Pensieri & Parole

di Sacchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rinuncia al tuo potere di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di seguirti ***
Capitolo 2: *** ...perciò ho paura quando dici di amarmi ***
Capitolo 3: *** L'orchidea è il fiore perfetto per dichiarare un amore segreto ***
Capitolo 4: *** Il geloso è un fastidio per gli altri, ma è un tormento a se stesso ***
Capitolo 5: *** Sulle guance è affetto, sulle labbra è amore, sulla fronte è premura. Il bacio parla per noi. ***
Capitolo 6: *** Abbracciami e non sentirò più il peso delle parole ***



Capitolo 1
*** Rinuncia al tuo potere di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di seguirti ***


PENSIERI E PAROLE





-1-
-Rinuncia al tuo potere di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di seguirti-




Shion lasciò che la punta della biro sottolineasse parole di suo interesse. 
Alcune le cerchiò, altre le sottolineò una o più volte, ad altre disegnò un punto interrogativo accanto. 
A volte si scoprì persino a sorridere per le scoperte fatte: fu divertente leggere così tante parole, stampate nero su bianco, su di un libro la cui carta era ingiallita o screpolata dai segni del tempo. 
Quella biro la trovò quasi per caso: quando Cravat, giocherellando con lui, si andò a nascondere sotto il letto e Shion dovette infilare la testa sotto di esso per cercarlo, facendo sì che i suoi occhi individuassero un tubicino circolare e dalla forma lunga e sottile. 
Solo prendendolo in mano il ragazzo si accorse che fosse una penna per scrivere, sprovvista di tappo e con la punta ormai impolverata da tempo. 
Shion sorrise di quella inaspettata scoperta e la ripulì strofinandone la punta sulla manica del maglione, rimettendola di nuovo in funzione. 
A No.6 Shion non usava mai delle penne per scrivere: computer, ePad o tablet erano i suoi strumenti di scrittura, gli aiutanti per memorizzare e sintetizzare ore e ore di lezioni. Tuttavia fu qualcosa di affascinante utilizzare quel piccolo strumento per scribacchiare qualcosa: c'era un non so che di antico e vecchio stile, capace di farlo entrare maggiormente in sintonia con il racconto che stava leggendo.
Perciò, senza nemmeno rendersene conto, iniziò a usare quell'oggetto per evidenziare le parole che maggiormente colpirono la sua attenzione, di modo che entrassero nella sua mente più facilmente delle altre. 
Probabilmente avrebbe potuto continuare così per tutta la notte - come quando da bambino passava interminabili ore a studiare davanti ad uno schermo - se la voce di Nezumi non l'avesse spaventato, facendoglielo cadere di mano. 
"Shion! Che stai facendo?" 
Shion lo guardò attonito, interdetto e incapace di proferire parola per la sorpresa, costringendo Nezumi ad assottigliare lo sguardo. 
"Stai scribacchiando su quel libro." Gli spiegò, scandendo lentamente ogni singola parola. 
Shion abbassò gli occhi verso la biro, ora incriminata e immobile al centro della rilegatura dell'opera, sbattendo gli occhi più e più volte. Sollevando lo sguardo verso Nezumi lo fissò incredulo. 
"Sto facendo qualcosa di male?" 
Nezumi sbiancò a quella domanda, imitando la stessa identica espressione che Shion gli stava riservando e rimanendo muto per qualche secondo; poi, quando finalmente il corpo si decise a reagire, portò una mano alla fronte, rovesciando di poco indietro la testa e chiudendo gli occhi per l'esasperazione. 
"Dio, Shion! Hai idea del valore che hanno quei libri?" 
Dato che Shion non si decise a volergli rispondere Nezumi si ritrovò costretto a continuare a parlare. 
"I libri sono come opere d'arte: scrivere su di essi è come sporcare la tela di un pittore con della vernice che non c'entra niente col soggetto del dipinto." 
Nezumi non fu del tutto sicuro che quella testa - vuota di Shion avesse davvero colto il paragone, ma si augurò che così facendo il ragazzo avrebbe smesso di compiere quello scempio sul testo di uno dei suoi autori preferiti. 
In effetti, non appena Shion la studiò meglio, notò come l'inchiostro nero, impresso sulla carta dalla penna, stonasse con tutto il resto, andandone a rovinare l'insieme estetico. Shion si morse le labbra al pensiero di aver, ancora una volta, agito senza pensare alle conseguenze, mentre al suo fianco Nezumi si sporse verso di lui. 
"Comunque ora sono curioso di sapere cosa ha attirato così tanto il tuo interesse da portarti a rovinare le pagine di quel libro." 
Sebbene fosse una semplice curiosità, Shion era pronto a scommettere che Nezumi stesse cercando di cogliere la palla al balzo per schernirlo del suo essere ignorante e privo di conoscenza del mondo. 
Facendo scorrere  delle pagine tra le sue dita, Shion si ritrovò a rileggere le parole che aveva messo in evidenza: infatuazione, fissazione, innamoramento, seduzione... 
Decisamente era meglio che Nezumi non le scoprisse, ma ormai era troppo tardi. 
"Rinuncia al tuo potere di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di seguirti." 
Nezumi recitò quella frase imprimendo una passione tale che Shion si ritrovò a voltare il viso verso di lui, scoprendo che i loro volti furono più vicini di quanto avesse pensato, mentre le loro iridi avrebbero potuto tranquillamente specchiarsi le une nelle altre. 
In particolare, quelle di Nezumi erano talmente chiare e specchiate che, ogni volta che accadeva, Shion doveva appellarsi a tutta la sua forza e distogliere lo sguardo se non voleva ritrovarsi con le gote arrossate. 
"Hai sottolineato questa frase per intero." Proseguì Nezumi, sporgendosi ancora verso il racconto in questione - Sogno di una notte di mezzaestate di William Shakespeare -, facendo sì che la sua spalla si allineasse e toccasse quella opposta di Shion. 
"Sì." Pigolò Shion.
Nezumi inclinò il volto verso di lui, guardandolo beffardo. 
"C'è qualcosa di particolare che ti attrae di questa frase?" Sussurrò Nezumi , modulando la voce di modo che risultasse provocatoria e sensuale allo stesso tempo.
Shion deglutì forzatamente: non seppe se per la troppa vicinanza di Nezumi o per il ritrovarsi alle strette in una situazione da cui difficilmente ne sarebbe uscito fuori; decise quindi di prendere coraggio e di rispondergli, tanto sarebbe stato inutile cambiare discorso arrivati a questo punto. 
"Sto cercando di dare un significato alla parola attrazione." 
Con la coda dell'occhio vide Nezumi trattenere il fiato, per poi notare che la sua pancia e le sue spalle stavano iniziando a tremare: come al solito Nezumi rise di lui e della sua curiosa stupidità; Shion era talmente abituato ad essere preso in giro che lo lasciò ridere senza scomporsi. 
"Fa così ridere?" Gli chiese quando le risate si furono calmate. 
"Sei così facile da leggere che mi sembra quasi di avere davanti a me uno di quei romanzi che tanto ti piacciono." Nezumi tradì il tono serio che avrebbe voluto usare con uno più scherzoso, cosa che portò Shion a gonfiare le guance per l'indignazione. Nell'attimo che seguì subito dopo osservò Nezumi chinarsi verso di lui, fissarlo intensamente negli occhi e aprire la bocca per ripetere qualcosa di estremamente familiare, qualcosa pronunciato da lui stesso quella stessa mattina, imitandolo persino nei gesti e nella voce.
"Sono attratto da te." Sussurrò infine, sfiorando il mento di Shion con la punta delle dita, aiutandolo a sollevare il capo verso l'alto. "Sfortunatamente per te ho capito perfettamente a cosa stavi pensando. Avresti povuto considerarti fortunato: avevo totalmente rimosso quell'imbarazzante frase dalla mia mente, ma tu me l'hai fatta tornare a galla. Ci ho preso, eh?" 
Shion sfuggì a quel contatto allontanandosi e abbassando lo sguardo, rimproverando mentalmente Nezumi di mandarlo troppo spesso in confusione con le sue parole e i suoi gesti plateali.
"Che cosa significa la parola attrazione?" Domandò dando forma ai suoi pensieri. "Non capisco. Sto provando a darmi una risposta, la sto cercando nei libri, ma non la trovo." 
Anche Nezumi si allontanò, buttando il torace all'indietro e sostenendosi con le mani puntellate sul materasso. Stranamente quella sera si sentì ben disposto a rispondere ai quesiti assurdi di Shion, piuttosto che lasciarlo a crucciarsi per tutta la notte in cerca di una risposta che non avrebbe mai trovato. 
"Sostanzialmente possono esistere due tipi di risposta: una fisica e una emotiva, quale vuoi?" 
"Mh, tutte e due?" Rispose Shion incredulo che Nezumi dimostrasse così tanta accondiscendenza nei suoi confronti: era sicuro che la situazione sarebbe degenerata in una discussione, invece Nezumi rispondeva con calma alle sue richieste, anzi lo vedeva persino strofinarsi il mento pensieroso, alla ricerca della risposta adeguata, sigillata da qualche parte nei cassetti della memoria. 
"Beh, da qualche parte ho letto che l'attrazione fisica può essere definita come il forte desiderio fisico che spinge il soggetto, che ne è affetto, a desiderare l'appagamento tramite il bisogno sessuale con la persona di suo interesse." 
Da quella spiegazione Shion provò imbarazzo: lui, che era un ragazzo nel pieno dell'adolescenza e della pubertà, non aveva mai mostrato particolare attenzione verso l'atto sessuale in sé, tuttavia non significava che non ne fosse attirato come un'ape al miele. 
Safu avrebbe dato tutta la colpa agli ormoni che circolano in corpo, ma a stimolarli è il cervello e a far sì che questo accada è la mente e i pensieri che ne derivano. Stringendo le gambe e strofinando le mani Shion sviò quell' impaccio domandando il significato della seconda risposta.  
"E quella emotiva?" 
Nezumi non rispose immediatamente, ma cercò prima le parole dentro di sé, di modo che risultasse più facile capire il concetto.
"Penso che, in questo caso, non si possa fare a meno della persona che ti piace: il suo sorriso, il suo modo di fare, le sue battute... tutto resterà impresso, al punto tale che parlargli risulterà difficile." 
Ora che aveva ricevuto le risposte a cui ambiva, Shion provò a unirle in un'unica emozione: desiderio sessuale e impossibilità a rinunciare alla persona da cui si sentiva attratto; il caso volle che quella persona fosse proprio davanti a lui e che risultasse irraggiungibile quanto un aereo volante nel cielo. 
Ma come poteva trattarsi di amore? 
Shion non aveva mai sperimentato l'amore in prima persona in modo tale da poterlo riconoscere facilmente, in più conosceva Nezumi da troppo poco tempo. 
Non poteva essere amore, non ancora, ma era qualcosa che ci andava sostanzialmente vicino. 
Forse si trattava solo di una cosa...
"Tutto questo può portare all'innamoramento?" Domandò spezzando il silenzio, silenzio a cui Nezumi non rispose, ma continuò a restare muto; forse troppo sorpreso da quella nuova domanda, forse alla ricerca dei motivi per cui Shion, quella sera, era talmente pieno di curiosità che gli impedivano di dormire, blaterando cose senza senzo. 
"Mi stavo chiedendo se l'unione di queste due cose portasse all'innamoramento verso qualcun altro." Ripeté Shion quando notò che il silenzio proseguì, attribuendone la causa alla sua incapacità di farsi comprendere immediatamente, ignorando totalmente come la mente di Nezumi stesse elaborando i segnali che inconsapevolmente gli stava regalando. 
Silenziosamente Nezumi scivolò fuori dal letto, ponendo così una certa distanza tra di loro: dandogli le spalle andò sino al lavello, dove fece scorrere un po' d'acqua con cui ne riempì una tazza, dalla quale ne prese qualche sorso.
"L'essere umano è un complesso di sentimenti e transizioni. Tutto ciò ci rende deboli e incapaci di agire e questi sentimenti saranno presto la causa della nostra morte, lasciarli andare è l'unica opzione possibile per vivere nel mondo in cui siamo. In particolare, Shion, quella frase che tu hai sottolineato è particolarmente adatta a te." 
"Eh?" Anche Shion buttò una gamba fuori dal letto, pronto ad alzarsi in piedi e a reggere l'altezza di Nezumi tuttavia ebbe come l'impressione che, se l'avesse fatto, quella discussione finora tenuta su toni amichevoli e pacati sarebbe presto variata in qualcosa di più acceso e assolutamente questo non doveva accadere, poiché il carattere di Nezumi eguagliava perfettamente quello dell'animale che si era scelto come nome: calmo e pacifico, ma guai a provocarlo o avrebbe attaccato per primo. 
"I libri non ti daranno mai le risposte che cerchi, i libri ti danno consigli: quella frase ti sta suggerendo esattamente ciò che tu vorresti e dovresti fare con me." Proseguì Nezumi, colpendo dritto al cuore Shion per la crudezza con cui aveva espresso quelle parole. 
"Cosa? No!" Si ritrovò quasi a gridare Shion, appellandosi a tutto se stesso per non dare l'impressione di poter perdere le staffe da un momento all'altro. 
Con Nezumi, purtroppo, era spesso così: lui era l'unico capace di farlo uscire dai gangheri, portando a galla quella parte irrazionale di sé che Shion si era imposto di nascondere a tutti in sedici anni di convivenza forzata dentro la Città dei sogni. 
Da canto suo Nezumi intrecciò le braccia al petto, inclinando lo sguardo e incrociando persino i piedi, dandosi una sfumatura tagliente e autoritaria. 
"Verrà il giorno in cui io e te non saremo più insieme e tu soffrirai e rimpiangerai di avermi conosciuto. Perciò non pensare mai più di essere attratto da me, non innamorarti e non lasciare mai che i sentimenti che provi ora prendano il sopravvento. Ciò che provi è passeggero e volubile al cambiamento." 
Shion abbassò gli occhi fino alla punta dei piedi, pensieroso su come rispondergli. 
Poteva davvero considerarsi passeggero qualcosa che lo aveva attratto e lo continuava ad attrarre da ben quattro anni? 
Se si fosse trattata di una stupida cotta fanciullesca questa sarebbe scomparsa nel giro di qualche giorno o mese; eppure, ogni volta che apriva gli occhi la mattina, si ritrovava a pensare come la figura di Nezumi lo ossessionava persino durante il sonno e, ora che finalmente poteva averlo vicino, si era scoperto molte volte a studiarlo attentamente mentre dormiva, prestando attenzione a qualsiasi minimo particolare che il giorno prima non era riuscito a cogliere. 
Elaborando tutto questo si ritrovò a scuotere negativamente la testa con vigore. 
"Ti sbagli..."  Sussurrò Shion impercettibilmente, costringendo Nezumi ad alzare il viso nella sua direzione. "Non credo affatto che il senso della frase sia questo: io penso che si riferisca proprio all'impossibilità di potersi separare l'uno dall'altro ed è proprio quello che io farò con te: non ti lascerò andare, e non cancellerò mai i sentimenti che provo per te. Neanche se dovessero passare anni." Terminò la frase stringendo i pugni, più che convinto che quanto avesse detto fosse giusto: non poteva esistere una verità universale, ognuno era libero di dare una interpretazione propria a quell'aforisma e quella di Shion non poteva essere che quella. 
Tuttavia avvertì un brivido corrergli lungo la spina dorsale quando vide Nezumi trattenere un ghigno e camminare lentamente verso di lui, finché non gli si pose esattamente davanti, chinando appena il busto contro il suo volto e mantenendo quel sorriso sarcastico sulle labbra.
"Shion le parole hanno un peso. Sei davvero sicuro di quanto hai detto? Sei pronto a scommettere che non lo rimpiangerai?"
Shion si impose di non ritrarsi indietro e di sostenere lo sguardo che Nezumi gli rivolse con ostinato silenzio anche se, dentro di sé, avvertì la sensazione di essere una farfalla incastrata nella tela del ragno.
Non doveva assolutamente tirarsi indietro, per quanto quegli occhi affilati erano capaci di metterlo in soggezione. 
"Ci scommetto." Poche parole, ma pronunciate con dura fermezza. 
E fu allora che davanti agli occhi ametista di Shion accadde qualcosa di inaspettato: il ghigno di Nezumi si trasformò da sarcastico a orgoglioso, mentre gli sventolò una mano aperta esattamente sotto il naso. 
"Sai, non è da me tirarmi indietro a una sfida. Sono pronto ad accettarla." 
Persino il tono di voce di Nezumi cambiò: apparve più allegro e rilassato, come se fosse divertito.
Allora le spalle di Shion si rilassarono, sciogliendosi della tensione che avevano accumulato quando avevano visto Nezumi allontanarsi e iniziare a porre delle distanze tra loro due. 
Non rispose quando gli andò a stringere con forte vigore la mano nella propria: l'espressione decisa che gli rivolse fu più eloquente di altre futili parole. 



Note d'Autrice: 
Seguendo la regola delle challenge 5+1 ecco che qui avremo una serie di one-shot; cinque dove Nezumi si ritroverà costretto a discutere con Shion di alcune famose citazioni letterarie e una in cui sarà Shion a farlo con Nezumi. 
A proposito, farò presto un doppio aggiornamento e sapete perché? Beh, siamo nel 2017 e oggi è il compleanno del nostro bellissimo bimbo, ma sapete cosa altro? Presto loro due si rincontreranno e lo faranno da sedicenni. Già, gli avvenimenti accaduti nella novel stanno per iniziare! *w* 
Edit del 24/02/2018: corretto il capitolo in base alle precisazioni e ai consigli datimi da LunadiSangue, che ringrazio ancora tantissimo.

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Capitolo 2
*** ...perciò ho paura quando dici di amarmi ***


challenge 2
PENSIERI E PAROLE



-2-
-...Perciò ho paura quando dici di amarmi-



Shion era inginocchiato a terra nel cortile dell'hotel di Inukashi. 
Il sole, già sceso da parecchio, stava ormai scomparendo oltre le terre lontane; Inukashi stesso si era già ritirato all'interno dell'hotel notando che alcune persone - clienti - erano giunte per chiedere di un posto dove dormire: questo, per il ragazzino, significava guadagnare il pane per il giorno dopo. 
Shion aveva lavorato tutto il giorno con lui, dandogli una mano a lavare i suoi innumerevoli cani, e proprio non ne aveva voglia di aiutarlo ulteriormente; in più non erano affari che lo riguardavano. 
Tuttavia, invece di tornare a casa subito, si era fermato a guardare una cucciolata nata da poco: la madre era anziana, ma sapeva adempiere ancora bene al suo compito e i piccoli, nonostante tutto, apparivano forti e pronti ad aggrapparsi alla vita.
Mangiate e crescete, sani e forti. 
Improvvisamente una folata di vento si levò: foglie e sabbia si sollevarono da terra creando una nube, i cagnolini guairono e andarono a nascondersi sotto il pelo della loro mamma, Shion impedì alla polvere di entrargli negli occhi proteggendoli con un gomito; quando il vento svanì, e abbassò il braccio, trovò qualcuno in piedi accanto a lui: qualcuno che era comparso improvvisamente, senza farsi né vedere né sentire, silenzioso come un'ombra nella notte. 
"Nezumi..." 
Il ragazzo lo squadrava dall'alto verso il basso, con occhi sottili e taglienti come lame; una mano era piegata su un fianco, mentre l'altra era nascosta dal mantello di tessuto rafforzato che teneva sulle spalle e che svolazzava intorno a lui. 
"Torniamo a casa." Gli disse lapidario, prima di dargli le spalle. 
Shion avvertì il proprio corpo muoversi ancora prima di avergli dato un ordine: si alzò da terra e subito lo rincorse, come fosse rapito da una luce lontana e che doveva assolutamente raggiungere. 
"Non sapevo che saresti passato a prendermi oggi." Mormorò incredulo cercando di stare al passo. 
Nezumi non si voltò nemmeno indietro. 
"Non montarti la testa. Mi trovavo a passare da qui per puro caso. Ora non farmi pentire di essere passato a prenderti, non aprire bocca e vedrai che non mi verrà voglia di piantarti qui in asso da solo."  
Raramente Nezumi mostrava il suo buonumore, perlopiù se era di ritorno dal teatro. Con l'arrivo di Shion in casa sua, Nezumi aveva preso a lavorare di più e a partecipare a più spettacoli. Shion era ben cosciente di essere la causa principale dell'aumento della sua mole di lavoro, ma ancora non era riuscito a fargli capire che anche lui disponeva di un lavoro e poteva permettersi di portare viveri a casa. 
Si trattava di una battaglia persa, ma se c'era una cosa che Shion aveva imparato era quella di non mollare al primo tentativo; per questo, sebbene lo stesse ancora rincorrendo, lo faceva con il sorriso sulle labbra. 
Tuttavia, come a volersi fare beffe di lui, un'altra folata di vento lo spinse indietro: Shion avvertì le proprie gambe diventare molli e i piedi instabili, nel mentre che Nezumi si faceva ancora più lontano.
Pareva proprio che quelle improvvise raffiche rappresentassero per lui una brezza leggera.
"Oh.." Esclamò Shion all'improvviso, restando immobile e a bocca aperta; esattamente come un pesce lesso. 
"Cosa?" Gli domandò Nezumi arrestando il passo: sicuro che Shion era rimasto indietro non si era degnato di fermarsi nemmeno per una volta, non era affar suo appurarsi che gli tenesse testa oppure no, ma il vento diventò più violento e se Shion fosse caduto e si fosse fatto male, nel mentre che tornavano a casa, sarebbe diventata una bella scocciatura anche per lui. 
Shion però non ne rimase affatto spaventato; anzi, per quanto immerso in chissà quale ragionamento empatico, dimostrò di non curarsene affatto e lo fece restando imbambolato, fissandolo con il solito sorriso ebete sulle labbra. Nezumi gli lanciò uno sguardo interrogativo, esortandolo così a parlare.
"Il vento... sta soffiando di nuovo." Sussurrò Shion, nel mentre che la sua testa vagava sicuramente da tutt'altra parte. 
"Non capisco cosa vuoi dire... ti piace il vento, Shion?" Gli domandò Nezumi inclinando la testa di lato.
"Sì, tantissimo." Rispose Shion, sorridente.
Shion sapeva che non esistevano colori che potevano esser associati al vento, essendo questo inafferabile e intangibile, perciò amava immaginarlo come un miscuglio di grigio chiaro, nero, cenere... tutte tinte che appartenevano a Nezumi, a partire dal colore dei suoi occhi, dei capelli e del suo modo di vestire. 
Sì, Shion lo amava davvero tanto.
Dopotutto è il vento che ti ha portato da me...
Vide Nezumi chinarsi un poco in avanti e prendere un gran respiro, per poi drizzare la schiena e recitare con tono solenne: 
"Dici di amare la pioggia, tuttavia quando piove apri l'ombrello. Dici di amare il sole, ma quando splende ti rifugi nell'ombra. Dici di amare il vento, ma appena inizia a soffiare chiudi la porta. Perciò ho paura quando dici di amarmi."
 
Il sorriso sulle labbra di Shion svanì all'istante: come al solito a Nezumi bastavano poche frasi concise per colpirlo dritto al cuore. 
I ruoli si invertirono e, se prima era Shion quello ad essere felice e contento, ora pareva chiaro il contrario. 
"Che ne pensi, Shion? Hai colto la citazione? Non la trovi perfetta per questo momento? Dopotutto questo vento che ti piace tanto ti ha rovinato la vita, o sbaglio?" Rincarò la dose Nezumi dopo aver ricevuto nessuna risposta. 
"Ti sbagli, io..." 
Ma Nezumi non gli diede retta: continuò a smontarlo facendogli presente che il vento non portava a nulla di buono, così come le tempeste o quantomeno gli uragani. Gli abitanti di No.6 non erano abituati ad affrontare questi fenomeni naturali, poiché disponevano di tutti i comfort e le comodità necessarie per farne fronte; così allo stesso modo Shion non poteva davvero essere sicuro dei sentimenti che provava proprio perché non era abituato ad affrontarli di petto. 
Più di una volta Shion tentò di stopparlo e di fargli capire che ciò che Nezumi stava dicendo era un grosso errore, non riuscendoci l'unica cosa che poté fare fu quella di alzare la voce. 
"Sei completamente fuori strada!" 
Solo allora Nezumi si azzittì e tra i due ragazzi calò il silenzio; silenzio da cui Shion trasse coraggio. 
"La mattina dopo che te ne andasti, quattro anni fa, le nuvole si erano dipanate e il cielo era così blu che quasi mi facevano male gli occhi. Perciò questo vento, come lo chiami tu, non è solo rovina." 
I loro sguardi si sostennero per diversi secondi, ognuno sicuro delle proprie azioni, decisi a non mollare e a difendere i propri pensieri: perché questo loro due erano, due persone che credevano nelle proprie convinzioni. 
Eppure, prima o poi, Shion era convinto che avrebbe fatto breccia nel cuore dell'altro. Ci sarebbe riuscito e avrebbe fatto capire a Nezumi che il mondo non è classificabile solo in bianco o in nero. 
Dal canto suo Nezumi fu colpito dritto in faccia da uno degli ultimi raggi di sole, capaci di far sì che il contorno della figura di Shion assumesse una sfumatura dorata color ambra. Alzando il gomito andò a proteggersi gli occhi fin troppo sensibili a quella luce. 
"Ugh... sei accecante." Gli sfuggì dalle labbra; Shion, ridestandosi, si girò indietro attribuendone la colpa al rosso del tramonto, un colore vermiglio capace di abbagliare la vista.
"La luce del tramonto è più fastidiosa di quella dell'alba." Ridacchiò. "Vuoi che ti prenda per mano e ti conduca fino a casa?" 
Ma Nezumi grugnì e gli diede nuovamente le spalle, continuando a incamminarsi verso casa su quelle terre abbandonate. 
Eppure gli sarebbe bastata un'occhiata più approfondita all'ambiente circostante per capire che, in quelle lande abbandonate dall'uomo, o persino da Dio, la luce solare era l'unica cosa che ancora le rischiarava. 




Note d'Autrice: 
Yeeeeh, ce l'ho fatta! E guarda caso ho tenuto fede al mio impegno di pubblicare un capitolo di questa challenge il 7 del mese in occasione della ricorrenza del compleanno di Shion; della serie: se ti impegni ce la fai! 
La citazione usata è sempre di Shakespeare, a sto giro volevo qualcosa che si riferisse al vento che da sempre è l'elemento naturale che accompagna Nezumi, ma se avete letto le altre mie one shot dedicate a No.6 saprete che sono una ferrea sostentitrice della proporzione "Nezumi sta al vento come Shion sta al sole." 
Or dunque, non fatemi passare come l'unica persona che si considera ancora questo fandom, so che ci siete perciò fatevi sentire su! 
Appuntamento al prossimo mese (quel giorno sarà una giornata very important per me, tremo) e perciò al 7/11!!
Edit del 23/03/18: corretto il capitolo secondo le indicazioni di LunadiSangue, che ringrazio tantissimo.

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Capitolo 3
*** L'orchidea è il fiore perfetto per dichiarare un amore segreto ***


challenge 2
PENSIERI E PAROLE

-3-
- L'orchidea è il fiore perfetto per dichiarare un amore segreto
-



"Shion, che sono quelli?" Domandò Nezumi inclinando il mento verso destra.
Shion sollevò contro il petto il bouquet di fiori che teneva stretto tra le braccia.
"Fiori?" Rispose ingenuamente, guadagnandosi un verso di stizza da parte di Nezumi; chi stava prendendo in giro prima chi?
"Lo vedo che sono fiori. Ti sto chiedendo perché sei tornato a casa con dei fiori in mano." Rispose secco Nezumi ponendo fine a quell'assurda conversazione.
Quella sera era riuscito a rientrare a casa prima di Shion e già pregustava di passare qualche oretta in piena solitudine, con la sola compagnia dei suoi amati libri e dei tre piccoli topini; invece Shion era ritornato una mezz'ora dopo di lui e si era presentato reggendo un mazzo di variegati fiori stretto tra le dita.
Davvero Nezumi non riusciva a spiegarsi come Shion riuscisse sempre a tornare a casa, dopo una giornata di intenso lavoro, ancora pieno di energie e col sorriso stampato sulla faccia, a differenza di lui. In più il fatto di essersi presentato sull'uscio con dei fiori era del tutto inusuale: chi poteva avergli mai regalato dei fiori, lì nel West Block?
Anticipandolo, Shion lo mise al corrente che il suo ammiratore segreto non era altri che il signor Rikiga, cosa che portò Nezumi a mettere ulteriormente in guardia Shion nei confronti di quell'uomo - meglio non averlo come fan, insomma - e a far sì che Shion lo rimproverasse per il suo atteggiamento sfacciato nei confronti di quel povero giornalista decaduto.
Nezumi capì che era meglio non perdersi in altre futili discussioni incassando la testa tra le spalle e scrollando le braccia.
"Allora?" Indicò i fiori. "Che sono quelli?"
Shion abbassò lo sguardo per poi realizzare che, fin dall'inizio, Nezumi gli aveva chiesto che tipo di fiori stesse reggendo in mano.
"Ah... sono orchidee. Mh, le orchidee sono piante erbacee perenni la cui struttura è composta da una parte ipogea formata da radici e ritozuberi e da una parte epigea formata da fusto, foglie e fiori..." Iniziò a spiegare a raffica Shion, nel pieno delle sue conoscenze biologiche.
Conoscendolo, Nezumi dovette sventolargli una mano davanti al viso per farlo smettere di parlare.

"Va bene, basta così. Santo cielo, ti ho solo chiesto che tipo di fiori erano, non mi serve che tu mi elenchi anche quando sbocciano o di quanti colori è possibile trovarli in natura."
Shion corrucciò le labbra per essere stato interrotto così in malo modo.
"Sei tu che hai chiesto."
"Comunque..." Tagliò corto Nezumi dandogli le spalle e tornando verso il letto, dove aveva lasciato uno dei suoi libri ancora aperti a metà. "Non voglio che questa casa diventi anche una serra; insomma, l'hai già resa un asilo, non c'è bisogno che ora la decori anche con dei fiori."
Shion si avvicinò a una delle mensole di una delle tante librerie, alla ricerca di una brocca adatta per essere riempita d'acqua: ricordava che, nel suo mettere a posto la casa di Nezumi, aveva trovato tante cose sparse qua e là, ed era certo che tra di essi vi fosse anche un contenitore utile per dei fiori.
"Quante storie! Già non abbiamo le finestre per far filtrare la luce del sole, che sarà mai un po' di fiori sparsi qua e là?"
Nezumi preferì non rispondere, lasciando semplicemente roteare gli occhi fino al soffitto per poi tornare a dedicarsi alla lettura del suo libro; lettura che Shion osò bene interrompere, dopo tutto il suo affacendarsi, ponendosi davanti a lui e chinandosi, reggendo tra il pollice e l'indice lo stelo di una di quelle orchidee. Le altre erano già state accuratamente riposte come centrotavola sul tavolino che usavano per mangiare.
"Che c'è?" Lo squadrò Nezumi sospettoso.
"Sei troppo irritato." Rispose divertito Shion. "Magari se ti regalo un fiore ti addolcisci un pochino."
Nezumi lo fulminò con lo sguardo prima di togliere l'orchidea dalle dita di Shion, rigirarla tra le proprie, ammirandone i colori e le sfumature della corolla, e tornare di nuovo a porla sotto il naso inebetito di Shion.
"L'orchidea è simbolo di lusso, voluttà, mistero e passione. Questo fiore fantasmagorico, simbolo della bellezza assoluta, incarna il mito della donna ideale. L'orchidea è il fiore perfetto per dichiarare un amore segreto."  Recitò Nezumi con un impeccabile voce femminile.
"Eh?" Si lasciò sfuggire Shion indietreggiando di qualche passo, lasciando posto a Nezumi per alzarsi dal letto e superarlo di un metro o due.
Nezumi pose teatralmente una voluta distanza tra di loro, per poi girarsi nuovamente verso Shion e allungare l'indice di una mano, sfiorando delicatamente uno dei petali di quell'ochidea che Shion tanto si premurava di reggere tra le proprie mani.
"Scommetto che tu non conosci il linguaggio dei fiori, vero Shion?"
Shion negò con la testa: lui sapeva tutto sui fiori; da come farli fiorire a come reciderli, ma che questi avessero persino un linguaggio segreto era la prima volta che qualcuno gliene parlava. Mordendosi le labbra abbassò lo sguardo su una delle innumerevoli venature e negò con il capo, restando in ascolto di come, in Oriente, esisteva un mito legato a un bellissimo fanciullo che crescendo assumeva sempre più le sembianze di una ragazza mentre il suo carattere alternava comportamenti aggressivi maschili a quelli più miti e femminili; questo fanciullo, stanco della sua condizione, trovò la morte gettandosi da un dirupo e dove cadde nacquero bellissimi fiori che emanavano grande sensualità. Per questo l'orchidea veniva associata a un ideale di erotismo, sensualità e bellezza. Il tutto raccontato dalla soave voce di Nezumi.
"E quindi regalarne una che significato ha?" Domandò Shion con il cuore in gola, intrepido di scoprire qualcosa di nuovo.
"Con calma ci stavo giusto arrivando." Lo bloccò Nezumi alzando una mano davanti a lui, rendendolo partecipe di quanta gamma di colori l'orchidea poteva vantare di avere e di alcuni dei significati celati dietro a essi.
Spazientito da come Nezumi se la stava prendendo comoda nell'arrivare al fulcro della loro conversazione Shion prese a battere un piede contro il pavimento.
"Sì, ma ancora non mi hai detto il significato dietro al regalare un'orchidea a qualcuno."
Nezumi mascherò parte del suo divertimento nel vederlo così impaziente allargando le braccia verso l'esterno con un gesto lento e studiato per mantenere giusto un po' quel tanto di suspense che era riuscito a creare.
"Amore, Shion! Regalare un'orchidea è simbolo imperituro di affetto e di un sentimento importante e puro! In altre parole..." Nezumi abbassò deliberatamente la voce. "Mi hai appena fatto una dichiarazione d'amore."
Calò un silenzio imbarazzante tra i due: Shion, che stava immagazzinando negli angoli del suo cervello le informazioni appena ricevute; Nezumi che dentro di sé se la rideva immaginando la confusione permeata ora nella mente di quel povero ragazzo facente parte dell'elite di No.6.
Dato che Shion non si decideva a parlare, ma continuava a restare in perenne silenzio, Nezumi decise di smorzarlo con una delle sue battute infelici.
"Ovviamente chiuderò un occhio sul fatto che la tua dichiarazione d'amore faceva acqua da tutte le parti." Concluse raggiungendo la stufa iniziando ad accenderla: era sera e il suo stomaco reclamava già una certa fame, tutti quel parlare poi l'aveva persino incrementata.
Non badò nemmeno più a Shion, muto e assorto nei suoi pensieri, in preda a chissà quale ragionamento.
"Allora..." Si decise infine a parlare con voce tremante. "Dovrei regalarti un'orchidea ogni giorno, per far sì che tu possa finalmente accettare i miei sentimenti per te."
Se avesse potuto ridere Nezumi lo avrebbe fatto volentieri, ma l'espressione seria che Shion gli stava mostrando era sufficiente a far sì che una risata non risultasse per nulla adatta a quel tipo di situazione creatasi.
"Impossibile." Commentò socchiudendo gli occhi.
Vide Shion stringere i pugni e portarli ad altezza petto.
"E perché?" 
Shion era ufficialmente entrato nella modalità pronta a controbattere ad ogni sua risposta; Nezumi allora inclinò lo sguardo altrove spostando l'attenzione verso uno degli angoli della stanza, dove uno dei suoi topini si limitava ad osservare tutta la scena dall'alto di una pila di libri.
"Perché, come tutti fiori, anche le orchidee sono destinate ad appassire."
Si trattava di una semplice verità quanto il mistero della vita: tutto nasceva e moriva in un infinito ciclo vitale, tuttavia...
"Se è così allora basterà che io ti regali nuove orchidee una volta che tu avrai gettato le vecchie!" Lo ridestò Shion; già, un'altra tipica risposta da testa-vuota-ottimista quale era. Nezumi non poté fare a meno di domandarsi se era proprio quel suo inguaribile ottimismo a fare breccia nel cuore degli altri... perché sotto sotto c'era riuscito persino con lui.
Ma questo era un segreto che non doveva assolutamente far venire a galla. O forse sì?
Nezumi avanzò di qualche passo verso Shion che ancora lo squadrava pieno di decisione in volto, d'altronde lui ancora non gli aveva dato una risposta chiara e concisa.
"E comunque, Vostra Maestà..." Lo chiamò Nezumi canzonandolo e allungando una mano verso Shion; mano che quest'ultimo si limitò a osservare sospettoso per poi capire che era un invito per essere stretta. Così fece: la andò a stringere e quello fu il segnale per far sì che Nezumi lo attirasse a sé, gli cinse la vita con un braccio, mentre con l'altro gli agguantò il mento, e abbassò le labbra contro il lobo di Shion sussurrandogli direttamente all'interno del padiglione auricolare.
"Chi ha detto che io non abbia già accettato?"
Avvertì Shion fare un sussulto confuso, osservandolo stupito con occhi da cerbiatto, mentre lo lasciò andare e ghignò soddisfatto: un giorno avrebbe smesso di essere una contraddizione dietro l'altra, ma, a quanto pareva, quel giorno era ancora lontano.



Note d'Autrice:
Ok, non è il 07/11 ma è già l' 08/11 per sono stata brava, no? Ho tenuto fede al mio aggiornamento mensile, non merito le caramelle per questo? xD
Come saprete sono reduce dal Lucca Comix e non mi spiego come io sia riuscita a buttare giù un'altra one-shot dove stavolta il riferimento era alle orchidee. Nello specifico: regalare un'orchidea ha altri millemila significati, non solo quello da me proposto.
Bene, quindi direi che è ufficiale: appuntamento al 7/12 con la quarta one-shot di questa challenge!
Lasciate sempre un commento se vi è piaciuta, ok?? =)




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Capitolo 4
*** Il geloso è un fastidio per gli altri, ma è un tormento a se stesso ***


challenge 2
PENSIERI E PAROLE

-4-
- Il geloso è un fastidio per gli altri, ma è un tormento a se stesso
-



Note d'Autrice:
*si mette in ginocchio*
Sapevo che non sarei stata in grado di rispettare la tabella del 7 del mese, e difatti eccomi qua con 20 giorni di ritardo! Mi scuso davvero, ma il lavoro mi sommerge, e ora che ho avuto 3 giorni per tirare il fiato finalmente mi sento in grado di tornare a scrivere!
Come prima importantissima cosa questo capitolo è specialmente dedicato a Yonahwatanabe che in privato mi ha scritto una cosa bellissima, era tardi quella sera che ho letto il suo messaggio, ero stanca per le ore di lavoro e il suo messaggio mi ha fatto blushare e nascondermi sotto le coperte a mò di struzzo sotto le coperte.
Grazie ancora carissima, buone feste a te e che le mie one-shot possano sempre accompagnarvi, spero che questa vi sia gradita nonostante i tempi di attesa.
Bene, e ora che ho detto tutto... si va!




La luce del pomeriggio si riversò sulle vie traverse del Distretto Ovest, strade che Shion percorse a perdifiato.
Aveva finito di lavare i cani di Inukashi prima del solito e, con la paga che aveva ricevuto quel giorno, si era diretto nelle vie centrali del mercato con l'intenzione di comprare carne e pane da consumare come pasto per la cena insieme a Nezumi. Casualmente incontrò persino il signor Rikiga intento a comprare del liquore dal suo spacciatore di alcool di fiducia; proprio lui lo informò, con tono annoiato e menefreghista, di aver visto pure Eve camminare in quelle zone non meno di una mezz'ora prima.
Il solo sentire quel nome riecheggiare nelle proprie orecchie, unita alla consapevolezza che anche Nezumi si trovava da quelle parti, fece fare un tuffo al cuore di Shion: non lo vedeva dal pomeriggio del giorno precedente, da quando era uscito di casa per recarsi a lavorare.
Quando era tornato alla sera, Shion si era già addormentato da parecchio e quella mattina, svegliandosi presto per recarsi da Inukashi, era proprio Nezumi colui che stava dormendo come un sasso, al punto tale che Shion si era sentito in dovere di fare meno rumore possibile per svegliarlo.
Sì, gli mancava... era passata soltanto una giornata dall'ultima volta che si erano parlati, ma a Shion mancava irrimediabilmente quella lingua saccente, quei modi di fare così seducenti e le sue continue prese in giro.
Salutando Rikiga in fretta e furia Shion si diresse verso la zona del Distretto in cui era situato il teatro: Shion era convinto che Nezumi avesse fatto ritorno al suo posto di lavoro dato che, come lo aveva preventivamente informato, ultimamente era molto impegnato con una nuova sessione di spettacoli teatrali. 
Sebbene fosse consapevole che ciò che stesse facendo avrebbe finito per irritare Nezumi si disse che, per una volta, poteva anche smettere di dare ragione alla testa e seguire il cuore. E il suo cuore in quel momento desiderava vedere Nezumi, e tanto anche.
Per questo stava correndo fino a perdere il fiato se si sbrigava avrebbe trovato Nezumi prima ancora che ritornasse dentro il teatro; l'avrebbe salutato dicendogli che lo aspettava a casa, con un piatto di zuppa alla carne pronta da mangiare insieme, si sarebbe scusato per avergli fatto perdere del tempo e poi se ne sarebbe andato, con il sorriso sulle labbra per averlo almeno visto.
Girando gli angoli delle vie ciottolate, facendo appello alla propria memoria quando Rikiga gli aveva donato una mappa del Distretto Ovest da studiare così che non si sarebbe più perso, Shion imboccò la strada che conduceva al teatro e lì da lontano la scorse: la schiena di Nezumi, avvolta nell'immancabile mantello di tessuto rinforzato, il suo impeccabile profilo del viso e i capelli neri che rilucevano grazie ai raggi del sole.
In un primo momento Shion avrebbe voluto chiamarlo da lontano per imporgli di fermarsi, ma subito cambiò direzione andando a nascondersi dietro a un muretto prima che fosse troppo tardi. Il motivo dovuto al fatto che Nezumi non si trovava affatto da solo, ma in dolce compagnia nel pieno senso della parola.
Riprendendo fiato Shion rimase a osservarli per molto, prima Nezumi e poi lei.
Lei era una bella ragazza poco più bassa di lui, i cui capelli lisci e biondi si nascondevano sotto la pesante sciarpa color corallo che teneva avvolta al collo e da cui alcune ciocche sparse facevano capolino qua e là. Le gambe bianche e perfette sporgevano da sotto la gonna terminando in stivali dotati di tacco. Da lontano i due sembravano parlare amichevolmente a giudicare dalle risate di lei e persino Nezumi pareva di buonumore, cosa assai stranissima.
Tutta la gioia che Shion provò nel vederlo scemò di colpa lasciando posto soltanto a mille dubbi e domande come: chi era quella ragazza? Una collega di lavoro? Un'amica? Perché si trovavano insieme? Perché Nezumi le stava parlando così tranquillamente?
Shion avvertì la voglia di girarsi e andarsene, tuttavia le sue gambe erano molli e i piedi non sembravano rispondere ai suoi comandi. Poiché il suo morale era improvvisamente finito sotto terra l'unica cosa che poté fare fu restare immobile incapace di reagire e limitarsi ad osservarli da lontano. Dentro di sé si maledì con se stesso: come poteva lui competere con una ragazza e soprattutto con una così carina? Chiunque guardandoli avrebbe detto che formavano una bella coppia, ma Nezumi non gli diede mai la
prova di interessarsi al mondo femminile per quanto si accorgesse che, ovunque andasse, tutte gli rivolgevano lo sguardo.
E allora chissa perché quella stava avendo la sua attenzione a differenza delle altre; Shion restò ancora di più incredulo quando la vide aggrapparsi a un suo braccio e allontanarsi insieme a lui, per molto tempo si chiese persino che cosa aveva intenzione di fare e perché si ostinava a restare lì e fissarli da lontano.
Facendo appello a tutto il suo coraggio Shion si schiaffeggiò le guance da solo: aveva già deciso in precedenza che avrebbe sfidato la sorte recandosi sul posto di lavoro di Nezumi, sfidando così la sua ira, allora cosa aveva da perdere adesso?
Shion li rincorse allungando sempre più il passo e quando fu abbastanza vicino a loro allungò il braccio per afferrare Nezumi e richiamare la sua attenzione.
"Nezumi!" Gridò con voce rauca, afferrandogli il maglione dall'orlo della vita, sollevandoglielo di strappo e mettendo così in mostra parte della sua pelle dei fianchi. Nezumi si voltò giusto in tempo per evitare che Shion glielo strappasse, mentre la ragazza si staccò da lui restando interdetta e confusa da quanto appena successo. Quando Shion finalmente si accorse della confusione generata si decise a lasciar andare Nezumi, balbettando delle scuse incomprensibili e indietreggiando fino a diventare rosso dalla testa fino ai piedi.
Nessuno parlò più almeno fino a quando Nezumi non si decise a spezzare il silenzio rivolgendosi alla ragazza che ancora spostò il suo sguardo da Nezumi a Shion senza capire nulla.
"Scusa, puoi andare avanti da sola?"
"Oh, uhm." Annuì lei capendo che la situazione richiedeva il suo allontanamento; e anche se così non fosse stato ci pensò Nezumi ad afferrare Shion per un braccio e a trascinarlo via.
Senza molte cerimonie Shion si ritrovò così spinto contro ad un muro, reazione prevedibile si disse nella mente: sicuramente Nezumi era già furioso di suo al solo vederlo, poi essere comparso davanti a lui in quel modo così irruento aveva aggravato il tutto.
"Che diavolo ci fai tu qui?" Gli chiese. Aveva un tono di voce calmo, ma era comunque meglio non sottovalutarlo.
"Mmm..." Shion sapeva che avrebbe fatto meglio a rispondervi, ma poi perché doveva essere lui a rispondergli per primo? Era conscio del fatto che Nezumi non gradiva la sua presenza, però non stava comunque facendo nulla di male: lui voleva solo salutarlo e augurargli buona fortuna per i suoi spettacoli teatrali. "E tu allora?" Gli rispose richiamando la sua attenzione. "Chi era quella? Una tua amica? Una collega? Perché ci giravi a braccetto?"
Shion si morse la lingua per aver parlato troppo, incredibilmente però era persino riuscito a stordire Nezumi a giudicare dalla sua immediata mancanza di reazione.
"Cosa? Perché dovrei rendertene conto a te?" Gli rispose Nezumi a muso duro, cosa che portò Shion a indurirsi ancora di più.
"Perché io lo voglio sapere." Dentro di sé moriva davvero dalla curiosità.
E se non si trattava né di una amica né di una collega, ma di una ragazza di strada? Visto il luogo dove si trovavano poteva benissimo esserlo, e poi che ne sapeva lui di cosa combinava Nezumi nel suo tempo libero? Era pur sempre un ragazzo di sedici anni, se voleva sfogarsi in qualche modo i mezzi li aveva eccome e nessuna le avrebbe detto di no. Nel giro di poco balenarono nella mente di Shion le peggiori immagini, il cui solo immaginarle gli procurava disgusto.
"Non hai bisogno di lei..." Sussurrò Shion frenando Nezumi da qualsiasi cosa volesse dire. "Non hai bisogno di lei." Ripeté più forte di prima e implorante. Avrebbe voluto dirgli: ci sono io qui, se hai bisogno di qualcuno hai me, fallo con me, usa me, non andare insieme a lei... ma si intimò di mantenere segrete quelle parole nella speranza che Nezumi le cogliesse grazie al suo silenzio.
Dopo un po' lo vide portarsi una mano al volto e strofinarsi la fronte emettendo un lungo sospiro di desolazione.
"Shion, seriamente, tu..." Iniziò senza terminare la frase
"Io cosa?" Domandò Shion protendendosi verso di lui.
Nezumi scosse la testa e si avvicinò pericolosamente a lui, bloccandolo contro la parete. Sollevò un indice e gli colpì la fronte, al punto tale che Shion dovette chiudere forte gli occhi e sperare che Nezumi non avesse intenzione di picchiarlo o qualcosa di simile. Fortunatamente tutto ciò che avvertì fu quel colpetto al centro delle tempie.
"Il geloso è un fastidio per gli altri, ma è un tormento a se stesso." Recitò impeccabilmente Nezumi a pochi centimetri dal suo volto; Shion sbattè le palpebre più volte non capendo nulla di quanto Nezumi gli avesse appena detto, allora il ragazzo si allontanò da Shion giusto quel poco che servì per far sì che Shion si rilassasse.
"Te lo spiegherò in modo che persino un testa - vuota come te possa capire: smettila di pensare a chissà cosa, quella ragazza è solo una mia collega di lavoro, un'attrice di teatro come me e non c'è nulla tra me e lei e mai vorrei che ci fosse. Quindi qualsiasi viaggio mentale ti sei fatto smettila di preoccupartene." Concluse afferrandolo per un braccio e incamminandosi con lui nella direzione opposta al teatro. " Shion immediatamente gli chiese come mai stesse prendendo quella strada, dato che era convinto che Nezumi avesse ancora dei spettacoli da concludere per quella giornata.
"Sì, è vero. Ma ora sono davvero irritato e non riesco a recitare quando sono di questo umore così pessimo. Il direttore se ne farà una ragione tanto lo sa che Eve è una donna volubile."
Shion chinò le spalle in segno di scuse: non voleva procurargli dei problemi e non voleva che Nezumi se ne restasse con il muso lungo per tutta la sera. Si era trattato solo di un malinteso in fondo, non c'era bisogno di prendersela così tanto.
Nezumi però non era dello stesso avviso e lo dimostrò puntandogli un dito contro.
"Hai ragione, ma ora mi gira così. Perciò, per la salvezza della tua incolumità, ti consiglio non appena torniamo a casa di prepararmi una cena con i fiocchi. A meno che tu non voglia che io ti salti letteralmente addosso, nel vero senso della parola, e ti assicuro che la cosa non ti dispiacerebbe, ma a me sì." Nezumi concluse quel discorso lanciandogli un'occhiata inconfondibile mentre si leccava il pollice, nascondendo un chiaro doppio senso. La risata che ne seguì subito dopo camuffò il tutto, chissà che faccia da pesce lesso stava facendo Shion in quel momento per averlo fatto ridere così?
Non appena Nezumi gli diede le spalle Shion si prese il volto tra le mani: era serio? O lo stava prendendo in giro come al solito?
E se avesse sfidato la sorte anche quella sera cosa sarebbe poi successo? Il solo pensiero lo fece avvampare all'interno...
Scuotendo la testa Shion gli intimò di aspettarlo mentre tornavano indietro verso le vie centrali del Distretto.




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Capitolo 5
*** Sulle guance è affetto, sulle labbra è amore, sulla fronte è premura. Il bacio parla per noi. ***


challenge 2
PENSIERI E PAROLE

-5-
- Sulle guance è affetto, sulle labbra è amore, sulla fronte è premura. Il bacio parla per noi.
-



Shion amava perdersi nei dettagli e studiarli minuziosamente; dopottutto, durante i suoi studi come studente prodigio di No.6, l'avevano esortato ad allenare occhi e mente e a tenere in memoria una grande quantità di dati immagazzinati, cosa ormai talmente radicata in lui da far sì che quest'abitudine fosse impossibile da essere cancellata.
Certamente il tenore di vita a cui bisognava adattarsi nel West Block era l'esatto opposto: a No.6 Shion poteva soffermarsi a guardare, a studiare i comportamenti delle persone, al modo in cui si esprimevano o addirittura a come si rapportavano con l'altro. Ma nel West Block fermarsi a riflettere anche solo un secondo in più poteva voler dire ritrovarsi con un buco nello sterno causato da un colpo di fucile. In altre parole reagire uno o due secondi in ritardo, perché impegnati ad analizzare lo svolgimento degli eventi, significava morte certa e questo Shion lo aveva sperimentato sulla propria pellaccia.
Tuttavia c'erano ancora alcuni momenti in cui Shion poteva concedersi a scutare dettagliatamente qualcosa che lo colpiva molto e ultimamente quel qualcosa erano proprio i dettagli fisici di Nezumi. Sin da quando era comparso nella sua vita quattro anni prima Nezumi era parso agli occhi di Shion più simile a una femminuccia che ad un maschietto, ora che era cresciuto doveva constatare che quella grazia femminile si era unita alla virilità dei suoi sedici anni  rendendolo un ragazzo pieno di fascino androgino, capace di confondere persino un occhio esperto.
La sera prima Shion era rimasto incantato a studiare i suoi capelli mentre Nezumi gli dormiva accanto: erano fili di colore nero pece, ma posti sotto la luce riflettevano di color argento scuro, brillando vitali. Prima ancora di accorgersene Shion aveva già allungato le dita per immergerle nella cute e tastarne la morbidezza, solo un movimento improvviso da parte di Nezumi lo aveva fatto balzare indietro e ritirare la mano. E per fortuna che non si era svegliato o altrimenti Shion avrebbe potuto dire addio al mondo dei vivi!
Quella sera la sua attenzione si era posta involontariamente sulle labbra, complice il fatto che Shion lo aveva pregato di recitargli una poesia e Nezumi, sebbene controvoglia, aveva deciso di accontentarlo.
Questa richiesta aveva permesso a Shion di sederglisi accanto, osservarlo mentre leggeva ad alta voce la poesia in questione e ritrovarsi improvvisamente rapito dal movimento della sua bocca che, armoniosa, si chiudeva e si apriva, ignaro di essere scoperto o meno.
Dopotutto le labbra di Nezumi erano simili sì a quelle di una ragazza, ma dotate comunque di una certa carnosità, tanto che Shion nei suoi pensieri più reconditi si era già chiesto se qualcuno aveva già avuto l'onore di baciarle e succhiarle.
"...on?"
Però il pensiero che Nezumi avesse già dato il suo primo bacio a qualcuno era comunque qualcosa che nel profondo del cuore lo rattristiva; lui di primi baci ancora non ne aveva scambiati e ultimamente aveva iniziato a desiderare di voler scambiare il primo bacio della sua vita proprio con Nezumi, certo che ne sarebbe rimasto soddisfatto.
"Insomma! Shion!"
L'alterato tono di voce di Nezumi fu così improvviso che Shion quasi dovette proteggersi un orecchio mentre col corpo scattò all'indietro preso dallo spavento.
"Che - che ho fatto adesso?" Balbettò Shion spaventato e spaesato.
Nezumi chiuse di colpo il libro.
"Mi stavi fissando, E non stai minimamente prestando attenzione alla poesia." Dichiarò guardando Shion rabbioso.
Shion si rannicchiò nelle spalle colto in fragrante; Nezumi non era da meno a essere un ottimo osservatore, non doveva concedersi il lusso di guardarlo per troppo tempo se poi il risultato ottenuto era la sua collera.
"E così te nei accorto, eh?" Ridacchiò Shion imbarazzato, ottenendo soltanto un'altra occhiata dubbiosa da parte di Nezumi.
"Se vuoi perderti ad osservare qualcuno almeno fallo con più discrezione: già l'altro ieri mi hai fissato le mani per non so quanto tempo e ieri sera ti sei perso a toccarmi i capelli per non so quanto tempo." Vide Shion sussultare arrossendo per la vergogna. "Pensavi che non me ne fossi accorto? Ho solo preteso di essere addormentato per vedere fino a dove volevi andare a parare."
Shion inclinò il viso di lato per nascondere un poco il senso d'imbarazzo crescente.
"Se - se la cosa ti dava fastidio potevi semplicemente dirmelo..." Soffiò fioco Shion.
Contrariamente a quanto si sarebbe aspettato Nezumi gli si avvicinò portando i loro occhi alla medesima altezza e una distanza dei visi minima.
"Invece ero curioso, come adesso. Me lo vuoi dire cosa stavi guardando così insistentemente poco fa?"
Shion scosse la testa lentamente.
"Se te lo dicessi ti arrabbieresti ancora di più..." Sussurrò a malapena Shion cercando di distrarsi e spostare la sua attenzione altrove. Che ne fosse consapevole o meno Nezumi usava quella sua abilità di persuasione a cui era difficile resistere e da cui nemmeno Shion riusciva a sottrarsi. Però, in quel momento, avrebbe preferito sotterrarsi da solo che confessargli tutto.
"Non mi arrabbierò, invece." Rispose mellifluo Nezumi. "Te lo prometto." Scandì lentamente e bastarono quelle ultime poche parole a far desiderare a Shion di trovare una qualsiasi scusa tale da permettergli di fuggire da quella situazione.
Invece restò imbabolato a mordicchiarsi le labbra, indeciso sul da farsi e conscio che, se Nezumi non l'avrebbe lasciato andare, avrebbe spifferato tutto.
"Dai... non avere paura." Alitò Nezumi direttamente contro il suo orecchio e questo fu la goccia che fece traboccare il vaso.
"Io... stavo studiando le tue labbra!" Gridò Shion esagitato, sperando così di allontanarlo: Nezumi sapeva diventare fin troppo pericoloso e persuasivo quando ci si metteva. Ora che l'aveva detto almeno, forse, l'avrebbe lasciato in pace.
"Le mie labbra?" Ripeté Nezumi sorpreso contraendo il viso in una smorfia.
Shion si morse la lingua da solo: perché glielo aveva confessato? Poteva inventarsi una qualsiasi cosa meno imbarazzante di questa e invece aveva spiattellato tutto. Nezumi gli aveva promesso che non si sarebbe arrabbiato, ma quanto poteva credergli?
"Sei arrabbiato ora che te l'ho detto?" Domandò Shion chinando il capo, quel minimo di coraggio che gli permetteva di tenere la testa alzata ora l'aveva perso del tutto.
Nezumi lo ricambiò infastidito e contrariato.
"Ho detto che non mi sarei arrabbiato, no? Però..." Velocemente afferrò il mento di Shion tra il pollice e l'indice, come era solito fare innumerevoli volte. "Sono sorpreso. Sei forse un feticista delle labbra, Shion?" Velocemente spostò il dito indice e ne usò la punta per sfiorare il labbro inferiore di Shion.
Shion avvampò, se possibile, ancora di più. Proprio non se lo aspettava, anzi aveva previsto Nezumi dare di matto e tirargli dietro il libro di poesie.
"No, è solo che le tue sono molto belle e..." Shion andò immediatamente a coprirsi la bocca. Quelle continue provocazioni da parte di Nezumi stavano diventando altamente pericolose per lui e se avesse continuato così avrebbe finito davvero per confessare tutto.
Con la coda dell'occhio notò Nezumi avvicinarglisi ancora più di prima.
"Andiamo, Shion." Lo esortò abbassando la voce e facendola diventare più sensuale e roca. "Te l'ho già detto, no? Non devi avere paura."
Shion strinse forte gli occhi e alzò la mano poggiandogliela sul petto, sperando così di spingerlo via, ma incontrò solo resistenza.
"Se te lo dico..." Pronunciò Shion rinunciandoci. "Dopo non posso più tornare indietro, mi capisci?"
Nezumi afferrò la mano di Shion, la strinse nella propria e la allontanò di un poco dal proprio petto, perserverando a mantenere un contatto visivo.
"Allora?" Lo esortò più ammicante di prima, lasciando che Shion si sciolse definitivamente.
Shon lasciò scivolare via la sua mano dall'abbraccio di quella di Nezumi e la poggiò su una sua coscia, stringendo forte la stoffa dei pantaloni.
"Mi stavo chiedendo quanti hanno avuto l'onore di ricevere un bacio dalle tue labbra, Nezumi." Pigolò Shion pieno di imbarazzo: se avesse potuto ora sì che desiderebbe scomparire all'istante; con la coda dell'occhio notò Nezumi spostare il proprio peso all'indietro, ma non osò domandarsi se l'avesse fatto perché irritato o per un qualche altro motivo.
"Mmm, Nezumi? Ora capisci perché non te lo volevo dire?" Ironizzò sperando così di alleggerire l'aria. Di colpò trovò il palmo della mano destra di Nezumi premuto sulla bocca.
"Per l'amore del cielo, Shion! Vuoi forse rendere l'atmosfera più imbarazzante di quanto già non sia?" Lo ammonì Nezumi, guardandosi nervosamente attorno. Cravat e Hamlet, che si trovavano sui cuscini poco distanti da loro, squittirono e scesero in fretta dal letto, andando a nascondersi sotto di esso e tra i libri.
Shion gonfiò le guance indignato: dopotutto era stato Nezumi a insistere nel volere sapere, se fosse stato per lui avrebbe ben volentieri sviato il discorso e l'avrebbe lasciato finire la poesia, poi se ne sarebbero andati a letto e nulla sarebbe successo.
"Insomma, ma perché questi pensieri? Desideri forse essere baciato da me?" Lo accusò Nezumi aumentando la pressione sulla bocca di Shion
"Beh..." Iniziò Shion sfuggendo a quella sollecitazione. "Se proprio devo essere sincero..." Shion rimembrò il bacio che quella donna di strada gli sottrasse il primo giorno che Nezumi lo portò a fare un giro nel mercato del West Block. La foga e la situazione che si erano creati gli avevano fatto schifare quel bacio rubato, ma tutto era cambiato quando era sopraggiunto Nezumi: con la sua parlantina e i suoi modi di fare era stato in grado di cavarlo d'impiccio.
Shion non aveva dubbi sul fatto che Nezumi era davvero abile a scambiare baci, era solo deluso dal fatto che a lui mai gliene avrebbe dati.
Nezumi da canto suo si lasciò andare a un sospiro di desolazione accompagnato da una mano che si sfregava la fronte. Shion rise per il nervoso.
"Beh, sentiamo un po'." Nezumi si fece improvvisamente serio. "E come lo vorresti?"
Gli occhi di Shion si spalancarono increduli: davvero Nezumi stava cedendo? Ma quando mai? Figurati, se avesse abbassato la guardia lo avrebbe preso in giro come sempre.
"Cosa?" Gli domandò sospettoso.
Le soppracciglia di Nezumi si incresparono, rendendogli le palpebre ancora più affilate e indagatorie di quanto già non fossero di natura.
"Il bacio intendo." Esplicitò limpido e chiaro. "Tanto ti conosco. Continuerai a rimuginarci sopra finché non avrai soddisfatto questa tua curiosità. Perciò facciamola finita subito e dimmi come ti piacerebbe."
Shion avvertì il proprio cuore pompare più veloce davanti al tono serioso che Nezumi adottò verso di lui. La gola improvvisamente gli divenne secca e deglutire gli costò uno sforzo immane. Quella situazione aveva dell'assurdo, era impossibile per Nezumi essere così accondiscendente eppure il suo viso era puntato contro il proprio e manteneva una espressione grave e seriosa. Nel suo disagio Shion spostò il peso da una parte all'altra del corpo più e più volte.
"Sinceramente non saprei..." Si lasciò sfuggire incredulo.
Nezumi si grattò il collo per poi sollevare il mento verso l'alto e inalare un po' d'aria accompagnando il respiro con un movimento delle spalle.
"Vediamo un po'..." Sibilò pensieroso.
Quando voltò il viso verso Shion quest'ultimo notò un cambiamento nel suo portamento, qualcosa che partiva dagli occhi leggermente socchiusi e arrivava fino al sorriso leggermente malizioso dipinto sulle labbra. Shion era pronto a scommetterci Nezumi stava usando un po' del suo personaggio di Eve in quel momento e, poiché trovarsi davanti ad Eve era uno spettacolo unico e raro, subito ne fu rapito dalla splendida voce.
"Sulle guance è affetto, sulle labbra è amore, sulla fronte è premura. Il bacio parla per noi." Recitò Nezumi dolcemente chinandosi su di Shion. "Quale di questi baci vorresti?" Terminò la frase sfiorandogli dolcemente il collo e risalendo nuovamente verso il mento, stringedoglielo appena con una leggera sollecitazione.
D'istinto Shion gli accarezzò le dita sfiorandole con i propri polpastrelli.
"Sarei egoista se ti dicessi che li vorrei tutti e tre?" Sussurrò sfuggendo al contatto con gli occhi e focalizzandosi sul contatto fisico e sui movimenti delle labbra di Nezumi, ormai a pochi centimetri dalle proprie.
"Sì, lo sei." Si mossero quest'ultime. "Ma proprio per questo so perfettamente cosa vorresti adesso."
Le loro labbra cozzarono insieme, lasciando Shion al limite dello scetticismo. La sensazione che provò fu inizialmente quella di carne tiepida, ma subito dopo si aggiunse una percezione di umido e lascivo; gli ci volle un po' per capire che la lingua di Nezumi stava guizzando dentro la sua bocca e lo stava invitando a fare lo stesso. Shion mugolò preso alla sprovvista e Nezumi lo fermò afferrandogli il viso a coppa e facendoglielo inclinare appena. Di riflesso anche Shion sollevò le mani e gli agguantò i polsi, senza però spingerli via, e mentre il bacio diventava sempre più approfondito Shion si ritrovò ben presto sdraiato di schiena sopra il letto.
Con il fiato che pareva mancargli e la controvoglia di perdere l'unione nata tra le loro bocche Shion morse accidentalmente il labbro inferiore di Nezumi e questo accese qualcosa in più: Nezumi si spinse ancora più a fondo e le mani si spostarono dalle guance alle spalle per poi arrivare dietro la schiena di Shion e cingerla alla vita.
Quando la situazione diventò insostenibile a causa della mancanza d'ossigeno Shion voltò il viso di lato interrompendo il bacio e respirando a fondo, anche Nezumi finalmente riconobbe di aver calcato troppo la mano, più di quanto avesse preventivato dato che non pensava di spingersi così tanto in là.
Da sotto le palpebre socchiuse Shion studiò i movimenti di Nezumi intento ad asciugarsi le labbra utilizzando le nocche della dita.
"Allora come era, il tuo primo bacio?" Gli domandò Nezumi sollevandosi con i fianchi e restando a sedere sulle ginocchia; sotto di lui Shion si passò la punta dell'indice e del medio sulle labbra.
"Non hai bisogno di chiedere. Non avevo dubbi sulla tua bravura."
Nezumi annuì portandosi una mano al petto e chinando il capo con riverenza.
"Lieto che l'esperienza l'abbia deliziato, vostra Maestà." Ma la risposta saccente di Nezumi lasciò Shion più smarrito e scombussolato di prima. Inizialmente pensava che Nezumi lo voleva prendere in giro e che il bacio si sarebbe interrotto subito, però quando si era ritrovato con il suo corpo schiacciato sopra di lui aveva capito che pure a un accorto come Nezumi il momento gli era sfuggito totalmente di controllo.
"Perché l'hai fatto? Tu non volevi veramente baciarmi, vero?"
Gli occhi grigi di Nezumi si sgranarono appena mentre acchiappò Shion per un gomito per tirarlo nuovamente su a sedere.
"Certamente non volevo spingermi a tanto." Spiegò a malapena Nezumi puntando il viso in basso e lasciando Shion più interdetto di prima.
Perché l'aveva fatto Nezumi proprio non se lo spiegava. Inizialmente voleva solo confondere Shion dandogli un contentino per poi lasciarlo con un pugno di mosche al naso, ridere della sua ingenuità e poi finirla lì. Invece il trasporto con cui Shion aveva risposto era stato tale a indurlo ad andare oltre.
"...zumi?"
Ora era naturale che un curioso come Shion volesse sapere il perché di quel comportamento così tanto inusuale per lui. Il problema era che adesso avrebbe dovuto affrontare una complicazione maggiore
Solo la voce di Shion che lo chiamò gridando forte il suo nome lo fece risvegliare da quel giro contorto di pensieri.
Nezumi si aspettava che Shion gli ripetesse la domanda di prima dato che ancora non gli aveva risposto, sorprendentemente invece si ritrovò le sue labbra premute contro la propria fronte. Lo schiocco del bacio fu appena percettibile.
Quando Shion ritornò con gli occhi alla sua altezza Nezumi lo ispezionò più scupolosamente di prima: Shion non appariva per nulla riflessivo come prima, anzi a giudicare dall'enorme sorriso stampato sulla faccia sembrava ben felice e contento.
"Un bacio sulla fronte significa premura. L'hai detto tu stesso." Esplicitò ingenuamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
A Nezumi caddero letteralmente le braccia: come al solito le reazioni di Shion restavano completamente al di fuori della sua portata di comprensione. Gettando le gambe fuori dal letto si alzò in piedi strofinandosi la testa. Era meglio troncare quella discussione definitivamente e dedicarsi alla cena prima che gli cogliesse un'emicrania.
"Bah, ne parleremo un altro giorno." Disse scrollando le spalle e dirigendosi verso la stufa per accenderne il fuoco e mettere a bollire l'acqua.
Dietro di lui Shion restò a guardarlo incapace di nascondere la sua felicità. A cosa era dovuta poi Nezumi preferì non domandarselo. Di sicuro quel discorso non poteva considerarsi terminato così. Con la coda dell'occhio vide Shion ancora seduto sul letto intento ad accarezzare i due topini che erano riemersi dal loro nascondiglio.
Che fosse il suo modo per rassicurarlo e dirgli che andava bene così?



Note d'Autrice: E con questa one-shot la challenge si conclude.... yeeeeeeehhh!
Naturalmente ne manca ancora una ossia l'extra dove sarà Shion a pronunciare una qualche frase filosofica a Nezumi.
Comunque ho davvero notato che ultimamente questo fandom lo popolo soltanto io con i miei aggiornamenti, povero No.6 e poveri NezuShi.
Probabilmente per un po' mi vedrete sparire anche a me -tranne per la long-fiction che ancora deve essere conclusa, presto troverò la forza di fare anche quello xD- ma non disperate: è vero che voglio migrare anche io su altri fandom, ma ogni tanto, quando i NezuShi mi daranno altre ispirazioni potrei tornare a fare capolino qui!


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Capitolo 6
*** Abbracciami e non sentirò più il peso delle parole ***


challenge 2
PENSIERI E PAROLE

-5-
- Abbracciami e non sentirò più il peso delle parole
-


"..on? Ohi, Shion?"  
"Mmm..."
Mentre aprì gli occhi Shion poté giurare di sentire delle affusolate dita sfiorargli il viso con un tocco leggero che si estendeva da guancia a guancia, lisciandogli il ponte del naso. Il torpore in cui era sprofondato a causa del sonno ancora gli donava una visione distorta della realtà, uno scenario dove il calore del dormiveglia si univa al suono ovattato di un sospiro basso e leggero, provocato da una voce sensuale. I ricordi riaffiorarono assieme al ritorno dei sensi: anche quella sera, dopo aver preparato la cena, Shion aspettò il ritorno di Nezumi dal lavoro, ma quando vide che la notte avanzò, senza che lui fece rientro, rendendo la minestra una poltiglia fredda e immangiabile, Shion decise di andare a letto ammazzando il tempo leggendo un libro. Lo testimoniò il grosso volume abbandonato sul cuscino e su cui poggiava il suo polso, con i polpastrelli che sfioravano la grezza carta.
Shion sbatté le palpebre più di una volta, mettendo a fuoco il bellissimo viso di Nezumi che lo squadrava serio, un po' corrucciato, come seccato da qualcosa.
"Gli spettacoli si sono protratti più del previsto." Spiegò conciso, come se avesse letto il pensiero di Shion, anticipando la sua preoccupazione. "Ora potresti spostarti, per favore? Stai occupando tutto il letto e anche io ho sonno."
Shion non si spostò. Guardò Nezumi disorientato, persino quando il suo viso gli si avvicinò ancora per controllare se fosse effettivamente sveglio oppure no.
In realtà stava riflettendo su qualcosa; era convinto che prima di addormentarsi avesse letto una frase che era entrata in testa e che di uscirne proprio non ne aveva voglia.
Era proprio vero che il sapere donato dai libri era encomiabile.

Ma qual era quella frase? Shion schiuse le labbra convinto che la risposta si trovasse proprio sulla punta della lingua.
Nezumi inclinò di lato il mento, cercando di capire se Shion fosse sul punto di dirgli qualcosa oppure di lasciargli finalmente una porzione di letto dove sdraiarsi.
Fu allora che Shion staccò la lingua dal palato, trovando il coraggio di parlare, alzando le braccia e protraendole ai lati del viso di Nezumi, stringendo nient'altro che il vuoto.
"Abbracciami e non sentirò più il peso delle parole." Pronunciò con voce impastata. "Abbracciami e in questo abbraccio annulla il brusio della vita, i ricordi cupi del dolore."
In un primo momento Shion non realizzò di aver davvero ricordato le esatte parole che aveva letto prima di sprofondare nella stanchezza.
Lo capì soltanto quando il suo viso venne sepolto da un cuscino: Nezumi aveva afferrato quello ancora libero, schiaffeggiandoglielo direttamente addosso.
"Ahi!" Si lamentò il ragazzo, scostandolo da sé. Quello sì che era stato il peggior risveglio alla realtà che avesse mai ricevuto, altro che quello immaginato!
"Ti sei svegliato ora? Mi fai posto?" Domandò Nezumi scocciato, soffocando uno sbadiglio.
Shion rise facendo leva sui fianchi per muoversi di lato, lasciando metà del letto a disposizione per Nezumi.
"Che risveglio brusco! Non era esattamente questo che avevo immaginato." Sbuffò mettendo il broncio.
Nezumi non gli prestò la dovuta attenzione, preferendo piuttosto sistemare le coperte ormai disfatte per coprirsi le gambe infreddolite e metà del busto.
"Se hai particolari richieste ricordati di farle ad Eve." Sentenziò poggiando finalmente la testa sul cuscino, lasciando libere e fluenti le ciocche dei capelli a incorniciargli il viso.
Shion si rilassò su un fianco, allungando appena una mano nel verso di Nezumi.
"Eve sarebbe almeno disposto a tenermi la mano?"
Nezumi esibì un ghigno sornione mentre ruotò di lato contro Shion.
"Dipende da quanto sei deciso a pagarmi." Commentò sarcastico, ammorbidendo la voce.
"Che ne dici di un abbraccio?" Rispose soffice Shion, traendo beneficio dal calore che il corpo di Nezumi, sdraiato accanto a lui, gli trasmise. Caldo che si estese dalla sua mano fino al braccio e nel resto del corpo quando le proprie dita vennero intrecciate tra quelle magre e sottili di Nezumi.
"Penso che mi accontenterò della stretta di mano." Mormorò chiudendo gli occhi e lasciandosi andare.  
Shion allargò le labbra contento: non era esattamente ciò cui aveva auspicato, ma fu pur sempre una vittoria su quell'orgoglioso del suo coinquilino.
Poggiando la fronte contro quella di Nezumi abbassò lentamente le palpebre mentre gli augurava la buonanotte.
Non ci fu risposta, ma nessuna replica serviva: anche quella giornata si era conclusa e loro due erano nuovamente insieme.





Note d'Autrice: sono imperdonabile per averci messo un anno, ma finalmente ecco l'extra che pone la parola Fine a questa challenge. Purtroppo questo fandom è ormai dimenticato, ma spero anche in futuro di poter essere ancora io tra i primi a popolarlo. 

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