Quante emozioni possono nascondersi dietro a un bacio? di _aivy_demi_ (/viewuser.php?uid=1051579)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi fai incazzare. ***
Capitolo 2: *** Non aver paura ***
Capitolo 3: *** La promessa ***
Capitolo 4: *** Regaliamo una gioia (perché a volte ci sta!) ***
Capitolo 1 *** Mi fai incazzare. ***
Questa
raccolta partecipa alla challenge
UN
BACIO, MILLE EMOZIONI
indetta dal gruppo FB Boys
Love – Fanart e Fanfic's World
La challenge consiste
nell'ideare 4 fanfiction per una raccolta, in cui si affronterà
il tema del °BACIO° nel contesto delle 4 emozioni primarie
dell'animo umano:
°RABBIA°
°TRISTEZZA°
°PAURA°
°GIOIA°
"Mi
fai incazzare."
-Ehi,
Madara, aspetta...
L'Uchiha
si voltò, osservando l'interlocutore negli occhi.
-Senti,
Hashirama, lasciami in pace.
Lo
guardò piccato, non avrebbe tollerato repliche. Voltandosi per
andarsene, sentì qualcosa trattenerlo.
-Scusami.
Madara
odiava sentire parole simili uscire dalle sue labbra; scusarsi per
cosa? Per l'odio che il neonato villaggio covava ancora verso il suo
clan, e di rimando verso di lui, il loro capo? O perché i loro
rari incontri erano segreti, taciuti a tutti, furtivi?
-Smettila
di scusarti, sai che lo odio! Perché ti abbassi a chiedere
perdono per difendere un branco di idioti che non fanno altro che
disprezzarmi?!
-Non
osare, non giudicarli così. Non puoi capire.
Gli
occhi dell'Uchiha si ridussero a due fessure.
-Li
difendi sempre e comunque; sei solo un ingenuo.- La risata cinica che
ne scaturì non venne certo trattenuta.
Il
Primo serrò con maggiore forza la presa sul braccio
dell'amante, fino a tremare. Di rimando, Madara avvicinò il
viso a sfiorarlo, incontrando quelle iridi scure che lo stavano
completamente incatenando.
Le
parole dette furono poco più che un sussurro.
-Non
coinvolgere gli abitanti nelle tue mancate aspirazioni. Non far
carico loro dei tuoi fallimenti.
-Sei
sempre stato un bastardo. Ti piace infierire? Respiri affannati
dati da un litigio inutile e fuorviante.
Occhi
incastrati ironicamente gli uni sugli altri, senza voler cedere.
-Maledet...!
La
voce di Madara soffocò in gola.
Labbra
scocciate, senza possibilità di replica, si appropriarono
prepotenti di ciò che era loro di diritto. L'Uchiha mugolò
contrariato, tentando di puntargli le mani al petto e spingerlo via.
Tentativo
inutile. Non sarebbe stato possibile staccarsi da lui, ora che
l'aveva imprigionato in un contatto così erotico, rabbioso,
decisamente sofferto. Strinse i denti, non acconsentendo subito alla
proposta silenziosa della lingua dell'amante. No, stavolta non
avrebbe ceduto facilmente.
Così
credeva.
Le
dita di Hashirama si insinuarono tra i lunghi capelli corvini,
avvicinando a sé il viso, così da poter esplorare più
profondamente quella morbidezza mascolina che tanto amava di lui.
Detestava tali sensazioni negative, eppure sentiva un trasporto
maggiore, un coinvolgimento differente in stati d'animo simili. Amava
Madara, ancor più lo desiderava quando si mostrava
ironicamente se stesso, in tutto il suo cinismo, con quella sua
cattiveria gratuita e la lingua biforcuta e tagliente.
Lo
desiderava fino a fargli mancare il fiato.
Le
labbra si staccarono, liberando lievi gemiti di disapprovazione.
-Sei
il solito.
Sospiri
affamati si cercarono di nuovo, ritrovandosi con rinnovato impeto.
"Non
cambierai mai", pensò l'Uchiha, sfiorando la lingua
dell'amato con la propria, socchiudendo gli occhi. "Sei sempre
tu: ingenuo, delirante, che mi fai incazzare. Questo mi basta."
Eccomi,
ci sono arrivata!
Non
è stato facile affrontare questa prima flash.
Giustamente,
ho inserito nella raccolta una ship che non ho mai approfondito
prima, ma che mi ha sempre intrigata.
Che
dire, mi auguro sia stato reso bene lo stato d'animo che ho scelto
per la mia entrata in scena in questa challenge. U///U Alla
prossima flashfic allora! Grazie come sempre per il sostegno di
quelle 3 pazze che mi hanno aiutata a realizzare questo e tanti altri
progetti, che mi stanno dando un'immensa soddisfazione.
Dolcezze,
grazie! BlueRoar, Mahlerlucia,
Miryel :D
-Stefy-
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Capitolo 2 *** Non aver paura ***
In questa seconda flashfic
ho deciso di affrontare due personaggi su cui ho scritto pochissimo,
ma che mi hanno affascinata fin da subito.
In questo breve racconto,
incentrato sull'emozione della PAURA,
Boruto
e Mitsuki, due bambini del villaggio di Konoha, affronteranno il
piccolo grande mondo che li circonda.
Non
aver paura
I
singhiozzi si disperdevano nel placido giardino, animato soltanto
dalla leggera pioggia che stava cadendo. Mitsuki era sempre stato
timido, taciturno e riluttante alla compagnia. Non era ancora
riuscito a fare amicizia al villaggio, causa il recente trasferimento
con il padre a Konoha; non era mai stato nella sua indole legare
facilmente con le altre persone, se non per...
-Mitsuki!
Esatto,
proprio lui.
-Mitsukiii,
mi senti?
Certo,
come avrebbe potuto non riconoscere la sua voce?
-Eeeehi,
rispondi!
Boruto,
contrariamente ai coetanei, lo aveva accettato fin da subito,
regalandogli un radioso sorriso e una stretta di mano sincera.
Mitsuki, al contrario, era spaventato dall'entusiasmo e da quella
vivacità così differente, non essendo mai stato in
grado di esprimere liberamente i propri pensieri.
Il
bimbo strinse al petto le ginocchia sbucciate, nascondendo il viso.
-So
che sei qui, esci o vengo a prenderti con la forza!
Si
accoccolò maggiormente alla base nodosa dell'albero sotto cui
aveva trovato riparo, tentando di non bagnarsi più di così:
ruzzolando sul sentiero di casa, si era sporcato completamente di
fango, ferendosi entrambe le ginocchia al contatto con lo sterrato
ruvido.
-Tuo
papà ti sta cercando, non farci preoccupare!
"Lo
so, per quello non voglio tornare a casa..."
Il
rumore di passi bagnati su pozzanghere rigonfie d'acqua arrivò
alle orecchie del piccolo impaurito, che sporgendosi da sotto i bassi
rami frondosi, rivelò la propria presenza.
-Trovato!
Il
biondo, sorridente Boruto se ne stava lì in piedi, le braccia
incrociate, il fiatone ed i vestiti zuppi.
-Lo
sapevo che ci sarei riuscito, visto? La smorfia soddisfatta che si
dipinse sul suo volto sembrò illuminare quel pomeriggio
uggioso; il biondino si sedette accanto all'amico.
-Come
ti sei conciato?! Mitsuki arrossì, un poco per la vergogna,
un poco per il contatto ravvicinato di quell'unico, preziosissimo
compagno di giochi.
-...
caduto.
-Cosa? -Sono
caduto, mentre stavo tornando a casa.
-E
come mai sei qui?- disse Boruto ridendo. La risposta tardò ad
arrivare, mettendo a dura prova la sua proverbiale poca pazienza.
-Ho
paura di quello che dirà papà.
Rise
di nuovo, incurante del lieve rossore che stava imporporando le
guance dell'altro.
-Io
conosco un trucchetto: mia mamma lo fa sempre, quando si accorge che
sono spaventato.
Avvicinò
il viso poggiando un lieve bacio sulla fronte umida di pioggia di
Mitsuki. Il piccolo petto sobbalzò al calore genuino, alla
risata cristallina che seguì.
-Su,
prova anche tu.- Sporse la testa bagnata, aspettando sorridente.
-Dai, è facile!
Mitsuki
deglutì, avvicinandosi tremando: era terrorizzato. Non s'era
mai lasciato andare ad un affetto simile per un altro, se non suo
padre. Strinse gli occhi, sfiorando a malapena quella pelle ancora
ricoperta di lievi gocce tiepide. Riaprì le chiare iridi,
ritrovando una smorfia spensierata, più luminosa, ad
accoglierlo.
-Visto?
Va meglio, vero? Il piccolo sorrise. Si sentiva decisamente
meglio, anche percependo un maggior calore sulle guance.
-Andiamo?
Boruto
gli porse la mano, afferrata con un pizzico di emozione in più.
-Sì!
Eccomi! :) Ammetto che
questa seconda flashfic mi ha fatta penare non poco!
Ho scelto stavolta una
futura coppia shonen ai, avvolta ancora nell'innocenza dell'infanzia,
ma già legata in maniera indissolubile.
Non è stato facile
tentare di ragionare in questo tipo di contesto, ma sono decisamente
soddisfatta di questo risultato.
Voi? Che ne pensate? Un
abbraccio a tutti, e grazie a chiunque abbia dedicato un attimo a
leggere, e pure a recensire, questa mia piccola seconda storia.
-Stefy_
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Capitolo 3 *** La promessa ***
Ecco
la terza flashfic, incentrata sul sentimento della TRISTEZZA.
Stavolta ho scelto Kakashi e Obito come
protagonisti. Perché? Beh, sono adattissimi per sensazioni
simili: si sposano perfettamente con questo genere di trame.
Buona lettura a tutti voi!
La
promessa
-Come
l'hai capito? Obito abbassò lo sguardo, concentrandosi sul
pavimento levigato di legno lucido. Le labbra s'erano mosse da sole,
nel tentativo di esprimere un sentimento velato, fin troppo doloroso
da celare ulteriormente. Kakashi annullò le distanze,
poggiando la fronte sulla testa dell'uomo che non riusciva ancora a
guardarlo dritto negli occhi.
-Lo
so e basta.
Lacrime
senza voce caddero tra i piedi dei due, perdendosi tra le venature
lignee. Non fu aggiunto nulla più, per quei secondi che
sembravano lunghi un'esistenza intera. L'Uchiha non desiderava altro
che sparire, dimenticare, ricominciare a vivere ancora; sapeva che
ciò che custodiva dentro di sè avrebbe dovuto
accantonarlo, perché stava facendo male, tremendamente male.
Le
mani dell'Hatake si mossero verso quel volto chino, afferrandone il
mento e sollevandolo verso di lui.
-Ho
promesso...
Obito
si morse il labbro, perché sapeva: sapeva e voleva parlare,
esprimersi, dire la sua su quell'ingiustizia.
Non
lo fece.
Le
dita dell'uomo sfiorarono la sua pelle, tentando di lavare via le
tracce umide di tristezza da quelle iridi scarlatte. Si avvicinò,
mescolando il proprio respiro con il suo.
-Ti
prego, non farlo...
La
supplica del moro non venne accolta: le labbra si sfiorarono,
fremendo lievemente. Un singulto lo scosse, nel tentativo di non
soffrire ancora; puntò i palmi delle mani sul petto
dell'altro, staccandosi con dolore.
-Kakashi,
non puoi farmi ques...!
Le
parole morirono in gola. Un nuovo contatto, più profondo e
molto più cosciente li coinvolse. I sospiri soffocati, le voci
zittite dalla consapevolezza di un destino diverso da ciò che
aveva sempre sperato: un ultimo tentativo di ricordare cosa sarebbero
potuti essere, se non fosse stato per lei, Rin. Si staccarono, in
cerca di respiro. Obito si accasciò sul petto dell'uomo che
amava con tutto se stesso: percepì una mano carezzargli i
capelli, con lentezza ipnotica; "non doveva andare così",
avrebbe voluto dirgli, eppure gli mancò la forza. La pace
scandita dai battiti regolari nel torace lo rassicurò, quel
poco che bastava a rialzare lo sguardo.
Gli
occhi velati di malinconia rivelarono una realtà scomoda, a
cui nessuno avrebbe potuto sottrarsi; quasi in un sussurro, Kakashi
riversò nel silenzio ciò che li stava tormentando.
-Mi
sono ripromesso di prendermi cura di lei, a qualunque costo. Ha
bisogno di me. Rin è sempre stata sola, ed io sono l'unico che
può fare ancora qualcosa per renderla felice.
Ingiusto.
Tutto ciò che Obito aveva appena udito era assolutamente
scorretto; era consapevole di quella dannata verità, ma non
riusciva a concepire di esserne rimasto coinvolto fino al punto di
odiare l'esistenza stessa di quella donna. Serrò le dita sulle
sue braccia, tentando invano di nascondere un altro singhiozzo.
-Ora
devo andare.
Alle
parole dell'amato, quelle stesse strazianti sillabe che gli stavano
letteralmente bruciando l'anima, le braccia dell'Uchiha ricaddero
lungo i fianchi, senza forza.
Un
ultimo bacio, quasi impalpabile, come fosse a malapena esistito
davvero, sancì un allontanamento obbligato.
-Addio,
Obito.
I
passi di Kakashi si persero nel buio della stanza.
"Addio..."
Chiamatemi troppo sensibile,
ma con questa flashfic qualcosa mi si è spezzato dentro. Non
c'è lieto fine, non c'è nulla che possa rimediare a
questo destino.
Felici e contenti? Ma dove?!
Non qui di certo, e ho sofferto nel concepire un finale simile.
Mannaggia ai feels! Mi auguro abbiate apprezzato questa piccola
parentesi di un amore ricambiato ma non fattibile.
(Ok, mi sento ancora male
ahahah! ^///^)
Un ringraziamento speciale
alle tre ragazze pazze che mi stimolano sempre più nel dare
voce a questo tipo di sentimenti:
Blueroar
Mahlerlucia
Miryel
Questi feels li dedico a
voi, e a coloro che mi seguono ed apprezzano ciò che scrivo.
Grazie a tutti!
-Stefy-
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Capitolo 4 *** Regaliamo una gioia (perché a volte ci sta!) ***
Ecco la quarta ed ultima flashfic della
challenge, a conclusione di un percorso emozionale decisamente
esilarante, vario ed impegnativo.
GIOIA, ultima sensazione che sarà
al centro del rapporto di Sasuke e Naruto. Dedico a loro questa breve
storia, perché dopo tutto ciò che hanno vissuto, se lo
meritano qualche sorriso! ^ ^
Regaliamo
una gioia (perché a volte ci sta!)
Naruto
bussò alla porta della villa appartenente alla famiglia
Uchiha. Il padrone di casa apparì all'uscio con aria
contrariata e due profonde occhiaie bluastre a contornare gli occhi
stanchi.
-Che
vuoi?
-Posso
entrare? Sasuke se ne stette fermo per un momento, indeciso se
sbattergli la porta in faccia o semplicemente mandarlo via,
insultandolo.
Notando
l'umore nero, più del solito, il biondo osò animare il
silenzio. Pessima scelta.
-Dormito
male?
Un'occhiata
gelida lo inchiodò sul posto.
-Ok,
dormito male.- Disse a sé più che all'interlocutore.
-Cosa c'è che non va?
-Silenzio,
fatti i cazzi tuoi.
Sconsolato,
il ragazzo riprese a parlare: non era certo nella sua indole gettare
la spugna tanto facilmente.
-È
per la proposta dell'altro giorno? Non ne abbiamo più parlato,
dopo quella volta.
Sasuke
non rispose, dirigendosi verso il salotto.
-Ci
ho azzeccato, vero? Tranquillo, se non te la senti di accettare
ancora, non c'è problema. Posso aspettare i tuoi tempi..
Il
moro si massaggiò la tempia con la mano, con fare spazientito.
Un paio di scatoloni giacevano aperti a terra, nascondendo solo in
parte lenzuola ancora etichettate, un nuovo servizio di piatti e un
paio di pentole ancora cellophanate.
Gli
occhi di Naruto brillavano, mentre prese a correre a perdifiato verso
la camera da letto. Il vecchio materasso singolo giaceva in un
angolo, accanto alla rete: uno a due piazze, ancora sigillato, aveva
preso il posto del precedente, poggiato malamente sulle nuove doghe.
L'Uchiha
apparve alla porta, muovendo le labbra in un lieve sorriso.
-Sasuke,
ma allora...?
-Hai
idea della fatica che ci vuole per organizzare una casa intera per
l'arrivo di un'altra persona?
Il
ragazzo si precipitò emozionato verso l'amante, gettandogli le
braccia al collo. Lo baciò con trasporto: in quel contatto si
stavano riversando sensazioni meravigliose, senza il bisogno di
esprimerle a parole. Il moro ricambiò il bacio, stringendo
quell'impiccione emotivo impaziente, che da quel momento in poi
avrebbe scacciato la malinconia, animando una casa silenziosa da
troppo tempo ormai.
-Ti
a...! -Non rovinare il momento dando fiato alla bocca, come al
solito.
Naruto
sbuffò gonfiando le guance a palloncino, scoppiando poi a
ridere baciando nuovamente il ragazzo. Due anime sole finalmente
s'erano trovate, dopo aver sofferto ed essersi cercate per un tempo
che parve infinito: una solitudine che avrebbe lasciato spazio a due
cuori legati sotto ad uno stesso tetto.
-A
proposito, il lato destro è mio!
-Non
ci provare nemmeno, razza di imbecille. C'è ancora il mio nome
su quel campanello.
Una
linguaccia insolente portò una ventata di buonumore.
-Villa
Uchiha Uzumaki, non suona male. Sasuke gli diede un buffetto sulla
testa, prima di avvolgerlo tra le braccia.
-Se
ti do ragione, te ne starai zitto? -Ti piacerebbe, eh?
-Idiota,
come al solito!
"Sarà
dura abitarcisi, ma è fatto così: lo si ama o lo si
ama." Sorrise, posando le labbra sulle sue, godendo di quella
splendida sensazione con una meravigliosa consapevolezza: una nuova
vita baciata dal sole.
Eccomi qui, alla fine di
questo percorso che mi ha entusiasmata a mille! Quasi quasi mi
spiace sia finito, ed ho dato un happy
ending alla mia OTP (Noooo
non ci credo!)
Sono davvero soddisfatta di
questo progetto, ancor più delle opere e degli altri autori
che ne hanno fatto parte e lo hanno reso stupendo.
Ringrazio Blueroar,
Mahlerlucia, Miryel,
e tutti i partecipanti, dal primo
all'ultimo. Grazie al vostro appoggio, stiamo riempiendo il mondo di
emozioni e di amore ^ ^ Alla prossima!
-Stefy-
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