Regina di cuori

di The Red King
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sanji ***
Capitolo 2: *** Zoro ***
Capitolo 3: *** Rufy ***



Capitolo 1
*** Sanji ***


“La più bella delle rose non
merita le spine più pericolose”
 
Sanji amava tutte le donne: le bionde e le more, quelle con gli occhi chiari e gli occhi scuri, le basse e le alte; le amava tutte senza distinzione alcuna, eppure ce n’era una che amava più delle altre e lei aveva lunghi capelli ramati che profumavano d’agrumi.
Nami era sempre stata il suo punto debole, il suo tallone d’Achille. Tra tutte l’avrebbe scelta, tra mille l’avrebbe riconosciuta.
L’amava talmente tanto che sarebbe potuto morire per lei.
Eppure non poteva confessarglielo.
Lui non si meritava Nami e lei necessitava qualcuno migliore di lui.
Se Sanji le si fosse avvicinato troppo, l’avrebbe sfiorita perché Nami era come una splendida rosa cresciuta tra l’erbacce; era il fiore più bello dell’Eden, il più pregiato e Sanji non l’avrebbe appassito, no. Lui sarebbe rimasto fuori dai cancelli dorati che delimitavano il paradiso e l’avrebbe vista sbocciare ogni giorno di più fino a quando il suo cuore ferito e malato non avrebbe smesso di battere, ma mai di amarla.
Le avrebbe donato fino all’ultimo giorno il meglio di se stesso nascondendo le suo imperfezioni: tra dolci al miele e mandarini succosi, si sarebbe beato della sua dea in totale silenzio. Avrebbe sofferto piano, senza far rumore con la complicità della notte.
Quando lei si addormentava nel suo studio e lui le copriva le spalle con le sue giacche che odoravano di sigarette, si permetteva di sfiorarle i capelli e accarezzarle le guance, immaginando le suo aride labbra su quelle morbide e soffici di Nami.
Sarebbe rimasto solo un sogno, purtroppo, perché lei era la rosa più bella e lui la più velenosa delle spine.

 

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Capitolo 2
*** Zoro ***


“Amare un angelo è facile
perfino per un demone”
 
Zoro sapeva che era difficile innamorarsi, anzi! Zoro sapeva che era difficile amare. Eppure Roronoa era riuscito a fare entrambe le cose con una facilità disarmante persino per lui.
E la colpa della confusione che aleggiava nel suo cuore era di quella mocciosa spocchiosa. La strega doveva averlo ammaliato con un incantesimo perché Zoro davvero non riusciva a spiegarsi come fosse potuto accadere.
Cazzate.
Lui sapeva bene il perché amasse Nami e la risposta era semplice come la natura di quel sentimento. Era facile innamorarsi di lei, era facile continuare ad amarla nonostante tutti i suoi difetti; lei era buona, fine.
Per un’anima dannata come la sua la purezza di Nami risultava come una mano santa. Si sentiva un uomo migliore ad amarla ma non l’avrebbe ammesso. L’avrebbe sempre difesa, qualsiasi fosse il responso del suo cuore. Lo avrebbe fatto perché era l’unico modo per starle accanto, proteggerla e salvarla da tutto quel male perché ormai ne aveva subito troppo.
Sarebbe stato la sua roccia, la sua spada e la sua forza. Il guerriero ripagato con un sorriso e magari una lacrima per le sue ferite.
Perché Nami era sempre bella ma quando rideva il mondo per Zoro smetteva di esistere. Lei rideva perché era viva e a lui bastava questo
Il demone si era innamorato dell’angelo e proprio come il primo, Roronoa sarebbe rimasto a proteggerla e ad amarla tra le tenebre che ora profumavano di mandarino.

 
 

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Capitolo 3
*** Rufy ***


“Un Re senza regina
è come un Re senza corona”

 
 
Rufy amava la carne perché era buona e succosa, ma oltre a quella amava anche qualcun altro.
Non era stato facile capirlo, forse ancora il concetto gli sfuggiva, eppure Nami lo rendeva più felice di tutti i cosciotti di carne messi insieme. Non sapeva il perché e nemmeno gli interessava saperlo, perché andava bene così.
Spesso veniva additato da tutti come uno stupido, ma certe cose le capiva nonostante non lo dicesse ad alta voce. Nami gli aveva sempre suscitato un certo effetto, non solo emotivo ma anche fisico: quando la vedeva in costume da bagno, con le goccioline che scivolavano sulla pelle diafana, Rufy sentiva qualcosa agitarsi in lui. Spesso invidiava il mare che poteva abbracciarla e accarezzarla e invidiava ancora di più chi poteva nuotare accanto lei, giocare con Nami tra le onde spumeggianti.
Avrebbe voluto dirglielo, capirlo insieme a lei ma una paura remota lo scoraggiava ogni volta e quindi si era ritrovato a pensarla e a preoccuparsi per lei, grazie anche alla missione affidatogli da Genzo: farla ridere sempre, non toglierle mai il sorriso.
Quindi, tra un gioco stupido e una battuta divertente, Rufy la faceva ridere sempre (e infuriare, ma non davvero). Perché Nami era bella se rideva, era bella se piangeva (anche se non doveva).
Sarebbe stata bella anche senza il suo amore, anche senza di lui. E Rufy sentì una fitta al cuore a questo pensiero, perché Nami non era sua.
Rufy si promise che dopo essere diventato il Re dei Pirati avrebbe perseguito un nuovo sogno: rendere Nami la sua Regina.

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