Era passato un anno da quel giorno e
in ricorrenza Xavin era
ritornata sulla tomba di Us per rendergli omaggio.
Non disse nulla, nemmeno una parola,
si limitò a rimanere
ferma, sospirando e osservando la lapide con tristezza.
Il ricordo del suo salvatore era
ancora forte nella sua
mente e finì con l’addormentarsi al suo fianco.
Furono le prime luci
dell’alba a svegliarla e a malincuore
decise di volare via, temendo che Taryn e Al si sarebbero preoccupati
per la
sua assenza.
Ritornò
all’agenzia senza svegliare nessuno, tranne Al, che
era già sveglio.
“Già a
lavoro?”
“Si, bisogna mantenere
tutto pulito è la regola.”
“Giusto…”
“Come sta Taryn?”
“Sta bene, sta coccolando
Kathleen.”
La bambina di appena un anno aveva
ereditato gli stessi
capelli biondi del padre.
“Vai
pure a dormire
Xavin, il letto è lindo e caldo.”
“Ok…Grazie Al,
buon lavoro amico.”
Xavin tornò in camera sua
e si mise a letto.
Cerco di addormentarsi, ma le lacrime
continuavano a
scendere comunque.
“Perché…Perché
non ti ho fermato?” pensò Xavin
“Perché sono
stata così stupida? Così debole?”
“Perché…sei
morto?”
“Ho deluso tutti, ho deluso
te, Al e soprattutto Taryn.”
Questi pensieri continuavano a
passarle per la testa, fino a
quando non vennero interrotti da una voce familiare.
“Non fare così
verdina.”
Xavin si alzò di scatto e
si guardò intorno.
Quella voce così familiare.
“Ehi Xavin, guarda che io
sono qui.”
Si girò dietro di se e lo
vide, con la tuta da battaglia, la
spada e il cappotto rosso.
“U…US?”
“Ciao Xavin.”
L’aliena gli
volò contro e lo baciò.
“Sei vivo!”
“Shhh, abbassa la
voce.”
“Ma cosa dici?”
“Sei vivo, dobbiamo dirlo a
tutti!”
“Questo non è
possibile Xavin.”
“Cosa?
Perché?”
“Perché devi
aiutarmi.”
“Dobbiamo svolgere una
missione, talmente importante che ho
dovuto fingere la mia morte per poterla accettare.”
“Di che cosa si
tratta?”
“è una missione
per conto dello S.H.I.E.L.D.? è lo
S.H.I.E.L.D. vero? Oh ti prego, dimmi che non è lo
S.H.I.E.L.D”
“Controlla nel cassetto e
lo scoprirai.”
Xavin andò a controllare
il cassetto della sua scrivania e
trovò un fascicolo, con sopra un nome.
“Il salame…che
scompare?”
“Sul serio?”
“Proprio così,
che ne dici? Mi aiuterai?”
“Il titolo del fascicolo
è stupido…andiamo.”
“Bene, allora
andiamo.”
I due fuggirono dalla finestra e si
avviarono verso il luogo
del caso.
La denuncia era partita dalla
salumeria da Tony, un
venditore di prodotti italiani che era stato derubato di interi
rifornimenti.
L’aliena e il camionista si
fecero dare l’accesso per la
camera frigorifera.
A prima vista sembrava tutto normale,
se non per una
stranissima sostanza verde, presente su alcuni elementi della merce.
“Le cose sono due: o i
controlli sanitari si sono
dimenticati di fare visita a questo tizio oppure qualcosa di
appiccicoso ha
toccato questa roba.”
“Prendo un campione da
analizzare.” Disse US
Gli scanner della tuta fecero in
fretta e i risultati furono
inconcludenti, qualunque cosa fosse, non veniva dal pianeta terra.
“Dovrai essere un pochino
più preciso di così, qua sulla
terra abitano alieni, mutanti, inumani e un buon repertorio di creature
strane
e sconosciute, mi rende un po’ difficile credere
che…”
US si accorse di un rumore insolito
dentro la camera e
puntando la luce su un angolo, videro una cosa verde e strisciante
sparire
nella fessura di un muro.
Riuscirono a seguire le tracce della
creatura grazie al
rintracciatore genetico di US e scoprirono che la creatura si era
rifugiata
nella fogne vicino al negozio.
“Le conviene buttare via la
merce.” Disse Xavin al
proprietario.
I due poi si inoltrarono nelle fogne
di Las Vegas.
Erano fetide.
L’acqua sporca sgorgava e i
topi ci nuotavano dentro.
Il buio poteva anche essere
d’intralcio, ma non è un
problema quando sei una torca ambulante e hai un metal detector per gli
esseri
organici.
“È
vicino.” Disse US
I due continuarono a camminare,
seguendo il ticchettio del
rintracciatore genetico che continuava ad aumentare.
“Quindi…questo
caso ha che fare con lo S.W.O.R.D? Stanno
provando a realizzare un’altra invasione segreta?”
“Informazione
riservata.”
“Come prego?”
“È un
informazione riservata Xavin.”
“Ma te mi dici sempre
tutto, cosa è questa novità?”
“Shhh, è qui,
dietro l’angolo.”
I due si appoggiarono al muro e lo
videro.
Era alto due metri.
Il suo aspetto era quello di una
armatura invasa da un
centinaio di tentacoli, con dei grandi occhi rossi che spuntavano fuori
dall’elmo.
Stava lavorando a un misterioso
marchingegno circolare e per
dargli energia stava sfruttando la corrente elettrica sotterranea della
città.
“Quindi è quella
cosa.”
“Xavin, rimani calma, ci
serve un piano.”
“Il piano ce lo abbiamo
sempre, improvvisiamo!”
Xavin attaccò la creatura
con una vampata, ma il fuoco non
fece il minimo danno contro l’alieno e rispose
all’attacco di Xavin con una
frustata allo sterno.
Xavin venne colpita, mentre US
riuscì a tagliargli alcuni
tentacoli.
Sfruttando i multidisci della tuta,
US riuscì a catturarlo
in una rete elettrica e a farlo parlare puntandogli la Route 1 alla
gola.
Xavin si era ripresa dal colpo e
raggiunse US per
l’interrogatorio.
Le parole del alieno assomigliavano
più a una serie di
mugugni e ringhi e quando meno se lo aspettavano, l’alieno
esplose, riducendosi
in poltiglia.
“Che schifo!”
disse Xavin
Ma l’esplosione aveva avuto
un effetto secondario, aveva
scatenato una parte della sua energia anche dentro il macchinario.
US capì che quello non era
il meccanismo principale, era la
base serviva per un altro meccanismo, non stava sfruttando la corrente
elettrica per alimentare quel affare, la stava usando per mandare
energia fuori
da Las Vegas, nel deserto.
Xavin uscì in fretta dalle
fogne e vide un grande lampo di luce
verde che partendo dalla terra andava verso il cielo.
US la raggiunse poco dopo e le
ordinò di andare verso la
luce, mentre lui avrebbe chiamato i rinforzi.
“Quali rinforzi?”
chiese Xavin
“Tu vai e basta!”
La Skrull partì alla
carica e poco prima che arrivasse a
destinazione, vide una serie di classici dischi volanti scendere e
puntare dei
coni di luce sulla terra.
I coni servivano a teletrasportare le
truppe a terra, erano
tutti identici all’alieno che avevano affrontato poco fa.
“Ok…questo non
sarà un problema.”
Poco dopo dietro di Xavin, arrivarono
US insieme a tutti gli
eroi che avevano conosciuto.
“Ma…ci sono
tutti quanti!”
“Ho detto che portavo i
rinforzi.”
“Ma hai detto
che…”
“Gli avrei
portato.”
“Odyssey,
addosso!” gridò US
Al, She-Hulk, Deadpool, Rocket
Raccoon, i Runaway, tutti
riuniti per fermare l’invasione.
Poltiglia verdi che schizzavano, navi
che venivano
distrutte, raggi laser e spade che colpivano e uccidevano.
E continuarono, fino a quando non
rimase la gigantesca nave
madre, che venne tagliata in due dalla Route 1 di US.
Un enorme esplosione coprì
il cielo e le grida di vittoria
aumentarono quando US tornò a terra.
“Grazie amici, ringrazio
tutti voi per averci aiutato.”
“Si,
ok, molto bello,
come mai tutti voi sapevate della sua falsa morte e io no?”
Gli altri però sembravano
ignorare Xavin e l’aliena non
capiva il perché.
Così si limitò
a girarsi e a lasciare perdere.
“Bene…nessuno mi
risponde, va bene, non importa.”
“Quello che importa
è che ora sei qui con me.”
Xavin guardò US dritto
negli occhi e disse:
“Bene, adesso che sei
tornato, possiamo andare da Taryn,
devi conoscere Kathleen, avrete tante idee per il futuro.”
“Si hai ragione.”
Disse US
Ma la cosa insospettì
Xavin.
“Aspetta…come?”
“Ho detto che hai
ragione.”
“No…aspe…Tu
detesti il futuro.”
“Non mi dici una delle tue
solite frasi enigmatiche sul
fatto che non hai idea di cosa succederà?”
“E perché
dovrei? Sto per vedere mia figlia.”
“Perché dirai
che il presente è il vero tempo da vivere, il
futuro è incerto e il passato è nulla, e che se
voglio vivere al meglio la mia
vita devo pensare al qui e ora.”
“Sai, frasi da
US.”
US le accarezzò la guancia
e gli sorrise con rammarico.
“Xavin…quel
presente non c’è più, è
passato da una vita.”
Xavin non capiva cosa volesse dire.
“Il caso del
“Salame che scompare” è successo una vita fa, lo abbiamo risolto e abbiamo scoperto che era Rocket il
colpevole.”
“è solo un
ricordo.”
“E tutto il resto?
L’alieno, la battaglia, la riunione con
tutti i nostri alleati…non è mai
accaduto.”
“In questo momento Al sta
preparando la colazione, Taryn si
sta prendendo cura di Kathleen e gli altri tre idioti stanno svolgendo
i loro
affari in giro per il mondo e per lo spazio.”
“Tu sei venuta nel deserto
solo perché non hai idea di come
affrontare la mia morte nonostante sia passato più di un
anno.”
Xavin non riusciva a credere a
ciò che sentiva.
“Guardati
intorno…sei sola Xavin.”
Guardandosi intorno, Xavin si rese
conto della verità, era veramente
sola e in mezzo al deserto.
Dopo quella rivelazione,
L’aliena riprese fuoco e volò via,
tornando a Las Vegas.
Per entrare e non farsi vedere
passò dal tetto e una volta
arrivata in camera, si gettò sul letto.
“Era tutto un
sogno?”
“E anche ben
realizzato.” Disse US
Xavin lanciò un
gridò.
“Ma come?”
“Perché sei
ancora qui?!”
“Non lo
so…questa è casa mia.”
“Il caso vuole che sia
camera mia, perciò sloggia.”
“Perché? Hai
paura che mi presenti a te mentre sei nuda?”
“Smettila.”
“Stavo solo
scherzando.”
“Io no, perché
sei ancora qui davanti a me?”
“Forse perché ti
ho toccato nel profondo.”
“Grazie mille
Sherlock.”
“Pensavo di aver accettato
la tua morte dopo quella mega
allucinazione.”
“A quanto pare
no.”
Xavin si rivoltò nel letto.
“Vai a farti
fottere.”
US si avvicinò al suo
letto.
“Sai…forse non
accetterai i consigli di un morto, ma…perché
non provi ad andartene per un po’?”
“Per un
po’?”
“Si, ti fai un viaggetto,
magari in un posto caldo e poi
torni qua, per quel tempo io me ne sarò già
andato.”
“Oh certo, ottima idea, e
questo quello che dovrei fare?”
“Fare un viaggio,
divertirmi, per poi tornare e ricordarmi
che tu non ci sei e che sono di nuovo sola?!”
US la spostò i capelli per
poterle vedere bene il viso.
“Xavin…è
inutile continuare a tormentarsi per ciò che è
stato o per ciò che poteva essere…le cose non
cambieranno, ma sappi questo…io
ci sarò sempre.”
Dopo quella frase US scomparve di
nuovo e Xavin capì cosa
doveva fare.
Più tardi quella mattina
Al andò a bussare alla porta di
Xavin, ma trovò la porta aperta e sul letto un biglietto e
lo portò a Taryn:
“Cari Taryn e Al.
Forse non lo sapete, ma un mese prima
dell’attacco del
HYDRA, US ha inserito i vostri nomi nel contratto per la
proprietà
dell’agenzia.
Sono sollevata, perché
oggi, il mio nome non c’è più.
Tutta l’agenzia, i
laboratori, i soldi, le stanze, sono
tutte vostre.
E penso che la mia ex camera da letto
sarebbe ideale per
Kathleen.
Oramai questo posto per me era
abitato solo da fantasmi.
Per un lungo periodo di tempo,
pensavo si trattasse di
quello di US.
Ma poi ho capito che il
fantasma…era il mio.
Una fantasma non ha pace se non si
stacca dalla vita
precedente.
Ho bisogno di cambiare, come tutti
del resto.
Questa casa ha bisogno di una vita
nuova, quindi Taryn, fai
dell’agenzia Odyssey, la tua nuova casa.
I fantasmi oramai non ci sono
più.
Con affetto,
Xavin.”
Mentre Al e Taryn leggevano quella
lettera, Xavin era
tornata sulla stazione spaziale “Il Picco”, pronta
ad arruolarsi nel nuovo programma
Alpha Flight.
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