, quest'ultimo fu tenuto occupato da James e Sirius, mentre Lily e Remus preparavano il tutto in compagnia di Harry che piangeva sempre quando non c'era la madre.

“Tu sei turbata” disse Remus alla donna mentre stavano preparando i biscotti.

“Ma no…Niente di importante” disse Lily mentendo, senza convincere per nulla Remus.

“Ormai mi conosci bene, sai che io scopro sempre quando menti” disse Remus insistendo, dopo aver tirato i biscotti fuori dal forno.

“Semplicemente ho capito che Severus non era chi io credevo che fosse…ho provato di nuovo ad avvicinarmi a lui" disse Lily con amarezza mentre stava preparando insieme all'amico una torta a 5 piani, tanti quanti i Malandrini.

“E lui ti ha trattata in modo ingiusto”

“Peggio. Sarà il nuovo insegnante di Pozioni e ha promesso di riversare l'odio che prova verso di noi su Harry” 

Remus sorrise, generando uno sguardo di rimprovero in Lily.

“Ti diverte per caso?” 

“No, soltanto sorrido a quanti guai combinerà Harry grazie agli insegnamenti di Sirius e James. Piton lo sottovaluta.” 

Lily sorrise a Remus e con un tocco di bacchetta sistemò la torta, che fu gigantesca. 

Su ogni piano c'era un malandrino e per infondere in Peter autostima, fu messo al piano più alto, come se fosse il più importante.

“Coda sarà contento” disse Lily a Remus, soddisfatta del suo lavoro.

Circa mezz'ora dopo, Peter tornò con Sirius e James, ma la sua reazione fu totalmente inaspettata.

Egli scoppiò in un pianto a dirotto, sorprendendo tutti i presenti.

“Remus, Lily, James, Sirius…perdonatemi!” disse l'uomo in lacrime.

“Codaliscia non è più lo stesso” disse James guardando perplesso Peter che si allontanava da Casa Potter in tutta fretta.

“Io non so cosa pensare” disse Lily.

Peter se ne andò in modo così veloce che nessuno dei presenti fece in tempo a fermarlo.

Peter, anche se in maniera piuttosto goffa, correva inciampando.

Circa mezz'ora dopo l'uomo arrivò a quella che era Casa Riddle.

“Oh…ecco il nostro viscido e coraggioso amico” disse Voldemort mentre stava presiedendo una riunione coi Mangiamorte.

“Vieni, Peter…come sta il piccolo Harry?” chiese Voldemort all'uomo che stava sudando dalla paura.

Peter guardò tremando tutti. I mangiamorte invece lo guardavano con profondo disgusto, tutti quanti.

“Mio Signore…se non fosse lui il prescelto? Se vi sbagliaste?” disse Peter con voce tremante, terrorizzato dai presenti.

“COME OSI INSINUARE QUESTO? MIO SIGNORE, PERMETTETEMI DI UCCIDERLO!” urlò Bellatrix furiosa, sguainando e puntando la bacchetta contro Peter Minus, che per la paura cadde a terra.

“Calma Bellatrix – disse Voldemort alla donna, che rimise immediatamente la bacchetta dentro la cintura – Tu stai dicendo che l'Oscuro Signore abbia sbagliato?” disse Voldemort al piccolo uomo bagnato dal sudore e incapace di reggersi in piedi dalla paura.

“No, mio Signore…soltanto…cioè…potrebbe essere qualcun altro” 

“Per caso stai cercando di cambiare schieramento, Codaliscia?” chiese Voldemort malignamente a Minus.

“Mio Signore…no…Piton…non mi fido di lui” 

“Severus Piton è stato mandato da Silente per infiltrarsi come insegnante e penso che questo lo stia facendo bene, al contrario tuo visto che i Potter risultano vivi e vegeti” 

“Mio Signore…io…” 

“Crucio” disse Voldemort, puntando la bacchetta contro Codaliscia, che cominciò a dimenarsi in preda a fortissimi spasmi mentre tutti i Mangiamorte ridevano nell’osservare la scena.

Dopo circa 5 minuti, Voldemort smise.

“Che tu ti ricorda cosa accade a chi abbandona l'Oscuro Signore, Codaliscia…puoi andare” 

Peter, provato per la tortura inflitta, si alzò faticosamente e lasciò Casa Riddle. 

Dopo essersi allontanato un bel po' dall'abitazione, si sedette sulla strada.

“Perché l'ho fatto, perché?” parlò da solo Peter, tirandosi i capelli con le mani.

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Capitolo 13
*** Sospetti ***



 

Quel giorno Silente era preoccupato più del solito, anche se non lo dava a vedere a nessuno. Era ormai luglio, piena estate, e l'anziano preside cominciò a sospettare che qualcuno dell'Ordine passasse informazioni. Erano già morti i McKinnon e anche i fratelli Prewett, caduti eroicamente in un agguato teso da Antonin Dolohov, Bellatrix, Rodolphus e Rabastan Lestrange e Evan Rosier.

Silente si rese conto che gli agguati erano stati troppo ben preparati, come se avessero saputo luogo e momento in cui trovare i membri caduti nell’istante in cui avevano la difesa abbassata.

“Ecco la tua burrobirra, Albus, vuoi qualcos'altro?” 

“No grazie, Abeforth. Molto gentile” 

L’uomo chiamato Abeforth era il fratello di Albus Silente. Per anni i due uomini non erano andati d’accordo per motivi non precisati, ma adesso riuscivano a mantenere un rapporto civile.

Abeforth era un uomo grande e grosso con barba e capelli lunghi, che lo facevano somigliare al fratello. Quello che lo differenziava maggiormente era il carattere. Albus Silente era la persona più mite che potesse esistere, mentre Abeforth era un uomo irascibile e brusco, tanto da odiare la presenza di troppe persone.

“Severus, siediti. Prendi della burrobirra, ti farà bene visto che dovremo parlare di cose serie” disse Silente a Piton, che era arrivato nel locale imbronciato come al solito.

“No…passiamo direttamente alle cose per le quali mi hai convocato” disse bruscamente Piton.

“Se proprio vuoi…penso che nell’Ordine ci sia un traditore…” 

“E pensi che sia io come ti suggerisce Black” interruppe nervosamente Piton il discorso dell'anziano mago, che tuttavia non si scompose.

“Ti prego di non interrompermi…non penso che sia tu, ma vorrei un parere su chi sia secondo te” disse tranquillamente Silente a Piton, che lo guardò stupito.

“Potrei dirti che è James Potter e i suoi amici, lo sai che voglio vederli morti” 

“Fai pure, però anche la vita di Lily è a rischio se non uscirà il nome della spia…è questo che vuoi? Pensavo che tu la amassi” disse Silente abbassando i suoi occhiali a mezzaluna e guardando Piton dritto negli occhi.

“Se vuoi il mio parere io sospetto di Minus e Black” disse Piton cercando di evitare il penetrante sguardo dell'uomo.

“Lo dici perché li odi o hai motivi precisi?” 

“Black ha sempre vissuto della luce riflessa di James Potter, potrebbe essersi stancato di essere sempre al secondo posto rispetto a Potter, potrebbe volere gloria personale, mentre Minus è sempre stato un viscido che andava dal più forte” disse Piton con enorme disgusto.

Silente sbuffò, analizzando quanto detto da Piton e per qualche minuto rimase in silenzio.

“Di Remus e James invece cosa pensi?”

“Il Signore Oscuro non accetta i non umani tra i seguaci e non penso che lui tradirebbe gli unici che lo abbiano accolto, mentre Potter sarà un vile ma non è un traditore”

Silente ascoltò attentamente le parole di Piton e bevve un grande sorso di burrobirra.

“Lo stesso pensavo io, Severus, però non posso accusare apertamente Peter o Sirius, James li difenderebbe a costo della sua vita" 

“Potter, oltre ad essere un codardo, è un illuso, crede in tutti bei valori come lealtà e amicizia" disse Piton con il solito tono colmo di disprezzo come ogni volta che parlava di James.

“Valori giusti e molto belli, ma la stima che lui nutre verso Peter e Sirius lo rende cieco” 

“La protegga lei” 

Silente guardò Piton perplesso, ma preferì non esprimergli il suo disprezzo.

“Di nuovo solo Lily?” 

“Se tu vuoi farmi preoccupare per Potter e il germe da lui concepito non accadrà. Lo sto facendo per Lily e se li ritiene utili così sia” 

“Cosa mi proponi, Severus?” chiese Silente a Piton, che si stupì per la richiesta, ma dopo qualche secondo di incertezza parlò.

“Usa l'incanto Fidelius. Nascondili e sii tu il loro custode” 

Silente guardò Piton meravigliato. Si ritenne uno sciocco per non aver pensato a quell’idea, ma la considerò geniale.

“Ottimo Severus, a volte non capisco cosa abbia spinto una mente brillante come la tua ad abbracciare le idee di Voldemort”  

“Lo faccia, mi prometta che seguirà il mio consiglio.” 

“Ma certo Severus, te lo prometto. Adesso torna da Voldemort, altrimenti potrebbe insospettirsi” 

Severus Piton, pur non tradendo la sua abitazione, se ne andò, lasciando Silente da solo, che rimase nel locale.

“Remus, puoi toglierti il cappuccio e smettere di fingere che stia leggendo un giornale” disse all’improvviso Silente a un uomo seduto al tavolo vicino al suo.

L'uomo fece quanto detto da Silente e in effetti si rivelò essere Remus Lupin, che si sedette al tavolo con l'anziano mago.

“Da quando origli le mie conversazioni private?” 

“Mi scusi, signore. Ma volevo capire come mai lei si fidasse di Piton. Non volevo pensare che lei avesse perso il senno come dice Sirius” 

“Ti ringrazio per la tua fiducia nelle capacità di un vecchio – rispose Silente a Lupin sorridendo – però, come a mio tempo ordinai a Severus di tacere sulle tue condizioni, così devo farlo a te di tacere sul perché io mi fidi di lui.” 

“Lo farò, Signore. E poi se anche dicessi qualcosa dubito che mi crederebbero. Sirius pensa che sia io il traditore” disse amaramente Remus, non nascondendo un'espressione piena di tristezza e amarezza.

“Voldemort non accoglie non umani, come detto da Severus e io penso di conoscerti abbastanza da sapere che daresti la tua vita per l’Ordine” disse Silente.

Remus Lupin si sentì confortato dalle parole di Silente. Per il giovane non era un periodo facile, perché le trasformazioni ogni volta lo debilitavano fisicamente e inoltre si sentiva male al pensiero che Sirius sospettasse che fosse lui il traditore.

Remus salutò il preside, e dopo qualche ora di passeggiata in solitudine, andò a Casa Potter, dove fu accolto calorosamente da Lily e James ma un po' meno da Sirius.

“Dove sei stato?” chiese immediatamente quest'ultimo a Remus, che lo guardò deluso.

“Non ti riguarda” 

“Sei stato con Voldemort?” 

“Sirius – disse Lily stizzita – adesso basta. Stai perdendo la ragione!” 

Sirius guardò furioso Remus e gli andò faccia a faccia, senza dare importanza a Lily che cercava di separarli.

“Io lo so che tu, Piton e Silente ci state usando, vi siete accordati con Voldemort” 

“Sirius, basta!” intervenne anche James con Harry in braccio.

“Sospettare dei propri amici è la cosa più vile che si possa fare. Modera i termini!” disse l'uomo.

Sirius fu sempre una testa calda, ma James era l'unico in grado di tranquillizzarlo e infatti si calmò.

Remus fu fatto accomodare in cucina con Lily, mentre James andò a distrarre Sirius con Harry.

“Se tu sospetti di me sarà meglio che io non mi faccia vedere” disse Remus abbattuto a Lily.

La donna tuttavia lo guardò dritto negli occhi con sguardo deciso.

“Tu non hai nulla da temere, io e James ci fidiamo di te e anche Sirius tornerà a farlo. Non dire sciocchezze, Remus” 

Lupin accennò a un sorriso, che si rivelò alquanto forzato. Volle chiedere di Peter ma poi cambiò idea, per non esasperare ancora di più la situazione.

 

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Capitolo 14
*** Il custode ***



 

Silente di primo mattino si diresse a Casa Potter per parlare con James e Lily ed esporre il suo progetto per proteggerli.

Lily come al solito accolse l'anziano mago con molto rispetto offrendogli del tè.

Poco più tardi, arrivò finalmente James, che invece odiava svegliarsi presto.

“Preferisco non dilungarmi in parole, penso che ci sia un traditore tra noi e devo proteggere voi e Harry” disse seriamente Silente ai due giovani genitori, che si strinsero forte la mano.

“Chi è il traditore?” chiese deciso James, pronto a difendere i Malandrini da possibili accuse di Silente, che tuttavia preferì non rispondere, per evitare ulteriori tensioni.

“Non lo so” 

“Lei è così sicuro di potersi fidare di Piton? Potrebbe essere lui" disse James.

“Lo escludo categoricamente. Prima di tornare da me lui mi ha confessato un segreto che mi ha convinto a fidarmi di lui”

“Quale?” chiese anche Lily.

“Un segreto è un segreto" disse Silente sorridendo.

Il preside di Hogwarts, dopo aver bevuto tutto il tè preparato da Lily, espose il suo piano ai due coniugi, offrendosi egli stesso di essere il loro custode. 

Silente tuttavia fu sorpreso dal rifiuto di James.

“Mi dispiace, signore, ma preferisco che sia Sirius” 

“James, ne sei sicuro?” chiese Silente guardando negli occhi James che tuttavia non sembrava essere disposto a tornare sui suoi passi.

“Lei si fida di Piton, mi permetta di fidarmi del mio migliore amico” 

Silente, vedendo l’ostinazione di James e il tacito consenso di Lily, decise di non insistere e salutò i Potter. Appena uscito dalla loro casa, poco in lontananza, trovò Piton.

“Allora, hanno accettato?” chiese impaziente Piton a Silente.

“Si, ma vogliono come custode Sirius. Mi sono offerto anche io, ma hanno rifiutato”

“Hanno firmato la loro condanna a morte” disse Piton colmo di rabbia.

“Sirius non ha mai dato segno di volerci tradire, è l'odio che ti fa dubitare di lui, Severus" 

“No, il mio istinto, Silente” 

“A volte il nostro istinto ci porta a sbagliare” 

Il giorno successivo a Casa Potter si riunirono i Malandrini insieme a Lily e James espose la proposta al gruppo.

“Io non voglio essere il vostro custode se qua dubitano di me" disse immediatamente Remus dopo che James smise di parlare.

“Che c'è Lunastorta, rimorsi di coscienza?” chiese Sirius con aria provocatoria.

Remus non rispose ma si alzò e andò al piano di sotto in cucina, seguito da Lily che fulminò con uno sguardo Sirius prima di andarsene.

“Non ne posso più, Lily, non ne posso più” disse Remus, colpendo con un pugno il tavolo, con una violenza mai vista prima da nessuno.

“Sirius è nervoso e preoccupato per noi e Harry…sai com'è…è sempre stato una testa calda” disse Lily, offrendo della cioccolata a Remus.

“Io darei la mia vita per proteggervi esattamente come lui, eppure sono io accusato di tradimento” 

“Remus – disse Lily, guardando negli occhi l'amico – io e James non sospettiamo di te e tra qualche mese anche Sirius capirà, non preoccuparti” 

La conversazione tra i due fu interrotta dall'arrivo di James, Sirius e Peter, che annunciarono di aver scelto Felpato come custode.

Remus si rifiutò di restare a pranzo insieme agli altri e fu a tavola che Sirius disse altro: 

“Il custode è Peter. James ha ritenuto che sono troppo esposto” 

“Perché lo dici adesso che non c'è Remus” chiese infastidita Lily a Sirius.

“Perché è un mangiamorte, magari adesso sta già con Voldemort” 

“Prima stava piangendo, mentre voi eravate sopra, era dispiaciuto dei tuoi sospetti” 

“Ha capito di rischiare molto, se non porta a compimento il compito che Voldemort gli ha assegnato” 

L'aria spavalda con cui Sirius diceva questo infastidì ancora di più Lily, decisa più che mai a difendere Remus dai sospetti di Felpato.

“Poi, scusami Lily, ma io conosco meglio di te certe persone in apparenza fragili ma in realtà dei subdoli assassini. Tu invece prima eri amica di Piton, ora Rem…” 

“BASTA!!! MI HAI STANCATA!!!” urlò Lily così forte che svegliò Harry, che cominciò a piangere.

“Lily, calmati, n…” cominciò a parlare James, venendo interrotto dalla moglie furiosa come non mai.

“SONO STANCA DELLE SUE ACCUSE INFONDATE! E TU JAMES, NON ERI QUELLO CHE DICEVA CHE NON FIDARSI DEI PROPRI AMICI È LA COSA PIÙ BRUTTA CHE ESISTA?” 

James nell'ascoltare le parole della moglie preferì non rispondere e anche Sirius rimase interdetto, non aspettandosi una reazione di Lily.

Dopo che Lily se ne andò furiosa da Harry, poco dopo anche Peter decise di andare via per raggiungere, secondo lui, sua madre, ultimamente molto ammalata.

“E quindi rimaniamo sempre noi da soli, come ai vecchi tempi, Ramoso” disse Sirius rivolgendo un sorriso beffardo a James.

“Esatto, Felpato” 

Peter però non andò da sua madre, ma a Casa Riddle, sede dei mangiamorte.

Il ragazzo entrò intimorito dalla presenza dei servi di Voldemort, che lo fissavano con disgusto.

“Bene, ecco la nostra spia” disse l'Oscuro Signore, prendendolo in giro e tutti i mangiamorte si misero a ridere.

“Mio sss…Signore…m…mi hanno nominato c…custode” disse Peter balbettando.

“Davvero? – chiese Voldemort stupito, non aspettandosi neanche lui un successo di Minus – penso di aver sottovalutato le tue capacità, Codaliscia” 

“Mio Signore – intervenne Barty Crouch jr. alzandosi dalla sedia e inginocchiandosi al cospetto di Voldemort – lasciate che sia io e Bellatrix a provvedere ai Potter” 

“No, Barty, la profezia riguarda me e solo io dovrò uccidere il moccioso” 

Crouch preferì non insistere e neanche Bellatrix aprì bocca. Lucius Malfoy invece fissava incerto Codaliscia, non sapendo se fidarsi oppure no.

I Potter furono spostati insieme a Harry a Godric's Hollow il giorno successivo e Peter fu nominato ufficialmente loro custode ma tutti gli altri sapevano che Sirius era il prescelto a proteggere la famiglia. 

Lily soffrì molto per l'assenza di Remus, che, a suo dire, era l'unico in grado di capirla come amico e più volte litigò con Sirius per farsi dire dove fossero, ma Felpato si rifiutò categoricamente, giurando sulla sua vita che avrebbe protetto i Potter costi quel che costi.

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Capitolo 15
*** Il prescelto ***



 

Era il penultimo giorno di ottobre del 1981 e i Potter vivevano reclusi da 3 mesi.

Silente per sicurezza aveva sequestrato a James il mantello dell’invisibilità, affinché al ragazzo non venisse voglia di uscire dal nascondiglio, mentre Lily era depressa per i sospetti nei confronti di Remus e solo Harry riusciva a tirarla su di morale.

Quel giorno nessuno venne a trovare i Potter e Lily lo passò insieme al figlio e a James che giocò serenamente col bambino.

“Mi chiedo come stia Remus” disse all'improvviso James.

“Se tu e Sirius non sospettaste di lui lo sapresti” disse Lily stizzita.

“Ma io non sospetto di lui né di nessun altro, tranne di Piton…quando tutto finirà costringerò Sirius a scusarsi con Remus” disse James deciso alla moglie, che continuò a guardarlo perplessa.

Così si svolgevano le giornate alla casa dei Potter a Godric's Hollow, con brevi discussioni tra James e Lily e solo Harry faceva tornare il sereno tra i coniugi.

Mentre i Potter si preparavano a dormire, a Casa Riddle Voldemort annunciò che aveva deciso di risolvere il problema dei Potter.

“Mio Signore , lasciate che ci pensi io" disse Bellatrix a Voldemort.

“Non ti fidi della potenza del tuo signore, Bellatrix?” chiese Voldemort con freddezza alla serva.

“Non mi fido di Minus, Signore. E se fosse una trappola tesa da Silente?” chiese preoccupata la donna.

“Silente non arriverebbe al punto di offrire un moccioso come esca, è troppo sentimentale per farlo.”

“Mio Signore – intervenne anche Barty Crouch jr. – Bellatrix ha ragione. Qualora fosse così, saremmo noi a dovercela vedere con gli scagnozzi di Silente” 

“La vostra lealtà mi rende orgoglioso, Barty…Lucius, impara da loro due come bisogna essere fedeli” disse Voldemort a Lucius Malfoy, che evitò lo sguardo del Signore Oscuro.

Voldemort decise di andare lo stesso, accompagnato da Codaliscia a Godric's Hollow. I due si smaterializzarono e Peter mostrò la casa dei Potter.

“Puoi andare, Codaliscia. Dubito tu abbia abbastanza fegato e coraggio” disse Voldemort sprezzante a Peter, che si nascose dietro a un albero tremando.

Voldemort si avvicinò con passo lento alla casa dei Potter e con uno sciocco di dita fece saltare in aria la porta d'ingresso. Il Mago Oscuro si ritrovò James correre di corsa dal piano di sopra scalzo e senza bacchetta. 

L'uomo, pur spaventato, tentò di disarmare a mani nude il mago Oscuro che in tutta risposta gli rise in faccia.

“Prendi Harry e scappa, Lily!” disse James ad alta voce alla moglie che ancora stava al piano di sopra. Furono le ultime parole di James, perché Voldemort gli puntò contro la sua bacchetta.

“Avara Kedavra”

Dalla bacchetta di Voldemort uscì un raggio accecante di luce verde che colpì in pieno James, che cadde all'indietro morto.

Voldemort, dopo una risata sadica e diabolica, si diresse al piano di sopra, dove Lily aveva chiuso a chiave la porta. 

“Harry non rimarrai mai solo, la mamma ti ama, il papà ti ama, Sirius ti ama, Remus ti ama" disse la donna in lacrime al figlio, che la guardava senza capire cosa stesse succedendo.

All'improvviso anche la porta della stanza dei coniugi dove Lily si era barricata a chiave saltò in aria ed entrò Voldemort, i cui occhi rossi brillavano di un sadico piacere.

“Se vuoi uccidere Harry dovrai uccidere prima me" disse Lily decisa, mentre le lacrime le scendevano dagli occhi. 

“Togliti ragazza, non voglio uccidere te. Dammi tuo figlio" 

“MAI!” urlò Lily disperata.

“Sei giovane, potrai rifarti una vita con chi ti vuole veramente e con altri figli…Non essere sciocca” disse Voldemort, tentando di convincere Lily a spostarsi, anche se inutilmente.

“Tu non saprai mai cosa vuol dire amare qualcuno” disse la donna al Signore Oscuro, che le rise in faccia.

“Avada Kedavra” disse Voldemort dolcemente, puntando la bacchetta contro Lily.

La donna si accasciò lentamente, urlando disperatamente il nome di Harry, che cominciò a piangere quando la madre cadde.

“Piton non può dirmi nulla, ha avuto la sua occasione” disse Voldemort, guardando sprezzante il corpo senza vita di Lily.

“Addio Harry" disse Voldemort al neonato nella culla, che lo guardò dritto negli occhi.

“Avara Kedavra” 

Il lampo di luce verde questa volta scagliò Voldemort dall'altra parte della stanza, come se il bambino fosse protetto da uno scudo invisibile.

Il mago Oscuro si rialzò faticosamente in piedi e vide Harry che lo guardava, ancora in vita.

“Che cosa mi sta succedendo, mi sento strano” disse Voldemort debolmente.

Egli notò con orrore che il suo corpo si stava praticamente evaporizzando, senza che lui sentisse alcun dolore. Qualche secondo dopo il corpo di Voldemort svanì e di lui non rimase nient'altro che un essere incorporeo, né vivo né morto.

Il Mago Oscuro, rendendosi con orrore conto di ciò che era accaduto, se ne andò da ciò che rimaneva della casa dei Potter, lasciando Harry tra le braccia del corpo di Lily, visto che nell'impatto con l'Anatema che Uccide la culla del bambino andò distrutta. 

Sulla fronte di Harry non rimase nient'altro che una cicatrice a forma di saetta, un segno che lo avrebbe segnato per sempre.

Il frastuono accaduto attirò l’attenzione di tutta Godric's Hollow e in breve tempo si diffuse il mormorio delle persone. Per una pura coincidenza, nel paese era nei paraggi Severus Piton, che, colto dall'ansia e dalla preoccupazione, si precipitò alla casa dei Potter. 

Quello che egli trovò fu una scena agghiacciante. Dell'abitazione rimaneva ben poco, il necessario per non farla crollare e all'ingresso della casa giaceva morto James Potter.

“Lily" disse Piton impanicato, correndo al piano di sopra. Per qualche secondo, sentendo Harry piangere, Piton sperò che Lily fosse viva, ma ogni sua illusione fu spezzata quando entrò nella stanza coniugale dei Potter. 

Piton, appena vide Lily morta, crollò sulle ginocchia in lacrime e abbracciò più stretto che potesse il corpo della donna.

“Lily, perdonami, se ne avrai la forza” disse l'uomo disperato.

Qualche minuto dopo entrò nell'abitazione Lucius Malfoy, che cercava qualcosa senza dare alcuna importanza al dolore di Piton.

“Abbi del rispetto per il corpo di Lily” disse Piton con la voce spezzata dal dolore, mentre abbracciava ancora la ragazza. 

“Perdonami, ma cerco il mantello dell'invisibilità" disse tranquillamente Lucius Malfoy.

“Glielo ha sequestrato Silente tempo fa” disse Piton.

Lucius Malfoy, dopo essersi calmato dalla fretta di possedere il mantello dell'invisibilità, si avvicinò a Piton e gli mise una mano sulla spalla: 

“Hai fatto quello che potevi” 

“Io l'ho condannata a morte” disse Piton con la voce rotta dal pianto.

“No, Black lo ha fatto, mi hai detto che era il custode" 

“Io lo vado ad ammazzare” disse Piton pieno di odio, ma fu fermato da Lucius Malfoy.

“Lascia fare a me, ci penso io a Black, mi serve una scappatoia per sfuggire ad Azkaban” 

“Lo vuoi catturare?” 

“Si. Tu hai Silente, io nessuno. Devo trovare un modo per evitare Azkaban. Draco è troppo piccolo per restare senza padre” disse Lucius Malfoy andandosene di fretta.

Piton rimase qualche minuto a cullare il corpo di Lily, fino a quando non decise di adagiarlo con la massima cura sul letto matrimoniale. Dopo guardò dritto negli occhi Harry. Li aveva verdi, proprio come Lily, ma erano umidi dalle lacrime.

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Capitolo 16
*** Il grande inganno ***



 

Il giorno dopo all'alba Sirius, dopo aver saputo della tragedia dei Potter, andò a cercare Peter Minus per ucciderlo.

“Sirius! Aspetta!” disse una voce profonda.

Era Hagrid con gli occhi pieni di lacrime con Harry in braccio.

“Hagrid, sono il suo padrino, ti prego di affidarmi Harry” disse Sirius, guardando con uno sguardo folle il gigante con il neonato tra le braccia.

“No, ordini di Silente. Dovrò darlo a lui" 

Sirius non insistette, sapendo della cieca lealtà di Hagrid nei confronti di Silente, e allora fece un gesto inaspettato.

“Ti affido la mia moto volante, a me non servirà più” disse il ragazzo con il volto contratto dalla disperazione.

“Sirius, aspetta…dove credi di andare? Lily e James non vorrebbero che tu facessi una brutta fine" disse Hagrid per consolare Sirius, inutilmente.

“Lily e James sono morti" 

Dopo queste parole lapidarie, Sirius estrasse la bacchetta e andò via, lasciando Hagrid insieme a Harry e alla sua moto.

Sirius giunse in pieno centro babbano su una strada ancora trafficata, nonostante la notte, e vide Peter Minus.

“Peter, come hai potuto? Noi abbiamo sospettato di Remus, quando eri tu la spia" disse Sirius sconvolto a colui che un tempo era il suo amico.

Peter, vedendo Sirius armato di bacchetta, crollò a terra piagnucolando.

“Sirius…avrebbe ucciso me…mi avrebbe torturato…tu non li conosci…sono malvagi" disse Peter, afferrando i pantaloni di Sirius, che lo respinse con un calcio.

“IO AVREI DATO LA MIA VITA PER LILY E JAMES!!! MI SAREI FATTO TORTURARE PER LORO!!!” urlò Sirius, colmo di rabbia mista a dolore, puntando la bacchetta contro il volto di Peter.

“Adesso vendico Lily e James…” disse Sirius a Peter, che però estrasse la sua bacchetta, come se avesse intenzione di sfidare l'ex amico.

“Vuoi sfidarmi, Peter? Hai deciso almeno di morire da uomo, dopo essere vissuto all'ombra mia, di James e Remus?” disse Sirius, ridendo.

Proprio mentre i due ragazzi erano in mezzo alla strada, passò un autobus e Peter puntò contro il veicolo la sua bacchetta:

“Bombarda Maxima”

Il veicolo saltò in aria e i passeggeri, circa una decina, morirono tra atroci sofferenze, bruciati vivi.

“Peter! Ma cosa ti è saltato in mente? Non ti è bastato uccidere Lily e James? Adesso me la paghi!” disse Sirius, determinato a uccidere Minus.

Ma quest’ultimo fece un qualcosa che fu completamente inaspettato: estrasse un coltello dalla tasca e con un colpo solo si tagliò un dito.

Sirius non sapeva cosa dire, paralizzato dalla scena alla quale stava assistendo.

“SIRIUS! – urlò Peter contro l'ex amico – COME HAI POTUTO TRADIRE LILY E JAMES!”

Ma prima che Sirius riuscisse a capire cosa stesse accadendo, Peter si trasformò in un topo e si dileguò nell'oscurità, mentre molti babbani erano usciti dalle proprie case a guardare cosa fosse accaduto e videro Sirius, in ginocchio, guardare nel vuoto vicino a un autobus in fiamme.

“Expelliarmus” 

Lucius Malfoy, osservando tutta la scena, intervenne, quando Peter era ormai sparito. 

“Bene, Black, siamo alla resa dei conti” disse Lucius trionfante, osservando Sirius disarmato e privo della voglia di difendersi.

“Se vuoi uccidermi fallo subito, Malfoy” disse Sirius senza guardare in faccia Lucius.

“Tranquillo, non ti ucciderò. Azkaban sarà un posto migliore" 

“Vuoi mandarmi ad Azkaban nonostante la mia innocenza? Dovevi sapere che era Peter ad informare” disse Sirius, tradendo un'espressione di paura al pensiero di dover avere a che fare con i dissennatori.

“Black, fai questo sacrificio. A Draco serve un padre, tu invece non hai più nessuno, anche i tuoi cari amici sono morti" disse Lucius, sorridendo e continuando a puntare la bacchetta contro Sirius.

“Incarceramus” 

Dalla bacchetta di Lucius Malfoy uscirono delle funi, che si avvolsero intorno al corpo di Sirius, immobilizzandolo.

“Il tuo sacrificio non sarà vano, Black” disse Lucius con sadismo a Sirius, che scoppiò a ridere. Ma la sua risata non era di gioia, ma isterica, come se fosse impazzito.

Dopo qualche minuto arrivò un corpo di auror che arrestò Sirius e Lucius e li condusse immediatamente al tribunale magico del Wizengamot, per un processo lampo che si sarebbe svolto il giorno dopo.

Mentre si consumava l'inganno ai danni di Sirius, Piton era distrutto nell'ufficio di Silente, che non riusciva a guardare nel viso Piton.

“Hai promesso che erano al sicuro, hai promesso di proteggere Lily!” disse Piton, distrutto dal dolore a Silente.

“Lily e James si sono fidati della persona sbagliata, proprio come te. Sbaglio o hai chiesto a Voldemort di risparmiare Lily a suo tempo?” 

Piton non rispose, ma sapeva che Silente aveva ragione e le sue parole furono più forti proprio per questo.

“Harry è sopravvissuto…ha i suoi stessi occhi" disse Silente con malinconia.

“Non mi importa…lei è morta…persa” 

“Lei vive in Harry, e lui dovrà essere protetto" 

“Da chi – chiese Piton completamente distrutto dal dolore – lui se ne è andato”

“Voldemort tornerà e, quando ciò accadrà, Harry dovrà essere pronto ad affrontarlo, dovrà essere pronto. Se tu amavi Lily Evans, la tua strada è tracciata, Severus” 

Piton era combattuto. Silente gli richiese di proteggere il frutto dei suoi sbagli, colui che gli ricordava il modo in cui trattò Lily, colui rimasto orfano a causa sua.

“Nessuno…nessuno dovrà venirlo a sapere…giura” disse Piton a Silente, che finalmente si girò guardandolo negli occhi.

“Vuoi nascondere il tuo lato migliore? Come vuoi" disse Silente con tristezza, guardando Piton uscire dal suo ufficio.

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Capitolo 17
*** Un Malfoy non ci sarà mai sulla scena del crimine ***



 

“Entri l'imputato Malfoy per la sua testimonianza” 

Furono queste le parole con cui Barthemius Crouch sr. aprì il processo per raccogliere la testimonianza di Lucius Malfoy. 

Crouch era un uomo dall'aspetto normale, forse troppo, perché egli odiava tutto ciò che era strano. Il motto dell'uomo era: “Lex dura sed lex”. Ciò mostrava anche l'enorme quantità delle lingue parlate da Crouch. Egli era uno scrupoloso osservatore di qualsiasi legge, anche di quella all'apparenza meno importante, e, grazie alla sua strenua battaglia contro la magia oscura, egli era in pole position per diventare il nuovo ministro della magia, staccando di molto Cornelius Caramell, considerato da molte persone come troppo debole e facilmente influenzabile.

Lucius Malfoy entrò con il suo solito passo fiero senza curarsi dei presenti. Con grande disappunto di Crouch, Malfoy fu posto agli arresti domiciliari grazie all'influenza della maggioranza del tribunale magico e inoltre a votazione si è deciso per un processo a porte chiuse.

“Imputato Malfoy, siamo qui per ascoltare la tua testimonianza su fatti di ieri" disse Crouch, firmando una serie di documenti.

“Sì, signore, sono qui per raccontarle cosa successe quando Black commise quei sanguinosi crimini" disse Lucius Malfoy, fingendo di commuoversi.

L'arringa difensiva di Malfoy risultò piuttosto convincente, tanto che egli disse di aver provato a salvare i babbani dalle fiamme e arrivò anche a commuoversi mentre raccontava il tutto.

“Tutto molto commovente – disse Crouch freddo, per nulla toccato dalle lacrime di Malfoy – ma a questo tribunale risulta che tu fossi un mangiamorte piuttosto importante, come lo giustifichi?” 

Lucius Malfoy non reagì, come se si aspettasse questa domanda.

“Signor Crouch…ero sotto il potere della maledizione Imperius. Appena finì il suo effetto, io mi sono precipitato a fermare Black, purtroppo in ritardo…se solo mi fossi liberato prima, i Potter sarebbero ancora vivi e Harry non sarebbe orfano” disse Lucius asciugandosi gli occhi.

Crouch guardò incredulo i membri del tribunale che aveva intorno, non aspettandosi per nulla una tale motivazione. 

“Quanti sono per l'assoluzione?” chiese Barty Crouch ai presenti.

Tutti alzarono la mano, tranne lui.

“Quanti contrari?” 

Solo Barty Crouch alzò la mano, ma, visti i voti, fu costretto ad assolverlo da ogni accusa, pur non riuscendo ad evitare un'espressione di disgusto nel pronunciare la sentenza.

“Complimenti, Lucius” disse Silente a Malfoy quando uscì trionfante dall'aula.

“Albus Silente, cosa la porta ad ascoltare un processo a porte chiuse?” 

“Non potevo essere presente ma non mi era vietato origliare. Complimenti per la sua astuta arringa” disse Silente con un finto complimento.

“Il tribunale mi ha riconosciuto innocente, quello che lei pensa non interessa alla legge” disse Lucius Malfoy sprezzante, andando via con passo veloce. Poco dopo uscì dall'aula Barty Crouch inferocito.

“Stupidi idioti, credere a quelle lacrime di coccodrillo” 

“Barthemius, noto con piacere che non hai creduto alle parole di Lucius” disse Silente con calma a Crouch che aveva le vene delle tempie gonfie di rabbia.

“Io non mi fido di nessuno che abbia il marchio, Silente, dovrebbe saperlo. Ma prenderò provvedimenti, vediamo quanti diranno questa fesseria dopo la maledizione cruciatus” disse Crouch colmo di ira. 

“Ti abbassi ai loro livelli, Barthemius" 

“Li ripago con la stessa moneta, Silente” 

Mentre Crouch fumava di rabbia, Lucius tornò trionfante a Villa Malfoy, accolto dal padre e da Narcissa.

“Ti sei superato Lucius, addirittura a piangere per i Potter” disse Abraxas Malfoy al figlio, non trattenendo delle risate.

“Bhe papà, o così oppure i dissennatori…dovevo risultare il più credibile possibile” 

Mentre Lucius raccontava trionfante la sua arringa, tornò nell’enorme salone Narcissa, con un vassoio pieno di dolci per il marito e il suocero.

“Resta da capire cosa sia successo a Riddle e perché quel germe sia sopravvissuto” disse Lucius Malfoy curioso.

“Il sacrificio della madre" disse Narcissa, stupendo i presenti.

“Spiegati, Narcissa" 

“Riddle ha proposto a Lily Potter di lasciare il figlio in cambio della vita, come chiesto da Severus e lei rifiutò, dandogli una protezione che è incomprensibile per quel mezzo babbano. Magia antica” 

Lucius e Abraxas non capirono il discorso di Narcissa e decisero di non continuare.

“Cosa ne è stato di Voldemort?” chiese Abraxas al figlio.

“È ancora vivo, altrimenti il marchio sarebbe sparito” 

“Tornerà” chiese Narcissa al marito, tradendo del leggero timore.

“Se qualcuno riuscirà a ridargli i suoi poteri sì, ma dubito…Bellatrix tra qualche giorno sarà ad Azkaban insieme ai Lestrange, ho pensato a tutto" 

“Lucius, grazie…mi hai liberata di Sirius e Bellatrix in un colpo solo" 

“Le promesse le mantengo” disse Lucius guardando negli occhi lucidi della moglie.

“Bene, cari i miei coniugi, per festeggiare facciamo punire Dobby”

E fu così che finì in allegria la giornata, con Dobby che per ore si colpì la testa col manganello, fino a svenire. 

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Capitolo 18
*** La legge vale per tutti, anche per i figli ***



 

Alla luce delle prove emerse contro Sirius, quest'ultimo fu mandato ad Azkaban senza processo, Barty Crouch lo reputò inutile.

Mentre il Ministero della Magia si considerò soddisfatto dell'operato, ciò sicuramente non fu per i Lestrange e Barty Crouch jr, gli ultimi e irriducibili Mangiamorte decisi a ritrovare Codaliscia e Voldemort.

“Dobbiamo interrogare qualcuno, quelli di Silente hanno abbassato la guardia” disse Bellatrix sconvolta, come lo erano quei pochi presenti a Casa Riddle.

“Penso di avere un'idea” disse Crouch jr con uno sguardo psicopatico.

Il gruppo di Mangiamorte lasciò Casa Riddle e vagò senza una meta per tutta Londra, fino a quando non arrivarono ad una casa.

“Ci sono i Paciock, è la loro casa” disse Rodolphus.

I Lestrange e Crouch, con Bellatrix a guidare il gruppo, andarono di tutta fretta alla casa dei Paciock.

Con un incantesimo Bellatrix sfondò la porta della casa, mentre i fratelli Lestrange e Barty Crouch jr immobilizzarono Frank e Alice Paciock.

“Che cosa volete? Andate via, criminali” disse Alice Paciock mentre veniva tenuta da Rodolphus Lestrange.

Bellatrix, colma di rabbia, si avvicinò ad Alice Paciock e con un pugno le ruppe il naso.

“Alice, no!” urlò Frank, ricevendo anche lui una gomitata da Barty Crouch jr, che lo fece stramazzare al suolo.

“Questa sera si scoprirà che fine ha fatto il Signore Oscuro, altrimenti finirete male, molto male” disse Bellatrix con una dolcezza tremendamente inquietante.

“Crucio" disse Bellatrix puntando la bacchetta contro Alice Paciock, che cominciò a contorcersi in preda a tremendi spasmi di dolore.

Tra le urla di Frank che supplicava Bellatrix di smettere, Alice fu torturata per 5, 10, 20 minuti, fino a quando non smise di urlare, rimanendo immobile.

“Che cosa le avete fatto!? L'hai uccisa!” urlò Frank Paciock a Bellatrix Lestrange, che in tutta risposta gli rise in faccia. 

“Dove è finito l'Oscuro Signore? Dovreste saperlo, Silente sa tutto” chiese Bellatrix a Frank Paciock, mentre i fratelli Lestrange lo sollevarono in piedi.

“Non lo sappiamo! È sparito dopo l'omicidio dei Potter! Lasciateci stare!” 

“Bugiardo” disse Bellatrix.

“Crucio" disse la donna e a lei si unirono anche i fratelli Lestrange e Barty Crouch jr.

Le urla di Frank Paciock furono strazianti. L'uomo si contorceva in preda al dolore e si spostava da un lato della casa all'altro gattonando, per avere un po’ di sollievo. Ma era inutile, perché i Lestrange e Crouch lo seguivano ridendo.

Frank resistette per mezz'ora, fino a smettere di muoversi e di urlare.

“Sono morti?” chiese Rodolphus, smettendo di puntare la bacchetta contro Frank. 

“Peggio" rispose Bellatrix soddisfatta.

Non avendo conseguito i risultati sperati, se ne andarono, lasciando il piccolo Neville piangere al piano di sopra, come se avesse intuito cosa fosse successo. I coniugi Paciock invece erano vivi e respiravano, ma era come se i loro corpi fossero vuoti, perché rimasero distesi sul pavimento guardando nel vuoto.

 

Il giorno successivo fu molto stressante per Barty Crouch sr. Arrivavano molte lettere di congratulazioni da parte dei lettori della Gazzetta del Profeta e lui, come abitudine, rispondeva personalmente a tutte le lettere. Tutte le persone lo desideravano come nuovo Ministro della Magia, mentre gli alti ranghi del mondo magico premevano per assegnargli l’Ordine di Merlino di primo grado per il suo impegno contro la magia oscura. 

Una visita inaspettata tuttavia turbò la monotonia di Crouch. Era Augusta Paciock, piuttosto preoccupata.

“Si accomodi – disse Barty Crouch alla signora Paciock con i suoi modi galanti – cosa la turba?” 

“Frank e Alice…non li sento né li vedo da ieri, oggi sarebbero dovuti venire da me con mio nipote, ma non li ho visti” disse Augusta preoccupata a Crouch, che non sembrò toccato.

“Signora Paciock, mi sembra esagerato preoccuparsi per un ritardo di poche ore” 

“No – insistette la signora Paciock alzandosi in piedi davanti la scrivania di Crouch – Frank e Alice sono puntualissimi. È già pomeriggio e io non so nulla di loro…temo sia successo loro qualcosa” 

Barty Crouch provò a rispondere, ma fu interrotto da un Auror, che gli annunciò la visita della signora Narcissa Malfoy, che entrò con la sua solita aria di sufficienza. 

“Signora Paciock, se mi può perd…” 

“Non si preoccupi – disse Narcissa Malfoy, sorridendo ad Augusta Paciock – sono venuta a testimoniare contro mia sorella Bellatrix e i miei cognati”

Barty Crouch e Augusta Paciock rimasero senza parole nell'ascoltare la donna, che tradiva soddisfazione.

“Prego" 

“Bellatrix Lestrange insieme a suo marito e suo cognato ha torturato fino alla pazzia Frank e Alice Paciock” 

Augusta Paciock divenne pallida e perse i sensi. Crouch chiamò due Auror per aiutare la donna a riprendersi.

“Che cosa sta dicendo!?” chiese Crouch inorridito a Narcissa, che continuava a restare sorridente.

“Ciò che ha sentito…non rispondono alla vecchia, perché sono peggio che morti” 

“Perché dovrei fidarmi di lei dopo che suo marito prese in giro il Wizengamot?” 

“Perché a me piacerebbe vedere Bellatrix ad Azkaban, a lei vendicare i Paciock. Abbiamo interessi in comune" 

Barty Crouch rimase meravigliato dalle parole di Narcissa Malfoy. Egli, dopo un'attenta analisi, capì che la donna non lo faceva per sentimento di giustizia, ma per vendetta, ma decise di darle un’occasione.

“Terrò presente la sua segnalazione” disse freddamente l'uomo.

“Le consiglio anche di dare uno sguardo all’avambraccio di suo figlio, potrebbe avere delle spiacevoli sorprese" 

Barty Crouch provò a rispondere, ma Narcissa Malfoy se ne andò alla svelta. L'uomo rimase a guardare fuori dalla finestra inorridito al solo pensiero che il suo unigenito potesse essere uno di loro, un Mangiamorte, ma decise di controllare, appena la giornata di lavoro fosse terminata.

Due ore più tardi Barty Crouch ricevette la peggiore delle notizie: i coniugi Paciock erano stati trovati nella loro abitazione.

Narcissa Malfoy aveva ragione e gli Auror confermarono che sui due coniugi era stata inflitta la maledizione cruciatus per un tempo prolungato che li ha fatti impazzire. Crouch, colmo di rabbia, ordinò agli Auror di trovare vivi o morti i Lestrange e poi decise di tornare in anticipo a casa per controllare che suo figlio non fosse uno di loro. Un atroce sospetto lo afflisse e immaginò suo figlio torturare insieme ai Lestrange i Paciock. 

Tra lo stupore dei presenti e di tutti gli Auror, Barty Crouch lasciò il suo ufficio in anticipo, delegando al suo vice Cornelius Caramell il compito di terminare il lavoro rimasto. Barthemius Crouch era sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via e molti capirono che nell'aria c'era qualcosa di veramente grave.

A Villa Crouch invece la vita proseguiva tranquillamente. Barty jr. e sua madre Priscilla stavano bevendo il tè e cercavano di capire quale lavoro il ragazzo avrebbe preferito.

“Qualcosa dovrai fare, Barty…insegnante, Auror, dovresti scegliere alla svelta" 

“Madre…c'è tempo…fammi pensare meglio, perché un giorno voglio fare una cosa, un giorno un'altra” 

Mentre madre e figlio parlavano tranquillamente, qualcuno suonò alla porta e Winky, l’elfa domestica dei Crouch, corse ad aprire.

“Signor padrone…oggi il padrone tornato presto" 

“Chiama mio figlio Winky, subito…voi restate nelle vicinanze” disse Crouch ai due uomini che lo avevano accompagnato.

Barty Crouch jr, l'orgoglio della famiglia, come lo definiva suo padre, arrivò insieme alla madre. Era un giovane dall'aspetto gradevole, sveglio e molto intelligente. Il suo sogno da piccolo era diventare un giocatore di Quidditch. Suo padre invece gli aveva già preparato una carriera ministeriale. 10 anni il padre e poi il figlio, era questo il sogno di Barty Crouch sr per la carica di Ministro della Magia.

“Padre, che vuoi?” chiese Barty jr, mentre Crouch sr sembrava pietrificato.

“Barty, caro, che cos'hai? Ti vedo strano" disse Priscilla Crouch al marito, baciandolo sulla guancia.

“Scopriti l'avambraccio” disse freddamente l'uomo al figlio, che si leccò le labbra e ciò non era di buon presagio per Barty sr, visto che ciò accadeva ogni volta che il giovane era nervoso per qualcosa.

“Ora" disse freddamente l'uomo al figlio, vedendo il temporeggiare di quest'ultimo.

Barty jr, vista l'insistenza paterna, si scoprì l’avambraccio destro ma non aveva nulla.

“Contento? Ora torno a leg…” 

“L'altro” disse Crouch sr al figlio, che cominciò ad agitarsi.

“Tesoro che cos'hai? Lascia stare nostro figlio, sei così severo con lui" disse Priscilla Crouch, tentando di stemperare la tensione creata.

Il giovane sollevò l'altra manica ed aveva una fasciatura. Barty Crouch sbiancò in viso, sentiva il suo incubo peggiore realizzarsi, ma Barty jr non sembrava per nulla a disagio.

“Una piccola ferita, niente di che" disse tranquillamente il giovane.

Crouch sr, deciso a smascherare il figlio, con la bacchetta sfilò dal braccio del figlio la fasciatura, che copriva non una ferita, ma il marchio nero.

Priscilla Crouch cadde svenuta, Barty sr invece rimase in piedi, pietrificato.

“Padre, posso spiegare, dammi una possibilità” cominciò a parlare il giovane, quando entrarono i due uomini che avevano accompagnato Barty sr a casa.

“Signor Crouch, tutto bene?” chiese il primo all'uomo, che non rispose.

“Padre, chi sono? Cosa vuoi fare?” 

“Arrestatelo” disse freddamente l'uomo ai due, che si rivelarono essere due Auror. Il primo immobilizzò le mani di Crouch jr con delle manette invisibili.

“Padre, tu non puoi farmi questo, tu non puoi, sono tuo figlio!!!” urlava Barty jr al genitore, che neanche lo guardò allontanarsi visto che corse a soccorrere la moglie.

“Io non ho figli" disse a bassa voce Crouch sr.

Winky, allarmata dalla scena, corse dal padrone.

“Signor padrone, perché Winky ha visto il padroncino portato via?”

“Perché ha commesso il peggiore dei crimini"

Fu l'ultima volta che Barty Crouch sr si considerò un padre, da lì in poi non avrebbe più avuto un figlio che lo avrebbe reso orgoglioso.

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Capitolo 19
*** 18 anni dopo: comincia la guerra ***



 

Severus Piton aveva mantenuto il giuramento fatto con Narcissa Malfoy: aveva ucciso Albus Silente e insieme a Draco si stava dirigendo a Villa Malfoy, nuova residenza e quartier generale dei Mangiamorte. 

“Cammina, veloce!” disse Piton a Draco, vedendolo andare lentamente.

Il ragazzo era visibilmente scosso e per il troppo tremare non riusciva a camminare.

“Tremi, Draco? Non eri così impaurito quando facevi i tuoi comodi con Tiger e Goyle" chiese Piton al ragazzo.

“Io non sto tremando, ho freddo"

“Freddo a giugno? Mi stai prendendo in giro?” 

Draco non rispose, sforzandosi di camminare, ma Piton non smise di parlare.

“Tanto coraggioso in branco quanto vigliacco davanti a un vecchio moribondo…ne conoscevo di gente c…” 

“Io non sono un vigliacco!” 

“Allora perché hai chiesto l'intervento della mammina?” 

“È stata lei a fare tutto!” 

“Perché sapeva che aveva un figlio incapace, come il marito…tanto forti coi deboli, mentre nei momenti decisivi perdete tutta la vostra arroganza" 

Draco voleva rispondere a Piton, ma non lo fece…infondo sapeva che l'insegnante aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso.

“Tu e tuo padre con la vostra codardia siete riusciti a riscattare ai miei occhi James Potter e Sirius Black. Loro si sono riscattati alla fine, voi due no…vigliacchi”

Piton avrebbe continuato ad esprimere il suo disprezzo verso Lucius e Draco Malfoy per ore, se non fossero già arrivati a Villa Malfoy, quartier generale di Voldemort.

“Mio Signore – disse Piton, inginocchiandosi al cospetto di Voldemort appena entrato – è fatta. Silente è morto" 

Voldemort sorrise e ordinò a Piton di alzarsi in piedi.

“Ottimo lavoro, Severus, eccellente…posso fidarmi di te adesso. Tuttavia questo compito lo affidai a Draco, se non sbaglio – disse Voldemort, scrutando Draco Malfoy, che non osava guardarlo in faccia, terrorizzato com'era – e Draco sapeva cosa sarebbe successo, se avesse fallito” 

Voldemort aveva ragione. Draco sapeva bene che il Mago Oscuro avrebbe ucciso prima lui e dopo i suoi genitori, ma non osò pronunciare nessuna parola, neanche supplicare.

“Il ragazzo è vero che non è riuscito ad eseguire il vostro compito, tuttavia ha avuto un ruolo determinante nel permettere ai mangiamorte di penetrare ad Hogwarts. Senza l'armadio svanitore che Draco ha aggiustato difficilmente Silente sarebbe morto” intervenne Piton con somma sorpresa del ragazzo.

Voldemort si avvicinò a Draco, scrutandolo negli occhi, come se gli stesse leggendo nella mente, ma poi tornò a sedere.

“Puoi andare” disse freddamente Voldemort a Draco che non perse tempo ad andarsene e corse da sua madre Narcissa. Era lontana dalla donna fiera ed orgogliosa che era, stava seduta sul letto dove dormiva insieme a Lucius, tremava e piangeva.

“Mi ha lasciato andare, mamma" disse Draco alla madre, che appena lo vide corse ad abbracciarlo. Draco raccontò nei dettagli cosa successe pochi minuti prima. Narcissa tornò a sedersi sul letto, muta.

La donna stimava Piton, gli era grata e non si era per nulla aspettata che l'uomo salvasse suo figlio.

“VOI DUE! GIÙ!” urlò Voldemort a Narcissa e Draco che ubbidirono immediatamente e scesero alla presenza dell’Oscuro Signore, che li guadava come se fossero gli esseri più ripugnanti che potessero esistere.

“Il cui presente Severus – disse Voldemort con freddezza – alla mia proposta di ricompensa mi ha chiesto di restituire la libertà a quell'incapace di Lucius. Io ho accettato.” 

Nell'ascoltare queste parole uscire dalla bocca di Voldemort, Narcissa cadde ai piedi del Mago Oscuro per ringraziarlo e riverirlo.

“Togliti – disse Voldemort alla donna spingendola via con un piede – detto ciò, Severus, meriti una ricompensa molto più grande della vita di un essere inutile come Lucius. Sarai preside di Hogwarts, quando riusciremo a prenderci il Ministero”

“Mio Signore, è un onore” disse Piton con voce gelida, come se nascondesse ciò che volesse dire in realtà.

 

Mentre Voldemort decideva le sorti della scuola di magia, nell'aldilà qualcuno osservava attentamente l'evolversi della situazione.

“Ne ha fatta di strada mocciosus, sarà preside visto quanto sono inetti al ministero!” disse Sirius col suo solito ghigno.

Insieme a lui c'erano Lily e James, che non espressero alcuna approvazione alla battuta dell'amico.

“Dunque per Piton ci siamo riscattati alla fine - disse James sorridendo – infondo mi rispettava” 

Lily invece sembrava felice, pur se preoccupata per la sorte e la missione gravosa che aspettava Harry. 

“Sirius, perché non lasci in pace Severus che è l'ultima speranza che ci rimane per sconfiggere Voldemort?” chiese una voce con tono di rimprovero.

Era Albus Silente, morto qualche ora fa. Era arrivato nell'aldilà con un poco di ritardo, non si sa perché, forse aveva incontrato qualcuno.

“Professore, ci dispiace che sia morto” disse Lily all'anziano, che non sembrava per nulla toccato dalla sua condizione di deceduto.

“Tranquilla, mia cara ragazza…sinceramente non mi aspettavo di superare gli 80 anni” 

“Sempre a difesa di Piton lei rimane, vedo" disse Sirius innervosito.

“Si, Sirius, salve anche a te. Io mi fido di lui ciecamente” 

“Anche se continua a fare l'amico con Narcissa?”

“Come ti dissi una volta, tratta come vuoi essere trattato. La signora Malfoy, con tutti i suoi difetti è sempre stata gentile con Severus, tu con lui no”

“Certo, sempre io sono il cattivo” sbottò Sirius.

Mentre James e Sirius discutevano su come Harry avrebbe sconfitto definitivamente Voldemort, Lily si avvicinò a Silente.

“Lily, cara…da quanto tempo non parlavamo…cosa vuoi chiedermi?”

“Pensa che Severus non cadrà nel vizio? È sempre stato molto ambizioso” chiese Lily, non nascondendo della preoccupazione.

“Nel modo più assoluto no…ho conosciuto un lato di Severus che lui ha tenuto nascosto a tutti, anche a se stesso” 

“Spero che lei abbia ragione…lo sapevo che lui mi amava…ma non ebbe la forza di cambiare.” 

Silente rimase stupito. Per quanto lui abbia sempre creduto di capire le persone nel profondo dell'anima, riconosceva che le questioni di amore non fossero un suo campo.

“Già…ciò insieme al fatto che determinò la tua morte lo distrusse...Non è cattivo” 

“Vorrei dirgli che lo perdono per tutto. Per come trattò me e Harry. Spero che possa voltare pagina quando finirà tutto"

Lily con una vena di tristezza rimase con l'anziano preside a controllare Harry, distrutto dalla morte di Silente. Tutti erano consapevoli che quella che si stava aprendo era una sfida decisiva che avrebbe determinato le sorti del mondo magico.

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Capitolo 20
*** Il principe diventa re ***




Erano passati tre mesi dalla morte di Silente. In questo lasso di tempo era anche caduto il Ministero della Magia, conquistato da Voldemort e dai suoi Mangiamorte.

Un nuovo anno, il più difficile, stava per iniziare ad Hogwarts. In attesa della nomina di un nuovo preside, la carica era stata assunta temporaneamente dalla professoressa Mcgranitt e fu proprio lei a tenere il discorso di inizio.
In genere la Sala Grande era rumorosa e gremita ma non quel giorno. Tutti erano tristi e silenziosi, anche perché con un decreto ministeriale erano stati espulsi tutti gli studenti nati babbani. Mancava Colin Canon insieme a suo fratello Dennis a portare allegria e mancava Hermione Granger che decise di seguire Harry. 
La professoressa Mcgranitt si alzò in piedi per tenere il discorso di inizio anno, ma senza che avesse fatto in tempo a cominciare a parlare, notò con terrore le porte della Sala Grande spalancarsi ed entrare con passo solenne Voldemort insieme ai Mangiamorte.
Bellatrix Lestrange passò vicino al tavolo dei Grifondoro e fece un occhiolino a Neville Paciock, che le rivolse uno sguardo colmo di odio, l'avrebbe anche attaccata se non l'avesse trattenuto Ginny.
Mentre Bellatrix Lestrange faceva una vera e propria sfilata, dietro al passo lento di Voldemort camminava Severus Piton, colui che quale mese prima uccise Silente. Tutti gli studenti lo guardavano con odio, tranne i Serpeverde, che guardavano l'insegnante con ammirazione. Solo Pancy Parkinson sembrava terrorizzata dalla scena a cui assisteva.
“Salve a tutti” esordì Voldemort, togliendo la parola alla professoressa Mcgranitt, che tuttavia non era per nulla spaventata dall’improvvisa apparizione del Mago Oscuro e dei suoi scagnozzi.
Nessuno rispose, neanche i Serpeverde, che sembravano i più estasiati della presenza del Signore Oscuro.
“Sto facendo il mio discorso di inizio anno, Tom" disse la Mcgranitt con estremo orgoglio.
“Non dovrai farlo tu, ma il nuovo preside…prego, Severus” disse Voldemort freddamente.
Tutti rimasero sorpresi, anche i professori presenti, mentre la Mcgranitt mantenne un atteggiamento composto, pur non nascondendo la sua rabbia.
“I Grifondoro non accettano un traditore come preside"
Con somma sorpresa dei presenti, Neville Paciock si alzò dal suo posto. Era diverso dal ragazzino impacciato e combina guai, era un uomo molto coraggioso, pronto a sfidare il più grande Mago Oscuro vivente. 
Voldemort guardò verso Neville, ridendo insieme ai Mangiamorte.
“Benissimo, caro Neville – disse Voldemort tranquillamente – Bellatrix, fai una bella pulizia" 
La Lestrange, insieme al marito e al cognato, sguainò la bacchetta e stessa cosa fecero tutti i Grifondoro, consapevoli di non avere più nulla da perdere.
“No! Se uccidi loro dovrai uccidere prima me!” disse la Mcgranitt, correndo verso il tavolo dei Grifondoro armata di bacchetta.
“Mio signore – intervenne Piton per la prima volta da quando era entrato – consiglio di essere clemente, non sono abituati al nuovo regime. Paciock poi è purosangue…”
Voldemort pensò attentamente, indeciso su come procedere e rimase in silenzio per alcuni secondi, mentre la Mcgranitt era pronta a difendere i suoi studenti.
“Severus ha ragione…sarò clemente questa volta ma non vi abituate. Bene, tornando alle presentazioni, vi comunico inoltre che Amycus Carrow sarà il nuovo insegnante di Arti Oscure, nuova bellissima materia, mentre Alecto Carrow insegnerà Babbanologia.”
Voldemort disse questo con estrema gioia, quasi sadica. Tutti gli altri studenti si mostrarono preoccupati, tutti tranne i Serpeverde, che applaudirono calorosamente l'annuncio del Mago Oscuro.
“Tom – disse Lumacorno, trovando la forza di parlare – cosa sei diventato?” 
“Professore, eccola qui. Era lei che mi voleva vedere nel Ministero e l'ho preso…di cosa si lamenta?” 
“Tom…redimiti, fai ancora in tempo…o anche voi…Bellatrix, eri così brava…cambia, ti prego" 
Le parole di Lumacorno generarono l'ilarità dei Mangiamorte e di Voldemort, che lo derisero, mentre gli altri lo guardarono con enorme disappunto.
“Se vuole può unirsi a noi, potrebbe piacerle” disse Voldemort, guardando con i suoi occhi rossi Lumacorno, che sembrò intimorito da quello sguardo.
“Hai ucciso la migliore studentessa che io abbia mai avuto…non potrei mai unirmi a voi" 
Tra le risate dei Mangiamorte, Lumacorno tacque, sconvolto e impaurito dalle novità che stavano avvenendo ad Hogwarts. Piton si accomodò al posto del preside, lì dove fino un anno prima sedeva Albus Silente.
Nulla sarebbe più stato ad Hogwarts come prima.
Mentre tutti gli studenti di Hogwarts si congedarono per andare a dormire, o perlomeno provarci, Piton entrò nell'ufficio del preside. Nell'uomo c’era una tempesta di emozioni: si sentiva contemporaneamente orgoglioso, ma dall'altra parte desideroso di andare a sfidare Voldemort oppure uccidersi.
Piton si sedette sulla sedia del preside e mise sulla scrivania una foto di Lily, sorridente e felice.
“Presto ci rivedremo, Lily" 
Piton, stanco e provato dall'ultimo difficile periodo, si sedette, quando qualcuno chiese di essere ricevuto.
“Entrate" 
Erano i fratelli Carrow, soddisfatti dai recenti eventi che li hanno portati a diventare nuovi insegnanti di Hogwarts.
“Severus, dovresti nominare i nuovi vice e i capiscuola…suggerisco Goyle e Tiger, mentre noi come vice…che ne pensi?” chiese Amicus Carrow a Piton, che neanche lo guardò negli occhi.
“Voi sarete i vice mentre Paciock e Ginny Weasley saranno i capiscuola” 
“Severus, Paciock e la traditrice del sangue capiscuola? Sei diventato matto?” intervenne Alecto Carrow, stupita tanto quanto il fratello della decisione di Piton.
“Il Signore Oscuro mi ha nominato preside e solo a lui devo spiegazioni, o sei così sciocca da contraddirlo?” 
Alecto Carrow guardò Piton nei suoi occhi neri con uno sguardo terrorizzato, ma decise di non continuare a protestare.
“Certo che no…scusami”
“Da adesso mi chiamerete preside Piton…sapete dove si trova la porta” disse Piton con freddezza ai due fratelli, che, per evitare guai peggiori, se ne andarono alla fretta.
“Penso che sarai un preside molto valido, Severus” parlò il quadro di Albus Silente, che in apparenza dormiva.
“Non lo sarò a lungo, il minimo indispensabile” 
“Come vuoi…quel poco che lo sarai basterà affinché tu sia ricordato tra i più grandi”
“Più grande di Albus Silente, colui che assume lupi mannari?” disse Piton con disprezzo al quadro di Silente, che non si scompose minimamente.
“Esatto, più di me” 

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Capitolo 21
*** Una lezione speciale ***



 

Hogwarts, dopo l'insediamento dei Carrow, era cambiata: furono reintrodotte le punizioni corporali, legalizzata la Maledizione Cruciatus sugli studenti e promosso l'insegnamento della Magia Oscura. 

Piton invece non compariva quasi mai e, quelle poche volte che lo faceva, era per limitare la ferocia dei Carrow. Il resto del tempo lo passava rinchiuso nel suo ufficio a seguire i movimenti di Harry, Ron e Hermione tramite il ritratto di Phineas Nigellius. In quel periodo così buio per Hogwarts solo la McGranitt rimaneva contraria a quel regime, ma per evitare uccisioni aveva deciso di non esporsi né lei né gli studenti. Le sue lezioni di Trasfigurazione erano diventate un modo per raccogliere adesioni all'Esercito di Silente in attesa di tempi migliori per rovesciare il regime.

Quel giorno si sarebbe tenuta di primo mattino Arti Oscure con Grifondoro e Serpeverde.

“Cosa pensi che si inventerà Amycus questa volta?” chiese Neville a Ginny, mentre si stava vestendo.

“In una settimana hanno dato il peggio di loro, manca soltanto una lezione di Bellatrix Lestrange”

“Quanto la vorrei uccidere” disse Neville mordendosi le labbra per la rabbia.

Ginny e Neville furono gli ultimi ad entrare in classe e videro ciò che mai avrebbero voluto: Bellatrix Lestrange era presente in classe insieme ad Amycus Carrow e scherzava amabilmente con Tiger e Goyle.

“Neville – disse Dean Thomas all'amico, vedendolo immobile che guardava Bellatrix con sguardo omicida – calmati, la Mcgranitt ha detto di non esporci” 

Neville, anche se a malincuore, seguì il consiglio dell'amico e si mise insieme agli altri Grifondoro, in silenzio.

“Richiedo silenzio, la signora Lestrange ha gentilmente accettato la mia richiesta di tenere una lezione sulla Maledizione Cruciatus…” disse Amycus Carrow, venendo interrotto da Ginny.

“Abbiamo già fatto questo argomento”

“Non con la professoressa Lestrange…sei pregata di stare in silenzio, se non vuoi diventare la nostra cavia…prego, professoressa” 

Bellatrix Lestrange assunse la classica posa dell'insegnante severa e cominciò a spiegare gli effetti della Maledizione Cruciatus, come se nessuno li conoscesse. Vedendo Neville già nervoso e furibondo per la sua presenza, fece l'esempio dei coniugi Paciock e la donna raccontò nel dettaglio le circostanze della tortura che fece perdere la ragione ai due grandi Auror.

“Neville, calmo" disse Ginny all'amico, vedendolo rosso di rabbia.

“E adesso…vediamo chi vuole farsi volontario…vieni, Neville Paciock, e mettiti davanti a me" disse Bellatrix con un sorriso sadico, mentre Goyle e Tiger si fecero immediatamente volontari per sperimentare la Maledizione Cruciatus.

“Lei non può farlo…non può usare la Maledizione Cruciatus su uno studente” insorse Ginny furibonda. Bellatrix la guardò sorridente, per poi cambiare immediatamente espressione.

“Avada Kedavra” 

L'Anatema Che Uccide mancò Ginny per un soffio, solo perché Dean la spinse a terra in modo tempestivo. Neville estrasse la bacchetta per sfidare Bellatrix, ma davanti alla donna si misero Tiger e Goyle.

“Crucio” dissero con decisione entrambi. Neville cadde a terra in preda a forti e dolorosi spasmi e stessa sorte toccò a Ginny e Dean, che provarono a difenderlo, mentre gli altri Grifondoro erano terrorizzati dalla paura. I Serpeverde invece, tranne Pancy Parkinson e le sorelle Greengrass, intonavano cori da stadio.

“Che cosa significa tutto questo casino? Le urla si sentono fino al mio ufficio” 

Era Piton, che arrivò in classe visibilmente alterato e vide Ginny, Dean e Neville stramazzati al suolo.

“Esigo spiegazioni” disse Piton scandendo ogni lettera. Luna Lovegood, l'unica che non sembrava in apparenza ostile al nuovo preside, gli si avvicinò e spiegò quanto successo.

Piton, dopo aver ascoltato le parole della ragazza, si avvicinò di scatto a Bellatrix Lestrange e la afferrò per i capelli e i vestiti.

“Piton…come osi…mi fai male…Piton…lasciami…il Signore…” 

“Il Signore Oscuro mi ha dato carta bianca sulla gestione e non mi risulta di aver richiesto la tua presenza. Fuori!” disse freddamente Piton, spingendo Bellatrix fuori dall'ingresso della classe.

“Tiger e Goyle in punizione, Amycus, il Signore Oscuro sarà informato della tua insubordinazione” 

“Preside, no…aspetti…il Signore Oscuro no…”

“Portateli in infermeria” disse Piton andando via, senza dare tempo a Carrow di finire le sue suppliche.

Cinque minuti dopo che Neville, Dean e Ginny furono portati in infermeria, arrivò di corsa la Mcgranitt, preoccupata e in preda alla preoccupazione per i tre.

“Quel maledetto si è superato invitando quella squilibrata, non vedo l'ora di mettere le mani addosso a quelli” 

Ginny, Dean e Neville restarono interdetti dalla rabbia della professoressa, che in genere non dava mai sfogo alle sue emozioni. Ginny raccontò all'insegnante dell'arrivo di Piton, che non toccò minimamente la donna.

“Lotta di potere, ecco perché è intervenuto quel traditore maledetto”

Mentre la McGranitt rimase tutto il giorno con i tre in infermeria, Piton tornò nel suo ufficio adirato.

“Severus – parlò il quadro di Silente – sembri arrabbiato…successo qualcosa?”

“Amycus Carrow ha fatto venire Bellatrix Lestrange, che ha torturato tre studenti” disse Piton buttandosi sulla sedia.

“La situazione si fa complicata, è una fortuna la tua presenza ad Hogwarts in questo periodo buio” 

“Maledetto il giorno che ho accettato questo incarico, avrei dovuto buttarmi insieme a te dalla Torre” disse Piton con stanchezza, visibilmente esausto.

“Sarebbe stata una cosa sciocca da fare, devi aiutare Harry nella sua missione” ammonì duramente il quadro di Silente.

“È per questo che sono qui"

“Lily te ne sarà grata”

“Non mi importa della sua gratitudine, voglio che tutto ciò finisca al più presto”

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Capitolo 22
*** La doppia faccia del preside ***



 

La situazione ad Hogwarts nei mesi seguenti si mantenne stabile. I Carrow non invitarono più Bellatrix alle loro lezioni, ma in compenso facero ampio uso di torture corporali, tra i quali frustate con catene, calci, pugni e in alcuni casi lasciavano gli studenti appesi per i polsi al soffitto. Ormai era giunta Pasqua e ad Hogwarts era stata rapita Luna Lovegood per intimidire suo padre, acceso nemico dei Mangiamorte.

Piton si faceva vedere il meno possibile, giusto per moderare la ferocia dei Carrow quando esageravano. Quel giorno invece proibì a chiunque di entrare nel suo ufficio. Quando l'uomo impedì l'ingresso in presidenza con formule magiche, invitò l’ospite a sedersi.

“Quali novità mi porti su Potter, Narcissa?” 

“È salvo – disse l'ospite che si rivelò essere Narcissa Malfoy – abbiamo fatto come hai detto, non abbiamo ostacolato particolarmente la loro fuga” 

“Ci sono morti?” 

“Solo l'elfo”

“Granger?” chiese Piton preoccupato, senza tuttavia tradire emozione alcuna.

“Bellatrix l'ha torturata ma è uscita senza danni…la nata babbana ha una pelle dura” 

“Non chiamarla in questo modo” disse bruscamente Piton alla donna che sobbalzò, non aspettandosi una tale reazione.

“Bene…senza Hermione Granger, Potter non saprebbe nemmeno mettersi un paio di mutande nuove…puoi andare" 

“Severus, Dr…”

“Se tuo figlio è ancora vivo è merito mio, di certo non tuo né di Lucius” 

Narcissa Malfoy se ne andò, non volendo entrare in ulteriori discussioni con Piton, lasciando il preside da solo con i suoi pensieri. 

Il giorno dopo i Carrow si superarono, visto che nell’ennesima lezione sulla Maledizione Cruciatus portarono un gruppo di ragazzini del primo anno, impauriti e terrorizzati, come se sapessero ciò che li attendeva.

“La lezione odierna tratterà la maledizione Cruciatus” disse con un tono di sadico piacere Carrow, generando nei ragazzini del primo anno un terrore visibile negli occhi.

“I Grifondoro si rifiutano di assistere alla lezione" disse Neville, consapevole di non poter aiutare i bambini ma deciso insieme ai suoi compagni di non assistere a tale orribile spettacolo.

“Benissimo Paciock, dopo la lezione nel mio ufficio, tutti quanti” disse Carrow, permettendo a tutti i Grifondoro di uscire dalla classe.

Tempo qualche minuto e cominciarono a sentirsi le urla strazianti dei ragazzini del primo, torturati dai Serpeverde.

“Non lo possiamo permettere!” protestò Ginny, venendo fermata da Neville. Lavanda Brown invece perse i sensi a causa delle urla che si sentirono fuori dalla classe.

“Perché non siete a lezione?” chiese una voce fredda.

Era Severus Piton con la sua solita espressione distaccata che osservava i Grifondoro assiepati fuori dalla classe.

“Non sono affari che la riguardano” disse Neville, guardando con disgusto il preside.

“Paciock, hai abbastanza problemi con i Carrow…non ti conviene averne anche con me, non ti è bastata la gita nella Foresta Oscura?” 

Neville voleva aggredire fisicamente Piton, ma si trattenne per non mettere nei guai tutti i suoi compagni.

“Cosa sono queste grida?” chiese Piton, sentendo anche lui le urla strazianti dei ragazzini del primo anno.

“Carrow sta torturando gli studenti del primo anno…faccia qualcosa” disse Ginny, stupita anche lei dalla sua supplica.

“Faccia qualcosa, signore” la corresse Piton, prima di entrare nella classe e vedere gli studenti del primo anno in preda a dolorosissimi spasmi.

“Vedo che lei continua arbitrariamente a fare ciò che ritiene opportuno, professor Carrow” disse Piton, posizionandosi davanti ai bambini del primo anno. I Serpeverde che si stavano divertendo a torturare riposero le proprie bacchette, mentre Amycus Carrow tradiva preoccupazione.

“Preside, stavo insegnando…”

“Come torturare ragazzi del primo anno. È mai passato per la sua poco brillante testa che torturando studenti del primo anno li allontani dall’Oscuro Signore?” 

Carrow rimase in silenzio, ma non osò controbattere, preferendo guardare il pavimento.

“La lezione è terminata…qualcuno porti questi studenti in infermeria” disse Piton, uscendo di fretta dall'aula.

“È la seconda volta che ci tira fuori dai guai” sussurrò Ginny a Neville.

“L’hai sentito no? È per non togliere potenziali servi a Voldemort” 

Neville e Ginny accompagnarono gli studenti in infermeria da Madama Chips, che non trattenne la sua indignazione, anche se praticamente ogni giorno arrivava qualcuno uscito malconcio dalle lezioni dei Carrow, ogni volta che Piton non riusciva ad intervenire.

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Capitolo 23
*** Un servizio letale ***



 

“Severus, Harry è tornato, è a Hogwarts” disse il quadro di Silente a Piton. L'attuale preside aspettava con ansia il ritorno di Harry a Hogwarts e le parole di Silente erano musica per le orecchie.

“Cosa vuoi fare, Severus?”

Piton non rispose al quadro dell'anziano preside, non sapendo neanche lui cosa avesse intenzione di fare.

“Devi aspettare che Voldemort protegga Nagini”

“Lo so"

Piton uscì dall'ufficio, prendendo la foto di Lily che aveva sul tavolo, come se non avesse più intenzione di tornare e notò i Carrow assenti.

“Dove sono i Carrow, Minerva?”  chiese Piton, vedendo la McGranitt insieme a un gruppo di studenti.

“Non lo so, Severus…come mai mi fai questa domanda?”

“Credevo che fossero insieme a te come al solito”

“Credevo che Alecto avesse catturato un intruso”

Piton in quel momento vide Harry e puntò la bacchetta contro di lui, ma fu anticipato dalla Mcgranitt che con un movimento di bacchetta fece comparire un cerchio di fuoco intorno al preside. Dopo un acceso duello nel quale intervennero anche la professoressa Sprite e il professor Vitious, Piton saltò fuori dalla finestra.

“VIGLIACCO!!!” urlò la professoressa Mcgranitt.

Mentre terminava la presidenza di Severus Piton a Hogwarts, nella Stamberga Strillante c'erano Voldemort, Nagini e Lucius Malfoy, col volto tumefatto. Il serpente invece era protetto in un guscio trasparente.

“Mio Signore…mio figlio…”

“Non mi importa nulla di tuo figlio, Lucius, se lui è morto non è colpa mia" disse con freddezza Voldemort all'uomo, il quale ormai era soltanto l'ombra del potente mago che era.

“Non…sarebbe più prudente…sospendere la battaglia, mio Signore?” chiese Lucius Malfoy a bassa voce, terrorizzato dalla presenza contemporanea di Voldemort e Nagini.

“Vai a chiamare Piton, ora”

“Piton…mio Signore?”

“Si, Piton…sei sordo? Devo chiedergli di svolgere un incarico per me…veloce”

Mentre Lucius Malfoy usciva alla svelta dalla Stamberga Strillante, Voldemort guardò Nagini.

“Peccato doverlo fare con un servo così valido…ma capisci? Devo farlo se voglio essere proprietario della bacchetta di Sambuco…se solo avesse lasciato fare al figlio di Lucius…lo avrei ucciso a mani nude insieme al padre e alla madre”

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Capitolo 24
*** Verità nascoste ***




“Professor Silente…Piton sarà ucciso?”
Mentre Voldemort decideva il da farsi con Piton, nell’aldilà la situazione era seguita con attenzione da tutti coloro che erano deceduti lottando il lato oscuro.
“Non lo so, James. Può salvarsi se rivelerà a Tom chi è il vero proprietario della bacchetta di Sambuco”
“Ma lui non lo farà…altrimenti Voldemort deciderà di prendersela con Draco Malfoy…Severus è sempre stato un tipo di parola” disse Lily triste, consapevole anche lei di ciò che sarebbe accaduto.
“In tal caso la sorte del nostro buon amico è segnata e sono il primo a dispiacermi” disse amareggiato Silente.
“Piton non sarà così scemo da morire per quei viscidi…non è così idiota" intervenne anche Sirius.
“Severus, che tu voglia ammetterlo o no, è sempre stato rispettato e tenuto in alta considerazione presso i Malfoy...Non mi sorprende la sua probabile scelta”
Queste parole di Silente furono profetiche, perché nelle vicinanze della Stamberga Strillante Piton guardava nel cielo, come se fosse rassegnato al suo destino.
“Severus…vieni…vuole parlare con te" disse Lucius Malfoy con il suo solito tono di voce spaventato.
“Lucius…cosa ti è successo? Col mio disinteresse verso la cura dell'aspetto esteriore sono messo decisamente meglio di te" disse Piton a Malfoy col suo solito tono tanto ironico quanto tagliente.
“Sai benissimo cosa è successo…non ti ci mettere anche tu"
Piton non rispose e senza guardarsi dietro si incamminò verso la Stamberga Strillante, dove lo stava attendendo Voldemort insieme a Nagini. A Piton venne un nodo in gola simile alla paura, ma non indietreggiò, vedendo il serpente protetto, proprio come diceva Silente.
“Mio Signore, desideravate vedermi?” disse freddamente Piton.
Voldemort si girò e dopo aver guardato Piton dritto negli occhi, si avvicinò a quest'ultimo.
“Severus, sempre molto tempestivo…”
“Mio Signore, se volete punirmi per la caduta di Hogwarts sono pronto ad accettare qualsiasi vostra decisione”
“Oh no…non questo…voglio misurare la tua lealtà”
Piton non sapeva a cosa si riferisse, ma mantenne comunque la calma.
“Vedi Severus…devi aiutarmi a diventare il proprietario della bacchetta di Sambuco…solo tu puoi" disse Voldemort con una voce tranquilla, forse troppo.
“Mio Signore…già lo siete…avete la bacchetta in m…”
“Ma non lo sono, è questo il problema…io ho preso la bacchetta da Silente ma non l'ho sconfitto in duello”
Il volto di Piton era bianco cadaverico e non faceva trasparire alcuna emozione, come se già sapesse cosa lo aspettava.
“Mio Signore…permettetemi di portarvi il ragazzo…non avete paura che lui venga ucciso accidentalmente?”
“Ho dato direttive ai Mangiamorte di uccidere i suoi amici, non lui…tu mi servi qui…sei abbastanza intelligente da capire ciò che io devo fare adesso”
“Mio Signore…permettetemi prima di portare il ragazzo da voi"
“La bacchetta di Sambuco appartiene a chi ha sconfitto Silente…sei stato tu ad ucciderlo”
“Mio Signore – intervenne Piton con voce fredda – appartiene a voi e soltanto a voi…avete già fatto grandi cose con essa"
“Cose normali – disse Voldemort con voce gelida – insignificanti per un grande mago oscuro come me…fino a quando vivrai la bacchetta non sarà mai mia"
“Mio Signore” protestò Piton, sollevando la bacchetta.
Voldemort fece altrettanto…ma non scagliò l'Anatema Che Uccide contro Piton, ma fece muovere il guscio verso Piton, imprigionandolo fino alle spalle.
“Uccidi” disse in serpentese il mago oscuro.
In meno di un attimo le zanne del serpente si conficcarono nella gola di Piton, che non poté fare altro che emettere un grido soffocato.
“Mi dispiace – disse Voldemort a Piton quando cadde al suolo – ma solo io posso essere immortale, nessun altro”
Quando Voldemort se ne andò, Piton giaceva immobile, rassegnato al fallimento della sua missione per non aver avvertito in tempo Harry del suo destino. Ma proprio quando tutto era perduto, qualcuno entrò nella Stamberga Strillante.
Era Harry che spalancò la porta dell'edificio ed entrò insieme ad Hermione e Ron nella Stamberga Strillante. Harry, non sapendo neanche lui perché, si avvicinò al corpo morente di Piton e notò che dalle ferite causate da Nagini non usciva più sangue, ma un qualcosa di trasparente.
“P…prendi e vai al pensatoio” disse l'uomo a Harry, che tentava di tamponare le ferite alla gola di Piton.
Hermione dal nulla fece apparire una fiala e con essa Harry raccolse la sostanza che usciva dalla gola di Piton. Quest'ultimo prese Harry per la camicia e lo guardò negli occhi.
“Hai gli occhi di tua madre…Guardami”
Furono queste le ultime parole pronunciate da Piton, visto che subito dopo morì, chiudendo gli occhi per sempre.
“Harry…Non vorrai dargli retta?” chiese Ron all'amico, mentre Hermione era senza parole, traumatizzata dalla scena a cui aveva assistito.
Harry però decise di dare retta a Piton, curioso com'era di capire il motivo delle ultime azioni dell'ex preside. Nell'ora concessa da Voldemort, Harry dopo aver visto i ricordi di Piton, capì tutto: Silente lo aveva cresciuto consapevole che sarebbe dovuto morire, Piton amava sua madre e fino alla fine visse e agì per vendicare Lily.
Consapevole della missione che lo attendeva, prima di mettersi il mantello dell'invisibilità, chiese ad Hermione di rendere noto a tutto il mondo magico il contenuto dei ricordi di Piton e la verità sulla fine di Regulus Black. Mentre la ragazza andò a consolare i Weasley per la perdita di Fred, Harry decise di andare nella Foresta, senza dire addio a nessuno, per salutare la morte come una vecchia amica.

 

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Capitolo 25
*** La vittoria di Pirro ***



 

“Oh ecco Harry…Ti sei fatto attendere" disse Voldemort con la sua classica voce fredda ma al tempo stesso soddisfatta.

“Mamma, papà…non mi abbandonate…ho paura” disse Harry a bassa voce ai fantasmi dei genitori, di Sirius e di Remus, riportati in vita dalla Pietra della Resurrezione.

“Noi rimarremo con te…fino alla fine” 

“Harry! Vattene!” urlò Hagrid appena vide il ragazzo.

“Tranquillo…Harry tra poco se ne andrà e lo porterai tu, Hagrid" disse Voldemort, puntando la bacchetta contro Harry.

“Addio Harry Potter…ho vinto io…Avada Kedavra" 

Dalla bacchetta di Voldemort uscì un lampo di luce verde accecante che lo colpì in pieno, generando un'esplosione che tramortì anche il Mago Oscuro e entrambi caddero.

“Mio Signore…Mio Signore…” gridava Bellatrix disperata, non vedendo Voldemort muoversi.

“Togliti di torno” disse Voldemort, respingendo la donna bruscamente qualche secondo dopo essersi ripreso.

“Tu…vai a vedere se il ragazzo è morto" disse il Mago Oscuro a Narcissa Malfoy, che non poté fare altro che ubbidire.

“Ma bene…le sorti della guerra nelle mani di quella…” disse Sirius colmo di rabbia e delusione, mentre vedeva la cugina avvicinarsi a Harry.

“Sirius – intervenne Lily con tono di rimprovero – tu non capirai mai cosa prova una madre” 

“Però è ancora carina anche se vecchia -  disse James ottenendo uno scappellotto piuttosto energico da Lily – da quando sei gelosa?” 

“Non sono gelosa – disse Lily tra le risate di Sirius e Remus - ti stavo rimproverando” 

Il siparietto terminò qualche secondo dopo, quando Narcissa si avvicinò a Harry e gli mise una mano sul petto.

“Draco è al castello? È vivo?” disse sottovoce la donna, tra lo sguardo sbigottito di Sirius che era vicino a Harry.

“Si" mormorò il ragazzo alla donna, che strinse la mano nel suo petto, ma poi mollò la presa.

“Morto"

Voldemort rise dalla gioia mentre i Mangiamorte esplosero in un boato, Bellatrix invece correva e saltava intorno a Voldemort felice.

“Perché ha mentito quella?” chiese Sirius agli amici, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.

“Perché prima di essere la serva di Voldemort è una madre…le importa soltanto di suo figlio" disse Lily.

Voldemort non si accontentò di vedere Harry immobile, decise di torturarlo, di farlo volare da altezze considerevoli dopo averlo alzato in aria con la bacchetta, il tutto mentre tutti i Mangiamorte esultavano, tutti tranne i Malfoy che sembravano paralizzati dal terrore, e Hagrid che guardava la scena senza esprimere alcuna emozione.

“Festeggia maledetto, festeggia prima di venire sconfitto una volta per tutte" disse James, stringendo i pugni colmo di rabbia.

“Prendilo” ordinò Voldemort a Hagrid, che si avvicinò con il volto rigato dalle lacrime al corpo di Harry e lo prese in braccio. Mentre Voldemort insieme ai Mangiamorte si avviava a tornare ad Hogwarts, i Malfoy erano dietro a tutti e parlavano senza farsi sentire.

“Non ti rendi conto di quello che hai fatto Narcissa. Quello ucciderà prima Draco e poi noi" disse Lucius Malfoy alla moglie, entrambi con gli occhi rivolti al terreno.

“Non mi importa di noi, mi importa che Draco stia bene”

“Io non mi fido di lui, potrebbe averci mentito…”

“È la nostra ultima speranza di uscire vivi da tutto ciò, tutti insieme…o lui o la morte" disse Narcissa.

“Legilimens” disse Lucius sottovoce, usando un incantesimo senza bacchetta, dopo essersi avvicinato al corpo di Harry con estrema cautela. L'uomo, nell’entrare nella mente di Harry, vide tutto ciò che voleva, e forse anche di più: vide Harry che salvò la vita a Draco e che quest'ultimo era sano e salvo, scoprì la verità sulla fine di Regulus Black e vide anche il contenuto dei ricordi di Piton, scoprendo la verità sulla fine di Silente.

“Draco è vivo, e ci siamo guadagnati la libertà se quello morirà” disse Lucius nell'orecchio della moglie che sussultò, sollevata per aver scoperto che il figlio era effettivamente vivo.

“Bellatrix, Rodolphus e Rabastan – disse Voldemort ai Lestrange, che erano tutti vicino al Mago Oscuro – Lord Voldemort promise di premiare la vostra fedeltà e Lord Voldemort mantiene le sue promesse"

“Il premio ideale è avervi visto vincere, mio Signore”

“Però voglio premiarvi ulteriormente…Bellatrix, sarai la nuova preside di Hogwarts, Rodolphus e Rabastan, sostituirete quei due inetti dei Carrow" 

I Lestrange si fermarono e si inginocchiarono al cospetto di Voldemort, che fece immediatamente cenno di alzarsi, non avendo finito di parlare.

“Hogwarts inoltre sarà il nostro nuovo quartier generale, pertanto quella che una volta si chiamava Villa Malfoy, da adesso si chiamerà Villa Lestrange…la regalo a voi" 

Mentre i Lestrange crollarono al cospetto del Mago Oscuro colmi di gratitudine, i Malfoy guardarono la scena con odio, desiderosi di uccidere tutti quanti. Narcissa teneva Lucius per un braccio per non rovinare tutto.

“Dimenticavo dei nostri viscidi Malfoy – disse Voldemort, sorridendo – Lucius, tu e tuo figlio sarete i nuovi guardiacaccia al posto di Hagrid che ucciderò, Narcissa tu invece sarai la custode di Hogwarts al posto di Gazza, che sarà ucciso anche lui"

“Grazie mio Signore, è un onore” disse Narcissa immediatamente, non vedendo Lucius rispondere, ferito nel suo orgoglio.

“Lucius, non ti vedo molto contento, preferisci la morte? Se vuoi ti accontento” disse Voldemort, non soddisfatto delle umiliazioni inferte a colui che era un suo servo di fiducia.

“No…mio Signore…è un…onore” disse l'uomo, stringendo i pugni per la rabbia.

Le umiliazioni inferte ai Malfoy non durarono ancora molto, visto che Hogwarts era vicina, a pochi passi. Voldemort, con aria solenne, seguito da Hagrid con in braccio Harry e dai Mangiamorte, ordinò al mezzo gigante di adagiare il corpo di Harry sull'erba, mentre dal castello uscivano i membri dell’Ordine sopravvissuti.

“Harry Potter…è morto"

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Capitolo 26
*** Vittoria ***



 

I sopravvissuti uscirono dal castello dopo aver sentito l'arrivo dei Mangiamorte e di Voldemort. Tutti caddero nella disperazione vedendo il corpo di Harry poggiato sul suolo, apparentemente senza vita. La McGranitt, nell'incredulità generale, emise un urlo disperato che fece sentire male Harry, che nulla poteva fare per consolare l'insegnante. 

“Morto…è morto!” disse Voldemort eccitato sollevando le mani in cielo. Tutti i Mangiamorte scoppiarono in un boato e Bellatrix Lestrange evocò il Marchio Nero.

“È morto scappando e chiedendo di essere ucciso e Lord Voldemort lo ha accontent…”

“Bugiardo!” urlò qualcuno.

Era Neville Paciock, ferito e provato dalla battaglia, determinato più di tutti a combattere, fino alla fine. Voldemort sorrise malignamente e fissò Neville ridendo.

“Chi sei, coraggioso oppure sciocco ragazzo?”

“Neville Paciock…il figlio degli Auror” disse Bellatrix Lestrange divertita.

“Purosangue…appartieni a una nobile stirpe…che ne dici di unirti a me? Hai dimostrato coraggio e intraprendenza, mi piacciono Mangiamorte così”

Neville guardò prima il corpo esanime di Harry e subito dopo Voldemort, dritto negli occhi, colmo d'odio.

“Peccato, vorrà dire che torneremo ai piani originali…” disse Voldemort fingendo di essere dispiaciuto. Con un movimento brusco della bacchetta, nelle mani del Mago Oscuro arrivò volando il cappello parlante, mentre Neville cadde a terra, immobilizzato da Voldemort. 

“Non ci sarà mai più nessun smistamento, nessun sanguemarcio profanerà questo luogo magico…da adesso l'unica Casa sarà quella dei Serpeverde” disse Voldemort indossando in testa a Neville il cappello parlante.

“Vediamo il coraggio del nostro Grifondoro” disse Voldemort con un sorriso malvagio, dando fuoco al cappello parlante. Mentre Neville si contorceva dal dolore, tutti i Mangiamorte ridevano, tutti tranne i Malfoy che guardavano in direzione dei sopravvissuti in cerca di Draco.

Mentre Voldemort si avviava ad uccidere Neville, tra l'orrore dei sopravvissuti si sentirono degli strani rumori, di zoccoli e di versi poco umani.

“HAGGER! HAGGER!” era Grop, che avvicinandosi a passo pesante a Hogwarts, chiamava Harry ed era seguito dai Thestral e da altre creature magiche, tra le quali l'ippogrifo Fierobecco.

I Mangiamorte reagirono con un urlo di paura e provarono a caricare Grop, ma furono respinti in massa da una pesante manata. Approfittando del casino che si era formato e dalla distrazione di tutti, Harry si infilò il mantello dell'invisibilità.

“HARRY! DOV'È HARRY!” urlò Hagrid.

In tutto il caos che si era formato, Neville si liberò dell'incantesimo pietrificante ed estrasse dal cappello in fiamme un qualcosa di luccicante: la spada di Grifondoro.

Mentre Voldemort, distratto dal caos che si era formato e dai Mangiamorte che volavano da ogni parte presi a calci da Grop, Neville con un potente fendente tagliò la testa a Nagini, che cadde morta.

Voldemort appena vide il serpente decapitato, urlò colmo di rabbia, mentre le sue pupille si dilatarono e provò ad uccidere Neville.

“Protego” disse Harry, parando l’incantesimo letale di Voldemort contro Neville, il quale aspettandosi la morte imminente si stupì di essere ancora in vita.

“TORNATE QUI! LUCIUS, NARCISSA! COMBATTETE!” urlò all’improvviso Bellatrix Lestrange.

I Malfoy con una spinta si erano liberati dai fratelli Lestrange e, senza guardarsi dietro, correvano chiamando ad alta voce Draco. I due genitori, dopo aver evitato le maledizioni scagliate dai Lestrange, ritrovarono il figlio, nascosto nelle vicinanze della Sala Grande.

“Cosa succede?” chiese Draco sentendo il boato di coloro che erano fuori.

Erano gli elfi domestici, guidati da Kreacher che colpivano i Mangiamorte alle gambe con pugnalate alle gambe.

“Colpite e lottate per il mio padrone, vincete per ricordare il prode Regulus!” gridava Kreacher, mentre gli elfi caricavano le orde dei Mangiamorte.

Ma non solo gli elfi lottavano. Hagrid, Lumacorno, Vitious, tutti combattevano. Bellatrix Lestrange invece se la stava vedendo con Molly Weasley dopo aver quasi ucciso Ginny. Solo i Malfoy non lottavano, per loro la guerra era conclusa.

Qualche minuto dopo accadde l'impensabile: Molly Weasley, furiosa per le derisioni della morte di suo figlio Fred, aveva sconfitto e ucciso Bellatrix Lestrange, che cadde a terra ancora sorridente.

Voldemort, feroce per la morte della sua serva più leale, decise di punire Molly Weasley con la vita.

“È mia! La ucciderò io! Avada Kedavra!” 

L'anatema che uccide non colpì la donna, perché Harry si sfilò il mantello e ruggì:

“Protego!”

Tutti i presenti esultarono nel vedere Harry ancora vivo e la McGranitt addirittura si commosse.

“Ciao Tom"

Voldemort spalancò gli occhi, non aspettando di vedere la sua nemesi ancora in vita, ma faticosamente riprese il controllo.

“Harry Potter...con quanti altri amici si farà scudo il nostro eroe?” 

Harry, dopo aver respinto i tentativi di aiutarlo da parte degli altri studenti, decise di rimanere calmo.

“Hai perso, Tom…Non potrai più uccidere nessuno"

“Ma davvero? E illuminaci…come posso non ucciderti se ho la Stecca della Morte?”

“Tu ce l'hai, ma non ti appartiene"

“Io ho ucciso Piton 3 ore fa…era lui che ha ucciso Silente…lui era il suo padrone” 

Harry ormai nemmeno si arrabbiava, sorrideva, consapevole del fatto che stesse vincendo.

Furono una catena di eventi i minuti successivi: Harry raccontò a Voldemort la verità su Piton, di come fosse sempre stato la spia di Silente e di come fosse Harry stesso il proprietario della Stecca della Morte.

“Pensaci Tom…pentiti…Io ho visto cosa ne rimane di te"

Ma Voldemort, accecato dall’ira, ormai non ascoltava niente e nessuno.

“Avada Kedavra" 

“Expelliarmus” 

Andò come disse Harry. L’incantesimo di Voldemort gli si ritorse contro. Il Mago Oscuro, con le braccia spalancate e gli occhi dilatati cadde, morto e la bacchetta di Sambuco volò nelle mani di Harry.

Appena Voldemort morì, cominciò uno spettacolo pirotecnico dalle bacchette dei sopravvissuti dell'Ordine.

“Siamo fieri di te, figliolo" disse il fantasma di Lily prima di tornare nell'aldilà, insieme a James, Remus e Sirius, felici e sereni.

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Capitolo 27
*** Pace? ***


Passata l'euforia generale, era giunto il momento di piangere i morti: Fred, Remus, Tonks, Colin Canon e tanti altri erano morti per combattere Voldemort e i suoi scagnozzi.

“Potter, è stato eroico da parte tua, tutti noi ti dobbiamo gratitudine eterna" disse la McGranitt, vedendo Harry tornare nella Sala Grande.

“Professoressa, voglio che Severus Piton venga ricordato come preside di Hogwarts" disse deciso il ragazzo alla McGranitt, che lo guardò interdetta.

“Potter, capisco che tu abbia voluto prendere in giro Voldemort, però Piton ha…”

“…fatto la spia per conto di Silente fino alla fine. Mi ha lasciato i ricordi prima di morire”

“I ricordi si possono manomettere, non sono una testimonianza affidabile. Mi stupisco che lui sia riuscito a raggirare proprio te" disse severamente la McGranitt al ragazzo, per nulla intenzionata a credergli.

Harry era arrabbiato e deluso e dopo aver passato la vita a combattere contro tutto e contro tutti, ora era determinato a lottare per ripulire la memoria di Piton e anche di Regulus Black.

“Kingsley – disse Harry nervoso al neo ministro della magia appena nominato – devi ascoltarmi. Piton non era un Mangiamorte, Piton era con Silente e anche Regulus Black morì combattendo Voldemort, chiedi a Kreacher, devi ascoltarmi”

Kingsley guardò Harry incredulo e per qualche secondo tacque.

“Harry – disse l'uomo con il tono di qualcuno che tratteneva la calma con la forza – i ricordi non sono una prova affidabile nel mondo magico e nemmeno la testimonianza degli elfi domestici lo è”

Al sentire le parole del nuovo ministro magico, arrivò infuriata Hermione.

“Gli elfi domestici hanno un cervello e un'anima come tutti noi…vuoi far rimanere nell'oblio un uomo che è morto lottando contro Voldemort?”

Kingsley, stupito dal fervore di Hermione, tacque, ma ai due amici fu chiara lo stesso la scelta del ministro della magia e quindi se ne andarono, furiosi chi per un motivo e chi per un altro.

Nell’allontanarsi dal nuovo ministro, i due videro Andromeda Tonks discutere insieme a Lucius Malfoy. La donna aveva il viso segnato dal dolore, evidentemente aveva già saputo della morte della figlia e del genero. Harry e Hermione decisero di andare incontro alla donna, ma sentirono uscire dalla bocca di Lucius Malfoy cattiverie insopportabili.

“Andromeda, già viste le carcasse di tua figlia e dell'animale?”

“Nominali ancora e ti giuro che li raggiungerai entro qualche secondo” disse la donna, rossa di rabbia.

Harry ed Hermione erano determinati ad intervenire per difendere la donna, già provata dalla tragedia.

“Tutti uguali voi Black, bestie, sanguemarcio…mi chiedo come Narcissa faccia ad essere una di voi…”

“Adesso basta – intervenne Harry, colmo di rabbia e desideroso di strangolare Lucius Malfoy per difendere Andromeda – come osa parlarle così?”

“E tu come osi parlarmi così dopo che la mia famiglia ti ha salvato per due volte?”

Harry provò a non cedere alle provocazioni dell'uomo, ma non sopportava vederlo prendersela con una donna che aveva appena perso tutta la sua famiglia.

“È stata sua moglie, solo per sapere se vostro figlio fosse vivo"

“Ma davvero? E quando ho coperto Piton, mentre passava informazioni a Silente per proteggere la donnaccia che era tua madre?”

Queste parole uscite dalla bocca di Lucius Malfoy fecero restare a bocca aperta Andromeda, Hermione e lo stesso Harry, che rimase letteralmente senza parole.

“Lei mente…altrimenti lo avrebbe detto a Voldemort” disse Harry incredulo.

“Ma che cosa ne puoi sapere, Potter... o pensi che Piton poteva andare avanti e indietro da Silente senza che il Signore Oscuro non sospettasse di nulla?”

Harry rimase di sasso alle rivelazioni di Lucius Malfoy. Tutto ciò in cui credeva si stava sgretolando: Silente, affettuoso preside, in realtà si rivelò un freddo calcolatore, Piton, che sembrava essere l'odiato traditore, in realtà era il più leale dei membri dell’Ordine e adesso Lucius Malfoy, il presunto leale servo di Voldemort, mischiava le carte in tavola.

“Quindi lei sapeva e copriva Piton? Perché?” chiese Harry incredulo tanto quanto Hermione.

“Perché era un peccato che un mago intelligente come Piton morisse per quella donnaccia di tua madre" disse Lucius Malfoy con disprezzo, cercando di ferire in qualsiasi modo Harry, che mantenne la calma.

“Avevamo grandi progetti in mente io e Piton…Io ministro e lui preside, per sterminare i sanguemarcio…Silente e il cosiddetto Signore Oscuro nella stessa cella ad Azkaban…Non trovi che sarebbe stata una prospettiva interessante?”

“Questa è follia" disse Hermione sconvolta, mentre Harry non sapeva cosa dire.

“Follia – disse Lucius Malfoy, ridendo – no, genialità, balzo in avanti, che purtroppo non avverrà perché Piton ha preferito una donna al potere, gli mancava l'ambizione”

“Cosa sa di Regulus invece?” chiese Harry, non sapendo neanche lui perché lo chiedeva. Infondo pensava che se Lucius Malfoy sapesse di Piton, magari anche di Regulus qualcosa avrebbe potuto rivelare.

“È stato un Mangiamorte…come mai lo chiedi?” chiese Andromeda, stupita dalla domanda del ragazzo.

“Oh…parecchio sveglio era Regulus…peccato che abbia voluto andare da solo a distruggere l'Horcrux, tra i Black insieme a Narcissa era il meno peggio"

Harry era scioccato, incredulo. Paradossalmente la testimonianza decisiva sarebbe potuta arrivare da uno dei suoi nemici chiave.

“Lei è disposto a racconta a tutti la verità?” chiese il ragazzo, non aspettandosi nulla.

“Bhe…se metti una buona parola sulla mia libertà, si potrebbe fare" disse Lucius Malfoy con il suo solito tono di uomo navigato nelle dinamiche delle cose.

“No, Harry no…c'è un altro modo” disse Hermione, assolutamente contraria.

“Accetto – disse Harry senza ascoltare la sua amica – se lei non ha ucciso nessuno durante la seconda venuta di Voldemort potrà rimanere libero”

“Mmh…scelta saggia, Potter” disse Lucius Malfoy.

Hermione e Harry si allontanarono dall'uomo, che era la compagnia meno piacevole che si potesse desiderare, e stessa cosa fece Andromeda Tonks, che tornò a piangere sul corpo della figlia.

“Harry – disse Hermione con tono severo – che cosa ti è saltato in mente?”

“Nulla – rispose Harry deciso – per anni prima mio padre e poi io abbiamo deriso e odiato Piton ingiustamente, è il pegno per il nostro comportamento”

Mentre ad Hogwarts i sopravvissuti piangevano i caduti, nell'aldilà si era formata una strana comitiva, in un posto completamente bianco con solo un tavolo, tre panchine e una scacchiera magica.

“Bene Regulus, a quanto pare tutti sapranno di quello che hai fatto, devo dire che neanche io mi sarei aspettato un così grande coraggio da parte tua"

“Ma è normale, Silente…per lei, come per tutti, era Sirius quello coraggioso, bello, intelligente, Regulus era soltanto uno sbaglio" disse il ragazzo visibilmente contrariato.

Regulus Arcturus Black era tanto simile al fratello Sirius quanto Narcissa Malfoy lo era a Bellatrix.

“Però, sorprendente quel Potter…proprio lui ha sconfitto Voldemort nonostante le sue origini…avrei pensato più al figlio di Narcissa”

“Le apparenze ingannano, Regulus -  disse Silente al ragazzo – tu, Severus, invece cosa pensi delle gesta di Harry?” chiese l'anziano mago al fantasma di Piton.

“Potter è stato sempre fortunato, nel complesso è sempre stato un incapace” disse Piton.

Lui, Regulus e Silente stavano giocando a scacchi, come tre vecchi amici che si raccontavano aneddoti, se non per il fatto che fossero le anime dei tre maghi deceduti.

“Eppure grazie a lui avrai l'ordine di Merlino di primo grado alla memoria, dovresti essergli un pochino grato” disse freddamente Silente a Piton che non si scompose minimamente.

“Potter deve pensare a diventare un auror decente, se ci riuscirà potrò ritenermi soddisfatto”

Piton pronunciò queste ultime parole inconsapevolmente, mentre Regulus faceva scacco matto a Silente e fu sentito dal gruppo che stava tornando: Lily, James, Remus e Sirius. Appena Regulus vide il fratello, si girò dall'altro lato.

“Hai intenzione di fare il bambino viziato come tuo solito, Regulus? Vedo che sei in compagnia di qualcuno identico a te” disse Sirius guardando con sguardo sprezzante il fratello, senza degnare di uno sguardo Piton.

“Bene, penso che Sirius e Regulus avranno molto di cui discutere – disse Silente – sarà meglio lasciarli da soli”

Sirius e Regulus svanirono e finirono chissà dove per risolvere antichissime divergenze che li tennero separati per anni e anche Silente scomparve, per lasciare Piton e i Malandrini con Lily.

“Bhe…alla fine abbiamo vinto, Severus" cominciò a parlare James, tentando di ridurre la tensione.

“James e Lily Potter…contenti del ritorno di popolarità che il vostro pargolo vi darà? Lupin, magari si trova spazio anche per te"

“Ah…e io che pensavo che ti sarebbe piaciuto essere ricordato come preside di Hogwarts" disse Lily fingendosi stupita dalle parole di Piton.

James all'improvviso propose la stretta di mano a Piton, cosa che stupì tutti i presenti, mentre quest'ultimo fu disgustato dal gesto.

“Togli la tua schifosa mano, Potter"

“Io ci ho provato, vedetevela voi" disse James per assolversi.

Remus, capendo il desidero di Lily di confrontarsi con Piton da sola, se ne andò anche lui lasciando i due in un mondo completamente bianco, se non fosse per la scacchiera magica e tre panchine.

“Bene, siamo soli…puoi smettere di fingere…ti sei vendicato su Harry, scaricando l’odio che nutrivi verso James, vivi finalmente in pace" disse freddamente Lily a Piton, che all'apparenza fece finta di nulla.

“Perché hai tormentato Harry? Lui non era solo James, era anche e soprattutto me"

“E tu pensi che per me fosse stato facile incrociare il suo sguardo che mi ricordava di essere la causa del suo essere orfano?”

Lily, non aspettandosi queste parole, tacque e lo stesso fece Piton. Era palese l'imbarazzo dei due.

“Penso che le tue azioni ti abbiano assolto da ogni colpa…non ho mai smesso di seguire cosa facevi, sai?”

“Non mi potrà mai assolvere nulla dal fatto di aver causato la tua morte”

“Solo la mia? A James non pensi? – disse la ragazza severamente – anche lui ha imparato a rispettarti anche se non te lo dirà mai"

“A volte crescere senza un padre ha i suoi vantaggi…guarda il figlio di Narcissa Malfoy, che razza di vigliacco è venuto su…proprio come il padre" disse Piton colmo di disprezzo.

“James sarebbe stato un ottimo padre anche se avrei dovuto fare da madre anche a lui, ma so che non lo ammetterai mai"

Piton tacque, ma il suo silenzio valse molto di più di qualsiasi parola.

“Resta il fatto che ho causato la tua morte…”

“E hai pagato per tutta la vita, basta, anche tu meriti di cominciare a vivere. Per anni ti sei tormentato, ti sei fissato con me credendomi di amare…”

“Io ti amavo e ti amo" disse Piton offeso, ma dal volto di Lily non sparì la sua espressione serena.

“Non metto in dubbio che il tuo amore per te ti spinse a passare da Silente, ma dopo la mia morte non era più amore, era senso di colpa"

Piton non rispose di nuovo, ma si sforzava di non guardare il viso di Lily e continuava a non rispondere.

“Capisco il tuo dolore, quando mi sono sposata con James, ma lui era di più del prepotente che era a Hogwarts…”

“Se non altro ha dato la sua vita per te"

Lily sorrise, era la prima volta che sentiva dalla bocca di Piton uscire parole riguardanti a James che non fossero maledizioni e ciò non passò inosservato allo sguardo di Piton.

“Si ma non ti abituare…ho soltanto evidenziato un dato di fatto”

“Se tu vuoi – disse Lily, cercando lo sguardo di Piton – potremo sempre essere amici. Io amo e amerò James, però tu hai sempre avuto uno spazio speciale nel mio cuore”

“Io?” chiese meravigliato Piton, sorpreso dalle parole della donna.

“Bhe si, tu – sorrise Lily – qua vedo solo te. Ho sempre sperato che tu tornassi dalla nostra parte"

“Ti ho trattata male quando eri ancora in vita"

“Pazienza, non tutti siamo perfetti. Neanche io lo ero"

“Se il massimo che potrò esserti è amico per me va bene…ma non chiedermi di esserlo anche a quei tre"

“Va bene" disse Lily sorridendo, proponendo all’amico ritrovato di andare in paradiso, finalmente.

Dopo qualche attimo di esitazione, Piton accettò, perdonando finalmente se stesso per tutti gli sbagli commessi. Adesso era pronto per essere in pace, per sempre.

Nel mondo dei vivi invece, dopo un lungo procedimento, Regulus Black e Piton furono riconosciuti innocenti grazie alla testimonianza di Lucius Malfoy, che in questo modo si guadagnò la libertà e la piena assoluzione. A Piton e Regulus Black fu assegnato l’Ordine di Merlino di prima classe alla memoria come avvenne anche per Remus Lupin, primo licantropo ad ottenere tale riconoscimento, e tutti i caduti. Il mondo si avviava a vivere finalmente senza Voldemort e i suoi Mangiamorte, o così si credeva.

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Capitolo 28
*** Un piccolo nido ***


Era passato un anno dalla morte definitiva di Voldemort e pian piano tutto il mondo magico stava provando a ricominciare a vivere nonostante i vari lutti.

Teddy, figlio di Nimphadora Tonks e Remus Lupin, cresceva velocemente. Aveva già qualche dente e pronunciava poche sillabe. Quel giorno sarebbero venuti Hermione e Harry a trovare Teddy. Andromeda preparò dei dolci per gli ospiti con del tè e qualche minuto dopo suonarono alla porta.

“Entrate…Ron non c'è?” chiese la donna, vedendo arrivare soltanto Hermione e Harry.

“Ha preferito restare con la sua famiglia…sa…è l'anniversario della morte di Fred" disse Hermione triste.

“Anche di Remus e Nimphadora – disse la donna, cercando di trattenere le lacrime – comunque andate in cucina, Teddy vi aspetta”

Hermione e Harry restarono con Teddy per qualche minuto, fino a quando Harry decise di andarsene.

“Dove vai?” chiese Hermione.

“Voglio stare da solo" rispose Harry, andando via subito per chiudere lì il discorso.

“Pensavo che volessi stare con Teddy" disse Andromeda mentre lavava i piatti, sentendo dei passi.

“Non me la sono sentita. È colpa mia se lui adesso è senza genitori”

“Non è avvenuto per colpa tua, io lo so – disse Andromeda, smettendo di lavare i piatti – Remus e Nimphadora sono morti per dare a Teddy un mondo migliore”

“Avrei voluto essere solo io a morire…nessuno doveva farlo. Da quando sono nato muoiono per me" disse Harry, trattenendo a stento le lacrime.

“E non è avvenuto perché lo volevi, ma perché eri l'unica speranza contro Voldemort…sai, hai gli occhi di tua madre, ma so che probabilmente odi questa frase” disse sorridendo la donna, guardando il ragazzo negli occhi.

“Lei conosceva mia madre? Tutti coloro che la conoscevano mi dissero questa frase” disse Harry sorpreso.

“Era una donna straordinaria tua madre, l'unica amica che io ebbi, dopo essermi sposata con Ted. Era molto più piccola di me, eppure ha sempre capito le mie sofferenze e i miei dispiaceri.”

Harry l’aveva sentito da quasi tutti coloro che conobbero Lily, anche Piton gli disse che aveva gli occhi di sua madre prima di morire, ma ascoltò rispettosamente Andromeda.

“Ero sempre stata vista male da tutti. Dai purosangue in quanto traditrice, dai nati babbani in quanto Black ma per tua madre non ero nulla di tutto ciò. Parlavamo spesso e la aiutai a scegliere il vestito per il matrimonio e spesso ti lasciava da me e Ted…eri così allegro e rumoroso” disse nostalgicamente Andromeda, mentre Harry continuava ad ascoltare in silenzio.

“Sono vissuta nel terrore continuo di possibili attacchi di Bellatrix, da quando lasciai la mia famiglia e alla fine…alla fine"

Andromeda non riuscì a trattenere le lacrime e Harry, mosso da pietà, mise la sua mano su quella di Andromeda.

“Remus e Tonks non vorrebbero mai vederla così, deve essere se stessa per Teddy...è l'unica famiglia che gli resta”

Dopo qualche secondo di pianto, Andromeda riprese il controllo.

“Devi sapere che anche Narcissa è mia sorella…”

“E immagino che anche lei si divertiva con Bellatrix a terrorizzarla” disse sprezzante Harry.

“Oh no…a dire la verità non abbiamo mai troncato i rapporti, solo evitavamo di parlare delle nostre scelte. A lei non piaceva Ted, a me Lucius. Adorava Nimphadora, ha sempre voluto avere una figlia”

“Cosa vi allontanò?” chiese Harry neanche più sorpreso. Ormai era pronto a qualsiasi novità, nulla lo avrebbe stupito.

“Sirius. Lei lo odiava fin dall'infanzia. Erano quanto di più opposto potesse esistere. Fu Lucius ad incastrare Sirius su suggerimento di Narcissa” disse amaramente Andromeda.

Harry spalancò gli occhi, inferocito dalle ultime parole pronunciate dalla donna. Avrebbe voluto distruggere qualsiasi cosa ma, preferì stringere i pugni per la rabbia.

“Prima che tu ti arrabbi, devi sapere che noi Black siamo perversi. Tu hai conosciuto il lato migliore di Sirius, ma lui prima di conoscere James era insieme  a Bellatrix l’erede designato e i nostri genitori li tenevano insieme per molto tempo. Narcissa e Regulus, che erano i più piccoli, erano molto sensibili e soffrivano per la mancanza totale di attenzione. Come se non bastasse Bellatrix fomentava Sirius a prendersela con Narcissa e Regulus e loro giurarono vendetta e mia sorella mantenne la promessa"

Harry rimase immobile, ammutolito. Non sapeva se pensare che fosse una presa in giro o se veramente anche Sirius una volta fosse stato come coloro che poi odiò tutta la vita.

“Ascolta Harry…Non pretendo che tu mi creda, però vorrei chiederti soltanto se tu sei d'accordo che io faccia frequentare Teddy a Narcissa"

La proposta di Andromeda colse di sorpresa Harry, così tanto che non seppe cosa rispondere.

“Perché lo chiede a me?”

“Perché sei il suo padrino ed è giusto che anche tu abbia voce nella sua educazione"

“Se per lei è abbastanza puro…” disse sprezzante Harry, sorpreso anche lui dalle intenzioni della donna.

“Narcissa era molto legata a Nimphadora e se non fosse per la sua morte, oggi starebbe festeggiando la libertà del marito e la morte di Bellatrix. Ha sempre giustificato il suo affetto dicendo che il mio sangue ripulisce ogni impurezza".

Harry alla fine acconsentì. Avrebbe desiderato che i Malfoy uscissero dalla sua vita, ma al tempo stesso non riteneva ingiusto imporre ad Andromeda le sue idee, soprattutto ora che aveva perso la sua famiglia.

“Per me va bene" disse il ragazzo senza aggiungere altro.

La visita di Harry e Hermione durò per tutto il pomeriggio e appena i due giovani se ne andarono, Andromeda si fece coraggio e decise di parlare con la sorella.

Per evitare di andare a Villa Malfoy ed incontrare Lucius, la donna, spinta dall'istinto, andò al cimitero dove erano seppelliti la figlia e il genero e fu lì che trovò Narcissa, vestita a lutto guardare la tomba di Tonks.

“Ciao"

Narcissa si girò sorpresa e vide Andromeda con in braccio Teddy.

“Tra poco me ne vado, scusa”

“Aspetta…resta, voglio parlarti”

Nel sentire queste parole della sorella, Narcissa si fermò curiosa di ascoltare quello che aveva da dire la sorella.

“Parlare di cosa?”

“Lui è Teddy, figlio di Nimphadora e Remus” disse Andromeda. Narcissa si avvicinò per scrutare il bambino con la sua solita aria di sufficienza.

“È un…”

“metamorfomagus...Non è un licantropo, se è questo che ti spaventa”

Teddy con la sua manina ancora troppo piccola accarezzò dolcemente il viso di Narcissa che, non aspettandosi questo, si ritrasse.

“Sei sua zia…vuoi far parte della sua vita? Sirius non c'è più. Lasciamoci da parte ogni rancore”

Narcissa inizialmente non rispose e insieme alla sorella camminò allontanandosi dalla tomba di Lupin e Tonks, mentre Teddy cercava di toccare Narcissa.

“Però c’è Lucius che tu odi”

“Sinceramente non ho mai capito cosa tu ci trovassi in quell'uomo”

“Ciò che non mi ha dato la nostra famiglia!” disse a dentro stretti Narcissa Malfoy, difendendo, come faceva spesso, il marito.

La tensione era ancora palpabile nell'aria e le due donne entrarono in una gelateria, perché Teddy voleva qualcosa di dolce e fresco.

“Lascia stare, offro io” disse Narcissa Malfoy sorprendendo la sorella, che sorrise.

“Comunque io non ho problemi a frequentarti – disse la signora Malfoy sorprendendo in meglio la sorella – ma non voglio che tu parli male di Lucius e voglio che anche tu provi a creare un legame con Draco”

“Accetto" disse soddisfatta Andromeda.

Anche se ormai era una donna sola,  ora aveva di nuovo una sorella, quella più fragile ma al tempo stesso la più coraggiosa.

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Capitolo 29
*** Si ricomincia ***



 

“Muoviti Rose, dobbiamo andare a fare spesa per Hogwarts!”

Hermione Granger era rimasta la stessa e, nonostante fossero soltanto le sei di mattina, già urlava per tutta l'abitazione per svegliare Ron e i figli, immersi nel sonno.

Dopo circa dieci minuti di urla, la famiglia scese. Ron aveva gli occhi ancora semi - chiusi e sbagliava rumorosamente mentre Rose e suo fratello minore Hugo semi - addormentati si accomodarono a tavola aspettando la colazione.

“Hermione, certe volte non lo so perché ti ho sposata” borbottò Ron scontento per non aver potuto dormire fino a tardi.

“Perché ti serve una donna che ti dia delle regole, visto che sei un bambino di quasi 40 anni"

“Mamma, potrò andare al Ghirigoro, mentre tu e papà fate gli altri acquisti?” chiese Rose alla madre, che già stava lavando i piatti.

“Bene, eccone un'altra che passerà sette anni in biblioteca" disse Ron sarcastico, ricevendo un’occhiataccia di Hermione.

“Certo" rispose la donna.

La famiglia, incoraggiata dalle urla di Hermione, si preparò velocemente e verso le otto tutti si smaterializzarono a Diagon Alley.

“Bene – disse Hermione col suo classico tono di comando – Ron e Hugo con me, Rose puoi fare un giro e andare dove vuoi, eccoti alcune monete"

“Ma perché!?” protestarono in coro Hugo e Ron

“Perché tua figlia è molto più matura di te, Ronald, mentre Hugo è troppo piccolo…dietro di me"

“Ciao a tutti!” disse Rose. Solo Hermione rispose al saluto della figlia, mentre Ron e Hugo erano troppo imbronciati.

Rose era la classica Weasley: capelli rossi e qualche lentiggine, anche se non così tante come nella sua famiglia, occhi verdi ereditati dalla nonna materna, ma il carattere autoritario lo aveva preso dalla madre. Come Hermione, anche lei odiava il disordine ed era estremamente precisa su ogni cosa. Del padre aveva preso l'abilità coi pugni e suo cugino James ne sapeva qualcosa, visto che commise il fatale errore di farla arrabbiare. Rimediò un pugno al naso.

La ragazza entrò nel Ghirigoro e rimase incredibilmente affascinata dall'enorme quantità di libri presenti di qualsiasi genere.

Erano presenti tanti ragazzini di circa undici anni, tutti intenti a comprare il materiale per Hogwarts. Rose notò un libro particolare che si intitolava ‘Chi sono io? Lo smarrimento del grande mago Gilderoy Allock"

Ron raccontò ogni dettaglio su come Allock perse la memoria e a Rose scappò un sorriso nel leggere che l'uomo perse la memoria in un feroce duello contro dei maghi oscuri della Transilvania.

Rose estrasse dalla tasca la lista dei libri di testo necessari per Hogwarts e decise di cercare con calma: Storia di Hogwarts di Bathillda Bath, Manuale degli Incantesimi Volume primo e Infusi e pozioni magiche.

Per un'ora Rose girò i vari scaffali fino a quando, oltre ai libri scolastici, non comprò anche dei volumi che parlavano delle erbe magiche e della storia della magia contemporanea. Mentre la ragazza ormai era alla cassa, qualcuno le diede una spinta e passò davanti a lei.

“Ehi! C'ero prima io!” protestò la ragazza visibilmente contrariata.

“E adesso ci siamo noi, problemi? Scarica tutta la roba così andiamo a comprarti il completo per Hogwarts” disse l'uomo.

Quest’ultimo era piuttosto alto anche se magro, biondo, leggermente stempiato, vestito completamente di nero e con un bastone da passaggio col manico a forma di serpente argentato. Il ragazzino, probabilmente suo figlio, era praticamente identico, se non fosse stato per la differenza d'età.

Tra l’ira di Rose la commessa fece il conto ai due che se ne andarono piuttosto velocemente, evidentemente andavano di fretta.

“C'ero prima io, non è giusto!” protestò vivacemente Rose.

“Scusami piccola, ma quelli sono pezzi grossi, meglio non calpestare i piedi a loro…per scusarmi ti sconterò quello che hai preso" disse con dolcezza la commessa.

“Saranno pezzi grossi ma mia madre è il vice – ministro della magia”

La commessa scrutò attentamente Rose che si sentì molto a disagio.

“Non starai parlando di Hermione Granger per caso!?”

“Si, è mia madre" rispose con naturalezza Rose, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Tieni, ti regalo tutto ciò che hai preso" disse la commessa, infilando tutti i libri presi da Rose in un enorme sacco.

“Ma non è necessario – disse la ragazza visibilmente imbarazzata - poi mia madre non è arrogante come quei due"

“Si ma è anche grazie a tua madre se io posso ancora lavorare e vivere essendo nata babbana”

Rose, anche se imbarazzata, accettò il regalo della commessa che infondo fu estremamente gentile e qualche metro più in là si ritrovò con la famiglia. La ragazza riconsegnò ad Hermione i soldi non spesi e raccontò quanto successo.

“Visto Ron quando dico che tua figlia è molto più responsabile di te?”

Ron non rispose di nuovo se non borbottando qualcosa di difficile comprensione, mentre Rose raccontò l'episodio al Ghirigoro e subito il padre disse:

“Biondi, arroganti e ragazzino somigliante al padre: dovrebbero essere dei Malfoy”

“Ronald, ma piantala, non è che solo loro sono arroganti e presuntuosi" disse Hermione.

“Si ma aggiungi a questo che sono poco raccomandabili ed ecco fatto” disse Ron con tono saggio, convinto di aver detto qualcosa di assolutamente geniale.

La famiglia fu raggiunta da Arthur e Molly Weasley, facendo una piacevole sorpresa ai nipoti.

“Mamma, papà! Come mai da queste parti?” chiese Ron ai genitori.

“Volevamo farvi una sorpresa piacevole e noto che tu non sei molto felice di vedere i tuoi genitori” lo rimproverò Molly.

“Non quando tua moglie ti priva di quel poco di autorevolezza coi tuoi figli” disse cupo Ron, venendo fulminato con uno sguardo per l'ennesima volta da Hermione.

“Sentite miei cari – disse vivacemente Arthur – io mi prendo i ragazzi mentre voi restate insieme, qualche minuto da soli, ci pensiamo noi ai ragazzi”

Ron gradì molto la proposta del padre e infondo anche Hermione visto che era la prima a riconoscere il fatto di essere troppo stressata.

“Bene – disse Arthur – a Rose mancano i vestiti. Molly tu compra un animale per nostra nipote, io vedo gli abiti"

Molly Weasley accettò e insieme a Hugo, grande amante di animali, andò all'Emporio del Gufo, mentre Arthur e Rose si diressero da Madame Malkin, proprietaria del miglior negozio di abbigliamento di Diagon Alley.

“Bene, tesoro – disse Arthur entrando nel negozio tutto contento – nulla mi potrà rovinare questa giornata. Ottima dormita, abbiamo preparato un'ottima cena per voi nipoti visto che ci saranno anche Teddy e Victoire…”

Arthur Weasley non terminò la frase che cambiò espressione sul volto: da sorridente e allegro a cupo e di cattivo umore.

“Arthur Weasley…con una delle sue tante nipoti”

Colui che parlò era un uomo dai capelli bianchi, una volta biondi e insieme a lui c'era una donna di quasi 40 anni con un caschetto.

“Lucius Malfoy” disse Arthur Weasley per salutare in modo molto forzato l'uomo.

“Vedo che ha portato una minima parte della sua enorme discendenza, Arthur” disse Lucius Malfoy sorridendo malignamente.

Rose notò che l'uomo era molto somigliante all'uomo con cui si scontrò al Ghirigoro.

Lucius Malfoy guardò Rose dal basso verso l'alto.

“Guarda Pancy, i nostri amici sono diventati ricchi…la ragazza ha un paio di scarpe nuove" disse l'uomo alla donna col caschetto che rise in modo alquanto fastidioso. Rose fu tentata dal rispondere a tono ma fu fermata da Arthur Weasley che le poggiò la mano sulla spalla.

“Evidentemente lei basa la sua vita solo ed esclusivamente sulle apparenze”

Lucius Malfoy fece finta di non sentire e continuò a fissare l'abbigliamento di Arthur e Rose.

“Sentiamo, Arthur…la ragazza non mi sembra molto pulita, sa a che cosa mi riferisco”

“E la sua fedina è abbastanza pulita?” disse Arthur Weasley che ormai tratteneva a stento la rabbia e stesso discorso valeva per Rose.

“Lo devo dire, Arthur…sua nipote è una piccola volgare mezzosangue” disse con enorme disprezzo Lucius Malfoy, mentre Pancy Parkinson rideva.

Arthur Weasley stava per aggredire l'uomo, ma fu preceduto da Rose che con un pugno colpì Lucius Malfoy in pieno naso, che cadde a peso morto.

“Ma sei impazzita stupida mocciosa!?” strillò Pancy Parkinson rumorosamente.

Lucius Malfoy sembrava quasi privo di sensi e sanguinava copiosamente dal naso, mentre Pancy Parkinson cercava di mantenerlo cosciente.

“Qualcuno ci aiuti!!! Il signor Malfoy sta morendo!” urlava la donna, chiedendo l’intervento della clientela che sembrava piuttosto divertita.

“Rose, sarà meglio tornare un'altra volta” disse Arthur Weasley, spingendo la nipote fuori dal negozio, capendo che restare qualche minuto in più avrebbe portato alcuni problemi, soprattutto con Molly che aveva ordinato al marito di comportarsi bene qualsiasi cosa fosse accaduta.

Nonno e nipote uscirono dal negozio come se nulla fosse accaduto, fino a quando non dovettero incorrere nell’ira congiunta di Hermione e Molly.

“Ma si può sapere cosa avete fatto tutto questo tempo!? Vi abbiamo lasciati da soli per due ore e neanche l'ombra di un vestito!” dissero in coro le due donne, piuttosto infastidite.

Pressati dalle due, Rose e il signor Weasley raccontarono la verità, scatenando il boato di Ron.

“Ah sì? – chiese Hermione sospettosa a Rose – e chi ti ha insegnato a fare a pugni? Io no di certo”

Alla ragazzina non sfuggì lo sguardo che la madre lanciò a Ron e svuotò il sacco, raccontando di come il padre le insegnò a dare buoni pugni.

“Ma Hermione!? Non vorrai punirci perché nostra figlia ha dato un pugno meritato a Lucius Malfoy!?” disse scandalizzato Ron.

Molly, che si era raccomandata di non fare brutta figura, afferrò Ron per l'orecchio facendogli uscire qualche lacrima dagli occhi.

“Rose non sarà punita ma tu sì. Trasformare una ragazzina in un maschiaccio aggressivo. A letto senza cena”

“Ma mamma! Non puoi togliermi quel poco di autorità paterna che mi rimane!” protestò Ron, lamentandosi non poco, perché Molly tirò con ancora più forza l'orecchio del figlio.

I Weasley tornarono a casa più tesi che mai, ma altrettanto si poteva dire dei Malfoy.

Era proprio nella farmacia che si trovavano quest’ultimi.

“Stupida ragazzina, me la pagherà, parola mia!” imprecava Lucius Malfoy, mentre aspettava che il farmacista gli rimettesse a posto il naso.

“A forza di provocare succede questo, signor Malfoy" disse una donna vestita in modo elegante come tutti i Malfoy, tranne per l'espressione sul volto che non mostrava il classico disprezzo tipico di questa famiglia.

“Astoria, tuo suocero è stato quasi ucci…” provò a dire Pancy Parkinson preoccupata.

“Ucciso da un pugno al naso? Pancy, non ci credi neanche tu" disse Astoria irritata. Lucius Malfoy sembrò volere rispondere alle parole della nuora, ma preferì tacere soprattutto perché Draco odiava quando discutevano.

Quest'ultimo invece sorrideva malignamente e fece uno sguardo d'intesa a Pancy Parkinson.

“Pensi anche tu a quello che penso io?” chiese l'uomo.

“Oh sì, certo…se non sbaglio tra Rita Skeeter e Hermione Granger non correva buon sangue…ci aiuterà volentieri.” disse Pancy Parkinson con tono di voce saggio.

“Ma non provate vergogna a prendervela con una ragazzina? Meno male che Scorpius non è presente" disse Astoria mettendosi una mano sulla fronte.

“Ragazzina!? Quella è un demonio!” disse Lucius Malfoy rosso di rabbia. La giornata terminò tra i lamenti di Lucius Malfoy, che fingeva di essere morente anche dopo che il suo naso fu rimesso a posto e soprattutto quando arrivarono Scorpius pieno di dolci e Narcissa Malfoy e proprio davanti a loro l'uomo diede sfoggio delle proprie capacità teatrali, generando in Astoria un'espressione colma di imbarazzo, visto che tutta la farmacia osservava Lucius Malfoy nei suoi lamenti.

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Capitolo 30
*** Giornata di compere movimentata ***



 

Hermione era ancora piuttosto arrabbiata il giorno, ma decise di non mancare all'invito dei Potter.

“Cerchiamo di non fare brutte figure almeno con Harry, e mi riferisco a te" disse Hermione guardando Ron.

“Ma perché guardi me, se è stata tua figlia a fare a botte con un vecchio senza avere tutti i torti?” protestò vivacemente Ron, mentre a Hugo e Rose scappò una risata.

“Mia figlia!? Se era solo mia figlia sarebbe perfetta e sicuramente non avrebbe fatto a bot…”

“Ma se a suo tempo hai tirato uno schiaffo a Draco Malfoy!!!”

Hermione aveva dimenticato quell'episodio e arrossì visibilmente, mentre Hugo spalancò la bocca incredulo.

“Questa non ce l'hai mai raccontata, mamma" disse Rose trattenendo a stento le risate.

“Perché non era importante…coraggio andate tutti al camino” disse Hermione imbarazzata allontanandosi di fretta.

“Vedete? Vostra madre fa sempre così quando ho ragione”

Il momento trionfale di Ron durò pochi minuti visto che i Weasley smaterializzarono a Grimmauld Place 12, abitazione dei Potter.

“Bene, comportiamoci bene" disse Hermione, mentre suonava al campanello della casa.

Ad aprire fu Kreacher che fece un profondo inchino ad Hermione.

“Suvvia Kreacher…non è necessario tutto questo formalismo…possiamo entrare?”

“La signora chiede a Kreacher se può entrare? La signora può entrare, Kreacher è onorato”

Hermione entrò insieme alla famiglia e notò che Harry stava cucinando la cena, mentre Ginny cercava di separare James da Albus.

“BASTA!!!!” urlò Ginny ottenendo quanto desiderato. Fu in quel momento che i Potter notarono la presenza dei Weasley e subito corsero a salutarli: Harry abbracciò Hermione, Ginny i suoi nipoti, mentre Ron rimase a bocca asciutta e se ne andò scontento in cucina.

“Evidentemente non sono necessario” borbottò da solo.

Qualche minuto dopo arrivarono anche Andromeda Tonks e Teddy Lupin e Bill, Fleur e Victoire.

Rose, in attesa della cena, andò nella stanza di Albus. Quest'ultimo era il cugino preferito di Rose e la ragazza Lo coinvolgeva in tutte le sue strampalate attività: ultima era abolire lo statuto di segretezza e convivere con i babbani e il rilancio del progetto C.R.E.P.A.

Il timore del ragazzo era finire tra i Serpeverde e James non lo aiutava di certo a calmarsi anzi, gli elencò tutti i maghi oscuri usciti dalla stessa Casa. Dopo qualche minuto insieme, quando fu pronta la cena, Albus e Rose arrivarono a tavola, ma notarono volti tesi.

“Vado ad ammazzare Malfoy, torno subito” disse Ron, mentre si stava mettendo la giacca e impugnava la bacchetta.

“Ron…no, calmati, sai come sono"

“NO, HARRY! Nessuno calunnia la mia famiglia impunemente” sbraitò Ron pieno di rabbia spingendo via Harry.

Mentre tutti stavano convincendo Ron a calmarsi, Rose prese la Gazzetta del profeta e lesse un articolo che parlava proprio della sua famiglia:

‘Hermione Granger adultera? È questa l'ipotesi che è cominciata a diffondersi. Qui è la rientrante Rita Skeeter che vi parla. Secondo alcune voci che rischiano di travolgere la promettente funzionaria del nostro Ministero, Hermione Granger potrebbe avere una relazione clandestina con Harry Potter, presunto “migliore” amico della donna e del suo ancora per poco marito Ron Weasley, resta da vedere se quest'ultimo accetterà di essere la copertura della signora Granger oppure si ricorderà di avere l'orgoglio maschile da difendere. Ulteriori prove sono state fornite da Draco Malfoy e Pancy Parkinson e la sottoscritta coglie l'occasione per ringraziarli dell'importante contributo dato. 

“Ha i capelli rossi e gli occhi verdi della madre di Potter” dice Draco Malfoy che ben conosce l'arroganza e la presunzione di Hermione Granger e Harry Potter. Modi volgari trasmessi alla figlia Rose che tramite magia oscura avanzata, forse troppo per la sua età, ha ferito gravemente l'anziano e povero Lucius Malfoy che vuole soltanto rimediare agli errori commessi in gioventù…’

Rose, letto l'articolo, scoppiò in lacrime.

“Che cosa gli ho fatto?”

“Hanno fatto piangere mia figlia, adesso sì che li uccido” disse Ron fumante di rabbia.

“Ronald…calmati. Che motivo hai di arrabbiarti così se non è vero? Li conosciamo ormai, tutti noi sappiamo chi sono i Malfoy e come si divertono…ora ci colpiscono usando i nostri figli. Siediti a tavola” disse Hermione dolcemente al marito che si calmò.

“Ron, ascoltami. Silente mi diceva sempre: verrà il momento in cui sarai lieto di aver salvato la loro vita” disse Harry con risultati opposti rispetto ai suoi veri intenti.

“Il giorno che accadrà non mi chiamerò più Ron”

Rose era consolata da tutti i presenti, anche da Andromeda Tonks.

“Non piangere, hai fatto ciò che tutto il mondo magico vorrebbe fare. Quell'uomo ha rovinato tutta la sua famiglia” disse la signora Tonks stringendo i pugni.

La serata passò nel complesso tranquillamente, anche se Rose fu triste dopo quanto letto sul suo conto. Il giorno dopo i Weasley sarebbero tornati a Diagon Alley per fare spesa insieme ai Potter. Albus, nonostante mancasse una settimana all'inizio di Hogwarts, non aveva ancora nulla per tornare a scuola.

I Weasley restarono a dormire dai Potter e il giorno dopo si alzarono di buon'ora.

“Ron - disse Hermione osservando schifata l'uomo che sbadigliava rumorosamente – ti prego, non farmi fare brutte figure, ti prego”

Ron guardò la moglie senza rispondere ma alla fine decise di prometterle di comportarsi bene o almeno di provarci a farlo.

“Tranquilla, Rosie…ti difenderò sempre io" disse Ron poggiando una mano sulla spalla della figlia, ancora triste.

Insieme ai Weasley e ai Potter sarebbero venuti anche Teddy, Andromeda e Victoire Weasley.

“Mi raccomando: distanza” disse Bill cercando di sembrare un padre possessivo, suscitando però ilarità.

Qualche minuto dopo tutti si smaterializzarono a Diagon Alley, questa volta per comprare il materiale necessario per Albus.

“Ma tu guarda…Non ci sono i Malfoy e ci sono i Goyle" disse Harry entrando nel Negozio per i Manici di Scopa.

“Devo stare calmo” disse Ron a denti stretti notando Gregory Goyle.

Quest'ultimo era diventato enorme rispetto ai tempi di Hogwarts. Tanto alto quanto largo.

Mentre i Potter e i Weasley erano occupati a scegliere un manico di scopa per Albus, Andromeda Tonks e Teddy Lupin stavano guardando le scope nel reparto di lusso.

“Nonna, sarebbe bello averne una" disse Teddy pieno di invidia.

“Che cosa te ne faresti di una scopa di lusso? Ah guarda chi c'è” disse Andromeda indispettita.

C'erano Draco e Scorpius a guardare la nuovissima Speedfire 2017.

“Si ma io voglio un calderone d'oro massiccio, ho già la Firebolt 3.0” protestava Scorpius evidentemente contrario del regalo del padre.

“Bene…sei qui” disse Andromeda

“Buongiorno anche a te, zia" disse Draco notando il malcontento della donna.

“Ti sei divertito a inventare bugie alle quali neanche tu credi?” disse Andromeda, notando un sorriso divertito sui volti di Draco, Pansy Parkinson e Scorpius.

“Oh sì…e devo dire che senza l’aiuto di Pansy non ci sarei riuscito”

Andromeda era ancora seccata, quando dall'altra parte della stanza si sentirono rumori e urla che attirano Draco, Scorpius, Pansy e Andromeda.

“Ripeti ancora quello che hai detto” disse Harry trattenuto a stento dai Weasley e da Ginny mentre provava ad aggredire con la bacchetta un uomo piuttosto alto e dalla corporatura massiccia.

“Chiedevo se oltre a un elfo domestico avessi adottato un mezzo lupo” disse malignamente a Harry determinato ad aggredirlo.

“Harry, lascia stare. Le sue parole non mi toccano minimamente” disse Teddy al padrino sforzandosi di calmarlo.

“No Teddy…lasciaci aggredirlo, giuro che non lo ammazziamo” disse Ron inferocito, trattenuto a stento da Hermione.

Per difendere il nipote intervenne anche Andromeda.

“Meglio essere dei lupi che come te" disse la donna con tono di sfida.

Goyle, paonazzo dalla rabbia non seppe cosa dire e quando la donna abbassò leggermente la guardia lui le sputò nel viso. Mentre Harry ma soprattutto Teddy erano determinati nell’aggredire l'uomo, intervenne Draco, piuttosto alterato che neanche disse nulla ai Weasley.

“Scusati" disse l'uomo a Goyle che quasi gli rise in faccia.

“Dai Malfoy, non vorrai per c…”

Goyle non fece in tempo a finire la frase che Draco estrasse la sua bacchetta. Per evitare che Goyle reagisse Pansy Parkinson gli calpestò con uno dei suoi tacchi un piede.

Draco velocemente estrasse la sua bacchetta e da quest'ultima uscirono delle liane che si avvolsero intorni alla gola di Goyle.

“Draco, ti prego…smettila e non dare spettacolo" disse Andromeda al nipote, il quale non la ascoltava, mentre Goyle ormai stava diventando blu.

“In ginocchio…coraggio scusati e ti lascio andare” diceva Draco avvicinando Goyle ai piedi di Andromeda e Teddy tra le risate di Pansy Parkinson.

“Si è scusato…lascialo andare, coraggio” disse Andromeda vedendo Goyle quasi immobile.

Draco accettò la richiesta della zia e mollò la presa con Goyle che si afferrò la gola quasi privo di sensi. I Weasley, i Potter e Teddy erano senza parole.

“È morto, papà?” chiese Scorpius a Draco decidendo finalmente di venire a vedere cosa stesse succedendo.

“No, per ora - disse Draco con voce glaciale – Weasley, ti è piaciuto l'articolo sulla tua pargoletta?” si riferì a Ron, il quale in altre occasioni avrebbe sicuramente cercato un contatto fisico mentre adesso non sapeva cosa dire.

“Ah, Teddy, a mia madre farebbe piacere se tu passassi al castello” disse l'uomo andando via alla svelta insieme al figlio che sembrava molto divertito.

“Va…Va bene" disse il ragazzo incredulo.

 I Weasley e i Potter decisero di non perdere tempo nella libreria e comprarono i libri di Albus alla svelta per poi andare via.

“Dite quello che volete, ma Malfoy è diventato matto e suo figlio è peggio…sembrava divertito” disse Ron quasi scandalizzato.

“Oh, Ronald, non mi dire che hai provato pena per Goyle, proprio tu!?” disse sarcastica Hermione al marito.

“Scorpius non è male, è soltanto particolare…non è per nulla cattivo” disse Victoire che frequentava i Malfoy per via di Teddy e considerava il figlio di Draco come un terzo fratello più grande visto che Louis e Dominique erano ancora piccoli.

“Cambiamo discorso e pensiamo a goderci questo ultimi giorni con i ragazzi” disse Harry, desideroso di godersi i pochi giorni rimanenti in piena armonia con la sua famiglia.

Così fecero tutti e per il tempo che mancava all'inizio di Hogwarts, i Weasley stettero con i Potter e a loro si unirono Andromeda, Teddy, Victoire e il resto dei Weasley inclusi i nonni. Grimmauld Place era abbastanza grande per ospitare tutti quanti.

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Capitolo 31
*** King's Cross: un nuovo inizio ***


Le vacanze estive erano giunte al termine e per Rose e Albus era tempo di incominciare il loro primo anno a Hogwarts. I Weasley passarono ciò che rimaneva delle vacanze estive a Grimmauld Place.
Quel giorno Molly e Ginny svegliarono tutti quanti alle 5 del mattino con le loro squillanti voci.
"SVEGLIA! E' L'ULTIMO GIORNO DI VACANZE E VOGLIAMO FARE UNA NORMALE COLAZIONE DI FAMIGLIA!" urlò Ginny.
Dopo qualche minuto pian piano tutti stavano scendendo, chi più chi meno assonnato. Rose e Ron scendendo sbadigliarono rumorosamente, generando la disapprovazione di Hermione.
"Rosie, con tuo padre ormai ho perso le speranze ma almeno tu sforzati a non essere così maleducata"
"Cosa vorresti dire che hai perso le speranze con me?" chiese Ron offeso alla moglie.
"Che ormai con te non mi arrabbio più" disse Hermione senza speranze al marito.
"Prego...uova fritte con pancetta e da bere eccovi un delizioso tè...manca Harry" disse Molly servendo il cibo ai presenti.
Harry però non c'era perchè si trovava con Albus e lo stava aiutando a vestirsi.
"Papà, so vestirmi da solo da ormai 7 anni" disse imbarazzato il ragazzino al padre che gli allacciava le scarpe.
"Lo so che sei grande ma rimarrai sempre il mio piccolo...io non ho mai avuto qualcuno che mi aiutasse a vestirmi...ho sempre dovuto fare tutto da solo" disse Harry con enorme nostalgia, ripensando alle cinghiate ricevute dallo zio Vernon quando bagnava il letto a 2 anni.
Albus, notando la tristezza nel volto del padre, non protestò ulteriormente e cercò di sembrare contento di queste attenzioni improvvise di Harry.
"Bene...scarpe allacciate. Direi che siamo pronti per andare a fare colazione. Andiamo" disse Harry al figlio.
Padre e figlio scesero e si unirono agli presenti e per le seguenti due ore, dopo essersi fatti passare la sonnolenza discussero di Hogwarts.
"Rose...mostrami come tiri i pugni. Immagina che questa bottiglia è il figlio di Malfoy: tira un bel pugn..."
"RONALD BILIUS WEASLEY!!! - urlò fuori di sè Hermione al marito - UN'ALTRA VOLTA CHE LO FAI E GIURO CHE TI FACCIO INTERNARE AL SAN MUNGO!!! VUOI FARLE AVERE NEMICI ANCORA PRIMA DI METTERE PIEDE AD HOGWARTS???"
"Ma cara..io sch..." tentò di giustificarsi Ron ma preferì tacere quando Hermione lo fulminò con uno sguardo dei suoi.
Verso le 7 arrivarono anche Victoire, Teddy e Andromeda.
"Hanno dormito in letti separati? I contatti sono stati minimi?" si alzò colmo d'ansia Bill frapponendosi tra Teddy e Victoire e facendo scudo alla figlia che per la vergogna si coprì il viso.
"Victoire ha dormito con me mentre Teddy nella sua stanza" disse con un sorriso imbarazzato Andromeda.
"Lo dici perchè sei sua nonna...io a lui lo..." disse Bill estraendo la bacchetta venendo fermato in tempo dalla moglie Fleur.
"Adesso basta Bill...non vedi che nostra figlia è rossa?"
"Rossa perchè colpevole ed imbarazzata con suo padre...è vero?" continuò l'uomo rivolto alla figlia.
"Bill...adesso basta e te lo dice tua madre. Ti rendi ridicolo, abbiamo già Ron per questo" intervenne Molly afferrando il figlio per un orecchio e trascinandolo via.
"Mi fai ma...le ma...mma...ho quasi 50 anni" protestava Bill venendo allontanato da Fleur e Molly.
"Non offenderti Teddy...è suo padre infondo" disse Harry al figlioccio offrendogli della pancetta.
Tutti gli altri presenti si sforzarono di trattenere le risate, tutti tranne Ron e James che non risparmiarono battute di dubbio gusto ai due imbarazzandoli ancora di più fino a quando Hermione e Ginny non minacciarono i due di severe punizioni.
"SIAMO IN RITARDO! SONO LE 10 PASSATE!" urlò Hermione dando uno sguardo al suo orologio e notò con orrore che Rose non era ancora vestita.
"Che ti importa? Si vestirà sul treno" disse Ron bevendo l'ennesima tazza di tè.
Hermione, senza ascoltare il marito per evitare ulteriori arrabbiature con un incatesimo di richiamo fece piombare in cucina la divisa scolastica di Rose e ordinò alla figlia di vestirsi in massimo mezzo minuto.
"Hermione, stai perdendo la ragione. Lavori troppo" disse Ron alla moglie guardando con tristezza la figlia vestirsi in fretta e furia.
"Hai già trasmesso troppi difetti a tua figlia...permettimi almeno di insegnarle la puntualià e l'ordine"
"Certo...quando fa qualcosa di giusto è tua figlia, quando sbaglia è mia figlia"
"VOLETE SMETTERLA CON LE VOSTRE CONTINUE LITI CONIUGALI?" urlò innervosita Rose generando sorpresa in Ron e Hermione che preferirono tacere.
In cinque minuti la ragazzina, in preda all'ansia finalmente riuscì a vestirsi e raggiunsero i Potter e tutti gli altri per smaterializzarsi a King's Cross.
"Essendoci minorenni non potremmo smaterializzarci ma siamo in tremendo ritardo" disse Hermione in preda all'ansia.
"A secondo dei suoi comodi il futuro ministro arriva ad infrangere la legge magica che tanto difende" disse sarcastico Ron.
Quest'ultimo non fu sentito da nessuno perchè tutti si disposero in cerchio e si smaterializzarono a King's Cross: erano le 10:50, dieci minuti prima della partenza del treno.
Era la prima volta che Albus e Rose si trovavano nella stazione e rimasero meravigliati dalla presenza di così tanti apprendisti maghi della loro età. Tutti sarebbero stati smistati in una delle quattro Case di Hogwarts ma in quel momento avevano in comune l'ansia nell'andare in un posto che non conoscono.
Anche Albus era terrorizzato, soprattutto di finire tra i Serpeverde visto che James gli fece l'elenco dei maghi oscuri usciti da quella Casa: Voldemort, Bellatrix Lestrange, Evan Rosier e tanti altri stregoni oscuri che finirono col diventare mangiamorte.
"Io vado altrimenti non trovo posti, muoviti...ciao mamma ciao papà" disse Rose correndo sul treno senza neanche salutare i membri della famiglia.
"Guarda come l'hai cresciuta bene...neanche suo padre saluta" disse offeso Ron rivolto alla moglie.
"Forse perchè è in ritardo e non vuole restare senza un posto dove sedere!?"
Mentre Ron e Hermione proseguivano nell'ennesima lite tra coniugi, anche Ginny, Lily, Teddy e il resto dei Weasley si avvicinarono al treno per salutare Victoire e gli altri.
Albus invece si fermò per fare finta di allacciare la scarpa e ciò non sfuggì a Harry.
"Che hai?" chiese l'uomo al figlio.
"Papà...e se finisco a Serpeverde?"
"Se finisci in quella Casa i Serpeverde avranno guadagnato un altro mago valido"
"Non diventerò come Voldemort o Grindelwald? James mi ha..."
"No perchè al contrario di Voldemort sei il frutto dell'amore tra me e tua madre e non sarai il nuovo Grindelwald perchè stai andando ad Hogwarts, non a Durmstrang - disse tranquillamente l'uomo ma notò che al figlio la preoccupazione rimase - ascoltami Albus Severus: tu porti il nome di due presidi, forse i più grandi che Hogwarts abbia mai avuto e uno di loro non solo frequentò Serpeverde ma ne fu il capo ed è la persona più coraggiosa che io abbia mai conosciuto"
"Severus Piton"
"Esattamente...quindi basta preoccuparsi. Vedrai che ti farai tanti amici e che tutto andrà bene"
"Scrivetemi però...non una volta al mese come a James"
"A James tra strillettere e lettere normali scrivevamo tutti i giorni...adesso vai se non vuoi restare a piedi...la macchina volante non funziona più" disse sorridendo l'uomo mentre guardava il figlio salutare il resto dei parenti e salire sull' Espresso di Hogwarts.
Qualche metro più in là anche i Malfoy stavano salutando Scorpius e mentre Lucius Malfoy invitava il figlio a non dare troppa confidenza ai nati babbani, Weasley e Potter, Draco prese in disparte il figlio.
"Anche tu vuoi dirmi di non dare confidenza ai nati babbani e di non parlare più con Victoire?"
"No a quello ci ha già pensato tuo nonno e sei abbastanza intelligente dal capire da solo con chi fare amicizia. Vorrei dirti una cosa che dovrà rimanere tra noi due" disse Draco al figlio insospettendolo.
"Vuoi che faccia qualche dispetto ai figli di Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger?"
"No...ascoltami...anche a quello eventualmente ci penso io. Vorrei soltanto dirti di cercare di non ripetere i miei sbagli. In 6 anni su 7 ho sbagliato qualsiasi cosa che si potesse sbagliare e vorrei soltanto che tu non ripeta i miei stessi errori. Guarda bene a chi dare confidenza che alcune amicizie potrebbero rovinarti"
"Papa, sicuro di stare bene?" chiese Scorpius non aspettandosi queste parole da Draco.
"Non lo so...forse no. Adesso saluta tua madre e i tuoi nonni e vai"
Scorpius, non sapendo come reagire alle parole del genitore, andò a salutare i nonni e a ricevere un bacio da Astoria.
"Fatti valere" disse la madre al figlio.
Scorpius si voltò per l'ultima volta verso la famiglia per poi salire sul treno.
'Dannazione, perchè non sono un babbano' pensò tra sè il ragazzo.

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Capitolo 32
*** La cerimonia dello Smistamento ***


Albus e Rose salirono sul treno ma notarono con leggero fastidio della ragazzina che non ci fosse praticamente un vagone libero. James, che promise di tenere liberi dei posti per il fratello e la cugina ovviamente si rimangiò la parola data visto che ospitò il suo gruppo di amici troppo rumorosi che stavano pianificando sabotaggi contro insegnanti, il Mastro Gazza e le altre Case, con particolare attenzione ai Serpeverde.
"Se volete vi potete sedere per terra" disse James quando vide Rose e Albus visibilmente infastiditi.
"Vai a quel paese, James" rispose Rose sbattendo la porta.
I due ragazzi vagarono alla ricerca di vagoni con posti liberi e impiegarono quasi 10 minuti prima di trovare dei posti.
"Guarda Rosie! C'è Victoire!" disse Albus intravidendo la cugina che quest'anno sarebbe la Caposcuola.
"Vict...che ci fai qui!?" disse Rose vedendo la cugina intrattenersi con Scorpius Malfoy.
"Nulla...stavamo parlando di Pozioni. Presentatevi" disse Victoire ai tre ragazzini.
"Io la conosco e mi sta già antipatica" disse Scorpius guardando Rose dall'alto in basso.
"Ma sentilo!!! Io vado via...non ho intenzione di perdere tempo con certi cafoni. Farò come ha detto James e mi siederò per terra" disse infastidita la ragazza andandosene via seccata.
"Tu se vuoi rimani...ho caramelle" disse tranquillamente Scorpius come se non fosse successo nulla a Albus, visibilmente imbarazzato.
"Dopo facciamo i conti...intanto ti dovrai scusare con lei" disse Victoire uscendo velocemente per raggiungere Rose.
"Si certo...contaci...scusarmi io con un'arpia del genere"
"Ehi! E' mia cugina" protestò Albus.
"Vero...scusa" disse Scorpius.
Nei seguenti 10 minuti i due ragazzi si presentarono, fecero amicizia ed emersero alcuni interessi in comune: l'interesse per le Pozioni, l'intenzione di non giocare per la squadra di Quidditch della casa di appartenenza e l'aver letto tutti i manuali di Hogwarts. Unico aspetto che li differenziava era la diversità di vedute riguardo alla Casa in cui volevano finire: Albus nonostante le parole di Harry voleva essere un Grifondoro mentre Scorpius nonostante le differenti vedute con suo nonno voleva confermare la tradizione familiare dei Serpeverde, pur definendosi moderato.
"Avrei preferito però restare a casa. Abbiamo molto denaro, potrei vivere benissimo senza sapere nulla della magia" disse Scorpius prima del ritorno di Victoire con Rose.
"Lasciami! Non ci voglio stare quì!"
"Non puoi stare seduta per terra...piant..."
"Mi avete tradita! Fino a prova contraria siete miei cugini e mi voltate le spalle così" disse la ragazza cadendo in ginocchio piangendo.
"Sicura che abbia le rotelle al proprio posto?" chiese Scorpius a Victoire, ricevendo in cambio uno scappellotto.
Victoire, dall'alto delle sue ottime capacità di mediazione ad ottenere una tregua tra Rose e Scorpius che non si rivolsero parola durante tutto il viaggio, con il grande sollievo di Albus che poco tollerava ritrovarsi in mezzo a conflitti.
"Finalmente siamo arrivati!. Scorpius non dimenticarti di salutare il professor Lumacorno. Ha tempestato di lettere me e Teddy" disse Victoire al ragazzo che annuì e salutò Albus, che stava seduto tremando.
"Ancora ansia?" chiese Victoire al cugino.
"Si...voglio essere un Grifondoro. Voglio essere nella stessa Casa di papà, mamma e James"
"Ma Albus! Noi ti vorremo bene anche se sarai un Serpeverde o Corvonero. Teddy è stato un Tassorosso eppure io lo amo mentre ho ottimi rapporti con Astoria Greengrass e ho un rapporto cordiale con Narcissa Malfoy."
"A proposito...come mai sei amica di quello? Non sopporto lui, suo padre e suo nonno. Li odio"
Victoire, non sapendo cosa rispondere preferì tacere anche perchè era piuttosto in ritardo. In quanto Caposcuola aveva il dovere di accogliere gli alunni del primo anno insieme ai capi delle 4 Case, Hagrid e al Preside.
Gli studenti del primo anno da qualche anno a questa parte non dovevano più raggiungere Hogwarts attraversando il Lago Nero in barca su decisione del preside, visto che l'ultima volta è quasi affogata una decina di studenti. Adesso venivano accompagnati dai Capiscuola che per quest'anno sarebbero stati Victoire Weasley e Alex Cooper, un suo compagno che da anni le faceva una corte spietata, e dai capi delle quattro Case: Horace Lumacorno per i Serpeverde che tuttavia si stava intrattenendo con Scorpius Malfoy e quindi non era minimamente preoccupato per gli altri studenti , Neville Paciock per i Grifondoro che cercava di raccogliere il maggior numero di studenti, il professor Vitious per i Corvonero e Madama Bumb per i Tassorosso dopo aver sostituito la professoressa Sprite andata in pensione.
"Benvenuti nella Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts" disse una donna dall'aria severa e piuttosto anziana.
Era la professoressa Minerva McGranitt, ex insegnante di Trasfigurazione e preside di Hogwarts dal 1998, quando assunse la carica in modo permanente dopo la fuga di Severus Piton dal castello.
"Scorpius caro, cerca di non finire in punizione. La preside non è un tipo che perdona infrazioni gravi o meno gravi" disse Lumacorno all'orecchio del ragazzo, anche se fu sentito dalla preside.
"Sono contenta che lei si stia preoccupato di insegnare ai nuovi arrivati il rispetto per le regole, Horace.Vi prego di seguirmi in fila indiana. Capiscuola ai miei lati" disse la professoressa McGranitt con il suo classico tono di voce autorevole.
"Non la sopporto per nulla...è una megera, Albus" disse James avvicinandosi all'improvviso alle spalle del fratello.
"Solo perchè non ti permette di demolire il castello non vuol dire che lei sia cattiva. Dovresti ritenerti fortunato che stima gli zii altrimenti ti avrebbe espulso" disse Rose con tono di disapprovazione al cugino maggiore.
Se con Albus la ragazza era praticamente cresciuta, con James non perdeva occasione per litigare. Il ragazzo da sempre è molto vivace e prima delle punizioni a Hogwarts incassava quelle di Ginny e Harry. Una volta fece arrabbiare così tanto Rose che lei gli ruppe il naso con un pugno e da allora egli evita di toccare le cose appartenenti alla cugina anche se non perde occasione di stuzzicarla.
James qualche secondo dopo andò via per accomodarsi al proprio posto alla Sala Grande. Qualche minuto dopo, quando gli studenti degli anni successivi presero il proprio posto nella Sala Grande, entrarono anche gli studenti del primo anno in fila indiana e furono posizionati al centro.
"Mastro Gazza...sgabello e Cappello Parlante" ordinò la professoressa McGranitt a un uomo praticamente senza denti mentre quel poco che gli rimaneva dei capelli era completamente bianco.
"Da quei ciccioni stai alla larga - disse Scorpius avvicinandosi a Albus all'orecchio - si chiama Vincent Goyle e suo padre andava dietro al mio a scuola. Al Ghirigoro hanno avuto una piccola 'discussione'. Gente poco raccomandabile."
"Grazie, ne terrò conto" disse Albus quasi tremando. In questo preciso istante non gli importava di Rose, di Scorpius e di tutti i tipi raccomandabili o meno di cui era popolata la scuola. Sperava e pregava che lo Smistamento finisse il più presto possibile.
La professoressa McGranitt srotolò un enorme pergamena e si mise un paio d'occhiali:
"Bene. Adesso dirò nome e cognome di ciascuno di voi, vi avvicinerete sedendovi su questo sgabello e sarete smistati in una delle quattro Case: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso. Sarà un momento importantissimo per voi perchè sarà il luogo in cui passerete gran parte del vostro tempo. Farete amicizie, studierete e affronterete qualsiasi problema che incontrerete nel corso del vostro percorso scolastico. Procediamo con lo smistamento: Chapman Alexis"
Era una ragazzina dai capelli castani che tremava ed era agitata tanto quanto Albus e nell'avvicinarsi inciampò nel suo mantello, scatenando l'ilarità dei presenti, soprattutto tra i Serpeverde.
"5 punti in meno alla Casa di Serpeverde: non si ride quando uno studente è in difficoltà e neanche è cominciato l'anno scolastico. Prego signorina Chapman, faccia con comodo" disse la McGranitt dolcemente alla ragazzina che finalmente arrivò allo sgabello e si sedette.
"Bene bene...nelle tue insicurezze nascondi coraggio, spirito di sacrificio e lealtà. Sicuramente non Serpeverde, ma neanche Corvonero, non ti vedo immersa particolarmente negli studi. Mi voglio fidare del tuo lato coraggioso: GRIFONDORO!" urlò il Cappello Parlante.
Un boato scoppiò tra i Grifondoro e la prima a congratularsi con la povera ragazzina fu Victoire, che la aiutò a non inciampare con il mantello evidentemente troppo grande
per lei.
"Fawley Delphi"
Era una ragazzina che sembrava molto più grande rispetto alla sua età. Aveva lunghi capelli tendendi al grigio e con alcune ciocche di capelli di colore blu. Al contrario di Alexis Chapman lei aveva un'andatura sicura di sè, come se la cerimonia dello Smistamento non la toccasse affatto.
"Hai una bella testa, signorina. Molto ambiziosa e abbastanza sicura delle tue capacità e ami impegnarti in ciò che fai. Con astuzia e ingegno andrai lontano: SERPEVERDE"
Dal tavolo dei Serpeverde scoppiarono grida di felicità e allegria per aver guadagnato una studentessa potenzialmente brillante secondo le parole del Cappello Parlante e il professor Lumacorno fece alla ragazzina il segno della vittoria.
"Malfoy Scorpius Hyperion"
'Serpeverde, fammi questo favore' pensò tra sè il ragazzo senza guardare in giro, tranne che in direzione del Professor Lumacorno che gli fece un sorriso di incoraggiamento. Dopo essersi seduto sullo sgabello la professoressa McGranitt gli indossò il vecchio Capello Parlante.
"Un nuovo Malfoy...l'ennesimo. Ne ho smistati tantissimi e tutti in Serpeverde. Siete tutti molto intelligenti ma le vostre capacità spesso non sono state usate a fin di bene. In te vedo qualcosa di diverso dai tuoi predecessori. Hai un bel cervello ma sei molto pigro e ciò potrebbe influenzare in negativo la tua permanenza ad Hogwarts. Non me la sento però di spezzare la tradizione della tua famiglia: SERPEVERDE!" urlò il Cappello Parlante.
Dal tavolo dei Serpeverde scoppiò un nuovo boato dato che era il secondo studente più promettente guadagnato dalla Casa.
"Burke Aaron" lesse la McGranitt.
Aaron Burke era un ragazzino dai capelli castani ma ben pettinati. Sembrava piuttosto ansioso e sfogava l'ansia muovendo nervosamente le dita delle mani in modo confuso. Arrivò allo sgabello per essere smistato in breve tempo, quasi correndo.
"Burke...erano molti anni che non mi capitava qualcuno della vostra famiglia. Hai qualità adatte ai Corvonero visto che sei molto studioso e con un cervello niente male. Io però ti sorteggio non lì, sei piuttosto ambizioso e furbo. Ti sorteggio in: SERPEVERDE!" urlò il cappello.
Per l'ennesima volta al tavolo dei Serpeverde esplose un potente boato, cosa che infastidì James.
"Ma hanno per caso corrotto il Cappello Parlante? Su 4 smistamenti 3 sono andati a loro mentre da noi una che non sa neanche camminare"
"Modera la lingua...meno male che non ti ha sentito!" gli rispose Victoire a bassa voce.
"Weasley-Granger Rose" disse la McGranitt ad alta voce per far tacere il brusio nella Sala Grande.
I Grifondoro tacquero all'istante mentre James incrociò le dita.
'Non la sopporto ma falla finire ai Grifondoro, lurido straccio. Non Serpeverde'
"Potter. Sarò un vecchio straccio ma non sono sordo - disse il Cappello Parlante, facendo vergognare James davanti a tutta Hogwarts. Rose invece" si sistemò sullo sgabello e chiuse gli occhi per ascoltare in silenzio quella che per lei era una sentenza di vita o di morte - di nuovo un Weasley, una nel tuo caso. Cervello tale e quale a quello di tua madre e hai un coraggio da leoni, non mi dilungo troppo: GRIFONDORO!!!"
Stavolta fu il tavolo dei Grifondoro ad esplodere in un rumoroso boato che fece imbarazzare Rose. La ragazzina odiava sentirsi al centro dell'attenzione e questa situazione era decisamente una di quelle.
"Congratulazioni cugina. Però dovrai piegarti all'autorità di James Sirius Potter se non vorrai passare enormi guai" disse James alla cugina con un ghigno.
"Autorità...come quella quando io a casa ti faccio quasi volare senza scopa" rispose acida Rose al cugino che tacque per l'imbarazzo.
La McGranitt guardò inquieta verso i Grifondoro. La preside ripensò al fatto che l'ultima volta che i Potter e i Weasley si ritrovarono nella stessa Casa è vero che salvarono il mondo magico ma oltre questo infransero qualsiasi regola in vigore.
"Goyle Vincent" disse la preside.
Un ragazzo che non dimostrava affatto 11 anni perchè troppo grande e grosso si avvicinò orgoglioso e fiero allo sgabello, come se fosse il miglior studente arrivato a Hogwarts.
"SERPEVERDE!" urlò il Cappello Parlante senza che la McGranitt riuscisse a poggiare in testa al ragazzo il Cappello Parlante. Dai Serpeverde esplose un boato e questa volta anche tra i Grifondoro per essersi risparmiati uno studente del genere, che non presagiva nulla di positivo.
"Fawkes Paul"
Il ragazzo nominato dalla McGranitt sembrava per nulla intimorito dallo Smistamento e si avvicinò allo sgabello.
"SERPEVERDE...senza nessun dubbio. Non pensavo di rivedere un Fawkes a Hogwarts"
Mentre il ragazzo tornò a sedersi tra i Serpeverde festanti la McGranitt lesse il nome seguente:
"Albus Severus Potter"
Per Albus sentire il suo nome pronunciare fu una pugnalata al cuore. Lentamente si incamminò verso lo sgabello come se si stesse dirigendo verso il patibolo.
"Potter, un nuovo giovane Potter dopo 2 anni. Tuo fratello l'ho smistato senza problemi ma con te è molto più difficile. Tuo padre alla fine lo smistai nei Grifondoro ma non so se fare lo stesso con te. In te è presente molta ambizione ma non so se in positivo o negativo. Hai però qualità che il coraggioso Godric e la leale Tosca apprezzerebbero. La casa di Salazar però saprebbe indirizzarti sulla retta via ma solo se tu non commetterai sbagli nel corso della tua carriera scolastica perchè il Cappello Parlante non sbaglia mai: SERPEVERDE!"
All'urlo del Cappello Parlante la Sala Grande per la prima volta dopo un nome smistato rimase in silenzio: era stupore misto a incredulità. James rimase a bocca spalancata, incredulo  che le sue battute si fossero rivelate reali. Anche Rose si mise le mani alla bocca mentre Victoire mostrò il pollice in sù per incoraggiare il cugino che si dirigeva taciturno al tavolo dei Serpeverde, per accomodarsi in mezzo a Delphi Fawley e Scorpius, che gli tenne il posto.
"Piacere, Delphi" disse la ragazzo stringendo la mano a Albus, che rispose senza mostrare alcuna emozione.
"Vedrai che ti troverai bene se eviterai chi ti dirò io. Mio padre mi ha detto i nomi e i cognomi dei tipi da evitare che mi darebbero soltanto guai" disse Scorpius senza preoccuparsi di non farsi sentire.
A Albus tuttavia non importava nè di sentire Scorpius e Delphi o gli altri nomi smistati. Sentì soltanto il Cappello Parlante smistare qualcuno tra Grifondoro e Serpeverde mentre gli altri suddivisi tra Corvonero e Tassorosso.
"Albus...Al!" gridava Rose correndo dalla Sala Grande quando la cena terminò.
"Che vuoi? James non mi ha rivolto la parola, non vedo perchè debba farlo tu"
"Calmati - disse Rose sulla difensiva, un pò infastidita dal tono del cugino ma si sforzò di mantenere la calma - volevo soltanto dirti che per me non cambia nulla e neanche per James, è soltanto incredulo ma tranquillo. Ti vogliamo tutti bene lo stesso"
"Grazie" disse Albus andando via di fretta, senza permettere alla cugina di dire qualcos'altro decidendo di andare direttamente a dormire e lo avrebbe fatto se soltanto avesse avuto una minima idea di dove si trovassero i dormitori dei Serpeverde.
"La nostra Sala Comune e i Dormitori sono nei sotteranei, seguimi - disse Delphi Fawley, spaventando leggermente Albus - ehi! So di essere particolare ma non al punto di spaventare qualcuno"
"Scusami, pensavo di essere solo"
I due ragazzi scesero nei sotteranei e si fermarono di fronte a una porzione di muro di pietra sulla quale c'era scritto in lettere di colore smeraldo:
'So che avrò trovato la morte prima che tu legga queste parole, ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che quando incontrerai il tuo degno rivale sarai di nuovo mortale. R.A.B.'
"R.A.B" disse Delphi e il muro di pietra si spostò di lato.
Albus rimase stupito nel vedere la Sala Comune dei Serpeverde: è vero che avrebbe preferito essere un Grifondoro però dovette riconoscere che era bellissima. Aveva presenti delle ampie e strette vetrate dalle quali si potevano ammirare creature acquatiche di vario genere e il calamaro gigante che abitano il lago. Era arredata con divani e poltrone in pelle nera, con cinque camini di pietra e con vari ritratti e dipinti sopra. A est vi era presente la biblioteca con manoscritti di  Merlino e libri alchemici arricchivano gli scaffali. Un lungo tavolo abbellisce la camera dove tutti gli studenti di solito studiano. La luce dentro la sala era verdastra perché rifletteva le profondità del lago. Per l'accesso ai dormitori vi era una scala a chiocciola in mogano. In cima c'era un lungo corridoio con cui si accede al proprio dormitorio. Letti a baldacchino con tende verdi-argentate e delle poltroncine arredavano le stanzette; dalle grandi vetrate inoltre era possibile ammirare il fondale del Lago Nero e il rumore delle acque, che leggere sbattono contro le grandi finestre, creando un dolce suono che permetteva un riposo più che sereno.
"Si vedono quelle creature acquatiche perchè ci troviamo nei pressi del Lago Nero. Sarà meglio andare a dormire. Domani abbiamo Pozioni con Lumacorno, il nostro Capo. Buonanotte" disse Delphi con un sorriso, lasciando Albus da solo che preferì restare per qualche ora da solo fino a quando il sonno non si fece sentire e anche lui decise di andare a dormire.
'Serpeverde...chissà cosa diranno mamma e papà' furono gli ultimi pensieri del ragazzo prima di addormentarsi.

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Capitolo 33
*** La prima lezione ***



 

Il giorno dopo lo Smistamento, Rose si svegliò di primo mattino, ansiosa di incominciare con le lezioni. La ragazza scese nella Sala Comune dove trovò Alexis Chapman, seduta davanti al camino e completamente assorta nei suoi pensieri.

“Ciao. Non fai colazione?” chiese Rose alla ragazzina, che sembrava giù di morale.

“Perché? Per farmi prendere in giro? Anche un ragazzo del terzo anno non si è trattenuto dal commentare negativamente il mio arrivo tra i Grinfondoro”

Rose si infuriò moltissimo quando capì dalla descrizione di Alexis che il ragazzo che la prese in giro era James.

“Mi sente quello…giuro che gli faccio passare la voglia di prendere in giro gli altri” disse Rose sbattendo il piede sul pavimento per la rabbia.

“Lascia stare. Non sbaglia"

“Lui non è nessuno per criticare chiunque non sia arrogante come lui. Alzati e scendiamo alla Sala Grande…è un ordine!”

Alexis, stupita dalla determinazione di Rose, andò a vestirsi e, anche se imbarazzata, seguì l'amica nella Sala Grande, dove tutti stavano mangiando le deliziose pietanze. 

“…e quindi alla prima partita gli manomettiamo le sc…ahia!”

Rose, appena vide Il cugino, gli diede un potente pugno dietro la nuca per poi andare a sedersi il più lontano possibile dal parente insieme ad Alexis.

“Ma è matta!? Victoire, in quanto Caposcuola devi punirla” protestò animatamente James, scatenando l’ilarità dei presenti e del suo gruppo.

“No non lo è. E se non fossi estremamente paziente, avrei fatto la stessa cosa” rispose la ragazza al cugino per zittirlo.

Mezz'ora più tardi, dopo che la Mcgranitt ebbe fatto sgomberare i tavoli, tutti gli studenti si diressero verso le rispettive lezioni.

“Potter, aspetta"

Vincent Goyle fermò Albus, che insieme a Scorpius si stava alzando per andare a pozioni.

“Mi chiamo Vincent Goyle e ti invito a fare amicizia con me…ne avrai molto da guadagnare”

“Grazie ma ho già fatto amicizia con chi volevo” disse Albus infastidito dalla richiesta.

“Ascoltami bene…se non vuoi passare 7 anni in un ambiente non amichevole, ti conviene accettare la gerarchia, Potter. Non sono ben accetti legami con nati babbani e bestie varie"

Albus era pronto a colpire Goyle con un pugno davanti a tutti, ma fu tempestivamente fermato da Scorpius.

“Se non vuoi far arrabbiare mio padre ti conviene sparire. O vuoi che gli dica che mi hai aggredito?”

Goyle guardò intimorito Scorpius, ma ubbidì, destando enorme stupore in Albus.

“Ma come hai fatto!?”

“Trucchi del mestiere. Mio padre fa paura a quelli lì e basta soltanto nominarlo per farli scappare a gambe levate" rispose orgoglioso Scorpius.

Albus ripensò alle parole di Harry che lo invitarono a non cercare guai coi Malfoy, perché era meglio averli come amici che come nemici. Il ragazzo perse di vista Scorpius, che era andato in tutta fretta verso i Sotteranei senza aspettarlo.

“Albus, oggi siamo insieme a Pozioni”

Rose si avvicinò al cugino che sul momento volle salutarla calorosamente, ma poi le fece un cenno per farle sapere che l'aveva vista.

“Hai scritto agli zii? Vorranno sapere come stai” chiese la ragazza seguendo il cugino verso l'aula di Pozioni.

“Ancora no"

“Lei è Alexis. Una compagna di classe” disse Rose porgendo la mano dell'amica al cugino.

“Piacere, Albus"

Al ragazzo non sfuggì il disagio che traspariva da Alexis, che quasi tremava.

“Non conosce nessuno e la prendono in giro…tra i quali tuo fratello” sussurrò Rose all'orecchio di Albus.

La conversazione terminò lì, perché i ragazzi erano giunti alla classe di Pozioni, dove Lumacorno si stava intrattenendo con alcuni Serpeverde.

“Oh…venite cari. Horace Lumacorno, insegnante di Pozioni e capo della Casa di Serpeverde" disse allegramente l'anziano e paffuto uomo quando vide all'ingresso Albus, Rose e Alexis. 

Le due ragazze si sistemarono ai banchi più avanti nei pressi di Albus, che sempre davanti si sedette vicino a Scorpius.

“…dicevo Scorpius. Ti nomino mio assistente per quest'anno insieme a Delphi e al nostro caro Albus, se ho indovinato il tuo nome, giusto?” riprese Lumacorno, guardando Albus, che gli sorrise imbarazzato facendo capire al professore che aveva indovinato il suo nome.

“Ho avuto tuo padre tra i miei studenti e tua nonna, la cara Lily. Rivedo i suoi occhi in te" disse con nostalgia l'insegnante.

La lezione di Pozioni praticamente non iniziò invece. Il professore chiese alla classe di leggere l'introduzione del libro di Pozioni con riassunto, mentre lui proseguì il resto dell'ora ad intrattenersi con Scorpius, Albus e Delphi.

“…tuo nonno, caro Scorpius, fu un mio alunno, sai? Siamo ancora amici e ancor prima lo era il tuo bisnonno Abraxas…”

“Belle amicizie che hai, vecchio cialtrone” borbottò Rose sottovoce.

“Bene miei cari: la lezione è finita. Scorpius e Albus…siete invitati al Lumaclub per domani sera. Portatevi un amico o un'amica così ci ritroviamo tra amici” disse il professor Lumacorno, prima di congedarsi dalla classe.

Scorpius invitò Delphi, mentre Albus provò a chiedere a Rose senza tuttavia ottenere i risultati sperati.

“Ma sei matto a chiedermelo?! Per nessuna cosa al mondo ci verrei”

“Accidenti Rose. Mi isolo e dici che io devo farmi amici. Faccio amicizie e non va bene. Ti vuoi decidere???” rispose Albus furibondo alla ragazza.

Rose e Albus non si parlarono per nulla il giorno successivo quando venne il momento di andare al Lumaclub.

“E quindi tua cugina ha rifiutato…giusto?” chiese Delphi a Albus nella Sala Comune dei Serpeverde.

“Si però…cioè…il fatto è…”

“Che non le piacciamo per nulla – disse Delphi interrompendo Albus all'improvviso – non si può piacere a tutti. Neanche a me lei piace come non piace a Scorpius, ma non ne facciamo una questione di vita o di morte”

Albus provò a scusarsi ma fu interrotto dall'arrivo di Scorpius che, come Delphi e Albus, indossava il vestito migliore che aveva con alcune caratteristiche: la camicia era color d'oro, i pantaloni e la giacca di colore argento e la cravatta color rubino.

“Ma come ti sei conciato?” chiese Delphi soffocando una risata.

“Come vedi…mi piacciono questi colori”

Albus invece non sapeva se prendere quella scena sul ridere o come. Ripensò alle parole di Harry dopo che Ron gli sconsigliò di fare amicizia con Scorpius Malfoy e qualsiasi Serpeverde:

‘Non giudicare il passato delle persone, ma il comportamento che hanno con te e con il prossimo’

E fino a quel momento Scorpius non aveva dato nessun problema, anzi insieme a Delphi era l'unico amico tra i Serpeverde. Albus decise di non pensare ulteriormente alle parole dei suoi familiari e decise di andare al Lumaclub libero da ogni pensiero, per scoprire di cosa si trattasse.

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Capitolo 34
*** Ricordi ***





Albus, Delphi e Scorpius si incamminarono verso l’ufficio di Lumacorno dove si sarebbe tenuto il Lumaclub. Scorpius e Delphi sembravano piuttosto a loro agio, Albus un po’ meno non sapendo di cosa si trattasse questa riunione.
“Signore, possiamo?” chiese Delphi bussando alla porta dell’ufficio dell’insegnante.
“Entrate cari…abbiamo già cominciato” disse Lumacorno con il suo solito tono di viva allegria.
Albus non era mai stato nell’ufficio del professore di Pozioni e rimase stupito dal lusso con cui era addobbato, sicuramente non come gli uffici degli altri insegnanti. Sul tavolo rotondo c’era di tutto: dolci, pancetta, burrobirra e quanto di più buono si potesse mangiare.
Il professor Lumacorno dispose i tre vicino a lui mettendosi in mezzo a Albus e Scorpius mentre Delphi si sedette vicino al primo.

“Benissimo…possiamo cominciare. Paul, parlami della tua famiglia, come mai siete tornati in Inghilterra dopo tutti questi anni?” disse Lumacorno servendosi della pancetta.
“Volevano che conoscessi qualcosa del paese in cui molti secoli fa siamo vissuti…” cominciò a parlare il Serpeverde che si chiamava Paul Fawker. Il ragazzo raccontò a tutti i presenti che era un lontano discendente di Guy Fawkes, un mago che nel 17 secolo organizzò e provò ad attuare un progetto per destabilizzare il mondo babbano passato alla storia come la “congiura delle polveri”. Per i babbani Guy Fawkes fu giustiziato ma in realtà con un abile stratagemma fece assumere al suo carceriere tramite la pozione polisucco le sue sembianze e lo fece giustiziare al suo posto. Fawkes di nascosto insieme alla sua famiglia esiliata si stabilirono a Salem fino a qualche mese fa.
“Bene bene, molto interessante Paul, spero che potremo essere amici. Oh, guardate questo…” disse Lumacorno aprendo un libricino che si rivelò essere un album di fotografie piuttosto datate. Albus notò tra le tante foto sfogliate una che ritraeva al Lumaclub suo padre Harry e Hermione.
“Signore. Anche mio padre e mia zia hanno fatto del Lumaclub?” chiese meravigliato Albus, credendo che Harry e Hermione non fossero tipi per cose così.
“Oh si figliolo. Secondo me furono i membri più illustri del Lumaclub subito dopo tua nonna, la cara Lily” disse Lumacorno sospirando.
Delphi e Scorpius si avvicinarono a Albus e Lumacorno mentre gli altri membri si abbuffavano delle varie pietanze presenti.
“Eccola Lily, la studentessa migliore che io abbia mai avuto. Così brava e capace in qualsiasi cosa volesse fare” disse con nostalgia l’insegnante indicando una ragazzina dai capelli rossi con un sorriso smagliante.
“Signore, come faceva ad essere più brava di tanti studenti purosangue? Mia nonna mi ha detto che era una nata babbana” intervenne Scorpius facendo indispettire Albus che era deciso a rispondergli a tono ma fu fermato da Lumacorno.
“Si è vero ed è qui la cosa sorprendente. Nella mia lunga carriera ho incontrato studenti dalle spiccate capacità che erano babbani di nascita e alcuni dei miei studenti peggiori che erano purosangue da generazioni”
“Signore…anche io credo così. Insomma, se lei ci pensa bene Victoire è per una piccola parte veela eppure è la persona più cara che ho dopo la mia famiglia mentre Goyle che si vanta di essere purosangue è così stupido da non ricordarsi il proprio nome”
Lumacorno sorrise al ragazzo mentre Albus non sapeva come reagire: non gli erano mai interessanti discorsi su nati babbani, purosangue e mezzosangue ma al tempo stesso non voleva deludere Lumacorno, il quale sembrava averlo preso in simpatia. L’anziano mago dall’album tirò fuori anche quella che sembrava una tabella. Comprendeva 10 nomi al fianco dei quali era scritto con quanti G.U.F.O e M.A.G.O sono usciti.
Al primo posto i ragazzi videro Lily Evans con il massimo del punteggio G.U.F.O e M.A.G.O
“Ancora mi piange il cuore per la fine atroce che fece Lily e la cosa peggiore è che fu un mio studento ad ucciderla” disse con malinconia l’insegnate.
I ragazzi videro al secondo posto Severus Piton e il professor Lumacorno raccontò per intero la vita e la carriera scolastica dell’ex preside di Hogwarts e lo giudicò come il suo studente di sesso maschile più brillante ed intelligente mai avuto. Al terzo e quarto posto c’erano Hermione e Harry mentre al quinto posto c’era Lucius Malfoy.
“Ci sentiamo ancora io e tuo nonno. Un eccellente pozionista, peccato per le scelte controverse che fece ma non è cattivo” disse Lumacorno.
Al settimo posto i tre notarono Regulus Arcturus Black, definito da Lumacorno come lo studente più coraggioso che ebbe e di lui disse: “Si può rimediare alle scelte fatte se si ha il coraggio di farlo”
All’ottavo posto era presente Lupin mentre agli ultimi due posti i tre ragazzini videro con disprezzo Bellatrix Lestrange e Tom Riddle alias Voldemort.
“Era eccezionale Bellatrix ma purtroppo ho riposto le mie aspettative nella persona sbagliata.Ho insistito per farla diventare prefetto e poi caposcuola e mi sarebbe piaciuto tanto che divenisse il primo Ministro della Magia donna. Aveva le capacità ma purtroppo non seguì i miei consigli e eseguì sempre le richieste della sua famiglia…cattiva gente. Non ti offendi Scorpius caro se uso questi termini?”
“No signore, anche noi in famiglia odiamo i Black. Mia nonna non ne dice una positiva su di loro”
“Come si chiama tua nonna?”
“Narcissa Malfoy da nubile Black. Era la sorella di Bellatrix”
“Perdonami ma non me la ricordo, è l’età…coraggio adesso che si è fatto tardi. Non vorrei che Minerva vi punisca per colpa mia” disse l’insegnante congedando tutti gli invitati al Lumaclub.
Mentre Albus usciva dall’ufficio del professore si sentiva strano, piuttosto inquieto. In famiglia tutti cercavano di evitare il discorso di purosangue, mezzosangue e superiorità sul prossimo mentre adesso Lumacorno e Scorpius parlarono tranquillamente di odio e disprezzo. La stessa Andromeda evitava di trattare il discorso della sua famiglia, come se fosse un qualcosa di assai sgradevole.
Il ragazzo decise di chiedere a Scorpius come si facesse odiare qualcuno della propria famiglia nella Sala Comune dei Serpeverde quando tutti ormai dormivano e Delphi salutò i due amici.
“In che senso come si fa? In questo. Metti caso che tu abbia due genitori matti, una sorella ancora più matta mentre tu e una tua sorella sana di mente siete costantemente derisi e umiliati perché non vi attenete alle aspirazioni familiari. Tu cosa faresti?” chiese Scorpius bevendo un sorso di camomilla.
“Io ho una famiglia normale, noi non siamo così” protestò Albus.
“Bhe…da noi funziona così, forse siamo noi gli anormali chissà. Sta di fatto che mia nonna e la zia Andromeda erano le delusioni di famiglia perché non era loro intenzione torturare e uccidere babbani come faceva Bellatrix. La zia Andromeda prima di essere cacciata via di casa fu torturata da Bellatrix e dai fratelli Lestrange, è grazie a mia nonna se è sopravvissuta dalle ferite, è un’ottima curatrice mia nonna” continuò a parlare Scorpius mentre Albus lo ascoltava.

 

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Capitolo 35
*** Grifondoro contro Serpeverde ***




Era passato un mese dall’inizio di Hogwarts e si stava avvicinando l’inizio del campionato scolastico  di Quidditch. James era il battitore e futuro capitano dei Grifondoro mentre Rose era stata presa come cercatrice. La partita inaugurale sarebbe stata contro i Serpeverde, un incontro amichevole per quanto potesse esserlo.
“Li attacchiamo frontalmente senza dargli il tempo di riprendere fiato!” incitava James come se fosse lui il capitano indiscusso della squadra.
“Non sei tu il capitano, James. La strategia la deve decidere Victoire fino a prova contraria” disse stizzita Rose per frenare l’entusiasmo che stava diventando arroganza di James.
Victoire, capitano dei Grifondoro giocava come portiere e aveva il sogno di vincere la coppa di Quidditch per andare via da Hogwarts da vincente.
Mentre i Grifondoro come i Serpeverde si preparavano per la partita, Harry insieme a sua moglie Ginny, Ron e Hermione erano appena arrivati a Hogwarts per tifare i propri figli e ad accogliere arrivò la preside McGranitt in persona.
“Salve professoressa, è un piacere rivederla” disse Harry stringendo la mano all’anziana preside.
“Anche per me Potter e mi fa piacere vedere anche…voi” disse la McGranitt osservando disgustata Ron che masticava un panino.
“Ronald, ma ti sembra il caso!?” disse Hermione stizzita al marito non appena la preside si voltò.
Il gruppo insieme alla preside si diresse allo stadio di Quidditch e Harry, staccandosi dalla moglie e da Ron e Hermione che andavano a passo lento si avvicinò alla professoressa McGranitt.
“Potter, o sei in una forma migliore di quei tre oppure vuoi parlarmi”
“Esatto professoressa…volevo chiederle come sta mio figlio Albus. Ancora non mi scrive una lettera e vorrei chiederle se ha amici, se combina guai cose del genere” disse sottovoce Harry per non sembrare agli occhi di Ginny un padre eccessivamente protettivo.
“Potter, non è mia abitudine spiare studenti. Sono la preside non la loro balia” replicò fredda la professoressa McGranitt.
“Lo so professoressa però…”
“Però nulla. Quello che mi da problemi è tuo figlio maggiore, tale e quale alle pesti delle quali porta i nomi.  Albus invece è tranquillo, non mi sembra avere troppi amici ma nella Casa in cui si trova è meglio cosi. Gira sempre con Delphi Fawley e Scorpius Malfoy”
Harry, quando sentì quest’ultimo ebbe un accenno di tosse, cosa che non sfuggì all’attenzione della McGranitt.
“Non ti preoccupare Potter. Il ragazzo è diverso da suo padre e ancora di più lo è da suo nonno. Ho avuto la disgrazia di insegnare a entrambi e di avere la stessa età di Abraxas Malfoy e ti garantisco che è il Malfoy più tranquillo che io abbia conosciuto. Adesso basta spettegolare su studenti , siamo quasi arrivati”
La preside in effetti aveva ragione visto che erano arrivati e scoppiò un lungo ingresso all’ingresso di Harry, Ron, Hermione.
“Grazie, grazie!” diceva Ron salutando tutto il pubblico.
“L’umiltà non ti è mai mancata signor Weasley” disse fredda la McGranitt, dirigendosi in tribuna d’onore.
“Io mi accomodo tra i Serpeverde. A Albus farà piacere, voi andate pure con la McGranitt”
“Harry! Ma ti sei rammollito!?” disse Ron come se pensasse che Harry fosse impazzito.
“Ronald. Se non hai alcuna empatia non vuol dire che gli altri siano come te” rispose Hermione al marito che taque.
“Va bene caro. Io vado insieme a loro, anche James vorrà il nostro sostegno pur avendo un sacco di autostima” disse comprensiva Ginny.
Mentre Ginny, Hermione e Ron si dirigevano nella Tribuna d’Onore insieme alla McGranitt, dove c’erano anche Bill Weasley e Fleur Delacour, Neville Paciock e tanti altri ex Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, Harry si stava avvicinando verso i Serpeverde.
‘Mi sembra di andare volontariamente a morire con Voldemort nella Foresta Proibita’ pensò tra sé Harry.
Harry, mentre saliva nella tribuna dei Serpeverde sentì due voci molto familiari, una per lui molto gradevole e l’altra per nulla.
“Guarda che bella quella ragazza, se aspetti qualche anno può fare al caso tuo Teddy. Delphi è intelligente, bella e tanto altro”
“Ma secondo te mi metto con una bambina? Non è a te che deve piacere Victoire. Io con lei sto benissimo e…”
Erano Draco Malfoy e Teddy Lupin che battibeccavano tra di loro. Harry sapeva benissimo quanto Victoire non piacesse a Draco e ai suoi genitori e ogni volta il ragazzo discuteva a turno con Draco, Narcissa e Lucius Malfoy. Quest’ultimo arrivò al punto di fargli una lunghissima lista delle ragazze purosangue più ricche e belle di tutta Inghilterra.
“Ti prego di non cominciare con l’elencarmi i suoi pregi. Ti piace solo perché è una veela”
“Non mi piace perché è una vee…HARRY!!!” esclamò Teddy quando vide arrivare il padrino correndogli incontro. Il volto di Draco invece divenne una maschera mortuaria per quanto gli fosse sgradevole l’arrivo di Harry.
“Ciao Teddy, mi stupisce che tu sia qui” disse Harry al figlioccio.
“In realtà sto qui per sostenere anche Scorpius ma tranquillo, tifo Grifondoro anche per Victoire” disse il ragazzo al padrino senza farsi sentire da Draco.
“Harry caro! Che sorpresa vederti qui insieme al caro Teddy!” disse la voce di un uomo.
Harry e Teddy si voltarono e videro Horace Lumacorno, vestito con abiti verdi e argentati, che a dire il vero sembrava leggermente ridicolo. Il professore liberò subito il posto affianco a lui e invitò Harry a sedersi accanto a lui, nella stessa fila di Draco che osservava la scena con disgusto.
“Sono qui per tifare Albus, penso che gli farebbe bene sapere che ha il mio sostegno pur essendo un Serpeverde”
“Così mi offendo Harry. Serpeverde non ha nulla di meno rispetto le altre Case e io lo aiuterò a restare sulla retta via” rispose offeso Lumacorno a Harry che si stava sedendo affianco a lui mentre Teddy si sedette alla destra dell’insegnante, alla sinistra di Draco.
“Che c’è Potter? Hai scoperto cosa vuol dire avere una famiglia ed essere amati da qualcuno?” disse quest’ultimo colmo di odio, suscitando uno sguardo colmo di disapprovazione di Teddy.
“A dire la verità ho sempre avuto qualcuno che mi abbia voluto bene e che mi abbia fatto sentire come membro di una famiglia. Grazie della preoccupazione, Draco” rispose stizzito Harry anche se avrebbe voluto volentieri dare un pugno in pieno viso ma evitò per non scatenare ulteriori problemi. Proprio in quel momento stava arrivando Astoria Greengrass e alla sua vista Draco decise di tacere visto che sua moglie mal tollerava il suo comportamento alcune volte.
“Astoria cara come stai?” chiese Lumacorno quando vide la donna sedersi vicino a Draco.
“Bene signore. Sono venuta per nostro figlio” rispose la donna.
“Lucius non è venuto a guardare suo figlio?” chiese d’un tratto Lumacorno alla donna. Harry dovette soffocare una fragorosa risata mentre Draco aveva le vene alle tempia gonfie, come se a causa della rabbia soffocata stessero per scoppiare.
“Signore…veramente Scorpius è figlio mio e di Draco. Il signor Lucius è suo nonno” rispose Astoria con enormeimbarazzo all’insegnante che continuava a sorridere.
“Davvero? Lucius ha avuto un figlio che lo ha reso nonno? Questo mi era sfuggito proprio. Ad una delle nostre lezioni chiederò a Scorpius di aggiornarmi su chi sia suo padre e sua nonna” disse Lumacorno rimettendo il binocolo agli occhi e facendo gesti di incoraggiamento ai Serpeverde.
Harry si era infilato un pugno in bocca per non scoppiare a ridere mentre Astoria cercava di far calmare Draco, che guardava livido di rabbia nel vuoto. Teddy invece faceva cuori con le dita a Victoire che ricambiava.
Al fischio della McGranitt la partita cominciò e Draco e Harry notarono che non giocavano né Albus né Scorpius.
“Forse devo cambiare occhiali” disse Harry, non vedendo Albus in campo. I Grifondoro nel frattempo segnarono 20 punti consecutivi.
“Oh vero…Scorpius e Albus non amano giocare a Quidditch, me lo ha detto nostro figlio” disse all’improvviso Astoria.
“Quando?” chiese stizzito Draco alla moglie.
“Penso in uno dei momenti nei quali ti divertivi a inventare calunnie insieme a Pancy” rispose altrettanto stizzita Astoria al marito.
Quest’ultimo sembrò rallegrarsi quando un bolide colpì Victoire in pieno viso.
“SUL NASO!!! BRAVISSIMO!!!” urlò Draco quando vide uscire del sangue dal naso della ragazza.
“Piantala, non c’è nulla di divertente” disse Teddy a Draco visibilmente infastidito dalla gioia del parente.
“Vuoi andare direttamente in mezzo allo stadio a difendere il suo onore?”
“Teddy, calmati e godiamoci la partita, non è il caso” disse Harry al figlioccio mentre Lumacorno guardava estraniato da ogni cosa dal suo binocolo la partita.
Dalla tribuna dei Grifondoro si potevano vedere Ron e Bill urlare maledizioni in coro ai Serpeverde e la stessa Fleur Delacour perse in quel momento la grazia che l’aveva sempre distinta.
“SIGNORI PER CORTESIA!!! SI SENTE TUTTO DAI MICROFONI!!! VOLETE PIANTARLA???” urlò la McGranitt verso Fleur, Ron e Bill.
‘Che vergogna’ disse tra sé Hermione piena di imbarazzo.
Dieci minuti dopo il fischio d’inizio la partita era in parità: 50 a 50 con Victoire infortunata al naso.
“Victoire, giuro che ti vendicherò e che romperò il naso a Goyle” disse James arrabbiato alla cugina.
“Quando imparerai a ragionare col tuo cervello, James? Per fallo intenzionale vieni espulso e rimarremo in svantaggio numerico” disse infastidita Rose al cugino euforico come al solito.
La ragazza per tirarsi su di morale guardò verso la tribuna dei Grifondoro e vide Hermione che le sorrideva per incoraggiarla mentre Ron e Bill le urlavano di uccidere o almeno di buttare qualche Serpeverde. A sorpresa vide anche Harry seduto vicino a Lumacorno che cercava di tifare Grifondoro senza scatenare liti.
Qualche minuto dopo la partita ricominciò e le due squadre si alzarono in volo. Victoire decise di continuare la partita nonostante il naso rotto, chiedendo in cambio alla squadra di vincere. Qualche minuto dopo James segnò una doppietta portando i Grifondoro a 70 contro 50. Rose invece, appena vide il boccino luccicante planò in volo seguita dal cercatore dei Serpeverde. Mentre Rose rincorreva il boccino d’oro seguita dal cercatore avversario, i Serpeverde segnarono altri 20 punti portandosi di nuovo in parità.
“Maledetto boccino…perché non ti fermi?” imprecò la ragazzina.
Mentre il cercatore dei serpeverde dava calci alla scopa di Rose per farla cadere, la ragazzina proprio nel momento in cui era più vicina al terreno saltò con tutto il corpo sul boccino. Quando Rose lo alzò al cielo esplose un boato in tutto lo stadio e tutti i Grinfodoro, Tassorosso e Corvonero esultavano. Tra i Serpeverde le facce erano nere di delusione. Lumacorno appariva sconsolato mentre Draco Malfoy si mise le mani in viso per la rabbia. Solo Astoria Greengrass cercava di rimanere composta.
Quando i Grifondoro si resero conto di aver vinto scoppiò una festa collettiva e Rose fu portata in trionfo dalla squadra. Dalla tribuna dei Grifondoro anche i genitori festeggiavano mentre Ron addirittura si commosse per l’orgoglio. La stessa McGranitt pur sforzandosi di restare imparziale sorrise contenta.
Mentre i Grifondoro festeggiavano, Harry decise di andare a cercare Albus che stava arrivando allo stadio di quidditch.
“Papà, che ci fai?” disse il ragazzino vedendo il genitore venirgli incontro.
“Bhe…ero venuto a vederti giocare ma ho scoperto che neanche fai parte della squadra. Potevi scrivermi almeno una lettera”
“Io…io non sapevo cosa scriverti” rispose Albus al padre con leggero imbarazzo. Harry invece guardava il figlio sorridendo con uno sguardo pieno di affetto.
“Bhe…potevi cominciare col dirmi che eri stato smistato in Serpeverde, che non giocavi per la squadra di Quidditch della tua casa, che facevi parte del Lumaclub, che eri bravissimo a pozioni e che sei diventato amico di Scorpius Malfoy”
Albus guardò il genitore con un senso di colpa visto che sapeva che il padre aveva ragione. Il ragazzo più volte dopo lo smistamento avrebbe voluto scrivere ai genitori ma non trovò mai le parole adatte da dire.
“Pensavo che non ti avrebbe fatto piacere…insomma a te non piacciono i Serpeverde e neanche i Malfoy però…”
“Ti stai sbagliando con Ron. E’ lui fissato con i Serpeverde e i Malfoy. Per me l’importante è che tu stia bene e che i tuoi amici siano persone a posto, non importa se ne hai pochi o tanti” disse Harry mettendo una mano sulla spalla del figlio che fu incoraggiato dalle parole del padre.
“Promettimi da adesso di scrivermi il più spesso possibile. Non dico tutti i giorni ma un giorno si e uno no” continuò a parlare Harry dopo essersi messo in ginocchio davanti a Albus che proprio non voleva guardarlo in faccia.
“La mamma che ne pensa?”
“La mamma è orgogliosa del fatto che tu sia un bravo studente con la testa a posto…porterai onore ai Serpeverde, ne siamo convinti”
Albus, incoraggiato dalle parole del padre decise di tornare con lui allo stadio di Quidditch, dove i Grifondoro ancora stavano festeggiando. Il ragazzino salutò Ron, Bill, Hermione e la madre che lo abbracciò calorosamente.
“E’ uno scandalo!!! Vergognatevi tutti!!!” protestava vivacemente Gregory Goyle.
Era con sua moglie Millicent, una compagna dei Serpeverde larga e alta quanto il marito ed altrettanto arrabbiata.
“Dai Goyle…mia figlia è molto più brava del tuo, piantala” disse Ron per provocare Goyle e sua moglie, già furiosi.
“Adesso basta, per la resa dei conti tra genitori andate fuori dai confini di Hogwarts” disse nervosamente la McGranitt mettendosi tra Ron e Goyle, il quale se ne andò furioso con la moglie.
“Hermione e Harry cari!” disse Lumacorno arrivando a passo svelto per salutare i due  fuori allo stadio.
“Salve professore” dissero Hermione e Harry, imbarazzati dal calore con cui li aveva salutati il professore di Pozioni.
“Hermione cara, chi è questa bella ragazzina? Tua figlia?” chiese all’improvviso il professore vedendo Rose correre verso la madre.
“Bhe si, signore. E’ pure una sua studentessa” rispose Hermione imbarazzata all’insegnante che stava guardando sorridente Rose. Quest’ultima invece non sapeva se Lumacorno avesse ricevuto un bolide in testa perché sembrava non averla mai vista prima d’ora pur essendo un suo professore da due mesi.
“Ma che bello! Sei la sorellina di Albus allora…perché non me l’hai mai detto che avevi una sorella, Albus? – chiese l’insegnante all’incredulo ragazzo – francamente cara Hermione ti ho sempre vista meglio con Harry piuttosto che con Rufus Weansley”
Ron in quel momento si trovava proprio dietro a Lumacorno e Hermione aveva paura che per la rabbia gli tirasse quei pochi capelli che aveva, ma con la sorpresa della donna l’uomo non sembrava reagire.
“Veramente sono sposata con Ron, signore. E’ proprio dietro di lei” disse Hermione a denti stretti, cercando di mantenere la calma. Harry invece si girò dall’altra parte insieme a Albus per non scoppiare di nuovo a ridere, memore di quanto accaduto alla tribuna dei Serpeverde allo stadio.
“Ah…ciao Roland – disse Lumacorno deluso, girandosi verso Ron – cara, sei invitata al Lumaclub” disse Lumacorno girandosi a Rose che aveva la bocca spalancata per l’incredulità.
“Non è da me esprimere giudizi su colleghi ma al professor Lumacorno è sempre mancata qualche rotella in testa” disse la professoressa McGranitt facendo ridere il gruppo. Anche Albus e Rose risero e sembravano aver ritrovato la sintonia che avevano sempre avuto.
Finito il momento di allegria la professoressa McGranitt ordinò a tutti gli studenti di tornare nel castello, concedendo una piccola deroga a Albus, al quale concesse 5 minuti per salutare i genitori.
“E quindi sei un ottimo pozionista secondo quanto dice quello svampito di Lumacorno” disse Ginny al figlio che adesso era molto più tranquillo dopo aver capito che non era la pecora nera della famiglia.
“Si, Lumacorno mi mette i voti più alti della classe. Secondo lui ho le potenzialità per essere bravo come la nonna”
“Stai meglio? Sei pronto per tornare al castello? Non vorrei che la McGranitt ti punisse per colpa nostra” disse Harry sorridendo insieme alla moglie al figlio.
I due genitori dopo aver abbracciato il figlio, se ne andarono guardandolo tornare salire al castello.
Mentre i due coniugi se ne andavano a piedi fino al confine del castello per potersi smaterializzare fieri di Albus e preoccupati per cosa avrebbe potuto ancora combinare James, raggiunsero Teddy, Bill, Fleur, Hermione e Ron.
“Lumacorno è andato ormai” disse Ron facendo ridere Hermione. I primi a smaterializzarsi furono Bill e Fleur. Anche Harry, Ginny, Teddy, Ron e Hermione stavano per andare via quando sentirono Draco discutere animatamente con Goyle. Si voltarono e videro Astoria osservare preoccupata il marito.
“Tuo figlio deve essere amico di quelli come lui, dei purosangue” diceva Goyle a Draco che sembrava per nulla impressionato dai discorsi dell’ex amico.
“Mio figlio è amico di chi vuole. Non deve chiedere il permesso a uno scimmione come te…”
“E quindi vuoi che si avvicini ai nati babbani e mezzosangue come già sta facendo!?” sbraitava Goyle contro Draco che si asciugò il volto dalla saliva dell’uomo.
“Se devo scegliere preferisco mille volte nati babbani e mezzosangue a quelli come te e tua moglie. Astoria seguimi, ne ho abbastanza di questo posto” disse Draco prendendo la moglie per un braccio smaterializzandosi, cosa che poco dopo fece anche Goyle insieme alla moglie.
“Wow! Il buon vecchio Draco sta maturando!” disse Ron incredulo da ciò che sentì.
“Te l’ho detto che non è cattivo come sembra” rispose Teddy
Hermione, il marito, Ginny, Teddy e Harry si smaterializzarono sperando che i ragazzi passassero un sereno anno a Hogwarts, per quanto potesse essere possibile.

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