Fatta di carta

di Miky_D_Senpai
(/viewuser.php?uid=768348)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Zero, l'introduzione di Momonbrath ***
Capitolo 2: *** Momonbr e le tradizioni ***
Capitolo 3: *** Momonbrath, il trasloco nelle lande di Wirdart ***
Capitolo 4: *** Momonbrath, la saggezza di Wul ***



Capitolo 1
*** Capitolo Zero, l'introduzione di Momonbrath ***


Scrittore, smettila di scrivere.

Lo sai che non serve a nulla.

Se non ti impegni in qualcosa di vero non riuscirai mai a trovare un lavoro (e tutto ciò che ne consegue tipo, che ne so, una casa).
Non voglio che tu sia un fallito, mi preoccupo solo per te e questo tuo sogno è difficile da realizzare. E fidati che dormire sotto un ponte non è il massimo.

 

Ma si può sapere tu che ne sai?
Mi appaga scrivere, prima di essere una possibilità lavorativa è quasi un momento di meditazione, mette in relazione anima e corpo (più o meno).
E poi che ne sai? Ho conosciuto una moltitudine di persone strane da quando ho cominciato, mentre tu non hai ancora visto la luce del giorno.


Bene, ricomincia a scrivere allora.


Non ho ispirazione oggi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Momonbr e le tradizioni ***


Come vedi sono come te e non tirare in ballo la storia che tu, a differenza mia, hai l’ispirazione tutto il giorno. Quella è un’ottimistica menzogna.
Mi riferirò ad un lettorE e non ad una lettrice per un semplice motivo di immedesimazione mia personale. Eventuali riferimenti (dovuti) alle lettrici saranno precisati.
Buona lettura.



Caro lettore, questo è il primo giorno che ti vedo, ma non ti sentire troppo in dovere di continuare la lettura, puoi andare quando vuoi. Questa è la mia innocente bugia.
In realtà lo sappiamo entrambi che se tu mi hai sotto gli occhi vuol dire soltanto che ti ho incuriosito, che in qualche modo ti ho “catturato”, che il mio autore ti ispira fiducia (nonostante il nome). E ora che ho rapito la tua attenzione le altre “cose da fare” sulla tua lista giornaliera dovranno pagare un piccolo riscatto per riaverti. Tranquillo, la copertina potrebbe non rappresentare il vero contenuto delle pagine, così come il titolo (dato che è la quinta volta che mette mano a queste prime righe a distanza di mesi). Pensi di resistere ancora un attimino? Non mi avrai iniziato se già devi andare, potrei offendermi.
Fatti almeno dire una piccola verità:

Io, tra tutte queste persone che narrano frottole, sono l’unica schietta, l'unica che ti butterà in faccia la realtà come un sacco di letame e l'unica che lo farà senza avvisare.

 

Ma di altri difetti ne ho.
Non sarò brava e furba come il mio scrittore, quello che pubblica un capitolo vuoto all'inizio della scuola. Che avesse in mente? Non lo so nemmeno io. Non so a quale divinità si sia appellato prima di farlo, ma credo che ormai siano tutte in pensione. E poi si mette a fare sproloqui sul sesso di chi legge, per me siete tutti due occhietti che non si fanno gli affari propri! Mi squadrate come se fossi chissà che cosa! Senza offendere chi ha un occhio in meno.
Ecco, forse è proprio questo il punto, non si può più parlare di nulla senza dover mettere cinque parentesi perché si offendono tutti! Ehi, la vedo la delusione nei tuoi occhi! Pensi che non sarò in grado di andare contro gli schemi e che me la prenderò solo con le categorie già prese di mira da tutti? Ti sembro così fifona?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Momonbrath, il trasloco nelle lande di Wirdart ***


Sono finalmente approdata su Word, non riesco ancora a crederci. È tutto così strano qui. Non ti dirò da dove venivo perché potresti chiamare i servizi sociali e far arrestare il mio scrittore. Questo è un albergo di lusso! Prima o poi ti farò fare un tour a casa mia, se sei pronto al disastro ambientale. Per ora non fare caso al coccodrillo che scodinzola nell’armadio, sto ancora traslocando.
 
Non ti piacerebbe leggere la storia perfetta, lo so. Per questo ti darò l’imperfezione.
Mi potresti, però, suggerire un genere che ti piace e a cui potrei appartenere? Perché un racconto così non si era effettivamente mai visto! Che novità assoluta! Champagne?
No?
 
Facciamo così, io guardo nella categoria "più venduti" di Amazon e ci ragioniamo, d'accordo?
Un giallo? Mi dispiace, ma come colore non mi dona e poi non sembri abbastanza astuto per farmi da Watson. I gialli necessitano di troppa serietà e con tutto quel sangue potrei rischiare di macchiarmi i vestiti. Ah già, non ne ho.
E poi dovrei fare uno sforzo assurdo! Come potrei non rovinarti il finale? Non sono mai stata brava in questo! È troppo divertente vedere la reazione di qualcuno a cui ha appena “spoilerato” che l'assassino era l'investigatore troppo annoiato dalla vita! Ovviamente io non posso nemmeno essere presa a sberle, quindi lo faccio senza conseguenze.
Fantascienza? Se non lo è un libro che parla al proprio lettore!
Siamo già arrivati agli anni tremila? Dove sono le macchine volanti? E le spade laser? Non farò domande strane, ma tu, lettore del futuro molto lontano in una galassia molto lontana, dove stai leggendo queste parole? Uno schermo olografico o te le stai proiettando direttamente nel cervello? Ecco perché sentivo un certo vuoto intorno a me.
Romanzo rosa? Stai completamente sbagliando i miei gusti! Credo di doverti spiegare con chi hai a che fare: una storia che prende le distanze di chi strumentalizza bullismo, droga o malattie degenerative per far piangere le povere e sensibili lettrici. Fanno piangere solo chi vorrebbe un libro che tratti quelle dinamiche con una certa consapevolezza, ma tutti buttano semplicemente a caso due siringhe durante lo svolgimento come fossero dei riempitivi. Li usano come il pallido polistirolo all'interno di una scatola senza capire che il resto non si rompe se non ce lo aggiungono, è già rotto in partenza!
Un thriller? Cosa tiene più legati alla sedia che una storia intricata, a tratti spaventosa, ansiolitica e piena di colpi di scena, come quella di una persona che parla con l’ultima storia pubblicata? Veramente, mi verrebbero i brividi solo al pensiero! Ricordati soltanto che un racconto non può avere emozioni, può essere cinico e rude a volte, ma può farti l'occhiolino ;)
 
Mi rendo conto che , almeno per ora, gli unici (plausibili) personaggi siamo io e te, ma io sono la storia, non un suo surrogato, quindi per ora resti solo tu. Ebbene sì, sarai il mio protagonista, anzi, il co-protagonista, così non ti monti troppo la testa. Ti piace l’idea?
No?
Sei proprio il mio tipo, non ti accontenti mai! Prima di continuare questa bellissima conversazione, mi piacerebbe creare insieme a te il mio protagonista, che ne dici?
Potrebbe essere un tipo bello? Biondo, occhi azzurri e fisico scolpito, un elegante primogenito di una ricchissima famiglia inglese, circondato da persone di un ceto elevato. Con l’hobby di andare a cavallo nelle proprietà famigliari, gli scacchi e la scherma! Erediterà la maggior parte dei beni che suo padre ha sua volta ricevuto dal nonno danese, ma che dovrà dimostrare di meritare tramite il sacrificio di ogni grammo della sua umanità… troppo classico? Dici? Sembravo una bambina alle prime fantasie erotiche?
Sappi che non sto scherzando, scegli che brutta faccia deve avere.

Per ora non so ancora come sarà il mio corpo, hai presente? Introduzione, corpo, finale? Svolgimento? Comunque tu lo voglia chiamare quello che tu hai davanti è quasi semplicemente la puntina iniziale dell’introduzione, non ci sono personaggi, a parte te.
Ehi tu, che invece mi tieni sotto gli occhi in un futuro lontano, dopo il 2020 s’intende, continua a leggere, perché la storia probabilmente è finita, dipende dai primi lettori.
Tu che sei uno dei primi, rispondi alla mia richiesta. Non fare il timido.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Momonbrath, la saggezza di Wul ***


Come si scrive un libro? Potresti dirmelo anche tu. Lo sappiamo che sei uno scrittore in erba, aspirante tale, possibile stella della letteratura moderna.
Ma non esageriamo.
 
Bisogna scrivere, non è abbastanza scontato? Anche se a volte sarebbe meglio di no, non sai quanti sprechi di carta ci sono nelle librerie, libri stampati in troppe copie utilizzando una carta troppo spessa e scritte troppo colorate. Se non hai capito di che libri sto parlando, vai nella sezione “schifo” della tua libreria di fiducia a contemplare quanti poveri alberi sono morti per diventare la carta igenica della letteratura.
Non parlo solo di quei poveri adolescenti che hanno già raggiunto un certo livello di fama e che per questo vengono sfruttati per guadagnare moltitudini di denaro sopra la loro faccia. Evidentemente parlo anche di libri che escono da menti geniali, forse poco brave a connettere adeguatamente il sistema cervello-mano. Un po' come il mio scrittore: per tirar fuori questo sputo di “trama” (che sarei io) ci ha messo mesi.
Quindi mi correggo: bisogna scrivere BENE, non solo grammaticalmente, purtroppo non basta azzeccare qualche congiuntivo (se il tipo dietro la tastiera ne sbagliasse uno, io non l'avvertirei, ci facciamo due risate).
Bisogna sapere cosa si vuole portare: ciò che amiamo o ciò che piace al pubblico? Scordati il fanservice. Ho sentito di molte brutte esperienze e sinceramente voglio che i tuoi pantaloni restino al proprio posto. Se ti piacciono certi generi allora esci da questo corpo, da Google, dalla stanza e, per favore, non tornare indietro. Io vado a sedermi in quell'angolino buio della pagina per un pochino.
Ma poi quale dovrebbe essere il nostro pubblico? Mai, mai scrivere pensando prima a chi debba arrivare il libro che stai scrivendo.
Per uno scrittore che ha appena passato la pubertà e qualche esame universitario, il “bersaglio” potrebbero essere principalmente i coetanei, persone più piccole o poco più vecchie. Giusto? No? Sì, mi sbaglio. Mi sbaglio perché non sono un libro “sacro”, sono una trametta qualunque e posso permettermelo. Facciamo un esempio: libri per bambini, quelli colorati e quasi privi di parole, sono fatti da persone più vecchie di te (tu che leggi su di un sito), aiutati magari da psicologhi e professori che ne decorano ancora più saggiamente la carta. Oppure i libri storici: frutti di uno studio che, alle volte, dura molto di più della loro stesura effettiva, di quella storia romanzata che ne diventa un mero contorno.
Ma non siamo più scarsi di fantasia, né di impegno e non avremo un target.
 
Quindi se pensi che per scrivere un libro bisogna prima di tutto pensare a qualcuno in particolare, scrivi una lettera a tua sorella, comincia un diario o fai al posto dei tuoi genitori la lista della spesa, così avrai sicuramente raggiunto il tuo obiettivo. Se invece non vuoi avere questa soddisfazione, comincia a contare i procioni. Perché i procioni ispirano più di un tramonto d’autunno, tra le foglie rosse e il tepore del sole che ti saluta prima di schiantarsi al suolo (terrapiattisti ne abbiamo?). Soprattutto se vuoi scrivere un libro nella sezione nonsense del tuo sito di storielle strampalate preferito.
Sbrigati che dobbiamo intasare le librerie con le nostre parole, con trame avvincenti, personaggi che devono far immedesimare in loro il lettore, dargli sogni e ambizioni, uno scopo, una speranza.
E poi gliela dobbiamo togliere ingiustamente nel più ingiusto dei colpi di scena, nel più meschino dei twist di trama e con un bel tradimento morale dello scrittore verso i suoi fidati fan.
 
Ehi lettore, qui puoi stare tranquillo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3793014