The New york's Ghoul

di ladyzaphira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio (I parte) ***
Capitolo 3: *** L'inizio (II parte) ***
Capitolo 4: *** L'inizio (III parte) ***
Capitolo 5: *** Una gita molto movimentata (I parte) ***
Capitolo 6: *** Una gita molto movimentata (II parte) ***
Capitolo 7: *** Una gita molto movimentata (III parte) ***
Capitolo 8: *** Una gita molto movimentata (IV parte) ***
Capitolo 9: *** Ora sai chi sono (I parte) ***
Capitolo 10: *** Ora sai chi sono (II parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Snow ansimò, cercando appoggio con la spalla contro un albero.

Si guardò intorno e tese l’orecchio.
Il bosco era stranamente silenzioso quel tardo pomeriggio, neanche i suoi più piccoli abitanti sembravano volersi far sentire sotto la coltre delle prime nevicate.

Emise un sospiro tremante.

Ormai doveva essersi allontanata abbastanza dal più vicino centro abitato perciò, anche volendo, non avrebbe più fatto in tempo a tornare indietro.  
Spostò dietro l’orecchio alcune delle lunghe ciocche bianche sfuggite da sotto il berretto di lana blu che indossava, le quali stavano ostacolando la vista all’occhio destro, dopo di che azzardò qualche passo in avanti. 

Al terzo passo Snow si piegò in due, le braccia strette all’altezza dello stomaco mentre mugolava dal dolore.
Si sentiva come se il suo intero corpo fosse stritolato dall’interno.

Snow tossì violentemente, stringendo l’abbraccio sulla pancia da cui salivano sonori gorgoglii.

Aveva fame, così tanta fame.

Una fame innaturale, ingorda, indotta da quella sua natura malefica.
Era passato più di un mese dall'ultima volta che aveva mangiato.

Arrancò in mezzo agli alberi, la schiena curva.
“D-Dannazione, perché deve sempre fare così male …?!” sibilò, mordendosi a sangue il labbro inferiore.
Quell’attacco le sembrò perfino più forte delle volte precedenti. 
Quella volta sembrò veramente che il suo stomaco si stesse rattrappendo, contorcendosi come un foglio accartocciato.

Che stupida era stata.

Credeva davvero che sarebbe riuscita a sopprimere il suo istinto?!
Credeva davvero di poter vivere in mezzo agli esseri umani come se nulla fosse?! Di riuscire a vederli come qualcosa di diverso da una preda?! 

Una fitta lancinante proveniente dallo stomaco spezzò il corso dei suoi pensieri, facendole salire l’acquolina. 

Carne, carne, carne …
… Aveva bisogno di carne!!

Si coprì le labbra con la mano gelida, tossendo, e chiazze di saliva biancastra in eccesso presero a scivolare vischiose fra le sue dita.

Un moto di ribrezzo misto a nausea la colse.

Sarebbe morta lì, in mezzo al bosco.

Dimenticata da tutto e tutti, come se non fosse mai esistita.
Di lei sarebbe rimasto solo un corpo esile e minuto con capelli bianchi sporchi di terra, vestito di stracci.
Una vecchia giacca nera, jeans strappati e scarpe dalla suola forata.

Possibile che fosse giusto così?! Che la sua vita non contasse nulla nel gran disegno del destino?

Fame, carne, fame, carne …

“Fame, ho fame!! MALEDIZIONE!!” 

Tirò un pugno contro un albero.
La corteccia scricchiolò ed alcuni frammenti precipitarono al suolo perdendosi fra la neve.

Sarebbe volentieri scoppiata a piangere.
Ma non lo avrebbe fatto …

… I deboli piangevano, e lei non era debole!!

No, non lo era.

Neanche in quel momento, ad un passo dalla morte, lo sarebbe stata.

“Vaffanculo!!” ringhiò Snow, sforzandosi di andare avanti.
Avrebbe continuato a camminare, non importa quanto dolore sentisse, avrebbe continuato finché non sarebbe crollata morta a terra!!

Morta di fame.

Buffo, da piccola si era chiesta diverse volte se fosse possibile uccidere un Ghoul semplicemente affamandolo.

Beh, a quanto pare lo era.

Se solo suo padre avesse potuto vederla.
Riusciva già a immaginarselo, il bastardo, a qualche metro di distanza, magari appoggiato a braccia conserte contro un albero a spanciarsi dalle risate.

A ridere di lei, come aveva sempre fatto del resto.

“Se solo vedessi quanto sei patetica, quanto sei debole …”
“Io NON sono debole!!” sibilò Snow continuando a camminare, imperterrita.
“Ah sì? Se fossi davvero forte a quest’ora non ti troveresti in queste condizioni ragazzina, il che mi porta chiedermi ancora una volta come sia possibile che tu sia figlia mia”
“Stai zitto …”
“In compenso sei una degna figlia di quella puttana di tua madre,  sei debole proprio come lo era lei …”

“HO DETTO STAI ZITTO!!”

Diede un poderoso calcio alla prima cosa che ebbe davanti, senza starci troppo a pensare presa come era da quella conversazione illusoria.
Il vecchio tronco vuoto riverso a terra, che ebbe la sfortuna di trovarsi nella sua traiettoria, volò a diversi metri di distanza in una nuvola di schegge e rametti spezzati andandosi a schiantare contro due alberi vicini.
L’impatto fece cadere una generosa quantità di neve dai loro rami.

“Stai zitto …” ripeté Snow tremando.

Il ghigno di suo padre svanì, lasciandola nuovamente sola con i suoi pensieri e la sua fame.

La sua unica consolazione era che se non altro non avrebbe più fatto del male a nessuno.

Insomma chi avrebbe mai potuto incontrare nel bel mezzo del …

“… Che cosa?!” Snow si irrigidì di colpo.
Le narici improvvisamente dilatate a captare un odore che fino a pochi momenti fa era del tutto assente in quel tratto della foresta. 

Odore di carne!!

Bastò questo a farla scattare.

Quel poco di razionalità che era riuscita a preservare sfumò nel nulla, soppressa dall’istinto di caccia.
Prese a correre, seguendo la scia dell’odore che si faceva più forte ad ogni passo.

Correva ad una velocità assurda, animata da una forza nuova.

Nessuno avrebbe mai detto che solo pochi secondi prima era sul punto di morire.

Ad un certo punto percepì quell’odore dividersi in due toni differenti, uno più forte l’altro più debole.

Poi la sua corsa si arrestò, a poca distanza dalla fonte di quell’odore che l’aveva riportata a nuova vita.

Prese un profondo respiro per calmare il battito cardiaco, dopo di che procedette con più calma, silenziosa, cercando con gli occhi la sua preda.
Occhi che, da grigio scuro che erano in quel momento, mutarono. 

O, almeno, UNO dei suoi occhi.
L'iride sinistra divenne rosso sangue, spiccando in modo inquietante sullo sfondo di una sclera nera che parve diffondersi quasi come un tumore attorno all'occhio, in una serie di capillari scuri sotto la pelle pallida.

Vide un uomo.

Un uomo tutto indaffarato a scavare una fossa in mezzo a tre alberi, ben nascosto alla vista di eventuali curiosi.
Ad ogni vanga di terra smossa si guardava intorno con fare nervoso. 

Accanto a lui vi era un involucro scuro. 

E Snow comprese il perché della differenza fra i due odori.

Non si chiese chi fosse.
Non si chiese cosa stesse facendo, non si chiese il perché …

Sapeva solo che aveva fame, e che quella era la sua preda.

… Attaccò senza pensarci due volte.

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Ecco il prologo per la mia nuova storia su "Ultimate spiderman".
Il personaggio di Snow, o Neve (ho deciso di chiamarla in entrambi i modi quindi non sorprendetevi se mi vedrete usare entrambi i termini, so che vogliono dire la stessa cosa ma molto banalmente mi piace il suono della parola in italiano quindi ... sono strana lo so, non fate domande ^^'), è palesemente ispirato al manga/anime Tokyo Ghoul ma vi dico sin da ora che non questa storia non sarà un crossover.
Al massimo ci potranno essere vaghi cenni ai personaggi e/o gruppi originali, ma per il resto Neve la sua storia l'ha vissuta ben lontano dal Giappone XD


PS
Potrebbero esserci accenni a coppie quali ParkOsborn (vale a dire Peter x Harry), Peter x OC, Luke x Danny e altre ancora non decise.

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Capitolo 2
*** L'inizio (I parte) ***


Neve si svegliò leggermente indolenzita, in particolar modo dalle spalle fin lungo tutta la schiena e la zona dell’addome.
Ma per il resto si sentiva bene ...
... Più che bene, a dirla tutta.

Molto più di quanto non lo fosse il giorno precedente.

I crampi allo stomaco che l'affliggevano il giorno prima erano scomparsi.
Si sentiva soddisfatta, appagata.
 
Aprì gli occhi di scatto.
 
“Ma dove …?”
 
… Non era più nella foresta.
Fu il primo pensiero logico che attraversò la sua mente, e tanto bastò per innervosirla facendola passare in un batter d’occhi da una posizione supina a seduta.
 
I ricordi la investirono come una doccia gelida.
 
Ecco perché si sentiva così soddisfatta, si era ritrovata un banchetto sotto il naso senza nemmeno essere andata a cercarlo.
 
Scosse la testa, guardandosi intorno e quello che vide non le piacque neanche un po’.
Si trovava in una sorta di cella, dove al posto delle classiche sbarre a tenerla rinchiusa c'era una barriera di un qualche tipo di materiale simile al vetro.

Dalla sua posizione poté constatare come la cella desse su di un corridoio dotato di molte altre celle simili.
All’interno era tutto molto semplice ed essenziale.
Le pareti erano ricoperte con un solido rivestimento in acciaio e il mobilio si limitava alla branda dove era seduta, un piccolo tavolo addossato alla parete con sedia associata ed un lavabo.
Tutto rigorosamente in metallo.
 
Oh no, nononono ...
 
Non si trovava dove lei STAVA PENSANDO di trovarsi, vero?!

I suoi timori trovarono conferma quando intravide sulla parete opposta, in quello spazio che separa due celle, il logo rappresentante un'aquila stilizzata in rilievo di metallo scuro dentro un cerchio.
 
Si era svegliata all'interno di una cella dello S.H.I.E.L.D …
 
"Cazzo …!!"
"Vedo che ti sei ripresa" commentò una voce maschile familiare, fastidiosamente familiare.
 
Snow sospirò mentre si tirava su in piedi, alzando le braccia verso l'alto per stiracchiarsi.
A quel punto non valeva la pena prendersela.
Anche perché si sentiva ancora un po' intontita, quanto tempo aveva dormito?! Le sembrava un'eternità, ed accidenti se era scomoda quella branda …!! Non che quello fosse il primo dei suoi problemi al momento, ma bisognava avere un bel coraggio per definire "letto" quell'affare di metallo orizzontale.
 
“Ehi Fury!! Quanto tempo, eh?" si costrinse a sorridere benché non ne avesse la minima voglia.

“Già, due anni” precisò il direttore dello S.H.I.E.L.D.

Snow si avvicinò alla superficie trasparente che la separava dall’uomo, osservandolo di sottecchi.
Non era cambiato di una sola virgola il vecchio Nick.
Stessa pelle scura, stessi capelli inesistenti, stessa benda pirata sull’occhio, stesso sguardo perennemente ingrugnito e stesse braccia intrecciate dietro la schiena con fare austero.
 
“Non è stato facile trovarti” ammise Fury dopo qualche secondo di silenzio “Ti sei nascosta bene”
“Non abbastanza a quanto pare, altrimenti non mi troverei qui” replicò Neve.
“No, dico sul serio, è stato un colpo di fortuna” insistette l’uomo “Non era te che stavamo cercando, ma il tuo spuntino”
 
Snow ricordò vagamente il tizio che aveva avuto l’immensa sfortuna di ritrovarsi nei paraggi dello stesso bosco dove era andata a lasciarsi morire.
 
Sembrava piuttosto nervoso, e questo ancor prima che si accorgesse di lei. 
“Perché lo cercavate?” domandò l’albina.
 
“Informazioni riservate” rispose semplicemente Fury.
 
“Tsk, tipico …” sbuffò l’altra affondando le mani nelle tasche dei jeans.
Jeans che, si accorse, oltre ad essere strappati erano ormai irrimediabilmente imbrattati di sangue secco. 
“Beh, in tal caso mi spiace di aver intralciato i tuoi piani da super spia” affermò “Immagino che delle scuse accorate non bastino”
“In tutta onestà, non potrebbe importarmene di meno della fine che hai fatto fare a quel tizio” la interruppe Fury incrociando le braccia davanti al petto “Era da un po' che lo tenevamo d'occhio, era un trafficante di uomini ed un assassino" continuò "Per il resto, mi rendo conto che averti messo in una cella sia un po’ eccessivo, ma non ero sicuro di come avresti reagito una volta sveglia …”
“Ti serviva per trovare qualcun altro, non è vero?” intuì Neve, ignorando completamente il discorso riguardante la cella, e incominciando a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli, come tendeva a fare di solito quando sprofondava in uno stato particolarmente pensieroso “Un pesce piccolo per trovarne uno più grande” continuò, quasi più a sé stessa che all’altro “Per quale altro motivo se no, lo S.H.I.E.L.D sarebbe andato appresso ad un comune assassino?”
 
Ora ricordava, erano DUE i corpi di cui si era nutrita non uno solo!!
 
Uno lo aveva ucciso lei, spezzandogli l’osso del collo, ma l’altro era già morto.
Si chiese vagamente chi avrebbero mai potuto essere quei due per aver attirato l’attenzione di un’organizzazione importante come lo S.H.I.E.L.D visto che, dopo tutto, quelle che aveva appena detto a Fury erano solo sue ipotesi …
 
Non lo avrebbe mai saputo in quanto Fury decise di cambiare argomento.
“Nel momento in cui mi è stata segnalata la tua presenza in quel tratto di foresta, la missione è passata in secondo piano” disse “Snow, come diavolo sei finita a girovagare per le foreste del Canada?!”
“Lunga storia” tagliò corto la ragazza, sventolando una mano con noncuranza.
“Il Canada è piuttosto lontano dalla Svezia” le fece il direttore, inarcando un sopracciglio.
“Hanno inventato l’aereo per questo, no?”
“Abbiamo rinvenuto il passaporto falso, come te lo sei procurato?!”
“Nick …”
 
Il tono di voce della ragazza si era pericolosamente abbassato nel pronunciare il suo nome.
 
“… Che cosa vuoi da me?”
 
Fury sospirò, andandosi a stringere il divario tra gli occhi col pollice e l’indice.
“La stessa cosa che volevo fare due anni fa ragazza, aiutarti” disse, e il peggio era che sembrava sincero.
 
“Nessuno può aiutarmi” le labbra di Neve assunsero una piega amara.
 
“Questa volta non ti lascerò scappare così facilmente”
“Credi davvero che ti permetterò di tenermi rinchiusa qui dentro, Fury?!”
“Anche fosse? Hai forse qualcos’altro di meglio da fare?”
 
“Sì!! Dedicarmi ai miei propositi suicidi, GRAZIE!!”
 
L’impronta delle nocche dell’albina andò a decorare il lato sinistro del tavolo presente nella cella con un sonoro tonfo metallico.
Se prima era relativamente calma, ora stava cominciando ad arrabbiarsi.
 
Chi diavolo si credeva di essere Nick Fury per decidere cosa fosse meglio o peggio per lei?! Solo perché in passato era stato amico di sua madre?
E CON CIO’?!
 
Non aveva alcun diritto su di lei!!
 
Che cosa avrebbe voluto che facesse lì comunque?
Diventare un agente dello S.H.I.E.L.D?! Rientrare a far parte degli Howling Commandos?! Neanche a parlarne!!
L’ultima volta non aveva funzionato granché, con Blade era un litigio continuo per via dei loro caratteri fin troppo simili, con Werewolf pure (anche se nel suo caso i litigi assumevano la forma fastidiosa delle paternali in cui il 90% delle volte finiva per averla vinta lui), con Frank e l’Uomo Cosa non era riuscita a legare granché visto che, per carità, erano bravi compagni di squadra, ma non esattamente i tipi con cui intavoleresti volentieri qualsivoglia conversazione, e infine c’era quella mummia del cazzo …
… N’kantu, o come diavolo si chiamava.
Lui semplicemente non gli era mai piaciuto, sin dal primo momento aveva provato una profonda antipatia nei suoi confronti.
Una di quelle classiche sensazioni, come si dice? A pelle!!
La mummia vivente non le piaceva, punto e basta, inoltre per qualche motivo il suo istinto le aveva sempre detto di non potersi fidare di quell’ammasso di bende.
 
Insomma, alla fine era riuscita a resistere a malapena un anno insieme a loro e se anche non fosse accaduta QUELLA COSA con suo padre era certa che alla fine se ne sarebbe andata comunque.
 
“Ascoltami, ti prego!!” sbottò il direttore dello S.H.I.E.L.D “Che ne diresti se ti assegnassi a …”
“Agli Howling Commandos?! Puoi scordartelo, una volta mi è bastata!!”
“Ammetto di aver commesso un errore di valutazione pretendendo di inserire una teenager in una squadra di adulti” sospirò Nick, scuotendo la testa “No, la squadra a cui mi riferisco è diversa, speciale”
“Nick, non credo che …”
 
“Anni fa dicevi che avresti ricominciato volentieri gli studi” la anticipò l’altro “Come un’adolescente normale, o forse non desideri più diventare una scienziata …” un lampo di nostalgia attraversò gli occhi scuri “… Come lo era tua madre?”
 
Neve sussultò, colta alla sprovvista.
 
Riprendere gli studi?
Questo sì che aveva colto la sua attenzione.
Finire il liceo, per poi aspirare finalmente a conseguire una laura in scienze con specializzazioni in chimica e biochimica …
 
Quasi si era dimenticata di quanti progetti si fosse lasciata alle spalle.
 
“Riprendere gli studi” ripeté lentamente l’albina, tornando nuovamente a torturarsi una ciocca di capelli arricciandola attorno all’indice.
“La squadra di cui ti ho accennato, l’abbiamo messa insieme da pochi mesi e sono tutti ragazzi della tua età Snow” le spiegò Fury sorridendo “So che la socializzazione non è mai stata il tuo forte ma anche loro frequentano il liceo, potrebbero aiutarti” seguitò “In cambio ti chiedo solo di dar loro una possibilità, che ne dici …?”
 
Nick fece una breve pausa, dove non smise di fissare la giovane che a sua volta non smise di giocherellare con i capelli mentre rifletteva.
 
“… Vuoi riprendere in mano la tua vita?”

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Capitolo 3
*** L'inizio (II parte) ***


“Il signor Parker è pregato di presentarsi subito nell’ufficio del preside!!”

Peter alzò lo sguardo dal compito di algebra che stava svolgendo in sala studio, accanto ad un Harry alquanto frustrato e bisognoso di supporto in quanto stava avendo difficoltà a risolvere lo stesso problema.
L’auto-parlante ripeté il messaggio altre due volte prima di tacere definitivamente.

“Il preside ti vuole nel suo ufficio?” domandò il giovane Osborn stranito.

Che cosa avrebbe mai potuto volere il preside da uno studente modello come Pete? Tre anni alla Midtown High e mai un problema …

L’interpellato fece le spallucce, mascherando con un sorriso la sua perplessità per quella chiamata inaspettata. 

Harry non poteva saperlo, ma se il preside Coulson decideva di convocare Peter Parker nel suo ufficio non era certo per questioni scolastiche.
“Probabilmente sarà qualcosa che riguarda Flash” inventò il castano alzandosi dal suo posto accanto all’amico “Prova a finire l’esercizio senza di me, più tardi lo ricontrolleremo insieme ok?!”

“Ok, cerca di sbrigarti però!!” gli gridò dietro Harry “Lo sai che non ci capisco niente di questa roba”

“Ricevuto!!”

Due minuti più tardi si trovava già di fronte alla porta dell’ufficio di Coulson, preside del suo liceo nonché agente dello S.H.I.E.L.D in incognito.
Posto lì da Nick Fury in persona per, a suo dire, “Tenere d’occhio” lui ed i suoi compagni di squadra quando non erano impegnati in faccende che includessero maschere, super criminali o missioni segrete.

“Ehi Coulson, come mai questa chiamata improvv-…?!” 
Peter si interruppe, sgranando gli occhi nell’accorgersi che Coulson non era da solo nel suo ufficio.

Accanto a lui c’era una ragazza che non aveva mai visto.

Aveva la pelle incredibilmente chiara, di un pallore quasi cadaverico. 
Lunghi capelli bianchi, leggermente mossi verso le punte, le ricadevano sulle spalle dritte con diverse ciocche più lunghe e folte che le coprivano la fronte, in particolar modo verso sinistra nascondendole un’occhio.
Gli occhi erano particolare grigio scuro, che sembrava tendere verso il nero a seconda della direzione della luce.
Il make-up era molto semplice, quasi invisibile, fatta eccezione per il vistoso rossetto blu che contribuiva a dare un pò più di spessore alle sue labbra particolarmente sottili.
Indossava una maglietta blu a maniche lunghe sotto una felpa nera su cui vi era stampata la testa di una pantera a fauci spalancate, jeans grigio chiaro e scarpe da ginnastica blu con dettagli bianchi.
Infine indossava un berretto di lana blu.

Peter si ritrovò a pensare che quel colore (il blu) dovesse piacerle molto, o quanto meno dovessero piacerle i colori freddi, visto il suo look.

“Preside Coulson …” esordì il ragazzo, con tono decisamente più formale rispetto a quello con cui si era annunciato mentre si richiudeva la porta alle spalle.
Si maledisse mentalmente per aver dato per scontato che Phil fosse solo nell’ufficio.
Tutta quella confidenza tra quelli che, ufficialmente, non erano niente più che studente e preside avrebbe potuto risultare quantomeno sospetta ad occhi estranei.

Grazie al cielo però nessuno dei due di fronte a lui sembrò averci fatto caso.

“Ah, signor. Parker!! Eccola qui!!” esclamò Coulson arzillo, prima di rivolgersi alla ragazza “Signorina Hellstrom le presento Peter Parker, uno dei nostri migliori studenti” lo presentò “Signor. Parker, lei è Snow Hellstrom”
“Oh!! Piacere di conoscerti Snow, io sono Peter” sorrise il castano rilassando le spalle.

“Piacere mio, Peter Parker” rispose a sua volta la ragazza, osservandolo di striscio con un’espressione curiosa, quasi assorta.
Peter fece caso solo in quel momento di come, da quando era entrato, Snow non avesse smesso un’attimo di giocherellare con una ciocca dei suoi capelli, strofinandola delicatamente tra il pollice e l’indice.

Fu insolito, pensò il ragazzo.

Il modo attento con cui l’albina sembrava analizzare l’ambiente attorno a lei, cogliendone fin anche il più piccolo dettaglio, senza però aver mai incrociato direttamente i suoi occhi.

Come se rifiutasse il contatto diretto.

Forse era solo timida.

“Allora, ehm …” cercò di intavolare un discorso “Sei … sei appena arrivata?”

“Sì” si limitò a rispondere lei, spostando lo sguardo verso Coulson come se stesse aspettando qualcosa.
Coulson sembrò intuirlo perché riprese la parola.

Gli spiegò che Snow si era appena trasferita alla Midtown e che lo aveva convocato nel suo ufficio per informarlo del fatto che non solo le avrebbe fatto guida nei prossimi giorni, almeno finché non sarebbe stata in grado di orientarsi da sola, ma le avrebbe fatto anche da tutor per tutto il tempo del secondo semestre in quanto, per ragioni personali, la ragazza era rimasta molto, MOLTO, indietro con il programma.
“… Mi auguro che ciò non sia un problema per te” concluse Coulson, anche se dallo sguardo che gli stava lanciando non sembrava avesse facoltà di scelta.   

In tutto ciò Snow non aveva detto una sola parola, limitandosi ad ascoltare in silenzio.

“Beh, io ecco” cominciò Peter strofinandosi il retro della nuca, imbarazzato “Non saprei, cioè, aiuterei volentieri Snow a recuperare ma mi sono già impegnato con Harry, per non parlare poi delle ALTRE cose, sa …” calcò le ultime parole, facendo intendere a Coulson che si riferiva alle sue faccende come Spiderman.

Il preside sospirò, per poi rivolgersi all’albina. 
“Snow, ti dispiacerebbe attendere un momento fuori? Devo scambiare due parole con il signor. Parker”

“Assolutamente” annuì Neve.

Una volta soli Coulson incrociò le braccia davanti al petto.
“Ok Peter, facciamola breve: E’ stato Nick Fury in persona ad iscrivere Snow Hellstrom alla Midtown”
“COSA?! Sul serio?!” squittì il giovane, sgranando gli occhi.
“Proprio così” confermò l’agente appoggiandosi con la schiena al bordo della scrivania “Inoltre ha dato disposizioni affinché Snow venisse registrata negli archivi dello S.H.I.E.L.D come membro attivo della tua squadra”

Ci mancò poco che la maschella di Peter cadesse a terra per lo shock.

Nick aveva assunto una nuova eroina?! 
Aveva deciso di farla entrare nella sua squadra?! L’aveva iscritta nella sua stessa scuola (come aveva già fatto con gli altri del resto)?!
Ma sopratutto aveva fatto tutto ciò senza dirgli NIENTE?!

“C-Cosa?! Ma perché?!” cercò di riprendersi Peter “Chi è quella ragazza?! Da dove viene …?!”

Sapeva di non star dando proprio una buona impressione con quella valanga di domande, alcune quelle quali sarebbe stato più corretto porre alla diretta interessata. 
Ma insomma era di nuova aspirante eroina che si stava parlando, nella sua scuola!! Non si era ancora del tutto abituato alla presenza costante di Ava, Luke, Danny e, beh, quella testa di secchio di Sam!!
Non era certo che sarebbe riuscito a gestire un’altra compagna.

Per carità non aveva niente contro lei, come avrebbe potuto? Non la consceva nemmeno!! Insomma, una possibilità gliel’avrebbe anche data volentieri se non fosse stato per i tutti i problemi che gli altri quattro gli stavano dando ultimamente.

Anche se, pensandoci, probabilmente una compagna in più, una meno, non avrebbe fatto tutta questa gran differenza visto come, ormai, le faccende della sua squadra abbiano invaso la sua vita privata.

“Spiacente ragazzo, almeno per ora queste informazioni sono riservate” rispose Coulson serio “Ciò che più preme a Fury è che Snow si integri senza troppi problemi nella vita scolastica quanto in quella della squadra ed è qui che entri in scena tu” 
“Io?!”
“Sei il leader, si presuppone che faccia tu gli onori di casa presentandola al resto del gruppo” disse Coulson.
“Ho capito, ma perché Fury …”  
“Anche queste sono informazioni riservate, se proprio vuoi saperne di più dovrai chiedere a Fury o alla diretta interessata”

Peter sospirò, sconfitto.
Si grattò la testa, mentre cercava di riordinare la valanga di informazioni che aveva appena ottenuto. 
“D’accordo, del resto chi sono io per discutere il volere del capo supremo dello S.H.I.E.L.D?!”

“Un’ultima cosa Peter” lo fermò Coulson prima che il giovane eroe uscisse dal suo ufficio “Non entrerò nei dettagli, perché non sono di mia competenza però …” esitò un momento “… Snow non ha avuto una vita particolarmente felice ma voglio che tu tenga a mente che, anche quando non ti sembrerà, lei è una brava persona”

Peter corrucciò la fronte, confuso da quello strano discorso.
Perché avrebbe dovuto pensare male di Neve?! Insomma almeno l’80% dei supereroi aveva un passato oscuro, pertanto non l’avrebbe sorpreso più di tanto se anche per lei fosse valso lo stesso. 
E comunque Nick Fury doveva per forza aver visto del buono in lei altrimenti non l’avrebbe reclutata, giusto? 

“Perché dovrei pensare …?”

“Dico sul serio, trattatela bene” lo anticipò invece alla fine il preside, dopo di che tornò al suo posto dietro alla scrivania per dedicarsi ad alcuni documenti. 
Fantastico, ora sì che lo aveva fatto incuriosire!! 

Accidenti a Coulson!!

Peter trovò Neve poco lontano dall’ufficio di Coulson, intenta ad osservare una bacheca su cui erano attaccate decine e decine di fogli riguardanti i diversi club della scuola.

In particolare sembrò essersi fissata sulla locandina del club di scacchi.

“Ehi!!” chiamò Peter, raggiungendola. 
“Oh, sei tu” constatò l’albina voltandosi verso di lui “Tu e l’agente Coulson avete parlato?” 
Peter sbatté le palpebre, non si aspettava fosse così diretta.
“Beh, sì …”
“Allora immagino ti abbia spiegato la situazione”
“Sì”

Passarono diversi istanti di silenzio in cui Peter cominciò a sentirsi lievemente in imbarazzo.
Poi, inaspettatamente, Neve sorrise.

Fu un sorriso strano però.

Non “strano” nel senso di inquietante o forzato.
Peter non avrebbe saputo bene come descriverlo, solo gli parve un sorriso stanco … 
… triste.

“In tal caso, piacere di conoscerti Spiderman” lo sorprese poi, con paradossale tranquillità, come se stesse parlando del tempo. 

Il castano sussultò, per poi guardarsi nervosamente intorno volendo assicurarsi che nessuno l’avesse sentita.
Tirò un sospiro di sollievo trovando il corridoio deserto.
“Ehm, ascolta” prese a sussurrare, intanto che incominciavano ad incamminarsi verso la sala studio “So che sei nuova in questo campo ma ti sarei grato se evitassi di dire ad alta voce chi sono, non è sicuro”

“Il corridoio è deserto” fece notare giustamente lei, continuando a guardare fissa davanti a sé.

Aah, allora si era guardata intorno prima di parlare.

“Sì hai ragione, però preferirei comunque evitare rischi inutili capisci?” sorrise Peter imbarazzato, passandosi una mano fra i capelli “Ad ogni modo, che ne dici di andare a conoscere il resto della squadra?”
“Mi piacerebbe”
“Fantastico!! Prima però non ti spiace se facciamo un salto in sala studio vero? Sai ho mollato il mio amico lì per venire da Coulson e vorrei quanto meno avvertirlo …”

L’albina assentì con un cenno della testa, venendogli dietro silenziosa e leggera come un’ombra.

Fu un po’ inquietante in effetti, il modo in cui lo seguì fin davanti alla porta della sala studio standogli sempre un passo dietro.
Tuttavia non entrò insieme a lui in sala studio, preferendo aspettarlo sull’uscio.

In realtà a Neve sarebbe piaciuto entrare insieme a Peter.
La sala studio sembrava grande e accogliente, con tanti scaffali stracolmi di libri che attendevano solo di essere consultati.
Dio, non vedeva l’ora di ricominciare gli studi!!
Certo recuperare tutto il tempo perso non sarebbe stato facile, avrebbe dovuto impegnarsi molto.
Ma era pronta!! 
Si sarebbe rimessa in carreggiata, niente più fughe, niente più rimpianti, perché dopo questa non avrebbe più avuto una seconda possibilità. 

Ce l’avrebbe fatta, con le sue forze. 

E pensare che solo una settimana fa stava per lasciarsi morire …

“Tutto risolto!!” esclamò Peter strappandola ai suoi pensieri, una volta uscito dalla sala studio “Senti, tra poco sarà ora di pranzo quindi stavo pensando, che ne dici se facciamo le presentazioni a mensa?”

“A mensa …?”

Neve si accigliò, mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Sì, c’è qualcosa non va?” fece il ragazzo perplesso.
Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? O forse era perché aveva già avuto modo di dare un’occhiata al menù della scuola?!

Snow assunse l’espressione tipica di chi cade dalle nuvole e scosse la testa. 

“No, no, assolutamente io …” esitò “Fai come vuoi, del resto sei tu il capo”

“Ooook” mormorò Peter non molto convinto della risposta “Prima tappa, la segreteria per gli orari delle lezioni”

.............................
 
Cronologicamente ci troviamo nella prima parte della prima stagione della serie di “Ultimate Spiderman”, di conseguenza non si può dire che Peter abbia sviluppato quel solido legame di amicizia con i suoi compagni supereroi che vedremo nelle stagioni successive, non ancora almeno.
Di conseguenza è ancora un pò sulle sue, come prenderà l’arrivo si Snow?
Lo vedremo nel prossimo capitolo!! ^^


PS 
Qui l'immagine della mia Snow, fatta con un programma di Doll-Maker!! Che ne pensate?! 

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Capitolo 4
*** L'inizio (III parte) ***


Peter e Neve trascorsero quel quarto d’ora che li separava dalla pausa pranzo discutendo per lo più del programma scolastico di quest’ultima finchè la conversazione andò seneramente avanti per conto suo, spaziando su argomenti diversi.
 
Superata la tensione, la sorpresa e, soprattutto, l’imbarazzo iniziale tipico di quando si comincia a conoscere qualcuno, l’aspirante supereroe aveva avuto modo di constatare che non poteva esserci interlocutrice migliore dell’albina per dare libero sfogo alla sua leggendaria parlantina.
Neve seguì i suoi discorsi con attenzione, mostrando sincero interesse.
Riuscì perfino a strapparle un sorriso, seppur smorzato da quel velo di malinconia che la ragazza sembrava portarsi appresso, quando gli raccontò di come Sam avesse fatto scattare l’allarme nell’aula di chimica, due volte!!
 
“Si direbbe un tipo interessante questo Sam” commentò l’albina osservando diversi studenti passare per i corridoio.
 
Ormai quasi tutti si stavano dirigendo verso la mensa.
 
“Eh dipende dai punti di vista, credimi” affermò Peter, scuotendo il capo.
Solo allora fece caso all’improvviso affollamento nel corridoio, il quale gli ricordandò che fosse giunto il momento anche per loro di avviarsi.
 
Come previsto Peter e Snow trovarono i restanti membri della squadra al loro solito tavolo, due di loro, precisamente Ava e Danny, si erano procurati già il piatto del giorno mentre Luke e Sam stavano aspettando il loro turno per riempire il vassoio poco lontano.
Spiegare la nuova situazione agli altri fu come assistere ad uno spettacolo tragicomico. Ava rimase a bocca aperta in un’imitazione dell’urlo di Munch, Sam quasi non si strozzò con il puré di patate, Luke cadde dalla sedia e Danny fece, beh, in realtà fu l’unico a non dire assolutamente nulla, limitandosi ad osservare Snow con espressione curiosa.
 
“Cough!! Cough!! S-Stai scherzando Parker?!” ansimò Sam, una volta che fu riuscito a liberare la trachea ustruitasi con il puré.
 
Peter incrociò le braccia al petto, sospirando.
“Ti pare che scherzerei su una cosa del genere?! E’ stato Coulson ad informarmi, e Snow sa già perfettamente chi siamo”
 
“Ma … ma perché Fury non ci ha informati?! Insomma una nuova compagna, senza offesa eh” si premurò di aggiungere Luke rivolto a Neve, che per tutto il discorso non aveva proferito una sola parola.
“Nessun problema Powerman, comprendo la vostra sorpresa” disse l’albina “Del resto non si può dire che sia stata una cosa ponderata, Fury mi ha fatto una proposta e io l’ho accettata, niente di più”
“Conosci Fury?!” esclamò Sam.
“Mi pare evidente che lo conosca idiota!! O non sarebbe qui a parlare con noi” sibilò Ava, lanciando un’occhiataccia al compagno di squadra.
 
“Sì, si può dire che io conosca Fury abbastanza bene” rispose tranquillamente Snow “Ad ogni modo se per voi la mia presenza rappresenta un problema, posso sempre …”
 
“Assolutamente no” affermò Peter dimenando con fare esagitato le mani davanti al petto “Nessun problema Snow!! Siamo solo un pò sorpresi tutto qua, non è così ragazzi?”
 
I ragazzi si scambiarono un’occhiata incerta tra loro, ma alla fine annuirono.
 
“Comunque sia” incominciò Neve dopo qualche momento di silenzio imbarazzante “Sentitevi pure liberi di riparlarne all’Eliveivolo direttamente con Fury, insomma per non avere problemi”
“Tranquilla Snow” replicò Pete con un sorriso gentile “Nessuno avrà problemi con te”
 
L’albina lo guardò incuriosita.
Fatta eccezione per lo shock iniziale quel ragazzo, Spiderman, sembrava aver preso abbastanza bene la sua presenza nel gruppo.
Certo, Fury le aveva detto che si trattava di un giovane molto alla mano, seppur un pò timido agli inizi, però aveva anche capito che le cose con i suoi compagni non stavano andando esattamente rosa e fiori.
A pensarci bene poteva dire di capirlo, o per lo meno provarci.
Non doveva essere stato facile per un eroe auto-didatta, che era già sul campo da un po’ (due anni stando a quel che le aveva detto Fury), accettare all’improvviso una serie di regole rigide come quelle dello S.H.I.E.L.D, il controllo costante, e dei compagni inesperti che lo obbligavano a far coincidere la sfera “lavorativa” con quella privata.
 
Specie in un periodo come quello dell’adolescenza, dove si sente il bisognoso di avere i propri spazi.
  
Dal canto suo Peter stesso era sorpreso di come stesse prendendo bene la situazione.
Quella ragazza gli stava facendo una buona impressione, e non lo pensava solo perché lo aveva ascoltato blaterare per più di un quarto d’ora senza mai intimargli di chiudere il becco!!
Ovviamente era ancora presto per dare giudizi.
Per di più non era che Neve si stesse aprendo granché, ma immaginava fosse normale considerando che si erano appena conosciuti.
 
Non pretendeva certo di farsi raccotare la storia della sua vita al primo incontro, anche se Coulson lo aveva lasciato con un sacco di domande in mente.
 
“Allooora, tu unirai a noi per la gita didattica di domani?” domandò Ava a Snow, forse sperando così di rompere il ghiaccio con la nuova arrivata che si era nuovamente chiusa nel silenzio.
Semplicemente, ad un certo punto, aveva tirato fuori un libro di chimica dalla sua borsa a tracolla e si era messa a leggerlo, senza più prestare attenzione a loro e …
 
… Neanche al suo pranzo a quanto pareva, visto che aveva ingerito sì e no un paio di bocconi del suo panino.
 
“Neve?” chiamò Peter.
Snow alzò lo sguardò dal capitolo cinque del libro, sbattendo le palpebre.
“Uh? Oh, scusatemi” mormorò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio imbarazzata “Mi avete chiesto qualcosa?”
 
“Non hai fame?” domandò il castano anticipando Ava che stava per parlare.
Gli indicò il piatto dove giaceva ignorato un’invitante cheeseburger con contorno di insalata.
 
Snow sussultò, guardando il suo piatto “N-No in effetti, non proprio …”
 
Peter fece per replicare ma Neve lo batté sul tempo, rivolgendosi alla ragazza di origini caraibiche.
 
“Stavi dicendo qualcosa su una gita didattica?”
“Sì, scommetto che Peter non te l’aveva ancora detto” ghignò Ava lanciando un’occhiata al ragazzo.
“Ehm, forse perché non c’è stato il tempo materiale per farlo?” ribatté l’altro.
 
“Non fa niente, ora che ci penso Coulson me ne aveva già accennato” Neve sorrise dolcemente “Al Brooklyn Museum, giusto?”
 
“Già” fece Luke, alzando gli occhi all’idea “Il lato positivo è che dopo avremmo l’intera giornata libera, quello negativo è che ci chiederanno una tesi”
“Coraggio amico, l’esperienza è il cibo dello spirito …” affermò Danny criptico.
“… Che cresce e prende forma in base alle scelte di ogni individuo” concluse inaspettatamente Snow, guadagnandosi un occhiata sorpresa da parte degli altri, in special modo del biondo.  
 
L’albina abbassò lo sguardo con fare dispiaciuto “Ho detto qualcosa di sbagliato?”
 
“Niente affatto” la rassicurò Iron Fist sorridendo “Solo non mi aspettavo terminassi la frase, sei pratica di filosofia orientale?”
“Non proprio, ho letto dei libri”
“Ti piace leggere?” chiese Peter, cogliendo l’occasione al volo per far aprire un po’ la nuova compagna.
“Molto, purtroppo come già sai il mio percorso scolastico non è stato granché lineare e ho cercato di rimediare leggendo il più possibile sui più svariati argomenti”
“Ti sei appasionata a qualche campo in particolare?” domandò Danny.
“Ho una predisposizione nelle materie scientifiche”
“Sul serio?! Anch’io” sorrise Peter.
“Grandioso, un’altra nerd” si lamentò giocosamente Sam a prezzo, però, una gomitata da parte di Luke.
 
Snow sorrise leggermente.
 
Continuarono così per tutta la durata della pausa pranzo, finché non venne il momento di separarsi per frequentare le ultime due ore della giornata.
Peter e Snow si diressero verso l’aula di biologia mentre Luke, Danny e Sam avevano letteratura inglese.
 
Ava infine, avendo un’ora di buco, pensò di sfruttarla in sala studio per portarsi avanti con i compiti.
 
Avevano quasi raggiunto l’aula quando vennero intercettati dal personale incubo di Peter, Flash Thompson.
 
“Pavido Parker!!”
La massiccia figura del giocatore di football di punta della scuola gli apparve davanti all’improvviso.
Peter si esibì un profondo sospiro, che rese Snow alquanto perplessa.
 
“Grandioso, proprio ciò che ci voleva” brontolò.
 
“Ti stavo giusto cercando” esclamò Flash scrocchiandosi le nocche “Sai che ore sono?!”
 
“Ehm, l’ora di biologia?” buttò lì il castano, quasi rassegnato nonché perfettamente consapevole di come sarebbe andata a finire.
L’unica cosa che lo infastidiva era che dovesse accadere proprio davanti a Snow.
“No!!” rispose infatti il bullo con un ghigno divertito “E’ l’ora di fare un bel viaggetto nell’armadietto”
“Evviva …”
 
Neve sbatté le palpebre, colta alla sprovvista, come vide il ragazzone biondo passare il braccio muscoloso attorno al collo del suo capo squadra, come a volergli dare un nocchino, e trascinarlo di forza verso un armadietto specifico, ovvero l’unico della fila ad avere la serratura rotta.
La mano della ragazza scattò ancor prima che il cervello desse il comando ai muscoli, acchiappando Flash per il colletto della giacca sportiva.
 
“Eh?!” fece il biondo sentendosi trattenere.
Si guardò alle spalle, incontrando così gli occhi scuri di Neve con un’espressione sorpresa.
 
“Chiedo scusa” esordì lei pacata “Che cosa avresti intenzione di fare esattamente?”
 
“Uh? Oh, non preoccuparti dolcezza!!” esclamò Flash noncurante “Io e il pavido Parker stiamo solo giocando, giusto amico?!”
 
“Flash, mi stai strozzando” si limitò a sibilare Peter, rotenado gli occhi.
 
Il comportamento passivo del giovane in merito alla situazione confuse ancor di più Snow.
 
Si vedeva lontano un miglio che era infastidito, ed era altrettanto chiaro che la posizione a cui il bullo lo stava costringendo a adeguarsi (ovvero con la schiena piegata e il suo avambraccio che gli schiacciava la trachea) non fosse per niente comoda, eppure non stava facendo nulla per opporvisi.
Era Spiderman!! Avrebbe potuto ribellarsi in qualsiasi momento.
Avrebbbe potuto prendere Flash per il collo e sbattere lui dentro il famoso armadietto, il tutto senza neanche versare una goccia di sudore.
 
Invece, per qualche motivo, si stava lasciando strapazzare apposta.
 
Perchè?
 
“Sei nuova? Non mi sembra di averti mai vista in questi corridoio” ammiccò Flash con fare lascivo “Altrimenti ti assicuro che non ti avrei dimenticata”
“Effettivamente questo è il mio primo giorno alla Midtown” replicò Snow, socchiudendo gli occhi “E il ragazzo che stai maltrattando in questo momento è stato chiamato  dal preside affinché mi facesse da tutor”
 
“Chi? Il pavido Parker?!”
 
“Proprio così …”
 
L’albina diede un’improvviso strattone al colletto della giacca di Flash.
La forza con cui lo fece fu tale da far quasi sbilanciare il biondo che per non perdere l’equilibrio si trovò costretto a lasciare Peter.
“… Pertanto ti sarei grata se lo lasciassi in pace”
La voce della ragazza si era fatta gelida, tagliente, con qualcosa di più oscuro del classico tono che non ammette repliche tanto che perfino Peter ne restò inquietato.
 
Anche Flash sembrò avere la stessa opinione, poiché prese ad indietreggiare di qualche passo.
 
“Wow amica, non c’è bisogno di scaldarsi …”
 
Più che “scaldarsi”, Peter pensò che “raffredarsi” sarebbe stato il termine più adatto per descrivere quel repentino cambio d’atteggiamento in Neve.
Difatti, per quanto bizzarro, era proprio il fatto che la ragazza anziché animarsi, fosse per rabbia o sdegno, stesse diventando sempre più INESPRESSIVA a far rabbrividire entrambi i coetanei.
Come se qualsivoglia traccia di emozione, di vita, le fosse defluita dal volto.
 
“Ho appena appurato che la tua presenza mi risulta alquanto sgradevole” lo informò Snow incolore.
 
“E’ tutto ok Snow” decise di intervenire Peter, appoggiandole una mano sulla spalla “Flash se ne stava andando, vero?”
“Per questa volta ti è andata bene Parker” sbuffò Flash, ficcandosi le mani in tasca nel goffo tentativo di apparire disinvolto malgrado il crescente disagio “Sarà per la prossima volta”
 
E detto ciò se ne andò.
 
Il castano tirò un sospiro di sollievo, rasserenato dall’essere riuscito ad evitare che la situazione degenerasse in modo inaspettato.
Guardò Neve, la quale non smise di fissare la direzione in cui si era avviato Flash.
 
“Perché lo hai fatto?” domandò ad un tratto l’albina.
 
“Fatto cosa?”
 
“Perché non hai reagito?” precisò Snow, girandosi finalmente a guardarlo.
Sembrava tornata come prima, sempre con quella sua aria malinconica ma i lineamenti del suo viso si erano addolciti, apparendo più UMANI di quanto non lo fossero sembrati pochi istanti prima.
“Sei più forte di lui, avresti potuto farlo” continuò “Avresti potuto difenderti, perché non lo hai fatto?”
“Beh, se lo avessi fatto non sarei stato diverso da lui, non credi?” rispose Peter “Inoltre ho un identità segreta da difendere, Flash non è esattamente un genio ma se di punto in bianco reagissi alle sue prepotenze in stile Spidey non impiegherebbe molto a fare due più due”
 
“… Capisco”
 
Restarono per qualche istante in silenzio.
 
In realtà Snow non capiva, non completamente.
Tuttavia pensò non fosse opportuno insistere ulteriormente, almeno per quel giorno, avrebbe soddisfatto la sua curiosità un’altra volta.

Ora era meglio andare in classe.

.......................

Quarto capitolo!! 
Cominciamo a conoscere Neve, ma stiamo soltando grattando la superficie!!
Vedremo cosa accadrà nei prossimi capitoli ^^

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Capitolo 5
*** Una gita molto movimentata (I parte) ***


“Un’antica pietra runica …” esordì Coulson mostrando la suddetta, accuratamente conservata all’interno della sua teca, con un ampio movimento del braccio. 

“… Si è soliti pensare che le leggende di Asgard appartengano alla mitologia, nomi come Odino, Loki e ovviamente il possente Thor” 
Neve sentì delle risatine chiaramente femminili provenire dalle file più indietro, seguite da diversi commenti quali: “Oh, Thor!! Quanto mi piacerebbe essere la sua ragazza”, o “E’ il membro più affascinante degli Avengers”, o ancora “Se me lo chiedesse non esiterei un secondo a sposarlo”

Inarcò un sopracciglio.

Era consapevole di chi fosse Thor, aveva anche presente il suo aspetto fisico e non negava che si trattasse indubbiamente un bell’uomo.
Tuttavia quei discorsi la lasciavano alquanto perplessa.
Non riusciva a comprendere come si potesse desiderare di costruire un rapporto con qualcuno che, per quanto famoso, restava comunque un perfetto sconosciuto.
Ok, era un Dio.
Ok, era un eroe.
Ok, era un Avenger.
Ok, era biondo, occhi azzurri, tutto muscoli, e dotato perfino di un titolo nobiliare (e quello di principe di Asgard era solo uno dei tanti).

Ma al di là di questa patina dorata, cos’altro conoscevano di lui?

Per quel che ne sapevano in privato il tanto decantato Dio del tuono poteva anche essere un’antipatico arrogante, superbo, viziato e con chissà quali altri difetti.

Il punto era che non si finiva mai di conoscere una persona.
Ed anche quando pensi di conoscerla, ci sarà sempre qualcosa di lei che, forse, non saprai mai.

“Ti stai annoiando?” domandò scherzosamente Peter, strappandola ai suoi pensieri.
“Eh? Oh, no!! Al contrario” si riprese l’albina accennando un sorriso “Trovo che la spiegazione di Coulson sia molto interessante, mi sono sempre piaciuti i racconti e le leggende antiche”

Era anche molto emozionata a dire il vero, considerando che quella era in assoluto la prima gita didattica a cui aveva l'opportunità di partecipare.

“Sei l’unica mi sa, a parte Ava e Danny forse” ridacchiò lui accennando agli altri membri della squadra, i quali insieme a Luke e Sam si erano avvicinati alla pietra runica per vederla meglio. 

“Secondo voi che c’è scritto sulla pietra?” domandò Sam palesemente annoiato, trattenendo a malapena uno sbadiglio.

“Ho studiato i testi antichi quando era a K’un-Lun, fammi vedere” si offrì Danny, avvicinando il volto alla superficie trasparente della teca per osservare le incisioni sulla pietra “Guerriero, hai tu forse paura del duro inverno che …?!”
Non fece in tempo a completare la traduzione che la pietra si illuminò, sprigionando un bagliore accecante!!

La temperatura si abbassò improvvisamente mentre nel settore dedicato ai reperti vichinghi del museo il vento prese a turbinare furioso, sollevando piccoli fiocchi di neve insieme alle urla spaventate degli studenti. 
  
“Ma che diavolo …?!” si sentì esclamare Sam.

“Questo non c’era sull’opuscolo che mi hanno dato all’ingresso!!” squittì Peter, sgranando gli occhi “Il tuo per caso accennava niente in proposito?”
“Direi di no …” mormorò Snow altrettanto stupita. 
Davanti a loro si eresse un gigante dalla pelle blu, ricoperto su spalle, avambracci e stinchi da delle specie di protezioni fatte interamente di ghiaccio.
Un perizoma di metallo sembrava il suo unico abbigliamento, insieme ad un elmetto.

La creatura ruggì, alzando le poderose braccia al cielo, e creò fra le sue mani una clava fatta interamente di ghiaccio con la quale incominciò a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro.

In preda al panico, i civili si accalcarono disordinatamente tra loro nel tentativo di fuggire dall’ala vichinga. 

Solo i cinque aspiranti eroi rimasero dove erano.
 
“Da questa parte, sbrigatevi!! Nessuno deve restare indietro!!” gridò il preside Coulson indicando agli studenti la via d’uscita. 

“Tocca a noi ragazzi!!” affermò Sam con un ghigno, quasi felice della piega che aveva preso la situazione.
“Che roba è quella?!” chiese Danny.
“Hai letto la roccia” replicò Luke facendo le spallucce “Non c’era scritto qualcosa in merito al duro inverno?”
“Mentre voi continuate a discuterne io vado ad affrontare il gigante” disse Peter sfilandosi la maglietta sotto cui era celata la parte superiore del suo costume da Spiderman.

“Ah sì?! Mettiti in fila!!” 
Ava, o meglio, White Tiger si era già cambiata in un lampo, trovandosi faccia a faccia con il gigante blu.

“Sciogliamo questo ghiacciolo!!” esclamò Spidey saltandogli sopra, in cerca del punto migliore per attaccarlo.
Provò ad accecarlo con una ragnatela ma il gigante, la cui attenzione venne catturata da Nova per via di un raggio di energia che gli aveva appena sparato addosso, abbassò la testa al momento sbagliato, mandando il colpo a vuoto.

“Accidenti!!” imprecò l’aracnide, schioccando le dita indispettito.

“Rilassati arrampica-muri, ci penso io!!” annunciò Nova lanciandosi contro il mostro a tutta velocità.

Peccato che quest’ultimo sembrò scambiarlo per una palla da baseball, ricacciandolo violentemente all’indietro con un colpo ben assestato della clava.
“AARRGH!!” gridò il razzo umano finendo con lo schiantarsi contro una teca.

“Deve avere un punto debole” rifletté Iron Fist provando ad avvicinarlo alle spalle.
Purtroppo il gigante di voltò di scatto, cogliendolo alla sprovvista se non fosse stato per Luke, il quale bloccò prontamente la mazza di ghiaccio prima che questa calasse addosso al maestro di Kung fu.
“Amico, non credo che questo sia il momento migliore per pensarci!!” sibilò Luke, digrignando i denti per via del peso che era costretto a sostenere.
“Iron Fist non aspettare la mossa perfetta” rimproverò White Tiger.

In tutto ciò Snow non si era ancora mossa.
Si era limitata a togliersi i vestiti civili, nascosta dietro ad una colonna, lasciando il posto ad una tuta aderente nera e blu, semplice, senza icone o simboli di sorta.
Attorno gli avambracci possedeva delle protezioni in metallo blu.  

Infine una sorta di lungo ed ampio nastro blu le circondava la vita, svolazzando morbidamente attorno alle sue gambe.

Osservò i suoi compagni di squadra, la testa inclinata di lato, con fare quasi assorto.

Se avesse dovuto usare un aggettivo per descriverli, “disorganizzati” le sembrava il termine più adatto.
Anche “Confusionari” rendeva bene l’idea.

Attaccavano ognuno per conto suo, dando fondo a tutto il loro arsenale a tentativi, senza curarsi delle azioni degli altri.

Gli unici che parevano, quantomeno, provare a pensare ad un piano d’attacco erano Iron Fist e Spiderman. 
Solo che il primo ci impiegava troppo tempo, e per questo rischiò più volte di farsi colpire, mentre il secondo era troppo distratto dal tenere d’occhio gli altri, accertandosi che non si facessero del male. 

White Tiger venne sbalzata all’indietro da un colpo del gigante, passando nel volo proprio accanto a Snow che non fece una piega.
“Di questo passo non riusciranno mai a vincere” considerò piuttosto tra sé e sé.

“Non siamo riusciti a scaldarlo” commentò Luke.

“Tu dici? Forse non siamo stati abbastanza affettuosi” ironizzò Spiderman “Cerchiamo di fargli capire quanto lo stimiamo”
Detto ciò spiccò un balzo, agganciandosi al soffitto con una ragnatela.
Il gigante lo intercettò e, con la mano libera, lanciò un raggio ghiacciato che congelò la sua ragnatela spezzandola. 
“WOoah!!” 
L’aracnide capitombolò proprio ai piedi del gigantesco uomo delle nevi, il quale alzò la mazza fin dietro la testa, pronto a calarla su di lui.

“SPIDEY!!” gridarono Iron Fist e Luke all’unisono. 

Peter chiuse istintivamente gli occhi aspettando il colpo …
… che non arrivò mai.

“M-Ma che …? SNOW?!”

Proprio lei.

La ragazza si era portata avanti a Spiderman così velocemente che gli altri non l’avevano neanche vista muoversi.
La clava del gigante? Bloccata a metà percorso, con un braccio solo!! 

“Stai bene?” chiese l’albina, senza che trasparisse alcun tipo di sforzo nella voce.
“W-Wow, sì grazie mille!!” si rimise subito in piedi Spidey, cogliendo al volo l’occasione per lanciare (finalmente) una ragnatela sul muso del gigante.
Questo ruggì, portandosi una mano al volto per cercare di togliersi di dosso la fastidiosa roba appiccicosa che gli oscurava la vista.

“Aaaaccidenti!!” fischiò Nova colpito.

Tutti e cinque lo erano.
Effettivamente si erano chiesti che tipo di poteri possedesse Snow, del resto si erano conosciuti solo il giorono prima, ma delicata e magrolina com’era si aspettavano qualcosa di più, come dire? Soft!! 
Tipo qualcosa che riguardasse la mente o simili.

Non si aspettavano di certo FORZA BRUTA!!

Powerman in particolare quasi ci rimase male vedendo con quanta facilità la ragazza reggesse il peso della mazza ghiacciata, con in aggiunta la forza del gigante stesso, quando lui aveva dovuto faticare per tenerlo.
Quali altre sorprese avrebbero dovuto aspettarsi dalla nuova alleata? 

“Meglio se ti allontani” consigliò Snow a Spidey, in quanto era ancora il più vicino.
“Cosa!? Ma …”

“Fidati di me” rispose soltanto l’albina, sorridendo leggermente. 

Ci fu qualcosa di rassicurante nel suo sguardo che portò Peter ad annuire, facendo cenno anche a gli altri di restare indietro.

Neve riportò la sua attenzione al suo gelido avversario e, caricando la forza necessaria sul braccio, spinse via la mazza.
Il gigante si esibì un rabbioso urlo di guerra, sollevando le braccia al cielo nel tipico atteggiamento che ci si sarebbe aspettato da un primitivo, e fece per calare di nuovo la mazza su Snow.
Tuttavia lei non gliene diede il tempo.
Si lanciò addosso a lui, tenendo le braccia sollevate per proteggersi il volto, in un placcaggio dalla potenza degna di un ariete.
Lo centrò nella zona del ventre, scagliandolo contro la parete davanti.

Il muro cedette ed entrambi finirono nell’area del museo che si trovava dall’altra parte, alzando un polverone tra calcinacci, pezzi d’intonaco e arredamento random. 

“Mi sa che sei appena stato rimpiazzato Powerman” punzecchiò Nova fluttuando accanto al nominato.
“La fortuna del principiante” borbottò Luke imbronciato.
“Via amico, stavo solo scherzando!! Non sarai mica geloso?!”
“La nostra novizia è forte, su questo non c’è alcun dubbio” si fece sentire Iron Fist, sinceramente impressionato.
“Forte o meno, non è il caso di lasciarla da sola ad affrontare quell’abominevole coso delle nevi!! Non trovate?” esclamò Spidey, avviandosi per primo verso la voragine che l’albina aveva aperto sulla parete buttandoci contro il gigante. 
“Non saprei testa di tela” disse Nova seguendolo “La nostra amica sembra avere tutto sotto controllo”

“Non è questo il punto” ribatté White Tiger “Siamo una squadra, dobbiamo combattere insieme!!”

Difatti la battaglia era tutto fuorché conclusa.
Anche se non si poteva negare che Snow se la stesse cavando più che bene, schivando i colpi di un gigante sempre più infuriato che ora la minacciava con un ascia di ghiaccio al posto della mazza.
“Ehi fiocco di neve, QUASSU’!!” gridò Nova scaricandogli addosso una serie dei suoi raggi d’energia.

Neve ne approfittò per corrergli incontro e, forte della spinta, si esibì in una spettacolare rovesciata in avanti che si concluse in un calcio a piedi uniti contro il petto del gigante.

Il mostro barcollò pericolosamente, intontito, divenendo una facile preda per il pugno d’acciaio di Danny.

“Così ragazzi, l’abbiamo quasi steso!!” esultò Spiderman, utilizzando le sue ragnatele per far perdere definitivamente l’equilibrio già precario del gigante.

Ce l’avevano davvero quasi fatta!! 
A quanto pareva l’intervento di Neve si era rilevato fondamentale per arrivare a quel punto.

Mancava solo il colpo di grazia …

… Colpo che però venne rubato loro dall’improvviso rimbombo di un tuono.

....................................

Eccomi con il quinto capitolo!! ^^
Da questo momento in avanti le vicende seguono, più o meno, il corso degli eventi della serie che parte dalla nona puntata ("Gita didattica" per l'appunto, con la partecipazione del Dio del tuono in persona XD) della prima stagione di Ultimate spiderman.
Ovviamente con le modifiche che la presenza di Neve provocherà.
Ci vediamo al prossimo capitolo gente!!

PS
A proposito di modifiche, mi sono dimenticata di precisare che la mia storia non terrà conto delle puntate dedicate al personaggio di Venom.
La questione Harry/Venom è l'unica cosa che sinceramente non sono riuscita a perdonare a questa serie, pertanto vi avverto che a breve farà la sua comparsa il buon vecchio EDDIE BROCK!!
Detto ciò, alla prossima!! ^_- 

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Capitolo 6
*** Una gita molto movimentata (II parte) ***


Ok, bisognava ammetterlo.

Thor sì che sapeva fare un’entrata in scena!!
Questa poi fu di tutto rispetto, una solenne, lenta, discesa dal lucernario del museo circondato da una pioggia di fulmini e schegge di vetro fino ad atterrare con un roboante colpo di martello. 
Neanche una rockstar!!

“Ragazzi ma quello è …?!” esordì Powerman incredulo.
“Non ci credo!!” esclamò Spidey sgranando gli occhi sotto le lenti della maschera “Thor, QUI??!!”

“PER ASGARD!!” gridò il dio del tuono alzando il fedele martello, crepitante di fulmini, contro il gigante.
Anche Snow sbatté le palpebre impressionata, ma quando fece per lanciarsi in direzione dell’eroe per dargli man forte questo alzò il palmo aperto davanti a sé, come ad intimarla di fermarsi.
Lei e tutti gli altri che stavano per fare la stessa cosa.

“State indietro!!” affermò infatti Thor “Le faccende di Asgard non sono adatte a dei ragazzini stranamente abbigliati”

“Ci ha … ci ha chiamati RAGAZZINI?!” ringhiò White Tiger, contrariata dalla scelta di parole dell’Avenger.
“Stranamente abbigliati?” seguitò Powerman inarcando un sopracciglio.  
“Per l’ultima cosa sono certo si riferisse a te, testa di secchio” commentò Spiderman ironico,  facendo le spallucce.
“EHI!!” 

Morale della favola, malgrado le proteste il gruppo di giovani eroi non poté fare altro che assistere, come fossero stati semplici spettatori, al breve scontro tra il gigante e il principe di Asgard.
Scontro che, ovviamente, si concluse con la vittoria di quest’ultimo.
“Oggi la fortuna è stata buona con voi, avreste potuto farvi male” disse Thor, una volta battuto il gigante.

“Thor, ti assicuro che sappiamo badare a noi stessi” replicò l’aracnide a nome di tutti.
“Certo” lo assecondò l’altro, col tono paziente (e forse vagamente cansonario) di qualcuno che si sta rivolgendo a dei bambini piccoli “Sono certo che un giorno diventerete degli ottimi guerrieri” continuò poggiandogli una mano sulla spalla “Ora andate, cercate il figlio di Coul e ditegli che finalmente il trambusto è terminato”
“Il figlio di Coul?!” ripeté Spiderman perplesso.
“Penso si stia riferendo a Coulson” dedusse Neve, arricciando una ciocca di capelli bianchi attorno al dito mentre scrutava, in modo quasi analitico, il dio.
“Coulson?! Ti ha chiamato lui?!”
“Non avevamo bisogno del tuo aiuto!!” intervenne la tigre bianca stizzita “Non l’avrai notato ma siamo una squadra piuttosto solida”
“Wow, vacci piano!!” la riprese il tessi-ragnatele “Lascia che parli il capo della squadra” 
“Se tu sei il capo squadra, allora comportati come tale e non fare tutto da solo testa di tela!!” replicò l’altra.
“Ehi!! Ti ricordo che IO ho il compito di comandare, TU quello di ascoltare!!” ribatté Spidey particolarmente risentito, forse perché sentitosi sminuito dall’atteggiamento noncurante della compagna di squadra.

In tutto ciò però Thor si era allontanato, senza che nessuno del team ci avesse fatto caso presi com’erano dal litigio in atto fra la tigre e il ragno.
Nessuno eccetto Snow, che invece seguì l’Avenger con sguardo attento.
Lo vide raggiungere il corpo esanime del gigante ed abbassarsi con un ginocchio accanto ad esso. 

Il dio del tuono aggrottò improvvisamente la fronte, come se si fosse accorto di qualcosa a cui prima non aveva fatto caso.

Per qualche motivo Neve cominciò ad avere una brutta sensazione in merito.

“Che cos’hai attorno al collo gigante?” sentì borbottare Thor.
Ebbene che cosa fosse quella particolare pietra esagonale, incisa di rune, con al centro incastonata una gemma verde fluorescente, lo scoprì nel modo più doloroso possibile in quanto, nel momento esatto in cui la sfiorò con le dita, essa sprigionò un’aurea verdastra che lo avvolse totalmente.
Fu il suo urlo di sorpresa, misto a dolore, che distolse il resto del team dai loro battibecchi.

Ma quando raggiunsero Thor era già troppo tardi.

Al posto del principe di Asgard i ragazzi si trovarono davanti nientemeno che RANOCCHIO!!

“Ehm ragazzi, sono io o lo state vedendo anche voi?” domandò Nova esitante.
“Una rana con indosso la stessa armatura, il mantello e l’elmetto di Thor?!” rispose Spiderman altrettanto sconcertato “Con in mano (o meglio, la zampa) il suo martello miniaturizzato? Beh, sì!! Direi che lo stiamo vedendo anche noi”
 
Anche Neve non poté negare il suo stupore di fronte una scena simile e lei poteva dire di averle viste parecchie, di cose strane, nella sua vita giovane vita.

La rana si guardò ed i ragazzi ebbero modo di intuire, mediante i suoi vari cambiamenti di espressione che, nonostante la nuova forma, se non altro l’Avenger sembrava aver conservato la sua mente umana.
Da prima videro sconcerto, poi panico, ed infine furia.

Furia accompagnata da una poderosa martellata contro il pavimento che fece tremare l’intero museo.

“Thor!! Ma che … che cosa diavolo ti è successo?!” domandò Spidey per tutti.

“C’è solo un essere nei nove mondi che avrebbe potuto realizzare questa stregoneria …” ringhiò Thor, socchiudendo gli occhi adirato.
“Ehm, il mago di Oz?” tirò ad indovinare Powerman.
“… Il mio malvagio fratellastro, LOKI!!” corresse l’anfibio lanciandogli un’occhiataccia.

Fu così che Thor dovette spiegare la sua complicata situazione familiare, raccontando ai ragazzi della sete di potere di Loki, che più volte lo aveva portato a tentare alla vita del loro padre Odino pur di conquistare il trono di Asgard e dominare sui nove mondi.
Man mano che parlava, Neve non poté fare a meno di notare quanto l’asgardiano sembrasse curarsi più di quanto le azioni del fratello avessero, anche solo, intaccato il suo orgoglio piuttosto che del pericolo reale che le medesime rappresentassero per i nove regni. 

“Devo tornare immediatamente ad Asgard!!” concluse la rana dando le spalle al gruppo di eroi.

“Ehm senza offesa Thor, ma non è che tu sia esattamente nella posizione più adatta per vendicarti” cercò di farlo ragionare Spiderman “Lasciaci venire con te” 
“Dove sto andando non è posto per i mortali!!” ribatté Thor secco, sempre con quell’atteggiamento di superiorità che si era trascinato fino a quel momento e che, francamente, stava cominciando a dare sui nervi a Snow.
“Thor, hai detto che Loki vuole conquistare i nove mondi” disse White Tiger seria “La terra è uno di questi, no?”
“Appunto, e poi non dimentichiamoci di questo piccolo, minuscolo, particolare: Tu ora caro Thor sei una RANA!!” esclamò Spiderman allargando le braccia. 

“Forse dovremmo lasciargli fare come meglio crede, se intende affrontare suo fratello da solo chi siamo noi per impedirglielo?” affermò d’un tratto Neve, attirando l’attenzione generale su di sè.

“Come hai detto, scusa?” replicò Powerman, allibito.
“Snow, non starai dicendo sul serio?!” aggiunse Iron Fist, più pacato ma non per questo meno stupito del compagno dinnanzi all’improvviso cambio d’atteggiamento dell’albina.
Eppure non c’era traccia di sarcasmo nella sua espressione, al contrario, sembrava estremamente seria mentre fissava dall’alto verso il basso il ranocchio.

“Se il qui presente Thor è disposto a mettere a repentaglio la sicurezza dei nove mondi per la sua ridicola sfida con Loki a “Chi ce l’ha più lungo” è una sua scelta” disse Snow gelida “Così come sarà sua la responsabilità quando perderà”
La schiettezza delle sue parole, nei confronti di quello che, in fin dei conti, restava pur sempre un Avenger, lasciò i compagni di squadra a bocca aperta.
“QUANDO perderò?!” sbottò il dio del tuono, gonfiando indignato le ambie guance da rana “Bada come parli ragazzina!! Io sono ancora Thor il tonante e Loki dovrà affrontare la mia …!!”
Da morire dal ridere il modo in cui si interruppe da solo al passaggio di una mosca vagante, catturandola con la lingua. 

“… La tua saliva cattura-mosche?” sibilò Neve tagliente, socchiudendo gli occhi in due brecce di d’acciaio “Oh sì, sono certa che Loki tremerà di paura vedendoti”

“Ok, ora basta” si mise in mezzo Spidey, preoccupandosi di alzare le mani in segno di pace fra i due litiganti.

Tenne d’occhio Thor in particolare, che fra i due era decisamente quello che si stava infuriando di più, ferito nell’orgoglio.
Al contrario Snow, proprio come il giorno prima con Flash, appariva cupa e insensibile, come una statua di ghiaccio.
Altro che il gigante delle nevi di prima!!
“Thor comprendiamo la tua posizione” riprese con fare il più diplomatico possibile “Ma come ha fatto notare White Tiger poco fà, è anche della sorte del nostro mondo che stiamo parlando pertanto che ti piaccia o no …” continuò “… Verremo con te”

Thor lo fissò per diversi istanti, carico di rabbia ed imbarazzo, finché non abbassò lo sguardo sospirando.
“E sia …” disse soltanto, prima di cominciare a far roteare il suo martello.

Fu così che, nel giro di un secondo, un portale dalla forma sferica si aprì nel bel mezzo della sala distrutta.

“Snow …?” esordì cautamente Peter mentre gli altri, con Thor in testa, si avviavano già all’interno del portale.
La ragazza si voltò verso di lui, anticipandolo.

“Hai davvero intenzione di aiutarlo?” domandò semplicemente, sembrava curiosa. 

“Tu no?” replicò l’altro esitante.
“Se è quello che vuoi, sì” rispose Neve, stupendolo “Sei il leader, ti seguirò ovunque tu vada”

Peter corrucciò la fronte sotto la maschera.
Aveva sempre pensato di saper inquadrare il carattere delle persone, bene o male, al primo colpo, eppure, proprio in quel momento, si rese conto che con Snow non era in grado di fare lo stesso.

Cioè, a pelle non aveva problemi ad ammettere che, malgrado la conoscesse a malapena da due giorni, quella ragazza gli trasmetteva sicurezza.
Era pacata, cortese e, ancor meglio, non era il tipo che pretende di imporre il proprio pensiero sugli altri.
Qualità, quest’ultima, che Peter apprezzava enormemente in una persona.
Allo stesso tempo però …

Sentiva che c’era qualcosa di diverso in lei, di pericoloso, qualcosa che traspariva soltanto nei momenti come quello di poco prima, per motivi che doveva ancora decifrare.

“Non pretendo che tu ci segua se non te la senti” si sentì, comunque, in dovere di mettere in chiaro il giovane eroe dirigendosi verso il portale. 
Malgrado ciò l’albina gli venne dietro ugualmente, sempre un passo indietro rispetto a lui.

“Non mi serve che tu lo pretenda” fu l’unica, flebile, risposta che ottenne da lei, prima di sparire all’interno del portale.

Il benvenuto di Loki non si fece attendere.
Thor, insieme al gruppo di giovani eroi, quasi non fece in tempo a mettere piede ad Asgard che venne subito fatto prigioniero.
Avvenne tutto così velocemente che non riuscirono a difendersi.
Era ovvio che il dio dell’inganno si aspettasse l’arrivo del fratellastro da un momento all’altro e si fosse preparato di conseguenza. 

Thor stesso si ritrovò rinchiuso all’interno di una sfera magica, alla stregua di un pesce nella boccia, mentre il team era bloccato in una prigione di ghiaccio.

Momentaneamente bloccati, dovettero tutti sorbirsi il classico monologo da genio del male di Loki.
Una specie di discorso preparato su quanto gli fosse stato facile usare la superbia di Thor contro di lui (e pensandoci, effettivamente, Neve non poteva dire di essere in disaccordo), su quanto fosse inevitabile la sua vittoria e su come presto anche gli altri mondi, oltre ad Asgard, sarebbero presto caduti in suo potere una volta eliminato il loro padre Odino. 
Tutto ciò ovviamente con l’aiuto dei giganti di ghiaccio, suoi alleati.

La loro fortuna fu nel fatto che, per l’appunto, Loki si aspettasse l’arrivo di Thor SOLO.

“Mi meraviglio Thor, hai degli animaletti con te?” domandò infatti Loki, fluttuando vicino alla gabbia che i giganti aveva creato attorno a loro.
“Prima Thor, ora lui!! Come si permette di chiamarci animaletti?!” sibilò White Tiger indignata.
“Ti faccio notare che sei vestita da gatta” non mancò di ironizzare, nonostante la situazione, Nova con un sorriso beffardo.
“Se è per questo Spiderman è vestito da ragno e Iron Fist ha un drago sul petto” ritenne giusto precisare Snow. 
Gli altri le lanciarono un’occhiata stranita a cui lei rispose arricciando la solita ciocca di capelli attorno all’indice, con un’espressione perplessa “Cosa? Non è una battuta dal momento che è vero” 

“Coraggio ragazzi!! Facciamo vedere a Loki di che pasta siamo fatti!!” tagliò corto Spiderman.

Un colpo ben assestato del pugno d’acciaio frantumò la loro prigione in mille pezzi, fungendo, metaforicamente, da fischiò d’inizio per la battaglia.
Affrontarono gli ingombranti alleati di Loki come meglio poterono, riuscendo perfino a liberare Thor dalla bolla in cui il fratellastro lo aveva rinchiuso.

Tuttavia fu ben presto evidente che non potevano vincere, e il primo a capirlo fu proprio Spidey quando si ritrovò riverso a terra con White Tiger accanto.

L’aracnide si guardò attorno, constatando la gravità della situazione.
Iron Fist si trovava con la parte inferiore del busto bloccata in un blocco di ghiaccio, stessa cosa valeva per Powerman.
Nova, nel tentativo di colpire direttamente il “capo”, era stato intrappolato da Loki in una versione a grandezza d’uomo della bolla magica in cui si trovava Thor, impossibilitato ad uscirne.
Thor era, beh … 
… Restava pur sempre una rana!! C’era ben poco che potesse fare da solo.

L’unica che sembrava in qualche modo resistere era Snow, la quale, oltre alla forza, ormai era chiaro fosse dotata di una notevole rapidità che la stava salvando dall’essere congelata come i suoi compagni.

Ma per quanto in gamba potesse essere non poteva vincere da sola.

“Non possiamo vincere” mormorò Spidey spaventato e senza più idee. 
“Ehi, principe ranocchio!!” urlò in direzione di Thor “Propongo una ritirata strategica, portaci via di qui!!”
 “Per la barba del padre Odino!!” ribatté la rana “E’ troppo umiliante”

“Tu fallo e basta!!” sbottò in rimando Spiderman, spostandosi per un soffio dalla traiettoria dell’ascia del gigante davanti a lui.

La rana del tuono, seppur controvoglia, fece roteare ancora una volta il suo martello.

In un lampo di di luce ed erano spariti, provocando la rabbia di Loki.

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Sesto capitolo e seconda parte!! ^^
Ci vediamo al prossimo con la terza!! Chissà se i nostri eroi riusciranno a sconfiggere Loki ...

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Capitolo 7
*** Una gita molto movimentata (III parte) ***


“Che cosa pensavate di fare?!” 
Stare ad ascoltare i rimproveri di Thor fu solo la ciliegina sulla torta di quella missione disastrosa. 

Il portale aperto dal dio per scappare dalla morsa di Loki li aveva portati al sicuro in un punto imprecisato di un bosco poco lontano dalla città.

“Fuggire di fronte alla battaglia?! Il figlio di Odino non ha mai …”

“Vuoi darti una calmata?!” sbottò Spiderman esasperato “A nessuno piace scappare, ma per quel che mi riguarda se c’è una cosa peggiore della fuga è …” esitò, spazzandosi via il mucchietto di neve che gli decorava la testa a causa della caduta, con un sospiro. 

“… è l’essere sconfitti, perché è così che sarebbe andata a finire se fossimo rimasti”

Snow non poteva essere più d’accordo con il suo punto di vista.
Ancora un po’ e si sarebbe trovata costretta a ricorrere alla sua KAGUNE per difendersi da sola contro tutti quei giganti.
Nick le aveva assicurato che non avrebbe dovuto affrontare la questione sulla sua particolare “natura” con gli altri membri del gruppo finché non se la fosse sentita lei per prima, ma correre il rischio di doverlo fare proprio il secondo giorno dal suo arrivo l’aveva fatta sentire tremendamente a disagio.

“Ah sì?!” sbuffò Nova con fare sprezzante “E chi è che lo decide?! Io non stavo andando male laggiù!!”
“Scherzi? Ma se Loki ti aveva in pugno!!” ribatté Spidey piccato.
“Ragazzi” Snow si mise in mezzo, volendo accertarsi che i due litiganti non rischiassero di passare alle mani, prima di continuare “Calmatevi, litigare fra noi non serve a nulla, inoltre mentiremmo solo a noi stessi se non riconoscessimo che andarcene” fece una pausa “Era l’unica cosa saggia da fare” 
Tutto ciò lo disse una tranquillità a dir poco disarmante, come se, nonostante tutto, la prospettiva di essere fuggita non le bruciasse neanche un po’.

“Le parole dei vostri amici risuonano vere”

L’intera squadra voltò spostò la sua attenzione su Thor, sorpresa. 
“Loki si è avvantaggiato sfruttando il mio orgoglio” confessò inaspettatamente l’asgardiano, non riuscendo a nascondere l’amarezza che provava nel doverlo ammettere davanti a loro “La mia corsa alla battaglia ci avrebbe condannati tutti” 

“Non essere così severo con te stesso” provò a risollevarlo White Tiger “Avremmo tutti potuto dare di più”

“Io non direi White Tiger” ribatté Snow corrucciando la fronte “Del resto, se ci troviamo in questa situazione è soltanto colpa sua”
“Snow …” tentò di mitigarla Spidey.
“No Peter, è giusto che qualcuno glielo dica” l’albina si voltò ad affrontare direttamente il dio del tuono “Thor, si presuppone che sia tu quello con più esperienza qui!! Un’esperienza SECOLARE per di più, che solo gli immortali come te possono aspirare ad accumulare e invece guardati” continuò severa “Hai lasciato che l’eccessiva sicurezza nelle tue capacità ti accecasse e ora siamo tutti in pericolo”
Thor abbassò lo sguardo, non potendo negare la veridicità di quelle parole.

“Allora, che cosa facciamo adesso?” domandò Powerman.

Passarono diversi secondi di silenzio sconsolato.
Peter osservò Neve, che per la seconda volta non si era fatta scrupoli a sbattere in faccia a Thor le sue mancanze.
Si aspettava che continuasse a rimproverarlo, ma si lei limitò a fissarlo in silenzio.   

Poi accadde qualcosa di inaspettato.

“Beh, se non hai avuto la sfrontatezza di rispondermi allora vuol dire che, forse, non sei poi così cocciuto da non riconoscere i tuoi errori” pronunciò Snow inginocchiandosi davanti alla rana.
Thor alzò gli occhi, e rimase sorpreso di trovare un sorriso, seppur accennato, addolcire le labbra della ragazza. 

“Quello che dobbiamo fare ora è rompere il tuo incantesimo” disse la giovane “Tu non hai proprio idee su come possiamo aiutarti in tal senso, Thor?”

“Oh!! Lo so io!!” Sam batté il pugno sul palmo aperto dell’altra mano, con l’espressione di uno che ha appena avuto (o, più che altro, crede di avere) un lampo di genio “Ava, Snow, una di voi due baci il ranocchio!!”
“COSA?!” ribatté la tigre, assumendo un’espressione disgustata sotto la maschera alla sola idea “Ma bacialo TU, il ranocchio!!”
“Ah-ah, non funziona così” affermò Nova, convinto della sua idea “Ho visto il film!!”
“Non so niente di incantesimi o stregonerie” sospirò la rana del tuono, grattandosi la testa pensierosa “Tuttavia forse c’è qualcuno che può aiutarci, qualcuno che forse mio fratello ha ignorato nella sua sete di conquista!!” dichiarò, colto da un’idea improvvisa “Certo, le probabilità sono scarse ma …”

“Perfetto, e sai dove si trova in questo momento?” domandò gentilmente Snow.

“Certo che lo so” sorrise Thor.   

Tale persona si rivelò essere nient’altri che il re del popolo dei nani, Eitri, anche conosciuto come il Mastro Fabbro ma, soprattutto, come colui che aveva forgiato l’arma più potente dei nove mondi il martello di Thor, il Mjolnir. 
La sua officina si trovava isolata nel profondo antro di una grotta, ben celata agli occhi di chi non si fosse inoltrato nei boschi apposta per cercarla.

Lungo il tragitto Spiderman affiancò Snow.
“Uh? C’è qualcosa che non va?” chiese quest’ultima, curiosa, sentendo lo sguardo del ragazzo su di sé.
Sembrava che volesse chiederle qualcosa ma non sapesse come farlo.
“No, no!! Niente affatto!!” esclamò Peter impacciato “Volevo solo dire che …” si prese qualche secondo, per scegliere le parole giuste “… Sei stata piuttosto dura con Thor poco fà”
“Ciò ti ha disturbato?” domandò l’altra leggermente preoccupata.
“No, mi ha solo sorpreso, ecco” rispose prontamente l’aracnide agitando una mano “In verità, le pensavo anch’io tutte quelle cose che hai detto ma non credo che avrei mai avuto il coraggio di sbatterle in faccia in quel modo ad un dio, sei stata davvero forte!!” concluse con un sorriso (anche se lei non poteva vederlo per via della maschera).
“Lo pensi davvero?” 

“Certo, inoltre non ti sei limitata a sgridarlo e basta” disse Spidey “Quando ti sei resa conto che aveva finalmente capito ciò che cercavi di dirgli non hai esitato ad offrirgli il tuo aiuto”
Snow si sentì rincuorata dalle parole del suo capo squadra.
Le occhiate stranite, unite alle espressioni di evidente rimprovero, degli altri compagni le avevano fatto pensare che, probabilmente, si era spinta troppo oltre sin dalla sua prima sfuriata e ciò l’aveva intristita, facendola sentire fuori posto.

Sorrise, rassicurata “Ti ringrazio”

Il rimbombo del martello che batte sull’incudine mise fine alla loro conversazione.

Erano giunti al cospetto del Mastro Fabbro.
Nonostante la bassa statura, tratto tipico della sua razza d’appartenenza, la figura di Eitri possedeva un cipiglio possente ed austero che incuteva rispetto, mentre il capo canuto, indice dell’età avanzata, e le mani callose per il duro lavoro suggerivano fosse dotato di grande esperienza.

Cosa che dimostrò quando, interrompendo il suo lavoro su quella che si rivelò essere una spada appena forgiata, lì accolse con un tanto semplice quanto incisivo: “Era ora che arrivaste” 

“Per sconfiggere Loki ognuno di voi deve convertire le proprie debolezze in forza” esordì dunque Eitri, una volta sinceratosi di avere la totale attenzione di tutti.
Si avvicinò a White Tiger per prima, porgendole un’arco d’oro finemente lavorato.
“Quest’arco mistico scaglia le sue frecce solo se guidato da una mente concentrata e libera da distrazioni” spiegò “Non puoi perdere tempo a giudicare le mancanze degli altri, ragazza, pensa solo ed esclusivamente al tuo obbiettivo e l’arco farà il resto”
La tigre annuì, accettando il dono con un cenno educato della testa.
Dopo di lei fu il turno di Nova a cui il Mastro Fabbro consegnò un’alabarda che, a prima vista, sembrava abbastanza maneggevole ma in realtà …
“… Questa alabarda è difficile da bilanciare” rivelò Eitri, quasi divertito nel vedere i tentativi impacciati di Sam per trovare il modo migliore di impugnarla “Richiede una mano ferma” continuò poggiandogli una mano sulla spalla “Sii paziente, cogli il momento giusto e solo allora scatena il tuo potere”
“Loki non ci sfuggirà questa volta!!” affermò il giovane, deciso.
“Quanto a te, figlio di K’un-Lun” riprese il nano, recuperando la stessa spada su cui lo avevano visto lavorare quando erano entrati nella sua grotta “Non c’è margine di errore con questa spada corta, fidati del tuo istinto e il resto verrà da sé, non ti serve altro” 
Danny congiunse le mani e chinò la testa, ringraziandolo secondo l’usanza dei monaci.
Per ultimo venne Powerman a cui il fabbro affidò un ascia robusta, dal doppio taglio ben affilato, incoraggiandolo a non trattenersi dallo scatenare la sua piena potenza per paura di intralciare involontariamente gli altri.  

“Ehi!! Per quanto riguarda noi invece?” Spiderman indicò se stesso e Snow con un cenno del braccio, avendo notato come entrambi siano stati esclusi dalla distribuzione delle armi.

“Voi?” ripeté Eitri guardando prima l’uno poi l’altra, con le braccia dietro la schiena.

“Sì!! A noi non dici niente?” esclamò l’altro non riuscendo a nascondere una certa delusione nel tono.
“Tu hai da sempre dentro di te il dono del comando” disse il nano soffermando lo sguardo su Spidey “Ma devi accettare pienamente il tuo compito!! I tuoi compagni si fidano di te, pertanto guidali!!”
“E’ un modo elegante per dirmi che hai finito le armi?” provò a scherzarci su il ragazzo nervosamente.
Eitri non rispose, continuando a fissarlo con espressione seria.
“Ok, ho capito, niente armi per me” si imbronciò Peter, incrociando le braccia sul petto “Ma Snow?”

Eitri la scrutò attentamente, cercando i suoi occhi come aveva già fatto con tutti gli altri. 

In risposta l’albina abbassò il capo, fissandosi le punte dei piedi a disagio.

“Ragazza mia” iniziò il Mastro Fabbro con un tono dolce, quasi paterno, che spinse la giovane ad alzare un poco lo sguardo “Possiedi un animo forte, temprato dalle difficoltà che hanno caratterizzato la tua vita eppure i tuoi occhi sono sfuggenti, velati da una profonda sofferenza” continuò “Temi di essere giudicata ingiustamente ed è questo che ti impedisce di liberare la tua vera natura” 
Neve sussultò, sorpresa, mentre i compagni la osservavano, logicamente incuriositi dalle parole del nano.
“Ora fai parte di questa squadra” Eitri accennò ai suoi compagni con un ampio movimento del braccio “Non devi più avere paura di mostrare chi sei”

Neve si morse il labbro inferiore, incerta se rispondere.
“I-Io …” mormorò guardando i suoi compagni, in special modo Spiderman “E’ troppo presto per loro, non posso” 

“Di che cosa sta parlando Snow?” domandò Nova, non riuscendo più a trattenere la sua curiosità fatto che gli costò una gomitata d’avvertimento da parte di White Tiger.

“Non potrai mai saperlo se continuerai a stare ai margini, bloccata dal tuo passato” insistette Eitri “So che è difficile ma devi farlo, e poi se sei riuscita ad insegnare un pò di umiltà ad un dio …” lanciò un’occhiata esplicativa a Thor che finse un colpo di tosse, imbarazzato. 
“… Non puoi essere così pessima” concluse con un sorriso sincero a cui Neve, seppur debolmente, ricambiò grata.

“In tal caso, farò … farò del mio meglio per mostrarmi degna di questo gruppo” disse, rivolta alla squadra “Lo prometto”

Sam aprì la bocca, probabilmente per ripeter la domanda posta poco prima ma venne prontamente messo a tacere da Spiderman “A noi basta sapere di poter contare su di te Snow” la rassicurò “Non è così, ragazzi?”

“Assolutamente!!” decretò Ava convinta “E poi cominciavo ad essere stufa di essere l’unica ragazza nel gruppo”
“Sei una tipa tosta, un po’ strana ma tosta” seguitò Sam.
“Ti sei mostrata gentile e rispettosa ma anche molto dura quando è servito” considerò pacatamente Danny “Non nego che il tuoi modi crudi e diretti ci abbiano lasciati basiti considerando che sei arrivata soltanto ieri però …” 
“… alla fine abbiamo capito che cercavi solo di aiutare” terminò Luke.

Con queste premesse, l’atteggiamento dei nostri giovani eroi fu nettamente diverso quando si teletrasportarono di nuovo al cospetto di Loki
“Powerman e Iron Fist a sinistra!!” ordinò il tessi-ragnatele, sicuro di quello che faceva “Nova, White Tiger e Thor, voi occupatevi dei giganti a destra” seguitò “Snow, tu sei con me!!”
“Ricevuto!!” rispose prontamente l’albina che sembrava diversa ora, più serena.

Furono veloci, concentrati, ma soprattutto coordinati, con Spiderman che li guidava al meglio delle sue capacità.

In meno di due minuti il piccolo esercito di giganti di ghiaccio giaceva sconfitto ai piedi di chi lo aveva messo in piedi.

“Non è ancora finita!!” ruggì Loki voltandosi verso la porta, ormai abbattuta della stanza dove suo padre dormiva “Io distruggerò mio padre!!”

“Ehi!! Amico, hai rotto le porte!!” esclamò Spidey atterrando davanti l’entrata della stanza di Odino, dopo averla bloccata alla ben meglio con delle ragnatele “Ora chi glielo dice a tuo padre?!”
“Fatti da parte mortale!!” ribatté Loki impaziente.
Thor cercò di attaccare il fratello ma quest’ultimo lo intercettò facilmente, respingendolo con un’incantesimo non verbale.

Loki ghignò “La fine di Odino è vicina”

Ok, tempo di passare al piano B, come gli aveva suggerito di Eitri.
“Ehi Loki, non vorrai davvero conquistare il trono in modo così … così stupido, vero?” incominciò il tessi-ragnatele con tono di scherno.
“E adesso cosa diavolo vai blaterando?!” sibilò il dio dell’inganno socchiudendo gli occhi.
“Via amico!! Di te diranno che non te lo sei meritato, prova a pensarci” seguitò Peter “L’unico modo che hai per farti rispettare è uccidere Thor, che ora è una rana!!” finse un fischio “Bella forza, l’ammazza-rane!! Sul serio è così che vuoi che ti chiamino? Non è esattamente un gran titolo per il re di Asgard”

Le sue parole l’effetto destabilizzante che sperava su Loki, il quale prese a spostare lo sguardo da lui a Loki e viceversa indeciso.

Alla fine l’orgoglio, che il signore della menzogna tanto rinfacciava al fratello, ebbe la meglio su di lui.
Spezzò l’incantesimo, facendo tornare Thor alle sue sembianze originarie.

.........................................

Ci avviciniamo alla conclusione di questo arco narrativo dedicato alla puntata di Thor, dove Neve dovrà fare una scelta: Accettare il consiglio di Eitri, il Mastro Fabbro, e perciò fidarsi dei suoi nuovi amici nel mostrare loro la sua metà Ghoul, ma si rivelerà davvero necessario? Se sì, riuscirà a mettere da parte la paura e rilevarsi? 
Lo vedremo nel prossimo capitolo!! ^^
Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo questa storia, a presto!!

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Capitolo 8
*** Una gita molto movimentata (IV parte) ***


C’era solo una parola per descrivere lo stato di assoluto stupore misto a consapevolezza, ed un pizzico di orrore, che attraversò la faccia di Loki quando Thor, tornato finalmente umano, ridusse in mille pezzi la pietra magica di cui si era servito per trasformarlo in rospo. 

Un semplice, comune, aggettivo di sette lettere.

Fregato.

“L’ingannatore, ingannato …?” esalò Loki, dopo qualche secondo di silenzio attonito. 
Si guardò intorno, quasi spaesato, prima di posare le iridi smeraldine su colui che, con il più sciocco degli stratagemmi, gli aveva rubato la vittoria.

Spiderman.

“… Da un MORTALE?!” 

Peter sorrise sornione sotto la maschera, facendo le spallucce.
Chi l’avrebbe mai detto che il suo blaterare a vanvera si sarebbe rivelato fondamentale per la vittoria?
Eitri ci aveva visto giusto. 
Tremante di collera, il principe della menzogna cercò di scagliarsi contro l’aracnide, salvo  venir prontamente acchiappato da Thor per l’attaccatura del mantello.
“Spiderman non è un semplice mortale!!” affermò quest’ultimo solenne “Sappi che lui è il signore dei ragni”
“Eh, più o meno …” ridacchiò Spidey.

Il resto del team mise in fuga quei pochi giganti che erano rimasti in piedi, fatta eccezione per Neve che invece preferì andare a controllare il trio ancora fermo davanti alla stanza di Odino.
Veder fuggire a gambe levate l’esercito che aveva messo in piedi con tanta fatica mandò Loki totalmente fuori di sè.

“Tu … tu mi hai portato via la vittoria!! MALEDETTO!!” urlò furioso.

Accadde tutto in pochi istanti.
Il malvagio dio si liberò dalla stretta del fratello, smaterializzandosi in una coltre di nebbia verde, per poi riapparire alle spalle di Spiderman nuovamente armato della lancia d’oro che aveva brandito durante tutta la battaglia a mo’ di scettro, intenzionato ad utilizzarla al fine originario per cui era stata creata.
Se non avrebbe avuto Odino, allora si sarebbe preso la soddisfazione di eliminare con le sue mani la causa della sua disfatta.

“SPIDERMAN!!”

Da veloce che era il tempo sembrò rallentare, fino a fermarsi del tutto.
La lama della lancia affondò in profondità, fin dove la base era saldata all’asta, ma non nella carne di Spiderman.
“Cosa diavolo?!” sbottò il dio dell’inganno, sgranando gli occhi.
White Tiger si coprì la bocca con ambo le mani.
Iron Fist e Powerman sussultarono, sgranando gli occhi, mentre Nova spalancò la bocca, incredulo.

“S-Snow?” balbettò Spidey voltandosi di scatto, realizzando solo in quel momento quanto accaduto.

“Beh, non posso dire di essere sorpresa” mormorò Neve, abbassando gli occhi sulla lama conficcata nel lato sinistro del suo costato, poco al di sotto del seno “Un’arma normale non sarebbe riuscita neanche a graffiare la mia pelle, ma una lama forgiata da metallo asgardiano …”
Sorrise debolmente e un rivolto di sangue le colò da un’angolo della bocca. 
“Che cosa hai fatto sciocca?!” fece Loki semplicemente allibito.
“Una scelta” rispose l’albina serena, lanciando un’occhiata prima a Peter, ancora paralizzato alle sue spalle, poi al resto del team “Mi auguro solo di aver fatto quella giusta” 

“M-Ma Neve, perché …?” esclamò a quel punto Peter, nel momento in cui il suo smarrimento venne sostituito da una morsa di puro panico.

Snow aveva una lancia nell’addome, Snow si era presa quella lancia nell’addome per proteggere lui.
Snow sarebbe morta …
… E sarebbe stata colpa sua, perché era stato così sciocco da cantare vittoria troppo presto.

Eppure tutto ciò non avvenne.

Al contrario, la ragazza non diede segno di stare per accasciarsi a terra, come sarebbe accaduto a chiunque altro con una ferita del genere, anzi ebbe perfino la forza di intimare a tutti loro di restare dov’erano, alzando una mano davanti a sé appena li vide cercare di avvicinarsi.
“Va tutto bene” rassicurò, chiudendo gli occhi.

“Va tutto bene?!” ripeté Nova incredulo “Ma hai una lancia nel costato!!”

Snow sorrise, scuotendo lentamente il capo.

“Tu sei pazza” sibilò Loki cercando di allontanarsi.
Neve bloccò l’asta della lancia con ambo le mani, così da impedirgli di estrarre la lama dal suo addome.
“Può darsi, ma se non altro io non pretendo di essere qualcosa che non sono” replicò la giovane, a tono basso e tremante per il dolore.
Una serie di forti tremiti le percorsero le spalle, estendendosi lungo tutta la schiena.

“Per la barba del padre Odino!!”

“N-Neve …” 

Spiderman si interruppe, facendo istintivamente un piccolo salto all’indietro accompagnato da un verso di sorpresa, quando vide spuntare dalla schiena della compagna (più precisamente dalla zona della vita) delle estremità simili a dei tentacoli uncinati.
I tentacoli crebbero rapidamente in lunghezza, raggiungendo ad occhio i quattro o cinque metri in pochi secondi.
Erano quattro, affusolati, ricoperti da scaglie lisce e lucide che a Peter ricordarono le squame di quei draghi dalla CGI perfetta che si vedono nei film fantasy ad alta definizione.
Il colore era rosso sanguinio, cupo, costantemente attraversato da bagliori bluastri. 

Le nuove estremità si mossero pigre attorno alla figura di Snow, ondeggiando. 
Erano terrificanti eppure, allo stesso tempo, avevano un qualcosa di affascinante che Peter non seppe spiegarsi. 
Come enormi serpenti tratti fuori dalla loro cesta dal suono ipnotico dell’incantatore.

“Che razza di mostro sei?!” domandò il dio dell’inganno stupito.

In tutta risposta uno dei tentacoli uncinati si avvolse attorno alla vita di Loki, sollevandolo da terra con una facilità impressionante e lo strattonò lontano da Neve, costringendolo in questo modo a mollare la presa sulla lancia.
Lo sbatté con forza contro la parete lì accanto, al punto da lasciare una ragnatela di crepe sottili sull’intonaco.

Di fronte a quella scena nessuno della squadra disse o fece nulla, così come lo stesso Thor, troppo sconvolti per farlo.

L’albina estrasse la lancia dal suo costato con nonchalance, seppur sibilando appena per il dolore.

Il sangue non aveva smesso per un attimo di colare abbondante dalla ferita, creando una pozza cremisi ai suoi piedi.
“Mi hai fatto male, sai?” commentò, senza neanche guardarlo.

“Era proprio questa l’idea maledetta!!” ribatté Loki, cercando di liberarsi dalla stretta della Kagune.
“In tal caso, non me ne vorrai se faccio QUESTO” 

“YAAAARRGGHH!!”

Uno dei tentacoli liberi scattò, trapassando brutalmente Loki nello stesso punto del corpo dove la sua lancia aveva colpito Snow poco prima, con una precisione quasi chirurgica.
Non un centimetro più basso o più alto, nel lato sinistro dell’addome.

Il dio dell’inganno sputò sangue, emettendo una serie di versi strozzati.

“Un monito per la prossima volta” mormorò l’albina, incolore “Occhio per occhio, amico mio”

Loki alzò lo sguardo verso Neve aprendo la bocca, quasi sicuramente per vomitarle addosso qualche insulto colorito in asgardiano, ma si bloccò non appena riuscì a intravedere i suoi occhi da sotto le candide ciocche. 
Occhi completamente neri, con la sola pupilla color del sangue.
“Non è possibile, tu sei … sei un GHOUL!!” dichiarò improvvisamente, sgranando gli occhi stupito.

Neve restò in silenzio, limitandosi a sciogliere la presa su Loki, il quale una volta libero scivolò a terra con un gemito addolorato.

“Un ghoul?!” esclamò Thor, indietreggiando di qualche passo spiazzato.
“Aspetta, aspetta!! Snow sarebbe cosa?!” sbottò Powerman non comprendendo le reazioni esagerate dei sue asgardiani.
Cioè avrebbe potuto capire quella di Loki (visto che era stato appena infilzato), ma Thor?

Difatti il dio del tuono stava fissando Neve con un’espresione orripilata che i ragazzi non si sarebbero mai aspettati di vedere sul volto dell’Avenger.

“Ehm, parlo a nome di tutti se dico che non ci sto capendo una mazza?” cercò di sdrammatizzare un po’ Spidey, ovviamente senza riuscirci.
Ma stava accadendo tutto decisamente troppo in fretta per i suoi gusti.
Innansitutto che cosa diavolo era un ghoul? E perché tutti (anche se per tutti intendeva solo Thor e Loki) sembravano di colpo terrorizzati?!
“Non finisce qui maledetta!!” ruggì Loki, ritenendo a quel punto che fosse stato più saggio scappare “Da ora in avanti non abbassare mai la guardia, ghoul …!! Neanche tu!!” aggiunse rabbioso, fissando Peter “Spiderman!! Per il resto delle vostre miserabili vite!!”

Dopo di che scomparve nel nulla.

Passarono diversi istanti di silenzio imbarazzato in cui Snow tenne lo sguardo basso, accarezzandosi il braccio destro a disagio. 
Poteva quasi sentirsi trapassare dalle occhiate indagatrici di tutti gli altri.

Beh, prima o poi avrebbe dovuto dirglielo comunque, no? 
Forse era meglio così, come diceva sua madre? Via il dente, via il dolore  …

… giusto?

“AH!!”

Neve si scansò appena in tempo per evitare il martello di Thor.

“Ma che cosa …?!”
“Thor!! Cosa stai facendo?!”
“Sei impazzito?!”
“Thor!!”

Del tutto incurante delle esclamazioni dei giovani eroi, il dio del tuono caricò ancora Snow che, questa volta, non riuscì a schivarlo del tutto.
Colpì uno dei suoi tentacoli, tranciandoglielo di netto vicino alla base.
Un fiotto di sangue macchiò la parete accanto alla porta della stanza di Odino, unito ad uno straziante grido di dolore, che fece gelare il sangue alla squadra. 

Neve crollò a terra, stringendosi la spalla, al lato dove era stato tagliato il tentacolo, con mano tremante.
Gli occhi grigi sgranati per lo shock.

“Thor!! SMETTILA!!” gridò Spiderman, mettendosi in mezzo prima che il dio potesse accanirsi ulteriormente sull’amica.

“Allontanati ragazzo” sibilò in rimando l’asgardiano, gli occhi azzurri che lampeggiavano minacciosi come non li aveva mai visti “Tu e i tuoi compagni non avete idea di che razza di creatura sia la vostra compagna”
“Ma di che stai parlando?!” 
“Credevo che quelli della sua razza si fossero ormai estinti da secoli su Midgard*” sibilò il dio più a se stesso che agli altri “Deve essere eliminata, subito!!” decretò, spingendo tradimento Spidey di lato per avere via libera.

Il giovane eroe agì d’istinto, lanciando delle ragnatele ai piedi di Thor che perse l’equilibrio.

A quel punto Snow, seppur sibilando per le ferite, ne approfittò immediatamente per colpirlo al fianco con un tentacolo.
Per quanto potesse essere comprensiva, lasciare Thor impunito per quello che aveva appena fatto era inammissibile.
Poco le importava chi fosse, poco importava se fino a pochi momenti fa aveva combattuto fianco a fianco.

L’aveva attaccata per primo senza ragione, e lei rispondeva SEMPRE quando veniva attaccata.
Occhio per occhio.

Era la regola su cui aveva fondato la sua filosofia di vita … 
… L’unica regola che avesse accettato da suo padre.

Per questo non era riuscita a comprendere il comportamento di Peter con Flash l’altro giorno, quando lo ha visto sopportare stoicamente le angherie gratuite del bullo.
Per Neve era semplicemente insensato non rispondere equamente se si veniva attaccati. 
Non potendo amputare un braccio a Thor (il danno inflittogli sarebbe stato sproporzionato, visto che a lei la kagune poteva ricrescere) l’albina pensò di ricambiare l’attacco subito trafiggendogli la spalla ma come fece per alzare il tentacolo contro di lui venne fermata.
“Snow, ferma!!” era Iron Fist, il quale l’aveva appena bloccata per le spalle “Sei ferita, hai perso un sacco di sangue …” cercò di farla ragionare, con tono più calmo e pacato possibile. 

Sfortuna, o fortuna, dipende dai punti di vista, che la nuova arrivata sembrasse tutto eccetto che troppo debole o stanca per affrontare Thor.

Peter ringraziò mentalmente l’intervento di Danny.

“Ok, cerchiamo di calmarci tutti!! Sono ben cinque minuti che non capisco più cosa diavolo sta succedendo” sbottò Spiderman “Perciò vi sarei grato se rimandassimo la questione a quando saremo tornati a casa” 
“Non con quella creatura” ritentò l’asgardiano, rialzandosi in piedi “Voi non sapete …”
“Mi hai attaccata senza che ti abbia dato alcun valido motivo per farlo, dopo che ti ho aiutato” lo interruppe Snow, gelida.
Non c’era traccia di rabbia sul suo viso, solo una profondissima delusione.

“Sono stata una sciocca ad aspettarmi qualcosa di diverso …”

Un velo di silenzio carico di tensione calò sul gruppo.

“Con tutto il rispetto Thor, non sta a te decidere” decise di spezzarlo Spidey, cercando di apparire sicuro “Hai ragione, non ho idea di che cosa sia ghoul ma una cosa la so …” fece una pausa “… Questa ragazza appartiene al NOSTRO mondo, Nick Fury in persona la assegnata alla NOSTRA squadra e, soprattutto, mi ha salvato la vita, due volte” precisò sincero “Pertanto, per quel che mi riguarda, sappi che se l’attaccherai di nuovo non esiterò ad affrontarti”  

L’albina lo guardò, leggermente sorpresa.

Non si aspettava che qualcuno la difendesse.

“Spiderman ha ragione” concordò White Tiger, muovendo qualche timido passo in avanti “Qualunque sia il problema con Snow, ce la vedremo noi”
Il resto del team annuì, concorde, schierandosi accanto alla ghoul.

E vedendo quanto i suoi giovani amici fossero determinati a difendere la compagna Thor, sapendo inoltre che era stato Nick Fury a volere quell'essere, non poté fare altro che assentire.

.................................................

*Immagino lo sappiate già, ma per sicurezza lo specifico: Midgard non è altro che il modo con cui gli asgardiani chiamano la nostra terra.

Ed ecco l'ultima parte di questo arco narrativo ^^

Adesso i ragazzi sanno che Neve è una ghoul, ma che cos'è esattamente un ghoul?! Perché Thor ha dato di matto scoprendolo?! 
Ci si vede nel prossimo capitolo!!

 

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Capitolo 9
*** Ora sai chi sono (I parte) ***


... Il Ghul o Gul, in Arabo, o ancora Ghoul secondo la grafia inglese è,
secondo i musulmani, un'entità soprannaturale, o uno spirito, le cui origini sono precedenti allo stesso avvento dell'Islam.
 
Etimologia.
Risulta ancora ignota l'etimologia del sostantivo ghūl, anche se alcuni studiosi ritengono che il termine derivi dalla radice araba , che significa "catturare", o anche "afferrare", secondo l'Oxford English Dictionary.
Altre fonti invece indicano, come significato dell'ipotizzata radice, "uccidere".
 
Religione islamica.
Le descrizioni dei ghūl nelle storie del folclore arabo sono spesso contraddittorie.
Nelle storie preislamiche e islamiche è generalmente un jinn, un’entità a metà via tra uomini e demoni.
Se i jinn sono di entrambi i sessi, spesso la ghūl è esclusivamente di sesso femminile,
abitante dei deserti e dedita all'aggressione dei viaggiatori.
In diversi detti attribuiti a Maometto compaiono le ghūl, intese come demoni o geni che uccidono, rubano o terrorizzano i viandanti che percorrono i luoghi desertici.
L'autenticità di questi racconti è curiosamente messa in dubbio da alcuni studiosi, tra cui un ḥadīth tramandato da Jābir b. ʿAbd Allāh, che ne nega l'esistenza: «Non esiste 'ghūl', non esiste 'adwā' e non esiste 'ṭayrra'», a prescindere dal fatto che dei jinn (di cui fa parte la ghūl) si parli più volte nel Corano, e che quindi la loro esistenza non sia in alcun modo messa in dubbio dall'islam sunnita.
 
Cultura e mitologia moderna.
L'idea dei ghūl come abitatori dei cimiteri che si nutrono di cadaveri è ben precedente alla versione delle “Mille e una notte di Antoine Galland”, il quale si prese molte libertà nella sua traduzione.
Nel racconto “Storia di Sidi-Nouman” i ghūl vengono rappresentati come mostri umanoidi che dissotterrano i cadaveri dai cimiteri per nutrirsene, e anche gli autori successivi ripresero le caratteristiche cannibalistiche di tale jinn ...
 
Peter chiuse la pagina di Wikipedia con un sospiro, ritornando alla pagina iniziale di Google.
 
Beh, sempre meglio di niente.
 
In circa due ore e mezza aveva trovato solo una serie di informazioni vaghe, o comunque scientificamente discutibili, attorno alla figura del Ghoul.
Diciamo che si era fatto un’idea del perché Thor avesse dato di matto in quel modo.
Tutte le pagine che aveva aperto su Internet concordavano sul fatto che il ghoul fosse un mostro, affamato di carne umana e spesso in grado di mimetizzarsi alla perfezione tra la gente normale senza che nessuno riesca ad intuirne la vera natura finché non è troppo tardi.
 
Sinceramente non sapeva ancora come avrebbe dovuto reagire ad una simile notizia.
 
Più che altro gli veniva da chiedersi …
… Tutto questo, cambiava l’idea che si era fatto di Snow?
 
Peter si tolse il portatile dalle ginocchia, appoggiandolo di lato sul muretto dove si era accomodato, all’ombra di un grosso albero, così da avere una maggiore libertà di movimeto per stiracchiarsi.
Era una bella giornata, soleggiata ma non troppo afosa.
Motivo per cui la stragrande maggioranza degli studenti della Midtown erano fuori sull’ampio prato situato dietro l’edificio scolastico, chi a studiare seduto sull’erba e chi semplicemente a cazzeggiare.  
 
No, non cambiava niente.
 
Certo, non avrebbe negato che l’immagine di una Snow intenta a banchettare con un paio di cadaveri gli faceva venire i brividi, perché era un dato di fatto.
Tuttavia era un fatto anche che Snow gli avesse salvato la vita, DUE volte, se si contava la prima con il gigante di ghiaccio al museo, e ciò le conferiva il sacrosanto diritto ad almeno una chance.
Inoltre non c’era stato un solo momento in cui si sia mostrata ostile nei confronti suoi, del resto del team o anche solo con i compagni di scuola.
Sì c’era stato quello spiacevole episodio con Flash, ma in fin dei conti si era soltanto limitata a comunicargli il suo disappunto nel vederlo strapazzare un povero ragazzo “indifeso” come lui.
Non lo aveva mica sventrato.
 
E poi, c’erano le parole di Coulson il giorno in cui gliel’aveva presentata.
 
“… Snow non ha avuto una vita particolarmente felice ma voglio che tu tenga a mente che, anche quando non ti sembrerà, lei è una brava persona”*
 
Sì, più ci pensava più si convinceva.
Ghoul o non Ghoul, Neve aveva una natura buona e pensava che anche Eitri*, il re degli gnomi, dovesse averlo intuito in qualche modo.
Altrimenti non l’avrebbe mai spronata a rivelarsi.
 
Restava solo un problema.
 
Dov’era finita la sua nuova compagna di squadra?
Dal giorno della gita erano passati tre giorni, ed erano tre giorni che Neve non si faceva vedere a scuola.
Peter era preoccupato, possibile che quanto accaduto con Thor avesse spinto Snow a lasciare definitivamente la squadra?
 
A quel punto avrebbe fatto bene a parlarne direttamente con il grande capo dall’occhio solo.
 
Nick Fury.
 
Non aveva toccato l’argomento fino allora per rispetto verso Neve visto che, per quanto fosse stata brava a nasconderlo una volta tornati sulla terra, era evidente che la faccenda l’avesse scossa ma …
“… Basta così, oggi parlerò con lui” decise il giovane eroe, passandosi una mano sul viso, stanco.
 
Accidenti, cosa avrebbe dato per un caffé …
 
“Con chi devi parlare?”
 
La voce di Harry a momenti lo fece cadere dal muretto.
Era talmente immerso nei sui pensieri che non si era affatto accorto dell’arrivo dell’amico, il quale, manco a farlo apposta, aveva entrambe le mani occupate a portare due bicchieri di cartone contenenti un liquido scuro dal profumo inconfondibile.
 
Caffé!!
 
“Oh, mio salvatore!! Potrei baciarti per questo, sai?” esclamò Peter, puntando subito uno dei bicchieri.
Neanche fosse uno zombie in astinenza di cervelli.
 
“Tranquillo, un semplice grazie mi basta” scherzò il rosso, seppur sentendo le guance insolitamente calde a quelle parole “Ti ho visto poco fà, per caso, che trafficavi sul portatile e ho pensato avessi bisogno di caffeina”
In realtà era da un po’ che lo cercava, ma quello preferì non dirlo all’amico.
“Ti stai portando avanti con i compiti o cosa?” domandò, prendendo posto accanto all’altro.
“In un certo senso …” fece Peter, accettando il caffé portatogli.
Soffiò velocemente sul bordo un paio di volte nonostante, notò, sembrasse già abbastanza tiepido e prese un primo, piccolo sorso.
 
Note di cioccolato fondente, unite alla cremosità del latte montato, si sposano con il sapore deciso del caffè espresso nella sua bocca.
Non era solo un caffé, era un marocchino!!
 
Lui AMAVA il marocchino.
 
Harry lo conosceva davvero bene.
 
“Grazie, ci voleva proprio” fece il castano con un sorriso dolce.
 
“Oh, figurati” replicò l’altro, strofinandosi la nuca imbarazzato mentre Peter appoggiava il bicchiere, sostituendolo con il su portatile “Ghoul” lesse, notando il nome sulla barra di ricerca, incuriosito.
 
“Cosa sono?”
“Direi dei sottospecie di vampiri, che però al sangue preferiscono la carne umana e con molti meno libri, film e fandom ispirati a loro” spiegò Peter, facendo le spallucce.
“E ciò ti interessa perché …?”
“Oh, è per una ricerca”  rispose prontamente il castano “Sai, abbiamo iniziato il genere horror a letteratura”
“Figo …”
 
Harry si guardò attorno, con fare vagamente nervoso, prima di posare di nuovo gli occhi su quello che dai tempi delle elementari era suo migliore amico.
 
“Senti, Pete” esordì, mordicchiandosi il labbro “Dì un po’, hai … hai impegni per questo fine settimana?”
Accidenti, davvero non capiva perchè si sentisse improvvisamente così agitato!!
Non era certo la prima volta che invitava Pete ad uscire, lo aveva fatto un sacco di volte!!
 
Erano amici …
 
Peter si voltò a guardarlo, corrucciando la fronte.
“Uhm, non saprei” ammise cercando di fare mente locale “Non mi pare, ma dovrei dare un’occhiata al calendario in cucina per esseren sicuro”
“Ah, bene” rispose Harry “Allora, in tal caso mi fai sapere stasera?”
 
“Certo!!” sorrise Peter, del tutto ignaro dei turbamenti interiori dell’amico.
 
Nel frattempo, dall’altra parte del quartiere, una familiare capigliatura albina faceva capolino tra le numerose chiome che giravano per la città.
 
Neve stava passeggiando per conto suo lungo il marciapiede.
Insossava una maglietta nera a maniche lunghe, leggera, con su stampata in bianco la “L” maiuscola in caratteri gotici del detective di Death Note, una felpa blu con cappuccio, shors di jeans sopra dei pantacollant neri ed infine scarpe da ginnastica.
 
Nella tasca degli shors l’Mp3 e nelle orecchie le cuffie.
 
A Snow piaceva passeggiare per strada, senza una meta precisa, facendo partire la musica della sua playlist da una canzone a caso.
L’aiutava a rilassarsi e, soprattutto, a mettere in ordine i pensieri.
Anni fa era capace di camminare per kilometri e kilometri senza neanche accorgersene, persa nel suo flusso di coscienza.
 
Al parco faceva prendere certi colpi a sua madre …
 
Sorrise nostalgica al pensiero.  
 
Era stato Fury a consigliarle (o meglio, ordinarle) di uscire, dopo aver passato i precedenti due giorni chiusa nella sua stanza sull’Eliveivolo.
Diceva che le avrebbe fatto bene, dopo quanto successo con Thor.
Anche se le aveva assicurato che ci avrebbe pensato lui a chiarire le cose con il dio, non avrebbe mentito dicendo che, per come erano andate a finire le cose, non le era rimasto l’amaro in bocca.
 
Le sue orecchie vennero invase dalle note di “It’s my life” di Bon Jovi.
 
Istintivamente le venne da muovere piano la testa, a ritmo della musica.
Gli occhi si chiusero per un breve momento, poi si riaprirono, guardandosi attorno curiosi dalle vetrine dei negozi alla gente che passeggiava per strada.
 
D’un tratto la sua attenzione venne attirata da un’uomo bianco, sulla trentina, che correva a perdifiato nella sua direzione, scansando malamente a spallate la gente che gli intralciava il percorso.
Nelle mani stringeva una borsetta rosso scuro, impreziosita da della finta pelliccetta marroncina sul davanti.
Il modello era palesemente da donna.
“Al ladro!! AL LADRO!!” si udì, difatti, una voce femminile in lontananza “Mi ha rubato la borsetta!! Vi prego …!!”
 
A parte osservare la scena con gli occhi sgranati, le persone sul marciapiede non diedero cenno di voler fare qualcosa.
Chi per lo stupore, che ne rallentava le reazioni, chi semplicemente per menefreghismo.
 
Per fortuna Snow aveva una connessione cervello-muscoli più rapida.
 
Il bello è che non fece niente di complicato.
 
Si spostò dalla traiettoria dello scippatore, apparentemente lasciandogli la via libera, per poi allungare il piede verso sinistra.
Il ladruncolo finì lungo e disteso a terra con un piccolo grido di sorpresa.
Ovviamente cercò di rialzarsi subito ma, incredibile ma vero, non ci riuscì in quanto Neve si era tranquillamente ACCOMODATA sulla sua schiena.
 
“EHI!!” protestò il ladro agitando comicamente braccia e gambe come un pesce fuor d’acqua.
 
“Sono spiacente ma non credo che questo articolo ti appartenga” disse l’albina recuperando la borsa.
Da vicino ebbe modo di osservarlo meglio.
Aveva una statura e corporatura media, capelli neri che sfuggivano a ciuffi disordinati da sotto il berretto grigio e occhi castano chiaro che tendevano al caramello.
 
“Ok, ok hai vinto!!” sbottò il giovane poggiando i palmi per terra cercando, con una flessione improvvisata, di rialzarsi “Ora però lasciami andare!!”
 
“Oh!! G-Grazie mille!!” si fece sentire una voce alle sue spalle.
Neve girò la testa incontrando la figura agitata di quella che doveva essere la proprietaria della borsa, la quale ansimava pesantemente con le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato.
Si trattava di una ventenne di origini asiatiche, il cui inglese lasciava un po’ a desiderare ma era comunque abbastanza comprensibile.
 
“Ci sono i miei documenti e passaporto lì dentro …” riuscì bene o male a intendere Neve.
 
Beh, questo spiegava perché sembrasse così disperata.
 
La ragazza passò i seguenti cinque minuti a gridare contro il ladruncolo, con alcune frasi o insulti, chissà, pronunciate nella sua lingua madre, dichiarando di possedere a malapena cinque dollari nel portafogli e che quindi le avrebbe fatto un danno enorme rubandole la borsetta per pochi spiccioli.
Il tipo fu così costretto a subirsi la ramanzina prima di promettere di non farlo più (promessa che probabilmente non manterrà, ma valeva la pena provarci) sotto minaccia di una denuncia.
 
Tutto ciò con diversi passanti che rallentavano il passo apposta per assistere, in modo non troppo plateale, allo spettacolo.
 
Neve sorrise appena, scuotendo la testa.
 
Da Bon Jovi la playlist era passata a “Try Everything” Shakira.
 
……………………………
 
*Coulson dice queste parole nel Capitolo 3.
*Il discorso di Eitri nel Capitolo 6.
 
Nono capitolo!!
Spero vi sia piaciuto!! ^^

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Capitolo 10
*** Ora sai chi sono (II parte) ***


Spiderman stava volteggiando da un appiglio all’altro, appeso alla sua ragnatela, in direzione di un preciso grattacielo dove sapeva che, in quel preciso orario, sarebbe passato l’Eliveivolo.
 
Non essendo dotati di un sistema di teletrasporto di quelli a lungo raggio, non ancora almeno, dal suo ingresso nella squadra Fury gli aveva fornito un itinerario ove erano segnati i percorsi che l’enorme quartier generale volante dello S.H.I.E.L.D solitamente seguiva al di sopra la città.
Per questo sapeva sempre su quale grattacielo arrampicarsi per aspettarlo o, perché no? Raggiungerlo lui stesso sparando una ragnatela a lunga gittata.
 
Aveva ancora lo zaino appresso, non avendo voluto perdere tempo a fare un salto prima a casa per posarlo.
 
Come deciso, quel pomeriggio avrebbe parlato direttamente con Nick riguardo la situazione di Neve.
Cosa che intendeva fare prima possibile.
 
Aveva appena superato una palazzina e stava per lanciare l’ennesimo filo quando un grido d’aiuto attirò la sua attenzione.
 
Abbassando lo sguardo vide un uomo fuggire lungo il marciapiede con in mano una borsetta palesemente da donna.
Uno scippo …
 
… e ti pareva.
 
L’aracnide fece per lasciarsi cadere sopra al delinquente in fuga quando, inaspettatamente, vide una ragazza fargli lo sgambetto mandandolo per terra.
Una ragazza dai lunghi capelli albini, vestita con colori freddi …
Peter restò sorpreso nel rendersi conto che la ragazza che aveva fermato lo scippo (per di più sedendosi sopra la schiena del malcapitato per evitare che cercasse di filarsela) non era altri che Snow.
 
Spidey si affrettò a salire lungo la parete del palazzo accanto, fino a raggiungere il tetto, sperando che nessuno lo avesse notato.
 
Forse andare a parlare con Fury non era più necessario.
 
Poco più tardi Snow si fermò a prendere un caffè al bar.
Proprio così, un caffè!! Neanche lei aveva la più pallida idea del perché a quelli della sua razza fossero preclusi tutti gli alimenti della piramide alimentare umana fatta eccezione per il caffè.
 
Escludendo l’acqua, che comunque era un caso a parte (tutti gli esseri viventi ne avevano bisogno per sopravvivere, che fossero erbivori, carnivori, onnivori o cannibali), i ghoul gustavano il caffè esattamente come gli umani.
 
Ovviamente nero e senza zucchero.
 
A Neve piaceva il caffè o, più che altro, le piaceva poterlo bere seduta ad un grazioso tavolino al di fuori del bar esposta agli occhi di tutti.
Come una persona normale.
 
Per questo tendeva a berlo il più lentamente possibile, a piccoli sorsi, per prolungare l’illusione.
 
“Questo posto è libero?” domandò ad un tratto una voce maschile.
 
L’albina alzò lo sguardo, sbattendo le palpebre un paio di volte nel trovarsi davanti niente meno che Peter Benjamin Parker.
“Peter Parker?” pronunciò lentamente, stupita.   
 
“Snow Hellstrom” sorrise gentilmente il ragazzo, appoggiando le mani sopra lo schienale dell’unica sedia libera davanti al tavolino occupato dalla ghoul.
 
Passarono diversi secondi di silenzio imbarazzato prima che Peter si decidesse a ripetere la domanda con la quale si era annunciato.
“Ti spiace se mi siedo?” riprovò “Sai, stavo passando di qui e per caso ti ho vista …”
 
In fin dei conti non era una bugia, l’aveva davvero trovata per caso.
 
“No, certo che no” rispose piano la ragazza, mascherando lo stupore mentre appoggiava tranquillamente la tazzina di caffè sul tavolo “Accomodati”
 
In quei pochi secondi che servirono al giovane per spostare indietro la sedia, accomodarsi e tirarsi nuovamente avanti Snow lo fissò con una tale attenzione da dargli l’impressione di essere sottoposto ad una radiografia.
Peter si tolse lo zaino dalla schiena e lo appoggiò per terra, vicino ad una gamba.
“Oh!! Quasi dimenticavo” esclamò, aprendo la lampo dello zaino per rovistarci dentro “Ho qualcosa per te”
 
Neve alzò le sopracciglia, inclinando la testa da un lato curiosa.
“Ecco!!”
 
Le allungò un paio di quaderni.
Uno aveva la copertina di Star Wars dagli angoli tutti spiegazzati, segno che veniva utilizzato già da un po’, mentre l’altro presentava una più comune copertina a tinta unita, rosso scuro, ancora liscia ed uniforme, indice che doveva essere nuovo o comunque cominciato da poco.
 
Neve li prese con entrambe le mani.
 
“Cosa sono?” domandò.
 
“Gli appunti delle lezioni degli ultimi due giorni” rispose l’altro “Sono il tuo tutor, ricordi? Portarti gli appunti è il minimo anche perché, insomma …” esitò “… Tu tornerai a scuola, vero?”
 
Neve non rispose, limitandosi ad accarezzare la copertina del primo quaderno passandoci sopra due dita, con delicatezza.
Quasi non ricordava l’ultima volta che qualcuno aveva fatto un gesto carino nei suoi confronti.
Non se lo aspettava, non da parte sua.
 
Non dopo quanto era accaduto ad Asgard con Thor.
 
Non ricevendo alcuna risposta, Peter sospirò decidendo a quel punto che fosse meglio andare dritti al nocciolo della questione.
“Ascolta Snow, tutto quello che è successo con Thor” esordì pertanto, attirando l’attenzione della ragazza che alzò la testa di scatto “Io volevo, ecco, volevo solo dirti che mi dispiace”
Ecco un’altra cosa che Neve non si aspettava.
“Dopo quanto è accaduto mi sono preso la libertà di … ehm, ecco fare qualche ricerca su quelli come te, cioè … sì, insomma sui … sui ghoul” ammise imbarazzato.
 
Neve gli regalò uno dei suoi soliti sorrisi malinconici “… Oh, quindi adesso sai
 
Tra loro piombò nuovamente il silenzio, dove il castano cercava disperatamente di trovare le parole giuste con cui continuare la conversazione.
 
“Senti Neve, io …”
“Peter”
 
Si interruppero entrambi.
Peter sbuffò una risatina imbarazzata, passandosi una mano fra i capelli, mentre Snow sorrideva leggermente.
 
“Prima tu” lo incoraggiò la ghoul.
 
“In questi giorni, oltre a fare ricerche, ho parlato con gli altri del team in merito a quanto è successo” spiegò il ragazzo “Siamo giunti alla conclusione che vorremo restassi nella squadra”
 
Le labbra blu dell’altra si schiusero in una silenziosa “O” di sorpresa a quelle parole.
Fece per dire qualcosa quando il tavolino dove si erano appartati prese, d’un tratto, a tremare, così come tutti gli altri che erano attorno.
Il motivo di quelle strani vibrazioni sembrò essere una serie di tonfi pesanti, MOLTO pesanti, che si susseguivano in rapida successione e che si stavano facendo sempre più vicini.
 
CRASH!!
 
Il boato improvviso di macchine che cozzano violentemente tra loro, seguito dagli acuti lamenti delle sirene della polizia e le urla della gente per strada, li fece scattare in piedi tutti e due, insieme agli altri clienti del bar che ovviamente non sapendo cosa stesse accadendo si fecero prendere dal panico.
Fu allora che videro sfrecciare per strada quello che, ad occhio, sembrava un gigantesco rinoceronte umanoide di ferro, seguito da serie di volanti.
 
Poi vi furono stridii di gomme, sonori grugniti e altri botti.
 
“Un … Un rinoceronte?” fece Snow sbattendo le palpebre allucinata, forse pensando di aver visto male.
 
“Oh ti prego, non di nuovo lui” borbottò invece Peter, spalmandosi una mano sulla faccia in un moto di puro fastidio.
“Lui, chi?” domandò Neve, guardandolo.
“Rhino” rispose il castano “Senti io … dovrei, ti spiace …?” seguitò spostando lo sguardo più volte dall’albina alla strada e viceversa.
 
Non voleva mollare Snow proprio in quel momento, ma …
 
“Tranquillo, vai” sorrise la ragazza riprendendo posto al tavolino laddove tutti gli altri clienti si erano allontanati.
A beh, doveva finire il suo caffè.
 
Peter annuì ricambiando il sorriso con gratitudine e corse via, di sicuro in cerca di un angolo appartato per cambiarsi.
 
Rhino si fermò proprio al centro dell’incrocio, infondo alla via, le mani che stringevano ognuna un grosso sacco di quelli che, probabilmente, dovevano essere soldi considerando che non troppo lontano da lì vi era una banca.
Spiderman alzò gli occhi al cielo.
Cielo, quanto detestava quel coglione!! Cioè non più dei tanti altri furfanti che aveva avuto modo di incrociare nella sua breve carriera di eroe ma, boh, Rhino aveva la particolarità di essere così fastidioso e …
 
… e onnipresente!!
 
Sul serio, a conti fatti quella era la quarta volta in un anno che lo affrontava!!
Possibile che quell’energumeno grigio con il corno non rimanesse mai in prigione per un periodo che fosse più lungo di tre mesi?!
Chi era che pagava per farlo uscire?
Perché qualcuno DOVEVA farlo, non c’era altra spiegazione!!
Nessuno poteva evadere dal RAFT* senza aiuti esterni, tanto meno un idiota intergalattico come Rhino.
 
“Ehi!! Rhino!!” esclamò Spiderman atterrando sul tetto di una delle poche macchine che si erano salvate dalla furia del rinoceronte “Quanto tempo!! Sai, sapevo che al RAFT non avrebbero trovato nessuna cella abbastanza larga da contenerti” schernì “Forse se ti mettessi a dieta”
 
“Abbastanza larga, ma che spiritoso” ringhiò Rhino, digrignando i denti non appena lo vide.
 
“Wow, non sapevo che al fresco insegnassero il senso dell’umorismo …” sorrise l’eroe, malgrado sapesse benissimo che si trattava di una risposta sarcastica.
“Adesso ti faccio vedere io il senso dell’umorismo!!” sbottò il rinoceronte.
Inclinò la parte del superiore del busto in avanti, strusciando la pianta del piede destro sul terreno un paio di volte come a volersi dare la carica, e caricò.
Spidey saltò agilmente dall’altra parte della strada quando il corno d’acciaio perforò il parabrezza della macchina.
 
“Rhino ascolta, è un errore …”
 
“Sì, TUO” fu la replica del criminale tirando via la testa dall’abitacolo, ormai deformato per via della botta, dell’auto “Questa è l’ultima volta che metti il naso nei miei affari, testa di tela!!”
 
“Veramente intendevo dire che è un errore combattermi” sbuffò l’arrampica-muri, ora in piedi davanti ad un lampione “Esattamente come TUTTE le altre volte che ci hai provato, insomma non hai notato che alla fine sei sempre e solo tu quello che si fa male? Non hai notato che sei tu quello che perde sempre?”
“Oh, c’è una prima volta per tutto insetto!!” grugnì Rhino, battendo un pugno sul palmo aperto dell’altra mano.
“Vero, ma ti stai dimenticando di qualcosa …”
“Che cosa?!”
“Di quanto tu sia incredibilmente stupido” ghignò Spiderman, picchiettandosi con un dito la tempia.
 
“BRUTTO FIGLIO DI-…!!!”
 
Il rinoceronte caricò di nuovo e, ancora una volta, Peter lo schivò saltando in alto.
 
Il palo della luce che aveva alle spalle cedette, finendo per cadere in testa a Rhino.
Ovviamente non si fece niente, ma diede a Peter il tempo necessario per pensare ad un piano nel momento in cui adocchiò per caso un grosso camion azzurro, parcheggiato poco lontano.
“Ah, proprio quel che cercavo” sorrise sotto la maschera, sparando un paio di fili di ragnatela sul muso del camion.
 
Intanto Rhino sfilò il corno dal involucro di ferro del palo, piegandolo tra le dita tozze neanche fosse la cannuccia di una bibita.
“Dove diavolo sei finito viscido insetto?!” sbottò il criminale guardandosi intorno.
“YUu-uuh!! Grosso, brutto e cattivo!!”
 
Il fischio lo fece voltare, trovando l’oggetto delle sue ire accucciato sul tetto del camion azzurro a fare ciao-ciao con la mano “Ehi Rhino!! Scommetto che non sei capace a sollevare questo camion!!” lo provocò spostandosi tranquillamente a sedere sul bordo, con tanto di gambe accavallate.
 
“Ggrrrr!! Ora ti faccio vedere io!!”
 
Rhino passò una mano sotto al fianco del camion mentre con l’altra afferrava la parete metallica, affondandoci le dita come se fosse stata fatta di burro, tirandolo su, dopo di che lo lanciò lontano con tutta la forza di cui era capace.
Spiderman in tutto ciò era già tornato con i piedi per terra, senza che l’altro ci avesse nemmeno fatto caso, ridendosela sotto i baffi.
Povero Rhino.
Non poteva immaginare che aveva attaccato il camion alla base del semaforo lì davanti, con abbastanza ragnatela da far in modo, grazie all’effetto elastico dei fili, che il pesante mezzo avesse modo di tornare indietro.
 
“Wow!! Complimenti Rhino” applaudì quindi Peter, fintamente colpito.
 
Il criminale lo notò, ringhiando frustrato per non essere riuscito a lanciare anche lui insieme al camion.
“Ora basta giocare!!” sbottò “Io ti-…”
 
“Ok, ma aspetta un momento!!” lo interruppe Spidey alzando le mani.
 
“Eh?”
“Non ti stai dimenticando qualcosa?”
“Cosa?”
“Qualcosa che ti sei dimenticato l’ultima volta”
“Dimenticato …?”
“Dai che lo sai!!” lo spronò Spidey “Te l’ho detto prima, ricordi? Di quanto tu sia …? Avanti, so che puoi arrivarci!!”
 
Il camion piombò sulla testa del criminale prima che potesse aprire la bocca per rispondere.
 
“Grazie al cielo è finita presto” sospirò Peter, lasciando che fossero gli agenti ad occuparsi di Rhino ora che era privo di sensi.
Cercò di cambiarsi in abiti civili il più in fretta possibile così da poter tornare al bar dove aveva lasciato Neve, nella speranza di riprendere la conversazione lasciata in sospeso.
 
Peccato che la ragazza se ne fosse già andata.

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