I alone know

di missgenius
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



"Se fossi veramente qui potrei anche abbracciarti".
Loki prese al volo il tappo.
"Sono qui". 
Thor gli si avvicinò e in due falcate fu su di lui buttandogli le braccia al collo. 
Loki rimase fermo immobile per alcuni istanti, troppo sorpreso per muoversi. Lentamente appoggiò le braccia sulla sua schiena, quasi non ricordandosi come si facesse ad abbracciare quell'enorme essere che era suo fratello. 
"Nostra madre aveva ragione, come sempre, su tutto. C'è sempre stato qualcosa di buono in te. Sarebbe davvero fiera in questo momento nel vederci".
"Lo credi sul serio?"
Thor si allontanò battendogli una mano sulla spalla mentre sorrideva.
"Certo che sì."
Loki stese le labbra in un sorriso sghembo guardando per terra.
"Grazie...fratello."
"E a proposito di cose su cui nostra madre aveva ragione...dov'è Lady Sif?"
Lo vide irrigidirsi di botto e non poté fare a meno di continuare a sogghignare mentre vedeva letteralmente il suo viso cercare di recuperare un'espressione indifferente e una posa rilassata.
"Non capisco cosa c'entri questo con nostra madre, ad ogni modo non ne ho idea, probabilmente è morta su Asgard nell'attacco di Hela".
Thor provò una fitta al cuore nel riportare alla mente il triste destino dei suoi tre più vecchi amici e della sua amata città. Ma non volle soffermarsi su quei pensieri deprimenti, specie adesso che poteva stuzzicare suo fratello su un argomento così succulento.
"A dispetto del tuo titolo non sei tenuto a raccontare ancora menzogne... so benissimo che Sif non era su Asgard. Non l'avresti mai lasciata morire."
"Ah sì? E di grazia perché non avrei dovuto?"
Thor rise profondamente.
"Loki, Loki, caro fratellino, dopo 900 anni pensi che nessuno si sia mai accorto del tuo amore per lei?"
Non aveva mai visto suo fratello arrossire, il che significava per lui un rosa tenue sulle sue guance solitamente pallide.
"Non...l'ho mai amata. Era semplicemente una mera attrazione fisica." Lo guardò fisso negli occhi sperando di convincerlo.
Thor gli mise una mano sulla spalla facendolo sedere con lui.
"Sai, in uno degli ultimi incontri che ho avuto con nostra madre abbiamo parlato di te e Sif. Aveva la speranza che un giorno saresti cambiato per amore di lei, che magari vi sareste sposati e gli avreste dato dei nipotini. Madre ne era profondamente convinta. Io non lo credevo possibile, ma sai bene quanto me che lei aveva il dono di guardare dentro le persone arrivando a profondità inimmaginabili. Sono sicuro che per dire una cosa del genere sapesse bene cosa c'era nel tuo cuore....e nel cuore di Sif."
Loki aveva lasciato vagare lo sguardo per la stanza mentre Thor gli parlava del futuro che immaginava sua madre. Ma alla menzione del cuore di Sif ritornò a guardarlo con attenzione.
"Sif mi odia."
Abbassò lo sguardo per un istante.
"Comunque è al sicuro. Era andata su Sherpallinahim per risolvere una questione urgente e personale al riparo da occhi indiscreti ed è ancora lì. Ma non credo che voglia più vedermi. Quindi sì, Thor, so dov'è Sif. Hai altre domande nel tuo interrogatorio o posso andarmene?" Si alzò di scatto, il suo tono ora era diventato carico di rabbia e dolore.
Thor non se l'aspettava, voleva solo stuzzicarlo un po' e capire se finalmente nel periodo in cui Loki aveva "governato" ad Asgard era successo qualcosa. Voleva ancorarsi a qualsiasi cosa che promettesse un futuro, e Loki e Sif erano al momento la questione irrisolta da secoli che voleva portare a compimento per amore di sua madre. Avrebbe desiderato tanto che quel suo figlio così chiuso con i sentimenti si aprisse all'unica donna che sapeva conoscere il suo valore.
"Loki...scusami, non so cos'è successo fra voi, ti prego perdonami non volevo ferirti."
Loki chiuse gli occhi e respirò profondamente. Quando li riaprì aveva ripreso il suo contegno.
"Non è successo nulla di serio. Era ubriaca. Non credo che avesse nemmeno concezione di quello che stava succedendo. Mi sono rivelato a lei...Siamo andati a letto insieme. Solo che lei il mattino dopo ha capito che non avrebbe mai potuto stare con un imbroglione che faceva finta di essere un re ed è scappata, raccogliendo i suoi vestiti in fretta e furia, senza nemmeno dire una parola, lasciandomi da solo a letto, nella convinzione che dormissi. Come vedi non è successo niente." Fece un gesto con le mani per dare più enfasi alla parola 'niente'.
Thor aveva cercato di non far trasparire emozioni dal suo volto ma purtroppo non era bravo come suo fratello.
"Mi dispiace...non avete avuto modo di chiarire?" Loki si portò le mani ai capelli.
"Cosa c'era da chiarire Thor? O sante Norne, continui a rimanere tardo di comprendonio. No. Non abbiamo più parlato dopo quella notte perché lo stesso giorno è partita. Da allora è rimasta a Sherpallinahim e non ho più avuto sue notizie anche perché subito dopo sei arrivato tu e la storia la conosci."
Thor si alzò e lo raggiunse.
"Sarò anche duro di comprendonio fratello, ma conosco benissimo Sif e so per certo che anche da ubriaca non si sarebbe mai concessa a nessuno se non l'avesse voluto davvero. Credimi Fandral ed io ci abbiamo provato un infinità di volte..."
Allo sguardo assassino di suo fratello si corresse.
"...da ragazzi ovviamente. Ma Sif è una donna dal quale puoi prendere solo quello che ti dà senza poter pretendere di più con la forza."
"Lo so benissimo fratello. Secondo te perché in 900 anni non le ho mai detto che l'amo?"
Un secondo più tardi si rese conto del suo errore. Lo aveva ammesso. Aveva ammesso che l'amava.
Thor gli diede un piccolo sorriso di incoraggiamento.
"Credo che il sentimento sia ricambiato, sai? Se ti avesse veramente odiato saresti morto. Comunque dobbiamo andare a recuperare Sif prima di andare sulla terra. Non possiamo lasciarla lì, deve sapere cosa è successo e venire con noi per aiutarci nella nuova colonia di Asgard."
Loki lo interruppe.
"Cosa ti fa credere che sia ricambiato? Come potrebbe lei, Dea della Guerra, valoroso guerriero di Asgard, amare me, il Dio dell'inganno e delle menzogne, un traditore, un bugiardo, il Dio delle malefatte?"
Thor guardò oltre le vetrate verso lo spazio infinito che si disperdeva davanti a loro. 
"Tu non l'hai vista quando...sei caduto nel Bifrost. Il cuore è così complicato da capire. Capisci di tenere a una cosa solo quando l'hai persa.Ma so per certo una cosa."
Si girò a guardarlo negli occhi.
"Tu sei molto, molto di più di quello che hai appena detto. Madre lo sapeva. Ed era sicura che Sif lo sapesse. Forse anche lei per un momento aveva perso la speranza, ma...Quando sei caduto dal Bifrost...io e lei abbiamo passato notti intere a piangere sul ponte arcobaleno andato in pezzi... Non credo che una persona indifferente potesse simulare il suo dolore".
Vide Loki sussultare impercettibilmente mentre lo scrutava in profondità per capire se ciò che stava dicendo era la verità.
"Ora siamo di fronte a un nuovo inizio. In tutti sensi. Possiamo essere persone migliori e iniziare un nuovo percorso di vita. Possiamo passare una spugna sopra il passato e costruire un nuovo presente. E soprattutto non dobbiamo perdere la speranza".
Gli mise le mani sulle spalle. Loki lo guardò con più sicurezza di prima.
"Andiamo a prendere Sif."



Angolo dell'autrice (che sono io!)
Ebbene sì,  chi non muore si rivede! Questo almeno è il mio caso, e spero sia anche il caso di molti nostri amati in Infinite War.... appunto una visione tragica di questo film mi ha fatto smuovere un enorme bisogno di scrivere. Spero di riuscire a far venire fuori qualcosa di grazioso! Grazie a tutti quelli che leggeranno, che seguiranno e soprattutto che mi faranno sapere cosa ne pensano!
un bacio e un enorme ringraziamento alla mia Paoletta! Anche io TVTTTTTTTTTB!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
 
Non perché avesse addosso i panni di Odino quelle serate di baldoria lo annoiavano di meno. Vedere nobili, giovani fanciulle in cerca di marito, guerrieri e soldati mangiare e bere fino ad essere totalmente fuori controllo era assolutamente fuori dalla sua personale idea di divertimento. Trasformarsi in serpente e pugnalare Thor, quello sì che era stato divertente. O scrivere il testo teatrale intitolato "Le gesta eroiche di Loki", anche quello era stato divertente. Ma no, le uniche cose positive di quelle serate erano semplicemente mettere alla prova le sue capacità di mantenere la concentrazione nell'impersonare suo padre. E forse, ma solo forse, la possibilità di poter osservare liberamente Sif senza dover far finta di distogliere lo sguardo ogni momento era un ottimo incentivo. 
La guardò, seduta nel tavolo insieme ai Tre Guerrieri e a Tyr, capo delle guardie, un essere spregevole per cui non nutriva alcuna simpatia. Come ad esempio per il fatto che continuasse a mettere le mani dove non avrebbe dovuto, su un corpo su cui non avrebbe dovuto nemmeno soffermarsi. Ma Sif per fortuna non era una di quelle svenevoli fanciulle, e lo schiaffo ben assestato provocò l'ilarità generale.  

"Padre degli dei, posso rivolgerti una parola?"
Una voce maschile distolse la sua attenzione dal tavolo accanto. Uno dei suoi generali, Drottir, voleva esprimergli la sua preoccupazione per la mancanza, ancora, di un erede. Se Thor non avesse preso moglie, c'era la seria possibilità che il trono potesse rimanere senza una discendenza. Loki cercò di mantenere la sua facciata neutrale anche se un miliardo di battute maliziose su suo fratello e la sua "discendenza" avrebbero potuto uscire con facilità dalla sua bocca, mentre ringraziava il generale dicendogli che non appena suo figlio fosse ritornato avrebbe affrontato con lui la questione. 
Aveva appena finito di parlare quando il tonfo di un tavolo ribaltato per terra e il mugolio di Tyr avevano fatto ammutolire l'intera sala.
"Non ti permettere di parlare così, mai più Tyr, o il naso rotto sarà ben poca cosa rispetto a quello che ti farò e di certo non sarà il Vahlalla ad accoglierti."
La voce di Sif era mortalmente seria e le sue minacce risuonarono estremamente spaventose mentre con uno spintone si allontanò dalla sala senza guardarsi un secondo indietro. Loki ebbe appena il tempo di intravederle gli occhi lucidi.
"Per Hel, che cosa è successo? Non tollero che ai miei banchetti si verifichino situazioni del genere!"
Sbattè Gungnir per terra e tutti gli invitati si dispersero.
"Hogun, tu rimani. Voglio sapere che cosa è successo per turbare così tanto Lady Sif."
Il guerriero più saggio dei Tre si inchinò. 
"Padre degli dei, non credo che..."
"Hogun, voglio sapere immediatamente cosa è successo." ripeté perentorio.
"Sì vostra maestà. Sapete bene che con l'alcol la lingua di Tyr diventa particolarmente sciolta e priva di alcun ritegno. Questa volta ha esagerato."
"Ha fatto qualcosa di sconveniente a Lady Sif?"
"No mio Signore...non proprio."
"E allora cosa ha fatto?" Loki iniziava ad essere sempre più impaziente.
"Ha infangato la memoria di vostro figlio, Loki."
Una scossa elettrica lo percorse per tutta la spina dorsale.

Sif cerca di frenare l'impulso di mettersi a correre per i corridoi e chiudersi nella sua camera a piangere come fosse una ragazzina. Cerca di frenare le lacrime che stanno bruciando da morire nei suoi occhi. Come le è saltato in mente di fare quella scenata davanti a tutti? Davanti ad Odino? Forse anche lei ha bevuto un po' troppo. Ma forse non abbastanza per ricacciare indietro l'orda dei ricordi che tiene nascosti in fondo al cuore. Quelli che quando vengono a galla le fanno sanguinare l'anima.
Ma non si pente di quello che ha fatto. 

Avevano visto Drottir avvicinare il Padre degli Dei. Tyr, che era ormai ubriaco fradicio e stava diventando davvero fastidioso nonostante lo schiaffo di prima, le si era avvicinato di nuovo con fare cospiratore.
"Il vecchio generale è ossessionato dalla linea di successione, sicuramente starà convincendo PadreTutto a fare qualcosa per convincere Thor a sposarsi e scodellare qualche erede. E tu Sif che ne pensi?" Si era avvicinato ancora, tanto da riuscire a sentire il suo alito che sapeva di vino.
"Ti andrebbe di aiutarmi nel preservare la mia discendenza?"
Lo sguardo ammiccante e le maniere volgari le fecero rivoltare lo stomaco.
"Piuttosto preferisco fare voto di castità eterna che infangarmi con te, Tyr."
I suoi occhi divennero improvvisamente lucidi e cattivi.
"Certo mia cara Lady Sif, ovviamente io non sono uno dei principi, sono soltanto un generale. Sono ben a conoscenza delle tue strane preferenze sotto questo punto di vista. E dimmi quel traditore, figlio bastardo di un gigante di ghiaccio era davvero la "Lingua d'argento" di cui si raccontava in giro, oppure la sua vera natura era un ostacolo a letto? Sai, tutto quel ghiaccio... Sono sicuro che per assicurarti i favori del re e della regina devi essere stata prodiga di favori nei loro confronti. Persino con quel lurido verme..." e fu qui che lo schiocco del suo naso rotto e il tavolo ribaltato avevano fatto fermare la serata. Aveva agito senza nemmeno pensare.
E adesso mentre si lasciava andare di una delle panche dei giardini della regina, il flusso di ricordi le inondarono la mente, aiutati da una bottiglia che aveva rubato dalle cucine.

I primi baci rubati, quell'essere complici nelle battaglie, gli sguardi che si scambiavano di nascosto senza che nessuno se ne accorgesse. Erano giovani, inesperti, alle prime armi, ma la dolcezza dei suoi baci, delle sue carezze, del suo tocco... Non le aveva mai più provate nella sua vita con nessun altro.
Era stata una giornata di caccia particolarmente concitata, perciò nessuno si era accorto della loro mancanza. Erano sgattaiolati nelle stalle ed avevano iniziato a baciarsi. Ma poi le cose si erano fatte più calde. Le loro armature e gran parte dei loro abiti erano ormai ai loro piedi, e lei era seminuda schiacciata contro il muro tra le sue braccia ad assaporare ogni suo bacio. Non erano mai arrivati così vicino a farlo.
Poi ad un certo punto lui si era fermato.
"Che c'è?"
"No, non voglio farlo qui."
Le aveva preso le mani.
"Non voglio che la tua prima volta sia in una lurida stalla. Tu sei una dea," le aveva baciato una mano "una regina," le aveva baciato l'altra mano "meriti un letto enorme con lenzuola di seta, meriti candele profumate e fiori dovunque, meriti molto di più." Le aveva baciato la fronte ed erano rimasti così, fronte contro fronte. Lei era commossa da una simile dichiarazione. Lo baciò lentamente sulle labbra.
"La proposta mi sembra davvero allettante...quando?" Un sorriso malizioso le si dipinse sulle belle labbra.
"Presto." Lui sorrise sincero. Fu l'ultima volta che lo guardò con quei occhi adoranti.

Un fruscio alle sue spalle la riportò di colpo alla realtà. La bottiglia era ormai vuota e la sua testa era molto più leggera, forse un po' troppo. Odino si presentò alle sue spalle riportandola all'ordine. Si inchinò portandosi la mano al cuore.
"Sire, chiedo perdono per il mio comportamento inaccettabile di prima. Chiedo venia, non ero in me."
Odino le fece cenno di rialzarsi e le si avvicinò.
"Ragazza mia, cosa sono queste lacrime?" Con un mano le prese il viso e le asciugò una lacrima che era sfuggita.
Sif rimase congelata a quel tocco. Un tocco dolorosamente familiare. 
"Si-sire io...mi manca. Mi manca vostro figlio." Un impeto di sincerità e dolore la fece parlare.
"Thor?"
"No sire..." negò con la testa per l'assurdità della domanda. La voce le uscì incrinata. "Loki."
Un lampo di luce verde e chi le apparve davanti fu un uomo morto da mesi sulle colline di Svartálfaheimr.
"Sono qui, Sif."
Probabilmente stava sognando. Sicuramente si era addormentata su quella panca del giardino. Non sarebbe stata la prima volta che le succedeva di sognare il Dio Imbroglione dalla sua morte. Ma non vuole svegliarsi. È cosi piacevole credere che sia ancora lì con lei. Che sia vero. Che la mano che ora le accarezza il viso sia sua.


Loki non credeva che avrebbe mai avuto la possibilità di baciarla di nuovo. Ma questa volta non si ferma lì. Non vuole, non può. Con un gesto della sua mano si spostano, la porta nella sua camera, accende le candele e fa apparire fiori dovunque. Proprio come avrebbe dovuto essere. La fa adagiare tra le lenzuola di seta.
La spoglia lentamente, assapora con lo sguardo ogni strato che viene tolto, finché le appare in tutta la sua magnificenza.
E la bacia. Bacia ogni centimetro della sua pelle, perché è la creatura più meravigliosa dei Nove regni e la sua pelle merita di essere adorata, venerata in ogni singola parte, vuole fare sua ogni lentiggine, ogni neo, ogni cicatrice su cui la sua bocca si posa. La venera, la adora, è la SUA dea. Si perde tra i suoi capelli, accarezza le sua labbra, le sue palpebre, la linea morbida del suo collo, del suo seno, della pancia, sempre più giù, sempre più forte finché la sente gemere sotto di sé, e tra i lamenti la sente urlare il suo nome in una voce roca, suadente, che lo porta del tutto fuori di testa, e, oh dei, potrebbe uccidersi se solo glielo chiedesse e lui lo farebbe. Ma quello che gli chiede adesso con voce supplichevole è senz'altro molto più piacevole. Vuole che la faccia sua, in tutto per tutto, e lui non se lo fa ripetere due volte. Entra dentro di lei e nel momento in cui si uniscono e diventano una cosa sola, con lei che urla, chiama il suo nome, lo vuole, in quel  momento capisce che è spacciato. Che non ha mai smesso di amarla. Deve essere sua. Per sempre. In tutti i sensi. La ama, la desidera, è pazzo di lei. Non può sfuggirgli più di quanto possa rinnegare la sua vera natura jotun. La può camuffare, ma rimane sempre là, appena sotto la sua pelle. Come lei. L'ha sotto la pelle. Ma non basta. Vuole che sia sua moglie. Vuole che sia sua. Deve essere sua. Deve averla. Vuole che tutti sappiano che appartiene a lui. A costo di perdere tutto. E realizza, quando ormai i gemiti sono finiti, le grida di piacere si sono persi in un sorriso a fior di labbra e lei dorme beatamente tra le sue braccia, e lui continua a fissare il suo volto come se fosse il quadro più bello mai dipinto, che è disposto veramente a lasciare tutto per lei. Tutto, pur di avere ogni notte l'opportunità di guardarla, sfiorarla e baciare quel neo meraviglioso sulla guancia destra.
"Ti amo...e voglio che tu sia la mia sposa."
È un sussurro all'oscurità, lo sa, lei dorme profondamente e non può averlo sentito. Ma averlo detto rende il suono ancora più dolce al suo cuore di ghiaccio.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


  • Sif si svegliò con una piacevole sensazione di calore al proprio fianco. Fu un attimo prima di rendersi conto del braccio che possessivamente le cingeva i fianchi per posarsi leggermente sul suo stomaco, e un attimo per trattenere un singulto quando il fiume dei ricordi della notte precedente la invadesse. Girò appena il viso per incontrarne uno che non aveva mai più pensato di vedere. Loki dormiva profondamente. Nel sonno i suoi lineamenti erano rilassati e poteva quasi rivedere in lui il ragazzo che aveva amato da giovane, prima della rabbia, prima dell'inganno.
  • Come aveva potuto essere così cieca? Come aveva fatto a non accorgersi che dietro il suo re si nascondeva il Dio Imbroglione? Un profondo senso di vergogna si impossessò di lei, tanto che avrebbe voluto prendersi a schiaffi, scappare e non tornare più. E se Heimdall avesse visto tutto? Voleva scomparire. Era caduta nel suo inganno, lei, che si era sempre fatta forte della sua perspicacia, del suo buon senso, che già  tanti anni prima aveva capito il suo trucco ed era riuscita ad evitarsi la vergogna. E invece adesso lui l'aveva presa nel suo momento di debolezza, aveva sfruttato i suoi penosi ricordi e sicuramente aveva utilizzato qualche maleficio. Sì, di sicuro doveva essere andata così, no? Il pensiero del contrario la faceva fremere di rabbia e ribrezzo verso se stessa. Stupida, stupida Sif! Non aveva già imparato sulla sua pelle quanto i sentimenti sbagliati fossero nocivi? Su quanto potesse fare male credere a una persona e poi essere tradita? E invece ci era cascata. Coscientemente. Lo aveva voluto. E adesso sarebbe diventata solo una delle sue tante conquiste, un premio in un più da sbattere in faccia a Thor. E nonostante il ribrezzo e la vergogna, l'odio per lui era nulla in confronto a quello per sé stessa. Perché quel braccio sul fianco e il suo respiro sul collo continuavano a metterle i brividi addosso e avrebbe voluto essere in un'altra vita, in circostanze diverse e stare con lui così per tutta la vita. Ecco, la sua mente divagava di nuovo. Era una guerriera, che aveva giurato di proteggere il suo re. E non lo aveva fatto. E adesso non avrebbe potuto affrontarlo. Non dopo quello che gli aveva dato. Tutta sé stessa, in una maniera che non aveva mai fatto con nessuno. A un certo punto della notte avrebbe giurato di averlo visto talmente perdere il controllo che la sua pelle era diventata bluastra e i suoi occhi rossi. Era stata una svergognata. Non aveva mai avuto un rapporto così intenso, così coinvolgente. Con l'unica persona al mondo per cui avrebbe dato tutto. Per l'unica persona al mondo che l'aveva umiliata e ferita in modo permanente. Trattenne le lacrime. Si meritava tutto, per essere stata così stupida. Con una lentezza esasperante alzò il braccio che la circondava e si liberò dall'abbraccio. In silenzio scese dal letto dalle lenzuola di seta verdi e raccattò i suoi vestiti tra i petali di rosa e le candele. Cercò di non soffermarsi su quei dettagli. Non doveva dargli peso. Si rivestì in fretta e furia, doveva lasciare quella stanza prima che qualcuno la vedesse. Era appena l'alba. Se era fortunata avrebbe potuto andarsene durante il cambio della guardia e nessuno avrebbe mai saputo della sua follia.
  • Prima di uscire dalla pesante porta si fermò un attimo a guardare Loki che dormiva ancora.
  • 'Sif non sarà mai una vera donna, è solo una ragazzina che gioca a fare il guerriero. Una vulvetta lamentosa che crede a tutto quello che gli dico non merita certo il mio cuore.'
  • Uscì dalla pesante porta, con una lacrima che impertinente iniziò a scivolarle lentamente sulla guancia. Era tempo di andarsene il più lontano possibile
  • Angolo dell'autrice ( che sono io!)
  • Hola ragazze! Settimane piene di impegni tanto che non credevo che questa settimana avrei potuto pubblicare. Il forse rimane per la settimana prossima. Ma la storia preme per uscire quindi mi sono messa a scrivere e sto subito postando senza nemmeno rileggere quindi per errori e/o altri motivi di lamentela fatemi sapere che correggerò. Per farmi perdonare per l'attesa vi dico che il prossimo capitolo avrà un personaggio che personalmente odio tanto ma che potrebbe farvi capire il perché della frase cattiva si Loki su Sif. Se qualcuno indovina riceve un premio. XD un kiss a tutti!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Sif si diresse a passo spedito verso il villaggio degli gnomi. Ringraziando gli dei quella missione gli permetteva di cambiare aria senza che la sua sembrasse una fuga. Anche se nel suo cuore non poteva fare a meno di sentirsi in fuga. In fuga dai suoi sentimenti e in fuga da tutto ciò che la notte precedente aveva comportato. Era scappata da quella stanza e si era diretta subito nelle sue camere per raccogliere le cose di cui avrebbe avuto bisogno per il viaggio, prima di cavalcare fino al Bifrost. Non aveva avuto il coraggio di guardare negli occhi Heimdall, e lui aveva avuto il tatto di non chiedere e non parlare. Lo ringraziò mentalmente una decina di volte.
Era atterrata in una radura a un giorno di cammino dal villaggio. La sua missione era relativamente semplice. Dei mercenari al comando di chissà chi avevano fatto la loro base per commerci illeciti nel tranquillo pianeta. Gli gnomi era indifesi e assolutamente incapaci di usare la violenza, ed erano completamente alla loro mercé. Avrebbe dovuto individuarli, sconfiggerli e mandarli nelle segrete. Un gioco da ragazzi. 

Ed era stata davvero una passeggiata. Quei mercenari avevano il livello celebrale di un tappeto, ed erano rimasti talmente scioccati nel vedere una donna con la spada da non rendersi conto nel frattempo che erano già legati e imprigionati.
Gli gnomi erano stati estremamente gentili e ospitali con lei, come era da loro abitudine. La fecero sentire così a suo agio che per un po' i suoi problemi sfumarono in una debole nausea alla bocca dello stomaco. Decise che forse rimanere un altro po' con loro, giusto nel caso in cui si fossero presentati altri soldati a reclamare i propri compagni, non avrebbe preoccupato nessuno. E l'avrebbe tenuta lontana da casa ancora per un po'. Aveva bisogno come in ogni battaglia di valutare le proprie risorse e pensare a un contrattacco. Avrebbe mandato ad Asgard i prigionieri e lei sarebbe rimasta. Anche perché quella mattina si sentiva così male che non sarebbe riuscita a fare un viaggio nel Bifrost neanche volendo. Si alzò in preda alla nausea, brividi e capogiri. Cercò di barcollare verso la bacinella per sciacquarsi la faccia dal sudore freddo che aveva iniziato a gocciolare dalla fronte. Aspettò qualche minuto seduta per terra, respirando profondamente, cercando di ritornare in sé.
Un bussare leggero la fece alzare.
"Lady Sif?"
"Sì, entra Mihlka."
La piccola ragazza dalle orecchie a punta e il viso gentile entrò.
Notò subito il suo colorito pallido e le si avvicinò preoccupata.
"Lady Sif, state bene? Avete un aspetto terribile."
Lei cercò di fare un sorriso, che assomigliò però ad una smorfia storta.
"Sto bene, Mihlka, sta tranquilla, solo un piccolo capogiro. Nulla di grave. Oggi finalmente vi libererete da quella feccia, devo personalmente fare in modo che vengano accolti ad Asgard con tutti gli onori del caso."
La giovane gnoma sorrise ma non poté fare a meno di nascondere uno sguardo grave e preoccupato.
"Grazie mille ancora, Lady Sif, siete la nostra salvatrice e ve ne saremo per sempre grati. Ma se non vi sentite bene possiamo rimandare a domani la partenza."
"No assolutamente, sto bene. E poi ormai ho avvisato Heimdall che aprirà il Bifrost nel luogo indicato. Non c'è motivo di rimandare."
"Come desiderate." Fece una leggera riverenza e uscì dalla stanza.

Sif si era vestita, con notevoli sforzi, ed era riuscita a darsi una parvenza di normalità. Aveva raccolto la banda di predoni che era ammanettata e si era diretta con un piccolo squadrone di gnomi al luogo in cui si sarebbe aperto il Bifrost. Doveva solo resistere ancora qualche minuto e poi sarebbe potuta tornare nella sua stanza e sdraiarsi. Il tempo però le parve eterno. Si sentiva scottare e al tempo stesso morire di freddo. Sentiva il labbro superiore coperto di sudore. Aveva il respiro affannoso e cercava con tutta se stessa di non vomitare lì davanti a tutti. Sentiva le gambe cedere e la testa le girava come se fosse stata una giostra. Fu il tempo di vedere il raggio arcobaleno portare via i prigionieri che si accasciò per terra e tutto divenne nero.


"Lady Sif, riuscite a sentirmi? Lady Sif?"
Sif aprì a fatica gli occhi. Era distesa in un letto che non era il suo. C'era Milhka accanto a lei che le teneva la mano e altre donne che la guardavano con occhi sgranati mentre prendevano e spostavano unguenti per fare finta di lasciarle un po' di privacy. 
"Dove sono?" biascicò con voce roca.
"Siete nella casa di guarigione. Vi abbiamo portato qui dopo che siete svenuta."
"Cosa...cosa è successo?"
Cercò di alzarsi e mettersi seduta ma questo si rivelò essere più difficile del previsto.
"State calma e rilassata, è tutto sotto controllo. Starete bene."
Sif si sentiva ancora frastornata.
"Siete stata svenuta per tre giorni. Avevate la febbre estremamente alta ma non siamo riusciti a capire da cosa fosse causata. Forse a causa della vostra diversa natura i nostri medicamenti non hanno avuto l'effetto sperato. Abbiamo però trovato un rimedio che è riuscito ad abbassare la temperatura."
"Grazie mille Milhka. Una volta che sarò tornata ad Asgard gli Aesir sapranno meglio come affrontare questa strana malattia. Avete fatto del vostro meglio e ve ne sono grata. Avete la mia riconoscenza."
La ragazza abbassò gli occhi e si fece rossa.
"C'è qualcos'altro che vuoi dirmi Milhka?"
"Io..."
Una gnoma anziana, che Sif riconobbe come la guaritrice del villaggio si avvicinò a lei, spostando delicatamente Milhka.
"Mia cara...Credo che nelle vostre condizioni per adesso dovreste evitare i viaggi pericolosi, come quello del Bifrost."
"Ma io mi sento bene adesso. L'avete detto voi, la temperatura si è abbassata, arriverò subito nelle camere di guarigione, non mi succederà niente."
La guaritrice si sedette al suo fianco nel letto.
"Mia Lady, siete a conoscenza delle vostre condizioni?"
Sif era confusa.
"Mi avete detto che ho una forte febbre di cui non riuscite a trovare la causa."
La vecchia la guardò con in filo di sorpresa e preoccupazione.
"Intendo la vostra condizione...non della malattia. Mia cara, voi state...state aspettando un bambino."


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Respirare aria vera dopo tutti quei giorni chiusi nell'astronave fu per Thor come bere un bicchiere d'acqua fresca in una giornata torrida. Un enorme sorriso gli si dipinse sul viso mentre scendeva la scaletta per arrivare a terra. Sherpallinahim era bella come se la ricordava, verde e lussureggiante come un giardino in primavera. Loki lo seguiva a ruota insieme a tutti gli altri Asgardiani.
Da quando erano entrati nell'orbita del pianeta aveva smesso completamente di parlare e se non fosse stato per il fatto che era ancora in piedi avrebbe giurato che aveva persino smesso di respirare. Thor sogghignava perché era l'unico a sapere che cosa gli ribolliva nel petto nonostante la solita facciata di gelo imperturbabile. Non vedeva l'ora di trovare Sif, per rimettere insieme un pezzo della sua vita passata, e soprattutto per farla incontrare con Loki. Checché ne dicesse lui, era pienamente convinto che le cose sarebbero andate bene tra loro. Osservò i boschi intorno a lui esaminando i vari sentieri.
"Dovremmo fare in modo di avvisare gli gnomi della nostra presenza.
Loki gli toccò una spalla facendolo girare verso la valle.
"Non credo ce ne sarà bisogno."
Il loro arrivo non era passato inosservato; in lontananza un piccolo gruppo di gnomi si avvicinava a passo svelto. Furono raggiunti presto dallo sparuto gruppo di gnomi con a testa uno gnomo anziano con delle folti sopracciglia bianche.
"Principe Thor, vostra maestà. Io sono Karlthon, capo di questa comunità, sire, per servirvi. Abbiamo udito delle terribili disgrazie occorse su Asgard. Siamo a vostra completa disposizione per aiutarvi."
I cinque gnomi si inginocchiarono con il pugno sul cuore.
"Mio buon Karlthon, vi ringrazio a nome di tutto il mio popolo. Hai ragione purtroppo, le notizie che hai sentito sono vere, abbiamo avuto molte perdite di gente valorosa. Staremo qui qualche giorno per fare provviste e riposare. Poi ripartiremo."
"Potrete stare qui quanto volete, il nostro pianeta è a vostra completa disposizione."
"Siete molto gentili. Ve ne siamo riconoscenti."
"I miei servi si occuperanno della vostra gente. Se voi principi volete seguirmi vi condurrò al villaggio dove potrete ricongiungervi con la vostra guerriera, Lady Sif."
"È qui?" la voce impaziente di Loki fu più veloce del pensiero. Si morse la lingua per zittirsi, mentre Thor  tratteneva una grassa risata.
"Sì, Lady Sif è con noi già da un po' di tempo. Ci ha reso grandi servigi. È molto amata nella nostra comunità. Soprattutto dopo i recenti eventi." Uno strano, triste sorriso passò sul viso dell'anziano gnomo. Loki fu l'unico a notarlo, ma si ripromise di non fare nessun altro passo falso, perciò ingoiò la curiosità per sapere tutto quello che era successo e stette in silenzio mentre camminavano verso il villaggio. Furono accolti da una turba di bambini curiosi di vedere i guerrieri asgardiani provenienti dallo spazio, accompagnati da genitori altrettanto curiosi ma con uno sguardo pieno di gentilezza.
Arrivarono al centro del villaggio dove un modesto cottage di pietra svettava rispetto alle altre costruzioni notevolmente più piccole.
"Lady Sif abita lì, oh ecco la sua serva. Milhka, va a chiamare Lady Sif."
La ragazza lasciò cadere il secchio pieno d'acqua che aveva preso dalla fonte quando vide in compagnia di chi si trovava l'anziano gnomo. Scappò all'interno della casa lasciando la porta aperta.
Thor si avvicinò e a grandi falcate arrivò nel piccolo tinello.
"Thor, Thor sei tu?" Una voce dal piano di sopra gli arrivò in lontananza.
Sif scese le scale di corsa e si buttò tra le sue braccia stringendolo forte.
"Sif, cara, cara Lady Sif!" Si allontanò da lei solo per vederla in un fiume di lacrime.
"Sono arrivate delle notizie... oh per Odino, Thor, ti prego, dimmi che non è così..."
Thor le strinse forte le mani tra le sue. "Mi dispiace Sif... Asgard Non esiste più... Hogun, Fandral e Volstagg...Non ci sono più. Sono caduti valorosamente combattendo e adesso sono sicuro che si trovino nel Valhalla."
"NO... NON PUÒ ESSERE..."
Si allontanò da lui barcollando, gli occhi pieni di lacrime. "Dovevo essere lì con loro, sarei dovuta morire anche io al loro fianco per proteggere il mio popolo! Invece sono rimasta bloccata qui...il Bifrost ha smesso di funzionare, Heindall non rispondeva, io non sapevo cosa fare, le guaritrici non volevano che mi alzassi dal letto..."
"Guaritrici? Sif, che cosa hai? Stai bene? Sei stata ferita?"
"Thor...Io non sono stata bene...non sto bene... È successa una cosa... Ed è tutta colpa mia." iniziò a piangere e singhiozzare e solo in quel momento Thor realizzò di quanto pallida e smagrita fosse e di quanto fosse insolito il suo abbigliamento. Non rimaneva nulla degli stretti pantaloni di pelle o delle corte camiciole che portava abitualmente. Una tunica larga e informe la cingeva e nemmeno una traccia rimaneva della sua armatura o delle sue spade. Avrebbe voluto chiederle cosa fosse successo, che cosa avesse, ma sapeva che non era il momento adatto per fare quel tipo di conversazione. Avrebbe ottenuto solo un silenzio ostinato. Ne avrebbero parlato nel momento in cui si fosse calmata. C'erano guaritori sulla nave, e Loki stesso avrebbe fatto qualsiasi magia curativa potesse esistere per lei. Non avrebbe potuto perdere anche lei. E nemmeno suo fratello se lo sarebbe mai perdonato se le fosse potuto succedere qualcosa.
"E...Odino?" chiese con un filo di voce a malapena distinguibile tra i singhiozzi.
"Intendi dire mio padre oppure Loki?"
Sgranò gli occhi pieni di lacrime.
"Si anche io ho scoperto tutto. Nostro Padre è morto. Di cause naturali. Eravamo entrambi con lui quando se ne è andato. È stato a causa di questo che abbiamo scoperto di avere una sorella."
"Una sorella?!"
"Hela. È una lunga storia. Ti racconterò tutto con calma più tardi. Per quanto riguarda Loki... per quanto sia stato il solito imbroglione, è stato fondamenta nella salvezza del popolo di Asgard. Credo che qualcosa dentro di lui si sia finalmente sciolto. È proprio qui fuori. Credo voglia parlarti."
Sif lo guardò spiritata prima di dirigersi fuori.
Thor ebbe il tempo di raggiungere l'uscio quando il suono di un violento schiaffo squarciò l'aria. Loki si teneva il viso con una mano.
"Mi era sembrato che il nostro ultimo incontro ti fosse piaciuto, mia Lady Sif."
L'altro schiaffo lo colpì dall'altra parte del viso. Rimase fermo immobile per una manciata di secondi prima di rilasciare un lungo respiro ad occhi chiusi.
"Va bene questo me lo sono meritato."
"Ti odio, mi hai rovinato la vita, tu...tu...Non ho potuto salvarli, non ho potuto...per colpa tua!" iniziò a sbattere i pugni contro il suo petto. Loki la lasciò sfogare senza reagire fino a che gli occhi le si offuscarono per le lacrime e si ritrovò a stringersi a lui ancorata nel suo abbraccio.
"Sssh...sssh...va tutto bene." La sua voce e le sue braccia la cullarono fino a che smise di piangere. Si allontanò di scatto da lui quando un violento conato di vomito la costrinse a spostarsi dall'altra parte. Ebbe il tempo di accasciarsi a terra prima che tutto diventasse ormai così familiarmente nero.


Mi scuso vivamente per il ritardo, non sono stati giorni sereni, anzi sono stata proprio male, tra problemi di salute e un fidanzato che mi ha mollata. Ma così è la vita.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Loki fu il primo a soccorrerla.
"Sif? Sif? Riesci a sentirmi?"
Si inginocchiò accanto a lei, dandole dei colpi leggeri sul viso.
"Per gli dèi, scotta! Ha la febbre alta!"
In quel momento uscì dalla porta Milhka attirata dal frastuono di prima.
"Oh no, mia signora!"
Thor la fermò per una spalla. "Tu sai che cos'ha, non è vero?"
La ragazza annuì spaventata. "Sì, non ha preso le sue medicine. Sono di sopra in camera da letto."
Loki la prese in braccio e seguì la giovane gnoma. "Che genere di medicine, che cosa ha?"
Salirono le scale fino alla piccola camera da letto.
"Ehi, mi hai sentito?! Sei forse sorda per caso? Ti ho chiesto che cosa ha Sif!"
Milhka indietreggiò impaurita. Thor si avvicinò e lo prese per le spalle.
"Loki, fratello, calmati, fare così non risolverà le cose. Lasciamo che la ragazza ci aiuti e poi vedremo di scoprire quello che è successo."
Loki prese un respiro profondo cercando di calmarsi. La gnoma si avvicinò alla toeletta prendendo una fiala e un bicchiere d'acqua. Versò qualche goccia della pozione nel bicchiere e gliela portò alle labbra.
"Che cos'è?" ringhiò Loki.
"È l'unico rimedio che funzioni su di lei per abbassare la febbre."
Loki sbuffò e si sedette sulla sponda del letto. Fece in modo che le sue mani si raffreddassero abbastanza quanto la sua natura da gigante di ghiaccio gli permettesse per non farle del male e gliele mise sulla fronte e sulla nuca.
"Che stai facendo?" Thor si avvicinò al capezzale.
"Con il freddo le si abbassa la temperatura. Posso provare a fare un incantesimo curativo, ma sarà sempre un palliativo finché non si scopre che cosa ha."
Entrambi si girarono verso Milhka.
"Io...non lo so. Nemmeno i nostri guaritori sono riusciti a capirlo. So solo che ha iniziato a stare male un paio di settimane dopo che è venuta. Il giorno in cui ha mandato quei manigoldi su per il raggio arcobaleno ha avuto il primo attacco. Ha iniziato a rimettere da quel giorno. E svenire. La febbre alta non la abbandona. Con questo rimedio riesce ad abbassarsi ma i suoi effetti sono molto limitati."
"Grazie per le cure che le avete prestato, ve ne siamo grati." Thor fece un sorriso per tranquillizzare la ragazza.
Lei fece una piccola riverenza e corse via fuori dalla stanza.
Loki iniziò a disegnare delle piccole rune luminose sulla sua fronte.
"Cosa pensi che possa essere?"
Lanciò un'occhiata al fratello. Thor non l'aveva mai visto così preoccupato. "Non ne ho idea...se avessimo la camera della guarigione...."
"Ma non l'abbiamo e lei sta male, devo fare qualcosa Thor. Vado a chiamare i nostri guaritori dalla navicella. La visiteranno loro."
Uscì dalla stanza a grandi falcate senza aspettare risposta.

Thor rimase a vegliare sulla fanciulla guerriera finché non vide svolazzare i suoi occhi e aprirsi lentamente. Si avvicinò a lei. "Sif, stai bene? Come ti senti?"
"Come se avessi combattuto contro un intero esercito da sola."
Si guardò intorno nella stanza.
"Dov'è Loki?"
"È andato a chiamare i nostri guaritori. Nel mentre ti ha fatto un incantesimo per abbassare la febbre."
Sif iniziò a guardare il soffitto, mentre gli occhi le si riempirono pericolosamente di lacrime.
"Sif, che cosa c'è? Non c'è nulla per cui non si possa trovare una cura."
"Cosa vi ha detto Milhka?"
"Solo che hai iniziato ad avere questa febbre dopo un paio di settimane che sei arrivata. Nulla più."
Sif fece un sorriso tirato. "È proprio una ragazza fedele."
Thor si sedette sulla sponda del letto e gli prese una mano.
"Sif..."
"Sono incinta."
Un silenzio stordito accolse la sua affermazione. Un silenzio che durò qualche minuto.
"Ti prego Thor, dì qualcosa."
"Loki...Loki è il padre?"
"Sì."
Il sorriso che sbocciò sul suo viso rese la situazione paradossale.
"Ma è fantastico!! Devi subito dirlo a Loki, lui sarà..."
"No!" La sua espressione feroce lo fece indietreggiare.
"Cosa..Perché?"
Sif si mise a sedere sulle sponde del letto. "No. Loki non lo dovrà mai sapere. È stato un errore. Un dannatissimo errore."
"Sif, ma cosa stai dicendo? Tu...Non lo ami? Voi vi amavate."
"No!...cioè... Sì, ma è stato una vita fa. Eravamo ragazzi, e poi tutto è andato a rotoli. È finito tutto. Per colpa sua. E adesso... quello che è successo quella notte...è stata opera di qualche sua magia, ne sono certa. Per potersene vantare scommetto. E se sapesse di questo bambino... Odino solo sa se non lo trasformerebbe in un'arma per le sue brame, qualunque esse siano...non glielo permetterò. Non toccherà mio figlio. Mai. Non lo deve sapere. Thor giurami su tua madre che non glielo dirai."
"Ma..."
"Giuramelo!" Sif aveva le lacrime agli occhi. Thor la guardò per alcuni secondi prima di abbassare lo sguardo.
"Lo giuro su mia madre."
Sif espirò. "Grazie."
"Sif, però devi ascoltarmi. So tutte le colpe di cui si è macchiato mio fratello. Ma adesso è cambiato. Era sotto il controllo dello scettro quando ha compiuto quei crimini su Midgard. È finita adesso e lui ti ama Sif, ti ama più di quanto abbia mai amato nessun altro. Non ha mai smesso di amarti, dalla prima volta in cui ti ha vista."
Sif scosse la testa.
"Ti ricordi? Avevamo 8 anni. Tu ti sei arrampicata su un albero per raccogliere ciliegie per tutti. Loki adorava le ciliegie. Mi ha detto che non avrebbe mai più incontrato una come te. Si è inginocchiato e ti ha chiesto di sposarlo. L'aveva visto fare in una rappresentazione teatrale qualche giorno prima. Nostra madre non riusciva a smettere di ridere."
Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra al ricordo.
"Gli risposi che prima avrei dovuto chiedere a mia madre."
"E poi gli chiedesti se era veramente un principe. La cosa ti diede fastidio perché tu volevi essere una guerriera, non una principessa."
Sif rise. Poi ritornò seria. "E ora sto per diventare madre. Io, sto per diventare madre." Si mise una mano in fronte e chiuse gli occhi.
Thor le si avvicinò prendendole le mani e notando con sollievo che non erano più calde come prima.
"Loki non è malvagio come hai iniziato a pensare. Il ragazzo che amavi è ancora lì. Non è così meschino. Farebbe qualsiasi cosa per te." Le sfiorò la pancia appena pronunciata sotto la tunica. "Farebbe qualsiasi cosa per voi."
"Non posso fidarmi di lui. Non posso affidargli il mio cuore per vederlo di nuovo andare in frantumi."
"Dagli una possibilità."
"Non posso."


Sif rimase da sola nella stanza. I guaritori l'avevano visitata. Avevano subito scoperto il suo segreto e anche in quel caso li aveva fatti giurare di non dire assolutamente niente. Nemmeno loro erano riusciti a capire il perché della febbre. Senza le loro tecnologie curative non potevano scoprire molto. Le dissero solo che per adesso l'unica cosa da fare era ripetere l' incantesimo curativo del principe Loki ogni volta che fosse finito l'effetto. Si distese sopra le lenzuola. In effetti non si sentiva così bene da quando era iniziato questo calvario. Si posò le mani sull'addome e ripensò ancora una volta alla piccola creaturina che stava crescendo dentro di lei.

Quando l'anziana guaritrice le aveva dato la sconvolgente notizia la sua prima reazione era stata la negazione.
No. Non poteva essere vero.
Non poteva essere successo davvero.
No. No. No.
Perché? Come??
No. No. No.
Tutta colpa sua. Tutta colpa sua.
No.
Lei era la dea della guerra!
Non poteva essere una madre. Non la madre del figlio di Loki.
Odino, padretutto, fammi svegliare da questo incubo.
Non è possibile.
Il figlio di Loki.
Non sarebbe potuta tornare ad Asgard. Se si fosse saputo avrebbe perso tutto. Tutto quello che aveva costruito con fatica e sudore e sangue. Già era difficile farsi accettare come donna guerriera. Figurarsi una donna incinta guerriera. C'era un'unica soluzione.
Poteva risolvere tutto. Non era un problema raro fra le cortigiane della Taverna. Sicuramente le guaritrici avevano qualche rimedio per risolvere il problema. Ed eliminare il fastidioso inquilino della sua pancia. Un inquilino non voluto. Indesiderato.
Che si era insediato grazie all'inganno.
Un piccolo esserino che...non aveva nessuna colpa.
Che non aveva deciso di esistere.
Che era figlio dell'unico uomo che avesse mai amato nella sua vita.
Che era anche parte di lei.
Il suo bambino. Suo figlio.
Lei aveva ucciso tante vite. Tante, troppe. Ma sempre per una buona causa. Non era un'assassina di innocenti. Non avrebbe potuto convivere con i sensi di colpa di aver ucciso una vita innocente. La vita di suo figlio. Il suo bambino.

Aveva pianto. Per tre lunghi giorni. Pensando al passato, al presente, al futuro. Quello che era stato, quella che stava succedendo, quello che sarebbe successo. E in preda all'angoscia, alla paura e a un altro sentimento che gli riscaldava il cuore ma di cui si spaventava a dargli un nome prese la decisione. Lo avrebbe tenuto.
Doveva solo aspettare fino a che il bambino non fosse nato, lì su quel regno. Poi sarebbe tornata a casa e avrebbe cresciuto suo figlio nel segreto. Nessuno avrebbe saputo delle sue origini.
Nessuno.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Circa una vita fa.

Sif era innamorata. Fece questa realizzazione mentre tornava nelle sue camere dalla battuta di caccia. Era innamorata! Non riusciva a smettere di togliersi quel sorriso idiota sulle labbra. Quelle labbra che avevano appena finito di essere baciate da Loki.
Loki!
Il suo cuore si riscaldò al solo pensiero. Da quand'è che era diventata così stupida e frivola come una ragazzina?
Quelle che aveva sempre preso in giro, da cui aveva sempre preso le distanze e da cui aveva fatto il possibile per non somigliare. Lei era una guerriera, non una ridicola ragazzina bella solo da guardare e senza un briciolo di cervello.
No, lei non era questo tipo di persona.
Ma...Quando pensava a Loki, ai suoi baci, alle sue mani...Il suo cuore iniziava a battere come se avesse corso per chilometri e le ginocchia semplicemente cedevano.
Lei...Si era innamorata.
Quella che era amicizia da bambini si era trasformata. Le loro conversazioni profonde, le loro battute e gli scherzi, le frecciatine, come sapeva farla ridere, come sapeva capirla, come sapeva guardarla veramente. La apprezzava e aveva stima di lei.
Amava Loki. Amava il suo bel principe tenebroso. La sua lingua d'argento. Il suo Dio dell'inganno.

Si stava dirigendo verso i giardini della regina speranzosa di incontrarlo. Aveva appena varcato il grande roseto ad arco quando sentì una voce familiare provenire da dietro la grande aiuola di gigli. Una voce familiare ed odiosa. Cosa ci faceva Lorelei lì? Quell'odiosa ragazza non perdeva occasione per metterla in ridicolo non appena poteva, convinta che non fosse degna del posto d'onore che aveva alla corte del re. Su di lei giravano le peggiori voci, e non era del tutto certa che fossero solo voci. Era infatti in compagnia di qualcuno, ne poteva avvertire la presenza anche se dal suo punto di visuale non riusciva a vedere chi era.
"...e poi ero del tutto certa che la tua fosse tutta una finta. Un vero uomo ha bisogno di una vera donna. Posso farti scoprire tutti i segreti del piacere. Posso farti impazzire e farti raggiungere vette che non immagineresti mai....certo se vuoi sempre provarci con quella stupidotta posso insegnarti qualcosa per non rendere la vostra prima volta una noia mortale, non vorrei mai che il tuo povero cuore si spezzi per la delusione."
La curiosità di sapere la fece rimanere inchiodata sul posto con l'orecchio teso.
"Sif non sarà mai una vera donna, è solo una ragazzina che gioca a fare il guerriero. Una vulvetta lamentosa che crede a tutto quello che gli dico non merita certo il mio cuore.''
Quella voce che fino al giorno prima le aveva giurato amore... Una pugnalata al cuore le avrebbe fatto meno male.
Riuscì a non farsi scoprire per un pelo.
"Uh uh, il nostro principe si diverte allora con le povere fanciulle innocenti? Questo mi eccita ancora di più. Che mostro orribile sei! Vorrei poter provare questa tua crudeltà."
Tra le lacrime riuscì a vedere solo Lorelei che si accavallava su di lui con fare sensuale prima di scappare silenziosa.


Loki odiava Lorelei. Il fatto che era stata a letto con mezzo regno pur di arrivare dove voleva gli dava il voltastomaco. E adesso aveva deciso che essere l'amante di uno dei due principi poteva portarla ancora più in alto. E non si sarebbe fermata davanti a niente pur di ottenere ciò che bramava. Anche a costo di utilizzare le sue potenti arti magiche che riusciva a tenere nascoste a tutti, ma non a lui che era lo stregone più potente di Asgard dopo sua madre. Non aveva nascosto il suo odio e risentimento verso Sif, che occupava, secondo lei il ruolo che le spettava. Sif sarebbe presto partita per una importante missione per cui avrebbe ricevuto la carica più alta dell'esercito asgardiano, quello di Guerriera Del Regno, e avrebbe avuto di diritto un posto con loro nel patio reale. Avrebbe dovuto immaginare che quella astuta di una maga avrebbe fatto qualcosa per sbarazzarsi di lei. I suoi informatori erano riusciti a scoprire il suo piano che prevedeva la morte di Sif per complicazioni legate a una ferita di guerra inferta da un troll. Non avrebbe mai permesso che nulla accadesse alla sua Sif, mai.
Se avesse potuto l'avrebbe tenuta per sempre stretta tra le sue braccia al sicuro da tutto e da tutti, ma lei era uno spirito libero, una dea, era guerra e caos e meraviglia e l'amava per questo. Quindi aveva pensato a un incantesimo protettivo, il più potente che era riuscito a trovare, che gli avrebbe permesso di stare più tranquillo. L'unico problema era che per farlo aveva bisogno di una ciocca di capelli della persona che più la odiava al mondo.
Non ci era voluto molto per combinare quell'incontro con Lorelei. E non c'era voluto molto prima che lei si buttasse su di lui come un felino con la sua preda. Fu un attimo prima che estraesse il suo pugnale e tagliasse una ciocca consistente di capelli rossi.
"Che cosa hai fatto!?" Lorelei si ritrasse toccandosi la testa come se fosse stata morsa da un serpente.
"Niente di che, avevo solo bisogno di questi. E sappi che so perfettamente quello che hai in mente di fare. Torcile un solo capello e ti farò rimpiangere il giorno in cui sei nata."
La guardò un'ultima volta con disgusto prima di sparire in un luccichio verde.

Loki non riuscì a vedere Sif in privato nemmeno una volta prima della sua partenza. Ogni volta che provava ad appartarsi lei andava via. Immaginò che fosse molto nervosa per la missione. Aveva però bisogno di dirle del suo incontro con Lorelei. Voleva farle sapere che aveva risolto tutto e che aveva fatto un incantesimo su di lei che l'avrebbe protetta e che l'avrebbe riportata sempre da lui. Avrebbe voluto parlarle, baciarla e accarezzarla. Ma riuscì solo ad avere un contatto molto formale con lei insieme ai suoi genitori prima di partire per la missione per augurarle buona fortuna. Sperò che nel suo sguardo leggesse quello che non aveva potuto dirle. La vide allontanarsi sul Bifrost senza nemmeno uno sguardo nei suoi confronti. Il suo cuore urlava, la sua mente cercava di dare una spiegazione al suo strano comportamento.

Non passò molto prima che il corteo trionfale facesse ritorno, accompagnando Lady Sif e i Tre Guerrieri all'investitura ufficiale da parte di Padre Tutto. Mentre stavano per ritirarsi verso le grandi sale del banchetto riuscì a nascondersi giusto nel momento in cui lei rimase da sola.
"Sif...mi sei mancata."
La vide sussultare e cambiare totalmente espressione. Voltò il viso dall'altra parte senza guardarla. Cercò di farla girare verso di lui, ma una bracciata lo fece allontanare.
"Sif, che c'è? È da prima della partenza che mi eviti, è successo qualcosa, ho fatto qualcosa..."
Sif assunse un'aria fiera e orgogliosa.
"Non voglio che tu mi avvicini più Loki. Per quanto mi riguarda i miei  sentimenti sono cambiati. Per me è finita. Non so nemmeno come sia potuta iniziare. Ho capito che merito di meglio."
Scappò via senza dare il tempo a Loki di elaborare quello che gli stava dicendo. Non riusciva a dare un senso a quelle parole.
Non poteva esser vero. Non poteva.
Entrò anche lui dentro la sala intenzionato a chiederle spiegazioni. La trovò sotto braccio di Thor. Quando lo vide, Sif fece girare suo fratello e lo baciò sulle labbra, tra le risate e i fischi di incoraggiamento.
Fu da quel momento in poi che Loki iniziò a capire che era molto meglio essere un mostro di ghiaccio piuttosto che sentire il cuore sanguinare in quel modo.


Angolo dell'autrice (che sono io!)
Come posso implorare pietà per il mio mostruoso ritardo? Posso solo dire che le pene che ho attraversato io sono ben  più di quelle che ha passato Loki in questo capitolo. Dare il mondo a una persona e scoprire che è stato tutto una finta. Non lo auguro a nessuno. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi imploro di lasciare una piccola recensione se volete scoprire cosa succede nel prossimo capitolo. (O anche cosa è successo a me. Credevo che certe cose succedessero solo nei libri.)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Nell'immobilità forzata della sua camera Sif guardava fuori dalla finestra i preparativi per la partenza. Uomini e donne aiutati dagli gnomi raccoglievano e impacchettavano, spostavano e caricavano. Avrebbe voluto scendere e andare lì ad aiutarli ma non credeva sarebbe stata una buona idea. L'incantesimo curativo che le aveva fatto Loki stava funzionando più di quanto sperasse, non si sentiva così bene da settimane, ma non voleva tirare la corda più del dovuto.
Vide quello strano essere verde, amico midgardiano di Thor, che giocava alla lotta con Brunilde, la Valchiria. Da bambina avrebbe dato tutto quello che aveva per essere una di loro un giorno, una donna guerriera rispettata e stimata. Vedere che anche lei era stata spezzata e strappata, eppure era lì che a modo suo si godeva ancora la vita, la faceva sperare che questa assurda idea di Thor di costruire una colonia asgardiana su Midgard potesse in qualche modo funzionare e che le cose sarebbero andate bene in qualche modo. Il suo più grande problema al momento era un'altra persona spezzata e strappata. Una persona che adesso la stava fissando insistentemente dall'altro angolo del cortile.


Loki era seduto sopra una cassa continuando a fissare la donna alla finestra. Quando i loro sguardi si incrociarono poté avvertire distintamente la scossa elettrica che lo  attraversò. Sostenne il suo sguardo per alcuni secondi dopodiché rientrò nella sua stanza. Loki espirò forte e si massaggiò gli occhi. Non riusciva a capire cosa avesse Sif. Questo pensiero lo stava ossessionando. Non avrebbe potuto permettersi di perderla, ma non aveva idea su cosa fare. Sua madre aveva fatto in modo che non gli mancasse la conoscenza riguardo ai più importanti incantesimi guaritivi, più che altro riguardanti ferite da battaglia. Non aveva la conoscenza di Eir al riguardo, ovviamente, ma era abbastanza bravo da capire quale era il problema in genere. Invece riusciva solo ad avvertire lo scudo magico dell'incantesimo protettivo che le aveva fatto tanti anni prima. Era come se avvertisse in lui una minaccia e continuasse a ricacciarlo via impedendogli di scoprire che cosa avesse. Gli si formò un groppo in gola. Sif lo odiava così tanto da renderlo inconsciamente una minaccia?
Cacciò via questi pensieri con quello che gli riusciva meglio.
La rabbia e l'odio.
Era stata lei a lasciarlo.
Era stata lei a dire che meritava di meglio.
Era stata lei a preferire Thor.
Perché nonostante tutto allora continuava a importargli di lei?
No, importargli non era la parola giusta. Continuava ad amarla. Amarla come non aveva mai fatto con nessuno, nonostante tutto.
Aveva fatto il suo incantesimo protettivo a sua insaputa, pur di saperla al sicuro, aveva continuato a proteggerla come meglio poteva, l'aveva elogiata, aveva fatto in modo che le sue gesta venissero conosciute, che il suo coraggio non passasse inosservato. Ormai farlo era diventato parte di lui, naturale come respirare. Avrebbe dato qualsiasi cosa per capire, per sapere se avesse ancora una speranza di conquistare il suo cuore. Suo madre l'avrebbe saputo. Frigga avrebbe saputo cosa fare. Voleva credere disperatamente a quello che gli aveva detto Thor, voleva credere al fatto che le importasse ancora di lui.
Ecco, per lui anche importargli poteva andare bene come parola. La voleva, la voleva in tutto e per tutto, ma sapeva che non sarebbe accaduto mai. E allora si sarebbe accontentato anche di quella piccola fetta d'attenzione che lei gli avrebbe potuto dare. L'avrebbe fatta bastare.
O almeno sperava di credere a questa bugia.



Quella sera gli gnomi avevano deciso che una festa in onore dei loro ospiti avrebbe rallegrato l'animo di tutti. Sui grandi falò della radura al centro del paese vennero messi ad arrostire enormi cinghiali, la musica suonava allegra e i boccali di birra giravano in continuazione. Sif stava seduta in un angolo riparato dalla confusione a godersi il calore del fuoco vicino. Riusciva quasi a vedere Volstagg che si abbuffava, Fandral fare il cascamorto con le dolci gnome e Hogun che probabilmente sarebbe stato al suo fianco a lamentarsi e borbottare del comportamento degli altri due. Per Odino, quanto le mancavano. Li immaginò dove si trovavano ora, nel Valhalla, insieme ai guerrieri più coraggiosi di Asgard, accanto al re e alla regina. Fece una breve preghiera mentale, ringraziandoli dell'opportunità di essere ancora viva e di poter dare una mano nel ricostruire la loro casa.
Si accorse un secondo troppo tardi dell'ombra scura che le si avvicinò alle spalle.
"Mia lady Sif... Buonasera." Una voce calda e morbida come il velluto che, nonostante tutto, le era mancata.
Il cuore di Sif iniziò a battere furiosamente alla gola e si odiò con tutta se stessa perché aveva ancora il potere di farle quell'effetto.
"Buonasera Loki."
"Posso?" Con lo sguardo indicò il posto vicino a lei.
"Certo."
Evitò accuratamente di guardarlo negli occhi. Aveva paura che se l'avesse fatto in quel momento avrebbe scoperto tutti i suoi segreti. Uno in particolare piuttosto grande che alloggiava appena sotto la sua tunica. Loki si accomodò con la grazia che gli confaceva vicino a lei.
Con un gesto della mano fece apparire due piatti di carne e due boccali di birra davanti a loro.
"Non ho potuto fare a meno di notare che non hai toccato cibo. Mi sono permesso di portarti qualcosa."
La parte razionale di Sif cercava di tranquillizzarla. Loki non le avrebbe fatto del male, con Thor e tutti gli altri insieme a loro verso un viaggio di sola andata per la loro nuova terra. Thor le aveva detto che era cambiato e che... Continuava ad amarla.
"Hai fatto qualche incantesimo anche stavolta sul cibo o posso mangiare tranquilla? Non ho nessuna intenzione di ricascare nelle tue grinfie stasera." La lingua fu più veloce della mente e se ne pentì il secondo dopo.
Poté vedere chiaramente il lampo di dolore che gli attraversò il viso, subito sostituito dall'immancabile ghigno divertito atto a mascherare il tutto.
"Ah, ecco il perché di tanto astio. Credi che ti abbia costretto a venire a letto con me sotto l'effetto di qualche trucco. Beh, Sif, credimi, se vuoi saperlo non ho fatto alcun incantesimo sul cibo, o alcun altro tipo di magia su di te, né adesso né quella sera. Quello che è successo suppongo che sia accaduto per tua spontanea volontà. Possiamo addossare un po' di colpa al fatto che fossi levvermente brilla? Non posso dire che ne sia dispiaciuto, ma se tu hai qualche rimorso ricade tutto su di te."
Mise su una faccia compiaciuta che Sif dovette trattenersi per non dargli un altro schiaffo.
"Sei il Dio degli inganni. Come posso sapere che non stai mentendo come hai sempre fatto durante tutta la tua vita, ingannando persino le persone che ti amavano?" La voce le si spezzò.
"Hai ragione, non posso darti alcuna sicurezza al riguardo. La mia parola non vale niente e qualsiasi cosa ti dicessi non la prenderesti mai per buona. Sono soltanto il figlio bastardo di Odino, il Gigante di Ghiaccio, il mostro. Non conto niente, né per te, né per tutti gli altri. Ma potresti sempre chiedere a Thor, no? Al possente Dio del Tuono. D'altronde l'hai detto tu che meritavi di meglio. Io sono solo una seconda scelta per arrivare più in alto. Scusami se ti ho infastidito con la mia bassa compagnia." Loki si alzò, accennò a una riverenza e iniziò a camminare via.
Sif in quel momento si sentì un verme. Ovviamente non pensava quelle cose. Non le aveva mai pensate e mai l'avrebbe fatto. Era solo un istinto di difesa.
Avrebbe tanto voluto fidarsi di lui, ma aveva paura. Paura di sentirsi di nuovo usata e presa in giro. Paura di mettere il cuore e sentirselo strappare di nuovo in due. Aveva paura di amarlo.


Thor da lontano aveva guardato tutta la scena, speranzoso che qualcosa accadesse tra i due. Ma l'improvviso cambio di espressione di suo fratello e la sua partenza gli fecero aggrottare la fronte. Non era un esperto in queste cose ma sapeva che se due persone si amavano dovevano stare insieme.
Sif amava Loki. Loki amava Sif. Cosa c'era di così complicato?
Si avvicinò a una Sif avvilita che spiluccava dal suo piatto.
"Tutto bene?"
Sif lo guardò e poté notare i suoi occhi colmi di lacrime. Si sedette accanto a lei nel punto in cui poco prima era suo fratello.
"Ehi, Sif. Ehi, ehi, su, dai non piangere, questa è una serata di festa." Le mise una mano calda sulla spalla, mentre lei si asciugava velocemente le lacrime.
"Sì, scusa hai ragione. Saranno gli ormoni. Dicono che facciano piangere."
"È successo qualcosa con Loki? Ti ha detto qualcosa che ti ha turbata?"
"No, no, anzi...sono stata io ad essere crudele. Questa volta non lo meritava, stava cercando solo di essere gentile. È che.... è più forte di me. La paura è un sentimento che mi è sconosciuto e non riesco a gestirlo."
"Sif... Coraggiosa, fedele Lady Sif... perché...perché non provi a ricominciare da zero con lui? Stiamo per cominciare una nuova vita, può essere un nuovo inizio anche per voi...se davvero tieni a lui" ed indicò la sua pancia appena abbozzata sotto la tunica "dovresti almeno provarci. Non puoi privare un figlio di suo padre, non è giusto. E non è giusto nemmeno nei confronti di mio fratello che ha già perso tanto, come noi. Solo che a voi il destino ha dato un dono da proteggere e per cui combattere. Vorresti davvero privarlo della sua creatura? Te lo ripeto, è cambiato e ti ama. Voi potreste essere il nostro nuovo inizio."
Sif iniziò a piangere senza vergogna adesso, incapace di trattenere i singhiozzi. Fu fortunata che la musica copriva il suo lamento.
Avrebbe voluto.
Lo avrebbe voluto davvero.
Lo voleva abbastanza?
"Io...Va bene."
Si girò a guardare Thor dritto negli occhi, le sue iridi nocciola erano diventate quasi verdi.
"Voglio cominciare da capo, tutto da zero. Un nuovo inizio." Fece una piccola pausa posando la mano sullo stomaco.
"Per lui...o lei."
Thor le sorrise in una risata a 32 denti, abbracciandola nelle sue possenti braccia. Sif quasi scomparve nel ricambiare l'abbraccio.

Non si accorsero che da lontano un paio di occhi di ghiaccio li stava osservando, pazzo di gelosia.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Sif aspettò il momento in cui nessuno le prestò attenzione per sgattaiolare fuori dalla festa e cercare Loki. Cercò di essere il più silenziosa possibile ma si rese conto con orrore che dopo poco aveva già il fiatone e stava ricominciando ad avere la nausea. Probabilmente l'effetto dell'incantesimo curativo stava finendo. Ecco avrebbe potuto utilizzarla come scusa per cercalo. La verità era che voleva chiedergli scusa e parlare. Voleva capire e cercare di chiarire. Credeva veramente nella promessa che aveva fatto a Thor. Erano passati secoli, perché doveva ancora tenersi legata a un passato che non le apparteneva piu?
Erano successe troppe cose che li avevano cambiati, non erano più i ragazzini di una volta. Lo cercò nelle stanze che gli erano state date, ma non lo trovò. Cercò di immaginare dove sarebbe potuto andare. Dove sarebbe andato il suo Loki dopo una discussione con suo padre o suo fratello?
Un posto perfetto le balenò nella mente.


Il lago era illuminato dalle due lune, rendendo la superficie di una bianco perlaceo quasi iridescente. Loki era seduto sul piccolo molo in legno dove stavano attaccate due barchette in legno. Con le gambe a penzoloni tirava le pietre cercando di farle rimbalzare quanto più poteva. Quando erano bambini con Thor giocavano sempre così. Lui era più forte ovviamente, ma Loki aveva la tecnica e anche senza magia riusciva a farla saltare e saltare con grazia più volte. Ovviamente nessuno aveva mai creduto che non utilizzasse magia.
Preso dalla rabbia la tirò più forte, facendola affondare con un grosso tonfo nell'acqua. Si strofinò il viso cercando di ritrovare la calma.
"Loki?"
Si girò di scatto nel vedere Sif che si avvicinava lentamente.
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Ho pensato a dove ti saresti nascosto se fossimo stati a casa... Nel giardino di tua madre oppure sul fiume..."
Loki fece una risata tirata, tornando a voltarsi verso l'acqua.
"Si vede che mi conosci proprio bene, mia lady Sif. Hai bisogno di qualcosa? Non vorrei mai interrompere le tue conversazioni con il tuo amato."
Le ultime parole furono sputate con più veleno di quanto volesse.
"Cosa intendi dire?"
" Vi ho visti parlare, ho visto come l'hai abbracciato. Credi che sia uno stupido?  Il vero e unico problema è che tu sei ancora innamorata di Thor e io sono solo un intralcio tra di voi. Credi che se sapesse della nostra notte insieme non ti voglia più? Per questo mi eviti? Per Odino, Sif! Credevo che per te quella notte valesse qualcosa! Mi hai lasciato da solo il giorno dopo senza neanche chiederti come potessi sentirmi! Perché ovviamente viene prima Sif, la guerriera, la compagna delle mille avventure del possente Thor, e nessuno può chiederle di giustificare le sue azioni, lei può fare tutto e non curarsene delle responsabilità, senza interessarsi dei sentimenti di nessuno! Sono sempre stato troppo poco per te, mi hai utilizzato per i tuoi scopi e poi mi hai buttato via come spazzatura. Sì, sono stato io uno stupido nel credere che nel tuo cuore ci fossero dei sentimenti. Io l'avrò anche di ghiaccio, ma tu... Tu sei stata il vero mostro."
Loki si fermò, quasi incredulo nel rendersi conto di aver perso il controllo e aver vomitato tutte quelle cose.
Sif rimase ferma immobile davanti a lui. Della lacrime silenziose le solcavano il viso. Si poggiò con tutto il suo peso su uno degli ormeggi, troppo debole per stare in piedi.
"Sai, ero venuta qui per chiederti scusa...ma la verità è che non ti meriti nulla. Sei il solito egoista. Esistono solo i tuoi 'sentimenti feriti'.... Hai mai pensato che anche gli altri ... Che anche io abbia sofferto in una maniera tale che mi è difficile solo a parlarne? Ovviamente no, chi può avere sofferto più di Loki, il Dio del 'soffro solo io'? Non ti sei mai chiesto che cosa sia cambiato in me? Quanto tu mi abbia spezzata? Quanto ho sofferto, quante notti passate a piangerti, quante volte ti sognavo per poi rendermi conto che la realtà era un'altra? Non riesci a vedere più in là del tuo naso. Anche adesso, non hai capito niente. Quindi si, probabilmente se si tratta di sofferenza il vero mostro sono io."
Si girò e con difficoltà iniziò a camminare verso la strada che conduceva al villaggio.
Loki era rimasto in silenzio a guardarla andare via quando si accorse che qualcosa non andava.
"Sif... aspetta...io non..."
La vide fare appena due passi prima di accasciarsi a terra.

Quando vide Loki portare tra le braccia Sif incosciente, il cuore di Thor perse un battito.
"Che cosa è successo Loki?"
Si avvicinò per assicurarsi che non fosse in alcun modo ferita. Loki era sconvolto.
"È colpa mia... Noi stavamo discutendo... Non mi sono accorto che l'effetto del mio incantesimo era finito. È svenuta di nuovo in preda alla febbre, ho fatto di nuovo l'incantesimo ma credo che ci vorrà del tempo prima che si svegli. Devo portarla subito a letto."
I gnomi che si erano avvicinati preoccupati alla vista della loro Lady svenuta, si accostarono per dare una mano, ma Thor li fermò con un cenno mentre suo fratello iniziava a salire le scale.
"Lasciateli soli. Sarà una lunga notte."

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Stava seduto a fissarla ormai da più di mezz'ora. Il colorito era tornato normale, ma la febbre non era scesa e  continuava a non dare segni di volersi svegliare. Ormai era notte fonda, aveva mandato a dormire tutti quanti, avrebbe vegliato lui. Si sentiva tremendamente in colpa per quanto successo e avrebbe voluto fare qualcosa, qualunque cosa perché lei stesse bene. Forse era arrivato tardi, forse l'incantesimo non aveva più effetto, forse il suo corpo era troppo debilitato. Titubante posò una mano fredda sulla sua guancia, lasciò una lieve carezza prima di ritirare la mano. Si avvicinò e le diede un bacio leggero sulla fronte bollente.
"Mi dispiace." sussurrò al suo orecchio.
Prese la sua mano tra le proprie.
"Mi dispiace'' ripeté all'oscurità.
"Sono uno stupido. Rovino sempre tutto. Lo so. Credo che questa sia la mia condanna. Sbaglio e distruggo tutto ciò che tocco. Non ne combino una giusta. Sono innamorato da 5 secoli della stessa persona che mi ha lasciato in asso senza motivo. E non riesco ad odiarla. Ma non riesco neppure a dirle che l'amo. Ma è così assurdo credere che un gigante di ghiaccio possa avere un cuore che arde di amore?"
La fissò ancora soffermandosi sulle sue labbra che così tanto avrebbe voluto baciare. Delle labbra che continuavano ad essere pallide e malate. Prese un respiro e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la finestra.
Loki fece una cosa che non faceva da secoli.
Si inginocchiò e iniziò a pregare.
"Frigga, madre degli dei... Madre. Onnisciente regina, saggia come le Norne.
Compagna amata di Odino, splendida regina delle genti,
Tu che ami il tuo popolo, signora luminosa nel pensiero,
Pacificatrice di conflitti, protettrice e tessitrice di pace,
Donami la tua benedizione, so che è Grande il tuo cuore, madre, non tenermi segreto il tuo consiglio.
Tu, madre, nel tuo mantello stellato, porti le chiavi della conoscenza. Ti imploro di aiutarmi a capire, per poter trovare la cura, la causa del male, per la donna che amo. Ti implora un uomo disperato. Un uomo innamorato. Tuo figlio. Non abbandonarmi madre. Ho già perso te. Non posso perdere anche lei."

Alla fine crollò anche lui, seduto per terra con il capo abbandonato sul letto vicino a Sif. Gli occhi gli sfarfallarono qualche secondo prima di addormentarsi.

Li riaprì subito dopo in un'immensa sala dorata adornata a festa con immense tavole imbandite. Si guardò intorno qualche secondo fino a che vide dei visi familiari. Heimdall, Fandral, Hogun, Volstagg.

Ma allora...?

"Madre?"
Frigga gli si avvicinò sorridendo mentre gli altri si inchinavano al suo passaggio.
"Non può essere, deve essere un sogno."
"Loki." Frigga gli porse le mani."Figlio mio."
Lui le prese e le strinse forte prima di lasciarsi abbracciare.
"Madre, ti prego dimmi che sei reale.''
"Nessun sogno, Loki. Sei nel Valhalla. Ho ascoltato la tua preghiera, figlio mio. Dovevo vederti, dovevo parlarti."
"Ma come...''
"Rimango sempre la strega più potente dei Nove Regni. Da chi avresti appreso sennò le tue capacità?"
Si scambiarono uno dei loro sguardi d'intesa che tanto gli erano mancati. Gli diede una carezza sul viso.
"Vieni con me, andiamo in un posto più tranquillo, non abbiamo molto tempo."
In un battito di ciglia si ritrovò seduto accanto a lei nella panchina di marmo bianco che era stata nel centro del loro giardino in mezzo alle aiuole di rose a palazzo. Il luogo in cui andavano sempre a parlare quando era bambino.
"Non pensavo che ti avrei mai più rivista, madre. Pensavo che non avrei mai avuto la possibilità di dirti... Di rimangiarmi...Mi dispiace per quello che ho detto... Mi dispiace per quello che ho fatto..."
"Sshh... Non è colpa tua Loki, non è colpa tua."
"Ma se non avessi...''
"Con i 'se' e con i 'ma' non si va da nessuna parte, figlio mio. Non puoi cambiare il passato, puoi solo decidere il tuo futuro. E ho visto che da quando tuo padre mi ha raggiunto sono successe diverse cose."
"Perché non ci avete mai parlato di Hela?"
Subito il viso di Frigga si oscurò. "Ho provato ad aiutarla. Ma il suo cuore era malvagio, completamente. Provò ad uccidere anche noi pur di arrivare ai suoi scopi. Provò ad uccidere me, sua madre, e per poco non ci riuscì se fosse intervenuto tuo padre. Non l'ho mai dimenticata, ma non potevo permettere che il dolore per ciò che aveva fatto distruggesse la mia vita. Avevo voi che avete portato tanta gioia nella mia esistenza."
Loki si girò a guardare la fontana al centro del giardino e respirò profondamente.
"Tu hai portato gioia nella mia vita. Sei stata una benedizione. I figli sono questo... preoccupazione, paura... Ma soprattutto amore e felicità. Non scordarlo mai Loki."
Lui le sorrise mesto.
"Per quanto riguarda Sif..."
"Sif, cara, cara Sif. È da quando eri un bambino che sei innamorato di lei. Ho sempre sperato che voi due... Beh, forse il mio desiderio sarà appagato dopotutto."
Loki scosse la testa.
"Madre, Sif sta male... E non riusciamo a trovare la causa. Non posso perderla. So che non mi amerà mai come la amo io ma ho bisogno che lei stia bene. Se dovesse non farcela io..."
Frigga gli mise una mano sulla spalla.
"Ti posso assicurare che non succederà. Sif è forte. Il suo stare male in realtà è un dono, non ha bisogno di essere curata. Andate su Midgard, lì gli amici di tuo fratello sapranno aiutarla nel migliore dei modi. Loki, devi starle vicino, devi sostenerla, devi fare quanto è in tuo potere per darle tutto il tuo sostegno. Fa che possa contare su di te. È spaventata, ha paura di questa situazione e ha paura per il suo cuore. Solo tu puoi dimostrargli quanto sono forti i tuoi sentimenti. Sii perspicace, non mentire a te stesso e non mentire a lei. Guarda più in là del tuo naso. Concentrati sui suoi bisogni. Il vostro futuro può essere ancora splendente. Lui vi porterà una gioia immensa."
"Lui chi, madre?"
Frigga gli sorrise teneramente, aggiustandogli i capelli.
"Non pensi che sia ora di tagliarli un po'?"
"Madre, chi è lui?"
"Il nostro tempo è quasi terminato. Non posso tenerti ancora con me. Ma ti aspetto. Ti voglio con me per l'eternità."
"Madre, ti giuro solennemente che cercherò di fare del mio meglio per ripagare il male che ti ho fatto."
"Ti voglio bene, Loki, e sono fiera di te."
"Ti voglio bene, mamma."
Frigga iniziò a scomporsi in piccole scintille di luce.
Guardò le loro mani ancora strette per un ultima volta.
"Madre.... Chi è lui?"
"Mio nipote. Tuo figlio. Porterà la gloria nei nove regni."
Uno scoppio di luce e Loki si risvegliò sul pavimento.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Loki si alzò di scatto dal pavimento. Aveva il fiatone come se avesse corso per chilometri. Per un secondo pensò che fosse stato solo un sogno quando si rese conto che aveva una rosa bianca ancora stretta tra le sue mani che emanava un luccichio innaturale. Poi guardò lei.
Le si avvicinò come se potesse spezzarsi anche solo col suo respiro.
E la guardò.
La guardò come se la stesse vedendo per la prima volta. La donna che conosceva da secoli e che amava.
Le sfiorò i capelli scuri sparsi disordinatamente intorno al cuscino. Il sopracciglio scuro così spesso accigliato, le palpebre che nascondevano i suoi occhi nocciola pieni di pagliuzze verdi, il naso perfetto macchiato da una singola lentiggine sulla parte sinistra, la guancia morbida e le labbra carnose che nascondevano il più bello dei sorrisi. E poi scese più giù con lo sguardo.
Non era possibile, eppure...
Sfiorò il punto in cui avrebbe dovuto esserci suo figlio e si concentrò inspirando profondamente, bisbigliando un incantesimo in una lingua ormai dimenticata che ancora faticava a riconoscere come sua mentre la sua mano iniziava a diventare blu.
Lo attraversò una scossa elettrica. E poi trattenne il respiro.
Lo aveva percepito.
La sua parte jotun sentiva qualcosa che gli apparteneva e che riconosceva come propria. Un'aura blu iniziò ad apparire intorno all'addome di Sif.
Tolse la mano di botto come se si fosse ustionato.
Il bambino.
Era...come lui.
Jotun.
Stava rispondendo all'incantesimo.
No... Non poteva essere.
La stanza divenne stretta intorno a lui.
Doveva uscire.
Doveva... andarsene da lì.


Sif si svegliò con il sole che le colpiva gli occhi. Ci mise qualche secondo per capire che si trovava nella sua stanza. Cercò di mettersi seduta.
"Lady Sif, vi siete svegliata!"
Milka era seduta in un angolo della stanza a lavorare a maglia. Si alzò andandole incontro.
"Come vi sentite?"
"Bene, credo."
Guardò fuori dalla finestra.
"Per quanto sono stata incosciente?"
"Beh, adesso è quasi il tramonto quindi diverse ore. Questa volta però è stato diverso."
"Diverso? In che senso?"
"Il principe Loki ha avuto cura di voi. È stato con voi tutta la notte e non ha abbandonato il vostro capezzale se non per brevi periodi, come adesso. Vi ha prestato molte cure. Si è confrontato con le nostre guaritrici, hanno parlato per molto tempo. Non so cosa si siano detti, purtroppo non ho potuto ascoltare. So solo che dopo la loro conversazione il principe era..."
"Come?"
Milka faticò a trovare le parole.
"Era preoccupato ma...potrei giurare che c'era una vena di felicità nel suo volto.''
"Dannazione!"
Sif batté il pugno contro il letto.
L'aveva soccorsa, era stato tutto quel tempo con lei, sicuramente aveva capito quale era il suo segreto. Ed era andato dalle guaritrici per avere la conferma. Cosa avrebbe fatto adesso? L'ansia opprimente le riempì il petto. Il bussare alla porta la fece sobbalzare.
Milka si affacciò alla finestra.
"È lui mia signora, il principe Loki."
Sif fece appello a tutta la calma che solo un guerriero prima della battaglia può avere.
Loki entrò con grazia nella stanza.
"Mia Lady... Ti sei svegliata.''
Abbozzò un inchino verso di lei.
Lei lo osservò con sospetto.
"Hai tagliato i capelli."
''Si...mi hanno fatto notare che era tempo di accorciarli.''
Un silenzio imbarazzante scese tra loro mentre lui la osservava con attenzione.
"Milka per favore lasciaci soli."
La gnoma fece una riverenza ed uscì dalla stanza chiudendo la porta.
"Questa è per te."
Dal nulla comparve nelle sue mani una rosa bianca luccicante dal profumo inconfondibile. Una rosa del giardino. Del loro giardino. Una marea di ricordi la inondarono. Notti estive passate a guardare le stelle abbracciati sotto il pergolato avvolti dal profumo intenso. Il loro primo bacio rubato tra quelle aiuole. Pomeriggi passati a rincorrersi per poi finire a baciarsi come se non esistesse nulla al di fuori di loro due. Era stata felice allora.
"Come...come hai fatto? Asgard è stata distrutta."
"Lady Sif, mi deludi. Sono ancora il Dio delle illusioni. Ho i miei trucchi." Le fece uno dei suoi sorrisi sghembi, quello che aveva amato di più.
''Oh, questo lo so molto, molto bene. Più di quanto vorrei." Prese la rosa dalle sue mani assaporandone il profumo che tanto aveva amato. Sapeva che anche lui stava pensando le stesse cose. Poteva leggergli negli occhi il rimpianto di quello che era stato.
"Sono successe tante, troppe cose da allora Loki. Non sarà una rosa a farmi cambiare idea."
Lo vide trattenere il respiro.
"Sif... Non sono qui per litigare. Io volevo...volevo chiederti scusa. Sono stato crudele con te. Non era mia intenzione. Mi dispiace per quello che ho detto."
Sif lo guardò con gli occhi sbarrati. Sentire quelle parole uscire dalla sua bocca era strano. Non ricordava quando era stata l'ultima volta che gli aveva sentito chiedere scusa a qualcuno.
Rimase senza parole non riuscendo a dire nulla. Sapeva dove stava per arrivare e aveva il terrore di quello che ne sarebbe seguito.
Loki si avvicinò al letto.
"Posso?''
Si sedette sulla sponda premendo forte le mani e guardando con intensità il pavimento.
"Perché non me lo hai detto?"
"Avresti fatto qualcosa? Sarebbe cambiato qualcosa?"
''Per l'amor del cielo Sif! È anche mio figlio!''
Sif scosse la testa.
"Sono pronto a prendermi le mie responsabilità..."
"Sarebbe la prima volta."
"Sif, ti prego lasciami finire. Voglio prendermi le mie responsabilità. Secondo le leggi asgardiane una donna incinta e non sposata non può fare parte della buona società, venendo considerata una poco di buono. Mi faccio avanti per chiedere la tua mano e rivendicare la paternità del bambino."
Sif scoppiò a ridere.
"Proprio tu mi parli di leggi e buona società? Quando mai ti è importato niente del rispetto delle leggi? Quando mai ti è importato di rispettare qualcun'altro che non sia te stesso?! Hai tradito tutti, tuo padre, tua madre, tuo fratello....me! E ora pretendi di essere il paladino della giustizia che salva una povera donzella in pericolo. Asgard non esiste più, a nessuno importerà se mio figlio non nascerà all'interno del sacro vincolo del matrimonio."
"Sif non ti agitare ti prego...il bambino..."
"Non mi dire quello che devo fare Loki. Non fare finta che ti importi di lui. Non so che cosa hai in mente. L'ultima volta che ho ti ho ascoltato sono finita col il cuore spezzato e le mie speranze andate in frantumi."
La faccia di Loki era sconvolta.
"Non riesco a capire che cosa intendi."
"Ah no? Perché non chiedi a Lorelei? Forse lei riuscirà a rinfrescarti la memoria meglio di quanto possa fare io."
Loki continuava a guardarla incredulo cercando di rimettere insieme pezzi di un puzzle che non sapeva neanche esistesse. Finalmente il quadro completo si affacciò alla mente.
"Sif... Io non ti ho mai tradita con Lorelei. Non avrei mai potuto."
"Davvero? Vi ho visti. Vi ho sentiti. Prima che partissi per la cerimonia di iniziazione."
"Sif... Io ho usato Lorelei. Mi serviva una ciocca dei suoi capelli data in maniera spontanea. Quello era l'unico modo per farmela dare. Ma non l'ho nemmeno sfiorata con un dito. Non avrei mai potuto tradirti. L'ho usata per creare l'incantesimo protettivo che hai addosso da secoli e che ti ha salvato per tutto questo tempo. Quello che ti ha impedito di bruciare viva quando i giganti di fuoco ti hanno catturata, quello che ti ha impedito di congelare quando siamo andati su Jotunheim, quello che ha fatto in modo che non morissi dissanguata quando quel troll su Vahneim ti ha quasi ucciso. Sono sempre stato dietro le quinte per proteggerti. Ma ovviamente tu hai pensato subito che essendo un imbroglione avessi imbrogliato anche te. Mi sembra ragionevole. Non hai pensato che forse c'era una spiegazione. Hai subito creduto che ti avessi tradita. Certo, in effetti chi crederebbe mai alle promesse del dio dell'inganno?"
Sif si sentì congelare all'interno.
"Loki, io..."
" No Sif hai ragione. Non c'è da fidarsi. Forse speravo che... Forse ti stavo semplicemente chiedendo di sposarmi. Perché ti amo. Da sempre. Ma ovviamente non ha importanza. Sua signoria Lady Sif non potrebbe mai abbassarsi a tanto."
"Loki..."
Lui si alzò dal letto.
"Riposati. Abbiamo finito di caricare le provviste. Domani mattina partiamo."
"Loki, aspetta..."
Una porta chiusa le fece morire le parole in gola.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Loki ricomincio a respirare normalmente dopo dieci minuti. Il panico era calato e stava cercando di iniziare a ragionare lucidamente, per il suo bene e quello di Sif.
E di quella strana creatura che alloggiava nel suo grembo.
Aveva paura.
Aveva una paura maledetta.
Quel...bambino...era metà jotun. E Odino solo sapeva cosa poteva fare a Sif.
Lei stava male per colpa sua. Sarebbe impazzito se fosse successo qualcosa a lei per colpa sua. Se solo fosse stato più attento, non sarebbe dovuto accadere, era stato un folle, un pazzo, un idiota...
Si ricompose.
Doveva rimanere lucido.
Aveva bisogno di sapere quante più cose sulla fisiologia Jotun. Sarebbe andato subito alle biblioteche di quello stupido pianeta. Ci sarebbe pur stato qualcosa. E avrebbe parlato con le guaritrici. L'avevano visitata più volte, avrebbe potuto scoprire qualcosa. Lui non aveva idea degli effetti che questa gravidanza avrebbe portato su Sif, un Aesir. Probabilmente così si spiegavano gli strani sintomi e il suo malessere. E come mai solo il suo incantesimo curativo Jotun riuscisse ad alleviarli.
Sif. Forte, bella Sif.
Si chiese come mai non avesse deciso di eliminarlo non appena lo aveva scoperto.
Il figlio bastardo di un principe caduto in disgrazia. Lei, la dea della guerra, la favorita di Asgard e probabilmente la prossima regina a salire sul trono.
Lei aveva deciso di tenere...loro figlio.
Le parole di sua madre gli risuonarono nell'orecchio.
Forse...forse... Non era tutto perduto. Forse c'era ancora speranza per loro.
Dovevano andare subito a Midgard.
Ma prima in un battito di ciglia si materializzò di nuovo in quella camera.
Sif era lì come l'aveva lasciata.
Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e le lasciò un casto bacio.
Prese un paio di forbici dal cestino da lavoro accanto al letto e corse via verso il villaggio.






Uscì dalla sua stanza con il sentimento che più conosceva meglio. La delusione. Sapeva che non sarebbe stato facile. Ma non avrebbe mai immaginato le ragioni dietro il suo allontanamento. Malintesi vecchi di secoli che avevano creato una voragine tale da impedire il loro riavvicinamento. Diede un pugno con forza al muro della casa incurante degli sguardi spaventati degli gnomi intorno a lui.
Quanto era cocciuta quella donna!
Talmente tanto da farlo impazzire, da farlo soffrire, da ucciderlo piano piano.
Lui e Lorelei.
Come avrebbe potuto pensarlo?
È vero che chi li avesse visti avrebbe potuto immaginare una cosa del genere.
Ma non Sif.
Sif lo conosceva.
Sapeva che non l'avrebbe mai tradita.
O almeno così credeva.
Era possibile che avesse così poca fiducia in lui?
Improvvisamente si rese conto di quanto la sua nomea gli avesse rovinato la vita.
L'unico modo per convincerla era dimostrargli con tutti i suoi mezzi che stava dicendo la verità.
Andò alla ricerca di Brunilde, forse lei poteva aiutarlo.




Sif preparò i suoi pochi averi nella sacca che aveva quando era arrivata la prima volta, semplicemente una vita fa. Non poteva credere a come la sua esistenza era radicalmente cambiata nel giro di così poco tempo. Accarezzò lo scudo e la spada, chiedendosi quando avrebbe potuto metterle di nuovo.
Poi posò anche la piccola copertina che Milka le aveva fatto a maglia per la sua creatura non appena sarebbe nata.
Che cara ragazza. Le sarebbe mancata.
Rimase a fissarla e il pensiero non poté fare a meno di tornare alla conversazione che aveva avuto con Loki. Si era sentita un verme. Sapeva di non potergli credere pienamente, ma se le cose fossero andate veramente come aveva detto lui?
In tal caso aveva commesso l'errore più grosso della sua vita e forse tante cose non sarebbero successe.
Ricacciò tutto dentro, aveva avuto una notte intera per pensarci e ricriminarsi.
Non puoi cambiare il passato, puoi solo operare per il futuro.
Questo glielo soleva dire Frigga, la donna più simile a una madre che avesse mai avuto. Di sicuro lei sarebbe stata entusiasta per il suo nipotino. L'avrebbe viziato e cresciuto come avevo fatto con suo padre.
Loki.
Si ripromise che avrebbe cercato di essere più gentile con lui, non più sul piede di guerra. Il passato era passato, ormai dovevano guardare al futuro. D'altronde su una cosa aveva ragione, era anche suo figlio e volente o nolente avrebbe avuto un ruolo nella vita del bambino.
Scese per l'ultima volta le scale che portavano giù quando una Milka trafelata la raggiunse.
"Mia Signora...!"
"Milka... Respira, dimmi cosa succede?"
"Stanno venendo a chiamarla per portarla davanti agli anziani, hanno scoperto del bambino e la legge...."
Non riuscì a finire la frase che uno dei gnomi con un incarico di ruolo si avvicinò.
"Lady Sif di Asgard. Vi preghiamo di venire con noi nella Sala del Consiglio. Abbiamo bisogno di parlarvi."


Sif non riusciva ad immaginare che cosa potesse mai essere successo. Lo seguì con passo sostenuto fino alla Sala, la struttura più grande del villaggio composta da una grande stanza rotonda al cui centro stava il capo del villaggio ed intorno gli anziani. Sif si rese conto che tutti erano  in quella stanza, affollatissima, in attesa.
In attesa di lei.
Con la cosa dell'occhio vide Thor e Loki vicino al capo, mentre gli altri asgardiani erano fuori curiosi. Quando entrò tutti si spostarono lasciandola passare, e per un attimo provò la stessa sensazione di qualcuno condannato al patibolo.
Arrivò di fronte Karlthon, con l'aria da guerriera che la contraddistingueva.
"Lady Sif. Mi dispiace per questo inconveniente. Ci avete reso grandi servigi e per questo ve ne saremo grati per l'eternità. Ma siamo venuti a conoscenza di alcune spiacevoli situazioni e purtroppo per il bene della nostra comunità è necessario che vengano rispettate le leggi."
Sif continuava a non capire.
"Siamo venuti a conoscenza della vostra gravidanza."
Un mormorio generale animò la folla di gnomi e asgardiani.
Sif guardò Thor e Loki che avevano gli occhi sbarrati e facevano cenno di no alla domanda inespressa nei suoi occhi.
"Non dovete guardare i vostri amici, lo abbiamo saputo da fonte sicura."
Tra la folla vide una delle guaritrici che si faceva piccola piccola mentre arrossiva fino alla punta delle orecchie rosse.
"Non capisco però come possa la mia vita privata interferire con la vostra legge."
" Vedete la nostra legge è molto rigida per quanto riguarda i rapporti prematrimoniali. Sono severamente vietati, ed avere un figlio al di fuori del matrimonio è una delle cose che cerchiamo di evitare a tutti i costi. Chiunque commetta un atto del genere viene emarginato dalla società e soggetto a pene. Dal momento che siete diventata cittadina onoraria del nostro pianeta dovete rispettare anche voi la legge. Non possiamo permettere che il vostro esempio sbagliato possa influire negativamente sulle nostre fanciulle vergini, sarebbe una vergogna. Ma dal momento che ci avete reso grandi servigi, in consultazione con il consiglio, abbiamo deliberato che potremo liberarvi e aiutare voi e il vostro popolo a ripartire nel caso ci sia un matrimonio riparatore. Mi dispiace che dobbiate farlo ma la nostra intera società si basa sull'osservazione della nostra legge millenaria. Non possiamo permetterci che non venga rispettata."

Sif sentì tutto l'ossigeno presente nel suo corpo evaporare. Non poteva credere che stava succedendo davvero. Non poteva crederci. No, no.

Thor si avvicinò a Karlthon.
" Posso parlarle un attimo, mio buon amico?"
"Certo, capisco che bisogna accordare alcuni particolari."
Thor si avvicinò prendendola per una spalla.
"Sif, Sif. Niente panico." bisbigliò al suo orecchio. " Fidati di me andrà tutto bene. Sono il re di Asgard, posso fare annullare questo matrimonio, non sarà assolutamente valido per noi. Ma abbiamo bisogno del loro aiuto per partire. È indispensabile. È l'ultimo sacrificio che ti chiedo per il tuo popolo."
Sif annuì distratta. Sapeva che non c'era altra soluzione. Per un attimo si chiese se...
"So che pensi che abbia architettato tutto, ma ti giuro solennemente sulle Norne che io non c'entro nulla con questa storia. Sono sorpreso quanto te."
Loki si era avvicinato abbastanza da sentire i loro discorsi.
"So anche che probabilmente mi odi, ma credo che io sia l'unico in questo momento disposto a compiere questo passo. Ti prego di accettare la mia mano. È stato un mio sbaglio, permettimi di ripagare in qualche maniera."
Sif fece un cenno secco con la testa prima di prendere la mano che lui le offriva non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Thor si girò verso lo gnomo.
"Abbiamo risolto e accettiamo la vostra gentile offerta."
"Bene, ne sono sollevato, quindi con chi devo officiare la cerimonia?"
"Loki, principe di Asgard, figlio di Odino."
"Bene, Lady Sif, principe Loki, vi chiedo di avvicinarvi. La cerimonia verrà tenuta nel bosco sacro esattamente fra mezz'ora, dopodiché sarete liberi di partire con tutto il nostro aiuto".


La radura del bosco emanava un'aura magica molto potente. Loki la sentì non appena vi mise piede. Questo sarebbe stato un bel problema. La magia degli gnomi era antica e potente, lo avvertiva nel profondo delle ossa, e non sarebbe stato una semplice unione scritta la loro. Aspettò con pazienza mentre aspettava Sif che li raggiungeva. Tutto il villaggio si era spostato nella radura come testimone di quell'importante avvenimento. Con una punta di fastidio guardò i più vicini a lui che avevano iniziato a mormorare parole poco lusinghiere nei suoi confronti. Era abituato al disprezzo, ma questo non significava che non avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare la sua Sif, per il suo bene e quello del suo popolo.
Un bisbiglio avvisò del suo arrivo. Thor si avvicinava con lei al braccio, nel tipico vestito verde nuziale e il velo dello stesso colore che le copriva il viso.
Cercò di fare un mezzo sorriso quando si sistemò accanto a lui anche se ne uscì una smorfia, ma apprezzò comunque lo sforzo ricambiando.
Poi Karlthon si avvicinò alla pietra centrale della radura.
"L'unione di due sposi nel matrimonio, l'unione di due anime e due corpi in uno, viene oggi benedetta dallo spirito della terra. Lady Sif e Principe Loki."
Prese una spada finemente lavorata e disegnò un cerchio intorno a loro.
"Il cerchio, simbolo della totalità e della comunità, è tracciato con una spada per avere la protezione verso l'inizio di una nuova vita."
Poi si avvicinò con la spada.
"Mostratemi il polso destro. Con la spada che vi garantirà protezione si incide il corpo carnale per unire le vostre anime."
Fece un piccolo taglio nei polsi di entrambi fino a fare uscire una goccia di sangue. Poi prese due nastri, uno rosso e uno bianco e li legò insieme fino a che le loro mani e i loro polsi sanguinanti non furono uniti.
"Il patto di sangue rappresenta il legame indissolubile che avete creato."
La magia formicolava sulla nuca di Loki, e sapeva, percepiva chiaramente che per Sif era la stessa cosa.
"Con le mani unite accendete le tre candele poste dinanzi a voi. A destra rappresenta la famiglia di Odino padre del principe Loki, a sinistra la famiglia di Tyr padre di Lady Sif. La candela al centro rappresenta la vostra nuova famiglia che da oggi in poi giurate di proteggere per l'eternità."
Accesero le fiammelle che iniziarono a risplendere di una luce innaturale.
"Ora vi chiedo di ripetere dopo di me:'Sei sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, ti dono il mio corpo così noi due saremo uno, ti dono il mio Spirito fino alla fine della nostra Vita'."

Loki cercò di essere fermo nel pronunciare quelle parole. Per lui non potevano essere più vere.
"Adesso giratevi e guardatevi negli occhi per favore, è il momento dello scambio degli anelli come simbolo esteriore della vostra nuova condizione".
Poteva vedere Sif con gli occhi lucidi mentre le infilava delicatamente l'anello nell'anulare sinistro, mentre la destra era ancora saldamente attaccata alla sua. La sua mano tremò un po' quando fu il suo turno di mettergli l'anello. Se fosse per la rabbia, per la tristezza, per la delusione o la paura non avrebbe saputo dirlo.
"Ripetete adesso: 'Ora siamo reciprocamente legati con un laccio non facile da spezzare, ti giuro nel mio voto finale, che proverò a imparare quello che c'è da sapere per crescere in saggezza e amore affinchè il nostro matrimonio sia forte e l'amore duri in queste vita e oltre.'"
Appena finirono di ripetere le frasi il laccio intorno alle loro mani si disintegrò in un lampo di luce. Al suo posto nelle loro mani intrecciate comparve un sassolino con le loro iniziali finemente incise sopra. Le piccole ferite ai loro polsi divennero delle piccole voglie rosate dalla stessa identica forma a mezzaluna. E l'anello divenne impossibile da togliere.
Erano diventati marito e moglie.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Sif iniziava a sentire il peso di tutto quello che era successo. Cercò di mantenere l'aria fiera e la testa alta mentre si dirigeva con un passo malfermo verso l'astronave con Loki poco dietro di lei.
Non significava niente quello che era successo.
Assolutamente niente.
Fra qualche decennio tutti l'avrebbero dimenticato e sarebbero andati avanti con le loro vite.
Eppure non riusciva a nascondere la sensazione di prurito che la voglia a mezzaluna sul polso continuava a emanare. Come se riuscisse a captare che avrebbe voluto sbarazzarsi di lei.
Il formicolio continuava a risalire verso il braccio per fermarsi al cuore.
Un peso che le faceva diventare sempre più difficile ignorare l'uomo dietro di lei.
Lo percepiva in maniera fin troppo chiara.
Si massaggiò la fronte con gli occhi chiusi, il principio di un mal di testa che rischiava di esplodere.
Le gambe stanche e un masso un po' più sporgente per terra la tradirono però, rischiando di farla inciampare rovinosamente.

Loki fu pronto a sorreggerla ritrovandosi a un respiro di di distanza.
La guardò, spostando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.
Per un attimo Sif fu sicura che l'avrebbe baciata.
E non riusciva a capire se lo voleva o no.
La scossa elettrica che però li pervase fu sentita un po' troppo forte da entrambi e il momento finì. I loro polsi si erano sfiorati e la voglia si era illuminata debolmente. Sif ritirò subito la mano come se si fosse scottata di botto. Loki la rimase a guardare concentrato mentre la pelle tornava al solito colore pallido.
"Cosa significa?"
Sif cercò di mantenere salda la voce anche se le forze la stavano abbandonando velocemente.
"Non ne sono sicuro... Dovrei fare alcune ricerche...Ti senti bene?"
Sif era impallidita, come se all'improvviso tutta l'assurdità della situazione le si stesse scaricando sulle spalle e lei non avesse assolutamente le forze per sostenerla.
"Io..no..."
Loki la prese tra le braccia senza che lei avesse la forza di protestare.
"Devo portarti subito a letto. Dopo che ti sarai sdraiata potrò rinnovare l'incantesimo."
Sif alzò gli occhi.
Era passato troppo tempo da quando aveva avuto modo di poterlo osservare così da vicino.
Quei lineamenti affilati che aveva amato così tanto.
Chissà se suo figlio avrebbe avuto i suoi lineamenti, i suoi occhi di cristallo, le sue labbra...
Ma no, doveva rimanere lucida.
Amici, e basta.
"Questo non cambia le cose tra di noi. Non significa niente."
Potè osservare solo la sua mascella che si contraeva per un istante prima di tornare al suo solito sorriso sardonico.
"Sto solo aiutando mia moglie incinta di mio figlio a salire sull'astronave che ci porterà sul nostro nuovo pianeta per fondare una nuova Asgard. Che vuoi che significhi?"
Sif arrossì un attimo al pensiero delle implicazioni.
"Non sono tua moglie. Non secondo la legge asgardiana. Ho accettato di compiere questo assurdo passo solo perché Thor mi ha assicurato che non avrebbe avuto valore di fronte al nostro popolo."
"Lo so perfettamente, mia signora. Probabilmente sei così di cattivo umore perché avresti preferito che si facesse avanti lui, non è vero? Per difendere il tuo onore e la nostra gente."
"Non intendevo questo. E lo sai."
"No, Sif non lo so."
"Sei riuscito ad ottenere quello che volevi alle fine, no?"
Potè vederlo imporsi di non rispondere a tono. Invece prese un prese un respiro, ammorbidì la voce e con sguardo tenero la guardò.
"Non avrei mai voluto importi nulla che non desiderassi anche tu."
Lei era troppo stremata per riuscire a pensare a cosa rispondere e lasciò solo che un silenzio carico di sentimenti feriti aleggiasse tra di loro.
Loki entrò nell'astronave e si diresse a passo spedito verso la camera.
La adagiò delicatamente sul letto e le mise una mano sulla fronte.
"Ti sta risalendo la febbre."
"Sì, la sento piuttosto bene. Grazie per la notizia."
Loki trattene un mezzo sorriso mentre iniziava l'incantesimo.
"Forse stai iniziando a passare troppo tempo con me, questo sarcasmo mi sorprende."
"Non eri tu a dirmi che le parole sono la prima armatura di un guerriero?" biascicò mentre gli occhi le si chiudevano.
"Già... Hai ragione. Riposa ora."
"Questa è la tua camera?" si osservò intorno, vedendo qualche libro sparso e qualche indumento poggiato qua e là.
"Sì, ma sta tranquilla. Non ho intenzione di rivendicare i miei diritti coniugali di un matrimonio farlocco."
"Mi dispiace."
"Perché mi stai cacciando da camera mia o perché non ho intenzione di rivendicare i miei diritti? Sei ancora in tempo per reclamarli."
"Sono seria Loki. Mi dispiace per quello che ti ho detto l'altro giorno. A proposito di Lorelei. Per essere saltata subito alle conclusioni. Non so se tu sia sincero. Ma in ogni caso ti devo delle scuse."
"Sono il Dio degli inganni. È ovvio che nessuno mi creda. Solo che... Speravo che per te fosse diverso."
Le lanciò un ultimo sguardo prima di uscire dalla sua stanza.


Certo Loki non si aspettava che la sua prima notte di nozze l'avrebbe passata su una branda in camera di suo fratello. Con orrore aveva scoperto che nonostante il tempo trascorso Thor non aveva perso il vizio di russare rumorosamente. Abbandonata ogni speranza di dormire per quella notte cercò di ripensare agli avvenimenti della giornata con mente lucida.
Lui e Sif erano sposati.
Sposati con un rito magico, antico e potente.
Rito che Sif non aveva compreso appieno. A malapena lo aveva capito lui.
Lei voleva ovviamente fare finta che nulla fosse accaduto. Ma la verità era che il legame che adesso li univa era qualcosa di unico.
Per l'ennesima volta guardò la voglia rosata sulla sua pelle.
Provò a sondarla con la sua magia. E per l'ennesima volta i suoi dubbi furono confermati. Era come se si fosse creato un legame con Sif, qualcosa che andava oltre la semplice nomea coniugale.
La percepiva.
Non avrebbe saputo definirlo esattamente. Un qualche tipo di legame empatico. Percepiva i suoi sentimenti, i suoi stati d'animo, il suo stato fisico.
Anche in questo momento sentiva che stava bene, che riposava profondamente, per quanto fossero a due corridoi di distanza. Lo sentiva nelle ossa.
Era intrecciata a lei nel modo più intimo possibile. E questo lo spaventava.
Lo spaventava da morire.
Perché non sapeva se sarebbe mai stata reciproca.
Lui l'amava... Ma lei?

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Sif si era svegliata stiracchiandosi in un letto che non era il suo. Si era rigirata in delle lenzuola morbide, soffici e profumate. O dei, così profumate.
Profumo di uomo... Profumo di... Loki.
Sbarrò gli occhi cercando di riportare alla mente gli ultimi avvenimenti.
Si guardò la mano. La voglia a mezzaluna e l'anello fine praticamente saldato al suo dito. 
Non aveva sognato.
Lei e Loki erano sposati.
Si mise a sedere, osservando con attenzione la stanza.
Tutto lì dentro urlava il suo nome. 
Si alzò barcollando lievemente. Cercò i suoi vestiti dal bagaglio che aveva portato con sé. Stava per rimettersi la solita tunica larga che aveva messo nelle ultime settimane. Ma ormai tutti sapevano della su gravidanza, che senso aveva nascondersi? Si mise i suoi amati pantaloni di pelle che, si rese conto con orrore, le stringevano un po' in vita. Avrebbe dovuto farsi degli abiti nuovi. Mise su una camicia e i suoi stivali. Si guardò nello specchio intero accanto alla porta. Era sempre la solita Sif, eppure era tutto diverso. Trovò un pettine e iniziò a dividersi i capelli in grosse ciocche per legarli in una comoda treccia.
Doveva ricomporre le idee e valutare cosa fare nell'immediato futuro. Quella pancia che si intravedeva dalla corta tunica le ricordava quanto il tempo fosse un lusso che non poteva permettersi. Uscì dalla camera, e spinta dall'istinto iniziò a girovagare per l'immensa nave.


Loki aspettò qualche secondo dopo aver bussato alla sua camera. Non aveva voluto disturbarla prima, perciò aveva aspettato prima di svegliarla. Aveva bisogno di darsi una rinfrescata e cambiarsi d'abiti e aveva tutte le sue cose lì dentro. Inoltre, cosa più importante, la Valchiria gli aveva procurato, non senza lamentele, ciò che le aveva richiesto. Strinse forte quella bottiglietta mentre bussava di nuovo. Non avendo nessuna risposta entrò silenziosamente. Il letto era sfatto ma vuoto. 
Un piccolo guizzo di allarme gli balenò al cuore ma poi si rilassò. Percepiva che Sif stava bene. La sua voglia a mezzaluna era tiepida e innocente sul suo polso. Probabilmente era uscita per sgranchirsi un po'.
Si spogliò velocemente e andò dritto nel piccolo bagno annesso.



Sif entrò nella sua camera con in mano un ricco piatto che aveva recuperato dalle cucine. Anche se l'orario della colazione era passato, il suo appetito diceva il contrario. Quando non vomitava riusciva a ingurgitare il triplo di quello che mangiava una volta. 
'Suppongo perché debba mangiare per due'.
Si sdraiò a letto scalciando via gli stivali mentre addentava una fetta di pane tostato.
Un secondo troppo tardi si accorse che c'era qualcuno nel bagno.
Qualcuno che aveva appena aperto la porta.
Qualcuno di completamente nudo e bagnato che stava uscendo dalla suddetta porta.
"Loki!!"
Sif si alzò di scatto dal letto girandosi di spalle dall'altro lato della stanza. 
"Che ci fai qui?"
''Mia Lady si da il caso che questa sia ancora camera mia."
Sif chiuse gli occhi per aver dimenticato quel fondamentale particolare.
"Si va bene hai ragione, ora però potresti vestirti."
"Non mi dire che non ti piace ciò che vedi, Sif. Te lo leggo negli occhi. Sono a tua completa disposizione per appagare la tua vista."
"Sta zitto!" In realtà stava arrossendo come una ragazzina senza sapere nemmeno il perché. O forse il perché lo sapeva. Forse sì, avrebbe voluto girarsi e godersi lo spettacolo. Ma questo avrebbe accresciuto il suo ego già spropositato. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione.
"Potresti vestirti? Per favore?"
Sorpresa del suo stesso tono, lo sentì sospirare esageratamente e armeggiare con i cassetti dell'armadio.
"Puoi girarti adesso, Sif".
Loki era ancora a piedi nudi, ma aveva infilato delle brache e una camicia di lino verde. Si era sdraiato sul letto, in una scena di vita familiare così naturale che per un millisecondo Sif pensò che fosse tutto per come doveva essere. Poi si risvegliò da quel sogno a occhi aperti.
"Come ti senti oggi? Hai dormito bene?"
Sif si sedette su una delle sedie addossate alla parete.
"Sto bene, grazie. Questo letto è molto più comodo di quelle specie di giacigli che avevano gli gnomi."
Loki non trattenne una smorfia.
"Anche la branda in camera di Thor ha avuto il suo fascino in confronto."
Sif rise. Da quanto tempo non rideva?
Loki rimase a fissarla affascinato mentre abbassava gli occhi imbarazzata.

All'improvviso notò la strana bottiglietta sul ripiano, sicura che fino a quel mattino non c'era.
"Cos'è questa?"
Loki si fece improvvisamente serio.
Si alzò dal letto e si avvicinò.
"È un regalo per te".
"Un regalo...?"
"Ho avuto una visione. Mia madre si è messa in contatto con me. È stata lei a rivelarmi...di lui. Di nostro figlio."
Quella parola lo faceva ancora tremare.
"E ho giurato che avrei fatto tutto ciò era in mio potere per rimediare ai danni che ho fatto nella mia vita. A iniziare da te. So che qualsiasi cosa dica, avresti sempre il dubbio se sia veritiero o no. Sono da sempre stato il Dio dell'inganno," sospirò "ma non voglio più. Non con te almeno."
Loki prese l'ampolla dal liquido ambrato e ne bevve un sorso tutto d'un fiato.
"Questa nave apparteneva a un tipo eccentrico. Forse eccentrico è un po' eufemistico. Comunque aveva strani modi di governare. Sono stato al suo fianco per un po' mentre ero a Sakar. Fra gli altri metodi questo era quello di cui avevo più paura. Un siero della verità. La Valchiria è stata piuttosto restia a procurarmelo. Ma sono riuscita a convincerla che si trattasse di una buona causa. Se non mi credi puoi sempre chiedere a lei."
Sif lo guardò attentamente negli occhi.
"Ti credo." disse lentamente.
"Quindi, fammi capire, in questo momento potrei chiederti qualsiasi cosa e tu saresti costretto a dire la verità? Se mentissi cosa succederebbe?"
Loki ripensò alle urla di dolore dei malcapitati che avevano incontrato l'ira del Granmaestro.
"Nulla di piacevole suppongo."
Sif gli girò intorno come se stesse valutando la portata dell'occasione che le si presentava.
Loki nel mentre si risedette sulla sponda del letto. Dire che aveva paura... Non si era mai sentito così vulnerabile ed esposto. Non avrebbe avuto più la sua corazza fatta di parole. Era lui, solo lui, Loki, con tutte le sue debolezze. Le stava dando il suo cuore e tutto se stesso. Sperò che capisse il sacrificio che stava facendo per lei.
Un sacco di pensieri in quel momento roteavano nella mente di Sif, cercando di afferrare le cose essenziali.
"Va bene." Prese una sedia e gli sedette di fronte.
"Iniziamo da qualcosa di semplice. Quale è il tuo nome?"
"Loki Odins.... aaarrgh"
Loki si premette una mano sullo stomaco. Era come avete ingoiato lava bollente.
Vide Sif portarsi inconsciamente una mano al petto.
Riprese fiato.
"Beh, suppongo che anche questa sia una bugia dopotutto. Il mio vero nome è Loki... Laufeyson".
Nulla accadde.
Sif aveva l'espressione corrucciata e le labbra dischiuse.
Prese fiato e chiese quella domanda che la tormentava da secoli.
"In che rapporti eri con Lorelei? Mi hai mai tradito con lei?"
Loki la guardò con decisione negli occhi, ferito nel profondo che volesse ancora fargli quella domanda. Per lo meno ora non avrebbe avuto più dubbi.
"Lorelei aveva provato più volte a sedurmi, ma senza risultati. Non poteva sopportare che stessi con te. Ti odiava in maniera indicibile. Questo mi servì per creare uno degli incantesimi di protezione più potenti di cui avevo imparato leggendo in un antico libro, servendomi di una ciocca di suoi capelli. Per questo quel giorno ero con lei. La convinsi a farmela avere nella promessa di crearne un medaglione. Ma non sono mai stato con lei. Nemmeno...dopo. Mai."
Sif annuì sopra pensiero.
''Cosa è successo quando sei caduto dal Bifrost?"
Loki avrebbe voluto cucirsi le labbra piuttosto che ricordare quello che era successo, ma un impeto spaventoso gli sciolse la lingua. Cercò di frenarlo ingoiando il nodo di lava bollente che sentiva formarsi alla bocca dello stomaco.
"Non è stato piacevole..."
Vide Sif agitarsi sulla sedia. Un lampo di comprensione gli illuminò gli occhi.
"Lo senti anche tu, vero? Quando soffro."
Passò qualche secondo prima che lei annuisse.
"Sì... Quindi ti prego rispondi. Ho bisogno di sapere. Avverto quando stai mentendo. Avverto il dolore."
Loki prese un grosso respiro e iniziò a parlare senza fermarsi.
Della violenza, delle percosse, delle torture fisiche e mentali. Nessuno sapeva quello che Thanos gli aveva fatto. Il controllo mentale era stato solo l'ultimo dei giochetti di quell'essere profondamente sadico. Aveva ancora gli incubi la notte. Sempre lo stesso sogno. Thanos che lo strangolava lentamente lasciandolo senza aria finché non si svegliava per il rumore dell'osso del collo spezzato.
Sif era sull'orlo delle lacrime.
"Non volevo farti piangere." Loki si alzò di scatto passandosi una mano tra i capelli e facendo qualche passo nella stanza.
Gli si bloccò il respiro quando due braccia esili quanto forti lo afferrarono da dietro. 
Sif si appoggiò contro la sua schiena. 
"Mi dispiace per quello che è successo, per quello che ti hanno fatto. Odio il fatto di non essere stata lì a salvarti."
Loki rimase immobile, incapace di parlare. Mise le sue mani fredde su quelle calde di lei.
"Lo so".
Delicatamente si girò verso di lei trovandosi a pochi centimetri di distanza, mentre grosso calde lacrime le scendevano sulla guancia.
"Non piangere, ti prego. Odio vederti così. Sento che il mio cuore potrebbe spezzarsi quando stai male."
Delicatamente le asciugò una lacrima sulla sua guancia perfetta.
Sif guardò con attenzione quegli occhi di cristallo, non potendosi impedire la prossima domanda.
''Loki, adesso cosa provi per me?"
Lui si irrigidì. Non riusciva a impedirsi di esprimere tutto quello che provava. Anche se esporsi così tanto sarebbe stata la sua fine. Ma lei meritava di sapere tutto e tutto sarebbe stato.
"Sif...io ti..amo.Ti amo. Ma ho paura. Ho paura di tutto… Di quello che sono, di quello che faccio, di quello che dico. Ho paura che tu scompaia di nuovo dalla mia vita,  e soprattutto, ho paura che tu non proverai mai quello che io provo per te. Per secoli mi è bastato sapere che tu ed io esistevamo nello stesso universo, che tu eri viva, che stavi bene, che l'aria entrava ancora nei tuoi polmoni e che il tuo cuore batteva forse all'unisono col mio. Ma adesso non mi basta più. Ti voglio Sif. Voglio te, tutta te, e voglio soprattutto un noi. Sei tu che mi rendi migliore. Tu mi completi. Mi fai credere di poter essere qualcosa di più del Dio dell'inganno. Mi fai credere di essere qualcuno che merita una seconda possibilità."
La voce gli si era spezzata. Aveva gli occhi lucidi. Adesso il suo cuore era nelle mani di Sif.


Dire che Sif fosse rimasta di stucco non avrebbe espresso appieno il suo shock. Aveva smesso di respirare. Era rimasta a guardarlo negli occhi, senza avere la forza di esprimere nulla. Non immaginava che Loki potesse dirle qualcosa del genere. Non immaginava la profondità dei suoi sentimenti. E sapeva che era la verità. Lo percepiva, lo sentiva. Riusciva a sentirLO.
In quel momento era tutto troppo. Non sapeva cosa dire, cosa fare.
"Ti prego Sif, dì qualcosa."
La supplica della sua voce la fece crollare. Si buttò tra le sue braccia, abbracciandolo forte, affondando la testa sul suo petto e versando tutte quelle lacrime che aveva inghiottito in questi mesi. Aspirò il suo profumo che tanto le era mancato.
Loki rimase un attimo bloccato, prima di ricambiare l'abbraccio. La strinse a sé, chiudendo gli occhi, baciandole la sommità della testa.
"Sshh, sshh... Va tutto bene. Non mi aspetto che tu mi risponda subito. prenditi il tuo tempo. Hai affrontato troppe cose, tutte insieme. Stai affrontando questa gravidanza...e mi dispiace. Mi dispiace sul serio. Io non...non credevo che potessi... Potessi generare un figlio con te. Non credevo fosse possibile tra due razze così diverse. Mi dispiace Sif, mi dispiace."
Lei si allontanò un attimo. 
"Ti ho odiato all'inizio. Avrei voluto sbarazzarmene, ma... Non ho potuto. Non so come sia possibile ma io già lo amo... E questa cosa mi terrorizza."
"Lo so..." Le accarezzò il contorno della labbra che tanto aveva desiderato.
"Anche io ho paura. Sarà qualcosa di nuovo, di assurdo e completamente meraviglioso. Ma voglio solo che tu sappia, che qualsiasi cosa succeda io voglio essere al tuo fianco. I voti che ho pronunciato al matrimonio per me sono estremamente veri. Non ti chiedo la stessa cosa, non finché non lo sentirai veramente. So che Thor ti ha promesso che per Asgard questa unione non avrebbe avuto valore. Ma lo senti anche tu come me. Siamo legati."
Alzò il polso con la voglia. Vicino a lei si illuminava di una luce calda. "Permettimi solo di starti vicino e aiutarti. Voglio prendermi cura di te e di nostro figlio. Permettimelo. Abbassa le tue difese. Non ti farò più del male, mai più. Te lo giuro."
Sif lo guardò. Un solo movimento del viso e si ritrovò a baciarlo. Mise le mani tra i capelli avvicinandolo a se. Loki era rimasto talmente scioccato che rimase alcuni secondi senza reagire. Poi chiuse gli occhi e rispose al bacio, prendendole il viso a coppa, e baciandola come se stesse tornando a respirare dopo mesi.
Quando si staccarono per riprendere fiato, fu Sif a rompere il silenzio.
"Va bene.''

Angolo dell'autrice (che sono io!)

Perdonatemi, perdonatemi, perdonatemi. Non è stato un bel periodo per nessuno, e non mi andava nemmeno di scrivere. Molti nodi si sono sciolti. Spero che tutto questo fluff vi piaccia e vi faccia passare qualche minuto piacevolmente. Spero che stiate tutti bene!! Vi auguro il meglio. Se voleste lasciarmi una piccola recensione mi fareste un lama felice. Mi scuso se sono andata OOC ma I DON'T REGRET NOTHING!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Loki ricominciò a baciarla e baciarla e baciarla. Non ne aveva abbastanza di lei, del suo sapore, del suo odore. La fece stendere delicatamente sul letto, mentre scendeva sul suo collo e sul suo petto. Infilò una mano sotto la camicia per sfiorarle il fianco, ma sentì Sif irrigidirsi. Si staccò subito da lei, mentre si metteva a sedere sul letto.
"Scusa, non avrei dovuto. Se non vuoi io..."
"No, non è questo. È che io.. sono diversa. Il mio corpo sta cambiando. Non credo che ti piacerà."
Loki la guardava senza riuscire a capire che cosa volesse dire.
Poi lo sguardo di lei si posò sul suo stomaco.
"Dimmi che stai scherzando."
Lo sguardo di Sif però rasentava la paura.
"Sif."
Con un lungo dito le sfiorò i contorni del viso. 
"E' colpa mia... Mi dispiace. Avrei dovuto essere più attento. Non credevo che... Essendo di una specie diversa... che tu potessi restare incinta, ecco."
"Non dirlo... Io devo solo... abituarmi a questa idea. Non è facile per me. È come sei il mio corpo non fosse più il mio, e in effetti è così. Lo sto condividendo. È solo che non mi sento ancora del tutto a mio agio con questa nuova versione di me."
Loki la guardava. E decise che le avrebbe fatto cambiare idea.
"Sono ancora sotto l'effetto della pozione. Ti fidi di me?"
Le alzò delicatamente le braccia e le sfilò la camiciola.
Era divina, con i seni gonfi e pieni e lo stomaco rotondo.
Rimase a fissarla estasiato.
"Sei la cosa più bella che i miei occhi potranno mai guardare." Le posò un bacio sulla tempia.
"La dea del mio cuore."
Un bacio sulle labbra.
"L'essere più meraviglioso dei nove regni."
Un bacio sul delicato seno sensibile.
"E credo che non esisterà mai nulla di più straordinario quanto questo."
Si fermò davanti al suo ventre lasciando un delicato bacio lì dove si trovava il loro bambino. Poi posò gli occhi nei suoi.
"Se vuoi posso continuare a convincerti per tutta la vita."
Sif a quel punto impazzì. Lo prese per i capelli e si fece baciare fino a restare senza fiato. Gli tolse la sua camicia iniziando ad accarezzare i suoi pettorali asciutti, i muscoli definiti, fino a scivolare più giù.
Invertì le posizioni mettendosi a cavalcioni su di lui.
"Mia signora, avreste potuto iniziare prima e risparmiarmi la fatica di mettermi i vestiti. Che gesto ignobile da parte di una nobildonna del vostro calibro. Davvero disdicevole." 
"Sta zitto, e usa quella lingua in un modo migliore."
Loki sogghignò prima di prendere il bocciolo del suo seno tra i denti.
Sif sentiva le sensazioni quadruplicate, tutto le rimbombava nella testa e nel corpo ed era... Inebriante. Forse a causa del loro legame, sentiva e percepiva anche sulla sua pelle il piacere di Loki. Il seno era adesso particolarmente sensibile, e Loki era ...
Oh, dei. 
Quella lingua. 
Oh, dei! 
Si morse le labbra per soffocare un gemito.
Liberò i capelli dalla treccia lasciandoli liberi e indomiti. Come lei che adesso puntava in basso.
Riuscì a staccarsi giusto il tempo di eliminare gli altri vestiti. Poi fu solo un dolce oblio pelle contro pelle.



Non seppe dire con esattezza quanto tempo era passato. Poteva essere un'ora, un'eternità, non lo sapeva e nemmeno le importava.
Era accoccolata sul suo petto in uno stato di dormiveglia. Nessuno dei due parlava. Loki le sfiorava la schiena disegnando antichi simboli e rune sulla sua pelle nuda. Alla fine cullata dal suo respiro si addormentò.

Una lieve brezza la svegliò. O meglio, un alito di fresco che le sfiorava la pancia. Era piacevole. La accarezzava. Le ricordava quando da piccola in estate si metteva sulla sponda del lago insieme ai due principi a cercare un po' di refrigerio dall'afa. O lo stava proprio sognando?
Aprì un occhio per capire da dove venisse.
Vide Loki accovacciato contro il suo stomaco. Lo sfiorava con un dito lasciando strie blu al suo passaggio. Parlava a bassa voce mormorando parole incomprensibili. Non voleva interrompere quel momento. Cercò di concentrarsi per riuscire a sentire cosa diceva.
"Piccolo...." "....ti amiamo.." "... è strano..." "...la nonna..." "...sei come me..." "...gloria..."
Improvvisamente un bagliore blu le si irradiò dallo stomaco.
"È...lui?"
Loki si girò verso di lei di scatto.
"Mi dispiace, non volevo svegliarti."
Sif continuava a guardare incantata.
"Sì comunque. È lui."
Accarezzò con un dito il suo stomaco proprio lì dove la luce proveniva.
"Come è possibile?"
Loki fissò Sif un po' incerto su come spiegare.
"Lui è per metà jotun. La mia...razza... diciamo che ha la capacità di percepire i propri simili. Da quando ho accettato di essere quello che sono ho studiato la loro magia. È molto antica e potente. Una volta capito come funzionava l'incantesimo celativo che Odino mi fece quando mi trovò, ho trovato il modo per usare le capacità dei giganti di ghiaccio anche sotto forma di Aesir."
Sif lo fissò.
"Posso vederti?"
"Cosa?"
"Voglio vederti nella tua vera forma."
Il panico si impossessò di Loki.
"Non credo sia una buona idea." Si allontanò da lei.
"Loki."
Lei si mise a sedere sul letto.
''Loki guardami, non fuggirò spaventata, né la mia opinione su di te cambierà." Cercò di smorzare l'atmosfera. "Non penso che potrebbe andare peggio di com'è già."
Lo vide tirare un sorriso forzato.
"È parte di te. E come hai detto tu e anche parte di questo bambino. E quindi è anche parte di me."
Loki continuò a guardare oltre la parete.
"Mia madre nella visione ha detto che questa creatura porterà la gloria nei nove regni."
"Cosa significa?"
Loki tornò a guardarla.
"Non lo so. So solo che è davvero speciale."
Sif gli prese una mano e se la portò al viso.
"Per favore.''
Loki capitolò. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
Iniziando dalla punta delle dita, un leggero punto di blu iniziò ad espandersi su per l'avambraccio.
Linee sottili come volute di fumo iniziarono a disegnarsi sulla sua pelle.
Il suo viso divenne un intricato susseguirsi di arabeschi.
Poi aprì gli occhi.
Due occhi rosso rubino la guardavano cercando di analizzare qualsiasi emozione.
Sif era ammaliata.
Con la punta delle dita sfiorò i disegni sul suo viso.
Lui sussultò impercettibilmente.
"Ti ho fatto male?"
"No al contrario... È che sono particolarmente... Sensibili."
Sif gli si avvicinò ancora di più prendendogli il viso tra le mani per poi farle scivolare lentamente sul suo petto.
"Sei bellissimo.'' 
Una risata amara sfuggì dalle sue labbra.
"Non importa il colore della tua pelle o dei tuoi occhi Loki. Non importa davvero. Rimani sempre il mio imbroglione, lingua d'argento preferito."
Continuò ad accarezzare ogni linea, decisa più che mai a scoprirle tutte.
"A proposito di quella lingua d'argento..."
Non fece in tempo a finire la frase che Loki fu su di lei.



"Loki?"
"Uhm..?" 
Sif dovette fare appello a tutto il suo auto controllo per rimanere lucida quando lui stava esplorando deliziosamente il suo corpo. Di nuovo.
"Loki.''
Con la mano gli fece volgere il capo verso di lei.
Lui la guardò con quegli occhi rossi, occhi familiari eppure diversi, occhi che la fissavano curiosi.
''Ho apprezzato molto quello che hai fatto per me oggi. So che ti sei esposto più che mai, abbassando tutte le tue difese. Me ne rendo conto Ma non mi basta. Giurami solennemente su tua madre che da oggi in poi mi dirai soltanto la verità. Devo... Ho bisogno di potermi fidare di te."
Loki la guardò intensamente.
"Lo giuro su mia madre, e possano le Norme testimoniare contro di me se mai farò il contrario."
Sif gli accarezzò di nuovo il viso aprendosi in un dolce sorriso.
"Grazie."






Thor era preoccupato. Erano ore che non vedeva né Sif né Loki. 
Non che avesse chiesto, c'erano molte altre cose a cui pensare. Ma non li aveva visti né per il pranzo in comune, né per la cena. Era ormai tardi quando sentì sgattaiolare un passo felpato dalle cucine.
"Fratello!"
Loki per poco non lasciò cadere i piatti che teneva in bilico sulle braccia.
"Thor!! Mi hai fatto spaventare!"
"Scusa, non volevo. È che non ti ho visto per tutta la giornata, né te né Sif. Credevo che ti avesse ucciso e buttato il cadavere nello spazio."
"Grazie per esserti preoccupato della mia incolumità, come vedi sto molto bene, adesso vado."
"Dove vai? Camera mia è dall'altro lato."
Loki arrossì.
"No, credo che da stanotte potrò ricominciare a dormire nella mia stanza." Disse nel tono più indifferente possibile.
Un sorriso di comprensione si allargò sul suo viso.
"Ah, bene. E dimmi Sif starà con te?"
"È mia moglie, almeno sulla carta. Ci sono problemi?"
"Oh, no, no assolutamente. E dimmi, anche lei è stata con te tutto il giorno?''
"Abbiamo parlato."
''Ah ecco. Si dice così adesso?" Thor continuava a ridere come un matto.
"Oh fratellino caro. Stai perdendo la tua verve. Riesco a sentire l'odore di donna da qui."

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